Il Piccolo Segno luglio-agosto 2013

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Anno XII, nn. 7-8 - Luglio-Agosto 2013 PICCOLO il Segno Nel paese della bugia, la verità è una malattia. Gianni Rodari ...quello che gli altri non scrivono... mensile indipendente www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it A pagina 12 Immobili pubblici Ex scuola e Vigili Urbani Lettera sul Centro Storico A PAGINA 10 LE GRANDI INCHIESTE DEL SEGNO Indagine sui boschi Il Comune perde, il privato incassa Approfondimento alle pagine 18 e 19 Tutela dei boschi Regole da attuare A pagina 9 A pagina 21 Edifici scolastici Richiesti nuovi fondi Popolazione a rischio La presentazione del “Monitoraggio elettroma- gnetico ambientale della provincia di Roma”, avvenuta presso l’Univer- sità La Sapienza, certifica che la popolazione di Rocca di Papa è a rischio a causa dell’esposizione alle onde elettromagneti- che. I dati emersi, basati su studi e rilevazioni, non lasciano spazio a dubbi: “E’ indispensabile che le istituzioni sanitarie e politiche -conclude il Prof. Marinelli- attivino un sistema di protezione della popolazione”. Sebastianelli a pagina 11 Emaila Marmi Snc di Orofino Prospero Via San Sebastiano, 43 00040 Rocca di Papa (Rm) Tel: 06-94790065 Fax: 06-9494053 mail: [email protected] www.orofinomarmi.it di Marcello Loisi L’anno scorso, il Comune ha pubbli- cato il “Regola- mento per la disciplina dell’accesso ed uti- lizzo dei boschi di proprietà comunali”, nel quale si adotta- vano delle misure di tutela nei confronti del patrimonio bo- schivo di Rocca di Papa. Già al momento della sua pubblica- zione, però, «il Segno» sottoli- neò come ci fossero delle imprecisioni e anche una sca- denza: entro un anno si sarebbe proceduto al censimento e alla tutela di quelli che vengono definiti “alberi artistici o di pregio”. Ad un anno di di- stanza, però, il Comune non ha ancora comunicato quali al- beri, di particolare nota, ci sono nel nostro territorio. E pensare che la scadenza l’ha stabilita lo stesso Comune. Segue a pagina 17 Il RapportoARPA-CIRPS lancia l’allarme sui rischi per la salute Sigilli al cantiere Parcheggio “insicuro” A pagina 10 Servizio scuolabus Operatrici a rischio Alle pagine 6 e 7 Sondaggi geotermici Castelli a rischio sisma?

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Il Piccolo Segno luglio-agosto 2013

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Anno XII, nn. 7-8 - Luglio-Agosto 2013

PIC

CO

LOil Segno”

Nelpaese

della bugia,la veritàè unamalattia.Gianni Rodari

“......qquueelllloo cchhee ggllii aallttrrii nnoonn ssccrriivvoonnoo......

mensile indipendente

www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

A pagina 12

Immobili pubbliciEx scuola eVigili Urbani

Lettera sul CentroStorico

A PAGINA 10

LE GRANDI INCHIESTE DEL SEGNO

Indagine sui boschiIl Comune perde, il privato incassa

Approfondimento alle pagine 18 e 19

Tutela dei boschiRegole da attuare

A pagina 9

A pagina 21

Edifici scolastici Richiestinuovi fondi

Popolazionea rischio

La presentazione del“Monitoraggio elettroma-gnetico ambientale dellaprovincia di Roma”, avvenuta presso l’Univer-sità La Sapienza, certificache la popolazione diRocca di Papa è a rischioa causa dell’esposizionealle onde elettromagneti-che. I dati emersi, basatisu studi e rilevazioni, nonlasciano spazio a dubbi: “E’ indispensabile che le istituzioni sanitarie e politiche -conclude ilProf. Marinelli- attivinoun sistema di protezionedella popolazione”.

Sebastianelli a pagina 11

Emaila Marmi Sncdi Orofino ProsperoVia San Sebastiano, 4300040 Rocca di Papa (Rm)Tel: 06-94790065 Fax: 06-9494053

mail: [email protected]

di Marcello LoisiL’anno scorso, ilComune ha pubbli-cato il “Regola-mento per la

disciplina dell’accesso ed uti-lizzo dei boschi di proprietàcomunali”, nel quale si adotta-vano delle misure di tutela neiconfronti del patrimonio bo-schivo di Rocca di Papa. Già almomento della sua pubblica-zione, però, «il Segno» sottoli-neò come ci fossero delleimprecisioni e anche una sca-denza: entro un anno si sarebbeproceduto al censimento e allatutela di quelli che vengonodefiniti “alberi artistici o dipregio”. Ad un anno di di-stanza, però, il Comune non haancora comunicato quali al-beri, di particolare nota, cisono nel nostro territorio. Epensare che la scadenza l’hastabilita lo stesso Comune.

Segue a pagina 17

Il RapportoARPA-CIRPS lancia l’allarme sui rischi per la salute

Sigilli al cantiereParcheggio“insicuro”

A pagina 10

Servizio scuolabusOperatricia rischio

Alle pagine 6 e 7

Sondaggi geotermiciCastelli arischio sisma?

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ATTUALITA’2 il Segno - Luglio-Agosto 2013

L’ingovernabilità decretata dagli elettori ha provocato l’attuale incertezza

Il governo Alfetta come Tom e Jerrycondizionatodal“caro” vecchiocane

di Bruno FontanaRicordate i cartonidi Tom e Jerry oquelli del Gatto Sil-vestro, ebbene in al-

cuni episodi di questispassosissimi cartoons capitiche dovendo affrontare un ne-mico comune o raggiungere lostesso obbiettivo, i due acerriminemici si alleano, per riprenderea tregua finita i loro spericolati ecatastrofici inseguimenti disse-minati di fantasiose trappole.Ecco, il governo di Letta e Al-fano, detto il governo Alfetta,mi fa proprio pensare a questicartoni. La sceneggiatura è lamedesima, anche se le gag sonopiuttosto stantìe, cambiano soloi protagonisti, il Presidente delConsiglio e il suo Vice si tro-vano costretti, nel nome dellelarghe intese, a deporre le armi ead accantonare provvisoria-mente i vecchi rancori. Di tanto in tanto viene fuoril’istinto di tirar fuori le unghie edi affilare i denti, ma l’impulsoviene subito trattenuto nel ri-spetto dell’accordo e si torna acollaborare, magari digrignandoun po’ i denti. Dietro le quinteosserva e vigila un vecchio cane

spelacchiato dal muso rifattoma dalla ferrea volontà di sfug-gire agli accalappiacani del Ca-nile Rosso di Milano che vuolerinchiuderlo a tutti costi nel ca-nile municipale di San Vittore.E’ stato lui, l’arzillo cane spe-lacchiato, l’artefice di questatregua armata per il bene delPaese (e per pararsi le derriere)nell’ambito delle larghe intese.Queste larghe intese, che gli in-solenti nemici della pacifica-zione chiamano inciucio, aprescindere dalle buone inten-zioni, sono un’ottima panacea,dicasi brodaglia, da fare ingo-iare agli elettori dei due pollai

che però continuano a guardarsiin cagnesco e a perdere il peloma non il vizio. Siamo o no inun cartone animato? E Sempre a proposito di cartonic’è un altro buffo personaggioche imperversa sulla rete o,come si dice adesso, farnetica instreaming. Un po’ Paperino eun po’ Duffy duck, il paperonero, è sempre incazzato, stre-pita, si sgola e batte i piedi presoda continui orgasmi ciarlieri eda deliri da guru strafatto. Cel’ha con tutti, spara insensatezzedal suo blog profetizzando cata-strofe se il suo pensiero (vacuo)non ottiene l’unanime consenso

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dell’associazione culturale“Editoriale il Segno”C.F. 92028150586

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PIC

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dei suoi adepti e scaglia anatemisu coloro che osano ancora dareretta a Tom e Jerry, al cane spe-lacchiato e ai suoi dirimpettaiaccomodanti per necessità. Insomma le risate non mancanoanche se nei vari pollai non siride molto, anche perché a moltimanca ormai anche il becchimee le buffe peripezie di cani,gatti, topi e paperi che si bistic-ciano e si fanno sgambetti non lidivertono più, preferirebberopersonaggi più seri. Si sa tutta-via come vanno a finire questicartoni, alla fine sono sempre ipiù fessi a lasciarci le penne.Ma l’eroe dei cartoni animatiche è il più rappresentativo delnostro attuale stato d’animo è losgraziato e sfortunato Willy Co-yote che nella sua continua cac-cia al Road Runner, bip bip,non fa altro che precipitare stoi-camente in profondi dirupi. Eb-bene, ditemi se non vi sentitetutti un po’ Willy Coyote di que-sti tempi? Ci salveranno Tom e Jerry daibaratri che abbiamo davanti?Dipenderà anche dagli umoridel vecchio cane spelacchiatoma determinato che vigila die-tro le quinte. That’s all folks!

Presso la “Facoltà di Let-tere e Filosofia” dell’Uni-versità di Roma TorVergata, lo scorso 2 luglio,Assunta Gabrielli si è bril-lantemente laureata inScienze dell’Educazionecon una tesi dal titolo: “Ap-prendimento significativoattraverso l’esperienza.Teorie, metodi e nuove tec-nologie”. Festa doppia per lei vistoche il 2 luglio era anche ilgiorno del suo comple-anno. Ad Assunta (e ai ge-nitori Serafina Meconi eLorenzo Gabrielli, grandeamico del nostro giornale)vanno gli auguri dell’interaredazione del Segno.

Auguri ad AssuntaGabrielli per la sualaurea in “Scienzedell’Educazione”

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MONDI 3il Segno - Luglio-Agosto 2013

Non solo quello di Berlino, molti altri muri sono causa di morte e sofferenza

Se i “muri” sono democraticila violenza è sempre giustificata

di Nanci MariettoRecentemente miè capitato di leg-gere un articolo,

sui Paesi ex socialisti pieno diincongruenze. Si arrivava asostenere che nella Germaniadell’Est, la Stasi, la polizia po-litica, aveva una spia ogni 59abitanti! E’ impressionante lamancanza di visione critica dialcune persone visto che nonesiste Paese al mondo con unsistema poliziesco così grandesemplicemente perché sarebbeinsostenibile. Nell’articolo sidice anche che la poliziadell’Est ha prodotto un’ideo-logia mentre l’ideologia laproducono i sistemi con altrimezzi meno, molto meno co-ercitivi. Nel furore di sparlaree fare propaganda contro que-sti Paesi, una volta ho lettoche, con la repressione, il go-verno russo aveva assassinato60 milioni di abitanti. Nessunadittatura ha mai assassinato1/3 della sua popolazione.Vero è invece che la repres-sione contro le persone è statafatta sempre da governi ditta-toriali o democratici, solo con-tro gli oppositori e con lastessa furia. Il modo di cercarequesti oppositori, questo sì,avviene in modo molto menodelicato da parte delle ditta-ture. In quell’articolo però si facevariferimento soprattutto alMuro di Berlino e, quanto aquesto argomento, va specifi-cato che il muro, realizzato nel1961, non c’entra niente con laStasi e con il fatto che venisseutilizzato come un mezzo direpressione generale. Inizial-mente venne fatto con il filospinato per evitare che gliorientali passassero dalla parteoccidentale della città e vice-versa, perché nella parte orien-tale le cose costavano meno diquelle messe in vendita nellaparte occidentale. E nella parteoccidentale la vita era moltopiù cara ma gli stipendi eranopiù alti. Allora succedeva che gli occi-dentali andassero a fare la

spesa nella parte orientale e gliorientali volevano lavorarenell’occidente e continuare avivere nella parte orientale.Per una semplice questioneeconomica. Ma questo creavaproblemi all’economia socia-lista in quanto economia pia-nificata. Alla parte occidentalenon importava granché perchéera una città mantenuta artifi-cialmente da Stati Uniti, Fran-cia e Inghilterra, che erano idetentori della parte occiden-tale dopo la divisione fatta allafine della 2da guerra mondiale.Loro stessi incentivavano que-sti comportamenti dato cheesisteva la guerra fredda. Ilmuro poi venne fatto e rifattovarie volte. Alla fine misurava3,6 m in alcune parti, per unalunghezza di 155 km, con 13punti di attraversamento (duemuri con uno spazio tra loro).La porta di Brandeburgo erachiusa quando il governo dellaGermania Orientale fece il de-creto di apertura e liberalizza-zione dei passaggi. Neltentativo di oltrepassarlo sonomorte 133 persone, alcuni di-cono 200. L’esistenza delmuro ha cessato di esisterequando l’ultimo governo dellaGermania orientale fece que-sto decreto di libero passag-gio, decretando così la suastessa fine.La cosa più interessante dadire però sono i muri fatti neiPaesi cosiddetti democraticiche, casualmente, non ven-gono mai menzionati. Peresempio quello fatto da Israele

tra Gerusalemme e Betlemmechiamato “barriera di Separa-zione Israeliana”. E’ un murodi cemento di 700 km e di 9 mdi altezza. Inizialmente hannodetto che serviva per evitareche terroristi palestinesi arri-vassero in Israele, ma è servitoinvece per incrementare l’in-corporazione dei territori pale-stinesi a quello israeliano.Come il muro di Berlino, haseparato popolazione e quar-tieri, ha 600 punti di controlloe non si hanno statistiche sulnumero di persone morte neltentativo di oltrepassarlo.Questo muro è stato condan-nato dall’ONU e la Corte diGiustizia Internazionale dal2004 lo ritiene illegale.Adesso ci sono 300 mila co-loni nella Cisgiordania (consi-derata, in base agli accordi diOslo del 1993, Palestina) e180 mila in Gerusalemmeorientale, come effetto di que-sto Muro.

Esiste un altro muro, anchequesto come gli altri due, perevitare passaggi di un popoloda una parte all’altra. E’ quellofatto nel 1994 dagli Stati Unititra loro ed il Messico per evi-tare il passaggio degli immi-grati. E’ fatto di lamierasagomata, da 2 a 4 m di altezzaa seconda del tratto, attraversala frontiera di Tijuana e SanDiego. Ha 3.140 km di lun-ghezza ed ha 3.000 croci attac-cate su di esso percommemorare le vittime degliattraversamenti. Le statisticheufficiali dicono che tra il 1998ed il 2004 sono state uccise1.954 persone di cui tra 43 e 60cercando di passare per il de-serto di Sonora, dove devonocamminare 80 km per arrivarenegli Stati Uniti. Il muro, comequello di Berlino e quello inCisgiordania, ha sensori elet-tronici, alta illuminazione perfare luce anche di notte e hauna centrale di controllo a SanDiego, in California, e a ElPaso nell’Arizona.Come si vede anche le “demo-crazie” fabbricano muri di con-tenimento che ancora oggiuccidono molte più persone diquante ne abbia uccise quellodi Berlino (malgrado abbiaavuto una vita lunghissima: 28anni). Questi Muri “democratici”,molto più repressivi di quellodi Berlino, devono conside-rarsi legittimi? Se così è alloraera legittimo pure quell’altro. Bisogna avere lucidità peravere chiarezza e scrivere.

Il muro di Berlinonel dicembre 1989

Il muro israeliano

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AMBIENTE4 il Segno - Luglio-Agosto 2013

Dopo l’esplosione di un impianto Acea a Paliano

Scuole chiuse, le polveridisseminatenell’atmosferadi Giulia De GiorgiIl 19 giugno scorso nelle prime ore delmattino un incendio è divampato nello sta-bilimento Acea di Castellaccio (Comunedi Paliano), sulla via Casilina. Costituitanel 1997 ARIA, (acronimo di Acea Ri-sorse e Impianti per l’Ambiente), è attivanel settore delle attività ambientali. L’am-bito di interesse è quello della produzionedi energia e gestione dei rifiuti attraversol’impiego di impianti di trattamento esmaltimento. L’allarme è stato immediato. Per domareil fuoco sono intervenuti Carabinieri, Poli-zia e Vigili del Fuoco ma tutto ciò è servitoa ben poco, il danno era ormai fatto: dallostabilimento in fiamme è nata una minac-ciosa nube nera carica di CDR (Combusti-bile derivato da rifiuti) che, senza indugioalcuno, si è espansa nelle località limitrofe.Palazzi serrati, scuole chiuse… paesi fan-tasma che per qualche ora hanno temuto ilpeggio. L’amministrazione di Anagni, ilComune più vicino all’impianto, si èmessa in moto da subito e proprio nel co-municato del Sindaco, Carlo Noto, silegge: “Nelle primissime ore del mattinoil Sindaco, con il Responsabile dell’Uffi-cio Ambiente comunale e il Corpo dellaPolizia Locale, si è recato in Loc. Castel-laccio (Frazione di Paliano) luogo dell’in-cendio sviluppatosi nella notte e che haallarmato l’intera popolazione, il primocittadino voleva accertare personalmentel’entità, le origini e la gravità di quanto ac-caduto, arrivato sul posto ha potuto verifi-care che l’incendio è divampato all’internodi un capannone dell’Acea Ambiente. Su-bito ha collaborato con gli enti preposti:Arpa Lazio, Vigili del Fuoco e Carabinieriper avere un quadro chiaro della situazioneed adottare i provvedimenti del caso.Nell’immediatezza ha disposto la chiusuradella scuola di San Bartolomeo e invitatola popolazione ad evitare di soggiornare

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È il Pacific Trash Vortex,il vortice di spazzaturadell’Oceano Pacifico(foto). Si tratta di una di-scarica che si è formata, apartire dagli anni Cin-quanta, per l’azione di unacorrente marina: il vorticesubtropicale del Nord Pa-cifico, che si muove lenta-mente a spirale in sensoorario. Ha un diametro dicirca 2.500 chilometri, èprofondo 30 metri ed ècomposto per l'80% daplastica e per il resto daaltri rifiuti galleggianti.La sua estensione si puòsolo stimare ed è parago-nata come minimo aquella dell’intera Francia,fino a quella di tutti gliStati uniti. È un’immensa isola nelmezzo dell’Oceano Paci-

fico composta da spazza-tura anziché rocce. Ovvia-mente ci sono pochissimianimali e “l’isola” non èattraversata da imbarca-zioni, perché fuori dallerotte usuali. Anche perquesto è poco conosciuta.Di rado e casualmente ilmateriale che galleggianell’oceano finisce al difuori dal vortice per strati-ficarsi su alcune spiaggedelle Isole Hawaii o addi-rittura su quelle della Cali-fornia. In alcuni casi laquantità di plastica che siarena sulle spiagge è taleche si formano strati spessianche diversi metri. La maggior parte della pla-stica giunge dai continenti,sono i nostri rifiuti che va-gano per decenni sospintidalle correnti marine.

Nel mondo vengono pro-dotti oltre 100 miliardi dichilogrammi all’anno diplastica, dei quali, grossomodo, almeno il 10% fini-sce in mare. Il 70% diquesta plastica poi, finiràsul fondo degli oceanidanneggiando la vita deifondali. Il resto continua agalleggiare.La maggior parte di que-sta plastica è poco biode-gradabile e finisce persminuzzarsi in particellepiccolissime che in partetermina nello stomaco dimolti animali marini por-tandoli alla morte. Quella che rimane si de-comporrà solo tra centi-naia di anni, ma già datempo provoca danni allavita marina e a quelladegli uomini.

tempimoderni

di Roberto Sinibaldi

Un’isola di plastica

all’aria aperta, decisione supportata anchedalla Asl. Ha poi disposto, in collabora-zione con Arpa Lazio, il posizionamentodi colonnine di rilevamento di inquina-mento atmosferico. Si continua il moni-

toraggio della situazione con gli Enti pre-senti sul posto al fine di adottare tempesti-vamente ulteriori provvedimenti”. Chi o che cosa è il responsabile di tuttoquesto? Per rispondere a tale quesito dobbiamoattendere che l’ARPA, Agenzia Regio-nale per la Protezione Ambientale, fac-cia le sue valutazioni. Solo i risultati che scaturiranno dalla suaindagine sapranno dirci quanti e qualidanni in termini ambientali ha causato ilrilascio di CDR (combustibile derivatoda rifiuti) e valuterà, inoltre, quale sial’attuale qualità dell’aria circostante.

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ATTUALITA’il Segno - Luglio-Agosto 2013 5

Lavoro assente o sottopagato inbarbaallanostraCostituzione

di Roberto SinibaldiQualche giorno fa ero in fila alla Posta. Mi è capitatotra le mani un opuscolo in libera distribuzione, dal ti-tolo: “10 passi verso l’integrazione”. L’ho sfogliato emi sono messo a leggere. C’è scritto che se sei un im-

migrato e “hai deciso di stabilirti nel nostro Paese per un periodonon inferiore a un anno, dovrai sottoscrivere l’Accordo di integra-zione (…) che ti assegna 16 crediti”. Leggo ancora: l’immigratodeve conoscere l’italiano scritto e parlato e, se non lo sa, frequen-tare dei corsi, deve conoscere “la cultura e la vita civile in Italia”.Sono poi spiegati i meccanismi che consentono di arrivare al tra-guardo (obbligatorio) di 30 crediti in due anni. Per esempio gli im-migrati possono fare volontariato (4 crediti); possono ricevereonorificenze, per “benemerenze in favore della Nazione nel campodelle scienze, delle lettere, delle arti dell’economia o in attività so-ciali” (6 crediti); oppure ricevere benemerenze attestate dalla CroceRossa o dalla Protezione civile (2 crediti). In genere gli immigrati vengono in Italia in cerca di un lavoro. Se-condo il ministero dell’Interno devono essere una specie di scien-ziati con tanto tempo libero: devono imparare la lingua, studiare lastoria, impegnarsi nel sociale e magari acchiappare pure qualcheonorificenza, altrimenti qui non ci possono stare.Ma se tutto questo è vero e per paradosso valesse il contrario, aquei parlamentari che nei servizi delle Iene non sanno neanchequando è stata scoperta l’America, allora, a quei politici, do-vremmo revocare la cittadinanza italiana?

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AFFITTASI

La corsa a ostacoliper i nuovi immigrati

di Patricia AntolovicL’articolo 36 dellaCostituzione sansi-sce il diritto alla re-tribuzione. Si parla

tanto della disoccupazione gio-vanile, degli esodati, dei cassaintegrati... ma si tace su un feno-meno che ha colpito la nostracittà: lavorare senza percepireretribuzione, fenomeno che sista estendendo in tutto il paese.Dopo i dipendenti della clinicaSan Raffaele, dopo quelli del-l’Aimeri, hanno manifestatoanche le precarie della scuola. Illegame tra queste diverse situa-zioni è il mancato pagamentodelle aziende da parte della pub-blica amminstrazione.Il lavoro è al centro della nostravita, grazie al suo corrispettivo,la retribuzione, possiamo farefronte alle necessità materiali, di-ventare autonomi, parteciparealla vita sociale del paese, in unaparola: “dignità sociale”.L’Europa, la Costituzione ita-liana, non fanno riferimento soloalla sopravvivenza, ma mettonola persona all’interno di una retedi legami sociali. Purtoppo oggila povertà sta aumentando, lecondizioni materiali stanno peg-giorando, e quando il lavoro nonc’è (o è denaturato) è lo stessofondamento democratico ad es-sere rimesso in questione.La funzione dello Stato è definiree garantire il minimo esistenzialeche ogni cittadino deve avere.Oggi ci sono una miriade di la-voratori sottopagati o non retri-buiti, uno Stato che accettaquesta situazione non è uno Stato

civile. Il decreto sul pagamentodei debiti della Pubblica Ammi-nistrazione (che hanno superato i91 miliardi), è salutato dai partiticome una vittoria, ma più di unavittoria è una vergogna. E’ il ri-conoscimento di una gestionefallimentare dello Stato. Lo Statoitaliano, attraverso le sue istitu-zioni, Regioni, Province, Co-muni, Asl... ha creato spreco didenaro pubblico e debiti. LoStato è il primo a non pagare isuoi fornitori e il problema si ri-percuote su tutti i livelli della so-cietà: le imprese chiudono, nonassumono, non pagano gli sti-pendi, non si consuma dunquenon si produce... è un gatto che simorde la coda. E’ lo Stato ita-liano che nega dignità ai suoi cit-tadini, ha creato un apparatoburocratico elefantiaco che sibasa sul principio della sfiducia.Non mi fido di te cittadino, dun-que creo un sistema di controlliinfiniti a priori, ma se il cittadinofa il furbo, la trasgressione è de-bolmente sanzionata, con la mol-tiplicazione dei possibili livelli dicorruzione che sono poco puniti.Siamo arrivati al paradosso cheormai sono i cittadini che non sifidano più del loro Stato, perchènon mantiene i suoi impegni.Insomma, lo Stato italiano sideve riformare, semplificare lavita dei suoi cittadini, deve essereil primo a rispettare le leggi, deveridiventare quello per cui è statocreato: la casa comune, la nostrarappresentanza, non quella diqualche partito di turno. Ma per riformarsi sevono per-sone competenti, e nelle nostreamministrazioni siamo sicuri che

ci siano? Spesso sono assuntenon in funzione delle lorocompetenze, ma in virtù delleloro appartenenze politiche edella loro fedeltà. La forte penetrazione della po-litica nell’apparato della Statoha gonfiato la burocrazia e l’in-competenza. Che fare per con-trastare questa situazione che hacreato solo sprechi e debiti

senza creare nè ricchezza nè svi-luppo economico? E’ questastessa classe politica al potere dapiù di 20 anni, che deve deci-dere di tagliarsi le gambe! Lofarà? Si è fatta eleggere con unalegge elettorale in odore d’inco-stituzionalità e sarà in grado diiniettare vitalità nel Paese dandoun segnale di cambiamento apartire dal suo comportamento?

