Il Piccolo Segno marzo 2012

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Dopo appena 6 mesi le prime dimissioni Terremoto alla Pro Loco A pagina 17 A pagina 15 Campi d’Annibale Pantanello degradato Serafini a pagina 20 Sebastianelli a pagina 21 La Brandani scrive “Assunta per merito” Confini del Parco Ri-bocciato il ricorso Anno XI, n. 3 - Marzo 2012 PICCOLO il Segno Sul “Piano Casa” Pd-Pdl-Sel, differenti ma uguali di Roberto Sinibaldi Il paradosso go- verna il mondo! Sembra un motto su cui almanaccare e sorridere, ma è proprio quello che suc- cede a Rocca di Papa, dove però si ironizza su cose serie (o che potrebbero esserlo). Prendiamo il “Piano casa” della Giunta Polverini, una specie di condono edilizio preventivo, che rende possi- bile un’altra colata di cemento, stimata nel Lazio in 80 milioni di metri cubi, di cui la metà a Roma e nel suo hinterland, su su fino a Rocca di Papa. Segue a pagina 13 Grassi a pagina 16 Piano castanicolo Seminario nazionale A pagina 19 Parcheggio Carpino I motivi dei ritardi Un pretesto le polemiche sui cani Mistero all’ex cava oltre ai cani c’è di più Serafini a pagina 9 No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perchè non ne avete voluto più sapere... Dalla lettera di Giacomo Ulivi, partigiano ucciso dai fascisti nella piazza grande di Modena il 10 Novembre 1944 Rasetti a pagina 7 Micro-parcheggi Se questo è l’inizio...

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Il Piccolo Segno marzo 2012

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Page 1: Il Piccolo Segno marzo 2012

Dopoappena6mesi le primedimissioni

TerremotoallaPro Loco

Apagina 17

A pagina 15

Campid’AnnibalePantanellodegradato

Serafini a pagina 20Sebastianelli a pagina 21

LaBrandani scrive“Assuntapermerito”

Confini del ParcoRi-bocciatoil ricorso

Anno XI, n. 3 - Marzo 2012

PICCOLOil Segno

Sul “PianoCasa”Pd-Pdl-Sel,differentima uguali

di RobertoSinibaldiIl paradosso go-verna il mondo!Sembra un motto

su cui almanaccare e sorridere,ma è proprio quello che suc-cede a Rocca di Papa, doveperò si ironizza su cose serie (oche potrebbero esserlo).Prendiamo il “Piano casa”della Giunta Polverini, unaspecie di condono ediliziopreventivo, che rende possi-bile un’altra colata di cemento,stimata nel Lazio in 80 milionidi metri cubi, di cui la metà aRoma e nel suo hinterland, susu fino a Rocca di Papa.

Segue a pagina 13

Grassi a pagina 16

PianocastanicoloSeminarionazionale

Apagina 19

ParcheggioCarpinoImotividei ritardi

Unpretesto le polemiche sui caniMistero all’ex cavaoltre ai cani c’è di più

Serafini a pagina 9

”No, non ditedi essere

scoraggiati,di non volerne più sapere.

Pensate che tutto èsuccesso perchè non

ne avete voluto più sapere...“

Dalla lettera di Giacomo Ulivi,partigiano ucciso daifascisti nella piazzagrande di Modenail 10 Novembre 1944

Rasetti a pagina 7

Micro-parcheggiSequestoè l’inizio...

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ATTUALITA’2 il Segno - Marzo 2012

I politici sconfitti alle elezioni non vengonomai “licenziati”

Abolire l’articolo 18?Sì!Masoloper i politici bocciati

tori, un posticino per loro sitrova sempre. Ricordate Ru-telli sconfitto a Roma da Ale-manno? Per lui è subitoarrivata la carica senatoriale.Oppure Veltroni battuto daBerlusconi? E’ ancora lì a in-dicare strategie per battere ladestra e per organizzare le alle-anze. O ancora Storace? Scon-fitto da Marrazzo divenneministro e ora è leader di unpartito. E che dire dei tanti po-litici indagati dalla magistra-tura? Nemmeno se vengonopresi con le mani nella mar-mellata vengono licenziati. Laserie potrebbe proseguire al-

l’infinito se cominciassimo adelencare sindaci, assessori,presidenti di province e re-gioni, bocciati e subito ricollo-cati con altri incarichi.I politici italiani, da sempre af-fascinati dalle regole ameri-cane per le quali la sanità, lascuola e il welfare pubblicinon dovrebbe esistere, hannouna sola strada: adottare pro-prio il sistema americano se-condo cui chi perde le elezionise ne va a casa e lascia spazioai nuovi.Se applicata in Italia questasemplice ovvia regola, cree-rebbe un vuoto istituzionale!

di Silvio CajonelloIn queste settimane il go-verno sembra interessatosolo a modificare l’articolo18, per chi non lo sapesse èquell’articolo dello Statutodei lavoratori che prevede illicenziamento “solo” pergiusta causa, cioè non si puòlicenziare un dipendente se èantipatico, se è iscritto a unsindacato, ecc. ecc.Quasi tutte le forze politiche,chi più chi meno, sembranod’accordo con la cancella-zione o la modifica dell’art.18. E allora una proposta cipermettiamo di avanzarlaanche noi. Perchè non abo-lire anche quell’altro di art.18, quello dei politici che ga-rantisce loro il posto fisso avita? Si tratta di un art. 18virtuale ma che viene appli-cato in modo ferreo visto chenon prevede nemmeno il li-cenziamento per giustacausa. Da quando la politicanon è più vista come serviziomomentaneo ma come verae propria professione, i poli-tici non possono più esserelicenziati. Anche se perdonoun confronto elettorale, sevengono bocciati dagli elet-

“Quando misono avvici-nato alla poli-tica era tuttochiaro. C’eraun punto dipartenza e unpunto di ar-rivo e verso quel punto avreicamminato, senza tentenna-menti e senza concessioni.Avevo in mente mille pro-grammi, un milione di idee.Progetti importanti, di quelliche cambiano il corso dellastoria e la vita della gente. Mapoi ti trovi davanti la primadifficoltà, che non è possibilesuperare se non cedendo unapiccola parte di se stessi. E’solo un minuscolo compro-messo. Ci si dice che è a fin dibene, che quella deviazioneserve in realtà per raggiungerequalcosa di significativo nel-l’interesse comune. Ma uncompromesso è sempre uncompromesso. Non ce ne sonodi grandi o di piccoli. C’è soloil primo, che si accetta con l’il-lusione che sia anche l’ultimo.Finché si smette di contarli.E’ stato detto che il potere lo-gora. Non è vero. E’ la pauradi perderlo che logora dav-vero. Una volta provato quelgusto è difficile rinunciare.Ancora più difficile in quantochi ti ha aiutato a raggiungerlonon è disposto a rinunciare ate”.Un romanzo che descrive inqueste righe quella che sembrala condizione di una largaparte dei politici italiani. Ilgrande errore che è stato com-messo è di averli lasciati a di-pendere troppo da quelli che“non sono disposti a rinunciarea loro” e non è difficile capirneil perché. La strada che resta èuna soltanto: la partecipazionedi massa con la quale l’arte delcompromesso conveniente allagrande maggioranza, indispen-sabile nella politica di unostato democratico, possa es-sere praticata senza condizio-namenti o ricatti da parte diquei pochi che possono tenereper i testicoli i singoli facendoleva sulle private debolezzeumane dalle quali nessunopotrà mai garantire di esserecompletamente immune.il-sognatore.blogspot.com

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Stampato in proprio

Walter Veltroni

Page 3: Il Piccolo Segno marzo 2012

ATTUALITA’ 3il Segno - Marzo 2012

di DanielaDi RosaMolto spesso guar-dando la tv, ascol-tando la radio oleggendo i giornali

rimango inorridita da alcunenotizie. Asili nido dove bam-bini vengono maltrattati, spin-tonati, aggrediti dalle maestre(non da una, ma due tre) e michiedo come sia possibile. Chein una scuola ci sia una per-sona cattiva o malata di mentepuò capitare ma che un gruppodi persone, anzi donne, sicura-mente mamme, si comportinocome aguzzini con bambini in-difesi è assurdo, ma la diret-trice prima di assumerle fa untest di crudeltà?Ho ancora negli occhi le im-magini (riprese con una teleca-mera nascosta) di quei bimbipresi a schiaffi, chiusi al buioin uno sgabuzzino o costretti amangiare ciò che avevano vo-mitato... che già un’altra im-magine prende il sopravvento:un manicomio (o clinica psi-chiatrica), uomini malati la-sciati sporchi, bagnati, alfreddo su brandine, impastic-cati e dimenticati da tutti, daifamigliari, dai medici, dalla so-cietà e da noi che non vo-gliamo vedere perché saperecomporta responsabilità. Fin-chè ignori puoi liberarti la co-scienza, ma quando i tuoi occhiincontrano il dolore di un altro

Troppe le violenze quotidiane a danno dei più deboli

Bambini e anziani, quandol’orco si chiama infermiere

di Cristiana ZarneriNoi che viviamo la poli-tica, che ce l’abbiamo nelsangue sin dai tempi delliceo, che abbiamo vissuto

passioni vere, ci sentiamo disarmati. Lacosa preoccupa non poco. Certamente,dobbiamo comprendere se questo no-stro amore deluso siamomentaneo, cioèdovuto al fatto che la politica in questafase non ci piace per nulla, o se si trattadi una condizione o di uno stato gene-rale. Se fosse uno stato d’animo gene-rale, la cosa sarebbe molto più grave.Ma, ripeto, a noi pare che ci sia moltomalcontento nell’aria e, forse, i nostripolitici dovrebbero percepirlo anziché‘sorvolare la traversa’.La cosa che più ci lascia sconcertatisono le alleanze improponibili, perquanto si cerchi di comprenderle: destreche sconfinano nelle sinistre e vice-versa. Si perde ogni senso di apparte-nenza culturale, in questo modo. E ciòvale per ambo le parti.Anche perché di-viene evidente come certi ‘valori’sianostati disattesi completamente da un am-biente di ‘voltagabbana’, a destra e amanca, mentre la gente non arriva piùalla fine del mese. Troppa demagogia epoche soluzioni concrete: questa è statala politica degli ultimi venti anni.Noi crediamo sempre nell’esistenza diprecise ‘case’della politica, di culture etradizioni identitarie ben distinte traloro, in cui ognuno possa scegliere lapropria. Crediamo inoltre nel confrontodialettico, leale e costruttivo, fra schie-ramenti diversi, ma tutto ciò non lo ve-diamo più: vediamo solamenteimprobabili ‘ammucchiate’ tese a pren-derci per il ‘di dietro’.

e ti penetra il cuore, nonpuoi più ignorare e deviagire per il suo e il tuobene… perché un po mattilo siamo tutti!Poche sere fa, in un servi-zio di telegiornale, erano discena i maltrattamenti su-biti dagli anziani. Sempreriprese da una telecameranascosta, due “infermiere”strattonavano e malmena-vano una povera vecchiettainerme, minacciandola diprenderla a pugni e chia-mandola “strega!”. Ho sen-tito un dolore profondo perquella vecchina e un odioancora più profondo perquelle due donne e ho pen-sato ad una mia esperienzadi vent’anni prima.

Lavoravo come infermierain una clinica per anzianiqui a Rocca di Papa, in viadelle Barozze, insieme ame lavorano altre donne. Inquegli anni non ho vistonessuna di loro maltrattareo insultare un anziano, e sìche il lavoro era faticoso estressante… io adoravouna vecchietta che ognimattina ci faceva disperare(il suo pannolone con an-nessi bisogni lo trovavisparpagliato in ogni angolodella camera), ma poi tisorrideva e cercava lamamma… come potevisgridarla? Il suo nome eraTitina, da allora c’è semprea casa mia una gattina chesi chiama cosi.

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Page 4: Il Piccolo Segno marzo 2012

ATTUALITA’ il Segno - Marzo 20124

Già nel 2003Travaglio eGomez scoperchiarono la pentola

Intreccimafia e istituzioni,unamemoria troppo corta

lesse approfondire questi argo-menti (la trattativa fra lo Stato,attraverso il colonnello MarioMori, e la Mafia rappresentatada Totò Riina, per mezzo diVito Ciancimino; oppure i re-troscena delle bombe esplosein Italia tra il 1992 e il 1993; oancora sulla nascita di ForzaItalia), di leggere il bel libro diMaurizio Torrealta, “La tratta-tiva – Mafia e Stato: un dialogoa colpi di bombe” edito da Edi-tori Riuniti (2002).Questo libro io l’ho letto di-versi anni fa e, se non fossestato scritto da uno dei piùbravi giornalisti d’inchiesta ita-liani quale è Maurizio Torre-alta, potrebbe sembrarefanta-politica. Invece, pur-troppo, è stato tutto vero!

di Andrea SebastianelliIn questi giorni sono tornated’attualità le stragi di Capacie via D’Amelio in cui mori-rono i giudici Giovanni Fal-cone, la moglie FrancescaMorvillo, Paolo Borsellino egli uomini della scorta. E si ètornati a parlare dei rapportitra Mafia e Istituzioni. La sor-presa che hanno dimostratoalcuni politici, soprattutto dicentrodestra, appare quanto-meno strana visto che di que-st’argomento, qualche anno fa(2003), qualcuno in Italia sene era occupato.Così mi sono tornate allamente due pagine (443 e 444)del libro scritto da Marco Tra-vaglio e Peter Gomez, “Lochiamavano impunità”. I duegiornalisti, con il titolo“Bombe del 1992 e del 1993(concorso in strage)” si occu-parono proprio di questi dolo-rosi fatti di sangue.Le inchieste delle Procure diFirenze e Caltanissetta sui“presunti mandanti a volto co-perto” delle stragi del 1992(Falcone e Borsellino) e del

1993 (Milano, Firenze eRoma) furono archiviate perscadenza dei termini d’inda-gine. Travaglio e Gomez spie-gano che il 14 novembre 1998,il Giudice per le Indagini Pre-liminari, Giuseppe Soresina,rilevò come Berlusconi eDell’Utri intrattennero “rap-porti non meramente episodicicon i soggetti criminali cui èriferibile il programma stragi-sta realizzato”. Ossia con ilclan corleonese che da ven-t’anni guida Cosa Nostra.Oltre a questo il giudice ipo-tizzò l’esistenza di “una obiet-tiva convergenza degliinteressi politici di Cosa No-stra rispetto ad alcune qualifi-cate linee programmatichedella nuova formazione (ForzaItalia)”.Dal libro si apprende ancheche, seppure durante le inda-gini “l’ipotesi iniziale [di uncoinvolgimento di Berlusconie Dell’Utri] ha mantenuto esemmai incrementato la suaplausibilità” è però venutomeno “il termine massimodelle indagini preliminari”.

Continuando a leggere Trava-glio e Gomez, si apprendequello che scrisse il Gip diCaltanissetta, Giovanni Batti-sta Tona: “Ciò di per sé legit-tima l’ipotesi che, inconsiderazione del prestigio diBerlusconi e Dell’Utri, essipossono essere stati indivi-duati dagli uomini dell’orga-nizzazione quali eventualinuovi interlocutori”. Ma, silegge ancora, “la friabilità delquadro indiziario impone l’ar-chiviazione”. Nel capitolo in-titolato esplicitamente “Icontatti tra Salvatore Riina egli On. Dell’Utri e Berlu-sconi”, si parla chiaramente dicome la mafia intrecciò con idue “un rapporto fruttuosoquanto meno sotto il profiloeconomico”. Talmente frut-tuoso che nel 1992 “il progettopolitico di Cosa Nostra sulversante istituzionale mirava arealizzare nuovi equilibri enuove alleanze con nuovi re-ferenti della politica e del-l’economia”. Sin quiTravaglio e Gomez.Aggiungosolo un consiglio per chi vo-

Falcone e Borsellino

Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi ritrovare un articolo che avevi letto?Da oggi puoi consultare l’archivio recente del nostro mensile collegandoti al sito internet:

www.issuu.com/ilpiccolosegno. Buona lettura!

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A pagina 13

Nascono2nuovi settori,Forestale edElettrosmog

Rivoluzione negli Uffici Comunali

Con il “no” delGovernoMonti alleOlimpiadi diRoma, falliscono anchei tentativi dell’ammini-strazione comunale diRocca di Papa di portarea termine una delle piùgrandi cementificazionidal dopoguerra a ogginella verde frazione delVivaro, nota per il Cen-troConi e per i suoi pae-saggi incontaminati.Mail Sindaco non demordee promette che i progettiprevisti per leOlimpiadisaranno comunqueportati a termine

LeOlimpiadi del 2020avrebbero cementificato ilVivaro

AddioOlimpiadiVivaro salvo?

Apagina 12Segue a pagina 11

Sul PianoCasaScontro traDeSantis eMovimento

Apagina 19

Pro e contro il piano delComune

Neve, è stato fattoproprio ilpossibile?

Alle pagine 8, 9 e 10

Arriva laBrandaniAssunzionidaSindaco

Apagina 7

Anno XI, n. 2 - Febbraio 2012

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di Marco Putano*Invio, lusingato, lamia personale in-terpretazione dellanormativa relativaa “Misure di salva-

guardia –Applicabilità e deca-denza del Piano Regolatore diRocca di Papa” , così come ri-chiestomi dagli amici del “Pic-colo Segno” che ringrazio esaluto con cordialità.

Notizie sulPianoRegolatore diRocca di Papa

Intervista ad Angelo Cavalli nelle pagine 22 e 23

Arrivano le dimissionidopo l’articolo sulSegno

ClubAuto Storiche Rocca di Papa

Lo scorso 24novembre ilComunediRoccadiPapaha tentato di vendere almiglior offerente il taglioboschivo di tre particelledelPianodiAssestamentoForestale.Anche stavolta,malgrado la base d’astasia passata da 450 mila a280mila euro si èpresen-tato un solo produttore equindi lagaraèandatade-serta. Ora si procederàprobabilmente a trattativaprivata e il prezzo dei bo-schi potrebbe scendereancora. In passato altri 7tagli sono andati deserti.

Un’altra astapubblicaper i tagli boschivi è andatadeserta

Chi offredi meno?

