Magazine 2008-09

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NOTIZIE, EVENTI, COMMENTI FUORI E DENTRO LA SCUOLA IL LICEO LINGUISTICO VA IN BUCA Proposta del Liceo Casnati, a lezione anche sui campi da golf periodico a cura di: Via Carloni, 8 22100 COMO Tel. 031 305540 www.centrocasnati.it ANNO 01 numero 1 speciale orientamento settembre - novembre 09 PROFESSIONE PILOTA Punto di vista di chi ha raggiunto l’obiettivo AMBIZIONE E PASSIONE Giovani chef e maître mettono alla prova il loro talento ARTE E PRODOTTO Nuova importante collaborazione per gli studenti dell’Artistico

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La brochure del Centro Studi Casnati

Transcript of Magazine 2008-09

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NOTIZIE, EVENTI, COMMENTI FUORI E DENTRO LA SCUOLA

IL LICEO LINGUISTICO VA IN BUCA Proposta del Liceo Casnati, a lezione anche sui campi da golf

periodico a cura di:

Via Carloni, 822100 COMOTel. 031 305540www.centrocasnati.it

ANNO 01numero 1speciale orientamentosettembre - novembre 09

PROFESSIONE PILOTA Punto di vista di chi ha raggiunto l’obiettivo

AMBIZIONE E PASSIONE Giovani chef e maître mettono alla prova il loro talento

ARTE E PRODOTTO Nuova importante collaborazione per gli studenti dell’Artistico

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istituto alberghiero

istituto aeronautico

liceo linguistico

liceo artistico

Via Carloni, 8 - 22100 ComoTel. 031/305540 int. 204Fax 031/[email protected]

Form. Professionale

Op. della ristorazione

Op. all’accoglienzaturistico alberghiera

3 anni

*

* Percorsi scolastici infase di definizione. Fareriferimento al sitowww.centrocasnati.itper informazioni aggiornate.

SPORTIVO/GOLFISTICO

Dipl. Liceo Linguistico

TRILINGUEINTERPRETITURISTICO/ALBERGHIERO

•••

aree:

Dipl. Liceo Artisticoindirizzi:ARCHITETTURA, DESIGNe AMBIENTEAUDIOVISIVO, MULTI-MEDIA e SCENOGRAFIA

Diploma di Peritodei Trasporti edella Logisticaarea TRASPORTO AEREO

Dipl. Professionale diTecnico dei servizi perl’enogastronomia el’ospitalità alberghiera

5 anni

5 anni

5 anni

5 anni

*

*

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CSC MAGAZINEa cura di:

DIREZIONE, REDAZIONE:Via Carloni, 8 - 22100 COMOTel. 031 305540Fax. 031 301392

Redazione:Matteo ScaccabarozziAurelio [email protected]

Ha collaborato:Monica Sampietro

Progetto grafico:Matteo Scaccabarozzi

Stampato:AD Print Via Artigianato, 723875 Osnago (LC)

Tiratura: 8000 copie

ANNO 01numero 1speciale orientamentosettembre-novembre 2009

SOMMARIO L’EDITORIALE

Nuovo anno, il secondo, per il Magazine del Centro Studi Casnati. Abbiamo deciso per que-sta nuova stagione di dare al primo numero un contenuto ed una foliazione speciale. Infatti lo intitoliamo “Speciale orientamento”, proprio a voler sottolineare il tema che ci porta alla ste-sura di questa uscita.Sarà quindi un’edizione che si rivolge parti-colarmente a chi ancora non conosce il Cen-tro Studi Casnati, oppure non conosce nello specifico il complesso delle sue attività. Tante ragazze e ragazzi in questo periodo si trovano a dove scegliere il proprio percorso scolastico nella scuola secondaria, tra molte novità e non poche incognite. Proprio nel momento di stesura del Magazine dovranno essere approvati definitivamente (si spera) i decreti attuativi che modificheranno non poco il panorama delle scuole secondarie di secondo grado. Cambiamenti che ricadran-no non solo sugli studenti che varcheranno per la prima volta i cancelli di licei, istituti tecni-ci e scuole professionali nell’anno scolastico 2010/11, ma riguardano anche, a quanto sem-bra, gli alunni che già quest’anno affrontano la prima classe. Ecco quindi le tante incognite a cui si faceva cenno.Dunque il nostro intento sarà quello di presen-tare ciascun istituto del Centro Studi Casnati con un ampio contributo di chi partecipa o ha partecipato alla vita di queste scuole: studen-ti ed insegnanti. Il loro intervento nel descri-vere attività ed esperienze vissute all’interno del Centro Studi Casnati sarà rivolto in spe-cial modo alla descrizione delle particolarità dell’offerta formativa delle nostre scuole ed il contributo di questa nel gettare le basi per le successive opportunità professionali.In una fase non nuova di cambiamenti della struttura scolastica del nostro paese, ci sembra-va importante sottolineare il costante impegno nel dare all’offerta formativa del Centro Studi Casnati prospettive culturali e professionali solide, che bilancino nel modo migliore l’alta-lenante trasformarsi della scuola secondaria di secondo livello degli ultimi anni.Non si esaurirà con questo numero il nostro im-pegno nell’informare il più possibile su quanto è in atto, dentro e fuori al Centro Studi Casna-ti, in questa fase di cambiamento. Daremo co-stanti aggiornamenti attraverso il sito internet www.centrocasnati.it e le prossime pubblica-zioni. L’invito è sempre quello di scrivere alla nostra redazione nel caso si desideri far puntare l’attenzione verso particolari temi. La nostra speranza è sempre quella di una maggiore in-terazione del nostro lavoro con gli studenti, gli insegnanti delle nostre scuole e con coloro i quali si affacciano alla realtà del Centro Studi Casnati per scoprirne ogni sfaccettatura.Come sempre, buona lettura.

IL LICEO VA IN BUCA.......................4

IL “CODICE” DI UNA LINGUA...........5

ARTE E PRODOTTO..........................8

L’ABITUDINE AL CONFRONTO.........9E QUALCHE NOVITÀ

PERCORSI D’ARTE.........................10

VIDEO CASNATI............................12

IL BADGE A PUNTI.........................13

DICONO DI NOI.............................14

SI SCRIVE TRASPORTI E.................16LOGISTICA, SI LEGGEAERONAUTICO

PROFESSIONE PILOTA....................18

IMPARARE A VOLARE.....................21SUGLI IDROVOLANTI

AMBIZIONE E PASSIONE................22

LA PAROLA AL GRANDE CHEF........24

GIOVANI PROMESSE.......................25

ORIENTAMENTO 2009.....................26

In copertina:

Ingresso delCentro Studi Casnatiall’Open Day 2008

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Il Liceo Linguistico Casnati propone un’areadi approfondimentoinnovativa, che associal’impegno per lo studio conla dedizione per unadisciplina sportiva in Italiatroppo spesso trascurata.

Negli ultimi decenni la scuola privata riconosciuta, prima, e pa-ritaria, poi, ha colmato l’assenza dell’istruzione statale in questo ambito scolastico. Il Liceo Casnati è stato un precursore nel settore

IL LICEO VA IN BUCA

Parlare di liceo linguistico evoca un tipo di scuola con caratteristiche note e abbastanza identificate. In realtà pochi sanno che que-sto tipo di liceo ha vissuto fino ad oggi in un perenne stato di sperimentazione, tanto che i Licei Linguistici in quanto tali sono piuttosto rari, affiancati da numerosi ibridi di diversa de-rivazione: ex-istituti magistrali, istituti tecnici per il commercio, licei scientifici ad indirizzo linguistico. Ora però sembra che la situazione debba cambiare. Con la recente presentazione al Consiglio dei Ministri del regolamento at-tuativo, entra nel vivo il riassetto dei percorsi scolastici liceali. Tra le varie questioni tocca-te, si stabilisce l’articolazione del sistema dei licei che ora comprende i già noti licei artisti-ci, classici e scientifici; introduce quelli delle

scienze umane, quelli musicale e coreutico e, cosa importante, anche i licei linguistici. Negli ultimi decenni la scuola privata rico-nosciuta, prima, e paritaria, poi, ha colmato l’assenza dell’istruzione statale in quest’ulti-mo ambito scolastico. Il Liceo Casnati è stato un precursore nel settore. Dedicato a Fran-cesco Casnati, giornalista comasco d’adozio-ne scomparso nel 1970, il Liceo Linguistico è l’Istituto attorno al quale si è sviluppato il Centro Studi Casnati oltre ad essere uno dei primissimi Licei Linguistici in Italia.Come si accennava prima, il resto del pano-rama della formazione secondaria linguistica era coperto da corsi di natura sperimentale. Dall’anno scolastico 2010/11 molte cose cam-bieranno.

La riforma, nel senso dell’autonomia scolasti-ca introdotta alla fine degli anni novanta, ha consentito alle scuole superiori di poter usu-fruire del 20% del totale delle ore settimanali per modifiche al piano di studi, al fine di in-serire nuovi progetti che prevedano sia l’am-pliamento delle materie esistenti che l’inseri-mento di nuove. Sfruttando questo strumento, il Liceo Casnati ha ben presto riorganizzato l’offerta curricolare del proprio corso, intro-ducendo lo studio della terza lingua stranie-ra, lo spagnolo, sin dal primo anno. A questo primo tentativo di aggiornamento dell’offerta formativa dell’istituto si sono presto aggiunti

l’approfondimento di “interpretariato-tradu-zione” e “quello turistico-alberghiero”, che in-troducono specifiche aree di approfondimen-to con un incremento delle ore di lezione. Le due aree di approfondimento aggiunte hanno incontrato un significativo interesse da parte degli studenti.Da qui l’idea di proporre nuove opportunità di approfondimento, cercando di offrire per-corsi innovativi, che vadano incontro alle esi-genze anche di più ristretti gruppi di studenti. Il Casnati ci prova già nel 2008 proponendo per l’anno successivo l’attivazione di tre nuo-ve aree di approfondimento: “musicale”, “co-reutico” e “sportivo-golfistico”. Ma da dove era nata questa idea? Come ci dice la professo-ressa Beatrice Astori, Dirigente scolastico del Centro Studi: “L’idea apparteneva al professor Discacciati, il fondatore dei nostri istituti, il quale già diversi anni fa prese contatti per la collaborazione con il Conservatorio e il Tea-tro Sociale, proprio per proporre un percorso

formativo congiunto. Mi riferisco alla propo-sta dell’area musicale e coreutica. Allora però non esisteva una vera a propria legislazione in merito all’autonomia didattica. Nella situa-zione attuale i tempi sembravano maturi per proporre qualcosa del genere.Lo spirito che orientava questa scelta era quel-lo di venire incontro a molti giovani che si tro-vano a dover conciliare gli studi con la passio-ne per altre attività. Spesso devono affrontare un sovraccarico di lavoro che risulta essere gravoso e penalizzante dal punto di vista dello

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stress psico-fisico, al punto che sono costretti a rinunciare ai passatempi tipici della loro età per dedicarsi invece esclusivamente allo stu-dio ed all’impegno extra-scolastico, oppure a rinunciare a quest’ultimo”. Il progetto però non si è concretizzato, anche per via di una certa inerzia delle istituzione chiamate a col-laborare alla sua realizzazione.

“L’interesse raccolto durante gli incontri di orientamento dello scorso anno è stato note-vole – precisa la prof.ssa Astori - Siamo stati però cauti nel non creare false aspettative. Le incognite organizzative erano molte e, cosa al-trettanto importante, incombeva un progetto di riforma dell’ordinamento dei licei che pre-vedeva proprio, tra le altre cose, l’istituzione di un vero e proprio percorso liceale coreutico e musicale. Non tutto il lavoro di discussione fatto è stato però accantonato”.Infatti proprio l’ambito di approfondimento che pareva più azzardato ha richiamato l’in-teresse più cospicuo, tanto da far capire che ci possano essere le reali condizioni per attuarlo. L’area sportivo-golfistico è stata ad un passo dall’attivazione. Il numero dei potenziali stu-denti iscritti era vicino alla soglia richiesta.Nato in coda agli altri due progetti, quello scelto può certo sembrare un ambito un po’ particolare, per non dire di nicchia. L’idea del

“Liceo del Golf ” nasce però dalla volontà di diffondere la pratica di uno sport nobile ma al contempo più diffuso di quanto non si pensi nel nostro territorio, in virtù dell’esistenza di rinomati golf club conosciuti a livello interna-zionale. Cercando di sfatare il luogo comune di sport d’elite, l’obiettivo è affiancare, a un percorso liceale ad indirizzo linguistico, una

Il Dott. Sergio Sala, Consigliere Regionale per la Lombardia

della Federazione Italiana Golf, si è detto entusiasta dell’iniziativa e si è messo subito a disposizione

per sviluppare il progetto

pratica sportiva che porti il golfista all’eccel-lenza. Del resto solo in Italia il golf gode della fama di “sport per pochi”. In realtà chi vive la passione per questa attività sa che è uno sport più accessibile di quello che si creda e che uni-sce in sé mille virtù: è un’attività in cui conta molto l’autocontrollo e la capacità di concen-trazione, oltre che la tecnica. Il Dottor Sergio Sala, Consigliere Regionale per la Lombardia della Federazione Italiana Golf, si è detto en-tusiasta dell’iniziativa e si è messo subito a di-sposizione per sviluppare il progetto.

L’impostazione di massima prevederà le lezio-ni curricolari del Liceo Linguistico Trilingue dal lunedì al giovedì, per dedicare invece la giornata del venerdì esclusivamente al gioco del golf, sia presso la scuola che presso strut-ture esterne. Il Centro Studi Casnati si do-terà di un simulatore di gioco professionale (autorizzato dalla Federazione Italiana Golf) per simulare sessioni di gioco realistiche e verrà installato un vero e proprio campo pra-tica (circa 1.000 mq) sul grande terrazzo al quarto piano dove sarà possibile allenarsi sulle varie tipologie di gioco corto. Le collabora-zioni strette con alcuni prestigiosi Golf Club del nostro territorio permetteranno poi di praticare direttamente su un vero campo da golf quanto appreso in aula, attraverso il si-

mulatore e l’area training presso la scuola. Al momento di andare in stampa, la scuola è in attesa dell’avallo ufficiale della Federazione Italiana Golf (che ha espresso fin da subito un entusiastico parere in merito al carattere in-novativo del progetto) per diventare Training Center Autorizzato.Ci si può chiedere però se questi progetti non possano in qualche modo sminuire gli obietti-vi culturali del percorso scolastico di diploma. Magari proprio l’indirizzo golfistico può sol-levare i maggiori dubbi, non quanto al rischio di mettere in secondo piano l’impegno per le materie teoriche, ma piuttosto di far perdere parte dello spessore culturale del curricolo li-ceale. La professoressa Astori però chiarisce:

“Con queste scelte noi come scuola non stiamo facendo un passo indietro rispetto alla nostra offerta formativa. Offriamo già aree di studio nell’ambito del liceo linguistico dove l’aspet-to culturale è addirittura approfondito, pur essendo il liceo già di per sé una scuola im-pegnativa. Aggiungiamo ora un’alternativa in più, perché i nostri studenti possano scegliere anche percorsi che non li costringano a pe-santi rinunce verso attività dove l’impegno ed il sacrificio sono fondamentali, essendo esse stesse scuole di vita. Tutto questo poi va ad incidere in minima parte sull’attività currico-lare prevista dal liceo. Piuttosto, a mio parere, quella di consentire anche a quei ragazzi e ra-gazze impegnati con passione in una specifica attività di poter scegliere un percorso liceale senza drastiche rinunce va vista come un’op-portunità. Mi sembra che questo sia davvero l’aspetto innovativo”.

