TB Magazine Dicembre 2008

48
WWW.TBMAGAZINE.IT TB

description

Tutto Brindisi - Anno 13 numero 3

Transcript of TB Magazine Dicembre 2008

Page 1: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB �

Page 2: TB Magazine Dicembre 2008

� TB DICEMBRE 2008

APERITIVO

• TARTINE MILLE COLORI CON SUCCHI ANALCOLICI •

ANTIPASTI

• MILLEFOGLIE DI MELA CON SALMONE MARINATO •• TORTINO DI VERDURE CON SPICCHI DI CARCIOFI, PROFUMATI

ALL’OLIO DI RUCOLA IN SALSA DI CASTAGNE AL FINOCCHIETTO •

PRIMI

• RISOTTO DELL’ ADRIATICO E RIBES ROSSO •• STELLINE RIPIENE AL PROFUMO DI PORCINI •

SECONDO

• TURBANTE DI SPIGOLA AL VAPORE CON DADOLATA DIVERDURE PROFUMATE AL FINOCCHIETTO •• SORBETTO ALLA MELA VERDE CON PROFUMO DI MENTA •

DESSERT

• VENTAGLIO DI FRUTTA CON DOLCETTI COLORATI •• LENTICCHIA CON ZAMPONE •

VINI

• CANTINE BOTROMAGNO •

Page 3: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB �

Sommario

TBtuttobrindisi n.3/dicembre2008

www.tbmagazine.it

Direttore Responsabile:FABIO MOLLICA

Grafica e Impaginazione:SALVATORE ANTONACI

Webmaster:ANTONIO TEDESCO

Stampa:MARTANO, Lecce

Redazione / PubblicitàProlungamento Viale Arno, sn72100 BrindisiTel/Fax 0831 [email protected]@tbmagazine.it

pagina 8BRINDISINODELL’ANNONessun dubbio: il brindisino dell’anno è un “non brindisino”, monsignor Rocco Talucci. Perché...

pagina 23DOPPIOPOSTERDa staccare e appendere, questo mese: Junior Bahia e i fantastici tifosi della Enel Brindisi.

pagina 14INOSTRISINDACISei personaggi che vedremmo bene sulla poltrona di primo cittadino

EDITORIALEIn cerca di un Grande Sindaco, che abbia coraggio, idee, passione.

STRETTAMENTE RISERVATOLa cultura si fa audace.Le domande di Vitali. Le lettere nel PD.Le telefonate di Ferrarese. E il parcheggio al Masseriola.

D&R/1Parla l’ammnistratore delegato di Brindisi Lng, Enrico Monteleone.

SOLDIAcquistate un’auto nuova? Pagherete poco, pagherete a lungo.

SOLDI/2Mercatino degli Agricoltori: la spesa diventa low-cost

4

6

16

20

21

Autorizzazione Trib. Brindisi: n. 4 del 13/10/1996Distribuzione in abbinata gratuita a Senzacolonne l’1 di ogni mese

Distribuzione gratuita nei principali luoghi di lavoro e di ritrovo dal 5 di ogni mese

D&R/2Intervista con il presidente di Confindustria, Massimo Ferrarese.

LETTUREL’attesa dell’attesa. Di Mino Pica

SPAM 0831Le avventure di SuperMax.

32

38

40

SPAM 0831Le fantainterviste ai candidati sindaci: tocca a De Maria

SPAM 08311) Fenomeni da Stadio.2) Tutte le prossime dimissioni di Errico.

VOCI DI POPOLOLettere, sms, fax ed email: i lettori dicono la loro.

41

42

45

Page 4: TB Magazine Dicembre 2008

� TB DICEMBRE 2008

NonrestateaguardareIn cerca di un Grande Sindaco che abbia coraggio, idee, passioneCritichiamo Mennitti ed Errico, ma questo non vuol dire che auspichiamo il ritorno di Antonino

Grazie Mario per la sua lettera: è molto interessante e mi dà lo spunto per approfondire alcuni

temi. Il nostro sondaggio, innanzitutto. Era volutamente semianonimo, e volu-tamente abbiamo voluto coinvolgere più categorie: politici, imprenditori, giorna-listi, società civile. Così facendo, dietro la certezza che le proprie opinioni non sarebbero state direttamente ricolle-gabili al proprio nome, gli intervistati hanno detto realmente ciò che pen-savano del presidente della Provincia

Michele Errico e del sindaco Domenico Mennitti. Anche quelli che, per difen-dere il proprio interesse, magari di persona sono costretti a dire cose molto diverse. I lettori invece hanno risposto attraverso il sito internet, ed ha detto che sindaco e presidente hanno deluso le aspettative. Mi creda, non ci voleva un sondaggio per poterlo scrivere: bastava farsi una passeggiata al centro e dialogare con qualcuno. Cosa che purtroppo Errico e Mennitti sembrano non fare da tempo.Certo, nelle dichiarazioni raccolte nel sondaggio emergevano nettamente molti interessi personali. Ma anche molte opinioni vere. Molti altri invece hanno avuto il timore di esprimersi, forse per paura di dire la loro. A tanto siamo arrivati in questa città. Ma io sono contento che almeno quei 50 abbiano

detto la loro, anche se qualcuno, magari richiamato da qualcun altro, ha detto di non aver mai partecipato al sondaggio. Meschinità da soggetti senza spina dor-sale, che da un lato ti elogiano e appena volti le spalle sparlano di te. Ma siamo

brindisini ed a questi comportamenti siamo abituati da tempo: purtroppo fanno parte del nostro Dna.

Lei dice: “non so se Brindisi abbia uomini migliori di Mennitti ed Errico”. Io sono invece sicuro che questa

città possa avere amministratori molto migliori di Mennitti ed Errico. Poi, certo, ci sono in giro tanti uomini peggiori. Affaristi. Arraffoni. Ladri. Politici di pro-fessione. Clown e saltimbanchi.Ma un bambino non smette di imparare a camminare solo perché ha paura di ricadere. Allo stesso modo non può essere la paura di eleggere uomini peg-giori a poterci impedire di cercare qual-cosa di meglio di Mennitti ed Errico.Io non sono per il ritorno di Antonino. Lo metto in grassetto, così capisce anche chi non vuole intendere.Ero felice del fatto che Errico fosse finito alla Provincia e pure Mennitti al Comune, con qualche riserva, poteva starci. Ma in quasi cinque anni i due hanno combinato molto poco. Sicuramente molto meno rispetto alle aspettative. E questa città, per come è combinata, non ha bisogno di amministratori che si accontentano dell’ordinaria amministra-zione. Né servono assessori part-time.Provate a ricordare cinque cose che questa amministrazione ha fatto per la città. Solo cinque. Una all’anno. Io ho qualche difficoltà a trovarle. E anche sulle pochissime cose fatte, qualcosa da ridire ci sarebbe.Sulla battaglia al rigassificatore, per esempio. Sulla gestione della Fonda-zione del Teatro, per esempio. Sul caso

EDITORIALE

«Innanzitutto complimenti per il primo numero, intensa l’intervista al Vescovo. Nel secondo numero ho letto, finora, solo il sondaggio, che non mi ha convinto. Avrei voluto un qualcosa di più sistematico e non espressioni di giudizio che sono il frutto per molti di interessi personali, pur se non posso non condividere alcune opinioni sul protagonismo di certi personaggi. Non so se Brindisi abbia uomini migliori di Mennitti ed Errico. Certamente ha molti affaristi e, ahimè, l’ho sentito con le mie orec-chie: “Quello ha fatto i fatti suoi ma almeno si è dato da fare per Brindisi”, questo il commento di molti nostal-gici... Che dire, speriamo che voi pos-siate aiutare questa città a risollevarsi da tanto torpore, senza cadere nella gola profonda degli affari. Un consiglio, non pensate che i 40enni siano sempre meglio dei 60 enni... talvolta l’ambizione dei primi è molto pericolosa! Mario Casalino

[email protected] Chiedono qualche milione all’ex sindaco per danni d’immagine. E 3 milioni alla Lng.

E a chi ha ideato Forza Italia, quanto dovremmo chiedere?

GENTECOMUNE

Page 5: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB �

COMPLICIDI QUESTO MESE

MARIO LIOCE a pag. 46I brindisini che se ne vanno. Mario questo mese affronta un tema delicato, che da sempre sta a cuore ai cittadini. Quello che ne esce è un appello sentito, vibrante, un gri-do di speranza.

DARIO BRESOLIN a pag. 29Chi leggeva il vecchio TB lo conosce già. Per i nuovi arri-vati, invece, che dire: Dario è così,prendere o lasciare. O lo ami o lo odi. Io continuo a pensare che la sua testa, e i suoi articoli, possano solo far bene alla nostra città.

Nonrestateaguardare di Fabio Mollica

Gestor. Sugli incarichi concessi ai consi-glieri che minacciavano (e minacciano) di far saltare Mennitti ad ogni seuta di Consiglio. E su molto altro ancora.Non auspico il ritorno di qualcuno “che si fa gli affari suoi ma almeno qualcosa la fa”, come dicono in molti. Ma mi chiedo anche: se tanta gente dice questo ci dovrà pur essere un motivo, o sbaglio?Il motivo è che Errico e Mennitti hanno fallito. Oltre a ridare un senso all’identità brindisina (che non è poco, ma neanche tantissimo), non hanno fatto altro.Quindi per me, e buona parte dei miei complici di redazione, sarebbe meglio cambiare. E siccome questo giornale non dipende da Errico, Mennitti, Ferra-rese o qualcun altro, ma solo dai suoi inserzionisti e dai suoi lettori, ci sen-tiamo liberi di dirlo. E lo ribadiamo: auspichiamo un cam-biamento. Ringraziamo Errico e Mennitti per il sacrificio, ma ci farebbe piacere che tornassero alle rispettive case. Quello che chiediamo, però, è un cam-biamento vero.Ecco perché spero anche che a pren-dere in mano le redini della città e della provincia sia gente più giovane, quaran-tenne o cinquantenne.Lei dice: «Non pensate che i 40enni siano sempre meglio dei 60enni». Giusto, sacrosanto. Infatti non dico che bisogna prendere il primo 40enne che capita per strada e piazzarlo lì. Per esempio non mi fido della maggior parte dei 40enni che siedono in Consiglio comunale: gente nata vecchia, come ha detto uno dei cinquanta partecipanti al sondaggio del mese scorso.Però in città qualche nome spendibile c’è, ed in questo numero di TuttoBrindisi ne proponiamo alcuni. Taluni ambiziosi (e questo non sempre è un male), taluni disinteressati, o non completamente interessati.E approfitto di questo suo intervento per dire un’altra cosa a quanti si ergono a puritani, moralisti, censori. Una persona che mi ha insegnato tanto nella vita,

e che oggi fa giornalismo ad un livello ben più alto del mio, Leonardo Sgura, un giorno mi disse: «Tutti abbiamo un prezzo». Penso che quell’affermazione sia inoppugnabile. C’è chi si vende per pochi spiccioli e chi per qualcosa di più grosso, non necessariamente soldi. Tutti abbiamo i nostri interessi. E tutti pensano al proprio futuro: i semplici cittadini, noi giornalisti, i politici ed ovviamente gli imprenditori. Quindi smettiamola di cercare improbabili Santi da eleggere. Io a questa favola dei “Duri e Puri” non credo più da un pezzo.

Come ha scritto nell’editoriale di novembre il diret-tore di GQ (uno dei magazine a cui ci

siamo ispirati per il remake di TB), «c’è bisogno di qualcuno che abbia passione e che creda in un progetto. Per gli anni futuri vorremmo qualcuno di preparato, coraggioso, intelligente e che creda nel futuro».Lui si riferiva alla presidenza degli Stati Uniti. Io, che adoro il motto “pensare globalmente, agire localmente”, faccio mie quelle parole e le adatto alla situa-zione brindisina. E ci aggiungo quello che ha detto il fon-datore del Censis, il professor Giuseppe De Rita, a Repubblica, il 13 novembre scorso: «Sono passati i tempi del Prin-cipe. Il Principe non c’è più. I politici più avveduti devono evitare di fare i capi macchina, la logica dell’accentramento monarchico non funziona più».Ecco, spero che il prossimo sindaco non si comporti da Principe. Spero che abbia coraggio. Idee. Che creda nel futuro. E che lavori per introdurci nel futuro. Spero che non si accontenti di essere solo un sindaco, ma voglia diventare un grande sindaco. E che guidi realmente questa città. Ripeto: realmente.

EMILIO GRAZIUSO a pag. 21Avvocato, rappresentante della Confconsumatori a Brindisi. Esamina gli argomenti che stanno più a cuore e spesso fanno più presa sulle tasche dei lettori. Questo mese: odissee ferroviarie e relativi risarcimenti.

GIOVANNI ANTELMI sul prossimo numeroÈ più veloce a pensare progetti comunitari che a scrivere articoli sui suoi viaggi. Perdonatelo. Non lo fa mica ap-posta. Vi promettiamo che il mese prossimo sarà presen-te. Con un formidabile reportage su Istanbul.

DON GIUSEPPE SATRIANO a pag. 31L’ho conosciuto qualche anno fa in occasione di un convegno e pur avendolo frequentato solo per qualche ora, mi è sembrato una persona speciale. Leggetelo e fatemi sapere se mi sbagliavo.

BARBARA BRANCA a pag. 13In copertina trovate il Brindisino dell’Anno. Barbara ci parla del suo Eroe dell’Anno, un brindisino speciale. E di tutti i piccoli eroi che rendono grande una città. Quelle figure che sembrano solo comparse, però...

Page 6: TB Magazine Dicembre 2008

� TB DICEMBRE 2008

LapubblicitàdiunospettacolodelTeatroVerdiriservauna“grossa”sorpresa.MentreMennittiscivolasulcopiaeincolla

LACULTURASIFAAUDACE

COLONNAINFAME diGianpaoloPensa

IMBECILLISULWEB

Strettamenteriservato voci,rumors,dicerie

IfurbettidelsondagginoL’1 novembre sul nostro sito abbiamo lanciato il sondaggio “Sì o no rigassificatore?”. Al 16 novembre avevano votato un centinaio di brindisini, il 60% circa dei quali era contrario al rigassificatore. Lunedì 17 Telenorba ha parlato di questo sondaggio (e ringraziamo per il servizio), ma a quel punto qualche ambientalista imbecille ha pensato che la cosa potesse diventare seria. E così quelli del No si sono scatenati: lunedì sera i voti erano già 200; martedì 18 sono diventati 300 circa. Mercoledì 19, intorno alle 11, eravamo a oltre 500. Nel pome-riggio del 19 gli imbecilli si sono scatenati: alle 15.00 eravamo a circa 800 voti. Alle 16 a 1200. Segno evidente che qualcosa non andava. Anche perché “stranamente” i voti erano tutti contrari al rigassificatore.Così abbiamo verificato con il nostro webmaster ed è emerso che la stragrande maggioranza dei voti proveniva da pochissimi indirizzi IP: gente che capisce qualcosa di internet e che, subito dopo aver espresso il voto, cancellava i cosiddetti cookies e poteva subito rivotare, aggirando la barriera di un voto al giorno che avevamo messo nel nostro sito.Ora, a questi pochi ambientalisti imbecilli (denunciabili per aver vio-lato l’articolo 615 del codice penale: abuso di sistema informatico), chie-diamo qualcosa.Ma voi pensavate che il sondaggio di un magazine possa influenzare decisioni che vengono prese a piani ben più importanti? Siete davvero così stupidi? E poi: non avete minimamente pensato che compor-tandovi in questo modo potevate fare soltanto un favore al vostro “nemico”.Infine: con questa clamorosa figura di merda che avete fatto (scusate il termine, ma proprio non trovo parole più eleganti) pensate di aver speso le vostre energie in favore di quanti si battono, con argomenti seri, contro il rigassificatore?Coraggio ragazzi, crescete.Magari, invece di giocare, leggete l’intervista all’amministratore della Brindisi Lng (a pag. 16) e trovate argomenti per ribattere. (f.m.)

ErratacorrigeNel numero di novembre abbiamo erroneamente scritto che nello staff del presidente Michele Errico c’era Mimmo Fanuzzi. Il Fanuzzi vero è invece Umberto. Ce ne scusiamo con l’interessato.

