TB Magazine Dicembre 2011

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Tutto Brindisi - Anno 17 numero 37

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L’OCCUPAZIONE GIOVANILEBUONA SOLO COME SCUSA

IIl livello raggiunto dalla disoccupazione gio-vanile in Italia, circa il 30 per cento con cifre molto più accentuate al Sud, suggerisce non

solo misure nazionali e iniziative regionali, come quelle in atto in Puglia a sostegno delle aziende che assumono o formano, ma una rivoluzione del pensiero comune degli amministratori locali. Ad esempio, non si possono più considerare la scuola e l’università come un impegno accessorio e secondario della politica, rispetto ad altri compiti come le opere pubbliche o i servizi ordinari delle città. Per combattere la disoccupazione giovanile bisogna creare nuove forme di lavoro che spingano ai margini e disattivino progressivamente tutta la gamma di precarietà e dequalificante sfruttamento che macerano le capacità e la dignità dei nostri ragazzi. E in questa direzione solo una formazio-ne adeguata può aiutare i giovani a impiegare le proprie energie, con buone speranze di riuscita, nella realizzazione di una nuova e diffusa rete di microimprese innovative nel settore dei servizi e delle forniture specializzate.Certo è anche necessario decidere in che direzio-ne deve marciare questo territorio, ed ognuno dei centri che ne fanno parte: la rendita per pochi che potrebbe garantire un progetto come il rigassifica-tore della British Gas, oppure una offerta logisti-ca che collochi Brindisi in buona posizione nei sottosistemi di trasporto delle merci che viaggiano lungo l’asse Shangai-Rotterdam? Un accordo con i grandi gruppi presenti per trasferimenti esterni di pezzi di ricerca e il sostegno a filiere secondarie e innovative, oppure basta ciò che c’è, vale a dire il semplice fatturato garantito per operazioni come la movimentazione, il trasporto, le pulizie, le manu-tenzioni, che sono importanti ma anche il livello tecnologico più basso del sistema che chiamare

L’editoriale

di MARCELLO ORLANDINI

indotto è improprio? Continuare a costruire alber-ghi e residence secondo logiche buone per gli anni Settanta, o pensare a come un turismo diffuso e di qualità, basato su ambiente, cultura, permanenze si-cure, servizi, può cominciare a sostituire nelle cam-pagne e lungo le coste un’agricoltura colpita a morte dalla nuova Pac progettata a Bruxelles, sostituendo il micro reddito agrario con l’offerta di centinaia di abitazioni rurali sul mercato delle vacanze?Cosa può fare l’università per aiutare le amministra-zioni a realizzare un grande spin-off? E cosa devono dare in cambio le amministrazioni locali alla scuola e alle università? A me sembra questa la prospettiva, per molti versi stimolante anche se ardua e com-plessa, che bisognerebbe porsi invece di continuare a chiudersi nella logica dell’attesa di appalti che risolvono pochi problemi per pochi mesi, e ne crea-no di enormi al momento delle decantierizzazioni, e che comunque servono solo a sopravvivere e non a vivere, nel senso economico del termine. Riusciremo a fare questo passo? Si sappia, nel frattempo, che i nostri ricercatori, i nostri giovani medici, i nostri gio-vani ingegneri giustamente scelgono di costruire il proprio futuro, forse a malincuore o forse no, altrove, anche in altri Paesi. Potremmo parlare di una condizione normale se la circolazione delle professionalità e dei saperi funzio-nasse anche al contrario, ma qui non viene nessuno a studiare o a lavorare. E se non fosse necessario essere pregiudicati per avere il diritto di prelazione nelle assunzioni. Può darsi che questo sia il destino del nostro territorio, chissà. Ma la cosa più grave e inaccettabile è che si continui ad usare il problema dell’occupazione giovanile come un timbro di legit-timità per qualsiasi operazione sindacale o politica dai dubbi vantaggi per la città e la sua provincia. Questo proprio no.

TUTTO BRINDISIN. 37 › Dicembre 2011

Iscritto al Registro Stampa Tribunale di Brindisi n. 4 del 13/10/1995

Editore: Edizioni Futura srl, Brindisi - Via de’ Catignano, 35

Pubblicita’: 0831.550246.

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Direttore responsabile Marcello Orlandini

Hanno scritto su questo numero Maristella De MicheleMarcantonio Gallo, Guido Giampietro,

Stefano Lamonica, Iole La Rosa, Giovanni Membola, Fabio Mollica,Tiziana Piliego.

Graphic Design Salvatore Antonaci

Stampa Tipografia Martano , Lecce

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Il più pagato del gruppo preso in consi-derazione è Barack Obama, il presidente degli Stati Uniti d’America, al quale viene corrisposta una indennità di 400mila dollari l’anno. Segue il Presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, con 253.600 euro.

Terzo per stipendio percepito, il nostro Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, con 239.182 euro. Quarto, il presidente dell’Autorità Portuale di Brindisi, Iraklis Haralambides, con 230mila euro. Quinto, il vice presidente degli Usa, Joe Biden, con 230,700 dollari. Sesto, il segretario dell’Autorità portuale di Brindisi, Nicola Del Nobile, con 210mila euro. Va aggiunto che per il presidente dell’Authority brindisina sono previsti annualmente pure 25mila euro di rimborso spese di viaggio e soggiorno, anche all’estero, per attività istituzionale e 30mila euro di versamento contributi Inps e Irap sull’indennità stessa.Qualcuno potrà dire che si tratta di una classifica compilata ad effetto, e invece la stessa offre la per-cezione esatta di quanto venga valutata o sopravva-lutata la prestazione di settori della amministrazione pubblica italiana, e in questo caso brindisina, al cospetto della valutazione che viene fatta per alcune responsabilità politiche e di carica immensamen-te più importanti. Premettendo che non è stato il nuovo presidente dell’Autorità Portuale a stabilire l’ammontare di simile appannaggio, va precisato che

lo stimolo a rendere noto tale paradosso è stata una discussione tra colleghi in cui si è dovuto convenire che non sono le famose, sfruttatissime e imman-cabili auto blu l’icona giusta dei privilegi di casta, e forse neppure l’indennità di carica parlamentare, ma questo arcipelago inesplorato degli enti periferici.Indennità assolutamente scollegate dai risultati, o performance che dir si voglia, assicurati in cambio alla struttura economica, logistica, di servizio che sia, amministrata e governata. Ma la politica c’entra sempre, perché consente tutto ciò pur facendo parte degli organismi di governo degli enti. Anzi, tali ruoli privilegiati entrano nel lotto delle nomine che la poli-tica si contende. Austerità, tagli alla spesa pubblica e blocco del turn-over per gli statali? E perché non anche una ripas-sata come si deve a queste realtà, prima di tagliare la benzina alle volanti della polizia o i contributi al servizio sanitario, ed eliminare i contratti nazionali di lavoro dei poveracci?Questo articolo, uscito in anteprima nei giorni scorsi su BrindisiReport.it, ha immediatamente stimolato la risposta del presidente della Provincia Massimo Fer-rarese, che sa bene quanto l’argomento faccia presa sull’opinione pubblica: «In un periodo così difficile come quello che il Paese sta attraversando, dove si richiedono sacrifici a cittadini, famiglie ed imprese ed attraversato in lungo ed in largo dal dibattito sui

All’Autorità Portuale di Brindisi il presidente Hercules Haralambides ed il segretario generale Nicola Del Nobile

percepiscono, rispettivamente, 230mila e 210mila euro l’anno. Quasi quanto il presidente della Repubblica Napolitano (239.000).

Messi a confronto, sindaci, assessori, presidente della Provincia e degli enti locali sono degli straccioni.

Forse è venuta l’ora di rinunciare a una parte di questi emolumenti. Anche perché...

Ricchigli ultimi

Nicola Del Nobile210 mila euro l’anno.

di Marcello Orlandini e Fabio Mollica

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COPERTINA

costi dell’apparato pubblico, appare doveroso richia-mare l’Autorità portuale ad un senso di sobrietà a cui tutti dovremmo attenerci. Sollecito, quindi, una forte revisione delle indennità delle posizioni apicali di questo ente, cioè quelle del Presidente e del Se-gretario Generale, che sono quattro volte superiori quelle di Presidente della Provincia e Sindaco della città capoluogo, indennità da parificare a quelle di tutti gli Enti Locali e degli altri enti pubblici ed economici».In effetti sindaci, presidente di provincia e asses-sori, a confronto, sono dei poveracci: il sindaco del Comune di Brindisi percepisce 3.200 euro netti, il vicesindaco 2.200, un assessore comunale 1.800 se si dedica a tempo pieno alla città, altrimenti si mette in tasca meno di 1000 euro. Al presidente della Provincia toccherebbero 3.000 euro al mese, ma Ferrarese ne incassa solo 2.400 perché, insieme ai suoi assessori, ha deciso da diversi mesi (primo ente pubblico a farlo in Italia) di devolvere il 20 per cento degli emolumenti ad associazioni locali di volontaria-to. Agli uomini della sua giunta spettano, in media, 1.700 euro.Ma c’è pure chi se la passa peggio: alla Camera di Commercio il presidente Alfredo Malcarne si accontenta di 1300, ed il vicepresidente Cosimo Convertino è a soli 900 euro. Al Consorzio Asi,

Ercules Haralambides230 mila euro l’anno.

invece, il presidente Marcello Rollo ed il suo vice (lo stesso Convertino) ad oggi svolgono il loro incarico a titolo di volontariato, in quanto l’assemblea dei soci non si è ancora riunita per stabilire gli emolumenti dei vertici dell’ente. Gli stipendi dei vertici dell’Auto-rità portuale, lo ricordiamo, sono stabiliti con legge nazionale dal ministero competente. Questo però non vuol dire che i diretti interessati non possano rinunciare ad una percentuale degli stessi, come ac-caduto all’Amministrazione provinciale. E ci sarebbe anche un’altra motivazione per chiedere uno sconto, soprattutto in riferimento al presidente Haralambi-des, che risulta non essere sempre presente in sede: a fine ottobre avevamo chiesto un appuntamento per una intervista, ma dagli uffici dell’ente ci hanno detto che non se ne parlava prima del 15 novem-bre, perché il presidente era in Cile per impegni istituzionali e poi sarebbe andato a Rotterdam per impegni personali di lavoro (quello legato alla locale Università). Così, visto che Haralambides dialoga con la città attraverso la pagina Facebook dell’Au-torità portuale, il 2 dicembre (dopo aver chiesto ed ottenuto l’amicizia) abbiamo inoltrato una richiesta di appuntamento. Chissà se per l’anno nuovo saremo accolti negli uffici dell’Autorithy. A meno anche le interviste, a causa dell’assenza del presidente, non devono essere fatte attraverso Facebook.

