Blu 24 magazine - Novembre 2010

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Anno 1 • Numero 9 Novembre 2010 mensile di arte, cultura e umanità varia FREE www.blu24.it “Vattene, Satana!

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Anno I - Numero 9 Mensile di arte, cultura e umanità varia Roseto, Pineto, Atri, Giulianova

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Anno 1 • Numero 9Novembre 2010

mensile di arte, culturae umanità varia

FREE

www.blu24.it

“Vattene,Satana!”

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Direttore editoriale Francesco Marcozzi - [email protected] Sergio Pancaldi - [email protected] Sergio Scacchia - [email protected]

Impaginazione e grafica Sara Sistilli - [email protected] amministrativo Antonio Di Bonaventura

Redazione Vincenzo Casolani, Alessio Palmarini, Carlo Anello, Sara De Santis, Sabrina Venerato, Sara RocchegianiFoto Velimir, Mike Malandra, Alberto Sporys, Antonio Rizzotti, Luca Boschi, Libero Guerra

Hanno collaborato a questo numero Cosimo Daidone, Pietrina Cipriani, Azzurra Marcozzi, Cristina Mazzocchetti, Vincenzo Moretti,Ilaria Cimorosi, Carmen Morisi, Mattia Albani, Augusto Di Stanislao, Bianca Maria Campagna, Francesco Di Giacomo

Coordinatore tecnico Jim LanzoneCorrezione testi Pierina Maggitti, Mariantonietta Tavani, Bianca Maria Campagna

Supervisore editoriale Camillo CerasiStampa Typo Grafica 2000

Uff. Pubblicità: 347 3768438Redazione: via Canale Doria 9 - Roseto D. A.

Editore: Media & Partners s.r.l.

Gli articoli firmati riflettono esclusivamente l’opinione dei loro autori e non necessariamente quella della testata.Manoscritti, foto e illustrazioni, anche se non pubblicati, non vengono, di norma, restituiti

È vietata la riproduzione, anche parziale, di testi e foto.

Diretto da FEDERICO [email protected] - 339 6979947

www.blu24.it

Periodico iscritto al registro della stampa presso il tribunale di Teramo n°626 del 08/03/2010

som

mar

ioIl fascino del Male

Controguerra: prima di scoprirladevi intuirla

Una gioia per l’eternità

Gruppo Fanì: un esempiodi eccellenza

Una casa per tutti

Per non perdere il filo... della memoria

In corsa verso il futuro

Emilio Mattucci

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Siamo reduci da quella maratona sulla mafia che fa capo al premio Borsellino. Dieci giorni di incontri, dibattiti e anche spettacoli per gri-dare senza indugi il proprio ‘no’ a tutte le mafie. Che si chiami ca-morra o ’ndrangheta poco cambia: si tratta sempre di un sistema che non può essere accettato dalla società civile. Così tutti i numerosi e

autorevoli relatori che si sono alternati a parlare dell’argomento, hanno cercato di metterci in guardia da quel terribile mostro che risponde al nome di mafia. Durante gli interessanti dibattiti si è cercato di far comprendere alle persone, che del problema hanno solo sentito parlare in tivù, il perché la mafia costitui-sca un mondo logico, razionale, efficiente e spietato. Molto spesso più logico, razionale ed efficiente dello Stato. Un’organizzazione a suo modo perfetta, in grado di mettere in piedi un sistema economico ‘pulito’, pur generato da atti-vità illecite. Un vero e proprio sistema di potere che si fa Stato dove lo Stato è tragicamente assente. Ma dove trova la mafia la linfa da cui trarre energia? Si-curamente dai suoi metodi intimidatori e violenti, che però da soli non bastano a giustificare lo strapotere dei clan. Infatti lo Stato ha i mezzi e, soprattutto, la forza necessaria per sconfiggere le mafie. Ma non ce la fa. Nonostante gli sforzi, i continui blitz e gli arresti eccellenti, la mafia continua a dettare legge. Allora bisogna andare alla radice della questione, partendo dalle nostre realtà, scrol-landoci di dosso il concetto che la mafia sia un problema che non ci riguarda. Non è un caso che il concetto di cittadinanza tenda costantemente a diluirsi, mentre vada via via a rafforzarsi la logica dell’appartenenza. Quel partito è più onesto e pulito di quell’altro e per dimostrare quanto ciò sia vero, non si esita a tirare in ballo dossier, verità scottanti, spesso calunnie. È il primo passo verso la violenza. Verso quella stessa violenza di cui la mafia rappresenta la massima espressione. Chi può dire di non aver mai discusso con il tifoso della squadra avversa alla nostra o con il simpatizzante di quell’altro partito, arrivando per-sino ad alzare la voce? Non voglio parlare degli episodi di brutale aggressività che si sono purtroppo verificati anche qui dalle nostre parti. Ma il vero rischio si annida in quella piccola, a volte impercettibile, nicchia in cui il cittadino si ritrova risucchiato quando finisce col rinunciare ai suoi diritti e ai suoi doveri per cedere il passo alla clientela, alla raccomandazione. Rivolgersi al ‘clan’ per ottenere qualcosa per sé o per la propria famiglia, fino al punto di vendere la propria anima in cambio del favore. Ecco, questo è il terreno più fertile affinché la mafia attecchisca; una mafia strisciante, per il momento non ancora violenta, ma non per questo meno pericolosa. E non denunciare all’opinione pubblica le cose ingiuste di cui si viene a conoscenza, equivale a rendersi complici di prepotenze e prevaricazioni che odorano di mafia.

di Federico Centola

‘A megghiu parola è chidda ca ’un si dici

L’EDITORIALE

“Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una

colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si

può sottrarre” (Oriana Fallaci)

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«Stimato Direttore Marcozzi, ho letto il Tuo editoriale pubblicato sul numero 7 di Blu e, dopo aver sorriso, non ho potuto trattenermi dall’inviarti le seguenti riflessioni. Come sai, ho trentasei anni e da oltre dieci anni, svolgo la libera pro-fessione a Giulianova. Non sono figlio d’arte, forse questo, paradossalmente, mi ha agevolato nel percorso professionale fatto fin qui alzando ogni giorno la “serranda della mia bottega”. Premetto che non ho nulla contro i “ventisettisti” anche se non li invidio e non cambierei un solo giorno della mia vita con la loro. Del resto, credo, anche di costoro abbia bisogno questo nostro Paese. L’impor-tante, infatti, non è posto il fisso o la libera professione, ma fare bene il proprio lavoro e dare il massimo di se. Si può essere protagonisti anche stando a casa cambiando i pannolini ai propri figli.Quello che invece mi ferisce, è guardare al divario che si genera sempre più sul nostro territorio (ma anche fuori la realtà non sembra diversa...) tra i cosidetti. ventisettisti di ieri, che oggi si godono la pensione e quelli della mia genera-zione. Per i primi, a Giulianova va tutto bene. Questo posto è il posto più bello del mondo, non c’è bisogno di nulla, forse andrebbe eliminato qualcosa. Per i secondi, Giulianova è un luogo dal quale a malincuore, fuggire. Priva di oppor-tunità di lavoro, dove le abitazioni costano più di ogni altra località sulla costa teramana e dove, apparentemente, nulla sembra valer la pena di essere avviato. Eppure, fortunatamente, qualche eroe irriducibile, alla Gigì Montebello, esiste ancora. Come l’Ulisse dantesco, c’è ancora qualche temerario navigante che decide di investire su di se e sugli altri nel tentativo di superare le colonne d’er-cole del “ma chi te lo fare...!?”.Io ne conosco alcuni, giovani e meno giovani che, con coraggio e dedizione, continuano ogni giorno ad alzare le serrande del proprio desiderio e della propria voglia di fare. A costoro, caro direttore, mi auspico che si inizi a dedicare un po’ più spazio sui media. Non per esaltarli, né per celebrarli, ma per raccontare a tutti che la voglia di fare non è un crimine, non è nociva per il territorio, anzi, è la possibilità per dare ai nostri figli e alla nostra città un futuro».Saluti e buon lavoro.

Luca Gentile

IL PUNTO

di Francesco Marcozzi

NELLA NOSTRA RUBRICA CI PIACE OSPITARE IN QUESTO NUMERO LA LETTERA DI UN NOSTRO LETTORE IL QUALE RIAPRE

IL DISCORSO SUI “VENTISETTISTI” TRA PREOCCUPAZIONI E SPERANZE DELLA NASCITA DI ALTRI GIGÌ MONTEBELLO

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Il fascinodel Male

Il diavolo per la fede cristiana, dice Ratzinger in un libro

precedente al suo pontificato, è una presenza misteriosa

ma reale, immersa nella vita di tutti i giorni. Baudelai-

re scriveva che: “l’astuzia più raffinata del diavolo è di

persuadervi che non esiste”. Non so se qualcuno di voi

si è mai chiesto che faccia possa avere un esorcista. Proprio

uno di quei sacerdoti che a volte si trova a dover fronteggiare

realmente il Maligno. Il viso di Don Luigi Lamona, parroco

della chiesa di Voltarrosto a Roseto, di certo non fa pensare a

indemoniati ma solo a persone possedute da bonomia e letizia.

Eppure è un esorcista designato dalla Diocesi. Questo prete dal

viso simpatico grande affabulatore, ha il suo credo nel Vangelo

che comincia e finisce nella parola: accoglienza. In un’epoca in

cui le chiese si svuotano e i preti diventano animali rari in via

d’estinzione, non è il momento di defilarsi, ma al contrario è

il tempo dell’agire. Da qui nasce anche la sua gioia nel poter

trattare il mistero del male, per mettere in guardia, proprio in

questi giorni di Halloween, sull’azione di Satana e per riaffer-

mare una verità evangelica: la liberazione dai demoni, la gua-

rigione dei malati, la remissione dei peccati, sono facce della

stessa medaglia. Leggendo attentamente i Vangeli, si trovano

molte parti che raccontano di Gesù intento a compiere esorci-

smi contro indemoniati, autorizzando i suoi dodici a farne altri.

Pensate che il primo rituale di esorcismo della Chiesa risalirebbe

al 1614 con un procedimento rivisitato nel 1952 e opportuna-

mente corretto durante il pontificato di Wojtyla. Negli ultimi

anni la dottrina cattolica sull’esistenza del diavolo ha in parte

sconfessato l’Inferno. Più di un ministro di Dio crede oggi che

questa sorta di Auschwitz eterna, questa Geenna biblica, luogo

di vendetta contro i malvagi, possa essere un contenitore vuoto

perché “la misericordia di Dio è infinita”.

Esorcismo, Don Luigi, è una parola che suscita paure e curiosità. Appare come una misteriosa realtà che evoca mondi occulti, scontri singolari con l’invisibile. Accende la fantasia, suscita perplessità. In realtà che cosa è?L’esorcismo è un’invocazione del Signore Gesù Cristo, cioè una

preghiera, affinché Egli liberi una persona o un luogo dalla

presenza dello spirito del male.

Oggi, in tutto il mondo, l’esorcismo sembra essere torna-to alla ribalta. I veri demoni stanno acquistando potere? O, sono piuttosto i nostri demoni personali che prendono il sopravvento?La risposta andrebbe ben articolata e argomentata: cercherò

di essere sintetico e chiaro, perché intorno all’argomento c’è

molta curiosità e scarsa conoscenza, se non quella che viene

dalla cinematografia. Il diavolo non è mai passato di moda e

in tutte le epoche ha suscitato interesse. Nella Chiesa c’è stata

grande enfasi sulla questione in epoca prescientifica, prima

dell’illuminismo, con tutte le distorsioni che conosciamo soprat-

tutto a causa della non conoscenza delle malattie psichiatriche

o psicologiche. Poi a causa del razionalismo c’è stata un’inver-

sione di tendenza drastica, ovvero se ne è parlato poco e male,

in particolare per quello che riguarda l’attività del Maligno nella

mondo e nella vita delle persone. Solo oggi, in certa parte

di Sergio Scacchia - foto Pancaldi

COPERTINA

Adolf Hitler

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«ALLORA CHIAMÒ I DODICI, ED INCOMINCIÒ A MANDARLI A DUE

A DUE E DIEDE LORO POTERE SUGLI SPIRITI IMMONDI. E PARTITI, PREDICAVANO CHE LA GENTE SI

CONVERTISSE, SCACCIAVANO MOLTI DEMONI, UNGEVANO DI OLIO MOLTI

INFERMI E LI GUARIVANO»(MC 6, 7-12).

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dell’episcopato, c’è una nuova presa di coscienza: il Maligno

esiste ed è attivo e i cristiani, ora come mai, hanno bisogno di

sostegno per difendersi dalla sua azione straordinaria. Da qui

il ministero dell’esorcista. L’attività principale del Maligno è di

convincere gli uomini che si può vivere senza Dio anzi che io

sono il dio di me stesso, la superbia della vita di cui il diavolo

è il prototipo, in virtù di una falsa idea di libertà che è arbitrio

uno sganciamento da tutto e da tutti, io solo al centro. Questa

è l’azione ordinaria.

Si può davvero essere posseduti dal diavolo? O l’esorci-smo è solo un espediente spirituale per lenire le profonde ferite di chi è colpito da problemi, o malattie mentali?

Certo, ci sono casi di possessione diabolica ma sono rarissimi e

vanno diagnosticati e seguiti con grande prudenza, proprio per

evitare di scambiare malattie mentali con casi di possessione e

viceversa. Ancora più spesso sono problematiche diverse che

convivono nella medesima persona. Nel mio ministero, quando

ho seri indizi, invito la persona interessata ad andare da un

medico specialista. Questo molte volte è necessario al fine di

una corretta diagnosi. Personalmente chiedo una consulenza

a psichiatri o psicologi per singoli casi.

La pratica dell’esorcismo, in auge fino a tre secoli fa, sta attraversando presso i cattolici un periodo di crisi che coinvolge teoria e pratica, gli studi dei teologi e la pa-storale diocesana. È lasciato così campo libero agli im-broglioni, ai maghi, ai cartomanti. Cosa fare, Don Luigi?Nel nostro mondo culturale c’è tanta confusione e tanti si di-

cono credenti. Da una recente indagine in Italia circa il 90%

degli intervistati si è dichiarato credente. In chi o che cosa?

Questo è il vero problema, circa 12 milioni di italiani vanno da

cartomanti, maghi e operatori dell’occulto in genere. Sono gli

stessi probabilmente che hanno rifiutato o non hanno ricevu-

to un adeguato annuncio, a causa dei luoghi comuni circa la

Chiesa e la fede visti come qualcosa di antiquato, obsoleto,

scontato. Quando poi nella vita si affacciano situazioni difficili

da gestire non ci si fa scrupolo, a pagamento con un giro d’af-

fari esorbitante, di consegnarsi ad uno che se va bene toglie

solo soldi, se va peggio ci si trova infestati dagli spiriti maligni

e anche plagiati: dalla ragionevolezza della fede cristiana a ciò

che è irrazionale e dannoso a tutti i livelli, economico, spirituale

e psicologico. Che cosa fare si diceva: rimettersi nelle mani del

Dio di Gesù Cristo il vero Dio, l’unico che può liberarci e dare

piena risposta a quelle domande cruciali che stanno nel cuore

di ogni persona. Sarebbe utile ascoltare la testimonianza di

chi è stato vittima. Per quanto riguarda gli studi teologici, si

dovrebbe fare molto di più cioè studiare la demonologia che

è ancora un’appendice della dommatica e soprattutto in vista

della pastorale cioè di quando un prete avrà a che fare con

questi casi, nella sua parrocchia. Quantomeno si richiede di sa-

per ascoltare e indirizzare le persone da un sacerdote esorcista.

Quanti sono, Don Luigi coloro i quali chiedono aiuto?Sono parecchi quelli che chiedono a me consigli o benedizioni

nell’ordine di circa venti persone al mese, ovvero preghiere

semplici, non preghiere di esorcismo prese dal rituale per pre-

sunti disturbi le quali vanno fatte solo quando vi sono segni

evidenti, inequivocabili. A livello regionale non saprei dire, per-

ché ogni singolo vescovo si regola come ritiene opportuno e

so che nella nostra regione ecclesiastica Abruzzo - Molise non

tutte le diocesi hanno un esorcista.

Il più grande problema che di secolo in secolo ha tur-bato i sonni di chi intende occuparsi di queste realtà è comunque dì capire come e quando si può raggiungere la certezza che vi siano realmente realtà spiritiche o non si tratti invece di autentiche malattie. È, questa difficoltà che induce molti a dubitare dell’esistenza di questa real-tà, scaricando ingiustamente tutto sulle malattie mentali o nervose. Il confine tra malattie mentali e spirituali c’è: il difficile è capire

ciò che accade nella vita di una persona. È necessario innanzi-

tutto lo Spirito Santo, va invocato con forza perché l’esorcista

non è un cavaliere solitario, ma è mandato attraverso il suo

vescovo a svolgere un ministero, un servizio, a favore di quella

porzione di popolo che è una diocesi. Avevo ricevuto l’incarico

da Mons. D’Addario di venerata memoria e l’attuale Vescovo

Mons. Seccia ha ritenuto opportuno confermarlo. Lo dico per-

ché la sintonia con il vescovo, necessaria per ogni ministero

Essa è riassumibile in sei punti: a. esaltazione del vizio;b. l’arte viene esaltata come “demoniaca” per eccellenza;c. la guerra è vista come forza positiva;d. la scienza è anch’essa esaltata perché ritenuta nemica delle religioni;e. lo spirito è visto come confidenza orgogliosa in se stessi;f. infine viene esaltata anche la ricchezza.

Filosofia satanica

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IL MALIGNO ESISTE ED È ATTIVO E I CRISTIANI, ORA

COME MAI, HANNO BISOGNO DI SOSTEGNO PER DIFENDERSI

DALLA SUA AZIONE STRAORDINARIA. DA QUI IL

MINISTERO DELL’ESORCISTA. L’ATTIVITÀ PRINCIPALE DEL

MALIGNO È DI CONVINCERE GLI UOMINI CHE SI PUÒ

VIVERE SENZA DIO

COPERTINA

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Don Luigi Lamona

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nella Chiesa, la comunione d’intenti anche sul metodo da se-

guire è quanto mai cruciale per l’efficacia del ministero di un

esorcista. Siamo mandati e da qui viene la nostra forza, dallo

Spirito che opera nella Chiesa che implora l’aiuto di Dio. Poi

l’esperienza di tanti esorcisti ci dice che ci sono delle tecniche

per riconoscere i casi di possessione: certamente il segno più

inequivocabile di una possessione diabolica è parlare lingue

sconosciute durante la preghiera di esorcismo, non una insen-

sata insalata di parole ma frasi che abbiano senso compiuto,

discorsi.

