2006-4 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 4 AGOSTO - SETTEMBRE 2006 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI 1 P o s te I ta li a n e S .p .A . - S p e d . in A .P . D .L . 3 5 3 /2 0 0 3 ( c o n v . in L . 2 7 /0 2 /2 0 0 4 n ° 4 6 ) a r t. 1 , c o m m a 2 , D C B /5 2 /2 0 0 4 - A R E Z Z O - T a r if f a p a g a ta - T a x e p e r ç u e * * * Due storie del nostro tempo. Da guar- dare con stupore. E con le quali confron- tarsi personalmente. l'editoriale di enzo papi 2 di Vera Cuccini In copertina

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 4 AGOSTO - SETTEMBRE 2006

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XXXX - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

I cipressidi Vera Cuccini

Come erano piccolele tenere pianticelleche alcuni anni faimmisi nella buona terra!Il tempo passa, veloce,non me ne avvedo...ma ora i miei cipressime lo fanno vedere.Sono già alti, svettanoor cupi, or silenziosi,or fruscianti, or mormoranti,verso l’azzurro del cieloquali creature vive.Il mio sguardo si posaattento, tra il verde scurodei loro fitti ramiattratta dal cinguettiogioioso dei nidiche ivi si nascondono.Tanta pace donano al mio animosono ricordi d’un tempo lontano,gioia di vivere, speranzee desideri che s’acchetanonella calma serenitàdell’età matura.

l'editoriale di enzo papi

Due storie del nostro tempoMi piace rilevare due fatti degli ulti-

mi mesi, dal momento che -mi sembra-hanno una loro rilevanza dal punto divista educativo ed ecclesiale; nel sen-so che raccontano, nella loro semplicitàe naturalezza, la profondità di una ap-partenenza alla storia della Chiesa loca-le e, soprattutto, la capacità che questaChiesa ha di generare personalità vera-mente adulte, maestre quindi e segnoautorevole per la vita di tutti. Ma andia-mo per ordine.

* * *Nel gennaio scorso è uscito il volu-

me, per le Grafiche Borgo s.r.l, di GraziellaGhignoni dal titolo “Il volto della vita”.Ne sono venuto a conoscenza, leggen-dolo d’un fiato, durante lo scorso perio-do pasquale; è una testimonianza umanache vale la pena di essere conosciuta. Lalettura mi ha coinvolto e non solo perchél’autrice è una di noi, di S. Fiora, e citapersone che possiamo incontrare perstrada o che, se decedute, sono statecomunque conosciute da molti, ma an-che perché la limpidezza, la linearità, labellezza e la drammaticità umana dei fattiraccontati ci introducono in una condi-zione esistenziale ricca di contenuto e,soprattutto, di una fede semplice e po-tente. L’autrice nel libro si racconta, nelsenso che racconta la propria vita nelquotidiano svolgersi degli eventi: fami-glia contadina, un matrimonio d’amorespezzato da una malattia inguaribile, ildramma di un figlio morto per un inciden-te di strada, la felicità per una figlia checresce saggia e brava. Il tutto narratocon la naturalezza di una personalità incui il sensus fidei, nato attraverso l’in-contro con sacerdoti-maestri di fede econ una comunità rurale viva e ricca disenso, diventa punto di riferimento emomento di orientamento anche nellesituazioni umane più dure e cariche didolore e sacrificio. A questo proposito èmolto vera la descrizione del parroco, ilcompianto don Marino Muscinelli. Chil’ha conosciuto non può che ricordarlocome uomo schivo, di poche parole,apparentemente rigido; eppure grandemaestro di fede. Il libro di Graziella glirende omaggio, indirettamente, proprioper questo, evidenziandone, sotto la

scorza dura e campagnola, la figura diuomo di preghiera e di padre della fedeper tanti uomini e donne come lei. Unesempio di come la Chiesa, attraverso isuoi pastori, sia madre e maestra; luogocapace di generare figli di Dio anche intempi di aridità e di secolarizzazione.

Soprattutto qui, mi sembra, è la bel-lezza della testimonianza dell’autrice delvolume.

* * *Estate, tempo di vacanza. Un’auto

corre sull’autostrada per raggiungere,sulle Alpi, il campeggio organizzato dalprete. Un terribile incidente: la famigliolaè sterminata; padre, madre e due adole-scenti. Sansepolcro: il santuario dellaMadonna delle Grazie, gioiello della fededel rinascimento valtiberino, ha urgentebisogno di restauri molto costosi. Com-pletati i lavori, oltre un anno dopo, lachiesa è stata restituita alla comunitàlocale lo scorso 19 luglio. Ancora unastoria di fede, di cristianesimo adulto: lafamiglia sterminata lascia una cospicuaeredità; gli eredi legano alla sua memoriail restauro del santuario.

Ma come è possibile tutto ciò?È un tempo, il nostro, nel quale il denaroè divinizzato; anche quello che vienedalla disgrazia -per i valori oggi correnti-può essere fonte di fortuna e di agiatez-za. Basterebbe un po’ di tributo al dolo-re, ma poi la vita continua. E una vitaricca fa gola a tanti. Occorre avere incon-trato un’altra storia, allora, altri valori, undiverso modo di intendere e di sentire lavita e la felicità per respingere i criterimondani… e girare la ricchezza per re-staurare un luogo di fede. Il denaro nonè tutto. La memoria della comunità e lapassione per la chiesa sono la vera ric-chezza, i veri gioielli da guadagnare. Chiha voluto restituire all’antico splendoreil santuario della Madonna delle Grazieha voluto documentare tutto ciò: si puòvivere nel mondo seguendo criteri ecomportamenti che non sono del mon-do. Ma vengono dall’ Alto!

* * *Due storie del nostro tempo. Da guar-

dare con stupore. E con le quali confron-tarsi personalmente.

In copertina

Fiera del cocomeroo Palio?

Luca Pucci, nella copertina diquesto numero, ha raffigurato unsimpatico aspetto della fiera del co-comero, quando sovente i rotondifrutti se la svignavano giù per laCroce. Poi ci sono anche quelli chela Croce la fanno in salita...

La fiera del cocomero era unadelle più note della nostra storia pas-sata che ha retto fino agli anni ‘60 delsecolo scorso.L’appuntamento era atteso perchél’unica occasione o quasi per gusta-re il succoso frutto estivo: il coco-mero, meglio conosciuto comecicòmero.

Non ho detto che la fiera ricorre-va il 29 agosto, giornata per Anghia-ri da ricordare perché proprio in que-sto giorno, nell’anno 1603, la reli-quia del beato Bartolomeo,anghiarese doc, fu traslata da Empoliad Anghiari nella chiesa della Crocema oggi si trova nella Propositura.

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2006: un anno da vivere costruendo futuro... insiemedi suor Astrid

6 agosto “Gesù Trasfigurato sul Monte della Gloria”

Siamo in piena estate. Chi è già in vacanza e chi si preparaa partire per vivere giorni diversi: giorni per uscire dallaquotidianità per...

Il periodo estivo favorisce la crescita della nostra personaattraverso il vedere, il sentire, il contemplare.

La visione di mondi o del mare,di aurore o di tramonti,di verdi prati o di azzurro cielo...

Sentire il canto dei ruscelli,il silenzio...

Contemplare le cime dei monti,la luna di notte...

Tutto quanto ci può portare a scoprire nuovamente l’Au-tore di questa nostra vita; la presenza di quel Dio che nonvediamo con gli occhi della carne ma che possiamo intravederegrazie allo sguardo interiore della fede.

Il mese di agosto è molto vicino ed è illuminato dalla lucedel Signore Gesù che manifesta la sua gloria ai discepoli, a tuttinoi credenti, sul monte Tabor o monte della Trasfigurazione.

La parola “trasfigurazione” ci introduce nel grande mistero diGesù. “Trasfigurazione = trasformazione = mutamen-to di aspetto per viva commozione = metamorfosinell’aspetto = trasformazione di un essere umano =apparizione di Gesù nella luce di gloria e con corpodiverso da quello fisico, insieme con Mosè e con Elia,sul monte Tabor, ai discepoli Pietro, Giacomo e Gio-vanni.”

La parola “trasfigurazione” ci fa pensare forse a dei voltidi uomini e donne che dopo la prova, la sofferenza, e persinola morte, risplendono di una luce interiore che si irradia dall’in-timo di loro stessi.

La trasfigurazione non evoca soltanto la metamorfosi diGesù sulla montagna, il risplendere in lui della gloria divina,preludio della sua pasqua e della sua ultima venuta, ma ciricorda anche che soltanto la perseveranza nel servizio di Dioconduce alla gloria. Soltanto sul volto di coloro che ascoltanoil Cristo e si lasciano rinnovare dalla sua parola può riflettersiil volto eterno del Dio vivente.

Tutte le Chiese di Oriente e dell’Occidente celebrano lafesta della Trasfigurazione del Signore. Essa fu celebrata inprincipio per ricordare la dedicazione di una chiesa sorta sulmonte Tabor.

Denominata dall’Oriente “Pasqua di mezza estate” questafesta ricorda l’episodio biblico nel quale fu trasfigurato davan-ti a Pietro, Giacomo e Giovanni e mostrò la sua gloria mentreconversava con Mosè ed Elia (cfr. Mc. 9, 2-10; Lc. 9, 28b-36; Mt.17, 1-9).

La Chiesa ricorda, così, il compimento in Cristo di tutte leScritture personificate da Mosè ed Elia. Inoltre nel Cristotrasfigurato è rivelata all’uomo la sua vocazione alladivinizzazione, e all’intero creato il suo destino di comunionepiena con Dio.

La PASQUA di MARIASolennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, inOriente chiamata Dormizione.

Il 15 agosto celebriamo la Pasqua di Maria, il suo passaggio daquesto mondo al Padre. Anche la liturgia è strutturata inmaniera che vi si può ravvisare uno schema simile alla liturgiadi Pasqua. C’è infatti una vigilia, una Messa che non èsemplicemente la festiva della sera che precede il 15 agosto, mauna liturgia vigilare che si potrebbe celebrare di notte, come siusa in alcuni luoghi, si accendono dei grandi fuochi perilluminare il Transito di Maria. Questa veglia si riallaccia allaprocessione che da antica data ha luogo a Gerusalemmequando il popolo, ancora oggi guidato dai fratelli ortodossi,scende al Getsemani sino alla tomba di Maria. La tradizionecristiana l’ha ripresa in molti luoghi, recando in processionel’icona della Dormizione.

Maria è l’arca che ha custodito la nostra Torah.Maria è beata perché ha ascoltato la Parola di Dio, l’ha messa

in pratica.Maria è la donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi

e coronata di dodici stelle.Maria è colei che assunta in cielo in corpo ed anima.

In definitiva, la spiegazione ultima del mistero dell’assunzioneè l’amore di Dio, che solo può fare simili cose.

Lasciamoci guardare, illuminare, amare dal Volto del Signo-re Gesù per vivere costruendo futuro... insieme.

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CALENDARIO LITURGICOa cura di Franco Cristini

Mese di Settembre 20061° settembre venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesadi Micciano, alle ore 20,30, S. Messa per il Gruppo Uomini deiRitiri di Perseveranza.Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione.3 settembre domenica - Domenica XXII del Tempo Ordinario.Sante Messe secondo l’orario festivo.5 settembre martedì - Primo martedì del mese. In Proposituraalle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.7 settembre giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano ifedeli alla preghiera per le vocazioni.8 settembre venerdì - Natività della B.V. Maria.10 settembre domenica – Domenica XXIII del Tempo Ordina-rio. Sante Messe secondo l’orario festivo.14 settembre giovedì - Esaltazione della Santa Croce. “Tiadoriamo Cristo e ti benediciamo, con la tua croce hai redentoil mondo.”17 settembre domenica – Domenica XXIV del Tempo Ordina-rio. Sante Messe secondo l’orario festivo. Stimmate di SanFrancesco.21 settembre giovedì - San Matteo apostolo evangelista:Seguimi, è la parola che Gesù dice a Matteo esattore delleimposte. Subito Matteo (Levi) lo seguì. Ha scritto un Vangeloin lingua ebraica dove insiste sul tema del regno dei cieli e sullasua realizzazione tramite Gesù di Nazareth. Si dice abbia predi-cato in oriente dove subì il martirio.23 settembre sabato - San Pio da Pietrelcina.24 settembre domenica – Domenica XXV del Tempo Ordina-rio. Sante Messe secondo l’orario festivo.29 settembre venerdì - SS. Michele, Gabriele e Raffaelearcangeli.

Mese di Agosto 20061° agosto martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alleore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.2 agosto mercoledì - Perdono di Assisi. Alle ore 8 del mattinopellegrinaggio dal Cenacolo di Montauto fino alla Maestà diSan Francesco (nei pressi del castello di Montauto). Al ritorno,alle ore 10 circa, Santa Messa presso il Cenacolo.3 agosto giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedelialla preghiera per le vocazioni.4 agosto venerdì - Primo Venerdì del mese. Nel Santuario delCarmine alle ore 21, S. Messa con adorazione.6 agosto domenica – Domenica XVIII del Tempo Ordinario.Trasfigurazione di N.S.G.C. Sante Messe secondo l’orariofestivo. “Gesù prese con sé i discepoli Pietro, Giacomo eGiovanni, salì sul monte Tabor dove apparvero anche Mosèed Elia e si trasfigurò davanti a loro emanando una luce irrealee splendente.”7 agosto lunedì - San Donato, festa grande ad Arezzo per ilsanto Patrono.10 agosto giovedì - San Lorenzo , diacono e martire: subì ilmartirio nella persecuzione di Valeriano imperatore con il piùdoloroso e raccapricciante dei martiri: il santo venne distesosu carboni ardenti. Festa nella parrocchia di San Lorenzo dovealle ore 19 sarà celebrata una Messa solenne.11 agosto venerdì - Santa Chiara di Assisi: nativa di Assisi(1193) e appartenente a una famiglia ricca ed importante, seguìpresto le orme del suo celebre concittadino Francesco. Fondòil secondo ordine francescano detto delle Clarisse nel conventodi San Damiano. Chiara, patrona della televisione, morì nel 1253.13 agosto domenica – Domenica XIX del Tempo Ordinario.Sante Messe secondo l’orario festivo.15 agosto martedì - Assunzione della Beata Vergine Maria.Sante Messe secondo l’orario festivo. “Oggi la Madre di Cristoè assunta in cielo: lodiamo il Figlio Signore del mondo.”20 agosto domenica – Domenica XX del Tempo Ordinario.Sante Messe secondo l’orario festivo.24 agosto, giovedì - San Bartolomeo apostolo protettore dellanostra parrocchia: nato a Cana di Galilea, fu condotto a Gesùdall’apostolo Filippo. È tradizione che egli abbia predicato ilVangelo in India dove fu coronato dal martirio: scorticato edecapitato. È diventato patrono dei macellai, dei conciatori dipelle, dei legatori di libri. Festa nella nostra parrocchia.27 agosto domenica – Domenica XXI del Tempo Ordinario.Sante Messe secondo l’orario festivo.28 agosto lunedì - Sant’Agostino, vescovo e dottore dellaChiesa . Nato a Tegaste nell’odierna Algeria nel 354, dopo unavita giovanile dissipata, spinto dalla madre Santa Monica, fubattezzato nel 387 a Milano. Ritornato in Africa trascorse treanni di vita monastica fino ad essere nominato sacerdote,quindi vescovo di Ippona. Morì nel 430. Ha lasciato numerosiscritti e illustrò sapientemente la fede.29 agosto martedì - martirio di San Giovanni Battista.

Ad Anghiari si festeggia il beato Bartolomeo Magi.Alle ore 18 in Propositura S. Messa presso l’Altare del beato.

Giovedì 10 agosto 2005

San LorenzoLa Comunità di San Lorenzo viinvita a fare festa insieme.

La S. Messa verrà celebrata alle ore 19

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SANTE MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CHIESA DI SAN LEO

-CHIESA DI CATIGLIANOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE

-CENACOLO DI MONTAUTOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura

-PIEVE DI MICCIANO-VALEALLE

Ore 11,30 -CHIESA DI TAVERNELLE-CHIESA DI VIAIO

Ore 12,00 -CHIESA DI TOPPOLEOre 17,00 -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERAOre 15,30 -CHIESA DI TUBBIANOOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 CHIESA delle monache MonterchiOre 10,00 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11,00 S. Maria della Pace Le VilleOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo aPianezze ore 16 (ore 17 estivo).

Giovedì 24 agosto2006

Festa di SanBartolomeo Apostolo

Patronodella Parrocchia

di AnghiariOre 18 canto dei VespriOre 18.30 S. Messa solenne

Segue fraterno trattenimento nel giardi-no dell’Oratorio

Ore 21 Spettacolo dei bambini del catechismoOre 22.30 Tombola con ricchi premi

Primo venerdì del meseal Carmine

Ogni primo venerdì del mese, al San-tuario del Carmine, S. Messa con ado-razione alle ore 21.

