Vulture Magazine, 10 novembre 2011

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VULTURE MAGAZINE 1 Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata Sommario 10 Novembre 2011 Rionero. “Albe Dentro L’imbrunire” Giornata Del Ringraziamento La Vendemmia 2011 Nel Vulture Rionero. Socrate Undicesima Edizione Festival Di Potenza: Programma E Obiettivi Razzie Nei Castagneti Del Vulture Venosa. In Scena Al Liceo Classico E Scientifico “Socrate Calcio A 5 Serie C 2 Calcio. Seconda Categoria Calcio A 5 Serie C Donne

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notizie dal cuore della basilicata

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Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata

Sommario 10 Novembre 2011 Rionero. “Albe Dentro L’imbrunire” Giornata Del Ringraziamento La Vendemmia 2011 Nel Vulture Rionero. Socrate Undicesima Edizione Festival Di Potenza: Programma E Obiettivi Razzie Nei Castagneti Del Vulture Venosa. In Scena Al Liceo Classico E Scientifico “Socrate Calcio A 5 Serie C 2 Calcio. Seconda Categoria Calcio A 5 Serie C Donne

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L’INTERO RICAVATO DEL DVD ANDRA’ IN BENEFICENZA ALLA CASA DI RISPOSO DI

RIONERO IN VULTURE “Virgo Carmeli”

GIOVEDI’ 10 NOVEMBRE 2011 ORE 17:30 CENTRO SOCIALE “P. SACCO” RIONERO IN V. PROIEZIONE PUBBLICA DEL

DOCUMENTARIO “ALBE DENTRO L’IMBRUNIRE” DI ARMANDO LOSTAGLIO RIPRESE E MONTAGGIO PINO DI LUCCHIO –

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GIORNATA DEL

RINGRAZIAMENTO Ogni anno, dal 1974, la Chiesa italiana, facendo sua l'iniziativa della Coldiretti invita la comunità nazionale a ringraziare il Signore per i doni della terra. E' la Giornata del Ringraziamento che quest'anno viene celebrata, a livello nazionale, ad Acerenza. L'evento avrà inizio sabato 12 novembre con un seminario dal titolo "Eucarestia, terra e cibo" al villaggio Gala-Tabor ad Acerenza. Sarà presente per l'intervento di apertura del convegno l'arcivescovo di Campobasso-Bojano, Giancarlo Maria Bregantini, mentre le conclusioni saranno

curate da mons. Angelo Casile, direttore dell'Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro. Per domenica 13 è in programma la celebrazione eucaristica in cattedrale presieduta dall'arcivescovo di Acerenza S.E. Mons.Giovanni Ricchiuti. In allegato il programma-invito. Certo che verrà dato il massimo risalto all'iniziativa nazionale che si svolge in regione, saluto con viva cordialità Tonio Galotta Incaricato Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale di Basilicata

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LA VENDEMMIA 2011 NEL VULTURE

Per le favorevoli condizioni climatiche, ottima la qualità ma

ridotta la quantità

Sarà forse una vendemmia storica nella zona del Vulture. Infatti, con questa vendemmia, oltre a produrre un vino aglianico di grande qualità, parte l’imbottigliamento dell’Aglianico Docg (Denominazione di origine controllata e garantita) che porrà l’Aglianico del Vulture nel gota dei vini di massimo prestigio nazionale ed internazionale. Ma com’è andata la vendemmia quest’anno nella zona del Vultrure? A sentire i diretti interessati, più che buona; ottima la qualità, ma con una leggera riduzione della quantità rispetto all’anno precedente. La vinificazione in parte, è stata effettuata con metodi tradizionali nelle antiche cantine scavate nel tufo vulcanico e parte, sicuramente la maggior parte, con sistemi moderni negli stabilimenti vinicoli di Rionero in Vulture, di Barile, di Venosa, di Acerenza ecc. Prodotto sulle colline della zona del Vulture, terreno vulcanico che ottimamente si presta alla coltivazione del vitigno aglianico, grazie alla capacità di intraprendenti imprenditori del settore, il vino Aglianico si è conquistato un mercato di tutto rispetto sia in Italia e sia all’estero. Il vitigno aglianico pare sia arrivato nella zona del Vulture nel VII-VI secolo a.C.

