B2Eyes Magazine 11-2011

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Vicino ai tuoi occhi. Numero Verde 800 53 63 03 · www.visionottica.it N11

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B2eyes magazine è il periodico indirizzato a tutti gli ottici-optometristi italiani e alle maggiori aziende produttrici e distributrici di articoli di ottica (montature, lenti oftalmiche, filtri solari, lenti a contatto, liquidi, accessori, macchinari e strumenti) presenti sul territorio nazionale. In ogni numero il magazine propone e approfondisce contenuti che vanno dall'attualità alla moda, dall'aggiornamento professionale alla consulenza legale. Inoltre sono presenti le ormai consolidate rubriche cerco & offro, corsi e le informazioni dalle aziende. Particolare attenzione è riservata allo sviluppo del mercato, quindi alle nuove opportunità di business, ma anche alle innovazioni in campo medicale e tecnologico, argomenti anch'essi importanti per la crescita professionale del punto vendita specializzato.

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Vicino ai tuoi occhi.

Numero Verde 800 53 63 03 · www.visionottica.it

N11

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N112011 sommario

Mensilededicato al mondo degli occhiali,

della vista, della visionee della percezione visivaDicembre 2011 numero 11

www.b2eyes.comIn copertina VisionOttica

Direttore ResponsabileAngelo Magri

RedazioneB2Vision

Via Ripamonti 44 - 20141 MilanoTel. 02 36638601 - Fax 02 36638600

Francesca [email protected]

Direttore commercialeLuciano Cristiano

cel. 334 [email protected]

EditoreB2Vision

Via Ripamonti 44 - 20141 MilanoTel. 02 36638601 - Fax 02 36638600

Art DirectionMeloriaStampa

Mediagraf S.p.a.Viale della Navigazione Interna, 89

35027 Noventa Padovana (PD)

Registrazione presso il Tribunale di MilanoN. 293/2009 in data 17 giugno 2009

Registrazione R. O. C.: 18653€ 1,80 - Copia omaggio

Vicino ai tuoi occhi.

Numero Verde 800 53 63 03 · www.visionottica.it

N11

b2tradeEditoriale Ancora più fieri di essere ottici, dopo Le Iene 3Il punto Ruoli e temi di sviluppo: la confusione non aiuta 5Futuro in vista Prevenzione visiva: prevedere e provvedere 7Strategie e mercato Daniel Abittan, atto secondo 8Attualità B2eyes.com, ottica 2.0 13Birmania, esperienza di gruppo 18Difendersi dalla luce blu 21Il 2012 degli optometristi? Formazione e riconoscimento su tutto 24Amarcord Quando studiare ottica era una cosa pubblica… 26Distribuzione La "Maratoneta" dell'ottica 31

b2styleModa Don’t say cat… 35Designer Il giro del mondo di Mikli con Bortuzzo 40

b2expert Consulente Legge di stabilità 2012: le novità per gli ottici 44Meditazioni Miserie e nobiltà 46Natura e Visione Filogenesi e ontogenesi del sistema visivo 48Lab Oftalmometria e lenti a contatto 52

b2tech Lenti oftalmiche Essilor: il valore dell’innovazione 58Zeiss corre verso quota 100 60

b2jobVetrina offro/cerco 62

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Sono un ottico. Porto avanti il mio centro da anni, ma penso al futuro, a come nella mia professione

stiano diventando sempre più importanti gli aspetti imprenditoriali: marketing, comunicazione, acquisti e offerte commerciali.Per questo sono entrato in un grande gruppo, dove poter accedere a servizi di alto livellosenza fare il passo più lungo e senza correre il rischio di essere assorbito da una catena, sapendo di restare fedele a me stesso e nello stesso tempodiventare più

GRANDE.Numero Verde 800 53 63 03 • www.visionottica.it • [email protected]

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EDITORIALE

AncORA pIù fIERI DI EssERE OTTIcI, DOpO LE IEnE

l servizio televisivo del 9 novembre è ormai entrato nella “letteratura” del settore: lo confermano le migliaia di click in pochi giorni alle notizie di b2eyes.com su quanto

è successo, sul botta e risposta tra Piovella e Velati, sulle prese di posizioni dei principali rappresentanti degli ottici italiani. Già molto si è scritto e discusso sulla vicen-da, anche nel numero della rivista che state leggendo si analizzano alcuni aspetti chiave della questione: in attesa di una ormai sempre più improbabile replica con-cessa dalle Iene alle associazioni dell’ottica che l’hanno formalmente richiesta, qui non vogliamo ulteriormen-te animare il già acceso dibattito. Vogliamo, invece, registrare un senso di appartenenza a un mestiere dalla lunga tradizione e dal profondo radicamento sociale, quello dell’ottico, che l’inchiesta della trasmissione di Italia Uno ha fatto involontariamente riemergere. E non tanto un senso di appartenenza a interessi di bottega, quanto verso la professione e la professionalità con cui gran parte, sicuramente la maggior parte degli ottici italiani, la pratica.Cosa meglio dei social network può offrire oggi la miglio-re percezione di ciò che realmente pensa, vuole, auspica, con toni anche viscerali, la cosiddetta “base” di una cate-goria? Così su Facebook c’è stata una pioggia di com-menti in tal senso, alimentata dal nuovo b2eyes.com, che favorisce ancora di più la condivisione. «E che ne dite degli oculisti, quando prescrivono la presbiopia... cinque minuti (controllo fatto magari dall'assistente), cento euro, senza fattura, altrimenti centoventi. Consigliano occhiali della farmacia a clienti mandati da noi per fare un con-trollo approfondito. Oppure degli oculisti che fanno del comparaggio il loro stile di vita, sbagliando ad arte le ri-

cette in modo che se un paziente si rivolge a un ottico non comparato, la colpa è la sua che non ha seguito il suo consiglio». Altri ricordano che gli ottici “colpevoli”, pesca-ti dal servizio delle Iene, «ci hanno fatto fare una pessima figura, ma non siamo tutti uguali. E soprattutto gli oculisti non sono tutti bravissimi. Di ricette sbagliate dagli oculisti che magari si fanno dare 120 euro, ne è pieno il mondo». C’è poi chi gioca con l’ironia. «All'illustrissimo Dr. Piovella che ci rimprovera che il nostro lavoro non è fatto con pro-fessionalità, rispondo che l'Arca di Noè è stata costruita da dilettanti e il Titanic da professionisti...».Rabbia, sarcasmo, stupore. Ma soprattutto voglia di andare avanti, di dimostrare che dietro il camice bianco dell’ottico ci sono anni di passione, spesso di tradizio-ne familiare, sicuramente di lavoro dedicato al cliente finale. Che forse, nonostante quel servizio o forse proprio grazie a quello, potrebbe diventare l’alleato più affida-bile. «È triste vedere come di fondo ci sia una generica disinformazione. Questo è il prezzo che paghiamo: dovremmo avviare una campagna di informazione a livello nazionale, far capire che oculista non è ottico e che ottico non è optometrista». «Se volessimo (come categoria) dare un segno importante partendo proprio dall'assist fornito dalle Iene, dovremmo fare in modo che in ogni punto vendita delle catene di ottica e in tutti i negozi indi-pendenti, a fare i controlli della vista e le applicazioni di lenti a contatto siano esclusivamente diplomati ottici e far arrestare coloro che fanno refrazione se ottici non sono».

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Angelo Magri

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il punto

Ruoli e temi di sviluppo: la confusione non aiuta

econdo il Devoto-Oli (il più accreditato dei vocabolari della lingua italiana) il termine coalizione significa: “unione, perlopiù temporanea, tra gruppi, partiti o stati per il conseguimento di vantaggi comuni” e in senso estensivo “raggruppamento inteso a fronteggiare un avversario comune”. Il termine compare in un comunicato emanato, per l’appunto,

dalla coalizione Assogruppi Ottica, Federgruppi Ottica e Federottica, in cui si dava conto di un incontro al ministero dello Sviluppo economico sul tema della commercializzazione dei premontati. A parte il fatto che non si capisce quali risposte possa dare un funzionario dello stato a un tema meramente politico come quello di scegliere chi debba vendere occhiali premontati, c’è da chiedersi che senso abbia fare la somma dei cavoli di due associazioni che rag-gruppano, salvo un’eccezione, società di capitale con fini di lucro che svolgono funzioni da grossista e quindi senza nessun potere di rappresentanza degli ottici, ma solo dei loro legittimi interessi e un sindacato di categoria, sia pure incerto sugli obiettivi da persegui-re, come Federottica. La serie delle bizzarrie espresse dalle organizzazioni che operano all’interno della filiera si è arricchita di un altro episodio, quello delle reazioni al servizio delle Iene: tutti si sono scatenati a esprimere pareri, dimenticando il principio che quando viene comunicata una notizia lesiva dei propri interessi, se non si hanno gli strumenti legali per imporne la sua smentita, è meglio minimizzare perché a qualunque replica, che non rientri nel caso precedente, corrisponde un’opportunità di ribadirla data all’autore della notizia. Gli argomenti a sostegno della categoria assumono il valore di una “excusatio non petita”, mentre ci si può limitare a ricordare che servizi del genere non hanno risparmiato nessu-no, medici inclusi, e Matteo Piovella è un eccellente sindacalista degli oculisti, ma non un difensore della salute pubblica. Se queste cose accadono non sarà piuttosto perché alla flessione delle vendite non è corrisposta un’azione di rilancio del consumo di mezzi di correzione e che le iniziative in tal senso trovano sem-pre l’indifferenza degli ottici?Nel frattempo il mondo va avanti e in Francia, dopo il successo avuto dalla vendita e-commerce, dalle lenti a contatto, si sta passando a quella della vendita degli occhiali attraverso siti sostenuti da forti campagne di comunicazione.Fino a quando potremo difenderci da questo contagio?

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Danilo Fatelli

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e persone richiedono all’ottico optometrista un servizio attento e qualificato, nel quale le imprescindibili conoscenze professionali si co-niughino con solide capacità gestionali e imprenditoriali. Per formarsi adeguatamente, gli ottici optometristi italiani hanno a disposizione sette università statali che, nei loro corsi di laurea in Ottica e Optome-tria, preparano professionisti all’altezza del compito che li attende, sul

territorio, a fianco e a complemento delle altre professioni che si occupano della visione.Per rispondere all'impegno sempre più prolungato e intenso che l’ambiente socio-cul-turale richiede, le persone hanno bisogno di un esame visivo accurato, che vada oltre la semplice verifica delle ametropie: è la persona, nel suo complesso, che va presa in considerazione tenendo conto della sua attività, dei suoi interessi e delle caratteristiche dell’ambiente in cui vive. Gli utenti, divenuti oggi più esigenti, scelgono ottici optometri-sti che li guidino a conoscere meglio le caratteristiche e i limiti della propria percezione visiva, siano precisi nel compensarne eventuali deficit, siano attenti a controllarne i cambiamenti nel tempo.È quindi importante che l’ottico optometrista controlli con accuratezza la vista e, al-trettanto importante, che promuova la prevenzione visiva, quel complesso di regole e attenzioni che la persona dovrebbe osservare per impedire, nel tempo, l’instaurarsi di conseguenze negative.La prevenzione visiva anticipa ed evita (o almeno minimizza) numerosi problemi visivi della persona, prevedendo (vedendo prima) le conseguenze negative che potrebbero verificarsi e provvedendo (vedendo davanti a sé) quali comportamenti, se attuati per tempo, possono impedirle.Sono numerosi gli ambiti in cui, in Italia, la prevenzione visiva viene promossa e garantita. Tra gli altri, due mi appaiono particolarmente importanti per le loro impli-cazioni sociali, culturali ed economiche: il mondo dell’apprendimento e quello della sicurezza stradale.Fare prevenzione visiva nel mondo dell’apprendimento significa verificare, valutare e consigliare mezzi ottici e/o comportamenti visivi che permettano al bambino un utilizzo corretto della vista e lo facilitino nell’uso dei libri, del computer e di tutti i supporti che l’attività scolastica gli propone.Fare prevenzione visiva nel mondo della sicurezza strada-le significa verificare, valutare e consigliare mezzi ottici e/o comportamenti visivi che permettano al guidatore un utilizzo corretto delle proprie abilità visive e che rafforzino la stabilità e l’efficienza delle sue capacità visive alla guida.La crescita del livello formativo, indotto da dieci anni di for-mazione universitaria, mette oggi l’ottico optometrista italiano nelle migliori condizioni per affrontare le accresciute richieste dell’utenza: le rinnovate conoscenze professionali e le consoli-date capacità gestionali lo confermano come referente qua-lificato, sul territorio, della prevenzione visiva e della tutela di quella straordinaria e raffinata capacità che chiamiamo “visione”.

futuro in vista

Prevenzione visiva: Prevedere e Provvedere

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Silvio Maffiolettidocente di Optometria

e Contattologia

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uando nel 1989 fu inau-gurato il primo

GrandOptical questo format entrò di diritto fra le inno-vazioni distributive: infatti rappresentava un’evoluzione reale, anzi una rivoluzione totale del concept del punto di vendita ottico specializzato, di cui aboliva porte chiuse, ve-trine, montature sugli scaffali e ambiente di vendita tradi-

zionale e, soprattutto, sconvol-geva la relazione fra cliente, prodotto e servizio.L’immagine e la descrizio-ne del punto di vendita nel centro commerciale di Orio al Serio, insieme a quelle dei primi punti di vendita Sepho-ra e a quelli di Starbucks, costituirono materiale per il tema dell’innovazione distri-butiva per chi andava in giro a presentarla per mestiere.L’insegna GrandOptical e, in particolare, il magnifico mega

store aperto nel 1999 sugli Champs Elisèes rappresenta-rono nella distribuzione ottica, quello che il supermercato era stato per il mercato dei prodotti alimentari così come il successo che riscontrò. Questo per molto tempo venne attribuito non alla novità e all’efficacia del concept, che attraverso una grande espo-sizione di occhiali proponeva nuovi stimoli e occasioni di vendita, ma, erroneamente, alla promessa di consegnare

Strategie e mercato

Daniel abittan, atto SeconDo

Il cofondatore di GrandVision riparte con Acuitis alla conquista del mercato dell’ottica

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di Danilo Fatelli

Il megastore Acuitis su due piani di Place De Ternes, a Parigi

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gli occhiali in un’ora. L’idea di organizzare i punti di vendita con apparecchiature in grado di elaborare lenti oftalmiche su ordinazione venne a Daniel Abittan e a Michael Likierman, suo socio e cofondatore di GrandOptical, come estensione della loro attività basata su labora-tori di sviluppo fotografico che consegnavano le foto sviluppate in un’ora.Il successo di GrandOptical consentì al grup-po GrandVision lo sviluppo verticale di una segmentazione di format attraverso l’aggrega-zione dell’insegna Générale D’Optique (il cui pay off “la fine degli occhiali cari” ne chiariva il posizionamento), Solaris (ambiziosa insegna soltanto di occhiali da sole) e l ’acquisizione dell’inglese Vision Express. Da questa base si sviluppò un percorso di diffusione in tutta Europa (in Italia, non particolarmente fortu-nata) sostenuto dall’originalità della formula, dalla qualità dell’ambiente e, finché fu seguita la linea iniziale, dalla scelta delle location che apportavano cifre d’affari per punto di vendita sconosciute per l’ottica.A seguito di vicende e scelte che non riper-corriamo, il gruppo fu ceduto per un importo

molto rilevante e, come sempre accade in questi casi, nei patti di vendita era incluso anche quello di non concorrenza scaduto nel 2010. La voglia di fare e la conoscenza dell’ottica internazionale hanno spinto Daniel Abittan a proporre sul mercato una nuova insegna, Acuitis, le cui coordinate di marketing retail mix sono di-verse da quelle di GrandOpti-cal, così come il nuovo format, tutto nero, è diverso da quello di GrandOptical tutto bianco o di Générale d’Optique tutto verde.

Strategie e mercato

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Strategie e mercato

Acuitis, la convenienza senza rinuncePunto di partenza della nuova avventura è il megastore Acuitis di Place des Ternes, su due piani, che accoglie, come è ormai con-suetudine per gli ottici francesi, un reparto di audio protesi. Il colore nero è utilizzato per l’arredamento di tutte le strutture del negozio, incluse le vetrine, con lo scopo

esplicito di realizzare un ambien-te di vendita molto elegante, che accoglie viceversa un’offerta di prodotti di marca privata dell’inse-gna orientati a prezzi da discount. Il tutto in una logica commerciale che mixa l’impostazione di Zara con quella di Fielmann, per cui i prodotti unbranded di prezzo medio basso si accostano a pro-dotti di alto prezzo il cui valore è

certificato dall’utilizzo di materiali pregiati, non dalla marca, propo-sto in un ambiente gratificante per il cliente che serve, come detto, a dare credito alla qualità dei prodotti offerti a prezzi discount. Anche il merchandising è propo-sto con cartellistica nera, cornici in legno e materiali pregiati a confer-mare l’impressione complessiva di lusso a buon prezzo che è anche lo slogan della catena.Da segnalare in particolare il book di presentazione delle collezioni di montature (senza riferimento di data) in cui sono presenti offerte di occhiali completi di lenti oftalmi-che da 40 a 300 euro con montatu-ra in corno o per occhiali con aste e protesi uditive.L’idea messa in campo dal fon-datore di GrandVision è quella di sviluppare un progetto di master franchising per realizzare una rete di punti di vendita diretti a diffusione nazionale prima e poi all’estero, imperniata sul tema centrale di questi anni non facili e cioè la convenienza senza rinunce.

In questa e nella pagina precedente, esempi di vetrina Acuitis: il format della nuova insegna lanciata da Daniel Abittan propone offerte di occhiali completi di lenti oftalmiche da 40 a 300 euro con montatura in corno

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attualità

di Angelo Magri

B2EYES.COM, OttiCa 2.0Dal 5 dicembre è on line il nuovo sito web di questa testata,

con una serie di opportunità uniche nel settore, a vantaggio dei nostri utenti registrati. Scopriamole insieme

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attualità

News: per tutte le notizie in home page, è prevista un’anteprima fotografica. Tutte le news presenti si possono votare, commentare e condividere sui principali social network.

B2learn: la piattaforma on line di formazione professionale per gli ottici, che potranno fruire di corsi di marketing, gestione del punto vendita e altre tematiche legate al business, a distanza o live. Con b2learn aziende, associazioni o gruppi avranno la possibilità di veicolare tutti i loro corsi di formazione per i clienti o per tutti gli ottici registrati a b2eyes.com.

Area social: news e video presenti nel nuovo portale vengono direttamente veicolati anche tramite Facebook e Twitter, per mettere in relazione le migliaia di utenti registrati e di “amici”.

Magazine: ”edicola” on line dove gli utenti del sito possono sfogliare tutti i numeri di B2eyes Magazine e Glasses & Fashion.

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attualità

Web tv: una nuova veste grafica e quattro nuovi canali tematici (corporate, eventi, prodotto e professione) ospitano l’intera produzione video, che punta sull’infoteinment, l’informazione professionale presentata con un linguaggio innovativo e accattivante.

Partner: tutto quello che gli ottici 2.0 vogliono sapere sulle aziende che lavorano con b2eyes.com: profilo, prodotti e servizi, contatti e per la prima volta la possibilità di richiedere info o mettersi direttamente in contatto con le aziende.

B2shop: è un vero catalizzatore di business, una vetrina online di prodotti e servizi selezionati dalle aziende per gli ottici di b2eyes.com che troveranno proposte esclusive a loro riservate cui potranno accedere con un click, manifestando il loro interesse.

Tendenze: gli ultimi fashion trend negli occhiali e nella moda, selezionati dalla redazione di b2eyes.com.

Events: tutte le fiere e i maggiori eventi dell’ottica, in Italia e nel mondo.

B2eyes TODAY: scaricabili e stampabili con un click l’edizione del giorno e l’intero archivio del primo e unico quotidiano dell’ottica, diventato ormai un punto di riferimento dell’informazione digitale per gli operatori del settore.

Tag cloud: tutti i contenuti presenti nel nuovo b2eyes.com sono indicizzati, per cui risultano più facilmente rintracciabili dai principali motori di ricerca e nel sito stesso.

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attualità

Contenuti personali: una funzionalità mai vista prima: b2eyes.com seleziona automaticamente i contenuti (news e video) in funzione del profilo del singolo utente che al momento della registrazione ha espresso la preferenza in ordine d'importanza per il suo gradimento degli argomenti trattati catalogati in sette famiglie (occhiali fashion, occhiali design, lenti oftalmiche, lenti a contatto, strumenti, formazione e gestione del punto vendita)

Informazioni utente: ogni utente registrato può scegliere tra un panel d'informazioni RSS - dalla Borsa al meteo, dallo sport all’oroscopo e così via – in base ai propri interessi, alla città in cui opera o si trova, ecc. Così b2eyes.com metterà a disposizione dell’utente nel box dedicato tutte le informazioni desiderate, creando quindi un centro d'informazioni di carattere generale sempre a portata di click.

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attualità

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attualità

Dieci giorni con Vision Group alla scoperta di paesaggi di rara bellezza, di un popolo profondamente legato agli antichi valori

opo le positive esperienze a Bali e in Kenya, per il terzo anno consecutivo il gruppo ha invitato i propri affiliati a vivere un’esperienza comune davvero unica. Quello che si è

svolta in Birmania, oggi chiamata Myanmar, dal 28 ottobre al 6 novembre, per 35 ottici affiliati a Vision Group è stato, infatti, un viaggio verso lo splendore delle antiche pagode e i monasteri testimoni di un popolo di una fede incrollabile. L’emozione di questa esperienza è stata condivisa anche da alcuni oculisti.L’obiettivo dell’iniziativa promossa da Vision Group era con-dividere esperienze uniche, itinerari entusiasmanti e sugge-stivi, per aprire la mente a nuovi orizzonti e vivere emozioni indimenticabili. «È stato un viaggio molto itinerante, ancora di più rispetto ai due precedenti - spiega Carlo Redaelli, responsabile pubbliche relazioni – Queste iniziative vogliono creare indimenticabili e utili momenti di aggregazione, non-ché di divertimento, con l’obiettivo di fare gruppo».

Birmania, esperienza di gruppo

di Angelo MagriDFoto di gruppo per gli ottici Vision Group che hanno partecipato al viaggio in Birmania

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attualità

L’eliminazione quasi assoluta dei suoi effetti negativi è uno dei punti di forza della gamma sole e vista-sole di Serengeti

e ne parla meno rispetto ad altri fattori di rischio per la salute oculare. Eppure la luce blu ri-

mane uno dei principali pericoli, essendo presente sia nelle fonti luminose naturali sia in quelle artificiali. Per luce blu s’intende la parte della radiazione luminosa visibile a più alta energia. Dove si annida? Ovviamen-te nel sole, ma anche in fonti luminose artificiali, in particolare le lampade alogene o quei faretti utilizzati soprattutto in negozi di moda per mettere in evidenza i prodotti esposti. E come ci si difende dalla luce blu? Di fronte a quella artificiale, gli oftalmologi ritengono che sia già sufficiente come barriera una buona lente foto-cromatica, consigliabile anche in ambienti esterni, purché non ci si trovi alla guida: in questo caso,

Sdi Angelo Magri

DifenDersi Dalla luce blu

Luca Zangrandi, da aprile 2011 country manager di Bushnell Italia

purché non ci si trovi alla guida: in questo caso,

Luca Zangrandi, da aprile 2011 country manager di Bushnell ItaliaIl modello Brando 7542

con lente Drivers Gradient

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attualità

secondo gli esperti, il filtro creato da una lente dinamica a tinta variabile viene generalmente neutralizzato dal parabrezza. In situazioni del genere, quindi, sugge-riscono un paio di occhiali da sole. Già, ma non tutti i filtri solari offrono le stesse performance contro la luce blu. Ci sono, infatti, prodotti che hanno investito nella ricerca finalizzata a limitare quasi del tutto gli effetti negativi di questo fenomeno. «Serengeti ha sviluppato le lenti Polar PhD, progettate per garantire un’eccellente nitidezza ottica e una visione sempre contrastata, grazie alla capacità di adattamento rapi-do ai cambiamenti d'intensità luminosa. Così la nuova collezione sunglasses Serengeti supera in qualità ogni standard di sicurezza e di protezione – spiegano dalla sede torinese di Bushnell Italia, la filiale nazionale del gruppo americano proprietario del noto brand di occhiali da sole - Solo le lenti Serengeti, infatti, sono dotate dell’esclusivo sistema Spectral Control, che blocca il 95% della luce blu, migliorando le prestazioni visive e prevenendo abbagliamento, danni alla retina e prematuro invecchiamento del contorno occhi». Due

secondo gli

I modelli con lenti in cristallo Ultra-light: Bella 7629 (in alto, con lente Polar 555MN)e Strato 7681 (a destra, con lente in PhD)

anni fa, tra l’altro, le lenti Polar PhD, che sono realizzate in Trivex, hanno vinto il “Silmo d’Oro” nella categoria lenti innovative: in quell’occasione, per la prima volta, l’ambito premio internazionale è stato attribuito alle lenti da sole.Un altro dei punti di forza di Serengeti è la possibilità di offrire all’ottico e al suo cliente finale lenti vista-sole di alta qualità: questo plus che sta garantendo al brand una crescita significativa sul mercato interno. «Con l'intento di privilegiare sempre centri ottici di livello, in linea con il target di Serengeti, abbiamo la-vorato per un graduale incremento distributivo – dice Luca Zangrandi, country manager Italia di Bushnell - Rispetto allo stesso periodo del 2010, nei primi dieci mesi di quest’anno abbiamo registrato una crescita del 34% relativamente al fatturato e dell'11% relativamente ai punti vendita. E riteniamo che il trend positivo possa continuare anche per il 2012». Zangrandi ricorda che Serengeti già da tempo si avvale del programma RX, rivelatosi strategico per fidelizzare il trade e supportar-lo nello sviluppo di servizi sempre più mirati al cliente. «Per l'immediato futuro abbiamo in progetto di raffor-zare il programma anche per altri brand del gruppo: nella prossima edizione di Mido, ad esempio, lancere-mo a livello italiano il rivoluzionario programma Rx di Bollé», sottolinea il manager.

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dal 1977 lenti a contatto e soluzioni

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attualità

Il recente servizio delle Iene ha ridato voce a un confronto, anche aspro, sui profili professionali della filiera ottica in Italia

atteo Piovella, pre-sidente della Soi, la più rappresentativa

associazione degli oculisti italiani, con oltre 4.300 iscritti, ritiene che il titolo di optometrista sia in Italia una mera autocertificazione e non un percorso legalmente ricono-sciuto dallo stato. Come si pongono gli optometristi italiani di fronte a queste obiezioni? «Gli art. 33 e 34 della Costituzione Italiana sanci-scono il diritto di formarsi, di stu-diare, di migliorare il proprio livello di conoscenza e competenza: que-sta è una delle cose che ha sempre contraddistinto la serietà degli ottici optometristi italiani – risponde Rossella Fonte, presidente dell’Albo degli Ottici Optometristi, che fa capo alla stessa Fede-rottica - Perché davvero la nostra è una storia strana e particolare. Dal 1928 interessi corporativistici impedi-scono che venga cambia-ta e ammodernata la legge che regola una

Mdi Angelo Magri

il 2012 degli optometristi? Formazione e riconoscimento

su tutto

iscritti, ritiene che il titolo di optometrista sia in Italia una mera autocertificazione e non un percorso legalmente ricono-sciuto dallo stato. Come si pongono gli optometristi italiani di fronte a queste obiezioni? «Gli art. 33 e 34 della Costituzione Italiana sanci-scono il diritto di formarsi, di stu-diare, di migliorare il proprio livello di conoscenza e competenza: que-sta è una delle cose che ha sempre contraddistinto la serietà degli ottici optometristi italiani – risponde Rossella Fonte, presidente dell’Albo degli Ottici Optometristi, che fa capo alla stessa Fede-rottica - Perché davvero la nostra è una storia strana e particolare. Dal 1928 interessi corporativistici impedi-scono che venga cambia-ta e ammodernata la Rossella Fonte presidente

dell’Albo degli Ottici Optometristi

professione che è diventata nel tempo un servizio utile alla gente; da almeno 40 anni, nonostante la categoria abbia sempre chiesto di elevare la propria formazione, le stesse “forze oscure” hanno

osteggiato l’istituzione da parte dello Stato di corsi qualificanti. Tuttavia, oltre che

allo Stato in prima persona, tali compi-ti possono essere espletati anche da altre soggettività (Regioni, Provin-ce, Comuni, Comunità montane, Usl, ecc): sono quindi nate le Scuole

Regionali di Optometria. Nessuno ci obbligava a farlo, ma l’abbiamo fatto,

con la consapevolezza e il senso di re-sponsabilità nei confronti delle persone di cui quotidianamente ci occupiamo. Eppure non ci siamo limitati a questo:

dieci anni fa Federottica e l’Albo sono stati i primi e gli unici a impegnarsi con

forza e determinazione per istituire i corsi di laurea

in Ottica e Optometria, con il consenso di tutti i

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attualità

loro associati, e ora vi sono sette Università Stata-li Italiane con questo indirizzo accademico. Una laurea di primo livello, come nel resto d’Europa e come previsto dalla legge per le professioni sanita-rie non mediche».C’è, tuttavia, chi considera l’AdOO un albo sui generis, perché di fatto non rappresenta una qualifica professionale legalmente riconosciuta. «È certamente vero che oggi non vi è l’obbligatorietà dell’iscrizione all’AdOO, ma è altrettanto vero che in 40 anni ha rappresentato e rappresenta tutti i professionisti che condividono lo sviluppo della scienza optometrica, senza tralasciare le importan-tissime iniziative e progetti a carattere nazionale e l’appuntamento annuale con il più importante e prestigioso Congresso Nazionale e con l’istituzione dei corsi universitari a costituire l’apice del suo mandato; questi professionisti ne rispettano il co-dice deontologico e ottemperano con rigore all’ob-bligatorietà dell’aggiornamento professionale – afferma Fonte – Banalizzare questi percorsi con un frettoloso e incauto giudizio di “autocertificazione” appare tanto ingiusto quanto volto a pregiudicare gravemente non solo il futuro di giovani laureati, preparati e competenti, ma anche un importante e fondamentale servizio pubblico. Al contrario sap-piamo benissimo che alcuni oculisti e ortottisti sono favorevoli a un’erosione dei nostri compiti storici a favore di chi, al contrario di noi, è un professionista sanitario. E lo status quo non è certo una garanzia rispetto a questa sciagurata evenienza».Proprio gli oculisti vorrebbero autorizzare l’esame della vista da parte dell’ottico optometrista, purché in presenza di una recente visita presso l’oftalmo-logo: è una base di partenza possibile per un dia-logo costruttivo tra le due categorie professionali? «È sicuramente arrivato il momento di trovarsi a un tavolo e occuparsi seriamente e concretamente del benessere visivo delle persone che, in questo caso, passa per il riconoscimento della figura professio-nale sanitaria non medica dell’ottico optometrista – sottolinea il presidente dell’Albo - Ma, ancora una volta, le argomentazioni devono essere rea-listiche e non demagogiche. Consentire all’ottico optometrista la misurazione della vista solo se

conseguente a una recente visita oftalmologica, è un argomento che trova nella sua evidente incosti-tuzionalità un pretestuoso vizio di partenza. Sareb-be, invece, più ragionevole e utile comprendere che l’ottico optometrista può e deve svolgere un fondamentale ruolo di prevenzione, anche su basi normative e con ovvia e conseguente assunzione di responsabilità. Complementarietà e collabora-zione sono le basi di partenza per un dialogo co-struttivo, che di fatto è molto più diffuso sul territo-rio di quanto si creda; e forse è arrivato il momento in cui anche la classe medica debba realizzare e riconoscere che le nostre due figure collaborano già insieme. Un altro evidente caso di scollamento tra realtà territoriale e politica».Quali sono le principali differenze tra gli optome-tristi italiani e quelli di altri Paesi, ad esempio gli anglosassoni, spesso presi a modello di professio-nalità e di un più lungo e articolato iter formativo? «Si sente spesso evocare il modello inglese, quello delle due professioni, senza mai però specificare due cose fondamentali: che questo stesso modello funziona, perché a fronte di una popolazione di 50 milioni di persone ci sono circa 800 oculisti contro i 7.000 in Italia, e che nel Regno Unito l’optometrista utilizza farmaci diagnostici e terapeutici. Nel resto d’Europa le cose sono diverse a partire dalla figura unica: cito a solo scopo esemplificativo la Spagna, che da più di vent’anni prevede la figura unica del laureato in Ottica e Optometria», osserva Fonte.Riforma del profilo professionale, ripristino degli Ecm, regolamentazione dei canali di vendita per i premontati: quali di queste tematiche segnalereste come assolutamente prioritaria al ministro della Salute del neonato governo Monti? «Ovviamente, al primo posto, il profilo professionale. Poi voglio sottolineare che non ci siamo arresi né, tantomeno, abbiamo festeggiato, come forse è accaduto per altre professioni, di fronte all’esclusione dall’obbli-gatorietà dei corsi Ecm. Anzi, come è noto, siamo ricorsi in giudizio. Perché per noi la formazione è un diritto e una garanzia di tutela del benessere visivo. Anche questo dovrebbe far capire a tutti la forza della nostra categoria», conclude il presiden-te dell’Albo degli Ottici Optometristi.

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l primo in ordine di tempo fu il De Amicis, che nel secondo dopoguerra fece partire il corso, allora triennale, per ottenere il diploma di ottico. «Verso la fine degli anni ’70 l’istituto è arrivato a contare complessivamente 6.500 studenti, risultando così quello con il numero d’iscritti più alto tra tutte le scuole secondarie

superiori d’Italia: un migliaio erano gli studenti dell’indirizzo ottico, ripartiti su otto sezioni per i cinque anni di studi», dice Luigi Lupelli. Dal 1969 era stato introdotto, infatti, un quarto e quinto anno chiamato “post qualifica”, che permetteva di dare l’esame di maturità e quindi l’accesso all’Università. «Mi ricordo, inoltre, che per fare le riunioni degli insegnanti dovevamo affittare dei cinema in città…», aggiunge Lupelli, che alla scuola romana ha insegnato optometria («Ma nei primi anni della mia docenza si chiamava “Laboratorio per le misurazioni oftalmiche”») e contattologia dal 1972 fino al 2008: anche questi dati evidenziano il prestigio di cui godeva

il De Amicis nell’istruzione professionale per l’artigianato e l’industria. «Ancora negli anni ’80, per iscriversi ai corsi di ottica e odontotecnica la richiesta era tale rispetto alle possibilità di accoglimento che gli aspiranti si accampavano fuori della scuola anche di notte», sottolinea Gabriella Tiber-ti, preside del De Amicis dal 1988 al 2007. «L’autorevolezza di questo istituto nel corso di un così lungo lasso di tempo è legata anche a figure di riferimento per gli studenti e per il settore in generale, come il prof. Cialdea, un ingegnere e una sorta di pioniere, che alla fine degli anni ’60 ha inse-gnato e, di fatto, creato la tecnologia ottica, il prof. Saletti di matematica o la stessa Tiberti, che ha consentito al nostro istituto un vero e proprio salto di qualità». Gabriella Tiberti è stata anche il trait d’union tra l’insegnamento professionale, che dall’89 aveva aggiunto anche il post diploma in optome-tria, unico istituto pubblico a erogarlo insieme alla “Ricco” di Milano, e l’Università, che nella Capitale nasce nel 2005 pro-prio nella stessa struttura del De Amicis e oggi è coordinata

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Oggi sono diverse decine in tutta Italia, ma fino a 15 anni fa erano soltanto cinque gli istituti professionali statali con un indirizzo ottico: il Fermi a Pieve di Cadore,

il De Amicis e l’Europa a Roma, il Bernini a Napoli e l’Ascione a Palermo

QuAnDO stuDiARe OttiCA eRA unA COsA pubbliCA…

di Angelo Magri

I

1 Enrico De Lotto, uno dei pionieri dell’istituto di Pieve di Cadore2 Gli allievi del primo corso di ottica, giunti al terzo anno. Seduti si riconoscono tre insegnanti: il primo da destra è Enrico De Lotto, docente di anatomia e patologia oculare, al centro il direttore della scuola, Renato Giordani, a sinistra il docente di laboratorio, Valerio Pellegrini3 Due dipendenti della Galileo di Mestre tengono un corso di applicazione di lenti a contatto presso i locali della scuola, alla metà degli anni ‘60. Si riconosce la famosa "aula U", che molti studenti ricordano per la particolarità dei banchi disposti su gradini e dedicata alle lezioni dell'allora "Misurazione della vista" 3

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4 Metà degli anni ’60: foto di gruppo con studenti e professori, tra i quali si riconoscono Ferri e Giordani al centro5 Allievi che si sono diplomati tra il 1982 e il 1984, tutti provenienti da province diverse (Venezia, Padova, Udine, Verona, Vicenza), al pranzo celebrativo dei 50 anni dell’istituto: da sinistra, Monica De Polli, Giovanni Dosso, Nicoletta Bedendi, Paolo Barberi, Sara Socol, Massimo Cestaro e Giorgio Parisotto6 Studenti al lavoro oggi all'Enrico Fermi

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da Giovanni Stefani, ordinario di Fisica presso l’Università di RomaTre.Intanto, con gli anni della ripresa, il settore dell’ottica in Italia cresceva di pari passo, grazie soprattutto all’impulso del distretto cadorino. Così, nel 1960, viene istituita la sezione ottici all’interno dell’Istituto Professionale Statale “A. Brusto-lon” presso la sede coordinata di Pieve di Cadore. La nascita del primo corso, che parte con 17 allievi, lo si deve soprattutto alla “Magnifica Comunità Cadorina”, in particolare alla vo-lontà di Guglielmo Tabacchi, fondatore della Safilo nonché sindaco della stessa Pieve di Cadore, e all’impegno di Enrico De Lotto, che regalò alla scuola la sua “Mostra storica dell’oc-chiale”, una raccolta di materiale e oggetti di indiscusso valore, attualmente affidata al Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore. «La nuova pagina della storia delle occhialerie cadorine sarà scritta dalla Scuola per ottici che il Cadore sta istituendo a Pieve», scriveva già nel 1956, a chiusura del suo libro “Dallo smeraldo di Nerone agli occhiali in Cadore”, De

Lotto, medico condotto cadorino specializzato in oculistica e che nei primi anni ha anche insegnato anatomia, dotato di grande lungimiranza: pensò che l’industria dell’occhialeria avesse bisogno di figure specializzate preposte per la com-mercializzazione del prodotto. E questo obiettivo si aggiunse a quello degli imprenditori del Cadore, che in questo modo erano convinti di fornire al paese non solo montature di qua-lità, ma anche tecnici ben preparati che potessero trovare impiego nei complessi industriali per la fabbricazione delle lenti oftalmiche e degli occhiali, nei laboratori artigianali e, appunto, nei negozi di ottica. «Nel corso di questi 50 anni il profilo professionale dell'ottico e i programmi previsti dalla scuola, attraverso progetti e riforme, hanno subìto notevoli modifiche, così da fornire un personale sempre adegua-to alle richieste del mercato che, via via, si sono fatte più esigenti. Tanto che siamo passati dall'ottico molatore di lenti all'ottico optometrista - afferma Monica Tabacchi, docente presso l’attuale Enrico Fermi, che nell’estate del 2010 ha

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organizzato il rendez vous degli alunni (i diplomati hanno ormai ampiamente superato quota mille) e dei docenti per una grande festa celebrativa del mezzo secolo di attività – In questa direzione s’inserisce l’attivazione, a partire dall’anno scolastico ‘99/2000, di un “Corso di formazione superiore in optometria e ottica oftalmica”, rivolto agli ottici in possesso di diploma di maturità: si tratta del primo corso in Italia gestito interamente da una scuola statale, nato principalmente per aggiornare e migliorare la preparazione degli ex allievi di Pieve di Cadore». Agli esordi erano gli stessi agenti delle aziende locali a “fare pubblicità” alla scuola cadorina presso i loro clienti, in tutta Italia. Così non sono stati pochi i figli di ottici che dal sud, dove ancora non esisteva una scuola pubblica per il settore, affrontavano un lungo viaggio e un’impegnativa esperienza di vita lontani dalla famiglia, per studiare nel neonato istitu-to, che ha nel suo primo direttore, Renato Giordani, uno dei

punti di riferimento: gli allievi del tempo narrano che talvolta si fermava a scuola anche a dormire, per proseguire il lavoro oltre l’orario scolastico, tanto che aveva adibito a tale scopo uno spazio della soffitta.Con lo sviluppo del mercato, tuttavia, due soli istituti per tutta Italia non bastavano. Così, alla fine degli anni ’80 i ministeri coinvolti, in stretta collaborazione con gli operatori dell’istru-zione professionale, capirono che i corsi per le arti ausilia-rie parasanitarie, come l’ottico ma anche l’odontotecnico, necessitavano di un aggiornamento. Nacque così il Progetto 92, che coinvolse un centinaio di istituti sull’intero territorio nazionale e diede una valenza culturale più ampia agli Ipsia, connotando, in particolare per gli indirizzi di ottica e odontotecnica, profili professionali di pregio più rispondenti ai crescenti bisogni di adeguamento a livello europeo e inter-nazionale. Questo permise il passaggio dai tre ai cinque anni per ottenere il diploma statale di maturità che, superato un

1 L’attuale sede dell’Ascione di Palermo, che coincide con l’inizio del primo anno del corso di ottico, nell’89, è anche il risultato di manifestazioni da parte di studenti e insegnanti per l’assegnazione di una nuova struttura. In questo disegno, in basso con il cappello rosso si riconosce il preside di allora, Nicolò Guarneri.2 A destra, con il cappello, il preside Guarneri insieme al primo professore di italiano del corso di ottica, Francesco Caccioppo, a un corso di aggiornamento a Roma sul Progetto 923 Studenti all’opera nel laboratorio di optometria

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esame specifico, abilitava alla professione ottica. Uno degli artefici di questa evoluzione fu, ancora una volta, Gabriella Tiberti, insieme a colleghi lungimiranti di altre regioni, come Nicolò Guarneri, preside dell’Ascione di Palermo dal 1983 al 2004. «Fino a quel momento l’istituto aveva soltanto due indirizzi professionali: così nell’89 nasce l’ottica, grazie anche alla spinta che viene dai proprietari dei centri ottici palermi-tani, tra cui il gruppo Randazzo, che chiedono una qualifica più forte per coloro che entrano a lavorare nei loro negozi», dice Guarneri, il quale ricorda anche che, da allora, non solo tutti i diplomati usciti dall’Ascione hanno sempre trovato occupazione, ma che si è anche innescato un circolo virtuoso nella formazione locale. «Fino a quel momento le scuole private in Sicilia, benché regolarmente riconosciute, non potevano rilasciare il diploma di ottico – spiega l’ex preside dell’Ascione – Con l’inserimento di questo indirizzo nel nostro istituto abbiamo fatto in modo che anche agli istituti privati fosse concesso la possibilità di diplomare ottici. Inoltre si temeva che con il nuovo corso gli altri indirizzi professionali dell’Ascione perdessero iscritti, tanto che nell’ottica partim-mo con appena due prime classi: questa ipotesi, invece, non si verificò, anzi l’ottica contribuì ad aumentare il numero complessivo di studenti».

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1 e 2 L'alba del De Amicis: due momenti dell'inaugurazione dell'istituto romano nel 1952, con gli studenti nel gabinetto optometrico e la macchina per la costruzione di una lente oftalmica 3 Una parte del Laboratorio di Refrazione Oculare, dotato di sette box, sempre per l'attività di esercitazione effettuata dagli studenti del IV e V anno. In ognuno vi è un riunito optometrico completo delle attrezzature necessarie per eseguire un esame refrattivo 4 Per gli studenti del IV e V anno di corso al De Amicis di Roma l'esercitazione al sinottoforo viene eseguita nel Laboratorio Misure Oftalmiche dell'Ascione, dove si svolgono anche esercitazioni di carattere non refrattivo, tra cui campimetria, esame della sensibilità al contrasto, esame del senso cromatico

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distribuzione

Professionista della visione per tradizione, podista per passione. È l’identikit di Simonetta Cavallari che gestisce

la propria vita lavorativa e privata… di corsa

'ottico in rosa fa tappa a Terni, conosciuta come la "Città degli In-

namorati" perché San Valentino ne fu vescovo e le sue spoglie sono ancora qui custodite. Protagonista del mese di dicembre è Simonetta Cavallari, che ha cominciato la carriera molto giovane, in modo “classico”, seguen-do le orme della propria famiglia. Il nonno era, infatti, ottico: il negozio fu poi ereditato dalla madre di Simonet-

ta e, infine, «nell’86 sono subentrata io perché mi piaceva continuare il lavoro di famiglia e a tale scopo ho frequentato un corso di ottica e optometria». Nel punto vendita storico della famiglia Cavallari, Simonetta ci è rimasta fino alla scorsa estate. «A settembre mi sono trasferita in via Gramsci, sempre qui a Terni – raccon-ta – Ho aperto il mio nuovo negozio in società con una cara amica che non è ottico, ma ha una vera e propria vena

La "maratoneta" deLL’ottica

di Francesca Tirozzi

LDa sinistra, i colleghi "sportivi" di Simonetta Cavallari: Emiliano Porrazzini, Manuela Lande, Marco Stella e l'ottica umbra

E se l’ottico è una lei?

Dodici donne,

una per ogni mese dell’anno.

Un viaggio attraverso il mondo

dell’occhialeria visto dall'altra metà del cielo

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distribuzione

imprenditoriale: mentre lei si occupa della parte amministrativa, io mi de-dico alla vendita». Il centro ottico è di circa 250 mq che ora Simonetta ha in-tenzione di dividere in due aree: una dedicata all’esposizione e alla vendita degli occhiali e un’altra al laboratorio e al benessere visivo dei clienti. Simonetta è, in particolare, una grande utilizzatrice di Facebook. «Credo molto nei social network come strumenti di marketing – ha detto - Ho aperto una pagina del negozio: la utilizzo per invitare i miei clienti agli eventi che organizzo nel mio punto vendita, per presentare loro le nuove collezioni o promozioni mirate». Face-book rappresenta in qualche modo lo stacco decisivo con il passato e con il modo tradizionale di gestire il rappor-to con i propri clienti. Ma non solo. «La nostra professione è molto cambiata rispetto a quella di mio nonno, per esempio, non solo sul fronte stru-menti: una volta si decideva di fare questo mestiere per passione, perché si amava il contatto con il pubblico – sottolinea l’ottica umbra – Ora, però, i clienti sono solo alla ricerca dell’affa-re. Il loro obiettivo non è più il proprio

benessere visivo, ma risparmiare. È a questo punto che bisogna valorizzare la propria professionalità». Non solo la passione per gli occhiali. Simonetta ha anche un altro gran-de amore: il podismo. «Partecipo a gare a livello agonistico – racconta con entusiasmo - Mi alleno in pausa pranzo, oppure alla mattina presto per prepararmi alle competizioni, che di

solito sono di domenica. Inoltre, mi sto preparando per un evento sportivo del prossimo aprile, che si terrà a Ma-drid». Per conciliare podismo, famiglia e lavoro? «Allo sport non posso rinun-ciare: dopo il lavoro e la mia grande passione – conclude – Mi chiamano “wonder woman”: riesco a mettere in-sieme tutti gli impegni della giornata e della mia famiglia… correndo!».

Sotto e nella pagina precedente, l'interno del centro ottico Unico, a Terni

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moda

doN’T SaY CaT…

di Francesca Tirozzi

Fascino felino per i modelli che rivisitano il passato. Già presenti da qualche stagione sul mercato, si riconfermano come il must have della primavera estate 2012

John Richmond

Moschino

Trussardi

Lafont

Gianfranco Ferré

Italia Independent

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moda

SHoT“Scatti” dei modelli per la prossima stagione. Linee morbide,

sobrie e delicate per i modelli sole, montature decise per il vista

Boss Carrera Cartier

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Mykita

Try Star

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moda

Cartier

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Miu Miu

Maui Jim

Marc Jacobs

Guess

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Carrera

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CarreraCarrera

moda

CITY LIFE

Materiali sempre più ricercati e lenti dalle straordinarie proprietà. Molto duttili, si adattano facilmente alla vita da città

Iceberg

Giorgio Armani

Polo Ralph LaurenPuma

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Guess

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Guess

moda

Orgreen

Porsche Design

Smith Optics

Theo

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designer

il giro del mondodi mikli con Bortuzzo

Dopo due anni Dominique Alba ha lasciato la guida del gruppo francese all’ex numero uno di Marcolin e di Allison, che punta a uno sviluppo dei brand controllati

in tutte le aree strategiche

lba ha dato un prezioso contributo allo sviluppo delle attività del gruppo, guidandolo in questa dif-ficile situazione economi-

ca, portandolo a una crescita dopo un periodo di declino. Ha, inoltre, supervisionato l’integrazione del gruppo Vuarnet». Così recitava un comunicato della Alain Mikli International di metà novembre. Alba continuerà comunque la sua avventura nel gruppo, come azionista e consigliere d'ammini-strazione. «L’asse tra il nostro paese, la Francia e il sud Germania è uno di quelli storici per il brand, ma deve tornare sui livelli di un tempo», contemporaneamente annunciava alle nostre testate on line Antonio Bortuzzo, il nuovo presiden-te e amministratore delegato della società leader nell’eyewear di design. Uno degli obiettivi dell’ex manager di Allison e Marcolin sarà riavvicinare di più i prodotti della Alain Mikli International all’ot-tico italiano, non soltanto in termini di prodotto, ma anche di servizio. «Conse- gne in tempi più rapidi grazie a una

pianificazione uscite molto più detta-gliata, un costumer service molto più dedicato e soprattutto un attento after sales service», spiega Bortuzzo, che anticipa anche una maggiore concentrazione sul fronte tedesco. «A gennaio 2012 torneremo alla opti di Monaco e avvieremo un piano che prevede l'apertura di un punto vendita monomarca, che andrà ad aggiun-gersi, in quest’area, a quelli di Düsseldorf, Milano e agli store di Parigi», aggiunge il nuovo numero uno dell’azienda transalpina. Secondo Bortuzzo,

inoltre, il Far East è già un’area strategi-ca per il brand francese, eppure mostra ulteriori margini di sviluppo, soprattutto per la collezione in collaborazione con Philippe Starck. «In Asia non solo abbia-mo quasi 20 negozi monomarca sui 30 totali, dislocati tra Giappone, Hong Kong e Taiwan, ma anche la distribuzione diretta con agenti su questi mercati, non-

ché su Cina e Singapore, che neppure i colossi del nostro settore detengono», dice

il nuovo presidente e ad della Alain Mikli. E poi ci sono gli Stati uniti, dove sono state

recentemente avviati due nuovi store monomarca,

Due modelli della nuova collezione Alain Mikli

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designer

Un modello vista nato dalla collaborazione con Jean Paul Gaultier

a San Francisco e a Los Angeles, che si sommano così a quello di New York: proprio sul ter-

ritorio americano il 6 dicembre Alain Mikli è partito per un tour promozio-

nale e benefico.Un capitolo a parte, infine, è

dedicato al rilancio di Vuarnet: per questo marchio Bortuzzo punta a usci-

re dalla percezione di occhiale sportivo per prendere la strada del casual elegante.

«Vogliamo che sia una via di mezzo tra Ray-Ban e Maui Jim, indirizzato a un consumatore interes-sato a distinguersi e a utilizzare lenti di altissima qualità in vetro minerale o polarizzanti e, quindi, con una maggiore disponibilità di spesa», ricorda il manager italiano.

Dopo la laurea in Economia alla Bocconi e un master negli Stati Uniti, l’attuale presidente e amministratore delegato della Alain Mikli International ha cominciato una brillante carriera, che nel ’95 l’ha portato come partner alla Ernst & Young. Qui Antonio Bortuzzo (nella foto a sinistra, con Alain Mikli e Dominique Alba) è rimasto 7 anni, prima di approdare alla Marcolin: dopo un passaggio come ceo della filiale americana assume le redini dell’intero gruppo di Longarone, che lascia nel gennaio 2008 per guidare il rilancio di Allison. Nella società padovana rimane come amministratore delegato fino al settembre scorso.

DAl VeNeto A PAriGi

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Con Biotrue® Nessun Compromesso tra Comfort e DisinfezioneChris Snyder, OD, MS, FAAO

Comfort continuoMigliorare l’idratazione delle lenti per tutto il tempo di utilizzo è un buon approccio per combattere i sintomi di secchezza e migliorare il loro comfort d’uso.A questo proposito studi in vitro hanno dimostrato che Biotrue® aiuta a man-tenere costantemente idratate le lenti fino a 20 ore1 (Figura 1).I pazienti hanno notato la differenza di Biotrue® nel rendere le lenti a contatto più piacevoli per i loro occhi. In un am-pio studio clinico multicentrico l’84% dei pazienti ha indicato che Biotrue® offre loro un comfort continuo2. In altre indagini sugli utilizzatori di Biotrue®:

• l’81% degli utilizzatori di Biotrue® riconosce che permette di portare le lenti in modo così confortevole che a volte si dimentica di averle sugli oc-chi3,

• il 93% dei pazienti che si è autodia-gnosticato la sindrome da occhio secco da lenti morbide ha valutato il comfort complessivo di Biotrue® da buono a eccellente4; l’83% riconosce che Biotrue® rende ogni giornata più piacevole per gli occhi4,

• Il 90% di oltre 380 utilizzatori di Biotrue® ha valutato il comfort comp-lessivo da buono a eccellente4.

Performance disinfettanteLa maggior parte dei Contattologi ritiene che la performance disinfet-tante è l’aspetto più importante di una soluzione per la manutenzione delle lenti, quindi una soluzione che offre un alto livello di disinfezione è consiglia-bile.Biotrue® dimostra un’efficacia disinfet-tante superiore rispetto alle soluzioni concorrenti (statisticamente significa-tivo a P <0.0001)5 (Figura 2a) e con una minor concentrazione di disinfet-tante (come riportato sull’etichetta del flacone) (Figura 2b).La concentrazione di disinfettante di Biotrue® è oltre sei volte inferiore sia a quella di OPTI-FREE RepleniSH che di OPTI-FREE EverMoist; due volte inferiore rispetto a quella di RevitaLens (Figura 2b).Biotrue® ha un’efficacia disinfettante superiore perché riunisce innovazio-ni esclusive ispirate dalla biologia dell’occhio, combinate con un dop-pio sistema disinfettante. Sono tre le innovazioni che lavorano insieme per fornire questa superiore efficacia disinfettante:

• Doppio sistema disinfettante – com-binazione ottimale dei disinfettanti PHMB e Polyquaternium-1.

• pH uguale a quello delle lacrime naturali (bio-ispirato) – potenzia le performance dei due disinfettanti.

• Sistema di gestione delle proteine (bio-ispirato) – aiuta a mantenere l’attività antimicrobica propria di alcune importanti proteine del film lacrimale.

Anche se alcuni dicono che le soluzioni per lenti a contatto vi costringono a scegliere tra comfort e disinfezione, la soluzione unica Biotrue® è stata ideata in maniera completamente nuova e diversa per comportarsi in modo più simile agli occhi. Biotrue® ha il pH uguale a quello delle lacrime naturali, utilizza un umettante naturalmente presente nelle lacrime e mantiene attive le proteine con funzione antimicrobica del liquido lacrimale. Queste caratteristiche bioispirate aiutano Biotrue® a dare un comfort continuo e un’efficacia disinfettante superiore. È per questo che Biotrue® rende più piacevole l’uso delle lenti a contatto.

Figura 1: Ore di rilascio continuo di agente idratante da lenti silicone hydrogel*.

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RiassuntoLa soluzione unica Biotrue® è ispirata dalla biologia dell’occhio e si comporta maggiormente come l’occhio. Con l’uso di Biotrue® potete essere sicuri che i vostri pazienti otterranno sia un comfort eccezionale che una disinfezione superiore. Infatti, la risposta dei pazienti a Biotrue® è stata decisamente positiva, con il 97% degli utenti che si è dichiarata soddisfatta7. Con questi risultati non dovete più scegliere tra comfort e disinfezione quando raccomandate soluzioni per la manutenzione delle lenti. Potete raccomandare Biotrue® e rendere l’uso delle lenti a contatto più facile per gli occhi dei vostri pazienti.

Bibliografia1. Scheuer CA, Doty K, Liranso T, Burke SE Wet-

ting agent retention and release from hydrogel

and silicone hydrogel contact lenses. Invest

Ophthalmol Vis Sci 2011;52: ARVO E-Abstract

6487.

2. Risultati di uno studio clinico con 291 sog-

getti arruolati in 15 diversi siti di ricerca e che

portavano lenti a contatto morbide di diverse

marche presenti sul mercato e utilizzavano vari

tipi di prodotti di manutenzione. Ai soggetti

veniva consegnato Biotrue® e partecipavano

una CAWI (Computer Aided Web Interviewing:

intervista condotta al computer via Web) tra 7

e 11 giorni di test clinico. Le risposte di questi

soggetti venivano valutate con una scala Likert

a 6 punti, dove 1 corrisponde alla valutazi-

one peggiore (1 = molto in disaccordo) e 6

invece corrisponde a quella migliore (6 = molto

d’accordo). I risultati rappresentano in percen-

tuale le valutazioni sul livello di accordo con le

affermazioni da test

3. Consumer Preference Study (Dicembre 2010)

condotto da Bruno e Ridgeway tra 201 consu-

matori che hanno provato Biotrue

4. Risultati di uno studio clinico con 392 sog-

getti portatori di lenti a contatto morbide pre-

senti sul mercato e che utilizzavano vari tipi di

prodotti di manutenzione per lenti morbide. Nel

gruppo ben 237 pazienti si erano autodiagnos-

ticati la sindrome da occhio secco. I soggetti,

dopo aver ricevuto Biotrue®, partecipavano a un

sondaggio online per valutarne la performance

di un’ampia gamma di caratteristiche. Le ris-

poste dei soggetti sono state misurate usando

una scala Likert.

5. Risultati di uno studio in vitro condotto

secondo procedura FDA/ISO stand-alone ed

eseguito con l’aggiunta di terreno organico per

ricreare condizioni più estreme. I criteri primari

per una disinfezione efficace sono definiti come

riduzione del numero di batteri di un minimo

di 3 log (99.9%) e di 1 log (90%) per funghi e

lieviti nel tempo di disinfezione raccomandato. I

grafici illustrano la riduzione logaritmica media

misurata dopo il tempo di disinfezione rac-

comandato dal produttore (solo immersione).

I risultati di Biotrue®, OPTI-FREE RepleniSH,

RevitaLens e OPTI-FREE EverMoist vengono

da studi separati in vitro condotti con le stesse

procedure di test.

6. Come riportato sull’etichetta del flacone.

7. Consumer Preference Study (Dicembre

2010) condotto da Bruno e Ridgeway tra 201

consumatori che hanno provato Biotrue, di cui

130 hanno utilizzato sia Biotrue® che OPTI-FREE

RepleniSH.

© 2011 Bausch & Lomb Incorporated. ®/™ indicano i marchi registrati di Bausch & Lomb Incorporated. Gli altri nomi/prodotti

adv

Figura 2: a) Performance della disinfezione di Biotrue® e delle soluzioni uniche concorrenti (test condotti secondo il protocollo FDA/ISO stand-alone con l’aggiunta di terreno organico), e b) confronto concen-trazioni complessive di disinfettante nei prodotti.

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N11 201144

Contabilità semplificata, pensione a 67 anni, misure per i contratti di apprendistato, per i part-time e per l’occupazione femminile: sono alcuni dei punti chiave del maxi emendamento

stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 14 novembre 2011 la legge n. 183/2011, la cosiddetta “legge di stabilità per il 2012”, contenente le misure richieste dall’Europa e dalla Banca Centrale Eu-ropea per contrastare l’aggravarsi della

crisi economica e ristabilire la fiducia dei mercati verso il no-stro paese. Ecco le novità più rilevanti per il settore dell’ottica.

Contabilità semplificata: maggiori semplificazioniPer i soggetti in contabilità semplificata e i lavoratori au-tonomi che effettuano operazioni con incassi e pagamenti interamente tracciabili (bonifici, assegni, carte di credito, prepagate o di debito, ecc) è prevista la facoltà di sostituire la tenuta delle scritture contabili con gli estratti conto bancari. Inoltre, vengono innalzati i limiti per accedere alla liquidazio-ne trimestrale dell’Iva: 400mila euro di ricavi per chi effettua prestazioni di servizi, 700mila euro per le altre attività.

Dal 2022 in pensione a 67 anni Per chi andrà in pensione a partire dal 2022, l'età minima di accesso alla pensione di vecchiaia sarà di 67 anni, a pre-scindere dalle misure del processo di elevamento (variabili legate all’aumento della speranza di vita alla nascita).

Misure per l’occupazione Contratti di apprendistatoDal primo gennaio 2012 è previsto che, per i contratti di apprendistato stipulati successivamente a tale data ed entro il 31 dicembre 2016, sia riconosciuto ai datori di lavoro, che occupano alle dipendenze un numero di addetti pari o inferiore a nove, uno sgravio contributivo del 100% con

riferimento alla contribuzione per i periodi contributivi ma-turati nei primi tre anni di contratto. L’aliquota prevista per i periodi contributivi maturati negli anni successivi al terzo sarà pari al 10%.

Contratti di lavoro part-timeViene favorito un maggiore ricorso al contratto di lavoro part-time, agevolando l'utilizzo delle clausole flessibili (relative alla variazione della collocazione temporale della prestazione lavorativa) ed elastiche (relative alla variazione in aumento della durata della prestazione stessa), che po-tranno nuovamente essere liberamente stabilite dalle parti individuali, nel rispetto di quanto eventualmente stabilito dalla contrattazione collettiva, senza che vi sia la convalida della direzione provinciale del lavoro competente per territo-rio. Viene, inoltre, ridotto da 5 a 2 giorni lavorativi il periodo minimo di preavviso che deve essere rispettato da parte del datore di lavoro, qualora intenda avvalersi in concreto della clausola flessibile o elastica.

Misure per l’occupazione femminilePer le donne, di qualsiasi età, prive di un impiego regolar-mente retribuito da almeno 6 mesi e residenti in un’area geografica in cui il tasso di occupazione femminile sia inferiore almeno di 20 punti percentuali di quello maschile o in cui il tasso di disoccupazione femminile superi di 10 punti percentuali quello maschile, potranno usufruire di un contratto di inserimento. Le aree in oggetto saranno indivi-duate con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali assieme al Ministro dell'economia e delle finanze da adottarsi entro il 31 dicembre di ogni anno, con riferimento all'anno successivo.

Legge di stabiLità 2012:Le novità per gLi ottici

di Tobia Chiesurinconsulente aziendale

consuLente

È

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N11 201145

consuLente

Il 27 dicembre 2011 è la scadenza per l’acconto Iva per l’anno di imposta successivo. Si ricorda che sarà possibile calcolare l’acconto tramite due metodi:

- metodo storico. L’acconto sarà pari all'88% del versamento effettuato, o che avrebbe dovuto essere effettuato, per il mese o trimestre dell'anno precedente;

- metodo previsionale. L’acconto viene calcolato sulla base di una stima delle operazioni che si ritiene di effettuare fino al 31 dicembre. Con questo metodo, l’acconto sarà pari all’88% dell’Iva che si prevede

di dover versare per il mese di dicembre, se si tratta di contribuenti mensili, in sede di dichiarazione annuale Iva o di Unico, se si tratta di contribuenti trimestrali ordinari;

- metodo analitico. Si basa sulle operazioni effettuate fino al 20 dicembre.Il pagamento potrà avvenire mediante modello F24 e se risultano dei crediti da poter compensare sarà

possibile non procedere al pagamento dietro compensazione.

NEWS DAL MERCATO

Tassazione agevolata premi di produttivitàAnche nel 2012 si applicherà il regime di tassazione agevo-lata (imposta sostitutiva dell’Irpef e dell'addizionale comu-nale e regionale con aliquota del 10%) sulle somme erogate ai lavoratori dipendenti del settore privato per incrementi della produttività.

Assicurazioni Rc Auto La legge di stabilità, modificando il Codice della strada, prevede che dal primo gennaio 2012 i dispositivi automatici per il controllo della velocità, come autovelox e tutor, o del traffico, come le Ztl, forniranno alle forze dell'ordine anche altre informazioni utili che permetteranno di sapere se i veicoli sono coperti o meno dalla polizza assicurativa.

Accise sui carburanti: aumenti Verranno aumentate le aliquote dell’accisa sulla benzi-na, sulla benzina senza piombo e sul gasolio usato come carburante. A partire dal 2012 vengono fissate le aliquote delle accise sulla benzina e sulla benzina con piombo come segue:- a decorrere dal primo gennaio 2012, a 614,20 euro per mille litri di prodotto;- a decorrere dal primo gennaio 2013 a 614,70 euro per mille litri di prodotto;Per quanto riguarda le aliquote di accisa sul gasolio usato

come carburante, queste sono così stabilite:- a decorrere dal primo gennaio 2012, a 473,20 euro per mille litri di prodotto;- a decorrere dal primo gennaio 2013, a 473,70 euro per mille litri di prodotto.

Zone a burocrazia zero La manovra prevede, in via sperimentale e fino al 31 dicembre 2013, che si applichi sull'intero territorio nazionale la disciplina delle cosiddette “zone a buro-crazia zero” introdotte dalla manovra di primavera del 2010 e solo per i territori del Sud. Ciò significa che tutti i provvedimenti conclusivi dei procedimenti amministra-tivi (di qualsiasi natura e oggetto, salvo quelli tributari) saranno avviati su istanza di parte sono adottati in via esclusiva da un Commissario di Governo. In caso di mancata adozione entro i 30 giorni dall’avvio del proce-dimento, subentrerà il silenzio-assenso. I provvedimenti si intendono dunque positivamente adottati. Invece, per i procedimenti amministrativi avviati d’ufficio (e sempre con l’eccezione di quelli di natura tributaria) le ammi-nistrazioni che li promuovono si limitano all’istruttoria, dopo di che trasmettono tutti i dati al commissario di Governo affinché questo adotti i provvedimenti conclusi-vi. Tutto ciò comporterebbe quindi uno snellimento e una velocizzazione degli iter burocratici.

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Ovvero parliamo di una professione nobile, ma non considerata

n interessan-te libricino di strategia militare, dal titolo “L’arte della guerra”, attribuito, a

seguito di una tradizione orale lun-ga almeno due secoli, a un generale vissuto in Cina probabilmente fra il VI e il V secolo a.C., è un compendio i cui consigli si possono applicare a molti aspetti della vita. Il libro è tuttora usato per la gestione del management di mol-te aziende in tutto il mondo. Addirittura sembra che anche Napoleone Bona-parte l’avesse sul suo comodino. È una lettura in qualche modo interessante e divertente, sembrerebbe utile in alcune fasi storico-culturali per riflettere. Innanzitutto, come in molte tradizioni orientali e come era nei periodi del più puro classicismo platonico, si aborre la volgarità in tutte le sue forme: la prepotenza, l’arroganza, l’inganno, la malafede. Poi si impara a riflettere in modo studiato, ponderato e strategico su come condurre la propria battaglia verso esiti di vittoria, positivi per i propri fini. Nel testo, così antico, così dif-fuso (è uno degli e-book più acquistati) vengono dati suggerimenti per agire con nobiltà d’animo e correttezza, con

ardimento e con avvedutezza. Il trattato incita a conoscere sé stessi per poter agire con consapevolezza e rendere efficaci le azioni compiute. Direi che è importante, no? Ci fa pensare a qualcosa, riflettere oggi su questi aspetti? Beh sì, a me fa pen-sare tanto, senza retoriche o falsi esotismi, portando nella realtà quoti-diana, quanto sia importante per la categoria degli ottici dare una definizio-ne chiara di sé stessa, al fine di far barriera contro ogni tempesta. Io arrivo all’ottica dall’architettura, un ambito dove la figura professionale è netta-mente definita e difesa, blindata nei suoi ruoli e competenze. Ormai oltre 15 anni fa, entro in contatto con l’univer-so dell’ottica, ne resto incuriosita e decido di intraprendere questo viaggio al suo interno, toccando alcuni ruoli, giocando parti diverse, conoscendo l’esperienza in varie facce del prisma. Mi colpisce subito quanto sfaccettate siano le competenze e quanto sfuocata sia la definizione professionale per il profano (paradossale davvero!), quanto

variegata (anche varia e avariata) sia la gamma dei professionisti all’interno di questo mondo. Ho conosciuto molti ottici, visitato tante realtà, in tutt’Italia,

ho parlato, incontra-to, visto. Quante identità, quanti modi d’intender la pro-fessione! Grazie al cielo il mio impegno professionale non mi ha portata a con-tatto delle realtà dei “centri commerciali” e neanche degli otti-ci d’assalto, scontisti, low cost, filibustieri.

Ho avuto il privilegio di conoscere ottici liberi, indipendenti, imprenditori, alcuni di altissimo profilo professionale. Ho avuto la grande fortuna di conoscere una certa élite d’eccellenze. Eccellenze davvero, per serietà, impegno, scientifi-cità, filosofia, capacità. Le ho conosciute di persona, ne son rimasta affascinata, davvero senza distinzione di latitudini o geografie. Ci sono professionisti così seri, così importanti che mi domando perché questo non si debba sapere, perché non si debba divulgare. Pur-troppo la situazione attuale porta un retaggio anomalo, dove la categoria è troppo frammentata, troppo mischiata,

Miserie e nobiltà

U

Meditazioni

di Luisa Redaellidirezione comunicazione Vega

"Miseria e nobiltà" è il titolo di un celebre film con Totò e Sophia Loren

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N11 201147

Rabrindanath Tagore

Meditazioni

indifferenziata, confusa e le persone comuni, il famoso ametrope, non hanno strumenti per scegliere, se non sono messe a conoscenza. Mi sembra molto assurdo! Però se guardo le vetrine dei centri di ottica, non trovo segno della definizione professionale. Vedo gli stessi prodotti (anzi i “marchi”) ovunque. Però se leggo le pubblicità vedo, nella stra-grande maggioranza dei casi, le offerte commerciali, gli sconti, le promozioni, le campagne. Dove trovo espresso il significato della professione? Chi spiega che cosa fa e può fare l’ottico per il benessere della visione, in collabora-zione, di complemento all’oftalmologo? Chi educa e racconta quante cose può in realtà verificare l’optometrista per l’efficienza visiva? Pochi, molto pochi, e spesso questa comunicazione si verifica solo all’interno dello studio professiona-le. E allora può darsi sia vero davvero che ci potrebbe essere lo zampino di alcune aziende, sotto sotto, quatte quatte, per gettare sabbia sulle compe-tenze dell’ottico? Se l’ottico è ridotto a commerciante, a porgitore d’occhiali, l’economia del settore si gestisce facil-mente. È questo che vuole la categoria? Non sarà il caso di cominciare a fare e a evidenziare i dovuti distinguo? E che sia l’ora, finalmente di una riscossa, di un’emancipazione che rivendichi il valo-

re della professione, dell’aggiornamento, dell’applicazione scientifica, per il be-nessere delle persone. Quegli splendidi lavori che alcuni professionisti svolgo-no egregiamente e onestamente con i bambini per l’apprendimento visivo, con gli sportivi per la percezione visiva, con gli osteopati per i vari problemi della postura e, last but not least, gli studi per la capacità visiva alla guida, che han-no, oltretutto un importantissimo valore sociale. Parliamo di come evidenziare il valore professionale, di come comunica-re l’identità professionale, non sempre e solo di come far aumentare lo scontrino. Questo relega ancora il professionista al ruolo di bottegaro. E diamine, se la professione ha una sua nobiltà e un suo preciso ambito di competenze, la comu-nicazione dei valori peculiari dell’arte ottica e optometrica devono tornare a essere i parametri che faranno la differenza anche sul mercato, come per tutte le professioni liberali. La mia per-cezione è che il mondo stia decisamente virando verso la necessità di valori concreti, reali, morali. Torna in auge il pregio dell’impegno serio e coerente, tramontano definitivamente la sperficia-lità e l’approssimazione. Chi vale deve meritare di più, lo ripeto, e quindi tutto il valore della differenza deve trovare modo d’espressione e soprattutto giusta

soddisfazione. È il momento di levare gli scudi e difendere la qualità professio-nale. Come? Imparando a comunicare il valore aggiunto della preparazione, della capacità scientifica, degli studi acquisiti, delle competenze specifiche. Non serve più pensare a far bottega, è cambiato il mondo! Occorre riportare la professione alla sua nobile identità, chiara, definita e comprensibile. A Milano, la mia città, si dice “Ofelè fa el tò mesté”, che significa “pasticcere fai il tuo mestiere” e son certa che ognuno dei bellissimi dialetti che fanno l’Italia unita ci siano espressioni analoghe. Io credo che siamo pronti per dire al mondo chi siamo e cosa facciamo. Importante è imparare a dirlo bene, coerentemente, chiaramente, serenamente. Dopo di che, ma chi ci potrà mai scalfire le postazio-ni? Se so chi sono e riesco a farlo capire, chi mai mi potrà disturbare?

Al mercato delle paroleSi vendono parole e parole,A cento a cento,A mille a milleVengono i parolai.Hai qualcosa da dire?Al mercato dei ciarlataniNascondilo nel silenzio.

Rabindranath Tagore, (1861-1941), poeta e filosofo indiano di immensa levatura. Tagore si propose di conciliare e integrare Oriente e Occidente. Fu premio Nobel per la letteratura nel 1913

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icordo ancora durante la conferenza di Marco

Bersanell i, cosmologo di fama internazionale, lo stupore e la ver t igine provocata in me dalle congetture matematiche derivanti da un dato cer to in f isica quantist ica. I l dato in quest ione è i l seguente: se fossimo in grado di far spari-re dalla realtà un grammo di materia, come può essere un sassolino, oppure un nostro dente o, ancora, qualsiasi altro elemento, l ’Universo oggi non esisterebbe, in quan-to, per l ’alterato equil ibr io gravitazionale della mate-r ia, sarebbe già evaporato. Analogamente se fossimo in grado di generare dal Nulla un grammo di materia ag-giungendolo alla realtà, come

un migliaio di capell i in più a chi l i desidera o unghie più lunghe per godere di maggior femminil ità o tut to ciò che ci appare “uti le”, l ’Universo non esisterebbe comunque perché già imploso su se stesso per

le stesse leggi d ’equil ibr io del caso precedente. Da quella conferenza, portai con me la consapevolezza che ogni elemento del reale è, così come si presenta ai miei occhi e ai miei sensi, fondamentale

natura e visione

Concepire il nostro Sé separato dall’ambiente è l’errore di percezione più ingannevole cui l’uomo soggiace. Infatti, l’unità indissolubile tra l’individuo e tutta la realtà è condizione

fondamentale per l’esistenza stessa dell’Universo

Filogenesi e ontogenesidel sistema visivo

Rdi Paolo Patuzziottico-optometrista e naturopata

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per l ’esistenza di Tutto, me compreso, ovviamente. Da ciò deriva che la percezione di separazione dall ’ambiente, apparentemente esterno a noi, sia un inganno da svelare alla nostra coscienza, per favorire un'interpretazione del nostro esistere più armoniosa con la Vita.

Filogenesi e ontogenesiPer f i logenesi si intende i l percorso lungo i l quale si è sviluppata la dif ferenziazione e l ’evoluzione degli organismi viventi. Da circa 4,5 mil iardi di anni sul nostro pianeta av-vengono continue modif icazio-ni nella strut tura e funzione delle Specie, al f ine di trovare le strategie più funzionali nell ’ interazione con la real-tà. L’ambiente è in continua trasformazione e così anche i sistemi biologici che ne fanno parte e che lo caratter izzano. L’uomo si col loca nel mondo come elemento sia percettore

che percepito, cioè è parte integrante di una realtà che apparentemente usa e domi-na, ma dalla quale dipende e fa parte. Da questa congettura si potrebbero trarre molteplici spunti sulle dinamiche psico-logiche dei rapport i interper-sonali…Detto ciò possiamo r iconosce-re che noi siamo un Punto di passaggio del Percorso evolu-zionist ico e in noi si r itrovano tut te le tappe dello sviluppo della Vita sulla terra. È altresì molto interessante osserva-re come l ’embrione umano e poi i l feto, ci presentino i l f i lm documentario della stor ia evolut iva sulla terra. In em-briologia, infat t i, tut t i i pas-saggi biologici r icordano le fasi funzionali e anatomiche incarnate nelle Specie più antiche, in un divenire che rende evidente la stret ta e inseparabile appartenenza di tut t i a un unico Essere Viven-te in perenne divenire. Pur

natura e visione

Nelle tabelle di queste pagine le tappe dello sviluppo dell'organo visivo

nel percorso filogenetico

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r ischiando di ingolfare con speculazioni f i losofiche l ’argo-mento, sento di dover insistere su quest i concett i. Per onto-genesi si intende tut to ciò che ha caratter izzato lo sviluppo della specie Homo dagli albori della sua comparsa come Ausrtalopitecus f ino ad oggi come Homo Sapiens Sapiens. Come abbiamo già intuito, però, tra f i logenesi e ontoge-nesi esiste solo un confine di forma o una sempli f icazione di t ipo set tor iale come può esserci tra chimica e f isica, ma solo per esigenze di sem-pli f icazione ed ot t imizzazione

dei metodi di studio e defini-zione. Così, tut te le caratter i-st iche anatomiche e funzionali del nostro sistema visivo non possiamo emarginarle da una arr icchente conoscenza e comprensione più f i logenetica che ontogenetica. Per arr iva-re a questa comprensione vi invito a usare ogni occasione per esplorare la natura con lo spir ito di osservazione di chi desidera penetrare nelle sot t i l i trame della Rete che unisce Tutto. Per esempio, osservare i l comportamen-to dei pesci al la vista di un pericolo o una preda, analiz-

zare i loro occhi sezionandoli pr ima della grigliata; guar-dare i movimenti degli occhi dei camaleonti o interpretare i meccanismi di or ientamento nei veloci cambiamenti di volo degli stormi di uccell i o dei branchi di pesci. Lo sguardo aperto sulla Realtà rende più degni della nostra intel l igenza che se usata con questo desi-derio di comprensione empati-ca, porta a una Coscienza più piena della Vita che attraverso l ’uomo diventa consapevole di sé, ovvero una sor ta di au-tocoscienza della continua e inf inita creazione.

natura e visione

Tappe di sviluppo dell'organo visivo nell'uomo

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L’oftalmometro, che ha costituito per oltre un secolo lo strumento per misurare la a curvatura corneale, tuttora continua a svolgere un importante ruolo per quantificare

la toricità della cornea, oltre a essere utile nella refrazione e nell’applicazione di lac

l termine oftalmometro (o keratome-tro) deriva da ophthalmòs, “occhio”, e métron, “misura”. Dal dizionario tecni-co etimologico è definito, infatti, come “lo strumento di misura delle camere dell’occhio”. Più precisamente, si può affermare che lo strumento rileva i raggi

di curvatura della superficie anteriore del film pre-corneale, il primo strato sul quale si riflettono le mire oftalmometriche. Poiché lo spessore del film lacrimale varia di norma da 6 a 20 micron, si può considerare che i suoi raggi di curvatura siano uguali a quelli della superficie anteriore della cornea. Esistono due tipologie di oftalmometri: a mire fisse, detto Bausch & Lomb; e a mire mobili, detto Javal-Schiotz (diffuso maggiormente in Italia e nel resto d’Europa) tra i quali ci sono alcune differenze funzionali.

Fig. 1 e 2 Il Keratometro a mire fisse e una simulazione delle mire (disallineate) visibili al suo interno

Principio di funzionamentoL’oftalmometro utilizza la proprietà riflettente della

OftalmOmetria e lenti a cOntattO

di Francesco Vargellini docente di Optometria e ContattologiaIstituto B. Zaccagnini

lab

I cornea per misurarne il raggio di curvatura. Più spe-cificamente utilizza la grandezza e la posizione di due mire oftalmometriche che vengono riflesse dalla parte centrale della superficie corneale. La porzione corneale interessata ha un ampiezza di circa 3,0 millimetri.

Fig. 3 Un oftalmometro a mire fisse, visto dalla prospettiva del soggetto esaminato. La sua utilità non si limita al semplice rilevamento dei raggi di curvatura della zona ottica della cornea, ma trova un impiego quotidiano nella contattologia

Misura dei raggi di curvatura delle lenti a contatto fisicamente rigide In assenza di un raggiometro, l’operatore può far uso dell’oftalmometro per misurare la curvatura della super-ficie posteriore di una lente rigida. Per eseguire questa verifica si appoggia la superficie anteriore della lente in

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N11 201153

lab

un'apposita sede portalente e la si trattiene in posizione verticale con l'ausilio di una goccia di liquido. Il porta-lente si trova sulla parte posteriore della “pipetta” fornita dal costruttore per la periodica taratura dello strumento. La misura della curvatura viene effettuata come di nor-ma, con la sola differenza che le mire sono in posizione invertita. In questa condizione particolare dobbiamo tener pre-sente che l’oftalmometro è tarato per misurare superfici convesse (cornea), per questa ragione i rilevamenti oftalmometrici sulla curvatura di lenti a contatto non sono perfettamente esatti. Per rendere valida la misura al valore indicato dallo strumento va aggiunto un valore correttivo di circa 0.02 mm. È opportuno ricordare che questo metodo non è utile per valutare il raggio di cur-vatura di una lente morbida.

Controllo delle applicazioni di lenti a contatto idrofileDurante l’ammiccamen-to, la palpebra superiore esercita una pressione sulla superficie della lente a contatto morbida, come conseguenza della sua tonicità. Se la lente ha un appoggio uniforme sulla cornea (applicazione cor-neo-conforme), la pres-sione della palpebra non ne modificherà in modo evidente l’appoggio. Nel caso di lente applicata

con appoggio stretto, le mire tenderanno a sovrapporsi con il passare del tempo, mostrando l’equivalente di una curvatura più stretta. Infine, nel caso di applicazione con appoggio troppo piatto, le mire potrebbero mostrare un progressivo allontanamento, equivalente a una misura-zione più piatta. Non è un rilevamento essenziale nella pratica oftalmometrica né facilmente interpretabile, ma in casi di emergenza, se ad esempio la lampada a fessu-ra non fosse disponibile, può evidenziare la corretta ap-plicazione di una lente a contatto morbida. Si portano le immagini delle mire in posizione di tangenza e si osserva se, durante l’ammiccamento, le immagini si spostano sensibilmente. Se si sovrappongono, la lente sarà “piat-ta”; se si separano, la lente sarà “curva”. È necessario che la misura venga effettuata velocemente perché dopo po-chi secondi dall’ammiccamento le immagini delle mire torneranno tangenti. Occorre, infine, sottolineare che la tecnica dà risultati più evidenti in caso di lente curva, in cui le immagini oltre che separate saranno deformate.E, a proposito del controllo delle modifiche della superficie corneale causate da lac, le lenti a contatto, anche se ben applicate, possono produrre variazioni della superficie esterna della cornea.

Controllo delle applicazioni di lenti a contatto RGPAnche nel caso di lenti a contatto RGP si possono fare delle valutazioni clinicamente utili. Infatti, anche con questo strumento, oltre che con il più moderno topografo corneale, si può controllare se la nostra applicazione ha prodotto delle variazioni di curvatura corneale. L’effetto risulta simile a quello precedente-mente descritto per le lenti morbide, con la differenza che la misura viene fatta dopo la rimozione della lente. Anche in questo caso, la lente non deve indurre variazioni della curvatura e dell’orientamento dei me-ridiani corneali. Lenti strette determinano spesso un leggero aumento di toricità e di rotazione dei meridia-ni principali naturali. Lenti piatte, invece, warpage centrali e appiattimento dei valori di curvatura.Un’applicazione può essere considerata ben riuscita dal punto di vista del rispetto della fisiologia della cornea, qualora le variazioni indotte dalle lenti siano

Fig. 4 Mire durante la misurazione di una lente morbida. In alto, le mire dovrebbero rimanere ferme durante l’osservazione, per un tempo superiore a quello di ammiccamento (>6 sec). Al centro, le mire si allontanano se la lente è applicata troppo piatta. In basso, le mire si sovrappongono se la lente è applicata troppo stretta

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lab

al massimo molto leggere e transitorie. Il controllo me-diante biomicroscopio è più accurato, ma l’oftalmome-tro può comunque essere un aiuto valido per l’applica-tore anche in questo caso. È normale che l’applicazione di lenti a contatto porti a una riduzione del flusso di ossigeno alla cornea, se si applicano lenti hydrogel. In casi estremi, questa condizione può comportare la formazione di un edema (riduzione della trasparenza della cornea dovuta ad accumulo di liquido nel tessuto, conseguenza di ipossia prolungata o acuta). Il valore dell’edema, se di valore superiore a quello fisiologico notturno, può essere quantificato tramite oftalmometro mediante la misurazione di variazioni dei valori di curvatura pre e post applicazione. Nel caso di un porto intensivo di lenti RGP con valori di permeabilità non elevata, si può rilevare un lieve edema, che può produrre un aumen-to della curvatura corneale fino a 0,05 mm. Con lenti morbide le variazioni sono generalmente più ridotte. Se si rilevano variazioni maggiori si deve verificare la loro reversibilità. Infatti, rimuovendo le lenti e ripristinando il normale flusso di ossigeno, l’edema dovrebbe rias-sorbirsi completamente e la cornea riprendere la sua regolare curvatura. I tempi di ripristino della condizio-ne originaria sono soggettivi, generalmente entro alcu-ne ore. Negli ultimi anni, l’utilizzo di materiali a elevata permeabilità ha notevolmente ridotto le problematiche relative alla comparsa di edema.

Ulteriori casi di rilevazione di irregolarità della superficie corneale con l’oftalmome-tro- Formazione di aree secche (anomalia nella lacrima-zione)- Deformazione epiteliale centrale per eccessivo appoggio- Lac RGP (impronta)- Lesioni superficiali (traumi, corpi estranei)- Cheratocono e altre alterazioni corneali. L’esplorazione della superficie corneale può essere fatta in tutti i meridiani, facendo cambiare il punto di fissazione al paziente. Questa tecnica può essere vali-

da soltanto se le irregolarità sono di una certa impor-tanza. I danni più piccoli sono rilevabili soltanto tramite biomicroscopio o topografo.

Taratura dello strumento Per ottenere dati assoluti occorre effettuare la taratura dello strumento con l’apposito supporto, dotato di una sfera metallica cromata con curvatura di 50 Dt (cornea artificiale). Si ottiene la taratura avvitando in senso orario l’oculare, precedentemente portato al fondo scala diottrico positivo per inibire l’accomodazione dell’operatore. Si pone la manopola di misurazione su un valore di 50 Dt e si modifica il valore diottrico fino a ottenere le mire riflesse tangenti e il crocifilo nitido.Fig.5 condizione fisiologica di astigmatismo regolare

Misurazione dell’astigmatismoL’oftalmometro lavora per riflessione sulla superficie anteriore della cornea e quindi tiene conto soltanto di questo primo diottro oculare. Per questa considerazione un astigmatismo oftalmometrico diverso dal totale può essere dovuto: •alla superficie posteriore della cornea; •al cristallino; •all’indice di rifrazione corneale diverso da quello

usato per la taratura dello strumento (1.3375 liquido lac);

•a un’eventuale toricità della superficie retinica.L’oftalmometro lavora su due piccole zone della cornea distanti 3 mm, fattore che, come abbiamo già considerato, può dare errori di misura.

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Fig. 6 La lettura del dato cheratometrico. Si nota la doppia scala di misurazione, in diottrie e millimetri utilizzabile a piacere, a seconda della finalità della misura effettuata. Normalmente è preferibile annotare in mm una misura finalizzata ad applicazione di lenti a contatto, facendo attenzione ad abbinare questo dato alla direzione del meridiano misurato e non all’asse del potere cilindrico equivalente

L’astigmatismo oftalmometricoQuando si rileva l’astigmatismo oftalmometrico e si con-fronta con il valore totale trovato al soggettivo o in schia-scopia, si deve, per valori elevati, considerare l’influenza della distanza apice corneale-lente. Esempio:Correzione a 13mm dall'apice corneale: sf.-8.00 cil.-3.50 ax 180 Procedimento errato:sf.-8.00 Dt ---> apice: -7.25 Dtcil.-3.50 Dt ---> apice: -3.50 DtCorrezione lac: Sf.-7.25 cil.-3.50 ax 180Procedimento corretto:meridiano 180°: -8.00 Dt ---> apice: -7.25 Dtmeridiano 90°: -11.50 Dt---> apice: -10.00DtCorrezione lac: Sf.-7.25 cil.-2.75 ax 180Valore dell’astigmatismo medio fisiologico interno (a carico del cristallino): -0.50 Dt ax 90°. Solitamente questo valore compensa parzialmente l’astig-matismo fisiologico corneale. Nonostante queste limita-zioni, per il rilevamento dell’astigmatismo l’oftalmometro è utile anche nei casi in cui sia difficoltosa l’effettuazione della schiascopia o dell’esame soggettivo come in:1) soggetti che non collaborano

2) alte ametropie3) ambliopia4) opacità dei mezzi ottici.Inoltre, questo strumento ci permette di individuare gli astigmatismi irregolari, come nel caso di cheratocono. Lo strumento può darci indicazioni significative per la valutazione delle componenti assiale e rifrattiva delle ametropie. Per esempio, se nel caso di miopia troviamo una cornea relativamente “piatta”, si può considerare che il difetto sia del tipo “assiale”, più frequente (dovuto a un’eccessiva lunghezza del bulbo); se invece la cornea fosse piuttosto “curva”, la componente refrattiva dovreb-be essere quella determinante.

Possibilità di erroreCi sono degli errori ricorrenti durante le misure oftal-mometriche che rendono problematica la ripetibilità e l’attendibilità delle misure come nel caso di:•errori sistematici: dovuti alla calibratura (garantita dal

costruttore) e alla taratura (con sfera di metallo di 50 Dt) e facilmente controllabili;

•errori casuali: dovuti alle capacità dell’operatore nell’eseguire la misura. Queste imprecisioni possono essere date da un’imperfetta messa a fuoco delle mire e dall’accomodazione dell’operatore.

Questi fattori possono portare, in termini di raggi di cur-vatura, a errori importanti per una corretta applicazione di lenti. Se lo strumento viene a trovarsi a una distanza dal paziente inferiore a quella di lettura, l’operatore per mettere a fuoco l’immagine utilizzerà l’accomodazio-ne e i risultati della misura saranno errati. Per evitare questo si consiglia di partire da una distanza maggiore: in questo modo le radiazioni emergenti dall’oculare non saranno divergenti e quindi l’accomodazione verrà a es-sere scoraggiata. Lo stesso accorgimento, per il controllo dell’accomodazione, dev’essere applicato per la regola-zione dell’oculare con crocifilo.

Bibliografia1. The eye, visual optical instruments, ed. Cambridge, G. Smith e D.A. Atchinson2. Lenti & occhiali, Medical books, autori vari3. Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto, ed. J&J , aut. J Veys, J Meyler,

I. Davies4. Around the eye 365 days, Slack incorporated books, G.S. Schwartz5. Contact lens practice and patient management, Irving P. Filderman, Paul

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Zaccagnini, da gennaio 2012 il ciclo di incontri di contattologia

L a contattologia è il settore

dell’ottica in cui si registra il

maggior tasso di innovazione

tecnico-scientifica sia a livello di materiali

sia di tipologie delle lenti, con risvolti

positivi sui problemi di applicazione e

di porto da parte degli utenti ametropi.

Per consentire agli ottici di mantenere

un livello di aggiornamento allineato

a quello delle proposte del mercato,

l’Istituto ha organizzato, in collaborazione

con le principali industrie del settore, con

i migliori docenti e con trainer nazionali,

un ciclo di incontri che prenderà il via

il 26 e 27 febbraio 2012. Il programma

si articola in due diversi livelli di

approfondimento.

1. Week end della contattologia:

programma di aggiornamento

permanente dedicato agli applicatori di

lenti a contatto. L’incontro è aperto a

tutti i professionisti che operano nella

distribuzione specializzata ottica sia

in qualità di titolari sia di dipendenti/

collaboratori. È stato concepito per

dare, per la prima volta in Italia, un

aggiornamento continuo alle proprie

competenze con i docenti e i ricercatori

italiani più autorevoli e per confrontarsi

con i colleghi. Ogni week end formativo

è un contenitore che di volta in volta,

semestre dopo semestre, accoglierà temi

diversi e specifici che saranno trattati

dai migliori specialisti del settore. In

particolare dedicherà:

• una giornata (8 ore) alle lezioni

frontali per presentare, anche con

l’ausilio di tecniche multimediali

specifiche, le evidenze della ricerca

italiana e internazionale, portando

l’esperienza clinica di docenti

specialisti di contattologia;

• una giornata (ulteriori 8 ore)

alle esercitazioni cliniche con la

strumentazione lampade a fessura

con acquisizione immagini digitale,

topografi CSO-Keratron-Visionix,

scheinflug camera–Sirius, aberrometro

Onda, video-schermo di analisi visiva e

altri strumenti di ultima generazione,

ai lavori di gruppo e ai case report

per sviluppare le proprie competenze

cliniche.

2. Corso di contattologia riservato a

chi lavora: il corso è stato programmato

per consentire un percorso formativo agli

ottici che hanno iniziato ad applicare, con

le conoscenze e le abilità professionali

di base, lenti a contatto. La frequenza

prevede tre incontri di due giorni al

mese, domenica e lunedì, per un totale

di 50 ore di attività formative che

comprendono sia lezioni frontali sia

esercitazioni pratiche. Gli incontri della

domenica sono aperti anche al personale

non diplomato presente nei negozi

ottici specializzati che desidera assistere

al meglio il cliente/portatore di lenti a

contatto, in collaborazione con l’ottico

applicatore. Il corso presenta e illustra:

• conoscenze di base: film lacrimale,

test, materiali, prodotti chimici

delle soluzioni per la disinfezione e

manutenzione delle lac;

• competenze cliniche: selezione,

applicazione e rimozione delle

lac morbide e rigide e l’utilizzo

della strumentazione specialistica;

fisiopatologia oculare e segni clinici

(complicanze corneali secondarie

per l’uso di lac, prevenzione e

riconoscimento dei segni);

• controllo dell’applicazione: ispezione

esterna, selezione della lac, istruzione e

controlli dei sistemi di manutenzione.

In particolare, 25 ore sono destinate alle

esercitazioni pratiche.

Coordinatore del CiClo 2012

Pietro Gheller

docenti

Laura Boccardo

Antonio Calossi

Pietro Gheller

Stefano Lorè

Luigi Lupelli

Marco Pastorelli

Francesco Sala

Francesco Vargellini

Sandra Winfurter

Fabrizio Zeri

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L’Istituto bolognese avvierà un ciclo di incontri sulla contattologia, fondato su esposizioni teoriche e su esercitazioni pratiche, articolati in due livelli di approfondimento ed esteso anche ai commessi (personale non abilitato)

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LENTI OFTALMICHE

EssILOr: IL vALOrE dELL’INNOvAzIONE

È quello che l’ha portata a essere segnalata da Forbes, ma anche quello che la spinge a investire nelle risorse umane, a livello centrale e nelle sue filiali,

tra cui quella italiana

a rivista Forbes ha recentemen-te collocato il gruppo, che ha la propria casa madre in Francia, tre le 25 aziende più innovative al mondo. Ma l’innovazione per Essilor non risulta separabile

dalla crescita delle risorse umane: lo conferma, ad esempio, il progetto di azionariato diffuso, avviato tra i dipendenti. «Un’iniziativa, già operativa in Francia e in altre filiali, che abbiamo attivato anche nel nostro paese», ricorda Barberis, direttore marketing di Essilor Italia, che da ottobre guida anche il commerciale. Ma lo spiega anche il fatto che innovazioni come la lente antiappannamento Optifog o il sistema di taglio Mr.Orange, entrambi premiati con il Silmo d’Oro 2011, non sono soltanto delle novità di prodotto: Optifog è, infatti, una nuova categoria destinata a rivoluzionare il mercato, e che tuttavia non possono prescindere dalla valorizzazione del personale che sta dietro alla loro nascita e al loro sviluppo.«Nel nuovo ruolo sto guidando la forza vendita ita-liana per utilizzarne al meglio le potenzialità e per garantire ulteriori opportunità di business ai nostri clienti, grazie a Optifog e Mr.Orange, nonché al resto della gamma offerta dal nostro gruppo – sottolinea Barberis – Con questo obiettivo ho affiancato, quindi, Giancarlo Frigerio, che è a capo della divisione dei Key account, ulteriormente rafforzata dall’ingresso di Francesco Terno». Barberis punta a incrementare il business a livello locale, dando continuità al lavoro già avviato dal direttore generale di Essilor Italia,

di Angelo Magri

Massimo Barberis, direttore marketing e commerciale di Essilor Italia, nello stand del gruppo all’ultimo Silmo di Parigi

L

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N11 201159

LENTI OFTALMICHE

Per il lancio della nuova tecnologia antiappannamento Optifog, Essilor Italia ha programmato un articolato piano di comunicazione, conclusosi ai primi di dicembre. Un debutto avvenuto sui canali Sky con il passaggio dello spot da 15” e del live spot durante le partite di serie A su Sky Sport, sui canali di intrattenimento Fox e National Geographic e non ultimo sui canali SkyTg24 e SkyMeteo24, entrambi anche in chiaro. È stato notevole il riscontro di interesse e pubblico, con oltre 8 milioni di telespettatori, avuto da Mario il macellaio, soggetto esilarante del video spot Optifog che, indossando lenti “non optifog”, scende dal suo camion frigo e finisce per consegnare un importante taglio di carne in un’elegante gioielleria, a causa delle lenti molto appannate. «Parliamo di oltre 6.400 passaggi in un mese sui canali Sky – ha affermato Barberis – che in modo ironico hanno educato il consumatore verso la novità assoluta di Optifog e si sono inseriti in un quadro strategico ampio, che ha mirato a creare nuove opportunità di contatto e di business per i clienti partner ottici. Sono stati coinvolti anche i social network grazie alla diffusione virale del video di Mario il Macellaio che ha raggiunto più di 1 milione di visualizzazioni su youtube».

MarIo Il MacEllaIo ha SorPrESo 8 MIlIoNI dI ItalIaNI

Marco Caccini. «Di fatto voglia-mo proseguire l’approccio Essilor Solutions – ricorda il direttore marketing e vendite della filiale italiana del colosso transalpino – I

principali obiettivi che ci prefig-giamo? La creazione di traffico nel punto vendita, un maggiore valore aggiunto, la formazione dell’ottico optometrista e dei suoi collaborato-

ri, l’agevolazione del dialogo con il consumatore finale, l’ottimizzazione dei servizi nel centro ottico e la differenziazione nei prodotti e nei servizi stessi».

Simone rugiati, conduttore di cuochi e Fiamme su la7 e di diversi programmi di cucina su Gambero rosso channel, durante la presentazione alla stampa di optifog, il 13 ottobre scorso. lo chef ha dimostrato le doti anti appannamento delle nuove lenti di fronte al vapore dei fornelli

la campagna stampa di optifog, la lente anti appannamento creata da Essilor, con l’immagine di Mario il macellaio, protagonista dello spot televisivo

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LENTI OFTALMICHE

ZEIss COrrE vErsO quOTA 100L’azienda di lenti oftalmiche e strumenti, che nel 2012 celebrerà il centenario, coinvolge gli ottici italiani in un roadshow dove vengono spiegate tutte le opportunità offerte per

favorire la crescita

ortezza Viscontea, Cassano d’Ad-da, hinterland sud-est di Milano, inizio novembre. «Nei primi 9 mesi di quest’anno il nostro gruppo ha

fatto segnare un incremento del 28% nel segmento delle lenti progressive rispetto allo stesso periodo del 2010». È la “fotografia” scattata da Paolo Azzini, general manager di Carl Zeiss Vision Italia, di fronte a circa 200 ottici e addetti ai lavori della Lombardia. L’evento è stato il secondo appuntamento, dopo quello organizzato in Veneto, di un roadshow che porterà l’azienda di lenti e strumenti per il centro ottico in otto regioni italiane e che si concluderà a fine gennaio in Sicilia. L’occasione è stata l’inizio delle celebrazioni per il centenario del lancio della prima lente con immagine focale puntuale – Punktal – introdotta sul

di Angelo Magri

Paolo Azzini, general manager di Carl Zeiss Vision Italia, parla agli ottici lombardi presenti alla Fortezza Viscontea di Cassano d’AddaF

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LENTI OFTALMICHE

È stata proprio la casa tedesca ad aver dato vita al primo sistema di video centratura con Video Infral e il successivo RV Terminal. E sempre Carl Zeiss Vision è risultata pionieristica nel concentrare in un unico strumento autorefrattometro, autocheratometro e aberrometro e presentare i.Profiler. Ma oggi l’evoluzione di i.Terminal e i.Profiler li rende ancora più appetibili per il centro ottico.Con i.Terminal 2, il videocentratore garantisce una maggiore facilità e rapidità d’impiego, oltre a una totale integrazione nel sistema di gestione dell’ordine. Inoltre è in grado di produrre del materiale utile e chiaro, che verrà consegnato al cliente finale come sua scheda personale. E non occorrono neanche grandi spazi per tenere in negozio i.Terminal 2. Può essere, infatti, collocato in qualsiasi punto del centro ottico, anche di metrature limitate, poiché lo spazio necessario tra il posizionamento dell’utente e la macchina è compreso tra i 70 e i 120 cm. E anche l’interfaccia grafica è diventata di una semplicità assoluta. Un altro fattore distintivo per i.Terminal 2 è la possibilità di rilevare, in pochi istanti, tutti i parametri fondamentali: oltre a quelli tradizionali (H e PD), anche l’angolo pantoscopico e di avvolgimento della montatura, incluse quelle base 6 e base 8, nonché la distanza apice corneale-lente. Infine con i.Terminal 2 è molto più ampia l’escursione in termini di altezza, il che lo rende adatto a qualsiasi tipo di statura, compresi i bambini: da 1 metro e 20 fino a 2 e 20.Alla Zeiss ricordano che i.Profiler plus è l’unico strumento attualmente sul mercato in grado di racchiudere tre funzioni in una sola macchina. Ed è l’unico che consente l’accesso alla tecnologia i.Scription, che, attraverso il ricalcolo ottico delle lente, riesce a minimizzare le aberrazioni oculari di alto ordine nella

visione. Nella nuova versione inoltre è stata migliorata l’interfaccia grafica sia in fase di misurazione sia in quella di interpretazione dei dati forniti, il tutto gestito integralmente tramite touchscreen. Infine tutte le misurazioni vengono effettuate in meno di 30 secondi: autoref, wavefront e cheratometria, infatti, vengono eseguite simultaneamente grazie alla proiezione degli anelli dei dischi di placido agli infrarossi.

Il NuoVo Volto dI I.termINAl e I.ProFIler

mercato nel 1912, che ha segnato l’era delle lenti di preci-sione. Zeiss da allora opera quotidianamente per offrire la migliore visione grazie a una costante attività di ricerca e sviluppo nell’ottica di precisione. «Sempre nei primi 9 mesi del 2011 il mercato delle lenti oftalmiche, secondo i dati Anfao, è stato stagnante, con un risultato totale in valore pari a 0,6% - ha ricordato Azzini - Dato ancora più allarmante se si considera il segmento lenti progressive che registra solo un +0.4%». Nonostante questo contesto di stagnazione, Zeiss, grazie alla forza del brand e alle numerose iniziative a sostegno del mercato, «ha realizzato una crescita del 28% in valore proprio nel segmento delle multifocali, di così alto valore aggiunto per l’ottico».Per risultare competitivi oggi su un mercato così difficile e in un quadro congiunturale tanto complesso, bisogna innescare un circolo virtuoso basato su quattro punti car-dine: vendere valore, generare valore, consolidare valore e comunicare valore. Per realizzare questi obiettivi gli ottici devono trovare un partner che abbia fatto le stesse scelte di posizionamento; un partner che ponga al centro il cliente e la sua soddisfazione, offrendo soluzioni ad alto valore, che diano un reale supporto alla crescita e al rag-giungimento di obiettivi condivisi. Come ha ricordato nel roadshow il numero uno di Carl Zeiss Vision Italia, ragioni della crescita si possono trovare nella volontà dell’azienda di sostenere la sfida quotidiana degli ottici proponendo una partnership fondata su quattro pilastri cardine: pro-dotto, strumenti, marketing e formazione.«Prodotti innovativi e performanti garantiscono la massi-ma soddisfazione del cliente e risultano capaci di creare valore per il centro ottico – ha sottolineato Azzini - Stru-menti di analisi visiva all’avanguardia, come i nuovi i.Profiler plus e i.Terminal 2, uniti a un percorso di custo-mer experience, rafforzano la professionalità dell’ottico e aiutano a vendere valore. Mirate attività di marketing in store, che vanno dai corner Zeiss fino agli Zeiss Vision Store, e in comunicazione esterna creano le basi per la generazione di traffico e la fidelizza-zione del cliente, elementi base per il consolidamento del valore creato. Infine una proposta formativa com-pleta, tanto tecnica quanto mana-geriale, nell’ambito della Zeiss Aca-demy, aggiorna il proprio percorso professionale e personale dell’ottico stesso». Così l’offerta di partnership che Zeiss propone all’ottico passa attraverso un ventaglio ricco di soluzioni: vanno, infatti, dagli stru-menti e dai supporti commerciali al training, dagli elementi di visibilità fino agli strumenti di marketing.

Il nuovo i.Profiler plus in mostra agli ottici che hanno partecipato alla tappa lombarda del roadshow, che tra novembre e gennaio 2012 avrà toccato 8 regioni italiane

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Page 65: B2Eyes Magazine 11-2011

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