Il vostro aiuto per le nostre iniziativePer chi vuole aiutarci nelle iniziative parrocchiali e per il completamento dei lavori in cantierepuò far pervenire la propria offerta sul C/C postale N. 11802527 (trovate il bollettinoalla posta) intestato a Insigne Propositura di S. Bartolomeo e indicando la causale.Oppure, senza alcuna spesa, presso le sedi delle Banche locali: Banca di Anghiari e StiaC/C n. 5053; Bancaetruria C/C n. 3389 e Monte dei Paschi di Siena C/C n.2643/46.Grazie!

Mercoledì 2 agostoPerdono di Assisi

Dal Cenacolo di Montauto, alle ore 8, pellegrinaggio finoalla Maestà di San Francesco, nei pressi di Montauto.Alle ore 10 S. Messa.

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

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* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Un muro ben fattodi Emmedipì

Mi riferisco al muro di cinta dell’ortodelle Monache di San Martino di den-tro, poi diventato l’orto di Gosto (anziera Gostino ad essere dell’orto) e chefino a una trentina di anni fa riforniva diverdura fresca i nostri fruttivendoli.

Il muro fa anche da confine al par-cheggio realizzato ultimamente dall’am-ministrazione comunale proprio dietro laPropositura (ho apprezzato la messa adimora di alcune piante di cipresso) e lasua sistemazione (era ridotto propriomale) è stata fatta secondo me rispettan-do il modo di operare dei nostri artigianimuratori.

Fateci caso. Non so chi sia l’impresama: Bravi!

Finalmentedi Clèto

Però devo aggiungere subito un al-tro avverbio: purtroppo.

Sto per parlare degli ultimi vasi difiori, residui di una lunga serie che or-nava il Borgo della Croce, dalla chiesaomonima fino alla Fonte e che giornodopo giorno sono stati decimati dagliautomobilisti anghiaresi e non. Ne ab-biamo parlato un altro paio di volte.

Presuppongo che gli ultimi soprav-vissuti (i vasi) siano andati in pensio-ne; ma ora che cosa verrà messo al loroposto?

Sì perché gli automobilisti non scher-zano (gli automobilisti sono i pedoni inmacchina!); se non trovano un ostaco-lo fisico, non si fermano di fronte a“gnente”.

Alla cantonata della Banca, le fa-mose Logge di Borgo, il paracarroricollocato nemmeno qualche mese faè stato di nuovo “fatto fuori” ed ora èsparito del tutto. E ogni tanto i furgonipiù alti tentano di abbattere la lanternain ferro battuto che adorna le soliteLogge di Borgo. È un peccato cheun’opera di artigianato andrà pian pia-no in malora! E non si sa nemmenocosa si possa fare per salvaguardarequesta come altre testimonianze di coseben fattee che cif a n n oa p p r e z -zare daitanti turi-sti e visi-tatori!

E Pieve Sovara?di Mario Del Pia

Le notizie da Pieve Sovara non sono del tutto rassicuranti, non tanto perl’intervento, che sarà senz’altro realizzato, quanto per i tempi.

Il progetto preparato per questa antica Pieve è già stato esaminato in più di unpassaggio dai vari uffici ma non siamo ancora all’OK definitivo.

Auguriamoci che con la volontà dei progettisti e degli Enti interessati si possafinalmente riaprire questo sacro edificio, così carico di storia e di collegamenti conla vita spirituale delle popolazioni della zona. Esso era parte integrante dell’anticoterritorio della Sovara sotto la giurisdizione della Diocesi di Città di Castello e che,da poco dopo il 1500, passò a quella di Sansepolcro. Ora fa parte della Diocesi diArezzo-Cortona-Sansepolcro.

Il braccio destrodi Don Marcodi Emmedipì

Il titolo c’èvenuto così, masi tratta di donMarco che, neigiorni della festadell’Ascensio-ne al Carmine,aveva il bracciodestro sorrettoda un tutore.Tutto era comin-ciato con unarovinosa cadu-ta, senza gravi conseguenze, ma che perun discreto periodo ha costretto all’im-mobilità il braccio destro di don Marco.

Ora tutto è tornato a posto e noi glirinnoviamo i nostri auguri.

Anghiari terra biologicadi Sergio Lombardi

Mentre si cerca di eludere lecosiddette barriere archi-tettoniche, ad Anghiari, ame pare, si creano dove nonesistono. Allora mi sonodomandato da dove ha ori-gine un comportamento tan-

to illogico e fuori da qualsiasi razionalità.La spiegazione logica è di carattere bio-logico: Noi anghiaresi siamo fatti così.Forse sarà l’aria o il tipo di approccio chei nostri progenitori hanno avuto nel ge-nerarci. Anche in antichi documenti sitrova traccia di comportamenti al di fuoridella logica normale dei nostri antenati.

Aldilà delle battute analizziamo i prov-vedimenti presi ultimamente.

Occorre premettere che va saputoleggere nelle parole e quelle che sonodefinite battute hanno sempre un forterichiamo morale. Detto ciò, è stato spesosoldi pubblici per rifare una piazza dellacui esecuzione non sono in grado diesprimere un giudizio. So soltanto cheper me adesso è più difficoltoso cammi-narci sopra.

Quando poi ho visto collocare queiquattro paletti in fondo alla piazza, este-ticamente di una bruttezza unica, mi èsembrata la ciliegina sulla torta.

Io ritengo dal mio punto di vista dicittadino con diverse difficoltà, che sipotrebbero trovare soluzioni alternativemaggiormente valide ai problemi a cui siè cercato di dare risposta nei modi aiquali ho accennato solo in parte, e inve-ce di trovare soluzioni che lascino spa-zio al furbino di turno penso siaauspicabile una maggiore presenza sulterritorio.

Io credo che sia giunto il momentoche ognuno si assuma le proprie respon-sabilità, il progresso non si può fermarema il dovuto e sempre auspicato buonsenso può risultare idoneo a farci viveremeglio.

Sembrano passati decenni da quando i vasifacevano bella mostra di sé lungo il Borgodella Croce. Sono invece passati solo tre annida questa foto!

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...il Palterre

La vignetta di Scacciapensieri:

L'idea potrebbe essere utile!

Un ronzio amicodi Clèto

Andando per la Croce stamattinae non sapendo ancora cosa fare,mentre godevo l’aria fresca e finaecco che dalle Logge Frido appare.

Insieme ci si avvia giù per la chinache va alla Fonte, tanto per cambiare,e allora ricomincia la manfrinadel rumore che ora vo’ a svelare.

Da lontano sembrava un grosso insetto,con il rumor dell’ali che risuonaallor che intorno ai fiori fa il balletto.

Del compressore invece si trattavautilizzato da più di una personae a scalpellar la piazza li aiutava.

Piazza Baldaccio, 5 maggio 2006

Via del “Topo”di Mario Del Pia - 2 giugno 2006

Oggi, dopo diverso tempo, sono ri-passato dalla via che porta al Topo.

Penso che Gastone, il Biga, autore-vole abitante di quella borgata, mi rim-provererà subito ricordandomi che quelluogo situato lungo l’antica strada cheda Anghiari conduceva allo Stato Pon-tificio, si chiama Intoppo. Questo nomederiva -è sempre il Biga che parla- dalfatto che qui alcune persone furonointoppate. A far che e perché, ognunopuò fare le deduzioni che ritiene piùopportune.

Ma torniamo alla nostra strada. Dopola Genga l’amministrazione comunale haprovveduto ad allargarla dato che eraparticolarmente stretta in quel punto.

Devo dire che sono rimasto deluso eamareggiato per tale lavoro perché misembra che la caratteristica di quellastrada, quella sua peculiarità, è andataperduta per sempre.

È vero che il punto era pericoloso eche mio padre, se potesse leggere que-sto scritto, mi direbbe che io non capiscoe che ogni cosa che si realizza ha delpositivo: accetto il giudizio ma rimangodel mio parere!

Il mercato dimezzatodi Emmedipì

Dal 12 luglio il mercato settimanaledel mercoledì è ritornato nella sua sedeormai consolidata di piazza Baldaccio,non per niente si chiama anche piazza delMercatale.

Abbiamo avuto occasione di disqui-sire se la provvisoria collocazione lungoil viale Gramsci tutto sommato non pote-va essere una sede destinata magari aimesi estivi per poter sfruttare l'ombragratuita del viale.

Dal Palazzo non è trapelata alcunaindiscrezione.

Per ora comunque il mercato è ritor-nato in piazza anche se lungo il viale hovisto che sono rimasti alcuni banchi:ecco il perché del titolo preso in prestitoda Calvino.

Il mercato di Anghiari si teneva inprecedenza a Castiglion Fatalbecco -oggi Cul di Paiolo- località sopra il Car-mine con l’aria purificata dalla pineta, efu per concessione dei fiorentini trasfe-rito ad Anghiari.

Mi verrebbe subito da raccontaredelle tante fiere che si tenevano in An-ghiari non ultima quella del cocomerodel 29 agosto, ma è meglio che stia zitto.

Offerte pervenute

La famiglia Tizzi ha fatto pervenire allaparrocchia la somma di Euro 200 per leopere parrocchiali in memoria del defun-to Nello. Grazie!

La famiglia Tavernelli ha donato 600euro per le opere parrocchiali in memoriadi Mino Iacopo.

La somma è stata utilizzata per lagestione dei campeggi estivi e vogliamorinnovare il nostro ringraziamento allafamiglia Tavernelli per la sensibilità di-mostrata.

Il Museo di Piero di Monterchi e altro

L’assessore alla cultura del comune di Monterchi haaffidato la gestione dell’affresco della Madonna del parto,che ancora provvisoriamente si conserva nei locali dell’exscuola di via della Reglia, alla Cooperativa Anghiari vec-chio di Anghiari.

Tre nuovi incaricati hanno il compito di accogliere ivisitatori, dare le informazioni turistiche e fare ciò che ènecessario per i tanti turisti che da ogni parte del mondovengono a Monterchi per ammirare questo capolavoro. Lagestione della Cooperativa succede a quella del sig.Angiolo Perla e della figlia.

* * *Continuano a Monterchi in luglio e agosto i concerti

del mercoledì nel giardino della Madonna del parto.* * *

Il 16 e il 17 settembre ricorre la sagra della polenta aMonterchi.

Fontane d’Anghiaridi Clèto - 15.7.2006

Ultimamente vedevo che alcune fontane come quella appena dentro Portanuova o Porta di sotto e quella delle Logge perdevano acqua e non era possibilechiuderle del tutto.

Stamani con piacere ho visto che Fabiano capitanato dal Meoni hannoprovveduto alla sostituzione degli accessori non più funzionanti.

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Già lo slogan del Campeggio di quest’anno invitava a unariflessione che non si fermasse alla sola esteriorità lessicale, mache avesse un riverbero più ampio. Altrimenti, e sarebbescontato, il titolo indicherebbe un qualcosa di palesementeerrato, o comunque non comprensibile all’occhio umano.

Ma cosa è visibile all’occhio umano? Diceva uno scrittore:“non si vede bene che con il cuore”. Allora diventa vero questotitolo, perché se la compagnia di amici che riesce a portarti viacinque giorni dalle solite cose, per darti la percezione dipossibilità di una felicità possibile, di una realtà amica e nonostile, e a capacità per trovare gusto e significato in tutta larealtà, allora standoci non soltanto mi diverto, (e quindi uno piùuno non fa due) ma divento più me stesso, sperimentando lasovrabbondante felicità che mi è donata, per duemila volte (oforse anche di più...). Cinque giornate piene a Badia Prataglia,nel fresco delle foreste casentinesi.

Ma i soliti cinque giorni, nel solito albergo, a fare apparen-temente le stesse cose dell’anno scorso non servirebbero aniente se l’amicizia vissuta nel frangente non servisse, per lomeno, a rendere continuamente nuove quelle cose. Una delletestimonianze all’inizio della vacanza diceva proprio questo:ogni anno e ogni gesto che facciamo è sempre nuovo.

Ognuno di quelli che ha partecipato porta sicuramente conse un brandello di gioia nel cuore. Ed alcuni, tornando, dice-vano che quest’anno avrebbero vissuto con più intensitàanche il GREST.

Ora ci affidiamo alla testimonianza di alcune ragazze chehanno scritto per la Messa domenicale del 2 luglio, di ritornodal Campeggio.

* * *Ho scelto di partecipare al Campeggio rinunciando ad altrealternative interessanti, perché ho percepito la possibilità diessere felice con l’aiuto di questa Compagnia. Nei giorni diCampeggio ho capito che dobbiamo crescere imparando agustare fino in fondo la realtà.

Giulia

Campeggio Medie a Badia PratagliaUno più uno non fa due, ma duemila volte uno

Questo è il primo anno che sono stata alCampeggio. Se non ci fosse stata la miaamica Martina a convincermi di andare misarei persa qualcosa di bello.

Monica

Anche quest’anno il Campeggio estivo ciha visto riuniti per condividere momenti digioco, di divertimento di preghiera e difratellanza. Questa opportunità per me hasignificato una grande gioia e un grandearricchimento interiore.Ti ringrazio, Signore, per questo regaloche ogni anno ci fai attraverso la nostraParrocchia, e ti chiedo umilmente di offrir-ci ancora tante opportunità perché anchecrescendo sappiamo riconoscere e ap-prezzare quei valori veri sui quali fondarela nostra vita.

Serena

Da questo cam-peggio ho capi-to che per arri-vare a una cosabella bisognapartire e nondare niente perscontato.

Martina

In questa pagina: Il gruppo dei partecipanti al campeggio a BadiaPrataglia, insieme a don Marco e don Severino che ogni anno or-ganizza la vacanza.Sotto: Alcuni ragazzi appena giunti a piedi all’Eremo diCamaldoli.Qui sopra: Sosta durante la camminata a Camaldoli, nel frescodelle foreste casentinesi.Nell'altra pagina: GREST. Iniziando dall'alto: La foto dei parteci-panti al grest sul ponte del “Ponte” durante la camminata partitada Montauto, durante un gioco e il gruppo degli animatori.

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Il primo periodo di GREST: si fa per dire?

E con lunedì 3 luglio è iniziata la grande avventura del grestdell’estate 2006 per la Parrocchia di Anghiari, per i bambini delleelementari e delle medie.

Appena tornati dal Campeggio delle medie di BadiaPrataglia, ci siamo subito buttati nella prima settimana di Grest,e la risposta è stata veramente esaltante. Tutti i giorni abbiamoveramente registrato il “tutto esaurito”, ma naturalmente nondi posti ma forse delle energie… Comunque stanchi ma sicura-mente lieti e grati per il primo periodo di un’estate che sipreannuncia veramente alla grande!

Il programma settimanale del Grest prevede dei giorni conappuntamenti fissi, inmodo da scandire i tempi inmaniera precisa e di daremodo a chi non è presenteuna volta di sapere già ilprogramma del giorno se-guente.

Mentre andiamo instampa si sta svolgendo il

secondo periodo del nostro “aperti per ferie”, mentre i succes-sivi altri due periodi saranno in agosto, e nel successivo numerodel giornale ne daremo adeguato spazio.

L’ultimo giorno di ogni periodo è sempre in programma lafesta, che quest’anno ha un tema diverso ogni volta, anche senel primo periodo è stata molto simile a quella dell’anno scorso,ma il risultato è stato ancora una volta di tantissima allegria edivertimento.

Lo slogan di quest’anno: SI FA PER DIRE?

Le bandiere presenti da più di un mese attorno allaPropositura e all’oratorio ostentano ai partecipanti ma anche aipassanti e ai curiosi lo slogan di quest’anno: si fa per dire?

Per comprendere questo motto è necessario inserire il puntointerrogativo, poiché si tratta naturalmente di una provocazio-ne. In realtà NON si fa per dire, cioè le cose che diciamo duranteil Grest contengono insegnamenti profondi e veri per la vita diognuno, anche se talvolta il metodo usato (giochi, canzoni,ecc…) porterebbe ad esclamare che quello che si dice si fa,appunto, per dire. Ma non è così! Anche Gesù, infatti, perparlare alle folle che lo seguivano usava il metodo delle para-bole, affinché la comprensione del Suo messaggio fosse dav-vero semplice e per tutti.

L'equipe: gli animatori del Grest 2006.

Un numero sempre crescente di partecipanti al Grest richie-deva senza dubbio una corrispondete risposta anche dal grup-po che trascinae anima le gior-nate del Grest.

Come giàdetto anche al-tre volte noncerchiamo dap-prima semplicidoti organiz-zative, comuni-cative o psico-logiche, ma sen-za dubbio la vo-glia di crescere nel rapporto con i più grandi, con la Comunitàe con Gesù Cristo. Poi, verificato questo, diventa possibilediventare animatore, anche al più timido e introverso ragazzo.

Anche quest’anno, dopo diversi incontri di preparazione,gli animatori hanno ricevuto la tradizionale maglietta, che poiresterà a loro per ricordo dell’estate. Anche se i primi giorni nona tutti è stato consentito di indossarla, e di essere, quindi,animatori a tutti gli effetti, nel prossimi periodi vedremo senzadubbio (e ci auguriamo) la crescita in questo senso del gruppoanimatori.

Quando?

dal 7 all’11 agostodal 21 al 26 agosto (in questa settimana è compresa la festa diSan Bartolomeo).