portato probabilmente dai coloni greci che dalla costa ionica si avventurano nell’interno della regione lucana. Che il vitigno sia di origine greca è confermato dal fatto che il nome, originariamente era Eleanico o “Ellenico”, in seguito trasformatosi in Allanico”, infine, durante la dominazione aragonese, corretto in “Aglianico “a causa della doppia “ll” pronunciata in “gli” secondo l’uso fonetico spagnolo. La produzione di Aglianico si aggira sui 130 mila ettolitri ( oltre ottomila ettolitri a Doc). I terreni coltivati a vigneti sono circa 6.400 ettari, di cui 2.633 registrati all’Albo presso la Camera di Commercio di Potenza, ricadenti nei comuni di Atella, Barile, Ginestra, Maschito, Melfi, Rapolla, Rionero, Ripacandida ( zona classica) e Acerenza, Banzi, Forenza, Gensano di Lucania , Palazzo San Gervasio, Venosa ( zona di bassa collina e pianeggiante). Numerosi i vinificatori della zona ( circa 391 registrati all’Albo della Camera di Commercio), sia come privati produttori e sia associati in cooperative. Negli ultimi anni sono sorte grosse ed affermate aziende vitivinicole che con estesi vigneti e con viti sistemate a filari, hanno costruito imponenti stabilimenti enologici con enorme cantine scavate nel tufo vulcanico. Infatti, nell’area del Vulture, è cambiata la geografia della produzione dell’aglianico. I contadini di una volta, che si recavano nei loro vigneti con gli asini e i muli per i duri lavori della zappatura ( almeno quattro volte all’anno), dell’irrorazione delle viti con solfato di rame per combattere la peronospora e “la malattia vecchia” e poi la zolfatara ecc., non ci sono più. Non più la processione di animali da soma con le bigonce o le ceste piene per il trasporto dell’uva dai vigneti al paese. Com’è noto la zona del Vulture, grazie alla composizione vulcanica del suo territorio, è particolarmente vocata alla viticoltura e alla coltivazione del vitigno aglianico in particolare. Il territorio coltivato ad aglianico, l’antico vitigno di origine greca, si estende ormai su più di 650 ettari con una produzione di circa 60

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mila quintali di uva e quasi 3 miloni e 500 litri vino. Oltre trenta le aziende vinicole che operano da anni e con successo nella commercializzazione del vino aglianico, per lo più Doc. Non manca, anche se in misura limitata, la coltivazione del moscato e della malvasia, vino quest’ultimo particolarmente prodotto a Rapolla, ove nella festività di San Biagio (3 febbraio), per tradizione, se ne fa un consumo notevole.

Nel mese di luglio del 2009 finalmente si concluse la sofferta e travagliata fase istruttoria del gruppo di lavoro coordinato dalla Camera di Commercio di Potenza e composto dalle Organizzazioni professionali di categoria, dalla Cantina di Venosa (organo proponente), dal Consorzio di Tutela del vino Doc “Aglianico del Vulture” e dal Consorzio di Valorizzazione “Qui Vulture”, con la quale si approvava sia lo schema di disciplinare della Docg “Aglianico del Vulture ” sia, conseguentemente, la bozza di modifica del disciplinare della Doc Aglianico. Ricordiamo, a quanti non lo sapessero, che si tratta di un marchio prestigioso concesso solo ad alcuni vini Doc di livello nazionale e internazionale. Il massimo riconoscimento possibile per un vino di qualità, tanto che in tutta l’Italia se ne contano non più di 35, e a questi si è aggiunto la prima Docg lucana, che porterà il nome di “Aglianico del Vulture Superiore”e “Aglianico del Vulture Riserva”. La Docg all’Aglianico del Vulture è il meritato riconoscimento ad un vino che da anni rappresenta ai massimi livelli di qualità la tradizione enologica regionale, raccogliendo onori e

riconoscimenti in tutte le più prestigiose occasioni e da parte delle più importanti guide e riviste di settore a livello internazionale. Un riconoscimento che sicuramente potrà rafforzare e consolidare ancor di più l’immagine del prodotto in tutto il mondo. Ma vediamo brevemente le novità salienti del disciplinare. Prima di tutto diciamo che saranno previste due tipologie di Docg: l’“Aglianico del Vulture Superiore Docg” che non potrà essere immesso al consumo prima di tre anni con un periodo di affinamento obbligatorio di almeno 12 mesi in contenitori di legno e almeno 12 mesi in bottiglia; l' “Aglianico del Vulture Riserva Docg”, che non sarà immesso sul mercato prima di cinque anni dopo un periodo di affinamento di almeno 24 mesi in legno e 24 in bottiglia. Per quanto riguarda la zona di produzione si è fatta la scelta di confermare in maniera identica tutta l'area di produzione della Doc. E' stato questo senza dubbi uno dei passaggi più controversi sul quale la discussione è stata spesso, comprensibilmente molto animata. Confermata quindi per intera l'area; per garantire la qualità della Docg si è optato per norme severe di viticoltura come il divieto assoluto di ogni pratica di forzatura e di irrigazione di soccorso, rese per ettaro molto basse, l'obbligo di vinificare, affinare ed imbottigliare solo nell'ambito della zona di produzione ( obbligo esteso anche alla Doc), e la definizione di una gradazione minima naturale di 13 gradi che si traduce in bottiglie con gradazione alcolica non inferiore ai 13,5 gradi. Ci fermiamo qui, sottolineando in aggiunta, l'importante modifica fatta anche al disciplinare della Doc, riguardante l'obbligo di realizzare tutte le fasi della vinificazione, compreso l'imbottigliamento, solo nella zona di produzione. Questo metterà fine all'annoso ed imbarazzante problema di ritrovare sul mercato bottiglie di Aglianico doc sconosciute e poco controllate, vendute a prezzi assolutamente fuori

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mercato con seri danni economici e di immagine per il territorio.

