Menthalia Magazine - Novembre 2013

16
num. 7 - Anno II novembre 2013 Reg. Trib. di Napoli N. 27 del 6/4/2012 © Marco Iazzetta IN QUESTO NUMERO IN QUESTO NUMERO La fotografia è “social” Ciao Lou Reed... Dipendenza dai “Mi piace” Una maschera per controllare i sogni “Un Fantastico Via Vai” anche per “Cure2Children” MafiaLeaks.org, quando la rete combatte la criminalità Windows compie 30 anni Lucca sempre più capitale del fumetto Google Glass per non udenti intervista esclusiva a Leonardo Pieraccioni Risate e impegno per i più deboli

description

Periodico d'informazione sulla comunicazione e dintorni.

Transcript of Menthalia Magazine - Novembre 2013

Page 1: Menthalia Magazine - Novembre 2013

num. 7 - Anno II novembre 2013Reg. Trib. di Napoli N. 27 del 6/4/2012

© M

arco

Iaz

zett

a

IN QUESTO NUMERO IN QUESTO NUMERO

La fotografi a è “social”

Ciao Lou Reed...

Dipendenza dai “Mi piace”

Una maschera per controllare i sogni

“Un Fantastico Via Vai” anche per “Cure2Children”

Mafi aLeaks.org, quando la rete combatte la criminalità

Windows compie 30 anni

Lucca sempre più capitale del fumetto

Google Glass per non udenti

intervista esclusiva a

Leonardo PieraccioniRisate e impegno per i più deboli

Page 2: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 2

Scopri il nostro mondo su

Collabora con NOI

inviaci il tuo articolo

[email protected]

Vuoi diventare

purple people?

Collegati attraverso il tuo

smartphone all’area dedicata

Editoriale

®

Registrazione al Tribunale di Napoli

N. 27 del 6/4/2012

Direttore Responsabile: Fabrizio Ponsiglione

Direttore Editoriale: Stefania Buonavolontà

Art Director: Marco Iazzetta

Grafi ca & Impaginazione: Menthalia Design

Hanno collaborato in questo numero:

Carla Basile, Stefania Buonavolontà, Flaviana Cimmino,

Francesco Pasciuto, Andrea Ponsiglione,

Marco Quadretti, Elena Serra, Alice Setafi na,

Diego Vecchione

Menthalia srl direzione/amministrazione

80125 Napoli – 49, Piazzale V. Tecchio

Ph. +39 081 621911 • Fax +39 081 622445

Sedi di rappresentanza:

20097 S. Donato M.se (MI) – 22, Via A. Moro

50132 Firenze – 17/A, Via degli Artisti

Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari.

La pubblicazione delle immagini all’interno dei

“Servizi Speciali” è consentita ai fi ni dell’ esercizio

del diritto di cronaca.

®

numero 7 - novembre 2013

Marco Iazzetta

General Manager

Menthalia

Ci piace pensare che certi incontri non siano casuali.

Esattamente un anno fa iniziava a circolare nelle li-

brerie italiane il nostro libro “Essere Innocenti” che

racconta la storia di Juliana Buhring. Una vicenda dura,

a tratti scioccante, ma che contiene allo stesso tempo un

grande messaggio di forza e di speranza. Da allora Juliana

ha cominciato a girare l’Italia per raccontare, con le sue vive

parole, la sua rinascita e la sua lotta vittoriosa per la libertà.

Una vicenda che crediamo rappresenti un esempio positivo

per tutti coloro che hanno subìto abusi e violenze durante la

loro infanzia. È durante uno di questi incontri pubblici con

Juliana che siamo entrati in contatto con la Fondazione “Cu-

re2Children”, un’organizzazione che aiuta i bambini aff etti da

tumori e malattie del sangue nei Paesi in via di sviluppo ad

avere la migliore assistenza dove la “cura” troppo spesso non

c’è o è poco conosciuta e la malattia può rappresentare una

sentenza inappellabile per un bambino e per la sua famiglia.

Lo fa formando medici e infermieri nei loro Paesi d’origine,

preoccupandosi anche dell’acquisto dei farmaci e dei macchi-

nari. Ha attualmente progetti attivi in Paesi come Pakistan,

Kosovo, Marocco, Egitto, Malawi e tanti altri, che hanno già

dato risultati concreti e tangibili. Non è un caso che un atto-

re e regista di grande successo – ma noto al pubblico anche

per la sua grande attenzione al sociale – come Leonardo Pie-

raccioni abbia scelto di fare da testimonial alla Fondazione

e abbia deciso di donare proprio a “Cure2Children” gli scat-

ti del set cinematografi co del suo ultimo fi lm per farne un

calendario, il cui ricavato andrà interamente a fi nanziare un

importante progetto per la cura del neuroblastoma, una delle

principali cause di morte oncologica nei bambini. Il nuovo

fi lm di Leonardo Pieraccioni, “Un Fantastico Via Vai”, sarà

nelle sale dai prossimi giorni e noi siamo davvero onorati

di poter ospitare in questo numero di Menthalia Magazine

un’intervista esclusiva con il comico fi orentino e un’ante-

prima del calendario della Fondazione. Perché, come recita

il motto di “Cure2Children”, anche noi siamo convinti che

“Nulla è più importante di un bambino. Nulla è più importante

di curare un bambino”.

Page 3: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 3numero 7 - novembre 2013

®

di Diego Vecchione, Graphic Designer

“Non è la mera fotografi a che mi interessa. Quel che voglio è catturare

quel minuto, parte della realtà”. Henri Cartier-Bresson

La fotografi a per due dei fotografi

francesi più famosi, Bresson e Doi-

sneau, era la cattura dell’attimo. Per

Doisneau in particolare era una battaglia

ingaggiata contro lo scorrere del tempo:

fare foto era un modo per ripetere l’istante

infi nite volte.

Sebbene siano stati diversi gli studi prece-

denti sulla luce, alcuni dei quali eff ettuati

già a partire dai Greci, la storia della foto-

grafi a inizia uffi cialmente nell’800, infatti è

soltanto con la creazione dei sup-

porti fotografi ci di questo se-

colo che si concretizza la

possibilità di imprimere

le immagini reali su

un foglio. In un se-

colo in cui avevano

fatto scuola di im-

magine gli Impres-

sionisti e il geniale

Van Gogh, arriva a

rivoluzionare il cam-

po dell’immagine anche

questa novità. I primi scat-

ti furono realizzati al chiuso: i

fotografi iniziarono a lavorare negli

atelier simili a quelli dei pittori accademici

per poi trasferirsi en plein air e dare origine

alle cosiddette istantanee.

Così come nella sua originaria funzione,

anche oggi fare una foto rimane senza dub-

bio il modo prediletto per imprimere un

ricordo su un supporto, ormai neanche più

cartaceo ma digitale; tuttavia non è da tra-

lasciare il ruolo comunicativo che questa

pratica ha assunto con l’avvento dei social

network.