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Ventisette anni, allena-tore di minibasket per professione, il mesagne-se Antonio Scoditti l’8

di dicembre prossimo sarà uno dei concorrenti del PPT - People’s Poker tour, il torneo di poker a livello mondiale ormai alla sesta tappa, che si terrà a Campione d’Italia. Il torneo si svolgerà dall’8 dicembre 2011 sino al 12. Il montepremi del tour si aggira intorno ai 200 mila euro (ma è ancora in fase di quantificazione in quanto le iscrizioni sono ancora aperte). “Per me sarà esclusivamen-te un’esperienza di divertimento

UNA MANO DA 200 MILA EURO

- sottolinea Antonio Scoditti - in pochissime ore, dopo aver giocato solo poche volte al poker online mi sono ritrovato ad essere il vincitore del torneo e quindi avere l’accesso gratuito al People’s Poker Tour”. An-tonio non ha la passione del gioco e nemmeno è mai stato un giocatore incallito, ma la settimana scorsa, sbagliando a cliccare un tasto, men-tre scommetteva con alcuni amici delle partite di calcio, si è ritrovato ad essere un giocatore online di FreeRoll, un torneo di poker che si trova sulla piattaforma di Gioco+.“A quel punto ho pensato, - conti-

nua Antonio - visto che ci sono, una partita me la faccio”. E così è stato, il giovane ha cominciato a giocare la partita di poker ed ha iniziato a vincere. Su 3000 giocatori, il mesa-gnese, è arrivato a classificarsi nei primi sei e così gli è stato garantito un ticket gratuito per l’accesso ad un altro torneo di poker online chiama-to “Torneo satellite” che si è tenuto domenica 27 novembre scorso. “Visto che non c’era nessuna spesa ho continuato a giocare per diverti-mento, e preciso che non ne capisco tanto ma forse il mio risultato si può solo giustificare perché ho avuto un po’ di fortuna in più rispetto agli altri giocatori”.Schivo e anche un po’ imbarazzato, il mesagnese continua a raccontare la storia del perché è arrivato così in alto nel poker e come l’8 dicembre 2011 si troverà a sfidare chi, invece, lo fa quasi per mestiere. “Domenica 27 ho iniziato la partita di Torneo Satellite – continua ancora Antonio Scoditti – e anche lì ho iniziato a vincere. Su 500 partecipanti, sono arrivato primo vincendo un premio di 2,500 euro e aggiudicandomi così il posto ad un tavolo del People’s Poker Tour a Campione d’Italia”.Si è ritrovato, Antonio Scoditti, da principiante ad essere considerato uno dei migliori giocatori di poker a livello nazionale. Ora, l’8 dicembre prossimo, dovrà andare al casinò Campione d’Italia e sfidare i più forti giocatori di poker, questa volta, faccia a faccia e non davanti ad un pc. Il montepremi sarà considerevo-le (ogni giocatore versa una quota di partecipazione di 1,500 euro) ma le iscrizioni sono ancora aperte e lo saranno fino a pochi minuti prima dell’inizio del torneo, quindi più partecipanti s’iscriveranno, più alto sarà il totale finale. “Andrò lì per divertirmi e per vivere un’esperienza diversa - conclude Scoditti - poi se dovessi vincere, potrò pensare a fare qualche regalo di Natale in più”. L’evento sarà trasmesso in diretta sul canale 222 di Sky “Poker Italia 24” (differita su Italia 1 a Poker Mania).

Maristella De Michele

BRINDISINI

WINE SPECTATOR

Un vino brindisino nella Top 100 mondialeÈ il Torcicoda di Tormaresca

Wine Spectator, la Bibbia dell’enologia mondiale, ha inserito un vino

pugliese nella sua Top 100 dell’anno: si tratta del Torcicoda Salento Igt 2008, etichetta della cantina Tor-maresca, che ha sede a San Pietro Vernotico. La selezione delle eccel-lenze enoiche del mondo, della quale tutti i produttori di vino vorrebbero far parte, ha premiato il Torcicoda, classificandolo al 61° posto nella lista che racchiude i 100 «vini più

entusiasmanti del mondo».Già dalla sua prima annata, il 2001, l’interpre-tazione moderna del Primitivo in purezza di casa Tormaresca, ha dimostrato le sue potenzialità conseguendo numerosi apprez-zamenti. In soli 7 anni, questo vino è diventato un punto di rife-rimento grazie alla sua spiccata personalità, dovuta ad un bilanciamento

tra la qualità delle uve ed al rispetto dell’autenticità varietale.Oltre che per Tormaresca, questo è un importantissimo risultato per tutta la Puglia enologica, che sta riconquistando l’antica fama dei suoi vini, grazie alla qualità ormai costante nella maggioranza delle sue produzioni.

Antonio Scoditti, allenatore di minibasket a Mesagne, è tra i concorrenti del People’s Poker Tour a Campion d’Italia. «Ma lo faccio solo per divertimento».

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CITTÁ

L’Amministrazione comu-nale di Brindisi ha emesso un’ordinanza con cui viene regolamentato il conferimen-

to di cartoni da imballaggio da parte degli esercenti attività commerciali. In sostanza le regole da rispettare sono le seguenti: i cartoni da imballaggio devono essere conferiti davanti alle rispettive attività; devono essere piegati, accatastati, volumetricamente ridotti e impacchettati; il conferimen-to deve avvenire dalle 21.00 alle 6.00 e/o dalle 12.30 alle 13.30 dal lunedì al sabato; gli esercenti attività commer-ciali che operano nelle aree mercatali devono depositare nell’apposita area di vendita, solo ed esclusivamente alla fine dell’attività, i cartoni opportuna-mente piegati e legati e non devono lasciare imballaggi vari di carta, carto-ne, legno, plastica o cellophane, non-ché scarti organici di frutta e verdura, sparsi sul suolo pubblico. Ai trasgres-sori dell’ordinanza sarà comminata una sanzione amministrativa pecunia-ria da € 25,00 ad € 500,00. Spetta alla Polizia Municipale e al personale di ispezione e vigilanza della Asl vigilare sul corretto comportamento degli esercenti. L’Amministrazione e Mon-teco, azienda che gestice l’appalto di raccolta rifiuti, rendono noto inoltre che è attivo il Centro raccolta mate-riali, ubicato in via Nobel n. 16 (alla zona industriale), aperto dal lunedì al sabato dalle 8 alle 11 e dalle 13 alle 16. I cittadini possono conferire gratu-itamente i propri rifiuti accuratamente differenziati, rifiuti ingombranti, appa-recchiature elettriche ed elettroniche (per esempio: lavatrici, televisori, pc, mobili, materassi, telefonini),

Rifiuti: la Monteco si aggiudica l’appalto

sfalci e potature (massimo 4 sacchi), cartucce stampanti, rifiuti legnosi, olii vegetali esausti, batterie, rifiuti metallici, e i rifiuti inerti (max 10m³ al mese). In questo periodo sono inoltre attive campagne di sensibilizzazione ambientale rivolte a tutte le utenze. Particolare attenzione è rivolta alle scuole, con un progetto predisposto da Monteco e Amministrazione comu-nale in collaborazione con i ragazzi del Servizio civile nazionale. Già avviati in questo mese gli incontri/dibattito con le classi di scuola primaria del 7° Cir-colo Didattico con l’ausilio di materiale multimediale, materiale informati-vo, dimostrazioni pratiche, giochi e canzoni a tema ambientale. A seguire gli interventi verranno svolti anche nelle altre scuole che hanno aderito al progetto. Gli studenti saranno anche impegnati nel concorso “Inventa un Manifesto con slogan”. Il messaggio più originale sarà pubblicizzato in tutta la città. Oltre agli studenti, sono in fase di organizzazione anche corsi di formazione agli addetti delle mense scolastiche al fine di recuperare tutto l’umido prodotto a scuola.Informazione sull’importanza di effet-tuare il recupero degli scarti alimen-tari (rifiuto umido-organico) derivanti

dalle attività delle mense scolastiche. Il modulo si svolgerà tramite incontri mirati con gli addetti del settore, at-traverso opera di sensibilizzazione da parte dei due volontari del Scn (scuole materne) e degli operatori Monteco Srl (scuole elementari) e l’utilizzo di diapositive e materiale a tema. In programma per i prossimi mesi anche delle visite guidate presso impianti di trattamento rifiuti al fine di rendere noti i processi che avvengono dopo la raccolta. È possibile ritirare il kit di raccolta dome-stico, le buste per la raccolta differenziata di carta e plastica ed i materiali informativi presso i presidi ap-positamente allestiti e di seguito elencati: rione Centro, piazza Mercato dal Lunedì al Sabato 9,30/12,30. Rione Paradiso, via Oriani dal Lunedì al Sabato 9/13. Rione Commenda, via S. Maria Ausi-liatrice 52 dal Lunedì al Sabato 9/13.

BEST SHOP

Portico 12Tante idee regalo per il Natale, a cominciare dai tessuti multicolor di Gallo

Pportico 12, in via Filomeno Consiglio 12 a Brindisi, si conferma uno dei negozi di

abbigliamento più amati dai brindisini, pur essendo nato da poco più di un anno. Il suo successo è dovuto alla altissima qualità dei capi in vendita, che non significa per forza prezzi alti. Alberto Bertoldo, titolare di Portico 12, ci spiega quali sono le novità della stagione.«Il fenomeno del momento è sicura-mente il Multicolor di Gallo, azienda che fino a poco tempo fa era nota esclusivamente per la produzione di calze, e che oggi propone tante idee

regalo: sciarpe, cappelli, e le cra-vatte in maglina di cashmere. E poi c’è la maglieria effetto vanisè, sempre caratterizzata dai filati cashmire».Idee che rende-ranno l’albero di natale ricco di gioia e colori.Altre proposte del momentosono le esclusive polo e le sofficissime felpe della prima linea di Christian Dior.Per chi è alla ricerca di qualcosa di più particolare

ci sono le sciarpe della maison di Yves Saint Laurent, oppure le nuove scarpe delle Calzature Volta, davvero molto comode, vere e propria rivisitazione del classico ed intramontabile polacchino.Infine, da non dimenticare, il mondo di BomBoogie, linea giovane e ricca di grinta. Chi invece ama lo sport e i capi tecnici si potrà sbizzarire con le proposte di Helly Hansen. Insomma, Portico12 è un negozio che accontenta tutti i gusti dell’universo maschile: sia quelli dei più giovani che quelli degli adulti che vogliono mantenersi sempre al passo coi tempi.

Intanto il Comune ha emesso una ordinanza per regolamentare il conferimento di cartoni da imballaggio da parte delle attività commerciali. Mentre la ditta appaltatrice è impegnata nelle scuole elementari con interessanti progetti eductivi sulla raccolta differenziata.

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Nell’ambito delle azioni volte a con-tribuire al rilancio del settore edile, Ance Brindisi ha intrapreso un per-corso congiunto con l’Inbar - Istituto

Nazionale di Bioarchitettura, sezione di Brindisi - per realizzare un progetto pilota che consenta alle imprese di acquisire consapevolezza circa le opportunità offerte dalla Legge Regionale n. 13/2008 “Norme sull’abitare sostenibile”, tra le quali risaltano gli incentivi volumetrici e fiscali che i Comuni possono riconoscere in favore di coloro che realizzano interventi di edilizia sostenibile.Ancora una volta, dunque, Ance Brindisi è impegnata a fornire un supporto concreto alle imprese locali per la diffusione di strumenti, tecniche e modalità costruttive sostenibili.L’iniziativa, inserita nel contesto delle azioni del Sistema dell’Edilizia di Brindisi, nasce dalla con-siderazione che il comparto delle costruzioni sta risentendo in modo particolare dell’attuale, delicata situazione economica e dalla coscienza che la ripresa del settore può avvenire solo at-traverso l’innovazione delle imprese e l’imple-mentazione della qualità del costruito, anche in relazione alle prospettive di sviluppo turistico del territorio provinciale e ad una maggiore attenzione alla tutela dell’ambiente. La collaborazione tra Ance Brindisi e la Sezione provinciale di Inbar nasce proprio dalla sensi-bilità che i due enti dimostrano da sempre su queste tematiche.Attraverso il progetto pilota, le imprese di Ance Brindisi, supportate dai tecnici Inbar - che assisteranno e seguiranno l’iter realizzativo in ogni sua parte - potranno sperimentare su un edificio di nuova costruzione le modalità di applicazione delle nuove tecniche e, parallela-mente, il percorso amministrativo per ottenere i vantaggi offerti dallo strumento legislativo regionale. Al termine dei lavori l’edificio rea-lizzato riceverà la certificazione di sostenibilità ambientale e se ne potrà valutare l’impatto sul mercato immobiliare.Questa sperimentazione consentirà, inoltre, alle imprese locali di implementare il proprio know-how nella ricerca di soluzioni costruttive ispirate alla qualità dell’intervento edilizio ed alla sostenibilità ambientale degli edifici.Tutte le fasi del procedimento saranno rese pubbliche attraverso incontri periodici e di

aggiornamento presso la sede Ance di Brindisi.Il progetto partecipa al Bando di finan-ziamento regionale nell’ambito del Programma delle At-tività Culturali per il triennio 2010/2012, con fondi FESR 2007/2013. “Questa collabora-zione con INBAR” - dichiara Massi-mo Campanelli, presidente di Ance Brindisi (foto a destra)- “si inserisce coerentemente nel piano di azione che da tempo portiamo avanti con il Sistema dell’Edilizia di Brindisi. Infatti, è perfettamente in linea con ciò che dichiariamo pubblicamente rispetto allo sviluppo del territorio ed alle nuove esigenze costruttive, ma anche con le indicazioni ed i contributi dati alla discussione sul PUG di Brindisi”. Particolare valenza sarà data, quindi, allo studio delle strategie costruttive di sostenibilità ambientale ed all’analisi dei costi di intervento, al fine di consentire alle imprese locali,

