b Magazine n.3 (Ottobre 2008)

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L’isola felice magazine b OMICIDI senza soluzioni, SPARATORIE in pieno giorno e PERSONE SCOMPARSE nel nulla, Benevento è ancora una realtà tranquilla? Ottobre 2008 • N° 3 • Mensile di approfondimento culturale • 1,00 Rivista mensile di approfondimento per Benevento e provincia COPIA OMAGGIO Poste Italiane S.p.A. – Sped. in A. P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, CNS – CBPA SUD/BENEVENTO/2008 Telefono, la truffa corre sul filo Per il commercio in città è Profondo Rosso

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Il terzo numero del mensile "b Magazine", uscito ad ottobre 2008, è intitolato "L'isola felice", dedicato agli episodi di violenza registrati sul territorio della provincia di Benevento

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L’isola felice

magazinebOMICIDI senza soluzioni, SPARATORIE in pieno giorno e PERSONE SCOMPARSE nel nulla, Benevento è ancora una realtà tranquilla?

Ottobre 2008 • N° 3 • Mensile di approfondimento culturale • € 1,00

Rivista mensile di approfondimentoper Benevento e provincia

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L’isola felice

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magazinebRecentemente ho letto un bel saggio di Paola Villano, docente in psicologia sociale all’Università di Bologna, intitolato “Pregiudizi e stereotipi”. Stavo già lavorando all’inchiesta di questo mese e mi sono ritrovato casualmente un lavoro che si legava perfettamente al tema affrontato. A volte sembra che i libri ci cerchino. Nello studio della Villano vengono indagati i meccanismi per cui alcuni dati sono considerati acquisiti una volta e per sempre. Verità quasi immutabili, sui cui meccanismi di generazione, la ricercatrice ipotizza i percorsi e spiega le funzionalità che le giustificherebbero. Convinzioni con-siderate inviolabili e invariabili in virtù di un sapere comune ricono-sciuto.

L’ipotesi più affascinante è quella secondo cui, l’esistenza di pregiu-dizi e stereotipi sia da mettere in relazione con l’esigenza funzionale di semplificare la realtà. In breve, il nostro cervello, in una quotidia-nità sempre più caotica, per agevolarsi il lavoro creerebbe delle ca-tegorie, in cui si affretta a suddividere ordinatamente e rigidamente le caratteristiche considerate omogenee per ogni tipo di gruppo di riferimento considerato.

Nascerebbero così verità immutabili quali “le donne sono sensibili”, “gli italiani passionali”, “i tedeschi precisi”, “gli svizzeri puntuali” e via dicendo. Per rafforzare questo meccanismo, saremmo portati ad eliminare, o a dare scarso peso alle informazioni che non sono in as-sonanza con lo “stereotipo”. Allo stesso tempo il sistema amplifica tutti i dati che invece rafforzano la nostra verità artificiale. Il dato più sconcertante è che da alcune prove effettuate emergerebbe un’al-ta resistenza alla “scalfibilità” dello stereotipo, anche in presenza di informazioni che smentiscono ripetutamente il dato assunto. E la spiegazione fornita è semplice: il sistema piuttosto che mettere in discussione il valore dell’assunto, con la conseguente esigenza di invalidare tutto il concetto considerato, tenderebbe a proteggere l’intera impalcatura delle sue “verità”, screditando le informazioni di segno contrario ad esso. Si potrebbe ipotizzare che sia proprio un meccanismo simile che porta a rafforzare la convinzione, tutta nostra, che Benevento sia un’isola felice nella tribolata realtà cam-pana, anche in presenza di ripetuti segnali che smentiscono questa convinzione.

Fateci caso, nel corso degli interventi di politici, amministratori e gente comune la frase è ripetuta con grande frequenza, quasi se ci fosse il bisogno di rafforzare il clichè. In realtà, passando semplice-mente in rassegna gli episodi più gravi di criminalità accaduti nella nostra provincia negli ultimi anni, si fa fatica a metterli in relazione con la tanto pubblicizzata “isola felice”. Per quanto ci riguarda, ci interessa solo relativamente capire se viviamo in una realtà virtuosa, ci preme molto, invece, lanciare l’allarme, aumentare la soglia di attenzione per episodi violentissimi verificatesi negli ultimi tempi sul nostro territorio. Aumento dei delitti dovuto anche, ma non solo, alle continue spedizioni criminose provenienti da fuori provincia. Un territorio che più che ad un’isola felice sembra assomigliare ad un fortino assaltato. Emilio Fabozzi

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Inchiesta di copertinaLa moglie di Maurizio Schiavone, da otto mesi aspetta di conoscere perché hanno ucciso suo marito

6Omicidi senza soluzioni, sparatorie in pieno giorno e persone scomparse nel nulla

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AttualitàPer il commercio è Profondo RossoQuarantanove ditte cessate in un anno e mezzo, consumi in picchiata e...

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Telefono,la truffa corre sul filoCentinaia le lamentele registrate dall’associazione in difesa dei consumatori

13CronacaI conti in tasca a Zamparini

15SocietàCassette Arcobaleno, le idee migliori spesso sono semplici

16Parola di lupettoGli scout in città esistono dal lontano 1946

18InternetBenevento is burningIl beneventano tipico su Youtube

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MusicaRap made in SannioAg1, Estro e Shark sono “La Trappola”, gruppo di Benevento che fa musica parlata

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IntervistaGennaro Sapio, il capitano della Canottieri Napoli “a Benevento per amore”

24 Cinema

25LibriI libri che mi hanno cambiato la vita.Fausto D’Argenio e la cultura come ortopedia mentale

26 AssociazioniChiara Vesce racconta la sua esperienza di volontariato

29 Viaggi

30 SportBenevento calcio: lo stadio, gli acquisti, le rivincite e la nuova prima divisione

32 La vignetta La Quadra

b magazineOttobre 2008Mensile - n. 3 Autorizzazione alla pubblicazione: n.5 del 20/03/2008 Tribunale di Benevento

Iscrizione ROC: n. 17223

DIRETTORE RESPONSABILEEmilio [email protected]

REDAZIONERosaria [email protected] 16 36 750

PROGETTO GRAFICOFabio Penna – Letizia Aquino [email protected]

EDITO DA:Associazione Officina di [email protected]

STAMPA:Grafica Mellusi di Lepore Antonio

HANNO COLLABORATO:Alessandro CaporasoAlessandro Paolo LombardoAlessio MasoneEleonora MastromarinoSimona RanaudoCelestino RealeModestino RocaAlessia Tretola

TUTTI I DIRITTI DI PROPRIETÀ LETTERARIA E ARTISTICA RISERVATI

Costo copia € 1,00Abbonamento annuale (11 numeri) € 10,00Pagamento con versamento su c/cpostale n. 87721221 intestato aAssociazione Officina di Comunicazione

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L’inchiesta di copertinaL’inchiesta di copertina

di Emilio Fabozzi

“La sensazione è quella di vivere un incubo. Resto perennemente in attesa di svegliarmi”. Sono passati ormai otto lunghi mesi da quella tragica mattina del 5 febbraio, ma per Ida Pennella, moglie dell’av-vocato Maurizio Schiavone, il tempo si è in parte fermato a quella giornata in cui, telefonicamente, è venuta a sapere da uno sconosciuto carabiniere che il marito “non stava bene”. “La sera prima – ricorda la signora Schiavone – Maurizio era rientrato a casa alla stessa ora di sempre. Intorno alle otto e mezzo. Dopo cena però mi ha detto che sarebbe uscito e che avrebbe sbrigato in fretta ciò che aveva da fare”. Ida, rivive quelle ore toccando continuamente il voluminoso anello che indossa alla mano sini-stra, quasi ad esorcizzare con quel gesto ripetuto fino allo sfinimento, il timore di tornare indentro col pensiero a quella notte, ripercorsa più e più volte nel suo intimo e raccontata più e più volte a chi chiedeva di sapere. In realtà anche Ida vorreb-be conoscere quello che purtroppo non sa. Chi ha ucciso il marito? Maurizio Shiavone, avvocato penalista molto conosciuto in città è stato ucciso nella notte tra il 4 ed il 5 febbraio 2008, con otto colpi esplosi, da breve distanza, da una pistola di piccolo calibro. Il delitto è stato consumato nei pressi del casello autostradale di Castel del Lago. L´assassino, è stato ipotizzato, è giunto da Caserta o Napoli. E’ per questo che l’incontro è stato fissato vicino allo svincolo autostradale. La notte dell’omi-cidio c’è stata una tempesta di pioggia e vento. Il finestrino della Citroen C3, di proprietà della moglie Ida, è stato trovato aperto dal lato del guidatore. L´avvocato ha quindi abbassato il vetro per salutare o parlare con l’assassino. Maurizio Schiavone,

indossava jeans e giubbotto di pelle, ed era riverso su un fianco, sui sedili anteriori, privo di vita. Otto colpi, sparati da qualcuno che era in piedi, fuori dall´auto. Seduta sul divano, Ida ricorda di essersi addormentata mentre attendeva il ritorno del marito. Dopo qualche ora però, ormai notte fonda, Ida si accorge che Maurizio non è ancora rientrato, così si alza, trova il cellulare e lo chiama. Dall’altro lato, il telefono dell’avvocato Schiavone squilla. Continua a squillare senza alcuna risposta. “Non ho pensato a qualcosa di grave. Certo, più passava il tempo, più l’agitazione aumentava. Mai però avrei immaginato nulla del genere”. La svolta arriva intorno alle sei del mattino. E’ il figlio dell’avvocato ad avere finalmente una risposta ai tanti tentativi di contattarlo. La voce che però risponde non è familiare, non è Maurizio Schiavone, non è il padre. E’ invece il timbro imba-razzato e timoroso di un carabiniere che non sa che pesci prendere. Non sa che parole usare. La prima cosa che chiede il militare è se c’è la madre in casa. Ida c’è, ma il figlio di Maurizio Schiavone, prima di passare la telefonata, dopo tanto penare vuole sapere il padre come sta. “Non molto bene” è la migliore risposta che il carabiniere, dopo un attimo di silenzio, riesce a sputare nel cellulare. Il viaggio verso il casello autostradale, Ida non lo scorderà mai. “Raggiungemmo il posto che ci avevano indi-cato con un’angoscia indescrivibile. Tutto il tragitto, io, mio figlio e mia cognata ci chiedevamo cose mai fosse accaduto a Maurizio”. Bastò uno sguardo al numero di forze dell’ordine presenti per capire che era successa una tragedia. “Non ho mai notato nulla di strano – ammette Ida -. Anche nei giorni prima dell’omicidio tutto mi sembrava procedere nella più assoluta serenità”. Maurizio Schiavone non ha mai confidato timori o perplessità. “Anzi, nei giorni prima dell’episodio – ricorda ancora la moglie - ho avvertito una certa eccitazione. Era come se stesse lavorando a qualcosa che lo stimolasse. Era una

sensazione positiva, non di titubanza o paura”. Poi Ida ha un lampo che sembra confermare l’ipote-si del progetto perseguito. “Da qualche periodo, Maurizio dormiva meno. Si svegliava spesso. Ed era strano per lui che, invece, solitamente dormiva molto. La sensazione che dava, però, era sempre quella di una persona impaziente di realizzare qual-cosa e non, ripeto, di paura”. Ida non riesce a dire altro, non riesce a fornire ulteriori elementi alle inda-gini. “Mio marito – ammette – era una persona che non parlava molto. Soprattutto non parlava mai del suo lavoro. Era taciturno, autoritario ma di animo buono e soprattutto una persona seria. Credo per lavoro si sia imbattuto in situazioni più grandi di lui, rischiose”. Ida ci tiene a dirlo, visto che all’indomani del delitto sono state fatte le ipotesi più disparate. “Purtroppo la cosa più semplice, l’atteggiamento più superficiale e vigliacco è risolvere la questione facendo stupide ed ignobili ricostruzioni. Illazioni fatte sempre da chi non conosceva mio marito. Viviamo in una realtà a volte bigotta”. Le indagini vanno avanti ormai da otto mesi. Non è facile. Quello che però adesso si augura Ida è che venga scoperto perché è successo tutto ciò. “Mi interessa poco chi è stato, vorrei invece sapere perché lo ha fatto, cosa lo ha spinto a un gesto così inqualifica-bile”. Inutile dire che per lei l’isola felice non è mai esistita.

