Arte Forte Magazine 2008

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VERSILIA GOLF RESORT , FORTE DEI MARMI, TUSCANY . POCHE PAROLE E CÈ DENTRO UN MONDO. C’È LA TOSCANA, CON IL SUO GUSTO DEL VIVERE CHE DA SEMPRE CATTURA CHI DEL VIAGGIO HA FATTO UNARTE. NELLARIA ECHI DI VILLEGGIATURE ANTICHE, BAMBINI E TATE, LE VILLE, LA SPIAGGIA UN TEMPO UNITA DA UN PERCORSO NASCOSTO. E CÈ IL GOLF . IL GOLF CHE QUI, IN QUESTO ANGOLO SOSPESO TRA LE ALPI APUANE E IL TIRRENO, SI TRASFORMA IN UN RESORT DOVE OGNI DETTAGLIO È FRUTTO DI UNA PASSIONE SPECIALE PER LOSPITALITÀ. LE CAMERE SONO ARREDATE E CURATE CON CALORE E UN SENSO RAFFINATO DEI PARTICOLARI. AMANTI DELLARTE, I PROPRIETARI LO DIMOSTRANO OFFRENDO AGLI OSPITI PICCOLI CAPOLAVORI DAUTORE, DISSEMINATI CON DISCREZIONE IN OGNI STANZA. LA PIACEVOLEZZA DEL DÉCOR, DEI MATERIALI PREZIOSI, I TESSUTI E I COLORI, SI AFFIANCANO A TUTTO QUELLO CHE È TECNOLOGICAMENTE NORMALE ASPETTARSI DA UN HOTEL DI CHARME CONTEMPORANEO. Via della Sipe, 100 - 55045 Pietrasanta (LU) - T +39 0584 881574 - F +39 0584 752272 - e-mail: [email protected] - [email protected] - www.versiliagolf.com Le strutture, le stanze e i servizi © 2008 _ www.genivs-loci.com

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Arte Forte Magazine 2008

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VERSILIA GOLF RESORT, FORTE DEI MARMI, TUSCANY. POCHE PAROLE E C’È DENTRO UN MONDO.C’È LA TOSCANA, CON IL SUO GUSTO DEL VIVERE CHE DA SEMPRE CATTURA CHI DEL VIAGGIO HA FATTO UN’ARTE.NELL’ARIA ECHI DI VILLEGGIATURE ANTICHE, BAMBINI E TATE, LE VILLE, LA SPIAGGIA UN TEMPO UNITA DA UN PERCORSO NASCOSTO.E C’È IL GOLF. IL GOLF CHE QUI, IN QUESTO ANGOLO SOSPESO TRA LE ALPI APUANE E IL TIRRENO,SI TRASFORMA IN UN RESORT DOVE OGNI DETTAGLIO È FRUTTO DI UNA PASSIONE SPECIALE PER L’OSPITALITÀ.

LE CAMERE SONO ARREDATE E CURATE CON CALORE E UN SENSO RAFFINATO DEI PARTICOLARI.AMANTI DELL’ARTE, I PROPRIETARI LO DIMOSTRANO OFFRENDO AGLI OSPITI PICCOLI CAPOLAVORI D’AUTORE,DISSEMINATI CON DISCREZIONE IN OGNI STANZA. LA PIACEVOLEZZA DEL DÉCOR, DEI MATERIALI PREZIOSI, I TESSUTI E I COLORI,SI AFFIANCANO A TUTTO QUELLO CHE È TECNOLOGICAMENTE NORMALE ASPETTARSI

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Quando il golf diventa resort

Le strutture, le stanze e i servizi

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PERSONAGGIO

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C i piace spendere alcune parole di rin-graziamento nei confronti di tutti coloro

che, a diverso titolo, hanno contribuito alla realizzazione di questo evento, che si è posto l’ambizioso obiettivo di portare a Forte dei Marmi una manifestazione con opere d’arte di alto livello.Il progetto è nato da un’idea di Domenico Monteforte, noto pittore di Forte dei Marmi, dalla passione di un noto amministratore locale, nonché fratello dell’artista, Gabriele Monteforte, e dal dott. Claudio Biondani, estimatore ed organizzatore di esposizioni d’arte da oltre dieci anni. Il gruppo, lavo-rando in sinergia e forte di una collaudata amicizia ha creato i presupposti per realizza-re un intervento qualitativamente pregevole che vuole sviluppare, con gli interessi cultu-rali, le ricchezze della Versilia.La prima Fiera d’arte Moderna e Contempo-ranea di Forte dei Marmi, unica nel suo ge-nere come evento di rilevanza nazionale, ha mosso i primi passi in un ambiente che ha vi-sto negli ultimi anni una progressiva tensione artistica animare la cittadina versiliese con attività che hanno catalizzato l’attenzione di coloro che vivono il Forte durante l’esta-te, ma rivolte a quanti hanno fatto dell’arte uno degli interessi principali del dialogo cul-turale. In questo senso l’attività di Gabriele Monteforte ha avuto grande risalto. Già as-sessore alla Cultura del Comune di Forte dei Marmi, la sua attività è sempre stata tesa a valorizzare le speci�cità culturali del territo-rio. Appassionato d’arte, grazie al suo lavoro è venuto a contatto con i nomi più prestigiosi in campo artistico e museale. Le immense ri-sorse che la Versilia possiede hanno permes-so la realizzazione di grandi eventi presso la sede del Fortino. Basti ricordare il Ciclo dell’Estate Incantata, con la preziosa colla-borazione del Prof. Paolucci, ex Sovrinten-

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dente ai Beni Cultu-rali �orentini, oggi Direttore dei Mu-sei Vaticani, della Prof.ssa Ornella Casazza, Direttrice del Museo degli Ar-genti di Palazzo Pitti, del Prof. Philippe Dave-rio, noto critico d’arte e di molti altri esperti come la Prof.ssa Cristina Acidini, Soprintendente del Polo museale �orentino, e della Prof.ssa Anna Laghi.L’estate culturale fortemarmina, grazie alla presenza di opere di artisti quali Funi, De Grada, Carrà, Messina e la grande mostra dedicata a Giò Pomodoro, solo per citare alcuni esempi, si è posta all’attenzione della critica nazionale ed internazionale.Un grazie particolare a tutti coloro che han-no creduto nel progetto sin dal suo esordio e hanno speso parole incoraggianti o preziosi consigli.Il Sindaco di Forte dei Marmi Umberto Bu-ratti che ha �n da subito compreso l’im-portanza del progetto, la Prof.ssa Ornella Casazza, il Prof. Philippe Daverio, il Mae-stro Nicola Luisotti, Marco Palmieri Alias Piquadro e molti altri che ringraziamo di cuore.Grazie inoltre a tutti coloro che hanno la-vorato al Catalogo della Fiera per farne un prodotto di qualità, in particolare alla gior-nalista Titti Chiarello e alla Dott.ssa Ema-nuela Mazzotti.Siamo certi che questa iniziativa, di con-certo con tutte le altre attività culturali del territorio, saprà imprimere un segno posi-tivo per l’arricchimento di tutta la Versilia, per far rivivere il suo glorioso passato nel presente, consapevoli che sarà possibile mi-gliorare grazie al contributo di tutti.

L’organizzazioneARTEforte

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L ’Arte, nel suo signi� cato più ampio, compren-de ogni attività umana, svolta singolarmente

o collettivamente, che porta a forme creative di espressione estetica. Forte dei Marmi, meta indi-scussa per anni di artisti e uomini cultura di fama internazionale, non poteva restare indiff erente alle iniziative che fanno dell’Arte la loro protago-nista. Per questo è con grande piacere che porgo il mio personale saluto e quello dell’Amministra-zione Comunale agli organizzatori ed ai collezio-nisti presenti alla prima Fiera d’Arte moderna e contemporanea, che si svolgerà al Palasport dal 24 al 28 luglio prossimi. Un originale progetto che mi auguro possa incontrare il consenso dei nostri cittadini e della numerosa colonia villeggiante estiva. Colgo anche l’occasione per sottolineare come sia nei nostri programmi portare avanti la

promozione dell’Arte Contemporanea, intesa nel senso di educazione a questo aff ascinante settore creativo e non solo in termini di consumo o visite a mostre e musei. Inoltre, sarà nostra cura pro-muovere anche una maggiore attenzione verso la produzione dei giovani artisti del nostro territorio con il chiaro intento di far conoscere quelle che vengono de� nite le “eccellenze giovanili“, ossia professionisti che grazie alle loro abilità, ma an-che ad uno studio fecondo sono riusciti ad emer-gere e a farsi un nome nel loro campo lavorativo. La prima edizione della Fiera dell’Arte accoglierà gallerie ed artisti di gran pregio e ritengo possa essere l’occasione per coniugare con successo la tradizionale condizione turistica con un’ispirazio-ne artistica in grado di creare un prodotto di qua-lità, come si aspettano da sempre tutti coloro che frequentano e amano Forte dei Marmi. Accanto a queste speci� cità, l’Amministrazione intende por-tare avanti un programma di più ampio respiro, nel quale trovano posto importanti progetti, fra i quali la riorganizzazione del sistema in ordine alla sicurezza dei cittadini con il controllo del territo-rio e la lotta alla contraff azione e all’abusivismo, la crescita alla partecipazione democratica delle Istituzioni con l’attuazione di Agenda 21, sistema d’ascolto per raccogliere le indicazioni, i suggeri-menti e anche le rimostranze dei cittadini, rior-ganizzazione della viabilità urbana con il proget-to per i nuovi parcheggi e non ultimo, in ambito urbanistico, la conservazione delle caratteristiche speci� che del territorio.

Il Sindaco di Forte dei MarmiUmberto Buratti

UMBERTO BURATTI

Comune di Forte dei Marmi

IL SALUTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI FORTE DEI MARMI

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ORNELLA CASAZZA

Al timone del Museo �orentino degli Argenti da circa dieci

anni c’è una donna. Minuta ed elegante. È Ornella Casazza, metà versiliese e metà ligure, una signo-ra dal carattere instancabile e ap-passionato, che ha dedicato tutta la sua vita all’Arte. Per protegger-la e valorizzarla. Dottoressa Casazza quali opere sono conservate al Museo degli Argenti? Al Museo degli Argenti sono con-servate le delicate e importanti opere che facevano parte del Teso-ro Mediceo, dai vasi in pietra dura di Lorenzo il Magni�co, agli affre-schi fatti fare da Ferdinando II in occasione del suo matrimonio con

Vittoria della Rovere, affreschi che decorano le sale di rappresentanza del Museo. Tutte le Corti italiane ed europee avevano all’epoca og-getti rari e preziosi da poter espor-re e attraverso questi, aumentava-no il prestigio, anche politico, della Corte. Non dobbiamo dimenticare che a quei tempi la cultura coinci-deva con il potere politico. Quali sono i compiti di un di-rettore di un Museo?Conservare e tutelare le opere, ol-tre che – naturalmente - esporle. E valorizzarle con mostre, libri, gui-de, tutto ciò che serve a far cono-scere le nostre opere d’arte. Oltre a quello che è esposto ci sono anche i cosiddetti depositi, ovvero luoghi all’interno del Museo dove sono conservate – ma non esposte - le opere d’arte. Non tutti lo sanno, ma anche i depositi fanno parte del tesoro di un Museo.Quando è iniziato il suo rap-porto con il mondo dell’arte?Nell’adolescenza. Poi è proseguito all’Università dove mi sono lau-reata in Storia dell’Arte ed ho con-tinuato a studiare e specializzarmi nella conservazione e nel restauro delle opere d’arte. In�ne ho fatto diversi concorsi che mi hanno por-tato avanti nella mia carriera, �no a questo incarico.Come donna ha trovato diffi-coltà nel raggiungere un ruolo così prestigioso?Sinceramente no, i concorsi sono nazionali e le buste sono chiuse e anonime, quindi se si vince è solo per merito.

La sensibilità femminile l’ha aiutata nella sua carriera?Quando ho messo le mani nel restauro di capolavori come la Primavera del Botticelli, o gli af-freschi della cappella Brancacci o Raffaello, sono stati certamente momenti importanti della mia vita professionale, dove forse il fatto di essere una donna, con la sensibi-lità che questo comporta, forse sì, può avermi aiutata. Quale è la prossima mostra in programma al Museo degli Ar-genti?La prossima mostra programma-ta è per il 2009 e ha un titolo che sarà più o meno questo: “Memo-rie dell’antico nell’Arte dell’900”. Ovvero come il nostro essere me-diterranei abbia inciso nell’Arte del ‘900 con scultori come Marino Marini o pittori come De Chirico, solo per citarne alcuni. E poi ci sarà un settore dedicato alle arti applicate, come quelle orafe e le ceramiche. Cosa ne pensa di una Fiera del-l’Arte moderna e contemporanea come ARTEforte?Tutto quello che serve a far pro-muovere e far capire l’arte moderna e contemporanea è molto positivo. Oltre ad essere un atto di civiltà, perché aiuta, almeno nelle intenzio-ni, a capire l’arte contemporanea, che spesso ci sfugge proprio perché è più vicina nel tempo. E poi è impor-tante promuovere i giovani. Tutelare il passato non esclude la possibilità, anzi il dovere, di tutelare e promuo-vere anche il presente.

UNA LADY DI FERRO Al Museo degli Argenti di Firenzedi Titti Chiarello

Ornella Casazza con Giuliano Vangi

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Una piscina AQUA è pe r sempr e.

Un diamante è sempre un diamante.Unico e prezioso come una piscina AQUA. Una piscina che allieterà a lungo le Vostre giornate, Vi garantirà sempre la massima ef cienza e Vi farà nuotare nella migliore acqua possibile: pura come solo l’acqua delGruppo AQUA System.

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SOMMARIO

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4ORNELLA CASAZZAUna lady di ferro al museo degli argenti

8Incontro conPHILIPPE DAVERIO

11WALTER LAZZAROIl pittore del silenzio

16URBANO CAIRO EDITOREAl servizio del successo

18Un pomeriggio conGIULIANO VANGI

26MARCO PALMIERIAlias Piquadro

30ANTONIO POSSENTIVivere nel sogno

36DOMENICO MONTEFORTEDiario di un artista contemporaneo

40NICOLA LUISOTTIIl maestro che incanta

50SILVIO BONICoopsette, un buon segnotra impresa e valori

56LUCILLA CAPPARONILucilla e il cavaliere dicristallo

62MASSIMO BERTELLOTTIUn architetto al serviziodel territorio

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26NUMERO UNICO

Forte dei Marmi, estate 2008

Arteforte s.r.l.via Provinciale, 1

55042 Forte dei Marmi (Lu)

Pubblicità:Elisa Pancetti

Via dei Piastroni, 7055045 Pietrasanta (LU)

Tel. 0584 72149 - 340 4627631

Hanno collaboratoa questo numero:

Titti Chiarello, Emanuela MazzottiVittorio Lorenzoni, Wanna Allievi

Giancarlo Bonomo, Malì Diletta Biondani,

Douglas KirklandPaola Riccardi,

Massimo e Marina Ferrarotti

Fotogra� e:Sandro SantioliFederico Neri

Progetto gra� co e impaginazione:Gabriele Moriconi

Editogra� ca - PietrasantaTel. 0584 790039

Stampa:Gra� ca 080

Bari

Arteforte Magazineesce una volta l’anno in occasione

della Fiera d’Arte Moderna eContemporanea.

Per richiedere una copiacontattare: 347 7698311

La presente pubblicazione, in distribuzio-ne gratuita, è stata stampata in 5000 co-pie con il patrocinio del Comune di Forte dei Marmi in occasione della Fiera d’Arte moderna e contemporanea presentata dal 24 al 28 luglio 2008 presso il Palasport di Forte dei Marmi

1ª FIERA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

www.� erarte.cominfo@� erarte.com

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65GALLERIE IN FIERA:

Ambre International ................pag. 66

Arena Galleria d’Arte ...............pag. 72

Arte Nuvò ....................................pag. 75

Atelier 34 .....................................pag. 78

Bottega dei Vageri ....................pag. 83

Gestalt Studio & Gallery .........pag. 89

Il Melone ......................................pag. 92

Fantasio & Joe ............................pag. 98

F.b. Arte ..................................... pag. 101

L’incontro .................................. pag. 104

La Telaccia ................................ pag. 114

La Subbia .................................. pag. 117

Lazzaro by Corsi (Sez. Fiere) pag. 122 .......

L’Estense Arte .......................... pag. 129

Salone d’Arte Contemp. pag. 136 .....

Galleria Turelli ......................... pag. 141

Incisione Arte .......................... pag. 148

J & G. ART .................................. pag. 152

Linea d’Arte .............................. pag. 161

Sandro Santioli ....................... pag. 167

Prop. d’Arte Contemp. ......... pag. 169

Restarte ..................................... pag. 172

La Spirale 2000 ....................... pag. 177

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PHILIPPE DAVERIO

INCONTRO CONPHILIPPE DAVERIOdi Emanuela Mazzotti

L ei ha affermato in un editoriale di ARTEDOS-

SIER che la storia potrebbe seguire il movimento oscil-latorio del pendolo tale che ora, noi ci troveremmo in una vuota situazione di stasi culturale. Eppure gli artisti hanno sempre anticipato i cambiamenti epocali, quin-di sul piano artistico do-vremmo vivere un momento felice... o no?“È vero... siamo in un momento felice, tanti artisti specie in Ita-lia stanno facendo cose interes-santi, di grande qualità, quindi

il momento è felicissimo... solo che la gente non lo sa, non se ne rende conto.Penso alla Biennale, la più vec-chia Esposizione d’arte nata in Italia, bene, lì la presenza degli artisti italiani è modestissima; al contrario, negli altri Paesi, in occasione delle Mostre Inter-nazionali gli artisti locali sono rappresentati almeno al 40%. Quando si è scelto il responsa-bile per la Biennale di Venezia si è pensato al direttore dell’Ac-cademia di Francoforte, non a Brera. Anche a Milano i lavori più interessanti sono stati affi-dati ad architetti stranieri, così come nel campo della critica e più in generale in tutto il mondo dell’arte. La cosa straordinaria è che nessuno ha protestato, fosse accaduto in Francia, per esempio, si sarebbe occupata La Sorbona. In Italia invece c’è una sorta di crisi d’identi-tà, è un paese di rassegnati. La chiamerei “patologia pubblica della creatività”Quale pensa siano le cause?“Non c’è �ducia nelle capacità, abbiamo perso l’identità...ma azzardo solo ipotesi, io sono un antropologo: cerco di capire perchè la tribù sta male... non ho soluzioni.”Con la trasmissione televi-siva PASSE-PARTOUT, Lei ha ha dato la possibilità a molti telespettatori di ac-costarsi al mondo dell’arte superando la divaricazione

tra linguaggio specialistico e comunicazione diretta. Il risultato è stato una formula di largo successo, non solo per addetti ai lavori. Come c’è riuscito?“La mia non è una trasmis-sione di divulgazione e quindi ho potuto reiventare le regole del gioco; intendo dire che la forma della comunicazione è tutto, ho evitato quel linguag-gio ginnasiale che in Italia ha sempre condizionato la cul-tura artistica. Ancora oggi gli studenti di Liceo Classico sono una specie di clan che esclude chi non si riconosce in una cul-tura “alta”. Io ho studiato in Francia e ho completato la mia formazione retorica in Italia, è stato durissimo! Quando sono entrato in Consiglio Comunale a Milano ho dovuto adeguare il linguaggio, rendere efficace la comunicazione per convincere gli altri; quello è stato un mo-mento importante per me: ho capito che non bisogna perdere di vista il concetto, il contenu-to, al di là della fraseologia. Quando con la Rai abbiamo messo in piedi quest’avventura ci siamo proposti di realizzare un lavoro che avesse una spe-ci�ca valenza culturale senza tuttavia ricadere nel didasca-lico o nel retorico. Abbiamo insistito sulla comunicazione perchè il messaggio va molto lontano. Avessimo scritto un libro non avremmo ottenuto lo

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PHILIPPE DAVERIO

stesso risultato, pochi l’avreb-bero letto. La comunicazione in America funziona così: se devo organizzare una mostra, per esempio, mi preoccupo che sia contemporaneamente “high and low.” In Italia questo non succede, quello che conta trop-po spesso è il fatturato più che la qualità, quindi spesso il pro-�lo è decisamente low. Alla Rai invece, mi sono molto divertito, ho fatto uso del concetto greco di ironia, ho mescolato le diver-se aree dell’informazione: dalla cosa al suo signi�cato, dal si-gni�cato all’intersezione con la Storia, la Letteratura, la Poli-tica. In fondo il vantaggio della tivù consiste nel fatto che non è importante seguire il percor-so, basta guardare l’immagine. Ci sono così differenti livelli di comprensione”.Non crede che il successo della trasmissione sia da at-tribuire almeno in parte alla sua presenza? “Certo, io mi sono anche di-vertito, in fondo il mio ruolo è quello di mediatore tra il sape-re e il pubblico, tutti possono vedermi e capire le immagini, in fondo la storia dell’arte è fa-cile da spiegare, basta sempli-�care i concetti.”Mi sembra al contrario che la Storia dell’arte sia com-plicata...“In realtà bisognerebbe riscri-vere la storia dell’arte. Quello che noi oggi insegnamo deriva

da parametri che vengono da citazioni bibliogra�che che a loro volta rimandano ad altri parametri determinati dal-la cultura del XVIII secolo: per esempio i termini come Rinasci-mento, Romanico, Barocco non hanno senso oggettivo, vengono in realtà da molto lontano. Oggi abbiamo parametri diversi, sia-mo più liberi, possiamo dire con Nietzsche: “Solo in quanto la Storia serva la vita, vogliamo servire la Storia (...)”.Lei crede che in tempi come quelli in cui viviamo dove la volgarità appare quasi di-sarmante, si possa affermare che la forma è sostanza?“Forma e sostanza coincidono. Siamo in un periodo in cui la volgarità raggiunge il massi-mo livello proprio in virtù della precedente affermazione. Pur-troppo l’arte sposa la causa. Questo è il tempo del Trash, e il trash è metodologia: lo scopo è ottenere il massimo consenso con il minor sforzo possibile, la massima sempli�cazione dei contenuti, il contenuto in chia-ve parodica. Pensiamo a Dan Brown e al suo assurdo libret-to: ha venduto milioni di copie con un’abile operazione me-diatica e un contenuto risibile. Succede anche con gli artisti: il Cattelan dei bambini impiccati o di Hitler; anche se Cattelan non è sempre totalmente volga-re, sa raggiungere momenti di alta poesia, penso a” Suicidio

dello scoiattolo”. La comunica-zione è il problema, quando è parodica.”In un Paese gravato dalla cri-si economica appare scon-tato che il taglio delle spese si abbatta anche sul settore culturale. Non sarebbe op-portuno in controtendenza, aumentare gli investimenti dato che le cause della crisi sono anche nell’arretratezza e disfunzione dell’apparato culturale?“Certamente, i primi tagli sono sicuramente in questo settore, è un grave errore ma dobbiamo sperare se vogliamo continuare a vivere”.La città di Forte dei Marmi si è sempre contraddistin-ta per avere proposto eventi culturali di alto spessore, in particolare negli ultimi anni. Pensa di poter progettare qualche evento importante, magari con la collaborazio-ne della Prof.ssa Casazza e del Professor Paolucci?Ci posso pensare... mi piace molto la Toscana la sua gente e il dialetto, la forza semantica del dialetto! Per organizzare un evento ci vogliono risorse, non solo economiche ma volontà, abilità tecniche, capacità orga-nizzative; una delle risorse più forti è certamente il denaro ma la riuscita di un evento dipende senz’altro dalle risorse umane che possono favorire di concerto anche l’afflusso economico.

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PERSONAGGIO

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Walter LazzaroFoto: Archivio Lazzaro

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Walter LazzaroIl Pittore del Silenzio

WALTER LAZZARO E FORTE DEI MARMI IL FASCINO DEL MARE E DELLA LUCE

C i siamo chiesti più volte quale attrattiva avesse rappresentato Forte dei Marmi per Lazzaro che vi trascorreva l’estate e ala-cremente lavorava nel suo studio di via

Pascoli. Incontrando Sandra, sua �glia, abbiamo cercato di scoprire le motivazioni che lo avevano spinto a scegliere questo luogo come città d’elezio-ne. Ah le vacanze! Sono bellissimi ricordi di famiglia! Sandra rammenta le estati passate lontano da Roma – si partiva con enormi bagagli- ogni anno in luoghi diversi seguendo il babbo che inviato come commissario d’esame ci portava con sè per poter trascorrere insieme il periodo estivo. Fu la volta di Courmayeur, di Reggio Calabria e di località diffe-renti che vivevamo come scoperta e divertimento. Babbo dipingeva ovunque paesaggi, angoli tipici, portando a Roma un souvenir assolutamente per-sonale delle nostre vacanze che ogni anno erano una sorpresa. Finchè nel 1961 un suo assistente, il prof. Vittorio Cusatelli (un suo grande dipinto semicircolare è nella sede della TETI) che già fre-quentava Forte dei Marmi, ci invitò e ci fece co-noscere la Versilia. Credo che l’attrazione più forte per mio padre sia stato il silenzio e il colore della luce delle albe e dei tramonti sul mare che in questa zona ha dei ri�essi indescrivibili a parole ma che lui è invece riuscito magni�camente a rendere �n dalle prime tele che lì ha dipinto. Lazzaro considerava il

mare suo elemento naturale. Il soggiorno a Forte fu così piacevole da far scaturire in mio padre, conti-nua Sandra, il desiderio di tornarci con frequenza. Subì, penso, una sorta di fascinazione che lo indus-se nell’inverno di quell’anno ad acquistare una pic-cola proprietà che adibì in parte a studio e in parte ad abitazione. Credo la considerasse una sorta di “isola felice” in cui rifugiarsi. Le lunghe nuotate, il relax sulla spiaggia, le uscite solitarie in barca nelle ore antelucane o serotine gli consentivano di

Testo: Wanna AllieviFoto: Archivio Lazzaro

“Siesta” - olio su cartone telato, cm 35x30,9 - 1982

WALTER LAZZARO

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assimilare quelle speciali variegature della luce che felicemente riusciva poi a tradurre nelle sue opere. Questo “status” particolare che Forte dei Marmi riusciva a regalare a Lazzaro gli permetteva anche lunghe ri�essioni sull’arte e sulla pittura in partico-lare. Il periodo post bellico aveva fatto nascere nuo-vi fermenti anche nel campo artistico: una voglia di rinnovamento se non di radicale mutamento aleg-giava nell’aria. Sensazioni o realtà? Anche Lazzaro non era indenne da questa voglia di nuovo. Per lui c’era una motivazione ulteriore: l’esperienza del la-ger vissuta in prima persona e il “ritorno alla vita”. Certamente con occhi nuovi ma anche con il desi-derio di oblio per ciò che aveva visto e subìto. Il ri-cordo della disumanizzante vita concentrazionaria gli impediva di continuare a rappresentare nelle sue opere l’essere umano. Forte dei Marmi con i suoi si-lenzi, lo sciabordio del mare, la magia della luce, la

sotto:“Barca controluce”olio su cartone telato - cm 30x40 - 1960

a destra: Walter Lazzaro insieme al Poeta Giuseppe Ungaretti

spiaggia con le barche in secca dà nuove ispirazio-ni e impulso alla pittura di Lazzaro che da questo momento diviene “meta�sica”. Pochi elementi: un ombrellone, una barca, un palo, una sdraio, grandi distese di sabbia e di cielo sono i nuovi protagoni-sti delle tele di Lazzaro. Lo chiamano “il pittore delle barche” perché in quel suo piccolo atelier di via Pascoli “Barca rossa” o “Siesta” catturavano lo sguardo dei passanti. La prima per il colore in-solito, la seconda per la sua forma che ricordava una conchiglia. Coinvolgenti e a un tempo ricche di atmosfera le sue barche decretano un ulteriore

WALTER LAZZARO

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PERSONAGGIO

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affermazione del Maestro. La “spazialità” diviene un suo must così come il trascolorare dei suoi cieli e le nuances del mare calmo o tempestoso. Le sue “vite silenti” come le de�nisce De Chirico hanno una cifra stilistica così unica da renderlo sempre più inconfondibile nel panorama dell’arte interna-zionale a vent’anni dalla sua scomparsa.

sotto: “Barca rossa” - olio su tela - cm 50x100 - 1974in basso: “Capanni” - olio su tela - cm 50x70 - 1954

pagina a destra in basso a sinistra: “Meriggio” - olio su cartone telato - cm 30x40 - 1984

a destra:Walter Lazzaro insieme a Leonida Répaci

WALTER LAZZARO

Walter Lazzaro nasce a Roma nel 1914. Dopo le scuole dell’obbligo frequenta il Liceo Artistico e Accademia di Belle Arti di Roma vincendo nel quadriennio 1929-32 la Borsa di studio Governativa. A solo 18 anni tiene la sua prima “personale” a Roma, a palazzo Torlonia, esponendo ben 114 opere. Immediatamente notato dalla critica sarà sempre seguito con attenzione dai più autorevoli esponenti dell’arte. Riceve premi prestigiosi: nel 1937 quello della Reale

NOTA BIOGRAFICA

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WALTER LAZZARO

Accademia d’Italia e nel 1942 quello della XXIII Bien-nale Internazionale d’ Arte di Venezia. Nel 1943, tenente dei Granatieri viene fatto prigionie-ro in Albania e deportato nel lager di Biala Podlaska da dove rientra alla �ne del con�itto. Dopo questa traumatica esperienza la sua pittura diviene “meta�-sica”. Nel 1956 fonda il “Movimeto Poeti-Pittori” rac-cogliendo le adesioni dei più grandi artisti dell’epoca.

Walter Lazzaro pescatore

Riprende la sua attività di docenza a Roma, Carrara, Bologna, Milano.Nel 1962 con Carrà, Funi, Guidi, Ordavo, Pieraccini dà vita a Forte dei Marmi alla “Settimana d’arte della Versilia”, l’attuale “Marguttiana” che continua annual-mente ad essere realizzata. Prosegue la sua attività pit-torica sia a Forte che a Milano dove muore nel 1989 per i postumi di un incidente stradale.

