Ducato nr. 3 / 2006

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il Ducato Periodico dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino Quindicinale - 10 febbraio 2006 - Anno 16 - Numero 3 Internet: “Ducato on line” - www.uniurb.it/giornalismo Distribuzione gratuita Spedizione in a.p. 45% art.2 comma 20/b legge 662/ 96 - Filiale di Urbino Case vuote e l’affitto va giù Per una camera fino a 50 euro in meno. Le agenzie: “Così da 2 anni” Sempre meno studenti in cerca di una stanza: libero un letto su 13 La provincia è fra le maglie nere in Italia per frequenza di inci- denti. La settimana scorsa è morto un giovane operaio in un cantiere di Urbania soffocato da un nastrotrasportatore. È solo un episodio che si aggiunge a una lunga lista di incidenti. So- no stati 384 in città, mentre a Fermignano 212. Sono 42 nel 2004 le invalidità permanenti. a pagina 5 Nei cantieri il flagello degli infortuni Lavoro Il Comune e l'Ersu si adeguano al decreto Scajola sul risparmio energetico, abbassando di un gra- do i riscaldamenti. Qualche im- piegato si lamenta, mentre il re- sponsabile dell'Ersu ammette: "Se certe sere non si accendono i ter- mosifoni oltre gli orari consentiti, gli studenti che vivono ai Collegi muoiono di freddo". a pagina 3 Il risparmio gela gli uffici Energia In meno di un secolo la campa- na di Canavaccio è scomparsa due volte dalla torre di Primici- lio. L’ultima volta negli anni Ot- tanta. Nessuno sa dove si trovi ma molti in paese un sospetto ce l’hanno. Un destino misterioso, non meno oscuro di quello rac- chiuso nella sua iscrizione. Sulla Brombolona è inciso il quadrato magico del Sator, un vero rom- picapo per storici e interpreti. a pagina 9 Per chi suona la campana Brombolona Misteri L'archivio di Stato che rischiava di essere trasferito a Pesaro ri- marrà in città. Destinazione: i locali a piano terra della scuola Pascoli. Comune e Ministero dei beni culturali hanno siglato l'ac- cordo per il restauro della nuova sede. Molti i dubbi delle opposi- zioni, ma il Sindaco si dice sod- disfatto. a pagina 3 Trovata la sede presto i lavori Archivio B isogna ricordare che i tagli al contributo all’Ifg erano già stati fatti in Giunta e poi in Commissione: da 310 mila a 258 mila euro, perché – si diceva – la politica di restrizioni del Governo non ci dà alternative. Poi però, in Consiglio, la coltellata alla schiena: via altri 100 mila euro, per darli ai “servizi sociali” (come se una Scuola di giornalismo fosse un golf club!). Sarebbe come se una società produttrice di com- puter chiudesse il suo ufficio studi per regalare latte condensato ai bambini africani. Di Pietro direb- be: che ci azzecca? Ma non c’è da scherzare. Vediamo poi che cosa significa questa decisione (che speriamo sia rivista: il bello della democra- zia è che si decide, talvolta si sba- glia, e ci si corregge). Significa che: la formazione dei giornalisti non è un interesse pubblico. Come dire che quando Ciampi invita la cate- goria a tenere la schiena dritta non bisogna prenderlo sul serio. Lasciamo dunque che i giornalisti siano scelti, formati e condiziona- ti dagli editori, come è sempre stato finora! Significa inoltre che la formazione dei giornalisti deve essere lascia- ta al ‘privato’ (infatti in certi ambienti della sinistra da poco convertiti al ‘mer- cato’ si sente dire: “che aumentino la retta, e il problema è risolto!”). Ora non tutti sanno che formare un giornalista multimediale, come oggi è necessario, costa circa 20 mila euro; occorrono investimenti nei laboratori e occorrono docenti specializzati, che di solito non hanno difficoltà a trovare un posto e quindi debbono essere pagati il giusto (quelli di Urbino sono pagati molto meno degli altri). E’ curioso che la sinistra marchigiana voglia ridur- re l’unica scuola della regione, e per avventura una delle migliori, a riserva per una élite alto-borghe- se. E’ stato detto che questo è l’enne- simo colpo portato al nord delle Marche dagli interessi (anche i piccoli hanno i loro “poteri forti”) prevalenti del centro-sud. Certi schieramenti di voto potrebbero lasciarlo credere, ma speriamo che non sia vero. Preoccupa però anche solo pensare che una scuo- la di giornalismo possa essere oggetto di baratti. La Scuola deve sopravvivere perché ci deve essere la convinzione che essa porta un contributo alla società in cui vive, e che centinaia di giornalisti cre- sciuti nella nostra regione conti- nueranno ad avere con le Marche un rapporto speciale. Finora è stato così. Per questo abbiamo visto con piacere moltiplicarsi gli interventi a favore dell’Ifg anche da parte di chi sa che possiamo dire grazie, ma non fare sconti a nessuno. La Regione chiude il rubinetto Ifg a rischio L’EDITORIALE Giornalisti a scuola: chi non li vuole? Non fa differenza che si parli di singole, doppie, mansarde o appartamenti: gli affitti per gli studenti scendono e ci sono sempre più letti liberi. In città, moltissime case sono ancora vuote (l'8%), anche se il mer- cato è in movimento. Le cause della crisi? Il calo di iscritti del- l'ateneo (2 mila in meno in 5 anni) e l'aumento dei pendo- lari: crescono gli studenti resi- denti nelle Marche e nella pro- vincia di Pesaro Urbino. Il costo di un posto letto è sceso, negli ultimi anni, anche di 50 euro al mese. In questo stesso periodo, in altre città universitarie, i prezzi per gli studenti sono raddoppiati. Secondo le agenzie immobi- liari i proprietari di case del centro storico resistono bene alla crisi, soprattutto quando puntano sulla qualità. Sono pochi, invece, gli studenti che decidono di andare a vivere nelle frazioni. Qualcuno corre già ai ripari: "Affittare - spiegano alla Gallanti - non conviene più. Ho 4 appartamenti vuoti. Appena mi capita l'occasione li vendo". Una tendenza con- fermata anche dalla nuova agenzia Domus Aurea: "Molti vendono perché affittare non è più un affare". Ma altri smor- zano i toni: "Noi puntiamo sulla qualità - dicono all'agen- zia Cangini - e per questo non abbiamo subito nessun calo". Antenne: piano del Comune per i telefonini l l Comune e i gestori di telefonia mobile cercano un accordo per migliorare la ricezione e esten- dere la rete Umts. Ma a bloccare la trattativa i vincoli paesaggistici. Intanto l'Agenzia regio- nale per l'ambiente assicura: "Gli impianti a Urbino sono a norma". In più, gratuitamente met- terà a disposizione un rilevatore per misurare l'intensità dei campi elettromagnetici delle anten- ne di telefonia, radio e televisione. a pagina 2 a pagina 7

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A cura della redazione dell'istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino

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  • ilDucatoP e r i o d i c o d e l l I s t i t u t o p e r l a f o r m a z i o n e a l g i o r n a l i s m o d i U r b i n o

    Quindicinale - 10 febbraio 2006 - Anno 16 - Numero 3Internet: Ducato on line - www.uniurb.it/giornalismo

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    Case vuote e laffitto va giPer una camera fino a 50 euro in meno. Le agenzie: Cos da 2 anni

    Sempre meno studenti in cerca di una stanza: libero un letto su 13

    La provincia fra le maglie nerein Italia per frequenza di inci-denti. La settimana scorsa morto un giovane operaio in uncantiere di Urbania soffocato daun nastrotrasportatore. soloun episodio che si aggiunge auna lunga lista di incidenti. So-no stati 384 in citt, mentre aFermignano 212. Sono 42 nel2004 le invalidit permanenti.

    a pagina 5

    Nei cantieri il flagellodegli infortuni

    Lavoro

    Il Comune e l'Ersu si adeguano aldecreto Scajola sul risparmioenergetico, abbassando di un gra-do i riscaldamenti. Qualche im-piegato si lamenta, mentre il re-sponsabile dell'Ersu ammette: "Secerte sere non si accendono i ter-mosifoni oltre gli orari consentiti,gli studenti che vivono ai Collegimuoiono di freddo".

    a pagina 3

    Il risparmiogela gli uffici

    Energia

    In meno di un secolo la campa-na di Canavaccio scomparsadue volte dalla torre di Primici-lio. Lultima volta negli anni Ot-tanta. Nessuno sa dove si trovima molti in paese un sospetto celhanno. Un destino misterioso,non meno oscuro di quello rac-chiuso nella sua iscrizione. SullaBrombolona inciso il quadratomagico del Sator, un vero rom-picapo per storici e interpreti.

    a pagina 9

    Per chi suonala campanaBrombolona

    Misteri

    L'archivio di Stato che rischiavadi essere trasferito a Pesaro ri-marr in citt. Destinazione: ilocali a piano terra della scuolaPascoli. Comune e Ministero deibeni culturali hanno siglato l'ac-cordo per il restauro della nuovasede. Molti i dubbi delle opposi-zioni, ma il Sindaco si dice sod-disfatto.

    a pagina 3

    Trovata la sedepresto i lavori

    Archivio

    Bisogna ricordare che i taglial contributo allIfg eranogi stati fatti in Giunta e poiin Commissione: da 310 mila a258 mila euro, perch si diceva la politica di restrizioni delGoverno non ci d alternative. Poiper, in Consiglio, la coltellata allaschiena: via altri 100 mila euro,per darli ai servizi sociali (comese una Scuola di giornalismo fosseun golf club!). Sarebbe come seuna societ produttrice di com-puter chiudesse il suo ufficio studiper regalare latte condensato aibambini africani. Di Pietro direb-be: che ci azzecca? Ma non c dascherzare. Vediamo poi che cosa significaquesta decisione (che speriamosia rivista: il bello della democra-zia che si decide, talvolta si sba-glia, e ci si corregge). Significa che:la formazione dei giornalisti non un interesse pubblico. Come direche quando Ciampi invita la cate-

    goria a tenere la schiena drittanon bisogna prenderlo sul serio.Lasciamo dunque che i giornalistisiano scelti, formati e condiziona-ti dagli editori, come semprestato finora!Significa inoltreche la formazionedei giornalistideve essere lascia-ta al privato(infatti in certiambienti dellasinistra da pococonvertiti al mer-cato si sente dire: che aumentinola retta, e il problema risolto!).Ora non tutti sanno che formare

    un giornalista multimediale,come oggi necessario, costacirca 20 mila euro; occorronoinvestimenti nei laboratori eoccorrono docenti specializzati,

    che di solito nonhanno difficolt atrovare un posto equindi debbonoessere pagati ilgiusto (quelli diUrbino sonopagati moltomeno degli altri).E curioso che la

    sinistra marchigiana voglia ridur-re lunica scuola della regione, eper avventura una delle migliori, a

    riserva per una lite alto-borghe-se. E stato detto che questo lenne-simo colpo portato al nord delleMarche dagli interessi (anche ipiccoli hanno i loro poteri forti)prevalenti del centro-sud. Certischieramenti di voto potrebberolasciarlo credere, ma speriamoche non sia vero. Preoccupa peranche solo pensare che una scuo-la di giornalismo possa essereoggetto di baratti. La Scuola devesopravvivere perch ci deve esserela convinzione che essa porta uncontributo alla societ in cui vive,e che centinaia di giornalisti cre-sciuti nella nostra regione conti-nueranno ad avere con le Marcheun rapporto speciale. Finora stato cos. Per questo abbiamovisto con piacere moltiplicarsi gliinterventi a favore dellIfg ancheda parte di chi sa che possiamodire grazie, ma non fare sconti anessuno.

    La Regionechiude

    il rubinettoIfg

    a rischio

    LEDITORIALE

    Giornalisti a scuola:chi non li vuole?

    Non fa differenza che si parli disingole, doppie, mansarde oappartamenti: gli affitti per glistudenti scendono e ci sonosempre pi letti liberi. In citt,moltissime case sono ancoravuote (l'8%), anche se il mer-cato in movimento. Le causedella crisi? Il calo di iscritti del-l'ateneo (2 mila in meno in 5anni) e l'aumento dei pendo-lari: crescono gli studenti resi-denti nelle Marche e nella pro-vincia di Pesaro Urbino.

    Il costo di un posto letto sceso, negli ultimi anni, anchedi 50 euro al mese. In questostesso periodo, in altre cittuniversitarie, i prezzi per glistudenti sono raddoppiati. Secondo le agenzie immobi-liari i proprietari di case delcentro storico resistono benealla crisi, soprattutto quandopuntano sulla qualit. Sonopochi, invece, gli studenti chedecidono di andare a viverenelle frazioni.

    Qualcuno corre gi ai ripari:"Affittare - spiegano allaGallanti - non conviene pi.Ho 4 appartamenti vuoti.Appena mi capita l'occasioneli vendo". Una tendenza con-fermata anche dalla nuovaagenzia Domus Aurea: "Moltivendono perch affittare non pi un affare". Ma altri smor-zano i toni: "Noi puntiamosulla qualit - dicono all'agen-zia Cangini - e per questo nonabbiamo subito nessun calo".

