TB Magazine Aprile 2010

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WWW.TBMAGAZINE.IT TB 1 A 25 APRILE 2010: IL GRANDE GIORNO Omar Thomas fotografato da Dino Matera

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TUTTO BRINDISI - Anno 15numero 19

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A25 APRILE 2010:

IL GRANDE GIORNO

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EDITORIALE

MollicaGrazie a Ferrarese, Perdichizzi & Co. Comunque finisca (ma deve finire bene) ci hanno regalato un anno magnifico.

PARLIAMO DI BASKET, RIPETO BASKET, “pallacanestro”, e lasciamo il palazzetto da parte: se ne parlerà fin troppo nelle prossime settimane, e ne parliamo in altre pagine del giornale. È ormai evidente che abbiamo un piede, forse anche qualcosa in più, in serie A, quella più importante, quella che un tempo si chiamava A1. Io sono certo che la promozione non ci sfuggirà, ma anche se così non dovesse essere (e faccio gli scongiuri come voi) mi sembra doveroso ringraziare quanti ci hanno regalato un campionato di forti emozioni. Grazie dunque alla società, che pur avendo iniziato nel peggiore dei modi, con il grande inciucio degli abbonamenti, si è ripresa alla grande ed ha dimostrato (nuovamente) di essere una “signora società”. Grazie a Ferrarese, a Corlianò, a Marinò e a Corso, e a tutto il resto dello staff. Corlianò disse un giorno: «Il basket a Brindisi questa sera è morto». E meno male! Grazie a Dio, a Ferrarese, ed anche a Corlianò, il basket a Brindisi, oggi, è più vivo che mai. Spero solo che ci rimanga.Grazie al “gigantesco” coach Perdichizzi, che una buona parte della tifoseria avrebbe visto volentieri senza panchina

Non restate a guardare!

nel momento peggiore del campionato. Gli stessi che volevano tagliare Bryan, Infante e chissà chi altro. Oggi nessuno avrà più il coraggio di criticare lo Sce-riffo. E sarebbe bello che finalmente il palazzetto gli dedicasse un’ovazione, nella partita casalinga del 10 aprile ed in quella successiva, perché se lo merita davvero: ha saputo amalgamare una squadra costruita ex-novo, con un solo reduce della stagione precedente. Ha saputo attendere Bryan, sgridare Crispin quando esagerava, valutare Pinton, por-tare a Brindisi quell’icona del basket che è Omar Thomas, compiere un miracolo con Michele Cardinali, che in tre anni

ha subito un miglioramento incredibile: oggi è il miglior sesto uomo di LegaDue, ma saprebbe ben figurare anche in A.

GRAZIE COACH, E SCUSI I TIFOSI CHE LA volevano cacciare via a calci in culo. Ma come lei ben sa, i tifosi non cono-scono mezze misure: ti amano, oppure ti odiano. Grazie a tutti i giocatori, che ci hanno regalato momenti di superbasket. Ma ci rendiamo conto di cosa fanno Joe Crispin e Omar Thomas in campo? E di cosa sia Radulovic nei momenti di gran vena? Grazie a tutti voi per aver saputo trarre, dai fischi, gli stimoli per tornare a raccogliere applausi. E infine grazie al pubblico. Ai tifosi. Esempio vivente di una città e dei suoi cittadini che, quando vogliono, sanno stupire e farsi ammirare. Peccato che questo orgoglio brindisino e questa volontà di mettersi in bella mostra si registrino solo in campo sportivo. Dav-vero un gran peccato. Ma c’è tempo per cambiare. Ora però niente distrazioni. Il 25 aprile c’è un appuntamento con la storia. E poi, che la festa cominci. Al problema dei problemi penseremo dopo.

TB viene distribuito a partire dal 10 del mese, e non più da giorno 1

Fabio

“”

Un giorno Corlianò disse: «Questa sera il basket a Brindisi è morto». E meno male! Invece il basket qui è vivo e vegeto. Speriamo solo che ci rimanga.

TUTTOBRINDISI

NUMERO 19 - APRILE 2010TIRATURA 5000 COPIE

Autorizzazione Tribunale di Brindisi n. 4 del 13/10/1995

...............................................................................................................

Direttore ResponsabileFABIO MOLLICA

GraficaSALVATORE ANTONACI

StampaTipografia MARTANO (Lecce)

Redazione/PubblicitàProlungamento Viale Arno, sn

72100 BrindisiTel/Fax 0831 550246

[email protected]@tbmagazine.it

Hanno scritto su questo numeroFrancesca AlparoneGuido GiampietroEmilio Graziuso

Stefano La MonicaMario LioceIole La Rosa

Pier Paolo CitoPierpaolo Petrosillo

Tiziana PiliegoOreste Pinto

La collaborazione a TBè libera e gratuita

Distribuzione gratuitanei principali luoghi di lavoro e di ritrovo

dal 10 di ogni meseLa lista dei circa 200 punti di distribuzione

è possibile consultarla sul nostro sito internet

www.tbmagazine.it

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Il palazzetto, per i tantissimi tifosi dell’Enel Basket Brindisi, è diventato la croce delle croci, il problema più importante ed urgente da risolvere.

Ho già detto in altre occasioni che, a mio avviso, il problema della mancanza di un palazzetto non può dettare l’agenda di un’amministrazione, per di più un’ammi-nistrazione con un bilancio non proprio florido e con ben altri problemi da affron-tare qual è quella di Brindisi.Ciò detto, è chiaro che le pretese della so-cietà sono rispettabilissime e le speranze dei tifosi condivisibili.Anche io sono un grande tifoso dell’Enel Basket, la squadra di quest’anno mi fa divertire tantissimo e sono certo che la promozione sia ormai in tasca. Mi piace-rebbe vedere le partite in un palasport degno di questo nome, e mi piacerebbe poterci portare i figli senza dover andare a comprare l’abbonamento dai bagarini. Detto questo però, mi rendo pure conto

È SPORT O POLITICA?L’argomento Nuovo Palazzetto è ormai il problema più discusso. Ma una via d’uscita immediata non c’è. Il Comune non ha soldi. I tempi amministrativi non sono gli stessi dei campionati. Ci sono urgenze ben più importanti da risolvere. E il ruolo politico di Ferrarese non aiuta certo a trovare una via d’uscita. La serie A è alle porte. Come finirà? Qualcuno teme che il titolo sarà venduto. A meno che...

che pensare di bruciare qualche milione di euro di un bilancio pubblico per il basket, in questo particolare momento storico, sarebbe un affronto nei confronti di tutte

quelle persone (e sono la maggioranza) che il basket non lo seguono e alle quali non gliene importa un tubo.L’Amministrazione comunale fa bene a

sondare il campo: a vedere cioè se ci sono dei privati che intendono investire nella famosa cittadella dello sport. Ma temo che di privati così volenterosi di spendere tanti soldi in questo settore non ve ne siano. A meno che non si chiamino Enel, Edipo-wer o Lng. Con tutto ciò che questo potrà comportare.E di certo il ruolo politico assunto nei mesi scorsi dal patròn Massimo Ferrarese non aiuta a districare la matassa, anzi apporta alla questione quel plus di invidie e gelosie di cui si sarebbe fatto volentieri a meno. Ora, ammesso che qualche privato si faccia avanti, una parte della spesa per la realizzazione di questo nuovo palasport dovrà essere affrontata dal Comune. Bene, io credo che se l’Amministrazione dovesse spendere 3 o 4 milioni per il palazzetto e una decina per le opere di urbanizzazione, è bene che spenda quei soldi su ben altri versanti. E faccio solo tre esempi.1) Con 1 milione 500 mila euro, nella

«Ma perchè si pensa che c’è sempre qualcosa di più importante da rea-lizzare? Ma perchè si pensa che un nuovo palasport sia solo un conteni-tore sportivo? Non ci sono soldi? C’è il credito sportivo a cui attingere, se c’è la volontà di farlo.Ma sapete quanti posti di lavoro darebbe la costruzione di un nuovo palasport? Ma sapete che un nuovo palasport si potrebbe utilizzare per realizzare una miriade di manifesta-zioni? Abbiamo una mentalità chiusa e gretta, e purtroppo i primi ad aver-la sono seduti a palazzo di città, tutti, nessuno escluso. Ma perchè invece di stare seduti i nostri cari ammini-stratori non si fanno un giro a vedere per esempio a Pesaro all’Adriatic Arena quanta gente ci lavora? Sotto al palasport ci sono centri commerciali, piscine, palestre».

Silvia

I VOSTRI COMMENTI«Io sono un tifosissimo che purtroppo vive fuori Brindisi per lavoro. Anche da 850 km di distanza vorrei dire la mia su quella che, secondo me, è l’unica strada percorribile riguardo la questione palazzetto, vale a dire l’ampliamento della struttura attuale con una ulteriore gradinata (un tot di anelli in più dicia-mo). In questo modo l’Amministrazione salverebbe capre e cavoli: spendereb-be circa un terzo rispetto alla costru-zione di un nuovo palazzetto (per non parlare di una cittadella) e darebbe alla città una struttura adeguata alle ambizioni della società di basket (e di eventuali altre realtà) nonchè dei tifosi e anche dei cittadini che non seguendo il basket, magari potrebbero seguire un evento che senza l’ampliamento del palazzetto, dovrebbero seguire in un’altra città».

Giuseppe De Bartolo

«È un classico. È tipico della nostra cultura il dire che se c’è una cosa da fare, c’è sempre una cosa più impor-tante da fare. E’ un vecchio trucco per non far mai nulla e lasciare lo status quo, questo vale sia nello sport che nel vivere quotidiano. Mi fa sorridere come vengano elencati in questo articolo anche delle “linee guida” sulle priorità, come se scimmiottare le scelte altrui sia la soluzione ai nostri problemi. Devo essere sincero, saranno i miei primi quarant’anni, ma mi accontento di poco, in quanto se ho fortuna ne campo altri 40 e se ne hanno le mie figlie saranno al massimo precarie o emigranti.Mi accontento che qualcuno inizi a fare qualcosa, che poi si potrà sempre mi-gliorare, ma che si faccia qualcosa».

Domenico Guarini

«Nonostante sia un appassionato di basket e segua questo sport da quando

a Brindisi si giocava al palazzetto del Casale con l’azzurra e la nuova palla-canestro, ritengo che il nuovo palaz-zetto lo debbano costruire i privati, e questo perchè, da cittadino, preferirei che i 3/5 milioni di euro che il Co-mune dovrebbe spendere venissero impegnati per qualcosa che sia so-ciale per tutta la città di Brindisi... ad esempio, sarebbe ora che si aprissero la piscina in via Nicola Brandi, quella a Sant’Elia, che si finisse la struttura per gli anziani sempre a Sant’Elia, che si costruissero altri impianti sportivi di cui i brindisini sono affamati, che si creasse un piano della costa, che va da Granchio Rosso ad Apani, che darebbe lavoro ed attrattive a tanti giovani di Brindisi e provincia... i nostri amministratori, purtroppo, sono ciechi e con idee troppo arcaiche per capire certe cose!».

Alessandro Caiulo

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TEMI ROVENTI

provincia di Milano, è stato pubblicato il bando Imprese Creative. Grazie a questo bando sono nate sul territorio più di 50 nuove piccole imprese, che hanno rice-vuto fino a 35.000 euro per affrontare la fase di start up. 50 nuove piccole imprese vuole dire circa 100 nuovi occupati. Con-siderate che Edipower a giugno metterà in ferie forzate 120 lavoratori.2) Sempre per restare in tema di lavoro:

con 1milione 400mila euro si potrebbero stimolare 100 nuove assunzioni nelle im-prese locali. Non è utopia: è quello che sta accadendo all’Amministrazione provincia-le, con i progetti Evolvo e Welfare to work, che riconoscono 14.000 euro alle aziende che assumono un nuovo dipendente a tempo indeterminato. E i fondi vanno a ruba.3) Altro esempio, di natura diversa: a

Vinaroz, nei pressi di Valencia, in Spagna, con meno di due milioni di euro hanno rivoluzionato la costa, molto simile al no-stro litorale Nord, creando nuovi lidi, bar, strutture sportive, una pista ciclabile.Ecco, io, modestamente, preferirei che il Comune di Brindisi spendesse i soldi in questo modo. Ma servono i soldi, appunto. E magari le idee. Se poi il Comune non fa né il palazzetto, ne le altre cose, questo è

un altro poblema. Perché, come dice Mario Lioce nella pagina che segue, qui non si tratta di fare il tifo tra chi vuole il palazzetto e chi no. Qui si tratta di decidere una volta per tutte che fare di questa benedetta città. Perché altrimenti, tra 10 anni, staremo ancora qui a discutere di palazzetto, rigas-sificatore ed Enel.Dateci un progetto per la Brindisi del 2020.