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Urbano Cairo, presidente del Torino Calcio dal 2005, è

uno degli editori italiani più in-traprendenti e quotati. Un pas-sato come assistente di Silvio Berlusconi nell’allora Fininvest, poi mega dirigente a Publita-lia’80 ora editore di riviste di successo come Arte, Antiquaria-to, Airone,Bell’Italia, Bell’Euro-pa, For Man, ma anche Dipiù e DipiùTv. Come ha iniziato la sua av-ventura editoriale? Ho cominciato a fare l’editore nel febbraio ’99, quindi quasi

dieci anni fa, quando acquistai l’ Editorale Giorgio Mondadori, fondata da Giorgio Mondadori nell’81, società che allora edi-tava Bell’Italia, Gardenia, Arte, solo per citarne alcuni. La ac-quistai per rilanciarla, visto che perdeva dieci miliardi di vecchie lire su cinquanta di fatturato. E sono riuscito in breve tempo a risanarla con successo. Succes-sivamente nel 2003 ho fondato una nuova società, la Cairo Edi-tore per proseguire nell’ attività editoriale. Con la Cairo Editore ho pubblicato testate di larga diff usione, lanciando anche con un discreto successo la rivista mensile For Man Magazine, poi nel 2004 abbiamo pubblicato un familiare come Dipiù che ora ha un ottima diff usione, tanto che poi ha seguito DipiùTv e Dire Donna. Quanto fatturate?L’anno scorso circa centotrenta milioni di euro globalmente, sia-mo tra i primi quattro editori ita-liani di periodici, davvero un bel risultato in così pochi anni. Pos-siamo dirci più che soddisfatti.Tra le sue pubblicazioni ce ne sono alcune, come Arte che sono diventate un vero e pro-prio riferimento per gli appas-sionati…Sì, è vero. Devo dire che molto del merito va sicuramente anche ai direttori che negli anni si sono susseguiti e che hanno saputo co-gliere i gusti del pubblico e le ten-denze dell’arte contemporanea

UN EDITORE AL SERVIZIODEL SUCCESSOdi Titti Chiarello

URBANO CAIRO

con lungimiranza e intelligenza.Sempre a proposito di arte, cosa ne pensa di manifestazio-ni come ARTEforte?Trovo che siano manifestazioni importanti perché aiutano a dif-fondere sempre più la conoscenza dell’Arte Contemporanea in Ita-lia, avvicinandola non solo a chi ne è già appassionato, ma anche a persone meno legate al mondo dell’Arte. E’ una bella vetrina per dare opportunità di farsi cono-scere non solo ad artisti noti, ma anche a giovani talenti.Qual è il suo rapporto con la Versilia e con Forte dei Mar-mi?Sono molto legato sia alla Versilia che a Forte dei Marmi. La Versi-lia mi è sempre piaciuta e in par-ticolare vengo a Forte dei Marmi tutte le estati da circa dodici anni. Le spiagge sono molto bene orga-nizzate, oltre che veramente molto belle, e questo è l’ideale quando, come me, si ha una famiglia dove ci sono bambini. Questo però è anche un luogo dove ci sono ma-nifestazioni ed eventi - sia cultu-rali e che mondani - per tutti i gu-sti e quindi non ci si annoia mai, pur facendo una vita di famiglia. Personalmente amo molto fare anche attività sportiva, e questo in Versilia è certamente possibile e anche ad un ottimo livello. Poi nel mio tempo libero mi piace molto andare per i mercatini, so-prattutto quelli di antiquariato, e qui ho davvero solo l’imbarazzo della scelta!

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Via Mazzini, 7 - FORTE DEI MARMI (Lu) - Tel. 0584 83844

Via S. Lucia, 28 - LUCCA - Tel. 0583 491346

Via Fillungo, 6 - LUCCA - Tel. 0583 494885

Carlo Marchigioielliere

Pagina Marchi.indd 1 6-06-2008 15:22:36

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PERSONAGGIO

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Un pomeriggio con

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NEL LABORATORIO DI PIETRASANTA IL GRANDE SCULTO-RE ITALIANO RACCONTA DI SÉ, DELLA SUA ARTE E DELLE PREOCCUPAZIONI CHE LO AFFLIGGONO NEL VEDERE UN MONDO SEMPRE PIÙ VOTATO ALL’AUTODISTRUZIONE E ALLA VIOLENZA.

V isto da lontano, mentre si entra nel suo laboratorio - capannone di Pietrasanta, Giuliano Vangi sembra un operaio: in-dossa un grembiule blu, largo e sciupa-

to di quelli che hanno visto davvero tanto lavoro, ed è alle prese con materia e materiali, non sta fermo un istante. Sposta bozzetti di opere, dirige, da ordini ad un assistente.Ha un’energia davvero molto lontana dai suoi set-tantasette anni, la stessa che trasmette con la vi-gorosa stretta di mano con cui mi accoglie.“Buongiorno..., mi spiace ma la ricevo in una giornata dove sono stanchissimo. Sono stato tutta la mattina a lavorare del granito, con un martello pneumatico, un rumore… sono proprio stordito… e anche s�nito!”Nascondo - a stento - lo stupore di come si possa essere s�niti dimostrando nei movimenti, nel tono di voce, nello sguardo, un’energia da trentenne, energia che personalmente non riesco ad avere neppure dopo dieci ore di sonno profondo.Davvero Maestro? Non si direbbe proprio...Eh sì invece, non lo vede?! Sono reduce da due giornate dove ho lavorato per una nuova opera, del granito alto due metri, e domani sarà lo stesso.I graniti sono molto faticosi mi creda, e duri ov-viamente!

di Titti Chiarello

Cosa sta realizzando?Sto lavorando ad una scultura policroma, di una donna in piedi con un vestito che sembra dama-scato a �ori e sta con gli occhi socchiusi. Il volto invece è di un granito rosato, credo sia brasiliano, la materia è bellissima, la scultura non so come verrà. Fino a che non è �nita per me è davvero difficile dirlo. Mi succede con tutte le mie opere, non le giudico �no a che non sono terminate.

Cosa rappresenta?È una donna che ri�ette dentro di sè, ha uno sguardo rivolto verso l’interno… ripensa e si in-terroga come più o meno facciamo tutti, sul mo-mento che sta attraversando. Del resto le donne

Un pomeriggio conGiuliano Vangi

GIULIANO VANGI

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hanno sempre ri�ettuto più degli uomini sulla loro condizione e su quella del mondo.Trova che questo che viviamo oggi sia un mo-mento particolarmente drammatico?In parte sì, ma il dramma della condizione umana è sempre esistito, �n da che esiste l’uomo. Il dram-ma è nella nascita, nell’abitare questo mondo. Se pensa agli egizi, quando violenza c’è sempre sta-ta.. nel globo c’è tanta violenza, le guerre ci sono dappertutto ed è sempre stato così.C’è qualcosa che la preoccupa di più, qualco-sa che sente in modo particolare?Si certo che c’è …ed è la distruzione della natu-ra. La politica mi interessa relativamente, quello che mi sta davvero a cuore è la distruzione della

natura che si sta facendo e nessun politico se ne preoccupa veramente �no in fondo. Noi ci stiamo dando la zappa sui piedi nel silenzio e nell’indif-ferenza generale.Ho fatto molte sculture su Katrina (il potente ura-gano che nel 2005 ma provocato ingenti danni a New Orleans negli Stati Uniti, ndr) e ho ri�ettuto a lungo nel creare le mie opere… Sembra che la violenza della natura sia quasi la risposta alla nostra ferocia e alla nostra cecità nel trattare l’ambiente, come se essa si ribellasse a tutti i danni che l’uomo ha provocato.Lo pensano in molti esperti questo in veri-tà…Ma certo… vede, io amo molto il mare, e mi piace tanto il pesce, ma se si pensa alle isole Tonga, tan-to per fare un esempio, dove ci sono le profondità massime e anche lì c’è mercurio, c’è catrame… è inquinato anche lì... �guriamoci nei nostri mari che sono molto meno profondi! Si stanno facendo delle cose talmente gravi nei confronti della natu-ra e nessuno prende provvedimenti! Quando fan-no le riunioni internazionali ci sono alcune nazio-ni, come per esempio gli Stati Uniti, che neppure vogliono occuparsene e non ci stanno neppure a �rmare accordi per limitare i danni.Intende il protocollo di Kyoto?Sí certo… vede quando assisto a cose così, all’in-differenza di alcuni governi nei confronti della di-struzione della natura, rimango sgomento: abbia-mo una terra bellissima e cosa lasceremo ai nostri �gli o ai nostri nipoti?Lei ha nipoti?Sì, ne ho sette. La più piccola ha due anni e mez-zo, il più grande quindici. Quando saranno tutti adulti cosa troveranno? Cosa gli stiamo lasciando, a loro e a tutti i bambini del mondo? Questo è un

GIULIANO VANGI

a sinistra:“Uomo vestito di grigio, 2000”legno policromo

a destra: “C’era una volta, 2005”(particolare)bronzo, cm 205x251x86

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tema che mi sta davvero molto a cuore.Quali altri temi le stanno a cuore oltre a quel-lo ecologista?La violenza sui bambini, l’infanzia. Ai bambini in Sudamerica levano addirittura gli organi per venderli a chi ha bisogno di un trapianto. O pensi alla prostituzione infantile praticata ovunque. Ne fanno davvero di tutti i colori ai bambini.Poi ricorda qualche tempo fa in Cecenia, in quella scuola…Certo a Beslan, nel settembre del 2004, alla scuola “Numero Uno” dove i terroristi cece-ni hanno ucciso centinaia di bambini, non è possibile dimenticare…Tutti quei bambini insanguinati sono immagini che straziano il cuore, non è possibile non rimaner-ne colpiti… Sa è tanto tempo che sto facendo delle sculture sul tema dell’infanzia. Vede quest’uomo che tiene in braccio il bambino morto è uno dei miei studi per realizzare un’opera su questo tema. Ho fatto varie cose, vede … bozzetti, disegni.Il Maestro mi mostra un disegno gigantesco che raffigura un uomo che tiene in braccio un bam-bino senza vita, lo sguardo di quell’uomo è stra-ziante, arriva dritto al cuore…È un disegno che rappresenta davvero piena-mente questo dramma.Mah, non so… In realtà sto facendo ancora degli studi, non sono mai contento... provo, riprovo, mi sembra che nulla possa arrivare al dolore che si prova portando in braccio il proprio �glio morto.Del resto ho sempre lavorato a opere drammati-che.Fin da giovane?Sì, sì �n da giovanissimo. Tutti mi dicono sei un tipo calmo, tranquillo e poi metti tutto questo dramma nella opere che fai, ma io sono così, vera-mente. Colgo il dramma.Mi parli del suo rapporto con il Brasile.Sono stato tre anni in Brasile, lavoravo il ferro…fa-cevo delle sculture astratte, sono stato a San Paolo a Rio, ho fatto molte mostre, è stata un’esperien-za stupenda, sono partito con mia moglie e lì ho avuto anche un �glio. Ho avuto una vita molto intensa, erano i miei esordi, ero giovanissimo.Perché scelse il Brasile?All’epoca insegnavo a Pesaro e dopo otto anni mi ero stancato, a Firenze avevo un amico architet-

GIULIANO VANGI

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to che mi parlava sempre del Brasile dove c’era una nuova architettura, una vita intensa con tanti contrasti. E allora ci andai. Abitavo a pochi deci-ne dei metri dalle favelas, ma da casa mia vedevo le grandi ville dei ricchi.Come ha iniziato il suo cammino artistico?Sin da piccolissimo, ancora prima delle elementa-ri, disegnavo sempre, se vedevo un mattone e un chiodo mi mettevo subito al lavoro... da piccolo disegnavo benissimo, meglio di ora!Risulta difficile crederlo…Beh facevo disegni a tutti da piccolino, ma proprio a tutti..Ero davvero bravo.Con quali materiali lavora?Ho imparato a lavorare tutti i materiali, lavoro la creta, il bronzo, lo la terracotta il legno... Graniti, marmo, le materie plastiche, il ferro.Ha un materiale preferito?No, mi piacciono tutti.Con che criterio sceglie il materiale con cui fare una scultura?Vede questa nuova scultura a cui sto lavorando (mi mostra il padre che tiene il bambino morto in braccio, ndr) ha le gambe �liformi, con le caviglie sottili, normali. Non posso farlo in marmo, non sopporterebbe queste forme. Quindi è attraverso la forma che sceglie il ma-teriale…Certamente, la scelta avviene proprio così. Per le forme di notevoli dimensioni meglio marmo o granito… uso invece il legno quando invece vo-glio essere più libero, il legno si presta a vari usi… Tendo a usare più materiali in una stessa scultura mi piace molto la policromia nelle sculture.Quando si parla di Lei, si parla del suo rap-

GIULIANO VANGI

a sinistra:“Figura in piedi, 2006”legno di bosso, cm 93x26x15,5

a destra: “Figura con mani ai capelli, 2006”legno, ebano e tiglio, cm 191x40x32

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porto con il Giappone…Io lavoro moltissimo con il Giap-pone, è stato un incontro di desti-no perché io ho fatto varie mostre a Tokyo e il mio lavoro è piaciuto subito molto. I giapponesi amano la scultura, prima amavano molto i francesi dell’ottocento, poi sono passata-gli italiani con Manzù, Marino e poi…Vangi. Mi studiano anche nei libri di testo… sono davvero piuttosto conosciuto laggiù.E amato anche…Si mi vogliono un bene da morire, mi vengono a trovare spesso e io vado a trovare tutti là. Ogni tanto, quando vado, mi tocca anche fare delle lezioni a un’università femminile. Non le piace insegnare?No affatto, non ho mai amato insegnare, io amo lavorare, quando non lavoro mi sento perso. An-che quando insegnavo, molti anni fa, ero molto nervoso perché mi sembrava tutto tempo rubato alle mie sculture. Poi certo il rapporto con gli al-lievi era bello, ma quando sto fuori dallo studio e non lavoro, non sto bene, mi agito e più il tempo passa e peggio è. Mi piace lavorare, e basta.Pensi che ora mi sveglio spesso la notte per pen-sare a che materiale usare per l’opera sulla vio-lenza ai bambini e mi chiedo sarà meglio usare un metallo, e quale… poi penso ai capelli del bambino che vorrei biondi …e allora so che devo chiamare persone da Roma che sanno fare dora-ture ottime. Insomma penso a come usare i ma-teriali al meglio. E resto sveglio.La violenza sui bambini la preoccupa molto.Si certo, i bambini sono candore, purezza e noi li massacriamo… Non voglio fare una denuncia, mi sento solo in dovere di rappresentare questa violenza, di cui non si può non parlare. L’uo-mo purtroppo è sempre lo stesso, continua nel-l’esprimere la sua malvagità attraverso i tempi, voglio raccontare questo dramma immutabile con le mie sculture. Il fatto che la violenza del-l’uomo continui e ora si manifesti soprattutto con i bambini e nel poco rispetto nei confronti della Natura e del pianeta che ci ospita, mi da molto da pensare e non le nascondo che mi angoscia.

Che rapporto ha Maestro con la Versilia?Adoro questa terra, qui mi tro-vo molto bene, per varie ragioni. Intanto c’è il mare, che io amo moltissimo, soprattutto fuori stagione quando c’è meno gente ed è possibile apprezzare solo la natura e non la gente che prende il sole. Qui è splendido perché il mare è vicinissimo alle montagne e questo contrasto rende tutto incantevole. Io abito a Pesaro, a venti metri dal mare, in una casa dove ho ricavato anche uno stu-

dio e quando posso sto volentieri lì…Può dirsi soddisfatto della sua vita?Direi di sì, adoro il lavoro, per me è vita, vivo per questo… E poiché ancora sono in attività sono soddisfatto.Una cosa che odio è la ripetizione. Non po-trei fare un multiplo, o fare una scultura e poi un’altra simile, e poi ancora una che le somi-glia. Questo per me è l’unica cosa da evitare, adoro la ricerca, nella forma, ma, anche e so-prattutto, nei materiali. La ricerca è il senso della vita e della mia arte. Se dovesse finire quella …farei solo passeggiate sul mare!Ma credo proprio che siamo lontani Mae-stro da quest’ipotesi.Sì… (ride) direi proprio di sì. Proprio lontani.È quasi buio, nel laboratorio-capannone si ini-zia a vederci meno. Il pomeriggio è terminato, e con esso l’intervista. Giuliano Vangi mi accompagna all’uscita, ma prima di salutarmi mi porta a vedere dei bloc-chi di granito, alti almeno due metri, sistemati all’esterno. Li guarda incantato: gli occhi gli brillano come a un ragazzino innamorato. Dà proprio l’impressione che se non fosse così buio, si metterebbe già al lavoro. Alla faccia della grande stanchezza che sosteneva di avere.“Sono per nuove sculture – mi dice entusia-sta – chissà cosa contengono, cosa ne verrà fuori…” Può saperlo solo Lei, Maestro. Lei, con la sua inesauribile creatività ed energia. Proprio vero che artisti si nasce.

GIULIANO VANGI

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sotto:Giuseppe Maraniello“Rebis” ParticolareMarmo nero del Belgio

LA MANO E L’INTELLETTO

È un idillio. Una simbiosi tota-le. Un’entusiasmante corri-

spondenza di mano e d’intellet-to. Così nasce la grande scultura nello studio di Massimo Galleni a Pietrasanta. Nasce dall’amore per il marmo. Dall’esperienza acquisita in anni di studio e di tirocinio. Ma soprattutto nasce dall’intesa perfetta dell’artigiano con l’artista.Massimo Galleni è molto più di un semplice esecutore. Non è solo un professionista dalla

Massimo Galleni: la grande scultura nasce dalla perfettasimbiosi tra l’artigianato e l’artista

tecnica sopraffina. Ha una sua umanità, un’anima, e la mette in gioco ad ogni nuovo incontro: con ogni artista, con ogni opera. Solo così, con profonda umiltà, riesce ad essere parte del sogno più ambizioso dell’uomo: quello della creazione. Lo sanno bene prestigiosi artisti come Giuliano Vangi, Luigi Ontani, Capoton-di, Chromy, Maraniello, Trotta... E galleristi – i maggiori in Italia – come Nicola Loi, Flora Bigai, Claudia Gian Ferrari, Enrico

a destra:Luigi Ontani“CignoLedoDioscuri”

MASSIMO GALLENI

Bottega d’Arte di Massimo GalleniVia Torraccia, 5 - Pietrasanta (Lu)Tel. 0584 [email protected]

Astuni, Dante Vecchiato, Be-nucci, Monica Foglia. Anche per loro, come per Galleni, la grande scultura nasce dal sentimento, dalla passione e dall’entusia-smante corrispondenza fra mano ed intelletto.

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MARCO PALMIERI

H a da poco superato i qua-rant’anni Marco Palmieri,

presidente e amministratore de-legato di Piquadro, azienda lea-der nel settore della pelletteria di lusso, e ha sempre creduto ferma-mente in una cosa: il design può essere seriale. Il successo che la sua azienda ha avuto in tutto il mondo in pochissimi anni, dimo-stra che aveva ragione lui. Oggi l’azienda conta su una rete di ne-gozi monomarca sparsi per quasi tutto il pianeta e su una crescita media annua pari al 25 per cen-to.Marco Palmieri pensa di ave-re una formula magica per il successo?Se c’è un segreto è quello di inve-stire sui giovani. Sin dall’inizio ho voluto con me giovani designer, bravi, dei veri talenti, ma appena usciti dalle scuole.È vero che non sapevano nulla di marketing industriale, ma i gio-

MARCO PALMIERI alias PIQUADROInvestire sulla creatività questa la formula magica di Piquadro per raggiungere il successo

di Titti Chiarello

vani – se sono di talento - hanno idee innovative . Ogni anno noi scegliamo una scuola di design e la proviamo, nascono così pro-getti che esponiamo come even-to, quest’anno lo abbiamo fatto durante il Salone del Mobile di Milano, con 14 progetti fatti da una scuola di Firenze. È stato un vero successo. Le aziende per for-mare se stesse dovrebbero sempre stare a contatto con le idee nuove e genuine, quindi con i giovani, per evitare di essere ripetitive. La produzione seriale deve riguarda-re solamente gli oggetti e non cer-to l’idea che permette di crearli.Cos’è per lei la creatività?C’è chi sostiene che la creatività metta ordine nel caos della vita, anch’io la penso così. La creati-vità è mettere ordine e per farlo bisogna vedere un qualcosa negli oggetti, che di solito, se non si è creativi, non si riesce a cogliere. La creatività è un ordine nuovo, non è certo follia, quindi non bi-sogna averne paura. Per cambia-re bisogna essere creativi e fuori standard.Questo concetto lo ha applica-to alla sua azienda?Certamente, ma non solo negli oggetti che produciamo, ma an-che nel modello organizzativo,

nella struttura, in tutto. In fondo la mia fortuna è stata quella di farmi da solo, non ho imparato da nessuno della mia famiglia come fare le borse, me lo sono inventato, insieme ai giovani ta-lenti a cui ho dato credito. È que-sta è stata la mia fortuna. Oltre al fatto di credere nella potenza del design, nell’emozione che la creatività applicata agli oggetti di uso comune crea in tutti noi. La creatività fa la differenza perché la gente è attratta e spende solo dove trova qualcosa di diverso, ovvero l’ innovazione.L’importante però è che il creati-vo segua il marchio e i suoi valori e non lo snaturi, pur di innovarlo. Altrimenti fallisce .Come è riuscito a unire design e tecnologia?La tecnologia è il mondo nuovo, e come mondo nuovo genera una grande attrazione e abitua ad

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MARCO PALMIERI

un nuovo percorso. Noi ci sia-mo avvicinati alla tecnologia e l’abbiamo, per così dire, trasfe-rita nel nostro prodotto, proprio come valore di una marca. Uti-lizziamo materiali particolari, ultraleggeri per dare confort ed evitare che la borsa sia pesante già da vuota. Abbiamo creato il porta computer a bolle d’aria, quindi se dovesse cadere il com-puter non si danneggia. Questa è l’unione tra tecnologia e de-sign: una continua ricerca sui materiali perché l’oggetto sia realmente utile e funzionale.Ci sveli il mistero: a cosa si deve il nome Piquadro?La P, che si legge Pi, sta per l’iniziale del mio cognome, Pal-mieri, ma anche per Pelletterie e quindi al quadrato, ecco perché Piquadro.C’è un oggetto Piquadro che lei ama più degli altri?Sì, c’è e compie quest’anno dieci anni. È una borsa di pelle nera. La amo perché è stata la pri-ma collezione prodotta da me. Inizialmente come azienda ab-biamo prodotto per conto terzi, quando nel 1998 – 1999, è usci-to il marchio Piquadro questa borsa faceva parte della prima

collezione e quindi è diventata ormai un classico. Festeggere-mo i dieci anni a ottobre con una festa a Milano coinvolgendo anche l’Accademia milanese di Brera e i suoi giovani artisti.Come sceglie i suoi collabo-ratori?La diff erenza la fa la creatività, in qualsiasi settore dell’azienda perché ritengo che solo grazie alla potenza dell’innovazione si riesca a farla prosperare. Poi è importante condividere le stes-se aspettative, gli stessi obbiet-tivi, spiego sempre a chi lavora con me cosa mi aspetto da lui. Chiarito questo, lascio poi una grande autonomia. Anche per-ché l’età media dei miei colla-boratori è sui trent’anni ed è importante lasciare spazio a chi

è giovane e ha tante energie.E talento, ovviamente.Che rapporto ha con la Versi-lia e con Forte dei Marmi?Mi è sempre piaciuta la Versi-lia, ma ne sono innamorato da quando sono venuto a Forte dei Marmi in autunno, e c’era una tranquillità incredibile. Nessun aff ollamento, a parte le vie del centro, durante l’estate e nei giorni festivi. In autunno invece una grande quiete, strade senza auto, ma con tanto verde. Ecco è la quiete che mi ha fatto sceglie-re di frequentarla, anche perché all’epoca mia moglie aspettava un bambino, e ho immaginato mio � glio andare in bicicletta per i viali di Forte dei Marmi in totale sicurezza.È un posto davvero unico.

www.piquadro.com

Pleats (Prototipo)

Modus

Expand

Pleats (Prototipo)

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MASCHIETTO

Perolo Nino Maschietto, clas-se 1920, è al prestigioso Ho-

tel Augustus di Forte dei Marmi dal 1953, prima come direttore, poi come gestore e in�ne, da-gli anni 80, come proprietario. Di lui si dice che sia parte in-tegrante, se non addirittura il simbolo vivente, di quello stile accogliente e discreto che ha reso Forte dei Marmi famosa in tutto il mondo. Guai a dargli del “dottore”, ri-sponde che lui non è neppure un infermiere.Signor Maschietto, Lei è in questa struttura dal 1953.

NINO MASCHIETTO

Il segreto della longevitàdi Titti Chiarello

Com’era questo albergo al-l’inizio?Inizialmente questa era una proprietà della Famiglia Pesenti di Bergamo, una bella villa ele-gante e signorile. Ora però la struttura si è mol-to ampliata.Sì, certo. Questo albergo è situa-to in un terreno grandissimo che va dal viale Morin �no all’inizio del Fiumetto. In questo immen-so terreno, nel corso degli anni sono state costruite sette ville e l’albergo da un piano è stato ri-strutturato �no ad arrivare a tre piani, ma tutto nascosto nel ver-de. Negli anni abbiamo costrui-to anche la “Nave”, un edi�cio molto bello all’interno del quale abbiamo una Sala Congressi e una Beauty Farm. Che clientela avete oggi?Oggi prevalentemente inter-nazionale, ma negli passati, soprattutto dagli anni ’60 agli anni ’90, abbiamo avuto la mi-gliore clientela italiana.Fa parte della struttura an-che l’ex villa Costanza degli Agnelli, vero?Sì, quella che è stata la loro villa è oggi l’Augustus Lido Hotel. È stata acquisita nel 1969 ed è dotata di un sottopassaggio che la collega direttamente alla spiaggia. È l’unico sottopasso di questo tipo da Ventimiglia alla Sicilia! Tutti i nostri clienti se ne servono, perché rimanen-do comodamente in giardino possono mandare i bambini in

spiaggia, senza far loro attra-versare la strada.Lei è al timone di questa struttura da quasi 60 anni, non Le è mai venuta voglia di dire: ora basta?No, mai. Anche perché nel cor-so degli anni ho avuto - oltre ai miei �gli che pur facendo altri lavori mi hanno sempre aiutato e dato buoni consigli – anche validi collaboratori, onesti e fedeli, sebbene nessu-no di loro abbia mai uguaglia-to lo stile del direttore Learco Melegari, come me da circa 40 anni. Perché oltre all’Augustus e all’Augustus Lido c’è anche l’Hotel Hermitage, un quattro stelle poco lontano da qui, nel-l’interno di Forte dei Marmi, dotato di un enorme giardino, diviso in varie parti, uno per i bambini, uno per i pranzi importanti, uno per il lavoro, tutti giardini molto grandi che abbiamo reso anche funzio-nali.Quale aspetto del suo lavoro ama di più?Accogliere. Accogliere la gen-te quando arriva e soprattutto essere salutato, quando i miei clienti lasciano l’albergo, con complimenti e ringraziamenti. È la mia debolezza.Ha un segreto per la longe-vità del suo successo?Il mio segreto è quello che ren-de Forte dei Marmi e la Versilia tutta, un posto unico al mon-do: la bellezza del territorio e della natura.

Perolo Nino Maschietto con Susanna Agnelli

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HOTEL AVGVSTVSViale Morin, 169

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a Forte dei MarmiNella splendida cornice della Versilia

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PROPRIETÀ E GESTIONE NINO MASCHIETTO E F.

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PERSONAGGIO

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Antonio Possenti

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Antonio PossentiVivere nel sogno

IL MAESTRO TOSCANO CHE PENSA PER IMMAGINI, SI RACCONTA AD ARTEforte.

E ntrare nello studio di Antonio Possenti (un appartamento nella splendida Piazza An�teatro di Lucca, n.d.r.) è già di per sé un’esperienza e non è certo come entrare in

uno studio qualsiasi. È come trovarsi dentro ad uno dei suoi dipinti: non esiste prospettiva, ordine o logi-ca. Come in un sogno, tutto sembra essere sullo stesso piano, esistere nello stesso istante: ma non è banale disordine o frettolosa confusione, è piuttosto il trionfo del caos, il Caos Primordiale, che tutto genera e tutto distrugge. Al punto che riesce difficile ubbidire all’invito del Maestro: “Prego, si accomodi”. Viene da pensare: “Dove?!”.Poi, magicamente, in quel Caos che tutto avvolge come un abbraccio e in quella assenza di luce, che è quasi penombra, appare una sedia (… meno male!)Lui si fa invece spazio su un divano, che certamen-te ha conosciuto tempi migliori e che sembra voler contenere tutto quello che il pavimento, il tavolo e le pareti circostanti non hanno più la forza di ospitare.“Ho passato la mattinata in una scuola elementare, sa?”“Davvero Maestro, perché?”“Era una sorta di esperimento con i bambini, dobbia-mo rappresentare una favola di Andersen che raccon-ta di una principessa che diventa sempre più magra e di un principe che, invece, diventa sempre più grasso. La bambina è vittima di un male�cio che grazie al bacio del principe sarà spezzato. Il mio ruolo è quello di individuare il percorso per immagini, stamani ho

fatto disegnare ai bambini i personaggi. La prossima volta farò rappresentare i luoghi: la fo-resta, il castello… poi farò scegliere ad ogni bambino il disegno che ritiene essere il migliore e raccontere-mo la �aba solo per immagini, tipo una “striscia” a fumetti.”Le piacciono i bambini?Sì molto, da sempre. Ma invecchiando sono soprat-tutto attratto dal loro entusiasmo e dallo loro inno-cenza, sono davvero il trionfo della spontaneità, come

di Titti Chiarello

ANTONIO POSSENTI

“Sogno di Agamennone” - Olio su tavola, cm 50x40

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del resto sanno fare anche gli animali.Che rapporto ha con gli animali? Mi piacciono molto, mi piace la loro natura innocen-te e inconsapevole, mi inquieto quando si attribui-scono loro qualità che sono proprie invece dell’uo-mo, come la cattiveria. Non esistono animali cattivi, gli animali agiscono solo per necessità.È vero che colleziona rinoceronti di varie di-mensioni?Si, è vero. Ne ho tantissimi, ma non mi considero un collezionista, sono piuttosto un raccoglitore.Che differenza c’è?Il collezionista prende tutto quello che trova, il rac-coglitore, come faccio io, sceglie. Io raccolgo solo quello che mi piace, possono essere disegni,quadri oppure oggetti. Raccolgo sia i rinoceronti che le ba-lene, ma non mi interessano le loro rappresentazioni

umoristiche.Cosa la attrae di questi animali, rappresentano qualcosa per lei?Per un pittore la scelta, almeno quella cosciente, ri-guarda la forma, ma è solo una parte… ci sono sicu-ramente altre ragioni, ma non ne sono consapevole, ragioni che riguardano l’immaginazione che però ha radici misteriose, inconsce. So come le ho fatte, ma non perché. Sono un pittore dell’immaginazione. Non solo dipingo, ma penso per immagini.Come si fa a pensare per immagini?È come avere dei quadri…nella mia mente i pensieri sono immagini che si susseguono uno dopo l’altro, come dei quadri, penso per immagini dipinte, so fare solo così. Come ha iniziato il suo cammino artistico?Ho sempre saputo che quella sarebbe stata la mia

ANTONIO POSSENTI

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ANTONIO POSSENTI

a pag. precedente, da sinistra: “Lestrigoni”Olio su tavola, cm 50x50

“Le vacche del sole”Olio su tavola, cm 40x30

a �anco:“La leggenda dell’argonautica disperso” Olio su carta nautica, cm 50x70

strada. Fin da piccolo a chi mi chiedeva cosa vuoi fare da grande rispondevo: il pittore. Del resto ho sempre amato disegnare, mi riusciva molto bene, molto facile. E ho fatto nella vita quello che riuscivo a fare facilmente: esprimermi nella manualità gra�-ca, come pittore. Ho fatto anche altre cose, ma la mia vocazione è sempre stata quella di fare il pittore come mestiere.C’è un luogo dove preferisce creare?Posso dipingere in qualsiasi luogo ma è qui nel mio studio che preferisco stare per lavorare. Ci vivo solo io. C’è una mostra che ha fatto e che ha amato mag-giormente?In verità no, però c’è una cosa molto bella che riguar-da le mostre: quando un quadro lo fai non riesci ad esserne distaccato, quando invece lo vedi da fuori ad

una mostra, te ne allontani e in un certo senso non ti appartiene più, diventa altro da te, e ne puoi vedere le mancanze o i limiti. Quando vado alle mie mostre guardo i quadri con grandissima attenzione e ascolto il parere dei visitatori. Spesso le loro indicazioni in-terpretative sono illuminanti anche per me. Mi dan-no magari un nuovo punto di vista sul quello che ho rappresentato.Anche suo �glio è pittore e per altro espone per la “Galleria Fantasio e Joe” ad ARTEforte.Lui non è un pittore della mia area è molto diverso, però ha appreso da me. E poi dal momento che è cresciuto insieme ai miei quadri, ha certamente as-sorbito qualcosa… ma più che la pittura credo abbia assimilato il modo di essere pittore, uno stile di vita, più che delle tecniche vere e proprie. Essere pittore è quasi un fatto etico, bisogna fare tante rinunce e non abbandonare mai la strada che si è scelta. E questo non è possibile se non si è sostenuti da una grande passione. Lei ha un forte legame con il mare…Sì il mare lo amo moltissimo, da bambino ho vissu-to al mare…per me il mare è importante sia come immagine, sia come fatto psicologico, la visione del-l’orizzonte, per chi ha una grande immaginazione e curiosità come me, è qualcosa di meraviglioso perché si cerca sempre di andare oltre sia con lo sguardo che con la mente.Per me il mare è un vero e proprio patrimonio di im-magini da cui attingo continuamente.La sua pittura è stata de�nita “pittura del sogno” concorda con questa de�nizione?Sì, la mia è una pittura onirica, io del resto sogno spesso, ma nei miei quadri non metto mai i sogni che faccio.Ovvero?Come nei sogni nei miei quadri non c’è prospettiva, oppure se ne trova un abuso. Faccio grandi le cose

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lontane e piccole le cose vicine per esempio, o fac-cio coesistere personaggi vissuti in epoche storiche diverse, come può succedere in un sogno. È più un fatto di metodo, che non di rappresentazione di cose sognate. Anche il viaggio è tema dominante nella sua pit-tura.Sì il viaggio è importante, anche perché sono stato un grande viaggiatore. E poi, guardi, io dico sempre: il viaggiatore vero è quello che ha viaggiato a piedi. A piedi?!Sono stato uno dei primi in Italia a fare l’autostop e ho fatto centinaia di chilometri a piedi prima di trovare qualcuno che mi caricasse sull’automobile! A quel tempo,negli anni cinquanta, c’erano poche auto, e soprattutto pochi automobilisti che si fermavano a caricare gli autostoppisti. Solo gli stranieri davano passaggi, perché erano abituati a farlo. Mi creda, so-lamente chi ha camminato tanto a piedi per la strada ha davvero la percezione di cosa signi�chi il viaggio.

