Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

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MENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 CONV. L. 27/2/04 N°46 ART. 1 COMMA 2 DCB-ROMA STAMPE PROMOZIONALI E PROPAGANDISTICHE RACCOLTA FONDI AGENDA COSCIONI 1 MARZO 2008 AUT. TRIB. CIV. ROMA N° 158/2007 DEL 17 APRILE 2007 DIR. RESP. GIANFRANCO SPADACCIA VIA DI TORRE ARGENTINA, 76 00186 ROMA Agenda Coscioni Anno IV - N. 3 marzo 2009 Direttore Rocco Berardo emerge “lo scisma sommerso” 8 - 9 TESTAMENTO BIOLOGICO “Viva l’Italia, l’Italia del XX settembre”. Raccolta firme sulla petizione al Parlamento. 2 - 7 CONCILIO VATICANO II Le voci e gli interventi di Hans Küng, Don Verzè, Don Gallo, Luigi Manconi, Vito Mancuso, Pietro Prini, Maria Bonafede e del filosofo cattolico Giovanni Reale. L’intervento di Gianfranco Spadaccia. Hans Küng pag.2 In difesa del Concilio Vaticano II Giovanni Reale pag.5 Filosofo cattolico contro l'accanimento Emma Bonino pag.II Dopo la resistenza, il governo radicale inserto Verità e menzogne su “eutanasia”, Coscioni, Welby, Englaro Nel 2002 Il Professor Pietro Prini scrisse un libro su “Lo scisma sommerso” in atto nella Chiesa. Uno scisma prodotto dal divario profondo, forse irrecuperabile, tra la dottrina ufficiale e le coscienze dei fedeli. Oggi quel divario si è approfondito ancora di più. In Italia, sulla legge 40, sull’aborto, sul caso Welby e sul caso Englaro si è scatenata la linea fondamentalista del Vaticano. Ma finalmente ora iniziano ad “emergere” le voci del dissenso dall’interno del mondo cristiano e religioso. Come quella di Hans Küng, intervistato da Lucia Annunziata, e dei cattolici che hanno avuto il coraggio di parlare, per il diritto all’autodeterminazione individuale e per la libertà religiosa.

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Agenda Coscioni - marzo 2009

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MENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA

POSTE ITALIANE SPASPEDIZIONE IN A.P.

D.L. 353/2003CONV. L. 27/2/04 N°46

ART. 1 COMMA 2 DCB-ROMA

STAMPE PROMOZIONALI E PROPAGANDISTICHE

RACCOLTA FONDI

AGENDA COSCIONI 1 MARZO 2008

AUT. TRIB. CIV. ROMA N° 158/2007

DEL 17 APRILE 2007 DIR. RESP. GIANFRANCO

SPADACCIAVIA DI TORRE

ARGENTINA, 76 00186 ROMA

Agenda CoscioniAnno IV - N. 3

marzo 2009Direttore Rocco Berardo

emerge“lo scisma sommerso”

8 - 9

TESTAMENTOBIOLOGICO“Viva l’Italia, l’Italiadel XX settembre”.Raccolta firme sullapetizione alParlamento.

2 - 7

CONCILIO VATICANO IILe voci e gli interventidi Hans Küng, DonVerzè, Don Gallo,Luigi Manconi, VitoMancuso, Pietro Prini,Maria Bonafede e delfilosofo cattolicoGiovanni Reale.L’intervento diGianfranco Spadaccia.

Hans Küng pag.2In difesa del Concilio Vaticano II

Giovanni Reale pag.5Filosofo cattolico contro l'accanimento

Emma Bonino pag.IIDopo la resistenza,il governo radicale

inserto

Verità e menzogne su “eutanasia”, Coscioni,Welby, Englaro

Nel 2002 Il Professor Pietro Priniscrisse un libro su “Lo scismasommerso”in atto nella Chiesa.Uno scisma prodotto dal divarioprofondo,forse irrecuperabile,tra ladottrina ufficiale e le coscienze deifedeli.Oggi quel divario si èapprofondito ancora di più.InItalia,sulla legge 40,sull’aborto,sulcaso Welby e sul caso Englaro si èscatenata la linea fondamentalistadel Vaticano.Ma finalmente orainiziano ad “emergere”le voci deldissenso dall’interno del mondocristiano e religioso.Come quella diHans Küng,intervistato da LuciaAnnunziata,e dei cattolici chehanno avuto il coraggio di parlare,per il diritto all’autodeterminazioneindividuale e per la libertà religiosa.

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Professore,l’opinione pubblica italianasi sta dividendo sul caso di Eluana En-glaro.(...)

L’aspetto giuridico è certamente questo:in una democrazia, in uno stato demo-cratico, anche la Chiesa, le autorità eccle-siastiche, devono ubbidire alle leggi, de-vono ubbidire alla Corte Costituzionale.In questo senso penso la questione siadecisa e non capisco perché la Chiesametta pressione sul primo ministro. Spe-ro che il Presidente della Repubblica ri-fiuti un tale intervento. Però la questionedella teologia morale è questa: ho scrittoin questo libro della “Dignità del morire”,di una eutanasia indiretta, conseguita

mediante l’interruzione dei mezzi di so-stentamento artificiali della vita, chel’uomo non ha l’obbligo di conservarsi invita attraverso mezzi eccezionali. Questoun classico assioma della teologia mora-le. Infatti, come studente alla PontificiaUniversità Gregoriana, ho imparato chenessuna persona è costretta ad applica-re mezzi straordinari. Il caso Englaro èmolto chiaro: evidentemente la ragazzastessa, la povera ragazza, non può deci-dere; però suo padre può decidere, devedecidere.

Questo significa che lei è in disaccordocon quanto il Vaticano sostiene su que-sto caso?

C’è un decreto della Congregazione perla dottrina della fede dell’anno 1980, do-ve si dice espressamente tutto ciò che hodetto adesso, quindi non penso che inquesto punto sono in disaccordo con ladottrina ufficiale.

(...) Sull’attuale papa Ratzinger, che co-nosce bene dalla gioventù, lei ha avutoposizioni attendiste. Il papa l’ha chia-mata a Roma subito.Nel 2005 avete avu-to un grande incontro. Lei ha detto:“questo papa vi stupirà”. Ecco: l’ha stu-pita questo papa?

Evidentemente gli sono ancora moltograto per avermi ricevuto per quattro orea Castel Gandolfo. Abbiamo avuto unaconversazione molto amichevole. Pensaiallora che avrebbe compiuto altri atti co-raggiosi, ma purtroppo non abbiamosentito molto in questo senso. DallaChiesa ci sono specialmente atti di re-staurazione, come avvenuto con la vi-

cenda di questi quattro episcopi dissen-zienti, con i quali è evidentemente im-possibile…

Lei si riferisce alla riaccettazione dei ve-scovi lefebvriani. (...)

Si, è chiaro che questo papa vuole prati-camente accettare di nuovo quattro ve-scovi che non accettano il Concilio Vati-cano II. Non si tratta solamente di questovescovo che ha negato in una manieraorribile e incomprensibile l’Olocausto,ma si tratta di questi vescovi e di tuttaquesta fraternità di San Pio X che non ac-cetta il Concilio Vaticano II. Come è pos-sibile se questi non accettano nemmenola dottrina del Concilio Vaticano II? Nonsi tratta solamente del giudaismo, si trat-ta anche della libertà religiosa, della li-bertà di coscienza, si tratta delle relazio-ni positive con le Chiese protestanti, sitratta evidentemente anche delle buonerelazioni con l’Islam e con il mondo se-colare, e, infine, delle riforme liturgiche

del Concilio Vaticano II. Non accettanotutto ciò. Allora come è possibile revoca-re la scomunica?

Quindi perché il papa l’avrebbe fatto?

Evidentemente lui vuole unire, ma in re-altà ha diviso la Chiesa, come si vede dal-la reazione a questa scelta in giro per ilmondo. Gran parte del popolo cattolico,specialmente in Germania, non accettauna tale decisione, cioè l’idea di rappaci-ficarsi con una piccola setta che non ac-cetta la dottrina cattolica del Concilio Va-ticano II. (...)Il papa non ha pensato che l’opposizio-ne a questa politica sarebbe tanto vee-mente. Ora in tutto il mondo si parla nonsolo di questi quattro vescovi, ma di unospostamento a destra all’interno dellacuria romana. Il papa ha praticamentescelto collaboratori, cardinali di curia,che sono tutti della stessa linea, una lineapiuttosto restaurativa, reazionaria. In uncerto senso il fatto che non avesse previ-

sto queste reazioni dimostra un grado diisolamento del papa.

In Italia,dove conviviamo strettamentecon il papa, il Vaticano è finito sotto os-servazione per questo errore: si è dettoad esempio che questo papa avrebbeperso un milione di pellegrini all’ange-lus rispetto ai tempi di Wojtyla. E’ unanotizia grave?

Penso sia molto pericoloso vedere sola-mente queste migliaia di turisti che ven-gono a Piazza san Pietro; spesso non se-guono la dottrina cattolica, e soprattuttonon seguono la morale sessuale ufficia-le. Questo papa vuole dare l’impressioneche tutta la chiesa stia insieme a lui, masi vede che i problemi seri delle nostreparrocchie sono molto differenti. Sem-pre più parrocchie non hanno più sacer-doti; c’è una sorta di collasso delle strut-ture pastorali che il nostro popolo ha edi-ficato durante i secoli. Troppi scandalidel clero, scandali sessuali e tutto questo

Hans

KÜNG

In difesadel Concilio Vaticano II

Il professor Hans Küng, uno dei teologi più impor-tanti al mondo, ha partecipato a “In 1/2 ora”, pro-gramma domenicale di Lucia Annunziata. In col-legamento da Tubinga, ha risposto alle domandesull’attuale situazione molto tesa dentro la Chiesacattolica e tra la Chiesa cattolica e l’opinione pub-blica in generale.

2IL NUOVO LUTERO

DIVERSAMENTECREDENTI

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non è buono. Noi dobbiamo veramentefare passi in avanti per risolvere i proble-mi e non solamente grandi manifestazio-ni che danno l’impressione del potere, diun rilancio di potenti che in realtà sonoin difficoltà.(...) Io sarei molto contento se il papa fos-se un leader che guida la chiesa. Noi ab-biamo bisogno di un papa che va avanti,che non sta dietro e vuole frenare il rin-novamento. Non capisco ad esempioperché lui non abbia fatto un elogio diGiovanni XXIII. In questi giorni Benedet-to XVI ha completamente dimenticato oignorato questo papa. Per me, e per mol-ti, il più grande del secolo. L’attuale papainvece non ha detto nulla a propositodella convocazione del Concilio; non hafatto un discorso, niente, sui risultati im-portantissimi del Concilio Vaticano II. In

questo contesto è ancora più difficile ve-dere l’utilità della scelta sui lefebvriani.Questi lefebvriani sono rimasti all’inter-no del paradigma medievale della chie-sa, sono antiriformatori, sono antimo-derni. Per questo sono contro il ConcilioVaticano II ed hanno una certa affinitàcon le posizioni dell’attuale papa. Anchelui è un uomo molto radicato nel me-dioevo; ha lavorato su Sant’Agostino, S.Bonaventura, ammira la liturgia latinamedievale, ha anche una posizione nonmolto positiva rispetto alla Riforma, nonvuole una riconciliazione con Lutero,non vuole parlare positivamente dell’il-luminismo, della rivoluzione francese.Tutto questo non è per lui cristianesimo ein questo senso c’è una certa affinità tra i

lefebvriani e que-sto papa. Purtrop-po. (...)Io penso che que-sto papa debbaimparare dal pre-sidente Obama.Lui invece è piut-tosto sulla lineadel presidenteBush. Hanno lastessa opinionesull’aborto, sullapillola, etc. Anchelui, come Bush,non vuole riforme.Io penso che negliStati Uniti abbia-mo visto che c’èadesso un “chan-

ge”, un cambiamento. Anche la chiesacattolica ha bisogno di un cambiamento,non possiamo andare avanti così anchealla luce - come ho detto - della miserianelle parrocchie ed anche nell’opinionepubblica. Insieme a Joseph Ratzingereravamo i periti più giovani al ConcilioVaticano II: anche lui si ricorderà che al-lora la chiesa cattolica aveva un prestigioimmenso a causa di quel papa, di quelConcilio. Adesso è tutto l’opposto: siamoin una posizione terribile. Sarebbe neces-sario che il papa adesso vedesse i proble-mi e, come Obama, dicesse: noi abbiamoquesti problemi, e poi desse una visionedi speranza, seguita da atti concreti co-me quelli del Presidente degli Stati Uniti.

Lei a un certo punto ha detto che il pa-pa è anche isolato,isolato anche dentro

la curia?

Lui è già da venti anni nella curia roma-na, vede tutto dal punto del Vaticano,adesso come papa è ancora più in questaottica. Tatticamente lui non ha nessunotra i suoi collaboratori che non sia uno“yesman”. Tutti sono molto ubbidienti,nessuno può criticare il papa; lui è un po’come questi nel Cremino, che non vedo-no il mondo com’è. Hanno solamente leloro dottrine, il loro sistema dogmaticoperò non vedono il mondo. E noi siamoveramente in pericolo che la chiesa saràdanneggiata molto seriamente se il papanon collabora in collegialità con i vesco-vi, se lui non ha periti nel Vaticano chehanno anche il coraggio di pronunciareuna critica seria. Se lui non fa altro che ri-cevere la gente, scrivere libri, fare allocu-zioni…noi vogliamo avere un leader nel-la chiesa, un leader che guida la chiesa inquesto periodo molto difficile per tutto ilmondo.

A lei è piaciuta moltissimo la prima en-ciclica del papa dedicata all’amore diDio,l’ha addirittura definita bellissima.La seconda in preparazione pare sia suitemi sociali, sulla globalizzazione. Po-trebbe essere un momento per il papadi fare quell’appello che lei chiede? Co-sa si aspetta?

Non posso dire che cosa mi aspetto, peròposso dire che posso sperare. E io vera-mente spero che lui presenti una visionenon ottimistica, però una visione di spe-ranza concreta, pratica. Non basta sola-mente parlare sulla speranza in genere,ci vogliono anche fare atti concreti. Ci so-no per esempio milioni e milioni di di-vorziati che hanno difficoltà perché nonsono riammessi alla comunione; sareb-be molto meglio fare una riconciliazionecon questi divorziati piuttosto che conquesti lefebvriani. O se lei pensa a tuttiquesti sacerdoti che hanno lasciato il sa-cerdozio solamente perché sono mariti.Sarebbe possibile riammettere tutti que-sti, vista la penuria di preti; sarebbe unatto molto bello. Vogliamo atti concreti dicoraggio, di carità e di speranza. Speroche, superata questa crisi, il papa troveràun metodo per dare più speranza e an-che più felicità di essere cattolica, di es-sere cattolico.

Marco Pannella:Sogno, io credente inaltro, credente in altrosicuramente da quello incui credono gli uominisimoniaci che dominanola Chiesa e oggi tentanodi dominare anche glistati, sogno che il nuovoPontefice vogliachiamarsi Giovanni XXIV. (intervento durante i giorni del Conclaveche eleggerà in seguito Papa Ratzinger)

DIVERSAMENTE CREDENTI 3

IL NUOVOLUTERO

Don Verzè: la Chiesa si apra

In pieno caso Welby, raccontòd'aver staccato la spina a unamico. Benedtto XVI rispolverala Messa in latino, lui nei suoi li-bri (gli ultimi: Pelle per pelle e Ioe Cristo) suggerisce alla Chiesa didiscutere di procreazione assisti-ta, sacerdozio femminile e con-traccezione. Don Verzé, la Chiesasi sta arroccando? «Diciamo chese non consentiamo a tutti di ac-costarsi a Cristo e di discuterlo, ilCristo non serve». Addirittura?«La Chiesa è la consapevolezzadi tutti che il logos si è fatto car-ne...». Traduciamo: Dio si è fattouomo. «... e ha vissuto tra noi.Punto. Le prescrizioni e quellealtre cose non c'entrano». Sispieghi meglio. «La Chiesa nonpuò fare di Cristo un tesoro damettere in cassaforte. Per poiperdersi nelle legislazioni mora-li: questo sì, questo no...». (da Corriere-Magazine n° 48 –2007 – intervista di Giuliano Zin-cone)

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4MAGGIORANZASILENZIATA

DIVERSAMENTECREDENTI

LUIGI MANCONIEuropa,

Intervistata dal “Giornale”, la se-natrice Dorina Bianchi ha affer-mato che la vita umana appartie-ne «ai cittadini e alla collettività».La risposta è stata evidentemen-te equivocata (vedi che succede anon farsi rileggere le interviste,specie quelle su temi tanto deli-cati), perché non può esser stataBianchi a offrire una risposta co-sì “sovietica” (come direbbe ilpresidente del consiglio). Cosavuol dire, infatti, che della vitaumana può disporre «la colletti-vità»? Se si intende che alle deci-sioni relative alle scelte di fine vi-ta del soggetto possano concor-rere il sistema di relazioni, la retefamiliare, i mondi vitali, la comu-nità della quale si è parte, sonointeramente d’accordo. Ma nelcaso più controverso, quello diEluana Englaro, la sola comunitàche potesse venire consideratasua era quella rappresentata daisuoi genitori. E la scelta di questiè stata limpida e inequivocabile.Dunque da rispettare incondi-zionatamente. Oppure – ma nonposso credere che questo sia ilpensiero di Dorina Bianchi – la“collettività richiamata è quellarappresentata dalle istituzionidello Stato (il Parlamento e le sueleggi). L’intera cultura cattolica suquesto punto è – dovrebbe essere– univoca nell’affermare il prima-to della persona. E’ questo il no-do cruciale. E infatti rispetto ascelte fondamentali, è pacificoche la decisione individuale siconfronti e si integri, quandopossibile, con la decisione di piùsoggetti: ma questi ultimi devonoessere parte di un’esperienzacondivisa (quale quella familiare,ad esempio). Ma nel caso di unacontrattazione tra persona e “col-lettività” (compresa quella fami-liare) così come nel caso di con-flitto aperto tra stato e persona, ègiusto che sia la volontà di que-st’ultima, infine, a prevalere. An-che se tale scelta può turbare, an-che se entra in conflitto con i no-stri più profondi convincimenti.Se, dunque, è auspicabile che“nessuno sia lasciato solo” e chela decisione ultima sia l’esito discelte condivise all’interno dellavita di relazione, può accadereche ciò non sia possibile: e in talcaso, non riesco ad immaginarealtri cui affidare quella decisioneestrema e dolorosa, se non in di-retto interessato. D’altra parte,quando leggo le prese di posizio-ne di molti parlamentari cattolicidel PD che si dichiarano favore-voli alla legge della maggioranzasul testamento biologico, michiedo perché mai – a parte raris-sime eccezioni – l’orientamentodi quei parlamentari tende acoincidere con quello di Camillo

Ruini e non con quello, per esem-pio, di Giovanni Reale e di Vitto-rio Possenti, di monsignor Casalee di Vito Mancuso. Questi ultimisono tra le voci più acute e intelli-genti, e insieme fedeli e stimate,del cattolicesimo italiano. Sono

credenti a pieno titolo e a pienotitolo ubbidienti nei confronti diSanta Romana Chiesa. Ma vo-gliono affrontare con spirito diverità i dilemmi etici che il nostrotempo pone. E offrono risposte aquei dilemmi, appunto, in spiri-to di verità. Con argomenti comequesti: la Chiesa “giungerà ad ac-cettare la libertà del soggetto ri-spetto alla propria (alla propria,non quella di altri!) vita biologica”,dal momento che è “propria-mente evangelica l’identificazio-ne tra libertà di coscienza e prin-cipio di autodeterminazione”. Inaltre parole “spetta alla personadecidere; non ai medici (che van-no ascoltati), non ai vescovi (che

vanno ascoltati), ma alla persona,a ognuno di noi” (Vito Mancuso).Sullo sfondo le inequivocabili pa-role di Paolo VI che, nel 1970, di-ceva: “Il carattere sacro della vita”è ciò che obbliga il medico “a de-dicarsi con tutte le risorse dellasua arte a lottare contro la morte.Questo non significa tuttavia ob-bligarlo a utilizzare tutte le tecni-che di sopravvivenza che gli offreuna scienza instancabilmentecreatrice. In molti casi non sareb-be forse un’inutile tortura impor-re la rianimazione vegetativa nel-la fase terminale di una malattiaincurabile? In quel caso, il doveredel medico è piuttosto di impe-gnarsi ad alleviare la sofferenza,invece di voler prolungare il più alungo possibile, con qualsiasimezzo e in qualsiasi condizione,una vita che non è più piena-mente umana e che naturalmen-te volge verso il suo epilogo”. Per-ché mai molti cattolici che mili-tano nel PD non ascoltano que-ste parole e preferiscono ad essele parole di chi definisce “manoassassina” quella di Beppino En-

glaro? Certo, sono i convinci-menti individuali di ognuno aispirare le opzioni di quei cattoli-ci, ma penso che vi sia anche del-l’altro: come sempre accade, il bi-sogno d’identità, tanto più quan-do tutte le identità rivelano lapropria debolezza, induce a cer-care rassicurazione nel discorsodelle istituzioni, nelle certezzedelle gerarchie, nella solidità del-le grandi organizzazioni monoli-tiche (che, in realtà, monolitichenon sono affatto). A scapito del-l’autonomia, dell’elaborazioneindividuale e in ultima analisidella libertà di coscienza, che è –se non sbaglio – il fondamentodella “libertà dei cristiani”.

Ascoltate Paolo VILIBERTÀ DEI CRISTIANI

Paolo VI: Non esiste obbligo a utilizzare tutte le tecniche di sopravvivenza che la scienza offre

Vangelo secondo LucaPIETRO PRINI* Premessa a “Lo scisma sommerso”. Garzanti, 2002

[…] Fino a che punto il Magistero nella Chiesa cattolica post-conciliare ha tenuto conto degli importanti cambiamenti avve-nuti specialmente nel campo dell’etica sessuale e dei rapporticoniugali, suggeriti da taluni degli aspetti più razionalmente fon-dati delle scienze psicologiche, educative, sociologiche e in gene-re antropologiche del mondo di oggi? Io sono tra quelli che ri-tengono che non siano da ignorare le differenze, qualche voltaperfino clamorose, che le ricerche della sociologia della religio-ne stanno documentando nella coscienza credente di una granparte dei fedeli praticanti e che a ogni modo non possono più alungo non essere riconosciute e affrontate nelle loro ragioni rea-li. Nel testo tante volte citato del Vangelo di Luca (18,8) Gesù haposto ai suoi discepoli una terribile domanda che ha lasciatosenza risposta: «Ma quando il Figlio dell’Uomo tornerà sulla ter-ra troverà ancora la fede?». La Chiesa potrebbe per propria colpanon durare fino alla fine dei secoli. (*è fra i maggiori filosofi italia-ni di ispirazione cattolica. Prini è morto il 28 dicembre scorso)

Cattolici, pensiamo a un Concilio Vaticano III

VITO MANCUSO*La Repubblica, 25 febbraio 2009

La svolta positiva che il Vaticano II ha introdotto nel rapportotra cattolici e storia, deve essere estesa al rapporto con la natura.Una volta fatti ciò avverrò che come oggi i cattolici sono tra i piùequilibrati nell’interpretare le questioni economiche e sociali , etra i pochi ad avere una coscienza profetica di fronte alla forza mi-litare, lo stesso equilibrio apparirà sulle questioni bioetiche. Si trat-ta solo di estendere alla natura il medesimo principio di laicità ap-plicato alla storia dal Vaticano II. Il criterio è quello indicato dalConcilion nel punto 7 della dichiarazione Dignitas humanae:“Nella società va rispettata la consuetudine di una completa liber-tà, secondo la quale all’uomo va riconosciuta la libertà più ampiapossibile, e non deve essere limitata se non quando e in quanto ènecessario”. Se questa libertà come insegna iil Concilio, deve es-sere garantita agli uomini nel rapporto con Dio (che è il bene piùprezione che c’è), è evideente che una sana teolofia non può bibestenderla anche alla deliberazione degli uomini sulla propria vi-ta naturale mediante il principio di autodeterminazione. È questopassaggio che la dottrina della Chiesa, in fedeltà a se stessa, è chia-mata a esplicitare. (*teologo cattolico)

Cristiani diversiMARIA BONAFEDE*Liberazione, 11 febbraio 2009

Nei giorni scorsi abbiamo sperimentato la violenza dei sim-boli ed il corpo sofferente di Eluana si è trasformato nell’iconadella battaglia per la vita contro la cultura della morte. In questapolarizzazione lo spazio della compassione, del rispetto e dellalaicità si è ridotto ai minimi termini, ed è stato garantito soltan-to - lo affermo con convinzione - dall’iniziativa del Capo delloStato che ha saputo tutelare l’autonomia della magistratura e lalaicità delle istituzioni evidentemente pressato dall’iniziativa del-la Cei e del Vaticano. […] Siamo una chiesa e non un partito po-litico: per questo non sta a noi proporre disegni di legge o inter-ferire con il processo legislativo. Siamo però una voce della so-cietà italiana, una storica componente della sua cultura e dellasua articolazione religiosa. E, in questo spirito, sentiamo nostropieno diritto richiamare a beneficio dei partiti e dei legislatori,che nei prossimi giorni discuteranno la legge sul testamento bio-logico, tre principi fondamentali. Il primo è quello di laicità. L’Ita-lia non è uno stato etico, non ha una "religione ufficiale" legitti-mata ad imporre valori e norme universali. La legge, pertanto,non potrà essere la traduzione giuridica di un magistero eccle-siale, ma dovrà necessariamente essere la risultante di un liberoconfronto tra diverse visioni del mondo, della vita e della morte,e pertanto - ecco il secondo principio - dovrà assumere la plura-lità di visioni teologiche e non, che si esprimono nella società ita-liana. Tra le altre vi è anche quella dei Valdesi e dei Metodisti peri quali la vita è un dono e una grazia di Dio, che si vive nella rela-zione con il prossimo e con il Signore che ci ha creati. […] Neigiorni scorsi questa nostra posizione ha avuto pochissimi spa-zi per esprimersi. Nessun conduttore di talk show, nessun di-rettore di tg, nessun editorialista ha pensato di richiamarla evalorizzarla. Nello schema bipolare della cultura e della politi-ca italiana - laici e cattolici - non sembra esserci spazio per deicristiani diversi, che oltre a confessare Gesù Cristo si dichia-rano anche convintamene laici.[…] (* Moderatora della Tavo-la valdese e metodisti)

“In molti casi nonsarebbe forse un’inutiletortura imporre la riani-mazione vegetativanella fase terminale diuna malattia incurabile?In quel caso, il doveredel medico è piuttostodi impegnarsi ad alle-viare la sofferenza,invece di voler prolun-gare il più a lungo pos-sibile, con qualsiasimezzo e in qualsiasicondizione, una vitache non è più piena-mente umana e chenaturalmente volgeverso il suo epilogo”.Paolo VI. Nato GiovanniBattista Enrico AntonioMaria Montini nel 1897,è stato il papa dellaChiesa cattolica a parti-re dal 21 giugno 1963fino alla morte, avvenu-ta il 6 agosto 1978.