La moglie di Maurizio Schiavone, da otto mesi aspetta di conoscere perché hanno ucciso suo marito

STATISTICA DEI REATI TRIENNIO 2005 - 2007

REATI 2005 2006 2007Omicidi volontari 2 4 2Tentati omicidi 4 6 6Omicidi colposi 9 9 9Lesioni dolose 186 170 210Percosse 46 57 56Minacce 283 278 337Ingiurie 167 157 200Violenze sessuali 10 6 10Furti 3035 3282 3231Ricettazione 201 161 191Rapine 97 97 85Estorsioni 34 28 42Sequestri di persona 8 4 3Truffe e frodi informatiche 813 730 934Incendi 232 141 390Danneggiamenti 832 853 1030Stupefacenti 122 130 109Delitti informatici 29 37 57Violaz.proprietà intellett. 87 57 24

Fonte: Prefettura di Benevento

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L’inchiesta di copertina

10 gennaio 2008. Un cittadino ucraino, Yuriy Bohda-nov, cinquantadue anni, viene ritro-vato senza vita lungo viale Principe di Napoli, all’angolo di via Veneto. L’uomo è stato ucciso da una coltel-lata sotto l’ascella sinistra. Da allora nessuno ha saputo più nulla.

5 febbraio 2008.La mattina del 5 febbraio Maurizio Schiavone, avvocato quarantotten-ne, di Benevento, è trovato morto in un’area di sosta presso Castel del Lago, a pochi chilometri dalla

città. L’uomo è riverso senza vita a bordo di una Citroen C3, crivellato da otto colpi esplosi con una pistola di piccolo calibro ed in rapida suc-cessione.

11 febbraio 2008. Lunedì 11 febbraio, il cadavere di Lucio Niro, trent’anni, carpentiere di Baranello, viene scoperto in una Fiat Bravo. Inizialmente si pensa ad un incidente stradale dato che la sua auto è ferma contro un albero, alla contrada Canepino di Morcone. La successiva autopsia però aveva

fatto emergere una realtà molto diversa: il giovane era stato centrato alla parte sinistra del volto da una fucilata. Anche in questo caso si è in attesa di capire chi è stato e perché.

27 febbraio 2008. Qualche giorno più tardi, ancora a Morcone, Esterina Cioccia, quaran-tadue anni uccide la figlia, Daniela Piccirillo, venticinque anni, con una sola coltellata.

Omicidi senza soluzioni, sparatorie in pieno giorno e persone scomparse nel nulla, ecco una lista degli episodi più gravi verificatesi negli ultimi anniRestituisce una certa sensazione di disagio passare in rassegna gli episodi più cruenti avvenuti nella nostra provincia negli ultimi anni. Omicidi efferati senza colpevoli né spiegazioni. Minacce, sparatorie e ferimenti in pieno giorno senza che sia stato possibile trovare soluzioni agli atti incriminati. Per non citare truffe, rapine e furti oramai all’ordine del giorno.

28 dicembre 1998. Severino Frusciante, trenta-quattro anni, di San Giorgio del Sannio, sposato, viene trovato morto in una Panda diesel bianca con la quale stava tornando a casa dopo aver terminato il suo lavoro di cuoco in un pub di Ven-ticano. Inizialmente si pensò ad un incidente perché la macchina fù ritrovata fuori strada. Subito dopo aver recuperato il cadavere si scoprì che gli avevano sparato, da breve distanza ed in rapida successione, tre colpi di pistola calibro 7.65.

6 agosto 1999. Ad Apice sparisce nel nulla Enrico Soricelli, trentasei anni, coniugato, titolare di un negozio in paese. La sua Opel Vectra vie-ne rinvenuta con l’allarme attivato e regolarmente chiusa, ferma nei pressi di un locale di Montesar-chio. Il commerciante era andato ad un appuntamento ma temeva qualcosa. Uno stato d’animo che lo aveva portato a chiedere informazioni telefonicamente ad un legale di fiducia. Da allora di lui non si è saputo più nulla. Il caso è stato trattato anche dalla trasmissione televisiva Chi l’ha visto?

28 agosto 2003. Giovanni Vesce, trentasette anni, operaio di San Giorgio del Sannio, sposato e con figli, viene ferito a colpi di pistola mentre si reca al lavoro. Gravissime le conseguenze che l’operaio riporta nell’agguato. Finirà la sua vita sulla sedia a rotelle. Giovan-ni Vesce muore nell’agosto del 2006, esattamente tre anni dopo il tragico episodio.

Paragrafo a parte meritano i ben cinque omicidi verificatesi nei primi mesi di quest’anno.Sei storie molto differenti tra loro, di cui cinque ancora avvolte nel mistero.

Una breve lista soltanto degli episodi più gravi.

23 luglio 2004.Verso le 17.30, Vincenzo Morgillo, 35 anni, nei pressi di Forchia è avvicinato da due uomini, a volto scoperto, a bordo di una Lancia Y ‘Elefantino’. Gli sconosciuti lo af-fiancano, lo costringono a fermarsi e a scendere dall’auto. Quindi, dopo averlo ‘gambizzato’ a colpi di pistola, scappano immediatamente a bordo della piccola utilitaria.

13 marzo 2005. Giuseppe Perone, trentotto anni, ti-tolare di un autolavaggio alla frazio-ne Casali, mentre è al volante della sua auto, una Opel Corsa, è costret-to a fermarsi, all’altezza del campo sportivo di Montesarchio, da una Jaguar che gli taglia la strada. Due sconosciuti scesi dall’auto armati di pistola avvicinano l’imprenditore per rapinarlo. Non contenti del bottino però, i malviventi hanno fatto fuoco due volte, colpendolo alla gamba sinistra prima di dileguarsi.

19 ottobre 2006. Ore18. In via Dorso, al rione Pace-vecchia di Benevento, Gianfranco De Florio, quarantasei anni, giostra-io, mentre è fermo a chiacchierare col figlio, è avvicinato da un giovane che, dopo avergli augurato la buo-nasera, all’improvviso gli ha sparato tre colpi agli arti inferiori. Subito dopo, il malvivente è salito a bordo di una Fiat 500 ritrovata in serata incendiata, nella zona di Ponte Valentino.

7 novembre 2006. Cleto Palermo è al volante della sua Fiat Punto nei pressi dell’Arco di Traiano, in pieno centro. Nel percor-rere l’abituale tragitto, l’imprenditore trova la stradina sbarrata da una transenna. Appena scende dall’auto per spostare la barriera, un uomo col volto coperto da un passamon-tagna, appostato in zona e sbucato dal nulla apre lo sportello e fa fuoco con la pistola che impugna. Tre colpi, Cleto Palermo viene colpito all’avambraccio ed alla coscia. Il malvivente fugge mentre l’impren-ditore col suo telefonino chiama i soccorsi.

13 novembre 2007. Antonio Filippelli, cinquantadue anni, di Benevento, viene colpito da due colpi di pistola agli arti inferiori mentre è fermo a parlare con degli amici in via Cardone, alle spalle del campo sportivo Meomartini, all’in-terno del circolo ‘Albachiara’. Sono le 17,30 quando un ragazzo armato entra nel locale, spara due colpi e fugge via con un complice, a bordo di un ciclomotore, appostato fuori dal locale.

3 aprile 2008. Mario De Minico, quarantotto anni, di Benevento, un imprenditore che opera nel settore della distribuzione dei videogiochi, alle 9.30 in via Ro-tili, nella zona di Cretarossa, davanti alla sua abitazione viene avvicinato

da una Opel Corsa di colore scuro dalla quale scendono due uomini che indossano occhiali da sole e cappellino. Entrambi sono muniti di pistola. L’imprenditore vedendo le armi, inizia a scappare. Uno dei due malviventi lo insegue, sparando nella corsa. Uno dei due proiettile esplosi raggiunge la coscia destra dell’imprenditore, che riesce a barri-carsi in casa e chiamare i soccorsi. I malviventi fuggono via facendo perdere le proprie tracce.

11 maggio 2008. E’ domenica. Roberto De Santis, quarantuno anni, titolare del ‘Pub Glory’ a San Giorgio del Sannio sta raggiungendo l’abitazione dei suoceri, dove è atteso per il pranzo. Sono all’incirca le 13.30, Roberto De Santis è a bordo di una Opel Corsa vecchio tipo di colore grigio. Mentre parcheggia l’auto, viene affiancato da qualcuno con il volto coperto da una calzamaglia che gli spara otto colpi con una pistola calibro 38. I proiettili centrano De Santis al volto e ad altre parti del corpo. L’imprenditore incredibilmen-te non muore ma le sue condizioni

sono gravi. Chi ha sparato scappa via a gran velocità facendo perdere le tracce di se.

16 maggio 2008.L’ultimo omicidio è quello di Biagio Di Meo, di Faicchio. Aveva trentotto anni, faceva l’artigiano, e viveva con la sua compagna in attesa di un bimbo. La vicenda di Biagio Di Meo salta agli onori della cronaca il 7 aprile 2008. E’ lunedì e Biagio uscito di casa, alla guida del suo fuoristra-da si dirige verso la sua seconda abitazione, in via Cortesano, dove doveva piallare alcune tavole di le-

gno. Intorno alle 8.15 di quel giorno aveva spedito un sms alla convi-vente per chiederle di portargli un attrezzo da lavoro. La donna l’aveva fatto dopo circa un’ora: quando era arrivata, Biagio non c’era più. C’era invece il fuoristrada Nissan, fermo dinanzi all’abitazione. Nonostante le ricerche partite immediatamente, Biagio Di Meo sarà ritrovato solo casualmente il 16 maggio 2008 nel fiume Volturno. L’uomo è stato spa-rato e gettato in acqua, zavorrato ad una pietra legata ad una corda stretta all’altezza della vita.

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L’inchiesta di copertina

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AttualitàAttualità

L’Istat rivela una scarsa cre-scita delle attività commerciali nazionali. Solo nel primo trimestre del 2008, sono state ben 5000 le imprese italiane che hanno cessato di esistere. Il dato più allarmante è quello che vede una riduzione del 60% nell’acquisto di beni di seconda necessità e cioè abbigliamento, calzature e articoli sportivi, e questo perché il 50% dello stipendio di un italiano medio è destinato alle bollette, alla casa e alla sanità. E

a Benevento? Da una lettura dei registri della Camera del Com-mercio e dell’artigianato è emerso che da gennaio 2007 fino a luglio 2008 sono state 48 le attività commerciali che hanno chiuso i battenti nella nostra provincia e ben 19 nel solo capoluogo. Tutta colpa dell’euro, che sta sempre più compromettendo le finanze dei cittadini beneventani, o dei due centri commerciali che hanno aperto in questi ultimi anni? È davvero crisi eco-nomica? Per dare una risposta a queste domande abbiamo incon-trato Gianluca Alviggi, presidente della Confesercenti provinciale del Sannio e a sua volta titolare di alcune attività commerciali, che ci ha gentilmente aiutato a fare un quadro della situazione.