Fabio Mollica

I VOSTRI COMMENTI

«Potrei essere anche d’accordo con te Fabio, sul discorso che i soldi a disposizione potrebbero servire per fini più importanti (da premettere che sono un tifosissimo dello sport brindisino), però ho qualche dubbio in merito. Mi spiego meglio con una battuta: cosa è stato realizzato di tanto importante a Brindisi negli ultimi anni? Concludendo: il denaro a disposizione per la realizzazione del nuovo palazzetto verrebbe “utiliz-zato” per fantomatiche opere di 10° livello, che non servirebbero a nes-suno, “o quasi”. Della serie “cornuti e mazziati”!!!»

Luigi

«L’argomento è particolarmente scottante e mi rendo conto che le valutazioni fatte sono assolutamen-te soggettive e influenzate dalla passione che si nutre per una realtà

sportiva importantissima. E allora due considerazioni: 1- dal momento che lo sport in questo momento rappresenta l’unico vero elemento di riscatto per la nostra città, non ci possiamo permette-re di perdere la squadra di Basket e la serie A sarebbe la definitiva consa-crazione di una rinascita quantomeno sportiva; 2- esistono degli strumenti economico-finanziari, vedi credito sportivo e project finance che potreb-bero e dovrebbero essere presi in considerazione per risolvere in tempi brevi tale situazione.Detto questo, concordo con Lei che è impensabile per Brindisi e i brindisini distrarre fondi altrimenti utilizzabili per realizzare un palasport».

Andrea Lapomarda

«Se si parte dal presupposto che un Comune non può spendere tanti soldi per un palazzetto perchè ci sono altre

emergenze a questo punto a Brindisi ma credo in ogni parte del mondo non dovrebbero piu’ essere costruite strutture sportive perchè sicuramente ci sarebbero opere piu’ importanti ed urgenti da realizzare. Non condivido quando Fabio parla di progetti che potrebbero portare posti di lavoro.Si ha presente quanti posti di lavoro potrebbe dare una struttura polifun-zionale dove realizzare eventi sportivi, manife-stazioni,concerti,congressi? E come tutto l’indotto (ristoranti,alber-ghi, taxi, negozi di souvenir) potrebbe creare occupazione e far migliorare la nostra economia? Chi vi parla spesso va in trasferta e posso dirvi che oltre al danno sportivo e culturale nel perde-re la possibilità di vedere la propria squadra giocare tra le mure amiche si perderebbe la possibilità di creare posti di lavoro veri, non inquinanti».

Dario

«Potrei anche essere d’accordo con te, solo che a Brindisi non si fa nè una cosa nè l’altra. La vendita del titolo sportivo rappresenterebbe una cosa orribile soprattutto per il nostro orgo-glio cittadino e una assoluta mancanza di rispetto per i cittadini che amano questo sport e soprattutto questa città». Mirko

«Premetto: sono un tifoso, ma sono d’accordo sia con Fabio che con Luigi, cosa si e fatto da un po di anni a questa parte? Niente, eccetto quando è venuto il Papa. Sarebbe il caso come gia detto rivalutare sia la costa che il centro storico della città per poter attirare un po’ di gente come fanno gli altri centri: non andiamo lontano, ve-dasi Mesagne. Comunque ci dovrem-mo soltanto vergognare con il porto e l’aeroporto che abbiamo».

Vincenzo

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COMPLICI

QUASI IN CONTRAPPOSIZIONE ALLE INNUMEREVOLI lacune della nostra città, l’editoria locale vive un periodo di floridezza. Ovviamente uso il termine editoria con un’accezione volutamente benevola ed estensiva, annoverando al suo interno quotidiani, riviste, magazine, siti web, portali e blog di ogni genere. Al di là della natura di questi media, non può e non deve sfuggire il senso di quanto sta dietro questo proliferare di parole: una palese quanto viscerale manifestazione di volontà di espressione del proprio pensiero. Seppure spesso questa volontà di partecipazione non si traduca, appunto, in azione, occorre non sottovalutare questo fenomeno. C’è desiderio di dibattere, di esprimere la propria visione, di manifestare dissenso. C’è fondamentalmente la richiesta di essere ascoltati. È sufficiente fare un giro per i portali locali più cliccati, per trovare nei diversi blog fiumi di parole intrise di ironia, disincanto, rabbia. Se si potessero evidenziare percentualmente le parole che più frequentemente appaiono nelle esternazioni, ci accorgeremmo che prepotente tra queste c’è “prospettiva”. Ed è proprio su questo aspetto che vorrei soffermarmi. La paura che avvinghia violentemente i brindisini non deriva tanto da una disincantata presa d’atto dei problemi della città, quanto dalla triste consapevolezza del non vedere messe in campo politiche in grado di restituire una seppur lontana prospettiva. È tipico di questi scenari il disquisire animato e confuso di quest’ultimo periodo. Osservo stupito, ad esempio, lo sterile confronto a distanza tra i partigiani della costruzione immediata di un palazzetto dello sport da dedicare al basket e la fazione “avversa” che sostiene la presenza di priorità diverse. C’è in giro qualche stolto che possa non attribuire ad entrambe le posizioni piena legittimità? Chi con vigore invoca un’adeguata struttura da dedicare alla punta di diamante dello sport locale, cos’altro

chiede se non un luogo che possa rappresentare un pur parziale riscatto dalle croniche deficienze della nostra città. La costruzione di un nuovo impianto, se utilizzato a dovere, potrebbe certamente avere innumerevoli ricadute positive: un sano svago per gli appassionati, un volano per la promozione del territorio, una forma di incentivazione allo sport per i giovani, un luogo da utilizzare per altre manifestazioni di intrattenimento e tanto altro. Considerazioni già prodotte da voci indubbiamente più autorevoli della mia. D’altro canto, provo stupore e tristezza nel constatare la veemenza con la quale viene attaccato chi fa presente l’esistenza di altre priorità. Ha meno legittimità chi si preoccupa dell’inquinamento della nostra città che provoca ogni anno centinaia di morti per cancro? Ha meno legittimità chi vedendo in ballo milioni di euro vorrebbe che fossero impiegati per un rilancio strutturale della nostra economia? A volte trovo capziosa e cinica, quasi pianificata, la volontà di alimentare questa contrapposizione virtuale. L’elemento che mi turba è il constatare come la maggior parte delle persone disposte a manifestare la propria protesta per ottenere un nuovo palasport, che io per primo auspico, vilmente si defili quando in ballo non c’è lo sport ma la salute e la sopravvivenza. Quello che sull’onda dell’emozione non si comprende, è che

Turista per casa

LioceIl futuro, prima di costruirlo, bisogna meritarlo. Pretendere una politica fatta di programmi lungimiranti non è un diritto ma un dovere.

Mario

la questione non può ridursi ad una scelta di campo tra palazzetto sì o palazzetto no: la vera questione è il futuro della città. Fino a che si continuerà a ragionare in questa maniera si farà il gioco di chi si sottrae nel dare alla città una visione prospettica e strutturale per uscire dalle sabbie mobili che la ingoiano. Obbligare chi ci governa - vuoi che sia a livello locale o nazionale - a prendere decisioni estemporanee e svincolate da un’indispensabile progettualità, vuol dire fornirgli su un piatto d’argento un alibi per il proprio immobilismo. Ma è ugualmente avvilente il non meno colpevole qualunquismo di chi sui blog, con espressioni dialettali spesso gratuitamente volgari, si svincola dalle proprie responsabilità di cittadino. Nelle appena trascorse elezioni regionali dov’era l’indignazione pur constatando gli assordanti silenzi programmatici dei candidati di entrambi gli schieramenti? Qualche settimana fa, Mario Calabresi, direttore de “La Stampa”, si chiedeva dove fossero finite le idee, i progetti, i programmi, i sogni o anche le affabulazioni che la politica dispensava a piene mani prima di ogni elezione. I politici sono stati distratti, intenti a controllarsi reciprocamente e con le seconde file impegnate a strappare qualche posizione nelle liste o a rinfacciarsi la paternità di un candidato impresentabile. L’incuria è figlia tanto dell’arroganza quanto del disinteresse. Ed infatti si è accettata supinamente una campagna elettorale fatta di pochissima passione e nessuna energia, prigioniera della stanchezza e del risentimento. Diviene difficile immaginare come questa trascuratezza e questo pressapochismo possano trasformarsi in qualcosa di positivo. Non mi compete trovare una soluzione per avere finalmente un palazzo dello sport ma come cittadino posso pretendere una politica fatta di programmi concreti e portatrice di una visione. Il futuro, prima di costruirlo, occorre meritarlo.

La questione non può ridursi ad una scelta di campo tra “palazzetto sì” e “palazzetto no”. La vera questione è il futuro della città.

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Il Salone nautico di Puglia sarà lo scena-rio più adatto per la presentazione di un nuovo, suggestivo progetto, quello del Polo Nautico Città di Brindisi, un vero e

proprio distretto produttivo della nau-tica da diporto, a cui sta lavorando da qualche mese Confindustria Brindisi (il presidente Giuseppe Marinò, nella foto in questa pagina, segue perso-nalmente gli sviluppi del progetto). Nello specifico il Polo Nautico di Brindisi prevede di realizzare: 1) un marina tecnico, a disposizione delle aziende e utilizzato anche dal Salone Nautico di Puglia, Snim, riconosciuto dalla Regione come manifestazione di interesse nazionale; 2) un centro servizi direzionale in affiancamento e a disposizione delle imprese propo-nenti; 3) una struttura permanente di formazione tecnica e professionale e di comunicazione internazionale; 4) un centro di commercializzazione dei prodotti ed articoli nautici di sup-porto della cantieristica da diporto; 5) un Centro di Ricerca e Sviluppo a supporto di tutta la filiera produttiva; 6) un centro servizio di assistenza

ECCO IL POLO NAUTICOQuindici aziende locali, coordinate da Confindustria Brindisi, si uniscono per dare vita ad un progetto suggestivo, che prevede investimenti per 29 milioni di euro per la costruzione di un Marina all’interno del porto, un centro servizi direzionale, un centro di commercializzazione dei prodotti nautici, e molto altro ancora. La presentazione nel corso dello Snim

in mare alle imbarcazioni da diporto; 7) programmi di ampliamento di unità produttive esistenti; 8) nuove iniziative imprenditoriali, altamente innovative per la ricerca, sviluppo e produzione di materiali compositi e fibre naturali (Novowood); erogatore multi-block (colonnine innovative); grandi manufatti in calcestruzzo.Al progetto hanno già aderito 15 aziende

della domanda.Si punterà alla costituzione di rapporti tra imprese caratterizzati da un approc-cio sistemico nelle relazioni interim-presa secondo la logica della specia-lizzazione flessibile e improntati alla cooperazione tra soggetti che operano a livelli differenti - sia all’interno del sistema produttivo, sia nelle istituzioni. Ciò da un lato favorisce il coordina-mento, dall’altro conferisce al sistema un elevato dinamismo.Tutto questo nel quadro di un forte ancoraggio socio-culturale del settore della nautica al territorio brindisino, elemento che favorisce una rapida circolazione delle idee, una elevata condivisione delle conoscenze tecnico-produttive e una facile interazione tra gli individui che condividono la stessa “cultura distrettuale”.Le aziende proponenti, che insieme sviluppano un giro d’affari di circa 16 milioni di euro e danno lavoro a oltre

brindisine (Area progetti, Naval Bal-samo, Capriati Vito, Limongelli, Cantiere navale Danese, Damarin, Titi Shipping, Salento yachting terminal, Anccp, Crei, Sistema walcon production, La chiave di svolta di Angela Potì, Vetri d’arte di Maria Concetta Malorzo, Technologycom, 3 F.L’idea di fondo che le 15 imprese pro-pongono, è quella di realizzare nelle aree messe a disposizione dall’Autorità

portuale, un “polo integrato della nautica da diporto”. Si tratta di un programma d’investimenti articolato e strettamente integrato che vede insieme attività di produzione, assi-stenza, manutenzione, rimessaggio, formazione, internazionalizzazione e servizi reali. Il punto di forza dell’idea progettuale è la costituzione reale e permanente di una partnership fra le realtà locali: un gruppo qualificato di imprese brindisine, autorità e amministrazioni pubbliche. Il Polo sarà, infatti, carat-terizzato da elevata scomposizione tra imprese differenti, ciascuna delle quali può conseguire i vantaggi della specializzazione (efficienze ed eco-nomie di scala) e dell’adattabilità, in termini di volumi e di differenziazione di prodotto, necessaria per adeguare rapidamente l’offerta alle variazioni