    Antenne: piano del Comune per i telefonini

    ll Comune e i gestori di telefonia mobile cercano un accordo per migliorare la ricezione e esten-dere la rete Umts. Ma a bloccare la trattativa i vincoli paesaggistici. Intanto l'Agenzia regio-nale per l'ambiente assicura: "Gli impianti a Urbino sono a norma". In pi, gratuitamente met-ter a disposizione un rilevatore per misurare l'intensit dei campi elettromagnetici delle anten-ne di telefonia, radio e televisione. a pagina 2

    a pagina 7

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    Ancora lontano lUmtsManca laccordo sulle nuove antenne. A rischio il paesaggio

    E fermo dal 2004 il piano del Comune per migliorare la rete di telefonia mobile

    Lo fornir lArpam

    CONCITA MINUTOLA

    come il raggio di luce di un faro",spiega Benini. Lo studio ha rilevato che la zona divia Buozzi molto buona per laricezione, anche se sono necessa-ri particolari accorgimenti, comeantenne camuffate a forma dicomignolo, per rispettare il pae-saggio. Nello stadio si potrebbeposizionare un'antenna in unodei piloni pi alti, mentre la zonaal confine con i collegi potrebbedare un buon servizio dirigendo ilsegnale verso la citt, nella zonapi lontana ai dormitori. Ma lastrada verso l'Umts ancoralunga.

    Anna e Ester si sonotrasferite a Urbino aottobre per studiare.Ma al loro arrivohanno avuto unabrutta sorpresa: "Il

    mio telefonino a volte non prendee i messaggi mi arrivano in ritardo,anche il giorno dopo" dice Anna,che ha la Vodafone, mentre perEster "la Tim prende un po' di pi,anche se a volte non c' rete".Giulia invece vive a Urbino da treanni e racconta che quando abita-va vicino al centro storico il suotelefonino non prendeva. "Io hoseri problemi conquesto telefoninoWind ogni voltache vengo al cen-tro, spesso a casale chiamate siinterrompono eho delle difficoltcon l'Umts" diceDaniela. Moltirinunciano acomprare un tele-fonino di ultimagenerazione per-ch non tutte lezone sono coper-te dall'Umts, una rete che serve atrasmettere dati sia audio chevideo. Ma aggiungere antenne permigliorare la copertura di rete aUrbino davvero un'impresa,perch ci sono dei vincoli paesag-gistici da rispettare. E poi ci sonole preoccupazioni degli abitanti,che non vogliono un'antenna avegliare sulle proprie case. E allo-ra, cosa si sta facendo per venireincontro a tutte le esigenze? Dallafine del 2004, quando il Comuneorganizz una conferenza dei ser-vizi con i gestori di telefonia mobi-le, con l'Asl e l'Arpam (Agenziaregionale per la protezione

    ambientale delle Marche) e con leassociazioni ambientaliste, non si ancora raggiunto un accordo. IlComune ha messo allo studio unpiano per la rete di telefoniamobile, chiedendo ai gestori diproporre dei siti dove istallarenuovi impianti. "Per l'Umts, tutti igestori hanno indicato zone pi omeno a ridosso delle mura, per-ch una rete che ha bisogno dilavorare su distanze brevi" dice ilresponsabile per la telefonia delComune, l'architetto RobertoImperato. Nel corso del 2005 sonoarrivate otto proposte di questotipo. Ma tutto ancora fermo per-ch "ancora non ci sono propostedettagliate", spiega Imperato, non

    solo per i sitirichiesti, maanche per la tipo-logia di impianti.Da parte loro, igestori di telefoniachiedono pi col-laborazione: "chiaro che per noiUrbino un sito digrande interesse,arrivano moltechiamate ai nostricall center, ma nonpossiamo miglio-rare il segnale se ilComune non ci d

    l'assenso" lamenta MariellaPalermo dall'ufficio stampa dellaVodafone. E anche la Tim sullastessa posizione: "Noi abbiamoconsapevolezza delle difficoltdovute all'insufficiente coperturaGsm. Quindi nostra volontmigliorare il servizio e poi garanti-re anche l'Umts, ma necessariamaggiore collaborazione da partedelle autorit locali", spiegaRoberta Quattrini, responsabiledell'ufficio stampa Tim. Intanto ilComune ha commissionatoall'Arpam uno studio per monito-rare gli impianti esistenti e perindividuare zone dove poter met-

    tere nuove antenne senza com-promettere la salute degli abitanti."Tutti gli impianti attivi sonoabbondantemente a norma", diceLuciano Benini, responsabiledell'Arpam. Per le nuove installa-zioni, il comune ha chiestoall'Arpam di studiare tre zone:quella vicino allo stadio, la zonadei collegi universitari e quella divia Buozzi, sopra Mercatale.Criterio dello studio che non cisiano abitazioni o siti sensibili nelraggio di 200 metri e che non ci siaun eccessivo dislivello tra la posi-zione dell'antenna e di una casa,perch "il campo viene emesso

    Si pu mettere in giardi-no, sul terrazzo, accantoa una finestra: sembraun semplice tubo, ma inrealt una centralinache misura i campi elet-

    tromagnetici ad alta frequenza,ovvero le onde emesse da antennedi telefonia mobile, radio e televi-sione. Questa centralina un apparec-chio che il Servizio radiazioni erumore dell'Arpam (Agenziaregionale per la protezioneambientale delle Marche) mettera disposizione di chi teme l'inqui-namento elettromagnetico. Ma lanovit che per sapere se la pro-pria casa sicura il cittadino nondovr pagare: "Fino a settembre2006 - spiega Luciano Benini,responsabile del Servizio radiazio-ni e rumore - grazie a un progettonazionale siamo in grado di offrireun servizio in pi gratuitamente".Per rendere l'analisi pi accurata,la centralina deve misurare icampi elettromagnetici 24 ore su24 per una settimana. Sono inmolti infatti a richiedere analisiprivate, oltre quelle dell'Arpam,perch rimane sempre il dubbioche le emissioni di onde possanocambiare dopo il controllo, maga-ri aumentando di notte o duranteil week-end. Gli interessatipotranno richiedere l'installazio-ne della centralina chiamando ilServizio radiazioni e rumoredell'Arpam al numero0721/3999564. Gli urbinati per possono staretranquilli: secondo l'ultima rileva-zione dell'Arpam, Urbino non una citt con problemi di inquina-mento elettromagnetico. Almenoin base ai risultati del monitorag-gio effettuato su tutte le antennedi telefonia nel territorio. "Questostudio ci stato commissionatodal comune che ha richiesto -dice Benini - di rimisurare le ondeemesse dalle antenne, oltre inostri controlli periodici". Sonosedici gli impianti attivi monitora-ti: otto della Vodafone, di cui tre alcentro storico e le altre fuori lemura; la Tim ne ha quattro, una invia Giro del Cassero, una in viaCalamandrei e le altre due all'e-sterno; quattro antenne Windposizionate fuori dal centro stori-co. "Sono tutte abbondantementesotto il limite di 6 volt su ognimetro, che il limite previsto perlegge" assicura Benini. Anche ledue antenne che hanno semprepreoccupato di pi, l'antenna Time quella Vodafone al Giro delCassero, proprio vicino al liceoscientifico Laurana, sembrano anorma: "Abbiamo registrato valoripari a 2 volt su ogni metro in unpaio di aule, peraltro chiuse, men-tre nelle altre aule i valori sonoaddirittura pi bassi" assicura ilresponsabile dell'Arpam. (c.m.)

    Completamente al buio. Cos sipresenteranno la FortezzaAlbornoz, Palazzo Ducale e alcunevie del centro storico la sera digioved prossimo 16 febbraio dalle19 alle 19,30, in occasione dellaseconda Giornata nazionale delrisparmio energetico.Dal pomeriggio in piazza dellaRepubblica sar inoltre allestitoun punto informativo sul risparmioenergetico: saranno distribuitelampadine a basso consumo esaranno esposte tecnologie per losfruttamento di energie rinnovabili.

    L'iniziativa conosciuta con lo slo-gan "M'illumino di meno" ed promossa dalla trasmissione

    Caterpillar di Radio due per sensi-bilizzare i cittadini a risparmiare lamaggior quantit possibile di ener-

    gia nell'arco di una giornata. Quest'anno aderisce pure il comu-ne di Urbino, che nei prossimimesi organizzer alcuni seminariinformativi sulle tecniche di bioedi-lizia e sulle applicazioni pratichedello sfruttamento di energie rin-novabili. L'invito a spegnere perqualche ora le luci stato rivoltodall'amministrazione anche ascuole e associazioni di categoria,sociali e ambientaliste. Per infor-mazioni contattare il Serviziosegreteria e attivit produttive allo0722/309282. (s.l.m.)

    LINIZIATIVA

    Centro storico al buio per risparmiare energia

    Le zone dello stadio, dei collegiuniversitari e di via Buozzicandidate per nuovi impianti

    Gli studenti si lamentano:

    non ccoperturae i nostritelefonini

    non prendonoCentralina per la misurazione di campi elettromagnetici

    Un rilevatoreper misurareil rischio-onde

  • 3CITT

    LAURA VENUTI

    Un grado in meno uno starnuto in pi

    Dopo lapplicazione del decreto sullenergia

    Pronti i controlli della Guardia di finanza negli uffici pubblici

    Aq u a l c u n opiace caldo",o almeno cosdiceva il titolodi un esilaran-te film con

    Marilyn Monroe. Ma se delsalotto di casa che si parla, daridere c' ben poco, perch dal-l'inizio di febbraio anche i forza-ti delle temperature hawaianehanno dovuto abbassare i ter-mosifoni. O meglio, avrebberodovuto farlo secondo il decretoemanato dal ministro Scajolaper fronteggiare la crisi delle for-niture del gas. Per tutto il mesedi febbraio la temperatura deitermosifoni non dovr superare i19 gradi, ma grazie alla soglia ditolleranza di fatto si pu arrivarefino a ventuno. Anche le ore diaccensione vanno ridotte: nelcaso di Urbino tocca scendereda 14 a 13 ore al giorno. A con-trollare che il decreto vengaapplicato alla lettera - ha annun-ciato Scajola qualche giorno fa -ci saranno i finanzieri che, ter-mometro alla mano, andrannoin giro per gli uffici pubblici. Ma gli urbinati questi riscalda-menti li avranno abbassati vera-mente? Per controllare gli ufficidel Comune e del Tribunalebasta dare un'occhiata alloschermo del computer che gesti-sce tutto il sistema e monitora letemperature stanza per stanza."Dagli inizi di Febbraio abbiamofatto settare la temperatura a 19gradi" spiega Maurizio Burestadell'Ufficio tecnico. Al nuovocorso sembra essere sfuggitaqualche caldaia degli uffici di viaPuccinotti, rimasta a 21 gradi,comunque nella soglia di tolle-ranza. A molti dipendenti perquesto decreto proprio non vagi. "Abbiamo ricevuto un belpo' di telefonate di protesta.Stamattina ci hanno assaliti indieci", scherza Buresta, mentreun'impiegata gli fa eco: "Nonposso fare altro che lamentarmi.In giornate come questa - fuoriil termometro segna zero gradi -quando arriviamo in ufficio cisaranno sedici gradi; e standofermi il freddo si sente". Dovenon arriva l'impianto comunalesi sopperisce con quelle stufetteelettriche che si vedono in giroper gli uffici e che, naturalmente,consumano energia. Di buonoc' comunque che, grazie alnuovo decreto, forse si riuscir arisparmiare qualcosa:"Speriamo di arrivare a un 6% inmeno", spiega Lino Mechelli,assessore ai Lavori pubblici. Anche all'Ersu sembrano essereligi alle regole imposte dal mini-stero, ma con qualche eccezio-ne. "Le temperature e gli orari diaccensione sono stati adeguatialle richieste del decreto - diceAntonio Pandolfi, responsabile

    dell'ufficio manutenzione - mamentre per Palazzo Corboli o perla casa dello studente nonabbiamo problemi, perch sonoc o s t r u z i o n inuove, con i col-legi abbiamoqualche gatta dapelare in pi. Gliimpianti sonovecchi, quindid i f f i c i l m e n t enelle stanze siraggiunge la tem-peratura pro-g r a m m a t a .Cerchiamo distare entro i limi-ti, ma quandol'inverno si fasentire prolunghiamo l'accen-sione di qualche ora anchedurante la notte. Se non facessi-

    mo cos gli studenti morirebberodi freddo". Anche il risparmio in terminieconomici legato allo stato

    degli impianti. "Icollegi pesanoper circa l'80%sulla spesa totaleper i riscalda-menti per cui,con una strutturaad altissima dis-persione comequella, non credoche riusciremo afare molta econo-mia", spiegas c o n s o l a t oPandolfi.Chi sul risparmio

    sembra contarci EnnioPiermattei, amministratore didiversi condomini: "Credo che

    servir di pi la riduzione diun'ora rispetto a quella di ungrado, ma comunque si spende-r un po' meno. Anche per que-sto negli stabiliche gestisco sonostati in pochi alamentarsi deinuovi orari".Qualcuno, comela signora MarisaPacchielli, candi-damente ammet-te che solo grazieal decreto scesada 25 a 20 gradi,"ma non li tengomica accesi tuttoil giorno".Sembra per chegli urbinati la teoria del rispar-mio energetico (e soprattuttoeconomico) l'abbiano scoperta

    da un pezzo. "Siamo una genera-zione temprata - scherza SergioPretelli, professore di storia eco-nomica in pensione - a casa mia

    non siamo maiandati oltre i 18 -20 gradi". In fondo, comespiega LucianoCeccarelli, mem-bro dell'accade-mia Raffaello e dasempre forzatodei diciotto gradi,"pare che anchela reginad ' I n g h i l t e r r aquando invita isuoi ospiti aB u c k i n g h a m