La settimana al Grest

LUNEDÌ: al mattino compiti delle vacanze e studio all’oratorio.Nel pomeriggio giochi e varie attività.

MARTEDÌ: la camminataMERCOLEDÌ: pomeriggio sportivoGIOVEDÌ: la gita insieme in un luogo da conoscere e scoprire

e il “giocone”.VENERDÌ: con ritrovo nel pomeriggio, preparazione dei canti,

S. Messa e poi cena e festa con tutti i genitori e le famiglie.

GREST 2006, continua...

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Il Palio della Vittoriadi Turiddo Guerri

Circostanze avverse mi avevano impedito di assistere alleprecedenti edizioni del Palio. Ieri finalmente vi ho partecipatoe ne sono rimasto entusiasta. Il mio pensiero ora non può nonricorrere ai primi anni Venti quando ero ragazzino.

Il Palio allora si correva coi cavalli dalla Maestà delle For-che alla Chiesa di Santo Stefano. Sulla facciata della chiesa erainfisso il palio di velluto da consegnare al vincitore della cor-sa. Ricordo che nel salotto di Bartolino - negoziante di cavalliconosciuto in tutta la provincia avendo una rimessa anche adArezzo – c’erano alcuni palii attaccati al muro come trofei dialtrettante vittorie ottenute nella corsa di Anghiari, ma anchealtrove. Ero appassionato di cavalli e frequentavo quotidiana-mente quella casa prestandomi volentieri in piccole mansioniadatte alla mia età, come guidare un calessino per accompa-gnare una persona nelle vicinanze o portare all’abbeveratoioqualche pacifico cavallo cavalcandolo. La fonte per dissetarele persone e il bestiame delle vicinanze era di fianco all’attualeBarrino che fu costruito provvisoriamente – si disse – ed èrimasto lì! Io vi abitavo accanto e guardavo con interessel’officina ivi stanziata dove venivano rettificati cilindri di mo-tori e successivamente riparati strumenti musicali. Anghiariera allora sitibonda ed erano frequenti le liti alla fonte sottopiazza per attingere una brocca d’acqua.

Poi, finalmente venne costruito l’attuale acquedotto chefu inaugurato nel 1925 con una bella festa in Piazza Baldaccio,a lato della quale, sul Parterre, fu apprestata una bella fontanacon un alto zampillo d’acqua fresca dell’Abetina.

Una auspicabile miglioramento della rievocazione dellaBattaglia. L’arrivo in piazza della corsa sarebbe piùspettacolare dell’attuale e la massa di spettatori non sarebbeobbligata a correre al Parterre da dove non tutti possono ve-dere, così come non vedono le persone affacciate alle finestre.Un nastro come traguardo posto a circa metà della piazza evi-terebbe qualsiasi dubbio sul primo arrivato poiché vincitoresarebbe chi lo tagliasse o afferrasse per primo.

Ma ancora più auspicabile sarebbe la veduta della Valledal parapetto est del Parterre, vista impedita da alcuni edifici.Penso che una soluzione, anche se difficile, non sia impossibi-le se si pensa alle opere di grande rilievo compiute dai nostriantenati. Il problema quindi non dovrebbe essere insolubile,perché singoli facoltosi cittadini, banche e prospere aziendeindustriali e commerciali non si rifiuterebbero di contribuirealla realizzazione di un’opera così importante. La quale aumen-terebbe notevolmente l’attrazione turistica della nostra citta-dina. A questo argomento accennai qualche anno fa in unsonetto che fa parte del mio “Angdièri ‘n versi” pag. 89. Orache Anghiari è decisamente orientata a puntare economica-mente sul turismo, il problema torna quanto mai di attualità. Ilforestiero che dal Parterre vedesse l’incomparabile bellezzadella nostra Valle, ne rimarrebbe stupito. Bellezza descritta findal primo secolo della nostra era da Plinio il Giovane nelle sue“Lettere ai familiari”. E quella pagina potrebbe essere ripro-dotta in bronzo a mo’ di papiro e affissa nei pressi del parapet-to.

Egregio Signor Sindaco Danilo Bianchi,coraggio, a Lei l’iniziativa!

ricordi, auspici e considerazioni di un vecchio Anghiarese

Il tempo è scadutoDobbiamo fare alla svelta, non c’è più tempo da

perdere, dobbiamo prendere decisioni immediate.Siamo affascinati dalle bellezze del mondo, ci fidiamo

della Divina Provvidenza nel gestire le tensioni quotidia-ne, non sentiamo il bisogno di evadere da un mondo cheamiamo per quanto ferito dal male, scegliamo il cibo checi serve per mantenere salute ed energia, limitiamo idanni della guerra del petrolio andando a piedi o inbicicletta (fa bene alla salute...). Siamo sobri, abbiamoappreso che lavorando non si è di peso a nessuno,cerchiamo quindi di avere il denaro che serve a noi stessie per gli altri. Sappiamo riconoscere il significato dellaparola amore, riconosciamo il senso della giustizia, pro-fessiamo liberamente la nostra fede frequentando lenostre chiese.

Tutto bene, ma non basta. C’è troppa povertà intornoa noi, intollerabile e ingiusta. All’inizio del terzo millennionon si può più sopportare lo stato di miseria e abbandonoche caratterizza milioni e milioni di creature umane:fame, sete, malattie, discriminazioni razziali e sessualisono all’ordine del giorno. Il mondo sta ancora aspettan-do che noi cristiani mettiamo seriamente e in tempi rapidila nostra volontà, le nostri doti, il nostro tempo, il nostrodenaro a disposizione per aiutare questi poverifratelli a crescere.

È un ideale straordinario checi avvicina al mistero delCuore di Dio.

La Caritàautentica, quel-la vera, è in gra-do di cambiarela nostra vita,nell’attesa dellagrande ricchez-za finale: l’ab-bondanza di unbanchetto pertutti i popoli dellaterra.

Angolo della Missionea cura di Franco Cristini

Cipressidi Clèto

Che i cipressi siano legati alla nostra storia è una cosabanale. Che si faccia qualcosa per salvaguardarli e ogni tantosi collochino nuove piantine nei punti più idonei è un fattopositivo per tutta la nostra comunità di Anghiari.

Così ho visto con piacere che nel nuovo parcheggio dellaPropositura sono stati piantati dei giovani cipressi. Anche altriluoghi attendono questa pianta che ci lega anche agli etruschima siamo nella buona strada. Complimenti!

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LA PAGINA DELLA CARITAS

Amatevi... non a parole…LA PEDAGOGIA DEI FATTI

Il 28 giugno scorso, Suor Rosalba e Alessandro Buti, responsabili della Caritas Diocesana, si sono incontrati con alcunidelegati del gruppo parrocchiale caritas nella sede della Propositura.

Sono passati tre anni dalla nostra formazione e come gruppo “pilota” per le parrocchie della Valtiberina, abbiamo voluto fareil punto della situazione. Sebbene sia prematuro fare bilanci, l’osservazione è essenziale per migliorarci e produrre frutti. Abbiamoanalizzato ciò che abbiamo potuto fare, quello che non abbiamo potuto, quello che speriamo di poter fare in futuro, scoprendoi nostri punti di forza e quelli di debolezza.

Abbiamo preso coscienza che oltre a tanta buona volontà, occorre un piccolo ma continuo impegno di formazione, lasensibilizzazione di più persone che si rendano disponibili anche in diverso grado, la costanza di stare insieme per valorizzarei carismi di ognuno e unirli nell’azione, e inoltre che occorre accettare i tempi lunghi confidando nella Provvidenza di cui siamopoveri strumenti.

Oltre alla consueta attività di base per malati e anziani, distribuzione di vestiario e supporto a famiglie in difficoltà, l’attivitàdel centro di ascolto ci ha chiamati ad affrontare alcune situazioni di emergenza per gravi disagi sociali e sanitari. Si è resonecessario perciò collaborare con i vari servizi: sociali, del SERT, del SIM, con la Misericordia, con l’Ospedale di Sansepolcro,avendo così modo di espletare uno dei compiti specifici della Caritas, di essere tramite per l’attivazione delle istituzioni preposte.

Ci sono state occasioni di incontro con altri operatori del volontariato, alcuni di noi hanno visitato case di accoglienza ecomunità terapeutiche, anche oltre la Toscana, partecipato a un convegno nazionale e a un corso per operatori sociali. Durantequest’ultimo che continuerà in autunno, abbiamo potuto ascoltare tra esperti di bioetica, medici e altri studiosi, anche Don OresteBenzi della Comunità Giovanni XXIII e Ernesto Olivero del SERMIG di Torino, famosi per il loro impegno a favore di ogni tipodi povertà e emarginazione.

Stiamo comprendendo sempre di più che non siamo una associazione fra le altre di volontariato, ma siamo espressione dellaParrocchia che opera nella carità, lievito che deve far fermentare la massa, segno e testimonianza per l’intera comunità.

Tutte le esperienze, anche gli errori e gli apparenti fallimenti, sono state fonte di arricchimento e crescita del dialogo e dellacomunione.

“ Come ho fatto io, così fate anche voi!” Gesù Cristo, il Maestro, continuamente ci riprende per mano e ci infonde coraggio,perché sia sempre un nuovo inizio.

“Dio-incidenze”: SILVIA come CHIARA

Nel periodo dell’ultima guerra, alla fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich, si presentò un povero cheinsistentemente chiedeva un paio di scarpe n. 42, ma lei non aveva nulla da dargli.

Dopo un’accorata preghiera, però, una sconosciuta benefattrice bussò alla porta offrendo inaspettatamente un paio di scarpeproprio del n. 42!

L’altro giorno, la Silvia aveva portato alla caritas in parrocchia due paia di scarpe nuove e si chiedeva: cosa farne?Non siamo in piena guerra ma i bisogni ancora esistono ed ecco inaspettatamente bussa al centro di ascolto un uomo in cerca

di… un paio di scarpe, del n. 45 stavolta!Ma vuoi che la Provvidenza non ci azzecchi? Accontentato!

“La danza” di H. Matisse (1910 - Museodell’Ermitage di S. Pietroburgo)Questo famoso dipinto potrebbe essere l’em-blema della Comunità mossa dalla poten-za dello Spirito, che è dinamismo, fraternità,gioia. I membri del gruppo, non esitano a“mettersi in ballo” e rimanere uniti nellaloro danza vorticosa, pur nella loro diver-sità e fragilità umana (nudità) attorno allafigura centrale, capo chino e braccia incroce con i piedi quasi sovrapposti, cherappresenta il Cristo crocefisso.

a cura di Laura Taddei

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Perché questa festa?Il 18 giugno, seconda domenica dopo Pentecoste, si fe-

steggiava la solennità del SS. Corpo e Sangue di Gesù Cristo,che conosciamo meglio con il nome latino di “Corpus Domini”.Questa festa nacque in seguito al miracolo eucaristico diBolsena, quando durante la Celebrazione di una Santa Messa,mentre il Sacerdote teneva sollevata l’ostia, questa trasudòimprovvisamente del sangue umano, macchiando il corporaledell’Altare.

Attualmente questa singolare reliquia eucaristica è con-servata nel duomo di Orvieto e viene portata solennemente inProcessione nel giorno del Corpus Domini.

In realtà la festa del Corpus Domini non dice niente dinuovo rispetto al grande Sacramento dell’Eucaristia, in cuiCristo si fa presente tra noi attraverso le specie del pane e delvino, che per mezzo delle mani del Sacerdote diventano materiadivina, contenendo cioè la reale presenza e divinità del Signo-re, pur nell’apparente aspetto di pane e vino.

La particolarità di questa è festa è appunto la Processioneche si svolge tradizionalmente nei paesi, rappresentandovisibilmente alcuni aspetti, tra cui quello di significare lapresenza concreta e materiale di Gesù in mezzo al suo popolo.

La Processione del Corpus Domini rappresenta quindiancora oggi, e non potrebbe essere diversamente, uno deimomenti più forti e significativi per una Comunità Cristiana.Anche liturgicamente la Processione del Corpus Domini ha uncarattere di priorità rispetto alle uguali manifestazioni in onoredella Madonna o del santo Patrono.

La festa nella nostra ParrocchiaAlla festa del Corpus Domini è tradizionalmente legato il

giorno in cui i fanciulli della Comunità che hanno raggiunto laquarta elementare e hanno frequentato il catechismo, ricevonoper la prima volta la Santa Comunione. Domenica 18 anche adAnghiari abbiamo festeggiato questo importante appunta-mento, durante la celebrazione comunitaria delle 11, inPropositura.

Dopo la distribuzione della Comunione la S. Messa non èfinita regolarmente, per così dire, ma si è snodata la consuetaProcessione.

Ad aprire il cammino del popolo di Dio c’era la bandieradella croce. Poi c’erano i bambini neo-comunicati con i lorogenitori e quindi sotto il baldacchino bianco i Sacerdoti conl’ostia consacrata durante la S. Messa.

Da segnalare, ed è doveroso, la partecipazione massicciadi diversi ragazzi che, con la cappa della Compagnia di S.Antonio, hanno retto il baldacchino e l’impianto di amplifica-zione.

La Processione si è conclusa nella chiesa della Croce, doveè stata impartita la benedizione eucaristica.

Un grazie anche a tutte le persone che hanno abbellito lestrade di Anghiari con i petali di rose e di maggio, a quelli chehanno appeso le coperte e le bandiere e a chi ha collaborato perla riuscita della festa.

La ChiamataDopo un cammino fatto assieme ai ragazzi della quarta

elementare, iniziato in seconda e che è servito per lapreparazione dei ragazzi all’incontro con Gesù, finalmentesiamo arrivati al giorno tanto atteso della loro PrimaComunione.

Durante questo cammino li abbiamo conosciuti uno aduno, vedendoli crescere e maturare, sempre più presentianche la domenica ad animare la Messa.

Un bel momento è stato il Ritiro al Cenacolo diMontauto, dove con l’aiuto di suor Germana, e tramite unracconto riguardante “la chiamata” di Gesù ad un bambinodella loro età si sono posti la domanda se erano veramentepronti ad affrontare la “Loro chiamata” .

In questa giornata è stato organizzato anche un“Giocone” dai ragazzi più grandi che si sono resi dispo-nibili per noi; così come Norma è venuta per insegnarci icanti per il giorno della loro Prima Comunione : anche igiochi , i canti, e lo stare insieme, non sarebbe possibilesenza la presenza di Gesù.

Con questo spirito siamo arrivati alla giornata piùattesa della “Chiamata”, ed i ragazzi hanno affrontatomolto emozionati, ma entusiasti, questo giorno che rimarrànei loro cuori.

Tutto questo è stato possibile grazie ad un comunecammino, crescendo tutti insieme con l’aiuto di Gesù.

Sara, Ilaria, Alessia

La Parrocchia in festa per il Corpus Domini

Qui sopra. L'arrivodei neo-comunicatialla chiesa della Cro-ce durante la Proces-sione partita dallaPropositura.A destra. I giovanidella Compagnia diSant'Antonio che han-no prestato serviziodurante la Processio-ne per reggere il bal-dacchino e l'impiantodi amplificazione.

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

Alcune annotazioniIn memoria di Draghi Flora, la signora Ombretta Guerrini ci ha fatto dono di una sedia per bisogni fisiologici; la ringra-

ziamo di cuore per essere sempre attenta e pronta a darci una mano in ogni circostanza possibile.L’occasione ci è particolarmente gradita per comunicare ai nostri concittadini che il materiale di volta in volta regalato

alla Confraternita rimane sempre a disposizione di quanti ne abbiano provvisoria necessità.Perciò, coloro che hanno materiale proprio di genere sanitario non più utilizzato ed ancora in buono stato (stampelle,

deambulatori ed altro…), possono farne dono alla nostra Misericordia ed essere sicuri che ne verrà fatto buon uso.Un grazie anticipato a tutti coloro che accoglieranno il nostro suggerimento.

* * *Ringraziamo la signora Meri Chiarini; anno dopo anno continua sempre, in forma assolutamente gratuita, a mettere a

disposizione parte del suo tempo, macchinari e materiale, per la cucitura di federe monouso utilizzate per i lettini delle nostreambulanze.

Grazie Meri!* * *

Il 17 giugno u.s. hanno conseguito il brevetto di soccorritori di livello avanzato quattro nuovi giovani della nostra comunità:sono Alessandro Casacci, Manuel Ghignoni, Laura Giuliattini e Chiara Natalini. Alessandro e Laura hanno già iniziato a porrea frutto la loro esperienza e già operano con gli altri volontari della Misericordia; Manuel e Chiara, ne siamo certi, si “uniran-no al gruppo” nei prossimi giorni.

A tutti quattro, i nostri migliori rallegramenti e l’augurio di trovare all’interno della nostra Confraternita tanta gioia egratificazione.

Le cose più belle in ogni famiglia sono la nascita dei figlie la loro crescita, in armonia fra di loro e con i propri genitori,zii e nonni.

Anche all’interno della Confraternita di Misericordia sistanno verificando questi “lieti eventi”.

Negli ultimi mesi la nostra famiglia si è arricchita di nuovivolontari, uomini e donne, giovani e meno giovani, tutti animatidal desiderio di aiutare e dalla consapevolezza di poterlo fare,e che si stanno rapidamente integrando, nel migliore dei modi,con i colleghi già da anni in servizio.