Qual è stato il percorso più lun-go che ha fatto a piedi?Da La Spezia a Genova, che non sono poi così vicine a piedi.Quanti anni aveva?Diciassette.Qual è il suo rapporto con la tecnica, visto che il vero viaggio si fa a piedi immagino che la vera scrittura sia solo quella a mano…Certamente! Io la tecnica la disconosco completa-mente, non dico che non serva, ma dico che non mi riguarda affatto. Quando qualcuno mi scrive qualco-sa e lo fa con il computer, ecco quella per me non è vera e propria scrittura, perché la scrittura compren-de la mano, la “traccia” di chi la fatta, e non può essere certo un segno elettronico. Con la tecnica noi ossequiamo la rapidità, ma si può creare solo nella quiete, nel rispetto dei tempi umani, e non della mec-canica o dell’elettronica.Niente computer quindi?No! Non l’ho mai avuto. Solo recentemente me ne è stato regalato uno di “nuova generazione” come di-cono. Il tecnico me lo ha montato, e poi quando per spiegarmi il funzionamento continuava a chiamare, quello che per me era solo un barattolo, “Lui” ne ho avuto abbastanza!. “Lui va trattato così, va spento cosa”. Si rende conto che si parla di un barattolo come di una persona?! No, non fa per me, l’ho fatto rimpacchettare e l’ho regalato a mia volta.Visto che ama tanto il mare, pur vivendo a Luc-ca, che rapporto ha con la Versilia?In Versilia, in effetti, ho ritrovato il mio rapporto con il mare, anche se in Versilia il mare non è quello di scoglio, come ero abituato a Livorno, il mare della mia infanzia. La moltitudine di cose che si trovano nel mare di sco-glio è impossibile trovarle in Versilia, ma in Versilia c’è questo meraviglioso rapporto tra mare e monti, in questo senso è un posto davvero unico.Ha qualche mostra in cantiere?Ho appena terminato a Reggio Calabria, una mostra sulla mitologia e sul simbolo, temi che amo moltissi-mo. E Reggio Calabria come luogo di mito non pote-va essere più indicato.

“Riposo degli argonauti”Olio su cartone telato, cm 50x40

ANTONIO POSSENTI

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Nello spazio elegante del suo studio nel centro di Forte dei Marmi, il pitto-re Domenico Monteforte parla del suo lavoro e di sè, rive-

lando qualche segreto di quella che nell’immaginario collettivo è e sempre sarà, la professio-ne più intrigante che esista. Monteforte, in sintonia con quest’im-magine si rivela qual è: un artista aff ascinante e pieno di talento.

Quando hai capito che volevi essere pittore e nient’altro?Ti dovrei rispondere “da bam-bino...”, sembra banale in realtà per mia madre era molto semplice farmi star buono... un pò di fogli e qualche matita co-lorata e ti potevi dimenticare di me!! Poi da grandicello il corag-gio di tentare è stato più forte di qualsiasi paura, e dopo le superiori l’Accademia di Belle Arti, le prime collettive, i primi quadri venduti, la personale a Firenze, quindici anni fa... Ed eccomi qui, l’avventura conti-nua! Nel mezzo, naturalmen-te, tanto impegno, lavoro, de-terminazione e voglia di non mollare mai.

diario di viaggio di un artista contemporaneo

di Emanuela Mazzotti

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DOMENICO MONTEFORTE

Che cos’è l’arte per te?È principalmente emozione. Qualcosa di simile alla passione per una donna bellissima che a vol-te ti fa soff rire un pò, ma di cui non riesci a fare a meno. Andare in giro “per quadri”, come dico io, visitare mostre e riconoscere linguaggi nuovi o an-tichi, diversi ma così, in fondo simili nell’essenza, come una musica universale che non ha bisogno nè di spiegazioni nè di traduzioni. Tutto questo stimola e nutre continuamente la mia curiosità. L’arte è un linguaggio, è sentimento, a volte gio-co altre volte soff erenza, ma sempre una costante nella mia vita; è guardare il mondo attraverso gli occhi di un bambino.Ci sono luoghi che hanno avuto un ruolo de-terminante per l’ispirazione pittorica?Ci sono luoghi o meglio colori che hanno stimolato particolarmente il mio lavoro. La Toscana per le geometrie prospettiche del paesaggio e per le ar-chitetture che in fondo caratterizzano molti miei dipinti. La Sicilia o la Calabria, terre che adoro, per i toni così forti, decisi, violenti! La Provenza, il buen ritiro di tante stagioni..., il paesaggio dolce e selvatico, i toni di verde o di viola. In fondo a me interessa solo questo: il colore. Quello è lo stimolo, la molla, il pretesto. Fausto Melotti ha scritto...” di fronte ad un albero che si spoglia dei colori au-tunnali non pensi alla vita, pensi ai colori...”. Mi ci riconosco perfettamente.Quando “senti” che un quadro è perfettamen-te riuscito e corrisponde all’idea che avevi in mente?Mah, spesso l’idea iniziale cambia e si modi� ca man mano che il dipinto prende vita. È giusto e bello così, almeno per me. Sembra quasi che da

un’idea primordiale nasca poi e prenda forma, quasi autonomamente, un’opera che vive di vita propria. Non sempre è così, naturalmente, ma quando accade è bellissimo... Quale mostra ricordi con maggior entusia-smo?La prima, Firenze Marzo 1993. Più che entusia-smo direi emozione..., anzi � fa! Credo di non aver dormito la notte prima, tanto ero teso. Avevo 27 anni ed era l’esordio con una mostra personale in

diario di viaggio di un artista contemporaneo

“La collina degli ulivi” - olio su tela, cm 60x80

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DOMENICO MONTEFORTE

una città così importante e severa...! tanta gente e tanto affetto, la sera ero spossato ma felice. Fra tutte le parole che la critica ha speso nei tuoi confronti, quali ti senti “cucite” addos-so?Beh, sicuramente mi riconosco in chi mi cono-sce...!! Nel senso letterale del termine, tu Ema-nuela hai scritto spesso di me, te l’ho detto tante volte ormai, sai cogliere momenti, stati d’animo e cambiamenti anche sottili. Ti dirò di più: a volte noti cose del mio lavoro ancor prima che io me ne renda conto! Le ultime cose che ho visto nel tuo studio mi piacciono particolarmente perché credo, sia-no piene, mature, ad un punto di svolta, c’è qualcosa sotto? (voglio dire: sono intervenuti

dei cambiamenti importanti?)È un buon momento, mettiamola così, speriamo che duri... Ho molti progetti a breve e lungo ter-mine, che sono di stimolo e di pungolo, vedremo quello che verrà fuori. Nei tuoi paesaggi brilla spesso la luna, una luna quasi diurna, perché questo tema ricor-rente?La luna nella pittura simbolista raffigura la don-na, io non appartengo sicuramente ad un corrente simbolista, ma adoro le citazioni... La donna per me è un elemento molto importante, è quel senti-mento di cui ti parlavo prima a proposito dell’Arte e del suo signi�cato..., cosa sarebbe la vita senza le donne? Siete il tormento e l’estasi di ogni uomo. Pittori compresi...

“Paesaggio Toscano” - olio su tela, cm 100x120

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A RT E , C O N O S C E N Z A , TA L E N T O .

I N O S T R I VA L O R I C U LT U R A L I .La cultura è uno stimolo sempre vivo, un interesse crescente in eventi, mostre, concerti. Il

passato e il presente del nostro territorio, da sostenere con passione verso il futuro.

Un’emozione da osservare, ascoltare e assaporare. La cultura è da sempre uno dei nostri valori.

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PERSONAGGIO

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Nicola LuisottiIl Maestro che incanta

GIÀ DEFINITO IL NUOVO HERBERT VON KARAJAN, IL MAESTRO VIAREGGINO CHE IL MONDO CI INVIDIA, SPIEGA PERCHÉ DIRIGERE UN’ORCHESTRA VOGLIA DIRE COMUNI-CARE, NON COMANDARE.

L ’intervista con il Maestro Nicola Luisot-ti è �ssata per le 15 di un giovedì po-meriggio nello studio di Domenico (il pittore Domenico Monteforte, amico del

Maestro viareggino, ndr). Quando arrivo Lui an-cora non c’è, ma sono in anticipo di qualche mi-nuto e non mi preoccupo. È stata un vera fortuna riuscire a trovare una sua ora libera per l’intervi-sta nei giorni (rari) che passa in Versilia, visto che è sempre in giro per il mondo, impegnato tra un concerto e l’altro, una registrazione e l’altra …Proprio mentre mi chiedo se avrà lo stesso pessi-mo carattere di altri grandi direttori di orchestra che ho intervistato, (e per i quali ho maledetto il mio mestiere!), ecco che una �gura imponente - più per il modo di muoversi che per la stazza - fa il suo ingresso nello studio. Un ingresso trionfale, direi, ma sono in controluce e non vedo se sia lui o no. Lo riconosco dal modo di muovere le braccia: sembra che fendano l’aria, come se fossero spa-de. “Eccomi! Ciao Domenico, non sono in ritardo vero,?!” È inaspettatamente – almeno per me - cordiale… forse, penso, non ha realizzato che il giornalista è già lì. Si gira, mi vede, mi stringe la mano mentre Domenico fa le presentazioni.

“Piacere, Maestro”.“Anche per me un vero piacere incontrarla, ma diamoci del tu è meglio, credimi…”È solare, spontaneo con un sorriso sincero. Non ero pronta a tanta positiva cordialità. Meglio se-dersi e iniziare subito l’intervista.“Maestro da dove arriva, pardòn… arrivi?”“Da New York, dove ho diretto la Bohème. Era presente anche Zeffirelli, credo sia stata l’ulti-ma volta questa dove Zeffirelli ha partecipato di persona ad uno dei suoi eventi al Metropolitan. È stata perciò una cosa molto bella… è stato fe-steggiato anche perché ricorreva il 40esimo an-niversario del suo Romeo e Giulietta. Davvero è stata una bella manifestazione, sia all’interno del Metropolitan che all’Istituto di Cultura Italiana di New York.Ti fermi in Versilia qualche giorno, o sei già in partenza?“Sono già quasi in partenza, non è facile trovar-mi”.Lo so, sono stata fortunata… Beh, non so se sia stata davvero una fortuna po-termi intervistare… (e ride, di gusto. Sembra pro-prio sincero, accidenti che bel carattere!). Sicura-mente però trovarmi fermo non è facile.Sei già in partenza?Vado a Budapest sempre per onorare il nostro Giacomo Puccini con lo stesso programma che ho fatto a Lucca, quindi la Messa a quattro voci, nel-la nuova revisione critica della Fondazione Pucci-ni-Lucca, e i brani sinfonici.

di Titti Chiarellofoto di: Sandro Santioli

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LUISOTTI

Nicola LuisottiIl Maestro che incanta

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A undici anni dirigevi un coro. Avevi già capi-to che sarebbe stata quella la tua strada?Ho sempre pensato che avrei fatto il musicista, ma onestamente non ho mai pensato che avrei fatto una carriera così… Le grandi carriere sono imprevedibili, non dipendono solamente dal tuo talento, dalle tue capacità. Dipendono anche da una serie di coincidenze e di fortuna. Il talento secondo me, fa sempre parte di un certo bagaglio di fortuna, se non ce l’hai non puoi fare nulla. Se sei nel momento giusto e nel posto giusto, ma non hai il giusto talento non ti serve, così come se hai un grande talento ma non sei - quando serve - nel posto giusto, non combini molto.In de�nitiva le coincidenze per fare una grande

carriera sono tante, e la mia è andata davvero al di là delle migliori aspettative.Qual è stata la prima grande combinazione di coincidenze e fortuna che ti ha fatto pensare “Ora ce l’ho fatta!”Sono state talmente tante… non vorrei deludere nessuno dicendone una piuttosto di un’altra. La vita è fatta di tanti incontri e situazioni che l’unica cosa che posso dirti è che da soli non si combina nulla. Abbiamo bisogno degli altri, un direttore d’orchestra più di tutti. Cosa può fare un direttore d’orchestra se l’orchestra non c’è? Mi vedi muove-re come un forsennato la bacchetta senza i musici-sti che mi seguono?Certamente no, ma cosa signi�ca veramente

NICOLA LUISOTTI

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dirigere un’orchestra?Dirigere un’orchestra non vuol dire costringere gli altri a fare quello che vuoi tu, ma parteci-pare insieme ad una stessa importante cosa, che è la musica. Così accade nella vita penso… an-che con la moglie, con gli amici, se una persona crede di imporsi sugli altri non sarà mai pronta per dirigere, forse per comandare sì, ma non per dirigere. Dirigere vuol dire entrare in comunione con gli altri.Le caratteristiche di un direttore di orche-stra allora quali sono?Direttori di orchestra si nasce.In che senso?È una sorta di istinto che hai sin da bambino, hai già dentro di te la forma del leader, magari non sai proprio in cosa si esprimerà questo talento che senti, ma ce l’hai. Poi quando la musica ti chiama, lo capisci.Cosa vuol dire che la “musica ti chiama”?È davvero la musica che ti viene a cercare, è lei che ti spinge verso qualcosa. Noi facciamo delle scelte, ma se abbiamo un talento naturale, è lui che sceglie per te.Una sorta di vocazione quindi…Assolutamente sì. Come un prete. Non credo davvero che ci siano differenze in questo, non ci sono altre possibilità… Se hai un talento natura-le vero, succede proprio così, vieni “chiamato”.Quando la tua vita è frutto di una vocazione succede questo, se invece scegli tu nella vita le cose che vuoi fare, hai altre qualità ma non un talento vero. La musica sceglie. Non per questo io sono un grande musicista, ma di sicuro sono stato scelto. Non ho scelto io la musica, è lei che ha scelto me. Quanto l’umiltà è importante per un diretto-re d’orchestra?L’umiltà deve essere la base di ogni persona, pensare che non si è soli, e tutto quello che si fa è frutto di un grande percorso che altri uomini hanno fatto prima di noi. La musica è un ideale, non è qualcosa che noi facciamo, o sfruttiamo, solo per lavorare.Sei da poco stato nominato direttore del-

l’Opera di San Francisco per la stagione 2009. Ci racconti come è andata?Ero a Seattle per dirigere il Macbeth e vennero da me per complimentarsi sia il direttore del Me-tropolitan di New York, che quello dell’Opera di San Francisco. Quest’ultimo era piuttosto agitato e dopo i soliti convenevoli mi chiese perché stessi ri�utando tutte le loro offerte. Gli dissi che non ne sapevo proprio nulla e lui di rimando mi fece

NICOLA LUISOTTI

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presente che cercavano il nuovo direttore musi-cale, “Tu verresti?”, mi chiese. Risposi con forza “Sì!, ci ho pensato troppo a risponderti? Ecco come ho �rmato il contratto. Sei soddisfatto?Sono fortunato. È davvero un ottimo periodo questo per me. Vedi se in un teatro fai del male, litighi con tutti e ti fai volere male, prima o poi questo ti si ritorcerà contro. Nessuno ti richiama in un teatro se sei scortese e maleducato. Anche se sei bravo. Ma non puoi essere bravo a dirigere se scegli solo di comandare.(Da come parla inizio ad avere il sospetto che qualche direttore d’orchestra dal pessimo carat-tere l’abbia incontrato anche lui…)Gli incontri si riproducono solo se sono stati po-sitivi. Dobbiamo non solo rispettare gli altri, ma avere anche un senso profondo di amore verso le cose che facciamo. Questo si ri�ette su tutto. E fa funzionare bene le cose che facciamo.Sei superstizioso?Solo un pochino, anche perché come diceva Oscar

Wilde “Non essere superstiziosi porta male”.Ride ancora. Di nuovo. Di gusto. È proprio sim-patico e indubbiamente dotato di un carisma personale notevole.A intervista �nita continua a raccontare di una serata passata con Robert Redford e signora. Racconta un episodio insigni�cante, banale, ma lo fa con una tale enfasi che sembra di essere lì. A tavola con loro. Con Robert a destra e signora a sinistra. Sembra persino di sentire il rumore della sala, il tintinnio dei bicchieri, la musica di sottofondo, le risate. Mentre Luisotti parla si rimane incantati. Non c’è scampo. Ti rapisce e ti cattura, sei nelle sue mani. Non solo per come narra, ma anche per come si muove e agita le braccia. Sembra che disegni nell’aria. Che la muova a suo piacimento. E non ha neanche la bacchetta. Mi sento come uno dei topolini nella �aba dei Fratelli Grimm. Quelli che seguivano ipnotizzati la musica del Pifferaio Magico. Maestro la prego mi liberi, devo andare via purtroppo l’intervista è �nita.

NICOLA LUISOTTI

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PUCCINIANO

Più che presidente, Manrico Nicolai della “Fondazione

Festival Pucciniano” ne è un vero e proprio amante. Si capisce non solo da come ne parla, ma anche da quante ore al giorno sta “sul pezzo”,davvero un’in� nità. Presidente come è iniziata la sua avventura al Festival Puc-ciniano?La mia avventura al Puccinia-no è iniziata nel 2001 quando il sindaco di Viareggio mi chiamò perché voleva rilanciare il Fe-stival. Subito ci siamo posti due obiettivi, primo costruire il Tea-tro, perché non era possibile che un festival così importante non ne avesse uno. Quindi abbiamo

iniziato con il riadattare gli spa-zi, portando in teatro anche la scultura, perché sono molti gli artisti che vivono o lavorano in Versilia.Avete quindi iniziato a “scol-pire l’opera?”Esattamente sì, proprio così. Prima con Kan Yasuda e poi con Igor Mitoraj. La Butter� y conYasuda fu un grande succes-so, mentre l’esperienza iniziale, non troppo felice, con Mitoraj ci ha insegnato una cosa impor-tante: che per “scolpire l’ope-ra” ci vogliono grandi registi, non solo grandi scultori. Ecco perché abbiamo chiamato nel 2003 Maurizio Scaparro per la regia, che con l’artista Jean-Mi-chel Folon ha messo in scena La Boheme che è stata un successo davvero strepitoso, durato cin-que anni. Quest’anno per l’Ed-gar ci siamo affi dati al pittore inglese Roger Dean che ha di-segnato le copertine dei grandi cantanti dei gruppi rock negli anni ’70 e ’80.Un altro grande obbietti-vo per la Fondazione è stato quello dell’internazionalità.Sì,consapevoli delle grande in-teresse che suscita Giacomo Puccini nel mondo abbiamo sempre “sfruttato” - per così dire - questo potenziale. An-che quest’anno faremo il giro del mondo, dal Giappone alla Colombia, alla Gran Bretagna, all’ Argentina…andremo prati-camente ovunque, grazie anche alla collaborazione con il Mini-stero degli Esteri. In verità an-che la Regione Toscana e la Pro-vincia di Lucca ci stanno dando

una grossa mano. Non solo per esportare il Festival Pucciniano nel mondo, ma anche per dare modo agli stranieri che ama-no Puccini di conoscere meglio questa terra, meravigliosa, dove egli è nato.Quest’anno si celebrano i 150 anni della nascita di Giaco-mo Puccini. Cosa avete in programma?-Intanto inauguriamo il nuovo Teatro - un an� teatro moderno di 3200 posti, che comprende anche un grande palcoscenico, la platea e un auditorium di 500 posti co-perti e quindi potrà essere usato per tutto l’anno, non solamente durante l’estate. Apriamo alla grande il 15 giugno con l’orche-stra della Scala di Milano diretta da Riccardo Chailly. La stagione vera e propria si apre invece l’11 luglio con una grande Turandot per la regia di Maurizio Scaparro e i costumi di Franca Squarcia-pino.Nell’ambito delle manifestazio-ni previste c’è una mostra di Puccini e la sua terra che vie-ne organizzata a Lucca, mentre qui, nella parte chiusa del Tea-tro, faremo “Puccini al cinema” proiettando trenta � lm che han-no avuto le grande musiche di Giacomo Puccini. E anche un inedito di 8 minuti che ha come protagonista Giacomo Puccini, per la regia, si pensa, di Forza-no.Se dovesse fare un augurio al Festival che augurio fareb-be?Gli auguro di essere amato dalla città di Viareggio e dai suoi am-ministratori.

PUCCINI MON AMOURdi Titti Chiarello

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PUCCINIANO

FONDAZIONEFESTIVAL

PUCCINIANO

54°FESTIVAL

PUCCINIgiugno / agosto 2008

Nuovo Gran Teatro all’Aperto

Torre del Lago Puccini, Toscana, ItaliaDirettore Artistico Alberto Veronesi

CELEBRAZIONI

PUCCINIANE

REGIONETOSCANA

Comune di Viareggio

COMITATONAZIONALECELEBRAZIONIPUCCINIANE

2004-2008

15 giugno

INAUGURAZIONE DEL

NUOVO GRAN TEATRO

ALL’APERTO

Concerto

In collaborazione con il Comitato

Nazionale Celebrazioni Pucciniane

GIACOMO PUCCINI

IV ATTOInquietudini Moderniste

Orchestra Filarmonica della Scala

Coro Filarmonico della Scala

Direttore

Riccardo Chailly

CONCERTO

6 luglio 2008

Bolshoi Theatre Orchestra

Direttore

Yuri Temirkanov

SopranoDinara Alieva

In collaborazione con Accademia

Musicale Chigiana di Siena

TURANDOT

nuova produzione

11, 19, 25 luglio

3, 10, 23 agosto

Direttore

Alberto Veronesi

Giuseppe Acquaviva

Regia

Maurizio Scaparro

Scene

Ezio Frigerio

Costumi

Franca Squarciapino

TOSCA12, 18, 27 luglio

8, 22 agosto

Direttore

Joel Levi

Cem Mansur

Regia

Mario Corradi

Scene e costumi

Igor Mitoraj

MADAMABUTTERFLY

20, 26 luglio

2, 17 agosto

Direttore

Julian Reynolds

Carmine Pinto

Regia

Stefano Vizioli

Scene e costumi

Ugo Nespolo

EDGARnuova produzione

9, 16 agosto

Direttore

Pier Giorgio Morandi

Regia

Vivien A. Hewitt

Scene e grafica

Roger Dean ©2008

Costumi

Freyja Dean ©2008

Biglietteria Festival Puccini tel. +39 0584 359322 fax +39 0584 350277 [email protected] www.puccinifestival.it www.landofpuccini.com TuttoEventi Viareggio tel. +39 0584 427201

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APT VERSILIA

R enato Baldi Lei è da qua-si trent’anni direttore

dell’APT Versilia…Sì ho iniziato giovanissimo, e non me ne sono mai pentito, amo il mio lavoro e mi piace farlo, per come posso, al me-glio. Ma c’è un segreto: la cor-rettezza, sia nel rapporto con i politici,che con gli imprenditori e gli utenti. Bisogna sempre ri-spettare il proprio ruolo. E le esigenze degli altri.Cosa le piace di più del suo lavoro?La varietà. Il fatto di essere a contatto con molti operatori turistici - sia italiani che stra-

nieri - concede la straordinaria possibilità di capire meglio cosa voglia dire turismo per il terri-torio.Cosa vuol dire turismo per la Versilia?Per la Versilia il turismo è fon-damentale: noi offriamo in lo-calità come Forte dei Marmi, ma non solo, in tutta la fascia costiera �no a Viareggio, un tu-rismo dove il mare è meno im-portante dei servizi correlati. Penso agli stabilimenti balnea-ri, che qui da noi sono davvero un caratteristica peculiare. O a tutta l’offerta di spettacoli, cul-turali e di intrattenimento, del-la quale il turista può usufruire una volta terminata la giornata sulla spiaggia.Anche se ora un terzo del nostro lavoro passa da Internet.È vero che in Versilia ci sono meno turisti italiani rispetto ad un tempo?Negli ultimi anni la percezione che gli italiani hanno del loro futuro è peggiorata e questo ha certamente in�uito nella spesa turistica. Comunque contiamo su uno zoccolo duro, che non ci abbandona. E poi abbiamo molti turisti europei, sono tor-nati anche i tedeschi, e abbiamo da qualche anno anche molti turisti russi. Che spendono dav-vero molto.Cosa amano di più i turisti che vengono in Versilia?Certamente il mare, bene orga-nizzato e con molti servizi, poi gli eventi e le manifestazioni

culturali che qui certo non man-cano. E poi la gastronomia…non dimentichiamo che questa è una zona dove si mangia davve-ro molto bene. In�ne negli ulti-mi anni viene richiesto anche lo sport, cioè la possibilità da fare sport all’aria aperta.E l’Arte?Dalla Versilia si raggiungono facilmente e in breve tempo le città d’arte come Firenze, Pisa, Lucca e questo rende il nostro territorio appetibile come nes-sun altro. Il turista che viene in Versilia non viene per stare tut-ta la giornata sulla spiaggia, ma è curioso, versatile, colto. Ama visitare il territorio, va volentie-ri alle Mostre d’Arte, ai mercati d’antiquariato, agli incontri con gli intellettuali, le conferenze, i concerti. Tutte le manifestazioni che abbiamo d’estate sul terri-torio sono molto frequentate dai turisti, non solo quelle di richia-mo nazionale, ma anche quelle locali con artisti meno conosciu-ti o in vernacolo.In che modo l’arte può aiuta-re il turismo?Se si creano mostre d’arte si creano forti veicoli di promo-zione turistica, e non penso solo alle mostre di grandi artisti che possono richiamare gente da tutto il mondo, ma anche eventi meno eclatanti, comunque lega-ti all’arte. Questi sono sempre eventi di forte richiamo turisti-co.Quindi anche ARTEforte…Sicuramente.

TURISMO E VERSILIAUn binomio indissolubile, da sempre legato all’ArteNe parliamo con Renato Baldi da trent’anni direttore responsabile dell’Azienda per il Turismo della Versilia.

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Anche nel panorama italiano, sempre più società impegnate a fare impresa scen-dono in campo a sostenere iniziative di-versi�cate in diversi ambiti culturali.

A volte questa loro presenza sembra dettata da modelli di comunicazione aziendale oppure da mero calcolo edonistico a valorizzazione del patri-monio accumulato.In questo quadro ci sono situazioni che appaiono non volere perseguire tout court semplici interessi commerciali ma che si sostanziano in un impegno rivolto in via primaria ad interventi a sostegno di nuove forme espressive, per lo più giovani artisti, o di recupero del patrimonio storico-artistico ed anche industriale con la previsione di nuove vitali funzioni

Coopsette ha fatto una scelta di fondo: agire e cre-dere in un futuro positivo coniugando l’azione im-prenditoriale (quali�cazione d’impresa e delle ri-sorse umane) con nuove scelte strategiche in rela-zione con i territori di appartenenza e nel sociale.Ciò signi�ca entrare in contatto con la società civile, con il mondo della cultura e con la ricca realtà dell’associazionismo e del volontariato. Sotto questo pro�lo Coopsette ha sviluppato rapporti di fattiva collaborazione con nume-rosi enti e associazioni, mettendo a disposizio-ne supporti organizzativi e risorse �nanziarie a sostegno di eventi culturali ossia promuoven-do direttamente propri progetti di eccellenza.

CoopsetteUn buonsegno tra impresa e valori

Il maggior numero delle iniziative, che ha avuto il sostegno della cooperativa di Reggio Emilia, si è sviluppata in un orizzonte temporale di lungo periodo, per dare loro continuità e per accrescerne l’efficacia.Abbiamo parlato con l’Ing. Silvio Boni dirigen-te di Coopsette ed amministratore di G7 Società impegnata nella promozione di strutture dedicate alla mobilità con investimenti in centri di grande pregio turistico; di rilievo quelli presenti a Por-to�no, Santa Margherita Ligure, Desenzano del Garda, Riomaggiore e altre più recenti iniziative promosse a Lerici, Rimini e Campione del Garda.Quale rapporto esiste tra Coopsette l’arte ed i progetti “evoluti”?