C’è ancora posto per il diavolo nel mondo moderno? Stia-mo ignorando il diavolo a nostro rischio? E, gli esorcismi sono veri?Chi crede non ha bisogno di risposte evidenti, per chi non crede

ogni risposta è insufficiente o inadeguata. Tutto è rimesso nelle

nostre mani, alla nostra libertà. Direbbe San Paolo, so a chi

ho creduto cioè l’amore di Dio io l’ho conosciuto ne ho fatto

esperienza, è credibile. Se ho fatto quest’esperienza e conti-

nuamente la faccio mia non ho nulla da temere; il Signore, dice

il Salmo, è mio scudo e baluardo mia potente salvezza a cui fa

eco San Paolo, se il Signore è con noi chi sarà contro di noi?

Il Diavolo non può nulla se il Signore è al centro della nostra

vita. Questo è il più grande esorcismo: la mia fede celebrata

con la vita!

Che posizione adotta la Chiesa nei confronti dell’esor-cismo? Secondo te il diavolo è all’interno del Vaticano, come affermato da alcuni esorcisti in Italia alla luce dei tanti attacchi per i noti problemi tipo pedofilia, aspre critiche al Santo Padre…. Tanta prudenza e tanta competenza, così potremmo sintetiz-

zare la posizione della Chiesa per motivi diversi: la delicatezza

della questione e la necessaria privacy. La pedofilia è una grave

patologia e riguarda molte persone, tra cui alcuni sacerdoti for-

tunatamente pochissimi visto che in Italia siamo 40.000 parroci

che ogni giorno lavoriamo nel dono sincero: non dimentichia-

molo. In Vaticano ci sono uomini come altri, anche se con ruoli

e ministeri diversi: sono già beati costoro se, con la loro opera

sincera e grata, si adoperano per l’annuncio del Vangelo. Così

facendo ricacciano indietro il Maligno per far trionfare ancora

la luce di Cristo Risorto!

Don Luigi Lamona

COPERTINA

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A circa sette mesi dalle elezioni amministrative 2011 i giochi della politica rosetana si stanno decisamente agitando.Ancora in alto mare la scelta del candidato sin-daco del Pd. I nomi più accreditati sono sempre

i soliti: Teresa Ginoble, Giulio Sottanelli , Sabatino Di Gi-rolamo. L’attuale vicesindaco sembrerebbe in vantaggio, forte di un accordo sottoscritto nel 2006 con i Diesse, anche se di giorno in giorno salgono le quotazioni di Sottanelli, fortemente amareggiato per la perdita della Provincia. Sottanelli sarebbe in grado di portare in dote alla coalizione di centrosinistra l’Udc, che al contrario, senza la sua presenza, andrebbe invece a rin-

forzare le file del centrodestra. Da non sottovalutare l’outsider Sabatino Di Girolamo, il quale al momento sembra l’unico in grado di stringere un’alleanza con l’Italia dei Valori, a Roseto rappresentata dall’ex sindaco ed ex segretario cittadino del Pci, Domenico Cappucci. Il partito dell’ex Pm di ‘manipulite’, però, se non convinto dal nuovo programma del Pd, potrebbe benissimo correre da solo. Non a caso sono partite già molte sollecitazioni nei confronti di Anita Di Giuseppe, rosetana doc e parlamentare in carica dell’IdV, la quale sarebbe in grado di calamitare anche molti voti dal centrodestra, dove il fratello Filiberto è uno dei leader storici. In questa fase sono in molti cercare un posto al sole, come

TURBOLENZE NELLA POLITICA ROSETANACONTINUA IL NOSTRO VIAGGIO ALL’INTERNO DEGLI SCHIERAMENTI CHE SI STANNO IMPEGNANDO IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI PRIMAVERA.

CERCHEREMO DI INDICARE QUALI POTRANNO ESSERE I CANDIDATI ALLA CARICA DI SINDACO DELLA CITTÀ DELLE ROSE, O ANCHE SOLO INDIVIDUARE VOLTI NUOVI CHE POTREBBERO

AFFACCIARSI NEL PANORAMA POLITICO LOCALE

TOTOSINDACO

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dimostrato dalle numerose liste civiche già annunciate. Una di queste fa capo all’ex presidente del consiglio comunale Val-ter Aloisi, già uomo di punta dei Diesse, il quale ha più di un motivo di rancore nei confronti dei suoi ex compagni di partito. C’è poi il movimento “Città per vivere” di Pio Rapa-gnà e Giovanna Forti, sempre molto attivo a denunciare le cose che non vanno a Roseto. Alcuni giovani del Pd, molto critici nei confronti dei loro referenti ufficiali, hanno dato vita alla lista battezzata ‘Attivamente’, mentre lo stesso partito sta lavorando alla creazione di due liste civiche dove alloggiare i numerosi “cavalli di razza” tesserati al partito democratico che, per ovvi motivi di affollamento, non possono essere schierati in un’ unica lista. Non mancano le iniziative autonome, come quella di Alfonso Montese, al momento sconosciuto ai più, il quale sta lavorando per aggregare attorno a sé persone che la pensino come lui. Ci sono poi esponenti dell’imprenditoria lo-cale, come il balneatore Bruno Pierandozzi, pronti a scendere in pista per manifestare in maniera diretta il loro disappunto nei confronti di alcune scelte adottate dalla giunta guidata da Franco Di Bonaventura. A sinistra del Pd i giochi sono fatti.La federazione della Sinistra, guidata da Marco Borgatti, ha da tempo lanciato un nuovo progetto di coalizione di centro sinistra senza il Pd dove si collocherebbero Sinistra Ecologia e Libertà di Pasquale Avolio insieme a una lista civica di giovani e, forse, il solito IdV.Nel centrodestra, al momento, si registra una calma piatta. Il

Marco Borgatti

Alfonso Montese

Valter Aloisi

Dante D’Elpidio

Giancarlo Caponi

Domenico Cappucci

Bruno Pierandozzi

Filiberto Di Giuseppe

Sabatino Di Girolamo

Anita Di Giuseppe

Enio Pavone

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circolo del PdL è teoricamente in vita, ma di fatto è chiuso da tempo. Il commissario Paolo Tancredi, attraverso il suo referente locale Dante Di Marco, non ha ancora contat-tato nessuno per formare una lista, tantomeno sembra si stia lavorando per ricucire i notevoli strappi all’interno del principale partito del centrodestra.La guida della coalizione è sempre più in mano ai Liberalso-cialisti che chiederanno di candidare alla carica di sindaco il proprio segretario Enio Pavone, per il momento il nome più accreditato per contrastare quello del centrosinistra. Sembra invece certo quale sarà il cartello del centrodestra, e cioè: PdL, Liberalsocialisti, Lega, Popolo di Roseto e Udc, ma anche in attesa del placet della Santa sede tramite l’ex parlamentare Dante D’Elpidio.Entrando nell’ambito della fantapolitica, ammesso che quella descritta finora non lo sia, alcune voci parlano di un patto di non belligeranza fra Pd e PdL per il comune di Ro-seto, dove il centrodestra lascerebbe spazio ai Democratici per non consentire ai Liberalsocialisti di assumere un ruolo determinante nel centrodestra provinciale e utilizzare i voti di Roseto solo in tornate Provinciali e Regionali. Tutto que-sto nell’ottica di chi ritiene il PdL di Roseto solo un bacino di voti per i big teramani come fino a oggi è stato.Appare infatti strano come mai a coordinatore locale sia stato nominato non un nuovo e incontaminato personag-gio locale, magari un giovane capace di aggregare altri gio-vani per costituire un gruppo dirigente alternativo a quello attuale (come successo a Teramo quando si presentarono i giovani Gianni Chiodi, Paolo Tancredi & c. al posto dei vetusti come Lino Silvino e Gatti e Di Sabatino padri ), ma l’attuale consigliere comunale Dante Di Marco, onestissima persona ma di consensi limitati (si ricordi i voti della sua lista An nelle passate amministrative) ma soprattutto dietro il quale molti politologi locali vedono la longa manus di No-rante, vero stratega della politica roetana di centrodestra degli ultimi dieci anni, prezioso alleato (a costo zero) è la migliore garanzia di vittoria per Ginoble & C. alle prossime elezioni amministrative, così come è accaduto nelle ultime due.

Teresa Ginoble

Giulio Cesare Sottanelli

Egregio Direttore,

Rilevo con piacere l’ipotesi avanzata dal periodico da Lei egregiamente diretto, circa la possibilità di una mia candidatura alla carica di Sindaco nelle prossime elezioni di primavera.La considero un’apprezzabile atte-

stazione di stima della quale non posso che ringraziarLa. Al fine di non alimentare infruttuose congetture o cordiali aspettative mi sento tuttavia obbligato, Suo tramite, a comunicare la mia indisponibilità al riguardo. Ciò non mi impedisce comunque di osservare con dispia-cere il progressivo decadimento della politica locale ed il conseguente svilimento degli organi istituzionali. Condizioni che rendono a mio avviso indispensabile un’azione di forte rinnovamento di uomini e metodi di governo. Un antico filosofo diceva che “la speranza ha due figli bellissimi: lo sdegno per le cose come sono ed il coraggio per cambiarle”. Convivendo da troppo tempo con il primo sono sicuro che Roseto sceglierà il secondo, ed avendone l’opportunità saprà anche garantire una maggiore partecipazione dei giovani e delle donne alla vita pubblica.Almeno lo spero. Ringraziando per la cortese ospitalità, Le invio cordiali saluti.

Pasquale Calvarese

Tommaso Ginoble

TOTOSINDACO

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Ormai è realtà, si propone di nuovo l’accorpa-

mento tra l’Istituto d’istruzione Superiore “Ce-

rulli”, (ITI - IPIAS con 490 iscritti 2010/2011)

con l’istituto professionale alberghiero “Cro-

cetti”. con 853 iscritti 2010/2011), che diven-

terebbe un IIS con 1343 alunni: L’anno scorso, per la prote-

sta degli studenti e dei docenti dell’Iti-Ipias e per l’impegno

di alcune forze politiche, l’accorpamento era stato evitato.

L’annuncio ufficiale è arrivato dal Ministero dell’istruzione,

dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per

l’Abruzzo – L’Aquila, con protocollo datato 20/08/2010 a tutti

i Presidenti di Provincia, ed entro il 20 ottobre 2010 le proposte

delle singole Province dovranno essere trasmesse al Ministero

Scolastico Regionale, e, a seguire, entro il 20 novembre 2010

la Regione Abruzzo dovrà assumere la deliberazione formale al

fine di permettere alle scuole l’attività di orientamento ed alle

famiglie decidere dove iscrivere i propri figli per l’anno scolastico

2011/2012.

La motivazione di questo accorpamento (criterio C2) è quello

di unire gli Istituti tecnici e professionali le cui offerte d’istruzio-

ne e di formazione rappresentano una risposta alle domande

dell’utenza di quel territorio e che contribuiscono alla promo-

zione dello sviluppo locale (leggi Turismo). E subito ci sono state

delle reazioni a cominciare dalla presa di posizione del raggrup-

pamento Giuliesi/Udc, il quale, con il capogruppo Gianfranco Francioni, si domanda: «Ma cosa centra l’Iti con l’Alberghiero?

Quale affinità di indirizzo esistono tra i due Istituti, se uno è

tecnico per l’industria, mentre l’altro è di natura turistica e alber-

ghiero? Noi siamo per un polo d’istruzione Tecnico Scientifico,

dove le stesse offerte nuove del Liceo scientifico (scienze appli-

cate), potrebbero usufruire dei laboratori oggi esistenti nell’Iti,

in modo che l’istituto tecnico mantenga una sua forte identità

nel territorio e non immesso in un polo professionale, Istituti

Professionale Alberghieri. Va ricordato che il nuovo Preside del

Liceo “Curie” Luigi Valentini, proviene proprio dall’Istituto

tecnico dove era stato insegnante, collaboratore del Preside e

Facente Funzione Preside e tanto bene ha fatto in questa scuola,

lasciando un ottimo ricordo tra insegnanti, alunni , con grosse

qualità tecnico-scientifiche, potrebbe rilanciare un scuola che

purtroppo negli ultimi anni non ha brillato per Iscrizioni».

tanta voglia di Liceo ma andrà con l’AlberghieroITI

TUTTO GIÀ DECISO, SIA DAL DIRETTORE SCOLASTICO REGIONALE CHE DALLA PROVINCIA. RESISTE SOLO L’UDC CHE È CONTRO L’ACCORPAMENTO MA NON BASTERÀ

di Francesco Marcozzi

SCUOLA

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21

C’è solo un cancello che li divide ma vie-

ne bypassato dalla voglia di stare insie-

me. È questo il destino dell’Iti e del Liceo

Scientifico, nella parola che li accumula

come “accorpamento”. Ma il diretto-

re regionale scolastico Petracca ha un’altra soluzione, punta

ad accorpare l’Iti con l’Alberghiero. All’Iti insorgono e trova-

no l’appoggio deciso anche del sindaco di Giulianova. Tut-

ti dicono:«L’accorpamento non ci deve essere, ma se è una

medicina che dobbiamo ingoiare per forza, almeno fatecela

scegliere. No all’accorpamento con l’Alberghiero, sì al Liceo».

Insomma la posizione dei docenti e dei genitori dei ragazzi

che frequentano il più antico istituto cittadino è chiara e net-

ta. Già, ma gli altri? All’Alberghiero, la preside Nilde Maloni, già sindaco di Martinsicuro, in quota Partito democratico, non

si trova sulle stesse posizioni del suo compagno sindaco di

partito, Francesco Mastromauro. La Maloni ha sposato la

linea del direttore generale scolastico, sostenendo che «Qui

non si tratta di accorpamento o addirittura di un’annessione.

Ci troviamo di fronte alla nascita di un nuovo soggetto: un

istituto superiore dove ognuno delle componenti manterrà la

propria autonomia e soprattutto non vedrà ridotta la propria

offerta formativa, anzi. Capisco la battaglia porta avanti dai

miei colleghi dell’Istituto tecnico, farei anch’io la stessa cosa,

ma qui non è una forma di campanilismo scolastico, si tratta di

applicare nella sua specificità lo spirito della legge di riforma».

Replica il sindaco. «Il Cerulli non solo è un pezzo importante

della nostra storia, essendo erede della gloriosa Scuola di arti e

mestieri istituita a Giulianova nel lontano 1914 oltretutto con

il determinante concorso dell’allora Amministrazione comuna-

le, ma è anche l’unica istituzione tecnica presente nell’intero

territorio compreso tra Silvi e Martinsicuro, in un’area cioè che

registra una densità di popolazione elevatissima, circa il 60%

dell’ intera provincia di Teramo. E va inoltre sottolineato non

solo la specificità di una tale tipologia di scuola, che ha costi-

tuito e continua a costituire il nervo portante dell’industria e

dell’attività produttiva presente sul territorio, ma anche come

sia prevedibile un aumento di domanda con la futura ripresa

economica del Paese. È poi interessante, e avrà tutto il nostro

sostegno, la proposta di aggregare al Cerulli il Centro Provin-

ciale Istruzione Adulti, in grado di favorire la riconversione di

quadri intermedi dei settori produttivi presenti sul territorio e

di favorire una politica occupazionale che permetta il reinseri-

mento della forza lavoro altamente qualificata». Queste cose il

sindaco le ha ribadite in Provincia cercando di differire ancora

di un anno gli accorpamenti. Ma si sa che sarà impossibile? E

il Pdl? Finora il consigliere provinciale Flaviano Montebello e

i suoi sono stati più vicini alle posizioni istituzionali dell’accor-

pamento Iti-Alberghiero, ma dopo qualche malumore, hanno

forse capito che ci si era spostati troppo da una parte per

cui Montebello ha annunciato che incontrerà anche i docenti

dell’Istituto tecnico industriale. E il “terzo incomodo” (sin fa per

dire) che dice? E cioè lo scientifico. Il professor Luigi Valentini, che ha l’obiettivo primario di rilanciare il Liceo punta al Polo

linguistico e a Scienze applicate. Se queste cose gli vengono

riconosciute, va bene qualsiasi soluzione. (f.m.)

Così vicini, eppure così lontaniL’ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE È SEPARATO DAL LICEO SOLO DA UN

CANCELLO, PERALTRO APERTO, MA IL DIRETTORE SCOLASTICO REGIONALE VUOLE ACCORPARE L’ITI ALL’ALBERGHIERO ED È GRANDE POLEMICA.

SCHIERATI ANCHE I PARTITI, RISCHIA DI DIVENTARE UN CASO POLITICO

Via Benedetto Croce, 8 - 64032 Atri - tel. 0858798341

SCUOLA

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Il Comune di Pineto è attualmente dotato di tre scuole:

quella secondaria di primo grado, la Primaria e la scuola

per l’infanzia. Tutte e tre si trovano in edifici di dimensioni

prossime al raggiungimento dei propri limiti fisici, tenuto

conto del costante incremento in questi anni della popo-

lazione scolastica e, quindi, bisognosi di corposi interventi di

adeguamento. L’Amministrazione comunale, consapevole della

situazione esistente, è orientata alla realizzazione di un nuovo

polo scolastico unificato, che dovrebbe sorgere nella parte nord

del paese, a monte dell’abitato del Quartiere dei poeti.

“Il progetto” spiega l’assessore competente, Tiziana Di Tecco

“è finalizzato alla realizzazione di un polo scolastico in grado di

rispondere all’esigenza di riunire, in un’unica sede, le dotazioni

scolastiche comunali della scuola primaria e secondaria, che

attualmente sono disseminate sul territorio con notevoli disagi

sia per gli utenti che per l’amministrazione stessa, senza consi-

derare il miglioramento della qualità delle strutture educative,

funzionale al potenziamento dell’offerta formativa e della qua-

lità della didattica, che verrebbe a crearsi realizzando un’unica

sede scolastica sul territorio”. Il patrimonio esistente non è più

adeguato alle moderne esigenze didattiche e pedagogiche,

mancano infatti aule per discipline specialistiche e multimediali.