Ed il vedere a bordo delle nostre ambulanze “squadre disoccorso” composte da volontari, vecchi e nuovi, che potreb-bero essere fratello e sorella, padre e figlio, nonno e nipote,ritengo sia l’espressione più bella dell’animo e dello spiritodella nostra associazione.

È così che mi piace immaginare la situazione, quando vedopassare le nostre ambulanze con a bordo Marco ed Emanuela,Silvia ed Umberto, Gessica e Quinto… e se a Quinto ho fattofare la parte del nonno, non me ne voglia, tanto, nonno lo èdavvero…

Questo è l’aspetto più bello che mi gratifica; è la gioia divedere i miei volontari impegnati ad aiutare la gente, a soccor-rere chi ha bisogno di aiuto, con professionalità, serenità edaffetto. Ed è per questo che da questa pagina dell’oratorio mirivolgo proprio a voi, carissimi volontari della Misericordia.

Personalmente non conduco l’ambulanza, non soccorroi malati, non ho sul campo le esperienze ed i contatti diretti chepossano in qualche modo appagarmi moralmente per il lavoroche svolgo.

Mi occupo di aspetti secondari della Confraternita, dallacontabilità ai rapporti con le altre associazioni, alle convenzio-

ni con la U.S.L. e con la Comunità Montana, alla gestione degliimmobili (sede e museo), alla ricerca di finanziamenti per ilmantenimento e l’acquisto di mezzi sempre più efficienti etecnologicamente più avanzati; tutto ciò non sarebbe peròsufficiente a darmi le soddisfazioni che giustifichino il mioimpegno giornaliero all’interno della Misericordia.

Mi basta però sapere Voi volontari in azione, ora dopo ora,giorno dopo giorno, con la vostra disponibilità, con il vostroimpegno umanitario, il vostro garbo, la vostra passione, persentirmi appagato di tutto quello che avviene all’interno eall’esterno della nostra Confraternita.

Mi basta sentire dalla voce degli anghiaresi, con quantoamore intervenite nelle case dei nostri malati per portare loro,oltre al soccorso sanitario necessario per l’occasione, ancheuna parola di conforto, una carezza, un gesto di solidarietà.

Ed allora, e solo allora, il vostro impegno, la vostra passio-ne, la vostra dedizione, mi fanno sentire orgoglioso di far parteanch’io della vostra Confraternita di Misericordia. Perché laConfraternita di Misericordia siete voi!

E siete sempre voi il suo spirito e la sua passione!Sappiatelo!

E sappiate anche che, pur se a voce non ve lo dico mai,sono orgoglioso di tutti voi, dal primo all’ultimo volontario, dalpiù giovane al più anziano.

Ed assieme a me, ne sono certo, è orgogliosa di Voi anchetutta la nostra gente di Anghiari.

E se qualche volta nel mio operato ci sono iniziative edecisioni che possono sembrarvi non coerenti, scusatemi; esappiate che non l’ho fatto apposta!!!

Il vostro Governatore

Ai miei volontari

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”

FESTEGGIATO IL TRENTESIMO COMPLEANNO DEL GRUPPOTanta soddisfazione da parte del direttivo per la corale partecipazione di tutto il paese

Quello che sicuramente rimarrà nella memoria di tutti è lastraordinaria partecipazione di così tanta gente ai numerosiappuntamenti che il programma dei festeggiamenti per il 30° difondazione del Gruppo Fratres di Anghiari prevedeva. Nonsolo iscritti e simpatizzanti, ma tante altre persone, anche nonanghiaresi, che si sono volute stringere intorno a questa bellarealtà associativa che da trenta anni incarna nel paese queiprincipi di solidarietà umana e di carità cristiana, senza i qualitutto sarebbe più difficile.

Tanta gente, venerdì due giugno, al Santuario Mariano delCarmine, insieme a numerose autorità civili e militari, per lasolenne celebrazione eucaristica di apertura, presieduta dalVicario generale diocesano e conclusasi con la cerimonia dipremiazione dei donatori particolarmente impegnati, alla pre-senza del presidente della Consociazione Nazionale dei GruppiFratres, Luigi Cardini e di quello del Consiglio RegionaleFranco Lenzi. Affollatissimi, poi, la cena buffet e l’attesoconcerto polifonico del Coro Città di Tempio Pausania (Sassari).

Tanta gente, il sabato pomeriggio successivo, al Conve-gno su “ Le Cellule Staminali fonte e sorgente della vita”,con l’autorevolissima relazione dell’illustre ematologo del-l’Università di Firenze prof. Pier Luigi Rossi Ferrini. Tanta

gente in piazza Baldaccio, la domeni-ca mattina, per il controllo gratuito dicolesterolo, glicemia e pressione delsangue, alla presenza dell’auto-emoteca del Consiglio RegionaleFratres e dei volontari della localeConfraternita di Misericordia. Tantagente infine, nel pomeriggio, alle ma-nifestazioni ricreative di chiusura,con particolare riguardo alla edizione2006 della pedalata ecologica deldonatore, per le campagne di An-ghiari, che mai in passato aveva regi-strato una così alta adesione di ap-passionati della bicicletta.

Più che alle parole, affidiamo alle immagini qui riprodotte ilcompito di testimoniare il clima di festa e di vera fratellanzarespirato durante tutto l’arco dei festeggiamenti:

Un grazie sincero a quanti hanno reso possibile tutto ciò:al Vicario diocesano, al parroco don Marco, ai consiglieri deldirettivo, alla dott.ssa Guadagni medico del gruppo e veramente (e braccio!) del Convegno, a tutti i relatori, ai volontaridella Misericordia, all’infermiere Francesco Mondani, allestraordinarie donne del Carmine che hanno allestito ben tre

Anghiari

momenti conviviali, alle autorità civili e militari, ai rappresen-tanti degli altri gruppi di volontariato della provincia ed a quellidell’Avis di Città di Castello.

Tanta gratitudine, infine, all’Amministrazione Comunaleed alla Comunità Montana Valtiberina Toscana che con il loropatrocinio hanno reso ancor più significativo l’evento.

La presidenza

In questa pagina. In alto: Le autorità presenti alla S. Messa; adestra: La MEGA torta del XXX.Qui sopra: I ciclisti della pedalata ecologica e, qui a sinistra:Dopo la gara… il meritato ristoro.Nella pagina a destra. In alto: Un momento della premiazionee, sotto: Foto di gruppo ai piedi del Sasso di Simone.

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

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...dal Gruppo Fratres

Due giovani protagoniste raccontano ai lettori dell’Ora-torio le fatiche insieme alle tante emozioni vissute domenica14 Maggio u. s., in occasione della passeggiata ecologica inquel di Sestino, organizzata dal Gruppo Fratres di Anghiarie finalizzata alla scoperta di un angolo straordinario e nonancora adeguatamente apprezzato, di quel territorio monta-no. Il Sasso di Simone, appunto, con i suoi calanchi argillosie la sua importante storia passata che nel lontanomillecinquecento ne faceva uno strategico avamposto forti-ficato di quello che fu il Granducato di Toscana e di cui sipossono ancora ammirare ruderi e fondamenta.

“Domenica 14 maggio, ore 7,30. Inizia la giornata da noitanto attesa. Il gruppo dei partecipanti era ormai al completoe dopo essersi accomodato nel pullman, è finalmente partitodal solito Campo alla Fiera. Destinazione: Sasso di Simone.Dopo una breve sosta a Badia Tedalda per incontrare le nostreguide, intorno alle nove siamo arrivati in località Case Barboni,a circa un’ora e mezzo di cammino dalla meta. Scesi dall’auto-bus ci siamo subito messi in movimento, dopo aver ascoltatouna breve presentazione delle guide.

La strada che dovevamo percorrere per arrivare alla nostrameta era abbastanza lunga, ma soprattutto molto ripida efaticosa. Insomma… sembrava non finire mai. Dobbiamo direche anche se la fatica era tanta ne è valsa proprio la pena, perchéraggiunta la sommità del Sasso abbiamo potuto ammirare unsuggestivo panorama. Le guide ci hanno consigliato di percor-rere con molta attenzione il perimetro del Sasso poiché la zonaè ad alto rischio sismico. Nella parte superiore del Sasso diSimone si trova una maestosa croce la quale indica che nelpassato vi sorgeva in quel punto un’abbazia dei benedettini.Più in basso, invece, abbiamo potuto osservare i resti di quellache nel cinquecento era una importante fortezza medicea, doveveniva amministrata la giustizia. Finalmente, dopo tanto cam-minare è arrivato anche il momento per pranzare. Questapossibilità c’è stata data grazie all’aiuto del Gruppo Donatoridi Sangue di Badia Tedalda e Sestino che ci ha servito un pastocaldo. Proprio in quel momento il tempo ha voluto farci un belloscherzo ma… un gruppo forte come il nostro poteva arrendersi

Premiazione dei Donatori particolarmente attivi

Ecco i nomi degli associati al gruppo Fratres di Anghiari che sono statipremiati nella cerimonia tenutasi, come detto nella pagina precedente, in occasio-ne del 30° di fondazione presso il santuario mariano del Carmine.

Medaglia di Bronzo , per aver raggiunto le venti donazioni: Acquisti Alessio,Baggi Claudio, Bernieri M. Cristina, Boncompagni Silvano, Casellato Tiziana,Del Pia Michele, Dini Giuseppe, Draghi Claudio, Locci Danilo, Meozzi Miche-la, Meozzi Mirko, Mercati Franco, Mercati Luisa, Pacini Linda, PanichiRenato, Papini Mario, Polverini Luca, Rossi Giuseppe, Valbonetti Maurizio eVeri Cristina.

Medaglia d’Argento per aver raggiunto le trenta donazioni: Cungi Rita,Dalla Ragione Marco, Fanciullini Massimiliano, Giuliattini Palmiro, GuerriniGiorgio, Iacopucci Achille, Lepri Maria, Madiai Ugo, Marini Antonio, ParreschiMatteo, Piantedosi Pietro, Redenti Mario, Rondoni Marco, Senesi Maurizio eZanca Tosca.

Sono stati infine premiati con MEDAGLIA D’ORO, appositamente coniataper l’occasione da alcuni artigiani orafi di Anghiari, i volontari Crociani Rinaldo e Leonardi Loris per aver raggiunto in questitrent’anni di vita del Gruppo Fratres la bellezza di CINQUANTA donazioni.

A tutti un sincero e doveroso ringraziamento per quanto fatto in favore dei nostri malati, con la speranza che il loro esempiosia fatto proprio da quanti, soprattutto giovani, avrebbero la possibilità di diventare donatori periodici di sangue.

Il consiglio direttivo

alla pioggia? Certo che no! Anche perché la giornata non eraancora finita. Dopo aver pranzato, infatti, ci siamo di nuovorimessi in cammino, raggiungendo dopo un ‘ora la località diCasa del Re. Da li abbiamo proseguito in pullman verso Sestinoper visitare questo antico municipio romano. Nei suoi museiabbiamo potuto ammirare da un lato la tipica fauna del luogo,dall’altro le testimonianze del suo passato storico come deigrandi blocchi squadrati di pietra, i cippi, che si presumefossero delle basi per statue di persone molto importanti.Bellissima anche l’antica chiesa parrocchiale con all’internoun altare sopraelevato, ed una interessantissima cripta.

Anche se eravamo in gita poteva Don Marco non celebrarela messa? Eh si, piombato a Sestino intorno alle cinque delpomeriggio, non c’è l’ha risparmiata nemmeno questa volta!Ma c’è anche chi non ha potuto fare a meno di cantare e disuonare.

Ora però si stava davvero concludendo questa bellissimagiornata, un po’ diversa dalle altre ma sempre molto interessan-te per aver visto cose nuove. Rimane quindi ringraziare di cuoreil gruppo Fratres che ancora una volta ha organizzato un’altrabellissima gita.

Ilaria C. Sara M.

Al Sasso di Simone con i Donatori di Sangue

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CARTINA STORICO-GEOGRAFICA DEGLI EDIFICI SACRI ESISTENTI E SCOMPARSI NELPIVIERE DI S. SIMEONE PROFETA NEL TERRITORIO DI MONTERCHI

Cartina realizzatada Matteo Romanelli

vertenze per la lettura della cartina:

1) Con una croce circolare è indicata l’antica pievepaleocristiana, Madre vegliarda delle circa 50 chiese

del territorio di S. Antimo. L’antico edificio ha perdutole due navate laterali ed è stato trasformato in abitazione

civile. Un campanile a vela sulla facciata ed una piccolacappella interna ne indicano la sua origine sacra.

2) Con una croce quadrata vengono indicate le quattrochiese parrocchiali di Monterchi, Pocaia, Le Ville e Padonchia

e con una semplice croce il Santuario della Madonna Bella, ilSantuario benedettino e tutte le altre chiese e cappelle di

questo piviere.

3) Con una croce rettangolare ad X vengono indicati i settecimiteri tra cui si distingue quello urbano presso il quale era ubicata

la cappella della Madonna dell’attesa del parto di Piero dellaFrancesca (sec. XV).

4) Con un solo pallino sono indicate le chiese non più esistenti.

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Alcune annotazioni

Il Piviere di Monterchi, sorto nel 1520 in seguito allo smembramento del territorio della Pieve di S. Antimo, stabilitoda Leone X nella Bolla Pontificia che istituì la nuova Diocesi di Borgo Sansepolcro, si estende per 28 kmq quasiinteramente sulle valli del Cerfone e del Padonchia e solo parzialmente su quella del Sovara. Con l’annessione del 1986del territorio toscano della Diocesi di Sansepolcro a quella di Arezzo, tre chiese di quest’ultima (Tarsignano, Scandolaiae Bagnaia) furono incorporate nel Piviere di Monterchi, il quale raggiunse così la massima espansione e storicamente ilnumero più alto delle sue chiese, salite a quarantatre. Ventidue di queste sono scomparse, per cui attualmente nerimangono ventuno.

Mons. D’Ascenzi ridusse a quattro le precedenti tredici parrocchie (S. Simeone a Monterchi, S. Biagio a Pocaia, S.Maria della Pace a Le Ville e S. Michele Arcangelo a Padonchia). A queste si aggiungono il Santuario della MadonnaBella e il Monastero di S. Benedetto Abate, ufficiate regolarmente. Le altre nove chiese ex-parrocchiali ed i vari oratori-cappelle sono aperte al culto saltuariamente. Alcune rimangono sempre chiuse per scarsità di sacerdoti, per diminuitonumero di abitanti e per necessità di restauri.

Tutte meritano di essere conservate per il loro alto valore storico e artistico, come abbiamo cercato di illustrare nellalunga e laboriosa ricerca offerta ai lettori del periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi, diventato nel 1996 un unicoterritorio ecclesiastico nella Zona Pastorale Valtiberina.

Don Quinto Giorgini

Qui sopra una veduta della valle del Cerfone e del Padonchia.

Nella pagina di sinistra Cartina storico-geografica degli edifici sacri del Piviere di Monterchi

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Dalle nostre Parrocchie

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Da San Leo - Maddalena Poggini

Chiuso l'anno catechistico

Il 31 maggio San Leo hafesteggiato la chiusura delcatechismo, la sera, dopo averrecitato l’ultimo rosario delmese Mariano. È stata una se-rata di pioggia, ma le gridafestose dei ragazzi l’hannoresa gioiosa.

L’abbiamo chiamata festa,ma in realtà è stato solo un ritosimbolico allietato da canti eaddolcito da un buon gelato.

In che cosa è consistitala festa? È stato spedito allaSS. Maria, via aerea, un gros-so pallone azzurro con dellelunghe strisce, nelle quali era-no appesi tanti cartellini co-lorati, con i nomi di tutti i bam-bini e delle insegnanti chehanno frequentato il catechi-smo, con la soave preghieraa Maria affinché vigili su ogniindividuo, illuminando ognimente ed ogni percorso divita. Abbiamo chiesto tutti ildono della fede non solo inmomenti speciali, ma durantetutta la nostra vita terrena, inattesa di quella eterna.

Quando abbiamo lancia-to il pallone, davanti alla Chie-sa, pioveva a dirotto, ma lapioggia non ha frenatol’alleluia ed i canti che eranodavvero festosi e che hannoriempito di gioia e suggestio-ne anche i cuori di noi adulti.

Grazie Signore di avercifatto arrivare a tanto, tutti as-sieme.

Un grazie

Gli abitanti di San Leosentono il dovere di ringra-ziare, tramite questo gior-nale, una persona che consacrificio ed amore ha rin-giovanito la nostra Chiesa.Essa è Laura Taddei di Ta-vernelle.

Ultimamente la nostraparrocchia , purtroppo, siera un po’ addormentata ,perché il nostro parrocoDon Fabio da qualcheanno non stava bene, edera già tanto che fosse pre-sente con tutte le funzionireligiose. Dopo di lui è ar-rivato Don Romano ad al-lietare le nostre S. Messecon canti tradizionali e contanta dolcezza; ci aveva fat-to sentire un po’ più vivi.

