Il Piccolo Segno dicembre 2012

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Anno XI, n. 12 - Dicembre 2012 A pagina 14 Segue a pagina 17 A pagina 22 Biblioteca com.le Operatrici licenziate Sulla panchina di una città... di Daniela Di Rosa Ci sono dei misteri irrisolvibili, come l’esistenza degli ufo o dei miracoli, fino ad arri- vare a scritti indecifrabili (ma senza scomodare i geroglifici). Alcune persone in una fredda domenica roccheggiana erano intente a decifrare un editoriale di un mensile locale. Questo gruppetto di nostri concittadini era interdetto, capiva le parole ma non il senso, si chiedeva che cosa volesse dire “stampa boia” di mussoliniana memo- ria e con chi la giornalista ce l’avesse! Era forse arrabbiata coi paesani che a fiotti si river- sano nella piazza in un giorno di festa? O forse ce l’aveva con loro perché discutevano? Le “storielle” raccontate dal commissario Alle pagine 12 e 13 Nuovo parcheggio Un dibattito ancora aperto A pagina 20 Bollette dell’acqua La protesta arriva in Rai Elettrosmog ...il comitato A PAGINA 11 PICCOLO il Segno Gioielleria Orlando Brunetti Corso della Costituente, 32 - Rocca di Papa (Rm) Tel. 06-9498667 S c o nt o d el Buon Natale ...quello che gli altri non scrivono... mensile indipendente 5 0 % s u Ripetitori radio-televisivi Farmacia Comunale Nuova Sede Municipale Nuovo Piano Regolatore Isola ecologica e depuratori Questa vignetta, con la quale vogliamo ricordare Delpi, un caro amico venuto a mancare recentemente e a cui rendiamo omaggio con una pagina a lui dedicata (pag. 28), ci fa riflettere sulle tante questioni aperte che riguardano il nostro paese e verso le quali la pubblica amministra- zione non ha ancora dato risposte risolutive. Di alcune ne parliamo in questo numero. Questioni aperte A pagina 23 Case Popolari In arrivo 12 nuovi alloggi Ater In località Monti A pagina 9 Medici di base La Regione parla della dislocazione Questione riaperta A pagina 29 Statuto del 1588 Un mistero irrisolto La realizzazione del multi- piano di piazza Valeriano Gatta prosegue coi suoi sette piani, e mentre la società ha avviato la vendita dei box co- perti, l’opera continua a far di- scutere la cittadinanza.

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Il Piccolo Segno dicembre 2012

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Page 1: Il Piccolo Segno dicembre 2012

Anno XI, n. 12 - Dicembre 2012

Apagina 14

Segue a pagina 17

A pagina 22

Biblioteca com.leOperatricilicenziate

Sullapanchinadi una città...

di DanielaDi RosaCi sono dei misteriirrisolvibili, comel’esistenza degli

ufo o dei miracoli, fino ad arri-vare a scritti indecifrabili (masenza scomodare i geroglifici).Alcune persone in una freddadomenica roccheggiana eranointente a decifrare un editorialedi un mensile locale. Questogruppetto di nostri concittadiniera interdetto, capiva le parolema non il senso, si chiedevache cosa volesse dire “stampaboia” di mussoliniana memo-ria e con chi la giornalista cel’avesse! Era forse arrabbiatacoi paesani che a fiotti si river-sano nella piazza in un giornodi festa?O forse ce l’aveva con loroperché discutevano?

Le “storielle”raccontate dalcommissario

Alle pagine 12 e 13

NuovoparcheggioUndibattitoancoraaperto

Apagina 20

Bollette dell’acquaLaprotestaarriva inRai

Elettrosmog...il comitato

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Questa vignetta, con la quale vogliamo ricordare Delpi, un caroamico venuto a mancarerecentemente e a cuirendiamo omaggio con una pagina a lui dedicata (pag. 28),ci fa riflettere sulletante questioni aperteche riguardano il nostro paese e verso le quali la pubblica amministra-zione non ha ancoradato risposte risolutive.Di alcune ne parliamoin questo numero.

Questioni aperte

A pagina 23

Case PopolariIn arrivo12 nuovialloggi AterIn località Monti

A pagina 9

Medici di baseLa Regioneparla della dislocazioneQuestioneriaperta

A pagina 29

Statuto del 1588

Un misteroirrisolto

La realizzazione del multi-piano di piazza ValerianoGatta prosegue coi suoi settepiani, e mentre la società haavviato la vendita dei box co-perti, l’opera continua a far di-scutere la cittadinanza.

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ATTUALITA’2 il Segno - Dicembre 2012

Visto come vanno le cose in Italia...vorrei essere una olgettinaanch’io!

di Bruno FontanaMi è venuto a volteil ghiribizzo di es-sere una olgettina.Ovviamente questo

mio desiderio inconfessabile ri-marrebbe inesaudito per diversimotivi. Il primo per questione disesso e di età. Le olgettine sonodelle belle e giovani fanciullementre io sono dello stesso sessodel loro sultano e ho la sua stessaetà, anche se mi dicono che sem-bro più giovane anche senzatrucco e stucco. Un altro motivoevidente è che ciò che riesce a unagiovane fanciulla disinibita, perusare un eufemismo, non riusci-rebbe a un matusa, spregiudicatoo meno che sia, e questo non è uneufemismo. Dopo queste divaga-zioni dal sapore agrodolce ve-niamo al dunque. Queste signorine che abbiamovisto sfilare, agghindate comemodelle, al tribunale di Milanocome testimoni a proposito dellaloro attiva collaborazione al ritodel bunga bunga del satrapo li-cenzioso, mi ha portato a fare unaconsiderazione: qual è la frase chesi sente ripetere spesso di questitempi, ahinoi? “...non arrivare afine mese!”. Ecco, la crisi sta sca-vando sempre di più una voraginetra chi sta meglio e chi sta peggio.Tra chi sta peggio si naviga avista, tra le nebbie della povertà

alla ricerca di quella fine del tun-nel dove, dicono, si intravede laluce. Ma sarà colpa di un’illu-sione ottica, di un appanamentodella vista, noi questa luce ancorastentiamo a scorgerla. I pensionatida 5-600 euro devono decidereogni mese se con quell’obolodello Stato devono mangiare, pa-gare l’affitto, le bollette, la scuolaai figli o le spese mediche, il checostringe alcuni di loro ad andarea frugare nei cassonetti dei super-mercati per recuperare frutta everdura ancora comestibili, men-tre altri fanno la fila davanti allemense della Caritas. Per chi stameglio, molto meglio, i problemisono altri, ad esempio come elu-dere le tasse, come fare evadereall’estero i propri capitali e occul-tarli nei paradisi fiscali. C’è poi lacategoria di coloro che rubano, at-tingendo generosamente nel no-stro salvadanaio, il più delle volteimpunemente. Per questi ultimi,se si è Consigliere regionale lacosa risulta particolarmente age-vole in quanto non c‘è nemmenoun plafond al prelievo, a diffe-renza del Bancomat.Facile però che a parlare di questiargomenti si rischia di caderenella facile retorica e nelle vellei-tarie denunce moralistiche. Le varie piazze pulite arene agoràe servizi publici televisivi, questadicotomia delle due Italie ce la

sviscerano settimanalmente. Al-lora preferisco tornare alle mie ol-gettine. Non hanno ancoratrent’anni e dichiarano di ricevere2.500 euro al mese dal loro utiliz-zatore finale e benefattore (esen-tasse?) che adorano, cimancherebbe altro. Ci sono poiquelle che hanno percepito unagenerosa buona uscita, dopoavere smesso i panni di showgirlda burlesque. Un’altra ancora di-chiara candidamente di riscuotereda Mediaset 50mila euro all’annosenza avere una mansione. Così,un cadeau, come se per lei fosseNatale ogni mese. Certo che lafortuna a volte ha davvero gliocchi bendati. Ma non è tutto, alcune di questeallegre sexy easy baby, le più ar-rampicatrici, si sono lamentateperchè considerano il loro com-penso “troppo misero”. Cribbio,guadagnavano di più quandoerano “operative”! Ebbene queste signorine, appari-scenti e spigliate, con le tette ri-

fatte ma con la testa ben piantatasulle spalle e tutt’altro che svam-pite, a me fanno simpatia, diver-samente della mitica igienistadentale che prima lo stipendio eadesso, a 26 anni, la pensionegliela paghiamo noi. Capisco che alla casalinga “chenon arriva a fine mese”, all’inse-gnante precaria e all’operaia sottopagate tutto questo appaia disgu-stoso e ingiusto. Ma i soldi questeolgettine li prendono dalle tasched’un mecenate dalle turbe senili,non dalle nostre. E credo che allafine tra la moralità certamente la-bile di signorine disinibite chesfruttano il loro fascino a spese diricchi scemi e lo scempio dei no-stri soldi da parte di politici e con-siglieri corrotti, io non ho dubbi,sto dalla parte delle Olgettine edelle donnine allegre di tutto ilmondo. In un certo senso sono delleRobin Hood in (mini)gonnella,prendono ai ricchi per esseremeno povere. O yes!

il Segnoorgano mensile

dell’associazione culturale“Editoriale il Segno”

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Subiaco (Rm) - Tel. 0774-822252

Il Centro Arcipelago di Genzanodi Roma inizierà le sue attività nelmese di Gennaio 2013, conun’ampia gamma di iniziative ri-volte ai giovani (bambini dai 6anni in su) e alle loro famiglie.Con il Progetto “Futuro Pros-simo”, offre assistenza e sostegnodidattico, attraverso interventieducativi volti allo sviluppo e alpotenziamento delle competenzeindividuali e propone percorsipsicoeducativi di crescita indivi-duale, potenziamento dell’auto-stima, incoraggiamento alla prosocialità. Per informazioni rivol-gersi alla Sig.ra Moira Giacometti(cell: 347-6802822 dalle 9:00 alle13:00 e dalle 15:00 alle 19:00);all’Educatore professionale An-drea Giacometti (cell: 328 –1876878); e alla Psicologa-Psico-terapeuta dott.ssa Bruna Benelli(cell: 331 – 6171362 dalle 15:00alle 19:00).

Apre i battenti ilCentro Arcipelago

Ruby “rubacuori”

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ATTUALITA’ 3il Segno - Dicembre 2012

Interessanti spunti suggeriti dal libro di Stefano Rodotà

Elogio del moralismodi Patricia AntolovicQuesto mese vor-rei presentarvi un“piccolo grande

libro” di Stefano Rodotà,“Elogio del Moralismo”. Que-sta parola “moralismo”, odiatadai nostri politici, richiama adun’attitudine critica e reintro-duce nel discorso politico lanozione di “Etica pubblica e diResponsabilità politica” solle-vando la cosiddetta questionemorale.L’autore mette l’accento sulla“Politica” (quella vera) negatadal compromesso permanentetra legalità ed illegalità, con ipartiti che hanno fatto di tuttoper liberarsi di ogni controllo,arrivando a cancellare la mo-ralità nella vita politica stessa.“...Il grande corruttore ha bi-sogno di una rete di piccolicorruttori perchè la sua non siasoltanto una pratica ma unesempio. Una ‘cultura’ comeormai si usa dire...”. Oggivince la forza, la minaccia, laviolenza verbale, l’impunità....Ce ne accorgiamo ogni giornonel nostro quotidiano, e questoprovoca in noi frustrazione emalessere. Tale atteggiamentodi sopraffazione cancella il cit-tadino che diventa suddito,servile o forse peggio, cliente.La politica diventa “arricchi-mento privato a spese del pub-blico e respinge ogniresponsabilità”. Quelle frasiche spesso i nostri politici pro-nunciano: “Non è penalmenterilevante”, oppure “si è inno-cente fino all’ultimo grado digiudizio” (cioè dopo 10 annise tutto va bene vista la len-tezza della giustizia), non sonofrasi innocue perchè cancel-lano la nozione stessa di re-sponsabilità: infatti certicomportamenti non costitui-scono reato, ma sono moral-mente e politicamentecensurabili. E così nessuno èresponsabile di niente. Ma che cos’è la responsabilitàpolitica? “Riguarda il modo incui la persona ha esercitato unpotere che gli è stato attri-buito... deve scattare anchequando non vi sia una respon-sabilità penale, per il solo fattodi essersi comportati in ma-niera contrastante con la cor-

rettezza legata all’eser-cizio di una carica, allagestione di un affare diStato, al maneggio delpubblico denaro”.Rodotà, cita l’art. 54della Costituzione:Tutti i cittadini hannoil dovere di essere fe-deli alla Repubblica edi osservarne la Costi-tuzione e le leggi. I cit-tadini cui sono affidatefunzioni pubblichehanno il dovere diadempierle con disci-plina ed onore, pre-stando giuramento neicasi stabiliti dallalegge.In questo articolo si parla di ri-spetto delle leggi, di disci-plina, di onore, non di codicepenale e di grado di giudizio.Azzerando la responsabilitàpolitica, questa classe diri-gente si è concessa di tutto e dipiù, abbiamo il Parlamentocon il più alto numero di inda-gati, condannati in primo e se-condo grado che votano leggialle loro convenienze... A tremesi delle elezioni politiche,si stanno tagliando su misurauna nuova legge elettorale... e

nel frattempo i cittadini de-vono far fronte a nuove tassenon per avere più servizi, maper ripagare i debiti che cihanno lasciato! Poi si meravi-gliano che questi cittadinisiano disgustati dai partiti! Da questa classe politica èsparito il senso del pudore,quello che frena ogni azionespregiudichevole (non esistequesta parola). “Contro malaf-fare e illegalità servono regolesevere e istituzioni decise adapplicarle. Ma serve soprat-

tutto una diffusa e costante in-transigenza morale, un’azioneconvinta di cittadini che nonhanno il timore d’essere defi-niti moralisti, che ricordino inogni momento che la vita pub-blica esige rigore e corret-tezza”.Ho provato a darvi un piccoloassaggio di questo libro, chespiega, con parole semplici,perchè siamo arrivati oggi inquesta drammatica situazione.Dobbiamo e possiamo reagire,non accettare passivamenteuna permissività generalizzata.La democrazia consacra la li-bertà individuale, il rispettodell’individuo al quale attribui-sce dei diritti, uguali per tutti,ma in controparte stabiliscedelle regole, dei doveri che rin-forzano questa stessa libertàindividuale. E senza queste re-gole la democrazia stessa è inpericolo, la società si frantuma.Stiamo assistendo allo sfascia-mento delle nostre istituzioni,da parte di chi le rappresenta eci rappresenta.Dalla prossima legislatura dob-biamo pretendere di essere rap-presentati da personemoralmente incensurate, pu-lite, senza attendere il giudizioe le sanzioni della magistra-tura. Affido la mia conclusionead un paragone: se vogliamosapere tutto della persona a cuiaffidiamo i nostri figli, fac-ciamo la stessa cosa per le per-sone a cui affidiamo il nostrofuturo, siamo esigenti!

Rodotà

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L’ARGOMENTO4 il Segno - Dicembre 2012

“L’Onu ha riconosciuto la Palestina adesso si ponga fine a questo conflitto”

Dopo i drammi è il momento della gioia

E ora Palestina liberaIl “ramoscello d’ulivo” di Arafat è sempre vivo

l’odio in quei ragazzi, un odio che li hatrasformati in kamikaze, i loro corpi fattia brandelli insieme a quelli degli occu-panti, ricordo la prima donna martire, ri-cordo Sharon, la sua oltraggiosapasseggiata sulla spianata delle moschee,la passeggiata che provocò la seconda In-tifada, quella più dura, più crudele, con at-tentanti sui bus di studendi, ricordo unmuro che si innalzava per dividere fami-glie, ricordo orti di ulivi sradicati, ricordofile di gente ai check-point, perché nes-

suno entrava o usciva da Gaza senza ilpermesso di Israele! Ricordo centinaia di ragazzi di tutto ilmondo (tra cui Vittorio Arrigoni) recarsiin Palestina per parlare di pace, di due po-poli due stati, ricordo il sogno di una Ge-rusalemme capitale di due patrie, perquesto doppiamente amata, ricordo il di-scorso all’Onu di un giovane Arafat: inuna mano ho una pistola, nell’altra un ra-moscello di ulivo… fate in modo che nonsia lui a cadere! È ora di raccogliere quelramoscello. Oggi, 11 dicembre, i due collaboratori delSegno, Noemi Bevilacqua e Odeh Amar-neh sono lì, in Palestina… ritornate conpo’ di terra e un ramoscello di ulivo.di Daniela Di Rosa

Una mattina mi son svegliata e ho tro-vato… la Palestina! La cercavo da almenotrent’anni, da quando ragazza scoprii chedietro la tragedia degli ebrei si celava l’an-nientamento di un altro popolo e da quelgiorno ho vissuto con il cuore diviso tra lapietà per l’orrore dell’olocausto e la rab-bia, il dolore per un popolo senza patria. Ricordo la prima Intifada, quella dei ra-gazzini con le fionde contro i carri armaticon la croce di David, ho visto crescere

di Flavio Lotti*Bene: l’Assemblea Generaledell’Onu che riconosce allaPalestina il rango di “Stato Os-servatore”! Un fatto storico.Brava: l’Italia che vota SI!!Un altro fatto storico. Bis: eora chiudiamo per davveroquesto conflitto!!!Bene! Finalmente il mondocompie un gesto di pace inMedio Oriente, mette fine adecenni di ipocrisie, ambiguitàe complicità, lancia un salva-gente all’Autorità NazionalePalestinese e torna ad investiresulla soluzione politica delconflitto più lungo del nostrotempo.Brava l’Italia!! Anzi, il bravova al Presidente del Consiglioe a tutti coloro che hanno con-tribuito a mettere in un angolo

la linea irresponsabiledel ministro GiulioTerzi e dei finti amicidi Israele. Votando SIil governo ha evitatoall’Italia un perico-loso errore politico-diplomatico; ha ridatoall’Italia un pizzico diquella dignità politicache abbiamo perso datempo; ha ri-unitol’Italia alla comunità del Me-diterraneo e alla gran partedell’Europa; ha iscritto il no-stro paese nell’albo storico deipaesi amanti della pace.Bis!!! Questa decisione nonpuò e non deve restare isolata.Sarebbe non solo sbagliato maanche pericoloso. Questa deci-sione non migliora le condi-zioni di vita dei palestinesi.

Dobbiamo evitare che le pre-annunciate ritorsioni di Israelele peggiorino ulteriormente.L’Italia e l’Europa devonoagire immediatamente per ria-prire i negoziati di pace e pun-tare a chiuderedefinitivamente il conflitto traquesti due popoli. Ad entrambideve essere riconosciuto il di-ritto di vivere in pace su quella

terra con gli stessi diritti, lastessa dignità e la stessa sicu-rezza. La formula è “due statiper due popoli”. E deve essererealizzata ora. Anche a costodi un’inedita e creativa “impo-sizione” internazionale. E’l’ultima possibilità. E noi nonpossiamo permetterci di spre-carla. L’Italia, che vanta ot-time relazioni sia con Israeleche con i palestinesi, può faremolto. Ma deve continuare afare quello che ha fattoneigiorni scorsi: assumere unruolo attivo, propositivo e pro-gettuale. Diamo all’Italia unapolitica di pace!Chi ha vinto? Il buon senso.Chi ha perso? I signori dellaguerra infinita.

*Coordinatore nazionale della Tavola della pace

A sinistra: la soddi-sfazione di AbuMazen. A destra: lagioia nelle strade di Gaza. Sotto:Noemi e Odeh

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ATTUALITA’il Segno - Dicembre 2012 5

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di Paola Gatta“Il Piano di rientro del Com-missario per la sanità nelLazio, Enrico Bondi, pro-muove la riorganizzazionedella Rete Ospedaliera Pub-blica, al fine di migliorarnel’efficienza e l’efficacia, e fa-vorisce il potenziamento dellarete territoriale, con 3 finalità:ottimizzare l’assistenza dei de-genti; migliorare e riqualificarela riabilitazione domiciliare eterritoriale; impiegare in modopiù efficiente le risorse umane,tecnologiche e strutturali chesaranno liberate dalla raziona-lizzazione”.E’ quanto afferma una nota diPalazzo Chigi riferita al Pianodel commissario Enrico Bondiper la sanità nel Lazio. “IlPiano di ristrutturazione del-l’offerta di salute –prosegue la

nota- tiene conto delle criticitàdel sistema sanitario regionaleed è frutto del confronto ser-rato tra le strutture centralidella sanità della Regione e iDirettori delle aziende ospeda-liere delle aziende sanitarie lo-cali. Ad oggi la riduzione dellaspesa per l’acquisto di beni eservizi è stata di circa 200 mi-lioni di euro”.Per raggiungere nell’arco deltriennio 2013-2015 un sostan-ziale equilibrio finanziario, ilPiano individua una serie dipriorità, dalla razionalizza-zione della logistica alla trac-ciatura dell’uso dei beniattraverso la definizione degliindici di consumo, passandoper l’organizzazione di un effi-ciente sistema di controllo digestione e alla eliminazionedegli acquisti al di fuori delle

gare, finoa promuo-vere uncostante confronto tra leaziende sanitarie e con le altreRegioni per aggiornare costan-temente le migliori pratiche. In particolare il Piano prevede4 linee di azione: 1. Rafforzarela rete dell’emergenza; 2. Ri-durre la frammentazione assi-stenziale, aggregando le altespecialità per rafforzare e valo-rizzare le eccellenze; 3. Ri-strutturare la logistica dellarete ospedaliera con l’intentodi razionalizzarla. Il Piano pre-vede il potenziamento dell’of-ferta assistenziale nelleProvince per decongestionarel’area romana e garantire unamigliore equità di accesso al-l’assistenza sanitaria su tutto ilterritorio regionale e di conse-

guenza ridurre il numero delleunità operative complesse; 4.Attuare una riduzione selettivadei posti letto destinati alle altespecialità, ridurre i giorni didegenza media attraverso unapiù rapida erogazione delleprestazioni e attuare un moni-toraggio stringente delle dimis-sioni ospedaliere. Questi interventi consenti-ranno di raggiungere due risul-tati: garantire anzitutto ilrispetto della norma che fissaal 3 per mille il tasso dei postiletto per abitante e, inoltre, au-mentare il numero di posti lettodisponibili per pazienti prove-nienti dal pronto soccorso e dalsistema dell’emergenza in ge-nere.