Non è inoltre adeguato alle nuove richieste di formazione per

l’età adulta, per ospitare cioè corsi di lingue o professionali,

alfabetizzazione per stranieri, corsi di aggiornamento e molto

altro ancora. “L’intervento che abbiamo in animo” continua

La scuola scoppiaMENTRE LA POPOLAZIONE SCOLASTICA PINETESE AUMENTA, GLI

EDIFICI RIMANGONO GLI STESSI, CON L’AGGRAVANTE CHE IL PASSARE DEL TEMPO LI RENDE FATISCENTI E NON PIÙ ADATTI ALLE ESIGENZE

FORMATIVE. PER QUESTO MOTIVO L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE HA IN ANIMO DI REALIZZARE UN ‘CAMPUS’, CIOÈ CONCENTRARE IN UN

UNICO PUNTO TUTTE LE SCUOLE CITTADINE. IL LUOGO INDIVIDUATO PER DARE CORPO AL PROGETTO È IL QUARTIERE DEI POETI

   

di Cosimo Daidone - foto Antonio Rizzotti

SCUOLA

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23

l’assessore Di Tecco “si propone non solo di sopperire quanti-

tativamente a una carenza in ordine numerico o spaziale, ma

vuole essere motivo per fornire un servizio qualitativamente

elevato e non solo circoscritto alla pura funzione di contenitore

didattico”. Da qui l’idea di pensare a un “campus” dove si inse-

riscano le attività didattiche delle scuole primarie e secondarie,

ma anche attività culturali, sportive e ricreative; il tutto inserito

in un ampio parco urbano per rendere la struttura scolastica

in linea con le contemporanee richieste delle giovani famiglie

residenti”. La rilocalizzazione delle scuole, mediante l’accorpa-

mento in strutture vicine, ciascuna con la propria identità ma

accorpate e poste in stretta relazione tra loro, comporta dal

punto di vista gestionale un’ottimizzazione dei costi e un mi-

glioramento del servizio reso alla collettività. Dal punto di vista

didattico, il progetto del comune si pone in perfetta armonia

con gli orientamenti di nuovi programmi scolastici, che auspica-

no la continuità del processo formativo dell’alunno, dalla scuola

materna fino alla scuola media, attuabili mediante una stretta

vicinanza, anche logistica, degli insegnanti dei diversi cicli sco-

lastici. In quest’ottica si colloca un nuovo polo scolastico in cui

operino al meglio gli addetti ai lavori, grazie alla disponibilità di

un plesso definitivo in “verticale”, nel quale vengano previsti gli

spazi per la scuola primaria e secondaria inferiore (medie) e su-

periore. “Archivi, biblioteche, scuole, università alla portata del

cittadino comune sono conquiste di un’organizzata economia

urbana” prosegue l’assessore “Realizzare un triangolo fra scuo-

la, cultura e sport è un ulteriore passo in avanti, nella conquista

di una città sostenibile, dove l’identità dei luoghi dipenderà dal

senso di appartenenza e di affezione dei suoi abitanti. Il cam-

pus diventerà un nuovo quartiere pulsante, uno spazio dove

le attività fondamentali del tempo libero, dell’istruzione per i

ragazzi e della formazione permanente per gli adulti creeranno

una sinergia di interessi collettivi. Uno spazio vissuto per tutte

le stagioni dell’anno e della vita diventa luogo di cittadinanza

attiva, ambito di circolazione di idee e di partecipazione civi-

ca. Un campus che includa attività sia didattiche che culturali

concorre a mantenere il Paese competitivo, in quanto intorno

ad esso possono gravitare i vari appuntamenti legati ai bisogni

formativi e alla long-life education”.

 

    Noi, Ragazzi di Pineto... vogliamo crescere e studiare insieme Noi, Ragazzi di Pineto... vogliamo crescere con la nostra citta’

Noi, Ragazzi di Pineto... vogliamo una scuola moderna e avanzata

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Rispondere ai bisogni abitativi delle fasce più deboli

offrendo prodotti immobiliari vantaggiosi per rap-

porto qualità-prezzo. Questo l’obiettivo priorita-

rio, la cosiddetta mission, della Legacoop Abitanti

Abruzzo che, rilanciando la cooperazione e l’asso-

ciazionismo, si propone di dare soluzioni concrete all’attuale

crisi, contrassegnata dal calo del potere d’acquisto delle fami-

glie e dalla disoccupazione, piaga soprattutto giovanile. La crisi

economica, in particolare, ha avuto un notevole impatto sul

settore immobiliare: un effetto senza dubbio è stato il drastico

dimagrimento dei redditi delle famiglie, che sta precludendo la

possibilità di comprare o anche semplicemente affittare casa ad

una sempre più ampia fascia intermedia di popolazione, quella

che gli economisti chiamano la “fascia grigia”: giovani coppie,

studenti, lavoratori pendolari, disabili, immigrati, single e an-

ziani. Il progetto di sviluppo della Legacoop Abitanti regionale

punta su una semplice ricetta, basata su questi ingredienti:

“mercato+welfare, case+servizi”, ossia su una gestione inno-

Una casa per tutti

di Sara De Santis - foto Mike Malandra

EDILIZIA AGEVOLATA

25

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26

vativa del processo immobiliare, incentrata sui principi della

sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Quindi offrire

case di ottima finitura, costruite secondo i moderni principi

della bioarchittettura e della bioedilizia, a prezzi accessibili per

categorie di cittadini per le quali l’attuale mercato del mattone

è fuori portata. Questi i principi che informano i tre importanti

programmi attualmente in fase di realizzazione sul territorio

regionale, attivati da cooperative e

consorzi aderenti alla Legacoop re-

gionale, e rispettivamente: a Rose-

to il programma “Abitare Roseto”

della cooperativa “Città Futura”; a

Pineto il programma “Abitare Pine-

to” a cura della cooperativa “Casa

Ipotetica”; il programma “Chieti”

nella città teatina a cura del Consor-

zio “Abitare Abruzzo”. Il program-

ma “Abitare Roseto” verte sulla

realizzazione di alloggi di edilizia

agevolata-convenzionata ed opere

di urbanizzazione nella zona Peep

di via Defense, a Cologna spiaggia.

Il progetto prevede un complesso

abitativo servito di tutto punto, che

sorgerà su un’area di oltre trentami-

la metri quadri e includerà al suo in-

terno anche spazi per attività terzia-

rie, ricettive, commerciali e sportive,

compresa la realizzazione di strade

di quartiere e di collegamento con

la viabilità principale, parcheggi, in-

frastrutture quali una piazza e una

palestra, marciapiedi, aree verdi at-

trezzate ed elementi vari di arredo

urbano. Le 126 unità abitative previste, che andranno a sod-

disfare le esigenze delle fasce sociali più deboli, sono delle

palazzine di massimo tre piani, di elevata qualità architettonica

e rigorosamente ecostostenibili.

Il programma “Abitare Pineto”, invece, prevede la realizzazione

di alloggi che andranno a cambiare volto all’attuale zona Peep

LA CRISI ECONOMICA, IN PARTICOLARE, HA AVUTO UN NOTEVOLE IMPATTO SUL SETTORE IMMOBILIARE: UN EFFETTO SENZA DUBBIO È STATO IL DRASTICO DIMAGRIMENTO DEI REDDITI DELLE FAMIGLIE, CHE STA PRECLUDENDO LA POSSIBILITÀ DI COMPRARE O ANCHE SEMPLICEMENTE AFFITTARE CASA

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del Quartiere dei Fiori, conferendogli il pieno titolo di nuovo

“quartiere verde”, a misura d’uomo, della città di Pineto. Il pro-

gramma prevede la riorganizzazione urbanistica e ambientale

dell’intero ambito, attraverso la realizzazione di nuove strade

e il potenziamento di quelle esistenti. A conferire nuovo as-

setto strategico all’intero quartiere sarà la realizzazione della

strada lungo il Calvano, quale asse principale di collegamento

est-ovest e di smistamento dei collegamenti trasversali nord-

sud. Inoltre, la zona sarà dotata di nuovi parcheggi, miglio-

rando così la fruibilità sia degli spazi già esistenti che di quelli

in programma (impianti sportivi, scuola materna, centro so-

ciale, bocciodromo, mercato coperto ecc.). Le nuove strade,

inoltre, saranno più sicure, grazie all’introduzione di sistemi di

riduzione della velocità, all’abbattimento delle barriere archi-

tettoniche, alla realizzazione di piazze, marciapiedi e percorsi

pedonali. Il quartiere risulterà riqualificato dal punto di vista

ambientale con la realizzazione del parco fluviale sul Calvano

e dell’annessa pista ciclabile che da Borgo Santa Maria e dal

Quartiere dei Fiori consentirà di raggiungere Pineto centro. Pre-

visto anche l’interramento dei cavi ad alta tensione. Gli alloggi

che verranno realizzati , sempre di notevole pregio e finitura,

sono di tipo a schiera e piccole palazzine, a due o massimo tre

piani, oltre eventuali piani sottotetto abitabili. Previsti anche

alloggi per i disabili e appartamenti di dimensioni più piccole

per anziani e single.

L’ultimo programma, infine, è denominato “Chieti” ed è a cura

del Consorzio Abitare Abruzzo. In questo ambito, si prevede la

realizzazione di 180 alloggi di edilizia agevolata-convenzionata

ed urbanizzazioni in ampliamento della zona Peep di Madonna

del Freddo, nella parte alta della città. L’intervento riguarda, per

la parte in ampliamento, nuove costruzioni per oltre 64mila

metri cubi; realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria

e di collegamento, parcheggi, recupero e cessione al Comune

di Chieti di un fabbricato semidiroccato da destinare a struttura

polivalente (centro culturale, museale o ricreativo per anziani)

e di un parco urbano attrezzato. Il programma complesso pre-

vede edifici, sempre di tipo palazzina o a schiera, con quattro

diverse destinazioni d’uso: residenziale, direzionale, commer-

ciale e di edilizia sociale.

Per la realizzazione dei suoi obiettivi, la Legacoop si propone

di utilizzare in modo più competitivo anche i finanziamenti

e le risorse pubbliche disponibili, ad esempio le opportunità

offerte dal Piano Casa regionale, approvato lo scorso anno, e

attraverso i fondi immobiliari “etici”, che mirano ad offrire abi-

LA RICETTA ANTI-CRISI DELLA LEGACOOP ABITANTI ABRUZZO

Di fronte a una crisi economica senza precedenti che ha avuto forti ripercussioni sul mercato immobiliare, ecco quindi per parole chiave la sfida che la Legacoop Abitanti regionale lancia per promuovere:• Lareteintelligentedellecooperative;• Unanuovacapacitàdiprogettareepromuoverel’attività;• Unnuovovaloreassociativoall’internodiunsistemachehagiàunfortevalorediimpresa,risultatodi qualità, radicamento territoriale, conoscenza del mercato, innovazione;• Piùqualitàimprenditoriale;• Piùqualitàcooperativa;• Piùqualitàassociativa;

Il progetto di sviluppo proposto si basa su:• Modellodell’offerta“mercato+welfare,case+servizi”;• Innovazione,basatasulletredirettricidellasostenibilità(ambientale,socialeedeconomica);• Leopportunitàoffertedaifinanziamenti(PianoCaseregionaleefondiimmobiliarietici).. La risposta alla crisi è, quindi, nei seguenti punti:• Innovazionediprodottoediprocesso;• Capacitàdiinterlocuzionesociale;• Accessoalsistemaintegratodeifondi.

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Page 28: Blu 24 magazine - Novembre 2010

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Page 29: Blu 24 magazine - Novembre 2010

29

tazioni in affitto a prezzi calmierati per fasce di popolazione in

difficoltà economica e che, tuttavia, non possiedono i requisiti

per rientrare nei programmi di edilizia popolare. Fattore di suc-

cesso strategico è l’ampliamento del partenariato territoriale,

improntato a una sinergia pubblico-privato, che deve coinvol-

gere istituzioni, enti previdenziali, assicurativi, banche e, non

ultimi, operatori privati. L’housing sociale, una delle tematiche

più “calde” dell’attuale mondo immobiliare, si basa sul siste-

ma integrato dei fondi, denominato Sif, che si struttura in un

fondo di finanziamenti introdotto a livello nazionale (il Fondo

Investimenti per l’Abitare), che investe poi nei fondi immobiliari

locali. In sostanza, si offre agli operatori privati la possibilità

di creare fondi immobiliari per la realizzazione di nuove unità

residenziali destinate alla locazione a canone ridotto e succes-

sivamente alla vendita. La Regione dovrà poi individuare, sulla

base delle effettive richieste abitative rilevate, gli interventi da

inserire nei programmi integrati di edilizia residenziale sociale

e di riqualificazione urbana. Si comprende, quindi, l’importan-

za della missione della Legacoop nel convogliare intorno agli

obiettivi del Sif i vari soggetti pubblici e privati, con la promo-

zione di progetti innovativi e di qualità. I vantaggi di aderire alla

rete che ruota intorno alla Legacoop Abitanti abruzzese, per le

cooperative ed i consorzi operanti sul territorio regionale, sono

molteplici e vanno dalla valorizzazione di aree di proprietà,

all’attività di sviluppo immobiliare, costruzione, progettazione,

servizi alla persona, property e facility management, ossia, nel

gergo d’azienda, servizi per la massimizzazione della redditi-

vità del patrimonio immobiliare, di supporto all’acquisizione e

dismissione degli immobili, alla gestione degli edifici e dei loro

impianti. Questa la filosofia cooperativa: un’impresa ha più

forza e autorevolezza nel mercato se opera all’interno di un

sistema associativo di qualità e con un forte radicamento sul

territorio. Come dire, mai come in questo momento difficile, è

l’unione che fa la forza.

TUTTI I NUMERI DEI PROGRAMMI IN FASE DI REALIZZAZIONE

Il programma “ABITARE ROSETO”: Il programma si può riassumere nel seguente quadro riepilogativo:Superficie area mq. 32.330,00Superficie destinata alla edificabilità mq. 16.390,60Superficie destinata alle urbanizzazioni(Viabilità, Parcheggi, Verde Pubblico, Marciapiedi, Piazza) mq. 15.939,40Alloggi da realizzare n. 126 (mq. 9.030,00)Struttura commerciale-ricreativa mq. 970,00

Il Programma “ABITARE PINETO”:Superficie area mq. 283.040,00Superficie destinata alla edificabilità mq. 32.675,00Superficie destinata alle urbanizzazioni(Viabilità, Parcheggi, Verde Pubblico, Marciapiedi, Pista ciclabilePiazza, Impianti sportivi,Attrezzature comuni) mq. 250.365,00Alloggi da realizzare n. 156 (mq. 23.240,00)

Il programma “CHIETI”:Nei numeri il programma si può riassumere nel seguente quadro riepilogativo:Superficie area mq. 51.300,00Superficie destinata alla edificabilità mq. 30.050,00Superficie destinata alle urbanizzazioni(Viabilità, Parcheggi, Verde Pubblico, Marciapiedi) mq. 21.520,00,00Alloggi da realizzare n. 180 (mq. 23.240,00)

EDILIZIA AGEVOLATA

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Dimensione Volontario “raddoppia”, dando vita a una Polisportiva Dilettantistica volta a promuovere e favorire la pratica sportiva da parte di soggetti portatori di handicap. Nel rispetto dello spirito e dei principi ispiratori

dell’Associazione, l’A.P.D. Dimensione Volontario non ha fini di lucro, qualificandosi dunque come Onlus. La Po-lisportiva ha come oggetto l’esercizio e la promozione di attività sportive dilettantistiche per portatori di handicap, la gestione di corsi e centri di avviamento allo sport per disabili, l’organizzazione di manifestazioni sportive, tornei e di ogni altra attività sportiva dilettantistica per portatori di handicap. Inoltre, si prefigge di avviare all’attività sportiva i ragazzi disabili, nella convinzione che lo sport sia un diritto per tutti e nell’intento di aiutare a promuovere il processo di formazione della personalità, diventando valido strumento per una crescita individuale, sia fisica che sociale. La nuova associazione vuole inoltre destare l’interesse sul problema della riabilitazione e dell’inserimento attivo degli atleti nella vita sociale, oltre a mantenere rapporti con altre associazioni sportive affinché lo sport praticato dai disabili non venga

considerato sport minore. Infine il neonato gruppo ha tra gli obiettivi anche quello di esercitare tutte le attività necessarie per l’assistenza, l’integrazione sociale e il miglioramento della vita e delle condizioni sociali dei portatori di handicap.Nove i soci fondatori: Paolo Iachini (Presidente), Pasqua-le Di Sante (Vice Presidente), Fabio Petrone (Segretario), Vincenzo Reggi, Guerino Prosperi, Massimo Marini, Alessandro Del Nibletto, Pasquale Di Crescenzio e la stessa Dimensione Volontario, nella persona del legale rap-presentante Giuseppe Palermo. «Attraverso le iniziative già messe in campo con Dimensione Volontario, abbiamo potuto toccare con mano l’importanza dello sport per il benessere delle persone disabili – spiega il Presidente Paolo Iachini. L’attività sportiva, infatti, ha un ruolo chiave nella riabilitazione motoria, oltre a essere utile per la socializzazione e per il recupero funzionale. In questo campo, capita spesso di scontrarsi con barriere architettoni-che o psicologiche, ma riteniamo che valga la pena insistere. Di qui la nascita di questa Polisportiva, che si propone di promuovere e favorire la pratica sportiva tra i portatori di handicap».

Integrazione attraverso lo sportNASCE L’ASSOCIAZIONE POLISPORTIVA DILETTANTISTICA DIMENSIONE VOLONTARIO

di Sara Rocchegiani

VOLONTARIATO

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C’ è un grande prato

verde dove nascono

speranze. Era il pas-

saggio fondamenta-

le di una canzone di

Gianni Morandi sul finire degli anni ses-

santa. Ora Giulianova ha la speranza di

poter contare su un grande prato verde,

un prato, anzi un parco di 5-6000 metri

quadri. Dove tutto o quasi è veramente

terminato quando le fabbriche e le si-

rene della zona hanno finito di produr-

re e di fischiare. Ma in quella zona sta

per “cambiare il mondo, ovviamente in

senso positivo. C’è anche un progetto di

trasformazione urbanistica delle aree ex-

Foma ed ex-Acciaierie del sud, da parte

del Diamond Group. Certo edilizia, ma

anche parchi, verde pubblico attrezzato,

un laghetto e due ponti artificiali e, per

concludere, una strada a parallela alla

ferrovia per evitare di intasare via Trieste

che sarà completamente rivalutata dal

format degli interventi. Bene, il sindaco

Francesco Mastromauro non ha voluto

aspettare che si andasse dapprima, come

era prevedibile e, come accade in tutti

i casi, che si cominciasse con gli inter-

venti edilizi. Insomma che si cominciasse

a costruire. No, con un pizzico di otti-

mismo e anche di coraggio, ha chiesto

ai due imprenditori che sono in prima

linea nell’intervento, Giovanni Lucidi e

Ruggero Balducci, di realizzare prima il

parco. Beh, richiesta ardita, perché tutti

gli imprenditori mirano subito a costruire

anche perchè devono vendere gli appar-

tamenti i negozi e quant’altro. Ebbene,

ecco la sorpresa: Lucidi e Balducci, d’ac-

cordo con l’amministratore delegato

Fabrizio Sacchini, hanno risposto di

sì. «Sindaco, vediamoci, incontriamoci

e discutiamone ma noi siamo pronti ad

accettare la richiesta». E così sarà. Lo

sottolineiamo perchè è un evento senza

precedenti, crediamo, nella storia delle

costruzioni. Almeno dalle nostre zone,

che conferma la sensibilità dei costruttori

coinvolti che non sono, come qualcuno

con disprezzo ama definire chi fa que-

sto lavoro e cioè “palazzinari”. Questa

vicenda, questa risposta e questa dispo-

nibilità ne sono la conferma. Va ricordato

che il progetto della Diamond Group srl

(ex ADS e FOMA) si integra con il proget-

to Sadam prevedendo la continuata del

parco urbano sulla zona ovest dell’area

e lo ricollega con il futuro cannocchiale,

con un’ampia fascia che lambisce tut-

to il perimetro nord del lotto fino a Via

Trieste. La zona residenziale, costituita

da sei edifici di cinque piani è collocata

sulla parte centrale, lasciando la zona

Prima il parco e poi le case

di Francesco Marcozzi

LA VOCE DEI CITTADINI

Page 33: Blu 24 magazine - Novembre 2010

33

prospiciente Via Trieste alla destinazione

turistica commerciale, costituita da due

corpi di fabbrica, anch’essi di cinque pia-

ni (circa 15 metri di altezza) che si fron-

teggiano su un’ampia piazza pubblica,

completamente coperta da una vela in

materiale traslucido, a livello dei piani di

copertura. La continuità del parco urba-

no è salvaguardata da due ponti di le-

gno che sovrastano le due vie di accesso.