IL CODICE DI UNA LINGUA

Con un’offertaformativa in costante evoluzione, il Liceo Casnatisi pone sempre l’obiettivodi dare ai suoi studenti imigliori strumenti e leregole più appropriate perl’apprendimento dellelingue straniere ed il loro utilizzo in ambitoprofessionale:il “codice” di una linguaappunto. Vanna Bullock cispiega il perchè.

L’offerta del Liceo Casnati si struttura attraver-so l’area “trilingue”, l’area “interpreti” e l’area “turistico-alberghiera”. Per meglio approfondi-re gli aspetti legati alla didattica e, più in gene-rale, per illustrare la filosofia dell’insegnamen-to di questo istituto, è interessante coinvolgere forse la figura principale di ogni processo for-mativo ed educativo: il docente.La professoressa Bullock, insegnante bilingue del nostro Liceo Linguistico, è anche direttri-ce didattica di British Institutes Como e della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici “F. Casati” di Como, oltre che responsabile delle certificazioni per il Centro Studi Casnati. Ha maturato un’esperienza oramai trentennale nell’erogazione di corsi di preparazione alle certificazioni linguistiche a tutti i livelli, da A1 a C2, del Quadro di Riferimento Europeo. Per British Institutes ha anche collaborato alla crea-zione di One-Way, il corso di inglese multime-diale di “Opera Multimedia e British Institutes” che ha ottenuto il Label Europeo 2004, un ri-

conoscimento che incoraggia nuove iniziative nel campo dell’insegnamento e dell’apprendi-mento delle lingue e premia le nuove tecniche di insegnamento. A lei, che si occupa in primo luogo della formazione degli studenti dell’area “Interpreti”, abbiamo chiesto di descrivere i punti principali dell’organizzazione didattica del Liceo Linguistico.

Professoressa Bullock, ci può descrivere gli argomenti affrontati durante gli studi al Liceo Linguistico “F. Casnati”?

B: Nel corso dei cinque anni di studio si lavora ovviamente su più fronti. Il biennio privilegia lo studio della morfo-sintassi, ovvero della gram-matica, e lo sviluppo della competenza lessicale e pragmatica. E’ vero che in anni recenti si è spesso sentito dire che imparare la grammatica non sia utile: io sono fermamente convinta invece che nei primi anni sia essenziale per i ragazzi impa-dronirsi degli strumenti del mestiere. Usando un’analogia che trovo particolarmente efficace, se si vuole “scorazzare” in lungo e in largo alla guida di un’autovettura è necessario saper met-tere in moto, inserire le marce, capire limiti e

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“Conoscere il “codice” di una lingua significa anche capire il cuore e la forma mentis dei

parlanti di quella lingua”.

personali non complesse o prendere appunti durante una riunione. I candidati promossi ri-escono a utilizzare stili di comunicazione ade-guati a varie situazioni e sono in grado di andare oltre i fatti, percependo opinioni, atteggiamen-ti e stati d’animo nella lingua inglese parlata e scritta. E’ chiaro dunque che questo tipo di la-voro permette di lavorare su tutte e quattro le

abilità linguistiche: scrittura, lettura, ascolto e parlato.Nel triennio si intraprende poi lo studio della letteratura, che significa anche capire come si è andata costruendo l’identità di un popolo, come si sono formati i suoi valori, significa immergersi nella realtà di una terra, della sua gente, significa ampliare la propria conoscen-za e comprensione dei diversi processi storici e culturali. È anche occasione ideale per amplia-re il proprio vocabolario, capire come funziona un testo, esercitare le proprie capacità di analisi ma anche porsi domande profonde, capire che non si esiste solo nel presente, ma si è parte di un processo e di un movimento più vasto. E’ nelle ore di letteratura che l’interdisciplinarie-tà trova la sua massima espressione: lo studio della letteratura inglese, per esempio, non può prescindere da quello della letteratura italiana o della letteratura delle altre lingue, della storia, della filosofia, dell’educazione civica.

Qual è la specificità dell’indirizzo “Area Interpreti”?

B: Il liceo linguistico offre la possibilità di scegliere tra il classico indirizzo “Trilingue” e vari indirizzi. Personalmente mi occupo della formazione degli studenti dell’area interpreti, un percorso che permette di colmare la tan-to temuta dicotomia tra mondo della scuola e mondo del lavoro. La preparazione linguistica è ovviamente più approfondita e si affinano le capacità espressive e la fluency. Il programma è ampio e articolato e si spazia dalle tecniche di memorizzazione e gestione dell’ansia a quelle di traduzione e public speaking. Pur non potendo ovviamente sopperire alla formazione data da un percorso universitario, il corso permette di cominciare ad avvicinarsi a materie complesse e spesso affascinanti come la mediazione inter-culturale, le diverse tecniche di interpretaria-to (chuchotage, interpretariato di trattativa e simultanea), i linguaggi settoriali o microlin-guaggi, le tecniche di traduzione per il web, per l’editoria, per il turismo e così via. Nel corso degli anni abbiamo anche avuto incontri seminariali con esperti del settore su argomenti quali la traduzione dei fumetti, la traduzione di dialoghi cinematografici e la traduzione di testi promozionali, per citarne solo alcuni.

Qual è l’obiettivo didattico che si intende raggiungere?

B: Ovviamente ci si prefigge di aiutare gli allievi a sviluppare sicure abilità ricettive, produttive e di interazione, ricordando che l’obiettivo ulti-mo non è l’apprendimento, ma l’acquisizione di una lingua. L’apprendimento è un processo conscio, razionale e volontario, che può dare la sensazione temporanea di avere acquisito un ri-sultato positivo, ma non genera comportamenti linguistici autonomi. Quanto viene acquisito, invece, viene a far parte stabilmente della com-petenza del singolo ed è su questa competenza linguistica che si basa la produzione linguistica vera e propria.

potenzialità del mezzo, conoscere il codice del-la strada e così via. Conoscere il “codice” di una lingua signifi-ca anche capire il cuore e la forma mentis dei parlanti di quella lingua, capire come percepi-scono il mondo, come catalogano l’esperienza. Perché in inglese le minacce si proferiscono sempre al futuro e non con il presente come in italiano? Perché gli inglesi hanno un’infinità di modi per tradurre il concetto di “dovere”? Per-ché l’inglese ha sviluppato una serie di tempi, quelli progressivi, di cui l’italiano non avverte il bisogno? Sono un’infinità le domande che ci si può porre. Ecco, si vuole insegnare perché in un dato contesto un anglofono si esprimere in un dato modo. Ne consegue che l’insegnamen-to dell’inglese non può focalizzarsi sullo studio della grammatica prescrittiva, della regola fine a se stessa, ma deve abbracciare quella che vie-ne chiamata “grammatica descrittiva”, che si occupa del funzionamento della lingua, inclusa quella parlata.Le ore di conversazione, su cui lavorano in pa-rallelo i docenti di classe e i lettori madrelin-gua, sono attivate per la lingua inglese fin dal primo anno ed offrono l’occasione di mettere in pratica quanto si apprende nelle altre ore. Si consolidano qui le abilità descrittive, narrative, di interazione, nonché la capacità di esprimere e comunicare le emozioni: interesse, curiosità, sorpresa, noia, imbarazzo, orgoglio, soddisfa-zione, simpatia, antipatia, insofferenza, gioia, tristezza, speranza, paura, disappunto, e così via.Già da alcuni anni si è inoltre deciso di inse-rire nel POF, il piano dell’offerta formativa, la preparazione alle certificazioni, viste non come attività integrative, ma come elemento cardine della preparazione linguistica. Le certificazioni linguistiche permettono di classificare la co-noscenza linguistica a livelli standard su scala internazionale. Rispondono dunque a criteri di trasparenza e spendibilità sia in ambito scolasti-co e universitario che lavorativo. Prendiamo, a titolo esemplificativo, le certificazioni di livello B1, tipo PET, che è l’obiettivo minimo previsto per l’uscita dal biennio: esse attestano la capa-cità di agire in circostanze in cui è richiesto un uso quotidiano della lingua, di leggere semplici testi e articoli di giornale, di scrivere lettere

l’intervista

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Elena Pedretti, presidente dell’”Associazione Guide Como” e guida turistica, traduttrice, in-terprete ed accompagnatrice turistica ci raccon-ta il suo percorso formativo e lavorativo.

Iniziamo dagli anni delle superiori: quali considerazioni hai fatto, una volta termi-nata la terza media, relativamente alla scel-ta dell’indirizzo della scuola superiore da frequentare?

E: Terminata la terza media avevo il desiderio di frequentare una scuola superiore che mi desse l’opportunità di studiare le lingue straniere, per questo ho deciso di iscrivermi al Liceo Lingui-stico “F.Casnati”.

Come mai la tua scelta è caduta proprio sul Liceo Linguistico “F. Casnati”?

E: Il Centro Studi Casnati rappresenta una “tra-dizione di famiglia”, mia zia aveva già frequenta-to lo stesso Liceo e dopo di me anche mio fratel-lo si è iscritto al Centro Studi Casnati.

Quando hai iniziato a frequentare il Liceo Linguistico avevi già chiaro il percorso professionale che avresti voluto seguire?

E: Sapevo che lo studio delle lingue straniere mi avrebbe aperto molte porte, ma ero ancora troppo giovane per aver chiaro che tipo di per-corso professionale avrei voluto seguire.

Pensi che il Liceo Linguistico ti abbia dato una buona preparazione culturale genera-le, oltre che prettamente linguistica?

E: Sicuramente il Liceo Linguistico mi ha dato un’ottima preparazione culturale generale, che successivamente mi è stata di grande aiuto per il prosieguo dei miei studi e per la mia profes-sione.

Ci puoi raccontare qual è stato il tuo per-corso professionale e di studi una volta ot-tenuto il diploma di scuola superiore?

E: Dopo la maturità linguistica ho deciso di proseguire i miei studi e di approfondire ulte-riormente la conoscenza delle lingue frequen-tando l’Istituto Superiore Interpreti e Tradutto-ri “F.Casati” di Como. Il corso di studi è stato molto formativo soprattutto per le ore di tradu-

zione consecutiva e simultanea, che consentono lo sviluppo di importanti abilità linguistiche. Dopo aver discusso la tesi all’ISIT ho iniziato a lavorare nel settore turistico e nell’ambito delle traduzioni, alternando sempre le due attività.

Attualmente sei la presidente dell’”Asso-ciazione Guide Como” e svolgi le funzioni di guida turistica, traduttrice, interprete ed accompagnatrice turistica: pensi che lo studio presso il Liceo Linguistico ti abbia dato le basi necessarie per affrontare que-sto mestiere?

E: Sì, il Liceo Linguistico ha determinato le basi sulle quali si sono sviluppati i percorsi successivi, sia a livello scolastico sia a livello professionale.

Qualche particolarità del tuo lavoro che ti piace sottolineare?

E: Non mi è mai successo di avere un giorno di lavoro uguale all’altro, perché lavoro sia in Ita-lia che in Europa con persone sempre diverse, questa è la caratteristica più peculiare della mia professione.

Cosa ti ha spinto verso il tuo attuale me-stiere?

E: E’ stato un percorso naturale, ma forse la passione per le lingue straniere è stato il fattore trainante.

Quale deve essere secondo te la dote prin-cipale in questo mestiere? E quanto conta-no la passione e la preparazione?

E: La dote principale in questo mestiere è la de-terminazione, fissare degli obiettivi e raggiun-gerli. La passione è indispensabile perché è una fonte inesauribile di energie, anche se alla base di tutto ci deve essere la preparazione linguistica e la professionalità.

Quali sono i tuoi obiettivi professionali?E: Nel mio lavoro è fondamentale il continuo aggiornamento e la consapevolezza che si può sempre migliorare: questi sono i miei obiettivi.

Cosa ricordi degli anni trascorsi nel nostro istituto?

E: I miei ricordi del Liceo sono molto belli e sono legati ai miei professori ma soprattutto ai miei compagni di classe, con i quali sono ancora in contatto e che incontro sempre con piacere. Rifarei senz’altro le stesse scelte scolastiche.

Quale consiglio ti senti di dare ai ragazzi del Liceo Linguistico che vogliono intra-prendere la stessa tua carriera?

E: Il mio consiglio è quello di alternare gli anni del Liceo con degli stage all’estero, poiché è uti-lissimo poter approfondire le lingue straniere sul posto.

E per i ragazzi della terza media che hanno intenzione di affrontare lo studio del Li-ceo Linguistico?

E: Il Liceo Linguistico è la scelta ideale per co-loro i quali hanno una grande passione per le lingue e per le culture straniere.