Clinica San Raffaele di Rocca di Papa

Sosteniamo la lottadei lavoratori

Dalle stelle alle stalle. Era il 2 ottobre scorso quando la clinica“San Raffaele” di Rocca di Papa otteneva la certificazioneESMO dalla Società Europea di Oncologia Medica, che ricono-sceva la struttura roccheggiana centro d’eccellenza per le curepalliative. A distanza di pochi mesi la famiglia Angelucci, pro-prietaria della clinica, annuncia il licenziamento di tutti i dipen-denti sanitari e amministrativi minacciando la chiuduradefinitiva dell’importante struttura. I lavoratori hanno così dato vita a una serie di proteste che hannovisto la partecipazione attiva del Sindaco di Rocca di Papa, Boc-cia, il quale ha detto che “se non si trovano soluzioni rapide,quello che si prospetta è una vera e propria emergenza socialecui i Comuni non saranno in grado di far fronte”. (P.G.)

Una corsia d’ospedale

L’ingresso del S. Raffaele a Rocca di Papa

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ATTUALITA’6 il Segno - Dicembre 2012

La violenza è il segno della debolezzadell’uomo

Il 25 novembre è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne

di Patricia AntolovicMentre il popolodi sinistra si re-cava, lo scorso 25

novembre, nei vari gazebo perle primarie, è passata sotto si-lenzio la giornata internazio-nale contro la violenze sulledonne. Vista la gravità e l’au-mento di questo fenomeno nelnostro paese, volevamo por-tare il nostro contributo suquesto tema. Dall’inizio dell’anno ben 113donne sono morte per mano diun ex compagno, del fidan-zato... Si parla di femminici-dio, cioè della violenzaperpetrata dagli uomini a dannidi donne in quanto tali. Il fem-minicidio va oltre la violenzafisica, riguarda anche e sopra-tutto la violenza psicologicache vuole annientare l’identità,la cui peggior conclusione è lamorte. Le radici di questo fe-nomeno sono nella discrimina-zione e negli stereotipi diruolo. Le donne costituisconola metà della popolazionemondiale, hanno conquistatoda pochi anni numerosi diritti,quello allo studio, il diritto divoto, al lavoro, alla maternità,alla contraccezione... Le donnehanno dovuto lottare per averedei diritti riconosciuti agli uo-mini, perchè considerate infe-riori, e le abbiamo chiamatefemministe, una parola che inse nasconde un non so che dinegativo. Oggi le ragazze stu-diano, si laureano, lavorano(con stipendi spesso inferiori ailoro colleghi maschi), e preten-dono, giustamente, di avere glistessi diritti degli uomini. Nes-suno lo contesta ufficialmente,ma spesso tra le mura domesti-che si nasconde la “punizione”. La donna è dipinta come un es-sere debole, fragile, pura, biso-gnosa di protezione. E’ questa l’immagine che civiene trasmessa continuamentedai media, films, messaggipubblicitari, al contrario diquello che succede nella realtà,dove le donne sono il pilastro

di Daniela Di RosaMentre scrivo,altre due donnesono state uccise,

una di soli ventidue anni.Ogni giorno una donna vieneaggredita, ogni settimana nemuore una e sempre permano di mariti, amanti, fi-danzati o compagni… manoi continuiamo a dire allebambine di non parlare congli sconosciuti, di non accet-tare caramelle dagli estra-nei… non sarà qui lo sbagliodi fondo? Certo, è giusto insegnar lorofin da piccole a non fidarsitroppo degli sconosciuti manon sarà il caso di comin-ciare a prepararle come di-fendersi da fidanzati o maritiche siano? Quando ero ragazza frequen-tavo un gruppo di autoco-scienza, la lotta perl’emancipazione delle donneera al suo apice, giovani e or-gogliose rivendicavamo lanostra forza e spiegavamoalle donne come ribellarsi aisoprusi e alle violenze deiloro compagni: non accettareuno schiaffo, non sei unabambina da educare, se subi-sci lo shiaffo diventerà unpugno, poi un calcio, fino aquando l’aggressione diven-terà irreparabile.

della famiglia, situazione an-cora più vera in periodo dicrisi, dove spesso di fronte allaperdita del lavoro del marito, sirimboccano le maniche evanno a lavorare.La violenza sulle donne è unsegno di debolezza degli uo-mini: le frustrazioni, la rabbia,il sentimento d’impotenza, lasensazione d’inadeguatezzanella vita pubblica si riversanel privato, sulla compagna, lamoglie, la figlia. Questo feno-meno va combattuto ricono-scendo che il femminicidio èun fatto sociale, puntandosull’educazione, sul rispettodella diversità, sul rispetto del-l’altro, del suo corpo… un ri-torno alla “moralità” e un forteimpegno delle Istituzioni.Anni di messaggi e condottesregolate sul palco pubblico,hanno avuto effetti nocivi sullanostra coscienza. Le donnenon sono più solo un corpoposseduto dal partner, nonsono esseri inferiori ma uguali.Le mentalità devono cam-biare… se vogliamo una so-cietà più giusta, dobbiamopuntare sull’uguaglianza intutti gli aspetti della nostra vitasociale. La donna non è un og-getto ma un essere umano conil quale dialogare e condivi-dere la vita. Certo il rapportodiventa più complicato mamolto più ricco!

Loro rispondevano: ma saimio padre ogni tanto pic-chiava mia madre e lei mi di-ceva che non era niente, eranervoso e lo aveva provo-cato. Tanta acqua è passata sotto ilponte del femminismo masiamo ancora qui a contare imorti, l’uguaglianza c’è magira quasi solo nei piani altidella società, se scendi lascala sociale e arrivi tra lagente comune, il lontanoproletariato, le disugua-glianze sono abissali, gli ste-reotipi sono sempre glistessi, il maschio tatuato ecovatto, la femmina an-ch’essa tatuata e covatta maassoggettata alla superioritàfisica di lui! Poi ci siamo noi, la via dimezzo, il ceto medio dettoanche riflessivo e anche quicambia poco... perché? Avetemai visto il programmaAmore criminale? Io ci hoprovato e ogni volta, ad ognistoria finita tragicamente, michiedo perché quelle donneabbiano accettato tanto!?Sono poche quelle che de-nunciano, e se denuncianonon vengono protette; se leuccidono, gli assassini se lacavano con pochi anni. Perlo più sono ragazze normali,di buona famiglia, spessocon buoni studi alle spalle,perché subiscono per anni?Forse gli è stato insegnatocosì? Ogni volta che entro in unafamiglia con due bambini,un maschio e una femmina,noto le differenze di educa-zione, i giochi, gli sport, leletture: alle bambine le favo-lette rosa, le bamboline e itrucchi, al maschietto pal-lone, macchine, pistole,robot, tutti i protagonisti deipiù famosi videogiochi, mo-stri sempre forti e vincitori,come nella piccola mentesarà lui da grande, forte evincente… guai a contrad-dirlo, fosse anche una prin-cipessina tutta rosa!

E’ ora di ripensare i metodi educativirivolti ai nostri figli

Page 7: Il Piccolo Segno dicembre 2012

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La notizia è recente e ri-guarda un’area agli antipodirispetto all’Italia. Si tratta delParco nazionale Yasunì, inEcuador. Questo Paese si èimpegnato a mantenere inde-finitamente sottoterra le ri-serve petrolifere che siestendono su 200.000 ettarinel Parque Nacional Yasuní,uno dei luoghi a più alta bio-diversità del pianeta.In cambio della protezionedell’ambiente l’Ecuador hachiesto un contributo interna-zionale equivalente di 3 mi-liardi di dollari, la metà delleentrate alle quali lo Stato ri-nuncia per lo sfruttamentodegli 846 milioni di barili digreggio. Presentando questainiziativa nel 2007 all’As-semblea Generale dell’Onu,il presidente ecuadoregnoRafael Correa la definì unaproposta rivoluzionaria:combatte il cambiamento cli-matico, evitando lo sfrutta-mento di combustibili fossili(saranno evitate emissioniper oltre 400 milioni di ton-nellate di CO2) e mantiene labiodiversità ambientale e cul-turale delle popolazioni inEcuador.Dopo le difficoltà dei primianni il progetto ha raccolto300 milioni di dollari, cioèl’8% del necessario per fi-nanziarlo. È stato possibilecosì avviare progetti di ener-gia verde, iniziative di salva-guardia dell’ambiente,programmi di riforestazione

e di sviluppo della comunità.Il programma avrà 13 anni adisposizione per raccogliere ilfinanziamento completo. Que-sta iniziativa pilota può contri-buire a mitigare alcune dellecrisi ecologiche del mondo:l’estinzione di massa, la defo-restazione e il cambiamentoclimatico. L’iniziativa Yasuni-Itt potrebbe rappresentare unesempio importante sul comele nazioni in futuro potrannocombattere il cambiamentoclimatico e la perdita di biodi-versità. Al contrario i più cri-tici sostengono che il

programma è un ricatto ecolo-gico dell’Ecuador alla comu-nità internazionale, visto chele trivellazioni petrolifere co-munque non dovrebbero es-sere consentite nel ParqueNacional Yasuní.In Italia non esiste nulla delgenere, forse potrebbe essereuno stimolo per progetti alter-nativi rispetto alle trivellazioniproposte dal ministro Passeraper pompare petrolio da al-cune aree, come le isole Tre-miti, che hanno la loro veraricchezza nelle bellezze natu-rali che le contraddistinguono.

tempimoderni

di Roberto Sinibaldi

Il petrolio? Resti dov’è!

Così si tutelala biodiversità

Una serata per celebrare lamissione di un mese neicampi per rifugiati Saharawinel deserto del Sahara, si èsvolta lo scorso 13 dicembread Ariccia in Via Rufellipresso la “Casa Sociale Pia-marta” La particolarità è stata unacena di solidarietà a base dicous-cous e altre prelibatezzeSaharawi, per conoscere que-sto popolo e la sua lotta, eper incontrare giovani saha-rawi e rappresentanti di que-sto popolo e le persone che siimpegnano nella solidarietàtra popoli.In particolare si è parlato di decrescita energetica, di indi-pendenza alimentare, dicooperazione decentrata, deicosiddetti orti collettivi edella difesa delle sementi.Inoltre sono stati proiettativideo e foto della missioneche ha raggiunto i seguentiobiettivi:• un impianto solare fotovol-taico stand alone per l’ospe-dale di Dajla;• 28 nuovi orti solari fami-liari;• un corso per le famiglie sa-harawi sugli orti solari;• un corso per i tecnici saha-rawi sulla manutenzione e ildimensionamento degli im-pianti solari.Chi volesse ricevere altre in-formazioni può contattareRESEDA onlusal n. 06-9364170.

Reseda onlusAd Aricciala “Festa Saharawi”

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DIRETTA da TOKYO8 il Segno - Dicembre 2012

CCoonnttrroo iill nnuucclleeaarree, dentro il nucleare

Verso le elezioni...pensando al nucleare

da TokyoToshi KamedaAlle ore 5.18 di pomeriggiodel 7 dicembre mi trovavo suun treno e ho sentito una forteoscillazione che è durata circa

un minuto. Era un terremoto di magni-tudo 7,3 il cui epicentro era lo stesso diquello dell’11 marzo dell’anno scorso(9,0 gradi) che poi provocò lo tsunami.Stavolta, per fortuna, non ci sono statevittime, solo undici feriti e nessun dannoalle cinque centrali nucleari ormai ferme.È la prima volta che lo tsunami rag-giunge un metrodi altezza dopoquello devastante.La terra, quindi,non si ferma e oraanche il mondopolitico è in movi-mento.Anche in Asia,dopo gli USA, èin atto una grandestagione eletto-rale. Il 14 novembre in Cina al 18° con-gresso del Partito comunista è stato elettoil nuovo segretario generale, Xi Jinping,che sarà il prossimo Presidente della Re-pubblica popolare. Il 19 dicembre inKorea del Sud si terranno le elezioni pre-sidenziali. Il Giappone non è da meno. Il4 dicembre il premier Noda ha sciolto inanticipo la Camera bassa e il prossimo 16dicembre si andrà alle urne.Si sa di certo che il PartitoDemocratico (PD) nonpotrà più continuare a go-vernare. E così andrà per-duto tutto ciò che il governostava facendo (anche se conmolte contraddizioni e at-teggiamenti equivoci) peruscire dal nucleare, a partire da “lo zeronucleare negli anni 2030” fino al “ilnuovo piano nazionale energetico” cheavrebbe dovuto definire entro l’anno. Siamo in piena campagna elettorale e, aun anno e nove mesi dall’incidente dellacentrale di Fukushima (durante i qualinon si è ancora deciso che strada intra-prendere nei confronti dell’energia nu-cleare) al centro di essa vi è ancoraquesto tema. La prospettiva energetica eil nucleare sono i temi che interessano dipiù gli elettori. Questo è confermato daun sondaggio trasmesso, a fine novem-bre, dalla televisione pubblica NHK, se-condo cui la “questione nucleare” è alterzo posto dopo la politica economica(34%) e il sistema previdenziale (21%).Secondo un altro sondaggio del quoti-diano economico Nikkei, invece, “il nu-cleare” si collocava al secondo posto conil 14% dopo la “sicurezza nazionale e lapolitica estera” (18%). Nessun partitoquindi può trascurare quest’argomento.Ora vediamo il punto di vista dei princi-pali partiti. Una posizione ben decisa contro il nu-cleare è stata assunta da due partiti dellasinistra, il Partito Comunista (che detienel’1,7% dei seggi della Camera bassa) e il

Partito socialdemocratico (ex socialista,con l’1% dei seggi). Per quanto riguarda ilPD (come ho spiegato sul numero prece-dente del Segno) non ci si può aspettaremolto anche perché dal partito sono giàusciti diversi anti-nuclearisti. Le maggiori preoccupazioni arrivano dalPartito liberal-democratico (PLD) che èstato quello che ha avviato l’era dell’ener-gia nucleare e che ora, molto probabil-mente, tornerà al governo dopo più di treanni di opposizione. Stando al suo mani-festo, il partito deciderà sulla riattivazionedelle centrali caso per caso e, sul destinodelle centrali, deciderà entro tre anni. Laloro intenzione però è chiara: realizzare ilmix migliore di fonti di generazione elet-trica entro dieci anni, compreso il nu-cleare. Tutto sommato il PLD, così comein passato, non sembra voler abbandonareil nucleare. Da questi due principali par-

titi, il PD (48%) del centrosi-nistra, e il PLD (24,6%) delcentrodestra, dipenderà il fu-turo. Negli ultimi tempi i partitiappaiono frantumati. Per lun-ghi anni il PLD governava dasolo il Paese, poi con la crisinel 1993 per rimanere al po-

tere fu costretto di allearsi con altri partiti.Successivamente arrivò una nuova sta-gione politica (con la vittoria del PD nel2009) e per la prima volta fu avviato unesperimento di alternanza politica conl’intenzione di giungere verso il bipartiti-smo. Ma ora tutto sembra simile all’Italiaa parte il ruolo della sinistra tradizionaleche non sembra avere alcuna forza rinno-vatrice.Prima delle elezioni politiche alcunenuove forze politiche stanno cercando di

formare il“terzo polo”(né col PD nécol PLD), tracui il Partitodella Restau-razione delG i a p p o n e

(PRG, 2,3%) fondato alla fine di settem-bre dal sindaco di Osaka, Toru Hashi-moto. Il PRG non ha mantenuto laposizione iniziale anti-nucleare (seppurmodesta) dopo essersi unito col Partito delSole (PS) fondato da Shintaro Ishihara, expresidente della provincia di Tokyo. Ishi-hara, populista come Hashimoto, scrittoredella destra radicale va oltre l’energia nu-cleare proponendo di possedere le armi

nucleari visto che il Giappone confina contre Stati che lo considerano nemico(Corea del Nord, Russia e Cina). Da que-sto punto di vista è in sintonia con il PLDche non disprezzerebbe l’armamento nu-cleare. Non so se potremo avere qualche spe-ranza in un altro “terzo polo”, il Partito diDomani (il PdD, 12,7%) nato alla fine dinovembre dall’iniziativa del presidentedella provincia di Shiga, Yukiko Kada, nelquale è entrata una parte consistente delPD. Il PdD è posizionato fortemente con-tro il nucleare. Poidovrebbe esserci ilPartito dei Verdi(fondato quattromesi fa) che, purnon essendopronto a parteci-pare alla competi-zione, potrebbeappoggiare i can-didati di altri partiti tra cui alcuni del PdD. Intanto, i diversi movimenti di cittadini, iVerdi e il movimento referendario stannoinviando un questionario ai candidati percapire la loro posizione rispetto all’ener-gia nucleare e al referendum sul nucleare.In base alle risposte decideranno chi vo-tare. Secondo il sondaggio del quotidianoAsahi dei primi di dicembre, il PLDpotrà pure avere la maggioranza macirca la metà degli intervistati è ancoraindecisa. E’ anche possibile che il PLD,non arrivando a conquistare la maggio-ranza, possa coalizzarsi con il PRG perandare al governo. Allora per gli anti-nu-clearisti sarà molto dura. Il 16 dicembresi svolgono anche le elezioni per il pre-sidente della provincia di Tokyo per lequali gli anti-nuclearisti hanno un lorocandidato. Queste elezioni sono impor-tanti non solo perché Tokyo è la capitalema anche perché è uno dei principaliconsumatori di elettricità e la provinciaè il primo azionista della compagniaelettrica di Tokyo. Mi dispiace se le prospettive che vi ho de-scritto non appaiono buone. I miei mi-gliori auguri di un sereno Natale e unfelicissimo Anno Nuovo (da noi è l’annodel serpente).

Il simbolo del Partito Comunista Giapponese

Il simbolo del Partito Democratico

Il simbolo del PLD

Il simbolo del Nuovo Partito Nippon

Il simbolo del Partito della Restaura-

zione del Giappone

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il Segno - Dicembre 2012

RROOCCCCAA DDII PPAAPPAAnotizie, informazione, attualità

Al 31 ottobre 2012 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 16.793 (maschi 8.347; femmine 8.446). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.413.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

NUMERI UTILIFarmacia Comunale: 06-9499986Clinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

TAXI Mario: 339-1669282

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Il Comitato di Quartiere dei Campi continua la sua battaglia a favore dei cittadini

Dislocazione dei medici di base,la Regione Lazio riapre i giochi

9

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Lunedì chiuso

di Daniela Di RosaDa più di un annoil Comitato diQuartiere dei

Campi d’Annibale ha posto unproblema molto serio: la con-centrazione dei medici di basein un’unica struttura che, difatto, lascia “scoperte” moltezone del paese creando disagia molti cittadini, soprattuttoquelli più anziani che possonoincontrare difficoltà a spo-starsi. Oggi, infatti, gran partedei medici di base che operanoa Rocca di Papa, sono collo-cati nei pressi di piazza dellaRepubblica mentre un solomedico (che se non sbaglio frapoco più di un anno dovrebbeandare in pensione) presidia ilquartiere dei Campi d’Anni-bale che, ricordiamolo, èquello più popolato con i suoi7mila abitanti.Tutto sembrava finito nel di-menticatoio, ma a riaprire laquestione è ora una letteradella Regione Lazio, Diparti-mento Programmazione Eco-nomica e Sociale, cherispondendo alla nota inviatadal Presidente dei Campi,Gianfranco Silvestrini, ha sug-gerito alla ASL RMH “di pre-vedere in occasione delle

prossime rilevazioni di zonecarenti sia di medicina gene-rale che di pediatria di liberascelta, di indicare anche l’ob-bligatorietà per l’aperturadello studio medico” così dasuperare il “disagio rappresen-tato” dal Comitato di Quar-tiere. Una risposta eun’indicazione precise allaASL competente che quindinon potrà più dire, come hafatto il 24 settembre scorso,che “la facoltà di sceglierel’ubicazione dello studio me-dico spetta al medico iscritto”mentre la ASL può solo limi-tarsi a segnalare eventuali ca-renze nell’ambito del suoDistretto Sanitario senza l’in-dicazione del Comune.Certo, la stessa ASL (per voce

del suo direttore generale, dott.Cipolla) concludeva quella let-tera prendendo atto delle ri-chieste del Comitato deiCampi e che “la situazione didisagio rappresentata sarà te-nuta nella dovuta considera-zione in occasione dellaprossima rilevazione dellezone carenti”.Non siamo a conoscenza delladata in cui questa nuova rile-vazione sarà effettuata (sap-piamo solo che la Regionepubblica sulla sua Gazzetta gliambiti territoriali carenti entrola fine di aprile e di ottobre)ma una domanda la vorremmofare ai responsabili della Dire-zione Sanitaria di Albano La-ziale, da cui dipende ancheRocca di Papa: la nostra,

ormai, è una cittadina di17mila abitanti e come si puòpensare di concentrare in ununico luogo tutti, dico tutti, imedici di base? Tanto più inuna realtà come quella diRocca di Papa che è distribuitain tre zone distinte e distantitra loro (Campi d’Annibale,Centro Storico e Zona Vigne)?Spesso ai Campi nevica e lestrade sono ghiacciate mentreal Centro le vie sono asciutte.Un anziano che dai Campideve raggiungere Piazza dellaRepubblica d’inverno è co-stretto ad affrontare un verodisagio localizzativo con il ri-schio serio di cadere e di rom-presi una gamba. Perchè?In questa vicenda sembra pro-prio che i medici di base nelloscegliere di stare tutti assiemeabbiano pensato più al fattoche così facendo andavano arisparmiare soldi (dividendosii costi generali di manuten-zione) invece del diritto deiloro pazienti di potersi recaredal medico senza per forzadover attendere un pulmino oil parente auto-munito! Ancheil Comune in questa vicendadovrebbe fare la sua parte con-ducendo la battaglia insieme alComitato, invece di limitarsi adire: “non dipende da noi”.