Il riconoscimento della Docg dell’Aglianico del Vulture, mentre costituisce una grande conquista per il prodotto simbolo della Regione, pone i nostri imprenditori vitivinicoli in una forte competizione commerciale con i vini di altissima qualità in campo internazionale. Infatti, a che serve produrre un ottimo vino se poi non lo si sa vendere? E qui entra in campo il fattore, forse determinate, della commercializzazione e della promozione intelligente ed efficace a livello nazionale ed internazionale sia da parte degli operatori del settore e sia degli enti preposti a tale scopo. Il riconoscimento della Docg, in altre parole potrà essere sicuramente un'ulteriore occasione di slancio e di promozione per tutto il nostro territorio ma solamente se tutti assieme gli imprenditori, le associazioni di categoria, la politica regionale, sapranno coordinarsi e fare sistema. Politiche di marketing più moderne, con attività di promozione integrate e destinate non alla singola azienda ma alla maggiore conoscenza internazionale della Doc e della Docg “Aglianico del

Vulture”, politiche di Promozione Territoriale che rafforzino sempre più il rapporto Vino – Territorio - Turismo, con l'istituzione ed il reale funzionamento dell'Enoteca Regionale, delle Strade del Vino, del Parco Urbano delle cantine, la proposizione ed il potenziamento di un programma di animazione e di grandi eventi dedicati al nostro vino “principe dei rossi d’Italia”, potranno portare ad un importante sviluppo del settore con la creazione nel nostro territorio di un'economia finalmente sostenibile e finalizzata ad obiettivi di crescita economica duratura perché legata alla valorizzazione e alla tutela della nostra cultura e dei nostri territori rurali. Insomma si salveranno i migliori, specie in tempi crisi del settore come quello che stiamo attraversando.

Michele Traficante

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SOCRATE

Sono quasi millecinquecento gli spettatori che hanno finora assistito alle prime repliche del "Socrate", tragedia scritta da Pasquale Tucciariello per la regia di Giusi Zaccagnini. I licei di Rionero e di Venosa, e poi la "prima" per un attento pubblico di Rionero (al Vorrasi il 4 novembre scorso), hanno sancito un consenso per nulla scontato alla vigilia. In quanto si tratta di un testo che si ispira ai classici, sia per linguaggio che per scelta scenica e di costumi. Il ritmo è di assoluto rigore,

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come nella tradizione classica delle rappresentazioni. E di certo, il testo di Tucciariello può ambire ad inserirsi in una nicchia di cultori della parola, del testo che respira di antico, in netta supremazia con la parola vigente, nei ritmi frenetici della modernità.

Bravi gli attori della nascente Compagnia Teatrale Fedro, non omogenei per provenienza ma di sicuro affiatati in una scena che davvero non è di facile "consumo". Quanto ai costumi, ci si rifà alla più che trentennale esperienza di Rosa Preziuso, fondatrice del Gruppo 8 di Rionero, impareggiabile per colori in virtù delle movenze.

Socrate è figura carismatica ma di presenza discreta, probabilmente poco avvezza all'apparenza invasiva: almeno questa appare la scelta di regia, in un contesto nel quale musiche e drappeggi forniscono quadri di assoluto disciplina: il maestro Pasquale Menchise miscela modernità e suoni arcaici, in una dimensione fra il surreale e l'astratto. Armando Lostaglio

UNDICESIMA EDIZIONE FESTIVAL DI POTENZA: PROGRAMMA E OBIETTIVI

Il programma dell’undicesima edizione del Festival di Potenza, concorso nazionale di musica leggera per under 16, esordienti e nuove proposte, la cui serata finale è in programma il 12 novembre al Conservatorio di Musica Gesualdo da Venosa del capoluogo, è stato presentato oggi in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il “patron” e agente di spettacolo Mario Bellitti, il direttore di Music Academy Venosa (Accademia Musica Moderna) Fabrizio Frangione e il maestro di musica Giuseppe Sileo.

Nel corso dell’incontro con i giornalisti è stato sottolineato che in 11 anni di attività sono stati protagonisti almeno 600 giovani, di cui l’80% residenti in Basilicata, che hanno partecipato alle audizioni, alle preselezioni e alle varie edizioni della manifestazione. Dalla loro esperienza è possibile tracciare un profilo del cantante, cantautore o solo autore, musicista, che è utile per finalizzare al meglio l’attività di formazione e promozione di talenti artistici. Tra i 17 e i 28 anni, per il 70% donna, diploma di scuola media superiore, qualche esperienza di spettacolo a livello locale, il 40% ha frequentato o frequenta una scuola musicale: è l’identikit dell’ aspirante professionista dello spettacolo che emerge dagli archivi delle iscrizioni al Festival di Potenza.

Abbiamo rilevato – sottolinea Mario Bellitti - profondi cambiamenti: nei primi anni del Festival era diffusa la moda di “imitare” artisti di fama nazionale, negli ultimi invece viene fuori la ricerca di

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un’impronta vocale e di esibizione personalizzate e quindi più mature.