Page 6: Il Piccolo Segno luglio-agosto 2013

IL TEMA6 il Segno - Luglio-Agosto 2013

Anche ai Castelli i sondaggi sotterranei alla ricerca di energia geotermica

Ma la domanda è: l’effetto grovierapuò favorire nuove ondate sismiche?di Elena TaglieriNel florilegio di progetti presentati per la rea-lizzazione di centrali elettriche alimentate dallecosiddette fonti rinnovabili, stanno appro-dando da qualche anno anche quelli per l’uti-lizzo dell’energia geotermica.Nel Lazio sono previste soprattutto nel Viter-bese, in provincia di Roma nord, interessandoanche porzioni della stessa Capitale, ma ancheuna vasta area dei Castelli Romani.Tutte le società proponenti hanno richiesto pa-reri alla Regione Lazio inoltrando istanze de-nominate “Permesso di ricerca di fluidigeotermici”, ottenendo (tranne alcune) l’esclu-sione dal procedimento di V.I.A. (la preziosaValutazione di Impatto Ambientale), in certicasi con qualche prescrizione da osservare. Si tratta almeno per adesso di ispezionare ter-ritori ampi ma anche circoscritti, per studiare ilcosiddetto “gradiente geotermico”, cioè l’ener-gia geotermica derivante dal calore incameratoall’interno della crosta terrestre. Osservando lamappa delle temperature della crosta terrestredell’intera Europa, confrontandola con quelladella mappa di criticità sismica italiana, (osser-vando particolarmente il Lazio) sembra esi-stere una correlazione certa. I dati preoccupantisulla presenza di radon e arsenico nel Viterbesee specialmente nella zona dei Castelli Romani,come pure i fenomeni tellurici (seppure di con-tenuta entità) avvenuti nel corso degli ultimianni e di recente, confermano quanto sia diffi-cile e rischioso trasformare il nostro territorioregionale in una sorta di “groviera”, ben sa-pendo che il sottosuolo profondo può riservareimpreviste e poco piacevoli sorprese, tanto piùandare a stuzzicare aree a vulnerabilità idro-geologica e comunque predisposte a fenomenidi sismicità.Ricordiamoci infatti che il vulcano Albano,seppur quiescente, viene annoverato tra i 7vulcani attivi, secondo la comunità scienti-fica mondiale, INGV compreso.Ed è proprio nel territorio dei Castelli Romaniche sono stati autorizzati per il momento bendue permessi di ricerca per fluidi e risorse geo-termiche, con esclusione di V.I.A., entrambi dadue società distinte, ma lontane geografica-mente dal nostro territorio, evidentementeignare (?) delle criticità ambientali presenti inloco: il primo (presentato nel 2011), denomi-nato “Moletta”, proviene dalla ITERNA Srl(una società con sede a Frosinone) che, conprot. n. 008292 del 10 gennaio 2012 ha vistoconfermata la ricerca per “...trovare potenzialiserbatoi geotermici a media entalpia, con tem-perature attese di circa 120°-140° C, da sfrut-tare per la produzione di energia elettrica (…)unitamente allo sfruttamento dei sistemi acqui-feri profondi”. Il progetto ricade in un’areadi 15 kmq comprendendo i comuni di Aric-cia, Albano Laziale e Genzano di Roma,fino al settore meridionale del Lago Albanoe ad ovest del Lago di Nemi.Tale richiesta diverifica è stata pubblicata sul BURL n. 26 -parte terza- del 14 luglio 2011.

Il secondo progetto (proposto il 7 marzo 2012),denominato “Colli Albani” (o anche “Lago diAlbano”), è della società TOMBELLE Srl(con sede a Lana in provincia di Bolzano), che,con determinazione N. A03582 del24.04.2012, ha ottenuto il permesso di “...iden-tificare i siti potenzialmente adatti per lo sfrut-tamento delle risorse geotermiche a medio-altaentalpia (fluidi geotermici utilizzabili a scopiindustriali), perforare pozzi produttivi con pro-fondità di circa 2000- 3000 metri, con l’obbiet-tivo di reperire fluidi geotermici contemperature maggiori di 100° C, sfruttare il ca-lore del fluido e reiniettarlo raffreddato dinuovo nel sottosuolo attraverso pozzi appo-siti”. Il tutto in un’area di 84,6 kmq ubicata nelterritorio compreso tra i Colli Albani e la cittàdi Roma, nella quale i comuni interessati risul-tano essere Roma, Marino, Castel Gandolfo eAlbano Laziale. Un territorio nel quale sonopresenti aree soggette a tutela paesaggistica edue Riserve Naturali regionali (Riserva Natu-rale del Laurentino-Acqua Cetosa e RiservaNaturale di Decima Malafede), lambendoanche parti limitrofe al Parco dell’Appia An-tica e della Caffarella. La richiesta di verificaper questo progetto è stata pubblicata dapprimasul BURL n. 13 -parte III- del 7 aprile 2011 ea distanza di un anno sul BURL n. 9 -parteterza- del 7 marzo 2012.Suona particolarmente inquietante la moda-lità con cui verrebbero intercettati i poten-ziali serbatoi geotermici al fine di ubicare ipozzi esplorativi: mediante prospezioni ge-oelettriche e di sismica a riflessione, perdettagliare le strutture geologiche e le faglieesistenti presenti nel sottosuolo, creando ar-tificialmente “profili sismici”.In che maniera? ITERNA Srl, per esempio,utilizzando il Vibraseis, consistente in una pia-stra vibrante appoggiata al terreno, con cui pro-pagare un impulso di intensità pari a 8-100Hze di 15-20s di durata. Analogamente TOMBELLE Srl, utilizzerebbeuna fase di prospezione di tipo Magnetotellu-rico (MT) o di rilievo (TDEM), basato sull’in-duzione nel suolo di correnti elettriche,generando un conseguente campo magneticoche induce nel sottosuolo correnti parassite. Il

L’area evidenziata è quella su cui si concentreranno le due indagini in profonditàalla ricerca di energiageotermica(elaborazione di Elena Taglieri

tutto, tranquillizzano le società suddette,“...sarà scelto in modo da mantenere le di-stanze di sicurezza da eventuali abitazioni”,mentre “le perturbazioni attese si verificanonell’immediato sottosuolo entro una ventina dimetri dal punto di eccitazione”. Eppure se-condo Francesco Mulargia e Silvia Castellarodel Dipartimento di Fisica dell’Università diBologna, la produzione di energia geotermicastimolata è ipotizzabile solo in zone in cui il ri-schio sismico è basso (Ungheria, Francia, Spa-gna), mentre in Italia la zona più plausibilerisulta essere il Campidano, in Sardegna,“dove le temperature a 1000 metri di profon-dità sono di oltre 100 gradi e la sismicità è vir-tualmente nulla”. Gli stessi (autori dellapubblicazione ‘Geotermia stimolata e rischiosismico: un compromesso difficile’,) sosten-gono, infatti, che nel momento in cui si estraecalore “creando in profondità (mediante inie-zione di fluidi) un sistema di fratture attraversole quali si fa circolare acqua fredda, estraendoacqua calda e vapore”, se ciò viene effettuatoin zone sismiche può comportare l’induzionedi terremoti anche di grande portata. Tale è in-fatti un effetto indesiderato del pompaggiod’acqua in sistemi di faglie preeesistenti, poi-ché “gli stress sono sempre compressivi edhanno sulle componenti orizzontali valori ri-spettivamente fino a 2 volte il carico verticalein zone asismiche e sino a 4 in zone sismi-che”. E “considerando che la fagliazione av-viene solo per carichi di taglio, l'introduzioneo la rimozione di fluidi crostali (geotermici)in generale provoca terremoti in tutte le zonein cui esiste fagliazione attiva”.Tra le prescrizioni presenti nella Determina re-gionale di Tombelle Srl, di fatto oltre al doverrispettare la distanza di almeno 200 metri dalleabitazioni, viene menzionato di “eliminarequalsiasi rischio dovuto all’emissione di gasnocivi o ad eruzioni incontrollate dal pozzo”,mentre “durante la perforazione dovrà esseregarantita oltre alla protezione dall’inquina-mento delle possibili falde dai possibili fanghiutilizzati,” tra cui anche “l’isolamento idrau-lico tra gli eventuali acquiferi attraversati”.

segue a pag. 7

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ATTUALITA’il Segno - Luglio-Agosto 2013 7

di Marcello LoisiSecondo l’espostopresentato allaCorte dei Conti dalgruppo regionale

del Movimento Cinque Stelle,la giunta Zingaretti avrebbeproceduto a una serie di assun-zioni “anomale”. Si tratterebbedi duplicazioni di incarichi giàassegnati e, quindi, inutilmenteonerosi per le casse regionali.Alcuni di questi sono inerentil’istituzione di un “Comitatoper la legislazione”, che do-vrebbe svolgere un’azione pro-pulsiva nel contesto dell’iterlegislativo, e l’incarico di “So-cial media manager, web con-

tent, coordi-n a m e n t ocontenuti enewsletteri s t i t u z i o -nali”. Se-condo iconsiglieridel M5S,queste cari-che, e nonsolo, si so-v r a p p o n -gono adaltre dairuoli, fun-zioni e

obiettivi molto simili, cosa cherende complicata l’attribu-zione delle competenze. Unaltro aspetto contestato è lamancata richiesta di pubblica-zione, sul Bollettino Ufficiale,della delibera con la quale siprocede alle assunzioni conte-state.La risposta del presidente ègiunta subito dopo aver ap-preso dell’esposto: oltre a di-chiarare che la delibera siastata regolarmente pubblicata,ha anche ribadito che le quat-tordici assunzioni messe in di-scussione non rappresentanoun costo aggiuntivo per la Re-gione, bensì consentono di ri-

sparmiare un milione di euro,anche se non si capisce benecome si possa economizzarefacendo gravare sulle casse re-gionali altri incarichi. Inoltre,afferma che “l’esposto delM5S descrive il nuovo assettodella Giunta regionale, ampia-mente dibattuto su numerosiorgani di informazione e chedetermina, a differenza diquanto sostengono i consi-glieri M5S, una semplifica-zione e un taglio degliincarichi all’interno dellaGiunta”. La risposta di Zinga-retti è sfociata anche nella mi-naccia di querela nei confrontidei consiglieri del Movimento,i quali, però, affermano la fon-datezza delle loro istanze, nonlasciandosi intimorire e pro-mettendo di continuare a mo-nitorare l’attuale azionepolitica della giunta regionale.La reazione del presidente ri-sulta, in tutti i casi, inade-guata: a un attacco politico harisposto con una minaccia diquerela. Due modi di pensaree di agire differenti che sem-brano non lasciare spazio aldialogo tra le parti, indispen-sabile allo sviluppo di una po-litica matura e – finalmente –utile.

Sono 119 i Senatori che hannoeletto Roberto CalderoliVicePresidente del Senato.Sono tanti e per questo nondeve dimettersi dalla caricaper quanto ha detto nei co-fronti di un Ministro:“Quando vedo la Kyenge nonposso non pensare a unorango”.No, non deve dimettersi per-ché Calderoli deve essere cac-ciato a calci in culo dal Senatodella Repubblica insieme aquanti, di quei 119, volesserogiustificarlo.il-sognatore.blogspot.com

Presentatounespostosugli incarichidellaGiuntaZingaretti

Doppiincarichi inRegionei 5 stelle Lazio denunciano

Fuori anchei 119 senatorifavorevolia Calderoli!

Dunque, la reale possibilità di contaminazioneaerea e idrica non viene messa in discussione,bensì auspicata con la migliore intenzione tec-nologica (ma comunque di certo non esclusa),sia nella fase di ricerca (individuazione dellerisorse geotermiche) che di emungimento(specialmente nella fase industriale). Eccoquindi delinearsi un altro aspetto ri-schioso: la presenza nei fluidi geotermicidi composti chimici tossici e letali quali ilRADON, arsenico, mercurio e fluoro,oltre ad una minima percentuale di gas in-condensabili (Biossido di carbonio e Idro-geno solforato), capaci di sprigionarsi unavolta immessi nell'atmosfera e disperdersinella falda acquifera, contaminandola, nelcaso ne venissero in contatto.Va da sé che la seconda possibilità è dav-vero reale se pensiamo che proprio a causadella sismicità indotta artificialmente e dal

segue da pag. 6 fenomeno della subsidenza, un pericolo difranamento delle faglie ed abbassamento diquelle freatiche contenenti acqua potabile,davvero non offre una prospettiva rosa, inun territorio come quello castellano e viter-bese, nel quale tra l’altro ha visto aumentarevertiginosamente i livelli di arsenico nel-l’acqua e di altri composti tossici.A questo punto occorre rammentare il piùrecente PTQ Piano di Tutela Quantitativadel Sistema idrogeologico dei Colli Albani,del 19 marzo 2012, che costituisce una va-riante al Piano Regionale di Tutela delleAcque (P.T.A.). Di fatto, “…emerge che ilbilancio dei sistemi idrogeologici vulcanicie in particolare dei Colli Albani risulta invaria misura alterato dai prelievi, con pre-occupanti effetti sulla quantità della risorsaidrica e che l’attuale regime dei prelievi stadeterminando un fenomeno di progressivoabbassamento dei livelli idrometrici delLago di Albano e di Nemi, con grave danno

ambientale”.Un sistema idrogeologico dei Colli Albani nelquale risulta notevole l’entità degli squilibritra disponibilità delle risorse e prelievi. Ri-sulta quindi allarmante la possibilità non moltoremota che in un territorio in così grave criticitàla falda idrica attraversata dalle perforazionipossa venire a contatto con il serbatoio geoter-mico, subire ulteriori perdite ed essere inquinatadai medesimi fluidi. Alla luce di tutto ciò, considerando che il di-stretto dei Castelli Romani-Monti Prenestiniè ricompreso nella zona a rischio 2 di sismi-cità, alle Amministrazioni coinvolte in questiprogetti presenti e futuri conviene seriamenteriflettere sulla realistica possibilità che un“effetto domino” di tipo tellurico o di disse-sto idrogeologico giunga ad un punto di nonritorno ambientale, con inevitabili conse-guenze di aggravio economico-sanitario lo-cale, regionale e in ultimo statale.

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Ricerca geotermica ai Castelli, un “effetto groviera” che interessa un’area ad alta criticità sismica, ricca di radon e di arsenico nell’acqua

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DIRETTA da TOKYO8 il Segno - Luglio-Agosto 2013

CCoonnttrroo iill nnuucclleeaarree, dentro il nucleare Le compagnie elettricherilanciano il nucleare

da TokyoToshi KamedaE’ arrivata qui in Giappone lasolita stagione piovosa chedura circa un mese e mezzo.Comincia già a fare caldo e

l’alto tasso di umidità fa sembrare distare in una sauna. Siamo entrati anchein un’altra stagione, tutta politica, quelladelle elezioni della Camera alta che siterranno il prossimo 21 luglio. Sappiamogià come andranno visto che a quelle am-ministrative del Consiglio provinciale diTokyo del 23 giugno hanno ottenuto lamaggioranza i due partiti di governo, ilPLD (Partito Liberal Democratico) e ilpartito di Komei (buddista di Sokagak-kai). Il vento politico si muove a favoredella politica nucleare e le compagnieelettriche si stanno muovendo per la riat-tivazione delle centrali. Il 26 giugno si sono tenute le assembleedegli azionisti di tutte le nove compagnieelettriche che producono energia nu-cleare e avrebbero potuto rappresentarela terza occasione (dopo l’11 marzo) perrivedere la politica nucleare aziendale.Queste assemblee, infatti, sono uno deimezzi per la battaglia antinucleare. Cisono state molte manifestazioni fuori deipalazzi mentre al loro interno gli azioni-sti antinucleari, piccoli ma agguerriti,hanno avanzato la proposta di uscire dalnucleare. Anche alcuni Enti locali si sonoschierati con loro, come il Comune diOsaka e di Aomori e la provincia di Fu-kushima la quale, per la prima volta, si èdichiarata a favore dello smantellamento

della centrale di Fukushima II (Daini)alla quale la TEPCO non sembra voler ri-nunciare come gli altri due reattori, il 5 eil 6, della Fukushima I (Daiichi). Matutte queste proposte sono state respintedai grandi azionisti come banche eaziende, anzi quattro compagnie con do-dici reattori sono già pronte a presentareuna richiesta di riattivazione all’Autoritàdel Regolamento Nucleare (entrato in vi-gore solo lo scorso 8 luglio). Le compa-gnie sono incoraggiate dalla politica delgoverno Abe, secondo cui l’uso del-l’energia nucleare per la crescita econo-mica è imprescindibile. A 118 km da Tokyo c’è la centrale quelladi Tokai II (Daini) funzionante dal 1978e gestita dalla Compagnia dell’EnergiaNucleare del Giappone (JAPC). LaJAPC, all’insaputa del Comune di Tokai,ha avviato i lavori necessari alla riattiva-zione dimenticando che la Tokai II ha ri-

schiato lo stesso tipo di incidente dellaFukushima. Quello stesso giorno lo tsu-nami di 5,4 metri ha messo fuori uso ilprimo generatore elettrico d’emergenzama se lo tsunami fosse stato più alto disoli 70 cm la centrale sarebbe entrata inblack-aut. Come tutte le altre centralianche la Tokai II deve adeguarsi allenuove norme di sicurezza. E infatti si pro-cede con l’installare un sistema con il fil-tro di emersione dell’idrogeno per evitare,come è successo alla Fukushima, l’esplo-sione del contenitore del reattore. Questofiltro emetterebbe in ambiente idrogenoradioattivo meno dannoso. Solo adesso hanno capito quanta impor-tanza ha questo sistema visto che fino adora nessuna centrale ne era dotata (pen-sate che dopo l’incidente di Chernobyl ilsistema diventò obbligatorio in tutta Eu-ropa). Il “mito della sicurezza” creatodalla “Mura nucleare” è stato solido, nes-suno avrebbe mai potuto credere che po-teva succeder un grave incidente. Le nuove norme di sicurezza cercano dirispondere al pericolo tsunami, co-struendo un argine, e al pericolo terre-moto, rafforzando la struttura. Percompletare tutti i provvedimenti previstioccorreranno diversi anni ma la Tokai II èvecchia di 35 anni. Ci si domanda: per quanti anni ancorapotrà restare in piedi se le norme stabili-scono in 40 anni il tempo massimo di at-tività? Mentre scrivo quest’articolo mi ègiunta la notizia che il 2 luglio anche laTEPCO ha deciso di presentarne una ri-chiesta per i suoi due reattori su sette, n. 6e n. 7, della centrale di Kashiwazaki-Ka-riwa in provincia di Nigata per un motivoprettamente economico: uscire da dueanni consecutivi di conti in perdita…onde evitare l’ulteriore aumento delle ta-riffe.

La TEPCO sta tutt’ora cercando dirisolvere i problemi causati dall’in-cidente della Fukushima I. Nonsolo è responsabile dell’incidentema oramai la sua struttura è tal-mente screditata che, prima dipoter gestire una centrale, si de-vono chiarire le sue responsabilità.La compagnia si comporta come senon sapesse che, tranne il reattoren. 4, altri sei si trovano sopra faglieattive. Comunque, anche per lecentrali 6 e 7, dovranno essere fattidegli studi sulle faglie attive risa-lendo fino a 400 mila anni fa (nonpiù fra 130 e 120 mila secondo levecchie norme). È pazzesco, con

tutti questi rischi evidenti, vorrebberoriattivare la centrale! La TEPCO non ha consultato le comunitàlocali e il suo intento è stato respinto dalpresidente provinciale Izumida che, criti-cando gli atteggiamenti della compagnia,afferma che non si può dare una fiduciaalle nuove norme di sicurezza se primanon hanno indagato fino in fondo l’inci-dente della Fukushima. “Abbiamo lenorme di sicurezza più severe nelmondo”, queste le parole usate dal presi-dente dell’Autorità, ma noi ci doman-diamo: sappiamo davvero tutto su checosa è accaduto alla Fukushima? Ci viene un dubbio su questa annunciata“severità di norme” se si pensa, per esem-pio, alla centrale di Ohi in provincia diFukui riattivata nel luglio scorso senza al-cuna verifica in base alle nuove normesulla sicurezza. Questo perché, secondol’Autorità, non ci sarebbero dei gravi pro-blemi. Le compagnie vanno di pari passo con lapolitica del PLD. Una dei massimi diri-genti del partito, Takaichi, ha dichiaratoche “visto che non ci sono stati morti cau-sati dall’incidente della Fukushima” èinevitabile al momento utilizzare energianucleare per erogare elettricità e tenerebasso il costo dell’energia. Sembra abbia dimenticato il suicidio dialmeno 12 persone, soprattutto contadinicostretti ad abbandonare terra e bestiame;oppure quei 50 anziani che non cel’hanno fatta a causa del ritardo dei soc-corsi. Le vittime provocate in qualchemodo dall’incidente sono state 789.Quanti morti ci vorranno ancora per smet-tere di pensare al nucleare? Questo mododi fare dei giapponesi mi rattrista. Buonevacanze a tutti.

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La centrale di Kashiwazaki-Kariwa(fonte: http://www.tepco.co.jp)

11 marzo, In attesa del soccorso all’ospedale di Futaba (fonte: http://www.kahoku.co.jp)

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il Segno - Luglio-Agosto 2013

RROOCCCCAA DDII PPAAPPAAnotizie, informazione, attualità

Al 31 maggio 2013 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 16.923 (maschi 8.373; femmine 8.550). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.282.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

INDOVINA QUANTI SIAMO?

I CC di Rocca di Papa e la Asl hanno verificato il mancato rispetto della sicurezza

Sigilli al cantiere del parcheggioe adesso i tempi si riallungano

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di AndreaSebastianelli“Violazione dellenorme sulla pre-venzione degli in-fortuni e igiene del

lavoro”. Con questa motiva-zione, durante un controllo ef-fettuato il 25 giugno, ilComando della Stazione deiCarabinieri di Rocca di Papa,diretto da Otta-vio Atripaldi, hasottoposto il se-questro del can-tiere di unadelle opere pub-bliche più im-ponenti degliultimi ven-t’anni, il par-c h e g g i omultipiano dipiazza Vale-riano Gatta (ilcosiddetto Carpino).Un’accusa grave che ha com-portano l’immediata sospen-sione dei lavori, l’applicazionedei sigilli e l’invio del proce-dimento di reato alla Procuradella Repubblica di Velletriche ora dovrà fare chiarezzasulle responsabilità di quantoevidenziato dal controllo deiMiliti.“Sul cantiere -ci spiega il Co-

mandante Atripaldi- non erapresente il responsabile dellasicurezza e abbiamo visto ope-rai lavorare ad altezze moltopericolose senza indossarealcun dispositivo di sicurezza.Più un’altra serie di inadem-pienze molto gravi”.Queste verifiche sono stateeseguite insieme alla Asl RmH e già in passato avevano

portato alla luce diverse ina-dempienze sulla tutela dei la-voratori in molti cantieri dellazona, alcuni ancora oggi sottosequestro.Prevenire è meglio che curaredice un saggio proverbio maora molti si chiedono quandoil cantiere potrà riaprirà i bat-tenti e portare a conclusione ilmultipiano. “Questo -ha ag-giunto il Comandante della

Stazione Carabinieri di Roccadi Papa- dipenderà dai tempiche la società impiegherà permettersi in regola e dalle deci-sioni della Procura di Velletriche sta conducendo le inda-gini”. Un’operazione impor-tante e, per un certo verso,sorprendente, condotta a tuteladella salute dei lavoratori, per-ché i cantieri di opere pubbli-che dovrebbero essere dalpunto di vista della sicurezzauna garanzia e invece niente ditutto questo, spesso è propriolì che si nasconde l’ilegalità.Quasi che il timbro “operapubblica” sui documenti sia diper sé un lasciapassare rispettoalle norme da applicare e ri-

spetto ai controlli che si po-trebbero subire.A questo punto è facile pen-sare che anche l’inaugurazionedell’opera, annunciata perl’estate, non riuscirà a tagliareil traguardo.

