Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

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2 3 L’ASSOCIAZIONE Il nostro 2006 MENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI,PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 CONV. L. 27/2/04 N°46 ART. 1 COMMA 2 DCB-ROMA STAMPE PROMOZIONALI E PROPAGANDISTICHE RACCOLTA FONDI NOTIZIE RADICALI QUOTIDIANO DICEMBRE 2006 AUT. TRIB. ROMA 11673 DEL 13.07.1967 - DIR. RESP. AURELIO CANDIDO VIA DI TORRE ARGENTINA, 76 00186 ROMA 4 5 6 7 11 12 13 14 17 18 19 20 21 WELBY Le lettere Pannella Il ricorso giudiziario “Lasciatemi morire” Eutanasia clandestina La nonviolenza La petizione Il Belgio 22 23 24 25 26 27 28 29 RICERCA E LAICITÀ Coscioni Staminali Bandinelli Droga/Corbellini Legge 40 Pillola del giorno dopo 30 31 DISABILITÀ Storie di speranza Libertà di parola STRU MEN TALIZ ZIAMO WELBY! ISCRIVENDOCI ALLA SUA ASSOCIAZIONE PER IL 2007 Quando leggerai questo giornale, forse sarà già stato un giudice, o un'azione di disobbedienza civile a garantire a Piergiorgio la sua “morte opportuna”. Lo speriamo. Oppure quella risposta avrà tardato, e Piergiorgio avrà di nuovo avuto la forza immensa di resistere alla violenza per conquistare un diritto per tutti. Ha comunque aperto una strada. Ciascuno ora può, se vuole, fare la sua parte. Agenda Coscioni Numero Tre Dicembre 2006 Direttore Marco Cappato

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Agenda Coscioni - dicembre 2006

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2 3L’ASSOCIAZIONE

Il nostro 2006

MENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA

POSTE ITALIANE SPASPEDIZIONE IN A.P.

D.L. 353/2003CONV. L. 27/2/04 N°46

ART. 1 COMMA 2 DCB-ROMA

STAMPE PROMOZIONALI E PROPAGANDISTICHE

RACCOLTA FONDI

NOTIZIE RADICALIQUOTIDIANO

DICEMBRE 2006AUT. TRIB. ROMA 11673DEL 13.07.1967 - DIR.

RESP. AURELIOCANDIDO

VIA DI TORREARGENTINA, 76 00186

ROMA

4 56

7 111213

14 1718 1920 21

WELBY

Le lettere

Pannella

Il ricorso giudiziario

“Lasciatemi morire”

Eutanasiaclandestina

La nonviolenza

La petizione

Il Belgio

2223 24

2526 27

2829

RICERCA ELAICITÀCoscioni

Staminali

Bandinelli

Droga/Corbellini

Legge 40

Pillola del giornodopo

3031

DISABILITÀStorie di speranza

Libertà di parola

STRUMEN

TALIZZIAMO

WELBY! ISCRIVENDOCI

ALLA SUA ASSOCIAZIONE

PER IL 2007

Quando leggerai questo giornale, forsesarà già stato un giudice, o un'azione di

disobbedienza civile a garantire aPiergiorgio la sua “morte opportuna”. Lo

speriamo. Oppure quella risposta avràtardato, e Piergiorgio avrà di nuovo avutola forza immensa di resistere alla violenza

per conquistare un diritto per tutti. Hacomunque aperto una strada. Ciascuno

ora può, se vuole, fare la sua parte.

Agenda CoscioniNumero Tre

Dicembre 2006 Direttore Marco Cappato

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2 IL NOSTRO2006

L’ASSOCIAZIONE .

Gennaio Febbraio

Luglio Agosto Settembre

Marzo

Sotto la pressione di una petizione eu n a m o b i l i t a z i o n e n a z i o n a l e, c o nP i e rg i o rg i o We l by, s t ra p p i a m o u n ar i for ma al l ’ex Ministro Pisanu in cuipossono votare da casa i c i t tadinil e g a t i i n m o d o v i t a l e a d a p p a re c -chiature elettromedical i

IL DIRITTO DIVOTO DEI MALATI

Si t iene i l 21 e 22 lugl io con la par te-cipazione dei Ministr i Fabio Mussie d E m m a B o n i n o d e l P re s i d e n t ed e l l a C o m m i s s i o n e Sa n i t à I g n a z i oM a r i n o e d i a l t r i p a r l a m e n t a r i .O b i e t t i v i d e l i b e r a t i : C e l l u l eC o s c i o n i , m e n s i l e a s s o c i a z i o n e einiziat iva eutanasia.

CONSIGLIO GENERALE

I l 2 2 s e t t e m b re 2 0 0 6 P i e r g i o r g i oWe l by s c r i v e u n a l e t t e r a aNapoli tano. “Pr imo Piano” manda ino n d a l a v i d e o - l e t t e r a d o p o c h e imedia la censurano per due gior ni .Scoppia i l caso Welby e i l Presidented e l l a Re p u b b l i c a r i s p o n d e d i re t t a -mente al co-Presidente del l ’associa-zione e sul la sua vicenda scr ive: “ i ls o l o a t t e g g i a m e n t o i n g i u s t i f i c a b i l esarebbe i l s i lenzio, la sospensione ol’e lusione di ogni responsabi le chia-r imento”.

WELBY SCRIVEA NAPOLITANO

Nel mese di agosto s i prepara i l pro-g e t t o e d i t o r i a l e e d è s t a m p a t o i ln u m e r o z e r o d e l g i o r n a l e m e n s i l edel l ’Associazione Coscioni inviato adecine di migl iaia persone.

AGENDA COSCIONI

Dal 16 al 18 febbraio l ’associazionec o n v o c a l a p r i m a r i u n i o n e d e lCongresso Mondiale per la Liber tà diR i c e rc a , c o n l a p a r t e c i p a z i o n e d ipersonal i tà del mondo del la scienza,del la pol i t ica, del la bioetica inter na-zional i . I l 20 febbraio muore LucaCoscioni .

IL CONGRESSOMONDIALE

A m a r z o v i e n e p re s e n t a t o i l s i t od i s o b b e d i e n z a c i v i l e . i t p e r o f f r i real le coppie con problemi r iprodutt i-vi infor mazioni ut i l i per raggiungerec l i n i c h e e s t e re. Ne l l o s t e s s o m e s ep a r t e l a c a m p a g n a p e r g l i s m s a isordi a prezzo di costo.

LEGGE 40E SMS SORDI

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L’ASSOCIAZIONE

3IL NOSTRO2006.

Ottobre Novembre Dicembre

Aprile Maggio Giugno

I l 27 ottobre l ’associazione organiz-z a c o n p e r s o n a l i t à d e l l a p o l i t i c a ,insieme a giur ist i , medici e bioetici-st i un seminar io sul la domanda diPiergiorgio Welby : “È possibi le chemi s ia somministrata una sedazioneter minale che mi per metta di poterstaccare la spina senza dover soffr i-re?

SEMINARIO SUDOMANDA WELBY

I l 3 1 n ov e m b re u n a d e l e g a z i o n edel l ’Associazione Coscioni è r icevu-t a d a l P re s i d e n t e d e l l a C a m e r aFa u s t o B e r t i n o t t i . Ve n g o n o c o n s e -g n a t e l e p r i m e 1 0 0 0 0 f i r m e d e l l apetizione sul l ’eutanasia sottoscr i t tada centinaia di medici e amministra-tor i local i .

PETIZIONE EUTANASIA

D o p o l ’ a t t e n z i o n e d e l P re m i e rRomano Prodi che r iceve una dele-gazione del l ’associazione a PalazzoChigi , i l 3 e 4 dicembre è r i lanciatal ’ i n i z i a t i v a n o n v i o l e n t a p e r u n ar i s p o s t a a We l by c o n c e n t i n a i a d ipersone in sciopero del la fame tra lequal i i l Ministro Emma Bonino.

NONVIOLENZA

Tenuto dal 21 al 23 apr i le, i l pr imodopo la scomparsa di Luca, i l con-gresso r i lancia sugl i obiett ivi del lamozione di Or vieto ed e legge a l lac o - P re s i d e n z a M a r i a A n t o n i e t t aFar ina Coscioni , Piergiorgio Strata,G i l b e r t o C o r b e l l i n i e P i e r g i o r g i oWelby.

IL V CONGRESSO(STRAORDINARIO)

I l Pa r l a m e n t o e u r o p e o i n i z i a l adiscussione sul f inanziamento del lar icerca sul le s taminal i embr ional i .L’ a s s o c i a z i o n e l a n c i a a m a g g i o l ap e t i z i o n e d e l i b e r a t a a l C o n g re s s oMo n d i a l e c h e v i e n e s o s t e n u t a d aPremi Nobel e centinaia di r icercato-r i . I l 1 5 g i u g n o i l PE c o n f e r m a i lf inanziamento.

PETIZIONE ALPARLAMENTOEUROPEO

L’ 1 1 g i u g n o M a rc o C a p p a t o, p e rl ’Associazione, r iceve a Stanford unp re m i o p e r l ’ i n i z i a t i v a g l o b a l e s ul iber tà di r icerca: in par t icolare alsummit cal i for niano l 'AssociazioneCoscioni è premiata per aver creatoi l Congresso Mondiale per la l iber tàdi r icerca.

PREMIO INTERNAZIONALE

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È mia ferma decisione rinunciare allaventilazione polmonare assistita.Staccare la spina mi porterebbe ad unaagonia lunga e dolorosa. Anche unasedazione protratta nel tempo non migarantirebbe una morte immediatasenza dolore. Chiedo: è possibile che misia somministrata una sedazioneterminale che mi permetta di poterstaccare la spina senza dover soffrire?

Caro Presidente, nonostante la miapubblica richiesta di essere sedato perstaccare il respiratore, nessuno vuoleprendersi questa responsabilità. Quindi,l'unica via percorribile resta quelladella disobbedienza civile che - insiemea Marco Pannella e ai compagniradicali - non potremmo e non potremofar altro che mettere in pratica ungiorno da decidere.

4 IL DIALOGO CONLE ISTITUZIONI

WELBY :

ChiaraAcciarinisottosegretario Min. dellePolitiche per la Famiglia

FerdinandoAdornatodeputato Forza Italia

GavinoAngius senatore dell’Ulivo

RapisardoAntinuccideputato Rosa nel Pugno

LucioBaranideputato Nuovo PSI

I 49 ISCRITTI 2006 NELLE ISTITUZIONI

P. WELBY AI PRESIDENTI COMMISSIONEGIUSTIZIA E SANITÀ. 13 NOVEMBRE

P. WELBY, 27 OTTOBRE

“Caro PiergiorgioWelby, ho letto consolidale sofferenza laSua lettera. Sento tuttal’inadeguatezza di unarisposta interlocutoria,ma vorrei farLegiungere almeno unavicinanza umana.”

F. BERTINOTTI15 NOVEMBRE

“Caro Welby, laringrazio per avermiinviato la Sua “letteraaperta”. Sono con lei.Le dispiacerebbe sevenissi a trovarLa? Mifaccia sapere.

C. SALVI 16 NOVEMBRE

Gentilissimo SignorWelbyin seguito alla sualettera aperta inviata il13 novembre scorso,desideriamorassicurarla ribadendoil nostro impegno pergiungere nei tempi piùrapidi possibiliall'approvazione diuna legge sultestamento biologico econtro l'accanimentoterapeutico. Oggi ilnostro paese lamentauna grave carenza inquesta materia e leconseguenze di questasituazione ricadono supazienti che come leichiedono risposte datanto tempo. Il Parlamento, comelei ben sa, ha potere diinterventounicamente in ambitolegislativo ed è proprio

IO, PUNITO PERCHÈ RIFIUTO

Non restaaltra via chela disobbe-dienza civile

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WELBY

5IL DIALOGO CONLE ISTITUZIONI:

MarcoBeltrandi deputato Rosa nel Pugno

EmmaBoninoministro per il Commercio Int.e per le Politiche Europee

MargheritaBoniver deputata Forza Italia

SalvatoreBugliodeputato Rosa nel Pugno

LuigiCancrinideputato Comunisti Italiani

I 49 ISCRITTI 2006 NELLE ISTITUZIONI

per questo che tra iprimi atti politiciavviati dal Presidentedella CommissioneIgiene e Sanità delSenato, non appenaeletto, vi è statoproprio quello dimettere all'ordine delgiorno le proposte dilegge sulle direttiveanticipate di vita.Anche secomprendiamol'urgenza epersonalmentesoffriamo per ladrammaticità dellasituazione che leidenuncia, legata allasua condizione dimalattia, non rientratuttavia nei compiti enella disponibilitàdelle due Camerepoter intervenire inmodo diverso daquello appenaindicato. Possiamo garantirle lanostra personaleassunzione diresponsabilità per fareprocedere il piùcelermente possibilel'iter parlamentarerelativo alle propostedi legge attualmentein discussione alSenato e, speriamo,successivamente allaCamera. Ci permettainfine di esprimerle inostri sentimenti disolidarietà per ladifficile situazione chesta affrontando e per ilsuo straordinariocoraggio.

I. MARINOM. LUCÀ

17 NOVEMBRE

SOLUZIONI CLANDESTINE

Continuoad essere

sottoposto a un’atroce

tortura

Gentile Presidente,La ringrazio della sua partecipazione e le vorrei ricordare che allamia domanda di poter essere sedato per staccare il ventilatorepolmonare non mi è stata data una risposta pratica, malgradol’affermazione, venuta da ogni parte, anche nell’appositoseminario tenutosi il 27 ottobre scorso con autorevoli medici,giuristi e bioeticisti, che chiunque al mio posto ormai avrebbericevuto il trattamento da me auspicato. Di fatto è quel cheevochiamo e denunciamo come eutanasia clandestina di massa,usuale nel nostro Paese. Questo probabilmente perché sono ancheun esponente politico nonviolento, che cerca di dare corpo anchealla legalità e alla giustizia per il rispetto della vita e della mortedi tutti. Le chiedo di fare quanto è nel suo potere per accelerare lanomina del CNB e la calendarizzazione per la discussione dellaproposta di legge sulle direttive anticipate di trattamento.

WELBY RISPONDE A BERTINOTTI E SALVI 18 NOVEMBRE

Caro Presidente,non mi è stato fisicamente possibile concludere il messaggio cheLe ho inviato ieri. Desidero chiederLe qualcosa che mi staparticolarmente a cuore e che riguarda la cessazione dellaviolenza di Stato della quale sono totalmente oggetto.Poiché continuo ad essere sottoposto ad un’atroce tortura amorte/vita, costretto a sofferenze inimmaginate, che in altri Paesisarebbero inimmaginabili;Poiché mi sembra evidente che sono punito per il fatto che, daradicale e nonviolento, rifiuto soluzioni clandestine – che tutticonfermano essere a portata di mano – solo perché voglio onorareil diritto, applicare diritti condivisi – a chiacchiere – dal Potere;Poiché corrispondo alla Sua attenzione ed a quella di tantirappresentanti delle nostre istituzioni;Le chiedo di dirmi se vi sia, a Suo avviso, altra via dignitosarispetto a quella di realizzare un’azione di “affermazione dicoscienza” e conseguente autodenuncia, commutando cosìl’avvenuta sottrazione alla tortura cui sono illegittimamentesottoposto in reato, in crimine per la... Repubblica italiana.

LA SECONDA LETTERA DI WELBY A BERTINOTTI E SALVI

18 NOVEMBRE

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6 INFORMAZIONE E REGIME

WELBY !

DanieleCapezzonedeputato Rosa nel Pugno

MarcoCappatoeuroparlamentare gruppoALDE

FurioColombosenatore dell’Ulivo

NataleD'Amicosenatore dell’Ulivo

SergioD'Eliadeputato Rosa nel Pugno

Come già accaduto altre volte, oggidobbiamo constatare l’assolutodisinteresse (ma sarebbe più giustoparlare di concreto interesse adimpedire l’informazione) delgiornalismo italiano sulle iniziativeistituzionali che sono state prese inquesti giorni. Salvo le eccezioni diRadio Radicale e quella dell’Unità,l’Avvenire, per me è l’unico quotidianoche riconosce la dignità di questatragedia, di queste tragedie dellasocietà Italiana, sulle quali stiamo tuttiquanti dibattendoci e dibattendo.

Mi riferisco al fatto che il presidentedella commissione sanità, IgnazioMarino, quasi quotidianamente hapreso iniziative di risposta,corrispondendo alla richiesta pubblicadi Piero Welby: …(questo è avvenuto)dopo un seminario importantissimo epubblico, nel quale tutti i medici e glioperatori, che si occupano di questotema hanno riconosciuto che se non sitrattasse di Welby il problema sarebbegià stato risolto: tanto è chiaro che glistessi principi che a volte presidiano leresistenze all’aggiornamento dellalegislazione sono qui in causa in unmodo patente.

Welby dice, a questo punto, due cose:uno, l’accanimento terapeutico èanatemizzato dal Papa e da tuttiquanti, quindi non deve esserciaccanimento terapeutico. Ebbene,quella parte di me chiamata la mia vita,il mio corpo, la mia salute, che sitrovano nelle condizioni nelle quali sitrovano, sono sicuramente oggetto diaccanimento terapeutico (nessunonega che Piergiorgio Welby oggi si troviall’interno del tunnel dell’accanimentoterapeutico); due: allora volete dirmicome si può fare, nel mio caso, apassare alle cure che leniscano ildolore ma che costituiscano anche larinuncia all’accanimento terapeutico?Che cosa si nega a Welby? Si nega ildiritto alla morte e il diritto alla vita. Lasituazione dovrebbe essere più chiara:c’è un nuovo tipo di tortura imposta innome di quello che vive Welbyufficialmente, per averlo volutomanifestare e rendere pubblico, perchéaltrimenti la pietà popolare, l’amore, ilsenso della decenza umana, avrebberorisolto già il problema con l’eutanasiaclandestina di massa, pur con tutti i

guai e i rischi che queste cosecomportano. Questo tipo di torturanon ha altro obiettivo che sé stessa. Sitortura a morte un terrorista perchépuò sapere di un attentato, comesventarlo, si tortura per sapere…no,questa tortura alla quale Welby èsottoposto da tutto - dalla scienza,dalle leggi, dalla realtà italiana, dallaviltà nazionale, dall’impotenza dellecoscienze dinnanzi alla violenza delcardinale Bellarmino – non ha questotipo di giustificazioni. Qui abbiamouna situazione nella quale Piero Welbynon è bruciato, messo al rogo comeGiordano Bruno (in mezz’oramorrebbe): lui non ha nemmeno ildiritto alla morte, la tortura è

sicuramente una tortura patente diogni fibra del suo corpo, del suopensiero ed è quindi finalizzata a che?A che prosegua, che sia interrotta. E’un caso che a livello individuale sichiamerebbe sadismo criminale, ma alivello collettivo è l’unico grande casoche inventa un nuovo modo diopprimere l’umanità e la persona.Prima la persona la bruciavi, lacondannavi a morte, la condannavi alsupplizio: qui no, tu lo condanni a unatortura che diventi perenne, checontinui, mentre l’altro dice: scusate,mi volete rendere la mia vita naturale, esoprattutto il diritto alla mia mortenaturale?

Ora, questo Paese trova gli interventidel Presidente della Commissionesanità del Senato Ignazio Marino, delpresidente della Commissione affarisociali, della Camera Mimmo Lucà, equello (che vale appunto molto anchepoliticamente) oggi sull’Unità con lafirma, associata a quella di Marino, diAnna Finocchiaro, che dicono

“andremo avanti perché almeno leleggi sul testamento biologico venganoacquisite presto” e sappiamo che ètutto quello che possono fare. Iltestamento biologico serve ad attestarela volontà di qualcuno, nell’ipotesi chenon sia più cosciente, è una guida, equesto non è il caso di Welby! e lui èfelice che attraverso la sua sofferenza,che gli è imposta, si riescano adaccelerare almeno i tempi diapprovazione di questa legge e i tempidi riduzione di un’altra immondaforma di tortura. Oggi governa e regnaBellarmino! Si è fatto l’esempio diVesce: una persona, un corpo, ridottoalla vita vegetale, che però costringe ifamiliari ad assistere un vegetale chenon è neppure tale, che occupa deiposti letto in ospedale, che togliedenaro, investimenti, sanità agli altrimalati. Allora il problema è chiaro:Welby è Presidente della nostraAssociazione. Si è assunto unaresponsabilità che è di leadershippolitica, e ha detto: “a questo punto mipare che voi potenti siete impotenti.Non metto in dubbio la vostrasincerità, la vostra solidarietà, la vostraattenzione, metto in dubbio la vostracapacità di potenti, di essere altro chesu questo impotenti rispetto ad unpotere sostanziale che è molto piùforte del potere formale delle leggi,dell’autorità”. E quindi ha detto: “siproceda alla disobbedienza civile,all’affermazione di coscienza, noifacciamo affermazione, non obiezionedi coscienza”. Non sappiamo come si possa fare, madovremo sapere come si può fare.Basta! Perché altrimenti noi saremmocomplici per incapacità, non perimpotenza, di questa tortura immondache è la cifra della nostra umanità dioggi tradotta in istituzione. Quindidovremo arrivare a sapere come. Ioringrazio Piero e gli chiedo perdono,scusa se siamo un po’ ricondottiall’incapacità, se non all’impotenza delpotere. Mi felicito davvero su questaulteriore prova che nel nostro Paesepiù che dal potere politico che nonqualifico, più che dalla CorteCostituzionale che non qualifico, èfornita da un potere di editori edirettori di giornali che è immondo.Ogni volta che la politica e la legge purcercano di muoversi, come spesso èaccaduto in termini di difesa di diritti

umani fondamentali, e a volte con iparlamentari a maggioranza assolutache hanno preso delle posizioni unicheal mondo, la stampa Italiana ha sempreimpedito che questo venisseconosciuto, valutato dal Paese, dagliItaliani.

Quindi si è insegnato ai potenti: nonfate queste cose perché altrimentisarete condannati alla clandestinità.Bene, a questo punto si procederà, siprocederà a che cosa? ad interromperequesta immonda, immonda, non è uneccesso, tortura di stato, senzaprecedenti, perché ha come fine solosé stessa. Se voi togliete alla torturaperfino la ragione, l’obiettivo chedovrebbe giustificarla e di cui hodiscusso qualche volta con Jean MarieLe Pen quando mi diceva: “ma io senon torturavo quel terrorista,esplodeva il caffè con 30, 40, 70 morti”e io dicevo: “non si fa, non lo devi fare ebasta”. Qui non c’è nemmeno questo.Non c’è la nobiltà o l’ignobiltà di unobiettivo. Bellarmino governa e regna,ed è peggio, perché Bellarmino, la vocedi Bellarmino è la voce della televisionedi Stato Italiana, è la voce che siimpone ad un potere che non puòparlare, come Marino e come Luca. Ivostri direttori “vonno sapé” quando“l’ammazzamo”, “come famo”, se èpossibile preparare già le cose, noi vidiciamo: beh, questa è la cifra loro, è lacifra del giornalismo italiano. Grazie!

Conferenza stampa Associazione Luca Coscioni23/11/06

Una nuova forma di tortura che non haaltro obiettivo che sestessa. Si nega a Welbyil diritto alla morte e ildiritto alla vita

PANNELLA: OGGI REGNA IL CARDINALE BELLARMINO

Page 7: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

WELBY

7LA VIA GIUDIZIARIA!

TRIBUNALE CIVILE DI ROMA

Ricorso ex artt. 669 ter e 700 c.p.c.per il Signor Piergiorgio Welby (C.F.xxxxxxxx) residente in Roma e quivielett.te domiciliato in Via Sardegna n. 38presso lo studio degli Avv.ti Prof.Francesco Di Giovanni e Marco Manciniche lo rappresentano e difendono, inunione con il Prof. Avv. Vittorio Angiolinie con l’Avv. Riccardo Maia, in forza diprocura speciale alle liti per atti delNotaio Antonio Manzi di Roma del 28novembre 2006 Rep. n. 78604 che si alle-ga

- ricorrente -

controla xxxx

e il Dott. xxxx

- resistenti -

In fatto1) Il Signor Piergiorgio Welby è da anniaffetto da un gravissimo stato morbosodegenerativo, clinicamente diagnostica-to quale “distrofia fascioscapoloomera-le”.Il progredire della malattia, seguendoperaltro un decorso non inatteso, hacomportato che, allo stato odierno, alricorrente è inibito qualsiasi movimentodi tutto il corpo, ad eccezione di quellioculari e labiali, e la sua sopravvivenza èassicurata esclusivamente per mezzo diun respiratore automatico al quale èstato collegato sin dall’anno 1997.

2) La tipologia del morbo è tale che, sullabase delle attuali conoscenze medico –scientifiche, i trattamenti sanitari prati-cabili non sono in condizione di arrestar-ne in alcun modo l’evoluzione e, quindi,hanno quale unico scopo quello di diffe-rire nel tempo l’ineludibile e certo esitoinfausto, semplicemente prolungando lefunzioni essenziali alla sopravvivenzabiologica ed il gravissimo stato patologi-co in cui il ricorrente versa.

3) Nonostante sia, nel fisico, completa-mente immobilizzato, il deducente con-serva pienamente intatte le propriefacoltà mentali. Va anzi posto in luce cheil Sig. Welby, durante la sua lunga malat-tia, sin dall’inizio prospettatasi con lagravità invalidante che oggi si è manife-stata definitivamente, ha costantementericevuto puntuali e precise informazioni,anche di carattere tecnico – scientifico,da parte dei propri medici curanti inordine ai vari stati di evoluzione dellapatologia, nonché in merito alla tipolo-gia e alle finalità dei trattamenti che viavia gli sono stati praticati, che gli vengo-no attualmente somministrati, nonchédi quelli ulteriormente possibili; il Sig.Welby è, dunque, in grado di esprimereuna volontà pienamente informata econsapevole circa l’accettazione o il rifiu-to dei detti trattamenti.