Poi ha collaborato inmodo molto attivo Laura,sempre presente comecatechista, ed anche inChiesa ci sta dando sicu-rezza impegnandosi contutti noi e dando, pur conmezzi semplici, un po’ divivacità anche alle funzio-ni religiose, a modo di av-vicinare di più anche i no-stri giovani.

Un piccolo passo è sta-to compiuto; speriamo diproseguire sempre nel me-glio e per ora diciamo apiena voce :

Grazie Laura Dio te ne renda merito !

Il 1 e il 2 agosto vienecelebrata la festa del Perdonodi Assisi. Quest’anno il mo-nastero è chiuso e a questafesta la Fraternità teneva inmodo particolare. Questa ce-lebrazione verrà fatta quindinella chiesa arcipretale.

Il 6 agosto, prima domeni-ca del mese, alle ore 11,30verrà celebrata una S. Messaa Fonaco in occasione dellafesta della Madonna dellaneve , patrona di quella di quel-la chiesa di quella località.

Il 10 agosto festa di SanLorenzo, viene celebrata que-sta festa nella chiesa omoni-ma di Ricciano.

Il 14 agosto, alle ore 21,vigilia della Madonna Assun-ta, a Padonchia faremo unaprocessione mariana auxflambeaux in preparazione allafesta della Madonna. L’annoscorso questa processione sifaceva dal monastero bene-dettino a Padonchia ed erapreparata dai religiosi dellaFraternità di Betania. Que-st’anno verrà ridotta e verràrecitato il rosario nella chiesadi Padonchia.

Il 20 agosto (la domenicasuccessiva alla festa) vienecelebrata nella chiesa diPianezze festa dell'Assunta.

Il 27 agosto viene cele-brata solennemente l’annua-le festa della Misericordia

Nuovo Parroco a MiccianoLa notizia era stata comunicata già nei giorni preceden-

ti, ma l’11 luglio il Vescovo in persona, presente al Santua-rio del Carmine per i festeggiamenti dell’apparizione dellaMadonna, lo ha voluto annunciare al popolo di Anghiarie della Valtiberina riunito per l’occasione: la nomina di donGianni Zanchi quale nuovo Parroco di Micciano.

Don Gianni, che ricopre la carica di canonico maestrodi Sacrestia della Cattedrale di Arezzo, succede a donDidier Beasara che ha prestato servizio a Micciano negliultimi tempi.

Nel prossimo numero dell’Oratorio daremo maggioriinformazioni e comunicazioni.

Volentieri segnaliamola celebrazione di due matrimoni

Il 26 agosto alle ore 16,30 a San Biagiodi Pocaia , si uniscono in matrimonio Lucia-no Pancioni e Clara Simone. Il 2 settem-bre allo stesso orario e sempre nella chie-sa di San Biagio si uniscono in matrimonioRossano Scaletti con Catia Falcinelli .

A g l i s p o s i n o v e l l i g i u n g a n o l efelicitazioni da parte della Parrochia diMonterchi e Pocaia.

presso la chiesa di San Loren-zo a Ricciano. Quest’anno ri-corre per la confraternita diMonterchi il 150° dell’istitu-zione e vengono inoltre inau-gurati i lavori di restauro alpalazzo storico in via del-l’Ospedale, sede della Mise-ricordia.

Il 3 settembre alle ore 17celebriamo una S. Messa nel-la chiesa di Borgacciano inoccasione della festa dellaMadonna della Consolazio-ne o della Cintura.

Il 10 settembre è la festatradizionale della MadonnaBella a Pocaia. Sarà precedu-ta dal triduo e dalla proces-sione mariana del sabato alleore 21, vigilia della festa.

Con questa processioneviene preparata la festa delgiorno dopo.

Il 29 settembre festa diSan Michele Arcangelo aPadonchia, patrono di quellachiesa.

In quell’occasione o ilgiorno dopo che è sabato,verrà celebrata la Cresima peri ragazzi della parrocchia diPadonchia mentre l’8 ottobre,alle ore 11, festa patronale diSan Simeone a Monterchialla presenza del vescovoBassetti verrà celebrata la fe-sta annuale e verrà impartitoil sacramento della Cresima airagazzi delle altre parrocchie.

Da Monterchi: La festa dell'Assunta

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Don Marco in visitaCorrispondenza di P.R. - Il nostro par-

roco Don Marco Salvi ha fatto visita durantela mattina del 23 Marzo scorso a tutti gliscolari e a tutto il personale della ScuolaPrimaria in Via della Bozia.

La visita è stata breve, ma pienamentesignificativa, con gli alunni radunatisi perl’occasione presso l’androne principale dellascuola i cui lavori erano prossimi alcompletamento.

Il nostro parroco ha espresso alcunisemplici pensieri facendo partecipi con lapreghiera tutti i presenti e dedicando unmomento di riflessione alla figura di Maria,madre di Cristo. Le voci gioiose dei bambinihanno poi salutato con vero entusiasmo laconclusione dell’incontro con Don Marco.

FotocronacaLa Forestale

Giovedì 26 maggio 2006, inaugurazio-ne della nuova sede di Anghiari del Cor-po Forestale dello Stato che si trova nellazona del Campo della Fiera.

Alla cerimonia, oltre le autorità civilie militari che hanno dato autorità allacerimonia, era presente l’ingegner Cesa-re Patrone capo del Corpo Forestale delloStato. Molti sono gli impegni che il CorpoForestale svolge anche nel nostro terri-torio per la sua salvaguardia.

La presenza dei ragazzi delle Scuole,presenti in gran numero, è stato un motivoin più per puntualizzare l’attaccamento deicittadini a questo organo dello Stato. Alcomandante Ovidio Mondanelli gli auguridi un buon lavoro.Nella foto un momento della cerimonia con leautorità ed il picchetto d'onore.

Anghiariin San Pietro

Nella foto il gruppo che lo scor-so 21 maggio si è recato a Roma. Inquesto momento stavano aspet-tando il saluto di Papa BenedettoXVI che, inaspettatamente, ha sa-lutato fra i pellegrini italiani anchequelli anghiaresi.

Lo striscione “Anghiari ti salu-ta” che è stato realizzato per l’occa-sione, è conservato in parrocchia aricordo della giornata e anche peraltre uscite simili. Sullo sfondo sinota certamente la basilica di sanPietro: prima della benedizione pa-pale il gruppo si è recato nella Basi-lica e nella cripta, per una preghierasulla tomba di Giovanni Paolo II.Foto Elena Zanchi

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Queste interviste fanno seguito allaMostra sulla Ferrovia dell'Appenninoallestita nelle sale del Museo delMarzocco.

L'esposizione ha conseguito un no-tevole successo di pubblico e allora hocolto l'occasione per chiedere ai piùanziani, ma anche a qualche giovane,che cosa ricordano del trenino.

Ho cercato di cogliere il primo pen-siero, il primo ricordo che è venuto inmente agli intervistati.

Giuseppe Del Pia, anno 1920Col trenino ci sono cresciuto insieme.Quando andavo a scuola la mattina, a seianni (io abitavo al Molinello), ci si incon-trava tutti i giorni.

Giuseppe Giovagnini, anno 1929Me ne ricordo bene e ci sono anchemontato. Son passati parecchi anni, aquei tempi poi abitavo ai Sodi, e ci anda-vo al Borgo dal mio zi’ Locci.

Vesta Vellati, anno 1925Quando eravamo studenti si avvitavanoo si svitavano sempre i freni che si tro-vavano nel terrazzino delle carrozze deltreno.

Italiano Leonardi, anno 1925Mi ricordo che andata e ritorno da An-ghiari ad Arezzo si spendeva 4 lire e 80.

Severino Baglioni, anno 1927Quando passava noi ragazzi si metteva-no i chiodi sulle rotaie che il treno pas-sando li schiacciava e ci si faceva icoltellini.

Andrea Del Barna, anno 1929Poca roba, però mi ricordo che quando siveniva a scuola si vedeva il trenino chesfumava venendo su verso Anghiari.

Santa Chialli, anno 1925Mi ricordo che quando si doveva attra-versare la ferrovia si stava attenti anchese di treni ne passavano ben pochi. Ioabitavo a Barliano e mi capitava spessodi andare verso il Sasso che ci portavola billa perché c’era un contadino cheteneva il billo. Poi, dopo qualche giorno,andavo a riprenderla.

Antonio Leonardi, anno 1926Me lo ricordo bene il trenino. Io ci so’stato anche ad Arezzo. Era una bella cosa

C h e c o s a r i c o r d i d e l t r e n i n o ?e faceva dei servizi. Mi sembra che ilsabato caricavano le bestie lì in Volterenache le portavano al mercato ad Arezzo.

Moretti Mario, anno 1924Tante cose. Mi ricordo, particolarmente,che quando s’andava ad Arezzo nel pe-riodo che c’era l’uva matura si montavasulla prima carrozza e per il Torrino sisaltava giù a prendere l’uva e si facevain tempo a rimontare sull’ultima carrozza

Flavio Mercati, anno 1939Una volta ci salii con la mia mamma aSanta Fiora per venire ad Anghiari perònon ricordo com’era la carrozza. Dopoguerra ho vista una carrozza ferma nellastazione di Anghiari. Era tutta nera difuori e dentro aveva delle poltroncinerosse, di velluto rosso.

Paola Gamberonci, anno 1936Mi ricordo che quando si sapeva chearrivava il treno da Sansepolcro ci semetteva lì in cima alla Croce e si guardavaquesto trenino con tutto il fumo chefaceva la locomotiva. Quando si dovevaprendere il treno si doveva andare allastazione e fare tutta questa via a piedi.

Ivo Marghi, anno 1928Ricordo che c’era la stazione e il treninoche veniva su da Sansepolcro e aveva lesue corse per Arezzo, io in quel tempostavo a Sastille.

Annunziata Del Pia,anno 1913Mi ricordo il treninocon la locomotiva cheera molto bello e unavolta ci morì il mulo aPrimo che lo mise sot-to lì alla via del Muli-nello. Io avrò avutoquindici anni.

Assunta Del Pia, anno1929Mi ricordo dellalittorina quando fumessa in servizio maio ci sono andata pochissimo.

Lorena Scartoni, anno 1934Io andavo lungo la ferrovia a parare lepecore, a quei tempi abitavo al Vergone.Ci sono montata una volta sola per anda-re ad Arezzo.

Chiara Giovagnini, anno 1985Il trenino io ho visto solo quello di Car-nevale. Dell’Appennino naturalmentenon ricordo niente.

Francesca Tricca, anno 1919Mi ricordo che funzionava bene e cisono montata tante volte per andare adArezzo e al Molinnovo. Io abitavo inPiazzola.

Bruno Zanchi, anno 1924Mi ricordo che scaricavo la roba quandoera in costruzione il campo dei Renicci eportavo col camion le traverse che face-vano alla macchia.

Leone Bruschi, anno 1922Era il nostro andare a Sansepolcro du-rante l’inverno col freddo, d’estate s’an-dava in bicicletta, chi ce l’aveva.

Francesco Tavernelli, anno 1929Ricordo poco perché io abitavo alla Ban-ca e già ci voleva dimolto per venire adAnghiari, era uno spettacolo quando sivedeva e si andava al Borgo o ad Arezzo.

Anna Polverini, anno 1930Ci montavo per andare ad Arezzo o alBorgo. Montacci per noi era una gros-sa novità.

interviste al volo di Mario Del Pia

Nella foto una suggestiva inquadratura del treninodell'Appennino mentre, superato il casello diMaccarino, si avvia verso il Borgo.Immagine tratta da: Gio Bini, Borgo inedito, Ed.

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LA BANCA DI ANGHIARI E STIA PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICAa cura della Banca di Anghiari e Stia - Credito Cooperativo

Da tempo la Banca di Anghiari e Stia si sta adoperando per promuovere e diffondereanche sul nostro territorio la conoscenza e l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Consapevole della grande importanza che l’informatizzazione sta assumendo in moltisettori della vita quotidiana, l’istituto di credito ha predisposto un’ampia gamma di prodottie servizi, che consentono alla clientela di semplificare e snellire molte operazioni bancarie efinanziarie. La Banca sta cercando di incentivare l’utilizzo di tali prodotti e servizi, perché ciòcomporta per il cliente un sensibile risparmio di tempo e denaro rispetto alle procedure

tradizionali, nonché un notevole recupero di efficienza e di costi per l’azienda.

Si colloca in questa ottica, ad esempio, la diffusione dei prodotti classificati come “moneta elettronica”, quali bancomat,pagobancomat e carte di credito, che consentono di effettuare prelevamenti di contante presso gli sportelli automatici ATMo pagare presso gli esercenti convenzionati; in questo campo l’offerta della Banca di Anghiari e Stia si è ampliata negli ultimitempi con l’aggiunta di una specifica “Carta di Credito Cooperativo”, una carta riservata ai soci dell’istituto, nonché una cartaprepagata che, non essendo vincolata al conto corrente, risulta particolarmente comoda e sicura.

Inoltre la Banca di Anghiari e Stia, adeguandosi alle nuove esigenze del mercato, fornisce da qualche anno servizi di“banca virtuale” ai propri clienti attraverso la piattaforma denominata “Relax Banking”, che permette di fruire, giorno e notte,senza limiti di orario, di alcuni importanti servizi. Attraverso una semplice connessione ad internetè possibile accedere al proprio conto direttamente da casa o dall’ufficio, effettuare interrogazioni,disporre bonifici e pagamenti (cosiddetto “home banking”). È inoltre possibile attivare il serviziodi “trading on line”, che consente al cliente di operare direttamente sui mercati finanziari medianteoperazioni di compravendita titoli.

Tutte queste iniziative – è bene sottolinearlo - mirano alla semplificazione della vita,consentendo di effettuare operazioni bancarie e finanziarie in maniera semplice, rapida edaccessibile, in assoluta sicurezza e riservatezza.

Ma il raggio di azione della Banca non si esaurisce nella promozione e nel collocamentodi prodotti e servizi. Consapevole del fatto che sono proprio i giovani ad avvicinarsi con più facilità

e disinvoltura ad internet e all’informatica, l’istituto intende creare le condi-zioni per agevolare l’accesso a queste tecnologie da parte delle nuovegenerazioni, anche quando queste non dispongono ancora di un redditoproprio.

Recentemente la Banca di Anghiari e Stia ha aderito ad una nuovainiziativa di cui si sono fatti promotori il Ministero per l’Innovazione e leTecnologie, il Ministero per l’Istruzione e la Ricerca Scientifica e il Ministerodell’Economia e delle Finanze. L’iniziativa, denominata “un c@ppuccino perun pc”, consiste nella concessione di finanziamenti a favore di studentiuniversitari, destinati all’acquisto di un personal computer portatile, dotatodi sistemi di connettività senza fili.

L’accordo prevede che la Banca conceda un finanziamento, nellaforma del mutuo chirografario, per un importo massimo di € 1.200,00rimborsabile in rate mensili con durata compresa tra 12 e 36 mesi; appuntoun euro al giorno, pari all’incirca al prezzo di un cappuccino, per un totale dicirca € 30,00 al mese.

Nel caso in cui gli studenti usufruiscano dell’esonero totale o parziale delle tasse e dei contributi universitari e beneficinopertanto già di un contributo governativo di € 200,00, la Banca potrà erogare il prestito fino ad un massimo di € 1.000,00.

Nessun altro onere o spesa verrà addebitato al cliente, ad esclusione del tasso di interesse fisso determinato nella misuradel 4%; inoltre non c’è obbligo, per lo studente che richiede il finanziamento, di aprire il conto corrente. Si tratta finalmente diun’iniziativa concreta per venire incontro alle esigenze dei più giovani e per sensibilizzarli all’utilizzo dell’informatica, la cuiconoscenza è ormai ritenuta da tutti una condizione indispensabile per lo sviluppo futuro.

Per informazioni più dettagliate e per conoscere le altre recenti novità, tutti coloro che fossero interessati possonorivolgersi direttamente al personale delle succursali della Banca di Anghiari e Stia o consultare il sito www.bancadianghiariestia.it.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

La Festa della FamigliaCon la

solita parteci-pazione ecollaborazio-ne delle don-ne, degli uo-mini, e dei“citti” di Ta-vernelle, loscorso 25giugno si è

svolta la ventiduesima edizione della festa della Famiglia.Per noi di Tavernelle è ormai un appuntamento fondamen-

tale quello della festa, che ci riunisce tutti a lavorare a prepararema anche a condividere momenti di allegria e di festa.

Il ricavato della festa è come sempre positivo, ma quello chealla fin fine interessa è di creare una giornata bella, un climafamiliare e una accoglienza fraterna verso chi sceglie di vivereun pomeriggio a Tavernelle. E su questo possiamo trarre senzadubbio un bilancio positivo.

E poi un doveroso ringraziamento a tutti i paesani diTavernelle che ogni anno offrono la succulenta merenda…grazie a tutti!

È dasegnalarel’oggettodel giocodel peso diquest’an-no: nonpiù attrez-zi, non piùanimali, maun bellissi-mo “jukebox” deglianni ’60. Infatti l’indovinare il peso di questo macchinariotrovato chissà dove dal Baggi, ha messo in crisi gli esperti delsettore.