    Palace gli dica di portare qualchemaglione in pi". D'altronde, sisa, con quei soffitti cos alti

    Le lamentelenegli ufficicomunali:Chi sta

    seduto tutto il giorno

    sente freddo

    Anche lErsusi adegua

    Ma ai collegiserve

    qualche ora di accensione

    in pi

    Larchivio storico resta in cittLa firma c'. Nero su bianco. L'archiviodi Stato rimane a Urbino. Dopo mesidi incertezze, dopo la minaccia disfratto da parte dell'Ersu - che da anni ospi-ta l'archivio nel solaio di Palazzo Corboli invia Veneto - e la paura di dover trasferire lamemoria storica della citt a Pesaro, eccola soluzione. L'archivio si sposta al pianoterra della scuola media-elementareGiovanni Pascoli. Comune e ministero deiBeni culturali hanno sottoscritto, proprio lascorsa settimana, un comodato d'uso del-l'edificio di 10 anni che prevede un finan-ziamento di circa 450.000 euro per ristrut-turare i locali: 400.000 euroarriveranno da Roma, ilresto sar pagato daUrbino.Soddisfatto l'assessore ailavori pubblici LinoMechelli: "Dopo 20 anni didiscussioni e progetti, final-mente siamo riusciti a tro-vare una soluzione. I localidella scuola Pascoli hannole caratteristiche giuste perpoter ospitare l'archivio:sono spaziosi, i soffitti alti,la temperatura adeguata.Per ora non potevamo chie-der di meglio".Per ora. Perch secondo leintenzioni del Comune laPascoli dovrebbe essere solo una sede prov-visoria, in attesa di spostare, quando i lavo-ri saranno finiti, l'archivio a palazzoGhepardi. "E' un progetto che vorremmorealizzare in 5 anni - continua Mechelli -palazzo Gherardi potrebbe diventare il poloarchivistico della citt e ospitare quindianche l'archivio". Ma Roma la pensa diver-

    samente: "L'idea di un polo archivistico -afferma la dottoressa Bidolli del Ministeroper i beni culturali - va di pari passo conquello dell'archivio. E' molto improbabileche nei prossimi anni l'archivio si sposti dinuovo e poi, per la ristrutturazione dell'ex-palazzo di Giustizia, si dovranno trovare ifondi. Si tratta di un progetto milionarioche richieder non solo molto tempo, maanche uno sforzo economico da parte dellaregione Marche".Provvisoria o definitiva, la memoria storicadella citt salva. Ora si aspetta solo l'iniziodei lavori alla Pascoli che - dicono alComune - potrebbero essere conclusi gientro l'anno. A vederla adesso per, la sede piuttosto inospitale: calcinacci, finestre

    divelte, portoni bruciati e muffa ovunqueprovocata dalle molte infiltrazioni d'acquae dalle tubature dell'ex-refettorio ormaifuori uso.Se i soldi possono fare miracoli, rimanecomunque chi giudica il progetto di piazza-re l'archivio in una scuola alquanto bizzar-ra: "Una soluzione andava trovata - inter-viene Lucia Ciampi, consigliere dell'Udc -ma non condivido la scelta della Pascoli.C'erano delle alternative; perch propriouna scuola? I locali a piano terra che anni fautilizzava l'Accademia di Belle Arti eranostati liberati per essere utilizzati dalla scuo-la, mentre verranno occupati di nuovo.Certo, l'amministrazione assicura che sitratta di una sede provvisoria, ma a Urbino

    tutto provvisorio finch ilprovvisorio non diventa eter-no".Pronta la risposta del sindacoFranco Corbucci:"Dovrebbero ringraziarmi,dopo vent'anni ho trovatouna soluzione ideale e ho evi-tato la perdita del nostroarchivio. Le critiche mi sem-brano decisamente fuoriluogo".Intanto, alla Pascoli ci si orga-nizza come si pu. La notiziaufficiale non ancora arriva-ta ma gi si pensa ai prossimimesi. "Avere l'archivio diStato nella nostra scuola -interviene la preside Maria

    Pia Tittarelli - prestigioso, ma soprattut-to l'occasione per ottenere il restauro diquesti spazi straordinari ma ormai fatiscen-ti. Io avrei voluto farci la biblioteca, madevo accettare la scelta del Comune.Speriamo almeno che mantengano le pro-messe e che ci restituiscano i locali primache io vada in pensione".

    ILARIA IACOVIELLOALESSIA GIZZI

    Uno dei locali della scuolaG.Pascoli che ospiteranno larchivio di Stato dopo il restauro

    Accordo tra Beni Culturali e Comune. Scongiurato il trasferimento

  • ilDucato

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    In citt tutti daccordo sulla legittima difesa

    Pi sicuri con la pistolaLEONARDO ZELLINO

    Bang!Bang!Bang! Apochi giorni dal-l'approvazione del-la nuova legge sullalegittima difesa cherende ogni cittadi-

    no guardiano della propria casacon "licenza di uccidere", a Urbi-no tutti sembrano d'accordo: "E'quello che ci voleva per contra-stare la malavita". Parere comu-ne quindi, ma niente file davan-ti al commissariato per chiedereil porto d'armi.A novembre, alcuni malviventihanno derubato il negozio dielettrodomestici di Enrico, in viaprovinciale Feltresca: "Se te litrovi davanti vorresti tirargli ad-dosso qualsiasi cosa. Se hai unapistola in mano spari. La nuovalegge serve per star dietro a queifarabutti". "Se avessi avutounarma quando i ladri si sonoaffacciati qui, non so se l'avreiusata - racconta Rita, 53 anni,che vive col figlio in una casa ditre piani sulla strada deserta cheda Urbino porta alla Sogesta -magari per sarebbe serviva co-me deterrente".Gli urbinati hanno paura. Tra no-vembre e dicembre tutta la zona,da Fermignano a Borgo Pace, stata saccheggiata da una bandadi topi d'appartamento. C' laleggenda che a Gadana in quelperiodo gli abitanti prima di an-dare a dormire lasciassero i soldisul tavolo per evitarsi lo spiace-vole incontro coi malviventi.

    "Quest'anno i furti si sono con-centrati in un periodo specifico -spiega il commissario AntonioSguanci - ma nel complesso sia-mo nella norma. "Nel 2005 -continua Sguanci - abbiamoavuto 3 rapine e 188 furti, l'annoprecedente 8 rapine e 158 furti".I cittadini hanno comunque inervi a fior di pelle e forse perquesto sono favorevoli alla nuo-va legge. La possibilit di difen-

    dersi da soli li rende pi sicuri.L'unica voce fuori dal coro quella di un benzinaio che vuolel'anonimato: "Adesso i ladri fan-no le rapine usando a volte solouna bomboletta. Dopo sar il FarWest!". Per ora non sono moltiquelli che sono corsi all'armeria."Con l'ingresso della legge - spie-gano al commissariato di borgoMercatale - in molti sono venutia chiedere informazioni per ot-tenere la licenza. Ma poi hannodesistito". Nel 2005 tra rinnovi eprimi rilasci, le "licenze di portod'armi per uso caccia" conse-

    gnate dal commissariato sonostate 288, praticamente comenel 2004. Detenere un'armacomporta enormi rischi, roba dapensarci due volte: in caso dismarrimento scatta la denunciaper "omessa custodia dell'ar-ma" e c' l'arresto nei casi di de-tenzione illegale. Negli ultimidue anni la procura di Urbino haaperto 50 processi a carico dipersone che custodivano illegal-mente un arma. Un giro di vitecostato all'80% di loro 5 anni e 20giorni di reclusione. Insomma, lo scenario apertodalla nuova legge resta compli-cato e ricco di implicazioni. Il di-segno di legge 1899, approvato il24 gennaio scorso, prevede chechiunque, a casa o sul posto di la-voro si senta minacciato o aggre-dito possa difendersi usandoun'arma legittimamente dete-nuta. Anche quando, e questa una novit, in pericolo non c' lavita dell'aggredito ma i suoi benimateriali. L'altra novit riguardachi uccide il ladro che non vienepi processato per "eccesso didifesa", perch la reazione sempre considerata "propor-zionata" all'offesa, anche se lag-gressore munito solo di un ta-glierino. "Rispetto a prima -spiega Claudio Coassin, procu-ratore della Repubblica di Urbi-no - tutto uguale se si tratta dirapina a mano armata. Diverso se chi si introduce in casa dis-armato. In questi casi si potreb-bero avere mostri giuridici, percui se il vicino ubriaco sbagliaporta viene ucciso".

    GIANLUIGI TORCHIANI

    Al ritorno dalle festenatalizie i giovanigenitori urbinatihanno dovuto farei conti con una sor-presa poco gradi-

    ta. La giunta comunale ha au-mentato del 12% la tariffa degliasili nido (da 0 a 3 anni), cos co-me quelle del servizio mensaper le scuole dell'obbligo e del-l'infanzia. Cos da gennaio inpoi, per iscrivere i bambini ne-gli asili nido comunali di Urbi-no, le famiglie con un redditoinferiore ai 20.658 euro spende-ranno 140 euro di quota fissamensile (fino a 5 giorni di pre-senza con orario corto) contro i129 euro della vecchia tariffa. Lecoppie con reddito superiore aquesta soglia spenderanno orainvece 170 euro, ossia 15 euro inpi di prima. Il motivo? La delibera del 16 di-cembre parla chiaro: l'aumentodelle tariffe "appare giustifica-bile" sia per l'elevato costo rea-le dei servizi rispetto alla quotapagata dagli utenti, sia per l'au-mento del costo della vita maanche perch le tariffe applica-te in altri comuni"risultano di nor-ma superiori aquelle del no-stro". Ma non tut-ti sono d'accor-do: "Non riesco atrovare una giu-stificazione perquesti aumenti,che sono netta-mente superioria quelli di unsemplice ade-guamento del-l ' inf lazione -spiega la giovane mamma di unbambino dell'asilo nido Tarta-ruga. Non giusto che questiaumenti avvengano in pienoanno scolastico, perch le fami-glie fanno dei conti prima diiscrivere i bambini nei nidi. Soche a Pesaro i genitori sono ri-usciti ad annullare un provvedi-mento di questo tipo, potremoprovarci anche qua".Altri geni-tori sono invece pi conciliantiverso il Comune, come GiorgioUbaldi, rappresentante dei ge-nitori dell'asilo Tartaruga: "Pur-troppo i comuni come Urbino

    sono messi in condizione di do-ver fare questi aumenti a causadei tagli del governo. Certo cheora diventa pi difficile per le fa-miglie, che spesso vivono di la-vori precari, far frequentare gliasili ai bambini". Massimo Spa-lacci, assessore comunale aiservizi educativi, difende ilprovvedimento: "Si trattato diuna decisione obbligata: a Ur-bino le tariffe comunali degliasili nido erano ferme dal 2001 ei continui tagli dei trasferimen-ti ai comuni da parte del gover-no ci hanno imposto questi au-menti". Ma non era meglioadottare questo provvedimen-to all'inizio dell'anno per evita-re disagi ? "Purtroppo esiste unasfasatura tra la data d'inizio del-l'anno scolastico, che parte asettembre, e quella di approva-zione del bilancio, il 16 gennaio.Vorrei comunque sottolineareche secondo l'associazione deiconsumatori Cittadinanzattivale rette degli asili nido sono au-mentate nell' ultimo anno del33%, ossia molto di pi che a Ur-bino che vanta anche una delletariffe pi basse d'Italia". Il rap-

    porto 2005 diCittadinanzatti-va indicava in-fatti Urbino co-me la terza cittcon i prezzi me-no cari d'Italia(facendo riferi-mento alla se-conda fascia del-la quota fissamensile, ossia155 euro), prece-duta solamenteda Chieti con147 euro, e da

    Roma con 146 euro. I costi deinidi della citt ducale non te-mono infatti confronti nel restodella provincia: a Fermignanole famiglie spendono 275 europer la frequenza a tempo pienoe 207 euro per il tempo pieno. A Pesaro la spesa, sabato esclu-so, di 243 euro per l'orario cor-to e di 326 euro per il tempo pro-lungato .Infine a Cagli, oltre i 16.000 eu-ro di reddito, si spendono 202euro di quota per il part time esino a 255 per il tempo prolun-gato.