L’ESPERIENZA DELL’EX

Racconto di una ex studentessa del Liceo Casnati: le esperienze professionali raggiunte e come ha inciso ilpercorso formativo nelraggiungimento di questiobiettivi.Alcune domande adElena Pedretti.

l’intervista

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ARTE E PRODOTTO

Una delle prerogative della formazione sco-lastica del Liceo Artistico “G. Terragni” è la stretta correlazione esistente tra l’attività sco-lastica ed il tessuto sociale ed economico del territorio. Questa peculiarità si traduce anno dopo anno in attività nelle quali gli studenti, coadiuvati dai docenti, si impegnano attiva-mente nella produzione artistica applicata ad eventi e manifestazioni cittadine, come anche nella collaborazione con aziende che richiedo-no, per diversi scopi, l’apporto di idee artisti-che giovani e fresche.Anche in questo anno scolastico, come ormai da tradizione, gli studenti del Liceo Artistico sono stati impegnati in tal senso e la loro cre-atività si è indirizzata in questa occasione ver-so i prodotti della nota industria di valigeria Bric’s di Olgiate Comasco, che contribuisce all’esportazione del Made in Italy nel mondo.A loro è stato chiesto, da parte dei vertici del marchio, di realizzare alcuni progetti di deco-ro da applicare ad uno dei prodotti di punta della linea produttiva, la “sportina”, ovvero

una delle borse che ha riscosso maggiore suc-cesso nelle ultime collezioni. Il target classico – ci fanno sapere dalla sede della Bric’s – sta vivendo in questi periodi una fase di forte in-stabilità e gli esperti di marketing indicano una sempre maggiore trasversalità nelle diver-se fasce di clientela: si pensi ad esempio alle innovazioni apportate in termini di modalità di consumo, in ogni settore merceologico, dai voli low cost. In questa direzione si inserisce quindi la ricerca di novità e freschezza nelle proposte e sempre più aziende si rivolgono, come per il caso dei ragazzi del Liceo Artisti-co, a giovani studenti con formazione artistica per formulare nuove ed innovative proposte e sfruttare così le loro potenzialità creative.

Il percorso di studio e progettazione che ha portato alla definizione di alcuni progetti ope-rativi, realizzato nell’ambito del laboratorio di arti visive del Liceo, ha comportato l’analisi delle diverse tendenze stilistiche degli ultimi anni ed uno studio preparatorio che ha visto, e questo era l’obiettivo finale, l’applicazione di elementi teorici legati al design ed all’arte a specifiche esigenze legate al mondo produtti-vo reale favorendo quindi la connessione tra queste due realtà.Millerighe, pâtisserie, flower, fantasy, carto-on, city, movie… sono quasi infinite le diverse tendenze stilistiche che gli studenti impegnati hanno dovuto affrontare ed assimilare prima di applicarsi materialmente: il frutto di questo impegno si è concretizzato nell’esecuzione di alcuni elaborati, realizzati in tempere, ecoline e markers, che sono poi stati consegnati alla casa comasca.A coronamento di tanto impegno, la Bric’s ha comunicato che tre degli elaborati presentati verranno messi in produzione a partire dal

prossimo autunno ed entreranno quindi a far parte a tutti gli effetti dei i prodotti della nota industria di valigeria.Ma la collaborazione continua: esaurita infatti la prima parte “creativa” relativa alla presen-tazione degli elaborati, i ragazzi saranno pros-simamente impegnati nell’analisi delle diverse fasi produttive dei progetti ritenuti meritevoli. In questa fase sarà essenziale il confronto con le due principali figure professionali che in-teragiscono in questa fase ovvero il Direttore Artistico ed il Modellista, i quali avranno il compito di rielaborare ed interpretare gli im-pulsi ricevuti dai ragazzi per rendere concre-tamente applicabili i loro progetti.

Gli studenti del Liceo Artisticocimentano la propriacreatività e capacitàartistica per il decorodei prodotti dellafamosa casa divaligeria Bric’s.

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tecipazione negli anni precedenti ai laboratori di scenografia organizzati dal Teatro Sociale di Como.La collaborazione tra il Liceo Artistico “G. Terragni” ed Istituzioni cittadine è un punto cardine dell’Istituto. Così come le collabora-zioni con l’Accademia di Belle Arti “A. Galli” (laboratori di affresco e specifici corsi full-immersion). In accordo con gli enti locali, in occasione delle grandi mostre cittadine di Vil-la Olmo susseguitesi negli anni (su tutte quella dedicata a Magritte) si è vista la partecipazio-ne diretta dei nostri alunni nella creazione di allestimenti presentati nelle varie iniziative e conferenze patrocinate dal Comune di Como. L’elenco delle partecipazioni e dei premi con-seguiti dagli studenti del Liceo Artistico “G. Terragni” è davvero molto lungo: potremmo riportare la segnalazione personale del con-corso “Fiori dal tunnel” indirizzata ad una nostra allieva o riportare il primo premio per il concorso finalizzato alla creazione del nuo-vo logotipo della storica associazione culturale “Galliano 2007”, come anche registrare il

Numerosepartecipazione a concorsi ed eventi:gli studenti del “Terragni” non perdono occasione per mettersi alla prova. Con lo stesso spirito l’ Artisticoaffronta le novità della riforma dei licei perl’anno scolastico 2010/11.

primo premio di una nostra allieva conqui-stato nell’ambito del concorso “Spont’art”. E’ però sicuramente più importante superare questi ottimi risultati e proiettarci verso il fu-turo pensando ai molti ambiti all’interno dei quali i nostri ragazzi potranno riversare la loro creatività: grazie al loro impegno e talento, di questo siamo sicuri, saranno in grado di rega-larci molte altre soddisfazioni.

L’ ABITUDINE AL CONFRONTOE QUALCHE NOVITÀLa collaborazione tra i ragazzi del Liceo Arti-stico e la Bric’s è solo l’ultima di molte iniziati-ve che hanno visto impegnati i nostri studenti: può essere interessante in questa sede descrive-re le più importanti degli ultimi anni. Tra una lista di esempi citiamo uno studente che si è aggiudicato con la sua opera il terzo premio al 1°contest “ComOn”, settimana dedicata alla creatività, riservato agli allie-vi delle scuole della nostra provincia. Alcune classi hanno realizzato, per il secondo anno consecutivo, le scenografie del presepe viven-te di Como. Ma la lista delle partecipazioni dei ragazzi del Liceo Artistico non si esauri-sce certo qui: alcune loro scenografie sono state ad esempio esposte a diverse edizioni di “Festivart”, l’ultima nel 2008. Altri alun-ni si sono aggiudicati il secondo posto al concorso “La Como da scoprire” indetto dall’Accademia di Belle Arti “Aldo Gal-li” con il patrocinio del Comune di Como. La stessa iniziativa cittadina della “Città dei Balocchi” ha visto per tre anni consecutivi i ragazzi del Liceo “G. Terragni” impegnati nel proporre nuove soluzioni, spesso spettacolari, da presentare nel salotto cittadino di Piazza Cavour mentre sempre a loro sono stati affidati gli allestimenti per la “Giornata Nazionale della Colletta Alimentare” e la realizzazio-ne delle scenografie per diverse opere teatrali che si sono tenute nelle diverse edizioni della “Notte Bianca”, concretizzando così la par-

È con questo spirito che il Liceo Artistico deve affrontare le novità che a breve arriveranno dal Ministero dell’Istruzione. La riforma dell’or-dinamento della scuola secondaria di secondo grado, nello specifico caso riguardante i licei, stabilisce l’accorpamento di tutte i corsi, spe-rimentali e non, dell’ambito artistico in un nuovo liceo della durata di 5 anni, articolato su tre indirizzi: “arti figurative”; “architettura, design, ambiente”; “audiovisivo, multimedia, scenografia”. Il regolamento attuativo struttu-ra i licei, secondo il nuovo ordinamento, in due bienni successivi più un quinto anno. Ciascuno di questi blocchi è caratterizzato per materie,

quadro orario complessivo e “flessibilità” che possono essere diversi tra loro.Vediamo cosa cambia in sostanza per il Liceo “Terragni”. Il monte ore settimana-le passerà da un valore medio di 40 ad un massimo di 35 ore settimanali. Nel primo biennio gli insegnamenti obbligatori saran-no comuni a tutti gli indirizzi. Nel secondo biennio ed in quinta una parte delle materie rimarrà comune, la restante (circa un ter-zo del totale) si differenzierà per indirizzo. Le lezioni passeranno ad una durata di 60 minuti. L’autonomia scolastica permetterà di ridur-re o aumentare il monte ore della materie obbligatorie con percentuali variabili nei cinque anni, fino ad un massimo del 30%. Ciò consentirà anche l’introduzione di spe-cifici insegnamenti previsti in un elenco ministeriale, oppure altre materie facoltati-ve e opzionali per gli studenti, coerenti con il profilo educativo, culturale e professiona-le dello studente, secondo quanto previsto dell’indirizzo del liceo.

Nel corso degli anni il Terragni aveva già connotato i propri corsi istituendo due di-verse aree di approfondimento. Il corso di base era l’indirizzo architettonico del liceo artistico. Si era cercato però di dare, in un caso, una vocazione maggiormente proget-tuale, legata al prodotto, approfondendo l’uso degli strumenti informatici e dei nuovi mezzi di comunicazione artistica, originan-do per tanto l’area di “Progettazione CAD e Grafica”. Nell’altro, con l’area “Digitale e Cinetelevisivo”, si voleva approfondire l’uso del linguaggio artistico legato al cine-ma, la televisione, il teatro e la fotografia digitale. Il nuovo indirizzo di architettura, design e ambiente previsto dalla riforma si sposa perfettamente al primo approccio. Infatti proprio in quell’ambito si andrà a collocare il corso del “Terragni”, stando al regolamento. L’obiettivo è poi quello di mantenere l’esperienza dell’area “Digitale e Cinetelevisivo” introducendo il nuovo in-dirizzo audiovisivo, multimedia, scenogra-fia. Oppure, sfruttando l’ampio margine di flessibilità nel quadro delle materie, pro-porre un’area di approfondimento apposita con l’introduzione di insegnamenti come “Discipline audiovisive” e “Teoria e tecnica della comunicazione”. Staremo a vedere come si tradurrà tutto questo nei programmi. Intanto ci sembrava bello raccontare (nell’articolo che segue) le esperienze professionali raggiunte da due ex studenti del “Terragni”, proprio in due ambiti legati ai due nuovi indirizzi di nostro interesse, con risultati di altissimo livello.

L’obiettivo del Liceo “Terragni” è mantenere l’esperienza

didattica maturata con le due aree di approfondimento:

“ProgettazioneCAD e grafica” e “Digitale-Cinetelevisivo”

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Ex studente del Liceo Ar-tistico “G. Terragni”, è recentemente balzato agli onori della cronaca per essersi occupato, per conto della società dipostproduzione londinese “Framestore”,dell’elaborazione di alcuni effetti speciali relativi al film Disney “Le cronache di Narnia: Il principeCaspian”.

PERCORSI D’ARTEDaniele racconta la sua esperienza lavorativa e di studi.

Daniele quali considerazioni hai fatto, una volta terminata la terza media, rela-tivamente alla scelta dell’indirizzo della scuola superiore da frequentare?

D: Sinceramente in quel periodo ero molto confuso, come probabilmente accade a molti adolescenti che si trovano a dover scegliere qua-le scuola frequentare dopo le medie. Ciò di cui ero consapevole è che amavo i fumetti.

Quanto contano la passione e la prepara-zione nel tuo mestiere?

D: Sono entrambi elementi fondamentali che penso servano sempre, indipendentemente dal mestiere svolto. Nel lavoro la passione mi aiuta a dimenticare le serate e i fine settimana passati in ufficio a completare delle scene per un film in uscita. La preparazione serve se si vuole la-vorare a più di un film. Si può essere fortunati e avere la chance di partecipare ad un progetto importante, ma senza preparazione è difficile restare a lungo in questo settore.

Quando hai iniziato a frequentare il liceo artistico avevi già chiaro il percorso pro-fessionale che avresti voluto seguire?

D: Non avevo un’idea precisa, in quel momento pensavo prima di tutto all’università.

Pensi che il Liceo Artistico ti abbia dato una buona preparazione culturale, oltre che artistica?

D: Penso di sì: sicuramente sotto il profilo ar-tistico e progettuale il liceo mi ha dato delle buone basi.

In cosa consiste in pratica il tuo lavoro? D: Negli ultimi 5 anni mi sono occupato prin-cipalmente di Lighting e di Look Development per film. Il mio compito principale è fare in modo che gli elementi in computer grafica sia-no fotorealistici e che quindi possano essere integrati al girato. Gran parte del lavoro è tec-nico, si tratta di capire che strumenti e tecniche utilizzare per ottenere ciò che viene richiesto dal regista e dal supervisore agli effetti visivi.

Cosa ti ha spinto nel raggiungere questa professione?

D: E’ difficile rispondere, penso che la mia pas-sione si sia manifestata grazie all’influenza di diversi eventi ed esperienze. La passione per il disegno e per i fumetti, combinata con quella per i videogiochi ed il computer ha sicuramente innescato in me il desiderio di iniziare a crea-re digitalmente ciò che mi divertivo a fare con matita e pennello. Ho sempre avuto inoltre un’ enorme curiosità nel capire come fosse stato possibile realizzare certi effetti che vedevo nei film.

Attualmente ti occupi principalmente di grafica 3D: pensi che lo studio presso il Liceo Artistico ti abbia dato delle basi ne-cessarie per affrontare questa materia?

D: Devo dire di no, ma non è certo colpa dell’istituto: a quei tempi nessun liceo o scuola superiore aveva corsi specifici di computer gra-fica 3D. Nei licei scientifici e in alcuni istituti tecnici esistevano corsi di informatica ma non erano in nessun modo legati alla computer gra-fica 3D. Io, come tantissimi miei coetanei che svolgono questa professione, ho iniziato come autodidatta. Inoltre il lavoro che svolgo, contra-riamente a quanto si possa pensare è per il 70% tecnico e per il 30% artistico. È importante avere delle conoscenze di matematica, fisica e programmazione piuttosto solide.

Che strada hai intrapreso dopo il diploma? D: Dopo il Liceo ho frequentato il corso di laurea di Disegno Industriale al Politecnico di Milano. Nel 2002 mi sono laureato con una tesi che trattava la produzione e la realizzazione di animazione in computer grafica 3D.

Sappiamo che dopo la laurea hai comin-ciato a girare il mondo: dove sei andato e che esperienza ti hanno lasciato questi viaggi?

D: Dopo la laurea iniziai a lavorare ad un film d’animazione a Roma, l’esperienza fu negativa e decisi di tornare a Como lavorando per studi di post produzione milanesi. Principalmente in quel periodo mi occupavo di pubblicità e video aziendali. Dopo circa un anno e dopo aver cre-ato come autore e regista la puntata pilota per una serie TV d’animazione ho iniziato a lavora-re all’estero.

Ho trascorso più di un anno in India a Bangalo-re, successivamente mi sono trasferito a Berlino e ho lavorato ad un film d’animazione nello stu-dio BFC, poi sono andato ad Atlanta a lavorare per lo studio Fathom. Nel 2007 incominciai a collaborare per lo studio Aardman animation di Bristol. Da più di 2 anni lavoro a Londra. Ogni esperienza è stata utile e importante, non solo dal punto di vista lavorativo ma soprattutto di vita vissuta.