Apagina 17A pagina 18

Campid’AnnibaleIlComitatofa ilbilanciodiunanno

Apagina 12

L’avventura di un roccheggiano in bici

DarioLilli e la suavacanzadi4.450km

Apagina 14

Giovani del PdDimafiesipuòparlare

28 anni diAvisLafestadeldonatore

Sebastianelli a pagina 9

Anno X, n. 12 - Dicembre 2011

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BeneComuneIl risvegliosembracominciato

Rasetti a pagina 13

”Dovunquee comunquesi manifesti

l’eccellenza, subitola generale mediocritàsi allea e congiuraper soffocarla.ArthurSchopenhauer

PIC

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LO

Anno X, nn. 7-8 - Luglio-agosto 2011

il SegnoTrecentomila euro algiorno. E’questo il costodelConsiglioRegionaledel Lazio per 24 ore.Nel solo 2010 il palazzodella Pisana è pesato alletasche dei cittadini laziali labellezza di 110milioni dieuro. Emolumenti, vitalizi,auto blu, rimborsi chilome-trici e spese per portaborse,collaboratori eGruppiConsiliari.Questo accadenelmomento in cui i citta-dini sono stati costrettiamandare giù il bocconeamaro dei super-ticket perle prestazioni sanitarie.

TUTTOQUELLOCHEC’E’ DASAPERESUICOSTI DELLAPOLITICAREGIONALE

Cara Regionema quantoci costi?

amministratori comunali del-l’area dei Castelli Romani, sul ri-spetto di alcune leggifondamentali che riguardano lagestione del territorio e delle ri-sorse idriche. Infatti molti citta-dini spesso ignorano l’esistenzastessa di leggi che tutelano i lorodiritti in materia di acqua, men-tre, al contempo, gli amministra-tori dei Comuni dei Castellitroppo spesso sembra che ab-biano sottovalutato il problema

Acquae territorio,beni comuni

SEGUEAPAGINA 17

di EnricoDel Vescovo*Italia Nostra Ca-stelli Romani de-sidera richiamarel’attenzione deicittadini, ed inparticolare degli

Picchioverde a pagina 13

Rufini a pagina 10

ViaGramsciFinirannoi lavori?

Rasetti a pagina 8

Cambia statuto e la politica comanda

Checosa succedealCentroAnziani?AiCampi gli iscritti sono circa 1.200

A pagina 8Confini del ParcoCostruttoriscalpitano

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PROMOZIONIESTATE 2011!

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Anno X, n. 11 - Novembre 2011

il Segnodi GiorgioGrassi*EgregiodirettoreSebastianelli,le sarei moltograto se potesse

accettare e pubblicare questalettera sul Piccolo Segno. Il22 ottobre 2011, in occa-sione della XXXII Sagradelle Castagne di Rocca diPapa, è stato distribuito undepliant che testualmentescriveva: Ore 17.00 Conve-gno “il Castagno: una granderisorsa per la nostra Città” acura dell’Ass.ne l’Alveare.Già il titolo era una grossafalsità. Altre grosse falsitàsono state dette durante ilConvegno, senza però dare ame (che gli altoparlanti ave-vano vantato -e poi il Sindacoufficialmente presentato-come “l’esperto del casta-gno”), lo spazio per correg-gerle.

Il Comune ha iniziato una svendita totale

accompagnavano mentre dove-vamo prendere atto dello statopoco edificante che l’ambientecircostante ci riservava. Pur-troppo le cose sono peggiorate.Una selva di antenne radiotele-visive emettono onde invisibiliche i nostri corpi assimilanosenza soluzione di continuità.Depuratori che non funzio-nano; inquinano il suolo e co-stringono l’Autorità Giudiziariaa sequestri che costano milioni.

Caroparenteamericano, quiaRocca le cosesonopeggiorate

SEGUEAPAGINA 11

Caro Johnny,sono trascorsi al-cuni anni dallatua gradita visitaa Rocca di Papa.Ricordo le pas-seggiate e le con-versazioni che ci

Pronti i ricorsi controAcque PotabiliRecapitate le bollettee i cittadini si ribellano

Approfondimento alle pagine 8 e 9 Segue a pagina 22

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SSppeecciiaallee SSaaggrraa CCaassttaaggnnee

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Le immagini dei“veri” protagonisti

ttadini e associazioni di Roccad P h

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delle

2011

n bblicate sono soltanto unap t d lle decine di persone coin-v lte nella Sagra. Fin d’ora ci scu-s t tti coloro che nons t dt lU ltimo ringraziamento va allaP L l Comune di Rocca diP lla Polizia Locale e ai vo-l t d lla Protezione Civilech h ft l loro prezioso aiuto affinchè

t tto andasse per il meglio.

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Anno X, n. 10 - Ottobre 2011

il SegnoIl 28 settembre scorsogli uomini delCorpoForestale dello Stato,sumandato della Pro-cura dellaRepubblicadiVelletri, hanno postosotto sequestro l’eco-centro in localitàValleVergine. L’ennesimavicenda che testimoniail fallimento ambientaledellaGiunta guidatadal SindacoBoccia

Dopo il depuratore è la volta dell’isola ecologica

Sigilli

che Rocca di Papa si attribuiscevarie qualifiche, ne cito alcunein ordine sparso: Città del ca-stagno e Città dell’ambiente…ancora per poco, visto quel cherimane dei boschi, l’ultimoabuso, in via dei Corsi, zonaBarbarossa, quindici giorni fa èstato avvistato un camion consopra un prefabbricato in ce-mento, ci attiviamo con altri cit-tadini per cercare un vigile. Permandarne uno sul posto c’è vo-luta un’ora, nel frattempo il pre-fabbricato era stato montato.

Ambientee solidarietà..manonaparole

SEGUEAPAGINA 9

di DanielaDi RosaOgni tanto leggosu Comune In-forma (organo dipropaganda delnostro Sindaco)

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CentroAnziani, si vota il 18 novembrema il dibattito continua

EneaTrincaIntervista alPresidente

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CiclofficinaCosì ilCentrorinasceA pagina 14

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Anno X, n. 9 - Settembre 2011

il SegnoLegrandi opereprocedonoa rilento, i cassonettiper la raccolta dei rifiuti sono fatiscentie il centro storico sembraabbandonato

Tuttofermo

cuore ancora pulsante del nostropaese: il centro storico.Questa zonadel paese è ormai segnata da un de-clino che a molti sembra inesora-bile, e forse è così, perché nonmancherebbero imezzi per ovviarema la semplice e pura volontà difarlo. Siamo vessati dalle tasse,dalla spazzatura che ci assale e chearriva sino alle serrande dei nostrinegozi e questo non per colpadell’operatore ecologico, ma acausa dellamancata pianificazione,mediante apposito censimento, ditutte le utenze della “Tarsu”.

Il gridodi doloredelDuomo

SEGUEAPAGINA 16

di Daniele IannottiCari cittadini e carimembri dell’ammini-strazione comunale,vorrei lanciare ungrido di dolore dal

Apagina 10

A pagina 18

Micro-parcheggiApprovatoilprogetto

Apagina 12

A pagina 14In pieno agostoRinasce laProlocoServizi cimiterialiProntol’appalto

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diffondere la voce di unasua imminente sepolturainsieme a quei giornaliche, finanziati dai politicicon soldi pubblici, stante lacrisi della finanza, si ve-dranno annullati o forte-mente ridotti i contributiprecedentemente concessicon troppa disinvoltura.La sopravvivenza di unatestata periodica non è fa-cile se non ha alle spalle uneditore che vuole racco-gliere frutti.

di SergioRasettiA qualcuno ilnostro giornalenon piace, tantoda sognare e

Il Segnoè vivoe vegeto!

Segue a pagina 9

Polemiche per l’articolo di luglio

CentroAnziani,bottaerisposta

domenica 25 settembre

A pagina 13

LaDestranongradiscela letteradelComitato

Aproposito del volantino sulle antenne

L’AgenziaRegionaleProtezioneAmbientalenelle operazionidimisurazione effettuatea settembre ha rilevatoilmancato rispetto deilimiti di sicurezzaimposti dalla leggea tutela delle popola-zioni esposte alle ondeelettromagnetiche.L’ARPAhapoi inviatol’ipotesi di reato allaProcura dellaRepub-blica diVelletri.Tre le emittenti accusatedi aver superatoi limiti di esposizione.

I livelli di esposizione sono stati superati. LaProcura indaga

Ondeanomale

Apagina 7

Segue a pagina 5

DepuratoreDomandeRadicali

Se la leggesi accaniscesul giornalismoterritoriale

Alle pagine 14 e 15

Anno XI, n. 1 - Gennaio 2012

PICCOLOil Segno ilSegnoP

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di AndreaSebastianelliIn questi giorni si staparlando molto,anche a sproposito,

dei cambiamenti che interesse-ranno l’Ordine dei Giornalisti(in particolare l’elenco deiPubblicisti con la sua soppres-sione) a partire dal prossimomese di agosto.Tra i tanti interventi spicca perchiarezza quello di Enzo Iaco-pino, Presidente del ConsiglioNazionale dell’Ordine deiGiornalisti, che ha messo inevidenza le reali modifiche ap-portate dall’art. 33 comma 5del recente decreto legge201/2011.

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Page 5: Il Piccolo Segno marzo 2012

DIRETTA da TOKYO 5il Segno - Marzo 2012

CCoonnttrroo iill nnuucclleeaarree, dentro il nucleare

La mobilitazionenon si ferma

da TokyoToshi KamedaE’ da poco passato un annodall’11 marzo. Non c’è stato ungiorno senza una sorpresa. L’ul-tima in ordine di tempo c’è stata

il 2 febbraio quando hanno annunciato che latemperatura in uno dei 41 termometri instal-lati intorno al contenitore a pressione del re-attore (RPV) n. 2 cominciava a risalire;oppure il 13 febbraio quando la temperaturaha fatto registrare oltre 400 gradi, cioè oltre illimite di misurazione. Hanno detto che si ètrattato di un guasto ma speriamo che almenogli altri funzionino a dovere. E così, secondoil governo, la fase dell’incidente è definitiva-mente chiusa. Questa è l’ulteriore confermache non sappiamo che cosa stia realmente ac-cadendo dentro i reattori. Il tentativo di inse-rire l’endoscopio (il 19 gennaio) nelcontenitore del secondo reattore (DW) non èandato bene a causa dell’alto livello delle ra-diazioni e del vapore. Già dobbiamo essere preoccupati per la cen-trale di Fukushima n. 1 e, almeno per le altre,vorremmo essere tranquilli. Stanno spe-gnendo il fuoco uno ad uno in tutti i reattorinucleari sparsi nel Giappone per i controlliordinari e il 20 febbraio si è fermato quello n.3 della centrale Takahama, a ovest del Paese,della compagnia elettrica Kansai. Anche que-st’inverno (come l’estate scorsa) le compa-gnie avvertono, senza però fornireinformazioni adeguate, sui “rischi” provocatidalla mancanza di energia nucleare ma attual-mente ci stiamo andando avanti con soli duereattori su un totale di 54. Anche questi ultimidue, delle compagnie Tokyo e Hokkaido, ri-spettivamente a marzo e ad aprile, sarannofermati. Le compagnie stanno cercando a tuttii costi di riattivarli tramite gli stress-test impo-sti dal governo e applicandoalcuni provvedimenti comeil rialzamento della digacontro lo tsunami. Ma nonsarà facile visto che non co-nosciamo tutte le cause del-l’incidente alla centraleFukushima, né i rischi checorreranno né i provvedi-menti necessari da attuarenei momenti critici. Stiamocosì andando verso il “nu-cleare zero” e dobbiamo di-mostrare che, senza di esso,ce la faremo. Le mobilitazioni dei citta-dini continuano. Ogni setti-mana da qualche parte sitengono incontri o manife-stazioni. In un anno si sono mobilitati in tanti,anche la gente che prima esitava a farsi ve-dere in pubblico, le mamme, gli studenti, isemplici cittadini, pure buddisti e i cristiani, esi sono formati molti gruppi di cittadini perdifendere i bambini dalle radiazioni. E’ natoanche un movimento referendario per deci-dere le sorti del nucleare. Ora è in fase di co-struzione il partito dei verdi e verso lugliodovrebbe essere inaugurato. Vi voglio segnalare un evento importantenella storia del movimento sociale. Il 14 15gennaio si è tenuta la “Conferenza globale peril mondo libero dall’energia nucleare” orga-nizzata da sei associazioni tra cui il Centro dei

cittadini per le informa-zioni sul nucleare (Citi-zens’ Nuclear InformationCenter), GreenpeaceJapan, Peace Boat. Vihanno partecipato in11.500 e tramite internetl’iniziativa è stata seguitada tutto il mondo. La con-ferenza ha visto anche lapartecipazione di un centi-naio di aderenti stranieriprovenienti da 30 Paesi,dalla Cina alla Corea delSud, dal Sud-Africa alKenia, dalla Giordania agliUSA, dalla Germania allaFrancia. Oltre 100 gruppi

zione gialla a sinistra (che significa il pienoutilizzo dell’energia nucleare) la lancetta simuove verso destra e il colore cambia dalgiallo al più verde indicando il grado di libe-ralizzazione dal nucleare fino ad arrivare al-l’ultima indicazione: il pieno utilizzodell’energia rinnovabile. Ma quest’orologiopotrebbe indicare anche lo stato critico del-l’ambiente generale della Terra, un po’ comel’Orologio dell’Apocalisse (Doomsday Clockin inglese) creato nel 1947 dagli scienziati delBulletin of the Atomic Scientists dell’Univer-sità di Chicago per indicare lo stato di autodi-struzione della Terra a causa della guerraatomica. Nel 2011 l’Orologio dell’Apocalissesi è spostato di un minuto avanti e ora man-cano appena cinque minuti alla fine delmondo. Per il nostro Orologio, invece, la lan-cetta delle ore si trova al centro perché questorimane ancora solo un logo. Per farlo funzio-nare occorrerebbe un organo autonomo ecompetente a livello globale. Intanto proseguono le manifestazioni. L’11febbraio a Tokyo hanno sfilato in 12 miladopo il corteo del 19 settembre (vedete l’arti-colo apparso sul numero di ottobre); il 10 di-cembre si è tenuta l’iniziativa “Le azioni didieci milioni. Sayonara (addio) alle centralinucleari”, già avviata nel giugno scorso.Anche i tedeschi si sono mobilitati nellostesso giorno. Fino ad oggi sono state raccoltepiù di quattro milioni di firme rispetto alledieci che tra un mese si dovranno consegnareal Governo e al Parlamento per chiederel’abolizione di tutte le centrali nucleari. Nonresta molto tempo. Le azioni si concluderannoa marzo con una serie di manifestazioni, ini-ziate l’11 (anche a Fukushima oltre che aTokyo) e che riprenderanno il giorno 24. Lamobilitazione non cesserà finché il governonon abbandonerà definitivamente la politicadi nuclearizzazione sostituendola con l’ener-gia rinnovabile.

di cittadini hanno contribuito ad arricchire laConferenza insieme al sostegno delle coope-rative dei consumatori, dei sindacati e di altreorganizzazioni. Sono state due giornate davvero eccezionali,dense di temi e calde di dibattiti con ben 13sessioni generali, 47 gruppi di lavoro e 69banchetti di vari gruppi per sapere che cosa èveramente successo alla centrale, come e

quando attuare le energie al-ternative, come difendere ibambini dalle radiazioni. Cisi è occupati anche di comesono sfruttati e messi a ri-schio i lavoratori della cen-trale di “Hibakusha”, e si èparlato delle vittime espostein genere alle radiazioni, nonsolo di quelle delle duebombe nucleari in Giapponema anche di quelle nelmondo sia durante gli esperi-menti nucleari che nelle cavedi uranio. Un’area è stata poimessa a disposizione per l’in-contro con la gente della pro-vincia di Fukushima, un’altraper quello con gli ospiti stra-

nieri ed è stato allestito anche uno spazio de-dicato ai bambini per imparare a conoscerel’energia e il pericolo delle radiazioni gio-cando con la carta o con la danza. Non sono mancati i concerti, le mostre foto-grafiche, le proiezioni dei film. Mi ha colpitomolto il fatto che alla Conferenza vi hannopreso parte non solo le vecchie generazionima anche molti giovani, di cui circa 500 comevolontari. È curioso il logo della Conferenza (foto inalto), una specie di orologio ecologico o post-nucleare. Sono i 12 segni delle ore indicati dauna lancetta di colore verde attaccata al centrosotto al cerchio verde, la Terra. Dall’indica-

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L’ARGOMENTO il Segno - Marzo 20126

di Stefania Colasanti*Uso la vita reale per i miei romanzi perché mipermette di andare al di là di ciò che vedo eperché nelle storie vere, spesso emerge lagrandezza dell’essere. E’ evidente che per mil-lenni è stato dato all’uomo quello che l’uomodoveva volere ed è pur evidente che l’uomo“perseguitato” è colui che rivoluziona ognicosa. Dio giudica e perdona ma io non sonoDio e mi avvalgo della libertà di parola percondannare chi per soldi uccide la vita! Perquesto vi racconto di un uomo e di una donnache hanno messo a disposizione della ricercasul cancro e sulle malattie degenerative, il lorotempo, la loro dignità, il loro orgoglio, senzascendere a compromessi: il prof. Zora e ladott.ssa Tarantino.Nel 1979, il professor Saverio D’Aquino, di-rettore dell’istituto di clinica oncologica del-l’Università di Messina, chiese al prof.Giuseppe Zora, docente all’epoca all’istituto,e alla dottoressa Anna Tarantino, biologa delmedesimo centro, di sperimentare in laborato-rio un siero ottenuto dalle feci e dalle urinedelle capre, che gli era stato portato da un ve-terinario di Agropoli (Salerno), il dott. LiborioBonifacio. «Scoprimmo che qualche effettoantitumorale sulle cavie malate lo aveva. L’anno dopo illustrai i risultati di quella ri-cerca in un convegno a Saturnia. Fu la fine.Tutto ciò che mia moglie e io avevamo fattosino a quel momento non valeva piùniente». I due ricercatori, marito e moglie,iniziarono la loro battaglia contro i tumori,iniettando nei topi malati di cancro una mi-scellanea di derivati batterici, osservandouna interessante regressione del male. Tuttoil lavoro fatto prima e dopo avrebbe avuto lavalidità del solo fumo anche se il preparato,frutto delle loro ricerche, l’Imb (immuno-modulante biologico), non aveva niente ache fare col siero Bonifacio, che si trovavaal centro di una vera e propria diatriba isti-tuzionale. Era un prodotto che aveva perprincipio attivo l’Lps, lipopolisaccarideestratto da batteri Gram-negativi, ampia-mente studiato presso l’Università di Tours,in grado di supportare il paziente oncologicodurante le chemio e le radioterapie. Cominciò per i due ricercatori, una assurdapersecuzione. Nonostante sia passato moltotempo, il ricordo è ancora doloroso. Il prof.Zora e la dott.ssa Tarantino furono obbligatidagli eventi a rifugiarsi in territorio Vati-cano, nella basilica di Santa Maria in Tra-stevere, che gode dell’extraterritorialità. Leparole dell’uomo che diede loro ospitalità,don Vincenzo Paglia, all’epoca assistenteecclesiastico della Comunità di Sant’Egidiofurono: «Io non so se questo farmaco cura ilcancro, so soltanto che dinanzi a Dio e a mestesso, come uomo e sacerdote, è mio do-vere accogliere questi poveretti e aiutarli».Così il numero dei “perseguitati” non sifermò a due; erano 50mila i malati che neidieci anni successivi furono visitati e curati

gratuitamente, condicio sine qua non peroperare entro i confini della Santa Sede. Chivoleva, lasciava un obolo per le spese.E, come se non fosse bastato questo castigo,il prof. Zora venne arrestato: due notti in ga-lera, inquisito una decina di volte, costrettoad abbandonare la cattedra di oncologia allaSapienza di Roma. Nel 1992 per dare fine aquesta tortura, si trasferisce, con la moglie ele quattro figlie, di cui una oggi laureata inbiologia, in Svizzera. Racconta Zora: «Dor-mivamo in un residence di Morcote, nelCanton Ticino, mentre i miei avvocati si oc-cupavano dei procedimenti penali». Non es-sendoci ordini di cattura che pendevano sulsuo capo, da buon cittadino italiano (cosadavvero rara) si è sempre presentato nelleaule di giustizia per gli interrogatori. Oggi,quest’uomo, finalmente libero dalle ingiurieumane, vive a Campione d’Italia.Grazie al prof. Zora esiste La FondazioneRaphael, organismo scientifico senza scopodi lucro. Oggi la Fondazione ha sede nellaRepubblica di San Marino e ha come scopolo studio delle terapie nei Tumori e nelleMalattie Degenerative. Per anni è tornato aRoma ad assistere i sieropositivi ospitatinella comunità di Don Pierino Gelmini.Ogni due mesi scende fino a Sant’Antimoper visitare, sempre gratuitamente, i malatidi tumore della zona di Scampia-Secondi-gliano. «Glielo devo: è la mia terra».