Il parcheggio del Carpinoe, a sin., il sequestro dell’area da parte dei Ca-rabinieri di Rocca di Papa.Sotto: Ottavio Atripaldi

NUMERI UTILIFarmacia Comunale: 06-9499986Clinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

TAXI Mario: 346-368491106-9499151 (casa)

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ROCCA DI PAPA il Segno - Luglio-Agosto 201310

L’indignazione di Mariangela Cimini dopo la decisione dell’amministrazione

Con il taglio dello scuolabusleoperatriciorarischianoilpostodi Luigi Serafini“E’ una vergogna vedere tagli sul socialee sulle scuole quando poi ci si può permet-tere di assumere gente in vari enti senzaconcorsi e in esubero”. Questo lo sfogo diuna cittadina di Rocca di Papa che ha de-ciso di esternare il proprio malcontento.“Mi chiamo Mariangela Cimini e sono in-dignata di fronte alla decisione dellagiunta comunale di ridurre il servizio discuolabus”. L’amministrazione Boccia in-fatti taglierà posti di lavoro per un serviziodi cui la cittadinanza ha grande necessitàe questo per problemi economici legati algestore del trasporto che è la SchiaffiniTravel Spa. “Da 12 anni svolgo il lavorodi accompagnatrice sui bus scolastici e invista della riduzione dei posti a disposi-zione è a rischio anche il mio impiego -spiega Mariangela - ora tutti si stanno in-teressando alla questione del servizioscuolabus, compreso il Consigliere di mi-noranza Emanuele Crestini. Io - continual’operatrice - considero sacrosanto il di-ritto allo studio dei ragazzi che comunque,prendendo o no lo scuolabus, andranno ascuola. Vorrei però incentrare l’attenzionedei media anche sulla situazione di per-sone che come me, a causa di una sceltainsensata, rischiano il posto di lavoro”.Togliendo una linea di scuolabus, cosìcome annunciato dall’amministrazionecomunale, automaticamente un’accompa-gnatrice perderà il lavoro e si ridurrannole ore lavorative delle due assistenti legateal servizio. “Per esperienza personale, datoche sono 12 anni che svolgo questo lavoro,posso assicurare che i ragazzi delle scuolemedie non possono salire sullo scuolabussenza assistente - ci dice ancora Marian-gela - alla base ci sono vari motivi tra iquali il disturbo che recano all’autista e laconfusione che creano spesso picchiandosi

LA LETTERA

o facendo gesti inconsulti tipo metterebraccia e testa fuori dal finestrino. Durantelo scorso anno scolastico, per riportare or-dine nello scuolabus, si è infatti dovuto ri-correre alla diffida di un ragazzino di 12anni firmata da assistenti e autisti”.

Tagliare il servizio di scuolabus lasceràalunni e genitori in grande difficoltà masoprattutto porterà quasi sicuramente allicenziamento di tre persone, due dellequali svolgono questo servizio da dodicianni e l’altra da venti.

Egregio signor Sindaco,mi chiamo GiuseppeMartina, vice-sindaco edassessore al secondomandato consecutivo diuna cittadina salentina,Leverano (Lecce). Dacirca un anno abbiamoacquistato, nel cuore delcentro storico di Roccadi Papa, una piccolaabitazione, in via XX set-tembre, per mio figlio(studente universitariopresso la Città del Vati-cano, Pontificia Univer-sità Lateranense); peraltrodivenuto da poco citta-dino Roccheggiano,avendo cambiato resi-denza. L’entusiasmo ini-ziale di tutta la famigliaè stato gravementesmorzato ed annientatodall’incuria e dall’ab-bandono che notiamoquotidianamente nei vi-

coli e strade del centrostorico. Le elenco le pro-blematiche di un quartieredenominato medievale:stradine e vicoli luridi,basoli divelti, erbacceovunque, rifiuti di ognigenere anche speciali, Os-servatorio abbandonato,sporco e selvaggio, as-senza di piano del colore,cavi elettrici abusivi e chepercorrono strade interse-candosi paurosamente. Lungo le pareti delle abi-tazioni cavi di antenneed antenne di ogni tipoposizionate in modoanomalo e architettoni-camente di pessimo im-patto ambientale. Verdepubblico inesistente, ar-redo urbano inconcepibilee strutturalmente non me-dievale; balconi delle abi-tazioni adibiti a bagniprivati; automobili par-

cheggiate in maniera sel-vaggia. Fontane pubbli-che (monumenti diantichità) in pessimostato e nell’incuria piùtotale. Un centro storico“ghettizzato” ed abban-donato. Per questi motiviè mia intenzione vendereed andar via in quantotale situazione è al limitedell’igiene pubblica e sa-nitaria (professional-mente svolgo l’attività dimedico). Mi auguro,egregio collega, che leiprenda in seria considera-zione questa mia missiva.Mi risponda nel più brevetempo possibile e non intempi termini “politici”,migliorando il centro sto-rico, magari anche incon-trandoci per una brevepaura caffè. Cordiali sa-luti.Dott. Giuseppe Martina

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ROCCA DI PAPAil Segno - Luglio-Agosto 2013 11

di AndreaSebastianelliRiesplode la que-stione dei ripetitoriradiotelevisivi di

Monte Cavo e dintorni. Dauna parte i Comitati di Quar-tiere e dall’altra la presenta-zione del Rapporto“Monitoraggio elettromane-tico ambientale” presso l’Uni-versità di Roma La Sapienza,hanno riacceso i riflettori su unargomento rimasto per troppotempo in disparte.Cominciamo dai Comitati. Irappresentanti dei tre quartieriroccheggiani (Campi d’Anni-bale, Centro Storico e Vigne)si sono riuniti il 3 luglio ehanno sottoscritto un appellosu quello che hanno definito“male invisibile”, il continuobombardamento, 24 ore su 24,delle onde elettromagnetiche.E proprio su questo tema è in-centrato il Rapporto curatodall’ARPA Lazio e CIRPS(Centro Interuniversitario diRicerca per lo Sviluppo) svol-tosi all’inizio di maggio e a cuihanno preso parte tra i piùeminenti studiosi del settore. Ei dati emersi sono molto pre-occupanti dal punto di vistadella sicurezza e della salutepubblica. Rocca di Papa, ne-anche a dirlo, ha fatto la partedel leone visto che sul suo ter-ritorio vi è la più alta concen-trazione di ripetitori radio-tvd’Europa. Sorprende l’assenzadell’amministrazione anche sela presenza del Sindaco eraprevista ma, all’ultimo mo-mento, non ha potuto parteci-parvi per serie ragioni. Peròalmeno il responsabile del set-tore elettromagnetismo o qual-che Assessore avrebbe potutoprendervi parte vista l’impor-tanza del tema trattato. Il Rapporto, redatto per valu-tare gli effetti ambientali e ge-

Antenne, la popolazioneè a rischio. Chiesta unaindagine epidemiologicanetici dell’elettromagnetismo ei rischi a esso collegati, èmolto interessante perchè (cre-diamo per la prima volta) hapreso in esame i dati raccoltidagli strumenti collocatipresso strutture pubbliche eprivate di Rocca di Papa, a co-minciare dalla scuola mediaLeonida Montanari dovebambini, insegnanti e opera-tori scolastici, per 8-10 oregiornaliere, possono assor-bire radiazioni. Lo stessoRapporto specifica che “bam-bini e adolescenti sono più vul-nerabili alle radiazioni”. Lostudio curato dal CIRPS, poi,ha riscontrato livelli preoccu-panti a Rocca di Papa (maanche in altri siti della regione,tra cui monte Guadagnolo)con il superamento dei valoristabiliti dalla legge di riferi-mento, tanto che -si legge suuna delle tavole riassuntive-“nell’ambiente di vita, l’espo-sizione [...] causa una marcatacitotossicità e una morte cellu-lare programmata delle cel-lule”. I dati emersi necessitano at-tenzione e infatti, per il fu-turo e a garanzia deicittadini, si chiede un “moni-toraggio periodico delle areein cui l’esposizione della po-polazione risulta elevata”. Dei principali rischi dovuti aquest’esposizione ha parlato il

prof. Mario Barteri, del dipar-timento di Chimica de La Sa-pienza. Nell’ordine: - cancro al cervello e neu-roma acustico;- danni al DNA delle celluledel corpo;- alterazione del sistema im-munitario;- sensazione di oppressione, statidepressivi e attacchi di panico.Gli effetti negativi non sihanno solo sull’uomo ma, ri-leva il prof. Barteri, “il rumoreelettromagnetico di fondo diso-rienta le api e gli uccelli chemostrano difficoltà a tornarenegli alveari e nei nidi” maanche “effetti nocivi nellepiante”.Un altro studio contenuto nelRapporto, sugli effetti geneticidei campi elettromagneticisulle cellule, non lascia spazioall’interpretazione: “Ci sono

evidenze scientifiche -si leggenelle tavole presentate dal prof.Fiorenzo Marinelli (dell’Isti-tuto di Genetica Molecolaredell’Università di Bologna)-che la radiazione sia un rischioper la salute dei cittadini diRocca di Papa”, poiché “le cel-lule, sottoposte allo stessocampo che irradia le persone,si ammalano”, e quindi “oc-corre fare una indagine epide-miologica dividendo lapopolazione in classi di espo-sizione”. Conclude il prof.Marinelli: “E’ indispensabileche le istituzioni sanitarie epolitiche attivino un sistemadi protezione della popola-zione”. I dati emersi, la richie-sta di indagine epidemiologicae l’appello finale del prof. Ma-rinelli meritano un ConsiglioComunale straordinario“aperto”. E urgente.

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Page 12: Il Piccolo Segno luglio-agosto 2013

ROCCA DI PAPA il Segno - Luglio-Agosto 201312

Nell’elenco l’ex scuola delle Vigne, il Comando Vigili e il magazzino “Botti”

Si concretizzano le vendite dei beni immobiliari pubbliciIl Comune dismette il suo pa-trimonio. Nella deliberazionedella Giunta comunale n. 63del 4 Giugno 2013 c’è scrittoche “nell’ambito della mano-vra anticrisi” Rocca di Papadismette il seguente patrimo-nio:- Immobile Via del Vallone(ex scuola elementare quar-tiere Vigne) valore probabiledi mercato € 335.793,00.- Immobile Largo donatoridel sangue (magazzino allespalle del palazzo comunale)valore probabile di mercato €222.560,00. - Immobile Viale Silvio Spa-venta (sede attuale del co-mando dei Vigili Urbani)valore probabile di mercato €250.990,00.Si concretizza quanto avevanogià deciso da molto tempo.Danno via due “gioielli di fa-miglia”: l’ex scuola elemen-tare di Colle delle Fate cheavevano promesso di trasfor-mare in una “nuova scuolaper l’infanzia” e il Comandodei Vigili Urbani che da ViaSilvio Spaventa finirà proba-bilmente negli attuali localidella Protezione Civile, sitoquanto mai infelice per acces-sibilità, visibilità, funzionalitàdel servizio più importantedella città.Non c’è alcun dubbio che que-sti due immobili troverannoacquirenti facilmente anche inquesto periodo di grande crisieconomica. Siamo più che si-

curi che investitori locali sonogià pronti ai relativi rilanci enon si lasceranno sfilare l’af-fare. Quello che ci doman-diamo preoccupati è dovevorranno arrivare questi SI-GNORI (bisogna ridare allaparola POLITICO il valoreche merita). Dimostrano dinon avere alcun progetto sen-sato per il futuro della nostracittà che giorno dopo giornocontinuano ad impoverire se-guendo strade che portano aldisastro: allargamentoa dismisura dell’urba-nizzazione legale edabusiva; svendite diproprietà indispensa-bili alla collettività;uso a piacimento deiboschi senza alcunatutela (quante mi-gliaia di biciclettescorazzano ovunqueogni mese senza re-gole e controlli?).

Riusciranno i nostri “eroi” neiloro nefasti intenti?Per ora sembra di sì, salvo chei liberi cittadini (che a occhio ecroce dovrebbero essere al-meno 16.000 su 16.900 circa)non decidano di incazzarsi(politicamente) e li mandinodi corsa a farsi benedire daPapa Francesco che sicura-mente la pensa come noi e sepotesse li ospiterebbe dentroCastel Sant’Angelo.il-sognatore.blogspot.com

Il Parco si piegaai Sindaci: via la cauzione sulla‘fascia di rispetto’Molti lettori ricorderanno ildanno archeo-ambientale pro-vocato lungo la Via Sacra, l’an-tica strada romana basolata cheda Via dei Laghi arriva fin su lavetta di monte Cavo. Era il giu-gno del 2008 e i danni venneroprovocati dalla ditta boschivaSIBI Srl che stava effettuando iltaglio nel bosco all’interno delquale si trova anche l’impor-tante opera viaria. Basole di-velte, spezzate, querce, pioppi,carpini e perfino le tabelle de-scrittive che indicavano le carat-teristiche di alberi e arbusti,vennero abbattute. Ne scaturìuna denuncia alla Procura por-tata avanti proprio dal Segno.Dopo questo brutto episodio ilParco dei Castelli decise di ap-provare la cosiddetta “fascia dirispetto”, cioè: durante opera-zioni di taglio boschivo rica-denti in aree di alto pregiostorico e archeologico, la fasciadi vegetazione a ridosso del-l’area di pregio doveva esseresalvaguardata e la ditta boschivaversare una cauzione a garanzia.Ora, quest’obbligo di “cau-zione”, è stato cancellato in uncolpo solo. Complimenti, e icocci saranno solo nostri. (A.S.)

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Page 13: Il Piccolo Segno luglio-agosto 2013

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di Patricia AntolovicSono stata colpitadal manifesto deigiovani del PartitoDemocratico: la

foto di un immondezzaio inmezzo al bosco, con il titolo:“E’ così che ami il tuo paese?”.Hanno ragione, ma purtropponon c’è bisogno di andare neiboschi per vedere l’inciviltà,basta andare ai giardinetti diPiazza della Repubblica, zonanormalmente riservata ai bam-bini e a chi si vuole rilassare al-l’ombra degli alberi. La zonaoccupata dai giochi per bam-bini è spesso piena di carte,buste di plastica, bottiglietted’acqua, cicche di sigarette...tutto allegramente gettato perterra sotto l’occhio amorevoledei genitori o dei nonni: fannogiocare i loro figli in mezzo aidetriti, alla sporcizia ed èl’unico luogo di Rocca di Papadove non mancano i cestini e iposacenere! Mi chiedo come sicomportano a casa loro, but-tano tutto per terra? Per quantoriguarda la fontanella, questa èsprovvista di rubinetto, nienteacqua per i bimbi!Se poi ci inoltriamo nella zonaombreggiata, la situazione non èmigliore: buste di plastica, botti-

Aigiardinettic’èsporcizia ma chi sporca non pagaglie di birre,carte oleose,scatole vuotedi pizza, tuttoabbandonatoper terra, con icestini per i ri-fiuti mezzivuoti.Una parte delpratino stile in-glese è sparito,pensavo che lazona fossetroppa ombrosa, ma mi è statospiegato che è dovuto ai ragazziche giocano a pallone, dunque cisi rilassa in mezzo alla terra. Lapompa del sistema di irrigazionesi è rotta, e per alcuni giorni ibocchettoni hanno lasciato scor-rere l’acqua, che si è riversatacopiosa sulla terra e sulla strada.Guasto poi aggiustato ma, unamattina, abbiamo visto un belgetto in verticale! Sembra chequalcuno si diverta a togliere itappi, oppure sono i ragazzi che,

giocando a pallone, li staccano.Alla fine dei giardinetti, c’è (dacirca 2 anni) una bella casetta dilegno che dovrebbe erogareacqua ai cittadini, liscia o gasata,al costo di 5 cent. di euro per unlitro e mezzo: sarebbe un bel ri-sparmio per i cittadini, purtropponon hai mai funzionato. Non midilungherò sulla situazione delparcheggio perché tutti la cono-sciamo. Che aggiungere? Il degrado dei giardinetti è do-vuto da una parte all’inciviltà,

alla maleducazione dei citta-dini (è imperdonabile visto chenumerosi cestini sono a dispo-sizione); dall’altra parte lacolpa è anche dell’Ammini-strazione per l’assenza di con-trolli, di sanzioni (in generaleè la politica che deve salva-guardare e curare il bene co-mune). Mettere dei manifestinon basta. E’ evidente chemanca da parte di molti nostriconcittadini quel rispetto do-vuto agli altri e a quel bene co-mune in cui si vive, ma c’èpure una tollerata “licenza disporcare” quando invece que-sti fenomeni andrebbero pu-niti. Così facendo si è dispostiad accettare che qualcunopossa considerare l’ambienteun immondezzaio. Ho saputoche i giovani democraticihanno ripulito un’area verde aiCampi d’Annibale e piantatodegli alberi, faccio loro i mieicomplimenti per questo esem-pio di comportamento.

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DIRITTO DI REPLICA14 il Segno - Luglio-Agosto 2013

“Falsità e offesesui resp.li di settore”Invio la presente in nome e perconto dei sig.ri Anna Rita D’An-drea, Anna Maria Fondi, GiovanniGatta, Rocco Di Filippo, AnnalisaGentilini e Patrizio Onesti in riferi-mento all’articolo pubblicato sulperiodico “Il Piccolo Segno” nel-l’edizione n. 5 di maggio 2013 allapagina 9, dal titolo “Piatto ricco peri sette dirigenti… ma il Comunenon era in crisi?”, con richiamo inprima pagina “Dirigenti all’in-casso. Premio per i risultati!?”, ar-ticolo a firma di Paola Gatta.Tale articolo contiene la diffusionedi dati non corrispondenti al vero,espressioni non obiettive diretta-mente ed oggettivamente aggres-sive del decoro professionale deimiei assistiti, inoltre tace altri fattitanto strettamente ricollegabili aquelli esposti da mutarne comple-tamente il significato, ciò con mo-dalità di narrazione caratterizzatada sollecitazioni emotive, accosta-menti ed insinuazioni obiettiva-mente idonei a creare nella mentedel lettore false rappresentazionidella realtà obiettiva.In particolare, con ciò avendo l’au-tore violato il principio della veritàdella notizia ed il rigoroso con-trollo dell’attendibilità della fonte,si rappresenta:- non corrisponde al vero che i re-sponsabili di settore abbiano laqualifica di dirigenti;- il corrispettivo annuale netto diun responsabile di settore è pari acirca € 26 mila per cat. D3 (D’An-drea, Fondi) ed € 23 mila per cat.D1 (altri), comprensivo di stipen-dio base, indennità di comporto eretribuzione di posizione (media-mente da 1.800 a 2.000 euro men-sili percepiti dal lavoratore);- la retribuzione di posizione,già compresa negli importi suindicati, è legata allo svolgi-mento di attività con contenutidi alta professionalità, per la di-rezione di unità organizzativecomplesse con assunzione di re-sponsabilità, coordinamentodegli addetti all’ufficio, sup-porto ai cittadini;- l’indennità di risultato, inmedia pari ad euro 1.740 nettil’anno, spetta ai dipendenti pre-vio giudizio di un nucleo di va-lutazione esternoall’amministrazione comunaleed è legata alla corretta gestioneinterna degli uffici, con buonandamento dell’attività a livelloamministrativo, e non politico;- la retribuzione di posizione e l’in-

dennità di risultato assorbono tuttele competenze accessorie previstedal contratto collettivo di lavoro,compreso il compenso per il la-voro straordinario svolto, che maiviene corrisposto ai miei assistiti;Ciò premesso, appare evidente chenell’articolo:- falsamente si riferisce che“ognuno di questi dirigenti perce-pisce, oltre allo stipendio annuale(circa 35mila euro ciascuno),anche la cosiddetta indennità difunzione”, in realtà lo stipendio ta-bellare annuale lordo massimo è dicirca euro 26.000 ed a questo si ag-giunge la retribuzione di posizioneper un importo annuale lordo mas-simo di circa euro 13.500, per untotale netto in busta paga di circaeuro 2.000 mensili;- falsamente si rappresenta che i re-sponsabili di settore percepiscanostipendi da dirigenti;- maliziosamente si omette di chia-rire che gli importi indicati dall’au-tore, pure in parte errati, sono allordo di oneri, ritenute e tasse;- offensivamente si riferisce chel’indennità di risultato costituisceun “terzo premio” oltre allo stipen-dio ed all’indennità di posizione:essi sono il corrispettivo per l’atti-vità lavorativa svolta, non premi, eduole che si sia trasceso in un at-tacco personale, diretto a colpire sudi un piano individuale la sferamorale dei lavoratori coinvolti.Considerato il contenuto diffa-matorio dell’articolo in parola eche l’utilità sociale dell’infor-mazione è inseparabilmente le-gata alla veridicitàdell’informazione medesima,poiché la propalazione di notizienon corrispondenti al vero è nonsolo inutile, ma controindicataal formarsi di una corretta opi-nione nel pubblico, con la pre-sente La invito a ristabilireprontamente la verità pubbli-cando su “Il Piccolo Segno”,quale rettifica ai sensi dell’art. 8legge n. 47/1948, questa interamissiva, ovvero la parte in carat-tere corsivo, con le medesimecaratteristiche tipografichedell’articolo su indicato, almenoin pagina 9 con richiamo inprima pagina.I miei assistiti si riservano, in ognicaso, di rivolgersi all’Autorità Giu-diziaria per la tutela dei propri di-ritti.Distinti saluti.