Una riunione al Comitato dei Campi

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ROCCA DI PAPA il Segno - Dicembre 201210

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Il 2012 è stato un anno nefastoper le famiglie. Essere proprie-tari di una casa comprata con illavoro, i risparmi dei genitoridi entrambi i coniugi regalati aifigli per acquistarla, il lavorodella moglie a mezzo servizio,il mutuo di 20 anni, l’aiuto difratelli e cognati per renderlaabitabile, era un immobile di30 anni e proprietari per suc-cessione della casa paterna inaltro comune, ha comportatol’esborso di ben 2.300,00 eurodi IMU.Scherzi delle rendite catastalirivalutate all’eccesso, dellemoltiplicazioni vertiginose de-cise dal Governo, della sop-pressione di facilitazioni che sipraticavano al tempo dell’ICI.Un bene di prima necessità tas-sato con cifre che cambiano lavita a milioni di famiglie; chemettono letteralmente in crisiil bilancio familiare e trasci-nano verso il fallimento anchequello di un figlio al quale ave-vamo dato in uso gratuito lacasa paterna ereditata. Con unapensione di 1.180,00 euro,della quale non ci lamentiamoperché c’è di peggio, si può pa-gare l’IMU così onerosa?L’anno prossimo non potremodi certo pagarla (per que-st’anno abbiamo dato fondo alpiccolo risparmio).Cosa possiamo fare? Chiedere

di pagare al figlio che con unlavoro precario, moglie chenon lavora da 24 mesi e una fi-glia di tre anni, porta a casamille euro circa al mese? Im-possibile. Finirà che dovremo venderequella casa, naturalmente aprezzo da fallimento vista lacrisi del mercato; ospitare fi-glio e famiglia in casa e conquei soldi pagare l’IMU e lespese per il trasferimento gior-naliero in città per il figlio che

lavora a Monte Mario. Finchédura!E’ questa la prospettiva che sipresenta per l’anno 2013.Forse è per questi motivi chequalcuno ha predetto per l’ini-zio di questo nuovo anno lafine del mondo. Se non sarà lafine del mondo è certo chesarà la fine di una speranza:che in questo paese ci sia fi-nalmente qualcuno capace diprendere decisioni più giuste.

V.S.R.

LA LETTERA/1Gentile Direttore,mio marito è venuto a man-care alcuni anni fa e da quelmomento vivo da sola in unacasa del quartiere Vigne diRocca di Papa. La mia pen-sione non arriva a mille euro ela tassa sulla casa rischia difarmi trascorrere queste festenatalizie come mi accadevadurante la mia adolescenza,quando si doveva rinunciare atutto. Ma ora ho il dubbio chepur rinunciando a molto nonservirà a molto. Perchè de-vono sempre pagare i piccolicontribuenti come me?

Annarita Tarantino

LA LETTERA/2Sono giorni che rifaccio i contidella mia Imu e non riesco acrederci, dovendo pagare unatassa che arriva a 650 euro to-tali a causa di un garage diproprietà. Spero di aver com-messo qualche errore di cal-colo ma mio figlio mi haconfermato l’importo. Comesi può pensare che i pensionatipossano versare tasse cosìalte? E poi ho un altro dubbio:ma questa Imu la paghanodavvero tutti oppure qualcunoevade?

Luigi Gabrielli

Rocca di Papa

Page 11: Il Piccolo Segno dicembre 2012

ROCCA DI PAPAil Segno - Dicembre 2012

Il 2 dicembre si è tenuto un presidio antiradio-tv all’ingresso di Monte Cavo

“La salute dei nostri figlimessa a rischio dall’elettrosmog”

A cura di Cristiana ZarneriSi è svolto lo scorso 2 dicembre,presso il piazzale antistante lasbarra di Monte Cavo, il presidioper la rimozione delle antenne

dal monte suddetto. Il costituendo Comitatocittadino per la salute pubblica ( no elettro-smog), chiede: 1) lo spostamento di almeno43 tralicci da Monte Cavo a Monte Gennarodove il sito alternativo è già, parzialmenteallestito. 2) La delocalizzazione e riqualifi-cazione delle vette di Monte Cavo come sitoambientale ed archeologico. 3) Il ripristinodei limiti di legge del bombardamento ellet-tromagnetico. Con il termine ellettrosmog siintende l’inquinamento elettromagnetico de-rivante da radiazioni elettromagnetiche nonionizzanti quali quelle prodotte dalle infra-strutture di telecomunicazioni come la ra-diodiffusione e la telediffusione (emittentiradiofoniche e televisive), ponti radio, retiper telefonia cellulare, dagli stessi telefonicellulari, dagli apparati wireless utilizzati so-prattutto in ambito informatico (campi elet-tromagnetici ad alta frequenza) e dalleinfrastrutture di trasporto dell’energia elet-trica tramite cavi elettrici percorsi da cor-renti alternate di forte intensità come glielettrodotti della rete elettrica di distribu-zione (campi elettromagnetici a bassa fre-quenza). Un effetto accertato delle ondeelettromagnetiche cosiddette ad alta fre-quenza (anche se non ionizzanti) è l’innalza-mento della temperatura dei tessuti biologiciattraversati, soprattutto quelli più ricchi diacqua con effetto di maggior penetrazioneed assorbimento nei tessuti interni tanto piùbassa è la frequenza. Nel caso dei telefonicellulari, la potenza irradiata è bassa (solita-mente minore di un watt) così che il riscal-damento prodotto è dell’ordine di pochefrazioni di grado, quasi interamente localiz-

Sistemati idel Centro

11

In men che non si dicasono stati sistemati i sam-pietrini nello slargo tra viaSan Francesco d’Assisi evia Michele Stefano DeRossi, nel centro storicodi Rocca di Papa. Il mesescorso avevamo segnalatoche avevano bisogno diun intervento e il lavorodi manutenzione è statofatto subito. Una prova diefficienza dell’ufficio tec-nico del comune.

sanpietriniStorico

Un plausoall’UfficioTecnico

zato nella testa dell’utente, inferiore comun-que all’effetto di un’esposizione diretta dipari durata alla radiazione solare. Neglianni, nonostante la normativa, ad esempioin Italia, ancora nel 2012, non ne tengaconto, sono rilevati effetti atermici, biolo-gici: “abbiamo indicatori precisi che ci for-niscono l’evidenza dell’effetto biologicoche i campi elettromagnetici hanno sul-l’uomo, così come su piccoli animali e sucellule osservati” (Settimio Grimaldi, CNR,novembre 2011). Quindi, per quanto ri-

guarda la salute umana sappiamo che le ra-diazioni di microonde causano almeno duemeccanismi che sono alla base dello svi-luppo di un cancro: shock termico delleproteine e formazione di micronuclei. Il ri-schio evidente di un aumento dei tumori aportato oggi numerosi cittadini a fare unaraccolta firme , una lotta che tutti vogliamointraprendere per noi e, soprattutto, per i no-stri figli.

Il Costituendo Comitato Cittadino per la salute pubblica

Page 12: Il Piccolo Segno dicembre 2012

ROCCA DI PAPA il Segno - Dicembre 201212

La società appaltatrice e il Comune annunciano la vendita di 35 box privati

Parcheggio del Carpino, opera pubblica in mano privata

di Sergio RasettiIl parcheggio diPiazza ValerianoGatta o del “Car-pino” si è “ripre-sentato” il 26

novembre presso l’aula consi-liare. Passaggio obbligatoviste le novità rilevanti. La piùimportante: si mette in venditaparte dell’opera pubblica chepubblica non è più; i soldidelle vendite andranno alla so-cietà costruttrice; il complessosarà video sorvegliato h 24 etutto sarà a pagamento. Il ritardo della sua realizza-zione, il completamento del-l’opera era atteso da Giugno2010, si diceva causato da im-previsti burocratici, ma orasembra evidente che si trattavasoprattutto di riconsiderare ibenefici per l’impresa costrut-trice che tramite vendite o af-fitti recupera partesignificativa del suo investi-mento. Ricordate i costi del-l’opera? 1.700.000,00 europubblici, 1.300.000,00 europrivati, con una percentuale disovranità eccessiva su un benepubblico che il nostro comuneperde (concessione per box elocali commerciali di 90 anni,concessione per 27 anni sututto il resto) per un progettoardito e, secondo noi, poco ap-propriato al nostro borgo. Sette piani. 200 posti auto de-dicati a parcheggio a rota-

zione. 35 box auto perla sosta residenzialemessi in vendita. 800mq di locali sullapiazza idonei a qual-siasi attività commer-ciale.I lavori procedono inmodo spedito e do-vrebbero essere com-pletati entro la finedell’estate 2013. Nonci piaceva la primaproposta e pensiamoche quella definitivasia ancora più negativarispetto i fini per iquali, da decenni, erastata pensata: un servizio perla rinascita del centro storico eindispensabile per i residenti.Ora ci aspetta la visione diun’enorme corpo estraneo ap-piccicato al paese, il paga-mento per la sua utilizzazionee seri dubbi sulla sostenibilitàeconomica del complesso. Ilvecchio borgo aveva diritto adun destino migliore.La concentrazione di nuovispazi commerciali, inoltre puòincentivare l’abbandono dialtre attività esercitate ancoranei locali tradizionali del cen-tro storico, proprio ciò che sidovrebbe scongiurare conogni mezzo.Una prospettiva che segnal’evidente tradimento delleaspettative di decine di citta-dini che hanno partecipato ad

Agenda 21, ai lavori del Labo-ratorio Centro Storico, al ri-nato interesse per i Murales, aiprogetti della nuova Pro Loco.Non risulta alcuna preventivaconsultazione o informazionepubblica su questa scelta checambia completamente la fi-sionomia dei luoghi e la pro-spettiva di una riscoperta dellenostre caratteristiche storichee ambientali. Chi occuperàquei duecento posti sosta a ro-tazione? Cittadini diretti ainuovi negozi? Residenti chepagano ore di ticket? Turisti eavventori che spenderanno inVia Gramsci o a Piazza Gari-baldi? Utenti di un eventualeufficio postale? Risposte cheavremo tra molto tempo, sol-tanto quando chi ha decisotutto ciò chiudendosi nel pa-lazzo di Via del Corso Costi-

tuente n. 26 sarà passato adoccuparsi di altro, magari adapprovare progetti di par-cheggi da appiccicare allaTorre di Pisa o a Palazzo Realedi Torino, (le loro aspirazioniper una importante carrierapolitica non conoscono limiti)lasciando a Rocca di Papa, inbella mostra, un’opera che sol-tanto usando un poco di buonsenso ci poteva essere rispar-miata.

P.S. Non sarebbe stato diffi-cile aprire i cassetti degli Uf-fici Tecnici e trovare unprogetto bello e pronto a costozero perché regalato al Co-mune da un Assessore neglianni ‘80. Quello ci avrebbedato un parcheggio a misuradel paese e di completa pro-prietà dei cittadini.

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Page 13: Il Piccolo Segno dicembre 2012

ROCCA DI PAPAil Segno - Dicembre 2012 13

di AndreaSebastianelliA ottobre del2010 a piazza Va-leriano Gatta, ilsindaco Pasquale

Boccia si mise ai comandi diun grosso escavatore. Da quelposto di manovra si arrischiòa sollevare la benna e a spo-stare un po’ di terra: fu quellala cerimonia della posa dellaprima pietra. Il sindaco si prese anche qual-che altro rischio annunciandoche il parcheggio sarebbestato finito all’inizio del 2012(febbraio 2012 riportava ilcartello di cantiere). Nelle in-terviste di rito dopo la ceri-monia seguirono doglianzeper i ritardi dovuti a problemiburocratici. A nessuno dei po-litici intervenuti balzò agliocchi che i problemi emersi infase progettuale non erano de-rivati da una generica buro-crazia, ma erano conseguenzadel luogo prescelto per fareun parcheggio multipiano:una valle scoscesa nel cuoredi un centro storico antico.Infatti, il progetto subì vari ri-maneggiamenti non solo perl’oggettiva bruttezza del mul-tipiano in cemento armato,ma anche perché l’ammini-strazione comunale aveva ini-zialmente “dimenticato” dirichiedere qualche permesso,come quello alla Provincia ealla Soprintendenza e avevadato per scontato l’acquisi-zione di altri pareri.Quello che più ci interessaqui, è capire a chi serve que-sto parcheggio e perché sifa. Nel turbinio delle cifre siè passati dai 130 posti autoiniziali ai 200 dichiarati nellapresentazione di lunedìscorso. I posti auto sono quasiraddoppiati. Nelle varie pre-sentazioni, conferenze, di-chiarazioni categoriche, unostillicidio di rinvii dalle vaghegiustificazioni ha via via spo-stato sempre più in avanti laconclusione dei lavori. Ora siparla di “estate 2013”. Anchese tutti sfoggiano ottimismo,la conclusione si individuacon una stagione invece checon una data.Le dichiarazioni del sindaconegli anni si sono fatte sem-pre più omnicomprensive, daquelle del 2008 nelle quali di-chiarava sarà un’opera dellaquale usufruiranno i cittadinidel centro e i turisti che si re-cheranno in visita al quar-tiere Bavarese e al Duomo,con un filino di pomposità ul-

E’ prioritario capireachiserveilparcheggioe perché è stato fatto

teriore siamo arrivati a sentireche il parcheggio serviràanche il cimitero e che po-tremo andare con comodità afare shopping nel centro sto-rico. E pazienza se di negozinon ce ne sono più molti e ituristi sono diventati più raridegli zibellini.Allora a chi serve il parcheg-gio? In mancanza di qualcheraro turista, o qualche eroicocliente dei negozi superstitidel centro storico, rimangonoi cittadini “normali”. I resi-denti, che non faranno certola fila per parcheggiare apagamento. Da questo punto di vista lafallimentare gestione del par-cheggio interrato di piazzaClaudio Villa dovrebbe inse-gnare qualcosa. E quindicome funziona? Ci hanno rac-contato che i privati compar-tecipano alla realizzazione delparcheggio mettendo fior diquattrini, pare di aver capitoun milione e mezzo di euro.Saranno filantropi o fanno unbuon affare? Crediamo la se-conda ipotesi. E se è così, chi li ripaga? Larisposta è facile: sempre noi,la collettività. In buona so-stanza, la conferenza dell’al-tro giorno più che presentareil parcheggio avviava la ven-dita di 35 box. Poi ci sono le

cubature dell’ultimo piano,quello che sarà a livello dipiazza Valeriano Gatta. Vuoi vedere che pure quellesaranno gestite dalla societàche gestirà più in generaletutto il parcheggio? Insomma,assegnazione novantennale deibox (che in pratica significavendita) e qualche migliaio dimetri cubi commerciali e ilgioco è fatto. Risultato: avremo un parcheg-gio piuttosto grande, piuttostobrutto, piuttosto mal collegatoe con vie di accesso risibili,che però darà piuttosto soddi-sfazione agli investitori pri-vati.

Nell’ottobre del 2010 il Sindaco apre i lavori dell’opera

Page 14: Il Piccolo Segno dicembre 2012

ROCCA DI PAPAil Segno - Dicembre 201214

Cgil e Cisl protestano per il licenziamento delle operatrici della Biblioteca

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di Luigi SerafiniBoccia, nel silenzio generale, hadato il benservito alla più impor-tante “industria” culturale deiCastelli Romani, rappresentatadal Sistema Bibliotecario cheriunisce 17 Comuni fornendoloro servizi bibliotecari insosti-tuibili. Nelle settimane scorse,infatti, il primo cittadino Pd diRocca di Papa aveva annunciatoa mezzo stampa il taglio del per-sonale che opera nella bibliotecapubblica di viale Enrico Ferri,sostituendolo con personale in-terno. Come spiegano Cgil eCisl, in un comunicato con-giunto, “il Consorzio opera sulterritorio dal 1989 e ad esso ade-riscono ben 17 Comuni, tra cuiRocca di Papa. Le Bibliotechedel Consorzio SBCR offronogiornalmente servizi all’utenzadi alta qualità e professionalità.I servizi chiaramente per risul-tare tali sono prestati da perso-nale altamente formato. Idipendenti del Consorzio SBCR–continua il comunicato delleorganizzazioni sindacali territo-riali- hanno un contratto di EnteLocale a tempo indeterminato,quindi non si toccano!”.Eppure lo stesso Sindaco Bocciaquattro anni fa aveva sottoscrittoun verbale presso la RegioneLazio in cui “si impegnava a co-prire le quote di finanziamentonecessarie a sostenere i servizidel Consorzio”. Una firma di-ventata oggi carta straccia vistoche il Sindaco ha anche fatto sa-

pere che i servizi fin’ora svoltidal personale del Sistema Bi-bliotecario saranno a carico dipersonale interno allo stesso Co-mune ma, come precisano ulte-riormente Cgil e Cisl,l’amministrazione roccheggianaha poi chiesto al Consorzio diformare i nuovi operatori. La bi-blioteca di Rocca di Papa è di-ventata un luogo di cultura estudio, partendo dal nulla, so-prattutto grazie al suo direttoreCarlo Cofini e alle operatrici delConsorzio che in questi anni,con fatica e impegno, hannofatto sì che la struttura diven-tasse una delle più belle e attivedei Castelli Romani. Adesso ilSindaco sembra voler dire: Gra-zie per quanto avete fatto ma oraci pensiamo noi! “La Cisl e la Cgil –conclude lanota- informano il Sindaco delComune di Rocca di Papa chequando l’applicazione dellaspending review coinvolge ilpersonale di ente locale, qual-siasi decisione o proposta in me-rito va concordata con le partisindacali”. Una grande dimenti-canza per un primo cittadino chedovrebbe essere di centrosinistrae, quindi, vicino ai lavoratori!L’intenzione di Boccia di ridi-mensionare il ruolo di Rocca diPapa all’interno del Sistema Bi-bliotecario dei Castelli Romaniera stata denunciata dal Segnogià a metà del 2012 quando ilComune non aveva ancora sa-nato la sua posizione debitoria

per i servizi ottenuti e, a quantoci risulta, non lo avrebbe ancorafatto. Ora quell’intenzione si ètrasformata in realtà e il Sin-

daco, l’unico Comune tra i 17del Consorzio, ha intrapreso unastrada che porta all’isolamentoculturale di Rocca di Papa.

Dicembre 2012Venerdì 21TTOOMMBBOOLLAAMMUUSSIICCAALLEE

con ricchipremi

Martedì 25

PRANZOdi NATALE

con menùper famiglie

Lunedì 31

CENONE diFINEANNOcon musica

dal vivo

La CISL FP Roma, per quanto previsto dal Decreto Legge in materiadi revisione della Spesa Pubblica comunemente denominata SpendingReview, ha richiesto a tutti i comuni della Provincia di Roma, e in al-cuni Comuni ha già avviato, un confronto al fine di individuare iservizi da efficientare e per adottare piani di razionalizzazione eriqualificazione della spesa, di riduzione dei costi della politica edel funzionamento della macchina amministrativa. Attraversol’utilizzo di una metodologia sistematica si tende a migliorare il pro-cesso di decisione e di allocazione delle risorse e la performance delleamministrazioni pubbliche in termini di economicità, qualità ed effi-cienza dei servizi offerti ai cittadini. Con note inviate all’Amministrazione Comunale di Rocca di Papa, laCisl FP Roma ha invitato più volte la parte politica ad aprire un dialogocostruttivo volto ad avviare i suddetti processi di razionalizzazionedella spesa pubblica, individuando servizi ancora affidati all’esternoche potrebbero essere internalizzati garantendo risparmi per l’Ente.L’Amministrazione comunale di Rocca di Papa, però, non ritienedi dover internalizzare alcun servizio ancora esternalizzato, anzi,producendo aggravio di costi, essendo incurante delle numerose ri-chieste prodotte della Cisl FP Roma e senza peraltro produrre adeguatemotivazioni, ha proceduto a rinnovare servizi che potrebbero es-sere gestiti dall’Ente con notevoli risparmi del denaro pubblico,il quale avrebbe consentito di mantenere l’apertura della bibliotecacomunale. La Cisl FP Roma ha già provveduto a richiedere all’OrganoPolitico del Comune i dati consuntivi per poter analizzare i costi edi ricavi relativi ai servizi appaltati e valutare se esista incon-gruenza tra le spese e le entrate dell’ente. Cosa si nasconde dietrol’atteggiamento di totale indifferenza dell’Organo Politico roccheg-giano, il quale continua ad appaltare servizi con sperpero di denaro ditutti i cittadini? La Cisl Fp Roma auspica un passo indietro da partedell’Amministrazione Comunale di Rocca di Papa.