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ECONOMIA

150 dipendenti, ritengono strategico riunire le proprie attività all’interno di un’unica area d’insediamento al fine di allargare la gamma dei prodotti e servizi offerti al diportista. Allo scopo, le imprese intendono costituire un consorzio che dopo aver acquisito le aree messe a disposizione dall’Autorità portuale, procederanno a realizzare il programma d’investi-menti, in un sito - quello di Sant’Apol-linare - la cui posizione strategica rappresenta un grande polmone espansivo per la città di Brindisi e per tutta l’Area Vasta circostante.Il nuovo “porticciolo”L’intervento è volto innanzitutto alla realizzazione di un marina tecnico, a disposizione di tutte le aziende proponenti, necessario ad ospitare le imbarcazioni ormeggiate per gli interventi di manutenzione e assistenza tecnica. Tra i servizi offerti vi sarà, anche, un servizio di assistenza in mare

alle imbarcazioni da diporto che tran-sitano per le coste del basso Adriatico sino ad una distanza di 8/10 miglia con interventi di prima diagnosi e soccorso

a bordo. Detti interventi consisterebbero nel primo intervento di riparazioni in emergenza a bordo (su circuiti elettrici; su comandi di strumentazione elettrica

ed elettronica; meccanica parziale; idraulica etc.), con la successiva con-duzione del natante all’ancoraggio nel marina per il completamento della manutenzione. Per lo svolgimento di tutto ciò è necessaria la previsione di un adeguato punto di ricevimento e contatto attraverso un ponte radio nonché di un importante laboratorio per il rimessaggio. Particolare utilità potrà essere data al recupero di imbarcazioni d’epoca in legno di medie e grandi dimensioni, attività che richiede personale specializzato.Questa seconda parte del progetto mira al miglioramento della qualità delle lavorazioni di refitting delle imbar-cazioni d’epoca con interventi sulle strutture (scafo/carena), sugli impianti di bordo, sulla propulsione, sui sistemi di conduzione e sulle dotazioni di sicurezza, valorizzando le maestranze connesse a queste attività, ivi comprese quelle storiche soggette a pericolo di scomparsa, quali i maestri d’ascia. L’attività di restauro di un’imbarcazione d’epoca rientra in una nicchia di opera-tori molto ristretta, per via della carenza di personale in grado di eseguire tali lavorazioni e per le notevoli difficoltà di formazione di un maestro d’ascia certificato per il quale occorrono almeno quattro anni. Il marina avrà molteplici funzioni. Oltre a quella appena indicata, sarà destinato

ad ospitare l’edizione annuale del Salone Nautico (SNIM) e, durante la stagione estiva, limitatamente ai posti disponibili, ospiterà le imbarca-zioni in transito che con il pagamento della tariffa, permet-teranno di integrare i ricavi dell’organismo consortile, contri-buendo a soddisfare la domanda di posti barca oggi altamente insufficiente.Tale marina, costituirà un esempio nuovo ed innovativo per qualità e caratteristiche dei materiali impiegati, dei sistemi di anco-raggio ed ormeggio, degli impianti di

generazione di energia, di raccolta e smaltimento dei reflui e quindi di eco compatibilità ed impatto ambientale prossimo allo zero.

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EVENTI

La manifestazione più importante che si svolge in città quest’anno si appresta ad ospitare circa 160 aziende. L’appuntamento è dal 14 al 18 aprile, per la prima volta sulle

banchine di Sant’Apollinare.Settanta saranno le aziende produttrici o che commer-cializzano imbarcazioni, con 120 natanti in acqua e 15.000 mq per l’esposizione delle barche a terra. Nello specifico, sui pontili galleggianti saranno ormeggiati 60 natanti di stazza fino a 15 metri e lungo la banchina fissa 30 yachts. Sempre più importante sarà lo spazio dedicato al mondo della vela, con la conferma della partecipa-zione dei più importanti marchi del settore: Comar Yachts, Bavaria, Beneteau, Jeanneau, X-Yachts, i cata-marani della Lagoon e della Lady Hawcke.Qualificato anche il settore degli Yachts con 58 ormeggi già prenotati: Ferretti, Azimut, Aicon, Abati, Raffaelli, Carnevali, C & B Prestige, Molinari, Sessa, Rio e Stama.Naturalmente molto nutrita sarà la presenza degli ope-ratori pugliesi, circa 60 aziende che rappresenteranno importanti brand nel settore delle imbarcazioni da pesca (Robalo, Arvar, Firebird), dei gommoni Master, joker Boats, Sax), dei gozzi (Plastimare) ed offriranno il meglio della produzione regionale (Blu & Blu, Speedy, Tecnica Vetroresina, Polarisetc.).Per la prima volta i brindisini potranno avere l’occa-sione, grazie allo Snim, di entrare nel capannone ex-Montecatini, al cui interno è prevista la realiz-zazione di cinque differenti aree tematiche, con allestimenti diffe-renziati: area per imbarcazioni a terra (fino 8 mt);area accessori; area gastronautica; area istituzioni; area shopping.Nell’area Accessori saranno allestiti circa 20 stands per l’espo-sizione della componentistica, dei prodotti per la manutenzione dell’imbarcazione e saranno rappresentati i migliori motori

gratuiti di avviamento alla vela, utilizzando le imbar-cazioni e gli istruttori a disposizione delle sedi provin-ciali.Infine l’area Shopping, con circa 20 stands dedicati ai diversi settori merceologici, tra i quali la pesca spor-tiva, l’abbigliamento nautico, l’arredamento specifico per le imbarcazioni.Nel corso del Salone la nuova sezione nautica di Con-findustria Brindisi presenterà il progetto “Polo Nautico città di Brindisi”.Infine il programma delle attività didattiche in pro-gramma all’interno del Salone.Giovedì 15 Aprile, alle ore 10,30, lezione sulla cultura del mare, a cura della Fondazione Michelagnoli; alle ore 11,00 la visita alla mostra fotografica sui cetacei e le tartarughe marine (presso stand Circolo Velico Lucano); alle ore 11,30 Prove pratiche con simulatore Sailing Maker (stand Lega Navale).Venerdì 16 Aprile, alle ore 10,00, convegno sui cetacei e le tartarughe marine, a cura della LNI (presso la sala conferenze); alle 11,30 Prove pratiche con simulatore Sailing Maker (stand Lega Navale).Sabato 17 Aprile, alle 10,30, Lezione sulla cultura del mare, a cura della Fondazione Michelagnoli (presso lo stand della stessa Fondazione); alle 11,00 visita mostra fotografica sui cetacei e le tartarughe marine (presso stand Circolo Velico Lucano); alle ore 11,30 Prove prati-che con simulatore Sailing Maker (stand Lega Navale).

Torna lo Snim, ma quest’anno cambia la location: per la prima volta i brindisini potranno visitare il capannone ex Montecatini. Più di 160 le aziende espositrici, 120 natanti e numerosi mega-yachts. E poi convegni, mostre, lezioni...

SALONE NAUTICO DI PUGLIADAL 14 AL 18 APRILENELL’AREA DI SANT’APOLLINARE

marini presenti sul mercato (Evinrude, Suzuky, Honda, Yamaha, Parsun, Caterpillar, etc.) oltre che il meglio della produzione regionale (Socoges e As La Bruna di Monopoli, Isotta Fraschini del gruppo Fincantieri).Importante la partnership con la Sistema Walcon di Ferrara, per l’allestimento dei pontili galleggianti necessari. Nell’area Gastronautica, per la quale è stato ottenuto il patrocinio ed il sostegno dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura, ci saranno numerosi stand di aziende locali, coordinate dalla Coldiretti. Importante e qualificata sarà la presenza, per la prima volta in fiera, della Lega Navale Italiana direzione nazionale.

Un accordo siglato nelle scorse settimane, ne prevede la parteci-pazione attraverso lo stand istitu-zionale, utilizzato in Italia, per il 2010, esclusivamente al Salone di Genova, di Roma e di Brindisi. La Lega Navale Italiana, con la pre-senza di importanti testimonial, svilupperà i temi della salvaguar-dia dell’ambiente e della promo-zione della cultura del mare. Lega Navale Italiana organizzerà inoltre per tutti i cinque giorni della manifestazione dei corsi

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Quando al centro della cura c’è la “persona” e non più il “malato”, può nascere qualcosa di grandioso, possono svilupparsi sinergie che permettono la

cura del corpo e dell’anima.Ci riferiamo alla “Chirurgia Senologica Oncoplastica”, che a Brindisi ha da tempo raggiunto livelli d’eccellenza, grazie al connubio tra tecnicismo chirurgico e umanizzazione, che vede la donna affetta da tumore al seno e le sue esigenze umane, al centro delle attenzioni mediche dalla fase che precede l’intervento, alla cura ed al recupero dalla malattia. Presso l’Ospe-dale “Perrino” di Brindisi la Chirurgia Senologica Oncoplastica è frutto della collaborazione tra l’Unità Operativa di Chirurgia Senologica, diretta dal dottor Stefano Burlizzi e quella di Chirurgia Mammaria Ricostruttiva, diretta dal dottor Mario Gazzabin.“È una branca ultraspecialistica”, ci spiega Burlizzi, “che unisce l’esigenza della completa asportazione del tumore a quella del raggiungimento del miglior risultato estetico possibile, tanto che, in alcuni casi, risulta dif-ficile distinguere esteticamente una paziente operata per un tumore al seno da una che si è sottoposta ad un intervento di mastoplastica additiva puramente a scopo estetico”. L’ultra-specializzazione è unita alla multi-disciplinarietà, ossia alla stretta collaborazione tra le figure del Medico Chirurgo senologo, Medico Chirurgo Plastico, specializzato nella ricostruzione mammaria, Radiologo, Anatomopatologo, Medico nucleare, Radioterapista, Oncologo Medico, Psicologo.Prosegue Burlizzi: “La sfida più grande, per ognuno di noi, è riuscire ad affinare la preparazione appro-fondita nel proprio settore e le atti-tudini personali, per porle al servizio dell’equipe, in una visione globaliz-zata” . Entrando un po’ più nel tecnici-smo, chiarisce: “Le tecniche utilizzate, dagli affascinanti nomi anglosassoni come Total Skin sparing, Nac sparing,

SANITÁ

Skin reducing, garantiscono la con-servazione di tutto l’involucro cutaneo della mammella, compreso il com-plesso areola-capezzolo pur deter-minando l’asportazione dell’intera ghiandola mammaria ammalata. Il suo volume è contestualmente sostituito da quello di una protesi al silicone dello stesso tipo di quelle che si utiliz-zano in chirurgia estetica; il risultato finale fornisce alla donna operata la percezione non di una mutilazione ma addirittura di un miglioramento del proprio aspetto estetico. La massima conservazione estetica e funzionale è completata dal ricorso routinario alla tecnica della biopsia del linfonodo

sentinella, ormai da molti anni in uso nel nostro presidio ospedaliero e frutto della collaudatissima coope-razione tra la Chirurgia Senologica e la Medicina Nucleare (quest’ultima diretta dal dottor Bernardo Scarano). Grazie all’utilizzo della tecnica men-zionata, è possibile valutare lo stato dei linfonodi ascellari (esclusione di metastasi) prelevando un solo linfo-nodo piuttosto che tutti, come avve-niva in passato”.Lo scorso anno l’equipe di Chirurgia Senologica Oncoplastica dell’Ospe-dale Perrino ha trattato circa 150 pazienti affette da tumore al seno, provenienti prevalentemente dal ter-

Quando al centro della cura c’è la Persona e non solo il Malato, può nascere qualcosa di grandioso. In Chirurgia Senologica Oncoplastica, al Perrino, l’equipe medica aiuta le donne a recuperare l’importante parte del corpo. Che a volte, esteticamente, diventa migliore di prima.

STORIE BRINDISINEdi Iole La Rosa

TUMORI AL SENO:“COSÌ ELIMINIAMOIL TRAUMA”

ritorio provinciale ma, anche, da altre Province e Regioni limitrofe, attirate dall’alta specializzazione chirurgica, capace di garantire tecniche di non frequente riscontro nel Mezzogiorno.Risale a poche settimane fa un intervento effettuato dall’equipe di Chirurgia Senologica Oncoplastica in cui, per un tumore che interessava entrambe le mammelle. Nella stessa paziente sono state applicate con-temporaneamente tutte le tecniche precedentemente descritte, in una sintesi delle più innovative tecniche chirurgiche attualmente disponibili sul territorio nazionale. La fiducia nell’equipe d’esperienza e

Da sinistra in alto Mario Gazzabin, Stefano Burlizzi, Alessandro Cesaria. In primo piano Giuseppe Lanzillotti, Roberta D’Andria, Marcella Crusi, Giuseppe Polito.