Tutto L’ambito urbano è supportato da

due strade di penetrazione, di cui quella

a sud raddoppia l’asse dell’area Sadam,

costituendo un viale con alberatura cen-

trale a doppio senso, di circa 30 metri

di larghezza. Le due strade si chiudono

sulla trasversale pedoferroviaria, che con

carreggiata in trincea, si ricollega al sot-

topasso di via Lepanto. Il progetto nel

suo insieme verifica tutti gli standard ur-

banistici previsti dalle schede di variante

e dal Master Plan e per quanto riguarda

le aree da cedere al Comune, di utilizza-

zione pubblica, superano le consistenze

previste a favore dell’interesse pubblico.

Ma cosa pensano i cittadini di questa no-

vità? Cosa si aspettano da questo straor-

dinario insediamento, attraverso il quale

si è già provveduto a bonificare tutta

l’area dall’amianto che è stato per anno

un incubo per tutti i residenti? Abbiamo

voluto sentire alcuni pareri, qualche im-

pressione. Franco Marcellusi sostiene

che «finalmente in questa zona si torna

a respirare, a vedere il sole. Speriamo che

si vada veloci. Tra l’altro va lodata la di-

sponibilità dell’impresa a realizzare prima

il parco, altrimenti, anche se dovessero

andare velocissimi, chissà quando lo

avremmo visto?» Per Francesca Mar-cellusi «è forse la fine di un incubo che

ha gravato su di noi da sempre, con le

brutture che abbiamo dovuto ricordare,

in una specie di mercato di essere uma-

ni alla ricerca drammatica di un riparo e

con i poi che uscivano a frotte e spesso

si insediavano nei nostri negozi».

Cinzia Vaccarini è soddisfatta «perché

questa zona diventerà uno splendore,

siamo stati spesso dimenticati e conside-

rati di seconda serie. Sono convinto che

il futuro di Giulianova è qui». Gabriella Di Egidio dice che «è come se tornas-

simo a rivedere il sole, bloccati da una

muraglia di ruderi e brutture. Mi hanno

detto che sarà un progetto meraviglioso

e io ci credo fermamente». Sulla stessa

linea Ketty Monti, la quale parla di «ri-

voluzione urbanistica della zona che è

stata un po’ emarginata e che ora avrà

una sua dignità e con essa tutti i cittadi-

ni che vi operano». Adriana Viglione

abita lì ed ha visto «l’immondezzaio che

era stato lasciato e già l’opera di bonifica

dà una sensazione diversa. Credo che il

brutto anatroccolo si trasformerà in un

cigno. Tra l’altro ho saputo che ci sarà

anche un laghetto e siamo in tema».

Anna Di Remigio ha sempre manifesta-

to apertamente la sua soddisfazione per

quanto sta accadendo. «Pensavo di non

ricordarlo - dice - perché se ne parlava

da sempre e non si vedeva niente. Ora

sono pronta per partecipare alla gran-

de festa della rivitalizzazione di tutta la

zona, che diventerà la “Giulianova due”,

un po’ come a Milano».

Franco Marcellusi

Anna Di Remigio

Adriana Viglione

Monia Di Carlo

Cinzia Vaccarini

Gabriella Di Egidio

Ketty Monti

Francesca Marcellusi

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Una gioia per l’eternità“IO CREDO CHE SUONARE L’ORGANETTO SIA COME PORTARE LA GIOIA IN CHI L’ASCOLTA,

PERCHÉ LA MUSICA È VITA! MENTRE IO SUONO, GLI OCCHI DI CHI MI OSSERVA DIVENTANO PIAN PIANO PIÙ SORRIDENTI. LE PASSIONI SONO BELLE, QUANDO SI CONDIVIDONO. PER QUESTO HO

SEMPRE CERCATO DI TRASMETTERE LA MIA ARTE.” (IL MAESTRO PIETRO TAVANI)

ANCORA TRA NOI

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Chi ha visto il film “L’ultimo re di Scozia”, sicuramente ricorderà la scena in cui Amin Dada, il feroce dittatore che instaurò negli anni ‘70 un regime di sangue in Uganda, per un momento sembra abbandonarsi alla poesia e alla dolcezza della musica: è quando suona un organetto nel mezzo di una festa, una fisarmonica diatonica Hohner 2915. Il suo viso crudele quasi scompare

per lasciar posto a uno sguardo dolcissimo, non usuale in quest’uomo terribile capace di qualsiasi nefandezza.L’organetto può essere uno strumento di pace, non solo attraverso la musica, ma anche percorrendo un canale misterioso, imperscrutabile. Un attrezzo musicale che “respira” esat-tamente come un essere umano, evoca in chi lo tiene in braccio un profondo sentimento materno o paterno.

di Sergio Scacchia - foto Pancaldi

IL MAESTRO HA LAVORATO

GLI ORGANETTI INTERAMENTE

A MANO, ECCO PERCHÉ LA SUA

È STATA UNA PRODUZIONE

LIMITATA IN CUI NON BASTA,

ESSERE UN BRAVO FALEGNAME,

MA ANCHE ARTISTI CON IL

PROVERBIALE “BUON

ORECCHIO”

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Noi di “Blu” vogliamo raccontarvi una storia: C’era una volta, Pietro, un bravissimo suonatore del tradizio-nale organetto abruzzese che in dialetto è chiamato “ddù bbotte”. Il suo amato strumento tra le mani diventava vivo, scintillava tra bagliori di madreperla e la sua luce era riflessa dai tasti che danzavano al veloce movimento delle dita. Il mantice, di colore rosso porpora, sembrava una grande bocca che si apriva e si chiudeva distribuendo sorrisi. Un giorno il “ddù bbotte” si ruppe e lui, dal piccolo paese dipinto di Casoli di Atri, andò in treno fino a Castelfidardo,

patria di questo congegno significativo della musica popo-lare, per farlo riparare.Al rientro, come per un incredibile maleficio, l’organetto gli cadde di mano e si spaccò un’altra volta. L’uomo dovette ingegnarsi per ripararlo da solo. Incredibile ma vero, ci riuscì perfettamente. Da quel momento oltre a rimettere in sesto strumenti guasti, cominciò a costruirne di nuovi.Nacque così la sua piccola fabbrica, in cui anche i figli Gio-vanni e Giuseppe, diedero una mano, entusiasti, alla nuova attività. È questa la genesi di un’impresa artigianale, quella

dei Tavani, che affonda le sue radici nel lontano 1888, quando accadde ciò che abbiamo narra-to. Pietro costruì il primo orga-netto diatonico, il ddù bbotte, i figli proseguirono l’attività fin quando, negli anni ’70, un altro Pietro, nato da Giovanni nel di-cembre del 1923, lasciò l’attivi-tà di ebanista, per continuare a curare il laboratorio artigianale del nonno, con lo stesso amore e l’identica passione di un’intera famiglia. Grazie anche al contributo di sua moglie Noemi, che lo ha sempre aiutato nella lavorazione

C’ERA UNA VOLTA, PIETRO, UN BRAVISSIMO

SUONATORE DEL TRADIZIONALE

ORGANETTO ABRUZZESE CHE IN DIALETTO È

CHIAMATO“DDÙ BBOTTE”

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dei mantici, Pietro ha mantenuto il suo laboratorio artigia-nale di Casoli, fino a qualche giorno fa, quando con la sua proverbiale discrezione, è salito in cielo. Sposato dal 1951, ha avuto tre figlie che, quasi sicuramente, non potranno continuare questa tradizione, sopravvissuta per più di cen-to anni. Il maestro ha lavorato gli organetti interamente a mano, ecco perché la sua è stata una produzione limitata in cui non basta, essere un bravo falegname, ma anche artisti con il proverbiale “buon orecchio”. Pietrino, come lo chiamavano i tanti amici, è stato anche un abile esecutore, compositore di brani per organetto, ha partecipato a infinite mostre, feste popolari, tante trasmissioni televisive nazionali e locali, regalando quella carica e allegria tipica della nostra cultura contadina. Si è esibito in Italia e all’estero insieme al coro Di Jorio e di lui hanno parlato numerose testate giornalistiche. Uomo dal forte temperamento, Pietro che ha dedicato tutta la sua vita alla famiglia e al lavoro con assoluta dedizione e

grande senso del dovere, soleva ripetere che quest’attività richiede calma, pazienza e i giusti materiali: legno di ciliegio americano, vernice di qualità, buon cartone e stoffa adatta con cui rivestirlo per creare il mantice. Con la sua opera di artigiano e musicista ha contribuito non poco alla salva guardia e alla riscoperta di una cultura musicale che per lungo tempo è stata a rischio di scomparsa, dando all’orga-netto la stessa dignità di un oboe, un violino, una tromba come strumenti di espressione musicale.Proprio per questo motivo fino all’età di quasi ottantasette anni ha continuato imperterrito a insegnare ad allievi di tutte le età, i segreti per imparare a suonare questo piccolo strumento e trasmettere e mantenere vivo il folklore della sua terra. Ora il nostro fotografo Pancaldi, che ha avuto la fortuna di fotografarlo qualche tempo prima che ci lasciasse per sempre, racconta nei suoi scatti, di un uomo che suonava a meraviglia e che amava la vita come pochi.

ANCORA TRA NOI

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Il commento, lucido, a tratti spietato, lo si può be-nissimo attribuire ad un commentatore politico dei giorni nostri. Invece, appartiene ad Emilio Mattucci: il “professore”, come lo chiamavano tutti. Amici e ne-mici politici. Il primo presidente del consiglio regionale

abruzzese, nel 1995, al tramonto della sua carriera politica, volle inserire questo commento nella premessa del suo libro di memorie “Una sfida temeraria”. Una fotografia (nitida per lui, ancora sfocata per molti) delle sabbie mobili in cui si stava dibattendo la democrazia ita-liana. Oggi un saggio di acume politico per quanti, in vita,

“LA DEMOCRAZIA, CHE PURE RESTA IL MEGLIO IN ASSOLUTO PER IL GOVERNO DEL POPOLO, NON È RIUSCITA A RISOLVERE L’ESSENZIALE PROBLEMA DI DARE ALLE COMPETIZIONI POLITICHE UNA SPECIE DI UNITÀ DI MISURA DI COMPORTAMENTO, NÉ TANTOMENO REGOLE DI CIVILTÀ, SPECIALMENTE A DIFESA DELLA DIGNITÀ DELLE PERSONE, QUASI SEMPRE STRUMENTALMENTE CHIAMATE IN CAUSA”

EmilioMattucci

avevano snobbato la sua capacità di analisi e il suo continuo richiamo alle istituzioni piuttosto che a semplicistiche lotte elettorali. D’altra parte lo ha detto lo stesso presidente del consiglio regionale Nazario Pagano, lo scorso ottobre nel corso della manifestazione organizzata dall’amministrazione per cele-brare i dieci anni della sua scomparsa: “Emilio Mattucci è stato uno dei veri protagonisti della nascita della nostra isti-tuzione regionale. È stato un uomo delle istituzioni, e oggi i suoi insegnamenti sono ancora di attualità. Lo considero il ‘Padre’ del nostro Statuto regionale, ma soprattutto un

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di Carlo Anellofoto Archivio Famiglia Mattucci

IL PERSONAGGIO

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grande abruzzese per il suo ruolo di primo piano svolto nella crescita economica della regione”. Atri, la città che ha segnato la sua grande ascesa politica, lo ha ricordato intitolandogli una strada e richiamando alla memoria, attraverso gli inter-venti del presidente della Regione Gianni Chio-di, di quello della Provincia Valter Catarra e del sindaco Gabriele Astolfi, l’importanza di Mat-tucci nella vita pubblica abruzzese e teramana. C’erano tante persone alla cerimonia. Oltre alla moglie Lucia Teofili, cerano i figli ed i tanti nipoti, di cui amava circondar-si, soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Compagni di partito ed ex avversari. Tutti a commemorare una persona che aveva sempre interpretato la sua esistenza come “una sfida temeraria”. Lo si capisce rileggendo alcuni passi della sua autobiografia, soprattutto quando cita i momenti più difficili della sua esi-stenza. Non quelli “facili” della sua carriera politica. Si legge nell’introduzione ad esempio: “Le pagine autobiografiche, quando non nascondono vuota ambizione, meritano atten-zione se aiutano ad esplorare fatti e situazioni di interesse collettivo, che diversamente sarebbero rimasti per sempre sconosciuti…. o sono rivolti ai propri familiari per rendere loro conto di comportamenti e scelte personali”. Parole il-luminati per riuscire a comprendere ancora di più Emilio Mattucci, il quale in cima ai suoi pensieri ha avuto sempre

il bene collettivo e la sua famiglia. Sono state queste le linee guida di un’esistenza segnata an-che dalla povertà (Quanto freddo nei rigidi inverni! Assicu-rarci il pasto era diventato una difficile impresa), dai sacrifici da autodidatta (mi levavo alle tre del mattino …fino alle 23 della notte studiavo da solo, nella camera della casetta degli zii al pian terreno) e dalla voglia di cambiare un destino che appariva segnato in quegli anni per un ragazzo di famiglia poco abbiente (capivo che era in discussione il mio destino e che era da respingere decisamente l’idea di abbandonare gli studi per il solo fatto di essere povero, mentre altri amici partivano per frequentare regolarmente il corso superiore). È forse questo Mattucci qui che affascina di più a dieci anni dalla sua scomparsa. Quello sconosciuto (o conosciuto solo a pochi). Quello più intimo. L’uomo che dopo quasi 60 anni svela i retroscena dei suoi trascorsi politici; i suoi otto mesi da segretario del Fascio atriano senza chiedere

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indulgenza, che scrive righe importanti della storia cittadina le quali ricordano a chi c’era e a quelli che lo hanno deni-grato per una vita. la Atri di quel periodo. Quel Mattucci che svela le sue paure nel corso del naufragio (1941) della nave che dalla Grecia lo riportava in Italia; che rivela le sue “prime delusioni” nei confronti di fascisti “camaleontici”. Lo stesso che annota alla fine della sua biografia: “mi si permetta allora di concludere che quell’errore fu – se la contraddizione lo consente – un errore buono, un errore benefico almeno per gli altri”. Il Mattucci privato che ricorda gli affanni della madre durante il suo anno di prigione subito dopo la liberazione e quello che dedica solo 15 righe al suo impegno politico nel dopoguerra, come a voler suggerire al suo lettore l’equilibrio che ci deve sempre essere tra la vita pubblica e quella privata. Un Mattucci più che mai attuale che nel 1995, in piena crisi della politica, scriveva la parola “Partito”, sempre con la lettera maiuscola.

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“... CAPIVO CHE ERA IN DISCUSSIONE IL MIO DESTINO E CHE ERA DA RESPINGERE DECISAMENTE L’IDEA DI ABBANDONARE GLI STUDI PER IL SOLO FATTO DI ESSERE POVERO, MENTRE ALTRI AMICI PARTIVANO PER FREQUENTARE REGOLARMENTE IL CORSO SUPERIORE”

IL PERSONAGGIO

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42Via La Spezia 11 - Giulianova (TE)

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San Flaviano torna a occupare il posto che gli spetta nella

fede e nel cuore dei giuliesi. E questo grazie alla nascita

di un comitato che ha riportato in città il suo culto ed i

festeggiamenti a lui dedicati. La storia di San Flaviano,

antico Patriarca di Costantinopoli nel 446, e del suo

arrivo a Giulianova si snoda tra leggenda e realtà e ciò rende la sua

storia fitta di mistero. Secondo la leggenda, le spoglie di San Fla-

viano vennero imbarcate per volere dell’imperatrice Gallia Placida

per essere inviate a Ravenna. Durante il tragitto in mare la nave,

forse dopo una tempesta, approdò senza equipaggio, sulla costa

di castrum Novum Piceni, l’odierna Giulianova. Da quel momento

la città prese il nome di Castel San Flaviano. Il giorno dell’approdo

è tradizionalmente riferito al 24 novembre e, in questa data, per

molti anni e recentemente ripresa nel 2009, si festeggia il culto

del Santo. Sulle sponde venne costruito un grande tempio dedi-

cato al Santo Patriarca e i suoi resti vennero collocati in un’urna

di marmo. All’arricchimento del tempio, oggi non più esistente,

contribuirono personaggi illustri come Carlo Magno. Oggi le ossa

del Patriarca riposano nel Duomo di Giulianova in una preziosa

urna rinascimentale in oro ed argento. Ma san Flaviano, oltre ad

essere Patrono della città adriatica, in Abruzzo è anche patrono

di Conversano, feudo di cui il conte di Giulianova, Giulio Anto-

nio Acquaviva d’Aragona, entrò in possesso nel Quattrocento. È

compatrono di Recanati e della sua diocesi e, come Conversano,

custodisce una reliquia del Santo prelevata dai suoi resti mortali

conservati a Giulianova. Tuttavia, se tanto fede ed amore divino

hanno permesso a San Flaviano di salvarsi dalla prigione marina,

non è stata impresa da niente riportare la sua immagine nel cre-

do della città di cui è da sempre patrono. Perché si sa, il cuore

umano è labile, ma difficilmente dimentica. Questo merito va in

parte ad un comitato a lui dedicato e composto da cinque giuliesi

che portano il nome Flaviano (Di Giosafat, Montebello, Iaconi, Poliandri e Di Giovanpietro). Con impegno e dedizione, coa-

diuvati dall’aiuto di fedeli e sostenitori, dal 2009 questo comitato,

non solo ha organizzato a novembre una settimana di solenni

festeggiamenti dedicati ma ha restituito nuova luce alla statua di

San Flaviano e all’urna, dimenticate per oltre settant’anni nel retro

del Duomo, restaurandole e riposizionandole sull’altare. « Anche

quest’anno il comitato si sta preparando con iniziative uniche»,

ha raccontato il presidente del comitato Flaviano Di Giosafat, « e

cresce il numero di cittadini che ci sta aiutando a realizzare una

festa qualitativamente migliore rispetto all’anno scorso». I festeg-

giamenti per San Flaviano inizieranno il 20 novembre e termineran-

no il 24. Il comitato ha già svelato qualche piccola curiosità sugli

eventi e le manifestazioni che allieteranno questi giorni di festa.