A quale dei tuoi lavori sei più legato? E quello che più ti ha impegnato?

D: Sicuramente NMA, il mio primo cortome-traggio è il lavoro a cui sono più legato. Mo-strando questo corto di poco più di 2 minuti ho ottenuto i primi lavori, inoltre ho ricevuto alcuni riconoscimenti in festival nazionali che mi hanno spinto a continuare a lavorare in que-sto settore.

Abbiamo letto che ti sei occupato, tra le altre cose, del Leone del film Disney “Le cronache di Narnia: Il principe Caspian”. Quale significato ha avuto per te lavorare per una società così importante e famosa?

D: Occorre precisare che ho lavorato agli effetti speciali del film nella società di postproduzione londinese Framestore. Disney e Walden Media hanno prodotto il film ma gli effetti speciali sono stati realizzati da società esterne. Mi sono occupato dell’illuminazione di Aslan (il Leone)

Daniele Bigi

“Il lavoro che svolgo, contra-riamente a quanto si possa

pensare, è per il 70% tecnico e per il 30% artistico”.

l’intervista

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PERCORSI D’ARTE“Un consiglio è quello di non

avere paura del futuro e di non dare troppo ascolto a chi dice che con un diploma artistico

non si ha in mano nulla”.

e della dinamica della criniera. Non c’è dubbio che sia stato uno dei progetti più importanti a cui abbia lavorato. Probabilmente è grazie a questo film che oggi continuo a lavorare per progetti internazionali.

Quale consiglio ti senti di dare ai ragaz-zi del Liceo Artistico che vogliono intra-prendere la stessa tua carriera?

D: Quando ho iniziato ad occuparmi di 3D gli unici computer con acceleratori grafici erano prodotti dalla Silicon Graphics e i più econo-mici costavano 20-25 milioni di lire. Inacces-sibili per appassionati o per studenti. Software professionali venivano prodotti principalmente per il sistema operativo irix e non era possibile installarli su sistemi windows. Oggi computer ad alte prestazioni e software 3D sono alla portata di tutti: grazie a software open source come Blender, chiunque può sca-ricare legalmente una copia e iniziare a creare immagini e animazioni. Decine di forum e blog sono dedicati al mondo della computer grafica. Le informazioni sono di facilissimo accesso gra-zie al lavoro di professionisti, università e centri

ricerca che quotidianamente pubblicano mate-riale online. Bisogna poi guardare a quei corsi post-diploma in cui sono presenti insegnamenti di grafica 3D. Per chi vuole entrare in questo settore occorre “solo” impegnarsi e studiare; il tempo, la passione e l’esperienza faranno il resto.

Ex studente del Liceo Arti-stico “G. Terragni”, dopo il diploma e gli studi acca-demici e ha avuto modo di collaborare, con alcune sue creazioni, con la casa di moda “Dolce & Gabbana”.

Iniziamo dagli anni delle superiori: qua-li considerazioni hai fatto, una volta ter-minata la terza media, relativamente alla scelta dell’indirizzo della scuola superiore da frequentare?

A: Ho sempre pensato che il percorso che dove-vo seguire fosse quello artistico perché ho sem-pre mostrato interesse per qualsiasi forma crea-tiva e ho sempre cercato di trasmettere qualcosa attraverso i miei disegni e l’uso del colore.

Come mai la tua scelta è caduta proprio sul Liceo Artistico “G. Terragni”?

R: Del Liceo Artistico “G. Terragni” ho sem-pre sentito giudizi positivi, ma è stato solo dopo lo stage (di orientamento, ndr.) che ho scelto di frequentare questo liceo. Ricordo perfettamen-te che rimasi molto colpito dall’ambiente.

Che ricordo hai degli anni trascorsi nel no-stro istituto?

A: Positivo, in quanto non solo posso dire di aver acquisito delle basi tecniche su cui lavora-re ma ho anche avuto l’occasione di conoscere persone di cui conservo ancora un buon ricordo, dagli insegnanti ai miei compagni grazie ai quali siamo sempre riusciti a divertirci.

Quale percorso hai intrapreso una volta conseguito il diploma? Su cosa sei impe-gnato attualmente?

A: Dopo il diploma mi sono iscritto alla Nuova Accademia di Belle Arti, dove ho conseguito la laurea di I livello con 110 e lode (scusate se lo specifico ma ne sono troppo orgoglioso!). Ora sto frequentando il biennio di Arti Visive e Stu-di Curatoriali per completare il percorso che ho intrapreso.

Abbiamo letto che hai collaborato con una delle più famose case di moda italiane, Dolce & Gabbana: ci puoi raccontare di cosa ti sei occupato?

A: Nel 2008 ho avuto la fortunatissima occasio-ne di poter lavorare con Dolce & Gabbana. Per loro ho disegnato una serie di magliette e cami-ce dipinte a mano per la collezione Autunno/Inverno 2008/09.

Cosa ha significato per un ragazzo giovane come te collaborare con Dolce & Gabba-na? Che cosa pensi abbia colpito di te i due famosi stilisti?

A: Innanzitutto per me è stata un’esperienza la-vorativa molto importante che mi ha dato visibi-lità e ha messo alla prova le mie capacità. È stato inoltre un modo per mettermi in gioco.

Hai in programma qualche nuova collabo-razione nel mondo dell’alta moda?

A: Non credo, perché la collaborazione tra me e Dolce & Gabbana è nata proprio con l’intento di coniugare arte e moda. Il mondo dell’arte con-temporanea è il mio mondo…però non si può mai dire mai!

Quando hai iniziato a frequentare il Liceo Artistico avevi già chiaro il percorso pro-fessionale che avresti voluto seguire?

A: Sì, sono sempre stato sicuro e incentivato sul proseguire questo percorso.

Pensi che il Liceo Artistico ti abbia dato una buona preparazione culturale, oltre che artistica?

A: Il Liceo mi ha dato una buona preparazione culturale, anche se al primo approccio con l’uni-versità avevo alcune lacune riguardanti l’arte contemporanea, in termini di video arte, per-formance e installazioni. Comunque se tornassi indietro farei assolutamente la stessa scelta.

A quale delle tue creazioni sei più legato?A: Sono legato a tutte le mie creazioni in ugual modo perché a ogni lavoro corrisponde una fase diversa del mio percorso di crescita.

Quale consiglio ti senti di dare ai ragazzi del Liceo Artistico che vogliono intrapren-dere il tuo stesso percorso?

A: Voglio consigliare ai ragazzi che vogliono intraprendere il mio stesso percorso, innanzi-tutto, di tenersi sempre aggiornati sul mondo dell’arte, di aver sempre voglia di conoscere e di sperimentare, di lavorare tanto e cercare sem-pre di evolversi.

E per i ragazzi della terza media che hanno intenzione di affrontare lo studio del Liceo Artistico?

A: Si pensa sempre che nei licei artistici si studi meno che negli altri, vorrei consigliare ai ragazzi delle medie di non frequentare questo liceo con questa falsa speranza perché all’Artistico come in tutte le altre scuole bisogna mettere tanto im-pegno e passione. Voglio anche dire loro di non scoraggiarsi quando credono di non avere grandi capacità perché ciò che conta è la creatività, le idee e la voglia di imparare e superarsi. Un altro grande e importante consiglio che vo-glio dare è quello di non avere paura del futuro, e di non dare troppo ascolto a chi dice che con un diploma artistico non si ha in mano nulla, certo è una carriera difficile ma proprio per questo dà moltissime soddisfazioni. L’arte, la grafica, la moda e tutti quei campi ar-tistici oggi sono in grande sviluppo.

Quali sono i tuoi obiettivi professionali per il futuro?

A: Spero di potermi affermare come artista e mantenere sempre lo stesso entusiasmo di ades-so nell’intraprendere nuovi lavori e raggiungere nuovi obiettivi.

Alessandro Pezzati

l’intervista

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Sono diversi anni che il Liceo Artistico “Ter-ragni” sperimenta l’approfondimento “Digita-le e Cinetelevisivo” all’interno dei sui corsi. Lo fa grazie al margine di autonomia che ogni scuola ha nel definire il quadro della materie ed il loro monte ore. È stato possibile quindi introdurre, ad esempio, insegnamenti come “Linguaggio e laboratorio audiovisivo”. L’in-teresse degli studenti verso questa proposta è via via aumentato, rivelandosi quindi un’espe-rienza positiva.Con le modifiche all’ordinamento dei licei e le variazioni al quadro degli insegnamenti previsti per ciascun indirizzo, c’è comunque spazio per mantenere l’esperienza del “Digi-tale e Cinetelevisivo”. Con la flessibilità data agli istituti paritari nel definire i piani di studi, sarà possibile approfondire alcuni corsi oppu-re introdurre alcuni insegnamenti sulla basa di una lista indicata dal Ministero della Pubblica Istruzione, che include materie come “Disci-pline audiovisive” (già prevista nel biennio ini-ziale) e “Teoria e tecnica della comunicazio-ne”. C’è spazio insomma per far sperimentare ancora, agli studenti del Terragni, progetti didattici come quello che andremo qui a de-scrivere.Tra gli obiettivi del corso di “Linguaggio e la-

boratorio audiovisivo” (fino a che la riforma non andrà a regime) c’è ovviamente l’insegna-mento delle tecniche di ripresa e montaggio di video. La sperimentazione avviene soprattut-to su supporti digitali, visto il forte impulso e sviluppo che hanno registrato in questi anni. Importante è anche definire il tipo di linguag-gio che si intende usare attraverso la comuni-cazione video. La televisione del resto ci ha abituato ai diversi approcci comunicativi, che una stessa tipologia di trasmissione può avere.Tra le tante esercitazioni per gli studenti del corso, ha suscitato interesse e partecipazione quella in cui si proponeva di realizzare alcuni video, in forma di intervista, guidati dal tema: “Perché al Casnati?”. Un lavoro che servisse a trasmettere all’esterno del Centro Studi le considerazioni che gli stessi studenti hanno fatto nella scelta della loro scuola. Il linguag-gio e la tecnica con cui le interviste potevano essere svolte era libero. Ovviamente c’è chi si è ispirato a modelli televisivi già esistenti, in alcuni casi con risultati davvero divertenti. Altri invece hanno provato un approccio più innovativo, con risultati altrettanto apprezza-bili.I video prodotti sono stati numerosi. Per sti-molare gli studenti verso il progetto, è stato

indetto un concorso tra tutti i lavori. Passa-ta la fase della realizzazione e del montaggio, ora è prevista la diffusione dei video nell’area dedicata del sito del Casnati (www.centroca-snati.it). Verrà nominata una giuria che voterà i prodotti migliori, tenendo conto anche del successo ottenuto dai video attraverso il nu-mero di visualizzazioni. Sarà così stilata una classifica con premi per i vincitori, riguardan-ti sia chi ha realizzato tecnicamente il lavoro, sia chi ha recitato in essi.Nato come progetto per presentare all’ester-no parte della realtà del Casnati, diversi lavori hanno strappato sorrisi di divertimento anche nella nostra redazione… Buona visione.

Gli alunni del corso di “Linguaggio e laboratorio audiovisivo” in un progetto dal titolo “Perchè alCasnati?”.Con interviste videomettono alla prova le loro capacità di regia eproduzione, coinvolgendo improvvisati attori...con risultati spesso divertenti.

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Un nuovo strumentoinformatico abbinato aiprovvedimenti disciplinari. Un’informazionesempre aggiornata econtrollabile che funga da deterrente contro icomportamenti scorretti.

Già da anni al Casnati è in vigore un criterio di punizione dei ritardi che ha meritato l’attenzione del TG5,

con un servizio in prima serata.

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IL BADGE A PUNTI

Sembrava una boutade di qualche insegnante prima dell’inizio dello scorso anno scolastico. Invece il progetto ha assunto toni sempre più seri e concreti. È in vigore già da una anno, attirando anche l’attenzione di alcuni giornali. Stiamo parlando del badge a punti adottato al Centro Studi Casnati. Vediamo di cose si trat-ta.Tutto nasce da una direttiva del Ministero dell’Istruzione alle scuole: ogni Istituto deve, attraverso il proprio consiglio, stabilire nero su bianco un ordinamento che preveda una pre-cisa sanzione per ogni comportamento giudi-cato scorretto o colposo da parte di un alunno della scuola. La linea guida seguita da chi ha proposto l’iniziativa del badge a punti è stata quella di stabilire certamente un principio che preveda per ogni infrazione una punizione, ma anche di introdurre un meccanismo che tenga

memoria del ripetersi di più atti illeciti, singo-larmente anche di lieve entità, ma che ripetuti o sommati ad altri più gravi, portino fino alla sanzione massima. Proviamo a chiarire meglio con alcuni esempi. Se uno studente commet-te un atto giudicato estremamente grave, per il quale è prevista la sospensione dalle lezioni come tipo di punizione, la stessa sanzione po-trà essere subita qualora lo studente commet-terà atti di minore gravità, ma ripetutamente. È parso un principio ragionevole e fortemente educativo. Da qui la decisione del collegio docenti: attri-buire ad ogni alunno un punteggio iniziale (5 punti) che sarà decurtato di una certa quantità, ogni volta che gli verrà contestata un’infrazione al regolamento. Il concetto di patente a punti, in fondo, considerando che gli studenti hanno già un documento personale in uso al Centro Studi Casnati, cioè il badge elettronico.Il badge personale fornito ad ogni alunno in-clude al suo interno un microchip in grado di immagazzinare dati: una piccola memo-ria informatica, che già da tempo permette al possessore di accedere a scuola, fornendo un’identificazione nel caso in cui si debba ol-trepassare il tornello posto all’ingresso. Re-gistra, tramite la banca dati del sito internet della scuola, l’orario del primo ingresso in istituto. Memorizza il credito disponibile per

gli acquisti al bar ed alla mensa della scuola, permettendo anche la prenotazione dei piatti in menu. Già si prevedevano ulteriori impieghi di questo strumento e quella del badge a punti è una ulteriore evoluzione di questo flessibile e innovativo strumento informatizzato.In realtà il concetto di badge a punti è nomina-le. Sarà la banca dati della scuola a memoriz-zare il totale dei punti di merito (o demerito se si preferisce) mantenuto nel corso dell’anno scolastico. Nell’area riservata del sito internet del Casnati ogni famiglia potrà leggere anche le informazioni dettegliate su eventuali sanzioni/punizioni ed il computo aggiornato in merito al punteggio. L’area riservata si completa così di un’ulteriore funzione: oltre a poter con-trollare comunicazioni, orari di ingresso (e chiaramente ritardi e assenze!), l’andamento scolastico con voti e giudizi aggiornati ed il credito residuo presente sul badge; il genitore potrà essere ora aggiornato anche sugli aspetti disciplinari. Sarà sufficiente prendere una nota di demeri-to sul libretto o sul registro di classe, perché vadano persi parte dei punti. Sommando più infrazioni, o con un atto di assoluta gravità, il

punteggio potrà azzerarsi con la conseguenza di una sospensione dalle lezioni. Già da anni al Casnati un criterio di questo genere è adot-tato per i ritardi. L’eccessivo numero di essi comporta l’obbligo di presentarsi a scuola il sabato mattina per attività di segreteria, oppu-re la partecipazione ad attività di volontariato concordate con la scuola. Attività, quest’ul-tima, che ha suscitato approvazione e plausi arrivando alla ribalta nazionale anche con un servizio andato in onda su Canale 5 (TG5) in prima serata.Come nel meccanismo della patente a punti, anche nel caso del badge sono previsti stru-menti di recupero punti. Chi vedrà il totale dei propri punti avvicinarsi pericolosamente a zero potrà rendersi disponibile per attività lavorati-ve utili alla scuola oppure per opere di volonta-riato, come nel caso di eccessivi ritardi.