“Innanzitutto va detto che i nego-zi che hanno chiuso in questo ul-timo anno - ha dichiarato - sono molti di più di quanto detto prima. Una crisi economica è sicura-mente in atto e i mesi che verran-no sono stati definiti il trimestre nero; quello ottobre-dicembre

per intenderci. Con il rientro dalle vacanze, l’inizio delle scuole ed il caro libri non ci si può aspettare grandi guadagni, anche se una ripresa si registrerà sicuramente a dicembre con l’avvicinarsi del Na-tale. Per quanto riguarda i negozi presenti lungo Corso Garibaldi, la situazione non è delle peggio-ri. Anzi, questi negozi non se la passano male e questo anche grazie alla qualità delle merci offerte. È chiaro che i bei tempi di una volta sono finiti. I dati parlano chiaro. Il nostro reddito è rimasto fermo alle crescite registrate negli

anni ’70 quando le famiglie guada-gnavano in media 1.200.000 lire. Oggi, una famiglia con un reddito

pari a 1.200 euro è in grave difficoltà

a causa dello scarso potere di acquisto. Se prima era possibile acquistare una maglia tutti i giorni adesso non lo è più. Bisogna chiaramente fare una scelta e sicuramente i generi alimentari hanno la priorità; solo dopo vengono le scarpe, le borse e tutti i beni accessori. In base alla mia esperienza in Confeser-centi, ma anche da negoziante, posso affermare che oggi a vivere la crisi sono quelle attività che vendono merce a basso costo. Faccio un esempio: se in un dato negozio una t-shirt costa 29 euro e in un negozio della grande di-stribuzione la paghi 9 euro, quella

stessa t-shirt la puoi trovare tranquillamente in un negozio ci-nese ad un euro. In questi anni ho potuto riscontrare che la clientela ormai prende in considerazione il rapporto qualità-prezzo, ed è vero, è quello che conta. Spetta a noi commercianti far capire al cliente perché un abito, una scar-pa di cuoio o una borsa hanno un determinato prezzo. Oggi si cerca la qualità e questo significa, visto il momento che stiamo vivendo, anche acquistare un solo capo ma con la consapevolezza che durerà nel tempo.”A proposito della concorrenza messa in atto dai due centri com-merciali situati ai due poli della città il presidente di Confesercen-ti non ha dubbi in merito:“Beh, sono sincero…non avrei investito un centesimo

nella grande distribuzione. E ancora una volta sono i numeri a parlare. Benevento è un centro troppo piccolo per due centri commerciali e le promesse di nuovi posti di lavoro per i giovani della città sono state disattese. Quanti ragazzi, dopo il primo contratto di tre mesi sono tornati a casa? Tanti …troppi, rispetto alle promesse fatte.”Altro dato importante per la crisi del commercio in città è quello che vede, per l’acquisto di beni accessori, uno spostamento dei beneventani verso altre province campane. “Spesso – ha notato Alviggi - si è parlato e si parla di un vero e proprio esodo di nostri concittadini verso altre province.E’ vero, molti vanno fuori e

questo in fondo, penso sia per certi versi anche giusto. Se sono interessati a vedere i negozi del centro storico di Caserta ben venga! È certo, però, che anche da noi vengono per fare acquisti dalle altre province e, in alcuni casi, non si tratta di eventi spo-radici. Alcuni sono diventati dei clienti assidui.”Al termine del nostro incontro ho chiesto a Gianluca Alviggi di fare un bilancio sull’attività commer-ciale beneventana. “Malgrado il rammarico per un mancato sviluppo e potenziamento delle attività artigianali - ha detto - il futuro è affrontato con fiducia. Ci saranno ancora momenti difficili per l’economia cittadina, ma sicuramente non bisogna

disperare!”

di Simona Ranaudo

“i bei tempi di una volta sono finiti”

Per il commercio è Profondo RossoQuarantanove ditte cessate in un anno e mezzo, consumi in picchiata e... si guarda al futuro con fiducia

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AttualitàAttualità

Telefono,la truffa corre sul filo

Le associazioni dei consuma-tori sono state riconosciute nel nostro paese solo nel 1998. La sede provinciale di Benevento del Movimento Difesa del Cittadino è nata nel dicembre dell’ormai lontano 1999. Francesco Luongo presiede da nove anni la sede di Benevento, in viale Principe di Napoli. Abbiamo discusso con lui dei disservizi, dei disagi e delle disfunzionalità create dalle varie compagnie telefoniche, tema, purtroppo che coinvolge tutti.

“E’ dal 2003 – ci ha spiegato Luongo - che centinaia di migliaia di utenti della telefonia vengono sistematicamente truffati a causa di chiamate a numeri a paga-mento mai effettuate, attivazione di servizi non richiesti e man-cato rispetto delle tariffe e delle condizioni di abbonamento. Non solo la telefonia fissa ma anche quella mobile riscontra nume-rosi problemi come l’attivazio-ne abusiva di loghi e suonerie oppure la mancata disattivazione di costosissimi servizi in abbo-

namento nonostante le svariate richieste dell’utente. Molto spes-so ad incappare in queste truffe sono giovani e giovanissimi che finiscono con lo spendere cifre enormi senza che i genitori ne comprendano le ragioni. La truffa solitamente si scopre solo dopo molti mesi e tanti euro spesi”.

Sono molte le richieste di aiuto da parte degli utenti sanniti?“Il settore della telefonia è tra i più attivi dell’associazione con almeno 400 richieste di intervento negli ultimi 3 anni in gran parte concentrate nel comparto della telefonia fissa, ma il numero di quelle non denunciate è assai più alto se si pensa che le stime nazionali parlano di circa 1 milio-ne di utenze coinvolte. La truffa che maggiormente ha colpito la nostra provincia è quella dei dialer ovvero programmi pirata che si insinuano nei pc durante la connessione ad internet ricon-figurando il computer in modo da dirottare la telefonata verso i famigerati numeri a pagamento con prefisso 899, 144, ecc.. Al secondo posto tra le truffe più denunciate c’è l’attivazione da parte delle compagnie telefoniche di contratti e servizi mai richiesti dall’utente come linee adsl, mo-dem, apparecchi telefonici, se-

greterie telefoniche ed una marea di opzioni tariffarie a pagamento”.

Quali sono le problematiche riscontrate con Telecom dopo la privatizzazione e la nascita di altri gestori telefonici (quali Tele 2, Infostrada ed altri)?Il mercato delle telecomunicazioni in Italia è una vera e propria giun-gla, in cui, sino ad un paio di anni fa, vigeva la legge del più forte. La cosiddetta liberalizzazione del-la telefonia con la nascita di altri operatori accanto alla Telecom, che resta quello dominante, ha comportato sicuramente una diversificazione dell’offerta, ma i vantaggi per i consumatori in termini di abbassamento delle ta-riffe e qualità dei servizi sono stati davvero scarsi come dimostra ad esempio il costo ancora troppo alto degli sms. Inviare un sms con una Sim prepagata costa in media 13 cen-tesimi, quasi cinque volte quanto si spende in Danimarca (dove si spendono appena 3 centesimi) e quasi il doppio della media euro-pea (7,5 centesimi). I profitti per le compagnie telefoniche sono enormi se pensiamo che nel 2007 il giro d’affari legato ad sms ed mms in Italia ha raggiunto la cifra vertiginosa di 4 miliardi di dollari, di cui gli sms rappresentano oltre il 60%. Per non parlare poi dei servizi all’utenza, con i call center

di Alessandro Caporaso

delle compagnie telefoniche pra-ticamente irraggiungibili ed una assistenza tecnica inesistente. Io stesso sono 3 mesi che non rie-sco a capire come far riparare o sostituire a Benevento il telefono Aladino voip delle Telecom, che ha funzionato solo 2 mesi. Credo proprio che l’unica soluzione sarà citare in giudizio l’azienda. A tutti i disservizi dei consuma-tori rispondiamo con denunce e reclami sino ad avviare procedure di conciliazione paritetica, ormai attive con tutti gli operatori fissi e mobili, per risolvere i casi più controversi evitando al consuma-tore i costi ed i tempi di un giudi-zio che rimane l’extrema ratio.

Canone Telecom, giusto pagar-lo ancora? E perché?La questione è complessa. Dobbiamo premettere che la rete telefonica italiana è stata costru-ita con i soldi dei cittadini ed è passata poi a Telecom Italia con la privatizzazione. L’azienda for-nisce oggi il cosiddetto servizio universale, deve cioè garantire ai cittadini la possibilità di telefo-nare. Il canone, pur scandalosa-mente alto, è il costo che i clienti pagano per la manutenzione della rete. Da anni siamo favorevoli al progetto di separazione della rete dalla azienda, con la creazione di una public company. Quanto alla sua legittimità, dopo le libera-lizzazioni ci sono state alterne pronunce della magistratura, in alcune sentenze è stato ritenuto illegittimo, ma non essendovi an-cora una pronuncia definitiva del-le corte di cassazione l’incertezza permane. Tuttavia, dobbiamo ricordare come sono sempre più numerosi gli operatori alternativi che permettono di abbandonare

la Telecom proponendo offerte senza canone. Infine grazie alla telefonia via internet chiamata Voip è oggi possibile navigare in rete e telefonare senza aver mai posseduto un contratto con Telecom.

E’ vero che in altre città del nostro paese alcuni gestori non fanno pagare il canone Telecom? E se è vero perché a Benevento ancora lo paghiamo pur essendo utenti di un altro gestore? Come dicevo prima dipende dalle diverse offerte degli operatori al-ternativi, alcuni utenti conservano la linea Telecom per le chiamate locali mentre per le interurba-ne scelgono un altro operatore (cosiddetta carrier selection), altri invece utilizzano operatori alternativi solo per la adsl, ed altri ancora utilizzano una compagnia

alternativa per tutti i servizi di te-lefonia risolvendo il contratto con la Telecom ed il conseguente ob-bligo di pagamento del canone.

Per quanto riguarda la telefonia mobile, i costi di ricarica sono stati eliminati, ma alcuni gestori hanno già provveduto ad au-mentare le tariffe o ad aggiun-gere altri servizi a pagamento. È giusto che ciò avvenga o è un abuso?Quella dei costi di ricarica è stata una delle grandi battaglie vinte dalle associazioni dei consu-matori. Miliardi di euro venivano incassati dalle compagnie per una semplicissima operazione. Dal marzo del 2007, con l’entrata in vigore del decreto Bersani, secondo l’Istat gli italiani hanno risparmiato 1,9 miliardi di euro. Tuttavia raggiungere l’obiettivo non è stato facile, basti pensare che fummo costretti a denunciare Wind e Vodafone all’Autorità per le comunicazioni. Quanto agli aumenti effettuati dagli operatori, è bene che il consumatore sappia che di fronte a variazioni tariffa-rie ha sempre il diritto di essere informato con almeno 30 giorni di preavviso e di poter recedere, senza spese, cambiando l’opera-tore. Per quanto attiene i recenti aumenti di Tim e Vodafone, ab-

Centinaia le lamentele registrate dall’associazione in difesa dei consumatori, siti a pagamento, servizi mai richiesti, attivazioni fantasma, ed i ricorsi fioccano

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biamo prodotto denuncia all’Agcom ed all’Antitrust poiché illegittimi ed ingannevoli e per questo sono stati bloccati.

Volendo cambiare gestore telefonico, sia mobile che fisso, mantenendo però lo stesso numero, è possibile che questo avvenga in un lasso di tempo molto lungo?I tempi lunghi della cosiddetta number portability dell’opera-tore mobile è uno dei principali problemi per lo sviluppo di una vera concorrenza nel mercato della telefonia cellulare. L’attesa per passare da un operatore all’atro è in media di 10-15 giorni e proprio a causa delle denunce delle associazioni dei consu-matori l’Agcom è intervenuta. Il provvedimento ha alzato a 12 mila unità la capacità giornaliera di trasferimenti minima prevista per Tim e Vodafone, mentre Wind e Tre, che ricevono un numero di richieste inferiore agli altri due operatori, entro il 10 di ogni mese dovranno inviare all'Agcom una comunicazione con il numero medio di richieste pervenute ed evase. Se l’attesa si prolunga, l’utente potrà inoltrare un reclamo alla compagnia.

Pur pagando regolarmente il canone, alcune zone del beneventano non sono coper-te dalla rete internet veloce, quale ADSL, creando così una disparità sociale. In questo modo tanti utenti, soprattutto della periferia sono costretti ad una navigazione lentissima con

co-sti elevati. È possibile che nel nuovo millennio esista questa disparità tra utenti di diverse zone?Il problema del digital divide è al centro delle nostre preoccupazio-ni per l’immediato futuro. L’Italia delle due velocità rischia di peg-giorare la situazione soprattutto al sud, a causa dei mancati investi-menti sulla rete che tagliano fuori migliaia di persone dai vantaggi economici e culturali del web a tutto vantaggio delle aree metro-politane. Nella nostra provincia non mancano iniziative finalizzate alla diffusione della rete tramite l'utilizzo di sistemi Wi-Fi e Wi-Max in grado di coprire via radio l’intera provincia. Siamo ancora, purtroppo, in una fase proget-tuale. Speriamo che Comune e Provincia di Benevento si dotino quanto prima di queste reti, an-che se al momento non sembra che vi sia un concreto interesse a realizzarle velocemente.