4) Il ricorrente, in considerazione del suograve e sofferto stato di malattia in faseirreversibilmente terminale, dopo esserestato debitamente informato, comedetto, dei trattamenti praticabili e dellerelative conseguenze, ha consapevol-mente ed espressamente richiesto, alla

struttura ospedaliera ed al medico daiquali è professionalmente assistito, dinon essere ulteriormente sottoposto alleterapie di sostentamento in atto, e diricevere assistenza solamente nei limitiin cui ciò sia necessario per lenire le sof-ferenze fisiche.

5) In particolare, e come è pacificamenteammesso dallo stesso medico curante, ilSig. Welby ha dichiarato, il 24 novembre2006, che non consente a proseguirel’utilizzo, sulla propria persona, del ven-tilatore polmonare, chiedendo espressa-mente che si proceda al distacco di taleapparecchio di ventilazione, peraltro“sotto sedazione terminale”, e dunquecon espressa indicazione circa la conte-stualità tra il distacco medesimo ed iltrattamento sedativo teso a scongiurareulteriori patimenti.

6) La volontà del Sig. Welby è chiaramen-te ed univocamente espressa. La struttu-ra ospedaliera ed il medico curante, indata 25 novembre 2006, hanno tuttavia,per iscritto, opposto un rifiuto alla richie-sta del Sig. Welby, assumendo di nonpoter dar seguito alla volontà espressadal paziente, in considerazione degliobblighi ai quali si ritengono astretti. Inspecie, per la verità non negando, bensìespressamente convenendo di essere“obbligato per legge a rispettare la volon-tà” del Sig. Welby, e dunque di essere

obbligato al distacco del ventilatore pol-monare sotto sedazione, il medicocurante, rilevato che ciò comporta “peri-colo di vita”, ha opposto che quando ilpaziente fosse sedato, e dunque “non piùin grado di decidere”, scatterebbe imme-diatamente, appunto in relazione alrischio della “vita”, l’obbligo di “procedereimmediatamente” a riattaccare il ventila-tore polmonare medesimo al fine di“ristabilire la respirazione”.

7) Il ricorrente reputa, in questo quadro,che il rifiuto opposto alla sua volontà siaassolutamente ingiustificato e lesivo,direttamente ed immediatamente, diproprie prerogative fondamentali, atti-nenti alla tutela della propria libertà edignità personale, e alla libertà di cura.Ciò per i seguenti motivi.

In diritto8) Va premesso che, nell’ordinamentopositivo, costituisce principio ormaipacifico, poiché ripetutamente afferma-to e ribadito dalla giurisprudenza dilegittimità e di merito, quello secondo il

quale nessuna attività medica, comeogni attività che comunque comportiinvasione della sfera psico-fisica dellapersona, può essere compiuta o prose-guita in difetto del previo ed esplicitoconsenso manifestato dall’interessato(cfr. Cass. Civ., Sez. III, 30 luglio 2004 n.14638, secondo cui la “informazione ècondizione indispensabile per la validitàdel consenso, che deve essere consapevole,al trattamento terapeutico e chirurgico,senza del quale l’intervento sarebbe impe-dito al chirurgo tanto dall’art. 32 comma2 della Costituzione, a norma del qualenessuno può essere obbligato ad un deter-minato trattamento sanitario se non perdisposizione di legge, quanto dall’art. 13cost., che garantisce l’inviolabilità dellalibertà personale con riferimento anchealla libertà di salvaguardia della propriasalute e della propria integrità fisica, edall’art. 33 della l. 23 dicembre 1978 n.833, che esclude la possibilità di accerta-menti e di trattamenti sanitari contro lavolontà del paziente se questo é in gradodi prestarlo”; ma cfr. già Cass. Civ., Sez. III,24 settembre 1997 n. 9374, nonché, tra letante, Cass. 25/11/1994, n. 10014; Cass.24/09/1997, n. 9374; Cass. 15/01/1997, n.364; Cass. 16/05/2000, n. 6318).Tale principio è stato desunto ed enun-ciato sulla scorta di una lettura, ispirata alprecetto di cui all’art. 2 Cost., delle dispo-sizioni dettate dagli artt. 13 e 32 dellaCarta costituzionale, le quali sancisconoda una parte l’inviolabilità della libertàpersonale (intesa anche quale possibilitàdi autodeterminazione in ordine agli attisulla propria persona) e, dall’altra, ildivieto di trattamenti sanitari obbligato-ri, che non siano previsti per legge.Sempre secondo l’orientamento espres-so dalla giurisprudenza il principio delconsenso – informato – al trattamentoterapeutico ha per oggetto la tutela di unbene della vita specifico e particolarerappresentato dalla prerogativa di deci-dere liberamente e consapevolmente se,in che termini, con quali mezzi e attra-verso quali modalità sottoporre la pro-pria persona ad interventi esterni su diessa che, comunque, incidono, o posso-no incidere, sulla sua integrità fisica e/o

psichica.Tale bene della vita riceve una protezionein sé, in quanto derivante direttamentedagli artt. 2, 13 e 32 Cost., anche indipen-dentemente dalla correttezza e dallacompletezza dell’applicazione medica,tanto da potersi ravvisare una sua lesio-ne, con conseguente responsabilità delprofessionista per i danni che ne deriva-no, a prescindere dall’esito finale positivodell’intervento medico (cfr. Cass. Pen.,Sez. IV, 11 luglio 2001 n. 1572; Cass. Civ.,Sez. III, n. 9374 del 1997 cit.; Trib. Milano,29 marzo 2005, in Resp. Civ. e prev. 2005,751 con nota Gennari; Trib. Venezia, 4ottobre 2004, in Resp. Civ. e prev. 2005,519).Pare, dunque, non potersi revocare indubbio che debba riconoscersi, in capo

alla persona, un vero e proprio dirittoperfetto, sancito e garantito da norme dirango costituzionale, a liberamente econsapevolmente determinarsi in ordineal compimento o al rifiuto del compi-mento di qualsiasi attività invasiva ditrattamento o terapia di natura medica.E tale diritto non può non ricomprende-re, ovviamente, anche quello di decidere,liberamente e consapevolmente, diinterrompere terapie alla cui sommini-strazione sia stato, in precedenza, mani-festato il proprio assenso: cosa che, tra

RICORSO URGENTE ALLAMAGISTRATURA

Welby ha dichiarato, il 24 novembre2006, che non consente a proseguire

l’utilizzo, sulla propria persona, delventilatore polmonare, chiedendoespressamente che si proceda al

distacco di tale apparecchio diventilazione, peraltro “sotto sedazione

terminale”. Il 25 novembre, la strutturaospedaliera ed il medico curante hanno

opposto un rifiuto alla sua richiesta.

Il medico curante ha opposto che quandoil paziente fosse sedato, e dunque “non

più in grado di decidere”, scatterebbeimmediatamente, in relazione al rischio

della “vita”, l’obbligo di “procedereimmediatamente” a riattaccare il

ventilatore polmonare medesimo al finedi “ristabilire la respirazione”.

Page 8: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

8 LA VIA GIUDIZIARIA

WELBY !

Cinzia Datodeputata dell’Ulivo

Grazia De Biasideputata dell’Ulivo

ElettraDeiana Rifondazione Comunista

Mauro Del Buedeputato DemocraziaCristiana

Antonio DelPenninosenatore DemocraziaCristina

I 49 ISCRITTI 2006 NELLE ISTITUZIONI

l’altro, non è dato riscontrare nella speciein quanto l’applicazione, all’epoca, delrespiratore automatico non venne prece-duta da assenso del ricorrente, trovatosiin quel momento nell’impossibilità diesprimerlo.

9) L’applicazione al presente caso deiprincipi testé richiamati è, dichiarata-mente condivisa da chi ha in cura il ricor-rente, ma ciò solo in modo formale e deltutto esteriore giacchè a quella applica-zione viene contrapposto (sostanzial-mente per escludere ogni rilevanza dellavolontà del paziente) l’argomento secon-do il quale il principio del consensoinformato non sarebbe suscettibile diattuazione indiscriminata ed incondizio-nata, dovendosi tener fermo un insupe-rabile ed inderogabile limite costituitodalla indisponibilità di taluni diritti,anch’essa sancita ed imposta dall’ordi-namento. Questo limite è, in definitiva,l’impedimento che si adduce allorchè sipone l’accento sul fatto che, una voltastaccato il respiratore e sedato il pazien-te, scatterebbe immediatamente, in rela-zione al rischio della morte, l’obbligo peril medico di procedere a riattaccare ilventilatore polmonare. Si pongono, in talmodo, i termini di un “conflitto” concre-tizzato nel fatto che il rifiuto di sottopor-si ad una terapia medica dovrebbe rite-nersi legittimo ed ammissibile solamen-te se ed in quanto l’omissione dell’inter-vento medico non incida, vanificandole,sulle stesse possibilità e capacità disopravvivenza del paziente, posto che,diversamente, si determinerebbe unasituazione nella quale si recherebbe unvulnus allo stesso “diritto alla vita”, nonsuscettibile di essere validamente con-culcato e pregiudicato neppure dal sog-getto che ne è titolare.Con questa obiezione è il caso subito dicimentarsi, non senza aver preliminar-mente osservato ed avvertito, peraltro,che nella concreta fattispecie al ricorren-te non si presenta una scelta che possafar parlare in senso proprio di disposizio-ne in ordine al proprio “diritto alla vita”.Tale suo “diritto alla vita”, o più semplice-mente la sua aspettativa di vita futura, èinvero già pregiudicata, in modo irrever-sibile e tanto imminente da potersi con-siderare definitivo, per effetto della pato-logia che lo affligge, il cui progredire èormai giunto ad una fase conclusiva.Non viene, quindi, in considerazionealcuna alternativa tra la vita, che potreb-be essere per quanto possibile assicuratada un trattamento medico opportuno edadeguato, e la morte che potrebbe con-seguire al rifiuto del detto trattamento,con ciò il rifiuto comportando lesione,

anzi soppressione, di quel “diritto di vita”che si assume tutelato dall’ordinamentogiuridico. Né, tantomeno, si pone que-stione di uno stato di vita o di non vita, esul se, e per quanto e quando un siffattostato di “sospensione” tra vita e mortepotrà protrarsi nel tempo e infine cessa-re, come può riscontrarsi nei casi di stato“vegetativo” derivanti da patologiecomatose di più o meno intenso grado.Nella situazione vissuta dal deducente,non v’è reale possibilità di scelta rispettoalla salvaguardia o meno del “diritto allavita”, poiché non sono neppure cono-sciuti trattamenti sanitari suscettibili,non tanto di debellare lo stato morbosoma, neppure, di arrestarne o di ritardar-ne l’inesorabile progredire. Cosicché, leterapie alle quali il ricorrente è oggi sot-toposto sono finalizzate esclusivamente,e del tutto riduttivamente, non già a fron-teggiare la malattia, ma semmai adesporre più lungamente il corpo delricorrente al morbo mortale ormai con-solidato.10) Va, comunque, condotta una rifles-

sione intorno alla reale consistenza del-l’argomento secondo il quale i principisopra ricordati, in materia di libertà e diconsapevole determinazione in ordine alcompimento o al rifiuto del compimentodi qualsiasi trattamento o terapia dinatura medica, incontrerebbero il limiteinvalicabile derivante dall’indisponibili-tà del “bene – vita” da parte del soggettointeressato. E ciò va fatto evitando ogniaccento declamatorio, ed ogni sterileintransigenza assiologica, che – lungi dalrisolvere i problemi riconoscendo idilemmi che essi propongono – li eludemediante astratte proclamazioni di“valori”.La morte dell’uomo, al pari del suo con-

cepimento e della sua nascita, sonoaccadimenti che il giurista era, in passa-to, abituato a considerare rilevanti per ildiritto solo perché circoscrivono l’esi-stenza naturale della persona umana, esoltanto perciò influenzano le vicendeattinenti alle situazioni giuridiche sog-gettive ed all’attività del soggetto - perso-na fisica che l’ordinamento riconosce equalifica. Ciò comporta, a ben vedere,una certa inadeguatezza delle categorieelaborate per designare le prerogative didiritto dei soggetti e la loro attività giuri-dica, quando esse sono applicate avicende o a situazioni come la nascita, lavita e la morte dell’uomo. Quegli accadi-menti, infatti, sembravano costituirenull’altro che la cornice entro la quale èdisegnato tanto il profilo della capacitàgiuridica quanto quello della capacitàd’agire: ad essi, dunque, pareva potersiassegnare una rilevanza giuridica tutt’af-fatto diversa da quella dei fatti in relazio-ne ai quali vengono in considerazione leprerogative (di titolarità, di godimento, didisposizione) del soggetto di diritto, valea dire la relazione di quest’ultimo con unbene, un’utilità, un diritto, una prestazio-ne.Da un lato, infatti, se l’esistenza in vita diun essere umano è condizione perpostulare una soggettività, essa non paresuscettibile di essere confusa nel noverodelle attribuzioni del soggetto, non pareessere il peculiare oggetto di un diritto,non pare – insomma – configurare un“bene giuridico” tra gli altri, nel senso incui tale concetto viene in esame neglienunciati di titolarità (il che non escludeaffatto che si possa continuare a conside-rarla bene giuridico in tutt’altro senso, ecioè quale oggetto di protezione da partedell’ordinamento, e non quale oggetto diun diritto soggettivo in senso tecnico): ilche equivale a dire che la vita della perso-na è l’elemento che consente di attribui-re a quest’ultima tutti i suoi diritti sogget-tivi, ed è dunque condizione, e non con-tenuto, della capacità giuridica.Dall’altro lato, ancor più profondo è loiato che sembra separare le norme atti-nenti alle vicende esistenziali della per-sona dalla disciplina degli atti di disposi-zione, vale a dire dalle regole giuridicheche governano il potere di scelta accor-dato al soggetto di diritto: il concepimen-to, la nascita, la morte di un essereumano sembrano costituire, nella pro-spettiva tradizionalmente adottata dallalegge, fatti estranei al territorio delle scel-te ed alle norme che lo presidiano.Questa prospettiva tradizionale, consoli-datasi attorno a quel che sembrava esse-re il naturale ordine delle cose, è entratain crisi da quando i progressi della scien-

za medica hanno dilatato i poteri del-l’uomo circa la morte (così come, peraltro verso, circa la nascita della vita): lapossibilità di prolungare le funzioni vita-li mediante l’ausilio di apparati esterni alcorpo (così come quella di provocare ilconcepimento attraverso pratiche difecondazione in vitro), rendono alquan-to più evanescenti i confini che la naturasembrava assegnare all’esistenza dellapersona umana, e per conseguenzaintroducono una nuova questione: lamorte di un essere umano (o il suo con-cepimento) finiscono infatti per formareoggetto di processi gestibili, i quali (quelch’è più importante) coinvolgono sog-getti estranei (nel caso della morte, nonsolo il malato terminale, ma anche ifamiliari e soprattutto il medico). Nel ter-ritorio tradizionalmente sottratto aipoteri di disposizione dei soggetti fannodunque irruzione le istanze della volon-tà, del consenso, dell’accordo, qualenaturale conseguenza della trasforma-zione degli eventi esistenziali sopra indi-cati in “processi gestibili”.Questa evoluzione produce, a ben vede-re, un’ulteriore conseguenza: essa favenire in luce, e rende rilevante, una dif-ferenza, dapprima nascosta, tra duediversi modi di intendere l’assuntosecondo il quale (come si proclama) “ildiritto alla vita è indisponibile”. E tale dif-ferenza si traduce ben presto in ragionedi potenziale conflitto tra opposte visionidella questione.Dietro l’affermazione secondo cui “ildiritto alla vita è indisponibile” si celano,infatti, due significati. Per esprimerli inmodo semplice, si può osservare che può

Il principio del consenso informato altrattamento terapeutico ha per oggetto la

prerogativa di decidere liberamente econsapevolmente se, in che termini, conquali mezzi e attraverso quali modalità

sottoporre la propria persona ad interventiesterni. Tale diritto non può non

ricomprendere anche quello di decidere,liberamente e consapevolmente, di

interrompere terapie alla cuisomministrazione sia stato, in precedenza,

manifestato il proprio assenso.

Il conflitto si concretizza nel fatto che ilrifiuto di sottoporsi ad una terapia medica

dovrebbe ritenersi legittimo edammissibile solamente se ed in quantol’omissione dell’intervento medico non

incida, vanificandole, sulle stessepossibilità e capacità di sopravvivenza del

paziente. Ma per Welby non v’è realepossibilità di scelta rispetto alla

salvaguardia o meno del “diritto alla vita”,poiché non sono neppure conosciuti

trattamenti sanitari suscettibili, non tantodi debellare la sua patologia ma, neppure,di arrestarne o di ritardarne l’inesorabile

progredire.

Page 9: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

WELBY

9LA VIA GIUDIZIARIA!

OttavianoDel TurcoPresidente della RegioneAbruzzo

Piero DiSienasenatore dell’Ulivo

MassimoDonadi capogruppo dell’Italia deiValori

EmanueleFianodeputato dell’Ulivo

GraziaFrancescatodeputata dei Verdi

I 49 ISCRITTI 2006 NELLE ISTITUZIONI

essere vietato di disporre di un bene per-ché esso in realtà non “appartiene” aldisponente, oppure può essere vietato didisporre di un bene perché esso non puòche “appartenere” al disponente. Nelprimo senso, si enfatizza l’assunto che laprotezione del bene risponde ad unimperativo superiore e trascendenterispetto allo stesso individuo viventedella cui esistenza si tratta. Nel secondosenso, si pone in rilievo, invece, il caratte-re di “inalienabilità” del bene: ogni attodi disposizione comportando un vinco-lo, un impegno, o comunque una abdi-cazione o dismissione compiuta dal sog-getto, il divieto di disporre rispondeall’esigenza di non consentire che que-st’ultimo sia privato delle proprie prero-gative.Orbene, l’attuale sensibilità sociale con-duce innegabilmente a privilegiare, nel-l’intendere la portata, ma anche i limiti,del principio di indisponibilità del “bene– vita”, la seconda prospettiva sopra evi-denziata. Non certo nel senso che l’inte-resse e la posizione del singolo individuosiano la misura esclusiva alla streguadella quale giudicare le scelte di questicirca la propria esistenza, ma nel sensoche la protezione accordata dall’ordina-mento al “bene – vita” poggia sull’esigen-za della migliore e più efficace promozio-ne del benessere e delle aspettative esi-stenziali degli individui (e di ciascuno diessi) e non può operare addirittura inconflitto con tale esigenza, nemmeno inconsiderazione di presunti imperativisuperiori e trascendenti (la cui vigenzapuò essere affermata nell’ambito diimpostazioni assiologiche del tutto legit-time, ma che non appartengono al mini-mo nucleo comune dei principi condivi-si da tutti i soggetti del nostro ordina-mento). In particolare, non pare consen-tito ritenere che – nel momento in cui lamorte di una persona umana si trasfor-ma da evento naturalmente fatale in“processo gestibile”, come si è sopravisto, e si apre uno spazio prima preclusoal compimento di scelte ed all’adozionedi decisioni – si possa completamenteescludere da tali scelte e da tali decisioniproprio l’individuo umano della cui vitasi tratta, e si possa considerare assoluta-mente irrilevante, sotto il profilo giuridi-co, la volontà e l’interesse di questi.In particolare, nel caso di specie, il ricor-rente non pretende di sostituire la pro-pria volontà all’operare della natura, odel fato, ma chiede di poter interloquirecon gli altri soggetti che comunque stan-no gestendo la fase terminale della suavita, e di svolgere quel ruolo attivo pro-prio di chi è direttamente coinvolto nellavicenda esistenziale di cui si tratta.

11) Dunque, il tema giuridicamenteessenziale e rilevante, nel caso di specie,è e rimane quello delle prerogative del-l’individuo riguardo al consenso o alrifiuto di qualsiasi terapia medica, siaessa inerente o non alla salvaguardia del-l’integrità e della sopravvivenza dellapersona. E questo tema non può andaredisgiunto, anzi è intrinsecamente con-nesso, a quello del riconoscimento edella garanzia dei diritti inviolabili del-l’uomo e dei limiti imposti alla medicinadal rispetto della persona umana, chetrovano fonte diretta nella CartaCostituzionale (artt. 2 e 32) nonché inconvenzioni internazionali recepite dal-l’ordinamento statale. In proposito, giovaricordare, innanzitutto, quanto stabilitodagli artt. 1 e 3 della Carta dei DirittiFondamentali dell’Unione Europeasecondo i quali la dignità umana è invio-labile e deve essere rispettata e tutelata,mentre nell’ambito della medicina deveessere rispettato il consenso libero einformato della persona interessata. Cosìcome deve essere rammentata laConvenzione sui diritti dell’uomo e labiomedicina, ratificata dall’Italia con lalegge 28 marzo 2001 n. 145, il cui articolo5 dispone che un intervento nel campodella salute non può essere effettuato senon dopo che la persona interessataabbia dato consenso libero e informato,potendo la stessa ritirare il detto consen-so in qualsiasi momento. Dunque, quelche oggi richiede il ricorrente, e su cui ilTribunale viene chiamato a decidere, è lapossibilità di dare concreta attuazione alproprio diritto inviolabile di autodeter-minazione nell’accettare o nel rifiutaredeterminate terapie e nello scegliere,volontariamente e consapevolmente, aquali di esse sottoporsi. E si tratta di scel-ta che trova riscontro e supporto nonsolo nelle fondamentali regole giuridicheinnanzi esaminate ma, pure, nell’evolu-zione delle concezioni dell’attività dellascienza medica e degli scopi e delle fina-lità che essa è chiamata a perseguire nel-l’attuale contesto storico – sociale. Percui, sono ormai acquisiti principi cheimpongono, ai singoli professionisti edalle strutture sanitarie, di astenersi dalpraticare trattamenti che non possanofondatamente apportare un beneficioper la salute del malato o un migliora-mento delle sue condizioni di vita, con-testualmente onerando gli stessi sogget-ti, in caso di patologie pervenute alla faseterminale, di somministrare terapie attea risparmiare inutili sofferenze, fornendoquelle appropriate per conservare, perquanto possibile, la qualità della vita(principi, d’altro canto, espressamentefissati nei codici di deontologia profes-

sionale e fatti propri anche da leggi dirango ordinario: cfr. legge 8 febbraio 2001n. 12).Ciò è esattamente quanto rivendica inquesta sede il ricorrente: cioè di esercita-re le proprie insopprimibili ed ineludibi-li prerogative in merito ai trattamentimedici che lo riguardano, rifiutandoquelli che, ormai, risultano obiettiva-mente e fondatamente insuscettibili diapportare qualsiasi giovamento al pro-prio stato morboso e alla qualità dellasua vita, ed utilizzando le sole terapieantidolorifiche idonee ad arrecare bene-fici effetti al proprio stato e tali da dareconcreta attuazione ai precetti sull’invio-labilità della dignità umana e del rispettodella persona.12) Non si pongono, nella presente fatti-specie, ulteriori e diverse problematichecirca la sussistenza di una adeguatamanifestazione della volontà.Come già rilevato, il ricorrente è tutt’orapsichicamente lucido e nel pieno posses-so delle proprie facoltà mentali e la scel-ta compiuta è espressione di una perso-nale, consapevole ed attuale determina-zione volitiva, maturata con assolutacognizione della sua condizione presen-te, dell’oggetto, della consistenza e deglieffetti dei trattamenti praticabili, delleevoluzioni del quadro clinico chepotrebbero determinarsi all’esito delleproprie iniziative. Si è in presenza, per-tanto, di un atteggiamento del tuttorazionale di autodeterminazione dellostesso soggetto titolare del diritto al con-senso o al rifiuto della terapia.D’altro canto, la determinazione delricorrente si inserisce in un contesto nelquale la volontà riguardante la sommini-strazione di trattamenti terapeutici non èstata espressa in epoca precedente ilmanifestarsi di uno stato patologico,rispetto al quale il paziente non è più incondizione di confermare o revocare ledeterminazioni pregresse, ma vieneesplicitata proprio in concomitanza enell’attualità della situazione morbosa, afronte della quale sono assunte le deci-sioni riguardanti il rifiuto di taluni inter-venti a preferenza di altri. Cosicché, vi èuna piena ed immediata coincidenza traespressione della volontà, sussistenzadella patologia e pratiche mediche appli-cate e da applicare. La qual cosa postula,indiscutibilmente, che quanto esplicita-to dal paziente corrisponda, puntual-mente e compiutamente, ai suoi consa-pevoli e concreti intendimenti, senzapossibilità alcuna di sovrapporre o sosti-tuire ad essi un diverso apprezzamentodi questa volontà indotta da considera-zioni e interpretazioni di soggetti terzi. Sideve, cioè, prendere atto e constatare

Da quando i progressi della scienzamedica hanno dilatato i poteri dell’uomo

circa la morte i confini che la naturasembrava assegnare all’esistenza umana

sono più evanescenti. La morte finisceper essere oggetto di processi gestibili,

che coinvolgono soggetti estranei (ifamiliari e soprattutto il medico).

