GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2015 Alleanza nel segno del vino …4erre.com/immagini/dicono/Eco di Bergamo -...

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10 Economia L’ECO DI BERGAMO GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2015 cune soluzioni, messe in atto negli Stati Uniti e in Australia dove il coleottero è presente da anni, potrebbero essere l’estra- zione dei melari per non con- sentire che le uova del coleotte- ro mangino il miele e la conser- vazione a basse temperature e scarsa umidità, e la smielatura in tre giorni con conservazione del miele sempre sotto i cinque gradi o a meno 40% di umidità. Sono ipotesi che verificheremo sul campo dopo aver capito co- me e dove si svilupperà la mi- naccia». Gloria Belotti ©RIPRODUZIONE RISERVATA messo. Ci rendiamo conto dei danni in primavera. Mai come in questo periodo stiamo regi- strando casi di virosi in pianu- ra». Attualmente si stanno trat- tando gli alveari contro il pa- rassita Varroa: «L’infestazione sembra contenuta, ma vedre- mo i risultati tra settembre e ot- tobre». Rispetto alla minaccia del coleottero, Mazzucconi non ha dubbi: «Arriverà. La la- vorazione del miele subirà un’obbligata accelerazione perché si dovrà evitare che l’Aethina, che divora il miele, non attacchi e non proliferi. Al- lefiori - sottolinea Mazzucconi -. Il tiglio raggiunge i 15-20 chi- logrammi nelle zone a bassa al- titudine, mentre diminuisce salendo di quota, va dai 15 ai 6 chili. Meno il rododendro (dai 5 ai 12 chili), 12 chili anche il ca- stagno, mentre quasi nulla la melata che si attesta sui 2-3 chi- li per alveare». Si preannuncia, invece, una stagione complessa per la ge- stione degli alveari con l’ormai atteso arrivo dalla Calabria del coleottero Aethina tumida, che si ciba di miele, polline e della covata: una vera minaccia alla sopravvivenza delle api. «Altro problema che stiamo cercando di affrontare in pianura è la contaminazione degli alveari causata dal pesticida utilizzato in agricoltura nella concia delle sementi del mais - afferma Mazzucconi -. A volte viene im- piegato anche in fioritura, in tal caso le api muoiono subito sul fiore; più frequentemente ac- cade che le api raccolgano il polline infetto e lo trasportino nell’alveare. Qui se ne cibano le larve e quindi nascono api dal sistema immunitario compro- Il 2015 è un anno dol- ce per la raccolta di miele nella nostra provincia. La richiesta del mercato è alta, anche a fron- te della scarsità di prodotto re- gistrata nel 2014 a causa del maltempo. Nei 18 mila alveari bergamaschi (gli apicoltori so- no 800) si sono confezionati circa 3.500 quintali di miele, contro i 1.500 dell’anno scorso. I prezzi sono comunque ri- masti stabili: «Al chilo, il pro- duttore vende all’ingrosso il miele più comune, quello di ro- bina, a 7,50-8 euro - spiega Marco Mazzucconi, presidente dell’Associazione produttori apistici della provincia di Ber- gamo - al dettaglio si arriva a 11 euro. Quello proveniente dal- l’estero, in particolare da Bul- garia e Romania, si vende all’in- grosso a 6 euro». E quest’anno «la domanda è altissima rispet- to alla disponibilità di prodot- to, a causa dell’annata disastro- sa del 2014», precisa Mazzuc- coni. La produzione di miele si sti- ma così ripartita per alveare: «Siamo sui 15-20 chili di miele di robina e sui 10-15 chili di mil- Annata dolce per il miele: 3.500 i quintali Dopo un 2014 da archiviare, la produzione di miele è tornata a crescere Un settore in conti- nua ascesa quello legato al tempo libero e alla vivibilità in genere: con le sue 1.273 realtà, in crescita nell’ultimo anno di ben 60 unità, Bergamo (prece- duta in Lombardia solo da Mi- lano e Brescia) è tra le provin- ce leader in Italia con quasi 2.500 addetti. Emerge da un’elaborazione del servizio Studi della Camera di com- mercio di Milano su dati Info- camere al 2° trimestre 2015 e 2014. Complessivamente in Lombardia sono 12 mila le im- prese del settore, su un totale nazionale di 77mila: pratica- mente una su sette, con 22 mi- la addetti su 132mila a livello nazionale. Le aziende lombar- de crescono inoltre del +3,3% in un anno, dato superiore a quello dell’Italia, +1,9%. Tornando a Bergamo, gran parte delle imprese (860) so- no legate alla cura e alla manu- tenzione del paesaggio, ma esiste anche una solida tradi- zione legata all’attività sporti- va, che conta in provincia ben 310 realtà, mentre 130 impre- se si occupano di creazioni e rappresentazioni artistiche e letterarie. Tempo libero e vivibilità 1.200 aziende in provincia Nuovo appuntamento zootecnico a Roncola San Ber- nardo: dopo la riuscita della Fie- ra caprina interprovinciale, oggi si apre la serie delle mostre con- corso delle bovine di razza bru- na. A seguire le sei rassegne di Valle Brembana (Valtorta, Seri- na e Branzi a settembre; Dosse- na, Taleggio e Camerata Cornel- lo ad ottobre), ValSeriana e Val di Scalve. A Roncola la zootecnia mantiene un ruolo importante. «Abbiamo un territorio ancora ben conservato - precisano dal comitato organizzatore del- l’evento - proprio grazie alla pra- tica zootecnica». La manifesta- zione si svolge al campo sportivo parrocchiale dove convergono le bovine (in misura limitata an- che le bovine pezzate rosse) di aziende del luogo, del resto della Valle e di Almenno e Palazzago. La valutazione dei capi è affidata ai tecnici Anarb e Aipa che desi- gnano i soggetti migliori per età e la reginetta e la regina. La mo- stra si apre alle 8; dalle 9 si tengo- no le operazioni di valutazione e le premiazioni a mezzogiorno. Per l’occasione si tiene anche un mercato di prodotti tipici del- l’agricoltura bergamasca. S. T. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Roncola, al via la fiera bovina C’è attesa per la «regina» MAURIZIO FERRARI A differenza di altri settori economici, dove joint- venture e aggregazioni sono al- l’ordine del giorno, in agricoltu- ra questo tipo di legami è sicura- mente più raro, spesso perché, per quanto riguarda la terra, la diffidenza verso i concorrenti continua a regnare sovrana. Ec- co perché diventa molto inte- ressante l’alleanza che sta na- scendo in Bergamasca sul fronte del vino biologico tra una coop sociale e un’azienda privata e che già in passato si sono distin- te sul fronte dell’innovazione: la Cantina Sociale Bergamasca di San Paolo d’Argon e la Quattro- erre-Villa Domizia di Torre de’ Roveri. L’accordo siglato dalle due re- altà prevede la ristrutturazione e la lavorazione comune di un vi- gneto di quasi 10 ettari nel co- mune di Scanzo, già quasi com- pletamente ristrutturato, pro- prio nel centro di Rosciate. La novità, però, riguarda la filosofia che hanno scelto di seguire: il vi- gneto sarà appunto coltivato per la produzione biologica, nel pie- no rispetto di quello che, ad ogni effetto, può essere considerato un vero e proprio «giardino» in mezzo al centro abitato. Strate- gie messe in atto per anticipare le evoluzioni del mercato, so- prattutto quello estero, molto sensibile a questo filone. Questo accordo oltreché strategico, di- venta altamente simbolico per- ché sancito a Scanzo, unico co- mune bergamasco che può van- Il vigneto a Scanzo ristrutturato che verrà utilizzato per la coltivazione biologica dopo l’alleanza tra Cantina Sociale Bergamasca e Quattroerre Alleanza nel segno del vino biologico Vigneto-laboratorio a Scanzo. L’intesa, rara nel settore, tra la Cantina Sociale Bergamasca e la Quattroerre Utilizzati quasi 10 ettari per produrre Doc bio del territorio e sfondare all’estero, oltre a un campo didattico tare la produzione di tutta la va- rietà vinicola bergamasca (Mo- scato di Scanzo docg, Valcalepio doc, Terre del Colleoni doc e Bergamasca igt). La Cantina Sociale Bergama- sca, con i suoi 10 mila quintali di uva raccolti, i 52 soci conferenti e le 800 mila bottiglie prodotte (delle quali 350 mila di vini Doc), rappresenta la prima realtà pro- duttiva enologica bergamasca. Quattroerre-Villa Domizia in- vece è tra le aziende commercia- li leader nel settore e ha da tem- po sposato la causa del vino del territorio, diventando protago- nista, da poco meno di vent’anni, anche nella produzione, con una gamma di vini prodotti che li ha portati vicini alla soglia delle 70 mila bottiglie imbottigliate al- l’anno. «Quella del biologico – spiega Sergio Cantoni, direttore della Cantina Sociale Bergamasca - è una sfida che in pochi hanno ac- cettato in Bergamasca e noi del- la Cantina Sociale siamo lieti di fungere ancora una volta da apripista per quello che ritenia- mo essere un plus produttivo importante da presentare sul mercato». Lo scopo di questa alleanza è quello di produrre vini del terri- torio: sono stati quindi impian- tati i vigneti necessari alla pro- duzione di Valcalepio Bianco Doc (Pinot Bianco, Pinot Grigio e Chardonnay), Valcalepio Ros- so Doc (Merlot e Cabernet), Ter- re del Colleoni Incrocio Manzo- ni 6.0.13 Doc e Terre del Colleoni Incrocio Terzi Doc. È stato poi creato anche un appezzamento didattico nel quale sono stati im- piantati vitigni storici come il Moscato di Scanzo e la Merera. I frutti di questa sorta di vi- gneto-laboratorio si avranno tra 36 mesi con la prima vendem- mia biologica. In Bergamasca sono pochi gli esempi di vino biologico (il player principale è l’azienda Tosca di Pontida): l’au- spicio che quest’alleanza possa incrementare questo filone, aiu- tando l’export a crescere. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Gli alleati «Insieme per prodotti di grande qualità» È palpabile la soddisfazione delle due realtà bergamasche sul fronte della produzione del vino biologi- co. «Da tempo desideravamo intraprendere la strada della produzione biologica - spiega la presidentessa della Cantina Sociale Bergamasca, Carlotta Grumelli Pedrocca -, ma si sono incontrate non poche difficoltà nel convincere gli agricoltori aderenti ad accettare questa sfida così rischiosa e com- plessa. Si è quindi deciso di far scendere in campo la Cantina stessa come attore di un progetto ventennale che comprende il reimpianto della metà dell’esten- sione del vigneto in questione e la lavorazione del restante dell’im- pianto dell’età di circa 10 anni». «Siamo entusiasti - spiega il presi- dente della Quattroerre Giampie- tro Rota -di trovare nella Cantina Sociale Bergamasca un partner per questo progetto che ci darà la possibilità di presentare sul merca- to prodotti a Denominazione di Origine di grande qualità con un plus produttivo di grande rilevan- za: i vini a Doc prodotti nel “giardi- no” di Bergamo secondo la filosofia del biologico». Giampietro Rota Carlotta Grumelli Pedrocca