LedomandediVitali,leletterenelPd«Perché alcuni progetti presentati al Comune molto prima di quello della Sfir sono ancora in attesa di autorizzazioni?». Se lo è chiesto in televisione, nei giorni scorsi, l’onorevole Luigi Vitali, Forza Italia, che osteggia lo zuccheri-ficio perché nasconderebbe una centrale a biomasse. Ma perché Vitali non gira la domanda al sindaco di centro-destra Domenico Mennitti, suo

“padrino” politico nonché can-didato preferito per le prossime amministrative?

*****Colti da un sussulto che non si notava da anni, alcuni iscritti al Pd hanno preso carta e penna per denunciare il comportamento dei consiglieri comunali del partito, colpevoli di tenere in vita la mag-gioranza di centrodestra che da tempo si regge grazie ai voti del

centrosinistra e di qualche consi-gliere ballerino. Gli iscritti al partito hanno fial-mente detto basta. Ora sarebbe opportuno spiegare alla gente, specie quella di sinistra, come mai certi consiglieri continuano a salvare la giunta? Per conservare la poltroncina in Consiglio, perché hanno paura di non essere riconfermati, o cos’altro?

Cari lettori, noi non vogliamo fare un giornale totalmente satirico. Vorremo fare un magazine serio, con una sezione finale dedicata all’umorismo. Ma ci rendiamo

conto che in questa città la realtà troppo spesso fa ridere. E così siamo costretti a proporvi argomenti esilaranti. Nei giorni scorsi ci è capitato di sfogliare una testata locale, e la nostra attenzione si è rivolta, forse per deformazione professionale, ad una pagina pubblicitaria, quella che promuoveva uno spettacolo del Nuovo Teatro Verdi.Con scarso senso dell’originalità, qualcuno ha subito ribattezzato lo spettacolo “Le Palle”, giocando sul titolo originale dell‘opera di Curzio Malaparte andata in scena il 18 e 19 novembre scorsi, “La Pelle”. Qualcun altro ha tentato di giustificare gli autori e i commit-tenti dell’inserzione pubblicitaria apparsa sull’incolpevole giornale locale, sostenendo che quello raffigurato nel cerchio rosso qui accanto non sarebbe l’organo genitale dell’uomo fotografato, bensì la sua mano. Sarà, ma a noi non è mai capitato di vedere una mano di quella forma. Sta di fatto che molti brindisini si sono ritro-vati tra le mani una grossa sorpresa. In tutti i sensi.

E che dire poi del sindaco scrivano che resta vittima del copia-incolla? È capitato infatti che Mennitti (o chi per lui) abbia firmato il saluto del catalogo della splendida mostra

dei fotografi Cito e Collet, ma nel suo testo compaiono le stesse frasi scritte dalla curatrice del catalogo, Valentina Trisolino. Qual-che esempio? La Trisolino scrive: «Spesso si osservano immagini in cui l’uomo non è il solo attore principale dell’istante narrato, ma sono gli oggetti, i segni, i piccoli particolari a raccontare tutta una storia, una realtà o l’universatilità del mondo». Mennitti le fa eco: «La mostra si propone di evidenziare scatti fotografici in cui l’uomo, se pur presente nell’inquadratura, non è il solo attore principale dell’istante narrato, ma sono gli oggetti o i piccoli par-ticolari a descrivere l’universalità del mondo».Altro passaggio della Trisolino: «Pier Paolo Cito tramuta le finestre in elementi rivelatori delle storie più travagliate della nostra attualità». E Mennitti: «Le finestre diventano l’elemento che acco-muna le foto di Cito a quelle di Collet. Il primo le tramuta in ele-menti rivelatori delle storie più travagliate della nostra attualità».Ultimo passaggio della Trisolino: «Le foto di Collet e Cito sono andate ben oltre, scavando nella realtà e nell’immaginario, rendendo visibile ciò che normalmente non si vede o non ci si accorge di vedere e trasormandosi da semplice documento ad

Lapubblicitàdellospettacolo

emozione».Mennitti, a parole sue: «L’immagine sia per Cito che per Collet prende vita da un percorso che non si distanzia dalla realtà ma ne è parte integrante. Pur con una visione diversa, riescono entrambi con grande abilità e determinazione a rendere visibile ciò che normalmente non si vede».In questi casi, a scuola, ai bambini la maestra scrive sotto il com-pito una semplice parolina: copiato.

Page 7: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB �

Page 8: TB Magazine Dicembre 2008

� TB DICEMBRE 2008

Non è un brindisino, certo, ma è sicuramente il personaggio che nel 2008 ha dato

di più alla città. E poi questo voler dividere “brindisini” e “non brindisini” sa un po’ di provinciale. Dunque noi non abbiamo dubbi: monsignor Rocco Talucci è il nostro Brindisino dell’anno. Diciamo che stiamo dando la cittadinanza onoraria al vescovo. Anzi, ad un uomo che fin da quando era un semplice parroco nella sua Basilicata, già ribadiva il suo “essere padre”. A quella persona che ha fatto arrivare il Papa a Brindisi. E tutti sappiamo quanto questa “venuta” sia servita a rendere migliore la città. A far compiere ai nostri amministratori cose di ordinaria amministrazione che qui paiono essere ormai straordinarie. Come sistemare qualche aiuola e qualche strada.

NONÈBRINDISINO,CERTO.PERÒ,GRAZIEALLAVISITADELPAPA,ÈRIUSCITOASCONVOLGEREUNACITTÁ.PROFILOINTIMODIUNUOMOSEMPLICE.ESEMPREDISPONIBILE.

UOMODELL’ANNOROCCOTALUCCI

Ma della visita del Papa si è già detto tanto. Quello che qui ci preme mettere in evidenza è il Talucci uomo.Quello senza pregiudizi culturali. Quello che non nega a nessuno un incontro, il dialogo. Il vescovo che, pur attaccato o criticato da qualche giornale, preferisce non fare battaglie ma discutere dei problemi. Il Talucci che vuole raggiungere il cuore di tutti e seminarci la speranza del Vangelo. Seminare, non imporre, come purtroppo ancora qualche alto prelato romano pensa di poter fare.Il Brindisino dell’Anno è una persona che ama i giovani e vorrebbe fare di più per loro. E si rammarica quando li vede per strada e sente di non aver ancora fatto abbastanza. Ancora.Talucci è l’uomo della speranza e dell’ottimismo. Giusto quello che serviva a questa città abitata da pessimisti e amministrata da persone senza sogni.

Page 9: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB �

IN COPERTINA

“UNGRANDEOTTIMISTA

INUNACITTÁDIPESSIMISTI”

Page 10: TB Magazine Dicembre 2008

�0 TB DICEMBRE 2008

IN COPERTINA

Altrinomidaricordare.Tantisportivi.Nessunpolitico

Flavia Pennetta. La brindisina è la prima italiana nella classifica mondiale. E rimarrà per molto tempo l’italiana più forte nella storia del tennis: vince tornei prestigiosi, batte le teste di serie numero 1, ma rimane sempre semplice e disponibile. Già per il solo fatto di non essersi montata la testa, avrebbe meritato il premio di Brindisina dell’Anno. Le abbiamo pre-ferito Talucci per il semplice motivo che, tra 20 o 30 anni, quando i brindisini ricorderanno qualcosa avvenuta nel 2008, non avranno dubbi: la visita del Papa in città. Le auguriamo di essere la Brindisina dell’anno 2009, perché vorrà dire che il suo momento magico non si sarà fermato.

Giovanni Perdichizzi. Lo abbiamo celebrato con la prima copertina del nuovo TB. Che dire di più del coach che ci ha riportati in serie A e che, ne siamo certi, ci farà rimanere al top del basket nazionale? Nulla. Soltanto che anche lui non è nato a Brindisi. Ma visto quel che ha fatto, chissenefrega!

La famiglia Barretta. Giuseppe, Francesco, Paola e Rosy, e i loro genitori, non demordono e tengono in vita il calcio a Brindisi. Senza lo straccio di uno sponsor hanno allestito una

squadra da serie C. Tutto di tasca loro. Soldi, non parole. E speriamo che sia l’anno buono per festeggiare il ritorno nel calcio che conta.

Valentina Siccardi. Cresciuta nella Futura Basket, la brindisina gioca in serie A con il Taranto ed è stata convocata in nazionale. Tanto per dimostrare che i miracoli del basket locale non sono tutti al maschile.

Rino Armeni. E chi è? Già, chi è? È uno dei tanti brindisini che vivono all’estero. L’abbiamo conosciuto per caso, perché ci ha inviato una mail per complimentarsi con TB. Vive a Las Vegas, presiede la Armeni Enterprise, società di consulenza per ristoranti, hotel e casinò. Ma soprattutto è il fon-datore della Epicurean Charitable Foundation, una fondazione che dal 2001 si preoccupa di formare nuovi talenti nel settore dell’ospitalità turistica. Mica male no?

Marco Ramaglietta. Ha 12 anni ed è stato eletto “il bambino più buono d’Italia” dall’Associazione onlus di Hazel Marie Cole, che ogni anno mette in palio il “Premio alla bontà” per evidenziare il valore morale di particolari atti di altruismo. Studente della scuola media “Marzabotto-Giulio Cesare”, è stato grazie ad un tema che la sua dolcissima storia è assurta agli onori della cronaca. Una storia che parla del suo rapporto con il fratello disabile di 19

anni, costretto dalla nascita su una sedia a rotelle per un taglio cesareo eseguito con troppa superficialità. “In tutto - scrive Marco nel suo tema - cerco di fare il doppio: una metà per me, l’altra per mio fratello Ciro”. Parole in cui il piccolo Marco riesce a racchiudere tutto l’amore per il fratello che è al centro della sua giornata e che lui accudisce ed assiste con una dedizione ed una maturità fuori dal comune per un bambino di soli 12 anni. Ma guai a chiedergli se si sente diverso dai suoi coetanei. Giustamente orgogliosi mamma Grazia e papà Ottavio. Quest’ultimo, anche per poter seguire il figlio disabile, ha perso il lavoro. Ed il piccolo Marco ha detto che avrebbe rinunciato al premio di mille euro destinatogli dall’associazione onlus, in cambio di un lavoro per il suo papà.

Il Talucci che oggi “premiamo” è quello che ha voluto il seminario nel capoluogo sia come punto di riferimento vocazionale che culturale. È colui che ha voluto e ottenuto la visita del Papa perché si rendeva conto che questa città che tanto ha dato per le emergenze umanitarie, non era stata neanche ringraziata. È il vescovo che tiene alla centralità della parrocchia, della famiglia, dei giovani. Che come il più grande dei Padri esistiti in terra, Giovanni Paolo II, sa “usare” i mezzi di informazione per far giungere il proprio messaggio. È la persona cordiale e alla mano, che la sua mano porge a tutti, senza pregiudizi. Che accoglie anche chi lo ha fortemente criticato.Poi penso a tanti politici e tanti imprenditori locali abituati a pensare “o stai con me o contro di me”. Quelli che pensano di essere al di sopra di

tutto e tutti. Che ragionano sempre in termini di amici e nemici. Ecco, a volte penso a certi soggetti così presuntuosi da non rendersi più conto di essere diventati ridicoli.Penso a loro, rivedo quello che ha fatto monsignor Talucci, senza far rumore e ottenendo la collaborazione di tutti, e mi convinco che sì, è proprio giusto nominare Brindisino dell’Anno un non brindisino.

fabio mollica

Page 11: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

Page 12: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

Page 13: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

ZonaBranca di Barbara Branca

Eccolo il mio eroe.Eccoli i miei eroi brindisini.Quanta gente straordinaria incontriamo ogni giorno? Gente come Marco, e non solo...

Siamo a dicem-bre e come ogni fine anno televi-sioni e giornali

locali sono in preda all’ele-zione del famoso “perso-naggio dell’anno”.Questa “nomination” richiede il parere di tutti, così tra pochi giorni qual-che quotidiano chiederà ai propri lettori di fornire preziose segnalazioni per stilare classifiche pseudo popolari, che lasciano ovviamente il tempo che trovano.Forse il tema è poco serio, ma costituisce un utile stimolo per riflettere su quello che è accaduto nella nostra città nell’ulti-mo anno. Viene naturale pensare all’eroe dell’anno come a colui che ha fatto “grandi imprese”.Ma cosa sono in fondo le “grandi imprese”? Chi sono davvero i “grandi” uomini che hanno segnato la vita della città?Una sensazione di vuoto improvvisamente è calata dentro di me. Nessun papabile “famoso” mi è venuto in mente.Ho pensato così alla gente ”comune” che ogni giorno

si sveglia presto, lavora, combatte con i mille pro-blemi di tutti i giorni. Gente che faticosamente con-tribuisce a tenere in piedi una città come la nostra; una città illusa, sporca, degradata, povera, dove è difficile intraprendere qualsiasi iniziativa positiva senza scontrarsi sistemati-camente contro un muro di gomma.Gente che nonostante tutto continua con dignità ed affezione ad ungere gli ingranaggi di un motore mal tenuto, come la nostra Brindisi, che crede che questa città possa cam-biare, che ha scommesso sulla città la propria vita, il

Quanti eroi invisibili ogni giorno incontriamo, eroi che non vanno sui giornali, in tv. Gente “normale” che ogni giorno compie atti straor-

interiore che non tutti riescono a scorgere.In un mondo in cui tutto è imperniato sulla bellezza, sul denaro, sull’apparire, spesso ci si dimentica di

Marco non fa parte della

generazione del Messen-ger, dell’Ipod, dei blog. Quella dei cellulari che filmano scene di ogni tipo. Quella che perde tempo prezioso sulla playstation con l’unico scopo di accu-mulare punti con giochi stupidi e violenti, stermi-nando pedoni alla guida virtuale di un’auto pirata.Marco ha punti più impor-tanti da accumulare, la sua playstation è la vita, che sa diventare, per un piccolo uomo di 12 anni, impegna-tiva ed eroica.Così a soli 12 anni Marco assiste ed accudisce, con amore e dedizione, il proprio fratello maggiore costretto su una sedia a rotelle. Lo fa con la natura-lezza di chi ha una bellezza ed una purezza interiori fuori dal comune, di chi si offre agli altri senza chie-dere nulla in cambio.Marco, ho pensato, lui sì che è un eroe. È lui il mio personaggio dell’anno. Complimenti Marco, ed in bocca al lupo per il tuo avvenire.

OPINIONI

“Marco non fa parte della generazione

di Messenger e dell’iPod, dei Blog

o dei cellulari che filmano scene di ogni tipo”

proprio destino.Gente che ha scelto di rimanere in questa città, di non rassegnarsi.“Forse un po’ tutti siamo eroi”, ho pensato con un po’ di presunzione.È stato proprio in quel momento che ho capito di doverlo cercare altrove il mio eroe.

dinari di generosità e di coraggio.Gente che si dedica al prossimo con amore, che per sentirsi appagata non ha bisogno dei riflettori, perché si nutre della luce del sorriso di colui che ha di fronte.Eroi non certo famosi, che possiedono una bellezza

chi, silenziosamente, ren-de ogni giorno migliore la vita di qualcun altro, di chi non ha bisogno di appari-re, perché è.È il caso di Marco Rama-glietta, 12 anni, bambino recentemente balzato al-l’onore delle cronache per essere “diventato” il bam-bino più buono d’Italia.