Prof. Zora, qual è la sua opinione sull’ac-canimento al non progresso e alla speri-mentazione allargata?“Per fortuna oggi la situazione è certamentemigliorata, anche se esistono ancora moltiostracismi, ma il clima sembra essere piùsereno nei confronti delle cure integrate”.

Qual è la differenza tra il siero Bonifacioe l’IMB?“Il siero Bonifacio era un estratto di feci eurine caprine. L’IMB, oggi Adjuvant plus,è un farmaco che segue le regole della far-macopea omeopatica tedesca e i cui principiattivi sono i Lipopolisaccaridi”.Le news riguardo il farmaco?

“Il farmaco ha ricevuto il numero NDC daparte della FDA (Food and Drug Admini-stration) americana, ciò vuol dire che puòessere anche distribuito negli USA”.

Quando iniziò con i primi trattamenti e achi erano destinati?“Iniziammo presso l’Istituto di Clinica On-cologica dell’Università di Messina alla finedegli anni ‘70, ed era destinato a malati ter-minali di cancro”.

Chemioterapia o Adjuvant plus? “Per ottenere migliori risultati, sicuramenteinsieme!”.

Quali le aspettative?“Che la Immunoterapia Biologica con Adju-vant plus possa essere inserita nei protocolliterapeutici di supporto al paziente oncolo-gico”.

La speranza è data dai numeri, quale lapercentuale di guarigione?“Non parliamo di guarigioni nel cancro per-ché rischieremmo di dare soltanto dei nu-meri. La cosa importante è che laImmunoterapia Biologica insieme alle tera-pie convenzionali migliora la performancedel paziente, i suoi metabolismi e la soprav-vivenza”.

Che posto ha la qualità della vita di unmalato oncologico?“Direi che è fondamentale, perché rispettala dignità e la speranza del malato. Il malatooncologico che non può più effettuare le te-rapie convenzionali ha il sacrosanto dirittodi essere seguito e supportato dalle strutturemediche. In questo le terapie integrateespletano un ruolo fondamentale”.

Dove si reperisce il suo farmaco?“Presso la Repubblica di San Marino dietropresentazione di prescrizione medica”.

Come si pone l’industria farmaceutica alriguardo?“Come con tutte le altre medicine alternative,ovvero o è scettica o non le considera affatto”.

Prof. Zora, il costo della cura?“La cura viene sempre personalizzata per ognipaziente in base alla gravità della malattia, allecure in atto e alle condizioni immunologichedel paziente. Il costo di una confezione è di 50euro”.

Perché la non informazione al riguardo ecome poter invece informare?“Lei in questo momento, cara sig.ra Colasanti,sta facendo informazione ovvero sta rendendoun grande servigio ai malati di cancro!”.Grazie prof. Zora per aver scelto questa durae irta strada.*Tratto da: www.romacapitalemagazine.it

Il prof. Zora

Le speranze dei malati oncologici e la storia di un medico contestato per le terapie

Intervista al prof. Giuseppe Zora, le cui cure divisero l’Italia tra favorevoli e contrari

Page 7: Il Piccolo Segno marzo 2012

il Segno - Marzo 2012

RROOCCCCAA DDII PPAAPPAAnotizie, informazione, attualità

Al 31 gennaio 2012 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 16.433 (maschi 8.179; femmine 8.254). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.319.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

NUMERI UTILIFarmacia Comunale: 06-9499986Clinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

TAXI Mario: 339-1669282

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Si parte con i micro-parcheggi ma l’inizio non promette bene

Non bastava livellare perla profondità di un metro,posizionare un cordoloprefabbricato per arginarela caduta terra o, meglioancora, utilizzare prodottiin legno di castagno,asfaltare e chiudere il la-voro così?Sarebbe interessante sa-pere perché non sia statapresa in considerazione larealizzare di un vero eproprio spazio sosta per ilquartiere in quell’area li-bera antistante i numericivici 38/40 (vedi fotogra-

fia sotto) che sembra fattasu misura per risolvere ilproblema sosta per i resi-denti e permetterebbe dilasciare libera la sede stra-dale della via diventatafondamentale per l’interopaese. Misteri delle scelte chenon sembrano di buon li-vello tecnico e politico,fatte da amministratoriche continuano a nondare le “giuste indica-zioni” per risollevaredalla china questo nostropaese.

bile alla ripresa della vivibilitàresidenziale e commerciale,non ci sembra che siano partitemolto bene.Ne abbiamo osservata una giàcompletata e ci siamo imme-diatamente allarmati. Speriamovivamente che essa rappresentil’eccezione e che le altre sianorealizzate e collocate tutte inmodo più opportuno. Parliamodell’area di sosta già disponi-bile da pochi giorni in Via Pa-lazzolo (vedi fotografia sopra)che ci sembra del tutto fuoriluogo perché scomoda perl’uso corrente e realizzata concementificazione superflua.

di SergioRasettiPer la realizza-zione di microparcheggi nel no-stro comune è

stato concesso un finanzia-mento di 955 mila euro dallaRegione Lazio dei quali286.650 a carico del Comunedi Rocca di Papa. Il 28 Luglio 2011 la GiuntaComunale ha dato il via allacostruzione di 11 micro par-cheggi nel Centro Storico enelle aree adiacenti. Questeopere, che sono fondamentaliper dare il respiro indispensa-

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Page 8: Il Piccolo Segno marzo 2012

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A Rocca di Papa dal punto divista ambientale siamo moltoin ritardo: l’isola ecologica èsotto sequestro e, anche se ilavori di messa a norma sta-rebbero per iniziare, non si saquando riaprirà; la raccoltadifferenziata non è estesa atutto il paese (i Campi d’An-nibale e il Vivaro non lafanno, vanificando così i veriobiettivi della raccolta); ilcentro storico è di nuovo in-vaso da buste non idonee(questo vuol dire che nume-rosi cittadini non la fanno op-pure che non sono in regolacon i pagamenti; la puliziadelle strade lascia molta a de-siderare (ma lo spazzamentonon fa parte dell’appalto?).Considerando che nessunovuole una discarica vicino acasa propria, vogliamo atti-varci (noi cittadini e la nostraamministrazione) affinché il“porta a porta” funzioni vera-mente e la nostra città diventipulita?Un cittadino consapevole

mune di Ariccia che adotta ilcodice a barre sulle buste delladifferenziata per identificare ilsingolo utente al fine di pre-miare i comportamenti vir-tuosi. E’ quello a cui dovrebbemirare ogni amministrazionevisto che l’obiettivo della rac-colta differenziata è quello diridurre i costi della discarica ericiclare il materiale recupe-rato. E per il cittadino dimi-nuire la tassa sui rifiuti.

Ho letto su un giornale localeche il Comune di Ciampino èstato premiato per la raccoltadifferenziata dalla Provincia diRoma che ha assegnato allacittà castellana 40mila euro permigliorare il “porta a porta” eridurre la produzione di rifiutiurbani. I Comuni partecipanti al con-corso sono stati valutati sullabase dei risultati raggiuntinella raccolta differenziata. E

Arriva il consulente legale inmateria urbanistica ed ediliziae così i futuri costruttori abu-sivi non dormiranno sonnitanto tranquilli. Si trattadell’Avv. Paolo Iorio del forodi Roma, che fino al 31 di-cembre 2012 sarà il referentedell’amministrazione comu-nale per quanto riguarda “ilcompletamento delle proce-dure di acquisizione al patri-monio comunale di manufattiabusivi realizzati sul territoriocomunale”. La scelta di affi-darsi a un consulente è statadettata dal fatto che, comeevidenziato dal Responsabiledel Settore Urbanistica delComune, “le problematicheche si presentano nel corsodell’anno sono talvolta diassai difficile soluzione e ne-cessitano di un supporto le-gale, anche al fine di evitaredi incorrere in vizi di legitti-mità nell’adozione degli attidi competenza”. Il costo di questo super-esperto è stato fissato in 5mila euro, “salvo eventuali in-carichi aggiuntivi”.

Paola Gatta

qui si alza ilmistero: il Co-mune di Roccadi Papa ha par-tecipato a que-sto bando,peccato peròche i cittadininon ne abbianosaputo niente.Avrebbe potutoforse essere unincentivo permigliorare ilservizio.Un’altra notiziariguarda il Co-

Un servizio di raccoltarifiuti da migliorare

Cassonetti ai Campi d’Annibale

Ecco l’espertonei sequestridegli edificiabusivi

Nella riscossione il Comune fa da sèIl Comune di Rocca di Papa fa da solo nella ri-scossione coattiva dei tributi locali. La deliberache lancia la gestione coattiva diretta delle im-poste è stata approvata lo scorso 29 dicembredal Consiglio Comunale ed è entrata in vigoredal primo giorno di gennaio 2012, e riguarda laTarsu (tassa rifiuti solidi urbani), l’Ici (impostacomunale sugli immobili), il Cosap (canone dioccupazione di spazi ed aree pubbliche), e laICP (imposta comunale sulla pubblicità e pub-bliche affissioni). Nella delibera viene precisato

che “le attività di liquidazione, accertamento eriscossione ordinaria saranno gestire diretta-mente dall’Ente anche riguardo ad eventuali efuture entrate istituite sugli immobili”.Ora sarà compito dell’amministrazione, comestabilito dal Consiglio Comunale, dare “oppor-tuna informazione ai contribuenti sulle nuovemodalità di riscossione coattiva”. La delibera,oltre ai voti scontati della maggioranza, ha rice-vuto anche quelli di Enrico Fondi e Maurizio DeSantis. (L.S.)

Page 9: Il Piccolo Segno marzo 2012

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Niente odore o ammoniaca

non l’ha mai reso noto, a parte un bilancioprovvisorio inviato proprio al Segno su-bito dopo la Sagra (pubblicato sul numerodi novembre 2011) e che parlava di un dif-ferenziale positivo fra entrate ed uscite dicirca 12 mila euro. Dopo però non ne ab-biamo saputo più nulla mentre sarebbestato utile e sinonimo di trasparenza pub-blicare in modo chiaro e leggibile ognisingola voce di spese e incassi. I nodi comunque arriveranno sicuramenteal pettine nell’assemblea generale che siterrà presso l’aula consiliare il prossimo12 maggio (alle ore 16.00). In quella sededovrebbero essere chiariti tutti i dubbi ele discussioni rimaste in sospeso. Al mo-mento resta un dato di fatto, cioè l’uscitadi scena di tre membri del Consiglio e diuno in particolare, Valbonesi, in polemicacon il Presidente D’Andrea. Paolo Valbo-nesi è uno degli artisti più noti a Rocca diPapa essendosi sempre distinto per la suacorrettezza e per la sua partecipazione aun gran numero di eventi, quindi la suadecisione di lasciare la Pro Loco è sicura-mente un segnale che qualcosa non stafunzionando per il meglio. Oltre tutto c’èun altro aspetto che andrebbe approfon-dito, come mai le dimissioni sono pratica-mente passate in sordina? E’ normale cheun ente riconosciuto dal Consiglio Comu-nale di Rocca di Papa non avverta il do-vere di spiegare ai cittadini che cosa èaccaduto e, soprattutto, perchè è acca-duto? Se non fosse stato per qualche“voce di piazza” e per un articolo apparsoil 3 marzo scorso su ilmamilio.it di MarcoCaroni, forse nessuno ne avrebbe saputoniente. Per la cronaca, due dei tre dimissionari,

Si dimettono in tre dal Consiglio Direttivo

La Pro Loco perde già i primi pezzi

di Luigi SerafiniDopo sei mesi la Pro Loco di Rocca diPapa, nata il 22 agosto, perde già i primipezzi. A lasciare il Consiglio Direttivo del-l’associazione sono stati in tre, DomenicoGatta, Alberto Querini (già direttore arti-stico del Teatro civico) e Paolo Valbonesi.I primi due, stando alla lettera inviata dalPresidente Emiliano D’Andrea a ilmami-lio.it, avrebbero lasciato per impossibilitàa partecipare alla vita dell’ente, mentre ilmusicista Paolo Valbonesi si sarebbe di-messo non condividendo la gestione dellostesso D’Andrea il quale ha giudicato talescelta una “normale gestione di un gruppodi persone che lavorano e si confrontanosu tanti aspetti” e che quindi possono pen-sarla in modo diverso sulle cose fatte e suquelle da fare. Tutto giusto ma appare quanto menostrano che le divergenze, dopo aver scon-quassato mezzo mondo per entrare nellanuova Pro Loco costituita in fretta e furiain pieno ferragosto (vedi foto sopra), pos-sano provocare una fuoriuscita tanto re-pentina. In realtà le prime avvisaglie cisarebbero state proprio in occasione del-l’organizzazione dell’ultima edizionedella Sagra delle Castagne e soprattutto,per quel che ne sappiamo, proprio sul ren-diconto finale delle spese sostenute e degliincassi realizzati. Non conosciamo il bi-lancio preciso della Sagra visto che mal-grado gli annunci il Presidente D’Andrea

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Querini e Gatta, sono stati sostituiti daiprimi non eletti: Maria Del Nero ed Elisa-betta Calicchia. A loro vanno i nostri migliori auguri dibuon lavoro.

Emiliano D’Andrea, presidente Pro Loco

Il dimissionario Paolo Valbonesi

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ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 201210

A proposito della recente delibera di Consiglio Comunale sull’abusivismo

Abusi edilizi, decisione giustaarrivata con troppi anni di ritardo

completamente inibito dalle continue va-rianti permettendo di edificare in modoindiscriminato, fino a raggiungere dellepercentuali di cemento che ha avutocome ingiustificato risultato che il 70%degli immobili è disabitato (alla faccia

di Gennaro SpigolaHo appreso dal quotidiano “IlMessaggero” che il ConsiglioComunale di Rocca di Papaha “finalmente” approvatouna delibera che prevede una

consistente ammenda che dovrebbe esserepagata da tutti coloro che decidessero diutilizzare l’illiceità dell’abusivismo: siparla (se non ricordo male) della conside-revole cifra che parte da 10 mila euro finoad arrivare a 25 mila. Scelta ineccepibile ma che pretende unainevitabile riflessione: la delibera in que-stione è stata approvata a posteriori inquanto negli ultimi dieci-quindici anni ilterritorio della giurisdizione di Rocca diPapa è stato in grossa parte dilaniatodall’abusivismo che non ha avuto il giustocontrasto sia dalle Istituzioni che dagli or-gani di controllo.È emblematico che le zone boschive diRocca di Papa sono diminuite del 20-25%ed il piano regolatore che avrebbe dovutodeterminare la liceità a costruire è stato

“Bello ‘sto pannello nuovo,luccica! Ma a che serve?”.Questo il tono degli interroga-tivi tra chi prende il sole aiCampi, a piazza Giuseppe DiVittorio. Il commento è rife-rito a pannelli luminosi piut-tosto grandi installatirecentemente. A Rocca diPapa ne hanno messi almenotre, oltre ai Campi ce n’è unosu via Frascati, che passandoin macchina appare pieno dilettere troppo piccole per es-sere lette ed è quindi inutile,e uno a piazza della Repub-blica, all’inizio di via EnricoFerri, che sta proprio davantiai cartelli turistici che indi-cano le bellezze e i monu-menti del nostro paese, equindi è dannoso.Le scritte che scorrono neipannelli luminosi sono ripe-titive e senza alcun inte-resse, ci potrebbero stare

delle comunicazioni di servi-zio sull’eventuale ritardo degliautobus, per esempio, o sullefarmacie aperte, o sull’anda-mento della raccolta differen-ziata nel nostro comune,insomma informazioni utili.Niente di tutto questo. Scorreuna scritta pubblicitaria su chievidentemente ha messo isoldi per i pannelli: la Comu-nità Montana dei Castelli Ro-mani, e poco più. In compensoi pannelli bruciano energiaelettrica, occupano spaziopubblico e, quello di piazzadella Repubblica, copre i car-

telli turistici esistenti. Un verocapolavoro!Se poi ti arrischi a doman-dare quanto sono costati ipannelli luminosi la rispostapiccata è che sei un anarcoin-surrezionalista. Questi sono inostri soldi, soldi pubblici pa-gati da noi. Perché vengono spesi cosìmale? Perché nessuno con-trolla la qualità delle cosefatte? Esiste un’opposizioneall’idea dominante dello sper-pero? Esiste un’opposizioneculturale capace di buona poli-tica?

tempimoderni

di Roberto Sinibaldi

Con i soldi nostri!

dell’emergenza abitativa) e la rimanentepercentuale ha generato un incremento de-mografico insostenibile in quanto non èstato accompagnato dall’aumento dei ser-vizi necessari ed essenziali (trasporti, sa-nità, raccolta dei rifiuti - quest’ultima nonvede applicata la raccolta differenziata intutto il territorio) il tutto si va ad aggiun-gere al super sfruttamento delle falde ac-quifere con il concreto rischio di averenell’acqua potabile percentuali di arsenicoche vanno oltre quelle consentite dallaLegge; incremento delle vetture privateche comportano l’inevitabile inquina-mento atmosferico giunto a dei livelli pre-occupanti.Sarebbe opportuno e valido politicamenteche le Istituzioni invece di approvare delledelibere a posteriori prendessero anticipa-tamente dei provvedimenti per evitare cheogni cittadino si senta autorizzato ad ap-plicare la filosofia del libero arbitrio in-frangendo tutte le regole che dovrebberoessere rispettate nel rispetto della comuneconvivenza.