Mi ricordo quando ancora ragazzo, frequentavo piccoli studi ed atelier dove alcuni amici iniziava-no a muovere i primi passi nel mondo della pittura e dell’arte, ho trascorso ore al loro �anco mentre davano forma alle loro emozioni. Ora molti di loro sono indiscussi artisti di rilievo internazionale tra questi ricordo in particolare il maestro Omar Gal-liani. e lo scultore Graziano Pompili.

Ora la mia attività professionale si svolge da di-versi anni in Coopsette, impresa che ha nello svi-luppo immobiliare il suo core business. Nel seguire e sviluppare progetti via via più com-plessi in segmenti di mercato evoluti si è rafforzato l’impegno, ritengo vitale, per quali�care sempre

SILVIO BONI

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più le nostre proposte progettuali. Una sviluppo imprenditoriale inteso come progetto continuo per realizzare nuove opere sempre in stretta relazione con il contesto storico, sociale ed ambientale pree-sistente.Oggi è sempre più percepito il bisogno di incor-porare nei contenuti tecnologici e funzionali degli interventi immobiliari ed infrastrutturali elementi e valori immateriali o di natura energetico-am-bientale come fattori di differenziazione e di qua-li�cazione.Ad esempio la dimensione estetica, la sostenibili-tà ambientale, la percezione di benessere �sico e di armonia sono divenuti, oggi più di ieri, valo-ri imprescindibili per migliorare le nostre chance competitive.

Da questa analisi se ne trae che l’interazione e la collaborazione con importanti studi di architettu-ra, artisti contemporanei ed in genere con i media culturali è divenuta sempre più una costante di molte delle nostre iniziative imprenditoriali.

Le nostre attività trovano una efficace sintesi nelle seguenti headline Coopsette: “il Pianeta dell’Ar-monia” / “Il Futuro è un progetto”.

È possibile ritrovare nella nostra cultura d’impre-sa, nel presente come nel passato, quella che pos-siamo de�nire una forte interazione /“globalizza-zione” fra arti e mestieri, cioè fra il concepimento/ progettazione dell’opera e la fase di produzione/sviluppo con armonizzazione delle peculiari esi-genze tecniche, qualitative ed economiche.

In quali eventi si è misurato l’impegno di Coopsette per la cultura, l’arte e l’architettu-ra?

Tanti e diversi�cati sono i progetti sostenuti e pro-mossi che nel corso degli anni: dalle celebrazioni per “Le Colombiane” di Genova del 1991, alle iniziative nell’ambito delle manifestazioni legate a Genova 2004, Capitale Europea della Cultura, con la ricostruzione in scala 1:1 del Teatro del Mondo di Aldo Rossi, alla promozione della mo-stra di Burri a Reggio Emilia nel 2001 sino alla esposizione delle opere del Mantegna a Palazzo Te a Mantova del 2006.

Signi�cativo è inoltre il sostegno alla campagna di scavi nella Terramare di Santa Rosa a Poviglio (RE) che costituisce una delle più importanti real-tà a livello nazionale ed europeo di villaggio ter-ramaricolo oltre al sostegno agli scavi archeologici dalle navi romane di Pisa.

Coopsette incorpora nelle proprie iniziative, come ho già ricordato, quote crescenti di valori imma-teriali, pensando l’architettura come espressione artistica che oltre a soddisfare i bisogni ritrova un rapporto virtuoso con l’ambiente naturale e gli spazi relazionali migliorando il benessere della persona.Sono così nate importanti collaborazioni con noti architetti internazionali, tra questi: Renzo Piano, Jean Nouvel, Paul Mollè, Boris Podrecca, Mario Cucinella, Zaha Haddid, Norman Foster, per dar vita ad interventi che pensano allo sviluppo delle nostre città in modo sempre più quali�-

SILVIO BONI

2006 / SHOPPING CENTRE “LE BEFANE” RIMINI

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cato e innovativo.Per Coopsette la qualità del design è cultura di progetto e capacità di innovazione.Il costante impegno per la formazione dei giovani, in ingresso nel mondo del lavoro, unito al miglior sviluppo delle città e del nostro territorio, rappre-senta l’orizzonte preso a riferimento da Coopsette per la propria missione aziendale.

Quali possono essere oggi per una importante Impresa i fattori di successo?

Economia e conoscenza non sono mai state così intimamente coniugate come ai giorni nostri. Nelle società avanzate l’insieme delle conoscenze disponibili e attivabili è diventato il vero propul-sore per la propria crescita ed il successo.Ogni giorno di più si scopre come il fattore uma-no, il patrimonio non solo tecnico scienti�co, ma di cultura, di creatività, di personalità siano cen-trali per lo sviluppo delle migliori imprese.Impresa e cultura sono e dovranno essere sempre meno mondi separati, comunicanti al più attra-verso episodi di mecenatismo illuminato, se si vuole puntare a migliorare il quadro sociale in cui ci relazioniamo.Coopsette è consapevole che, per prepararsi al meglio verso nuove s�de, deve proporsi di inten-si�care e quali�care il dialogo e lo scambio con il variegato mondo della cultura, dell’arte e della scuola, in questo caso l’impresa può divenire arte-�ce in positivo per lo sviluppo della società e delle persone.

Quali iniziative state predisponendo per raf-forzare la Vostra presenza a favore della cul-tura?

Molteplici e diffuse, in particolare nei territori dove è più saldo il nostro radicamento d’impresa, sono le iniziative culturali con protagonista Coop-sette. Ora con la recente ed epocale decisione di costi-tuire la Fondazione Coopsette si apriranno nuove

opportunità per la promozione del senso civico, dei valori cooperativi e di progetti nel sociale oltre che di valorizzazione delle espressioni artistiche e culturali, spaziando dal design all’architettura a sostegno di quelle iniziative che sapranno propor-si in via prioritaria per la formazione dei giovani.

SILVIO BONI

2004 / BOLLA di RENZO PIANO / PORTO ANTICO GENOVA

2008 / CENTRO WELLNESS BELLAVITA - ALESSANDRIA

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L ’appuntamento culturale a Forte dei Marmi della Mo-

stra dell’Antiquariato si rinnova da oltre vent’anni ed è sempre molto atteso dagli appassionati del settore e dai villeggianti. La manifestazione ha acquisito nel tempo sempre maggior prestigio, grazie all’esperienza maturata nel mondo dell’antiquariato dal-l’organizzatore e Presidente del-l’Associazione Giovani Antiquari d’Italia, Orlando Tanzi.L’Associazione Giovani Antiqua-ri d’Italia non ha scopi di lucro e ha �ssato nel proprio statuto l’obbligo di organizzare una Mo-stra di Antiquariato all’anno; ha esordito così nell’agosto del 1983 la prima edizione nella villa “La Versiliana” nel Comune di Pie-trasanta.Orlando Tanzi nasce a Parma e la passione per “l’antico” e l’arte

XXI EDIZIONE DELLA MOSTRA DELL’ANTIQUARIATO “Grandi Antiquari a Forte dei Marmi”

in genere hanno sempre fatto da sfondo alla sua quotidianità, tra-sformando presto quella che era una passione personale in una vera e propria attività lavorati-va. Inizia negli anni Settanta con l’apertura di una galleria nella sua città natale, per arrivare più tardi a confrontarsi con le mag-giori istituzioni, partecipando alle più note manifestazioni an-tiquarie quali: Biennale di Ve-nezia, Internazionale di Milano, Gotha a Parma, Brixia a Brescia, Mostra di Genova ed Assisi, solo per citare le più note. In ambito europeo è presente a numerose edizioni della Mostra d’Antiqua-riato di Cannes ed è approdato in America con la partecipazio-ne alla Mostra Internazionale di Miami.Nella continuità della tradizio-ne che vedeva la famiglia Tanzi trascorrere le vacanze estive in Versilia, si è arrivati a trasferire l’attività antiquariale, durante i mesi estivi, proprio in questi luo-ghi, organizzando la prima Mo-stra dell’Antiquariato a “La Ver-siliana”. Dopo alcune edizioni si approda alla sede di Forte dei Marmi in pieno centro urbano, grazie al sostegno delle persona-lità istituzionali allora in carica.Da allora sono trascorsi ven-tun’anni e la collocazione origi-naria in via Michelangelo è stata sostituita dal Palazzetto dello Sport di Vittoria Apuana. “La scelta dello spazio esposi-

tivo, ci spiega l’organizzatore, è stata determinata da una gran-de attrazione nei confronti della Versilia e dalla possibilità di co-stituire, con l’organizzazione di un grande evento, un centro di riferimento per gli appassiona-ti del settore che potesse essere riproposto come appuntamento �sso.”Molti visitatori si ritrovano, per passione o semplice curiosità, a visitare questo spazio ogni anno ad agosto. Tra gli ospiti illustri possiamo annoverare il Senatore Giovanni Spadolini, allora Pre-sidente del Senato, grande ap-passionato ed intenditore d’an-tiquariato che non ha mancato l’appuntamento per molti anni, l’attore Giancarlo Giannini, il critico Vittorio Sgarbi, il vignet-tista Forattini, lo stilista Santo Versace e molti altri.L’intento dell’organizzazione è quello di confermare l’alto li-vello della manifestazione nel-l’interesse dei visitatori e nel ri-spetto della tradizione culturale della città.

ANTIQUARIATO

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XXI MOSTRAD’ANTIQUARIATO

CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI FORTE DEI MARMI

GRANDI ANTIQUARI

8 - 24 agosto 2008Palazzetto dello Sport

FORTE DEI MARMI Vittoria Apuana - Via Ferrucci, 11

orario: dalle 17,30 alle 24,00

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L ’incontro con Lucilla Cap-paroni è di quelli che non

si dimenticano facilmente. Stu-pisce come una donna dall’ap-parenza così elegante e delicata, possa portare dentro di sé la for-za d’animo di un gladiatore.Lucilla ha avuto due vite. La prima �no ai 28 anni, di quelle tipiche dell’alta borghesia. Stu-dia alla Sorbona di Parigi, dove si diploma in “ Storia del Costu-me”, frequenta il bel mondo, col-labora con l’equipe del generale De Gaulle e poi con Calvin Klein

LUCILLA E IL CAVALIERE DI CRISTALLOdi Titti Chiarello

e Donna Karan a New York. Si sposa un ottimo partito e con lui -campione di polo – frequenta gli ambienti mondani più esclusivi.Fino al giorno del terribile inci-dente che costringe lui su una se-dia a rotelle dopo mesi di coma, e lei a cambiare totalmente vita. Da quel giorno Lucilla si dedica solo al marito e inizia a scrive-re. “Il Cavaliere di cristallo” ne è l’eroico racconto.Come nasce questo libro Lu-cilla?Volevo raccontare la mia storia e

quella di mio marito, che è una storia particolare. Ho iniziato a scrivere dopo il suo incidente, prima non ci avevo mai pensa-to. Volevo parlare della nostra grande storia d’amore, mi sono innamorata di lui da ragazzina e nel libro racconto le peripezie e le lotte che mi hanno condotto a coronare il mio sogno. Ero molto giovane e a quei tempi non era facile andare contro la propria famiglia. Lui, come campione di polo, girava il mondo, era un uomo bellissimo e piuttosto

LUCILLA CAPPARONI

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refrattario al matrimonio, per conquistarlo, comprai a rate un cavallo da polo. Da lì iniziò la nostra bellissima storia. Io non seguii mio padre a Parigi e rima-si a Roma con lui.I primi anni del vostro matri-monio furono da favola…Sì, davvero. Piero ed io abbia-mo frequentato gli ambienti più esclusivi, facendo un viaggio di nozze praticamente di tre anni, in giro per il mondo. Veramente un periodo da mille e una notte.Poi cosa è accaduto?Nel 1971 mio marito ha avuto un incidente di polo, gravissimo, per il quale è rimasto in coma per sei mesi. Da lì è iniziato il secondo capitolo della mia vita dove ho dovuto cambiare tutto il sistema della mia esistenza.Come è riuscita a reggere un cambiamento così tragico?Accettando il dolore, senza rab-bia o arroganza. Invece che dir-mi “Perché a me, mi sono detta : “Perché non a me?”. Dopo l’inci-dente abbiamo iniziato il nostro “viaggio” nelle cliniche e negli ospedali specializzati. Andammo a Vienna nella clinica dei risvegli dove sono rimasta due anni come infermiera per poter stare vicino a mio marito. Ho sempre seguito il suo calvario con l’incrollabile �ducia che prima o poi, anche grazie al mio amore, si sarebbe ripreso.E in effetti è andata così…Sì, Piero si è risvegliato dal coma e ha ripreso vivere, sia pure su una sedia a rotelle. Ma ci sono voluti anni. E per anni come in-fermiera mi sono dedicata non solo a mio marito, ma anche agli

LUCILLA CAPPARONI

altri ricoverati. Scoprendo che c’erano situazioni ancora più tragiche della nostra e questo mi ha aiutato.Suo marito però dopo l’inci-dente era stato dato per mor-to.Si, i medici avevano detto che – date le sue condizioni - sareb-be stato meglio lasciarlo morire, ma a questo mi sono ribellata con tutte le mie forze. Contro i medi-ci e contro mio padre. E ho fatto bene, perché Piero non solo si è ripreso, ma siamo riusciti anche ad avere un �glio. E ora nipoti. Piero è felice di vivere e quindi ho avuto ragione io. Anche a non abortire, come mi era stato con-sigliato inizialmente per timore che mio �glio potesse nascere pa-raplegico o spastico, visto che mio marito era ancora molto malato. Ma la mia fede è stata premiata.Suo marito ora che vita fa?Normalissima. Amiamo Forte dei Marmi e quando veniamo qui

Piero viene in spiaggia, nuota in piscina e riesce per�no a farsi un piccolo giro a cavallo. In più ab-biamo molti amici e siamo invita-ti ovunque. Oggi dopo tanti anni dall’incidente riusciamo per�no a riderne con chi ci vuole bene.Persino la mia nipotina di set-te anni, guardando le numerose coppe che mio marito ha vin-to come campione di polo, dice: “Nonno ma se eri così bravo, come hai fatto a cadere?” Cosa consiglia a chi ha avuto una prova dura come la sua?Di non lasciarsi andare e di ave-re �ducia nella vita e soprattutto nell’amore. Sono una donna se-rena anche nella vecchiaia, che è un bel periodo della vita se si conservano i valori importanti, e non le cose super�ciali. Una scelta d’amore è sempre vincente è questo è il vero messaggio del mio libro. L’amore vince sempre, su tutto. Anche sui dolori e le prove più grandi della vita. Bi-sogna soltanto avere la forza di amare e di portare avanti - con �ducia e determinazione - le proprie scelte. “Il Cavaliere di cristallo” è un bel romanzo, che ci sentiamo di consigliare, anche perché è pieno della forza e della gioia di vivere di chi ha provato sulla propria pelle come sia possibile non far-si sopraffare dal dolore. Quello vero.Edito da Edizioni Progetto Cultu-ra “Il Cavaliere di cristallo “è ora in tutte le migliori librerie. Parte del ricavato della vendita dei libri andrà in bene�cenza al Progetto Itaca, per il recupero di persone con disturbi psichiatrici.

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BAGNO BEPPE

BAGNO BEPPE... CHI CI METTE IL CUORE

“ Roma Imperiale” è for-se la valva d’origine di

Forte dei Marmi, la perla della Versilia dove, �n dai primi del ’900 nobiltà, arte, letteratura, imprenditoria prediligevano trascorrere le vacanze estive, in quell’amalgama di umanità do-vuta al cuore ed allo spirito oltre che al ceto.Qui una vera e propria icona di quegli anni fu “BEPPE IL VECCHIA”, bello come un dio greco, forte come un ercole, fa-scinoso come un bucaniere con quella benda nera sull’occhio si-

nistro, perso per un colpo di pi-stola vigliacco in un tafferuglio con alcuni squadristi. Il mari-naio Giuseppe Lari detto Beppe il Vecchia (1885 – 1969) è nella storia della Versilia per innume-revoli salvataggi di bagnanti e bastimenti, per l’ affabilità con-tagiosa e per un antifascismo sui generis di cui è emblema-tica la frase pronunciata allor-ché la corazzata inglese “Home. Fleett” entrò nel Mediterraneo: “L’Inghilterra è come Mussolini: ha sempre ragione, specialmen-te quando ha torto”.“BEPPE” divenne ben presto un toponimo che indicava un luogo ameno dove ritemprare il �sico e lo spirito come avviene anche oggi ai Bagni “Beppe di Ponente “ e “Beppe Roma Im-periale”, due stabilimenti bal-neari di riferimento per l’alta borghesia italiana e non solo, che ne ripropongono la �gura e l’eredità nella più genuina tradi-zione versiliese, in contrasto con le mode ed i costumi così labili dell’attuale massi�cazione.Ne sono depositari Andrea Baz-zichi, pronipote di Beppe e la nipote Serenella. Il primo, un aitante quarantenne che si pro-pone nel più puro spirito versi-liese, è il vero e proprio volano del Bagno Beppe di Ponente con la mamma Maria Assunta e le sorelle Emanuela e Franca. La seconda, così prorompente nel

ricordare in modo tanto acca-lorato un passato cui è rima-sta pervicacemente attaccata, ripropone con la �glia Luisella nel Bagno Beppe Roma Impe-riale le atmosfere di un tempo perduto.Entrambe ritengono che il suc-cesso delle due strutture si deb-ba a principi, valori e compor-tamenti trasmessi dal trisavolo, come un’umanità profusa e va-lorizzata a piene mani, una pro-fessionalità radicata nella tradi-zione, una cura quasi maniacale dell’ambiente, servizi offerti senza costi aggiuntivi (cambio teli, giochi per i bimbi, abbi-gliamento ecc), un calendario di apertura da Pasqua ad ottobre inoltrato “senza mai guardare l’orologio” perché i titolari ed i bagnanti di Beppe sono veri si-gnori del tempo.

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GALLERIE

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L ’appuntamento con l’Avv. Riccardo Corsini è alle 13

nell’elegante Caff è Montanelli di Massa ed alle 12,50 ricevo una sua telefonata che si pre-mura di avvisarmi essere già sul posto. Non potrebbe esserci presen-tazione migliore per il Vice Presidente Nazionale dei Gio-vani Imprenditori di Con-fcommercio con delega alle comunicazioni ed ai rapporti con i media, che dopo una cordiale presentazione spiega: “Mi ha designato il nuovo Presidente Dott. Paolo Ga-limberti ed il compito è im-

RICCARDO CORSINI: L’IMPEGNO COME REGOLA DI VITA

pegnativo anche per i nume-ri veramente notevoli della Associazione che rappresenta 250.000 aziende under 40 su un totale di 840.000, mentre ad esempio Con� ndustria ha 120/130.000 iscritti totali tra junior e senior. Inoltre il commercio nelle sue più varie espressioni ha valenza enor-me nell’economia del paese, ed in particolare le dinamiche economiche di questi ultimi tempi hanno spostato l’asse delle associazioni di categoria sui servizi e sul turismo. È im-portante perciò legarci, come brend dei giovani imprendito-ri, anche a manifestazioni cul-turali che promuovono il ter-ritorio, come ARTEforte che avrà sicuramente risonanza in Italia e non solo, con bene� ci per la Versilia ed i territori li-mitro� ”.Ha idee molto chiare l’Avv. Corsini, spezzino di nascita, ma massese per residenza.“La nostra provincia - pro-segue - è una terra vocata al turismo nonostante le scelte penalizzanti degli ammini-stratori che di fatto hanno impoverito il territorio il cui rilancio esige prese di posizio-

ne forti e coraggiose, proprio come alcuni grandi problemi del paese, dall’energia che ri-chiede una scelta decisa sul nucleare, alla ripresa econo-mica del nostro settore con una detassazione incisiva per le giovani imprese nei primi 24/36 mesi di vita, alla riqua-li� cazione dei centri commer-ciali naturali all’interno delle città, che rilancerebbero an-che i centri storici”. La vicepresidenza Confcom-mercio non preclude al No-stro il prosieguo della attivi-tà di agente di ENI SPA per la commercializzazione di prodotti e servizi AGIP nelle province di La Spezia, Massa e Lucca in cui profonde pro-fessionalità e responsabilità condite con l’entusiasmo di sempre. La chiave di questo sta for-se nell’essere il trentaseienne. Corsini profondamente cat-tolico e nell’aver fatto della fede e dell’impegno una ban-diera, in ossequio alla dottri-na sociale della Chiesa fatta propria dall’UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Di-rigenti) di cui è referente per la regione Liguria.

RICCARDO CORSINI

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MASSIMO BERTELLOTTI

C lasse 1967, versiliese di nascita e di residenza,

Massimo Bertellotti è quel che si dice un vero talento. Lau-reato a pieni voti in Architet-tura all’Università degli Stu-di di Firenze ha collezionato successi professionali ancora prima di uscire dal prestigioso ateneo fiorentino, dal momen-to che gli è stata pubblicata la sua tesi.Architetto, da studente se lo aspettava tanto successo?No, in realtà no. Quando ini-ziai la tesi, avevo come obiet-tivo quello di studiare il ter-ritorio nel quale sono nato e mi sono dedicato con passio-ne a questo. Dopo un anno e mezzo di studi e revisioni, ho discusso la tesi di laurea, dal titolo: “Formazione del tessuto urbano della costa versiliese, specificità dell’architettura lo-cale.”. Chi è stato il suo relatore?

Il prof. Gianfranco di Pietro, docente di urbanistica.Una tesi molto apprezzata la sua in ambito locale…Sì davvero… infatti il mio la-voro è stato esposto nel 1999 dal Comune di Pietrasanta e nel 2003 è stato oltre che esposto, anche pubblicato dal Comune di Forte dei Marmi, grazie all’interessamento del-l’allora Assessore all’Istruzio-ne e al Sociale Gabriele Mon-teforte. Qual è il contenuto della sua tesi a grandi linee?La tesi individua le modalità di sviluppo e formazione del tessuto urbano della costa ver-siliese, ed in particolare il ter-ritorio del Comune di Forte dei Marmi, nel periodo compreso tra il 1770 e il 1940. In pa-rallelo ho anche analizzato lo sviluppo del linguaggio archi-tettonico così come si è evoluto nel paese di Forte dei Marmi.Il mio obiettivo è stato quello di dare un contributo conosci-tivo, sia pure piccolo alla sto-riografia locale, con lo scopo di individuare e preservare quel-le caratteristiche ambientali, sociali ed architettoniche che hanno reso questo tratto co-stiero rinomato.Quello che non sospettavo quando iniziai a lavorare per la tesi era che alla fine avrei stabilito un legame così pro-fondo con il territorio.Cosa intende dire?Che ho iniziato a farmi molte

domande sul nostro territorio e a cercare delle risposte.Ovvero?Beh.. mi chiedevo per esempio come mai via della Barbiera è piena di curve mentre tutte le strade che vanno verso il mare sono rettilinee.. oppure come mai il Fortino è così arretrato rispetto alla spiaggia… queste e molte altre, in verità tutte do-mande che se si gira in biciclet-ta ci si pone, se si ama il terri-torio in cui si vive. Per questo nella professione cerco sempre di valorizzare il legame ed il rispetto per la storia che ci ha portato �no ai giorni nostri ad avere un paese caratterizzato da una bell’architettura, inse-rita in un ambiente abbastanza conservato, ancora bellissimo.Cosa ha realizzato sul terri-torio? Quelle più importanti sono state l’asilo nido del Comune di Forte dei Marmi, e Villa Nizza a, rea-lizzata con materiali autoctoni. Quanto al resto ho sempre cerca-to di intendere la mia professio-ne al servizio del cittadino, pro-gettando sempre edi�ci inseriti nel verde, di modesto impatto ambientale.È vero che insegna all’Univer-sità?Sì, dal 2000 collaboro assidua-mente con l’università degli Stu-di di Pisa, Facoltà d’Ingegneria.Le piace?Sì, insegnare per me è un arric-chimento e una grande soddisfa-zione.

Un architetto al servizio del territorio, Massimo BertellottiGIOVANI TALENTI CRESCONO

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Agenzia immobiliarecompravendite e locazioni estive

Via Colombo, 87/89 - Forte dei Marmitel. +39 0584 787507 - tel. fax + 39 0584 787497- cell. 335 8422315

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di Mariarosa Nardini

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R innovarsi nella tradizione è una prerogativa di Forte

dei Marmi �n dai primi anni del secolo scorso ed in particolare in questi ultimi ha decretato il successo delle sue attività com-merciali.È questo il caso del CAFFE’ PRINCIPE, struttura suggestiva e prestigiosa, risalente all’im-mediato dopoguerra, testimone di un passato che ha fatto la storia del Forte. È grati�cante anche solo sedersi ad un tavolo della veranda in completo relax, magari osservando la gente che passeggia mentre si gusta un drink o un caffè. Il servizio è inappuntabile ai ta-voli come al banco, in un’atmo-sfera di classe ed eleganza di cui è riprova ulteriore il piano bar realizzato sulla terrazza verso il

AL CAFFÈ PRINCIPE, LA CLASSE DEL FORTE

mare, che dallo scorso anno al-lieta la clientela con le sue sug-gestioni.La guida abile ed attenta della titolare Signora Laura Piacen-tini propone una caffetteria cu-ratissima, un’amplissima scelta di aperitivi con riguardo parti-colare a quelli alla frutta, una gustosissima gelateria ed una pasticceria della casa che spazia dai pinolini, alle brioches, alle torte a soggetto �no ai dolciumi più ricercati.Un vero salotto con vista, in cui classe e ricercatezza sposano una qualità di prim’ordine.

Caffè PrincipeVia Carducci, 2 Forte dei MarmiTel. 0584 89238

CAFFÈ PRINCIPE

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GALLERIE

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SERVIZI

SERVIZI

GALLERIE IN FIERApag. 66 AMBRE INTERNATIONALSTAND 16-17pag. 72Arena Galleria d’Arte STAND 7pag. 75 ARTE NUVÒSTAND 40pag. 78 ATELIER 34STAND 20-21pag. 83 BOTTEGA DEI VAGERISTAND 27-32pag. 89 GESTALT STUDIO & GALLERY STAND 39pag. 92IL MELONE - ARTE CONTEMP. STAND 18-19pag. 98 FANTASIO & JOE STAND 6

pag. 101GALLERIA F.B. ARTESTAND 5pag. 104GALLERIA D’ARTE L’INCONTRO STAND 28-29-30-31-34pag. 114GALLERIA D’ARTE LA TELACCIA STAND 38pag. 117GALLERIA LA SUBBIASTAND 1-2pag. 122GALLERIA LAZZARO BY CORSI (Sezione Fiere) STAND 9-10pag. 129GALLERIA L’ESTENSE ARTESTAND 14-15-22pag. 136 G. SALONE D’ARTE CONTEMP. STAND 8-35pag. 141GALLERIA TURELLISTAND 45-46-47

pag. 148INCISIONE ARTE STAND 4pag.152J & G. ARTSTAND 11-12-13pag. 161LINEA D’ARTESTAND 41-42pag. 167 SANDRO SANTIOLISTAND Apag. 169PROPOSTE D’ARTE CONTEMP. STAND 3pag. 172RESTARTESTAND 26-33pag. 177SPIRALE 2000 - MILANO STAND 36-37-43-44

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L ’associazione culturale Am-bre International ha sede a

Sophia Antipolis in Costa Az-zurra e si propone di sostenere l’interesse per l’arte in tutte le sue forme e, in particolar modo, sostenere progetti che permet-tano di conoscere ed apprezzare la produzione artistica dell’area mediterranea. Per questo pro-muove non solo artisti france-si, ma più in generale, di tutti i paesi del Mediterraneo. L’As-sociazione ha promosso, tra gli altri, eventi quali ARTour, per-corso che di anno in anno si arricchisce di nuove presenze artistiche.Una rappresentante italiana del-l’Associazione è l’artista Cateri-na Maggia, in arte Catemaggia che ha risposto ad una serie di domande volte a conoscere me-glio il lavoro svolto dall’artista e dal suo gruppo.Catemaggia ha iniziato a dipin-gere giovanissima, sostenuta da una sicura preparazione artisti-ca, acquisita con una laurea in architettura e una specializza-zione nell’ambito del restauro del quadro antico; non a caso,

l’artista afferma che in quali-tà di acquirente i suoi interessi l’hanno condotta verso dipinti italiani del Seicento e Ottocen-to.Le chiedo: – Com’è avvenuto il passaggio da collezionista a gallerista?Ho preferito mantenere i due ruoli, sono artista e curatrice di mostre d’arte.– Successivamente agli esor-di ti sei interessata all’arte contemporanea...Sì, dopo aver acquistato opere antiche ho mosso i primi pas-

SOPHIA ANTIPOLIS CEDEX – RUE DES CRÉTESA colloquio con l’artista Catemaggia, responsabile in Italia dell’Associazione

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AMBRE INTERNATIONAL

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si verso il contemporaneo e ho acquistato Nespolo, Baldisseri, Giletti, Murer. Ma è storia piut-tosto recente, risale al 2000.– È conveniente collezionare i giovani?

1) Pascal Barnier “TAGS” cm 40x120

2) Elisa Mazza “Mare d’inverno” Acrilico su tela e gesso, cm70x50

3) Roberto Ascoli “Metamorfosi” cm 140x60x90

4) Claudia Dazzini “Senzamare” Pastello e olio su tavola, cm 70x50

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Certo, sono nuova linfa vitale, io credo molto nel lavoro dei cosidetti “emergenti”, se non avessero dato loro credito, nes-suno dei grandi artisti moderni sarebbe oggi famoso.– Come fai a capire che un giovane è promettente?Ogni artista va considerato singolarmente non in ragione dell’appartenenza ad un grup-po, non perché segua una certa moda...bisogna valutare cosa sa fare, dove ha studiato, capire il percorso di crescita, conoscere le esperienze personali, di vita. Bisogna credere in queste cose per non confondere un talento 4

AMBRE INTERNATIONAL

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con un imbrattatele, bisogna dargli la possibilità a basso co-sto di farsi conoscere, unirsi ad altri artisti, essere proposto in più gallerie.– Quindi, le gallerie hanno un ruolo attivo in questo...Certo, molti colleghi, come la no-stra Associazione si spendono su questo versante, altri sono più re-stii. Fanno investimenti che consi-derano più sicuri.

– Quali tecniche preferisci usa-re?Mi piacciono le tecniche miste, olio e materiali diversi, mi piace speri-mentare.– E i collezionisti cosa preferi-scono?Si orientano verso cose più classiche e artisti più quotati, non c’è molto interesse per certi tipi di sperimen-tazione, ovvero la si guarda volen-tieri ma l’acquisto è altra cosa.

– Come si fa a non sbagliare in-vestendo in arte?Informandosi, frequetando mostre, �ere, gallerie. Bisogna leggere mol-to: riviste, giornali specialistici.– Il collezionista ideale?Quello che acquista un’opera per-ché prova emozione... una passio-ne, non esiste arte senza passioni, da nessun punto di vista, né da quello del collezionista, né del gal-lerista.