Page 14: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

IDEE

PROPOSTAN.3UNSINDACO

PERCAMBIARE(DAVVERO)

Una donna, imprenditrice e impegnata nel sociale: Rosy Barretta. Un quarantenne: Teo Titi. Due professionisti: Roberto Fusco e Massimo

Guastella. Ma anche due giovani esponenti del PdL: Mauro D’Attis e Massimo Ciullo. Chi dice che in città non ci siano volti nuovi, e persone in gamba, per la

poltrona di sindaco, si sbaglia. O forse vuole solo difendere il suo orticello

Questo mese la nostra proposta è politica. Perché ci siamo rotti le scatole di sentir dire che non

ci sono alternative alla gerontocrazia o ai soliti noti che ci disamministrano da 30 anni. A nostro avviso in città si sono diverse persone che potrebbero tranquillamente essere candidate a sindaco, impersonando la novità, ma assicurando anche competenze, decisionismo, idee fresche. In questo numero ne segnaliamo alcune, in aperta contrapposizione, o in alter-nativa, se preferite, alle candidature già ufficiali o soltanto vociferate. Chissà se i principali partiti, almeno questa volta, avranno il coraggio di fare un passo indietro e puntare sul cambiamento. Quello vero. Noi pro-viamo a suggerire qualche nome. A cominciare da quello di una donna. Rosy Barretta fa parte della nota fami-glia di imprenditori portuali. Ma da sempre affianca alla sua professione un grande impegno nel sociale (con l’Ant e non solo) ed è stata impegnata nella costruzione del Partito Demo-cratico a Brindisi. Non è un capocor-rente, non ha seguaci o leccapiedi. È perfino troppo remissiva e timida, ma di conoscenze, competenze e idee ne ha quanto bastano. Un partito che dice di voler cambiare, punterebbe su una figura come la sua. Ma il Partito Democratico vuole davvero cambiare? È quanto si chiedono i suoi elettori

da qualche mese. Sempre su sponda centrosinistra, non vedremmo male la candidatura dell’avvocato Roberto Fusco, che dalla sua avrebbe un unico problema: sarebbe visto come l’uomo del notaio Errico, e come la prosecuzione della politica anti-rigas-sificatore. Ma Fusco è un avvocato di alto livello, specializzato nel ramo amministrativo ed imprenditoriale, ha dunque grandi competenze anche in materia istituzionale. È persona ragio-nevole, dotata di grande cultura e ampie vedute. È un uomo che viaggia parecchio e potrebbe portare alla città tante idee viste altrove. Così come Teo Titi, 43enne, anche lui impegnato nel settore portuale: con la sua azienda, la Titi Shipping, ogni estate porta a Brindisi un gran numero di yacht nel nostro porto. Ed ognuna di queste imbarcazioni porta ricchezza alla città (rifornimento carburante, servizi ai diportisti, rifornimento di cibi e vini, tanto per fare qualche esempio). Si è saputo inventare un ramo d’impresa a cui nessuno da queste parti aveva pensato. E poi è un vulcano impe-gnato in mille altre attività imprendito-riali. Non sappiamo se questi impegni gli consentirebbero di dedicarsi alla città, però di una cosa siamo certi: è di tipi come lui che ha bisogno la città. Soprattutto Palazzo di Città. Un altro nome? Massimo Guastella, docente universitario a Lecce, grande esperto di Arte contemporanea, anche lui ancora nei “quaranta”. Sarebbe

ottimo come assessore alla Cultura, ma perché non proporlo come candi-dato sindaco? Sarebbe sicuramente un uomo di rottura. Capace di scelte coraggiose e originali. Tutto quello che finora è mancato. Chiudiamo con due “uomini di partito”, del PdL, che però sono due giovani, anche se le stanze della politica le praticano da un bel pezzo. Mauro D’Attis, asses-sore alla Programmazione economica, cresciuto in Forza Italia sulla sponda Rollo, attualmente molto legato a Mennitti. È riuscito a far decollare l’Area Vasta, anche se i progetti portati dai vari Comuni e associazioni di cate-goria sono tutti da discutere quanto a contenuti e strategie. Però è uno che crede nelle cose che fa e cerca di farle bene. Ha un solo difetto: per evitare di essere messo nell’angolo non ha mai alzato la voce ed è sempre rimsato in seconda fila. Anche per lui è giunta l’ora di scelte coraggiose, se non vuole rimanere un gregario a vita. Massimo Ciullo invece è sempre stato uno che non le manda a dire: provenendo da destra forse è più por-tato allo scontro e al confronto. Infatti non ha avuto alcun timore a mettersi contro Mennitti per la storia di Aliotto. Ormai ha ccumulato una buona esperienza nelle stanze di Palazzo di Città. Ed ha saputo navigare per quasi cinque anni in un settore molto sci-voloso come quello dell’Urbanistica, dove avvisi di garanzia, inchieste e scandali sono all’ordine del giorno.

TeoTiti

MassimoCiullo

MauroD’Attis

Page 15: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

“Declami,fantasie,tronfiaggini”Franco Palma (Brindisi Prodest) mette sotto accusa Comune, Provincia, Autorità portuale

Alcuni organi d’informazione continuano a fare da cassa di risonanza (non sappiamo a qual fine) ai vertici istituzionali in carica al Comune, alla Provincia, all’Autorità Portuale nel corso dell’ultimo lustro, che hanno inondato la pubblica opinione di una serie di proclami, tutti puntualmente rimasti tali.Conferenze stampa convocate per illustrare il tale progetto o la tale realizzazione ne sono state fatte tantissime, senza alcun elemento di “sistema” e di coerenza programmatica, ma sopratutto senza avvio di realizzazione alcuna.E meno male che qualche opera, tra quelle programmate sotto le precedenti amministrazioni, è giunta a realizzazione in questo periodo. Poiché non è costume di questa Associazione sparare nel mucchio e lasciarsi andare alle solite qualunquistiche lamentazioni, ci preme esprimere il nostro parere sull’operato di alcuni ben individuati amministratori, dichiarando la disponibilità ad un pubblico confronto con essi, nel merito delle argomentazioni proposte.Sindaco: a scorrere le pagine del programma politico amministrativo a suo tempo proposto agli elettori, lo stesso risulta del tutto disatteso, così come paradossalmente inattuate sono tutte le realizzazioni annunciate a suon di slogans (ad esempio, si possono citare: il sottopasso automobilistico dell’ex passaggio a livello di via Appia e quello pedonale di via Tor Pisana; il parcheggio del Palapentassuglia; la nuova area del mercato settimanale; il nuovo piano urbano di mobilità, di cui solo negli ultimi tempi risulta affidato un incarico di progettazione, peraltro in favore di uno studio londinese (forse ignorando che in Gran Bretagna vige la guida a destra…); i parcheggi; dulcis in fundo il rifacimento del Lungomare R. Margherita, per il quale pomposamente si è par-lato di “Water Front”); nello stesso tempo si è preso tempo nei confronti di tutte le iniziative private che venivano sottoposte alla approvazione del Comune, alle quali, tra un si convinto e un no motivato, spesso si è preferito opporre silenzi, mezze promesse non mantenute, risposte ambigue. Presidente della Provincia: ha caratterizzato la propria gestione con un personalismo inconcludente e rabbioso e con la stru-mentalizzazione, in chiave populistica, di battaglie ambientali o di campanile; nel frattempo sono state create le premesse per la bancarotta della società partecipata “Santa Teresa” che ha finito per costituire l’unico serbatoio di assorbimento dei disoccupati a cui era stato promesso il reinserimento in nuove iniziative industriali mai concretizzatesi (ex DOW, ex EVC, ex BTI, platea storica degli LSU); ha spacciato la messa a norma di alcuni edifici scolastici e la costruzione di qualche rondò come opere memorabili, con inaugurazioni in pompa magna, quando invece si è trattato di realizzazioni minime di opere prescritte dalla legge; per il resto solo finanziamenti comunitari per realizzare convegni; incarichi legali per un contenzioso in gran parte perso in partenza; relazioni sindacali e con gli alleati politici inesistenti; Presidente dell’Autorità portuale: Il Presidente ha il seguente tipo di rapporto con il territorio e con l’opinione pubblica: ogni volta che ha annunci da fare, convoca conferenze stampa, mentre non si presenta mai a conferenze od incontri organizzati da associazioni o clubs ma solo ad incontri istituzionali ai quali è presente qualche parlamentare o membro di governo; per il resto, nella sua gestione, ha costituito un sistema autoreferenziale di annunci mirabolanti, di mancanza assoluta, non solo di programmazione, ma anche di capacità di gestione ordinaria: sul piano di quest’ultima è mancata qualsivoglia attività di tutela degli interessi patrimoniali dell’Ente ed economici dello scalo, con iniziative fallimentari quali la nomina di un Segretario Generale poi annullata dal Tar; la gara mai portata a termine per la Security Portuale; il concorso per l’assunzione dell’Ingegnere Dirigente, caratterizzato già da un ricorso al Tar contro l’illegittima esclusione di un candidato e proseguito con la nomina a vincitore di un candidato di Bari; e poi cosa dire della estensione della Circoscrizione Portuale fino a Cerano, annunziata come un risultato ma in realtà consistente in un mero e agevolmente conseguibile pezzo di carta, a cui dovrebbero seguire la acqui-sizione di risorse finanziarie per almeno 2 miliardi di Euro, il compimento di un iter progettuale ed autorizzatorio difficile anche da immaginare in teoria, visti i terreni interessati da bonifiche, caratterizzazioni, aree ambientalmente tutelate e specchi acquei da dragare e/o da colmare. A tale riguardo si pensi anche solo alla follia del concepire un simile disegno, quando è noto che l’eventuale realizzazione delle opere foranee necessarie per proteggere le banchine pensate a Capo Cavallo e a Cerano compor-terebbe, sulla base di studi già fatti, modifiche alle correnti e alle maree di tutto il basso Adriatico, in termini di erosione dei tratti sottoflutto e di interramento di quelli sopraflutto; senza considerare che è folle pensare alla realizzazione di nuove banchine in mare aperto, quando quelle del porto medio e di quello esterno (Costa Morena est, Costa Morena ovest, banchine di riva e di diga) andrebbero semplicemente ultimate, riorganizzate nell’uso e nella destinazione ed attrezzate, risolvendo una volta per tutte il problema del cono di atterraggio aereo: in tal modo si dispone già oggi di circa 500.000 metri quadri di piazzali e di 1,5 km di banchine con fondali fino a -18 metri.E poi ancora proclami ed utilizzo strumentale di accadimenti che nulla hanno a che fare con i propri meriti: come nel caso del declamato aumento dei traffici, strombazzato come effetto della gestione portuale, ma in realtà dovuto alla situazione pura-mente congiunturale del caro gasolio, che ha indotto alcuni armatori a spostare le proprie navi da Bari a Brindisi, risparmiando così anche 15.000 euro a tratta.Sono rimaste relegate nel campo dei proclami senza seguito altresì: le annunziate iniziative dell’import di ortofrutta dall’Egitto, smentito pochi giorni dopo dall’accordo sottoscritto ufficialmente dal Ministero Egiziano dell’Agricoltura e dal Porto di Koper, per la penetrazione in tutta l’area europea ed ampiamente illustrato sulla stampa; il potenziamento dei collegamenti con l’Albania, con l’istituzione della nuova linea per Durazzo, rimasto invece esclusivo appannaggio del porto di Bari; l’entrata in funzione del Punto di Controllo Frontaliero per i controlli veterinari; il completamento del circuito doganale, ancora declamato senza vedere nemmeno un accenno di realizzazione pratica; il bando di gara per la realizzazione dei serbatoi della Marina Militare in località Capo Bianco, come previsto dall’epocale accordo di programma per la smilitarizzazione della zona ex-Nafta, per il quale si dispone dei fondi, delle autorizzazioni e dei pareri di tutti gli Enti competenti; le mirabolanti proposte di utilizzazione del Capannone ex Montecatini.Fatti, circostanze, atti amministrativi, tutti elementi oggettivi di valutazione, e non gratuiti giudizi di parte sulle persone.

Franco Palma (Associazione Brindisi Prodest)

RosyBarretta

RobertoFusco

MassimoGuastella

Page 16: TB Magazine Dicembre 2008

INTERVISTA

�� TB DICEMBRE 2008

Page 17: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

ENRICOMONTELEONE

D R&DOMANDE&RISPOSTE

Il nuovo amministratore delegato di Brindisi Lng: «Da Capo Bianco non ci muoviamo». Assicura: «Il rigassificatore è più sicuro, e meno inquinante, di una centrale elettrica o di un petrolchimico». Garantisce: «Nessun accordo già scritto con le aziende locali». E spera: «Dopo la Via, nel 2009 nuove assunzioni»

WEBLINK www.tbmagazine.it

“L’INDUSTRIAMETANIERANONHAMAIREGISTRATOMORTIOINCIDENTIGRAVI”

Ingegnere, il vostro rigassificatore è stato argomento di battaglia dell’ultima legislatura. Forse lo sarà anche della prossima campagna elettorale. E voi che fate?Da qualche mese abbiamo avviato una campagna di comunicazione. Vogliamo parlare ai media ma anche al territorio. Far valere il nostro punto di vista. Entro la fine dell’anno presenteremo a tutte le associazioni di categoria interessate il nostro progetto del freddo. Che darà vantaggi enormi, gratuitamente, a tutte le aziende che operano nel settore.Ci fa capire qualcosa in più?Pensi alle aziende agroalimentari che devono refrigerare i loro prodotti, o comunque tenerli a determinate temperature, per esempio i prodotti tipici o il pescato. Bene, grazie al rigassificatore, l’energia per questi impianti arriverà gratuitamente. Ovviamente queste aziende dovranno operare nell’area circostante il nostro impianto. In Giappone, per esempio, gli impianti

di conservazione del tonno sono adiacenti all’impianto di rigassificazione. E in Giappone si mangia il pesce più fresco al mondo.Un bel risparmio!Il ciclo del freddo è basato sull’energia elettrica. Un costo che sarebbe completamente evitato alle aziende locali operanti nel settore ittico, agroalimentare, ma anche della ricerca medica. Mi riferisco a quella nicchia di aziende che sfruttano la tecnologia criogenica per la conservazione degli organi umani, o del cordone ombelicale per la ricerca sulle staminali.Io penso che tutte queste cose voi non le avbbiate mai spiegate bene alla città. Siete stati visti e additati come i nuovi colonizzatori: veniamo a Brindisi, imponiamo il nostro impianto. Senza neanche spiegare alla gente di cosa si trattava. Avreste dovuto comunicare con la città, e non solo con un sindaco. E avreste potuto proporre, in cambio, qualche beneficio immediato: qualche scuola, un palasport, magari la

sponsorizzazione di qualche grande squadra. Se aveste fatto così, i cortei, a mio avviso, li avrebbero fatti sotto casa del sindaco e del presidente della Provincia.Io rispetto la sua opinione ma sono appena arrivato a Brindisi e preferirei parlare del presente e del futuro. In passato siamo stati accusati di riempirci la bocca della parola “freddo” senza dare fatti concreti. Ora cercheremo di smentire questa impressione. E nei prossimi giorni presenteremo uno studio elaborato con l’Università del Salento.Intanto aspettate la Valutazione di impatto ambientale.Noi siamo convinti della legittimità dell’autorizzazione rilasciata nel 2003. Se, come crediamo, la procedura di Via si concluderà positivamente, entro il primo trimestre 2009 riprenderemo a crescere, con nuove assunzioni.Quanti dipendenti avete attualmente. E quanto avete investito finora su Brindisi?Abbiamo investito circa 100 milioni di euro. E prevediamo di arrivare a 500. I dipendenti sono attualmente una ventina. Ma contiamo per fine 2009 di

Page 18: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

Page 19: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

arrivare a 50.Qualcuno continua a sostenere l’ipotesi di spostamento del rigassificatore da Capo BIanco a Cerano. Voi continuate a dire no.Brindisi Lng non si muove da Capo Bianco perché quella è in assoluto la miglior location. L’unica che riesce a coniugare sicurezza di approdo delle navi, e scarso impatto ambientale, perché lì non c’è bisogno di dragare i fondali. Quanto alla sicurezza, lo studio del Ctr del 2002, rivalidato a luglio 2008, garantisce che in caso di incidente nell’impianto, non ci sarebbe nessun effetto domino che potrebbe coinvolgere gli impianti industriali vicini. E viceversa.Ma è vero che monopolizzerete il porto?Anche qui non c’è nulla di vero. Prevediamo l’arrivo di 100 navi metaniere l‘anno (un 2,2% in più rispetto all’attuale traffico portuale). Queste navi richiedono 20-30 minuti ad operazione, per l’ormeggio, e altrettanti per la partenza. Mentre lo stazionamento in banchina dura circa 12 ore. Si tratta di due navi a settimana. Dunque non vedo nessun rischio di blocco dei traffici portuali.Ma perché Cerano proprio non vi va giù? Fareste contenti il sindaco Mennitti e il presidente dell’Autorità portuale, Giurgola.Ripeto: la Lng che si sposta a Cerano è una gran balla. Chi ci accusa di scarso ambientalismo dovrebbe considerare cosa accadrebbe con una nuova diga foranea di tre chilometri a Cerano. Sarebbe alterato il gioco delle correnti. E poi ci vorrebbero 10-15 anni per realizzare l’opera. E mi piacerebbe sapere da dove verrebbero i finanziamenti, in questi tempi di magra. Siamo seri: ma cosa vi stanno raccontando? Quello del rigassificatore a Cerano è solo un escamotage, l’ennesimo, per affossare il nostro progetto.Da quanti anni esistono i rigassificatori?Dagli anni ‘70.E quandi incidenti ci sono stati?L’unico risale al 1944 a Cleveland, negli Usa, dove per realizzare i serbatoi erano stati utilizzati materiali inadatti.