Benevento ancora non è raggiunta dalle fibre ottiche, ovvero un collegamento alla rete internet di ultima genera-zione. Perchè?Da anni denunciamo il sostan-ziale disinteresse della politica per i reali problemi dei cittadini. Non si fa nulla contro il carovita e la trasparenza dei prezzi in città ed in provincia, ne si ascoltano le associazioni dei consumato-ri. A tener banco nelle agende

politiche sannite sono ancora e soltanto gli appalti, i piani urbani-stici, le piattaforme logistiche e le agenzie-carrozzone da utilizzare per fare clientelismo. La prece-dente amministrazione provin-ciale con il presidente Nardone ha fatto molto dal punto di vista della ricerca e dell’innovazione tecnologica con il Marsec e la promozione del wi-fi in provin-cia, concertando strategie ed interventi con le associazioni dei consumatori, speriamo che anche il nuovo presidente Cimitile prosegua su questa strada.

I gestori locali, quali Campania-com, possono competere con quelli nazionali mantenendo tariffe più competitive a parità di servizi?Apprezziamo la nascita di ope-ratori locali come la T@T Group Broadband Company, titolare del marchio Campaniacom, che pos-sono essere validi interlocutori ed attori nel processo di innovazione territoriale delle TLC garantendo una maggiore presenza sul terri-torio e vicinanza ai clienti, tuttavia le associazioni dei consumatori, oltre le tariffe, valutano le garan-zie e la qualità del servizio offerto ai clienti. Attualmente il non aver concordato con le associazioni la carta del servizio obbligatoria, neppure pubblicata sul sito, e la mancata stipula di un protocollo per le procedure di conciliazio-ne paritetica con i consumatori insoddisfatti, rappresentano per Campaniacom un gap che ne impedisce il confronto con gli altri operatori. Per quel che ci riguarda siamo sempre disponibili ad un confronto nell’interesse dell’utenza.

di Eleonora Mastromarino

Maurizio Zamparini è stato più vol-te ringraziato dagli ammi-nistratori co-munali e dai rappresen-tanti di quasi tutte le forze politiche lo-cali, per aver

scelto Benevento come sede di un consistente investimento che avrebbe dovuto procurare non pochi vantaggi alla città ed ai suoi abitanti. Difatti l’Ipermercato “I Sanniti”avrebbe dovuto far “guadagnare” ai beneventani: un parco fluviale, un parco arche-ologico, una strada di collega-mento tra la Rotonda dei Pentri e via Valfortore, l’eliminazione dei passaggi a livello sempre in via Valfortore, ma soprattutto sviluppo economico e nuovi posti di lavoro. A distanza di due anni dall’apertura di quel centro com-merciale, nessuno di tali vantaggi può essere di fatto riscontrato in città. Ciò non vuol dire, però, che l’in-vestimento de “I Sanniti” non ab-bia dato i suoi frutti, almeno per ciò che riguarda il friulano artefice di tale iniziativa. È sufficiente dare una occhiata alle operazioni

immobiliari, di vendita, leasing e fitto fatte dall’imprenditore per rendersi conto di come, per Zamparini quello beneventano sia stato un ottimo “affare”.Come noto il 21 novembre 2005, egli ha venduto tutti i beni relativi al Centro Commerciale a due società finanziarie, la Locat SPA e la Selmabipiemme Leasing SPA. Il proprietario del Palermo Calcio, però, rimane utilizzatore dei beni grazie alla stipula, nella stessa data, di un contratto di leasing con le due società. Tale accordo prevede che a seguito

del pagamento di 48,3 milioni di euro, attraverso una maxi rata iniziale di 20,4 milioni di euro e 10 rate annuali da 3,1 milioni di euro, Zamparini ritorni proprietario del centro commerciale. L’imprenditore, in quanto utilizza-tore, fitta a sua volta gli ambienti dell’Ipermercato a 50 commer-cianti sanniti, per un totale di 2,29 milioni di euro, ed all’Ipercoop, per la somma di 1,04 milioni di euro. Dunque con i loro 3,3 mi-lioni di euro annui, commercianti locali e Ipercoop pagano intera-mente la rata annuale del leasing

I conti in tasca a ZampariniAttraverso operazioni ben studiate, l’imprenditore con un minimo investimento potrà acquisire 100 mila metri quadrati di terreno, un centro commerciale di due piani, parcheggi e strade

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Si dice che, di solito, le idee mi-gliori sono quelle semplici. Ed in effetti spesso ciò che maggior-mente attrae della genialità è quasi per contrasto, l’apparente ovvietà di soluzioni a cui nessuno aveva mai pensato prima. Ecco perché, anche dal punto di vista lessicale, abitualmente si parla di illumina-zione per indicare quel pensiero nascosto che d’improvviso viene rivelato dalla evidenza di una luce che sgombra la nebbia. Mi sono per- so in questa con-s ideraz io-ne quando nel corso di un incontro, della Rete Arcobaleno di Bene-vento, han-no illustrato l ’or ig inale utilizzo al-ternativo del-le vecchie cassette in legno per la frutta. Cas-sette che restituiscono una forte sensazione romantica. In questo mondo affogato nella plastica, le cassette in fasce di legno resi-stono. Immutabili. Guardandole sembrano quasi usci-te fuori da un film di Fellini, uno di quelli dove si racconta la semplice Italia del dopoguerra. Di quel periodo, di quella Italia, conservano il clima, l’essenza.

L’idea originale della rete di ecosolidarietà è utilizzare le cassette per la frutta, che i negozianti

dimettono, per farne dei colorati raccoglitori di rifiuti per la raccolta differenziata. Le cassette vengono dipinte con degli smalti ad acqua e, attraverso un piccolo accorgi-mento tecnico,

possono ospitare un sac-chetto per la raccolta. Oltre alla ut i l i tà d e -rivan-t e

d a l

fatto di dare una nuova funzione a degli oggetti che invece andreb-bero in discarica, la soluzione per-mette di creare, dal punto di vista estetico, delle divertenti e vivaci composizioni per il balcone. Le cassette possono essere impilate per risparmiare spazio e possono

fungere da affascinanti porta vasi per ospitare fiori o

prodotti da orto. A rendere ancor più meritoria l’iniziativa è che parte dell’incasso per l’acquisto delle cassette colorate vie-

ne devoluto all’associazione “E’ più bello insieme”, che si

occupa della loro realizzazio-n e . La Rete Arcobaleno

sostiene inoltre chiunque voglia produrle auto-

nomamente, o farle pro-durre da al-tre coope-

rative sociali dove lavora-no persone svantaggiate,

fornendo con-sigli sulla loro realizzazione.

Per quanti vo-gliano cimentarsi occorre solo una vecchia cassetta della frutta di legno e un

po’ di colore, c’è qualcosa di più semplice?

Cassette Arcobaleno, le idee migliori spesso sono sempliciVecchi contenitori per la frutta in legno, colorati e riutilizzati in diversi modi, tutti originali ed ecologici

benevento ecosolidale - iniziativeche consentirà a Zamparini di ritornare proprietario del centro commerciale. A queste condizioni, in 10 anni il noto imprenditore avrà incassato 11,57 milioni di euro dall’Iper-coop e 22.98 milioni di euro dai commercianti locali, per un totale di 34,56 milioni di euro, solamen-te dall’affitto dei locali del centro commerciale.A tale somma vanno però ag-giunti i significativi sgravi fiscali che Zamparini otterrà grazie al contratto di leasing. Infatti, non tutti sanno che questo genere di accordo economico consente di risparmiare in termini fiscali il 33% della intera cifra del leasing, nel caso del friulano su 48,3 milioni di euro, egli recupererà dalle tasse non versate altri 15,94 milioni di euro.Quest’ultima cifra, sommata al ri-cavato degli affitti (15,94 + 34,56) fa lievitare le entrate dell’impren-ditore a 50,51 milioni di euro. Pur sottraendo a questi i 48,3 milioni di euro del leasing da restituire alle due società, Zamparini avrà comunque guadagnato dalla sola operazione finanziaria di vendita e riacquisto del Centro Commer-ciale, 2,18 milioni di euro.Va infine segnalato che i 15,94 milioni di euro appena descritti non sono gli unici che Zam-

parini ha ottenuto dal fisco. Infatti secondo quanto riportato dal Corriere della Sera del 18 gennaio 2007, l’imprenditore ha usufruito anche di un credito di imposta (ossia di un’ulteriore sgravio fiscale) pari a 28,8 milioni di euro per investimenti fatti nel 2002 in zone svantaggiate, quali Afragola e Benevento. Dunque per la creazione de “I Sanniti” egli ha ottenuto dal fisco 14,4 milioni di euro, ai quali vanno sommati i 31,8 milioni di euro ricavati della vendita dei beni alle due società finanziarie e i 2,18 milioni frutto dell’operazione di leasing. Ne deriva che le entrate dell’impren-ditore ammontano ad un totale di 47,38 milioni di euro.Dall’altro lato, le spese per la realizzazione del centro commer-ciale, da quanto dichiarato dallo stesso Zamparini nel ricorso al TAR di Salerno del settembre 2006, assommano a 57,9 milioni

di euro.Sottraendo alle spese, 57,9, le entrate, 47,38, ne deriva che la realizzazione de “I Sanniti” sarebbe costata a Zamparini 10,6 milioni di euro. Fino ad ora, però, non abbiamo mai tenuto in considerazione il “Mandi”, ossia il negozio di mobili di proprietà del figlio dell’imprenditore, anch’esso presente all’interno del centro commerciale sannita. Infatti nel ricorso al TAR di Salerno si legge, inoltre, che tale attività commer-ciale versa alla ditta individuale Zamparini Maurizio, ora trasfor-mata in Becom srl, un fitto di 1 milione di euro annui, per un totale di 10 milioni di euro nel decennio.Calcolando anche questa entrata, che seppure non dovesse risulta-re realmente incassata rappre-senta in ogni caso un utile per la famiglia Zamparini, ne deriva un dato molto significativo, ossia che l’ammontare totale delle spe-se sostenute dall’ imprenditore per l’investimento beneventano è di appena 600.000 euro.Ciò vuol dire che a dieci anni dalla stipulazione del contratto di leasing, con un investimento irri-sorio, Zamparini sarà proprietario di 100.000 mq di terreno, di un centro commerciale di due piani, dei parcheggi, delle strade e di tutto ciò che è connesso al centro commerciale.Non c’è che dire, per Zamparini quello de “I San-niti” è stato sicu-ramente un buon investimento!

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“Il movimento scout è una fratellanza mondiale, una progressione personale che inizia fin da bambini con l’entrata nel gruppo. E’ una promessa, una filosofia di vita che ti accompagna costantemente”.