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professionalità, la consapevolezza di un forte coordinamento tra le diverse figure mediche e tecniche, che agi-scono con azioni condivise e program-mate, accompagnate da un continuo monitoraggio di qualità e, non da ultimo, la comodità di non doversi allontanare dal proprio quotidiano per intraprendere viaggi della speranza, rappresentano un mix di fattori positivi che aiutano ad affrontare la malattia, la cura ed il recupero. Tra le componenti del percorso medico, fondamentale importanza riveste il supporto psicologico fornito dallo psico-oncologo alla paziente ed alla famiglia.“Prendersi cura di una donna affetta da tumore al seno oggi significa stabi-lire, dal primo momento, un percorso chiaro, integrato tra le varie discipline coinvolte nella diagnosi e nel tratta-mento, convalidato dai protocolli ma anche adattato al singolo caso. Psico-logicamente devastante, la malattia e la conoscenza della stessa, crea scom-pensi e squilibri nella donna e all’in-terno del nucleo familiare. Se a questo stato psicologico, aggiungiamo il trasferimento in altra struttura ospeda-

liera, lontano dai propri affetti, risulta evidente un incremento dell’ansia. L’importanza di poter affrontare l’in-tervento in loco aiuta sensibilmente; così come assume particolare rilievo la ricostruzione della mammella contem-poraneamente alla sua asportazione. In una donna il seno rappresenta il fulcro della femminilità, della sensua-lità, dell’erotismo, della maternità; di conseguenza, la percezione, di non vedere traumatizzato il proprio aspetto estetico ma, al contrario, addirittura migliorato, può aiutare ad affrontare le cure e agevolare psicologicamente il recupero dalla malattia”, ci dice la dot-

toressa Psico-oncologa Paola Marinò.Attraversando il lungo corridoio del nono piano dell’Ospedale Perrino, addentrandoci nel reparto, che risulta di dimensioni anguste visto anche il prestigio e la valenza che ha assunto, nel tempo, il lavoro dell’equipe chi-rurgica, scorgiamo camici bianchi e verdi intenti a soddisfare mille esigenze, e ci colpiscono gli sguardi di quegli uomini e di quelle donne che esprimono l’amore e la passione per la professione che svolgono con abnegazione; trasmettono ogni giorno l’entusiasmo alle pazienti con le quali creano un legame talmente intenso che travalica le frontiere della paura e della malattia, per ritrovarsi a condivi-dere ciò che di speciale professiona-lità e cuore hanno la forza di donare: un futuro e la speranza del domani.

Iole La Rosa

Gli altri responsabili delle unità opera-tive coinvolte nella diagnosi e terapia dei tumori al seno nella Breast Unit del Perrino sono: Saverio Cinieri, Mario Criscuolo, Bernardo Scarano, Maurizio Portaluri, Grazia Angone.

Ci preme evidenziare un’iniziativa avviata grazie all’intraprendenza ed alla sensibi-lità dell’Ail di Brindisi, guidata dal Presi-dente Cosimo Alba. Il programma interna-zionale, non medico, “La forza e il sorriso”: è un laboratorio di make-up destinato ad offrire alle donne in trattamento oncolo-gico: informazioni, utili consigli e accor-gimenti pratici per fronteggiare gli aspetti secondari delle terapie. Avviato negli Stati Uniti nel 1989 e diffuso in 21 Paesi in tutto il mondo, il programma prevede l’assistenza tecnica, gratuita e volontaria, da parte di truccatrici ed estetiste, nonché la dotazione di un kit di bellezza, messo a disposizione dalle più note case cosmeti-che, per la donna sottoposta a cure onco-logiche. In un difficile contesto storico, in cui l’aspetto esteriore diviene trascurato e trascurabile, contribuendo ad aumentare il disagio psicologico dettato dalla malattia, si tenta di donare alla donna del tempo per pensare alla propria persona, di farle ritrovare il sorriso e, grazie ad esso, tra-smettere una maggiore forza psicologica per affrontare con positività la malattia, le cure ed il recupero.

VOLONTARIATO

E con l’Ail torna il sorriso

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LETTERE AL GIORNALE

Pubblicità elettorale: committente il candidato

Dall’Amministratore delegato della Pal&Pal srl di Brin-disi, Raffaele Felice Palano, riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera.

«Si parla tanto di turismo. Ma se per un piano della costa ci vogliono anni per realizzare stabilimenti al pari del Nord Italia o basso Salento, quanti anni serviranno a Brindisi se non le si dà la possibilità di investire in attivita’ balneari? Chi le scrive è socio ed amministra-tore delegato della società Pal&Pal con sede in Brindisi che ad un anno dalla sua fondazione ancora non è stata messa in condizione di poter svolgere la sua attività, dando la possibilità di posti di lavoro a tanti giovani brindisini e questo nonostante la nostra costa sia la migliore in assoluto ...si preferisce vederla come discarica a cielo aperto o deposito di scarto della demolizione di amianto. Non sarebbe stato il caso di affidare, magari anche in modo provvisorio a società come la nostra, pezzi di costa da tenere puliti con un insediamento balneare da far rientrare in seguito in un piano della costa?Quanto ha letto finora caro direttore, e’ la domanda che

Ci scrive un imprenditore, in attesa che il Comune esamini il suo progetto. Intanto sulla costa restano le discariche. E per il villaggio di Acque Chiare si profila un’altra estate deserta...

TURISMOQUELLE CONCESSIONI BLOCCATE PER IL LITORALE

ho posto all’ex assessore regionale al Turismo, Marcello Rollo.So che il suo giornale non ha peli sulla lingua, per questo le chiedo di sollecitare con i suoi articoli chi è preposto a tali compiti.Non è possibile che Brindisi debba rimanere con un villaggio sequestrato, uno demolito con amianto a cielo aperto e una discarica lunga chilometri e chilo-metri, mentre vengono date concessioni e agibilità a stabilimenti balneari non degni di tale nome, in attesa di un piano della costa che non si sa quando inizierà nè quando finirà. Lo stabilimento Acque Chiare era un esempio da seguire per la nostra costa e invece è stato bloccato e sequestrato ai proprietari mentre veniva utilizzato dai bagnanti che riuscivano ad accedervi via costa, e nel frattempo resta un rebus dove portare i nostri ospiti quando arrivano a Brindisi, a meno che non ci si rechi nel basso SalentoBrindisi non puo’ e non deve rimanere tutto questo.Le aziende devono essere messe in grado di operare sul territorio brindisino e non costrette ad andare fuori ad investire, il clientelismo e le promesse elettorali devono finire per dare spazio e lavoro ai brindisini.Solo con l’insediamento di stabilimenti balneari a norma si potranno eliminare scandali che deturpano la nostra costa pregiandosi del nome di “Lido”.La ringrazio fin d’ora per quanto potrà fare per sensibi-lizzare chi di dovere».

Raffaele Felice PalanoAmministratore delegato della

“PAL&PAL” s.r.l.

LA PROTESTA ANTI-LNG

Quel teatrino in strada contro il rigassificatore«Desidero replicare al malcostume di chi grida slogan da stadio contro il rigassificatore Lng di Brindisi, stazionando quasi ogni sera davanti all’ufficio di Corso Garibaldi. Sebbene da tecnico non condivida per nulla le loro idee, mi domando perché non le dibattano in modo pacato, dentro le sedi opportune, ottenendo maggiori risultati. Davvero credono di conoscere la materia?Qualcuno, con l’ipocrisia di voler difendere la pro-pria terra userà il logoro spauracchio del rischio d’incidente rilevante. Ebbene, il P2T esplose nel 1977, nel 2007, ed allora la tecnologia e gli standard di sicurezza erano un decimo degli attuali. Pochi sanno che nella zona industriale sono situati sia un grande terminal di gas Gpl, sia la Fiat Avio (che collauda potenti turbine a gas in un’area vicina alle abi-tazioni). Dovremmo quindi rinunciare anche a questi stabilimenti, con tanti saluti ad una econo-mia cianotica, e lasciare che a difenderla sia solo il catastrofismo?Io mi preoccuperei piuttosto del degrado del nostro litorale, che fra abusivismo e pattume è un vergognoso biglietto da visita per una città che si definisce a vocazione turistica. Certa ecologia non interessa solo perché offre minor visibilità ai partiti del “no al progresso”: allora è verosimile pensare che dietro ai manifestanti vi sia una irr-sponsabile regia politica? Io credo di sì.Spero che cessino certe pagliacciate di strada, anzi suggerirei agli energici contestatori di impie-garsi in attività rurali che purtroopo solo pochi tra i nostri disoccupati si degnano di fare».

Eugenio Guadalupi

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Sono nata a Brindisi 39 anni fa e ci ho vissuto fino ai miei 18 anni, quando, dopo la maturità classica al “Marzolla”, mi sono tra-

sferita a Roma per studiare alla Luiss Scienze Politiche, con indirizzo “Rela-zioni Internazionali”. Ho poi conti-nuato gli studi a Trieste con un master in economia internazionale. Per quasi 10 anni ho lavorato per società di consulenza italiane organizzando e gestendo progetti di cooperazione allo sviluppo e assistenza tecnica a paesi con un’economia “in transi-zione” (ex blocco comunista, America latina, Asia, Africa del nord). In questo periodo ho abitato a Trieste, Milano, Torino e Gorizia, rientrando a Brindisi solo per le vacanze.Nel 2003 ho vinto un concorso per funzionari bandito dal Segretariato generale del Consiglio dell’Unione eu-ropea e mi sono trasferita a Bruxelles, dove vivo tuttora.Ti piace il tuo lavoro?Per far capire a mio figlio Carlo, nato nel 2000, che il lavoro non è (solo) un dovere che occupa i genitori sottra-endo del tempo ai loro bambini, gli spiego che a me lavorare piace molto e non sarei affatto contenta di smet-tere, perché operare in un ambiente internazionale è proprio quello che sognavo di fare da ragazzina. Già du-rante le mie prime esperienze all’este-ro, per corsi di lingua o per programmi di “scambio giovani”, è nato in me un profondo entusiasmo per i conte-sti multiculturali. Pur essendo nel frattempo diventata consapevole dei tanti problemi che li ostacolano, credo

tuttora fermamente nel dialogo e nella collaborazione a tutti i livelli come strumenti indispensabili di coesisten-za pacifica e costruttiva fra popoli e nazioni indipendenti e sovrani ma ormai intimamente uniti da tanti problemi, interessi e progetti comuni…”unità nella diversità”, come recita il motto dell’Unione europea.Sembrerà quindi un po’ poetico e persino patetico, ma ogni mattina vado in ufficio con un pizzico di quello stesso entusiasmo giovanile, conten-ta di poter collaborare con colleghi provenienti da altri 26 Stati membri, alla ricerca del compromesso fra i vari interessi in gioco, per cercare di far prevalere l’accordo e progredire.Torneresti a Brindisi?A Bruxelles mi sento ormai “a casa”:

integrarmi in questa città così aperta ed europea, dove i cittadini autoctoni sono ormai in minoranza, è stato piuttosto facile. È un mix di lingue e culture davvero effervescente e sono molto contenta che mio figlio cresca qui, frequentando la scuola europea che gli permette di studiare nella sua lingua materna ma immerso in un ambiente multilinguistico e ricchissi-mo di stimoli.Ciò detto, a Brindisi torno spesso e sempre volentieri in vacanza e mio figlio vi “mette radici” trascorrendovi lunghi periodi con i nonni. In pianta stabile ci tornerei se potessi trovarvi un lavoro soddisfacente… Cosa manca a Brindisi per convince-re i giovani brindisini a non andare via...?

«La nostra città non si è mai “sprovincializzata” per davvero, e la classe dei notabili rimane tuttora

quasi una casta, priva di iniziativa, di voglia e di coraggio di innovare».

PERSONAGGI

Beh, il lavoro! La mancanza a Brindisi di un polo universitario degno di que-sto nome - solo da pochissimi anni la situazione sembra evolvere positiva-mente in questo settore - ha costretto molti giovani ad andare a studiare fuori. Non tutti sono tornati, e spesso chi è tornato lo ha fatto perché aveva l’attività professionale di un famigliare da rilevare… il risultato è una città che, dal mio personale punto di vista, non è riuscita a “sprovincializzarsi” davvero e in cui la classe dei “nota-bili” rimane tuttora quasi una casta, spesso priva di iniziativa, di voglia e/o coraggio di innovare.Una cosa che non ho ancora capito di Brindisi è come mai l’immenso poten-ziale del suo porto non si sia sviluppa-to che in minima parte. E questo solo per citare una delle grandi risorse del territorio che, come tanti altri comuni e regioni nel Meridione d’Italia, non siamo stati in grado - finora! - di mettere a frutto… ma qui mi avventuro in un discorso molto complesso e che non conosco abbastanza da vicino per poter affrontarlo correttamente.

CARMEN RAGIONE

Foto di Dino Matera

CBCIAO BRINDISI

«Operare in un ambiente internazionale è proprio quello che sognavo di fare da ragazzina. Ogni giorno vado in ufficio con lo stesso entusiasmo che avevo da ragazza»

Da questo numero vi proponiamo le storie di chi vive fuori città. Di quanti hanno scelto, o hanno dovuto scegliere, di emigrare. Saranno loro stessi a farlo, con le loro parole. Se siete uno dei brindisini emigrati, scriveteci: [email protected]

STORIE DA LONTANO

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REPORTAGE

Il “nostro” amico Pier Paolo Cito, fotoreporter brindisino in forza all’Associated Press, ha vissuto un’altra esperienza incredibile, di vita e di lavoro. È stato in Afghanistan, al seguito delle truppe Usa che nelle scorse settimane hanno attaccato i talebani. Questo è il suo racconto.