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Non è solo il nostro Magazine a dare cronaca delle notizie riguardanti il Centro Studi Casnati. Quotidiani, periodici, riviste di settore e, sem-pre più spesso, anche redazioni di telegiornali hanno mostrato molta curiosità per le attività dei nostri istituti.Qui proponiamo una rapida carrellata di alcuni titoli apparsi negli ultimi anni sui quotidiani.Sono solo una parte. Sul sito www.centrocasnati.it, nella sezione“Rassegna stampa” selezionabile in home-page, è possibile trovare l’elenco di tutti gli articoli. Ciascun titolo è corredato da un file pdfconsultabile e scaricabile. In aggiunta a questi, la sezione “news”del sito fornisce molte altre curiosità sul Centro Studi Casnati.

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Nuova prospettata riforma per l’ordinamento delle scuole secondarie di secondo grado. Que-sta volta però sembra che si arriverà a compi-mento dell’iter legislativo entro il 2009, per poter introdurre le modifiche nell’anno scola-stico 2010/11, coinvolgendo sia i nuovi iscritti per quell’anno che gli studenti già in corso al secondo.Gli Istituti Tecnici Aeronautici a quanto pare confluiranno nella nuova tipologia degli Istituti Tecnici per il Trasporto e la Logistica. Discutia-mo della questione con l’ing. Häni, da anni in-segnante di Navigazione Aerea ed Aerotecnica al Bongiovanni, coordinatore per il triennio finale del corso, nonché insegnate in diverse scuole di volo per i corsi di brevetto di pilota commer-ciale.

Ing. Häni, come state affrontando all’Isti-tuto Tecnico Aeronautico “L. Bongiovanni” la questione relativa al passaggio del corso in una nuova tipologia di istituto tecnico?

H: In un certo senso era una situazione che ave-vamo già preso in considerazione in preceden-za. Ai tempi della prospettata riforma Moratti, in cui si intendeva cancellare del tutto la realtà

degli istituti tecnici, le alternative che stavamo vagliando erano il passaggio alla forma di liceo scientifico tecnologico con indirizzo trasporti/logistica, oppure la sperimentazione di un isti-tuto professionale di tipo aeronautico. Quest’ul-tima scelta poteva avere più margini di autono-mia in fatto di insegnamenti e di programmi ma rimaneva il dubbio sulla reale valenza del titolo che rilasciava nell’impatto con la realtà profes-sionale ai cui si rivolge una scuola come la no-stra.Ora si parla ancora di far confluire gli istituti tec-nici aronautici, quelli di costruzione aeronautica e quelli navali in un indirizzo unico denominato “Trasporti e Logistica”. La differenza sostanziale è che sempre di istituto tecnico si parla, anche nella nuova denominazione. Non è una cosa da poco.

Ma non pensa che questa confluenza ri-schi di snaturare profondamente la natura del corso che portava al titolo di Perito del Trasporto Aereo?

H: Paradossalmente gli istituti tecnici aeronau-tici rilasciano appunto il titolo di Perito Tecnico del Trasporto Aereo. Quasi un preludio a quello

SI SCRIVE TRASPORTI E LOGISTICA,SI LEGGE AERONAUTICO

Prospettive e progetti per il passaggiodegli Istituti TecniciAeronautici attraverso il nuovo ordinamentodelle scuole secondariadi secondo grado.Entreranno a far partedegli Istituti Tecnici ad indirizzo “Trasporti eLogistica”.Cosa cambia?

l’intervista

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che sarebbe stato. Già con il “progetto Alfa” molti istituti come il nostro avevano abolito una formale quanto inu-tile distinzione di professionalità dei diplomati degli aeronautici. Se guardiamo alle possibilità di impiego oppure al naturale proseguimento degli studi per i nostri studenti, vediamo che il campo si estende a molti ambiti della gestione e organizzazione delle attività aeronautiche. Di certo l’istituto tecnico per il trasporto, tra i vari istituiti, rappresenta il contenitore più idoneo per l’esperienza dell’aeronautico.

Spariscono però dal quadro orario le ma-terie più caratterizzanti del corso. Mi ri-ferisco a Navigazione Aerea, Traffico Ae-reo, Aerotecnica e Meteorologia. Le stesse Esercitazioni Pratiche del biennio non ci saranno più, sostituite da una più generica Scienze e Tecnologie Applicate.

H: Nominalmente sì, ma se si guardano le com-petente specificate dal Ministero nel profilo del Perito dei Trasporti e della Logistica, è il caso di dire che quelle materie escono dalla porta per rientrare dalla finestra. Cercherò di spiegarmi meglio. Innanzi tutto si prospetta la divisione in due indirizzi di approfondimento: “Trasporti” e “Logistica”. Nel primo, tra le materie di specia-lizzazione la fa da padrona “Scienze della naviga-zione, struttura e costruzione del mezzo”. Se si fa caso, il Ministero parla già di “declinazioni di settore scelte dall’istituto”. Se l’istituto in que-stione scegliesse il settore aeronautico, credo proprio che la materia che citavo prima faccia proprio il paio con Navigazione Aerea. Lo stesso dicasi per Meccanica e Macchine nei confron-ti di Aerotecnica e di Logistica nei confronti di Traffico Aereo. Per tutte è prevista una cospicua presenza di ore di laboratorio.

Si tratta quindi soprattutto di indirizzare il set-tore di declinazione dell’istituto. La sostanziale differenza è, guardando il quadro orario, una semplificazione formale nella distinzione delle discipline. Ciò abbinato ad una riduzione del monte ore settimanale che per tutti gli istituti tecnici passa da 36 a 32. Ne fanno un po’ più le spese le materie di indirizzo e favore delle discipline di cultura generale. Questa secondo me è l’evidenza rispetto a ciò che cambia. Sarà importante valutare i programmi indicati per le materie. Non dimentichiamo però che questa riforma introduce spazi di “flessibilità” nel qua-dro orario fino al 35%, in aggiunta alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore com-plessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. Questo offre ampio spazio anche all’inserimen-to di altre discipline specifiche, sulla base di una lista che indicherà il Ministero. Saranno quelle materia a caratterizzare maggiormente l’ambi-

to di approfondimento del corso. Si dà anche la possibilità di stipulare contratti d’opera con esperti del mondo del lavoro e delle professioni con una specifica e documentata esperienza pro-fessionale maturata nel settore di riferimento, ai fini dell’arricchimento dell’offerta formativa e per competenze specialistiche non previste nel corso.

Tutto ciò però non avrà ripercussioni sulle prospettive professionali dei diplomati del nuovo indirizzo rispetto a chi poteva van-tare il vecchio titolo?

H: Va detto che negli ultimi anni assistevamo ad un progressivo miglioramento della percentuale di chi, tra i diplomati degli aeronautici, si inse-riva nel mondo del lavoro con una delle varie professionalità verso cui il corso mirava.Ciò è dipeso da diversi fattori: la definizione a livello europeo di un percorso formativo per i piloti professionisti, in cui le competenze acqui-site negli istituti tecnici aeronautici rappresenta-no ottimi prerequisiti; la progressiva tendenza, da parte di enti statali come l’Enav, di seleziona-re il proprio personale tecnico prevalentemente tra i possessori di specifici titoli scolastici , come appunto il diploma di Perito del Trasporto Ae-reo; il rafforzamento nel lungo periodo, anche se con qualche fase di crisi, di importanti poli nazionali ad alta densità di aziende di costruzione aeronautiche e di servizi per il trasposto aereo, come appunto l’area di Milano, con i suo aero-porti, e la Provincia di Varese, con le industrie di costruzione. La figura del perito del Trasporto Aereo ha assunto sempre più una sua riconosci-bilità e spendibilità in ambito professionale. Sen-za trascurare poi la grande percentuale di chi ha scelto di proseguire proficuamente gli studi in ambito universitario. Detto questo non è verosimile pensare che de-cada l’interesse del sistema aeronautico verso figure dotate di forti e specifiche competenze nel settore. Nel riordino degli istituti tecnici non si prefigura nessuna tipologia di scuola che entri direttamente in concorrenza con l’indi-rizzo “Trasporti e Logistica” nel formare quegli esperti che il settore aeronautico richiede. An-che di fronte allo sviluppo di competenze meno specifiche, ipotizzando per assurdo che il raffor-zamento delle discipline scientifiche e tecniche di natura più generale sia da vedere come un limite, non è logico pensare che le aziende e le compagnie del settore del trasporto aereo guar-dino verso un’alternativa che non c’è. Formare una persona a digiuno di qualsiasi competenza prevista in una professione è sempre un costo.

Ma saprà il nuovo indirizzo del Trasporto e della Logistica fornire queste competenze?

H: Qui credo entrino direttamente in causa le esperienze e le capacità che la struttura scola-stica ha saputo costruire negli anni. Chi ha af-frontato con serietà le enormi problematiche nel gestire le prerogative richieste ad un istituto aeronautiche per funzionare al meglio, potrà avere maggiori capacità nel dare un’impronta al nuovo corso più coerente con le aspettative del mondo del lavoro e della formazione post-diploma. Saprà fare questo trovando il migliore equilibrio possibile tra la specializzazione del corso, con gli ampi margini di flessibilità offerta, e l’obiettivo di fornire competenze comunque idonee al soddisfacimento dei requisiti richiesti per il superamento dell’esame di stato. Dobbiamo lavorare molto alla definizione del corso, man mano che il Ministero illustrerà le possibili materie ed i programmi. Crediamo co-munque di avere tutta l’esperienza per farlo.

Visto il suo cauto ottimismo, valuta positi-vamente le scelte fatte in questo progetto di riforma?

H: Se devo essere onesto, no. Non ne vedo il senso. Si istituisce un nuovo indirizzo, quello per il Trasporto e la Logistica, con due distinte aree di approfondimento in cui far convogliare in pratica due sole tipologie di istituto previste in precedenza, l’Aeronautico ed il Navale. Non credo che questo significhi semplificare, piutto-sto aggiunge confusione. Memore del precedente progetto di riforma proposta dall’allora Ministro Moratti, guardavo ancora con preoccupazione al passaggio ad una nuova forma di istituto tecnico così generalista. Ora che si fanno via via largo maggiori indica-

zioni sulla struttura di questo nuovo corso sono un po’ più fiducioso sulla possibilità che l’espe-rienza degli Istituti Tecnici Aeronautici rimanga in vita.Si ricade in un vecchio errore della scuola ita-liana: discutere prima di denominazioni e titoli e solo dopo di programmi. Non posso far altro che notare già delle storture tra il profilo pro-spettato dal Ministero e quanto è stabilito dalla normativa europea nel campo del trasporto ae-reo. Mi riferisco ad esempio alla presunta com-petenza nell’operare autonomamente nella ri-parazione di sistemi di bordo. Un’assurdità che denota la storica mancanza di comunicazione tra chi si occupa di scuola con il mondo profes-sionale di altri settori. Negli Istituti Aeronautici di esperti del settore non ne sono mai mancati, quindi giudico con ottimismo la nostra capacità nel bilanciare certi disequilibri.

“Di certo l’istituto tecnico per il trasporto, tra i vari istituiti, rappre-senta il contenitore più idoneo per

l’esperienza dell’aeronautico”.

“Non dimentichiamo però che con questa riforma cresce l’autonomia che la scuola ha nel riorganizzare il monte ore delle discipline ob-bligatorie. Questo dà ampio spa-zio anche all’inserimento di altre

discipline specifiche”.

“Nella riforma non si prefigura nessuna scuola che entri in con-

correnza con l’indirizzo Trasporto e Logistica nel formare esperti che

il settore aeronautico richiede”.

l’intervista

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La professione di pilota è una di quella che, nell’immaginario comune, incarna meglio il connubio tra sogno, ambizione, irraggiungi-bilità ed anche qualche rischio. Invece è una professione come tante altre. Certamente di alto livello, ma con un iter più o meno preciso che conduce al suo raggiungimento, non senza qualche sacrificio.Luca Mascolino è un ragazzo di 25 anni, che ha studiato e pure lavorato all’Istituto Tecnico Ae-ronautico “L. Bongiovanni”. Da più di un anno è pilota primo ufficiale di Airbus A320, per la compagnia aerea Eurofly, del gruppo Meridia-na. È già alla sua seconda esperienza lavorativa in una compagnia aerea e si aggiunge ad un di-screto numero di ex studenti dell’Aeronautico diventati piloti di linea.Un incontro con lui diventa la giusta occasione per qualche domanda.

Raccontaci un po’ come sei arrivato alla tua professione

L: Il mio percorso è iniziato durante gli anni dell’istituto aeronautico, precisamente al terzo anno quando ho avuto l’età minima per iniziare a volare. Molti non ci crederanno, a 16 anni non si può guidare un’auto ma un aeroplano da soli sì. Dopo la scuola, di sera, frequentavo i corsi teorici presso l’ Aeroclub di Vergiate. Per me, e per molti miei compagni, si tratta-va solo di ripassare cose già studiate, visto che gli argomenti del corso erano già stati affron-tati a scuola. Il fine settimana era dedicato ai voli di addestramento. Così dopo 9 mesi, a 17 anni, ho conseguito il brevetto di Pilota Priva-to. Durante gli ultimi anni dell’istituto aero-nautico ho continuato a volare quando potevo, accumulando le ore di volo per le abilitazioni successive.Il quinto anno, non avendo superato le selezio-ni dell’Accademia militare per un piccolo pro-blema fisico, ho iniziato il corso per il brevetto di Pilota Commerciale, licenza con la quale si può iniziare a volare per professione. Anche li, grazie alle conoscenze acquisite con il diploma

all’istituto aeronautico, ho potuto consegui-re il brevetto in meno di 2 anni, potendo nel frattempo lavorare per pagarmi gli studi. Ter-minato il corso, il momento non era dei più fa-vorevoli. Le opportunità di lavoro in aviazione hanno spesso un andamento ciclico, periodi di modesta richiesta si alternano ad anni di forti assunzioni.