Ance e Inbar insieme per l’edilizia del futuro

L’Associazione dei costruttori edili e l’Istituto nazionale di Bioarchitettura realizzeranno un progetto pilota per aiutare le imprese a sfruttare la legge regionale sull’abitare sostenibile

ECONOMIA

ad Ance ed ai tecnici progettisti di effettuare una seria e completa comparazione dei costi (relativi alla sostenibilità ambientale degli edifici) e dei benefici economici dovuti all’aumento di volumetria edificabile. Una pubblicazione a cura di Ance e Inbar Brindisi, con il contributo di altri soggetti regionali preposti alla diffusione delle pratiche di sostenibilità ambientale in edilizia, descriverà ed illustrerà nel dettaglio tutte le fasi dell’iniziativa.“Inbar è in provincia di Brindisi una realtà consolidata” - sostiene l’architetto Gabriella Verardi, presidente della sezione Inbar di Brin-disi - “abbiamo trovato in Ance e nel Sistema dell’Edilizia di Brindisi un partner consapevole del contributo che possiamo dare alle imprese

ed al territorio. Tra l’altro anticipo che a gennaio con Ance e Scuola Edile di Brindisi partirà un cor-so di alta formazione su pianificazione sostenibile per tecnici liberi professionisti e di impresa. C’è bisogno di imprese e di professionisti qualificati per uscire dalle sabbie mobili del momento. In Inbar siamo impegnati nel fare la nostra parte”.

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Confesso d’essermi sempre chiesto perché si scrivono “lettere aperte”. Perché, invece, non si prende carta, inchiostro e calamo (o, se

volete, un pennino) oppure una pagina elet-tronica di Office World 2007 e non ci si rivolge direttamente al destinatario della missiva, evitando così di mettere in piazza fatti privati. In realtà lo scopo è proprio quello di coin-volgere il maggior numero di persone in situazioni che sono già di pubblico dominio. Per questo, caro Mario (mi consenta questa fa-miliarità, oltre che per la differenza d’età, per l’appartenenza alla stessa comunità cittadina), anziché affrancarla e imbucarla, affido questa lettera alle pagine di TuttoBrindisi affinché possa essere letta e commentata (nel bene e nel male) anche dagli altri giovani della nostra provincia.L’occasione per scriverle me l’ha offerta la sua partecipazione e subitanea eliminazione al Grande Fratello. A tal proposito le dico subito che io non le ho dato il voto che lei e i suoi fan vi aspettavate. Né avrei potuto, visto che finora - per intimo convincimento - non ho mai seguito alcuna puntata della trasmissione. Ma - questo è il punto - io non l’ho votata (quando testate ed emittenti televisive locali spronava-no a farlo…) proprio per il suo bene!È lo sguardo da bravo ragazzo, il linguaggio per niente aggressivo e l’aspetto “pulito” ad aver-mi fatto astenere dal votarla. Oltre ai giudizi positivi (con esclusione di quelli “di parte” dei suoi familiari) che sul suo conto hanno espres-so amici e perfino qualche insegnante.Credo che dopo la sensazione di vuoto che avrà avvertito nel corso delle prime scaramuc-ce nella “casa” e la delusione per la prematura defenestrazione, debba essersi ricreduto anche lei sulla bontà d’una formula che ripro-pone l’ossessione orwelliana del mostrarsi in pubblico 24 ore su 24. Ma anche sulla caratura dei personaggi che vi partecipano e il basso profilo d’un pubblico che a mio avviso non si

LETTERA APERTA A MARIO ERMITOConfesso di non averti votato al Grande Fratello. Per il tuo bene.

differenzia molto da quello degli antichi romani al cospetto dei cruenti circenses offerti loro dall’impe-ratore di turno. Per questi motivi, caro Mario, sono contento che, grazie anche all’aiuto della (buona) sorte, ne sia uscito fuori. Ritengo però legittima la sua curiosità in merito alle motivazioni della mia avversione a questa trasmissione (ma pure a tutte quelle - altrettanto vuote e volgari - che ci propinano le TV commerciali e, ahimè, anche quelle di Stato).Le dico al riguardo che già in occasione dell’esclusio-ne (apparentemente ingiustificata) d’un concorrente di Mesagne dal casting del Grande Fratello 11, mi ero espresso - da queste stesse pagine - in maniera molto critica sulla natura di questo “intratteni-mento” e sul fatto che i giovani nostrani potessero lasciarsi incantare da così fatui miraggi. Fino a quel momento mi ero infatti illuso che ci fosse una Brindisi felix, un’isola felice nel mare tempestoso del chiasso mediatico e del gossip gratuito. Insomma ero contento che nessun figlio di questa terra si fosse proposto per recitare in un teatrino dove è quasi sempre di scena la superficialità e la banalità.I ragazzi di qui, mi dicevo, hanno pudore a lasciarsi ritrarre in certi atteggiamenti e a usare un frasario che talvolta scivola nella blasfemia (con conseguenti, puritani allontanamenti dallo spet-tacolo, salvo poi contradditori ripescaggi). I ragazzi di qui, fantasticavo, non soffrono d’un narcisismo basato sul successo e sul consenso. Essi pensano sì a divertirsi - ci mancherebbe! - ma lontano da queste finzioni. Pensano, soprattutto, a realizzare i loro progetti di vita, le loro sacrosante aspirazioni. Purtroppo anche a costo del sacrificio d’allontanarsi dalla loro terra. Invece il tentativo (e relativo cruccio!) di quel ragaz-zo mesagnese ed ora la sua avventura più veloce della parabola d’una stella cadente mi hanno fatto ricredere. Non è ancora abbastanza chiaro perché ce l’abbia tanto col GF? E allora aggiungo: perché rappresenta

il massimo del voyeurismo nell’era dell’indiscre-zione, quella in cui si mostra e si guarda tutto senza provare più alcuna vergogna. In quella trasmissione si vedono giovani annoiati, senza scopi, senza ragioni per combattere e co-struire una proposta di qualsiasi tipo. Ecco quello che si rappresenta! E si comprende come l’Italia sia un Paese culturalmente (oltre che economica-mente) allo sbando, dove specialmente i giovani pensano solo ad apparire e dove l’apparenza finisce per contare più dell’intelligenza. Si sente un linguaggio povero, oltre che di vocaboli, di contenuti e stazzonato nelle più elementari regole grammaticali e di sintassi. Capace solo di trasformare i contrasti d’opinione in alterchi, con buona pace del confronto delle idee. Caro Mario, naturalmente conosco il motivo (che poi è quello comune a tutti i partecipanti) che l’ha spinto a imbarcarsi in quest’avventura: il desiderio di lavorare nel mondo pieno di lustrini dello spettacolo. Un desiderio più che legittimo il suo, ove la molla sia il “sacro fuoco” che brucia dentro o comunque il bisogno di mettere in mo-stra il meglio delle proprie qualità artistiche. In questo caso è però necessario che in quel mondo si entri dall’ingresso principale, notoriamente irto

di maggiori difficoltà rispetto a quelle degli accessi riservati ai reality show e alle comparsate televisive tenute in vita dai munifici gettoni di presenza. Detto con altre parole, dovrebbe seguire l’esempio dei suoi coeta-nei brindisini - Giulia e Francesco - “malati” di teatro e vincitori d’una dura selezione che li ha proiettati, ri-spettivamente, verso l’Accademia del Piccolo di Milano e la “Paolo Grassi”,

vale a dire nei luoghi dove questo genere di sogni può divenire realtà.“Voi vi annoiate perché non avete vita interio-re…” diceva il professore Giuseppe Levi, padre di Natalia Ginzburg, durante le strazianti vacanze in montagna che imponeva ai cinque figli. I quali cinque figli sono poi diventati grandi medici, grandi manager, grandi scrittrici, insomma pare che non abbiano risentito dei rimproveri del severo genitore. L’augurio che mi sento di darle è che lei, in barba al mio “dispiacere” per la sua partecipazione al GF - così come è successo ai fi-gli di quell’illustre professore - possa ugualmente accedere a quel mondo che tanto le sta a cuore. Tenga però presente: dalla porta principale…! Quando ciò avverrà si guardi intorno e mi vedrà in prima fila ad applaudirla.

GUIDOGIAMPIETRO storie

nostre

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SatiraL’aspirante sindaco si lamenta per lo scarso spazio concessogli a Studio100. Il direttore si difende: «Ha parlato per oltre 45 secondi. E per sentire le sue solite cose ho rinunciato a battere il mio record di monologo di due ore!»

Di Donna litiga con Baldacconi

Ècampagna elettorale, e si vede! Giovedì scorso il consigliere comunale aspirante sindaco

(come cento altri brindisini che come lui non lo diventeranno) è quasi venuto alle mani con il direttore di Studio100 Walter Baldacconi, persona pacata e quasi mai polemica con i poli-tici. Evidentemente il giornalista taran-tino o non ritiene Di Donna all’altezza dei politici oppure l’ospite della sua trasmissione “Palazzo Nervegna” gli ha davvero fatto perdere la pazienza. In effetti Di Donna, ospite insieme ad altri politici locali della trasmissione

INCREDIBILE!

che ogni giovedì condivide lo share con format minori e di scarso livello come “PiazzaPulita” e “Servizio Pub-blico”, ha fatto di tutto per arrivare alla rottura. Dopo aver detto “buonasera” ai telespettatori, li ha urticati dicendo che lui era “come sempre, a disposi-zione per la candidatura a sindaco”. Il centralino dell’emittente è stato immediatamente preso d’assalto da centinaia di telefonate, soprattutto di giovani, che minacciavano di abban-donare la città in caso di candidatura (nemmeno di elezione!) dell’ex presi-dente del Consiglio comunale.

Ma il peggio si è avuto quando DI Donna ha osato interrompere con uno starnuto il consueto monologo di Baldacconi sulla buona e sulla cat-tiva politica. Non c’è niente da fare, quando il direttore coi baffi vede la lucetta rossa, parte per la tangente e non si ferma più: 45 minuti di discorso che hanno fatto registrare il più alto picco di svenimenti tra gli ospiti e di cambi di canale. Udito lo starnuto, Bal-dacconi ha perso il filo del discorso (o forse era solo una scusa, perché non riusciva più a capire dove andare a parare) e si è scaraventato sull’ospite,

prendendolo a maleparole e inziando a strattonarlo. Miracolo della diretta, da quel momento sono inziati a scor-rere gli sms degli spettatori più colti. Il più mite diceva: «Fallo fuori ora, la città te ne sarà grata. Poi però suici-dati, così torna Celeste col basket». Ovviamente l’ultima parte del messag-gio è stata censurata.Dalla prossima settimana gli ospiti della trasmissione di Walter Baldac-coni potranno dire solo “buonasera” ad inizio trasmissione. Poi, per rispetto della par condicio, potranno interve-nire durante la pubblicità.