Tra questi il concerto del tenore Piero Mazzocchetti, che si esibirà

nel Duomo di San Flaviano, una vasta esposizione di presepi napo-

letani che arrivano direttamente dalla città partenopea nella prima

mostra mercato d’Abruzzo, con la partecipazione degli artigiani

napoletani del corallo e della ceramica, oltre a stand gastronomici

con mozzarella di bufala, limoncello e caffè. Inoltre, a far da sce-

nografia alla festa, i tradizionali giochi popolari ( tiro della pizza

di cacio, tiro alla fune, battesimo dell’asino ecc…), la rassegna

di corali polifoniche provenienti da tutto l’Abruzzo e il raduno

di macchine d’epoca con la presenza di Miss Eleganza Giulia Di

Quinzio, terza classificata a Miss Italia 2010. (a.m.)

Il Santovenuto dal mare

TRADIZIONI LOCALI

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Page 44: Blu 24 magazine - Novembre 2010

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Controguerra: prima di scoprirla devi intuirla

LA CERNIERA LAMPO CUCITA TRA L’ABRUZZO E LE MARCHE FILTRATA DAL BLUES LEGGERMENTE COUNTRY E ROCK DEI BLUES BROTTHERS

Controguerra, prima di scoprirla, devi intuirla. Tipo “trova l’intruso”: la peschi dal

mucchio e rischi di non farci caso. Ci arrivi da una strada che gira e sale, ma non

troppo, una strada stretta e asfaltata, che taglia in due le campagne e le contrade

della Vibrata. Tutte in fila, una dietro l’altra. Inevitabile patchwork di terra e mat-

toni, frutto di centinaia e centinaia di anni passati a costruire e disfare, tanto le

case quanto le vigne. Controguerra, prima di scoprirla, devi intuirla: buttata in seno alle colline

teramane, tra poggi diseguali che vanno e vengono, sospesa giusto quel poco che basta per

farla intuire dabbasso. Non ci si aspetti un borgo arroccato sul cucuzzolo più alto dell’Himalaya,

insomma: il suo fascino è nella discrezione, nel vedo-non vedo regalato dalla lingerie raffinata

del paesaggio che lo racchiude.

di Mattia Albani - foto Pancaldi

IL BORGO

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Controguerra la trovi perché ti saluta. Ma non come ti salutano tutte le città, i paesini e le

contrade della zona. Controguerra ti saluta con mattoncini a vista e maioliche smaltate, col

bianco col verde e col blu. “Benvenuti a Controguerra, città del vino”. Poi, da una porticina

chiamata Porta Maggiore, entri nel Centro Storico, e prima di renderti conto di dove ti trovi,

vedi una rassegna ordinata e continua di decine di striscioni asserragliati e puliti che ti ricordano

sottovoce: “Controguerra, città del vino”. Simpatico colpo d’occhio. Se ci vai per la prima volta,

ti vengono subito in mente quelle feste tipo palio, o rievocazione medievale, cose così, dove

tutto il borgo si veste di vessilli e bandiere. Quando poi rinsavisci e percepisci il dove e il come,

ecco che ti accorgi dei tristi cartelli che più che suggerire intimano “Chiesa di San Benedetto

Abate” (a destra), “Torrione” (sempre a destra), “Enoteca comunale” (ancora a destra), tutto

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nella stessa direzione. Potresti anche scegliere di andare nella

direzione opposta, ma in cuor tuo andresti contro coscienza.

T’incammini titubante testando i sampietrini. Come se cono-

scessi quelle viuzze da sempre, avanzi senza riuscire a tenere

lo sguardo fisso in un punto. E visto che tutto il silenzio che

c’è intorno rischia di far male alle orecchie di chi non è più

abituate a percepirlo, due sono le soluzioni: o ci si allena, ci

si educa al silenzio o ci si infila le cuffiette dell’iPod e si lascia

partire la musica. Ognuno quella che preferisce. Controguerra

danza bene con tutto. Io le ho fatto ballare il blues leggermen-

te country e rock dei Blues Brothers. E devo dire che non mi

ha mai pestato i piedi. Metto le cuffie. I Blues Brothers nelle

orecchie. Controguerra negli occhi.

L’hanno messa vicina, la Chiesa di San Benedetto Abate. Con

un bel largo di travertino bianco e marrone che disegna una

raggiera grande come tutta la larghezza della chiesa. Hanno

rispolverato il campanile e lucidato la cupola che pare venire

direttamente da Istanbul. Sembra appena costruita. E invece è

lì chissà da quanto. Il Torrione pure, classe 1370, sotto le note

di Elwood J. Blues, sembra un ragazzino. Seicentottant’anni

suonati e non dimostrarli. Ci vedi poco, però, e forse tutto il

suo fascino sta proprio lì: così rimaneggiato e indatabile che è

un piacere starsene là sotto a fantasticare, mentre Jake E. Blues

termina la sua Gimme Some Lovin’ nell’iPod. L’aveva incomin-

ciata qualche minuto prima, più o meno di fronte al vecchio

palazzo del comune, pieno di scale pizzi e merletti, oggi sede

dell’enoteca comunale (eccola la terza freccia, “Enoteca comu-

nale”, sempre a destra).

Ma la zona clou di Controguerra sta poco fuori dal Centro

Storico, dove una stradina costeggia le case al cui posto una

volta dovevano sorgere le mura della città, e porta dritta, senza

possibilità di errore, davanti alla Chiesa della Madonna delle

Grazie. Lì la strada finisce. Così. Come fosse un enorme viale

d’ingresso, mentre invece è proprio una strada come tutte le

altre strada, costeggiata di case, marciapiedi e bidoni dell’im-

mondizia. Una strada senza uscita, però. C’è anche il cartel-

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lo. “Strada senza uscita”. E “Chiesa Madonna delle Grazie”.

Dev’essere colpa dei Blues Brothers: uno non ci troverebbe

niente di speciale in quella zona, e invece ci trova tutto un

micromondo di suggestioni.

Ho chiesto a Joliet ed Elwood di cantare sottovoce, e mi sono

concentrato sulla chiesa. È devastante, quella Madonna delle

Grazie, se la rifletti bene, senza lasciarti troppo ingannare dal

vestitino nuovo, dal lifting e dal peeling del 2000. Un edificio in

laterizio a coronamento rettilineo, non troppo grande. Quanto

basta per guardarlo in un unico colpo d’occhio. La facciata

scandita da doppie lesene ai lati dell’ingresso e timpano cen-

trale sull’architrave. Piccolo campanile a vela innestato sul muro

settentrionale. Campane originali del XVIII secolo. Questa è la

chiesa, vista da fuori. Per vederla da dentro bisogna entrare.

Bussare, zittire completamente i Blues Brothers e pulirsi i piedi.

Entriamo. Tipo guida turistica: l’interno è diviso in tre navate e

presenta un altare ligneo dorato e dipinto a doppie colonnine

tortili, con al centro un altorilievo in terracotta raffigurante

la madonna con il Bambino, così pesantemente dipinto da

impedirne qualunque identificazione stilistica. Fine del giro.

Usciamo. Tornano Joliet ed Elwood Blues. Messin’ With the Kid.

Forse è solo perché era una giornata di sole, e senza gli occhiali

scuri non si riusciva a vedere un granché. Forse è tutta colpa

dei Blues Brothers. Comunque sia, da Controguerra me ne

sono ripartito con tre propositi facili facili. Primo: la prossima

visita dovrà essere necessariamente di notte o in una giornata

con poca luce, perché tutto quel sole ti dà alla testa. Seconda:

la prossima visita dovrò farla necessariamente da solo, senza

Blues Brothers o iPod di sorta che mi ronzino intorno. Ter-

zo: la prossima visita che faccio, devo

necessariamente ricordarmi di farla te-

nendo bene in mente che il fascino di

Controguerra è nella discrezione, nel

voyeurismo che ti regali a sbirciarla di

nascosto, a guardarle nella scollatura,

quasi. Perché Controguerra è così, pri-

ma di scoprirla devi intuirla.

IL BORGO

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Grande protagonista dell’arte pittorica del Nove-

cento, Carlo Verdecchia, “ultimo impressioni-

sta della scuola napoletana” nacque a Casoli

di Atri nel 1905.

La città ducale ha dedicato all’artista una mo-

stra antologica promossa dall’Amministrazione Comunale e

dalla Fondazione “F. P. Michetti “ di Francavilla, curata da Isa-

bella Valente, docente dell’Università Federico II di Napoli.

Circa ottanta opere del pittore, scomparso nel 1984, sono state

esposte dal 25 settembre al 6 novembre scorsi nelle sale del

Museo Archeologico di Atri, in via dei Musei. Uno splendido

spazio espositivo, in uno dei più prestigiosi edifici neoclassici

della città.

Carlo Verdecchia lasciò giovanissimo la sua Atri per frequentare

l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Da allora non ha più abban-

donato la città partenopea, dove insegnò nell’Istituto d’Arte,

ma la sua produzione porta il marchio della terra d’origine,

dove è sempre tornato, ad attingere l’ispirazione più genuina

e più vera. Il suo studio era infatti un luogo di incontro e di

lunghe conversazioni, come ricorda con affetto il professor

Emilio Marcone, grande amico ed estimatore di “don Carlo”,

generoso depositario di numerose curiosità ed aneddoti sulla

vita ed il temperamento del Maestro.

Il pittore iniziò da subito una intensa attività artistica, che lo

vide presente alle maggiori mostre nazionali ed internazionali

dell’epoca, attirando i favori della critica, tanto che nel 1942

la XXIII Biennale gli dedicava uno spazio personale all’interno

della mostra.

Un’analisi critica del suo percorso lo pone come artista di ot-

timo livello, aggiornato su quanto si produceva in quegli anni

in Italia e all’estero. Una grande personalità, dunque, la cui

opera appare perfettamente inserita nel panorama pittorico a

LA TAVOLOZZA DELL’ANIMA

UNA MOSTRA ANTOLOGICA AD ATRI HA RESO OMAGGIO AL PITTORE CARLO VERDECCHIA, ILLUSTRE RAPPRESENTANTE DELL’ARTE ITALIANA DEL SECOLO SCORSO

di Carmen Morisi - foto Alberto Sporys

(Emozioni e paesaggi)

L’INIZIATIVA

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lui contemporaneo.

L’omaggio della sua città

natale, che ha avuto gran-

de riscontro di pubblico

e di critica, è stato volu-

to dall’Amministrazione

Comunale, dopo il gran-

de successo riscosso dalla

Mostra Omaggio che gli è

stata dedicata quest’anno

dalla Fondazione Michetti

a Francavilla, presieduta dal

professore Vincenzo Cen-torame.

L’assessore alla cultura del

comune di Atri, Angela De Lauretis, sottolinea

“l’intenzione di proporre al

pubblico uno dei più illustri

concittadini, con una inizia-

tiva che ha inteso favorire

un’ulteriore conoscenza dell’artista e rappresenta un ritorno

nella sua città natale, in un allestimento suggestivo come quel-

lo delle sale del Museo Archeologico”.

Verdecchia ebbe la gioia di godere in vita di ampi riconoscimen-

ti e di prendere parte ai più importanti eventi artistici del suo

tempo, fu presente nel 1929 con una personale alla Galleria

Bardi di Milano e partecipò alle Biennali di Venezia e alle Qua-

driennali di Roma, esponendo nelle stesse sale che vedevano

riuniti i grandi nomi dell’arte italiana.

Tutta l’opera dell’artista riflette il profondo legame con le sue

radici e un intenso amore per la natura e la vita. L’uomo si

accosta alla sua terra con un timbro personale ed originale,

capace di osservare con occhi sempre freschi la realtà, donando

ad essa nuovi significati ed interpretando l’Abruzzo più vero,

nell’autenticità dei personaggi e la genuinità dei paesaggi, cat-

turati con grande forza realistica ed un robusto cromatismo. Le

sue tele ripercorrono il repertorio tematico più caro all’artista :

la natura, i monti, gli animali, la vita dei contadini e tanti scorci

dell’amata Atri, in una intima percezione ed un profondo sen-

timento di partecipazione, in grado di coinvolgere e catturare

il visitatore, e di rendere alle nuove generazioni la realtà di un

mondo ormai quasi scomparso.

Uomo di elevata cultura e spessore, Carlo Verdecchia seppe

trovare, in una continua ricerca estetica, un proprio linguag-

gio ed una propria identità, ai quali rimase fedele per tutta la

sua lunga stagione creativa, attraversando le sperimentazioni

d’avanguardia e seguendo una evoluzione propria e personale,

che sfociò in una sorta di ritorno alle origini, senza tralasciare

i riferimenti ai moderni contesti europei.

Qualsiasi etichetta appare restrittiva accostandosi alla sua pro-

duzione che, come tutta la vera Arte, nella sua universalità,

non conosce confini di tempo e di luogo.

Di certo il rinnovato interesse della critica dona nuova luce a

questo artista, che si inserisce a pieno titolo nel tessuto storico

dell’arte italiana del Novecento.

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Siamo in una fase nella quale

la politica latita e i programmi

ancor di più. In questo deso-

lante scenario provinciale pri-

vo di iniziative e progettualità

l’Italia dei Valori può e deve rappresen-

tare una seria e concreta alternativa a

cui affidare il proprio destino sociale.

La comunità teramana, i Partiti tanto di

centrosinistra quanto di centro-destra

(significando che al centro-destra evi-

dentemente e inequivocabilmente siamo

alternativi), ed i mondi vitali della nostra

provincia devono poter considerare l’IDV

come un riferimento certo, affidabile in

grado di promuovere iniziative, indicare

percorsi e muoversi in sintonia con in-

teri settori della società teramana. Lo

scorso Giugno si è svolto il Congresso

Provinciale IDV e alla presenza di iscritti

e simpatizzanti sono stato eletto Coor-

dinatore Provinciale. Un appuntamento

molto importante nel quale ho presen-

tato una mozione ricca di contenuti, ma

sintetica e concreta che delinea 10 punti

programmatici sui quali intendo lavorare

insieme al nuovo direttivo e con l’aiuto

dell’intero partito provinciale. Rilancio

dell’economia: industrie, imprese, cen-

tri di ricerca, scuole, parti sociali, questi

sono i soggetti che dovranno lavorare in-

sieme per rilanciare il tessuto industriale

nella sfida globale. In questo quadro di

riforma e di innovazione, la provincia di

Teramo deve avere un ruolo chiave per

il rilancio, dato che sul nostro territorio

si concentrano più nuove imprese, più

sviluppo, più multiculturalità, più giovani.

La famiglia: la provincia di Teramo, è sta-

ta colpita dalla crisi economica in manie-

ra forte e devastante e il nucleo familiare

è il soggetto che ne ha risentito più di

tutti. Le famiglie sotto la soglia di pover-

tà sono 12 su 100 mentre quelle ai limiti

sono 17 su 100. Occorre avviare progetti

reali ed efficaci per riportare la famiglia

al centro del meccanismo economico al

fine di una ripresa globale che inizi dal

basso e che ridia dignità alle persone in

difficoltà e fiducia verso il sistema. La

scuola e la formazione: la situazione gra-

ve in cui versa la scuola non può essere

affrontata con i tagli agli organici, ma

richiede la costruzione di nuove politiche

sul reclutamento e sulla formazione del

personale scolastico. Di fatto i precari,

da anni, garantiscono il funzionamento

delle scuole, trattandosi di lavoratori al-

tamente qualificati. L’Abruzzo sul fron-

te istruzione è in piena crisi: dai dati di

LA CRESCITA DEL PARTITO PER FAR CRESCERELA POLITICA E LA COMUNITA’ PROVINCIALE

L’INTERVENTO

di Augusto Di Stanislao

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fine 2009 emergono circa 1150 posti

in meno, tagli per 45 milioni di euro in

tre anni, solo 1.600 insegnanti di soste-

gno per 5.000 studenti con handicap,

2.200 precari di cui 500 senza contratto

a rischio di disoccupazione. Le politiche

giovanili: la partecipazione attiva nella

società non è solo un importante stru-

mento per responsabilizzare giovani, ma

essa contribuisce altresì al loro sviluppo

personale ed un’efficace politica a fa-

vore della gioventù può contribuire a

sviluppare una mentalità europea. Azio-

ni a sostegno delle PMI: il vero motore

dell’economia diffusa sul territorio, sono

ormai fin troppo trascurate dalle ban-

che e soffocate dalla burocrazie. Lavoro

e occupazione: la provincia di Teramo

ora più che mai necessi-

ta di misure straordinarie,

come il prolungamento

della CIG e accordi con

le banche a al fine dare

un aiuto concreto alle

famiglie in difficoltà e la

possibilità alle piccole e

medie imprese di andare

avanti. Ambiente e dife-

sa del territorio: un tema

delicato e l’interesse dei

petrolieri per il teramano

non è nuovo. L’allarme so-

ciale e la preoccupazione

dell’intera comunità con-

cernenti i rischi per la salute, l’ambiente,

l’economia connessi alla realizzazione di piattaforme estrattive davanti alla costa

abruzzese teramana e di altri interventi

per la ricerca di gas e petrolio in terrafer-

ma impongono l’adozione di ogni cau-

tela adottando il principio delle precau-

zioni al fine di unificare la compatibilità,

l’utilità e la necessità di questi interventi.

Sicurezza e legalità: il territorio necessita

di politiche per la sicurezza, cioè inizia-

tive volte a conseguire una convivenza

ordinata e civile della popolazione sul-

la base dei principi della legalità e della

responsabilità individuale. La salute e il

sistema sanitario: l’obiettivo principale è

quello di rimettere la persona al centro

dell’interesse sanitario provinciale rifiu-

tando l’ospedalocentrismo, investire nel

personale e nelle attività socio-sanitarie

di prevenzione a livello territoriale. Infra-

strutture-trasporti-turismo: la Provincia di

Teramo è la vera cerniera della Regione

con il Nord. È lo snodo fondamentale per

ripensare le infrastrutture viarie e della

mobilità, è il giacimento più ricco per il

turismo della Regione. Questi sono i dieci

temi del percorso che ho delineato, dieci

linee guida con idee precise e obiettivi

da raggiungere che raffigurano l’intera

anima della provincia di Teramo.

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La stanza, lunga e rettangolare, è immersa in una

soffusa e dolce penombra: gli scuri delle finestre ac-

costati cercano così di mitigare l’umida calura estiva

pomeridiana senza impedire l’ingresso della quantità

di luce necessaria per poter lavorare.

Attorno al perimetro del tavolo alcune donne, « all’opre femmi-

nili intente», hanno le teste chine e lo sguardo concentrato su

un piccolo e tondo telaio che imprigiona una porzione di tessu-

to: le mani, quali più abili, quali più indecise e maldestre, sono

indaffarate con l’ago che segue un disegno preciso e simmetri-

co. In piedi, osservatrice discreta e acuta, prodiga consigliera,

c’è lei: Dalmazia. É così che l’ho conosciuta, accompagnando

mia sorella Rosalia a una di quelle lezioni di ricamo del sabato

pomeriggio iniziate in primavera, proseguite durante l’estate

e tuttora in corso, perché le allieve sono avide di imparare

e, forse, sotto sotto, nascondono l’infantile insolenza di voler

eguagliare l’abilità dell’insegnante.