Spesso poi l’ingresso in una compagnia aerea comporta investimenti iniziali notevoli, per adeguare le proprie abilitazioni alle richieste della compagnia, in funzione del tipo di ae-romobile che impiegano. Così ho trascorso quasi due anni lavorando proprio all’Istituto Aeronautico “Bongiovanni” come insegnante. Nel frattempo ho contattato diverse compa-gnie fino a che non ho ricevuto una proposta

da una compagnia aerea nazionale, che mi ha consentito di conseguire l’abilitazione al veli-volo su cui volo adesso e di poter avviare la mia carriera.

Cosa ti ha fatto pensare che la tua strada fosse questa e che ci fossero ragionevoli motivi per cui riuscire a raggiungerla? C’è stato qualche momento dove hai avu-to dei dubbi?

L: In realtà ne sono sempre stato convinto, an-che se momenti di sconforto, quando faticavo a trovare posto in una compagnia, ci sono stati. In questo mi considero fortunato: ancora pri-ma di iniziare le superiori sapevo che questo sarebbe stato il mio obiettivo, e che avrei pro-vato in tutti i modi a raggiungerlo. Devo anche ringraziare la mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto. Devo tanta gratitudine a loro. È stata fondamentale anche la figura di un mio profes-sore, che mi ha trasmesso l’amore per questo mondo e mi ha dato gli strumenti per poterlo affrontare nel migliore dei modi. Inoltre per questo lavoro, come anche per altri, bisogna avere soprattutto passione: è la parola d’or-

Un settore in forte trasformazione: percorsi, prospettive ed esperienze di chi haraggiunto unadelle professionipiù sognate.

PROFESSIONE PILOTA

“Studiando all’Aeronautico, ho potuto affrontare i brevetti con

una marcia in più rispetto a ragaz-zi che arrivavano da altre scuole”.

l’intervista

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dine. La carriera in aviazione richiede sforzi, sacrifici sia in termini economici sia personali: tanto studio, convinzione, caparbietà e serietà. Così è possibile raggiungere grandi traguardi in questo settore.

Studiare all’Aeronautico è stato per te determinante per arrivare a questo obiettivo? Se sì, in cosa lo è stato?

L: Come ho già detto, l’aeronautico mi ha dato una grossa mano nel senso che, grazie allo stu-dio svolto, ho potuto affrontare i brevetti con una marcia in più rispetto a ragazzi che arriva-vano da altre scuole. In genere questi impiega-no molto più tempo a capire concetti con cui è necessaria molta familiarità. Inoltre il percor-so di studi affrontato mi avrebbe consentito, qualora non avessi continuato con la carriera di pilota, di poter lavorare comunque nell’am-bito aeronautico con altre professioni. Così è successo a diversi miei compagni di classe e miei studenti. Molti di loro hanno intrapreso professioni come assistente di volo, control-lore del traffico aereo, tecnico manutentore, pianificatore di volo, addetto alle previsioni

meteorologiche, etc...Se si guarda alla fase attuale di profonda crisi globale, ed in particolare alle diffi-coltà attraverso cui sta transitando la no-stra principale compagnia aerea naziona-le, c’è da chiedersi se non ci sia il rischio di una battuta d’arresto per le prospetti-ve di sviluppo del settore del trasporto aereo. È un rischio reale?

L: Senza dubbio il periodo non è dei migliori. Come accennavo prima, il settore aeronauti-co vive di cicli di espansione alternati a fasi di stasi, come tanti altri settori. Di certo la crisi mondiale non aiuta. In Italia assistiamo anche alla fase critica di Alitalia. Da noi la politica non è mai stata molto lungimirante nel gesti-re efficaci piani industriali. In tutto il mondo però il trasporto aereo vive, da una parte, la costante espansione dei voli low cost, e dall’al-tra l’accorpamento delle grosse compagnie di bandiera di un tempo. Malgrado queste gros-se trasformazioni e la crisi, è difficile pensa-re che si torni indietro. Abbiamo l’esempio di Malpensa: con l’uscita di scena di Alitalia si può dire che è tornato al suo anno zero. In poco tempo il traffico sullo scalo ha ripreso ad espandersi, grazie all’arrivo di nuovi vettori e all’incremento di presenza di altri già presenti. Tutto questo in piena crisi. C’è da essere otti-misti per il futuro insomma.

La professione di pilota di aerei, come in generale tutte quelle legate all’aviazione, ha spesso un’aura mitologica, un lavoro per pochi e irraggiungibile. Al giorno d’oggi è cosi? Con che prospettive uno

PROFESSIONE PILOTAstudente che sceglie una formazione tec-nica in ambito aeronautico può guardare avanti a certi obiettivi?

L: Effettivamente c’è l’idea che la professio-ne del pilota sia qualcosa di irraggiungibile, in realtà non è così. Spesso i maggiori ostacoli li creiamo noi stessi. In questo come in tanti altri lavori non è richiesto né di essere un genio, né un super-uomo/donna. Basta la professionali-tà, la serietà e la passione in quello che si fa. Tanti ragazzi oggi, come ho potuto verificare personalmente negli anni in cui ho insegnato, sono svogliati, vengono a scuola senza precisi obiettivi. Non si rendono conto che il periodo della scuola è uno dei più importanti, poiché pone le basi per il loro domani, e purtroppo questo atteggiamento se lo portano dietro an-che terminati gli studi, quando iniziano a cer-care lavoro. Ai giorni nostri le possibilità di lavoro sono enormi. Certo all’inizio bisogna essere disposti, soprattutto in questo campo, a darsi veramente da fare, spesso dovendosi allontanare da casa, anche all’altro capo del mondo, come in tanti hanno fatto. Con un po’ di buona volontà nulla è precluso.

Qual è (se c’è) l’insegnamento più utile che hai appreso frequentando l’Istituto Tecnico Aeronautico “L. Bongiovanni” ?

Posso dirti che mi ha insegnato il valore del mio lavoro, il valore di ottenere, con l’impe-gno e la fatica, i risultati che mi ero prefisso. Sono stati anni molto belli, in cui ho potuto mettere le basi per il mio lavoro futuro, in un ambiente serio, sereno e professionale.

Il mestiere di pilota è, senza ombra di dubbio, una delle professioni più affascinanti e più ricorrente nell’immaginario collettivo. Il comandante Savio, ex studente dell’Istituto Aero-nautico “L. Bongiovanni” ed attuale pilota di Boeing 737-800 Next Generation per la com-pagnia aerea Ryanair, racconta in questa intervista i suoi percorsi professionali e di studi che gli hanno permesso di raggiungere questo importante traguardo: recentemente il quotidiano “La Provincia”, nel dedicargli interamente un articolo, lo ha inserito a buon titolo all’interno della ristretta cerchia degli “emergenti” del panorama comasco.

Iniziamo dagli anni delle superiori: quali considerazioni hai fatto, una volta termi-nata la terza media, relativamente alla scelta dell’indirizzo della scuola superiore da frequentare?

A: Ho seguito la passione per l’aviazione e per il mondo del volo che a quell’epoca già mi affascinava e mi faceva sognare con gli occhi di un ragazzino che si voleva accingere ad un settore lavorativo diverso e pieno di emozioni.

Secondo te quanto contano la passione e la preparazione nel tuo mestiere?A: La preparazione è importantissima, ci vuole una grande base teorica che deve poi essere assorbita e unita a quella che è la formazione pratica di un pilota.La teoria è essenziale per capire cosa succede, perchè succede e cosa fare se la situazione cambia e quindi anche a superare paure in situazioni che, considerando il tipo di lavoro, sono fuori dalla normalità quotidiana.

Altra testimonianza dell’esperienza di suc-cesso di un diplomato del “Bongiovanni”. Andrea Savio, pilota comandante di Boeing 737 per Ryanair

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l’intervista

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Come mai la tua scelta è caduta proprio sull’Istituto Aeronautico “L. Bongiovanni”?

A: Completate la scuole medie, volevo seguire i miei sogni. Avevo una scuola rinomata e di stima nella mia città natale non ho avuto dubbi sulla scelta.Inoltre l’attività di volo pratica dal terzo anno in poi all’epoca si svolgeva in concomitanza con l’Aero Club di Como, con idrovolanti, un volo unico nel suo genere.

L’Istituto Aeronautico indirizza lo stu-dente verso numerose professioni in am-bito aeronautico: quando hai iniziato a frequentare l’Istituto Aeronautico avevi già chiaro il percorso professionale che avresti voluto seguire?

A: Affascinato dal volo avevo già in mente cosa voler fare dopo il diploma. Il percorso per diventare pilota è lungo e spesso situazioni esterne possono scoraggiare questa passione o ritardare il raggiungimento dell’obiettivo.

Nel mio caso, dopo la maturità l’aviazione era in un brutto periodo, in trasformazione pri-ma dell’arrivo delle compagnie low cost. In-fatti valutai anche le possibilità di cercare una prefessione in abito aeronautico che non fosse necessariamente quella di pilota, visto che il mio diploma me lo permetteva.

Pensi che l’Istituto Aeronautico ti abbia dato una buona preparazione culturale, oltre che tecnica?

A: Senza alcun dubbio i cinque anni di studio presso l’Istituto Tecnico mi hanno dato una solida base su cui poi continuare il percorso di formazione in ambito tecnico e sicuramen-te sono stati un ottimo punto di partenza su cui espandere le varie materie specifiche, ma sicuramente mi hanno anche dato una prepa-razione culturale generale che è essenziale in ognuno di noi per comprendere la società, gli avvenimenti, le persone e il mondo in cui vi-viamo. Aggiungo inoltre che specialmente in ambito aeronautico ci si trova spesso a lavorare con persone di paesi e lingue diverse e la propria ricchezza culturale conta molto.

C’è mai stato qualcuno o qualcosa che ti ha spinto verso il tuo attuale mestiere?

A: Mi ritengo una delle persone più fortunate del mondo perchè i miei genitori non mi han-no mai spinto o obbligato verso una scelta che non fosse ciò che mi appassionava o che volessi fare veramente; anzi mi hanno sempre assisti-

to ed incoraggiato anche nei momenti diffici-li che ho affrontato e che tuttora affronto. A loro regalo tutta la gioia e la felicità che provo nel fare ciò che faccio ogni giorno.

Cosa ricordi degli anni trascorsi nel no-stro istituto?

A: Ricordo alcuni professori che mi hanno la-sciato un ricordo indelebile per le loro qualità personali e per la loro professionalità.Quando ho proseguito gli studi ho incontrato molti altri insegnati ed istruttori di volo ma l’affetto che provo per coloro che con tanta pazienza e passione mi hanno “iniziato”, è uni-co.Non posso poi dimenticare i compagni di clas-se. Con molti di loro sono tuttora in contatto anche perchè altri volano in diverse compagnie aeree e spesso ci si scambia idee o opinioni su diverse situazioni pratiche e professionali.

Ci puoi raccontare qual è stato il tuo per-corso professionale una volta ottenuto il diploma di scuola superiore?

A: Dopo il diploma ho studiato qualche anno all’università in quanto il mercato del volo era in forte crisi e di conseguenza anche l’inseri-mento di nuovo personale nelle varie compa-gnie aeree era difficoltoso.Superato questo periodo mi sono diretto in Spagna in una scuola inglese per prendere la licenza di pilota di linea. Avendo purtroppo terminato poco prima dell’attentato alle torri gemelle del 2001 mi sono ritrovato di nuovo a terra.Con molto piacere ho insegnato per circa 3 anni proprio all’istituto aeronautico a fianco dei mie “vecchi” professori fungendo da loro assistente in materie tecniche.Nel 2004 sono poi stato preso in una compa-gnia aerea low cost dove dopo 4 anni da primo ufficiale basato in vari paesi d’Europa, sono diventato comandante con base a Bergamo Orio al serio.Fatto strano della vita oggi mi trovo a volare come comandante per una compagnia stranie-ra basato in Italia con alcuni dei miei ex allievi dell’istituto aeronautico che mi fanno da pri-mi ufficiali e che da qui ad alcuni anni diven-teranno anche loro comandanti.

Quale deve essere secondo te la dote principale di un buon pilota?

A: Sapere sempre quale è il proprio limite e non dare mai troppa confidenza alle moder-ne apparecchiature elettroniche. Mai sotto-valutare le situazioni, essere sempre umili e considerare le osservazioni di tutti, anche i meno esperti, per imparare sempre qualcosa di nuovo.

Quali aeromobili piloti attualmente? E quale ti da più soddisfazioni?

A: Al momento sono comandante sui Boeing

737-800 Next Generation.La sensazione che si prova nel volare su un ae-roplano di linea piuttosto che su uno da turi-smo è diversa ma entrambe danno soddisfazio-ne. Ciò che cambia è la gestione del volo che è a mio parere è più affascinante su un aereo di linea. Dall’altra la libertà di poter fare ma-novre un po’ azzardate e di poter andare quasi ovunque si desideri la lascio agli aerei da tu-rismo, con tutto il fascino del volo a questo legato.

Quali sono i tuoi obiettivi professionali per il futuro?

A: Mi piacerebbe diventare training captain, ovvero istruttore di linea, ma è un percorso lungo che richiede molta preparazione.Mi piacerebbe inoltre fare esperienza su rotte intercontinentali.

Se potessi tornare indietro rifaresti le stesse scelte scolastiche e professionali?

A: Assolutamente sì.Quale consiglio ti senti di dare ai ragaz-zi dell’Istituto Aeronautico che vogliono intraprendere la stessa tua carriera?

A: Di studiare e di tenere duro, anche nei mo-menti difficili durante e dopo la scuola.Ho passato periodi bellissimi nel mio percorso fino ad oggi ma anche molti periodi difficili.Passione, motivazione e costanza hanno reso il mio sogno di ragazzino una realtà.

Ed ai ragazzi della terza media che hanno intenzione di affrontare lo studio dell’Isti-tuto Aeronautico?

A: Scelta assolutamente consigliata in quanto ottimo inizio per chi vuole intraprendere que-sta carriera o qualunque altra attività nell’am-bito dell’aviazione.