“Quello della formazione è un tasto delicato. Nel nostro Paese, a differenza degli Stati Uniti ad esempio, come di altri Paesi Europei, chiunque può aprire una scuola di recitazione o di danza anche in un garage. I ragazzi sono disorientati e spesso non sanno cosa fare. Diventa perciò necessario – aggiunge il maestro Giuseppe Sileo - dare informazioni almeno sulle scuole legalmente riconosciute e, come intendiamo fare attraverso lo stage che precede il Festival di Potenza, rispondere a ogni domanda oltre a proporre corsi su misura per le proprie attitudini e, soprattutto, per le proprie aspirazioni”.

“Lo stage presso la Cd&M Record di Filiano che è una struttura altamente qualificata nel settore multimediale, con sale incisioni e registrazione, di produzione, con strumentazioni e spazi specifici per dare la possibilità agli iscritti di fare una prima esperienza a contatto diretto con tecnici e professionisti dello spettacolo – dice Bellitti - è una prima iniziativa. Abbiamo raccolto un’esigenza che viene dai giovani di avere un contatto diretto con gli aspetti che riguardano la produzione musicale che per molti è la fase finale del proprio percorso professionale ma che bisogna conoscere per rendersi conto della complessività dell’attività di spettacolo”.

Per Frangione (Music Academy Venosa) “il Conservatorio di Musica risponde esigenze di conservazione delle tradizioni musicali l’Accademia invece a quelle di innovazione naturalmente nel settore della musica moderna con l’obiettivo di avvicinare l’industria musicale, il mondo dello spettacolo alla necessità di lavoro dei giovani. In proposito le nostre certificazioni professionali sono riconosciute a livello europeo come terzo livello e inoltre per chi porta a termine il ciclo completo di studi come laurea

triennale. Presto avremo il riconoscimento ministeriale. Il nostro – dice Frangione – è un modo di fare impresa sul territorio, nello specifico nel Vulture-Alto Bradano e abbiamo intenzione di allargare l’utenza a Potenza e a Matera”.

Alla serata finale di sabato 12 che sarà presentata dal giornalista e poeta Pierluigi Auricchio partecipano 7 Nuove Proposte, 5 Esordienti e 5 Under 16, Eli Eli Elegibò, Dimensione Danza Giselle di Potenza, l’illusionista Genius.

Il Festival di Potenza nel panorama delle numerose manifestazioni musicali italiane – evidenzia il patron - ha specifiche caratteristiche e potenzialità per diventare sempre più un innovativo palcoscenico. Lo spettacolo dal vivo, ovvero la musica, il teatro, la danza, lo spettacolo viaggiante, quale componente fondamentale del patrimonio artistico e culturale del Paese necessita di iniziative che coinvolgano, da una parte, lo spettatore con azioni di promozione e formazione dell’utente finale e, dall’altra, i professionisti e i futuri professionisti. La musica leggera italiana, al pari dei “prodotti” del turismo, dell’alimentazione tipica del “made in Italy”, è un elemento essenziale dell’affermazione dell’immagine del nostro Paese nel Mondo. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

RAZZIE NEI CASTAGNETI DEL

VULTURE Impressionante il numero dei

“portoghesi, specialmente pugliesi e campani

E’ risaputo che è abbastanza fiorente, nella zona del Vulture la coltivazione del castagno ed il conseguente commercio del suo prelibato frutto. Lungo i crinali e i costoni del vulcano spento si estendono i floridi castagneti (circa 1772 ettari fra

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demaniali e privati), ricadenti maggiormente nei comuni di Melfi, Rapolla, Barile e Rionero) che danno, fra l’altro, il rinomato “Marroncino di Melfi” (per il quale appunto è stato chiesto il marchio di qualità in ambito europeo), varietà molta apprezzata e largamente utilizzata dalle varie industrie dolciarie, soprattutto dell’Avellinese e del Beneventano, per la preparazione del marron-glacés Nella sua ampio e ben documentato studio di qualche anno fa, Albino Greco, libero professionista Forestale Paesaggista, ha illustrato la tematica “Castanicoltura del Vulture: potenzialità e limiti”. “Il territorio del Vulture – ha sostenuto Greco - considerato nel suo insieme, si presenta come un documento scientifico e storico-culturale, capace come tale di farci scoprire e comprendere l’evoluzione del paesaggio e conoscere la dinamica della superficie boscata nel tempo in special modo attraverso la storia del suo popolo”.

Infatti, per meglio comprendere i mutamenti che il paesaggio forestale ha subito nel tempo Grieco ha tracciato un breve exursus storico sugli studiosi e ricercatori che si sono occupati dell’area del Vulture, da Guglielmo Gasparrini nel 1837 a Tenore e Gussone nel 1838 a Nicola Terracciano nel 1869 ad Augusto Poggi nel 1873 ad Angiolino Fusco nel 1883 per finire con la famosa denuncia di Rocco Buccico nel 1895 relativo al massiccio disboscamento delle pendici del monte e il conseguente suggerimento sul necessario ed urgente