    Dopo i furtidi novembre gli urbinati

    hanno paura ma c chi

    teme il Far West

    Asili nido pi cariTariffe +12%

    Lassessore Spalacci: Colpa dei tagli

  • 5CITT

    La provincia ottava per frequenza

    Troppe vittimenei cantierie molti precari Nella zona territoriale di Urbino384 incidenti. Lavoro nero e subappalti irregolari fra le cause

    Nella tabella gli infortunisul lavoroa Urbino e provinciaSotto uncantiereedile

    LUIGI BENELLI

    Un triste primato.La provincia aiprimi posti fraquelle italianeper frequenza diinfortuni sul la-

    voro. E Urbino segue la tenden-za provinciale e regionale. Lasettimana scorsa alla Cava Salvidi Urbania un uo-mo morto sof-focato dal nastrotrasportatore. solo l'ultimo inordine di tempodi una serie di in-cidenti sul lavo-ro. Il fenomeno diffuso e le causesono molteplici. I dati prvincialiInail elaboratidalla Cgil parla-no chiaro: nel-l'ultimo annoesaminato, il 2004, ci sono stati9.566 infortuni sul lavoro. Sicu-ramente in calo rispetto al datodel 2001, anno in cui furono10.393. Ma non abbastanza, co-s la provincia l'ottava sulle ol-tre 100 province nazionali perfrequenza di infortuni sul lavo-ro. Su ogni 1000 lavoratori oltre51 subiscono un infortunio inun anno. La regione invece alquarto posto. Nel distretto di Urbino su 27 mi-la lavoratori e quasi 7000 azien-de, la Asur 2, l'azienda sanitariaterritoriale ha contato 1648 in-fortuni nei 27 comuni che con-trolla. Questo significa che capi-tano 6 incidenti ogni 100 lavora-tori. Solo a Urbino sono stati 384mentre a Fermignano 212. Gliincidenti mortali sono stati 2 evanno ad aggiungersi ai 62 lavo-ratori che hanno perso la vitanegli ultimi 5 anni in provincia. Ma oltre all'aspetto quantitati-vo, la provincia di Pesaro si ca-ratterizza anche per quanto ri-guarda la gravit degli infortuni,ovvero il rapporto tra le conse-guenze degli infortuni, espressein giornate perdute, e il numerodei lavoratori esposti. Nella gra-duatoria nazionale al 18 postoper gravit degli infortuni in-dennizzati. Dato in tendenzacon quello della zona territoria-le di Urbino dove nel solo 2004ben 42 incidenti hanno causatoinvalidit permanente e 1154quella temporanea. I settori picolpiti sono il metalmeccanicocon 224 infortuni, seguono il

    comparto edilizio con 223 e l'in-dustria del legno con 186. Il fenomeno stazionario da an-ni e la Asur 2 di Urbino si impe-gna per prevenirlo anche sespesso ci sono fattori che sfug-gono al controllo e alla logicadella sicurezza. Ne parla Euge-nio Carlotti, responsabile per ildistretto di Urbino e Fermigna-no del Servizio per la prevenzio-ne degli infortuni: "Noi lavoria-

    mo su due fattori:la vigilanza, fon-damentale neicomparti pi a ri-schio come l'edi-lizia. Qui abbia-mo attivato uncontrollo costan-te sul 20% di can-tieri. Poi la for-mazione, l'assi-stenza e l'infor-mazione alle im-prese. Abbiamolanciato un corsodi formazione al-

    le imprese edili provinciali, ob-bligatorio per l'allestimento e losmontaggio di ponteggi. Entro il2006 saranno formati 300 lavo-ratori". Il controllo ha portato arisultati concreti. Il servizio diprevenzione si concentratosoprattutto sul comparto me-talmeccanico nel triennio 2002-2004. I sistemi di vigilanza suicriteri di sicurezza hanno porta-to a un calo di infortuni del 20%.Infatti dai 244 incidenti del 2002si passati ai 196 del 2003. Manel 2004 una nuova impennata:

    224. "Le cause sono allo studio -continua Carlotti - la verifica pidifficile per riguarda l'edilizia.Non sempre ci sono le condizio-ni di sicurezza con lavoratori innero e subappalti irregolari.Questo dipende dal fatto cheuna parte della forza lavoro composta da extracomunitari e

    lavoratori atipici, situazioni incui la formazione non raggiun-ge assolutamente livelli di de-cenza". Gi, gli extracomunita-ri. significativo il numero degliinfortuni che colpisce questi la-voratori: 1.558 casi denunciati

    in provincia, pari al 16,3% del to-tale. Non solo: sono in crescitadel 4,4% rispetto all'anno prece-dente. "Questa una zona ad al-tissima concentrazione di ex-tracomunitari - spiega PeppinoTarsi, coordinatore della Cgil diUrbino - e i lavoratori stranierigeneralmente sono impiegati

    nei lavori pi pericolosi spessosenza neanche un'adeguataformazione. Se non eseguonovengono licenziati, ma fannotutto, perch altrimenti graziealla Bossi-Fini vengono riman-dati a casa. un fenomeno di-

    rompente cos come la precarietdel lavoro. I lavori ormai duranoqualche mese. impossibilecreare una cultura della sicurezzain queste condizioni di mobilit".Infatti cresce del 6,4% anche il nu-mero degli infortuni dei lavorato-ri parasubordinati: 109 casi nel2004. Ma ci sono anche altre cau-

    se. "La parcellizzazione delleaziende ha risvolti devastanti -continua Tarsi - Ormai nasconoanche nei sottoscala senza suffi-cienti condizioni di sicurezza. Pernon parlare del lavoro nero. Gli in-fortuni sono tutti mascherati.

    Fra i piesposti glistranieriLa Cgil:

    Manca unaformazioneadeguata

    Sergio Tempesta e MariaLuisa De Angeli taglianoil traguardo del mezzosecolo d'amore.Il 12 febbraio 2006festeggiano cinquant'an-ni di matrimonio con unacerimonia nella chiesadell'Oratorio di SanGiuseppe, la stessa incui si sono sposati nel1956.Pesarese lui, urbinatelei, i coniugi Tempestasono molto conosciuti a

    Urbino. Per oltre 6 anniSergio Tempesta statoinfatti il presidentedell'Associazione per lerievocazioni storichedella citt ducale, di cui anche uno dei soci fon-datori.In pi occasioni, durantele sfilate della festa delDuca, che cade ognianno nella terza domeni-ca di agosto, ha vestito ipanni del duca Federicoda Montefeltro.

    LANNIVERSARIO

    Mezzo secolo dimatrimonio per il duca Federico

  • ilDucato

    6

    Quando lape figlia dei fiori Visita alla fattoria di un triestino arrivato nel 1980 a San Giovanni in Ghiaiolo

    Giovani stufi della citt si ritrovarono nelle Marche per vivere in campagna. Con un motto: piccolo bello

    Al concorsonazionale di Montalcinoprimo premio per il suo mieledacacia

    Trieste, 1980. Unragazzo di 26 anni,Roberto Podgornik,decide di trasferirsinelle Marche pervivere in campagna.

    Non il solo. Come lui, altrigiovani "no global" ante litte-ram in quegli anni lasciarono ilNord Italia e comprarono unpezzo di terra qui, a prezzi piabbordabili, per mettere su unafattoria. Puntando sul miele,ma non solo. L'idea era di pian-tare alberi da frutto, allevareuna mucca, vivere dei prodottidella campagna. Con un motto,"piccolo bello": tutto biologi-co, niente monoculture. E conun problema: Roberto, come lamaggior parte dei suoi compa-gni di avventura,non aveva maivisto un alvearein vita sua."Avevo studiatoda perito indu-striale - raccontaPodgornik, cheadesso ha 52anni e vive sullecolline di SanGiovanni inGhiaiolo - e lavo-ravo in fabbrica,a Varese. A uncerto punto hodetto: basta. Sono venuto aUrbino con la mia fidanzata,ora mia moglie, e ho comprato5 ettari di terreno". Una cam-pagna da coltivare, un rudere

    da restaurare e, soprattutto, unmestiere da imparare. "Sonoandato dai contadini del luogoa chiedere consigli. Sono gratoa tutti loro per quello che ho

    imparato".Mentre Robertoparla, un'apeesce da una dellecasette di legno,in fila tra i noc-cioli. "Quandoc' freddo - spie-ga - stanno den-tro, una vicinaall'altra, e for-mano una speciedi gomitolo: nelcentro, copertadalle altre, stal'ape regina. In

    questo modo resistono anchese fuori ci sono 40 gradi sottozero". Aspettando la primavera. l che arriva il difficile:"Quando fiorisce l'acacia, a

    maggio, basta poco a rovinaretutto: il vento, la pioggia, unacattiva gestione dell'apiario".Quest'anno andata bene: ilmiele d'acacia di Podgornik stato selezionato alconcorso nazionaledi Montalcino e havinto il primo pre-mio qualit tra imieli della regione."Non hanno trovatoniente, nessunatraccia di antiobio-tici o di veleni!" diceRoberto: in questianni, assieme adaltri apicoltori dellazona, ha collaboratocon l'Agenzia servizisettore agroalimen-tare delle Marche, che ha ana-lizzato gratuitamente campionidi miele. "Ma non parliamosolo di me, il polline delMontefeltro che di qualit".

    Eppure qui, come nel restod'Italia, la gente preferisce ilmiele industriale. "Di questo il60 per cento viene dalla Cina oda altri paesi, spesso trattato

    con antibioti-ci proibiti inItalia". Conquale ricadu-ta sui suoig u a d a g n i ?Roberto alzale spalle. Perlui non cam-bia molto: "Ilnostro picco-lo stipendioconsiste nellaquasi auto-s u f f i c i e n z a ,c o m p r i a m o

    poco da fuori. Vendiamo ilmiele, 20 quintali all'anno, madirettamente a casa, ai mercati,a gruppi di acquisto solidale o aqualche negozio specializzato".

    Podgornik ora seduto sul bal-cone di casa sua: "Da qui guar-do i campi, il tempo, ma anchele famiglie rimaste. Siamo solonoi cinquantenni, gli stessiarrivati qua negli anniOttanta". Non c' stato ricam-bio generazionale. "Ora diffi-cile trovare un ragazzo dispostoa scegliere un vita cos: ci vuoleuna buona schiena, devi sop-portare i pizzichi delle api,essere pronto a veder buttatovia il lavoro di un inverno se leapi si ammalano". Il mestiere sta scomparendo,dice Roberto, lui per ha lacoscienza pulita: "Una dellemie figlie insegna a Pavia, l'al-tra studia a Urbino all'Istitutod'arte. D'estate ci aiutano,hanno un legame fortissimocon la terra: tutte e due sono ingrado di mungere una mucca,di fare il formaggio, di guidareun trattore".

    A 26 anni non aveva

    mai visto unalveare:

    Ho imparatodalla gente

    di qui

    Tanto lavoroe buonaschiena

    Il mestierescompare

    restiamo solonoi 50enni

    LAURA TROJA

    RobertoPodgorniktra le suearnie

  • 7ECONOMIA

    Urbino museo acielo aperto ocitt viva di abi-tanti. E' semprequesto il dilemmaquando si deve

    amministrare un gioiello comela Citt Ducale dichiarata patri-monio dell'umanit. Sembrache questa volta il comuneabbia tentato di coniugare ledue esigenze per farle convive-re pacificamente. Il 18 gennaioscorso il Consiglio comunaleha infatti approvato all'unani-mit il nuovo Piano del com-mercio, un primo passo inavanti per ridisegnare la nuovaUrbino del futuro. E' un testo diriferimento che fornisce indi-cazioni generali per la pianifi-cazione delle attivit commer-ciali nel territorio comunale. Suuna popolazione di pi di15300 residenti, infatti in tuttoil comune esistono ben 322esercizi commerciali, che ven-dono merce di ogni tipo. Soloall'interno delle mura ve nesono 160. Proprio al centro sto-rico il nuovo piano del com-mercio dedica una attenzioneparticolare classificando ciche dentro Urbino si pu ven-dere. Sono banditi negozi diauto e motorini, quelli di mate-riali edili, benzinai e rivenditedi vernici, solo per citarne alcu-ne, con l'unica preoccupazionedi tutelare al massimo il decoroe la salvaguardia dei vicoli edelle piazze. Ma se da una partesi salvaguardia l'arte, dall'altrasi pensa anche allo sviluppoeconomico e commercialedella citt che verr. La veranovit infatti l'individuazionedi una zona nella quale sarpossibile la costruzione di ungrande centro commerciale. E'larea dell'ex Fornace Volponi,non immediatamente a ridos-so della citt, ma neanche trop-po lontana. Cosa ben diversainvece per le zone del Petriccioe del Consorzio. Al contrarioinfatti di quanto deciso in pre-cedenza il piano del commer-cio stabilisce che si potrannoaprire in queste due zone vicineal centro abitato, solo strutturecommerciali medio piccole.