PROFESSIONE PILOTA

“Senza alcun dubbio i cinque anni di studio presso l’Istituto Tecnico mi hanno dato una solida base su cui poi continuare il percorso di

formazione”.

“L’Aeronautico è una scelta asso-lutamente consigliata in quanto ottimo inizio per chi vuole intra-prendere questa carriera o qua-lunque altra attività nell’ambito

dell’aviazione”.

l’intervista

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Pilota idro: un aviatorecompleto, in grado di gestire ogni tipo di situazione.Aero Club Como, da 80 anni fucina di piloti.

Testo: Cesare Baj

Immagini: Aero Club Como

IMPARARE AVOLARE SUGLIIDROVOLANTI

Aero Club ComoHangar dell’IdroscaloInternazionale di ComoTel. 031 [email protected]

La scuola di volo dell’Aero Club Como è una delle tre più rinomate e la più antica del mon-do nel settore del volo idro. Oggi prepara pi-loti con abilitazione SEP LAND e SEP SEA, ovvero abilitati a pilotare sia aerei terrestri sia idrovolanti.Imparare a volare sugli idrovolanti significa co-noscere macchine particolari, che possiedono tutte le caratteristiche di un normale aereo, ma anche quelle speciali degli idrovolanti, e significa abituarsi a operare nei mondi diversi, entrambi affascinanti, dell’aria e dell’acqua. Aviazione e Marina si fondono in questa attivi-tà che forma piloti esperti e completi. Il volo

idro, infatti, abitua il pilota a operare anche fuori dal sistema degli aeroporti e degli spazi aerei controllati, conferendogli un’accentuata autonomia di azione e una particolare prepa-razione psicologica ad affrontare qualunque imprevisto. Non è un caso che si dica: “Se devi avere un’emergenza, spera che ai comandi ci sia un pilota idro”.Il volo idro presenta un’altra caratteristica: la sicurezza. Gli idrovolanti, a causa delle speciali strutture di cui sono dotati, sono le macchine volanti più sicure che esistono, offrendo al pi-lota e ai passeggeri protezioni sconosciute su altri tipi di aerei.Ma il volo idro offre anche qualcosa di diverso: è estremamente piacevole e divertente. L’istru-zione avviene infatti in un ambiente magnifico, su laghi e fiumi, lungo coste interessanti, con la possibilità di scendere in città e paesi. Così si ha il piacere di fermarsi a mangiare in un risto-rante sulla riva e nel contempo ci si addestra a compiere un’operazione speciale, con amma-raggio, approdo alla riva e successivi decollo da idrosuperficie.L’aviazione idro costituisce un club ristretto nel mondo, composto da persone che si cono-scono bene tra loro, orgogliose di rappresenta-re una specialità rara e altamente qualificata.Molti piloti comaschi hanno intrapreso la car-riera di pilota professionista e oggi conduco-no aerei di linea o di aziende di aerotaxi o di privati. Alcuni hanno proseguito la carriera di pilota idro volando sui Canadair o facendo gli istruttori presso la scuola di volo comasca.La scuola dispone di un appartamento a dispo-sizione degli allievi piloti. In hangar sono offer-ti molti servizi, che favoriscono la vita sociale e creano un ambiente simpatico e amichevole.Chi vuole saperne di più o fare un volo di pro-va, stando seduto al posto di comando, con un istruttore a fianco, può rivolgersi, senza alcun impegno, all’Aero Club Como.

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Determinazionee professionalità sonola marcia in più pergli studenti delGianni Brera.Sala sempre al completoper le ceneorganizzate nel ristorante“Al Casnati”, internoall’istituto. Questo e tanti altri successi sono il loro bigliettoda visita.

AMBIZIONE E PASSIONE

Ha nove anni, vive con più di 250 studenti provenienti da un bacino molto vasto, ha tre laboratori di cucina ed uno di sala che in realtà è un vero e proprio ristorante aperto al pub-blico. Organizza servizi di banqueting e cate-ring, un servizio di gastronomia di eccellenza ed ha addirittura un portale internet per tutte le prenotazioni. Ha già partecipato a numerosi concorsi nel campo della ristorazione, con una media presenze/successi che ha dell’incredibi-le. È la carta d’identità dell’Istituto Alberghie-ro “G. Brera”.

Ci sarebbero molti elementi da cui partire per descrivere il successo di questo istituto. For-se su tutto basta riportare gli oltre 35 menu a tema proposti durante il precedente anno sco-lastico, per molti dei quali si è reso necessario il bis. Le prenotazioni alle serate di apertura del ristorante interno alla scuola superano a volte il mese di attesa. Anche per quest’anno parte il calendario delle serate e già sono fioc-cate le prenotazioni, alcune già per cene del 2010, come quella di San Valentino. Discorso analogo lo potremmo fare per i pranzi che, pur con un calendario meno fitto, vantano sempre il tutto esaurito.

Per gli studenti ha più significato parlare dei concorsi nazionali ed internazionali vinti in questi anni (e sono tanti), confrontandosi con molte altre scuole alberghiere o con veri e propri professionisti del settore. Oppure menzionare le esperienze di stage in strutture alberghiere o ristorative di primissimo livello. Per loro tutto ciò significa confrontarsi con lo stato dell’arte di un mondo che rappresenterà il loro futuro professionale. Però, agli occhi dei clienti del ristorante Al Casnati, loro sono già professionisti.

Va riconosciuto che nel successo di pubblico di queste cene concorre la simpatia suscitata dall’essere serviti da una brigata di camerie-ri così giovani e solari, ma nel contempo così professionali da lasciare stupiti. Alla lunga però ciò che afferma il ristorante Al Casnati è l’al-tissima qualità del servizio complessivo e dei menu proposti. Per molti clienti spesso è una

rincorsa a prenotarsi per nuove cene. Intanto la fama del ristorante dell’Istituto Brera si espan-de sempre più, andando ben oltre i confini di Como. Già nel 2007 una troupe del Tg3 dedi-cò ampi servizi a questo successo, sia nell’edi-zione regionale che in un approfondimento settimanale, con replica pure su Rai Uno. Ma l’attenzione dei mezzi di informazione per il “Gianni Brera” non è mai calata.

Il successo in termini di pubblico in realtà è, come si accennava prima, solo un elemento di immensa gratificazione. Ciò che conta per la scuola è la riprova dell’efficacia di un modello didattico: quello dove alla teoria segue la pra-tica sperimentata ad alti livelli, direttamente con il confronto di chi è giudice finale della bravura di cuochi e camerieri, cioè il cliente. Non si raggiungerebbero questi risultati senza il notevole impegno degli studenti. Per molti di loro la scelta di questa scuola è sostenuta da una forte passione, che il più delle volte si for-tifica nel confronto con la realtà professionale in cui vengono progressivamente inseriti. An-che se, al primo contatto con il pubblico, sanno di avere al loro fianco compagni e professori. Ciò consente loro di far pratica nel migliore dei modi. È evidente per loro che il richiamo o l’osservazione sono fatti al solo scopo di inse-gnargli a dare il meglio.

Sono i ragazzi stessi a progettare i menu, di-scutendo per giorni ogni fase di preparazione. Lavorano con materie prime di assoluta quali-tà, altrimenti il prodotto finale non potrebbe

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essere apprezzato ogni sera da più di 80 perso-ne. L’attività ristorativa consente, offrendo un menu dai costi comunque contenuti, di soste-nere le spese per le attrezzature ed i materia-li. Gli studenti si trovano davvero ad operare come nella cucina di un grande ristorante. In tutto questo non va trascurato il servizio di sala. L’allestimento, la mis en place, il servizio: tutto progettato e curato nei minimi dettagli.

Tutto questo, sommato alla costante prepara-zione teorica, consente agli studenti dell’Isti-tuto Alberghiero “G. Brera” di farsi notare in tutte le competizioni dove si presentano. Ciò che ancor più conta, vantano spesso un curri-culum di stage presso ristoranti ed alberghi di fama internazionali, tra cui Villa d’Este, Gual-tiero Marchesi, Grand Hotel Tremezzo, Pieri-no Penati e tanti altri.

Gran Trofeo d’Oro della Ristorazione Italiana - Edizione 2009•Coan Luca; Manzoni Alessandro; Molteni Eleonora; Mori Andrea; Sartor GuglielmoSecondi classificatiEuro 3.000 - Cinque corsi di aggiornamento professionale CAST AlimentiUna borsa di studio presso Summer School Alma.Premio Speciale di Euro 500: miglior prova eseguita in lingua straniera per Coan Luca

Racconta la tua merenda! - Edizione 2009•Menzione speciale a:Andrea Bonini, Fabrizio Fontana, Francesco Leoni, e Guglielmo Pianarosa

Campionati Italiani Barman - Edizione 2009•Fruci Giulia - secondo posto Panzera Lorenza - quarto posto

Concorso Culinario Insubrica - Edizione 2009•Bonini Andrea, Pianarosa Guglielmo - Medaglia d’OroBordoli Elena, Marzari Gaia - Medaglia di Bronzo

Internazionali d’Italia - Concorso culinario per professionisti - Ed. 2009•Secondi Classificati - Medaglia Argento (nessun oro assegnato)Caranchini Davide; Coden Stefano; Scaccia Alessandro ; La Porta Marco

Olimpiadi di Cucina di Erfurt – 2008•Diploma di merito categoria A- Arte CulinariaArcidiaco Giovanni; Caranchini Davide ; Coden Stefano; La Porta MarcoAiutati dai commis del quarto anno: Molteni Eleonora, Munaretto Alessandro, Scaccia Alessandro e Casati Matteo

•Ricettada1€-Edizione2008:De Carli Andrea; Perego Nicolò; Pirovano Marco; Scaccia AlessandroPrimi classificati.

•GranTrofeod’OrodellaRistorazioneItaliana-Edizione2008:Coan Luca; Grasso Riccardo; Livio Matteo; Orsenigo Deborah; Pizzetti MonicaSecondi classificatiEuro 3.000; Cinque corsi di eccellenza ALMA; Cinque corsi di aggiornamento profes-sionale CAST Alimenti; Una borsa di studio di due settimane presso ALMA

•Internazionalid’Italia-ConcorsoaSquadre-Edizione2008:Coden Stefano; La Porta Marco; Manzoni Alessio; Sartor GuglielmoSecondi Classificati - Medaglia ArgentoBallacchino Gabriele; Ciceri Stefano; Introzzi Eros; Miele GiovanniTerzi classificati - Medaglia Bronzo

•Internazionalid’Italia-ConcorsoIndividuale-Edizione2008Caranchini DavideTerzo classificato - Medaglia bronzo

•Internazionalid’Italia-“ConcorsoCocktail”-Edizione2008Giobbio Marta; Pallaro LisaTerze classificate - Medaglia bronzo

•ConcorsoInternazionale“AntonioNebbia”-“FingerFood&Cocktail”Edizione 2007:Caranchini Davide; Guanziroli Simone; Mori Andrea; Sartor GuglielmoDue squadre finaliste su 8 ammesse alle finaliPremio Speciale per la Tecnica e la ProfessionalitàEuro 1.000 in prodotti caseari

•GranTrofeod’OrodellaRistorazioneItaliana–Edizione2007Brioschi Enrico; Coan Luca; Marongiu Gianluca; Monti Federico; Ronchetti Martina; Vassalli ValentinaPrimi classificati Euro 10.000Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica Italiana alla “Migliore scuola d’Italia”

•Internazionalid’Italia-ConcorsoaSquadre-Edizione2007:Monti Federico; Brioschi Enrico; Schena Samuele; Malanca StefanoTerzi classificati - Medaglia BronzoFerrandi Luca; Grasso Riccardo; Marongiu Gianluca; Orsenigo DeborahTerzi classificati - Medaglia Bronzo

PALMARES

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LA PAROLA ALGRANDE CHEFFabrizio Molteni, nativo di Como, è uno dei giovani talenti della cucina italiana, potremmo benissimo dire internazionale, visto il contesto di altissimo livello in cui opera.Dopo un prima esperienza tra il ’94 e il ’95 all’Albereta di Gualtiero Marchesi, passa con il rango di chef al Griso di Malgrate (all’epoca un due stelle Michelin). Segue un primo ritor-no in Franciacorta durato due anni, più altre esperienze internazionali sempre di altissimo livello. Ad ogni passaggio una nuova qualifica. L’ultimo ritorno alla corte di Marchesi lo ri-porta inizialmente all’Albereta, per poi girare diverse capitali, con il massimo ruolo, a dar man forte nelle seconde case del Maestro me-neghino. Il definitivo rientro all’Albereta san-cisce l’investitura a chef della sede di Erbusco, incarico che Fabrizio ricopre dal 2004. Una carriera che a 30 anni lo porta sulle vette della ristorazione internazionale. Un colloquio telefonico con Fabrizio è l’occa-sione per porgli qualche domanda, prendendo spunto dal fatto che ha avuto contatto diretto con numerosi studenti dell’Alberghiero “Gian-ni Brera”, durante gli stage che alcuni di questi hanno svolto all’Albereta, oppure in occasione di alcune lezioni che lo chef ha tenuto presso il nostro istituto.

Fabrizio che ruolo deve avere, secondo te, il percorso formativo di colui che aspira a ruoli professionali di livello, confrontabi-li con il tuo?

F: L’impronta scolastica è importante, direi fondamentale. Oltre all’insegnamento delle nozioni teoriche e delle tecniche, i docenti di una scuola devono saper individuare gli alunni più capaci. Il loro compito è anche quello di capire la persona cha hanno di fronte e sapergli dare un’impostazione coerente con le sue atti-tudini. Devono saper indicare la miglior strada da seguire, attraverso gli stage e le esperienze professionali che seguono la scuola. Molti ragazzi per necessità famigliari si indi-rizzano nella scelta lavorativa, al termine degli studi, senza un criterio preciso. È importante che gli insegnanti consiglino verso le scelte più costruttive per ciascuno, quelle che permet-tano di sperimentare ed esprimere meglio le capacità dell’alunno.

Che caratteristiche deve avere un ragazzo od una ragazza che ambiscono ad un pro-fessione nel mondo della ristorazione ad alti livelli?

F: L’interesse, l’umiltà e senza dubbio una spiccata capacità. È importante inoltre saper-si mettere in gioco. Tentare strade ambiziose, difficili, perché sono quelle che danno più op-portunità. Se si ha la bravura, e quel poco di fortuna sempre necessaria, si avranno così le possibilità di raggiungere livelli di primissimo piano. Se la strada si rivela troppo difficile, op-pure avara di soddisfazioni, si può sempre fare un passo indietro e guardare ad altre opportu-nità che il mondo della ristorazione è in grado di offrire in gran numero.Viceversa, se si parte subito con esperienze che offrono subito più garanzie ma minori possi-bilità di crescita, di apprendimento, è difficile poi passare a contesti di livello superiore. All’inizio non bisogna guardare al profitto, o al numero di ore di lavoro. L’attenzione va posta all’obiettivo di avere la più ampia possibilità di crescita futura.