Lo definisce così Mariarosaria Follo, una dei

capigruppo della sezione scout

A.G.eS.C.I (Associazione Guide e

Scout Cattolici Italiani) di Benevento

4. Abbiamo incontrato questa sorta di eterni Peter Pan nella sede di Pacevecchia, una grande sala messa a loro disposizione dal parroco del quartiere. Quando arriviamo sono lì fuori a definire con alcune mamme gli ultimi dettagli del prossimo campo. Entriamo per ripararci da un vento tanto freddo quanto insolito per una serata di luglio. Alle pareti grandi cartelloni

con disegni fatti dai “lupetti”, preghiere scout e numerose foto raffiguranti i diversi campi, qualche sedia e una scrivania: è lì che inizia la nostra chiacchierata. “Lo scoutismo fu fondato nel 1907 da Robert Smith Baden-Powell – esordisce Maurizio Rescigno – il quale, conosciuti gli orrori della Grande Guerra, sentì l’esigenza di un’educazione alla pace delle nuove generazioni. Venne inizialmente concepito come un modo per unire giovani di popoli ed estrazioni diverse ed è diventato in poco tempo un fenomeno mondiale. Dagli anni novanta in poi infatti è radicato in quasi tutte le nazioni, ad eccezione di quelle in cui vige ancora il regime totalitario”. A Benevento la prima traccia del fenomeno risale al 1946, da allora si è sviluppato in misura sempre maggiore tanto da dividersi in diverse associazioni, che tuttavia convivono senza rivalità. “Il punto cruciale su cui si basa

lo scoutismo è la fratellanza - chiarisce Antonio Iannò – al di là della sana competizione gli scout sono tutti fratelli tanto che esiste un’unica federazione italiana dello scoutismo. Il nostro gruppo conta circa 200 membri divisi in branche a capo delle quali c’è sempre un uomo ed una donna, perché nello scoutismo vige la parità di diritti”. I ragazzi sono divisi per fasce di età in tre branche : Lupetti e Coccinelle che vanno dagli 8 ai 12 anni; Esploratori e Guide che comprendono giovani dai 12 ai 15 anni. Dopo un anno di noviziato si entra nella branca dei Rovers e Scolte, dai 16 ai 20 anni. “Il principio cardine a cui ci ispiriamo – spiega Sergio Prozzo – è la crescita sui quattro fronti dell’essere umano che sono incarnati dai personaggi del Libro delle Giungla: Achela che impersona la formazione del carattere; Bagheera che raffigura salute e forza fisica; Kà che esprime la manualità ed infine Balù che simboleggia la crescita spirituale”. Tuttavia si può entrare a far parte degli scout anche in un’età più adulta, senza percorrere tutte le tappe di formazione. “Personalmente ho iniziato a 24 anni – chiarisce con spontaneità Mariarosaria Follo – spinta da un senso di partecipazione al volontariato, per conoscere meglio la natura e l’ambiente che mi hanno interessato fin da piccola, anche se l’approccio con lo scoutismo non è stato dei migliori: partecipai

alla giornata ecologica, dovemmo pulire una scuola in pessime condizioni!” La quota di iscrizione al gruppo scout costa intorno ai 35 Euro l’anno per la copertura assicurativa e 3 – 5 euro mensili che servono a coprire costi di bollette, cartelloni ed altri materiali usati durante i campi e le riunioni. “Siamo fortunati – ha commentato Antonio Iannò – perché i parroci di Pacevecchia e del Rione Ferrovia ci hanno messo a disposizione le sale parrocchiali; inoltre possiamo contare sul sostegno dei genitori dei nostri piccoli scout”. Diverse le “missioni” che vengono organizzate durante l’anno; ogni campo ha una sua ambientazione ed un tema che è il filo conduttore di tutte le attività svolte. Quelle più comuni sono la realizzazione di piccoli gioielli, costruzione di armi, lavorazione del cuoio oltre che imparare alcune tecniche di primo soccorso, di bottega e cucina. “Solitamente – ha chiarito Sergio Prozzo – facciamo una uscita al mese. I Lupetti trascorrono fuori solo una giornata, avendo sempre un punto di appoggio al coperto come scuole o conventi,

mentre con gli scout più adulti organizziamo bivacchi di due, tre giorni che possono diventare anche cinque. Quando andiamo via da un posto che ci ha ospitati noi scout lasciamo due cose: “Niente e Grazie”. I ricordi e le esperienze vissute durante queste avventure restano per sempre e danno vita ad una serie di aneddoti ed episodi che ognuno dei capigruppo ci racconta con simpatia: dalle serate passate a chiacchierare intorno al fuoco alla paura di perdersi nei boschi che ancora non si conoscono bene. Tutto questo crea un senso di associazionismo e complicità raro per persone così diverse tra loro. Sì perchè i capigruppo che abbiamo incontrato svolgono professioni diverse ed anche molto impegnative. “Non è facile conciliare gli impegni che

il gruppo scout comporta con quelli della nostra vita privata e lavorativa – commentano tutti concordi –. Solitamente ci incontriamo tre volte a settimana ma, in circostanze particolari come l’organizzazione di un campo ci vediamo qui anche cinque sere su sette…vi lasciamo immaginare le reazioni di mogli, mariti e compagni!”

Parola di lupettoGli scout in città esistono dal lontano 1946. Oggi contano ben quattro associazioni e oltre 200 iscritti

Società

Il movimento scoutLa parola scout significa, in in-glese, esploratore. Lo scautismo (o scoutismo) è un movimento educativo per i giovani fondato sul volontariato, ha carattere non partitico, ed è aperto a tutti senza distinzione di origine, di etnia né di credenza religiosa. Robert Baden-Powell, che gli scout chia-mano semplicemente B.-P, fondò il movimento scout nel 1907 in Inghilterra. Il primo gruppo scout organizzato da Baden-Powell era formato da venti ragazzi inglesi. E’ a loro che si deve il primo campo scout del mondo, che si svolse nell'isola di Brownsea, nel-la baia di Poole, sulla Manica. Ini-zialmente lo scautismo fu rivolto solo ai ragazzi maschi. Nel 1910 Baden-Powell fondò ufficialmente l'Associazione delle Girl Guides ed il movimento parallelo del 'Guidismo'. Da allora il termine “boy scout” è pian piano caduto in disuso a vantaggio del più bre-ve ed unisex “scout”. Il termine vuole far pensare a delle persone in grado di cavarsela da soli nelle situazioni più svariate. Persone organizzate ed attrezzate, sia interiormente che esteriormente, ad ogni evenienza.Lo scautismo è caratterizzato da un metodo educativo ed un codice comportamentale non formale, il cui fine ultimo è di dare la possibilità ai giovani di diven-tare "buoni cittadini", respon-sabilmente impegnati nella vita del loro paese e predisposti ad essere futuri "cittadini del mondo" volenterosi di migliorare la propria società e sostenitori convinti della fratellanza tra i popoli.Robert Baden-Powell nei suoi scritti ha elencato i quattro punti fondamentali del sistema educativo scout: formazione del carattere, abilità manuale, servizio al prossimo, salute e forza fisica.

di Alessia Tretola

Il fondatore del movimento scout Robert Baden-Powell

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Internet

http://www.latrappola.al-tervista.org

di Alessandro Paolo Lombardo

Senza alcun dubbio il video realizzato da Scheg-gia160181 ed inserito nel grande contenitore di “video fai da te” di Youtube, dal punto di vista tecnico non è un granchè. Si tratta di immagini che si alternano, cadenzate da una voce metallica che parla su una base ritmica monotona, tipicamente da discoteca. Certamente però il lavoro ha il merito di proporre in chiave ironica, un quadro dissacrante della gioventù sannita. “Andiamo a farci un cornetto da Pesce di Zucchero” è una frase che fa sorridere

per il sottile corto circuito generato tra il pensiero caldo e avvolgente dei cor-

netti più rinomati di Beneven-

to e la voce fredda e metallica del simulatore vocale cui spetta di snocciolare luoghi comuni e luoghi fisici della terra ove cadde Manfredi. Benevento is burning, questo il titolo del video, è un ritratto irrive-rente del beneventano tipico. Il lavoro è stato ispirato da un analogo clip realiz-zato da un certo “Il Deboscio” con titolo “Milano is burning”, dedicato alla gioventù milanese (anch’es-so visionabile su You Tube). Il video del Deboscio ha riscosso grande curiosità, facendo registrare circa duecentomila accessi e scatenando una vera e propria moda: in breve tempo sono comparsi anche “Avellino is burning”, “Montecalvo Irpino is burning”, e giorno dopo giorno la lista delle località “is bur-ning” si allunga. La qualità di questi clip proseliti è in tutti alquanto scadente e si fatica a capire la voce computerizzata, sovrastata dalla musica (la stessa

del prototipo milanese).Il video sul beneventano tipico (dura solo 2 minuti e 34 secondi) non si sottrae a queste limitazioni tecniche ma, come i suoi predecessori, ha avuto la sua buona dose di consensi (è stato visto oltre 6 mila volte) e commenti (ad oggi più di settanta). Proprio menzionando i commenti è possibile riper-correre i tratti salienti dell’immagine della gioventù nostrana proposta. “LeLapinAgile”, ad esempio scrive: “Pesc' è Suc-cher esporta i tuoi cornetti a Bologna! Primo punto fermo della beneventanità. La Mecca di innumere-voli generazioni di studenti abbisognosi di calorie mattutine. “Beneventano85” invece ha qualcosa da ridire su un’affermazione del clip restituisce al mittente un rigurgito snob: “Abito al viale Mellu-si: non me la faccio con quelli delle palazzine” - si afferma nel video -. La risposta via commento è immediata: “Io abito alle palazzine...non me la faccio al viale mellusi!”.Il beneventano tipico, si dice nel video, ha studiato al liceo Classico e ora frequenta la facoltà di giurisprudenza (la frequenterà ancora per molto dato che la voce computerizzata pronun-cia “mi manca qualche esame” mentre sullo schermo compaiono pile mastodontiche di libri!). La sera non sa che fare, ma la soluzione è sempre la stessa: “che palle: andiamo sempre a piazzetta Vari. Che facciamo stasera? Non lo so, andiamo a piaz-zetta Vari”. Si alza a mezzogiorno, va in palestra, si fa le foto a torso nudo con il cellulare e poi le mette su Messenger (da notare: la voce pronuncia “dorso” nudo: forse l’autore del video non ha fatto il liceo clas-sico, o se l’ha frequentato non ha riportato buoni risultati…).La maggior parte dei com-menti ribadisce la veridicità del dissacrante ritratto (es: “Salvietta 87” scrive: “è troppo forte!..e soprattut-to è vero! specialmente quando parla di piazzetta Vari..! ohohoh..! e ve lo dice una che a benevento ci sta solo da 2 anni per studià!”), oppure shin-chan88pd: “Fino alle foto a torso nudo messe su msn... pratikamente avet de- scritto la mia vita!”; ma non mancano consigli per eventuali aggiunte: “Ti sei dimenticato: il lunedì andiamo al torre village e mi sono comprato la mini cooper astroblack” (questo è “Karotto85”).“RACSPORT” tocca toni quasi lirici con l’accorato

rimpianto della movida beneventana: “aspetta-vo sto video sulla mia città che adoro, sono lontana ma i cornetti di pesce di zucchero

mi mancano e mi manca pure piazzetta Vari.... è un rito

andarci in quella piazza, è il cuore pulsante della movida beneventana e

menomale che c’è, ma non hai nominato intrugli e miscugli, Piano di Corte, lo Smile, il Piper e il Siri-us… ciao da Bologna”.Alla fine, citiamo una riflessione seriosa, quella che potrebbe essere la nota amara. Commento di ”ae-clanensis”: “Questo video rispecchia la realtà provi-ciale di una bellissima città che viene rovinata dalla gente che pensa solo a farsi vedere con le cose firmate”. Una parte del lavoro di “scheggia160181”, infatti, è occupata da frasi come: “mi metto la maglia Baci e Abbracci, compro il jeans Dolce e Gabbana su Ebay, andiamo a ballare, il venerdì al

tavolo, il sabato al privé. Andiamo al Capriccio, mi prendo un mohijto…”.Andy Warhol disse qualcosa che potrebbe vestire bene per l’occasione, in piena con-sonanza con i contenuti ambigui della sua arte, affermò: “Comprare è più americano di pensare”. Sarà vero anche per il beneventa-no tipico?

Benevento is burningIl beneventano tipico su Youtube

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Si chiamano Ag1, Estro e Shark. A menzionarli senza sapere cosa fanno e tutto il resto, la pri-ma cosa che ti viene in mente è che ti abbiano presentato tre personaggi delle Guerre stellari. In realtà Ag1, Estro e Shark sono tre ragazzi di Benevento che suonano musica rap. Un genere di musica parlata, nata negli Stati Uniti negli anni settanta, nelle comunità afroamericane. Il rap ha sin dalla sua nascita una motivazione sociale. Attraverso questi discorsi musicati, si riusciva in parte, a imporre tematiche avvertite dalle fasce più deboli della popolazione. Pro-porre musica rap a Benevento non dev’essere

stato facile, per il genere di musica e per l’abituale diffidenza al nuovo di una realtà provinciale. Ci han-no provato Angelo Ruggiero (Ag1), Giovanni Di Dio (Estro) e Fabio Fallarino (Shark). Insieme formano “ La Trappola”. Il gruppo rap di Benevento nasce concretamente nell'anno 2001.