rimboschimento. Interessante anche l’illustrazione della distribuzione del castagno alle falde del Vulture e la consistenza delle superficie ad esso destinato dal 1929 al 2007 ( si è passati dai 3243 ettari ai 2150 di oggi). Grieco si è soffermato sulla necessità di tutelare in modo particolare determinati paesaggi e significative porzioni di territorio antropizzato, mediante l’istituzione di nuove aree protette ( parchi o riserve), assicurando nel frattempo un equilibrio armonico tra la conservazione delle risorse e lo sviluppo socio economico delle popolazioni residenti. In altri termini politica dell’ambiente non significa scegliere tra conservazione e sviluppo, bensì scegliere un determinato tipo di sviluppo valorizzando le risorse esistenti il cui mancato utilizzo costituisce un vero e proprio spreco sociale ed economico. Il Vulture, a fronte di una produzione media regionale di circa 10 mila quintali di castagne, partecipa con circa l’80-85% della produzione totale. La resa media per ettaro si aggira intorno agli otto quintali nei cedui da paleria, con picchi nei cedui castanili da frutto che raggiungono una produzione annua pari ai 20-30 q.li. Si tratta di una cultivar che produce castagne e/o marroni di notevole pregio. Il frutto è di grossa pezzatura (altezza 34,5 mm; larghezza 33,8 mm; peso medio 17,9 g; volume 17,0 cc. Il numero medio dei frutti per Kg oscilla da 54 a 64. La polpa è croccante e saporita. Il contenuto di carboidrati è pari all’1,82 %. La vitamina C infine raggiunge valori di 24 mg, espressi in acido ascorbico. Un frutto, pertanto, largamente ricercato e, purtroppo, “razziato” in questo periodo dai tanti “portoghesi”, soprattutto pugliesi e campani, che, trovandosi sulle pendici del Vulture in veste di vacanzieri, specie di domenica, invadono i castagneti, sia demaniali sia privati, riempiendo borse e sacchetti di castagne che portano a casa come gustosi e saporiti “souvenir”. Anzi, non sono pochi coloro che sospettano che le gustose castagne del Vulture

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vengano addirittura vendute su quelle piazze. E’ impressionante, specie nelle belle giornate di ottobre (le famose ottobrate), la fila di macchine e addirittura pulman parcheggiati lungo la strada ex 167 che porta ai laghi di Monticchio; una vera processione, con centinaia di “raccoglitori” improvvisati, sparsi nei verdi castagneti che costeggiano la strada. Non si sa se i tanti gitanti abbiano come meta la nota località turistica o i castagneti del Vulture, poiché con le buone e, a volte anche con le cattive nei confronti dei proprietari, invadono i castagneti e fanno incetta delle migliori castagne che si trovano abbondanti ai piedi dei fronzuti alberi. Rionero in Vulture, Barile e Rapolla fanno onore alla castagna con accorsate sagre e feste varie (Rionero, Barile, Rapolla). Un valido motivo di richiamo turistico. Ma è soprattutto a Melfi che questo gustoso frutto di montagna viene esaltato e valorizzato, sia per la sua indiscutibile qualità gastronomica e sia per l’intraprendenza dei melfitani, che hanno saputo (e sanno sempre più) promozionale al meglio le sue caratteristiche culinarie. Infatti, ogni anno nella città federiciana accorrono frotte sempre più numerose di turisti, provenienti, oltre che dai paesi dell’hinterland vulturino, anche dalle regioni limitrofe e non solo, per la ormai nota “Sagra della varola”, giunta quest’anno alla sua 52^ edizione e che ha richiamato circa 30.000 visitatori. Un bel successo, non c’è che dire!

Michele Traficante

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VENOSA. 5 NOVEMBRE. PORTATO IN SCENA AL LICEO

CLASSICO E SCIENTIFICO “SOCRATE, TRAGEDIA IN TRE

ATTI” DELLA COMPAGNIA TEATRALE FEDRO

Venosa. Lo scorso 5 novembre presso l’aula magna dell’I.I.S.S. “Quinto Orazio Flacco” agli alunni del Liceo Classico è stato presentato lo spettacolo teatrale “Socrate, tragedia in tre atti” del prof. Pasquale Tucciariello, docente di Filosofia in pensione. A portare in scena questo spettacolo la compagnia Teatrale Fedro, centro studi Leone XIII di Rionero in Vulture con la regia di Giusi Zaccagnini. Gli artisti erano di Rionero e dell’interland potentino: Mauro Corona (Sthòrys); Simonetta Rizzitiello (Pizia),Giuseppe Pergola (Socrate), Rocco Gruosso (Protagora),Chiara Lostaglio, Antonella Sterlicchio e Maria Pia Boezio (Coro), Francesco Traficante (Ippocrate),Cristian Strazza (Meleto), Andrea Lapenna (Senofonte). A fine spettacolo, Armando Lostaglio del Cine Club De Sica, sostenitore di questo spettacolo, rivolto agli studenti,ha detto: “avete asistito ad una tragedia su Socrate, basilare per i vostri studi classici”. Presente anche il presidente della pro-loco di Venosa, altro Ente sostenitore di questo spettacolo,Michele Duino. Il prof. Pasquale Tucciariello ha aggiunto: “già dal 1991 al cinema Lovaglio abbiamo rappresentato

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spettacoli su studi classici. Socrate è attuale, avvicina i giovani, da ai giovani la certezza del vero, la certezza del bello”. La regista di questo spettacolo, Giusi Zaccagnini, vive a Roma, dal 2006 partecipa ad un progetto sperimentale, Arte e Spettacolo e collabora con scuole pubbliche su tutto il territorio nazionale, ha ringraziato: “spero che abbiate potuto godere le dinamiche teatrali, nonostante alcune distrazioni, normale per giovani di questa età.