Avv. Silvio CasciottiStudio Leg. Ciampa e Ass.ti

La replica dell’Avv. Casciotti

“Néfalsitànéoffesesolodirittodicronaca”

Una risposta doverosa

E’ uno dei rari casi in cui il diritto direplica supera in lunghezza l’articolocontestato. Ma poiché la linea edito-riale del Segno è da sempre incen-trata sul confronto aperto e civile, lapubblichiamo integralmente. Siamocostretti, però, a precisare quantosegue: circa la qualifica di “diri-gente”, prendiamo atto della preci-sazione e da oggi li chiameremo“responsabili di settore”. Non com-prendo l’analisi fatta dal punto divista contrattualistico e giuslavori-stico. Nessuno di noi ha mai affron-tato questo argomento. La nostra(quella di chiamarli “dirigenti”, inquanto dirigono) è stata una sem-plificazione giornalistica usata varievolte in passato e mai smentita.Però questo tema ci permetterà diaprire un nuovo capitolo sui lavoriesterni che magari tratteremo in fu-turo. Allora sì che gli aspetti con-trattualistici saranno utili.Nell’articolo contestato ci siamo li-mitati a rendere pubbliche due ta-belle distinte così come eranocontenute in due delibere di Giunta(una sull’indennità di “posizione”, lan. 153 del 27 dicembre 2012, e unasull’indennità di “risultato”, la n. 45del 18 aprile 2013). Quindi, questedue tabelle sono state da noi sempli-cemente riprodotte. Scrivere chel’articolo ha voluto “colpire sulpiano individuale” è una sua affer-mazione gratuita non corrispondenteal vero. Nessuno ha colpito nessuno,semplicemente abbiamo riprodotto(duole ripetersi) due tabelle distinteper tipologia di indennità così comepubblicate dalla Giunta comunale diRocca di Papa (tenetevi forte: le po-tete anche scaricare dal sito del Co-mune!). In un articolo pubblicato sulSegno di febbraio 2013, così GiuliaDe Giorgi scrive, per esempio, aproposito della riconferma dell’Avv.Anna Maria Fondi: “Avvocatessa digrande esperienza e capacità, arri-vata al Comune nel 1997 con l’ele-zione a Sindaco di Ponzo. La suaindennità annuale per le respon-sabilità assunte, che va ad ag-giungersi allo stipendio, sarà dicirca 13.500 euro”. Come vede,nessun preconcetto, solo notizie.Circa il corrispettivo annuale (sti-pendio) e la cifra da noi scritta(35mila euro), prendiamo atto cheè sbagliata e infatti, proprio perchéimpossibilitati a conoscerne l’esat-tezza, tale cifra era preceduta dallaparola “circa”. Si tratta di un erroree non di un falso. Prendiamo attoche lo stipendio annuale base nonè di 35mila euro. Per ulteriore

chiarezza, c’è da dire che l’articoloin questione era incentrato soprat-tutto sui due tipi di indennità, men-tre il dato relativo allo stipendioaveva solo carattere marginale.Circa l’indennità di “posizione”nessuno ha mai scritto che tale in-dennità sia immeritata così comenessuno ha mai scritto che tali in-dennità “non” assorbono tutte lecompetenze accessorie previstedal contratto collettivo di lavoro.Circa l’indennità di “risultato” (cioè,gli obiettivi raggiunti, almeno cosìinterpretiamo noi la parola “risul-tato”) dalla delibera di Giunta già ci-tata (la n. 153) si legge: “Gliincarichi dirigenziali sono conferitia tempo determinato […] in rela-zione agli obiettivi indicati nel pro-gramma amministrativo delSindaco”. Quindi, è vero che la va-lutazione viene fatta dall’organismospecifico (monocratico) ma, rite-niamo, anche in base al raggiungi-mento degli obiettivi del“programma amministrativo” pre-sentato dalla coalizione risultata vin-cente alle elezioni (cioè da unacoalizione politica). Se esiste, comeesiste, una “indennità di risultato”crediamo sia nel diritto dei citta-dini (che con le loro tasse paganogli stipendi sia dei dipendenti co-munali sia dei consulenti) cono-scere i risultati raggiunti per i qualisi viene premiati.Relativamente alla specificazioneche si tratta di importi lordi, nessunoha mai scritto il contrario e non per-ché siamo maliziosi ma perché nelletabelle delle delibere di Giunta que-sto non viene specificato. Quindi, inquesto caso, se malizia c’è stata nonè certo da parte nostra.Per concludere, a parte la corre-zione dello stipendio annuale,evidenziamo che: - le cifre riportate nella tabella“indennità di posizione” sonoconfermate;- le cifre riportate nella tabella“indennità di risultato” sonoconfermate.E’ nel diritto di ciascuno ricor-rere all’Autorità Giudiziariaqualora ritenga di aver subito untorto. Allo stesso modo rite-niamo che l’articolo in que-stione non contenga alcunadiffamazione a mezzo stampama semplicemente si occupa diun argomento di interesse pub-blico che ci ha permesso diesercitare pienamente il dirittodi cronaca e di critica.

Andrea Sebastianelli

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ROCCA DI PAPAil Segno - Luglio-Agosto 2013 15

Assemblea pubblica del Pd“C’è bisognodi un partito nuovoe senza correnti” Su iniziativa dei Giovani Democratici e di altriesponenti locali del Pd, il 6 luglio si è tenuta un’as-semblea pubblica per aprire la discussione intornoal prossimo congresso che dovrà definire le lineeguida del partito. Una quarantina di persone (travecchie e nuove facce) hanno “occupato” il circolodi Corso Costituente dando vita a un dibattito in-teressante anche se ancora troppo condizionatodall’intreccio partito-amministrazione comunale.E infatti molti hanno sottolineato questo aspettoche per troppi anni ha visto un’accavallarsi di ruolie competenze tra incarichi di partito e ruoli ammi-nistrativi che, di fatto, ha portato all’oscuramentodel circolo Pd. L’intervento più incisivo è apparsoquello del Sindaco Boccia che ha denunciato aper-tamente il ruolo preponderante avuto in questi annidalle varie e troppe correnti interne al Pd che nehanno condizionato in negativo comportamenti epolitiche. Si dice (ed è vero) che il potere crea di-pendenza ma a quanto pare Pasquale Boccia ha in-beccato la strada (giusta) della disintossicazione.Tutti i presenti hanno voluto dire la loro (MaurizioDe Santis, Luca Santangeli, Mauro Fei, SilviaSciamplicotti, Renato Calcagni, Giuseppe Calic-chia... per citarne solo alcuni) e la sensazione èstata quella che si respirava tanti anni fa, quandodue partiti, Ds e Margherita, cominciavano a in-contrarsi per sciogliersi in un nuovo partito, il Pd.Stavolta, però, non c’erano culture politiche a con-frontarsi, ma idee diverse sul ruolo della politicaoggi. Quasi tutti hanno ammesso che negli ultimianni, anche a livello locale, le cose non hanno fun-zionato bene... concludendo con la tipica frase ita-liana: “siamo tutti responsabili”, come a dire “tuttiresponsabili, nessun responsabile”. Eh no, i re-sponsabili ci sono e hanno nome e cognome.Al di là di qualche strafalcione lanciato contro ilnostro mensile, quest’assemblea è stata positivaperché ha ridato voce al Pd, dopo anni di assor-dante silenzio, dimostrando che questo partito puòavere la forza per risalire la china. Noi glielo augu-riamo perchè un centrosinistra credibile non puòche fare bene alla politica.

(A.S.)

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Tel. 329-5635482

di Daniela Di RosaPoche setti-mane fa sisono aperte

in tutta Italia le sedi delPartito Democraticoper un’assemblea a cuipotevano parteciparesia gli elettori del Pdche semplici cittadini.Anche qui a Rocca,dopo anni di quasi ab-bandono (fatta ecce-zione per le elezionilocali... quelle nazionaliinteressano meno) laporta della sede localesi è spalancata e moltepersone sono entrateper ascoltare e farsiascoltare… io non cisono riuscita! Ho tentato ma più miavvicinavo e più unaforza oscura mi tiravavia. Una voce interioremi ripeteva: ma lasciastare, non perderetempo, non fa per te, cihai già provato, non è iltuo ideale! Così sono rimasta fuori,a guardare e sentiresolo vocii in lontananzapensando: c’è semprequalcuno che crede inquello in cui anch’iocredevo e ormai noncredo più e a cui anchelui tra un po’ non cre-derà più ma arriverà unaltro che ci crederà an-cora e, quando non cre-

derà più, ne arriverà unaltro che… se il mio ra-gionamento vi sembrafolle leggete questo:“Noi scommettiamosulla nostra cultura po-litica alternativa al ber-lusconismo, maautonoma dal berlusco-nismo. Una cultura po-litica in fieri, segnata dacontraddizioni. Ma au-tonoma e sufficiente-mente forte peraffrontare la sfida delgoverno di compro-messo e respingere lareazionaria retorica del-l’inciucio…”. In poche parole alterna-tiva e autonoma dalberlusconismo ma al-leata di Berlusconi. Chi l’ha detta? L’On. Stefano Fassina

(apparsa su l’Unità del17 maggio 2013), at-tuale vice-ministro delPartito Democratico...certo non può aver fattotutto da solo, sicura-mente le menti più ec-celse del partitoavranno passato intereserate per trovare unascusa logica all’inciu-cio con Berlusconi,all’abbraccio mortalecol Pdl, mortale per noi,non per loro che ciavranno guadagnatoparecchio… tanto i par-titi possono dormiresonni tranquilli, a ogniondata di delusi che sene va ne arriva un’altradi nuovi illusi. Per laloro grande fortuna, icreduloni non finisconomai!

Il Pd prova a ripartire...dopo i delusi di ieri tocca agli illusi di oggi

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ROCCA DI PAPA il Segno - Luglio-Agosto 201316

“Lettera Aperta” al Sindaco di Rocca di Papa

“E’ ora che la macchinaamministrativa funzioni”

di Sergio RasettiSignor Sindaco, pochi vor-rebbero essere al suo postoquando si deve occupare diBilancio comunale. Con le fi-

nanze pubbliche immerse nel rosso piùprofondo è facile immaginare per Lei e isuoi collaboratori notti insonni o affollateda sogni dominati da numeri, addizioni esottrazioni, moltiplicazioni e soprattuttodivisioni per decidere come distribuire lescarse risorse disponibili e soddisfare cre-ditori che aspettano da anni di essere pa-gati. La Cassa Depositi e Prestiti harisposto all’appello con la concessione diun prestito. 6.250.000 euro su 10.708.670da Lei richiesti. Una boccata di ossigenoche ha ridato un colore più naturale alvolto dei membri della Giunta Comunalemolto preoccupati. Scongiurata per ora labancarotta. Debito trentennale: per ogniroccheggiano 387 euro. Resta un buco di 4.458.670 euro traquanto richiesto, evidentemente sullabase di improrogabili necessità, e quantoconcesso che fa temere altri aumenti di ta-riffe e tagli per i servizi fondamentali:mensa scolastica, sezioni di scuola ma-terna comunale, trasporto scolastico epubblico, aiuti ai più disagiati.Ora ci vorrebbe una classe politica dimaggioranza e opposizione che volessediscutere e approfondire sulle ragioni delcospicuo indebitamento comunale che,molto probabilmente, non dipende unica-mente dalla crisi economica generale maè “possibile” che si siano fatti errori localidi valutazione e gestione.E’ evidente che bisogna trovare subitouna “cura”che salvi Rocca di Papa e lamedicina da somministrare dovrà conte-nere come ingrediente principale “l’ugua-glianza di tutti nel rapporto con le imposte

e tariffe comunali”.Come Lei sa bene, risulta che molti sfug-gono ancora al dovere di contribuire alpagamento dei servizi in proporzione deiloro averi, mentre gli uffici faticano a te-nere in ordine gli elenchi dei contribuentie i conti non quadrano mai.Il disagio è insopportabile e senza la ga-ranzia che tutti saranno chiamati subito afare la loro parte è impossibile procederesulla strada del risanamento. Nessuno, apartire da Lei, si illuda che i debiti e lespese correnti possano essere accollatesoltanto ai soliti noti come è avvenutofino ad oggi. E allora Sig. Sindaco dia disposizione aisuoi dipendenti e collaboratori di mettersiall’opera per riempire le caselle vuote eindividuare gli “utenti ombra”. Si servadella moderna tecnologia che mette a di-sposizione i tabulati di utenze domestichee non. Invii camminatori quando è neces-sario. Renda pubblico il lavoro fatto e ilrisultato ottenuto. Servirà per avviare il ri-sanamento del bilancio e si otterrà un ri-sultato molto più importante: “il recuperodi credibilità dell’istituzione Comune edei suoi dipendenti messi nelle condizionidi fare bene il proprio lavoro”.

di Marcello LoisiIn vista della stagione calda, edelle conseguenti crisi idrichealle quali ogni anno deve far

fronte, il Comune, con un’ordinanza, di-spone che i cittadini di Rocca di Papa evi-tino di sprecare acqua. Inoltre, invita ad utilizzarla in modo par-simonioso, cercando, ad esempio, di nonannaffiare giardini e lavare le automobilicon acqua potabile. Nell’ordinanza, ven-gono anche sottolineate alcune delle causedelle criticità legate alle risorse idriche,come l’aumento della popolazione du-rante il periodo estivo e l’inadeguatezzadella rete idrica (si stima che in Italia dalletubature, si perda tra il 30 e il 40% del-l’acqua!).Le motivazioni e i provvedimenti appa-iono giusti e doverosi ma, come spessoaccade, ci si scontra con alcune contraddi-zioni da parte dell’amministrazione co-munale. Tutti coloro che giungono a Rocca diPapa da via dei Laghi, girano attorno allagrande rotonda situata davanti al risto-rante “La Foresta”. Proprio la rotonda èguarnita di un verde manto erboso, per ilquale non ci si è scordati di approntare unsistema di innaffiamento automatico. Ora,perché si è pensato di disporre, in mezzoa un bosco come il nostro, un verde pratoall’inglese? Si tratta forse di suggestioniprovenienti dalle verdi Highlands scoz-zesi? In questo caso occorrerebbe tenere amente che la Scozia non soffre di sic-cità, essendo tra i paesi con più precipi-tazioni in Europa e avendo acquedottiefficienti, differentemente da Rocca diPapa, la quale non sempre riesce a ga-rantire sufficienti scorte idriche alla po-polazione.

Ordinanza sull’uso di acquaIl nostro Comunedovrebbe darel’esempio invece...

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Page 17: Il Piccolo Segno luglio-agosto 2013

ROCCA DI PAPAil Segno - Luglio-Agosto 2013 17

Cronistoria dall’arrivo del Cinipide del castagno

Cinque anni vissuti incompagnia del Cinipide

NUOVA APERTURA

(2009) 2010: il Cinipide galligeno del ca-stagno arriva in zona. Il Cinipide vive nell’aria,nelle gemme del castagno,

nelle galle del castagno.Da inizio giugno a tutto luglio 2010:gli adulti di Cinipide mettono le uovanelle nuove gemme del castagno. Poi gli adulti muoiono.D’inverno nelle gemme il Cinipidesverna. Da fuori non si vedono sintomi.Primavera 2011: il castagno si risveglia. Dentro le gemme,dalle uova sono nate le larvette diCinipide, che si nutrono dellapianta. La pianta reagisce, fa legalle. Dentro le galle le larve cre-scono.Maggio e giugno 2011: dentro le galle le larve cresciutesviluppano in pupe, poi in nuoviadulti.Giugno e luglio 2011: gli adulti escono. Mettono le uovanelle nuove gemme del castagno. Le galle usate seccano e restanosulla pianta.2011:il Cinipide si diffonde. Si vedonosempre più galle. Le piante co-minciano a soffrire: la fotosintesisi riduce.2012: è portato a Rocca di Papa il Torymus.Il Torymus vive nell’aria e nelle galle delcastagno (e in laboratorio).Aprile 2012: il Servizio Fitosanitario Regionale fa il“lancio” di adulti di Torymus. Un lancio èin Rocca di Papa. Da metà aprile a metà giugno 2012: gli adulti di Torymus cercano le galle checontengono il Cinipide e mettono le loro

uova nelle galle. Poi gli adulti di Torymusmuoiono.Dentro le galle, dalle uova di Torymus na-scono subito le larvette che si nutronodelle larve di Cinipide che lì stanno cre-scendo, e così uccidono il Cinipide. Al-cuni adulti di Cinipide riesconocomunque a salvarsi e fuoriescono.D’inverno nelle galle “secche” il Torymussverna. Primi mesi del 2013: i tecnici raccolgono le galle dagli alberi,le portano in laboratorio dove i nuovi To-rymus adulti escono, si accoppiano, sono

nutriti e preparati per fare nuovi lanci inaprile.Aprile e Maggio 2013:il Servizio Fitosanitario Regionale conse-gna a L’Alveare gli adulti di Torymus perfare nuovi lanci sui siti che L’Alveareconcordò con i Comuni dei Castelli. L’Al-veare effettua vari “lanci” di adulti di To-rymus.

dott. Giorgio GrassiAssociazione L’Alveare

Un altro punto che appare contraddittorioè quello relativo alle limitazioni delle at-tività sportive consentite all’interno delbosco. Nel regolamento, vengono vietatele attività potenzialmente pericolose,come il tiro con l’arco o la balestra, op-pure quelle ritenute impattanti, comel’uso di modellini a motore e i giochi diguerra simulata (si pensi ai proiettili diplastica che rimangono sul terreno). Inol-tre, “le attività di pratica sportiva in formaorganizzata e di gruppo devono essereespressamente autorizzate dal Comune esaranno consentiti solo in luoghi che ilComune si riserva di indicare, allo scopodi non arrecare disturbo o pericolo aglialtri frequentatori”. Del disturbo arrecato al bosco e agli ani-mali, non se ne fa menzione. E allora,come si concilia la tutela con il permessoconcesso agli organizzatori dell’ultimaMarathon dei Colli Albani? Centinaia diciclisti – tutti insieme – hanno scorrazzatonel bosco, senza che nessuno dicessenulla. Ma forse possiamo chiedere a lorose hanno visto qualche albero artistico.

Marcello Loisi

Segue dalla prima paginaTutela dei boschi,regole da attuare

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Page 18: Il Piccolo Segno luglio-agosto 2013

APPROFONDIMENTO

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13 Indagine suiBOSCHI

di AndreaSebastianelliIl potere delle imma-gini, si sa, è più fortedi qualsiasi trattato en-ciclopedico. Così, al-cuni filmatiriguardanti un boscodi Rocca di Papa, dif-fusi dal ConsigliereComunale EmanueleCrestini, hanno portatoalla luce quanto av-viene all’interno deiboschi di castagno diproprietà pubblica al-l’insaputa dei cittadinie, verrebbe da pensare,delle istituzioni e dellastessa proprietà (il Co-mune). L’area interes-sata è quelladenominata “ValleManciola” (particellan. 35, zona Faete),quasi 11 ettari diestensione di un boscomisto composto inprevalenza di castagnoma ricco anche diquerce, tigli, faggi,aceri e noccioli. Unabiodiversità tipica delbosco mediterraneo.Per valorizzare questobosco, che dovrebbeandare a taglio ceduodi fine turno tra circa 4anni (è il taglio che in-teressa esclusivamenteil castagno che, a dif-ferenza delle altre spe-cie citate, è appuntoceduo, cioè rinasce ve-locemente dalla stessaradice), il Comune diRocca di Papa ha pro-gettato un taglio di di-rado (si tratta diun’operazione cheprecede il taglio difine turno, tesa a pulirele ceppaie di castagnodagli arbusti menobuoni così da permet-tere agli altri di svilup-parsi con maggiore

cato un quintale di castagnoper legna da ardere vale 8,50-10,00 euro mentre il cosid-detto “forte” (appunto querce,aceri, ecc.) vale molto di più,13-15 euro. Il problema è chel’appalto del Comune, comeprescritto saggiamente dal tec-nico incaricato, prevedevaunicamente la ripulitura delleceppaie di castagno, ecco per-ché tale operazione è stata sti-mata dall’agronomo intorno ai6mila euro per gli 11 ettari didirado, bando poi vinto dalladitta di Velletri per una cifrache supera di poco gli 8milaeuro. Una somma che (avendofatto una passeggiata sul“luogo del delitto”) apparelontana anni luce dal valoredel legname tagliato. E alloraviene da domandarsi: non èche questa “pratica” di pren-dere un taglio (sfollo, dirado ofine turno) a “pochi soldi” acausa della crisi del settore ca-stanicolo (per poi ricavarci beisoldoni), sia in realtà un“modo d’agire” ormai conso-lidato?Il dubbio dovrà essere risoltodalla Procura della Repubblicadi Velletri visto che il Consi-gliere Crestini ha presentatoun esposto teso a ripristinare lalegalità nella gestione dei bo-schi pubblici (sottoscritto pureda altri cittadini, tra cui anchechi scrive quest’articolo, vistoche in ultima analisi ogni roc-cheggiano è proprietario dei“suoi” boschi). Senza tenerconto che anche alcune speciemarcate (la marcatura è il si-stema che usano gli agronomiper segnare il tronco degli al-beri che vanno preservati)sono state tagliate.

Sorprendono anche alcune af-fermazioni di politici roccheg-giani che invece di dire graziea Crestini per essere andato averificare di persona il tagliofatto in questa particella por-tando alla luce un potenziale ecospicuo danno economicoper il Comune, si sono limitatia considerazioni del tipo: “Masei stato autorizzato ad andarein quel bosco?” (Ass.re MauroFei) proponendo anche unamulta per lo stesso Consiglierereo di essersi inoltrato nellavallata. Oppure: “Tagliare lequerce è un bene perché fa re-spirare il castagno” (Consi-gliere Maurizio De Santis). Ecome no?! Pazienza se inveceil progetto di dirado dicel’esatto opposto e pazienzaanche se il Comune dal tagliodi tutte queste specie che nonsono castagno non ci ricavanulla. Se questi sono i politiciche dovrebbero tutelare ilbene pubblico stiamo freschi!Caro De Santis, mai sentitoparlare di biodiversità?Quanto accaduto alla parti-cella n. 35 ci permette diaprire un capitolo più ampiosulla più generale gestione deinostri boschi pubblici, tema danoi trattato in vari articoli giàin passato.Da diversi anni l’amministra-zione comunale, supportatadal parere di alcuni tecnici, hagiustificato la difficoltà di ge-stione dei boschi pubblici peril “perdurare della crisi econo-mica e finanziaria del legnamedi castagno”, motivo per cui“per favorire la vendita delmateriale legnoso di proprietàcomunale si ritiene opportuno-scrive il Comune- conside-

energia e forza) affidato a unaditta boschiva di Velletri cheavrebbe dovuto attenersi scru-polosamente al “Progetto ditaglio di dirado del boscoceduo misto a prevalenza dicastagno denominato parti-cella n. 35” redatto dall’agro-nomo per conto del Comune.Invece sapete che cosa è acca-duto? Che la ditta non si è li-mitata a “pulire” le ceppaie dicastagno ma ha dato sfogo allavoro delle motoseghe suogni altra specie arbustiva ca-pitata sotto tiro. Querce, tigli,aceri, nocciole. Gran parte diqueste specie è stata abbattutae il motivo è chiaro: sul mer-

rare una riduzione dei prezzidi compravendita stabiliti neicapitolati d’oneri redatti daiprogettisti”. Riduzione con-cretizzatasi spesso con unosconto, su base d’asta, del20%.Abbiamo contattato diverseditte locali che operano nelsettore del castagno e tutteconfermano l’esistenza di que-sta crisi ma poi se domandi ilcosto di alcune tipologie di ca-stagno ti rendi conto che ilprezzo è rimasto pressochéstabile negli ultimi 5-6 anni(anzi, leggermente cresciuto).Alcuni esempi: un paletto dicastagno squadrato, diametro8 cm e lungo 2 metri, costa tragli 8 e i 9 euro (quasi uguale a6 anni fa); un metro quadratodi tavole di castagno, alte 2,5cm, costa intorno ai 10 euro(di più di quanto pagavamo 6anni fa). Allora c’è qualcosache non torna: se la crisi è per-durante e se per vendere il ta-glio di un bosco è necessarioabbassare il costo del 20%, lastessa percentuale si dovrebberiscontrare nella vendita aldettaglio del legno. Per nonparlare della legna da ardere,il cui costo al quintale viaggiaoggi su leggeri alti e bassidopo essere cresciuto regolar-mente per molti anni a causadella diffusione di camini estufe termiche. A prima vista, quindi, sembre-rebbe un circuito di crisi i cuivantaggi ricadono quasi esclu-sivamente sulle grandi im-prese di legname che operano,nel nostro territorio, tra La-riano, Velletri e Rocca di Papa,

segue a pag. 19

18 Le grandi inchieste del “Segno”

Taglio alla particella n. 35

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APPROFONDIMENTO

ilSegno-Luglio-A

gosto2013

19

mentre effettivamente quellepiù piccole, a carattere fami-liare, sembrano aver subito unforte calo in termini di fattu-rato. Il caso è chiaro: ai Ca-stelli i grandi gruppi stannopian piano divorando le pic-cole imprese di legname (divo-rare in tutti i sensi: infatti le“piccole che resistono” moltospesso, quando vinconoun’asta, vendono il legnamedirettamente alle “grandi”, di-ventandone una sorta di forni-tori) e questo parrebbedimostrato da una serie di garepubbliche per l’aggiudicazionedei tagli di castagno.Abbiamo preso in esame 9tagli di fine turno di alcuneparticelle forestali di pro-prietà pubblica:

In base alla stima redatta dal-l’agronomo, sul valore di cia-scuna operazione di taglio, èrisultato quanto segue:

Dopo aver capito che in circatre anni il Comune avrebbe po-tuto incassare dai boschi circa1 milione di euro, è necessarioanalizzare singolarmente il ta-glio di queste particelle fore-stali, perché solo facendoquest’operazione è possibilecapire se il meccanismo su cuisi basa il concetto generale divendita dei tagli boschivimesso in piedi dall’ammini-strazione comunale garantiscela corretta gestione-vendita deinostri boschi oppure no.PARTICELLA 83Come descritto nella tabella, iltaglio di fine turno viene sti-mato in 119.500 euro ma a“causa della crisi del settore”viene praticato uno sconto del