Il primo pezzo del trio, "Benevento", canzone rap di denuncia sul modo di gestire la propria città da parte di chi di dovere, grazie anche ad un ritornello martellante ha avuto subito l’apprezzamento di molti giovani. La presenza del gruppo è ormai richiesta in molte manifestazioni musicali. E alcuni versi del loro primo “pezzo” divennero un vero e proprio slogan.

Forti di questo apprezzamento, spinti dalla voglia di proseguire nel percorso musicale avviato, i tre rapper decisero di continuare il loro progetto, nac-quero così i brani: “Solo” e “Amò t'amo mò”, scritte da Estro e musicate da Ag1. La ricerca musicale della Trappola mira a realizzare uno stile innovativo,

un modo di far rap mai valutato, unendo musicalità nuove, ottenute con il supporto di registrazioni dal vivo di chitarre, bassi elettrici ed altro, e un originale modo di affrontare la scrittura di testi.

A tre anni dalla nascita del gruppo, "La Trappola" incide il suo primo album, frutto di tre anni di espe-rienze live. Il lavoro, autoprodotto, viene intitolato "Il Nucleo". Il disco nonostante sia venduto a mano

Spettacoli Musica

Breve storia del rapIl rap (letteralmente "chiacchiera") è uno stile musicale sorto negli Stati Uniti a metà degli anni settanta, e diventato parte di spicco della cultura moderna. Il termine è stato inventato dal cantante di colore Joe Tex. Il rap è la componente vocale della musica hip hop e consiste essenzialmente nel "parlare" seguendo un certo ritmo. La musica rap è parte integrante della cultura hip hop che ha preso piede presso la comunità afroamericana di New York nei primi anni settanta.

Tipicamente il rap consiste in una sequenza di versi molto ritmati, incentrati su tecniche come rime baciate, assonanze ed allitterazioni. Chi scandisce tali versi, cioè il rapper, lo fa su una successione di note dette "beat". I testi delle canzoni affrontano perlopiù tematiche a sfondo sociale.

A partire dai primi anni novanta l'hip hop ha avuto molto successo, entrando a far parte di molte classifiche musicali di varie nazioni ed oggi è diffuso in tutto il mondo, in vari stili. Sebbene questo genere musicale abbia varcato i confini delle produzioni underground per diventare di forte successo commerciale con artisti come 2pac, The Notorious B.I.G., Eminem, 50 Cent, Snoop Dogg e Jay-Z per citarne alcuni, negli Stati Uniti rimane vasta e fortissima la presenza di produzioni indipendenti. Ciò dimostra come il rap sia sì un fenomeno musicale, ma soprattutto una componente di una cultura oramai radicata all'interno del territorio statunitense. Questo genere si divide in varie correnti, tra cui il gangsta rap, il christian hip hop, il g-funk e l'hardcore hip hop, ed altri sottogeneri ancora.

Rap made in SannioAg1, Estro e Shark sono “La Trappola”, gruppo di Benevento che fa musica parlata

dai componenti del gruppo e amici dei rapper e nonostante sia disponibile solo da pochissimi rivenditori, riscuote un discreto successo. Dopo il lavoro discografico “La Trappola” moltiplica i suoi live, iniziando a suonare in diversi locali campani e arrivando ad esibirsi anche a Cancello Arnone, nel 2003, alla presenza di oltre 5 mila presenze, e poi a Cremona, Pescara e Reggio Calabria.

Oggi "La Trappola" ha pronto il suo secondo cd: la“Luna Viola”. Il nuovo album raccoglie canzoni caratterizzate da un rap più maturo. Il percorso dei tre rapper sanniti continua, approfondendo un genere musicale nato in America ma che nel Sannio approda grazie alla passione ed al temperamento di questi tre interpreti nostrani.

http://www.latrappola.altervista.org

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Intervista Intervista

di Celestino Reale

Gennaro Sapio è il capitano della Canottieri Napoli, la storica com-pagine partenopea dalla grande tradizione sportiva nella palla-nuoto. Di trasferirsi a Benevento, fino a qualche tempo fa, non ci pensava proprio. Napoletano doc, la piccola provincia sannita non la conosceva per nulla. Ma, come si dice… le vie dell’amore

sono infinite! Oggi vive e lavora stabilmente a Benevento. Cosa è successo? Si è innamorato.

Gennaro, come mai ti sei tra-sferito a Benevento?“Mi sono trasferito qui per amore perché mia moglie, con la quale sono sposato da due anni, è be-neventana e quindi ho deciso di seguirla e mettere su famiglia”.

Come vi siete conosciuti?“Ci siamo conosciuti sui banchi dell’università a Napoli. Oltre ad essere un pallanuotista sono

anche un odontoiatra e specia-lista in ortodonzia e, quando il nostro rapporto si è consolidato ho deciso di trasferirmi ed aprire uno studio qui, anche se continuo a lavorare anche in quello di Napoli”. Come ti trovi a Benevento, ci sono differenze con il capoluo-go partenopeo?“Mi trovo molto bene. Proprio in questo periodo, infatti, sto valu-tando e meditando la possibilità di abbandonare definitivamente Napoli e trasferirmi qui in pianta stabile. Ciò che più distingue le due cittadine è la vivibilità, qui è tutto a misura d’uomo, Napoli è molto caotica.”

Si parlava di famiglia, figli in arrivo?“Si, alla fine di settembre io e mia

Gennaro Sapio, il capitano della Canottieri Napoli “a Benevento per amore”

Il Circolo Canottieri Napoli è uno dei più prestigiosi circoli nautici italiani. Gli sport praticati da oltre tremila iscritti sono: Bridge; Canot-taggio; Motonautica;

Nuoto; Pallanuoto; Salvamento; Tennis; Triathlon; Vela. La sede del sodalizio si trova proprio nel centro della città, all’interno del porticciolo del Molosiglio, nella zona di Santa Lucia, dove sorge la piscina sociale. La piscina in cui si allena la squadra di cate-goria è invece sita a Ponticelli, in Via Ulisse Prota Giurleo n. 3 (tel. 081/5616320).

Fra le tante affermazioni raccolte dal circolo e dai suoi atleti si possono annoverare:

4 Titoli Europei, 1 Titolo •Olimpico, 1 Argento Olim-pico e 2 Bronzi Olimpici, 1 medaglia d’argento ai mon-diali, oltre 200 titoli italiani assoluti nel Nuoto;2 Titoli Olimpici, 1 Mondiale •e 6 Titoli Europei nel Canot-taggio;numerosi Titoli Nazionali e •Europei nella Vela;9 Scudetti, 1 Coppa Italia ed •1 Coppa dei Campioni nella Pallanuoto, sport nel quale i rappresentanti del circolo selezionati per la squa-dra azzurra hanno anche contribuito alla vittoria di titolo europei, mondiali ed olimpici.

La squadra di Pallanuoto - per anni protagonista in massima divisione di appassionanti duelli coi rivali del Posillipo - ora si trova in A2.

Circolo Canottieri Napoli

moglie avremo una bambina e, ricollegandomi a quanto detto prima, mi sento più sicuro sa-pendo che crescerà a Benevento piuttosto che a Napoli”.

E il tuo ruolo di sportivo? Come porti avanti l’impegno con la Canottieri?“Torno spesso, per allenarmi, per giocare. Faccio continuamente avanti e dietro. Non è semplice, né comodo ma fino a quando posso porterò avanto l’impegno”.

Quando hai iniziato a giocare a pallanuoto?“La mia prima esperienza è avve-nuta a dieci anni, adesso ne ho trentaquattro e non la ho ancora lasciata, e dire che all’inizio avevo paura dell’acqua”.

Diventare un calciatore è il so-gno di molti bambini, come mai ti sei avvicinato a questo sport e non al calcio?“Diciamo che ho seguito le orme di mio fratello che ha iniziato prima di me, poi lui ha smesso ed io mi sono appassionato alla pallanuoto. Questo sport mi ha anche permesso di comparire nel film “Palombella rossa” con Nanni Moretti nel 1989”.

Che parte avevi?“Recitavo la parte di un ragazzino

che viene integrato nella squadra di Moretti per un viaggio premio e ne diventa un giocatore a tutti gli effetti”. In quali squadre hai giocato?“Ho iniziato nel Vomero Rari Nantes dove sono rimasto per sette anni, poi mi sono trasferito a Caserta e lì ho giocato per due anni nell’Assonuoto. Finita l’espe-rienza casertana sono ritornato a Napoli, più precisamente al Circolo Nautico Posillipo, dove mi sono tolto molte soddisfazioni vincendo due campionati italiani. In seguito ho fatto la spola tra Rari Nantes Napoli e Canottieri Napoli”.

Cosa ti aspetti dalla stagione che sta per iniziare?“L’anno scorso siamo arrivati alle finali playoff per la serie A1 perdendole con Civitavecchia. Questa stagione spero che la squadra possa ripetersi disputan-do nuovamente i playoff”.

Hai mai valutato la possibilità di avviare l’attività di pallanuoto anche qui, a Benevento?“In molti me lo hanno proposto, vedremo. In futuro, quando avrò meno impegni, probabilmente ci farò un pensierino”.

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LibriCinema

I libri che mi hanno cambiato la vita

Fausto D’Argenio e la cultura come

ortopedia mentale

LA SOLITUDINE DEL MANAGER Manuel Vazquez Montalben

A QUATTRO MANI Paco Ignacio Taibo II

L’INSOSTENIBILE LEGGE-REZZA DELL’ESSERE Milan Kundera

COWGIRL:IL NUOVO SESSO Tom Robbins

NESSUNA NOTIZIA DI GURB Eduardo Mendoza

IL RITRATTO DI DORIAN GRAY Oscar Wilde

HOLLYWOOD, HOLLYWOOD Charles Bukowsky

ILONA ARRIVA CON LA PIOGGIA Alvaro Mutis

AUTOSOLE Carlo Lucarelli

CHIEDI ALLA POLVERE John Fante

IL GIOVANE HOLDEN J. D. Salinger

LA CONCESSIONE DEL TELEFONO Andrea Camilleri

TRILOGIA DELL’ALLIGATORE Massimo Carlotto

“Ho l’abitudine di accendere il camino con i libri più deter-minanti. I più determinanti sono i più colpevoli. Saranno senz’altro riusciti a ingannare qualcuno” (Manuel Vazquez Montalban)

A mio avviso non esiste libro al mondo che possa cambiare la vita di qualcuno.E’ molto più probabile, al contrario, che qualcuno ab-bia, nel corso della propria vita, cambiato libro.E sempre citando Montalbano credo che ciò che molti definiscono cultura sia, in realtà, ortopedia mentale o letteraria.Un libro è un amico, una cosa rara e cara che ci tiene compagnia, che ci aiuta a riflettere o ci evita l’ingrato compito di pensare. A volte ci diverte, altre ci commuo-ve.Bisogna essere fortunati nell’incontro con un libro. Come scriveva Pessoa “Ogni cosa ha il suo tempo a suo tempo”. Insomma, come la vita, si tratta sempre de “l’arte dell’in-contro”.

Gli amici che più spesso mi hanno tenuto compa-gnia mostrandomi, a volte, un nuovo modo di vedere e intendere la vita, sono gli autori dei titoli riportati in questa hit parade più formale che sostanziale ma, come credo, non si può racchiudere un’idea in poche pagine.La disincantata e talvolta cinica visione della realtà di Pepe Carvalho, l’irriverente prosa di Tom Robbins, la poesia di Milan Kundera, la sagacia di Oscar Wilde, la malinconia di Salinger, la sfacciata ironia di Bukowsky, l’affascinante Ilona di Mutis, la tenera crudezza di Carlot-to, la capacità affabulatrice di Camilleri, la lucida e spietata indagine dell’animo umano di Lucarelli, la divertente avven-tura di Gurb, novello E.T. nella frenetica società contempo-ranea, le aspettative e i sogni di un giovane scrittore, il Messico e la vita con le proprie contraddizioni: questo e tant’altro nei titoli di fianco riportati.