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10 EconomiaL’ECO DI BERGAMO

GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2015

cune soluzioni, messe in atto negli Stati Uniti e in Australia dove il coleottero è presente daanni, potrebbero essere l’estra­zione dei melari per non con­sentire che le uova del coleotte­ro mangino il miele e la conser­vazione a basse temperature e scarsa umidità, e la smielatura in tre giorni con conservazionedel miele sempre sotto i cinquegradi o a meno 40% di umidità.Sono ipotesi che verificheremosul campo dopo aver capito co­me e dove si svilupperà la mi­naccia». Gloria Belotti

©RIPRODUZIONE RISERVATA

messo. Ci rendiamo conto dei danni in primavera. Mai come in questo periodo stiamo regi­strando casi di virosi in pianu­ra».

Attualmente si stanno trat­tando gli alveari contro il pa­rassita Varroa: «L’infestazione sembra contenuta, ma vedre­mo i risultati tra settembre e ot­tobre». Rispetto alla minaccia del coleottero, Mazzucconi non ha dubbi: «Arriverà. La la­vorazione del miele subirà un’obbligata accelerazione perché si dovrà evitare chel’Aethina, che divora il miele, non attacchi e non proliferi. Al­

lefiori ­ sottolinea Mazzucconi ­. Il tiglio raggiunge i 15­20 chi­logrammi nelle zone a bassa al­titudine, mentre diminuisce salendo di quota, va dai 15 ai 6 chili. Meno il rododendro (dai 5ai 12 chili), 12 chili anche il ca­stagno, mentre quasi nulla la melata che si attesta sui 2­3 chi­li per alveare».

Si preannuncia, invece, unastagione complessa per la ge­stione degli alveari con l’ormai atteso arrivo dalla Calabria del coleottero Aethina tumida, chesi ciba di miele, polline e della covata: una vera minaccia alla sopravvivenza delle api. «Altro problema che stiamo cercando di affrontare in pianura è la contaminazione degli alveari causata dal pesticida utilizzato in agricoltura nella concia dellesementi del mais ­ afferma Mazzucconi ­. A volte viene im­piegato anche in fioritura, in talcaso le api muoiono subito sul fiore; più frequentemente ac­cade che le api raccolgano il polline infetto e lo trasportino nell’alveare. Qui se ne cibano lelarve e quindi nascono api dal sistema immunitario compro­

Il 2015 è un anno dol­ce per la raccolta di miele nella nostra provincia. La richiesta del mercato è alta, anche a fron­te della scarsità di prodotto re­gistrata nel 2014 a causa del maltempo. Nei 18 mila alveari bergamaschi (gli apicoltori so­no 800) si sono confezionati circa 3.500 quintali di miele, contro i 1.500 dell’anno scorso.