INTERVISTA

Quelli buoni venivano utilizzati per la guerra. Altri tempi. L’industria metaniera non ha mai registrato morti o altri incidenti gravi che hanno coinvolto la popolazione esterna all’impianto. A volte gli ambientalisti ricordano l’incidente del 2004 in Algeria, ma riguardava un impianto di liquefazione, che è completamente diverso dal nostro.Cosa è più pericoloso tra un rigassificatore, una centrale elettrica e un petrolchimico?Rispondo con cognizione di causa, poiché ho progettato, costruito, diretto centrali termoelettriche, ed ho lavorato per 25 anni nel petrolchimico di Priolo. Il rigassificatore è sicuramente il meno inquinante di tutti. Le nostre emissioni di CO2 saranno pari a 100 vetture di media cilindrata di ultima generazione. Cento, ha capito bene. E in quanto alla sicurezza, rispettiamo le normative nazionali ed internazionali di settore, tra le più severe al mondo.Detto questo, e rispondo alla domanda, centrali elettriche e petrolchimico non producono certo cioccolatini.Ma non sarebbe stato meglio un impianto off-shore?Gli impianti a terra sono già sperimentati e collaudati. Quelli off-shore sono ancora una incognita perché realizzati per la prima volta.Scusi, ma allora perché a Brindisi nessuno dice nulla sul petrolchimico e sull’Enel che brucia 11 milioni di tonnellate di carbone, e se la prendono solo con voi?Bisognerebbe chiederlo agli amministratori locali, più che a me. Certo, da ambientalista la domanda me la porrei. Quanto al rigassificatore, siamo stati vittime del Nimby: not in my backyard. Fatelo dappertutto, ma non nel mio cortile.Dite che investirete 500 milioni di euro a Brindisi. Ma quanto di questa somma resterà a Brindisi?Il 50-60%. E poi bisogna calcolare lo sviluppo di tutto ciò che può ruotare intorno al rigassificatore, come dicevamo prima. Malgrado ciò, siamo stati spesso accusati di “usare” il territorio come strumento

dei nostri interessi, ed è una delle accuse che più ci hanno procurato dolore e fastidio.Del tipo?Quando la Brindisi Lng si è fatta promotrice dei cosiddetti “Social investment”, investimenti nel sociale, siamo stati attaccati, anche violentemente. Ecco perché ora ci pensiamo su diverse volte prima di accettare una richiesta di sponsorizzazione o di contributo. Siamo più prudenti. Ma c’è un progetto che continuiamo a sostenere con grande gioia e attenzione, quello della “clown terapia” all’ospedale Perrino: per i bambini è utilissima.Il Comune vi ha chiesto un risarcimento per i danni subiti. Ma se doveste quantificare voi una richiesta di risarcimento al Comune?Non ci voglio pensare. Io mi auguro che arrivi l’ok alla procedura di Via, che la magistratura dissequestri l’area del cantiere e che si riprendano i lavori. Noi ci auguriamo che tutto vada per il meglio.Chi farà i lavori per la realizzazione dell’impianto?Abbiamo stipulato, nel 2004, un contratto chiavi in mano con un’associazione temporanea di imprese che ha come capoffila la Maire Technimont, una società anglo-francese, e come consociate Vinci, Entrepose e Grandi lavori Fincosit. Loro realizzeranno colmata, opere a mare, pontile, serbatoi. Ma abbiamo dato mandato a questa Ati di massimizzare l’utilizzo di imprenditoria locale, nei cui confronti vogliamo essere trasparenti e diretti: l’Ati ha procedure di assegnazione lavori estremamente rigorose. Le imprese locali saranno selezionate sulla base di criteri come trasparenza, equità, capacità, merito. E se non hanno attitudine ad eseguire lavori in sicurezza e nel rispetto dell’ambiente saranno scartate.Quindi non ci sono aziende già selezionate?Non abbiamo alcuna preferenza. Vinca il migliore. Non c’è nessun tipo di accordo con nessuno. E non saranno tollerate deviazioni.

Page 20: TB Magazine Dicembre 2008

�0 TB DICEMBRE 2008

Igiornali, i manifesti per strada, gli spot in tv: tutte le concessionarie strizzano l’occhio al cliente, promettendo auto nuove a prezzi favolosi (solo 7.000 €, solo 8.000 €, a partire da 8.500 €...)

acquistabili anche senza versare anticipi e con comode rate mensili che vi costano meno della spesa settimanale in un centro commerciale. Ma sarà tutto vero?Beh sì, ed è proprio questo il problema. Com-prare a queste condizioni significa sposarsi una seconda volta: con la concessionaria, anzi, con la sua finanziaria di riferimento, che vi inseguirà per un po’ di anni, fino all’estinzione del debito. Ecco qualche esempio.La prima concessionaria visitata ci ha proposto una “piccola” giapponese: superaccessoriata, carina, disponibile anche con impianto gpl. E per di più con uno sconto di circa 1.000 euro offerto dalla concessionaria. Prezzo finale 9.210 euro. Ed ecco due modalità di pagamento: anticipo di soli 210 euro, 24 rate da 90 euro, 66 rate da 180 euro. Totale? 14.250 euro. Insomma, avete la comodità di pagare comodamente in 7 anni e mezzo, però versando una montagna di interessi: 5.040 euro, più del 50% del costo dell’auto. L’altra proposta è meno onerosa, ma sempre a lungo termine: 84 mesi, con rate da 150,50 euro. Totale: 12.642 euro.Seconda casa automobilistica: un’altra “piccola”, ma questa volta americana, carina, ideale per le donne. Costo chiavi in mano 8.920 euro. Il conces-sionario fa uno dei tanti esempi di finanziamento “comodo”: nessun acconto, 48 rate da 145 euro, 36 da 193 euro. Totale: 13.908 euro. Gli interessi in questo caso ammontano a 4988 euro. Di nuovo, più del 50% in più rispetto al costo iniziale.Terzo esempio, questa volta andiamo su una utili-taria italiana. Il prezzo iniziale chiavi in mano sale notevolmente, ma abbiamo chiesto la versione a metano: poco più di 15mila euro. In ogni caso, senza lasciare auto in permuta, la concessionaria scende a 12.900 euro. Ci finanziano “a tasso zero” fino a 10.000 euro, dunque dovremmo dare un anticipo di 2.900 euro. Il resto della somma la si può pagare in 48 rate da

222 euro. Totale finale: 10.656, dunque solo 656 euro di interessi. In alternativa, se siamo disposti a versare un acconto di 4.900 euro, il finanziamento dei restanti 8000 euro può essere pagato in 72 rate da 122 euro, e così gli interessi totali salgono a 784 euro. In fin dei conti questa volta non è andata male. Per il quarto preventivo neanche entriamo in concessionaria: ci viene incontro una pagina pubblicitaria trovata su un quotidiano nazionale. Propone una superpiccola giapponese, davvero carina. E promette di bere poco. È nostra ad un prezzo che parte da 7.900 euro, con minirate da 50 euro, ma bisogna avere un’auto da rottamare. E aggiungere 250 euro di spese per l’istruttoria della pratica e altri 200 euro circa di Ipt. Per il resto il funzionamento è questo: anticipo di 2.370 euro; 18 rate da 50 euro; 54 rate da 123 euro. Totale: 10.300 euro circa, ben al di sopra dei 7.900 ripor-tati nella pubblicità.

PAGHERETEPOCO,PAGHERETEALUNGOLe concessionarie attirano i clienti con rate bassissime e senza chiedere anticipi. Ma così facendo i prezzi delle auto possono aumentare del 50%. E ci si impegna anche per 8 anni

Utilitaria giapponesePrezzo iniziale 9.210 Prezzo finale 14.250

Utilitaria americanaPrezzo iniziale 8.920 Prezzo finale 13.908

Utilitaria italianaPrezzo iniziale 12.900 Prezzo finale 13.556

Utilitaria giapponese/2Prezzo iniziale 8.350 Prezzo finale 10.300

COMEÈANDATA

Le foto sono puramente indicative e non si riferiscono al contenuto dell’articolo

Page 21: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

SOLDI

Finalmente una buona iniziativa, nata dalla collaborazione tra l’assessorato alle Attività produttive del Comune, i privati e le associazioni di categoria. Stiamo parlando del “Mercatino degli

agricoltori”, che nel resto d’Italia e nel mondo viene ormai chiamato “Farmer Market”: un mercato dove è finalmente possibile acquistare frutta, formaggi, verdure e altri prodotti agroalimentari direttamente dalle mani dei produttori, con prezzi notevolmente più bassi rispetto a quelli che ritroviamo sulle ban-carelle dei mercati e dei supermercati. Venendo a mancare i passaggi tra il produttore, gli intermediari ed il rivenditore finale, è naturale che i prezzi siano più bassi. Ed è normale anche la curiosità suscitata nei cittadini, attratti dalla spesa low-cost . Nei primi due sabati di svolgimento il Mercatino degli Agricoltori (che si terrà fino alla fine dell’an-no) presso la cantina sociale Risveglio Agricolo, sulla strada per Mesagne, ha riscosso un notevole successo. Lo testimoniano l’ampio afflusso di gente, le auto parcheggiate fin sulla complanare, ma soprattutto le file agli stand per accaparrarsi i prodotti. «Un successo che non ci aspettavamo», dice l’assessore De Maria (foto in alto), «tanto che ora molti altri agricoltori ci chiedono di partecipare e saremo costretti ad aumentare i gazebi a disposi-zione delle aziende». L’inziativa è nata grazie alla Coldiretti di Brindisi ma visto il notevole successo l’assessore sembra intenzionato a dar vita ad un altro Mercato degli agricoltori, magari la domenica, nella piazza del Mercato centrale. Una idea, questa, che potrebbe rigenerare un luogo storico della città ormai dimenticato dai brindisini.

GRANDESUCCESSOPERILMERCATODEGLIAGRICOLTORIProdotti freschi a prezzi contenuti, ogni sabato alla cantina Risveglio Agricolo. E De Maria già pensa al bis

DIRITTI&DOVERI diEmilioGraziuso

Odisseaferroviaria:viaggiatoririsarcitiUno dei principali esponenti politici della prima Repubblica molti anni fa disse: “esistono due tipi di pazzi: quelli che si sentono Napoleone e quelli che pensano di risanare le ferrovie italiane”.Purtroppo, il tempo gli ha dato ragione ed oggi i disagi che incontrano gli utenti del servizio ferro-viario sono addirittura aumentati rispetto al passato, così come sono, purtroppo, aumentati i costi dello stesso. Infatti, può sembrare paradossale, ma le tariffe sono aumentate in modo inversamente proporzionale alla qualità del servizio reso.Non mi riferisco ai viaggiatori che usufruiscono del-l’Eurostar, per i quali una seppur minima forma di bonus per disagi patiti è prevista, ma a coloro che ogni giorno, per motivi di lavoro, sono costretti a prendere i treni locali.Essi, infatti, loro malgrado, cominciano, spesso, le proprie giornate all’insegna dei disagi: treni sovraf-follati, sporchi, maleodoranti, in ritardo e nei quali si soffre il caldo ed il freddo a causa del non funziona-mento dei condizionatori.Per fortuna, ogni tanto ci pensa la magistratura a riconoscere il diritto dei viaggiatori ed a stabilire con chiarezza le responsabilità delle ferrovie.Con una importante sentenza è stato, di recente, confermato l’orientamento giurisprudenziale volto a riconoscere al consumatore il risarcimento del danno patito a causa dei disservizi ferroviari.Più in particolare, il Giudice, dopo aver attentamente esaminato quella vera e propria “odissea ferroviaria” alla quale il consumatore ogni giorno è costretto

per recarsi al lavoro, vale a dire, oltre al continuo ritardo (con conseguente ritardo di arrivo sul posto di lavoro), “sporcizia dei sedili (a volte anche rotti)… che devono essere evidentemente addebitate alla scarsa diligenza di (…) nella manutenzione dei treni” ha condannato la società di trasporto al risarcimento del danno quantificato in via equitativa in € 500,00.Ma si può intentare una causa al giorno per il disagio al quale si è quotidianamente sottoposti?Ma è possibile che i viaggiatori italiani debbano con-tinuare a sperare che entri in vigore la cosiddetta (seppur impropriamente) “class action” perché vi sia un efficace deterrente per le società che gestiscono il tra-sporto ferroviario?Purtroppo negli ultimi anni si è molto discusso, seppur da angoli visuali diversi, di Tav, trascurando gli interessi reali dei viaggiatori. Sebbene, infatti, i disagi presi in esame dai Giudici siano all’ordine del giorno, i nostri amministratori, a tutti i livelli, non si sono mai soffermati su una riflessione volta al miglioramento dei servizi esi-stenti. In altri termini, continua a mancare la volontà di intavolare una riflessione costruttiva con al centro l’interesse concreto per i diritti del cittadino e non dei gruppi economici che, purtroppo continuano a governare la politica italiana.

Page 22: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

MARCUSHATTEN

Page 23: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

I POSTER DI TB

Page 24: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

JUNIORBAHIA

Page 25: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

I POSTER DI TB

Page 26: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

FENOMENALI!

Page 27: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

FENOMENALI!

Page 28: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

Page 29: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

Leditanelnaso di Dario Bresolin

Unico indizio: una borsa da lavoro colorataContinuo a registrare quanta imbecillità circoli ancora, e purtroppo, in questa città

Pensate ad una scena di un film. L’ambien-tazione

è nei locali di una tavola calda, molto frequentata, in centro città. Molta gente in fila. È normale alle 13.45 di un giorno feriale. Saluto alcune persone amiche e mi metto in fila insieme con i miei due amici, stranieri, miei ospiti. Una volta pagato il conto, mi giro per trovare un tavolo dove sederci. Il tavolo c’è, ma qualcuno vi ha appoggiato sopra una borsa in pelle da professionisti, colore vistoso, marchio molto noto.La “valigetta” sembra occu-pare uno dei quattro posti del tavolo. Noi siamo in tre. Mentre ci accingiamo a sederci, dalla fila di quelli in attesa di prendere almeno il vassoio arriva un “No no!” un po’ sgradevole. Mi volto e questa persona mi ripete: “No, è occupato”. Rispondo: “Ho visto. Il tavolo è da quat-tro e noi siamo in tre. Pos-siamo sederci tutti insieme”. La risposta arriva immediata. “No, è tutto occupato”.Comincio ad innervosirmi: “Guardi che non si fa. Lei prima fa la fila e poi trova posto.” Il soggetto risponde: “L’ho occupato io quel

tavolo”. Ed io: “Ho capito, ma se l’ha fatto stavolta non lo faccia più”. Purtroppo avevo le mani occupate perché tenevo il vassoio. Penso che non siano solo i cani a pisciare sul territorio per deli-mitarlo. Mi viene da sorridere al paragone ma non posso abbassare la guardia. Il sog-getto ci osserva. Pare che le parole non gli bastino.Il soggetto si stacca dalla fila e mi si avvicina: “Può ripetere quello che ha detto?” Ed io: “Sì, se lo ha fatto questa volta non si permetta di farlo più!”. La mia voce deve essere risul-tata chiara e forte ma sgradita al soggetto. Il soggetto mi si avvicina sempre più. Adesso lo osservo per capire di che soggetto si tratti. Razza

fila guarda me, non lui. Forse si aspetta qualche gesto in più. I miei due amici guar-dano me. Io ho le mani occu-pato dal vassoio.“Ma lei mi sta dicendo questo come suggerimento o come minaccia?”. Io non rispondo ma rimango fermo al centro dell’ambiente, fissandolo come se dovessi più tardi dipingerlo. Sono gli occhi che non mi sembrano normali.