Page 10: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

VittoriaFrancosenatore dell’Ulivo

GiuseppeGiuliettideputato dell’Ulivo

FrancoGrillini deputato dell’Ulivo

Ugo Intinivice-ministro degli AffariEsteri

Pia EldaLocatellieuroparlamentare gruppoSocialista

I 49 ISCRITTI 2006 NELLE ISTITUZIONI

10 LA VIA GIUDIZIARIA

WELBY !

semplicemente che il paziente ha eserci-tato il proprio diritto esprimendo, nelcontesto del concreto evento, i propriindirizzi sulle caratteristiche, sui terminie sui limiti dei trattamenti cui intendesottostare, e, pertanto, dare seguito edesecuzione a quanto richiesto.Di conseguenza, nel rapporto tra pazien-te e struttura sanitaria e medico curante,questi ultimi sono tenuti ad astenersi dalcontinuare a somministrare le terapienon più desiderate, proseguendo a colti-vare quelle alle quali il malato ha espres-samente consentito. Il rifiuto a ciò oppo-sto costituisce atto del tutto illegittimo edarbitrario in quanto, oltre che contrario aprecisi doveri deontologici, ingiusta-mente lesivo del più volte menzionatodiritto all’autodeterminazione delpaziente.

13) Né può valere a giusitificare l’inot-temperanza alla volontà del Sig. Welbyl’obiezione del medico curante secondola quale una volta sedato, il pazientediverrebbe privo di coscienza e volontà eche ciò stesso obbligherebbe il medicocurante, per non esporlo al pericolo divita, a ripristinare la respirazione e quin-di a “riattaccare” il ventilatore polmona-re. Questa prospettazione è francamenteinaccettabile soprattutto perché frain-tende completamente il significato daattribuirsi, a fini giuridici, alla capacità diesprimere effettivamente il consenso o ilrifiuto rispetto ai trattamenti sanitarisubendi.Questa difesa non disconosce affatto chela stessa giurisprudenza sopramenzio-nata, nell’elevare il consenso e comun-que la volontà dell’interessato ad ele-mento essenziale della legittimità di trat-tamenti anche sanitari invasivi dellasfera psico-fisica della persona, mette asé e distingue il caso dei trattamenti sani-

tari stessi da decidere per persone ormaiprive di capacità di intendere e di volere.Il punto è, tuttavia, che non è questa lasituazione del caso nostro, ossia la situa-zione in cui si trova il Sig. Welby, il quale èoggi pienamente cosciente e capace divolere o non volere i trattamenti com-plessivamente tesi a fronteggiare nonchissà quale situazione futura e solo ipo-tetica, bensì la situazione in cui oggi eglisi trova e che, nello stretto tempo neces-sario a porre in atto i trattamenti che eglipuò liberamente consentire o rifiutare, èlargamente prevedibile non subisca evo-luzioni particolari, se non purtroppo nelsolco segnato dal decorso della patologiain atto.

14) In altre parole, il Sig. Welby, essendo-ne pienamente capace, esprime volontàcoscienti rispetto non a situazioni futuree per lui oggi sconosciute o persino inim-maginabili nella loro ipotetica configura-zione, ma rispetto alla condizione in cuipresentemente si trova e che non saràaffatto mutata, anche quanto agli effetti

derivanti dal richiesto distacco del venti-latore polmonare, una volta che, intra-preso il trattamento, egli sia sedato. A dif-ferenza di quel che sembra credere ilmedico curante, stando a quanto argo-mentato nella risposta negativa data alSig. Welby il 25 novembre 2006, il fattoche poi, nell’attuazione dell’unico com-plesso di trattamenti voluto e consentitodal Sig. Welby, il distacco della ventilazio-ne si accompagni alla sedazione, che loporrà in grado di non più intendere evolere, non muta il valore né toglie validi-

tà od efficacia alla volontà espressa dalpaziente, in quanto riferita alla sua con-dizione attuale.Nei termini in cui pretenderebbe di porloil medico curante del Sig. Welby, ossia diuna sopravvenuta incapacità del pazien-te, procurata da una prima parte dei trat-tamenti intrapresi e che potrebbe impe-dirgli di esprimere qualunque volontà,adesiva o di rifiuto, rispetto al resto deitrattamenti subendi, il problema è tut-

t’altro che ignoto alla giurisprudenza; laquale giurisprudenza, però, risolve que-sto problema in senso diametralmenteopposto a come pretenderebbe di defi-nirlo la risposta del medico curantemedesimo al Sig. Welby in data 25novembre 2006.Lo stesso problema che oggi si pone peril deducente, ossia di validità ed efficaciadella volontà dell’interessato in ordine atrattamenti, come nel caso nostro ildistacco del ventilatore polmonare, dapraticarsi in regime di incapacità procu-rato dall’intervento medico, quale nelcaso nostro la sedazione, si riproponeogni qualvolta si sottoponga un pazientead un’operazione chirurgica, magaririschiosissima per la vita stessa, sotto untrattamento anestetico che lo rendaincosciente. In tali fattispecie la giuri-sprudenza ha correttamente ritenutoche il medico non fosse affatto esoneratodal richiedere ed ottenere un consensoinformato del paziente, bensì rigorosa-mente tenuto a raccoglierne e seguirne levolontà, espresse anteriormente alla per-dita di coscienza, per tutte le fasi dell’in-tervento chirurgico considerate nellaloro intrinseca complessità; ciò, almenosino a che il chirurgo non si trovi innanzi

a situazioni impreviste e diverse da quel-le che era stato in grado di anticipata-mente rappresentare all’interessato (cfr.,ad es., Cass. Civ, Sez. III, 9 marzo 2001 n.28132; Cass. Civ., Sez. III, 15 gennaio 1997n. 364; Corte Assise Firenze, 18 ottobre1990, in Giust. Pen, 1991, II, 163). E ciò èanche quello che il Sig. Welby chiede glisia fatto: egli vuole che, restando invaria-ta la situazione che il medico ha potutorappresentargli come prevedibile conse-guenza delle sue scelte, sia ottemperatala sua volontà di staccare il ventilatorepolmonare, in costanza della sedazioneche lo rende incapace. Il che è legittimo eragionevole: poiché ciò che conta, affin-ché la volontà informata del pazienteresti valido ed efficace vincolo ai tratta-menti sanitari invasivi della persona èche la situazione in vista della qualequella volontà è stata espressa resti lastessa, non sopraggiungendo emergenzenuove ed imprevedibili. Il medico curan-te non può pertanto essere esonerato daldar seguito alla volontà del Sig. Welby didistacco del ventilatore polmonare per lasola circostanza che tale distacco siadestinato ad operare, con prevedibilieffetti sulla respirazione, allorché, inforza del trattamento sedativo, egli siadestinato a divenire incosciente e nonpiù capace di volere.15) Né, infine, il medico curante, o tanto-meno la struttura sanitaria in cui essoopera, potrebbero opporsi al distacco oprocedere al ripristino del ventilatorepolmonare, la prosecuzione del cui uti-lizzo è specificamente rifiutata dal Sig.Welby, appigliandosi allo “stato di neces-sità”, a cui la giurisprudenza sin qua cita-ta, richiamando sovente l’art. 54 c.p., si èriferita come necessità di salvaguardiadella salute e vita del paziente (v., ad es.,Cass. Pen., Sez. IV, 9 marzo 2001 n.28132).Anche alla luce di quanto sopra osserva-to circa la reale consistenza dell’argo-mento formulato sull’imperativo di nonpregiudicare la sopravvivenza delpaziente, un tale “stato di necessità”,difatti, non ha a che spartire con quantosi dibatte in questo giudizio, segnata-mente volto ad ottenere l’ottemperanzadel medico curante alle direttive prove-nienti dalla volontà del Sig. Welby circa ilrifiuto o il consenso per l’azione invasivadella sua persona.

16) In quanto esimente dall’illecito odalla sanzione che rileva per l’accerta-mento a posteriori di una responsabilitàgiuridica, come d’altronde non può cheessere per sua stessa definizione, lo “statodi necessità” non può scalzare il principiodi derivazione costituzionale dell’auto-determinazione libera ed informata del

Welby non pretende di sostituire lapropria volontà all’operare della natura,

o del fato, ma chiede di poterinterloquire con gli altri soggetti che

comunque stanno gestendo la faseterminale della sua vita, e di svolgere

quel ruolo attivo proprio di chi èdirettamente coinvolto nella vicenda

esistenziale di cui si tratta.

Welby, essendone pienamente capace,esprime volontà coscienti rispetto non a

situazioni future e per lui oggisconosciute o persino inimmaginabili,

ma rispetto alla condizione in cuipresentemente si trova. Il fatto che il

distacco della ventilazione siaccompagni alla sedazione, che lo porrà

in grado di non più intendere e volere,non muta il valore né toglie validità od

efficacia alla volontà espressa dalpaziente, in quanto riferita alla sua

condizione attuale.

Giova ricordare che gli artt. 1 e 3 dellaCarta dei Diritti Fondamentali dell’Unione

Europea stabiliscono che la dignità umanaè inviolabile e deve essere rispettata e

tutelata, mentre nell’ambito dellamedicina deve essere rispettato il

consenso libero e informato della personainteressata. Così come deve essere

rammentata la Convenzione sui dirittidell’uomo e la biomedicina, ratificata

dall’Italia nel marzo 2001, il cui articolo 5dispone che un intervento nel campo della

salute non può essere effettuato se nondopo che la persona interessata abbia

dato consenso libero e informato, potendola stessa ritirare il detto consenso in

qualsiasi momento.

Page 11: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

LuigiManconisottosegretario ministerodella Giustizia

BrunoMellanodeputato delle Rosa nelPugno

LidiaMenapacesenatrice RifondazioneComunista

GennaroMigliorecapogruppo di RifondazioneComunista

EnricoMorando senatore dell’Ulivo

I 49 ISCRITTI 2006 NELLE ISTITUZIONI

WELBY

11LA VIA GIUDIZIARIA!

paziente per i trattamenti invasivi dellasfera personale, desumibile dagli artt. 2,13 e 32 Cost.; perché tale principio diautodeterminazione libera ed informataopera essenzialmente ed anzitutto, per ilsuo stesso contenuto, non sul piano del-l’accertamento successivo della respon-sabilità, bensì sul piano della preventivadecisione intorno ai trattamenti sanitarida praticarsi o non praticarsi. La riprovane è che, anche nel momento successivodell’accertamento dell’applicazione disanzioni civili e penali, il medico nonpuò essere ritenuto responsabile per nonessersi tempestivamente attivato, e nonaver irrogato trattamenti pur conformiad uno “stato di necessità” conclamato, setale inerzia e tale omissione sono dovuteal rispetto del principio di autodetermi-nazione del paziente, il quale abbia rifiu-tato i trattamenti medesimi (v., in questosenso, Cass. Pen., Sez. IV, 27 marzo 2001n. 36519; Cass. Pen., 11 luglio 2002 n.26646, in Ragiusan 2003, 229-0 225;Pretura Treviso, 29 aprile 1999, in Foro It.,II, 667).Sotto tale profilo, e come quest’ultimoindirizzo giurisprudenziale sottolinea, lo“stato di necessità”, in quanto esimente,può esonerare il medico da responsabili-tà, ma non potrebbe mai fondare un suodovere od obbligo di attivarsi e di inter-venire; il quale dovere od obbligo delmedico di attivarsi e di intervenire va perconverso escluso in radice, quando entriin campo la libera ed informata autoder-minazione del paziente il quale, avendo-ne la capacità, rifiuti di sottoporsi a trat-tamenti invasivi della propria persona.17) Altrimenti detto, nel mentre lo “statodi necessità”, in quanto esimente,potrebbe al massimo esonerare daresponsabilità a posteriori per la sua

inosservanza, il principio dell’autodeter-minazione libera e consapevole delpaziente si impone, comunque, al medi-co nel momento in cui sia da decidere see come praticare trattamenti sanitariinvasivi della persona.Né, su questo versante, come sopra rile-vato, la situazione muta quando, ad esse-re coinvolto dalla decisione sui tratta-menti sanitari sia il bene supremo dellavita: giacché proprio quando in questio-ne sia un trattamento sanitario che possaessere reputato incidente sul bene supre-mo della vita, diventa addirittura assurdoe per sé lesivo che a decidere definitiva-mente di quel trattamento non sia chiavrà da sopportare, sul proprio vivere, leconseguenze del trattamento stesso.

18) Quello che si è esposto attesta il“fumus boni iuris” del presente ricorso,ma concorre anche al requisito del “peri-culum in mora”.Si è visto che il diritto azionato in questasede, e del quale si invoca la protezioneurgente, è quello di esprimere il rifiuto ditrattamenti medici non desiderati e,quindi, di non subire coercitivamentequesti trattamenti, invasivi della propriasfera personale.In questa prospettiva appare chiarocome il fatto che, nonostante la contrariavolontà manifestata dal ricorrente, lastruttura sanitaria ed il medico presso i

quali è attualmente in cura perseverinonel praticare le terapie di sostentamentocui si oppone l’istante, abbia creato unasituazione di immanente e permanentelesione dei diritti del Signor Welby.Trattasi di diritti assoluti, costituzional-

mente protetti, la cui violazione dà luogoad un pregiudizio non solo grave, maaltresì irreparabile.Sotto un primo profilo, più squisitamen-te oggettivo, non può revocarsi in dubbioche già la sola circostanza di essere obbli-gati a sottostare passivamente, conside-rato lo stato di immobilità totale delricorrente, alle pratiche di sopravvivenzaassistita determini, di per sé, il “consu-marsi”, giorno per giorno, ed in via defi-nitiva dei propri diritti e prerogative per-sonali sostanziali, senza possibilità che lasfera giuridica dell’istante, in tal modopregiudicata, sia suscettibile di essere inalcun modo reintegrata. Il bene della vitatutelato, cioè quello dell’inviolabilitàdella propria libertà personale, del pro-prio corpo e della propria persona, è sot-toposto ad un ripetuto, costante depau-peramento, ad uno svilimento continuoe persistente, ai quali non si può farefronte, apprestando adeguato rimedio,se non attraverso il venir meno – senzaalcun indugio - proprio di quei compor-tamenti e di quelle attività che, allostato, conculcano e comprimono ilbene giuridico protetto.Sotto un secondo profilo, più soggettivo,la lesione del bene primario induceriflessi immediati e diretti sullo statopsicologico del paziente il quale subisceun evidente e rilevante attentatoall’equilibrio psichico riconducibilenon alla propria condizione patologica,bensì alla coercizione della propriavolontà che è costretto a sopportare. Peril ricorrente, infatti, risulta particolar-mente intollerabile, a livello psicologico,dover sottostare a terapie sanitarie cheegli, a ragione, considera quale indebitaed illecita intrusione nella propria sferapersonale e che ritiene, stante la lorosostanziale inutilità per il miglioramen-to della propria salute, profondamente

lesive della propria dignità in quantoneppure utili a perseguire benefici intermini di qualità della vita: ché anzi,come già osservato, sortiscono, sem-mai, l’effetto contrario. Anche riguardoa questo aspetto della vicenda, non parediscutibile che il protrarsi delle attualicondizioni costituisca fonte di costanteed inesauribile aggravarsi dei pregiudizipsicologici del ricorrente a cui si puòovviare, ancora una volta, esclusiva-mente rimuovendo senza indugio lecause che li determinano.Per le ragioni esposte, e premesso che èintenzione del Ricorrente agire in viaordinaria per il riconoscimento dei pro-pri diritti e per la condanna deiConvenuti, il Signor Piergiorgio Welby,come in epigrafe domiciliato e difeso

RICORREa codesto Ecc.mo Tribunale affinchè,previa fissazione dell’udienza per lacomparizione delle parti, accertato edichiarato il diritto del ricorrente adautodeterminarsi nella scelta delle tera-pie mediche invasive alle quali sotto-porsi e, quindi, il diritto del medesimoricorrente di manifestare il proprio con-senso a taluni trattamenti e il rifiuto adaltri; preso atto ed accertato, altresì, cheil Signor Piergiorgio Welby ha espresso,e ribadisce con il presente atto, la pro-pria libera, informata, consapevole eincondizionata volontà a che sia imme-diatamente cessata l’attività sulla pro-pria persona di sostentamento a mezzodi ventilatore artificiale mentre sia pro-seguita e praticata la terapia di sedazio-ne terminale;sia ordinato al Dott. xxxxxxxxx e allaxxxxxxxxxxxxxx, soggetti che hanno incura il ricorrente, di procedere all’im-mediato distacco del ventilatore artifi-ciale che assicura la respirazione assisti-ta del Signor Welby, contestualmentesomministrando al paziente terapiesedative che, in conformità con lemigliori ed evolute pratiche e conoscen-ze medico – scientifiche, risultino ido-nee a prevenire e/o eliminare qualsiasistato di sofferenza fisica e/o psichica delpaziente stesso con modalità tali darispettare, momento per momento, siaall’atto del distacco dal respiratore chesuccessivamente, il massimo rispettodelle condizioni di dignità e di soppor-tabilità del suo stato da parte delpaziente;disporre, in ogni caso, tutte le misureritenute più adeguate a dare concretaattuazione agli interessi e ai dirittiesercitati dal ricorrente.Ai sensi della legge sul contributo uni-ficato si dichiara che il valore dellacausa è indeterminabile. Il contributodovuto, pertanto, è di 170,00 euro.

Anche nel caso di un’operazionechirurgica il medico non è esonerato dal

richiedere ed ottenere un consensoinformato del paziente e dal

raccoglierne e seguirne le volontà,espresse anteriormente alla perdita di

coscienza, ciò almeno sino a che ilchirurgo non si trovi innanzi a situazioni

impreviste e diverse da quelle che erastato in grado di anticipatamente

rappresentare all’interessato.

Ciò che conta, affinché la volontàinformata del paziente resti valido ed

efficace vincolo ai trattamenti sanitariinvasivi della persona, è che non

sopraggiungano emergenze nuove edimprevedibili. Il medico curante non può

pertanto essere esonerato dal darseguito alla volontà di Welby di staccare

il ventilatore polmonare per la solacircostanza che, in forza del trattamento

sedativo, egli sia destinato a divenireincosciente e non più capace di volere.

Il medico non può essere ritenutoresponsabile per non essersi

tempestivamente attivato, e non averirrogato trattamenti pur conformi ad uno“stato di necessità” conclamato, se taleinerzia e tale omissione sono dovute al

rispetto del principio diautodeterminazione del paziente, il quale

abbia rifiutato i trattamenti medesimi.

Page 12: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

MARCO CAPPATO

«Dal corpo dei malati al cuore dellapolitica»: era il titolo dell’ultimocongresso al quale intervenne dipersona Luca Coscioni. Malato disclerosi laterale amiotrofica, «parlavacon gli occhi», puntando lo sguardosu una tastiera virtuale. Coscioniaveva trasformato la debolezza efragilità assolute del suo corpo inforza politica nuova e rivoluzionaria,per la libertà di ricerca e terapia. Iradicali riconobbero la leadership chesi era conquistato: eletto «online»negli organi dirigenti, capolista dellaLista Emma Bonino, presidente deiRadicali italiani, il simbolo elettoralecon il suo nome fu consideratoimpresentabile, intollerabile ancheper la coalizione di centrosinistra.

Incoalizzabile. Incoalizzabili anchenoi, per il solo fatto di avere il nome«Coscioni» nel nostro simbolo. La suavita, capace di muovere settantottoPremi Nobel che lo sostennero controla messa al bando della ricerca sullecellule staminali embrionali, fuconosciuta da milioni di italiani – ericonosciuta, e omaggiatadall’establishment italiano – solo almomento della sua morte, il 20febbraio 2006. Piero Welby era giàConsigliere generale dell’AssociazioneCoscioni da tre anni.

Rita Bernardini, Marco Pannella e altricompagni lo tenevano come punto diriferimento costante di battaglie giànecessarie, urgenti, a partire da quellasulla regolamentazionedell’eutanasia, per la libertà eresponsabilità delle scelte di fine vita,contro la morte all’italiana dei rantolie dell’eutanasia clandestina. Grazie alui, e al suo sforzo immane perraggiungere un seggio del referendumboicottato sulla legge 40, la campagnaper il diritto di voto a domicilio per imalati intrasportabili ha conosciutoun primo marginale successo.

Il suo «equipaggio» – i naviganti delforum di radicali.it – non siaccontenterà di queste pagine,

dove Piero sviscera la nuova eantichissima realtà della morte,usando versi di poesia e codici dilegge, secoli di ricerca filosofica emezz’ore in reparto di rianimazione.Spero che riusciranno presto aregalarci un «diario di bordo»completo, con Piero che parla «dicaccia, di pesca, di animali, cibo,vino, sesso, amici, musica...»(rigorosamente nell’ordine rievocatodallo «skipper» Sergio Giordano).

Ma anche discorrendo di morte siconosce la vita. Welby, ora co-presidente dell’Associazione Coscioni,parla innanzitutto della sua: vita,malattia, eutanasia. Se il suo discorsonon è stato preventivamentecensurato, come accade a tutto ciòche si contrappone al potereoligarchico dei vari clericalismiriuniti, bisogna rendere grazie alpresidente della Repubblica GiorgioNapolitano. Senza la sua risposta,sarebbe rimasto un affare clandestino,interno al ghetto involontario al qualerischia sempre di essere ridotta lacomunità radicale. Welby ha chiesto«di poter ottenere l’eutanasia».

Vuole due cose, dunque: per sé,l’eutanasia; e così anche PiergiorgioWelby per tutti, il diritto all’eutanasia.Quando i radicali erano accusati distrumentalizzare il malato Coscioni,Luca rispondeva che era lui astrumentalizzare i radicali. È ora iltempo della «strumentalizzazione» diPiero Welby. Per il diritto di tutti:affinché la politica la smetta disottrarsi alle propri responsabilità.Per la sua eutanasia: mentre va instampa questo libro, Piero ripeteincessantemente: «Fate presto». Ètempo di rispettare la sua volontà. Ètempo di andare dal corpo di quelmalato, al cuore di questa politica. Ètempo, per ciascuno, di farsistrumentalizzare da Piero Welby.

Dopo la risposta del presidenteGiorgio Napolitano alla lettera apertadi Piergiorgio Welby, l’AssociazioneLuca Coscioni ha deciso di avviareuna raccolta di firme per chiedereun’indagine parlamentare conoscitivasulla consistenza, nel nostro Paese,del fenomeno dell’eutanasiaclandestina. Chiede inoltre che ilParlamento italiano metta al piùpresto all’ordine del giorno l’esame

delle proposte di leggeesistenti in

materia di eutanasia per riconoscerefinalmente dignità nella libertà discelta alla persona sofferente.

Chi desiderasse firmare può trovare iltesto integrale della petizione sul sitowww.lucacoscioni.it, o chiedereinformazioni al numero di telefono 06689791 oppure via e-mail all’[email protected].

Postfazione a“Lasciatemi morire”

LA

“Io amo la vita. Il mio sogno è l’eutanasia.”

MESSAGGIO AL PRESIENTE DELLA REPUBBLICA(22.9.2006)

12 IL LIBROWELBY ?

Il lib

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MagdaNegri senatrice del gruppo per leAutonomie

MarisaNicchideputato dell’Ulivo

MarcoPannella europarlamentare gruppoALDE

AntonioParaviasenatore di AlleanzaNazionale

StefanoPedicadeputato dell’Italia dei Valori

I 49 ISCRITTI 2006 NELLE ISTITUZIONI

Page 13: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

WELBY

13EUTANASIACLANDESTINA.