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DIVERSAMENTE CREDENTI 5

MAGGIORANZASILENZIATA

GIOVANNI REALEEuropa,messaggio in occasione delconvegno al Teatro Eliseo

Gentile Signora Welby, mi pareche sull'eutanasia si siano fattinumerosi errori da varie parti. 1)L'eutanasia è morte provocatacon mezzi o con sostanze su unmalato terminale, non rispet-tando lo sviluppo naturale dellamalattia e la sua conclusionenaturale. 2) La terapia imposta asuo marito e la nutrizione artifi-ciale imposta per diciassette an-ni alla Englaro rientrano, a loromodo, tra le forme di accani-mento terapeutico. 3) Chiederela loro sospensione, pertanto,non ha nulla a che vedere conl'eutanasia, ma rientra in quellalibertà che non può essere ne-gata a nessun essere umano chechiede che la sua sorte sia ricon-segnata alla natura stessa e sot-tratta a costrizioni tecnologiche,che non sono affatto naturali,bensì artificiali. 4) Come un ma-lato deve sottoscrivere l'accetta-zione di essere sottoposto aoperazioni chirurgiche (anchealle più semplici), il che implicache lo si ritenga "libero" anchedi non accettare l'intervento,così deve essere anche nel casoin cui venga a trovarsi nella ne-cessità di terapie in vario modoinvasive (e quindi forme di ac-canimento terapeutico). Il ma-lato deve avere: a) la libertà diaccettarle o di non accettarle; b)deve essergli riconosciuta la li-bertà di essere esonerato daquelle terapie, quando esse di-vengano per lui insostenibili. 5)In questo caso il malato chiedeche gli venga concessa la libertàdi essere rimesso in mano al-

l'evolversi degli eventi, stabilitidalla natura stessa. 6) Io, comecredente, sono sicuro che que-sto sia assolutamente lecito egiustissimo: la natura l'ha creataDio, la tecnologia è opera del-l'uomo. Se io preferisco, alla finedella mia vita (che Dio stesso miha dato), lasciare alla natura(che Lui stesso ha creato) il suo

corso, e non alle tecniche messein atto dall'uomo, sono ben lon-tano dal commettere un atto ir-religioso, anzi addirittura misento molto religioso, in quantodico a Dio: è venuta per me la fi-ne, sia fatta la tua volontà (comevuole la natura), senza bisognoche intervenga l'uomo con lesue tecniche. 7) Ciò non toglie,naturalmente, che altri uominidicano invece: fatemi sopravvi-vere il più a lungo possibile; la

tecnica mi difenda dalla morteper tutto il tempo possibile. 8)La decisione, in ogni caso, deveessere lasciata all'uomo, che haavuto da Dio il grande dono del-la libertà, perfino quella di noncredere in Lui e di opporsi a Lui.8) Spero proprio che non acca-da che lo Stato faccia una leggenella quale si sostituisce alle de-cisioni del malato, e che quindicostruisca un "monstrum" giu-ridico, pretendendo di arrogar-si il diritto di stabilire lui se, co-me e quando io possa morire. 9)La Englaro non è stata fatta "vi-vere" per diciassette anni, macon l'alimentazione artificiale lesi è prolungata una sua soprav-vivenza biologica pagandola alprezzo di vera vita, si è in qual-che modo prolungata la suaagonia per diciassette anni. 10)La Chiesa nel suo Catechismodegli adulti (cfr. La verità vi faràliberi, § 1035) dice: "Neppure larinuncia al cosiddetto 'accani-mento terapeutico' va confusacon l'eutanasia. Le cure enor-memente costose, e prive diconsistenti vantaggi per il pa-ziente, vengono omesse lecita-mente e perfino doverosamen-te. Il malato ha diritto a morirecon dignità". 11) Non mi si dicache una nutrizione artificiale,con tutto ciò che essa compor-ta, sia "naturale" e che la sua in-terruzione sia una forma di eu-tanasia. Si tratta di sofismi no-minalistici, cui risponderei conl'ironia degli antichi: nel caso incui vengano a mancare cavalli erestino solo degli asini, si facciauna legge che stabilisca che tut-ti quelli che sono asini sianodetti e considerati cavalli.

Filosofo cattolico contro l'accanimentoLIBERTÀ DEI CRISTIANI

La terapiaimposta a Welbye la nutrizioneartificialeimposta perdiciassette annialla Englarorientrano, a loromodo, tra leforme diaccanimentoterapeutico.

Sono con voi, strettostretto, con lo spiritoDON ANDREA GALLO messaggio in occasione del convegno al Teatro Eliseo

Cara Mina, la mia salute fa i capricci. Sono con voi,stretto stretto, con lo spirito. Se credi opportuno puoi leg-gere un breve messaggio. I Cristiani, soprattutto i cattolici,dovrebbero verificarsi davanti alla Croce e non organizza-re crociate che portano confusione, divisione, fanatismo. ICristiani dovrebbero instaurare un dialogo con i laici, unconfronto senza paure e, sopratutto, senza aggressività. E’bene che i Cristiani non pretendano a tutti i costi dai noncredenti, e dai pensanti, quello che essi non possono dare:

atti di Fede, trasformati inLegge; che non chiedano diaccogliere convinzioni dog-matiche nella politica, masappiano presentare il loromessaggio in termini antro-pologici tali che i non cre-denti e i dissidenti possanopercepire in essi la volontà eil progetto del servizio resoall'uomo e alla Società.Chiedo alla Chiesa alla qua-le appartengo, alla Gerar-chia, di riflettere profonda-mente. La Democrazia nonha bisogno di trovare il suofondamento in un credo re-ligioso, ma può, e deve, tro-varlo nei principi della liber-tà, della giustizia, della fra-

ternità e nei diritti degli individui e della Comunità delleDonne e degli Uomini. Gesù è sempre "in compagnia" del-le Donne e degli Uomini. La Gerarchia deve avere il corag-gio di affermare e rispettare, ogni giorno, la libertà persona-le. Nella Chiesa Cattolica il primato della Coscienza perso-nale è dottrina certa, chi dice il contrario è eretico. Pio IX èmorto da un pezzo con l'enciclica "Quanta Cura". Ti ab-braccio. P.S. Per Eluana è finito l'inferno.

Il malato chiede che gli venga concessa la libertà di essere rimesso inmano all'evolversi degli eventi, stabiliti dalla natura stessa. Come

credente, sono sicuro che questo sia assolutamente lecito egiustissimo: la natura l'ha creata Dio, la tecnologia è opera dell'uomo.

Reale: se preferisco lasciare alla natura il suo corso, mi sento moltoreligioso, in quanto dico a Dio, sia fatta la tua volontà

Page 6: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

6CONTRO I CONCORDATI

DIVERSAMENTECREDENTI

GIANFRANCO SPADACCIA

Desidero ringraziare il presiden-te Fini e il presidente Bertinottiper aver voluto che fosse presen-te in questa rievocazione ancheuna voce anticoncordataria, diuno di quei radicali che espres-sero nel 1984, sulle orme di Ruffi-ni e di Croce e su quelle di Gaeta-no Salvemini, di Piero Calaman-drei e di Ernesto Rossi, la loro op-posizione al nuovo Concordatoin quasi assoluta solitudine se siescludono in quelle aule parla-mentari poche altre voci critiche(ne voglio ricordare in particola-re una, quella del cattolico Cor-rado Guerzoni). In quelle auleparlamentari perché, come lastoria di questo paese ha dimo-strato, la minoranza a cui appar-tengo ha saputo anticipare, in-terpretare e rappresentare anchefuori di esse, per oltre quarantaanni, nonostante l’isolamento acui è stata spesso condannata, gliorientamenti della maggioranzadel popolo italiano. E sarebbe co-sì anche oggi se in questo paesefosse ancora possibile il liberoconfronto delle opinioni e l’ei-naudiano “conoscere per delibe-

rare”.In alternativa alla revisione delConcordato, noi proponemmoallora che si procedesse invecealla rinegoziazione del Trattatolateranense. Era necessario a no-stro avviso eliminare un trattatoormai in stridente contrasto conla democrazia e con la Costitu-zione ma non avevamo alcun in-tento punitivo o limitativo del-l’indipendenza e sovranità dellaStato della Città del Vaticano tan-to che Marco Pannella anchel’ipotesi di un ampliamento del-le concessioni territoriali, perconciliare le nuove e maggioriesigenze organizzative del Vati-cano e le esigenze urbanistichedi decongestione del centro sto-rico della capitale. Quanto ai rap-porti fra lo Stato e la Chiesa cat-tolica pensavamo che il nuovoregime potesse e dovesse essereconcordato sotto la coperturadell’art.8, al pari di quello dellealtre confessioni religiose. Io nonso se abbia ragione Michele Ainisnel considerare il secondo com-ma dell’art.7 una norma anchetransitoria voluta dal costituentein attesa di una nuova disciplina.E tuttavia mi pare difficilmente

contestabile che esso debba es-sere considerato una normad’eccezione rispetto sia alla rego-la generale della reciproca indi-pendenza e sovranità della Chie-sa e dello Stato, contenuta nelprimo comma dello stesso art.7sia rispetto al principio fonda-mentale della libertà religiosaquale si desume dall’art.3, dal-l’art.8, dagli art. 19 e 20 della Co-stituzione.Si decise invece lasciare in vigo-re il Trattato e di porre il nuovoconcordato ancora sotto la co-pertura del secondo comma del-l’art.7, e per farlo si è dovuto qua-lificarlo come un accordo conte-nente semplici modifiche men-tre si è trattava di una vera e pro-pria novazione giuridica. Si sce-glieva così di perpetuare una si-tuazione di privilegio per la Chie-sa cattolica e di discriminazioneper la altre confessioni e convin-zioni religiose, ma si accentuavaanche la ambiguità tra Chiesa-Stato soggetto di diritto interna-zionale e Chiesa comunità reli-giosa italiana con il riconosci-mento giuridico della Conferen-za episcopale italiana quale sog-getto di intese successive fra es-

sa e lo Stato, in rappresentanzadella Chiesa italiana. È una esagerazione radicale eanticlericale? Quando mi si cita-no le intese con le altre confes-sioni religiose come testimo-nianza di eguaglianza e di liber-tà religiosa, io rispondo che quel-le intese sono tutte difensive ri-spetto a uno Stato che ha ancoravigente la legge sui culti ammes-si. Nessuno potrà convincermiche il mantenimento in vigoredel Trattato fascista che facevadella religione cattolica la religio-ne dello Stato o la mancanza diuna legge di attuazione costitu-zionale del principio della liber-tà religiosa, a venticinque annidalla revisione del Concordato,siano dovuti al caso.Non analizzerò i nuovi privilegiche la Chiesa ha visto rafforzarerispetto al concordato lateranen-se: dai maggiori vantaggi econo-mici assicurati dall’8 per mille alregime all’insegnamento religio-so, dall’incerto confine che sepa-ra la territorialità della Chiesa ita-liana e l’extraterritorialità vatica-na all’equivoco ruolo giocatograzie ad essa dallo IOR in moltevicende finanziarie, dalla situa-

zione di sostanziale disugua-glianza rispetto alle altre confes-sioni al tentativo infine in granparte riuscito di ripristinare inmateria di matrimonio concor-datario - dopo la legge del divor-zio - la prevalenza del diritto ca-nonico sul diritto dello Stato.Quanto ai nuovi benefici che,grazie alle intese con la CEI o perbenevola e unilaterale conces-sione dello Stato sono stati con-seguiti, rinvio ai recenti libri diMichele Ainis “Chiesa padrona”e di Curzio Maltese, “La Que-stua”.

Dovendo tuttavia esprimere ungiudizio sulla situazione che si èdeterminata negli ultimi anni esulle prospettive, credo che nonsi possa prescindere dalla consi-derazione dei profondi cambia-menti che sono intervenuti nellapolitica italiana. Dal momentodella firma del Presidente Craxi edel Cardinale Casaroli ad oggi so-no intervenuti mutamenti chenon è esagerato paragonare aquelli verificatisi dopo la cadutadel fascismo e la nascita della Re-pubblica. Nei primi quaranta an-ni della Repubblica, nonostante

La fede non si “Concorda”VENTICINQUENNALE DELLA REVISIONE DEI PATTI LATERANENSI

Page 7: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

DIVERSAMENTE CREDENTI 7

CONTRO I CONCORDATI

la determinante presenza di unpartito cattolico, il concordatofascista era stato applicato e in-terpretato da una generazionepolitica che si ispirava alla idea,per dirla con Spadolini, di un“Tevere più largo”. All’ombra del-la Costituzione il vecchio Con-cordato era venuto esaurendo lasua funzione, qualcuno ha dettoche stava divenendo un ramosecco, destinato a essere prestosuperato se non fosse intervenu-to un nuovo concordato. Alme-no nelle intenzioni forse illusoriee contraddittorie dei suoi mag-giori protagonisti anche il nuovoConcordato avrebbe dovuto ispi-rarsi a quella stessa visione. Nonsolo quella generazione ma an-che quella visione è oggi del tuttoscomparsa. Sono stati cancellatida tangentopoli il partito sociali-sta e gli altri partiti laici che dal-l’interno del governo avevanofatto da sponda al movimentodelle riforme laiche e dei diritticivili negli anni 70. Sono scom-parsi anche i due partiti che ave-vano votato pur da schieramenticontrapposti l’art.7, sostituiti daforze politiche che poco hanno ache fare con essi: la DC e il PCIche io ho avversato da radicale,traevano dal proprio radicamen-to sociale e non solo dal loro po-tere la propria forza e la propriaautonomia e un loro senso delloStato. Trattavano con la Chiesa econ il Vaticano in base a una loroidea dei rapporti fra Stato e Chie-sa. A quella forza oggi corrispon-de la debolezza e la sostanzialedelegittimazione dei loro eredi,partiti in perenne trasformazio-ne, protagonisti di una transizio-ne cui non hanno saputo dare al-cun credibile e stabile sbocco de-mocratico e per questo spinti adappoggiarsi alla forza della Chie-sa e delle istituzioni ecclesiasti-che.Non meno rilevanti sono stati icambiamenti intervenuti nellavita della Chiesa. Il Concilio Vati-cano II è ormai lontano, e nonsolo nel tempo. E lontana e di-menticata è la “Gaudium etSpes”. A chiedersi oggi “Chi hapaura del Vaticano II?” non sonodei radicali ma due cattolici co-me Melloni e Ruggeri, insieme auno stuolo di teologi e di storicidella Chiesa di ogni parte delmondo. Mentre teodem e ateidevoti si propongono rispetto al-le Gerarchie come avanguardiedi una condanna generalizzatanon solo di laici, radicali, anticle-ricali ma anche di cattolici, an-che eminenti, non allineati. I frutti amari di questa situazio-ne si sono colti nel dibattito enello scontro che si è verificatonelle ultime drammatiche vicen-de del caso Englaro, che ha resoevidente il tentativo di imporresu questioni che interrogano lacoscienza di ognuno una unicavisione religiosa ed etica con l’ef-fetto di travolgere l’idea stessa dilaicità, che è lo spazio della con-vivenza e del confronto fra diver-se concezioni etiche e religiose,in definitiva lo spazio della liber-tà e della democrazia. Su taliquestioni è possibile dividersi, sipuò vincere e si può perdere. In-vece si è affermato che sulla vitanon si vota, negando in radice lapossibilità stessa di un confron-to democratico e la legittimità di

ogni altra posizione.Lo Stato e la Chiesa sono ancora“ciascuno nel proprio ordine in-dipendenti e sovrani”? Nei gior-ni scorsi abbiamo sentito espri-mere giudizi durissimi su un at-to del Presidente della Repubbli-ca da due Cardinali di Curia sen-za che nessun rappresentantedel Governo sentisse il bisognodi difenderne le prerogative el’autorità esercitate nell’ambitodella indipendenza e sovranitàdello Stato italiano. Lo stesso èavvenuto quando il Presidentedella Camera è stato attaccatodall’Osservatore Romano e da al-tri esponenti della Chiesa peraver sottolineato che il ritiro del-la scomunica dei vescovi lefeb-vriani all’interno della Chiesacomportava, per le affermazionidi uno di essi, il pericolo di unarilegittimazione di gravi forme diantisemitismo. Per sapere cosasignifica reciproca indipenden-za e sovranità fra lo Stato e laChiesa bisogna guardare altrove.Quando in Germania è stata laCancelliera cristiano democrati-ca. Angela Merkel a esprimere inmaniera anche più netta le stessepreoccupazioni del PresidenteFini, non a titolo individuale maa nome del Governo tedesco,non solo non ha ricevuto rim-brotti e condanne ecclesiastichema lo stesso Pontefice ha ritenu-to il giorno dopo di intervenirepersonalmente con una rispostae un chiarimento pressoché im-mediato di netta condanna delnegazionismo. Mi si può obiettare che attribui-sco al Concordato responsabili-tà che devono essere invece casomai imputate alle forze politichee alle maggioranze parlamenta-ri. Non è così. Il concordato hafornito alla Chiesa le basi ed hacreato le premesse di questo tra-volgimento della laicità e dellastessa libertà religiosa, non solo

la libertà religiosa dei non catto-lici e dei non credenti, ma anchee in primo luogo quella dei citta-dini di fede cattolica. Come giàquello del 29 anche quello dell’84pretende di attribuire alla Chiesanon un primato pastorale ma larappresentanza esclusiva dei cit-tadini cattolici : una pretesa chenessuno Stato laico potrebbe ac-cettare e che non ha alcuna basesociologica perché in Italia i cat-tolici praticanti sono una mino-ranza e gran parte di coloro chesi professano cattolici professa-no idee, anche sui temi etici, dif-formi dal magistero della Chiesa.E tuttavia anch’io come StefanoRodotà ritengo che gli effetti diquesto Concordato non possanoessere valutati solo con le catego-rie della separatezza o dell’inge-renza fra Stato e Chiesa. Siamo,infatti, oggetto di un’offensivache va ben oltre i limiti della solaRepubblica Italiana, come scrivenel suo libro “Perché laico”: “Datempo i vertici della Chiesa han-no intrapreso una campagna as-sai determinata per affermare ilprimato della loro dottrina ben aldi là della legittima predicazionedella fede dal momento che adessa viene attribuito un valorenormativo che va oltre l’ambitodei credenti e configura obbliga-zioni per gli Stati e per le Orga-nizzazioni internazionali”. Quando con grande saggezza glistatisti del Risorgimento, in mag-gioranza cattolici liberali, con labella legge delle guarentigie -una legge che ha garantito per ol-tre mezzo secolo il libero svilup-po del cattolicesimo - attribuiro-no unilateralmente al Papa la so-vranità su un territorio sia pureminuscolo pensavano che essodovesse essere soprattutto, senon esclusivamente, una garan-zia fisica di libertà per la Chiesada ingerenze esterne. Non pote-vano immaginare che la Chiesa

avrebbe utilizzato lo Stato dellacittà del Vaticano come strumen-to di politica attiva a livello inter-nazionale con il riconoscimentopresso l’ONU e la costante azio-ne di lobbying esercitata sugli or-ganismi dell’Unione europea. Ilconfronto travalica dunque iconfini dello Stato per proiettar-si a livello sopranazionale. In es-so la Chiesa non solo rivendica ilmonopolio della morale e dellareligiosità ma rivendica anchel’imprimatur sul corretto eserci-zio della laicità, il vaglio di eticitàsulle leggi degli stati e sulle con-venzioni internazionali.In questa nuova dimensionel’Italia dovrebbe forse divenire,nelle intenzioni della Chiesa, labase politica, territoriale e giuri-dica, di una rivincita nei con-fronti della modernità: non è suf-

ficiente però qualche prevarica-zione legislativa per fare dell’Ita-lia qualcosa di simile a quello chefu la Vandea nella Francia dellaRivoluzione, la Calabria del Car-dinale Ruffo nel regno murattia-no o la Baviera cattolica nellaGermania della Riforma lutera-na. Il rischio che corriamo è unaltro: che sia lo Stato sia la Chiesapossano trovarsi presto a fare iconti con le macerie prodottedall’imbarbarimento di un pro-cesso di secolarizzazione privatodella laicità e quindi del rispettodell’alterità e quelle prodotte dauna mancata rinascita religiosache come disse Moro all’indo-mani del referendum sul divor-zio può fondarsi solo sulla testi-monianza della fede e non sullaimposizione della legge.

Li manderei tutti a vedere "Mare dentro".Viale Ministro!

SEVERINO MINGRONI*[email protected]

Io vivo in un mondo mioparticolare: un mondocostituito dalla mia Ra-dio -Televisione via sa-tellite sul desktop, graziealla quale sento soprat-tutto Radio Radicale ovedo Rainews24, e, orache da due mesi ho fi-nalmente l'adsl "serio"via telefono fisso, dellevolte, guardo Skytg24 instreaming. Ma, questaultima ipotesi, è meno

frequente: è molto più facile che io sia intento ad ascoltare Ra-dio Radicale su Hotbird. Così, sabato 14 febbraio scorso, ero inquesto mondo particolare, perché veniva trasmesso in diretta-audio- il seguente Convegno: "Verità e menzogne su eutana-sia, Coscioni, Welby, Englaro sotto il dominio violento e antide-mocratico della partitocrazia". E' vero, confesso di frequenta-re anche alcuni siti radicali, e, quindi, sarei felice se una perso-na come Silvio Viale diventasse il nostro Ministro della Salute.Ero e sono dalla parte di Beppino Englaro, dalla parte della ra-zionalità -almeno secondo me- in quanto ritengo che quelloche decide un individuo della sua vita, senziente o non sen-ziente, disabile grave o normodotato, sia in ogni caso da ri-spettare, anche se decide di morire. Si tratta di essere liberali omeno. Quattro mesi fa, mi è stato regalato, ed ho visto subito,il DVD di un film spagnolo del 2004 dal titolo: Mare Dentro. E'la storia vera di un pescatore iberico che si chiamava RamònSampedro e che, per un incidente, nel 1968, all’età di 25 anni,divenne tetraplegico. Credendo che "una vita che elimina lalibertà non è vita", chiede che l'aiutino a suicidarsi. E’ così con-vinto della sua scelta che intenta una causa legale contro il Go-verno spagnolo per ottenere il diritto a morire, ma i giudici ibe-rici gli negano tale diritto. Alla fine Ramòn, nel 1998, riesce fi-nalmente a suicidarsi, grazie all'aiuto di una donna innamo-rata di lui. Io, forse anche perché sono tetraplegico come lui,non solo ho capito perfettamente quest’uomo, ma mi sonosentito Ramòn. E’ un film che vi raccomando. Forse, se lo ve-dessero pure certi giornalisti e parlamentari nostrani, nonavremmo il Decreto di Legge anticostituzionale contro il testa-mento biologico. O mi illudo? Sia come sia, non credo che, seil DdL dovesse divenire Legge, un referendum abrogativo po-trebbe essere la soluzione. Dico questo soprattutto per tre ra-gioni: l'antidemocratico QUORUM del 50% + 1 degli elettori, lemigliaia di parrocchie e il solito giornalismo di regime raccon-tato dal Convegno del 14 febbraio scorso. Che fare, allora? Nonlo so proprio, ma confesso di essere molto pessimista, e di nonsperare nemmeno più in una veloce Legge sul voto domicilia-re dei disabili gravi, perché ritengo che l'attuale classe politica-anzi, partitica- sia insensibile alle tematiche dei disabili sicu-ri.

* Severino è locked-in e Consigliere generale dell'Associazione

Era necessario a nostro avvisoeliminare un trattato ormai instridente contrasto con lademocrazia e con la Costituzionema non avevamo alcun intentopunitivo o limitativodell’indipendenza e sovranità dellaStato della Città del Vaticano tantoche Marco Pannella propose anchel’ipotesi di un ampliamento delleconcessioni territoriali, perconciliare le nuove e maggioriesigenze organizzative del Vaticano e le esigenze urbanistichedi decongestione del centro storicodella capitale.

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8CELLULE DI ALTERNATIVA

TESTAMENTO BIOLOGICO

E EUTANASIA

Qui Ancona - Più di 100 firme! Ma contiamo di au-mentare per la festa di carnevale del Gulliver ad Anco-na. Lì ne raccoglieremo una bolgia! Il tavolo dell'altro ie-ri comunque è andato bene, Ancona sta rispondendobene, si fermano persone che esprimono il loro soste-gno e che mi e ci ringraziano per quello che facciamoanche se molti hanno paura che queste firme servano apoco e che siano solo un atto dimostrativo. Stefano Pa-gliarini

Qui Arezzo - Ecco i risultati del tavolo raccolta fir-me, del 21 Febbraio 09 svoltosi ad Arezzo, sulla Petizio-ne al Parlamento italiano: firme 58 di cui 37 hanno pre-stato il consenso al trattamento dei dati. Finanziamen-to 50 euro. Hanno collaborato alla buona riuscita del ta-volo: Marcello Sadocchi, Francesco Giachini, EugenioMascagni, Lorenzo del Porto ed il sottoscritto. Le perso-ne che si sono avvicinate al tavolo venivano spontanea-mente, bastava vedere i simboli radicali e si fermavano.Il caso Englaro ha fatto il resto. Francesco Scatragli

Qui Avezzano - Ciao, il tavolo è andato abbastanzabene, c'è stato un "passaparola" e venerdì 20 e la matti-na di sabato 21 sono state raccolte 54 firme. Abbiamoinformato e distribuito il documento relativo alla di-chiarazione di volontà anticipata. Paola Cairoli.