20% a base d’asta. Il taglioviene fissato a 95.600 euro.Ad aggiudicarsi l’asta, conun’offerta di 100 euro piùalta, è la società di Lariano(unica partecipante) SIBI(salita agli onori della cro-naca per aver danneggiatodurante un taglio, nel 2008,diverse basole dell’anticaVia Sacra e per aver ta-gliato tutte le querce postea ridosso della strada ro-mana).PARTICELLA 90Anche in questo caso il Co-mune decide un ribassodella base d’asta del 20%(dalla stima iniziale di79.200 euro si passa a63.360 euro). Due sono ipartecipanti, SIBI Srl (conun’offerta di 63.400) e laditta di legnami Melchiorriche, rispetto alla based’asta, offre 1.140 euro inpiù aggiudicandosi il taglio.PARTICELLA 99Dalla stima iniziale del va-lore del taglio (90.000 euro)la base d’asta viene portataa 81.000 euro. Anche inquesto caso i partecipantisono la SIBI (che offre 600euro in più) e la ditta Mel-chiorri che se l’aggiudicacon un’offerta di 83.550euro (2.550 euro in più ri-spetto alla base d’asta).PARTICELLA 102Questo piccolo taglio vienevalutato dall’agronomo31.800 euro. Le aste nonvanno a buon fine e si pro-cede a trattativa privata. Il17 gennaio 2013, il taglioviene aggiudicato alla DittaSIBI Srl per 13.500 euro (-18.300 euro rispetto allabase d’asta iniziale, cioè -43%).PARTICELLA 120Base iniziale d’asta (2010)130.400 euro. Se l’aggiu-

dica la SIBI (unica parteci-pante) per 130.450 euro.PARTICELLA 128Si parte dalla stima di111.000 euro. L’asta sel’aggiudica la SIBI sempreper 50 euro in più: 111.050.PARTICELLE 58, 85 e 87Queste tre particelle fore-stali (ettari 27,5 totali) ven-gono stimate nel 2010dall’agronomo in euro418.703 totali. Nel 2011,per la solita crisi del set-tore, si passa a valutarle376.832 euro (cioè 41.871euro in meno rispetto allastima iniziale). All’inizio il Comune pre-senta tre basi d’asta perogni particella ma, vistol’esito negativo di ognunacon nessun partecipante,decide di farne un unicolotto. La cifra posta a based’asta stavolta tocca quota280.000 euro (cioè: -138.703 dalla stima del-l’anno precedente). Aquesta gara partecipano dueditte: SIBI (che offre220.000) e Frasca Legnamidi Lariano (che offre70.000 euro per la sola par-ticella 58). Il totale di que-ste due offerte porta a:290.000 euro ma la com-missione ritiene le offertenon congrue (ma la do-manda è: la divisione deitagli decisa a priori fra ipartecipanti è una proce-dura legale? Se la rispostaè “sì” tutto ok ma se fosse“no” perché nessuno ha se-gnalato il fatto all’autoritàgiudiziaria?).Arrivati a questo punto leparticelle vengono dinuovo divise. La particella58 (ettari 11) nell’ottobre2012 viene aggiudicata aFrasca Legnami per 80.808euro (quasi 91.000 euro in

meno rispetto alla stimainiziale).La particella 87 (ettari 11,9)viene aggiudicata a SIBI Srl,nel gennaio 2013, per 66.200euro (cioè: 105.000 euro inmeno rispetto alla based’asta iniziale).A quanto risulta resta in-vece invenduta la parti-cella 85, guarda caso la piùpiccola (poco più di 4 et-tari).Ogni lettore, che ha avutola pazienza di seguirci finoa questo punto, potrà fare ipropri ragionamenti. Un fatto è certo, da un va-lore iniziale (certamentepotenziale ma sicuramenterealistico) di 980.603 euroil Comune ne ha incassatiappena 632.258, cioè348.345 euro in meno (mavanno ancora tolti i costidell’agronomo per la stimadei tagli).L’amministrazione certi-fica, così, il suo fallimentonella gestione dei boschipubblici. Salvo poi tapparei buchi di bilancio chie-dendo prestiti milionari allaCassa Depositi e Prestitiche dovranno essere ripia-nati dai cittadini che già letasse le pagano. I dati fin qui esposti ci di-cono anche un’altra cosa:che alcune ditte boschivesembrano esercitare unruolo di comando e/o dicontrollo sempre più forte.Il risultato di tutto questo èche l’intera collettivitàperde centinaia di migliaiadi euro ogni anno solo per-ché chi è stato chiamato agestire la cosa pubblica (dicui i boschi rappresentanoil bene primario) non èstato e non è in grado difarlo.

Andrea Sebastianelli

segue da pag. 18

n.part. Località ettari58 M.te Pennolo 1183 Barbarossa 12,6 85 Barbarossa 4,687 Barbarossa 11,990 Barbarossa 7,9 99 Grotticelle 6,5

102 Barbarossa 2120 Guardianone 7,8128 Guardianone 6,7

n.part. stima anno58 € 171.730 201083 € 119.500 200985 € 75.773 201087 € 171.200 201090 € 79.200 200999 € 90.000 2010

102 € 31.800 2012120 € 130.400 2010128 € 111.000 2010tot. € 980.603

Il Comune perde, il privato incassa

Il Consigliere Comunale Emanuele Crestini durante

un sopralluogo condottoin un bosco pubblico

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ROCCA DI PAPA il Segno - Luglio-Agosto 201320

“Rocca di Papa paradiso delle mountain-bike”

di Piero BottiIl sabato e la dome-nica mattina, Roccadi Papa offre più diun motivo per unasana passeggiata.

Anche i palati più fini avrebberol’occasione per praticare sport trapanorami mozzafiato, boschi, sitiarcheologici e curiosità di varianatura. Se qualcuno facesse unatelefonata ai frati dell’AbbaziaRomanica di Palazzola, potrebbeammirare il lago Albano dal co-lonnato millenario della villa delConsole Romano che fa da basa-mento alla Chiesa, sulla spondaroccheggiana che sovrasta unsentiero assai suggestivo, per poistupirsi con uno dei due unicimonumenti sepolcrali romaniscavati direttamente nella roccia.La settimana seguente potrebbepoi visitare “la Fortezza” che,specie dopo i recenti scavi ar-cheologici, rappresenta la sintesiperfetta della protostoria e dellastoria; anche se l’inspiegabile ni-chilismo roccheggiano (quelsenso di annientamento tutto no-stro) porta i più a sostenere che

occorrerebbe una nuova campa-gna di scavi che, a causa dellacrisi, per ora, non arriverà.Eppure, la Fortezza propone l’al-tare degli “Albani”, le cisterneromane, le mura ciclopiche diCabum, una fornace medievale, ibastioni dell’antico castello conle cannonate a ricordo del Capi-tano Pierluigi Farnese e delle suetruppe all’assalto dei “Colonna”;se poi si potessero finalmenteammirare i reperti archeologiciriportati alla luce (i giornali par-larono di un’armatura, alabarde,vasellame di varie epoche), laFortezza rappresenterebbe lasola chiave per aprire Rocca aivisitatori.Sorvolando sulla “Via Sacra”, su“Fontana Tempesta”, sulle “Rot-ticelle”, sugli “Arcioni”, sulleterrazze più panoramiche comequella della curva dei Peschi, ar-gomenti di cui ho già scritto alungo, proprio sulle pagine delSegno, il quadro appare com-pleto: non ci manca nulla. Ma,negli ultimi anni, il sabato e ladomenica mattina, arrivanoanche centinaia di ciclisti, che

pur non passando tutti in piazza,rappresentano una potenzialità.Si vedono con la neve, arrivanosin quassù per provare l’eb-brezza infantile, ma vitale, di una“tappa di montagna”, si vedonoin autunno, ad agosto, a prima-vera attratti dalla foresta, costi-tuiscono una opportunità.Ora, tenendo presente che Roccadi Papa sarebbe stata la sededella gara olimpica di mountain-bike se Roma avesse avuto leOlimpiadi, mi sembra il caso dilanciare una proposta: “Rocca diPapa paradiso della mountain-bike”. Ed ecco l’idea: all’iniziodella salita degli Squarciarelli,dove ha inizio il nostro territorio,un cartello gigante con su scritto:“Benvenuti nel paradiso dellamountain-bike”. Sentieri dimontagna tra i 700 e i 1000 metriper tutte le difficoltà, in un boscoche rappresenta i due terzi delParco Regionale dei Castelli. Lostesso cartello esposto anchesulla rotonda della via dei Laghi;e poi sentieri per la famiglia, sen-tieri medi, sentieri per ciclistiesperti con Monte Cavo, Monte

Faeta, la valle Bislunga, la Ca-panna Bruciata: un tappone vero!Se permettete qualche ciclista loconosco; verrebbero da tutta Ita-lia a pedalare su quello olimpicoper ciclisti esperti.Ogni atleta potrebbe avere unatessera, dove i baristi, vedendolocon bici e tuta, potrebbero ap-porre un timbro, solo il sabato ela domenica, raggiunti i 50 timbrisi ha diritto ad una maglia da ci-clista in regalo con lascritta:”Maglia Verde del para-diso della mountain-bike diRocca di Papa”, raggiunti i 60timbri un giubbetto invernale e a100 un paio di occhiali da cicli-sta. Avremmo i bar pieni, lapiazza piena, forse anche i risto-ranti pieni.Si tornerebbe a parlare di noicome di una meraviglia. Sa-remmo unici, turistici… e furbi.Perché se la timbratura può avve-nire solo il sabato e la domenicaquante ne occorrono per aver di-ritto ai premi? Con una cinquan-tina di maglie potremmodiventare il Paradiso della moun-tain-bike, unico nel Lazio e inItalia. Per una volta non saremmonichilisti annientatori, ma inna-morati dei boschi, della natura edei monumenti. Se poi pensiamoche gli stessi sentieri del Paradisodella mountain-bike attirerebberotutti, anche semplicemente perammirare il panorama, vale lapena provare.

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ROCCA DI PAPA 21il Segno - Luglio-Agosto 2013

La Giunta batte cassa per le scuole.Ma non doveva essere tutto a posto?

di Sergio RasettiInteressante leg-gere con atten-zione ledeliberazioni dellaGiunta Comunale.

Interessanti e istruttive.A giugno la Giunta ha delibe-rato richieste di finanzia-menti alla Regione Lazio perun totale di 2.115.170 euro. Itecnici si sono messi al lavoro,elaborato progetti e costi ehanno presentato tutto perchési potesse deliberare entro itermini: il 30 giugno 2013.Bene. E’ quanto ci si aspettadalla macchina politica e am-ministrativa di un Comune:capacità di accedere a tutte lepossibilità di ottenere finan-ziamenti provinciali, regionali,nazionali, europei per la pro-pria città e i suoi abitanti.A leggere i titoli delle richiestenon abbiamo potuto fare ameno di ritornare con il pen-siero ad alcune interrogazionidell’opposizione in Consiglio

Comunale pubblicate anche sugiornali locali, tra cui il nostro.Riguardavano edifici scola-stici. Si denunciavano deficitdello stato edilizio e della si-curezza.Le risposte tendevano a rassi-curare, sminuire, convincereche si era esagerato nelle de-nunce. Si chiedeva di non spe-culare politicamente suquestioni marginali. Bene, oraci chiediamo come mai a di-stanza di poche settimanel’Amministrazione ha fatto leseguenti richieste di finanzia-mento relative agli edifici sco-lastici oggetto di quelleinterrogazioni:MANUTENZIONE SCUOLA CENTRO URBANO: Finanziamento richiesto:423.852 euro.

MANUTENZIONE SCUOLA CAMPI D’ANNIBALE: Finanziamento richiesto:

333.960 euro.

MANUTENZIONE SCUOLA MEDIA LEONIDA MONTANARI:Finanziamento richiesto:438,952 euro.

Sembra proprio che il Con-sigliere Crestini non ha fattospeculazione politica ma ha

denunciato soltanto la realtàche con queste richieste di fi-nanziamento la Giunta Co-munale ha riconosciuto difatto. E pensare che il Sindaco Boc-cia per i suoi interventi sullascuola si era messo più volteun fiore all’occhiello. Peccato,anche molti cittadini ci ave-vamo creduto.

Ekospet è un’associazioneanimalista dei Castelli Ro-mani che da alcuni anni hadeciso di combattere in modoconcreto il randagismo met-tendo in campo vere e propriecampagne di sterilizzazioneper cani e gatti rivolte allestesse associazioni animalistema anche ai cittadini del ter-ritorio. Non solo, l’associa-zione (che si avvale delmedico veterinario dott. Scar-cella, tra i professionisti più noti ed apprezzati dei Castelli) haanche attuato, in accordo con alcuni Comuni (tra cui Rocca diPapa) e con la Asl, iniziative di microchippatura gratuita con loscopo di censire i cani presenti sul territorio castellano.L’ultima campagna di sterilizzazione si è conclusa da pochesettimane e i risultati sono stati davvero incredibili, forse al dilà di ogni aspettativa. In totale sono state effettuate sterilizza-zioni su 694 animali. Per entrare nel dettaglio: 246 cani (208femmine e 38 maschi) e 447 gatti (337 femmine e 111 maschi).La prossima campagna per contrastare le nascite indesideratedei nostri amici animali è prevista per novembre 2013 e dalmese di settembre cominceranno le prenotazioni.

Daniela Di Rosa

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Page 22: Il Piccolo Segno luglio-agosto 2013

ROCCA DI PAPA il Segno - Luglio-Agosto 201322

di Paola GattaA Rocca di Papa ci sono bendue circoli di “Sinistra ecolo-gia libertà”. A parte la strava-ganza, che probabilmente èservita perché i due capiba-stone regionali (Zaratti e Nieri)evitassero di farsi la guerra, ilraddoppio dei circoli ha pro-dotto il paradosso della loroscomparsa sulla scena politica.Si è preferito, infatti, non pre-sentare alcuna lista con il sim-bolo di Sel alle ultime elezionicomunali (2011). Un simboloche allora valeva tra il 6 e l’8%del consenso elettorale è statobruciato per il patto di non bel-ligeranza tra le opposte fazioniche lo componevano.I due circoli hanno scelto per-corsi diversi: uno, nei fatti, hapreferito la desistenza con ilSindaco Boccia e in alcuni casilo ha blandamente sostenuto.Una cosa assai strana, vistoche Sel veniva da una formaleopposizione alla Giunta Boccianei cinque anni precedenti. Non meno sconcertante il per-corso dell’altro circolo: alleelezioni comunali si è presen-tato con più irruenza sullascena politica locale, soste-nendo la formazione “Roccafutura”, che candidava a sin-daco Maurizio De Santis (ex

Vice Sindaco Pd di Rocca diPapa), che è stato eletto Consi-gliere comunale. Il mese scorso la base dei suoisostenitori ha sconfessato DeSantis con una lettera pub-blica, nella quale si legge:

“nessuna opposizione si è fattain Consiglio comunale percontrastare le discutibili e noncondivisibili scelte dellaGiunta Boccia. È giunto iltempo di chiedere scusa a tuttii cittadini che con il loro voto

hanno espresso un’idea dicambiamento e fare la cosapiù giusta: archiviare l’espe-rienza di “Rocca futura”. Illinguaggio è forte, i concettimolto taglienti.A questo punto, che cosa ri-mane di Sel? E soprattutto,che rimane dell’opposizionepolitica alla maggioranza chegoverna il nostro Comune?Quasi niente!Sel è sbiadita, confusa, fagoci-tata dal Pd. In pratica si iden-tifica nella Giunta Boccia, dicui è una componente contrad-dittoria e quasi inconfessabile.Sia l’uno che l’altro circolo,attraverso vie diverse, sono ar-rivati al medesimo punto: ab-bracciare in toto la GiuntaBoccia. Poco importa, qui, sa-pere se De Santis e altri con-fluiranno formalmente nel Pd.Di fatto già ci sono, lo scri-vono nero su bianco i suoi exsostenitori, che lo hanno ab-bandonato proprio per questo.Il comportamento di Sel, oltrea essere suicida dal punto divista elettorale, ha prodotto undanno enorme dal punto divista politico e culturale. Tra-dendo le attese degli elettori diSel e cancellando in sostanzala funzione dell’opposizione,che è garanzia di democrazia.

Sinistra Ecologia e Libertàsembra sbiadita, confusa e preda del Pd

Dove sono finiti i due circoli di Sel?

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Page 23: Il Piccolo Segno luglio-agosto 2013

ROCCA DI PAPAil Segno - Luglio-Agosto 2013 23

“Con Boccia per ungrande centrosinistra”

di Maurizio De Santis*Siamo convinti che icittadini sono stanchidi vedersi raccontare

la politica attraverso suggestioni oargomentazioni puramente autore-ferenziali.I cittadini chiedono fatti. Avremmo fatto volentieri a menodi intervenire su questioni più po-litichesi che programmatiche, maper evitare equivoci e fraintendi-menti ecco il nostro punto di vista. Le liste civiche finiscono il giornodelle elezioni. Quello che resta èun gruppo consiliare, nel nostrocaso denominato Rocca Futura,con a capogruppo Maurizio DeSantis.La lista Rocca Futura non ebbel'appoggio di nessun partito. E anche se Luigi Nieri, presiedetteall'inaugurazione della campagnaelettorale di Rocca Futura, non fuin grado di assicurare l'appoggiodi SEL, in quanto il partito aRocca di Papa ancora oggi, è di-viso in due fazioni diverse e con-trapposte.La lista nacque solo dopo che ilPD rifiutò di fare le primarie dicoalizione per la scelta delcandidato sindaco, con lo spi-rito di non essere mai un sog-getto contro, ma nacque percostruire buona politica e ten-tare di fare qualcosa di buonoper il paese.Quindi una lista che ricono-sceva i meriti di certe sceltepolitiche fatte in precedenzadal centrosinistra, comequelle che hanno portato al-l'importante riconoscimentodel premio Merli per le poli-tiche ambientali, a comin-ciare dall'acquisto dei boschi.Non si può e non si deve starecontinuamente in campagnaelettorale. Le elezioni, co-munque vadano, segnanosempre uno spartiacque, incui ognuno fa i conti con i ri-sultati ottenuti, e rispetto all'analisisi attrezza per il futuro. In sintonia con i nostri elettori, cheper la maggior parte ci hanno sem-pre chiesto di governare e non distare a guardare, questo facemmoe ci prendemmo subito l'onere dicapitalizzare il pregevole risultatoelettorale del 13,5%. Non conge-lammo i nostri voti in una sterilelamentela ma li mettemmo a di-sposizione della risoluzione dei

problemi.La nostra opposizione non è statablanda, ma severa sulle deliberestrategiche: ci siamo opposti atutte le delibere di bilancio, ab-biamo votato da soli contro l'au-mento dell'Imu e contro lerimodulazioni sugli accordi diprogramma. E siamo stati controla vendita dei boschi. Abbiamo fatto proposte come ilbilancio partecipato, il codiceetico, la riapertura di Agenda 21 edi riportare il PRG alla filosofiadel Piano Putano, cioè "OpzioneZero", superamento del particel-lare e ricalcolo del residuo di cu-batura del vecchio piano.Abbiamo proposto di esaurirel'alienazione degli usi civici e di ri-portare alcuni servizi ad un ambitopubblico per risparmiare risorse.Abbiamo messo in campo idee in-centrate sullo sviluppo del turismoe del commercio.Ora riscontriamo da parte dellamaggioranza di centrosinistra lavolontà di accogliere queste nostreproposte, e con lo spirito che cicontraddistingue siamo pronti adun dialogo che serve al paese, enon per oppurtunismo politico: se

fossimo stati opportunisti, per sto-ria e competenza, oggi rivesti-remmo ben altri ruoli. Ma non ciinteressa il potere, ci interessa ilbene dei cittadini di Rocca diPapa.Ad oggi, non vediamo né in con-siglio comunale, tra i banchi del-l'opposizione, né tra i movimenti,figure portatrici di idee, di solu-zioni, di innovazione, ma solo fi-guranti bravi a fare l’elenco dei

Il Consigliere De Santis ci scriveANCORA SULLA SCELTA DI “ROCCA FUTURA” DI ADERIRE ALLA MAGGIORANZA

“Se è così, allora fu un votosbagliato”

di Sergio RasettiCi sono politici checambiano casaccain corso d’operacome se nulla fosse.

Qualcuno già si prepara per laprossima volta disposto ad in-dossare anche un nuovo cap-potto. Altri lasceranno eredidisposti a continuarne l’opera,quella in corso, che ha portato ilpaese ad essere quello che è “unvero disastro”.Una “modernità” alla qualetanti elettori, vittime inconsape-voli, non si rassegnano. Chi havotato per un’alternativa a Boc-cia e un programma di cambia-mento e vede il suorappresentante in Consiglio Co-munale accomodarsi in maggio-ranza non può fare a meno dimanifestare il suo disappunto eritirare ufficialmente quel con-senso politico ed elettorale che asuo tempo gli aveva accordato.I dubbi sulla validità delle presedi posizioni politiche e ammini-strative, che erano sorti fin dalleprime fasi di questa LegislaturaComunale, si sono consolidatinei giorni scorsi quando ben 13sostenitori e candidati su 19della lista ROCCA FUTURAhanno dichiarato ufficialmentedi non ritenersi rappresentati dalConsigliere Maurizio De Santisunico eletto in Consiglio Comu-nale. (conosciamo personal-mente un altro dei 19 che nonha sottoscritto il disconosci-mento di De Santis ma la pensacome i 13).Una ritirata che dimostra comeMaurizio De Santis non rappre-senta nemmeno lontanamentequel progetto che insieme aglialtri aveva illustrato strappando lafiducia nell’urna di 1.148 elettori. Quanti dei 1.148 sono oggi in sin-tonia con quei tredici? A sentire la“piazza” sarebbero molti. Ma

come è noto la “piazza” è bu-giarda. Non si spiegherebbe altri-menti il secondo successo diBoccia che proprio dalla “piazza”era molto criticato ma alla resadei conti elettorali è stato rielettoa grande maggioranza.Per quanto mi riguarda, nonsono disposto ad accettare in si-lenzio di aver in definitiva vo-tato per interposta persona,Maurizio De Santis, per Pa-squale Boccia perché se loavessi ritenuto opportuno loavrei fatto direttamente (a DeSantis sembra che il paese siamigliorato negli ultimi dueanni? Non voleva fare il Sindaco luiperché Boccia non andava piùbene?).Per questo caro De Santis, sefosse vero quanto si dice tra chiha entrature nell’isoletta poli-tica di Rocca di Papa, qualeelettore di Rocca Futura tichiedo ufficialmente di non tra-sferirti, con quelle poche armi(da te stesso spuntate) e bagagli(ormai valige vuote) che ti re-stano, nel campo della Maggio-ranza perché il tradimentodell’impegno preso segnerebbeun’altra triste pagina di storialocale, scritta da un politico allaricerca soltanto di uno spaziopersonale sostenendo che lo faper “il bene del Paese”.

L’opinione del nostro Sergio Rasetti

problemi che attanagliano nonsolo la nostra città, ma l’Italia in-tera. Figuranti che si mostranoperò incapaci di mettere al centrodel proprio operare, le esigenzedelle persone. L’unica forza poli-tica, con tutti i suoi difetti, capacedi prendersi le responsabilità, ap-pare il PD che con fatica e qualchescivolone riesce comunque a la-vorare per il bene comune. Ed ècol PD, con il centro democratico,

con la sinistra responsabile, con igiovani democratici, con i giovanidi Rocca Futura, che vogliamocostruire un nuovo grande centro-sinistra a Rocca di Papa, un cen-trosinistra che guarda avanti, allesfide che ci attendono e non si at-tarda ad una politica di vecchischemi, fatta di no e di zero pro-poste.