TRE SUICIDI AL GIORNOASPETTANDO L'EUTANASIA

RobertoPolettideputato Verdi

DonatellaPoretti deputata Rosa nel Pugno

DarioRivolta deputato di Forza Italia

LallaTrupia deputata dell’Ulivo

LanfrancoTurcideputato Rosa nel Pugno

I 49 ISCRITTI 2006 NELLE ISTITUZIONI

CARLO TROILO

Gli ultimi dati ISTAT sui suicidiin Italia sono relativi all’anno2004. Su un totale di 3.481,1.528 hanno come motivo lemalattie fisiche o psichiche.Anche se l’ISTAT nondisaggrega questo datod’insieme, è ragionevolepensare – anche tenendo contodel fatto che circa un terzo deltotale dei suicidi sonocommessi da persone al disopra dei 65 anni – che almenodue terzi di questi 1.528 sianoaffetti da malattie incurabili osiano malati terminali. Questovuol dire che oltre 1.000persone l’anno, 3 al giorno, sitolgono la vita perché nonpossono chiedere di essereaiutate dalla sanità pubblica amorire rapidamente e senzasofferenze.Parto da questi dati dell’ISTATperché ho vissuto una vicendafamiliare che mi induce a dareuna testimonianza nellabattaglia in favoredell’eutanasia. Mio fratelloMichele, malato terminale dileucemia, si è tolto la vita nelmarzo del 2004 gettandosi dalterrazzo della sua casa, alquarto piano. Mio fratelloaveva chiesto ad un amicomedico di aiutarlo a moriresenza soffrire. Naturalmente ilmedico aveva rifiutato.Sono passati due anni e mezzoda quel giorno, ma ben poco ècambiato, benché sia cresciuta,grazie soprattutto alle iniziativedell’Associazione LucaCoscioni, dei radicali, di pochialtri esponenti politici ed allavicenda di Piergiorgio Welby,l’attenzione per questo tema.Diversi disegni di legge chepropongono di legalizzarel’eutanasia giacciono da tempoimmemorabile in Parlamentoma non giungono nemmenoalla discussione nelle“commissioni competenti” perl’opposizione delle gerarchie

ecclesiastiche e, per gliesponenti politici, dei cattoliciultraconservatori, assecondatida molte forze politiche, anchedi estrazione non cattolica,timorose di perdere voti. LaChiesa ed i cattolici oltranzistipretendono, in sostanza, chead ogni precetto della moralecattolica corrisponda una leggedello Stato italiano; potremmodire: “Un peccato, un reato”.Per battere questa opposizionebisogna chiarire due puntifondamentali. Il primo è che loStato Italiano è uno stato laico,perché la Costituzione nonprevede una “religione di Stato”,e quindi lo stato non puòsubire i diktat della Chiesa edeve poter legiferare inautonomia su queste materie.In realtà, da una indaginerealizzata dal Censis per la Ceinel 2004 risulta che i cattolici inItalia sono l'86,5%. Sul totale dichi si dice cattolico, i praticantisi riducono al 57,8%; ma solo il21,4% va a messa.Il fronte degli oppositoriall’eutanasia è vasto. GiovanniPaolo II ha sostenuto che gliStati che approvano leggi comequelle sull’eutanasia, l’aborto ela clonazione “minano ifondamenti stessi dellademocrazia e si incamminanoverso chine totalitarie”,aggiungendo che questi

parlamenti “abusano dei loropoteri e rimangono in apertoconflitto con la legge di Dio”.Poco dopo, il Comitatonazionale di bioetica haapprovato a maggioranza undocumento secondo cui lostato vegetativo è vita el’alimentazione va garantitaanche se il malato si eraespresso contro nel suotestamento biologico,giudicando arbitraria ognidistinzione tra “vite degne diessere vissute e non degne” Queste due prese di posizioneappaiono addirittura moderaterispetto a quella assunta daMonsignor Sgreccia, vicepresidente della PontificiaAccademia per la Vita, in unaintervista al Corriere della Seranel marzo 2003: “Lo statovegetativo è vita e sono da

respingere le tendenze astaccare la spina, interrompereil trattamento e condannarequeste persone alla morte”. Ma il fronte degli italianifavorevoli all’eutanasia èsicuramente più vasto, anchese purtroppo costituisce una“maggioranza silenziosa”. Lodimostrano le indaginidemoscopiche realizzate inquesti ultimi anni.Inoltre, come ha documentato

Luigi Manconi sul Riformista,molte e autorevoli ricerchenazionali e internazionalidimostrano che vi è un numerocrescente di medici che sidicono favorevoli all’eutanasia;alcuni di loro ammettono diaverla praticata ed unapercentuale rilevante (il 15,8%)riconosce come “accettabile”questa pratica. E' importante spiegareall'opinione pubblica - inmodo sereno e inoppugnabile -che in tutti i disegni di leggepresentati in questi annil'eutanasia è una scelta chepuò riguardare solo se stessi,non gli altri; e che tutte leproposte presentategarantiscono appieno che lavolontà di ricorrervi siaespressa in modo formale,davanti a un notaio o a unpubblico ufficiale. Ed èaltrettanto importante farconoscere, a chi teme i possibiliabusi in questo campo, unostudio del Consiglio d'Europadel febbraio del 2005 sullasituazione nei Paesi che hannolegalizzato l'eutanasia: essa -documenta lo studio - vieneconcessa con criteri moltorestrittivi (in Belgio, 680autorizzazioni alla eutanasia afronte di 4 mila richieste; inOlanda, 1200 su 4 mila; inSvizzera, 200 su 600). Penso consgomento al fatto che migliaiadi uomini e di donne - mentreda anni si dibatte invano sultema della eutanasia -sonocostretti, come lo fu miofratello Michele, a scegliere dasoli il modo, sempre enecessariamente atroce, in cuiporre fine alle proprie inutilisofferenze. E sarebbe di troppofacile effetto fornire particolarisulla tabella Istat relativa ai«mezzi di esecuzione», in cui il«mezzo» cui è ricorso miofratello Michele (la«precipitazione», come ladefinisce pudicamente l’Istat),è molto più comune di quanto

si possa pensare. Per questoripeto qui la frase con cui,nell'aprile del 2004, hoconcluso su Repubblica la mia«lettera a Michele»: «CaroMichele, mi vergogno di viverein un Paese che ti ha costretto amorire così. Ammiro il tuocoraggio e so che lo hai fattoanche per alleviare la pena dichi ti voleva bene, peraltruismo, per dignità e perpudore. Rendo pubblico il tuogesto per dargli anche il valoredi una battaglia civile, perchécredo ti farebbe piacere sapereche è servito a smuoverequalche coscienza». Per quantigiorni per quanti mesi, perquanti anni ancora dovremosopportare questa situazioneinaccettabile? Cerchiamo difare in modo che non sianoancora tanti, come Michele, adover fare questa sceltadisumana.

Sei favorevole all’eutanasia?Sondaggio compiuto nel2003 dalla Swg di Triestesu un campione di 2.000persone

Favorevole: 52%Contrario: 35%Dipende: 9%Non so: 4%

Sondaggio compiuto nel2005 dall’Eurispes su uncampione di 1.070 persone

CattoliciFavorevoli: 38%Contrari: 48%Non so: 14%

Non cattolici Favorevoli: 69%Contrari: 19%Non so: 12%

Mio fratelloMichele,malato dileucemia,all’alba haaperto lafinestra e si è gettatonel vuoto

La Chiesa ed i cattolici oltranzistipretendono che ad ogni precetto

della morale cattolicacorrisponda una legge dello

Stato italiano: “Un peccato, unreato”

Page 14: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

14 NONVIOLENZARADICALE

WELBY :AFFAMATI DI

RISPOSTE, CONTRO LA PARALISI

DELLE ISTITUZIONI

Alla mezzanotte del 3 dicembre erano 8 personein sciopero della fame da 11 giorni per chiedererisposte a Welby, sul suo “caso” e sulla mancata

nomina del Comitato Nazionale di Bioetica:Marco Cappato, Rita Bernardini, Rocco Berardo,

Diego Galli, Michele Longhi, Andrea Pessarelli,Yasmin Ravaglia, Emiliano Silvestri.

L’obiettivo dello sciopero(che coinvolgerà centinaiadi persone, che ancora siaggiungono mentre chiu-diamo questo giornale) è laricerca di una risposta alledue richieste avanzate dalco-Presidentedell'Associazione Coscioni,Piergiorgio Welby:1 - che il Presidente delConsiglio proceda final-mente alla nomina delnuovo Comitato Nazionaledi Bioetica, come previstodalla normativa italiana eda impegni internazionaliassunti dal nostro Paese. Ilprecedente Comitato è sca-duto infatti oltre 5 mesi fa,il 15 giugno 2006;2- che arrivino risposteconcrete alla domandadrammaticamente urgenteposta dallo stesso Welby il22 ottobre, quando scrisse:

"È mia ferma decisionerinunciare alla ventilazionepolmonare assistita.Staccare la spina mi porte-rebbe ad una agonia lungae dolorosa. Anche unasedazione protratta neltempo non mi garantireb-be una morte immediatasenza dolore. Chiedo: èpossibile che mi sia som-ministrata una sedazioneterminale che mi permettadi poter staccare la spinasenza dover soffrire?". Nonavendo finora trovato nes-suno disposto a dare rispo-sta pratica, lo stesso Welbyha comunicato l'inevitabi-lità di una azione di disob-bedienza civile, non senzaaver chiesto ad alcune trale massime cariche costitu-zionali di indicargli un’al-ternativa che non sia quelladella clandestinità.

Mi auguro che un taleconfronto

(su situazioni etemi di

particolarecomplessità sul

piano etico) cisia, nelle sedi piùidonee, perché il

soloatteggiamentoingiustificabile

sarebbe ilsilenzio, la

sospensione ol’elusione di ogni

responsabilechiarimento

Giorgio Napolitano a Welby, 23 settembre 2006

Page 15: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

WELBY

15NONVIOLENZARADICALE:

Venerdì primo dicembre si è tenuta lamanifestazione/presidio davanti aPalazzo Chigi, in concomitanza con lariunione del Consiglio dei Ministri, perchiedere che il Presidente del ConsiglioRomano Prodi nominasse il nuovoComitato Nazionale di Bioetica, dopo ol-tre 5 mesi dalla scadenza del Comitatonominato da Berlusconi. Hanno partecipato tra gli altri MarcoCappato e Rita Bernardini, rispettiva-mente Segretari dell’AssociazioneCoscioni e di Radicali Italiani, ElisabettaZamparutti, tesoriere RI, MariaAntonietta Coscioni, Presidente RI ecoPresidente Associazione Coscioni, in-sieme a Rocco Berardo, vice segretarioAssociazione Coscioni, Diego Galli,membro di Giunta AssociazioneCoscioni, Marco Perduca, Consiglieregenerale del Partito Radicale transnazio-nale, Luigi Montevecchi. Insieme a loro hanno manifestato tra glialtri, i parlamentari della Rosa nel PugnoBruno Mellano, Marco Beltrandi e SergioD’Elia, gli onorevoli Franco Grillini (DS) eAngelo Bonelli (Verdi) alcuni consigliericomunali e municipali di Roma tra i qua-li Gianluca Quadrana e Mario Staderini,e i Professori Stefano Marchiafava,Giovanni Bucci e Andrea La Forgia.

Il Comitato Nazionale diBioetica, nominato da SilvoBerlusconi e scaduto il 15giugno 2006, non è statoancora rinnovato daRomano Prodi.Persino il posto dell’Italialasciato libero da CarloCasini al Gruppo Europeodi Etica rimane vacante damesi. Il rinnovo del CNB,previsto da impegniinternazionali dell’Italia,

non è compito semplice. IlComitato si era ormaitrasformato in pletoricoparlamentino, ostaggiotroppo spesso di dinamichecorrentizie e di pressioniVaticane. Ma è proprio ladifficoltà della nomina aesigere una decisionepolitica chiara edimmediata, per unComitato finalmenteadeguato ai suoi compiti.

Scaduto il tempo dellenecessarie verifiche dicompetenze e disponibilità,il ritardo che si accumula èsolo utile ad alimentarelogiche spartitorie e apregiudicare l’autorevolezzae credibilità del futuroComitato Nazionale diBioetica.Il tempo delle scelte – perWelby e per il Paese – èarrivato.

IL PRESIDIO DI FRONTE

Al termine Consiglio dei Ministri, ilPresidente del Consiglio ha ricevuto“fuori programma” una delegazionedei manifestanti, composta da MarcoCappato, Rita Bernardini e RoccoBerardo.A seguito dell’incontro, Prodiha diffuso il seguente comunicato:

Il Presidente del Consiglio RomanoProdi ha incontrato oggi a palazzoChigi una delegazione del PartitoRadicale e dell’Associazione LucaCoscioni. Nel corso del colloquio si èdiscusso in particolaredell’imminente nomina del nuovoComitato nazionale di Bioetica. IlPresidente Prodi ha illustrato alladelegazione le procedure che sistanno seguendo per l’individuazionedei componenti la Commissione,sottolineando l’impegno del Governoper una designazione in tempi rapidie per uno snellimento dellaCommissione stessa.

L’INCONTROCON PRODI:

IMPEGNOPER TEMPI

RAPIDI

Page 16: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

16 I MESSAGGIWELBY .

La chiesa di Roma è come tutte le altre Companiesdel mondo, per sopravvivere ha bisogno di clienti, edi migliori clienti della chiesa di Roma generalmentesono coloro che stanno male e che hanno problemi.E' per questo che la chiesa è contraria a tutto ciò chepuò fare stare meglio l'umanità intera. Dobbiamosmettere di pensare che ciò che è contrario allapolitica di marketing del vaticano, ovvero ciò che faperdere clienti alla chiesa, sia anche immorale, e checiò che è immorale, in Italia, sia ancheautomaticamente illegale.

ROBERTO FERRARO(consulente informatico)

Tutti dovremmo farci un esame di coscienza eimmedesimarci nella situazione esistenziale di chisoffre mentre mantiene i collegamenti con il mondoesterno solo grazie a sofisticati marchingegnimeccanici. E ricordarci delle parole del Papa GiovanniPaolo II, quando rifiutò l'accanimento terapeuticosulla sua persona.

PAOLA NAVETTA(funzionario P.A.)

Io sciopero perché credo nella libertà dell'uomo,penso che sia giusto rispettare la libertà personale,perché la propria libertà ha fine laddove inizia quelladegli altri.

ALESSANDRO SOLINAS(studente di Medicina e Chirurgia)

Partecipo a questa iniziativa non violentaconvintamente, per sostenere una battaglia di civiltà,una battaglia che questo paese non può più eludere,per un paese che si possa definire veramente libero,per uno Stato che sia davvero laico, perché vogliopoter decidere della mia vita e della mia morte.

STEFANO GRASSO(barman-studente)

Perché quando una persona arriva a dover decideredi non poter più sopportare la propria vita , il nonnegarLe questa suprema Libertà di scelta e' l'unicacosa che può restituire dignità alla vita stessa.

PIERANGELA BERTOLO(impiegata)

Trovo importante affermare la libertà morale diciascuno e di tutti, questa libertà non lede mainessun diritto quando vive dentro la propria dignità,dentro l'universo dei nostri valori. Se io fossiprigioniero del mio corpo, con mente lucida, trovereidisumano che una morale altra dalla mia decidesseper me. Viva Luca Coscioni! amore puro.

CARLO PEIS(studente)

Per amore e per la libertà di scelta di vivere o moriredi ognuno di noi.

GAIA GAMBINI (public relations)

Per contrastare la progressiva riduzione di libertà che,con ritardo purtroppo, percepisco come pericolosaper noi, ma soprattutto per le future generazioni.

GIUSEPPINA DEL SIGNORE(ricercatrice)

Digiuno per non alimentare una società incivile che,strumentalizzando persino la morte, si nutredell'atroce sofferenza di esseri umani. Noall'accanimento terapeutico contro la volonta' delpaziente.

ELETTA(studentessa/lavoratrice)

Sono figlia di un malato di sla (sclerosi lateraleamiotrofica). L’ammalato ha il diritto di scegliere.

ORIETTA DE PASCALI(insegnante)

Dopo aver visto e sentito a Ballarò del 28 novembrescorso, il prelato presente, le sue certezze, la suaarroganza e saccenza nel pontificare la suaimplacabile insensibilità umana e cristiana, pensoche tre giorni di digiuno siano salutari per smaltire il

disgusto che ho provato. I talebani sono presentianche da noi.

GIANMARIA ARNABOLDI (commercialista)

Per me un piccolo, insignificante disagio di fronte alleindescrivibili sofferenze giornaliere di Piero Welby edi tanti altri malati terminali.

ALDO MARTORANO(insegnante)

Mi rivolgo in particolare ai miei colleghi, all'ordinedei medici della mia provincia, perché nonrimangano in silenzio, ma facciano prevalere leragioni profonde della nostra professione: il rispettoper le decisioni del paziente e la lotta contro il doloree la sofferenza. Che il nostro Paese faccia un passo inavanti. Caro Piergiorgio sono con te, stimomoltissimo la tua battaglia e l'alto valore umano chela riguarda. Ti mando un abbraccio. Con stima ericonoscenza.

TOMMASO CIACCA(medico anestesista)

Per la libertà di scelta e per un rapporto civile eumano tra medico e paziente.

ADA FERMARIELLO (medico specializzando in anestesia e rianiamazione)

Chi, come Piergiorgio Welby, muore vivendo,intensificando ed arricchendo ogni g di più il sensodella propria esistenza dimostra di amare la propria el'altrui vita. Egli è la carezza sul volto di tutti coloroche hanno perso la fede (in qualsiasi cosa) e lasperanza. E vivono morendo.

GIUSEPPE MATINA (insegnante)

Rosa A Marca; Patrizia Aiello;Dafna Akler; EmanuelaAlquati; Morvan Ammannito;Piergiorgio Amodei;Alessandra Ancona; GiacomoAndreoletti; Matteo Angioli;Paola Antoni; MicaelaAntonini; GianmariaArnaboldi; Demetrio Bacaro;Antonio Bacchi; BenedettoBasile; Giancarlo Basile;Bernardo Bassoli; MaurizioBasta; Lucio Bertè; PierangelaBertolo; Guido Biancardi;Giacomo Birindelli; MarcellaBoccia; Vittoria Bolettieri;Maurizio Bolognetti; ClaudioBondioli Bettinelli; GianpieroBonfantini; Stella Borghi;

Monica Bozzellini; MarioBrambilla; Roberto Brancè;Simona Branconi; RobertoBrentonego; MauroBulgarelli; Orietta Callegari;Francesco Callipo; LauraCalzolai; Avy Candeli;Giuseppe Candido; FilippoCannavò; Italo Cannone;Michele Capano; StefanoCappadozzi; AlessandroCapriccioli; Lorena Caputo;Patrizia Carella; Elisa Carlini;Antonino Cascone; RobertoCasonato; Luigi Castaldi; SusiCastellino; Rosanna Casula;Maria Laura Cattinari;Giuseppe Cenni; ClaudioChiarini; Tommaso Ciacca;

Deborah Cianfanelli; OrioCiferri; Patrizio Cilli; MatteoCoceani; Paola Cogo; EmilioColella; Angelika Colic;Rosella Colombo; CinziaColosimo; Maurizio Colucci;Claudia Consarino; SilviaCoscienza; Giulio Cossu;Luciano Costa; Marco Cotza;Annalisa Crociani; MicheleCuccovillo; AntonellaCuppini; Roberto D'Alberto;Sergio D'Elia; Alessio DallaLibera; Alessandra De Cesare;Josè De Falco; Sergio DeMuro; Flavia De Paoli; OriettaDe Pascali; Giovanni DePascalis ; Ermanno De Rosa;Claudio Degasperi;

Giuseppina Del Signore;Gianni Del Vescovo; BiagioDell'Acqua; GaetanoDentamaro; AlessandroDepetro; FrancescaD'Esposito; Gianluigi Devani;Domenico Di Chio; DenisDiafano; Loredana Diglio;Eletta; Vittorio EmanueleEsposito; Marco Fallabrini;Franca Fantasia; FabioFavalli; Marco Favara;Giovanni Favia; ValerioFederico; Iolanda Feraco; AdaFermariello; Roberto Ferraro;Guido Ferretti; Marco Filippa;Alessio Fiocchi; RaffaeleForci; Rosalba Forcione;Andrea Furgiuele; Angela

Sciopero della fame ediminuzioneinsulina per 24 ore

GIUSEPPE CANDIDO

Partecipoall’iniziativanonviolentariducendo i farmacidella tiroide per 10 gg

GIUSEPPINA RICCIRidurrò anche del 50%la somministrazionedi interferone e altrifarmaci per la sclerosimultipla.

ANDREA TRISCIUOGLIO

La mia salute é nellanorma, nonostantequesto ho unadisabilità (OsseogenesiImperfetta) a seguitodella quale mi muovoin sedia manuale,sono alta 1.28 cm epeso c.a. 30 kg. Per cui,mi fermerò nelmomento in cui vedoche sto perdendotroppo peso... cosadeleteria per le mieossa! Ma io ci sarò!

YASMIN RAVAGLIA

PARTECIPANTIALLO

SCIOPERODELLA FAME

PER ILCOMITATO

NAZIONALE DIBIOETICA E

PER RISPOSTAA WELBY

(ALLE ORE 12 DI DOMENICA 3 DICEMBRE)

Page 17: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

WELBY

17I MESSAGGI.Un'iniziativa non violenta per combattere la violenzadell'indifferenza. La nostra sarà una voce tutt'altroche fioca!!!

DAVIDE ROCCO (studente)

Il santo padre predica l'amore ed il rispetto per la vita,Piero Welby lo pratica. Un grande abbraccio aPiergiorgio, forza.

ALBERTO GRASSO

Con oggi fanno otto i giorni della mia protesta; noncibarsi è dura ma sicuramente nulla a confronto dellesofferenze di Piergiorgio e tante, troppe altre personetenute in ostaggio dalla vita ma soprattutto dallacodardia delle istituzioni. Non mangiare non mi faaffatto bene: ho un tumore allo stomaco(leiomiosarcoma) e forse tra non molto sarò incompagnia di quei cittadini non liberi, pur non avendocommesso alcun reato. Continuo comunque questabattaglia, anche perché voglio proprio vedere dove puòarrivare questa volta l'indifferenza del potere politico ereligioso di questo Paese. Un abbraccio a tutti. ps:Piergiorgio, vorrei davvero fare di più...

MICHELE LONGHI(digital artist)

Se la libertà non è garantita per qualcuno, non ègarantita per nessuno. Io sono solo un uomo cheappoggia una iniziativa non violenta e lo fa nellaconsapevolezza che finché ci sarà chi come i radicalisi batte per proteggere il diritto supremo alla libertà,ci sarà speranza per tutti. La mia intenzione è portareavanti uno sciopero ad oltranza, spero di potersoffrire con Piergiorgio fin quando Piergiorgio nonavrà più da soffrire. Grazie a tutti voi.

MORVAN AMMANNITO

Mia sorella di 30 anni è morta un anno fa a causadella fibrosi cistica, lei ha voluto lottare fino alla fineperché aveva la speranza del trapianto polmonare,cosa che ha fatto a Vienna, e qui è stata 5 mesi interapia intensiva, subendo altri 5 grossi interventi

(oltre al trapianto) e indicibili sofferenze. Lei halottato fino alla fine perché sperava di farcela e sisopporta tutto quando si ha la speranza, ma non cideve essere una sofferenza fine a se stessa,soprattutto in un'epoca in cui una volta giunto interapia intensiva, diventa quasi impossibile morire.

LAURA CALZOLAI (segretaria)

Mi unisco al messaggio di "solidale sofferenza" delpresidente della Camera dei deputati FaustoBertinotti. Sento anch'io tutta la mia "inadeguatezza"e invito il Presidente a partecipare all'iniziativa nonviolenta e a fare quanto in suo potere perchèPiergiorgio Welby abbia una risposta adeguata allasua condizione.

MARCO TARABELLA (architetto)

Concedo l'eutanasia anche ai miei cani in modo chepassino oltre senza sofferenza. Mio padre ha lasclerosi laterale amiotrofica.

SABINA PRINCIGALLI (assistente sociale)

Per risanare il corpo malato della politica rendendolocapace di ascoltare la domanda di libertà dallamalattia che viene dal cuore di un malato, uno pertutti che ha capito come le istanze della vita di unopossano essere vitali per tutti facendosi politica.

ERMANNO DE ROSA(ingegnere)

Caro Piergiorgio, condivido la tua battaglia e ammirola tua determinazione, e quella di tua moglie. Duegiorni nonviolenti per pensarti. Un modononviolento per dissociarmi dalla violenta ferociadella CEI, del Pastore Tedesco, e dei loro lacchè cheintasano i Palazzi del potere. Coraggio!

MARCO TOSI (consulente)

...perché i troppi che si permettono di giudicare nonsanno neppure di cosa stanno parlando!!...se ne avete ilcoraggio, entrate e venite a vedere!...e poi andate via...

GIANCARLO BASILE (impiegato)

Affinché si parli di questo tema, a tutti i livellipossibili, senza pregiudizi e nel rispetto dellaopinione, del credo e della filosofia di ognuno.

VIRGILIO MESCHI (medico pediatra ospedaliero)

Per Piero e Mina: "E non c'è niente di meglio, a sera,/che addormentarsi sfiniti, per poi/ destarsi alle primeluci,/ star ritti contro il cielo inamovibile,/ non darconto all'indomabile acqua/ e sollevare lo scafo soprale onde,/ facendo rotta per le eterne sponde solari. (I.Bachmann)

DONATELLA TREVISAN (traduttrice)

Piena disponibilità sia come istituzionale che comepersona per questa difficile battaglia di diritto/i.

MAURO BULGARELLI (senatore verdi)

Credo sia importante sottolineare sempre,chiaramente, che il diritto a staccare la spina senzadover soffrire è appunto un diritto che può esercitaresolo chi lo desidera. Su questo aspetto, saranno intanti a creare volutamente confusione nell'opinionepubblica. Lo abbiamo già constatato in altresituazioni.

ANDREA LAFORGIA (docente universitario)

Codice vincolante del collegio IPASVI eprossimamente ordine: all'art.4 rapporti con lapersona assistita: al punto 4.17 “L'infermiere nonpartecipa a trattamenti finalizzati a promuovere lamorte dell'assistito sia che la richiesta provengadall'interessato, dai familiari o da altri”. Io sonodisposto a disobbedire.

MARIO BRAMBILLA (infermiere professionale)

Furlan; Filomena Gallo;Umberto Gambini; GaiaGambini; Umberto Gambini;Licia Maria Gandossi;Gabriella Gazzea Vesce;Virginia Germozzi; AngelinaGervasio ; FrancescoGiachini; Sergio Giordano;Patrizia Giribaldi; AnnaGiunchi; Stefano Grasso;Alberto Grasso; GiovannaGuercilena; Oscar Guerra;Annalisa Guerrini; PaoloIannattone; Giulia Innocenzi;Loredana Jelmini; GabrielKopelman; Marcello La Spina;Andrea Laforgia; StefaniaLangiu; Luciano VincenzoLeo; Marco Leporatti; FrancoLevi; David Licheri; Salvatore

Lionetti; Marco Valerio LoPrete; Adrea Lucenti; GianLuigi Lancia; AlessandroMaggiani; Cristiano Maiorino;Mauro Malpassi; ValterMancini; Roberto Mancuso;Marco Marchese; AldoMartorano; Vincenzo Masia;Massimo Masotti; DomenicoMassano; Denis Massaro;Giuseppe Matina; StefanoMazzocchi; Antonella LuciaMazzoccone; Bruno Mellano;Piero Franco Mendicino;Diego Menegon; VirgilioMeschi; Lembo Michele;Pietro Migliorati; DavideMiraglia; AntonioMittempergher; StefanoMontresor; Stefano Moracchi;

Luca Moretti; Paola Moretti;Franca Moretti; Italo Morini;Mario Mornata; AntonioMosca; Giuseppe Napoli;Paola Navetta; SimonaNazzaro; Mara Nerbano;Sharon Nizza; AntonellaNobile; Ivan Libero Nocera;Oliviero Noventa; OlivieroNoventa; Martina Oppelli;Aldo Orrù; Nila Orsi; EmiliaCarla Pace; ValentinaPaganessi; GiovanniPaglialonga; FrancescoPalmieri; Mario Palombo;Maria Pamini; Bruno Panni;Giuseppe Paolitti; Luca Pardi;Stefano Parravicini; NoemiParrini; Bruno Pasin; RenatoPatelli; Carlo Peis; Marco

Perduca; Luca Perego; AndreaPessarelli; Saro Pettinato;Brunella Polignano; LucaPonchiroli; Armando Pozzi;Sabina Princigalli; EdoardoQuaquini; Irene Quattrini;Rita Ramacciani; MicheleRana; Sergio Ravelli;Giuseppina Ricci; PaolaRiotti; Elisabetta Rizzo;Davide Rocco; Alex Roitman;Alessandro Rosasco;Domenico Rosati; Mara Rossi;Carlo Ruggeri; GualtieroSantarini; Simone Sapienza;Rosanna Savian; ElisabettaScarpa; Giancarlo Scheggi;Luigi Scotto; Maria OrnellaSerpa; Giulia Simi; GiordanoSimona; Alessandro Solinas;

Francesco Spadaccia; MarioStaderini; Marco Tarabella;Rosanna Tasselli; FrancescoTemporin; Sara Tescione;Nina Testa; Stefania Tiradritti;Lorenzo Tolentinati; RaffaellaTosi; Marco Tosi; FrancescaTotaro; Serenella Tozzi;Donatella Trevisan; MassimoTrevisi; Mario Trifuoggi;Andrea Trisciuoglio;Lanfranco Turci; CostanteVannini; Antonia Vatalaro;Monica Vigano; GiuseppeVolpe; Alessandro Zaffuto;Mariella Zanetti; ClaudiaZantedeschi

Oltre allo scioperodella fame per questagiusta e democraticabattaglia non violentaaggiungo lasospensione dellaterapia del dolore piùl'antiepilettico(gardenale 100 mg. per2 al dì).

DENIS DIAFANO

Soffro di una malattianeurodegenerativa(SLA). Farò un giornodi sciopero della fame.Voglio solidarizzarecon tutti coloro che,pur amando la vita,possono scegliere inpace con la propriacoscienza, comecontinuare a "vivere".

BIAGIO DELL'ACQUA

Page 18: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

18 LA PETIZIONE ALPARLAMENTO

WELBY .

MaurizioTurcodeputato Rosa nel Pugno

MartaVincenzieuroparlamentare gruppoSocialista

LucianoViolantedeputato dell’Ulivo

KatiaZanottideputata dell’Ulivo

I 49 PARLAMENTARI “COSCIONI” 2006

PRIME 10.000 FIRME CONSEGNATE A BERTINOTTIGiovedì 29 novembre alle 17 unadelegazione dell'AssociazioneCoscioni composta dal SegretarioMarco Cappato, dalla co-PresidenteMaria Antonietta Coscioni, daGianfranco Spadaccia e RoccoBerardo, rispettivamenteconsigliere generale e vicesegretario, è stata ricevuta dalPresidente della Camera FaustoBertinotti.

Oggetto dell'incontro la consegnadelle prime 10.000 firme raccolte incalce alla petizione rivolta alParlamento perché affronti laquestione eutanasia, la discussionee calendarizzazione dei temibioetici e l'esposizione degliobiettivi dell'iniziativa nonviolentadi sciopero della fame giunta aldecimo giorno. Intanto negli ultimi giorni hannofirmato la petizione al Parlamentopromossa dall'AssociazioneCoscioni il Sindaco di GenovaGiuseppe Pericu e il Presidentedella Provincia di Belluno SergioReolon, mentre il consigliocomunale di Roma ha votato unordine del giorno in tema dieutanasia proprio a sostegnodell'iniziativa di Piergiorgio Welby edi un'indagine conoscitiva sulfenomeno dell'eutanasiaclandestina”.Ha spiegato Cappato “Chiediamoche la paralisi della politica siinterrompa. Quella paralisi cheimpedisce la nomina del comitatodi Bioetica da cinque mesi e mezzoo di rispondere alla domanda diWelby, come ha anche detto il Capodello Stato. Il nostro è il tentativo dirompere la paralisi politica su scelteimportanti che non possono piùessere differite”.

“Il caso Welbyindica che c'è unvuoto che vacolmato” ha dettoFausto Bertinotti“Sull'eutanasia c'èuna diversitàampia. E quando iproblemi sono cosìaperti, la politicadeve conoscere e,nella sfera che le èpropria, darerisposte”. PerBertinotti “allapolitica toccanodelle risposte cheabbiano ilsensodel

limitee sullequestioniesistenziali il compitonon deve essere di dare le rispostesulle questioni ultime, ma fissaredelle leggi e delle norme checonsentano a tutti di avere unacertezza”. Nel caso specifico diWelby, alla domanda se si trattassedi accanimento terapeutico, il

Presidente dellaCamera hareplicato: “Credoche in questocaso si possa

determinare unavalutazione

scientifica utileanche per chi deve

prendere unadecisione”. Inoltre, alla

domanda “E se un malatoterminale suo amico le

chiedesse di convincere i medici astaccare la spina, cosa farebbe?” ilpresidente della Camera haspiegato: “Francamente non lo so,sono domande difficili verso lequali la politica deve disporsi conmolta serietà e umiltà. Io credo chel'appello del presidente dellaRepubblica vada ascoltato. In questi

casi, la politica si deve disporre conserietà e umiltà e affrontare lequestioni. Se c'è accanimentoterapeutico, come prevede anche laCostituzione, si può e si devemettere fine allo stesso. Altra cosa èil testamento biologico. C'è laproposta del Senato di potersviluppare un percorso incommissione, e io credo cheoccorra proseguire su questastrada. Qui, poi, si pone laquestione di una indagineconoscitiva. Le istituzioni devonoaccogliere, ascoltare e poi rifletteresu come andare incontro a questerichieste”. Infine, Bertinotti hasottolineato che, comunque, “lapolitica deve intervenire sullarealtà, senza lasciare grandi vuotiche, come nel caso di Welby,determinano ulteriori sofferenze”.

Page 19: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

...DALLEREGIONIAntonello Cracolici, ConsigliereRegionale Sicilia • EmiliaSimonetti, Consigliere RegionaleBasilicata • Regina Bertipaglia,Consigliere Regionale Veneto •Gianfranco Bettin, ConsigliereRegionale Veneto • Carlo Covi,Consigliere Regionale Veneto eConsigliere Comunale Padova •Hans Heiss, ConsigliereRegionale Trentino Alto Adige eConsigliere Provinciale di Bolzano •Pius Leitner, ConsigliereRegionale Trentino Alto Adige eConsigliere Provinciale di Bolzano •Alberto Pasquali, ConsigliereRegionale Trentino Alto Adige eConsigliere Provinciale di Bolzano •Carlo Andreotti, ConsigliereRegionale Trentino Alto Adige eConsigliere Provinciale di Bolzano •Donato Seppi, ConsigliereRegionale Trentino Alto Adige eConsigliere Provinciale di Bolzano •Julia Unterberger, ConsigliereRegionale Trentino Alto Adige eConsigliere Provinciale di Bolzano •Luisa Gnecchi, Vicepresidentedella Giunta Regionale del TrentinoAlto Adige e Assessore Provincialeal Lavoro, Innovazione, Ricerca,Scuola e Formazione Professionale• Fabio Morchio, Assessore allaCultura della Regione Liguria

..DALLEPROVINCIEFrancesco Musotto,Europarlamentare, Presidentedella Provincia di Palermo •Massimo Cariello, Assessore alLavoro della Provincia di Salerno •Giuseppe Poerio, Assessore allaPubblica Istruzione Provincia diCrotone • Salvatore di Carmelo,Consigliere Provinciale Provincia diAlessandria • Santo Scalise,Capogruppo Provinciale diRifondazione Comunista Provinciadi Crotone • Antonio Barberio,Consigliere Provinciale Provincia diCrotone • Alberto Carolei,Consigliere Provinciale Provincia diCrotone • Federico Fornaro,Consigliere Provinciale Provincia diAlessandria, VicesegretarioRegionale Regione Piemonte •Salvatore di Carmelo, ConsigliereProvinciale Provincia di Alessandria• Leo De Micheli, AssessoreProvinciale al Personale Provinciadi Alessandria • MassimoBarbadoro, Assessore Provincialeall’Edilizia Provincia di Alessandria •Fiorenzo Scagliotti, ConsigliereProvinciale Provincia di Alessandria• Francesco Bonafè,Vicepresidente Consiglio

Provinciale di Alessandria •Agostino Gianelli, ConsigliereProvinciale Provincia di Genova •Gianantonio Solvetti, ConsigliereProvinciale Provincia di Genova •Gabriella Brizzolara, ConsigliereProvinciale Provincia di Genova •Giorgio Di Tullio, ConsigliereProvinciale Provincia di Genova •Marco Fallabrini, ConsigliereProvinciale Provincia di Genova •Gennaro Mucciolo, VicePresidente del Consiglio ProvincialeProvincia di Salerno

...DAI COMUNIPierantonio Belcaro, Assessoreall’Ambiente Comune di Venezia •Antonio Cilento, AssessoreComune di Villa Literno • LuigiGallo, Assessore Comune diBolzano • Edmondo Giordano,Assessore Comune di Latronico •Cosimo Di Maria, AssessoreComune di Francavilla Fontana •Nicola Griffo, Assessore Comunedi Villa Literno • Antonio Tonziello,Assessore Comune di Villa Literno •Arcangelo Morella, Assessore allaMobilità Urbana Comune di Genova• Riccardo Agnello, Assessore aiBeni Culturali Comune di Monreale• Gerardo Calabrese, Assessoreall’Ambiente Comune di Salerno •Mario Marziali, Assessore allePolitiche Economiche e Produttive,Personale e Servizi al CittadinoComune di San Giovanni Valdarno(Ar) • Piero Cardalesi, Assessoreallo Sport e alla Salute Provincia diSalerno Provincia di Salerno •Monica Balbinot, AssessoreComune di Padova • GiovanniRizzuto, Assessore al Bilancio ePolitiche Produttive Comune diCrotone • Antonio Adamo,Assessore alla Sanità e ServiziSociali Comune di Crotone •Antonietta Rizzo, Assessore aiLavori Pubblici Comune di Crotone• Mario Megna, Assessore alloSport e allo Spettacolo Comune diCrotone • Delia Murer, Assessorealle Politiche Sociali Comune diVenezia • Mara Rumiz, Assessorealle Politiche della ResidenzaComune di Comune di Venezia •Delia Murer, Assessore allePolitiche Sociali Comune di Venezia• Stefano Pagani, Assessore aiLavori Pubblici Comune di Bolzano• Concetta Failla , Consigliera diCircoscrizione di Bolzano Comunedi Bolzano • Gianluca Farinelli,Consigliere Comunale Comune diSan Giovanni Valdarno • SerafiniSilvano, Consigliere ComunaleComune di Belluno • Lauro Biondi,Consigliere Comunale Comune diForlì • Donatello Caroli, Ex

Consigliere Comunale Comune diForlì • Oliviero Valbonesi,Consigliere Comunale Comune diForlì • Danilo Corrà, ConsigliereComunale Comune di Venezia •Fabio Franchi, ConsigliereComunale Comune di SanGiovanni Valdarno • MarcelloCafueri, Consigliere ComunaleComune di Francavilla Fontana •Gabriele Lippolis, ConsigliereComunale Comune di FrancavillaFontana • Maurizio Bruno,Consigliere Comunale Comune diFrancavilla Fontana • CosimoCinieri, Consigliere Comunale diFrancavilla Fontana • CarloTatarano, Consigliere Comunaledi Francavilla Fontana • LuigiCanizza, Consigliere ComunaleComune di Francavilla Fontana •Stefano Voccoli, ConsigliereComunale Comune di FrancavillaFontana • Tommaso Resta,Consigliere Comunale Comune diFrancavilla Fontana • AntonioPoerio, Ex Segretario eConsigliere Comunale Comune diTortona • Giuseppe Marinotti,Sindaco Comune di FrancavillaFontana • Antonio Bonomo,Sindaco Comune di Borghetto •Enrico Fabozzi, Sindaco Comunedi Villa Literno • Mauro Tarchi,Sindaco Comune di San GiovanniValdarno • Luigi Spagnolli ,Sindaco Comune di Bolzano •Giuseppe Pericu, SindacoComune di Genova • PeppinoVallone, Sindaco Comune diCrotone • Pietro Iurlaro,Vicesindaco Comune di FrancavillaFontana • Dionigi Chiazza,Vicesindaco e Assessoreall’Urbanistica Comune di Crotone •Giovanni Scordamaglia,Vicesindaco di Petilia Policastro •Giovanni Passatore, PresidenteConsiglio Comunale comune diFrancavilla Fontana

...DAIPARTITIAngelina Brasacchio, SegretarioDS Sezione di Strongoli • CorradoD’Andrea, Rappresentante LegaNord In Consulta Comunale DeiGiovani • Daniella Vangieri,Responsabile della Segreteria delGruppo Consiliare Regionale diRifondazione Comunista • NinniTerminelli, Segretario dellaFederazione di Palermo • AngelaPace, Segretario Provinciale delloSdi • Daniela Cauli, DirigenteProvinciale di Alessandria • PaolaMonadi, Candidata SindacoComune di Fiamma • AlessandroPilotti, Segretario Sinistra Liberaledi Forlì • Barbara Acquaviva,Segretaria Forza Italia Comune diForlì

WELBY

19LA PETIZIONE ALPARLAMENTO.

PRIME RISPOSTE “DAL TERRITORIO”

Consiglio comunale di Roma, Sindaco di Genova, Bolzanoe Crotone, Presidente della Provincia di Palermo eBelluno, decine di eletti locali MicroMega

dedicato a WelbyMicroMega nel numero in edicoladall’1 dicembre propone un referen-dum sull'eutanasia e dedica il nu-mero a Piergiorgio Welby

«Oggi, chi aiuta un malato termina-le che rifiuti di continuare ad esse-re torturato (e della sua sofferenzacome tortura, solo chi la vive puòessere giudice) rischia una condan-na fino a 15 anni di carcere. Questocommina l’articolo del codice pe-nale che sanziona l’assistenza alsuicidio. Articolo abnorme.Articolo che un paese civile do-vrebbe avere da tempo abrogato. Èpiù che tempo, perciò, che nascaun movimento referendario che,abrogandolo, renda il nostro paesemeno lontano dagli standard euro-pei di civiltà». Così si concludel'editoriale non firmato (dunqueattribuibile al direttore della rivista,Paolo Flores d’Arcais) che apre ilnumero 10/2006 di MicroMega inedicola da venerdì 1 dicembre. Ilnumero ha nel frontespizio la se-guente dedica: “Questo numero èdedicato a Piergiorgio Welby e alsuo impegno di vita contro la tortu-ra di Stato e di Chiesa”. E nell'edito-riale la dedica è motivata in questomodo: «Questo numero è dedicatoa Piergiorgio Welby, un uomo cheama profondamente la vita e cheha deciso di impegnarla fino all’ul-timo nella più importante e crucia-le delle battaglie civili: quella per lavita, appunto, contro le lobby dellatortura di Stato e di Chiesa che pre-tendono di sottrarre il diritto checiascuno ha sulla propria vita, im-ponendo un’agonia di sofferenzeinenarrabili a chi, sulla propria vi-ta, ha invece preso una decisionedifferente. Piergiorgio Welby è oggico-Presidente dell’AssociazioneLuca Coscioni, e di fronte alla man-cata risposta di tutte le autorità allasua richiesta (“è possibile che misia somministrata una sedazioneterminale che mi permetta di poterstaccare la spina senza dover soffri-re?”) si è visto costretto a rivolgersiall’opinione pubblica con unadrammatica lettera aperta: “CaroPresidente, nonostante la mia pub-blica richiesta di essere sedato perstaccare il respiratore, nessunovuole prendersi questa responsabi-lità. Quindi, l’unica via percorribileresta quella della disobbedienza ci-vile che – insieme a Marco Pannellae ai compagni radicali – non po-tremmo e non potremo far altroche mettere in pratica un giorno dadecidere”. Piergiorgio Welby è affet-to da distrofia muscolare, e aveva direcente inviato una lettera al presi-dente della Repubblica GiorgioNapolitano, che resta uno straordi-nario documento di tensione mo-rale e passione civile (da leggere intutte le scuole, se l’ora di “educazio-ne civica” fosse una cosa seria. Lo sipuò trovare sul sito www.lucaco-scioni.it)».

Page 20: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

MARCO VALERIO LO PRETE

Nessun ricorso di massa all'eutanasia,nessuna liquidazione della fascia piùanziana della popolazione, nessun ricorsoal suicidio di massa da parte digenerazioni di ragazzine e ragazzinismidollati, nessuna febbre nichilistica hacontagiato il Belgio in questi primi quattroanni di applicazione di una legge chelegalizza il ricorso all'eutanasia. A partiredal 22 settembre 2002, giorno dell'entratain vigore della legge in questione, ilParlamento ha deciso che l'applicazionedella legge sarebbe stata seguitaattentamente da una Commissione dicontrollo e valutazione; quest’ultima,proprio alla metà di novembre, ha emessoil suo secondo rapporto, basato sui datidel 2004 e del 2005. Basterebbe la lettura attenta del rapporto

in questione per sfatare molti degli spettriagitati, in Italia come all'estero, da partedei vari movimenti che, in nome del"diritto alla vita", finiscono per imporre il"dovere alla vita", impedendoall'individuo di optare, in caso disofferenze gravi ed incurabili, per unamorte dignitosa.Alcuni numeri contenuti nel rapportosono talmente "ragionevoli" da nonsolleticare nemmeno l'attenzione deiclericali nostrani: non c'é manipolazioneche tenga, non c'é Volonté che lascidichiarazione o Belpietro che faccia titoli a

ruota libera. Ma iniziamo dalla definizione dieutanasia, che la legge stessa indica come"l'atto di mettere intenzionalmente finealla vita di una persona a seguito dellarichiesta della persona stessa". La praticaresta punibile (e per questo alcuni parlanoancora di "parziale depenalizzazione") senon viene praticata da un medico, ed indeterminate condizioni. Innanzitutto,secondo la legislazione belga, il pazientedeve essere maggiorenne e capace diesprimere in maniera valida la suavolontà; deve essere inoltre affetto da unamalattia grave ed incurabile, in unasituazione in cui le sofferenze fisiche sianoinsopportabili ed implacabili. La richiestadel paziente, così come la risposta delmedico, obbligato ad intrattenersi a lungocon il paziente oltre che con un altromedico, necessitano di una attenta eresponsabile valutazione. Questeessenziali condizioni, abbastanza flessibilima allo stesso tempo precise, sono staterispettate 742 volte tra il 2004 ed il 2005.Circa 35 casi al mese, vale a dire unaincidenza intorno al tre per mille delnumero totale dei decessi totali in Belgio.Una cifra destinata a salire, anche grazie

alla circolazione dell'informazione tramedici e pazienti, ma che é ben lontanadallo "sterminio" paventato da alcuni.Pochi gli ultraottantenni che hannochiesto di ricorrere all'eutanasia (17% deicasi), molti di più i pazienti di età media;nell'83% dei casi é un cancro in faseterminale a spingere gli individui adoptare per la "morte dolce", nel 6% deicasi invece una malattia neuromuscolaredegenerativa. Un dato sicuramentesignificativo é quello del 39% dei pazientiche, una volta fatta la richiesta dieutanasia, decide di morire nella propriaabitazione. Questo dato va unito a quantospiega ad Agenda Coscioni JacquelineHerremans, presidentessadell'Associazione per il diritto a morirenella dignità (ADMD) e membro dellaCommissione federale di controllo evalutazione della legge, secondo la qualedalle dichiarazioni scritte redatte daimedici, emergerebbe "un dato generale diserenità in questi pazienti. Sono personeche in fondo si sono viste garantita lapossibilità di separarsi dai propri cari inmaniera meno traumatica...". In Belgio qualsiasi medico che avessepraticato l'eutanasia prima del 2002sarebbe stato accusato di omicidio senzaalcuna attenuante, proprio come prevedeoggi il codice penale italiano. La classepolitica belga, una delle più ingessated'Europa, ha approfittato dell'unicaparentesi di assenza di un partito cattolicodal governo a partire dal dopoguerra, perapprovare una legge che rispondesse allepreoccupazioni della società, rese dipubblico dominio grazie a sondaggi edinchieste sull'eutanasia clandestina.Fondamentali, nel percorso che haportato all'approvazione del testo, levalutazioni del Comitato consultivo dibioetica; é proprio a partire dai suoiquattro pareri differenti (uno totalmentecontrario a qualsiasi cambiamento, gli altritre a favore di una modifica legislativa inuna direzione depenalizzatrice), e dalconseguente schierarsi di associazioni egiornali, che il dibattito ha potutoprendere quota. Una motivazione in più,per gli oscurantisti nostrani, per impedirela formazione del Comitato nazionale dibioetica, organo vacante ormai da più disei mesi; una ragione in più, per i laici ed irispettosi del diritto, per rivolgersi algoverno italiano - anche con azioninonviolente - e chiedere la nominaimmediata di tutti i componenti delComitato in modo che possa assolvere aisuoi compiti istituzionali.

20 IL MODELLOBELGA

EUTANASIA &BELGIO: La legge sull'eutanasia,approvata nel 2002, ha permesso aicittadini di riappropriarsi dellamodalità e del luogo dell'atto finale della propria vita, quelloconsistente nel passaggio alla morte.

Smantellato il fenomenoclandestino, così come gli

spettri agitatidall'opposizioneclericale.

L’EUTANASIA LEGALENON GENERA MOSTRI

In Belgio la richiesta dieutanasia, così come la risposta

del medico, necessitano di unaattenta e responsabile

valutazione.

Il Belgio ha approfittato dell'assenza diun partito cattolico dal governo per

approvare una legge che rispondessealle preoccupazioni della società,

divulgate grazie a sondaggi ed inchiestesull'eutanasia clandestina.

Page 21: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

EUTANASIA

21IL MODELLOBELGA&

HERREMANS: LA LEGGE ECCOLAQUI, FUNZIONA!INTERVISTA A JACQUELINE HERREMANS DI MARCO VALERIO LO PRETE

D. In quanto membro della Commissione dicontrollo e valutazione che il governo belga haistituito a partire dal 2002, quali sono le sueconsiderazioni sull'applicazione della legge chedepenalizza l'eutanasia?

R. Vorrei fare tre osservazioni. Innanzitutto alcuniavevano previsto che l'introduzione di questa leggeavrebbe portato a molteplici derive. Ad esempio sisarebbe finito per "liquidare" gli anziani. Predizionetotalmente infondata come dimostra il fatto che -statistiche alla mano - solo il 17% delle richiestecoinvolge la popolazione oltre gli 80 anni. Altriventilavano la possibilità di un'esplosione delledomande di eutanasia, ma anche questa prospettivasi é rivelata infondata; oggi registriamo tra le 30 e le40 dichiarazioni di eutanasia al mese, vale a dire il 3,5

per mille del numero totale di decessi. Infine unanotazione sul piano umano; spesso i medici, nellostendere i loro rapporti, aggiungono un commentoalle dichiarazioni di eutanasia, nei quali si sottolineala maniera serena del decesso avvenuto, alcune voltecon una notazione del ringraziamento da parte delpaziente che, avendo richiesto l'eutanasia, l'abbia

ottenuta. Quest'ultimo punto lo voglio sottolineareperché, pur parlando di soli 30 o 40 casi al mese

in tutto il Belgio, il processo tira in ballo anchele famiglie ed i medici. Ecco perché é così

importante che ora per queste personepossa essere garantita una morte serenaquanto possibile, calma, con i cari chehanno potuto partecipare a questoprocesso ed elaborare il doloreprovocato dal decesso.

D. Lei tratteggia quindi un bilanciopositivo dei primi anni di

applicazione della leggebelga...

Certo, un bilanciopositivo. Ancora di più

se si pensa che ilBelgio ha conosciutouna transizioneradicale. Prima del2002 non esisteva

alcuna legge al proposito; semplicemente un medicoche avesse praticato l'eutanasia sarebbe statoincriminato per omicidio volontario premeditato. Si épassati da una situazione in cui si sapeva chel'eutanasia era praticata, e tra l'altro praticatafrequentemente non in buone condizioni perchéobbligata nella clandestinità, ed in cui si sapeva chealtre volte l'eutanasia era semplicemente rifiutata, aduna situazione di trasparenza. La prima osservazioneche abbiamo potuto fare dopo l'entrata in vigore dellalegge é stata quella di dire: "La parole est à nouveaulibre", si é riconquistata la possibilità di discutere, diconsiderare le differenti possibilità, cosa che non erapossibile fino a quel momento.

D. In queste ore in Italia l'Associazione LucaCoscioni, con il contributo di centinaia di militantiche si sono uniti anche in azioni nonviolente, provaa rilanciare il dibattito nel paese, partendo propriodal sollevare la questione della eutanasiaclandestina.

Quando si può parlare, quando si può discutere, sipuò dibattere anche di "mezzi adeguati", piùopportuni, e quindi evitare quello che accade dovel'eutanasia non é depenalizzata, quello che io chiamo"bricolage", cioè il fatto che non si utilizzano lemedicine appropriate, non si utilizzano i metodigiusti. Nel percorso che ci ha portato all'approvazionedi questa legge, molto importanti sono state delleinchieste che furono fatte - ben prima delladepenalizzazione - nelle Fiandre (regionesettentrionale del Belgio, N.d.R.), soprattutto analisicomparative con la situazione dell'Olanda. Un dato,in particolare, risultò sorprendente: in confronto aiPaesi Bassi - che conoscevano già unadepenalizzazione dell'eutanasia - in Belgio leinterruzioni di vita non richieste erano tre volte piùfrequenti che in Olanda. Se si facessero delle inchiestedel genere in tutti i paesi d'Europa, e non solo inOlanda, sono certa che emergerebbero casi diinterruzione di vita senza accordo del paziente. Nonvoglio per questo scagliarmi per forza contro i medici,che magari sono spinti da compassione, masbagliando, vogliono in qualche modo la morte delpaziente. Se un paziente capisce che la sua vita haperso di senso e che è giunto il momento di regolaretutte le questioni aperte con i propri cari, beh, questo

é un paziente che può condurre a termine con civiltà- é giusto dirlo - l'ultimo atto della sua vita, quello delpassaggio alla morte.

D. "Libera scelta del paziente", questo il nodocentrale della questione...

Esatto. E' importante mettere sempre il paziente alcentro della valutazione. Nella nostra società siamopassati da una situazione che vedeva il medico comecolui che detiene il sapere e che prende le decisionisecondo quello che crede essere l'interesse delpaziente, ad una in cui esiste un dialogo tra medico epaziente. Questo é vero in generale, non solo perl'eutanasia. (…continua nel prossimo numero).

STAMINALI E DINTORNINotiziario sulle cellule staminali ogni sabato suRadio Radicale dalle 10.15 a cura di DonatellaPoretti. La trasmissione aggiorna sulle notizie sullericerche e politiche riguardanti le cellule staminali.Scaricabile in podcasting o riascoltabile instreaming su radioradicale.it

NOTIZIARIOANTIPROIBIZIONISTAIl notiziario sui temi delle politiche antiproibizioniste in Italia e nelmondo a cura di Roberto Spagnoli ogni lunedì dalle 13.00 alle 14.00su Radio Radicale. Scaricabile in podcasting o riascoltabile instreaming su radioradicale.it

Dopo la legge si é riconquistata la possibilità didiscutere anche sui mezzi più opportuni per evitare

quello che accade dove l'eutanasia non é depenalizzata:il "bricolage", cioè l’uso di medicine non appropriate.

I medici, nello stendere i loro rapporti, aggiungono uncommento alle dichiarazioni di eutanasia per

sottolineare la maniera serena del decesso avvenuto.

In Belgio siamo passati da una situazione che vedeva ilmedico come colui che prende le decisioni ad una in cui

esiste un dialogo tra medico e paziente.

Page 22: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

22 SUPPLEMENTO ADARWIN

CONGRESSOMONDIALE &

Questo primo incontro delCongresso Mondiale per lalibertà di ricerca scientifica, sicolloca in un momentoparticolarmente difficile dellamia esistenza. Non che non ce ne siano statialtri, in passato di menocrudeli.

Ma la coscienza del tempo dellavita, della sua libertà, delladignità umana e del limite oltreil quale non andare, produconopensieri e sentimentiinaccettabili ed inaccessibili. La sclerosi laterale amiotroficanon limita le facoltàdell'intelletto, rende lucida lacoscienza di sentire ladisperazione e la paura deltempo della vita. Tempo che si restringeviolentemente e che micostringe a porre l'urgenza, delprezzo che milioni di personein tutto il mondo stannopagando e dovranno pagare,per una cultura di potere, diclasse, e non solo politica,impregnata di dogmi epregiudizi antiscientifici, chetagliano fuori il saperescientifico, che tagliano fuori lelibertà personali di disporredella conoscenza.La partita in gioco è troppo altaper lasciar passare del tempo,altro tempo. Il tempo nel quale ciascuno dinoi, e mi rivolgo in particolarmodo a quella parte dicomunità scientifica presente aquesto appuntamento, che

come strumento di scienza,può divenire lo strumento diazione e di diritto a livellonazionale ed internazionale, aservizio del valore e deicontenuti della vitademocratica.

Si perché è proprio lademocrazia, ad essere messa indiscussione, quandol'acquisizione del sapere,risorsa inesauribile per lasopravvivenza dell'umanità,come luogo di discussione e dilibertà su temi che riguardanodirettamente la vita, la morte, lasalute, la qualità della vita degliindividui, é negata ad essa. Le scelte politiche che non siavvedono di questo rischio,riducono il significato stessodella politica e questa ultimadiviene semplicemente etragicamente partitocrazia. Per me, per l'Associazione cheporta il mio nome, invece, lapolitica, nel bene o nel male, èvita o morte, civiltà o violenza. Alla violenza di questo cinicoproibizionismo sulla ricercascientifica, sui dirittifondamentali dei cittadini, horisposto con il mio corpo chemolti, forse, avrebbero volutoridurre ad una prigionia senzasperanza, e rispondo oggi, conla mia sete d'aria, perché è ilrespiro a mancarmi, che è lamia sete di verità, la mia sete dilibertà.

Roma, 16 febbraio 2006

CONGRESSOMONDIALE PER

LA LIBERTÀ DIRICERCA

SCIENTIFICA.IL MESSAGGIO

DI LUCACOSCIONI

IN EDICOLA CON DARWIN

Ascolta “Il maratoneta”,trasmissione dell'AssociazioneLuca Coscioni in diretta su RadioRadicale ogni sabato dalle14,30 alle 15,30. Latrasmissione, curata da MirellaParachini e Luigi Montevecchi,oltre a trattare e approfondire itemi dell’attualità politica sui temidella biotica e della ricerca,informa sulle attivitàdell’associazione stessa.

“Il maratoneta” è oggi scaricabileanche in podcasting oriascoltabile in streaming. Tutte leinformazioni su radioradicale.it elucacoscioni.it

Page 23: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

NOTIZIEDAL MONDO 23RICERCA SENZA

FRONTIERE&

AUSTRALIAIl Senato apre all'uso degli embrioniclonati per la ricerca (dal Turkish DailyNews, 9 novembre 2006)

Il disegno di legge australiano,approvato al Senato e ora in esame allaCamera, autorizza la ricerca sullecellule staminali estratte da embrioniumani clonati. Il testo legislativodispone che questi devono esseredistrutti entro 14 giorni dalla lorocreazione e non possono essereimpiantati in una donna. Al momentole cellule staminali possono essereestratte soltanto dagli embrionisoprannumerari fecondati in vitro.

GRAN BRETAGNATre progetti di embrioni ibridi uomo-mucca (da Le Figaro, 8 novembre 2006)

Tre università britanniche hanno

deposto una domandaufficiale di autorizzazione, della duratadi tre anni, di creazione di embrioniibridi di mucca e di uomo. Lo scopo deiricercatori è di comprendere meglio imeccanismi di produzione e didifferenziazione delle cellule staminaliembrionali, al fine di produrre le lineecellulari utili al trattamento di malattiecroniche.

GRAN BRETAGNAIl giudice respinge la richiesta dellafamiglia di staccare la spina (dalGuardian, 20 novembre 2006)

Una sentenza in Gran Bretagna haimposto la somministrazione di unapillola “miracolosa” a una donna instato vegetativo nel tentativo di“risvegliarla”, respingendo cosìl'obiezione dei famigliari. Questi,infatti, sostengono che lei non

vorrebbe vivereconsapevole delle gravi menomazionidi cui il suo corpo soffre e reclamanoper lei il diritto a una morte dignitosa.Il giudice ha comunque stabilito che idottori dovrebbero somministrare lapillola prima di prendere la decisionefinale di bloccare l'alimentazione e larespirazione artificiale.

BELGIOSolo 15 malati su 1000 scelgonol'eutanasia (dal Corriere della Sera, 20novembre 2006)

I dati riguardanti il biennio 2004-2005sull'utilizzo dell'eutanasia in Belgiohanno sorpreso sia i medici che ipolitici: i “decessi assistiti”, infatti, sonostati solo 742 su 200 mila personescomparse. Il motivo probabilmente èda ricercarsi nel processo diapplicazione dell'eutanasia: il malato

deve più volte manifestare le sueultime volontà, in seguito allacomprovata inefficacia delle curepalliative, in accordo con il personalemedico. Il 72% dell'opinione pubblicasi dice comunque a favoredell'eutanasia.

STATI UNITIStaminali per rigenerare il cuore malato( dal Notiziario Aduc, 24 novembre 2006)

Scoperte super-cellule staminalicardiache: cellule “maestre” in grado diprodurre tutti e tre i principali tessutiche compongono il cuore deimammiferi. La scoperta è statapubblicata sull’ultimo numero di Cell eriguarda il gruppo di cellule progenitriciche darebbero vita a tutti i tipi di tessutie strutture del cuore. Il risultato diquesta ricerca darà nuovo impulso allaterapia rigenerativa cardiaca.

PILLOLE TRANSNAZIONALI

DALL'EUROPARLAMENTO VIALIBERA ALLA RICERCADi nuovo respinta l’offensiva clericale

MARCO VALERIO LO PRETE

Al leader del Movimento per laVita Carlo Casini (UDC) erariuscito persino di costruireuna "Unione Sacra" con icolleghi eurodeputati delcentrosinistra, ma neanchequesto é bastato per bloccare ifinanziamenti alla ricercaeuropei, una minima parte deiquali indirizzati a ricerche sucellule staminali, ancheembrionali. Il Parlamento Europeo il 30novembre ha dato il via liberaal VII Programma Quadro(PQ), lo strumento principaledell'Unione Europea perfinanziare la ricerca scientifica.Una manovra da 54 miliardi dieuro, da ridistribuire tra i 25stati membri dal 2007 al 2013,ovvero il tentativo europeo dirimanere in linea con gliobiettivi di Lisbona, masoprattutto il tentativo di nonperdere il treno dello sviluppopreso al volo da Stati Uniti epaesi asiatici. Alcune settimane fa irappresentanti europei diUDC e Margherita si eranotrovati d'accordo nel chiederedirettamente al Presidente delConsiglio Romano Prodi difare pressioni sul presidentedella Commissione EuropeaBarroso per interpretare ledisposizioni del VII PQ inmaniera ancora più restrittivadi quanto già non richiedessela lettera del testo. Obiettivo?

Impegnare l'esecutivo dell'UEa non dare il via libera aifinanziamenti comunitaririguardanti ricerche sullecellule staminali che abbianocomportato la distruzione diembrioni oltre una certa data. La richiesta di Carlo Casini,appoggiato dalla Margerita,aveva sollevato l'opposizionedel radicale Marco Cappato,affiancato dagli esponentidella sinistra Berlinguer (DS),Frassoni (Verdi), Musacchio(Prc), Napoletano (DS), Rizzo(PdCI) e Zingaretti (DS), che inuna nota ricordavano come ilParlamento avesse già, in unvoto in prima lettura,"confermato l'impegno afinanziare, tra gli altri, progettiche prevedono in primisl'utilizzo di cellule staminaliadulte e tratte dal cordoneombelicale, ma anche progettidi ricerca con staminali tratteda embrioni sovrannumeraricomunque desinati alladistruzione". Ora la bocciaturadell'aula, che non ha ritenutonemmeno ammissibili gliemendamenti di CarloCasini. Immancabili glischiamazzi di Volonté(UDC) - che hatuonato contro la"deriva zapateristache stainvadendo tuttal'Europa senzaradici cristiane" -puntuali come

l'editoriale de“l'Avvenire”, ilgiornale dei vescoviitaliani, in cui siparla di "sconfittapolitica" della"ricercabiomedica". Rimane inpiedi quindi

il compromesso raggiunto loscorso 24 luglio nel corso diuna riunione dei 25 ministridella ricerca: l'Europa nonfinanzierà la ricerca cheprevede direttamente ladistruzione di embrioniumani, ma ammetterà alfinanziamento fasi successivedegli studi riguardanti cellulestaminali embrionali. Uncompromesso che non puòsoddisfare

del tutto i laici e gli scienziatieuropei, ma che equivale aduna boccata d'ossigeno per ipochissimi laboratori italianiche, impegnati in ricerchesulle cellule staminaliembrionali, non possonocontare su alcun fondo statale.

Approvato definitivamenteil VII Programma Quadro.

I fondi andranno anchealla ricerca sulle

embrionali

Page 24: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

24 STAMINALI INPARLAMENTO

RICERCA +CONFLITTO DI INTERESSI PER IFINANZIAMENTI ALLA RICERCASULLE CELLULE STAMINALI?NUOVAINTERROGAZIONE DIDONATELLA PORETTI,DEPUTATA DELLA ROSANEL PUGNO ALMINISTRO DELLA SALUTE16 NOVEMBRE 2006

Interrogazione a risposta orale nella XIIcommissione (Affari Sociali) al Ministrodella Salute

Premesso che:

- nel novembre 2001 il Ministero dellasalute, istituiva, presso l'Istitutosuperiore di sanita' (ISS) la"Commissione Nazionale sullecellulestaminali", presieduta da EnricoGaraci, presidente dell'ISS comediffuso nel comunicato numero 442, laCommissione risultava composta da 12membri; tale Commissione decideval'erogazionee la distribuzione di unfinanziamento di 7,5 milioni di euro, daerogare nei tre anni successivi in trebandi per la durata di un biennio- Il sottosegretario alla Salute, SerafinoZucchelli, nella risposta data ad unamia interrogazione realizzata con lacollaborazione dell'associazione LucaCoscioni e presentata in CommissioneAffari Sociali, riguardo la trasparenzasull'assegnazione di fondi per lericerche con le cellule staminali daparte della "Commissione Nazionalesulle Cellule Staminali", istituita pressol'Istituto Superiore di Sanita' (ISS) nelnovembre 2001 dal Ministro GirolamoSirchia e decaduta, sempre nel corsodella passata legislatura, il 9 novembre2004, ha tra l'altro affermato:

- "(...) la procedura di valutazione deiprogetti di ricerca seguita dallaCommissione e' quella del peer-reviewsystem, che prevede la valutazione deiprogetti da parte di "referees"/revisorianonimi, competenti nella materiascientifica del progetto e indipendentidal proponente del progetto stesso(...)";

- "(...) i progetti presentati a seguito delprimo e del secondo bando sono stativalutati "da due o piu' revisorianonimi (esterni o interni allaCommissione, ma comunque nonconosciuti dagli stessi membri dellaCommissione), scientificamentequalificati e indipendenti dalproponente del progetto [...] LaCommissione Nazionale ha preso attodelle valutazioni dei referees, e soltantoin base a queste valutazioni hafinanziato o meno i progetti presentati(...)";

- "(...) l'Istituto Superiore di Sanita' haprecisato che nel sito web sono stateregolarmente inserite le informazionirelative ai bandi e ai progetti finanziati(...)";

- "(...) i consuntiviscientifici dei progetti delprimo bando dimostranoche molti risultati sonostati pubblicati sulle piu'prestigiose rivisteinternazionali (...)";

- "(...) l'Istituto precisa chela Commissione hapromosso un primobando per progetti diricerca biennali, finanziatiper oltre 11 milioni dieuro nel 2003 (...)";

- "(...) l'attivita' del primobando e' oggi conclusa; iresponsabili dei progettihanno gia' inviato ilc o n s u n t i v oamministrativo e quelloscientifico (...)";

- "(...) al primo bando hafatto seguito un secondobando concernente lo"Sviluppo di uno o piu'prototipi strutturali,organizzativi e gestionalidi banche di cellulestaminali umane". Nel2003 il bando e' statovinto dal centro-prototipodell'Ospedale Maggiore diMilano. In data 16 ottobre2006, l'ISS ha comunicatoche "sta procedendo allaraccolta dei contributi relativi airisultati ottenuti dall'esecuzione deivari progetti e che tali risultati sarannodivulgati attraverso un convegnoscientifico e con la pubblicazione degliatti congressuali (...)";

- "(...) l'ISS ha precisato che non vi e'stato un terzo bando, in quanto dopo ilsecondo i fondi a disposizione eranoesauriti, e la Commissione stessa, nonpiu' convocata dall'agosto 2003, e'decaduta il 9 novembre 2004; diconseguenza, il relativo sito web non e'piu' attivo dal 2005 (...)".

Per sapere:

- chi abbia scelto i referees/revisori"incaricati della valutazione deiprogetti secondo il peer-review system"e quali siano i parametri utilizzati pervalutarne l'indipendenza, l'anonimita',la competenza e la nazionalita'; inparticolare, come e' dato sapere che "irevisori anonimi (esterni o interni allaCommissione)" fossero "comunquenon conosciuti dagli stessi membridella Commissione";- se ci sono documenti disponibili epubblici che attestino quantodichiarato dal sottosegretario Zucchelliriguardo la procedura di valutazionedei progetti di ricerca seguita dallaCommissione del peer-review system;- in quale sezione del sito web dell'ISSe' possibile prendere visione deiconsuntivi amministrativi e scientifici

delle attivita' concluse e finanziate conil primo bando;- i nomi e i numeri interessati delleprestigiose riviste internazionali su cuisono stati pubblicati i risultati deiprogetti conclusi con il primo bando;- quali siano gli importi difinanziamento assegnati ad ognisingolo progetto/ricercatorenell’ambito del primo bando;- come sia possibile che, se nel 2001 isoldi annunciati nel comunicatonumero 442, per la Commissionenazionale sulle cellule staminali fossero7,5 milioni di euro, l'ISS abbia precisatoche i progetti finanziati solo con ilprimo bando ammontino a "oltre 11milioni di euro";- dove sono comparse le informazionirelative alla modifica dei finanziamenti(da 7,5 a 11 milioni di euro). Se c'e' statoun decreto che lo abbia sancito ocomunque come la comunita’scientifica (e quindi coloro cheavrebbero potuto presentare unprogetto) sia stata informata di cio’;- quali siano i progetti singoli finanziaticon il secondo bando (di cui si stannoora raccogliendo i contributi in base aquanto comunicato da ISS il 16 ottobre)e quale l’importo per ciascun progettooppure, se esiste un solo progetto anome del centro-prototipodell'Ospedale Maggiore di Milano,quale sia il finanziamento assegnato aquesto centro;- dato che la Commissione e' "decadutail 9 novembre 2004", chi, e secondo

quali criteri, si occupa della "raccoltadei contributi relativi ai risultatiottenuti dall'esecuzione dei variprogetti" del secondo bandoconcernente lo "Sviluppo di uno o piu'prototipi strutturali, organizzativi egestionali di banche di cellule staminaliumane", e chi si occupera' dellaannunciata divulgazione dei risultati"attraverso un convegno scientifico" edella successiva pubblicazione degliatti congressuali;- quale sia il criterio seguito neldisattivare il sito web dellaCommissione Nazionale sulle CelluleStaminali, dato che i progetti avviaticon il secondo bando non sonoconclusi e si sta "procedendo allaraccolta dei contributi relativi airisultati ottenuti dall'esecuzione deivari progetti e che tali risultati sarannodivulgati attraverso un convegnoscientifico e con la pubblicazione degliatti congressuali";- il motivo per cui sia scomparso dalsito web dell'Istituto Superiore diSanita' ogni tipo di riferimento enotizia dei finanziamenti elargitiattraverso la Commissione Nazionalesulle Cellule Staminali;- il motivo per cui non ci sia stata unadivisione dei fondi a disposizione inmodo tale da permettere ilfinanziamento anche del terzo bando;- perche' sia decaduta la CommissioneNazionale sulle Cellule Staminali e ilmotivo per cui non abbia piu' ricevutofinanziamenti.

Page 25: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

LAICITÀ

25IL PRESIDENTEE IL PAPA?

ANGIOLO BANDINELLI

La visita del Presidente dellaRepubblica al Sommo Pontefice dellaChiesa cattolica (ma anche a colui cheè al vertice dello Stato della Città delVaticano) rientra, ovviamente, nelrituale di una lunga, secolarecoabitazione tra i due poteri: unfenomeno geopolitico che non trovariscontro in nessun altro Paese. Nonsiamo in grado di fare un puntualeconfronto con gli analoghi incontri chenel passato hanno visto succedersi,dall’una come dall’altra parte, variprotagonisti, ma abbiamol’impressione che la visita di GiorgioNapolitano a Benedetto XVI debbaessere ricordata per alcune specificitàdi non poco rilievo. Non indugeremosui dettagli, come il fatto che laconsorte del Presidente non avesse ilcapo coperto del velo che riteniamoprotocollare (non lo aveva neanche laconsorte del Ministro degli Esteri,Massimo D’Alema, che accompagnavaNapoletano), né torneremo a leggere lacalibratissima, significativa allocuzionedel Presidente. Sottolineeremo invece,anche con forza, che la visita sicollocava in un contesto politicodifficile; probabilmente il più difficile escabroso, da molto tempo, per ciò cheriguarda i rapporti tra Stato e Chiesa.Già il referendum del 2005, che avevavisto coagularsi l’opposizione vaticana

in forme mai in precedenza verificatesi(neppure all’epoca del divorzio,quando la contrarietà cattolica presecorpo in una opposizione guidata dalaici e da uomini politici di quellaparte, con alla loro testa AmintoreFanfani), aveva segnato unospartiacque. Privato di sicuri punti diriferimento dopo la scomparsa dellaDC, il mondo vaticano forzava la manoassumendo direttamente, tramite ilCardinale Ruini, la direzione anche“tecnica” dello scontro referendario.Da allora il confronto ideale-politico siè ancor più inasprito: non c’è più solola questione dell’Aids e delpreservativo, tutti i temi cosiddettisensibili, dalla questione delle cellulestaminali e della genetica, dai Pacsall’eutanasia sono arrivatiprepotentemente al centro deldibattito civile. C’erano tutti ipresupposti per fare della visita inVaticano del neoeletto Presidente unevento insidioso e difficile.

Crediamo si possa dire che, in questoaspro contesto, il Presidente della

Repubblica abbia scelto di seguire unavia molto attenta e nitida, sia nelleprocedure che nei contenuti: lacorretta interpretazione dei ruoli edelle responsabilità è stata contenitoree manifestazione di una scelta politicaprudente ma valida. Vi si inserisceanche, addirittura, un avvenimentosenza precedenti, l’immediata rispostadi Napolitano alla lettera apertainviatagli da Piero Welby il 22settembre, ben prima della visita inVaticano. Il Presidente è uomo troppoesperto per non aver soppesato leconseguenze e i riflessi di questo suogesto. Egli appartiene ad una culturasicuramente “laicista”, naturalmentelontana da quella del Berlinguer o diun Ingrao protesi alla costruzione, diforte pretesa teorica prima ancora chepolitica, di un grande e definitivoaccordo tra le masse laiche ecattoliche. Una certa spigolositàistituzionale, il senso di una tradizionerisorgimentale non del tutto

accantonata ci pare facciano parte delbagaglio culturale e politicodell’attuale presidente. In alcunimomenti, proprio nel corso della suavisita in Vaticano, ci è parso diintravedere in filigrana la sagoma diLuigi Einaudi, la cui laicità reggevasenza difficoltà la prova di una fedecattolica che credo fosse in lui salda eanche culturalmente ben definita, nongenerica. Con Napolitano ci èsembrato insomma di scorgere iltentativo della ripresa di un filonestorico altrimenti disperso eabbandonato, quello che vide ilmondo liberale affiancare ilcattolicesimo “popolare” di DeGasperi, di Gonella o di un DonatoMenichella nell’illusione che lo “heridicebamus” di Croce valesse anche sulfronte del rapporto tra laici e cattolici.Era l’illusione che il cavourriano“libera Chiesa in libero Stato”, laceratodal fascismo, potesse ritrovare il suoantico smalto e tutte intere le ragioniche lo avevano dettato. L’illusionedurò, purtroppo, lo spazio di unmattino dopo essere stata tenuta invita, quasi artificialmente, dalconvergere delle riflessioni di figureanche assai diverse tra loro, da unArturo C. Jemolo allo Spadolini del

“Tevere più largo”; magari, fino aMario Pannunzio, che sul suosettimanale affrontò questi temiaffiancando all’anticlericalismo diErnesto Rossi espressioni di un sentirediverso, di più pacata formazioneliberale, attenta al dialogo con ilmondo cattolico.L’antica e nobile tradizione si spezzadefinitivamente quando irrompemassicciamente la culturadell’incontro tra cattolici e laici, delcompromesso storico. Non sono più ledue istituzioni sovrane, Stato e Chiesa,a confrontarsi, ma burocrazie politicheche si erigono a interpreti delle“masse” popolari, del loro “bene” e delloro destino, terreno ma ancheultraterreno. E’ un disegnoculturalmente arretrato,essenzialmente illiberale e assaipericoloso. Sarà la battaglia radicalesul divorzio a farlo fallire nelle suepremesse ideali, dimostrando che le“masse” dell’una o dell’altra

confessione, la religiosa come lapolitica, non esistevano e non esistononelle forme immaginate dalle loroclassi dirigenti e dalle burocraziepartitocratriche. In tempi più recenti,infine, il crollo del comunismo edell’unità dei cattolici ha aperto unafalla che ha spaventato le gerarchiecattoliche, il Vaticano, sollecitando allafine il diretto interventismo politicodel cardinale Ruini. Gli individuiliberati dalle ideologie andate infrantumi, i singoli creati dal mercato,vengono consegnati mani e piedi allastretta imposta dalle gerarchieecclesiastiche. C’è un fiorire dicattolico-liberisti che leggono i Vangeliin maniera distorta e interessata, asostenere il ripiegamento: i Vangelipossono dire molte cose, possononarrarci di Gesù che gioisce delbenessere degli sposi di Cana, ma nonoffrono certo premesse o appigli peruna teoria antropologica o sociale diquesto stampo. I nuovi cattolici deltempo liberista si affiancano peraltrosenza difficoltà alle legioni dei teocon,quelli che si spendono sul versantedella difesa dell’identità cristianamessa in forse dalla societàtecnologica e consumista. Da qualchetempo questa

commistione/contraddizione investel’intero insegnamento della Chiesa,facendola, mi sembra, sempre piùdimentica del suo rapporto con ilGolgota, l’evento che segna la rotturadefinitiva tra la trascendenza dellasalvezza - che è la sola giustificazionedella fede cristiana - e il “secolo” e isuoi poteri, che sono sempre - indefinitiva - i poteri di Cesare.

E’ a questo punto drammatico delpercorso storico dei rapporti Stato-Chiesa che si inserisce lo sforzo diGiorgio Napolitano. O almeno così anoi pare. Napolitano sembra voler farriaffiorare l’antico disegno liberale,quello del “libera Chiesa in liberoStato”. Per questo si appella ad unincontro tra le due Istituzioni, che eglivede camminare in parallelo - senzaconfusione delle acque - verso unobiettivo condiviso al quale ciascunadelle due contribuisce con il suospecifico mandato e i suoi specificimezzi e poteri. Nella sua nobiltà, nellasua apprezzabile suggestione storica eideale, questo disegno ha però alcunedebolezze, delle quali è bene avereconsapevolezza. Sono debolezze neiconfronti delle quali il Presidente dellaRepubblica non può far molto. Lasocietà moderna, o megliopostmoderna, globalizzata etendenzialmente “meticcia”, richiedeche il singolo, l’individuo affronti i

modo nuovo le responsabilità delle suescelte etiche, civili e persinoesistenziali. Siamo ad un momentoparticolare, ad una profonda svolta nelrapporto tra fede e ragione, tra legge,diritto e religione, tra scienza e, ancora,fede: le questioni eticosensibili nonsono, non possono più esserepertinenza dello Stato o della Chiesacome istituzioni. Ogni loro interventopotrebbe (non necessariamente e nonvolontariamente, forse) degenerare iningerenza spirituale, incontroriformistica coercizione,garantita da un braccio secolare dinuovo conio. Crediamo di poter direche qualcuno da tempo lo ha avvertito:l’esperienza, l’appello radicale elibertario per una religiosità intesacome cosa della coscienza (che è altrodalla religione come affare “privato”)interpreta meglio il senso del camminodel singolo verso la libertà e laresponsabilità personale quale è oggirichiesta e necessaria. Nel salutare consoddisfazione, dunque, il severo elucido avvio della presidenzaNapolitano, l’Associazione Coscionidovrà però continuare conindipendenza, fermezza e coerenza lasua necessaria battaglia.

NAPOLITANO E BENEDETTO XVIIl Presidente sembra voler far riaffiorarel’antico disegno liberale, quello del“libera Chiesa in libero Stato”. Questodisegno ha però alcune debolezze.

Il senso di unatradizionerisorgimentale nondel tuttoaccantonata faparte del bagaglioculturale e politicodell’attualepresidente

Ma le questionieticosensibili nonpossono piùessere pertinenzadello Stato o dellaChiesa comeistituzioni

Page 26: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

26 LA FOGLIA DELLADISCORDIA

DROGA

GILBERTO CORBELLINI

Cara Paola,

conoscendo eapprezzando la tua sincerità elo spessore culturale delle tueriflessioni, e ritenendoti quindicapace, più di altri politicimestieranti, di capire la logicae la sostanza dei ragionamenti,penso che dovresti rivederealcuni argomenti che hai usatoper criticare il decretoministeriale che raddoppia ladose minima di cannabis peruso personale.Innanzitutto, là dove parli di“evidenze scientifiche”riguardanti i danni alla saluteconseguenti all’uso dicannabis. Perché la scienza,come dovresti sapere essendoun medico che si serve dellaletteratura referenziata, haprovato il contrario. Unfamoso articolo pubblicato dauna delle due più importantiriviste mediche al mondo,Lancet, nel 1995 chiudevadicendo che “fumare cannabis,anche a lungo, non è dannosoper la salute”. Su questa

conclusione convengonomaggiori tossicologi eneurofarmacologi. Diconseguenza, la legge italianaè antiscientifica e danno.Come la legge 40 sullafecondazione assistita. Ildecreto che la modifica è unpannicello caldo. Ben piùradicali cambiamentiandrebbero fatti, comeconsiglierebbe anche unarelazione votata dalParlamento Europeo nelDicembre 2004, che, invitava abasare le politiche contro ilconsumo delle droghe su datie valutazioni scientifiche,dando la priorità alla salutedelle persone che fanno uso disostanze illecite, epromuovendo misurealternative al carcere per iconsumatoriVoglio quindi sperare che nonsia stata tanto la bontà diqualcuno a suggerire di elevarela dose minima consentita.Quanto il riconoscimento chele politiche nonproibizionistiche e punitiveriducono i rischi per la salute ecreano le condizioni adeguate

per un’assunzione diresponsabilità vera da partedelle famiglie e dei giovaniQuello anche mi preoccupa,cara Paola, è la tesi che ilPartito Democratico debbaporsi il problema di stabilire eproporre dei criteriuniversalmente validi, cheovviamente poi qualcunopenserà di tradurre anche inleggi, per dare un sensoeducativo ed etico alla vitadegli individui. Non è chel’obiettivo sia in sécensurabile, se significadiscutere di come conviveremeglio nella diversità delleesperienze personali e quindianche dei valori che modulanole scelte individuali. Mentrediventa criticabile se ledimensioni concrete dellerelazioni umane checoncorrono alla formazionedei bisogni e dei valorivengono del tutto ignorate, peressere sostituite o inventate apartire da dottrine filosoficheo religiose del tutto astratte.Non voglio essere generico. Senegli ultimi tempi mi sonoanche esposto personalmente

per criticare certedegenerazioni della politicaitaliana, che sembrano mirarealla creazione di un vero eproprio stato etico, non è permotivi accademici. Ma perchéla mia vita personale, quindianche l’esperienza di genitore,confrontata con le diverseanalisi e proposte politicheconcepibili a partire da ideediverse della società e del suofunzionamento, mi haconfermato che alcuneopzioni sono migliori di altre.Durante il dibattito sulla legge40 mi sono trattenuto dal direpiù spesso che mi infastidivasentirmi dare lezioni su checosa vuol dire desiderare eamare un figlio da chi, per unascelta che rispetto, ha deciso dinon averne. E quindi questaesperienza non la conosce.Eppure sono diventate normedelle stato italiano dei divietiche accolgono idee sbagliatesu come le persone arrivano afare le loro scelte riproduttive. Non diversamente è andata esembra andare per la leggesulla droga. Solo chi non hafiglio o non segue da vicino

l’evoluzione della sua vitasociale, perché è interessato adaltro o perché non è riuscito aconquistarsi o a mantenersi lasua fiducia e il suo rispetto,può credere, per ignoranza ocomoda ipocrisia, che unapproccio probizionistaridurrà il rischio che questiincontri la droga. La leggeitaliana è pericolosa perchéspinge nei labirinti delladevianza un gran numero digiovani, per i quali il contattocon le droghe leggere è nellastragrande maggioranza deicasi un’esperienzaoccasionale, che non producealcun danno né li indirizzaverso le droghe pesanti. Tutticoloro che sono davveropreoccupati per il rischio che igiovani si perdano nel tunneldella droga, e che sempre piùfamiglie attraversino undoloroso e arduo calvario,dovrebbero desidera unradicale cambiamento dellapolitica italiana in materia ditossicodipendenze.

CORBELLINI: LA SCIENZA PROVA IL CONTRARIO. I PERICOLI VENGONO DALLA LEGGE

RADDOPPIATALA DOSE MINIMAComunicato n. 146

13 novembre 2006

Ministero della SaluteUFFICIO STAMPA

Cannabis: elevati i quantitativi massimi per uso personale

Turco: nessuna liberalizzazione ma non si può andare in carcere per uno

“spinello”

[...]

“Con questo provvedimento – ha sottolineato il Ministro Livia Turco -

abbiamo operato al fine di una prima correzione amministrativa delle

tabelle contenenti i valori massimi quantitativi delle sostanze stupefacenti

per uso esclusivamente personale.

In attesa del provvedimento di riforma della legge Fini-Giovanardi, che

resta nostro obiettivo modificare profondamente come previsto dal

programma di Governo, ho infatti ritenuto di intervenire per far sì che

migliaia di giovani non debbano varcare le soglie del carcere o essere

vittime di un procedimento penale per aver fumato uno spinello, come sta

purtroppo avvenendo ora, a seguito della legge del centro destra.

Con ciò non si intende liberalizzare l’uso della cannabis ma, molto più

responsabilmente, far rientrare tali comportamenti nocivi per la salute tra

gli atti da prevenire e non da reprimere con pene che possono arrivare fino

al carcere.Il problema della droga, è bene sottolinearlo ancora una volta, sta

nell’illegalità diffusa attorno al traffico e al commercio e non nel consumo

individuale, contro il quale non servono né il carcere né i ricoveri coatti.

La cosiddetta “tolleranza zero” verso i consumatori non è infatti riuscita a

scardinare il business della droga in nessuna parte del mondo, mentre la

via giusta è quella dell’accoglienza sociale per le persone e le famiglie che

vivono il dramma della droga, decriminalizzando le condotte legate al

consumo e concentrando il lavoro delle Forze dell’ordine e della

Magistratura verso i veri criminali che sono i trafficanti e gli spacciatori”.

(…)Le diverse culture che convivono nellamargherita e che potranno solo essereamplificate e ulteriormentesfaccettate nel futuro Partitodemocratico, quando davvero simetterà mano a costruirlo nel suoquadro di valori e nella sua identitàspecifica, trovano anche davanti aquesto problema una rispostaarticolata, ma non conflittuale. Il no,chiaro e forte, al raddoppio della doseminima, condiviso da molti trasenatori e deputati della Margherita,convive perfettamente non solo conuna cultura dell'accoglienza e dellarieducazione nella vita di famiglia onelle comunità terapeutiche, masoprattutto con una cultura dellaprevenzione che fa leva su di unafilosofia della scuola esigente einteressante, su una cultura deltempo libero che coinvolge i giovaninelle molteplici proposte della vitaassociativa e sportiva... e perchè no

anche su una dimensione etica delnostro vivere che non ha nulla diconfessionale, perchè si fonda su unaeducazione alla libertà e allaresponsabilità, verso se e verso glialtri. (…)

Le mie considerazioni sono di naturascientifica e non di natura religiosa,nè tanto meno clericale. Esistonoinfatti molteplici evidenze scientificheche mostrano come un uso ad altedosi, e 40 spinelli al giorno lo sono,nuocciono gravemente alla salute.Molto, molto di più di quanto pureleggiamo su tutte le scatole disigarette per questo riteniamoindispensabile che un eventualeconsenso all'uso della droga fossedavvero informato e vogliamoinformare i giovani oggi perchè nondebbano rinfacciarcelo domani.

(Sen. Paola Binetti, Margherita, da “IlRiformista”, 16 Novembre)

BINETTI: IL MIO “NO” SI BASA SULLASCIENZA

!

Page 27: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

MARCO CAPPATO E MARCO PERDUCA

Alla vigilia del rifinanziamentodelle missioni internazionaliitaliane il Ministro D’Alema haauspicato che si convochi unaconferenza di alto livellosull’Afghanistan che neaffronti gli aspetti civili, politicieconomici e militari. Comesostenuto da Emma Boninonella relazione conclusivadella Missione dell’UE dimonitoraggio elettorale inAfghanistan dell'autunno2005, la comunitàinternazionale, dopo anni di“riduzione dell'offerta” disostanze stupefacenti,dovrebbe prendere inconsiderazione i fallimenti deisuoi sforzi e concedere lapossibilità all'Afghanistan diprodurre una quota legale dioppio a fini medico-scientificicome peraltro previsto dallaConvenzione unica dell’ONUdel 1961.

Dal conclave di San Martino inCampo del giugno scorsoanche il Ministro Amato, esuccessivamente il Vice-Ministro Intini, si sono dettifavorevoli a includere il“fattore oppio” nel quadrodella presenza italiana inAfghanistan. Inoltre, inoccasione del dibattito sullemissioni alla Camera, ilDeputato della Rosa nel PugnoD'Elia ha incluso nellamozione dell'Unione cheaccompagnava ilprovvedimento di spesaun'esplicita menzione allaproposta, recentementeriaffermata in un Ordine delgiorno adottato all’unanimitàdalla Camera.

Nella primavera del 2005 ilthinktank Senlis Council haprodotto uno studio difattibilità per consentireall’Afghanistan di produrrelegalmente l’oppio. La primaparte del progetto è statapresentata a Kabul con unaconferenza internazionale nelsettembre del 2005.

La coltivazione legale dipapavero avviene in Francia,Ungheria, Spagna, Australia,India e Turchia, su licenzarilasciata dall’ONU. In basealla quantità prodotta da Indiae Turchia all'adozione dellaConvenzione del ‘61, questidue paesi si spartiscono circal'80% della produzione lecita.Nonostante l’aumento dellelicenze, l'offerta legale noncopre la crescente richiesta dioppiacei per terapie del doloretanto è vero che nel maggio2005 all’Assembleadell’Organizzazione Mondialedella Sanità (OMS) il Prof.

Ghodse, Presidente dellaGiunta Internazionale per ilControllo dei Narcotici (INCB)ha sottolineato la carenza disostanze essenziali enecessarie a trattamentimedici o ricerche scientifiche.

Le stime sul consumo dimorfina del 2004 segnalanoche in dieci paesi si consumal’80% della produzioneglobale, nei paesi in via disviluppo, che rappresentanocirca l'80% della popolazionemondiale, se ne prescriveinvece "il 6%”. Il Presidentedell'INCB ha più voltesostenuto che tale scarsità sitradurrà nella "incapacità dimolti governi di fornireun'adeguata assistenza allemigliaia di pazienti affetti dacancro o AIDS" condannandoquindi a morti con atrocisofferenze.

L'INCB ritiene che leconseguenze dell'attualescarsità di oppiacei siaggraverebbero “nel corso dicrisi, umanitarie o legate adisastri naturali” dato checerte sostanze essenziali fannoparte dei prodotti necessariper cure di primo soccorso chedovrebbero essere disponibiliin qualsiasi momento per farfronte ai bisogni medici dellamaggioranza dellapopolazione. L’OMS ritiene lamorfina un farmacoessenziale.

Le più recenti stimedell'UNODC valutano laproduzione corrente di oppiolegale intorno alle 400-500tonnellate di morfinaequivalente, il che ha fattocrescere le scorte mondialidalle 400 tonnellate del 2000alle oltre 850 del 2003.Malgrado questo raddoppio,persiste, anche grazie apolitiche nazionali contrariealla loro prescrizione, unascarsa disponibilità dioppiacei nel mondo.Tenendo di conto che i 4/5della popolazione mondialenon ha accesso alla morfinaè lecito ipotizzare che, unavolta immessala sul mercato

in dosi massicce, il consumoglobale aumenterebbeesponenzialmente. Le stimefornite dall'UNODC tengonoin considerazione solo laquantità di oppiacei destinataal mercato della terapie deldolore e non l’aumento diprogrammi di distribuzione dieroina sotto controllo medicocome avviene da anni inSvizzera e altri paesi.

Il recente "Rapporto mondialesulle droghe 2006" stimaintorno alle 4.100 tonnellate laproduzione d’oppio inAfghanistan, una diminuzioneminima rispetto alle 4.200prodotte nel 2004. Malgradol’aumento degli sforzi persradicare le coltivazioni,l'Afghanistan resta il principaleproduttore con circa l'87%della produzione mondiale.Nel 2004 I’FMI stimava checirca la metà del PIL afganobasato per il 90% suun’economia informale fossederivato dall’oppio.

Tanto i diplomatici inAfghanistan, quanto gli altirappresentanti della forzainternazionale militare ISAF,hanno più volte manifestatoanche in pubblico il proprioscetticismo circa l'efficaciadelle misure di eradicazione dipapavero ritenendo che sitratti di scelte che rischiano didirottare non solo buona partedell'attenzione e deifinanziamenti internazionalida attività di controllo di zonead altro rischio di attacchi e/oviolenze come le regioni del

sud del paese, ma che,andando a distruggere l’unicacoltivazione effettivamenteredditizia nel paese,presentano la comunitàinternazionale come ostile allaricostruzione e al benesseredei contadini. L'UNODC nongestisce direttamente questeattività ma pubblicizza lamalvagità della piantapresentandone la coltivazionecome anti-islamica e perquesto da combattere con unajihad.

Se di un rilancio dell’impegnointernazionale in Afghanistanc’è bisogno questo non può,per l’ennesima volta, nontener conto del “fattore oppio”.Il Governo Prodi devecandidarsi in prima persona asostenere politicamente efinanziariamente laproduzione sperimentale dioppio per fini medico-scientifici in Afghanistan. Diconcerto coi partner europeiRoma dovrebbe quindiassistere sul campo il Governodi Karzai in tutte le fasinecessarie a gestire il nuovoscenario:produzione ,raffinazione - da farsi in locoanche al fine di assistere ilprocesso di industrializzazionedel paese – tassazione fino allacapillare distribuzione localevisto che, tra le altre cose,l'Afghanistan è pressochéprivo di morfina, passando peril trasporto, vendita o cessioneinternazionale verso paesiterzi. Viste le implicazioni eripercussioni politiche che tale

riforma dell'impegno italianopotrebbe avere a livellointernazionale, e tenendopresente il lavoro preparatorioche condurrà alla sessionespeciale dell'Assembleagenerale dell’ONU del 2008,l'Italia dovrebbe inoltrecogliere l’occasione dellarevisione delle propriepolitiche nazionali in materiadi stupefacenti per avviare unadiscussione in meritoall'attuale architetturanormativa mondiale sulle"droghe" arrivando allasessione del 2007 dellaCommissione Stupefacentidell'ONU con un primodocumento di richiesta divalutazione dei risultatiottenuti dall’UNODC.

La stagione della semina delpapavero e quella dellemanovre diplomatiche è giàiniziata, occorre agireurgentemente.

DROGA

27AFGHANISTAN E“FATTORE OPPIO”

MORFINA: OPPIO AFGHANOCONTRO L’EMERGENZA DOLORE

IL NUMERO TRE DI “AGENDA COSCIONI” È STATO CHIUSO DOMENICA 3 DICEMBRE 2006 ALLE ORE 22.

DIRETTORE: Marco Cappato

HANNO COLLABORATO: Angiolo Bandinelli, RoccoBerardo, Alessandro Capriccioli,Josè De Falco, Maria AntoniettaFarina Coscioni, Giulia Innocenzi,Chiara Lalli, Stefania Langiu,Marco Valerio Lo Prete, SimonaNazzaro, Maria Pamini, MirellaParachini, Marco Perduca,Carmen Sorrentino, GianfrancoSpadaccia.

GRAFICA: Mihai Romanciuc

ILLUSTRAZIONI: Paolo Cardoni

FAI NOTIZIA FAIRADIORADICALE.IT

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Nonostante l’aumento dellelicenze, l'offerta legale non coprela crescente richiesta di oppiacei

per terapie del dolore.

Il Governo Prodi deve candidarsiin prima persona a sostenere

politicamente e finanziariamentela produzione sperimentale di

oppio per fini medico-scientificiin Afghanistan.

Page 28: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

28 CORTECOSTITUZIONALE

LEGGE 40 &

CHIARA LALLI

Il procedimento civile è stato promossonel luglio 2005 da una coppia diCagliari che ha chiesto di potereffettuare la diagnosi genetica dipreimpianto sugli (ordinanza del 16luglio 2005 dal Tribunale di Cagliari). La coppia aveva in passato fatto ricorsoalla PMA: la donna era rimasta incinta,ma la villocentesi aveva rilevato che ilfeto era affetto da beta-talassemia. Ladonna aveva abortito, e questaesperienza le aveva provocato unasindrome ansioso-depressiva. Inoccasione del secondo ciclo di PMA edopo che gli embrioni erano giàformati, la donna ha chiesto chefossero sottoposti a diagnosi geneticaprima dell’impianto, rifiutando diprocedere all’impianto in caso di rifiutoper non rischiare nuovamente diabortire in seguito a diagnosi prenatali.

Il primario dell’Ospedalemicrocitemico si era rifiutato diprocedere in base all’articolo 13m chevieta “ogni forma di selezione a scopoeugenetico degli embrioni e deigameti”.

“I ricorrenti, ritenendo tale lettura[l’interpretazione restrittiva delsuddetto articolo] inaccettabile allaluce dell’art. 32 Cost., hanno chiesto ladeclaratoria in via cautelare –considerato che gli embrioni eranoprovvisoriamente crioconservati e cheil tempo necessario per laconvocazione della controparte potevapregiudicare l’attuazione delprovvedimento urgente – del propriodiritto ad ottenere la predetta diagnosi,e sollecitato l’emanazione di undecreto […] che ordinasse al predettosanitario di procedere alla diagnosi,deducendo, in subordine, laillegittimità costituzionale del citatoart. 13 per contrasto con gli artt. 2 e 32,primo comma, Cost., nella parte in cuinon prevede la diagnosi preimpiantoove la stessa sia giustificata dallanecessità di tutelare il diritto delladonna alla propria salute”.

Il fatto che il Tribunale avessesottolineato “il «conflitto coinvolgente,da un lato, la tutela della salute della

ricorrente e, dall’altro, la tuteladell’embrione» impone di considerareche «l’embrione si trova, allo stato,sottoposto a crioconservazione, inconseguenza del rifiuto della ricorrentedi procedere all’impianto senza previadiagnosi» e che «anche la salute delladonna è, nel caso di specie, seriamenteminacciata dalla impossibilità diconoscere lo stato di salutedell’embrione prima di procedereall’impianto»” e che “in tale situazione,«non solo appare inadeguata la tuteladella salute della donna […] ma nonrisulta neppure maggiormentegarantita la salute dell’embrione,probabilmente condannato a subire,nel tempo, danni biologici […](laddove) il rischio di inutilizzabilità acausa della diagnosi preimpianto siaggirerebbe statisticamente intornoall’uno per cento, percentuale inferiore,quindi, a quella del rischio di abortonelle diagnosi prenatali (v. sul punto ledichiarazioni della dott. C.)»” non hacontribuito in alcun modo a spostare ladecisione della Corte verso il buonsenso.

Così come a nulla è servita laconstatazione (sostenuta dalrimettente) del conflitto con l’articolo 3della Costituzione, essendo consentita“la diagnosi prenatale, e pertantosussistente in capo ai genitori un dirittoalla informazione sulla salute del fetonel corso della gravidanza, laddoveanalogo diritto sarebbe negato nella

fase della procreazione assistita cheprecede l’impianto”.Infatti, non è pertinente némoralmente significativa la differenzatra il tempo precedente l’impianto e iltempo posteriore. Nessuna validaragione può sostenere il divieto delladiagnosi genetica di preimpiantoessendo legalmente possibile effettuarediagnosi prenatali.

L’infondatezza della questione dilegittimità costituzionale è statasostenuta dall’argomentazione che “ilsuo accoglimento comporterebbe unaforma di selezione a scopo eugeneticodegli embrioni, a fronte di un ipoteticorischio di compromissione dello statopsico-fisico della donna”.

Ed ecco il passaggio in cui emerge lospirito della legge 40 (articolo 1):“ad avviso dell’Avvocatura dello Stato,la soluzione normativa censurata, oltread essere ragionevole e coerente con ilprincipio generale, desumibile nonsolo dalla legge n. 40 del 2004, maanche da altre disposizioni normativeche configurano il concepito comesoggetto giuridico, è la più idonea abilanciare interessi contrapposti,tenuto conto che non esiste, e non hagiuridico fondamento, la pretesa adavere «un figlio sano», e che, pertanto,non può assumere alcuna rilevanzal’elemento attinente all’equilibriopsico-fisico della donna”.

Non è del tutto chiaro quali siano le“altre disposizioni normative” checonfigurano lo status morale egiuridico dell’embrione. E la negazionedella “pretesa” ad avere un figlio sanolascia emergere contraddizioni e luoghicomuni. Innanzi tutto, il luogo comuneche volere un figlio sano sarebbe uncapriccio inammissibile. Poi, sebbene ildiritto alla salute sia un beneinviolabile dell’uomo, il diritto allasalute della donna non è statonemmeno menzionato.

“Il divieto della diagnosi preimpiantodiscende non soltanto dalla normacensurata (art. 13) come«comunemente interpretata» (sia per«il suo contenuto» che «per la suaformulazione letterale»), ma è«comunemente desunto anche dallainterpretazione della legge alla luce deisuoi criteri ispiratori» e «dalla disciplinacomplessiva della procedura diprocreazione medicalmente assistitadisegnata dalla legge» (in particolare,dalla disciplina della «revocabilità delconsenso solo fino alla fecondazionedell’ovulo», dal «divieto di creazione diembrioni in numero superiore a quellonecessario per un unico impianto,obbligatorio quindi per tutti gliembrioni», dal «divieto dicrioconservazione e di soppressione diembrioni»)”.

Molto significativo del ‘clima’ è il fattoche Alfio Finocchiaro nellaricostruzione della vicenda e parlandodel nascituro, lo ha chiamato‘bambino’, avallando l’assurdaconsiderazione di ogni essere umanocome persona a partire dalconcepimento (ovocita + spermatozoo)proprio come stabilito dall’articolo 1della legge 40. Ma senza nemmenosoffermarsi ad indagarne leconseguenze e senza offrire nessunargomento a sostegno.L’unico dato positivo è stato il rifiuto diconsiderare gli atti di intervento delComitato per la tutela della salute delladonna, del Forum delle AssociazioniFamiliari e del Movimento per la VitaItaliano in quanto non rappresentatividi un interesse qualificato.

Tuttavia i citati articoli 2, 3 e 32 dellaCostituzione sembrano essere statiignorati, soprattutto la tutela dellasalute come fondamentale dirittodell’individuo e come interesse dellacollettività.

E così, la lista di quanti sono esclusidalle tecniche di procreazione assistitarimane intatta. E la violazione dellalibertà individuale e della libertàprocreativa è riaffermata.

Quella libertà procreativa assolutaquando è naturale, diventa una stradapercorribile per pochi quando ènecessario ricorrere alle tecnicheartificiali.

I non ammessi, che desiderano avereun figlio, si trovano a dover rinunciareoppure a intraprendere viaggiall’estero.

Se è permesso a tutti avere un figliosenza l’intervento di una tecnica (di persé moralmente neutrale, come un paiodi occhiali o un apparecchio acustico)perché è necessario sottoporsi a unaspecie di test del “buon genitore”?Saremmo disposti giudicare legittimofornire un elenco di libri leggibili o dimusica ascoltabile a quanti hannobisogno di tecniche visive e uditive chesoppiantino la libertà (di leggere e diascoltare)?

La richiesta di avere un figlio sano è un capriccio inammissibile e immoraleanche secondo la Corte Costituzionale. Anche quando l’alternativa all’analisipre-impianto è la rinuncia alla gravidanza o l’aborto.

SENTENZA AD UN EMBRIONE MAINATO (PER ECCESSO DI TUTELA)

Non esiste, e non ha giuridicofondamento, la pretesa ad avere «unfiglio sano» (Avvocatura dello Stato) Quella libertà procreativa assoluta

quando è naturale, diventa una stradapercorribile per pochi quando è

necessario ricorrere alle tecnicheartificiali.

Il diritto alla salute della donna non èmai stato nemmeno menzionato nella

sentenza

Page 29: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

PILLOLA DELGIORNO DOPO 29I DIRITTI

DELLA DONNA:ALESSANDRO GERARDI

Il fenomeno della mancataprescrizione della pillola delgiorno dopo causa “obiezionedi coscienza” va assumendoaspetti sempre più inquietantioltre che paradossali. Basti

pensare al fatto che oramai inmolte strutture sanitariepubbliche i ginecologi sispingono fino al punto diappendere all’entrata del lororeparto cartelli con la scritta“qui non si prescrive la pilloladel giorno”, ciò che finisceinevitabilmente col nongarantire alle pazienti ilgodimento dei loro dirittistabilito per legge.Vista la situazione, comeAssociazione RadicaliRoma,abbiamo dunque deciso disollevare il problemasottoponendo all’attenzionedell’Autorità Giudiziariaromana due casi di donne allequali il personale medico-sanitario non ha appuntoprescritto il Levonorgestrelappellandosi alla obiezione dicoscienza.Le due vicende, anche sedistinte, presentano aspettiabbastanza simili se nonidentici: durante ilfinesettimana, con i consultori

chiusi, due ragazze, F.C. e S.P.,dopo aver avuto un rapportosessuale non protetto (laprima) ed uno conclusosi conla rottura del profilattico (laseconda), si rivolgono pressoalcuni ospedali romanichiedendo ai medici di poter

accedere alla contraccezioned’emergenza onde evitare ilrischio di una eventualegravidanza indesiderata.Nella circostanza le duerichiedenti, il cui passaggio nelPronto Soccorso non è statonemmeno registrato, non sonoriuscite a parlare con ilginecologo di turno e sonostate respinte dal personaleinfermieristico con uneloquente “è inutile, tanto quiquella pillola non laprescriviamo, i medici sonoobiettori di coscienza”, il tuttosenza che venisse rilasciataloro una cartella di ProntoSoccorso contenentel’indicazione per iscritto delmotivo del rifiuto dellaprestazione.A seguito delle nostre denunce(quella di F.C. è statadepositata in data 01/06/2006,l’altra, quella di S.P. in data12/07/2006), la Procura diRoma ha aperto dueprocedimenti ipotizzando a

carico dei medici obiettori dicoscienza i reati di omissionedi atti d’ufficio, abuso d’ufficioed omissione di soccorso; peruno di questi (il primo, quelloche riguarda la vicenda diF.C.), il PM, dott. AngelantonioRacanelli, dopo aver svolto le

indagini preliminari, hapresentato, in data 28/07/06,richiesta di archiviazione alGIP sulla base del fatto che: a)dalle indagini espletaterisulterebbe che l’omessorilascio di idonea ricettamedica necessariaall’assunzione del farmaco inquestione non possa essereascritto, nel caso di specie, aduna precisa e direttaresponsabilità dei medici inquel momento di turno nelreparto di Ginecologia delPoliclinico Umberto I e del SanGiovanni di Roma, bensì aduna decisione presa dalpersonale paramedico (la cuiidentità è rimasta ignota) alquale F.C. si era in quelmomento rivolta; b) anchequalora il rifiuto dellaprescrizione fossericonducibile al medico diturno in persona e pur inpresenza, quindi, di tutti glielementi costitutivi della

fattispecie di cui all’art. 328c.p. (omissione d’atti d’ufficio),il comportamento delpersonale medico-sanitarionon sarebbe comunquepunibile atteso che, allo statoattuale, la scienza medica nonpuò in alcun modo escludere

con assoluta certezza uneventuale effetto abortivoriconducibile all’assunzionedella c.d. “pillola del giornodopo” sicché il richiamo allaobiezione di coscienza cosìcome disciplinata dalla leggesull’aborto (194/78)rappresenterebbe il legittimoesercizio di un diritto,perlomeno sotto il profiloputativo.Le conclusioni alle quali ègiunta la pubblica accusa sonostate da noi prontamentecensurate con l’opposizionealla richiesta di archiviazionedepositata in procura in data29 agosto 2006. Con il predettoatto di opposizione abbiamoinnanzitutto eccepito comeappaia poco o per nullaverosimile che una infermiera,nel decidere di allontanare disua sponte una paziente con ilpretesto che il medico in quelmomento in servizio nonprescrive quel tipo di farmaco

causa “obiezione di coscienza”,lo faccia senza aver ricevutodelle precise e dettagliatedisposizioni in proposito daisuoi diretti superiori; di tal chesarebbe magari opportuno,prima di giungereall’archiviazione, interrogaretutti i ginecologi in servizioquel giorno, cosa che non èstata fatta dalla procura.Anche l’altra conclusione a cuiè giunto il PM ossia che ilcomportamento omissivo deimedici rappresenterebbecomunque il legittimoesercizio di un diritto nonpotendosi escludere allo statoattuale della scienza medicaun eventuale effetto abortivodella pillola del giorno dopo, èstata da noi fermamenterespinta e contestata, il tuttoanche grazie all’ausilio deldocumentato parere tecnicoredatto dal dott. Silvio Viale (eallegato agli atti) nel quale ilginecologo del Sant’Annaspiega, prove alla mano, comeallo stato attuale delleconoscenze scientifiche “nonvi sia alcuna evidenza di uneffetto del Levonorgestreldopo la fecondazione” ancheperché “le modificazionisull’endometrio e sulla faseluteale, osservate in alcunistudi, non provano unariduzione della recettivitàendometriale o dellapercentuale di ovuli fecondatiche si impiantano”.Conclusione: nel caso dispecie il richiamo all’obiezionedi coscienza operato daimedici che si dicono convintiche la gravidanza inizi con lafecondazione, è del tutto privodi giustificazioni in quanto ilfarmaco in questione non hanessun effetto post-fertilizzazione.Ora non ci resta che attenderequale sarà sul punto ladecisione del Giudice delleindagini Preliminari;ovviamente noi speriamo che inostri argomenti lo inducano anon archiviare e ad andareavanti nelle indagini o magari,perché no, ad “obbligare” il PMa rinviare a giudizio i mediciobiettori di coscienza. Staremoa vedere.Parimenti rimaniamo in attesadi sapere quali saranno gli esitidell’altra indagine, quellarelativa ai fatti accaduti alSant’Eugenio e che è stataavviata dal procuratore M.C.Palaia su denuncia di S.P.:anche su questo fronte infattisono previsti sviluppi a breve,considerato che le indaginipreliminari sono pressochéterminate e che ladenunciante è già stata sentitainsieme al suo ragazzo dalpubblico ministero.

OBIEZIONE DI INCOSCENZACome difendersi dal sabotaggio illegale della pillola delgiorno dopo. A Roma e in tutta Italia.

CONSIGLI CONTROL’OSTRUZIONISMOOSPEDALIERO:1. innanzitutto, fatevi sempre registrareall’entrata del Pronto Soccorso

2. chiedete poi al personale medicoinfermieristico con cui venite in contatto diqualificarsi

3. se vi viene detto che il ginecologo di turnonon vi può ricevere, chiedete il motivo e,soprattutto, le sue generalità

4. fatevi sempre rilasciare una cartella diPronto Soccorso contenente i motivi delrifiuto della prestazione

5. se all’Ospedale si rifiutano di aderire a tuttequeste vostre legittime preteseallontanandovi senza giustificato motivo,chiamate subito le forze dell’ordine edenunciate il tutto sul posto ed in loropresenza

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30 STORIA DISPERANZA

DAL CORPO DEIMALATTI AL CUORE

DELLA POLITICA

Sono Anna Santoro una ragazza di 28anni e vivo a Palermo. Sono affetta dauna malattia genetica piuttosto rarachiamata Atassia di Friedreich, una

malattia gravemente invalidante e attualmenteincurabile che porta a perdere gradualmente lacapacità di coordinare i movimenti e che riduce,quindi, l’autonomia personale fino alla totaledipendenza.

Un giorno, navigando su internet, sono venuta aconoscenza del lavoro del dott. HongyunHuang, un neurochirurgo cinese che avevaeseguito anche su pazienti italiani affetti da raremalattie un trapianto di cellule staminali detteOeg. Mi sono incuriosita e ho chiestoinformazioni direttamente a persone cheavevano fatto questo tipo di trapianto. Ho così scoperto che il dott. Huang è ilprincipale ricercatore nel mondo per il trapiantodelle cellule olfattive (Oeg, appunto) per laneuro-riparazione, la rigenerazione del nervo edil recupero funzionale neurologico. I suoitrapianti sono stati effettuati su numerosipazienti e anche se i risultati clinici sonovariabili da caso a caso la maggior parte di essiha ottenuto un miglioramento funzionalesignificativo e un certo miglioramento intermini di qualità della vita.

Anche se ero cosciente del fatto che non cisarebbero state garanzie sulla riuscita deltrapianto (ancora in fase sperimentale) hodesiderato con tutta me stessa poter avere lapossibilità di sottopormi a questo intervento. Daquando mi sono ammalata (circa 10 anni fa) hosempre vissuto nella speranza di "guarire" e iltrapianto di cellule e la ricerca scientifica ingenerale mi sono sempre apparse come l’unicastrada per cercare di vivere nel modo menodoloroso possibile, come l'unica via permigliorare la mia condizione di vita.Nonostante le mille difficoltà familiari ed

economiche (poiché questo tipo di interventoviene effettuato soltanto in Cina, al costo dicirca 20 mila dollari) l’estate scorsa sono riuscitaa partire. Ho subito il trapianto di cellule il 9giugno e nei due mesi successivi sono stata inun centro riabilitativo in Toscana per farefisioterapia.

Sono stati mesi molto pesanti sia perl’intervento che per la riabilitazione, ma orariesco a stare in piedi, quando sono seduta stomolto più comoda e parlo in modonotevolmente più chiaro. Malgrado tutti i disagie le sofferenze che ho dovuto sopportare lorifarei ancora. Il trapianto è durato quattro orein anestesia totale e nel post operatorio hoavuto anche paura di non farcela, ma ora sonoqui, sto meglio e ho tanta voglia di vivere e dilottare.

So che il lavoro del dott. Huang è consideratocon molta perplessità e scetticismo ma hovoluto raccontare pubblicamente la miaesperienza perché molte persone malate micontattano per sapere cosa fare. Il dott Huangnon mi ha solamente iniettato delle cellule, maha anche portato alla mia vita la speranza in unfuturo migliore, maggiore autostima e lapossibilità di guardare con rispetto a quella chesarà la mia esistenza. Mi ha aiutato a risponderealla sfida che mi ha lanciato la vita.

Oggi nei miei progetti c’è tanto: un matrimoniocon il mio fidanzato Fabio, che mi è stato vicinoamorevolmente seguendomi anche in Cina, masoprattutto la ricerca spasmodica di un lavoroche, nonostante una laurea in Scienzedell’Educazione conseguita nel 2003 con ilmassimo dei voti, non riesco a trovare. Sono unadonna che ha fatto sacrifici indescrivibili perottenere ciò che ha e nessuna istituzione,nessun uomo, nessuna legge può discriminarmie impedirmi di realizzare le mie aspirazioni.

ANNA NESSUNA

LEGGE MI PUÒFERMARE

Stefano Aiello, 75,00 euroAndrea Ansalone, 75,00 euroLorenzo Brambilla, 100,00 euro Daniele Bregola, 100,00 euroGiuliana Bruni , 100,00 euroMarco Calamassi, 100,00 euroEmma Camagna, 100,00 euroGraziano Candidori, 76,32 euroElisabetta Cardani, 100,00 euroCarlo Andrea Carloni, 100,00 euroDomenico Casellato, 100,00 euroOrio Ciferri, 590,00 euroFulvio Cochi, 100,00 euroAlessandro Colautti, 200,00 euroArnaldo Coppeto, 75,02 euroStefano Corona, 100,00 euroElena Crachi, 100,00 euroWalter Giovanni Cuccaro, 100,00 euroLuciano De Chigi, 100,00 euroElena De Preto, 82,68 euroCarlo Del Nero, 76,32 euroAntonio Fasanella, 100,00 euroDaria Fiozzi, 100,00 euroRosanna Forconi, 100,00 euroLivio Frediani, 100,00 euroErmana Galdi, 100,00 euroGianoberto Gallieri, 100,00 euro

Mirella Gerbi, 100,00 euroMauro Grillo, 75,05 euroPaolo Huber, 75,01 euroMaria Angelica Jacchia, 100,00 euroMichele Lembo, 75,03 euroGiulia Lonardi, 100,00 euroGiuseppe Longinotti, 100,00 euroOscar Lopane, 75,02 euroMatteo Mallardi, 88,99 euroUgo Manetti, 100,00 euroSimona Marchini, 100,00 euroSalvatore Marcuccio, 100,00 euroPietro Migliorati, 75,05 euroAngela Missoni, 2.000,00 euroMirko Morini, 100,00 euroGaia Musiani, 100,00 euroFrancesco Orabona, 100,00 euroLapo Orlandi, 75,00 euroValentino Paesani, 76,32 euroOrazio Papili, 76,30 euroMarinella Piccinno, 100,00 euroAntonio Ernesto Quaglieri, 100,00 euroPaola Sanguinetti, 100,00 euroGualtiero Santarini, 100,00 euroUrbano Stenta, 100,00 euroPatrizia Trentini, 100,00 euro

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Page 31: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

Cara amica, caro amico

Le nuove tecnologie già oggi consentono a tante persone colpite da disabilità di

recuperare facoltà sensoriali mancanti. La disponibilità delle strumentazioni e

dell’assistenza necessaria varia ancora molto nelle diverse realtà locali, e

dipende in buona misura dalla preparazione e sensibilità di singole strutture o

persone, nonché dalle disponibilità economiche del cittadino disabile.

Trattandosi di facoltà sensoriali – parola, vista, udito, tatto/prensilità - che sono

vitali per la persona, la stessa possibilità di recuperarle fa sorgere in capo alla

società, e quindi alle istituzioni pubbliche, l’obbligo di fare tutto ciò che è

ragionevolmente possibile per consentirne il recupero.

Di fronte alla proiezioni demografiche che indicano nella disabilità una

questione sociale sempre più “di massa”, gli spettacolari avanzamenti

tecnologici rendono possibile – e quindi assolutamente doveroso per la politica!

- un salto di qualità nella capacità di fare fronte alla domanda attuale e

potenziale.

Per questo è necessario che le istituzioni – Governo, Parlamento, Regioni,

Provincie e Comuni, l’Unione europea – realizzino un grande investimento

politico, economico e culturale per rimuovere le barriere attualmente esistenti

alla diffusione delle attuali e future tecnologie contro le disabilità e dei servizi

annessi.

Il Congresso, al quale parteciperà il Ministro per gli affari europei e il

Commercio internazionale Emma BONINO (e al quale sono stati invitati i

massimi responsabili istituzionali ad ogni livello, nazionale e locale)

rappresenterà un luogo dove confrontare le esperienze e le professionalità di

utenti, medici, aziende e associazioni. Non sarà semplicemente un convegno,

ma l’avvio di un “Congresso permanente” per contribuire ad innescare quella

vera e propria rivoluzione politica necessaria per cogliere le opportunità della

rivoluzione tecnologica.

Marco Cappato

Segretario Associazione Coscioni

Maria Antonietta Coscioni Farina

coPresidente Associazione Coscioni

Marcello Crivellini

Professore di bioingegneria del Politecnico di Milano

LIBERTÀ DI PAROLA 31IL CONGRESSO

DI MILANO

IN MEMORIA DI EGIDIO SISINNI

COSÌ TESTARDO DA PARLARE CONGLI OCCHIMAURIZIO BOLOGNETTISegretario Radicali lucani e consigliere Associazione Coscioni

Nella notte del 16 ottobre è venuto a mancareEgidio Sisinni. Un infarto nel sonno, una mortecerto serena per un ammalato di sla. Una mor-te che non è per tutti, in un Paese che sembraaver istituzionalizzato la sofferenza gratuita enel quale si fa fatica a discutere di eutanasia.Conobbi Egidio circa tre anni fa. Fui contattatoda lui e dalle figlie per una questione che nonesito, ancora una volta, a definire di malasanità.Ahimè, capita spesso, in questo nostro meri-dione, che certi servizi pubblici vivano immersiin atmosfere kafkiane e, con grande facilità, sicalpestino diritti, magari spacciando gli stessiper favori. Quando ho conosciuto Egidio l’uni-co modo che aveva per poter comunicare erarappresentato da un cartellone con su scritte lelettere dell’alfabeto, e, ancora oggi, devo am-mettere che sono molto incazzato, ripensandoa tutte le parole che gli sono state negate. Lucaaffermava: "La Comunicazione è tutto. Se ci tol-gono la parola, ci tolgono la vita". Con Egidioho avuto più volte modo di parlare di Luca edell’Associazione Coscioni, del progetto deno-minato “Libertà di parola”, delle nostre lotte edei nostri “sogni”, di libertà, diritti e laicità, eproprio partendo dal “Caso Sisinni” abbiamoincardinato in Lucania l’iniziativa denominata“Libertà di Parola”. Se mi chiedessero un ricor-do di Egidio, risponderei che ricordo la luce neisuoi occhi quando, a luglio 2006, in applicazio-ne della delibera “libertà di parola”, votata dallaRegione Basilicata nel 2004, siamo finalmenteriusciti a fargli ottenere il “Mytobi”. E ricordereianche che due anni sono troppi per consentiread un uomo di rompere “l’infame” silenzio, acui tuttora sono condannati migliaia di malati.Sono certo che Egidio vorrebbe dirci che occor-re che, al più presto, la tecnologia che gli haconsentito di tornare a parlare, sia pure per solidue mesi, sia disponibile per tutti, e non l’ecce-zione che conferma la regola. Occorre che ilMinistero della sanità metta il “Mytobi” sullostesso piano di una sedia a rotelle. Occorre ag-giornare il “Nomenclatore tariffario delle prote-si”. E ancora, di Egidio voglio ricordare la testar-daggine con cui rivendicò il diritto a poter vota-re il referendum sulla 40/2004, e voglio ricorda-re che ad aprile sulla testata del suo letto, accan-to all’immagine di padre Pio, c’era un volantinoche invitava a votare per le liste della Rosa nelPugno. Credo che Egidio abbia compreso pie-namente il senso delle lotte dell’AssociazioneCoscioni, certo più dei tanti, troppi politici lu-cani, che, per convenienza o per ignavia, prefe-riscono farsi scivolare tutto addosso. Egidio, nellasciarci, ha disposto che sui manifesti a lutto,venisse scritto l’invito a versare un contributoall’Associazione Coscioni per la libertà di ricer-ca scientifica. Un invito rivolto all’intera cittadi-nanza di Latronico, paese in cui, come in moltipiccoli centri del sud, un funerale è un rito col-lettivo. Insomma “niente fiori, ma libera ricer-ca”. E’ davvero “strano” pensare che il cattolico ecredente Egidio abbia salutato i suoi amici, enoi tutti, nella stessa Basilica, che è stata permesi il luogo da cui sono stati scagliati anatemie scomuniche contro i “maledetti” referendari.Fa un po’ sorridere, pensare che uno di quei“maledetti” sia stato proprio Egidio S. Grazie Egidio

TECONOLOGIEE RIFORMECONTRO LEDISABILITÀ

Rivoluzione digitale e politicaper la libertà diparola e la vita indipendente

Luca con la campagna “libertà di parola” (si veda la storia diSisinni nel box qui al lato) ci ha indicato la necessità innovareradicalmente le politiche pubbliche nel rapporto tra tecnologiae disabilità.

Per perseguire questo obiettivo, con il contributo dellaFondazione 7 Novembre, abbiamo organizzato un convegnoche si terrà a Milano il 26 e 27 gennaio presso HotelLeonardo Da Vinci, via Senigallia 6, che sia luogo di sintesidella diverse esperienze maturate sul campo, qui di seguitoriportiamo la lettera di convocazione, invitando tutti coloro chesiano interessati a contattarci e a diffondere presso amici econoscenti l’iniziativa:

Info: Per il programma e altre informazioni contattare:[email protected] Tel. 0668979286

Page 32: Agenda Coscioni anno I n.04: dicembre 2006

CON CARTADI CREDITOsu www.luca-coscioni.itoppure tele-fonando allo06 68979.286

CON CONTOCORRENTEPOSTALE n. 41025677 intestato a"Associazione LucaCoscioni per la libertà diricerca scientifica", Via di TorreArgentina n. 76 - cap 00186,Roma

CON VAGLIA ORDINARIO intestato a "Ass. Luca Coscioniper la libertà di ricerca scientifi-ca", Via di Torre Argentina n. 76 -cap 00186, Roma

CON CONTOCORRENTEBANCARIOn. 000041025677intestato a "Ass.Luca Coscioniper la libertà diricerca scientifi-

ca" CIN N ABI07601 CAB 03200

presso PosteItaliane s.p.a.

LE QUOTE DIISCRIZIONE

ALL’ASSOCIAZIONE

Socio sostenitore almeno 200 euro

Socio ordinario almeno 100 euro

28 CENTESIMI:LA DOSE MINIMA GIORNALIERA

Da orasostenerci è unrisparmiofiscaleL'Associazione Luca Coscioni per laLibertà di Ricerca Scientifica è iscrittaal Registro Nazionale delleAssociazioni di Promozione Sociale,di cui all'articolo 7 della Legge 7dicembre 2000 n. 383. L’iscrizione viene concessa alleassociazioni che si sianoparticolarmente distinte in relazioneall’utilità sociale dell’attività svolta,alla trasparenza dell’organizzazione ealla diffusione sul territorionazionale: si tratta, quindi, di unulteriore riconoscimento dellostraordinario lavoro svoltodall’Associazione negli ultimi anni.Proprio in ragione del particolarevalore attribuito alle Associazioni diPromozione Sociale di caratterenazionale, la legge concede alcuneimportanti agevolazioni fiscali acoloro che decidono di sostenernel’attività.

In particolare, ai sensi dell'articolo 14della Legge 14 maggio 2005 n. 80, leerogazioni liberali in denaro o innatura effettuate in favore delleAssociazioni di Promozione Socialeiscritte al Registro Nazionale sonodeducibili dal reddito complessivodel soggetto erogatore nel limite del10% del reddito complessivodichiarato, e comunque nella misuramassima di 70.000 euro annui.

L'agevolazione è concessa acondizione che le donazioni, seconsistenti in denaro, venganoeffettuate a mezzo bonifico bancario,carta di credito, di debito oprepagata, bollettino postale oassegno bancario/circolare; se invecele donazioni sono effettuate innatura, esse vengono considerate inbase al loro valore normale, cioè alprezzo di mercato di beni della stessespecie o similari.Le donazioni liberali effettuate infavore dell'Associazione LucaCoscioni, quindi, rappresentano unrisparmio fiscale per colui che leeffettua, sia esso una persona fisica ouna persona giuridica: un motivo inpiù per sostenere le nostre battaglie.

Per ulteriori informazioni sulledonazioni, o per richiedere laricevuta di una donazione effettuata,vi preghiamo di scriverci all’[email protected]

BASTANO 100 EURO,OVVERO 28 CENTESIMIAL GIORNO, PER ISCRIVERSIALL’ASSOCIAZIONE

Salve ragazzi, sono Marco, ho 17 anni e sono affetto da sclerosiamiotrofica laterale. Vi scrivo perché vi seguo dal primo giorno che laparola di Luca Coscioni ha preso voce. Sono un ragazzo disabile che amala politica, frequento il quarto anno del liceo classico e vorrei far partedella vostra associazione.

(email giunta a [email protected] il 27 ottobre, ore 17:57)

I NUMERI DEL 2006:2.042 iscritti(nel 2005 erano 2.534, ma a quotaminima 50 euro)

334.000 euro di autofinanziamento

(+ 7%)

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