Qui Catania - 137 firme in una via Etnea meno af-follata del solito, forse a causa del freddo pungente a cuii catanesi non sono abituati. Ci ritroviamo di fronte lavilla Bellini alle 15.30 con Antonio Licciardello, respon-sabile organizzativo dell'associazione Radicali Catania emilitante di Certi Diritti, Luigi Pappalardo, tesoriere del-l'associazione, e Riccardo Fichera, giovane militante edirigente radicale. Più tardi ci raggiungono Luigi Recu-pero e Rosalia Grande. Il vento che a tratti soffia fortenon ci consente di montare il gazebo, ma sventolano lebandiere radicali e dell'Associazione Luca Coscioni e iltavolo è ben visibile e ricco di materiale. Tanti cittadinifirmano, lasciano la email, ritirano una copia di AgendaCoscioni e si dicono pronti a sostenere un eventuale re-ferendum. Gianmarco Ciccarelli

Qui Cremona – A tre anni dalla scomparsa di Luca,il nostro tavolo in nome delle storie di libertà di Piergior-gio Welby e Beppino Englaro ha avuto un grande suc-cesso del tavolo: raccolte oltre 150 firme in sole tre ore.Consegnati un centinaio di testamenti biologici. Nelcorso dell’iniziativa è stata illustrata la proposta di deli-bera comunale per l’istituzione anche a Cremona del re-gistro telematico dei testamenti biologici. Associazioneradicale Piero Welby di Cremona

Qui Cuneo - Il tavolo è stato aperto mattina e po-meriggio nella storica postazione radicale in c.so Nizzadi fronte alla BNL ed ha raccolto, nonostante l'indiffe-renza della maggioranza dei passanti, 200 firme convin-

te grazie all’impegno di Andrea Bergese, Lorenzo Busci-glio, Francesco Musso, Marco Giordanino (al mattino)Gianni Pizzini e Rosanna Degiovanni (al pomeriggio).Molta preoccupazione e grande sconcerto per ciò checattiva politica, cinismo e disinformazione hanno pro-dotto nel Paese e sulla pelle dei suoi cittadini. RosannaDegiovanni

Qui Firenze - Il tavolo che abbiamo tenuto ieri 14febbraio abbiamo raccolto altre sessanta firme. Vi allegoanche qualche foto del tavolo. Massimiliano Fontani

Qui Genova - I diversi tavoli realizzati a Genova sul-la petizione al parlamento sono stati fatti grazie all’im-pegno di Giovanna Diletto, Gildo Liberti, Bruno Poce,Nadia Mori, Marco Fallabrini, Vincenzo Masia, Luisa Sti-rone, Beppe Maltese. Gabriele Giardina (ass. radicale Li-bertà è partecipazione Genova). E ancora Zeffirino Zali,Stefano Petrella, Gian Piero Buscaglia, Elisa Marchiori eLaura Rigogliosi (del GRAF d'Imperia). Patrizia De Fu-sco

Qui Latina - Le persone che si avvicinano sponta-neamente e ti ringraziano sono poche ma ci sono e que-

sto fa bene a me che sono li tutto soletto a raccogliereafflati di civiltà nel panorama latinense ammuffito, sot-to uno splendente cielo celeste: 95 firme raccolte. Mau-ro Grassi

Qui Lecce - Serata freddissima e buona affluenzadi pubblico con 116 firme raccolte in circa quattro oredi tavolo. All'iniziativa ha aderito anche il circolo Paso-lini di Lecce. Non si sono visti partiti ma solo tanta gen-te, più giovani e meno giovani. In alcuni momenti si ècreata letteralmente la fila al banchetto. Sergio Tatara-no

Qui Modena - Temperatura 8 gradi, freddo, cielo se-reno, poca gente in giro ma abbiamo raccolto 53 firme.Emilio Salemme

Qui Milano - Abbiamo allestito, radicali e democra-tici insieme, un tavolo in corso di Porta Ticinese, pressole Colonne di San Lorenzo, tradizionale luogo di ritrovodella gioventù milanese e già teatro di numerose batta-glie radicali contro le ordinanze proibizioniste dell'am-ministrazione comunale. Al riparo dell'arcata lateraledella porta, erano presenti Emiliano Silvestri e Diego

Viva l’ItaliaL’Italia del XX febbraio

O ltre 5000 firme sono state raccolte ai tavoli organizzati in occa-sione della giornata in memoria di Luca Coscioni,scomparso il20 febbraio di tre anni fa,delle quali oltre 2000 sulla delibera di

iniziativa popolare per l’istituzione del registro del testamento biologi-co a Roma.Sono a questo punto oltre 20.000 le sottoscrizioni sulla peti-zione al parlamento per una legge sul testamento biologico e sulle scel-te di fine vita,lanciata da Associazione Coscioni e Radicali Italiani.www.lucacoscioni.it/petizioneeutanasia

Page 9: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

TESTAMENTO BIOLOGICO

E EUTANASIA 9CELLULE DI ALTERNATIVA

Mazzola, rispettivamente segretario e tesoriere dell'As-sociazione Radicali Senza Fissa Dimora; Pino Martella,militante della medesima associazione; Alessandro Zu-nino del circolo PD di Porta Romana, con la sua fedelebandiera verde bianca e rossa e, infine, il giovanissimoUmberto Cambiaso. In pochissime ore siamo riusciti araccogliere 44 firme, sabato. Domenica invece sono sta-te 94. Marco Del Ciello

Qui Napoli (Cellula Coscioni) - Le firme totali presenei due giorni sono 210; di queste quelle prese al primotavolo di venerdì a via Scarlatti sono 73, mentre quelleprese al secondo tavolo di piazza Trieste e Trento di sta-mattina sono 137. Domenico Spena

Qui Napoli (Associazione per la grande Napoli) - Sa-bato 21 genaio 2009, in Via Scarlatti, dalle 16.30 alle20.00 l'Associazione Radicale "Per La Grande Napoli" haraccolto 54 firme, i volantini distribuiti 500. I parteci-panti alla manifestazione indossavano dei cartelli conle scritte "Si alla vita, no alla tortura di stato", "No a leg-gi clericali sul corpo delle persone" e "Giù le mani dame" quest'ultimo suggeritoci da Adriano Sofri dalle pa-gine di "La Repubblica" in occasione della vicenda diEluana Englaro. Luca Coscioni sarà sempre nel cuore diquei compagni di Napoli che hanno avuto l'onore di lot-tare insieme a lui per la libertà. Rodolfo Viviani

Qui Novara - Novara ha risposto bene, in 2 ore di ta-volo abbiamo raccolto 61 firme. I cittadini hanno volu-to testimoniare il proprio dissenso alla proposta di leg-ge del senatore Calabrò. Alcune persone hanno compi-lato anche la Carta di Vita nella speranza che in futuropossa avere valore legale. Non possiamo che continua-re questa battaglia. Hanno partecipato Michele Savino,Nathalie Pisano, Antonio Pesare e Eric De Rosa.

Qui Oristano - Il banchetto è andato bene al di ladelle nostre aspettative. In cinque ore e mezza abbiamo

raccolto 175 firme, la gente ha risposto positivamenteall'iniziativa. Uno strumento utile di convincimento edi chiarimento è stata in alcuni casi la lettura del fac si-mile del testamento biologico redatto da Federico Or-lando e riportato nell'agenda COSCIONI di dicembre.L'esperienza è stata vissuta da noi con grande entusia-mo, purtroppo gli impegni di lavoro non ci hanno con-sentito di renderci disponibili anche il giorno dopo. Mir-ko Miscali e Veronica Aresu

Qui Padova - Il 14 febbraio 2009, in Prato della Val-le a Padova, la Cellula Coscioni di Padova, ha allestito untavolo con Gabriella Gazzea Vesce, Maria Grazia Luc-chiari, Marco Favara e Alessandro Liccardo (rappresen-tante del Partito Liberale). Sono state raccolte 150 firmeal tavolo, più altre 20 firme ad un convegno dell'UAARnello stesso giorno, per un totale di 170 firme. Marco Fa-vara

Qui Perugia – L’Associazione Giovanni Nuvoli èscesa in piazza a Perugia con il suo storico tavolo, testi-mone di tante battaglie radicali in Umbria. Erano pre-senti al tavolo tra gli altri, oltre al sottoscritto, AndreaMaori, Tommaso Ciacca, Antonio Russo. In tre ore dipresenza in Piazza della Repubblica sono state raccolte46 firme, a riprova del fatto che i cittadini sono sensibilial problema e condividono in pieno la nostra battagliadi libertà. Molti infatti si avvicinavano al tavolo sponta-neamente e chiedevano di firmare prima ancora di ri-cevere il volantino. Pierfrancesco Pellegrino

Qui Ravenna - Ravenna Radicale ringrazia tutti icompagni ed i fratelli che hanno partecipato e aderitoalla manifestazione di ieri, sabato 21 febbraio. Centina-ia di testamenti biologici consegnati, decine di firmeraccolte, buon riscontro sulla stampa, il tutto in pocopiù di due ore. Grazie ai cittadini ravennati, grazie a tut-ti i politici che a titolo individuale hanno voluto dare laloro adesione. Cesare Sama

Qui Rimini – In Piazza Cavour dalle 9 alle 13. Pre-senti Ivan, Meris, Settimino (uarr) cha ha aiutato adaprire il tavolo. Firme 63, contributi 17 euro. Firme alDarwin Days da parte uaar 33. Firme cgil al 14/2 132.Ivan Innocenti

Qui Roma - Grandissimo successo per la Cellula Co-scioni di Roma; nell’ambito della manifestazione “Si altestamento biologico. No alla tortura di Stato”, organiz-zata da MicroMega e tenutasi a Piazza Farnese, i nume-rosi attivisti coscioniani, dislocati in quattro tavoli, han-no raccolto le prime 1900 delle 5000 firme necessarie af-finché la delibera popolare, depositata in Campidogliolo scorso 6 febbraio, sia discussa e votata dal ConsiglioComunale. Ben trecento persone, infatti, hanno dato laloro disponibilità per continuare “privatamente” la rac-colta delle firme. Contribut per 1000 euro! Impossibile

ringraziare tutti i tavolinari, ci provo scusandomi per lesicure dimenticanze: Gabriella, Eleonora, Violetta, An-tonio, Elide, Nicoletta, Francesco, Cristiano, Elisabetta,Carmen, Valentina, Ruggero, Michele (l’ex grillino), Pao-la, Davide, Alessandro, Francesco, Galeazzo, Valentino.Da sottolineare, comunque, la presenza di Mina Welby,Marco Cappato e Mario Staderini. Alberto Pati

Qui San Giovanni Valdarno (Ar) – Firme raccolte89. Ottimo risultato conseguito grazie anche all'appor-to di Edgardo Prosperi (socialisti, iscritto alla Coscioni oin fase di iscrizione, diciamo). Edoardo Quaquini

Qui Sassari - Sabato 7 febbraio, a Sassari, siamo riu-sciti ad organizzare il primo tavolo di raccolta firme sul-la petizione popolare sul testamento biologico e sull’eu-tanasia. Nonostante la pioggia e il freddo (meno maleeravamo sotto i portici) il tavolo è andato abbastanzabene: in nemmeno due ore abbiamo raccolto 76 firme e58 euro di contributi. Al tavolo oltre me hanno collabo-rato Maria Isabella Puggioni, Francesco Poletti, PaoloD’Aquila e Maddalena Soro (moglie di Giovanni Nuvo-li). Sabato 14 febbraio in solo un’ora e quaranta minuti,in due con Maria Isabella Puggioni abbiamo raccolto 81firme e 37 euro di contributi. Paolo Ruggiu

Qui Siena – 54 firme con tanto entusiasmo! GiuliaSimi

Qui Torino - Per quanto riguarda la raccolta firmedi sabato mattina, erano presenti: Alessandro Frezzato,Paola Cirio, Domenico Massano, Roberto Frezzato, Ri-ta Frezzato, Silvio Viale. In poco più di due ore sono sta-ti raccolti circa 95 euro e un centinaio di firme, sono sta-ti venduti due libri di Adelaide Aglietta. Paola Cirio

Qui Trieste - Siamo in piazza a raccogliere firme esulla petizione nazionale e sulle due iniziative di inizia-tiva popolare (registro per il testamento biologico e ana-grafe pubblica degli eletti). I dati per la petizione nazio-nale sono di circa 220 firme in totale. Clara Comelli

Qui Vicenza - Il tavolo di oggi pomeriggio a Vicen-za in Piazzale De Gasperi è andato alla grande: 70 firmee una decina di adesioni per la consegna del proprio te-stamento biologico in Comune e la richiesta dell'istitu-zione del registro ufficiale dei testamenti biologici. Lagente è informatissima e pronta ad un eventuale refe-rendum se passasse la legge proposta dal pdl. Al tavoloerano presenti: la sottoscritta, famiglia Donadello alcompleto (Fiorenzo, Sonia e Ilaria di 12 anni), Gino daArzignano, Riccardo Tescari, conosciuto a Vicenza perla sua azione per i diritti civili e di tutti gli esseri viventi(LAV, Amnesty...). Rosalba Trivellin

Qui Vigevano (Pv) – il tavolo a Vigevano in PiazzaDucale nella giornata di domenica 15 febbraio ha rac-colto 176 firme. Daniele Antonucci

Italia

Page 10: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

10LADRI DI VERITÀTESTAMENTO

BIOLOGICO E EUTANASIA

Berlusconi anarchico:«Il mio è un partito anarchico, poiché sulle

questioni di etica e morale lasciamo la libertà dicoscienza».

Berlusconi inconsapevole:«Non sapevo dell’intervento del ministro del

Welfare Sacconi, non sono stato informato. Esu questi casi non penso che sia l’esecutivo a

doversi far carico».

Berlusconi disinformato: «Eluana non è in morte cerebrale, perché respi-

ra ed è autonoma, e potrebbe in ipotesi ancheavere un figlio». (Dire) 16:04 06 febbraio

Berlusconi inquisitore: «Spero che costoro possano attendere alcunigiorni prima di immettersi in una pratica che

noi consideriamo una pratica di vera e propriauccisione di un essere umano che è ancora vi-

vo». (Vam/Pn/Adnkronos) 16:20 06 febbraio

Berlusconi anticostituzione: Napolitano non firma decreto legge. E Berlu-

sconi sulla Costituzione dice: “Filosovietica, fat-ta sotto l'influsso di una dittatura” (7 febbraio)

VALTER VECELLIO

Joseph Goebbels, là nell’infernodove si trova, sorride: “Basta indi-viduare un nemico, accusarlo diqualsiasi crimine o pericolo, e ri-petere la falsità cento, mille, un mi-lione di volte: la gente comincerà acrederci, qualsiasi menzogna siimporrà come verità”, aveva dettonel corso del processo di Norim-berga. A proposito della vicenda diEluana Englaro si è verificata unaterrificante manipolazione dei fat-ti; una sistematica falsificazionedella realtà, straordinaria ancheper un paese come il nostro, privoda sempre di verità e conoscenza.Un qualcosa paragonabile ai 55giorni del sequestro di Moro: an-che allora si censurò, si falsificò, siimpose una verità ufficiale, furonosilenziate le voci dissenzienti. An-che allora si trattava di “controlla-re” un corpo: Moro doveva esseresacrificato sull’altare dello Stato, efu dichiarato “irriconoscibile”, paz-zo, per quello che dal covo brigati-sta scriveva. Oggi il corpo di Elua-na, che si voleva continuare a con-dannare (diciassette anni non era-no sufficienti!) a una forma di vitanon voluta, per questo la sua vo-lontà doveva essere annullata; cor-pi sequestrati, come quelli di Luca

Coscioni, Piergiorgio Welby...Hanno detto che si voleva far mo-rire di fame e di sete Eluana; cheera un delitto, un assassinio; han-no accusato la famiglia e i magi-strati che si sono occupati della vi-cenda, di essere dei “boia”…A fu-tura e presente memoria ecco uncampionario di quello che sonostati capaci di sostenere: “Fermatela mano assassina. Interromperealimentazione e idratazione equi-vale a un abominevole assassinio”(cardinale Javier Lozano Barragan,presidente del pontificio consiglioper gli operatori sanitari); “Fra po-chi giorni l’Italia eseguirà la primacondanna a morte dopo il 1948; lacondanna di una innocente cui,attraverso una lunga agonia, verrànegato il fondamentale diritto al-l’alimentazione e all’idratazione”(Alfredo Mantovano, sottosegreta-rio all’Interno); “Il boia si è messoil cappuccio: la morte per fame eper sete sta per essere comminata”(Isabella Bertolini, direttivo delPdL alla Camera dei Deputati);“L’omicidio di Eluana rischia di av-venire impunemente e senza tur-bare convenzioni e erogazioni dipubblico denaro…La protervia dialcuni magistrati ha scandito itempi di una tragedia”(MaurizioGasparri, presidente dei senatori

del PdL); “C’è un disegno volto aimporre un modello culturale percui la ‘pietas’ consiste nell’elimina-re il malato anziché curarlo” (Pao-la Binetti, deputata PD); “Non cre-do che ci si possa lavare la coscien-za affermando che si tratta di unaquestione etica e non politica. An-che un tale che si chiamava PonzioPilato fece più o meno così” (Ro-berto Menia, sottosegretario al-l’ambiente); “Troveremo il mododi fermare quella che si configuracome una vera e propria eutana-sia” (Maurizio Lupi, vicepresidentedella Camera, PdL); “Bisogna a tut-ti i costi fermare il boia pronto adeseguire la condanna a morte diEluana” (Gabriella Carlucci, PdL);“Si sta per compiere un vero e pro-prio omicidio…Nessuno ha il di-ritto di interrompere una vita pri-vandola dell’alimentazione e del-l’idratazione” (Enrico La Loggia,vice-presidente del gruppo PdL al-la Camera); Monsignor Rino Fisi-chella, presidente della PontificiaAccademia per la Vita, si rammari-ca per gli “insulti violenti…bastacon quelle parole che pesano co-me macigni”. Peccato che si la-menti per insulti che nessuno gliha rivolto, mentre dal Vaticano edai suoi dintorni si sprecavano. Peril cardinale Ersilio Tonini “Eluana è

Menzogne, come suMoro, a reti unificate

RISPOLVERATA LA STRATEGIA GOEBBELSIANA

Porta a Porta, 9 febbraio Una suora misericordina: “L’ho vista l’ultima volta

l’agosto scorso, l’ho chiamata parecchie volte le hodetto “Eluana fammi un sorriso, dimmi ciao”. E lei hagirato gli occhi verso di me e ha emesso un suono divoce certamente non chiaro però ho avuto l’impres-sione che si fosse accorta che c’era un persona davan-ti a lei che era venuta a trovarla”

Tg2, 20.30, 4 febbraio Redazionale Tg2: “Sulla assoluta insensibilità di

una persona in stato vegetativo persistente resta dun-que il dubbio tanto è vero che a Eluana verranno som-ministrati sedativi, più che una precauzione sembrauna contraddizione…”

Il video integrale, con menzogne e verità targate Rai-Set,è a questo link: www.fainotizia.it/video/eluana

Tg1, ore 20.00, 3 febbraio Suor Albina: “è un mistero in questo momento la

vita di Eluana, però vive e non è dipendente da nessu-na macchina, non è dipendente da nulla tanto chesempre quando è stato possibileche il tempo lo hapermesso scendeva, scende in giardino …”

Page 11: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

Convegno promosso da Radio Radicale

verità emenzognesu “Eutanasia”, Coscioni, Welby, Englaro

SOTTO IL DOMINIO VIOLENTOE ANTIDEMOCRATICO

DELLA PARTITOCRAZIA

Piccolo Eliseo, Roma14 febbraio 2009

www.radioradicale.it • www.radicali.it • www.lucacoscioni.it

Eluana Englaro riposa in pace, ma la vicenda sua e della sua famiglia continuerà a condizionare il confrontopolitico, e in particolare l'esame del provvedimento sul testamento biologico. Coloro che volevano cancellareil diritto costituzionale di Eluana di scegliere, ora vogliono cancellarlo per tutti i cittadini. La falsificazione dellaverità dei fatti, delle definizioni e dei dati scientifici, è stata e sarà massiccia, non tanto nei pochissimi e marginaliconfronti diretti, quanto nei servizi dei telegiornali e delle trasmissioni di approfondimento. Per queste ragioni èstato promosso il convegno organizzato da Radio Radicale in collaborazione con Left “Verità e menzogne su“eutanasia”, Coscioni, Welby, Englaro - sotto il dominio violento e antidemocratico della partitocrazia” svoltosia Roma al Teatro Eliseo, sabato 14 febbraio 2009. Le pagine che seguono rappresentano gli atti parziali delconvegno. Le trascrizioni degli interventi non sono riviste dagli autori. Gli interventi sono disponibili in versioneintegrale e in audiovideo su radioradicale.it all’indirizzo: www.radioradicale.it/scheda/272838

Le immagini che accompagnano la lettura degli atti sono di Pablo Picasso (1881 - 1973), pittore spagnolo di fama mondiale, è consideratouno dei maestri della pittura del XX secolo.

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II VERITÀ E MENZOGNE SU “EUTANASIA”, COSCIONI, WELBY, ENGLARO

Sarò breve perché abbiamo fattotardi in una mattinata che rimar-rà nella mente e nel nostro cuore,certamente nel mio. Chi mi co-nosce più da vicino sa quantofossi nervosa questa mattina. Per-

ché abbiamo organizzato tutto questo, senza sol-di come sempre, grazie al lavoro umile di telefo-nate, di e-mail, facendo appello al tam tam viainternet con cui abbiamo cercato di coinvolgereil maggior numero di persone anche lontane dal-l’attività di partito e ringrazio tutti coloro che perquesto si sono impegnati e soprattutto Antonel-la Casu; perché, cosciente che questa storia ave-va attraversato tutti e che la rivoluzione di un pa-dre aveva costretto l’intero paese a discutere, horitenuto che quanto è avvenuto in questi giornial Senato non dovesse rimanere, dopo la mortedi Eluana e le polemiche che sono seguite, senzauna prima, urgente risposta. Non ci sono parole

adeguate per definire quello che è accaduto, nel-l’autoalimentarsi di questo circolo politico-me-diatico, in cui parole grosse venivano riprese epoi bombardate in continuazione come fosse unvero e proprio lavaggio del cervello. Il culminedella vergogna si è avuto quando il vice presiden-te del gruppo del Popolo della Libertà ha grida-to in aula: “Eluana non è morta, Eluana è stataammazzata”, lanciando una accusa implicita alpadre e, si deve supporre, ai medici e agli infer-mieri che l’avevano assistita e ai quali va tutta lanostra solidarietà e la nostra stima per la deter-minazione e il coraggio che hanno dimostrato.Il professor Defanti ci ha dato una idea di quel-lo che sono stati quei tre terribili giorni con leguardie giurate, la pressione del ministro, gliispettori, le inchieste della procura. Poi sono ve-nute le dichiarazioni di Gasparri: “Conterannole firme, chi le ha messe e chi non le ha messe” e

non c’era bisogno di chiarire a chi si riferisse. Poisono venute le inqualificabili insinuazioni che,nella corsa della leggina governativa contro iltempo, qualcuno potesse aver accelerato la mor-te di Eluana. Siamo arrivati qui per dare questa prima rispo-sta. Non abbiamo voluto una manifestazione inpiazza, abbiamo voluto qualche ora di riflessio-ne, abbiamo voluto raccogliere la testimonianzadelle verità della vicenda drammatica di Eluanae della sua famiglia per contrapporle alle menzo-gne che hanno tentato di accreditare in formamartellante per essere tutti più consapevoliquando guardiamo Vespa, chi ancora lo guarda,quando guardiamo Riotta, i telegiornali. Quellodell’informazione non è una ossessione radicale.Da anni vi diciamo che una informazione di re-gime, questa informazione lottizzata – dietro leapparenti e spesso vocianti contrapposizioni –impone in realtà sulle questioni essenziali che

investono la vita di tutti un pensiero unico. Siespellono i radicali per espellere questi temi equeste posizioni dall’agenda politica e dal con-fronto democratico. Non siamo invitati non per-ché non influenti ma, al contrario, perché pos-siamo essere dirompenti, perché possiamo direin piena libertà quelle che riteniamo le prioritàdel Paese.Su questi temi sento continui appelli alla mode-razione Io non so cosa sia la categoria dei mode-rati né dal punto di vista sociologico, né tanto-meno dal punto di vista politico. Io mi sentomoderata. E allora? Questo non mi esime daldovere della responsabilità di compiere delle scel-te. A maggior ragione questo deve valere per unpartito politico. Lo ripeto da mesi al Partito de-mocratico e al suo gruppo parlamentare del Se-nato. Su temi come questi bisogna assumersi laresponsabilità di dire dei si o dei no, per rispetto

ai cittadini, ai propri elettori a chi è d’accordo echi non è d’accordo. E consentitemi di dire chemi sono pure stufata del continuo richiamo alla“libertà di coscienza”, come alibi per non sceglie-re, per non votare, per non misurare con il votole maggioranze e le minoranze. Poi certo esiste ildiritto al dissenso sulle posizioni della maggio-ranza. Ma la libertà di coscienza non può essereinvocata a senso unico come se esistessero co-scienze di serie A e coscienze di serie B. La co-scienza mia e di Franca Chiaromonte non valemeno di quella di Paola Binetti o di qualsiasi al-tro. Le coscienza che dobbiamo rispettare è in-nanzitutto quella dei cittadini e il loro diritto diaiutare nella chiarezza la loro sofferta scelta.La seconda cosa che voglio dirvi è la stessa cheho tentato di dire all’interno del gruppo e al Par-tito Democratico, dove abbiamo pochi rappor-ti. Assumiamo una posizione netta e poi preoc-

cupiamoci di creare un dato di attenzione e dimobilitazione nel Paese. Badate che se si lasciatutto questo alle schermaglie parlamentari, allepure schermaglie parlamentari, abbiamo giàperso perché i numeri sono quelli che sono, ab-biamo perso perché la maggioranza ha ancheuna sonda piuttosto forte all’interno del nostroschieramento e abbiamo già perso perché i rego-lamenti parlamentari sono quelli che sono. Inqualche modo abbiamo guadagnato due forsetre settimane, l’impegno di tutti è di usarle que-ste settimane per creare un clima diverso. Non èun problema di destra e di sinistra, è un proble-ma di libertà, è un problema tra liberali e illibe-rali, tra laici e clericali, un problema di teocratiche hanno così poca fiducia nelle loro convin-zioni che pensano di imporle per legge, per de-creto legge. Che differenza c’è con i Talebani?Alcuni dei nostri avversari lo scelgono per con-

Emma

BONINO

Dopo la resistenza, il governo radicaleSui diritti civili l’informazione esorcizza i radicali, “colpevoli” di poter essere dirompenti perché in sin-tonia con la grande maggioranza del Paese, mentre il Partito Democratico – con l’alibi della “libertà dicoscienza” – da mesi sceglie di non scegliere. Per questo abbiamo bisogno delle vostre energie.