La difficoltà maggiori sono state: il linguaggio alto con un risvolto poetico su una storia che ognuno di noi conosce. Un linguaggio difficile che ha coinvolto lo stesso la vostra attenzione fino alla fine”. Il dirigente scolastico dell’I.I.S.S. “Q.O.Flacco”, prof. Mario Lasala ha chiuso gli interventi: “gli studenti del Liceo Classico oggi sono stati chiamati a grandi cose, grazie a questo spettacolo hanno affrontato uno studio classico”. l.z. le foto riprendono un momento delle scene dello spettacolo “Socrate”..

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CALCIO A 5 SERIE C 2.VENOSA 24-09-2011.

Goleada del Tricarico a Venosa. 11 gol di Armiento G.

FLACCO VENOSA: 7

TRICARICO: 15

Flacco Venosa: Caggiano, Scoca, Gammone, Minutiello, Brisciese, Gallo, Latorraca, Capezio, Spagnuolo, Divietri, Digrisolo. All. D’Urso F.

Tricarico: Passarella, Paradiso P, Visuzzo, Castelmezzano, Evangelista, Toscano, Armento G, Rizzi, Paradiso P. All. Armento A.

MARCATORI: 5',9’,15’,19’,23’,24’,26,35,47,53’,61’ Armento G,7’,11’ Visuzzo , 12’ Minutiello, 17’ Evangelista, 33’, 45’, 57’, 59, 60 Latorraca, 42’ Rizzi,53’ Spagnuolo.

ARBITRO: Guida di Montemilone.

Venosa. Partita difficile per la Flacco che si scontra con una squadra molto in forma e che si trova al vertice della classifica: il Tricarico. La partita comincia subito con il gol degli ospiti da parte di Armento G. Al 6’ Spagnuolo cerca il pareggio ma il tiro finisce di poco al lato. Il Tricarico è carico infatti segna 3 gol in 5 minuti:al 7’ con Visuzzo su assist di Evangelista, al 9’ sempre con Armento G,

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e al 11’ ancora con Visuzzo. La Flacco si trova in una brutta situazione, sotto di tre gol all’11’ minuto, così prova a reagire e al 13’ trova il primo gol con minutiello, che la infila sotto la traversa. Al 15’ però Armento G, super in questa partita, riesce ancora a segnare e a portare il risultato sul 5-1 per la formazione ospite. Il Tricarico così colpisce una Flacco in difficoltà a raffica infatti va a segno al 17’ con Evangelista e al 19’ con Armento G. La Flacco prova a rimettersi in gioco con Spagnuolo che però non riesce a superare il portiere Passarella. Dopo un periodo in cui le due squadre sembravano voler più difendersi che attaccare, il Tricarico ancora mette a segno 3 gol in 4 minuti con il solito Armento G, insaziabile oggi, al 23’,24’ e al 26’. Al 29’ la Flacco si riporta in avanti ma il tiro di Latorraca viene parato bene da Passarella. Nel secondo tempo la partita diventa un po’ più equilibrfata, dopo una prima frazione di gioco in cui ha prevalso il Tricarico. Così al 34’ il vecchio leone Latorraca riesce a gonfiare la rete e a portare il risultato sul 10-2 per il Tricarico. Ma un minuto dopo ancora Armento G mette a segno il suo nono gol della giornata. Latorraca combatte sempre e infatti è lui l’ uomo migliore della Flacco ricavandosi azioni pericolose come al 41’, però qui non riesce a segnare. Ma il Tricarico sembra non voler rilassarsi e segnare a più non posso, infatti al 42’ va a segno con Rizzi. Al 45’ Latorraca va ancora a segno con un bel tiro. Al 47’ e al 53’ Armento G fa capire che non intende lasciare speranze di recupero agli oraziani. Ma la Flacco comunque non demorde, perché si sa che la speranza è l’ ultima a morire, ed un minuto dopo Spagnuolo mette in rete il pallone, portando il risultato sul 13 a 4. Al 56’ Scoca sciupa una grande occasione per la Flacco che calcia al lato. Al 57’ Armento G cerca il suo ennesimo gol, ma sta volta il portiere Digrisolo(sub entrato a Caggiano) si trovare pronto e para bene. Ma un minuto dopo non sbaglia ancora e infatti riesce a segnare. Così la partita si

conclude con due bei gol della Flacco di Latorracca, che porta a 5 i suoi gol nella partita odierna, prima con un tiro preciso nell’ angolo e poi su assist di Scoca. La Flacco perde la sua nona partita in altrettante partite giocate tra campionato e coppa. Alla fine del match il mister della Flacco Francesco D’Urso ha rilasciato un breve commento sul perché la squadra va così male: “Quest’anno la nostra squadra pecca un po’ di esperienza, infatti se si controlla la distinta della squadra su dodici ragazzi nove sono under 21. La società sta cercando di aprire un ciclo che porterà ad un futuro in cui questi ragazzi accumulando esperienza porteranno la squadra alla vittoria. Certo in queste giornate siamo andati male, ma contiamo sul fatto che nel girone di ritorno possiamo fare meglio”.