Riceviamo e volentieri pubblichiamoCisl FP: “L’amministrazione sperpera il denaro pubblico”

Page 15: Il Piccolo Segno dicembre 2012

ROCCA DI PAPA 15il Segno - Dicembre 2012

Ballottaggio delle primarie del centrosinistra

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Siamo abituati a pensare che le pratiche negli Uf-fici Pubblici marciano sempre molto lentamente,ma oggi abbiamo potuto costatare che quando sitratta di incassare il dovuto, l’organizzazione delnostro Comune lavora bene e chiama i cittadini afare il proprio dovere nei tempi giusti. E’ il caso relativo alla richiesta di pagare la rispet-tiva TARSU per un piccolo immobile di mq. 20destinato a ricovero degli attrezzi situato su un ortocomunale in fase di riscatto. Il manufatto, costruitoin tempi remoti e accatastato a luglio 2012, si èfatto conoscere ufficialmente dagli Uffici e questihanno avviato immediatamente la richiesta dovuta:pagare oltre 500,00 euro di TARSU corrispondenteai 5 anni precedenti, il massimo che si può chie-dere per una tariffa che non era stata onorata.Bravi. E’ così che deve funzionare. Il cittadino nor-male è contento di sapere che i suoi Amministra-tori e gli Uffici lavorano bene per la città e siaspettano che tutti siano chiamati a regolarizzare ilrapporto con l’Amministrazione. Anche quelli chenon sanno di dover accatastare obbligatoriamentequalsiasi immobile. Anche coloro che non poten-dolo fare per ragioni varie dovranno pur pagare inqualche modo tariffe e tributi come TARSU eIMU. La questione interessa tutti, soprattutto quelliche pagano regolarmente; sanno bene quanto siano“salate” e che potrebbero pagare di meno se tutti lofacessero.

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Il municipio di Corso Costituente

Il ballottaggio per le primarie delcentrosinistra conferma il successo diMatteo Renzi a Rocca di Papa chesostanzialmente ha confermato i votipresi al primo turno. Al Sindaco diFirenze, infatti, sono andate 335 pre-ferenze contro le 327 del 25 novem-bre (+8). Bersani, che al primo turnoaveva ottenuto 363 voti, al ballottag-gio ha incrementato questo risultatoarrivando a 426 preferenze (+63) gra-zie soprattutto ai vendoliani che inparte hanno seguito il consiglio delloro leader a favore del SegretarioPd. Rispetto al risultato nazionale, nelquale la differenza tra Bersani e

Renzi è di circa 20 punti, a Rocca diPapa tale differenza si riduce a 12con Bersani che si attesta al 56% eRenzi al 44%. Un risultato in controtendenza nonsolo rispetto al dato nazionale (Ber-sani 61% - Renzi 39%) ma anche esoprattutto rispetto al risultato dellaregione Lazio (Bersani 67,5% -Renzi 32,4%) e della provincia diRoma (Bersani 69,3% - Renzi30,7%) che avrà soddisfatto sicura-mente il Capogruppo Pd in ConsiglioComunale, Luca Santangeli, l’unicoesponente dell’amministrazione roc-cheggiana di centrosinistra ad appog-giare ufficialmente Renzi.

BERSANI 426 - 56% 363 - 42%

RENZI 335 - 44% 327 - 38%

totale votanti 761 858

Candidato voti - % così al I turno

BERSANI 61%

RENZI 39%

BERSANI 68%

RENZI 32%

BERSANI 69%

RENZI 31%

Candidato % Candidato % Candidato %

DatoNazionale

DatoRegione Lazio

DatoProvincia Rm

Page 16: Il Piccolo Segno dicembre 2012

ROCCA DI PAPAil Segno - Dicembre 201216

A proposito del tema “cemento legale” trattato sul numero di novembre

“La legalità è un argomentoche non deve essere dimenticato”

di Sergio RasettiQuasi scontato,quando si comin-cia a parlare del-l’improrogabilenecessità di ri-

spettare la legalità in questoPaese Italia, i punti di vista sucome, quando, da dove ini-ziare sono i più disparati.E’ logico che se si vuole fareanche a Rocca di Papa, si ma-nifesti, pure qui, questa diver-sità di vedute. Ma l’importanteè che esse non portino all’ab-bandono dell’argomento che,con la profonda crisi econo-mica e politica in atto costitui-sce uno dei grimaldelli peraffrontarle con qualche possi-bilità di successo.Sul Piccolo Segno di novem-bre il sottoscritto dava notiziadella lettera aperta del Movi-mento per Rocca di Papa sullalegalità indirizzata al Sindacoe al Consiglio Comunale. Inessa erano indicati, comeesempio, alcuni casi di situa-zioni che sembrano poco con-vincenti relativamente allaregolarità di eventuali licenzeo autorizzazioni rilasciate echiedeva che si aprisse unastagione di verifiche nell’am-bito comunale per realizzarequello che molti chiedono dasempre: Il rispetto delle regolesulla base di iter semplici echiari per dare a tutti le stessepossibilità. Se tutti rispettanole regole nessuno può preten-dere deroghe per se stesso o di

concedersele facendo ciò chegli pare.Il direttore del Piccolo Segno,nel suo approfondimento sulproblema, sottolineava che cisono modi diversi per affron-tarlo; che si può partire dal-l’epicentro o dalla periferia piùlontana. Il Segno, scrive il di-rettore, ha sempre preferitoiniziare dall’epicentro.Quando doveva parlare di spe-culazioni edilizie l’ha fatto inmodo diretto. Parlare di lega-lità connessa allo sviluppo eallo sfruttamento del territorionon lo si può fare senza partireda quello che è accaduto negliultimi trenta anni che hannovisto la politica, anche quellalocale, assoggettata ai progettiedificatori di rampanti costrut-tori (il caso di Umberto Mor-

zilli, ex membro della bandadella Magliana, che ha co-struito in Via delle Barozze pa-lazzine regolari poi sottopostea sequestro costituisce un fattoeclatante).Io credo che le due imposta-zioni non siano antitetiche.C’è bisogno di capire se e finoa che punto la nostra politicalocale si sia assoggettata agliinteressi di pochi speculatoridel territorio; se sono staticommessi errori al tempo di“La soma si aggiusta per lavia” di un Sindaco della primaRepubblica; o al tempo del“Pianificar facendo” di altroSindaco della seconda Repub-blica”. Oppure negli anni re-centi, il tempo del “Benecomune”. E se ci sono staticome correggerli. C’è bisogno

di capire se, come pensanomolti, per accontentare tutti incambio di consenso elettorale,si è concesso ai grandi e la-sciato fare ai piccoli quello chenon si poteva, fino ad arrivareal punto in cui siamo: Ab-biamo un territorio comunalea dir poco “disordinato”; c’èchi dice “disastrato”.Ma ora siamo ad un impor-tante svolta. Bisogna farsi ca-rico del risanamento del PaeseItalia e non possiamo conti-nuare al modo del governoMonti. E’ di questi giorni l’ul-teriore allarme sulle risorsemancanti per la sanità pub-blica; scommettiamo che sa-ranno chiamati a pagare di piùsoprattutto quelli che già lofanno? C’è l’urgente bisognodi rientrare nell’alveo della le-galità dentro il quale ciascunopaga il dovuto e i comuni do-vranno fare bene la loro parte.La condizione vincente èavere i cittadini disposti a col-laborare per quanto le econo-mie delle famiglie lopermetteranno. Soltanto con ilristabilimento della legalitàsarà possibile togliere gli ul-timi improbabili alibi a quelliche fino ad oggi ci hanno mar-ciato.Non lasciamo cadere l’atten-zione su questo importanteaspetto della vita cittadina,mettendolo decisamente alcentro di ogni interesse eazione, oggi e negli anni a ve-nire.

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Page 17: Il Piccolo Segno dicembre 2012

ROCCA DI PAPAil Segno - Dicembre 2012 17

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Dal 28 dicembre2012 al 6 gennaio2013 va in scena il“Torneo di Natale2012” organizzatoalla PolisportivaCittà di Rocca diPapa nel CentroSportivo Gavini Lio-nello nel quartieredei Campi d’Anni-bale. Una rassegnacalcistica a cui pren-deranno parte PiccoliAmici, Pulcini edEsordienti dellesquadre Veliterna,Città di Frascati eSemprevisa e Cana-rini Rocca di Papa1926. Le gare eliminatorie sono previste neigiorni 28-30 dicembre e 2-4 gennaio. Il 6 gen-

naio invece si svolgeranno le finali con l’allesti-mento di una Grande festa della Befana pertutti i bambini con animazione, baby dance eun mercatino di Natale con prodotti tipici locali. Alla manifestazione è abbinata la “Lotteria diNatale” con premi tecnologici, coupon di ser-vizi e gastronomici per la scoperta del territoriodei Castelli Romani. L’estrazione è fissata perle ore 12.00 del 6 gennaio. I biglietti della lot-teria sono disponibili ed acquistabili presso lasegreteria del centro sportivo e nei miglioriesercizi commerciali della città. La manifesta-zione gode del patrocinio del Comune diRocca di Papa ed è realizzata con la collabora-zione delle Associazioni Cittadine. Il pro-gramma, il calendario, le classifiche, le foto ei video saranno resi disponibili sui siti web:www.roccadipapacalcio.it - www.frusley.com

Per ulteriori informazioni contattare:A.S.D. Canarini Rocca di Papa [email protected]

Arriva il “Torneo di Natale”

A quale avvenimento avevanodato vita questi cittadini, tantoda colpire le coscienze dimolti? Boh! Non è dato sapereperché l’articolo non lo dice…ma parla addirittura di sacra-lità! Di una folla che si nutrenella sua assenza di essere im-personale!!! Impauriti, i citta-dini si guardarono tra loroguardinghi, per scoprire chiera il mostro o l’alieno, perscovare l’osceno individuoche trasforma in giusto tuttociò che è condiviso, anche ilpeggior crimine della storia…(purtroppo, o per fortuna, indemocrazia la maggioranzavince). Tutti intimiditi cercarono didarsi un contegno. A una pae-sana che rideva troppo forte lefu detto di non affannarsi vistoche la barzelletta è frutto dellamente di pochi, per cui èbrutta e non fa ridere!!! Que-sto, oltre tutto, contraddice latesi di prima: o sono i tanti adaver ragione su tutto o sono ipochi a dire la verità! Dinuovo boh!! Comunque su una cosa lagiornalista diceva il vero…non capivano, non conosce-vano, si sentivano ignoranti earroganti... che diavolo sta-vano facendo lì al centro dellapiazza? Come si permettevanodi essere popolari? A loro nonera concesso, anche perché alrullar dei tamburi come nel700 la ghigliottina sarebbe ca-duta sulle loro teste!!! Terro-rizzati (come in una canzonedi De Andrè), scapparono tutti

sante e il vinocattivo, ma lagiornalista oimpara a parlarchiaro o resteràincompresa. Personalmentesono semprefelice quandovedo una per-sona leggereun giornale, sia locale che na-zionale, sia di destra che di si-nistra… l’importante èinformarsi, anzi proporrei larealizzazione di un’opera inbronzo da collocare nel Parco

Landsberg: un gruppo di per-sone intente a leggere un gior-nale, a futura memoria per chisi ostina a contrastare la libertàdi stampa.

Daniela Di Rosa

in ogni direzione, chiedendosiche cosa mai avessero fatto dimale e chi fosse il colpevoledel crimine… tuoni, fulmini esaette, alla fine lo trovarono:un paesano ignaro di tuttostava sereno su di una pan-china e leggeva un giornale,già questo faceva di lui un tipolosco, poi guardando meglioleggeva il Segno! A quel punto i cittadini pre-sero i forconi, le corde e lecroci, si avventarono sul mal-vivente e… alla fine della sto-ria... sarà stata colpa delleantenne, sarà stata la cena pe-

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Page 18: Il Piccolo Segno dicembre 2012

APPROFONDIMENTO

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Castagnoun tema centrale

di Giorgio Grassi*Terminato il convegno“Il castagno: da frutto?da legno? che altro?” èdifficile sintetizzarne icontenuti tecnici, poi-ché sono abbondanti ericchi di significati, ri-ferimenti, spunti cri-tici, dati applicativi.Ma è necessario for-nire, a chi volesse poiapprofondire gli ar-gomenti, almeno leprincipali notizie suobiettivi e risultaticonseguiti, e una trac-cia di lettura degli Attidel convegno, atti chesaranno pubblicati inInternet sul sito de“L’Alveare di Roccadi Papa”, per esser resiaccessibili gratuita-mente a tutti (la lorostampa su carta infatticosterebbe troppo al-l’associazione). Il convegno nacque,su proposta del presi-dente dell’AlveareClaudio Botti, perportare a Rocca diPapa (innanzitutto) eall’areale dei CastelliRomani e Monti Pre-nestini (che hannoproduzioni castanicolee problematiche similia quelle di Rocca) co-noscenze utili (e utiliz-zabili!) per migliorarel’economia collegatae collegabile alla ri-sorsa castagno. Bottiinsistette perché tutti iresponsabili degli entiterritoriali competentifossero informati (ecorrettamente!) sugliobiettivi tecnico-eco-nomici del convegno evi partecipassero tuttiinsieme, li contattòpersonalmente e riuscìad avere il patrocinio(e persino aiuto orga-

cise allora di far conoscerequesta realtà nella sua com-plessità, potenzialità, nei risul-tati già ottenuti da chi altroveha rilanciato e sfruttato il ca-stagno; e chiamò a parlarne re-latori ed esperti che fosseroveri conoscitori e capaci di co-municare con semplicità.2) Ma i Roccheggiani, si sa,sono schivi, diffidenti verso lapolitica, prudenti, distratti,non partecipano ai convegni.Eppure all’Alveare giunge-vano richieste (non solo daicastanicoltori) di tipo tecnico(su malattie, costi, normative,ecc). Per attirare gli operatorilocali si decise dunque di fareun convegno di cui si dovevafar sapere chiaramente che eraapolitico, e basato sul dar ri-sposte alle domande che giàerano state raccolte e a quelleche sarebbero giunte poi al-l’Alveare. Il convegno perciò fu impo-stato su due momenti tecnici:all’inizio quattro relazioni cheavrebbero trattato le proble-matiche e le soluzioni giàmesse in atto e ora in corso daparte del Ministero e delle Re-gioni, le possibilità offertedalla castanicoltura da frutto edalla forestazione, e avrebberochiuso, come in una “zumatafotografica”, sul solo castagnoda legno, che è l’argomentoprincipale per la nostra area. Il secondo momento del con-vegno avrebbe dato ampiospazio a dare risposte alle do-mande che gli organizzatoriavevano ricevuto (da roccheg-giani e da altri); a tale scopo ledomande erano state girate averi esperti dell’argomento inquestione (di Regione, Parco,

Università, ecc.).Gli Atti del convegno riporte-ranno in successione questipunti: Presentazione di Clau-dio Botti, che dice perché ecome s’è organizzato il conve-gno. Le quattro relazioni. Do-mande e risposte date dagliesperti (suddivise per argo-mento: avversità e difesa,legno e forestazione, frutto, fi-nanziamenti disponibili, altriaspetti del territorio locale),sia quelle discusse nel conve-gno, sia quelle che per man-canza di tempo non sono statelà trattate. Poi gli Atti riporte-ranno l’intervento del Sindacodi Rocca di Papa (per le Auto-rità), e la chiusura del Presi-dente dell’Alveare.Seguiranno note sui contenutidella mostra campionaria cheera stata allestita per il conve-gno; e altre notizie collaterali.Tra i principali contenuti tec-nici possiamo ora citare quellidelle quattro relazioni.

LA VALORIZZAZIONEDEI PRODOTTI CASTANICOLI La relazione del dott. Manzo,che ha fatto da cornice quadro,ha indicato i motivi e i modi (ei tempi e le cifre) con cui lapolitica agroforestale italianasi inserisce con forza in quellaeuropea, per dare sviluppocompetitivo, sostenibile, in-tegrato e multifunzionale alsettore castanicolo nazio-nale, attraverso la valorizza-zione dei prodotti castanicoliottenuti dalla coltivazionedella Castanea sativa, il coor-dinamento interregionale deitavoli di filiera, l’aggiorna-mento delle normative, il fi-

nizzativo e qualche soldo).Chiese il contributo organizza-tivo a roccheggiani volenterosi(di scuole, Comitati di Quar-tiere, Avis, Anziani, ecc.). E or-ganizzò in base a duepremesse: 1) L’Alveare sapeva (per averpartecipato a tavoli di discus-sione nazionali, di regioni, la-ziali) che il castagno offrepossibilità, che è sostenutodalla politica agricola e fore-stale italiana, che ha problemi(non solo di cinipide) chehanno trovato ottime soluzioni(non teoriche ma già in atto); edunque può valorizzare ancheRocca di Papa. L’Alveare de-

nanziamento di azioni controil cinipide e di ricerche ad altolivello. La ricaduta alle Re-gioni è importantissima. IlPiano di filiera del Legnovuole rendere competitivo ilsettore attraverso efficaci po-litiche legislative, economichee commerciali e dare sostegnoalla produzione e alla com-mercializzazione. Il Piano eranecessario per attuare il Pro-gramma Quadro per il SettoreForestale (PQSF) del 2008, inaderenza ai contenuti delPiano d’Azione forestaledell’Unione europea del giu-gno 2006.

LA CASTANICOLTURADA FRUTTOLa relazione di Vezzalini eBellini sulla castanicoltura dafrutto ha fornito notizie sustoria, multifunzionalità, va-lorizzazione dei prodotti edel territorio (modi, argo-menti, marchi, punti di forza edi debolezza, minacce),esempi di azioni già attuate a

segue a pag. 19

Page 19: Il Piccolo Segno dicembre 2012

APPROFONDIMENTO

ilSegno-D

icembre

201219

In occasione delConvegno sul castagno promossodall’AssociazioneL’Alveare ai Campid’Annibale, è stataallestita una bella e interessante esposizione di decine di prodottieno-gastronomici,arrivati da tutto ilmondo, realizzaticon le castagne. Si andava dai diversi tipi di pasteprodotte con labuona farina di castagne fino ailiquori, dalle cremealcoliche alla birra,per finire coi dolci ele marmellate chenon potevano mancare. Anche il palato, quindi, neè uscito rafforzato!

Sono tanti i prodotti realizzati con le castagnelivello locale e attuabili a li-vello nazionale, oltre a pre-ziose considerazioni esuggerimenti.

LA CASTANICOLTURADA LEGNOLa relazione di Giannini e Tra-vaglini sulla castanicoltura dalegno ha spiegato i motivi diritorno di interesse: estesa su-perficie di territori occupata,accrescimenti elevati (dalprimo anno al ventesimo eoltre), elevata capacità pollo-nifera, ampio impiego dellegno (mondo agreste, ogget-tistica, edilizia, infissi, mo-bili) in usi storici,tradizionali, attuali e poten-ziali, con produzioni dipregio. Aspetti critici sono ladisponibilità effettiva di bio-massa legnosa, i fattori con-trari biotici (da funghi, insetti)e abiotici (fertilità, pedologia,idricità, cipollatura) e la storiadel popolamento mal predi-sponente. Sintetici schemihanno indicato i fattori che in-cidono sulla resa economicadelle gestioni e sulla filieradegli interventi e degli utilizziattuabili.

L’AREA DEICASTELLI ROMANILa relazione di Carbone, mi-rata al territorio dei Castelli edei Prenestini, prendendo amodello la castanicoltura dalegno di tante altre aree nazio-nali, ha costituito un manualeper gli operatori su come ri-cevere finanziamenti, par-tendo dal Piano Nazionale(per cogliere le nuove oppor-tunità offerte dai Piani di Svi-luppo), studiarne le iniziativee le eventuali barriere ad at-tuarle. Il relatore ha spiegato iconcetti di Bioeconomia,Green economy, Funzione am-bientale degli assortimenti le-gnosi, per attuare i qualil’Unione Europea ha finan-ziato abbondantemente gliStati (ma l’Italia non ne sa ap-profittare) all’interno dei fondiper lo sviluppo rurale. L’UEsta ora formulando un regola-mento per la politica comuni-taria del 2014-2020 e,partendo dalla proposta incorso, Carbone ha analizzatole possibilità economicheaperte da Protocollo di Kyoto,Certificazione della gestioneforestale, Certificazione dellacatena di custodia, Conferenzadi Durban, Commercio re-sponsabile del legname (“Duediligenze”), Marcatura CE, edalle potenzialità aperte alla

masse, ecc.), considerandol’importanza operativa che ri-vestono per Rocca di Papa,Castelli Romani e Monti Pre-nestini. Negli Atti saranno inserite lerisposte riguardanti il Frutto(conversione da ceduo a fu-staia, mercato di Roma, mar-chi IGOP e DOP, valorenutrizionale, ecc.), i Finanzia-menti (ancora accessibili, altriUE, ecc.), Altri aspetti territo-riali (associazionismo, lettera-tura sul castagno locale, ecc.).Auguriamo proficua lettura!*già CRA-FR - Consiglio perla ricerca e la Sperimenta-

zione in Agricoltura, Roma e Caserta

filiera (Acquisti verdi, ecc.).Ha poi discusso le tante e variecriticità (degrado, difetti delprodotto, polverizzazionedell’offerta, semplificazionedei moduli colturali, dotazioniinfrastrutturali modeste, scarsapropensione agli investimenti,scarsa conoscenza del mercatoe forte propensione al ricavoimmediato, struttura familiaredelle imprese, mancanza diformazione professionalenegli operai e nei direttori deilavori, ecc.), ma anche le criti-cità degli enti pubblici. Car-bone ha conclusoevidenziando energicamentedue punti: 1) E’ necessario che il settoresi attivi per predisporsi adaccogliere le opportunità esi-stenti (formulando dal bassorichieste a chi dall’alto di-spone i finanziamenti); 2) Non è pensabile agire in-dividualmente, occorre col-

laborare per il prossimo pe-riodo programmatico (esem-pio: i fondi CEE 2014-2020).Chi, come Carbone, lavora di-rettamente da tempo sull’argo-mento nell’Università diViterbo, può dare indicazionidi efficace ricaduta.