Bella rievocazione della gincana per i ragazzi: quella clas-sica che facevo anche io diversi anni fa, con la mela, la farinae la corsa dei sacchi. Infatti dopo che le giovani leve avevanoesaurito le loro sfide, non ho resistito e ho fatto anch’io lagincana, e come me anche diversi altri adulti che non stavanonella pelle. Anche Pedale di Palazzolo, infatti, ha fatto lagincana. A conclusione il classico e intramontabile tiro allafune tra Tavernelle di Sopra contro Tavernelle di Sotto. Que-st’anno, mancavano alcuni “pezzi grossi” dei due rioni, peròi presenti erano tutti ben piazzati, e alla fine Tavernelle di Sopraha vinto l’agognata sfida.

La musica del Maestro Marziano già riempiva l’atmosferae nella serata ha accompagnato lo spegnersi della festa, dandoun sicuro appuntamento al prossimo anno.

Ritorno ancora volentieri sui ringraziamenti per tutti icollaboratori che anche quest’anno si sono dati da fare,invitandoli, naturalmente, a continuare così!

Prima comunione 1 e 2Il 18 giugno, festa del Corpus Domini, nella nostra Parroc-

chia alcuni ragazzini hanno ricevuto per la prima volta ilSacramento dell’Eucaristia. E’ stata una Celebrazione ricca diemozione e gioia. Da segnalare il servizio svolto da GiulioCamaiti all’organo che ha accompagnato i canti. Un ringrazia-mento in particolare dalla catechista Carla.

Un’altra bella segnalazione, sempre in concomitanza delleprime comunioni. Il giorno della Messa l’Altare era statoricoperto di una elegante tovaglia bianca lavorata con trina egigliuccio. Il prezioso arredo è stato lavorato interamente amano da Alessandra Omarini e la mamma Iva, e donato allaParrocchia in occasione della prima comunione della figliaAgnese. Tutta la Comunità è grata per questo bel gesto. Grazie!

Il nostro caro Tizzi ci ha lasciatoQuando ho saputo che Nello si era improvvisamente ag-

gravato non ho potuto fare a meno di andare a trovarlo, pervederlo almeno un’ultima volta. Infatti due giorni dopo èritornato alla casa del Padre. Don Marco, commosso, ci haraccontato con parole toccanti gli ultimi momenti del suopellegrinaggio terreno, mentre agonizzante ma ancora co-sciente sembrava che aspettasse, come ultimo atto della vita,la presenza del Sacerdote. Viste le condizioni don Marco gli haimpartito l’assoluzione “in articulo mortis” quella che vieneamministrata solamente nell’imminenza della morte, e cheassolve da tutti i peccati senza bisogno che il sacerdote liascolti. E finita la formula, dopo il segno di croce, Nello hachiuso gli occhi ed è beatamente spirato.

Questo episodio è stato molto significativo, soprattuttoper noi cristiani che viviamo in una società che vorrebbe farcidimenticare la morte. Invece, nelle nostre preghiere, non do-vrebbe mai mancare il pensiero per la “buona morte”, o la“morte santa”.

Le figlie di Nello mi raccontavano in questi giorni quantoogni sera lui si fermava in preghiera nella sua stanza,inginocchiato sul letto. E il Signore lo ha premiato anchenell’ultima ora con questa grazia.

Ora, sicuramente, Nello ci guarda dal cielo, e con il suosorriso che non mancava mai per nessuno aspetta di rincontrarciun giorno nella felicità senza fine.

A noi rimane il ricordo di una bella figura di un uomo buono,di fede e di speranza, generoso, disponibile e attaccato allaParrocchia e alla famiglia. Rimane a noi la testimonianza della sualunga vita spesa per il bene, come dice la sacra scrittura al librodella Sapienza: “vera longevità è una vita senza macchia”.

Compleanno al BracciniLo scorso 20 maggio Rina del Braccini, coniugata con

Talete, ha compiuto la ragguardevole età di 80 anni. Alla Rina,che è una esemplare parrocchiana di Tavernelle e affezionatalettrice de L’Oratorio, vanno gli auguri di tutta la famiglia, inparticolare della figlia Nerella che ci ha segnalato questoavvenimento.

Nelle foto di Abi gli uomini e le donne della Festa di Tavernelle

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La vignetta di Scacciapensieri:

Scuse così!!

I silenzidi Franca Ciucoli

Gli innamoratispesso si parlano al cuoresenza bisogno di parole.

Se il tuo vicino senti litigare“ssss” in silenzio vuoi ascoltare.

Dopo una gaffe, se vuoi rimediarepensaci primala situazione puoi peggiorare.

Per lo stuporeoh! rimani senza parole.

In ascensore non riesci a parlaree i bottoni accesi stai a guardare.

Quando un groppo ti chiude la golaper le emozioni,un abbraccio e una stretta di manosono le parole migliori.

E ancora altri silenzi:

il silenzio della preghierail silenzio dell’attesa

il silenzio di chi sa ascoltareil silenzio di chi non vuoleo non può parlare

il silenzio del doloreil separarsi senza parole

parole non detteche il nostro copro trasmette.

La bicicletta neradel babbodi Carla Leonardi

Da “cittina”, quando nel pomeriggioil babbo mi portava su per la viadel Carmine, oltre La Gattina,a scovare un po’ di selvaggina,provavo una gioia perfetta,perché mi montava sulla cannadella sua nera biciclettae via... pedalata dopo pedalata,al manubrio ben afferrata,poggiavo con dolcezza la testinasul suo petto, odoroso di benzina.Sulla spianata di Spogliabecconon m’importava un fico seccodel “castagno del diavolo”:quell’albero, dal nome per me pauroso,non m’incuteva più timore,protetta com’ero dal suo amore.Più su, fra i castagni del suo amico Pasqualino,per non spaurire neanche un fringuellino,con pochi rami frondosi m’approntava,veloce, una specie di capannina.Lì sotto, mi sentivo una reginain un magico castello.Seduta, senza fiatare,aspettavo, serena, il mio sovrano,che, per non spadellare,scrutava cielo e volo d’uccelli, a tutto spiano.Al tramonto, di nuovo in biciclettaverso casa, ma senza alcuna fretta.Io, traboccante di esultanza...come Cenerentola in carrozzadopo la splendida danza.

Agosto/Settembre 2004

Piazza di Sienadi Mario Del Pia

Fino a che non ci pensi questo nomedice, o meglio dice ad anghiaresi di unacerta età, solo dell’amena località lungola via del Carmine dove per qualchetempo si esercitava il tiro al piattello e dadove si vede bene il lago di Montedoglio.

Se invece cerchi di scoprire perchéquesto nome, allora cominciano i pro-blemi.

Alessandro di Galbinaccio mi hariproposto il quesito che avevo accan-tonato. Con l’aiuto di Assunto, Leone,Guido di Corte ed altri siamo giunti aprospettare delle ipotesi. Manca però laconferma e per questo motivo chiediamoaiuto ai lettori

Nel 1917 al Campo della fiera, nellazona dove ora c’è il campo di pallavolo,fu collocato un accampamento di sol-dati. Questi forse facevano delle eserci-tazioni con i cavalli in quella zona e percollegamento con le corse del Palio diSiena è venuto fuori il nome Piazza diSiena. Però la cosa è alquanto dubbio-sa. Si è pensato anche al colore dellaterra che potrebbe assomigliare a quel-la che mettono in piazza del Campo inoccasione del Palio ma anche qui siamoa congetture fantasiose.

Altri ricordano bene anche la presen-za del 5° bersaglieri di Siena che effettua-va ad Anghiari l’addestramento estivo.Risiedevano presso il Conventone didentro e le scuole elementari. Avevanoanche la fanfara che risiedeva alla Sezio-ne e che nei giorni festivi eseguiva deiconcerti in piazza, sopra il banco appo-sito che stazionava nella zona vicino allapizzeria del Cicalino. Al termine del con-certo rientravano negli alloggi con laloro caratteristica corsa fino a dentro ledue porte.

Dato che il reggimento era di Siena emagari andavano a fare le loro esercita-zioni di tiro o che so io proprio nel luogodove quest’anno i girasoli crescono ri-gogliosi, quel luogo venne chiamatoPiazza di Siena.

Ma poi il Ceppodomo ci manda a direla sua ipotesi, anzi le sue notizie.

Era quello un posto molto buono perla caccia di passo (e lo è ancora oggi) eduna squadra di Siena, forse per amiciziao conoscenza con qualche anghiarese,era solita venire in quel luogo per lacaccia. Da lì il passo è breve perché taleluogo fosse chiamato Piazza di Siena.

Mi sembra che la cosa sia plausibile.

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fatto che furono chiamati così per essere i fondatori studentidelle facoltà di Veterinaria e di Medicina e di conseguenzafacevano esperimenti coi ratti: pinchar (pungere con un ago) erata (ratto).

Nel campionato di serie B del 1911 riescono a salire in serieA e già nel 1913 conquistano lo scudetto e subito dopo la “CopaRio de la Plata” che si disputava tra i campioni di Argentina eUruguay e che può considerarsi l’antenata dell’attuale CopaLibertadores (la Champions League del Sud America). Maquesta era ancora l’era dilettantistica. L’era professionistica,sotto l’egida della lega di calcio attuale cioè l’AFA, comincia nel1931 e quell’anno l’attacco pincha stabilì subito un record chedurò molti anni. Infatti segnarono 104 reti in 38 partite ed autorierano quelli che vennero chiamati “I professori”: Zozaya,Ferreira, Lauri, Scopelli e Guaita che da soli segnarono 96 diquelle 104 reti.

Nel 1932 Scopelli e Guaita furono acquistati dalla Roma edal suo primo campionato italiano Guaita fu capocannoniere escelto da Vittorio Pozzo per la nazionale italiana che poi vinseil mondiale 1934 prima di tornare in Argentina e, dopo un breveperiodo al Racing, finire la carriera ancora all’Estudiantes. Maquella fortissima squadra arrivò 3ª, infatti da lì al 1966 tutti gliscudetti argentini furono vinti da 5 squadre soltanto, le cosid-dette grandi, Racing, Independiente (entrambe di Avellanedacomune della regione-stato di Buenos Aires che confina con laCittà di Buenos Aires), River Plate, Boca Juniors e San Lorenzodella capitale argentina.

Però arriva il 1967 e durante la presidenza di MarianoMangano la “piccola” squadra dell’Estudiantes spezza questaegemonia per la 1ª volta nella storia del calcio argentino vincen-do il suo primo scudetto professionistico in una memorabilefinale contro il Racing: 3 a 0 il risultato. Nel 1968 succedette aquesta squadra anche come campione della Libertadores, chevinse 1ª squadra in Sud America tre volte di fila, e comecampione Intercontinentale sempre nel 1968 (finale contro ilgrande Manchester United), diventando pure campioneInteramericano (la Copa Interamericana si giocava tra le squa-dre vincenti della Libertadores ed i campioni della CONCACAF,Centro e Nord America). In quella squadra il CT era il grandeOsvaldo Zubeldìa (scomparso) e giocavano Alberto Poletti

Estudiantes de La Plata. Nati con il chiodo fisso: giocare a calciodi sanchez

Come la grande maggioranza di voi ormai saprà dal 1998con un atto ufficiale tenutosi a La Plata, Anghiari si è gemellatocon questo comune argentino capoluogo della Regione diBuenos Aires. Quello che voglio raccontarvi in sintesi è lastoria di una delle due squadre di calcio di questa città chemilitano nella serie A argentina. Il motivo? Questa squadranel 2005 ha celebrato i suoi 100 di esistenza .

È vero che a calcio si gioca con tutto il corpo ma essenzial-mente con i piedi, perciò è più che logico che alcuni giovaniche si autochiamarono “amanti del gioco del calcio” il 4 ago-sto 1905 decidessero di fondare in un negozio dove si vende-vano scarpe una società sportiva con l’obiettivo di giocare acalcio.

In realtà il tutto comin-ciò prima, nel 1882 viene cre-ata dal nulla la città di LaPlata per evitare una guerracivile in Argentina. ABuenos Aires (città 60 km anord) esisteva la societàGimnasia y Esgrima di

Buenos Aires (letteralmente ginnastica artistica e scherma).Alcuni soci di questa società si trasferirono a La Plata nuovocapoluogo della regione-stato di Buenos Aires e fondarono lasocietà Gimnasia y Esgrima di La Plata.

Negli ultimi anni del secolo 19° arrivò in Argentina il calcioattraverso immigranti britannici. Dentro questa società platensec’erano ad inizio del 20° secolo dei ragazzi che, avendo studia-to in scuole private inglesi di Buenos Aires avevano cono-sciuto il calcio e cominciato ad amarlo, tra loro Tomàs Shedden.,che era a capo di questo gruppo di amici ai quali piaceva riu-nirsi e giocare a calcio. Però si trovarono opposti a loro i “vec-chi” soci del Gimnasia, che appartenevano “all’alta società”ed ai quali il calcio non andava giù considerandolo uno sportda poveri.

A questo punto questi 20 “ribelli” decidono di riunirsiappunto in quel negozio di scarpe, “Calzoleria Nueva York” il4 agosto 1905 e quella sera stessa prendono la decisione diandar via dal Gimnasia e creare una nuova società (che con iltempo diventerà polisportiva) con la quale partecipare ainascenti campionati di calcio.

Ad un certo momento della riunione dovettero scegliere ilnome della società appena nata, dal momento in cui la quasitotalità dei presenti erano studenti universitari (soprattuttomedicina e veterinaria) e qualcuno frequentante le superiori, ilnome si scelse da solo “ESTUDIANTES” cioè studenti, fuaccettato subito da tutti senza sapere che questo nome sarebbestato conosciuto nel mondo intero.

Dal momento che Schedden nelle superiori aveva cono-sciuto quelli che giocavano nella prima grande squadra argentina,l’Alumni (oggi non esiste più), e che questa squadra aveva lamaglia a strisce verticali bianche e rosse, fu deciso di adottarequesti colori. Quando aderiscono alla lega calcio argentinadovettero stabilire che le strisce dovevano essere più larghe diquelle dell’Alumni per riconoscerle da quest’altra squadra(secondo le regole di allora).

L’Estudiantes ha anche un soprannome, pincharratas, l’ori-gine del quale ha due teorie. Una dice che prende il nomedall’alias di un tifoso della prima ora, Felipe Montedònica, chelucidava le scarpe per strada, si dice che era un po’ scorbuticoe che aveva la mania di pungere con un ferro appuntito i topie i ratti che gli capitavano per la strada; l’altra invece parla del

In questa pagina a destra: La squadra che nel 1967 riuscì a romperel’egemonia delle cinque grandi e che successivamente avrebbe vintole coppe Libertadores, Interamericana e Intercontinentale.a sinistra: Zozaya, Ferreira, Lauri, Scopelli e Guaita, i cinquegiocatori che costituivano l’attacco dell’Estudiantes nel 1931 e chesono ricordati come “I Professori”.

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In questa pagina: Il simbolo del fans club, “Agrupaciòn Enrique elindio Guaita”, quello di destra era Enrique Guaita conosciuto inItalia con l’appellativo “Il corsaro nero”, che divenne giocatoredella Roma, capocannoniere del campionato italiano e campione delmondo con la maglia azzurra nel 1934.Sotto: Lo striscione del fans club ed i due amici di La Plata chel’hanno realizzato.

(portiere), Gabriel “Bambi” Flores (2do portiere), Eduardo LujànManera (scomparso anche lui), Raùl Madero, (medico dellanazionale in Messico 86 e Italia 90)), Oscar Malbernat, RamònAguirre Suàrez, Togneri, Carlos Pachamè (secondo di Bilardoa Messico 86 e Italia 90), Carlos Salvador Bilardo (CT dellanazionale argentina a Messico 86 e Italia 90) Juan Echecopar,Eduardo “Bocha” Flores, “tato” Medina, Felipe Ribaudo,Marcos Conigliaro, Juan Ramòn Veròn (“la bruja”, padre diJuan Sebastiàn Veròn, “la brujita”, il quale in Italia ha militatonelle file della Sampdoria, Parma, Lazio e fino alla stagioneappena finita nell’Inter, e che è ritornato da poco all’Estudiantesde La Plata), e Raùl Lavezzi tra gli altri.