Dalmazia Lodi Rizzini è un’amabile signora di Sabbioneta,

in provincia di Mantova; per lavoro si trasferisce a Milano e,

per una di quelle coincidenze che il destino ci invita, talvolta

inascoltato, a cogliere, accetta di trascorrere una breve vacanza

ad Atri, paese d’origine di un ospitale collega il quale, l’avreste

mai detto?, diventerà suo marito, ma lei confessa, candidamen-

te, di essersi prima innamorata dell’Abruzzo e poi del giovane

atriano. Nasce la famiglia, arrivano tre figli e insieme il desiderio

di vivere pienamente ogni attimo della loro crescita…. Non

ha dubbi Dalmazia: lascia il lavoro e, sedici anni fa, sceglie di

abitare nella cittadina degli Acquaviva, tra le morbide e sinuose

di Bianca Maria Campagna - foto Velimir

ARTE ANTICA

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colline teramane. E proprio qui riscopre l’antica

passione per il ricamo: organizza corsi frequentati

con entusiasmo e gratifica le partecipanti con

esposizioni dei pregevoli lavori, l’ultima delle

quali, scenograficamente contestualizzata con

l’ausilio del marito, ospitata presso la Chiesa di

Sant’Agostino. Fonda l’associazione “Mani fata-

te” e prova a pubblicizzare, con un semplice pas-

saparola, un corso di ricamo Hardanger a Roseto,

presso un locale dell’Istituto delle Suore Oblate

del Bambin Gesù. Le iscrizioni arrivano subito:

le allieve, puntuali e diligenti come scolarette,

lasciano impegni e famiglie per trascorrere tre ore

del sabato pomeriggio indaffarate a comporre

sull’apposita stoffa la raffinata filigrana di questo

ricamo norvegese che prende il nome dall’omo-

nimo distretto sulla costa occidentale del paese.

Molto decorativo, perché tradizionalmente fatto

con motivi geometrici e simmetrici, l’Hardanger

ha radici che si allungano fino all’antica Asia e

alla Persia, con alcune tecniche italiane come il

reticello. Tra alterne fortune questo tipo di ricamo

ha avuto una rinascita di popolarità negli anni

‘80 e ‘90. E Dalmazia non ha perso l’occasione

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54Via dei Pastai, Zona Ind.le 64025 Scerne di Pineto (TE)

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di riscoprire il valore di un’arte così antica riannodando il filo

della memoria (quei laboratori di ricamo del secolo scorso, quei

luoghi rallegrati dal chiacchiericcio delle fanciulle alle prese con

il “corredo”) a un presente che può così conservare e traman-

dare un prezioso retaggio.

È certo merito dei suoi modi garbati, dell’attitudine a insegnare

e a raddolcire le scontrosità dei caratteri umani, della capacità

di far apprezzare la disciplina e il rigore necessari nell’esecuzione

di ricami simili a pizzo intagliato, se tutte le ricamatrici, e nomi-

narle è quasi d’obbligo, Alida, Donatella, Annarita, Eliviana, Paola, Giuliana, Rosanna, Marina si ritrovano ogni settimana,

con rinnovata dedizione, intorno al perimetro di quel tavolo.

RICAMI D’A…MARE

Preziosi ricami poggiati come piume lievisu candidi lini;trame leggere che hanno la trasparenza del maree la freschezza delle sue brezze;bianchi decori su tessuti delicati come onde spumoseche si infrangono a riva;meraviglie uscite da abili manicome preziose reti intrecciate;ricamatrici operose che pescheranno con essel’ammirazione delle future spose;veri e propri tesori, inestimabili valori che sanno di casa,di famiglia e anche di tanto amoree suscitano in tutti un mare di stupore!

Caterina D’Ascenzo

ARTE ANTICA

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un esempio di eccellenza tra lePiccole e Medie Imprese abruzzesi

GRUPPO FANÌ

L’AZIENDA DEL MESE

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Una sinergia che unisce le qualità ‘senza tem-po’ intrinseche a qualsiasi gruppo familiare, come la priorità assegnata a determinati valori e ai rapporti umani, e la capacità di recepire i cambiamenti e le novità offerti dal

mondo contemporaneo, tipici invece di un’azienda moder-na e al passo coi tempi, sia dal punto di vista tecnologico che da quello organizzativo. Questa è in estrema sintesi la ‘Vincenzo Fanì s.r.l’ di Silvi, società Master company di un gruppo formato da otto imprese familiari che, da circa quarant’anni, opera nel campo delle infrastrutture, delle demolizioni, del movimento terra e altri servizi ancora. “La nostra attività nel corso degli anni è diventata sempre più ar-ticolata e diversificata”, - dichiara l’amministratore del grup-po, Vincenzo Fanì, raccontandoci e spiegandoci le tappe del suo cammino fino a oggi – “Partita nel ’63 con una piccola impresa gestita assieme ai miei fratelli, oggi opera oramai con continuità in tutta la nostra regione e anche

oltre; senza dimenticare che gli attuali obiettivi ci proiettano soprattutto in scenari stranieri, dove la nostra presenza si fa via via sempre più importante”. La Fanì s.r.l. infatti è stata protagonista tra gli interventi urbanistici e infrastrutturali più importanti e caratterizzanti effettuati in Abruzzo negli ultimi anni: basti pensare all’intera zona attorno al tribunale di Pescara, nella quale per la realizzazione dei nuovi elementi urbanistici che hanno caratterizzato la viabilità dell’intero quartiere l’azienda ha svolto la parte del leone. Presente in altre importanti realizzazioni, il Gruppo Fanì si è inoltre contraddistinto nel campo delle demolizioni: “Operazione tanto difficile quanto delicata è stata la demolizione del ce-mentificio di Pescara”, - aggiunge Vincenzo – “In cui sono stati messi in campo i migliori mezzi a disposizione, viste le elevate altezze in cui dovevamo lavorare e le difficoltà insite nello smantellamento di una struttura destinata a quel tipo di attività”. Se la specializzazione del gruppo è quella delle infrastrutture, lo stesso Fanì padre non fa mistero di avere

LA DITTA SPECIALIZZATA NELLA REALIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE E NELLE DEMOLIZIONI È ORA SEMPRE PIÙ

PROIETTATA VERSO IL MERCATO ESTERO

di Vincenzo Moretti - foto Pancaldi

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come fiore all’occhiello il riciclaggio del materiale ricavato dalle demolizioni, come sabbia e pietrisco, riutilizzato a ciclo chiuso per la realizzazione di altri interventi. “Siamo inoltre dotati di un impianto di smaltimen-to rifiuti tra i più grandi d’Abruzzo” – aggiunge Alessandra Fanì, che assieme al fratello Diego coadiuva il padre Vincenzo nell’attività di fami-glia - “Il che ci consente di essere impegnati in un’attività realmente variegata e più che mai dinamica”. A confermare la versatili-tà dell’azienda, infatti, c’è da ricordare la presenza di una branchia di attività per nulla secondaria relativa a servizi quali trasporti, noleggi di gru e al-tre macchine, ecc. Conoscendo la voglia di fare e di rinnovarsi

L’AZIENDA DEL MESE

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LO SGUARDO PERÒ ORA È INDIRIZZATO SU ALTRE AREE, COME L’EUROPA

DELL’EST ED IL NORD-AFRICA, PER LA REALIZZAZIONE DI INFRASTRUTTURE QUALI GASDOTTI, OLEODOTTI E

ALTRO ANCORA

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del fondatore Vincenzo, poi, non dobbiamo meravigliarci se, nonostante una presenza sempre più importante sul nostro territorio, i fari sono ora puntati su una progressiva interna-zionalizzazione dell’attività aziendale. Per la verità si tratta di un processo già avviato, attraverso una serie di infrastrut-ture realizzate in Libia e anche oltreoceano, in Brasile. Lo sguardo però ora è indirizzato su altre aree, come l’Europa dell’Est ed il Nord-Africa, per la realizzazione di infrastruttu-re quali gasdotti, oleodotti e altro ancora. In tale direzione l’azienda ha già ricevuto un importante riconoscimento nel corso della Settimana Europea delle Piccole e Medie Im-prese, tenutasi quest’anno al Porto Turistico di Pescara: il Gruppo Fanì vi ha infatti partecipato come case history, o, in altri termini, esempio da cui si può trarre insegnamento.

In questa importante vetrina, che ha lo scopo di rafforzare lo spirito imprenditoriale e promuovere le politiche dell’Ue e degli Stati membri a favore delle imprese, l’azienda ha infatti illustrato la sua positiva esperienza nel mercato libico e del Nord Africa in genere. Funzionale a tale politica aziendale è infine sicuramente la partecipazione del gruppo come espositore alla quinta edizione del ‘Meeting Internazionale Grandi Progetti del Mediterraneo’ nei primi giorni del pros-simo mese di dicembre presso la Camera di Commercio di Chieti. Un appuntamento in cui sicuramente il Gruppo Fanì saprà mettere in evidenza le numerose eccellenze che ne hanno contraddistinto l’attività in questi anni prima in Italia e ora, sempre di più, anche all’estero.

L’AZIENDA DEL MESE

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Che il convegno avesse le carte in regola per catalizzare l’attenzione del mondo politico e amministrativo era chiaro già dall’elenco degli ospiti.Il Presidente della Regione Abruzzo Gianni

Chiodi, l’Assessore Turismo e Cultura Regione Abruzzo Mauro Di Dalmazio, il Segretario Generale Presidenza Giunta Regione Abruzzo Enrico Mazzarelli, il Presidente Provincia di Teramo Valter Catarra, il Sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, Gabriele Pasqui docente del Dipar-timento di Architettura e Pianificazione al Politecnico di Milano.

Nomi eccellenti della politica abruzzese e teramana che hanno saputo intercettare le esigenze della comunità e di metterle a sistema, proiettando verso il futuro la propria visione politica.Ma nessuno forse sperava in una partecipazione così nu-merosa ed interessata. Nella sala, gremita oltre ogni aspet-tativa, da sindaci, assessori, il Senatore Paolo Tancredi, gli assessori regionali Giandonato Morra e Federica Carpi-neta, rappresentanti del mondo produttivo ed economico, cittadini, le tre ore e mezza del convegno sono sembrate volare.Eccellentemente moderati dal giornalista Antonio D’amo-

IL “MODELLO TERAMO”: ESEMPIO DA SEGUIRE PER LA PIANIFICAZIONE PROGETTUALE A MEDIO-LUNGO TERMINE. SE NE È PARLATO NEL CORSO DI UN CONVEGNO ORGANIZZATO

DALL’ASSOCIAZIONE “ABRUZZO AL CENTRO”

In corsa verso il futuro

di Francesco Di Giacomo - foto Luca Boschi

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LABORATORIO POLITICO

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re, Direttore del quotidiano La Città, dopo i saluti di rito del Senatore Tancredi, di Serafino Impaloni, Presidente dell’Abruzzo al Centro, dapprima l’Assessore Di Dalmazio, da buon padrone di casa, e poi man mano tutti gli ospiti (incluso l’assessore Morra invitato a sorpresa a intervenire) hanno ribadito il ruolo di una politica capace di realizzare il buon governo della cosa pubblica, ripercorrendo le tap-pe dell’affermazione del “modello Teramo”, da tanti prima criticato e poi imitato con alterne fortune, dal livello citta-dino a quello provinciale e regionale. Alla base del modello Teramo troviamo la volontà di raccogliere la voglia della comunità di crescere ed esprimere creatività, coinvolgimen-to. Ma anche la volontà del politico, come ha ben ribadito il Presidente Chiodi, di guardare oltre il singolo mandato elettorale, acquisendo la capacità di pianificare a medio-lungo termine. Capacità espressa attraverso la Pianificazione Strategica, strumento di governance locale introdotto per la prima volta in Abruzzo, e tra le prime città in Italia, nel 2005 dalla giunta Chiodi con il piano “Teramo 2020” (vedi www.teramo2020.it ). Concetto ribadito anche dall’apporto del Professor Gabriele Pasqui, il quale da una recente ricerca effettuata per il convegno nazionale della Recs - Rete delle Città Strategiche (www.recs.it) ha individuato il valore ag-giunto apportato alle amministrazioni dalla pianificazione

strategica, che produce effetti cognitivi, di leadership poli-tica e di mobilitazione del sapere.Interessante poi la presentazione dei risultati di oltre 150 questionari sulle aree tematiche individuate dal piano stra-tegico, raccolti dall’associazione L’Abruzzo al Centro che, nata dall’esperienza delle Liste Civiche iniziata nel 2004 con la lista “Al Centro per Chiodi” e proseguita nel 2009 con le elezioni comunali e provinciali, si propone come laboratorio per la crescita della cultura della partecipazione politica.Insomma, un momento importante per la comunità locale per ribadire la presenza e la forza di una classe dirigente capace di guidare Teramo e l’Abruzzo verso il futuro.

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Sono iniziati i lavori di realizzazione del sottopasso ciclopedonale all’al-tezza del quartiere di Villa Fumosa. “Si tratta di un’opera attesa da oltre 30 anni”, ha ricordato l’assessore Nerina Alonzo, “rientra nel piano

di costruzione e sistemazione di 4 nuovi sottopassi nella nostra città e tra questi il più importante è certamente quello che sta nascendo nel quartiere dei Poeti. Per quanto riguarda Villa Fumosa, finalmente si riesce a creare un passaggio verso il mare per il nucleo abitato di questa zona. La ditta D’Adiu-torio, appaltatrice delle opere, ha assicurato che procederà speditamente e che ad aprile del 2011 ci sarà l’inaugurazione. Mentre per quanto riguarda il sottopasso del quartiere dei Poeti, che sarà il più grande di tutta la linea Adriatica, l’apertura al traffico è attesa per la fine di febbraio”. (c.d.)

Via libera per il mare

Fiamme gialle a Pineto

Il Pineto volley torna a casa

“Pineto tornerà a essere la capita-le della pallavo-

lo abruzzese. L’impegno di tutti è ora quello di ricostru-ire una società forte, con il coinvolgimento delle forze

economiche locali per fare in modo che si possa tornare quanto prima ai fasti di un tempo”. C’è un rinnovato en-tusiasmo attorno al Pineto Volley dopo la sottoscrizione del protocollo d’intesa con il Comune che si è preso l’impegno di allargare la compagine societaria, di mettere a disposi-zione tutti gli strumenti affinché il volley resti per sempre a Pineto, dopo il rischio di emigrazione a Chieti. Se n’è par-lato nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso

parte la presidentessa del Pineto Volley Alessandra Zollo, il sindaco Luciano Monticelli, l’assessore allo sport Alberto Dell’Orletta, il tecnico della formazione gialloblù Mimmo Chiovini e un rappresentante della tifoseria locale, Fabrizio Falasca. Tra il pubblico a seguire la conferenza stampa c’era anche il presidente uscente Benigno D’Orazio.Il progetto “Pineto Città del Volley” è di fatto decollato con la sottoscrizione del protocollo d’intesa che vede anche un impegno da parte dell’amministrazione comunale per fare in modo che le cariche societarie vengano rinnovate quanto prima. Come scadenza è stata fissata la data del 30 novembre prossimo. Ma il termine non è perentorio. “Ci siamo dati un tempo”, ha spiegato il Sindaco Monticelli, “per coinvolgere il tessuto imprenditoriale. Lavoreremo in questa direzione”. (c.d.)

Benigno D’Orazio

Alessandra Zollo

Più pattugliamento lungo le strade e maggiori controlli sul territorio, soprattutto nel periodo estivo, per com-battere l’abusivismo. È l’impegno preso dal capitano

Vincenzo Pietrantoni, nuovo comandante della compagnia della Guardia di Finanza di Giu-lianova, in visita a Pineto dove ha incontrato il Sindaco Luciano Mon-ticelli, il vice Cleto Pallini e il vice co-mandante della polizia municipale il tenente Fabrizio Ciaffoni. Il coman-dante Pietrantoni, che si è insediato circa due mesi fa, si è intrattenuto per una mezzora nell’ufficio del pri-

Nerina Alonzo

mo cittadino. Monticelli ha chiesto una maggiore presenza delle fiamme gialle sul territorio pinetese, a tutela di tutti quei commercianti che lavorano onestamente. “D’estate abbiamo un problema con l’abusivismo”, ha sottolineato

il primo cittadino, “un fenomeno che penalizza i nostri esercenti. Maggiori controlli sono quindi assolutamente indispensabili”. Il capitano Pietrantoni ha assicurato che già dalle prossime settimane si inizierà con un servizio di pattugliamento più costante, con una presenza maggiore della Guardia di Fi-nanza nella città di Pineto. (c.d.)

FLASH: Pineto

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FLASH: Pineto

Tr e n u o v i pennelli che avanzeran-

no perpendico-larmente verso il mare per almeno 50 metri e altri tre, già esistenti, che verranno rinforza-ti per assicurare il contenimento del-

la sabbia e della ghiaia. Verranno realizzati nel tratto di mare che va dal quartiere di Villa Ardente di Pineto sino all’altezza della foce del fiume Vomano. La giunta comunale pinetese, infatti, ha approvato nei giorni scorsi il progetto antiero-sione, finanziato dalla Comunità Montana con un avanzo di fondi di un precedente intervento, la sistemazione di sei pennelli, tre già esistenti e altri tre da realizzare ex novo. I lavori inizieranno a breve, entro l’anno, forse già a novembre prima delle mareggiate autunnali. “Abbiamo monitorato il nostro litorale”, ha spiegato il vice

sindaco Pallini, “rispetto al 2008 abbiamo perso tantissima spiaggia. Quest’anno, dopo l’intervento di rinascimento morbido, qualcosa abbiamo recuperato, soprattutto rispetto al 2009. Ma la situazione è comunque preoccupante perché non sappiamo quanto ancora potrà durare il rinascimento se non interverremo con queste opere, ossia la sistemazione di tre nuovi pennelli e il consolidamento dei tre esistenti. Molto importante sarà il pennello a ridosso della foce del Vomano che dovrà contenere l’avanzamento della ghiaia verso sud”.Sui lavori che verranno presto realizzati sul litorale pinetese c’è già il pare-re favorevole dell’ingegner Paolo Contini, responsabile del demanio della Regione. (c.d.)