Dopo le relazioni, è stato chia-mato ad aprire il dibattito il si-gnor Valeri, un imprenditoreforestale e assessore di La-riano, che esponendo i risultaticonseguiti e le problematicheaffrontate nella produzione dilegno di castagno nel Lazio,ben poteva rappresentare l’im-prenditore standard anche deiCastelli, agli occhi degliesperti che sarebbero seguiti.Poi si sono susseguiti i variesperti, che hanno dato rispo-ste (esaurienti, molto docu-mentate) a tantissimedomande. Nella loro scelta èstata data priorità agli argo-

menti Avversità (cini-pide, posizione delParco dei Castelli,lanci di Torymus,ecc.) e Legno (dallacertificazione alla ci-pollatura alle bio-

segue da pag. 18

La birra di castagne

Alcuni prodottiesposti

Confezionidi dolci

La crema di castagne

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ROCCA DI PAPA20 il Segno - Dicembre 2012

Il caso delle “bollette pazze” è approdato a Rai Tre

Acqua salatissima...icittadiniprotestatointv

di Camilla LombardozziIl Consigliere Comunale Da-nilo Romei da circa un anno siè fatto portavoce del problemadelle cosiddette “bollettepazze” emesse dalla società

Acque Potabili a Rocca di Papa. Ha dap-prima raccolto le lamentele dei cittadiniche si sono visti recapitare bollette sala-tissime per consumi assolutamente nellamedia, poi ha minuzio-samente raccolto tuttala documentazione ine-rente tali cartelle ed hacoinvolto l’AvvocatoMassimo Grasso ilquale si è messo a di-sposizione degli utentiroccheggiani ed ha av-viato il contenzioso conla Società torineseAcque Potabili, valu-tando attentamente unoad uno i circa 150 casidi bollette errate sotto-posti alla sua atten-zione. Il caso “bollette pazze”,grazie come detto al-l’impegno costante del ConsigliereRomei, è approdato su RAI 3 mercoledì28 novembre alla trasmissione “Codice abarre”. Una folta delegazione di cittadinidi Rocca di Papa era presente, per portarea conoscenza i media nazionali deldramma che stanno vivendo da più di unanno vedendosi recapitare a casa bollettesalatissime. Nella discussione inerente lecartelle dell’utenza idrica in cui erano ri-chiesti importi esorbitanti, sono stati invi-tati anche i responsabili di Acque Potabiliche non hanno saputo dare risposte alleaccuse di mala gestione presentate dal-l’avvocato Grasso. E’ soprattutto grazieall’insistenza dimostrata, che i cittadinidi Rocca di Papa hanno potuto trovare unsostegno giuridico contro coloro che ge-stiscono i servizi in modo irresponsabile

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ed arbitrario. “Oltre a questa problematica – ha ag-giunto Danilo Romei – si deve tenere inconsiderazione che le tariffe applicate dalComune di Rocca di Papa sono netta-

mente superiori a quelle dei paesi limi-trofi. A Rocca di Papa l’acqua costa piùcara e vorremmo sapere per quale mo-tivo”.Lo vorremmo sapere anche noi.

Parcheggio Claudio Villa

Il marmo viene giùIl forte vento degli ultimi giorni di novem-bre ha fatto venire giù il marmo che rivestel’ascensore del parcheggio di piazza Clau-dio Villa. Il danno è minimo, ma esiste unrischio per i passanti: non si sa se e comesiano fissate le altre lastre di marmo del ri-vestimento. Vorrei segnalare il problemaal comune attraverso il vostro giornale, perun rapido intervento di ripristino. Grazie.

Mail firmata

Così il Segno nell’ottobre 2008

L’Avv. Massimo Grasso e, a destra, il Consigliere Romei

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ROCCA DI PAPAil Segno - Dicembre 2012 21

Il 13 novembre si è parlato della proposta di referendum sugli articoli 8 e 18

“Il lavoro prima di tutto” Si firma per i due referendum

di Gennaro SpigolaMartedì 13 novem-bre presso l’aulaconsiliare del Co-mune di Rocca di

Papa, il Comitato di appoggioal referendum sul lavoro hapromosso un’assemblea pub-blica sul tema dei referendumunitari “L’otto per il diciotto”per l’abrogazione dell’art. 8del Decreto Legge 138/11, chedi fatto cancella il ContrattoCollettivo Nazionale di La-voro, e per il ripristino dell’art.18 della Legge 300/70 cheevita il licenziamento senzagiusta causa. All’assemblea sono stati invi-tati PD (Partito Democratico),Federazione della Sinistra,SEL (Sinistra Ecologia e Li-bertà), IDV (Italia dei Valori),Comitati di Quartiere, le Asso-ciazioni e le Organizzazionisindacali. Pur avendo registrato una di-screta partecipazione da partedei cittadini è stata notata l’as-senza della maggior partedelle forze politiche e del sin-dacato (compreso lo SPI-CGIL, il sindacato deipensionati), ma in modo parti-colare quella del Partito De-mocratico, perchéprobabilmente impegnato adorganizzare le primarie di coa-lizione tentando di far credereai cittadini che ancora c’èqualche possibilità di cam-biare quanto condiviso e so-

stenuto nelle proposte del Go-verno Tecnico votando in Par-lamento il pareggio dibilancio, che di fatto smantellalo stato sociale, sanità, scuolae trasporti; la riforma dellepensioni, che ha comportatoper i lavoratori (compresiquelli che svolgono attivitàusuranti) un allungamento in-giustificato del periodo lavo-rativo e un abbassamento delrendimento pensionistico;condivisione della propostaavanzata dal Governo per gliesodati, evitando così concre-tamente di fare una proposta

alternativa; la riforma del mer-cato del lavoro (vedi referen-dum proposti); l’approvazioneper l’aumento degli arma-menti (impegno di consistentifinanziamenti per l’acquisto diaerei F35). Tutto ciò a scapito dei lavora-tori, dei precari, dei pensio-nati e dei piccoli artigiani cheva aggiunto all’aumento co-stante delle tasse, lasciando in-contaminate le renditefinanziarie che spesso ven-gono trasferite nei cosiddetti“paradisi fiscali” evitandoqualsiasi tassazione o che ven-

gono investite in titoli di cre-dito incrementando il debitopubblico. Invece si sarebbe potuto alleg-gerire il carico delle tasse im-ponendo a chi detiene i grandipatrimoni di contribuire inmodo direttamente proporzio-nale al pagamento delle impo-ste e abbassando le spesemilitari, proposte che anda-vano avanzate da chi intenderappresentare coerentemente icittadini.Nella stessa assemblea è statapresentata una petizione popo-lare su alcune tematiche chefacevano parte degli impegnipresi in campagna elettoraledall’attuale Giunta in caricache sono stati disattesi.A oggi sono state raccolte unaquantità consistente di firmeche a brevissima scadenzaconsegneremo al Comune e,per rendere esplicativa la pe-tizione, se ne allega una copia(vedi riquadro al centro).

Rocca di Papa, 9 novembre 2012

Al Sindaco del Comune di Rocca di PapaAlla Giunta Comunale

Al Consiglio Comunale

Petizione popolare per sollecitare le Istituzioni a risolvere le seguenti problematiche che facevano parte degli impegnipresi in campagna elettorale:• raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani estesa in tutto il territorio;• rifacimento degli scalini delle rampe che congiungono V.le Silvio Spaventa con Via Cavour e relativi specchi per garantire l’incolumità dei pedoni;• predisporre una serie di dissuasori in Via Cavour e in Via Roma;• apertura Centro Anziani in zona Piazza della Repubblica;• bonifica e pulizia dei fossi comunali;• apertura di un ufficio postale e di uno sportello bancario in zona Campi d’Annibale.

Raccolta porta a porta, Centro Anziani e sportello postale e bancario ai Campi

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ROCCA DI PAPA il Segno - Dicembre 201222

Le “storielle” raccontate dal Parco dei Castelli Romani

Progetti persi e buoni propositiIl Commissario dà i numeri

di Andrea SebastianelliA leggere le deli-bere del Parcosembra di stare nelpaese dei balocchi.

Bello bello a metà novembre2012 il commissario liquida-tore Orciuoli dà gli obiettivial direttore del Parco Giun-tarelli, per l’anno 2012. Se-gretario della seduta sempreGiuntarelli, che scrive gliobiettivi per se stesso, e pa-zienza se alla fine dell’annomanca solo qualche settimana.Forse se ne erano dimenticati,o forse hanno pensato che nonci sarebbe voluto poi molto aspendere tre milioncini dieuro. Eh sì, a tanto ammon-tano le somme previste dalladelibera n. 16 del 15 novembrescorso. Si potrebbe dire che vapure bene, siano premiati ibuoni propositi. Solo che scor-rendo le voci di spesa c’è piùdi qualche progetto che nonesiste più, anzi, i soldi dei fi-nanziamenti europei sonostati ridati alla regione Lazioperché il parco non sapevache farsene (con tanto di let-tera formale del direttore, delsettembre del 2011). Si trattaad esempio di un Punto infor-mativo in località Grotticelle(380.654 euro), nel comune diRocca di Papa, del Punto in-formativo in località Vivaro(349.193 euro), sempre nelcomune di Rocca di Papa,oppure del recupero del NinfeoBergantino e del Ninfeo Do-rico (totale 425.873 euro) aCastel Gandolfo, o ancora delprogetto di risistemazione delRifugio della Forestale aMonte Artemisio, nel co-mune di Velletri (87.544euro). Tutti opere mai realiz-zate. Finanziate, progettate,messe in bilancio e rimastesulla carta. Con un colpo diteatro Mattei, l’ex assessore re-gionale all’ambiente, nonchéex sindaco di Albano, dopo cheil parco aveva rimandato indie-tro i soldi alla regione, li feceriapparire, e dalle casse dellaregione Lazio furono destinatialla Curia di Albano per unimprobabile progetto di “va-

lorizzazione della cattedralee del Museo diocesano di Al-bano”, che nulla aveva a chefare con l’ambiente. Purequello è rimasto inattuato.

Il commissario del parco Or-ciuoli, che ama dichiararsi fi-glioccio politico del fu MatteiPascal, insieme al direttoreGiuntarelli, negli atti del parco

raccontano una storia di fanta-sia, dove a leggere le cartesembra che l’Ente funzioni apieno ritmo, disponga di ri-sorse ingenti e sia sul punto diattivare una serie di iniziativeche potrebbero ampliare l’ac-coglienza dell’area protetta, ri-qualificare i luoghi e dareaddirittura un po’ di occupa-zione. Peccato che è tuttofinto.Una cortina di fumo chesoddisfa evidentemente il sin-daco di Rocca di Papa, che hasempre esaltato l’operato diqueste persone. Se Boccia èappagato, noi cittadini co-muni, un po’ meno.

Per un parco c’è un indicatore che ècome il contachilometri per un’auto-mobile. È il numero delle delibera-zioni annuali. È un indice semplice,misurabile, essenziale, che dà imme-diatamente il polso delle attività di unEnte, il suo dinamismo, lo spessore dellavoro svolto.Basta dare un’occhiata al sito web delParco dei Castelli Romani e vedereche le delibere del commissario liqui-datore, nel triennio che va da suo in-sediamento a oggi, sono meno di unterzo del triennio precedente. Per il2012 e per il 2011 siamo a una quindi-cina l’anno. Nel triennio precedente ilcommissariamento la media si attestava a 50 de-libere l’anno. Un calo netto, per cui il parco cer-tifica esso stesso la paralisi nella quale si èvenuto a trovare con il commissario: abbando-nato qualsiasi programma di visite guidate,scarna l’attività di comunicazione, praticamenteinesistente quella di formazione, alla derivaquella amministrativa, con un piano di assettoche è stato malamente insabbiato.Con l’ultima delibera, del novembre 2012 ilcommissario Orciuoli dà gli obiettivi per l’anno2012 al direttore Giuntarelli. Una patetica e tar-diva azione formale per assicurare al direttorequalche soldo in più: l’indennità per il raggiun-

gimento (nelle poche settimane rimaste primadi natale) degli obiettivi dello stesso 2012. Main effetti un obiettivo l’hanno raggiunto: affos-sare il parco!

L’immobilismo del ParcoCosì l’Ente certifica la sua inattività

Solo 16 delibere approvate nel 2012

Giuntarelli Orciuoli

L’ex Ass.re regionale Mattei

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ROCCA DI PAPAil Segno - Dicembre 2012 23

Ora il Comune dovrebbe indire il bando per l’assegnazione delle abitazioni

Pubblicato dall’Ater il bando per12nuovecasepopolariaiCampi

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Ci sono voluti 17 anni fra pro-getti, correzioni, analisi, incon-tri e sollecitazioni, per arrivareal bando (pubblicato sullaGazzetta Ufficiale lo scorso 19novembre) per la realizzazionedi 12 case popolari in localitàMonti ai Campi d’Annibale.Un iter lungo ora arrivato altraguardo e che vede il coin-volgimento di tutte le ammini-strazioni comunali di Rocca diPapa per un progetto avviatodall’allora Sindaco EnricoFondi, proseguito con Ponzo epoi con Boccia (seguito lunga-mente dall’ex Ass.re all’edili-zia popolare, Roberto Sellati).A darne notizia, oltre allostesso Sellati che in questi annipiù di tutti si è speso per mi-gliorare gli alloggi popolari diRocca di Papa, è stato diretta-mente il Presidente dell’Ater(Azienda Territoriale per l’Edi-lizia Residenziale della Pro-vincia di Roma), MassimoCacciotti, che nell’aula consi-liare lo scorso 7 dicembre hapartecipato a un incontro pub-blico promosso dal ConsigliereComunale Danilo Romei, daltitolo “Un patto sociale per lacasa”. Ma partiamo proprio dalbando per la realizzazione dei12 alloggi popolari ai Monti. Sitratta di due palazzine che sa-ranno realizzate grazie ai fondiprovenienti dalla Legge regio-nale n. 27 del 2006 per circa unmilione di euro. Le ditte inte-ressate a realizzare gli edificiavranno tempo fino al pros-simo 11 gennaio per presentarela loro offerta. Per quanto riguarda la realiz-zazione concreta delle nuovecase questi sono i tempi previ-sti dal bando: entro 45 giornidall’aggiudicazione (che av-verrà il 15 gennaio 2013 nellasede romana dell’Ater), la dittadovrà presentare il progettoesecutivo, mentre l’opera com-pleta dovrà essere consegnataentro 495 giorni. Un anno emezzo di lavori per la conse-gna dei 12 alloggi prevista persettembre del 2014.In questo arco di tempo il Co-mune dovrà avviare il bando

pubblico per l’assegnazionedelle case a dodici famiglieche risiedono a Rocca di Papae che abbiano i requisiti dilegge per parteciparvi.Felice l’ex Ass.re Sellati:“Oggi per me è una grandesoddisfazione! Dopo 50 annidi immobilità, a tanto tempo farisalgono le ultime case popo-lari nel nostro paese, un impe-gno serio e concreto sul frontedell’emergenza abitativa in fa-vore dei cittadini in difficoltàdi Rocca di Papa”. Il Presidente dell’Ater, Mas-simo Cacciotti, ha inoltre ga-rantito che i tempi previsti dalbando saranno rispettati.Ma le buone notizie su questofronte non sono finite.Nell’incontro del 7 dicembrelo stesso Cacciotti ha confer-mato che a disposizione delnostro Comune ci sono altri1,5 milioni di euro per ulteriori12 alloggi popolari. Un’occa-sione ghiotta da non perdere,da qui l’invito (o la sfida?)fatto dal Presidente Ater al-l’amministrazione comunale diRocca di Papa rappresentata,oltre che dal Consigliere Sel-lati, dall’Ass.re all’UrbanisticaSciamplicotti: “Inviateci entroil 31 dicembre una delibera diindirizzo -ha detto ilPresidente Ater ai due espo-nenti politici- in cui indivi-duate un’area da destinareall’edilizia residenziale popo-lare, e io mi impegno a far ap-provare subito la delibera chestanzi i fondi necessari”. Unaproposta che ha spiazzatol’Ass.re Sciamplicotti, la qualeha evidenziato che in pochesettimane non è possibile ap-provare tale documento e che,comunque, visto che ci sonovoluti 17 anni per arrivare arealizzare gli alloggi in localitàMonti, non c’è alcuna frettaper queste ulteriori 12 case.Una posizione che definirebizzarra è poco, tanto più difronte all’insistenza del Presi-dente dell’Ater che ribadivache non era necessario un pro-getto definitivo ma semplice-mente una delibera di indirizzocon la sola indicazione della

possibile area in cui realizzaregli alloggi. A scuotere i presenti, a questopunto, ci ha pensato la nostraPatricia Antolovic, con una do-manda tanto semplice quantoperfettamente azzeccata: “Per-chè invece di realizzare casepopolari in aree libere e perife-riche non si destinano i fondiper ristrutturare le case del cen-tro storico, adibendo queste inalloggi popolari?”. Un modoper recuperare davvero il no-stro centro storico, favorendoanche l’aspetto sociale oltreche residenziale. Una proposta“rivoluzionaria” e intelligenteben accolta infatti dal Presi-dente dell’Ater, il quale ha por-tato i casi di Artena e Carpinetoin cui le amministrazionihanno realizzato alloggi popo-lari recuperando proprio lecase dei loro centri storici. Ma anche stavolta è arrivato ilfreno dell’amministrazione co-munale, che si è detta di ap-

prezzare la proposta ma di nonavere alcuna proprietà nel cen-tro storico di Rocca di Papaanche perché, aggiungiamonoi, quelle poche proprietàpossedute o sono già state ven-dute o lo saranno tra qualchemese. Infine, il Presidentedell’Ater, pressato dallo stessoSellati, ha voluto rassicuraregli inquilini storici delle casepopolari dei Campi d’Annibalenon solo per quanto concernela possibilità di acquistare glialloggi con ulteriori sconti ri-spetto alle cifre pattuite, maanche circa gli interventi dimanutenzione che in alcunicasi sono finiti nel dimentica-toio a cominciare dalla colloca-zione di un ascensore in una diqueste palazzine. “Un pro-blema - ha detto Cacciotti- cherisolveremo in tempi rapidi”.Un plauso va al ConsigliereDanilo Romei per aver orga-nizzato questa bella iniziativa.