Questi successi “rubarono”la scena alle grandi di Argentinae siccome la stragrande maggio-ranza dei giornalisti sportivi era-no per quest’altre squadre (losono ancora, dal momento che igrossi mass-media sono dellacapitale argentina), non hannomai “perdonato” all’Estudiantes queste sue vittorie. Fu poicampione argentino altre due volte nel 1982 (con Bilardo CT,che grazie a questa vittoria andò in nazionale) e nel 1983 (conManera CT), quando nella sua rosa c’era il pro-nipote diEnrique Guaita dei professori del 1931 cioè Cristian Guaita oggiallenatore nelle giovanili del club.Nel 2005 è nato ad Anghiari un fans club dell’Estudiantes,“Agrupaciòn Enrique el indio Guaita”, ufficialmente ricono-sciuto dal club della città di La Plata. Nell’ufficio del Presidentedell’Estudiantes c’è una targa con il nome di Anghiari ed esisteuno striscione con il nome di questo fans club (e quello diAnghiari) che è stato appeso allo stadio in alcune occasioni daalcuni amici di La Plata. Il fans club conta nelle sue fila simpa-tizzanti “pinchas” italiani (in stragrande maggioranza) e italo-argentini sparsi in diverse città italiane.Questo è un piccolo riassunto della storia “pincha”, augurandoa questa squadra (è tornata dal 7 febbraio 2006 nella CopaLibertadores dalla quale mancava da ben 22 anni), di rivivere inbreve tempo altre vittorie come quelle già ottenute e che lafanno l’unica squadra platense che può fregiarsi del titolo dicampione argentino nelle competizioni ufficiali organizzatedalla federazione di calcio argentina, AFA. Tanti auguriall’Estudiantes (anche se con un piccolo ritardo) per i suoiprimi cent’anni e un grosso in bocca al lupo per il CampionatoApertura, che inizia il primo fine settimana di agosto, e per laCopa Libertadores, competizione in corso.

L'anniversario dell'Apparizione al Carmine“L’11 luglio 1536 la Vergine Maria si degnò apparire in questo

luogo...” così inizia il racconto riportato nella tela posta sul luogoesatto dove 470 anni fa, nella sera dell’11 luglio la Madonnaapparve alla pastorella Marietta. E subito vi fu grande movimentodi popolo, raccontano le cronache, mentre sulla quercia laMadonna ripeteva le apparizioni alla dodicenne Marietta chie-dendo preghiere e l’erezione di una chiesa in suo onore.

La grande affluenza di popolo di quei giorni, le manifesta-zioni miracolose e le straordinarie manifestazioni astrali suc-cesse quei giorni fecero si che dopo poco tempo il Vescovodel tempo decretasse l’autenticità delle apparizioni. Anche undeputato dell’Inquisizione di Firenze venne ad Anghiari edinterrogò la veggente ed i testimoni, suscitando un parerepositivo circa la veridicità dei fatti. In pochi anni la gente diAnghiari edificò l’imponente chiesa che ancora oggi vediamo.All’interno vi è il luogo esatto dove sorgeva l’albero delleapparizioni e, sopra l’Altare maggiore, la tela che raffigura Mariacon Gesù bambino. Fu la stessa Madonna, che durante l’ulti-ma apparizione, chiese a Marietta di essere venerata con quel-la immagine, che al momento si trovava in una casa di Anghia-ri. Successivamente l’immagine fu trasportata con grande so-lennità dal borgo medievale alla località Combarbio dove laMadre Dio si manifestava a Marietta.

A 470 anni da quell’11 luglio il popolo di Anghiari si è recatoancora una volta verso il Santuario, che alcuni anni fa èdiventato, per volere del Vescovo D’Ascenzi Santuario Marianodella Valtiberina. Nella fase conclusiva del Pellegrinaggio versoil Carmine si è unito anche il nostro Vescovo Gualtiero Bassetti,facendosi anche lui pellegrino verso la Madonna.

Alle 21.15 è iniziata la solenne Celebrazione Eucaristicapresieduta dallo stesso Vescovo Diocesano assieme a moltiSacerdoti della Valtiberina. Oltre alle autorità di Anghiari, allaMessa hanno preso parte fedeli provenienti da tutta la zona, eassieme alla gente delle parrocchie di Anghiari, hanno davverogremito il Santuario.

Al termine della Celebrazione il Vescovo, indossato il pivialedi don Giuliano Giglioni, che mlti si ricorderanno per lo zelo versoil Santuario del Carmine, ha recitato l’atto di affidamento allaMadonna, dopodiché ha impartito la sua solenne benedizione.

I festeggiamenti sono poi proseguiti nei giorni successivicon la recita del S. Rosario la sera dopo cena, per quattro sereconsecutive, meditando una sera dopo l’altra, una parte deimisteri del Rosario. Questi giorni sono anche serviti comepreparazione alla festa della Madonna del Carmelo, il 16 luglio.Questa ricorrenza è festeggiata, di solito, dai religiosi Carmelitani.Anche il Santuario del Combarbio di Anghiari, che nel tempoè divenuto “Carmine” per la presenza di due secoli di Carmelitani,festeggia quindi la memoria della Beata Vergine del Carmelo.Domenica 16 luglio scorso, assieme ad alcuni sacerdoti delVicariato di Anghiari, si è svolta la S. Messa solenne. Quindi alcanto delle litanie lauretane la Processione con le fiaccole haaccompagnato attorno al Santuario una immagine della Ma-donna del Carmine, rendendo onore e omaggio alla Madre diDio. A ritorno in chiesa don Marco ha recitato a nome di tuttila preghiera conclusiva.

Segnaliamo suor Astrid di Montauto e il gruppo di cantoriche hanno animato le Celebrazioni dell’11 e del 16 luglio, ichierichetti di Anghiari e di Tavernelle, Franco per l’animazionedel pellegrinaggio e del Rosario, e infine anche Gasparino e glialtri abitanti del Carmine che hanno preparato le luci e le fiaccoleper i festeggiamenti serali.

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Adamo Grazi, San TommasoAlvise Luconi, MinusioAntonio Agolini, GiardinellaCarla Leonardi, Torre PedreraCosetta Manfroni, VignacceDina Romiti, CrocifissinoDomenica Caporalini, RomaElio Papini, San LeoFabrizio Papini, CignanoFamiglia Rumori, Vigna del poggioGianrico Cristini, CrocifissinoGino Cipriani, La CapannucciaGuido Leonardi, Cortine

Ciao Mara,

ricordi quando eravamobambini, coetaneo di tuofratello Ascanio, eravamovicinissimi di casa in via delFosso, ora via Trieste?

E quando la mia fami-glia si trasferì ad Arezzoe la mia casa natia fuvenduta a tuo padreGalliano Calli?

Quanto tempo passatoassieme. Più tardi ti trasfe-risti a Villa Miravalle equando venivo ad Anghiaricon amici non mancavo difarti visita. Ci ricevevi conil tuo sorriso cordiale e latua signorilità si metteva anostra disposizione mentreci illustravi i meravigliosimobili, i tappeti e le altrecose esposte in galleria.

Il tuo lavoro diantiquaria, in cui mettevipassione, a more e serietà,ti ha fatto conoscere nonsolo ad Anghiari, dove seisempre vissuta, ma in tuttala Valtiberina e in moltelocalità d’Italia.

Durante il tuo camminoterreno hai attraversato pe-riodi buoni e meno buonima mai ti è mancato unsorriso, una parola, unabuona azione.

La tua andata così difretta ci ha lasciato un gran-de vuoto. Ti penso in pacevicino a mamma Argenide,instancabile lavoratrice, ea tuo babbo Galliano, tuomaestro.

La tua immagine di si-gnora bionda, elegante,solare, riservata, pronta alsaluto e disponibile a dareaiuto senza farsi pubblicitàrimarrà a lungo nella me-moria degli anghiaresi e diquanti ti hanno conosciuto.

Affettuosamente il tuoamico

Lamberto

Venerdì 2 giugno, pressoil Santuario del Carmine, si ètenuto un concerto del CoroPolifonico Città di Tempio “S.Pietro Apostolo”, provenien-te dalla Sardegna ed in parti-colare dalla città di TempioPausania (Sassari).

Il concerto, inserito all’in-terno delle manifestazioni peril trentesimo di fondazione delgruppo donatori “Fratres” diAnghiari, è stato possibilegrazie allo stretto legame esi-stente fra il Coro e il sig.Bettoni Pierluigi, il quale gra-zie a ripetuti inviti, alla fine èriuscito a “portare” anche adAnghiari questa bella realtàcorale sarda.

Il Coro Polifonico Città diTempio “S. Pietro Apostolo”è nato negli anni novanta conlo scopo di animare le liturgienelle solenni celebrazioni del-la Cattedrale di TempioPausania. Grazie alla direzio-ne del M° Giovanni MariaPasella, ha intrapreso un ric-co programma concertisticoanche in ambito internazio-nale spaziando dalla musicaclassica alla musica sacra,dalla musica lirica alla musicaetnica.

Ha inoltre cantato, in oc-casione del Giubileo, durantela S. Messa in Vaticano cele-brata da Sua Santità GiovanniPaolo II.

In occasione deldecennale del Coro, i coristi sistanno preparando per varietournée che andranno a toc-care Praga, Vienna e il NordItalia.

Durante il concerto nelSantuario del Carmine, il Coroha eseguito un repertoriovario composto sia da brani acappella che da brani con-certati tutti molto belli ed ese-guiti egregiamente, dimo-strando la grande cura di ogniminimo aspetto che il generecorale impone durante lo stu-dio di ogni singolo pezzo.

Sono stati eseguiti branicome l’Ave Maria di Arcadelt,La Vergine degli Angeli trat-ta dall’opera “La forza deldestino” di Verdi e anche unbellissimo Gloria scritto dalmaestro del Coro (Pasella) persoli, coro e accompagnamen-to d’organo.

Dopo il repertorio sacro eclassico il Coro ha cantatobrani del repertorio popolaresardo evidenziando una no-

tevole capacità nell’eseguiretecniche vocali molto com-plesse, ma di grande effettodurante l’esecuzione.

Il “Va pensiero, sull’alidorate…” ha chiuso la seratatra gli applausi delle numero-se persone presenti al con-certo.

Nei giorni seguenti il Coroha portato la sua musica an-che in altri paesi dellaValtiberina come Monterchi,Sansepolcro e ha anche can-tato durante la S. Messa delladomenica nella parrocchia diCaprese Michelangelo.

Concludendo non restache ringraziare, a nome ditutti, il sig. Bettoni Pierluigiper quanto ha fatto nell’or-ganizzare il concerto, in col-laborazione con il M° BrunoSannai.

Altro ringraziamento va algruppo donatori Fratres cheha ospitato il Coro in mododavvero encomiabile, ma ilringraziamento più sentito vasicuramente al CoroPolifonico Città di Tempio “S.Pietro Apostolo” per esservenuto in quest’angolo dellaToscana a regalarci una stu-penda serata.

Il Coro Polifonico Città di Tempio Pausania di Cesare Ganganelli

Livio Sassolini, CastelloMario Mariotti, San RemoMario Ruggeri, StrosceMarisa Villarecci, GhettoMaurizio Panichi, TavernelleNella Chieli, RenicciPaola Foni, Casenuove BiceccoPiera Rossi, TavernelleRina Ruggeri, TombolaRosimbo Boriosi, PiazzolaSeverini Grazia, SampierdarenaTeresa Mercati, StazioneTullio Rossi, Deposito

Le offerte primaverili

Elenchiamo le ultime offerte pervenute con l’impegno di un controllo più accurato dopol’estate. Ricordiamo intanto che sono sempre utili le vostre correzioni ed indicazioni.

Volete contribuire a qualche iniziativa che la parrocchia di Anghiari sta portando avanti?Rivolgetevi in parrocchia o versate il vostro contributo sul C/C postale N. 11802527(trovate il bollettino alla posta) intestato a Insigne Propositura di S. Bartolomeo e indi-cando la causale. Grazie!

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Il 10 Agosto, festività di San Lorenzo Martire, nella chiesadi San Lorenzo verrà celebrata una Santa Messa alle ore 19.Seguirà come di consueto un piccolo rinfresco offerto dagliabitanti del luogo.

La celebrazione di quest’anno sarà anche un’ occasioneper ricordare un Sacerdote che nella nostra parrocchia halasciato un ricordo molto vivo del suo passaggio. Si chiamavaDon Luigi Brunetta.

Nel 1954 l’allora parroco di San Lorenzo, Don GiuseppeBaronio, romagnolo di Torre Pedrera (Forlì), malato ed ormai molto avanti con l’età,chiese al Vescovo di Sansepolcro di tornare alla sua terra natia, per potersi curareed affrontare gli ultimi anni della sua vita. Venne accontentato, e trasferito ad altraparrocchia. Ci lasciò il 31 dicembre 1954 per trasferirsi in provincia di Forlì, e dalprimo di Gennaio 1955 prese il suo posto Don Luigi Brunetta.

Capimmo subito, quando andammo a salutarlo ed a porgergli il benvenuto, chenon proveniva dalla nostra terra. Aveva infatti un forte accento veneto, e non facevanulla per correggerlo, anzi era lui a meravigliarsi del nostro dialetto, così diverso dalsuo. Veniva infatti da Treviso, da Caonada per l’esattezza. Ci raccontò che era statoCappellano Militare per molti anni, e per dodici anni missionario in America, pertornare in Italia, come sacerdote ed arrivare in questa piccola parrocchia dicampagna.

Carattere deciso, forte personalità, un modo di parlare diretto e franco, fumatoredi sigaro che teneva sempre al lato della bocca, brusco nei modi e, lo scoprimmo pocotempo dopo, persona generosa, sempre molto attivo: tante erano le cose da fare etante altre che si proponeva di realizzare. Aveva 55 anni, laureato in filosofia e inletteratura italiana, insegnava a Sansepolcro, al Seminario Vescovile. Portava degliocchiali spessi che gli davano una espressione severa. Era una persona colta,bravissimo oratore, nonostante il dialetto: bravo a parlare come professore aglistudenti, e altrettanto bravo a parlare come lavoratore della terra ai fedeli, quasi tutticontadini, che sempre più numerosi assistevano alle funzioni religiose.

Dicevamo molto attivo: c’era da restaurare l’edificio della chiesa e della canonicaadiacente, che versavano in condizioni precarie, ma denaro non ce ne era. Con millesacrifici e con tanta determinazione, dette inizio ai lavori, lavorando lui stesso assiemeai muratori facendo a volte il manovale a volte il direttore dei lavori. Rifece il tetto dellachiesa, pioveva in diversi punti, rifece gli intonaci e, cosa alla quale tenevamoltissimo, volle sostituire il vecchio altare in mattoni con un altro da lui stessoideato, in marmo. Gli operai che eseguivano i lavori ebbero all’inizio qualchediscussione sul modo di operare che aveva in mente Don Luigi, ma ben presto tuttii motivi di contrasto cessarono ed il lavoro proseguì velocemente. Del resto non erapoi tanto difficile andare d’accordo con lui: sapeva anche ascoltare i consigli deglialtri, bastava solo che non fossero troppo in contrasto con quello che si proponevadi fare. Noi ragazzi assistevamo a volte alle sue sfuriate quando si accorgeva cheun determinato lavoro non era stato eseguito come da lui richiesto: urlava paroleincomprensibili, in veneto, e ci divertivamo, fra di noi quando non ci sentiva, aripeterle. Una volta si accorse e, invece di sgridarci perché lo prendevamo in giro,si mise a ridere con noi, sorprendendosi di essere così buffo, e spiegandoci ancheil significato nella nostra lingua di quelle frasi urlate ai poveri muratori.

Anche il suo cane, un pastore tedesco, al quale era molto affezionato, capivaquando era il momento di allontanarsi e quando invece giocare con lui. Era un canemolto intelligente, e quando sentiva urlare, in silenzio si allontanava per tornarequando le acque erano tornate calme. Si chiamava Churchill, proprio come lo statistainglese. Era un nome strano per un cane. Alcuni pensavano che era un segno dirispetto e stima che Don Luigi aveva verso questo personaggio politico, tanto dadare il suo nome alla bestia alla quale era molto affezionato. Altri invece intravede-vano un segno di disprezzo verso lo statista, tanto da dare il suo nome ad un animale.La seconda interpretazione era quella che noi ragazzi ritenevamo giusta, ed eravamosicuri di non sbagliare.

Dopo avere restaurato la Chiesa, ed avere fatto decorare le travi del soffitto daDon Angelo Alberti, parroco di Toppole, diede inizio alla sostituzione del vecchioaltare. Personalmente scelse il tipo di marmo più adatto, quello statuario, e lo fecerealizzare da una ditta di Carrara, secondo il disegno da lui fatto. Una volta montatoal posto del vecchio, si accorse che l’opera realizzata era venuta ancora più bella diquanto da lui immaginato, e rimase molto contento. Per la realizzazione di questaopera si avvalse di un contributo in denaro assolutamente non previsto pervenu-togli dagli Stati Uniti, da Brooklin per l’esattezza: era successo che aveva scritto ad

alcuni suoi amici conosciuti al tempo della sua missione in AmericaLatina, di quanto una volta titolare della Parrocchia di San Lorenzo,avrebbe voluto realizzare e di quanto pochi fossero i soldi a suadisposizione. Queste persone, che nel frattempo erano rientrate negliStati Uniti, diedero inizio a sua insaputa ad una raccolta di denaro dadestinare alla piccola chiesa di San Lorenzo. Fu così che un bel giornosi vide recapitare una busta assicurata, con dentro tanti dollari: eranopiù del necessario! Era arrivato un aiuto non sperato, e la cosa lo rincuoròtantissimo. Non doveva più preoccuparsi di trovare i soldi per pagarei lavori. Fece scrivere allora sulla lastra centrale posta sotto all’altare chequell’opera era stata costruita grazie ad un aiuto pervenuto dall’Ame-rica, e l’anno in cui l’opera era stata terminata: 1956.