I prezzi sono comunque ri­masti stabili: «Al chilo, il pro­duttore vende all’ingrosso il miele più comune, quello di ro­bina, a 7,50­8 euro ­ spiega Marco Mazzucconi, presidentedell’Associazione produttoriapistici della provincia di Ber­gamo ­ al dettaglio si arriva a 11euro. Quello proveniente dal­l’estero, in particolare da Bul­garia e Romania, si vende all’in­grosso a 6 euro». E quest’anno «la domanda è altissima rispet­to alla disponibilità di prodot­to, a causa dell’annata disastro­sa del 2014», precisa Mazzuc­coni.

La produzione di miele si sti­ma così ripartita per alveare: «Siamo sui 15­20 chili di miele di robina e sui 10­15 chili di mil­

Annata dolceper il miele:3.500 i quintali

Dopo un 2014 da archiviare, la produzione di miele è tornata a crescere

Un settore in conti­nua ascesa quello legato altempo libero e alla vivibilità ingenere: con le sue 1.273 realtà,in crescita nell’ultimo anno diben 60 unità, Bergamo (prece­duta in Lombardia solo da Mi­lano e Brescia) è tra le provin­ce leader in Italia con quasi2.500 addetti. Emerge daun’elaborazione del servizioStudi della Camera di com­mercio di Milano su dati Info­camere al 2° trimestre 2015 e2014.

Complessivamente inLombardia sono 12 mila le im­prese del settore, su un totalenazionale di 77mila: pratica­mente una su sette, con 22 mi­la addetti su 132mila a livellonazionale. Le aziende lombar­de crescono inoltre del +3,3%in un anno, dato superiore aquello dell’Italia, +1,9%.

Tornando a Bergamo, granparte delle imprese (860) so­no legate alla cura e alla manu­tenzione del paesaggio, maesiste anche una solida tradi­zione legata all’attività sporti­va, che conta in provincia ben310 realtà, mentre 130 impre­se si occupano di creazioni erappresentazioni artistiche eletterarie.

Tempo liberoe vivibilità1.200 aziendein provincia

Nuovo appuntamento zootecnico a Roncola San Ber­nardo: dopo la riuscita della Fie­ra caprina interprovinciale, oggisi apre la serie delle mostre con­corso delle bovine di razza bru­na. A seguire le sei rassegne di Valle Brembana (Valtorta, Seri­na e Branzi a settembre; Dosse­na, Taleggio e Camerata Cornel­lo ad ottobre), ValSeriana e Val di Scalve. A Roncola la zootecniamantiene un ruolo importante. «Abbiamo un territorio ancora ben conservato ­ precisano dal comitato organizzatore del­l’evento ­ proprio grazie alla pra­tica zootecnica». La manifesta­zione si svolge al campo sportivoparrocchiale dove convergono le bovine (in misura limitata an­che le bovine pezzate rosse) di aziende del luogo, del resto dellaValle e di Almenno e Palazzago. La valutazione dei capi è affidataai tecnici Anarb e Aipa che desi­gnano i soggetti migliori per età e la reginetta e la regina. La mo­stra si apre alle 8; dalle 9 si tengo­no le operazioni di valutazione ele premiazioni a mezzogiorno. Per l’occasione si tiene anche unmercato di prodotti tipici del­l’agricoltura bergamasca. S. T.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Roncola, al viala fiera bovinaC’è attesa per la «regina»

MAURIZIO FERRARI

A differenza di altri settori economici, dove joint­venture e aggregazioni sono al­l’ordine del giorno, in agricoltu­ra questo tipo di legami è sicura­mente più raro, spesso perché, per quanto riguarda la terra, la diffidenza verso i concorrenti continua a regnare sovrana. Ec­co perché diventa molto inte­ressante l’alleanza che sta na­scendo in Bergamasca sul frontedel vino biologico tra una coop sociale e un’azienda privata e che già in passato si sono distin­te sul fronte dell’innovazione: laCantina Sociale Bergamasca di San Paolo d’Argon e la Quattro­erre­Villa Domizia di Torre de’ Roveri.