*Capogruppo Consiliare Rocca Futura

Page 24: Il Piccolo Segno luglio-agosto 2013

ROCCA DI PAPA il Segno - Luglio-Agosto 201324

di Danilo Romei*Ricordo perfettamente l’entu-siasmo disegnarsi sulla facciadi migliaia di roccheggiani,alla notizia della vittoria del-l’attuale Sindaco Boccia, quel

lontano 16 maggio 2011. Ventisei mesi fala speranza attraversava le strade come unfresco vento primaverile, l’imminente ar-rivo di una nuova era che avrebbe ricon-dotto Rocca di Papa ai fasti di un tempo,quando i numerosi turisti affollavanoPiazza della Repubblica, risalivano daCorso Costituente, s’innamoravano alroseo tramonto di Piazza Garibaldi, primadi perdersi nel silenzio lunare dei Campi diAnnibale. Ventisei mesi fa.Oggi basta fermarsi in un qualsiasi puntodel paese, guardarsi intorno, per osservarei risultati che l’impegno della Giunta Boc-cia ha provocato. Le strade, disseminate dibuche, sono causa di incidenti sempre piùnumerosi a pedoni e veicoli. I danni, nono-stante l’iter della richiesta di risarcimento,non vengono pagati dagli Uffici compe-tenti. Mancano soldi per ricoprire le buche,mancano soldi per risarcire danni. Man-cano soldi per rendere dignitoso il lavorodei dipendenti della Ditta Aimeri. L’eco-mostro del parcheggio di Piazza ValerianoGatta e lo scheletro dell’ex Albergo Europasono segni evidentissimi del (dis)interesseal paese da parte dell’Assessorato ai LavoriPubblici. L’illuminazione pubblica mancada mesi in alcuni tratti di Via Frascati, ViaFocicchia, Via Roma, da almeno un annoin parte del Centro Storico, completamentesaccheggiato dall’incuria. Manca tanta lucea Rocca di Papa.Per gli sprechi, per il disinteresse, per l’ina-scoltato grido di aiuto degli anziani chenon si sentono sicuri, che non vedono tute-lato il fondamentale diritto alla civile con-vivenza, per il senso d’inutilità che mangiai disoccupati abbandonati ogni giorno, e

per tutto il giorno, sulle panchine di Piazzadella Repubblica o i muretti del Centro Sto-rico, per l’assoluta assenza della sicurezzasociale, per tutto quello che una Città che sidichiari civile dovrebbe offrire alla sua cit-tadinanza. Nelle casse comunali c’è unbuco di dieci milioni di euro ai quali vannoaggiunti i 6,5 milioni di euro che la cassaDepositi e Prestiti richiederà con gli inte-ressi.Non basterà svendere beni che ci apparten-gono – farmacia comunale, ex scuola ma-terna comunale, boschi … – per salvare tuttinoi dal tracollo. Non basterà sperare in unamaggiore coscienza della res publica daparte di chi ci governa.Non basterà trattenere il respiro per altri dueanni in attesa di un futuro migliore.Nel frattempo “tanto la gente scorda” è ilritornello che ronza nelle orecchie dei con-tribuenti. La canzone è quella del disastro,cantata dagli Amministratori, in particolareda alcuni Amministratori i cui (de)meritivarcano assurdamente i confini roccheg-giani con incarichi alla Regione Lazio.Di moda, negli ultimi tempi, il doppio in-carico politico-lavorativo di pochi e la di-soccupazione di molti. Unico vero meritodi illuminare il paese è il costante impegnodei ragazzi della Protezione Civile coordi-nati da Marco Cutolo. Ad ogni evento – fe-stività, calamità naturale, emergenze varie -sono onnipresenti con impegno e dedizionenell’assoluto rispetto dei cittadini. Tuttoquesto gratuitamente. A loro un elogio.Per tutto il resto non basterà gridare, tacere,attendere, imprecare. Serve lottare, preten-dere, chiedere con forza che quegli stessiuomini che ventisei mesi fa sono stati elettiper rappresentare un paese, diano final-mente ragione della scelta fatta dai cittadini.O abbiano la decenza nel farsi da parte. Per-ché un intero paese, migliaia di cittadinisono in attesa di uscire dal buio.

*Consigliere Comunale

Il Consigliere Danilo Romei ci scrive

“Il paese è all’eutanasiadopo anni di fallimenti”

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(di fronte alla chiesa “Sacro Cuore” ai Campi d’Annibale)

Il Comitato diQuartiere deiCampi d’Anni-bale il 12 luglio2013 ha scrittoal Sindaco diRocca di Papa:

A seguito di molte-plici segnalazioni di al-cuni cittadini, si segnala un elenco deiproblemi che possono essere risolti al piùpresto senza soldi ocon pochi spiccioli.I problemi in que-stione sono:- Riparazione buchee ripristino mantostradale in Via VallePantano e in ViaRocca Priora;- Rifacimento ur-gente della segnaletica stradale “Stop” eattraversamenti pedonali almeno nei puntidi estrema necessità;- Un minimo di servizio di Vigilanza Ur-bana per il rispetto del Codice della Stradae per una corretta convivenza democraticae civile; piazza Di Vittorio (e la rotonda)è continuamente intasata e a volte bloccata; - Ripristino della fontanella di acqua po-tabile in Via Campi d’Annibale davantial “Bar e di più” (non esce più acqua);- Si segnala ancora una volta la pericolo-sità di un Muro in Via Vecchia di Velletridi fronte alla scuola materna;- Dare al più presto esecutività ai lavori diripristino alla Fontana di piazza Di Vit-torio;- Ripulituta siepi ai margini delle strade,alcune di esse drasticamente ristrette daicespugli.Nella speranza che quanto segnalato e sug-gerito venga preso nella giusta considera-zione e restando in attesa di una positivarisposta scritta, sempre con spirito di colla-borazione porge distinti saluti.

Il Presidente del ComitatoGianfranco Silvestrini

IIll CCoommiittaattoo ddii QQuuaarrttiieerreeinforma i cittadini

Silvestrini

Page 25: Il Piccolo Segno luglio-agosto 2013

ROCCA DI PAPAil Segno - Luglio-Agosto 2013 25

Il commercio locale si organizza e i punti premiano i consumatori di Giulia De GiorgiContinua l’iniziativa dell’Associazione“ORA” a sostegno del commercio localeUn buon successo ha avuto l’iniziativadell’Associazione ORA finalizzata acreare una vera e propria rete di attivitàcommerciali per rilanciare il commercioe, allo stesso tempo, dare la possibilità aiconsumatori di ricevere offerte vantag-giose a tutto vantaggio del portafoglio.L’associazione si è fatta promotrice delprogetto “IperNetwork” in quanto vede inesso l’opportunità per dare uno stimolo aiconsumi locali favorendo lo scambio con-tinuo della clientela.Ogni consumatore in possesso della cartaSmart People Card (SPC) potrà accumu-lare punti acquistando prodotti e servizipresso tutte le attività presenti sul territo-rio locale, nazionale e su Internet.I punti potranno essere convertiti in buonicarburante, ricariche telefoniche, buonisconto e acquisto.Per il fornitore, oltre ai vantaggi diretti eindiretti offerti dall’appartenenza al cir-cuito, è previsto un ritorno economicoanche quando i suoi clienti non acquistanoda lui.Un bel vantaggio che farà recuperare sindal primo anno l’investimento effettuatoe coprire tutto o in parte le spese gestio-nali del negozio o dell’ufficio.Molti commercianti hanno dimostrato illoro interesse verso questo progetto, altrihanno già dato la loro adesione, se saràraggiunto il limite minimo di venti attivitàsi passerà alla formalizzazione dell’ac-cordo, con un risparmio per i soci del 40%sulla quota d’investimento, richiesta unasola volta e poi non più.Associarsi ad “ORA” è gratuito per i con-sumatori, mentre per i fornitori di prodottie servizi, nella loro qualità di Soci, do-vranno pagare 10 euro l’anno.Coloro che sono interessati ad aderire econoscere nei dettagli il progetto, pos-

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La velocità è un pericolo così come lasegnaletica invisibile.La sicurezza non si tutela soltanto con gliautovelox ma anchecon una manutenzionedei bordi delle strade.Questi segnali sono ancora completamentesommersi dalla vegetazione.

Queste immagini di segnaletica nascostasi possono “scovare”un po’ in tutti i quartieri di Rocca di Papa. La cacciaal tesoro è aperta.Segnalateceli anche voi.

Page 26: Il Piccolo Segno luglio-agosto 2013

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ROCCA DI PAPA26 il Segno - Luglio-Agosto 2013

IL NOSTRO TERRITORIO patiscestoricamente il vizio dialettale che castrala doppia erre. Così, invece di guerra,terra, burraco, noi diciamo guera, tera,buraco. Lo sanno tutti, i comici da stra-pazzo ci fanno battute. Però, un conto èpronunciare in dialetto, un altro scriverci.Se tu, quello che negli anni ‘20 costituì aRocca di Papa il rifugio per vedove ed or-fani di guerra, parlando lo indichi comeDe Faro, mezzo male, ci si capisce. Ma setu lo scrivi, De Faro, non è mezzo eRore,l’eRRore c’è tutto. Perché si trattò delcommendator Ernesto De Farro, farro,farro, farro… e De Farro sia.

TRA LE STRUTTURE BRAVE diRocca di Papa la scuola-calcio c’é. Trabambini e ragazzi -segmento anagraficoper il quale al di fuori di essa non mi pareci si sbracci troppo- assicura la praticasportiva a 109 elementi. In maniera piùstrutturata da quando è entrato l’appassio-nato e attrezzato Ezio Valente. Come suc-cede ogni volta che un uomo giustopervenga al posto di competenza. Dire-zione a parte, problema comune di tuttele scuole, d’ogni tipo e d’ogni grado, è ilcorpo insegnante. I preparatori, che devono trasmettere leloro conoscenze agli allievi. Servirebbeconoscere la materia, saperla trasmettereagli allievi. Col pallone verificare se ilsettore va non è difficile. Basta contare itiri in porta che in partita la squadra fa ele palle sparate a casaccio. Poi, conside-rata la delicatezza delle età con cui si haa che fare, sarebbe molto opportuna unasensibilità psicologica. Almeno nei fon-damentali.

SE, DI FRONTE ALLO SFIANCA-MENTO fisico, mi lascio fregare dallavoglia avvolgente di sembrare tuttavia va-lido (almeno intellettualmente), va a fi-nire che stampo e pubblico pure io. Siavrebbero: “DAL FASCIO ALLO SFA-SCIO. Storia politico-amministrativa diRocca di Papa repubblicana”; “CHEPACCHIA! Tutti sudditi, niente con-trolli”, saggio sulla contemporaneità no-strale; “DIALETTO D’ONORE”,raccolta di pezzi in rocchiciano. Per iquali potrei pure mettere puzza sotto alnaso. Da quando due del mestiere, tali Lucianie Faiella, riferendosi ad essi, su un testospecifico hanno scritto: “le sue poesiesono degne di nota, percorse da una venaironicamente bonaria, in cui la malinco-nia che le pervade non si trasforma mai indisperata tristezza. Dimostra buone qua-lità e talento”. Per pubblicare senza spen-

dere, prima dovrei cercare finanziamenti.Cioè, arruffianarmi, strisciarmi al potere,diventare lecchino. Per la fattispecie,esempi istruttivi non mancano, al ma-schile, al femminile. Però, la faccia?L’amor proprio? Mi sa che alle stampeseguiterò a dar niente. Sarà per un altrogiro. Allora a presentare l’opere chiame-rei (in ordine d’età): Francesco Fondi,Giuseppe Martelli, Carlo Mariano Guari-noni, Marco Carnevali, Tiziano Onesti,Mario Abbati, Silvia Santirosi e, prima ditutti e sempre, Sandro Abbati. Nessun fo-restiero, onde scansare un inveteratosenso d’inferiorità. Derivato dal trasci-narsi appresso ai giorni d’oggi la cupezzad’una condizione storicamente telara-gnosa, nella quale ogni forestiero era“sor”, ogni forestiera “sora”.

PARLI DI LIBRI, ti si rappresenta la bi-blioteca. Quella comunale, che dovrebbeessere presidio culturale e occasione diaggregazione qualificata, uno dei ganglivitali della vita sociale, risorsa fondamen-tale per la crescita civile, culturale ed eco-nomica di ogni società. Per arrivare atanto deve: adeguarsi ai cambiamenti incorso; entrare in relazione più forte con il

paese; far partecipare i cittadini ed essereaperta a suggestioni, proposte e attività;favorire l’uso del web e i momenti d’in-contro tra linguaggi ed esperienze cultu-rali diverse. I cambiamenti in atto nellasocietà precludono a una nuova e più ef-ficace formulazione delle biblioteche: igruppi di letture; le iniziative di book-crossing; l’avvento di e-book e audiolibri;la promozione della lettura in ogni occa-sione, anche tra gli anziani. Tutti fenomeni che hanno in comune lapratica della lettura come esperienza so-ciale, con elementi significativi di condi-visione che postulano le biblioteche comecentro di cooperazione e di relazione. Mail dato centrale del ragionamento riguardail mutare delle pratiche di accesso alla co-noscenza che vede la concezione tradizio-nale dello “studio” lasciare il passo altema dell’ “informazione” e della consul-tazione dei documenti, di ogni genere esupporto. Se prevale l’indifferenza, la pi-grizia o il tirare a campare, allora per labiblioteca comunale accade come per ilteatro cosiddetto comunale, col quale lacultura e la propensione a promuoveresviluppo mentale non toccano e seguite-ranno a non toccare palla.

Dopo lo stop, il pugile roccheggiano rimette i guantoni

Cimini, il ritorno del “guerriero”Patrizio ha ripreso ad allenarsi con la ASD BoxingChi ama praticare sport difficilmente rie-sce a starne lontano. E’ qualcosa di visce-rale poiché il rapporto con il propriocorpo fa parte della vita quotidiana di cia-scuno. E di solito chi fa sport ha rag-giunto un buon equilibrio tra la propriamente e il proprio corpo.Capita spesso che, per le cause più di-verse, si decida di appendere le classichescarpette al chiodo ma poi la voglia di ri-mettersi in gioco prende comunque il so-pravvento e si riparte. E’ il caso diPatrizio Cimini, pugile roccheggianooggi ventiquattrenne che, qualche annofa, decise di abbandonare il ring, gli alle-namenti e la tensione del combattimentopur avendo delle buone potenzialità inuno sport duro ma allo stesso tempo av-

vincente. Lo avevamoammirato in diversi in-contri pugilistici,anche qui a Rocca diPapa, sua città natale, ein ogni occasione Pa-trizio dimostrava unapassione innata perquesto sport che oltre aforza fisica e resistenzarichiede un’alta con-

centrazione mentale. Ora Patrizio ha de-ciso di ricominciare, di indossarenuovamente i mitici guantoni. “Da circaun mese ho ripreso ad allenarmi con con-tinuità -ci racconta- e la sensazione è statadi non aver mai abbandonato questo

sport”. Gli allenamenti sono faticosi maPatrizio è deciso e vuole fare sul serio.“L’accoglienza da parte dei tecnici e deglialtri pugili della ASD Boxing Time diMarino è stata ottima, tutti sono stati felicidel mio rientro -ci dice lasciando intrave-dere una grande emozione-, io non li vo-glio deludere e per questo il mio impegnosarà totale”. Adesso Patrizio ha bisognodel sostegno di tutti, a cominciare dai suoiamici che lo hanno sempre sostenuto e in-coraggiato, così come ha bisogno del so-stegno della sua famiglia che anche neimomenti più difficili del suo impegnosportivo non lo ha mai lasciato solo. Noidel Segno continueremo a seguirlo comeabbiamo sempre fatto e a lui auguriamouna ripartenza ricca di successi.

Giulia De Giorgi

PatrizioCimini

Patrizio duranteun incontro

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il Segno - Luglio-Agosto 2013

Cultura e ... dintorni

di Andrea SebastianelliI maggiori studiosi italiani edeuropei di storia antica ave-vano già preso posto nellagrande sala romana dell’Isti-tuto di corrispondenza ar-

cheologica per ascoltare il discorso dellostudioso Michele Stefano De Rossi sugli“scavi e studi nel Tempio di Giove Lazialesul Monte Albano”. Era il 15 dicembre del-l’anno 1876.L’attesa era tanta perché da decenni siavanzavano congetture sulla tipologia deltempio che si innalzava sul mons Albanus(l’attuale monte Cavo). Qualche labiletraccia, una serie di fonti scritte, molti re-perti archeologici. Ma tutto era ancora av-volto da una fitta nebbia. Ma ora loscienziato (roccheggiano d’adozione)aveva avuto il privilegio di dirigere degliscavi per conto dell’Istituto ArcheologicoGermanico nel tentativo di fare finalmentechiarezza sull’esistenza o meno del tempiodi Giove sul monte. Già nel 1869 lo stessoDe Rossi aveva scoperto nel terreno del-l’orto dei Padri Passionisti (posto allespalle del convento), un piccolo tratto dimuro formato da grandi blocchi squadratidi pietra sperone (è la pietra tipica di Roccadi Papa, dal colore tendente all’ocra).Così, De Rossi, cominciò a spiegare ai nu-merosi ospiti che “la via principale (ViaSacra, n.d.d.) non entrava direttamente nel-l’area sacra, ma obliquamente provenendoda sinistra”. In precedenza il De Rossiaveva recuperato una olletta a rete (vedifoto) datata al periodo del Bronzo Finale,testimoniando l’antichità dei riti sacralisvolti dalle popolazioni del territorio sullasommità di monte Cavo. Gli scavi eseguiticonfermarono che il templum dedicato aJuppiter Latiaris doveva “essere statoun’area sacra all’aperto cielo, sostruita echiusa -proseguì lo scienziato- da mura digrandi massi entro il cui recinto sorgevaun’ara ed una cella di mediocri dimen-sioni”. Una impostazione che si scontravaapertamente con le ipotesi, all’epoca molto

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““EEccccoo ll’’aannttiiccooTTeemmppiioo ddeeddiiccaattooaall GGiioovvee ddeeii LLaattiinnii””

tra gli altri oggetti anche un cilindro in ter-racotta “di uso ignoto e rarissimo fuoridell’Etruria e dell’Emilia”.“I piccoli oggetti della stipe -continuò lostudioso di fronte alla platea del’Istituto ar-cheologico di Roma che l’ascoltava in ri-spettoso silenzio- furono tutti trovati fra laterra attorno e dentro l’edicola che sorgevanel bel mezzo dell’area”. Era dunquequello, secondo Michele Stefano De Rossi,“il centro del santuario col simulacro diGiove, ed era quello perciò l’edificio co-struito a prismi marmorei sui quali furonoincisi i fasti” degli antichi. Oltre a quest’edicola centrale, gli scavi por-tarono alla luce un tratto del recinto for-

mato da grossi blocchi, una cisterna con uncunicolo di erogazione dell’acqua e diversitratti di muro entro i quali probabilmentepassava la Via Sacra. Inoltre il De Rossi in-dividuò le pareti di una stanza con pavi-mento a mosaico bianco e nero con unsistema per lo scolo delle acque piovane.“Infine osservo -concluse lo scienziato- chela serie delle monete che continua fino aisecoli del medio evo, dimostra quel luogonon essere forse giammai rimasto del tuttoabbandonato e disabitato”. L’esposizione del De Rossi fu vista da al-cuni come una delusione ma in realtà di-mostrò la complessità dell’area sacrale dimonte Cavo.

Michele StefanoDe Rossi

Convento

Via Sacra

Area del tempio di Giove

Orto dei Passionisti

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diffuse e condivise,avanzate da altristudiosi (tra cui ilRicci e il Nibby)che ritenevano ilTempio esseremolto grande conl’altare posto nelcentro dell’area,uguale ai templiitalici dello stessoperiodo. A con-ferma della sua teo-ria il De Rossiportò il ritrova-mento di una stipevotiva, contenente

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L’ARGOMENTO il Segno - Luglio-Agosto 201328

Gianfranco Botti ricorda la figura del Santo Patrono

“San Carlo nostro... ...aiutaci tu”

di GianfrancoBottiIl brano che seguenon è mio. E’ trattodal libro “Dalla tua

mano. San Carlo un riformatoreinattuale” (Rizzoli, 14 euro),scritto nel 2010, in coincidenzadel quarto centenario della ca-nonizzazione del Borromeo, dalcardinale Dionigi Tettamanzi,che parla del suo illustre prede-

la Croce esprime il contenuto più provo-cante della fede cristiana e ne mette inluce l’apparente stoltezza e l’inevitabilescandalo. Che ne dici? Non corriamo oggiil rischio, anche nelle nostre comunità difedeli, di svuotare il cristianesimo dall’in-terno? In realtà, talvolta, da un lato lo af-fermiamo con le nostre parole e le nostreliturgie, dall’altra non vogliamo accettareche il benessere individuale o di parte,cioè lo star bene da soli, non sia secondola Croce e il cuore di Cristo! Per questo,abbiamo bisogno tutti che la parola della

Croce ci scandalizzi di nuovo: con piùenergia provocante e stimolante. E’ a que-sto punto che la tua lettera ci torna di as-soluta necessità. Ma qual è la sua portata,poiché il tuo amore alla Croce, al Croci-fisso ti ha preso e bruciato per tutta lavita, a cominciare da quella che gli stu-diosi chiamano la ‘seconda fase’ della tuaspiritualità – quella del 1563, l’anno dellatua consacrazione come prete e vescovo?La tua lettera l’hai pronunciata ognigiorno, tu che in tutte le tue omelie -oquasi- non tacevi di Cristo sulla Croce,come ha testimoniato, tra gli altri, il tuosegretario Giovanni Botero: non sapevitenere una predica senza aspergerla con ilsangue di Cristo e senza ingemmarla dellepiaghe di Cristo.Per te -quante volte l’hai ripetuto- non c’ècattedra più importante e libro più sicuroper conoscere il mistero di Dio e il mi-stero dell’uomo che la cattedra e il librodella Croce! Parti dalla definizione di SanGiovanni ‘Dio è amore’ per riaffermareche conoscere questo volto di Dio è pos-sibile all’uomo solo con la rivelazione diGesù, quello che si fa sfolgorante nel do-narsi totale di Gesù all’umanità sullaCroce. Nell’omelia tenuta in Duomo il 2marzo 1584 hai detto che Gesù nel suo in-segnamento non si è limitato a riprenderee a confermare quella conoscenza di Dioche puòder ivaredalle per-f e z i o n idelle suecreature,m a‘un’altracosa an-cora, pernoi massi-mamentenecessariaa sapersi,ci ha rive-l a t o :l’inesau-sta fontedella misericordia, della carità e dellabontà. E questa bontà Cristo ce l’ha inse-gnata somma in Dio soprattutto nella suasacratissima Passione. Infatti, se la bontàaltro non è che la comunicazione di doni;e se di questa vi sono più gradi: mentrealcuni comunicano doni agli altri per es-serne ricambiati, altri li comunicano masenza speranza di riceverne, altri infinenon solo sono privi di questa speranza macomunicano i loro doni anche a quelli daiquali hanno ricevuto del male: è questacertamente la massima di tutte le bontà’.E a questo punto la tua predica si fa pre-ghiera”.