Sono ilpresidentedi circoloFLI diRocca diPapa e mirivolgo allavostra te-stata per-ché hoappreso che Rocca di Papa ha inforza al comando di Polizia mu-nicipale il nuovo comandantedel corpo, Sig. Onesti, al qualefaccio gli auguri di buon lavoro.Colgo però l’occasione per ri-volgere una domanda al nostrosindaco Pasquale Boccia: “Perquanto riguarda la copertura delposto vagante da comandantedei Vigili Urbani, non sarebbestato più equo espletare un con-corso per ricoprire la suddettacarica di comandante anche per-ché, se lei non ne è a cono-scenza, di giovani titolati in giroce ne sono tanti anche con ideenuove, le quali farebbero soloche bene al nostro paese. Cor-dialmente

Bruno ROMANOPresidente circolo FLI

A propositodel Comandodei Vigili Urbani

Veduta dei Campi d’Annibale

Bruno Romano

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ROCCA DI PAPA 11il Segno - Marzo 2012

le quali scuole pubbliche? Noi non li ab-biamo visti e il nostro timore è che non nevedremo ancora per molto tempo, mentremigliaia di nuovi residenti arriveranno aingrossare le file dei genitori che vivonol’ansia di non trovare posto in una scuola

pubblica per i loro figli. Forse è arrivato il tempo di ripensare se-riamente a quanto menti poco attente alleconseguenze concrete delle decisioni as-sunte e ridisegnare il futuro della nostracittà in modo equilibrato.

Bambini senza aule e famiglie costrette a sacrifici

“Sviluppo edilizio”e iscrizioni allescuole pubbliche

di Sergio RasettiCentinaia di genitori vivonointerminabili giorni di ansiacausata dall’incertezza di ot-tenere per i propri figli l’am-

missione alla frequenza della scuolapubblica, elementare o materna, del pro-prio comune di residenza. E’ noto infattiche i posti a disposizione non sono maisufficienti e che l’organizzazione scola-stica finisce per non assicurare a tuttiquanto dovuto. Con il passare degli anni lo scenario sicomplica sempre di più; allo sviluppo re-sidenziale non corrisponde alcun adegua-mento di infrastrutture comprese le scuolepubbliche, mentre la questione non sem-bra preoccupare più di tanto gli ammini-stratori che continuano a rilasciarepermessi di costruzione e rimandano larealizzazione dei servizi sine die. Tante fa-miglie hanno così una sola alternativa:scuola privata e bilancio familiare in ulte-riore difficoltà. L’utilizzo di convenzionipubblico-privato per realizzare le operecittadine di questi anni, come si può co-statare, non ha prodotto vantaggi apprez-zabili. Lo dimostrano appalti importantiper Rocca di Papa come la ristrutturazionedell’ex albergo Europa per farne il Pa-lazzo Comunale e la costruzione del par-cheggio al Carpino che rischiano direstare opere incompiute. Nel campo dell’edilizia scolastica è an-data meglio, bisogna comunque tenereconto che la scuola materna ai Campid’Annibale ha visto i costi lievitare fa-cendo saltare il completamento dell’ap-palto che comprendeva anche laristrutturazione dell’ex albergo; mentre lascuola elementare del Giardino degli Ulivi(nella foto il giorno dell’inaugurazione)preannuncia la sua insufficienza rispettoall’incremento della richiesta già in atto.Il Piano Regolatore presentato come“Piano a zero incremento edilizio” da que-sti amministratori, annuncia la crescitadella popolazione di 4-5 mila abitanti.Siamo già 16 mila; si è costruito o è in viadi costruzione per altri 3-4 mila abitanti. Ilpaese è ormai programmato per 25 milaabitanti in pochi anni. Avete visto cantieri per infrastrutture tra

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ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 201212

Dalla segreteria locale dell’Udc riceviamo e volentieri pubblichiamo

“Sulle Antenne la Regione farà la suaparte ma il Comune deve collaborare”

collaborare con gli organi sovra comunaliper cercare una soluzione e non rimandareil problema e le relative responsabilità.E’ necessario adesso che l’Amministra-zione, oggi, si impegni a prendere un’ini-ziativa forte a sostegno dell’On.leCiocchetti per poter avviare a soluzionequesto problema e cioè consentire allaRegione la delocalizzazione e razionaliz-zare gli impianti a frequenze invariate.Ogni altra decisione significa prendere ingiro i cittadini che da anni stanno aspet-tando risposte serie, magari anche impo-polari.Ci auguriamo che dopo 20 anni di falsepromesse non mantenute il Sindaco abbiail coraggio di assumersi le proprie respon-sabilità e dire la verità ai cittadini di Roccadi Papa, noi siamo pronti a collaborare efare la ns parte oltre i colori politici per ilbene della comunità. Ci attendiamo daparte dell’Amministrazione comunale edel governo regionale che ci sia su questo

Ancora una volta, a distanza di circa dueanni dalle varie riunioni e conseguenti ras-sicurazioni da parte dell’amministrazionecomunale, ad oggi nessuna azione con-creta a tutela della salute pubblica è stataattuata e che la tanto pubblicizzata delo-calizzazione delle antenne non è stata an-cora attuata e tantomeno programmata. Leantenne sono cresciute nel nostro Paese al-l’interno di una cornice politico-istituzio-nale che tutti conosciamo, che si èrealizzata nel corso degli anni ‘80 e all’ini-zio degli anni ‘90, e che si può riassumerenella formula del Far West.Tutto ciò al di fuori di un minimo di lega-lità necessaria alla programmazione diproblemi così importanti che riguardanola salute, l’ambiente e principi costituzio-nali molto importanti come il diritto di in-formare ed essere informati.La locale sezione UDC ha investito delproblema l’On.le Luciano Ciocchetti, e il-lustrato le grandi difficoltà dei nostri con-cittadini impotenti alla risoluzione delproblema che subiscono da decenni oltreal danno la beffa per il mancato e totalecontrollo sanitario 24 ore su 24, e dellearee comunali. Attento alle problematiche dei cittadini diRocca di Papa ha fatto proprio tale pro-blema e il 1 Marzo scorso L’On.le Cioc-chetti ha convocando immediatamente untavolo tecnico presso la Regione coinvol-gendo l’Assessorato all’Ambiente, i Sin-daci dei Comuni di Monte Gennaro e deiCastelli Romani interessati al problema tracui quello di Rocca di Papa oltre al Mini-stero dello Sviluppo Economico, al fine divalutare la possibilità di delocalizzazionedegli impianti Radio televisivi e il risana-mento del territorio di Rocca di Papa (Ma-donna del Tufo) e della vetta di Monte

La vetta di Monte Cavo e i due esponenti dell’Udc di Rocca di Papa, Mario Gatta (in alto) e Armando Serafini

Cavo. Tuttociò richiedecapacità diamministra-zione e diprogramma-zione: metterein piedi pro-cedure contempi certi,consultazioni,dialogo, con-fronto con icittadini suquesti temi.La GiuntaBoccia deveiniziare a darerisposte certe,

punto una posi-zione chiara, con-v e r g e n t e ,inequivocabile, chepossa essere com-presa dai cittadini edall’opinione pub-blica, perché altri-m e n t is ignif icherebbeche, oltre ai ritardie all’indifferenza,non si vuole risol-vere il problema econtinuare a faredemagogia.

Mario Gatta Armando Serafini

Segreteria UDC di Rocca di Papa

A seguito del II Congresso Nazionale deLa Destra, tenutosi a Torino il 12 e 13 no-vembre scorsi, il Direttivo di Rocca diPapa ha annunciato l’elezione tra i mem-bri del Comitato Centrale del Partito delSegretario Cittadino locale, Alvaro Fondi.“Un’elezione che rappresenta un premioper tutta la Segreteria locale oltre che unabella soddisfazione per me a livello perso-nale. “Questo nuovo passo in avanti de LaDestra di Rocca di Papa -ha detto Fondi-mi stimola a lavorare ancora di più sul ter-ritorio e a portare presso i vertici del par-tito le tematiche che più da vicinoriguardano i miei concittadini. Tematichesociali, il lavoro, il diritto alla casa di pro-prietà, la precedenza agli italiani nei ser-vizi, saranno il punto di riferimento mio edell’azione di tutto il partito”. Ad Alvaro Fondi sono arrivate anche lecongratulazioni della Gioventù ItalianaRocca di Papa: “il suo ingresso nel Co-mitato Centrale del partito non è solo unpremio al lavoro della sezione sul territo-rio e come coordinatore di collegio, masoprattutto un riconoscimento personaleche Alvaro meritava, non essendosi mairisparmiato nel lavoro per la destra nelcorso della sua attività politica. La suaelezione –hanno poi concluso i giovani deLa Destra– rappresenta il giusto corona-mento dei suoi anni alla guida della nostrasezione locale. Potrà sempre contare sulnostro aiuto”.

Luigi Serafini

Alvaro Fondi eletto al Comitato Centrale de La Destra

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ROCCA DI PAPA 13il Segno - Marzo 2012

E’ in fase di ultimazione daparte dei tecnici dell’UfficioLavori Pubblici del Comune diRocca di Papa la relazione suidanni provocati dall’ultima co-piosa nevicata di febbraio e peri quali l’amministrazione gui-data dal Sindaco Boccia ha giàapprovato una delibera tesa a ri-chiedere lo stato di calamità na-turale al fine di ottenere i giustirimborsi. I maggiori danni sa-rebbero stati subiti dalle stradepubbliche e dalle numerose al-berature collassate per il pesodella neve. Poi non mancano idanni subiti da edifici e struttureprivate, a cominciare da quelledel centro storico con centinaiadi gronde staccatesi e finite aterra, oppure i tettini delle ba-racche di lamiera che non

E’ in fase di ultimazione la relazione tecnica sui danni subiti

Dichiaratolostatodicalamitàper la nevicata di febbraioStrade dissestate, alberature crollate e grondaie cadute a terra

“Preparazione di un BilancioComunale partecipato”. Questaè la richiesta che il Movimentoper Rocca di Papa ha rivoltoall’Amministrazione e al Con-siglio Comunale. Chiamare as-sociazioni, comitati, singolicittadini all’elaborazione delleproposte più valide e condi-vise. “Nell’attuale momentostorico-politico che ci vedepressati da una forte ed evi-dente crisi economica siamosempre più convinti della vali-dità di una partecipazione de-mocratica della cittadinanzaalle scelte democratiche”scrive tra l’altro il Movimentonella richiesta indirizzata alSindaco Pasquale Boccia,all’Assessore al Bilancio Mau-rizio Querini, al Presidente delConsiglio Comunale Luigi Fe-razzoli, ai Capigruppo Consi-liari Luca Santangeli, EnricoFondi e Maurizio De Santis.

Un Bilanciodavvero partecipato

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hanno rettol ’eccess ivopeso dellaneve. Soltanto perrimettere inbuono stato levie comunaligravementedanneggiate,secondo al-cuni calcoliche devonoancora essereconfermati ,l’amministra-zione do-v r e b b emettere in bi-lancio unacifra vicina ai 3-400 mila euro.Senza tener conto degli altri

costi sostenuti e da sostenere.Paola Gatta

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Per paradosso si presenta come unpiano per lo sviluppo e l’occupa-zione, mentre nella sostanza perde-remo ancora pezzi di campagna erisorse ambientali. Insomma allalunga, dopo i guadagni immediatidi chi avrà costruito trasformandofinanco i pollai in nuove case, ci ri-metteremo tutti perdendo in parti-colare la bellezza del paesaggio,il più indifeso e immateriale deinostri beni. La legge sul Pianocasa nel Consiglio Regionale delLazio è stata fortemente volutadalla destra. Anche la sinistra haaccolto favorevolmente la propo-sta. Il Pd però ha fatto la finta divotare contro, solo dopo che si eraassicurato che la sua opposizionesarebbe stata ininfluente rispettoall’approvazione della legge. Aquesto proposito sono illuminantile posizioni dei singoli consiglieriregionali dello stesso partito e imille distinguo che hanno caratte-rizzato la presunta e solo formaleopposizione al Piano casa.A fine gennaio scadeva il termineentro il quale ciascun comune po-teva esprimersi circa i modi di ap-plicabilità della legge sul proprioterritorio ed eventualmente definiredelle limitazioni. A Rocca di Papasi è assistito al saldamento sostan-ziale delle posizioni di Pdl, Pd eSel. Il cerchio si è chiuso con dellefantastiche dichiarazioni di favore,

che hanno visto uniti i rappresen-tanti comunali di Pd e Sel sulle me-desime posizioni del Pdl regionale:insomma tutti d’accordo per farenuove costruzioni. Le motivazionisono sconcertanti: chi dice che nonabbiamo bisogno di alcuna limita-zione perché ne abbiamo abba-stanza (forse non hanno mai fattouna passeggiatina ai Campi), chidice che abbiamo già il Piano re-golatore che pensa a tutto (peraltroampiamente scaduto), chi come ilfunambolico rappresentante di Sel(Maurizio De Santis), sostiene che“non si può considerare il Pianocasa un feticcio ideologico” (bravoper ideologico, dove si sarà ispi-rato?). E così si può misurare loscollamento totale di una politicatutta uguale a se stessa, che, nonfacendo neanche più finta di eser-citare un’opposizione rispetto allamaggioranza, perde di vista l’es-senza della democrazia. In tutto questo anche il più estremopartito della sinistra presente inConsiglio comunale appare sog-giacente al potere dominante o in-capace di discernimento. Ilrisultato ultimo è che interi settorisociali non sono più rappresentatida nessuno. Una responsabilità po-litica un po’ troppo forte anche perl’ineffabile neoconsigliere di Seldel nostro comune.

Roberto Sinibaldi

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Page 14: Il Piccolo Segno marzo 2012

ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 201214

di Sandro TabellioneRischia di chiudere il prontosoccorso psichiatrico di Al-bano Laziale. L’allarme è arri-vato dai Sindaci dei Comunicastellani dopo aver appreso ladecisione della Asl RmH. Leamministrazioni di Genzano,Ariccia, Albano, Lanuvio eCastel Gandolfo hanno inviatouna lettera al Direttore gene-rale, al Direttore sanitario e alDirettore del Dipartimento diSalute mentale, diffidandolidal dare seguito all’annunciatachiusura. “Questa decisione – hannodetto i primi cittadini firmataridella diffida - arriva dopo lanota firmata dalla Asl RmH loscorso primo marzo, nellaquale si paventava la chiusuradi tale servizio. Noi, come

Sindaci del polo H2, in quantounici responsabili per la Costi-tuzione italiana della salute deinostri cittadini, non possiamopermettere che questo ac-cada”.L’altro problema, se il prontosoccorso psichiatrico di Al-bano dovesse chiudere i bat-tenti, riguarda il rischiosovraffollamento per il prontosoccorso di Frascati che, aquel punto, sarebbe l’unicopresidio dei Castelli Romania sopperire a tale chiusura.Pronto soccorso di Frascatiche già da solo serve il bacinodi utenza da Roma “Rite-niamo – hanno poi aggiunto isindaci - che la chiusurapossa portare anche dellegravi tensioni sociali e pro-blemi di ordine pubblico nella

Presentato in aula consiliare il libro di Anna Mancuso

Una terrazza sull’Africa

INFO: 06 93 80 10 36 (anche segreterie telefoniche)

malattia e nello stesso tempo il coraggio divivere. Tutto ciò circola e ricircola nell’av-vincente trama che costituisce una valoriz-zazione della bella terra di Sicilia con il suosole, il suo mare, i suoi profumi, i suoisuoni, i suoi scorci archeologici e i suoi pa-norami… Nel libro il lettore può ritrovarsi,dice l’autrice: molti possono vivere le situa-zioni e le sensazioni descritte nelle paginesulle quali scorre una trama piacevole e di-sinvolta; si condivide la paura per il giudiziodel prossimo, si intravede la fatica di la-sciarsi andare e non vivere, secondo unarassicurante apparenza che ci mette al riparodalle valutazioni del prossimo.Il ricavato della vendita del libro è stato de-

di Rita GattaPiacevole serata quella del 10marzo presso l’Aula Consiliaredi Rocca di Papa: un pubblicoattento e sensibile ha seguito

con interesse e partecipazione la presenta-zione del libro di Anna Mancuso “Una ter-razza sull’Africa” edito da Bellavite.Interessanti gli interventi dei relatori e dellastessa autrice, architetto, candidato sindacoalle prossime elezioni di Monza, attual-mente consigliere comunale. La scrittrice,un volto sorridente e sereno ha spiegato lemotivazioni di questo suo secondo libro,un’opera che è un “viaggio”, con un itinera-rio che va fisicamente da Milano a Siracusa,ma che simbolicamente richiama l’eternopercorso dell’esistenza, senza mai fermarsi.Mario, il nome del protagonista, un antie-roe, un uomo, un medico che non sa viverele emozioni, anzi, le frena e molti sono ipersonaggi che cercano di sostenerlo nelsuo peregrinare senza sosta: in questi fran-genti compare la figura dell’angelo, sotto lespoglie di amici che rappresentano nel loroimpegno a sorreggere Mario, la coesione diuna comunità.Il libro, per dirla con la relatrice CarlaMassi, giornalista del Messaggero, è con-temporaneamente un viaggio, una scelta, lachiusura delle emozioni, vi ricorre la figuradell’angelo, si percepisce la tensione per la

stinato all’Associazione di volontariato Sa-lute Donna che si pone l’obiettivo di non la-sciar sole le persone malate e spaventatedall’insorgere di una patologia, una volta in-curabile. Qui la vera donna, la vera AnnaMancuso, presidente dell’Associazionestessa, che ha raccontato con una voce se-rena e un volto sorridente la sua esperienza,l’aiuto ricevutone, la voglia di essere a suavolta di aiuto al prossimo e la volontà di nonarrendersi mai, che deve essere trasmessa atutte le donne colpite dal tumore. Questa As-sociazione avrà modo di essere presenteanche nel nostro territorio e sarà presto unarealtà alla quale far affidamento per preven-zione e informazione.Una serata piacevole, si diceva, ma che hafatto riflettere e meditare non poche persone,richiamando alla mente quel “viaggio” delprotagonista come il vero “viaggio” dellavita, delle nostre esperienze, dei nostri in-contri e della volontà di porci al servizio dichi ha bisogno.

gestione del pronto soccorsopsichiatrico di Frascati. Noinon intendiamo essere com-plici della progressiva chiu-sura, con la scusa del blocco

delle assunzioni, dei servizisanitari del Polo H2 della AslRmH”.Anche i cittadini sono invitatia mobilitarsi.