L’accordo siglato dalle due re­altà prevede la ristrutturazione e la lavorazione comune di un vi­gneto di quasi 10 ettari nel co­mune di Scanzo, già quasi com­pletamente ristrutturato, pro­prio nel centro di Rosciate. La novità, però, riguarda la filosofiache hanno scelto di seguire: il vi­gneto sarà appunto coltivato perla produzione biologica, nel pie­no rispetto di quello che, ad ognieffetto, può essere considerato un vero e proprio «giardino» in mezzo al centro abitato. Strate­gie messe in atto per anticipare le evoluzioni del mercato, so­prattutto quello estero, molto sensibile a questo filone. Questoaccordo oltreché strategico, di­venta altamente simbolico per­ché sancito a Scanzo, unico co­mune bergamasco che può van­

Il vigneto a Scanzo ristrutturato che verrà utilizzato per la coltivazione biologica dopo l’alleanza tra Cantina Sociale Bergamasca e Quattroerre

Alleanza nel segno del vino biologicoVigneto­laboratorio a Scanzo. L’intesa, rara nel settore, tra la Cantina Sociale Bergamasca e la QuattroerreUtilizzati quasi 10 ettari per produrre Doc bio del territorio e sfondare all’estero, oltre a un campo didattico

tare la produzione di tutta la va­rietà vinicola bergamasca (Mo­scato di Scanzo docg, Valcalepio doc, Terre del Colleoni doc e Bergamasca igt).

La Cantina Sociale Bergama­sca, con i suoi 10 mila quintali di uva raccolti, i 52 soci conferenti e le 800 mila bottiglie prodotte (delle quali 350 mila di vini Doc),rappresenta la prima realtà pro­duttiva enologica bergamasca. Quattroerre­Villa Domizia in­vece è tra le aziende commercia­li leader nel settore e ha da tem­po sposato la causa del vino del territorio, diventando protago­nista, da poco meno di vent’anni,anche nella produzione, con unagamma di vini prodotti che li ha portati vicini alla soglia delle 70 mila bottiglie imbottigliate al­

l’anno.«Quella del biologico – spiega

Sergio Cantoni, direttore della Cantina Sociale Bergamasca ­ è una sfida che in pochi hanno ac­cettato in Bergamasca e noi del­la Cantina Sociale siamo lieti di fungere ancora una volta da

apripista per quello che ritenia­mo essere un plus produttivo importante da presentare sul mercato».

Lo scopo di questa alleanza èquello di produrre vini del terri­torio: sono stati quindi impian­tati i vigneti necessari alla pro­

duzione di Valcalepio Bianco Doc (Pinot Bianco, Pinot Grigio e Chardonnay), Valcalepio Ros­so Doc (Merlot e Cabernet), Ter­re del Colleoni Incrocio Manzo­ni 6.0.13 Doc e Terre del ColleoniIncrocio Terzi Doc. È stato poi creato anche un appezzamento didattico nel quale sono stati im­piantati vitigni storici come il Moscato di Scanzo e la Merera.

I frutti di questa sorta di vi­gneto­laboratorio si avranno tra36 mesi con la prima vendem­mia biologica. In Bergamasca sono pochi gli esempi di vino biologico (il player principale è l’azienda Tosca di Pontida): l’au­spicio che quest’alleanza possa incrementare questo filone, aiu­tando l’export a crescere.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli alleati

«Insiemeper prodottidi grandequalità»

È palpabile la soddisfazione delle

due realtà bergamasche sul fronte

della produzione del vino biologi­

co. «Da tempo desideravamo

intraprendere la strada della

produzione biologica ­ spiega la

presidentessa della Cantina Sociale

Bergamasca, Carlotta Grumelli

Pedrocca ­, ma si sono incontrate

non poche difficoltà nel convincere

gli agricoltori aderenti ad accettare

questa sfida così rischiosa e com­

plessa. Si è quindi deciso di far

scendere in campo la Cantina

stessa come attore di un progetto

ventennale che comprende il

reimpianto della metà dell’esten­

sione del vigneto in questione e la

lavorazione del restante dell’im­

pianto dell’età di circa 10 anni».

«Siamo entusiasti ­ spiega il presi­

dente della Quattroerre Giampie­

tro Rota ­di trovare nella Cantina

Sociale Bergamasca un partner per

questo progetto che ci darà la

possibilità di presentare sul merca­

to prodotti a Denominazione di

Origine di grande qualità con un

plus produttivo di grande rilevan­

za: i vini a Doc prodotti nel “giardi­

no” di Bergamo secondo la filosofia

del biologico».

Giampietro Rota Carlotta Grumelli Pedrocca

Elena
Evidenziato
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