Anche la velocità delle parole, l’atteg-giamento

assunto e la postura mi fanno pensare ad una persona che non stia bene. C’è da sce-gliere velocemente se “scu-

me. E perché poi? Arrivo alla conclusione che nessuna per-sona in possesso delle piene facoltà mentali possa compor-tarsi così come si è compor-tato quel tipo. Lui è ancora lì che aspetta la mia risposta. Quegli occhi mi sanno di persona con seri problemi. Già, adesso lascio il vassoio e colpisco ma mi blocco. Forse è un reato colpire uno che non sta bene. Rinuncio a fare ciò che il sangue mi chiede di fare. Possibile che quella borsa sia di questo tipo? Non c’azzecca niente. Il modello è di qualche anno fa. Poi mi viene da pensare che alcuni oggetti in realtà non testi-monino la qualità o la serietà della persona. Quella vali-

due o tre secondi, se il sog-getto sia ancora nello stesso status mentale. Anche lui rilancia la domanda: “Ma lei mi sta dicendo questo come suggerimento o come minac-cia?”. Velocissimamente rea-lizzo finalmente che non stia bene e rispondo: “Scelga lei. Si affidi alla sua intelligenza.” E mi muovo verso la sala interna, non voltandomi più. Non ha più parlato. Si sarà sentito importante, rispettato, forte della sua prepotenza. Se solo avesse parlato ancora, la situazione avrebbe però preso una piega per me insolita, ma doverosa.

Sento che la fila mormora ma il mormorio non viene verso di me. Penso che

quando avrò finito di man-giare lui sarà seduto ancora lì, al tavolo dove ha poggiato la sua borsa colorata. Ma quando esco non c’è più. All’uscita mi informano che, alla cassa, al soggetto è stato detto che il suo comporta-mento è stato scorretto. Non so che reazione abbia avuto. Mi spiace solo dover regi-strare, ancora una volta, di quanta imbecillità, forse da sostanza, circoli in città. Ma la prossima volta avrò pazienza?

OPINIONI

“Non ha più parlato. Forse si sarà sentito

forte della sua prepotenza,

importante, rispettato”

bianca, nativo, altezza 1.70 circa, apparente età di 30/33 anni, vestito casual, giubbot-tino normale, capello nero mosso e gelatinato, fondo di efelidi sul volto. Ma ciò che mi colpisce sono gli occhi. Sem-brano fissare il vuoto anche se incrociano, minacciosi, i miei. Io ho ancora in mano il vassoio. Giro lo sguardo. La

lacchiargli” in faccia il vassoio o no. Non sono a casa mia. L’ambiente della tavola calda è un ambiente serio e sereno. Chi ci lavora sono persone che sanno il loro mestiere e sanno mettere a loro agio i clienti. Sono bravi professio-nisti. Non posso permettermi di creare un precedente che possa danneggiare loro e

getta gli sarà stata regalata forse ad una festa di laurea o ad un compleanno. Accade infatti abbastanza spesso che, in comitiva, si regalino degli oggetti a chi non sarebbe capace, da solo, nemmeno di pensare di poter possedere. O anche comperare.“Come dice, scusi?” Rilancio la domanda per testare, dopo

Page 30: TB Magazine Dicembre 2008

�0 TB DICEMBRE 2008

Page 31: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

Buonavita!di Don Giuseppe Satriano

I veri valoridella famiglia cristianaIl modello consumistico vede nella famiglia solo un referente di consumo. Invece...

OPINIONI

“Fra i valori radicati nella vostra terra vorrei richia-mare il rispetto della vita e specialmente l’attaccamento alla famiglia, esposta oggi al convergente attacco di numerose forze che cercano di indebolirla. Quanto ne-cessario ed urgente,anche di fronte a certe sfide, che tutte le persone di buona volontà s’impegnino a salvaguardare la famiglia, solida base su cui costruire la vita dell’intera società”.

Con queste vi-branti parole, il 14 giugno scorso il Santo Padre

ha lanciato un accorato ap-pello a noi tutti per riproporre, con una forte assunzione di responsabilità, il valore della famiglia, nerbo insostituibile della società e grembo natura-le della vita. Graziano Martignoni ne “l’Introduzione al Messaggero smarrito. La famiglia e la crisi della trasmissione generazio-nale” afferma testualmente: “La questione della famiglia contemporanea è non tanto quella della sua imminente e improbabile morte o di un suo ritorno ai valori, ai dispositivi e alle funzioni in una ipotesi di società del tutto obsoleta,quanto quella della sua progressiva lenta, silenziosa, a volte persino perturbante metamorfosi. Qui il senso di una sfida e il terre-no di una interrogazione!”.

Tale metamorfosi, che pure preoccupa il cuore del Papa e quello di tanti di noi, è iniziata sotto l’influsso di uno strisciante materialismo e di costanti inviti all’autorealiz-zazione e all’autodetermina-zione dell’individuo, a scapito di una collettività, di un bene comune. Le immagini dei vecchi Carosello degli anni ’60 ci presentavano una pubblicità essenzialmente orientata a coloro che detenevano il potere d’acquisto di un nucleo familiare: la mamma e il papà. Lentamente un incessante e, talvolta, violento bombarda-mento mediatico ha sbriciolato questa roccaforte indirizzando i suoi messaggi pubblicitari ad ogni membro della famiglia, bambini compresi, e realizzan-do nei grossi centri commer-ciali percorsi d’acquisto dove

dell’altro, della reciprocità, assumendo come criterio valo-riale, il riferimento al proprio “sentire”, che sempre di più cresce come realtà inelu-dibile, capace di condurre alla frammentazione e alla frantumazione della persona, da qui gli inevitabili disagi che la cronaca di ogni giorno ci propone.Oggi più che mai è diventato difficile parlare di famiglia, nuovi “modelli” vengono pro-posti ed auspicati confonden-do il senso originario di tale parola, eppure essa affonda le sue radici in un diritto naturale che, per garantire la perpe-tuazione della specie, prevede la presenza di un uomo ed una donna che procreando si prendano cura della prole.Forse se fossimo dei puri esse-ri individuali, pensati per una semplice e pura autorealizza-

vidui sanno limitarsi nell’uso delle libertà individuali.Nel nostro pseudo mondo del benessere prostrato agli idoli del profitto, dell’egoismo a scapito della solidarietà, la famiglia rimane davvero l’ultimo baluardo per quelle fasce deboli della società incapaci di sopravvivere, di rimanere a galla in un mare d’indifferenza.Malridotta e perseguitata, la famiglia riesce ancora ad as-solvere a quei compiti a cui la società non riesce a guardare in maniera costruttiva: pensia-mo agli anziani, ai bambini, ai giovani disoccupati e ad altre situazioni di marginalità cui la famiglia, lì dove c’è, riesce a far fronte tra mille fatiche.Alla vigilia del Natale è inte-ressante pensare che il Figlio di Dio abbia voluto sposare la nostra storia a partire dal

Famiglia e vita sono dunque le due coordinate che il Papa addita, a noi e al mondo, per rilanciare un percorso virtuoso capace di ridimensionare una tendenza che delegittima il valore dello stesso matrimo-nio, sia esso civile o sacra-mentale. Mentre il modello consumisti-co strumentalizza la famiglia ai propri fini rendendola un referente di consumo ed esasperando i bisogni indivi-duali, la famiglia cristiana è chiamata ad essere coscienza critica attraverso un modo di essere evangelico. La famiglia a cui il Pontefice conduce il nostro sguardo con il suo magistero è quella che sa coltivare uno stile semplice ed essenziale, uno stile di sobrietà, in contrasto con la cultura corrente, che estirpi dall’uomo la brama dell’ave-re, restituendogli il primato dell’essere; che sa coltivare la condivisione, come orienta-mento a superare l’individuali-smo e il narcisismo, educando all’oblatività e proponendo i diritti del soggetto-famiglia come insostituibili. Ed inoltre una famiglia che si ritrovi in uno stile, che oserei chiamare, “carezzevole”, capace cioè di “accarezzare” e non “afferra-re”, che sappia coltivare l’etica del dono, rispettando la libertà dell’altro e il suo “mistero”, e offrendosi con cordialità e disponibilità, realizzi momenti vitali che diano calore in chi li accoglie. In questa scommes-sa che crede il Papa. E... noi?

“La famiglia è il laboratorio dove

si impara l’unica cosa davvero importante

per la vta di tutti: l’amore”

anche un bimbo può dettare legge ai suoi genitori, bran-dendo tra le mani l’oggetto dei suoi desideri. Il consumo dei beni non è più stato regolato da motivazioni reali ma da bisogni superflui e talvolta nocivi alla stessa esistenza umana.Una società sempre più sbilanciata sul linguaggio del bisogno và perdendo il valore

zione, potremmo fare a meno della famiglia, ma così non è.Sulle spalle di ciascuno non si accavallano solo responsabili-tà legate alla specie ma anche quelle della società.Tale inquadratura chiede alla famiglia regole di convivenza capaci di garantire l’esistenza e il sopravvivere di una socie-tà, e questo avviene in modo efficace quando i singoli indi-

contesto familiare. In que-sta scelta avviene la piena umanizzazione del percorso esistenziale dell’uomo, e della famiglia naturale. Sì, la famiglia trova nell’immagine della famiglia di Nazareth lo specchio rivelante il suo vero valore aggiunto: essere labo-ratorio dove si impara l’unica cosa davvero importante per la vita di tutti, l’amore.

Page 32: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

INTERVISTA

“MALEPARENORMALECHESOLODOPOUNANNOEMEZZOQUALCUNOSIACCORGECHELASFIRÈANCHEUNACENTRALEABIOMASSE?”

Page 33: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

MASSIMO FERRARESE

D R&DOMANDE&RISPOSTE

L’affare eolico. La Sfir. L’iperpresenzialismo. Il futuro in politica. La guerra aperta con Vitali. I rapporti con i giornalisti. Parla il presidente di Confindustria

IL PERSONAGGIO

MASSIMO FERRARESENato il 28/01/1962Luogo di Nascita Francavilla F.naTitolo di Studio RagioniereHobby Viaggiare - BasketAuto private Maserati Quattroporte, Mercedes CL600Squadra del cuore Juventus

WEBLINK www.tbmagazine.it

Senta Ferrarese, perché non si legge mai un articolo contro di lei, oppure non si vede in tv una intervista con domande incalzanti? Sembra che i giornalisti abbiano paura che tolga loro l’accredito al palazzetto. O forse questo accade perché la sua azienda è per tutti loro un inserzionista importante? O ancora perché siamo portati ad essere compiacenti con il potere?Nulla di tutto questo. Ho un ottimo rapporto con tutti i giornalisti. Dopo tanti anni e tante cose fatte non poteva essere altrimenti. Ma non per questo non sono mai stato criticato. Per la scelta di appoggia-re il rigassificatore fui criticato da Senzacolonne. Forse anche da Stu-dio 100. Ma è normale che accada.Io credo che il suo iperpresenzia-lismo inizia a diventare fastidioso per molti. Rischia di perdere i consensi accumulati. Le faccio un esempio. Nei giorni scorsi, in una sola settimana, si è occupato di sabbia, incidenti stradali, sicurezza sui luoghi di lavoro, usura. Tutti ar-gomenti importanti, ma non credo che siano tutti di pertinenza del presidente di Confindustria.Credo che il mio iperpresenzia-lismo sia il frutto del mio iperatti-

vismo. Mi dedico tantissime ore al giorno a migliorare Confindustria, fino ad essermi guadagnato sul campo la poltrona in giunta nazio-nale. Ho preso il basket in mano e l’ho riportato dalla retrocessione in C alla Legadue. Ho una fonda-zione che sta aiutando tanta gente bisognosa. Come imprenditore svolgo un ruolo sociale con le mie aziende che danno lavoro ad oltre 200 persone. L’iperpresenzialismo è la somma di tante attività. Certo, non disprezzo tanta visibilità, ma ultimamente le assicuro che non la voglio più di tanto: non partecipo a trasmissione sportive e rinuncio al 90% degli inviti istituzionali.A proposito di iperattività, si candi-da alle Europee? Dicono che l’Udc sia ormai il suo partito.Fesserie. Per ora sono il presidente di Confindustria e continuerò ad esserlo fino a fine mandato. Poi si vedrà. Sono amico di Casini così come sono molto amico di Marcel-lo Rollo e del sindaco Mennitti. Ma non per questo mi si può dire di avere in mano Forza Italia.L’onorevole Vitali, una parte del centrosinistra ed altri imprenditori la criticano perché lei farebbe la parte del leone nell’affare Sfir: 16

dei 20 milioni di euro di investi-menti per realizzare lo zuccherifi-cio andrebbero alla Prefabbricati Pugliesi.Intanto questo non è vero: l’am-montare dei lavori a me affidati è notevolmente più basso. Ma anche qui vorrei sottolineare una cosa: lo slogan della mia ditta è “l’azienda che costruisce le aziende”. Offria-mo un servizio chiavi in mano. Il mio gruppo ha più di 200 dipen-denti ed un fatturato che nessu-n’altra azienda locale può vantare. Nella provincia di Brindisi non ho concorrenti, quindi non vedo nulla di male se un grande gruppo si rivolge a me. Non si può dire al presidente dei farmacisti di non vendere le medicine. Io sono un imprenditore, la mia azienda deve pur lavorare. Di rinunce ne ho già fatte abbastanza.Ah sì, e quali?Ai lavori che hanno preceduto la visita del Papa non ho partecipato. Così come non partecipo ai lavori dell’Anas lungo la circonvallazione Brindisi-Taranto. Ho buoni rapporti con l’Enel, come sapete, ma non ho mai eseguito lavori per loro. Eppu-re nelle centrali ci lavorano tutti. Non ho mai lavorato con Polimeri Europa, Enipower. Mai nel porto di Brindisi. Mai con Comune e Provin-cia. Forse nessuno ha mai fatto tanti