La Asl RmH vorrebbe chiudere il Pronto Soccorso psichiatrico di Albano

I Sindaci dei Castelli Romanicontro la chiusura del presidio medico

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ROCCA DI PAPA 15il Segno - Marzo 2012

dini è da intendersi definitiva, integrativadi quella provvisoria di cui alla Legge re-gionale n. 2 del 13 gennaio 1984, Istitu-zione del Parco dei Castelli Romani. Ed èstato respinto anche il ricorso presentatoal Presidente della Repubblica dichiaratoinammissibile con decreto del 22 febbraio2011”.A questa sequela di decisioni inappunta-bili e inappellabili si aggiungerebbeadesso l’ennesima decisione del Consi-glio di Stato. Cari Sindaci è ora che prendiate co-scienza che i vostri Comuni ricadonodentro un Parco e che quindi le vostre po-litiche ambientali e di sviluppo dovreb-bero sempre tenere a mente questoaspetto. Un giorno quantificheremo anchei soldi da voi spesi per tutti questi ricorsi.Non era meglio spenderli per cose piùconcrete e utili?

di Marcello MorroneIl Consiglio di Statoavrebbe messo la parolafine sulla questione dei con-fini del Parco dei CastelliRomani, rigettando il ri-

corso presentato dal Comune di Marinoteso a rimettere in discussione gli attualiconfini territoriali dell’ente regionale.Dopo la sentenza del Tar, che aveva datoragione al Parco circa la validità dei con-fini decisi dall’allora commissario Raval-dini, ora per i Sindaci castellani contrarialla presenza del Parco sarebbe arrivata lamazzata definitiva. Adesso si attende un’altra decisione, sem-pre da parte del Consiglio di Stato, riguar-dante un identico ricorso presentato dalComune di Grottaferrata (quando Sindacoera Ghelfi). A sostegno della perimetrazione Raval-dini ormai le sentenze sia del TAR (Tri-bunale Amministrativo Regionale) chedel Consiglio di Stato non si contano più,eppure cacciatori e primi cittadini non de-sistono dal ritenere nulli quei confini. Sele associazioni venatorie pagano di tasca

loro i ricorsi, per i Sindaci non ècosì perchè a pagare sono i contri-buenti. Forse è ora che comincinoa pagare di tasca propria i ricorsiritenuti infondati dai vari organi digiustizia. Ma torniamo al TAR e al Consiglio diStato. “Le numerose sentenze del TAR asostegno della perimetrazione - ha spie-gato tempo fa la rete Raffaele Marchetti-sono state sostenute anche dal parere delProcuratore della Repubblica di Velletriche con la nota del 27 settembre 2010 haribadito perfettamente corretta la interpre-tazione del TAR per cui si dovrebbe con-cludere per l’applicazione delle sanzionipenali previste in materia di caccia, edili-zia e ambiente. La Procura ha quindi ri-badito l’applicabilità delle norme relativeall’area protetta per tutto il territorio com-preso nella perimetrazione Ravaldini. Maanche il Consiglio di Stato in data 7 di-cembre 2010 -ha proseguito- ha dichia-rato inammissibile il ricorso presentato daalcune associazioni di cacciatori control’Ente Parco ribadendo che la perimetra-zione adottata dall’architetto Paolo Raval-

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Page 16: Il Piccolo Segno marzo 2012

ROCCA DI PAPA il Segno - Marzo 201216

Al termine dei lavori sarà fornito il Piano Nazionale del Settore Castanicolo

Il “sistema” del castagno al centro di un seminario

di GiorgioGrassi*A chi è interessatoalla castanicolturada legno, a quellada frutto, all’uti-

lizzo del “sistema castagno”per il recupero socio econo-mico del territorio, diamo su-bito una bella notizia. Ma unattimo di pazienza, devo fareuna premessa. Da queste pagine abbiamo giàparlato del Piano nazionale delSettore castanicolo (Il Segno,maggio 2011), e accennato aifondi europei PSR (Pro-gramma di Sviluppo Rurale) ePOR (Programma OperativoRegionale - Il Segno dicembre2011). Il Piano costituisce il ri-ferimento per le iniziative sulcastagno ammissibili a spesapubblica dal 2010 al 2013: tral’altro ha indirizzato a comemeglio spendere i soldi delMiPAAF per combattere il ci-nipide galligeno del castagnoin tutt’Italia e ha promosso lainformazione agli operatorieconomici. I fondi europei in-vece costituiscono la princi-pale risorsa economica chel’Italia può spendere per soste-nere e migliorare il sistemaagroforestale (nel quale ovvia-mente è inserita la castanicol-tura). Ho richiamato alla mente ilPiano e i Fondi europei per se-gnalare una importante inizia-tiva voluta dalla RegioneVeneto, che sarebbe utilissimaanche nel Lazio: il Veneto, uti-lizzando i fondi europei PSR,terrà un Seminario su “IlPiano nazionale del Settore ca-stanicolo e la sua attuazionenel territorio Veneto”. Dalleore 9 alle 18 del 16 marzo, aVittorio Veneto, parlerannotutti gli specialisti che coordi-narono i diversi tavoli di la-voro del MiPAAF nel 2010 e2011. Saranno trattati sia la ca-stanicoltura da frutto chequella da legno, il marketing,la multifunzionalità, le avver-sità, la meccanizzazione, lebiomasse, la valorizzazionedella produzione legnosa, gliaspetti tecnologici del legno di

mus sinensis, l’antagonista im-piegato nella lotta biologica.Tre “Workshop formativi in-terregionali” hanno infatti riu-nito in tre città tutte le regioniinteressate (del Nord, del Sud,a Roma per il Centro Italia) esono state date le informazionie istruzioni preliminari per ilanci che saranno effettuati nel

2012 a inizio germogliamentodel castagno.E’ stato confermato che la Re-gione Lazio allestirà un Centrodi moltiplicazione del Tory-mus a Velletri, presso la localesede dell’ARSIAL.

*già CRA-FR di Roma e Caserta

Il cinipidedel castagno

castagno e dei prodotti deri-vati, quali prospettive siaprono per il legno di casta-gno negli anni post 2013, glistrumenti pubblici per qualifi-care il prodotto, e altro. Cono-sco quasi tutti i relatori, sonopersone pratiche, di espe-rienza e aperte al confronto. Vale la pena andare a stabilirecontatti, se serve per un fu-turo. Siccome è un seminario, oc-corre prenotarsi (si veda il sito:www.regione.veneto.it/cen-troinformazionepermanente/Login.aspx). Si partecipa gra-tuitamente e a fine lavori si ri-ceve una copia del Piano.Un’altra notizia positiva ri-guarda la lotta al cinipide: ilprogramma finanziato dal Mi-

PAAF sta proce-dendo regolarmentee sono da poco ter-minati i corsi direttidal prof. Alma (DI-VAPRA dell’Univer-sità di Torino) chepreparano i tecniciregionali alla crea-zione e alla gestionedei Centri di molti-plicazione del Tory-

La nuova mega ro-tonda di Via deiLaghi, inauguratapochi mesi fa dal Sin-daco di Rocca di Papa e dalPresidente della Provincia di Roma,si arricchisce di nuove decorazioni. Qualchesettimana fa, infatti, sono stati installati ben 4,(dicasi 4!), cartelli con la scritta “Provincia diRoma” che, fra l’altro, infastidiscono anche lavisibilità dei conducenti degli autoveicoli giàconcentrati nella guida all’interno della ro-tonda. Viene una sola domanda da fare al Pre-

sidente provinciale Zingaretti:ma un solo cartello non erasufficiente? Perchè metterne

quattro tutti intorno? Ormai losanno anche i sassi che l’opera è stata

finanziata dal suo Ente! Questo inquinamentoda cartelli stradali è ormai dilagante. Stessascena in piazza della Repubblica, dove la Pro-vincia di Roma ha installato un numero ecces-sivo di pali (cartelli compresi) per indicare ipunti dove è consentito l’accesso pubblico ainternet. Ma tutti questi cartelli (pali compresi)chi li paga?

Più cartelli per tutti... e la Provincia pagaLa “rotonda”

di Via Laghi

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DIRITTO di REPLICA 17il Segno - Marzo 2012

di AndreaSebastianelliCome vede, anchestavolta non le ab-biamo riservato la

prima pagina però voglio ini-ziare ringraziandola di averciscritto. E’ un gesto importanteperchè denota voglia di spie-gare e soprattutto il coraggio dimetterci la faccia. I politici disolito non rispondono mai, sisentono ingiudicabili e quandoarriva qualche critica preferi-scono far finta di niente evi-tando di rispondere. Quindi,già solo per questo, lei meritaun sincero apprezzamento. Veniamo però alla vicenda perla quale ci ha scritto. L’aspettoda sottolineare non è se lei siastata scelta per i suoi meriti oper i suoi trascorsi politici, mache un primo cittadino nella si-tuazione critica in cui viviamo(con stipendi che non arrivano,giovani in cerca di lavoro,casse integrazioni che fioc-cano e licenziamenti che sonoin costante aumento) possafarsi venire l’idea di nominareun “responsabile del cerimo-niale del Sindaco”! Roba dascompisciarsi dalle risate senon riguardasse i soldi pub-blici. A leggere quella deliberapare di stare al tempo di LuigiXIV quando le cerimonie sfar-zose e i riti di corte avevano unruolo anche politico. Ma cheBoccia si senta una sorta di

Luigi XIV del feudo di Roc-canpapen è francamente pocoaccettabile. Lei dice di esserestata scelta per i suoi meriti.Noi abbiamo fatto una sem-plice analisi: lei è stata unanota politica dell’ex Marghe-rita, ha ricoperto il ruolo diPresidente del Consiglio Co-munale, alle ultime elezioninon si è ripresentata facendoun passo indietro... che cosa siaspettava che avremmo pen-sato (noi e i cittadini) leggendodella sua assunzione nello staffdel Sindaco? Lei avrà anchealti meriti nel settore cerimo-nialistico ma, in virtù del suotascorso politico, sarebbe statauna decisione da non prendere.Proprio per evitare dubbi e pet-tegolezi. Infine, c’è una vicenda che po-trebbe legarsi alla sua: l’areadella Fortezza continuerebbe arimanere chiusa a visitatori eturisti perchè il Comune nonriuscirebbe a trovare 6 milaeuro all’anno da dare a unguardiano che, come richiestodalla Sovrintendenza, apra echiuda l’area panoramica e ar-cheologica. E’ la stessa cifrache lei percepirà dal Comuneper “cerimoniare il Sindaco”.Dovrebbe fare un gesto utile enobile: o dimettersi (liberandoquei fondi) oppure facendosicarico dell’apertura e dellachiusura della Fortezza. Turistie cittadini le sarebbero grati.

Anna Brandani ci scrive

“Sono stata scelta per i miei meriti”

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di Anna BrandaniGentile redazionedel Piccolo Segno,grazie... ma io nonho mai preteso

nulla! Grazie perché… in 5anni di impegno nella squadradi governo, nel mio ruolo dipresidente del Consiglio ecome stretta collaboratricedegli assessori al turismo, ocome donna impegnata sul ter-ritorio da più di 20 anni, colla-borando con tutte leamministrazioni che si sonosuccedute dal 1987 ad oggi,promuovendo, con la mia as-sociazione Ente Pro Rocca,fondata nel 1993, iniziative adesclusivo vantaggio della no-stra città (i cittadini non hannodimenticato), non mi avetemai degnato di considerazioneconcedendomi, non dico laprima pagina, ma almeno unrigo che mettesse in evidenza,nel bene e nel male, il miooperato sia per quanto concer-neva il mio ruolo istituzionalesia per il costante (prezioso?)contributo che ho dato per por-tare avanti, talvolta faticosa-mente, gli eventi in calendario. E all’“ignobile” accusa di averavuto un ruolo nello staff delsindaco per “compensazione”,mi dispiace deludervi, nonsono un politico… da recupe-rare e accontentare in altromodo! Questo ruolo non èstato creato per dare un’occu-

pazione a me, poteva essereaffidato a Mario Bianchi oMaria Rossi (e sicuramentenon avrebbe creato scalpore). Ma siccome è di uso comune“in certi ambienti” (e voi lo sa-pete bene vero?) utilizzarequesto sistema, non avete esi-tato a strumentalizzare questascelta, denigrando in tal modouna persona che per convin-zione, per formazione, peretica non ha mai preteso nulladalla politica e… chiestoniente ai politici né vicini nélontani!Sono sicura, con un pizzico dipresunzione e senza falsa mo-destia che le mie capacità or-ganizzative e il forte senso diresponsabilità che mi porta anon sottovalutare mai gli im-pegni che mi si affidano, lamia competenza “certificata”nel tenere una segreteria,senza sottovalutare qualitàcome discrezione, correttezzae lealtà (presupposti dai qualinon prescindo nel privato e nelpubblico) sono stati i requisitiche il sindaco e i responsabilidell’ufficio di riferimentohanno valutato per affidare ame un ruolo così delicato.Diamo ai cittadini una correttainformazione sul fatto in que-stione; sono sicura che sulprossimo numero del PiccoloSegno avrò il piacere di tor-nare con questa mia… perchéno? in prima pagina!

Il direttore risponde

“Faccia un gesto nobile,si dimetta”

A PROPOSITO DELL’ASSUNZIONE IN QUALITA’ DI “CERIMONIERE DEL SINDACO”

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ROCCA DI PAPA18 il Segno - Marzo 2012

Sono 4 le interrogazioni presentate dal Consigliere Romei

“Nelle opere pubblicheche interessi ci sono?”

sponsabile del settore Am-biente -ha scritto Romei- di-mostrano chiaramente lafallimentare politica di questaamministrazione. Vi chiedo, èstata la spaventosa superficia-lità nella gestione del depura-tore e dell’isola ecologica, peri quali ci sono avvisi di garan-zia, a costringere il responsa-bile del settore Ambiente aquesta drastica decisione?”. Eancora: “Chi sarà il nuovo eben remunerato responsabile?E sarà in grado di affrontare lapenosa situazione della rac-colta differenziata?”. DaniloRomei non ci và leggero nellesue argomentazioni, sostenuto

Comincia dalla città di Ma-rino l’impegno culturale dellacostola castellana di TerreSommerse. L’associazionepresieduta da Sandro Tabel-lione e diretta da Luca Paglia-rini, lo scorso 10 marzo hainfatti presentato le sue atti-vità per il 2012 presso “KinàArt Cafè”, diventato ormai unpunto di riferimento deglieventi musicali, artistici e let-terari dei Castelli Romani.Alla serata, presentata da Nic-colò Carosi, hanno parteci-pato i rappresentanti di TerreSommerse (tra cui il Presi-dente Fabio Furnari) e gli ar-tisti di Terre SommerseCastelli che, da questo mo-mento, assumeranno anche ilruolo di direzione artisticadello stesso “Kinà Art Cafè”.Numerose e variegate le atti-vità culturali presentate, nonsolo concerti e presentazionedi cd, ma anche libri, lettera-tura e poesia, continuandocosì la grande tradizione diTerre Sommerse nel campodella cultura con la “C” maiu-scola (info su: www.terre-sommerse.it). Durante la serata si è esibitoil gruppo “Interno Blue” conNadia Erbolini, nota “co-lonna sonora” dei mitici Fe-stivalbar degli anni Ottanta eNovanta.

(D.D.R.)

di Paola GattaAncora una volta è stato il ri-tardo dell’esecuzione dei la-vori di diverse opere pubblicheal centro delle interrogazionipresentate dal Consigliere Co-munale Danilo Romei nella se-duta dello scorso 20 febbraio.“Il rifacimento di Viale EnricoFerri, la costruzione del par-cheggio al Vivaro, l’opera direalizzazione della nuova sededel Comune, sono opere co-state milioni di euro -si leggenella nota- tutte opere non con-cluse”. Per quanto riguarda lanuova sede comunale –nell’exalbergo Europa– doveva esserepronta già da qualche anno,precisamente nel 2009. Si do-manda Romei: “Dietro le con-tinue modifiche da parte delleditte incaricate, dietro le lun-gaggini di consegna, che cosasi cela? Quali interessi nascon-dono questi ritardi?”. Do-mande che meriterebbero dellerisposte chiare e definitive daparte dell’amministrazione co-munale ma che dubitiamo arri-veranno tanto presto.Nella stessa seduta Romei hapresentato altre quattro intero-gazioni consiliari. La prima ri-guarda le dimissioni delladott.ssa Elisabetta Santangelida responsabile dell’UfficioAmbiente, settore poi assorbitodai Lavori Pubblici. “Le recenti dimissioni del re-

A Rocca di Papa gli appassionati e i praticanti del ballosono in costante aumento. Per questo sono diverse lescuole che insegnano a ballare. L’ultima arrivata in ordinedi tempo è la scuola di ballo “Roma Dance Studio” che siavvale di insegnanti di notevole capacità. Si tratta di An-drea e Frederikke e di Marco e Alice, che hanno vinto di-versi prestigiosi trofei e che ora metteranno a disposizionedei cittadini i loro insegnamenti presso l’auditorium dellaChiesa del Sacro Cuore ai Campi d’Annibale, dove lascuola di ballo “Roma Dance Studio” ha aperto i suoicorsi. Ai maestri e ai futuri allievi vanno i nostri auguri.Per informazioni si può telefonare al n. 347-7007380. I maestri Alice e Marco

Arriva a Rocca di Papala scuola di ballo “Roma Dance Studio”

I maestri Federica e Andrea

Danilo Romei

in questo dalle inchieste av-viate dalla Procura della Re-pubblica di Velletri che a brevedovrebbe concludere l’iterdelle indagini. Infine un’altra interrogazioneha riguardato il parcheggio in-terrato di Largo Claudio Villa,di fronte alla sede del Parcodei Castelli. “Il parcheggio inquestione è in una situazioned’estremo degrado.Nelle giornate di pioggia -ag-giunge poi il Consigliere Pdl-,cade acqua in abbondanzadalle lunghe e grandi grate delsoffitto; entrambe le scale diaccesso sono colme d’immon-dizia e di escrementi; l’ascen-sore quasi sempre nonfunzionante emana un insop-portabile puzzo di urina”.Già sul numero scorso delSegno avevamo evidenziatouna serie di atti vandalici e difurti a danno delle automobiliparcheggiate. A tal propositoRomei ha chiesto al Sindaco:“A chi spetta il dovere di man-tenere in uno stato di decenzaun parcheggio ad uso pubblicoe garantire la sicurezza degliutenti?”.Già! A chi spetta questo com-pito? Stando a ciò che dice ilComune alla ditta che gestiscei parcheggi. Ma la ditta diceche garantire la sicurezza intutta l’area è praticamente im-possibile.