Page 13: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

III

vinzione altri per convenienza. Per noi la sceltaè la stessa che compimmo sulla questione del di-vorzio o su quella dell’aborto: il rispetto da par-te della Legge dell’individuo e della sua libertà diautodeterminarsi. Essere liberi non vuol dire es-sere felici, a volte le scelte sono dolorosissime maessere liberi è proprio questo: scegliere, soffrire,amare, gioire, vivere ma senza che il Governo en-tri nel letto, nel letto dei pazienti come in quellodegli amanti, sempre a fin di bene ovviamente.Questa è sempre stata la giustificazione di tuttigli errori della storia e il fondamento di ogni to-talitarismo. A questo bisogna mettere un argine.L’abbiamo tentato in tutti questi anni e in tuttiquesti mesi e ci si diceva sempre che non era ilmomento, che non era così, che non saremmomai arrivati a quel punto e invece ci siamo arriva-ti e magari tra tre settimane arriviamo in aula sa-pendo di perdere.E’ lo stesso schema della Legge40. Ce l’ho davanti, uguale e preciso. Dopodi-ché facciamo il referendum e scenderanno incampo la Chiesa, le 8000 parrocchie, iltg1,2,3,4. Forse qualche mobilitazione preven-tiva in queste due settimane potremmo chieder-la al Partito Democratico, certo non solo a loroma intanto a loro, e poi a tutti i liberali se anco-ra ci sono in questo Paese, a tutti i laici se ancoraci sono. io vi chiedo di fare questo pezzo di stra-da con noi radicali, vi chiedo senza pudore diiscrivervi come doppia tessera, terza o quarta madi esserci e di essere con noi. Non delegate, per-ché nonostante tutto l’impegno che posiamometterci non possiamo farcela senza di voi. Cer-cheremo di guadagnare altro tempo, cerchere-

mo di riportare il senso di ciò che è una politicaalta, di una politica che appassioni. Questo ci hadetto Beppino Englaro, che la politica dei consi-gli d’amministrazione, degli affari, dei malcostu-me e dei malaffare la dobbiamo rifiutare. Questaè un po’ la chiamata alle armi della non-violenza. Io sono convinta che siamo ad un punto diemergenza, di un regime che viene da lontano,che si è costruito in tanti anni e che non a caso si raccoglie in questi giorni intorno a Zavoli perspartirsi e lottizzare la RAI, per sequestrare il di-ritto all’informazione. A questo possiamo solocontrapporre la nostra consapevolezza che la Re-pubblica si crea nel contraddittorio delle opinio-ni non con il lavaggio del cervello a senso unicoche ci è stato imposto negli ultimi dieci giorni eche tenteranno di imporci .Moderati? Non sobene. Io mi sento moderata perché non voglioimporre niente a nessuno e difendo il diritto ditutti a una libera scelta, ma sono infuriata per-ché sono loro che vogliono imporre a me e a chila pensa come me, per legge, di non poter deci-dere della mia vita e del mio corpo. Io difendoanche il diritto di chi compie scelte diverse daquelle di Eluana, a vivere fino all’ultimo mo-mento di sofferenza ed anche in coma irreversi-bile grazie alle macchine o ad un sondino . Po-trei dire “io non lo farei” ma non direi mai, comedice Eugenia Roccella, “tu non lo puoi fare mai”.Io penso che lo Stato anche rispetto ai familiaridovrebbe intervenire piuttosto per garantire,

quello che non fa, cioè assistenza, cura, vicinan-za, amore. E non è diverso dal dire tu non divor-zierei mai. E’ l’ABC del fondamento della laici-tà e della differenza appunto tra uno Stato teo-cratico e uno Stato che vorremo laico e liberale. Tutto questo ci deve però convincere quali chesiano le appartenenze di partito, ma l’appello èrivolto anche a che non si è iscritto mai perché“io ad un partito non mi iscrivo”, di fare questopezzo di strada insieme, è urgente e necessario.Siamo davvero ad un punto di non ritorno. Seriusciremo ad essere più forti sono convinta chesi apriranno anche contraddizioni a destra. Nonci sarà più solo Paravia o Saro o Benedetto Del-la Vedova. Forse anche altri parlamentari ed elet-tori di destra cominceranno a dire: aspetta, dovemi state portando. Perché se erano l’83 % neisondaggi gli italiani vicini a Beppino Englaro,escludo che fossero tutti radicali, di sicuro no,siamo 3.000 iscritti, immagino che fosse un sen-timento ben più diffuso. Io alla fine, nell’impe-gno di organizzare altre di queste manifestazioni,vi dico che è stata una mattinata che non scor-derò facilmente, come non scorderò questi gior-ni in Parlamento, perché sono stati veramentedrammatici. Questo spero sia il primo di altrieventi, vogliamo farne altri, ci serve tutto di voi,la vostra convinzione, la vostra determinazione,il vostro lavoro, il vostro tempo e, potendo, an-che i vostri soldi. Grazie.

Lo ripeto da mesi al PartitoDemocratico: su temi comequesti bisogna assumersi laresponsabilità di dire dei si odei no, per rispetto ai cittadini,ai propri elettori, a chi èd’accordo e a chi non èd’accordo. Il richiamo alla“libertà di coscienza” non puòdiventare un alibi per nonscegliere, per non votare, pernon misurare con il voto lemaggioranze e le minoranze.

Emma BoninoDirigente storica dei radicali,

è attualmente Vice Presidente del Senato della Repubblica

Spero che questoconvegno all’Eliseosu “Menzogne eVerità” sia il primo di altri eventi,vogliamo farne altri,ci serve tutto di voi, la vostraconvinzione, la vostradeterminazione, il vostro lavoro, il vostro tempo e,potendo, anche i vostri soldi.

GLI INTERVENTI AL CONVEGNO

Page 14: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

IV VERITÀ E MENZOGNE SU “EUTANASIA”, COSCIONI, WELBY, ENGLARO

Credo che sia stato giusto inti-tolare a “Menzogne e verità”questa nostra riunione e tut-tavia non penso che basti usa-re questi due riferimenti. An-zi, mi piacerebbe se tutto fos-

se riconducibile solo ad un gioco verità o menzo-gna; infatti la menzogna ha, in qualche modo, unasua dignità, perché chi la pronuncia sa che c’è unaverità alla quale in quel momento si sottrae. Si di-ce che l’ipocrisia è un omaggio che il vizio rendealla virtù; si potrebbe dire che la menzogna è unomaggio che viene reso, più o meno consapevol-mente, alla verità. In questa vicenda abbiamo avu-to qualcosa di più, qualcosa che continua ad ac-compagnarci e che io voglio sottolineare perché sa-rà il tema con cui ci dovremo confrontare non intempi lontani ma nei giorni prossimi.Noi abbiamo vissuto una regressione culturale im-pressionante, anzi la rivelazione di una regressioneculturale che è all’origine della pessima politica che

oggi ci avvolge. Questo è un dato su cui dobbia-mo riflettere: c’è un’informazione devastante cheha le sue origini in questa regressione culturale.Una regressione culturale che si può analizzare intanti modi: io insisterò sugli aspetti strettamentetecnico-giuridici. Per esempio vorrei sottoporre al-la vostra attenzione il fatto che il tanto decantatoatto di indirizzo del Ministro Sacconi che era statorecepito come uno strumento per impedire esat-tamente quello che è avvenuto - cioè la possibilitàdi trasferire in una clinica Eluana Englaro - era co-sì povero di fondamento giuridico che non è statoin grado di funzionare. Non c’era base giuridica!La relazione del decreto legge che si stava discuten-do in Senato era anch’essa costruita su una sgram-maticatura che avrebbe probabilmente comporta-to una bocciatura all’esame di procedura civile diuno studente. Questi sono dati che io non sottolineo con lo spi-rito di chi usa professoralmente la matita rossa eblu; lo dico piuttosto con lo spirito di chi vuole sot-tolineare che con questa regressione culturale dob-

biamo continuare a fare i conti. Dobbiamo denun-ciare le menzogne –certamente – ma c’è una ulte-riore difficoltà: quando si parla di dialogo bisognausare una lingua comune. Noi abbiamo perdutola lingua comune che è la lingua della legalità e delrispetto della Costituzione, non come feticcio macome unica carta dei valori democraticamente le-gittimata. Questo è il punto fondamentale. In que-ste ultime giornate abbiamo visto almeno duepunti di vista affermati con assoluta sicurezza edarroganza: quello della superiorità della legge diDio su qualsiasi legge degli uomini, con l’indica-zione – addirittura - della necessità di un fonda-mento teocratico dello Stato. Ma anche l’investi-tura popolare vista come legittimazione per supe-rare ogni schermo della legalità, quale che esso sia.La vecchia idea che ritorna è: “Sono stato legitti-mato dal voto popolare, dunque tutto ciò che faròsarà assolutamente legittimo”. Ora c’è una perico-losa unione tra questi due elementi di legittima-zioni diverse e superiori alla legittimazione demo-cratica, una unione che travolge non soltanto un

dato costituzionale, ma i diritti fondamentali del-l’umanità stessa delle persone. Questo è il passag-gio che stiamo vivendo; altrimenti non credo chesaremmo qui in tanti a discutere di tutto ciò. La proposta ad opera della maggioranza che inquesto momento è all’attenzione del Senato – lodico sbrigativamente e poi cercherò di argomen-tare – nega la libertà di decisione della persona, ri-porta il suo corpo sotto il potere esclusivo del me-dico e fa diventare lo Stato l’arbitro della vita e del-la morte. Questo è il dato che abbiamo di fronte.Ora voglio dedicare un momento a questa propo-sta che è all’esame del Senato. È giusto dire “abbia-mo bisogno di una legge sul testamento biologi-co”, però io continuo a dire: non usiamo l’argo-mento pericoloso del vuoto legislativo da colma-re. Noi abbiamo un pieno di norme, che sonoquelle che hanno consentito alla Cassazione ditracciare un cammino lineare, così come si argo-menta per principi. D’altronde viviamo in unatemperie culturale ed in una temperie tecnologicaper cui sono i principi a doverci guidare. È impos-sibile seguire qualsiasi variazione, altrimenti cosafacciamo? Prendiamo il caso di Internet: arrivano iblog e facciamo una legge sui blog, poi arriva YouTube e facciamo una legge su You Tube, poi c’èTwitter e facciamo una legge anche lì? O ci rifaccia-mo a grandi principi di riferimento che un media-tore democraticamente legittimato – cioè la magi-stratura - rende poi concreti nelle diverse situazio-ni, oppure siamo prigionieri di un meccanismo de-vastante. Non c’è dunque un vuoto normativo dacolmare. C’è un pieno di diritto, c’è un insieme diprincipi che noi dobbiamo in qualche misura, so-lo proceduralmente, rendere più adattabili alle si-tuazioni concrete, ma non attraverso una negazio-ne del punto di partenza. Con l’argomento delvuoto legislativo si cerca di svuotare il pieno di di-ritto che noi abbiamo in questo momento. Quindi ciò che noi dobbiamo temere è una restau-razione, un ritorno all’indietro che è molto più deldiscorso, pur fondamentale, della incostituzionali-tà della disciplina che è in discussione al Senato. Iosono abbastanza vecchio per poter dire che questavolta dobbiamo ritirare fuori dalla memorial’espressione “legge truffa”. Credo che dobbiamoriflettere: Beppino Englaro ha cambiato l’agendapolitica così come avevano fatto Piergiorgio Welbye Luca Coscioni. Questa agenda politica oggi è ul-teriormente modificata attraverso il modo in cuila maggioranza ha posto la questione in Senato,con una serie di falsificazioni –questa volta sì – acominciare dall’articolo 1 del disegno di legge, do-

Stefano

RODOTÀ

Il sonnodel dirittogenera mostriLa regressione culturale in corso influenza profondamente il disegno di leggedella maggioranza sul testamento biologico. Una proposta costellata di sgram-maticature giuridiche, inutili burocraticismi e, soprattutto, violazioni dei dirittifondamentali e della legalità costituzionale.

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VGLI INTERVENTI AL CONVEGNO

ve si dice: “La Repubblica riconosce il diritto allavita inviolabile e indisponibile”. Ora questo discor-so dell’indisponibilità è giustissimo: nessuno puòdisporre della mia vita, nessuno tra gli altri. Ma ladisponibilità sulla propria vita è nei fatti e nelle co-se: nella rinuncia alle trasfusioni, nella rinuncia al-la dialisi, nella rinuncia alla amputazione, tuttescelte che possono perfino portare alla morte. Lavita è disponibile perché ce lo dice la realtà di ognigiorno; se invece vogliamo affermarne in questomodo l’indisponibilità, noi invochiamo una stradache nega il consenso della persona, che cancella ildiritto al rifiuto delle cure e dunque azzera la vo-lontà di ciascuno di noi. Questo è il contenuto rea-le della proposta della maggioranza. C’è un obbli-go di vivere quale che sia la condizione. Poi c’è un passaggio secondo me culturalmentemolto più importante: il riconoscimento dell’auto-nomia di ogni persona sul proprio corpo non è una“deriva individualistica”, ma discende dalla consa-pevolezza, acquisita dopo la Seconda Guerra mon-diale nel momento in cui si scrissero le Costituzio-ni della seconda metà del ‘900, di quello che eraaccaduto per opera dei medici nazisti. La rivolu-zione del consenso informato, il ribaltamento del-la relazione medico-paziente con l’attribuzione alpaziente – anzi alla persona – del diritto di decide-re liberamente della propria vita, sta lì. Fu un pas-saggio fondamentale, tanto che qualcuno disse cheera nato un nuovo soggetto morale, espressioneforse enfatica ma che coglie la realtà di quella situa-zione. Oggi la regressione sta proprio qui: l’azzera-mento della volontà, la perdita della soggettivitàmorale da parte di ciascuno di noi, confiscata dauna morale di Stato, da una scienza di Stato. Per-ché io sono prontissimo a riconoscere che sul pun-to della alimentazione e della idratazione forzata cisono opinioni diverse nell’ambito della scienza, madobbiamo far diventare scienza di Stato la scelta diuna delle opinioni in campo? Piuttosto in questematerie il buon legislatore deve mettere ciascunoin condizione di essere adeguatamente informatoe poi di decidere liberamente sulla base delle pro-prie insindacabili volontà. Non voglio esaminare in questa sede il testo dellamaggioranza in maniera troppo dettagliata. Un te-sto che tra l’altro è fitto di sgrammaticature giuri-diche e scritto in italiano pessimo. Vi devo però ricordare l’articolo 2, molto insidio-so per come scritto: prima si parla di divieto di eu-tanasia e suicidio assistito. Poi il secondo commadello stesso articolo recita: “L’attività medica, inquanto esclusivamente finalizzata alla tutela della

vita e della salute, nonché all’alleviamento della sof-ferenza, non può in nessun caso essere orientata alprodursi o consentirsi della morte del paziente” - equi ancora l’italiano usato è stupendo: “consentir-si della morte” ve lo lascio come perla per i vostriragazzini: cossi scrive in italiano) – “attraverso la di-sattivazione o la non attivazione di trattamenti sa-nitari ordinari e proporzionati alla salvaguardia del-la sua vita e della sua salute, da cui in scienza e co-scienza si possa fondatamente attendere un bene-ficio per il paziente”. Dunque quella che è presen-tata come norma contro l’eutanasia ed il suicidioassistito, quindi con un carico ideologico moltoforte, diventa una norma di carattere generale chesegna paletti estremamente forti alla possibilità didecisione libera delle persone.Non la faccio lunga, noi abbiamo di fronte a noiuna proposta di legge che ha questo reale contenu-to: una incredibile burocratizzazione di quelle chequi vengono chiamate “direttive anticipate di trat-tamento”, il testamento biologico. Ignazio Mari-no ha contato quante volte ciascuno, nella propriavita, dovrebbe andare da un notaio, seguito da unmedico, se questa legge passasse. Ma per un atti-mo lasciamo perdere l’impraticabilità. Il punto chemi interessa è questo: si crea un enorme apparatoburocratico per dar vita a questo atto – le direttiveanticipate di trattamento – che poi in definitivanon ha assolutamente nessun valore giuridico senon la manifestazione – come dice poi sincera-mente la legge – di “un orientamento”. Questo“orientamento” poi sarà tenuto in considerazionedal medico sulla base di parametri estremamenterestrittivi. Noi abbiamo quindi due operazioni: lapersona è privata del potere della volontà sulla pro-pria vita; il medico diventa – e non me ne vorran-no i medici – padrone della vita delle persone, conun trasferimento enorme di responsabilità sui me-dici e con il rischio finale di tornare proprio alla si-tuazione che abbiamo alle spalle e che è così vio-lentemente condannata da parte di coloro i qualifanno questo tipo di operazione. Infatti, conl’eventuale presenza di questo documento, i fami-liari o il fiduciario vorranno che lo stesso documen-to venga fatto rispettare. E allora o sceglieranno lavia italiana, cioè “io vado dal medico tale perché sogià che in qualche modo il medico tale è propensoa dare rilievo all’orientamento”, oppure si apriran-no delle controversie e il giudice tornerà di nuovoad essere colui che dovrà dire la parola finale inqueste materie.In generale assistiamo alla distruzione della legali-tà: quella che Beppino Englaro voleva ricostruire

perché tutto questo percorso cancella l’articolo 32della Costituzione. Lo sapete che vuol dire “tratta-menti obbligatori per legge”? non che si possonoobbligare le persone ma che in situazioni eccezio-nali – per esempio rischiosi epidemia – si possonoimporre le vaccinazioni obbligatorie. Questo vuoldire. E poi c’è la norma finale – io lo ripeto sempre– che è la norma più forte della Costituzione in di-fesa della libertà personale e in difesa della coscien-za. “La legge non può in nessun caso violare i limi-ti imposti dal rispetto della persona umana”. I co-stituenti erano molto consapevoli di questo, altroche “sovietici”.certo se oggi dicessimo che Cala-mandrei aveva detto che la Costituzione era pre-sbite, il Presidente del Consiglio direbbe che eraun comunista, ma lasciamo perdere. La lungimi-ranza di quell’articolo – ricordiamoci che neglistessi anni si scrivono la costituzione francese, tede-sca, la Convenzione europea dei Diritti dell’Uo-mo, la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uo-mo delle Nazioni Unite e nessuno di questi testi fariferimenti alla salute che invece nel testo italiano èil diritto a governare liberamente la propria vita. è

questo il tema che noi abbiamo di fronte e io cre-do che – lo ha detto molto bene anche UmbertoVeronesi – questa è una questione di costituziona-lità che, ripeto, questa materia non è astrazione mapienezza dei diritti di ciascuno di noi. Per concludere, due appunti. Voglio ripeterlo qui:ritengo Beppino Englaro un eroe civile, perché harifiutato le vie oblique, non si è rifugiato nella “zo-na grigia”, non ha preferito chiudere il tutto nellaclandestinità. È un eroe civile anche come indica-zione di moralità pubblica, non soltanto di rigoreprivato, e però questo significa che non lo dobbia-mo lasciare lì come un santino ma come un’indica-zione concreta per l’azione politica. Malgrado il de-vastante uso dei mezzi di informazione, ancora po-che sere fa, in un sondaggio, interrogati su chi deb-ba decidere in queste materie, il 75% degli inter-pellati ha risposto: la famiglia. Allora noi abbiamouna società all’interno della quale su queste mate-rie c’è riflessione, consapevolezza, risposta. Chi in-terpreta politicamente tutto questo? Io non vorreiessere sgarbato col senatore Marino, ma alcune ul-time vicende mi fanno sentire molto preoccupato.È bene che ci sia questa iniziativa di oggi che è sta-ta promossa dai radicali, ma c’è un problema piùgenerale di rappresentanza politica che significacioè comportamenti parlamentari adeguati. Io cre-do, e ho finito, che ci debbano essere anche mobi-litazioni continue e però c’è un limite alla auto-rap-presentazione nel momento in cui le questioni poiimpongono anche decisioni parlamentari. Infine è evidente che si apre una fase di turbo-legi-slazione: prima dovevano essere tre giorni, adessotre settimane… Tutto ciò contrasta con il buonsenso del legislatore che in queste materie dovreb-be riflettere. Un grande giudice americano, OliverWendell Holmes, diceva: “Hard cases make badlaws”, i casi difficili producono norme cattive. Vuoldire semplicemente che ci deve essere un momen-to in cui legge ed emozione trovano il giusto di-stacco tra loro. Noi in questo momento stiamo vi-vendo una stagione nella quale, per molti motivi,si procede con molta brutalità ad azzerare insiemeCostituzione e diritti, in uno dei punti in cui pro-prio la congiunzione di questi due fa vivere la Co-stituzione. Perché la persona sa che la sua vita e ilsuo diritto di governarla liberamente hanno in queltesto il loro presidio e non negli arbitrii che ci cir-condano. Sotto questo aspetto la vicenda prendepure i connotati di una questione sociale e, forsenello stesso tempo, qualche sponda ragionevole trai rappresentanti. Mi chiedo se poi questa sarà la re-altà delle prossime settimane.

Beppino Englaro è un eroe civile, perché ha rifiutato le vie oblique, non si è rifugiato nella“zona grigia”, non ha preferito chiudere il tutto nella clandestinità. È un eroe civile anchecome indicazione di moralità pubblica. Questo però significa che non dobbiamo farne unsantino ma un’indicazione concreta per l’azione politica.

Con questo ddl si crea un enormeapparato burocraticoper dar vita a delledirettive anticipate di trattamento chevarranno come“orientamento” per il medico, senza nessun valoregiuridico.

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VI VERITÀ E MENZOGNE SU “EUTANASIA”, COSCIONI, WELBY, ENGLARO

Rimango sconvolto dalla visio-ne dei video che hanno spie-gato all’Italia come si sonosvolti i fatti della vicenda En-glaro. In quei giorni sono sta-to talmente sotto pressione

dei giornalisti - che telefonavano a tutte le ore delgiorno - che non ho guardato neppure la televi-sione. Sono tra i pochi che conoscono la situa-zione in prima persona, in diretta. Sentire certecose mi ha veramente sconvolto e fatto male. So-no neurologo, ho conosciuto i genitori di Elua-na nel dicembre del 1995. Sono passati quasi 14anni da quando vennero a trovarmi con un volu-minosissimo faldone di documentazione clini-ca. “Nostra figlia che ha avuto un incidente e sitrova in queste condizioni”. Mi chiesero un pa-rere. Ero primario di Neurologia all’ospedale diBergamo. La ricoverai nel mio reparto per unaquindicina di giorni, facemmo tutti gli esami cheerano allora disponibili e arrivammo alla conclu-sione - che altri prima di me avevano raggiuntoe che comunque io confermai - che si trovava inuno stato vegetativo permanente. “Permanente”significa che quello stato è irreversibile, cioè che

non si torna indietro. È importante capire chestato vegetativo descrive una condizione clinicacioè la condizione di chi, pur essendo apparente-mente sveglio, non ha coscienza e non ha nessunrapporto col mondo esterno. Lo stato vegetati-

vo può essere una fase del recupero di una perso-na che ha avuto una grave lesione cerebrale cheprima si trova in coma (il coma non dura maipiù di 3 o 4 settimane ed è una condizione chesembra sonno solo che il malato non è risveglia-bile), dopo 3-4 settimane praticamente i coma-tosi che non muoiono cominciano a riaprire gliocchi e, se tutto va bene, si svegliano davvero seil problema è risolto, quando non va bene entra-no in questo stato vegetativo. Può essere una transizione verso il risveglio veroe proprio e allora tutto va bene, purtroppo, in al-cuni casi, questo stato permane in modo inva-riato e allora fare una diagnosi per riconoscerequesto caso è piuttosto facile ma fare una previ-sione sul futuro è la cosa più difficile del mon-do, tanto più in una materia così complessa e de-licata come la medicina. Quando dico “stato ve-getativo permanente-irreversibile” prevedo chenon ne uscirà più. Su questa previsione sonopossibili anche errori. Diceva il dott. Fleischnerche i media dipingono le cose in bianco e nero.Ora, se c’è un campo dove purtroppo il bianco eil nero non ci sono è questo qua; c’è una zonagrigia in cui è difficile destreggiarsi. Comunque,l’esperienza scientifica ha dimostrato da tanti an-

ni che la persistenza di uno stato clinico comequello di Eluana quando dura più di un anno sipuò considerare irreversibile. Questa era un’ac-quisizione che risale al ’94, quindi a 15 anni fa.Rispetto a quella l’esperienza successiva ha dimo-strato che non è sempre così vero e che esistonopossibilità di un certo recupero anche oltre l’an-no. Oggi siamo molto meno dogmatici di pri-ma, facciamo queste prognosi con estrema pru-denza, analizzando caso per caso. Quando vidiEluana erano passati già 4 anni; eravamo già am-piamente al di là dei 12 mesi previsti dalle lineeguida internazionali. A questo punto mi sentiiautorizzato a prevedere che non si sarebbe ripre-sa. A distanza di sei anni, una volta che i genitori diEluana, Beppino e Saturna (donna introversa echiusa che non è più in grado di apparire per unagrave malattia) avevano avviato, in assoluta con-cordia, l’iter giudiziario, nel 2002 ho ricoveratonuovamente Eluana - stavolta a Milano perchémi ero spostato in quanto dirigevo la neurologiaal Niguarda - e rifatti gli esami, la situazione è ri-

masta completamente invariata. Passati dieci an-ni dall’inizio, a questo punto la mia prognosi sipoteva considerare convalidata. Da allora esamispeciali non sono stati più fatti né d'altronde ioli ritenevo necessari, perché sicuramente sappia-mo che il criterio clinico più forte è semplice-mente la durata e gli anni sono stati diciassette.Dal 2002 fino agli ultimi suoi giorni ho conti-nuato a vederla - senza fare analisi particolari - ela sua condizione è sempre rimasta la stessa.Questa è la realtà.Da quando è deflagrato il caso, con il pronun-ciamento della Corte d’appello nel luglio dell’an-no scorso, l’offensiva di coloro che osteggianoquesta soluzione, opposizione che considero deltutto legittima finché rimane sul piano morale, siè in parte spostata su quello scientifico. Ho co-minciato ad ascoltare, anche da parte di miei col-leghi uno dei quali era mio amico - il prof. Giglie non l’ho più incontrato dall’ottobre scorso -cose false verosimilmente dettate non dalla vo-lontà ma dall’essere essere ottenebrati da un’ideo-logia, da un’idea preconcetta. Sostenevano cheEluana deglutiva, che avrebbe potuto essere im-boccata col cucchiaino, che aveva le mestruazio-ni (e questo era un segno di ripresa) e - come ha

detto quel personaggio illustre che tutti cono-sciamo - che avrebbe potuto fare anche dei bam-bini e poi peggio ancora, secondo una suora,Eluana aveva un rapporto con l’ambiente. Que-sta non è la suora che si occupava di Eluana, è lasuperiora. La suora che si occupava di Eluana èsuor Rosangela, che è una persona magnifica, diassoluta onestà, che ha vissuto accanto a Eluanaper circa tredici anni. Tante volte le ho chiesto:“ha avuto qualche volta l’impressione che Elua-na si mettesse in contatto con lei?” e questa suo-ra ha detto “no, non è così”.E quindi, il seguire con gli occhi - che spesso è ilprimo segno di ripresa dallo stato vegetativo -non è mai assolutamente avvenuto, né rispostaagli ordini, né altro. La suora ha detto che ha vo-calizzato qualcosa: in effetti lei aveva una speciedi grugniti assai inarticolati e che non avevanopurtroppo nessun significato di parola. Quantoalla deglutizione e all’alimentazione per bocca viassicuro che ogni tanto bisognava aspirarla per-ché non riusciva a deglutire la propria saliva. Equesto è avvenuto anche negli ultimi giorni

mentre era a Udine. Quindi sono state dette delle colossali falsità dapersone che non l’hanno conosciuta, che non l’-hanno vista, che non hanno letto la sua cartellaclinica. Queste cose, come medico e come re-sponsabile di Eluana, mi hanno fatto un male in-credibile. È anche per questo che non ho ascol-tato né telegiornali, né trasmissioni, né tantome-no sono apparso in queste, pur avendo ricevuto

Carlo Alberto

DEFANTI

PropagandasconvolgenteLo stato vegetativo incui si trovava Eluananon è una condizione“naturale” ma il fruttodel progresso scientificodegli ultimi decenni.Non riusciva nemmenoa deglutire la sua saliva,ma qualcuno ha dettoche avrebbe potuto con-cepire un figlio.