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Via MaestraAUTORI VARI

“PERCORSI DELLA NARRATIVA IN TERRA DI BRINDISI”

HOBOSEdizioni

A cura di Clara Nubile e Michele Bombacigno

È stata pubblicata, a cura di Clara Nubile e Michele Bombacigno, per la Hobos Edizioni, l’antologia Via Maestra che rac-coglie quindici racconti che “come tanti

piccoli sassi, percorrono, segnandola, quell’antica via, chiamata ancora Maestra dai vecchi rugosi, custodi di storie e segreti e anche di questa nostra luce così corporea e particolare. Questa luce che “come carne cruda” ci attende ad ogni risveglio, o “ritorno”, regalandoci uno dei cieli più belli del mondo. A Ettore Catalano - che già nel 2009 ne La Letteratura del Novecento in Puglia 1970-2008 aveva tracciato le linee storico-letterarie dell’im-maginario letterario a Brindisi, - il compito di presentare l’antologia. «Al tema proposto hanno risposto quindici autori: tutti hanno messo in campo la loro idea di lette-ratura, la loro poetica narrativa, il loro impegno a narrare il proprio rapporto con la complessità di una città e di un territorio che, nel corso degli ultimi dieci anni, ha segnato un processo contrad-dittorio di crescita di consapevolezza accompa-gnata da un durissimo attacco alla sua tenuta ambientale, al paesaggio e alla sua stessa identità culturale, segnata dall’accoglienza, dall’ospitalità e dal rispetto verso il diverso inteso in ogni senso (razza, colore della pelle, religione, cultura), come testimoniato dalla generosa vicenda dell’esodo “biblico” degli albanesi.” L’antologia raccoglie una serie di racconti che spiegano “una realtà sfaccettata, interpretata in modi assai dissimili da un punto di vista tecnicamente letterario, ma tutti riconducibili ad una idea di letteratura come mo-mento di intervento nei processi civili di un popolo e di una città, nello specifico Brindisi, innervati da una resistente poetica dell’uso civile delle lettere che distingue il territorio brindisino dalle caratte-ristiche, ad esempio, dell’area bassosalentina o leccese che dir si voglia, nella quale una visione raffinata e un tantino barocca della scrittura a volte sfiora il pericolo dell’ autorefenzialità.” “Mancano alcune voci interessanti della narrativa in Terra di Brindisi”, - continua Catalano, - “ma chi è assente deve ciò ad una sua scelta personale, non ad una aprioristica esclusione. Alcuni degli autori presenti hanno accolto il tema come se lo stesso com-portasse un registro di tipo variamente realistico (dalla microstoria alla memoria autobiografica, dalla cronaca di vita alla coscienza ambientalista), altri hanno preferito sperimentare moduli alter-nativi (dal fantasy ad una sorta di antropologia delle radici, dall’uso di suggestioni derivate dalle modernissime tecniche della comunicazione ad un linguaggio profondamente legato alla performance teatrale). Nell’antologia ci sono autori di livello or-

mai nazionale accanto a voci che cercano ancora una loro identità specifica, ma tutti hanno dato, con il loro contributo narrativo, nuova visibilità ad una città che spesso guardiamo di sfuggita, soffermandoci poco o niente sulle bellezze architettoniche che ci circondano. Via Maestra presenta racconti inediti dei seguenti autori: Adrena, “Il posto giusto”; Michele Bombaci-gno, “Brindisi oltre il mare e il cielo”; Antonio Caputo, “Quando tutto accadeva per caso”; Nadia Cavalera, “Via Montebello 20 e la nascita di Gheminga”; Anto-nella De Carlo, “La dea d’acqua”; Carmen De Stasio, “Uno splendido viaggio”; Marcantonio Gallo, “Brind-easy o il funerale (mail, appunti, sms)”; Maria Rita Greco, “Mancanza”; Stefano Lamonica, “Il duce e lo stregone”; Ugo Libardo, “Un mare nero”; Clara Nubile, “Zucchero azzurro”; Pierpaolo Petrosillo, “Fortuna, or-goglio e morte”; Mino Pica, “Figli”; Sergio Sabato, “Per amore, solo per amore”; Mimmo Tardio, “Filia solis”.

CAMMINANDO SULLA VIA MAESTRA

I racconti di quindici autori locali hanno dato vita al nuovo volume edito dalla Hobos Edizioni e curato da Clara Nubile e Michele Bombacigno.

LIBRI

I curatori Clara Nubile e Michele Bombacigno ci spiegano meglio l’idea di partenza per questa raccolta di racconti.Come nasce l’idea di questa antologia?L’idea di Via Maestra segue il solco già merito-riamente tracciato da significative precedenti pubblicazioni (Prove d’autore in Terra di Brindisi, a cura di Massimo Guastella, e Vuoti a rendere, a cura di Luana Canepa e Michele Bombacigno) e vuole testimoniare un processo di crescita culturale della città, in generale e segnatamente in campo letterario.Perché la scelta del tema “Brindisi” e quale lo scopo di Via Maestra?Ispirata, ovviamente, all’amore per Brindisi, la raccolta muove dal desiderio di raccontare e far raccontare la nostra città da voci diverse tra loro, con lo scopo di valorizzarne, attraverso il filtro della scrittura creativa, tutte le sfumature, e provare a presentarla sotto una luce nuova, anche a dimo-strazione del fatto che Brindisi, al di là dei luoghi comuni che la vogliono pigra, sonnacchiosa, ras-segnata, c’è ed è viva e giovane, attiva e dinamica come non mai.Quali gli autori?Abbiamo invitato a dare il proprio contributo a tutti gli scrittori brindisini, di nascita o di adozio-ne, residenti nella città o attualmente altrove, e, con qualche rara eccezione, tutti hanno risposto al nostro appello con grande entusiasmo. Autori appartenenti a differenti generazioni, dalla diversa sensibilità e dal più svariato stile narrativo, ma accomunati dall’identico amore per la città e dal desiderio di concorrere all’arricchimento del pano-rama letterario in Terra di Brindisi.Quali i temi trattati?I quindici racconti scelti, come è ovvio che sia, si presentano diversissimi tra loro, non solo, come già detto, per il diverso registro stilistico, ma anche per le tematiche toccate. Il risultato finale è una interessantissima e suggestiva miscellanea, ricca di molteplici e accattivanti temi, immagini e suggestioni.Perché il titolo Via Maestra?Il titolo dell’antologia, scelto anche ed ovviamente per la sua forte valenza allegorica ed evocativa, ri-chiama il nome dell’antica via che, dividendo in due la città, conduceva da Porta Mesagne sino al porto, al mare, sinonimo di viaggio, speranza, di libertà e di futuro. Quella era la via da seguire, l’unica possibile. La via per l’acqua, le partenze e l’altrove. Quella che percorrevano i romani e tutti quelli venuti dopo. E questa raccolta si propone anche, in tutta modestia, di dare un piccolissimo impulso al cammino di Brindisi verso un futuro migliore.

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Io lo so perché hanno cambiato il senso di via Ferrante Fornari, facendola così confluire su Piazza Vittoria. Dicono serva per ottimizzare il flusso delle automobili o

che è stato necessario in seguito al cambio di senso di altre strade. Ma se quest’ultima cosa non succedeva, magari non partiva l’effetto domino dei sensi unici rovesciati. Ma tant’è. Ora quelle strisce pedonali, cieche tagliole per chi le calpesta e reale minaccia di perdere punti alla patente per chi guida, sono un modo per scindere la gente, quella chiara dalla no, come cantava Lucio Battisti, ma più che altro i dementi dalla no...Come quello che guidava l’auto che si è fermata a pochi centimetri dalla mia tibia, e che si era evidentemente stizzito perché gli avevo rallentato il passo. Ma in realtà il passo era mio, ché ero il pedone. E mi son dovuto anche sorbire il paterno consiglio di “stai attento, perché se no ti fai male tu”. Sorvolerei su quest’imbecille, perché vorrei sapere se chi ha deciso di cambiare il senso di via Ferrante Fornari, abbia mai speso un pensiero su quanto sono diventate infide quelle cavolo di strisce pedonali. Quando piove, poi... suole lisce e pneumatici che frenano come sul ghiaccio. E se non un pensiero, magari un più grande cartello stradale. Giusto per farcelo sapere.Ma sapere non è il nostro forte, se non a babbo morto, quando ormai siamo già usciti sul Tg nazionale perché i medici della nostra Asl timbravano alle 8 (per la verità c’era uno che timbrava per l’allegra comitiva) e poi se ne stavano tutta la mattina al proprio studio privato a fare visite a pagamento; oppure per la barzelletta degli impiegati delle Poste che violavano la posta dei cittadini per leggere a scrocco un quotidiano. Noi vorremmo sapere se poi qualche medico o postino l’ha perso il posto di lavoro - e se magari poi è stato assunto un giovane disoccupato, possibilmente onesto - perché la figura di

LA FIGURA DI MERDA COME UNICA SANZIONEE tante altre cose di cui questo mese ho voglia di parlare...

merda come sanzione proprio non ci basta.E poi vorremmo sapere tante altre cose. Se il Monumento al Marinaio è aperto, magari anche i giorni e gli orari. Perché Forte a Mare è aperto solo di lunedì mattina, perché la gente non è informata che l’ingresso in quella magnifica fortezza è permesso, e incredibilmente gratuito. Ma forse lo fanno per risparmiare l’offesa che subiscono gli occhi quando vedono centinaia di bottiglie e sacchetti di plastica che galleggiano nel piccolo specchio d’acqua costretto nel perimetro del Forte. O il lerciume di tante altre stanze lasciate a marcire sotto i fendenti della tramontana che viola facilmente infissi che non esistono più. E poi piccole betoniere e resti di cantieri edili abbandonati, cui fanno da contraltare stanze (poche) bellamente ristrutturate, addirittura alcune con computer, stampanti e scrivanie. Chissà di chi sono, e perché stanno lì. Non lo so. Non lo sappiamo.Così come non sapevamo (esclusi pochissimi) che quella sera al Teatro Verdi c’erano Ale & Franz. Non sappiamo nulla. Ma per i due comici dello Zelig non ci vuole molto a rimediare: vai su Youtube e te li vedi quando vuoi. Ma per tutto il resto? Come si fa ad avere le informazioni che servono davvero ai cittadini? Quelle che hanno lo stesso profilo dei beni

spiccato senso civico e nemmeno sappiamo chi sono? Giusto per ringraziarli, s’intende.E invece ci dobbiamo accontentare delle chiacchiere dei Bar, dei “l’ho sentito dire”; dell’amico che ti sussurra a mezza bocca che alla zona industriale stanno aprendo una fabbrichetta, ma i posti stanno tutti “dati”. E ti chiede anche di ricordargli a chi sei politicamente figlio per capire se ce l’hai qualche possibilità. Ti devi accontentare dell’uomo che non si sa che lavoro faccia e che becchi in giro per la città tutte le mattine; e ti chiedi se per caso paghi lui l’Ici del bar di fronte o la tassa per l’occupazione del suolo pubblico dei corridoi municipali perché è in questi due luoghi che inevitabilmente lo incontri. Peccato/meno male che vada sempre di fretta, però una volta capita che resti lì con te a sorseggiare un caffè e ti dice cose che se la gente sapesse...Non mette mai un nome o un cognome nei suoi racconti, e usa spesso “l’ho sentito dire” come uno scudo. E quando ha deciso di farti partecipe anche dei segreti più pesanti, ecco che smaterializza il contesto, lo delocalizza, si inventa l’incapacità a fare la stessa cosa di quella città (non ne dice il nome e se glielo chiedi, non se lo ricorda) che, a differenza nostra, ha deciso di risolvere in maniera importante la questione della raccolta dei rifiuti solidi urbani.C’era una volta una città che si chiamava Diomira (come una delle Città Invisibili di Italo Calvino, e difatti irreale allo stesso modo), che a intervalli regolari emetteva un bando di gara per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Ai partecipanti, veniva comunicato che la base d’asta sarebbe stata di 60 miliardi di rubli. Era assai ad est questa Diomira...Ma un giorno si presentò un’azienda che voleva ricevere quell’affidamento senza dover passare attraverso l’equa e politicamente corretta gara d’appalto. Matte risate per chi ascoltava. Ma poi la curiosità, o forse il saggio consiglio di assecondare i pazzi, fece sì che questa azienda potesse motivare quest’invereconda richiesta. Dissero di accontentarsi di poco più della metà della cifra a base d’asta. Poco più di una trentina di miliardi di rubli. E poi, giusto per non far languire la conversazione, buttarono sul piatto qualche sovvenzione alla biblioteca, a qualche ente, magari la costruzione di una piscina o di una piccola palestra coi canestri e la rete per la pallavolo. O che ne so... un loro uomo che avrebbe strisciato ventre a terra e con una spatola in mano lungo i corsi di basole bianche per staccare le gomme americane. Chissà se hanno mai parlato dell’assunzione di alcuni dei nostri disoccupati. Non lo sapremo perché questa Diomira, come detto, è assai lontana. E se anche fosse successo qui a Brindisi, non credo che l’avremmo saputo. Quindi non c’è il “e vissero felici e contenti”. Mi dispiace...