Era passata solo mezz’ ora da quando avevo detto agli studenti del mio workshop di

Fotogiornalismo in una università Svizzera che non dovevano lamentarsi per aver avuto l’incarico di fotografare un evento (serale) al di fuori dei loro orari consueti. Io stesso che stavo tenendo il corso avrei potuto ricevere una telefonata in qualunque momento che mi avrebbe spedito chissà dove. Pensavo di avere un po’ esagerato. Mi sbagliavo. Dopo qualche minuto è squillato il mio cellulare e

l’interlocutore mi ha chiesto: «Sei disponibile per l’Afghanistan?». Era il mio capo. Fine della tranquillità svizzera. Da quella sera, e per i 4 giorni giorni successivi, ho preso, nell’ordine: treno fino a Roma, aereo civile fino a Dubai, aereo civile fino a Kabul, aereo civile per Kandahar, elicottero militare fino

WARPIER PAOLO CITO È STATO IN AFGHANISTAN,

AL SEGUITO DELLE TRUPPE USA. ECCO ALCUNE SUE FOTO.

E LA TESTIMONIANZA DAL FRONTE.

al Sud dell’Afghanistan, convoglio di carri armati fino ad una base militare nel deserto e un ultimo convoglio di carri armati. Tutto per arrivare nel luogo da cui sarebbe partita l’offensiva dell’esercito Usa contro i Talebani asserragliati nella roccaforte di Marjah, nella provincia di Helmand, nel Sud dell’Afghanistan.

Da li è iniziata la mia “missione” che, durante un mese intero, mi ha portato a coprire per l’agenzia internazionale Associated Press quest’operazione militare, la più importante dal primo attacco Usa in Afghanistan. Ho imparato a riconoscere i congegni esplosivi anti-carro e anti-uomo costruiti dai Talebani e li ho temuti in ogni mio giorno di lavoro laggiù. Mi è stato chiesto di imparare a usare vari tipi di fucili mitragliatori, lanciagranate e

lanciarazzi. Ho dormito per terra, tremando per il freddo durante la notte e sentendo all’alba il sacco a pelo bagnato dopo che il ghiaccio formatosi nella notte si era sciolto. Durante il giorno, più volte sono stato costretto a correre sotto il fuoco dei Kalashnikov dei Talebani che rispondevano all’attacco dell’esercito americano e afghano. Ma in nessun momento ho pensato di essere nel posto sbagliato.Ogni notte, mentre cercavo di addormentarmi, pensavo alle foto che avevo fatto durante il giorno e mai alle difficoltà che avevo dovuto superare per farle.Le foto su questo numero di TB Magazine sono solo alcune delle tante che ho scattato per documentare questa operazione e sono state usate da molte testate internazionali per illustrare questo conflitto.Il giorno prima di arrivare nel “teatro di guerra”, nell’ultima base americana

Incontro un soldato a mensa. Iniziamo a parlare, e mi dice: «I spent a long time in Brindisi»

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nel Sud Afghanistan, ho conosciuto a mensa il soldato che mi era seduto affianco. Quando gli ho detto che ero italiano mi ha detto: «Italy is very beautiful, I spent a long time in a nice city called Brindisi!».Aveva prestato servizio per 2 anni nella base di San Vito dei Normanni e aveva vissuto a Brindisi. Mi ha raccontato del porto, delle spiagge del nostro litorale e perfino dei panzerotti fritti.Non avrei mai immaginato di parlare del mare di Brindisi con un soldato americano, prima dell’attacco a una roccaforte talebana in pieno deserto afghano. Per un attimo mi sono sentito a casa.Anche in questo viaggio, in qualche modo Brindisi è stata con me.

di Pier Paolo Cito

Nell’altra pagina, in basso, Pier Paolo Cito.

L’AUTORE

A maggio un workshop sul fotogiornalismo di guerra.

Pier Paolo Cito terrà a maggio un workshop sul tema “Fotogiorna-lismo in zone di conflitto: scontri urbani e teatri di guerra esteri”. Nel momento in cui andiamo in stampa la data esatta non è stata ancora stabilita, ma è certo che il workshop si terrà a Lecce e avrà luogo nel corso di un fine setti-mana.Se siete interessati a partecipare potete contattare il numero telefo-nico 334.8615548.Il mini-corso è aperto a fotografi professionisti ma anche a quanti amano quest’hobby appassio-nante.

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FATTI & OPINIONI

VAMPIRI DI MATTINA di Stefano La Monica

CONTRORDINE CARI LETTORI: ADORO I NOSTRI POLITICI

Non parlare bene della propria città è uno sport nazionale, e le motivazioni sono molteplici: primo, i residenti ne conoscono pregi e difetti, anche se a volte i loro lamenti assomigliano a quelli delle pre-fiche che piangono un morto; secondo, qui da noi le Poste erano/sono più lente, i treni più in ritardo, un lavoro per tutti è sempre stato un’utopia; il terzo, il quarto e il quinto fateveli da soli.E i miei lamenti, invece, erano indirizzati verso i nostri Politici, rei di non aver fatto troppo per la nostra Città. Ma ora mi viene dal cuore un grido che ha tutt’altro sapore: io amo questa nostra Brindisi, e adoro i Politici che ci rappresentano in Comune, alla Provincia, alla Regione e anche in quel posto strano che è il Parlamento Italiano. Ma sono doverose alcune precisazioni: li adoro perché non sono andati sui treni con il disinfettante e le salviette per pulire braccioli e passamano dai germi dei “negri”,

o a spargere urina di maiale sulla terra destinata ad accogliere una moschea (come l’illustre - si fa per dire - on. Borghezio della Lega Nord); e i “miei” Politici non hanno proposto di equiparare la clandestinità ad altri reati come l’associazione mafiosa o la detenzione di armi o di droga, casi in cui è possibile violare il domicilio di una persona senza dover aspettare il mandato firmato da un giudice, cosa che ha fatto l’illuminata (vedi precedenti parentesi tonde) Letizia Moratti, annoiato Sindaco di Milano. Ed è una fortuna per noi non aver dovuto votare queste persone, perché conosciamo un po’ meglio degli altri cosa può significare la parola “discriminazione”, noi che mandiamo al Nord in egual numero ragazzi in cerca di lavoro con la valigia di cartone e lo spago e ragazzi che vogliono studiare in Università illustri, che ancora non possediamo. Certo, anche qui da noi ci sono Politici che vera soddisfazione proprio non rie-scono a darcene. Per esempio chi, al termine del comizio (ma più un’arringa) di un collega “mazzettaro” incriminato ma non condannato e non tradotto in carcere solo perché Onorevole, è andato ad abbracciarlo fosse Nelson Mandela che ha appena finito di parlare al Congresso delle Nazioni Unite.Più che queste farse, sarebbe meglio fare qualcosa che miri davvero al bene della gente, qualcosa di rivoluzionario. Se io fossi stato un candidato alle Elezioni Regionali sarei andato nelle piazze della nostra Città a parlare con la gente, a farmi fare domande, a cercare di convincere elettori dell’altra coalizione a votare per la mia. Se fossi il Sindaco aprirei il mio uffi-cio a tutti, e riceverei chiunque in presenza di un paio di cronisti di giornale, armati di telecamere e registratori. Tutto alla luce del sole. Utopia? Certo che sì!Ma ve l’immaginate un portatore sano di mazzette che si siede alla scrivania di un Politico qualsiasi per intavolare il solito accordo del “do ut des” e che vede lì nei pressi un giovane giornalista armato di taccuino che sta per prendere appunti? No che non lo potete immaginare! Eppure è una cosa semplice, eppure anche le sedute del Consiglio Comunale sono riprese dalle telecamere. Ciò significa che la Politica non viene realmente fatta in quel posto lì. Allora fatela un po’ dove vi pare ‘sta Politica, e se la via di un cronista appiccicato ad una Persona Pubblica non è percorribile almeno dateci la soddi-sfazione di fare a fette un candidato sul palco di una piazza. Che i microfoni siano dati per primo alla folla, e al Politico solo per rispondere a domanda. Io vorrei sapere giusto 2 o 3 cose.Ad uno di destra chiederei quanto è conscio di appartenere ad una coalizione in cui si trova il Partito più xenofobo d’Eu-ropa, quello dei disinfettanti. Ad uno di sinistra chiederei cosa si prova ad appartenere ad una coalizione che vede la realtà dal basso, per colpa di un appiattimento e di una servile compiacenza verso chi governa; cosa che non dovrebbe assolutamente essere prerogativa di chi deve fare opposizione. Ancora a destra chiederei cosa si prova ad ubbidire agli ordini di un solo uomo, a sinistra invece a vedere troppa gente in totale disaccordo che cerca di afferrare la leva del comando, ma invano perché sono troppe le mani protese, e troppo diverse le menti. Come disse il grande Libano nel film Romanzo Criminale, “se comandano tutti… non comanda nessuno”.Allora, in attesa che le utopie si trasformino quanto meno in sogni, lasciateci fare qualche domanda pubblica agli uomini che votiamo e che mandiamo a rappresentarci. Giusto per saggiare la loro cultura, per scoprire la loro competenza, per verificare quanto siano dinamici e pieni di coraggio. Per quanto riguarda l’onestà, potremmo far vivere i Politici come al Grande Fratello con il giornalista che registra ogni cosa, oppure, ahimè, dobbiamo semplicemente fidarci.E qui mi viene in mente una barzelletta: Ronaldo, ex giocatore dell’Inter, trova la Lampada magica, ma al Genio che ne viene fuori può chiedere un solo desiderio. Lui, che ha il terrore dell’aereo, vorrebbe un’autostrada sull’Oceano Atlantico che colleghi l’Europa al suo Brasile. Il Genio risponde che è troppo anche per lui. Allora Ronaldo ci pensa e chiede sempli-cemente che gli arbitraggi del campionato di calcio siano almeno equilibrati e non spudoratamente a favore della Juven-tus. Il Genio lo guarda e gli dice: “Senti… com’è che la volevi quell’autostrada?”.E se io invece avessi chiesto al Genio la semplice onestà, quello mi avrebbe certamente risposto: “Com’era quella cosa di un giornalista accanto ad ogni uomo Politico?”.

“Però propongo il «Grande Fratello» per tutti gli amministratori”

SERVIZI

Più farmacie aperte di notteOra sono sette in città ad effettuare il turno.

Sino al 31 dicembre del 2009 l’unica farmacia che ha aderito spontane-amente al servizio di apertura negli orari pomeridiani e notturni è stata la Farmacia Rubino, insieme ad una secon-da farmacia tra le restanti che turnava secondo un calendario prestabilito su base annuale. Dal primo gennaio sono 6 le farmacie che hanno aderito sponta-neamente all’espletamento del servizio notturno a Brindisi per l’anno in corso,garantendo, con una turnazione settimanale di 2 di queste, l’espleta-mento del servizio farmaceutico anche negli orari pomeridiani e notturni di tutto il 2010; questo ha portato ad una distribuzione più certa sul territorio comunale del servizio farmaceutico e all’offerta al cittadino di servizi utili 24 hr su 24, come la copertura delle necessità immediate ma anche la prenotazione di visite specialistiche (CUP). Le 6 farmacie sono le seguenti: Farmacia Doria, via Pozzo Traiano 5 (zona Centro); Farmacia Marrazza, viale Commenda 57 (zona Commenda), Farmacia Rizzo, via Me-cenate 19 (zona Commenda); Farmacia Rubino, via Appia 168 (zona Cappucci-ni); Farmacia Spennati, via Caravaggio 16 (zona S.Elia); Farmacia Cappuccini, via Cappuccini 17 (zona Cappuccini).

“Almeno loro non propongono deodoranti contro i negri e gli emigrati”

La free-press della Asl BrTante notizie utili su Comunicare la Salute.

È in distribuzione da alcuni giorni “Comunicare la salute”, trimestrale a cura della Asl Brindisi. In questo numero

si parla di oncologia medica, Sla, di un corso in Diritto Sanitario, della possibilità di prenotare visite ed esami presso l’Ipercoop, di malforma-zioni e traumatologia maxillo-facciale e di prevenzione della patologia del cavo orale attraverso l’igiene orale. Il periodico è distribu-

ito gratuitamente in tutte le sedi Asl, oppure potete leggerlo sul sito www.comunicarelasalute.org.