Avvantaggiati sia dallo sviluppo di macchi-

ne fotografi che che di cellulari sempre più

sofi sticati, ecco tutti pronti con le proprie

“armi” a divulgare i personalissimi scatti,

casuali e non, prima su Facebook, poi su

specifi che piattaforme create per condivi-

dere immagini: Instagram, Pinterest, Flickr

e chi più ne ha più ne metta. La novità, or-

mai neanche più tale poiché ci si è abituati

già da alcuni anni alla nascita di questi siti,

è la specifi ca creazione di social network

in cui non è più la parola a dominare ma

l’immagine. Gli scatti sostituiscono le fra-

si, “parlano” di luoghi visitati, di persone

note o sconosciute, di oggetti comprati o

ricevuti in regalo, in poche parole di tutti i

momenti della propria vita.

La condivisione funziona perché rapida,

perciò si scatta la foto e si pubblica in tem-

po reale. Soltanto pochi secondi sono de-

dicati alla modifi ca: ora color seppia, ora

più brillante, ora fi ltrando i colori appena

un po’ per renderla di un bianco e nero po-

sticcio. Ecco dunque che sui social network

imperano le foto… e le modifi che

alle foto!

E dopo queste attente e

rapide manovre, ado-

perabili con il pro-

prio cellulare e le più

svariate app, si può

fi nalmente pubbli-

care il prodotto.

Per chi non resiste

alla tentazione di

scrivere una dida-

scalia alla propria foto

da gennaio 2014 sarà di-

sponibile in italiano un’app

dell’azienda Movigo dal nome Mi-

cropost+ che metterà a disposizione diversi

caratteri per personalizzare il più possibile

l’immagine. L’app è facile e rapida: scatti

una foto, ci scrivi dentro un breve testo, la

geolocalizzi, la condividi.

Non fi nisce però qui il “momento fotogra-

fi a”, la seconda e più attesa fase è il plauso

del pubblico. Per molte persone non è una

buona foto se non si ha almeno una certa

soglia di “Mi piace”, così si attende la no-

tifi ca che, con un pollice alzato, un cuore

o qualunque altro simbolo venga creato,

avvisa che la foto è stata vista e apprezza-

ta. In attesa di Micropost+ e di nuove app

simili, ci si lascia trasportare dalla nuova

moda social tenendo gli occhi ben aperti

casomai tra tanti fotografi improvvisati ci

possa essere un Bresson o Doisneau del no-

stro tempo.

La fotografi a è “social”

Page 4: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 4numero 7 - novembre 2013

®

di Stefania Buonavolontà, Marketing & Communication

Ciao Lou Reed...

Lewis Allan Reed… Lewis Reed…

Lou Reed. In maniera familiare, pre-

feriamo chiamarlo Lou Reed, com’e-

ra conosciuto, o più semplicemente Lou,

come fossimo suoi amici, come i suoi più

aff ezionati fan.

Più o meno tutti quelli che hanno avuto

il piacere di conoscerlo o di approfondi-

re un po’ la sua storia, in maniera diretta

e attraverso le sue canzoni, sanno che Lou

Reed ha trascorso l’intera vita dedicando-

si alla musica. Gli stessi fan sanno anche

che la sua infanzia non è stata aff atto tra

le più serene; il suo carattere dalla spiccata

vena ribelle non è stato accettato dai geni-

tori che, intravedendo in lui una tendenza

bisessuale impensabile per l’ambiente da

loro frequentato e per l’epoca in generale,

decisero di spedirlo in una clinica psichia-

trica durante gli anni dell’adolescenza. Uno

degli episodi più tristemente noti è la te-

rapia di elettroshock che secondo i medici

avrebbe dovuto “curare” la bisessualità che

si stava manifestando in lui, episodio che

lo portò a soff rire di disturbi di memoria

e che non si cicatrizzò mai nel cuore di

Lou. Amava leggere e questa sua passione

fu segnata dalla frustrazione di non poter

ricordare tutto.

Se qualcosa di bello gli capitò fu senz’altro la

musica, in essa cercò più che un rifugio una

vera liberazione. Tramite la musica e i testi

composti con i Velvet Underground e succes-

sivamente da solista cercò di esternare tutto

il suo risentimento verso i trattamenti subiti

nella clinica psichiatrica e quelli da parte dei

genitori, una delle composizioni a testimo-

nianza di ciò è “Kill your sons”, canzone che

cita espressamente episodi legati a queste vi-

cissitudini.

Lou Reed durante la sua carriera ebbe il fa-

vore di Andy Warhol; entrando a far parte

della sua cerchia di amici talentuosi, un col-

lettivo di artisti defi nito Factory, Lou ebbe

la possibilità di avvalersi dei suoi preziosi

consigli, nonché del suo aiuto nella produ-

zione del primo album intitolato “Th e Vel-

vet Underground & Nico”, realizzato in col-

laborazione con la cantante tedesca Nico,

anche lei della factory warholiana. L’ album

resta nella memoria di tutti anche per la fa-

mosissima copertina disegnata dallo stesso

Andy Warhol raffi gurante la banana gialla

che poteva essere “sbucciata” alzando una

pellicola.

A partire dalla fondazione del gruppo, Lou

Reed diventa inarrestabile, sancisce defi ni-

tivamente la sua entrata nel mondo della

musica. Non poteva che essere il rock na-

turalmente il genere musicale nel quale po-

tesse meglio esprimersi la sua anima ribelle

e sopra le righe, essa trovava piena espres-

sione con quella che all’epoca era ancora

defi nita come “la musica del diavolo”. Non

sono pochi i cantanti che hanno aff ermato

nel tempo di essersi fortemente ispirati a

Lou Reed e al suo stile musicale, primo fra

tutti il suo amico e collaboratore per vari

brani David Bowie. Il loro sodalizio, rivivi-

bile ancora adesso con i video su You Tube

che in questi giorni sono stati tra i più clic-

cati, fa sciogliere da sempre il cuore dei fan.

Proprio David Bowie lo ricorda, nel giorno

della sua morte, come “un maestro”.

Lou Reed era di New York. La Grande Mela

fu sempre amata dal cantante che l’ha vis-

suta in tutta la sua vivacità e a cui egli si

ispirò per i suoi brani, al punto da poter

ripercorrere le strade di New York e i suoi

colori attraverso le sue strofe.

Che fosse all’interno del gruppo dei Velvet

Underground o da solo, Lou non smetteva

di produrre musica e di ispirarsi all’atmo-

sfera a tratti molto cupa della città. Negli

anni in cui studiò alla Syracuse University

Page 5: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 5numero 7 - novembre 2013

®

un ruolo importante fu rivestito dal suo

professore Delmore Schwartz. Quest’ulti-

mo fu scrittore e poeta e rappresentò un

mentore e un amico per Lou, che si sentì

accomunato a lui forse proprio per il tor-

mento di un’omosessualità repressa.

Alla sua morte, Lou Reed gli dedicò il bra-

no, Black Angel’s Death Song, adattato ai

gusti del professore che non amava molto

i testi rock.

Sebbene il primo album pubblicato da

Reed con il suo gruppo e Nico non ottenne

subito il successo sperato, fece comunque

parlare di sé. Nel tempo diventò una pietra

miliare del rock decadente; a renderlo par-

ticolare fu soprattutto quel misto tra poe-

sia, lirica e violenza dell’atmosfera urbana.

Al primo disco seguì nel ‘68 un album che

vide la mancata collaborazione di Nico

e in più il distacco dalla factory di Andy

Warhol. L’album si intitola “White Light

White Heat” e, sebbene per alcuni sem-

brasse perdere un po’ della magia del de-

butto, è da molti fan considerato migliore

del primo.