STEFANOLA MONICA vampiri

di mattina

Ma avete visto i “cartelli”

con il nome delle vie

cittadine realizzati da

anonimi graffitari?

di prima necessità. Quelle che ci fanno vivere meglio, o quanto meno in maniera più consapevole.E che dire degli anonimi e splendidi graffitari che di loro iniziativa hanno deciso di porre rimedio al problema, oculistico ed estetico, dei cartelli con su il nome delle vie cittadine? In altri posti ‘sti ragazzi scrivono “Juve merda”, piuttosto che messaggi d’amore o disegni tribali di mille colori. Qui a Brindisi abbiamo il privilegio di avere cotanti artisti con

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A PASSEGGIO TRA LE

FORNACI

Brindisi è stata il centro più rilevante per la produzione di anfore olearie e vinarie dell’intero Meridione d’Italia. In questo articolo Giovanni Membola ci guida alla scoperta dei siti archeologici più interessanti.

Brindisi, colonia romana e centro più rile-vante per la produzione di anfore olearie e vinarie dell’intero meridione. La presenza di fornaci e le notevoli quantità di mate-

riale anforario, sia nei siti produttivi locali che in aree archeologiche italiane ed estere, testimoniano l’importanza del sito nella produzione di contenitori destinati al trasporto di vino ed olio già dal II sec. a.C., diffusi per le rotte commerciali di tutto il bacino del Mediterraneo. L’ubicazione degli impianti di pro-duzione di ceramica era determinata dalla vicinanza a corsi d’acqua, approdi e vie di comunicazione e alla disponibilità in loco di argille. A queste caratteristi-che rispondevano tutti i siti produttivi rinvenuti nel territorio brindisino, particolarmente attivi nell’età romana.Uno dei maggiori e più antichi centri di produzione di anfore fu individuato a pochi chilometri a nord di Brindisi, in località Apani, proprio a ridosso dall’omo-nimo canale e a breve distanza sia dalla linea di costa che dall’odierna S.S. 379, corrispondente appros-simativamente all’antico ed importante asse viario della Minuccia-Traiana. Segnalati già nel 1870 da Giovanni Tarantini, i due impianti produttivi a forma circolare situati a poca distanza uno dall’altro furono rinvenuti da Benita Sciarra negli anni ’60: la fornace

di dimensioni maggiori si presentava con un accesso e un lungo corridoio che portava alla camera di com-bustione. Tutt’oggi la zona è ricca di cocci ed anse risalenti a oltre 20 secoli fa.Poco più a sud l’interessante sito archeologico di Giancola, ubicato sul versante est del canale all’epoca navigabile (dove fu ricavato un comodo approdo) compreso tra l’antica Via Traiana ed il lito-rale. L’impianto artigianale di produzione fu segna-lato dallo studioso Raffaele Cucci ma solo venti anni dopo furono avviate le campagne di scavo condotte dall’Università di Siena (prof. Daniele Manacorda) in collaborazione con il Museo Provinciale e la Soprin-tendenza per i Beni archeologici della Puglia. I lavori portarono al ritrovamento delle fornaci e, successi-vamente (nel 1998), di una villa romana. L’impianto produttivo artigianale era costituito da due grandi fornaci rettangolari ed una a forma circo-lare, con camere di combustione interrate sulle quali si reggevano i piani forati (graticole utili a far passare il calore) dove venivano appoggiati i materiali da cuocere. La copertura sovrastante era costituita da una volta leggera, facilmente rimovibile e di buona tenuta termica. Il prefurnio, che serviva a preparare le braci, era disposto a est sullo stesso lato dove si apriva uno spiazzo detto “dei fornaciai”, mentre

l’accesso alle camere di cottura avveniva da ponente nei pressi dell’area riservata ai vasai. La vita degli impianti ha conosciuto tre fasi di sviluppo, compresi tra la prima metà del I sec. a.C. agli inizi del III sec. d.C. La villa di età romana, rinvenuta sempre sulla sponda orientale del canale Giancola a circa un km a sud delle fornaci, rappresentava il fulcro dell’intera azienda agricola e di produzione di ceramica. Era caratterizzata da una zona riservata alle abitazioni e di un’area adibita alle lavorazioni, di quest’ultima faceva parte la Cella Vinaria, un vano di 14,5x15 metri, utilizzato per la conservazione del vino in grossi contenitori infossati detti dolia (ne sono stati ritrovati ben 19). All’interno della cella anche una vasca di lavorazione delle uve e di fermentazione del mosto: profonda circa un metro e mezzo ed accessi-bile da 4 gradini, interamente rivestita da intonaco idraulico. Qui furono recuperati numerosi cocci e una interessante statua in marmo raffigurante Bacco.Probabilmente ricadente nello stesso latifondo (fundus) l’impianto produttivo rinvenuto in località Marmorelle, che si sviluppava nell’entroterra sempre in prossimità del canale Giancola. Fu segnalato negli anni ’70 dal prof. Cesare Marangio e riportato alla luce nei primi anni ’90 dall’archeologa brindisina Paola Palazzo per conto della Soprintendenza.

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STORIA

Le Tenute Rubino, una delle principali aziende vitivinicole del nostro territorio, che si estende sui terreni che in buona parte componevano il fundus di Giancola già nel I sec. a.C., hanno giustamente scelto di intitolare a Visellio uno dei vini più pregiati della produzione aziendale. Da qualche anno anche con il rosato, vino ottenuto dalle uve di negramaro locale, si è voluto ricordare un altro personaggio che ha gestito il complesso produttivo in età augustea, il liberto Satur-nino.

LA CURIOSITÁVisellio e Saturnino sono diventati dei vini. Ottimi.

TB

scambi commerciali in epoca romana: le anfore pro-dotte a Brindisi sono state ritrovate in diverse località del centro e nord Italia, ma anche in Spagna, Francia, Palestina, Siria, Egitto e nei porti del Mar Nero. Tutto ciò dimostra l’imponente produzione anforaria ado-perata quasi esclusivamente per l’esportazione delle

derrate alimentari, di olio e di vino prodotte nelle aziende agricole locali.Le fornaci ritrovate nell’agro di Brindisi sono andate quasi tutte distrutte, forse solo gli impianti di Gian-cola, attualmente ricoperti dal terreno, potrebbero essere recuperate e degnamente valorizzate, magari in un progetto di riqualificazione che includa l’attigua area archeologica risalente al paleolitico e il sito di interesse faunistico ambientale che si estende lungo la foce del canale. Le idee ci sono, i progetti anche, mancherebbero solo i finanziamenti e forse un piz-zico di volontà.

Si ringrazia l’archeologa Paola Palazzo per la disponibilità e la cortesia dimostrata nel fornire la documentazione da consultare e le immagini pubblicate in questo articolo.L’immagine della statua di Bacco è stata pubblicata sul volume “Viaggio nella Terra del Vino” a cura di Angela Marinazzo (2003).

Quattro fornaci rettangolari parallele e numerosi reperti ceramici furono rinvenuti durante la campa-gna di scavo.Anche alla periferia sud della città, sullo svincolo d’ingresso al rione La Rosa, sono stati ritrovati nel 1987 numerosi materiali ceramici e scarti di lavora-zione, reperti che lasciano ipotizzare l’esistenza di un altro sito produttivo che, analogamente ai prece-denti, sarebbe sorto nei pressi di un corso d’acqua (il canale Fiume Piccolo), vicino al porto e sull’impor-tante Via Calabra, il prolungamento della Via Traiana che collegava Brindisi a Hydruntum (Otranto).Particolare importanza storico-onomastica assu-mono i bolli, veri e propri marchi di fabbrica stam-pati dal fabbricante sulle anse delle anfore prima della cottura. Sui manici dei materiali prodotti nei siti brindisini sono stati ritrovati i nomi dei proprietari gentilizi delle fornaci, come gli Aninii e i Vehili negli impianti di Apani, e di tanti altri personaggi di rango inferiore tra cui Tarula, il servo del dittatore Silla.A Giancola, come a Marmorelle, compare impresso su numerosissime anse il nome di Visellio, spesso associato a quello dei suoi 26 schiavi, e dei successivi gestori dell’intero complesso produttivo, come Lucio Marcio Saturnino e Petronio Sostrato. Interessante ma non confermata l’ipotesi del prof. Manacorda a proposito dell’identificazione di Visellio con un personaggio storico di rilievo come Caio Visellio Var-rone, l’oratore romano vissuto nel I sec. a. C. amico di Cesare e cugino di Cicerone. Uno studio molto approfondito e dettagliato sui bolli

ritrovati a Brindisi è stato redatto da Paola Palazzo, componente dell’equipe impegnata nelle campagne di scavo nell’area produttiva di Giancola. Le sue numerose pubblicazioni rappresentano un punto di riferimento per studiosi e ricercatori del settore e i risultati delle indagini sono spesso presentati in importanti congressi internazionali.La presenza dei sigilli impressi sulle anfore ha inoltre permesso di ottenere maggiori informazioni sugli

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Perché hai voluto creare la tua scuola a Brindisi?Sono nata e cresciuta a Brindisi e amo la mia Città, pertanto, la

mia decisione è nata dalla voglia di poter fare qualcosa di buono per accrescere culturalmente e lavorativamente il luogo in cui voglio vivere. Credo molto nel gioco di squadra, quindi, a mio avviso, se ciascuno di noi dona un pò di “farina del proprio sacco”, insieme si possono realizzare grandi cose. Sono affiancata da fotografi professionisti di grandissimo talento, ed insieme cerchia-mo di trasmettere ai nostri allievi l’amore per l’arte della fotografia, formando altret-tanti professionisti pronti ad immergersi nel mondo del lavoro, aiutandoli a svilup-pare le proprie doti e la loro unicità.Chi ti ha aiutata nell’investimento?Terminati gli studi superiori mi sono trasfe-rita a Milano per realizzare il mio sogno di studiare fotografia, dopo pochissimi mesi è nato il progetto di aprire una scuola di fotografia che potesse dare la possibilità a chi aveva il mio stesso sogno ma non voleva o non poteva andar via dalla Puglia. Così ho maturato esperienza lavorando con fotografi di fama nazionale e interna-zionale e ho messo da parte il necessario

per poter avviare l’AFI, grazie anche al sostegno della mia famiglia.È stata dura?Non è stato semplice avviare questo tipo di scuo-la, sia perchè per natura sono una perfezionista nel lavoro, oltre ad essere testarda, sia perchè spesso mi sono dovuta scontrare contro la lenta burocrazia italiana e con la crisi economica che investe tutta la Penisola. Ti sei pentita?Nonostante tutte le difficoltà, credo di aver fatto un’ottima scelta, sia personale che per la colletti-vità, e sono sicura che il tempo mi darà ragione.Sei soddisfatta?Viviamo in un territorio in cui la crisi economica e l’assenza di lavoro si sente molto più che in altri posti. Quello che mi sono ripromessa di fare e che faccio è dare sostegno ai miei allievi, mettendo a loro dispo-sizione tutta la mia esperienza ed aiu-tandoli a crearsi un lavoro; loro sono la mia più grande soddisfazione e ciò che ogni giorno mi spinge ad andare avanti. Molti di loro, usciti dall’AFI, hanno subito iniziato a lavorare, ma nonostante questo spesso mi chiama-no o mi vengono a trovare per chiedere consigli, quindi... mi sento soddisfatta? Sì, pienamente!