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Potrà sembrare strano e, per certo, costituirà un fatto irripetibile nella storia della critica teatrale di tutti

i tempi, ma io ho deciso di parlare dello spettacolo rappresentato all’Impero lo scorso 8 marzo cominciando dalla fine, cioè dall’elencazione dei protagonisti che gli hanno dato vita. E così tributo un lunghissimo applauso agli attori dell’As-sociazione Culturale Meridiani perduti: Davide Argentieri, Giammarco Bevilac-qua, Rita Martina, Anna Rita Mellone, Domenico Montedoro, Daniela Nisi, Gio-vanni Novaro, Annachiara Petrucci, Fran-cesco Rina, Davide Sammarco e Giulia Vecchio. E, col medesimo convincimento e fervore, ai ballerini dell’Accademia delle danze: Martin Angiuli, Eleonora Cariulo, Roberta Cavallo, Giorgia Fral-lonardo, Alessandra Francavilla, Ilario Frigione, Fabiana Pinto, Marco Sciascia, Francesca Spinelli, Flaviana Taveri, Clau-dia Ungaro e Marica Pinto.Il motivo di questa mia stranezza? La forte emozione che questi ragazzi hanno trasmesso al pubblico. Il loro aggirarsi discreto per i vicoli dell’anima degli spettatori che altro non chiedevano che d’essere coinvolti, così da lasciare fuori dalla sala le preoccupazioni di tutti i giorni scrollandosi di dosso la polvere

RITRATTIUNA NOTTE MAGICA

A TEATRO

dell’insoddisfazione, questa sì ancora più perniciosa delle particelle inquinanti con cui alimentiamo - specie a Brindisi - i nostri polmoni.Naturalmente non sono così sprovveduto da non rendermi conto di dovere delle scuse a Shakespeare, dal cui repertorio è stata tratta la pièce “Ritratti”. Ebbene, signor Guglielmo (mi permetta questo tono confidenziale che vuole, al contra-rio, manifestarle tutta la mia incondizio-nata ammirazione) non si adombri se ho anteposto al suo i nomi degli attori. Credo che dopo quattro secoli di osanna non se la prenderà se per una volta lei viene, diciamo così, in second’ordine. Il fatto è che questi ragazzi sono stati troppo bravi - mitici, come si suole dire oggi - e che per una città che si sta sforzando di uscire da un lunghissimo letargo questo è un segnale forte. Anzi, è il segnale. Le sue opere, signor Guglielmo, sono state por-tate sulla scena da registi della levatura di Zeffirelli, Roncone, Luhrmann, Carmelo Bene, Orson Welles e da attori eccelsi quali i nostri Gassman, Albertazzi, Procle-mer, ma anche Richard Burton, Elisabeth Taylor, Laurence Olivier, Sarah Bernhardt. E sono state rappresentate nei teatri più prestigiosi del mondo. E allora, signor Guglielmo, per una volta, ceda il passo a questi ragazzi che, in cambio, hanno dato ai suoi scritti un entusiasmo giovanile, una freschezza insolita di questi tempi, una professionalità difficilmente concilia-bile con la loro età.Mi chiede perché allora così eccelsi talenti non si siano esibiti su palcoscenici come il Piccolo di Milano o l’Argentina di Roma o il Teatro Due di Parma o il Mercadante di Napoli o, al limite, il Verdi

di Brindisi? Ebbene, signor Guglielmo, anche in questo caso mi costringe a puntualizzare. Come “prima” il Teatro Impero era il posto più idoneo. Vuol sapere il perché? Perché questo teatro, per lunghissimi anni e intere genera-zioni di brindisini, è stata l’unica luce in grado di fendere le tenebre d’una città dimenticata, offesa, stuprata. Ecco perché questo spettacolo meritava un pubblico competente come pochi altri. Piuttosto, anziché recriminare come l’acidula Kate de “La bisbetica domata”, se vuole proprio constatare de visu la valentia di questi giovani, si adoperi affinché portino “Ritratti” nella sua Stratford-upon-Avon, se non addirittura a Londra, approfittando del fatto che, grazie a Ryanair, abbiamo anche un collegamento aereo diretto con la sua capitale.Per coloro che, ahimè, non hanno avuto il piacere d’assistere allo spettacolo dirò che lo stesso, nella giornata dedicata alle donne, ha voluto far sentire le voci delle protagoniste di alcune commedie/tragedie di Shakespeare. E, per dare loro maggior risalto, le ha contrapposte a quelle maschili dei loro amanti/carnefici. Così si sono alternate sul palcoscenico -

in uno con i deliziosi balletti - le coppie di Caterina e Petruccio, Elena e Demetrio, Desdemona e Otello, Ofelia e Amleto, Giulietta e Romeo. Quanto basta per avere una prova del realismo estremo con cui il Pardo, in tutta la sua vastissima opera, ha rappresentato la donna nella sua complessità interiore fatta di intelli-genza, civetteria, coraggio, solitudine, ostinazione, ma anche di un amore che non conosce limiti. Nel mezzo di questa cavalcata scespiriana s’inserisce, senza alterarne i registri emotivi, una toccante lirica di Alda Merini.E tutto questo a chi si deve? A due giovani donne, eccezionali nei loro rispettivi campi: l’attrice-regista Sara Bevilacqua e la coreografa Maria Chiara Di Giulio. Sono loro le artefici d’una composizione per orchestra fatta di musica e poesia, note e parole; sono loro a dare ragione a Joseph O’Connor quando afferma che la vita non è piena “senza la gioia, i rapimenti, le digressioni che l’arte dispensa”; sono infine loro ad aver saputo trasformare in un sogno reale quello fittizio sceneggiato da Shakespeare. In un momento in cui anche le favole non iniziano più con “c’era una volta” e tutto è un eterno e incombente presente nel quale non ci sono interventi magici e orchi e fate ma solo l’“estetizzazione del trash”, ben vengano le parole con cui il folletto-elfo Puck di “Un sogno di una notte di mezza estate” si accomiata dal pubblico: “non prendetevela miei cari signori, perché questa storia di ogni logica è fuori, e noi altro non vi offrimmo che un sogno”.E proprio su quel sogno è calato il sipario di una serata magica.

COSE NOSTREdi Guido Giampietro

Cronaca di un “sogno” portato in scena all’Impero, complice Skakespeare, dall’associazione “Meridiani perduti” e dall’Accademia delle danze.

SPETTACOLI

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Non prendetevela, miei cari signori, perché questa storia di ogni logica è fuori. E noi altro non vi offrimmo che un sogno

“”

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ABBIGLIAMENTO

SHOPPING

SFILATA

CON “BULLI E PUPE” IL PALASPORT DIVENTA UNA PASSERELLABambini e ragazzini hanno sfilato sul parquet indossando la collezione primavera estate ed i nuovi costumi. Un intervallo molto apprezzato dai tifosi del basket

Tra il secondo e il terzo quarto, la partita di basket disputata in casa dalla Enel Basket Brindisi contro l’Imola, nella giornata di campionato dello scorso

21 marzo, è stata simpaticamente animata dalla sfilata organizzata da Bulli e Pupe, il negozio situato in via Carmine, 70 che veste i bambini da 0 a 16 anni.Bambini di tutte le età hanno attraversato il campo a ritmo di musica. Con le loro mosse, i gesti, i sorrisi hanno bloccato sugli spalti, il pubblico solitamente intento, durante gli intervalli, a spostarsi per una chiacchiera o un caffè.“È stato uno spettacolo nello spettacolo” ci ha rac-contato soddisfatta la titolare del negozio, Maria Elia, “è una grande gioia vedere sfilare i bambini con una disinvoltura tale da fare invidia ai più esperti professio-nisti”.La grazia innata dei bambini, messa in risalto dagli splendidi abiti indossati, di prestigiose case come Ferrari, Ferrè, Peuterey, Richmond, Blumarine ha entu-siasmato gli spalti.Tra gli altri hanno sfilato i piccoli campioncini, figli dei nostri eroi cestisti, che in chiusura della manifestazio-ne si sono lanciati negli spogliatoi per abbracciare i loro papà, già pronti per il vittorioso rientro in campo.

MODA DONNA

DA S’AGAPÒ ELEGANZA FRIVOLANella originalissima boutique di Francesca Tundo, in via Santi 16: abbigliamento, pelletteria, accessori e opere d’arte.

La ricerca della qualità e della bellezza del prodotto e non esclusivamente del logo. Questi gli obiettivi di Francesca Tundo, che ha creato il negozio S’Agapò (“amore” in greco), un inno all’amore e all’ottimismo, molto partico-lare nel suo accostamento tra abbigliamento, pelletteria, accessori e opere d’arte. Francesca ci presenta la linea di Maddalena Marconi, moda italiana rigorosamente fatta a mano, che nasce sotto un rigido controllo della qualità e un attento uso dei materiali più preziosi. La pelle e i

Alcuni protagonisti della sfilata di Bulli & Pupe. Sotto Francesca Tundo, titolare del negozio S’Agapò

tessuti, i metalli e gli smalti, fino ai cristalli e alle pietre preziose sono gli elementi di questa alchimia del bello. Maddalena produce pezzi unici artigianali, borse gioiello, stupende cerniere a castone, buli-nature e graffature, garantendo la “non uniformità” dei prodotti, insostituibile valore aggiunto rispetto a prodotti omologati di produzione industriale.Chi conosce Francesca e il suo negozio S’Agapò sa bene che sono un tutt’uno. «Ciò che desidero è sod-disfare le esigenze moda delle mie clienti, permet-tendo di esprimere la propria personalità indossando qualcosa di unico e particolare che possa conferire un tocco ironico e frizzante, magari anche bizzarro ed evocare un senso di femminilità e frivolezza”.

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IL RACCONTO

TRADIZIONI

“Nu giurnu a ferragostu”Terza puntata

Ce belli paroli ah! Paroli, paroli, sempri paroli.... Parlamu ... parlamu... Ma po “rrun-chiamu li spaddi”! “Scartamu frusciu... e pigghiamu pri-mera”.

... Ci sti sorta di uai li putia sapiri... “Marcu Pacuviu”:la chiù megghiu “Tragedia” era scriviri ! Atru li chiacchiri!…Ma quandu l’amm’aviri lu curaggiu... cu uardamu li lastri?E cu ndi ccuminzamu a curari? ...Quandu?

Quandu nd’amma svigliari ! Cu capimu ca eti “megghiu tisi ca stisi”!È capaci ca li “Messapi”: ...nc’erunu fatta na cura di “nevi” ...a ‘ddu “Polu”!Na muntagna ierta ierta ca si l’er’a gnottiri sani sani… tutti ‘ddi mbucarii!... Allu squagghiari di la nevi …erun’a ‘rru-maniri “l’Industri Invisibili”.Quiddi sini ca no tennu “Mpattu Ambien-tali”!

... Sa’ ce dici lu Miedicu : ...cu sani : ..no’ t’ha’ ‘mmalazzari propia! E pinsari: …ca tretuvia: fin’ a cinquant’anni andretu sta-vunu spiaggi cu ti ‘lliccavi li musi!Lidu Pineta, lidu Gaudioso…”Santa Pulli-nari”. “deci liri si paia lu bigliettu ...ci no ti ‘zziccunu pi piettu”. Serai ca erunu puru megghiu di quiddi ti moi!

Ficuriti osci ce nci stai …Matonna mia.Mi l’era scurdatu ch’è lu giornu di ferrago-stu! Menumali …ca stau a n’atra ponta... di mari! Vicinu allu “Desirè” mi piaci cu dicu!

Si scampagna tuttu lu “Corsu”...ca puru osci no’ nci passunu li machini!Pari comu ci erun’a scendiri a totta na vota: milli cristiani cu li camisi russi!E a mienzu a loru... “Cesare Braicu” nue-stru!

Na visioni m’è vinuta ! Di stu bellu viali.Trittu trittu com’allu sternu di lu piettu ...a mienzu alli menni!

Hannu misu li palmi moi! Com’addo’ fannu lu Carnuvali. Ma l’unicu carru ca sta vesciu eti sta carrozza nera pi lu priesciu.Cu taccatu nu “cavaddu mancu paratu”.

Teni to’ parauecchi cu no’ po’ pigghia’ strati ...a uecchi. Sulamente bellu drittu po’ sciri,sicutandu lu corsu ...allu sciri ...e allu viniri.

Ficuriti ci s’er’a fa’ “tre miglia” …fin’allu scogliu sua! La lengua an terra li catìa!

No’ sacciu pirceni, m’immaginu na sorta di scafarda ‘ntustata ‘dda sotta!E tanta moschi vulari an giran giru.E noni moschi cussini! Muscuni vierdi lucidi... ca mancu lu ‘cciti-moschi li faci nienti!

Nc’è cu ti ndi scappi pi lu sdignu!Quantu putei si nd’hannu sciutu; e cu loru: l’agenzii cu l’insegn’a culuri di fori.

Viti cartielli an facci a tutti li serrandi. Mi pari lu sciuecu di li tre cart .Si ndi sta zumpunu puru li chianchi nuevi, pi la paura.È megghiu ci mi fazzu la”Via di lu Mari”; quedda cu lu muru ‘bbuccatu di nu costi!Nu carizzu alla menna di Levanti! Ca nd’ avi propria ti bisuegnu.

‘Ddu “Terminal” …e ‘dda “Stazioni Marit-

tima”: cunzati pi li festi d’ “Auto-rità” ...stannu ‘ddai! Furtuna ca nd’ammu ricurdatu... cu ‘llivamu ‘ddi carretti ‘rrugginiti ‘ntra lu mari di l’atra vanda!Avi ca staunu ‘ddai ..di lu “novantunu”! E nisciunu si ndi futtia nienti!L’ammu fatti nfracitiri prima cu ndi li purtamu! “Lassasti

l’Arbania ‘ntra nu gummoni”. Propia ‘dda dretu... si ‘nfaccia lu fabbricatu di lu “Con-sorziu”: va capisci di quali Portu! ...E ci nci mitti li uecchi sobbra: truevi an cielu ...comu na liccatora ‘ngialluta ti cafei. Nu “buttu di vilenu”!Pi lu ‘mpacciri di lu sangu nuestru.

Nci vulia na bella stusciata di musi comu si faci an facci alli piccinni!Ma ‘dda mancu ci friculi cu lu brusconi... si ndi ‘lleva!Cumu lu tarturu eti!Sapi ci ndi l’è minata ‘sta sintenza?Ndi sta cucinamu comu purpi ‘ntra lu sucu loru stessu!

Sciamu annanzi và! Onza onza... aggiu ‘rrivatu alla “Porta pi Lecci”! Ca t’ha mettiri bellu precisu ...cu la viti!

Pi l’atru bucu di la “Cinta” ha sce spicciari a quiddu di’ Misciagni! Cu li vascuni di

L’AUTORE

Pierpaolo Petrosillo si presenta

Il mio nome è Pierpaolo Petrosillo, sono nato e vivo, con ritro-vato affetto ed immancabili dispiacere e rancore, nella mia Città: Brindisi, ...nu capulavoru di lu padreternu. Forse sono proprio questi sentimenti ad aver generato questo scritto: il primo per me in “dialetto”. Racconta i pensieri che faccio e ciò che provo il giorno di Ferragosto, correndo per il “Centro

Storico” della Città.Dedico “Nu giurno a ferragostu” a tutti i brindisini che dimostrano di amare la pro-pria città, ed in particolare ai loro figli che stanno imparando a farlo.E lo dedico ai miei figli : Lorenzo e Manuele.

Piepaolo Petrosillo

Se volete contattare l’autore, scrivete a: [email protected].

di PIERPAOLO PETROSILLO

Continua la passeggiata sul portoIl protagonista del nostro racconto arriva a Sant’Apollinare, poi si gode le mura di via Porta Lecce...

fangu stinduti ... e la “Torri ti ‘nfiernu” ‘nfussata.

Totta la panza ndi turnisciava ‘dda “Cinta ti Muru”. L’ammu tagghiata piezzi piezzi com’alli cravatti di Matrimoniu!Nu stuezzu pi tei .. e nu stuezzu pi mei.Lu Parcu di li Rimembranzi pi quiddu! ...E nu pareti pi quidd’atru!

Di qua’ ‘bbasciu mi sentu uardatu stuertu! Vue vì’ ch’è lu uecchi di petra di la “Chiesa di Cristu”? Si putia ‘rricurdari armenu iddu di stu paisoni!

Si trasi propia bueni sotta st’arcu!Comu ci ti sta ‘nfili ntra nu scundigghiu di zucculuni! L’arvulicchi di marangi ehì! E no nci crescunu mancu ierti assai!

“Stamu comu marangi ‘ntra nu ramu ; unu pi l’atru ...nu pena sintimu; veni lu vientu ...e cotula lu ramu”.Ma viti nu picca ci so belli! Qua ‘mberu ...m’aggiu fattu li primi pumi-sciati tret’alli pariti!Sciucandu sciucandu a scundi-cova.E po’ la Topolinu di lu nonnu, li mazzati cu la cinta, damiggiani e buttigliuni di vinu cu la sparacina; lu uertu; patilluni gruessi senza fundu, tendi pi li cucini, na cambra ‘ntra l’atra, lietti pi ci sia sia.Ncerti voti ...ti pari ca lu passatu no’ l’ha ma’ vissutu

E stu ponti? …Di ‘ddo è ‘ssutu? Nah! Pari c’av’a gira’ di nu mument’ all’atru!Mi ricordu la banca di “Maria la nucid-dara”! Vindia puru castagni com’a màm-bisa! Cincucientu ...liri ...bastaunu pi anchiri la panza!

Versu la “Via Lata” : ca si mena alli “Mat-tunelli “: n’atra Maria si truvava. Na tinag-ghia pi ci putia spendiri sordi!Dopu la prima vota putivi diri : ...aggiu ‘ddivintatu masculu !

Lu “Corsu di la Capitali”. C’a tiempu ti guerra.. l’ammu fatta puru nui. Pi cincu misi! Tinimu ncerti posti ‘ddo’ si mangia propria bueni ! A basi di pesci!Atru ca milli cristiani: a quai ...no nci sta’ n’anima.

Continua sul prossimo numero

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SEX IN BRINDISI CITY di Lady Violet

Continuo a pensare al mio ex e mi chiedo: ma ne sono ossessionata?Il tempo passa e diamo la colpa ai nostri amori passati solo per ritrovarci single

Nell’ultimo periodo mi sono resa conto che ahimè, continuo a pensare al mio ex e mi domando ma ne sono ossessionata? Come mai nonostante vada avanti nella mia quotidianità, tornano i bei ricordi trascorsi con lui? Sarà la primavera oppure ci ossessionano solo le relazioni irrisolte? Diciamo pure che con il Dottore la situazione è da definirsi irrisolta perché avrei ancora tante cose da dirgli, ma sono convinta che lui sia andato avanti e si sia già gettato in altre storie. Forse il problema non sono loro ma noi. Ci rendiamo conto che il tempo passa e diamo la colpa ai nostri ex per ritrovarci ancora una volta single. Ho conosciuto un ragazzo ad una festa qualche settimana fa, all’inizio era divertente sentirlo ma i ricordi del mio ex sono riaffiorati e mi è passato l’entusiasmo. Raccontavo alla mia amica Iris che non avevo la voglia di farmi conoscere, di parlargli di me e quindi mi sono resa alquanto antipatica da un giorno all’altro. Iris dice che non ho ancora smaltito la storia con il Dottore e che il tipo conosciuto alla festa in fin dei conti non m’interessa. Direi che a volte noi donne siamo proprio strane, cambiamo umore facilmente, specie se c’è il cambio di stagione ed abbiamo il nostro ciclo e tra l’altro preten-diamo che gli uomini ci capiscano, io e la mia amica Patricia a volte raggiungiamo limiti assurdi, riusciamo a far-ci passare l’entusiasmo per un uomo se solo la musica che ascolta non è quella che piace a noi e se portandoci fuori a cena il cameriere versa loro del vino e poi domandano a noi cosa fare con quel dito di vino nel bicchiere mentre il cameriere aspetta se versarlo a noi o meno (quest’ultimo episodio è accaduto alla mia amica Anna ed abbiamo riso per un mese intero). Ma noi donne siamo davvero così difficili? Io adoro l’uomo di buone maniere e non quello che mentre ti da il primo bacio ti mette la mano sul sedere. Amo i vecchi corteggiamenti, amo trovare il mio uomo sotto casa con una rosa in mano ad aspettarmi. Mi domando se nella vita attuale dove per conosce-re una persona basta un semplice “click di mouse”, esistono ancora gli uomini che fanno la corte alla vecchia maniera? Io spero di si, perché è quello che sto cercando.

TEMPO LIBERO

APPUNTAMENTI

TEATRO

AL VERDI DI NUOVO DI SCENALA DANZA FIAMMINGAIl 21 aprile al Verdi c’è la Neterlands Dans Theater II, con lo spettacolo “Said and done - Sleepless - Minus”. Per il New York Times: «Magnifici e affascinanti».

Patria di mulini, tulipani, innovazione e grande danza. Olanda. Dopo il successo riscosso a febbraio dallo spettacolo “Hell”, una coprodu-zione italo-olandese del danzatore brindisino

Emio Greco e di Pieter C. Scholten, ad aprile torna la danza fiamminga al Teatro Verdi di Brindisi per la stagione 2009/2010 realizzata in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese. Riconosciuta come una delle più importanti e creative compagnie di danza ed ospite dei maggiori festival mondiali, la Neterlands Dans Theater II sarà mercoledì 21 aprile sul palcoscenico del Teatro Verdi con il trittico “Said and done - sleepers - Minus”. «Magnifici e affascinanti», così li ha definiti il New York Times. Una realtà internazionale nata con lo scopo di «riforni-re» di giovani forze la compagnia “ammiraglia”, la NDT I. Il laboratorio, fondato nel 1978, è stato pensato sin dall’inizio come momento di crescita, di maturazione e preparazione per i ballerini appena diplomati nelle varie scuole di danza classica prima del loro ingresso nella NDT I che annovera oggi più del 70 per cento dei danzatori del Nederlands Dans Theater II. La compagnia è costituita da sedici danzatori di tutto il mondo di età compresa tra 17 e 22 anni, promesse già concrete per le quali hanno scritto importanti coreo-grafie alcuni grandi esponenti della scena contempo-ranea come Jirí Kylián, Hans van Manen, Ohad Naharin, Paul Lightfoot/Sol León e Johan Inger.In scena al Verdi di Brindisi “Said and done”, dedicato al coreografo

Hans van Manen; “Sleepers”, un lavoro empirico sui sentimenti reali ed intensi suscitati dalla performance artistica e “Minus 16”, un patchwork artistico assembla-to dal coreografo Ohad Naharin. Con questo spettacolo la compagnia continua a

promuove i nuovi talenti coreografici, contribuendo allo sviluppo ed all’integrazione di diverse forme d’arte, convogliando in un unico progetto le arti visive, la composizione musicale, il disegno delle luci e l’idea-zione delle scene.

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SPORTTuttoBrindisi

E NON LO VOLEVANO

Epensare che nella fase più difficile la maggior parte dei tifosi volevano un

cambio sulla panchina. Lui, lo Sce-riffo, non si è smentito, dimostrando quanto vale sul campo. È primo, ha la squadra che gioca il miglior basket del campionato, ed il 25 aprile potrebbe festeggiare in casa la pro-mozione in A1. Un sogno che si sta avverando. Perdichizzi ha costruito una squadra ex-novo, conservando solo il mitico Cardinali (altro perso-naggio a cui prima o poi dovremmo dedicare un monumento, almeno un busto nel PalaPentassuglia); ha atteso che il roster si amalgamasse; ha alzato la voce contro la prima-donna Crispin quando ha dovuto farlo (Crispin, Dio mio, ma abbiamo presente che giocatore stiamo ammi-rando!?); ha stimolato Bryan; ha inventato Malagoli pivot in quintetto; si è fatto dare i tecnici giusti nei momenti giusti. Grazie coach. Scusi se qualcuno non ha avuto fiducia. Ma il pubblico è così. Ora vada avanti fino in fondo, senza distrazioni.

Giovanni Perdichizzi

fotografato da Dino Matera

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SPORT

Il Settore Squadre Nazionali per il raduno Centro Sud degli under 14, nati nel 1996, che si è svolto nei giorni

scorsi a Reggio Calabria ha visto protago-nisti tre atleti dell’Aurora Brindisi: Federico Angelini e Stefano Perugino, mentre Giuseppe Frigione è stato inserito tra le riserve a disposizione. I tre fanno parte della squadra Under 14 allenata da Gianfranco Patera,che par-tecipa al campionato Under 14 regionale Open. Grande soddisfazione per la società brindisina che opera esclusivamente nel settore giovanile. Questa convocazione è un ulteriore rico-noscimento per il lavoro che quotidiana-mente staff tecnico e dirigenziale svolgono da soli tre anni; un segnale della bontà del lavoro, considerando che da quando

esiste l’Aurora sono stati diversi i ragazzi convocati per raduni del settore squadre nazionali: Argentieri, Puglia e Romanelli nel 2007; Argento e Bergonzoni nel 2008; Gualtieri, Rongone e Vignone nel 2009. Tutto questo da una parte indica la bontà del “Progetto Aurora”, dall’altro sprona la società a fare sempre meglio; per questo il sodalizio brindisino è pronto a siner-gie tecniche che possano permettere di competere, anche fuori dalla regione, con l’unico obiettivo di far “crescere” i nostri ragazzi a Brindisi. «Questa» - dice Patera - «è la strada da intraprendere perché il settore giovanile torni ad essere quella fucina di giocatori come sempre è stato nella storia, nella tradizione e nella cultura cestistica brin-disina».

BASKET

Aurora in Azzurro

Angelini, Perugino e Frigione in Nazionale a Reggio Calabria

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SPORT

La Crono primeggiaVinto il Trofeo nazionale di Piedimonte Matese

Dopo l’eccellente prestazione ai campionati italiani di salvamento di categoria svoltisi a Lignano

Sabbiadoro, la squadra juniores dell’Asd Crono Brindisi conquista anche il Trofeo nazionale di Piedimonte Matese: gli ottimi piazzamenti dell’intera squadra maschile e femminile, fra cui i titoli di campionessa nel trasporto manichino con pinne per l’atleta Chiara Balsamo e per la staffetta femminile nel tra-sporto manichino, portano la Crono a primeggiare nella classifica finale della categoria Juniores. Questi risultati coro-nano il lavoro di formazione degli atleti che la società sviluppa a 360°: i ragazzi vengono seguiti sotto tutti i punti di vista, fisico-fisiologico-psicologico-interpersonale. Perfettamente inseriti in un gruppo coeso a tutti i livelli, imparano ad acco-

gliere i nuovo arrivati come futuri amici, imparano ad utilizzare il loro tempo al meglio per far rientrare gli impegni sportivi, migliorano la loro alimenta-zione e arricchiscono il bagaglio di esperienze personali e comuni.Prossimi appuntamenti agonistici: il Trofeo del Sud di nuoto pinnato (11 aprile, Bari) e gli Assouti regionali (18 aprile, Brindisi).