Ho 53 anni e da circa 30 insegno Educazione Fisica senza partico-lari entusiasmi. Mi piace viaggia-re, nei limiti di quanto posso per-mettermi, leggere e vedere film: in genere preferisco tutto ciò che non sia eccessivamente “pesan-te” nel tentativo di sottrarmi, al-meno per pochi attimi, alla gravità della vita.

Nella foto in alto: Fausto D’Argenio con la donna della sua vita, la figlia Simona

“I libri della mia vita”, rubrica che ospita a turno gli esponenti della società beneventana, è curata della Libreria Masone Alisei Edizioni - [email protected]

WALL•E di Andrew Stanton La Pixar ormai è una casa mito. Nel mondo dell’animazione è riuscita ad imporre la sua straordina-ria innovazione. Il fatto è che riesce sempre a stupire con la qualità tecnica dei suoi cartoni animati realizzati al computer. Una qualità che spesso si unisce al coraggio espresso in fase di sperimen-tazione narrativa. Questa volta si inventano la storia di un robot-spazzino incaricato di ripulire la Terra ormai distrutta dall’inquinamento e abbandonata dal genere umano. Il nuovo protagonista si chiama WALL•E è c’è da scommerci che diventerà il nuovo idolo del marketing mondiale dedicato ai cartoon. Ma il film sarà apprezzato anche dal pubblico meno giovane per le deliziose sequenze comiche.

The Hurt Locker di Kathryn Bigelow“Hurt Locker”, l’armadio del dolore, letteralmente è la tuta che indossano gli artificieri quando si avvicinano ad un ordigno esplosivo per disinnescarlo. Il film di Kathryn Bigelow, che torna a diri-gere un lungometraggio a sei anni di distanza da suo ultimo “K-19”, racconta la vita degli artificieri della squadra Charlie in servizio in Iraq nel 2008. I ragazzi della truppa sono sempre a contatto col pericolo, ma ognuno di loro reagisce in maniera diversa davanti alla paura. Sono persone che han-no scelto una vita al limite perché in patria non ne avevano un’altra. La pellicola ha ricevuto molti elogi al recente Festival di Venezia 2008.

L’Arca di Noèdi Juan Pablo BuscariniQuesta storia animata de L’Arca di Noe, che riceverà sicuramente l’apprezzamento dei bambini, è stata prodotta in Argentina. Si tratta di un lavoro comico basato sul mito del viaggio dell’arca. Un viaggio avviato con tutti i buoni auspici ma presto la convivenza a bordo, fra i vari animali protago-nisti, diventerà sempre più complicata.

Mamma Mia!di Phyllida Lloyd Donna (Streep) è una madre single e indipendente, che ha cresciuto da sola la vivace figlia Sophie, (Amanda Seyfried), ormai prossima alle nozze, e che ha gestito con successo un piccolo hotel su una splendida isola in Grecia. Sophie sogna di farsi accompagnare all’altare dal suo vero padre, e dunque invita alle sue nozze tre uomini del passato di Donna. Nel corso di 24 ore magiche e folli, i protagonisti vivranno un passato ricco di sentimenti. Il ritmo irresistibile dei più famosi brani degli ABBA, quali “Dancing Queen”, “S.O.S.”, “Money, Money, Money” e “Take a Chance on Me”, fanno da valore aggiunto al film.

La classe - entre les murs di Laurent CantetQuesta pellicola francese ci introduce nel mondo della scuola transalpina. François e i suoi colleghi insegnanti si preparano per un nuovo anno di liceo in un quartiere difficile. Armati delle migliori in-tenzioni, si impegnano a non permettere che nulla gli scoraggi e gli impedisca di fornire la migliore istruzione possibile ai loro studenti. Le diverse culture e i diversi atteggiamenti spesso entrano in conflitto tra loro all’interno della classe, come in un microcosmo sintesi della Francia contempora-nea. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di François Bégaudeau edito in Italia da Einaudi.

L’uomo che amaDi Maria Sole TognazziQuesto film italiano è una storia adulta sull’amore. Un film che racconta la grande passione di un uomo per una donna e lo fa prendendo in considerazione il punto di vista maschile. L’uomo che ama è un uomo normale che in due storie diverse vive situazioni opposte: abbandona e viene abbandonato, diventa carnefice e poi vittima.

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AssociazioniAssociazioni AssociazioniAssociazioni

Allora, pronta?Insomma...Perchè “insomma”?Farmi un’autointervista mi sembra esageratamente autocelebrativo. ...e fuori luogo. Ma insomma, ci siamo lasciate convincere e dunque cominciamo. Cerchiamo di tener presente il contesto e non divaghiamo. Spudoratamente la prima domanda: Quanto è stato importante per me il volontariato?Tanto, tantissimo. Mi ha permesso di incanalare molta energia, mi ha fatto conoscere delle grandi persone come Lina Porcaro, indimenticabile donna comunista, infaticabile e gentile anche con cani e gatti, e Luciano Tavazza, ideatore del MoVI. Nelle stanze della Fondazione romana a via Nazionale, Luciano mi insegnò a concepire il volontariato come cultura civile, un diritto-dovere di cittadinanza, come prassi quotidiana di solidarietà e attenzione al prossimo, a cominciare, è chiaro, dai più

reietti. In quel periodo cercavo di risolvere la sindrome del nido vuoto dedicandomi ai detenuti. I figli erano grandi, ormai. In realtà è stato per risolvere un problema mio che ho cominciato col volontariato.Non lo posso negare, tanto meno a me stessa!

Cosa mi ha lasciato l’esperienza del volontariato carcerario?Mi ha fatto scoprire quanto è proficuo, per poter comprendere un briciolo di più la società umana, conoscere chi è espulso dalle istituzioni statali. Il carcere, come il manicomio, è un’istituzione negata. Grazie a Basaglia i manicomi non esistono più e i matti sono stati, più o meno accortamente, riaccolti tra gli umani. I carcerati sono ancora e ancor più sputati fuori come vomito dal corpo dell’umanità: come sempre e dovunque. In questo campo non c’è progresso. La gran massa dei detenuti è composta da poveri e immigrati. I grandi ladri sono fuori.

Questa esperienza si interruppe quando mi fu revocato il permesso dalla DIA. Avevo partecipato ad una manifestazione a favore dell’indulto per il Giubileo del 2000. In fondo chiedevo quello che invocava anche il papa. Così mi dedicai con più energia al Commercio Equo Solidale.In realtà già lo praticavo...

Quattro anni prima avevo fondato l’associazione Emisferosud per il CeES insieme ad un gruppetto di persone provenienti, come me, da altri settori del volontariato. Non è facile ancor oggi sensibilizzare alla

riflessione sui consumi, figurarsi allora! La rifondai con l’aiuto di nuovi amici e aprimmo la prima bottega.Bel periodo quello!

Quel tempo di bottega per me fu straordinario! Ci credevo davvero, e gli altri volontari intorno a me mi corrispondevano. Tra una

Tra carceri e manicomi ho capito un briciolo di più la società umanaChiara Vesce racconta attraverso un’ironica autointervista la sua esperienza di volontariato

Chiara VesceSono nata 57 anni fa a Beneven-to di cui amo la prospettiva che volge verso la Dormiente; mi ri-trovo nel silenzio della mia casa di Montorsi; il mio svago è il mio mestiere di insegnante; leggo pochi libri e molto lentamente; dormo generalmente con i miei cani e gatti. Oggi mi sento molto lontana dalle così dette religioni monoteiste.

Rete Arcobaleno Beneventorete di economia ecosolidale

Tandem21 Quinua Onlusconsumo critico e commercio equo e solidalebenevento

LIPUlega italiana protezione uccelli e per la conservazione della naturasezione del sannio beneventano

Slow Food Beneventomovimento per labiodiversità agroalimentare

CAI club alpino italianosezione di benevento

LerkaMinerkaescursionismo naturalisticosan giorgio del sannio - bn

La Cinta Onlusassociazione per il recuperodella relazione uomo-animalebenevento

FAI Fondo Ambientale Italianodelegazione di benevento

GAS Arcobaleno Beneventogruppo d’acquisto solidale

FuoriLuogocomitato per la città sostenibile - benevento

Amici della Terraclub di benevento

Città di Eufemianodo di economia solidalesocietà cooperativa san lorenzello - bn

Comitato civico di San Salvatore Teles.contro la realizzazione del termovalorizzatore

A Guardia dell’ambientecomitato civico di guardia sanframondi

discussione, una riflessione e molti problemi pratici ci formavamo coinvolgendo altre persone, soprattutto giovani. Per noi il CeES era qualcosa di eversivo, era la voglia di mettere in crisi il sistema di sfruttamento,

la volontà di ripensare i gesti quotidiani, la modalità per riconoscere il valore delle culture e delle colture diverse. Preparavamo grandi insalate di quinoa e torte al cioccolato, feste al cous-cous e bevute di tè verde. La prima Bio-fest con i ragazzi del centro sociale Depistaggio...Oh caspita, che momenti entusiasmanti.

Se ho rimpianti, nostalgia?Per nulla! Le cose nascono crescono e muoiono e ne nascono nuove. Dalla esperienza di Emisfero sud sono germogliate diverse cose belle, altre cose portate avanti da altri. Voglio dire che di Ketty siamo particolarmente orgogliose, anche per il lavoro che svolge oggi in una importante fondazione. Parlo al femminile

perchè oggi siamo tutte donne: la bottega vive, tra tante difficoltà, e sempre col nostro senso critico che col tempo diventa più intransigente, ma nutrita anche dall’amore e dalla passione di chi si è avvicendata alla sua guida.

Personalmente aborro quelle associazioni che si identificano

nel “presidente” a vita, personalmente

preferisco i rivolgimenti, mi sembrano più fecondi. (Attenta, potrei offendere parecchie persone!) Oggi, mi sono allontanata da questo impegno volontaristico e, per come lo intendo, politico perché mi sento più’ anarchica. Il clima politico non mi attira di questi tempi, troppo invaso o invasato di grillini e berluschini; d’altra parte c’è chi agisce bene con quella determinazione che ora non sento.Penso che i momenti di grazia nella vita in cui si combinano energia, idealità e disinteresse sono un dono, anche quando sfumano? Sì, lo credo.