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AMBRE INTERNATIONAL

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AMBRE INTERNATIONAL

5) Irma paulon “Gabbia mentale” Scultura polimaterica

6) Siberiana di cocco “Invasione gialla” Polimaterico, cm100x100

7) Elvino Motti “Senza titolo” Granito nero, h cm 40

8) Consuelo verde “Boire sa tasse de the” Pastelli, cm 20x30

9) Kim Sue Hee “Senza titolo” cm 53x33,5

Ambre Internationaldi Caterina MaggiaVia Codini, 5 - 28070 Nibbiola (No)Tel. e Fax 0321 [email protected]

STAND 16-17

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I l �ne ultimo di un proget-tista d’interni deve essere

l’armonizzazione e la messa a punto delle forze sprigionate dalle proporzioni relative alle dimensioni umane rispetto alle super�ci d’intorno, delle luci, dei colori, dei movimenti e degli equipaggiamenti di vita, quali

FERDINANDO BERTELLIHotel Concept & Interior Design

sono gli arredi e gli accessori. Proprio come il �ne ultimo dello skipper deve essere l’armoniz-zazione e la messa a punto delle forze sprigionate dal vento, dal-la resistenza dell’acqua e degli equipaggiamenti di bordo, quali sono le vele, il timone e la chi-glia. Il progettista che mira ad un monumento a suo ricordo è come lo skipper che mira a te-nere la barca in porto perché sia ammirata da tutti, e il risultato, in entrambi i casi, è la più com-pleta staticità.Questo pensa Ferdinando Ber-telli, progettista d’interni, che ha formato la propria esperien-za in vent’anni di lavoro in Sud Africa e in Estremo Oriente ed attualmente opera in Italia nella sua torre sulle colline Versiliesi recentemente ristrutturata ed adibita ad uno più esclusivi Sty-le Bed & Breakfast d’Italia.

The main aim of an interior de-signer must be the harmonising and the �ne tuning of the ener-gies released by the proportions relative to the human dimen-sions in respect to the surroun-ding volumes, of the colours, of the movements and of the living equipment such as furniture and accessories. Similarly, the

main aim of the skipper must be the harmonising and the �ne tuning of the energies released by the wind, the resistance of the water, and of the manou-vring equipment such as the ra-dar, the sails and the keel. The designer who aims at building a monumento to himself is like the skipper who aims at keeping his boat docked for the admiration of all, and the result, in both ca-ses, is total stillness.This is Ferdinando Bertel-li’s thought, interior designer, who has built his experience in twenty years of activity in South Africa and Far East and is now operating in Italy, in his tower on the Versilian hills, recently refurbished and transformed into one of the most exclusive Style Bed & Breakfasts in Italy.

INTERIOR DESIGN

On the hills of Versilia, this fine villa with its charming pinnacle, is one of the most exclusive and refined Style Bed & Breakfasts in a area rich with history, culture and unspoiled natural enviro-ment. Pool, Jacuzzi and Sauna are available.

Golfo Di Palmas Consulting SrlUfficio: Viale Stazione, 33 MassaB&B Via dei Colli 71C - Massa

Tel. + 39 347 3323593 - [email protected] - www.villailcastelletto.it

Style Bed & Breakfast

Sulle colline della Versilia questa elegantissima villa con un in-cantevole torretta è uno tra i più esclusivi e raffinati Style Bed & Breakfast di una zona ricca di storia, cultura e natura incon-taminata. Piscina, Jacuzzi e Sauna sono disponibili.

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On the hills of Versilia, this fine villa with its charming pinnacle, is one of the most exclusive and refined Style Bed & Breakfasts in a area rich with history, culture and unspoiled natural enviro-ment. Pool, Jacuzzi and Sauna are available.

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GALLERIA ARENA

Domenico Arena e Wanda De Leo ti accolgono con affabilità

nel loro spazio di Reggio Calabria di Via Osanna 59.La galleria restituisce una senza-zione piacevole, ci si sente a proprio agio, come se qui fossimo di casa. Alle pareti dipinti di grande impat-to visivo: Antonio Possenti, Doina Botez, Andrea Valere, Domenico Monteforte, Gianni Testa, Silvestro Pistolesi, Claudio Malacarne.I proprietari si raccontano, raccon-tano della loro vita vissuta in mezzo all’arte, entrambi hanno coltivato la loro passione �n da giovanissimi, fatale Firenze e i Musei Vaticani come primo approccio.Domenico mi racconta che l’ar-te contemporanea l’ha incontrata dopo, attraverso le letture giovani-li e comunque un incontro è stato fondamentale: quello con lo scul-tore Luciano Minguzzi, conosciu-

INCONTRI D’ARTENello spazio espositivo della Galleria Arena a Reggio Calabria

to attraverso il giornalista Gianni Brera.Tutta l’Italia nel 1965 era un luo-go straordinario, dove potevi im-batterti ogni giorno in personag-gi interessanti o ignoti artisti che sarebbero diventati famosi di lì a qualche anno, o forse mai. Insom-ma, un luogo di ricerca, di continue trasformazioni, un punto di riferi-mento per la cultura nazionale e al tempo, appena un po’ internazio-nale.Entrambi provienenti da famiglie di collezionisti, sono esperti nel-l’individuare artisti promettenti: le tecniche raffinate, lo studio prepa-ratorio attento, la sensibilità, sono alcuni dei requisiti che, quando ci sono, permettono di riconoscere un vero talento; amalgamando gusti diversi e affinità culturali, tradi-zione e innovazione, sono riusciti a mettere insieme una buona col-lezione che spazia da Aldo Riso a Salvatore Fiume, passando attra-verso Antonio Possenti, Norberto, Mino Maccari, Enrico Baj, Agosti-no Cancogni e molti altri.Wanda De Leo torna con la memo-ria ai primi acquisti che portano i nomi di Benaglia, Marino, Riso. Ha un desiderio, le piacerebbe nella sua collezione un Gustav Klimt! Mentre Domenico è affascinato da-gli Impressionisti. In effetti la scelta della galleria punta sul �gurativo, con una predilezione per quegli

artisti che hanno saputo trattare il paesaggio, la �gura umana, con quella sensibilità visiva “tattile” e al tempo stesso carica di intensità, qualità proprie della tradizione sia italiana che straniera.Il mercato dell’arte, oggi, è orien-tato verso orizzonti diversi, interes-sato soprattutto al fenomeno della

Antonio Possenti“Custode delle Sirene”Olio su cartone telato, cm 50x40

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GALLERIA ARENA

Pop Art, che tanto nuovo non è, se si considera che le prime esperienze sono precedenti gli anni ’60. Un gal-lerista attento deve essere �essibile, ma sicuro delle scelte da proporre al collezionista che si dimostra ag-giornato sulle ultime tendenze, in-formato sull’investimento da fare, anche se poi la scelta si orienta su artisti emergenti e dichiaratamente �gurativi.La considerazione più importante è legata all’immagine che si vuole proporre del proprio spazio esposi-tivo che qui si con�gura come area a disposizione di tutte le manifesta-zioni culturali, un luogo propositi-vo, d’incontro e confronto.Ci congediamo. È stata una piace-vole chiaccherata con gente che ha passione, impegno, professionalità. Insomma, uno spazio bello, lumi-noso. Se vi capita di venire da que-ste parti vi consigliamo la visita. Ne vale la pena.

1) Domenico Monteforte Dipinto su spartito anni ’20 “Madame Butter�y”

2) Silvestro Pistolesi “L’addio del �gliol prodigo” Tempera grassa cm 50x60

3) Doina Botez “Ebbrezza” Olio su tela cm 40x80

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Arena Galleria d’Artedi Arena Arch. DomenicoVia Osanna, 59 - 89125 Reggio CalabriaTel. e Fax 0965 893707website: [email protected]

STAND 7

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GALLERIE

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Cominciamo dagli esordi... Il primo ricordo legato al-

l’arte?Parlare di un primo ricordo è dif-�cile... l’arte ha sempre fatto par-te della mia vita e del mio imma-ginario, è stata infatti la passione a spingermi verso studi artistici e a proseguire la carriera dell’inse-gnamento. Quando è avvenuto l’incontro con l’arte contemporanea?L’occasione si è presentata at-traverso lo stretto contatto con gli artisti e con i giovani laureati all’Accademia di Belle Arti, da lì è nata l’idea di creare uno spa-zio espositivo idoneo ad accoglie-

GALLERIA ARTE NUVÒResponsabili: Adriana Conti e Giorgia Bartolini

Intervista ad Adriana Conti

re e a promuovere i giovani. Nel 2000 ho realizzato questo sogno con l’apertura della Galleria Arte Nuvò, che è diventata nel tempo luogo di incontro e confronto tra artisti, critici, e quanti sensibili e appassionati d’arte. Come avviene la selezione dei giovani artisti?La selezione avviene secondo un criterio che cerca di cogliere lo stile, una personalità in qualche

modo de�nita.Crede sia conveniente collezio-nare l’arte giovane?Penso sia consigliabile perché po-trebbe rivelarsi un ottimo investi-mento per il futuro, soprattutto se si riconosce il talento e l’origi-nalità. Come si riconosce un vero ta-lento?Il talento può essere riconosciuto in una spiccata abilità tecnica,

Mimmo Germanà - “Senza Titolo” olio su tela cm 80x100

GALLERIA ARTE NUVÒ

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una forte personalità, ma ciò che più conta è il valore artistico de-terminato dall’originalità di uno stile proprio, da un’idea.Come può una galleria sostene-re i giovani talenti?Sostenere i giovani signi�ca dare loro �ducia, investire su di loro attraverso mostre che permet-tono di farli conoscere, magari incoraggiando l’acquirente sulla qualità dell’opera e sottolineando l’originalità dell’artista. Gli arti-sti che escono dalle Accademie spesso si rivolgono alle gallerie, ma è anche interesse del galle-rista cercare i talenti, scoprirli e promuoverli. Come de�nirebbe la sua colle-zione?La mia collezione è il frutto di un lungo percorso di investimenti fatti nel tempo. Durante le mo-stre personali la Galleria acquista alcune opere, lo stesso accade alle Fiere d’Arte, così la mia attuale

collezione presenta artisti nazio-nali noti e meno noti.Chi è il collezionista ideale?Il collezionista ideale è colui che per passione e per sensibilità in-veste sul talento. Che cosa determina il successo di una mostra?L’ottima organizzazione comu-nicativa: mi riferisco alla pub-blicità, ai comunicati stampa, alla cura editoriale e gra�ca, ad un’attenta cura espositiva, una cordiale accoglienza e un’ottima presentazione dell’artista.Sono ancora importanti le Fie-re dell’Arte?Le �ere sono molto importanti per instaurare rapporti di colla-borazione e di interscambio con le altre gallerie e per conoscere nuovi artisti. Tra gli artisti presenti in galleria: Calabrese, Cancogni, Falzo-ne, Mambor, Monteforte, Mi-nardo.

Olga Minardo“Donna con l’orologio”olio su tavola cm 60x120

Francesco Toraldo“American Cup”olio su tela cm 50x100

GALLERIA ARTE NUVÒ

Arte Nuvò di Adriana Conti & C.Via Giaconia, 2 - 95129 CataniaTel. e Fax 095 537449website: [email protected]

STAND 40

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GALLERIE

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La Casa nel tempo...idee per un regalo

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Cristallerie

35iCm u ed Serav zzao n e

Fa t R elVia li osr el s li

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Barbara Lodi, giovane galleri-sta parmense, ha una spiccata

inclinazione per l’arte emergente, basti ricordare che nel mese di aprile 2008 ha ospitato nella sua galleria in Borgo Felino, un’ar-tista affascinante e decorativo come Mikos Beaumont.

ATELIER 34

ATELIER 34Direttore responsabile: Barbara Lodi

All’interno del suo spazio espo-sitivo si respira un’aria diversa, quella che proviene dalle novità e dalla ricerca che sono il segno che contraddistingue il percorso della gallerista.La nostra conoscenza comincia con la domanda di rito:

Il primo ricordo legato all’arte?Da bambina lessi un racconto in-tenso e crudo relativo al martirio di Padre Kolbe per mano nazista ad Auschwitz. Notai che l’illustra-zione che accompagnava il rac-conto era “strana”, inquietante. Non si trattava delle tradizionali immagini, ma de “Il grido” di E. Munch. Era troppo impegnativo per una bambina capire, al tem-po, il signi�cato del soggetto, ma non lo dimenticai più. Più tardi capii che l’arte esprime la com-plessità dell’animo umano e con-tiene le espressioni dell’inconscio.

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1) D. Birindelli “Fra terra e cielo n°1 - polim.” cm 80x70

2) D. Birindelli “Bosco di betulle” cm 43x58

3) Massimo Preti “Tracce 04” Tecnica mista su tela, cm 20x30

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ATELIER 34

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ATELIER 34

Quando hai incontrato l’arte contemporanea?Al terzo anno di Liceo artistico, l’insegnante iniziò la lezione di-cendo: “Da oggi parleremo del movimento Dadaista che ha con-tribuito a ribaltare l’intero siste-ma dell’arte”.Come avviene il passaggio da collezionista a gallerista?Sono gallerista per caso, quindi non ho avuto esperienze da col-lezionista, vengo dalla gra�ca pubblicitaria e questo spazio è nato come studio di pubblicità. In seguito lo spazio, pur piccolo, è diventato il punto di riferimento per tanti giovani artisti che han-no espresso la volontà di esporre qui. Come ti orienti nei confronti dei giovani emergenti?Ci credo e tanto, più un artista è giovane meno è “inquinato”. La difficoltà che noto in molti di loro è legata al mantenersi umili e

continuare la ricerca.Da più parti si ritiene che col-lezionare l’arte giovane sia più vantaggioso economicamente e affascinante perché il pia-cere del collezionista è anche quello di “scoprire” l’artista...Spesso chiedo agli artisti di mo-strarmi il loro lavoro nel modo più completo possibile. Ci sono alcuni che non riescono a tradire la propria cifra stilistica, altri più eclettici passano con disinvoltura da espressioni iper realistiche al-l’astratto. Pur non avendo gros-si pregiudizi, posso affermare di preferire i secondi ai primi, sen-za escludere che da entrambe le categorie possa uscire un talento vero. Quanto ai collezionisti... bi-sogna avere molto “�uto”.Come può una galleria soste-nere i giovani?Cerco di facilitarli in ogni modo, sia sul piano economico che attra-verso i contatti con i collezionisti.

Quali sono le tecniche artisti-che che preferisce?Adoro le incisioni e le tecniche miste a patto che ci sia la qualità e una certa raffinatezza composi-tiva.Quali sono le richieste dei col-lezionisti?A Parma un certo collezionismo segue più le mode che i consigli dei galleristi.Come comincia per un neo�ta dell’arte un buon investimento?Per esempio con l’acquisto di un’opera di Luca Caccioni...Qual è il collezionista ideale?Non saprei... probabilmente chi possiede una particolare sensibili-tà che gli permetta di vedere oltre

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4) Andrea Terenziani “Città in barca N° 2” cm 80x80 - Polimaterico su tela

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ATELIER 34

la tela e la materia... Una specie di aruspice!Se fossi artista chi sceglieresti di essere?Penso a tanti nomi... fra tutti Re-noir... per la rara bellezza del cane dipinto ne “il salotto di M.me Charpentier”.Quale artista vorresti acquista-re per la tua collezione, senza limiti di budget?Basquiat.Il luogo d’arte per eccellenza?Tutti quelli universalmente rico-nosciuti come “contenitori” d’ar-te. Musei, gallerie, chiese antiche.Cosa fa di una mostra un suc-cesso?Quando ho inaugurato la galleria

d’arte nel 2006 ho invitato tan-tissime persone di diversa estra-zione: amici, professori, esperti, giornalisti... e hanno partecipato quasi tutti. Tutti hanno simpati-camente interagito con tutti. A Parma se n’è parlato per mesi, ho saputo in seguito che i galle-risti famosi, quelli veri, si erano un po’ preoccupati... senza mo-tivo ovviamente. Ma che soddi-sfazione!Quanto sono importanti le Fiere dell’Arte?Tanto, purchè mantengano alto il livello qualitativo.

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Daniele Bedulli

Tecnica/materiali: Ferro, Ottone, Oro, Lega in Argento

5) “Nave vichinga 2”

6) “Pesce angelo”

7) “La barca di Ulisse”

8) Filippo Stracquadaini “Nel proseguire senza sosta, la Milizia nella sua povertà interiore, pone ostacoli...per divertimento”, 2006 Tecnica mista su cartone riciclato, cm 90 X 45

Atelier 34 di Barbara LodiBorgo Felino, 34 - 43100 ParmaTel. 0521 038282e-mail: [email protected]

STAND 20-21

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Quando nasce la Bottega dei Vageri?

La “Bottega dei Vageri” fu fon-data da Krimer nel 1942 e fu inaugurata con una mostra per-sonale dell’allora giovane artista Renato Santini.Da dove proviene il termine “Vageri”?Krimer (Cristoforo Mercati) scrittore, giornalista, poeta, pit-tore e critico d’arte, grande ami-co e consigliere di Lorenzo Via-

ni (il Vagero capostipite) pensò a questo grande artista quando aprì “Bottega dei Vageri”.Attualmente la Galleria è diretta dal sottoscritto: Flavio Del Pi-stoia, allievo prediletto di Kri-mer, Presidente dell’Associazione Culturale denominata “Bottega dei Vageri”, in Viareggio Via Au-relia Nord 112/b.Quando si è manifestato il primo interesse per l’arte?Il mio interesse per l’arte si è ma-

FLAVIO DEL PISTOIAResponsabile di BOTTEGA dei VAGERI

1) Lorenzo Viani “Senza titolo” Olio su carta cm 50x70

2) Mario Marcucci “Motopescherecci” Olio su tela cm 60x80

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nifestato �n dall’infanzia quan-do, sul tavolo della cucina, men-tre attendevo che fosse pronta la cena, mi dilettavo con fogli e colori a pastello.

BOTTEGA DEI VAGERI

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Crescendo, l’interesse è diventa-to passione e l’entusiasmo non mi ha mai abbandonato.Come si orienta nella scelta dgli artisti presenti nella sua galleria?Come tutti i pittori e gli artisti, pur avendo un mio stile ed una mia personalità, provo rispet-to anche verso chi si esprime in modo diverso dal mio, purché si percepisca nelle opere sincerità e libertà di pensiero.È interessato alla pittura dei giovani emergenti?È proprio per questo motivo che dirigo con entusiasmo una Galleria d’arte dove trovano ac-coglienza giovani pittori emer-genti, anche se chiaramente non trascuro i pittori storici, vista l’eredità importante che ci han-no lasciato.Com’è oggi la sua collezione?Credo determinata soprattutto

dal buon gusto e da comprovata capacità artistica.Quali tecniche preferisce sia in ambito personale che ri-guardo gli altri artisti?Personalmente prediligo i quadri ad olio, ma sono aperto anche ad altre tecniche, se il risultato è emozionante e quindi valido al-l’occhio dello spettatore.

3) Ernesto Altemura “La bicicletta nel cortile” Tecnica mista, cm 100x120

4) Ramacciotti Lisandro “Ritratto di Eva Mogens” Olio su tela, cm 80x100

5) Giuliana Pardini “La Guida” Olio su tela, cm 50x70

6) Marco Dol� “Pianta” Olio su tavola, cm 100x70

a destra: Riccardo Lucchini “Bucraino sul tavolo” Olio su tela, cm 100x140

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BOTTEGA DEI VAGERI

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Come comincia in buon inve-stimento?Investire nell’arte non è mai im-produttivo perché un’opera d’ar-te non viene mai svalutata dal mercato.Fra i pittori del Novecento credo che Picasso sia stato il più gran-de, senza togliere nulla ai tanti grandi artisti del passato e del presente che fanno ormai parte della nostra cultura.Pensi ad un luogo ideale per l’arte?Il luogo dell’arte per eccellenza è senz’altro il Museo, in alternati-va, la Galleria, perché sono luo-ghi dove si respira un’atmosfera magica.Che cosa può fare di una mo-stra un successo?Se il Gallerista è attento e inna-morato delle opere che espone, la Mostra ha senz’altro successo per-

ché il pubblico subisce il fascino che solo le cose belle sanno dare.Sono importanti e quanto, le Fiere dell’Arte?Le Fiere dell’Arte sono manifesta-zioni importanti perché incuriosi-scono gli indecisi e attraggono gli amatori: visitare un luogo dove si espongono molte opere artistiche di varie tendenze, se è un modo per trascorrere il tempo libero, allo stesso tempo è un modo per accostarsi ad una cultura avvin-cente e desiderare di possedere e quindi acquistare ciò che mag-giormente ci colpisce.

8) Eugenio Pardini “Carnevale” Olio su tela cm 90x120

9) Flavio Del Pistoia Olio su tela cm 120x100

10) Renato Santini “Straccali sulla spiaggia” Olio su tela cm 60x80

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BOTTEGA DEI VAGERI

Bottega dei VageriVia Aurelia Nord, 11255049 Viareggio (Lu)Tel. e Fax 0584 963386Cell. 335 6889546website: www.bottegadeivageri.it

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Page 87: Arte Forte Magazine 2008

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vità. A disposizione della nostra clientela uno staff giovane e di-namico che vi accompagnerà nel-la costruzione del vostro evento. Esperti di culinaria ed enologia e con grande passione per l’arte del ricevimento offriamo ai no-stri clienti una struttura unica nel suo genere capace di unire gli

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pagina arteforte tracciati 7 05 2008 10:57 Pagina 1C M Y CM MY CY CMY K

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GESTALT STUDIO & GALLERY

I l nobile e altisonante nome di Gestalt identi�ca appieno il

pro�lo di una inconsueta galle-ria d’arte in Via Stagio Stagi a Pietrasanta.Il termine si riferisce, infatti, ad una scuola di pensiero nata nel XIX secolo nei paesi di lingua

GESTALT STUDIO & GALLERY Responsabili: Simone Fantozzi, Claudio Francesconi, Simone Pera

tedesca che signi�ca letteral-mente: psicologia della forma. La cosa come si può facilmen-te intuire è particolarmente complessa ma in qualche modo sembra aderire alla �loso�a a cui si è votato questo gruppo di artisti – galleristi.

La �loso�a della forma sostie-ne infatti che la percezione de-gli elementi che costituiscono il mondo sensibile, (a loro modo

1) Simone Fazio Santa Margherita cm 300x200

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GESTALT STUDIO & GALLERY

unici e inscindibili), si dà solo nell’unità della forma stessa.In altre parole, passando dalla �loso�a ai rappresentanti del gruppo, si può dire che ognuno di loro viva da un lato come sog-getto autonomo ma non possa (artisticamente parlando) esi-stere senza il gruppo. Sul pia-no dell’arte la forma è qualche cosa di unico, il cui risultato si ottiene solo con la perfetta in-tegrazione di tutti gli elementi che la compongono.Questo determina la con�gu-razione di un team di lavoro

che si muove nei diversi campi dell’arte, tra la realizzazione di eventi, esposizioni e installa-zioni sino, all’organizzazione di mostre di pittura, fotogra�a, performance.

Quasi in contraddizione con le moderne tecnologie che fanno da struttura portante a questo lavoro, si dichiarano, tra il serio e il faceto, nostalgici della tra-dizione pittorica italiana, quella antica e rinascimentale che do-vrebbe comunque costituire il registro formativo di ogni ope-ratore dell’arte che si rispetti.

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Gestalt Studio & GalleryVia Stagio Stagi, 28 - Pietrasanta (Lu)Tel. 0584 790900

[email protected]

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2) Andy“Fashion tool”acrilico�uo su sintetico altezza cm 80

3) Andy“Pop chairs”acrilico�uo su sintetico cm 60 - 50 - 80

4) Andy“Pop guitar”acrilico �uo su legno cm 100 - 40 - 10

5) Formisano“Serie diseredati”olio su tela cm 62x62

6) Euro Rotelli “L’amour et la Psyche”

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IL MELONE ARTE CONTEMPORANEA

Spontaneo, ironico, acco-gliente come lo spazio espo-

sitivo nel centro di Rovigo, il proprietario e curatore artistico della galleria Il Melone, Gianni Cagnoni, si propone nella du-plice veste di interessante arti-sta e an�trione dello spazio che

IDENTIKIT DI UN GALLERISTAIl Melone Arte ContemporaneaCuratore artistico Gianni Cagnoni

si apre con grandi vetrate sulla strada, valorizzando al massimo le opere esposte. Questo grande open space si caratterizza per le scelte innovative dei giovani artisti che costituiscono il segno distintivo della collezione.Il proprietario, proprio perché

1) Simone Del Pizzol “Come Succede alla terra con il sole 31” Olio e velina su tela, cm. 71x80, 2007

2) Douglas Holtquist “Release”, 2005 Bronzo, cm 93x57x39

3) Stephan Guillais “Ikonen”, 2007 Tecnica mista su tavola, cm 120x100

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IL MELONE ARTE CONTEMPORANEA

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IL MELONE ARTE CONTEMPORANEA

ca. Se è vero, che l’arte è in gran misura un fatto emozionale, è tuttavia innegabile che l’inve-stimento sicuro attrae, oggi più che mai, anche in relazione agli ultimi esiti del mercato �nan-ziario.Gianni Cagnoni ricorda le pri-me esperienze artistiche che hanno contrassegnato la sua adolescenza, esperienze che gli hanno permesso di affinare il gusto, tanto da sentire la neces-sità di guardare fuori dall’Italia

lui stesso artista, sa riconoscere con sicura sensibilità i giovani e così facendo si caratterizza in senso propositivo e all’avan-guardia. È infatti abbastanza inusuale che in una galleria importante si riservi un ampio settore a quell’arte che si fonda sulla ricerca e sulla sperimenta-zione, segno che il gallerista è in grado di sollecitare il collezioni-sta verso scelte non convenzio-nali, ma altrettanto appaganti, sul piano della fruizione esteti-

4) Gianni Cagnoni “Mutazioni”, 2006 Acrilico su tela cm. 80x110

5) Elisabetta Zanutto “Donna che si rigenera in bacan” Tecnica mista su tela, cm 64x90

6) Riccardo Zuliani “River”, 2008 Collage e acrilico su tela, cm. 60x120

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IL MELONE ARTE CONTEMPORANEA

e recarsi in America, per cono-scere da vicino le sperimenta-zioni d’oltreoceano, signi�cative per approfondire la conoscenza dell’arte contemporanea. Affer-ma di essere stato folgorato, ai tempi dell’università, dal lavoro di Giorgio Morandi, dimostran-

do la capacità di cogliere, già sul �nire degli anni Sessanta, le straordinarie intuizioni rese in modo magistrale dal Maestro di Bologna. Riconoscendo che è soprattutto l’intuizione a ordi-nare le scelte in campo artistico, il gallerista non svela, tuttavia,

�no in fondo il suo “segreto”, confermando l’ipotesi che si tratta, molto spesso, di feeling con l’artista.Attento a tutte le nuove tenden-ze, riconosce l’interesse del col-lezionista per le diverse qualità tecniche e le forme espressive, interpretate anche in modo più tradizionale.Una dritta interessante per colo-ro che si de�niscono neo�ti del-l’arte: non pensare all’affare ma acquistare solo quello che piace. Certo a volte si può sbagliare, ma il fascino della scoperta vale il rischio.

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Il Melone - Arte ContemporaneaVia Oberdan, 25/31- 45100 RovigoTel. Fax 0425 30811Cell. 329 4463837website: [email protected]

STAND 18-19

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L a realizzazione di sogni ed aspirazioni fortemente sen-

titi misurano la capacità di uo-mini, comunque grandi a pre-scindere dal settore in cui ope-rino, che fanno la storia di un paese. È il caso di due famiglie versiliesi, i Tacchella di Forte dei Marmi ed i Petrucci di Lido di Camaiore che in più di un seco-lo hanno contribuito alla cresci-ta di Forte dei Marmi, scrivendo la storia di una ristorazione alla

LA BARCA: 102 ANNIDI ALTA RISTORAZIONE

moda nata nel 1906 all’insegna “Restaurant Elba”, cambiata in “La Barca” ai primi del 1920, che ancora oggi designa un vero e proprio tempio dell’alta ga-stronomia.La lungimiranza e la tenacia di Leo Tacchella, che arenata la sua tartana ne fece un luogo di ristoro, la ritroviamo in Bep-pe Petrucci che dal 1969 alla scomparsa nel 1986 ha profuso energie ed idee in un locale alla

moda, superando difficoltà di ogni genere, così come nell’at-tuale patron, il fratello Piero un imprenditore a tutto tondo della ristorazione.La continuità della gestione, la cura dell’ambiente, l’attenzio-ne al cliente ed una cucina cu-ratissima pur nel rispetto della tradizione, appena alleggerita

RISTORANTE LA BARCA

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ed ingentilita, proprio come il mirabile cacciucco praticamen-te in carta tutti i giorni, hanno decretato il successo de “La Barca”, l’ormai storico locale di Forte dei Marmi. Lo guidano le mani sicure di Piero e lo esalta la cucina di Claudio Nicolini, chef di rango che interpreta i piatti della tradizione versiliese con garbo ed equilibrio deliziando i palati più esigenti.Il calore del legno che arreda le ampie sale, il verde rigoglioso di un fresco e luminoso giardino, l’ambiente per fumatori ed un servizio inappuntabile hanno fatto de “La Barca” l’approdo preferito di tanti personaggi fa-mosi che hanno frequentato e frequentano Forte dei Marmi.Entrando si nota sulla destra un pianoforte a mezza coda, te-stimonianza ed omaggio ad un tempo, per un’idea geniale di “ Beppone” che volle creare “La Cambusa”, un piano bar per una serata diversa in un’atmo-sfera calda ed accogliente, che oggi ritroviamo in un’ala del ristorante chiamata allo stesso modo.

RISTORANTE LA BARCA

Un ambiente di classe dunque, piatti curatissimi, un servizio di assoluto livello, espressione del-l’alta professionalità di Piero e dei suoi collaboratori tutti, sono il viatico per altri 100 anni di successi.

Ristorante La BarcaViale italico, 355042 - Forte dei marmi (LU)Tel. 0584.89323www.labarcadelforte.it

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Page 98: Arte Forte Magazine 2008

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Giovanni Possenti è un gio-vane ironico e curioso, che

ama immedesimarsi nell’in�ni-ta molteplicità della vita, dando voce a ogni atomo di quell’esi-stenza anarchica che è congeni-ta ad ogni divenire; la sua pittu-ra, che ci piace veder maturare, non teme quindi di dilatarsi per far parlare l’immenso, sommes-so od eccitato che sia, brusio

GALLERIA FANTASIO & JOE – LUCCADirettore responsabile: Giovanni Possenti

FANTASIO & JOE

della vita, �n quasi a perdersi in esso e nella sua inde�nitezza, in quel groviglio incalzante ed indistinto che talora accavalla, �no a confonderne i contorni, la trama narrativa.Con queste parole il critico Mas-simo Bertozzi ha descritto il pit-tore Giovanni Possenti, in occa-sione di una mostra a Marina di Massa nel 2003, dal titolo “Note

a margine”.Giovanni Possenti è artista, �-glio d’arte, ma al contempo re-sponsabile della storica galleria Fantasio e Joe, nel centro stori-co di Lucca. Nata più di ventan-ni fa da un sodalizio di giovani accomunati dall’interesse per l’arte, è diventata nel tempo uno dei più importanti punti di riferimento per artisti e galleri-

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FANTASIO & JOE

sti; non solo: il “taglio” accurato riservato alle scelte del respon-sabile, ne fanno uno spazio cul-turalmente vivace e propositivo con una speci�ca inclinazione nei confronti della pittura �gu-rativa.Giovanni unisce alla garbata vivacità una decisa sicurezza, evidente soprattutto in occasio-ne delle manifestazioni che pe-riodicamente interessano il suo spazio. Convinto che il galleri-sta debba occuparsi di ricerca e promozione, riserva all’artista il compito di inseguire la qualità, di conseguenza, nel suo caso, si tratta di rivestire due ruoli pa-ralleli che lo s�dano costante-mente, obbligandolo a giochi da

funambolo in perenne ricerca dell’equilibrio.Come lui stesso afferma, l’in-teresse degli ultimi anni si è concentrato prevalentemente sugli artisti emergenti, trovando tuttavia un buon compromesso con le proposte d’arte più con-solidate, senza venir meno nei confronti della tradizione e della forte motivazione che lo carat-terizzano e ne fanno un giovane gallerista – artista di comprova-ta professionalità.

1) Govanni Possenti “Un gatto nella biblioteca dell’abbazia” Olio su tavola, cm 40x50

2) Marco Saviozzi “Malizia” Acrilico su tavola, cm 50x60

3) Raffaello Di Vecchio “Andiamo al vecchio paretaio” Tecnica mista, cm 28x28

4) Mirta Vignatti “Segni di terra d’ombra” Olio su tela, cm 18x24

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Fantasio & JoeVia S. Andrea, 11 - 55100 LuccaTel. e Fax 0583 495679e-mail: [email protected]

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L a Fb arte è una galleria d’arte che opera nel settore

della vendita online di quadri: opere uniche, multipli e gra�-che d’autore. Nata nel febbraio

GALLERIA FB ARTE

FB ARTE ARTE ON-LINE

2006 da un idea di Cesare Ba-gatella, maggiore dei quattro fratelli appassionati d’arte, trat-ta opere contemporanee del XX secolo; gli artisti trattati sono:

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1) Gianni Dova Nunero Archivio 499, 1950 Olio su tela, cm 50x60

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GALLERIA FB ARTE

Emilio Vedova, Remo Brindi-si, Carlo Carrà, Daniel Spoerri, Eugenio Miccini, Lucia Mar-cucci, Raymond Hains, Bruno Cassinari, Eugenio Carmi e Ugo Nespolo. Dal 2007 è diventata Best Seller Ebay, grazie all’alta professionalità del proprio staff ha raggiunto un ottimo livello di competività in ambito italiano.

Galleria F.b. ArteVia Garibaldi, 136/f44020 Ostellato (Fe)Tel e Fax 0533 680937website: [email protected]

STAND 5

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2) Raymond Hains “Kirk” Decollage su cartone del 1970, cm 54x81 Pubblicata su Raymond Hains “L’affiche Laceree” del 10 marzo 1973

3) Lucia Marcucci Tela emulsionata del 1971, cm 92x65 Opera Pubblicata

4) Emilio Vedova 1980 - Archivio Emilio Vedova 1048 del 19/03/04 Pittura su carta intelata, cm 28,5x20,5 Opera Pubblicata

Page 103: Arte Forte Magazine 2008

www.tindaci.com

Padova via Dante, 17/19

Tel. + 39 049 8751094, + 39 049 658586, Fax + 39 049 8219205e-mail: [email protected]

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GALLERIA D’ARTE L’INCONTRO

GALLERIA D’ARTE L’INCONTRODirettrice responsabile: Erminia Colossi

L a storica galleria d’arte L’INCONTRO, nel centro di

Chiari, in provincia di Brescia, costituisce � n dal 1974, un luo-go di riferimento per chi voglia accostarsi alle più rappresen-tative espressioni dell’arte con-temporanea. La direttrice, Erminia Colossi, ha al suo attivo una lunga fre-quentazione con l’Arte, essendo � glia di pittore e appassionata collezionista.Lo spazio apre i battenti nel

1974, quando il collezionismo, non più sola prerogativa della classe agiata, si diff onde anche nell’ambiente borghese che an-cora oggi investe risorse econo-miche e culturali nell’arte.Da qui inizia il lavoro della gal-lerista che si caratterizza � n dal principio, per l’alta qualità degli artisti proposti. Tra i nomi stori-ci: Annigoni, Cascella, Guttuso, Sassu.Nel 2004 si inaugura una nuova sede prestigiosa, al piano terra di un elegante palazzo dei primi anni del ’900 che consente di affi ancare, ai nomi storici della galleria, una collezione magni-� ca con artisti di prestigio in-ternazionale: Appel, Baj, Isgrò, Mondino, Rotella, Salvo, Turca-to, Vedova.Nello stesso stabile, nel feb-braio del 2006, si allestisce la Home Gallery, luogo arredato come uno spazio abitativo, dove le opere d’arte possono essere apprezzate nella collocazione ideale, perché suggeriscono ai collezionisti una suggestiva ipo-tesi d’ambientazione.Clienti di passaggio ed artisti, in queste stan-ze, possono ricevere ospitalità e avere a disposizione un am-biente totalmente de-dicato all’arte.

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GALLERIA D’ARTE L’INCONTRO

In questo modo, la galleria L’IN-CONTRO promuove non solo l’attività commerciale in senso stretto, ma favorisce un perenne scambio tra artisti e pubblico, in quella logica di circolarità del-l’arte, che costituisce una delle tendenze più in voga.La gallerista Erminia Colossi, ha saputo coniugare l’aspetto culturale con proposte commer-ciali interessanti, indirizzando la clientela verso acquisizioni economicamente vantaggiose e sicure; non a caso la galleria non tratta artisti emergenti perché, sostiene la direttrice: “bisogna essere sicuri che riescano ad im-porsi all’attenzione del pubbli-co, e comunque gli investimenti nel campo dell’arte vanno at-tentamente vagliati per evitare delusioni”. Cosa sempre possi-bile comunque, sia che si col-lezionino maestri già affermati,

sia che si tratti di giovani. Solo i pittori storici mettono dunque al riparo da cattive sorprese, ma si sa che questi investimenti richiedono un capitale iniziale più impegnativo.In ragione di tutto ciò, è chia-ro che le forme espressive più tradizionali, quali pittura e scultura, costituiscono le scelte preferenziali della galleria che in questo modo consolida il pro-prio pro�lo di spazio votato alla tradizione, non solo come scel-ta convenzionale, ma gestita in termini di maggiore sensibilità verso queste speci�che tecni-che.Infatti, la fotogra�a, le installa-zioni, l’arte virtuale, richiedono un progetto legato a competen-ze e ad obiettivi che non ap-partengono a tutti, una qualità dell’arte che si esprime su piani e versanti distanti dalle propo-

ste tradizionalmente vissute, proiettate in un mondo votato alla globalizzazione anche delle immagini. La galleria L’INCONTRO, si col-loca tra coloro che preferiscono rafforzare, con le loro acquisi-zioni, i legami con la più conso-lidata tradizione del patrimonio storico artistico. Appuntamento irrinunciabile, quindi per tutti quelli che vogliono entrare a pie-no titolo in un mondo di grandi e signi�cative proposte.

1) Enrico Baj “Deux personnages aux mirrors” cm 70x60 - Olio, collage, specchi, vetri e stoffa - 1960

2) Arnaldo Pomodoro “Spirale” - cm 52xø33 bronzo, pezzo unico - 1994

3) Salvo “San Nicola arcella” - cm 40x80 Olio su tela - 2007

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GALLERIE D’ARTE L’INCONTRO

Intervista a Erminia Colossi:

Qual’è il primo ricordo legato all’arte? (ovvero quando si è manifestato il primo interesse verso l’arte in generale).Non c’è stato un momento ben de�nito. Mio padre era pittore dilettante e piccolo collezionista per cui penso di aver respirato l’atmosfera artistica al primo vagito.Quando ha incontrato l’arte contemporanea?Abbiamo aperto la galleria con mia madre nel 1974, trattando

i pittori bresciani allora in voga vicini all’arte ottocentesca. L’in-contro con l’arte contemporanea, nel signi�cato più comune del termine, avviene qualche anno dopo frequentando l’ambiente delle gallerie milanesi.Come avviene il passaggio da collezionista a gallerista? (ov-viamente se questo passaggio c’è stato).Nel mio caso il passaggio è stato fatto dai miei genitori quando, sul �nire degli anni ’60, notano il desiderio della classe media, allora emergente, di circondar-si di cose belle e culturalmente appaganti. In tal senso l’opera d’arte risultava pienamente ri-spondente.Quali sono stati i primi ac-quisti?Le opere degli artisti bresciani

più noti e prestigiosi.Come si orienta nei confronti dei giovani emergenti?Aspettando prima che emergano e poi che stiano a galla.Da più parte si sente affer-mare che è conveniente colle-zionare l’arte giovane. Come si riconosce un talento da un imbrattatele?Conveniente, nel senso che si in-veste poco, ma non sempre c’è la probalità di avere un ritorno ele-vato. Il punto è che questa pro-babilità è normalmente bassa, per cui bisogna stare attenti alle cifre che si spendono. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda dal mio punto di vista è questione di intuito con la pre-

4) Max Bill “Vier akzente aus dem quadrat” cm 62x62 lato - olio su tela - 1970

5) Michelangelo Pistoletto “Il dentro fuori” - cm 60x50 disegno su tela emulsionata e foto - 1977

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GALLERIE D’ARTE L’INCONTRO

messa che l’imbrattatele è quello che si rifà al lavoro di altri o che ha un linguaggio artistico non ben motivato.Come può una galleria soste-nere i giovani?Non ne ho idea per il semplice motivo che non ho mai proposto e non propongo i giovani.È il gallerista che cerca l’arti-sta o viceversa?Per mia esperienza quasi sempre il gallerista.Come de� nirebbe la sua col-lezione sul fronte delle recenti acquisizioni?Sempre alla scoperta di…Quali sono le tecniche artisti-che che preferisce? Quali le più richieste dai collezioni-sti?Dico meglio quelle che escludo perché non le sento: fotogra� a, video, installazioni in genere.Dai nostri collezionisti è ben ri-

chiesto l’olio su tela, e la scultu-ra.Come comincia per un neo� ta dell’arte un buon investimen-to?In tal caso è la galleria che deve indirizzare la scelta su un artista in ascesa, per evitare che una delusione lo porti a tron-care sul nascere il rapporto con l’arte.Qual è il collezionista ideale?Quello che è amante dell’arte.Se fosse artista chi le pia-cerebbe essere?Non mi piacerebbe esser-lo.Quale artista vorrebbe acquistare per la sua collezione? (senza limi-te di budget)Tutti quelli che non pos-so acquistare.L’aff are sfumato che ancora rimpiange?

6) Karel Appel “The arcer n°16” - cm 45,5x60,5 Olio su tela - 1989

7) Giuseppe Capogrossi “Paesaggio con case” - cm 45x33 Olio su tela - � ne anni ’30

8) Agostino Bonalumi “Senza titolo” - cm 54x55x35 Scultura estro� essa gialla - 1995

9) Bengt Lindström “Le preoccupé” - cm 73,5x60 Olio su tela - primi anni ’60

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GALLERIE D’ARTE L’INCONTRO

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GALLERIE D’ARTE L’INCONTRO

Via XXVI Aprile, 38 - 25032 CHIARI (Brescia)Tel. 030712537 - 3334755164 - Fax 0307001905 - [email protected]

www.galleria-incontro.it www.galleriaincontro.eu

Saremo presenti a ARTEFORTE24-28 luglio 2008 - PAD 28-31

Non ho rimpiantiCi sono artisti italiani che non è riuscita a trattare nel suo spazio?Non vivo di sogni ma di con-cretezza. Mi muovo secondo tre parametri: prezzo, mercato, i miei collezionisti.Il luogo dell’arte per eccel-lenza?Le gallerie d’arte.Cosa fa di una mostra un suc-cesso?

Le vendite.Quanto sono importanti le �e-re dell’arte?Tanto, perché sono luoghi di in-contro ma anche di confronto. 10) Fernandez Arman cubetti

“Senza titolo” - n° 6 cubi, ciascun cubo circa cm 5,5-6 di lato pagine di rivista racchiuse in due semicubi di plexiglas - anni ’60

11) Mimmo Rotella “The senvants” - cm 116x81 tela emulsionata e pittura - 1968-54

12) Emilio Isgrò “Parentesi” - cm 40x61 acrilico, tela, legno - 2006

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Galleria d’Arte L’incontrodi Colossi ErminiaVia XXVI Aprile, 3825032 Chiari (Brescia)Tel. 030 712537

STAND 28-29-30-31-34

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Via XXVI Aprile, 38 - 25032 CHIARI (Brescia)Tel. 030712537 - 3334755164 - Fax 0307001905 - [email protected]

www.galleria-incontro.it www.galleriaincontro.eu

Christo - “running fence” - 1976, stoffa, matita, carboncino, pastelli a cera e foto in bianco e nero su cartoncino, cm 56x71

Saremo presenti a ARTEFORTE24-28 luglio 2008 - PAD 28-31

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H o avuto l’avventura di conoscere Marco Nereo Rotelli un pomerig-

gio a Forte dei Marmi. Non l’avevo ri-conosciuto subito, ma ho riconosciuto il suo talento quando mi ha portato un suo catalogo: in copertina una straordinaria installazione di luce, per lo Spazio Krizia a Milano, nel 2005.Rapide presentazioni e subito la con-sapevolezza, stavolta sì, di essere di fronte ad uno dei più interessanti ar-tisti italiani contemporanei, noto in Italia e all’estero.Ti sei laureato in architettura a Venezia, una facoltà improntata all’eclettismo ma con un pro�lo sostanzialmente tecnico, come hai esordito nella pittura?Per passione, che è una forma di co-noscenza. Per me sono stati anni di amicizia con Cacciari, con Rella, con Del Giudice, con Santomaso, con Ve-dova, una vera formazione… e poi

MARCO NEREO ROTELLITra poesia e tècnedi Emanuela Mazzotti

l’esordio “Opera Bevilaqua La Masa”, il premio per i giovani, un’emozione!Hai nominato Emilio Vedova con il quale hai lavorato, quale ruolo ha avuto questa collaborazione nella tua formazione?La sua energia, la sua fede nell’arte, la sua grande personalità mi hanno affascinato. Di lì mi è sempre piaciuto l’impegno e le sue grandi opere dipin-te in difesa della libertà dei popoli: viva Vedova. I tuoi lavori sono poesia per imma-gini, quale pensi sia il ruolo della poesia, in un tempo, come quello in cui viviamo, dove questa forma d’espressione sembra essere cosa per pochi?Rapisco la poesia e la porto in altri luoghi. Le dono materia e la poesia mi ricambia donandomi istanti di verità. Lo dico veramente, la poesia è per molti perché poesia non è solo quella scritta nei libri: la poesia è dovunque. Basta vederla e capirla.Sostieni che l’arte è identità del gesto poetico, non estetizzazione, come possiamo rinunciare al-l’equazione arte – estetica nella civiltà alla quale apparteniamo?Guardati attorno, tutto è estetica. Ma dobbiamo interrogarci sul senso e sulla comunicazione di questa estetizzazio-ne ormai globalizzata. A me interessa una dimensione molto estetica molto etica, capace di dare spazio all’iden-tità. Insomma penso che l’identità di uno spazio, di una cosa, di un essere passa anche per zone d’ombra. È in queste zone d’ombra che spesso pas-sano i messaggi più profondi perché anche l’ombra è luce. Questo accade sia per le mie grandi installazioni lu-minose al Petit Palais, al Seoul, a New York, sia di fronte la super�cie di un quadro. Quindi non si tratta di rinun-ciare, ma di comporre un teorema.Quale valore si può attribuire al-l’arte in generale e in particolare alle installazioni e performance?Alla �ne penso che l’arte sia un’isola piccolissima nell’universo del reale.

Abitare quest’isola non è male, ma è così piccola che a volte nessuno la vede. Quello che c’è di profondo nel-l’arte, e questo è il suo vero valore, è che tutti i valori sono discutibili, che esiste sempre una dimensione ulterio-re che permette nuovi punti di vista.Ti sei de�nito un artista “solita-rio”, credi che il linguaggio sia potenza negativa che distrugge e ricrea la realtà?Intendevo solitario come percorso creativo, lavoro con poeti, musicisti, �loso�, … però il mio lavoro ha di per se una caratteristica: è un’opera collettiva costruita da uno solo. Penso che l’incidenza dell’arte rispetto alla realtà sia molto limitata. Noi giochia-mo su questo limite, su una soglia del-la sensibilità che non è né negativa né distruttiva. Ri�ettendo sulle affermazioni di M. Blanchot che vede nella soli-tudine un tratto essenziale del-l’opera d’arte, in un certo senso si parla di presenza- assenza dell’opera, volontaria esclusione dell’artista, ti riconosci in queste affermazioni?La parola �lo-so�a (amore per il sapere) già ci aiuta a capire che il sapere non è una dimensione già conquistata, ma una continua pro-pensione. Dunque siamo qui. Tra poesia e tecnè, tra luce e buio, tra festa e solitudine, uomini qualunque ma che in qualunque modo non si arrendono alle ricerche del proprio credo che, a volte, è raggiungibile solo in nostra assenza. Quello che la mia opera ti dice, se ti dice qualcosa, è spesso “oltre” la mia intenzione.Quando chiesero a Socrate qua-le fosse lo scopo del suo insegna-mento, ri-spose che non insegna-va niente perché era ignorante: aiutava coloro che cercavano qual-cosa a fondare le proprie opinioni. Riteneva di non essere in posses-so di nessuna verità. Ciononostante lavorava sulle forze che fanno e di-sfanno la verità.

MARCO NEREO ROTELLI

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FORTE DEI MARMI6N - Piazza Garibaldi - Versilia - tel. 0584 80375

RISTORANTE - PIZZERIA

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L a Galleria d’Arte La Te-laccia si trova in un antico

palazzo del 1860 ed è situata nel cuore di Torino nella zona di P.za Statuto. È stata fondata nel 1972 dal direttore artistico Giuliana Papadia che da sem-pre, spinta dalla grande passio-ne per l’arte conduce la Galle-ria con tangibile sentimento e

GALLERIA D’ARTE LA TELACCIA

“Ci accompagna da sempre la grande passione per l’arte e la voglia di proporre validi artisti italiani e stranieri di varie tendenze artistiche”M. Malì (critico d’arte)

accurata analisi, un connubio estremamente importante che caratterizza il suo percorso arti-stico. Accompagna La Telaccia la voglia di proporre validi ar-tisti italiani e stranieri di varie tendenze artistiche: la Galleria è garanzia di serietà, esperienza e professionalità. Da trentacin-que anni la stessa equipe scru-

NEL CUORE DI TORINO DAL 1972

polosamente seleziona e ricerca artisti, collezionisti, giornalisti e quanti sono amatori d’arte. Gli artisti sono non solo recensiti su cataloghi e riviste specializzate nel settore ma, cosa di vitale im-portanza, assistiti nel prosieguo degli anni. Ciò grazie anche alla costante partecipazione della Telaccia alle manifestazioni ita-

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GALLERIA D’ARTE LA TELACCIA

liane e straniere più prestigiose e a continui contatti con nume-rosi spazi espositivi. Inoltre la galleria, con la collaborazione di critici, porta avanti da ventotto anni la nota Rassegna d’Arte “La Telaccia d’Oro”, che vede ogni volta aderire numerosi ar-tisti provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero. La Rasse-gna, manifestazione d’elevato livello conforme alle migliori tradizioni artistiche-culturali, individua e segnala artisti pro-

mettenti, che con le loro opere pittoriche, e scultoree sono in grado di offrire momenti di puro sentimento e forza interpretati-va che vanno oltre il solo aspet-to estetico. Un appuntamento quindi da non mancare.

1) Ugo Nespolo “Blu Sound” Acrilici su tavola, cm 50x70

2) Ugo Nespolo “On the net terrace” acrilici su tavola, cm 70x100

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Galleria d’Arte La Telacciadi Giuliana PapadiaVia P. Santarosa, 1 - Piazza Statuto10122 TorinoTel. e Fax 011 5628220cell. 3472500814www.latelaccia.it - [email protected]

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personale di Ugo Nespolo

Page 116: Arte Forte Magazine 2008

F orte Magazine è la rivista che introduce il turista ai

piaceri della vacanza a Forte dei Marmi ed in Versilia. Un pe-riodico raffi nato che comunica in tre lingue – italiano, inglese e russo – la bellezza del territo-rio e le sue attrattive artistiche, culturali, paesaggistiche e di in-

trattenimento. Ogni estate For-teMagazine accompagna i suoi lettori alla scoperta di Forte dei Marmi e della Versilia, lungo gli originali percorsi del gusto e dell’esclusività. Ogni numero è un incontro so� sticato con i per-sonaggi che scelgono la Versilia, le sue pinete, le sue spiagge, i

FORTE MAGAZINEUn incontro so� sticato con Forte dei Marmi

suoi locali, le sue splendide ville immerse nel verde. Ogni ser-vizio è un invito ad approfon-dire la conoscenza del territorio, ad entrare in piena sintonia con questa terra da sempre amata da artisti e letterati. Ogni pa-gina è un consiglio prezioso per gustare i prodotti tipici, scopri-re i ristorantini, visitare le bot-teghe artigiane, sbizzarrirsi nel-lo shopping fra le mille proposte del made in Italy e della moda internazionale. Una rivista che non può mancare nel corredo di letture estive di chi, anche solo per pochi giorni, soggiorna in Versilia.

ForteMagazine si può acquistare nelle edicole e nelle librerie di Forte dei Marmi. La si trova in versione omaggio, sempre a Forte dei Marmi, negli stabili-menti balneari, negli hotel, nelle ville, nei locali alla moda, nei ristoranti e nelle migliori bou-tiques. Ai diportisti che fanno scalo al porto turistico di Viare-ggio durante l’estate ForteMag-azine è off erta come prezioso omaggio di benvenuto.

www.fortemagazine.it

FORTE MAGAZINE

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Page 117: Arte Forte Magazine 2008

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GALLERIA D’ARTE LA SUBBIA

A due passi dal Duomo, alle spalle la collina, il “luogo

dell’Arte” per eccellenza. È Pie-trasanta, la città degli artisti, la città del marmo - la pietra san-ta, per l’appunto. A pochi chilo-metri da qui, sulle colline bian-che di un biancore abbagliante, Michelangelo sceglieva la pietra più preziosa, pulita, per le sue immense opere.Mi sono imbattuta in Paola Raffo si può dire quasi per caso. Schiva, poco propensa alla ce-lebrità che la ribalta impone, questa gallerista è come il suo spazio, si fa conoscere un po’ per volta e in qualche modo si assomigliano, lei e la sua gal-leria. In una strada vicina alla Piazza - qui tutto è vicino alla piazza, - lo spazio espositivo non si fa subito notare: si è in-trodotti in un’architettura bian-ca che si svela un po’ per volta. L’architettura è quella tipica del posto, con i soffitti a voltini di pietra che talvolta si tramuta-no in un soffitto piano, anche questo bianco, dove la luce si ri�ette esaltando le forme appe-se alle pareti, o poste sui piedi-stalli. Tutto è enfatizzato dalla luce, talvolta al contrario, tutto è annullato. Lo spazio in ragio-ne della luce diventa meta�sico,

GALLERIA D’ARTE LA SUBBIA

Direttrice responsabile: Paola Raffo

rarefatto, super�cie piana per eccellenza.La pittura e la scultura si in-contrano in queste stanze e non con�iggono come spesso acca-de, anzi si completano. Ai colori caldi delle terracotte di Claudia Marchetti fanno da sfondo le opere pittoriche di Lino Man-nocci, presenze solide le pri-me, quasi rilievi evanescenti le

seconde; al nitido marmo delle creazioni di Silvina Spravkin, fa da contraltare la forza espressi-va dei lavori di Vladimir Novàk. Autori questi, che Paola propo-ne nel suo spazio senza mai ve-nire meno alla sua coerenza che - come lei stessa sostiene - la spinge a selezionare solo quello che l’appassiona. Molto apprez-zata dagli artisti che la conside-

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GALLERIA D’ARTE LA SUBBIA

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rano un’attenta e sensibile pro-fessionista, Paola Raff o è � glia d’arte, padre marmista e madre pittrice, che certamente hanno contribuito alla sua formazione culminata in un corso sperimen-tale di design con Bruno Munari e Willy Fleckhaus presso l’Acca-demia di Belle Arti di Carrara, seguita da una prima mostra in uno spazio pubblico nel 1986, nel Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta. Poi la scelta di aprire una galleria, la prima in città, nell’agosto del 1993, con l’amica Mariella Poli. All’inizio

sono mostre collettive, per lo più scultura, così nel ’94 arriva la personale di Bergomi.In seguito gli artisti vanno a tro-varla personalmente proponen-do un’esposizione. Si stabilisce così, tra artisti e gallerista un rapporto di � ducia e di conti-nuità di lavoro. Anche con i col-lezionisti non mancano i consen-si, che la grati� cano con la loro presenza assidua alle mostre e con vero interesse nei confronti delle scelte artistiche. Il lavoro di Paola è volutamente fuori dalle mode del momento, lon-

1) Lino Mannocci “Mare-Fumo” cm 160x160 olio su tela

2) Virginia Tentindó “Chat d’octobre” cm h 16x7 bronzo e oro

3) Silvina Spravkin Allestimento della Mostra “Un passo nel sogno” estate 2007 Galleria La Subbia

4) Claudia Marchetti “Busto di donna” cm 65x40x30 terracotta policroma

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GALLERIE

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GALLERIA D’ARTE LA SUBBIA

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5) Lorenzo Lazzeri “Già paesaggio” olio su tela, cm 200x150

6) Jessica Carroll “Forte di Belvedere” Mostra 15x15 - 15 Gallerie 15 Artisti

tanno dai nomi altisonanti che certo pubblico insegue, senza sensazionalismi ma riconosciuto in solido approccio culturale. Il gallerista, a differenza del mer-cante, - deve mostrare “quello che succede”, anticipare il corso dell’arte, azzardare ipotesi pro-gettuali per gli artisti – sostiene la responsabile, il suo ruolo è di proporre nuove possibili letture del fenomeno artistico. In que-sti giorni, mentre scriviamo, la galleria partecipa alla mostra al Forte Belvedere a Firenze: 15x15 - 15 Gallerie 15 Artisti, promosso dalla Delegazione to-scana dell’Associazione Nazio-nale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea. La Subbia è presente con l’opera di Jessica Carroll, importante artista in-ternazionale. Ancora una volta si conferma, nella scelta della gallerista, la sua non convenzio-nalità e lo spirito che anima la sua professione.

Galleria La Subbia di Paola Matilde RaffoVia Padre Eugenio Barsanti, 1155045 Pietrasanta (Lu)Tel. 0584 283338 - Fax 0584 71647e-mail: [email protected]

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Scultore italiano (Pisa 1957), la sua ricerca, pur muoven-

dosi nell’ambito �gurativo, si è arricchita negli anni di contami-nazioni che hanno portato ad una sempre maggiore sintesi della �-gura.Compie la propria formazione con il Professor Floriano Bodini presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara (1977-1981).Nel 1984 è segnalato Bolaffi per la scultura italiana da Tommaso Paloscia che lo segue nel suo esor-dio.Partecipa a numerose bien-nali italiane (1980 IV Biennale di Arese - Villa Reale di Monza, 1986 I Biennale di Asti e III Bien-nale Nazionale di scultura, Stia -Arezzo-).Tra le personali citiamo: “L’ispirazione e la forma” presentata da Mario De Mi-cheli presso la galleria Blue Chips di Lucca nel 1998, “Disegni Galleria Sztuki Wspòtczesnej” presenta-ta da Raffaele De Grada, Opole -Polonia- nel 2004, “Sculture 2002-2003” presentata da Clizia Orlan-do e Riccardo Ferrucci nel 2003, Tigliole -Asti-).Nell’ambito del Festival “Sete Sois Sete Luas” rea-lizza il monumento.“La porta del sole e della luna” per la città di Ribei-

MASSIMO BERTOLINI

MASSIMO BERTOLINI

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Inside Outside,anno 2007,

legno,h. 55 cm

GALLERIA DI RIFERIMENTO:

Galleria La Subbiadi Paola Matilde RaffoVia Padre Eugenio Barsanti, 1155045 Pietrasanta (Lu)Tel. 0584 283328 - Fax 0584 71647e-mail:[email protected]

ra Grande, isola di S. Antao, Re-pubblica di Capo Verde (2000).Nel 2002 è invitato, tra gli artisti italiani, nella collettiva interna-zionale “As personagens de Josè Saramago nas artes” per l’ottan-tesimo compleanno del Premio Nobel Josè Saramago, Santa Ma-ria Da Feira, Porto – Portogallo-(Presentazione Josè Saramago).Nel 2004 realizza 19 disegni e 19 sculture tratte dal romanzo “L’anno della morte di Riccardo Reis” di Josè Saramago che ven-

gono presentate nell’am-bito di una mostra itine-rante (presso la Fondazio-

ne Piaggio (Pisa), Socieda-de Nacional de Belas-Artes

(Lisbona), Centro culturale Josè Saramago (Castril de la Peña - Granada-).

Questo progetto rappresenta un anello di congiunzione tra

i lavori precedenti, più legati alla �gura e le esperienze at-tuali segnate da una deriva

minimalista, come intui-to da Rossana Bossaglia nel testo che accompa-gnava la mostra.Le ultime realizzazioni presentano assemblaggi di �gure che richiama-

no la produzione seria-le, l’uomo inteso come prodotto merceologi-co. Collabora con lo studio Massimo Gal-leni di Pietrasanta.

Bertolini nello studio a Pietrasanta, sullo sfondo contrapposizioni 2007

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I l primo ricordo legato al-l’arte?

Il primo ricordo legato all’arte risale a quando, bambino an-dando al mare, ci fermavamo a Ravenna e rimanevo affascinato dai mosaici bizantini.Quando ha incontrato l’arte contemporanea?Anche in questo caso devo ri-

correre ai ricordi estivi, è stato quando ho riscoperti i luoghi dell’infanzia, il mare dei Lidi Estensi dove ogni sera si batte-va l’asta in gallerie famose e �or di nomi dell’arte del calibro di Schifano, Angeli, Possenti erano alla portata di molti.Come avviene il passaggio da collezionista a gallerista?

Questo passaggio, per me è sta-to naturale, frequentando le aste acquistavo molte opere che i miei amici mi chiedevano siste-maticamente di acquistare. È cominciato quello che io chiamo un circolo “virtuoso”.Quali sono stati i primi ac-quisti?Uno splendido “Vulcano” di Mario Schifano.Come si orienta la vostra gal-leria nei confronti degli artisti emergenti?La Galleria Lazzaro by Corsi ha due sedi, Milano e Forte dei Mar-mi che si occupano principal-mente di valorizzare la �gura di Walter Lazzaro. La sezione Fie-re, che seguo personalmente, è aperta a tutte le espressioni arti-stiche e promuove speci�camen-te l’opera di artisti emergenti. Il gruppo più nutrito è costituito

GALLERIA LAZZARO BY CORSI Sezione Fiere: responsabile Dott. Claudio Biondani

GALLERIA LAZZARO BY CORSI sezione �ere

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1) Cate Maggia “Illuminata” Acrilico collages, cm 70x70

2) Gianantonio Cristalli “Nel traffico”, 2006 Bronzo patinato, h. cm 35

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dal cosidetto Gruppo dei Sette che porto nelle Fiere dell’arte da diversi anni.Da più parti si sente affer-mare che è conveniente colle-zionare l’arte giovane. Come si riconosce un talento da un imbrattatele?Non è facile in un contesto come quello contemporaneo che ha visto il moltiplicarsi delle forme espressive, il tipo dei materiali usati, le sperimentazioni. Co-munque posso dire che dopo un certo numero di anni si diventa

più esperti, si riconoscono le ca-pacità tecniche e l’originalità di un’idea.È il gallerista che cerca l’arti-sta o viceversa?Non c’è una regola, ma sono più gli artisti che ti vengono a cerca-re. Mi è capitato talvolta di esse-re particolarmente interessato ad un lavoro e allora mi propongo, chiedo se l’artista vuole esporre con me.Come de�nirebbe la sua col-lezione sul fronte delle recen-ti acquisizioni?

GALLERIA LAZZARO BY CORSI sezione �ere

Per il tipo di attività che svolgo non è facile de�nire la mia col-lezione, è come per i cibi: assag-giandone tanti si resta colpiti dalle cose più diverse, per cui la de�nirei “polimorfa” (dal �gu-rativo, all’astratto).Quali sono le tecniche artisti-che che preferisce? Quali le più richieste dai collezioni-sti?Mi piacciono i quadri astrat-ti molto materici. Anche i col-lezionisti sono orientati verso l’astratto anche se noto e ne sono

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contento, un certo ritorno al �-gurativo.Come comincia per un neo�-ta dell’arte un buon investi-mento?Un neo�ta non deve cercare tan-to di fare un buon investimento quanto di acquistare opere che gli piacciono, magari facendosi guidare dal gallerista di �ducia.Qual è il collezionista ideale?Come cliente ideale immagino

la coppia con pochi limiti di bu-dget.Se fosse artista chi gli piace-rebbe essere?Un artista che mi ha sempre af-fascinato è Morlotti.Quale artista vorrebbe acqui-stare per la sua collezione? (senza limiti di budget)Anche se dovessi acquistare un’opera senza limiti di denaro mi orienterei sullo stesso artista.

GALLERIA LAZZARO BY CORSI sezione �ere

3) Ezio De Angeli “L’alpeggio”

4) Limor “La fonte” Travertino Nocino, cm 350x150x150

5) Sandra Giovannini “Senza Titolo” Tecnica Mista, cm 140x100

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L’affare sfumato che ancora rimpiange?A Parma, qualche anno fa avrei potuto acquistare un bellissimo Salvo che ancora rimpiango.Artisti italiani che non è riu-scito a trattare nel suo spa-

zio?Come ho già detto “il mio spa-zio” sono gli stand �eristici e ve-ramente ho trattato una quantità grandissima di artisti. Un artista che mi manca è Lucio Fontana.Il luogo dell’arte per eccel-

lenza?Gli Uffizi!Che immagine volete dare della vostra galleria?Lazzaro by Corsi si propone come una galleria che vuole sco-prire nuovi talenti, senza dimen-

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GALLERIA LAZZARO BY CORSI sezione �ere

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ticare di proporre anche i gran-di maestri, magari insistendo di più sugli artisti dimenticati come Brindisi, Guidi, Reggiani, Berti...Cosa fa di una mostra un suc-cesso?Il pubblico attento, nient’altro.Quanto son importanti le �e-re dell’arte?In questo tempo così frenetico le �ere offrono una panoramica

completa e fungono da “iper-mercato” dell’arte, moltiplican-do quasi all’in�nito le proposte di acquisto.

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GALLERIA LAZZARO BY CORSI sezione �ere

Galleria Lazzaro by CorsiVia Broletto, 39 - 20121 MilanoTel. e Fax 02 8052021website: www.gallerialazzaro.ite-mail: [email protected]

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6) Raisa Isabella Rainieri “Pioggia” Tecnica mista su tavola, cm 30x40

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7) Domenico Monteforte “Giorno d’estate” Olio su tavola, cm 27x104

8) Carmelo Consoli “Ruderi”, 1996 Olio su tavola, 60x70 cm

GALLERIA LAZZARO BY CORSI sezione �ere

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Andrea Saltarelli nasce a Mila-no nel 1964, ma si trasferisce

in Versilia, quando ancora non aveva compiuto un anno; Viareg-gio diventa quindi il luogo che ha contribuito a plasmare il suo ca-rattere e la sua personalità.Il colore del carnevale, l’odore del mare, il suono delle sirene delle navi che avvisano il loro rientro in porto, il profumo del salmastro mattutino e chissà cos’altro lo hanno spinto più volte a salpare verso paesi lontani; l’Oriente in particolare è l’ambiente geogra-�co che più lo ha in�uenzato e formato.La sua pittura sembra essere l’ombra dell’anima di un instan-cabile viaggiatore, di un esplora-tore dell’animo umano che passa, frugando con avidità e attenzio-ne, la profondità del suo sé.Né le parole, né i colori o le forme riescono a de�nire completamen-te la sua costante ricerca, ma è

forse proprio questa difficoltà che diventa il combustibile ideale di un mezzo quale la sua costante produzione creativa.Sempre cosciente dei limiti uma-ni e in particolare di quelli perso-nali, la matita ben appuntita che scava i solchi dei suoi disegni sul-l’intonaco ancora fresco sembra voler cercare un obiettivo nella selva della sua propria coscienza.Con i colori vorrebbe poter ripro-durre quella luce che sente essere presente in un eterno qui ed ora, sebbene resti ben nascosta al-l’umana percezione. La sua arte vuole quindi essere un recipiente di un “senso” adat-to a scuotere l’attenzione del suo fruitore e se anche per solo un at-timo questo ultimo lo accompa-gnasse in quella ricerca in�nita, il suo orgoglio avrebbe già trovato soddisfazione, perché Saltarelli dice di non dipingere per se stes-so ma per trovare lo specchio di

ANDREA SALTARELLI

sé attraverso l’osservazione degli altri.Saltarelli si può trovare nel suo studio a Pietrasanta in via del Marzocco,120, da metà giugno sino alla �ne d’agosto soprat-tutto nelle ore serali, quando il fresco rende ancor più piacevole una passeggiata nel centro stori-co del paese.

1) “Scatola Graffittica con pino” Alchidici su intonaco su juta, 2005 cm 70x70

2) “Scatola Graffittica con albero e luna” Alchidici su intonaco su tela, 2005

cm 70x70

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ANDREA SALTARELLI

GALLERIA DI RIFERIMENTO:Galleria Lazzaro by CorsiVia Broletto, 39 - 20121 MilanoTel. e Fax 02 8052021website: www.gallerialazzaro.ite-mail: [email protected]

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L’ESTENSE ARTE

Nella splendida cittadi-na di Cernobbio sul lago

di Como, apre i battenti nel 1995 la Galleria Estense Arte, sotto la guida di Stefano Bu-tera, pittore dotato di grande espressività che si manifesta sia nella tecnica del disegno che nell’utilizzo del colore. Gli esordi artistici sono legati ad un viaggio a Parigi in giova-

nissima età che gli conferma la volontà di percorrere la strada dell’arte, strada che lo condu-ce alla decisione di aprire uno spazio espositivo nel cuore di Cernobbio.I primi incontri lo portano ad acquistare opere di artisti qua-li Ajolfi e De Bernardi, senza trascurare una decisa incli-nazione per i giovani talenti,

GALLERIA ESTENSE ARTEDirettore responsabile: Stefano Butera

confermata dalle attuali scelte della Galleria. “Tutti i grandi di oggi sono sta-ti giovani emergenti” afferma il

1) Kiki Gervasoni “Ponti” Olio su tela, cm 50x50

2) Stefano Butera “Albero” Olio su tela, cm 90x90

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L’ESTENSE ARTE

direttore, quindi è chiaro che se la qualità dei lavori rimane un punto di partenza fondamenta-le, non si può tuttavia, trascura-re un buon investimento a costi contenuti.Gli chiedo che cosa intenda con “qualità” del lavoro, la parola è piuttosto generica, difficile rico-noscere la qualità senza avere precisi parametri...“È una que-stione di sensibilità”, risponde, si sente al primo sguardo se un artista lavora con passione o preferisce “accomodarsi” sul la-voro altrui, magari sperando di riuscire ad ingannare il pubbli-

co, ma direi che l’acquirente non si fa ingannare facilmente”.Le scelte della galleria sono di grande qualità, con una predi-lezione per il paesaggio di cui Stefano Butera si fa sensibile interprete, senza dimenticare il lavoro di selezione nei con-fronti degli emergenti così come degli autori già affermati che si confrontano su temi diversi ma egualmente intriganti, con tecniche che spaziano dalla pit-tura ad olio all’acquerello, sino alla scultura. I nomi sono de-cisamente interessanti, oltre al maestro Butera sono presenti:

3) Kiki Gervasoni “Indigo” Olio su tela, cm 80x80

4) Kenzy “Red Line” Olio su tela, cm 20x40

5) Kenzy “Fantasy” Olio su tela, cm 60x70

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L’ESTENSE ARTE

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L’ESTENSE ARTE

Anselmi, Cancogni, Cristalli, Catemaggia, Lo Presti, Monte-forte, solo per citare alcuni.Lo spazio espositivo si caratte-rizza per essere aperto a tutte le tendenze dell’arte, per la fre-schezza delle proposte rivolte al suo pubblico, senza “provin-cialismi o snobismi” - sostiene il proprietario - un luogo dove gli artisti si sentano ben rappre-sentati e dove tutte le tecniche espressive, tradotte in signi�ca-tive e diversi�cate esperienze, possano convivere. La gioia di fare bene il proprio lavoro accanto alla solida matu-rità nel campo dell’arte, permet-tono a questo gallerista – pitto-re di avere pochi rimpianti nei confronti di ipotetiche occasioni sfumate. “Mi sono lasciato sfug-

gire un Guttuso, qualche anno fa” commenta, rivelando una chiara passione per i maestri sto-rici del Novecento, ma aggiunge che gli piacerebbe possedere una scultura di Mitoraj, segno che in perfetta coerenza con le proposte della sua galleria, ap-prezza tutto ciò che riguarda la contemporaneità. Così la stessa vocazione delle grandi sculture di Mitoraj, si declina in alcune opere dello stesso Butera, che subisce il fascino della tradizio-ne del mito risolto in una per-sonale e straordinaria forza di sintesi di segno e colore.L’ultima parola spetta al pub-blico che potrà ammirare que-sta bella collezione in occasione della Fiera dell’arte di Forte dei Marmi nel luglio 2008.

6) Saralu “Silver Butter�y” Olio su tela, cm 30x40

7) Saralu “My Gold” Olio su tela, cm 70x70

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8) Saralu “Snakes” Olio su tela, cm 50x70

9) Stefano Butera “Albero nella neve” Olio su tela, cm 55x55

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L’ESTENSE ARTE

“Tutto ciò che vediamo non è vero, si disperde, se ne va’. La natura è sempre la stessa, ma nulla rimane di lei, di ciò che ci appare. L’arte deve darle il respiro della durata […] deve farcela gustare come eterna”P. Cézanne in J. Gasquet, Cé-zanne, Parigi 1926

Il punto di partenza della ricer-ca di Agostino Cancogni è l’os-servazione del reale, che in que-sto contesto si concretizza nella natura e negli oggetti domestici a lui familiari. Per il pittore to-scano, l’arte, viene vissuta come medium per giungere, attraver-so la ri�essione, ad una serenità oramai difficile da trovare.Cancogni usa la pittura come un �losofo adopera la logica: egli può condurci, se siamo in grado di ascoltarlo, ad affron-

IMPRESSIONI DI ETERNITÀdi Diletta Biondani

tare e a risolvere tutti quei pic-coli grandi con�itti comuni al-l’umano sentire. I temi più cari al Maestro sono infatti le nature morte e il paesaggio toscano con i suoi affascinanti tramonti e le sue marine.Cancogni, dunque, parla un lin-guaggio volutamente semplice che sapientemente dialoga con lo spettatore donandogli emo-zioni familiari, intime. Riesce in questo processo attraverso due elementi che sono al contempo fondamento e origine della sua pittura: la luce e il colore.La luce entra quasi segretamen-te nei suoi dipinti come una for-za che serve a �ssare l’attenzio-ne dello spettatore sui dettagli. I dettagli che Cancogni vuole mostrare al pubblico, rappre-sentano ciascuno una piccola storia, un piccolo mondo che

10) Agostino Cancogni “Scatola con �ori” cm 30x40 - olio su tavola

11) Agostino Cancogni “Marina” cm 80x40 - olio su tela

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L’ESTENSE ARTE

racchiude sentimento ed emo-zione pura. Come afferma egli stesso: «Il frammento non è �ne a se stesso, nel contesto, è fon-damentale, vuole dire qualcosa, vuole indicare un mondo».Proprio per questo motivo gli oggetti dipinti sono come “sal-vati” e recuperati, dopo un at-tento processo di selezione, dalla memoria. Le immagini di Can-cogni rappresentano un modo immediato di ‘dire la realtà’. L’immagine dipinta è il luogo in cui più direttamente precipi-

ta e si condensa l’impressione, il ricordo degli oggetti e degli eventi. I soggetti, dotati di un particolare potere evocativo in quanto si rifanno ad esperienze e sentimenti assolutamente co-muni a tutti noi, in forza della loro vitalità espressiva costitui-scono l’innesco che provoca nel-lo spettatore un processo inter-pretativo assolutamente libero, aperto.Altro elemento chiave della pit-tura del Maestro è il colore, che con la sua estrema delicatezza,

è ciò che conferisce ad ogni tela quel senso di equilibrio e armo-nia che permette a chi guarda di compiere lo sforzo interpretati-vo. Attraverso il colore Canco-gni crea lo spazio in un perfetto bilanciamento di pieni e di vuo-ti, che aggiunge all’opera quel sapore di “ben fatto”, dato dal completo possesso dei mezzi e della tecnica adoperati. L’opera del Maestro ci comuni-ca dunque che l’unica arma che l’uomo possiede per affrontare la realtà nella sua complessità è la memoria. Cancogni in que-sto modo scon�gge la caducità della vita, opponendo ad essa l’eternità di quel “comune sen-tire” che è proprio dell’umanità intera.

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12) Agostino Cancogni “Fiori” Olio su tela, cm 40x50

13) Agostino Cancogni “Ombrellone” Olio su tela, 30x50

14) Agostino Cancogni “Tramonto” Olio su tela, 40x80

Galleria L’Estense Artedi Stefano Butera Via Regina, 22/a22012 Cernobbio (Co)Tel. 031 [email protected]

STAND 14-15-22

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Riccardo Tommasi Ferroniuna voce del ‘900

12 luglio - 7 settembre 2008FORTE DEI MARMI

Via Mazzini, 200

Per informazioni: Villa Bertelli - via Mazzini 200 - tel. 0584 787251 - www.villabertelli.itUfficio Relazioni con il Pubblico - viale Achille Franceschi, 8 - Tel. 800280100 | e-mail: [email protected]

www.comune.fortedeimarmi.lu.it

Comune di Forte dei MarmiVilla Bertelli Arte

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GALLERIA SALONE D’ARTE CONTEMPORANEA

L o spazio del Salone d’arte Contemporanea a Trieste

si con�gura come una realtà espositiva consolidata nel terri-torio, ideata e fondata nel 2001 da Elena e G. J. Leka. Situa-to nel cuore del centro storico, denominato Borgo Teresiano, si pone come intento quello di promuovere la pittura e scul-

GALLERIA SALONE D’ARTE CONTEMPORANEA

tura contemporanee di qualità, con particolare riferimento ai talenti delle ultime generazioni. La struttura, organizzata con un team di appoggio compo-sto da esperti nei diversi settori operativi, ha curato la stesura di cataloghi e schede critiche con l’intento di orientare il pubblico

nelle tendenze emergenti della scultura �gurativa, astratta ed informale. Consulente e curato-re degli allestimenti è il critico d’arte Giancarlo Bonomo. Nel corso dell’attività sono sta-ti promossi numerosi eventi di richiamo. Fra i più signi�cativi segnaliamo:

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di Giancarlo Bonomo

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GALLERIA SALONE D’ARTE CONTEMPORANEA

giugno 2002: Ilir Shabani e la pittura balcanica informaleottobre 2002: Vincenzo Mare-ga – Apologia della rosadicembre 2002: Heinz Seeber – La pittura bavarese con-temporaneagennaio 2003: Siro- Genesi di un’artista europeofebbraio 2003: Masa Gros – La

città delle donnemarzo 2003: Elvio Zorzenon – Oltre l’immagineaprile 2003: Angelo Mazzoleni – Origini microinformale, ri-cerca oculareaprile 2003: Anselmo Bini – La pittura emilianamaggio 2003: Stefan Tom-sa – La pittura neoclassica

1) Isabel Cara� “Le Persone”, 2007 Tecnica mista su legno cm 100x100

2) Pietro Piccoli “Il golfo di Taormina”, 2007 Tecnica mista su tela, cm 100x100

3) Vera Ribechi “Immagine 47”, 2007 Olio su tela, cm 60x80

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- Al Nitak- Sergio Bastiani- Fabio Colussi- Isabel Cara�

- Fulvio Conte- Anna Longo- Pietro Piccoli- Giuseppe Ribechi

- Vera Ribechi- Adriana Rigonat- Luisa Rustja- Giorgio Spinelli

ARTISTI PARTECIPANTI ALLA FIERA

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GALLERIA SALONE D’ARTE CONTEMPORANEA

esistenzialegiugno 2003: Isabella Cuccato – Apparizioni, la pittura me-ta�sica, presentazione a cura di Rossana Bossagliafebbraio 2004: Mauro Stipa-nov – Il pensiero dipintofebbraio 2004: Antonio Bac-carin – Microspazialismomaggio 2004: Giuseppe Denti – Il colore dei pensierigiugno 2004: Feliciano Dal Prà – Percorsiluglio 2004: Novella Parigini – Mostra evento di una col-

lezione di dipinti e gra�che della grande artista amica di Fellinimarzo 2005: Umberto Espo-sti – Sculture meta�siche del nipote allievo di Lucio Fon-tanamaggio 2005: Sandra Zeugna – Scansioni informaliaprile 2006: Pietro Piccoli – Silenziosa lucemaggio 2006: Piero Salustri – Neocaravaggismogennaio 2007: Ernesto Portas – La donna crepuscolare

settembre 2007: Daria Gori – Out of this worldottobre 2007: Krishan – Gaia Eleisondicembre 2007: Fabio Colussi – La silente poesia del mareaprile 2008: Ezio Farinelli – IntimitàL’arte esige rispetto perché

4) Anna Longo “Fleetingness”, 2007 Olio su tela, cm 60x80

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GALLERIA SALONE D’ARTE CONTEMPORANEA

rappresenta il valore più alto della coscienza umana al di là del tempo, ed è il ri�esso della nostra civiltà più evolu-ta. L’arte contemporanea deve puntare senza timore al recu-

pero della sua funzione più autentica, quella educativa, al �ne di perpetuare un preci-so momento della nostra sto-ria. Il compito degli operatori del settore deve essere volto a

promuovere, favorire l’arte di qualità e contenuto a dispetto dei fenomeni legati alle mode effimere ed ai falsi profeti, con lo sguardo attento alle nuove generazioni.

5) Fabio Colussi “Tramonto sul molo”, 2007 Olio su tela, cm 60x80

6) Giuseppe Ribechi “L’arroganza di Icaro”, 2007 Olio su tela, cm 40x60

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Galleria Salone d’ArteContemporaneaVia della Zonta, 2/c34132 TriesteTel. 040 2410829website: www.artetrieste.come-mail: [email protected]

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Via Carducci, 58 - 55042 Forte dei Marmi (LU) ITALIA - Tel +39 0584 787495 Fax +39 0584 787494 - www.hotelmognon.it - [email protected]

Viale Morin 135 - 55042 Forte dei Marmi (Lu) Italia - Tel. 0584 787813 - Fax 0584 787561 - www.hotelmirabeau.it- [email protected]

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L a Galleria, luogo storico per eccellenza, è stata fondata

nel 1957 da Francesco Turelli con l’apertura di spazi espositi-vi all’interno dello stabilimento termale “Tettuccio” a Monteca-tini.Il rapporto di amicizia tra il proprietario e il Maestro Giorgio De Chirico, ha �n dagli esordi,

positivimante condizionato il pro�lo dello spazio espositivo che sì è caratterizzato soprat-tutto come luogo culturalmente orientato, tanto da ospitare lo stesso De Chirico e altri artisti di eguale fama. In quegli anni, precisamente nel 1960, venne aperta a Fi-renze in Via Porta Santa Maria,

“La buca del libro” libreria e galleria, �ore all’occhiello dello stesso Turelli.Nei locali venivano presenta-ti testi di autorevoli letterati e poeti, tra gli altri: Pietro Bar-gellini e Giorgio La Pira, allora Sindaco di Firenze.Allo stesso tempo venivano or-ganizzate personali dei più im-

GALLERIA TURELLIDirettore responsabile: Elisabetta Turelli

GALLERIA TURELLI

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GALLERIA TURELLI

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1) Romano Santarini “L’individualità del cammino iniziatico”, 2007 Acrilico su tela, cm 120x60

2) Romano Santarini “Le possibilità della vita”, 2007 Acrilico su tela, cm 80x170

3) Romano Santarini “L’estremo amore della natura”, 2008 Acrilico su tela, cm 60x50

4) Romano Santarini “La gioia dell’anima”, 2006 Acrilico su tela, cm 60x120

5) Rolando Vivarelli “Metropoli”

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portanti artisti del tempo tra i quali spicca Pietro Annigoni. Purtroppo, proprio in quegli stessi anni, nel novembre del 1966, il �ume Arno sommerse i locali de “La buca del libro”. Fortunatamente l’attività era già ben impostata a Monte-catini Terme, all’interno dello stabilimento termale “Tettuc-cio”, dove ha continuato �no ai giorni nostri.In questo lungo periodo di attività, la Galleria ha espo-sto opere dei massimi artisti dell’arte contemporanea, of-

frendo la possibilità ai propri clienti collezionisti di acquisire opere di maestri come Giorgio De Chirico, Aligi Sassu, Sal-vador Dalì, Renato Guttuso, Michele Cascella, Domenico Cantatore, Domenico Puri�-cato, Giovanni Barbisan, per arrivare ad artisti, inizialmen-te speranze per l’arte con-temporanea, oggi vere realtà come: Athos Faccincani, Sil-vano Gilardi, Aldo Parmigia-ni, Francesco Nesi, Domenico Monteforte, Romano Santarini ed altri ancora.

GALLERIA TURELLI

Rolando Vivarelli

5

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Nei locali della Galleria, oltre ai dipinti, acquerelli e gra�che, �n dagli anni Settanta, si è dato spazio alla scultura, quando ancora in Italia questa tecni-ca riscuoteva pochi successi in ambito mercantile. Proprio nel 1977 furono esposte le opere scultoree di Giorgio De Chirico, allora conosciuto prevalente-mente come pittore. Nel 1979

fu la volta di un altro autore sco-nosciuto al tempo: Jorge Jimenez Deredia. Dagli anni Novanta, con una personale di scultura di Salvador Dalì, �no ad oggi, si sono succeduti artisti quali: La Monaca, Gigi Guadagnuc-ci, Vincenzo Fancelli, Giuseppe Gavazzi, Rolando Vivarelli, Italo Bolano, Franco Pegonzi, Marti-ne Wherel, Consuelo Zatta.

GALLERIA TURELLI

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GALLERIA TURELLI

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6) Jorge Jimènez Deredia “Flautista” Bronzo cera persa

7) Aligi Sassu “Andromeda e Teseo”, 1997 Acquarello, cm 25x32

8) Aligi Sassu “Andromeda e Teseo”, 1997 Acquarello, cm 25x32

9) Jorge Jimènez Deredia “Verso il futuro”, 1996 Bronzo cera persa

10) Piero Nardi “Egreville” Olio su tela, cm 80x100

11) Piero Nardi “Morbio superiore” Olio su tela, cm 80x100

12) Piero Nardi “Piazza meta�sica” Olio su tela, cm 80x100

13) Piero Nardi “Village en Bourgogne” Olio su tela, cm 60x73

Galleria Turelli Viale Verdi int. Stabilimento Termale Tettuccio51016 Montecatini Terme (Pt)Tel. 348 7825772

STAND 45-46-47

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GALLERIA TURELLI

Viale Verdi - Montecatini Terme (PT)Orario: dalle 7,30 alle 12,30 tutti i giorni compreso festivi (dal 1 Maggio al 31 Ottobre)

GALLERIA TURELLI

INTERNO TERME TETTUCCIO

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INCISIONE ARTE

LA STAMPERIA INCISIONE ARTEdi Giuliano Grittini.

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INCISIONE ARTE

Corbetta, chi era costui? Tranquilli, non è il caso

di scomodare Manzoni, anche perché Corbetta non è una persona, ma uno dei tantissimi paesini che circondano Milano, sulla provinciale che da Milano punta diritta a Magenta. Immerso nel verde, il paese con�na con il parco del Ticino e ne ricava un senso di tranquilla serenenità. Dovendo chiedere alla stragrande maggioranza degli artisti italiani (ma anche parecchi stranieri) notizie su Corbetta pochi avrebbero esitazione nel rispondere, anzi saprebbero essere assolutamente precisi. La ragione è molto semplice: a Corbetta ha sede una delle più conosciute stamperie d’arte italiane “L’Incisione” di Giuliano Grittini che la gestisce con serietà e competenza da più di trent’anni.Non si può iniziare a parlare della vita di Giuliano senza parlare del suo amore per la fotogra�a. Quasi sicuramente nasce da lì la passione per l’immagine impressa sulla carta. Dopo le prime esperienze è al lavoro nello studio di un noto pittore locale dove si impratichisce nelle tecniche di stampa serigra�ca. Realizza e stampa opere di artisti molto noti come Baj, Fiume, Sassu, Guttuso, Scanavino, Tadini e altri. Nel contempo lavora per Raffaele Bandini, titolare della Galleria dell’Orso di Milano, come stampatore

litogra�co. Nella seconda metà degli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70 il suo occhio fotogra�co diventa così testimone degli avvenimenti più importanti della Galleria. Il lavoro di Grittini si alterna tra incisione e fotogra�a, immortalando personaggi quali: Renzo Vespignani, Ugo Attardi, Dino Buzzati, Zigaina e altri.Dal 1973 sperimenta l’arte in proprio, alternando il suo lavoro con la frequentazione di studi d’artista e di gallerie d’arte. Per un certo periodo lavora allo sviluppo di alcune pietre litogra�che nello studio di Aligi Sassu a Monticello Brianza. Dal 1976, collabora con i più noti artisti: Morlotti, Cesetti, Guidi, Cascella, Puri�cato, Guttuso, Dova, Radice, Mattioli, Migneco e tanti altri.Il rapporto con Federica Galli, nota artista che opera nel campo dell’incisione, si stabilisce già dal 1973, quando realizza una serie di incisioni che sono ormai un punto �sso nella storia dell’arte italiana. Non non va dimenticato come l’assidua frequentazione di Federica Galli a Corbetta e dintorni abbia ispirato più e più volte l’artista. Non si può non accennare al sodalizio stabilitosi tra Giuliano Grittini e la poetessa Alda Merini di cui è con�dente e persona di �ducia da più di vent’anni. Sicuramente le più suggestive immagini fotogra�che di Alda

Merini sono quelle da lui scattate nelle più svariate circostanze della vita tribolata ed avventurosa della poetessa più amata d’Italia. Giuliano ha anche stampato diversi libri d’arte in cui le poesie di Alda Merini si abbinano alla gra�ca di svariati artisti. In questa ricerca continua dell’abbinamento tra parola scritta e segno gra�co consiste l’evoluzione della stamperia.

Incisione Arte Via Monte Bianco, 220011 - Corbetta (MI) Tel 02 97 77 370Fax 02 97 70 634

STAND 4

Pablo Picasso, Incisione26-27 Marzo 1949, cm 50x65

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L a richiesta di sicurezza esiste da sempre, ma mai come in

questi ultimi anni è stata tanto pressante da sviluppare, pur in un mercato di nicchia, tante specia-lizzazioni come il video control-lo, l’antincendio, gli impianti di allarme, le rilevazioni in genere, il controllo perimetrale. In parti-colare su quest’ultimo si è specia-lizzata DEA Security, un’azienda massese in crescita esponenziale, con una politica che i titolari Aldo e Giorgio Tonelli de�niscono di controllo globale, dalla fabbrica-zione del prodotto alla selezione

delle aziende collaboratrici, alla formazione tecnica degli installa-tori, �no alla supervisione in can-tiere da parte di personale DEA.Affidabilità e qualità ai massimi livelli sono le costanti di questa azienda di successo. “Occorre fo-calizzarsi sul risultato, non sulla vendita!” dice Aldo Tonelli.I sistemi di protezione della DEA Security, curati direttamente dal-l’ideazione alla realizzazione del prototipo zero �no al prodotto esistente, sono brevettati a livello internazionale e non temono al-cuna concorrenza tanto da essere

leader in Italia ed Europa con im-portantissime forniture in ambiti esclusivi sia istituzionali che vip. In particolare i rilevatori DEA di seconda generazione analizzano l’impronta vibrazionale per la protezione degli accessi di un fab-bricato, controllandone altresì le aree perimetrali esterne. Queste tipologie di protezione richiedono un’altissima specializzazione, do-vendo garantire la massima capa-cità di rilevazione con altrettanta immunità ai disturbi ambientali, tanto per le installazioni su ogni tipo di recinzione, che per i rileva-tori di onde di pressione interrati in parchi, giardini o piazzali. Lo straordinario è che questa tecno-logia si applica anche in ambienti interni affogando i rilevatori nel massetto sottostante qualsiasi tipo di pavimentazione .“Siamo molto avanti, forse tra le prime cinque aziende al mondo”, esclama Giorgio con giusti�cata soddisfazione.Nonostante un mercato di riferi-mento mondiale ed in un’epoca di delocalizzazione selvaggia, fanno piacere le parole di Aldo: “Massa non è tanto conosciuta e per que-sto si confà alla nostra politica aziendale che prevede sempre la massima discrezione verso i nostri referenti e poi offre una qualità della vita difficilmente reperibile altrove”.

DEA SECURITY:LE RAGIONI DEL SUCCESSO

DEA SECURITY

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www.deasecurity.com

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D a quanto tempo è aperta la sua galleria?

La J&G Art è stata fondata nell’anno 2000 da Alessandro Zodo e dal �glio Jerome.La sua attività è sempre stata

GALLERIA D’ARTE J&G ARTDirettore responsabile: Jerome Zodo

GALLERIA D’ARTE J&G ART

quella del gallerista oppure la sua professione o gli inte-ressi personali erano diversi da quelli legati al mondo del-l’arte?Alessandro Zodo opera nel set-

tore da circa trent’anni e prima di diventare mercante d’arte era gra�co pubblicitario e titolare di una stamperia a Milano. Prima di costituire la J&G Art, Alessandro Zodo era titolare del-

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GALLERIA D’ARTE J&G ART

lo Studio AZ in via Bigli a Mila-no, che aveva sede nello stesso palazzo in cui si trovava la nota Galleria “Il Milione”. Nell’anno 2000 venne poi co-stituita la J&G Art, il cui titola-re è il �glio Jerome, che svolge l’attività di mercante dall’anno 2005, dopo aver compiuti gli studi universitari in Economia Aziendale.

L’attività svolta �no ad oggi ha garantito un certo succes-so, determinato oltre che dalla passione anche dall’impegno Nei prossimi mesi verrà inaugu-rata la nuova e spaziosa galle-ria a Milano, in via Melzo ang. via Lambro, con l’intenzione di aprirsi con maggiore attenzione al mercato dell’arte contempo-ranea ed alle nuove proposte artistiche.La sua attività è prevalente-mente orientata nella colle-zione di grandi Maestri del Novecento, come giudica le recenti espressioni dell’arte contemporanea?Penso che vadano valutate e

prese in considerazione seria-mente perché ritengo che sia molto importante per un bra-vo mercante d’arte, che voglia rimanere tale, proporre anche qualcosa di nuovo.Le generazioni e i gusti col tempo si evolvono ed è oppor-tuno adattarsi ai cambiamenti e quindi anche proporre nuove espressioni artistiche. È impresa più ardua proporre nuovi artisti, sia dal punto di vista economico sia da quello personale ma sicu-ramente più stimolante e poten-zialmente più soddisfacente. Crede che le grandi manife-stazioni pubbliche come la Quadriennale di Milano o la

1) Pablo Picasso “Trois femmes à la fontaine”, 1921 Olio su tela, cm 19,2x23,8

2) Pablo Picasso “Paysage à juan-les-Pins”, 1924 Olio su tela, cm 22,2x35,7

2

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GALLERIA D’ARTE J&G ART

Biennale di Venezia possano rappresentare una sorta di anteprima dell’arte a livello internazionale oppure siano inin�uenti per il mercato del-le grandi gallerie e dei colle-zionisti importanti? In altre parole, queste manifestazio-ni hanno ancora il peso di un tempo non solo sul piano cul-turale ma anche sul versante mercantile? I galleristi sono in�uenzati nelle scelte dalle proposte dei curatori?Sono e restano manifestazioni di assoluta importanza. Credo

però producano maggiori effetti positivi per gli artisti già cono-sciuti piuttosto che per quelli giovani, seppur di una certa ri-levanza.Così, le grandi manifestazio-ni internazionali dell’arte a vocazione privata come Art Basel o Documenta Kassel, costituiscono un’esperienza fondamentale per il galleri-sta? In che modo?Esprimo un giudizio per ArtBa-sel che è l’unica che conosco e frequento.ArtBasel è una �era che permet-

3) Giorgio De Chirico “Piazza d’Italia (L’Après-Midi d’Automne)”, 1914 Olio su tela cm 48x69,5

a destra:4) Giorgio De Chirico “Cavalli in riva al mare”, 1927 Olio su tela, cm 92x74

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te di essere aggiornati sulle va-lutazioni di mercato, permette di creare relazioni e opportunità di vendita e acquisto.Come giudica l’arte italiana contemporanea in rapporto a quella internazionale?

5) Victor Vasarely “Mereng”, 1969-1989 Acrilico su tela, cm 78x70

6) Victor Vasarely “Fig Gem”, 1986 Acrilico su tela, cm 216x160

Importante per alcuni artisti ma molto indietro rispetto a quella internazionale.Quali nomi potrebbe suggeri-re ai suoi collezionisti?Nomi italiani contemporanei: Castellani, Fontana, Manzoni,

GALLERIA D’ARTE J&G ART

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GALLERIE

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J&G

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3) Umberto Boccioni “Busto di Signora con grande cappello”, 1911 Olio su tela, cm 80x80

4) Georges Mathieu “Erreur con�dentielle”, 1959 Olio su tela cm 97x162

5) Hans Hartung “T 1981 – H 25”, 1981 Acrilico su tela cm 65x100

Rotella, Schifano, Calzolari, Pi-stoletto, Burri, Zorio, Perilli.È possibile stabilire un rap-porto di collaborazione vera tra l’istituzione (Musei, Gal-lerie d’arte moderna, enti culturali) e una galleria im-portante? Per il prestito di opere a mostre importanti ci capita spesso ma vendite ai musei, al momento no.

Se cominciasse la sua attivi-tà oggi, verso quali artisti ed espressioni formali si orien-terebbe?Comincerei con l’Astrattatismo oppure con l’arte americana e cinese.Come giudica l’arte contem-poranea dell’Estremo Orien-te che sembra essere la nuo-va “arte di frontiera”?

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GALLERIA D’ARTE J&G ART

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Molto speculativa.Se potesse tornare indietro quali errori non rifarebbe? (a patto che ne abbia fatti!)Nessuna risposta. Evidente-mente non ha fatto alcun erro-re. Complimenti!

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GALLERIA D’ARTE J&G ART

J & G. ARTuffici: Via Fatebenefratelli, 15galleria: Piazza Cavour, 120121 MilanoTel. 1: 0039.02.6571981Tel. 2: 0039.02.6572344Fax [email protected]

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LINEA D’ARTE

Artista e gallerista insieme, Loredana Albanese si è

sempre sentita attratta dall’ar-te e ne ha subito il fascino �n da giovanissima.La sua galleria a Bari, è ac-cogliente, non convenziona-le, culturalmente propositiva. Sono queste, infatti, le parole che de�niscono al meglio que-

LINEA D’ARTE Responsabile: Loredana Albanese

sto spazio espositivo, aper-to solo tre anni fa, dove si dà maggiore visibilità agli artisti emergenti. Alcuni nomi: An-drea Boltro, Salvatore Saccà, Liliana De Tomaso, Antonello Gurrado, Katherine Wreight e la stessa Loredana Albanese. È questo il punto di forza che Loredana sottolinea: “incon-

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1) Antonello Gurrado “Central Park” Tecnica mista su tela, cm 100x120

2) Loredana Albanese “Attraverso il vetro” Olio su tela, cm. 70x100

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LINEA D’ARTE

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LINEA D’ARTE

trare gli artisti è fondamentale per il collezionista, solo così si apre un rapporto di piena �du-cia nei confronti dell’arte e del gallerista, deve esserci scambio di idee, confronto...”Il collezionista, dal canto suo, trasferisce nell’acquisto le sue esperienze, la sua formazione culturale, la sensibilità; per

questo è importante visitare gallerie, musei, pinacoteche, per affinare il gusto, riconosce-re un bravo artista.A questo proposito, la galleria ha sempre cercato di selezio-nare giovani promettenti, nella convinzione che il futuro del-l’arte sia nelle loro mani, senza tuttavia dimenticare che sono

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3) Salvatore Saccà “Conosco una città che ogni giorno si riempie di sole” Olio su tela, cm 100x100

4) Andrea Boltro “Se io ti capissi” Olio su tela cm 80x80

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LINEA D’ARTE

anche un investimento sicu-ro per molti collezionisti. Per questo motivo si propongono in occasione delle Fiere del-l’Arte una nutrita schiera di emergenti.“Due o tre mostre all’anno nel-la mia galleria sono personali dedicate ai giovani”, afferma la gallerista, che non ha rim-pianti per nomi altisonanti, ma che ha trattato artisti di tutto rispetto come: Gianni Testa, Pietro Piccoli, Ernesto Portas, Valeri Turasov, Vittorio Maria Di Carlo.Loredana confessa una grande passione per l’arte di Jenny Se-ville, “mi piace la sua pittura

così poco convenzionale, ap-passionata. Tuttavia è chiaro che preferisco essere me stessa, la mia vocazione è forte e cre-do questo sia evidente nei miei dipinti”.Alla domanda su cosa faccia di ogni mostra un successo, risponde candidamente:” il pubblico, certo, ma purtrop-po anche la critica, una frase poco lusinghiera può decreta-re il successo o l’insuccesso”. Vero, una buona critica, un buon catalogo, una recensione, sono fondamentali per lanciare il proprio spazio espositivo, ma è necessario anche un lavoro condotto con professionalità e

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competenza da parte del galle-rista, doti che Loredana Alba-nese possiede senza dubbio!

Linea d’ArteVia De Rossi, 83 (ang. Via Putignani)70124 Bari - ItalyTel. 347 7607401www: lineartebari.come-mail: [email protected]

STAND 41-42

5) Loredana Albanese “Red shoes” Olio su tela, cm 80x80

6) Katherine L. Wright “Nostro piacere” Acquerello

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“ Il ristorante è una passione che ho sempre avuto ine-

briandomi di quell’atmosfera e dei suoi effluvi �n dall’adole-scenza e la giovinezza”.La ristorazione come pulsione irrefrenabile dunque per Fer-dinando Del Carlo, per la ve-rità instillata nel dna da papà Francesco di cui ricorda con nostalgica malinconia i 35 anni di ristorazione in quel locale al-l’inizio del Viale dei Tigli che sei anni fa ha rilevato, ristrutturato stravolgendone completamente l’indirizzo.“Volevo un ristorante che man-tenesse la tradizione versiliese,

RISTORANTE “DA FRANCESCO”Atmosfere da sogno

RISTORANTE DA FRANCESCO

calda ed accogliente suggerisce atmosfere soltanto sognate vuoi per il calore dei rivestimenti in legno, la luce soffusa di can-delabri e lampadari discreti, la raffinata eleganza dei tovaglia-ti, la ricchezza dei coperti che presagiscono un servizio inap-puntabile, garantito anche dal-la comodità delle sedute e dalla spaziatura tra i tavoli.Sugli scaffali della parete di fondo fanno bella mostra di sé etichette di prima grandezza del panorama enologico italiano e non, assieme ai crù più blasona-ti ed agli champagne più nobili.Casse di simili nettari si intra-vedono anche in una sala con-tigua, da cui l’occhio spazia in una moderna ed attrezzatissi-ma cucina, il regno degli Che-fs Emanuele Borelli, Luca Bini, Marco Maccioni e di papà Fran-cesco che cura la pasticceria del locale con la professionalità e l’amore di sempre.“Da noi si può mangiare dalle 12 �n dopo la mezzanotte – dice il Nostro con orgoglio e soddi-sfazione giusti�cati – con un menu alla carta variato periodi-camente secondo la stagionalità e le nostre esperienze di viaggio, degustando altresì più di 200 etichette di bianchi e rossi ita-liani e non, oltre ad una sessan-tina di champagnes”.

ma abbinata ad una certa ori-ginalità vuoi nell’arredamento, nei tovagliati, nella mise en pla-ce e nei piatti stessi, che resta-no in carta non più di un mese un mese e mezzo, sull’onda di quanto raccolto nei miei viaggi alla scoperta di nuovi mondi e frequentando i più rinomati ri-storanti del mondo”.Altra passione sottesa alla pri-ma dunque è quella dei viaggi, di esperienze innovative e della scoperta in genere, condivisa con la moglie Fiorella, avvocato di professione, ed animata dalla stessa curiosità enorme. Que-st’aura avventurosa e romantica ad un tempo pervade Ferdinan-do e Fiorella a tal punto che si sono giurati eterno amore nel-l’incanto delle Isole Fiji.In tutto questo ci piace pensa-re abbia in�uito l’aria partico-lare che si respira in Versilia ed a Viareggio in particolare, una terra unica affacciata sul Mar Tirreno, fatta di mare e di ven-to, abitata da persone abitua-te a mettersi in gioco sempre e comunque, quasi per una s�da ancestrale.“Volevo un ambiente amicale, che tutelasse la riservatezza dei clienti amanti della buona cuci-na e nel contempo li facesse sen-tire a casa propria.”Ed in effetti l’ambientazione

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Page 166: Arte Forte Magazine 2008

Ambiente ideale per colazioni di lavoro, per trascorrere serate con amici, senza trascurare la riservatezza della clientela.

La sera, il tutto arricchito da un’accurata selezione musicale.

Viale dei Tigli, 15 - Viareggio - Tel.0584 - 3845330

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I NUDI DI SANDRO SANTIOLI

SANDRO SANTIOLI

L ’ultimo lavoro del mio amico Sandro Santioli,

NUDI, mi dà grande piacere e gioia.Dimostra ancora una volta l’eccezionale abilità dell’artista nel lavorare con una varietà di soggetti. Ciò che ho trovato nei poetici paesaggi e nelle astra-zioni naturali di Sandro, il riu-scire a trasformare l’ordinario in qualcosa di straordinario, riesco a vederlo di nuovo, con mio sommo piacere, nella sua idea della forma femminile.

Ciò che egli esplora e scopre è molto più difficile da rag-giungere rispetto a quanto po-trebbe sembrare in apparenza. Anch’io ho fotografato nudi e capisco la s�da. Comincia una sessione, alzi gli occhi e vedi il soggetto pronto di fronte a te, qualche volta qualcuno che non conosci neanche. All’inizio senti l’ansia diventare meravi-glia ed eccitazione, che devono essere incanalate nel processo creativo. Guardi come si muo-vono, osservando da vicino per catturare la loro grazia e la loro bellezza. Lavori con la luce e l’ombra, con il colore e la for-ma ed in�ne sei trasportato dal tuo istinto di fotografo. Allora

comincia il lavoro. Sandro è gentile, premuroso e delicato nel suo approccio. C’è un aura di mistero. La model-la rimane anonima e persino quando un viso viene mostra-to, è nell’ombra. Le spiegazio-ni sono lasciate all’immagina-zione: il tatuaggio sul braccio, il segno di un amore �nito da tempo oppure semplicemente un disegno interessante, l’au-dacia di un triangolo pubico dalla forma perfetta, labbra desiderose di essere baciate, i fotogra� sono sensuali senza essere sessuali. Non intendono stuzzicare, titillare o evocare fantasie, ma piuttosto ispirare la contemplazione e portare un piacere estetico. I disegni e le forme sono coerenti con il suo approccio al paesaggio ed egli è un vero maestro in quel ge-nere.

Queste immagini sono dei magni�ci paesaggi femminili piuttosto che dei nudi.

Ogni cosa, su cui Sandro pun-ta la sua macchina fotogra�ca, acquisisce una speciale lumi-nosità..

Douglas Kirkland

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Sandro Santioli è noto al mondo della fotogra�a per i

suoi sontuosi ritratti del paesag-gio toscano: linee, colori, vedu-te di ampio respiro, prospettive en plein air.... una celebrazione visiva e goduta della sua Terra, che ne trasmette un pieno inna-moramento. Nello stesso modo, con la grande antologia di im-magini di Color’s of the Earth, Santioli ha fotografato il Mon-do: climi e Paesi diversi; deserti, foreste, laghi, mondi anche mol-to lontani riuniti in un atlante di immagini che, con una propen-sione verso un certo astrattismo della composizione, ancora una volta celebra la bellezza e il fa-scino della natura agli occhi di chi la osserva. Restituendo questo piacere agli spettatori delle proprie imma-gini.In questa nuova ricerca Santioli si misura con un genere del tut-to diverso, il nudo. E se inizial-mente può sorprendere il netto

cambio di tema e di campo, si rivela poi uno sguardo immuta-to che dal paesaggio è traslato al corpo con intatte facoltà vi-sive. Così come nelle sue ve-dute di natura, il terreno si fa texture geometrica e cromatica di un’immagine che raffigura sì quel luogo ma che sussiste an-che come composizione altra e a sè stante, nei nudi il corpo, pur benevolmente celebrato nella sua bellezza e plasticità, sembra prestato alla visione del fotografo nella funzione di “ter-reno di scrittura”. La modella, ed il corpo femminile in senso più generale - così come acca-de anche per i luoghi reali nei paesaggi - sono rappresentati nella propria valenza di “spazi di rappresentazione”. Ancora una ricerca di linee e prospetti-ve che avvolgenti si intrecciano ricomponendosi in un nuovo paesaggio di tonalità cromati-che che nella rappresentazione fotogra�ca vanno ad articolare

l’immagine. Non è casuale che il volto delle modelle, emblema della persona e dell’individuali-tà, resti fuori dall’inquadratura, non è privo di signi�cato che molti dei corpi raffigurati por-tino su di sè proprio il segno di una scrittura: un tatuaggio, il ri-�esso di un’ombra, o semplice-mente una piega della pelle che diventa linea visiva nell’imma-gine. Santioli fotografa il corpo con una visione che è insieme partecipata e universalizzante, che esprime un profondo amo-re per il corpo femminile come ”luogo armonico di natura”.

Paola Riccardi

SANDRO SANTIOLI

Photo Atelier di Sandro SantioliVia Romita, 1450025 Montespertoli (Fi)Tel. e Fax 0571 670430website: [email protected]

STAND A

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PROPOSTE D’ARTE CONTEMPORANEA

L a Galleria Proposte d’ar-te Contemporanea si trova

a due passi da Piazza Duomo a Pietrasanta, località famosa per essere il centro della più spet-tacolare produzione scultorea internazionale. Qui infatti la-vorano e vivono, per gran parte dell’anno, rinomati artisti che catturano l’interesse del pubblico di mezzo mondo. Il luogo dell’ar-te per eccellenza si caratterizza per altrettanti prestigiosi spazi, quelli espositivi, sia pubblici che privati, che in questa città hanno contribuito a diffondere l’arte e la cultura. L’ingegnere Marco Golzi ci accoglie nella sua elegante gal-leria, alle pareti �rme prestigiose della scena internazionale.Qual è il primo ricordo legato all’arte? Ricordo perfettamente che nel lontano 1968 mio padre mi man-dò a Milano nello studio del pit-tore Cassinari ad acquistare un quadro ad olio dal titolo “Ragaz-za con collana”. In quell’occasio-ne rimasi affascinato dall’artista e dalle opere presenti nello stu-dio. Capii che quel mondo sareb-be diventato il mio, magari con una prospettiva diversa, quella del collezionista e gallerista.Quando ha incontrato l’arte contemporanea?

GALLERIA PROPOSTE D’ARTE CONTEMPORANEADirettore responsabile: Ing. Marco Golzi

Ho avuto la fortuna di avere un padre ed una madre appassionati di arte; negli anni ’60 in famiglia si amava discutere di cose d’arte, era una vera passione per tutti noi. Come avviene il passaggio da collezionista a gallerista? Nel 2000 ho ceduto la mia pre-cedente attività ed ho aperto una galleria a Pietrasanta: da quel momento mi sono dedicato al-l’arte a tempo pieno. Ho avuto coraggio!Quali sono stati i primi acqui-sti? Ho avuto la fortuna di possedere una collezione di famiglia decisa-mente completa, la presenza di artisti della Pop-Art di Piazza del Popolo a Roma ha avuto un ruolo determinante, le prime collettive nella mia galleria sono state pro-prio dedicate a questi autori, con dipinti in particolare di Schifano, Angeli e Tano Festa.Da più parti si sente affermare che è conveniente collezionare l’arte giovane. Come si ricono-sce un talento da un imbratta-tele?Bisogna avere molta esperienza che si consegue solo anni di lavo-ro. Una volta imparate le “strut-ture” fondamentali dell’arte si può pensare di saper riconoscere

un buon lavoro da uno insigni�-cante; in ogni modo è questione di allenamento, di “occhio”, nel senso che si distingue un artista improvvisato da quello veramen-te capace di esprimere emozioni.Quali sono le tecniche artisti-che che preferisce? Quali le

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PROPOSTE D’ARTE CONTEMPORANEA

1) Remo Brindisi “Venezia” - 1958 Olio su tela, cm 80x90

2) Crippa “Labirinto” - 1950 Olio su tavola, cm 70x100

3) Lucio Fontana “Madonna con bambino” Ceramica colorata, bianca-blu cm 40,5x21x11

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più richieste dai collezionisti?Sono ancora legato alle tecniche tradizionali come la pittura ad olio su tela, ma non disconosco l’interesse crescente da parte dei collezionisti alle tecniche miste e collages su carta.Come comincia per un neo�ta dell’arte un buon investimen-to?Nel frequentare assiduamente le aste internazionali (Sotheby, Christie, Finarte) e sopratutto le numerose �ere dell’arte presenti in Italia.Qual è il collezionista ideale?Quello che tra tutti gli artisti presenti in galleria, sceglie colui che più lo affascina e che meglio riesce a dialogare con le proprie emozioni.Se fosse artista chi le piace-rebbe essere?Renè Magritte, ritengo la sua opera straordinariamente inno-vativa, non convenzionale.Quale artista vorrebbe acqui-stare per la sua collezione? (senza limiti di budget)“L’empire de lumiere “ di Magrit-te, un quadro sconvolgente.L’affare sfumato che ancora

oggi rimpiange?Mi proposero molti anni fa un Campigli enorme (2m x 1,50) ad un prezzo ridicolo, perché sprov-visto di autentica e da molti giu-dicato falso. Fu acquistato da un privato e autenticato dal �glio di Campigli. Oggi quel quadro ha un valore enorme.Artisti italiani che non è riusci-to a trattare nel suo spazio?Fabrizio Plessi e Francesco Lo Savio.Come fa una galleria a rima-nere nel tempo un luogo di ri-ferimento importante?Mantenendo uno “standard” di opere molto elevato e soprattutto riuscendo a tenersi al riparo dai molti falsi che circolano nel no-stro mercato.

Proposte d’Arte ContemporaneaIng. Marco GolziVia Barsanti, 1855045 Pietrasanta (Lu)Tel. 0584 70407Cell. 329 3032661website: www.propostedarte.com

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RENZOMAGGI

Studio: Via S. Bartolomeo, 39

55045 PietrasantaTel. 335 8042309

[email protected]

Galleria di riferimento:Proposte d’Arte Contemporanea

Via Barsanti, 1855045 Pietrasanta

Tel. 0584 70407STAND 3

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I l primo ricordo legato al-l’arte?

Risale all’infanzia, alle ore pas-sate a osservare mio nonno che dipingeva nel suo studio… Mi incuriosivano i personaggi e le storie che prendevano vita sulla tela bianca e il suo modo di mi-schiare i colori. Ancora adesso è uno dei ricordi più belli.Quando ha incontrato l’arte contemporanea?Il lavoro come responsabile del-la formazione di Art Promoter in ART’È è stato certamente fondamentale per ampliare le mie conoscenze anche se già negli anni precedenti avevo se-guito con costanza e passione il mondo dell’arte contempora-

GALLERIA RESTARTEDirettore Responsabile: Cosimo Resta

nea. Frequentavo spesso galle-rie e musei.Come avviene il passaggio da collezionista a gallerista?Attraverso un’unica condizio-ne: la passione per l’arte. Arriva un momento infatti, in cui non basta avere una bella collezio-ne, ti rendi conto che non sei tu a condurre il gioco ma è l’arte stessa a farlo e allora decidi di dedicarle tutto e di fare in modo di comunicarlo agli altri. Quali sono stati i primi ac-quisti?Concetto Pozzati, Alberto Su-ghi, Salvatore Fiume, Francesco Messina.Come si orienta nei confronti degli artisti emergenti?

È importante a mio avviso non escluderli a priori, ma è altret-tanto vero che nel mercato di oggi, in cui è fondamentale in-vestire su un artista per avere maggiori garanzie di successo, è necessario essere molto selettivi. Un esempio nella mia Galleria è

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1) Raffaele Minotto “Interno con cane”, 2007 Olio su tela, cm 75x75

2) Frisoni “Mareggiata”, 2008 Olio, acrilico e quarzo su tela cm 60x80

3) Frisoni “Controluce”, 2008 Olio, acrilico e quarzo su tela cm 60x80

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Davide Frisoni: è un pittore su cui ho puntato molto e che sta avendo enorme successo.Come si riconosce un talento da un imbrattatele?Dalla sua “riconoscibilità” tec-nica e artistica.Come può una galleria soste-nere i giovani?Dando loro l’opportunità non solo di fare mostre ma di cresce-re come artisti.È il gallerista che cerca l’ar-tista o viceversa?Nel mio caso è il gallerista che cerca l’artista.Come de�nirebbe la sua col-lezione sul fronte delle re-centi acquisizioni?È una collezione di personalità che hanno reso il secolo scorso artisticamente irripetibile. Se dovessi de�nirla, direi tra il ge-niale e il provocatorio.Quali sono le tecniche arti-stiche che preferisce? Quali le più richieste dai collezio-nisti?Amo la sperimentazione unita al

supporto classico della tela, mi affascina molto l’accostamento tra modernità e tradizione, an-che se devo dire che un’opera acquista un signi�cato al di là della tecnica usata. Per quan-to riguarda i collezionisti sono orientati verso l’olio su tela e la scultura in bronzo.Come comincia per un neo�-ta dell’arte un buon investi-mento?Innanzi tutto, mai come oggi investire nell’arte si dimostra essere operazione consigliabile e vantaggiosa: in questo parti-colarissimo momento storico in cui veri�chiamo giornalmente il progressivo “impoverimento del denaro”, tutto ciò che comperia-mo costa troppo e quasi nulla ci rimane a differenza dell’investi-mento artistico. Personalmente proporrei al futuro collezionista di affidarsi a un buon gallerista che sappia consigliarlo.Qual è il collezionista idea-le?Il collezionista ideale non si fer-

ma alle opere che vede in galle-ria, si informa in merito all’ar-tista, al suo percorso artistico e soprattutto commissiona egli stesso opere al pittore di inte-resse. In pratica deve essere un “mecenate” che sappia anche essere selettivo.Se fosse artista chi Le piace-rebbe essere?Di sicuro Piet Mondrian: è sta-to un reale punto di svolta nel-l’ambito dell’arte contempo-ranea, ha dimostrato che linee e colori, nella loro apparente semplicità sono �nalizzate alla bellezza come entità spirituale e complessa.

4) Walter Materassi “Mirror Miracle”, 2006 Olio su tela, Ø 70 cm

5) Walter Materassi “Night �ight”, 2007 Olio su tela, Ø50 cm

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Quale artista vorrebbe nella sua collezione? (senza limiti di budget)Monet, mi ha sempre emozio-nato.L’aff are sfumato che ancora rimpiange?Potevo comprare un’opera di Emilio Tadini e non l’ho fatto.Artisti italiani che non è riu-scito a trattare nel suo spa-zio?Nessuno, quelli che mi interes-savano li ho esposti.Il luogo dell’arte per eccel-lenza?Bologna.Che immagine volete dare della vostra galleria?È una galleria fresca e giovane.Cosa fa di una mostra un successo?La professionalità.

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6) Davide Frisoni “Luci nel blu”, 2007 Olio, acrilico e quarzo su tela cm 200x160

7) Davide Frisoni “Alba dorata”, 2008 Olio, acrilico e quarzo su tela cm 40Xx50

8) Peter Demetz “Sul Ponte 1”, 2008 Legno di tiglio cm 45,5x37,5x13,5

RestarteVia G. Grabinski, 2f - 40122 BolognaTel. 051 265274 - Fax 051 2914477website: [email protected]

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Quanto sono importanti le � ere dell’arte?Importantissime. Ti permettono non solo di avere nuovi contatti e un’ottima pubblicità ma an-che di vedere come si evolve il mercato dell’arte confrontando-si con altre gallerie.

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Nel 1967 per esplicito de-siderio di alcuni pittori e

facoltosi industriali milanesi, nasce “ La Spirale”.Nella parte più suggestiva del-

la Milano degli artisit, in quel-lo che viene de�nito “Cortile dei Pittori”, inizia la favola di Franco Ferrarotti, sapiente di-rettore dello spazio e stampatore

1) A. Warhol “Hans Christian Andersen” Opera unica su carta (1987) (screenprint) cm 101,6x101,6

SPIRALE 2000di Massimo e Marina Ferrarotti

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di quella che in breve diventerà una delle più importanti stam-perie italiane.La collaborazione con i più im-portanti artisti nazionali negli anni Settanta, da inizio alla rea-lizzazione di opere gra�che de-stinate, da principio, al mercato milanese, poi estese a livello na-zionale. Maestri come: Morlot-ti, Cascella, Ajmone, Cassinari, Brindisi, crescono con la stam-peria e gradualmente conqui-stano la simpatia di pubblico e collezionisti.Negli anni Ottanta inizia l’orga-nizzazione della rete di vendita su tutto il territorio nazionale con tirature in esclusiva per le più importanti aziende italiane, quali: Olivetti, Mondadori, Walt Disney. Contestualmente cresce la colle-zione di opere uniche destinate all’organizzazione delle mostre presso le più accreditate gallerie italiane clienti della Spirale.

2) A. Warnol “Camou�age” Opera unica su carta (1987) (screenprint), cm 96,5x96,5

3) Giampaolo Talani “Partenza notturna” Olio su tavola, cm 30x60 3

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La galleria si è dedicata con gran-de attenzione ai percorsi delle nuove forme d’espressione e alla �gura del fondatore, Franco Fer-rarotti, si sono avvicendati i �gli Massimo e Marina, che costitui-scono un punto di riferimento per un mercato dell’arte sempre in espansione.La Spirale, con la nuova deno-minazione di Spirale Duemila, si propone con collaborazioni attive per sostenere quella distribuzione capillare di gra�ca e pezzi unici che da sempre costituisce il pro-�lo qualitativo del lavoro della galleria. Nello speci�co, le proposte ri-guardano:− vendite dirette a gallerie e di-

stributori,

4) Giampaolo Talani “Cercatori di pesci” cm 80x40

5) Giampaolo Talani “La partenza” Olio su tela, cm 30x60

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− conto deposito per gallerie se-lezionate e sostenute da rap-porto di lavoro continuativo,

− organizzazione mostre per-sonali e collettive di artisti contemporanei con supporto pubblicitario e allestimento espositivo,

− partecipazione a Expò d’Arte e ad eventi di rilevanza nazio-nale,

− valutazione opere dei maestri contemporanei,

− realizzazione di opere di gra-�ca per gallerie, gruppi �nan-ziari, società,

− realizzazione di cataloghi per artisti.

La galleria è inoltre interessata all’acquisto di opere uniche di grandi maestri del Novecento.

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Spirale 2000Via Marradi, 1 - 20123 Milano51016 Montecatini Terme (Pt)Tel. 02 878827 - Fax 02 86454241

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6) Ugo Nespolo “Ex libris” cm 67x49x6

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7) Ugo Nespolo - “El museo” - Intarsio su legno, cm 30x40

8) Maurizio Biondi - “Opium 61” - Olio su tela, cm 80x100

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