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VIIGLI INTERVENTI AL CONVEGNO

inviti che ho ovviamente rifiutato. Questa è la realtà. È una realtà difficile. Lo statovegetativo è una situazione così nuova che mol-ti medici confondono con il coma. È una situa-zione inedita. Non era mai esistita. L’abbiamoinventata noi, non l’abbiamo inventata voluta-mente, ma l’abbiamo provocata attraverso il ten-tativo di salvare la gente, e questi tentativi spessovano bene, a volte vanno male; è una minoranza

di casi, ce ne sono da due a tremila nel nostropaese, e rappresentano una situazione incredibi-le. In più, oltre ad essere una situazione nuova,non ha dei bordi precisi, ci sono dei casi che as-somigliano a Eluana ma che ogni tanto dannodelle risposte allora per questi casi è stato conia-to un termine nuovo che è lo stato di minima co-scienza che è una condizione in cui, non regolar-mente, ogni tanto la persona “risponde” ese-

guendo un ordine o seguendo con lo sguardo.Stato nel quale io non so se sia preferibile trovar-si considerando che, se nello stato vegetativo tut-to ci fa pensare che la persona è come se non cifosse, nello stato di minima coscienza la personaprova dolore, quando la girano nel letto, quandole infilano il clistere, quando le fanno le spugna-ture. Nei casi come quello di Eluana, con gli ar-ti anchilosati, il fastidio è maggiore e la condi-zione è peggiore di quella di coloro che si trova-no in stato vegetativo. La distinzione tra questidue stati è difficile e qualche volta è stata causa dierrori. In America ha fatto scalpore la storia diTerry Wallis il quale dopo 18-19 anni, cominciòad articolare qualche parola. L’analisi della docu-mentazione stabilì che era, fin dall’inizio, in unostato di minima coscienza che poi presentò unleggero miglioramento tardivo. Per quanto ri-guarda la prognosi, prevedere il futuro è il cam-po in cui noi medici sbagliamo di più, anche per-ché le prognosi non sono mai assolutamente cer-te, sono sempre basate su probabilità e, nel casodi Eluana, penso che questa probabilità fosse ele-vatissima. Non posso affermarlo perché i nostri“avversari” dicono che non abbiamo l’assolutacertezza, ma, in fondo, di cosa si ha l’assoluta cer-tezza? Non solo in medicina, anche nelle scienzeesatte l’assoluta certezza si identifica con una ele-vatissima probabilità. Non esiste assoluta certez-za in questi casi. Hanno ipotizzato che Eluana avrebbe soffertopene atroci e che sarebbe morta tra spasmi di fa-me e sete. Fame e sete sono sensazioni soggettiveprovate da chi è cosciente. La sospensione dellanutrizione artificiale conduce alla morte per di-sidratazione e non per denutrizione. Non si puòdire se qualcuno ha sete. Semplicemente perché

i danni cerebrali non consentono alcun compor-tamento di richiesta.Muovendoci su un terreno laico fatto di incer-tezze, non ce la siamo sentiti di abbandonareEluana alla sospensione della disidratazione, co-me è avvenuto in America, con Terry Schiavo.Nel caso di Eluana, per venire incontro al diffu-so timore della gente che potesse soffrire, abbia-mo applicato su di lei il classico protocollo di cu-re palliative che si applica ai malati terminali.Non a caso, nel momento in cui Eluana ha smes-so di essere alimentata, è diventata una malataterminale. I malati terminali si accudiscono ov-viando il dolore, anche se, probabilmente, inquesto caso dolore non c’era, semmai c’era la se-te. Abbiamo, dunque, provocato una leggera se-dazione che potrebbe aver anche accorciato unpo’ l’iter. Eluana è stata accudita da un infermie-re in una situazione logistica appesantita dalletutte quelle pressioni ministeriali e da due guar-die giurate attente che tutti lasciassero sul tavoloil telefonino sul tavolo prima di entrare nellastanza, per evitare lo scatto e la diffusione di im-magini.Un famoso pubblicitario italiano, aveva offertouna cospicua somma per avere l’esclusiva foto-grafica della condizione fisica di Eluana. Beppi-no ha rifiutato. Eluana non era più la bellissimaragazza delle foto. Ci siamo persino chiesti senon era il caso di fare una foto e mostrarla. Poi leintenzioni sono sfumate perché le condizioni so-no precipitate prima ancora di quanto noi preve-dessimo. Eluana teneva alla sua dignità e alla suabellezza. È stato un bene non diffondere le foto.La ricorderemo tutti bella come diciassette annifa.

Parla il medico di Eluana:L’offensiva di coloro cheosteggiavano la sospensione dei trattamenti la considerolegittima finché rimane sul pianomorale. Ma poi si è spostata suquello scientifico. Ho cominciatoad ascoltare, anche da parte dimiei colleghi, cose falseverosimilmente dettate non dalla volontà ma dall’essereottenebrati da un’ideologia.

Carlo Alberto DefantiPrimario neurologo emerito all’ospedale Niguarda Ca’ Granda diMilano, per anni ha avuto in cura Eluana Englaro.

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Anzitutto grazie per il vostro ca-loroso saluto. Confermo che ilmio impegno su questi temi,così come c’è stato dall’iniziodel mio impegno politico,continuerà con grande forza.

E voglio ringraziare i radicali, quella che io chiamo“la pattuglia radicale”. Venni criticato quando, du-rante la composizione delle liste elettorali, dissi unafrase che mi sento di confermare con molta forza:“i radicali, per come li ho conosciuti io, sono per-sone trasparenti e soprattutto leali, e lo sono mol-to di più di tante altre componenti della vita poli-tica. Dobbiamo a loro moltissimo di quello che èstato fatto negli ultimi trenta o quarant’anni nelnostro Paese”. È vero quanto detto da Stefano Ro-dotà: non abbiamo bisogno di leggi, abbiamo bi-sogno di regolamenti, di una legge che in qualchemodo renda attuabili dei chiarissimi principi cheesistono nella nostra Costituzione. È inutile fer-marsi a dibattere sul fatto se abbiamo o meno la li-bertà di scelta nelle nostre cure mediche: noi l’ab-biamo perché è scritta nell’Articolo 32 della nostraCostituzione. Quello che dobbiamo fare è solo unaltro passo, un passo legato alla storia, al progressoscientifico, alla tecnologia. Quando i nostri padricostituenti, quei “comunisti” come Calamandrei– come ha scherzato prima Rodotà -, hanno scrit-to la Costituzione, era il 1947. Molti di voi forsenon sanno che il primo respiratore automatico èstato inventato nel 1952, cinque anni dopo, e laprima nutrizione artificiale alla fine degli anni ‘60,quindi molti anni dopo. E’ chiaro che loro, quin-di, si confrontavano con quel mondo e sulla base diquesto hanno scritto un Articolo che è veramentedi una sintesi straordinaria. Lo hanno scritto conl’intento di includere tutti i cittadini, a prescinde-re dal loro credo, dalle loro convinzioni e dalle lo-ro culture, e di dare a tutti la libertà di scelta e ildiritto di salute. E’ evidente però che lo hannoscritto in un determinato momento storico, è chia-ro quindi che da quel principio ne deriva che ci de-ve essere un assenso esplicito. Infatti, in un’epoca incui era difficile reperire gli antibiotici, non si pote-va pensare che qualcuno potesse avere dei mezzistraordinari, davvero lontani anche nella fantasiain quel momento della storia della medicina, percui una persona potesse essere salvata, o anchemantenuta in una vita artificiale da macchine.Non poteva quindi porsi il problema legato a quel-la fase in cui, non essendo più possibile il recuperodell’integrità intellettiva, la persona non può dareindicazioni e che quindi, se vuole darle, deve la-sciarle scritte. Chi vuole fare delle dichiarazioni de-ve lasciarle scritte. Allora mi domando quale sia ladifferenza tra il fatto che noi possiamo dare delleindicazioni nel momento in cui dobbiamo entra-re nell’ospedale, o ci confrontiamo con il nostromedico rispetto a una malattia più o meno grave ediciamo: “sì, io voglio o non voglio seguire questopercorso” e che queste contino, e il fatto che, inve-ce, nel momento in cui non abbiamo più questapossibilità di difenderci - lo dico io che sono unmedico e non credo che dovremmo difenderci daimedici -, di far rispettare i nostri principi, i nostridiritti, quando non possiamo più parlare, quandonon possiamo più esprimerci, non conti più nullaquello che abbiamo detto, quello che abbiamo fat-to e il modo in cui abbiamo vissuto fino a quelmomento.

E’ chiaro che noi abbiamo bisogno di una leg-ge, così come se la sono data tutti gli altri Paesi.Non è bizzarro che solo nel nostro Paese si discuta

di inserire in una legge delle indicazioni di terapia?Davvero non voglio offendere nessuno, ma la te-rapia me la deve indicare un leader del centrode-stra o me la deve indicare il mio medico curante?Non esiste in nessun Paese al mondo un fatto delgenere. Un Paese o si dà o non si dà una legge suquesta materia, ma chi se la da non ci inserisce le te-rapie. Un’altra cosa importante prima di tornaresulle terapie. Lasciando da parte l’italiano con cuiè stata scritta la legge, l’Articolo 2 del disegno dilegge Calabrò costituisce un pericolo straordina-rio. Anche se lo ha già sottolineato Stefano Rodo-tà, ci tengo a ribadirlo con grande forza, alla pre-senza di Mina Welby. Quello che quest’Articoloimplica, essendo scritto che il medico non può piùdisattivare nessuno strumento dal quale ne conse-gua la morte del paziente, è che la volontà di unapersona come Piergiorgio Welby, che ha riflettuto9 anni sul volere o non volere una terapia, sul rite-nerla proporzionata o meno, non conta nulla. Puressendo scritto in un pessimo italiano, il concettoè chiarissimo: Non è più possibile per nessuno dinoi, se quella legge diventa legge, sospendere unaterapia. Anche se possiamo parlare, se vogliamo so-spendere una terapia dalla quale dipende la nostravita e che noi riteniamo che non sia più proporzio-nata alla nostra convinzione, ai nostri principi o al-la nostra fede, non potremo più sospenderla, equesto non possiamo permetterlo.

Si tratta di un chiaro attacco alla nostra Costi-tuzione, ai principi dei nostri padri costituenti. IlPresidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,ha fatto la cosa giusta ad avere il coraggio e la fer-mezza di non firmare una legge che era chiaramen-te anticostituzionale e contro nostri principi. Se ilGoverno ne è così convinto, allora percorra la stra-da principale e provi a cambiare la Costituzione diquesto Paese, e vediamo chi li seguirà. Un altro

aspetto su cui bisogna soffermarsi è questa meta-fora tanto usata del pane e dell’acqua, dell’assisten-za . E’ da restare sbigottiti davanti al fatto che nel-la legge che ci hanno presentato, non hanno volu-to accogliere nulla dei suggerimenti del lavoro didue anni e mezzo di decine di audizioni, di conve-gni. Non hanno ascoltato nessuno. Mentre nelletelevisioni che loro governano ci fanno vedere del-le scene evidentemente drammatiche, di difficoltàdi vita, strazianti, nella loro legge non c’è una paro-la per il sostegno ai disabili, una riga per le cure pal-liative, una riga per gli hospice, una riga sulle tera-pie per la sofferenza.

Nella legge “eversiva” che abbiamo presentatocon Emma Bonino e tanti altri, e con la secondafirmataria Anna Finocchiaro, ci sono su ventisei ar-ticoli, tredici proprio dedicati a questo. Nella loronulla. E hanno anche già detto che non gliene im-porta nulla, che si farà in un’altra legge, che si faràpiù in là, in questo momento, in questi articoli,non verranno accolti questi aspetti.

Su un altro argomento devo, invece, contrad-dire l’amico, che stimo tantissimo, Stefano Rodo-tà: non è dibattuta la questione se la nutrizione ar-tificiale sia terapia medica. Questa questione nonè dibattuta nel mondo scientifico. Se domani miammalassi di un cancro all’esofago e necessitassi diavere una nutrizione artificiale, il mio chirurgo midovrà portare in sala operatoria, mi dovrà addor-mentare, fare un taglio nella pancia ed infilare untubo di plastica che tecnicamente si chiama PEG.Eluana aveva un sondino naso gastrico, ma la mag-gior parte dei pazienti nella sua situazione hannoquesto tipo di dispositivo. Visto che viene un chi-rurgo a farmelo e un altro mi addormenta, direiche il paziente deve dare il consenso. Infatti, ognigiorno la prescrizione deve farla il medico. Io faccioquesto lavoro: se ho un paziente in un reparto che

VIII VERITÀ E MENZOGNE SU “EUTANASIA”, COSCIONI, WELBY, ENGLARO

Ignazio

MARINO

Prescrive il medico,

non il cuocoQuella italiana sarebbe l’unica legge in Europa nella quale i politici sceglieran-no le terapie al posto del medico, negheranno al paziente il diritto al consensoinformato e costringeranno i notai a sostenere una mole impossibile di lavoro.

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fa terapia nutrizionale e non prescrivo (o qualcunodei collaboratori non prescrive) l’ordine di quelgiorno da mandare alla farmacia, mi chiamano emi dicono: “Marino guarda che non c’è l’ordine,quindi non possiamo mandare la sacca a quel pa-ziente per la nutrizione enterale”. Non la prescriveil cuoco, la prescrive il medico! È terapia!

Ma veniamo al punto più assurdo. Secondome quando hanno deciso di scrivere quella legge sisono chiusi in una stanza e hanno detto: “chi è cheè sempre stato rimandato in italiano?”. Uno ha al-zato la mano. “Allora la scrivi tu”. Poi hanno detto:“Vediamo come possiamo renderla inapplicabile”.E che cos’è che hanno fatto? Hanno così pensato:“Mettiamo che bisogna ripetere la dichiarazione,cioè il testamento biologico, ogni tre anni”. Pen-sate cosa comporta. Innanzi tutto, significa cheuna donna intelligente di vent’anni, che si occupadi tante cose nella vita ma si occupa anche dei di-ritti e di se stessa, decide di scrivere il suo testamen-to biologico; avendo un’aspettativa di vita di no-vant’anni ne vivrà altri settanta, e quindi dovràriandare ventitré volte dal notaio. Inoltre, dal nota-io ci deve andare con il suo fiduciario di cui lei si fi-da, e ci deve andare con il medico di famiglia. Oraun medico di famiglia ha mille e cinquecento assi-stiti. Fatevi un conto: se a quel medico “sfortuna-to” gli capitano mille e cinquecento assistiti che vo-gliono farlo deve andare cinquecento volte l’annodal notaio! Tolti i sabati e le domeniche, ci deve an-dare tre o quattro volte al giorno. Vi sembra che sipuò chiedere questo ai medici di famiglia o gli dob-biamo chiedere di assistere bene i pazienti che se-guono? E poi il notaio! Secondo me notaio e gra-

tis sono come l’acqua e l’olio. Eppure lì nella leggec’è scritto che il notaio lo deve fare gratuitamente.Ho provato a suggerire al Presidente della Com-

missione Sanità di interpellarli in audizione. Mihanno risposto che non era necessario. In Italia ab-biamo 4.729 notai; se un terzo dei cittadini italia-ni decidesse di rinnovare il testamento biologico,ogni notaio dovrebbe fare gratuitamente, nell’ar-co della sua vita, circa 100.000 atti gratis. Il baciodella morte alla legge glielo ha dato quello che hadetto: “scriviamoci non vincolante”. La conclu-sione sarebbe “noi li mandiamo ogni tre anni dalnotaio con il fiduciario e con il medico di famiglia,e poi ci scriviamo che non conta nulla”. Vi rende-te conto? Ora lasciamo l’ironia. Comunque il pun-to centrale è un altro. La nostra libertà, la nostrapossibilità di determinare, di autodeterminare lecure che vogliamo e le cure che non vogliamo. Vi-viamo in un Paese che ha una Costituzione straor-dinaria, che dà a tutti il diritto alla salute, e di que-sto dovremmo preoccuparci veramente perché do-vrebbe essere per tutti, e non solo per alcuni, o so-lo in alcune parti del Paese. Questo è un vero pro-blema. Ma nello stesso tempo, nessuno di noi puòessere obbligato ad una terapia. Ve lo dice una per-sona che ha speso tutta la vita a lavorare in alta tec-nologia. La tecnologia non deve costituire, pernessun motivo, l’obbligo ad utilizzarla. Per nessu-no.

Concludo dicendo qualcosa sulla cosiddetta“via italiana”. Beppino, Eluana, la moglie di Beppi-no, come ha detto Stefano, sono degli eroi nazio-nali, civili, sono delle persone che hanno voluto se-guire un loro percorso e sono stati infangati. Sonostate dette delle cose terribili dal Presidente delConsiglio, dal fatto che Eluana poteva generare deibambini al fatto che il padre voleva sbarazzarsi di lei

perché era stanco. Una famiglia unita da un amo-re straordinario, da un amore vissuto con estremaciviltà, che non si è voluta cercare scorciatoie maha voluto seguire quello che la legge e i tribunalidella nostra Repubblica stabilivano di volta in vol-ta. Voglio dire chiaramente che credo nella separa-zione dei poteri e credo nella nostra magistratura.Ci credo. Mi fido. Come mi fido dell’amore dellepersone. Io ho una figlia, se ad un certo punto do-vesse trovarsi a prendere quella decisione, io mi fi-do più dell’amore di mia figlia che dell’amore diMaurizio Gasparri. E quindi penso e lo riaffermo,e lo riaffermeremo ogni giorno con gli emenda-menti. Noi vogliamo una legge, e faremo tutti glisforzi perché la cambino, una legge che dia a tuttinoi la libertà di scegliere, la possibilità alla famigliadi decidere nel proprio intimo, con l’amore, con iconsigli dei propri medici, quali decisioni prende-re, ma se faranno questa legge noi ci batteremo per-ché venga cancellata al più presto. Perché noi ab-biamo il diritto di poter fare le nostre scelte. Se que-sta legge passasse nei termini in cui è stata proposta,correremmo un grande pericolo. Non avremo so-lo una situazione come quella di Eluana, ne avre-mo migliaia, avremo i tribunali pieni di conflittitra medici pazienti famiglie, e questo dobbiamodavvero evitarlo.

Sono poi convinto che, rispetto a tutti questideclami sulla sofferenza, sui disabili, persone chenoi rispettiamo e vogliamo aiutare nel modo piùforte possibile, la vera differenza non sia tra i cre-denti e non, ma tra chi di fronte alla sofferenza siraccoglie, nella testa, e chi pensa sempre di cono-scere la risposta giusta.

IXGLI INTERVENTI AL CONVEGNO

Sulle televisioni che loro stessigovernano ci fanno vedere dellescene evidentemente drammatiche,di difficoltà di vita, strazianti. Poi perònella loro legge non c’è una parola peril sostegno ai disabili, non c’è una rigaper le cure palliative, una riga per glihospice e sulle terapie per attutire lasofferenza.

Ignazio MarinoChirurgo specializzato in trapianti d’organi, alla metà degli anni ’80

si è trasferito in Inghilterra e Stati Uniti per fare ricerca. Nel 2006torna in Italia ed è eletto senatore come indipendente con i

Democratici di Sinistra, poi nel Partito Democratico. A fianco diPiergiorgio Welby e l’Associazione Luca Coscioni è in prima linea

per affermare il diritto di autodeterminazione del paziente.

Noi ci impegneremo inParlamento per unalegge che dia a tutti noila libertà di scegliere.Ma se la maggioranzadei parlamentariapproverà questalegge, allora cibatteremo percancellarla al piùpresto.

Page 20: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

Voglio solo dire poche paro-le, nel senso che noi dobbia-mo già sapere che non usci-rà una buona legge dal Par-lamento se l’eco di questotipo di riunioni non verrà

moltiplicato in Italia in posti grandi o piccoli,se questi ragionamenti non passano nel Paese,pur sapendo che il Paese reale li condivide manon trova in questo momento una sponda poli-tica che rappresenti esattamente queste volon-tà. Abbiamo assistito in queste settimane a del-le cose assolutamente ributtanti. Ne sono giàstate menzionate tante, ne voglio dire soltantouna. Abbiamo visto gli ispettori del Ministro delWelfare precipitarsi a vedere se la stanza dovestava Eluana fosse “terapeuticamente adeguata”,mentre abbiamo migliaia di malati buttati neicorridoi degli ospedali che spesso purtroppomuoiono senza che il Ministro si precipiti aguardare se quelle situazioni sono “terapeutica-mente adeguate”. Abbiamo visto dei commen-tatori, su giornali che dovrebbero essere di anti-ca tradizione liberale, suggerire che era megliola via italiana del fare tutto in casa. O proporreuna chicca ancora più raffinata: dicono, non po-tete toccare l’alimentazione e l’idratazione peròpotete togliere i medicinali annessi. Eluana En-glaro doveva quindi morire soffocata di epilessiapurché si lasciasse il sondino che le dava l’acqua.Allora, posso solo dire in base alla mia esperien-za - mi occupo da decenni delle questioni delmondo cattolico – che il mondo cattolico non èdalla parte della sua gerarchia; che è assoluta-mente una caricatura dividere un partito dellamorte da un partito della vita; che ci sono ov-viamente opinioni trasversalmente diverse mache soprattutto tra la gente prevale – anche seuno va a Piazza San Pietro la domenica e lo chie-de ai pellegrini – un partito dell’umanità. Il par-tito della gente, uomini e donne in carne ed os-sa che ognuno di noi può trovare sul posto di la-voro, a casa, credenti o diversamente credentiche sanno provare dolore, compassione e com-

prensione rispetto a quelli che sono i casi dram-matici della vita. E non è neanche vero che c’èuna contrapposizione tra le suore di Lecco e ilpadre di Eluana Englaro. Tante persone, guar-dando quelle suore, si sono sentite vicino a chiper tredici, quattordici, sedici anni, ha fatto

un’opera di solidarietà umana, ma con altrettan-ta vicinanza mi hanno detto: siamo vicini al pa-dre che vuole che questa sofferenza, che questocalvario termini. Me l’hanno detto sia personegiovani che persone vecchie, che hanno dettoche non si può vivere in una situazione di nonvita e di morte. E non era affatto uno scontrotra guelfi e ghibellini. Qui c’è Mina Welby,quindi non ho bisogno di raccontare nulla, vo-glio solo dire che questa legge - su cui già ci sisono espressi giuridicamente Rodotà e Marino -significa concretamente che una persona chelentamente viene presa dalla paralisi ai piedi, poial corpo, poi alle braccia, poi al dito, deve finoalla fine morire soffocato perché non si può to-gliere più una macchina o un ventilatore. Que-sto significa la legge che stanno preparando equesta è la legge che il centro-destra vuole ap-provare. Ecco, rispetto a questo, noi dobbiamosapere che il Paese, come dicevo, non è su que-sta linea. E non è una questione di credenti onon credenti, né è una questione che riguardasolo la fine della vita. Riguarda anche l’iniziodella vita. Avrei voluto leggere, ma non lo fac-cio per brevità, un brano di queste inchieste, diquesti racconti, di queste storie autentiche cheho raccolto nel mio libro “La chiesa del no”. E’la storia di una giovane madre affetta da unamalattia geneticamente trasmissibile a cui nasceil figlio a luglio e che ad ottobre passa con il pa-dre le ore vedendo come lentamente questobambino muore soffocato. Questa madre haavuto una prima gravidanza con il figlio morto,poi altre due gravidanze con aborti, sempre per-ché non può selezionare gli embrioni malati daquelli sani per via della Legge 40, voluta dallostesso schieramento che oggi vuole imporre unalegge che nega il testamento biologico. Allora iosono del parere che la chiesa, le chiese, qualsiasimovimento in una società europea abbia il pie-no diritto di esprimersi; ma sono altresì profon-damente convinto che né la chiesa né nessun al-tro possa imporre una legge che porta alla ago-nia o alla morte di Stato.

Marco

POLITI

La Chiesadei troppi NO

Sul testamento biologico come sulla fecondazione assistita, le gerarchie ecclesiastichenon rispettano le convinzioni della chiesa,intesa come assemblea e comunità dei fedeli.

X VERITÀ E MENZOGNE SU “EUTANASIA”, COSCIONI, WELBY, ENGLARO

Il partito dell’umanitàè fatto di uomini e donne in carne ed ossa, che ognuno di noi può trovare sul posto di lavoro, a casa, credenti o diversamentecredenti che sannoprovare dolore,compassione e comprensionerispetto a quelli che sono i casidrammatici della vita.

Page 21: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

L’umiliazionedi un’elemosina non richiestaS

iamo in una situazione di emer-genza nazionale, questo è il puntofondamentale di carattere politicoche vorrei sottolineare. L'emer-genza nazionale è tanto più gravese si pensa che qualcuno è arrivato

a definire “reazionario conservatore”, perché pro-tettore dei privilegi passati, chi difende la Costi-tuzione repubblicana. Questa affermazione cheè stata fatta in una breve intervista Rai trasmessain una trasmissione mi preoccupa molto perchési comincia sempre con una battuta di passaggioe poi, per varie ragioni che spiegherò, la questio-ne cresce.Siccome il tentativo di emergenza istituzionale èanzitutto una questione bioetica, è su questo cheho cercato di fare una riflessione. Credo che ilpunto fondamentale sia quello che oggi stiamoassistendo ad una rivoluzione biomedica checambia i parametri dei nostri rapporti con la vi-ta, lo stato vegetativo permanente è uno dei pun-ti toccati da questa rivoluzione. Accanto a questoce ne sono tanti altri che già conosciamo: le cel-lule staminali, la pillola del giorno dopo, delgiorno prima etc… Siamo davanti ad un cam-biamento radicale. Come durante la Rivoluzio-ne industriale, con i suoi cambiamenti radicalinel controllo delle macchine, ci sono state resi-stenze che hanno tentato di bloccare lo sviluppodelle macchine, così adesso sta accadendo qual-cosa di molto simile.Punto di fondo per combattere queste nuove si-tuazioni è individuare le falsità che sono stateraccontate, come quelle già dette con molta cau-tela, forse troppa, dall’amico Carlo Alberto De-fanti. Certo, è giusto affermare che il mondo èfatto di probabilità. Anche io ho preso il trenoquesta mattina per arrivare qui. “Che probabili-tà avevo di arrivare puntuale?” Pochissima, infat-ti sono arrivato con 40 minuti di ritardo. “E cheprobabilità avevo di arrivare? senza un deraglia-mento?” Sicuramente di gran lunga maggioredella probabilità che avrebbe avuto Eluana di ri-svegliarsi. Quando noi facciamo una qualunqueanalisi del sangue abbiamo una probabilità diavere uno shock anafilattico o qualche compli-cazione. Questo vale per ogni cosa. “Che proba-bilità abbiamo che questo bel teatro resti in pie-di?” Questo intendeva Defanti quando parlavadi “altissima probabilità”. Io sto esemplificando

così perché nella comunicazione è importanteessere diretti per non essere fraintesi. Bisognaconsiderare quelli dall'altra parte che ascoltanoe dicono: “ha detto che c'è una probabilità equindi va accettata”. La prima grande falsità,quindi, è sostenere che non possiamo avere al-cuna certezza che Eluana non si sarebbe un gior-no potuta risvegliare e tornare qui tra noi. Que-sto è assolutamente falso. Un'altra grande falsità è stata quella detta a pro-posito dell’alimentazione artificiale. Ho letto su“l’Unità” che Giuseppe Fioroni ha affermato chel’idea per cui l'alimentazione artificiale non è unaterapia è ormai “un orientamento comune dellacomunità scientifica”. Questo lo dice il Comita-to Nazionale. Su questo punto dobbiamo soffer-marci perché la Società Italiana Scientifica diMedicina parenterale e denterale, nel gennaio2007, ha fatto un “bellissimo” documento nelquale sostiene che “la nutrizione artificiale è untrattamento medico a tutti gli effetti, non è unamisura ordinaria di assistenza, come lavare e im-boccare il non autosufficiente, si configura, adesempio, come la ventilazione meccanica o laemodialisi”. La Società Americana che si occupadi queste questioni, nel Marzo 2008, dice “Indi-viduals have right to request or refuse nutritionand idration as medical threatment”. Come trat-tamento medico. Potrei farne ancora molte di ci-tazioni del genere. Dopodiché ci confrontiamo con i nostri rappre-sentanti, come Giuseppe Fioroni, che diconoche l’orientamento comune è dell’idea opposta.Allora quello che mi domando è se la libertà dicoscienza difesa dai parlamentari, che il nostroMinistro Fioroni dichiara di voler proteggere pernon ricadere in un partito etico come quello cheha portato ad Auschwitz, sia in realtà una liber-tà di richiesta di disinformazione, una libertà diavere i pregiudizi. Perché è questa la libertà chemi sembra sia difesa quando questo Ministropuò continuare a dire che l’alimentazione artifi-ciale è un mezzo di assistenza, e non una terapia,contrariamente a quello che dicono tutti gliscienziati interessati. Questo è secondo me ilpunto fondamentale perché se si riconosce chel’alimentazione è una terapia, allora nel caso diEluana non c’è stata nessuna eutanasia, perchérientra perfettamente nel Diritto Costituzionaleitaliano. Non perché io non sia assolutamente

favorevole all’eutanasia, ma non è stato il caso diEluana.L’altra falsità riguarda il fatto che Beppino avreb-be richiesto la sospensione della terapia perchésconvolto dal dolore. Beppino è lucidamenteconvinto che questo sia il modo giusto di com-portarsi e dice: “nella mia famiglia Eluana erauna persona che voleva ed amava la libertà… iovoglio rispettare al massimo la sua volontà”. De-fanti vi ha anche raccontato che Beppino, nel ri-spetto di questo, ha rifiutato qualunque fotogra-fia. C’è una falsità nel descrivere Beppino mossoda un eccessivo carico emotivo.Un’altra falsità ancora. Io ho l’impressione chespesso sono state additate le suore misericordinecome le vere eroine della questione, quasi comese la loro richiesta fatta a Beppino, di affidare lo-ro la figlia, fosse la soluzione migliore. Ebbene, iosono stato contento che Defanti abbia apprezza-to il comportamento di Suor Angela. L’ho dettoanche io pubblicamente, in un libro, che si èsempre comportata bene, e credo che le suoreabbiano esercitato un diritto fondamentale nel-la richiesta di lasciare a loro la Eluana. Credo pe-rò che questa richiesta si sia fatta insistente e siastata poi enfatizzata dalla stampa e dalla televi-sione. Quello che penso è però che sia falso cre-dere che la soluzione di lasciare Eluana alle suo-re fosse quella migliore. Dico questo perché sonoconvinto che fare un’elemosina non richiesta si-gnifichi umiliare la persona, il presunto benefi-ciario. Anche volendo ammettere che tenere invita Eluana fosse la cosa migliore, in ogni caso senon è voluta non bisogna insistere. E’ questo ilpunto fondamentale per cui non è vero che lesuore sono le vere eroine della situazione e Bep-pino no.L’ultima grande falsità che è stata detta su Elua-na riguarda l’accertamento delle sue volontà.“Come possiamo essere sicuri che Eluana nonabbia cambiato opinione?” Il problema di fon-do è che Eluana ha espresso le sue volontà quan-do le ha potute dichiarare, e le ultime volontàche Eluana ha presumibilmente avuto risalgonofino a diciassette anni fa perché dopo non ha piùavuto volontà. Quindi è sciocco, è stupido, èfuorviante, è sbagliato, è privo di senso cercaredi continuare a voler ricostruire l’attuale volontàdi Eluana che, come tutti i vegetativi permanen-ti, non ha più volontà.