La Torre di Cerrano, il vul-canello di Borgo Santa Maria, l’Area Marina

Protetta, il centro storico di Silvi Alta, la Città Ducale di Atri e i suoi calanchi. Sono alcune delle peculiarità con-tenute nell’area Atri-Cerrano per la quale è stata proposta la candidatura a patrimonio dell’Unesco. Dodici gli enti che hanno già sottoscritto un documento d’intesa in tal senso, e cioè: i tre Comuni promotori Pineto, Atri e Silvi, la Regione, la Provincia, l’Uni-versità degli Studi di Teramo, la Sovrintendenza dei Beni C u l -turali,

la Sovrintendenza Archeologica per l’Abruzzo, Legambiente, Wwf, Italia Nostra e il Consorzio di Gestione dell’AMP Torre del Cerrano.Le tre Città, ognuna per la sua storia e per le sue caratteristiche, assieme

per promuovere un territorio molto importante che potrebbe rappresentare anche un volano completamente nuovo per lo sviluppo di altri segmenti turistici. La documentazione per richiedere che l’area Atri-Cerrano venga inserita nell’elenco dei siti Unesco è stata inviata al presidente della Commis-sione Unesco a Roma, Giancarlo Puglisi. “Avremo quanto prima un incontro interlocutorio”, ha spiegato il presidente del consiglio comunale di Pineto, Ernesto Iezzi, uno dei pro-motori dell’iniziativa “poi ci saranno da parte degli ispettori ed esperti dell’Unesco dei sopralluoghi per verificare ovvia-mente la bontà della nostra documentazione. Verranno vi-sitati i luoghi che consideriamo di interesse internazionale. Pensiamo alla Città Ducale di Atri, al borgo antico di Silvi. Pineto con la sua Torre del Cerrano, oppure il vulcanello di Borgo. La nostra speranza è almeno entrare a far parte della “Ten the list” Unesco. Il vice sindaco di Atri Felicione ha sottolineato come Atri si stia già muovendo per la tutela del proprio territorio con un Piano Strategico. “Non sappia-

mo se otterremo il riconoscimento da parte dell’Unesco”, ha concluso il presidente Iezzi, “di certo questa nostra iniziativa ci porterà ad elabo-rare un piano di autogestione dei nostri territori, costituendo anche un gruppo di lavoro composta da esperti”. (c.d.)

Misure antierosione

Pineto & co. diventano patrimonio Unesco

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La Bruni Pubblicità Atletica Vomano ha festeggiato lo scudetto della federazione italiana di atletica leggera con gli alunni in rappresentanza delle scuole medie di Morro d’Oro, Cellino At-

tanasio, Cermignano e con le autorità amministrative locali e quelle sportive regionali. In un noto locale del territorio, alla presenza della squadra al completo, eccetto i due stranieri africani, Brahim Taleb e Isack Kiprotich Tanui, in preparazione nelle rispettive sedi, sono stati premiati tutti gli atleti protagonisti della conquista del titolo italiano maschile assoluto su pista. (a.p.)

L’atletica teramana prima in Italia

La solidarietà corre sui pattini

Il Saffo scoppiaIl Liceo Saffo di Roseto ha bisogno di maggiori spazi. At-

tualmente gli studenti iscritti sono 1.109 e sono dissemi-nati su cinque fabbricati, due dei quali di proprietà della

Provincia e tre delle suore del Bambin Gesù. Il canone an-nuo corrisposto per la loca-zione all’istituto religioso è di oltre 100mila euro più iva. L’istituto è articolato su 51 classi suddivise nei cinque in-dirizzi: Classico, Linguistico, Scientifico, delle Scienze Uma-ne e delle Scienze Umane con opzione giuridico-economica. Nell’Istituto operano circa 110 docenti delle varie discipline e

una ventina di collaboratori scolastici e quadri amministrativi. Attualmente l’Istituto è diretto dal Preside Viriol D’Ambrosio. Sul piano della qualità fanno fede i riconoscimenti ottenu-

ti dagli allievi con oltre il 20% di studenti eccellenti per l’esito agli esami di stato, per le vittorie nei certami letterari e nelle fasi re-gionali delle olimpiadi di scienze, fisica, matematica, filosofia, nelle competizioni sportive in regione e fuori regione. Tutto concorre, quindi, alla crescita del Liceo, fat-ta eccezione della parte forse più importante, e cioè la necessità di poter disporre di un edificio adat-to. (a.p.)

La gara di solidarietà della XXVI edizio-ne di Sport per la Vita si muove a fa-vore della Cri di Roseto. I fondi raccol-

ti infatti saranno utilizzati per l’acquisto di una nuova ambulanza “Abbiamo sempre sostenuto Sport per la Vita e continuiamo a farlo” è il commento del sindaco Franco Di Bonaventura “perché come Istituzio-ne siamo chiamati a riaffermare i valori importanti del convivere civile, lo sport che aiuta a crescere in armonia i giovani,

ma anche la solidarietà, l’ascolto dell’altro, la disponibilità verso chi è più debole”. Alla raccolta possono partecipare davvero tutti grazie al pratico sistema ideato dal comitato organizzatore. In oltre cento luoghi diversi della città, tra cui negozi, associazioni sportive, scuole e nello stesso Palazzo

Comunale, si possono trovare le speciali bottiglie trasparenti con tappo sigillato con su scritto lo slogan “Per l’acquisto di un’ambulanza” dove è possibile inserire offerte in denaro. “Attualmente l’associazione conta 110 volontari” ha spie-gato il Commissario Cri di Roseto Massimiliano Ferrara “e abbiamo urgente bisogno di un nuovo mezzo adeguato per un servizio che offriamo 24 ore su 24”. Intanto fervono i preparativi per la XXVI edizione di Sport per la Vita che si terrà domenica 9 gennaio in pomeridiana e come di consue-to ospiterà i Campioni del Mondo di Pattinaggio artistico che saranno incoronati nel-le gare in programma a Portiamao, in Porto-gallo, dal 22 novembre al 5 dicembre prossimi. (a.p.)

FLASH: Roseto

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Perché è morto Giuseppe Piccioni?

Aiutiamo a crescere i bambini

La società cooperativa sociale I girasoli gestisce per il III anno la struttura comunale di Via Accolle, offrendo a tutte le famiglie servizi utili sempre più flessibili. La

struttura, luminosa e ampia, attualmente ospita più di 40 bambini d’età compresa tra i 5 mesi e i 3 anni, ma è aperta anche ai bambini più grandi grazie al servizio di baby-par-king disponibile tutto l’anno compresi i periodi delle festività, quali Natale e Pasqua , quando le scuole comunali sono inve-ce chiuse. “Ogni anno cerchiamo di rendere più consapevoli e partecipi tutti i genitori che, impegnati sempre più a causa del loro lavoro, necessitano di luoghi consoni e sicuri per i

loro bambini” spiega la responsabile Valentina Di Pietro “Quest’anno abbiamo voluto renderli più partecipi della vita dei loro piccoli al nido, attraverso incontri periodici con le educatrici ma soprattutto attraverso momenti di formazione, informazione e riflessione.”Grazie infatti alla collaborazione e disponibilità di Ange-lo Cioci - specialista in Psicologia medica, Clinica Pedia-trica, Pediatria Preventiva e docente di Neuropsicologia-, la cooperativa ha organizzato tre incontri di formazione, approfondimento e riflessione sulla crescita psico-emotiva e la crescita del linguaggio parlato. Gli incontri si terranno nei locali dell’asilo il 7 dicembre e l’11 Gennaio alle 18.30.L’ingresso è gratuito e tutti sono invitati a partecipare.“Il nostro obiettivo” conclude la responsa-bile “è di prevenire il disagio e l’emargina-zione in modo da ri-spondere prontamen-te, sin dalla prima età, a tutte le sollecitazioni provenienti dalle fa-miglie del territorio”. (a.p.)

Gli amici di Peppe Piccioni non mollano. Dopo la fiaccolata e i sit-in organizzati in memoria del

giovane scomparso, il comitato che si è costituito per fare luce sulle cause della morte del 27enne rosetano ha già in pro-

gramma altre iniziative. Il giovane la notte dell’11 luglio ac-cusa fortissimi dolori all’addome. La mattina successiva si fa accompagnare dalla sorella al pronto soccorso dell’ospedale di Atri, ma da quel momento per lui inizia un calvario culmi-nato con la morte un mese dopo. Viene immediatamente sottoposto a un intervento chirurgico, ma la sera stessa inizia ad avere una copiosa sudorazione unita a uno stato di forte agitazione e insonnia, oltre a una dissenteria devastante. Nei giorni successivi la situazione non cambia, anzi, al quadro cli-nico di Peppe si aggiunge un pesante stato confusionale con forti allucinazioni. Da quel momento Giuseppe non ha più ripreso conoscenza: il 21 luglio i medici dichiarano la morte cerebrale del giovane e il 13 agosto il suo cuore ha smesso di

battere. Il 16 agosto è stata effettuata l’autopsia sul corpo di Giuseppe Piccio-ni e sono ancora in corso le indagini. “Possono dei dolori addominali causare la morte celebrale di un giovane di 27 anni?”, è la doman-da che si pongono ancora oggi i fami-liari e gli amici del giovane rosetano. La vicenda è finita sul tavolo della commissione parlamen-tare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario, a seguito di un esposto presentato dai familiari del ragazzo rappresentati dall’avvocato Claudio Iaconi. (a.p.)

FLASH: Roseto

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Cercansi nuovi volti di Maria e Giuseppe per la quindicesima edizione del Presepe Vivente. L’associazione ‘Unica Stella’ di Giulianova, è già al lavoro per preparare la manifestazione

che, come ogni anno, si terrà il 26 dicembre, nel cuore del centro storico della città alta. Gli organizzatori, per questa edizione, oltre ad allestire il ‘PresepeLab’, un laboratorio di scenografia in Corso Garibaldi, con lo scopo di unire tutte quelle forze che hanno il pia-cere di cimentarsi nella costruzione degli elementi scenografici per l’edizione 2010, hanno pensato di coinvolgere l’intera città e non solo, con un bando di concorso, il cui scopo è di trovare due giovani che andranno a rivestire i ruoli di Maria e Giuseppe. Le modalità di partecipazione sono riportate nel bando di concorso consultabile sul sito www.presepevivente.net. Per il ruolo di Maria, l’associazione Unica Stella ha pensato di coinvolgere le ragazze giuliesi che fre-quentano il terzo, il quarto e il quinto superiore, mentre per quanto riguarda la figura di Giuseppe, i candidati a partecipare al bando dovranno avere un’età compresa tra i 25 ed i 40 anni. Le iscrizioni potranno essere presentate fino al 20 novembre tramite l’indirizzo di posta elettronica [email protected] (a.m.)

A.A.A. Giuseppe e Maria cercaNsi

Furti tecnologiciAnche i ladri seguono le mode e si istruiscono. Ora a

farne le spese sono soprattutto gli automobilisti, che si ritrovano vittime dei nuovi “mal-

viventi tecnologici”, in grado di clonare i codici dei telecomandi delle loro vetture. Vittime di questi furti nei giorni scorsi, alcuni cittadini giuliesi, derubati di borse e altri oggetti personali lasciati nell’auto, mentre andavano a fare la spesa al su-permercato. I malcapitati automobilisti lasciano la loro vettura nel parcheggio antistante la struttura commerciale e si accingono a entrare nel supermarket, chiudendo l’auto con il telecomando a distanza. Qualche minuto più tardi, tornati alla macchina, si sono accorti, solo dopo essere ripartiti dal parcheggio, che nell’auto mancano borsa di lavoro, radio o altri oggetti. Escono dalla macchina e si accorgono che la chiusura centralizzata non ha subito

forzature. Tutto sembra a posto, ma in realtà la tecnica usata nel derubarli è più comoda. Accade infatti che il ma-

lintenzionato si apposti con un scanner nel parcheggio e quando l’automobilista si ac-cinge a chiudere l’auto con il telecomando, questo riesce a decodificare il codice. Poi, solitamente con l’aiuto di un complice, che fa il palo controllando se il derubato torni all’auto, apre con il telecomando “colone” la vettura, porta via borsa e altri oggetti di valore, e poi, beffa nella beffa, richiu-de la macchina. Al ritorno del malcapitato alla sua vettura tutto sembra intatto fino a

quando non ci si accorge di essere stati derubati. In questi casi l’unico consiglio che i carabinieri danno ai cittadini, è quello di apprestarsi a chiudere le proprie autovetture con la chiave, soprattutto quando ci si trova nei parcheggi di supermercati o centri commerciali. (a.m.)

FLASH: Giulianova

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Una bella iniziativa a cura del per-sonale dell’Ufficio Circondaria-le Marittimo di Giulianova, che

ha ricevuto una comitiva di persone diversamente abili nell’ambito della manifestazione denominata “Fiaba day 2010”. L’incontro, tenutosi alla presenza del Capo dell’Ufficio Circon-dariale Marittimo e Comandante del porto di Giulianova, il tenente di Va-scello Saverio Capezzera, ha consen-tito ai partecipanti di visitare l’ambito portuale e di conoscerne le peculiarità e l’organizzazione. Con l’occasione i militari dell’Ufficio Circondariale Marit-timo di Giulianova hanno avuto modo di illustrare i principali compiti istituzio-nali svolti dalla Guardia Costiera tra i quali spiccano le competenze a tutela

della sicurezza della navigazione, della salvaguardia della vita umana in mare e dell’ambiente marino. Al termine del saluto di benvenuto, la comitiva, costi-tuita da 13 persone, ha effettuato una uscita in mare a bordo della Motove-detta della Guardia Costiera impegna-ta quotidianamente nel prioritario as-solvimento dei compiti di ricerca e soccorso in mare di persone in pe-ricolo di vita su tutta la costa teramana. «Tali iniziative», si legge in un comunicato dell’Uf-ficio Circondariale Ma-rittimo di Giulianova, « poste in essere a beneficio delle perso-

ne meno fortunate, sono da sempre pienamente sostenute dal Corpo delle Capitanerie di Porto il quale le assiste ed agevola, soprattutto attraverso i propri uffici marittimi periferici, nella consapevolezza dell’importanza assun-to dal messaggio sociale correlato a tali manifestazioni». (a.m.)

Fiaba day 2010

Giulianova piace ai turisti

Sono stati presentati nella sala consigliare del comune di Giulianova dal sindaco Francesco Mastromauro, dall’assessore al turismo Archimede Forcellese e dal

presidente dell’Iiris Camillo Di Monte, i risultati dell’inda-gine sulla domanda turistica a Giulianova. La ricerca, voluta dall’assessore Forcellese, è stata condotta nei mesi di luglio e agosto 2010 dal personale dell’Iiris, somministrando un questionario ad un campione di 876 turisti distribuito per

genere, fascia d’età e provenienza. Lo studio è stato eseguito con l’obiettivo di fotografare la domanda turistica, in termini di profilo e comportamenti del turista e di grado di soddisfazione, in modo da for-nire all’amministrazione comunale e agli operatori del settore indicazioni utili per migliorare l’offerta nei prossimi anni. Dall’analisi dei risultati è emerso che Giulianova è una meta di vacanza soprattutto per coppie e famiglie e che la scelta è stata deter-minata principalmente dal passaparola, dalle origini locali, dalla residenza in territori limitrofi e dai canali internet. Circa il 75% dei turisti intervistati è stato almeno una volta a Giulianova ed il 27,4% di loro è fidelizzato essendo già stato nella città più di cinque

volte. La durata media della vacanza è di una settimana anche se il 33% permane da 2 a4 settimane. Le qualità di Giulianova più ricercate sono le caratteristiche ambientali e climatiche. Il turista medio, nel 83% dei casi, escludendo l’alloggio, spende tra 10 e 50 euro. Significativo come il 52% dei turisti passi la propria serata a passeggio sul lun-gomare e che il 78% di loro si muova a piedi o in bicicletta. (a.m.)

FLASH: Giulianova

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l’Ass. Domenico Felicione

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Nel corso delle ultime settimane si è tornati a parlare della discarica Santa Lucia di Atri. Lo ha fatto il Par-tito Democratico, sia con un comunicato del grup-

po consigliare, sia lo stesso segretario, Herbert Tuttolani, il quale ha posto l’accento sull’ingiunzione di esproprio di 15 ettari che il Consorzio di smaltimento Piomba-Fino ha avviato nei confronti della Fondazione Ricciconti. Una pro-cedura che ha allarmato il PD, considerando che il comitato dei sindaci del consorzio aveva approvato un ampliamento della discarica per un solo ettaro e mezzo. Il consiglio di amministrazione del Consorzio ha risposto alle perplessità avanzate dal PD atriano con un comunicato di qualche giorno fa. “La nuova discarica interessa una super-ficie complessiva di 5,50 ettari – si legge su una nota - di cui solo 1,20 occupati dall’invaso vero e proprio”. Il resto della superficie servirebbe per il piazzale del biogas, una nuova strada di accesso e altri accessori. Gli altri ettari, quindi, sono della vecchia discarica che il Con-sorzio si impegnerebbe a coprire visto che dalla sua chiusura “non ha subito i prescritti adempimenti”. Collegare i due progetti risolverebbe – a detta del CdA - sia la contempo-raneità dei lavori che il reperimento di soldi necessari alle operazioni di messa in sicurezza. Inoltre il Consorzio precisa che la decisione della costruzione della nuova discarica è avvenuta tra il 2002 e il 2003, anni in cui gli amministratori

erano altri. Per cui “non c’è nessuna volontà di procedere a ulteriori allargamenti o a nuovi insediamenti di smalti-mento in quella zona in quanto il Comuni devono iniziare un processo teso ad individuare più moderne soluzioni per i rifiuti”.Le polemiche, comunque, non sono destinate a terminare, visto che si è aperto anche il versante della cifra con cui il consorzio vorrebbe espropriare i terreni, a detta di alcuni esperti troppo bassa rispetto al valore di mercato. Inoltre c’è l’incognita delle famiglie della zona, le quali si battono da anni per la chiusura totale della discarica. (c.a.)

La storia infinita della discarica

Piano strategico

È partita nei giorni scorsi, con l’av-vio ufficiale del primo asse stra-tegico, la seconda fase di piani-

ficazione territoriale avviata da tempo dal comune di Atri. Tecnicamente viene definita “Multi level governace”, che tradotta in termini più accessibili signi-fica: pianificare lo sviluppo su più livelli. In sostanza dai prossimi giorni, e per tutti i prossimi due anni e mezzo, un ufficio (formato da 20 professionisti selezionati e assunti dall’amministra-zione atriana), metteranno in piedi un Piano che integrerà al suo interno quattro importanti strumenti urbanisti-ci. Non solo: garantiranno anche una

continua interazione con il tessuto sociale cittadino. “È la prima esperienza di questo tipo in Abruzzo” dice con una

punta di orgoglio Domenico Feli-cione, vice sindaco e promotore del Piano, “per la prima volta, infatti, Piano regolatore, Piano di recupero del centro storico, Sito di interesse comunitario e Parco agricolo, verranno progettati e realizzati attraverso un percorso comune”. La linea scelta dagli esperti che hanno tracciato i sol-chi su cui si dovrà muovere lo sviluppo cittadino da qui ai prossimi anni è quello del recupero e di un basso consumo del suolo. “Tutto si muoverà intorno a questo concetto – ribadisce Felicione – la nostra zona deve puntare al turismo e quindi all’integrità. In nome di questo, quindi, i quattro piani disegneranno un territorio sul quale sarà sempre più difficile costruire, ma molto più conveniente recuperare, mi-gliorare”. Da qui l’esigenza di chiedere aiuto alle istituzioni sovra comunali, alle quali Atri ha già inviato una serie di progetti che hanno bisogno di fondi: uno sulla promozione di un albergo diffuso nel centro storico e il secondo sulla possibilità di garantire a giovani laureati la partecipazione alla stesura dei piani. (c.a.)

l’Ass. Domenico Felicione

FLASH: Atri

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Gli interventi di abbattimento delle barriere architet-toniche sono iniziati nei giorni scorsi e interessano il centro storico, in particolare piazza Duchi D’Ac-

quaviva e piazza Duomo. Ma sono previsti lavori anche in via Finocchi, in viale Gran Sasso e in altre zone cittadine.Una serie di scivoli e attraversamenti elimineranno ostacoli e impedimenti, inoltre permetteranno una fruizione ottimale

dei marciapiedi e dei percorsi pedona-li cittadini, garantendo la possibilità di accesso facilitata in molte zone attual-mente inadeguate. Verranno così ovviate una serie di limitazioni che riguardano la difficoltà di spostamento e la comodità di accesso ad alcuni edifici, migliorando la qualità della vita e la circolazione pe-donale in città, non solo per le persone con limitata capacità motoria, ma anche a passeggini e carrozzine e a tutti coloro che, per motivi di età o per eventi occa-

sionali, incontrano difficoltà.“Gli interventi” dichiara l’assessore ai lavori pubblici Fran-cesco Filiani, “sono finanziati dall’amministrazione comu-nale che ha stanziato un fondo di 50mila euro destinato al superamento delle barriere architettoniche. Il progetto manifesta la grande attenzione della giunta Astolfi verso

tale tematica, volto a garantire al maggior numero di perso-ne il diritto alla libertà di movimento, e un nuovo approccio al problema, per fornire risposte concrete ad un bisogno sociale fortemente sentito”.Oltre all’adeguamento dei percorsi pedonali sono previsti altri interventi che riguarderanno l’accessibilità e la fruibilità degli edifici e degli spazi pubblici, a partire dal Teatro Co-munale, allo stato attuale non adeguato a chi ha difficoltà motorie. Sono previsti degli interventi, nel rispetto dell’ar-monia architettonica della struttura. (c.a.)