    Questannol8% deglialloggidestinati a studenti ancora liberoI prezzisono scesianche di50 euro

    Affitti in crisi: prezzi bassi e case vuoteAnche 50 euro in meno per una stanza. Sfitto l8% degli alloggi

    Avete un apparta-mento? Pensate diaffittarlo, magari aqualche studente?Pessima idea. AUrbino, le stanze da

    affittare agli universitari nonsono pi una gallina dalle uovad'oro: molti alloggi restanovuoti, i contratti sono diventatipi brevi e, di conseguenza, gliaffitti sono calati (anche 50euro in meno in due anni).Il Ducato ha raccolto i dati di 9agenzie immobiliari che affitta-no a studenti (a Urbino eFermignano, sono 14). I numeriparlano chiaro: circa l'8% deiposti letto libero ancora oggimentre, fino a qualche anno fa,gli alloggi si riempivano gi dasettembre. "C'era la fila fuoridalla porta - ricordano all'a-genzia Il Duca - ma ormai non pi cos. A noi sono rimastivuoti 3 appartamenti su 15". E iprezzi? "Sono calati, senza dub-bio. E in molti appartamenti,quelle che erano camere dop-pie, si affittano come singole". Meno persone nella stessacasa, un obbligo o una scelta?"Per noi stata una scelta di

    libero. Adesso si lavora soprat-tutto a settembre e ottobre, erestano comunque moltiappartamenti sfitti". Non solo diminuiscono gli stu-denti, ma cambia anche la loroprovenienza geografica. Nel1999, solo il 42% degli immatri-colati era residente nelleMarche; nel 2004 erano il53,7%. Diminuendo i chilome-tri da casa, aumentano gli sti-moli a fare il pendolare. "Molticercano casa solo quando arri-va il freddo - concludono allaMultigest - per questo aumentail giro d'affari a gennaio". La crisi c' e qualcuno corre giai ripari. Michele Gallanti gesti-sce un'agenzia a via Pellipario:"Certo che si fatica ad affittare.Noi abbiamo 19 appartamentidi propriet, 4 sono vuoti. Nonho dubbi: appena mi capital'occasione li vendo, affittarlinon conviene pi". E' d'accordo anche Giuseppe,dell'Immobiliare Feltresca: "Iosto qui da 20 anni e ormai daquella porta non entra pineanche uno studente. Perquesto non tratto gli affitti". Sela situazione non cambia, qual-cun altro sar costretto a segui-re il suo esempio.

    Meno studenti e pi pendolariMaggiori le difficolt per

    gli appartamenti fuori dal centroqualit - dice Linda, dell'agen-zia Cangini - le triple diventanodoppie, una stanza diventasalone: se gli studenti si trova-no bene, ritornano. Anche perquesto noi non abbiamo notatoun calo degli affitti". La combi-nazione vincente, quindi, unacasa nel centro storico ("gli stu-denti - continua Linda - oravogliono anche la comodit"),tenuta in buone condizioni e aprezzi accettabili fin dall'inizio:"E' inutile tenere alto l'affitto asettembre - commentano inun'altra agenzia - per poiabbassarlo in seguito; cos l'ap-partamento rischia di rimanerevuoto per mesi: meglio volarebasso e riempirlo tutto l'anno".Dunque i prezzi scendono. Ma una situazione comune atutta Italia? Uno studioEurispes dello scorso novem-bre ha analizzato la situazionedi sette citt campione: a Pavia,

    negli ultimi anni, il costo dellestanze raddoppiato; a Siena,dal 2001, l'aumento stato di50-70 euro; a Cagliari i prezziper gli studenti ogni anno sal-gono del 10-20%. "L'aumento dei prezzi - spiegail rapporto Eurispes - conse-guenza della maggiore richie-sta di alloggi". Una spiegazioneche, rovesciata, chiarisce anchela situazione di Urbino. La crisidegli affitti, infatti, segue davicino quella dell'universit.Gli studenti iscritti sono dimi-nuiti, dal 2000 al 2004, del 9%,in controtendenza con la situa-zione nazionale che ha visto unaumento del 7,8% (dati del rap-porto 2004 del Nucleo di valu-tazione interna dell'universi-t). Ovvero: a Urbino ci sono 2mila studenti in meno. "Fino a2 o 3 anni fa - spiegano allaMultigest - a settembre nonc'era pi neanche un posto

    Nuove regoletra rilancioe tradizione

    Commercio

    FRANCESCO BARDARO GRELLA

    ALESSIO SGHERZA

  • ilDucato

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    Il sogno della Palada Brera a Urbino

    Comune, Provincia e Regione sollecitano al Ministero il prezioso dipinto di Piero

    Ma la Soprintendenza frena: Rimuoverla significa danneggiarla

    ANNALISA SERPILLI

    La citt rivuole il suodipinto. Dopo pi diduecento anni Urbinoha chiesto al ministrodei Beni CulturaliRocco Buttiglione la

    famosa pala di San Bernardinodi Piero della Francesca. L'operaper il momento si trova a Breraed uno dei gioielli della pina-coteca milanese.La strategia dell'amministrazio-ne urbinate punta a riqualificarela citt come polo culturale. Loscorso 30 novembre si sonoseduti ad un tavolo il sindaco diUrbino Franco Corbucci, il pre-sidente della provincia PalmiroUcchielli e l'assessore regionalealla cultura Giampiero Solari.Insieme hanno deciso di farerichiesta formale al ministeroper riportare nella sua sede ori-ginaria il dipinto trafugato nel1811 dagli eserciti di Napoleone.Ma quante possibilit ci sonoche il ministero decida di privareBrera della pala per riportarla aUrbino?"Parlare di una traslazione dellatela come parlare di fanta-scienza", spiega Lorenza MochiOnori, soprintendente dei beniculturali di Urbino."La pala intrasportabile perdue motivi: in primo luogo laPinacoteca di Brera possiede ildipinto legalmente". Dopo ilsaccheggio dei soldati diNapoleone e in seguito al con-gresso di Vienna fu stipulato unaccordo tra Stato della Chiesa eStato Asburgico: le opere trafu-gate non furono restituite trannequelle che il Papa decise di ricol-locare all'interno degli odiernimusei Vaticani. Per questa ragio-ne se il ministero acconsentisseal trasloco del dipinto laPinacoteca di Brera avrebbetutte le carte in regola peropporsi."In secondo luogo - prosegue il

    soprintendente - si parla di unolio su legno di quasi due metri.Trasportarlo significa danneg-giarlo irreparabilmente. La tela considerata delicatissima. Per ilrestauro i tecnici non l'hannospostata dalla parete e durantela mostra su Fr Carnevale aMilano, il direttore della pinaco-teca ha posto dei veti per traslo-care il dipinto due sale pi in l,figuriamoci imballarlo e portarlofino a Urbino!". Dello stesso parere lo storico ecritico d'arte Rossana Bossaglia:"Non sono una di quelle chepensano che le opere d'arte deb-bano stare solo nei musei, maquando un dipinto lontanodalla sua collocazione originariada molti anni, com' il caso inquestione, subisce una nuovacontestualizzazione. L'operaormai nota come Pala di Brera

    e pensare di spostarla sarebbeassurdo. Si immagini poi qualistrumenti dovrebbero essere uti-lizzati per il trasporto. Anche contutte le precauzioni del caso ilrischio di danneggiare il dipinto troppo alto. Il compito delleistituzioni proteggere le operee non servirsene per dare lustroai luoghi da cui derivano".Ma se il ministero dei beni cultu-rali approvasse la richiesta, lapala dove potrebbe essere collo-cata?L'idea iniziale riportare ildipinto nella chiesa di SanBernardino, il luogo per cui stato creato. A Urbino per nonsi parla ancora di restauro delmausoleo, che, per ospitare lapala, avrebbe bisogno di unsistema di climatizzazione e disicurezza adeguato oltre a unpiano di consolidamento ditutto l'edificio di cui si parla daanni.Il presidente della provincia,l'assessore ai lavori pubbliciLino Mechelli e il soprintenden-te di Urbino concordano nel direche una riqualificazione di SanBernardino sarebbe necessariama nessuno per ora ha intenzio-ne di stanziare dei fondi.L'edificio uno dei cammeidella citt di Urbino. Costruitosu progetto di Francesco diGiorgio Martini, architetto dicorte, nel 1491 custodisce i restidi Guidantantonio diMontefeltro e del duca Federicoche chiese la costruzione del

    mausoleo nel testamento dopola morte nel 1482. Secondo alcu-ni studiosi lo stesso Bramante si ispirato al progetto dell'edifi-cio per creare la chiesa di SantaMaria delle Grazie a Milano.La pala di San Bernardino statarealizzata prima del mausoleotra il 1472 e il 1474.Commissionata direttamentedal Duca Federico daMontefeltro, allude alla nascitadel figlio Guidobaldo, agli inizidel 1472, e alla morte, sei mesidopo, della moglie BattistaSforza. Latteggiamento di preghiera delduca, rappresentato con larma-tura, originato dalla sua volon-t di esprimere la preghiera perla morte della moglie e per ilfiglio appena nato. Per questa ragione la chiesa e ildipinto sono collegate secondoun progetto iconografico volutodallo stesso duca Federico. "La richiesta di portare il dipintonella sua collocazione originaria- spiega il presidente della pro-vincia Ucchielli - rappresentaun primo passo per promuoverela citt e il territorio di Urbinonel mondo". Ma quante possibilit ci sonoche il ministero decida a favoredel trasloco del dipinto? " Per oral'importante - ha rispostoUcchielli - che se ne sia parlato.Buttiglione non ci ha ancorarisposto. Noi abbiamo gettato ilsasso e non intendiamo nascon-dere il braccio".

    Salimbeni, ora tocca agli affreschiMechelli rilancia, dopo gli 1,7 milioni stanziati per gli esterni

    Il salvataggio dell'oratorio di San Giovanni, adesso, pi vicino.Dopo lo stanziamento del ministero dell'Ambiente che hamesso a disposizione un milione e 700mila euro per il consoli-damento della zona fra via del Carmine e via San Giovanni, si puiniziare a pensare anche agli interni della chiesa dove custoditoil ciclo d'affreschi dei fratelli Jacopo e Lorenzo Salimbeni, uno deicapolavori del gotico internazionale, datato 1416. "Pi volte abbiamo lanciato il grido d'allarme per questapreziosa opera - dice l'assessore ai lavori pubblici, LinoMechelli - adesso auspichiamo che la soprintendenzae il ministero dei Beni culturali intervengano sugliedifici e sugli affreschi". La soprintendenza tantevolte aveva spiegato che ogni intervento sarebbestato inutile senza che prima si mettesse manoall'intera area perch, nel giro di pochi anni, ci sisarebbe ritrovati nella stessa situazione. In altre paro-le, sarebbe stato uno spreco di denaro. Ma adesso chequell'intervento sta per arrivare si aprono nuove possi-bilit che fanno presagire un rilancio dellopera di restaurodel complsso: "Da parte nostra c' tutta la buona volont - dicela soprintendente Lorenza Mochi Onori - e, se ci saranno le con-dizioni, saremo felici di intervenire. Siamo pronti a chiedere unfinanziamento al ministero dei Beni culturali a giugno quandoverr pianificata l'attivit per il 2007". Uno stimolo in pi per iniziare al pi presto i lavori. Dopo l'ap-provazione del progetto preliminare con il finanziamento di un

    milione e 700mila euro, "nei prossimi mesi verr messo a punto ilprogetto esecutivo e nel 2007 partiranno i lavori che, per la lorocomplessit, dovrebbero durare circa un anno", assicura l'asses-sore ai lavori pubblici. "Siamo contenti - spiega il priore della confraternita di SanGiovanni, Walter Fontana - perch con questo intervento dovreb-

    be essere possibile eliminare in modo permanente le causeche determinano l'umidit nelle pareti. Il problema,

    infatti, che Urbino ha sorgenti d'acqua molto in alto,che scendono dal monte della fortezza Albornoz met-tendo a rischio le zone sottostanti". Questo fatto,unito alla pendenza della collina che porta a valleacqua e terra durante piogge e nevicate, pendecome una spada di Damocle sull'oratorio. I soldi che arriveranno dal ministero dell'Ambiente

    serviranno a studiare i percorsi delle acque e a irregi-mentarle in modo che non danneggino n San

    Giovanni n le abitazioni che lo circondano. Poi tocche-r al ministero dei Beni culturali fare la sua parte. "Questo

    un primo, importante, passo", sottolinea Mechelli."Un'occasione fondamentale - aggiunge Walter Fontana - per tra-smettere al futuro questo miracolo che l'oratorio di SanGiovanni, l'unico complesso europeo dove, nonostante l'acqua etutti i problemi, stato possibile conservare degli affreschi delgotico internazionale".

    (gu.m.)