Andrea Sebastianelli

Il Presidentedell’Ater RmMassimoCacciotti

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LA STORIA il Segno - Dicembre 201224

Gino Del Nero e la missione da cooperante in Somalia

“Per le strade di Mogadisciofratrafficantidikhatebanditi”

di Gino Del Nero*Una ONG (Organizza-zione Non Governa-tiva) mi convocò perpropormi di parteci-

pare a un progetto di cooperazionefinanziato dall’Unione Europea, ilprogetto era diviso in tre settori:acqua, veterinaria, sanità, da svi-lupparsi in Somalia. –Accettai –mi dovevo occupare della parte sa-nitaria. Partenza da Roma per Nai-robi, in Somalia le compagnie nonvolavano per problemi di sicu-rezza. Solite formalità pressol’Ambasciata, qualche giorno perorientarsi e, con volo riservato del-l’UE, si parte alla volta di Mogadi-scio. Ad attenderci c’erano duefuoristrada, scortati dai nostri Paràdella Folgore, in quei mesi in forzaalla Nato. Attraversiamo Moga, di-laniata dalla guerra civile, tutto di-strutto, nelle strade povertà,mamme scarnite dalla fame chie-devano da mangiare per i bambini,malati, sui visi pascolavano etti dimosche che pizzicavano i loroocchi, senza reagire per quantoerano deboli… disastro umanitarioin atto. Ci portano in alcune abita-zioni ristrutturate per ospitarci, en-triamo nel caseggiato e troviamodecine di miliziani che difende-vano il perimetro come un forte, ioe gli altri due capi progetto cisiamo detti: sarà dura. Ci siste-miamo nelle nostre camere e dopoun po’ di riposo cominciamo aconfrontarci con le controparti so-male. Poco prima di Natale partiamo pervisitare le zone del progetto, lascorta dei Parà ci lascia, non erapiù loro competenza garantirci lasicurezza, ci accreditiamo con deimiliziani, macchine di scorta consopra montate mitragliatrici pe-santi. Il Natale si passa nel deserto,notte, con cielo chiarissimo stu-pendo, di una bellezza natalizia,guardarlo, sognare, mentre siprende sonno su una branda mili-tare. E’ Natale. Il nostro pranzo na-talizio? Doppia razione discatolame militare chiamato “ra-zioni K”, nel deserto. Ci rimet-tiamo in viaggio, il capo fila siferma, sale sul tettino della suamacchina, gira per un po’ la testa adestra e sinistra e con molta tran-quillità ci dice che ci siamo persi.Bel lavoro, fortunatamente dopoun paio d’ore un nomade ci indicala strada per il villaggio dove era-vamo diretti, Hobio. In quei giorniparliamo con i responsabili del vil-

laggio per spiegareloro che cosa si do-veva fare, ma nonsubito tra qualchemese, chiedendo sec’era la possibilitàdi affittare dei lo-cali, delle macchinee altro, conferman-doci che nonc’erano problemi.Passiamo il Capo-danno a Hobio,pranzo niente male,pesce a volontà, ilvillaggio era co-struito in riva al-l’oceano. Torniamoindietro, visitiamo altri villaggi chefacevano parte del programma.Moga, sono convocato dall’UNI-CEF Somalia per introdurre nelprogetto anche una campagna divaccinazioni. Presi accordi presen-tai un elenco di attrezzature perpreparare la catena del freddo, checonsiste nel predisporre ogni totkm un deposito per i vaccini man-tenendoli a temperatura idonea.Cominciamo a ripristinare gli am-bulatori già presenti sul territorio,attrezzarli, rifornirli di medicinali,addestrare personale sanitario peril funzionamento dell’ambulatorio. Arrivo al centro della Somalia, aDusa Mareb, seconda base impor-tante per il progetto, tutto inizia afunzionare bene, assumo del per-sonale sanitario compresi alcunimedici che s’interessano a formareil personale. Oltre al progetto sani-tario mi viene affidato l’incarico dioccuparmi dei pagamenti sia deilavori sia dei dipendenti e dellevarie manutenzioni. Così mi recoall’UNICEF per ritirare le attrez-zature per avviare le vaccinazioni,mi consegnano molte cose tra lequali una ventina di frigoriferi mac’è un problema: i frigoriferivanno a energia elettrica, figuria-moci, l’unica energia che esistevaera generata da motori diesel.Come facevo a far funzionare neldeserto quei frigoriferi? Mi recodal responsabile dell’UNICEF,Dott. Staffan De Mistura, oggiSottosegretario al Ministero degliAffari Esteri Italiano, che si ripro-mise a breve di consegnarmi deifrigo a kerosene. Nel frattempoanche l’UNESCO si aggrega allacomitiva chiedendomi di occu-parmi delle scuole per organizzaredei piani d’alfabetizzazione e re-clutamento di personale. Questo èstato l’unico compito che non mi

ha creato problemi. Durante unavisita di routine a Dusa, mi chia-mano d’urgenza dalla base diMoga, ero fuori e venne lasciatoun messaggio all’addetto radio:rientro d’urgenza, causa offensivaguerriglieri. Provo a chiamare labase inutilmente, silenzio assoluto.Con l’auto non potevo rientrare, iltragitto era troppo lungo e perico-loso, l’unica soluzione è restaredove sono, ma di lì a poco mi di-cono che sta per arrivare un aereoprivato dal Kenya, che doveva farescalo a Dusa e ripartire per Moga,mi informo se era possibile salirea bordo, mi dicono di sì ma ancheche devo adattarmi. Arriva l’aereoe mentre scaricano della mercesalgo, mi rendo subito conto che èun aereo di trafficanti di “droga”,trasportava qualche quintaled’erba, il Khat, così mi butto sul-l’erba ma non per masticarla maper sedermi. L’aereo arriva a Mogama in una zona non controllatadalla Nato, devo aspettare più didieci ore l’arrivo dei Parà per an-dare via in elicottero sulla nave“Garibaldi”. I Parà mi dicono cheè stata uccisa una giornalista ita-liana, Ilaria Alpi (è il 20 marzo1994, n.d.d.), insieme al suo colla-boratore. Un paio di giorni e tuttoritorna nella norma. Torno a Dusa, un pomeriggio rien-trando a casa, l’auto viene bloccatada banditi, mi fanno scenderepenso che vogliano denaro, nulladi questo, prendono me e il miotraduttore somalo e ci portano via,a piedi. Dopo qualche ora ci fer-miamo e mi fanno scrivere un fo-glietto da consegnare alla ONG,con richiesta di riscatto. Passanoalcuni interminabili giorni… simangiava? no, si beveva, solo lattedi cammello che è buono ma hauna controindicazione: manda al

bagno alla grande. Sto bene, sol-tanto dolori alla schiena perchè percamminare venivo colpito con ilcalcio del mitra AK47 dietro laschiena. Poi un giorno arriva unamacchina della mia ONG con abordo dei somali e mi portano via,tutto finisce al meglio. Dopo qual-che giorno di riposo a Nairobitorno al lavoro. Per qualche tempotutto va per il verso giusto ma nelfrattempo prendo la malaria. Pren-dere la malaria in Africa è comeprendere il raffreddore in Italia.Era il momento di recarmi aHobio, l’UE mi mette a disposi-zione l’aereo, parto. All’arrivosono ricevuto con tutti gli onori delcaso, nel frattempo l’aereo riparte,tornava dopo dieci giorni per ri-prendermi. Vado all’incontro coni notabili del villaggio per prendereaccordi su quello che era stato giàchiarito al primo incontro. Il nota-bile più anziano esordisce: “Mr.Gino, you have a problem; which?Da quando siete passati qualchemese orsono abbiamo lasciatotutto a vostra disposizione, per-tanto ci dovete dare tutti gli arre-trati, cinquantamila dollari”. Restoallibito, cerco di spiegare ma inu-tilmente, ma dovevo pagare. Bene,dico, chiamo l’aereo vado a ritirarei soldi e torno con il dovuto… “no,chiami Moga, ti fai mandare il de-naro”; allora per la seconda voltami tenete prigioniero? No, sei li-bero di andare dove vuoi. Da unaparte il deserto per chilometri,dall’altra solo oceano… bene,scelsi la radio per comunicare edopo qualche giorno arriva l’aereocon il denaro e potei tornare indie-tro. L’UE, in quella zona di Hobioe Dusa chiuse il progetto con ungrave danno per i cittadini. Arrivo a Moga, relaziono sul fatto,vengo informato della chiusura delprogetto in quelle zone per convo-gliare le risorse a Moga… vado aletto. La notte è lunga, non prendosonno, esco con un libro e mimetto sul terrazzo a leggere tempodieci minuti, sento dietro le spalle,un fruscìo, mi alzo per vedere evengo accecato da una luce fortis-sima, quella di un elicottero Apa-che ad altezza d’uomo che miaveva intercettato, qualcuno mibatte su una spalla, mi giro, quattromastodontici marines in totale as-setto da guerra, mi chiedono di al-zare le braccia, c’è una confusioneimmane ma tutto alla fine si chia-risce, non ero stato avvertito chedurante la notte non si poteva ac-cendere la luce. L’elicottero eraquello che m’impressionò di più,me lo trovai dietro la schiena nelsilenzio assoluto, solo un leggeroronzìo. La missione dopo qualchemese terminò. Furono dodici mesimolto duri.*Coordinator of Humanitarian

Proiects Africa [email protected]

Una strada di Mogadiscio

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ROCCA DI PAPAil Segno - Dicembre 2012 25

Il caso eclatante di “Rocca di Papa, città del vulcano” costituita nel 2003

Alla ricerca delle tante (troppe)città “fondate” dal primo cittadino

di Marcello MorroneScatole vuote. Nonsembra esserci unaltro termine per

definire le tante (troppe) defi-nizioni di “città” che sono di-ventate la caratteristicaprincipale dell’attività ammi-nistrativa targata PasqualeBoccia. Rocca di Papa, da unadecina di anni, oscilla tra “lacittà del castagno” e “la cittàdel bosco”, tra “la città dellasolidarietà” e “la città dellafratellanza” ed è anche possi-bile che qualche altra defini-zione l’abbiamo persa perstrada. Ma tutte queste belle“città” fondate dal primo citta-dino a giudicare dai risultatisembra che non abbiano pro-dotto niente o, nel migliore deicasi, davvero poco. Prendiamoad esempio un’altra defini-zione che anni fa andava moltodi moda: “Rocca di Papa, città

del vulcano”. Si tratta di un’as-sociazione di Comuni costi-tuita proprio a Rocca di Papail 10 dicembre 2003 e infattil’indirizzo del Comune, CorsoCostituente 26, è proprio lasede legale di questa associa-zione della quale fanno parte iComuni delle aree vulcanichedell’Etna, delle Eolie, del Ve-suvio, dei Castelli Romani,dell’Amiata e dei Colli Euga-nei.Insomma, un vero e proprioraggruppamento di ammini-strazioni a carattere vulcanico. Ma la cosa più bella delle“città del vulcano” sta negliscopi che si prefiggeva: “E’un’associazione di promo-zione sociale, turistica e di sal-vaguardia e valorizzazioneterritoriale che si pone comeobiettivo la costruzione di unarchivio comune interattivodialogante dei progetti...”. Ora,che i progetti possano dialo-

gare tra di loro può anchedarsi, ma dopo quasi diecianni ancora non siamo riuscitia vedere i risultati di questa il-luminante idea delle “città delvulcano” fortemente volutadal Sindaco Boccia. Convegniscientifici sul tema della vul-canologia non se ne sono visti,progetti tesi a sviluppare un

tipo di turismo nemmeno, diprogetti dialoganti non ne ab-biamo avuto traccia. E allora?Resta un ultimo aspetto dachiarire: in tutti questi anniquanto sarà costata questa fan-tomatica associazione di cittàvulcaniche alle casse comu-nali? Tanto, poco... o niente?

Monte Cavo e il complesso vulcanico laziale

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Le bellezze del nostro paese sono sempre più spesso motivo di rammarico

“Unaterra ricca di storia e bellezzadi cui dovremmo andare fieri”

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di Federico MeiattiniAmo questo paese, adoro il suoclima fresco a volte burbero emai mitigato dalle tante abita-zioni che possono ostacolare ilfreddo ed il vento come av-viene in città.Mi piace vedere Roma dal-l’alto e sentirmi libero.Non potrei mai vivere senza iNOSTRI boschi a pochi metridalla mia casa, ci ho già pro-vato ma sono ritornato qui,convinto che fosse il migliorposto dove vivere, dove invec-chiare, dove far crescere i mieifigli… dove respirare.A chi è nato e vissuto qui ap-pare scontato aprire gli occhi econ il solo sguardo abbracciarela più bella città d’Italia, ettaridi bosco, due splendidi laghivulcanici e come confine aquesto panorama unico… ilmare fino alle Isole Pontine.Fortunatamente la potenza el’energia di questi luoghi èsempre stata più forte del de-grado che gli uomini hanno ri-versato nel nostro territorio.Per incuria, per incapacità epeggio ancora per interessi.Ancora oggi, nonostante tutto,possiamo essere orgogliosi delnostro paese e fieri di apparte-nere ad un territorio antichis-simo ed unico. Un territoriocome il nostro e con la sua ubi-cazione rappresenterebbe laricchezza di qualsiasi Comunedell’Alto Adige, del Veneto odel Friuli. Senza costruire unacasa in più.E’ già accaduto. Rocca di Papa

era uno dei Comuni più ricchid’Italia grazie al turismo, allaristorazione, al commercio, al-l’ospitalità. Soltanto 500 metridella Via Sacra con i resti delTempio di Giove e le sue ter-razze panoramiche rappresen-terebbero materiale sufficienteper istituire un importantemuseo Archeo-Naturalistico . Chilometri di sentieri nei bo-

schi da esplorare in bici o apiedi tramite l’ausilio di guide,associazioni per il nolo delleMountain Bike. Piccoli bar al-l’interno del Parco, ristori edalloggi dove poter passare unanotte o una settimana. Strutture comunali oppure af-fidate a privati. Non rappre-senterebbero una nuovaricchezza? Sono sicuro che ar-

riverebbero da tutto il mondo.Così come avviene già in sper-dute valli del Nord Italia. Anoi non manca nulla per repli-care quei meccanismi di eco-nomia, anzi siamo dotati dimaggiori opportunità!Ma forse stò solo sognando.In un passo del Vangelo èscritto: “Perché a chiunque ha,sarà dato e sarà nell’abbon-danza, ma a chi non ha, saràtolto anche quello che ha ed ilservo fannullone gettatelofuori nelle tenebre: là saràpianto e stridor di denti”.Come nella parabola dei ta-lenti, abbiamo ricevuto gratui-tamente delle ricchezze edabbiamo l’ineluttabile doveredi custodire ed accrescere ilnostro patrimonio. Cittadini edamministrazione. Ai nostrifigli e ai nostri nipoti, che ciosservano, lasceremo in ere-dità le conseguenze delle no-stre scelte.

Anche il secondo bando per vendere la farma-cia comunale del centro storico di Rocca diPapa è andato deserto malgrado la base d’astafosse passata da 800 a 635 mila euro (il valoreemerso dalla relazione giurata di stima effet-tuata il 5 ottobre scorso dal Rag. di Rocca diPapa, Ercole Gatta).A questo punto resta da capire come l’ammini-strazione comunale intenderà proseguire nellavendita della farmacia di Via Leonida Monta-nari (a pochi passi da Piazza Garibaldi) chetante proteste aveva scatenato nei mesi scorsi

da parte di cittadini e Comitati di Quartiere. Soprattutto, resta da chiarire un punto centrale(mai affrontato dal Comune e che invece po-trebbe avviare qualche ricorso al Tar), quellodella donazione del 1973 al Comune da partedel compianto concittadino Alberto Pizzican-nella della struttura che oggi ospita la farmacia,e che avrebbe dovuto avere un solo scopo: es-sere utilizzata “a beneficio della popolazione”.Con la vendita dell’attività a privati, tale “bene-ficio” appare del tutto disatteso.

(L.S.)

Niente di fatto per la vendita della farmacia

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ROCCA DI PAPAil Segno - Dicembre 2012 27

Un gesto incivile. La nostra solidarietà al Sindaco Boccia

Nella notte i soliti imbecilliimbrattano il Municipio

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Nella notte tra il 7 e l’8 dicem-bre i soliti imbecilli hannopensato bene di imbrattare conuna bomboletta di vernice lepareti esterne del Municipio diCorso Costituente. Di questabravata o, se preferite, di que-st’atto di delinquenza comune,è stato fatto oggetto il Sindacodi Rocca di Papa, PasqualeBoccia, a cui va la solidarietàdell’intera redazione delSegno. Esprimere critiche è le-gittimo, manifestare il propriodissenso è il sale della demo-crazia ma usare i muri comefossero carta (per di più alloscopo di lanciare sloogan prividi senso) non solo è incivilema è intollerabile.Dietro questi gesti, poi, c’èsempre un’alta dose di vigliac-cheria visto che si preferisce

nascondersi dietro l’anoni-mato. Ma questi cretini checosa pensano? Che sporcarel’ingresso del Comune possarisolvere i loro problemi?L’augurio del primo cittadinodi Rocca di Papa affinché i re-

sponsabili vengano individuatial più presto così che possanopagare anche dal punto di vistaeconomico per il danno provo-cato, merita pienamente il no-stro apprezzamento. Speriamo che effettivamente si

sia trattato solo di una bravatadi adolescenti irrequieti che, inuna notte di dicembre, nonavendo di meglio da fare,hanno pensato bene di sfogarela loro idiozia in questo modo.

Il direttore e la redazione

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IL RICORDO il Segno - Dicembre 201228

Ciao Piero. Ricordando Delpidi Andrea SebastianelliAvevo da poco compiuto 19anni (era il 1988) e, insieme aun amico, mi ero messo intesta di fare un giornale localea distribuzione gratuita. L’im-presa si presentò subito diffi-cile (le autorizzazioni deltribunale, l’individuazione delgiornalista che avrebbe dovutofare il direttore responsabile, ifondi necessari, ecc.). Per setti-mane girammo Roma in lungoe in largo... sarà stata la pas-sione tipica dei giovani, saràstato che riuscivamo a esserecoinvolgenti... fatto stà checonvincemmo un giornalista“coraggioso” a fidarsi di noi(ovviamente a titolo gratuito) enel giro di pochi mesi riu-scimmo a stampare il nostroprimo “vero” mensile di infor-mazione locale (anche la tipo-grafia ci venne segnalata da unaltro giornalista). La testataprese il nome de “Il Roccheg-giano”. Cominciò così l’avventura(che durò fino al 1991) e du-rante questa bella e sana espe-rienza di giornalismo diversepersone cominciarono a colla-borare con noi per rendere piùricco il periodico. Tra questericordo Piero Del Nero e il suogrande entusiasmo. Piero loavevo conosciuto per caso esubito divenne uno dei vignet-tisti del Roccheggiano (in-sieme a Ermanno Gatta). Perfirmare i suoi disegni utiliz-zava il nomignolo di “Delpi”.Quelle che vedete in questa pa-gina sono alcune delle sue vi-gnette pubblicate sul mensile.Delpi aveva una capacità in-nata, quella di cogliere il cuoredell’articolo tirando fuori unasintesi grafica perfetta. Di so-

lito funzionava così (all’epocanon c’erano nè computer nèmail): io gli consegnavo il mioarticolo dattiloscritto e lui ilgiorno dopo mi dava la suacreazione. Piero era una persona di qualitàe se solo ci avesse creduto unpo’ di più avrebbe raggiuntoper bravura e intuizione il li-vello di Vauro, Giannelli, Fo-rattini, e di tanti altri famosivignettisti.Ricordo le tante chiacchieratedi poche decine di minuti (cortema sempre intense) in cui miraccontava delle sue passioni,

dell’amore per la sua famigliae delle sue indignazioni per levicende che riguardavanoRocca di Papa a cominciaredai ripetitori radio-tv di MonteCavo. Nel corso degli anni, finital’esperienza de Il Roccheg-giano, le nostre tracce si per-sero, ognuno a inseguire lapropria vita, ma ogni tanto ciincontravamo e ricordavamo ibei tempi del nostro piccolomensile di Rocca di Papa. Avolte lo incontravo duranteuna sagra, oppure in piazzaMargherita (andava sempre difretta). E ogni volta ci dice-vamo che avremmo dovuto ri-prendere quel cammino vistoche adesso c’era Il Segno.Cosa che per un motivo o perun altro purtroppo non è acca-duta. Aver appreso qualche setti-mana fa che Piero ci aveva la-sciato mi ha fatto rimanereattonito, senza parole. I suoi occhi carichi di energiae la sua ironia pungente e mi-surata resteranno sempre im-pressi nella mia mente e nelmio cuore. Ciao Piero.

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il Segno - Dicembre 2012

Cultura e ... dintorni

di Andrea SebastianelliOltre alle tante vittime pro-vocate dai bombardamenti ealle moltissime abitazioni di-

strutte, la seconda guerra mondiale ci halasciato un’altra eredità, certamente nondrammatica come le altre due (la piùgrande opera del mondo non vale unavita umana, disse tempo fa un noto cri-tico d’arte), ma ugualmente degna di es-sere ricordata riguardando la storia di unacittà. Stiamo parlando del mistero che av-volge il primo Statuto di Rocca di Papa,sottoscritto nel 1588 tra la comunità roc-cheggiana e Casa Colonna. Un docu-mento importantissimo che riconoscevail diritto degli allora abitanti della Roccadi pascolare, legnare e fare carbone, ol-treché dettare altre fondamentali regole.A oggi non sappiamo dove questo Statutosia conservato o, peggio ancora, se siaancora esistente. Sono due le date che cidanno i limiti cronologici della difficilericerca: la prima è il 1926, anno in cui ap-prendiamo dalla pubblicazione del To-massetti (“La campagna romana”) che loStatuto è conservato presso il Comune diRocca di Papa; la seconda data è quelladel 1976, anno in cui Tito Basili (espo-nente politico e intellettuale roccheg-giano di quei tempi) in un articolo per larivista “Castelli Romani” dà notizia chelo Statuto si trova presso la casa di un al-lora amministratore comunale, VincenzoDe Santis (soprannominato “il poeta”).Tito Basili giunge a questa considera-zione leggendo un articolo dello stessoDe Santis sulla storia di Rocca di Papa incui, tra l’altro, si sofferma proprio sulloStatuto. Basili riflette su una nota scrittatra parentesi dal “poeta” che recita:“quello che pubblichiamo è la prima pa-gina riprodotta nel quadriennio ammini-strativo 1625-1630”. Prima di quelmomento nessuna immagine relativa alloStatuto era stata pubblicata. Quindi, chipoteva farlo se non il possessore diquell’importante documento?Un’altra domanda a cui dare una rispostaè la seguente: perché Vincenzo De San-tis, amante e “studioso” della storia edella cultura roccheggiana, nonché corri-spondente negli anni Cinquanta del quo-tidiano La voce repubblicana sarebbeentrato in possesso dello Statuto? A suadiscolpa vi è sicuramente un’azione dipreservazione dovuta alla tensione venu-tasi a creare in seguito alla fine della se-conda guerra mondiale. Bombe,rappresaglie, furti di ogni genere, crolli...spinsero l’allora ventisettenne De Santisa prendere, presumibilmente in buonafede, il manoscritto per salvarlo dallapossibile distruzione o sparizione. Soloche col passare degli anni e con il ritornoalla normalità quel documento non ha più

IInnsseegguueennddoo llee uullttiimmee ttrraaccccee ddeell mmaannoossccrriittttoo ddeell 11558888

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fatto ritorno negli archivistorici del Comune roccheg-giano.Tutto questo fino all’articoloscritto da Tito Basili sullepagine di “Castelli Ro-mani”.Nel frattempo, “il poeta”muore e del manoscrittocontinua a non esserci trac-cia. Seguono però i primiforti interessamenti a favoredella ricerca e del suo ritro-vamento. Il 6 novembre1982, il prof. Renato Lefe-vre, allora Presidente del“Gruppo culturale di Romae del Lazio”, scrive al Sin-daco di Rocca di Papa rac-comandandone la storia einvitando l’amministrazionea scrivere “ufficialmentealla vedova [De Santis] persollecitarla alla restituzionedello Statuto” e soprattutto aindicare “a chi esso è statoeventualmente consegnato”.Lettera che non ebbe evi-dentemente gli effetti spe-rati.Dopo appena due mesi, il 4 gennaio 1983,ci riprova un altro studioso di storia lo-cale, il compianto Bruno Martellotta, fon-datore e direttore del “GruppoArcheologico Latino”. Anche lui scriveuna dura lettera al Sindaco di Rocca diPapa, invitandolo a “tentare ogni possi-bile mezzo, non escluso quello legale, perrecuperare un documento indispensabileper la storia del paese”. Dalla lettera dimartellotta apprendiamo un’altra cosa,ossia che “gli eredi (Vincenzo De Santisebbe due figlie, n.d.d.) asseriscono aquanto sembra di non ritrovare più il do-cumento”.