Città più accessibile per tutti

Una casa per gli amici a quattro zampe

Buone notizie per il canile comu-nale di Atri. Il sindaco Gabriele Astolfi ha

rilasciato nei giorni scorsi l’autorizza-zione sanitaria per la struttura, sita in contrada Santa Lucia.Il parere favorevole della Asl, che ha dichiarato a norma il canile, è giunto nei giorni scorsi dopo una serie di in-terventi strutturali fatti dall’ammini-strazione comunale.Il corpo della Polizia Municipale di Atri è intanto impegnato, in base alla normativa vigente, a sterilizzare e do-

tare di microchip tutti i cani randagi presenti in città. A questo proposito

FLASH: Atri

l’Ass. Francesco Filiani

un appello alla cittadinanza è rivolto per incentivare le adozioni di amici a quattro zampe, visto che la struttura è attualmente al massimo della sua capienza.Il canile di Atri ospita infatti circa 80 cani ed è gestito da un’associazione di volontari, il cui lavoro è fondamen-tale per il funzionamento della struttu-ra che, oltre ad arginare il fenomeno del randagismo e tutte le sue deleterie conseguenze, rappresenta un servizio per tutta la cittadinanza, e un grande segnale di civiltà e rispetto. (c.a.)

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PIÚ SPAZIO ALLE IDEE,AI SERVIZI,AL LAVORO.

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PIÚ SPAZIO ALLE IDEE,AI SERVIZI,AL LAVORO.

FLASH DALLA PROVINCIA

Si è tenuta ad Alba Adriatica al Centro ippico “Vecchio Forte” alla presenza del vicepresi-dente Renato Rasicci, e dei consiglieri provinciali Luca Corona e Flaviano Montebello, la premiazione regionale del concorso nazionale “Disegna il tuo cavallo: premio speciale

per i bimbi d’Abruzzo”. L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione sportiva per la pro-mozione del cavallo in collaborazione con la Provincia: Assessorati allo Sport e alle Politiche sociali. Questi i nomi dei vincitori: Categoria fino a 7 anni: Sivia Marcozzi - Scuola Primaria A. Bafile – Montorio Al Vomano (TE) - Ins. Margherita FORMICONE ; Adriel Antonetti - Scuola dell’infanzia di San Bernardino - L’Aquila Aurora Di Furva - Scuola Primaria A. Bafile - Mon-torio Al Vomano (TE) - Ins. Margherita FORMICONE. Menzione speciale per Sara Misantone - Scuola Primaria A. Bafile - Montorio Al Vomano (TE) - Ins. Margherita FORMICONE ; Federico Silletti - Scuola Primaria A. Bafile - Montorio Al Vomano (TE) - Ins. Margherita FORMICONE .Categoria fino a 12 anni: Alice Di Giulio - Scuola Primaria A. Bafile - Montorio Al Vomano (TE) - Ins. Margherita FORMICONE - Davide Tiberii – Scuola Primaria A. Bafile - Montorio Al Vomano (TE) - Ins. Teresa PACINI ; Giorgia Silveri - LANCIANO (CH) . Menzione speciale: Riccardo DI LORENZO - Scuola Primaria A. Bafile - Montorio Al Vomano (TE); Caterina Di Bonaventura - Scuola Elementare Andrea Cascella - Pescara - Ins, Lina NATALE; Sara Micac-chioni - Scuola Primaria A. Bafile - Montorio Al Vomano (TE) - Ins. Teresa PACINI 4° A.

Categoria 12-14 anni: menzione speciale a Stefano Silveri - LANCIANO (CH). (j.l.)

È stato siglato il gemellaggio tra Martinsicuro e Las Palmas, città delle isole Ca-narie. Il documento è stato sottoscritto dai due sindaci Abramo Di Salvatore e Jeronimo Saavedra Acevedo, du-

rante una cerimonia che si è tenuta nella suggestiva cornice della Torre di Carlo V. Maestro di cerimonia è stato Rino Puglia, legato a filo doppio con Las Palmas, città che ha frequentato come molti suoi concittadi-ni quando era un giovane pescatore. Altro protagonista dell’iniziativa è stato il console Carlo De Blasio, le cui origini italiane hanno giocato un ruolo chiave nell’ambito dell’inte-ro progetto. Molte le iniziative che saranno realizzate a breve; tra queste lo scambio di ospitalità tra gli studenti dell’alberghiero di Giulianova e dell’omologo di Las Palmas. (j.l.)

Il maestro Manfredo Dorindo Di Crescenzo è stato invitato in Serbia a dirigere la prestigiosa Constantinus Chamber Orchestra. Due i concerti in programma: il primo a Nis, nella sala Fakulteta Umetnosti, mentre l’altro si terrà a Belgrado nella Skupstina Grada Beograda.

Il programma comprende musiche di Purcell: Suite I e II per orchestra d’archi (tratte dalla raccolta The Fairy Queen); Pergolesi: concerto per violino e orchestra d’archi (in occasione del 3° Centenario dalla nascita); Elgar: serenata per orchestra d’archi; Respighi: Suite III – antiche danze e arie per orchestra d’archi. Di Crescenzo ha compiuto gli studi di pianoforte, composizione, strumentazione per banda, musica corale e direzione di coro e d’orchestra, rispettivamente nei conservatori “S. Cecilia” a Roma, “G. Rossini” a Pesaro, “N. Piccinni a Bari e nell’Accademia Florence a Firenze. (j.l.)

Martinsicuro e Las Palmas città “gemelle”

La bacchetta magica di Morro D’Oro

Ad Alba Adriatica la premiazione del concorso “Disegna il tuo cavallo”

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I sindaci delle due città gemellate

Renato Rasicci

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64026 Roseto degli Abruzzi (TE) - Via Salara, 36 - S.S. 150tel. 085 8996102 - fax 085 8999284 - www.barigellimotori.it - [email protected]

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Il castagno rappresenta un tratto vegetale caratteristico del paesaggio forestale dei Monti della Laga. La sua diffusione è correlabile da un lato alle favorevoli condizioni ambientali dell’area, dall’altro al suo utilizzo da

parte dell’uomo, che ne ha favorito fortemente lo sviluppo. “Per le genti della Laga” spiega il sindaco di Valle Castellana, Vincenzo Esposito “il castagno ha rap-presentato e rappresenta non solo una fonte di sussistenza, ma anche un forte tratto di identità culturale”. Sull’argo-mento sono intervenuti Mauro Di Dalmazio ed Ezio Vannuc-ci, rispettivamente assessori al Turismo della Regione Abruz-zo e all’Agricoltura della Pro-vincia di Teramo, i quali hanno anche inaugurato la mostra “Il castagno di Nardò” allesti-ta nell’Ecomuseo “Le Terre del Castellano”. Gli allievi dell’isti-tuto “Di Poppa” hanno curato i laboratori del gusto, una car-rellata di piatti preparati con prodotti tipici della zona, come la patata turchesa, la patata del-la Laga, il formaggio dei monti Gemelli. Gli ospiti possono vi-sitare in sicurezza l’intera zona con l’aiuto delle giovani bussole del parco: ragazzi dai 10 ai 13

anni residenti nei comuni di Valle Castellana e Rocca Santa Maria che guidano i visitatori alla scoperta del castagno secolare di Nardò, immersi nei castagneti secolari di Morrice, lungo un’escursione suggestiva che permetterà agli adulti e ai bambini che vi prenderanno parte di divertirsi e di godere del paesaggio naturale con occhi diversi. (j.l.)

FLASH DALLA PROVINCIA

I tesori di Valle Castellana2/3

Sei milioni di euro per il miglioramento della strada provinciale 259 e un milione per il riassetto delle aree a rischio idrogeologico sul fiume Salinello. Con i fondi di provenienza regionale, messi in bilancio a fine maggio, la Provincia, si appresta a predisporre la progettazione di

due interventi molto significativi per la Val Vibrata. L’Assessore ai lavori pubblici, Elicio Roman-dini, considerato il valore strategico delle due opere, si è incontrato con i Sindaci della vallata, in collaborazione con il presidente dell’Unione dei Comuni, Alberto Pompizi. (j.l.)

Val Vibrata: finanziamento di sei milioni per la provinciale 259 e di un milione per il riassetto idrogeologico del fiume Salinello

Elicio Romandini

Mauro Di Dalmazio

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Il Governatore del Rotary Club, Mario Struzzi, è stato ricevuto in Provincia dal vi-cepresidente, Renato Rasicci. All’incontro erano presenti anche il segretario ge-nerale dell’ente, Gianna Becci; il presidente del Rotary Teramo Nord Centenario,

Giuseppina Poggioli; il presidente del Rotary Teramo Centro, Giovanni Di Giosia e il presidente del Rotary Teramo Est, Paolo Rasicci. Rivalutazione del territorio sotto il profilo del turismo e recupero del patrimonio artistico sotto il profilo culturale, questi i temi affrontati ed approfonditi in un clima informale. “Grazie a coloro che amministrano e alla squadra di professionisti che siamo riusciti a comporre, siamo sicuri di potere ottenere grandi risultati per il recupero dell’immenso patrimonio che ci viene dal passato, siamo un’organizzazione che può mettere a disposizione rela-zioni e una forte rete di collaborazioni”- queste le parole del Governatore Struzzi “ Ci siamo impegnati per la raccolta fondi da destinare all’Università di Ingegneria de L’Aquila, abbiamo sistemato l’edificio in modo da permettere di fare attività di formazione dei tecnici sul cantiere e non solo nelle aule. Speriamo nel futuro di potere abbattere quelle barriere normative che di fatto ci impediscono spesso di

arrivare alla migliore soluzione e con la maggiore tempestività”. Paolo Rasicci, nel prendere la parola, ha esposto i due progetti di cui si sta occupando come presidente del Rotary Club Teramo Est, nello specifico lo sviluppo di un codice QR nell’ambito turistico ed un progetto salute, sulla prevenzione del tumore al seno. Il Vicepresidente ha illustrato al Governatore le peculiarità del nostro territorio e le iniziative in campo per la promozione turistica: “Un settore nel quale – ha sottolineato Rasicci – proprio le sinergie con le associa-zioni come il Rotary possono amplificare gli sforzi che si stanno facendo come Provincia e segnatamente come Assessorato al turismo per andare verso una destagionalizzazione e per ampliare i mercati di riferimento”. Il Vicepresidente ha fatto riferimento alla Fiera di Lugano per il tempo libero, alla quale ha partecipato l’assessore al Turismo Ezio Vannucci in rappresentanza dell’ente e al Giro D’Italia che si fermerà con due tappe in provincia di Teramo: “Un evento straordinario dal punto di vista del marketing territoriale, un risultato ottenuto grazie alla sinergia fra Provincia e Comuni”. (j.l.)

Il Governatore del Rotary Club a Teramo

FLASH DALLA PROVINCIA3/3

Sottoscritto “via web” protocollo d’intesa con Ituzaingo, in Argentina

Inaugurato con la sottoscrizione di un atto di cooperazione con la Fondazione del Comune di Ituzaingo, in Argentina, il sistema di video conferenza con il quale sarà possibile svolgere una serie di adempimenti amministrativi fra vari enti senza spostarsi dalle rispettive sedi. Il sistema è stato adottato dal settore Ambiente e fa parte dei progetti piloti del Piano sulla mobilità sostenibile. Il presidente Valter

Catarra e l’assessore Francesco Marconi, in diretta web, si sono collegati con l’Argentina e dopo una breve conferenza sui reciproci intenti con i rappresentanti istituzionali argentini hanno sottoscritto il documento sull’accordo di cooperazione che poi è stato “scan-nerizzato” e trasferito via web a Ituzaingo dove anche gli amministratori argentini hanno apposto la firma. L’accordo riguarda l’ ambiente e le energie rinnovabili e si inquadra del programma Patto dei

Sindaci promosso dall’Unione Europea. Lo “sky-meeting” utilizzato, è un sistema di videocomu-nicazione che permette agli utenti di incontrarsi e condividere documenti in maniera virtuale, di organizzare conferenze di servizi; di erogare as-sistenza e consulenza in modalità audio, video e chat di testo. Tale strumento è in distribuzione nei 47 Comuni teramani, i presidi della Asl, gli uffici ambiente della Regione Abruzzo; i servizi di con-trollo dell’Arta e consentirà, quindi, ai dipendenti di queste amministrazioni di riunirsi “virtualmen-te” ogni volta che sarà necessario senza spostarsi dalle rispettive sedi.

Valter Catarra Francesco Marconi

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nuova immagine del NovaVita,uno dei locali più cool della riviera

le due serate sonoil GIOVEDÌ e

la DOMENICA

Le immagini parlano da sole...

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foto rivieracool.it - Libero Guerra

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Per capire concretamente di cosa si tratta bisogna provarla. Non è una macchina a vapore né aspi-ra liquidi, ma esercita un vero e proprio lavoro fisico adoperando la spazzolatura con detergen-te sul pavimento, esercitando una pressione con

un rullo regolabile. Si ottiene così la perfetta pulizia di fughe. Rimuove macchie, polveri, unto e incrostazioni, lasciando il pavimento subito calpestabile. In parole povere fa tutto con un’unica passata, evitando così l’aspirazione della polvere e il successivo lavaggio con straccio e spazzolone. Un vero toccasana per la schie-na delle povere casalinghe, costrette a stare per ore curve sul pavimento nel tentativo di farlo risplendere. Per non parlare del tempo che si risparmia: prati-camente dimezzato, visto che con un unico gesto si può detergere, spazzolare e asciugare. Contem-poraneamente. Insomma, la macchina ideale per lavare pavimenti duri di qualsiasi tipo, dai più grezzi ai più delicati. Inoltre, il paracolpi frontale in gom-ma morbida e i quattro rullini laterali, permettono di lavare fino a ridosso dei mobili. Inoltre, grazie alle due bocchette aspiranti, frontale e posteriore, l’utiliz-zo è davvero facile e il pavimento rimane perfettamente asciutto, permettendo così di poter utilizzare gli spazi ap-

pena lavati senza alcun tempo di attesa. Con un como-do accessorio è inoltre possibile lavare a iniezione tessuti estraibili come sedili di automobili e divani: si toglie il tubo aspirante, si applica il kit lavaggio e la macchina è pronta. I serbatoi di acqua pulita e sporca sono integrati in un solo contenitore. Con un semplice gesto si sgancia il serbatoio dalla macchina, si svuota l’acqua sporca e si riempie anche sotto un normale rubinetto grazie al carico orizzonta-le. Il serbatoio contiene 2,6 litri di acqua pulita, oltre al tappo-dosatore dove si possono inserire i prodotti detergenti Lindhaus, con i quali si possono lavare 60 mq di pavimento in circa otto minuti. “Volevo una macchina che, oltre a lavare e igienizzare l’ambiente domestico,” spiega Daniele Pica, distributore locale della macchina “fosse allo stesso tempo funzionale, non ingombrante e con un prezzo di mercato alla portata di tutti. Dopo averla vista all’opera non ho avuto più dubbi, tanto che posso dirmi felice di averla provata, acquistata e inserita prima nel mio quotidia-no domestico, e poi ho voluto farla conoscere a tutte le famiglie che frequentano il mio negozio di Campo a Mare Saponeria 2 Roseto” viale europa,59 - 64026 Roseto (TE)

INFO: Tel.0858941555 - cel. 3491929808

C’ERA UNA VOLTALO STRACCIOLA VENTENNALE ESPERIENZA DELLA LINDHAUS, DITTA COSTRUTTRICE DI ELETTRODOMESTICI PROFESSIONALI, HA PORTATO ALLA CREAZIONE DI UNA LAVA-ASCIUGA PAVIMENTI ASSOLUTAMENTE INNOVATIVA E FUORI DAGLI SCHEMI

di Pierìtrina Cipriani - foto Velimir

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Astice all’Americana

Bomboniera di crepes

Astice

Pomodoro Fresco

Panna

Servito con riso al brodo di

pesce

Crepes ripiene di :

radicchio

speck

mascarpone

parmigiano a scaglie

Servito su Vellutata di pomodoro

fresco e semi di papavero.

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Crepes ripiene di :

radicchio

speck

mascarpone

parmigiano a scaglie

Servito su Vellutata di pomodoro

fresco e semi di papavero.

Il mare entra direttamente in tavola dalle ampie vetrate dell’Hotel Bellavista, che dal 1962 domina nella splendida cornice del lungomare di Roseto degli Abruzzi. Grazie alla

passione per l’ospitalità unita al buon gusto e alla prelibatez-za delle pietanze, potrete affidarvi senza indugio a questa famiglia e ai loro validi collaboratori per eventi da ricorda-re quali, raffinati matrimoni, cerimonie ed eventi aziendali. Estremamente ricercata e creativa è la possibilità di scelta dei diversi menù, all’insegna dell’innovazione culinaria ma allo stesso tempo capace di mantenere solidi legami con le pro-prie radici Abruzzesi.Presso L’Hotel Bellavista, i F.lli Cimorosi saranno ben lieti di soddisfare ogni vostra richiesta e capriccio.

Lungomare Trento, 75- 64026 Roseto degli Abruzzi TETel. 085.8930425 www.bellavistahotel.net - [email protected]

Hotel Bellavista

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Il dilemma del “grande fratello”

Page 95: Blu 24 magazine - Novembre 2010

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Page 96: Blu 24 magazine - Novembre 2010

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