Se in Italia si rinnovano lebanconote da 5 euro, in In-ghilterra non sono dameno, infatti anche lorohanno deciso di intrapren-dere il grande passo.La notizia ce la riporta ilquotidiano inglese “TheGuardian”, il quale scriveche Marvyn King, Gover-natore della Banca d’In-

ghilterra, ha deciso di farapparire sulle banconoteda 10 GBP il viso dellascrittrice britannica JaneAusten.Sostituendo, quindi, ilvolto di Charles Darwin, ilprogetto dovrebbe esserecompletato entro il 2017,anno in cui ricadono i due-cento anni dalla scomparsadella scrittrice.La scelta di questo partico-lare cambiamento, spiegaKing, è legata non solo alMarketing ma, soprattutto,ad un fattore politico d’ec-cellenza, come il Femmi-nismo, difatti la Austen èconsiderata sia un simbololetterario britannico e

mondiale, in quanto i suoiromanzi sono stati tradottiin tutto il mondo, sia il pi-lastro del genere femmi-nile. L’Inghilterra non è laprima a ricoprire le banco-note di volti noti della let-teratura, il Rublo Russo,ad esempio, ha il volto diTolstoj, il faccione di Ales-sandro Manzoni era sullevecchie centomila lire; nonci resta che aspettare, pernon essere da meno, unsimbolo Europeo lettera-rio, il volto, magari, diOriana Fallaci sulle banco-note da 100 Euro… saràmai possibile mi chiedo?Camilla Lombardozzi

Jane Austen sulle banconote

cessore come arcivescovo di Milano inuna biografia che è dialogo e confronto.Lo propongo per onorare il Santo in pros-simità del quattrocentesimo della sua ele-zione a patrono di Rocca di Papa, e perriconfermare che Il Piccolo Segno è ungiornale senza preconcetti, aperto ad ognicontributo, specie se in prossimità d’unacircostanza densa di significati religioso ecivico.“Il segreto della tua passione rinnovatriceper la Chiesa, il fuoco ardente del tuo in-stancabile servizio all’uomo: è la personadi Cristo Crocifisso. Sono interessato allatua parola, caro cardinale, ma ancor piùal tuo cuore: la tua parola la trovo nelletue omelie che mi sono giunte, il tuocuore posso cercare di esplorarlo attra-verso i tuoi lunghi silenzi, i tuoi gemiti epianti, gli occhi fissi ed estasiati sul Cro-cifisso, le preghiere imploranti e la con-templazione. Sono in certo sensomaggiormente interessato a chiedermicome far sì che la Croce, che Cristo cro-cifisso, sia di fatto per tutti noi la chiaveaffidabile per rispondere al ‘problema deiproblemi’, quello del senso della soffe-renza e della morte nella nostra vita. Soloil logos della Croce di Gesù può svelare illogos del soffrire e del morire umano!Come rispondere a questo che è il puntopiù alto e critico del cristianesimo? E’ in-fatti dai tempi di San Paolo fino alla cul-tura contemporanea delle nostre città, che

San CarloBorromeo

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LA STORIAil Segno - Luglio-Agosto 2013 29

di Federico De AngelisTra i molti pregi del libro diMaria Pia Santangeli “Streghe,spiriti e folletti – L’immagina-rio popolare nei Castelli Ro-mani e non solo” quello disuggerire ulteriori riflessionidopo le vivaci narrazioni e leben documentate osservazioni,non è certo il minore.Su due punti si è soffermata lamia attenzione: il potere del-l’immaginario e la reale con-dizione delle cosiddette“Streghe”.Riguardo al primo punto sipuò dire che in tutti o quasi gliinterventi si avverte questa ri-sorsa di uomini e donne cheraccontano eventi al di fuoridel consueto con serietà e pre-cisione. In realtà, s’intuisceche i narratori sono i primi anon credere del tutto a quelloche dicono, in parte consape-voli del loro inventare; tuttaviaè tale il gusto di affabulare, ag-giungere particolari, impres-sionare l’uditorio, che non sistancano di ripetere con cre-scente compiacimento, quelloche credono di aver visto o

sentito. E’ il piacere e l’istintodell’immaginare, che a ben ve-dere è una facoltà antica e pre-ziosa della condizione umana.L’uomo ha bisogno di uscireper qualche tempo dalla situa-zione in cui è posto o “get-tato”: tenta allora di ingannareil tempo e lo spazio che ne li-mitano la visione e i desideri,evadere, far esodo da una si-tuazione di stasi, di consuetu-dini stabilite con la dotemirabile dell’immaginario:basta un rapido racconto, unsentito dire, una ben architet-tata invenzione per suscitareuna serie di ardite fantastiche-rie esatte, precise perchéniente come il fantastico, il fia-besco richiede misura ed esat-tezza, perfettaconsequenzialità logica. Benlo sa Italo Calvino.Ed è anche un recupero delmito e del sacro che da moltotempo si sono eclissati dalmondo con l’alata libertà sem-pre imprevedibile dei loro pro-tagonisti, dei, semidei, spiriti,folletti: per essi non c’è postoin un mondo totalmente ammi-

nistrato dalla ragione strumen-tale.L’altra suggestione che hocolto dal libro è riferita alle“streghe”. L’autrice giusta-mente accenna soltanto alletragiche vicende di questedonne. Ma in effetti si è trattatodi una vera e propria persecu-zione di queste persone non acaso quasi tutte donne, che nonaltro cercavano che una medi-cina alternativa, di conoscerela natura in modo nuovo e ori-ginale, anche se in parte legatoa tradizioni pagane, non con-sentito però dal potere reli-gioso e civile del tempo.Basta leggere qualche passodel famigerato Malleus male-ficarum, un vero trattato dimetodi persecutori, approvatoin tutto dalla “Santa Inquisi-zione” verso queste donne de-finite “streghe” e accusate dicommerci carnali con Satana,per restare inorriditi da tantolivore e quasi odio nei con-fronti di donne che tentavanodi edificare una loro cultura,un contatto con la natura di-verso da quello pubblicamente

L’Ass.ne Vagamenteorganizza una grande serata artistica al Largo Belvedere

Grande musica e arte circenseL’associazione culturaleVagamente è lieta di invi-tarvi all’iniziativa pro-mossa per sabato 20luglio a piazzale Belve-dere a Rocca di Papa,all’ingresso del centrostorico, su una delle ter-razze panoramiche piùaffascinanti del paese.Per il quinto anno conse-cutivo Vagamente si inse-risce nell’estateroccheggiana con una se-rata dal carattere musi-cale che vedràl’esibizione di diversi ar-tisti che animeranno laserata. Si comincia alle 17:00con il circolo dei CastelliRomani del Movimentoper la Decrescita Felice,che terrà una dimostra-

zione pratica disaponificazione,un’occas ioneper imparare aprodurre con olivergini ed esau-sti dell’ottimosapone naturalea basso costo. A seguire ci saràun aperitivo condj-set e, neltardo pomerig-gio, l’esibizionedel gruppo ca-stellano MassivePulse e l’energe-tico “Reggaecircus” diAdriano Bono che garan-tiranno ottima musica ele esibizioni di diversi ar-tisti circensi.L’iniziativa sarà comple-

ammesso.E le “streghe” al di là delleleggende e le immagini popo-lari certo molto interessanti ecuriose, sono in realtà donneche con coraggio e abnega-zione, fede nel loro malvistooperare, nelle loro autonomericerche, sono riuscite mal-grado tutto a donare un contri-buto alla conoscenza di sé edel mondo, di come il macro-cosmo si rispecchi e s’inverinel “microcosmo” umano,anche raccogliendo eredità daepoche lontane: e per questodovettero subire processi som-mari, assai numerose con-danne al rogo, esclusioni dallasocietà.

Lo scrittore Federico De Angelis prende spunto dal libro di Maria Pia Santangeli

“Dalla suggestione popolarealla persecuzione delle streghe”

tamente ad ingressogratuito.Vi aspettiamo nume-rosi.

Ass.ne Vagamente

Adriano Bono

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PAGINA APERTA il Segno - Luglio-Agosto 201330

Negli ultimi cinque anni, dal 2008al 2012, la spesa alimentare dellefamiglie ha perso costantementepezzi per colpa della crisi, per-dendo in media 2,5 miliardi dieuro ogni anno. La situazione eco-nomica del Paese, con il suo caricodi oneri aggiuntivi e disoccupa-zione in aumento, ha costretto gliitaliani a tagliare mano a mano ilbudget per la tavola, che oggi am-monta a 117 miliardi complessivi.Meno Pil insomma.Approposito, tra quelle famiglie cista pure la mia. A ben guardare ho fatto pure dipeggio, ho tagliato quel 30% disprechi alimentari che gli statisticimi rinfacciavano. Non cambio ilmio telefonino fin quando ilprezzo del nuovo non scende con-siderevolmente: oh scenderà,scenderà, quei prezzi scendonosempre. Avevo pure 3 automobili ora 2:meno assicurazioni da pagare,meno bolli, meno manutenzione;un bel risparmio per me, ancormeno Pil per tutti.In vacanza? Dai miei amici, ri-sparmio un sacco: sì, vabbè, menoPil. Spending review si chiama,pari pari a quello che, tutti gli orga-nismi nazionali e internazionali,stanno chiedendo di fare per i costidello Stato. Occhio, è quello chestanno facendo pure le Imprese ri-ducendo, ancor di più, il costo dellavoro; mancando pure di fare in-vestimenti di capitale.Eggià, revisione della spesa, mi-gliorando la produttività delle ri-sorse impiegate, questo fanno gliex produttori di ricchezza. Duepiccioni con una fava: dispensanoancor meno redditi per fare laspesa; riducono la loro spesa pergli investimenti e, con i magazzinipieni, pure le scorte.“In Italia, nel periodo 2009-2013,la mancata crescita nominale delPil ha superato i 230 miliardi”. Lodice la Corte dei Conti nel suo rap-porto annuale sul coordinamentodella finanza pubblica. Una spending review da mozzareil fiato e strangolare l’economia!Per uscire dal guado, con quel fildi voce che ho ancora in gola,chiedo di poter adempiere al miocompito d’istituto. Giust’appunto, avere la disponibi-lità economica per poter acqui-stare quanto ho prodottolavorando, affinchè quel prodottonon resti invenduto, perdendo va-lore, bruciando ricchezza!

di Marcello LoisiDurante il XIV e ilXV secolo, la cu-cina e il gusto dellatavola erano temi

trattati da molti cuochi e ap-passionati, spesso rimasti ano-nimi, poiché trattare certiargomenti “futili” era conside-rato uno spreco di tempo. Latestimonianza più importantedi quella cucina si deve al Dehonesta voluptate et valetitu-dine (“Il piacere onesto e labuona salute”), una raccolta diricette di Bartolomeo Sacchi,detto il Platina. Stampato perla prima volta intorno al 1474,non si limita a essere unelenco di pietanze, essendo

Il Platina e ilRinascimento

gastronomico

PPiilllloolleeddii EECCOONNOOMMIIAA

di Mauro Artibani

Inadempienza

QQuueessttiioonnii ddii...... gguussttoo...................

...............

...................

..............

di Camilla LombardozziStephen King, scrittore di spicco delromanzo di genere gotico e horror,celebre soprattutto perché moltedelle sue opere sono divenute tra-

sposizioni cinematografiche di grande suc-cesso, giusto per citarne qualcuna “Shining”,“Carrie”, ”Christine, la macchina infernale” ed“Il miglio verde”, torna a far parlare di se attra-verso il suo nuovo romanzo “Joyland” uscitonelle librerie lo scorso 4 giugno. Joyland è un romanzo giallo, definito, precisa-mente, da Charles Ardai, editore della HardCase Crime, casa editrice del libro, come un

“Wodunit”, ovvero un giallo deduttivo; Joylandè ambientato nel 1973, nel Nord Carolina e rac-conterà la storia di un giostraio, il quale viene aconoscenza di un omicidio commesso moltianni prima, mai risolto.Ciò che stupisce di questo Wodunit, oltre allatrama, che incuriosisce molti lettori amanti delgenere Thriller, è la scelta dello scrittore di farpubblicare il romanzo esclusivamente in ver-sione cartacea e non in e-book; il contrario diquanto fece tredici anni fa, quando “Riding theBullet – Passaggio per il nulla”, venne pubbli-cato unicamente in versione digitale, propriocome incoraggiamento alla crescente editoriae-bookiana.Le parole di King, al Wall Street Journal, in me-rito a tale decisione sono state queste: “Per oranon ho pensato alla versione digitale. Forse, infuturo, ma per il momento lasciamo che lagente lo compri in una vera libreria”.Lo scrittore ha anche dichiarato che questo suoultimo lavoro, è uno dei suoi preferiti e la HardCase Crime era la migliore casa editrice che po-tesse pubblicare Joyland; in particolare per lostile pulp anni quaranta delle copertine.A Settembre il maestro dell’Horror tornerànella librerie e chissà, magari anche in e-book, con un altro romanzo intitolato “DoctorSleep” sequel attesissimo in tutto il mondo diShining.

In uscita l’ultimo lavoro letterario di Stephen King

Controtendenze,‘Joiland’si può leggeresolosucarta

pieno di annotazioni econsigli per la salute e sulcorretto utilizzo delle vi-vande finalizzato al benesseredella persona. Il Platina si ri-volse dichiaratamente alleclassi più agiate, alle quali luiapparteneva, facendo parte diun circolo di umanisti vicini alpapa. Trascorse gli ultimi annidella sua vita scrivendo saggidi storia dei pontificati, mal’opera per cui oggi è più ri-cordato rimane il De honestavoluptate, tra l’altro scritto du-rante un suo soggiorno ai Ca-stelli Romani, presso AlbanoLaziale.Nel Rinascimento, il piacereconviviale scavalca lo status di

peccato e approda alla speri-mentazione, con l’aggiunta dispezie e aromi esotici, masenza perdere la carica simbo-lica di distinzione sociale. In-fatti, in questo periodo, papi earistocratici portano l’arte ba-rocca all’interno delle cucine; icuochi si riscoprono scultori emodellano castelli e fantasie dizucchero. L’aspetto delle vi-vande è curato fin nei minimidettagli e le forme dei piatti ri-calcano quelle delle chiese edegli interni dei palazzi nobi-liari barocchi, con risultati in-credibilmente scenici.

Tolkien

Stephen King

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CULTURAil Segno - Luglio-Agosto 2013 31

di Loredana MassaroLa donna con una gamba sola èatrocemente ustionata, e la poliziadi Mumbai sta andando a pren-dere Abdul e suo padre. In unapovera baracca vicino all’aero-porto, i genitori di Abdul pren-dono frettolosamente unadecisione. Il padre, malato, restanella casupola con il tetto di la-miera e il pavimento pieno di im-mondizia per farsi arrestare.Abdul, l’unico che ha un lavoro,deve fuggire. E ora Abdul è inpreda al panico, a sedici anni inca-pace di pensare. “Belle per sem-pre” sono le piastrelle italiane checampeggiano sul muro che separal’aeroporto internazionale di

delle nuove tecnologie, dell’eco-nomia in fortissima ascesa nel-l’era del mercato globale, vive unterzo dei poveri e un quarto dellepersone denutrite del pianeta. “Belle per sempre” è lo slogan in-congruo, come un refuso, di uncontrappasso merceologico: nelquartiere dei cercatori di immon-dizie (spesso bambini) di “bello”c’è solo il fatto di riuscire a so-pravvivere anche solo un altrogiorno. Miseria, fetore, putri-dume, malattie, sono gli attributiadatti a descrivere la baraccopoliindiana: un girone infernale acielo aperto, gremito di un’uma-nità disperata. “Tutto attorno a noici sono rose. E noi siamo la merdatra le rose” dice Mirchi, il fratellominore di Abdul.Un romanzo-reportage di straor-dinaria presa emotiva che parlacon la voce degli ultimi. Premiatoin Usa con il National BookAwards. Tre anni di interviste, re-gistrazioni audio, appunti, video efotografie. Tre anni di studio, divita, di tentativi per comprenderee conoscere, per un’opera chemostra il lato più crudele e fragiledella vita di milioni di persone,centinaia di giorni, voci e storie,qualche metro al di sotto di unagrande autostrada, a un passodagli hotel a cinque stelle che ac-colgono i viaggiatori e gli uominid’affari in arrivo a Mumbai. Questo libro rende giustizia allastoria di famiglie vere, genitoricome maschere tragiche di farsesociali, adolescenti con il pesoamaro degli adulti.

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ssttoorriiaa

di Vincenzo RufiniL’antica arte dellaretorica che tantoha influito nelle re-lazioni del mondo

antico e per tutto il medioevo,in cui raggiunse il suo mas-simo apogeo, alle soglie dellamodernità ebbe il suo naturaleappannamento. L’illuminismoe la sua creatura artistica, ilneo classicismo, la relegarononelle soffitte della storia, ma lasua linfa, come un fiume car-sico, continuò ad infettare lementi e i cuori dei protagonistidella vita sociale nelle varieepoche. Anche nel dominioassoluto della ragione è moltodifficile, se non impossibile,sottrarsi nell’argomentare ilproprio pensiero alle arti sottilidella retorica, arte comunica-tiva, brillante e tronfia per ec-cellenza.Codesta forma di linguaggioebbe un soprassalto di gloria econseguentemente di epigonitra la fine del 19° e l’inizio del20° secolo; probabilmentesotto l’influsso della fede as-soluta nella scienza, di cui ilpositivismo ne era l’arteficemassimo, la retorica fu riesu-mata dalla pattumiera dellastoria al fine di inoculare alcredo scientifico una verveparticolarmente efficace,anche se foriera di inutili or-pelli lessicali.In Italia sulla scia delle presedi coscienza che il positivismoed il nascente socialismo eb-bero sulle teste pensanti del-l’epoca, si ebbe una ventata dinuovi profeti del logos (Pen-siero), i quali non impugna-vano più la spada percombattere gli avversari, bensìutilizzavano l’arma della pa-rola per diffondere il nuovocredo (il socialismo) tra lemasse di sfruttati, i quali vive-vano ancora in condizione diestrema sottomissione neiconfronti dei padroni moderni,vera incarnazione dei feuda-tari d’altre epoche.Fra coloro che duellavano conla sciabola e col fioretto dellaparola, ma più con la primache con il secondo, vi era uno

massimo esponente del positi-vismo italiano, e raggiunse inbreve la notorietà quando pa-trocinò la difesa dei contadinimantovani che avevano ani-mato il moto di ribellione de-nominato “La boje”. E’ inquesto tempo che il Ferri fecepropria la definizione di “So-ciologo Evoluzionista”, perconciliare la sua posizione po-litica alla teoria evoluzioni-stica di Darwin, un’etichettache lo accompagnerà per tuttala vita.Nel 1894 aderisce al partitosocialista e ciò gli costa la per-dita della libera docenzapresso l’Università di Bolo-gna; con la crisi di fine otto-cento, culminata nella stragedi Milano eseguita dal gene-rale Fiorenzo Bava Beccaris ela conseguente stretta repres-siva ordinata dall’allora capodel governo, il generale LuigiPelloux, Enrico Ferri si trovaad assumere la carica di diret-tore dell’Avanti, il quotidianosocialista.Nel frattempo partecipa, inqualità di deputato, all’ostru-zionismo parlamentare attuatodal partito socialista al fine diimpedire l’approvazione deidecreti eversivi; in questasede fa sfoggio delle sue im-ponenti qualità oratorie, eracapace di tenere discorsi delladurata di tre ed anche di cin-que ore, affatto tediosi ed anziricchi di pathos, di caloreumano e di una vena positivi-stica che ne costituiva ilnerbo.A ciò affiancava l’attività dipartito in cui assunse una posi-zione di assoluta intransi-genza, contrario ad ognialleanza elettorale con gli altripartiti, che lo relegò in mino-ranza, una posizione che loporterà per anni e per vari con-gressi a contrapporsi alla lineariformista del partito incarnatada Leonida Bissolati e Claudio

Treves. Nel Congresso di Bo-logna del 1904 riuscirà a con-trollare il partito tramitel’alleanza con la corrente deisindacalisti rivoluzionari, inquesto periodo di tempo Ferridette prova della sua spregiu-dicatezza politica appoggian-dosi anche ai riformisti pur diavere il dominio del partito so-cialista, un dominio che siestenderà fino al 1908 quandopartirà per il sud America pertenere una serie di conferenze. Al ritorno in Italia la sua in-fluenza nel partito vennemeno e la sua figura politicaandrà via via perdendo presti-gio; verrà isolato ma otterràancora l’elezione in parla-mento, dove il suo ruolo risul-terà sempre più marginale. Di lui si può dire che ha incar-nato in pieno le contraddizionidel socialismo italiano, chehanno impedito al partito diavere un ruolo più fattivo nellastoria d’Italia; sempre a metàstrada tra la concezione teoricasul modo di risolvere la que-stione sociale e la sua attua-zione pratica, sempreinterpretata in modo sogget-tivo e personalistico. Enrico Ferri ha tentato pertutta la vita di conciliare que-ste due posizioni, un po’ conla sua spregiudicatezza e unpo’ tenendo fede a quel “Co-raggio della pazienza” di cuiera fautore; indubbiamente fuun uomo onesto, un oratoredegno della retorica degli an-tichi, un grande avvocato (fului che, nel suo canto delcigno, difese nel 1927 VioletGibson, l’inglese che avevaattentato alla vita di Musso-lini, il quale senza volerglienelo fece nominare senatore).Un uomo contraddittorio macon un faro unico da seguirecon perspicacia: la scienza po-sitivista al servizio della po-vera gente per tentare dirisolvere la questione sociale.

RicordandoEnrico Ferri

Invito alla letturaBellepersempre

Mumbai dallo slumdi Annawadi, 3milapersone stipate in335 baracche, in-sieme a topi, maialie galline. Nell’In-dia dei software e

dei massimi oratori ita-liani: Enrico Ferri.Mantovano d’originesi laureò ben presto inGiurisprudenza sotto laguida del professorRoberto Ardigò, il L’On. Ferri

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32 il Segno - Luglio-Agosto 2013STORIE

I L R A C C O N T O D E L M E S Eanto tempofa, dopo se-coli e secoli

beri abbattuti corsero verso i loro lontaniluoghi di riunione da dove, tutti insieme,avrebbero ripreso a crescere di nuovo.Intanto gli uomini, quei pochi rimasti, mi-grarono verso altre galassie in cerca di unnuovo mondo, pieno di alberi.

Rocca di Papa, novembre 2003

TT

(ma molto molto dopo) i pochi uomini chegironzolavano per boschi e pianure si re-sero conto che, oltre a loro stessi, anchegli alberi avevano un’anima. E comincia-rono a preoccuparsi seriamente. Il legnoserviva per alimentare il fuoco, fabbricarei tetti delle capanne e le aste delle armi.“E -si chiesero- se le anime avessero con-vinto tutti gli alberi a trasferirsi in luoghiirraggiungibili? Come avrebbero fatto ariscaldarsi?”.

L’anima degli alberi

di Noga

di aspettative, glialberi riuscironoad ottenereun’anima e a par-lare fra loro.Molto tempo dopo

II ntanto il tempo trascorreva, e ugiorno dietro l’altro si formaronoaltri secoli e secoli e poi millenni e

millenni tanto che gli uomini ebbero tuttoil tempo per diventare più forti ed intelli-genti anche se la preoccupazione per lapresenza dell’anima degli alberi si facevasempre più opprimente. Ad un certo puntocedettero di aver trovato il modo di uscireda questo dilemma: “Cerchiamo di co-struire un’arma -si dissero- che ci con-senta di tagliare tutti gli alberi e farnedelle cataste dalle quali poi attingere persempre e sopperire così alle nostre neces-sità”.E così iniziarono a fare.Però gli alberi erano troppi e gli uominidiedero loro fuoco. Poi li bombardarono.

di Camilla LombardozziSi sa, così vanno le cose…ilmondo cambia, muta, sievolve e così anche tutto ciòche si trova al suo interno, so-prattutto i lettori cambiano,

non è un caso, infatti, che con le nuovetecnologie il classico lettore sia passato,per così dire, ad un livello superiore…eh sì perché, come accade nei video gio-chi, anche nella realtà gli essere umanirelegano in soffitta, o in cantina che dirsi voglia, i classici libri, quelli fatti dicarta, con la copertina rigida.Preferiscono leggere i romanzi attra-verso Tablet, E-book, Smartphone e chipiù ne ha più ne metta, è vero, andare dipari passo con le tecnologie non è unmale, in quanto rappresentano il futuroe perciò è giusto starvi a contatto e nonrimanere mai indietro, soprattutto perchi, come me, vuole intraprendere lastrada del giornalismo; eppure l’odoredella carta, la sensazione di toccarla conle dita, la propria libreria personale,sono cose a cui, molti di noi lettori, nonpossono rinunciare, in fondo sono con-siderati una sorta di cordone ombelicalecon il passato e se è vero che il cordonela maggior parte delle volte bisogne-rebbe tagliarlo, direi che in questo casosi potrebbe fare un’eccezione.Ma, ahimè, nonostante i fedelissimidella carta stampata, le statistiche par-lano chiaro, un numero sempre più cre-scente di persone, apprendono le notiziedegli ultimi libri in uscita, da Twitter eFacebook e perciò invece di dirigersi inlibreria e comprare il proprio romanzopreferito, preferiscono scaricarlo conuna applicazione sul proprio cellulare osul PC e leggere attraverso questi ultimi.Cosa ancor più sorprendente è che seprima era una fascia essenzialmentegiovane a leggere un libro attraverso ap-parecchi digitali, oggi anche gli anzianisi stanno convertendo alla nuova era delDigital-Book.Personalmente trovo che le sensazioniche ti trasmette un libro cartaceo, sianoun qualcosa di ineguagliabile, così comepassare le ore all’interno di una biblio-teca o di una libreria per poi scegliere illibro che dalla trama e dalla copertina cicolpisce di più.Forse la tecnologia finiràper distruggere (o meglio cancellare) ilnostro passato? O è meglio poter la-sciare una porta aperta a quello che infin dei conti fa parte del nostro bagaglioculturale?

Segui Camilla sui Suoi bloghttp://ibisbeticidomati.wordpress.comhttp://lesportiveromane.wordpress.com

Spunti di letteratura

Digital-bookei libridicarta

PP oi li avvelenarono con i defolianti.Infine li contaminarono definitiva-mente. Ma le anime di tutti gli al-

La poesia del mese

di Anna Giovanetti

Nella dolce quiete di un pomeriggio estivoritempro la mia mente ed il mio corpo,distesa in dormiveglia sul divano,mentre soffuso giunge da lontanoun vociare di bimbi che giocano festanti!

Il sole filtra attraverso le persiane e l’ombra delle stesse mitiga almeno un pocol’afa incandescente;in questa quiete non penso più a nientee una benefica calma l’intera stanza invade.

Ma ecco un malinconico ricordo,riaffiora d’improvviso nella mente, di quando anch’io bambina giocavo nella strada,incurante del caldo, con la fronte sudata, felice di un anno di scuola ormai finito.

EstateE quasi volevo imprigionarequel tempo gioioso che passava veloce,cantando a squarciagola con tutta la mia vocesemplici ritornelli che accompagnavano il mio gioco festoso.