Maurizio

MORI

XIGLI INTERVENTI AL CONVEGNO

Maurizio MoriProfessore straordinario di

Bioetica nella Facoltà diLettere e filosofia

dell’Università di Torino, perla casa editrice Pendragon

ha appena pubblicato “Ilcaso Eluna Englaro - La‘Porta Pia’ del vitalismo

ippocratico ovvero perché èmoralmente giusto sospen-

dere ogni intervento”.

Marco PolitiEditorialista e vaticanista di

Repubblica, Politi ha recente-mente pubblicato, a 80 annidalla firma del Concordato,“La Chiesa del no. Indagine

sugli italiani e la libertà dicoscienza” (Mondadori).

Page 22: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

Vaticanoall’Italia come

Putinalla GeorgiaI

l primo dei grandi fenomeni che stia-mo vivendo, che è sostanzialmenteuna novità, nonostante il brutto pas-sato del nostro paese, è l'interventi-smo aggressivo e, quando è necessa-rio, anche maleducato della gerarchia

e del governo vaticano nella vita e nell'attivitàcivile e legislativa italiana. Pensate a una fraseche, in un certo senso, ha aperto questa ministagione terrificante che stiamo commentando,pensate al cardinale Martino quando ha dettoche il Presidente della Repubblica italiana, cioè,il ministro di un altro governo ha detto pubbli-camente, dopo che il Presidente Napolitanoaveva rifiutato la firma a un decreto che avrebbeannullato una sentenza e dunque palesementee grossolanamente anticostituzionale, il cardi-nale ha detto"ci ha deluso". "Ci ha deluso" lo può dire un insegnante di unostudente, lo può dire il tutore di un tutelato, lopuò dire Putin della Georgia, lo può dire qual-cuno che ritiene di avere una potestà e una tute-la su qualche altro. E' un insulto assolutamentefuori contesto, assolutamente inaccettabile, cheè diventato notizia come se fosse ordinaria am-ministrazione, come se l'esponente di un altrogoverno, che è lo Stato del Vaticano, potessegiudicare e definire deludente il comportamen-to del Presidente della Repubblica italiana. Inu-tile dire che noi, qui, siamo particolarmente or-gogliosi di quel comportamento del Presidentedella Repubblica che ci ha rappresentato in quel

momento. Ma una delle cose più tristi è stato diassistere, e vi assicuro che non mi sto ispirandoalla polemizzazione partitica - perché potrei al-lungare l'elenco che sto per fare anche con per-sone che appartengono allo schieramento delquale io sono deputato alla Camera, in questomomento – però ci sono tre eventi che sono sta-ti particolarmente significativi nella loro dram-matica gravità. Il primo è stato quello del sena-tore Quagliariello, quando si è alzato in Senatoa dire "l'hanno ammazzata" e si è permesso didare un giudizio di omicidio, di assassinio, al pa-dre e ai medici che hanno assistito Eluana En-glaro, senza alcun diritto, ma soprattutto vio-lando l'importanza della sua carica, la gravità delluogo, del momento, della situazione; andandoaldilà di ogni tollerabile formalità. E poi, c'è sta-to l'intervento, e non conta che li faccia sempresbagliati e sempre volgari e fuori posto, del se-natore Gasparri. Il fatto che il capogruppo delmaggior partito possa permettersi di dire che"questa morte è dovuta alla mancanza di firme"fa onore al Presidente della Camera, a cui Ga-sparri deve l'esistenza, di dire "è un irresponsa-bile". D'ora in poi, si potrà mettere sotto l'im-magine di Gasparri, quello che i televisivi chia-mano "il sottopancia: "Maurizio Gasparri – ir-responsabile". Ma qualcosa di ancora più graveè accaduto quando il Ministro della Giustizia,in televisione, in ora di massimo ascolto, ha di-chiarato che "Eluana è morta di sentenza" vio-lando la regola dei limiti e della responsabilità

che gli vengono dalla sua carica. Perché, da Mi-nistro della Giustizia, accetta di dire - in mododrammatico, solenne, freddo, calcolato – cheuna sentenza dei suoi giudici, a cui lui è deputa-to alla tutela, al coordinamento e al buon fun-zionamento, è una sentenza assassina . Si trattadi un fatto gravissimo. In quale altra democraziadurerebbe un'ora di più un ministro della Giu-stizia che dice una frase simile? Quello che s'in-travede in questi brutti giorni che abbiamo at-traversato è il senso del merito grandissimo e delcoraggio incredibile che ha avuto Beppino En-glaro che, insistendo alla luce delle istituzioni,delle legge e della Costituzione italiana, ha lot-tato affinché si compisse il destino di Eluananon clandestinamente e in silenzio. Si sta facen-do in modo che il testamento biologico sia im-possibile. E' stato una specie di pre-attacco, diguerra preventiva sulla possibilità che i cittadinipossano essere titolari del proprio destino, dellaloro vita, delle decisioni che intendono prende-re. Occorre una presenza e una nostra incessan-te mobilitazione. Dobbiamo essere grati al Par-tito Radicale che continua a fare la guardia aquesti aspetti fondamentali della vita pubblicae civile italiana. Il caso di Eluana Englaro, il mo-do in cui si è battuto suo padre, il mondo in cuiha vigilato, anche contro le intrusioni della chie-sa, il Partito Radicale, il modo in cui una parteanche di destra della presenza parlamentare hacercato di opporsi ci dice che la situazione è dif-ficile, ma non tutto è perduto.

"Ci ha deluso" lo può dire uninsegnante di unostudente, lo puòdire il tutore di untutelato, lo puòdire Putin dellaGeorgia, non il Vaticano al Presidente della Repubblica

VERITÀ E MENZOGNE SU “EUTANASIA”, COSCIONI, WELBY, ENGLAROXIIFurio

COLOMBO

Page 23: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

TESTAMENTO BIOLOGICO

E EUTANASIA 11LADRI DI VERITÀ

Berlusconi monarchico: «La ministro Prestigiacomo - racconta il Mi-nistro La Russa - non ha preso la parola e allafine del Cdm ha dato l'impressione di volersiastenere. Il presidente del Consiglio le ha det-to che preferiva una non astensione».

Berlusconi consapevole: «Laposizione di Sacconi è quella del governo, hopiena fiducia nel suo operato. Io ho espressouna posizione personale, Sacconi aveva di-scusso questa posizione con altri del governo,come Gianni Letta».

Berlusconi informato: Ferruccio Saro (senatore di Forza Italia): «Hodetto (a Berlusconi) che quello che ho visto èmolto diverso dalle vecchie foto comparse suimedia. Berlusconi mi ha ascoltato e poi hadetto: io ero stato informato diversamente».Corriere della Sera, 11 febbraio

Berlusconi pacificatore: Il leader del Pdl si sarebbe con alcuni ministridi nuovo sul caso Englaro alla luce delle ten-sioni con il Quirinale. Io non ho cercato loscontro con nessuno, ora è il momento di ab-bassare i toni, avrebbe detto il capo del gover-no (Adnkronos)

Berlusconi procostituzione: Il giorno dopo: “Ho giurato sulla Costituzione,la rispetto, è la prima legge” (8 febbraio)

Berlusconi spiegatoEDOARDO FLEISCHNER

Berlusconi, il cavaliere nero, entra alla finedegli anni settanta nel sistema mediatico ita-liano. E c’è un fattore, un fil rouge che lo portafino a oggi, fino a questa mattina, sfogliando igiornali. Il fil rouge è quello che chiamo della“contro-programmazione”. Lui è un impren-ditore, un editore televisivo, ma sostanzial-mente un pubblicitario. Un pubblicitario hauna sola missione: contare tutte le teste chesono davanti a un televisore, davanti a un gior-nale, di fianco a una radio mentre siete al-l’ascolto. Più teste ha per vendere, maggiore èil numero di soldi che porta a casa per investi-menti pubblicitari. Questo è quello che fa ilpubblicitario: contare le teste, si chiamanoproprio così “teste”. E tutti quelli che fanno te-levisione in un sistema molto chiuso, che è so-stanzialmente “marmoreo” da trent’anni aquesta parte, con tre o quattro canali televisi-vi hanno l’obiettivo di portare a casa il massi-mo della pubblicità (anche se già sono d’ac-cordo su come fare a spartirsela) si cerca l’au-dience: se c’è un film che attira un certo pub-blico, io pubblicitario “contro-programmo”per cercare di portar via un po’ di quell’au-dience. Ecco noi abbiamo un pubblicitarioche “contro-programma” su due livelli: e co-me si fa? Semplice, un giorno dice una cosa, ilgiorno dopo ne dice un’altra. Perché fa que-sto? Perché ha due audience invece che una.

stata usata per affermare una cul-tura in cui i deboli valgono menodei forti…Non è peraltro la primavolta che queste idee compaiononella storia: l’eliminazione deglihandicappati e dei malati di men-te precede, nel nazismo, la perse-cuzioni degli ebrei…”; SIR, l’agen-zia dei vescovi italiani ha scritto:“Eluana è stata uccisa ed ora il casonon si può considerare chiuso”; Ilcardinale Barragan ha detto: “Nelcaso di Eluana è stato violato ilquinto comandamento, quelloche dice ‘non uccidere…In Italia cisono 9.500 persone che vivono instato vegetativo come Eluana, spe-riamo che non si pensi di voler vio-lare anche per loro il quinto co-mandamento”. Il vescovo di San Marino-Monte-feltro Luigi Negri, ha detto: “La ve-rità è che è stato compiuto un ge-sto di violenta eliminazione dellavita su una persona debole ed in-difesa”.E poi il coro degli zuavi pontifici: ilministro Maurizio Sacconi, il sot-tosegretario Eugenia Roccella,Gaetano Quagliariello e MaurizioGasparri, che gridano in aula al Se-nato che Eluana era stata assassi-nata. Fino all’inqualificabile volga-rità di Berlusconi, secondo il qualeEluana poteva perfino avere figli.

Monsignor Fisichella si rammari-ca che “intorno al caso di Eluana sisia creato un enorme caso media-tico…Credo che lo sbaglio inizialesia stato proprio questo: avere vo-luto una evidenza mediatica oltre-misura…”.Monsignore avrebbe preferito il si-lenzio, la clandestinità; e si capisce.Qualcosa, in realtà, non ha avutovisibilità, non è stato conosciuto:quel mondo cattolico e credenteche non si riconosce nelle prese diposizione della gerarchia vaticana,ben raccontato da Marco Politi ne“La Chiesa del NO”. Pochi hannoconosciuto quanto dice monsi-gnor Giuseppe Casale, vescovoemerito di Foggia: “Non si è volutodare la morte ad Eluana, si è soloposto fine al suo calvario, un attodi misericordia, non un assassi-nio…parlare di omicidio è un’ac-cusa gratuita, volgare e ingiusta.Non si è voluto dare la morte aquesta giovane, l’alimentazione el’idratazione artificiali sono assi-milabili a trattamenti medici. E seuna cura non porta a nessun bene-ficio, può essere legittimamenteinterrotta, questo non è omicidio”.O quanto dice l’arcivescovo Gian-carlo Maria Bragantini, impegna-to nella denuncia della ‘ndranghe-ta quand’era a Locri, e spedito

contro la sua volontà, a Campo-basso: “Sono vicino a Peppino En-glaro, che invece di ricorrere a sot-terfugi è sempre stato corretto e hacreduto nella giustizia. Bisogna ap-prezzare la sua rettitudine…”.Televisioni e giornali ci hannospiegato che per la Chiesa Cattoli-ca la nutrizione artificiale non è untrattamento medico, e sospender-la equivale all'eutanasia. Non è deltutto vero. C’è un documento uffi-ciale, mai sconfessato, la Carta de-gli Operatori Sanitari del 1995, delPontificio Consiglio della Pastoraleper gli operatori sanitari, il Vatica-no si è guardato bene dal citare. Alparagrafo 120 ultimo capoverso silegge: "Alimentazione e idratazio-ne, anche artificialmente ammini-strate, rientrano tra le cure norma-li dovute sempre all'ammalatoquando non risultino gravose perlui…". La Chiesa, insomma, in alcuni casiconsente la sospensione della nu-trizione artificiale, ma non lo si de-ve sapere. Il goebbelsiano trionfodella menzogna sulla verità.

Direttore di Notizie Radicali,il quo-tidiano telematico di Radicali Ita-liani.E’iscritto all’Associazione Lu-ca Coscioni.

Ecco come, sul caso Englaro, la menzogna hatrionfato sulla verità. Vittime principali di questaoperazione sono i diritti civili e politici dei cittadini, maanche i silenziati dalla “Chiesa del NO”.

Tg2, 20.30, 4 febbraio Margherita Coletta (vedova di Nassiriya): “Io che l’-

ho vista personalmente che sono stata vicino […] nondimenticherò mai il suo viso, la sua pelle di velluto,perché ha la pelle di velluto, sotto le mie mani. E lo soche molti si sconvolgeranno per la cosa che dico […],mi sono avvicinata a Eluana e scherzosamente le hofatto una battuta, le ho detto ‘Eluana non dar retta anessuno, lascia stare tuo padre e tutti gli altri…’. Ho fi-nito la frase e lei ha sorriso. Ha sorriso non è che erauna contrattura muscolare, su una battuta lei ha sorri-so…”

Tg2, 20.30, 7 febbraioBagnasco: dal servizio del tg2 “Purtroppo il nostro

paese sta vivendo un momento buio della propria sto-ria perché una vita,una vita umana,viene forzosamen-te e iniquamente spenta una vita umana che ha biso-gno soltanto di essere idratata,nutrita,come tutti indi-stintamente”. Lasciar morire Eluana ,secondo il Car-dinal Bagnasco, sarebbe per l’Italia un tradimento del-la propria tradizione di pietà e accoglienza.

Tg4, 13.30, 10 febbraio Ruini: “Già troppo si è coperta la realtà, già troppo

si sono dette cose non vere si è assimilata la situazionedi Eluana alla situazione dei malati terminali di quelliche vivono in mezzo ad apparecchi che li fanno vive-re artificialmente. Eluana rispetto a noi dal punto divista della sopravvivenza fisica ha un’unica diversitàcioè che non può nutrirsi da sola una volta che la siaiuta per nutrizione Eluana vive da sola, respira, dor-me, si sveglia, apre gli occhi quindi bisogna che la gen-te sappia tutto questo per poter capire e valutare”.

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12LE BATTAGLIE DI LUCA

IN PARLAMENTO

MARIA ANTONIETTA FARINA [email protected]

È con emozione che oggi 20febbraio 2009 prendo la parola. Il20 febbraio 2006, proprio 3 annifa, muore mio marito Luca Co-scioni per una malattia neurolo-gico - degenerativa a tutt'oggi, in-curabile, la sclerosi laterale amio-trofica. E lo voglio qui ricordare,in questa aula di Montecitorio, eper farlo con gli italiani che graziea Radio Radicale seguono quoti-dianamente i lavori del Parla-mento. “La sua arma è la ragione,il suo unico obiettivo la difesadella dignità umana”, ha scritto ilpremio Nobel José Saramago diLuca Coscioni. E di dignità ap-punto parla la Convenzione dellenazioni unite sui diritti delle per-sone con disabilità, di autonomiae di indipendenza, di non discri-minazione, di piena ed effettivapartecipazione ed inclusionenella società, rispetto della diffe-renze delle persone con disabili-tà, pari opportunità, accessibilitàparità di genere e rispetto per losviluppo e per l'identità dei bam-bini con disabilità. Luca Coscioniper primo, credo, non avrebbeapprezzato commemorazioni,panegirici; bonariamente ciavrebbe rimproverato a pensarepiuttosto a tutto quello che anco-ra c'è da fare, da conquistare: nelcampo della libertà di ricercascientifica e dell'ampliamentodei diritti civili. La battaglia da luiintrapresa, se ha reso consapevo-li, coscienti, partecipi tante per-sone, tuttavia è ben lontana dal-l'esser conclusa, anzi temo che sistiano facendo passi indietro.Siamo qui per discutere una pro-posta di legge di ratifica, con ritar-do. Doveva essere fatta già damolto tempo. È anche così che sicolpiscono al cuore i diritti indi-viduali delle persone con disabi-lità, la loro possibilità di poterscegliere essere, di esistere e divivere alla pari delle opportunitàdi tutti. Siamo tutti favorevolinello spirito e nella lettera allaratifica della Convenzione, rile-vando che stessa rappresenta unsuccesso del Ministero degli affa-ri esteri italiano. La Convenzionenon introduce nuovi diritti, ma siprefigge lo scopo di promuovere,proteggere e assicurare alle per-sone con disabilità il pieno edeguale godimento del diritto allasalute, all'istruzione, al lavoro, auna vita indipendente, alla mobi-lità, alla libertà di espressione e,in generale, alla partecipazioneattiva alla vita politica e sociale.Sono tutti obiettivi che vedono

impegnata, fin dalla sua costitu-zione, l'associazione Luca Co-scioni per la libertà di ricercascientifica che, con il suo fonda-tore Luca Coscioni, ha posto l'ur-genza della liberazione del mala-to o del disabile da ogni forma didiscriminazione, emarginazione,esclusione o restrizione dei dirit-ti umani, civili e politici. Lo stru-mento per garantire tutto questoè che la Convenzione venga alpiù presto ratificata. E ricordoche all'inizio della legislatura hodepositato a mia prima firmauna proposta di legge di ratifica la1311 che si rifà semplicementeall'art 80 della Costituzione: “Lecamere autorizzano con legge laratifica dei trattati internazionaliche sono di natura politica, o pre-vedono arbitrati o regolamentigiudiziari, o importano variazio-ni del territorio od oneri alle fi-nanze o modificazioni di leggi”.Per questo non ci piace la legge diratifica del Governo, perché rite-niamo opportuno porre unaquestione di metodo, con riferi-mento alla prassi sempre più dif-fusa che vede l'inserimento neidisegni di legge di ratifica, oltre al-le consuete disposizioni per l'au-torizzazione alla ratifica e perl'ordine di esecuzione, di normeattuative e di adeguamento del-l'ordinamento interno. E mi rife-risco all'art 3 del disegno di leggedi ratifica che prevede la costitu-zione dell'Osservatorio. Si tratta

di una modalità non conformealla ratio dei disegni di legge di ra-tifica, in quanto le norme di at-tuazione dovrebbero rientrare inun processo normativo a parte.Contestiamo poi in via generalela prassi sempre più invalsa di in-serire norme ordinamentali neidisegni di legge di autorizzazionealla ratifica di accordi internazio-nali. Diversamente, il dibattitosu tali norme è necessariamentesacrificato per l'impellenza diprovvedere al completamentodel percorso di ratifica in ottem-peranza agli obblighi internazio-nali assunti dal nostro Paese.Vorrei segnalare, a titolo d'esem-pio, l'incongruenza del dettatodell'articolo 3, comma 2, del dise-gno di legge con quello dell'arti-colo 33, comma 2, della Conven-zione: la prima norma fa riferi-mento infatti ad un meccanismonazionale indipendente laddovela seconda stabilisce che l'Osser-vatorio nazionale è presiedutodal Ministro del lavoro, della sa-lute e delle politiche sociali. E sepoi ci aggiungiamo il ritardo cheha comportato la volontà di inse-rire le disposizioni relative all'Os-servatorio nel disegno di legge èfacile fare i conti Osservo altresìche il disegno di legge del Gover-no configura l'Osservatorio inmodo fortemente burocratico eprevede un numero troppo ele-vato di componenti, mentre so-no scarsamente rappresentate le

persone con disabilità. E si nota ol'assenza di rappresentanti delMinistero degli esteri all'interno.Ricordo altresì che la Convenzio-ne prevede l'individuazione diuno o più focal point all'internodei Governi nazionali, mentredemanda agli stessi una valuta-zione circa l'opportunità di intro-durre meccanismi di coordina-mento. Al riguardo, riteniamo diavvisare che la composizionedell'Osservatorio proposta dalGoverno confonda i due piani,che andrebbero invece tenuti di-stinti e di evidenziare che il ruolodelle persone con disabilità nonsia preminente all'interno del-l'Osservatorio, come prevede in-vece la Convenzione. C'è il ri-schio che l'Osservatorio possa es-sere una sovrastruttura che fini-sca con il mettere sottotutela lapersona con disabilità, da unaparte con un ritorno ad un ap-proccio paternalistico degli annipassati, e dall'altra escludendoladal governo dello stesso, perchél'Osservatorio è presieduto dalMinistro del Lavoro, della salutee delle Politiche sociali, non dan-dole nemmeno la possibilità dieleggere in qualche modo, chidovrà presiedere tale organismo.E poi ancora non possiamo esi-merci dalla critica, connessa allostanziamento delle risorse per ilfinanziamento dell'Osservatorio,rilevando che il coinvolgimentodelle organizzazioni non gover-

native non garantisce alle stesseun ruolo nelle scelte di meritosull'impiego dei fondi. Questoosservatorio verrà finanziato coni soldi che saranno prelevati dallalegge 328 del 2000 cale a dire lalegge quadro per la realizzazionedel sistema integrato di interven-ti e servizi sociali. Questa ultimaall'art. 20 creava un fondo nazio-nale per le politiche sociali. Preci-samente il comma 1 di questo ar-ticolo recita: “per la promozionee il raggiungimento degli obietti-vi di politica sociale, lo Stato ri-partisce le risorse del Fondo na-zionale per le politiche sociali”. El' osservatorio va a sottrarre risor-se da questo, e non per l'attivitàma per il solo funzionamento.Ora se lo spirito e gli obiettivi del-la Convenzione in esame, voglio-no l'inclusione delle persone condisabilità, abbattendo tutte lebarriere architettoniche, legisla-tive, ideologiche, psicologiche,socioculturali e geografiche, eco-nomiche, che si frappongono alpieno godimento dei diritti nelnostro Paese, con la creazione diquesto osservatorio temo si pos-sa compiere un passo nella dire-zione opposta. Non soltanto simette sottotutela il disabile, malo si priva anche delle risorse delFondo nazionale per le politichesociali, che dovrebbero essere de-stinate invece a farlo vivere inmaniera indipendente.

La sua arma è la ragione, l’obiettivo la difesa della dignità

LUCA COSCIONI TRE ANNI DOPO

Ricordate in aula le parole di Josè Saramago su Luca Coscioni durante l’interventoalla Camera dei Deputati del 20 febbraio 2009 di Maria Antonietta Farina Coscioni.

IL FILM DI GUS VAN SANT

“Milk”:ritrattodi unleaderradicale GIANFRANCO CERCONE

Come si diventa un leader? L’ultimofilm di Gus Van Sant (candidato a ottopremi Oscar, tra cui quello per il migliorfilm) racconta la biografia di Harvey Milk,un leader del movimento per i diritti de-gli omosessuali, nell’America degli anni

Settanta.Milk determinò, apprendiamo, la na-

scita e lo sviluppo di Castro, il quartieregay di San Francisco. Guidò una lotta, al-la lunga vittoriosa, contro leggi sul lavorodiscriminatorie per i gay. Eletto al consi-glio comunale di San Francisco, fu il pri-mo omosessuale dichiarato a ottenereuna carica pubblica (ma la sua carriera fustroncata, sanguinosamente, da un rivalepolitico).

L’ambito delle sue lotte potrà apparirelimitato al lettore radicale, che appartie-ne a una storia politica più ampia e varie-gata (ma, nel film, l’appello finale di Milka “venir fuori” si rivolge anche ai neri, aglianziani, ai disabili e a tutti gli emarginatid’America). Certi suoi metodi potrannoapparire discutibili.

Eppure le somiglianze tra le due storiepolitiche sono a tratti impressionanti, epossono suscitare la sensazione di rico-noscere un fratello cresciuto in un altrocontinente.