Page 34: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

INTERVISTA

passi indietro. Ecco perché mi ha sorpreso il suo giornale quando ha presentato il mio interesse nel-l’eolico come un “Grande Affare”. Sembrava quasi una cosa illecita. Ma mi dica, lei preferisce che le pale eoliche a Brindisi le metta una azienda locale o una multinazio-nale?Di gran lunga una azienda locale, e poichè in quell’affare c’è solo lei con Marinò, tifiamo per voi. Ma questo non vuol dire che non se ne possa parlare. E l’articolo del mese scorso parlava solo di “Grande affare”, viste le cifre che vi gira-no. Non abbiamo detto “Sporco Affare”. Non faccia come certi politici, che appena vengono citati da un giornale vedono qualche suggeritore occulto dietro l’angolo. Altrimenti fa lo stesso errore di quanti dicono che Senzacolonne è il giornale di Ferrarese.E invece con Gianmarco Di Napoli c’è solo un’amicizia e una stima ricambiata. E quelli che dicono che sia il finanziatore del sondaggio Er-rico-Ferrarese, sbagliano di grosso.Senta, Di Napoli ha saputo creare un nuovo quotidiano dal nulla. Qualcuno lo critica per i contenuti a volte troppo popolari, o per le scelte editoriali. Ma è indubbio che ha saputo creare una redazione ed avvicinare molti giovani lettori alla lettura di un quotidiano. Di Napoli è un 40enne, ma a Brin-disi i “giovani adulti” faticano ad emergere. Perché?Mi lasci dire che Di Napoli ha fatto a Brindisi un miracolo. E i fatti gli danno ragione. Ai giovani invece dico: non copiate gli altri. Chi è riuscito a creare qualcosa ce l’ha fatta perché ha avuto una gran-dissima idea e l’ha portata avanti. Ecco, a questi giovani, e a Brindisi ce ne sono tanti, dico: “venite in Confindustria, cercheremo di dar-vi una mano, di far finanziare i vo-stri progetti”. Siate intraprendenti e non fermatevi al primo ostacolo.Parla già da politico.No, cerco di sostenere le imprese. Quelle esistenti e quelle che po-trebbero nascere. Ritengo che gli imprenditori più bravi, quelli che investono, devono poter lavorare senza dover andare ad elemosina-re raccomandazioni dei politici. Invece nel nostro territorio sono state fatte riunioni tra imprenditori nelle segreterie dei parlamentari, per decidere come spartirsi l’affa-re del carbone. Questo è il massimo della degene-razione. Quelle riunioni si devono

tenere in Confindustria e senza politici. Che poi magari sono gli stessi che hanno quote societarie in aziende che lavorano in setto-ri molto delicati. Una situazione “border line”, direi, oltre che un conflitto di interesse.Sa che ai conflitti di interesse in Italia nessuno fa caso. E poi non mi dica che lei non sfrutta certe amici-zie politiche: non credo che l’Enel sia venuta da lei per opera dello Spirito Santo, per “offrirsi” come sponsor del basket.Invece è proprio così. Non ci sono stati interventi politici. L’Enel si è offerta come sponsor principale, ed ha informato il sindaco di que-sta sua volontà. A me sarebbe piaciuto esportare il marchio Terra di Brindisi. Ma sapete come è andata.Strano che nessuno si offra per sponsorizzare il calcio.Mi auguro che la famiglia Barretta trovi uno sponsor, che salgano in serie C e possano arrivare anche in B. Questa città lo merita. E i tifosi del calcio lo meritano: sono incredibili!Torno un attimo alla Sfir: è uno zuccherificio o una centrale a biomasse?È, come tutti sanno da un anno e mezzo, uno zuccherificio che ha bisogno di tanta energia e dunque necessita di una centrale a biomas-se al suo interno. Ma questo, ripeto, lo sanno tutti da un anno e mezzo, da quando il progetto fu presentato. Lo hanno approvato Comune, Provincia, Regione. Solo ora la Commissione sviluppo del Comune dice di volerci vedere chiaro. Solo ora qualcuno dice che si tratta di una centrale. Mi sembra tutto molto strano.Senta, lei era molto amico di Vitali. Ora va a braccetto con Rollo e l’immancabile Al Bano. Al palazzet-to ha sempre accanto i sindaci di Brindisi e Lecce. Mi auguro che ci sia qualche donna nella sua vita...C’è soltanto mia moglie, e nessu-no, mi creda Mollica, può dire il contrario. L’ho sposata 24 anni fa, la amo, e abbiamo due splendidi figli.Mi fa piacere. Temevo amasse Al Bano. Posso concludere dicendo che lei, nel senso buono del termi-ne, e sia ben chiaro non mi riferi-sco all’ultima risposta, è anche un gran para...? Diciamo che è stato il grande paracadute della mia vita. Anche se lei sicuramente non pansava al termine paracadute.

Page 35: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

Page 36: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

LADOLCEVITA vini,sapori,luoghi,eventi,persone

Il sondaggio articolo-gioco-sondaggio sulle 10 meraviglie di Brindisi, da bere e gustare, è stato un successone, e alla fine le 10 meraviglie sono diventate molte di più, grazie alle segna-lazioni dei nostri lettori. E allora abbiamo deciso di continuare su questo filone, sperando di farvi cosa gradita. Ecco gli 11 posti della città che a nostro avviso meritano una visita. Perché 11? Così! E non parliamo solo di risto-ranti. Come al solito, aspettiamo i vostri suggerimenti. Per darceli basta andare sul nostro sito: www.tbmagazine.it.CE WUEI: questo ristorantino a metà tra un gazebo che vende street-food e una tavola calda ha riscosso subito un grande successo. Per quanti ancora non lo conoscono, si trova nella gal-leria del centro commerciale Le Colonne (Carrefour) di Brindisi, e lo ha inventato Ernesto Palma, titolare del ristorante Menhir, uno dei pochi che compaiono sulle guide più prestigiose. Cucina a base di pesce fresco. Tempi rapidi. Prezzi modici. In pratica il Mc Donald di Puglia.IACCATO: passano gli anni ma resta un “must” per quanti amano la cucina marinara. Cre-deteci, di ristoranti dove trovare il pesce fresco ce ne sono, ma la zuppa che fanno qui ancora non ha rivali. E poi, mangiarla a due metri dal mare, è tutta un’altra cosa.IL CAPITANO: Ci scrive un lettore, «nel ristorante della famiglia Minghetti, situato propro di fronte all’ormeggio dei rimor-chiatori Barretta, si possono gustare le migliori pietanze brindisine a costi sostanzial-

mente contenuti... e poi c’è da aggiungere l’estrema pulizia... e la simpatia dei proprietari e dei ragazzi che servono ai tavoli, per non parlare dell’abbondanza delle pietanze». GRUIT: Lo abbiamo già segnalato nel numero scorso per la felice scelta di proporre la birra artigia-nale Made in Brindisi. Facciamo il bis perché il locale è davvero bello.L’ARABA FENICE: Un altro nome non nuovo per i nostri lettori, ma non ci stanchremo mai di segnalare il ristorante di Dario Schina. Per due motivi: al momento è quello più “in” a Brindisi. Secondo: il rapporto qualità-prezzo qui è davvero eccezionale.LA CONTADINA: da quando ha aperto, accanto al Caffè Liberty, i consumi di mozzarella di bufala a Brindisi si sono centuplicati.

In effetti la mozzarella di bufala campana venduta in questo punto vendita è molto buona e sempre fresca. Ed è vincente anche l’idea di vendere il pane ed il prosciutto crudo: tutto di ottima qualità.BAR BETTY: da quando è stato ristrutturato, il bar più famoso di Brindisi oltre ad essere diven-

MANGIAR FUORI

11POSTIDAPROVARE.ASSOLUTAMENTE.

ILRISTORANTEFUORIPORTA

LaSparacima,nelcuorediOstuniUn luogo romantico e intimo (infatti dispone di soli 25 posti a sedere) è situato nel cuore del centro storico della “Città Bianca”, rinomata meta di turisti per le sue bellezze che rac-chiude da millenni, ma anche per la sua ricercata gastronomia, dove mangiare bene è da sempre un vero culto. La Sparacima è ricavato da antiche stalle risalenti al 1600 arredato in modo rustico e al tempo stesso raffinato con estrema cura nei particolari. L’ambiente è reso ancora più caldo e accogliente dalla luce soffusa delle candele e dal legno dell’ar-redamento in arte povera. Lo chef e patron Antonio ausiliato dalla sua compagna Patrizia

propone i piatti tipici della tradizione pugliese persona-lizzandoli con estro creativo senza mai allontanarsi dai sapori e dai profumi che caratterizzano la nostra terra. Il menu cambia di set-timana in settimana cercando di offrire

ai propri ospiti un prodotto sempre fresco, sano e genuino. Spiccano i formaggi sia caprini che pecorini, capicolli, salsicce di puledro, la sfogliatina di melanzane e cardoncelli e lo sformato di cavolfiori. Fra le paste fresche assolutamente da assaggiare sono i tagliolini al farro, melanzane, ricotta e timo e naturalmente non potevano mancare le carni tipiche della zona, da non trascurare l’agnello ai carciofi. La cantina è rigorosamente pugliese di buona ricerca in cui troverete il vino più adatto per accompagnare le vostre portate.

La Sparacima, via Arcidiacono Zaccaria (centro storico), Ostuni telefono 0831 339509, 335.6445953

tato ancora più bello ha anche aumentato l’offerta nei propri menù. Ed è l’unico che tra i tanti stuzzichini previsti dall’aperitivo della casa, vi offre anche un assaggino di pasta.TRATTORIA DA GIUSEPPE: anche da Giuseppe, su corso Roma, si può mangiare a prezzi giusti, senza disdegnare la quantità e la qualità della gastronomia locale. È uno di quei posti in cui si va sempre sul sicuro.

FUORI CASA

RISTORANTE PENNY: da sempre Mario Schina è al top dell’eno-gastronomia brindisina. Ottima cucina, locale bellissimo, servizio impeccabile, ottima lista dei vini. Da qualche tempo è possibile cenare anche nella saletta eno-teca, un po’ più informale.WINDSURF: un classico. Il posto che rimarrà per sempre “del Maresciallo”. L’unico dove si può cenare. oppure mangiare una ottima pizza, o in alternativa un

La zuppa di Iaccato. La frittura di Ce Wuei. Le mozzarelle di bufala de La Contadina. E poi le bruschette del Windsurf, l’aperitivo del Bar Betty. E molto altro ancora

semplice panino. E che dire poi delle storiche bruschette farcite? Solo che sono troppo buone. E se ne mangerebbero a volontà.LA LOCANDA DEL PORTO: da Alfonso si mangia sempre bene, il locale è intimo e accogliente, è in pieno centro, ed il servizio è di buon livello. C’è un unico problema: molto spesso si rimane fuori. Ma è un problema a cui si può. Prenotando per tempo.

Page 37: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

FABIOMOSCELLI

Page 38: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

Sta camminando da tem-po nella sua città con passo lento e pensieri lesti. Non sa dove an-dare, non sa dove i suoi

pensieri lo stanno portando; decide senza pensare se girare, se continua-re, se fermarsi o se proseguire. Ha fame di capire perché oggi è così strano, immerso com’è nel cercare di calmarsi e tornare quel che è. Le strade scorrono via velocemente, le persone continuano a osservarlo fissandolo negli occhi. Chi stizzito, chi interessato e chi infastidito nel vederlo.Lui non da importanza a questo, non gli importa dei pensieri di chi lo guarda.

***** […] Va da Samuel, un suo caro amico che conosce da pochi anni, con cui passa momenti della giornata a parlare di tutto, a parlare di musica, di cinema o di concerti desiderati e magari realmente fattibili con qualche risparmio, a fantasticare sul fottuto futuro. Arriva al solito posto con il solito quarto d’ora di ritardo, che come al solito Samuel non considera nean-che; non si chiedono nemmeno dove andare, si salutano e si incammina-no.Non hanno bisogno di una meta, non hanno bisogno di una particolare scenografia, ciò che hanno attorno non lo considerano, non lo vedono, non lo valutano, camminano e basta. Hanno bisogno solo di parole che escono veloci dalle loro bocche e che poi scorrono lontano, dietro qualche angolo di qualche via, chissà quale.Di colpo se ne va senza salutare nessuno; volta le spalle, sono le undici circa, e ora deve fare il solito

percorso, il solito unico sentiero d’oro per tornare a casa; canticchiava fra sé You don’t care about us, conosceva tutte le parole in una lingua inventata al momento.Le solite vie, le solite facce, i soliti marciapiedi, i soliti cani che ab-baiavano in una lingua inventata al momento, le solite macchine, il solito maggiolone nero parcheggiato allo stesso punto da chissà quanto tempo, e che sembrava sempre più sporco, vecchio, invidiato e ambito. Il gatto nero che sfugge via, con la sensazio-ne di averlo già visto, i soliti punti per attraversare la strada, i soliti giochi di sguardi, la solita finta seccatura di camminare, il suo solito pensare ad amici, al domani, al niente.E poi su a casa, aprire la porta, chiu-derla istintivamente e rigorosamente con tre giri di chiavi; togliere quei

pezzo, da vedere. […]

*****[…] Arrivarono immobili al centro, si fecero un giro in auto, con le sceno-grafie che scorrevano rapide nei fine-strini, poi in città vecchia, con poca gente; svuotarono le tasche, accosta-rono vicino una semivuota pizzeria, scese Samuel con i soldi in mano e tornò dieci minuti più tardi con una busta riempita da quattro bionde rinchiuse in fogli color cartone e due pizze ai quattro formaggi nell’altra. Andarono nella parte opposta del centro divisa dal mare, dalle banchi-ne, si sedettero tutti e tre per terra sul disilluminato asfalto e incominciaro-no a bere, parlare, mangiare, ridere, sorridere, fantasticare, non dire nulla, ascoltare il nulla, a imbarazzarsi negli

non sei convinto di te stesso, tu illudi te stesso, in realtà come tutti, me compreso, siamo ancora dei piccoli bambini capricciosi che pensano di crescere ma che continuano a rima-nere piccoli, a copiare ogni movimen-to e ogni parola o gesto di qualcuno che appare più forte, intelligente, abile, astuto di noi…avete mai osservato dei bambini che giocano assieme? Vi colpirà-quello-più-pic-colo che dirà e farà le stesse cose di qualcuno, sicuramente qualcuno più grande di lui, magari più estroverso e brillante e così altri come lui, come una catena, con anelli a contatto con più anelli però...poi più passano gli anni e meno sarà evidente questa impressione, perché l’illusione di es-ser ormai cresciuto sarà più grande, magari spacciando per tua una frase letta su un libro.”“...E il termine copiare sarà sostituito dal termine maturare...poi quando ci si stanca di maturare si diventa improvvisamente vecchi.....scialbi e apatici, non si ha più voglia di copiare, si ha voglia di insegnare, di donare perle di saggezza a qualche piccolo bambino, ci si sente forti ma in realtà si è stremati con le mani sui fianchi, stanchi di rincorrere qualcuno più veloce di te, ti fermi, in ginocchio sull’elegante parquet di una lussuosa casa, che qualche anno prima era il parco in cui giocavi....senti dolore non sai cosa sia, allora cerchi di fasciarti e stringi forte la ferita del vuoto che ci si rende conto ti circonda…..”Quelle contraddizioni(se c’erano), quella poca coerenza (se c’era) non era male, era segno di esser ancora in moto, era segno di pensieri e leggerezza.

LETTURE

L’ATTESADELL’ATTESAQuesto mese pubblichiamo due estratti dal romanzo d’esordio di Mino Pica (Giovane Holden Edizioni, 10 €). Un viaggio alla ricerca di se stessi, una finzione verbale pensata per porre delle domande, piuttosto che per offrire risposte al lettore

Siamo ancora dei piccoli bambini

capricciosi che pensano di crescere

ma continuano a rimanere piccoli

vestiti di dosso, mangiare se aveva voglia e poi abbandonarsi al como-do divano sbiancato, perché forse davano un bel film, un Fellini, un Rossellini, un classico, con un De Sica (quello bravo, l’attore), Gasmann, anche Totò, Fabrizi, quei grandi che non rinasceranno più; poi l’onesta e giusta sigaretta con un bicchiere di plastica fra le gambe a fare da posacenere, e visto che nove volte su dieci ciò che avete appena letto non si trova mai, ci si accontenta di una partita di Premier League con il commento originale, di un bel video clip, qualche servizio da sentire, South Park, qualche discussione da ascoltare o qualche concerto, meglio

sguardi rapiti durante i silenzi, avere contatti, perderli, trovare equilibri, non badarli affatto. Parte di discorso in semilucidità:“Tu Morgan sei convinto di te stes-so…” disse Samuel.“No, non è che sono convinto di me stesso, son consapevole, e non capisco perché la gente non lo è, si fa condizionare dagli altri”.“E perché! Tu non ti fai condiziona-re…”“Ovviamente si Angelina, mi impegno il più possibile però… a cercare un punto di vista indipendente…che sia mio.”“Che la maggior parte delle volte è una somma di quello degli altri… tu

Page 39: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

Page 40: TB Magazine Dicembre 2008

�0 TB DICEMBRE 2008

Page 41: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

LasatiradiTB SPAM0831

LEAVVENTUREDI

SUPERMAXDopoaverrisoltoleemergenzesabbia,incidentistradalieusura,questomeseilsupereroefattosiuomopernoi,creeràpostidilavoro,elimineràiviaggidellasperanzainCalabria,regaleràlepucceconleolive.Eil24dicembrecelebreràlamessa

DAGENNAIOALMULTISALAANDROMEDA:ILNUOVOCARTOONDISNEY

Il contenuto di questi articoli è completamente inventato. Però...