Presentatoil programmadi “Terre SommerseCastelli”

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ROCCA DI PAPA 19il Segno - Marzo 2012

Parcheggio del Carpino, ora si attende il nuovo progetto

Abbiamo trascorso una mattinata con i commercianti e i cittadiniche vivono a ridosso di Piazza Valeriano Gatta (piazza del Car-pino per i roccheggiani) per sentire i loro umori a proposito delritardo nell’esecuzione dei lavori del nuovo parcheggio. Il senti-mento che prevale è la sfiducia, in molti avevano creduto chedopo tante parole finalmente l’opera sarebbe stata consegnata,come previsto, nello scorso mese di febbraio. E invece il cantiereè ancora lì a dimostrare il suo ritardo. “Ogni due-tre giorni arrivano un paio di operai, mettono in motoil bobcat, smuovono un po’ di terra e poi vanno via” ci raccontauno dei commercianti della bella piazzetta. E’ anche difficile sbir-ciare che cosa sta avvenendo nel cantiere visto che l’intera piazzaè stata sormontata da pannelli bianchi che non permettono nem-meno di guardare il panorama. “La cosa strana -ha poi notato unresidente- è che se un pannello si buca o si danneggia, permet-tendo così di guardare che cosa avviene nel cantiere sottostante,subito arriva una piccola squadra di operai a rappezzare il buco.Una cosa del genere non mi era mai capitata”, ci dice ancora.“Noi non sappiamo niente dei lavori e dei tempi che ancora sa-ranno necessari per concludere l’opera -dice un altro commer-ciante- e dal Comune nessuno ci ha informato sulle cause delritardo”. (L.S.)

Lavori fermi al Carpino

di Luigi SerafiniLa ripresa dei lavori del par-cheggio multipiano del Car-pino non sembra essere moltovicina. Infatti la società affida-taria dell’appalto, la RDP Par-king Srl, ha ricevuto alla finedi febbraio l’incarico da partedel Comune di Rocca di Papadi redigere un nuovo “progettoesecutivo al fine di ottempe-rare alle prescrizioni del Mini-stero per i beni e le attivitàculturali e della RegioneLazio”. Si tratta delle prescrizioni con-tenute nella relazione tecnicapredisposta da un geologo, ildott. Antonio Vernile, che pre-vede la realizzazione di unapalificata idonea a sostenerel’opera. Infine, per quanto ri-guarda le cosiddette “opere dicompensazione paesaggi-stica”, resta da fare quanto ri-chiesto dal Ministero al

Comune roccheggiano il 18dicembre 2009, cioè un “pro-getto per la sistemazione averde pubblico della scarpatasottostante il parcheggiostesso”. Il costo del progetto,ricordiamo, è di 3milioni361mila euro (1 milione e620mila euro con un finanzia-mento della Regione Lazio; 1milione 611mila euro a caricodella società che esegue i la-vori; circa 130 mila euro conun mutuo della Cassa Depositie Prestiti).Ripercorriamo brevemente letappe del parcheggio del Car-pino:5 febbraio 2008: il Comunechiede alla Regione Lazio ditrasferire il finanziamento con-cesso per un parcheggio inter-rato in piazza dellaRepubblica, verso quello mul-tipiano di piazza ValerianoGatta.

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14 marzo 2008: il ConsiglioComunale approva il progettopreliminare del nuovo par-cheggio.10 ottobre 2008: il Comunesottoscrive il contratto conl’ATI (Associazione Tempora-nea d’Imprese) costituita tra lasocietà Si.Ge.A. CostruzioniSpa di Napoli e la società NoProblem Parking Spa di Poz-zuoli.19 dicembre 2008: l’ATI co-stituisce la società RDP Par-king Srl, che da questomomento è responsabile delprogetto.23 giugno 2009: il Comune diRocca di Papa approva il pro-

getto definitivo.3 novembre 2009: il Comuneapprova un nuovo progetto de-finitivo dopo aver recepito leindicazioni degli Enti supe-riori.7 settembre 2010: il Comuneapprova il progetto esecutivodella Si.Ge.A. Spa con le indi-cazioni della Regione Lazio.21 settembre 2010: il Co-mune approva una nuova ver-sione del progetto esecutivo.23 febbraio 2011: il Comunechiede alla società RDP Par-king Srl di produrre un pro-getto esecutivo con leindicazioni pervenute da Mini-stero e Regione Lazio.

E i commercianti sono sfiduciati

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ROCCA DI PAPAil Segno - Marzo 201220

di Luigi SerafiniI meno giovani sicuramente ricorderannola bontà dell’acqua che sgorgava dal“Pantanello”, un po’ frizzantina, semprefresca e dissetante. Oggi l’area in que-stione, che si apre su Via Rocca Priora aiCampi d’Annibale, rappresenta una fettadi territorio in stato di abbandono, con er-bacce, rifiuti, recinzioni abusive e tantoaltro che ne rendono impossibile anche ilsolo ingresso fino alla fonte. Qualche anno fa arrivarono i soldi dellaXI Comunità Montana del Lazio per fi-nanziare un intervento finalizzato all’in-canalamento delle acque piovane che, nelpunto in cui inizia l’area, creava dei pan-tani e grandi accumuli di terra. Fino ad al-cuni anni fa (parliamo degli anni Ottanta)a Rocca di Papa si svolgeva anche unavera e propria “Sagra dell’acqua” per va-lorizzare un bene prezioso che caratteriz-zava il quartiere dei Campi. Oggi nonsappiamo se l’acqua del “Pantanello”continua a sgorgare ma certamente restaun’area molto bella e pregiata, posta fralo sperone di “Pentima Stalla” e le cosid-

L’antica fonte famosa per l’acqua frizzante versa in condizioni disastrose

Il Pantanello, storia di un’areaormai abbandonata e dimenticata

dette “Rotte Cave”. Un’area da cui si po-teva (e si potrebbe ancora) ammirare unpanorama stupendo.Riteniamo che sia arrivato il momento dicondurre una bonifica vera e definitiva,rendendo l’area un parco pubblico, senza

bisogno di spendere capitali in mega-pro-getti. Sarebbe sufficiente solo ripulire lazona, garantire una normale manuten-zione, evitando di costruire strutture in ce-mento. In caso contrario, meglio lasciarlacosì com’è.

A ridosso del nuovo edificio dell’ex Colonia, in Via Cavour, si puòammirare questo bell’esemplare di condotta fognaria che, in vari punti,vede fuoriuscire del liquame. Non sarebbe il caso di sistemarlo e ren-derlo una volta per tutte invisibile? Diversi cittadini che qui risiedonoci hanno parlato della costante presenza di topi “che sembrano gatti”.Risolvere questo problema, anche disinfestando l’area, non sembra unaimpresa impossibile! Che ne dite?

Conduttura fatiscente e topi... in Via Cavour

Si terrà il prossimo 23 marzoAnche a Rocca di Papaarriva l’urlo della scuolaAnche le scuole di Rocca di Papa hanno aderito all’ini-ziativa “L’urlo della scuola, per una nuova primaveradell’istruzione pubblica”, che interesserà molti plessi sco-lastici italiani nella giornata del prossimo 23 marzo.A sostenere la proposta partita dall’Assemblea genitori edinsegnanti dellescuole di Bolognae provincia è statoil Comitato deiGenitori di Roccadi Papa che findalla sua costitu-zione si batte a fa-vore della scuolapubblica. “Ogni scuola -silegge nel volan-tino distribuito- è chiamato a mobilitarsi, ognuno con lapropria autonomia, ognuno con la propria creatività, dal-l’occupazione al girotondo, dalla festa al flash-mob, dal-l’assemblea d’istituto al seminario”.Dopo questa giornata di festa, si terrà a Bologna la “Con-venzione nazionale per la scuola Bene Comune pubblica,capace, accogliente”.Anche l’Assessorato all’istruzione di Rocca di Papa hamanifestato il suo sostegno all’iniziativa. Genitori, inse-gnanti e alunni sono invitati a partecipare attivamente.

(P.G.)

L’ingresso del “Pantanello” da Via Rocca Priora,completamente invaso dalla vegetazione infestante

Il Comitato Genitori

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ROCCA DI PAPA 21il Segno - Marzo 2012

di Andrea SebastianelliDa alcuni mesi in-contro cittadini chemi rivolgono una ri-

chiesta impellente: perchè iltuo giornale non parla dell’excava di lapillo di Via RoccaPriora? E perchè mai do-vrebbe? replico io. Risposta:“perchè ci vogliono portare icani che oggi si trovano nellagrotta vicino al benzinaio exShell... ma poverini... lì fafreddo e non batte mai il sole.Bisogna evitare che vadanolà!”. Una decina di persone mihanno posto questo problema esono rimasto molto sorpresovisto che a Rocca di Papa sonopochi quelli che si interessanodelle condizioni degli animali.Anzi, quasi sempre è l’indiffe-renza su questo tema a farla dapadrona. Allora, sarà perchèsono un giornalista... sarà forseperchè sono anche una guardiazoofila... sarà forse perchè miamoglie Daniela è un’animalistadoc, mi sono incuriosito sospet-tando che i cani fossero solo laquestione da portare avanti (ilcosiddetto specchietto per le al-lodole) mentre in realtà qualco-s’altro stava (sta) bollendo inpentola. Tutto questo mi ri-corda un po’ i costruttori chevogliono cementificare ilMonte Artemisio: mandano aprotestare i cacciatori contro ivincoli del Parco ma dietro sinasconde la grande specula-zione edilizia.

Solo che stavoltaloro, i cacciatori(o meglio dire,bracconieri, vistoche nei parchi nonsi può svolgere at-tività venatoria),stavolta nonstanno davanti masono ben nascostidietro ai “povericani che rischianola polmonite”. Ma che cosa sinasconde allora dicosì importantedietro questo tra-sferimento (che,ricordiamolo, sa-rebbe solo a carat-tere provvisorio)presso l’ex cavadi lapillo di 7 ca-gnoloni abbandonati dei qualioggi si prende cura l’associa-zione di Davide Palozzi,“Gruppo randagio”? Ho cercato di saperne di più e,chiedendo qua e là, è venutafuori una storia che, per quantose ne sa, è stata oggetto anchedi una denucia contro ignotialla Procura della Repubblica.In realtà lo spazio dell’ex cavasarebbe una delle aree in cuiquesti bracconieri esercitereb-bero in modo continuativo laloro attività illegale. Abbiamosaputo che questi “sportivi” ar-mati di fucile, organizzereb-bero dei veri e propri agguatiproprio nell’ex cava in cui icinghiali avrebbero l’abitudine

di sostare e addormentarsi sottole frasche. Recentemente, in-fatti, sarebbe stata massacratauna cinghialotta che in panciaaveva un bel numero di cuc-cioli, tanto che l’area era diven-tata un lago di sangue. Adessocon l’arrivo dei cani del“Gruppo randagio” il rischioper i bracconieri è che i cin-ghiali cambino zona... e alloraaddio alla caccia facile e ai fa-cili guadagni dalla venditadella carne di cinghiale chenell’area dei Castelli ha un suoricco mercato.Io non so se le persone che mihanno fermato lo abbiano fattoperchè effettivamente preoccu-pate per la salute dei cani ma

quanto scoperto mi fa dire cheora quei cani, se trasferiti all’excava, correrebbero davvero ilrischio di essere avvelenati ameno che Comune e Parco deiCastelli decidano di combattereseriamente il bracconaggio el’illegalità all’interno del loroterritorio anche con l’ausilio ditelecamere nascoste. Oggi latecnologia permette di faremolto con costi irrisori, e anchese i “cani della grotta” non do-vessero più essere portati nel-l’ex cava, resta il fatto chequell’area dovrà essere sotto-posta a continui controlli. Per quel che ci riguarda ab-biamo già posto la questionealle guardie venatorie.

In troppi ci stanno chiedendo: “Perchè non parlate dell’ex cava di lapillo?”

Tutti in ansia per i “poveri cani”...ma il sospetto è che ci sia dell’altro

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Page 22: Il Piccolo Segno marzo 2012

DIRITTO di REPLICA22 il Segno - Marzo 2012

Il Segretario de La Destra risponde a Daniela Di Rosa che a sua volta... risponde

“La sinistra governa il paese, voi appoggiatel’amministrazione ma la colpa è della destra”

Mi vedo costretto (nuovamente)a rispondere alla Sig. Daniela DiRosa visto l’articolo sul PiccoloSegno di gennaio 2012. Le fac-cio presente che sono felice deivoti presi nell’ultima tornata

elettorale e per sua conoscenza la informoche avrei fatto alleanze solo con Responsa-bili di Partito (Pdl) di Rocca di Papa e aoggi ancora sconosciuti, pertanto ho prefe-rito il mio simbolo, il mio partito e non na-scosto sotto fantomatiche Liste Civiche (tredi sinistra) come il “Suo protetto” che con-sidera la politica, una “palestra” e, infatti,saltellando è trasvolato in Sel (come il solitomentalist-sx) sempre pronto a votare inmodo favorevole con i suoi ex. Penso che voi (con vecchi articoli) comenoi (con volantini) revocato il mandato diVice-Sindaco siamo ancora in attesa del-l’apertura dei fantomatici armadi. Noi felicidei nostri ideali (non come chiacchierati datutti voi) andiamo avanti con onestà e tra-sparenza dicendo ai cittadini la verità, anchese a volte non fa piacere di certo, nonstiamo con un piede “in due scarpe” comevoi, con deleghe amministrative e Consi-glieri in “finta opposizione”, in attesa anche“lui” di Delega Sindacale per rientrare dallafinestra. Ma cosa dirà ai suoi elettori dopouna campagna in netto contrasto con l’am-ministrazione? Già, voi di sinistra potetetutto. Come pretendete di dare una svoltaalla politica di Rocca se siete i primi a nonfare chiarezza? Criticate l’amministrazionesul vostro giornale ma, di fatto, siete inmaggioranza… se è questa la politica nuovadella sinistra tenetevela. Siete anche “voi”,facendo finta di essere contro l’amministra-zione, partecipi del degrado del nostropaese… come spesso è riportato sul vostrogiornale. Se poi il nome da voi fatto comerappresentante del centrodestra, beh! Che Dio ci salvi… preferisco perfino l’at-

alla mistificazione, proprio tu che parlidi trasparenza... il mio protetto chi sa-rebbe? De Santis? E come lo avrei pro-tetto? Scrivendo più volte sul nostrogiornale di non votarlo? Bel modo cheavrei di appoggiare un candidato. Quello che fa De Santis ne risponderàlui, certo è che anche noi siamo datempo in attesa di risposte, da lui e datutta la giunta, e da anni con l’onestà e lachiarezza che tu non ci riconosci, com-battiamo una battaglia per la trasparenzae la legalità, senza fare sconti a nessuno,nemmeno a noi stessi! Sei abbastanzagrande per capire che la verità ha millefacce, ma qualcuno ha in tasca la propriae ne fa una bandiera, poi rimane incre-dulo perché gli altri non capiscono e nonlo votano e allora diventa il paladinodell’onestà, il resto è tutto marcio, cor-rotto, disonesto ecc. ecc. Le mie scarpemetaforiche e non sono sempre le stesseda almeno trent’anni, cambio modelloma sempre rigorosamente sportive esenza tacco, e sono sempre a sinistradella sinistra (lo so, c’è sempre qualcunopiù a sinistra di me, per questo forse nonla raggiungo mai). Capisco che sei unnostalgico del ventennio ma basta co’‘sto voi! Ma voi chi? Qui l’unico chenon è sincero sei tu, a chi ti riferisci di-cendo che è in maggioranza? A me? ADe Santis? A Sel? Forse non sei infor-mato, ma Sel e il suo Consigliere sonoall’opposizione… ah già! fingiamo! inrealtà tra noi, il sindaco e la sua giuntac’è del tenero! Boccia dopo dieci anniche lo attacchiamo ancora non ha capitoche lo amiamo. Alvaro, scusa, ma a Roma si dice: mache te sei fumato? Da anni pubblichiamotutto quello che ci invii e continui a ripe-tere che non lo facciamo, sarei quasi ten-tata a non farlo più…

tuale amministrazione (che non è vero) alui, comunque visti i suoi atteggiamenti, lovedrei bene fra le vostre fila… Avanti unaltro “cameragno”! In merito alla mia fotocon il Sig. Silvestrini, era opportuno che almio posto ci fosse stata quella del Sig. Spi-gola… poiché sul problema antenne sonosulla stessa “lunghezza d’onda”… Nessunole vuole ma… nessuno viene a firmare…iniziando dal Primo Cittadino in giù! I Cit-tadini solo adesso si sono accorti dell’addi-zionale energia elettrica sulla loro bolletta...Noi lo avevamo fatto presente nel 2010 convolantini e articoli (mai pubblicati). Addi-zionale voluta da chi avete riconfermato...chi era ed è in minoranza per giunta adessoanche con deleghe… per premio! DistintiSaluti. Alvaro Fondi