Nessuna azione legale venne condottadall’Amministrazione comunale e a tut-t’oggi il mistero di dove si trovi lo “Sta-tuto della terra di Rocca di Papa” è piùvivo che mai. Speriamo soltanto che nonsia andato perduto in qualche scatola dilibri vecchi o nelle grinfie di antiquarisenza scrupoli.

LLaa mmiisstteerriioossaa ssppaarriizziioonneeddeelllloo SSttaattuuttoo ddiiRRooccccaa ddii PPaappaa

Sopra: il fronte-spizio dello

Statuto del 1588composto

di 45 articoli.A destra: il prof.Renato Lefevre

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TEATRO il Segno - Dicembre 201230

Il Teatro Civico riapre i battenti per la prima del nuovo lavoro di Piero Botti

Con l’arrivo di Cleopatrala storia non sarà più la stessadi Mario AbbatiMai nel corso dei secoli una donna è statafatta oggetto di attenzioni così smodate.Libri, film, opere liriche, tragedie, paro-die, fumetti e cartoni animati. Il risultatoche ne emerge è una specie di ritratto cu-bista, una donna che cambia sembianze aseconda dell’angolo da cui si guarda.La versione di Cleopatra che ci offrePiero Botti in Cleopatra, è un personag-gio spostato verso la zona oscura dell’ar-cobaleno dei sentimenti umani. Scaltra,capricciosa, crudele, vendicativa. Fino alparadosso estremo che a contatto con lavipera è quest’ultima a morire, di fronteagli anticorpi corazzati della regina av-viene una sorpresa inattesa.E’ giusto che sia così, se guardiamo in re-trospettiva da quale realtà provenivaCleopatra. Una donna che non conobbemai l’identità di sua madre, che avevadue sorellastre di cui una fu giustiziatadal padre-faraone e l’altra avvelenata, unfratello e una terza sorellastra che fecerodi tutto per spodestarla e alla fine mori-rono entrambi in battaglia, un ulteriorefratellastro che fu lei stessa ad eliminareprelevando una dose di veleno dalla suacollezione.Di fronte a un albero genealogico così di-sgraziato, poteva forse nascere Bianca-neve? O Madre Teresa di Calcutta? Lostesso destino ineluttabile di Agrippina,altra fuoriclasse dell’universo romano,caso unico nella storia, lei che fu sorelladi Caligola, moglie di Claudio e madre diNerone, tre imperatori in una botta sola.All’ombra di queste eroine, la contropartemaschile non può che risultare una buffacomparsa. Gli uomini spennellati dallafantasia di Piero Botti appaiono tutt’al piùcome oggetti del desiderio femminile,

sono bambolotti di carne, mercanti scia-gurati e schiavi eunuchi, marionette pas-sive mai protagoniste. Perché sono loro,Cleopatra e compagne, che muovono conabilità i fili della storia.In un mondo che avanza con la barra adritta verso futuri prossimi di civiltà e tec-nologie ma che ancora sembra calpestare

e spesso uccidere la dignità della donna, ilmessaggio “femminista” che serpeggiacome un aspide nella commedia di PieroBotti non rappresenta quindi un pericoloper chi ne viene infettato, anzi, si ri-schiamo guarigioni miracolose e bruscheinversioni di punti di vista.Evviva Cleopatra, quindi! Evviva ledonne!

Spettacoli: 18 e 19 gennaio 2013 ore 21.00

20 gennaio 2013 ore 18.00prezzo del biglietto: 7 euro

prevendita:Profumeria Bellezza e Salute,

Corso Costituente (Rocca di Papa)Piero Botti durante le prove del suo monologo

Massimo Onesti

La compagnia del “Laboratorio Artistico Domus Artis”

Durante le prove

Valentina Gabrielli

Maria Del Nero e Giorgio Serafini

Durante le prove

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CULTURAil Segno - Dicembre 2012 31

di Loredana Massaro“Esiste un legame – scrive LuisaLaurelli - fra i quartieri più bui, i ci-nema chiusi e abbandonati, l’esca-lation di violenza e le infiltrazionimafiose nella vita economica e po-litica? Ogni volta che mi sono tro-vata a parlare di sicurezza, l’hofatto pensando ad un’accezioneampia, convinta che maggiori con-dizioni di sicurezza nelle nostrecittà passano, prima ancora che perdivieti e telecamere, per la lotta allapovertà e all’indigenza, per politi-che culturali e di sostegno a gio-vani e donne, per l’organizzazionedi reti culturali nelle periferie, perla realizzazione di spazi verdi e si-curi per i bambini”.

vanno oltre le necessarie azionigiudiziarie e di polizia e possonomigliorare complessivamente latutela e l’esercizio dei diritti dei cit-tadini. Il filo rosso della legalità èun libro curato da Luisa Laurelli,presidente dal 2005 al 2010 dellaCommissione Sicurezza e Lottaalla Criminalità del Consiglio Re-gionale. In forma di interviste illibro si avvale di interventi pro-fondi: quelli di Nicola Zingaretti,Edoardo Levantini, Walter Vel-troni, Roberto Morassut, TizianaBartolini, Enzo Ciconte, Luigi DeFicchy, Giovanna Cau, Franco Al-varo, Angiolo Marroni, Guido Mi-lana, Elvira Pellizzari, Aldo Soldi. Il libro guarda al futuro perché ilfilo rosso della legalità è l’unicoche può ricucire pratiche di convi-venza sociale, di gestione politicae amministrativa che guardino alpubblico interesse e nello stessotempo possono rinnovare la fiduciadei cittadini nei confronti delle isti-tuzioni, oggi davvero ridotta al mi-nimo. Che cosa ha determinatotanta diffidenza nei confronti di unfuturo più pulito? Intanto le inchie-ste giudiziarie sulla Regione Lazioe il suo Consiglio, quelle chehanno messo in crisi la giunta Pol-verini e poi gli scandali dello stessotipo che si sono avuti in Lombardiae ad altri livelli delle pubbliche am-ministrazioni. Questo provoca unagiusta indignazione e tanta rabbiaalla quale spesso non si riesce adare seguito. Per guardare al futurosi impone dunque un rinnova-mento delle istituzioni che dia fi-nalmente risposte chiare e forti.

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ssttoorriiaa

di Vincenzo RufiniNella lotta senzatempo tra la ra-gione e la barba-rie che,purtroppo, si pro-

trae fino ai nostri tribolatitempi, può tornare alla menteun episodio avvenuto durantela guerra civile spagnola(1936-1939), precisamente il12 ottobre 1936 presso l’uni-versità di Salamanca.Ne furono protagonisti il gene-rale nazionalista Millàn Astraye lo scrittore e grande pensa-tore Miguel de Unamuno. Ilgenerale, forse spaventato dal-l’autorità che emanava da quelluogo culturale e animato dallapochezza intellettuale del suopensiero esclamò: “Viva lamuerte, abbasso l’intelli-genza”. Unamuno con lacalma che è propria degli spi-riti liberi e ricchi di cono-scenza, i quali non si fannointimorire dalle circostanze av-verse rispose: “Questo è iltempio dell’intelletto, ed io nesono il sommo sacerdote, voivincerete perchè avete la forzabruta, ma non convincerete”.Questo scambio di vedute diun tempo ormai andato è signi-ficativo più di qualunque altraconsiderazione sul modo difronteggiare la barbarie cultu-rale, in ogni tempo presente,che non ha altri strumenti chenon siano la forza bruta e la so-praffazione, perciò aborriràsempre la conoscenza e il sa-pere, non avrà mai in conside-razione il rispetto verso ilproprio interlocutore e verso ilfecondo scambio di opinioni,foriero di reciproco arricchi-mento culturale.Questa disputa, la quale rie-cheggia l’antica Disputatio ge-suitica tra il Dotto el’ignorante, evidenzia la abis-sale differenza esistente tra laconcezione dell’essere affidataalla sola forza fisica e la con-cezione degli spiriti eletti, iquali basano la loro esistenzacome perenne ed assoluta de-dizione alla crescita culturale eall’acquisizione intellettiva. Ainostri tempi, dominati dai sup-

l’abbia avuta nel passato.Foriero del percorso della co-noscenza dovrebbe essere ilmotto socratico “Sò di non sa-pere”, al fine di spingere gliesseri umani verso un modellodi vita che lo elevi verso lidisapienziali estremi, riscattan-dolo da un modo di vivere disola impronta vegetale.Si accennava poc’anzi allemoderne tecnologie e la sca-tola televisiva, totem assolutodei nostri tempi contempora-nei, avrebbe il dovere preci-puo di favorire la scalatadell’uomo verso le vette piùalte della civiltà e del sapere,invece di propalare falsi edinaccessibili modelli di vita;propagandare format televisivicondìti da errori dozzinali e inalcuni casi di ignoranza storicaassoluta e demenziale.Se l’ausilio tecnologico nonfornisce un incentivo verso ilmiglioramento di sè stessi e

quindi della società in cui vi-viamo, allora l’eterna lotta traCiviltà e barbarie minaccia dipendere verso l’incultura cro-nica e l’ignoranza sparsa apiene mani dei sentieri del vi-vere quotidiano. Compito sti-molante per chiunque abbiasenso civico e un minimo ba-gaglio di conoscenza è quellodi preservare tutto il lascitoculturale del passato, inner-vato dalle moderne cono-scenze e dai nuovi percorsiculturali, vere e proprie linfevitali atte a rinvigorire l’orga-nismo del sapere. Affinché ilgrido straziato dello scrittoreGeorgès Bernanos “Viva i bar-bari”, rimanga solo una soaveeffusione letteraria accompa-gnata ad una autorevole li-cenza poetica e non determiniin modo negativo e irreversi-bile la scalata umana, sempreperfettibile, della montagnadel sapere.

Tra ragionee barbarie

Invito alla letturaIl filodellalegalità

Luisa Laurelli de-scrive in questolibro la pressionedel crimine sulleistituzioni e si im-pegna a dar rispo-ste politiche che

porti tecnologiciche dovrebberofacilitare la ri-cerca continuadel sapere, laconcezione bar-barica dell’esserenon ha più giusti-ficazione alcuna,ammesso e nonconcesso che

Lo scrittore Miguel de Unamuno

WWÉÉààààAAáááátt UUÜÜââÇÇtt UUxxÇÇxxÄÄÄÄ||PPssiiccoollooggaa--PPssiiccootteerraappeeuuttaa

Svolge attività terapeutica con bambini,adolescenti e adulti presso il suo studio sito inVia Ascanio, 3 - Albano Laziale (Roma)

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La ricetta di Mariano BottiRosetta tonno e limone

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32 il Segno - Dicembre 2012STORIE

di Camilla LombardozziGesualdo Bufalino, scrittoree aforista italiano diceva che“la realtà e la finzione sono

due facce intercambiali della vita e dellaletteratura”.Secondo la blogger Linda Holmes delNational Public Radio (organizzazioneno-profit che produce e distribuisce in-formazioni e programmi culturali) è im-possibile per ogni essere umano leggerequalsiasi libro presente sulla faccia dellaterra, tanto vale perciò, secondo il suogiudizio, smettere di farlo. In effetti se ci si pensa, nonostante sipassi un'intera vita a leggere, per ilgusto ed il piacere di farlo è sconsiglia-bile e prima di tutto inattuabile leggereogni libro, dalla Bibbia, sino ai giorninostri, comparso nell'emisfero terrestre;per di più, molti dei romanzi presentinelle librerie e nelle biblioteche di tuttoil mondo, non ne si conosce nemmeno iltitolo e l'autore. Sta di fatto che il lettoremodello dovrebbe leggere soddisfa-cendo le proprie esigenze, o per megliodire, leggendo ciò che più gli o le è con-geniale, non curandosi delle classificheletterarie, che magari secondo il marke-ting mettono al primo posto romanziche non catturano la nostra attenzione. Tuttavia cosa potrebbe accadere se du-rante una festa uno dei tuoi amici co-minciasse a discutere sulla trama di unlibro che tu non hai mai preso in consi-derazione perché non allettava le tue pa-pille letterarie?Il lettore modello, in questa circostanza,si troverebbe in una situazione spiace-vole, in cui non sarebbe in grado di so-stenere una conversazione, non avendo,appunto, mai, sentito il bisogno di con-centrasi sui quei generi letterari, valutatisuperflui, se non ridicoli, che in un bat-ter di ciglia, però, diventano di vitaleimportanza. Cosa fare or dunque, se non si vuole es-sere messi al margine di una discus-sione, in quanto ignoranti in queldeterminato genere o autore letterario?Molte persone protendono per la mossausata nel Poker del cosiddetto Bluff, ov-vero fingere di aver letto quel determi-nato romanzo e di conoscere a menaditoquell'autore, fino a qualche secondo fasconosciuti, anche attraverso svariatetecniche, come, quella di rimanere sulvago della conversazione ed intanto as-similare ogni informazione possibiledagli altri partecipanti, su trama dellibro, genere letterario e particolaritàdello stile.

Spunti di letteratura

Il bluffletterario

I L R A C C O N T O D E L M E S Eubito dopo nonsuccesse nulla.Serafina si se-

suono: tutto aveva assunto l’aspetto di un in-cubo che si dipanava in un silenzio misteriososenza echi come se la stanza fosse stata avvoltain una spessa coltre di lana.

SS

quelle parole non avessero alcun potere magicoe che tutto sarebbe rimasto come sempre. Sera-fina, stremata, cadde all’improvviso in un sonnoprofondo. I nani la adagiarono delicatamentesul letto dove dormì fino all’alba. Quando sisvegliò si ritrovò in un’altra dimensione...Era consapevole di trovarsi all’aperto con i ric-cioli dei capelli sparsi sul volto mentre un ven-ticello, lieve e tiepido, la solleticava per tutto ilcorpo. Non sapeva cosa pensare: sentiva chegli abiti che indossava non erano quelli con-sueti, che le scarpe le pesavano ai piedi; men-tre le mani cominciavano a frugareavvertendola che le dita penetravano nellaterra e una quantità di foglie secche e rattrap-pite, emettevano uno sfrigolìo sconosciuto. Ilrespiro si fece affannato. Spalancò gli occhi esopra di sé vide un cielo turchino punteggiatoda nuvole immobili e bianche. Si mosse giran-dosi su un fianco e davanti a sé, proprio in di-rezione del suo sguardo, intravideseminascosti fra le foglie i suoi buffi piccolis-simi amici vestiti con abiti dai colori sgargiantiche le facevano cenno di specchiarsi indican-dole un grande specchio appeso al ramo di unalbero. Quando lo fece quello che vide fu unmeraviglioso viso di giovane fanciulla, con icapelli ramati, con gli occhi più blu del cielo,alta e slanciata. Allora comprese: la formulaaveva funzionato. Dalla gioia si gettò a terra esi rotolò fra le foglie fin quando non finì controil tronco di un grande albero fermandosi su unprato punteggiato di funghi dal profumo in-tenso e sconosciuto.

in quando un chiarore bluastro illuminòla stanza annunciando un’alba che ilPrincipe, per poter continuare a stare

con Serafina, avrebbe desiderato non arrivassemai. Infine si alzò e si recò sulla Torre. Al tre-molante chiarore delle ultime stelle della nottepianse sconsolatamente a dirotto. Credette dimorire per il rimpianto di non avere sposatoSerafina quando lo avrebbe potuto fare spez-zando così l’incantesimo. Ma ormai avevasposato Clotilde: una donna che non amava eche era molto meno bella di Serafina. Ma nonc’era più nulla da fare. Discese dalla Torre e sirecò nel Grande Salone e afferrata l’anticaspada dei suoi avi vi si gettò sopra uccidendosi. Nessuno si accorse dell’accaduto fino aquando Clotilde, rientrata dalla caccia, non siimbattè nel cadavere del Principe. Lanciò al-lora un grido che rimbombò per le stanze sve-gliando tutti i castellani nonché gli spiritinascosti nelle pietre il cui urlo all’unisono fecetremare violentemente le mura del Castellopropagandosi per tutto il Reame. I castellanisi riunirono nel grande cortile e piansero tuttoil giorno. Clotilde, spezzata dal dolore, e inpreda a una immensa e ormai inutile gelosiamontò la bianca cavalla Porfiria e si lanciò algaloppo sfrenato verso le Montagne. Quandoraggiunse il primo dei Sette Laghi vi si gettòdentro in groppa alla sua amata Porfiria. Fucosì che la bellissima Serafina rimasta sola fuchiamata a governare il Reame per tantissimianni fino a quando, ormai vecchissima, con-fortata da tutti i suoi nani morì dolcemente nelsuo grande letto. Nell’attimo stesso che spirò le pietre urlanticon le quali, all’inizio dei tempi quando la lunaancora non esisteva, era stato edificato il Ca-stello, rotolarono in fondo alla Valle mentre al-cune precipitando nel letto del torrente neostacolarono per sempre la corrente. E tuttoquel mondo sparì in una grande nebbia. Tanti, ma tanti anni dopo, qualcuno, non siseppe mai chi fu, tramandò questa storia ai bo-scaioli i quali, anno dopo anno, la racconta-rono ai loro discendenti finché giunse alleorecchie del vecchio abitante della capanna difrasche il quale infine alzandosi in piedi e am-miccando maliziosamente mi disse: - Il Prin-cipe se fosse stato più accorto avrebbe avutouna vita più lunga e più felice come succede inquasi tutte le fiabe del mondo. Quelle stessefiabe che dovrebbero essere raccontate aibambini perché se ne rammentino crescendo.

4/Fine

Il Principe, Clotilde e Serafina

quarta e ultima partedi Noga

dette con gli occhisbarrati mentre i nani,nell’attesa di chissàquale trasformazione,avevano tutti le la-crime agli occhi. Sem-brava veramente che

QQ uel giorno girovagò per tutta la forestae la sera si addormentò su un giaciglioimprovvisato che i nani le avevano pre-

parato. Per tutta la notte la vegliarono e all’albal’accompagnarono in corteo dal Principe.La notizia si era sparsa per ogni luogo e tutti inani per unirsi al corteo erano venuti da ogniparte, perfino dal bosco di betulle. Quando fu-rono giunti al Castello il grande portone si aprìimmediatamente e Serafina fu ricevuta dalPrincipe in persona. La bellezza di Serafinasembrò illuminare tutto il Castello quasi cheall’improvviso vi fosse penetrata una grandeluce celeste. Il Principe nel riceverla non riuscìa dire una parola, ma rimase a bocca apertacon gli occhi fissi su quel volto meraviglioso,fino ad allora sconosciuto. Quella notte il Principe non dormì. Lungo ilbordo del grande letto a baldacchino gli appa-rivano gli occhi di Serafina, e mano a manoche la notte avanzava, diventavano sempre piùblu e più grandi: come se fluttuassero a mez-z’aria. Infine gli sembrò che lei in persona, intutta la sua bellezza si fosse seduta accanto alui e che lo rimproverasse. Ma non udiva alcun

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33il Segno - Dicembre 2012 SPETTACOLO

Il piccolo Carlo Fontani conquista la finalissima

La poesia del mesedi Anna Giovanetti

Madonna mea che freddu stammatinacomma’, me pare proprio aria de neve ma che volemo fa è tiempu siustemo be’ a spetta’ maggio che revene.

E’ vero commare mea , l’inverno è longu e freddue, dicemo a’ verità va male n’po’

pe tuttu:n’se sciuganu più i panni, a’ casa etè più zozza,piove e tira vientu, n’somma è sempretiempu bruttu.

A’ e quattro etè già notte e bisognaccenne u focu da ‘a mmatinaci ne vou poche de lena, stemo appostu,n’ci basta mancua remessa d’a cantina.

Eh….. vabbè commà ma tu si esagerata,vedi pure a parte bella dell’inverno:

Pure l’invernoè bellu

farà freddu vabbè ma ve’ Natale,co’ u cenone, i regali…..u Bambinellu.

E po’ quant’è bellu vede’ che fiocca a nevete senti proprio come quando eteri riazzadici a’ verità: n’te ve voia de’ m’bacuccatte tuttae i a fa’ a palloccate dello n’piazza?