Dopo aver risolto nell’ultimo bimestre l’emergenza

sabbia, il problema incidenti stradali e la piaga usura, il patròn di Confindustria a dicembre è atteso da un duro lavoro per assicurare a tutti i brindisini una fine d’anno coi fiocchi. Ecco i suoi prossimi impegni.2 Dicembre. In collabora-zione con Al Bano, risolverà il dramma disoccupazione e annuncerà: nei prossimi 12 mesi tutti i disoccupati saranno assunti. Dove e da chi, sarà spiegato nei messi successivi.5 Dicembre. Per ovviare al problema dei viaggi della spe-ranza, SuperMax convocherà una conferenza stampa ad hoc per annunciare: «Basta con le trasferte in Calabria! Anche i brindisini hanno il diritto a raccogliere i funghi e le castagne a casa loro. Il problema sarà risolto durante un pranzo con il sindaco di Crotone, che sarà successiva-mente invitato ad assistere ad una partita dell’Enel Brindisi».8 Dicembre. Per far fronte al caro-prezzi, SuperMax e Al Bano doneranno ai brindisini 10 tonnellate di pucce con le olive.10 Dicembre. L’emergenza

casa richiede uno sforzo sovrumano. Anzi, da supere-roi. Ed allora SuperMax e Al Bano costruiranno in città un nuovo quartiere di case pre-fabbricate. Il sindaco Mennitti potrà finalmente inaugurare qualcosa di nuovo e fare bella figura grazie all’amico Massimo.13-14 Dicembre. Da questo fine settimana e fino al Natale SuperMax e Al Bano (quest’ul-timo compatibilmente con la scaletta dei suoi concerti in giro per il mondo) distri-buiranno caramelle e doni ai bambini brindisini. Al Bano si piazzerà all’incrocio dei corsi principali, e per richiamare l’attenzione dei bambini distratti minaccerà di cantare loro le sue canzoni. SuperMax invece si piazzerà sotto la sede di Confindustria, dove, al posto delle sue autovetture, sarà parcheggiata una slitta con vere renne.24 Dicembre. Alle ore 11, SuperMax, previa autoriz-zazione di Benedetto XVI, convocherà tutti i giornalisti per leggere loro il discorso alla Città. Alle ore 23 cele-brerà in Cattedrale la Santa Messa, accettando di avere al suo fianco, ma solo come comparse, il vescovo Talucci, il sindaco Mennitti e perfino il notaio Errico (ma solo perché

è Natale). Al Bano canterà l’Ave Maria.27 Dicembre. SuperMax pagherà una settimana bianca ai principali esponenti politici brindisini: Mennitti, Rollo, Errico, Dipietrangelo, Tomaselli, Di Donna, De Maria, Brigante 1 e Brigante 2. I due autobus carichi di parenti e amici, guidati da SuperMax e Al Bano, si dirigeranno a Cor-tina. Una slavina travolgerà tutti i politici nel corso di una passeggiata in alta quota. Si salveranno solo Al Bano e SuperMax. Quest’ultimo avrà finalmente i riflettori puntati solo ed esclusivamente su di sé. E potrà rilasciare 60 interviste settimanali a tv e giornali, battendo il suo pre-cedente record di 58 mono-loghi, che rischiava di essere superato dalla fastidiosa pre-senza dei politici.30 Dicembre. SuperMax, di ritorno a Brindisi, sarà incoronato SuperEroe. La sua auto entrerà in città accolta da due ali di folla stipata dietro le transenne. Quando la MaxMobile giungerà in piazzale Lenio Flacco, per il saluto al Popolo Non Sovrano, i giornalisti si inchineranno. Qualcuno di loro, commosso fino alle lacrime, confesserà in diretta: «È uno dei momenti più emozionanti della mia».

SULWEB

IlManifestodeiBrindisiniSei brindisino se, pur non avendo un lavoro e un euro in tasca, offri il caffè al bar ai tuoi amici!Sei brindisino quando ti lamenti sempre della tua città e quando sei fuori la vanti come se fosse il paese delle meraviglie!!!Sei brindisino se ami la tua terra e ti fai le vacanze nei tuoi posti di mare. Sei brindisino se per fare 100 metri prendi la macchina!!!!Sei brindisino se hai la marmitta modificata e i neon blu nella macchina.Sei brindisino se ad ogni rumore che senti ti affacci a vedere che è successo.Sei brindisino se parli con tutti e gridi pure se la persona a cui parli ti sta a 10 cm di distanza.Sei brindisino se quando vai in macchina alzi la musica a palla.Sei brindisino se commenti quello di prima con la frase: STU CACAFAVI!!Sei brindisino se quando incontri fuori dalla puglia un tuo concit-tadino che non avevi mai cagato in città, ci parli come se usciste insieme da una vita!Sei brindisino quando dici di non essere permaloso e ti incazzi ad ogni appunto che ti fanno!Sei brindisino se scrivi sui muri con le bombolette ODIO MEZZA PUGLIA E PURE VEROLI!Sei brindisino quando vivi al nord e almeno una volta al giorno ti viene nostalgia della tua terra e della sua gente!Sei brindisino se ridi anche nelle situazioni drammatiche e fai divertire la gente.Sei brindisino se vai al Nord per lavorare per la tua famiglia.Sei brindisino se ti fai in 4 per aiutare un amico.Sei brindisino se lavori a nero pure tutta la vita.Sei brindisino se il sabato sera vai a ballare solo se hai gli omaggi.Sei brindisino se sulla spiaggia cerchi di abbordare le ragazze con i fischi anche se sei un cesso.Sei brindisino se hai sempre un sorriso e un consiglio per gli amici. Sei brindisino se ti chiamano “terrone” al Nord e non ti offendi, anzi.Sei brindisino se anche se non hai un lavoro scorazzi in giro con il macchinoneSei brindisino soprattutto quando non ti vergogni della tua terra e ricordi sempre il luogo dove sei nato.

Page 42: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

SPAM0831 LasatiradiTB

Salve De Maria, ha visto quanto è stato bravo il suo amico Di Donna nello scorso numero di TB, ne ha sparate davvero delle belle?Beh, Nicola è davvero un professionista della politica. Anche se a me alcune sue dichiarazioni sembravano delle balle.Non faccia così, capisco che sarete avversari in campagna elettorale, però si contenga.Senta, io mi sono contenuto per quattro anni e mezzo con Mennitti. Ma lo sa che in alcune riunioni di giunta mi veniva voglia di alzargli le mani?Addirittura, e perché mai?Per dargli una scossa, per farlo tornare tra noi. Ogni volta iniziava coi suoi sermoni di politica internazionale e non la finiva più. Poi dopo due ore ci chiedeva: «Allora, per che cosa ci siamo riuniti oggi?». Ci fosse stato Ortese lo avrebbe steso con un pugno.In effetti è vero che si stava meglio quando si stava peggio. A proposito, tutti dicono che dietro di lei, Di Donna, Gallone, ci sia Anto-nino. È vero?Un attimo, devo fare una tele-fonata. Giovà, mi ha chiesto di

te, che devo dire? Non c’entri niente? Vabbé. Allora, posso risponderle che questa è una immane fesseria. Antonino non è persona che può stare dietro di me, Di Donna e Gal-lone. Tutto al più avanti. Lì lo vedrei proprio bene.Nel senso che lo vorrebbe come candidato sindaco?Beh, di fatto in questi cinque anni abbiamo fatto quello che lui aveva programmato. Per il resto non ho visto nulla di nuovo.Senta, ma se Mennitti non le va genio, perché non si dimette da assessore, e perché non fa altrettanto anche Di Donna?E mica siamo fessi! Io comun-que mi dimetterò, ma voglio arrivare al Natale.Così scatta la tredicesima?No, per il cestino natalizio che ci manda il sindaco: un panettone e una bottiglia di spumante di questi tempi fanno comodo. E poi ci manda anche il suo discorso di Natale: sono curioso di vedere se quest’anno riuscirò a leggerlo senza addormen-tarmi.Temo di no: sono davvero pochissimi quelli che ce la fanno. Senta, lei cosa farebbe

da sindaco?Un attimo che devo fare una telefonata. Giovà, mi ha chiesto cosa farei da sindaco. Come? Ah, va bene. Sei un grande. Allora, le rispondo che farei tutto quello che Mennitti non ha fatto.Accidenti! Un lavoro immane. Una lista infinita.Se si fa politica la si deve fare fino in fondo. Lei se viene qui alle 7 mi trova già in ufficio. E sempre con la porta aperta. Parlo con tutti. Pensi che quando mi alzo un po’ prima aiuto i venditori di piazza Mer-cato a sistemare le bancarelle.E la ringraziano?A volte mi tirano dietro dei pomodori e un po’ di insalata. A me basta.Mangia poco. E poi dicono che i politici mangiano tanto.No, no, se esagero a tavola poi sto male. Soffro di gastrite, lo sa?No, l’ufficio stampa del Comune non ci ha informati, altrimenti le avrei portato qualcosa.Grazie, non fa nulla, ma richiamerò Mimmo Consales per questa mancanza.Senta, qualcuno dice ancora che lei non sa parlare ita-liano, invece da questo punto

di vista la trovo in splendida forma.Che vuole che le dica, a pas-sare tanto tempo insieme a luminari della lingua italiana come quelli che siedono in Consiglio comunale, qualcosa alla fine si impara.Ma lo sa che un sindaco moderno dovrebbe parlare anche l’inglese?Adesso non esageriamo: a Mennitti non lo capisce nes-

suno neanche quando parla italiano, ed ora a me viene a rompere le scatole con l’in-glese?In effetti non ha tutti i torti, le chiedo scusa.Non si preoccupi. La perdono.Ultima domanda: se fosse eletto sindaco, chi mette-rebbe in giunta?Un attimo che ho una telefo-nata urgente. Giovà...

DEMARIAAVOLTERITORNANO.ANZI,NONSENEVANNO

«MalosacheavolteingiuntamivenivadialzarelemaniaMennitti?Nonsopportavopiùlesuelezionidipoliticainternazionale».«Antoninodietrodime?Soloballe.Lovedreibened’avanti...»

Il contenuto di questi articoli è completamente inventato. Però...

SIAMOTUTTISINDACI:LEFANTA-INTERVISTEAICANDIDATIAPALAZZODICITTÁ

In America lunghe file agli sportelli bancari per ritirare i risparmi.

Da noi tutti tranquilli. Solo conti in rosso

GENTECOMUNE

Page 43: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

Intanto sfatiamo subito un mito: non è vero che allo stadio ci vanno solo gli uomini. Anzi,

grazie all’ingresso gratuito, ci sono più donne al Fanuzzi che al palazzetto. Donne sem-plici e belle. Anche in comi-tiva. Ecco spiegato perché qua e là sugli spalti si nota qualche finto tifoso vestito di tutto punto e profumato come se stesse andando ad una sfilata di moda: sono dei presunti playboy che sperano di cuccare, ma le donne neanche li cagano, perché sono realmente interessate alla partita.Gli ultras. Sociologi, questura e genitori stanno ultimando uno studio con cui sperano di riuscire a comprendere come facciano sti beati ragazzi a cantare per 90 minuti senza mai interrompersi e senza accusare cali di voce. La polizia aveva pensato male, ma è stata subito smentita da

Comefannogliultrasacanta-reasquarciagolaper90minu-ti?Fumanosalviaerosmarino.Maquestoèsolounodeisegretidell’unicopostoalmondodoveleparolacce,oltreadessereundiritto,sonoundovere

una mamma: «Mio figlio non fuma spinelli. Sono io a pre-parargli le sigarette artigianali approvate da Slow Food, a base di salvia e rosmarino sel-vatico». Anche la birra è fuori discussione: i giovani non la bevono perché ingrassa. Per darsi la carica, a colazione la domenica devono spremute di arance, pomodori e carote. Poi vanno tutti a farsi fare le sopracciglia e la ceretta al petto, perché sembra che allo stadio non si possa andare con troppi peli sul corpo.Le parolacce. Basta col finto fair play: al Fanuzzi ci si può sfogare. E così, dopo una set-timana di lavoro, o di inutile ricerca di un lavoro, final-mente si può mandare qual-

cuno a fare in culo, senza per questo essere additato come persona volgare. Dare del cornuto all’arbitro è demodè da tempo. “Pezzo di merda” ad uno degli avversari va sempre bene. Nelle situazioni più gravi è ammesso perfino un “Uefigghiudiputtana!” ma bisogna stare bene attenti a pronunciarlo tutto d’un fiato, altrimenti l’effetto non è quello giusto. In fondo, tra i circa 20 giocatori della squa-dra avversaria, c’è sempre un figlio di buona mamma, dunque si casca sempre in piedi.I controlli. Come in tutti gli stadi, non pensate di andare in tribuna o in curva a mani vuote o con una bottiglietta

d’acqua ancora chiusa, altri-menti sarete perquisiti dalle forze dell’ordine. Se invece avrete bene in vista mazze, bandiere, striscioni offensivi (meglio se con svastiche), potrete entrare tranquilla-mente, senza che nessuno vi controlli.Il cibo. A causa dell’orario di gioco (esattamente tra il primo ed il secondo del pranzo della domenica), durante la partita qualcuno mangia di nascosto dei pezzi di cotoletta, oppure, giunti all’intervallo, apre il vassoio delle paste e le divide con i vicini, sorseggiando un amaro. Alcune mamme, le più premurose, mettono dei panini nelle tasche dei figli, e quando questi ultimi sono sulla porta di casa, dicono loro le parole d’ordine: «Mangia, non sudare, e non fare tardi. E non mi far stare in pensiero». Ma è tutto inutile. Loro sono sempre in pensiero.

LasatiradiTB SPAM0831

FENOMENIDASTADIO

ALFANUZZI:ICONTROLLIDELLAPOLIZIA,ICONSIGLIDELLEMAMME,ILCIBODURANTEL’INTERVALLO

Il contenuto di questi articoli è completamente inventato. Però...

ESCLUSIVA TB

LeprossimedimissionidiErrico

Dopo lo scoop sul progetto “Città d’Acqua alle Ginocchia” del sindaco Mennitti, questo mese vi proponiamo un altro colpo giornalistico: la lista delle prossime dimissioni del presidente dell’Amministra-zione provinciale. Eccole.Dicembre: Il prezzo del capitone è troppo alto e può causare un ulteriore danno ai patrimoni delle famiglie brindisine. Errico si dimetterà, fino a quando i pescivendoli non torneranno a prezzi decenti.Gennaio: Babbo Natale forse non viene a Brindisi. Errico di dimette e invia una lettera di protesta al Polo Nord. Ma due giorni dopo Ferrarese annun-cerà: «Sono andato a pranzo con Babbo Natale ed Al Bano ed ho risolto anche questo problema: verrà a Brindisi e dormirà a Curtipetrizzalandia, dove incideremo un cd in tre».Febbraio: Troppi coriandoli sulle strade, e troppi consi-glieri di maggioranza impe-gnati a ballare nei veglioni del martedì grasso. Errico si dimette. Ma in conferenza stampa si lascia sfuggire: «Questa volta neanche io credo alle mie dimissioni».Marzo: Forza Italia trova finalmente il coraggio di dire a Mennitti che è ora di andare in pensione. Errico, per solidarietà, e temendo che il centrosinistra possa fare altrettanto con lui, si dimette. In città tutti fanno festa.Aprile: Ormai solo, orfano dell’amato Mennitti, Errico si dimette da presidente dimis-sionario. Torna alla sua vita privata e all’attività notarile. Ma dopo la stipula di ogni atto annuncerà al suo staff le dimissioni. Ed ogni mese revocherà l’incarico ad ogni suo collaboratore.

Page 44: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

Page 45: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

Vocidipopolo lettere,email,fax,sms

ImpiantisportivieculturaGentile Fabio,intanto complimenti vivissimi per la tua rivisitazione editoriale di TB.Come sai sono il presidente di una associazione spostiva dilettantistica che si occupa di basket e minibasket, e grazie a Dio le cose non vanno male, per quest’anno sono impegnato con la prima divisione, Under 15 ed esordienti, la gratifica e che sono tutti ragazzi uscenti dal mio vivaio.Il problema però da anni è sempre lo stesso: gli impianti, o meglio l’assegnazione degli orari presso le strutture comunali che come al solito vengono gestite in modo nepotistico, arrogante e con poca conoscenza condita di superficialità delle realtà sportive Brindisine.Manca la cultura mio caro amico.

Roberto Maruccia

QueipochicheparlanoBravo direttore e bravi tutti. Un plauso per quello che riuscite a dire con schiettezza e senza peli sulla lingua, in fondo è quello che in molti pensano ma in pochi rendono pubblico.Il magazine è accattivante in ogni aspetto ma soprattutto nei contenuti. Non si legge, si divora. Divertente, intelligente, sfacciato e vero.Avanti così.