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Hai le idee un po’ confuse

di Daniela Di RosaCaro Alvaro, anch’io mi vedo(con piacere) costretta a ri-ri-sponderti, così... solo per fareun po’ di chiarezza perché tivedo alquanto confuso. Come

te, sarei felice anche se mi votassero solodieci persone, purchè non siano i respon-sabili del Pdl, memore dei Responsabilinazionali, Scilipoti & company, per for-tuna -come tu riferisci- qui da noi sonosconosciuti. Le fantomatiche liste civi-che che tu tanto disprezzi, anche se gui-date di solito da politici locali, sono fatteda cittadini e, se ben tre alle ultime ele-zioni erano di sinistra, di chi è la colpa?A destra non ci sono cittadini impegnati?Dalla confusione passi tranquillamente

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il Segno - Marzo 2012 23

Cultura e ... dintorni

di Maria Pia SantangeliDurante la ricerca da cui ènato il libro Boscaioli e car-bonai nei Castelli Romani, hointervistato circa sessanta per-sone, uomini per lo più, ma

anche donne: rocchigiani, roccaprioresi, la-rianesi, nemesi, velletrani, marchigiani diSarnano, boscaioli veri e propri, ma anchemulattieri sia locali sia abruzzesi, rogarólidi Genzano, bovari di Lariano, barcaioli diCastelgandolfo, che trasportavano il le-gname da una parte all’altra del lago Al-bano. Tutti mi hanno riferito, fra tante altrecose, che i rocchigiani erano il gruppo diboscaioli più numeroso dei vari Castelli eanche quello che comprendeva i boscaiolipiù specializzati. I marchigiani erano con-siderati più lenti, ma più precisi, per questovenivano affidati alle loro compagnie i bo-schi più estesi dei Castelli (i marchigiani sifermano ininterrottamente per cinque, seimesi nei boschi più lontani dall’abitato,dormendo in baracconi di legno, nelfreddo, nel fumo che ristagnava fra le pa-reti di tavole).Fra i lavoratori del bosco di Rocca di Papamancavano solo i bovari, cioè quelli chetrascinavano fuori dal luogo del taglio travie pali con le coppie di buoi, le cosiddettevette (i bovari erano di Rocca Priora, di Ar-tena e di Lariano). Tutti gli altri, conside-rando anche i fascettari, i manicari, gliscalari e i carbonai possedevano unagrande conoscenza degli alberi, del legno,della natura in genere, avevano una grandecura dei loro attrezzi che sapevano co-struire e mantenere efficienti (le accette,spesso riposte sotto il letto matrimoniale,erano muti testimoni della vita domestica).Mi piace ricordare tre testimonianze: leparole del carbonaio Libertario De Santis:“Devi conoscere il legno, che è diverso aseconda del sole e dell’ombra che ha preso,della terra che ha succhiato”; del tagliatoreMetardo Rufini: “L’attrezzo buono fal’uomo bravo”; e del fascettaroDante Gen-tili che in poche parole dà un’idea dei la-vori di una volta: “Prima della guerralavoravamo tutti nel bosco, chi stroncava,chi facciava, e c’erano pure gli scorzini,che erano ragazzi, e mi ricordo anche chec’erano i miei coetanei che sono morti inRussia. Prima hanno fatto questo lavoro,‘ste fatiche, e poi sono andati a morire là”.Un libro può ricordare tutto questo, ma nonha la forza comunicativa, il potere evoca-tivo degli oggetti: le accette, i segoni, i sot-topancia dei muli, gli stronchini, 'e rasore...parlano, raccontano storie vere. Neanche lefotografie possono rendere la verità comela vista degli oggetti che si presentano nellaloro realtà, quasi in carne e ossa, oso dire.Da parecchi anni ho preparato un pro-

getto per un Museo del bosco, ma questoprogetto è rimasto sulla carta. L’Ammini-strazione l’ha considerato positivamente,tanto da scriverlo più volte nei programmielettorali, ma poi, per mancanza di fondi edi un locale idoneo, tutto è stato rimandatoal futuro, un futuro che ormai non può piùaspettare perché i testimoni non ci sonoquasi più - voglio ricordare la scomparsaproprio in questi ultimi giorni di uno degliultimi facciatori (squadratori di travi), lostraordinario artigiano artista Gabriele Lu-pardini. Inoltre gli oggetti deperiscono,nella migliore delle ipotesi sono abbando-nati nelle cantine o addirittura vengonobuttati. Non si può più aspettare se vo-gliamo -ed è dovere della nostra genera-zione- costruire, anche se in modoimperfetto e lacunoso, una sorta di pontefra il passato e il futuro. Non dico altro sulvalore della memoria perché sono convintache sia un pensiero di cui tutti abbiamochiara coscienza, anche se spesso non nefacciamo oggetto di riflessione.Che cosa si può fare dunque? L’idea èquella di cominciare a raccogliere il ma-teriale (è pronto un manifesto a nome diFranco Carfagna e mio, appunto per questaraccolta) per organizzare una Mostra Per-manente, con la prospettiva di trasformarlapoi in Museo. Il primo progetto prevedevache il Museo fosse ubicato in viale EnricoFerri in collegamento con la Biblioteca,progetto anche questo abbandonato. Oggic’è una bella cantina antica, dietro al Co-mune, che il proprietario generosamenteconcede. Certo bisogna ripulirla e dare unasistemata al pavimento -per questo nel pas-sato si erano proposti due volontari-, cisono molte fotografie da far incorniciare ebei disegni di Franco Carfagna, uno degliultimi testimoni, due tavoli da comprare epoco altro. Si può cominciare con poco (5mila euro), in maniera dignitosa però -lanostra Anna Onesti ci darà volentieri qual-

che consiglio per l’allestimento- in modoche il pubblico lo possa gustare non solodurante la Sagra delle castagne, non solodurante la Notte verde, che forse non si faràpiù. Potrà essere visitata dagli alunni dellescuole e potrà anche essere un piccolo tas-sello utile per il turismo. Starà a noi citta-dini farne un luogo vivo, stimolante: sipotranno fare corsi di fotografia e pitturanaturalistica, ricerche sulle piante selvati-che commestibili. Tutto ciò che riguarda lanatura sarà di casa nel Museo. Infine -malo spazio per spiegare è troppo poco- potràfar parte di una simpatica manifestazionesimile a quella organizzata anni fa nellanota Isola del Giglio denominata “Cantineaperte”, con le cantine che ospitavano mo-stre, musica, presentazioni di libri, spetta-colini di cabaret... Una manifestazionepoco costosa. tra l’altro. E ci potremmo in-serire anche un gemellaggio con Sarnano.Ho fiducia che queste parole saranno ac-colte da tutti i giovani, in particolare dal-l’Associazione Rocca Forte che, nelrievocare qualche giorno fa il bombarda-mento del 14 febbraio 1944, ha datogrande importanza al significato dellamemoria e dell’identità di un luogo e diun popolo; ho fiducia nella Pro Loco, chesta dimostrando intelligenza e amore perRocca di Papa, e possiede la veste giuridicaper accedere ai fondi europei, a quelli dellaRegione e della Provincia; ho fiducia nelCentro Anziani, e nel Comitato del CentroStorico, nel corpo insegnante, in tutti i cit-tadini e associazioni. Non ho dimenticatol’Associazione L’Alveare che della tuteladel castagno ha fatto la sua bandiera. Infinenell’Amministrazione stessa che, sono si-cura vorrà contribuire, anche se nei limitidelle sue finanze. Insieme ce la faremo. Il futuro Museo nonè né di destra né di sinistra, è di tutti. Tuttiabbiamo la responsabilità di non spezzareil filo della memoria.

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Page 24: Il Piccolo Segno marzo 2012

CULTURA24 il Segno - Marzo 2012

Sarah è una giovane donna realiz-zata in tutto: vicepresidente di unadelle società di consulenza piùprestigiose di Boston, moglie in-namorata, madre presente di trefigli. Ogni giorno che porta a ter-mine, dimostra a sé stessa di esserela numero uno, destreggiandosi trariunioni, colloqui e menage fami-liare. Ma non tutto è tranquillocome sembra. Sono i sogni che dinotte l’avvertono, attraverso un in-comprensibile linguaggio, che lasua vita sta annegando nel maredelle aspettative che gli altri hannonei suoi confronti. Fino al giornoin cui la corsa viene interrotta daun terribile incidente stradale.

corpo. E’ un handicap grave che imedici chiamano “negligenza spa-ziale unilaterale”. Sarah è convintadi poterla cancellare dalla propriavita con poche settimane di fisiote-rapia. Ma questa volta la fretta nonc’entra. Sarà necessario accettarel’aiuto degli altri, imparare a vi-vere una vita diversa, lontana dalsuccesso. E’ questo l’inizio di unabattaglia contro sé stessa prima an-cora che con la malattia, una lottaquotidiana per ridisegnare alcunedelle coordinate che fondavano lasua esistenza precedente. Da tuttala sofferenza e dalla rabbia che neconsegue, Sarah riuscirà a far na-scere una felicità nuova, fatta dipiccole vittorie e di grandi sfide.Si tratta di un libro possente, mi-nuzioso, duro e sentimentale alcontempo. Un’attività di scavo in-teriore, attraverso cui la protagoni-sta è restituita sotto una luce“autentica”, ripresa nei gesti co-muni della quotidianità e del rin-novamento. “Ancora io” è ungrande romanzo perché incedesenza fretta, dando peso ai partico-lari solo in apparenza insignifi-canti, in uno stile piano,scorrevole, che cattura. Lisa Ge-nova è una neuropsichiatra che hascritto per i lettori un romanzo de-licato e forte sulla malattia e sul-l’invalidità. Un lavoro dicomprensione e descrizione delledinamiche interiori di chi è colpitoda qualcosa che sembra portarevia la propria identità. Un cam-mino volto a capire che non sonosolo le abilità vantate, a fare diognuno di noi una persona.

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ssttoorriiaa

di VincenzoRufiniIn tempi arcaici idue idiomi checostituivano labase del linguag-gio nel mondo

occidentale e di gran partedelle terre comprese nel bacinodel Mediterraneo erano ilgreco e il latino. Dopo la ca-duta dell’Impero Romanod’Occidente (476 d.C.), il la-tino ha continuato ad essere lalingua d’uso comune; ma conl’avvento del Medioevo hannocominciato a circolare le lin-gue neolatine, derivanti, cioè,dalla madre lingua latina.Nella penisola italica dopo lecontinue e imperterrite inva-sioni barbariche, le quali sonostate sempre accompagnate daviolenza e distruzione (da quiil termine “vandalico”, mu-tuato dal nome di una stirpebarbarica preponderante),anche la lingua latina subiscevessazioni e stravolgimenti.Le classi colte continuano adesprimersi nell’idioma di Vir-gilio e i documenti ufficialivengono vergati in latino, mail popolino comincia a parlareun lessico derivante sì dal la-tino ma infarcito di nuove ca-denze linguistiche. Questofenomeno è andato vieppiùcrescendo fino a divenire unavera e propria lingua parlata escritta, tanto che il primo do-cumento che ci è pervenuto èil testo giuridico del IX secoloe chiamato: Il Placito diCapua.La nuova lingua viene chia-mata “Volgare”; ed è nel 1300con Dante Alighieri, il qualeverga le pagine della DivinaCommedia utilizzandola alposto del latino, che le vieneconferita una dignità letteraria.Da allora in poi la lingua Vol-gare si arricchisce di nuovi ter-mini fino ad assumere lastruttura attuale nel secolo de-cimo nono, per gran parte me-rito di Alessandro Manzoniche con il suo capolavoro, IPromessi sposi, la “risciacquònell’Arno”, come si ebbe adire in quel tempo.Oggi assistiamo ad una conti-

mini autoctoni.Se ciò sia un bene oppure unmale potrebbe essere oggettodi dotte ed interminabili di-scussioni accademiche; piùmodestamente potremmo ve-dere i due aspetti della que-stione in essere, presisingolarmente. Consideran-dola un bene dovremmo tenerein riferimento la considera-zione che le lingue alcunemuoiono, altre invecchiano edaltre ancora evolvono, tanto darisultare completamente di-verse comparandole a distanzasolo di pochi decenni. Osser-vandola dalla facciata conside-rata in modo negativopotremmo applicarle comeepitaffio un verso di TorquatoTasso: “Ogni trista memoriaormai si taccia e pongasi inoblìo le andate cose”.

torica e l’aulicità che hannoaccompagnato la lingua ita-liana durante tutto il suo per-corso evolutivo. Tutto ciò èprobabilmente un assaggio lin-guistico di quello che potrà es-sere l’evoluzione futura dellalingua; infatti in un mondodove la spina dorsale del lin-guaggio, sia ad ovest che adest, è costituita dalla lingua in-glese, lo spazio per le linguenazionali sarà sempre più ri-dotto.Probabilmente si sta verifi-cando quello che il professorUmberto Eco, in un dialogocon Eugenio Scalfari tenuto al-l’inizio degli anni ‘80, definì,utilizzando il termine Pidgin, ilprocesso di pidginizzazione;cioè, una lingua madre ingleseparlata in tutto il mondo macon un’abbondante dose di ter-

Dal Volgarea oggi...

Invito alla letturaLisa GenovaAncora

io

Quando si risve-glia in ospedaleSarah si rendeconto di non riu-scire più ad avver-tire nulla che sitrovi sul lato sini-stro del proprio

nua interpola-zione di nuovitermini, cagionedi ciò le nuoveterminologie an-glicizzanti por-tate dalcomputer e il lin-guaggio estre-m a m e n t esintetico, siaorale che scritto,delle nuove ge-nerazioni. Lin-guaggio chearchivia in mododefinitivo la re-

di Loredana Massaro

La poesia del mese

di Anna Giovanetti

SensazioniAprendo la finestra una mattina

di questo inverno ormai quasi passatoun leggero soffio di brezza marina

all’improvviso dolcemente mi invade.

E quel profumo mi inebria in ogni sensosgombrando la mia mente dai pensierid’azzurro intenso si colora il cielo,

e io socchiudo gli occhi respirando forte,mentre due passeri cinguettano leggeri.

Sembrano ormai lontane le fredde giornatee un tiepido sole mi avvolge e mi accarezza;

vola l’anima mia verso caldi lidi,donde quel profumo sembra arrivare

un’infinita pace prende posto nel mio cuoree nella vita mi fa ancora sperare…

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25il Segno - Marzo 2012 STORIE

Nel 1819 lo studioso Antonio Nibbyscrisse un ricco resoconto dal titolo:“Viaggio antiquario nei contorni diRoma”. Tra questi “contorni” non potevamancare Rocca di Papa con i suoi più im-portanti monumenti. In questo articolo cisoffermeremo su uno di essi, il SepolcroConsolare di Palazzola, raro esempio dimonumento rupestre di epoca romana ri-dotto oggi a meno di una cava dismessadi metà Novecento. Così scriveva il Nibby di fronte a taleopera: “Entrando nel Convento si vede in-ciso nella rupe un bel monumento anticoconosciuto sotto il nome di sepolcro diPalazzola. Nel traversare il giardino de’Religiosi, per andare a vederlo si vede,che la rupe, sulla quale era posata Alba-longa, è stata fino da’ tempi degl’Impera-dori sostenuta con mura di bella operalaterizia, che ancora si conservano in-tatte, il sepolcro stesso è esternamente de-corato di dodici fasci, indizio che lapersona, la quale vi fu sepolta, fu Con-sole, e per conseguenza il monumento ap-partiene alla epoca della Repubblica”. IlNibby ci dice alcune cose molto interes-

santi. Innanzitutto l’inquadramento cro-nologico, che rende questo monumentouno dei più importanti dei Colli Albani.Poi, cosa da non sottovalutare, ci indicala centralità dell’area di Palazzola sovra-stata dalla mitica città di Albalonga.L’archeologo e topografo romano, esa-minò poi da vicino il sepolcro.”Nelmezzo di questi fasci si vede una sediacurule. Salendo sopra questo sepolcro siosserva, che esso era decorato di gra-dini, i quali andavano a formare inmezzo una specie di piramide, sopra laquale fu forse la statua dell'estinto. Inmezzo si vede il luogo, nel quale era se-polto il personaggio consolare. Di qua, edi là da quella specie di piramide di gra-dini si vedono nel masso della rupe gl'in-dizi di altri gradini”. A chi era dedicato questo sepolcro? Oggiviene attribuito a Gneo Cornelio Sci-pione Hispalo, ma al tempo del Nibby siavanzavano altre ipotesi: “ci è ignoto ilpersonaggio, pel quale esso servì. Inomi, che gli danno di sepolcro di TulloOstilio, ed Anco Marzio (III e IV Re diRoma, n.d.d.) non hanno maggior fonda-

mento diqua lunquealtro perso-naggio de’tempi più re-moti”. A chiunquefosse dedi-cato, emergel’incuria el’indecenzadei nostrigiorni difronte allostato di abbandono in cui verte que-st’opera.