NUOTO

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I LOCALI DI TB

L’Araba Fenice uDa anni uno dei ristoranti brindisini più apprezzati. Ambiente elegante, cantina sontuosa che dà il giusto spazio ai vini del territorio, cucina di qualità a prezzi accessibili. Servizio puntuale e discreto. D’obbligo partire con l’antipasto della casa. Come primo vi consigliamo gli gnocchetti con gamberi e melanzane. Insuperabili i gamberoni rossi di Gallipoli al sale. Pe-sce sempre fresco. Dolci da applauso.Corso Roma 31, tel. 0831590009. Chiuso il lunedì.

t Pantagruele Dal gennaio 1988, data di apertura, sempre al top della ristorazione locale e nazionale. Antipasto di 10-12 porta-te, tutte originali e sorprendenti (come il pesce spada marinato al lime). Tra i primi da provare la caramella di pasta fillo con ricotta, cicoriette, gambero rosso, e riso rosso. Tra i secondi: pescato del giorno cotto in tutti i gusti. Sugli scudi la zuppa di scorfano.Via Salita di Ripalta 1/3, tel. 0831560605. Chiuso il sabato a pran-zo e la domenica (tutta).

Skipper/Betty uLa cucina di uno dei locali storici del centro, abbinata alla location del bar più popolare. Ne esce un mix di buona cucina marinara, posti a sedere in piazzetta oppure nel romantico cortile interno. Ottimi i tagliolini ai frutti di mare, ma anche le pappardelle ai porcini con le vongole. Abbondante la grigliata di pesce, buone le pizze. Per dolce, cosa c’è di meglio del gelato del Bar Betty?Viale Regina Margherita 6, tel. 0831563465. Chiuso il mercoledì.

Penny uL’arte del buon bere, della cucina e della cordialità. Il Penny è uno dei ristoranti più belli e romantici della città, situato in un palazzotto del 1200 affacciato sul porto. La cucina è raffi-nata e privilegia i piatti a base di pesce fresco, come i tagliolini allo scorfano. L’antipasto propone quattro portate in un unico piatto dal design ricercato. Il Penny è anche enoteca (e che assorti-mento!) e cioccolateria.Via San Francesco 5, tel. 0831563013. Chiuso il lunedì.

t La NorcineriaCucina completamente rinnovata per questo locale accogliente e caldo situato ai piedi della Colonna Romana. All’ottima selezione di salumi, formag-gi e carni, si aggiungono ora i piatti della tradizione marinara. Ottimi il tonno alla griglia con zucchine grati-nate, la seppia alla catalana, l’insalata russa con il dentice, gli gnocchetti ai frutti di mare. Azzardate, ma squisi-te, le orecchiette al nero di seppia con le cozze. Via Colonne 57/59, tel. 08311720488. Chiuso il mercoledì.

Ristoranti

La locanda del porto uAmbiente classico e piacevole. Cucina tradizionale. Si apre con l’antipasto della casa (10 piatti tipici). Tra i primi, da non perdere i paccheri alla rana pescatrice con ricottina piccante (oppure gli agnolotti ai crostacei con ricciola). Per secondo carne arrosto (c’è anche la fiorentina) oppure l’otti-mo tonno scottato con salsa di basilico e parmigiano. Dal lunedì al venerdì si serve la pizza anche a pranzo.Via Montenegro 20, tel. 0831568181. Chiuso il martedì.

t HaraUn locale originale e coraggioso, che sta riscuotendo ottimi consensi. Potete scegliere i piatti del giorno, oppure prediligere (e ve lo consigliamo) i menù degustazione: Hara (carne, pesce e verdure), Fresco (solo pesce), Gusto (carne), Verde (vegetariano), Leggero (per chi tiene alla forma fisica). Il Sushi e il Sashimi sono degni di un ristorante giapponese. Il locale è anche wine-bar e sala da thé.Via G. Bruno 26/28, tel. 0831520064. Chiuso la domenica sera e il lunedì.

t IaccatoLa storia della cucina marinara brindisina. Da decenni questo locale è la meta prediletta di quanti amano mangiare pesce fresco. Nel locale del-la famiglia Romanelli potrete assag-giare, tra le altre cose, degli incredibili tagliolini all’aragostella. Ma se proprio volete vivere un’esperienza gastrono-mica indimenticabile, allora ordinate la zuppa di pesce della casa: senza paragoni. Pizze anche a pranzo.Piaz.le Lenio Flacco, tel. 0831524084. Chiuso il mercoledì.

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LA DOLCE VITA

TEMPO LIBERO

Ristoranti, vini, locali, sapori

A volte le parole delle guide e dei giornali sono davvero superflue, quando si tratta di recensire un

ristorante. E lo stesso Armando brenda, titolare della trattoria Pantagruele, è restio ad apparire e a parlare di sè. Così, per parlare di questo locale che da tempo immemore è al top della cucina italiana, abbiamo deciso di utilizzare i commenti che appaiono su TripAdvi-sor, uno dei migliori siti mondiali per recensioni di hotel e ristoranti. Perché le recensioni le firmano direttamente i clienti.Scrive per esempio una turista prove-

MANGIAREQUELLA MAGNIFICA SORPRESA A BRINDISI...

di Fabius Crumb

niente da Princeton: “Un meraviglioso suggerimento del nostro agente di viaggio. Un piccolo ristorante dove ab-biamo gustato il miglior pesce fresco del nostro viaggio di un mese lungo l’Italia.

PILLOLE

Abbiamo mangiato in un sacco di posti, ma questo è l’unico che recensisco, perché è stato una magnifica sorpresa”. Sul sito si possono trovare altri com-menti positivi da parte di turisti tedeschi ed italiani. Il conto si aggira intorno ai 50 euro, ma la cena (o il pranzo) li vale tutti. Perché è un viaggio che vi conduce in giro per sapori e profumi, esperimenti e tradizioni. Insomma, una riscoperta della grande cucina.

Pantagruele, via Salita di Ripalta, centro storico di Brindisi,

tel. 0831560605, chiuso il sabato a pranzo e la domenica.

Il ritorno del Central BarÈ tornato a ricoprire il posto che meritava nel panorama dei bar più amati dai brindisini, il Central Bar, un tempo luogo di ritrovo dei ventenni. Il bar ha riaperto poco prima di Natale ed è stato subito boom. Saletta rinnovata negli arredamenti, personale tutto al femminile, pasticceria a cura di un nome tra i più prestigiosi del settore (quello della pasticceria Natale di Lecce). Cornetti ottimi, rustici eccezionali (con scaglie di grana all’interno), cioccolateria da urlo. Caffè brin-disino, quello della ditta Quaranta. E aperitivi del tipo happy hour milanese. Ben tornato Central Bar! Piazza Sedile 2, tel 0831.524150.

Le orecchiette? Al nero di seppia!Siete stanchi delle orecchiette al sugo,

oppure non avete mai digerito quelle alle cime di rape? Beh, alla Norcineria (proprio sotto la colonna romana) propongono una alternativa niente male: orecchiette al nero di seppia con le cozze. A dispetto dello strano aspetto dato dall’inchiostro nero, il sapore è davvero squisito. Una bella trovata per un ristorante che, partito da salumi e formaggi, ora si mette in mostra per una ottima cucina marinara d’impostazione barese. Non a caso, tra gli antipasti, compaiono gamberi rossi e scampi crudi. È il nostro sushi. Molto più buono di quello giapponese.Via Colonne 57/59, tel. 0831.17220488, chiuso il mercoledì.

La locanda ti li Spilusi uIl ristorante-pizzeria che soddisfa ogni “spilo”, ideato da Fabrizio e Gianfran-co. Vecchie e nuove pietanze della cu-cina tradizionale pugliese ed italiana, in un ambiente rustico immerso nel verde. Da provare i troccoli ai granchi e la “taiedda” di riso patate e cozze, “bracioli e purpetti”, ed ovviamente la grigliata mista di carne o pesce. Antipasti numerosi e gradevolissimi.Contrada Restinco 4, tel. 0831555481, 3280898063. Chiuso a pranzo.

Ma.Ri.Pa uIl piacere di una pausa pranzo veloce, leggera, a prezzi incredibili (pranzo a 7 euro!), ma con piatti saporiti e preparati con ingredienti di qualità. Il locale, situato proprio di fronte al Municipio, offre ogni giorno ampia scelta: quattro primi e quattro secondi. È aperto solo a pranzo, eccezion fatta per il sabato sera (quando si trasforma in pizzeria)Via Casimiro 22 (ang. piazza Mat-teotti), tel. 336.825384. Chiuso la domenica.

DA PANTAGRUELE, DOVE LA CENA È UN VIAGGIO TRA SAPORI, PROFUMI, ESPERIMENTI E TRADIZIONE CULINARIA.

Hostaria Marina Vecchia uRaffaele e Jole hanno di recente ri-strutturato il locale per renderlo anco-ra più accogliente ed intimo. È il luogo ideale per colazioni di lavoro e piccoli ricevimenti. La cucina è prettamente tradizionale: dagli ottimi antipasti alla pepata di cozze (classica ma rivisitata), dai tagliolini prezzemolati all’astice al pesce sempre fresco. Ottima la carne, gustose le pizze e buoni i dolci fatti in casa.Via Montenegro 53, tel. 0831524316, 3471235516. Chiuso il lunedì.

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PROMOTIONMEDICINA

NUOVE TECNOLOGIE AL CENTRO DENTISTICO “SAN LORENZO”Anche a Brindisi interventi di implantologia avanzata e di estetica del sorriso.

Abbiamo incontrato Il dottor Roberto Placella (dottore in Odontoiatra e protesi dentarie), ideatore e diretto-re del Centro dentistico San Lorenzo di Brindisi,

il mese scorso. In quell’occasione Placella ci aveva aggiornato sull’importante iniziativa di dare il via ad un programma propulsivo ed operativo del Centro, finalizzato a risolvere ogni tipo di problematica o esigenza legate alla odontoiatria. Finalmente, a Brindisi, quindi, si può effettuare ogni tipo di intervento legato all’implantologia avanzata e all’estetica del sorriso, grazie alla professiona-lità e preparazione dell’équipe che lavora presso il Centro (dottoressa Emanuela Lucarelli, specialista in ortodonzia, dottor Giorgio Vitale, dottor Dario Comes, dottoressa Anna Buongiorno, dell’igienista Alessandra Carbonara e delle assistenti Electra Falà e Paola Di Presa) e alle nuove tecnologie impiegate. La struttura si avvale della chirurgia piezoelettrica, metodica che sfrutta gli ultrasuoni per effettuare gli interventi chirurgici, garantendo, in questo modo, un lavoro in piena sicurezza, evitando la fastidiosa sensazione prodotta dal trapano e riducendo i proble-mi postoperatori. Il sistema Piezoelettrico ha, infatti, la

caratteristica di agire solo sui tessuti duri, non intaccando il tessuto molle, che rimane intatto. Placella ha preso un diploma di perfezionamento per l’utilizzo di questa nuova tecnologia. L’équipe medica del Centro San Lorenzo è abilitata e specializzata ad effettuare la nuova tecnica (di faccette) “Lumineers” per ottenere denti bianchi e perfetti, utilizzando delle sfoglie in porcellana dello spessore di una lente a contatto (0,3 mm), che si attaccano diretta-mente sui denti, a differenza delle tecniche precedenti che prevedevano una erosione del dente prima dell’appli-

cazione della faccetta, che aveva uno spessore notevol-mente superiore. Questa tecnica consente un ripristino della situazione quo-ante, nel momento in cui non si voglia più usufruire delle faccette.Molto utile, per gli adulti, il sistema Invisalign, che consente di poter portare l’apparecchio ai denti senza il fastidio di doverlo mostrare, si tratta infatti di un sistema di mascherine trasparenti removibili applicato sui denti; oppure la tecnica linguale, un sistema di stelline applicate sulla superficie linguale (interna) del dente in modo che non sia visibile dall’esterno.Una novità assoluta, è il trattamento cosmetico per i denti, temporaneo, una lacca, che rende i denti brillanti, per occasioni speciali, che va via dopo circa due settimane.Il Centro San Lorenzo, che prende il nome dal santo patro-no della città, medico anch’egli, rappresenta non solo una brillante novità per avere cure odontoiatriche, che prima era difficile ricevere in loco, ma sta diventando un salotto per intellettuali, grazie alle iniziative culturali che vi si svolgono. Magicamente, il Centro dentistico, infatti, un week-end al mese, cambia abito per accogliere vernissage (l’ultimo è del weekend 20-21 marzo, con la personale di Antonio De Santis) ed altre manifestazioni artistiche, tutto grazie all’iniziativa del suo direttore, vero mecenate della cultura.

Francesca Alparone

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