Lorenzo Zolfo

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CHE GRINTA QUESTO FOGGIANO MELFI

Rimonta un buon Atletico Lavello e vince

con merito il derby

Foggiano Melfi 5 – Atletico Lavello 4 Foggiano Melfi: Mancini, Antonaglia, Gresia, Di Croce, Branda, Vasca, Alfano, Di Lalla, Cappiello, Barbetta All. Baldinetti A

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Atletico Lavello: Bergamasco, Covelli, Colonna, Guglielmi, Catarinella, Massari, Melillo, Altobello, Catapano All. De Donato R Arbitro: Pescuma di Venosa Marcatori: Di Lalla. Alfano, 3 Vasca (FM); Colonna, Catapano, 2 Altobello (AL) MELFI. Bello ed avvincente, come ci si attende da un derby, combattuto, vibrante e con tanti colpi di scena, in termini anche di rimonta e vittoria della squadra di casa nel finale, come dovrebbe esser ogni gara di calcetto che entrambe volevano vincere. A farlo, al termine, e con pieno merito vista la grandissima prova di carattere e di orgoglio e soprattutto la veemente reazione, è stato il Foggiano Melfi. I grandi protagonisti, oltre alla prova di forza e coesione di squadra, che lascia ben sperare in termini di ulteriore crescita e maturazione del giovane gruppo gialloverde del presidente Destino in chiave futura, e di rapida risalita della classifica, sono stati il pressing finale a tutto campo, che ha tolto spazi agli ospiti, ottimamente messi in campo fino ad allora, e le reti in poco più di un minuto di Michele Alfano prima e del ritrovato bomber Giuseppe Vasca subito dopo. La prima, ha dato il pareggio a 4, la seconda ha dato il vantaggio e i tre punti in classifica, oltre alla gioia e all’abbraccio di tutto il gruppo di casa, che ha unito anche tecnico, dirigenti e pubblico, per un qualcosa atteso ed in grado di far dimenticare in un istante i tanti problemi finora, tra infortuni in serie, squalifiche, una struttura ancora non a disposizione per allenarsi con continuità come servirebbe al gruppo, i tanti sacrifici economici per dare seguito ad un progetto nato ed attivato per ricordare al meglio un Aldo Forcillo che qualcuno ha dimenticato, non certamente alcuni di questi splendidi atleti, che lo hanno conosciuto, apprezzato e voluto bene, come tecnico, padre e formatore nel tempo. Tornando ora alla gara del Palasport, un match subito bello e con occasioni per entrambe le contendenti,

con i bravi due portieri a far valere una sicurezza difensiva che ha dato ancora maggiore verve alla contesa, che le due squadre hanno affrontato, come detto alla grande, per far bene e vincere. In vantaggio sono andati gli ospiti, poi la risposta di casa arrivata subito con il pareggio del giovane Di Lalla, che sta crescendo in personalità e presenza anche difensiva, risultato poi portato fino al riposo. Pronti via e il Lavello torna avanti, prima di trovare anche l’1 a 3, che ha mandato a quel paese l’idea di gioco e di schemi voluti dai locali. Capitan Antonaglia fuori per tutta la ripresa, per un problema muscolare, ecco che serve la reazione del gruppo e la voglia di crederci. Vasca, nonostante la stanchezza per un lungo viaggio in auto e la non perfetta condizione si carica la squadra sulle spalle, cerca ripartenza e falli per sfruttare anche le punizioni e dimezza lo svantaggio, prima che una punizione dubbia per gli ospiti, battuta astutamente, serva a dare il 2 a 4 che non stende il Foggiano, ma certo spiana via al successo per il Lavello. Finale da grandissima squadra del Foggiano. Punizione gol di Vasca, poi il pareggio a 4 di un concreto Alfano, i reattivi Barbetta e Di Lalla tengono botta dietro e quando il cronometro è pronto a decretare il pareggio, ecco il meritato vantaggio del Foggiano Melfi, con una palla invitante che Alfano offre a Vasca, che la piazza all’angolo opposto superando un Bergamasco molto bravo, e poi va a festeggiare con tutti i compagni, che si sono fatti sentire dalla panchina, per far credere ad un successo che poi si è concretizzato.