Reed scrisse alcuni testi in collaborazione

con John Cale, cofondatore del gruppo,

raccontando episodi quotidiani di para-

noia metropolitana con descrizioni fred-

de, asettiche e ripetitive; nuovi elementi

sono la viola e l’organo suggeriti da Cale,

strumenti sicuramente atipici per il rock

che accentuano la sensazione di aliena-

zione tipica dell’uomo moderno. Seguono

poi altri album, fi nché Lou intraprende la

carriera da solista; negli anni ‘70 pubblica

un LP dall’esordio deludente e il suo ami-

co e collaboratore David Bowie decide di

aiutarlo. Bowie lo considera uno dei suoi

più grandi ispiratori e per lui produce il

secondo album da solista di Reed inti-

tolato “Transformer”. Le vendite vanno

bene e dell’album divengono famose molte

canzoni, tra cui “Walk on the Wild Side”,

pubblicata poi come singolo e ritenuta

una protesta e una rivoluzione in campo

omosessuale. In Italia il testo fu rimaneg-

giato e adattato per la versione di Patty

Pravo dal titolo “I giardini di Kensington”.

La sua carriera da solista continua, con il

suo stile poetico, malinconico, straripante

di emozioni tristi e di quella vena di spe-

ranza che si manifesterà fi no alla fi ne, an-

che dopo il trapianto di fegato subìto nel

maggio di quest’anno, alcuni mesi prima

della sua morte.

Nei giorni in cui si è parlato della sua mor-

te molti personaggi dello spettacolo hanno

voluto rendere omaggio a questa stella del

panorama musicale: Woopy Goldberg, Mia

Farrow, Samuel Jackson, Patti Smith, Da-

vid Bowie sono soltanto alcuni dei famosi

personaggi che lo hanno ricordato da fan

e amici.

Nell’ambito degli omaggi a lui dedicati, in

Italia anche il cardinale Ravasi ha deciso di

twittare un pensiero dedicato a Lou Reed

citando la canzone “Perfect Day”, uno dei

capolavori dell’artista newyorkese, che si

riferisce nel brano a una droga e non sol-

tanto alla “perfetta giornata” che si può tra-

scorrere in compagnia della propria metà:

non pochi sono stati gli accesi commenti

del popolo della rete a proposito della scel-

ta della canzone. La canzone, tra le più

famose di Lou, fu scritta e pubblicata nel

1972 e conobbe un nuovo successo negli

anni ‘90 entrando a far parte della colonna

sonora del fi lm “Trainspotting” , la cui tra-

ma gira attorno al tema della tossicodipen-

denza. Diversi quindi i pensieri dedicati

alla memoria di Lou; le sue canzoni restano

impresse nella mente di chi lo saluta men-

tre, tra una nota e l’altra, lo vede ascendere

al fi rmamento dei grandi della musica.

Page 6: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 6numero 7 - novembre 2013

®

di Marco Quadretti, Web developer

Dipendenza dai “Mi piace”

All’atto dell’iscrizione all’ormai bla-

sonato Facebook, molti utenti

sapevano già dell’esistenza del co-

mando “Mi piace”, il “Like” nella versione

originale.

Da quando esiste Facebook il “Mi piace” è

forse l’icona più usata della storia del web!

Se un tempo la popolarità e il successo

erano misurati in applausi, frasi di con-

gratulazioni e pacche sulle spalle, adesso è

quest’icona disponibile sul social network

il vero termometro del successo; il “Mi pia-

ce”, che tanto richiama l’epoca dell’arena

dei gladiatori dove quel pollice in su poteva

salvare la vita, misura tutto ciò che faccia-

mo e diciamo, in poche parole ciò che sul

social network siamo. Il potere dell’icona è

innegabile: la popolarità aumenta quanto

più aumentano gli amici, cioè i contatti in

possibilità di cliccare “Mi piace”.

Ma il potere è anche doppio. Da un lato c’è il

fatto che quest’espressione di gradevolezza

rimbalza da un contatto all’altro nella rete

del social network attirando sempre più

consensi, dall’altro lato il riscuotere così

tanto successo produce soddisfazione nel

ricevente, creando una condizione quasi

di dipendenza. Viene aff rontato proprio il

rapporto tra “Mi piace” ed eff etto prodotto

nel ricevente in uno studio, pubblicato su

Frontiers in Human Neuroscience, di Dar

Meshi, post-doc all’Università di Berlino,

e altri suoi collaboratori. In esso viene

spiegato come il centro della ricompensa

del nostro cervello, il nucleus accumbens,

si attivi rilasciando la nota sensazione di

soddisfazione nell’osservare i complimenti

e i “Mi piace” ricevuti per foto di se stessi

piuttosto che di altri.

Il dato preoccupante è che sembra che il

risultato del “Mi piace” sia una sorta di di-

pendenza dai complimenti e un’ossessiva

ricerca degli stessi, cosa che porterebbe far

trascorrere fi n troppo tempo sul noto so-

cial network.

Un ritratto non proprio felice di ciò che

già da anni accade a milioni di utenti. Se si

considera però che il noto social network

ha preso vita proprio nutrendosi della vo-

lontà da parte degli utenti di esprimere un

giudizio e, viceversa, di riceverlo risulta

quantomeno conseguenziale il risultato

dello studio eff ettuato. Questo studio ser-

ve quindi come spunto per rifl ettere sul

tempo speso sul web, soff ermandosi sia

su “quanto” che su “come” lo si trascorre!

Dall’essere “socialmente inseriti”, ammesso

che così si debba oggi intendere il social

network in generale, all’essere “socialmen-

te dipendenti” c’è una bella diff erenza.

2014agenda

dedicated to

Mario Rossi

Inserisci questo codice

per l’acquisto dell’agenda 2014

su www.menthalia.it/shop

L’agenda 2014... con il tuo nome!

Riceverai subito il 10% di sconto

Spedizione gratuita!

HRNCPES1

®

Page 7: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 7numero 7 - novembre 2013

®

Reduci da un lungo o breve sonno

notturno, una volta svegli eccoci

pronti ad aff rontare una nuova gior-

nata. Quanto può infl uire però un sogno

fatto durante la notte? Può accadere che

esso lasci un’amara sensazione al risveglio,

diffi cile da scrollarsi di dosso, ma la stessa

cosa può valere anche nel caso di sensazioni

gradevoli, positive, rendendo anzi il risve-

glio una spiacevole separazione dalla mera-

vigliosa dimensione onirica.

Del mondo dei sogni se ne sono occupati

fi no a oggi i più diversi pensatori, medici,

artisti, letterati e persino registi. Questi ul-

timi hanno realizzato fi lm davvero coinvol-

genti nei quali spesso la dimensione onirica

si fonde con la vita reale; aff ascinati

da un mondo nel quale l’uni-

ca legge vigente è quella

dell’irrazionalità, essi

hanno cercato di esor-

cizzare e realizzare

i sogni personali o

comuni grazie al

potente strumento

comunicativo che è

il cinema. Su questo

tema per esempio si

basano fi lm come la saga

horror Nightmare, il crip-

tico e drammatico Mulholland

Drive, il recente e avvincente Incep-

tion e molti altri. Non sono però soltanto

le pellicole a materializzare i sogni: si pensi

all’artista Chagall, per esempio, che con le

pennellate accese e non del tutto defi nite

trasponeva su tela scene surreali di vita oni-

rica davvero ben rappresentate. E come non

ricordare il famoso dipinto di Dalì “Sogno

causato dal volo di un’ape intorno a una me-

lagrana un attimo prima del risveglio”?

Molti anche i trattati e i libri che sono stati

scritti sull’importanza delle visioni oniriche,

soprattutto nell’era in cui ha avuto origine

la psicanalisi, a questo proposito viene in

mente il famoso libro di Sigmund Freud,

“L’interpretazione dei sogni”, che aff ronta il

tema del sogno come componente inconscia

inseparabile dalla vita reale.

Anche e soprattutto nella scienza si è cerca-

to di sondare l’intricato mondo onirico e la

funzione del sonno, processo fondamentale

per l’organismo; sebbene alcuni meccanismi

in funzione in questa fase non siano anco-

ra del tutto chiari, sembra che esso abbia la

funzione di riequilibrare anche a livello del

metabolismo i processi fi siologici. Anche se

rappresenta di fatto un periodo di isolamen-

to senso-motorio dell’organismo dall’am-

biente esterno, il sonno è caratterizzato da

un’attività cerebrale continua. Da non sotto-

valutare, quindi, le esperienze oniriche che

possono avere un signifi cato più profondo e

condizionare anche la vita da svegli.

Proprio in questi giorni arriva la notizia di

un progetto che propone il controllo del so-

gno da parte del dormiente mediante l’uso

di una mascherina da porre sul

viso prima di andare a dor-

mire. La mascherina, dal

nome Remee, è dotata

di una striscia di LED

(light emitting dio-

de), la cui accensio-

ne va programmata

dal sognatore stesso

in modo da attivarsi

durante la fase REM

del sonno. Durante il

sonno REM, infatti, il

dormiente dovrebbe rico-

noscere la sequenza di luci e

rendersi conto di stare sognando in

modo controllato. È ciò che ha sperimentato

con successo Drew Prindle, di Digital Tren-

ds, che ha infatti vissuto l’esperienza del “so-

gno lucido”, ovvero controllato, grazie alla

mascherina Remee. L’unica diffi coltà sem-

brerebbe consistere soltanto nel settaggio

del timer, in quanto è necessario che l’atti-

vazione dei LED avvenga proprio nella fase

REM; una volta individuato in quale orario

si raggiunge la profonda fase del sonno si

può procedere al settaggio della mascherina.

Una vera rivoluzione per chi vive spesso

sogni di cui vorrebbe guidarne il corso, in-

dirizzandoli verso un lieto fi ne e off rendo

la possibilità di ampliare e approfondire gli

studi sul surreale e aff ascinante mondo oni-

rico. “Sogni d’oro” non sarà più soltanto un

augurio di sogni tranquilli ma una mera re-

altà.

di Carla Basile, Blogger & Copywriter

Una maschera per controllare i sogni

Page 8: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 8 ®numero 7 - novembre 2013

di Francesco Pasciuto, Responsabile Comunicazione Fondazione Cure2Children

“Un Fantastico Via Vai” anche per

Dal 12 dicembre sarà nelle sale con

01 Distribution. Stiamo parlando

del nuovo progetto cinematogra-

fi co di Leonardo Pieraccioni “Un Fanta-

stico Via Vai” che vedrà protagonisti, oltre

allo stesso regista, anche Chiara Mastalli,

Marianna Di Martino, Giuseppe Maggio,

David Sef, Maurizio Battista, Marco Mar-

zocca, Serena Autieri, Massimo Ceccheri-

ni e Giorgio Panariello.

Ma Leonardo a margine di questo suo

progetto lavorativo ha pensato di donare

gli scatti del set cinematografi co alla Fon-

dazione “Cure2Children”, che li ha raccol-

ti in un calendario e il cui ricavato andrà

interamente ad alimentare le risorse del

Progetto sul Neuroblastoma. Abbiamo

incontrato Leonardo, testimonial della

Fondazione che cura i bambini aff etti da

tumori e malattie del sangue, direttamente

nel loro Paese.

Leonardo, prima di parlare del tuo ultimo fi lm,

partiamo dalla Fondazione Cure2Children.

“È importante assicurare pari oppor-

tunità di guarigione a tutti i bambini

aff etti da terribili malattie. ‘Cure-

2Children’ è questo! Una fondazione

unica nel suo genere: ‘porta la cura ai

bambini’ nei Paesi emergenti, attra-

verso la formazione e il supporto logi-

stico ai medici e al personale sanitario

del luogo, per renderlo autonomo nel

curare i piccoli pazienti aff etti da tu-

mori e malattie del sangue. Io sono da

sempre stato il primo sostenitore per-

ché questa Fondazione ha bisogno di

essere supportata da tutti noi”.

Bello il dono degli scatti del tuo set cinemato-

grafi co alla Fondazione.

“Ogni anno cerco di aiutare in prima

persona la Fondazione con iniziative

© L

eon

ard

o B

ald

ini

Page 9: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 9numero 7 - novembre 2013

® pagina 9®

“Cure2Children”

concrete, l’anno scorso con il DVD ‘Na-

tale con Cure2Children’ realizzato con

il mio amico Beppe Dati e quest’anno

ho deciso di donare gli scatti del mio

nuovo fi lm a ‘Cure2Children’ che ha

realizzato un bellissimo calendario.

Mi auguro che i proventi del calenda-

rio, realizzato a costo zero dalla Fon-

dazione grazie a diversi sostenitori,

possano dare un aiuto concreto al Pro-

getto del Neuroblastoma, che purtrop-

po è ancora una delle principali cause

di morte oncologica nei bambini”.

Cosa succede in questo nuovo fi lm?

“‘Un Fantastico Via Vai’: nel titolo c’è

tutto il fi lm in quanto il fi lm inizia

dove fi nivano i miei precedenti lavori.

Le mie commedie sentimentali fi nivano

sempre con una porta che si chiudeva

e un amore che forse andava avanti.

In questo nuovo progetto cinemato-

grafi co sono sposato da 16 anni con

una bella moglie (interpretata da Sere-

na Autieri), ho due bellissime gemelle,

ho la riga da una parte, la cravatta e il

doppiopetto dall’altra e lavoro in banca,

per cui sono un quarantottenne vicino a

capire che la vita è un punto esclamativo

e non più uno o più punti interrogativi”.

Puoi anticiparci qualcosa della trama?

“Sì, molto volentieri. Come vi dicevo,

nel fi lm ricopro un nuovo ruolo. Sono

un padre e marito modello, ma per un

litigio banale e un fraintendimento con

mia moglie… lei mi butta letteralmen-

te fuori da casa! A questo punto decido

di fare un ‘viaggio nel tempo’: stacco

un bigliettino da un palo dove ci sono

annunci che off rono le camere agli stu-

denti e vado a vivere in una di queste

realtà... e mi fermo qua!”.

Qual è il tuo rapporto con il pubblico?

“Da sempre cerco di fare del mio me-

glio, fi n da quando avevo vent’anni mi

divertivo a fare montaggi con il VHS.

Anche nella vita di tutti i giorni è più

forte di me: quando ho davanti cinque/

sei persone mi sento obbligato a dire

qualche bischerata. Mi capita spesso

nelle riunioni di condominio! Comun-

que la mia ‘mission’ di regista è quella

di fare un fi lm che possa divertire il

pubblico in quell’ora e mezza e magari

ricordarselo nel tempo”.

In bocca al lupo Leonardo…

“Grazie davvero di cuore, saluto tutti voi

che seguite Menthalia. Mi raccomando,

il mio appello fi nale è quello di sostenere

insieme la Fondazione ‘Cure2Children’

e personalmente vi aspetto nelle sale dal

prossimo 12 dicembre!”

© L

eon

ard

o B

ald

ini

© L

eon

ard

o B

ald

ini

numero 7 - novembre 2013

Page 10: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 10numero 7 - novembre 2013

®

DISPONIBILE IN LIBRERIAE ONLINE SU

www.essereinnocenti.itSeguici su:www.menthalia.it

Milano – Firenze – Napoli

La versione italiana di

Not Without My Sister

il best seller con oltre

500.000 copie

vendute in tutto il mondo

RW6JAR4X

Inserisci questo codice acquistando

il libro su www.menthalia.it/shop

per te subito il 10% di sconto

Spedizione gratuita!

Page 11: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 11numero 7 - novembre 2013

®

di Flavia Cimmino, Account Offi ce

Mafi aLeaks.org, quando la rete combatte la criminalità

Quello della comunicazione è un

settore in continua evoluzione ed

espansione. Non c’è novità rilevan-

te o meno che non sia setacciata, adeguata-

mente sviscerata e diff usa attraverso la rete o

la carta stampata, di qualunque news si tratti.

In ambito tecnologico, politico, culturale ci

vengono continuamente forniti approfon-

dimenti e novità, soprattutto per quel che

riguarda i cambiamenti epocali a cui assi-

stiamo ai nostri giorni.

L’ elezione di un Presidente americano di

colore, quella di un nuovo sindaco per New

York di origini italiane, il lancio del nuo-

vissimo e ultimissimo iPhone, lo scatto

fotografi co ai Reali della Gran Bretagna, le

vacanze dei vip nostrani, gli stra-

ordinari ritrovamenti di teso-

ri andati perduti in epoca

nazista, queste e altre

le informazioni che si

diff ondono a mac-

chia d’olio tramite la

comunicazione sot-

to forma di giornali

cartacei ma soprat-

tutto online.

Come non avere pre-

sente, poi, alcuni tra i

principali mezzi di dif-

fusione delle informazioni:

Wikipedia, la famosa piattaforma a

cui si ricorre quando attirati da un nome

mai sentito prima e si va alla ricerca dello

stesso.

La piattaforma nasce nel gennaio 2001

come enciclopedia online al cui amplia-

mento possono partecipare tutti in manie-

ra gratuita. La velocità è l’elemento chiave

di Wikipedia, che la contiene già nel suo

nome essendo composta nella prima par-

te dal termine hawaiano “wiki”, che sta per

“veloce”.

Con l’avvento di Wikipedia qualcosa è

cambiato. Gli utenti possono partecipare

alla costruzione di una voce del noto mo-

tore di ricerca o al suo arricchimento, pro-

ponendo interi paragrafi o brevi citazioni

con annessa la fonte originaria. Col tempo

l’idea di una libera collaborazione tra utenti

è stata pressata sempre di più dall’esigenza

di collaboratori affi dabili e da interessi eco-

nomici che anche qui hanno cominciato a

manifestarsi, riducendo la possibilità eff et-

tiva di collaborare. Si vocifera adesso che

Wikipedia, proprio per questi motivi, sia

in crisi.

Mentre si assiste al lento e non tanto ma-

nifesto declino di questa piattaforma di in-

formazione e comunicazione ecco sorgerne

un’altra, con scopo diff erente, sorprendente

già nel nome: Mafi aLeaks.

Ricordiamo tutti l’altro noto sito a carattere

divulgativo, WikiLeaks, che ha visto il col-

laboratore Julian Assange, giornalista, pro-

grammatore e attivista australiano, costret-

to allo stato di rifugiato politico

nell’ambasciata dell’Ecuador

per aver divulgato tramite

WikiLeaks documenti

segreti statunitensi di

elevata importan-

za. In questo caso

si parla però di una

piattaforma ben di-

versa da Wikipedia,

in quanto trami-

te la collaborazione

di giornalisti, attivisti

e scienziati essa mira a

rendere noti comportamenti

non etici di governi e aziende che

hanno provvisto a occultarli. Sulla scia di

questo tipo di divulgazione è nata Mafi a-

Leaks, attiva da pochissimi giorni e che

prevede la collaborazione di anonimi vo-

lontari italiani con l’obiettivo di collegare

forze dell’ordine, associazioni e giornalisti

impegnati nella lotta contro le mafi e.

Non c’è limite alla divulgazione neanche

per quanto riguarda i temi più importanti e

oscuri di una società, a quanto dimostrano

WikiLeaks e Mafi aLeaks.

Non si sa in quanti, pur essendo garantito il

perfetto anonimato, aderiranno all’iniziati-

va sentendo sicura la possibilità di denun-

ciare un abuso mafi oso tramite i siti web;

tuttavia il tentativo si confi gura come una

delle iniziative più positive realizzate da si-

mili piattaforme.

Page 12: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 12numero 7 - novembre 2013

®

di Alice Setafi na, Writer

Windows compie 30 anni

Sono ormai 30 anni che Windows è

entrato a far parte delle nostre vite.

L’interfaccia grafi ca pensata per il si-

stema operativo MS-DOS di Microsoft fu

proposta da Bill Gates nel lontano 1984;

l’anno successivo fu uffi cializzato il suo in-

gresso.

Se è vero che Bill Gates ne fu l’ideatore, è

anche vero che Steve Jobs lo accusò di aver

copiato una sua idea precedente e ancora

in via di sviluppo.

L’idea era un prototipo di interfaccia pen-

sata per Macintosh che Jobs aveva mostra-

to a Gates nel 1981, ma il fondatore di Mi-

crosoft smentì l’aff ermazione rispondendo

che si era di fatto ispirato a un progetto

dell’azienda Xerox. Nell’intricata trama di

sotterfugi e idee da milioni di dollari, tra-

fugate o no, il progetto Windows 1.0 pren-

de avvio a metà degli anni ‘80 e cambierà

per sempre le vite di tutti noi.

Bill Gates, Windows, Apple, Steve Jobs

sono tutti nomi, ormai familiari, entrati

nella storia e tutti in qualche modo legati

all’ingresso di Windows nel mercato.

Il progetto all’inizio aveva il nome in co-

dice di “Interface Manager” e per un certo

periodo di tempo fu il nome defi nitivo del

prodotto, fi nché si preferì adottare il nome

“Windows”. Quest’ultimo, infatti, descrive-

va meglio la caratteristica del nuovo siste-

ma, cioè le “fi nestre” (windows in inglese).

Riassumiamo in brevi fl ash quella che è

stata l’evoluzione dell’interfaccia più famo-

sa del mondo.

Novembre 1985: Microsoft lancia Windows 1.0Il momento è storico. I comandi di MS-

DOS vanno in pensione e cedono il posto

al mouse che, con scorrimento sul piano di

lavoro e un semplice click, consente di uti-

lizzare gli elementi presenti nelle fi nestre.

Imperano i menù a discesa, le barre di

scorrimento, le fi nestre, le icone. I primis-

simi programmi installati per Windows

1.0 sono Paint, Windows Writer, blocco

note, calcolatrice e persino calendario e

orologio!

Fine degli anni ‘80 e inizio dei ‘90: ar-riva la seconda versione: è la volta di Windows 2.0-2.11Parole chiave: più fi nestre, più velocità.

Ecco le icone sul desktop e una maggiore

memoria. Le fi nestre sono sovrapponibili e

si possono utilizzare i tasti di scelta rapida

per velocizzare il lavoro. Alcuni sviluppa-

tori di soft ware iniziano a scrivere i loro

primi programmi basati su Windows. Da

qui in poi i miglioramenti sono soprattutto

in termini di velocità, affi dabilità e utiliz-

zabilità del PC. I computer diventano or-

mai essenziali nella vita lavorativa di molti.

Primi anni ‘90: nascono le versioni Windows 3.0 e 3.1Windows diventa il sistema operativo più

diff uso, il suo successo continua a livello

mondiale. È nel 1990 che l’aspetto di Win-

dows comincia ad assomigliare a quello

che conosciamo oggi.

Grafi ca a 16 colori e icone ancora più in-

tuitive. In Windows 3.0 compaiono per la

prima volta Program Manager, File Mana-

ger e Print Manager.

Dal 1995 ai 2000: ecco Windows 95, 98, 20007 milioni di copie vendute in soli cinque

giorni dal lancio di Windows 95. Il re del-

la pubblicità della nuova interfaccia è il

pulsante “start”, protagonista insieme alla

barra delle applicazioni e i pulsanti “riduci

a icona”, “ingrandisci” e “chiudi” su ogni fi -

nestra. L’era di internet è cominciata e non

poteva mancare il supporto per internet, la

connessione remota e le nuove funziona-

lità Plug and Play nel nuovo Windows 95.

Le novità fanno gola a tutti, sia in uffi cio

che a casa, dove ormai il computer è uti-

lizzato anche a scopo rilassante grazie ad

alcuni giochi già disponibili dai primi anni

‘90. A questa versione segue dopo soli tre

anni Windows 98 e con esso è sancito il

defi nitivo ingresso del computer ad inter-

faccia Microsoft Windows nelle case degli

utenti.

Page 13: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 13numero 7 - novembre 2013

®

Il PC non è soltanto lavoro ma anche diver-

timento, questo è il messaggio che la Micro-

soft vuole comunicare. Alcune novità sono la

possibilità di aprire e chiudere i programmi

più velocemente e il supporto per la lettura di

dischi DVD e dispositivi USB. Il decennio si

conclude con il lancio di Windows 2000, con

esso migliorano l’affi dabilità, la facilità di uti-

lizzo, la compatibilità con Internet.

2001: due versioni di Windows XP, Home Edition e ProfessionalSuperato l’anno del temuto Millenium bug,

l’interfaccia si presenta ora come Windows

XP e propone due nuove principali edizio-

ni: la Home Ed ition e la Professional.

La prima versione è pensata soprattutto per

i PC casalinghi e off re un sistema facile e

leggero che consente di accedere più facil-

mente alle funzionalità utilizzate più spesso.

La seconda è rivolta soprattutto ai computer

aziendali, di cui si vogliono migliorare l’affi -

dabilità, la sicurezza e le prestazioni.

Dal 2006 al 2008: è la volta di Win-dows VistaRilasciato nel 2006, Windows Vista si con-

fi gura come ulteriore passo in avanti da

parte dell’azienda Microsoft . Rispetto alle

precedenti versioni si punta a migliorare

ancora di più l’affi dabilità e la sicurezza,

ma sono soprattutto le funzionalità ad ar-

ricchirsi per off rire un maggior intratteni-

mento degli utenti: programmi di visualiz-

zazione foto e modifi ca video sono alcune

nuove funzioni disponibili. La grafi ca è

modifi cata, risultando ancora più morbida

nelle linee, sono ormai lontani i tempi della

squadratura delle versioni anni ‘90.

2009: dopo Vista c’è Windows 7È l’era del wireless, affi dato alla versione

7. I computer si portano fuori casa? È ora

che anche la connessione sia possibile fuo-

ri casa. In più debutta Windows Touch: da

questo momento gli utenti potranno scor-

rere foto, aprire fi le esplorare il web attra-

verso il touchscreen sui PC predisposti.

Ultima data: 2012. Arriva Windows 8Windows 8 non ha quasi più nulla del suo

lontanissimo antenato.

Nell’epoca dei tablet anche Microsoft si

è adeguata e ha lanciato una versione di

Windows che funziona sia come tablet per

l’intrattenimento che come un PC, com-

patibile con la modalità touchscreen e con

quella mouse/tastiera. Le app sono in pri-

mo piano, con accesso al Windows Store,

integrato direttamente nella schermata

Start, dove è possibile acquistarle.

Anche se sempre incalzata dalla concorren-

za di Steve Jobs, Microsoft ha vinto la sua

battaglia dalla prima interfaccia Windows

proposta. I lavoratori di tutto il mondo

hanno lavorato per anni, continuando a

farlo tuttora, su PC a interfaccia Windows

(da ottobre di quest’anno diventato Win-

dows 8.1). Lo scopo iniziale di Bill Gates,

quello cioè di entrare in ogni casa con al-

meno un PC per famiglia e di essere su ogni

scrivania da lavoro, è raggiunto.

Ripercorrendo a ritroso la storia è facile

emozionarsi quanto lo stesso ideatore del

progetto, eppure chissà se Bill Gates e i suoi

collaboratori si aspettavano un successo

così prolungato nel tempo, soprattutto così

determinante per l’evoluzione del lavoro,

oggi svolto in larga parte al computer.

Alcuni utenti restano “fedeli” al Macinto-

sh altrettanto ben realizzato e dal valido

sistema operativo Mac OS, altri invece alla

Microsoft di Bill Gates, ma quale dei due

mostri sacri abbia maggiormente segnato

la storia del computer lo lasciamo decidere

agli utenti.

Page 14: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 14numero 7 - novembre 2013

®

di Elena Serra, Events Management

Lucca sempre più capitale del fumetto

Anche quest’anno si è tenuta una

tra le più famose manifestazioni

d’Italia: Lucca Comics & Games.

L’evento è una fi era dedicata al fumet-

to, all’animazione, ai giochi, soprattutto

dell’immaginario fantasy, che si svolge in

Toscana, precisamente a Lucca.

La manifestazione si tiene a cavallo tra

ottobre e novembre e in tanti si riversano

nella città ormai da anni per immergersi

completamente nelle simpatiche atmosfe-

re fumettistiche create dai cosplayer.

Ma cosa sono esattamente i cosplayer?

Questo termine indica la pratica, molto

in voga in Giappone, di indos-

sare un costume che rap-

presenti un personaggio

di un fumetto (l’anime

giapponese) o di un

videogioco e di in-

terpretarne il modo

di agire.

Di derivazione in-

glese, la parola co-

splay viene coniata da

quelle inglesi “costu-

me” e “play”, indicando

appunto l’hobby di vestirsi

come il proprio personaggio

preferito del mondo dei fumetti o dei vi-

deogiochi.

Oltre a travestirsi in occasione di manife-

stazioni pubbliche come i convegni sugli

anime, non è inusuale per gli adolescenti

giapponesi radunarsi assieme ad amici che

condividono la stessa passione.

A Lucca sembra che quest’anno sia ad-

dirittura stato battuto ogni record: circa

200 mila sono le persone che hanno aff ol-

lato la città in occasione dell’evento.

Così, tra un costume ben confeziona-

to dallo stesso indossatore e uno stand

pieno di videogiochi e fumetti pronti a

essere lanciati nel mercato sotto gli oc-

chi incuriositi degli appassionati, la ma-

nifestazione si è conclusa con grande

soddisfazione degli organizzatori e degli

spettatori.

L’ evento generalmente si articola in cir-

ca quattro giorni durante i quali, oltre

alla possibilità di osservare le esibizioni

coreografi che dei cosplayer, si può tran-

quillamente girare per gli stand dislocati

nel cuore della cittadina, in questi ultimi

infatti si trovano sia fumetti che nuovi vi-

deogiochi o giochi da tavola, con tutto il

personale a disposizione per informazioni

o vendita.

Non è mancato tra questi il famoso Mi-

chele Rech, in arte Zerocalcare, autore del

fumetto che da qualche anno ha conosciu-

to rapida diff usione tramite il web e che

ha già portato in stampa quattro volumi;

Zerocalcare ha presentato in occasione del

Lucca Comics il suo quinto libro inti-

tolato “Dodici”, pubblicato da

BAO Publishing.

Alcune sezioni molto

gradite dai visitatori

sono state la sezione

Lucca Junior, l’area

Games e il Japan

Palace, insieme alle

varie location dedi-

cate ai fi lm, infatti

il festival ha ospi-

tato alcune antepri-

me: “Th e Dark World”,

“Machete Kill” e le clip in

esclusiva di “Frozen” e “Capitan

Harlock 3D”.

La fi era è stata realizzata grazie alla colla-

borazione fra pubblico e privato, infatti la

società organizzatrice dell’evento è inte-

ramente posseduta dal Comune di Lucca

ma è riuscita a raccogliere attorno a sé il

mondo dell’editoria, del gaming e del ci-

nema d’intrattenimento internazionale,

costruendo così un meraviglioso sodalizio

tra energie italiane e straniere.

A Lucca viene realizzata in occasione

dell’evento una scenografi a davvero unica

e impossibile da trovare fuori dall’Italia.

Grande festa quindi nella ridente città to-

scana che arriva a farsi conoscere anche

all’estero grazie a quest’evento davvero

folkloristico. Per chi non c’è mai stato, an-

che se non amante del genere, si consiglia

di prendervi parte almeno una volta, per

assaporare quell’atmosfera di allegria e fe-

sta che smuove persone da ogni parte d’I-

talia e del mondo.

termi

-

gi

video

terpr

n-

q

m

è

ra

sio

est’a

gni r

e

video

at

ato

Co

to

pi

es

chi incuriositi degli appassionati, la ma-

nifestazione si è conclusa con grande

soddisfazione degli organizzatori e degli

spettatori

L’ evento generalmente si articola in cir-

ca quattro giorni durante i quali, oltre

alla possibilità di osservare le esibizioni

d’Italia: Lucca Comics & Games.

L’evento è una fi era dedicata al fumet-

to, all’animazione, ai giochi, soprattutto

dell’immaginario fantasy, che si svolge in

Toscana, precisamente a Lucca.

La manifestazione si tiene a cavallo tra

ottobre e novembre e in tanti si riversano

nella città ormai da anni per immergersi

completamente nelle simpatiche atmosfe-

r e creat yer.

Ma cosa sono esattam ayer?

Questo termine indica la pratica, molto

appone

me

sopra

he si

e a Lucca.

ne si tiene a

ca

ne

ca.

i ti

a Luccau

he s

c

e si

i ti

at

obre e nov

nella città ormai da anni per

completamente nelle simpatiche

re fumett che c te dai cosplay

Ma cosa sono esattamente i play

Questo termine indica la pratica, m

in voga in Giappone, di indos-

sare un costume che rap

presenti un rsonag

di un fumetto

giapp nese) o di un

eogioco e di in-

terpretarne il modo

i agire.

Di erivazione in-

glese, la parola co-

splay viene coniata da

quelle inglesi “costu-

me” e “play”, indicando

appunto l’hobby di vestirsi

prio ersona

mondo dei fum

vestirsi in occasione di

stazioni pubbliche come i co

ime, non è in

giapponesi ra

condividon

A Lucca

dirittur

200 m

lato l

Cos

gli

lescenti

amici che

no sia ad-

ord: circa

no aff ol-

.

nfezion

assieme

ssa passion

a che quest’a

battuto ogni re

o le persone che h

n occasione dell

un costume ben con

o dallo stesso indossatore e uno stand

pieno di videogiochi e fumetti pr

ssere lanciati nel mercato sotto gli o

hi incuriositi degli appassionati, la ma-

ifestazione si è conclusa con gr

ddisfazione degli organizzatori e d

ttatori.

ralmente si artic

io

ti o dei vi-

i mani

sio

usa

ppa

l

in

tf

c pass

fu

cato

pasd l

nti

i o

allo s

à

a a-

ve

han

n

ec

nn

co

bra

ass

he

d

la s

ca

me i

per

ass

cenusuale

i

veg

ro

del

hi.

g

et i videi vi

di

e

e,

d

on

fu

nese)

’anim

di indn

r

d

rat

met

osa so

sticcsstic

nte si armen

nizza

g

zatori eg o gegli anizorganizzatori e

on

zzator

g

.rir

o di

re lan

ncuriosi

tazione s

zifaadis

z

f

zione s

siti

f

iincuri

eno d

da nd

zio

sttaan

me ad am

one.

anno si

gni record:

che hanno

l’evento.

confez na-nonzio

a

i

i

e

z

ffoaff ool-

cir

ff

g

ent

ch

ad-

rca

l

lesc

mici

ia

: c

ff

-

: circa

i c

ce

i

tà o

mpletamen

umettist ch

cosa son

letamen

citt

giag

di

i

st

anim

giappo

a

gia

sta

nim

giappone

condivido

AAA

divi

AA L

d

2

lalala

v

der

glese,

v

di a

Di re

te

i a

glese

ay vi

er

te

di ag

der

a

ne

i

vienene

rri a

la p

ene

arpar

ne c

iva

re.

ri

ne il m

vazione

arola

az

rn

e.

mil

zioaz

rne il mter

ag

iiin

sare

prese

di u

pre

d

ap-

naggio

n fumetto (l’anime

nese) o di uappon

un

a onponese) o di un)

’tt

son

rap

un fumet e

apponese) o di unse

rap-

sonaggio

mett (l’an

n-

un u

in-

odo

i idi

s

ne,

ch

son

ce

s

e

on

h

nag

ch

,

hhe rae r

d

e r

cosp

nte i cosp

ca la pratic

di indo

laa ratiat

di inddi in ossos

dicc ca

s-

m, ,

a

a la pratica

n

a

dai cos

men

ca

tic

splay

plapm lpln

te

m a

ay

im

e d

m

d l

ch

l

mpatmpati

p

ticm

p

la

a

plen

e d ayl

c

l

mpatice

he

no

mine

Ma

ue

bre e no

nella città orma

completamente n

re

M

he c

a c

mp

fu

tepletamentent

cit rm

te n

nella ccit

leta

ett stici

sosa s

e f

a c

f

teresto

oga in

e

c

esto

in

n co

u

Q

in voga in Giap

e un costum

enti un pers

f

m

un

un p rs

um

voga in

un o

unun

etar

gire

ogioco e d

arne il mo

g

tar

gogogogioc

pretar

gi

sp

gg

sp

ostu

dican

di vestirs

persona

dei fumdei fumfuo dei fum

co

i

ggi

mett

in occasione di m

he come i conveg

inusuale per gli

radunarsi ass

ono la stessa

ca sembra

ura stato b

mila sono

la città in

osì, tra u

o dallo ste

pieno di v

ra

a s

s

me i conv

m

a

mbra

d

a s

nusua

ne

ag

me

io

ti o

ooo

dei vi-i i

manm

dei vi

Lucca

irittur

00 m

o

sie

passi

che qu

uto og

cch

sa p

h

asss

ssassi

p

siesie

pass

qu

a p

che

tut

dal

eno d

ser

i in

festazi

disfaz

ori.

ri sit

sss

ogi

i nel m

egli a

i ni ne

degl

ssss

h

f

sfa

tat

onne

nciaiaciat

siti d

si è

dti d

i è

d

o

ondo d

rsi

ch

ins

h

do

i

rsrs

a

u-

ndo ndo

uo t

da

-

rs

ndo

d

stuos

bbli

non è

vesti

pubb

, n

re a tr

stazioni

mee

ta

r

l’hobby

il prop

o del m

hi.

rav

”, ind

bby

rio

moeferito del mo

nto

me il

ppunto l’h

p

to lpp

la

lle

e” e

ng

“play

el e i

rola c

coniata

inglesi “co

p

ro

in

av

ni p

me

n

by

pr

m

ay

hi

co

prefe

deogioc

o del

uell

me”

ap

co

ll

ayay

esti

pubbl

, non è

ionitaz

e a trav

i. hg cogioc

in

o l’hobby

ome il p

referito d

chi

y

ri

mondepreferito ere

e” e

ppu

o

nto l

y

le ing

me” e “play

esiu l

coni

lay

crola

esi

on

eesi

g

almente si artic

con

at

a c n

le

n occas

n costum

esso indossa

giochi e fu

l mercato so

appassiona

nclusa l

s

l

og

s o

ogio

l

sosse

ca

pas

l

sio

onco

ion

me

atore e uno s

fumetti pront

sotto gli oc-

ati, la ma-

ti a

tan

le p

asi

ch

l

b

pe

a

er

ba

oc

battuto

ersone ch

one dell

me ben co

ore e u

tti p

stan

ti

b

per

sio

le p

tntn

p

n o lo l

t

deog

Oltre

g

ree a

tonto u

plaplay””

eingle

peetpet

rOltreOltree a

de

u

coomcoom

punnto ’hl’h

ay

inging engl

pun

m

to l’h

pla

ingle

y”,

de

coom

nto l’un

ay ,

h

ing e

deo

ogiochi

o deto de

ogiochigiochch

e a

prefref

o

p

oooo

mme”

yla

lll

la

l

aylay lay

ll

l

u

pl

u llll

yayayaal da

u-

a

ata

o-

g

e

g

e

gg

assi

anife-

vegni sugli

gli adolesce

eme ade ad

lescc

ug i

a

veg

r gli a

essie

Page 15: Menthalia Magazine - Novembre 2013

pagina 15numero 7 - novembre 2013

®

Google Glass per non udenti

È trascorso poco tempo dalla notizia

degli innovativi occhiali sviluppati

dalla Google, i Google Glass, che

permettono di vivere l’ambiente circostante

come “realtà aumentata”, cioè arricchendo

la propria percezione sensoriale median-

te informazioni manipolate e convogliate

elettronicamente.

Big G questa volta ha puntato su una tec-

nologia davvero innovativa, attesa dai con-

sumatori per la fi ne dell’anno o al massimo

all’inizio del 2014; gli occhiali a realtà au-

mentata sono stati resi disponibili in edi-

zione limitata, per ora destinata solo agli

sviluppatori, al costo di ben 1500 dollari, in

attesa di essere diff usi sul mercato a costi

molto più ridotti.

Per chi non avesse ancora avuto modo di

sentirne parlare ricordiamo di cosa si tratta

esattamente. I Google Glass sono occhia-

li veri e propri che dispongono di diverse

funzioni: lettura di siti web, visualizzazione

di notizie online, uso di social network, vi-

sualizzazione di mappe, possibilità di scatti

fotografi ci, realizzazione di video e altre

funzioni. Fin qui le informazioni sono le

stesse di qualche mese fa, cioè di quando

questi “magici” occhiali hanno cominciato

a far parlare di sé. Adesso quest’innovazio-

ne tecnologica, di sicuro interesse per tut-

ti quelli che seguono le novità del settore,

presenta un’ulteriore affi namento, desti-

nato all’utilizzo da parte dei non udenti.

I Google Glass, infatti, si arricchiscono di

un dispositivo per proiettare direttamente

sul display i contenuti che i non udenti non

possono ascoltare. Le informazioni sono

tradotte automaticamente nella lingua dei

segni italiana (LIS) con l’aiuto di un avatar.

Si chiama GoogleGlass4Lis ed è la novità

proposta come sperimentazione in Italia,

ideata dalla società statunitense Rokivo,

con sede a New York ma fondata da un

gruppo di professionisti italiani, e da Vidi-

emme Consulting, azienda specializzata nel

settore delle tecnologie digitali, in collabo-

razione con l’Ente Nazionale Sordi (ENS).

Il progetto è completamente made in Italy

e si avvale dei risultati di Atlas (Automatic

Translation into Sign Language), una ricer-

ca fi nanziata dalla Regione Piemonte.

La sperimentazione cominciata nella prima

metà del 2013 viene ora presentata e messa

a disposizione presso il Museo delle anti-

chità egizie di Torino, dove i non udenti

potranno eff ettuare il “rodaggio” dei Goo-

gleGlass4Lis che sarà inoltre utile ai ricer-

catori per migliorare il soft ware degli oc-

chiali. È la statua di Ramses II a essere stata

prescelta come inizio della sperimentazio-

ne che prevede poi l’allargamento all’intero

statuario del museo.

Una novità socialmente interessante, poi-

ché permette di inserire una parte di visi-

tatori, altrimenti esclusi, all’interno della

visita museale e, più in generale, in tutte le

iniziative e attività culturali per cui venga-

no predisposte apposite guide virtuali, sen-

za più la necessità di interpreti.

Si possono dunque considerare lontani i

tempi in cui i portatori di handicap senso-

riali venivano di fatto esclusi dal panorama

delle attività sociali e culturali? Forse l’in-

novazione dei Google Glass si può eff ettiva-

mente registrare come un primo vero passo

in avanti in questa branca della tecnologia

per le persone aff ette da alcune invalidità,

nel caso specifi co da disturbi dell’udito.

Si spera ovviamente che gli upgrade tecno-

logici presto riguardino anche altri tipi di

invalidità, così da poter trovare un’applica-

zione di utilità sociale e non esclusivamen-

te indirizzata a fi ni commerciali.

di Andrea Ponsiglione, Events Management

Page 16: Menthalia Magazine - Novembre 2013