Non sono forse radicali i continui ta-voli e volantinaggi per strada; il dialogocostante con la gente; le fiaccolate e i cor-

tei convocati lì per lì, senza l’appoggio dinessuno dei ricchi o dei potenti di turno;la ricerca di invenzioni con cui “sbucare”in televisione e allargare la cerchia delconsenso? Ma è ancor più radicale, forse,quella specie di trasformazione alchimi-stica per la quale storie private, trascinatenel disordine e nel dolore dell’emargina-zione, una volta investite in una missionepolitica, sono rinvigorite da una nuovamoralità.

Da questa materia, Gus Van Sant hatratto tutto quello che poteva trarre unbuon film americano; e anche qualcosadi più.

La ricostruzione degli ambienti, deicostumi, del clima dell’epoca si indovinaattentissima; e si accompagna alla cita-zione dei modi, e dei vezzi, con cui certocinema indipendente americano di que-gli anni raccontava le storie di emargina-ti e ribelli.

Ma questa ricerca “filologica” non to-glie nulla all’impatto emotivo del raccon-to, che alterna felicità e dolore, esaltazionie profondi scoramenti: tappe canonichedi quell’avventura senza garanzie che è la

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IN PARLAMENTO

13LA DESTRA LIBERALE

GAIA CARRETTA

“Credevo che la battaglia di Bep-pino Englaro andasse combattu-ta”. Semplicemente così Bene-detto Della Vedova, deputato delPopolo della Libertà, spiega adAgenda Coscioni la ragione chelo ha spinto ad essere la singolavoce del centrodestra in piazzacontro l’azione che il governo sta-va portando avanti per bloccarela sentenza della Corte su EluanaEnglaro. Solo contro la sua stessamaggioranza, oggi Della Vedova,ex radicale, ha deciso di cavalcarele battaglie sui diritti civili all’in-terno del suo partito, contro il ri-schio che il Pdl diventi troppo“confessionale”. “Ho incarnato iola posizione liberale del ‘grandepartito liberale’ su queste que-stioni, perché voglio evitare chequesta impostazione confessio-nale dilaghi. La vedo come unaderiva, nel senso di inerzia, cheporta il Pdl a posizioni estremiste,marcatamente condizionate dal-le gerarchie cattoliche, posizioniche sono anche lontane da tuttigli altri partiti del Partito Popola-re Europeo”. Della Vedova avevadeciso di andarsene dai radicali“perché allora non condividevo ilmio segretario quando parlava di‘interventi di Ruini a gamba tesa’,perché pensavo e penso tutt’orache il problema non sia la Cei, mala politica”. Per il deputato Pdl la

Chiesa ha tutto il diritto di parla-re, “deve essere la politica a ga-rantirsi l’autonomia e oggi mi ri-trovo in uno schieramento in cuimolti sostengono che si debbaseguire la Chiesa. Se così sarà ri-schiamo di cucire attorno ai no-stri elettori una camicia di forza:saranno d’accordo sui temi eco-nomici, sugli esteri e poi sui temietici si ritroveranno ad essere tut-ti conservatori”. Da qui cominciala battaglia di Della Vedova, perun “confronto che nel Pdl biso-gna aprire”. Il 14 marzo presente-rà la nuova associazione “Liberia-mo”, un nuovo movimento all’in-terno del Pdl che vuole dare vocealla pluralità delle posizioni e del-le opinioni, “per marcare l’esi-stenza di polarità liberali dentroal centrodestra, che poi è quellache manca e che sono convintoche manchi molto anche nelladirigenza e tra gli eletti del partito,ma non nei sostenitori, come ilcaso Eluana ha dimostrato”. Par-tirà forse dal disegno di legge sultestamento biologico, il testo Ca-labrò, che per Della Vedova è unaproposta “estremista” in cui “nonc’è nulla di liberale, che affermadei principi in cui si presume checi sia un partito della vita controun partito della morte”. Un testoche “si contraddice all’articolo 32della Costituzione” e che stravol-ge “ciò che Forza Italia e AlleanzaNazionale avevano votato al Se-nato nel 2005”. Posizioni moltocritiche a destra, ma anche a sini-stra, dove personalità come Igna-zio Marino, senatore cattolico delPd sostenitore della battaglia diBeppino Englaro, “rischia di nonbastare contro la posizione dellevarie Binetti”, perché “anche nelcentrosinistra non c’è una posi-zione chiara”. Un panorama poli-tico-parlamentare sui temi eticinon esaltante, quello che disegnaDella Vedova, che da ex radicale,inteso come iscritto ad un sog-getto dell’area radicale, non hadimenticato le battaglie fonda-mentali sulla vita e sul diritto.“Non mi sono iscritto all’Associa-

zione Coscioni quando questa èdiventata costituente della Rosanel Pugno” spiega. Un “segno dicoerenza” con il partito che ave-va deciso di abbracciare, più perle questioni economiche e perl’adesione a Prodi, che per i temilegati ai diritti civili. Ora però chela Rosa nel Pugno, almeno in par-lamento, non c’è più, Della Vedo-va sorprende: “Mi auguro – dice –che possa tornare ad essere pro-tagonista della politica italiana. IlPdl rischia di essere percepito co-me il partito del Papa in un mo-mento in cui la Chiesa ha decisodi guardare più al passato. Veltro-ni non è riuscito ad essere alter-nativa vera e la mancanza di uncompetitore rende le cose piùdifficili per tutti, perché un con-traltare aiuta anche non com-mettere errori”.

Evitare che il PdL diventi il partito del Papa

INTERVISTA A BENEDETTO DELLA VEDOVA

Il deputato Pdl racconta ad Agenda Coscioni la sua battaglia liberale all’interno delcentrodestra, contro il rischio di un partito “confessionale”. Sul testamento biologico e laproposta Calbrò: “Un testo estremista”

Galateo parlamentare

“E adesso,su Eluana scenda il silenzio!”Urlò il senatore Gaetano Quagliariello.

abbaIl dito nell’occhio

libera ricerca della propria felicità (unita,qui, alla rivendicazione di quella libertà).

Dove forse più si riconosce la sotti-gliezza di quel regista d’eccellenza che èGus Van Sant è proprio nel ritratto diMilk, interpretato da Sean Penn. Tornan-do alla domanda iniziale: come diventaun leader?

Lungi dal proporselo a priori, egli, inun primo tempo, sembra soltanto aspi-rare ad aprire un negozio a San Franciscoinsieme al suo amante. Poi, ostacolatodalla bigotteria di alcuni concittadini edalla repressione della polizia, dovrà lot-tare per il semplice diritto ad esistere sen-za camuffarsi.

Pur recando nella fisionomia e nelmodo di gestire i segni di un’esistenza re-pressa e calpestata, se scopre in sé un ca-risma, la capacità di trascinare altri conlui, è perché le circostanze della sua vitagli rendono quella lotta necessaria comeil respiro; tale da richiedere un totale e in-timo investimento di se stesso.

Il testo diCalabrò è unaproposta“estremista” incui non c’è nulladi liberale, cheafferma deiprincipi in cui sipresume che cisia un partitodella vita controun partito dellamorte

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14DIRITTI SENZA FRONTIERE

NOTIZIE DAL MONDO

Testamento biologico, come è regolamentato nel mondo

LEGISLAZIONI DI ALTRI PAESI

Un quadro di come é regolamentato nel mondo il testamento biologico. Un punto fermo: idratazione e nutrizione artificiali sono trattamenti mediciSTATI UNITI D'AMERICA: i primi a rego-lamentare, esiste il “Patient self determina-tion Act”, risalente al '91: è il Testamentobiologico o Testamento di vita (Living will)nato a conclusione di un lungo confrontoiniziato negli anni '70 nelle Corti supremedi vari Stati, nella Corte federale, e nella so-cietà civile. Oggi è delineabile la seguentesituazione: nutrizione e idratazione sonoconsiderati trattamenti sanitari, non mez-zi per il mantenimento della vita; il pazien-te cosciente e capace può rifiutare i tratta-menti anche se di sostegno vitale; perquanto riguarda il paziente non più co-sciente, va rispettato il suo rifiuto di tera-pie se espresso e documentato in condi-zioni di capacità; se il paziente non più co-sciente non ha espresso, in condizioni dicapacità, una propria volontà sulle cure, ladecisione sulle scelte terapeutiche saràpresa da un fiduciario (substituted judge-ment), solitamente un familiare.CANADA: a differenza degli Stati Uniti,non esiste una politica uniformatrice inmateria di “living will”. Solo in alcuni Stati,come ad esempio Manitoba e Ontario, ledirettive anticipate di trattamento hannovalore legale. Negli altri, invece, ogni Pro-vincia assume decisioni autonomamentee in maniera diversa.AUSTRALIA: anche qui, come in Canada,manca una legge uniformatrice, tant’è cheè in corso un acceso dibattito che vede tut-tavia contrapposti coloro che vogliono unanormativa che regoli il testamento biolo-gico e i fautori dell'eutanasia, soprattuttoper i malati terminali. Vi sono poi, anche inAustralia, alcuni Stati che si sono dotati diuna legge sul 'Living will', con provvedi-menti che ricalcano la normativa statuni-tense.EUROPA: ancora non esiste una discipli-na sul Testamento biologico recepibile da-gli Stati membri, alcuni dei quali, comun-que, hanno adottato autonomamentenormative in materia.

BELGIO: è dal 2002 che nel piccolo Statoeuropeo è prevista l'eutanasia, su richiestaesplicita del paziente. Ai cittadini viene ri-conosciuta anche la possibilità di predi-sporre un testamento biologico con di-chiarazioni anticipate di trattamento, sce-gliendo a quali cure sottoporsi e quali rifiu-tare.DANIMARCA: con una legge sul “livingwill” è stata istituita un’apposita “Bancadati elettronica”, che custodisce le diretti-ve anticipate presentate dai cittadini. Incaso di malattia incurabile o di grave inci-dente, i danesi che hanno depositato il te-stamento medico - documento che ognicamice bianco é tenuto a rispettare - pos-sono chiedere l'interruzione delle cure edei trattamenti e di non essere tenuti in vi-ta artificialmente. Nel caso di sopravvenu-ta incapacità, il diritto del malato può es-sere esercitato dai familiari.FRANCIA: la materia del fine vita è rego-lamentata con una legge del 2005, che ri-conosce il principio di rifiuto dell'accani-mento terapeutico e prevede che possanoessere sospesi o non iniziati gli atti di pre-venzione, indagine o cura che appaianoinutili, sproporzionati o non aventi altroeffetto che il mantenimento in vita artifi-ciale del paziente. È riconosciuta la figuradel fiduciario, da consultare nel caso il pa-ziente sia incapace di esprimere le proprievolontà. Se non c’è direttiva, comunque, lascelta spetta ai medici.GERMANIA: manca una norma ad hoc,ma il testamento biologico trova attuazio-ne nella pratica e conferma nella giuri-sprudenza. La Corte Suprema federale, in-fatti, emise nel marzo 2003 una sentenzacon la quale dichiarava la legittimità e il ca-rattere vincolante della “Patientenverfue-gung”, termine tedesco che sta per volontàdel paziente. Se non c'e' volontà scritta, de-cide il giudice tutelare.INGHILTERRA: realtà analoga a quella te-desca nel Regno Unito, dove il “living will”

è riconosciuto fin dal 1993, da una conso-lidata giurisprudenza che ha anche fissatoalcune condizioni per la validità del testa-mento biologico. L’orientamento britanni-co su questo delicato tema si è delineatosoprattutto attorno al caso Blond, relativoa un paziente in stato vegetativo che veni-va alimentato e idratato artificialmente,proprio come Eluana Englaro. I giudici de-cisero che i medici non avevano l’obbligodi somministrare trattamenti divenuti inu-tili a seguito della valutazione scientificadella condizione di vita del paziente e che,quindi, non erano rispondenti al suo “mi-gliore interesse'”. Per cui se il paziente nonera in grado di accettare o rifiutare i tratta-menti e non aveva rilasciato in precedenzauna dichiarazione di volontà in materia,una volta informati i familiari, si poteva le-gittimamente procedere all'interruzionedei trattamenti.OLANDA: è notoriamente il primo Paeseal mondo che, nel 2001, ha modificato ilCodice penale per rendere legali, in alcu-ne circostanze rigorosamente normate, sial’eutanasia che il suicidio assistito dal me-dico. Questa normativa contiene anche ladisciplina relativa al testamento biologico.Le dichiarazioni di volontà possono esseresottoscritte anche da minori, purché i ge-nitori siano d'accordo se il minore ha fra i12 e i 16 anni, mentre se ha fra i 16 e i 18 an-ni è sufficiente che ne siano stati informa-ti.SPAGNA: le norme sulle dichiarazioni an-ticipate di volontà in Spagna sono conte-nute all'interno di una più ampia leggesui diritti dei pazienti entrata in vigorenel 2003. È dunque riconosciuta alcittadino maggiorenne la facoltà dimanifestare anticipatamente eper iscritto la propria volontà inmerito a cure e terapie cui es-sere sottoposto, nel caso do-vesse perdere la capacitàdi esprimerle personal-

mente. Egli può inoltrenominare un suo rap-presentante, dunqueanche qui entra ingioco la figura del fi-duciario, che puòfungere da inter-locutore con imedici perrealizzare lesue volontàed evitareche ci siaa c c a n i -mento te-rapeuti-co. (ad-nkronossalute)

Da Harvard, 32 scienziati italiani firmano petizione al Parlamento dell’AssociazioneCoscioniANDREA BALLABENI*

“Firmando la petizione per il ricono-scimento del testamento biologico e perla legalizzazione dell’eutanasia, i trentaricercatori italiani di Boston hanno volu-to riaffermare i valori dello Stato di dirittoe della laicità. La classe politica italiana èpurtroppo spesso più vicina al Vaticanoche agli elettori che dovrebbe rappresen-

tare. Nessuno ovviamente nega il dirittodel Vaticano di esprimere le proprie idee.Quello che si chiede è che l’Italia sia unpaese sovrano che non subisca ingerenzeda parte di altri Stati.

Il Ddl sul testamento biologico pro-posto dalla maggioranza non rispecchiale idee degli italiani e neanche quelle de-gli elettori di centrodestra. Un Ddl del ge-nere è solo improntato a soddisfare le vo-lontà delle gerarchie ecclesiastiche e a ri-vendicare una titolarità dei valori cattoli-ci da spendere in campagna elettorale.Inutile dire che spesso (come ad esempionel caso di Eluana Englaro) le pretese e lestrumentalizzazioni delle gerarchie ec-clesiastiche e della maggioranza, nonhanno nulla a che vedere con i valori cat-tolici. È poi bizzarro che, mentre sotto al-cuni aspetti tanti dei nostri politici tenti-no di apparire impeccabili cattolici, sot-to tanti altri aspetti molti di questi sianodel tutto in antitesi con il più elementare

spirito cristiano (la lista di comporta-menti di malcostume ed illegalità di alcu-ni ministri e parlamentari è ad esempioimbarazzante).

La firma dei trenta ricercatori di Bo-ston è anche una importante e simbolicatestimonianza della comunità scientificaresidente all’estero. Basterebbe fare qual-che sondaggio per capire quanto gliscienziati italiani siano desiderosi chel’Italia possa un giorno diventare un pae-se più laico e più moderno. I cosiddetti“cervelli in fuga” vengono spesso usati daimedia e da alcuni politici per aumentarel’audience o raccogliere qualche voto inpiù alle elezioni. Raramente però si ascol-ta la loro voce. In realtà sarebbe utile far-lo perché gli italiani residenti all’esterosono testimoni di altri modi di vivere enon farebbe male ad alcuni residenti inpatria capire quanto anomale siano tan-te cose che accadono in Italia. E poi la vo-ce degli scienziati sarebbe utile per dif-

fondere il valore della cultura scientificada sempre un po’ debole in Italia, esposticome siamo sia all’influenza del Vaticanosia all’influenza di certi tipi di ideologi-smo ascientifico. Gli scienziati italiani so-no contenti che esista l’Associazione Lu-ca Coscioni che si batte per valorizzare lacultura scientifica e per allargare la liber-tà di ricerca. Il Congresso Mondiale per lalibertà di ricerca che si terrà a Bruxellesdal 5 al 7 marzo sarà un evento molto im-portante. Dopo il primo appuntamentoa Roma nel 2006, l’Associazione Luca Co-scioni si propone di far diventare il Con-gresso Mondiale un evento permanentee la comunità scientifica non potrà cheesserne lieta.”

*ricercatore presso il Department ofSystems Biology della Harvard MedicalSchool e membro della Cellula Coscioni diBoston

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NOTIZIE DAL MONDO 15

DIRITTI SENZA FRONTIERE

THE ECONOMIST 12 febbraio 2009

Il 6 febbraio scorso, in una clinica di Udine, nel nord-estdell’Italia, i medici hanno sospeso il sostegno nutrizionale aduna donna in coma irreversibile. Tre giorni dopo, più rapida-mente di quanto ci si aspettasse, Eluana Englaro è morta di ar-resto cardiaco, causato dalla disidratazione. Fatti simili avven-gono, ogni giorno, in altre parti d’Europa. Ma in Italia tutto ciòsi è trasformato in un dramma nazionale. Fuori dalla clinica,manifestanti pro-life e pro-choice sono venuti alle mani. Sul-la televisione nazionale la programmazione è stata sospesacosì che la morte della Englaro potesse essere discussa. Al Se-nato, nel quale si stava dibattendo un decreto legge per man-tenere la Englaro in vita, c’è stata una baraonda. “Eluana è sta-ta assassinata”, ha urlato un esponente di punta del PDL di Sil-vio Berlusconi – una frase che lo stesso Primo Ministro ha ripe-tuto poco dopo. La vicenda ha sottolineato due caratteristi-che dell’Italia contemporanea. La prima è la perenne influen-za della Chiesa Cattolica e dei suoi insegnamenti sulla sacrali-tà della vita. L’altra è l’insofferenza del Primo Ministro nei con-fronti dello Stato di diritto. […] Non c’era la possibilità di gua-dagnare voti a partire dalla vicenda. Anzi i sondaggi suggeri-vano che un’ampia maggioranza degli Italiani era d’accordocon il diritto della Englaro a morire. Inoltre Berlusconi nonsembra proprio un Cattolico devoto. E’ stato visto poche vol-te in chiesa, è divorziato, ha avuto il suo primo figlio dalla se-conda moglie pur essendo ancora – al tempo – sposato con laprima. L’opposizione ha denunciato il tentativo di infliggereun colpo alla magistratura alla vigilia della riforma della giu-stizia, come pure il fatto che Berlusconi avrebbe così sperato diintimidire il Presidente nell’ambito di una strategia più ampia,tesa a conquistare per lui stesso la presidenza della Repubbli-ca, così da dare all’Italia quella che i suoi estimatori ritengonosarebbe una forma più efficiente di governo presidenziale. […]

Il Vaticano invade l’Italia

PHILIPPE RIDETLe Monde, 12 febbraio 2009

La Chiesa non molla. “Eluana Englaro è stata uccisa”, ha scritto l’Avvenire, il quotidianodella Conferenza Episcopale Italiana. “Eluana non è morta di morte naturale, è stata assassi-nata”, ha dichiarato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi al quotidiano Libero. […] Ra-ramente la chiesa e il Governo italiano hanno dato l’impressione di essere così in sintonia.Strumentalizzato e ridotto alle dimensioni di uno scontro tra “sostenitori della vita” (i cattoli-ci) e “sostenitori della morte” (i laici), il caso Englaro ha permesso alla chiesa italiana e al Vati-cano di dare prova del loro peso. “La legge di Dio è superiore a quella degli uomini”, ha dettoSeverino Paletto, l’arcivescovo di Torino, senza suscitare nessuna reazione tra i membri delgoverno. A ottant’anni dal concordato, l’Italia subisce ancora l’influenza del più piccolo statodel mondo? […] Tra le sconfitte della chiesa ci sono quella sul divorzio nel 1974 e sull’aborto nel1981. E le battaglie vinte? La pillola del giorno dopo in Italia è introvabile, i pacs non esistono,la legge sul testamento biologico si fa attendere da anni. Inoltre, il referendum sulla feconda-zione assistita non ha raggiunto il quorum dopo gli appelli all’astensione della chiesa e del Va-ticano. Gian Maria Vian, il direttore dell’Osservatore Romano, sostiene che “la storia e la geo-grafia spiegano la specificità dell’influenza della chiesa in Italia. Il Vaticano è in Italia, non c’èniente da fare”. […] Ma resta il fatto che tutte le settimane il cardinal Tarcisio Bertone, Segreta-rio di Stato della curia romana, incontra i ministri e gli alti funzionari dello stato italiano. Untentativo di intimidazione ? “No, è piuttosto un segno di preoccupazione per i tempi che cor-rono” , spiega Vian, “per le opinioni di alcuni gruppi di pressione e le rivendicazioni di nuovi di-ritti”. […] Alternando repliche prudenti a dichiarazioni generose, la Chiesa è riuscita a mette-re le sue scelte al centro del dibattito politico. E lo Stato, che ha costruito la sua unità riducen-do la superficie del vecchio Stato pontificio a un fazzoletto di terra, continua a concederle unaforza che la chiesa non ha in nessun’altra parte del mondo.

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segnalazioni - www.lucacoscioni.it/tag/in_libreriaDavide Carlucci e AntonioCastaldo, Un paese dibaroni. Truffe, favori, abusidi potere. Logge segrete ecriminalità organizzata.Come funziona l'universitàitaliana, Chiarelettere,2009, pp. 309, euro 14,60

Questo libro racconta l'uni-versità dei privilegi e anchel'università di chi lavora se-riamente tutti i giorni e perpochi soldi. Le storie e le te-stimonianze di chi si è ribel-lato contro i concorsi truc-cati rivelano un sistema for-tissimo, basato molto sul-l'obbedienza e molto menosul merito. Un sistema tan-to chiacchierato, e oggettodi generale indignazione,ma che fino ad oggi tuttihanno accettato. Stipendid'oro assegnati con un cri-terio gerontocratico. E poile lobby: "bianche", "rosse"e "nere" (senza dimentica-re Comunione e liberazio-ne e l'Opus Dei). Chi nonsta alle regole, è fuori. Mac’è chi resiste e il libro è de-dicato a loro.

Marco Politi, La Chiesa delno. Indagine sugli Italiani e lalibertà di coscienza, Monda-dori, 2009, pp. XII-365, euro19,00

Troppi "no" ha pronunciatola Chiesa nell'ultimo decen-nio. Il bilancio delle legginon fatte o malfatte in segui-to a pressioni ecclesiasticheè cospicuo: la mancata in-troduzione del divorzio bre-ve e di una legge sulle coppiedi fatto, la legge sulla fecon-dazione assistita e infine lavicenda di Eluana Englaro. Ilviaggio di Marco Politi giun-ge negli ambiti più vari: ilmondo ecclesiastico, lascienza, la medicina, la poli-tica, la teologia, il cinema, ildiritto. "Assistiamo a unostraripamento totale dellaChiesa, favorito dalla man-canza di rigore laico dell’at-tuale classe politica”, notaEmma Bonino nella prefa-zione, augurandosi che il li-bro possa contribuire a chia-rire il ruolo di ciascuno nellasocietà.

David Quammen, L’evoluzio-nista riluttante. Il ritratto priva-to di Charles Darwin e la na-scita della teoria dell'evoluzio-ne, Codice, 2008, pp. 234,euro 22,00

Sulla teoria dell'evoluzionee sul suo creatore sono statescritte montagne di libri earticoli, dai più divulgativiai più specialistici. DavidQuammen ha affrontatoDarwin da un'altra pro-spettiva, partendo dal datobiografico del naturalistainglese per intrecciarlo inuna rete sempre più fittacon il percorso intellettualee scientifico che lo portò apubblicare - dopo anni diletture, approfondimenti,ricerche e tentennamenti -il testo che avrebbe posto lebasi della biologia contem-poranea, L'origine dellespecie. Il risultato è il ritrat-to dettagliato di un uomoche dalla tranquilla campa-gna inglese preparava unarivoluzione culturale cheancora oggi non ha esauri-to il proprio vigore.

a cura di Maria Pamini

16LE NOSTRESEGNALAZIONI

LETTURE !

Stefano Rodotà, Perché laico,Laterza, 2009, pp. 194, euro 15,00

Se il titolo dell’ultima pubblicazione diStefano Rodotà fosse in forma interrogati-va: Perché laico? la risposta potrebbe esse-re semplicemente: Perché democratico.Infatti, per il giurista e politico che ha lega-

to a lungo il suo nome all’Autorità per laprivacy, non può esserci democrazia senzalaicità, poiché questa è “un potente fatto-re di libertà per tutti, dunque principio ine-ludibile di riferimento e misura dell’agiredei cittadini e delle istituzioni”.

La parola chiave di tutto il testo è la co-scienza, analizzata da due punti di vista: lalibera formazione della personalità indivi-duale e l’obiezione di coscienza, che laChiesa, in una fase di rinnovato tempora-lismo in cui riesce a proiettarsi, secondoRodotà, anche oltre lo stesso Concordato,richiede in modo sempre più incalzante aicattolici nella loro dimensione politica esociale.

Nel primo caso l’accento è posto sullosviluppo dell’individualità che deve favo-rire l’autonomia di giudizio e la liberaespressione di ciascuno. “La laicità è anchequesto. Il non lasciare sole le persone, manon interporre tra esse e le loro decisionimediazioni che distorcono la libertà dellascelta, che la fanno dipendere dalla “co-scienza” altrui. Un cammino, questo, chepuò essere percorso in libertà solo se lepersone sono messe in condizione di di-sporre di tutte le conoscenze necessarie,delle risorse che le affrancano dalle costri-zioni”. Serve quindi la “consapevolezza ne-cessaria per costruire uno spazio pubblicodove l’accesso alla conoscenza e il suo va-

glio critico siano possibili”. Ecco perchéRodotà insiste sull’importanza di un inse-gnamento laico, contro una scuola domi-nata da una qualsivoglia confessione, reli-giosa o politica, luogo di libero confrontoe di apertura verso le diversità, come giàavevano sottolineato Salvemini e Cala-mandrei, per il quale la scuola era un “or-gano costituzionale”. Oggi l’opinione pub-blica è sempre più sondata e sempre menoinformata e indotta ad una partecipazio-ne attiva, tanto è vero che uno degli argo-menti ricorrenti (usato anche nel 2005 perconvincere ad astenersi al referendum sul-la legge 40) è che su certi argomenti, trop-po “complessi” o troppo “sensibili”, i citta-dini non possono esprimersi.

Per quanto riguarda, invece, l’obiezio-ne di coscienza che molti politici rivendi-cano sui temi etici, Rodotà illustra conchiarezza come si tratti in realtà di un tra-vestimento della libertà di coscienza, poi-ché di fatto questa pretesa spesso determi-na un’asimmetria pericolosa: “massima li-bertà di coscienza per i legislatori, minimaquella dei destinatari della norma, dellepersone”, quindi “non tanto la liberazionedella coscienza individuale, quanto piut-tosto l’uso di questo strumento per sosti-tuire la tavola dei valori costituzionali conuna diversa, strettamente dipendente dal-l’adesione a un credo”.

Del resto la stessa operazione di dissi-mulazione è stata condotta anche per ilconcetto di “indisponibilità della vita”, re-centemente spogliato della sua accezionegiuridica originaria di impossibilità di di-sporre della vita altrui (non certo della pro-pria) e che tante volte è stato richiamatonel caso di Welby e di Englaro per contra-stare la loro volontà di autodeterminazio-ne.