Antonio Baldinetti

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CALCIO. SECONDA CATEGORIA. IL BARILE SU UN CAMPO AL LIMITE DELLA PRATICABILITA’

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CONQUISTA 3 PUNTI PREZIOSI PER LA CLASSIFICA. ASD BARILE 1 FIDES SCALERA 0

ASD BARILE: Copppola, Barbaro Raf., D'Adamo, Filidoro, Grimolizzi, Logrippo, Talia, Strozza P. Caputo, Barbaro Ro. Anastasia. All. Belluscio FIDES SCALERA: Gatta, Larossa, Montano, Gamma, Romaniello, Larotonda, Lovallo, Gerardi, Leccese, Coviello, Romano. All. Nardozza Arbitro:Di Tolve di Venosa . Marcatore: al 65’ Anastasia. Barile Al Donato Cefola di Barile su un campo al limite della praticabilità si è disputata la 4 giornata fra il Barile e lo Scalera diretta dal sig Di Tolve di Venosa.Nei primi venti minuti un Barile impreciso e svogliato si fa mettere in scacco da uno Scalera ordinato e preciso, che sbaglia solo in fase conclusiva. Al 9' Leccese che con un colpo di testa manda il pallone a lambire il palo; subito dopo Coviello da buona posizione calcia fuori.Passata la sfuriata dello Scalera, il Barile prende possesso del campo, senza impensierire il bravo Gatta. Si va ha riposo sullo zero a zero e con un campo al limite della praticabilità.Si ritorna in campo con un Barile più voglioso e deciso a far sua la gara e chiude nella propria metà campo lo Scalera, al 50' colpo di testa di Caputo a botta sicura ma il portiere se lo ritrova inaspettatamente sulle mani, al 55'tiro di Talia e parata di Gatta, al 60' punizione di Barbaro Ro ,va ad lambire la traversa. Ma è il sempre verde capitano Anastasia a tirare fuori dal cilindro un tiro micidiale che con deviazione di Larossa porta in vantaggio il Barile al 65’.Non sazio del vantaggio il Barile continua ha dettare

legge senza lasciare un attimo di respiro alla difesa avversaria e solo il terreno e la bravura di Gatta il risultato non prende una dimensione piu sostanziosa per la squadra cara al mister Belluscio. Al 93' l'arbitro fischia la fine e manda le due squadre a farsi una bella dolce calda.Da segnalare nel Barile l’esordio di PietroStrozza dopo una lunga assenza dai campi di calcio e la buona direzione di gara del sig. Di Tolve che ha saputo tenere la gara anche se minacciato da un terreno insidioso. Lorenzo Zolfo

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CALCIO A 5 SERIE C DONNE. LA VITTORIA DOPO LA TEMPESTA

Il comprensorio Pisticci viene sconfitto dalle Oraziana per 0 – 4

COMPRENSORIO PISTICCI 0 FLACCO VENOSA 4

Flacco Venosa: Martino, Sciarrillo, Bochicchio, Musco, Occhionero, Petta, La Luce, Rinaldi, Checa. All. Curatella. Comprensorio Pisticci: Storino C., Scazzarriello, Tuzio, Storino F., Lopapa, Sisto, Petragallo. All. Lacarpia Antonio. Marcatrici: Occhionero, Rinaldi, Checa(2).

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Inizia nei peggiori dei modi il pre-partita per la Flacco Venosa che per le pessime condizioni metereologiche alcune macchine escono fuori strada durante il viaggio di andata verso Pisticci. Dopo l’arrivo in extremis si gioca.La Flacco doveva riscattarsi dalla brutta prestazione della scorsa stagione contro la squadra di casa ed infatti parte motivata e concentrata con un unico obiettivo, Vincere. Disposte geometricamente in campo attaccano ogni spazio lasciato libero della giocatrici del Pisticci ed in solo 4’ riescono ad andare in vantaggio con Occhionero, oramai centrale difensivo con il vizietto del gol, la numero 7 delizia tutti con uno dei suoi tiri. Il Pisticci timidamente reagisce presentandosi a sprazzi nell’area venosina ma non può assolutamente nulla contro il muro difensivo venosino, ottimamente diretto dal portiere Martino. Mister Curatella si sgola richiamando concretezza e bel gioco, Rinaldi non fa altro che obbedire e cosi sfruttando un uno due con Checa si libera magicamente di due avversarie e con nordica freddezza firma il doppo vantaggio. Mister Lacarpia vede nera questa giornata ed infatti è il 26’ quando l’illuminazione va in corto per via del temporale, la partita viene sospesa per circa 15 min., il primo tempo si conclude con il parziale immutato. Il secondo tempo è Flacco Show, le oraziane, nonostante la pioggia intensa, fraseggiano ottimamente tra di loro praticando un eccellente scambio e possesso palla, che porta ad una miriade di palle gol non tutte finalizzate al meglio. E’ ancora una volta Rinaldi la regista di questa magica squadra che con rapide triangolazioni mette due palle gol per Checa, Storino non può assolutamente nulla contro i fulmini della 11 venosina. Il match si conclude con il finale di 0 – 4, l’unica positività del Pisticci è l’aver saputo difendersi da una mole di azioni offensive del team venosino, il quale attende ora la capolista Cus Potenza con

lo stesso obiettivo con cui è arrivata a Pisticci. Lorenzo Zolfo La foto ritrae Rinaldi, Checa e Martino della Flacco Venosa. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

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