  • 9CULTURA

    Cercasi BrombolonaIn un secolo la campana scomparsa due volte da Canavaccio

    Fusa nel 1407, nel suo corpo iscritto lenigma paleocristiano del quadrato magico

    FRANCESCO MAGNANI

    Davvero un destinogramo per unacampana finire incantina. Cos lapensava il conteLuigi Nardini che

    alla campana di Canavaccio, datutti conosciuta come laBrombolona, arriv persino adedicare, nel 1911, un poemettoin versi dialettali. Come lui la pensano ancora oggimolti abitanti del paese che,dopo aver ritrovato la campanasulla torre di Primicilio, per laseconda volta se la sono vistasottrarre.Secondo la testimonianza delconte Nardini la prima scompar-sa risalirebbe ai primi anni delNovecento; la seconda, standoalla memoria di don AldoIacomucci, prete di Canavaccioe di alcuni suoi anziani parroc-chiani, ai primi anni Ottanta."Da tempo - ricorda don Aldo -non suonava pi perch eratroppo pericoloso salire sullatorre. Nessuno ci faceva pi casopoi a un certo punto ci siamoaccorti che non c'era pi".La sorte di questa campana, unpezzo unico alto 85 centimetri elargo 75 per oltre due quintali dipeso, avvolta fin dalla suanascita, nel 1407, al mistero.L'anonimo fonditore incise sulcorpo di bronzo il quadratomagico del Sator: un'iscrizionedi origine paleocristiana dioscura decifrazione. Alcuniinterpreti vi hanno letto il dop-pio anagramma del Pater Noster,nascosto dietro l'enigma: il crea-tore (sator) presente in ogniluogo (arepo: are potens) reggeil corso del tempo (tenet operarotas); altri invece lo hanno fattorisalire ai culti misterici di Mitra.Ma oltre al significato arcano laforma stessa del quadrato ainfondere un'aura di sortilegio.Da qualunque lato lo si guardi eda qualunque verso lo si giri, lamassima resta leggibile. Anchese esistono reperti di questoquadrato ben pi antichi (era giconosciuto nella Pompei del Isecolo d.C.) la campana diCanavaccio, con un'altra dellachiesa di Santa Maria diMarischio a Fabriano, resta aoggi l'unico esemplare al mondodi riproduzionesu bronzo delSator.Un motivo in piper lamentare lasua scomparsa,che si aggiunge allegame affettivodella comunit diCanavaccio per lapropria campana,testimoniato findal nome con cuila ribattezzarono.I bromboli, da cuideriva il suoappellativo, sono i ghiaccioli chele pendevano dai bordi durantel'inverno.La leggenda vuole che i primibromboli le si formassero dopoche, crollata la torre del castellodi Gaifa, su cui era originaria-mente issata, fu appesa a un

    olmo ed esposta a tutte le intem-perie. Quando il conte diPrimicilio, grazie a una scorri-banda notturna, riusc a sottrar-re la campana al suo rivale diGaifa, la nuova destinazione nonla risparmi dalle gelate.Oggetto di contesa - stando alletradizioni - questa campana lo stata fin dagli inizi. Ma la storiache occorre interrogare per ten-tare di risolvere il mistero di duescomparse in meno di un secolo.

    La testimonianzapi antica quel-la del poema delconte Nardiniche nella pre-messa annotache "ora muta equasi avvilitagiace nella cuci-na di un luridocasolare confusafra le zappe, levanghe, i badili".Lo scopo dellasua fatica lettera-ria era - gi allora

    - sollecitare l'amministrazionecomunale a prendersi cura delladiroccata torre di Primicilio. Perevitarle una fine ingloriosa laBrombolona era stata rimossa dil da quello che aveva aiutato ilconte Nardini a ricostruire lastoria della campana: "ch'era 'n

    casant del sor Ubald Basili". E innota aggiunge: "Il signor UbaldoBasili il proprietario del terre-no dove sorge l'antica torre. Apochi metri da essa vi una pic-cola casa che appartiene allostesso signor Basili, ove giaceabbandonata la storica campa-na". L'erede di Ubaldo oggi negadi sapere dove sia, tantomeno diaverla avuta in casa. Ne il legit-timo proprietario e afferma chela Brombolona stata rubata treo quattro anni fa. Pi passano glianni pi diffici-le fissare le date:resta per vistosala discrepanzacon quella riferi-ta da numerosiparrocchiani edallo stesso donAldo. Quel che certo che qualchetempo dopo loscritto delNardini, la cam-pana torna alla sua torre. Nel1932 il soprintendente fascistaLuigi Serra, nel suo "Catalogodelle cose d'arte e di antichit",indica la Brombolona tra i beniartistici di Urbino, con il numerodi inventario 339. Difficile crede-re che Serra abbia fatto l'inven-

    tario anche delle cantine.E cos si arriva agli anni Ottantacon la campana sempre pi inpericolo su una torre sempre pifatiscente. Poi la scomparsa,forse dettata dalle stesse ragioniche mossero Ubaldo Basili.Infatti molti anziani diCanavaccio mormorano che lacampana non si sia mai allonta-nata dal paese e sia al sicuro."Ammesso che la campana siritrovi - osserva Maria Cristina

    Marchetti, storicadi Canavaccio - latorre non potreb-be pi ospitarla.B i s o g n e r e b b erestaurarla oalmeno puntel-larla. Le normesui beni culturalipermettono allamano pubblica difinanziare unintervento su unbene privato.Anche dopo l'in-tervento il bene

    rester in possesso del privato,ma potr essere fruibile dal pub-blico".Chiss che la campana, ritrovatala sua torre, non salti fuori.Tornerebbe in un luogo pidignitoso di quello in cui adesso sacrificata.

    In alto, labsidedel Mausoleodei Duchi, comesi presenta oggi.Nel riquadro,un particolaredella Paladi Piero della Francescache dovrebbesostituireil dipinto sopralaltare. A sinistra,un frammentodellaffrescodei fratelli Salimbeni

    Il suo nome deriva

    dai ghiacciolii bromboli

    che dinvernosi formavanosul suo bordo

    Nel 1911Luigi Nardini

    le dedicaun poemettoper toglierladalla cantina

    di Basili

    Qui a fiancola Brombolonasulla torrecampanariadi Primicilio,da unariproduzionedegli anni 60.Sottoil quadro magicodel Sator

    della Francesca

  • ilDucato

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    Quando Totvenne a Urbania

    Una mostra ricorda La mandragola, il film girato nel Montefeltro da un maestro del cinema

    Due comparse raccontano larrivo dellattore napoletano, nel 1965

    cartellone

    DANZA

    NOCHE DE LHABANAJesi, Teatro PergolesiSabato 11 febbraio ore 21;domenica 12, ore 17

    La prima partedello spettaco-lo, presentatodalla giovanecompagnia di

    danze caraibiche Ballet deCuba, ripercorre la culturacubana e il folklore. Inscena coreografie ispirate aitemi della possessione edella trance. Gran finalecon salsa, rumba e mambo.Ingresso euro 15/28

    TEATRO

    A CENA CON LASSASSINOFalconara, Caff BedettiTutti i sabati dall11 feb-braio al 22 aprile, ore 21Mentre gli spettatori gusta-no un ricco men, assiste-ranno a un omicidio. La for-mula quella del teatro-cucina, uninnovazione cheha gi riscosso molto suc-cesso a Bologna, Roma eMilano. Una compagnia diattori lha esportata nelleMarche.Prenotazione obbligatorie al329-2635295.Cena e spettacolo: 35 euro

    CONCERTI

    GIANNA NANNINICagli, Teatro comunaleSabato 18 febbraio

    Anteprima deltour che con-durr la can-tante senesein tutta Italiaper presenta-

    re il suo nuovo albumGrazie. Un concerto in cuisar accompagnata dallechitarra di Fausto Mesolelladegli Avion Travel e dal pia-noforte dellarmena AniMartirosyan.Info: 0721 781341

    ITINERARI

    VIAGGIO SENTIMENTALEUrbino, Via Matteotti17 febbraio ore 15,30Urbino vista da PaoloVolponi: una passeggiataripercorre i luoghi, le vie e ipaesaggi cari al poeta. Tuttala citt diventer un palco-scenico dove poeti di stradae gruppi teatrali interprete-ranno alcuni brani delleopere del letterato urbinate.

    FESTE

    CARNEVALEFano, dal 12 al 26 febbraio

    Ibombardamenti del '44 el'arrivo di Tot, chi se liscorda, a Urbania? Non dicerto quelli del centromultimediale, che hannoorganizzato una mostra

    con le fotografie prese sul set delfilm "La mandragola". Girato da Alberto Lattuada, nel1965, quando il regista port lasua troupe nel paese delMontefeltro, ma anche a Urbino,per girare le riprese in alcunipunti storici della citt: il salonedelle Mummie, nella chiesa deiMorti, le stradine, gli interni deipalazzi antichi. I protagonisti delfilm sono Tot e Philippe Leroy.L'attore napoletano interpreta ilpersonaggio di un frate un po'

    furfante, fr Timoteo, che orga-nizza il tradimento di unamoglie con un ragazzo di paese,interpretato da Philippe Leroy.Di quella settimana passatadalla troupe di Lattuada nelpaese, la gente ricorda l'arrivodel grande Tot. E la mostra unsuccesso, spiega Irene Sacco,collaboratrice della Mediateca."Le foto sono tratte dall'archivioOlivieri, ma sono stati gli stessiabitanti di Urbania a offrircenealcune che avevano da parte".Tra gli "interessati", ci sono AdaSimoncini e Armida Bianchi,all'epoca ragazze e comparse nelfilm: "Tot era simpatico, sem-pre sorridente, gentile e positi-vo", spiega Ada, professoressa diitaliano alle medie."Chiacchierava con noi, gentedel posto, attori improvvisati e

    mandati sul set. Un tipo allamano, cos lo definirei". Ada fupresa dal regista dopo un provi-no tra trenta comparse. Altempo, studiava alle magistralidi Urbino; abitando per aUrbania, fu contattata dal presi-dente della Pro-loco, l'avvocatoUguccini, che le chiese di parte-cipare alla selezione. "Lattuadaci fece camminare nel cortile delpalazzo ducale. Dieci di noifurono prese, tra cui io. Non mifu assegnata alcuna battuta: feciuna scena all'inizio del film eun'altra in un salone, all'interno:ma ricordo ugualmente con pia-cere quell'esperienza".Ancora con entusiasmo ricordail '65 e l'arrivo di Tot, Lattuada eLeroy, Armida Bianchi, unasignora di 88 anni che interpre-tava l'aiutante del cuoco."Lattuada era un perfezionista:mi viene in mente una scenagirata tre volte, perch il cuoconon era capace, con un gestonaturale, di buttare il sale nel-l'acqua, per fare la pasta".Armida fu pagata, per tre giornidi riprese, undici mila lire, "cheallora erano una bella somma.Ma l'esperienza pi divertentefu quando i ragazzi di Urbania,presi come comparse, si ubria-carono. Dovevano fare un girotondointorno all'attrice, RosannaSchiaffino, mentre si spogliavain scena. Lo imponeva il copio-ne. I ragazzi, per, erano a talpunto carichi che presero unabottiglia di vino e si ubriacarono,facendo sbottare di nuovoLattuada, che non capiva". "Io ho 29 anni - osserva l'asses-sore Francesco Leoni - e anchese nel 1965 non c'ero, mi statoraccontato di questo evento.Sono due gli avvenimenti che sitramandano le persone: uno,sono le bombe degli Alleati allafine della guerra. E l'altro ,appunto, l'arrivo di Tot".

    Lamore nella cittdi Paolo e FrancescaGradara si prepara a festeggiare San Valentinonel ricordo di Paolo e Francesca. Sabato, dome-nica e marted, la citt dove si dice si sia con-sumata la passione e la tragica morte dei dueinnamorati cantati da Dante nel quinto cantodell'Inferno, accoglier centinaia di coppie. Letre giornate avranno come tema dominante ilcioccolato. Il cibo degli dei accompagner i visi-tatori che potranno muoversi fra "la passeggiatadegli innamorati" e l'osteria "Paolo eFrancesca". Oggi, Gradara ha imparato a sfrutta-re, anche commercialmente, l'immagine dei dueinnamorati,ma negli anni cinquanta furono iprimi turisti tedeschi a spiegare agli abitanti chequella era stata la citt di Paolo e Francesca.

    SAN VALENTINO

    LUCA DOMENICHINI

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    SPETTACOLI

    spettacolo? Il mio di meno perch sono unattore di cinema e televisione,per questo i miei spettacolisono pi vendibili. MoltiComuni hanno problemi afinanziare la stagione teatrale etanti teatri resteranno chiusi. E'un dramma, senza cultura sidiventa un paese del terzomondo e l'Italia molto vicinaa questo passaggio.Quest'anno ricorrono le cele-brazioni di Ibsen e Brecht, manei cartelloni italiani sonoassenti. Il declino del sistemaItalia anche nella cultura? Il declino iniziato anni fa, ora soltanto conclamato. Chigestisce il teatro deve tornare aconcepirlo come luogo di spe-rimentazione e non scimmiot-tare la tv. Progetti futuri? Una nuova regia teatrale conL'ignorante e il folle, un'altraopera di Bernhard, il mio auto-re preferito. In tv mi vedreteprima nella fiction su Luigi

    Tagli alla cultura, Italia nel terzo mondo

    Intervista ad Alessandro Gassman su cinema, teatro e Urbino

    DESY DADDARIO

    A sinistra, Tot in una scena del film La mandragola(foto Olivieri).A destra,lattoreAlessandroGassman.

    Sar il comico di Zelig PaoloCevoli ad aprire domenica lakermesse del Carnevale, che

    come ognianno vedr sfi-lare per la citti celebri carriallegorici, frutto

    della creativit dei Maestricarristi fanesi. Domenica 26gran finale con uno spettaco-lo pirotecnico.

    INALTO(A)MARESassocorvaroDomenica 12 febbraiodalle 18 alle 24San Valentino alla rocca, manon solo per gli innamorati.