FOTO D’ARTEDue scatti di Virginia Frigione, ritratta,

nella foto sopra, da Azzurra Passerini

OTTIME IDEE

AFI: LA PASSIONE DIVENTATA LAVORO

Come promesso sul numero di TB di novembre, da questo mese iniziamo a dare spazio ai giovani che non si piangono addosso: quelli che hanno saputo creare qualcosa di positivo per se stessi e per la città in cui vivono. Quelli che non dicono “non c’è lavoro”, ma che piuttosto il lavoro se lo creano o lo inventano. Virginia Frigione è una di loro: dalla sua passione per la fotografia, il 29 settembre 2009 è nata l’Accademia Fotografica Italiana (www.accademia-fotograficaitaliana.it) dove si tengono lezioni e corsi di fotografia. Una scommessa vinta, seppure in tanti, al suo posto, avrebbero optato per un’altra città. E il mese prossimo vi racconteremo un’altra bella storia.

Nell’Accademia ideata e fortemente voluta a Brindisi da Virginia Frigione sono da poco iniziati i corsi della terza stagione. «Se sono soddisfatta dell’investimento? Sì, pienamente: volevo costruire qualcosa per il territorio in cui vivo, e ci sto riuscendo».

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“Dal 3 novembre vivo a Roma, studio tanto e mi sento la ragazza più fortunata del mondo perche’ ho l’opportunità di realizzare i miei sogni”. Sono parole di Claudia Lupo, ventunenne brindisina che da questo anno è allieva dell’Accademia nazionale di danza Istituto di Alta Cultura di Roma.Partiamo dalla fine, che poi è appena un inizio. Raccontaci come hai vissuto il tuo trasferimento a Roma?Mi sono trasferita a Roma da circa un mese. Allonta-narmi dalla mia famiglia, dagli amici di sempre non è stato facile, ma ho la ferma consapevolezza che, per rincorrere i propri sogni, con la speranza che diven-tino realtà, occorre sottoporsi a sacrifici e rinunce e sforzarsi di vedere proiettata la propria professiona-lità in contesti culturali e formativi diversi. È chiaro che la mia città mi manca, non posso negarlo, a Brin-disi sono nata e ho vissuto per ben 21 anni ma penso che questa esperienza sia per me fonte di crescita.Raccontaci l’esperienza dell’audizione e l’emozione nell’apprendere di essere stata selezionata?Eravamo circa 250 partecipanti. È stata molto dura. Nella mia sessione eravamo in 50, di volta in volta il numero si riduceva, sino a quando siamo rimasti solo in quattro. Eravamo stati scelti per la prova finale! Dopo circa una settimana ho avuto la gioia di leggere on-line (nel sito dell’Accademia) il mio nome, seguito in grande dalla parola “ammessa” al triennio di danza contemporanea, insieme ad altri trentacin-que allievi di eccellenza.Quando è iniziata la tua passione per la danza?Ho iniziato a danzare all’età di 6 anni, presso la scuola Excelsior di Sabrina Todisco sino all’età di 13,

per passare poi all’Accademia delle Danze di Chiara Di Giulio, con la quale ho studiato per otto anni, per-fezionandomi in Danza classica e contemporanea. Ho partecipato a diversi concorsi vincendo spesso sia da solista che con il gruppo. Dopo il diploma di Scuola Media Superiore, e dopo tanti anni di espe-rienza, mi sono sentita pronta ad affrontare la diffici-lissima selezione. Ovviamente tutto questo è potuto accadere grazie alla tenacia e al supporto della mia maestra Chiara. È lei che mi ha convinta che potevo provarci, che ero pronta! Che sensazioni provi quando balli?Quando ballo il mondo per me è come se si fer-

masse... non c’è niente nella mia testa, solo la voglia di ballare e trasmettere le mie emozioni agli altri attraverso il mio corpo. È un altalenarsi di sensazioni, coinvolgimenti, pathos che occorre provare per poterle comprendere a pieno. Quanto è impegnativo dedicare la propria vita alla danza? Quanto sei pronta a sacrificare?È dura! La danza richiede molto allenamento e molta concentrazione ma lo stato di benessere che trasmette volteggiare, saltare, piroettare, mi dona la forza di impegnarmi ogni giorno, affrontando prove sempre più difficili. A chi ti ispiri?Io amo la danza e amo danzare. Attraverso lo stile contemporaneo, riesco ad esprimere tutte le mie emozioni. Grazie all’Accademia sto approfondendo anche gli altri stili. La ballerina che per me rappre-senta un modello è Svetlana Zakharova. È perfetta, ha tutto quello che una ballerina deve avere sia dal punto di vista fisico che artistico.Svelaci un tuo sogno.Entrare un giorno a far parte di una compagnia di danza molto importante avendo l’opportunità di esibirmi nei più bei teatri in Italia e all’estero. Intanto sto studiando per perfezionarmi dal punto di vista tecnico e stilistico.Entrare in Accademia per me rappresenta la realizza-zione di un sogno. Incontrare quotidianamente tanti ragazzi che mettono nel ballo la mia stessa passione, che vivono con il mio stesso entusiasmo ed impeto, con agonismo costruttivo, non può che stimolare a far sempre meglio e raggiungere nuovi traguardi. Io, di certo, metterò grandissimo impegno e dedi-zione consapevole che, comunque vada il mio percorso professionale, questa esperienza segnerà positivamente la mia vita. Rimarrò sempre la stessa ragazza che non si stancherà mai di ringraziare i propri genitori per aver creduto in lei e per averle permesso di realizzare e vivere uno splendido sogno!

La ventunenne brindisina è riuscita ad entrare in una pretsigiosa Accademia di danza. «Sogno di esibirmi nei teatri più prestigiosi. Intanto però la aspettano mesi di duri sacrifici.

BELLE STORIEdi Iole La Rosa

CLAUDIA LUPO sogna a Roma

TALENTI FUTURI

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CartelloneEVENTI › PROTAGONISTI › MOSTRE › SPETTACOLI

Sabato

17 DICEMBRE

BrindisiBASILICA CATTEDRALE

CONCERTO DI NATALECoro Polifonico Arcivescovile San Leucio

Come ormai tradizione, si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con il Concerto di Natale del Coro polifonico arcivescovile “San Leucio”, che si esibirà il 17 dicembre alle ore 21 in Cattedrale, nell’ambito della rassegna musicale internazionale “I Suoni della devozione”, che da ormai undici anni si svolge nelle chiese di Brindisi nel periodo natalizio.Il direttore Giampaolo Argentieri, i musi-cisti ed i coristi del “San Leucio” sapranno anche qeust’anno emozionare e appassio-nare il pubblico presente.Il programma del concerto? Come al solito top secret: tutto da scoprire la sera del 17.

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TEMPO LIBERO I CARTELLONE

Giovedì

15-22 DICEMBRE

CENTRO STORICOOstuni

Girogola

Percorso enogastronomico in sei tappe e sei locali.

La rassegna itinerante “Giro-gola” è un percorso a tappe tra vino, musica, arte e buona

tavola che si svolge contemporanea-mente in sei locali del centro storico di Ostuni: “Sapere & Sapori”, “Casa San Giacomo”, “Enoteca Divino”, “XXL Pub”, “Osteria Monacel-le” e “Pausa Café”. Il circuito di degustazione prevede l’acquisto di un buono (15 €) grazie al quale è possibile partecipare ad un percor-so enogastronomico presso le sei attività commerciali. Ogni assaggio è accompagnato da un bicchiere di

vino, scelto tra le etichette pro-dotte dalle cantine che aderiscono all’iniziativa, da prodotti alimentari tipici locali e da pietanze preparate dai singoli ristoratori. I partecipanti possono richiedere il bicchiere con cui effettuare la degustazione presso ogni ristorante e winebar.Girogola è un modo per conoscere nuovi e antichi sapori - spiegano i ristoratori -, ascoltare musica dal vivo legata alla tradizione popolare, ammirare mostre d’arte e incontrare vecchi e nuovi amici.www.girogola.it

Giovedì

15 DICEMBRE

NUOVO TEATRO VERDIBrindisi

Certe notti

Coreografie Mauro Bigonzetti.Canzoni e poesie Luciano Ligabue.

Aterballetto, la principale compagnia di danza contem-poranea italiana, nel 2009

ha festeggiato i 30 anni di attività mettendo in danza la musica, le parole e i versi di Luciano Ligabue nello spettacolo Certe notti. Autore della coreografia è Mauro Bigonzetti, uno dei più quotati ar-tisti sulla scena internazionale, che prende a prestito l’universo musicale

il quotidiano online della provincia

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e poetico del rocker emiliano per un viaggio onirico tra il buio e la luce, tra il cielo e la terra, lungo i confini della notte, forza rigeneratrice che si alimenta al suono del rock e col sudore e l’energia degli artisti in scena. Nel prolungamento delle immagini proiettate su un grande schermo, gli stessi ballerini che dan-zano sul palco iniziano a rotolare, a torso nudo e in tutù, in un mondo virtuale, tra montagne di ciottoli di una cava, sullo sfondo della quale campeggiano dei silos disegnati di cieli azzurri e bianche nubi, come in un quadro di Magritte. La sovrapposizione visiva, in questa escursione nell’oscurità abitata da un paesaggio che è parte della nostra immaginazione, delle nostre inquie-tudini e dei nostri sogni, si completa con i monitor della video-installa-zione di Angelo Davoli, sui quali scorrono visioni di battiti cardiaci, vulcani in eruzione, teschi, pioggia battente e segnali di pericolo.

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Buon Natale!