Andrea Sebastianelli

La storia di Karim e del suo amico delfino

Quel rumore del mareOgni anno sono tanti i delfini ma anche letartarughe che finiscono accidentalmentenelle grandi reti a causa di metodi di pescapoco sostenibile. I delfini sono già forte-mente minacciati da un’antica quanto bar-bara usanza folcloristica che si perpetuaogni anno nelle Isole Feroe in Danimarcadove viene attuato un orrendo massacroed in quel giorno il mare si tinge di rossoper il loro sangue. E’ importante sapere cheuna pesca consapevole è fondamentale. Iltonno rosso sta rischiando l’estinzione peressere pescato indiscriminatamente. Non èammissibile che ancora oggi venga fatta lamattanza dei tonni come spettacolo per tu-risti a Carloforte in Sardegna. Guardare illogo sull’etichetta dei prodotti da acquistarein genere e nel caso dei prodotti ittici, i mar-chi “Friend of the Sea” e “Dolphine Safe”,che certificano rispettivamente la prove-nienza del pesce nel rispetto del codice dicondotta responsabile della FAO, è un pic-colo ma notevole accorgimento. Ricordare che il mare non è un’enorme pat-tumiera dove può finire ogni genere di ri-fiuto. Gli oceani si sono formati circa 4miliardi di anni fa, quindi, il mare merita diessere salvaguardato e rispettato, affinchénon si contribuisca inconsapevolmente allasua inesorabile distruzione.

zionandosi ogni volta. Aveva poi trovatoun nuovo amico, un delfino, che ognigiorno si faceva vedere. I due si ritrova-rono a nuotare insieme e lo fecero per pa-recchio tempo. Karim viveva con poco eavrebbe potuto trarne guadagno da questaamicizia facendone un’attrazione turistica,ma l’unica cosa che gli interessava eraquel bel rapporto tra di loro. Un giorno Karim quando si immerse nontrovò il suo amico, così lo attese fino al tra-monto ma il delfino non si vide né quelgiorno, né quelli successivi. Eppure nonpoteva essersene andato, Karim non po-teva crederlo. In quei giorni infatti erastato ritrovato un delfino della stessa spe-cie impigliato nelle grandi reti da pesca esfortunatamente era morto. Karim ne soffrìmolto. Quell’affetto innocente e sincerogli mancava davvero e ogni volta cheguardava il mare, gli sembrava di vedere ilsuo amico riaffiorare in superficie, qualeinvece rimaneva piatta sino all’orizzonte.

di Annarita RossiA Karim piaceva tanto racco-gliere le conchiglie sullaspiaggia. Quando non andavaa scuola lo faceva tutti i giorni

e ci passava il tempo che neanche se neaccorgeva. Ne teneva una grande con seperché aveva sentito dire dalla sua genteche, posando una conchiglia all’orecchio,ci si sente il mare. E così quando non po-teva scendere in spiaggia, il mare provavaad ascoltarlo nella conchiglia. Il rumore del mare, quel suono altalenanteche, anche quando l’acqua sembra ferma,si ode sempre un fruscio, è un ritmo ca-denzato che solo il mare riesce a restituirecon il suo moto ondoso. Un suono quasiipnotico, che acquieta, che richiama e chenon stanca mai. Karim amava il mare ecoloro che lo abitano perciò insieme aqualche amico si divertiva nuotando inapnea per vedere sotto a quell’immensitàcosa c’era da scoprire, stupendosi ed emo-

Nell’articolo apparso sul numeroscorso dal titolo “Il valore dell’istru-zione nell’Ottocento” a firma di RitaGatta, per un errore di battitura è statoindicato erroneamente quale Ponte-fice Pio XI invece di Pio IX. Ce nescusiamo con i lettori.

I NOSTRI ERRORI

Antonio Nibby e il suo “Viaggio nei contorni di Roma”

Un sepolcro consolaredimenticato da tuttiSi tratta di un monumento romano unico nel suo genere

Antonio Nibby (1792-1839)

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MUSICA E ARTE il Segno - Marzo 201226

Retrospettive musicalidi Massimo Onesti

come ospite!Il primo pezzo conserva an-cora qualcosa delle atmosferefamiliari ma già mi cattura su-bito lo stupendo riff che al-l’inizio mi sembra quasicountry di Solsbury Hill, ma èal terzo brano che mi prendequasi uno shock a sentire Ga-briel ammiccare in mezzo ariff di chitarre alla rollingsto-nes e così via dove gli shock sisusseguono e dove mi riman-gono impresse le maestosità

orchestrali di Down the dolce-vita e Here comes the flood.La sensazione è agrodolce unpo’ per la delusione che tistrozza la gola di sentire chePeter vira decisamente versoaltre strade ma è anche di me-raviglia per il fatto che peròsta andando verso sonoritànuove e che chissà dove ap-proderanno. Infatti quello che non fa capirebene il disco è verso quale di-rezione andrà Gabriel, gli

Questa retrospettiva è dedicataa un mio caro amico che nonc’è più, con cui condividevoquesto amore per Peter Ga-briel e con cui ci confronta-vamo discutendone sempre conimpeto e passione. Questoamico si chiamava MassimoSiri.

Quando, dopo l’abbandono deiGenesis, uscì il primo discosolista di Peter Gabriel tantaera la voglia e l’aspettativa daparte dei moltissimi fan. An-cora infarcito dell’impasto per-fetto della voce di Gabriel allamusica dei Genesis da non po-termi immaginare nient’altro aldi fuori di essa, comprai ildisco con l’emozione come sefosse un esordio anche per me.Che strana copertina! Niente a

L’ARCANGELOCHE HAESTESO I CONFINI DEL ROCK/1

spunti sono molteplici ma ladisparità di suoni è ben pre-sente ed è proprio questa la ca-ratteristica di questo albumche è come se ti lasciasse insospeso con ancora più aspet-tativa per il prossimo secondoalbum dove la copertina sipresentava ancora più distantedagli epigoni genesisiani: lafaccia allucinata di Peter, lostrappo elettrico sulle maniquasi a sfregiare la foto, i sob-borghi urbani come sfondi fa-cevano già capire che ilcontenuto non sarebbe statoancora molto solare. La primasensazione fu però che mi ri-sultava più compatto rispettoal primo. Aveva sonorità piùaspre e rock ed era come sePeter qui dicesse: “ragazzi...dimenticatevi per sempre iGenesis d’ora in poi”.Il taglio era netto e senza nes-sun tentennamento, ormai bi-sognava fare i conti con unnuovo Peter e con esso con-frontarsi. In questo periodo cifu una specie di spartiacquefra i fan gabrieliani: quelli piùlegati a certe sonorità antichequasi lo abbandonarono men-tre quelli come me legati alleemozioni della sua voce e at-tratti dal nuovo continuaronoad amarlo e cercarne di ve-derne anche i significati chequel nuovo Gabriel, conmolta forza e decisione, fa-ceva presupporre che cen’erano e, anzi, sicuramenteancora di più rispetto alla faseGenesis.Io credo adesso che questodisco, anche per me il più tra-scurato di tutti i dischi Ga-briel, mi lasciò invece insospeso molti punti che in se-guito si sarebbero disvelaticome importanti e fondamen-tali nell’opera di Peter che in-cominciava a voler porrel’attenzione su aspetti più in-teriori e umani e che si con-frontava con problematichepiù quotidiane, più reali e inpoche parole che poco ave-vano a che fare con le allego-rie fantasmagoriche delpassato. Per me questo disco, che inqualche modo si riallacciaanche a qualche sonorità diThe Lamb lies down (l’ultimoalbum di Gabriel coi Gene-sis), raschia definitivamentequel poco ch’era rimasto delcaro vecchio Gabriel prepa-randoci per un Gabriel la cuicompletezza e grandezza eralà subito da venire.

1/CONTINUA

che fare conquelle magichedei Genesis. Petercosì in primopiano, quasischerzoso epazzo, come senon si prendessesul serio, addirit-tura in un’auto-mobile! Leggo suicredits qualchenome tipo DickWagner che misembra di cono-scere attraversoLou Reed e addi-rittura Bob Fripp

Un’installazione dell’artistaroccheggiana Anna Onesti,Racconto azzurro (foto a lato),potrà essere ammirata presso ilMuseo Nazionale di ArteOrientale di Roma “GiuseppeTucci” (Via Merulana 248).L’opera, realizzata con la col-laborazione di Fabrizio Di Pie-tro, “è un’installazione mobilecomposta da una serie di lan-terne di carta giapponese di-pinta, montate con stecche dibambù e fili di cotone”, mate-riali ormai diventati per l’arti-sta una caratteristicainconfondibile. L’esposizione,patrocinata dal Ministero per ibeni e le attività culturali, saràpermanente, nel senso chel’opera è stata donata all’entemuseale. Entrando nel detta-

glio dell’installazione, appren-diamo che “queste strutture dicarta sono forme colorate chenascono da suggestioni legatealla mutevolezza delle lanternee alla leggerezza degli aquilonie, come aquiloni, si muovononello spazio tenute da un filosottile. Le carte delle lanternesono state tinte con un colorecategorico, assoluto, come ilblu oltremare”. Sulle carteAnna Onesti è intervenuta contecniche indirette come l’im-pronta ed il ricalco, “tecnicheche hanno permesso di dipin-gere le forme più varie: cerchi,rombi, ovali ed arabeschi flo-reali, stabilendo una cadenzaritmica carica di risonanze e diechi”. Per info: tel. 06-469748.

Paola Gatta

LA CARRIERA SOLISTA DI PETER GABRIEL

Un’installazione di Anna Onesti e Fabrizio Di Pietro

“Racconto azzurro” al Museo Orientale

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RIFLETTORI 27il Segno - Marzo 2012

Otto marzo,il lungo cammino delle donnePer ricordare l’8 marzo, riproponiamo un articolo pubblicato sul numero di giugno del 2008.

di Alessandra GuidiLe donne da sempre sono statesottomesse al mondo ma-schile, hanno subìto violenzefisiche, psicologiche e ses-suali, sottomesse al capo fami-glia come se fosse un padrone,passando da figlie a moglisenza libertà di scelta sullapropria vita. La donna ha do-vuto subìre pressioni e umilia-zioni da parte dell’uomo, maoggi grazie a donne forti, co-raggiose e rivoluzionarie chespesso hanno pagato con la

propria vita, le questioni sonocambiate radicalmente.Se noi, giovani donne del XXIsec. possiamo fare tante coseè grazie a queste persone chehanno lottato con tutta la forzae hanno aiutato il mondo acambiare. In passato la donnanon poteva decidere niente dise stessa, non poteva deciderechi amare, chi sposare, nonpoteva decidere se lavorare erealizzarsi. L’unico scopo perla loro esistenza era procreare,mandare avanti casa e fami-glia sottostando alle regoledell’uomo. Non potevano se-pararsi o abortire e l’adulterioprovocato dalla donna eraconsiderato un reato.

Ho deciso di affrontare questoargomento per far capire in chemodo la figura della donna siacambiata nel corso degli anni equali conseguenze hanno do-vuto pagare coloro che hannolottato per far capire che ladonna non è un oggetto da esi-bire o da comandare ma cheanche lei è un essere umano ecome tale ha diritti uguali al-l’uomo.Il movimento femministaLa parola femminismo è usatain mille modi diversi, a volteanche in senso dispregiativo.Ma che cos’è realmente il fem-minismo? Il femminismo èstato ed è un movimento didonne che si propone di otte-nere gli stessi diritti ed oppor-tunità degli uomini. E’ unmovimento che si batte per ildiritto della donna di esprimereliberamente la propria persona-lità. All’inizio il movimento fem-minista si impegnò su que-stioni quali il diritto al voto,all’istruzione, al lavoro, allaproprietà, ecc., in seguito su-perando la fase della rivendica-zione della parità tra i sessi,cominciò ad affermare conforza la specificità dell’identitàfemminile mettendo in discus-sione le istituzioni sociali ed ivalori dominanti nelle varie so-cietà. Il movimento femmini-sta, preparato dalle ideedivulgate dai filosofi e letteratidell’Illuminismo, apparve perla prima volta in Francia al-l’epoca della RivoluzioneFrancese. Nel 1791, la scrit-trice Olympe de Gouges pre-sentò di fronte all’AssembleaCostituente di Parigi, una “Di-chiarazione dei diritti delladonna e della cittadina” riven-dicando i diritti delle donne.

ilTocco

Il Ministro Clini frena sugli Ogm-Ue

Negli ultimi articoli ho trattato idisturbi d’ansia poiché sonomolto diffusi nella popolazione.Oggi esamineremo la fobia sco-lare che altro non è che il di-sturbo d’ansia di separazione,così come viene riportato nelManuale Diagnostico dei Di-sturbi Mentali (DSM-IV-TR). Ildisturbo d’ansia di separazionecolpisce prevalentemente ibambini (l’esordio è precoce seavviene entro i 6 anni di età, edè diagnosticabile se il soggettonon ha meno di 18 anni). Esso viene avvertito come unlivello d’ansia inappropriata ri-spetto al livello di sviluppo, ecome un malessere eccessivoricorrente quando il bambinodeve separarsi dalle figure di at-taccamento o quando è antici-pata col pensiero. Si manifestacon la paura di perdere coloro acui il bambino è attaccato o conla preoccupazione che accadaloro qualcosa di brutto. Il bam-bino teme anche che possa es-sere separato dai genitori acausa di un evento imprevisto(rapimento). Tutto ciò comportail rifiuto di andare a scuola o distare da solo in casa o senzaadulti significativi in altri am-bienti. Il bambino può avere timore didormire da solo, può fare incubisul tema della separazione e la-mentarsi di sintomi fisici comemal di testa e mail di pancia.L’anomalia deve durare almenoda 4 settimane per poter esserediagnosticata e causare un disa-gio significativo nell’area so-ciale e scolastica. Il bambinodeve essere rassicurato, i suoitimori non devono essere ridi-colizzati. Si deve prestare atten-zione a ciò che dice e fa,specialmente quando gioca, e aisuoi disegni. E’ consigliabileconsultare il pediatra e uno psi-cologo esperto in psicologiadell’età evolutiva.Per scrivere alla dott.ssa Benelli:[email protected]

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ppssiiccoollooggiiaa

diErmannoGatta

“La modifica della legislazione sugli Ogm (Organismi geneti-camente modificati) è necessaria per raggiungere il giusto equi-librio tra il mantenimento del sistema di autorizzazione europeobasato sulla valutazione scientifica dei rischi sanitari e ambien-tali e l’esigenza di garantire agli Stati membri la facoltà di limi-tare o vietare la coltivazione di Ogm sul loro territorio al finedi tutelare gli aspetti nazionali, regionali o locali specifici ri-spetto alla coltivazione”. Lo ha detto il ministro all’ambienteCorrado Clini durante il dibattito pubblico del Consiglio deiministri dell’Ambiente Ue a Bruxelles tenutosi l’8 marzo. Haaggiunto Clini: “Il quadro legislativo attuale adottato dal-l’Unione europea per l’autorizzazione dei prodotti costituiti oricavati da organismi genetica-mente modificati, mira ad evi-tare gli effetti nocivi sullasalute umana e animale e sul-l’ambiente. Esso non soddisfatuttavia pienamente l’esigenzadi dare maggiore libertà agliStati membri in materia di col-tivazione degli Ogm, poichénon garantisce una sufficienteflessibilità agli Stati per deci-dere in merito alla coltivazionedegli Ogm dopo la loro autoriz-zazione a livello europeo”. Hapoi concluso: “A condizioneche gli altri stati membri dianoprova di analoga flessibilità, sa-remmo disponibili ad accettarela proposta di compromessodella presidenza danese cosìcome presentata sugli Ogm”.

Il pungolo

L’ansia daseparazione

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il Segno - Marzo 2012 Ultima pagina

L’antica ricetta de...la pulenta co’ u filu

Questo bel disegno del maestro Carfagnaci permette di parlare di una ricetta culi-naria quasi scomparsa. Si tratta di una “ri-cetta mito”, nel senso che tutta la famigliadoveva collaborare per realizzare questopiatto appetitoso. Per prima cosa biso-gnava mettere ‘”u callaru co’ u treppiede‘ngima au fuocu” per far bollire l’acqua;subito dopo, mentre un altro membro della

famiglia provvedeva a buttare la “pulenta”nel callaro, il cuoco incominciava a gi-rarla. Era questa un’operazione lenta e pazientepoiché bisognava girarla per almeno unora per farla diventare dura come un mat-tone. A questo punto il capofamiglia de-cretava che la “pulenta co’ u filu” erapronta e allora la si poteva vuotare sopra

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

LLeetttteerree,, PPrrooppoossttee,, PPrrootteessttee ee [email protected]

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonicoLAMPIONI SPENTIIN VIA ROMAGentile direttore,da molti mesi le luci di tantilampioni di via Roma sonospente. Ho apprezzato l’invitoscritto su ogni lampione chespinge il cittadino a telefonarenel caso di “lampada spenta” equindi ho telefonato. Mi hannorisposto in maniera gentiledelle persone dal Piemonte,già questo mi ha un po’ stupito.Nei mesi successivi, notandoche non succedeva nulla ho ri-telefonato e poi ancora solleci-tato. Ormai telefono ogni paiodi mesi e con voce sempre piùsconfortata continuo a segna-lare il guasto sulla via panora-mica. Dall’altro capo deltelefono si stupiscono ancheloro del mancato intervento,

ma nessuno sa dirmi di più.Chiacchierando per stradaqualcuno mi ha detto che po-trebbe trattarsi di un guastosulla linea. Ma come è possi-bile se le luci spente sono al-ternate a quelle accese?Possibile che finora nessunosia intervenuto?Tramite il suo giornale vorreipregare il Comune di interve-nire, sostituire le lampadine ocomunque riparare il guasto.

Lettera firmata

IL COMITATOCAMPI CHE FA?C’era una volta il Comitato diquartiere dei Campi d’Anni-bale sempre attento alle pro-blematiche della zona, dalleantenne alle buche, dal malfunzionamento del servizio di

nettezza urbana al mancatoausilio diurno e notturno delleforze di polizia in genere, orainvece è totalmente latitante.Come mai non parla più diquesti problemi? I Campi diAnnibale non finiscono inpiazza Di Vittorio, andate afare un giro su via Maschiodelle Faete o su via Monte-pennolo piene di buche o an-cora, cosa più tragica, su viaRocca Priora altezza civici60-70 dove tra buche e ridi-coli dossi che servono solo araccogliere terra e formare deiveri e propri laghi quandopiove oltre che a rompere leauto sottoposte sul nostro ter-ritorio a continui balzi (pernon parlare della situazionedella strada di terra vicino allacooperativa dove tra tombini

ormai alti 30 cm e il fango co-pioso sembra proprio di starein un campo rom e forseanche peggio perché almenoloro non pagano tasse, cosache si presume facciano i po-veri abitanti di quella zona),cosa fa il nostro Comitato?Che gli sia stata promessa[…] una bella poltrona alleprossime elezioni? Staremo avedere.

Mail firmata

UN NUOVO LETTOREDEL SEGNOAbito da poco a Rocca diPapa, quartiere località Campid’Annibale. Ho letto con pia-cere il vostro giornalino e vor-rei riceverne copia mensile. E’possibile?

Franco Di Maro

alla “spiana-tora”. Poiuna personacapace co-minciava abattere lapolenta conuna tavolaper farla di-ventare an-

pronta! Quella che avanzava poteva es-sere consumata nei giorni successivi, gliuomini se la portavano al lavoro, nei bo-schi, nelle vigne o all’orto per il loropranzo. Questa antica ricetta viene ancora oggi se-guita da diverse famiglie di Rocca di Papache, così facendo, continuano la tradi-zione.

cora più dura. Infine, unavolta raffreddata (altrimentisi “appalloccava au spagu”)si tagliava a fette di due cen-timetri con uno spago (“ufilu”). Ogni fila andava condita conil sugo. Ma c’era anche chila insaporiva in bianco “co’a ventresca squaiata”. Ov-viamente non doveva man-care il formaggio e un po’ dipeperoncino. Ma non è fi-nita. Una volta fatte tutte questeoperazioni, la polenta an-dava rimessa “trendo au cal-laru” per essere riscaldata.La “pulenta co’ u filu” era