Perciò commare mea sii più ottimistal’inverno è bellu, è bella ‘gni stagione,basta che stemo n’pace co a coscienza,basta che semo umili de core!!!!!

di Cristiana ZarneriCarlo Fontani, ilpiccolo grandecantante di Rocca

di Papa, c’è la fatta, è arrivatoin finale e, per noi, ha giàvinto comunque! Sì, tuttaRocca di Papa ha visto la fi-nale della trasmissione Ti La-scio una Canzone, condotta daAntonella Clerici, tutti siamostai fieri di Carlo. Carlo nascea Genzano il 4 agosto 2001,inizia a cantare, all’età di 7anni, con la scuola nella recitadi Natale alla Parrocchiadell’Assunta di Rocca di Papae quando intonò la canzone“Mitico Angioletto”, i genitoried il nonno materno (che poipromuoverà il talento di Carlocostantemente), si reseroconto delle potenzialità canoredel loro bambino. Da lì l’idea di portarlo alloZecchino d’oro dove, nel 2009(52esima edizione dello Zec-chino d’oro) si classificòquarto con la canzone “Rokkocavallo brocco”. Il nonnoMarcello Rossetti decide a lu-glio di iscriverlo al pro-gramma della Clerici, eral’ultimo giorno per le iscri-zioni, Carlo supera i provinied ora è approdato alla finaledi domani sera. Ci ha deliziatocon le canzoni di Bennato(L’isola che non c’è, Il rock dicapitan Uncino) tanto è veroche ha portato in finale sempreuna canzone di Bennato: “Un

giorno credi”. Talento natu-rale, autodidatta (non ha maistudiato musica o canto),Carlo ha colpito tutti anche inRai, non solo è un talento ca-noro ma suona benissimoanche la chitarra. Carlo è ungrande fan ovviamente oltreche di Bennato, anche diVasco Rossi e Bob Marley.Abbiamo raggiunto telefoni-camente il nonno che ci ha di-chiarato: “per me èun’immensa emozione, un tra-guardo enorme ed inaspettato,ancor più perché è arrivato infinale ed io l’ho sempre ap-poggiato e seguito in questasua forte passione per la mu-sica”. Gli chiediamo come sial’ambiente in Rai ed il signorRossetti ci dice che i ragazzisono seguiti e tutelati in ma-

niera spettacolare e che Carlo,oltretutto, è riuscito a conci-liare perfettamente i suoi im-pegni di studente di primamedia con il programma datoche Rocca di Papa è vicinis-sima a Roma. Continua il signor Rossetti:“lamento la scarsa attenzioneda parte dell’amministrazionecomunale ma ringrazio dicuore tutti i cittadini di Roccadi Papa per il loro affetto edentusiasmo, dimostrato anchecon il tamtam mediatico su fa-cebook”. L’avventura di Carlonon è finita qui, infatti lo rive-dremo la Vigilia di Natale suRai Uno. I roccheggiani tuttisono fieri di Carlo ed abbrac-ciano metaforicamente i suoigenitori Alessio Fontani e Pa-mela Rossetti.

La mia idea, la mia speranza, èche tra non molto questo Paesenon verrà preso di slancio da unuomo forte, ma consegnato daglielettori o dal Parlamento a chiavrà il coraggio di sobbarcarsiuna nazione messa in ginocchioda una crisi pesantissima. (…)Qualcuno però che, per quantospaventato dall’impresa che loaspetta, sappia infondere spe-ranza nei cittadini. (…) La classe dirigente attuale ha se-riamente danneggiato il nostroPaese. Lo ha spremuto, dalpunto di vista economico e mo-rale. Ha reso potabile quello chenon lo era, triste quello che eraallegro, futile ciò che era impor-tante. Non ha curato le feritedella nostra economia, ha la-sciato che si incancrenissero. Maha fatto tutto questo al riparodella nostra disattenzione, o peg-gio della nostra ignoranza o in-differenza. (…)Il primo passo tocca ai cittadini,come dicevamo occorre la capa-cità di diventare un po’ leader dinoi stessi. Ognuno nel suo ruolo,nella sua vita, nella sua quotidia-nità deve riprendere il coltellodalla parte del manico, e ricor-darsi che il potere dei capi pog-gia sulle spalle di chi ècomandato. Chi sta al potereconta su una delega che può es-sere ritirata. (…)Siamo un Paese senza leader-ship. Ci troviamo decapitati. E’vero, ed è un nostro problema.C’è chi interpreta la questione inmaniera riduttiva e sostiene chedobbiamo cambiare il presidentedel Consiglio, e sarebbe belloche bastasse solo questo, ma nonè così. L’Italia non ha bisogno diun nuovo uomo forte, l’Italia habisogno di essere di nuovo unPaese forte.Un Paese forte, poi, la guida lasa scegliere.

Tratto dal libro di Giovanni Floris, “Decapitati”,

ed. Rizzoli

motivi di riflessioneL’Italia e la nuovaclasse dirigente

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MUSICA il Segno - Dicembre 201234

Nuove Uscite

di Massimo Onesti

RITORNAL’ESOTERISMOPOP...olare

Franco BATTIATO

Tracklist:Un irresistibile richiamo/Testamento/Quand’ero giovane/Eri con me/Passacaglia/La polvere del branco/Caliti Junku/Aurora/Il serpente/Apriti sesamoMusica di Franco Battiatotesti di Battiato-Sgalambro

Quelli che sono i classici cli-chè di Franco Battiato in que-sto nuovo disco di “ApritiSesamo” ci sono tutti: i testi che cercano di esprimereconcetti difficili con sempli-cità, la voce che accarezza lospirito con tocco leggero mache spinge a fondo come unmassaggio shiatzu, le armoniemusicali che sembrano rincor-rere con fatica le parole ma chepoi all’improvviso ci si scoprecome posati su quel tappetocostituito da quelle morbidesonorità e a cui ci si lascia dol-cemente trasportare fra i rove-sci temporali in cui Battiatovolteggia, fra evoluzioni co-smiche e terrestri, con glisquarci improvvisi dei flashdella propria esistenza e deipropri ricordi di vita, in un ca-leidoscopio d’immagini cheprovengono da un passatosenza tempo, come ferme lì,sospese nell’eternità e versoquel senso d’infinito in cuisiamo trasbordati come su unanavicella verso nessun approdoe dove di tanto in tanto siaprono soltanto finestrelle disensazioni sempre cangianti sucui cerchiamo di soffermarcima senza riuscirci perché lapiacevolezza è proprio nel go-dimento del viaggio metafisicoe spirituale in cui FB ci cata-pulta.Trovano posto così questenuove canzoni come acquerelliche raffigurano infiniti scenaridi contemplazioni mistiche incui si disvelano i simboli chela natura e il sacro continua-mente inviano verso l’uomo eFB ci aiuta a dipanare e pulire

la fuliggine che in modo sub-dolo si frappone fra noi e l’es-senza vera delle cose, semprepiù offuscate dai vortici delladispersione e delle confusepulsazioni che tendono all’ef-fimero. Ecco così queste can-zoni a cominciare dallabellissima Un irresistibile ri-chiamo, alla Polvere delbranco, alla Passacaglia (li-beramente ispirato alla “Pas-sacaglia della Vita”, un’operadel primo barocco del compo-sitore e sacerdote StefanoLandi) che si dipanano comemeditazioni e che in effetti

fanno di questo nuovo lavorodel cantautore catanese comeuna preghiera laica e intensa,rivolta a far ritrovare quellestabilità e quelle certezze perciò che sono i sapori e i ritmiordinari della natura senza maiandare contro un qualcosa masoltanto come affermazione diuna consapevolezza lucidanell’affrontare la vita e lamorte, il passare del tempo el’invecchiamento con accetta-zione serena e quasi buddi-stica di quello che si è e chesiamo. Forse un disco legger-mente meno pop rispetto al-

l’ultimo lavoro di pezzi ineditide il Vuoto e più vicino, al-meno nell’intenzione di uncerto tipo di ricerca spirituale,alle atmosfere di Come UnCammello In Una Grondaiaanche se senza quella gravitàe solennità che contraddistin-gueva quel capolavoro. Infattiqui la matura serenità di FB siriveste di sonorità più dinami-che e leggere ma senza scivo-lare nel canzonettistico o nelBattiato più orecchiabileanche se la peculiarità e laforza di FB che consiste nel-l’esporre con un linguaggioimmediato e non elitario argo-menti non usuali, che scavanonel filosofico, nel senso dellavita e nella ricerca mistica fain modo che il disco diviene,detto alla Friedrich Nietz-sche, come un’opera per tuttie nessuno, e che si aggiungealla lunga costellazione dialbum dell’artista a consoli-dare ulteriormente la sua di-mensione musicale, sorta viadi mezzo fra il leggero e il pro-fondo e che dà ancora più lu-stro al percorso che FB hasaputo tracciare con maestriae univocità verso quelle terredel sacro e del trascendentesenza mai però scivolarenell’apologetica di una qualsi-voglia religione, ma soltantoponendosi come uomo in pe-renne tensione mistica e checerca di aprirsi un varco diluce fra le tenebre che avvol-gono questo nostro fuggevole,vacillante viaggio in questavita terrena.

Il Tykannos, creatura del Monte CavoMagic the Gathering è un gioco di carte colle-zionabili che presenta una sfida tra due Maghi.Sebbene sia possibile giocare anche in numerosuperiore a 2, i duelli classici sono “uno controuno”. All’inizio di ogni partita, ogni Mago ha adisposizione 20 punti-vita. Lo scopo del giocoè di azzerare il numero dei punti-vita del gioca-tore avversario. In quel momento la partita hatermine e il giocatore che ha uno o più punti-vitavince la partita. Per giocare a Magic occorre un mazzo di carteMagic (tra cui figura la carta del Tykannos delMonte Cavo, una creatura leggendaria nata nelleviscere dell’antico Mons Albanus) per ogni gio-catore (acquistabili nei negozi specializzati), unsegnapunti (kit del tipo: carta e penna) e unpiano di gioco, un tavolino o comunque una su-perficie di almeno 50x50.La particolarità di questo tipo di giochi, ed inspecial modo di Magic, è che non esiste unmazzo di carte predefinito: ogni giocatore si pre-senta al duello con un mazzo che ha assemblatoscegliendo le sue carte fra le oltre 8mila chesono state pubblicate dalla prima edizione.Provate... e ne rimarrete affascinati. (L.S.)

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TEMI D’OGGI 35il Segno - Dicembre 2012

Un Natalespeciale

di Annarita RossiLà, immersa in unbosco di betulle,completamente im-biancato, si trova

una casetta tutta in legno. Al suointerno, un signore un po’ grasso,con la barba bianca ed infagot-tato in un vestito tutto rosso stacontrollando al computer le sueultime e-mail prima di ripartire.Le lettere per posta sono statetutte lette e ciascun desiderio èstato esaudito. Ha portato i donia tutti i bambini, accontentandoanche quelli più poveri e lontanidalla tundra dove lui vive, aiquali sono stati recapitati perposta. Adesso è pronto per unnuovo progetto e con la slittatrainata dalla sua renna percor-rerà diversi chilometri per por-tare dei doni veramente speciali,questa volta agli animali. Findove potrà allontanarsi, glieliporterà personalmente, dove nonriuscirà ad arrivare, grazie allatecnologia, contatterà gli Entinon Governativi, le Onlus e leAssociazioni Animaliste per in-fine interpellare i vari Enti Go-vernativi mondiali così che tutti

tutti gli animali che sono reclusiperché questi possano vivere ilresto della loro vita dignitosa-mente. Andrà in un circo e farà lastessa cosa con i circensi i qualirestituiranno gli animali che de-tengono ai loro originari habitatnaturali, nelle riserve africane edasiatiche. Andrà negli alleva-menti intensivi di bestiame enelle macellerie e concorderà coni proprietari un nuovo modo digestire gli animali da macello, piùetico e persino più salutare perl’uomo, non macellando piùcarne di quella necessaria al so-stentamento umano evitando disacrificare agnellini e vitellini daportare in tavola per le feste, la-sciandoli alle loro madri. Stradafacendo, porterà del cibo ai cani egatti randagi che incontrerà e la-scerà delle cucce sparse lungo ilpercorso. Quando vedrà dei cac-ciatori, li persuaderà a non cac-ciare indiscriminatamente.Tornato a casa, farà rifocillare lasua renna e parcheggiata la slitta,si accenderà il fuoco al camino evi si siederà di fronte su di unasedia a dondolo, per riposare unpo’, finalmente. Stanco ma sod-disfatto, passerà in rassegna lecose che dovrà ancora fare, le pe-tizioni da firmare per combatterele atrocità inflitte agli animali nelmondo, riprendendo il suo impe-gno dal giorno successivo e pertutto l’anno nuovo. Infine, si addormenterà felice,consapevole di aver fatto perquesto Natale il dono più bello atanti animali, l’aver fatto cessaretanta sofferenza restituendo lorola libertà.

ilTocco

Tutti abbiamo subito delle delusioniin amore, amavamo senza essere ri-cambiati, o l’oggetto del nostroamore non era più interessato a noi.Con il tempo e l’esperienza, le per-sone con un equilibrio psichico cor-retto, hanno imparato ad accettare ea gestire le difficoltà e i rifiuti.Accade, tuttavia spesso, che ci sianopersone che non sappiano tolleraredi essere rifiutati o lasciati, e chemettano in atto una serie di compor-tamenti, che possono divenire pres-santi, intimidatori e persecutori,spesso violenti (sia fisicamente chepsicologicamente) nei confronti del-l’oggetto del desiderio, il quale in al-cuni casi, conosce bene ilpersecutore, ma in altri per niente. Ilreato di “stalking” (che in inglesesignifica “fare la posta a qualcuno”,inseguire) è stato introdotto nel no-stro ordinamento per la prima voltacon l’art. 612 bis c.p. dal D.L. 23febbraio 2009, n. 11, convertito conmodificazioni, in L. 23 aprile 2009,n. 38). La pericolosità di questo in-sieme di comportamenti e di “atten-zioni distorte” verso la vittima,spesso di sesso femminile, consistenel fatto che all’inizio viene sotto-valutato, specie se viene messo inatto da una persona con cui si haavuto un rapporto sentimentale o siconosce, fino ad arrivare, purtroppo,a sfociare in vere e proprie tragedie,quali quelle che sentiamo spesso daitelegiornali e che colpiscono semprepiù donne dall’età dell’adolescenzain poi. Cosa fare dunque per preve-nire e scongiurare i femminicidi?Innanzitutto, deve cambiare la con-siderazione che l’uomo ha per ladonna, che non è un oggetto a di-sposizione, ma anche le donne de-vono cambiare la considerazioneverso se stesse. Devono amarsi dipiù, ricordando che il corpo è il“tempio dello spirito” o se preferitedella psiche, e non va “esibito”,svenduto, ma apprezzato. In altreparole, deve cambiare la concezionedell’amore, che non è “ottenerequello che si vuole a tutti i costi e su-bito”, ma essere accompagnata dalleparole “rispetto per se stessi e per glialtri”, e questo grande compito edu-cativo dovrebbe essere svolto dallafamiglia in primis, e dalla scuola,messa in grado di operare con mezzie risorse opportuni…

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ppssiiccoollooggiiaa

diErmannoGatta

Ti amo e... ti perseguito

gli animali del pianeta indistin-tamente ricevano i suoi doni. Tra le tappe che potrà fare visarà quella ad un allevamento dianimali da pelliccia dove apriràle gabbie e visoni, cincillà, volpie conigli d’angora scorrazze-ranno nuovamente sulla nevecon la propria pelliccia. Poi si di-rigerà in un canile dove avràdato appuntamento a diversepersone le quali sceglieranno ilcane da adottare. Ne ha contat-tate tante quanti sono i cani alcanile perché nessuno debba ri-manere a passare il Natale rin-chiuso in gabbia. Seguiteràsempre con la sua slitta fino adun laboratorio di vivisezione econvincerà i ricercatori ad adot-tare sistemi di ricerca alternativiaffidando alle associazioni ani-maliste e ai centri di recupero

Certi FANNULLONI nonsanno come uccidere il tempoe non si accorgono che il tempo uccide loro.

Nella vita ci sono due tipi di amici di cui ti puoi FIDARE,l’uomo e il cane...certo, conosci l’uomo, ma FIDATI del cane.

Spesso con mia moglie alzo la voce per FARLEcapire chi è che ubbidisce qui!

FUMANDO, una sigaretta si accorcia lentamente e inevitabilmente con essasi accorcia la vita.

La vita in (20) lettere

Il FINANZIAMENTO ai partiti aumenta il debito pubblico e consente ai politici di fare tante promesse...pertanto, come si sa, ogni “Promessa è un debito”.

Per un uomo, l’amore per una donna è come il FUOCO,bisogna “attizzarlo” continuamente.

FFdi Enea Trinca

Page 36: Il Piccolo Segno dicembre 2012

il Segno - Dicembre 2012 Ultima pagina

LLeetttteerree,, PPrrooppoossttee,, PPrrootteessttee ee RReeccllaammiiwww.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it - mail: [email protected]

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

OMBRETTA E ALESSIOESEMPI DA SEGUIREVenerdi 7 dicembre intornoalle 18.00 ho smarrito il mioportafoglio con circa 400 euro(erano i soldi di un cliente),bancomat, patente ed altri do-cumenti importanti. Ho tra-scorso ore a cercare nei luoghiche avevo frequentato spe-rando di ritrovarlo ma ognitentativo è risultato vano.Ormai rassegnato, intorno alle22.00 dello stesso giorno, ri-cevo una telefonata che mi av-visava del ritrovamento delportafoglio. A chiamarmi èstata una ragazza, OmbrettaBlasucci, nipote del vostro col-laboratore Sandro Tabellione.Ombretta, insieme ad un suoamico, Alessio, hanno deciso

di non rovinarmi il Natale re-stituendomi il portafoglio tro-vato. Vorrei fare unringraziamento pubblico a que-sti due ragazzi, ancora colmi diquei valori che si stanno per-dendo e che invece tutti noi do-vremmo ritrovare. BuonNatale a tutti, con gratitudine.

Bruno Fondi

NON FATECIODIARE IL NATALEA Natale si dovrebbe esseretutti più buoni. Così ci avevanoinsegnato alle elementari. ARocca di Papa capita inveceche ci facciano odiare il natale.In prossimità delle feste natali-zie non so chi decide che intutto il paese si devono piaz-zare degli altoparlanti obbli-

gando i cittadini a sorbirsi mu-sichette in genere insulse, daun disco (presumo) che mandacontinuamente le stesse litanie.A farcire il tutto delle odiosepubblicità martellanti.Tra i nostri concittadini non neho trovato uno che ritenesse lacosa piacevole, o almeno ac-cettabile. Non so chi sia l’idea-tore della bella pensata,quest’anno però facciaun’opera buona: ci lasci un po’di sereno e riposante silenzio!

Mail firmata

COMPLIMENTIPER IL VOSTRO BLOGHo apprezzato molto l’idea didare vita al blog del Segno,così potremmo essere infor-mati in modo ancora più ve-

loce sulle tante cose che acca-dono nel nostro paese.

Matteo Casciotti

STORIE CHEFANNO RIFLETTEREVorrei esprimere i miei com-plimenti, attraverso il vostrogiornale, al sig. Gino Del Neroper le storie personali che ciracconta, cariche di umanità epartecipazione. Troppo spessodimentichiamo il vero sensodella vita e leggere che alcunepersone sono disposte a sacri-fici anche duri e difficili pur diaiutare popoli più sfortunati dinoi ci fa ricordare che la parola“fratellanza” ha ancora un va-lore. Davvero tante grazie alsig. Gino.

Pasqualina Del Monaco

Un personaggio“misterioso”

Il disegno del maestro Carfa-gna ci fa piombare negli anniSessanta alla “Pro Rocca”(così era chiamato un edificioche si trovava di fronte allasede del Parco dei Castelli)dove il “re” era un personag-gio che, man mano che lo de-

scriveremo, tutti i settantenni di oggi (maanche molti quarantenni) lo ricorderanno.Questa sede, gestita dal nostro misterioso per-sonaggio, era una sala giochi con bigliardini,biliardi, carambole e flipper. In quest’ultimocaso si giocava con il dito medio sinistro e de-stro colpendo una pallina che girava in ognidirezione all’interno di un rettangolo (60 cmx 100 cm) con tante luci che si accendevanoe spegnevano ogni volta che la pallina d’ac-ciaio le toccava.Poi c’erano le famose macchinette new slotche oggi sono molto elettroniche ma a queitempi erano degli infernali congegni che conuna ruvida manovella si facevano girare pro-vocando un gran fracasso... si facevano com-baciare gli oggetti per far scattare la vincitarappresentata dai famosi gettoni. Il nostro per-sonaggio, in seguito, si trasferì sotto il risto-rante “Il pappagallo” (dove oggi c’èl’autosalone “Fondi e Furnari”). Qui i giochiaumentarono: flipper, biliardi, biliardini, ca-rambole, bowling e tante strane macchinettecon i primi giochi video. Qualche anno dopo l’attività venne di nuovotrasferita alla fine del Corso, presso l’ex trat-toria “Il bersagliere”. Questo personaggio hafatto divertire due generazioni di roccheg-giani. Siamo sicuri che a questo punto moltiavranno indovinato di chi stiamo parlano.Quante volte lo avete fatto arrabbiare? Equante volte lui si arrabbiava con voi? Ma incambio vi ha fatto sempre divertire perché i

corrente. Quando girava per il paese era sem-pre vestito da gran signore, così come era unsignore di cuore e di bontà. Oltre a gestire lasala giochi era anche un musicista, membrodegli storici “Screpanti”.

A questo punto non serve nemmeno fare ilnome perché lo avrete sicuramente ricono-sciuto. Agli altri, quelli delle ultime genera-zioni, consigliamo di chiedere chi fosse ai lorogenitori o ai loro nonni.

suoi locali erano ilritrovo della mi-gliore gioventù.Anche quando siera senza una lira intasca, spesso si po-teva giocare gratis elui chiudeva spessoun occhio. Discu-tere con lui erasempre piacevole,soprattutto ascol-tarlo mentre rac-contava le sue gesta“eroiche” compiutequando era ra-gazzo. Molti si sa-ranno divertitianche a prenderloin giro oppure eraproprio lui cheprendeva in giroloro perché, allafine, le cose cheraccontava ave-vano sempre unfondo di verità. Ilnostro personaggiopoi era anche un“mago” dell’elettri-cità (flipper evideo-giochi li ri-parava da solo) espesso dava ancheconsigli su come ri-solvere problemi di

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna