Agenda Coscioni anno III n.03: marzo 2008

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23 LUCA COSCIONI A due anni dalla scomparsa. Intervista a Maria Antonietta Farina Coscioni 2 - 21 INTERVENTI A CONGRESSO Interventi di Cappato, Turco, Farina Coscioni, Cossu, Strata, Gallo 38 - 39 LETTERE ...al Congresso... MENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI,PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE ART.2 COMMA 20 C LEGGE 662/96 FILIALE DI ROMA AGENDA COSCIONI PERIODICO N.2 1 MARZO 2008 AUT. TRIB. CIV. ROMA N° 158/2007 DEL 17 APRILE 2007 DIR. RESP. GIANFRANCO SPADACCIA VIA DI TORRE ARGENTINA, 76 00186 ROMA 24 - 28 OSSERVATORE VATICANO La mappatura della fede organizzata in Italia e i numeri dei cattolici “veri” 29 - 31 LEGGI 40 E 194 L’inchiesta di Maurizio Bolognetti in Lucania sull’aborto e l’immobilismo del Ministro Livia Turco sulle Linee Guida della Legge 40 32 - 33 INTERNAZIONALE Intervista a Evan Harris, Ministro “ombra” LibDem britannico Agenda Coscioni Anno III - N. 3 marzo 2008 Direttore Rocco Berardo Siete come staminali embrionali Luigi Manconi pag.8 La forza dirompente del corpo in politica Furio Colombo pag.6 La nostra Associazione come l’American Civil Liberties Union Ignazio Marino pag.16 Fuori il Manuale Cencelli dai laboratori e dalle università Paolo Bianco pag.13 Gli scienziati, una forza civile per il paese Nino Paravia pag.21 Meno “reality”, più realtà. Quella di Luca e di Piero. Stefano Rodotà pag.10 Il diritto minacciato, dall’habeas corpus al pugno nero ROCCO BERARDO [email protected] Grazie, Senatrice Binetti. E’ vero. In una dichiarazione sull’accordo (che mentre scriviamo è in corso di definizione) tra Radicali e Parti- to democratico, la senatrice Paola Binetti ha così messo in guardia Veltroni: “I Radicali non si scioglie- ranno mai. Ne basta uno. Da lui come da una cellula staminale embrionale si rigenera tutto il par- tito”. Poi, meno elegantemente, ha parlato di “metastasi”. Bene. La senatrice ha colto la por- tata della lotta e dell’organizzazio- ne radicale. Capaci come siamo di costruire a partire da un’idea e da una lotta, il consenso, la parteci- pazione, le riforme. “Staminali embrionali” siamo sta- ti nell’ultimo congresso di Salerno, il sesto dell’associazione, i cui maggiori interventi pubblichiamo in questo numero di marzo. Parla- mentari di diverse forze politiche e di diversi schieramenti, persona- lità della cultura e del mondo scientifico, malati e non, insieme per un obiettivo comune: libertà di ricerca scientifica e autodeter- minazione della persona, dal- l’Onu alle corsie d’ospedale, dal Parlamento ai laboratori. foto: psiko (flickr.com) Paola Binetti

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Agenda Coscioni - marzo 2008

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LUCA COSCIONIA due anni dallascomparsa.Intervista a MariaAntonietta FarinaCoscioni

2 - 21

INTERVENTI A CONGRESSO Interventi diCappato, Turco,Farina Coscioni,Cossu, Strata, Gallo

38 - 39

LETTERE ...al Congresso...

MENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA

SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE ART.2 COMMA

20 C LEGGE 662/96FILIALE DI ROMA

AGENDA COSCIONI PERIODICO N.21 MARZO 2008

AUT. TRIB. CIV. ROMA N° 158/2007

DEL 17 APRILE 2007 DIR. RESP. GIANFRANCO

SPADACCIAVIA DI TORRE

ARGENTINA, 76 00186 ROMA

24 - 28

OSSERVATOREVATICANO La mappatura dellafede organizzata inItalia e i numeri deicattolici “veri”

29 - 31

LEGGI 40 E 194 L’inchiesta diMaurizio Bolognettiin Lucaniasull’aborto e l’immobilismo delMinistro Livia Turcosulle Linee Guidadella Legge 40

32 - 33

INTERNAZIONALEIntervista a EvanHarris, Ministro“ombra” LibDembritannico

Agenda CoscioniAnno III - N. 3

marzo 2008Direttore Rocco Berardo

Siete come staminaliembrionali

Luigi Manconi pag.8La forza dirompente del corpo in politica

Furio Colombo pag.6La nostra Associazione comel’American Civil Liberties Union

Ignazio Marino pag.16Fuori il Manuale Cencelli dai laboratori e dalle università

Paolo Bianco pag.13Gli scienziati, una forza civile per il paese

Nino Paravia pag.21Meno “reality”, più realtà. Quella di Luca e di Piero.

Stefano Rodotà pag.10Il diritto minacciato, dall’habeas corpus al pugno nero

ROCCO [email protected]

Grazie, Senatrice Binetti. E’ vero.In una dichiarazione sull’accordo(che mentre scriviamo è in corsodi definizione) tra Radicali e Parti-to democratico, la senatrice PaolaBinetti ha così messo in guardiaVeltroni: “I Radicali non si scioglie-ranno mai. Ne basta uno. Da luicome da una cellula staminaleembrionale si rigenera tutto il par-tito”. Poi, meno elegantemente, haparlato di “metastasi”.Bene. La senatrice ha colto la por-tata della lotta e dell’organizzazio-ne radicale. Capaci come siamo dicostruire a partire da un’idea e da

una lotta, il consenso, la parteci-pazione, le riforme.“Staminali embrionali” siamo sta-ti nell’ultimo congresso di Salerno,il sesto dell’associazione, i cuimaggiori interventi pubblichiamoin questo numero di marzo. Parla-mentari di diverse forze politichee di diversi schieramenti, persona-lità della cultura e del mondoscientifico, malati e non, insiemeper un obiettivo comune: libertàdi ricerca scientifica e autodeter-minazione della persona, dal-l’Onu alle corsie d’ospedale, dalParlamento ai laboratori.

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2IL NOSTROCONGRESSO

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

Il VI Congresso dell'Associazio-ne Luca Coscioni, riunitosi a Sa-lerno dal 15 al 17 febbraio 2008,udite le relazioni del Segretario edel Tesoriere le approva. Ringra-zia tutti coloro che si sono unitiall'iniziativa nonviolenta dellosciopero della fame portatoavanti in due fasi per due setti-mane da Marco Cappato, MinaWelby, Dominique Velati, LucioBerté al quale si sono uniti RitaBernardini, Maria AntoniettaFarina Coscioni, Rocco Berardoe oltre 70 persone in dialogo colMinistro Turco affinché adem-pisse agli atti dovuti relativi al-l'aggiornamento del nomencla-tore tariffario; l'adozione dellenorme che obbligano le aziendeospedaliere a dotarsi di Unità diGestione del Rischio Clinico e diServizi di Ingegneria Clinica pertutelare la sicurezza degli im-pianti e limitare gli errori clinici;l'aggiornamento delle linee gui-da della legge 40 nonché l'ema-nazione del decreto attuativodella Convenzione del Consigliod' Europa sulla bioemedicina,ratificata nel 2001. Prendendo atto dell'impegno,pur tardivo, del Ministro LiviaTurco di trasmettere le linee gui-da della Legge 40 al ConsiglioSuperiore di Sanità al fine di ot-tenere il parere finale e di averfissato scadenze precise per ipunti al centro dell'iniziativa sidichiara pronto a rilanciare im-mediatamente la lotta nonvio-lenta se il CSS non dovesse pro-nunciarsi con la stessa celeritàche ne caratterizzò il parare rela-tivamente alla vicenda di Pier-giorgio Welby ovvero se la sca-denza del 6 marzo per l'aggior-namento del nomenclatore ta-riffario fissata dal Ministro nondovesse essere rispettata. il Con-

gresso invita il Ministro Turco adassumersi le proprie responsa-bilità emanando le linee guidaappena ricevuto il parere delCSS, sollecitandolo nel caso incui il parere dovesse tardare piùdei pochi giorni necessari.Nel denunciare le campagneneo-oscurantiste che, con lacomplicità del duopolio Rai-Me-diaset e la sistematica manipo-lazione dell'informazione inmerito a questioni scientifiche,minano al cuore i diritti indivi-duali e la possibilità di sceglierein modo informato e responsa-bile il perseguimento propriodella felicità, si costituisce da su-bito come pre-Cogresso mon-diale permanente per la libertàdi ricerca scientifica per un'al-ternativa transnazionale laica eriformatrice contro tutti i fonda-mentalismi che da Roma, anco-ra una volta come accadde nel2004 per proibire tutti i tipi diclonazione, annunciano di met-tersi marcia in verso le Nazioniunite. A questo proposito coin-volgere quanti più Nobel.Sul fronte italiano: - chiede conto delle ragioni chehanno portato alla sostituzionedei tre vice-presidente del Comi-tato Nazionale di Bioetica e riba-disce la richiesta di dimissionedel Presidente Francesco PaoloCasavola; - rilancia il progetto di aggregarea titolo gratuito, sul modello del-l'American Civil LibertiesUnion, le competenze di tutticoloro che vogliano fornire unvero e proprio soccorso civilecontro leggi e politiche proibi-zioniste sulla salute che preveda,tra le altre cose, consultori gra-tuiti per chi decide di ricorre allafecondazione medicalmente as-sistita all'estero.

Per quanto riguarda l'informa-zione pubblica radio-televisiva,propone l'immediata adozionedi regole e metodi chiari per di-scutere e approfondire argo-menti scientifici.L'Associazione, soggetto costi-tuente della Rosa nel Pugno, faproprio e rilancia l'appello del 15febbraio per la disponibilità acandidature nella lista radicaleanche con l'obiettivo di renderepossibile il collegamento di talelista con il Partito democratico,per dare all'elettorato la possibi-lità di riconoscere e di scegliereil simbolo delle battaglie radica-li e degli obiettivi dell'associazio-ne Coscioni.Salutando i contributi che hannocaratterizzato il dibattito genera-le e i lavori della quattro commis-sioni, dà mandato agli organi di-rigenti di definire metodi di lottapolitica che affrontino i temi dasempre al centro dell'iniziativadell'Associazione e a quelli pro-posti dai partecipanti al VI con-gresso come obiettivi specifici dimobilitazione.

SULLA LIBERTÀ DI RICERCAE LA FECONDAZIONE ASSISTITA

- calendarizzazione della rifor-ma radicale della legge 40, perlegalizzare la ricerca sugli em-brioni, l'analisi pre-impianto, lafecondazione eterologa;- definitivo aggiornamento del-le linee-guida della legge 40 al fi-ne di consentire in modo chiaro:*l'accesso alle tecniche di Pro-creazione Medicalmente Assisti-ta ai portatori di patologie gene-tiche;* la diagnosi preimpianto;* l'utilizzo per la ricerca degliembrioni non idonei per una

gravidanza;* la crioconservazione degli em-brioni, nella tutela della salutedella gestante e del nascituro.- finanziamento pubblico dellaricerca sulle staminali embrio-nali fino ad oggi illegalmenteimpedito aiutando i laboratoriitaliani che effettuano tale ricer-ca a ricorrere in giustizia controesclusioni realizzate in base a di-scriminazione ideologica- aiuto al trasferimento a centridi ricerca non-italiani embrioniabbandonati non più impianta-bili- assistenza giuridica per ricorsicontro la legge 40;- applicazione della legge 40, se-condo il modello tedesco, per lacrioconservazione nel rispettodei divieti presenti alla luce delleevoluzioni scientifiche dellescienze.

SUGLI OGM

Denuncia che l'Italia è l'unicostato membro dell'Unione euro-pea ad aver bloccato, per deci-sione di governi di centrodestrae centrosinistra, la ricerca sugliOrganismi Geneticamente Mo-dificati in pieno campo senzaaddurre alcuna motivazionescientifica e in deroga alle suespecifiche responsabilità di ga-rantire la sicurezza alimentare ditutte le produzioni agro-alimen-tari. Contro queste posizioni prote-zionistiche ed autarchiche, piùvolte sanzionate dalla Corte Co-stituzionale Italiana, il TribunaleEuropeo di Lussemburgo e l'Or-ganizzazione Mondiale delCommercio, l'Associazione Co-scioni si impegna per cancellarele proibizioni in merito alla ri-cerca sugli OGM.

SULLE SCELTE DI FINE VITA

- legalizzazione dell'eutanasia,recuperando le proposte di leggedepositate nella XV legislatura, - legge sul testamento biologicoche garantisca il rispetto del-l'art.32 della Costituzione ancheper le persone non più capaci diintendere e di volere- assistenza medica e giudiziariaal rispetto dell'art. 32 nelle deci-sioni di interrompere terapie, an-che vitali;- indagine sull'eutanasia clande-stina, sia nazionale che regionaledando seguito fattivo a quantopreannunciato dalla MinistroTurco relativamente a "Come simuore in Italia";- decreti attuativi Convenzione diOviedo.

SULL'ABORTO

- revisione della legge 194 attra-verso:- il miglioramento nella diffusio-ne di informazioni sulle misure dicontraccezione;- l'estensione della possibilità dipraticare l'interruzione volonta-ria di gravidanza alle strutture sa-nitarie private;- il rispetto di tempi certi da partedelle strutture che debbono assi-curare l'intervento;- la legalizzazione delle tecnichemeno invasive già operanti inmolti altri paesi europei, come lapillola RU-486;- registro degli obiettori di co-scienza.- garantire una diagnostica pre-natale entro le 20 settimane digravidanza per permettere alledonne di avere il tempo necessa-rio per decidere e non arrivar a ri-dosso dei limiti indicati per l'IVGoltre il 90esimo giorno.

Salerno ’08: è tutto un programma. Wiki.

LA MOZIONE GENERALE

Il testo della mozione generale approvata al Congresso di Salerno dopo 3 giorni di dibattito ed oltre 60 giorni di discussione in Internet tra i navigatori della rete.

Page 3: Agenda Coscioni anno III n.03: marzo 2008

SULLA RICERCA

- meritocrazia e trasparenzanell'assegnazione dei fondi inogni settore scientifico-discipli-nare, a partire dalle proposte di500 accademici sui fondi del Mi-nistero della Salute ma a segui-re in ogni ambito nel quale irra-zionalismi di ogni tipo (religio-so, ambientalista, politico) ren-dono inefficiente la ricercaorientandola con la distribuzio-ne dei fondi.In particolare:* Non può far parte della Com-missione chi partecipa al bandocon proposte proprie o dei pro-pri diretti collaboratori.* La Commissione si avvale direvisori esterni per corrispon-denza, anche stranieri. Non puòessere revisore chi partecipa albando con proposte proprie odei propri diretti collaboratori.* I ricercatori riceveranno noti-fica della decisione con copiaintegrale del giudizio dei singo-li revisori esterni. Sono resepubbliche la graduatoria e lemotivazioni dei progetti finan-ziati. (Leggi l'appello sottoscrit-to da centinaia di professori)- diffusione a livello locale del-l'insegnamento del metodoscientifico, secondo il modellodel progetto "Scolar-mente"(leggi la relazione dellaprima edizione del Progetto)che prevede discussioni guida-te tra scienziati e studenti di li-ceo;

SULLA DISABILITÀ E L’ASSISTENZA

- immediata ratifica della Con-venzione Onu sulle disabilità emonitoraggio della sua effettivi-tà nell'ordinamento;- adeguamento della legislazio-ne interna alla disciplina comu-nitaria in tema di mobilità per idisabili il cosiddetto "contrasse-gno europeo";- emanazione del testo unicodei regolamenti sulle barrierearchitettoniche da parte del Mi-nistro dei lavori pubblici;- istituzione del registro nazio-nale di malati SLA sulla base diquanto proposto dalla Commis-sione ministeriale SLA, e istitu-zione di un analogo registro pertutti i malati e persone con disa-bilità oggi ancora non censite,per non lasciare al solo "associa-

zionismo" l'individuazione deinumeri senza possibilità di veri-fica oggettiva.- aggiornamento del Nomen-clatore Tariffario degli ausili, sucui il ministro si era impegnatoentro dicembre 2007; modificadelle procedure di aggiorna-mento in modo che possa avve-nire contestualmente al progre-dire delle tecnologie.- corretta gestione dei 10 milionidi euro stanziati dal ministerodella Salute per la fornitura deicomunicatori simbolici per la li-bertà di parola dei disabili- riforma della legge elettoraleper l'esercizio del voto alle per-sone disabili.- rispetto degli impegni del nuo-vo contratto di servizio Rai susottotitolazione e potenziamen-to del servizio di segretariato so-ciale.- emendamenti al disegno dilegge Gentiloni di riordino delsistema radiotelevisivo volti afar si che anche le radio e televi-sioni private garantiscano l'ac-cessibilità dei contenuti su tuttele piattaforme tecnologiche.- accesso facilitato alla bandalarga per persone affette da di-sabilità sensoriali, motorie e co-gnitive;prevedere che tutti i servizi diemergenza possano essere con-tattati in tempo reale, con servi-zio testuale per consentirvi l'ac-cesso anche alle persone sorde.- accessibilità dei film (e dellesale cinematografiche) alle per-sone affette da disabilità senso-riale; richiesta al Ministero deiBeni Culturale di vincolare i fi-nanziamenti al requisito del-l'accessibilità per i disabili deiprodotti audiovisivi realizzati ;- richiesta al Ministero dell'In-novazione della Pubblica Am-ministrazione di rendere acces-sibili ed usabili ai disabili tutti isiti della pubblica amministra-zione, nell'ambito del progettodi messa in rete annunciato dalMinistro Nicolais.- utilizzo agevolato degli Sms,MMS e della banda larga mobi-le umts a coloro che sono affettida disabilità: Vigilare affinché ladelibera dell'Agcom in materiadi sms, videochiamate e facilita-zione per i ciechi sia applicata.- sgravi fiscali per la produzionedi strumentazioni innovativeper le disabilità;

SULLA LIBERTÀ DI CURA

- facilitare l'acquisto all'estero difarmaci a base di cannabis perla cura di malattie demieliniz-zanti, glaucoma, malati termi-nali di cancro e di tutte le pato-logie che la letteratura medicamondiale riconosce come effi-caci per i malati.

L'ASSOCIAZIONE DEL FUTURO

- campagna iscrizioni straordi-naria: 1.000 iscritti accademiciscienziati e medici italiani e in-ternazionali e 20 cellule attivenelle università;- costituzione di un comitatouniversitario nazionale perma-nente;- gruppo permanente di medicie giuristi su rispetto scelte di fi-ne-vita e sulla legge 40;- "liste Coscioni-Welby" alle ele-zioni studentesche nelle scuolesuperiori e le università; su que-sto obiettivo decide di lanciareuna campagna iscrizioni spe-ciale e per questo delibera, co-me norma transitoria valida so-lo per l'anno 2008, una quota diiscrizione all'Associazione LucaCoscioni per la libertà di ricercascientifica di 10 euro per chi nonabbia superato i 20 anni di età.- "liste Coscioni-Welby" alle ele-zioni per gli ordini dei medici;- campagna di iscrizione di par-lamentari: obiettivo 50 parla-mentari iscritti e 100 consiglieriregionali- database di autenticatori (con-siglieri comunali, provinciali eassessori) "amici dell'associa-zione".

SUL PIANO TRANSNAZIONALE

dà mandato agli organi dirigen-ti di passare nelle prossime set-timane alla convocazione delprossimo Congresso Mondialeper la libertà di ricerca da orga-nizzare in collaborazione con ilGoverno turco e, anche a questofine, di avviare una campagna diiscrizioni di scienziati e ricerca-tori all'estero attraverso la distri-buzione degli atti della primasessione del febbraio 2006.

La mozione è “aperta a inte-grazioni in wiki” e commentisu www.lucacoscioni.it

ASSOCIAZIONE COSCIONII nuovi organi dirigenti Ne fanno parte anche Luigi Manconi e Mina Welby

Il 6° Congresso dell'Associazione Luca Coscioni ha con-fermato i Presidenti Maria Antonietta Farina Coscioni,Gilberto Corbellini e Piergiorgio Strata; Ha confermatoanche come Presidente Onorario José Saramago.Ha eletto Segretario Marco Cappato, e Tesoriere RoccoBerardo. Sono stati nominati Vicesegretari Filomena Gal-lo e Giulia Simi. La nuova direzione dell'Associazione Lu-ca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, che coa-diuverà politicamente il segretario, il tesoriere e la presi-denza, è composta da personalità come Luigi Manconie Mina Welby. A comporre i 12 nomi della nuova direzio-ne vi sono anche Silvio Viale, medico ginecologo, primosperimentatore in Italia della Ru486, Carla Rossi, profes-soressa all'Università di Roma Tor Vergata, Carlo Troilo,giornalista, e Tommaso Ciacca, medico anestesista, chesi era reso disponibile a corrispondere alle volontà di Gio-vanni Nuvoli; mentre sono stati confermati Marcello Cri-vellini, Andrea Francioni, Mirella Parachini, DonatellaPoretti, Maurizio Provenza e Marco Perduca. Segretario eTesoriere saranno coadiuvati da una Giunta compostada: Alessandro Capriccioli, José De Falco, Giulia Innocen-zi, Marco Valerio Lo Prete, Simona Nazzaro, Maria Pami-ni, Mihai Romanciuc, Carmen Sorrentino.

Il Congresso ha eletto nel Consiglio Generale personali-tà del mondo scientifico e universitario: Adolfo Allegra,Angiolo Bandinelli, Mauro Barni, Maurizio Bolognetti,Davide Cervellin, Paola Cirio, Tonina Cordedda, GiulioCossu, Domenico Danza, Patrizia De Fusco, Roberto De-fez, Sabrina Di Giulio, Marco Favara, Valerio Federico, An-na Pia Ferraretti, Francesco Fiorentino, Carlo Flamigni,Gustavo Fraticelli, Antonino Forabosco, Alessandro Frez-zato, Cesare Galli, Luca Gianaroli, Claudio Giorlandino,Marisa Jaconi, Chiara Lalli, Fabio Marazzi, Marina Men-garelli, Severino Mingroni, Luigi Montevecchi, ClaudiaMoretti, Demetrio Neri, Francesco Orzi, Mario Patrono,Mario Riccio, Barbara Sanua, Romano Scozzafava, Ro-sma Scuteri, Gianfranco Spadaccia, Bruno Tescari, An-drea Trisciuoglio

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA 3IL NOSTROCONGRESSO

Page 4: Agenda Coscioni anno III n.03: marzo 2008

MARCO [email protected]

Qualche sera fa - finalmente, sipotrebbe dire - la televisione ita-liana ha dedicato due ore pienedi diretta in prima serata al temadella malattia, della disabilità,della guarigione. E’ stata unapuntata che dovrebbe entrarenella storia della televisione, perquanto negativo si produce dicultura antiscientifica e della su-perstizione. La cosa grave non ètanto che si sia dedicato il “Por-ta a porta” di Bruno Vespa allacelebrazione del centocinquan-tennale di Lourdes, ma che siastato fatto con i toni della apolo-gia, con i miracoli presentati co-me eventi storici, della guarigio-ne presentata come fatto scien-tifico e degli scienziati ritratti co-me una casta di cinici dubbiosi.Questo è grave non per chi noncrede, ma proprio per chi si vederidotta la propria religione, lapropria fede, a oggetto da spet-tacolo, da esibizione. La questione della informazioneè quella che investe di più la no-stra associazione. Abbiamo fat-to cose importanti, a partire dal-la presenza di Luca Coscioniquando per la prima volta sicandidò negli organi dirigentiradicali attraverso le elezioni on-line, parlandoci del fatto cheammalati come lui si vedevanochiusa in Italia la porta della ri-cerca scientifica sulle cellule sta-

minali embrionali. Abbiamo fat-to fare un salto di qualità epoca-le al movimento dei diritti civili,al movimento che fino a alloraaveva parlato negli anni 70 dellaautodeterminazione della don-na, della riproduzione, della ses-sualità. Con Luca Coscioni si èarrivato a guardare qualcosadella quale adesso si comincia avedere l’importanza. Luca fu co-nosciuto davvero dagli italianipraticamente solo nel momentodella sua morte, e il messaggiogrande che questa associazionecerca di portare è quello di ren-dere il diritto e la democrazia (equindi le libertà garantite dal di-ritto e dalla democrazia) ade-guati alla immensa rivoluzionescientifica e tecnologica che hainiziato a investire l’essere uma-no; l’essere umano per il quale larivoluzione scientifica e tecnolo-gica non è più soltanto quelladegli strumenti tecnologici chevengono inventati con ritmisempre crescenti, ma è la possi-bilità di intervenire su se stesso,sulla propria natura. Si tratta diuna modificazione, di un saltoantropologico che le nuove tec-nologie della riproduzione e sulgenoma ci fanno vedere uncammino che è già lì. Già si puòintervenire con l’analisi geneti-ca preimpianto, e la scienza cidice che sarà possibile tra pocoiniziare a intervenire anche sullanostra natura, sui geni, sul dna.Questa è una prospettiva chenessuno deve presentare e agita-re come il “sol dell’avvenire”, co-me se tutto questo non portasseproblemi, in base a quella figuradi fantoccio polemico che ci vie-ne incollata addosso di unoscientismo per il quale è bene fa-re tutto ciò che è possibile fare (eovviamente non è così). Il cuore del problema che Lucaci ha consentito di affrontare èproprio quello di come governa-re questa rivoluzione tecnologi-ca grazie al diritto e alla demo-crazia (c’è un bellissimo saggiodi Aldo Schiavone su questo).Grazie a Luca abbiamo iniziato aparlarne in Italia e nel mondo,visto che 50 premi Nobel addirit-tura sostennero la sua candida-tura nella lista Emma Bonino. Seperdiamo la capacità di gover-nare con il diritto e la democra-zia la rivoluzione tecnologica, al-lora sarà lo stesso diritto e lastessa democrazia a essere per-duti, perduti nella loro funzione,e le logiche diverranno altre. Giàoggi la Cina, altri Paesi dittato-riali e non democratici, rischia-no di avanzare più veloce sullastrada del progresso scientificoperchè non hanno gli ingombridei controlli, della verifica, del

dovere rendere conto alla politi-ca, ai malati, all’opinione pub-blica. Questa è l’alternativa, nonquella che ci propone la gerar-chia vaticana o la campagna diGiuliano Ferrara, che voglionorispondere a questa immensa ri-voluzione con i divieti, traccian-do i confini del sacro e dell’invio-labile all’inizio e alla fine della vi-ta, oltre che nei momenti delica-ti, particolarmente quelli dellasessualità e riproduzione. Si illu-dono che tracciando quei confi-ni sapranno governare il proces-so che incombe. Invece no: o sigoverna con le risposte di LucaCoscioni, con la libertà e respon-sabilità dei ricercatori, degliscienziati, dei malati, dei cittadi-ni, della democrazia, della legge,oppure quei processi sarannogovernati di fatto dalle dinami-che del potere, degli oligopoli,dei monopoli e potentati che ri-muovono l’interesse generalesostituendolo con la logica delprofitto. Ora è arrivato Ferrara ealla sua campagna sulla “gran-de” moratoria (cosiddetta) sul-l’aborto. Ovviamente è stato aiu-tato, perchè noi abbiamo fattouna ricostruzione di come il lan-cio di quella sua iniziativa siastato possibile grazie al fatto cheuna sua prima lettera è diventa-ta subito notizia: tg1, tg2, tg3 perdue, tre, quattro giorni, e c’è sta-ta una promozione a decine dimilioni di persone. Se, quandoCoscioni “scese in campo” con ilsuo messaggio, se ne fosse par-lato negli stessi termini, forseavremmo potuto sollevare i temidella vita, della morte, della ma-lattia con cinque, sei anni di an-ticipo, invece di esserne investi-ti in questo modo, che rischia diavere le conseguenze che abbia-mo visto, come i carabinieri allacaccia dei feti abortiti nelle cor-sie d’ospedale. Oggi troppospesso la politica pretende di re-legare su un piano della “co-scienza”, che poi significa relega-re nel piano dell’immobilismo edei divieti ereditati da altri pote-ri e tradizioni, le cosiddette que-stioni di coscienza. Ferrara in re-altà non aveva mosso un ditoquando gli allora candidati Pre-mier Berlusconi e Rutelli diceva-no a Coscioni: noi non ci occu-piamo di questi temi perchè ri-guardano la coscienza. Oggi lanciano all’ONU una sfidache siamo attrezzati a raccoglie-re. Proprio noi, quelli che ci riu-niamo qui in questa sala. Con ipremi Nobel, che diventaronoda 50 a 100 a sostegno di Luca,con la sessione costituente e conil primo Congresso mondialeper la libertà di ricerca abbiamoraccolto e riunito alcune delle

massime personalità scientifi-che del mondo, nel silenzio as-soluto dei media italiani. Ora di-cono che vogliono scrivere nellecarte dell’ONU l’obbligo mon-diale del rispetto della “mortenaturale”, cioè impiccati ai mac-chinari anche se non lo si vuole.Siamo attrezzati a raccoglierequesta sfida nel modo trasversa-le che sapete, con i parlamenta-ri, gli scienziati, i giuristi che so-no presenti qui oggi. Alle Nazio-ni unite, ma anche nelle corsie diospedale. Di fronte a un Parlamento para-lizzato nell’ultimo anno e mez-zo abbiamo dimostrato che “dalcorpo dei malati al cuore dellapolitica” non è uno slogan, maun metodo di azione e organiz-zazione politica. Quando, all’ul-timo congresso di Orvieto, conLuca e Piero inserimmo nellanostra mozione la regolamenta-zione dell’eutanasia, control’eutanasia clandestina e selvag-gia, dicevamo tra noi: perchè

mettere un punto del quale tuttirifiuteranno persino di discute-re nel nostro paese? E invece lapolitica è stata trascinata a occu-parsi di questo. Credo che il la-voro serissimo che il SenatoreIgnazio Marino sta facendo sultestamento biologico abbia avu-to un aiuto forte dalla lotta di Pie-ro. Con la tenacia e resistenza diPiero, abbiamo conquistato pre-cedenti che ora valgono per tutti.Ma c’è un altro piano sul quale cidobbiamo attrezzare, perchè du-rante il “Caso Welby” hanno par-lato in rappresentanza, io credospesso abusiva, di rianimatori emedici italiani, dei rappresen-tanti sindacali che hanno minac-ciato Mario Riccio: “se farà que-sto sarà condannato”. L’ultimanotizia è che persino l’ordine de-gli infermieri nel nuovo codiceche deve approvare nei prossimimesi ha scritto che il riconosci-mento della obiezione di co-scienza deve essere garantitoquando una pratica sia contraria

4IL NOSTROCONGRESSO

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

Una politica da 100 NobelLA RELAZIONE DEL SEGRETARIO

“Dal corpo dei malati al cuore della politica” non è uno slogan, ma un metodo diazione e organizzazione politica. Il nostro è anche il Congresso dell’iniziativa per unariforma possibile della politica.

Poveri diinformazione

LA RELAZIONE DEL TESORIERE

MAURIZIO [email protected]

Sono in distribuzione nove pa-gine di tabelle, numeri, cifre: èil nostro modo di mettere sot-to il microscopio e di dare at-traverso i numeri una visionediversa di quello che è l’Asso-ciazione Luca Coscioni.Qualche numero penso vadasegnalato e sottolineato, per-ché ci può poi aiutare nella ri-flessione politica, per com-prendere come andare avanti,quali strumenti siano necessa-ri per le lotte dell’AssociazioneCoscioni, e Cosa ci impediscedi trovare la piena corrispon-denza con ciò che sappiamoesserci nella società e tra i citta-dini.Quest’anno presentiamo duebilanci, quello chiuso al 31 di-

cembre 2006 e quello chiuso al31 dicembre 2007; il bilanciodel 2007 si chiude con un pas-sivo di 19 mila euro, che grazieall’avanzo accumulato nell’an-no precedente ci porta a unavanzo accumulato di 12 milaeuro; ma il dato essenziale èche nel 2007 sono state entrateper 473 mila euro, di cui 266 mi-la euro di autofinanziamentoattraverso i contributi diretti dicittadini e 186 mila euro di con-tributi su iniziative specifiche.Come sono stati spesi questi sol-di?Abbiamo avuto spese com-plessive per 473 mila euro, dicui 440 mila sono dovute allecampagne di informazione perle iniziative, tra cui la pubblica-zione dei 12 numeri dell’Agen-da Coscioni, il mensile direttoda Rocco Berardo, che abbia-

Il grandemessaggio diquestaAssociazione èquello di rendereil diritto e lademocraziaadeguati allarivoluzionetecnologica cheinveste l’essereumano

Prioritaria è la questione della democrazia e dell’informazione nel paese

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a che cosa? Ai propri valori perso-nali. Ma vi rendete conto che co-sa vuol dire se un farmacista puòrifiutare la pillola del giorno dopoa una ragazza? Se un infermiereritiene di poter rifiutarsi, siamosulla strada del sabotaggio, del-l’obiezione di coscienza utilizza-ta non come strumento di salva-guardia della libertà personale,ma di imposizione agli altri dellacoscienza. Immaginatevi che co-sa significa di fronte ai fonda-mentalisti che arrivano (lo dico aFerrara che ha spiegato per anniche dovevamo entrare in “guer-ra”). Ma come facciamo a spiega-re all’infermiere o al ginecologomusulmano o di qualsiasi credo,che nessuno si può permettere digiudicare la persona adultera, lapersona ubriaca, la persona cheabbia fatto tutte le cose che cia-scuno di noi può considerare bel-le, o anche sbagliate moralmen-te, come facciamo a spiegargli

che questo è uno stato di diritto,se poi ammettiamo il boicottag-gio del diritto nelle corsie degliospedali, nelle farmacie, neglistudi di qualsiasi professione?Noi a questo punto dobbiamoanche organizzare a livello dellecorsie di ospedale, un sindacatodelle libertà. Vorrei vedere “candi-dati Coscioni Welby”, iscritti allaassociazione che si candidano al-l’interno degli ordini per conte-stare queste carte dei sabotaggi,per tentare di entrare in modopiù organizzato là dove altri evi-dentemente entrano in modo ca-pillare. Chiudo la mia relazione con duequestioni molto concrete: la pri-ma il digiuno di dialogo che ab-biamo avviato ormai due setti-mane fa col ministro della saluteLivia Turco (omissis: vedi articoliall’interno di questo giornale).Noi con il nostro digiuno abbia-mo provato e stiamo provando a

trasmettere un po’ della nostraforza al Ministro perché facciaquello che la legge le impone difare. L’impressione è che LiviaTurco voglia aspettare dopo leelezioni. Sarebbe invece dovero-so farlo alla luce del sole e dellapossibilità di confronto di idee, didibattito, anche della campagnaelettorale. Come segno di speran-za e di fiducia nell’annuncio cheè stato fatto abbiamo sospeso ildigiuno per vedere con voi, con ilcongresso, come proseguire l’ini-ziativa.Disponiamo di noi stessi, dellenostre storie, per passare dal cor-po dei malati al cuore della poli-tica. Questa politica avrebbe unpo’ più cuore se sapesse occupar-si di questi temi. Non li sventolia-mo come una bandiera ideologi-ca e ricattatrice. Noi non siamoquelli del tanto peggio tanto me-glio, non siamo quelli che siaspettano da tutti gli altri il peg-

gio della deriva fondamentalistaclericale per poter dire “noi no”.Noi cerchiamo di valorizzare e in-vestiamo il massimo proprio sul-le persone di altri partiti, altri mo-vimenti che sono d’accordo connoi, che lavorano con noi o chesemplicemente ci fanno l’omag-gio dell’ascolto per andare avan-ti in una strada di rispetto e diconcretezza di obiettivi politici.La mozione l’abbiamo costruitada un mese e mezzo proprio conla concretezza di obiettivi politiciche ci sono arrivati da molti divoi, medici, scienziati, malati, suuna questione o, sull’altra, sulrimborso delle a.s.l., sui laborato-ri, sui finanziamenti, sulla ripro-duzione, l’aborto e le scelte di fi-ne vita. Diventa sempre di piùuna sorta di nuova enciclopediadelle libertà possibili e necessa-rie, per salvare la democrazia e lostato di diritto, oltre che la vita e lasalute di tante persone.

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA 5IL NOSTROCONGRESSO

mo stampato mensilmente intutto il corso del 2007: 12 numericon una media di 50 mila copie anumero.Penso questa cifra sia importan-te: le 650 mila copie del nostrogiornale attraverso il quale cerca-re di tentare di informare, e quin-di di fare partecipare e di scriverealla Associazione Coscioni.Nonostante questo c’è stato unlieve calo di iscritti tra il 2006 e il2007: non penso sia tanto impor-tante il fatto che si sia passati da4804 versamenti a 4739, quanto ilcercare di comprendere perchéquesto sia accaduto proprio nelmomento di massimo sforzo daparte nostra: probabilmente, nelmomento in cui abbiamo decisodi destinare quasi l’intero bilan-cio all’informazione, i temi del-l’Associazione Coscioni sonoscomparsi dal dibattito pubblico,o ancora peggio sono stati appal-tati ad altri che a mio avviso nonerano titolati a parlare.Ho molto apprezzato quello cheè stato detto prima da AlfonsoAndria, che da cattolico ha cerca-to di dare una lettura e definizio-ne diversa da quelle che danno legerarchie di vera laicità. AlfonsoAndria ha parlato di vera laicità intermini di dialogo e confronto:invece ci si è dato l’obiettivo dioccuparsi della cura delle anime,ma poi si è preteso di occuparsidella cura delle persone e dei lo-ro corpi, e infine di occuparsi del-la cura dello stato: questo fa maleallo stato, alle persone, ai lorocorpi e alle loro anime.

Non abbiamo avuto possibilità dicompetere sul piano dell’infor-mazione pubblica, nel cercare diavere dibattiti e contraddittori suitemi che ci dicono non essereprioritari per il paese, ma di cuipoi si finisce per parlare senza al-cun confronto, come se quellafosse l’unica possibile verità.Stiamo assistendo in questi gior-ni a un fatto davvero singolare:un giornalista, per i sensi di colpadettati da proprie individualiscelte giovanili, pretende di im-porre all’intero paese che la que-stione della moratoria dell’abor-to diventi una priorità; ebbene,ciascuno gestisce e governa i pro-pri sensi di colpa come megliocrede, ma pretendere che la mo-ratoria dell’aborto diventi unapriorità del dibattito pubblico epolitico, e che gli strumenti di in-formazione di massa faccianodei sensi di colpa privati di unapersona questione da porre al-l’attenzione dell’opinione pub-blica senza alcun contradditto-rio, è particolarmente grave.Basta che un deputato dichiari:“ho costituito un nuovo partito”,e immediatamente c’è tutto unfiorire di iniziative da parte degliorgani di informazione pubblicie privati, televisivi e stampati, chemettono al centro della attenzio-ne del cittadino un soggetto poli-tico inesistente, mentre vengonocontinuamente censurate le ini-ziative che sono iscritte nel-l’agenda politica del paese e delParlamento. Credo che forse èpiù straordinario quello che ac-

cade qui dentro, quando vedia-mo nella stessa sala a discuteredegli stessi temi e con le stesseposizioni persone così diversecome Furio Colombo, che è unsenatore dei DS, Alfonso Andria,che è un deputato europeo catto-lico della Margherita, o come ilsenatore Paravia di alleanza na-zionale.Sono questi i miracoli laici, i mi-racoli cioè del dialogo e del con-fronto che per lo stesso Andria èla vera laicità, che qui si riesconoa conquistare e a far vivere, e pro-prio per questo vengono censu-rati e ignorati.Noi dobbiamo scrivere nell’agen-da delle nostre iniziative politichee delle nostre priorità quella diporre come centrale la questionedell’informazione e della demo-crazia in questo paese; la nostra

analisi è dettata da dati di fattooggettivi, rispetto ai quali abbia-mo anche una risposta che èquella dell’organizzazione politi-ca e del rilancio attraverso l’azio-ne nonviolenta, per cercare di fer-mare (se non di mutare) il corsodelle cose; quello che è ormai con-suetudine, e a cui forse noi stessi cisiamo ormai abituati, e cioè la di-struzione dei principi fondamen-tali dello stato di diritto.Donatella Poretti, dall’internodella Commissione Affari Socialipotrà raccontare più di un episo-dio di quante e tante volte siamorimasti isolati nella nostra azionepolitica, anche rispetto a coloroche il sabato e la domenica,quando il Parlamento è chiuso, sidicono laici, e poi, nel momentoin cui c’è bisogno di manifestarequesta laicità, di battersi per la li-bertà di ricerca scientifica,

per la libertà delle scelte persona-li, adducono motivazioni altissi-me, nobilissime, ma sempre diparte, mai per convinzione esempre per convenienza, per sot-trarsi al proprio dovere e agli im-pegni che hanno preso pubblica-mente.Credo che dobbiamo dirci conmolta franchezza che tocca a cia-scuno di noi assumersi la respon-sabilità, attraverso l’AssociazioneCoscioni, di difendere lo stato didiritto, la democrazia e quindi lalibertà di ricerca scientifica e la li-bertà di scelta personale.

@pprofondisciPer contribuire o iscriverti:www.lucacoscioni.it

La mozionel’abbiamocostruita da unmese e mezzoproprio con laconcretezza diobiettivi politiciche ci sonoarrivati da moltidi voi, medici,scienziati, malati

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FURIO COLOMBO

Per dare un’idea dell’emergenzanella quale stiamo vivendo in Ita-lia in questi giorni, in questi mesi,in questi anni, credo di potervi di-re questo: nessuno che fosse gio-vane, all’inizio della propria car-riera, e fosse qui al posto mio adirvi le cose che sto per dirvi, po-trebbe diventare primario se me-dico, potrebbe diventare redatto-re capo se giornalista, potrebbediventare responsabile di unadelle tante aziende i cui organi di-rigenti dipendono dalle nominegovernative. Non in questo mo-mento, non contro il Vaticano.Questa è la situazione nella qualestiamo vivendo, la situazione - fa-temelo dire con un po’ di appa-rente esagerazione - di un paeseoccupato, un paese occupato dalclericalismo e dal Vaticano, unpaese occupato dalla pretesa didettare legge, di raggiungere cia-scun deputato, ciascun senatore,ciascun eletto locale nei consiglicomunali, nei consigli regionali.Di raggiungerli in modo che nonpassi nulla se non ciò che - indi-pendentemente dall’insegna-mento teologico, dall’accumulodi cultura formato nel mondocattolico e dunque nel mondoitaliano, indipendentemente datutto ciò – si fonda invece su pre-scrizioni che potremmo chiama-re di “neo-teologia”, formatesi so-prattutto con questo papato. Pre-tendono di imporre al paese ipercorsi e i dettagli dei percorsiche il processo legislativo, il pro-cesso giuridico, il processo politi-co devono compiere. Un episodio come quello dellaSapienza, un episodio comequello della opposizione di alcu-ne decine - e poi alcune centina-ia - di professori che hanno obiet-tato alla lectio magistralis del ca-po di una religione nel paese incui è il più ascoltato di tutti i lea-der di tutte le denominazioni, hacreato una reazione francamen-te cattiva e violenta, che ha avutouna sua parte ufficiale. Non è sta-ta neanche nascosta, non c’è sta-ta traccia di benevola carità o ditolleranza, di collaborazione frapaesi; sappiamo dalla politica in-ternazionale che si possono evi-tare incidenti anche gravi smus-sando gli angoli, ma niente affat-to, l’angolo in questo caso è statolimato con cura, affinché fosse ilpiù tagliente possibile. E abbia-mo assistito ai giovani che grida-vano “libertà!” sotto le finestredell’uomo che parla 18 volte algiorno in tutti i telegiornali e intutti i giornali radio della televi-sione italiana! “Libertà!”, gridava-no “libertà!” alla chiesa che ha in-ventato l’obiezione di coscienza

come atto di sabotaggio delle leg-gi della Repubblica, perchè que-sta è l’obiezione di coscienza, unatto di sabotaggio. Nel senso cherende impossibile l’attuazionedelle leggi della Repubblica, oltreall’infinita crudeltà che compor-ta per le persone che da sole si de-vono confrontare con tale obie-zione di coscienza. La violazionedel dovere d’ufficio e dell’atto do-vuto è un fatto molto grave cheviene risolto come se si trattassedi rifiutarsi di fronte ad un atto diimmoralità, di crudeltà o di gravemancanza morale. Questo è unfatto gravissimo: è l’organizzazio-ne del sabotaggio delle leggi dellaRepubblica. La scena, che sarà indimenticatain Europa, della polizia che ac-corre in un ospedale di Napoli.Sette poliziotti intorno a unadonna che è stata appena sotto-posta al più drammatico deglieventi medici che possano acca-dere a una donna, l’aborto, è unodegli episodi che rimarrà impres-so nella nostra memoria e direiche ci sarà “un prima” e “un do-po” rispetto a quell’evento. “Pri-ma” c’era una Repubblica più de-corosa e più rispettabile; “dopo”,invece, quella Repubblica deco-rosa e rispettabile bisognerà rico-struirla, perchè per il momentoquel gesto l’ha sospesa! Quelgiorno abbiamo visto a Napoli, inattività, la polizia vaticana. Alcu-ni, come me, esagerando un po’forse per enfasi retorica ma nonper deformazione della realtà,hanno parlato di una occupazio-ne pensando a quanto sia diven-tato impossibile avere funzionidirettive in questo paese se non siè graditi al Vaticano; e questo si èverificato. La polizia vaticana si èrecata intorno al capezzale di unadonna che aveva appena subitoquel tipo di intervento. Badateche è un atto di crudeltà incredi-bile e questo ci porta a rifletteresu qualcosa che ho già avuto oc-casione di dire proprio qui, grazieall’Associazione Luca Coscioni, ilcui legame per me è davvero unonore ed è davvero un impegnodi vita ed impegno irrinunciabi-le: ci troviamo di fronte al più cu-rioso dei rovesciamenti. La chie-sa cattolica manda la polizia alletto di una donna che ha appe-na subito una simile prova e i lai-ci sono qui a discutere del comeproteggere i malati, del comeproteggere il diritto a vivere, delcome proteggere il diritto a mori-re. E’ un rovesciamento pauroso,praticamente incomprensibilenegli altri paesi, incomprensibileal di fuori dei confini del nostropaese. Io, che come sapete nonsono un praticante del credo ber-lusconiano, ho sempre detto che

trovavo molto difficile spiegarequel che succedeva in Italia ed ilconflitto d’interessi fuori dei con-fini. Adesso trovo più difficilespiegare questo, trovo più diffici-le far capire che cosa diavolo stasuccedendo ad amici cattolici co-me Ted Kennedy, Mario Cuomo,John Kerry, ad amici cattolici co-me coloro che hanno partecipatoalla vita americana senza maiviolare, da buoni cattolici e da os-servanti, gli impegni presi con la

legge del proprio paese, presi conla militanza politica, quando so-no diventati senatori, deputati ogovernatori eletti nel loro paese.Mi ricordo con quale dignità eforza un uomo come Mario Cuo-mo, che è più un teologo che unavvocato, che ha insegnato teolo-gia alla Saint John’s University pri-ma di diventare Governatore del-lo stato di New York, ricordo conquale dignità e fermezza ha tenu-to testa al cardinale di New Yorkche gli chiedeva di schierarsi con-tro l’aborto. Lo fece dichiarando:“Io non ho il diritto, in nome del-la mia persuasione personale, dischierarmi contro la legge delmio paese, anzi ho il dovere di di-fendere la legge del mio paese”. Ediciamo pure che il cardinale O’-Connor ha rivolto sì l’invito, manon ha mai perseguitato il sinda-co di New York per il fatto che siopponesse a rendere l’abortouna questione politica e a rivolta-re la sua posizione solo per obbe-dire al cardinale. Il governatoresapeva benissimo che un atto diobbedienza al cardinale avrebbesignificato la squalifica politica diun uomo la cui dignità invece eramolto alta e che è stato rielettogovernatore tre volte da una mas-sa di cittadini prevalentemente

cattolici che apprezzavano il ri-spetto della legge nei confronti diqualunque altra cosa, perchèquesto è il dovere del politico. Non ho avuto questa fortuna neiquasi due anni passati nel Sena-to. Ho visto sciogliersi i Pacs comese fossero un progetto di avvinaz-

zati; ho visto scomparire i Dicocome se fossero un’idea mal ripo-sta di qualcuno che aveva azzar-dato una trovata goliardica; ho vi-sto rendere impossibile il lavorodi Ignazio Marino quando si èimpegnato sulla questione del te-stamento biologico, l’ho visto as-sediato dalla corsa a “chi è piùcattolico” e a chi rappresenta dipiù - da destra e da sinistra - lachiesa cattolica, la chiesa di Ro-ma, le benemerenze da andare aincassare presso vescovi e arcive-scovi. La legislatura non è conti-nuata. Ma fatemi dire che dubitoprofondamente che saremmomai riusciti a approvare il testa-mento biologico nel modo limpi-do, sereno, cauto e competentecon cui quel grande medico cheè Ignazio Marino stava tentandodi realizzarlo. Come avviene con i paesi occu-pati ci sono poi i governi di Vichy;questo tipo di Vichy adesso è rea-lizzato da coloro che se ne vengo-no fuori con la “moratoria”. Pen-sate, rubare questa nobile parolaal Partito Radicale che l’ha inven-tata per la pena di morte, pensate

all’ignobiltà del furto! Rubare laparola “moratoria della pena dimorte” che è uno dei gesti più no-bili e che è l’unica bandiera cheabbiamo regalato nel mondo aquesto paese durante questi dueanni. La moratoria contro la pe-na di morte, adottata dalle Nazio-ni Unite, votata per merito diquesta associazione e dei Radica-li Italiani. Rubare quella parola etrasformarla in “moratoria del-l’aborto”, facendone – fredda-mente, con un calcolo assoluta-mente non religioso - una que-stione di divisione. Che è comedire: cosa potremmo pensare perspaccare per bene questa Repub-blica? Ma è semplice: buttiamodentro le donne, le donne con iloro dolori, i loro problemi, le loroansie, il loro dramma più grandeche è quello dell’aborto. Il dram-ma estremo di solitudine di unadonna, perchè neppure il suocompagno può essere davverocon lei nel momento in cui deveprendere questa decisione e de-ve affrontare tale prova. Questa èdavvero una delle prove, forse lasola tra la vita e la morte, che sisperimenta veramente da sole,perchè non c’è verso di esseredavvero vicini a qualcuno, alladonna che si sta per sottoporre aquel dramma. (A parte che ades-so provvedono mettendoci vici-no la polizia; in questo modo,hanno trovato un modo moltoaffettuoso e cristiano!). Ma l’ideadi usare l’aborto come grimaldel-lo per spaccare la Repubblica,dovremmo notarlo e fare in mo-do che non vada a finire nelle no-te a pie’ di pagina dei capitoli distoria che riguarderanno l’Italiain questo suo momento tormen-tato. E’ uno dei gesti più ignobilicon cui si poteva contribuire ascassare, a scardinare, il difficile,drammatico, controverso ordinepolitico nel quale la Repubblicasta cercando di ritrovare un equi-librio. E’ come una martellata suqualcuno che cerca di rialzarsi erimettersi insieme e di trovare uncontatto con il resto della realtà econ gli altri paesi. Io credo che si debba prima ditutto reclamare un diritto che èstato alla base di tutta la rivolu-zione dei diritti civili americani. Idiritti civili americani sono basa-ti su questo assunto fondamen-tale: “non sei tu che mi definisci,

6IL NOSTROCONGRESSO

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

La nostra Associazione comel’American Civil Liberties Union

OCCUPAZIONE CLERICALE

Oggi tocca ai laici proteggere i malati, tutelare il diritto a vivere o a morire e garantirel’autodeterminazione delle donne.

Occorre ribadire il principio per cuia nessuno spetta definirci, se nonnoi stessi. Laico è laico! Laico èlibero, laico è dignitoso, laico èprivo di infantilismi e disottomissioni, laico non riconoscedelle autorità soltanto perchè sonoconsiderate importanti da altri. Illaico si riferisce alle leggi e ai dirittifondamentali della Repubblica

Furio ColomboSenatore del Partito Democratico, è stato a lungo direttore del quotidiano L’Unità. E’ iscritto all’Associazione Luca Coscioni dal 2003.

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DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA 7IL NOSTROCONGRESSO

sono io che mi definisco”. Perchéaltrimenti si interrompe il pro-cesso democratico, se continui aessere tu che dici di me che cosasono, non ci siamo. Possiamoparlare, possiamo trattare, pos-siamo dire quello che vogliamo:ma sono io che mi definisco laicoe tu non mi vieni a insegnare checos’è la “sana” laicità e la “malata”laicità! Laico è laico! Laico è libe-ro, laico è dignitoso, laico è privodi infantilismi e di sottomissioni,laico non riconosce delle autoritàsoltanto perchè sono - e noi lo ri-spettiamo - considerate impor-tanti da altri. Il laico si riferisce al-le leggi della Repubblica e si rife-risce alle leggi delle organizzazio-ni e delle strutture internazionali;si riferisce a quei diritti fonda-mentali dell’individuo che sonoconquista della democrazia e delmondo moderno, che non pos-sono essere violati in nome dinessun papa Ratzinger. E non sipermetta, né a Ratzinger né aisuoi, di venirsene fuori - lo dicosoprattutto ai miei colleghi poli-tici – di venirci a dire: “questa èuna questione laicista”. Non esi-ste il laicismo, esiste il laico ed esi-ste il religioso. “Laicismo” è unaspecie di parolaccia, inventatacome strumento di intimidazio-ne. Questo non lo possiamo per-mettere: noi siamo laici e siamonoi a dare la definizione di noistessi. Dunque ogni volta che unaquestione viene liquidata parlan-do di “laicismo”, come se fossepedofilia, come se fosse unabrutta parola, qualcosa da tenerelontano, qualcosa di un po’ schi-fosetto, ogni volta dovete rifiutar-lo, dobbiamo rifiutarlo, special-mente quelli di noi che sono im-mersi nella discussione politica. Voglio ribadire infine di sentirmiveramente onorato di essere quia parlarvi, onorato e grato, perchèogni volta che sento la voce diMarco Cappato, la voce di Co-scioni, che dicono e rappresenta-no la passione, l’impegno con ilquale stanno lavorando, so che laciviltà è al lavoro, so che alcunecose buone stanno accadendo,so che non mi devo vergognaredel mio paese, so che c’è una spe-ranza. E questo vorrei confer-marlo qui con forza. Ma io vorreifare due o tre proposte praticheche credo dovremmo mettere al-lo studio e considerare, perchèogni volta che si crea un proble-ma occorre che ci sia, oltre ad un“livello alto” a cui dobbiamo te-nere testa tutto il tempo - quellodella libertà e della dignità laica ecivile del nostro paese -, anche un“livello quotidiano” al quale dob-biamo essere in condizioni di farfronte. Io propongo che si cerchidi creare in ogni città, piccola egrande, un registro di medici, diavvocati, di parlamentari e dieletti locali che siano disposti, inqualunque momento, a interve-nire in favore di donne e di mala-ti le cui condizioni vengono igno-rate o violate in nome dell’obie-zione di coscienza. In modo che

la persona sola, che si trova privadella cura che ha diritto di avere,o dell’intervento che ha diritto diavere, o dell’ascolto che ha dirit-to di avere, sappia che c’è unpunto al quale rivolgersi, dovepersone di qualche competenzasiano in grado di intervenire. Ilfatto di non lasciare sole le perso-ne che si trovano in queste con-dizioni di difficoltà è estrema-mente importante. Vorrei trasfor-marlo, è il mio secondo punto, inqualcosa che sia simile a quellagrandiosa e volontaria organizza-zione americana che è l’Ameri-can Civil Liberty Union, un’orga-nizzazione di avvocati pronta adintervenire a sostegno di coloroche altrimenti non avrebbero al-cuna difesa e che lo fa in tutti icampi.Io credo che quel modello do-vrebbe diventare un modello perla nostra attività; dovremmo ave-re un prontuario, una sorta dimanifestino che lasciamo do-vunque, negli ospedali, negli am-bulatori, nei consultori, con i nu-meri di telefono e i nomi, le indi-cazioni di che cosa deve fare lapersona a cui viene negato il di-ritto che ritiene di avere. Allo stes-so modo dovremmo fare in mo-do di avere, all’interno delle gran-di istituzioni sanitarie, almenouna persona, se esiste. E avete vi-sto che esiste, perché come esistel’infermiere che denuncia quellapovera signora di Napoli, l’infer-miere che chiama, fa scuotere ilmagistrato e fa accorrere setteagenti di polizia - Roberto Savia-no nel suo Gomorra se li sognasette agenti di polizia che accor-rono in una situazione di camor-ra! -, se esistono infermieri comequello, deve esistere anche l’in-fermiere che telefona a noi! Deveesistere anche il medico che simette in contatto con noi, deveesistere anche la persona che sta-bilisce un contatto civile e demo-cratico per far sapere che qualco-sa sta accadendo, o sul versantedella vita o della morte, o sul ver-sante dell’assistenza a coloro acui altrimenti sarebbe negata. Poi io credo che dobbiamo esige-re che ci sia, e sia pubblico, un re-gistro degli obiettori di coscienza.Chi fa obiezione di coscienza siiscriva a un albo che deve esserenoto a tutti i cittadini: per cui iodevo sapere che non vado al SanGiacomo, che non vado al Fate-benefratelli, devo sapere che sevoglio quel tipo di assistenza nondevo andare lì perchè verrei sol-tanto sgridata e umiliata se sonodonna! Non si può permettereche l’obiezione di coscienza sifaccia furtivamente e furbesca-mente in attesa della nomina chedeve arrivare e allora non puoispiacere al Vaticano facendogli loscherzo di non fare l’obiezione dicoscienza. Lo devi fare perchè faparte del curriculum: più obie-zioni di coscienza fai, più è facileche tu diventi primario - attraver-so il politico di turno, si intende -che tu lo meriti o meno. Il registro

degli obiettori di coscienza siapubblico, lo scrivano il loro no-me, dicano: “io medico tal-dei-tali non accetterò di curare inquesto e quest’altro caso”. Benis-simo, le cose pubbliche sonosempre più pulite delle cose chesi fanno sottobanco o che si fan-no sussurrandolo alla personache va al Pronto Soccorso, nelcuore della notte, senza sostegnoe senza protezione, magari la-vandosene le mani ed andandovia, approfittando di quell’atteg-giamento tipicamente italianoche è l’anonimato. Il nostro è unpaese di anonimi, in cui nessunodichiara mai il proprio nome; ilbello di altri paesi – me lo insegnala mia esperienza americana – èche se entrate in un luogo pubbli-co, prima di tutto la persona ti di-ce chi è, poi magari ti tratta ma-lissimo e succedono le cose me-no desiderabili, ma sai chi è.Quindi anche questa battagliacontro “l’anonimato” è un impe-gno da prendere, ma nel caso

specifico l’impegno è che chi faobiezione di coscienza sia iscrit-to, si iscriva, lo dica in un alboconsultabile in ogni ospedale. Elo stesso vale per i farmacisti. Vo-glio saperlo perchè altrimenti sidetermina una discriminazionesubdola, silenziosa, non dichia-rata, nei confronti dei cittadini, iquali vengono a sapere dell’osta-colo che gli viene frapposto soloal momento del bisogno. Infine credo che dal momentoche quel governo di Vichy, che stalaicamente e da miscredente cre-ando la colonia della chiesa al difuori dei confini della chiesa, poi-ché ha spostato il confine “dal-l’origine del concepimento” alla“morte naturale”, non c’è dubbio,confermo e sostengo quanto det-to da Marco Cappato: la questio-ne va portata davvero alle Nazio-ni Unite, la questione va portatadavvero nel luogo in cui si puòdefinire che cosa vuol dire “mor-te naturale”. C’è una tale implici-ta, disinvolta crudeltà in quella

frase e in quello slogan dove “na-turale” fa un pochino come“mancanza di ingredienti artifi-ciali nella marmellata”. Ci hannoabituato all’idea che la parola“naturale” sia una parola buonaperchè in antagonismo ad “artifi-ciale”, mentre quello che ci stan-no dicendo è il contrario esatto.E’ una vera storia orwelliana! E’ ilmantenimento di tutti gli artifici,non importa quanto crudeli, perproseguire la vita chiamandola“morte naturale”. Questo non èaccettabile. Non è accettabileperché vergognoso, perchè è in-sultante, non è accettabile dallanostra intelligenza, dalla nostraintegrità, prima ancora che per lanostra responsabilità politica.Quindi, su questo, dal momentoche ci deve essere - sarebbe statobello dire “confronto” - ma ci de-ve essere scontro, bene, faccia-molo con energia, a testa alta,con impegno e pazienza se nondiventeremo primari!

Sul modello dell’American Civil Liberties Union, propongo che si crei in ogni città un registro di medici, avvocati, parlamentari ed eletti locali che siano disposti, in qualunque momento, a intervenire in favore di donne e di malati le cui condizioni vengono ignorate o violate innome dell’obiezione di coscienza

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8IL NOSTROCONGRESSO

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

La forza dirompente del corpo in politica

OBIETTIVI E STRUMENTI DI LOTTA

I corpi reclusi, quelli oltraggiosi e quelli oltraggiati, i corpi sofferenti o umiliati, i corpi delle donne che concepiscono con amore: l’identità umana va cercata lì. LUIGI MANCONI

Il senso della mia presenza qui èinnanzitutto uno: quello di rin-novare con profonda convinzio-ne la mia adesione all’Associazio-ne Luca Coscioni, e lo faccio apartire da quello che ritengo chesia il più intelligente e forte sloganche abbia prodotto l’azione col-lettiva negli ultimi decenni, “Dalcorpo dei malati al cuore dellapolitica”.Nella mia mente e nel mio agirepubblico, questa parola d’ordineha una sua variante che sonoconvinto voi condividiate intera-mente: “Dal corpo dei cittadini alcuore della politica”; perché ilcorpo dei malati esprime nellamaniera più intensa una doman-da che io ritengo centrale: ripor-tare nel cuore della politica la cor-poreità, la materialità, la forzadell’identità individuale, che sifonda appunto sul corpo dell’in-dividuo.La cosa più imbarazzante che hosentito in queste settimane è l’in-vito, largamente condiviso e giàimmediatamente accolto, a nonparlare di simili questioni in cam-pagna elettorale; da molti annimi capita di incontrare esatta-mente questa eccezione, perchéuna quota assai significativa deitemi di cui io mi interesso (e cheio ritengo squisitamente, profon-damente, interamente e direi po-tentemente politici) viene consi-derata dalla stragrande maggio-ranza della classe politica nonpolitica, prepolitica, antipolitica.In tutte le democrazie, a partiredagli Stati Uniti d’America, i gran-di dibattiti (anche quelli più squi-sitamente legati ai conflitti politi-ci come le scorse elezioni presi-denziali) hanno avuto al centrodel conflitto quelle che possiamochiamare questioni di vita e di

morte, ovvero nascita, aborto, fe-condazione assistita, testamentobiologico, cure palliative, eutana-sia; noi invece tardiamo a coglier-lo, ne abbiamo paura, e con ciòcontinuiamo a condannarci auna condizione di provinciali-smo culturale.Ritengo invece che questo sia ilcuore, il centro della politica, eper spiegarmi voglio partire(scandalosamente, ma credo chesia utile) da quello che è stato peranni l’addebito fondamentale ocomunque il più scivoloso e sgra-devole, fatto ai Radicali: mi riferi-sco all’elezione di Ilona Staller. Aimiei occhi, e se volete agli occhidella scienza politica, quello fuinvece un passaggio estrema-mente significativo, non solo peril suo significato garantistico eper la sua audacia culturale(quella di portare un corpo ses-suato nel tempio della rimozionedel sesso), ma per una ragioneben più profonda: perché c’era, aldi là delle intenzioni del soggettoche ne era protagonista, la capa-cità di rappresentare nelle istitu-zioni più alte la realtà (e direil’iperrealtà) della preponderanzadel corpo; un corpo oltraggiosodella miseria sessuale maschile eoltraggiato dalla rivalsa maschili-sta dei suoi colleghi. Non mi vo-glio soffermare troppo su questoargomento, ma vedo un’assolutacontinuità tra quel corpo e gli al-tri corpi, il corpo recluso, coatto,sofferente, il corpo umiliato, ilcorpo della donna che concepi-sce.A proposito di Piero Welby, più diuna volta, ho sentito usare questotermine: il corpo prigioniero diquella macchina. Se ci pensate ilprigioniero, ovvero nel caso inquestione il detenuto, cosa fa delsuo corpo, del suo corpo recluso?Fa di esso il principale strumento

di comunicazione con l’al di là diquelle mura. Dentro le carceri, lapratica del tagliarsi, dell’autole-sionismo, afferma contempora-neamente una padronanza su disé certamente disperata, impo-verita, miserevole, ma insiemel’intelligenza di capire che quelloè l’unico strumento di comuni-cazione per una persona resa

muta dalla condizione di prigio-nia. Ebbene, quella formula usa-ta a proposito di Piero Welby e dimolti altri malati; io credo che siaestremamente significativa, la

capacità di fare del corpo malatoun formidabile strumento di co-municazione con tutti gli altricorpi: con le orecchie, gli sguardi,le voci della collettività. In questovedo, ancora una volta, la forzadirompente della corporeità.E ancora: pensiamo a quanto èsuccesso intorno alla questionedella moratoria della pena dimorte, e troveremo di nuovo lacrucialità della questione corpo,perché quella questione ha a chevedere con la relazione tra mezzie fini, ovvero il dilemma sul qua-le si interroga da secoli chi fa lapolitica e chi la studia. Ebbene,l’uso del digiuno come strumen-to, come mezzo di lotta, è esatta-mente l’intelligenza dell’obietti-vo, perché lo anticipa e insieme siidentifica con esso: il mio corpo,il corpo di militante, proiettatosull’obiettivo da raggiungere, suquel non toccare il corpo del col-pevole da parte di uno stato chevorrebbe giustiziarlo. Pensate acom’è intensa quella relazione, einsieme così delicata e produtti-va, tra la capacità di agire con l’in-tera propria identità (fatta ap-punto anche di corpo, oltre che diintelligenza e di sensibilità) equella di far sì che il corpo diven-ti strettamente correlato al-l’obiettivo da raggiungere: l’in-tangibilità del corpo del condan-nato, rispetto alla pretesa dellostato di interferire su di esso e dinegarlo uccidendolo legalmente.Ancora, in questi giorni, il dibat-tito sull’interruzione volontariadi gravidanza ha assunto unospazio pubblico di enorme rilie-vo. Non me ne scandalizzo, ma alcontrario vedo in questo un’op-portunità; ovviamente mi scan-dalizza il fatto che esso possa es-sere affrontato da parte nostra(scusate l’uso di un termine cosìindistinto, generico equivoco)

sempre, solo ed esclusivamentesulla difensiva. Ciò accade peruna ragione elementare: perchéper decenni abbiamo accettato lapiù indecente della ripartizionedei compiti. Esistono due campi:il campo laico, tutto concentratosu valori di tipo utilitaristico, eco-nomicistico, e il campo religioso,tutto fuso intorno a un sistema divalori etici; avere accettato que-sta indecente ripartizione, attri-buendo dunque alla cultura reli-giosa la titolarità esclusiva del di-scorso morale, è stato il fonda-mento della nostra rovina, quasiche nella domanda di unioni ci-vili non vi possa essere un’istan-za morale fatta di mutualità, reci-procità, progetti condivisi, quan-to è morale l’istanza che c’è die-tro a due persone che vogliono ilmatrimonio religioso. Noi nonscreditiamo, sconfessiamo o ridi-mensioniamo il senso morale diquella famiglia, ma pretendiamo(dico pretendiamo) che debbaessere riconosciuta a una coppia,qualunque sia il suo orientamen-to sessuale, possa esserviun’istanza morale altrettanto for-te quanto quella che indirizza al-tre persone a cercare altre formedi coniugalità. Ritengo che questo sia il nodocruciale.Abbiamo accettato il fatto che lacosiddetta lotta alla droga fosseda una parte attribuita a chi ave-va il compito salvifico nei con-fronti del tossicomane, e dall’al-tra parte delegata a operatori so-ciali che avevano una funzioneesclusivamente infermieristica,quasi che nella strategia della ri-duzione del danno non vi sia an-cora una volta una forte istanzamorale, che mette al centro in-nanzitutto la salvezza, l’incolu-mità dell’individuo.Il corpo, il corpo come potenza e

Il corpo deimalati esprimenella manierapiù intensa unadomandacentrale:riportare nelcuore dellapolitica lacorporeità, laforzadell’identitàindividuale.

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DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA 9IL NOSTROCONGRESSO

POLITICA E VALORI

La laicità conta: ogni volta che i principi sono ritenuti “non negoziabili”, ne consegue che occorre farli rispettare. Anche con la forza.GUSTAVO FRATICELLI

Sono Gustavo Fraticelli, ho 54 anni, affet-to da tetraparesi spastica. Perché la miapresenza al congresso dell’Associazione“Luca coscioni”? Perché il mondo delladisabilità risente molto negativamentedell’approccio irrazionale alla realtà. Equesto paese, specialmente nella politi-ca, tende ad affrontare in modo irraziona-le le problematiche. Infatti, a livello politi-co, si tende ad approcciare la realtà a finimeramente manipolatori per ricondurrela stessa ai vari stereotipi previsti da con-cezioni ideologiche dogmatiche, con il ri-sultato che tale politica finisce per esseredel tutto inidonea a gestire il reale, le cuiproblematiche restano tali e, anzi, si acui-scono nello loro gravità in quanto lascia-te senza alcuna soluzione. Invece la real-tà dovrebbe essere più modestamente ge-stita per quello che è dai pubblici e nonviolentata. Ecco il motivo di essere nel-l’Associazione “Luca Coscioni”, che è an-che quello di contrastare questo inade-guato modo di approcciare i problemi delmondo disabilità che, secondo me, derivadirettamente dalla pesante cappa cultu-rale cattolica che grava sulle nostre teste.A tale proposito io non sono convinto, co-me si è detto finora, che l’invasività dellachiesa sia determinata esclusivamentedall’azione, sempre più invadente, dellagerarchia cattolica. Tale intrusività, spe-cialmente negli ultimi tempi, invece, è ladiretta conseguenza, della debolezza delpotere politico, la controprova di tale de-bolezza è l’enorme e abnorme potere diinterdizione che hanno assunto i giudicinei confronti della politica. A questo pun-to continuando l’analisi, c’è da doman-darsi perché la politica si è fatta così pic-cola? Potremmo dire - è del tutto eviden-te - che alla politica “tipo Mastella” con-viene, per ovvi motivi, questo volare bas-sissimo della politica. Ma vedo pure neipolitici laici che, alla fin fine, sono attratti

e sottomessi culturalmente dall’aura diquesta chiesa che ha 3000 anni, e vi rive-dono l’impero romano ed il papa comel’imperatore...Secondo me una certa clas-se politica non è cosciente delle proprieradici; le radici di tutto stanno nell’illumi-nismo e nei vari periodi dove la culturaarriva all’apice, che non a caso si chiama-no Classicismo e Rinascimento. Bisognache la classe politica si riappropri di que-ste culture che hanno esaltato al massi-mo l’uomo come essere razionante e re-sponsabile in prima persona della pro-prio esistenza, e ne abbiamo coscienza edfierezza anche al cospetto della chiesa.Invece, per esempio, nella passata gestio-ne del segretario dei radicali, tanto pernon fare nomi, Capezzone, mi sono spes-so rammaricato sentendo molte invetti-ve contro queste culture. E quando siprendono a mattonate i lumi, poi questisi spengono, e allora ci ritroviamo comesi è ritrovato lui: sotto le gonnelle dei pre-ti! Questa è la logica conseguenza. Però ionon sono uno scientista, perché io hosempre a mente la frase di Bobbio, che di-ceva pressappoco così: “Voglio conserva-re la mia ragione come una fiammella af-finché veda meglio il mistero che c’é in-torno a me”. Quindi sia ben chiaro che laragione non spiega tutto, c’è anche ungrande affascinante mistero con qualedobbiamo fare i conti. Tale mistero è cosìconnaturato all’uomo, che sento comeprofonda violenza ogni spiegazione ba-nale e materialista che ne da’ la chiesa! Detto questo, per essere consequenziali,perché a una premessa c’é una conse-guenza: do il mio assenso per mettermi “apié di lista” della lista che vorrete fare; conquesto voglio dire che alle prossime ele-zioni voterò radicale, perché io voglio an-che aiutare il prof. Ignazio Marino, che, dacattolico liberale, fece un bellissimo di-scorso di tolleranza a Milano, alla Con-venzione del P.D., però fu criticato datroppi nello stesso P.D., in nome della so-

lita minestra della “non negoziabilità dicerti principi”. Faccio notare che, comecorollario a questo loro principio, c’ésempre un che di antidemocratica so-

praffazione, perché se i principi non sononegoziabili, allora può diventare necessa-rio farli rispettare ai dissenzienti con l’im-posizione anche violenta.

come energia, il corpo come defi-cit, come limite e come handi-cap: questo è il senso, io credo,del ragionamento complessivoche voi fate, al quale mi associocon profonda convinzione.Credo che la discussione sul-l’aborto non ci debba trovare sul-la difensiva: al contrario, dobbia-mo affrontarla con coraggio e in-telligenza; ad esempio (e qui aprouna parentesi) è vero che a prati-care l’interruzione volontaria digravidanza illegale sono donneitaliane, ma è vero che la percen-tuale di donne straniere che pra-ticano quella legale tende a cre-scere in maniera sensibilissima, equesto è un problema che noidobbiamo affrontare, affinchénon siano altri a cacciarcelo con-tro. Ecco allora che saremo in gra-do di affrontare questa discussio-ne anche con gli avversari più

aspri e più aggressivi.Una sola cosa, io credo, non pos-siamo accettare: penso che nonsia lecito, in questa discussione,che interlocutori e avversari evo-chino l’eugenetica. Non vi per-mettete! Ciò che noi facciamo è ilsuo esatto contrario, l’esatto con-trario di qualunque ideologia eu-genetica: qui c’è il suo opposto,c’è la sollecitudine per la soffe-renza, c’è la cura per il limite, ildeficit, l’handicap, qui c’è l’esat-to contrario dell’eugenetica. Nonmi sento in grado (non uso que-sta formula per errore) di reggerequalcuno che discutendo di que-sto tema punti su di me la pistoladell’eugenetica.Non vi permettete! Non parteci-po a un dibattito di questa naturae non partecipo per una ragioneprecisa: perché ritengo che ciòche davvero ci dà forza è la com-

passione, nel suo significato let-terale, cioè capacità di patire in-sieme con chi soffre; e questa ca-pacità di patire insieme è non èuna virtù mielosa, ma il fonda-

mento del legame sociale e la ba-se della coesione all’interno diuna collettività.Concludo con un ultimo argo-mento. E’ stato detto di un caro

amico: egli resta fedele alla cultu-ra del 68, e dunque non puòcomprendere la complessità del-le questioni che stiamo affron-tando. Ebbene, nel clima di deni-grazione di quell’anno e di quelmovimento (che come tutti glieventi umani ha i suoi limiti, isuoi pregi, le sue grandi risorse ele sue aree scure) possiamo per-sino accettare questo: ma nonpossiamo accettare che il princi-pio dell’autodeterminazione siaattribuito a un movimento (delquale peraltro sono fiero di esse-re stato partecipe), perché essoaffonda nei secoli nella storiaumana. Tutti noi abbiamo letto lasintesi ultima di John StewartMill: l’identità umana corrispon-de alla sovranità (pensate che ter-mine straordinario) dell’indivi-duo su di sé e sul proprio corpo.E’ esattamente così.

L’uso del digiuno come strumento,come mezzo di lotta, è esattamentel’intelligenza dell’obiettivo, perchélo anticipa e insieme si identificacon esso: l’intangibilità del corpodel condannato

Ho la tetraparesi e difendo i “lumi” dalle mattonate

Gustavo FraticelliEletto a Salerno come membro del Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni. 54 anni, una laurea in giurisprudenza ed occupato oggi in una società di trasporto aereo, dice di sé: “La mia vita è stata e sarà una costante e tenace conquista di autonomia”.

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10IL NOSTROCONGRESSO

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

Il diritto minacciato, dall’habeas corpus al pugno nero

IL LINGUAGGIO DELLA COSTITUZIONE

L’universalità ed il carattere fondamentale dei diritti non vanno espulsi dal dibattitopubblico, pena l’imbarbarimento della nostra democrazia.

STEFANO RODOTÀ

I diritti non godono di buona sa-lute in troppe parti del mondo esoffrono assai in Italia. Credo chequesta constatazione debbaspingerci a ritenere che rimangaattuale e necessario l’antico invi-to alla lotta per il diritto. Permet-tetemi di prenderla per un mo-mento solo alla lontana. Consen-titemi di gettare uno sguardo ma-linconico sulla Gran Bretagna, sulpaese dell’habeas corpus, dellaGloriosa rivoluzione, delle leggisul lavoro delle donne e dei fan-ciulli del 1830, dell’invenzionedel sindacato e dello sciopero.Oggi lo stesso paese ha proibitoagli atleti che parteciperanno alleolimpiadi di Pechino di manife-stare opinioni, pena l’esclusionedalla squadra olimpica inglese.Mi è venuta, leggendo questa no-tizia, una grande nostalgia di unaimmagine storica, quella di dueatleti afroamericani che alleolimpiadi di Città del Messico sulpodio dei vincitori dei duemilametri alzano il pugno guantato dinero evocando così l' “olympicproject for human right” cioè ildiritto di essere cittadini cometutti gli altri. Non si dica che questo è stato fat-to perché si voleva tenere la poli-tica lontano dallo sport, o lo sportlontano dalla politica, perché ladecisione è assolutamente politi-ca e deriva dal fatto che le relazio-ni con la Cina, grande potenza,grandissimo mercato, non pote-vano essere turbate con un effet-to che però va al di là di ciò cheviene rimproverato a molti inquesto momento, cioè di non uti-lizzare l’occasione delle olimpia-di per cercare di strappare qual-che concessione sul terreno del-la tutela dei diritti civili al gover-no e alle autorità cinesi, si è fattomolto peggio, cioè si è accettatodi esportare quel tipo di violazio-ne imponendola ai cittadini degli

altri stati. Ricordo questo perchè in questomomento noi siamo sempre piùprigionieri di politiche e di dirittiselettive, misurate a compatibili-tà che negano la caratteristicapropria dei diritti che sono l’uni-versalità e il carattere fondamen-tale. Qui è il vero relativismo che dob-

biamo respingere! Questo è unpunto essenziale, è un problemache non trova la sua manifesta-zione soltanto nella pratica, nellasubordinazione per esempio deidiritti a esigenze di sicurezza chevengono sempre più amplificatee sempre più utilizzate anche perottenere limitazioni che con la si-curezza hanno poco o nulla a chefare; siamo di fronte anche a unafase nella quale non ci sono sol-tanto le operazioni pratiche, maanche un sostegno offerto in ma-niera sempre più marcata a unateorizzazione della limitazioneper i diritti.

Io non voglio fare un excursus suciò che scrivono e dicono scien-ziati, politici, filosofi e giuristi, maricordare che ci sono ormai in cir-colazione tesi (strumento di poli-tiche pubbliche) che sostengonoche ormai nel mondo nel qualeviviamo i diritti devono essereconsiderati uno strumento cheserve a tutelare gli individui sol-tanto dalla crudeltà; che non pos-sono essere veicolo per una so-cietà giusta, ma soltanto per unasocietà decente e che quindi i di-ritti devono soltanto servire a es-sere strumenti, a divenire stru-mento per tenere al riparo dal-l’umiliazione e che di fronte al-l’esperienza del “male”, qui vienefuori l’11 settembre, giustifica an-che la tortura. Questo è uno sfondo teorico alquale noi non possiamo rimane-re indifferenti e non possiamo ri-manere indifferenti perché tuttoquesto sta producendo e ha pro-dotto una regressione culturale eun riduzionismo crescente deidiritti, con una serie di scambi,anche per la situazione italiana. Lo scambio tra diverse categoriedei diritti è stata una delle carat-teristiche dei regimi totalitari del900, in Italia il fascismo dava alleclassi più deboli la possibilità difare vacanze, le gite, il dopolavo-ro, che erano però pagate con lacancellazione dei sindacati, l’ine-sistenza delle libertà civili e politi-che. Quindi lo scambio tra i diritti èuna caratteristica dei momenti incui cresce il totalitarismo profon-do dei regimi politici, ci ricordaquella priorità che l'ironia diBrecht alla fine del primo attodell’Opera dei tre soldi sintetizzanel “prima viene la pancia e poiviene l’etica”. Questo è il punto che noi dobbia-mo rimuovere, anche nella cam-pagna elettorale italiana nellaquale permettetemi di dire: io so-no costretto a ritenere benvenuta

la vergogna di Napoli perché hamodificato almeno per un mo-mento l’agenda politica.

L’agenda politica aveva giàespulso totalmente la dimensio-ne dei diritti, in questi primi di-battiti, tranne qualche timidissi-ma domanda, non si è parlatodell’eredità pesante di questa le-gislatura: il testamento biologicoe l’isolamento assoluto di IgnazioMarino, voluto dalla sua stessaparte; i DICO o PACS o CUS chefossero anch’essi ignorati; la li-quidazione trasversale e ipocritadel tema dell’aborto. Con Berlu-sconi e l’Osservatore Romanoconcordi nel tenere questi temifuori dalla campagna elettoralenello stesso momento in cui nelprogramma politico del popolodelle libertà, diceva che ci sareb-be stata una proposta di morato-ria alle Nazioni Unite, anzi, di più,l'introduzione nella dichiarazio-ne dei diritti del 1948 - ne cele-briamo i 60 anni - del diritto delconcepito e del rispetto della vitafino alla sua conclusione natura-le.

Questo è il quadro l’agenda all’in-terno nella quale noi in questomomento ci stiamo muovendo,sicché vengono molte domande.Se il prezzo del dialogo e dell’ab-bassamento dei toni è pagato inquesto modo c’è un interrogati-vo molto forte che noi dobbiamoproporre: i diritti continuano adisturbare e il compito dei difen-sori dei diritti è quello di esseredisturbatori. Non c’è una quiete pubblica chedeve essere tutelata pagando ilprezzo del silenzio sui diritti ilperché ce lo ha già ricordatoManconi parlando del corpo. Ciòdi cui noi in questo momento cistiamo occupando o ci dovrem-mo occupare è l’intero ciclo vita-le: il nascere: l'interruzione dellagravidanza e la procreazione as-sistita; il vivere: l’organizzazionedelle relazioni personali e affetti-ve dunque le leggi sull’unioni difatto; il morire: il testamento bio-logico, il rifiuto di cure e l’eutana-sia; tutto questo non trova dirittodi cittadinanza. Credo che vi sia-no molte ragioni di questa situa-zione, una è quella indicata daLuigi Manconi, e cioè questa sor-

ta di divisione di cambio di com-petenze, a noi l’economia a voil’etica, che oggi però è molto ag-gravata rispetto al momento incui ciò veniva in qualche misuramesso a punto e non solo perl’invadenza delle gerarchie vati-cane, ma per il modo in cui vieneaffrontato il problema della reli-gione nella sfera pubblica. Questa è la debolezza ulteriore eil riconoscimento della religionenella sfera pubblica è inteso, è ac-cettato, anche da parte di quei“laici”, o almeno appartenenti auno schieramento che non è dicentro destra, come attribuzionedi un ruolo privilegiato alla reli-gione e non come all’accettazio-ne necessaria da parte di chi vuo-

le portare questo contributo si-gnificativo, importante, forte incondizione di parità democratica. In più tutto questo risente quidavvero di un vecchio vizio e cioèche il rapporto con il mondo cat-

I diritticontinuano adisturbare e ilcompito deidifensori deidiritti è quello di esseredisturbatori

In Italia ilrapporto con ilmondo cattolicoè stato costituitoin senso, come sidiceva una volta,“politicista”, cioècome rapportotra statimaggiori. Da una parte ivertici dei partitie dall’altra legerarchievaticane.

Stefano RodotàDirettore del Master di secondo livello in “Diritti della persona enuove tecnologie” presso l'Università degli studi di Roma “La Sa-pienza”, dal 1997 al 2005 è stato presidente dell’Autorità garanteper la protezione dei dati personali e ha presieduto il gruppo euro-peo per la tutela della privacy. Tra i suoi libri: Libertà e diritti in Ita-lia (1997), Questioni di bioetica (1997), Tecnopolitica (n.e. 2004),Intervista su privacy e libertà (2005), La vita e le regole (2008).

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DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA 11IL NOSTROCONGRESSO

tolico è stato costituito in senso,come si diceva una volta, “politi-cista”, cioè come rapporto tra sta-ti maggiori. Da una parte i verticidei partiti e dall’altra le gerarchievaticane.Questa è la storia che ci portia-mo dietro le spalle, che è quelladell’art. 7, che è quella del Con-cordato Craxi. Però anche inquei tempi difficili c’era unmondo cattolico che aveva vo-ce e prendeva voce perché nonc’era una condizione politicache a quest’altra parte delmondo cattolico consentisse diavere una sua autonomia. Non dimentichiamo che quandoci fu il referendum sul divorzio,che è un passaggio capitale per lastoria di questo paese, un gruppoconsistente di consiglieri demo-cratici della Democrazia Cristia-na - cito Leopoldo Elia e PietroScoppola - rifiutò di fare campa-gna elettorale. Come va ricorda-to che, registrando quella sconfit-ta, nel giugno del ‘74 al ConsiglioNazionale della Democrazia Cri-stiana a Napoli, Aldo Moro disse:“Dobbiamo renderci conto che inostri punti di vista non possonoessere imposti attraverso le leggi,ma - cito quasi testualmente - at-traverso la nostra testimonianzacristiana nella società”. Questeposizioni rendevano possibile ildialogo, anche nelle forme chepotevano apparire incongrue.Questo consentiva a Lelio Bassodi proporre una revisione delConcordato dialogica; questo si-gnificava che ci si rendeva contoche il mondo cattolico non sichiudeva intorno alle gerarchie eai vertici. Oggi c’è un altro mon-do cattolico. Lo dico sulla base diuna esperienza personale e nonè un mondo cattolico marginale.Chi ha letto “Aggiornamenti So-ciali” di maggio – è la rivista deigesuiti – troverà quattro saggi sulcaso Welby che non sono tutticondivisibili nelle argomentazio-ni, ma sì nella conclusione: “ave-va diritto di chiedere ciò che chie-deva”. Quello è il mondo cattolico, per-ché è uscito? È stato espulso, nonè un interlocutore? Io mi sonotrovato a dialogare con vescovinegli ultimi tempi, perché? Que-sto disinteresse della politicaschiacciata da Ruini, questo è unpunto drammatico di riflessione,io credo, che sta portando a che

cosa? A un abbandono dello spa-zio costituzionale, perché la con-tesa sui valori non è tra valori di-vergenti nella loro qualità e so-stanza, ma è una contesa moltopiù importante per la democra-zia: tra valori democraticamentelegittimati, che sono quelli chestoricamente entrano nelle Co-stituzioni attraverso il processodemocratico, e valori che ciascu-no può costruire sulla base di una

ideologia, una fede religiosa, unqualsiasi credo e che vorrebbesostituire a ciò che democratica-mente è stato stabilito. Io noncredo di dover dire di no ai valoriche la gerarchia ecclesiastica pro-pone. Sono un po’ sbalorditoquando, grazie a Radio Radicale,seguo continuamente dibattitipolitici e dal linguaggio del cen-tro destra la Costituzione è stataespulsa e sostituita, quando siparla di valori, dai riferimenti alleencicliche. Tuttavia questa stri-sciante revisione costituzionale,perché questo si sta cercando direalizzare, al posto della parte deisuoi valori fortissimi - valori for-tissimi, altro che relativismo - sivuole sostituire un’altra tavola divalori, non democraticamente.Questo non è un punto contro-vertibile. Se noi cediamo su que-sto punto, noi rinunciamo allaqualità democratica del nostro si-stema. Non voglio fare il professorino,ma io voglio fare un riferimentoall’art. 32 della Costituzione, cheho letto tantissime volte, ma dicui ho scoperto il significato pro-fondo solo grazie alle discussioniche la vita ha imposto, a comin-ciare dal caso di Piergiorgio Wel-by. L’articolo 32 della Costituzio-ne l’abbiamo letto tante volte: lasalute come diritto fondamenta-le dell’individuo, il divieto deitrattamenti obbligatori se nonprevisti dalla legge. Ma il cuore diquell’articolo, ormai, sono le ulti-me due righe laddove si dice chela legge in nessun caso può im-porre trattamenti che violino il ri-spetto della persona umana. Nonc’è, in tutta la Costituzione, unaaffermazione così forte. Provo aragionare con voi e sono qui perquesto motivo, perché anche lelibertà storiche - ho citato primal’habeas corpus, cioè la libertàpersonale dell’art. 13 – sono liber-

tà che possono essere limitatedalla legge, riserva di legge, e dalprovvedimento motivato dall’au-torità giudiziaria, riserva di giuri-sdizione. Quel passaggio invecedell’art. 32 dice: “la legge in nes-sun caso…”. Quando è in questione il rispettodella persona umana c’è un limi-te invalicabile per lo stesso legi-slatore. C’è l’indecidibile. cosavuole dire? Che c’è il riconosci-mento di una libertà di autono-mia e governo della vita sul qualeil legislatore non deve mettere lemani. Che cosa aveva promesso

nel 1215 il sovrano inglese ai suoicavalieri? L’habeas corpus: “nonmetteremo le mani su di te”. Il so-vrano democratico, l’assembleacostituente con quella formuladice ai cittadini: “non metteremole mani su te e sul tuo corpo”.Questo lo dobbiamo ricordare,questo è un valore fortissimo, al-tro che relativismo. Questo è unpassaggio che credo noi abbiamoin qualche misura, dico noi nonpersonalmente, ma lo dico comemondo al quale apparteniamo,tranne le minoranze che da sem-pre attraversano questo mondo,noi ci troviamo di fronte a questodato di realtà, che, attenzione, inquesto momento non ci sta fa-cendo prendere congedo soltan-to dallo spazio costituzionale na-zionale, ma dallo spazio costitu-zionale europeo. Leggete l’artico-lo 9 della Carta dei diritti fonda-mentali dell'Unione Europea,quello riguardante le unioni, do-ve si è innovato profondamenterispetto alla Convenzione euro-pea dei diritti dell’uomo del 1950,dove si parlava di matrimonio trapersone di sesso diverso. La carta dei diritti mette sullostesso piano il matrimonio e le al-tre unioni di fatto ed ha cancella-to il riferimento alla diversità disesso. Questa è l’Europa che noidobbiamo portarci in casa e cheinvece allontaniamo da noi. At-tenzione però, questo è un pas-saggio significativo: questa Euro-pa, che la politica non riesce a fa-re propria, sta diventando stru-mento di lavoro dei giudici cheportano nei diversi paesi valoridella carta dei diritti prima anco-ra che questa abbia pieno valoregiuridico vincolante. Venendo ai giudici, io devo direuna parola sul fatto che la più si-gnificativa innovazione istituzio-nale sono state le cinque senten-ze che hanno dato nuove regolesulla diagnosi preimpianto, han-no chiuso la vicenda per quantoriguarda Mario Riccio, il casoWelby e hanno messo su un altrobinario la questione di EluanaEnglaro. Vorrei segnalare un fat-to: quattro di queste sentenze,quella dei giudici ordinari, nonquelle dei Tar, sono sentenze didonne. Le tre magistrate di Ro-ma, Firenze e Cagliari e la Presi-dente della sezione della cassa-zione che ha deciso sul caso diEluana Englaro.

Possiamoprivatizzare lacoscienzaquando questasignificaimposizione diregole a soggettialtri? Io ho dirittodi accedere aalcuni servizi enessunacategoriacorporativa puòsequestrarequesto diritto eespropriare medi un dirittofondamentale.

Sono un po’sbalorditoquando, grazie aRadio Radicale,seguocontinuamentedibattiti politici edal linguaggiodel centro destrala Costituzione è stata espulsa esostituita dairiferimenti alleenciclichequando si parladi valori

Il Regno Unito ha proibito agli atletiche parteciperanno alle olimpiadi diPechino di manifestare opinioni,pena l’esclusione dalla squadraolimpica. Mi è venuta una grandenostalgia di una immaginestorica, quella di due atletiafroamericani che alle olimpiadidi Città del Messico, sul podiodei vincitori, alzano il pugnoguantato di nero evocandocosì il diritto di esserecittadini come tutti gli altri

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12IL NOSTROCONGRESSO

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

Credo che questo lo dobbiamovalutare con attenzione; quel ti-po di cultura della corporeità,quel senso del limite, che è limiteanche per il legislatore come viho detto, quella capacità di legge-re il rispetto delle persone è cer-tamente anche il risultato impor-tante della cultura delle donne. Inquesto senso allora la vicendanapoletana, e tutto ciò che si stacreando intorno alla materia del-l’interruzione della gravidanza, èla messa in un angolo di unagrande acquisizione culturale èdi nuovo la considerazione delcorpo come luogo pubblico sulquale il legislatore può mettereimpunemente le mani e trascu-rare il fatto che il corpo femmini-le ha una sua specificità nella sto-ria dell’umanità, il che è incancel-labile antropologicamente. Ionon mi meraviglio di quello chedice, con un’aggressività che gli èpropria, Giuliano Ferrara, perchého fatto la campagna elettoralenel referendum del 1978, quellasull’interruzione della gravidan-za e Carlo Casini, andava in girocon la ricostruzione di un feto perfare vedere che aveva le orecchie,il naso…ecco è esattamentequello che ci ripropone Ferrara dinuovo, una regressione culturale.Allora io vorrei chiudere su duecose: primo un invito a “non abu-sare di Dio”, come ha scritto in unbel libro di Gian Enrico Rusconi,e rinvio a lui per questa parte. Anon abusare della coscienza, indue sensi, a non abusare del-l’obiezione di coscienza. Da mol-tissimi anni, quando ero in parla-mento senza fortuna, io ho soste-nuto esattamente gli argomentidi Carlo Flamigni: è ovvio che chientra a fare un certo lavoro nelpubblico entra a certe condizio-ni, che possono essere mutatema non in maniera tale da inci-dere radicalmente sulle modalitàdi lavoro. Quindi allora l’obiezio-ne era giustificata. Ma da un cer-to momento in poi si entra nelleistituzioni ospedaliere sapendoche l’interruzione della gravidan-za è uno strumento a servizio del-la donna. Io lo chiamo anche “undiritto” della donna. Questo direcontinuamente “è una tragedia”;certo, è una anche una tragedia.Ma quante tragedie nella storia -la tragedia dello sfruttamento deibambini, delle donne, dei lavora-tori - non sono state risolte attra-verso l’attribuzione di diritti? Nondimentichiamo tutto questo.Certo, è una tragedia e quindi ri-chiede attenzioni particolari, maquando la legge attribuisce unafacoltà, un potere, un diritto, auna donna, la possibilità di ac-cesso, questo implica un doveredelle istituzioni pubbliche dimettere a disposizione gli stru-menti e dunque in questo sensol’obiezione di coscienza perde disignificato se non di significatoideologico. E il significato ideolo-gico è quello che porta a propor-

re l’obiezione di coscienza deifarmacisti, che porta a proporrel’obiezione di coscienza degli at-tori per le scene scabrose, cheporta gli infermieri a inserire nelloro codice deontologico chestanno elaborando il loro dirittodi obiezione di coscienza. Possia-mo privatizzare la coscienzaquando questa significa imposi-zione di regole a soggetti altri? Ioho diritto di accedere a alcuniservizi nessuna categoria corpo-rativa può sequestrare questo di-ritto e espropriare me di un dirit-to fondamentale. Attenzione,questo vale anche per la “libertàdi coscienza” dei parlamentari.Figuriamoci. Ho fatto per 15 anniil parlamentare e credo che lamia coscienza me la sono salva-guardata bene e per conto mio,senza bisogno che nessuno midicesse: su questo c’è libertà dicoscienza. Ci ho messo molto or-goglio, molta determinazione,smentendo anche qualche previ-sione cattiva che aveva fatto Mar-co Pannella quando mi ero can-didato nelle liste del Partito Co-munista. A parte i radicali, ilgruppo che io presiedevo, quan-do si votò sul concordato Craxi, ful’unico gruppo che all’unanimi-tà, 20 persone di cui 10 cattolicipraticanti, votarono contro, allo-ra c’era uno schieramento totali-tario, devo dire sinceramente chequando in questo momento leg-go e vedo certe – lo devo dire conmolta sincerità, io non sono ca-pace di tenermi le cose dentro –le voci laiche di molti socialisti leavrei volute sentire in quei giorniin parlamento. Siamo stati pochi.Io non rivendico qualcosa di per-sonale. Io credo che la storia e lamemoria non possano esserecancellate. Dunque, non abusaredella coscienza però; non possia-mo, nelle materie di cui qui ci oc-cupiamo il nascere, il vivere, ilmorire, ritenere che queste mate-rie siano affidate alla coscienzadei parlamentari, che deve essererispettata. La prima coscienza darispettare è quella di ciascuno dinoi; nessuno può espropriare lanostra libertà di coscienza nello

stabilire come si nasce, come sivive, come si muore. Riconosce-re la libertà di coscienza ai soliparlamentari significa attribuireloro un privilegio in una materiache invece è appannaggio di ognicittadino. Quindi, cautela anchein questa direzione nell’uso dellacoscienza. E quindi non abusareneanche della legge. Come ci di-ce la Costituzione, e non il mioparticolare punto di vista, c’è unaquestione che è quella appuntodel rispetto della persona sottrat-ta alla competenza del legislato-re. Badate che quando si discus-se quell’articolo 32 ci si chiese inParlamento se doveva esserescritto “rispetto della dignità”, co-me era un termine usato in altreparti della costituzione, o “rispet-to della persona”; si scelse “perso-na” non casualmente, perché ladignità per quanto forte sia comeespressione, è la descrizione diuna qualità della persona, men-tre lì si volle affermare che era lapersona tutta intera che dovevaessere rispettata. E questo ci dicela Carta dei diritti fondamentalidell’Unione Europea, il cui pre-ambolo dice che l’Unione ponela persona al centro della suaazione e scandisce poi questo at-traverso una serie di norme, tra lequali grandemente innovative;per la prima volta in un testo co-

stituzionale attribuisce specificarilevanza alla “vita materiale”quando parla - in articoli separa-ti - dei diritti degli anziani, deibambini e dei portatori di handi-cap. Una grande innovazione chedobbiamo introiettare nella cul-tura politica proprio come stru-mento e vincolo rispetto a ciò chesta avvenendo. Chiudo con un ricordo del refe-rendum sulla procreazione assi-stita. Ricorderete che per incenti-vare l’astensione si disse: “Questesono materie tecniche, le tecni-che di procreazione, dio mio, laricerca sulle cellule staminali,non ne capite nulla, non andatea votare”. Non fu piccolo argo-mento questo, che tuttavia va va-lutato in una dimensione. Qual’è il senso profondo di que-sta argomentazione? C’è qualco-sa, nel mondo, che ormai è sot-tratto a quella che si chiama la so-vranità popolare. “Voi cittadininon avete voce in questa mate-ria”, “non andate a votare perchénon siete capaci di votare”. Guar-date, fino a un certo punto que-sto è un punto chiave dell’investi-tura rappresentativa. Gli analfa-beti non potevano votare. Quil’analfabetismo scientifico diven-ta una condizione da prendere inesame, con una riduzione dellademocrazia che ne consegue. Al-lora noi oggi abbiamo di fronte anoi quest’altro problema: quelloche si può chiamare per un versodi “democrazia cognitiva”, cioècapace di incorporare le compe-tenze non per un gruppo di spe-cialisti ma per tutti i cittadini, ocome dicono con una espressio-ne efficace alcuni studiosi cheparlano inglese, lo scientific citi-zen, che vuole dire il cittadinomunito del sapere necessario perpoter comprendere e valutare re-sponsabilmente questa che è lagrande dimensione nella qualeviviamo. Noi viviamo in due di-mensioni completamente nuoveche sono il globale e l’innovazio-ne scientifica e tecnologica. Tutte e due queste dimensionidevono essere non ridotte allamisura democratica, ma riporta-

te alla misura democratica, chesignifica capacità innovativa, cul-turalmente. Per esempio in altri paesi i comi-tati per la bioetica non sono con-siglieri del principe, non emana-zione dell’esecutivo che ne mani-pola le presidenze, ma interlocu-tori dei cittadini. Questi comitatietici si preoccupano di fornirebuona informazione, seleziona-re l’informazione scientifica, pro-porre le alternative possibili, av-viare un dialogo all’interno del-l’organizzazione sociale, perchéaltrimenti la linea indicata e rea-lizzata attraverso il referendumsulla procreazione assistita dice-va: “voi cittadini analfabeti inqueste materie non avete dirittodi voto, anzi, dovete fare una sor-ta di obiezione di coscienza al vo-to in queste materie”. E in questamateria, attenzione, poiché c’erauna grande e forte e dichiarataopzione antiscientifica in quelliche facevano questo discorso, ilpotere poi non viene attribuito aisapienti, ma viene attribuito for-malmente soltanto al Parlamen-to, ma poiché una valutazionedeve esserci che non è quella de-mocratica dei cittadini, che non èquella rigorosa degli scienziati,ecco che torniamo di nuovo allaimputazione a sé, di chi? In Italiacertamente della religione e del-le gerarchie ecclesiastiche. Un altro passaggio importante:non ho usato la parola “laico” senon all’inizio; ho usato la parola“democrazia”, che è altra questio-ne; quest’ultima è veramente inballo e in discussione.Quindi noi abbiamo oggi questotipo di problema, quello dellacreazione dell’ambiente, perchéanche la grande opportunità of-ferta dalla scienza non venga su-bordinata alle ideologie ma ri-condotta alla logica democratica.Anche qui c’è uno sviluppo, l’art.33 della Costituzione italiana di-ce: “l’arte e la scienza sono liberee libero ne è l’insegnamento”.L’articolo 13 della Carta dei dirittidice: “le arti e la ricerca scientifi-ca”. Badate, ho fatto parte dellaConvenzione che ha scritto quel-la carta e l’avere messo “ricercascientifica” aveva il deliberatoobiettivo proprio di reagire allapretesa antiscientifica che circo-lava in quel momento. Credo al-lora che noi siamo di fronte nonad una puntigliosa rivendicazio-ne di vecchi combattenti intrisi di“laicismo cattivo”; credo chequesto momento di riduzioni-smo dei diritti, della loro espul-sione dall’agenda politica, dellaloro sottovalutazione e silenzia-mento dovuto alla campagnaelettorale (perché può turbarequalche idillio), sia un rischio perun sistema che voglia essere de-mocratico. Perché le questioniche abbiamo di fronte sono quel-le che caratterizzano la democra-zia dei tempi che stiamo vivendo.

L’analfabetismoscientificodiventa unacondizione daprendere inesame, con lariduzione dellademocrazia chene consegue

L’art. 33 della Costituzione italiana dice: l’arte e la scienza sono libere e libero ne èl’insegnamento. L’art. 13 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europeadice: le arti e la ricerca scientifica. Badate, ho fatto parte della Convenzione che hascritto quella carta e l’avere messo “ricerca scientifica” aveva il deliberato obiettivoproprio di reagire alla pretesa antiscientifica che circolava in quel momento.

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DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA 13IL NOSTROCONGRESSO

Gli scienziati, forza civileLIBERA RICERCA IN LIBERO STATO

Alla radice dei mali della ricerca in Italia vi è la mancanza di suo uno statuto civile epolitico. Il paese non ha strumenti per amministrare e regolare la scienza.PAOLO BIANCO

Non prenderò più del tempostrettamente necessario per rin-graziare di nuovo Marco Cappa-to e l’Associazione Luca Coscio-ni, non solo per la sensibilità di-mostrata verso alcuni temi alconfine la scienza e la politica,per una volta molto vicini al cuo-re della scienza, ma anche peravere scelto uno slogan molto ef-ficace: “Dal corpo dei malati alcuore della politica”. Non resistoalla tentazione di dire una bana-lità: forse la scelta dello slogan diportare la libertà della ricercascientifica “al cuore della politi-ca” è dettata dalla frustrazionedella speranza di raggiungerne ilcervello, ma, al di là di questo,credo che questo slogan abbiauna rara efficacia nel portare al-l’attenzione di tutti qual’è il pro-blema della scienza in questopaese. Il problema della scienza in que-sto paese non è un problema dioggi, ma è un problema che haradici culturali lontane e profon-de che oggi diventa improvvisa-mente infiammato e visibile co-me un bubbone, ma in realtàpresentato nel modo sbagliato,perché oggi la stessa scienza pro-pone domande a cui è difficiledare delle risposte, è difficile da-re delle risposte etiche, ma è an-che difficile dare delle rispostescientifiche. Così accade che al-la scienza sia chiesto di interve-nire, com’é naturale che sia, suqueste questioni, ma non siaquasi mai richiesto alla scienzadi intervenire su tali questionisecondo uno statuto che è pro-prio della scienza. Allora, io cre-do che portare la libertà di ricer-ca scientifica al cuore della poli-tica significhi esattamente farequesta cosa qui, fatta la quale,dovendo discutere di cellule sta-minali, forse non assisteremmopiù allo spettacolo del professoreamico mio Giulio Cossu a cui a

bruciapelo qualcuno chiede disentenziare su quando cominciala vita. Perché credo che il prof.Giulio Cossu lo sappia quanto ilgiornalista che glielo chiede, maanche quanto il benzinaio al-l’angolo della strada, cioè zero.

Non assisteremmo al fatto cheper coinvolgere la scienza nel di-battito su questioni etiche rile-vanti, invece di assistere, come siassiste in Inghilterra, a un gover-no che si rivolge alla Royal Socie-ty, della quale pure abbiamo unequivalente nel nostro paese, lapiù antica Accademia dei Lincei,da noi si preferisce interpellareun Comitato di bioetica, in cui visono gli scienziati. Peccato chequesto poi non sia un comitatodi bioetica, ma un organismopolitico con funzioni di consu-lenza per un altro organismo po-litico! Non immune quindi ai vi-zi più deteriori della politica: le

faide, i defenestramenti, le col-tellate alle spalle. Includere uno,due, tre, quattro scienziati di ran-go in questi consessi, esauriscetutto quello si pensa la scienzapossa fare in questo paese. Pen-so che la scienza in questo paesepossa fare quello che la scienzaha fatto nello sviluppo di circauna metà del mondo, che non èsoltanto, vorrei dire, fornire solu-zioni ragionevoli e efficaci per lacura della sofferenza umana –che questo è il nocciolo della ri-cerca in medicina - ma è ancheportare nel mondo civile unprincipio di civiltà, che è il prin-cipio della tolleranza, della ra-gionevolezza, se non della ragio-ne. E’ anche un principio educa-tivo: quello di formare gli uominiall’uso della ragione e del dub-bio. E’ un fattore di sviluppo pro-prio del mondo occidentale. Venendo a questioni più terrene,la mancanza di statuto che lascienza soffre nel nostro paesenon è solo una questione filoso-fica; è una questione molto pra-tica, una questione amministra-tiva, se volete. Abbiamo discus-so di finanziamenti per la ricer-ca, di cattedre che non sono dateo mantenute o revocate nel mo-do giusto, che invariabilmente èquello del merito. Ma nel faretutto questo dimentichiamo ilpunto fondamentale che è lamancanza di uno statuto civile epolitico per la ricerca in questopaese, che è alla radice di tanti diquesti mali. L’Italia è un paeseoccidentale che non ha stru-menti amministrativi per ammi-nistrare la scienza, non ha stru-menti legislativi per regolarnel’uso. L’Italia è un paese che dicedi finanziare la scienza senzaavere per questo strutture ido-nee, leggi idonee, procedure ido-nee, metodi idonei. Dunque sa-rebbe importante se, esistendouna associazione che con la sua“felice ambiguità” - come dicevaRocco Berardo - si prefigge di

portare il problema della scien-za al cuore della politica, gliscienziati di questo paese capis-sero di avere non un ruolo im-portante in questa impresa, maun compito civile al quale nonpossono sottrarsi. E capisseronello stesso tempo che tutto ciòche ai loro occhi appare sbaglia-to e da correggere - i soldi non asufficienza, il merito che nonviene promosso - devono smet-terla di essere proposti comeuna istanza soggettiva, quasi sin-dacale, degli accademici e deglistudiosi di questo paese. Devo-no invece essere proposti nonperché sia interesse di unoscienziato ricevere maggiori fi-nanziamenti, avere un maggiorriconoscimento del merito cheinvariabilmente è quello proprioe di rado quello altrui, ma perchéquesto è, in un paese civile, mo-derno ed occidentale, un inte-resse della collettività e non de-gli studiosi, quindi un interessedello stato. Quando i finanzia-menti per le cellule staminali so-no dati male e gli scienziati pro-testano, è soltanto un quartodell’opera necessaria. Se volessimo chiederci se vera-mente i finanziamenti per le cel-lule staminali, a chiunque sianodati e in qualunque modo inquesto paese siano dati, rispon-dono a una esigenza della collet-

tività, allora dovremmo chieder-ci una cosa molto più banale, mache ammette risposte estrema-mente eloquenti: un ministroche pensi che è un interesse stra-tegico del sistema sanitario na-zionale finanziare la ricerca sul-le cellule staminali e, badate be-ne, finanziarie la ricerca sulle cel-lule staminali adulte, quelle chesono lecite e indiscusse agli oc-chi di tutti, vi sembra ragionevo-le che un piano strategico di in-teresse sanitario in un paese oc-cidentale duri 24 mesi? Vi sem-bra ragionevole che un pianostrategico di questa portata sia fi-nanziato per 3 milioni di euroanziché per 50? Cogliete, comecolgo io, l’evidente mancanza diinteresse della politica di questopaese, anche quando la finanzia,anche quando la finanzia male,a fare davvero un investimentonella scienza di questo paese? Ecapite, come capisco io, che lamancanza di questo investi-mento è ciò che qualifica una ge-nerazione di uomini politici cheè tempo che passino la torcia auna generazione nuova? Quindiio auguro all’Associazione Co-scioni, da scienziato e amico, an-che se non membro di questaAssociazione, che questi uominisi possano trovare in questa salae che da questa sala possano ar-rivare al cervello della politica.

Paolo Biancoè Professore Ordinario di Anatomia Patologica nell’Università diRoma La Sapienza. Il 10 novembre scorso, assieme ad Elena Cat-taneo e Ranieri Cancedda, illustri ricercatori italiani rinomati a li-vello mondiale, ha scritto una lettera al Ministro della Salute Li-via Turco in merito alla gestione di un finanziamento di 3 milio-ni di euro previsto dalla Finanziaria 2007 per la ricerca sulle ma-lattie rare e sulle cellule staminali. Anche grazie ad Agenda Co-scioni e Radio Radicale i tre sollevarono un caso, denunciando"circostanze che destano grande preoccupazione, rivestono si-gnificato generale, e necessitano, a nostro giudizio, di un inter-vento autorevole e correttivo". La scienza può

portare nelmondo civile unprincipio diciviltà, che è ilprincipio dellatolleranza, dellaragionevolezza,se non dellaragione

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14IL NOSTROCONGRESSO

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

Noi ingenui e sprovveduti per una politica “altra”

NOI ASSOCIAZIONE COSCIONI

Accade che il ministro Turco preferisca aderire alle veglie organizzate dal “Foglio”, e damesi, si “dimentichi” di dare attuazione ad atti dovuti, come le linee guida della legge 40.MARIA ANTONIETTA FARINA [email protected]

Ho cercato di decifrare, tradur-re, capire i messaggi e i segnaliche centro-destra e centro-sini-stra in queste settimane, si sonoscambiati. Ero molto dubbiosa,poi è arrivato l’articolo di Adria-no Sofri su “Repubblica”, quellointitolato “Elogio di Pannella,ultimo giapponese”, e per me èstata una boccata di ossigeno. E’un lungo e bell’articolo, con unpassaggio che in particolare miha colpito. Sofri parla di un Pan-nella che si aggira la sera, da so-lo, nelle stanze del partito a viadi Torre Argentina; una solitudi-ne che è anche la metafora dellasolitudine politica in cui l’Asso-ciazione Luca Coscioni si trova,in cui i Radicali si trovano. Poiracconta di una Emma Boninoamareggiata per il veto del Par-tito Democratico ai radicali, masoprattutto offesa per l’ennesi-mo invito a ripudiare Pannella,e correre da sola. E qui arrivia-mo al punto che mi ha colpito.“Come se non volessero capire”,dice Emma, “che nessuna in-giunzione, mi indurrà a rinne-gare un legame politico e uma-no che è, lui davvero, non nego-ziabile”. E Sofri commenta: “Vo-glio lodare una lealtà e un affet-to, preziosi a segnare il valoredella passione politica e i confi-ni dentro i quali deve sapersi te-nere”. Ripeto: una lealtà e un af-fetto preziosi a segnare il valoredella passione politica e i confi-ni dentro i quali deve sapersi te-nere. Ecco perché tutti i miei ap-punti, i ragionamenti, i tentatividi analisi su quello che accadeed è accaduto, in buona parte, liho accantonati. Ed ho anche ca-pito perché li sentivo tantoestranei, aridi, lontani dal miosentire, e – immagino – anchedal vostro. Perché raccontanoun mondo dove non si sa cosasia la lealtà e cosa sia l’affetto; unmondo dove non si sa ricono-scerli come elementi essenzialie costitutivi della passione poli-tica. Un mondo che è “altro” dalnostro mondo. E lo voglio dire aquanti – temo siano più diquanti noi stessi si creda - chedicono che siamo tutti uguali,che non ci sono differenze. Alcontrario sono convinta che noisi sia differenti; una differenza,cui tengo, cui non intendo ri-nunciare, che voglio ricordare efarò di tutto perché sia valoriz-zata.Bisognerà, un giorno, farla lastoria del governo Prodi: rac-contare chi ha esternato quoti-dianamente imponendo condi-zioni, logorando, intaccando la

credibilità delle istituzioni, ab-bandonandosi spesso a polemi-che di nessun contenuto e ad al-to tasso di volgare litigiosità.Emma Bonino e i radicali in Par-lamento sono stati una forza digoverno, e non solo al governo.Sono stati pazienti e responsa-bili, prudenti e consapevoli.Due particolari costituisconol’orgoglio e l’attivo del governoProdi: il voto da parte dell’As-semblea Generale dell’ONUdella moratoria delle esecuzio-ni capitali; e il positivo bilanciodel ministero per il commerciocon l’estero guidato da EmmaBonino. Vedi caso, due vittorieradicali. Chi può vantare un bi-lancio simile, una lealtà similecon il governo e una coerenzaistituzionale come Pannella eBonino? Allora, in definitiva, checosa ci si rimprovera, che cosarisulta imperdonabile? Credosia il nostro essere irriducibil-mente laici; il nostro non volertransigere di fronte alle quoti-diane ingerenze vaticane nellapolitica italiana; il nostro impe-gno a fianco dei malati – è moltopiù che uno slogan, “dal corpodel malato al cuore della politi-ca – dei ricercatori, degli scien-ziati, delle persone libere chesenza pregiudizio, empirica-mente, laicamente, chiedono esi battono per la libertà della ri-cerca scientifica. Se prendete l’ultimo numerodel nostro mensile “Agenda Co-scioni”, vedrete un titolo che oc-cupa l’intera prima mezza pagi-na: “Ministro Turco, ultimachiamata!”. Vi devo confessareche trovo avvilente, deprimenteche si sia costretti a urlare “ulti-ma chiamata”; urlare per mododi dire, visto che abbiamo cosìpoca udienza nei mass media,mi fa pensare all’urlo disperatoe muto di Munch. Avvilita per-ché ben altra sensibilità mi sareiaspettata da un ministro dellaSalute, donna e del centro-sini-stra come Livia Turco. Dal 10febbraio mi sono unita al digiu-no e all’iniziativa nonviolenta didialogo di Marco Cappato, MinaWelby, Rita Bernardini, RoccoBerardo e di tanti dirigenti e mi-litanti dell’Associazione LucaCoscioni e di Radicali italiani.Perché questa iniziativa? Pochihanno saputo e sanno che il 4agosto scorso sono scadute le li-nee guida di aggiornamentodella legge sulla fecondazioneassistita, con particolare riferi-mento ai diritti dei portatori dimalattie genetiche. In sostanzada oltre cinque mesi le donneche vogliono accedere alla fe-condazione assistita attendonol’atto dovuto – ripeto e sottoli-

neo: l’atto dovuto – dell’aggior-namento di linee guida così co-me espressamente prescrittodalla legge. E’ un ritardo grave eintollerabile, dovuto solo e uni-camente all’inazione del mini-stro; un ritardo che costituisceun danno di cui a farne le spesesono persone che già devono af-frontare difficoltà di ogni tipo.Viviamo in un paese dove perottenere un atto dovuto si devefare un digiuno. Ma di enormità ne stanno acca-dendo tante, in questi giorni, ecaso vuole che siano tutte enor-mità, ancora una volta, contro ledonne, contro i malati. I giorna-li e i notiziari televisivi, ci hannoraccontato dell’irruzione di al-cuni agenti di polizia al Policli-nico dell’Università Federico IIdi Napoli, indagavano su unpresunto “feticidio”. In realtà sitrattava di un aborto terapeuti-co alla quarta settimana, rego-larmente effettuato nel rispettodella legge 194 e della salute del-la donna, che ha subito l’inter-vento. La sofferenza, il traumadella donna sospettata di “fetici-dio” è passato in secondo, terzopiano; non contava e non contanulla. E’ un episodio, certo, mami pare indicativo. E non misembra frutto di un caso, piutto-sto il risultato di una campagnain corso da qualche tempo. Unacampagna che si presenta ipo-critamente come in difesa deldiritto alla vita, ed è piuttostol’ennesima speculazione sullapelle delle donne. Ora, trovoperfino avvilente dover dire, nel2008, che la legge 194 sull’abor-to – una legge che noi radicali

vorremmo diversa, con più op-zioni a favore della libera sceltae autodeterminazione delladonna – è comunque stata unaconquista dello stato laico e del-le donne. Come è avvilente do-ver ricordare, nel 2008, che pri-ma della 194 si stimavano circaun milione di aborti clandestini,e il 15 per cento fatto da mino-renni, con migliaia di morti perimperizia medica e migliaia didonne con danni permanenti,psicologici e fisici. Oggi ci sono140mila aborti l’anno, e le don-ne non muoiono più. Ma la leg-ge 194 prevede anche informa-zione sessuale, contraccezione,assistenza alle minorenni, con-sultori efficienti e dislocatiovunque. Bene: questa partedella legge è largamente disap-plicata, e vedi caso non se lo ri-corda nessuno, e nessuno si bat-te per la sua applicazione. None’ arrivato il momento di fareuna moratoria per questa gravee clamorosa disapplicazionedella legge? Io credo che sia que-sta la moratoria da fare. Alla fine si potrebbe obiettareche le gerarchie ecclesiastichefanno il loro mestiere di sempre;il problema grave è costituito dachi il suo mestiere non lo fa; ilproblema sono quei nostri ami-ci e compagni che ci accusanodi essere “laicisti”, e preferisco-no Paola Binetti a Emma Boni-no. Così accade che il ministrodella Salute Livia Turco preferi-sce aderire alle veglie organizza-te dal “Foglio”, e da mesi, si “di-mentica” di dare attuazione adatti dovuti, come le linee di at-tuazione della legge 40 scadute;

così accade che un nutrito grup-po di parlamentari del centro-destra presenti un progetto dilegge che prevede l’obiezione dicoscienza da parte dei farmaci-sti, così come auspicato da pa-pa Benedetto XVI; così accadeche nella maggioranza negliospedali di Roma medici obiet-tori di coscienza si rifiutano didare alle donne che la chiedonola pillola del giorno dopo, chenon ha nulla a che fare conl’aborto. E tutto ciò accade sen-za che ci sia apprezzabile rea-zione. Contro tutto questo, molto èstato fatto, tanto resta da fare; edè per questo che auspico che nelprossimo parlamento vi sia unaconsistente presenza di donne edi persone che conoscono ildramma e i problemi della ma-lattia. Non è un caso se siamoqui; è per un nostro comunesentire, è perché non abbiamoposizioni precostituite, noncombattiamo battaglie ideolo-giche, non abbiamo altra ban-diera da difendere se non quelledella libertà e della dignità, dirit-ti di cui tutti noi siamo titolari.Immagino che per qualcunoapparirò ingenua, perfinosprovveduta. Va benissimo così,se l’alternativa a questo mio es-sere ingenuo e sprovveduta è ilclima di incertezza reale fatto dipolemiche assurde dove unacosa è chiara: le vittime sono ledonne e i malati. E qui ecco ilsenso di estraneità, di fastidio e– perché no?, di irritazione – dicui facevo cenno all’inizio delmio intervento; e da qui la miaevidente difficoltà nel fare un di-scorso di politica politicante.Non è questa la politica che miinteressa e che mi importa. E’altra, la politica che mi appas-siona e di cui sento e avverto ne-cessità: la politica che stiamo fa-cendo e che faccio con voi, in di-fesa, oggi più che mai delle don-ne e dei malati, dei loro diritticalpestati, e per la conquista dinuovi. Se poi per qualcuno que-sto non è politica, pazienza. E’ lamia, la nostra politica, e tantomi basta. Grazie.

Renato Del Mastro, presidente provinciale dell'associazione AtleticaOlimpica, consegna a MariaAntonietta Farina Coscioni il premio per le battagliedell'Associazione

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DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA 15IL NOSTROCONGRESSO

GIULIO COSSU

Volevo parlare di due argomentiin modo breve, ma che credo sia-no entrambi importanti. Il primoriguarda questa notizia, che haavuto anche un’eco sulla stampae riguarda le famose cellule sta-minali riprogrammate, le cosid-dette iPS. Ciò è molto importan-

te, perché ha implicazioni siascientifiche che etiche in sensogenerale. Come forse alcuni divoi sanno, uno scienziato giap-ponese che si chiama Shinya Ya-manaka ha dimostrato che seprendete una cellula del corpo diun topo - ma poi è stato dimo-strato che questo vale anche perl’uomo - e inserite solo 4 geni, chehanno dei nomi che non sonomolto importanti, potete trasfor-mare queste cellule adulte in cel-lule che sembrano molto similialle staminali embrionali. Questofu pubblicato inizialmente suCell nell’agosto del 2006, poi cisono stati tutta una serie di lavorifatti da Rusche, Teley e altri scien-ziati americani che hanno con-fermato questi dati. Queste cellu-le possono essere riportate a unostadio di pluripotenza e, se inseri-te dentro la blastocisti di un topo-lino, colonizzano tutti i tessuti,compresa la linea germinale edanno origine a nuovi topolini,quindi possono essere conside-rate analoghe alle cellule stami-nali embrionali. C’é un proble-ma: uno dei quattro geni è un on-cogene, si chiama mic, però in unlavoro recente lo stesso Yamana-ka ha dimostrato che, con un’ef-ficienza minore, si riesce a otte-

nere il processo anche senza mic,perché i topi che derivavano dal-la programmazione poi svilup-pavano dei tumori, mentre i topiche derivano da cellule ripro-grammate senza mic non svilup-pano tumori. Questo è stato fattoanche su tessuti umani. Qual è l’implicazione di questa

scoperta, che Science ha definitola scoperta dell’anno? Essa è im-portante per due motivi: primoperché permetterà a ogni pazien-te di ottenere cellule staminaliproprie senza passare per l’em-brione e questo tecnicamente èmolto più semplice che non la ri-programmazione che avvieneper trasferimento nucleare. Que-sto ha fatto immediatamentecantare vittoria al mondo cattoli-co che ha detto: “Vedete che lestaminali embrionali non servi-vano a niente?”. Non è così. Senon fossero state studiate le cel-lule staminali embrionali non sisarebbe mai potuto arrivare a tro-vare 4 tra 30mila geni, non è statoun lavoro semplice, tra 30mila nesono stati trovati 4 che servonoper questa operazione. Inoltre,servirà un altro periodo di lavorodi comparazione tra le cellule sta-minali embrionali vere e propriee queste riprogrammate per es-sere sicuri che questa strada siapercorribile e che porti a celluleche ogni paziente potrà derivaredal proprio corpo. Mi sembrauna cosa importante, anche per-ché cambia un po’ il modo in cuidobbiamo pensare allo sviluppofuturo di terapie con cellule sta-minali.

La seconda cosa di cui volevoparlare oggi e mi sembra ugual-mente importante è questa: nel-l’attesa che le cellule staminaliembrionali o quelle adulte porti-no nuovi terapie che possano cu-rare completamente o in partemalattie che oggi non hanno unacura, si sono fatti un po’ i conti

senza l’oste. Qual è l’oste in que-sta circostanza? L’oste è tutto l’iterprocedurale che bisogna fare perportare una scoperta dal labora-torio al letto del malato e non èuno scherzo. La società interna-zionale per la ricerca sulle cellulestaminali ha istituito un comita-to internazionale, di cui faccioparte, proprio per stabilire dellelinee guida che permettano diportare in tempi rapidi, ma consicurezza, dalla ricerca preclinicaa quella clinica. Prendiamo adesempio il trapianto di midollo oil trapianto di organi: se all’iniziofossero stati effettuati rispettan-do le procedure che sono in vigo-re oggi, nessuno avrebbe avutoun trapianto di midollo, nessunogirerebbe con un cuore trapian-tato. Dal momento in cui uno hala dimostrazione che un certo ti-

po di cellula può causare un be-neficio in un animale affetto dal-la stessa malattia, partono unaserie di procedimenti che posso-no durare anche 5 o 10 anni du-rante i quali i malati progredisco-no nella loro malattia fino al pun-to di divenire non più trattabili equesti anni servono a svolgere

tutte le prove di tossicologia. Og-gi le cellule sono considerate co-me farmaci, quindi devono sot-tostare alle stesse regole di sicu-rezza che sono richieste ad unfarmaco, dimenticando un pic-colo particolare: che la cellula deldonatore A va nel paziente B ebasta, mentre una compressa diaspirina che invece contenesseper errore stricnina fa fuori unmilione di persone in una setti-mana. In più sappiamo che nonesistono probabilmente nel no-stro corpo due cellule uguali,quindi pretendere di trattare lecellule come farmaci è un erroreconcettuale. Poi vanno fatte tuttele prove di tossicologia, bisognaconvincere le autorità regolatricie infine la comunità dei cliniciche, nel caso, per esempio, degliematologi, è costituita da perso-

ne che sono clinici e ricercatoriinsieme, ma in altri casi da cliniciche non hanno dimestichezzacon gli aspetti più nuovi della ri-cerca in biologia molecolare equindi sono naturalmente restii. Tutto questo comporta ritardi enaturalmente c’é il rischio di cor-rere troppo dall’altra parte e di

andare verso la sperimentazioneclinica senza avere tutte le sicu-rezze e effettuare i controlli ne-cessari. Però credo che questo siaun punto importante da portarealla riflessione, anche dei malati.Per esperienza personale, ho ri-cevuto lettere, e-mail, telefonateda pazienti affetti da distrofiamuscolare che dicono: “Che cosastai aspettando? Perché non co-minciamo?”. Al tempo stesso mitrovo di fronte una comunità dineurologi e clinici più o menogiustamente spaventata dal ri-schio di una terapia completa-mente nuova. Quindi il puntodella questione è: bisogna esserecoscienti e agire anche come As-sociazione Coscioni perché que-sto passaggio dalla sperimenta-zione preclinica alla sperimenta-zione clinica sia attuabile tanto inItalia che in Europa, dove le rego-le sono stringenti, e magari le li-nee guida proposte da questa so-cietà internazionale siano recepi-te in modo da non compromet-tere la sicurezza dei pazienti sucui si sperimenta, ma nemmenoda causare un ritardo ingiustifi-cato per un eccesso di scrupolo,che privi dei potenziali pazientidi una nuova terapia.

Staminali: i conti fatti senza l’oste di laboratorio

IL LAVORO NEI LABORATORI

Prospettive internazionali della ricerca: dalle scoperte di Shinya Yamanaka al difficile lavoro di portare il laboratorio nelle corsie di ospedale.

Se non fosserostate studiate le cellulestaminaliembrionali nonsi sarebbe maipotuti arrivare a scoprire lestaminali adulteriprogramate

L’iterprocedurale che bisogna fareper portare una scoperta dal laboratorio al letto del malato non è unoscherzo

Giulio Cossuè professore di Istologia all'Università di Milano. Si occupa di cellule staminali per la terapia delle distrofie mu-scolari. E' membro del Direttivo dell'Associazione Luca Coscio-ni, cui ha partecipato negli ultimi anni riconoscendone l'impe-gno per la ricerca scientifica in Italia.

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16IL NOSTROCONGRESSO

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

Fuori il Manuale Cencelli dai laboratori e dalle università

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SANITÀ

Ignazio Marino all’Associazione Coscioni: “Sapete che su alcune cose la penso diversamente da voi, però credo che insieme possiamo costruire un’Italia migliore”.IGNAZIO MARINO

Sono molto contento di esserequi oggi, per poter parlare di temiche mi interessano sia per il ruo-lo politico che ricopro in questomomento, sia come persona chesi è occupata di scienza durantetutto l’arco della sua vita.Io dico, scherzando, che in questiultimi due anni, per la prima vol-

ta nella mia vita, il mio superiorenon è un preside: ho sempre la-vorato in ambiente universitario,soprattutto straniero, però mipreoccupa moltissimo il climache si è determinato in questi ul-timi mesi, o forse anche anni, nelnostro paese. Un clima che guar-da alla scienza e agli scienziati co-me se fossero dei pazzi manipo-latori della vita, come se nonavessero interesse nella qualità enella dignità della vita e nella ri-cerca che possa alleviare le soffe-renze, le preoccupazioni, il dram-ma della malattia.Credo che gli scienziati lavorinoin quella direzione, e non credoche siano dei pazzi manipolato-ri. Però prima è stato ricordatocome sulle televisioni e sui gior-nali si sia riportato l’esperimentoancora neanche fatto di StephenMinger, e come sia stata data po-ca voce quando Marco Cappatoe gli altri dell’Associazione LucaCoscioni hanno avuto il merito diinvitare questo scienziato in ita-lia, che è una persona molto mi-te, molto prudente, molto attentaa quello che fa, e nessuno si è pre-occupato di dare rilevanza allesue parole; anzi, si è data rilevan-za all’interpretazione delle sueparole che spesso è stata errata, enon ha seguito quello che invecelui descriveva con molta sempli-cità.Questo è accaduto anche qual-che giorno fa, quando si è avutanotizia di un esperimento che iotrovo anche affascinante dalpunto di vista scientifico: quellodi cercare di dare a un bambinouna vita sana con ciò che chia-merei un trapianto di mitocon-dri, consistente nell’utilizzare unnucleo, che è il luogo dove si tro-vano le informazioni gene-

tiche della madre e del padre, epoi sostituire il resto della cellula,che non trasmette informazionigenetiche al figlio, evitando inquesto modo che ci sia la possibi-lità in chi ha un difetto dei mito-condri di trasmettere al bambinouna vita da ammalato.Credo che non si debba e davve-ro non si possa contrastare il de-siderio di una coppia, di una ma-dre a avere un bambino sano. Masoprattutto, benché sia legittimoesprimere le proprie opinionisulla base della propria cultura,della propria formazione, non sipuò cercare di contrastare questodesiderio dicendo delle bugie, di-cendo che si tratta di un esperi-mento terribile, che altera la di-gnità dell’uomo, che altera il sen-so più intimo della vita; alcunihanno usato (davvero mi dispia-ce, ma lo devo ripetere) questotermine sgradevole, ammucchia-ta in provetta. Ma per quale moti-vo dobbiamo arrivare a utilizzarequesto tipo di dibattito, questo ti-po di terminologia? Purtroppoho la sensazione che molto spes-so di questi uomini politici chefanno dichiarazioni e commen-tano sui progressi o sulle speran-ze della ricerca non fanno altroche leggere delle agenzie, non sidocumentano, non sanno asso-lutamente quello di cui parlano!E questo io credo sia davvero pe-ricoloso.Io credo che la scienza debba es-sere tenuta presente nelle nostrediscussioni, credo che il pareredegli scienziati sia assolutamenteimportante, credo che anchenel nostro paesed o b b i a m oavere un

luogo, un punto di riferimentodove poi decidiamo che percorsiaffrontare, un luogo dove si valu-ti quali sono le possibilità che lascienza ci offre e su quali voglia-mo investire; un luogo che sianon un luogo sterile di confron-to, dove ognuno porta la propriacultura sulla base di una suddivi-sione da manuale Cencelli dellapolitica, ma un luogo dove ci sia-no scienziati che possono spiega-re con chiarezza e con semplicitàquello che vogliono e che posso-no fare, in modo che si possa de-cidere in quale direzione investi-re le risorse di un paese.Ma queste risorse non possonoessere investite come vengonoinvestite oggi.Ho ricordato all’inizio che hosempre lavorato in ambienteuniversitario: sono convinto, for-se sarà una mia fissazione, che cisiano momenti, nella nostra vita,che sono rimasti più impressi dialtri nei nostri ricordi, nelle no-stre memorie. Io ricordo che nel1981, per una legge che venne in-trodotta nel sistema universitarioitaliano, vennero assunti moltis-simi professori, soprattutto pro-fessori associati; penso che sianostati circa 16 mila in una volta so-la, molti dei quali erano nella ca-tegoria degli assistenti universita-ri. Ero appena specializzato inchirurgia generale, e ricordo chenei quartieri di Roma limitrofi al-l’Università La Sapienza nacque-ro delle case editrici che poi sa-ranno evidentemente scompar-se, dove venivano fondate delle

nuove testate di

medicina e chirurgia in cui, nellaquarta di copertina, c’era scrittoche con 50 mila lire si potevapubblicare un lavoro nell’arco dipoche settimane, perché occor-revano dei lavori scientifici daprodurre per le commissioni chepoi, a loro volta, dovevano pro-muovere quei professori associa-ti. Non dico che tutti quei 16 milaabbiano pubblicato in quel mo-do, però sicuramente per molti diloro sarò stato così; allora io dico:è un’idea così impossibile per chidovrà fare, nella prossima legisla-tura, il Ministro dell’Università,pensare ad una valutazione di ciòche costoro hanno realizzato in27 anni, che è un terzo di secolo?Insomma, vediamo quanti lavo-ri scientifici hanno pubblicato,vediamo come hanno utilizzato isoldi del paese e le loro posizioniuniversitarie di potere; magari ri-sulterà che tutti e 16 mila hannopubblicato in maniera straordi-naria, anche se sono convintoche in molti casi non sia così. Im-maginate un operaio che lavorain fabbrica e per 27 anni non pro-duce neanche un bullone? Cre-dete che lo lascerebbero lì, conti-nuando a mantenergli stipendioe posizione? Io non credo, e pen-so che il metodo della valutazio-ne e del rigore, che significa an-che premiare i migliori, debba es-sere utilizzato nel mondo della ri-cerca e nel mondo dell’universi-tà.Credo anche il mondo scientificosi divida in discipline, e che piùquelle discipline sono specifiche,più ci si conosce; prima il Prof.Strata ricordava che i referee stra-

Non si puòcontrastare ildesiderio di unacoppia di avereun bambinosano: e benchésia legittimoesprimere leproprie opinionisulla base dellapropria cultura,non si puòcercare dicontrastarequesto desideriodicendo dellebugie

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nieri potrebbero servire ancheper non offendere un altro pro-fessionista italiano nel caso di ungiudizio negativo sulla sua pro-posta di ricerca. Credo che anchei relazione a questo aspetto sidebba fare un passo avanti: per-sonalmente, nella mia nicchia diricerca legata alla chirurgia deitrapianti, sono ormai in grado,quando invio un lavoro scientifi-co per una pubblicazione, di ca-pire quasi sempre chi sia il refereeanonimo che l’ha commentato,perché 25 anni ci si conosce, si sacosa pensa un altro studioso del-la materia, si interpreta il linguag-gio. Ma non mi offendo mai se di-cono che quel mio studio non vabene, che manca di alcuni para-metri, che bisogna rifarlo o che èproprio sbagliata l’idea: credoche la valutazione tra pari sial’unico metodo che possa essereutilizzato nella ricerca scientifica.Due anni fa, forse anche con unpo’ di ingenuità, ho voluto pro-porre che per i giovani sotto i 40anni esistesse una somma, per ilprimo anno pari al 5% sui fondidella ricerca, per l’anno successi-vo pari al 10%, fino all’importo di81 milioni di euro, attribuita sol-

tanto sul merito, sulle capacità,sulle idee che un giovane al disotto dei 40 anni possa avere epossa scrivere. Devo dire che al-l’inizio non è stata accolta conmolto favore, ma adesso stiamoarrivando davvero alla fase fina-le: una commissione di dieci ri-cercatori e ricercatrici, di cui cin-que stranieri, si insedierà tra po-che settimane e valuterà 1720 ri-chieste, utilizzando proprio ilmetodo del giudizio tra pari, no-minando degli specialisti dellesingole materie e arrivando a se-lezionare i progetti migliori, chericeveranno ciascuno 500 milaeuro. E’ un grande passo in avan-ti, perché finalmente ci sarannonel nostro paese dei ragazzi dimeno di 40 anni che potrannoavere a disposizione quella som-ma per sviluppare un’idea, percoronare loro sogno di ricercato-ri.Non è possibile che i fondi per laricerca nel nostro paese venganogestiti sulle base di cordate, ami-cizie, di strumenti che sono tuttomeno che trasparenti e chiari.Noi dobbiamo andare nella dire-zione opposta!Credo anche

che sia importante considerarealcuni aspetti del lavoro che ab-biamo fatto e di quello che ci stadavanti: penso che l’Associazio-ne Coscioni faccia bene ricordar-ci che forse la legge 40 non è statascritta sulla base della conoscen-za scientifica, ma sulla base dirapporti di forza e di confronti traculture diverse; un aspetto posi-tivo (immagino che sarete tuttid’accordo) c’é, ed è quello delle li-nee guida, che sono state previsteproprio per adeguare la legge aiprogressi della medicina: credoquindi che Livia Turco le renderàpubbliche molto presto, perchéla produzione di nuove linee gui-da potrà finalmente adeguare al-meno alcuni aspetti della leggealle possibilità che la scienza of-fre alle persone che voglionocompletare il proprio disegno difamiglia. Infine vorrei parlare brevementedel testamento biologico, di quel-lo che abbiamo fatto in questidue anni e del fatto che questoimpegno, per me, rimane il piùimportante: un impegno cheparte proprio dalle considerazio-ni che sono scritte nella nostracarta costituzionale e nella Con-

venzione di Oviedo.Abbiamo discusso tanto, abbia-mo ascoltato tante persone, tracui 49 esperti che sono venuti dadiverse parti d’italia e del mondo;su questo tema, però, una di que-ste tante audizioni mi è rimastaimpressa: quella dei nostri ane-stesisti e rianimatori, che sullabase di uno studio scientifico cisono venuti a dire in Senato chenel 62% delle situazioni di fine vi-ta viene presa la decisione di uti-lizzare quello che loro chiamanola desistenza terapeutica, cioè lasospensione delle terapie. Credoche questo sia un dato da tenerepresente, perché alla fine non èvero che nessuno decide: qualcu-no, al contrario, decide, e nellamaggior parte dei casi lo fa inscienza e coscienza: però pensoche sia un diritto inalienabile diciascuno di noi quello di poter la-sciare delle indicazioni, ancheper le fasi più avanzate della vita.Si tratta di un diritto civile, non diun tema eticamente sensibile; avolte, scherzando, dico che dopola rivoluzione francese i dirittidella persona sono diritti civili enoi dobbiamo difenderli, ancheperché sono scritti nella carta

costituzionale e quello che ci oc-corre è semplicemente una leggeche permetta a chi lo vuole, senzaimporre niente a nessuno, di la-sciare delle indicazioni.Quindi mi impegno, se sarò elet-to nella sedicesima legislatura:questo sarà il primo disegno dilegge che presenterò, e lo faròperché ci credo, e anche per il ri-spetto di tutte le persone che inquesti due anni mi hanno soste-nuto moltissimo.Voglio concludere rivolgendouna riflessione, un appello (con-siderate voi come chiamarlo), aMarco Pannella, a Marco Cappa-to, a Emma Bonino, a Rita Ber-nardini: io non sono un esperto,lo sapete tutti, di equilibri politi-ci, e non so fare i calcoli rispetto aun simbolo o a una lista, perchéche questo tipo di pensieri, di ri-flessioni, non mi appassiona ne-anche; a me appassionano leidee, gli obiettivi da raggiungere.Pensiamo allora, lo dico con ri-spetto, a quanto hanno influitoall’interno dell’Ulivo alcune vociche legittimamente la pensavanodiversamente dal programmadell’Unione, che voleva portarealla realizzazione di una legge sultestamento biologico; è proprioperché ci sono state quelle vociche oggi noi non abbiamo in Ita-lia una legge su questa materia,perché altrimenti l’avremmo po-tuta realizzare. Mi rendo conto,anche se come ho detto i calcolisugli equilibri politici non mi ap-passionano, che se i laici che pre-senti nel centro destra vedonouna spaccatura nel centro sini-stra quell’elemento possa preva-lere, almeno in alcuni momenti,sull’obiettivo, che è quello di dareuna legge al paese; allora dico aMarco Pannella, a Marco Cappa-to, a Emma Bonino, a Rita Ber-nardini: è chiaro che voi dovetedifendere la vostra identità, èchiaro che voi dovete difendere ilvostro percorso, che è un percor-so leale, trasparente, che tanto hadato al nostro paese e del qualetutti dobbiamo essere orgogliosi, però riflettete e cercate di trova-re un modo per darci il vostrocontributo, che è davvero impor-tante.Sapete che su alcune cose la pen-so diversamente da voi, però cre-do che insieme possiamo co-struire un’Italia migliore.

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA 17IL NOSTROCONGRESSO

Anche nelnostro paesedobbiamo avereun luogo dove cisiano scienziatiche possonospiegare conchiarezza e consemplicitàquello chevogliono e chepossono fare

Ignazio Marino leggeil numero zero di Agenda Coscioni

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18IL NOSTROCONGRESSO

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

La valutazione meritocraticaè la madre di tutte le battaglie

FINANZIAMENTI ALLA RICERCA

Una politica di lungo periodo sulla ricerca: è quello che manca alla classe politicadel nostro paese. A risentirne è l’economia del sistema.PIERGIORGIO [email protected]

La ricerca nella sua globalità è te-ma centrale per le battaglie del-l’Associazione: la ricerca per imalati, ma anche quella ricercache porta benessere al paese ingenerale, quella ricerca che tuttoil mondo ha messo in primo pia-no e che l’Italia, per ragioni anco-ra sconosciute, continua a igno-rare. In questi giorni è iniziata lacampagna elettorale, abbiamosentito parlare di tutto, ma io nonho ancora sentito qualcuno cheabbia detto cosa facciamo per laricerca, l’università, l’investimen-to in questi settori. Questa matti-na sfogliavo il Corriere della Serae sono andato a vedere i 12 puntiche realizzerà Veltroni; ho visto fi-nalmente: “Università: costruire-mo entro il 2011 cento campus”.Bellissimo, “cento campus”. Vor-rei sapere però cosa investiremo,se cambieremo il sistema e cosìvia. Questo è un problema che cista molto a cuore; in questo sen-so abbiamo avuto l’appoggio delsenatore Ignazio Marino, moltovicino in questa nostra battaglia,e contiamo molto anche su di luiper le battaglie che continuere-mo a fare. Mi trovo infatti molto bene nel-l’Associazione Coscioni, alla qua-le – a fatica – riesco a dedicareparte del mio tempo. Ne sono an-che il co-presidente, e molto vo-lentieri, visto che in questo Con-gresso abbiamo invitato purepersone della statura di Rizzolat-ti, di Berlucchi ed altri che sonovenuti volentieri. Questa Associa-zione non è una associazione didestra o sinistra. Quando la gentedice: “Ma tu sei radicale”, nonc’entra niente. L’AssociazioneCoscioni è trasversale, raccogliepersone di destra e sinistra per il

bene del paese: questo è il puntofondamentale. Uno dei mali chevedo nella politica è che viene suun ministro e distrugge quantofatto da quello precedente, poiviene quello dopo e distruggequello ancora precedente. LaMoratti aveva fatto una cosa buo-na, bloccando quello sconcio chesono i concorsi locali per profes-sori, un meccanismo veramentedevastante. Dopo è venuto un al-tro ministro dopo che ha dettoche la legge Moratti non andavabene; questo quando pure perso-ne di sinistra illuminate, comeSettis, avevano detto: “Ma perchénon si è presa la legge Moratti,che era buona, perchè avevabloccato concorsi locali, e non siè cercato di migliorarla e in tremesi riabilitare i concorsi?”. Altriesempi non mancano. Noi invece, come Associazione,siamo nella condizione di nondovere per forza criticare il mini-stro di destra o sinistra, cosa chenon ci interessa, ma di fare pro-poste concrete. Nella nostra ana-lisi partiamo dal presupposto chesenza un produttivo investimen-to in ricerca, anche l’economiaed il nostro sistema tutto nonpossono andare avanti così. Nonvoglio adesso entrare nel detta-glio, ma lasciatemi almeno ricor-dare la nostra iniziativa lanciatacon l’appello al Ministro Turco.Cosa vuol dire? Vuol dire che lamadre di tutte le battaglie chepossiamo fare è questa, deve co-minciare tutto da lì, nel nostro si-stema: la prima battaglia è quelladella valutazione ai fini di una di-stribuzione dei fondi della ricer-ca secondo criteri meritocratici. Ifondi devono andare a chi pro-duce. Se non si risolve questoproblema, tutto il resto è inutile;se noi riusciamo a creare un eser-

cito di scienziati pieni di soldi, maperché producono bene, le uni-versità devono essere premiate.Se gli atenei sfornano scienziatibravi, automaticamente possia-mo eliminare i concorsi. Senzaquello non cambierà nulla. Sequesto è il punto fondamentale,perché ci siamo rivolti alla Turcoe non, in generale, all’opinionepubblica? Intanto il nostro appel-lo è generale, riguarda tutti i soldidella ricerca. Due anni fa, quan-do il Ministro Mussi venne al no-stro Consiglio Generale, rimasead ascoltarci tutti e parlò per 45minuti, in un modo che ci ha an-che entusiasmato. Sembravaparlassimo lo stesso linguaggioriformatore. Il Ministro Mussiaveva fatto tante promesse, cieravamo anche un po’ illusi. Noiavevamo detto: “Ministro, se Leiriuscisse a fare in modo che qua-lunque fondo investito in ricercavenisse distribuito in maniera al-tamente meritocratica, Lei com-pierebbe la più profonda rivolu-zione e passerebbe alla storia”. Ri-cordo ciò per ribadire l’impor-tanza che attribuiamo a questoproblema. Questa volta ci siamorivolti al Ministro Turco, con unappello che è stato firmato in po-che ore da 5–600 persone in con-tatto con l’Associazione Coscio-ni; ma se l’avessimo potuto dif-fondere tra tutti i ricercatori ita-liani forse avremmo raccolto an-che 5.000 firme. Presso il Ministe-ro della Sanità si era appena in-stallata infatti una commissioneper decidere il da farsi e per di-scutere della sorte di 350 milionidi euro, che è una bella cifra. Diconseguenza abbiamo detto alMinistro che vorremmo checambiasse la strategia, che non ètipica del solo Ministero della Sa-nità, bensì un po’ di tutto il nostro

sistema. Abbiamo sistemi arcaicidi valutazione che si possonoriassumere in questo modo: peresempio è tradizione che dellepersone siano elette per entrarein una commissione, la qualecommissione poi distribuisce isoldi a coloro che li hanno eletti.Questo è un sistema che non vabene, perché così devi distribuirei soldi a chi ti ha dato il voto. E’ oradi finirla con questo sistema, il si-stema del CNR. Poi basta con i progetti strategicisull’Alzehimer, che magari sonodi esperti, ma magari qualcunodi migliore è stato dimenticato.Fate un programma, un bando,poi distribuite i soldi. Queste so-no cose normali e ci si meravigliache la gente non si scandalizzi. Inquesto appello abbiamo dettoche è ora di finirla drasticamentecon questi sistemi vecchi, anti-quati, che non hanno spazio innessun paese civile del mondo.Vogliamo almeno essere in lineacon gli altri paesi. Allora c’é un so-lo sistema, che può avere varian-ti, ma che è sostanzialmentequello di avere delle commissioninote, di personaggi altamentequalificati, capaci, che produco-no, i quali poi si devono avvaleredel giudizio di esperti. Per me èmolto importante sottolineareche questi siano anonimi, anchestranieri, che devono dire libera-mente quello che pensano, inmodo che io, anche se faccio par-te di una commissione, se ho unamico, mettiamo il prof. Giaco-mo Rizzolatti, che ha fatto do-manda, possa dirgli: “Guarda chemi è arrivato un giudizio di tre re-ferees anonimi che hanno dettoche il tuo progetto non va bene”.Se siamo amici rimaniamo ami-ci. Se invece dovessi dire: “Ho cor-retto il tuo progetto e fa schifo”,

mi troverei in imbarazzo. Questoè l’appello fatto. Il Ministro Turcoè stata disponibile, ci ha ricevuto- siamo andati con Marco Cappa-to e Mina Welby - ed abbiamoavuto un colloquio sereno. Ab-biamo raccomandato tra l’altroquel progetto “giovani” del Sena-tore Ignazio Marino, che credosia un’altra delle grosse rivoluzio-ni di questo paese, ossia averedetto per la prima volta: “Voglia-mo finanziare i giovani”, un po’come ha fatto l’Europa. Il senato-re Marino era un po’ preoccupa-to: adesso questa commissionebisogna farla bene. Il ministro hadato garanzie che questa com-missione sarà fatta bene - peròquesto esula dalle nostre compe-tenze - e ha praticamente recepi-to completamente le nostre pro-poste. Naturalmente, voi mi dire-te, non è detto che se un ministrodice che va tutto bene, poi lo fac-cia, perché siamo abituati allepromesse. Però dal punto di vistanostro, dell’iniziativa che la Co-scioni ha promosso con questefirme, almeno essere stati ricevu-ti dal ministro, che ieri all’iniziodel congresso ci ha mandato an-che una bella lettera lunga - chenon ho potuto leggere e non pos-so leggere ora, ma che è disponi-bile per chi la volesse - una rispo-sta articolata dove dice che vuolecambiare e fare tutte le cose, ripe-to: non so se succederà, ma per-lomeno la consideriamo unagrande conquista positiva.

L’AssociazioneCoscioni non è di destra o disinistra. Ètrasversale,raccogliepersone didestra e disinistra che nonbadano agliinteressi dipartito ma albene del paese.

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DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA 19IL NOSTROCONGRESSO

PER LA SALUTE DELLA DONNA

Se la legge 40 non verrà cambiata, anche solo nelle linee guida, tra i cittadini italianicostretti a recarsi all’estero torneranno ad accentuarsi differenze di classe.CARLO FLAMIGNI

Ho accettato molto volentieril’invito a venire qui e a stare convoi; ho pure ragionato su coseutili, propositive, che potessi di-re, visto che ragionamenti teori-ci ne abbiamo fatti tanti. Ci tro-viamo in una situazione di gran-de difficoltà. Non credo di averemai visto un magistero cattolicocosì sicuro di non correre rischi,vista l’impudenza con la qualesta intervenendo nella vita poli-tica italiana. Recentemente holetto su l’Avvenire un intervento,evidentemente ispirato dal Car-dinale Ruini, nel quale si chiede-va a Berlusconi di trattare conmaggiore cortesia il povero Ca-sini: mio Dio! mio Dio!, non fos-se mai che rimane fuori dal po-tere! In questo caso non mi èsembrato di sentire interventi dicritica. E’ stato accettato comeun fatto inevitabile: la chiesa hadiritto di dire la sua opinione, ladica pure, la dica anche quandosi tratta di problemi che riguar-dano così pressantemente lanostra libertà, la nostra civiltà, lanostra democrazia. Voglio parlare rapidamente didue temi sui quali spero di poterfare una proposta concreta: ilprimo problema è naturalmen-te quello dell’aborto, sul qualec’è una pressione straordinaria.Mi sembra di vedere una crocia-ta nei confronti dell’aborto cheprende strade, come potete ve-dere, anche abbastanza tortuo-se. Il documento dei medici del-le cliniche ostetriche di Roma,che fondamentalmente contie-ne solo aria fritta e per definizio-ne l’aria fritta non ha cattivoodore e quindi non ci dovrebbedisturbare, in realtà è un docu-mento odioso. L’aria fritta ri-guarda il fatto che fa ritenere checi sia nella legge 194 qualcosa disbagliato, di storto, di immorale,che dovrebbe essere corretto eche riguarda gli interventi tardi-vi, quelli che la legge regola nelcapitolo “oltre il novantesimogiorno”. Io lo trovo assolutamen-te strano perchè la legge è moltochiara. La legge 194, la ricordoper i pochi che non la conosces-sero, dice che quando il medicocapisce che il feto ha capacità divivere autonomamente, alloradecadono le norme che riguar-dano la richiesta di interruzione

di gravidanza, quelle secondo lequali il medico può accettarel’interruzione perché ritiene cisia un problema di salute psico-logica o un problema che ri-guarda la malconformazionedel feto che possono causaresofferenza alla paziente. Nel ca-so che il feto sia vitale, questenorme non regolano più; vale lanorma per cui in qualsiasi mo-mento in cui - uso un’espressio-ne che viene usato da alcunirabbini - il feto diventa l’assassi-no di sua madre, quindi è la vitadella madre che è messa a ri-schio, allora in quei momenti c’èuna regola di necessità nei con-fronti della quale tutte le altrenorme debbono tacere. Ma que-sta c’era anche prima della 194.Nella mia vita di ginecologo ri-cordo il mio direttore, un uomoche non avrebbe mai fattoun’interruzione di gravidanza,molto ossequioso alle normemorali che allora vigevano, lega-te al fatto che nelle universitàc’era uno straordinario rispettoper tutto quello che la chiesa di-ceva, che però ha praticato alcu-ni aborti nelle condizioni di ne-cessità, quelle in cui o si faceval’interruzione di gravidanza, op-pure la donna moriva. E’ logicoche in queste circostanze sia in-teresse di tutti, compresa la don-na, che il bambino venga riani-mato e che si faccia il possibileper farlo sopravvivere. Quindiquel documento è veramentearia fritta. Non è più aria frittaquando si chiede di tenere lamadre del bambino fuori dallastanza dove si decide della vitadi suo figlio. Questa è insiemecrudeltà, stupidità, aggressivitàed ignoranza, da una parte per-chè non si capisce che nellamaggior parte dei casi questamadre è molto più interessataalla vita del bambino di quantonon lo possa essere il suo medi-co, dall’altra parte perchè credoci si dimentichi che quel bambi-no ha innanzitutto due personeche sono responsabili per lui,che sono i suoi genitori, e chenon è vero che i suoi genitori so-no sbalorditi dalle circostanze,non hanno il buon senso, la ca-pacità razionale di intervenire edi dare un’opinione giusta e ac-cettabile. Ebbene, questa ag-gressione io la trovo così graveed importante che dovremmo

tutti andare a rileggere la legge194, per capire insieme se va be-ne così o se è giusto modificarla.Per moltissimo tempo, pur ca-pendo che alcune piccole cosepotendo essere cambiate, hofatto una assoluta resistenza neiconfronti di chi chiedeva di tor-nare a discuterla perchè temevoche aprire una porta grande co-sì potesse scatenare l’inferno eaprire un portone attraverso ilquale sarebbero passate tutte lerichieste di revisione possibile.“I tempi non sono maturi, i tem-pi non sono adatti”. Oggi peròdevo dire che qualche cosa cam-bierei. Vi chiedo di esaminarequesta proposta e di vedere sesu questa, tutti insieme, noi pos-siamo fare pressioni. Io togliereiquella parte nella quale si accet-ta l’obiezione di coscienza, per-chè questo è un grave problemaper la legge, per l’applicazionedella legge. Il numero di obbiet-tori di coscienza cresce e possodare testimonianza personaledel fatto che molti obiettori dicoscienza non obiettano per ra-gioni morali, ma per ragioni pra-tiche: non voglio entrare nell’an-tica polemica se qualcuno diquesti medici sia obiettore di co-scienza in clinica e non nel suoambulatorio; non lo so, non l’homai visto dimostrato, non mipiace nemmeno come obiezio-ne. Ma da me sono venuti colla-boratori a dirmi: “Io non vogliopiù perdere il mio tempo in que-sta cosa banale, quando possodedicarlo a cose più remunera-tive dal punto di vista della miafigura professionale, andando insala operatoria a fare qualcosadi più nobile”. Per altri c’è un di-scorso diverso: gli obiettori dicoscienza trovano più facilmen-te posizione in certi ospedali, sicollocano più facilmente là do-ve c’è una obiezione ai nonobiettori. Credo che l’obiezionedi coscienza avesse un significa-to preciso quando la legge è sta-ta fatta, perchè negli ospedalidove è stata applicata la legge194 c’erano dei ginecologi cheerano finiti in ospedale senzaimmaginare che un giorno ci sa-rebbero stati questi capovolgi-menti di fronte. Non erano pre-parati, avevano diritto di dire:“La mia carriera l’ho impegnataqui, però questa cosa non la vo-glio fare, fate in modo che io

possa continuare la mia carrierasenza dovere accettare una cosache mi ripugna”. È giusto. Oggi ilproblema dell’interruzione vo-lontaria di gravidanza è un pro-blema di salute della donna. Sipuò accettare l’idea che un me-dico entri in un ospedale e si oc-cupi della salute di una donnama dica “di quella salute no”?Vada da un’altra parte. Darestevoi mai un incarico in un centrodove si fanno continuamentetrasfusioni di sangue a un Testi-mone di Geova? O mettiamo avendere la carne di maiale a unmusulmano? Potete fare millevalutazioni, ma mi pare che tut-to questo sia assurdo. Chi vuoleoccuparsi della salute della don-na se ne deve occupare integral-mente. Il secondo tema riguarda la leg-ge 40, la legge sulla procreazio-ne assistita. Questo sarebbe for-se il momento per iniziare a ra-gionare su questa confusioneche si sta creando su cose che findall’inizio ci erano sembratecomplesse e sulle quali ci sareb-be stata necessità di ragiona-menti pacati. Il potere straordi-nario che sta prendendo il Vati-cano su questi temi ha creatogrande confusione e la confu-sione aumenta continuamente.D’altra parte, si diceva una vol-ta, che tutti vengono in soccor-so del vincitore; è successo an-che questa volta, è umano e ci-vile, ma meno umano e menocivile è che in soccorso del vin-citore vengano persone chevengono dal vecchio mondo lai-co, persone che hanno deciso inmodo abbastanza innaturale divendere l’anima a Dio. Se legge-te il giornale di oggi scoprireteche Ferrara, per esempio, nonha partecipato ad un incontroche aveva con Pannella in televi-sione, dicendo che la televisioneè “anti-veritativa”. Non so nem-meno se la parola esista sul di-zionario. So che Luca Volontà ul-timamente, quando parla dellalegge 40, dice che la legge è “oc-cisiva”. Occisiva è sicuramenteuna parola che il vocabolarioitaliano ignora; ma lui è franceseper quello che so, quindi ha del-le difficoltà linguistiche. Il pro-blema vero però è che la legge 40ha fatto danni, ne sta facendo ene farà, anche perchè non mipare che ci siano assolutamente

le possibilità di modificarla inmodo significativo. Aspettiamocon ansia qualche modifica nel-le nuove linee guida promesseper i giorni prossimi, ma onesta-mente finché non le leggo hoqualche esitazione a crederci.Ma i danni ci sono e mi sembrache il danno maggiore sia quelloche deriva dal fatto che molticittadini italiani vanno a cercaremigliore fortuna all’estero. Que-sto crea innanzitutto il proble-ma di far sì che ancora una voltaesista una divisione di classi nelnostro paese: ci sono le personeche se lo possono permettereche vanno nell’Europa ricca, ci-nica, ma tecnicamente avanza-ta, che ha aumentato i prezziquando ha saputo che arrivava-no anche le coppie italiane,quindi in Francia, Svizzera, Spa-gna; le persone che non se lopossono permettere, neanchevendendosi la casa, vanno inve-ce nell’Europa povera, in Alba-nia, Ucraina, dove trovano prez-zi stracciati, ma nessuna garan-zia. Ma il problema è più impor-tante di così. In molti paesi del-l’Europa ricca le nostre coppievengono sfruttate fino all’ultimosoldo. Si fanno eseguire a moltidi loro esami che sono privi diqualsiasi significato e hannol’unica concretezza del costo, al-tissimo. Vedo tornare questecoppie senza quello che voleva-no, senza il bambino in braccioper il quale erano partiti, con ri-cordi molto sgradevoli e senzasapere più cosa fare. Allora iocredo, e questa è la proposta chefaccio, che noi potremmo crea-re in un luogo dove questo nonrappresenti un reato, quindipensavo a San Marino, un con-sultorio gratuito per le coppieche vogliono andare all’estero,nel quale io credo possiamo tro-vare trenta brave persone chehanno voglia di andarci. Noncredo che questo rappresentiper un ginecologo un costo spa-ventoso; io tra l’altro sono diForlì e quindi un paio di volte almese posso andarci tranquilla-mente. Credo che lì noi possia-mo rappresentare un punto diriferimento costante e utile.Queste sono le due cose che vo-levo dirvi. L’altra è molto piùsemplice e più rapida da dire: ioauguro a tutti noi miglior fortu-na in avvenire.

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20IL NOSTROCONGRESSO

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

Legge 40 è “Vita”: per difenderla la distruggono

FECONDAZIONE ASSISTITA

Come già sul referendum sulla legge 40, per il Congresso della Coscioni la città di Salerno si è mobilitata. Ora toccherà ai cittadini italiani ottenere ascolto dalla politica.FILOMENA [email protected]

Molti ospiti e molti giornalisti mihanno chiesto in questi giorniperché il VI congresso dell’Asso-ciazione Luca Coscioni si sia te-nuto a Salerno: è una domandache credo vada fatta più al Segre-tario dell’associazione e ai suoiorgani dirigenti che a me. Tutta-via, nella città di Salerno lo slogan“Dal corpo dei malati al cuoredella politica” è pienamente rea-lizzato, più che in altre zone delsud.A Salerno l'amministrazione hamesso in atto ogni strumentoidoneo ad attuare una buona vi-vibilità per tutti i cittadini, sani omalati che fossero, rispondendopersonalmente ad ogni loroistanza. Sono stati aperti nuoviasili, e il nuovo piano regolatoreprevede un rilancio dell’abbatti-mento delle barriere architetto-niche.La Provincia di Salerno, dal cantosuo, non è rimasta a guardare,con una serie di attività in favoredei soggetti meno rappresentati(donne, anziani, bambini e mala-ti): basti pensare all’attenzioneverso gli adolescenti, concretiz-zatasi nel progetto pilota "Scolar-mente", finalizzato all'avvicina-mento al metodo scientifico pergli studenti degli ultimi anni del-le scuole superiori. Quella di Sa-lerno è anche l’unica provinciad’Italia in cui sia stata emanatauna delibera per il rispetto dellarappresentanza di genere neiConsigli di Amministrazione de-gli enti di partecipazione Provin-ciale, e in cui i bandi prevedonoquote più alte per donne e porta-tori di handicap; si tratta, inoltre,della Provincia in cui il comitatoper il referendum ha prodotto ilpiù alto numero di raccolta firme.Gli amministratori, che durante ilreferendum erano tutti insiemecontro la legge 40/04, sono tuttiqui: sono le stesse persone a cuiho proposto di ospitare il con-gresso dell'Associazione Coscio-ni, tra le quali il Sindaco, che ci haaperto le porte della città dandoa disposizione senza riserve il pa-lazzo di città. Consentitemi diringraziare Vincenzo De Luca,Anna Maria Barbato, Luciana Io-sca, Enzo Maraio, ErmannoGuerra, Angelo Villani, MassimoCariello, Piero Cardalesi, Guerri-no Terrone, Enzo Bandino, Cate-rina Irace, Valentina Barone, oltrea tutti coloro che sono qui o checi ascoltano da casa, e tutti quelliche che lavorano con noi; perchéin questo momento, politica-mente grave e preoccupante, tut-ti dovrebbero prendere l’esempiodi questa città.Ieri sono stati affrontati temi spe-

cifici: senza riprenderli tutti, diròin sintesi che ciò che è accadutoa Napoli è di una gravità assoluta.Rappresenta la violazione dellalegalità e di tutte le garanzie pre-viste per legge; del resto, non è laprima volta: ieri è accaduto quel-l'episodio per l’interruzione digravidanza, mesi prima un nu-cleo di controllo composto da uncardiologo, un pediatra e un ane-stesista hanno effettuato un con-trollo presso un centro di fecon-dazione assistita, durante un ci-clo di applicazione di tecniche diPma, contaminando i laboratori,gli embrioni e tutti gli ambientisterili, per mancanza di compe-tenza e qualifiche, determinandola sospensione dei cicli e alteran-do i test di gravidanza.Ma non è tutto. I centri di fecon-dazione assistita in Campaniadevono subire norme non in li-nea con le norme nazionali chepenalizzano il loro operato: è sta-to chiuso un reparto di pma a Ca-serta senza motivo, e senza avvi-sare i pazienti in lista di attesa. Epensare che chi pone in esseretutto ciò si professa difensore del-la vita: io penso che sia un difen-sore solo dei propri interessi, laspecie peggiore nella nostra so-cietà.Signori, questo è solo l’inizio. So-no in pericoli i diritti civili di noitutti, e vi è bisogno di maggiorerappresentanza politica che af-fronti tematiche che altri non

trattano per convenienza di pol-trona. Negli ultimi anni ho lavo-rato per il Ministro Bonino su te-mi di mia competenza: e graziealla presenza al governo abbiamopotuto portare avanti alcune im-portanti iniziative.La riforma del sistema sanitario,che poi è diventata un disegno dilegge collegato alla finanziaria,con lavoro mio e del Prof. Marcel-lo Crivellini, ha enfatizzato la si-curezza le unità di rischio, l’inge-gneria clinica, le garanzie sanita-rie che evitano i fatti di cronacache leggiamo sui giornali; tutti ar-gomenti che nel testo inizialenon erano presenti, ma eranoparte di un disegno di legge che,dopo una parziale approvazionesull’attività dei medici, giaceva inSenato e noi abbiamo propostodi inserire nel ddl collegato alla fi-nanziaria.Essere nel Governo significa con-tribuire a portare avanti temi chealtrimenti sarebbero dimentica-ti, o trattati con la formula “Vorreima non posso”.Chi segue le vicende della legge40/04 sa che le associazioni di pa-zienti Amica cicogna, L’altra cico-gna e Madre Provetta (qui in salasono presenti anche Gianni Aldi-ni e Monica Soldano) sono inter-venute in un ricorso al Tar del La-zio che ha determinato l’annulla-mento delle linee guida sulla leg-ge 40, nella parte in cui vi era di-vieto di diagnosi preimpianto, a

conferma della recente giuri-sprudenza, che per casi singoliaveva autorizzato l’indagine cli-nica sull’embrione ai sensi dellalegge 40.Bene, un giornalista ieri mi hachiesto: perché volete nuove li-nee guida? Non va bene così? Noche va bene: la diagnosi preim-pianto, senza l’abbattimento dellimite dei tre embrioni e la possi-bilità di accesso alle tecniche an-che per coloro che hanno gravipatologie, ma non sono sterili,non cambia la situazione attuale.Quindi servono nuove linee gui-da che rispondano alle richiesteformulate dalle società scientifi-che che interpretano la legge 40in modo positivo nella tutela deidiritti di tutti i soggetti coinvolti.Questo non significa che la leggevada bene, perché comunque vacambiata nella parte in cui esclu-de determinati soggetti dall’ap-plicazione di tecniche oggi vieta-te.E allora, ci si chiede, il MinistroTurco (che da 6 mesi ci fa atten-dere) come mai solo oggi si ricor-da di inviare questo testo delle li-nee guida per un secondo parereal css?Ricordo a tutti, per inciso, che lelinee guida non cambiano la leg-ge 40, ma la possono rendere piùapplicabile nel rispetto dei dirittie delle evidenze scientifiche. Ep-pure, se non sbaglio, Livia Turcoè la stessa donna che un giorno

era con me, ospite ad Omnibusda Antonello Piroso, e sostenevala sua contrarietà alla legge e aidanni che avrebbe causato. Oggiquella donna è la stessa che pen-sa che noi coppie sterili non me-ritiamo neppure un atto che sololei può compiere, e che perlome-no renderebbe meno dannosoun ciclo di pma?Io sono arrabbiata, e come me cisono centinaia di persone.Sono tutte le persone che hannocontribuito ai dati contenuti nel-la relazione al Parlamento sullalegge 40, che evidenziano calodelle gravidanze e gravidanzecon aborti spontanei, nati mortie dolore. Tanto dolore.In parlamento c’è un mezzo diprova certo contro la legge 40: equesto Parlamento cosa fa? Fafinta niente, in una situazione incui, in qualsiasi altro stato, la leg-ge sarebbe stata Cancellata im-mediatamente.Eppure c’è chi dice di difendere lavita, mentre la nostra si distrugge.E allora anch'io invito tutti colo-ro che sono per la libertà di ricer-ca e per l’affermazione dei diritticivili a rispondere all’invito diMarco Pannella diffuso in questigiorni.Perché solo se ognuno di noi si faportatore di questi temi la politi-ca, che adesso non ascolta, dovràascoltarci.

Da sinistra a destra: Filomena Gallo, Maria Antonietta Farina Coscioni, Marco Perduca.

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DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA 21IL NOSTROCONGRESSO

Meno “reality”, più realtà. Quella di Luca e di Piero.

MALAINFORMAZIONE

L’Associazione Coscioni avrebbe bisogno di pubblicizzare le storie di quelle persone malate che subiscono alcune leggi. La realtà vera è quella.

NINO PARAVIA

Lo slogan con cui siamo staticonvocati al Congresso “Dal cor-po dei malati al cuore della politi-ca” non è solo uno slogan, ma unmessaggio forte. Dobbiamo in-fatti andare al cuore della politi-ca ma, se possibile ancor di più,al cervello della politica e, ag-giungo, anche al cuore e al cer-vello della gente.

La simbiosi che si è concretizzatanegli ultimi tempi tra l’Associa-zione Coscioni e il Partito Radica-le è stata prima da Rocco Berar-do definita più volte come una”felice ambiguità” in quanto sonopresenti nell’Associazione ancheesponenti che, come me, pro-vengono dell’altra parte politicae cioè del centro destra. Franca-mente ho già espresso in passatoqualche riserva su questa sim-biosi, perché credo che se ancheha tanti aspetti positivi per la for-za e la vitalità che molte idee ra-dicali hanno avuto nel tempo ehanno tuttora, per cui certamen-te l'Associazione Coscioni riceveenergia vitale, dall’altro il sentireinterventi molto politici all’inter-no di questa tre giorni salernita-na può creare non tanto l’ambi-guità quanto qualche imbarazzoe disagio per persone come meche la pensano diversamente esono collocate in un’altra areapolitica.

Questo non mi impedisce peròdi partecipare e di continuare apartecipare all’Associazione Co-scioni, perché credo che il mes-saggio forte, la totale libertà di ri-cerca, deve appunto raggiungerecuori e cervello di tutti. Per farequesto allora parliamo un attimodi qualche aspetto deleterio delnostro sistema paese: il sistemadell’informazione. Credo cheperché le idee vincenti arrivino alcuore e al cervello della gente sa-rebbe necessario un sistema in-formativo diverso, non quello ra-diotelevisivo che abbiamo, nonquello della carta stampata.

Ho il “merito” di avere avuto nellibro cult dell’anno scorso La Ca-sta, l’unica citazione di politico inpositivo per le mie denunce con-tro il lavoro nero in Parlamento.Sono stato eletto due anni fa co-me indipendente nelle liste di Al-leanza Nazionale, sono un im-prenditore, quindi per me arriva-re in Parlamento e scoprire di es-sere il primo, o tra i primi, ad ave-re una partita INPS e INAIL per ilmio collaboratore parlamentare,ha creato qualche disagio. Nonfaccio antipolitica, perché la la-scio fare a chi è più esperto; in

Italia ne abbiamo tanti di espertidell’antipolitica, da Beppe Grilload Antonio Di Pietro, che ricordocon qualche sofferenza, ma cre-do che l’Italia sia un paese un po’indiano, composto, come è, damolte caste: c’é la casta della po-litica, che tanti hanno scopertograzie al libro di Stella e Rizzo, maesiste anche la casta della magi-stratura; esiste la casta dei docen-ti universitari come esiste la castadei giornalisti e potrei continuareall’infinito. Ma è sui giornalistiche mi voglio soffermare. Il per-ché lo dico subito: per sbaglio so-no iscritto anch’io a quella cate-goria perché, come confindu-striale, ho creato una rivista e perfarlo mi sono dovuto iscrivere al-l’ordine dei giornalisti, ovvia-mente nella categoria dei pubbli-cisti. L’Associazione Coscioniavrebbe bisogno di pubblicizzarei filmati che abbiamo visto alCongresso attraverso trasmissio-ni televisive qualificate; se ne po-trebbe suggerire qualcuna al po-sto di un Grande Fratello o di tan-te altre. Si tratterebbe di veri epropri “reality”, perché la realtà èquella, la realtà vera è quella, nonciò che siamo costretti a subireper un’informazione scadente.

Come sapete, a me piace parlarecon chiarezza: l’espressione “am-biguità” ricordata da Rocco Be-rardo mi ha creato qualche disa-gio. L’informazione in Italia è fat-ta - innanzitutto - da tanto lavo-ro nero e precariato nei giornali enelle televisioni, poi è fatta dagrandi “soloni” del giornalismo, iquali, per modiche cifre che va-riano tra i 10 mila e i 30 mila euroal mese, vanno a dirigere orga-nizzazioni sindacali e/o datoria-li, in Confindustria sono venutitante volte, dirigono ordini pro-fessionali ed altre associazionioppure vanno a dirigere dei minitalk show per “modici” compen-si pagati talvolta su fattura con

Iva, anche se molto spesso in ne-ro. Questi grandi soloni del gior-nalismo sono quelli che poi fan-no i moralizzatori della classe po-litica e di altro. Un po’ più di pu-dore forse sarebbe necessario!Da tempo sul mio blog www.an-tonioparavia.it pubblico dellemie boutade, affermo una veritàcommentandola successiva-mente: l’Italia è un paese euro-peo dove si vendono meno gior-nali ma in compenso abbiamo igiornalisti più venduti! In Italiaabbiamo giornalisti che si presta-no a operazioni che non neces-sariamente mettono a contattola realtà con la gente. Mi ha unmolto colpito l’ottimo direttoredel Sole 24 Ore, giornale che per-cepisce intorno ai 24 milioni dicontributi per la legge sull’edito-ria pur essendo una società quo-tata in borsa. Due anni fa ricorde-rete il famoso convegno dei con-findustriali di Vicenza dove ci fula bagarre con Berlusconi che,guarito improvvisamente dalcolpo della strega, andò al dibat-tito al quale partecipavano Prodie Tremonti. In quell'occasioneFerruccio De Bortoli lesse do-mande già conosciute dai due in-terlocutori. Questo è quello cheavviene normalmente, mentreinvece maggiore serietà e spon-taneità potrebbero aiutare lagente a capire di più.

Qualche altra considerazionepolitica mi è dovuta, perché tuttiquelli che mi hanno preceduto lohanno fatto in aggiunta a quantodetto sulla ricerca. Altre ne potre-te trovare sul mio blog, come imiei interventi in aula. Viviamoin un paese un po' strano, unpaese che - sotto certi punti di vi-sta - giudico sia immorale quan-do obbliga chi ha stati di soffe-renza notevoli come quelle quirappresentati, senza, al momen-to, una possibilità di soluzione,che li obbliga a procedure come

quelle che ricordava Mina Welby.Oppure li confina a delle rivisteper quanto riguarda l’invalidità,negando, malgrado i grandi sper-peri, non solo l’assistenza ma an-che quelle apparecchiature cheservono alle persone che giàhanno stati di sofferenza indici-bili di potersi esprimere nel loropiù legittimo diritto: quello di re-lazionarsi con gli altri.

E' bene che si sappia che questeattrezzature vengono negatemalgrado sprechi ingenti! In que-sto paese, in cui Walter Veltronivuole aprire 100 campus univer-sitari, ci sono gli ospedali che so-no delle piccole fabbriche di inef-ficienza, soprattutto nel sud, checostano allo Stato che potrebbeimpegnare quei fondi per dare ilgiusto a chi ne ha diritto. Qui inCampania siamo nella terra digente alla “Mastella”, dove, al di làdell’immondizia, che sembraaver fatto nel sistema sanitarioneanche il 5-10% di quanto fattoda un intellettuale della “magna-magna Grecia” Ciriaco De Mita,che da sempre governa la sanitàin questa regione. Il sistema for-mativo campano è affidato pre-valentemente a organizzazionisindacali e datoriali e serve perdare soldi ai formatori e non aiformandi. L’ultima l’ha denun-ciata un Consigliere regionale deiDs, perché a sinistra si parla diunità, di Partito democratico, maricordo che in Campania il Parti-to democratico, da poco costitui-to, continua ad avere gruppi se-parati nelle istituzioni regionali,comunali e provinciali: da unaparte la Margherita, dall'altra iDs. Quel Consigliere regionaledei Ds ha fatto un’interrogazioneal Presidente Bassolino circa i 700milioni di Euro dati a un osserva-torio per il suicidio. Speravo cheli avesse dati per un suicidio col-lettivo dell’amministrazione re-gionale campana, invece è sol-

tanto per uno studio, insommaquesto Consigliere critica for-malmente il suo leader AntonioBassolino.

Marco Cappato mi perdoni se di-co queste “cosine” ma le dico an-che per invitarvi a una riflessionesui gruppi coi quali vorreste con-giungervi, perché chiamare novi-tà Veltroni, francamente, per meche lo ricordo a 18 anni già in po-litica, Parlamentare di 4 o 5 legi-slature, parlarne in termini di no-vità del sistema politico italiano,mi pare difficile. Come mi destaqualche difficoltà di compren-sione questa novità delle consul-tazioni tra il Partito democraticoed esponenti del Partito Radica-le, anche perché penso che sianoto a tutti che il Partito demo-cratico ha svolto queste famoseprimarie previa una lottizzazio-ne romana. Quindi parlare di no-vità relativamente al Partito de-mocratico quando c’é una lottiz-zazione delle regioni, franca-mente mi sembra alquanto stra-no.

L'Associazione Coscioni mi rive-drà ancora, nonostante le ambi-guità ricordate prima e nono-stante quello che qualcuno puòdefinire, in termini provocatori,un appiattimento sulla posizionedei Radicali. Confido che i Radi-cali, per tutto quello che di positi-vo hanno saputo esprimere nel-la vita del Paese negli anni '70 conalcune battaglie civili che hannotrasformato la società, sappianovalutare bene questo momento,perché non è tanto importanteessere in Parlamento, soprattut-to attraverso compromessi conVeltroni e con il Pd, ma è impor-tante esserci nella realtà del Pae-se. Un’ultima battuta: siete ospitidi una città il cui arcivescovo èandato a votare alle primarie delPartito democratico. V'ho dettotutto!

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22SPORT & LIBERTÀ

DISABILITÀ ,Sulle ruote della libertàINTERVISTA A MORENO PAGGI

C’è una frase che amo ripetere: “Lo sport abbatte le barriere. Non è un modo di dire, lo sport ti insegna a non mollare, a dare tutto, anche nella vita”.SIMONA [email protected]

Moreno, cosa hanno rappre-sentato la disabilità, legata al-l’esperienza sportiva poi, nellatua vita?

Ho 47 anni, sono in carrozzinada quando ne avevo 19, nellosport ho trovato la molla per ri-cominciare dopo un terribile in-cidente automobilistico. “Losport abbatte le barriere non èun modo di dire, lo sport ti inse-gna a non mollare, a dare tutto,anche nella vita”, questa è la fra-se che amo più spesso ripetere.Nel basket quando sei di frontead un avversario ti vuoi misurarecon lui, vuoi vincere, e questonon c’entra praticamente nullacol fatto se sei o meno in carroz-zina. Ti trovi costretto a rielabo-rare la tua disabilità, non pensar-la come un limite ma come unpunto di partenza.Nel ’95 ho fondato la Elecoms.c.s.i., cooperativa sociale spe-cializzata in elettronica e teleco-municazioni che oggi conta piùdi trecento dipendenti, il 30% deiquali con disabilità.La Elecom non ha solo puntatoall’inserimento, “comunque”, dipersone in stato di disagio, ma si

è sempre contemporaneamenteproposta di superare la logica delpuro assistenzialismo, a favoredella promozione umana e del-l’integrazione sociale attraversovere attività lavorative efficaci egratificanti, nell’intento di resti-tuire dignità completa e valorealla persona.

Come nasce il tuo progettosportivo?

In questo contesto significativoè nata appunto, poco più di dueanni or sono, l’iniziativa sportivadi Elecom Sport (ora sponsoriz-zata dalla Lottomatica), squadradi basket in carrozzina compo-sta da dipendenti e soci dellaElecom s.c.s.i. che quest’annosta partecipando al massimocampionato nazionale di basketin carrozzina, con buone proba-bilità di guadagnarsi i play-off.. L’attività sportiva, come noto, èfonte di benessere fisico, e perchi è costretto all’uso della car-rozzina questa pratica si ritienecostituisca un percorso riabilita-tivo anche psicologico.Ebbene, dopo questa primaesperienza sono soddisfatto dei(primi) risultati ottenuti in que-sto ambito, in aggiunta ovvia-mente a quelli di carattere squi-

sitamente sportivo. In particola-re si è constatato che l’entusia-smo e lo spirito di gruppo deigiocatori si è trasferito quasi au-tomaticamente nell’operarequotidiano, creando un climaadatto ad agire serenamente edefficacemente, e contagiandospesso anche tutto il contestodella Elecom s.c.s.i..In un futuro prossimo, vorrei poiulteriormente e significativa-mente sviluppare questa espe-rienza in un vero “progetto per-manente”, progetto che si pro-pone di utilizzare le nostre com-petenze per avviare programmisportivi riabilitativi di ragazzi di-versamente abili, ed in partico-lare anche di quelli che non so-no ancora pronti ad affrontarel’ingresso nelle competizioniagonistiche vere e proprie.

Com’è la situazione all’estero?

La pallacanestro in carrozzinanasce negli Stati Uniti dopo laSeconda Guerra Mondiale, negliospedali militari, con lo scopo diriabilitare e reinserire nella so-cietà gli invalidi di guerra. Visti gliottimi risultati ottenuti, lo sportsi è pian piano diffuso in tutto ilmondo, fino ad ottenere unauniformità di regolamenti (già

dagli anni ’60) e un calendariointernazionale di eventi. Traquesto tipo di manifestazioni, lepiù importanti sono le Paraolim-piadi, il Campionato del mondoed i Campionati europei. Il ba-sket in carrozzina è stato storica-mente più praticato in quelle na-zioni che avevano le strutturenecessarie e una guerra in corso,o nel loro passato recente, comedimostrano per esempio i casi diIsraele ed ex Jugoslavia. Comun-que le compagini attualmentepiù quotate al mondo si trovanonegli Stati Uniti (dove vi sono cir-ca 150 squadre di eccellentequalità), alcuni paesi europei el'Australia.

Pensi che la politica italiana sioccupi abbastanza delle tema-tiche e delle esigenze dei disabi-li: integrazione, aiuti, assisten-ze ecc.? In fondo dovrebbe esse-re un tema che accomuna tutti,trasversalmente, al di là degli

schieramenti.

E' del tutto evidente, se parago-niamo l'Italia ad altri paesi, chela politica italiana non si occupané si è occupata nel passato ab-bastanza delle tematiche e delleesigenze dei disabili. Ma piutto-sto che passare in rassegna mol-ti fatti che dimostrano ciò, misoffermerei su una proposta difacile attuazione, relativa al cam-po dello sport (non solo basket,ovviamente). Basterebbe, per unconcreto aiuto, una legge chepermettesse agli sponsor privatialcune agevolazioni di caratterefiscale relative a somme elargitead Onlus (squadre, organizza-zioni, circoli) impegnate nellosport per disabili. Un po’, per es-sere chiaro, sulla falsariga, peresempio, di quello che accade al-le aziende che investono in pub-blicità e possono "scaricare"quasi integralmente tali tipi diinvestimento.

Moreno PaggiPresidente e anima della Lottomatica Elecom sport, squadra dibasket in carrozzina, ne è il fondatore. Ha 47 anni ed è in carroz-zina da quando ne aveva 19: “Nello sport ho trovato la molla perricominciare dopo un terribile incidente automobilistico”.

Il vero rinnovamento dellapolitica inizia dal diritto di voto a malati e disabili

Dichiarazione di Alessandro Capriccioli e Josè DeFalco,membri di Giunta dell'Associazione Luca Co-scioni.

A meno di due mesi dalle elezioni politiche, migliaiadi malati e disabili si preparano a dover rinunciarenuovamente al proprio diritto di voto. Se non inter-verranno modifiche normative dell'ultima ora, infat-ti, saranno ancora una volta i soli malati dipendentida apparecchiature elettromedicali ad avere la possi-bilità di votare presso il proprio domicilio: tutti gli altri,

e cioè tutti coloro che, pur non dipendendo dai queimacchinari, non si possono allontanare da casa, sa-ranno privati di un loro fondamentale diritto, garanti-to dalla Costituzione. L'Associazione Luca Coscioni,oltre a mettere a disposizione dei malati, dei disabili edelle loro famiglie, sul portale Soccorso Civile(www.lucacoscioni.it/diritto_di_voto_per_malati_e_disabili), le istruzioni per accedere al voto domiciliare,ha elaborato, grazie all'apporto di Bruno Tescari, Con-sigliere Generale dell'associazione e Presidente dellaLega Arcobaleno, una proposta di legge per consenti-re a tutti i malati e a tutte le persone con disabilità divotare da casa, come accade nella maggioranza deglialtri paesi europei. Invitiamo quindi tutte le personemalate e disabili a visitare il portale Soccorso Civile,per documentarsi su come esercitare il proprio diritto

di voto, e per segnalarci i casi in cui esso venga vanifi-cato dalla legge e dalla burocrazia. In una campagnaelettorale caratterizzata dai continui proclami di rin-novamento, che spesso si riducono a mere operazio-ni di facciata, la vera novità sarebbe quella di assicu-rare a tutti la possibilità di votare, senza discriminare icittadini in ragione delle loro patologie e della loro di-sabilità. A tale proposito, l'Associazione Coscioni siimpegna sin d'ora a mettere all'ordine del giorno del-la prossima legislatura la riforma del diritto di voto peri disabili, per far sì che quel voto che è stato possibileesercitare durante le primarie del PD venga finalmen-te riconosciuto alla generalità dei cittadini impossibi-litati a recarsi alle urne.

Page 23: Agenda Coscioni anno III n.03: marzo 2008

Così Luca ci ha“strumentalizzato” tutti

A DUE ANNI DALLA SCOMPARSA

Maria Antonietta ripercorre i primi passi di Luca Coscioni in politica. Dall’elezione online con i radicali a quando Veltroni lo definì “coraggioso testimone”. ALESSANDRO CALVIIl Riformista, 20 febbraio 2008

Alla fine chissà se il vento o le cor-renti abbiano davvero riportatoLuca Coscioni ai luoghi che ama-va. E' passato poco più di un an-no mezzo da quando le sue cene-ri sono state disperse n mare, alargo di Porto Santo Stefano, al-l'Argentario, in Toscana. Due an-ni esatti sono invece passati dallasua morte. Era il 20 febbraio 2006.A Orvieto era freddo, pioveva e lapioggia non avrebbe più smessodi cadere sino al giorno dei suoifunerali. Anche allora l'Italia sipreparava a votare Luca sarebbeprobabilmente entrato in Parla-mento lì avrebbe fatto risuonarela sua voce metallica alla qualeormai soltanto una macchina, ilsintetizzatore vocale, dava la for-za di farsi ascoltare. Luca Coscio-ni era malato di sla, era ancoragiovane e aveva in testa un'ideada affermare: la libertà.Da quel giorno del 2006 l'Italia èmolto cambiata. Non sisteva al-lora - ma se ne parlava - il Partitodemocratico, proprio quel parti-to con cui i compagni di Lucastanno trattando in queste ore ilfuturo di un pezzo di storia diquesto paese, duello dei radicalidei quali proprio Luca divennepresidente. «Da allora, nessunpasso avanti è stato fatto», osser-va amaramente oggi la moglieMaria Antonietta Farina, presi-dente dei Radicali italiani e co-presidente dell'associazione cheporta il nome del marito. E anchela legge 40 va nella direzione op-posta a quella in cui lui credeva:non a caso si battè per l`aborga-zione totale di quella legge. E par-

la di «inerzia» e di «paura». Paurasoprattutto del centrosinistra co-me del centrodestra di portarecerte idee in campagna elettora-le, paura di sconvolgere questacampagna elettorale». «Questi -dice, amaramente - per qualcu-no sono temi vivi. Per molti altrisono temi che devono rimanereconfinati nelle coscienze indivi-duali». Proprio questo, spiega laCoscioni, è il cuore del problema,la ragione che spinge lei e i suoicompagni di strada, i radicali, adandare avanti con il partito e conl'associazione che proprio do-menica scorsa ha celebrato il suoVI congresso. «Il problema, se lenostre idee non troveranno acco-glienza nel Pd,non è tanto nostro, quanto dellostesso Pd», dice. «Sappiamo chetra loro c`è chi si è occupato distaminali, di testamento biologi-co. E conosciamo la loro solitudi-ne e le loro difficoltà. Sappiamodei veti e degli ostacoli». «Ma noi -dice ancora - vorremmo parlareanche di economia, di giustizia.Non poterlo più fare, accettare diperdere visibilità per i nostri argo-menti significa non soltanto ac-cettare il nostro suicidio ma an-che il suicidio di quelle idee».Questa era anche l`idea di Luca.Si erano conosciuti a Viterbo, Lu-ca e Maria Antonietta, dove luiera professore a contratto. Era il1994. Soltanto l`anno dopo Lucamanifestò i primi segni della ma-lattia. «Abbiamo avuto soltantoun anno di normalità», ricordaora la moglie con tenerezza. «Lasua ultima maratona - dice anco-ra ricordando una delle passionidel marito, oltre alla politica - èdell`ottobre del 1994. Si stava

preparando anche per la marato-na di New York. Ma non l'ha maipotuta correre».Si sposarono nel dicembre del1999 a Orvieto. In chiesa. Luca eragià immobilizzato sulla sedia arotelle e aveva già problemi dimovimento e di parola. Nel 1997perse la completa autonomia nelmangiare e le parole si fecero in-comprensibili. Iniziò ad usare ilsintetizzatore. Da allora la sua vo-ce divenne metallica. In privatoperò Luca e Maria Antonietta uti-lizzavano un cartoncino sul qua-le erano disposte le lettere dell'al-fabeto che Luca indicava una aduna. «Mediamente, impiego 30secondi per scrivere una parola»,scrisse Luca nel suo Maratoneta,pubblicato da Stampa Alternati-va, la cui prefazione è di José Sa-ramago, presidente onorariodell`associazione Luca Coscioni.«Questo - si legge nel suo libro - difatto, significa che, per me, le pa-role sono una risorsa scarsa. [...] Epossibile, anche in questa condi-zione di restrizione della mia li-bertà espressiva, un vantaggio,quello di dover puntare al cuoredi un problema, o di un tema,con ilminor numero possibile di battu-te, che mi costringe, letteralmen-te, ad essere chiaro con me stes-so, prima ancora di esserlo con glialtri».E chiarezza significa anche che,con la malattia, nella sua vita, tor-na la politica. Nel 1995 era statoeletto a Orvieto consigliere co-munale con una lista civica cheappoggiava un sindaco di ForzaItalia. Presto dovette dimettersi aseguito della diagnosi della ma-lattia. Allora, la sua priorità diven-

ne capire di più di quella malat-tia, la sclerosi laterale amiotrofi-ca, che, scrisse in una lettera alPresidente della Repubblica nel2001, «porta, inesorabilmente, al-la paralisi totale della muscolatu-ra volontaria, imprigionando lospirito in un gigante di pietra». Siinteressò agli studi del professorDulbecco e si convinse che, attra-verso lo studio delle cellule sta-minali embrionaili, si sarebbepotuti arrivare ad una cura. «De-vo riprendere a fare politica», sidisse. Era il 2000, c`erano le elezioni peril comitato nazionale dei Radica-li. Si potevano presentare le listeonline. Decise di presentare lasua; antiproibizionista. «Si pre-sentò a Chianciano. Quando ini-ziò a parlare con la sua voce me-tallica fu il silenzio. Non se loaspettava nessuno». Alla finePannella lo raggiunse, si inginoc-chiò accanto a lui e guardandolonegli occhi - e non dall'alto inbasso come capita sempre a chi èbloccato su una sedia a rotelle -gli disse che avrebbe potuto faredei radicali uno strumento peraffermare le proprie idee. «Tutti,anche molti politici, invece disse-ro il contrario - dice oggi MariaAntonietta - Sostennero che Lu-ca fu strumentalizzato. E un pae-se strano questo, un paese in cuisi è convinti che un malato puòsoltanto chiedere e mai dare

qualcosa». Nel 2001 fu candidatocapolista con la Lista Bonino («lastessa della quale i queste ore ditrattative col Pd si parla tanto»,dice la moglie) ma non riuscì asuperare lo sbarramento.Fu ricandidato nel 2006 ma aquelle elezioni non ci arrivò. Nonvolle essere attaccato al respira-tore artificiale. «La sua fu unascelta libera. Quando mi accorsiche stava male gli dissi che avreichiamato l'ambulanza. Disse dino. La chiamai lo stesso e il medi-co provò a rianimarlo in modonaturale». Non servì. Luca aveva39 anni. La notizia della morte ladiede Marco Pannella a RadioRadicale. Due giorni dopo si cele-brò il funerale. Tra i tanti messag-gi inviati a Maria Antonietta, an-che, quello di Walter Veltroni. «Estato un coraggioso testimonedel nostro tempo», scrisse alloral'attuale segretario del Partito de-mocratico. E viene da pensare aquella parola: coraggio. E gli oc-chi della moglie di Luca sembra-no proprio invocarla quella paro-la, ancora oggi che proprio traVeltroni e i radicali si discute seportare o meno queste battaglienell`ambito del nuovo partito delcentrosinistra. «Coraggio», ap-punto, di dare nuova voce alleidee di chi quella voce l`avevapersa già in vita, sostituita da unavoce metallica che in Parlamen-to non riuscì mai ad arrivare.

LUCA COSCIONI 23

IL MARATONETA,

lucacoscioni.it/Il_Maratoneta

Scarica “Il Maratoneta”,il libro di Luca Coscioni edito da Stampa Alternativa. Prefazione di Umberto Veronesi.Introduzione di Josè Saramago.

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La mappatura della fedeorganizzatain Italia

SANDRO MAGISTER

INTRODUZIONE. LA CHIESA IN POLITICA: IN MISSIONE PER CONTO DI DIO

La mappatura della fede organizzata checercherò di descrivere nei termini in cuioggi si presenta, e che sono fortemente di-versi da quelli di due decenni fa, a mio pa-rere ha un periodo cronologico di origineche può essere fatto risalire agli anni ‘90.Sono gli anni che vedono il declino ed iltramonto della Democrazia Cristiana, ve-dono salire alla testa della CEI il cardinaleCamillo Ruini, che tra le grandi doti haquelle di essere il più grande talento poli-tico prodotto dalla chiesa italiana negli ul-timi 30 anni. E ancora abbiamo il nascere,proprio in questo periodo, di una serie diaggregazioni cattoliche all’epoca non per-cepite come tali, perché la loro vera fiori-tura avviene all’inizio del 2000 e fino aigiorni nostri. Una semina che poi ha unafioritura, un’esplosione addirittura coinci-sa ad esempio con i referendum del 12 giu-gno 2005 sulla fecondazione assistita. La figura di Ratzinger, si è detto, va analiz-zata per le novità che può aver portato nelpaesaggio della chiesa in Italia. E alloraparto proprio da qui. Il 6 dicembre, il Car-dinale Ruini, vicario del papa per la dioce-si di Roma, ha riunito a porte chiuse tutti ipreti della diocesi di Roma per un incon-tro, seguito da dibattito, dedicato ad unaanalisi del libro di Ratzinger, “Gesù di Na-zareth”. Il Cardinal Ruini ne ha dato unasua “guida di lettura” e nella fase finale del-la sua relazione ha avuto un passaggio dinotevole interesse che riguardava il terre-no politico. Il problema di partenza era il capitolo dellibro dedicato al discorso della montagna:quest’ultimo - Matteo 5,7 - effettivamentead una prima lettura sembrerebbe qualco-sa di antipolitico di per sé o di politicamen-te non realizzabile, che va al di la di qual-siasi metro terreno. In realtà è la chiave, lodice Ratzinger e lo dice Ruini nella suaesposizione, per capire il nesso molto par-ticolare che esiste tra l’input dato dal mes-saggio del Vangelo e quell’azione praticache ogni cristiano che viene al mondo èchiamato a svolgere nella città degli uomi-ni. Quindi a partire da questa apparenteimpossibilità di tradurre il discorso della

montagna in una dottrina politica, che co-sa si deve cogliere da questo discorso cosìcaratterizzante il vangelo di Gesù? Cito leparole di Ruini: “la mancanza di concretiordinamenti sociali nell’annuncio di Gesùracchiude un processo caratterizzante. Gliordinamenti politici e sociali concreti ven-gono liberati dall’immediata sacralità, dauna legislazione basata direttamente suldiritto divino ed affidati alla libertà dell’uo-mo”. E prosegue: “in realtà già nella Torah,cioè dell’antico Testamento, si può scorge-re un dialogo continuo tra norme condi-zionate dalla storia e metanorme, normesuperiori, che esprimono quanto richiestoperennemente dall’alleanza con Dio. Ge-sù si muove su questa stessa linea, non for-mula un ordine sociale ma sicuramentepremette agli ordinamenti sociali i criterifondamentali che come tali però non pos-sono trovare mai piena realizzazione in al-cun ordine terrestre. Anche oggi quindi lacristianità deve continuamente rielabora-le, riformulare e correggere gli ordinamen-ti sociali, ispirata da quelle grandi parole -apparentemente irrealizzabili - del discor-so della montagna”.Una politica quindi non sacralizzata e maiesaurita. Sempre da rielaborare, da riattua-lizzare, da correggere. Ed è esattamentequesto il compito di cui la chiesa si senteinvestita nel mondo. Perché la chiesa vivenella città terrena. Come potete intuire, la gerarchia dellachiesa che oggi governa la chiesa nel mon-do ed in Italia, non si ferma affatto a questienunciati richiamati. Non teme di entraremolto decisamente e concretamente sulterreno dell’agire politico. Giustamente sidiceva prima che la chiesa, superate faseprecedenti, è molto autonoma ed indipen-dente dalle formazioni poltico-sociali chesi contendono la vicenda storica. È unachiesa che a sua volta interviene autono-mamente, con una valenza critica, neiconfronti della realtà, abbastanza pronun-ciata in alcune occasioni. Con quali stru-menti, con quali modalità oggi la chiesa fapolitica? E’ esattamente quello che adessocercherò di delineare, con un’avvertenzainiziale: il mio compito è prima di tuttonon quello di dire cosa io, da osservatorevedo, ma ricostruire cosa la gerarchia del-la chiesa vede il paesaggio che ha contri-buito a creare, quello del cattolicesimo ita-liano all’opera sul terreno politico. Per fare

ciò, prendo una traccia riservata che è unpromemoria che nell’ultimo Consigliopermanente della CEI è stato presentato ediscusso esattamente sul tema: la geogra-fia della fede organizzata. La mappaturadelle nuove organizzazioni cattoliche.

I. IL NUOVO ASSOCIAZIONISMO:CLERICALISMO “RADICALE”

Addirittura nel documento che la CEI hapubblicato dopo il grande convegno eccle-siale di Verona tenutosi nell’ottobre 2006 –il IV convegno ecclesiale del dopo Conci-lio – sintetizzandone le conclusioni, c’è unpragrafo dedicato esattamente a questo,che fa i nomi e cognomi di queste nuoveorganizzazioni di recente entrate sulla sce-

na. E su tre di queste, in particolare, quelmemorandum dà conto. E sono: Forumdelle Associazioni Familiari, l’Associazio-ne Scienza e Vita, e Reti in Opera. Una pre-messa: nell’entrare a descrivere queste trenuove forme aggregative, l’autore del pro-memoria fa già delle notazioni che carat-terizzano la novità di questi nuovi fenome-

ni. In particolare ciò che le caratterizza ri-spetto alle associazioni precedenti è adesempio il fatto che mentre l’Azione Cat-tolica, che era la prima delle organizzazio-ni classiche del mondo cattolico organiz-zato, era tipicamente generalista, parlavadi tutto e dava dei principi interpretativi ditutto, queste nuove forme associative so-no molto mirate. Vanno su temi specifici,che non sono teorici ma sono molto ope-rativi. Si può dire che c’è una certa affinitàalle modalità con cui, in anticipo rispettoa queste forme aggregative cattoliche, si èmosso nel dopoguerra in Italia il PartitoRadicale, facendo campagne molto mira-te di volta in volta. La campagna sul divor-zio è stata una di queste. Il concentrare tut-te le proprie forze organizzative su unobiettivo specifico, che può essere una leg-ge, un referendum…queste organizzazio-ni si muovono su terreni molto delimitati.Una di queste organizzazioni, non citata inquesto memorandum ma che può esseread esse associata, è il Movimento Per la Vi-ta, anteriore a queste organizzazioni, natonegli anni ’80, tipicamente nato per farfronte ai vuoti applicativi della legge 194sull’aborto. Fare di tutto per aiutare le don-ne tentate dall’abortire. Così pure si posso-no citare altre organizzazioni che sono “lapreistoria” di queste odierne: anche laCompagnia delle Opere, l’Associazione deigenitori delle scuole cattoliche. Di nuovo,associazioni molto specifiche, molto mira-te, su degli obiettivi precisi. E poi un secondo elemento che si dice ac-comuna queste associazioni: queste nuo-ve formazioni si caratterizzano per l’ab-bandono dell’estenuante esercizio di unamediazione ad oltranza. Si caratterizzanoinvece per essere in grado di esprimere ungiudizio sulla storia, capace – quando ne-cessario – di porsi come segno di contrad-dizione nel dibattito pubblico del paese. Sitratta altresì di testimoniare che in Italia c’èuna forza popolare che sa ripensare il pro-prio destino fuori dagli schemi ideologicie fuori dalle costrizioni politiche. Anchequi siamo di fronte ad un nuovo elementocaratterizzante queste nuove aggregazio-ni. Quando si dice che l’esercizio della me-diazione non è più l’elemento centrale perattuare gli obiettivi, questo era diverso unavolta. “Mediazione” era la parola tipica del-l’Azione Cattolica, quasi sacra. La media-zione si esercitava poi con i corpi politici

24LA FEDEPOLITICA

OSSERVATORIOVATICANO ,

Oggi la gerarchia che governa la chiesa cattolica nel mondo, nonteme di entraremolto decisamente e concretamente sul terreno dell’agire politico

Page 25: Agenda Coscioni anno III n.03: marzo 2008

Riportiamo la trascrizione, non rivistadall'autore, di un intervento di Sandro

Magister, vaticanista de l’Espresso,pronunciato il 20 dicembre 2007 in

occasione dell'incontro "Geografia dellafede organizzata: associazioni, media e

leader del mondo cattolico in Italia",dall'Università degli Studi di Urbino"Carlo Bo" e da LaPolis, Laboratorio

di Studi Politici e Sociali.

addetti a questo. Ma c’era un partito, c’eraun mondo molto organizzato che provve-deva a questo tipo di mediazione. Ogginon si viaggia più sulla mediazione, si viag-gia sulle parole d’ordine molto forti, attua-bili e volutamente dirompenti. Un altro elemento caratterizzante tuttequeste organizzazioni, in modo perlome-no programmatico anche se non sempreattuato in forma massiccia, è la loro tra-sversalità. Sono cioè associazioni che na-scono in ambito cattolico ma che tendonoa non qualificarsi come esclusivamentecattoliche. Anzi, tendono ad avere nei pro-pri elementi direttivi, persone esterne alcattolicesimo stesso, esterne alla fede.L’ebreo, il non credente e così via. Anchequesto volutamente perché tendono aproporre come terreno comune d’intesaqualcosa di non esclusivamente cattolico,ma che ha a che fare con quelle metanor-me come la legge naturale, i 10 comanda-menti, come i diritti universali. Vediamo come vengono descritte in mo-do sommario queste tre organizzazioni. IlForum delle Associazioni Familiari nascenel 1992, ma nessuno se ne accorge in quelmomento. Ci si accorge molto di più di es-so quando nel parlamento italiano, tra leforze politiche, si lavora per produrre quel-la che poi diventerà al legge 40. Una leggeche viene portata in parlamento non dauno specifico dei due schieramenti, mavotata abbondantemente da parti consi-stenti del centro-sinistra. E viceversa nellospostamento di centro-destra vi sono del-le componenti, pur circoscritte, che nonvotano questa legge. È una legge sicura-mente trasversale, ed è quella legge chepoi, una volta approvata, provoca quellareazione che sfocia nel referendum 2005,nel tentativo di abrogarla. Il Forum ha agi-to in modo molto efficace per produrre lalegge 40. Una legge – come risulta dal me-morandum della CEI - che non era in sin-tonia totale con la dottrina cattolica, mache fin dall’inizio viene definita come “ma-le minore”. Qualsiasi tipo di fecondazioneartificiale, non solo l’eterologa, non è ac-cettata dalla morale cattolica propriamen-te intesa. Una legge quindi non soltantoaccettabile da un punto di vista dottrinalecattolico, ma prodotto di un compromes-so con altre forze portatrici però di idee ab-bastanza consonanti con i capisaldi rite-nuti non negoziabili dalla componente

cattolica e dalla gerarchia stessa. Poi vogliofar notare che in questo promemoria c’èuna parola che da qui in avanti non è piùtabù: la parola “lobby”. Leggo: “In sostan-za il Forum delle Associazioni familiari simuove nello spazio pubblico come unalobby virtuosa, con modalità sempre tra-sparenti ed esercitando un ruolo di raccor-do fra quanti, credenti e non credenti, laicie cattolici, credono nel valore e nel ruolodella famiglia”. Che il Forum delle Associa-zioni Familiari sia una lobby, pur nel sen-so virtuoso qui detto, è indiscusso ormai.E devo dire che incontrando i dirigenti delForum, già due o tre anni fa, essi stessi siauto-definivano con questa parola. Ancheperché il loro riferimento è più un certo as-sociazionismo americano che non quellotradizionale italiano. E negli usa la parola“lobby” non è assolutamente parola ver-gognosa. A proposito di questo, il Forumsvolge questo compito in maniera effetti-vamente trasparente: se uno guarda il ca-lendario delle attività parlamentari, si ac-corgerà che molto frequentemente è inagenda un incontro tra dei parlamentari,tra delle commissioni parlamentari ed ilForum invitato come tale, come speciali-sta del ramo “famiglia”, che comprendetante cose. Tutto il settore matrimoniale, ildiritto di famiglia ma anche la questionedel fisco. Il Forum è promotore da anni diriforme fiscali molto forti come quelle delquoziente familiare, già presente in Fran-cia. Un gruppo di pressione che si muoveguardando a tutti i parlamentari, a tutti ipartiti; alla vigilia di ogni elezione, sia am-ministrativa, sia europea, sia politica, il fo-rum ha sempre emesso dei manifesti condei punti programmatici chiedendo aicandidati di firmarli. Dicendo: “Se sieteeletti, vedremo se poi applicherete questecose che firmate”. Un modo di fare associa-zione nato in campo cattolico, nuovo ri-spetto al passato.L’Associazione Scienza & Vita è di nascitamolto più recente. E’ nata il 7 dicembre2005 per raccogliere l’eredità dell’omoni-mo comitato che dal febbraio al giugno diquell’anno si era impegnato nella campa-gna per l’astensione nel referendum sullalegge 40/2004. Questo nuovo fenomenoaggregativo è nato sull’onda di un prece-dente fenomeno aggregativo formatosiper una campagna ad hoc. Il modello del-l’associazionismo finalizzato è evidente.

Non nasce prima l’organizzazione e poi sivede cosa fare; c’è un problema e nascel’organizzazione per affrontarlo. Il proble-ma era appunto il referendum, e la que-stione da risolvere era come arrivarci. L’as-sociazione Scienza e Vita era nata per svol-gere questo compito, svolto poi in strettis-sima vicinanza e sintonia con i vertici del-la CEI, che fin dall’inizio dettarono l’obiet-tivo astensione. Scienza & Vita si occupadel campo della biopolitica, della vita apartire dal momento del concepimento.Una frase classica, sempre presente neidocumenti della gerarchia e del Papa, peresprimere la protezione della vita per co-me la chiesa la intende: dal concepimen-to alla morte naturale. Cosa potrei aggiun-gere ancora? Un altro elemento caratteriz-

zante: che i loro gruppi dirigenti sono a lo-ro volta molto nuovi. Non si tratta di tra-smigrazioni da associazioni collaudatedell’antico mondo cattolico, che esauritoil loro compito producono nuove leve. No,i dirigenti quasi tutti non hanno un passa-to associato. Basta scorrere gli organigram-mi: il presidente attuale del Forum è Gio-

vanni Giacobbe, un giurista; il predecesso-re era Luisa Santolini, una insegnante discuola media superiore, oggi deputataUDC, la stessa che dirigeva il Forum inquella fase in cui si produsse in parlamen-to la Legge 40. Altri associati sono a lorovolta sconosciuti, se non per un numeroestremamente ristretto di persone. Giu-seppe Barbaro e Paola Soave sono i vice-presidenti attuali del Forum. Se invece an-diamo al comitato Scienza e Vita, troviamodei nomi un pochino più noti ma, ancorauna volta, assolutamente nuovi rispetto alcurriculum del tradizionale associato delmondo cattolico. Gli attuali presidenti, unuomo ed una donna, sono il genetista Bru-no Dalla Piccola e la bioeticista Maria Lui-sa Di Pietro, insegnante universitaria. E traquelli del comitato direttivo vi sono CarloBellieli (neonatologo), Gianluigi Gigli (giàpresidente dell’associazione mondiale deimedici cattolici), Claudia Navarini (bioeti-cista), Daniela Motarfonso, Marco Livetti(costituzionalista), Laura Palazzoni (mem-bro CNB), Gino Passatello, Edoardo Pa-triarca (l’unico forse a venire dall’Agesci),Adriano Pessina (successore di Elio Sgreg-gia nel dipartimento di Bioetica dell’Uni-versità Cattolica del Sacro Cuore), LucioRomano (ginecologo), Lucetta Scaraffia(insegna storia all’università di Roma), Pa-trizia Vergani (ginecologa), Luca Diotalle-vi (sociologo, un altro che forse ha qualcheprecedente in organizzazioni cattoliche).Un gruppo dirigente quindi nuovo, forgia-tosi nella campagna referendaria del 2005. La meno operativa di quelle finora dette èReti in Opera, che nonostante aggreghiuna serie di organizzazioni anche dell’an-tico mondo cattolica, tra le quali le ACLI, inrealtà è più una rete delle reti, che finora haprodotto soltanto dei manifesti di intentipiù che non essersi prodotta su campagnemirate ed operative. Vi sono dentro com-ponenti che vanno dalle Acli all’azione cat-tolica, all’Agesci, alla Coldiretti, alla Cisl, al-la Comunità di Sant’Egidio, per un certoperiodo presieduta da Paola Bignardi, re-centemente presidente della Azione Cat-tolica italiana. In un certo senso quella trale nuove associazioni che maggiormenteeredita i tratti delle precedenti. Non a casoè quella che meno nuova e che meno ope-ra in modo abbastanza innovativo. A queste associazioni se ne potrebbero ag-giungere delle altre, che è inutile spiegare

OSSERVATORIO VATICANO 25

LA FEDEPOLITICA,

Queste nuove formeassociative puntano su temi specifici, non teorici ma moltooperativi. C’è una certa affinitàalle modalità con lequali si è mosso neldopoguerra in Italia il Partito Radicale

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26LA FEDEPOLITICA

OSSERVATORIOVATICANO !

per filo e per segno. Ma qui vorrei passareinvece ad un’altra cosa, che non è propria-mente un’associazione ma la cui esisten-za è di assoluta importanza tenere conto.Riguarda la Conferenza Episcopale Italia-na. Perché la CEI è capace di essere cosìpresente in maniera da tallonare minutoper minuto i lavori parlamentari? Perchéha creato, anche qui di nuovo negli anni’90, un organismo ad hoc che lavora all’in-terno della CEI e che si chiama Osservato-rio Giuridico Legislativo. Compongonoquesto organismo 6 o 7 persone, quasi tut-ti dei giuristi. Il Presidente si chiama Ma-riano Venerando ed è un giurista e gli altricomponenti sono ciascuno specializzatiper un particolare settore: comunicazioni,immigrazione, bioetica, enti no profit, di-ritto della famiglia e diritti fondamentalidella persona. Sono i temi più cari all’at-tenzione della chiesa italiana, quelli neiquali si mettono in gioco quei principi nonnegoziabili che sono elemento caratteriz-zante della predicazione delle gerarchiecattoliche in questi anni. E cosa fa questoosservatorio? Basterebbe vedere il bollet-tino che produce ogni mese, apparente-mente molto modesto; sembra quasi unciclostilato vecchio stile. Contiene l’inven-tario preciso di tutti i ddl, di tutte le leggiche vanno in parlamento, di tulle le discus-sioni nelle commissioni legislative, di tuttele decisioni della Corte dei Conti, del Con-siglio di Stato, dei TAR. Un esempio moltosemplice: tutto quel gran pasticcio capita-to con la clausola introdotta nel decreto si-

curezza, un po’ forzatamente e con

degli errori, è stata monitorata quasi intempo reale da questo osservatorio legisla-tivo, che ha saputo molto prima di tutti iparlamentari e di tutti i senatori che eranolì, il pasticcio in cui stavano infilando. Tan-to che i deputati cattolici più in contattocon la CEI sono stati i primi ad accorgersidi queste cose. Torno indietro un istante:l’osservatorio, che è creatura di Ruini, nonè sua invenzione però. La CEI non lo aveva, ma la conferenza episcopale tedesca loaveva da 20 anni, composto da una trenti-na di giuristi. Ha trasposto in Italia questostrumento, rivelatosi molto efficace. Tantoche il Forum delle associazioni familiari hasempre operato in stretta connessione conquesto osservatorio. Questo Osservatoriodice di se stesso: “per l’informazione, la do-cumentazione, l’orientamento sulla legi-slazione nazionale e regionale, nonchésulla giurisprudenza delle alte corti, (cortecostituzionale, corte di cassazione, consi-glio di stato e corte dei conti), questo cen-tro si avvale – in collegamento permanen-te con il Parlamento – degli uffici parla-mentari ad hoc”. Cioè c’è un filo diretto,continuo. Uno strumento a disposizionedella CEI e delle nuove forme aggregative.

II. I MEDIA, L’ALTRA PARTE DEL GIOCO

Bastano questi elementi per capire comeeffettivamente siamo di fronte ad unamappatura degli strumenti che il mondocattolico ha in Italia abbastanza nuova ri-spetto a quella in vi-

gore nei decenni del dopoguerra. A questavanno aggiunti anche i media: Avvenire èparte di questo gioco. Faccio un esempioche dà idea di come funziona questo gio-co. Avvenire, il 21 novembre, con un edito-riale in prima pagina di Eugenia Roccella –che non è cattolica e che viene dal PartitoRadicale – ha lanciato una proposta di mo-

ratoria sugli embrioni, con una rac-

colta di firme. Lo spunto è stato un avveni-mento di cronaca immediatamente presoal volo: la notizia che con nuove scopertescientifiche è possibile fare a meno di di-struggere gli embrioni direttamente ed in-vece creare staminali embrionali a partireda staminali adulte. Questo tipo di propo-sta di moratoria a livello europeo perché siarrivasse ad un ordine del giorno un po’come era stato per la pena capitale al-l’ONU. Questo lancio è stato fatto da avve-nire ma attuato da scienza e vita. Quest’ul-tima, che ha i propri comitati anche a livel-lo regionale e provinciale, ha attivato i pro-pri militati sul territorio per raccogliere lefirme e far circolare questa proposta. Hafatto scrivere degli odg parlamentari a pri-ma firma Binetti, Bobba…i più natural-mente prossimi a questo mondo associa-to. E’ chiarissimo che c’è una simbiosi dimovimento tra gli strumenti informativi, ilnuovo associazionismo, la CEI, a sua voltacon questo nucleo osservatorio di specia-listi che fornisce a tutti quelli che ne han-no bisogno gli strumenti adatti. Poi c’è anche l’Osservatore Romano. Que-st’ultimo – intendiamoci - non ha unagrande diffusione, ma da quando ha cam-biato direttore, a sua volta è entrato in que-sto grande gioco. Da poco più di un meseinfatti non ha più la cronaca d’Italia, nonha più la cronaca di Roma; sezioni che so-no annegate nella cronaca internazionale,all’interno di un giornale che si presentacome molto internazionale, come d’al-

tronde è la Chiesa. Ma c’è un gio-

Perché la CEI è capace di essere così presente inmaniera da tallonare minuto per minuto i lavoriparlamentari? Perché ha creato, negli anni ’90, unorganismo ad hoc che lavora all’interno della CEI e che si chiama Osservatorio Giuridico Legislativo. Un filo diretto continuo con il Parlamento.

L’altra faccia di queste nuoveforme aggregativesono i media:l’Avvenire,l’OsservatoreRomano, Il Foglio di Giuliano Ferrara.

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OSSERVATORIOVATICANO 27

LA FEDEPOLITICA:

co di squadra anche qui: quando sugli or-gani di stampa italiani le cronache eranooccupate dalla clausola anti-omofobia neldecreto sicurezza, l’Osservatore Romano,con olimpico silenzio, ha lasciato che igiornali italiani parlassero di queste cose.Ma, prima e dopo, ha pubblicato articoliche hanno dato una lettura più comples-siva di queste cose ed anche più approfon-dita nei sensi profondi di questi avveni-menti. E chi ha scritto questi articoli?Adriano Pessina, il successore di Sgreccia,uno dei componenti del direttivo di Scien-za e Vita ed una delle nuove firme dell’os-servatore romano. E se voi guardate a que-ste nuove firme dell’osservatore romano,vedete esattamente quei nomi che vi ho ci-tato prima. Lucetta Scaraffia c’è, EugeniaRoccella c’è, c’è Anna Foa (ebrea), c’è Gior-gio Israel. Un circuito che si muove, chenon è soltanto operativo ma anche intel-lettuale. Non si può esitare a dire che un altro gior-nale che fa parte di questo gioco è Il Fogliodi Giuliano Ferrara. Il giorno dopo l’appro-vazione della moratoria sulla pena di mor-te dell’ONU, ha pubblicato quel grandeappello ad una simbolica moratoria sul-l’aborto, sulle milioni di vite nascenti sop-presse con l’aborto in tutto il mondo. Unappello lanciato da un organo non cattoli-co, ma da un foglio trasversale e da un di-rettore ateo ma devoto. Solo il giorno do-po Avvenire è intervenuto, intervistandoFerrara e facendo notare che se questo ap-pello lo avesse lanciato un cattolico nonavrebbe avuto lo stesso impatto che que-sto appello ha avuto ed ha.

III. 8 PER MILLE E ASTENSIONE AL REFERENDUM DEL 2005

Un’anticipazione di un’analisi che usciràsul prossimo numero di Polis, la rivista del-l’Istituto Cattaneo di Bologna, scritta daLuca Diotallevi, del Comitato direttivo diScienza&Vita. Sociologo, ha fatto un’ana-lisi del referendum del 2005 sulla feconda-zione assistita, per individuare se è possi-bile riconoscere un incrocio tra il voto cheè stato dato, per chi l’ha dato, sì o astensio-ne, e la presenza cattolica in Italia. Unapremessa: in un’analisi di prossima pub-blicazione, del sociologo Paolo Segatti(università di Milano), si afferma che “lapreminenza data alla religione come fatto-re dell’identità nazionale è maggioritarianella penisola anche se politicamenteinerte, qualora non venga intenzional-mente attivata da quella o questa forza po-litica”. Si sostiene in altre parole che c’è unaidentificazione molto ampia dei cittadiniitaliani con il cattolicesimo – identificazio-ne che è diversa dall’appartenenza o dallapratica religiosa – che è però politicamen-te inerte. L’analisi di Diotallevi del referen-dum del 2005 è esattamente un’analisi cheproduce questo risultato; fa vedere comeuna identificazione cattolica diffusa in Ita-lia, che sarebbe rimasta inerte, la chiesaitaliana è riuscita ad attivarla, a risvegliarlae a farle produrre il risultato che si è otte-nuto. A grandissime linee, gli elementi cheDiotallevi mette in gioco sono questi tre: ilprimo, le firme per l’8 per mille alla chiesacattolica, il grado di civismo e poi la mo-dernizzazione sociale. Quello che si scopreè che di questi tre elementi, fatti interagirecon i risultati del referendum, quello cheha di gran lunga una relazione più fortecon i risultati è il primo, quello delle firme

dell’8 per mille alla chiesa cattolica. Un nu-mero di firme effettivamente molto alto; èvero che non tutti quelli che fanno la di-chiarazione dei redditi firmano, però tra iben 16 milioni di firmatari – che non sonopochi - in questi 20 anni tra l’80 ed il 90%dei firmatari sono stati per la chiesa catto-lica. E non sono andati affatto declinando,ma addirittura crescendo. Il risultato piùalto che si ha è quello dell’anno scorso, conl’89,81% dei sottoscrittori a favore dellachiesa cattolica. Diotallevi ha fatto unamappatura di questa identificazione, pro-vincia per provincia, espressa dal votodell’8 per mille alla chiesa cattolica e delvoto “sì” al referendum. Una media di “sì”attorno al 24%. In nessuna provincia italia-na il sì ha raggiunto la maggioranza assolu-ta, però a Bologna il 43%, a Livorno il42,8%, a Firenze il 42,1%. Bene, in questestesse province nella quali il “sì” è avutouna percentuale di “sì” maggiore, , in que-ste stesse province abbiamo i dati più bas-si della firma a favore dell’8 per mille allachiesa cattolica. Le province che hannoavuto il “sì” all’abrogazione più basso in as-soluto e che contemporaneamente hannola firma all’8 per mille più alto, sono inbuona parte le regioni meridionali ed in-sulari. Ma si sbaglierebbe se si guardasse aquesto tipo di risultato come una sortad’Italia dove c’è l’arretratezza da una partee dove c’è la modernità. Perché quando siincrociano gli altri fattori del civismo e del-la modernizzazione, il conto non tornapiù. Vi sono zone dell’Italia molto moder-ne, molto civiche, in cui contemporanea-mente si ha un voto molto alto per la chie-sa cattolica ed un voto molto basso per ilreferendum del 2005. Andiamo avanti, al-le interessanti considerazioni finali di Dio-tallevi. Passata la buriana del referendum,diversi commentatori – lui dice, ed io lo ri-cordo – hanno detto che non poteva anda-re diversamente vista la presenza dellachiesa cattolica italiana. Diotallevi dice chequesto non è affatto vero che le cose dove-vano andare automaticamente così, perquattro motivi che lui elenca. Anzitutto la chiesa cattolica, la CEI, non hafatto quel che ha sempre fatto in occasionidel genere; cioè si è mossa volutamente inmodo diverso. Se noi pensiamo a quantoaccaduto nel referendum del 1974 per il di-vorzio o quello del 1981 per l’aborto, duegrandi referendum che hanno visto allaprova la questione cattolica, le cose si so-no svolte – per quanto riguarda la chiesa –in modo molto diverso da come sono an-date nel 2005. In quei casi la chiesa si èmossa sostanzialmente di fronte a fatti chehanno proceduto per conto loro. Il refe-rendum del 1974 è stato un’operazione delPartito Radicale, alla quale hanno cercatodi rispondere in qualche modo organizza-zioni cattoliche, ma poi la chiesa si è trova-ta di fronte a fatti che non dipendevano dalei. Nel 1981, c’era il PR che ha fatto dellesue proposte, ma c’era una corrente abro-gazionista dentro il mondo cattolico che siè mossa subito per il voto. E la gerarchia siè trovata di fronte a questa presa di inizia-tiva da parte di una organizzazione cattoli-ca e ne ha preso atto, adeguandosi. Ed haperso. Nel 2005 non si sono mosse le orga-nizzazioni cattoliche, anzi: quel poco dimovimento che si notava in campo catto-lico era esattamente per il “no”, era per ilvoto. Perfino Ferrara, l’ateo-devoto, inizial-mente era per votare no. Si diceva: dobbia-mo dire il nostro no, dobbiamo esprimer-

ci. Magari perdiamo ma la testimonianza èimportante. La considerazione fatta dalCardinale Ruini è stata completamente di-versa: non ha aspettato si muovessero leorganizzazioni cattoliche, si è mosso lui

per primo. Sapendo che non avrebbe po-tuto muoversi dopo che altre grosse orga-nizzazioni cattoliche si fossero già espres-se per il “no”. La CEI si è mossa in modosconcertante, facendo campagna per ilnon voto. Una seconda cosa che non va trascurata:la partnership non confessionale. Fin dal-l’inizio, nell’organizzazione della campa-gna del 2005, si è voluto da parte della chie-sa cattolica, non qualificarla come unacampagna in difesa della dottrina cattoli-ca e basta, ma come una campagna in di-fesa dei diritti della persona umana, dirittiche devono essere riconosciuti da tutti.Quindi la trasversalità come elementonuovo; muovendosi in questo modo lachiesa cattolica ha staccato la sua parola

d’ordine da una parola strettamente politi-ca. Ha dato l’impressione che invece diuna operazione politica si trattasse di lan-ciare un messaggio a tutti gli uomini dibuona volontà, indipendentemente dalleposizioni politiche. Questo ha creato unaasimmetria: il fronte del “sì” era fortemen-te politico, perché i promotori erano tuttiorganismi politici, mentre l’astensionenon aveva questo connotato se non in pic-cola parte. Un’altra cosa è quella accennata primadella capacità e della volontà deliberatadella gerarchia cattolica italiana di fermaresul nascere la tendenza del corpo cattolicoorganizzato di votare “no” invece che diastenersi. Effettivamente dai sondaggi chedavano man mano l’andamento revisio-nale del voto referendario, si è notato chementre i sondaggi del “sì” non registrava-no variazioni, i sondaggi dell’astensionestrategica – non quella fisiologica – hannoavuto una ascesa abbastanza netta, sep-pur contenuta: dal 17% al 25% dell’eletto-rato, secondo quanto riporta Diotallevi. In-fine un altro elemento che non va trascu-rato per dimostrare il modo nuovo in cui siè mossa la chiesa cattolica: non soltanto ilreferendum è stato vinto attivando mezzi emodi di far campagna molto nuovi, maanche la legge 40 era il prodotto di un’atti-vazione assolutamente inedita della chie-sa italiana, addirittura nel produrre unalegge che pure era giudicata non coinci-dente con la dottrina cattolica. Questi elementi, tutti assieme, mostranocome quella questione dell’identificazio-ne cattolica molto alta tra i cittadini italia-ni, che è inerte ma che se viene attivatapuò produrre dei risultati particolari, inquesto caso è stata davvero attivata in for-ma vincente da un punto di vista degliobiettivi della chiesa stessa. Siamo di fron-te ad una mappatura, ad una geografiadella fede organizzata che oggi fa politicain Italia, straordinariamente nuova e nien-te affatto residuale.

@pprofondisciL’intervento in audio-video è ascoltabilesu: www.radioradicale.it/scheda/242702

La CEI, sulreferendum sullaLegge 40, non haaspettato che simuovessero leorganizzazionicattoliche. Si è mossaper prima, in modosconcertante,facendo campagnaper il non voto. Vi è stata la volontàdeliberata dellagerarchia cattolicaitaliana di fermare sulnascere la tendenzadel corpo cattolicoorganizzato di votare“no” invece che diastenersi.

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28I NUMERI DA CERCARE

OSSERVATORIOVATICANO !

La Chiesa vestita da Cesareperde consensi e fedeli

LA RELIGIOSITÀ IN CIFRE

Continua il processo di secolarizzazione nel paese. Tra i cattolici diminuisconoi praticanti e gli osservanti. Tutti i numeri dei cattolici “veri”.CARLO [email protected]

L’ISTAT – a seguito delle leggi sul-la privacy ed in particolare diquelle volte a proteggere i “datisensibili” - ha smesso da moltianni di censire la religione degliitaliani, per cui non ci sono piùdati aggiornati ufficiali sulla per-centuale dei cattolici nel nostropaese, e si dà per scontato che inItalia siamo ancora pressochétutti cattolici. Tuttavia, esistononumerose indagini demoscopi-che degli ultimi anni che dimo-strano la crescente secolarizza-zione della società italiana. La ricerca più recente é il “Rap-porto Italia” 2008 dell’EURISPES,che dedica un importante capi-tolo alla crescente sfiducia degliitaliani nelle istituzioni. Ancheper la Chiesa i risultati sono nega-tivi: essa raggiunge il 49,7% di fi-duciosi, meno della metà, conuna flessione notevole della fidu-cia rispetto al 2007 (60,7%). Ma vi sono molti precedenti, chericordo sinteticamente e in ordi-ne cronologico.

Secondo una indagine CENSISrealizzata per la CEI nel novem-bre 2004 i cattolici in Italia sonol’86,5%. Sul totale di chi si dicecattolico, i praticanti sono solo il57,8%.

Da un sondaggio EURISPES delgennaio 2006 risulta che quasi il90 % della popolazione della Pe-nisola si definisce "cattolica", masolo un terzo anche "praticante".Credenti ma poco praticanti. Lapercentuale, infatti, si abbassadecisamente al 36,8% per coloroche vanno a messa la domenica.Particolarmente significativi i da-ti relativi all’etica familiare. Oltrei 2/3 degli italiani sono favorevo-li ai Pacs e difendono la legge suldivorzio.

Secondo una inchiesta realizzatada “Il Mulino” nel dicembre del2006, sugli italiani che si diconogenericamente cattolici (circal’80%) i praticanti si fermano al17% dei credenti.

Un’altra indagine é stata realizza-ta dalla SWG nel gennaio 2007per i Cristiano Sociali. Il risultatodi maggiore interesse é che il 53%dei cattolici italiani definisce gliinterventi delle autorità ecclesia-stiche nel dibattito politico, “noncorretti” (il 71% dei cattolici elet-tori del centrosinistra, il 39% per icattolici di centrodestra). LaChiesa – scrive la SWG a com-mento dei dati - rischia se si ponein modo “troppo secolare” ed“entra in un gioco che non vienemolto apprezzato".

Infine è da segnalare il “terzorapporto sulla secolarizzazione”in Italia, curato da “Critica Libe-rale”. Questi i dati principali. Neldecennio 1994-2004 c’è stato,nei battesimi, un calo di circa 12punti percentuali: nel 1994 furo-no amministrati all’89,41 deibambini nati in quell’anno; nel2004, al 77,46%. Una costantediminuzione – benché più lieverispetto ai battesimi – si riscon-tra anche nelle prime comunio-ni e nelle cresime. La percentua-le delle nozze celebrate solo ci-vilmente sul totale dei matrimo-ni è in crescita continua: dal17,5% del 1991 al 31,2% del 2004.Cresce anche il numero assolutodelle unioni di fatto (207.000 nel1993; 556.000 nel 2003). Tendo-no progressivamente a diminui-re i preti ordinati per le diocesiitaliane: nel 1991 furono 547, nel2004 sono stati 454. E’ crisi ancheper gli istituti scolastici cattolicidi ogni ordine e grado: erano,complessivamente, 11.121 nel1991 e sono scesi a 8.472 nel2004; il numero delle iscrizionidiminuisce, così come la per-centuale degli alunni rispetto altotale degli iscritti in tutte lescuole italiane: nel 1992 il rap-porto era pari al 9,14%, nel 2004al 6,87%. Le inchieste e i sondaggi citati siriferiscono ad un numero esiguodi anni, i più recenti. Per questo,mi sembra di eccezionale inte-resse una serie storica di dati (uf-ficiali, perché di fonte ISTAT) re-lativi alla percentuale, sul totaledei matrimoni, di quelli celebra-ti con rito civile: 1936: 1,4; 1946:non disponibile a causa dellaguerra; 1956: 2,2; 1966: 5,2; 1976:9,4: 1986: 14,2; 1996:20,4; 1997(ultimo dato disponibile): 20.8.

La Chiesa è consapevole datempo della riduzione del nu-mero dei “veri” cattolici. Lo di-mostra, tra le diverse inchiestecommissionate da fonti eccle-siastiche, quella promossa nel1998 dalla CEI, condotta tra iparroci italiani. Il fatto più signi-ficativo é che i ragazzini chevanno a Messa sono pochi, mal-preparati e “qualcuno non sa far-si il segno della croce”. “I piccolidi oggi - dice un parroco di Udi-ne - sono i figli dei genitori del’68. Pochi di loro vengono allaMessa e tantomeno spingono ifigli a farlo. Una volta avevamo70 o 80 chierichetti, oggi arrivia-mo a 4 o 5 a malapena”.

Sullo stesso tema riprendo i datie le considerazioni di un artico-lo di Marco Politi (“In Itala i cat-tolici sono già minoranza”) ap-parso su “La Repubblica” del 27-7-1997. “L’evento più rivoluzio-

nario – scrive Politi - a cui pochiprestano attenzione, è la finedella trasmissione della culturareligiosa tradizionale all’internodelle pareti domestiche. La fami-glia mononucleare (tranne ecce-zioni) non insegna più a pregare,non spiega il decalogo, non tra-smette racconti, fatti e leggendereligiose. Affida tutto alla scuola,ma a sua volta l’ora di religione siè trasformata in tuttologia”.Quanto ai dati, Politi riprendeuna indagine che Franco Garel-li, insieme ad altri sociologi, hacurato per la Conferenza Episco-pale: “I credenti militanti, cioècoloro che fanno parte di grup-pi, associazioni, movimenti edanno grande rilevanza all’espe-rienza comunitaria della fede,sono circa un 10%. I praticantiassidui, che però non avvertonol’esigenza di una vita religiosacollettiva e di una visibilità, sonoun altro 15-20 %. Sommandoentrambi i gruppi si arriva ad unmassimo del 30% di credenti re-golari”.

Una spiegazione interessantedell’enorme divario tra quanti sidicono genericamente cattolicied i pochi “cattolici veri” é quelladata da Sergio Romano sul “Cor-riere della Sera” del 18 gennaio:“Temo che per molti europei ilcristianesimo, riformato o catto-lico, abbia smesso di essere unafede e sia diventato semplice-mente la manifestazione dellapropria differenza. "Siamo cri-stiani", in altre parole, è un altromodo per dire "non siamo mu-sulmani". Non credo che questarivendicazione identitaria possapiacere alla Chiesa”.

Infine, c’è da chiedersi perché ipartiti, con pochissime eccezio-ni, sono così preoccupati di per-dere il voto cattolico, viste le ri-dotte percentuali dei “cattoliciveri” sul totale egli italiani ed an-che l’insofferenza di molti di lo-ro per le ingerenze della Chiesanella vita politica italiana. Lo haspiegato bene Ezio Mauro in uneditoriale de “La Repubblica” del16 gennaio. “I partiti – scriveMauro - hanno una responsabi-lità primaria. La destra, incapa-ce di formulare una modernacultura conservatrice in un Pae-se che non l'ha mai avuta, pren-de a prestito dal deposito di tra-dizione della Chiesa la partescelta della precettistica, cercan-do così di procurare un'architra-ve ad un pensiero inesistente...Per la sinistra, è ancora peggio.Non avendo coscienza di sé edella propria identità.... chiedesoltanto - in ordine sparso diconversione, o almeno di grega-

rietà - di poter occupare unostrapuntino dentro il senso co-mune dominante... In mezzo simuovono felici gli atei devoti, acui nessuno chiede di credere inDio... ma a cui nessuno impedi-sce di selezionare a piacere nelpensiero cristiano, nei Vangeli epersino nelle parole degli ultimiPapi i precetti, i divieti, le norme,rinunciando a tutto il resto: cheè molto”.

In conclusione, possiamo affer-mare che i “cattolici veri”, cioèquelli praticanti ed osservanti,sono ormai una minoranza nelPaese. Servirebbe però una in-chiesta approfondita, realizzatasu un campione ampio e ben as-sortito, che consenta di trasfor-mare in certezza questa sensa-zione ed i cui risultati aiutinoquanti intendono contrastare lainvadenza del Vaticano e “faccia-no ragionare” più lucidamentequelle forze politiche che ne se-guono le direttive per il timore diperdere il voto cattolico.

In prima approssimazione, ve-drei tre quesiti principali, da for-mulare con la necessaria “tecni-calità”: quanti sono i cattolici pra-ticanti (che vanno a messa, sisposano in Chiesa, battezzano ifigli, si confessano e si comunica-no con regolarità): in che misuraessi sono anche osservanti (unquesito specifico potrebbe ri-guardare l’osservanza del divietodi fare ricorso a sistemi di con-traccezione); se e quanto incido-no, nelle loro scelte elettorali, ledichiarazioni programmaticheed i concreti comportamenti po-litici dei diversi partiti sui temi“eticamente sensibili”.Il problema é quello di trovare unsoggetto – un quotidiano, un set-timanale, una rete televisiva, uncentro studi di notoria indipen-denza politica e culturale – chesia disposto a stanziare i 20/30mila euro necessari per sostenereil costo di una seria e approfondi-ta ricerca. Si cercano finanziato-ri per una buona causa.

PEDOFILIAChiesa cattolica: la più grande diocesi degliStati Uniti dichiara fallimentoper far fronte a spese legali Intervento dell'on Donatella Poretti,parlamentare radi-cale della Rosa nel Pugno, della direzione dell'Associa-zione Coscioni

" La più grande diocesi cattolica statunitense, quella diFairbanks in Alaska,ha avviato la procedura fallimenta-re per far fronte alle spese legali derivanti dalle molestiesessuali perpetrate da preti pedofili.Sono circa 150 i ca-si giudiziari che la Chiesa cattolica deve affrontare inquella Diocesi.Gli abusi sessuali avrebbero avuto luogofra gli anni ’50 e ’80.Già a novembre 2007,un ordine cat-tolico in Alaska aveva accettato di risarcire ben 50 milio-ni di dollari a più di 100 nativi per abusi commessi dapreti gesuiti. Quella di Fairbanks si aggiunge così ad unlungo elenco di diocesi statunitensi che, pur di evitaremigliaia di cause pubbliche in cui gli imputati non eranosolo i singoli preti pedofili ma anche le gerarchie che liavevano protetti, stanno faticosamente cercando di ri-sarcire bonariamente le proprie vittime. Altre diocesiUsa in procedure fallimentari sono quelle di:San Diego,Davenport,Tucson, Spokane, Portland. Mi chiedo sola-mente per quale motivo debba essere io a dare questenotizie nel Paese dove l’informazione sulla Chiesa catto-lica è sempre attentissima e approfondita.Il Papa appa-re in televisione più del Presidente del Consiglio, e perinvitare qualcuno a questa o a quella trasmissione dellatv pubblica basta la telefonata di un cardinale.E l’ampiospazio dedicato all’informazione politico-religiosa (qua-si esclusivamente cattolica) pare trovare giustificazioneproprio nella presunta superiorità morale delle istitu-zioni cattoliche.E' forse questo mito che si cerca di pro-teggere?"

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LEGGE 40

29OBBLIGHI DI LEGGE:

MARCO CAPPATOL'impegno, pur tardivo, del Mini-stro Livia Turco di trasmettere lelinee guida della Legge 40 al Con-siglio Superiore di Sanità per ave-re il parere finale, e di aver fissatoscadenze precise per i punti alcentro della nostra iniziativa didialogo nonviolento ci hanno fat-to sospendere il nostro scioperodella fame. Uno sciopero della fa-me che ha avuto forza dei tantis-simi che, anche con grandi sacri-fici personali, si sono uniti nelchiedere al Ministro di assumersidei precisi impegni sulle questio-ni da noi sollevate. Tuttavia abbiamo appreso dalleagenzie di stampa che il Consi-glio Superiore di Sanità nonavrebbe ancora calendarizzato ilparere sulle nuove linee guidasulla fecondazione assistita. Ed èun caso assai strano. Ho fatto no-tare che lo stesso CSS presiedutoda Franco Cuccurullo aveva im-piegato soli otto giorni per espri-mere un parere sul caso Welby,quando conveniva a molti un in-tervento tecnico che servisse ascaricare i responsabili politicidalle loro responsabilità. Sta oraal Ministro Livia Turco interveni-re, immediatamente, come è suopotere e dovere, presso il Presi-dente Cuccurullo, per sventare lemanovre dilatorie già avviate. Incaso contrario, il Ministro Turcone sarebbe direttamente respon-sabile. E’ anche per questo che il4 marzo saremo presenti fuoridalla sede del CSS per manife-stare le ragioni dei pazienti steriliche da oltre 6 mesi aspettano chesi ristabilisca la legalità sulla leg-ge 40 insieme a quei tanti che insciopero della fame hanno volutochiedere al ministro “Legalità sul-

la legge sulla fecondazione assi-stita”Ringraziamo comunque il Mini-stro per gli importanti e calenda-rizzati impegni assunti in mate-ria di strumentazioni per le per-sone disabili e la prevenzione de-gli errori medici, oltre che sul tra-sferimento della medicina peni-tenziaria alle asl e sull'adozione epubblicizzazione del metododella "peer review" nella valuta-zione della ricerca medica. Inparticolare salutiamo l'impegnoa "presentare il nuovo Nomen-clatore tariffario dei presidi, delleprotesi e degli ausili, per la ratificadefinitiva, in occasione della ses-sione della conferenza Stato-Re-gioni in calendario il prossimo 6marzo." Mentre prendiamo attodella risposta sui decreti attuatividella convenzione di Oviedo, chenon è la risposta che auspicava-mo, rammaricandoci per il ritar-do di 7 anni accumulatosi.

Ministro Turco: l’immobilismo al potere

IN 70 IN SCIOPERO DELLA FAME

Sul caso Welby, quando conveniva per scaricare i politici dalle loro responsabilità, Cuccurullo e il CSS decisero tempestivamente. Oggi sono i pazienti a non poter attendere.

I 70 IN SCIOPERO DELLA FAMEMarco Cappato, Mina Welby, Dominique Velati,Lucio Berté hanno fatto otto giorni di scioperodella fame dal 31 gennaio; hanno speso per duegiorni e hanno continuato per altri sei insiemea Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Co-scioni, Rocco Berardo A loro si sono uniti: Vittoria Bolettieri; RobertaVitale; Benedetto Pellegrini; Yasmine Ravaglia;Veronica Orofino; Giulia Simi; Vincenzo Aru; Eli-sabetta Corletti; Alessio Dalla libera; Sonia Pe-scosolido; Veronica Sacchetti; Andrea Trisciuo-glio; Cristina Angelucci; Anna Antonaccio; Tere-sa Bilotti; Giovanni Bucci; Giuseppina Buono-mo; Liviana Chiesa; Clara Comelli; José De Fal-co; Marilena Fiorentino; Marco Leporatti; Cor-rado Libra; Daniela Miraglia; Michele Montone;Salvatore Moscato; Maria Pamini; Miriam Scer-rato; Vittoria Stagni; Lisa Toniolo; Marco Perdu-ca gioni; Cristaina Biannucci ; Stefano Bisi ; Do-menico Danza ; Silvia Pampana ; Giovanni Se-meraro ; Bibiane Moche Kamga ; Ugo Vellei; Ti-ziana girno; Camilla Alghieri; Patrizia Battistini;

Silvia Bianchi; Chiara Campione; Federica Ca-sadei; Serena de Santis; Massimo Di Livio; IlariaFedeli; Raffaele Forci; Alessandro Frezzato; Filo-mena Gallo; Afra Giacomolino; Roberto Giaco-ni; Donatella Manfrini; Simona Meliadò; Fiam-ma Moroni; Federica Musitelli; Nila Orsi; Ma-riangela Perelli; Laura Pisano; Laura Quaranta;Marco Slavik; Marco Favara; Paolo Carzaniga;Giorgio Myallonnier; Luca Nevola; GiuseppeCascella; Mario Palombo; GabriellaGazzea Ve-sce; Ilja Jurkovic; TizianaTerrani

LE ASSOCIAZIONI DI PAZIENTI STERILIUNITE AL DIGIUNOLe associazioni dei pazienti sterili hanno soste-nuto e aderito all'iniziativa nonviolenta dell'As-sociazione Luca Coscioni. "Le linee guida sonoun diritto per i pazienti ed i cittadini - ha dichia-rato Patrizia Battistini, della Onlusunbambino.it, intervistata da Radio Radicale -Con il digiuno richiamiamo l'attenzione su que-ste tematiche. Se nel nostro paese mettessimoveramente al primo posto la vita, non ci sareb-be nemmeno bisogno di queste iniziative non-violente. Serve un cambiamento, una risposta,dopo tanti anni di lotta". Sempre dalle frequen-ze di Radio Radicale è intervenuta Federica Ca-sadei, dell'associazione Onlus Cerco un Bimbo:"La diagnosi preimpianto è solo uno dei tantipunti della legge 40, interpretato dalle linee gui-da, sui quali abbiamo sempre avuto da ridire. Al-tro punto fondamentale è quello del limite deitre ovociti fecondabili; infine c'è il tema della co-siddetta fecondazione eterologa, uno dei moti-vi dell'espatrio di numerose coppie". "L'ultimasentenza del TAR, che ha fatto seguito ad altripronunciamenti delle Corti, ottenuta tra l'altrocon il nostro aiuto, ha spinto molte coppie achiedersi se ora si possa fare l'analisi preimpian-to - ha concluso Laura Pisano, L'Altra CicognaOnlus - La risposta è sì, ma in questa vacatio le-gis, i centri non danno risposte certe ed è perquesto che è urgente l'approvazione delle nuo-ve linee guida".

Chi è Franco CuccurulloPrima Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia,nel 1997 Franco Cuccurulloè eletto come Rettore della Università degli Studi "G.d'Annunzio" di Chieti.Oggiè ancora in carica,al quarto mandato.È potenzialmente rieleggibile ad aeternumperché,contrariamente alla maggior parte di Atenei nei quali c'è un limite per larielezione, lo statuto della d'Annunzio non pone limiti alla divina provvidenza.Incredibile ma le attività di Franco Cuccurullo non si limitino al baronato univer-sitario.Infatti è anche Presidente del Consiglio Superiore di Sanità per il triennio2006/2009.Dal 2001 è Presidente del Comitato di Indirizzo per la Valutazione del-la Ricerca (CIVR),che ha il compito di valutare i risultati della ricerca e di determi-narne i criteri (rieletto nel 2003).

@pprofondisci: su Agenda Coscioni del settembre 2007 un dossier completamente dedicato a Franco Cuccurullo http://www.lucacoscioni.it/franco_cuccurullo_e_pluribus_unum

Sit-in davanti a Palazzo Chigi. Il 14 febbraio scorso l’AssociazioneLuca Coscioni, insieme alle associazioni di pazienti, ha manifestato in contemporanea con il Consiglio dei Ministri per chiedere al Ministrodella Salute Livia Turco di rientrare nella legalità emanando le nuovelinee guida della legge 40.

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30IMPOSIZIONE DI COSCIENZA

ABORTO !MAURIZIO [email protected]

In questi anni abbiamo a più ri-prese posto la questione del so-stanziale boicottaggio della legge194/78 in Basilicata, sottolinean-do il dato allarmante rappresen-tato dall’altissimo numero diobiettori di coscienza all’aborto.Un record lucano, quello degliobiettori, che si èconfermato(con qualche oscilla-zione) anno dopo anno a partiredalla data di approvazione dellalegge. Non ci siamo limitati a porre laquestione dell’impossibilità permolte donne lucane di ricorrereall’Ivg presso gli ospedali regio-nali, abbiamo anche posto laquestione dell’informazione ses-suale e contraccettiva, della pil-lola del giorno dopo; abbiamooperato e insistito affinché si po-tesse affiancare all’aborto chirur-gico l’aborto farmacologico perconsentire alle donne e ai medicila possibilità di scegliere, ispiran-do, in questo, la nostra azione aquanto scritto nel dettato dellalegge 194/78 che all’articolo 15recita: “Le regioni, d'intesa con leuniversita’ e con gli enti ospeda-lieri, promuovono l'aggiorna-mento del personale sanitario edesercente le arti ausiliarie sui pro-blemi della procreazione co-sciente e responsabile, sui meto-di anticoncezionali, sul decorsodella gravidanza, sul parto e sul-l'uso delle tecniche piu’ moder-ne, piu’ rispettose dell'integrita’fisica e psichica della donna emeno rischiose per l'interruzio-ne della gravidanza.” Non abbiamo mai cessato di ri-petere a coloro che operavano, etuttora operano, per boicottare la

legge e per occupare con le lorotruppe gli ospedali pubblici: “seavete a cuore una ulteriore dimi-nuzione degli aborti, se davvero èquesto il vostro obiettivo, lavoria-mo assieme per far crescere l’in-formazione sessuale e contrac-cettiva ad iniziare dalle scuole”.Abbiamo in questi anni lottato(inuna solitudine non cercata e nonvoluta), come sappiamo fare ecome abbiamo potuto, denun-ciando l’occupazione dell’Ospe-dale San Carlo di Potenza da par-te di organizzazioni antiabortiste,di certo contrarie anche all’usodel profilattico. Abbiamo denun-ciato un contesto e situazioniambientali, il potente apparatodissuasivo messo in campo percreare un clima di oggettiva vio-lenza nei confronti delle donneche in questa regione decidonodi ricorrere all’IVG.Riteniamo che questa nostra lot-ta abbia prodotto dei risultati.Negli ultimi mesi il “caso Basilica-ta” è stato oggetto di interrogazio-ni parlamentari(ahimè tutte sen-za risposta) presentate dai parla-mentari radicali Mellano, Turco ePoretti; di una denuncia inoltra-ta alla Procura della Repubblicadi Potenza, firmata da me e da Ri-ta Bernardini, e dell’impegno sulcampo dell’ europarlamentareradicale e segretario dell’Associa-zione Coscioni, Marco Cappato.Nei mesi scorsi, grazie ad una no-stra inchiesta, abbiamo fattoesplodere il Caso San Carlo – Cav,ottenendo che non fosse piùconsentito ai militanti del centrodi Aiuto alla Vita di poter esserepresenti all’interno dei reparti diOstetricia e Ginecologia, comeavvenuto nei dieci anni prece-denti.Una inchiesta che ha fatto emer-

gere dati clamorosi rispetto al nu-mero di obiettori in seno alla piùgrande azienda ospedaliera luca-na e alla Asl di Lagonegro. Per-centuali complessive superiori ri-spetto a quelle rilevate dal mini-stero nel 2004.Oggi, dopo 12 mesi, siamo torna-ti ad effettuare una verifica sulcampo, stimolati anche dagli in-credibili e poco veritieri dati con-tenuti nella relazione ministeria-le dell’anno 2005, che, come sot-tolineato dagli onorevoli Mellanoe Poretti, riporta un dato inerentel’obiezione di coscienza riguar-dante i ginecologi pari al 41,6 percento, laddove solo un anno pri-ma, nel 2004, la relazione mini-steriale riferiva di un 92,6 per cen-to di obiettori.Premesso che proprio la nostrainchiesta del 2007 confermava inpieno il dato del 2004, anzi evi-denziava una tendenza al peg-gioramento, ci chiediamo comesia possibile che nel 2008 vengafornito un dato inerente il 2005,laddove in molti casi le cifre con-tenute fanno addirittura riferi-mento al 1999.Sarebbe, a nostro avviso, oppor-tuno poter disporre di una rela-zione annuale riferita all’annoprecedente(nel 2008 mi forniscila relazione 2007) e possibilmen-te con un maggior dettaglio rela-tivo all’obiezione di coscienza.Insomma, alla luce di quantoesposto, abbiamo ritenuto op-portuno indagare per poter forni-re al ministro Turco una relazio-ne dettagliata ed aggiornata dellarealtà lucana.Ecco cosa è emerso dalla nostraverifica.Ginecologi obiettori: Asl 1 - Ospedale di Melfi ,un solonon obiettore su dieci ginecolo-

gi(obiezione al 90%);Asl 2 – Ospedale San Carlo di Po-tenza, 2 non obiettori su 22 gine-cologi(obiezione al 90,9%) ; nel2007 c’era un solo nonobiettore(il Dr. Rocco LovanioParadiso);Asl 2 – Ospedale di Villa D’Agri, 2non obiettori su 6ginecologi(obiezione al 66,6%);Asl 3 – Ospedali di Lagonegro(PZ)e Chiaromonte(PZ), un nonobiettore su 13 ginecologi(obie-zione al 92,3%); nel 2007 eranotutti obiettori;Asl 4 – Ospedali di Matera e Trica-rico, 3 non obiettori su 16 gineco-

logi(obiezione 81,2%);Asl 5- Ospedali di Policoro(MT),Tinchi(Mt) e Stigliano(MT), unsolo non obiettore su 11 gineco-logi(obiezione 90,9%).In totale su 78 ginecologi, nel2008 registriamo 10 non obietto-ri, per una percentuale di obie-zione pari all’87,1%. Per la primavolta da anni all’ospedale di La-gonegro c’è un non obiettore; al-l’ospedale di Potenza i non obiet-tori sono passati da uno a due;con l’arrivo del nuovo primarioregistriamo un sensibile miglio-ramento anche presso l’ospeda-le di Matera. Complessivamente

Amaro sabotaggio lucanoL’INCHIESTA SULLA 194

Asl per Asl, come ginecologi ed ostetriche boicottano la legge sull’aborto in Lucania.

QUARTO REICHSta risorgendo l'eugenetica,una visione del mondo che eb-be la sua fortuna anche nelmondo libero, ma sulla quale ilnazismo avrebbe dovuto averdetta l'ultima parola. (23 dicem-bre 2007)

HIC SUNT LEONESSe diventasse ovvio, scontato, dibuon senso, scegliere un figlio efabbricarlo come lo si desidera,in prima battuta sano e poi ve-diamo quali caratteristiche deb-ba o non debba avere, sarebbeabrogato il confine che ci sepa-ra da una sofisticata Rupe Tar-pea. (24 dicembre 2007)

LA BELLA E LA BESTIALa vita è deforme ebellissima, e anche difforme,

se Dio vuole e se gli uomini diquesto tempo nonriusciranno a eguagliarla e asvuotarla gi ogni differenza.(25 dicembre 2007)

SILLOGISMOCLERICALE

Se la vita comincia dal concepi-mento, è consequenziale, perchi alla vita dei suoi simili ci ten-ga, battersi contro l'aborto. (12 gennaio 2008)

VEDO, PREVEDO,STRAVEDO

Noi vediamo nel seno delle ge-stanti quel che non vedevamoprima, che non esistono feti mabambini. (10 gennaio 2008)

E BASTALe interruzioni di gravidanza so-

no un omicidio perfetto. Pun-to.(15 gennaio 2008)

PREZZEMOLO OGMSiamo tornati a immettere ilveleno nel corpo delle donneper abortire: cos'altro è la Ru486 se non il prezzemolomoderno?(12 febbraio 2008)

CRONACA VERAPoi ci sono le storie vere, le noti-zie vere. Eccone una che ha que-sto inevitabile titolo: Napoli, uc-ciso un bambino perché malato. (15 febbraio 2008))

NON NE PARLIAMOPIU'

Io non discuterò della vita uma-na, come se fosse un'opinione,con alcun candidato in tv. La tv

è antiveritativa

MIA, MIA, MIAIo penso di averla trovata, laverità sulla vita umana, ecredo che sia giusto nonesporla alla futilità delleopinioni a confronto.(16 febbraio 2008))

DA GRANDE VOGLIOFARE L'ESPLORATORE

Mi voglio candidare a fare ilministro della sanità equando riceverò il mandatoho intenzione di emanarelinee guida che impediscanoaborto per Clineferte.(17 febbraio 2008)

A cura diALESSANDRO [email protected]

COSÌ PARLÒ GIULIANO FERRARA

Le cifre dello scandaloGinecologi obiettori:

Asl 1 - Ospedale di Melfi ,un solo non obiettoresu dieci ginecologi(obiezione al 90%);Asl 2 - Ospedale San Carlo di Potenza, 2 nonobiettori su 22 ginecologi(obiezione al 90,9%) ;nel 2007 c’era un solo non obiettore(il Dr. RoccoLovanio Paradiso);Asl 2- Ospedale di Villa D’Agri, 2 non obiettori su6 ginecologi(obiezione al 66,6%);Asl 3 - Ospedali di Lagonegro(PZ) e Chiaromon-te(PZ), un non obiettore su 13 ginecologi(obiezio-ne al 92,3%); nel 2007 erano tutti obiettori;Asl 4 - Ospedali di Matera e Tricarico, 3 nonobiettori su 16 ginecologi(obiezione 81,2%);Asl 5 - Ospedali di Policoro(MT), Tinchi(Mt) eStigliano(MT), un solo non obiettore su 11 gine-cologi(obiezione 90,9%).

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ABORTO

31IMPOSIZIONE DI COSCIENZA:

l’obiezione scende di qualchepunto percentuale rispetto al2007 e ai dati ministeriali del2004. Nel corso dell’inchiesta un sorri-so amaro ce l’ha strappato ilDr.Ubaldo Serica dell’ospedale diVilla D’Agri, quando ci ha raccon-tato che il parroco di Tramutolagli ha impedito di fare da padrinoal nipote. Altro sorriso ce l’ ha strappato ilDr. Alberico Vona, ginecologodell’ospedale di Melfi, quando ciha detto che non conosceva néLuca Coscioni, né i Radicali.Di particolare interesse è il datoriferito all’obiezione di coscienzatra le ostetriche.In base alla nostra ricerca/inchie-sta, nel 2008 risulta la seguente si-tuazione(che per brevità riferiscoin relazione alle singole Asl).Presso la Asl n° 1, su 12 ostetricheabbiamo una sola non obiettri-ce(obiezione al 91,6%); alla Asln°2, su 25 ostetriche si registrano4 non obiettrici(obiezione al84%); presso la Asl n° 3, su 12ostetriche registriamo il centoper cento di obiezione di co-scienza; presso la Asl n° 4, su 16ostetriche registriamo 2 nonobiettrici(obiezione al 87,5 percento); dulcis in fundo la Asl n° 5,che al pari della Asl n°3, fa regi-strare il cento per cento di obie-zione di coscienza all’aborto con12 obiettrici su 12.

Molto interessante il dato forniti-ci dalla Dr.ssa Rita Corina(nonobiettrice) del Consultorio di Ma-tera, che ci segnala che nell’interaprovincia di Matera su un totaledi 74 iscritte al collegio delle oste-triche solo 4 risultano non obiet-trici di coscienza all’aborto. Que-sto dato ovviamente comporte-rebbe una riflessione sulla situa-zione “ambientale” dei consulto-ri materani e lucani in generale,luoghi non meno importanti peruna corretta applicazione dellalegge 194.Inutile dire che la Dr.ssa Corinanon ha fatto e, temo, non farà maicarriera nella Asl n°4.Infine, ma non ultimo, un breveaccenno alla percentuale di ane-stesisti obiettori. Senza entrarenel dettaglio, sulla base dei daticomunicatici, su 71 medici ane-stesisti registriamo 18 non obiet-tori, con una obiezione di co-scienza che si attesta intorno al74,6%.Da sottolineare le situazioni dellaAsl n° 1 e della Asl n°5, dove regi-striamo il 100 per cento di aneste-sisti obiettori.Concludendo, ad un anno di di-stanza dalla nostra precedenteinchiesta, possiamo dire che ri-scontriamo un piccolo migliora-mento e che finalmente quellozero dalla casella dell’ospedale diLagonegro è andato via. Ma forseè proprio alla luce di queste mu-

tazioni, che riteniamo di aver fa-vorito, che con forza gli zuavipontifici stanno tornando all’at-tacco. In queste settimane abbia-mo registrato le proposte del PDLin consiglio regionale e provin-ciale, finalizzate ad ottenere unapresenza capillare dei Cav(Cen-tro di Aiuto alla vita) in ospedali econsultori(come se fosse neces-sario!). Abbiamo anche potuto ri-scontrare la consueta timidezzadi coloro che in teoria dovrebbe-ro avere a cuore la difesa della194/78(noi vorremmo tanto mi-gliorarla).Proprio in questi giorni siamo en-trati in possesso di una richiestaufficiale avanzata dal Cav Materaal direttore generale della Asl n° 4Dr. Domenico MarosciaRichiesta ovviamente finalizzataad ottenere una presenza all’in-terno del nosocomio materano.Nel leggere la missiva del CAVMatera, l’occhio cade sull’inte-stazione. La lettera è indirizzata,infatti, oltre che al sopra citato di-rettore generale anche al Vesco-vo di Matera-Irsina, MonsignorLigorio, e al Presidente di ForzaItalia in Consiglio regionale, Co-simo Latronico, esponente di Co-munione e Liberazione in terralucana.Che dire! La controffensiva è par-tita e se non stiamo attenti benpresto la situazione potrebbe di-ventare addirittura peggiore di

quella da noi fotografata nel2007.Noi continueremo a vigilare e,per quanto possibile, privi dimezzi come siamo, a lottare.Continueremo certo a difendereil diritto di ogni singola donna lu-cana a poter scegliere, a non su-bire situazioni degradanti e poli-ziesche, e continueremo a ripete-re senza mai stancarci che nonabbiamo bisogno di tabù e di ses-suofobiche presenze negli ospe-dali e nei consultori lucani, ma diuna maggiore informazione ses-suale e contraccettiva.L’aborto, come ama ricordarciMarco Pannella, quello clande-stino e di classe delle mammanee dei cucchiai d’oro, lo abbiamobattuto noi con la legalizzazione.Lo scontro, ancora oggi come ie-

ri, non è tra favorevoli e contrariall’aborto, ma tra i proibizionistidi sempre e noi legalizzatori, tracoloro che vogliono entrare nellecamere da letto e nella vita di noitutti e noi pazzi di libertà. Pazzi alpunto di continuare a batterci inun contesto impossibile.Un grazie davvero a tutti i diretto-ri sanitari delle Asl lucane, che cihanno fornito i dati che abbiamoesposto. Un ringraziamento par-ticolare alla Dr.ssa Rita Corina e atutti coloro che con la loro operahanno finora impedito che la sa-nità lucana diventasse definitiva-mente e totalmente una succur-sale dello Stato Pontificio.Offriamo questo documento allariflessione del Ministro Livia Tur-co.

Radicali in Parlamento

SEVERINO [email protected]

Vorrei che, nella prossima legislatura, ci fosse ancora qualche Ra-dicale in Parlamento, perchè stavano facendo un lavoro vera-mente egregio: è un sogno? Non lo sarebbe, se ai Radicali fossedato il giusto spazio su tutti i mezzi d'informazione. Quando eronormodotato, i Radicali li conoscevo molto poco, pur non aven-do tessere di altri partiti: vedevo solo, qualche volta, soprattuttoPannella e Bonino in televisione (in particolare, per un referen-dum), e leggevo molto poco di loro. Una volta divenuto un disa-bile gravissimo, grazie a Luca, li ho conosciuti benissimo, e nonsolo per le cellule staminali: tuttavia, essi stanno sul web, e anchesu RR insieme agli altri partiti. Però, in televisione e sulla cartastampata, ci stanno quasi solo gli altri partiti. Ecco l'unico moti-vo per cui, forse, è un sogno che qualche Radicale vada ancora inParlamento. Sembra che nessuno li voglia: eppure, la Rosa nelPugno con lo SDI non mi dispiaceva affatto, ma lo SDI ha decisoche essa è stata solo una lista elettorale per le scorse elezioni po-litiche; il PD dice che con noi Radicali tutti perderebbe voti. Dob-biamo per forza andare da soli, ed io devo sognare? E' questo chevolete?

ABORTO, DOCUMENTO DELL’ORDINE DEI MEDICI

Sì anche alla Ru486. Ma l’Avvenire accusa: “documento falso”. E invece…La legge 194,“pur scontando ritardi e omissioni applicative,a distanza di 30 anni dimostratutta la solidità e la modernità del suo impianto tecnico-scientifico,giuridico e morale.Oc-corre supportarla”. Così è intervenuta la Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo),schierandosi con forza a favore della legge sull’interruzione di gravidanza. Non solo: i rap-presentanti dei medici italiani hanno detto sì all’impiego della Ru486 come farmaco aborti-vo non ancora autorizzato in Italia.Va data piena attuazione alla legge – dicono nel docu-mento – sottolineando quando scritto all'articolo 15,laddove raccomanda “l'uso delle tecni-che più moderne, più rispettose dell'integrità psicofisica della donna e meno rischiose perl'interruzione di gravidanza”. Più informazione sul tema, anche e soprattutto per le donneimmigrate,che sono le più soggette al ricorso dell’IVG,sui metodi contraccettivi.A proposi-to della pillola del giorno dopo,il documento della Fnomceo è molto netto:“Non può incon-trare surrettizie limitazioni che ostacolino la fruizione del diritto della donna che intendaprevenire una gravidanza indesiderata e un probabile successivo ricorso all'aborto”.E ancora,“la tensione tra il diritto del medico alla clausola di coscienza,e quello del cittadi-no alla fruizione della prestazione riconosciuta come disponibile,non fa venir meno l'obbli-go anche deontologico dei medici ad adoperarsi al fine di tutelare l'accesso alla prestazionenei tempi appropriati”. A proposito dei feti prematuri,il documento è chiaro: bisogna “sal-vaguardare la vita dei piccoli nati estremamente prematuri,evitando ogni forma di accani-mento terapeutico”.Secondo l’Avvenire,il quotidiano della Cei,“il testo dei medici è un falso”nel senso che “il documento diffuso non è quello approvato dai 103 presidenti degli Ordini”.Antonio Panti dell’ordine dei medici di Firenze ha risposto:“L'accusa di falso la respingo co-me idea offensiva e balzana.Non scherziamo su queste cose”.“Faccio parte del comitato ri-stretto che ha redatto il documento.Un gruppo dove ci sono anche esponenti di varie filoso-fie”.“Non è un testo fatto all'ultimo momento ed è stato presentato a una riunione ufficiale,non clandestina,ci sono i verbali”.

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32POLITICA SENZA FRONTIERE

NOTIZIE DAL MONDO !

Scienza: la ricetta Lib-DemINTERVISTA A EVAN HARRIS, MINISTRO “OMBRA” DEI LIB-DEM BRITANNICI

Vale nel Regno Unito come in Italia: servono leggi chiare, l’ascolto e il coinvolgimentodella comunità scientifica, oltre che il consenso pienamente e liberamente informato dei cittadini.

MATTEO [email protected]

Dottor Evan Harris, come staprocedendo la revisione dellalegge sull’aborto, attualmentein corso nel Regno Unito?

La nostra legge sull’aborto risalea 40 anni fa e il Parlamento hasempre avuto difficoltà ademendarla perché i governi chesi sono succeduti non hannomai avuto interesse ad affronta-re la questione. L’ultima volta incui la legge sull’aborto del 1967è stata cambiata è stato nel 1990,con l’approvazione della leggeche ha regolamentato e legaliz-zato la fecondazione assistita,regolando così le terapie control’infertilità e la ricerca sugli em-brioni. Recentemente è statopresentato in Parlamento un Di-segno di Legge (DDL) per emen-dare quella sulla fecondazioneassistita. Tale testo aggiornerànon solo la legge sulla ricercaembrionale e sulle terapie con-tro l’infertilità, ma rappresentaanche un’opportunità per mi-gliorare, per liberalizzare la leg-ge sull’aborto o, per gli opposito-ri dell’aborto, per tentare di limi-tare l’accesso a questo. Il tuttoavverrà nei prossimi mesi.

Ritiene che l’attuale limite di 24settimane entro cui poter abor-tire sarà abbassato a 22? E pen-sa che la preoccupazione gene-rale che sembra aumentare in-fluenzerà il progresso del DDL?

Uno dei temi centrali che saràaffrontato nel dibattito su que-sto DDL è la questione del limitemassimo entro cui abortire. NelRegno Unito gli aborti dovuti agravi anomalie sono permessi fi-

no al termine, e anche quando lavita della madre è a rischio oquando la sua salute potrebbeessere gravemente compromes-sa. In altre situazioni il limite è di24 settimane, sebbene la stra-grande maggioranza degli abor-ti avvenga entro la sedicesima.Personalmente penso che il Par-lamento non voterà per una ri-duzione perché in entrambe leCamere, la Camera dei Comunie la non eletta Camera dei Lord,la maggioranza è generalmentea favore della libertà di scelta.Finora da noi il limite massimoper abortire si è sempre basatosul concetto della soglia di capa-cità di sopravvivenza, cioè quan-do il feto è in grado di vivere in-dipendentemente fuori dall’ute-ro materno, o ha una ragionevo-le possibilità di riuscirci. A que-sto proposito, le autorità medi-che in Gran Bretagna hannoconfermato, mediante una re-cente inchiesta scientifica effet-tuata dalla commissione parla-mentare che si occupa di scien-za e tecnologia, che la soglia dipossibilità di sopravvivenza nonè scesa al di sotto delle 24 setti-mane, che non vi sono stati si-gnificativi miglioramenti in que-sto senso e dunque non c’è labase, quella della possibilità disopravvivenza, per ridurre il li-mite. Per quanto riguarda l’opinionepubblica, questa varia a secondadi come viene formulata la do-manda. Ma alla fine dipende daiparlamentari che devono pren-dere decisioni informate basatesulla scienza, sulle loro opinionietiche certo, e anche su quellepolitiche. Sono tre fattori cheagiranno in maniera diversa sudiversi deputati. Non ho maipensato che l’opinione pubbli-

ca, anche quella del mio colle-gio, dovesse essere un punto diriferimento per come votare,specialmente su temi del gene-re.

Pensa che questo tema dovreb-be essere gestito da persone“esperte”?

No, credo che i deputati siano ingrado di decidere. La Commis-sione Scienza e Tecnologia haprodotto un rapporto che forni-sce ai parlamentari un riassuntoe le conclusioni su ciò che pro-pongono la scienza e la medici-na circa i recenti sviluppi. Taledocumento permette a quei de-putati, per i quali la scienza è untema particolarmente impor-tante e che vogliono attenersi aciò che dicono i medici, di esse-re bene informati. Il nostro Pri-mo Ministro, per esempio, hadetto che si muoverà in base aciò che dicono gli scienziati. Ab-biamo così provveduto a racco-gliere le informazioni necessarietramite l’Associazione dei Medi-ci Britannici (BMA) che rappre-senta i medici e il Royal College

degli Ostetrici e dei Ginecologi;quest'ultima, a sua volta, riuni-sce gli specialisti del settore chehanno dichiarato che non ci so-no le basi per ridurre il limitemassimo.

In un’intervista a Radio Radica-le, il Prof. Minger ha detto che ipolitici non possono tenere ilpasso del progresso scientifico,quindi si dovrebbero limitare alegiferare lasciando il più am-pio spazio di manovra possibi-le fissando regole chiare pertutti.Pensa che questa manierabritannica di governare la ricer-ca scientifica potrà influenzareil funzionamento dell’UnioneEuropea per quanto riguarda itemi scientifici?

La Gran Bretagna ha fatto duecose. Ha approvato una leggeche ha creato un ente regolatoreche si trova a due passi dal Parla-mento e dal Governo: l’HFEA(l’Autorità per la Fertilità e l’Em-briologia). Il suo compito è con-tribuire a stabilire, entro il peri-metro della legge, quali attivitàpermettere e quali no. Questo si-gnifica che la risposta del Parla-mento al progresso scientificopuò essere più snella e rapida diquanto sarebbe perché altri-menti avremmo un DDL ognianno, il che sarebbe qualcosa diingestibile in termini di tempiparlamentari, anche se il gover-no volesse imbarcarsi nell’odis-sea di affrontare quello che vedecome un’odissea, e cioè discute-re di scienza e di avere Ministriche devono rispondere a que-stioni scientifiche ogni volta chehanno a che fare con un DDL.

La seconda caratteristica del Re-gno Unito è che abbiamo unalegge piuttosto permissiva. E’progressista. Permette, entrocerti limiti, e i nostri limiti sonomolto chiari, di creare embrioniper la ricerca, a condizione chequesta sia fissata dall’HFEA, inquanto ritenuta necessaria o au-spicabile per il progresso dellascienza e che non c’è nessunmodo altrettanto efficace per fa-re ricerca senza l’uso di embrio-ni. Ma oltre a ciò, l’HFEA gode di uncerto margine di discrezione epuò promulgare, a seguito diconsultazioni pubbliche, pianid’azione che gli scienziati gene-ralmente accettano. Certo, c’èun prezzo da pagare. Gli scien-ziati non amano dover aspettareun anno.

Hanno aspettato per un anno?

Sì, a volte devono aspettare an-che più ed è molto frustrante.Personalmente non credo che il

Parlamento volesse che l’HFEAfosse così cauta. Ciò detto, rico-nosciamo che il nostro è un si-stema regolamentato in modochiaro e che è permissivo e cheingloba a pieno il settore pubbli-co e il settore privato. Così nonfacciamo quella distinzione arti-ficiale che fanno, invece, negliStati Uniti, dove non c’è alcunaregolamentazione di ciò che è fi-nanziato con denaro privato,mentre hanno limiti molto seve-ri su tutto ciò che è finanziatopubblicamente. E’ così per tera-pie rivolte a coloro che non pos-sono permettersi cure in localiprivati, per esempio nel settoreprivato. Noi non facciamo di-scriminazioni e crediamo chequesto possa essere un modello,io penso che sia un modello chepuò essere esportato ad altripaesi europei. Per molto tempo,dal 1990, siamo stati criticati dapolitici italiani, mentre loro nonavevano nessun tipo di regola-mentazione. Ovviamente, negliultimi due anni hanno prodottouna legge in materia, che, secon-do me, è troppo severa, ma laGran Bretagna ha mostrato cheè possibile creare un ambientedove la scienza può fiorire. E nonè stata la fine del mondo.

Come giudica l’uso della pillolaabortiva RU486 in GB? Qualisono state le conseguenze dellasua introduzione?

La RU486 Metapristone è unabortivo quindi è indubbio cheproduca un aborto e noi lo chia-miamo “aborto medico prema-turo”. Nel Regno Unito é possibi-le ricorrervi fino alla nona setti-mana. La Commissione Scienzae Tecnologia ha appena pubbli-cato un rapporto su temi clinicirelativi a questa materia, ma inquesto paese siamo molto in-coerenti. Il Governo, infatti, diceche, in generale, le donne chehanno necessità di un abortodovrebbero potervi accedere intutta sicurezza e il prima possi-bile ed ha un interesse a ciò per-ché molti aborti in questo paesesono pagati attraverso il SistemaSanitario Nazionale (SSN) e so-no effettuati non solo in tutta si-curezza e il prima possibile, maanche al prezzo più basso possi-bile. Chiaramente l’aborto me-dico deve rispondere a questeesigenze.

Dove vengono effettuati solita-mente?

La legge sull’aborto in questopaese prevede che l’aborto siapraticato in siti registrati, peresempio gli ospedale del SSN ole cliniche private autorizzate. Il

Quello ingleseè un sistemaregolamentatoin modo chiaro. Èpermissivo e riguarda a pieno il settorepubblico e il settoreprivato

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NOTIZIE DAL MONDO 33

POLITICA SENZA FRONTIERE:

problema è che quando si ricor-re a questo tipo di aborto – chesignifica assumere il Metapristo-ne e successivamente, a distan-za di 48 ore, la Prostaglandina,perché il metapristone terminala gravidanza e la Prostaglandi-na la espelle – il Governo consi-dera l’intero processo un aborto,quindi ogni fase deve aver luogoin una clinica regolare. Questosignifica che, a differenza di altripaesi dove è possibile prendereil Metapristone e ricevere la Pro-staglandina da assumere in unsecondo momento a casa, concomodità, da noi la donna deveingerire la seconda pillola nellaclinica ed è poi autorizzata adandare a casa correndo così il ri-schio di avere problemi duranteil tragitto. Non ha senso. In altripaesi è stato dimostrato che èperfettamente sicuro per le don-ne essere visitate in un ospedaleautorizzato per la preparazione,la radiografia per capire di quan-te settimane è la gravidanza, perpermettere al medico di capirequali sono le controindicazioni,per prescrivere il medicinale, laprima pillola, per l’assunzionedella seconda pillola che potràprendere a casa, assieme alleistruzioni e un numero telefoni-co da chiamare in caso di biso-gno. Da uno studio effettuatonel nostro paese non sonoemersi problemi di alcun tipo.Certo, a volte la terapia non èsempre efficace e la donna devetornare in ospedale, ma il tuttoin misura del tutto accettabile.

Passando ora al tema della lai-cità, un noto giornalista italia-no ha lanciato l’idea di una mo-ratoria sull’aborto, a seguitodella moratoria sulla pena dimorte approvata a dicembredalle Nazioni Unite. Lo scopo èporre fine agli aborti in Italia enel mondo e,infatti,la propostaè di emendare anche la Cartadei Diritti Umani dell’ONU.Co-sa ne pensa di questa proposta,tenendo anche presente la pre-senza del Vaticano in Italia?

Non sono informato dettagliata-mente sulla politica italiana. Ineffetti, si potrebbe dire che nes-sun italiano è del tutto in gradodi essere ben informato sulla po-litica italiana che è così com-plessa, specialmente in questomomento. Comprendo comun-que le tensioni che esistono inItalia in particolare. La mia posi-zione, per quanto riguarda il Re-gno Unito è molto chiara, e cioèche una larga parte della gentevuole la separazione tra la reli-gione organizzata e lo Stato.Questo non equivale a dire chechi ha forti convinzioni religiosenon dovrebbe candidarsi alleelezioni e non dovrebbe entrarein politica, ispirato da quei valo-

ri. Significa dire che non devonoesserci privilegi speciali dati dal-lo Stato alla religione organizza-ta. E temo che non sia così nelmio paese perché abbiamo unaChiesa di Stato e, come conse-guenza della creazione dellaChiesa d’Inghilterra, ci sono ve-scovi che siedono in Parlamen-to, alla Camera dei Lord. Siamouno dei pochi paesi al mondo,l’altro è l’Iran credo, in cui vi so-no dei chierici che siedono inParlamento di diritto. Non credoche questo sia salutare. Molti se-guaci della Chiesa d’Inghilterraritengono che non lo sia, perchéviene considerata come una for-ma di favoritismo.

E così si discriminano anche lealtre Chiese...

Sì, non dovrebbe succedere, ma,voglio dire, credo che la discri-minazione sia soprattutto con-tro chiunque non sia un clericoe che non può accedere auto-maticamente alla Camera deiLord a causa della mancanza direligione. Perciò non appoggionessun privilegio per nessunareligione, indipendentementedalle discriminazioni che puòsubire questo o quel gruppo re-ligioso. Mi sono battuto perchévi sia questa separazione. Hotentato di dire che qualsiasi ri-forma della Camera dei Lordvolta a renderla più democrati-ca, dovrebbe lasciar fuori i ve-scovi. Alla fine la Chiesa d’Inghil-terra e lo Stato dovranno sepa-rarsi. E’ nell’interesse di entram-bi. Ora, mi pare evidente che in Ita-lia il Vaticano eserciti una note-vole influenza su certi politici esu alcune porzioni della popola-zione, anche se non è superfluodire che la maggioranza degliitaliani non segue l’insegna-mento del Vaticano per quantoriguarda la contraccezione. Si di-ce, per esempio, che la Spagnasia un paese molto cattolico, ep-pure ha una delle leggi più libe-rali per quanto riguarda, peresempio, i diritti per gli omoses-suali, l’accesso all’aborto e lacontraccezione. Io mi trovospesso in opposizione alla Chie-sa Cattolica perché non vuoledare pari diritti ai gay, non vuoleche le donne abbiano il pienocontrollo per quanto concernela riproduzione e hanno una po-litica sull’uso dei preservativi nelmondo in via di sviluppo che ri-tengo molto povera e moltodannosa. E’ per questo che mimuovo contro la religione orga-nizzata. Non sono sulla lista deibiglietti d’auguri natalizi del Pa-pa.

Per quanto riguarda l’eutana-sia,potrebbe dirci cos’è succes-so dopo il caso di Dianne Pret-

ty? Come si è evoluto il dibatti-to?

Facciamo una distinzione ov-viamente tra eutanasia volonta-ria o legalizzazione del “suicidioassistito” da una parte, ed “eu-tanasia” dall’altra. Quest’ultimoè il termine utilizzato dai nostriavversari per lasciar intendereche l’eutanasia non sarebbe vo-lontaria, bensì che le personeverrebbero uccise contro il loro

volere. Noi siamo molto chiari.Ciò che chiediamo specifica-mente è la possibilità per le per-sone che sono in grado di farlo,che hanno la capacità di decide-re, che non sono obbligate a sce-gliere, se sono allo stadio termi-nale di una malattia, se stannosoffrendo, se si trovano in unacondizione per cui non possonouccidersi da sole e se è ciò chevogliono, di ricevere un aiuto a

morire. Come sapete, DiannePretty chiese questo permesso.Chiese che suo marito non fosseincriminato e portò il suo casofino alla Corte Europea per i Di-ritti Umani di Strasburgo. Que-sta ha stabilito che è comprensi-bile in una certa misura che ognisingolo paese possa dichiararefuorilegge questa pratica. E’ unasentenza di cui mi dolgo, matant'è. Ora stiamo tentando dicambiare la legge in Gran Breta-gna per autorizzare il suicidioassistito garantendo regole cer-te. In questo senso è stato pre-sentato un DDL alla Camera deiLord dal mio amico Lord Joffe.Purtroppo però la Camera deiLord ha bocciato il suo DDL con200 voti contro e 140 a favore, ilche è molto deludente. E’ moltodifficile fare passi avanti su que-sto tema nel Regno Unito inquanto, sebbene vi sia un ampioconsenso popolare - l’80% circaè favorevole ad aiutare, con re-

gole ben precise, chi, trovandosiin certe circostanze, vuole mori-re - i politici britannici e l’establi-shment in generale sono contra-ri: si tratta, infatti, di uno di queitemi sui quali tutte le religionisono ostili e né il Governo, nél’Opposizione hanno l’intenzio-ne di vedersela con ognuna diloro. La posizione del mio parti-to comunque, il Partito LiberalDemocratico, che è affiliato allaLista Bonino nell’Internaziona-le Liberale, sostiene questa bat-taglia.Siamo favorevoli perché ritenia-mo che permettere il suicidio as-sistito con regole precise sia unamisura che rafforza i diritti uma-ni. Abbiamo osservato la situa-zione in Belgio e in Olanda e ne-gli Stati americani che lo autoriz-zano e abbiamo notato che nonè stato registrato alcun abuso eche è, appunto, una misura cherafforza i diritti umani. Sarà co-munque una lunga strada quel-la che porterà alla legalizzazionedel suicidio assistito in questopaese.

Venendo alle politiche sulladroga,il Governo laburista è in-tenzionato a riclassificare lamarijuana dalla classe B dallaC. Qual è la sua posizione inmerito?

Per molto tempo la cannabis, omarijuana, in questo paese eraclassificata come droga di classeB. Le droghe pesanti, come eroi-na e cocaina sono classe A, as-sieme all’ecstasy. Il mio partitosostiene che la criminalizzazio-ne dell’uso di droga non ha pro-dotto alcun risultato positivo.Quello che è emerso è che ilproibizionismo non funziona,perciò noi tenderemmo ad unapproccio che prenda in consi-derazione la decriminalizzazio-ne, specialmente per quanto ri-guarda la droghe leggere. Sareb-be un sistema più efficace perevitare di cadere nella dipen-denza dalle droghe pesanti. Latossicodipendenza dovrebbe es-sere vista e trattata come un pro-blema medico, non come uncomportamento da criminaliz-zare, perché tutto ciò che la cri-minalizzazione fa è arricchire leorganizzazioni criminali e cela-re il problema. Il nostro partitoha proposto la decriminalizza-zione e la legalizzazione dellacannabis, come in Olanda, an-che per poterla tassare.Quel che ha fatto il Governo èstato seguire le indicazioni dellaCommissione sull’Abuso di Dro-ga, che è un ente consultivocreato per decidere se declassifi-care la cannabis da B a C, ed èquel che ha fatto due anni fa. E’stato dimostrato che l’uso dicannabis non è aumentato a se-guito di questa riclassificazione,né con la diminuzione delle pe-ne. Anzi, è diminuito e ciò provala validità della nostra proposta.Adesso c’è una forte pressioneper tornare indietro e reinserirela cannabis nella classe B perchési è diffuso il panico morale sullecosiddette “versioni più forti” dicannabis, come lo skunk. Il Go-verno non ha chiesto alla com-missione consultiva di esamina-re la faccenda, ma ha chiesto di-rettamente di raccomandare la

classificazione. Ma allora a cosaserve la commissione se deve es-sere ridotta a ratificare decisioniprese da altri, specie quandonon ci sono elementi validi pergiustificare la riclassificazione aB, se non per soddisfare i giorna-listi di centro-destra che spingo-no in questa direzione?

Passando ora ad un altro argo-mento, potrebbe parlarci dellaposizione dei liberal democrati-ci e la sua sugli Organismi Gene-ticamente Modificati (OGM)?

I liberal democratici sono scetti-ci rispetto all’uso OGM in agri-coltura, ma io non sono d’accor-do. Valutando raccolto per rac-colto mi pare che l’impatto sul-l’ambiente possa essere control-lato. La tecnologia OGM produ-ce benefici evidenti, di sicuroper i paesi in via di sviluppo. Almomento, è ovvio che la diffusaopposizione agli OGM, ispiratada tante parti della politica, ren-de molto difficile per i paesi piùpoveri sperare di esportare i loroprodotti verso l’UE o di produrreo anche importare cibo geneti-camente modificato. Ed è unadisgrazia. Mi pare che sia giuntoil tempo in cui l’UE e gli Stati as-sumano un approccio più scien-tifico anziché un’automatica re-pulsione per la tecnologia scien-tifica solo perché viene menzio-nata la parola “geneticamente”.Molte terapie mediche includo-no modificazioni genetiche.Chiunque abbia certi vaccini,come me, ha ricevuto sostanzegeneticamente modificate.Quindi credo che dovremmo es-sere tutti più maturi su questotema, nell’UE, in GB e anche nelmio partito.

Qual è la futura agenda politicabritannica per quanto riguardale tematiche scientifiche?

La Commissione Scienza e Tec-nologia, della quale ero mem-bro, ha prodotto un documentoper cui ho spinto molto, in cui sirichiede che le decisioni futurelegate al campo scientifico ven-gano prese in base all’evidenzaprodotta dalla scienza. Noi vor-remmo che il Governo e l’Oppo-sizione capissero la natura del-l’evidenza, e cosa voglia direavere una politica che si fondasull’evidenza scientifica, così daevitare decisioni che non hannoalcuna base scientifica, anche sesono spacciate per tali. Esistonocertamente decisioni politicheche devono basarsi sull’econo-mia, o su impegni programma-tici, sulle dinamiche politiche, equesto va bene. Devono alloraesserci regole precise che chiari-scano, per esempio, a quali do-cumenti il Governo fa riferimen-to quando afferma che “si sta ba-sando prove scientifiche” e sequesti sono stati sottoposti acontrolli adeguati o se invece sitratta dell’attuazione di un sem-plice schema pilota valutato dalGoverno stesso. Quello che spe-riamo di fare alla CommissioneScienza e Tecnologia, quello percui mi batto, è un modo di farepolitica molto più onesto edaperto, fondato sull’evidenzascientifica.

Evan Harris43 anni, è “Ministro Ombra” per la Scienza dei Liberal-democrati-ci inglesi, rappresentante del collegio di Oxford West and Abingdone membro della Commissione parlamentare Scienza e Tecnologia.Matteo Angioli lo ha incontrato in esclusiva per “Agenda Coscioni”a Westminster, per discutere con lui di aborto e non solo. Nel prossimo numero approfondiremo il dibattito sull’eutanasia conLord Joffe, membro della Camera dei Lord per il Partito Laburista.

Siamo uno deipochi paesi almondo, l’altro èl’Iran credo, incui vi sono deichierici chesiedono didiritto inParlamento. Allafine la Chiesad’Inghilterra e loStato dovrannosepararsi. E’nell’interesse dientrambi.

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segnalazioni - www.lucacoscioni.it/tag/in_libreria

Edoardo Boncinelli, L’etica della vita, Rizzoli, 2008, pp.185, euro 9,60

Di questo libretto del genetista Edoardo Boncinel-li colpisce, più del titolo, il sottotitolo, “Siamo uo-mini o embrioni?”, che riporta subito alla memo-ria il celeberrimo film interpretato da Totò nel1955. Ma cosa c’entrano gli embrioni con i capora-li, questa forma iniziale di vita prenatale con i ge-rarchi fascisti e, più in generale, con i prevaricato-ri e tiranni di ogni tempo e luogo? Non è forse unparagone esasperato, non è una forzatura provo-catoria porli sullo stesso piano? Il nesso esiste, edè forte, perché l’embrione è diventato oggi lo stru-mento attraverso il quale molti, credendo di com-battere una battaglia moralmente nobile, “per lavita”, cercano di imporre il proprio punto di vistae i loro principi a tutti quanti. Malgrado Boncinel-li voglia mettere in chiaro da subito che deluderàchi desidererebbe che lui si schierasse apertamen-te, posizionandosi in quello che è ormai un “cam-po di battaglia”, in realtà egli definisce comunquecon chiarezza il suo punto di partenza (con ciò chene consegue): “la scienza non può dare risposte adomande su cosa è giusto e cosa non è giusto”.Quindi “nella domanda: quando comincia la vitadi un essere umano? confluiscono prospettive econsiderazioni sì di natura biologica ma ancheculturale e sociale” che rendono la decisione, peresempio, sul portare avanti o no una gravidanza“una faccenda personale. Sempre”. La gran parte degli scienziati considera il divenireuomo un processo graduale che rende impossibi-le stabilire il momento preciso in cui avviene ilpassaggio tra ciò che non è umano e ciò che lo è.Nessuno scienziato (nemmeno il più convinto as-sertore dell’importanza del genoma) sostiene checon il concepimento, vale a dire con la congiun-zione dei patrimoni genetici della cellula-uovo edello spermatozoo, si sia già alla presenza di un in-dividuo umano: i geni non sono tutto. Per raffor-

zare questa affermazione l’autore ricorda l’esem-pio dei gemelli monozigoti: geneticamente identi-ci ma differenti sul piano organico e, soprattutto,comportamentale.Boncinelli ci racconta, quindi, un’interessante eaffascinante “autobiografia anonima” (corredatada illustrazioni e da un glossarietto dettagliato) incui descrive tutte le fasi dello sviluppo dell’em-brione, quali e quante sottigliezze la natura utiliz-zi per raggiungere i propri scopi. Egli pone l’accen-to sul fatto che solo negli ultimi anni, grazie a stru-mentazioni sofisticate, sappiamo con una certaprecisione che cosa e come avviene. Basti pensareche per secoli l’inizio di una gravidanza era accer-tato con i primi movimenti del feto percepiti dallamadre. “I meccanismi fondamentali dello svilup-po biologico, tutto quello che sappiamo l’abbia-mo appreso negli ultimi cento anni e la parte piùinteressante negli ultimi trenta. E c’è ancora tan-to da imparare. (…) Noi tutti stiamo costantemen-te reinterpretando la nostra tradizione sulla basedi nuove conoscenze e di nuove esperienze che sivanno via via accumulando nel tempo”. Quindianche i principi etici sono soggetti a modificarsi inbase alle conoscenze scientifiche e alla percezionedi ciò che ci circonda. La scienza non spinge l’uo-mo oltre i propri limiti, ma sposta solamente laprospettiva da cui si guarda il mondo. Citando Mi-chael Gazzaniga, che interpreta ciò che alcuni (laChiesa in primis) ritengono un peccato di hybris(la sete di ricerca) semplicemente come “la spintaevolutiva, tutta umana, di progettare la nostra so-pravvivenza”, Bencivenga conclude deplorandochi afferma che “così facendo l’uomo attenta allapropria natura e alla propria dignità”. Parole che,evidentemente, non hanno lo stesso significatoper tutti.

Umberto Veronesi e Alain Elkann,Essere laico, Bompiani, 2007,pp. 120, euro 9,00

Il punto cruciale attorno alquale si sviluppa questodialogo-intervista è la laici-tà dell’"uomo di scienza",fortemente sentita e tra-smessa anche ai propri figlinonostante la religiositàmaterna che aveva accom-pagnato la sua infanzia. “Ilrapporto con Dio non c’en-tra col senso etico, che ri-guarda soprattutto la rela-zione con gli altri uomini, esignifica sentirsi responsa-bili di seguire alcuni valorifondamentali: libertà, tolle-ranza e solidarietà nei ri-guardi dei più deboli”.

George Lakoff, La libertà di chi?,Codice,2008,pp.242,euro 22,00

Secondo il linguista Lakoffnegli ultimi anni la destraconservatrice statunitense(ma il discorso può essereampliato) ha imposto unanozione di “libertà” radical-mente diversa da quella chegli americani hanno cono-sciuto e amato ricorrendoad un linguaggio populistae retorico ma diretto e con-vincente. Il cuore del libro èl’analisi del discorso di Ge-orge Bush in occasione del-la celebrazione del suo se-condo mandato presiden-ziale, in cui pronuncia qua-si 50 volte la parola libertà.

Michele Luzzatto, Preghiera darwi-niana, Raffaello Cortina, 2008, pp.94,euro 9,00

Nel dibattito sull'evoluzio-ne sembra essersi afferma-ta la tesi dell'inconciliabili-tà tra due visioni del mondoche si vogliono contrappo-ste: o con Darwin o con Dio.Con questo monologo-sag-gio Luzzatto propone unavisione differente, sugge-rendo un parallelo tra il na-turalista inglese e le figure diGiacobbe e di Giobbe. Laprospettiva, paradossal-mente, si rovescia e avvieneche chi si scaglia controDarwin finisce col trovarsipiuttosto distante da Dio.La prefazione è di GiulioGiorello.

a cura di Maria Pamini

34LE NOSTRESEGNALAZIONI

LETTURE

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PAGINA 3

35AGENDA PER LA CRESCITÀ:

Per la Patria europea della ricercaRICERCA & SVILUPPO

Maggiori finanziamenti non servono se non sono assegnati secondo criteri di eccellenza.

[...] L’Europa investe meno degliStati Uniti nell’istruzione supe-riore e nelle attività di ricerca esviluppo. Sia l’importanza relati-va annessa all’istruzione superio-re e alla ricerca, nel quadro degliindirizzi di politica generale, chel’ammontare degli stanziamentipubblici investiti risultano mag-giori negli Stati Uniti. Attualmen-te, in Europa investiamo l’1,9%del nostro PIL in R&S, nonchél’1,4% nell’istruzione superiore.L’Unione deve investiresomme molto più cospicuein entrambi i campi per rag-giungere il livello di conoscenzedi cui è necessario disporre perincrementare il dinamismo dellacrescita economica. Alla luce diraffronti internazionali, un obiet-tivo consono sembrano investi-menti attorno al 3% in ciascunodi questi settori. [...].

Istruzione

In Europa, il numero di diploma-ti dell’istruzione secondaria chedecidono di proseguire i loro stu-di e conseguono una laurea uni-versitaria è chiaramente insuffi-ciente rispetto al fabbisogno diun’economia fondata sulla cono-scenza. L’Europa risente altresì diun’istruzione superiore troppochiusa alle influenze internazio-nali e non sufficientemente im-prontata ai massimi livelli di ec-cellenza, in particolare in sede dispecializzazione post lauream.Gli incentivi, la valutazione dei ri-sultati e una buona dose di com-petitività dovrebbero svolgere unruolo maggiore nell’organizza-zione degli studi universitari enell’assegnazione delle qualifi-che.

Adottare incentivi per spronareun maggior numero di diploma-ti dell’istruzione secondaria aproseguire studi superiori è diesclusiva competenza degli Statimembri. Facendo leva sui buonirisultati ottenuti col programmaErasmus/Socrates, l’Unione puòincentivare una maggiore aper-tura degli istituti di istruzione su-periore alle influenze internazio-nali, nonché una maggiore mo-bilità di studenti e docenti fra leuniversità europee. In particola-re, gli sforzi per definire sistemi diequipollenza nei vari paesi euro-pei, tra i diplomi e i programmi distudio del primo ciclo andrebbe-ro proseguiti e intensificati.

Questo però non basta, e oggi-giorno occorre adoperarsi perpromuovere livelli di eccellenzanel terzo ciclo, nonché favorirel’emergere in Europa di istitutisuperiori o facoltà di altissimo li-vello, in grado di competere conle migliori facoltà americane.Questi centri di eccellenza sareb-bero in grado di attrarre da tuttoil mondo i migliori insegnanti,

compresi quelli che hanno la-sciato i centri europei a causadelle insufficienti condizioni disviluppo che offrivano. I giovaniricercatori universitari do-vrebbero poter bene-ficiare di borse diformazione

post-dottorato odi borse di ricerca, cheverrebbero assegnate in basea un processo di valutazionescientifica (sulla falsariga dei si-stemi invalsi presso la NationalScience Foundation, NSF, statu-nitense o presso i più avanzaticonsigli nazionali delle ricerchein alcuni paesi europei). Nel con-tempo, andrebbero incentivatinuovi centri di eccellenza o nuo-vi raggruppamenti di ricercatoridi varie università, dediti a tema-tiche d’interesse comune, at tra-verso stanziamenti finanziaticongiuntamente da agenzie na-zionali e programmi europei.Questo tipo di finanziamento ri-sulterà efficace solo se verrà asse-gnato in base a criteri di eccellen-za, a prescindere dalle nazionali-tà di origine. [...].

Ricerca e sviluppo

In termini di ricerca e sviluppo,l’Europa risente della carenza diinvestimenti del settore privato,mentre i fondi pubblici sono di-minuiti notevolmente, oltre a es-sere distribuiti con scarsa effi-cienza. Si tratta di tre carenze chevanno affrontate in modi diversi.Per quel che riguarda anzitutto lascarsità di investimenti privatinella ricerca, lo strumento più in-cisivo per incentivarli è risultatoil credito d’imposta per investi-menti a favore della ricerca e svi-luppo. Quanto poi al livello sem-pre più insufficiente delle sov-venzioni pubbliche, occorre cheesse aumentino negli Stati mem-bri in cui risultano inferiori allamedia, e che al tempo stesso au-mentino gli investimenti a livellocomunitario, purché siano con-formi ai criteri illustrati qui di se-guito per una spesa efficiente. Glisforzi congiunti dei settori priva-to e pubblico nei vari Stati mem-bri dovrebbero contribuire all’in-sedia mento di una comunitàscientifica europea in grado dicon formarsi a norme più rigoro-se. Sostanzialmente, è questol’obiettivo dello “spazio europeodella ricerca” proposto. Questo

progetto am-bizioso è però poco compatibilecon alcune caratteristiche strut-turali della ricerca europea, inparticolare con la sua comparti-mentazione e con la difficoltà disfruttare appieno il palese poten-ziale scientifico dell’Europa, intermini sia di produzione di nuo-ve conoscenze sia di traduzionedi queste conoscenze in innova-zioni commercialmente rimune-rative. Quando si esaminano lecause di questa situazione pocosoddisfacente, non si può nonconstatare che in gran parte essesono riconducibili agli attuali si-stemi di finanziamento, poco ef-ficienti, della ricerca e dell’istru-zione superiore.

Uno di questi modelli si fondasull’assegnazione di fondi in ba-se al principio del «congruo rica-vo» (il cosiddetto juste retour, ov-vero ottenere un beneficio equi-valente all’investimento), anzi-chè in base all’eccellenza scienti-fica. Ciò genera una dispersionedei fondi a pioggia (un po’ peruno), senza un’opportuna defini-zione e valutazione delle priorità.E’ invece preponderante l’inten-to distributivo di garantireun’equa ripartizione del finanzia-mento tra le diverse istituzioni e ivari paesi. Esiste poi il modellodei programmi di ricerca centra-lizzati, gestiti da organismi pub-blici. Qui il sistema di finanzia-mento è soggetto a lunghe proce-dure burocratiche, che impongo-no di definire dapprima le priori-tà del programma, quindi di met-tere a punto programmi specificiper l’attuazione di tali priorità,passando poi a elaborare proget-ti suscettibili di finanziamento.Ciò porta a finanziare profili di ri-cerca estremamente specifici, colrisultato che in genere vengonoprivilegiati progetti di grandemomento, che rapidamente pos-sono trasformarsi in avventurestravaganti [...] .

Raccomandazioni

I paesi europei investono sommetroppo esigue e in modo ineffi-ciente nell’istruzione superiore enella ricerca. Proponiamo distanziare mezzi comunitari sup-plementari da assegnare in basea requisiti di eccellenza. Riorga-nizzando la propria politica di ri-cerca e contribuendo a incre-mentare i finanziamenti da desti-narle, l’Unione europea può svol-gere un ruolo di rilievo nel pro-muovere la riforma dell’insegna-mento post lauream e dei sistemidi ricerca negli Stati membri. Ciòrichiede che si instauri una com-petitività per i finanziamenti, unesame dei progetti ad opera dicomitati scientifici e una valuta-zione a posteriori da affidare a ri-cercatori indipendenti e di famainternazionale, per evitare chevengano ancora finanziati cattiviprogetti, senza alcuna redditività.Questi principi devono applicar-si indistintamente alla ricerca fi-nanziata dal settore pubblico, aprescindere dal luogo in cui vie-ne condotta. Essi devono valerealtresì per programmi specifici fi-nalizzati a un’esigenza pubblicadefinita, nonché a iniziative di ri-cerca avviate dal basso, a opera diricercatori indipendenti o digruppi di docenti desiderosi dicreare nuovi centri e nuove reti.In quest’ultimo caso, l’Unione in-crementerà l’effetto moltiplicato-re grazie al proprio finanziamen-to e contribuirà a diffondere lemigliori pratiche. Ecco le nostreraccomandazioni più specifiche:

• Aumentare sensibilmente laspesa pubblica degli Stati mem-bri e dell’Unione a favore della ri-cerca e dell’insegna mento nelterzo ciclo, privilegiando i requi-siti di eccellenza in sede di asse-gnazione di nuovi stanziamentisupplementari. Una parte dellerisorse andrebbe destinata ad at-trarre i migliori docenti da tutto ilmondo, compresi quelli che han-

no abbandonato gli organismieuropei per il carattere insoddi-sfacente delle condizioni che. po-tevano offrire. Per garantire il ri-spetto del massimo rigore scien-tifico, raccomandiamo che l’as-segnazione delle borse di ricercaformi oggetto di pubblico con-corso e di un esame ad opera dicomitati scientifici, e che il rifi-nanziamento di progetti o ce esi-stenti venga deciso nel quadro diuna valutazione a posteriori adopera di ricerca tori indipenden-ti di chiara fama.

• Creare un’agenzia europea perla scienza e la ricerca (AESR), chefunzioni sulla falsariga della NSFstatunitense (nonché dei consiglidelle ricerche nordico e britanni-co), un modello che altri Statimembri dovrebbero emulare. LaNSF si è creata un’invidiabile fa-ma sia di indipendenza che di ri-gore nel processo di valutazionead opera di comitati scientifici.L’agenzia dovrebbe presentare lecaratteristiche seguenti: a) avereprevalentemente compiti di fi-nanziamento più che di consu-lenza; b) applicare un’imposta-zione dal basso per pro muoverele proposte di finanziamento; c)coprire tutti gli ambiti scientifici,dalle scienze naturali alle scienzesociali, passando per l’ingegneriae l’e discipline umanistiche, me-diante un’impostazione flessibi-le; d) fondare le proprie decisionisu criteri scientifici e mettere apunto un processo rigoroso tra-sparente di valutazione ad operadi personalità scientifiche; e) es-sere responsabile dinanzi ai pro-pri finanziatori, re stando peròautonoma nel suo funzionamen-to, sotto la direzione di persona-lità di indiscussa autorevolezza.Analogamente alla NSF, l’AESRdovrà concentrarsi sul finanzia-mento della ricerca universitariapartendo dal basso.

• Instaurare crediti d’imposta perincentivare gli investimenti priva-ti nella ricerca, soprattutto adopera di piccole imprese di nuovacreazione.

(a cura di Marco Valerio Lo Prete)

Il “rapporto Sapir”Nel 2002 l’allora Presidente della Commissione Europea Romano Prodi invitò un gruppodi autorevoli esperti indipendenti a rivedere il sistema delle politiche economichedell’Unione Europea e a proporre una strategia per accelerarne la crescita. Pubblichiamoalcuni stralci del Rapporto Sapir, quelli dedicati alle sorti della ricerca nel vecchio conti-nente. Sul prossimo numero di Agenda Coscioni, inoltre, pubblicheremo gli atti dellaCommissione “Ricerca e Valutazione” del VI Congresso dell’Associazione Luca Coscioni,con interventi dei professori Strata, Bianco, Cossu, Rossi, Rizzolati, Berlucchi e Corbellini.

@pprofondisci AA.VV., Europa, un’agenda per la crescita, Il Mulino, 2004.

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PATRIZIA PULCINA

Mi chiamo Patrizia, sono di Vercelli e compirò 28 anniil prossimo luglio. Da quando ne avevo 3 soffro di unaforma particolarmente fastidiosa, acuta e resistentedi dermatite atopica. Vorrei dire subito che sonoconsapevole del fatto che esistono malattie benpeggiori della mia. Racconto questa mia storia soloper condividere con voi un percorso un po’complicato, nella speranza semplicemente di esserevicina al cuore di chi leggerà e soprattutto chequalcosa in Italia cominci a funzionare meglio inambito medico-sanitario. Sono una studentessa universitaria, innamorata dellavita e felice e grata di essere al mondo. A volte mistupisco io stessa di come la mia voglia di vivere piùnascosta e profonda abbia sempre il sopravvento emi salvi di continuo dal perdere la speranza e ilsorriso.Faccio parte di quel 10% di casi in cui la d.a. resisteanche dopo la pubertà. Generalmente è consideratacome una malattia dei bambini, e, in effetti, sono i piùpiccini a soffrirne maggiormente (e secondo alcunestatistiche in numero sempre crescente), ma pochisanno che anche negli adolescenti e negli adulti ilproblema può persistere e in alcuni casi peggiorare.Ecco, questo è proprio il mio caso.La mia pelle mi ha creato problemi anche psicologici:già non mi consideravo una gran bellezza, con quellelabbra sempre gonfie e rosse, quegli occhi sempresegnati, quel prurito incessante: non era tanto facilefar finta di niente, soprattutto col sesso opposto.Ovviamente ho provato e sperimentato ogni tipo dipreparato, medicinale e cura. Due anni fa ho creduto per la prima volta nella miavita di aver toccato il fondo. Da mesi subivo un graveriacutizzarsi della malattia: molte zone del mio corpoerano ricoperte di piaghe. Il prurito era fortissimo e su

TUTTO il corpo, zone intime comprese. Riuscire adormire era un lusso che poche volte mi eraconcesso, la capacità di concentrazione quasi pari azero. Inaspettata e inattesa è arrivata la separazionedal mio ex ragazzo: un trauma che ha portato ad unpeggioramento repentino. Dalla sera alla mattina,letteralmente, le piaghe si sono espanse. Non riuscivoa lavarmi, il getto della doccia mi apriva la pelle comequando si pela una patata bollente, gli strati di cremache spalmavo sul corpo non erano mai sufficienti.Mio fratello mi ha vegliata fino alle cinque di mattina,una volta, perché i nervi erano a pezzi e il prurito cosìatroce che saltavo nel letto come un grillo. Risparmioulteriori particolari, anche perché ogni volta cheripenso a quei giorni rivivo nel cuore la stessasensazione di disperazione, di dolore infinito, diprofondo sconforto e angoscia. Poi, piano piano, misono rimessa in piedi. Tra alti e bassi ora sembra chele cose vadano meglio. Sto sperimentando curenuove, speriamo che servano! Mi piacerebbe che il Ministero della Sanità decidessedi riconoscerla come malattia sociale, o che almenole case farmaceutiche abbassassero i prezzi dei loroprodotti: io, o meglio, i miei genitori, sostengonospese non indifferenti per le cure. Nel mio piccolo combatto piccole quotidianebattaglie contro un corpo che a volte mi sembra sicomporti in modo estraneo alla mia volontà. Masorrido, sempre… o almeno ci provo!E un sorriso e un abbraccio forte, coraggioso esincero, a tutti coloro che lottano contro la propriasofferenza è tutto quel che volevo comunicare con lamia storia.

@pprofondisciPer leggere e commentare questa ed altre “storiedi speranza”, ww.lucacoscioni.it/flexinode/list/10

Iscritti: Rocco Berardo € 410,10;Andrea Pefumi € 400,00; DiegoCentonze € 300,00; GastoneMarescalchi € 300,00; Domenico DiGioia € 250,00; Ferdinando Trisoglio €250,00; Lanfranco Turci € 250,00; RudiAssuntino € 200,00; Giuseppe Baiocchi€ 200,00; Daniele Baldi € 200,00;Riccardo Barone € 200,00; StefanoBrescianini € 200,00; Ennio Carraro €200,00; Giulio Costanzi € 200,00; PietroDall'aglio € 200,00; Ivo De Blasi € 200,00;Paolo Filonzi € 200; Daniela Finotto €200; Carlo Flamigni € 200; AntoninoForabosco € 200; Gabriella GazzeaVesce € 200; Giuseppe Manzotti € 200;Leone Massa € 200; Paola Rita Milanoli €200; Aldo Panegrossi € 200; MirellaParachini € 200; Rosa Maria Rizzi € 200;Vidmer Scaioli € 200; Silvana Trevisan €200; Giuseppina Trupia Tosarello € 200;Giovanni Vegetti € 200; Raffaella Vivarelli€ 200; Elisabetta Chiacchella € 200;Giorgio Inzani € 200; Luisa BocchiSpadini € 150; Antonio Carioti € 150;Carmelo Colella € 150; DomenicoColombo € 150; Enrico Santarelli € 150;Elvira Zappa € 150; Paolo Curtarello €130; Danilo Giurgevich € 129; MariaBodini € 120; Francesco Buffolo € 120;Oreste Roseo € 120; Andrea Lucenti €100,11; Diego Mazzola € 100,09; AngeloGabriele Aiello € 100; Patrizia AmaroNessi € 100; Cecilia Maria Angioletti €100; Maddalena Arcella € 100; SecondoArmand € 100; Giulio Arnone € 100;Antonio Ascione € 100; Vanna Baratta €100; Tullio Barni € 100; Paola Belli € 100;Carlo Bello € 100; Nicoletta Benedettini €100; Paolo Benedettini € 100; ItaloBenso € 100; Caterina Bertarello € 100;Cristiana Bianucci € 100; Renzo Biolchi €100; Lorenzo Blini € 100; MaurizioBolognetti € 100; Adriano Bombardi €100; Silvana Bononcini € 100; AnielloBosco € 100; Lorenzo Bossi € 100;Roberto Bracco € 100; Marilu' Brancato€ 100; Stefano Brogelli € 100; AntoniusBrugman € 100; Rita Burelli € 100; PaolaCairoli € 100; Angelo Campedelli € 100;Maria Angela Canale € 100; GiovannaCanigiula € 100; Giuseppe Cannizzaro €100; Michele Capano € 100; PieroCapone € 100; Maria Romana Capretti €100; Stefania Caradonna € 100; PaolaCaravaggi € 100; Elisabetta Cardani €100; Aldo Cardona € 100; SalvatoreCaruso € 100; Luciano Casappa € 100;Mariagrazia Cavalleri € 100; RosangelaCavallini Nava € 100; Luciana Cerquetti €100; Maria Addolorata Cervellera € 100;

Silvia Donata Cesi € 100; Davide Chicco€ 100; Gian Luca Chiesa € 100; ClaudioCiccone € 100; Maria Antonietta Ciminelli€ 100; Giorgio Coen € 100; MaurizioColombini € 100; Furio Colombo € 100;Giuseppe Conti € 100; Gisella CoppensYvonne € 100; Angela Cosentino € 100;Nicoletta Cremona € 100; MaddalenaCrudeli € 100; Marco Cuconati € 100;Filippo D'ambrogi € 100; Marzia Damiani€ 100; Gianfranco D'attorre € 100; Jose'De Falco € 100; Patrizia De Fusco € 100;Augusto De Maglie € 100; Carmine DeMartino Adinolfi € 100; Vera De Pascale €100; Maria Serena De Santis € 100;Pasqualino Del Grosso € 100; Luca DiCesare € 100; Bruno Di Nardo € 100;Giovanna Di Paco € 100; Martino DiSerio € 100; Aina Diversi € 100; MarcoDonna € 100; Serafino D'onofrio € 100;Domenico Dragonetti € 100; GiulianoDrovandi € 100; Osvaldo Ercoli € 100;Giovanni Esposito € 100; RosalindaFabbri € 100; Carla Faccioli Gorini € 100;Giacomo Falcinelli € 100; DonatellaFanchini € 100; Maria Grazia Farruggia €100; Marco Favara € 100; ValerioFederico € 100; Franco Ferlini € 100; AdaFermariello € 100; Cristiana Ferrari € 100;Costanzo Ferraro € 100; Carmela DettaLinda Ferrigno € 100; Giancarlo Feruglio€ 100; Francesco Fiorentino € 100; MarioForelli € 100; Irene Frau € 100; LivioFrediani € 100; Angelo Fregni € 100;Roberto Frezzato € 100; Alberto Galli €100; Susanna Galli € 100; Gian LucaGallo € 100; Vincenzo Gallo € 100;Tiziana Galtieri € 100; Maria Garofalo €100; Fabrizio Gendusa € 100; AntonioGerra € 100; Michela Ghiorzi € 100;Marco Giordani € 100; Dario Giovannetti€ 100; Elisabetta Giromella € 100;Alessandro Giudice € 100; AndreaGrando € 100; Bianca Grassi € 100;Carlo Alberto Graziani € 100; LauraGribaldo € 100; Sara Gualco € 100;Alessandro Gwis € 100; Lorenza Iacono€ 100; Valeria Iandolo € 100; FabioIannarelli € 100; Silvia Imperadori € 100;Ivan Innocenti € 100; Giovanna Lagorio €100; Loretta Landoni € 100; Claudio Lenti€ 100; Roberto Leone € 100; RolandoLeoneschi € 100; Gildo Liberti € 100;Maurizia Lima € 100; Renato Lucchesi €100; Vincenzo Luciano € 100; AlbertoLuini € 100; Paolo Machina Grifeo € 100;Silvana Magini € 100; Mauro Mangani €100; Andrea Maori € 100; TeresaMarangelli € 100; Carla Marchelli € 100;David Marini € 100; Matteo Marliani €100; Pasquale Marra € 100; Stefano

Marsili € 100; Roberto Marzialetti € 100;Salvatore Maselli € 100; AngelaMastroviti € 100; Roberto Melai € 100;Giuliana Michelini € 100; GennaroMigliore € 100; Renza Milani € 100; AnnaMaria Milanoli € 100; Daniela Monali €100; Adriano Monticelli Carlini € 100;Mauro Mugnai € 100; Giovanni AngeloMultinu € 100; Margherita Mutarelli €100; Michele Negre € 100; Walter Noli €100; Silvestro Nunnari € 100; AntonioOpallo € 100; Francesco Orabona € 100;Federico Orlando € 100; Maria VeronicaOrofino € 100; Maria Teresa Ossella €100; Mario Palombo € 100; LuanaPanella € 100; Olindo Parachini € 100;Stefano Parravicini € 100; Ada Pastore €100; Mario Patrono € 100; JelenaPavlovich € 100; Mirella Pellegrini € 100;Eugenio Pengo € 100; AntonioPercesepe € 100; Furio Petrocelli € 100;Rino Pieroni € 100; Hedy Pinchuk € 100;Aldo Porciello € 100; Enrico Procacci €100; Paolo Profita € 100; EdoardoQuaquini € 100; Salvatore Rabbito € 100;Catena Lea Radici € 100; Luigi Recupero€ 100; Franca Redaelli € 100; MarinaRicci € 100; Mario Riccio € 100;Giuseppe Rippa € 100; Ezio Rossi € 100;Marina Rossi € 100; Margherita Rosso €100; Gianluca Ruggieri € 100; Ida RussoSannino € 100; Marcello Sadocchi € 100;Paolina Maria Salmaso € 100; DonatoSalzano € 100; Paola Sanguinetti € 100;Pierangelo Sanna € 100; Irene Santoro €100; Maria Battistina Satta € 100; LilianaSaviozzi € 100; Rodolfo Sbrojavacca €100; Nicola Scardi € 100; Carla Scola €100; Giovanni Semeraro € 100; LauraSeregni € 100; Stefania Sesana € 100;Vincenzo Sessa € 100; Riccardo Simbula€ 100; Francesco Sogliuzzo € 100;Andrea Soressi € 100; Silvia Soriani €100; Christina Sponza € 100; Sergio A.Stanzani Ghedini € 100; Sergio Tatarano€ 100; Caterina Tavani € 100; GaleazzoTedaldi € 100; Eugenio Teodori € 100;Mario Trifuoggi € 100; Andrea Trisciuoglio€ 100; Antonio Trisciuoglio € 100; MariaLuisa Tucciarone € 100; Paola Valagussa€ 100; Federico Varagnolo € 100; UgoVellei € 100; Maria Venneri Becci € 100;Ottavio Verdi € 100; Ettore Vernazza €100; Silvio Viale € 100; Giuseppe Violante€ 100; Luciano Violante € 100; BrunoVolpe € 100; Giorgio Zambelli € 100;Vincenzo Zaurito € 100; Cinzia Zungolo €100; Domenico Boglioli € 100; PatriziaGiacone € 100; Paolo AlessandroMezzanotte € 100; Pierpaolo Righetti €100; Giuseppe Candido € 50; Giorgio

Cusino € 50; Paola Inzillo € 50; StefanoMarchiafava € 50

Pacchetto: Francesca Adamo;Giuseppe Balladore; Salvatore Benfante;Lucio Berte'; Stefano Bilotti; ValentinaBisegna; Massimo Bordin; Antonio Busi;Marco Cambursano; Antonio Capaldo;Antonio Cardone; Maurizio Casalini;Paolo Casarin; Alberto Ceccolini;Antonio Ciapparelli; GiuseppeCompagnini; Felice Antonio Curiale;Maria Teresa Dal Monte; Tamara DeGasperis; Sergio D'elia; Vezio Della Valle;Albino Fagiano; Marco Fallabrini; MariaAntonietta Farina; Fabio Favalli; EnricoFerranti; Andrea Francioni; FilomenaGallo; Silvana Germena; EmanueleGiannelli; Claudia Girombelli; Maria LuisaGiussani; Giorgio Inzani; Stelio Leoni;Franco Joseph Levi; Luisa Lezzi;Maurizio Lipparini; Michele Magoni;Paola Manfroni; Bruno Marongiu;Simone Marturano; Eugenio Mascagni;Olga Mazzia; Matteo Mecacci; CristinaMolinari; Lina Moschini; Stefano FabioMossino; Graziano Patti; SalvatorePetroni; Enrica Pianelli; Stefano Pompa;Carlo Pontesilli; Filippo Ravalico; GuidoRizzi; Luciano Roffi; Felice Rosati; MaraRossi; Antonio Ruelle; Leonardo Russo;Simonetta Salvadori; Oscar Sandri; AnnaMaria Schmidt; Carlo Simeone; BarbaraSimionati; Rosanna Tasselli; LauraTerragni; Aldo Tomaiuolo; MaridoraTubazio; Maurizio Turco; Laura Vantini;Roberto Verde; Iacopo Volpi; PaoloVoltarel; Gianpiero Zanon

Contributi: Patrizia Giribaldi € 200;Paolo Amati € 100; Pierpaolo Battista €100; Bruno Conterno € 100; GianluigiRasca € 100; Andrea Romagnoli € 100;Vincenzo Servalli € 100; GiancarloVenturelli € 60; Marina Balatti € 50; LuigiBattiston € 50; Giuseppe Caleffi € 50;Sebastiano Da Campo € 50; Eleonora DeFonseca Pimentel € 50; Giorgio Dobrilla€ 50; Carla Dodero € 50; Stefania D. M.Ferina € 50; Giuseppe Fina € 50; SaraFossati € 50; Luciana Frattesi € 50; MariaGabriella Garsia € 50; Isabella Gioia € 50;Chiara Guazzelli Bartoloni € 50; FedericoMatteoda € 50; Arnaldo Rocchini € 50;Adriano Romano € 50; Roberto Rosina €50; Luca Roversi € 50; Sandro Ruggeri €50; Giovanni Sperandeo € 50; GraziaTavoletta € 50; Andrea Turini € 50; VinicioVergoni € 50; Maria Elena Versari € 50;Romano Veterini € 50; AngelinaZammataro € 50; Nazzareno Cammarota

€ 46,38; Luigi Colli € 40; Gabriella TalloneViti € 40; Luigi Botte € 30; GuglielmoBrusamolino € 30; Giuseppina Buonomo€ 30; Andrea Garuglieri € 30; RiccardoIncerti € 30; Bruno Leonardi € 30; FulvioLoiodice € 30; Giovanni Paglialonga €30; Maria Silvana Petrangeli € 30;Giovanna Romanelli € 30; Maria RenataSequenzia € 30; Gianluigi Sommariva €30; Benedetta Treves € 30; CarloCapitanucci € 25; Andrea Cattaruzzi €25; Guido Chiarappa € 25; Roberto Cirelli€ 25; Pietro Lombardi € 25; FabrizioOlivieri € 25; Monica Pireda € 25; AldoSollazzo € 25; Riccardo Toccacieli € 25;Donatella Milardi € 24; Filippo Alberganti€ 20; Dario Baldacci € 20; FedericoBernardi € 20; Martina Boschetti € 20;Sandra Caproni € 20; Antonietta Concilio€ 20; Camilla Cortese € 20; Elena Ferioli€ 20; Gianfranco Franchetto € 20; GuidoGiglio € 20; Angelina Giordano € 20;Luisa Gurzoni € 20; Ferruccio Job € 20;Fiorenza Madonna € 20; ValentinaModena € 20; Norma Morino € 20;Francesca Motolese € 20; MarcellaParolari € 20; Anna Picco € 20; DiegoPisa € 20; Marina Richelli € 20; GiulioSalto € 20; Leonardo Serboli € 20; RitaSerra € 20; Andrea Simonazzi € 20;Martina Zuccaro € 20; CaterinaAccrescimbeni € 15; Antonella Artini €15; Stefano Baiardo € 15; GabriellaCassuto € 15; Nicola Cellamare € 15; PioCuratolo € 15; Marco Antonio Giacomoni€ 15; Stefano Giannoni € 15; GiuseppeLorrai € 15; Roberto Maggiorelli € 15;Francesco Paolo Turi € 15; RobertoBarbieri € 10; Pier Luigi Camparini € 10;Antonio Cantatore € 10; GiampaoloCrespi € 10; Roberto Dominici € 10;Luigia Forno € 10; Roberto Gallorini € 10;Eugenio Gargiulo € 10; RobertoGiannarelli € 10; Stefano Giannoni € 10;Salvatore Antonio Guerrieri € 10; CarlaLenti € 10; Carla Minerbi € 10; AnnamariaMoserle € 10; Antonio Panzera € 10;Daniele Primavera € 10; Maria GraziaPuccetti € 10; Stefano Puncioni € 10;Damiano Scarpa € 10; Gino PatrizioTarperi € 10; Domenico Bruno € 6;Daniele Bosco € 5; Giovanni Carfora € 5;Raffaele Cherubini € 5; Giovanni DePasquale € 5; Roberta Doppieri € 5; EzioGalanti € 5; Armando Isolda € 5;Calogero Platia € 5; Mauro Sanna € 5;Giovanni Straffi € 5; Teresa Tannozzini €5; Rita Balducci € 2; Giovanni Caldarone€ 1; Giovanni Caldarone € 0,80

ISCRITTI NEL MESE DI FEBBRAIO

PATRIZIA DALLE

PIAGHE AD UN SORRISO

DERMATITE ATOPICA

36STORIA DISPERANZA

DAL CORPO DEIMALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

Page 37: Agenda Coscioni anno III n.03: marzo 2008

DIVENTA AZIONE 37

CELLULE DI ALTERNATIVA

Una Cellula “tecnologica” per la vita indipendenteLAURA CAMPAGNER

Nessuna Cellula Coscioni eraancora stata promossa nella no-stra Regione. Considerandoquesta una grave lacuna, so-prattutto in questi ultimi tempiin cui il dibattito sull’etica dellescelte, la laicità e la libertà di ri-cerca scientifica si è reso così at-tuale, tutti noi siamo chiamati a

darne viva testimonianza. È perquesto che venerdì 22 febbraiosi è riunita l’Assemblea elettivadella “Cellula Coscioni del Friu-li Venezia Giulia” alla “Tavernet-ta al Castello” di Capriva delFriuli. Il nucleo della Cellula èstato composto da una quaran-tina di persone, diverse per pro-fessione, generazione e storieindividuali e di diversa ispira-

zione politica, ma accomunatedalla convinzione che nel no-stro Paese la difesa della libertàdi ricerca scientifica e dei dirittidell’individuo vengono costan-temente violate attraverso la di-sinformazione e condizionateattraverso leggi e scelte politicheispirate da pregiudizi ideologici.La rimozione di divieti irragio-nevoli è la premessa per politi-che di investimento nella ricer-ca e formazione. Vogliamo checiò sia una priorità per ogni stra-tegia di sviluppo economico edemocratico di un Paese. Si ècosì costituita la Cellula Coscio-ni del Friuli Venezia Giulia cheha visto l’approvazione di unamozione che si caretterizzerà inparticolare per il tema della “Di-sabilità e delle Tecnologie peruna vita indipendente”. La Cel-lula FVG si fa promotrice del di-ritto di scelta del disabile, del-l’assistenza personale autoge-stita e dell’affermazione dei di-ritti umani, civili e politici deimalati, affinché una disabilità o

una malattia grave non pregiu-dichi l’autonomia e non diventidiscriminante, non isoli la per-sona, bensì vogliamo che possainteragire con gli altri e il mon-do in modo autonomo e possaessere al centro di tutti i proces-si che la riguardano. Inoltre, vo-gliamo farci promotori affinchévengano messe a disposizionedi tutti i sistemi e le innovazioni

tecnologiche così da consentireil superamento dei diversi limiti.Sono stati eletti all’unanimitàcome Presidente Laura Campa-gner e come tesoriere LorenzoCenni.

@[email protected] sito: lucacoscioni.it/cellulafvg

CELLULA COSCIONI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

Studenti “Coscioni” contro le liste di proscrizioneGIULIA [email protected]

La lista nera dei 162 professoritacciati di far parte di una lobbyebraica non poteva, e non dove-va, cadere nell’indifferenza.Non poteva, perché i mediahanno scelto questa lista per faremergere il sottobosco di ester-nazioni antisemite che circola-no in rete. Non doveva, perchéla comunità studentesca e acca-demica avevano l’onere di mo-strarsi compatte nella denunciaall’unisono dell’ennesimo at-tacco contro la libertà di espres-sione dei docenti universitari. Arispondere all’appello di solida-rietà, lanciato dalla comunitàebraica come dai professori del-la lista, sono stati gli Studentiper la Libertà di Ricerca dell’As-sociazione Luca Coscioni. Perprimi hanno organizzato unamanifestazione collettiva disdegno nei confronti dell’enne-simo atto di integralismo e han-no pubblicato in rete un appel-lo, “Anch’io su quella lista”, uti-lizzando così gli stessi strumen-ti del blogger antisemita. Non è un caso che il primo attodi denuncia contro la lista sia ar-rivato dagli studenti. Sono loro i

primi beneficiari della libertà diinsegnamento, sancita dall’art.33 della Costituzione, che per-mette la piena trasmissione disaperi. “L’arte e la scienza sonolibere”. Per far sì che siano vera-mente libere, non vi deve esserealcuna catalogazione, alcunaschedatura, dei pensieri, dellemanifestazioni di volontà e del-le azioni di chi pratica l’arte e lascienza. Le differenze costitui-scono l’humus delle societàaperte, la cui sfida è l’inclusivi-tà. Va combattuta pertanto ogniforma di intolleranza, di inte-gralismo, che se sottaciuta, semessa da parte, rischia di accre-scere l’odio che porta in seno edi tramutarlo in violenza.

La manifestazione di solidarietà

Alla presenza di due dei profes-sori inseriti nella lista antisemi-ta, Gilberto Corbellini, docentedi Storia della medicina alla Sa-pienza, e Sebastiano Maffetto-ne, professore di Filosofia poli-tica alla Luiss, gli studenti degliatenei di Roma hanno manife-stato unitariamente il loro “no”contro ogni bavaglio e controogni discriminazione, ospitati

dall’università Luiss. Marco Va-lerio Lo Prete, voce degli Stu-denti per la Libertà di Ricerca,ha ricordato come BenedettoCroce ammonisse dalla tolle-ranza come sopportazione pas-siva: “tra i tolleranti non semprefurono gli spiriti più nobili ederoici. Spesso vi furono i retori egli indifferenti”. Per questo vapromossa “la tolleranza comemetodo: un’attitudine attiva, unmetodo di convivenza civile, lascelta della non-violenza e dellapersuasione rispetto a quellodella forza e della coazione.Contro ogni integralismo, ap-punto”. A seguire le riflessionidei relatori. Gilberto Corbelliniha rivolto l’attenzione ai “siste-mi di allarme, che vanno tarati enon devono suonare a casaccio.Internet è a disposizione di tuttie se ci mettiamo a denunciareogni blog demenziale non finia-mo più”. Sebastiano Maffettone,invece, ha proposto “un inse-gnamento permanente sull’an-tisemitismo e sulla questioneIsraele-Palestina: deve essere lanostra risposta accademica”. Ol-tre a Luciano Pellicani, profes-sore di Sociologia alla Luiss, checitando Russell ha ricordato che“sono poche le persone che non

sentono il bisogno di odiarequalcuno”, la presenza di TobiaZevi, dell’Unione Giovani Ebrei,e di Zouhir Louassini, giornali-sta marocchino, ha sancito ladenuncia unanime della comu-nità ebraica e musulmana “con-tro ogni integralismo”.

Al via gli Studenti per la Libertà di Ricerca

Così hanno voluto esordire glistudenti dell’Associazione Co-scioni, “contro ogni integrali-smo”, per smarcarsi dai gruppifortemente ideologizzati pre-senti nelle università. Dai collet-tivi che occupano le aule a spesedei contribuenti, agli studenti didestra, troppo occupati nel re-cupero di valori di una societàche non esiste più, i problemiche affliggono oggi gli atenei ita-liani sono nel dimenticatoio.Riemergono durante le elezionistudentesche, che riproduconoin piccolo le stesse nefandezzedi quelle politiche, per poi ri-sprofondare nell’oblio, privati diquella continuità di soluzioneche nemmeno le legislature aintermittenza riescono a garan-tire. E’ “da dentro, ma fuori dal pa-

lazzo” che gli Studenti per la Li-bertà di Ricerca vogliono agire,forti della laicità, della legalità edella trasparenza dell’Associa-zione Luca Coscioni, aiutati daiprofessori di fama internazio-nale che fanno parte dell’Asso-ciazione stessa, e mossi da undesiderio di riforma del sistemaformativo in Italia, perché l’uni-versità e la scuola siano la casadei saperi di tutti.

STUDENTI PER LA LIBERTÀ DI RICERCA

Non vi deveessere alcunaschedatura deipensieri, dellemanifestazioni divolontà e delleazioni di chipratica l’arte e lascienza

Page 38: Agenda Coscioni anno III n.03: marzo 2008

Congresso straordinario,media “ordinari”Gentile redazione,solo poche righe per complimentarmi conl’Associazione tutta per l'ottimo livello scien-tifico-politico e per la straordinaria ricchezzadei contenuti del vostro VI Congresso, i cuilavori, ancora una volta purtroppo ampia-mente trascurati dai mass-media nazionali,ho potuto in gran parte seguire grazie a Ra-dioRadicale. Claudio Pestarino

L’Associazione degli “altri”, la nostra AssociazioneGentile redazione,ciao a tutti, in questi giorni sto seguendo ildibattito e gli interventi del congresso del-l'Associazione Coscioni, alla quale sonoiscritta fin dalla sua nascita. mi avrebbe fattopiacere venire, ma non mi è stato possibileper motivi logistici, perché ho due bambinidi 4 e 1 anno che non so a chi lasciare e chenon vogliono lasciare me. Probabilmentequando saranno più grandi me li porteròdietro. Non si tratta di motivi fondamentalicome i tanti malati gravi che non sono potu-ti venire perché impossibilitati a spostarsi acausa dei loro problemi di salute. e questacosa mi ha fatto riflettere sul fatto che, quan-do si parla di Associazione Coscioni si tendea pensare che dalla libertà di ricerca scienti-fica che con tanta forza promuove l'Associa-zione, possano trarre giovamento solo per-sone con gravissimi problemi, come eranoLuca, Piergiorgio, Giovanni...come tante,tantissime persone oggi in Italia. C'è chi po-trebbe pensare (chi, cioè, pensa che gli "al-

tri" sono gli altri e non saremmo mai "noi","queste sono cose, problemi che succedonoagli altri"), quindi, che l'Associazione Co-scioni, con i tanti problemi italiani, che ri-guardano la maggioranza degli italiani, nonsia prioritaria. Io sono "solo" diabetica insu-lino-dipendente. Da 15 anni vivo con unapompa da insulina sempre con me (certo,nulla a confronto dei respiratori artificiali deipc per parlare e di quanto altro si deve por-tare dietro chi ha problemi ben più impor-tanti, ma non per questo non importante).La ricerca sulle staminali potrebbe portare lasoluzione al diabete in breve, potrebbe por-tare almeno un sensibile miglioramento allaloro qualità di vita. di diabete (di tipo 1 e 2)soffrono circa 2 milioni di italiani. il che si-gnifica che 2 milioni di persone potrebberoguarire o quanto meno stare meglio . si stimache in Italia oltre il 6% della spesa sanitarianazionale sia assorbita dai diabetici, il che si-

gnifica che almeno parte di essa potrebbeandare altrove. si tratta di cifre enormi. tuttiin italia dovrebbero sostenere l'AssociazioneCoscioni, perché la libertà di ricerca scienti-fica che promuove è per i malati gravissimima anche per quelli meno gravi e perché nonbisogna mai dimenticare che gli altri, per glialtri, siamo noi. Vi saluto e vi ringrazio,Luisa M.V.

Mi iscrivo in direttaGentile redazione,Durante la diretta da Salerno ho dato seguitoalla decisione di iscrivermi all'associazione,soprattutto spinta dalle toccanti parole dellamoglie di Nuvoli. Ma sono con voi. grazie, Cinzia Zungolo

Emozione radicaleHo appena terminato di sfogliare AgendaCoscioni, recapitatomi oggi. Io sono Roberto,un trent'enne che segue i radicali da sempre,e solo da quest'anno e' iscritto all'Associazio-ne. Non c'e' niente da fare, Agenda Coscionilo aspetto come aspetto poche cose nel miomese...si porta dentro la forza di tutte le per-sone che non solo cercano speranza, ma cer-cano pietà, l'amore, comprensione. che miverrebbe da dire, che non serve un dio percercare queste cose...o per trovarle.Ma non era questo che volevo dirvi. volevodire agli amici radicali questo: che la politicaradicale e' l'unica che mi emoziona davvero.E’ l'unica che sento vicina, l'unica che da leparole ai malati e ce le scolpisce dentro...l'unica che può vantare di chiamarsi davvero“politica”; il mezzo amorevole per cambiare.Io non ci sarò, ma a voi voglio augurare un“buon congresso”. Ne abbiamo bisogno. Sa-lutatemi Emma, Antonietta, Marco 1 e 2, Ri-ta e tutti gli altri. Vi abbraccio, Roberto Marzialetti

Niente di trascendentale:una politica nuova e diversaGentile redazione,sono a casa, non ho soldi per venire a Salernoe sto ascoltandovi anche se la radio sembrauna friggitrice. Ho sentito Maddalena, Em-ma e tutti gli altri ieri e stamattina. Sembraqualcosa di meraviglioso e sembra impossi-bile che questo congresso non possa essereil simbolo di una politica nuova e diversa.Ora c’è Prodi a radio Radicale che sta parlan-do della pazienza e del suo esaurimento.Scusate, parlo della fisicità, in nome del cor-po anche dei non malati fisicamente: sem-bra volgare, io dovevo fare la pipì e non riu-scivo ad andare in bagno perché non ce la fa-cevo a staccarmi dall’ascolto. Tutto mi sem-brava talmente importante… Dal piccolo manon ultimo messaggio del mio corpo di don-na, uguale e sensibile al corpo di altre donneche in questi giorni strani che si vivono inquesto paese sente l’incapacità e la chiusuranel comprendere i problemi veri che ci strin-gono e ci soffocano da ogni parte, chiedo cheil PD non sbatta queste persone che si impe-gnano davvero nel combattere battaglie direaltà sofferta, all’angolo di una lista isolata,silenziata e senza quel potere che sembra es-sere indispensabile per essere ascoltati.La mia piccola vita di cittadino normale, chenon vive sotto un ponte e non è così dispera-to come altri, giustamente non fa e non chie-de notizia. Vuole solo che il suo proprio dirit-to di individuo,di persona (purtroppo nonsono più un embrione quindi attualmentenon conto più di tanto) sia rispettato nel suosilenzioso esistere. Chiede, questo sì, di po-

ter avere in parlamento anche la sua istanzapolitica grande o piccola che sia per essereuguale e non meno uguale di altri già più cherappresentati e sponsorizzati dall’Alto. Nien-te di trascendentale. Scusate, non so a chi ri-volgermi se non a voi. Vi voglio bene. Grazie.Ivana Piovesan

Studenti per la libertà di ricerca

Gentile redazione,Sono Marco, un giovane studente e sto perterminare il quinto anno del liceo Classico,purtroppo sono affetto da Sla2 (ovvero Scle-rosi Laterale Amiotrofica Famigliare). Hoscritto all’Associazione Coscioni il 16/01/’08,proprio perché amo la politica, difatti, finitoil quinquennio penso di iscrivermi a scienzepolitiche. Ho seguito fin dall' inizio le lotteportate avanti con grande caparbietà da Lu-ca Coscioni e da Piergiorgio Welby, seguo tut-tora l' associazione e tutti i partiti che l’ ap-poggiano, mi definisco un portavoce e unesponente delle loro idee. Dopo l’ incontrocon giovani militanti dell'Associazione Co-scioni, ho preso contatti per immettermi an-cora di più, nel ramo della politica prenden-do fra le mani anche il pensiero politico-libe-rale che, Luca e Piergiorgio, ci hanno lasciato.Scrivendo in un momento un po’ delicato,quando, Papa Ratzinger era alle prese con leproteste di 67 docenti e degli universitari,contro la sua visita presso la Sapienza di Ro-ma, del 17 gennaio ’08, che avrebbe dovutoaprire l’ anno accademico vi comunico il miopensiero. Puntualizzando di non essere lai-co, ma miscredente, per quanto riguarda lagestione della fede, e della religione cristia-na, sia come potere economico, sia assoluto,e come parte decisionale in una stato laico,vi comunico personalmente, il mio punto divista etico e liberale riguardante la visita delPapa. La sua visita, in occasione dell’ inaugurazio-ne dell’ anno accademico, mi suona alquan-to strana, mi ricorda la lotta per le investitu-re o l’ incoronazione di Carlo Magno! Cosaavrebbe detto a quei giovani, che in maggio-ranza sono già universitari "poco credenti" efuturi medici-scienziati, cosa gli avrebbe vo-luto insegnare, cosa gli avrebbe voluto im-porre? Non vedo il motivo, né la situazioneche veda Benedetto XVI di insegnarli qualco-sa, visto e considerato che la sua parola nonsi basa su fatti concreti e scientifici, ma su te-stimonianze religiose, tramandate da secoli.Sua Santità con le sue parole e le sue critichecristiane, proprio perché la chiesa glielo im-pone, si "atteggia" da uomo antico e medioe-vale, fondando il suo sapere su astrazioni. Sappiamo tutti che, noi liberali, siamo su duerette opposte che si estendono all' infinito,sappiamo che le nostre strade opposte, nonpotranno mai andare avanti insieme, a pattoche fra le due forze non nasca un dialogo a360°, aperto a tutti. Se questo avvenisse, iopotrei benissimo aprire le porte, e dare l’ op-portunità a Ratzinger di esporre il suo pen-siero. Anche se non ritengo che, in una Uni-versità scientifica, possa prendere parola chila scienza la esclude e umilia. Da liberale, èlì, che io, mi sarei battuto, ma visto il luogoscelto e i presupposti riguardanti il Santo Pa-dre, ritengo saggio e innegabile lo sciopero ele proteste dei 67 docenti universitari. Io, liberale e non esponente politico, ma sim-patizzante per le battaglie di Luca e Piergior-gio, non avrei nessun problema, a sedermiintorno un tavolo con il Papa e il clero, comeme penso che i due nomi citati sopra, abbia-no avuto problemi a dialogare con sua Santi-tà, anzi penso che, immaginando che ci siaun paradiso, Piergiorgio e Luca, siano pro-

[email protected] lettori di Agenda Coscioni ci possono scrivere all’indirizzo [email protected] oppure a Via di Torre Argentina 76 - 00186 Roma

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Page 39: Agenda Coscioni anno III n.03: marzo 2008

DETTA L’AGENDA 39

LETTERE

DIRETTORERocco Berardo

CAPO REDATTOREMarco Valerio Lo Prete

GRAFICAMihai Romanciuc

HANNO COLLABORATOAngiolo Bandinelli, CarlaBarbaro, AlessandroCapriccioli, Josè De Falco,

Maria Antonietta FarinaCoscioni, Filomena Gallo,Giulia Innocenzi, FrancescaLenge, Simona Nazzaro, MariaPamini, Marco Perduca,Carmen Sorrentino, Giulia SimiIllustrazioni: Paolo Cardoni

IL NUMERO TRE/08 DI “AGENDA COSCIONI” È STATO CHIUSO MARTEDÌ 26 FEBBRAIO 2008Il mensile “Agenda Coscioni”, ormai giunto al suo diciannovesimo numero, ha una tiratura media di 40.000 copie, distribuite via posta su scala nazionale.

I numeri arretrati di “Agenda Coscioni”sono liberamente scaricabili all’indirizzo:

www.agendacoscioni.itCommenta gli articoli sul sito!

Gli indirizzi utilizzati per inviare questa rivista sono utilizzati dall’Editore esclusivamenteper far pervenire questa pubblicazione ai destinatari. I dati di recapito, se non sono statiforniti direttamente dall’interessato, provengono da liste pubbliche e non vengono uti-lizzati dall’Editore per fini ulteriori. Per integrare, modificare, aggiornare o far cancellaretali dati basta scrivere a [email protected]

prio insieme a Dio, a bersi un caffè. Salu-ti liberali, sempre in prima linea, Marco Gentili

Solidarietà ai professo-ri della black-list

Quando i nazisti sono venuti a prelevarei comunisti,non ho detto niente,non erocomunista.Quando sono venuti a prele-vare i sindacalisti,non ho dettoniente,non ero sindacalista.Quando so-no venuti a prelevare gli ebrei,non hodetto niente,non ero ebreo ... Poi sonovenuti a prelevare anche me,ma non ri-maneva più nessuno per dire qualcosa(M. Niemoller - deportato - 1942).Enio De Marzo

Prima delle libertà individuali, nulla

Egr. avvocata Gallo,mi chiamo Armida Mancino, sono nata aNapoli e vivo in un piccolo paese dellacosta flegrea, Monte di Procida, fortuna-tamente sottratto alla vergogna dellemontagne di rifiuti grazie alla lungimi-ranza ed alla caparbietà di un ex sindaco;sono anche un praticante avvocato eparteciperò al Congresso di Salerno. E' laprima volta che partecipo ad un eventodel genere, non so bene cosa mi aspettama voglio esserci. Da anni sono iscrittaall'Associazione, con meno costanza miiscrivo al Partito radicale (non sempre hosoldi a sufficienza per permettermi en-trambe le iscrizioni), seguo la famiglia ra-dicale da quando ho deciso che nulla vie-ne prima dei diritti civili e delle libertà in-dividuali. Credo che anche tra i soggettiradicali si possa fare di più, con coraggiobisogna cominciare a dire che la legge194 è un buon compromesso, ma va rivi-sta al rialzo, egualmente, con riguardo al-la legge 40, vorrei che chiaramente si af-fermasse la legalità, la legittimità e la li-bertà del ricorso alle tecniche di feconda-zione assistita per le donne non sposate.Uno Stato in cui tornano a sovrapporsipeccato e reato non può essere il mio sta-to. Ed ho il serio timore che l'Italia stiapercorrendo la strada dell'integralismo,inteso come affermazione dogmatica delsentimento maggioritario in totale ed as-soluto dispregio delle minoranze. Spero

vivamente di incontrarLa a Salerno, an-che per conoscere meglio l'altra associa-zione di cui fa parte, sia come donna checome giurista. Ad ogni buon conto, Laringrazio per la sua attenzione e, nellasperanza di non averLa tediata, colgol'occasione per porgerLe i miei miglioriauguri di buon lavoro per il Congresso.Distinti saluti,Armida Mancino

Cara Armida,leggo con piacere ciò che mi scrivi, sorri-dendo un po', perché hai sintetizzato inpoche righe il sentimento e il disagio chele persone come noi stanno vivendo.A vol-te sembra che siamo dei marziani, soloperché sosteniamo che peccato e reato so-no cose diverse. Che vi sono leggi come la40/04 da riscrivere ed è superfluo sottoli-neare cosa pensiamo sulla 194.Siamo sul-la stessa linea. E' arrivato il momento chepersone come noi,che pensano con la pro-pria testa, che se credono in un dio rispet-tano i diritti degli altri. Persone determi-nate, che credono ancora che una giusti-zia esista, scendano in campo, per cam-biare la realtà che stiamo vivendo e checome il passo del gambero ci riporta in-dietro nel tempo facendoci perdere dirittiacquisiti e portandoci all'epoca degli ere-tici e delle streghe. Ci vediamo a Salerno.Saluti,Filomena Gallo

Lettera al Ministro Turco: riceviamo &pubblichiamoGentile Ministro, Le scrivo scandalizzato ed amareggiatoda quanto accaduto presso l'ospedaleFederico II di Napoli. So bene che Lei hagià espresso la Sua solidarietà alle perso-ne coinvolte e che sono in arrivo inchie-ste; so bene che Lei ha compreso a fondola gravità di quanto accaduto. Non riescotuttavia ad esimermi dal contattarLa;l'accaduto mi dà la misura di quanto sia-no difficili, e violenti specialmente neiconfronti delle donne, i tempi che vivia-mo. L'accaduto ha coinvolto istituzioni(Polizia di Stato), ed è ad un'altra istitu-zione che mi rivolgo. Cose del genere nonpossono accadere, neanche sporadica-mente, neanche per sbaglio. Mi mettoper un attimo nei panni dei medici del

Federico II: forse mi sarei sdraiato sullaporta, forse mi sarei fatto portare via dipeso, la polizia non l'avrei lasciata entra-re. Ministro la prego, sia dura, sia infles-sibile. Con stima,Andrea Sintini

Il coraggio di Mina Welby

Gentile redazione,Ancora un grazie al coraggio della Sig.raMina in questi tempi in cui Stato e gerar-chie vogliono impadronirsi del nostrocorpo privandoci dell'essenza della liber-tà, ovvero la possibilità di scegliere. Resi-steremo!Rita

Di discriminazione si muore

Gentile redazione,Mi chiamo El Kammash Gamal, ho qua-rantotto anni, sono nato in Egitto e sonoarrivato in Italia nel 1982. Nel 1986, a no-vembre, ho conosciuto la donna dellamia vita, M., con la quale, dopo una bre-ve frequentazione, ho convissuto perventuno anni, finché nel giugno scorso,a seguito di una grave crisi depressiva, hadeciso di porre fine alla sua vita suicidan-dosi. Il suo vero nome era C. M., ma eranata in un corpo sbagliato, così, avevacoraggiosamente affrontato vari inter-venti chirurgici ed estetici per adeguarela sua fisicità alle peculiarità sessualifemminili, alle quali si sentiva più vicina.Purtroppo i fratelli e la madre non hannomai accettato né il suo atteggiamentopsicologico e comportamentale né le ap-parenze esterne di M., fino a deteriorarecompletamente il loro rapporto familia-re. La nostra storia d'amore è sempre sta-ta circondata dai pregiudizi della gente,riguardanti la transessualità di M., pre-giudizi peraltro complicati dalla mia fe-de musulmana, che nel tempo hannoportato Marisa ad un forte stato depres-sivo. Negli ultimi mesi della sua vita hacercato l'aiuto affettivo dei familiari peruscire dalla depressione, ma ha ricevutodi nuovo solo rifiuti. Siamo stati lasciatisoli nella disperazione, in un susseguirsidi tentativi di suicidio di M. dai quali piùvolte sono riuscito a salvarla, grazie al-

l'intervento del 118, fino al giorno in cuilei ha aspettato che io uscissi di casa perrecarmi al lavoro e poco dopo si è gettatadal balcone lasciandomi nello sgomen-to. Aveva perso la voglio di vivere, nonsopportava più di non essere accettata,soprattutto dalle persone che più amava,e di non poter contare sul loro affetto.Aveva avuto troppe delusioni, troppe sof-ferenze, non ultima quella della madreche, in punto di morte, non l'aveva volu-ta al suo capezzale perché troppe perso-ne l'avrebbero vista, oppure quella dellasorella che le aveva chiesto di dimentica-re il suo numero di telefono. Proprio la fa-miglia, che la portata a questo gestoestremo, ora tormenta me. Erano passa-te solo due settimane dalla scomparsa diM., quando vengo convocato al Com-missariato di XXXXX su richiesta dellaProcura di XXXXX, in seguito all'espostodi una sorella di M. che chiedeva di otte-nere le chiavi dell'appartamento nel qua-le io vivevo con M. e nel quale vivo anco-ra oggi. Dopo averla rifiutata per tutta lavita, ora vogliono buttarmi fuori di casaed ottenere ciò che non appartiene loro,ciò che è mio e di M. e che abbiamo co-struito in ventuno anni di convivenza,nei quali io ho sempre lavorato e portatoa casa lo stipendio, contribuendo alla ge-stione economica, al pagamento del mu-tuo e della ristrutturazione delle case nel-le quali abbiamo vissuto, soprattutto dalmomento in cui M., venti anni fa, avevasmesso di lavorare per problemi di salu-te. [...] Oggi però si interessano attiva-mente all'eredità cercando di sottrarreanche ciò che è mio. La mia disperazio-ne era ed è totale; nessuno mi ridarà M., ilsuo amore e la sua compagnia. Nella miavita era davvero tutto. Non so come que-sta storia andrà a finire ma vorrei tantorenderla pubblica perché il mio drammaderiva dal mancato riconoscimento lega-le della mia storia d'amore. Inoltre vorreirendere giustizia alla memoria di M. Leiè stata e sarà per sempre nel mio cuore enella mia vita. Ringraziando per l'attenzione sperandoin un vostro aiuto e interessamento affin-ché la mia personale battaglia per il ri-conoscimento dei miei diritti, porgo di-stinti saluti.El Kammash Gamal

Le foto del Congresso “Coscioni” sono di Mihai Romanciucwww.flickr.com/photos/62585343@N00/

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