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È stato presentato lo scorso 26 novembre, presso il Circolo Ufficiali della Marina Militare di Brindisi, il libro intitolato “Il portasigarette d’argento”, un romanzo

storico di Vittorio Emanuele Dalla Bella che racconta un aneddoto del comandante Primo Longobardo, sardo di nascita, ma brindisino d’adozione (nella foto a destra). Un concittadino a tutti gli effetti, avendo sposato una brindisina. Un concittadino di cui andare assolutamente fieri perché le sue gesta sono conosciute in tutto il mondo e perché il suo estremo atto eroico, in cui trovò la morte, durante la seconda guerra mondiale, gli valse la medaglia più importante: quella d’oro al valor militare alla memoria, conferita il 7 marzo del 1947. A Primo Longobardo è dedicata una via al rione Casale e da un anno anche il Circolo Ufficiali di Brindisi, all’interno del Castello Svevo, porta il suo nome. Nel 2007, quando al Comando della base navale arrivò Vincenzo Rinaldi, nacque un’amicizia con Vincenzo Longobardo, figlio di Primo. “Mi meravigliai del fatto - racconta Rinaldi - che Vincenzo a Brindisi fosse quasi sconosciuto, e presi l’impegno, tra me e me, di fare qualcosa per ricordare suo padre, un eroe, uno dei pochi italiani cui la Marina, e non solo, deve qualcosa”. Un anno fa il proposito di Rinaldi si è concretizzato con l’intitolazione del Circolo. Fu in quell’occasione che Dalla Bella, autore del libro, prese l’impegno di scrivere e di presentare il volume nel giro di un anno. Obiettivo questo, raggiunto con la soddisfazione dell’autore, degli addetti ai lavori e la commozione e l’orgoglio del figlio di Primo Longobardo, Vincenzo. Dalla Bella non è uno scrittore di professione. La sua vita per 35 anni è stata legata al mare. Emanuele ha fatto il pescatore, poi quando gli stimoli sono venuti a mancare ha deciso coraggiosamente di cambiare rotta. Ha iniziato quasi per gioco a scrivere libri (questa è la sua seconda creatura), ma può annoverare già un piccolo primato: è uno dei pochi a scrivere romanzi storici. La passione per il mare è rimasta perché - come dice lui stesso - il mare dà molto di più di qualsiasi altra cosa. “Gli odori, le sensazioni ti restano addosso anche quando non sei più in mezzo alle onde”.Il romanzo presentato racconta un aneddoto della vita di Primo Longobardo: è la storia commovente di un’amicizia con l’ufficiale di marina inglese J.S. Dalison, nata a Tientsin in Cina tra il 1929 e il 1933. Entrambi facevano parte del contingente internazio-nale in Cina inviati a difendere le rispettive legazioni dagli attacchi dei Boxer, una setta xenofoba che non voleva la presenza straniera sul proprio territo-rio. Il libro trasuda di valori ormai persi, il valore appunto dell’amicizia, dell’amore per la patria fino al sacrificio estremo della vita. Un libro da leggere

tutto d’un fiato per comprenderne davvero il senso. Il portasigarette d’argento, è l’oggetto che apre e chiude quest’amicizia, ma per chi non conosce la storia, è difficile immaginare in che maniera.La storia di Primo Longobardo richiederebbe un libro per essere raccontata. Longobardo nacque a La Madda-lena nel 1901; entrato in Marina giovanissimo, dopo gli anni di Accademia ebbe diversi imbarchi e destinazioni a terra. Nel 1929 era a Tientsin, quale Vice Comandante del Battaglione italiano in Cina. Lasciato Tientsin Longo-bardo, ebbe il Comando di numerosi sommergibili, sua grande passione. Era un vero comandante, non c’era sommergibilista che non lo conoscesse e che non fosse colpito dal suo carisma.Nel 1941, ormai quarantenne, fu destinato alla scuola sommergibili di Pola, ma il Comando a terra non faceva per lui. Non si dette pace finché non riuscì, nonostante l’età, ad avere un imbarco. Con il sommergibile Torelli in poco tempo affondò quattro navi, ma ben presto fu richiamato a Roma per la necessità del Comandante in Capo della Squadra Sommergibili di avere ai vertici uomini di grande esperienza. Cominciò per lui un altro periodo di insofferenze. La sua vita era sul mare ed era lì che lui voleva a tutti i costi tornare, ma l’ebbe vinta, la sua domanda fu accettata e fu inviato nella Base di Betasom, a Bordeaux, dove gli fu affidato il Comando del sommergibile Calvi, col quale si diresse in Atlantico per intercettare un convoglio inglese scortato da cinque corvette. Questo è l’inizio della sua tragica fine.Avvistato il convoglio nemico fra Madera e le Azzorre,

il Calvi fu subito intercettato dalla silurante britannica “Lulworth” che lo costrinse ad una rapida immersione, ma alcune bombe di profondità causarono seri danni al sommergibile che riemerse. Nonostante le gravi avarie Longobardo riuscì a lanciare due siluri che però andarono a vuoto. Ordinò così che il sommergibile fosse predisposto per l’autoaffondamento non prima di aver tentato di salvare il suo equipaggio imbarcan-dolo sulle scialuppe, solo la metà sopravvisse. Lui morì tragicamente colpito da una raffica proveniente dalla “Lulworth”. Era la notte del 14 luglio 1942.Pochi mesi dopo la sua morte, a Brindisi, nacque il figlio Vincenzo che non ha mai conosciuto suo padre. “Non ho avuto la possibilità di vivere la figura di mio padre, perché mia madre aveva creato una sorta di scudo. Crescendo ho iniziato a conoscere la sua storia dai racconti di ex compagni di corso, dagli aneddoti. Fu poi conoscendo l’ammiraglio Michele Saponaro, all’epoca Comandante della Forza da Sbarco, che le cose cominciarono a prendere un’altra strada. Lui sa-peva che avevo un pugnale del San Marco appartenu-to a mio padre durante il periodo trascorso a Tientsin, e il giorno della cerimonia durante la quale lo donai, fui accolto nella Caserma “Ermanno Carlotto”, da tutta la Forza da Sbarco. Da quel giorno ho capito che i ci-meli di papà dovevano tornare al loro posto”. Il Circolo Ufficiali e la sala storica del San Marco, conservano molti di questi oggetti donati proprio da Vincenzo Longobardo. Il figlio di questo eroe ha due rimpianti: non aver potuto seguire in qualche modo le orme professionali del padre e di non averlo conosciuto di persona. “Dai racconti comprendo che doveva essere un uomo fuori dal comune”. Gli resta quella “pesante” medaglia d’oro, carica di significati e di valore. Una medaglia che non ostenta mai, che appunta sul petto con un pizzico d’orgoglio e sentendo quasi di non meritarla. Ai brindisini rimane l’orgoglio di poter anno-verare tra i suoi figli un mito, un eroe, una figura come ormai ce ne sono poche. Il senso del libro di Dalla Bella, è racchiuso nella prefazione dell’ammiraglio di squadra Paolo Pagnottella, presidente dell’Associazio-ne nazionale marinai d’Italia: “Tenacia, lealtà, gene-rosità, altruismo, coordinamento, spirito di sacrificio, volontà di ottenere il successo, caparbietà per non demordere, mai, sono i risultati, di una scuola che non si avvale di libri ma di esempi, senza cattedre ma con tanti maestri”. Nel libro “Il portasigarette d’argento” (per ora disponibile sul sito tuttostoria.it), c’è anche una poesia che l’autore dedica agli eroi: “…Il vostro sangue, mischiato all’acqua salata, mai si dissolverà, e se dovessimo trovarci un giorno a transitare dove l’infausto nemico vi colpì con tanta infamia e crudeltà, oltre a gettare un fiore ed a versare una lacrima, grideremo forte al mondo, quanto siano stati forti, il vostro Patriottismo e la vostra Italianità”.

Tiziana Piliego

L’EROE INDIMENTICATOVittorio Emanuele Dalla Bella ha scritto un libro in memoria di Primo Longobardo, comandante della Marina, brindisino, a cui sono dedicate una via al rione Casale ed il Circolo ufficiali.

STORIA

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Esco piuttosto presto al mattino. Il motivo non ha niente a che vedere con detti tipo “il mattino ha l’oro in bocca” o “chi dorme non piglia

pesci” ma riguarda piuttosto i bisogni impel-lenti e intimi del mio cane che alle sette mi fa capire che è ora di andare. Indifferente al tempo che fa e munito di sacchetto e paletta comincio la nostra breve passeggiata mattu-tina. Vedo gente che corre, ovunque: ragazzi che sfrecciano a razzo, signore sovrappeso dal passo lento e anziani che marciano a gruppi. Bravi, si tengono in forma. Anche le palestre sono frequentatissime da uomini e donne che saltano il pranzo pur di mantenere la forma fisica. In piscina? Non ci crederete, ma pur scomodando un amico per una improba-bile raccomandazione, non è stato possibile accedere ad un corso nemmeno come spet-tatore. La domenica poi sembra il Festival delle Biciclette e delle improbabili divise: giallo evidenziatore e rosa shocking i colori più in voga. Quindi correre, sollevare pesi, pedalare: ognuno, nelle pieghe delle proprie faccende quotidiane e secondo i propri gusti, cerca di fare ginnastica perché si sa, fa bene alla salute e ci si sente meglio con se stessi. E perché quasi sempre la fatica sarà premiata da un aspetto più armonioso: il benessere con-quistato ci renderà più sani e gradevoli. Ma, citando Giorgio Terrazzi, scrittore, che afferma che siamo una popolazione molto attenta al tessuto muscolare come tramite di una vita autenticamente migliore, scatta la domanda: come è possibile che a fronte di tanta cura per il fisico e di uno sforzo reiterato a bene-ficio del corpo, la mente non venga presa in eguale considerazione? Come mai le palestre sono sempre più stipate di persone e invece le librerie, ad esempio, appaiono desolate come le città pugliesi alla contr’ora? Voglio dire, ci preoccupiamo di come sta il nostro tessuto cerebrale o di come siamo messi a vivacità intellettiva e curiosità emotiva? Insomma,

LA CULTURA COME STRUMENTO DI CURA Tutti pazzi per il fisico: ma a che serve restar magri se poi siamo degli ignorantoni?

di come ci sentiamo dentro? Da qualche tempo si sta facendo strada un nuovo concetto: la cultura come strumento di cura. All’inizio mi è parsa una operazione più o meno simbolica, ma i sostenitori di questa singolare iniziativa, - cominciata ufficialmente in Finlandia, e più precisamente a Turku, Capitale europea della cultura 2011, - partendo da un con-cetto olistico della persona spiegano che siccome il benessere fisico è indissolubilmente legato a quello mentale ed emotivo, questi si influenzano a vicenda. Quindi, i sessanta medici generici che hanno aderito alla sperimentazione, dopo aver visitato il paziente ed avergli prescritto una normale ricetta medica che indica il medicinale potenzialmente risolutore, gli consegnano anche una sorta di voucher per un evento culturale gratuito a sua scelta. “La parteci-pazione alle attività culturali - spiegano i promotori - oltre a sviluppare un senso di appartenenza ad una comunità attiva, elimina il senso di esclusione e la frustrazione che ne deriva, riducendo anche la possibilità dell’insorgere di malattie psicosomatiche”. Studi hanno dimostrato che il legame tra fruizione culturale e allungamento delle prospettive di vita non sono isolati. Così questo team di medici, coadiu-vati da artisti e rappresentanti dei ministeri di Edu-cazione, Salute e Cultura hanno sviluppato 18 azioni per promuovere la cultura come mezzo curativo, lasciando intuire che il connubio tra arte e salute sia destinato ad andare oltre il 2011. A me l’idea di abbinare alle ricette ufficiali le ricette culturali non dispiace, visto che di sicuro male non fanno. Adat-tando il progetto alle nostre esigenze, una iniziativa strategica qui da noi sarebbe quella che a prescri-verle fossero proprio le palestre, nostri riferimenti quando si tratta di iniziare un percorso di benessere basato quasi sempre sull’allenamento fisico. Gli scet-tici potrebbero contestare il costo di una operazione simile, che a noi pare inverosimile e fantascientifica ma che a qualche migliaia di chilometri sta acca-dendo. Ma anche qui, i finlandesi si dicono convinti che questa iniziativa si rivelerà vantaggiosa anche dal punto di vista economico, perché “l’emargina-zione intellettiva e le sue conseguenze sulla salute dell’individuo hanno un impatto economico enorme