Hai avuto modo di vedere all’opera nu-meri studenti dell’Alberghiero “Gianni Brera”, sia all’Albereta che direttamente a scuola, durante le lezioni che hai tenu-to. Come giudichi il livello medio degli alunni della nostra scuola?

F: La qualità media è molto buona. La vostra è una scuola che può offrire alte aspettative.

Avendo una gestione privata indubbiamente riesce ad offrire opportunità e servizi che al-tre scuole non hanno. Questo ho potuto con-statarlo anche osservando gli studenti di altri istituti.Trovo che l’esperienza svolta da ragazzi e ra-gazze, attraverso la banchettistica del ristoran-te aperto al pubblico o degli eventi esterni a cui la scuola partecipa, sia un grosso vantaggio nel sviluppare prima capacità a livello pratico. Lo si nota subito entrando in contatto con loro, già nelle prime esperienze di lavoro.Per gli studenti provenienti da altre scuole è quasi sempre necessario un periodo di ap-prendimento maggiore, per ciò che riguarda l’aspetto pratico richiesto dalla professione.Non posso entrare nel merito delle conoscen-ze teoriche che la scuola riesce a dare. Non mi compete direttamente e non ho avuto modo di verificarle e di confrontarle con altre realtà. Di sicuro però il vantaggio che hanno gli studenti del “Brera”, attraverso le esperienze proposte dalla scuola, è innegabile.

Ti sentiresti quindi di consigliare la no-stra scuola?

F: In tutta onestà la consiglio certamente. Ho potuto riscontrare direttamente i risultati che permette di raggiungere ai suoi studenti.

Fabrizio Moltenichef di Albereta, il cuoredella ristorazione firmataGualtiero Marchesi,parla degli studenti del“Gianni Brera”, con i quali ha avuto mododi lavorare in diverseoccasioni.

l’intervista

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Iniziamo dagli anni delle superiori: qua-li considerazioni hai fatto, una volta ter-minata la terza media, relativamente alla scelta dell’indirizzo della scuola superiore da frequentare?

E: Finite le scuole medie ho seguito il consiglio dei professori che avevo e cioè di frequentare un istituto tecnico-pratico poiché ero più por-tato nei lavori manuali rispetto a quelli teorici. La scelta dell’istituto da frequentare è caduta sul Romagnosi di Erba perché all’epoca dava la possibilità di frequentare il corso di un solo anno per assolvere agli obblighi scolastici. Que-sto corso mi dava la possibilità di trascorrere 4 giorni a scuola e altri 2 in stage operativo in aziende turistico-alberghiere. Da qui nasce la mia passione per il campo alberghiero. A fine corso ho cercato una scuola adeguata al livello che avrei voluto avere e che comunque mi des-se più possibilità per il mio futuro e ho trova-to tutto quello che cercavo in una scuola quale l’istituto alberghiero Gianni Brera.

Secondo te quanto contano la passione e la preparazione nel tuo mestiere?

E: La passione e l’impegno in questo campo sono di fondamentale importanza poiché servo-no per migliorarsi continuamente, per appren-

dere nuove tecniche e conoscenze. Un’altra cosa importante è il fatto che nel campo alberghiero si lavora nei giorni in cui tutti gli altri riposano ed hanno tempo libero: è difficile mantenere rapporti sociali con altre persone al di fuori del campo lavorativo perché si ha poco tempo libe-ro, per fare esperienze inoltre si va spesso lon-tano da casa o addirittura all’estero. La prepa-razione serve altresì per cominciare da una base teorica su cui verranno poi sviluppate tutte le capacità pratiche. Avendo una buona base si ap-prende maggiormente, più in fretta e si ha poi la capacità di improvvisare quando si presentano situazioni difficili, come per esempio le allergie alimentari oppure per apprendere le tecniche

per la conservazione degli alimenti. Partendo da una buona preparazione teorica diviene più semplice affrontare tutte le situazioni.

Pensi che l’Istituto Alberghiero ti abbia dato una buona preparazione culturale, oltre che tecnica?

E: Certamente, l’istituto mi ha offerto un buo-nissimo bagaglio culturale che mi è già stato utile in numerose occasioni, non solo in ambito prettamente alberghiero. Ad esempio lo studio delle lingue straniere mi ha dato maggiori op-portunità.

Cosa ricordi degli anni trascorsi nel nostro Istituto?

E: Ricordo e ricorderò per molto tempo ancora il sacrificio dei miei genitori, la passione che ho messo nell’affrontare questo percorso e tutte le serate e i fine settimana passati a lavorare men-tre tutti gli altri erano liberi.

Qualche opportunità importante che hai avuto modo di provare?

E: Posso dire che ho avuto la fortuna di lavora-re nell’area esclusiva del festival del cinema di Venezia insieme allo staff di Gualtiero Marche-si nel ristorante allestito per l’occasione sulla piscina dell’hotel Excelsior del lido di Venezia durante tutta la durata del Festival. Ho avuto

GIOVANI PROMESSE

anche atre occasioni importanti, come lavora-re all’Albereta sempre di Gualtiero Marchesi, partecipare a svariati concorsi culinari e di par-tecipare in prima persona ad importanti mani-festazioni.

D: Pensi che lo studio presso l’Istituto Al-berghiero ti abbia dato delle basi necessa-rie per affrontare questo mestiere?

E: Certamente si, senza le basi teoriche sarebbe stata dura affrontare una realtà come la cucina, con tutte le conoscenze che entrano in gioco riguardo ad ogni prodotto e tenendo conto dei rischi legati a questo mestiere. Rischi riguar-danti sia me in quanto lavoratore che relativi al cliente che degusta le mie preparazioni. Ma soprattutto l’istituto è stato utile anche per le basi pratiche poiché durante le manifestazioni o le serate ho avuto la possibilità di dare sfogo alla mia creatività, che era ancora notevolmente ridotta nonostante sapessi che si sarebbe svilup-pata con il tempo e con il trattamento di più svariati alimenti.

D: Ci puoi raccontare qual è stato il tuo percorso professionale una volta ottenuto il diploma? In quali realtà hai lavorato?

E: Finita la scuola ho lavorato per qualche mese in un ristorante vicino a casa per poi iniziare la prima stagione a Bellagio. Attualmente lavoro al ristorante presso l’hotel Du Lac situato pro-prio nella piazza principale di Bellagio.

D: Se potessi tornare indietro rifaresti le stesse scelte scolastiche e professionali?

E: Rifarei tutto perché grazie alla scuola che ho frequentato ora sono arrivato a questi traguar-di, il mio percorso formativo è stato veramente ottimo e spero tanto che lo stesso valga anche per le prospettive future.

D: Quale consiglio ti senti di dare ai ragaz-zi dell’Istituto Alberghiero che vogliono intraprendere la stessa tua carriera?

E: Impegnarsi al massimo in qualsiasi occasio-ne, partecipare a tutte le manifestazioni orga-nizzate dall’istituto poiché si può sempre impa-rare in ogni occasione e tutto ciò contribuisce ad aumentare il proprio bagaglio culturale e la-vorativo. Mettersi sempre in gioco affrontando nuove difficoltà, avere la voglia di impegnarsi molto nelle cose che si fanno pur mettendo in conto qualche sacrificio. Tutto ciò contribuisce a rendere più efficace il percorso scolastico e so-prattutto servirà quando si affronterà il mondo lavorativo.

D: E per i ragazzi della terza media che hanno intenzione di affrontare lo studio dell’Istituto Alberghiero?

E: L’unica cosa è essere veramente convinti del-la scelta che si fa, sapere che una volta finita la scuola farai questo lavoro o comunque resterai in un campo legato al turismo e all’alimentazio-ne, sapendo che tutti gli sforzi fatti dai genitori sono serviti a darti la cultura e le basi utili per affrontare un qualcosa in cui sarai sicuro di ri-uscire.

Enrico Brioschi, ex studente dell’IstitutoAlberghiero “G. Brera”lavora attualmente alristorante Bellagio presso l’Hotel Du Lac: a lui abbiamo chiesto di raccontare il suo percorso e le sue esperienze.

l’intervista

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ORIENTAMENTO 2009

diplomati al Centro Studi Casnati;-segreteria aperta durante tutto l’evento.

Ma la nostra attività di orientamento non si fer-ma a quello, si articola su numerose attività.Le iniziative che il Centro Studi Casnati pro-pone sono pensate per aiutare a comprendere le caratteristiche dei corsi di studio di ciascuno dei suoi Istituti, con i loro molteplici indirizzi, cercando di coinvolgere i partecipanti in signi-ficativi momenti dell’attività didattica svolta da ciascun corso.È per questo che da diversi anni si svolgono, con grande interesse da parte della famiglie, gli stage di orientamento: lezioni di orienta-mento di due ore, durante le quali gli studenti possono sperimentare direttamente il tipo di formazione offerto dagli istituti del Centro Studi Casnati, seguiti da insegnanti e a contatto anche con i nostri studenti. I genitori che ac-compagnano i propri figli a questi incontri pos-sono, nel frattempo, contare sulla disponibilità

del Dirigente Scolastico e della segreteria per ogni informazione.I mini incontri vengono fissati settimanalmente per ciascun istituto, da ottobre 2009 a gennaio 2010, dalle 14.00 alle 16.00.Per partecipare basta lasciare le proprie ge-neralità, l’incontro di orientamento prescelto e il recapito telefonico ad uno degli incontri provinciali di orientamento. Oppure telefo-nando in segreteria (nr. 031/305540 int.204), o facendo richiesta tramite la nuova sezione orientamento del sito www.centrocasnati.it. Sarete ricontattati al più presto per la co-municazione delle date disponibili.Gli stage prevedono per ciascun istituto speci-fiche attività.

Riparte l’intensa attività di orientamento per gli studenti in uscita dalle scuole secondarie di primo grado. I primi appuntamenti ufficiali saranno le date degli incontri provinciali per l’orientamento, organizzati dall’Ufficio scolastico della Provincia di Como. A questi importanti eventi si aggiungono poi le attività organizzate dalle singole scuole medie (usiamo questa “vecchia” definizione per comodità) nel fornire un servizio di orientamento in usci-ta. Chiudono il cerchio le scuole superiori, offrendo le più svariate tipologie di incontro rivolte alla presentazione della propria offerta formativa. Ormai per tutte è d’obbligo almeno un “Open Day”.Ovviamente anche il Centro Studi Casnati si è già attrezzato, fissando la sua giornata di scuo-la aperta per sabato 28 novembre 09, dal-le 14,30 alle 18,00. Il programma prevede:

-la presentazione dell’offerta formativa del Centro Studi Casnati;-le presentazioni dei corsi di ciascun istituto;-laboratori aperti, per vedere da vicino lo svolgersi dell’attività didattica;-incontri con insegnanti e studenti in corso o

Liceo Linguistico Conversare giocando in lingua: lezione ludica di esercizio nell’uso della lingua ingle-se, per sperimentare il coinvolgimento in una lezione dove è consentito comunicare solo in lungua straniera.Liceo ArtisticoDisegno dal vero: lezione di ornato dise-gnato dove si sperimenta la copia dal vero di una natura morta o di una parte anatomica. Per scoprire che dietro ad ogni artista c’è tanta tecnica.Istituto Tecnico AeronauticoProva al Simulatore di Volo: l’esperienza del volo simulato per comprendere quanti e quali aspetti deve tenere presente un aspirante pilota.Istituto Professionale AlberghieroLaboratorio di cucina: per scoprire che all’Alberghiero non si scherza; c’è tutto per sentirsi parte di una vera e propria attività di ristorazione.

Per l’Istituto Aeronautico si ripeteranno anche quest’anno veri e propri voli di prova. In colla-borazione con l’Aero Club di Como, tutti i ra-gazzi e le ragazze che parteciperanno allo stage di orientamento dell’Aeronautico facendo un po’ di esperienza al simulatore, riceveranno un buono per poter effettuare, a costo simbolico, un volo prova su un vero idrovolante, nello splendido contesto del Lago di Como. Il volo sarà organizzato contestualmente ad una breve lezione per piccoli gruppi, direttamente presso l’hangar dell’Aero Club.

Per essere sempre aggiornati sull’attività che il Centro Studi Casnati organizza, a favore degli studenti delle scuole medie e le rispettive fa-miglie e per entrare in contatto con noi, vi in-vitiamo ancora a visitare il nostro sito internet all’indirizzo www.centrocasnati.it, con la nuova sezione dedicata all’orientamento.

Al via l’attività diorientamento per guidare gli studenti delle scuolemedie alla scelta del miglior percorso scolastico.Ecco le iniziative delCentro Studi Casnati.

Ampio spazio come sempre agli stage in aula o in laboratorio,

da ottobre 2009 a gennaio 2010.Sempre più informazioni con la

nuova sezione dedicata all’orientamento del sito

www.centrocasnati.it

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“Al Casnati” nasce con l’intento di sensibilizzare il grande pubblico sul tema dell’educazione al Gusto medianteSerate a Tema e Lezioni di Cucina Creativa.

L’idea deriva dal connubio tra la creatività artistica e quella culinaria, in un tripudio di colori e sapori frutto di studi approfonditi dei nostri studenti sulle varie discipline e loro applicazioni.

Offriamo un servizio di catering e banqueting adatto ad ogni occasione e ad ogni location.

La promozione e la difesa dei prodotti tipici eno-gastrono-mici italiani sono la nostra mission: “L’Arte del Gusto” Vi trasporterà in una dimensione nella quale il piatto è quadro e la tavola scultura.

Presso la nostra sede abbiamo a disposizione una Sala Ristorante che accoglie sino a 140 persone, con possibilità di video proiezioni e presentazioni multimediali. Nella nostra Sala Ristorante abbiamo realizzato business-lunch, gala dinner, aperitivi e coffee-break per numerose aziende e istituzioni.

Nella Sala Ristorante “Al Casnati” di via Carloni 8 a Como, ogni venerdì sera gli studenti dell’ istituto Alberghiero vi propongono serate a tema dedicate alla cucina nazionale e a tema.

Prenotare è semplice! scegli sul sito www.alcasnati.it la serata che preferisci e compila il form, verrai contattato per la conferma.

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tel. 031 305540Via Carloni, 8 - [email protected]

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