Tiziana Piliego

Delusa.EincazzataSono una cittadina del tutto delu-sa della politica portata avanti sia dal Sindaco Mennitti che dal Presidente Errico (che purtroppo ho votato alle ultime elezioni). L’aspetto che più di ogni altro mi amareggia è il fatto che questi personaggi la dove incontrino qualcuno che non la pensa come loro o che non sostiene le loro stesse ragioni, viene etichettato subito come un “poco di buono”, come uno vicino ad “affari illegali”. Beh francamente adesso basta con queste illazioni! A Brindisi non siamo tutti com-

ponenti della “banda basotti” dei pecoroni e degli ignoranti. Da chi viene poi la predica: da una amministrazione (Comune) che non si accorge per anni di un ammanco di bilancio di ben 12 milioni di euro! (caso Gestor) mi chiedo chi lo redigeva e con-trollava il bilancio del Comune, Vogliamo dare uno sguardo alla Convenzione mai realizzata con l’Enel per la regolamentazione dell’attività di questa società sul territorio? Una battaglia (sterile, senza risultati come dice giustamente lei direttore) per la tutela dell’ambiente della salute fatta con quali strumenti (reali): le manifestazioni e le chiacchere di questi anni? Questi signori ci vengno a parlare di legalità, quale? Quella fatta a casa loro. Un territorio rimasto immobile per più di 5 anni, con una econo-mia morta, con i giovani che con-tinuano a lasciare (forzosamente) la propria terra, disagio sociale e criminalità in agguato, questi si-gnori e una parte fortunatamente minoritaria di popolazione, forse vivono a Disneyland, Brindisi non è quel mondo patinato che loro immaginano.

[email protected]

GrazieailettoriEgregio direttore, vorrei cogliere l’occasione che Lei gentilmente mi concede attraverso le pagine del suo magazine per formulare, a nome dell’intero staff della gelateria Chocomix, i più sinceri

ringraziamenti ai numerosi clien-ti per l’attestato di stima che ci hanno manifestato conferendoci il titolo di migliore gelateria della città. grazie.

[email protected]

NuovastagioneCondivido appieno il commento di Barbara Branca su TB di no-vembre. Brindisi ormai è una città allo sbando.Nel suo articolo lei ha sostenuto la possibilità di insediamento di nuove attività di impresa, questo concetto per alcuni soggetti è diventato quasi una bestemmia: guai a parlare di industrie, di imprese del settore primario che vengano ad investire a Brindisi! Come sostiene giustamente lei, qui da noi non c’è bisogno di portare sviluppo e ricchezzza.La situazione è ormai insosteni-bile e le due amministrazioni lo-cali (Comune e Provincia) hanno paralizzato tutte le iniziative o le semplici possibiltà di sviluppo di questo territorio; un immobilismo totale che ha aggravato ancor più la situazione socio economica della città.Lotte campanilistiche finte e propagandistiche finalizzate solo alla “valorizzazione” della pro-pria persona, camuffata da sterili battaglie per la tutela dell’am-biente e della salute. Aria fritta: il risultato è sotto gli occhi di tutti...

[email protected]

LALETTERADELMESE

Tempodirischiareinprimapersona«Sono un giovane abruzzese che, dopo 10 anni di vita a Milano, ha deciso di sposarsi e trasferirsi a vivere a Brindisi. Ho scoperto il vostro magazine per caso al cinema e mi sono subito ritrovato nei suoi valori e voglio compli-mentarvi per gli sforzi che fate! Encomiabile iniziativa!Vi scrivo perché mosso dalla volontà di dare un contributo al messaggio di Elide e alla rispo-sta di Mario. Riporto brevemente la mia esperienza per dare un segnale a chi, come Elide, sta per-dendo un pò le speranze e per far sì che i talenti non siano costretti a scappare dalla loro terra.Lo scorso anno ho deciso di sposarmi e trasferirmi a Brindisi, perché il territorio mi mette nelle condizioni di dare una dimen-sione UMANA alla famiglia che sto costruendo.Diversi fattori concorrono a deter-minare tale situazione:1) Il lavoro che svolgo (ho co-fon-dato una piccola impresa a Milano che opera nella sfera riconduci-bile ai temi della Società dell’In-formazione).2) La qualità e stile di vita (mi trovo più a mio agio nei ritmi, nei luoghi e nelle espressioni della cultura locale piuttosto che con la dimensione della produttività milanese).3) La struttura del trasporto aereo (grazie al potenziamento dello scalo brindisino e l’arrivo di com-pagnie aeree low-cost).4) La mia predisposizione al cam-biamento e al rischio.5) La serenità (la città di Brindisi è molto più umana della metro-poli... e questo incide moltissimo sulla vivibilità del territorio).6) L’incoraggiamento alla pratica di iniziative bottom-up emerso da attività culturali e/o politiche (ad esempio: Puglia 2.0, Bollenti Spiriti, etc...).Oltre a ciò, devo riconoscere che vi è una ripercussione economica che, paradossalmente, vede i costi (affitto + voli aerei) inferiori a quelli da sostenere vivendo a Milano. Dietro tutto ciò vi è un obiettivo più grande: dare un contributo importante al territorio affinché le pratiche virtuose, l’in-novazione, la cultura al rispetto del territorio e alla valorizzazione dei talenti possano determinare un cambiamento epocale che condizioni SOLO IN MEGLIO il vivere civile in territori apparente-mente lontani da queste logiche, come quello brindisino.In tutto ciò non è presunzione, ma

volontà di mettersi in discussione ed in gioco in prima persona.Anche io non sono figlio di avvo-cati, medici, notai, ma di persone semplici che mi hanno trasmesso la volontà e la necessità di impe-gnarsi... che, spesso, non sono sufficienti per realizzarsi come giu-stamente riporta Elide.Dico questo perché vorrei segna-lare che in questa fase storica si DEVE rischiare in prima persona nel costruirsi il futuro. Abbiamo la pos-sibilità (grazie alla Rete) di creare nuove relazioni, di innestare con-versazioni fruttuose, di confron-tarci con diversi soggetti, imparare da persone lontane...perché non sfruttare tutto questo patrimonio di saggezza e di competenze ?Vorrei invitare chiunque creda nel riscatto del Sud a dare un contri-buto di qualsiasi genere affinché nascano iniziative volte a creare occasioni di lavoro grazie al talento, all’innovazione e alla creatività (sotto tutte le sue forme).Se è vero che le stanze dei bot-toni sono occupate sempre da chi ha interessi diversi dalla crescita sociale e al benessere della comu-nità che rappresentano, questo non deve scoraggiarci!Danno i contributi ai soliti ignoti-noti ? Chi se ne frega! Mettiamo in atto processi di found-raising bottom-up!Per il posto da docente universita-rio c’è il figlio del Rettore? Chi se ne frega! Prendiamo contatti con Università e centri di ricerca in altri paesi e collaboriamo con loro!Il posto di lavoro in Ospedale è stato già assegnato con un concorso truccato? Chi se ne frega! Racco-gliamo il materiale, divulghiamo le malefatte in rete, scriviamo alla Comunità Europea, informiamo dal basso!Le iniziative che possono essere portate avanti sono molteplici: dai corsi gratuiti tenuti dai profes-sionisti a giovani volenterosi, alla condivisione di risorse, all’utilizzo di bici al posto delle auto, dall’ab-battimento del digital-divide, etc... insomma... DARSI UNA MANO A VICENDA MIRANDO ALL’INTERESSE COMUNE.È, quindi, un problema CULTURALE e GENERAZIONALE col quale è necessario confrontarsi e lavorare.Perché non iniziamo col raccogliere adesioni e promuovere il dialogo con chi, nell’umiltà, già sta facendo qualcosa in tal senso (associazioni,volontari, etc...) ?Grazie e... continuate così!

Daniele [email protected]

LAPIÚBELLADELMESE

daLaRepubblicadell’8Novembre

Page 46: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008

Turistapercasa di Mario Lioce

Elogio dell’InsaporeL’endemica fuga dei cervelli lascia a Brindisi un vuoto incolmabile. E limitarsi a farne rientrare alcuni una tantum, con lo scopo di raccontare il loro ammirevole percorso, è un disegno lodevole ma virtuale, dalla valenza puramente estetica e simbolica

OPINIONI

In seguito alla pubblicazione del mio primo articolo “A Brindisi siamo tutti un po’ debo-

scettici”, ho ricevuto una email particolarmente toc-cante che mi ha indotto a un approfondimento. Seppure la cadenza mensile della rivista mi obbliga talvolta ad espri-mere tardivamente le mie riflessioni in merito a taluni argomenti, il contenuto della email mantiene intatta tutta la sua forte carica emotiva. Una giovane ragazza di Brindisi, laureata in una prestigiosa università italiana e con un lodevole curriculum studi, ha voluto scrivermi ponendo alla mia attenzione il problema in chiave locale della “fuga dei cervelli”. In considerazione della valenza umana, sociale, economica e psicologica del-l’argomento, il testo è stato integralmente riportato sul numero di novembre di TB per sottoporlo alla riflessione di tutti. Elide, questo il nome della mia interlocutrice, fa parte di quelle copiose legioni di giovani di Brindisi che, una volta terminati con profitto gli studi universitari, passano rapidamente dal sen-tirsi una risorsa al ritrovarsi con in mano un biglietto di sola andata verso città che danno loro maggiori prospet-tive. Chi decide di rimanere trova come alternativa una sorta di trasposizione locale del “Deserto dei Tartari” di

Buzzati, quale metafora di una vita trascorsa nella vana attesa di restituire lustro al luogo in cui si vive, di dimo-strare il proprio valore e, in ultima analisi, di dare un senso agli anni spesi in quel luogo. Devo ringraziare Elide poiché inconsciamente mi ha fornito lo spunto per trovare quella ideale “liaison” con l’articolo di ottobre in cui mi interrogavo sulle ragioni per le quali le tante e ottime intel-ligenze locali - quelle stan-ziali - rimangano confinate nell’oblio dell’anonimato. Elide ha ragione: il problema della fuga dei cervelli da Brindisi è tragicamente reale. Cito come esempio i tanti brindisini che ricoprono ruoli prestigiosi all’interno di multinazionali della moda, dell’auto, della farmaceutica,

rientrare una tantum i nostri talenti, con l’unico scopo di far raccontare il loro pur ammirevole percorso (come è avvenuto con recenti pro-getti), è un disegno lodevole ma virtuale che rischia di assumere una valenza pura-mente estetica e simbolica. La concretezza deve elevarsi a dogma e chi ama realmente questa città, sia che vi risieda sia che ne viva lontano, è chiamato a fare in tutte le forme possibili la sua parte. Al fine di non essere tacciato di inconsistente idealismo o, peggio, di veder considerare questo discorso come puro esercizio retorico, porto ai lettori l’esempio di questa rivista in cui ogni firma non percepisce alcun compenso e collabora attivamente con l’unico scopo di dare alla

politico di Brindisi su una scacchiera: i personaggi che stanno già effettuando le loro mosse in prospettiva delle future tornate elettorali sono sufficienti a riempirla. La partita appare da subito paradossale: ogni pezzo si muove con volontà autonoma priva di un disegno generale, cercando un’isolata afferma-zione. Ma negli scacchi, si sa, senza una visione globale e strategica la sconfitta è certa: “quidquid conaris, quo per-venias, cogites”. Nemmeno il tempo che il primo pedone muova, che subito dopo un cavallo compie un balzo per evitare l’ala sinistra del campo e spostarsi al centro. Un altro pedone scompiglia il gioco credendosi una potente torre. Sentendosi trascurato l’alfiere bianco con piglio

non compiutezza, di insipi-dezza, di indeterminatezza. E quando arriva il momento del voto, noi stessi ci limitiamo ad accontentarci di espri-mere una preferenza verso candidati che spesso non sono espressione delle nostre scelte e delle nostre istanze di crescita economica, etica e culturale. Pur esercitando con il voto un nostro diritto, ci sottraiamo al nostro vero diritto e cioè quello inteso come potere e dovere di agire per soddisfare l’interesse per-sonale in armonia con quello collettivo. Le nostre coscienze sono intorpidite, anestetiz-zate dalla cronica mancanza di partecipazione e azione. Viviamo in uno stato di nar-cosi latente che ci fa avvertire accettabile ciò che è inaccet-tabile. Inquinamento, disoc-cupazione, sottosviluppo non sono sufficienti a far vacillare il nostro immobilismo, che continua a mantenerci in una infeconda assenza di giudizio. In uno dei suoi più famosi libri - “Elogio dell’Insapore” - il filosofo e sinologo fran-cese François Jullien disserta sottilmente sul pensiero e sul-l’estetica cinese, descrivendo l’Insapore come uno svuo-tamento dei sensi. Quando non si è più in grado di distinguere i differenti sapori, l’Insapore viene visto come l’elemento che ci fa accedere all’indifferenza delle cose. Cara Elide, a questo para-dosso siamo già giunti.

“Le nostre coscienze sono intorpidite.”

anestetizzate dalla cronica mancanza

di partecipazione e azione”

dei servizi tecnologici, della consulenza, ognuno di essi in posti chiave, dal marketing alla produzione, alla finanza. Professionisti capaci di gestire realtà complesse che comportano un fardello non indifferente di responsabilità, e che potrebbero portare alla nostra città un bagaglio di esperienza e competenza inestimabile. Limitarsi a far

città una nuova prospettiva. Tuttavia, per poter mettere a disposizione le proprie competenze occorre che governanti illuminati abbiano la volontà di promuovere la partecipazione e la capacità di saperla convogliare. Per valutare il loro grado di sensi-bilità rispetto a tali questioni, proviamo a rappresentare brevemente l’attuale scenario

decisionista passa ai neri. I due re, ignorando le regole del gioco, invece di condurre la battaglia si posizionano su caselle adiacenti, alternando finte schermaglie ad ammic-camenti. E come obsoleta consuetudine le regine ven-gono tenute fuori dal gioco. In qualunque modo si voglia interpretare questa metafora, rimane in bocca un senso di

Page 47: TB Magazine Dicembre 2008

WWW.TBMAGAZINE.IT TB ��

AGGIUNGIAIPREFERITIwww.tbmagazine.it

UnsitointerattivoSul nostro sito potrete trovare tutti i contenuti del giornale in formato html, oppure potete sfogliare e scaricare le pagine del magazine così come sono nella versione cartacea. Ma c’è di più: potrete dire la vostra su ogni argomento e dialogare direttamente con i “complici” di TuttoBrindisi. Potrete criticarci, oppure dare consigli e suggerimenti. Fatelo. Non restate a guardare!

IlBlogeleOpinioniNel nostro Blog trattiamo argomenti di attualità che non sono presenti sul mensile: anche in questo caso siete invitati a partecipare al dibattito. Da questo mese, inoltre, anche i “complici” del giornale saranno più presenti su internet, e diranno la loro

sui fatti di ogni giorno. In questo modo il sito sarà ancora più ricco di contenuti.

IsondaggiNello spazio sondaggi potrete esprimere la vostra opinione su argomenti che saranno trattati o ripresi sul prossimo numero di TB. Questo mese:Sondaggio n. 1: Dite la vostra sui nostri 6 candidati sindaci. Chi tra Rosy Barretta, Massimo Guastella, Roberto Fusco, Teo Titi, Mauro D’Attis, Massimo Ciullo vorre-ste a Palazzo di Città?Sondaggio n. 2: Nuovi rinforzi per l’Enel Brindisi? Che ne pensate del roster della squadra di Perdi-chizzi? È da salvezza sicura o ha bisogno di nuovi ritocchi?

AnteprimaTB/GennaioSul prossimo numero di TuttoBrindisi:In copertina: storie di uomini e di imprese di suc-cesso, di brindisini che sono rimasti in città ed hanno creato aziende di successo, nel settore com-merciale, nell’artigianato, nei servizi.Idee: come aiutare i giovani a creare nuove imprese.Spam 0831: Fantaintervista ad uno dei 75 candidati sindaci. E le nuove formidabili avventure di Super-Max.Economia: Commercio, come resistere allo strapo-tere dei centri commerciali. Storie di commercianti locali che continuano a restare aperti. Con soddisfazione.E poi le opinioni dei nostri complici, D&R, i poster di TB, e molto altro ancora.

Page 48: TB Magazine Dicembre 2008

�� TB DICEMBRE 2008