Uno dei meriti del testo di Rodotà èquello di ripercorrere gli avvenimenti chehanno investito negli ultimi anni le nostrecoscienze: la legge 40 (che stigmatizza co-me una regressione netta dei diritti delledonne e un attentato alla libertà di ricercascientifica), la vicenda di Welby e quelladella Englaro, la visita del papa alla Sapien-za.

Sorprende, infine, che Rodotà abbiaposto sullo stesso piano la “prepotenza deiradicali” nel voler porre all’attenzione del-l’opinione pubblica i diritti civili e “l’enfasidei mezzi d’informazione” nell’amplifica-re casi sensazionali che creano audience.In realtà prepotente è colui che ha il pote-re di imporre agli altri la propria volontà equesto non è il caso dei radicali, se guar-diamo con serenità i dati della presenza(sarebbe meglio dire “assenza”) dei radi-cali nei mezzi di informazione (sarebbemeglio dire dis-informazione).

Perché laico? Perché democratico

Page 29: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

UMBERTO VERONESI

Il Congresso Mondiale per lalibertà di ricerca, organizzato dal-l’Associazione Luca Coscioni,rappresenta un convegno di altaqualità. Grandi contenuti checertamente vedono una buonaparte dell’interesse sulla futuracapacità della scienza di curarepersone colpite da malattie cro-nico degenerative. Ma di alto pro-filo anche perché pone dei pro-blemi di fondo sostanziali, per-ché la libertà di ricerca sia di nuo-vo rilanciata come un diritto pri-mario delle civiltà occidentali enon solo. Credo che dobbiamoesser tutti d’accordo su questoprincipio: la libertà di ricerca è undiritto inalienabile. E la civiltàdella ricerca si identifica con la ci-viltà di pensiero. Il pensiero del-l’uomo è inevitabilmente per suastruttura portato alla conoscen-za, tende naturalmente ad allar-gare la sfera della sua conoscen-za. Fa parte del dna delle nostrecellule questa tensione. Quindiallargare la conoscenza vuol direfare ricerca. Non c’è libertà dipensiero se non c’è libertà di ri-cerca.

Teniamo conto anche che illinguaggio scientifico è un lin-guaggio universale, un linguag-gio che travalica le nazioni, i con-fini, le religioni, le razze, gli aspet-ti etnici che costellano il mondo,è quindi un elemento unificato-re, un elemento di pace. Pensoche la scienza debba essere pro-motrice di un grande movimen-to pacifista mondiale, perché hadalla sua un linguaggio universa-le.

La scienza è poi quella che ciha portato a una condizione,quella attuale, di un discreto be-nessere. Abbiamo eliminato legrandi epidemie: la peste, il vaio-lo, il colera, la poliomelite è spari-ta. Pensate poi ai passi avanti nelcampo della comunicazione,un’altra forma di progresso civileche ben rappresenta, di fatto, lafunzione internazionalistica del-la scienza.

Ma quali sono i grandi osta-coli che impediscono alla scien-za e alla libertà di ricerca di anda-re avanti?

Il primo grande ostacolo è ilpensiero religioso - non possia-mo negarlo - perché scienza e fe-de non riescono a combinarsi.L’uomo di fede crede ciecamen-te in una verità che gli è stata rive-lata, addirittura attraverso i librisacri e quindi da Dio. È una verità

indiscutibile e non può essereche dogmatica. E quindi un verouomo di fede non può che essereintegralista. L’uomo di scienza in-vece costruisce il suo corpo di co-noscenze attraverso l’evoluzionedel pensiero teorico e attraversol’osservazione sperimentale del-le sue premesse teoriche. Natu-ralmente in questo lungo proces-so di acquisizione vi sono diffi-coltà, incertezze, dubbi e il dub-bio permanente è la regola delpensiero scientifico: l’uomo discienza non è integralista ma èpossibilista. Una società formatada due costituenti così diverseavrà sempre difficoltà a trovareun accordo.

Il secondo ostacolo: non è so-lo il pensiero religioso a esserecontrario alla scienza; abbiamoavuto pensieri anche ideologici,di un filone di un certo ambien-talismo che rifiuta il cambiamen-to, la novità, l’innovazione; chepensa che la natura, la terra, deb-bano essere conservate così co-me sono. E’ una bizzarra condi-zione. Questi ambientalisti han-no anche inventato un principio:il cosiddetto principio di precau-zione, un’assurdità visto che laprecauzione non può essere unprincipio. Un principio può esse-re di fisica, di chimica, di mate-matica, ma la precauzione è unatteggiamento nostro, quotidia-no: la precauzione è la cautela, lapaura. Ma non si può parlare delprincipio di paura o di cautela.Non ha nessun significato comeprincipio. E invece averlo identi-ficato come tale è diventato unpunto di riferimento per molti le-gislatori che pensano che questovada osservato in maniera totale.

Il terzo grande ostacolo pro-viene dal mondo politico che dasempre, dai tempi di Socrate chefu condannato a morte per averdichiarato di non credere neglidei, è sempre stato l’espressioneconcreta dell’assolutismo e delleideologie più negativiste. Non di-mentichiamoci che le grandi tra-sformazioni politiche come la ri-voluzione francese o l’illumini-smo sono state spesso il risultatodell’evoluzione scientifica: Co-pernico, Galileo e poi Newton,Darwin hanno fatto di più percambiare il mondo nella sua poli-tica, che tanti tipi di sviluppo dipensiero filosofico. Non dimenti-chiamoci che la rivoluzione fran-cese ha trovato la sua origineprincipale nell’Enciclopedie diDiderot e D'Alembert, cioè nelladivulgazione del pensiero scien-

tifico ovvero un pensiero razio-nale.

Oggi la scienza ha questi tregrandi ostacoli: religioso, politico,ideologico. Quando questi tre

ostacoli si mettono insieme percontingenze storiche come in

questo momento, come in que-sto nostro Paese, veramente ri-schiamo di essere in una condi-zione di grandissima difficoltàper lo sviluppo civile di una so-cietà che meriterebbe altro.

Cosa si può fare? La prima co-sa che credo si possa fare è trova-re soluzioni di convergenza. Ab-biamo avuto una convergenzaquando si è deciso per la morato-ria sulla pena capitale, il mondoreligioso e il mondo scientifico sisono trovati d’accordo. Io sto ten-tando di creare un grande movi-mento per la pace, e sappiamoche una buona parte del pensie-ro religioso è vicino a noi. Questaè una prima via, che potrebbenon dare grandissimi risulti, mache merita di essere battuta. Se-conda cosa che possiamo fare èdiffondere sempre di più il pen-siero scientifico. Il Professor Gil-berto Corbellini è un maestro inquesto campo; abbiamo creato larivista “Darwin” insieme, un gior-nale scientifico importante per ladivulgazione scientifica; ho costi-tuito una fondazione sul progres-so delle scienze. L’esigenza di dif-fondere il pensiero scientifico èdata anche per un atteggiamen-to che è stato alimentato nel pen-siero quotidiano della gente: c’èun movimento sotterraneo anti-scientifico che vede più i pericolidella scienza che i suoi benefici.E questo va assolutamente supe-rato. La terza cosa è cercare di al-largare il fronte laico: il voler crea-re un Congresso Mondiale per-manente sulla libertà di ricerca.Questo è un grande passo inavanti. Concepire questa agenziamondiale che rimanga semprepresente, che non ci sia un Con-gresso ogni tre anni ma rimangasempre sul territorio inizialmen-te a Bruxelles ma poi in ogni par-te del mondo con le sue dirama-

zioni. Un Congresso permanen-te per la libertà di ricerca sarà si-curamente utile perché stiamoandando incontro a una societàpluralistica, multietnica, multi-confessionale e quindi i temi eti-ci saranno il fondamento del di-battito dei prossimi anni. I dibat-titi di tipo economico, infatti, sisono attenuati oramai, perchétutti, la destra, la sinistra sono tut-ti d’accordo sul principio del-l’economia di mercato; certo, c’èmolto da fare a livello sociale, mai temi più profondi non sono piùla differenza tra l’economia diStato versus l’economia libera,ma i temi riguardano la diagnosipreimpianto, le cellule staminaliembrionali, i rapporti di coppiaomosessuali o etero, il divorzioabbreviato, la fecondazione assi-stita, la clonazione e il relativo tra-sferimento nucleare, gli ogm, ildiritto al rifiuto alle cure, il pro-blema del testamento biologico,(che purtroppo sarà presto og-getto di un dibattito che non saràun grande dibattito, ma l’imposi-zione di un dibattito) e l’eutana-sia. Quindi è evidente che tuttiquesti temi saranno nell’agendadei grandi dibattiti della futura ci-viltà. Avevo suggerito una voltache l’Europa costituisse una “Ca-mera alta”, di uomini di pensiero,di studiosi, di teologi, di politici,che potessero confrontarsi sul fu-turo dell’umanità in base alleenormi rivoluzioni biotecnologi-che del dna, dell’informatica, sia-mo proprio ora all’inizio di unenorme rivolgimento che dob-biamo affrontare con molta diffi-coltà ma anche molta lucidità econ molta razionalità. Forse que-sta “Camera alta” non si farà mai,ma questo “ente” permanenteper la libertà di ricerca può inqualche maniera raffigurare l’op-portunità di esplorare il futuro giàsin d’ora in base a quel che lascienza ci porterà, perché lascienza è l’entità che più di ognialtra costruirà il nostro futuro.

Possibilisti controfondamentalisti

CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA

PAGINA 3

17RICERCA SENZA FRONTIERE

Religione, ambientalismo ideologico e assoluti-smo politico: se questi tre fronti si saldano, l’unicarisposta di civiltà è un presidio permanente per lalibertà di ricerca scientifica.

Umberto VeronesiClasse1925, è un medico, chirurgo e politico italiano. La sua at-tività clinica e di ricerca è stata incentrata per lunghi decennisulla prevenzione e sulla cura del cancro. Nel 2004 ha scritto laprefazione a “Il Maratoneta”, il libro di Luca Coscioni

Il pensierodell’uomo èinevitabilmenteper sua strutturaportato allaconoscenza,tendenaturalmente ad allargare lasfera della suaconoscenza. Fa parte del dnadelle nostrecellule questatensione. Quindiallargare laconoscenza vuoldire fare ricerca.Non c’è libertà di pensiero senon c’è libertà diricerca.

Page 30: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

Iscritti al “Pacchetto area radicale”Si sono iscritti all’Associazione LucaCoscioni con la formula del “Pacchetto arearadicale” (iscrizione a tutti i soggetticostituenti il Partito Radicale Nonviolento,Transnazionale e Transpartito, quota 590euro)Stefano Aiello; Aldo Ajello; Anna Autorino;Demetrio Bacaro; Franco Beccucci; CarloBiagioli; Loredana Biasco; ValentinaBisegna; Fabio Boddi; Mauro Bonomi;Adriano Branca; Roberto Branca; GiuseppeCamarra; Giuseppe Candido; StefaniaCastelli; Vittorio Ceradini; AchilleChiomento; Giancarla Cicoletti; VandaClapiz; Simona Colombo; RodolfoCoscioni; Felice Antonio Curiale; MariaTeresa Dal Monte; Pietro Dall'aglio; TamaraDe Gasperis; Francesco De Pietto; FabioDel Castello; Vezio Della Valle; RobertoDelle Chiaie; Giovanni Di Blasi; MariaGraziella Di Blasi Ciccarello; Isa Di Domizio;Josef Espen; Federico Favilli; MariaForteza; Fernando Fratta; AlessandroFrezzato; Andrea Galanti; Giovanni OsvaldoGandini; Giacomo Ghiringhelli; GiulianoGuidi; Marco Iudicello; Giambattista LaRosa; Valerio Giovanni Laboni; Carlo Lanza;Franco Joseph Levi; Lupo Macolino; LinoMadoglio; Paola Manfroni; CristianoMarcatelli; Giovanni Marchesiello; SimoneMarturano; Eugenio Mascagni; PierCostante Merge'; Liliana Merlini; EttoreMessina; Cristina Molinari; Paolo Osso;Davide Palumbo; Giorgio Pasqualini;Andrea Pessarelli; Enrica Pianelli; PietroPipi; Cettina Pizzoli; Donatella Poretti;Vincenzo Rocco; Andrea Romagnoli;Leonardo Russo; Simonetta Salvadori;Donata Sandri; Paola Scaramuzza; BarbaraSimionati; Maria Luisa Smacchia;Emmanuele Somma; Marco Tarabella;Silvana Tei; Silvio Vergallo; Paola Viero;Giacometta Zucconi; Germana Zulian

Iscritti (per cui vale abbonamento aAgenda Coscioni)Marco Perduca 1000 euro; Orio Ciferri 500euro; Alda Maria Valente 400; PietroAntonio Viscardi 400; Patrizia Giribaldi300; Giorgio Cusino 200,05; Maria CristinaBandinelli 200; Michel Bineau 200;Santino Blasioli 200; Claudio Bucalossi200; Giovanni Bucci 200; Paola Cairoli200; Giulio Costanzi 200; Giuseppe DallaSanta 200; Fiamma Doro 200; DanieleFichera 200; Carlo Flamigni 200; MarinaMengarelli 200; Caterina Mognato 200;Mario Patrono 200; Flavio Pizzini 200;Giovanna Placido 200; Nicoletta Valestra200; Emma Villa 200; Gerolamo DomenicoZucchi 200; Roberta Zunini 200; GiovanniVegetti 170; Francesco Oriolo 150;Michele Palermo Patera 150; MaurizioRossi 150; Diego Silvestri 150; ClaudiaSocco 150; Francesco Buffolo 120; PaoloCasarin 120; Angelo Di Nuzzo 120;Armando Fratini 120; Cesare Giovanardi120; Fiorenzo Negrizioli 120; Giuseppe

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Vincenzo Russo 30; Giancarlo Sogari 30;Marco Sommariva 30; Gianmaria Copes25; Lorenzo Ghelfi 25; Luisito Grenni 25;Francesco Mariggio' 25; StefaniaMassarotti 25; Francesco Musso 25;Elena Piatti 25; Antonella Pieri 25;Costante Vannini 25; Renato Patelli 25;Stefano Voltolini 22; Amedeo Amadessi20; Giancarlo Aosani 20; Piero AndreaBarone 20; Francesca Beltritti 20; PierLuigi Camparini 20; Antonietta Cancian20; Marisa Casaccia 20; Lia Cavalli 20;Guido Chiarappa 20; Daniele Ciolli 20;Rosalidia Cirella 20; Antonio Cistaro 20;Fabiano Citi 20; Diego Cogliandro 20;Marco Cozza 20; Luigi Damian 20; EnricoDazzani 20; Franco Doris 20; MatildeDuschanek 20; Giorgio Fabris 20; CarmeloFallo 20; Maria Luisa Favero 20; M.L.Ferraro 20; Enrica Fossati 20; MarioGabriele 20; Marco Gendusa 20; DaniloGheno 20; Carla Giordani 20; GiovinaGrasso 20; Luisa Gurzoni 20; FrancescoLaruccia 20; Enrico Mancini 20; MauroMarchesi 20; Raffaele Mauro 20;Leonardo Mazzeranghi 20; Rosa Milanesi20; Alessandro Montefusco 20; AntonellaPalazzi 20; Davide Rabuffetti 20; SalvatoreRosso 20; Giorgio Rovelli 20; LauraSacerdote 20; Anna Sardini Gattai 20;Francesca Sarli 20; Ernesto Sgarbi 20;Damiano Simari Benigno 20; Maria LiciaSotgiu 20; Rolando Tarchi 20; FrancescoTellini 20; Maria Vanna Zanini 20; MarcoBechelli 20;

ContributiGiovanna Figini 15; Anna Geisser Pagani15; Enrico Vergato 15; Carla Visconti 15;Raffaele Boglione 10; Andrea Bruschi 10;Ivano Busolini 10; Elena Caramazza 10;Paolo Cattozzo 10; Angelo Cavagna 10;Manila Cavalieri 10; Daniela Cioci 10;Tommaso Comunian 10; Rosa Dal Corso10; Rosa D'ambrosio 10; Roberto DellaPietra 10; Ada Docci 10; Ugo Ferri 10;Ilaria Galli 10; Roberto Gallorini 10;Michele Graziano 10; Franco Lanteri 10;Carla Lenti 10; Valentina Leone 10;Jacqueline Locatelli 10; Anna MagniFabbri 10; Franco Marozzini 10; GiuseppeNoel Dutilleul 10; Marco Pasi 10; EsterPiva 10; Fabio Quaglia 10; MonicaQuaiattini 10; Ada Rizzi Marmi 10; AdaRogato 10; Laila Simeoni 10; MauroSottile 10; Ruggero Spataro 10; VittorioSpinelli 10; Robert Stalder 10; PaoloVianello 10; Armando Villani 10; MariaAlessandra Pisano 10; Domenico AntonioMartino 8; Fortunata Caputo 5; GiovanniDe Pasquale 5; Silvana Pagnotta 5; R.Rathman 5; Egidio Salerno 5; RenatoSorelli 5; Teresa Tannozzini 5; VincenzoVarone 5; Lara Zinci 5; Anna Paola Meloni2; Angela Maria Ramacci 2

18STORIE DI SPERANZA

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

Iscritti nel mese di febbraio

LUISA PANATTONI

Iscritta da circa un anno all’AssociazioneCoscioni, faccio l’insegnante e voglio raccontarela mia storia, anche per dar voce a tutte quellepersone che come me vedono calpestati i propridiritti.Sono ormai trascorsi 15 dolorosi anni daquando sono stata investita da un uragano chesi chiama sclerosi multipla. All’epoca delladiagnosi non conoscevo nulla di questa terribilemalattia; ho cominciato così a documentarmi,ma al tempo stesso a vivere sulla mia persona idanni che questa patologia comporta.All’inizio mi rubava piccole libertà, poi in modocrudelmente progressivo ha fagocitato anchetanti rapporti ed affetti. Nel giro di pochi annisono stata costretta ad utilizzare una luccicantesedia a rotelle. Poi, oltre ad essere derubatadell’uso delle gambe, ho perso anche quellodelle braccia, diventando così una “splendida”tetraplegica.Siccome non mi è mai piaciuto piangermiaddosso, mi sono chiesta: “E ora che faredell’entusiasmo e della passione che nel miolavoro d’insegnante ho sempre profuso? Nonvoglio che la sclerosi multipla sia l’unico poloattorno al quale ruoti la mia vita!” Quindi ègiusto continuare a “camminare” a fianco deimiei ragazzi.Realizzare questo obiettivo mi sembrava fattibilein un Paese che si reputa civile. Mi sbagliavoprofondamente. In realtà se oggi sono con lamia sedia a rotelle ancora dietro ad una cattedralo devo solamente alla mia caparbietà, nonavendo ricevuto dalle istituzioni un aiutoconcreto a livello di assistenza alle mie necessitàquotidiane ed ai problemi di mobilità perraggiungere la scuola dove lavoro. Per far fronte

a questi bisogni ci vorrebbero risorse umaneeffettivamente in grado di aiutare a superare conprofessionalità i miei impedimenti motori.Per arrivare alla mia scuola, che si trova in uncomune diverso da quello di residenza,considerata l’impossibilità di utilizzare i mezzipubblici (trambus fornisce un servizioesclusivamente su territorio comunale), sonocostretta ad usare la mia automobile guidata dauna persona che io devo trovare fra candidatispesso improvvisati per le mansioni da merichieste.E la ricerca di questo personale è sempre unascommessa persa in partenza: non esistono,infatti, associazioni in grado di indicareoperatori specializzati. Così mi ritrovo come unfunambolo a saltellare da un tentativo all’altro,pagando a caro prezzo la volontà di non volerrimanere a letto o più in generale agli “arrestidomiciliari”. Infatti, sembra proprio questo ildestino più consono per un disabile.Mi addolora arrivare ad una triste conclusione:chi sceglie la dignità in questo Paese che diconocivile non può né vivere né morire. Vorreichiedere ai paladini della vita in qualsiasi formae a qualunque costo: perché quando questapone delle difficoltà, né le istituzioni né lasocietà civile se ne fanno carico? È solo il grandeindividualismo così diffuso che non permette aidisabili di danzare la vita e di ascoltarne lacolonna sonora come è giusto che sia?Sarei felicissima di ricevere una risposta perchédella vita io sono innamorata.

@pprofondisciPer leggere e commentare questa ed altre “storie disperanza”, www.lucacoscioni.it/flexinode/list/10

LUISA IO VOGLIO

VIVERE, NON

SOPRAVVIVERE

Page 31: Agenda Coscioni anno IV n.03: marzo 2009

[email protected] lettori di Agenda Coscioni ci possono scrivere all’indirizzo [email protected] oppure a Via di Torre Argentina 76 - 00186 Roma

Onde sulle coscienzeCara Mina, ho deciso di scriverle oggi perunirmi a lei e ai molti altri, che riflettono e rin-graziano le meravigliose Vite di persone comeEluana, Piero, Luca e tanti altri che hannoscelto di nascere in questo mondo per Poi in-frangersi, come gigantesche onde dell'ocea-no, sulle coscenze di milioni di persone! Perfar riflettere. Per insegnare. Per raccontarcidella vita e della morte. Lo hanno fatto peraiutare questa umanità ancora troppo malatadi ignoranza, troppo spaventata! Troppo sog-giogata dalle menzogne sulla morte. Ci sonomolti politici e preti arroganti! i primi divido-no la vita dalla morte, schierandosi; i secondi,separano l'Uomo da Dio! "Che Dio li perdo-ni!". Per loro, non deve assolutamente nasce-re quella nuova cultura umanistica per cuiogni essere è degno di rispetto e fiducia, e de-cide di se stesso! Ma per fortuna ci sono quel-le gigantesche onde dell'oceano! Che spazza-no via i giochi di potere e le bugie! Che ci ri-cordano che la morte non esiste e che nascitae morte è per noi tutti l'infinita risacca dellaVita eterna! Come le onde del mare, nasciamodalle profondità della vita, ci manifestiamo suuna spiaggia, per poi reimmergerci un attimodopo e così all'infinito. Nessuno può impedi-re alle onde del mare di andare e venire! Nes-suna legge può imbrigliare il respiro della vitaeterna! Io che ho la SLA, vedo ogni giorno ilmio corpo decadere e disfarsi irreversibil-mente. Ma simultaneamente sento la mia vi-ta crescere, dilatarsi e riempirsi di gioia. Sefosse vero che la vita finisce, non dovrei sen-tirmi così! Dovrei essere disperato o a lutto perme stesso! Invece no! È una gioia poter venireal mondo e poi andarsene, piu ricchi di espe-rienza! Più consapevoli del gusto di vivere edel suo valore! E poi chissà quante altre av-venture ancora! Per cui che nessuno sottragganemmeno un minuto alla mia vita e nessunoritardi di un minuto la mia morte! Poiché so-no entrambi aspetti della stessa “cosa” sonoentrambi, come le due braccia di un unicoabbraccio che faccio a tutti! Giancarlo

La tua vita è miaQuando qualcuno ci dice che la nostra vita nonè a nostra disposizione, lo fa perché ne vuole di-sporre lui. Marco Forlivesi

Lasciateci almeno questalibertà

Deve esistere il diritto per ognuno di noi di sce-gliere se e come vivere e se e come morire. E in-torno deve esserci un silenzioso rispetto peruna scelta degna di essere rispettata. Non puòessere un politico o un magistrato a impormi divivere, anzi sopravvivere, per anni attaccata auna macchina, senza la possibilità di ridere congli amici, di mangiare una pizza, di vedere il ma-re, di cenare con la mia famiglia. Respirare nonsignifica vivere. Lasciate ad ognuno di noi alme-no la possibilità di decidere della nostra perso-na. E non giudicate perché nessuno ne ha il di-ritto. Simona Carrea

Quando mio padre michiese…

Mi è stato chiesto da mio padre novantenne,dopo lunghe e inutili cure ospedaliere, e dopoessere stato sottoposto ad una operazione chi-rurgica contro la sua volontà di porre fine allesue sofferenze. Ho chiesto aiuto a medici e pa-renti, ma non ho ricevuto nessuna risposta. Misono trovata sola e impotente nel non riuscirea far rispettare la volontà di mio padre. Ancoraoggi ho un peso sulla coscienza per non essereriuscita ad intervenire. Elda Salvadori

Urlo il mio dissensoSignori, sono semplicemente allibito daquanto sta succedendo nel nostro paese, hoappena ascoltato le parole della Bonino in se-nato, prontamente tagliate su RAI GRPR, che

condivido totalmente. Sulla scia delle emo-zioni, vogliono trascinare il paese verso unadittatura. Il TG1, da sempre devoto alla causa,da giorni cavalca l'onda e il paese non è in gra-do di reagire, anzi c'è chi inneggia "BeppinoBoia"!!! Io non sono più disposto a tollerarenascosto tra la maggioranza silenziosa. Ho bi-sogno di urlare il mio dissenso, di oppormi, dilottare per la libertà del mio paese, per la li-bertà di vivere e quella di morire. Aderirò aqualsiasi manifestazione e iniziativa, ma fac-ciamoci sentire!!! Cristiano Baldoni

Le vostre iniziative sono di chi ama la vita!

Cari Manconi e Cappato, ho letto oggi sul sitode l'Unità la vostra iniziativa relativa al testa-mento biologico. Ho immediatamente prov-veduto a scaricarlo e compilarlo e lo spediròal più presto. Approfitto dell'occasione perringraziarvi per quanto state facendo. La vo-stra iniziativa non sarebbe necessaria se l'Ita-lia fosse un paese normale e civile, ma pur-troppo di questi tempi anche le iniziative co-me la vostra rappresentano un atto di corag-gio. Io amo la vita e proprio per questo ho sotto-scritto il testamento biologico. Lo faccio perme e soprattutto per la mia famiglia; non vo-glio che corra il pericolo di passare quello chehanno passato le famiglie Coscioni, Welby eEnglaro e purtroppo tante altre come loro. Siparla tanto in modo demagogico e ipocrita didiritto alla vita. Le iniziative come la vostra so-no quelle di chi ama veramente la vita. Gra-zie Alfonso Cornia

L’AGENDADEI LETTORI 19

LETTERE

DIRETTORERocco Berardo

CAPO REDATTORIMarco Valerio Lo Prete Tina Santoro

GRAFICAMihai Romanciuc

HANNO COLLABORATOAngiolo Bandinelli, MarcoCappato, AlessandroCapriccioli, Josè De Falco,

Francesca Farruggia, ElettraFilardo, Susana Galli, SimonaNazzaro, Maria Pamini, CarmenSorrentino, Giulia Simi, SaraTescione, Emiliano Vigilante

Illustrazioni: Paolo Cardoni

IL NUMERO TRE/09 DI “AGENDA COSCIONI” È STATO CHIUSO MERCOLEDÌ 25 FEBBRAIO 2009Il mensile “Agenda Coscioni”, giunto al suo trentunesimo numero, ha una tiratura media di 40.000 copie, distribuite via posta su scala nazionale.

I numeri arretrati di “Agenda Coscioni”sono liberamente scaricabili all’indirizzo:

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