    Spettacoli di musica, danza eteatro allinsegna del versodantesco Amor che vo cer-cando.... Ci saranno anchelezioni-spettacolo sullInfernodella Divina Commedia e sulconnubio tra amore e astro-nomia, con Mario Mariani,Umberto Piersanti e lensem-ble lirico di LuisaMacchinizzi. Ingresso: 7 euro

    CINEMA

    LA CONTESSA BIANCAUrbino, Nuova LuceFeriali ore 21Festivi ore 18 / 21Fino a gioved 16 febbraio

    Nella Shanghaialla vigilia del-linvasionegiapponese, unex diplomaticorusso non

    vedente e una contessarussa stringono una relazio-ne amorosa. Ma la donna tuttaltro che uningenua.GB-USA-Cina-Russia, 2005.Regia di James IvoryGenere: drammatico

    I SEGRETI DI BROKEBACKMOUNTAINUrbino, Ducale (sala 1)Feriali ore 20 / 22,30Festivi ore 17 / 20 / 22,30

    Dopo il successocon la Forzadell'Abitudine alteatro Sanzio,abbiamo incon-trato Alessandro

    Gassman, per parlare di Urbinotra arte e cinema.Quest'anno ricorre il cinque-centenario dell'universit, per questo che ha sceltoUrbino per la prima del suospettacolo? Ho scelto le Marche, perch una regione che amo e che haun pubblico teatrale moltoattento. Conosco bene Urbino, una bella citt universitaria ingrado di apprezzare ThomasBernhard, un autore che vienegoduto pi a fondo se si ha unabuona preparazione culturale.Non ero per a conoscenzadella ricorrenza, ma spero diportare una ventata di diverti-mento nei festeggiamenti.Urbino come set di un film? Sarebbe perfetta, purtroppospostare il cinema da Roma complesso. Ci sono varie Filmcommission, delle agenzie cherappresentano le regioni, che sistanno muovendo bene, comequella del Piemonte e dellaPuglia. Mi auguro che possaattivarsi una film commissionmarchigiana; una regionemolto bella, oltre a essere lapatria di tanti artisti. Urbino la citt natale diRaffaello, lei ama l'arte?Sono un disegnatore appassio-nato, il mio ultimo lavoro lalocandina della Forza dell'abi-tudine. Dopo il restauro del filmL'armata Brancaleone le pia-cerebbe girare un film incostume? Certamente, sono film che sigirano purtroppo sempre piraramente perch sono moltocostosi. Brancaleone unadelle pietre miliari delle com-media italiana anni 60 e hasegnato un passo importantedella carriera di mio padre. Il suo spettacolo ha risentitodei tagli del Fondo unico per lo

    Fino a gioved 16 febbraioDue giovani disoccupati tro-vano lavoro sulle montagnedi Brokeback come mandria-ni. Ma luss scoprono anche

    un sentimentoamoroso che litrascina in unastoria che duraventanni.Vincitore del

    festival di Venezia e di quat-tro Golden Globe.USA, 2005. Regia di Ang LeeGenere: drammatico

    MUNICH Urbino, Ducale (sala 2)Feriali ore 21

    Sabato ore 19 / 22Domenica ore 16 / 19 / 22

    Un commandoisraeliano giralEuropa pervendicare lat-tentato al vil-laggio olimpico

    di Monaco nel 1972 dove iterroristi palestinesi uccisero11 atleti ebrei. Il film libe-ramente tratto dal libroVendetta. La storia attraver-sa i vari stati danimo delcommando, dal patriottismoalle crisi di coscienza.USA, 2005. Regia di StevenSpielbergGenere: drammatico

    Tenco e poi in Codice rosso,in cui sono un vigile del fuoco.Nell'ultimo film di Luc Besson un criminale, pi facileinterpretare il cattivo o leroe? E' pi facile recitare la parte delcattivo. Per girare CodiceRosso ho passato 7 mesi con ipompieri. Eroi veri che rischia-no la vita tutti i giorni e guada-gnano 1.200 euro al mese. Tra fiction, cinema e teatrocosa preferisce?Il teatro il luogo dove sononato, in cui mi esprimo con pilibert. Se ci sono grandi occa-sioni di cinema non me le fac-cio scappare: ho girato un filmcon Gianluca Tavarelli, di cuisono molto soddisfatto. Si inti-tola "Non prendere appunta-menti questa sera" e uscir laprossima stagione. Purtroppola cinematografia italiana si ridotta e ci sono sempre menosceneggiature belle come quel-la di Tavarelli. Per questo micapita di fare pi cinema all'e-stero piuttosto che in Italia.

    italiano, Alberto Lattuada

  • ilDucato

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    Erasmus? Ma mi facciail piacere, direbbeTot. La reazionedegli studenti, alli-dea di studiare alle-stero, non certo

    cos energica. Da un po ditempo, per, linteresse perlEuropa comincia a calare e ilnumero di richieste si riduceanno dopo anno. accaduto in tanteuniversit italiane, eora anche a Urbino.Nel nostro ateneo,allultimo bando diconcorso (2005-06),c stata una ridu-zione del 16% delledomande. Dopoanni di relativa cre-scita, anche qui arrivata la batosta.Varie le ragioni dellafrenata. Ma limpu-tato numero uno ilnuovo ordinamento universita-rio, basato sulla riforma del 3+2.Un meccanismo (laurea trien-nale pi laurea specialistica)poco amato dagli studenti eincolpato di molti misfatti. Orala sua fedina penale si arric-chisce di una nuova accusa:attentato alla sopravvivenza delglorioso programma Socrates-Erasmus. Secondo il rapporto 2005 delconsorzio Almalaurea, chemonitora 35 atenei nazionali, gli

    studenti italiani partono sem-pre meno volentieri. Rispetto al2001, anno della riforma, la per-centuale di nuovi laureati chehanno studiato all'estero scesa dal 19 all11,3%. Di questi,nel 2004, solo il sette per cento partito per una destinazioneErasmus. Un calo graduale mainesorabile, con poche eccezio-ni (Milano e Bologna). A Urbino lintroduzione del 3+2non ha avuto effetti immediati

    sull'Erasmus. Latendenza degli ulti-mi anni stata posi-tiva e gli studentipartiti per lEuropasono passati dai 130del 2001 ai 159 del04. Vengono daquasi tutte le facolte vanno un poovunque, dalPortogallo allaFinlandia. La mag-gioranza iscritta aLingue e, come sem-pre, femminile:

    pi del 70% sono studentesse.Le richieste, poi, ogni annohanno sfiorato quota trecento.Nel 2005, per, la doccia fredda.Gli studenti in partenza sonoscesi a 138 e, rispetto allannoprecedente, le domande com-plessive sono passate da 249 a208. Il trend negativo delle vocazio-ni mi stato confermato anchedallagenzia nazionale Socrates-Erasmus, spiega Fabrizio Maci,responsabile delle Relazioni

    internazionali dellateneo. Il3+2 ha avuto certamente unimpatto sfavorevole, essenzial-mente per due motivi. Primo, lalaurea triennale comprimemolto i tempi e per lo studente pi complicato programmareun periodo allestero. Per parti-re al secondo anno, ad esempio,bisogna presentare la domandaa met del primo. Per qualcuno davvero troppo presto. C poi un altro problema -aggiunge Maci -Con la riforma sonoaumentati le lezionie gli esami.Lorganizzazione dimoduli e semestri,poi, diventatasempre meno omo-genea tra le diverseuniversit e ancheallinterno dellostesso ateneo. Per lostudente, quindi, lapriorit diventa cer-care di non allunga-re ulteriormente ladurata degli studi. Anche per-ch, se poi vuole fare la speciali-stica, deve rientrare nei tempigiusti per liscrizione. Nonostante le difficolt,comunque, qualcuno continuaa credere nellErasmus.Valentina D., 23 anni, iscrittaallultimo anno di Lingue e cul-tura per limpresa, appena tor-nata dalla Business school diCopenhagen: Alcuni miei com-pagni di corso pensano cheallestero si perda tempo, ma ho

    scelto di partire perch eraunopportunit irripetibile.Lobiettivo era migliorare lin-glese, ma lesperienza sar unavoce in pi nel mio curriculum,quando cercher lavoro". Gi, lErasmus per il futuro lavo-rativo. Retorica europeistica aparte, infatti, molti datori dilavoro sembrano preferire sem-pre pi i giovani neolaureati conun Erasmus alle spalle. Nellamia professione linglese fon-

    damentale, spiegaFabio C., 27 anni,prossimo alla laureain Informatica.Sono tornato a giu-gno: un anno inDanimarca, aAalborg, e ho decisodi scrivere la tesi ininglese. Con il 3+2,molti miei colleghipreferiscono lau-rearsi in fretta piut-tosto che imparareuna lingua stranie-ra.

    questione di mentalit, inve-ce, per Irene P., ternana, 21 annie grinta da vendere. La riformacentra poco, conta solo la vogliadi partire e studiare. Sono stataquattro mesi alla facolt diEconomia di Jyvaskyla, inFinlandia. Andavo a lezioneogni giorno, altrimenti lesamesaltava. Allestero non si perdetempo, lo perdi solo se nonstudi. A Urbino, per, i prof nonsponsorizzano granchlErasmus, nemmeno gli inse-

    gnanti di lingua straniera. Anche Maci riconosce la neces-sit di coinvolgere maggior-mente i professori. I docentiche sono stati allestero - spiega- sono i pi attivi ed entusiastinel promuovere lErasmus. Nonsono molti quelli ancora ostili,ma si pu fare di pi.Emblematico il caso di Scienzepolitiche, facolt con naturalevocazione esterofila: nellultimoperiodo, sono partiti due-treragazzi allanno. Alcuni studen-ti, poi, non giustificano le resi-stenze di qualche professore adadeguarsi agli standard europei.Dei 22,5 crediti ottenuti aCopenhagen, ne hanno ricono-sciuti solo sei, lamentaValentina D. Dopo il dato allarmante del2005, rilanciare lErasmus unapriorit anche per le Relazioniinternazionali di Urbino. Ilnuovo bando, appena pubblica-to, scade a met marzo. Cos, afine febbraio ci sar una riunio-ne dei responsabili di facolt,per discutere su come rinvigori-re il richiamo dellEuropa. Il3+2 non si pu eludere e biso-gna giocare su altri fattori. PerMaci, un incentivo immediatoagli studenti pu essere lau-mento della borsa Erasmus.Oggi di 120 euro al mese. Isoldi della borsa? - sorrideValentina - Con le mie amicheabbiamo fatto un calcolo: inquattro mesi, sono serviti acomprare latte, biscotti e cartaigienica.

    Bisogna coinvolgere

    di pii docenti

    e integrare le borse di studio

    Troppi esami e lezioni sempre

    pi difficileprogrammare

    un periodoallestero

    Bye bye EuropaGli studentinon partono piNellultimo anno le richiestesono diminuite del 16 per centoSotto accusa la riforma del 3+2

    Erasmus, il calo in tutta Italia

    GIANVITO LO VECCHIO

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    UNIVERSIT

    Era una tesipi grandedi me. Cheda sola nonsarei riuscitaa preparare.

    Ho chiesto aiuto al Cepu e sisono offerti di scrivermela. Nonavrei mai pensato di finire inun'aula di tribunale". Ombrettaviene da Milano. Nel 2001 erastudentessa di Sociologia all'u-niversit di Urbino in attesa dilaurearsi. Oggi, siede sul bancodei testimoni per il processo alCepu di Urbino, cominciato insordina a dicembre 2005 edentrato nel vivo mercoled 8 feb-braio. Undici gli imputati, assenti allaseconda udienza. Sotto accusagli ex responsabili degli ufficiCepu di via Mazzini: LeonardoL u c a c c i o n i , M a r i a n t o n i aDiaferia, Giulia Bolletta e LuciaBalista, indagati per associazio-ne a delinquere al fine di redige-re tesi di laurea e vendita deglielaborati. Tra gli imputati, anchetre studenti, due di economiaaziendale e uno di scienze politi-che, che avrebbero discusso tesiredatte dal Cepu e poi vendute aprezzi elevati: dai 6 ai 10 milionidi vecchie lire. Gli studentirischiano l'invalidazione dellalaurea. Il processo diventa unviaggio indietro nel tempo, rac-contato attraverso le parole deitestimoni convocati dal pm, ladottoressa Catani. E si arriva al2001, quando scoppia l'inchie-sta. A raccontarla, l'allora com-missario di Urbino, GabrieleAndreani: "Una persona checonoscevo aveva bisogno diaiuto per la tesi. Il Cepu offrivaquesta assistenza e cos ho pen-sato di chiedere informazioni.Mi hanno risposto che alla tesi ciavrebbero pensato loro e chequesta mia amica non avrebbedovuto fare niente. Ho detto cheera illegale ma la responsabilerispose che tanto ad Urbino losanno tutti che funziona cos".L'inchiesta decolla attraversointercettazioni telefoniche,sequestri di tesi e studenti incontatto con il Cepu che si eranosentiti dire che l'assistenza signi-ficava la redazione del lavoro. "Asettembre 2001 - raccontaOmbretta - la mia tutor disse cheavrebbe scritto i primi due capi-toli sulla base della scaletta chele avevo fornito. Intanto avevofirmato un contratto che parlavasolo della preparazione di esamiuniversitari e non di tesi.Pagando 8 milioni e 700 mila lire.Ufficialmente dissero che dove-va risultare come preparazioneagli esami". Il processo ripren-der il 29 marzo.