“Le cose nascono crescono e muoiono e ne nascono nuove”

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Il 28 agosto ad Ischia ci saranno le selezioni regionali per la prossi-ma edizione del Grande Fratello. Si annuncia, come da prassi con-solidata del programma, l’arrivo sull’isola di una grande folla di giovani e meno giovani disposti a giocarsi la carta dell’ingresso nel mondo della tv. Un popolo in cerca della celebrità comunque fosse, a prescindere dalle com-petenze. Proprio in questa orgia di persone animate dal sogno di entrare a far parte dello sfavillante mondo dello spettacolo, abbiamo

pensato che fosse utile riportare l’esperienza di una ragazza di Be-nevento che ha vissuto quel mon-do per un anno. Un’intera stagio-ne televisiva trascorsa a Canale 5, in una delle trasmissioni più seguite in ambito nazionale: Buo-na Domenica. Lei è Luisa Mariani, una bella ragazza, alta, mora che ha fatto parte del gruppo delle cosiddette “Microfonine”, volu-

te qualche anno fa da Maurizio Costanzo per la trasmissione do-menicale di Canale 5. Il compito di Luisa e delle altre ragazze era

semplicemente quello di por-gere il microfo-no alle persone del pubblico che chiede-vano di inter-venire. Come logica televisi-va dominante impone, le Microfonine

erano in costume, generalmente poco vestite. Nel gruppo delle cinque faceva parte anche Gior-gia Palmas, che sarebbe dive-nuta, dopo quell’esperienza, una

Gita fuori portaDal primo al 5 ottobre, il piccolo paese di Fragneto Monforte (BN), ospiterà il XXII raduno in-ternazionale delle mongolfiere. Nel solo weekend della prima settimana di ottobre oltre 50 mila visitatori, provenienti da tutta Italia, invaderanno pacificamente il paesino sannita. Parteciperanno alla kermesse oltre 25 mongolfiere di varie forme provenienti da svariati Paesi d’Europa. Ma la rassegna prevede un ricco cartellone di spettacoli itineranti, la tradizionale giostra della quintana e poi sbandieratori, spettacoli folkloristici, teatro di burattini, gran gala di cabaret, girandole pirotec-niche, mostre, esposizione di prodotti tipici e convegni. Quest’anno infine durante la kermesse saranno presentate le opere del maestro Ferrigno che prenderanno parte alla rassegna di presepi di San Gregorio Armenno ed è prevista la presenza del noto critico d’arte Vittorio Sgarbi e della scuola calcio allenata da Stefano Sacconi e l’organizza-zione promette ulteriori sorprese… Info: www.prolocofragnetomonforte.it

Sabato 11 e domenica 12 ottobre, presso l’ArtGarage, in Via Solfatara, p.co Bognar , a Pozzuoli (NA) ci sarà “DiscoDays”, ov-vero la prima mostra - mercato del disco, concepita per diventare la più importante mostra del disco nel Sud Italia. All’evento saranno presenti espositori, esperti del settore, collezionisti, negozi di musica, fan club e

semplici appassionati che vorranno proporre il proprio materiale ai visitatori. Durante la manifestazione sarà realizzata una mostra sulla importanza della musica nello sviluppo sociale, dove saranno esposti gli oggetti più rari delle varie collezioni. Info: www.napolidiscodays.com

Domenica 12 ottobre, invece, il centro storico di Teano (CE) ospita la quarta edizione di “Cioccolateano”, un appuntamento imperdibile per tutti coloro che amano il cioccolato. La manifestazione vede la partecipazione di numerosi operatori del comparto dolciario - cioccolatiero sia locali, che regionali. Gli stand di degustazione e quelli dei vari espositori riempiranno le piazze del centro storico, dove saranno presenti anche attrazioni per bambini, dimostrazioni e tante altre sorprese. Info: www.prolocoteano.it

L’ultimo fine settimana di ottobre (sabato 25 dal pomeriggio alla sera, domenica 26 intera giornata), a Castelvenere (BN) riaprono ai visitatori le antiche cantine scavate nel tufo site in via Mulino nel borgo medievale del centro storico di Castelvenere.Queste cave, originariamente, intorno all’anno mille, furono utilizzate per la costru-zione del primitivo borgo, solo successivamente furono am-pliate e trasformate in cantine vinicole. Questo borgo, carat-terizzato dalla piazza Mercato,

con il vecchio portico, le sue stradine strette, ospita la manifestazione “Cantine al borgo”. Naturalmente nel viaggio tra le antiche dimore, ol-tre al vino, si trovano prodotti tipici (salumi, formaggi, conserve, miele) e prodotti dell’artigianato locale (sculture in pietra, in legno, merletti, pizzi, cesti in vimini, opere in ferro battuto).

Per gli amanti del genere, torna il tradizionale appun-tamento con l’antiquariato. In una suggestiva corni-ce, all’interno del Castello Macchiaroli, a Teggiano in provincia di Salerno, dal 30 ottobre al 4 novem-bre, sarà ospitata la Mostra Mercato Nazionale dell’Antiquariato e del Collezionismo. Info: www.teggianoantiquaria.it

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Sport

Per il Benevento e i suoi tifosi il periodo tra la fine di un campionato e l’avvio del seguente è stato soven-te il più tribolato. Il tempo delle iscrizioni in extremis, delle retrocessioni a tavolino, delle recriminazioni per i play-off persi o dei mancati ripescaggi. Quello appena passato, invece, è stato un periodo partico-lare, vissuto con ottimismo. Nonostante la positività però, non sono mancate rabbia e preoccupazione.

Ripercorriamone i capitoli principali.

L’addio di mister SimonelliPochi giorni è durata la trattativa post-campionato tra Società e Simonelli; le proposte di rinnovo formulate dal Benevento non hanno convinto il “Professore di Saviano”. Si è trattato di un distacco gestito dalle parti con professionalità, senza polemiche, prendendo atto del man-cato raggiungimento di un accordo e scambiandosi attestati di stima. Al-dilà delle motivazioni specifiche che

possono aver indotto Simonelli a lasciare la pan-china giallorosa, resta un dato che suscita tuttora sconcerto: il Benevento ha di fatto rinunciato a uno degli allenatori più prolifici della sua storia in termini di vittorie e punti, lasciandolo andar via senza dare mai l’impressione di aver provato a trattenerlo.

Un calciomercato da leoniA dispetto dello status di neo-promossa, la società giallorossa si è lanciata sul mercato senza nascon-dere le proprie aspirazioni di voler competere per la promozione in B. La trattativa più affascinante è stata quella per l’acquisto del centravanti in grado di garantire i gol utili per sognare in grande. Numerosi attaccanti di razza di B e C sono stati affiancati alla squadra giallorossa, fin quando non è stato ufficializzato l’acquisto milionario dell’ex bomber del Frosinone, Felice Evacuo.Un acquisto che, come quello di Castaldo lo scorso

anno e a completamento di una campagna acqui-sti che aveva già portato tra gli altri in giallorosso Ignoffo e Cejas, ha rappresentato la conferma delle aspirazioni dei Vigorito.

Lega Pro: nome nuovo, difetti vecchi…il diavolo, si sa, ci mette le corna; stavolta, ha le sembianze di un ragioniere di Crema che da anni fa e disfa, in qualità di presidente di Lega della serie C, rendendosi spesso protagonista di uscite autoritarie ed estemporanee: Mario Macalli.L’estate appena trascorsa ha sancito il restyling della Lega Serie C (divenuta Lega Pro, “inglesizzata” con l’attribuzione ai campionati di C1 e C2 delle de-nominazioni di Prima e Seconda Divisione, spostata logisticamente da Roma a Firenze, e dotata di un pallone unico ufficiale prodotto dalla Umbro).Il tempo dirà se tali iniziative di marketing calci-stico produrranno risultati apprezzabili; ad ogni modo, Macalli è stato protagonista dell’estate con il tormentone delle restrizioni alle rose dei calciatori, imposte a motore del calciomercato già avviato, al fine di favorire l’utilizzo dei giovani nei campionati di terza serie.Non si discute il merito dell’iniziativa, tesa a favorire l’impiego dei giovani calciatori in campionati che possono consentirne la maturazione, dando magari anche una mano ai bilanci delle società, quanto i tempi: non è infatti concepibile modificare le regole del gioco in corsa, come è avvenuto, con una vicen-

Benevento calcio: lo stadio, gli acquisti, le rivincite e la nuova prima divisioneEcco un resoconto all’avvio di un anno pieno di emozioni

da che si è conclusa solo a pochi giorni dall’avvio del campionato.

Il manto erboso e la batta-glia dei coloriLa squadra in ritiro a Norcia e i tifosi al Santa Colomba….pa-ranoia? Errore? Confusione?No, i supporters giallorossi erano tutti a seguire i lavori di rifacimento del manto erboso!Se ne è tanto parlato lo scorso campionato e si è tanto sof-ferto a veder zompettare quel pallone impazzito sull’erba ingiallita del S. Colomba, che quando si è deciso d’effettua-re i lavori, c’è stata una grande partecipazione. Il problema è che le polemiche non hanno

tanto riguardato la sostanza dell’intervento (il rifaci-mento del manto erboso, appunto) quanto la forma (ed, in particolare, il colore delle poltroncine montate in tribuna a sostituzione delle vecchie).Per carità, anche chi scrive avrebbe preferito avere poltroncine in linea con i colori sociali della squadra in tutto lo stadio, ma è parso anche eccessivo il clamore suscitato da quelle poltroncine blu in pro-cinto di essere montate sugli spalti del S. Colomba. Il prato del S. Colomba è senz’altro migliorato, ma appare ancora insidioso in più punti: va sicura-mente curato e “coccolato” con attenzione anche in vista dei rigori invernali.

La maledizione del BomberLa partecipazione alla Coppa Italia Tim ha regalato emozioni e soddisfazioni ai tifosi con due belle vittorie in trasferta nel nord Italia, a Legnano e a Treviso che hanno evi-denziato la personalità e la combattività dei giallorossi, andati in svantaggio in entrambe le situazioni e addirittura capaci a Treviso di raggiungere due volte i padroni di casa con i gol di Evacuo. Una dote, quella di saper reagire e rimontare, senz’altro importante per poter puntare in alto in un campionato tradizionalmente equilibrato e combattuto come il girone B della ex serie C1.Capitolo e storia a parte merita la storica trasferta del 23 agosto all’Olimpico di Roma contro la Lazio. La trasferta romana però resterà impressa soprattutto per il contrasto Evacuo-Carrizo, che ha spedito il bomber giallorosso sotto i ferri del professor Mariani a Villa Stuart per una frattura al perone, che lo terrà fuori dal campo almeno fino a dicembre. Molti hanno visto in tale episodio, aldilà delle modalità in cui si è verificato, un’analogia con l’incidente stradale di Gigi Castaldo nel campionato scorso. Il bomber della squadra, il giocatore costato di più,

l’uomo più temuto dalle difese avversarie, privato all’allenatore e ai suoi compagni per metà campio-nato. La maledizione del bomber colpisce ancora?

Un campionato di ambizioni e vendette sportiveIl campionato appena iniziato ha quel pizzico di sale in più dato dalla possibilità di prendersi delle vendette sportive nei confronti di squadre che han-no, negli anni recenti, tolto qualcosa di importante al Benevento e ai suoi tifosi. Potenza, Sorrento, Crotone: bastano questi 3 nomi per accendere una voglia di rivalsa sportiva che può andare anche oltre i 3 punti in palio nel campionato in corso. Altre sug-gestive sfide arricchiscono il calendario di questo campionato a cui il Benevento si è presentato in grande spolvero e con grandi ambizioni: si pensi ai 5 derby campani o alle sfide contro i 2 ultimi alle-natori che hanno condotto il Benevento alla vittoria (Simonelli alla guida proprio del Sorrento e il “pro-feta” Delli Santi alla guida del Taranto). Gli elementi, quindi, non mancano e bene hanno fatto i 1300 supporter giallorossi a sottoscrivere l’abbonamento: ai ragazzi di Papagni toccherà convincere gli altri a pentirsi di non averlo fatto, spedendoli ad affollare i botteghini domenica dopo domenica.

Il Calendario di Ottobre 086a giornata - 5 Ottobre 2008

Benevento - Ternana7a giornata - 12 Ottobre 2008

Sorrento - Benevento8a giornata - 19 Ottobre 2008

Benevento - Pescara9a giornata - 26 Ottobre 2008

Pistoiese - Benevento

di Modestino Roca

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La vignetta

La nuova amministrazione provinciale di Benevento, guidata da Aniello Cimitile ha, tra i primi atti varati, de-ciso l’assunzione di ben undici portaborse. Le attese polemiche scoppiate subito dopo aver ufficializzato l’intenzione, non hanno però intimorito il nuovo gover-no della provincia sannita che ha affiancato ad ogni as-sessore un “portaborse” col compito di supportare al meglio l’attività dei rispetti referenti.

Ora, tralasciando giudizi di opportunità in merito alla scelta di aumentare i costi per il personale della pub-blica amministrazione in un periodo di chiara reces-sione economica, ci sembra un chiaro vizio del nostro sistema politico se, chi viene nominato per gestire al meglio un assessorato di una piccola provincia, deve essere affiancato, coadiuvato, aiutato nel proprio ruolo da un’altra persona.

… E se assumessimo i portaborse a danno degli as-sessori? Forse i conti, per una volta tornerebbero.

Se non pubblicizzi con noi......NON FA NIENTE

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