sulla società, e i costi per ridurre problemi sociali e di salute come la depressione o numerose malattie psicosomatiche sono altissimi e aumentano propor-zionalmente al ritardo con cui si decide di interve-nire”. Quindi, tornando alle nostre care e affollate palestre, queste potrebbero ad esempio consigliarci e indicarci gli spettacoli e le mostre da vedere o i libri da leggere, visto che lo si fa sempre meno. Sebbene anche questa vicenda non ci tocchi da vicino, molta è la tristezza che suscita la notizia della chiusura delle librerie americane Borders, annientate dalla scarsa vendita di libri e dall’incombere dell’ebook. Qui da noi ancora in pochi hanno scoperto il piacere di leggere su smartphone e iPad e in tutta sincerità devo ammettere che io preferisco tenere tra le mani il buon vecchio libro. O il quotidiano. O le riviste specializzate. Anche qui, vanno per la maggiore le pubblicazioni salutistiche che spiegano come tenerci in forma parlando di carboidrati, calorie e zuccheri e insegnandoci cos’è il metabolismo attivo. Sulle copertine solitamente si vedono modelli e modelle che sfoggiano fisici perfetti, in questo periodo arric-chiti da cappellini da Babbo Natale. Quindi - leggo - siccome dicembre è considerato un mese ad alto rischio per la nostra tabella nutrizionale, ci conviene correre in palestra e concentrarci sulla scheda d’alle-namento che il nostro personal trainer ci ha fornito. Ovunque è un proliferare di diete e consigli alimen-tari per smaltire i panettoni che ancora dobbiamo mangiare. E anche se io personalmente sto ancora riparando solo i danni dell’ultima cena al ristorante, posso tranquillamente collocarmi tra quelli che stanno seguendo una dieta di quelle in circolazione: chi non ha mai sentito parlare di quella a zona? E la dieta cromatica? O, ancora, quella delle banane, del minestrone, ipoproteica, vegetariana, dissociata? E se quest’anno provassimo a cambiare qualcosa? Introduciamo nelle nostre abitudini, ad esempio, una tabella intellettuale. Perché va bene tutto, ma a che serve sembrare magri se poi restiamo degli igno-rantoni? Questa tabella servirebbe a modernizzare i nostri processi cerebrali, a rendere meno lenta la percezione della novità, della diversità e dell’ignoto. Insomma servirebbe ad aprirci. Quindi, oltre a solle-vare i pesi, perché non proviamo a sollevare anche il nostro spirito? Ci sentiamo in forma? Benissimo. Dimostriamolo. Discutendo e ragionando non sol-tanto su quanti chili tiriamo su con il bilanciere o se sia meglio ingerire le proteine alla sera, ma raccon-tando anche l’ultimo libro letto, o l’ultimo spettacolo visto a teatro, o l’ultimo film che ci è piaciuto al cinema. Nel frattempo vi auguro di trovare sotto l’albero ciò che più desiderate. Buon Natale e uno strepitoso inizio d’anno.

[email protected]

MARCANTONIOGALLOmagazzini

culturali

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SPORT

Lo sport in provincia di Brindisi si è sempre espresso ad ottimi livelli, ma mai come in questo momento vantiamo numerose eccellenze nello sport nazio-nale. Vale la pena ricordarle, anche per orgoglio: nel tennis c’è Flavia Pennetta,

nel basket c’è l’accoppiata di Legadue formata da Enel Brindisi e Assi Ostuni, nel volley di A2 fem-minile c’è il San Vito, nella ginnastica c’è La Rosa Brindisi, cui si affiancano numerose società sportive che concorrono ai livelli minori. Da qualche tempo anche negli sport motoristici abbiamo una presenza importante, ed è questa la storia che vogliamo rac-contare. Nel 2007 uno sconosciuto giovane mesa-gnese conquista il secondo posto nel campionato regionale di categoria a cavallo di una vecchia Suzuki RS6 del 2003. La cosa non sfugge agli osservatori che cominciano ad interessarsi a questo ragazzo che con un mezzo inadeguato si lascia dietro ben più quotati piloti. Scoprono che si tratta di un elettricista di Mesagne, Cosimo Chirone, che “nel tempo libero” si prepara per le corse. Dopo i primi risultati arriva il supporto di un manager importante (l’avvocato Plea-nario) che, riconoscendone il talento, porta Cosimo a correre nel campionato italiano velocità in categoria SBK (SuperBike) con il Grillini Racing Team. “Ho lavorato molto per riuscire a risparmiare abba-stanza e poter comprare una Kawasaki da strada”, ricorda Cosimo, “perché il mio sogno era correre in pista. Oggi mi appresto ad affrontare una nuova sfida: ho costruito il Chirone Racing Team, una squa-dra mia, che mi segue nel prosieguo della carriera e che può dare anche opportunità a qualche altro talento del nostro territorio”.Chirone corre oggi con una KTM con cui gareggerà nel campionato nazionale SBK 2012, trasmesso sul territorio nazionale da SportItalia e da Moto Tv della piattaforma satellitare Sky. “Siamo ad un buon livello”, continua Cosimo, “ma non disponiamo di mezzi all’altezza dei grandi team. In pista ci mettiamo tutta la nostra passione e l’impegno, conseguendo anche tempi importanti, ma il budget limitato limita le nostre ambizioni”.Anche in questo sport il sostegno degli sponsor è determinante e Cosimo spera di avere il supporto di aziende del territorio brindisino. “Sarebbe importante per me sapere di essere sostenuto dal mio territorio, significherebbe avere una marcia in più”. Anche per questo il team sta lavorando ad un progetto di comunicazione che metta in risalto le

opportunità per gli sponsor: “Sono molto fiducioso per questa nuova avventura e spero veramente di ottenere consensi dalle aziende della mia terra”.Il manager di Cosimo Chirone sta lavorando ad un progetto ambizioso: disputare due gare del mondiale di SBK, occasione per gareggiare con Biaggi, Melan-dri, Haga, Checa… insomma con i più grandi. Ci auguriamo che ciò avvenga, intanto… siamo già “in piedi sul divano di casa”, per citare un noto com-mentatore della MotoGP. In bocca al lupo Cosimo.

Cosimo Chirone, elettricista mesagnese, nel tempo libero si dedica alla sua passione. Con risultati sorprendenti.

COSIMO CHIRONELA MOTO È LA MIA PASSIONE

Sito www.cosimochirone.itFacebook Chirone Racing

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E A CAPODANNOUn tuffo alla conca!Dopo il grande successo della passata

edizione, anche quest’anno gli amici della “conca” organizzano, in collabo-razione con i Vigili del Fuoco, l’evento

“Un tuffo alla Conca - Capodanno 2012”.L’appuntamento con la terza edizione del tradizio-nale bagno di inizio anno è per le ore 11:00 dell’1 gennaio 2012 presso lo specchio di mare della “Conca” zona Sciaia, sul litorale nord di Brindisi.La cittadinanza è invitata a partecipare (anche senza farsi il bagno) e ritrovarsi a brindare al nuovo anno tutti insieme. L’iniziativa mira a coin-volgere sempre più gente anche da altre località pugliesi, e magari diventare uno degli appunta-menti più importanti della stagione invernale.La prima edizione infatti ha registrato la parte-cipazione di solo sette coraggiosi, diventati ben trentasei nella seconda edizione. Quanti saranno i tuffatori nelle acque della Conca il prossimo primo gennaio?La partecipazione è libera. Per aderire o per dare suggerimenti si possono contattare i seguen-ti recapiti: 331.5775886 (Gino), 340.8302824 (Giampiero).I coraggiosi del 2011 sono stati: Gino Crastolla, Gino Camassa, Ercole Cavaliere, Walter De Tom-maso, Ivano e Claudio Colaianni, la prima donna Elisabetta Vierucci e Vito Scarcella, Maurizio Coppola, Giuseppe Pinto, Giuseppe De Vincentis, Giampiero Epifani, la befana Costantino D’Ac-cico, Silvio Quistelli, Mirko Brigida, Alessandro Barba, Giovanni De Francesco, Claudio Maggio, Cosimo D’Angelo, Nicola Cazzato, Luca Palazzo, Cosimo Giove, Lorenzo Antelmi, Luca Guadalupi, Piero Giosa, Salvatore Bagnati, Daniele Crastolla, Stefano Crastolla, Francesco Crastolla, Domenico Sciscio, Angelo Arsenio, Luigi Piliego, Sandro Men-duni, Gerry Sabato, Angelo Rizzo, Pisani Michele. Alcuni di loro sono ritratti nella foto scattata l’1 gennaio 2011 da Giovanni Membola.

FOLLIE

NUOTO

Che anno per AlessioPepe Esposito, atleta del Centro Sport ha vinto i campionati regionali assoluti

Si chiude con un bilancio a dir poco eccellente l’anno sportivo 2011 per Alessio Pepe Espo-sito, giovane e promettente atleta (classe ’94)

tesserato con il Centro Sport Brindisi che si è distinto nelle specialità del Nuoto e del Nuoto per Salva-mento. I suoi principali risultati sono stati ottenuti nelle competizioni di nuoto stile “rana”, in particolare nelle gare sulla distanza dei 200 metri ha ottenuto un 2° ed un 1° posto rispettivamente ai Campionati Regionali Assoluti Primaverili ed Estivi, con la qualifi-cazione e la prestigiosa partecipazione ai Campionati Nazionali Giovanili Primaverili di Riccione ed Estivi di Roma. Ha inoltre conquistato il podio e una serie di

medaglie anche nella 50 e nella 100 m. “rana” e nella 400 m. “misti”, riuscendo ad ottenere ottimi piazza-menti con tempi di gara di tutto rispetto anche nelle specialità dei 200 m. “stile libero” e 200 m. “misti”.A completare una stagione indimenticabile è arrivato il premio conferito durante la prestigiosa “Festa del Nuoto” che si svolge ogni anno a Bari.Un anno ricco di impegni, tra allenamenti quotidiani ed impegno costante nello studio, il tutto conse-guendo ottimi risultati e mantenendo la serenità e la voglia di fare bene, qualità che contraddistinguono questo ragazzo semplice e sempre cordiale. Le vittorie conquistate, i titoli e le medaglie non lo hanno cam-biato, Alessio continua ad essere un giovane modesto e fedele ai suoi sani principi, un valido esempio per tanti coetanei che non riescono a trovare motivazioni e stimoli.

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Shopping

Stampe di foto su tela, tappetini per il mouse, tazze personalizzate, calendari, cuscini, sottobicchieri,taglieri, grembiuli e molto altro ancora nel negozio situato in viale San Giovanni Bosco

Da Foto Digital Discount tante idee regalo

Anche quest’anno, come tutti gli anni, quando arrivano le feste di Natale dobbiamo comin-

ciare a pensare ai regali. La soluzione per trovarquest’anno la offre Foto digital discount, la catena di negozi per la stampa digitale più grande d’Europa con i prezzi più bassi d’Italia. Nel nuovo punto vendita di viale San Giovanni Bosco 143 potrete veramente creare il vostro regalo personalizzato per colpire ed essere apprezzato da chi

NATALE

lo riceverà. Potrete infatti far stampare sugli oggetti una fotografia di vostro gradimento, foto che potrete scegliere tra tutte quelle che avete fatto o tra quelle del vostro amico. Diciamo una foto che abbia un significato impor-tante per chi riceverà il dono. Facen-dola stampare su un oggetto, farete in modo che questo diventi importante e unico.Foto digital discount non vi offre i soliti doni natalizi coperti di fiocchi e

brillantina, ma l’occasione di creare un oggetto unico che potrà avere un signi-ficato altamente personale, grazie ad un pizzico di collaborazione da parte vostra. Sarete proprio voi a infatti a personalizzare i vostri regali di Natale per lei attraverso una immagine (anche una semplice foto) che verrà riprodotta sull’articolo da regalo che preferite.Qualche esempio: stampe di foto su tela, stampe di foto su legno, foto su orologio, fotolampada, foto su pietra,

fotolibri, tappetini per il mouse e tazze personalizzati, foto calendari, foto puzzle, portachiavi, foto su por-tapenne, salvadanai, cuscini, sottobic-chieri, taglieri, portatovaglioli, grem-biuli e tanto altro ancora potrete tro-vare da Foto digital discount a Brindisi, al Viale San Giovanni Bosco n. 143.

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