No c’era tempo neanche per mangiarelo facevo infatti quasi sempre di corsaa volte un panino mandato giù per forzaper paura di far tardi per ricominciare.

Ne è passato di tempo da quei giornieppure quando sento d’estate quelle voci,mi vien voglia di scendere per stradainsieme a quei bimbi per giocare,perché sono ormai troppo grande mal’animo è rimasto un po’ bambinoe poi non ho mai smesso di sognare!

Un faggio diRocca di Papa

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33il Segno - Luglio-Agosto 2013 MUSICA

di Massimo Onesti

mente la lungasuite A Plagueof LighthouseKeepers che nellontano 1972contribuì a farrimanere ildisco che lac o n t e n e v a ,Pawn Hearts,per più setti-mane nelleclassifiche ita-liane dei dischipiù venduti. Pur

ConcertoVan der GraafGenerator -Stevie Wilson

PISTOIA BLUES

Nella caratteristica cornice ar-chitettonica rinascimentale,propria di alcune cittadine to-scane, nella piazza del duomodi Pistoia, nell’ambito del bluesfestival che porta il nome dellacittà, ha avuto luogo un doppiointeressante concerto che havisto esibirsi due fra i nomi piùsignificativi di un certo tipo dimusica che spazia oltre il rock.I Van der Graaf Generator, ca-posaldi imperiosi del rock pro-gressive degli anni ‘70, che inquesti ultimi anni stanno vi-vendo una nuova giovinezza ri-visitando i loro pezzi piùsuggestivi e che li hanno portatiad essere uno dei gruppi piùamati in Italia ma non esimen-dosi dal produrre, in questa at-tuale rifondazione, ancoradischi con così nuovi brani chevanno ad aggiungersi ai capola-vori del passato.E nei loro spettacoli dal vivo,scarni nella forma e priva degliorpelli scenici peculiari nellamaggior parte delle band delrock, spaziano fra canzoni anti-che e attuali, pur mantenendouna certa linearità stilistica.Quello che propongono i miticiVDGG in questa calda serataestiva sono soprattutto le lun-ghe suiteche hannocaratteriz-zato signifi-cativamenteil loro mododi com-porre. E cosìecco Interfe-rence Pat-terns da unodegli ultimilavori, eccoF l i g h t ,denso e avvolgente lungobrano, facente parte del lavorosolista di Peter Hammill deglianni ‘80 Black Box, poi Bunshodall’album del 2012 A grou-ding by the numbers e final-

senza la presenza della figuraportante di David Jaxon alsax e ai fiati, ora i nuovi Van-derGraaf rimasti in tre: PeterHammill, voce-chitarra-piano, Hugh Banton, tastiere-organo-bass pedal, GuyEvans, drums, riarrangiano lasuite in modo più asciutto, es-senziale e dalle timbriche piùpotenti e dove la voce diHammill travolge con la con-sueta verve, fra gl’innalza-menti di tonalità ora alte, oraprofonde, ora aggressive, oradolci e melodiche.Chiude l’esibizione del trio ilbrano Childlike Faith in Chil-dhood’s End, dall’album capo-lavoro Still Life, un pezzocarissimo oltre che al grupposoprattutto al pubblico che silascia trascinare con una fie-vole nostalgia fino a che,verso la fine del brano, il Siiii-leeeent, solitario e senza mu-sica, di Peter echeggiapossente nella piazza scuo-tendo e straziando di gioia e diestasi fin nelle viscere l’anima

d e g l ia s c o l t a -tori.D o p o d i -ché eccosalire sulpalco, conuna nuovaband, ill e a d e r ,S t e v eWilson, diun gruppo,Porcupine

Tree, che si è già relegato inquesti anni dal ‘90 in poi unposto di nicchia e di tutto ri-spetto fra i grandi del Prog enon solo. Wilson non smenti-sce la sua fama e proponendo

pezzi soprattutto tratti dal suoultimo solista,The Raven That Refused ToSing (And Other Stories), fraatmosfere soffuse, raffinate,sinfoniche, senza eccessi dimanierismo, conduce il pub-blico in un viaggio oniricocome verso degli affreschi go-tici e lievemente Horror,molto alla Tim Burton, il re-gista che rivisita con trattidark il mondo della fiaba, coa-diuvato per questa escursionenel metafisico soprattuttodalle immaginiche scorronodietro il gruppoche più checome video dicanzoni, si pro-pongono pro-prio come degliautentici corticinematografici.Sostenuto daun’ottima band,Wilson si al-terna fra chitarreelettriche e acu-stiche, trascinando in modocoinvolgente con un soundanche potente, soprattutto perla incisività della ritmica delbassista e del batterista, sup-portati magicamente dalle de-scrizioni suggestive deltastierista e flautista. L’ascoltoin intimità avvolge la piazzadella città toscana che con lasua monumentalità antica daancora più risalto alle atmo-sfere delicate e profonde diWilson che nel bis finale con-cede ai fan, che si lanciano in-sieme al musicista nel cantodel ritornello, un brano storicodei Porcupine Tree, Radioac-tive Toy, dove le immagini fia-besche e gotiche lasciano il

posto a flash di contamina-zioni nucleari fra paesaggi na-turalistici e urbani. Nel pomeriggio al museo Ma-rini di Pistoia si era svolta, inpresenza degli organizzatoridel festival e degli autori, laconferenza stampa per il lan-cio di due libri sui Van DerGraaf Generator, uno storio-grafico sulla Biografia Ita-liana dei Van Der GraafGenerator del giornalista ecritico musicale Paolo Car-nelli che ha cercato di far rivi-vere in modo molto preciso eattento, supportato da docu-menti come articoli di gior-nali, soprattutto musicalidell’epoca (Ciao 2001, Gong,Super sound, ect.) alternati atestimonianze di giornalisti,conduttori radiofonici e anchedi semplici fan che raccontanoaneddoti, cronache, curiositàsulle apparizioni del gruppobritannico sulla nostra peni-sola ma regalandoci anche unavisione più ampia su quell’ef-fervescente periodo storico,facendoci rivivere quegli anniin modo appassionante e coin-volgente.L’altro, sulla traduzione deitesti degli album solisti diPeter Hammill dal 1971 al1980, redatto dal GruppoDi-studioPeterHammill/VDGG,il cui direttore Emilio Maestri

in modo molto avvincente haillustrato le pulsioni e le ra-gioni che muovono un gruppodi fan per affrontare un com-pito così complesso comequello di confrontarsi con itesti, spesso enigmatici e chescavano così profondamentenell’animo umano, dell’artistainglese. In seno alla confe-renza stampa, alternata ai variinterventi, ci sono stati duemomenti di lettura, da partemia, di due brani di Hammill,fra i più toccanti come Vision eModern e che hanno dato unapiccola vibrazione di unmondo così affascinante e da-gl’infiniti significati comequello di Peter Hammill.

Avvenimenti musicali

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VAGABONDANDO il Segno - Luglio-Agosto 201334

di CamillaLombardozziBenicio del Toro è senzadubbio considerato unodegli attori più versatili

che il cinema Hollywoodiano abbiamai avuto, il calarsi nei ruoli, il piùdelle volte non semplici, è una dellecaratteristiche che lo contraddistin-guono.Non è un caso infatti, che abbia ac-cettato di interpretare uno degli uo-mini più potenti e pericolosi degli

anni ‘70-‘80 del pa-norama delnarcotraf-fico co-lombiano,niente dimeno cheP a b l oE s c o b a r ,noto peraver cor-rotto unnumero in-calcolabile

di ufficiali governativi, politici egiudici colombiani. Il suo motto eraessenzialmente questo: “PlataoPlomo”, ovvero “O accetti i soldi omuori”.Il film si intitola “Paradise Lost” evede il debutto alla regia dell’attoreitaliano Andrea di Stefano, visto re-centemente nel film di Angle Lee,“Vita di Pi”. La pellicola non sarà esclusiva-mente una biografia di Escobar,bensì è incentrata sul punto di vistadi un giovane ragazzo, di nomeNick, arrivato in Colombia alla ri-cerca del fratello, si innamorerà diuna ragazza del posto, la quale ri-sulta essere lanipote delBosso PabloEscobar. Nick sarà in-t e r p r e t a t od a l l ’ a t t o r eJosh Hutcher-son, impegnato nelle riprese del se-quel di Hunger Games,trasposizione cinematografica dellatrilogia di fantascienza di SuzanneCollins.Paradise Lost, approderà nella salecinematografiche nel 2014, non ciresta che aspettare ulteriori indiscre-zioni su questo attesissimo movie.

In giro per musei... Il Colosseo

L’ultimo sciopero è stataunagaranziaancheperi turisti

di Marcello LoisiI turisti in visitanella nostra capi-tale e nelle vici-

nanze, troveranno qualchecomplicazione in più del so-lito. Dopo il Colosseo e imaggiori musei romani,anche gli importanti siti ar-cheologici di Villa d’Este eVilla Adriana sono stati coin-volti dagli scioperi dei dipen-denti pubblici del Ministeroper i Beni e le Attività Cultu-rali. Le ragioni della serratasono molteplici, ma spesso ri-conducibili alle croniche dif-ficoltà della gestione dei beniculturali del nostro Paese. Al-cuni di questi problemi ri-guardano problemi“immediati”, come i ritardinei pagamenti, la mancanzadelle indennità di turnazionee l’insufficienza di personale.Ma questi sono solo le conse-guenze della persistente man-canza di una visione

d’insieme, unaproiezione alungo termine,un progetto checuri, comunichie promuova ilnostro patrimo-nio culturale.Le sigle sinda-cali, come sem-pre, tutelano idiritti dei lavo-ratori, ma inquesto caso siha la sensazione – anzi, lacertezza – che agiscano anchein nome dell’intera comunità,e non solo nazionale. Sistanno muovendo anche pergarantire ai turisti la fruizionedei siti, ma specialmente perassicurare un futuro a musei,zone archeologiche, parchi ebiblioteche ormai divenuti oluoghi di un’isolata erudi-zione per i pochi che li cono-scono, oppure luoghi del piùdeleterio consumismo, quelloammantato di una legittima-

zione culturale. Nel primocaso, si perdono le possibilitàcomunicative del bene cultu-rale, nel secondo è a rischio lasua stessa identità.In un Paese come il nostro,che possiede un’immensaquantità di beni culturali, “pa-trimonio” (culturale s’in-tende) può veramente esseresinonimo di “capitale”, mac’è sempre qualcuno che af-ferma che con la cultura nonsi mangia. È forse il caso didare voce ad altri.

Film in uscitaBenicio del Torosarà il discussoPablo Escobar

Escobar

Benicio Del Toro

Una notte da leoni 3di Giulia De GiorgiUna notte da leoni 3 è il terzo ed ultimo capi-tolo della saga cinematografica. I quattro inse-parabili amici Phil, Stu, Doug e Alan siritrovano ancora insieme per un’ultima entu-siasmante avventura. Per chi ha visto i due ca-pitoli precedenti non servono presentazioni maper chi si trovasse per la prima volta a fare iconti con loro è giusto spiegare che il punto dipartenza dei primi due capitoli è più o meno lostesso: Phil, Stu e Alan si svegliano dopo avertrascorso la serata insieme. Fino a qui tutto ok.Il punto è che quando si svegliano non ricor-dano nulla (questo perché Alan senza farsi sco-prire ha fatto assumere loro una particolaresostanza stupefacente che fa perdere la memo-ria) e si ritrovano in un caos totale molto lon-tani dal posto in cui hanno l’ultimo ricordo. Lafase successiva è quella di ripercorrere leazioni svolte durante la notte per cercare di ca-pire cosa sia davvero successo. Stavolta l’azione parte in modo diverso: tuttoha inizio sulla strada che i quattro percorronoper portare Alan in una clinica psicoterapeuticanella quale avrebbe dovuto del tempo alla ri-cerca di se stesso e nella speranza di diventareun uomo maturo. Alla clinica, però, non arrive-ranno mai. I quattro malcapitati vengono coin-volti da Marshall, un trafficante di droga, nellaricerca di Leslie Chow (vecchio amico di Alan)accusato di avergli rubato un ingente bottino.

Con Doug come ostaggio i tre amici non hannoscelta: devono trovare Chow e riportare i soldirubati.L’impresa non sarà facile e gli inseparabiliamici dovranno affrontare divertenti ed esila-ranti peripezie. Dopo aver riportato il bottino e ottenuto incambio la liberazione di Doug, Alan decide ditroncare la sua strana amicizia con Chow checausa problemi e situazioni spiacevoli. Forsedavvero Alan è cambiato. Quest’ultima espe-rienza con i suoi veri amici forse è stata più de-cisiva di qualunque terapia avrebbe potuto farenel centro di recupero.Al limite tra la fantasia e la realtà Una notte daleoni 3 riesce a mescolare divertimento e sen-timento, amore e follia. Ciò che unisce davveroquei ragazzi è un profondo sentimento di ami-cizia. Situazioni insolite li hanno messi di fre-quente a dura prova ma alla fine di ogniavventura ne sono usciti sempre più legati. Ilfinale un po’ ci rassicura un po’ ci fa sorridere.L’indomani del matrimonio di Alan i quattro sisvegliano di nuovo nel caos più totale. Ancorauna volta hanno passato “una notte da leoni”.

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TEMI D’OGGI 35il Segno - Luglio-Agosto 2013

Anche glianimali

“parlano”

di AnnaritaRossiNarra una leggendache un anello ma-gico diede a Re Sa-

lomone il potere di parlare aglianimali e di capire il loro lin-guaggio. Comprendere la comu-nicazione tra gli animali è quelaffascinante studio che diversiscienziati tra i quali, etologi, pri-matologi e altri da tempo appro-fondiscono osservando glianimali in libertà. Distesa su diun prato ad occhi chiusi avvertoun ronzio intorno a me che atratti si avvicina e poi si allon-tana, è un ape che vola descri-vendo un circuito ad otto, poi sene va e non la sento più. Ododegli uccellini cinguettare,chiudo nuovamente gli occhi emi lascio trasportare da queicanti; chissà cosa staranno di-cendo? L’ape non credo avesseintenzione di pungermi; allora,cosa stava facendo? Mi incuriosisco e mi collego inInternet scoprendo che l’ape at-traverso quella sorta di danza co-munica alle sue compagne dove

mini spesso incantano mentrenegli insetti avviene tramite lavibrazione delle ali, con l’uso diantenne e zampe. Nei cetacei epipistrelli invece la comunica-zione si è evoluta a tal punto cheil loro sistema di orientamentofunziona come un sonar. E poimediante i segnali chimici, qualii feromoni, gli animali attrag-gano l’altro sesso, ma non solo,c’è anche chi improvvisa delleincredibili danze per sedurre. E’indubbio che uno dei doni del-l’uomo sia proprio quello di par-lare e di esprimersi con la parolama esso non è l’unico essere chepuò comunicare; anche gli ani-mali comunicano tra i loro si-mili, con altre specie ma anchecon l’uomo come quando conl’agitare della coda, con quelbrontolio, ringhio, abbaio o mia-golio, quelle fusa, quel battito diali, quel movimento delle orec-chie e non da ultimo con quelparticolare sguardo che può es-sere triste, implorevole o gio-coso, vogliono mandarci deisegnali visivi. All’uomo spesso tali atteggia-menti sfuggono o non vengonoconsiderati affatto. Si può pro-vare ad apprendere quello che glianimali vogliono comunicare anoi e ai loro simili semplice-mente usando sensibilità e ri-spetto, ricordandosi sempre, cheanche loro provano emozioniproprio come noi, compren-dendo che dopotutto quello loroè soltanto un linguaggio diversodal nostro.

ilTocco

Lo scorso 29 aprile la Presidentedell’Ordine degli Psicologi delLazio, Dott.ssa Marialori Zacca-ria, ha scritto al Senatore IgnazioMarino, riguardo alla proposta diistituire la figura professionaledello psicologo di base conven-zionato con il Servizio SanitarioNazionale, esaltando l’impor-tanza di tale figura, ai fini di pre-venire e intercettare i primi disagipsicologici prima che questi sitrasformino in disturbi cronici,con enormi ricadute sulla spesasanitaria e sottolineando comel’integrazione delle competenzedel medico e dello psicologo, chesarebbe presente così negli studimedici, aumentino considerevol-mente l’efficacia del servizio of-ferto, nella doppia modalitàriguardante sia la condizione fi-siologica che quella psichica e re-lazionale dell’utenza. Purtroppol’unica iniziativa in materia, laProposta di Legge C. 3215 avan-zata dallo scorso Parlamento, nonera stata trattata dalla Commis-sione assegnataria in sede refe-rente. Il Senatore con una notasuccessiva alla nuova proposta, haevidenziato come uno degli obiet-tivi della sua campagna elettoralesia la piena integrazione della fun-zione psicologica nei contesti sa-nitari, per favorire l’incontro traservizi medici e psicologici. Nellanota si propone anche l’istituzionedi un Assessorato alla qualità dellavita tale che l’intervento di curanon si focalizzi solo sulla malattia,ma sia globale.Gli studi del medico di base, nelleintenzioni del Sindaco, devonodiventare dei centri di salute terri-toriale con la presenza dello psi-cologo almeno una volta allasettimana. Come psicologa psico-terapeuta, io auspico, che tuttoquesto si traduca in un’effettivacollaborazione tra medici e psico-logi, poiché la psiche e il corponon sono due entità separate, masi influenzano reciprocamente e idisagi dell’una si riversano sul-l’altro e viceversa.

Per scrivere alla dott.ssa Benelli:[email protected]

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ppssiiccoollooggiiaa

diErmannoGatta

Lo Psicologodi base

poter trovare sia il cibo che la di-stanza del luogo dove reperirlo eche glielo riferisce portando sulcorpo delle altre api nell’alveareun pò di nettare o polline propriocome campione. Già questo diper se è sbalorditivo ma sono ve-ramente tanti i sistemi di comu-nicazione tra gli animali.Tramite i movimenti del corpo el'assunzione di particolari posi-zioni e colorazioni tentano di farcapire il loro intento, diversespecie infatti cambiano il coloredella loro pelle come nel casodelle seppie e dei camaleonti perspaventare, avvertire, attrarre omimetizzarsi. Negli uccelli la comunicazione èuditiva e avviene attraverso queimelodiosi suoni che a noi uo-

La vita in (20) lettere

PREFERISCO essere con chi mi ha compratoe non con chi mi ha venduto.

Le PIU’ brutte giornate sono quelle in cui non abbiamo riso.

di Enea Trinca

POSSIAMO allungare di molto qualunque cosa ma nel frattempo accorciamo la vita.

PUOI offendere un avversario,semplicemente lodandolo a gran voce per le qualità che gli mancano

Il PRIMO segno di intelli-genza è dubitare di te stesso.

Di tutti gli animali esistenti,il PEGGIORE è l’uomo.Non capisce che la sua intelligenza lo sta portando all’autodistruzione.

PRIMA di litigare col PesceMartello la Sogliola aveva un altro aspetto.

PP

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il Segno - Luglio-Agosto 2013 Ultima pagina

LLeetttteerree,, PPrrooppoossttee,, PPrrootteessttee ee [email protected] - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

IL SINDACO...MA ANCHE GLI ALTRILa nostra cittadina sta sprofon-dando giorno dopo giorno nelbaratro. Al centro delle pole-miche vi è il Sindaco PasqualeBoccia quale artefice del tra-collo che stiamo vivendo. Nondimentichiamo però che dasolo non sarebbe potuto arri-vare a tanto. L’azione (o devastazione?)amministrativa è stata suppor-tata dai rappresentanti chesono stati eletti con lui e chenon sembrano avere la minimacoscienza dei danni incalcola-bili che hanno provocato par-tecipando “allineati e coperti”alle decisioni che hanno deter-

minato un siffatto stato dellecose…

Francesco Tartaglione

NON HO PIU’ LAVOROIN QUEST’ITALIAVi scrivo questa lettera per farconoscere ai lettori la condi-zione che vive una personacome me che da quasi un annonon lavora e non perché non neha voglia ma perchè è impossi-bile trovare un’occupazionedopo essere stati licenziati a 50anni. Alcuni giorni il mio soloscopo è quello di trovare pochieuro per un panino. Altri misento davvero stanco di conti-nuare a sperare. In quest’Italianon vedo più un futuro a cui

aggrapparmi. Lettera firmata

ERRATA CORRIGEIL SEGNO DEI TEMPISul numero di giugno, nellarubrica “Il Segno dei tempi”del maestro Carfagna, ab-biamo commesso qualche er-rore nello scrivere duenòmere: invece di Brozza ab-biamo scritto Brozze, e invecedi Fargiò abbiamo scritto For-giò. Ce ne scusiamo con gli in-teressati e con i lettori.Altra correzione: sul numerodi aprile, invece, l’errore èstato commesso nel titolo sui“mestieri di una volta”. Non sitrattava de “I cavallari …” made “I vetturini di Rocca”.

La storia del barista gentile e silenzioso

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

Il maestro Carfagna stavoltaci porta alla scoperta di unasala da biliardo di cinquan-t’anni fa, che i diciottenni diallora sicuramente ricorde-ranno. Questa sala si trovavaall’interno di un bel barampio e moderno, dove oggi

si trova il negozio di fiori del Corso (scen-dendo sulla destra). L’attività era gestita daun signore che non era originario di Roccadi Papa ma che qui trovò la sua giusta di-mensione. Quest’uomo era dotato diun’educazione e di una calma encomiabili.Difficilmente lo si vedeva arrabbiato, era dipoche parole ma sempre gentile, anche conquei clienti che mettevano a dura prova lasua pazienza.Un giorno ebbe anche il grande onore diservire un caffè a Giuseppe Di Vittorio, unodei più grandi sindacalisti italiani (forse ilpiù grande di tutti), arrivato a Rocca diPapa per partecipare a un incontro nell’al-lora sezione del PCI. E’ il maestro Carfagnaa raccontarci questa storia: “Lo servì comefosse un cliente abituale, dicendogli sem-plicemente: Desidera?! Portatogli il caffè,non lo disturbò minimamente, lasciandoloscrivere i suoi appunti politici seduto a untavolino”.Questo bar era il ritrovo di gran parte deidiciottenni di Rocca. La sala biliardo eracollocata dove oggi si trova l’ufficio di as-sicurazioni di Mario Gatta (allora la portad’ingresso era chiusa) e vi si accedeva at-traverso il giardino interno del bar. Questofamoso barista periodicamente provvedevaa ritinteggiare le pareti dei locali, di unbianco luminoso e pulito. Così bianco cheun giovane artista come il nostro Carfagna-assiduo frequentatore del bar- non potevanon essere attratto da quella superficie che

sembrava un foglio di carta da disegno! Ciracconta Carfagna: “Io avevo l’abitudine, eancora oggi ce l’ho, di portare sempre conme una matita da disegno e un coltellinoche serviva per rifare la punta. Le paretibianche del bar erano irresistibili e, unasera, cominciai a fare un primo disegno, poiun altro e un altro ancora. Dopo qualcheanno -continua Carfagna- la stanza era tuttadisegnata e il bianco non si vedeva più. Di-segnavo di tutto: aerei, campioni sportivi,ciclisti, piscine con tuffi, carri armati… masempre con la paura di essere scoperto”.Per evitare che il proprietario lo pizzicasse,Carfagna si serviva di un suo amico nelruolo di “palo”. Chissà che cosa avrebbefatto il barista se avesse scoperto il respon-

sabile di quei disegni! Una sera accaddel’inimmaginabile: l’artista fu sorpreso conla matita in mano mentre disegnava un altrosuo capolavoro. A Carfagna gli si gelò ilsangue, rimase un attimo col fiato sospesoe, poco dopo, il barista lo fissò senza direuna parola, accennò un sorriso e se ne andò.“Solo in quel momento -ci racconta Carfa-gna- ripresi a respirare”. Il nostro artista-di-segnatore venne poi a sapere da un altrocliente abituale del bar, che il proprietariogià sapeva da qualche anno chi fosse il “de-coratore” delle pareti. A distanza di tanto tempo, il maestro Carfa-gna vuole ringraziare questo famoso baristache tutti i roccheggiani impararono ad ap-prezzare per la sua calma.

Oggi, comenegli anni tra-scorsi, siamoqui a farti i no-stri auguri peri tuoi primi 90anni. Con affetto,tua moglie Lucia, i tuoi figli,nuora, generi e nipoti.A Remo Verdinelli vannoanche gli auguri dell’intera re-dazione del Segno per questotraguardo importante.

Auguri a RemoVerdinelli per i suoiprimi novant’anni!