    All'universit periodo di esami.Quattro matricole,appoggiate allepareti delMagistero, discu-

    tono agitando i testi fotocopia-ti. Uno di loro abbandoner ilcorso di studi entro l'anno. la situazione fotografata dalrapporto del Nucleo di valuta-zione universitario, un gruppodi ricerca dell'ateneo. Per il2004, in media, il 26,6% deglistudenti hanno lasciato late-neo dopo il primo anno.Rispetto al 2003, l'aumento stato del 10%.Difficile capire i motivi dellarinuncia. Studiare all'universi-t costa, tanto. Un posto letto edue pasti al giorno portano viaalmeno quattrocento euromensili al bilancio degli uni-versitari. Senza calcolare altrespese necessarie, come quelleper libri e trasporti. I costi della formazione grava-no sempre pi sulle famiglie.Lo scorso anno accademico,304 studenti non hanno rice-vuto la borsa di studiodall'Ersu: non per inefficienza,ma per i tagli consistenti allerisorse dell'universit.Per molti ragazzi l'ingresso nelmondo universitario un'av-ventura tra aule e orari. I passiiniziali possono essere decisi-vi. "Il primo esame che hofatto stato Diritto pubblico.Davvero pesante. Poi per qual-che mese ho perfino pensatodi lasciare l'universit", ricor-da Laura, studentessa diSociologia. La situazione pi difficile peri non frequentanti: "C' pro-prio una disparit di tratta-mento agli esami, anche i testisono pi difficili", dichiaraFabio, sociologo al terzo annodi studi.Il servizio di orientamentouniversitario potrebbe risolve-re i dubbi di studenti dalle ideeconfuse? Pochi si rivolgonoall'Ufficio informazioni di viaSaffi per chiedere consigli:

    "Mah, qui vengono soprattuttoper gli indirizzi, i numeri ditelefono, i suggerimenti sullacompilazione dei moduli.Forse sarebbe utile uno speci-fico servizio di consulenza",osservano i responsabili dellosportello. Per le future matricole la scel-ta della Facolt, dopo l'esamedi Stato, non sempre consa-pevole. "Stiamo elaborando, inun progetto cofinanziato dalMiur, un programma di auto-valutazione delle attitudini edelle aspettative rivolto allescuole medie superiori", fasapere Marco Cangiotti,responsabile per l'orienta-mento dell'universit diUrbino.Scienze della formazione,Scienze politiche, Sociologia e

    Scienze motorie sono leFacolt pi colpite dall'abban-dono dopo il primo anno.Osserva Bernardo Valli, presidedi Sociologia: "E' un fenomenodifficile da interpretare, dob-biamo ancora capire la nostra"geografia". Dopo la riformauniversitaria, abbiamo vistocambiare studenti e motiva-zioni. E poi si tratta anche diuna dinamica fisiologica". Vilberto Stocchi, preside diScienze motorie, aggiunge:"Contano anche i trasferimen-ti, molti sono studenti fuorise-de. E quest'anno anche alcuniallievi del primo anno si sonotrasferiti in altri atenei italia-ni". Insomma, pesa anche la lonta-nanza da casa. fuorisede lamet degli studenti: i primi in

    classifica sono gli studentiprovenienti dall'EmiliaRomagna (10,6%), seguiti daipugliesi (8,9%).Per l'universit sembra unmomento difficile. Nel 2003-2004 le immatricolazioni sonodiminuite del 17,3%: il datopi negativo tra gli atenei condimensioni comparabili aquelle di Urbino, come Lecce ePerugia. in atto una controtendenza,rassicura Marco Cangiotti:"Anche se in via non ufficial-mente definitiva, le immatri-colazioni sono risalite: credo sipossa parlare di circa 3096immatricolati nel 2004-2005 edi circa 3500 nel 2005-2006.Resta il rammarico per il pas-saggio critico del biennio pre-cedente".

    LUCA DELLO IACOVO

    ALESSANDRA BRAVI

    Il processoal Cepu entra nel vivo

    GiustiziaPercentuale di abbandoni dopo il primo anno

    Sociologia

    Scienze politiche

    Scienze Motorie

    Scienze matematicheFis.Nat.

    Scienze dellaFormazione

    Scienze ambientali

    Lingue e letteraturestraniere

    Lettere e filosofia

    Giurisprudenza

    Farmacia

    Economia

    0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

    Pochi esami, poi si ritirano Scienze della formazione la pi colpita. Immatricolazioni - 17%

    Il 26,6% delle matricole ha abbandonato lateneo nel 2004

    IMMAGINI DEL CINQUECENTENARIO

    LASINODI TOCCAFONDO

    LE SFUMATUREDI GIOVAGNOLI

    IL FUORICORSODI ANGESE

    LOMAGGIODI TONINO GUERRA

    Fonte: Nucleo di valutazione universitario dellateneo.

  • cio due giravolte diverse concambio di piede. Ogni esibizio-ne accompagnata dalla musi-ca, classica o moderna, sullaquale si costruisce una coreo-grafia."In genere i ragazzi si sentonopi protetti con le ginocchiere,ma arrivati a un certo livellonon si usano pi perch ormai

    si imparatocome caderesenza farsimale", spiegaParadisi.Dalla scuolasono uscitianche giovanitalenti. Tra di loroGioele Morosini,tredici anni,terzo ai campio-nati nazionali diGorizia del 2005.Gioele ha patti-

    nato sulle note della colonnasonora del film "La maledizio-ne della prima luna" in unagara con difficolt program-mate. Erano previsti tre rit,cio catene di tre salti da unarotazione ciascuna su unpiede. " stato bellissimo", ricordafelice Gioele. Per lui le nazio-nali sono state il coronamentodi un impegno che dura daquando aveva cinque anni, daquando entrato nella scuola."L'emozione per Gioele eraforte, si ritrovato a confron-tarsi con coetanei di tuttaItalia - ricorda Paradisi - ma luil'ha sfruttata per tirare fuori lagrinta e dare il meglio di s". Quella dei "FermignanoRoller" l'unica scuola dell'-hinterland di Pesaro. "Non facile trovare le strutture, spie-ga l'istruttrice, per fare gli alle-namenti - necessario uncampo di cemento levigato di

    Sono trenta, tra i settee i diciotto anni,armati di pattini econ grinta da vende-re. I "FermignanoRoller", sono la squa-

    dra locale di pattinaggio arotelle.La scuola di pat-tinaggio che fre-quentano, aper-ta a ragazzi eragazze, statacreata quattor-dici anni fa daIsabella DeAngelis, che,dopo essersid i p l o m a t aall'Isef diUrbino, si tra-sferita dal Friulial Montefeltro. Aaiutarla c'Maeba Paradisi, ex pattinatri-ce, che si era classificataseconda alle regionali del1996.Frequentano la scuola un cen-tinaio di persone dai quattro aitrent'anni. "Ai bambini pipiccoli non facciamo fare unvero e proprio allenamento,cerchiamo di avviarli al patti-naggio attraverso il gioco",dice De Angelis. "Chiaramenteuna volta che entrano nellasquadra si pretende maggiorrigore".I ragazzi si incontrano duevolte alla settimana per un'orae mezzo nella palestra dellescuole medie. Quando arrivala bella stagione e il clima loconsente sfruttano invece ilcampo all'aperto di viaPergolesi.Gli esercizi per l'agonismo pre-vedono catene di salti, da duea cinque, e trottole combinate,

    ilDucato

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    PIER LUIGI CARA

    Ballandosulle rotelle

    Dopo Pasqua le gare provinciali

    Da Fermignano un terzo posto ai nazionali

    Il pattinaggionon ancora

    diffuso:non ci sonoabbastanzaistruttori qualificati

    almeno venti metri per qua-ranta e un equivalente spaziocoperto per l'inverno. A questosi aggiunge il fatto che diffici-le trovare allenatori da questeparti, ancora la cultura del pat-tinaggio non radicata, anchese le cose stanno cambiando". Ora i "Fermignano Roller" sistano preparando a affrontareuna nuova sfida: le provincialiche ci saranno a Pesaro dopoPasqua. "Andremo con dodici ragazzi,e abbiamo buone speranze divincere e di arrivare anche allenazionali", aggiunge orgoglio-

    sa l'insegnante. La squadra appena tornatada Bologna, dove il 21 gennaioha partecipato al torneo dibeneficenza "Mariele Ventre"come rappresentante unicodelle Marche, classificandosiquarta. A giugno ci sar il saggio difine anno, al quale prenderan-no come sempre parte perso-nalit del mondo del pattinag-gio. L'anno scorso stata lavolta di Giovanni Dallarda eGaia Grandi della nazionale,che hanno partecipato anche agare europee e mondiali.

    Durante il saggio i piccoli e lasezione agonismo presentanouna coreografia su un temascelto dalla scuola.Per il futuro l'allenatrice siaugura che la scuola possa uti-lizzare la nuova struttura spor-tiva costruita a Fermignano,che al momento non ha ancorale autorizzazioni necessarie,dove avrebbero un campo pigrande. "Comunque non ci possiamolamentare - conclude DeAngelis - gli spazi ci sono, ibambini anche. L'importante lavorare sodo e divertirsi".

    Una delle allieve dellla scuola di Fermignano impegnata ai campionati nazionali del 2001

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    SPORT

    Cos si imparano i segretidi torri e alfieriSi pu giocare anche a scuola al postodi unora di matematica e imparare il rispetto delle regole

    Scacchi: corsi per giovanissimi

    As c o l t a t e m ibene: se ilBianco apredi Re, il Neropu rispon-dere con

    questa strategia. Si mantienesulla difensiva e muove i pezzisempre dietro la linea deipedoni. Poi a met partita...".I bambini osservano attenti lemani di Fabio che si muovonosulla scacchiera e spostanorapide torri, alfieri e cavalli. domenica mattina e un pic-colo gruppo di ragazzini, anzi-ch giocare a pallone comemolti coetanei, si sono incon-trati con il loro maestro perimparare i segreti degli scac-chi. La scuola in piazza dellaRepubblica, nella sede dellaSociet del Soldo, che duevolte a settimana, lascia lechiavi a Fabio Acciaioli, gioca-tore professionista e istruttorericonosciuto dalla federazionedi scacchi, e ai suoi ragazzi." una disciplina sportivacome le altre - spiega Fabio - erichiede una preparazione eun allenamento costanti. Iostesso dedico un'oretta al gior-no allo studio. una materiain cui non si finisce mai diimparare"."Gioco anche a casa con miofratello pi grande e mia sorel-la", racconta Massimiliano,uno dei giovani allievi. "Ai mieigenitori ho fatto comprare unsacco di giochi di scacchi". "Iogioco con mio zio che moltoforte - aggiunge Luca - ma lelezioni sono utilissime e stomigliorando tanto".Massimiliano e Luca sonocompagni di classe e frequen-tano la prima media al Pascoli:"Ci incontriamo anche fuorida scuola per giocare a scac-chi".Domenica scorsa, per loro ealtri ragazzi della scuola arri-vata la prima gara ufficiale, aFalconara Marittima. "Era untorneo under 16 - raccontano -quindi abbiamo giocato con-tro persone pi grandi e piforti di noi". Ciononostante i ragazzi nonhanno sfigurato: Michele, che anche il figlio di Fabio, arri-vato terzo nella categoria deicadetti. Massimiliano e Lucasono arrivati rispettivamente

    quinto e quarto nei giovanissi-mi. Lorenzo, un altro lorocompagno di classe, arrivatosecondo, ma a pari punti con ilprimo, e si qualificato per lefinali nazionali che si gioche-ranno questa estate aMontecatini.La scuola al suo secondoanno. Per ora gli iscritti sonouna decina di ragazzi tra gli 11 ei 14 anni. Ma per Fabio non l'unicoimpegno da istruttore: da qual-che anno, infatti, insegna anchenelle scuole medie di Urbino edintorni. Quest'anno, per trevolte alla settimana, va allaVolponi, nell'orario della pausapranzo. Chiunque vuole pu partecipa-re ai corsi. La seconda scuoladove insegna sono le medie diCa' Gallo.

    Domenica prossima inizia ilcampionato di serie C a squa-dre, su base regionale. Laprima giornata la Dynamo sarimpegnata a PortoSant'Elpidio. "Si giocano quat-tro partite - spiega Fabio -quindi, a turno, uno di noiresta fuori. L'anno scorso ilcampionato non andatobenissimo ma ci siamo toltiuna bella soddisfazione: siamostati gli unici a battere la squa-dra di San Marino, che fortis-sima". Anche quando gioca,Fabio non perde mai di vista isuoi giovani allievi: "Durantele gare degli adulti i nostriragazzi giocano contro quellidegli avversari e cos fannoesperienza. Lo scopo finale quello di portarne qualcuno,un giorno, a gareggiare inprima squadra".

    A Montelabbate, invece, doveil corso gi terminato, eraun'insegnante di matematica acedergli un'ora a settimanadelle sue lezioni per insegnareai ragazzi gli scacchi. "La professoressa rimastastupita di come alcune classi'difficili' si tranquillizzas