E così il 10 Agosto di quell’anno ci fu una festa particolarmenteimportante: l’allora Vescovo di Sansepolcro, Mons. Domenico Bornigiavenne a benedire la chiesa restaurata, rimessa completamente a nuovo,con le decorazioni di Don Angelo e con questo nuovo altare: la nostrachiesa di campagna sembrava veramente una piccola cattedrale, e noiparrocchiani ne eravamo molto fieri. Tutto questo accadeva esattamen-te 50 anni fa, ma ci sembra ieri!

L’anno successivo, il 1957 , fu dedicato al restauro ed all’amplia-mento della canonica adiacente alla chiesa. C’era rimasta ancora unacosa da fare, molto importante per Don Luigi: il rifacimento dellabalaustra in legno, la balaustra che separa i fedeli dall’altare, perintenderci: era ormai in una condizione tale che doveva essere sostituita.Aveva già in mente il progetto per fare la nuova: in marmo, lo stessoutilizzato per l’altare. Costo proibitivo, per Don Luigi, ma un po’ di soldierano rimasti dall’offerta ricevuta dall’America e la differenza in qualchemodo l’avrebbe trovata. Non era certo il tipo da perdersi d’animo perquesto. Avrebbe voluto iniziare i lavori nei primi mesi del 1958. Ma nonfu possibile. Si ammalò, alla gola, e quella che sembrava una cosa di pococonto, si rivelò invece una di quelle malattie per le quali non esistevarimedio. Si assentò per un certo periodo, tornando a curarsi in Veneto.Tornò da noi verso la fine di Aprile e restò per tutto il mese di Maggio.Sembrava che il male si fosse fermato. Un giorno però chiamò tutti noiragazzi per salutarci: si sarebbe assentato ancora per un po’ ma poisarebbe tornato perché c’erano ancora tante cosa da fare, e lui avevabisogno del nostro aiuto. Non fu un saluto normale, come avviene trapersone che si lasciano per un breve periodo, fu un saluto moltoaccorato da parte di Don Luigi e, cosa strana, volle dare a ciascuno dinoi un regalo: una grossa stecca di cioccolato, fondente, Perugina. Cilasciammo e ci accorgemmo che era commosso: non lo avevamo maivisto così. Per noi era sempre stato il prete brontolone, quello che nongli stava mai bene come facevamo le cose, come servivamo la messada chierichetti: era sotto questo aspetto veramente molto esigente, eguai se ci si distraeva, se ne accorgeva subito e al termine della messaerano dolori. Vederlo in quelle condizioni ci turbò, e ci preoccupammomolto. Subito capimmo che quella malattia che lo aveva colpito non eracosa da poco, come lui ci aveva sempre detto.

Un mese dopo un suo familiare venne a San Lorenzo, e ci informòche Don Luigi era morto, il giorno 20 Giugno 1958, a Treviso. Esattamen-te venti giorni dopo averci salutato. Era morto serenamente, pregandola Madonna della quale era devotissimo, ed accettando cristianamenteil suo destino. Ci disse pure che subito dopo averci salutato era salitoal piano superiore della casa per vederci allontanare, fino a quando noneravamo scomparsi dalla sua vista: è l’ultima volta che vedo questiragazzi, aveva detto.

Lo piangemmo, come se ci fosse mancato un familiare, un amicofraterno. Solo tre anni e mezzo aveva vissuto a San Lorenzo, ed in questobreve periodo aveva trasformato non solo l’edificio della chiesa, maanche la vita stessa della comunità.

La prossima festività di San Lorenzo ci offrirà l’occasione per direuna preghiera alla sua memoria, certi che il suo ricordo continuerà ancoraad accompagnarci per tanto tempo, perché le opere da lui fattecontinueranno a parlarci di lui e a mantenere il suo ricordo più vivo edattuale che mai.

10 Agosto - San Lorenzo – Festa del Sano PatronoRicordo di Don Luigi Brunetta

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Antichi mulini ad acquanella valle del Sovaradi Flavio Mercati - II parte

I Camaldolesi

Romualdo era un monaco benedetti-no dell’abbazia di Pomposa (oggi nelComune di Codigoro in provincia diFerrara). Nel 1012 ebbe in dono dall’im-peratore Enrico II un terreno boscoso dicirca 16 ettari nella zona di Camaldoli.

In quel bosco isolato, a ridosso delcrinale toscano dell’Appennino Tosco-Romagnolo, costruì un eremo e un’abba-zia, che furono le prime sedi del nuovoordine religioso da lui fondato, detto deiCamaldolesi che si richiamava alla regolabenedettina, ma con spirito di maggiorausterità.

La regola fondamentale dei benedet-tini diceva: “Ora et labora”, “Prega elavora” e i Camaldolesi si misero subitoall’opera. Dedicarono infatti grande im-pegno nella cura della foresta avuta indono iniziando l’impianto allo stato purodell’abete bianco in sostituzione delbosco misto a predominanza di latifogliee avviando una cultura forestale cheresterà un modello per secoli.

La cura del bosco era diventata addi-rittura una loro regola, impegno che ven-ne rafforzato nel 1520 con le regole dellavita eremitica, fatti stampare a Camaldolidal beato Paolo Giustiniani, dove, tra glialtri obblighi, vi erano quelli di ripiantareogni anno 4/5.000 alberi e di destinare ilricavato del legname venduto al miglio-ramento continuo della foresta.

Sul versante romagnolo, invece, chenon apparteneva a loro, la situazioneera diversa. Oggi quei boschi, sia delversante toscano, sia di quelloromagnolo, appartengono al “Parco na-zionale delle Foreste Casentinesi, mon-te Falterona e Campigna” esteso per36.200 ettari. Questo ordine monasticoacquisì notevole autorevolezza, stimae rispetto presso le genti perché consi-derato il centro di quel rinnovamentomorale auspicato da tempo.

Cominciarono quindi a fioccare ledonazioni di terreni e di altri beni almonastero, per permettere a questo or-dine, non solo di sopravvivere, ma an-

che di potenziarsi e di espandersi e diespandere così anche la conoscenza delloro messaggio spirituale e morale. Neiterritori avuti in dono infatti erigevanoabbazie e chiese, oppure adeguavanoquelle esistenti al loro ideale evangelicoincentrato sull’umiltà, castità, rinunciaai beni delmondo.

In quelperiodo, in-vece, nellaChiesa im-perversavala simonia,cioè la ven-dita di cari-che eccle-s i a s t i c h econ i relativibeni materia-li, per esempio vescovadi con terre erendite, i preti si sposavano, nonostanteil parere contrario di diversi concili, an-che se da molti veniva considerato il maleminore poiché preveniva il concubinatodiffuso anch’esso tra il clero allora.

In alcuni poi a questo motivo se neassociava un altro, quello della salvezzadell’anima (pro remedio animae suae),specialmente se, in vita, erano stati tut-t’altro che esempi di virtù.

Nelle nostre zone si ha notizia che ledonazioni all’Eremo di Camaldoli comin-ciassero già nel 1087 con certi Ugone,Falerno e Corbizone della grande fami-glia (per importanza e per numero) deiconti di Galbino, che, in seguito, vennerochiamati Barbolani da Montauto perchési trasferirono in questo monte in quantoluogo meglio difendibile (Barbolani per-ché un tempo Montauto era stato abitatodai Barbari Alani).

Ugone, Falerno e Corbizone, fattisimonaci camaldolesi, donarono in quel-l’anno alla Congregazione Camaldolesetutte le loro spettanze poste nei territoridi Anghiari, Arezzo e di Montauto. Siebbe poi la grande donazione diBernardino di Sidonia, anch’esso deiconti di Galbino che, morente nel suocastello di Montorio o Monte Aureo

(sopra il Carmine dove adesso ci sono itralicci della linea elettrica), donò pertestamento quasi tutti i suoi averiall’Eremo Camaldolese, ma lasciò in pro-prietà ai suoi servi la terza parte delle terreche essi già avevano in enfiteusi (unaspecie di affitto a tempo determinato) e

Veduta del Cassero, il palazzo donato daBernardino di Sidonia ai Camadolesi nel 1104.Foto Giuseppe Fontana.Nella pagina di destra lo stemma camaldoleseripreso dalla campana di Valealle che volenterosiparrocchiani hanno ultimamente ripristinato erisistemato nel suo campanile.

1) L’edificio del Monastero inglobò la casa che il munifico Bernardino aveva in Anghiari.

nell’occasione concesse loro anche lalibertà: erano servi della gleba.

I monaci camaldolesi dovevano peròcostruire un monastero dove seppellire ilsuo corpo, voleva che fosse costruito aPapiano, ma invece fu eretto, nel 1105, adAnghiari. Era l’edificio dell’attuale scuo-la media Leonardo da Vinci1.

Se teniamo presente la scala feudale:vassalli, valvassori, valvassini, in cui eradiviso, dominato e amministrato il terri-torio, con importanza decrescente in or-dine di elencazione, Bernardino dovevaessere un valvassore, poiché nel suotestamento, fra l’altro, si diceva ancheche lasciava ad un certo Guinello unaproprietà che questi aveva avuto infeudo da lui. I beni donati da Bernardinodi Sidonia (la madre) furono: la sua cortedi Anghiari (nel sistema feudale la corteera l’insieme degli edifici e terreni sotto-posti ad usi del signore), il Castello e lacorte di Montorio, la Pieve di Micciano

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...antichi mulinicon tute le sue pertinenze e la cortedi Viaio; un territorio abbastanza va-sto quindi.

Il monastero costruito in Anghia-ri si chiamò di San Bartolomeo. Erastato appena finito di costruire chesubito cominciarono le donazioni, avolte anche le vendite, a suo favore;fra i vari signorotti del contado siscatenò quasi una vera e propriagara nel beneficare il nuovo mona-stero. Elenchiamo le elargizioni piùconsistenti. Nel 1117 Ranieri diBernardino di Dorne «feceliberalissima donazione al priored’Anghiari della corte di Fatalta, oCastiglione fatt’al becco (in seguito indi-cheremo a quale zona oggi corrisponde)con sue ragioni e pertinenze, come dacontratto rogato ser Ildebrandinonotaro».

Nell’ottobre del 1130 al primo prioredi San Bartolomeo, come risulta da unatto notarile, «Rainuccio, Rolandino,Ugolinello e Ospinello fratelli e figli diBennone di Raniero di Baroncio ven-dettero tutti i loro beni mobili e immobiliposti in Monte Aureo nella parte infe-riore e presso il fiume Sovara e Tevere ealtrove, cioè nel castello di Anghiari esua corte, in Viaio, a S. Croce e in Valiallacon tutti gli edifici, terre, masserizie,letti, animali grandi e piccoli, servi edancelle e ogni genere di vasi e metalli,vesti e suppellettili».

Fra il 1142 e il 1143 Quintavalle, signo-re di Valialla, donò ai Camaldolesi tutto ilterritorio di cui disponeva: castelli, ville,predi rustici (poderi) e urbani (edificiurbani) e la villa di Verazzano (per villas’intendeva allora un nucleo abitativocon la casa del signore nelle campagne),in sintesi tutto quello che possedeva aValialle, Pianettolo, come si diceva allora,Verazzano e Toppole.

Si ebbero poi, in seguito, altresottomissioni ai monaci di Anghiari dimolte altre zone della valle del Sovara ealtrove per cui, prima della fine delmillecento, Camaldoli era divenuto asso-luto padrone di Anghiari e di una vastaarea intorno, comprendente anche la valledella Sovara che è quella più interessataal nostro esame.

Solamente la Pieve di Sovara ne eraesclusa, perché appartenente ancora,insieme alla chiesa di S. Stefano di An-

ghiari, alla diocesi di Città di Castello.E tutti questi beni dei Camaldolesi

nella zona di Anghiari erano, si può dire,sulle spalle dei monaci di S. Bartolomeo,i quali dovevano stare bene attenti avigilare per salvaguardare i diritti e gliinteressi dell’Eremo 2.

La valle della Sovara rimase sotto ildominio o comunque l’influenzacamaldolese per quasi tutto il ’200 cir-ca, poi nel ‘300 passò in parte ai Tarlatidi Pietramala (chiamati Tarlati perchéun loro antenato era stato sopranno-minato “Tarlato” per via del viso but-terato, bucherellato dal vaiolo, comeun legno tarlato).

La gente donava e vendeva aiCamaldolesi anche perché consape-vole che i beni elargiti non sarebberostati trascurati ma anzi valorizzati (laregola benedettina “ora et labora”valeva sempre).

Infatti erano molto attivi nel promuo-vere innovazioni e miglioramenti, bonifi-che, costruzione di mulini ad acqua,ammodernamenti, strade, ecc. InValtiberina, come abbiamo visto in unaprecedente indagine, promossero, versola fine del millecento e la prima metà delmilleduecento, le grandiose opere di de-viazione del Tevere da sotto Anghiari alcorso attuale e della costruzione dellareglia Acquaviola su cui impiantaronoanche diversi mulini idraulici.

La stessa azione innovativa fecerosentire nella valle della Sovara, comevedremo tra poco esaminando in detta-glio i vari mulini di questa zona, e più omeno dettagliatamente in base alle noti-zie di cui siamo in possesso su ciascunmulino.

Lavori estividi Mario Del Pia

Sono continuati anche in questimesi estivi i lavori nella chiesa diSant’Agostino. Lo abbiamo annun-ciato già nel numero scorso e saràriaperta il giorno 28 agosto, festa diSant’Agostino.

Allora si potranno ammirare ilavori già terminati come il restaurodella parte dietro l’altare maggiore,la volta e le cappelle laterali e tutti gliaffreschi. Sono stati eseguiti gli im-pianti di illuminazione e di allarme edè iniziato il restauro degli arredi.

Restano ancora da eseguire al-cuni lavori fra i quali il restauro del-l’organo (sarà molto impegnativo) ela sistemazione definitiva del coroperò la chiesa di Sant’Agostino, po-sta fuori della prima cerchia dellemura, sarà di nuovo fruibile dallapopolazione tutta.

* * *Per la chiesa di Badia continua-

no i lavori per il restauro dell’organodel Feligiotti. E mentre il restauro edil ripristino della strumentazione stacontinuando in quel di Badia al Pino,la cassa in legno è stata consolidata,trattata contro gli insetti xilofagi edè stata decisa la colorazione che inquesti giorni sarà eseguita riportan-do tutta la struttura della cantoria alsuo aspetto originale. L'impegno perquesto lavoro è notevole anche sel’apposito comitato ha dato un con-tributo veramente determinante.

Si sta programmando la sua inau-gurazione con un concerto la cuidirezione sarà affidata al maestroEugenio Becchetti, che è titolare dellaCattedra di Organo al Conservato-rio di Perugia, e per la sua notevolepreparazione svolge continuamen-te concerti e convegni in tutto ilmondo.

* * *Dovranno essere messi quanto

prima in cantiere, perché nonrinviabili, i lavori al tetto di SantoStefano e San Lorenzo.

Per Santo Stefano il cantiere ini-zierà a giorni e, in questa fase, èprevisto il rifacimento dei tetti dellacanonica e l’accurato controllo consostituzione degli elementi danneg-giati del tetto della chiesa. Si prov-vederà poi alla realizzazione degliintonaci necessari.

2) Verso la fine del 1100 i Camaldolesi si servirono per governare Anghiari di Alberto,Matteo e Guglielmino, figli di Ranieri di Galbino e Montauto che era la stessa cosa, col titolodi viceconte. Siccome la casa di Bernardino di Sidonia, loro antenato, era stata incorporatanel monastero di S. Bartolomeo, ebbero il permesso dal priore di Camaldoli di costruire nelpaese un’altra casa con torre. Corrispondeva, probabilmente, all’attuale edificio dove sitrova la torre dell’orologio.

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la pagina di Walter Del Sere

Lasciare il segno

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A volte succede. Il 29 giugno(corsi e ricorsi storici) mi s’ècompletamente fuso il com-puter, senza possibilità alcu-na di recupero di dati, scritti,foto e storie memorizzate nellascatola metallica. In un’appo-sita cartellina avevo messo ifatti paesani da appuntare al-l’istante. Tutto ciò non esistepiù. E fa bene l’impermalitoredattore capo a suonarmi lasveglia perché sono in clamo-roso ritardo sulla consegnadella pagina. Così, vada comevada, oggi domenica 16 lugliocon un’alzataccia alle ore 7 dimattina mi accingo a scriverenel nuovo computer quelloche in questo momento mipassa per el cabezon.

Palio della Vittoria.È stata una seratavissuta con entusia-smo da non meno di3000 persone le qua-li, sfidando il caldotorrido del tardo po-meriggio di giovedì29 giugno, hannopresenziato al Paliodella Vittoria, svolto-si nel 566° anniversa-rio della campale Bat-taglia vinta dai fio-rentini sull’esercitomilanese dei Viscon-ti. La manifestazioneha visto i cortei stori-ci di nobildonne, uo-mini in arme, musici,balestrieri e sbandie-ra-tori provenienti daSansepolcro, Monto-ne ed Arezzo, nell’attesa chela ribalta fosse lasciata ai pro-tagonisti del Palio, ovvero ai35 corridori provenienti dai li-mitrofi comuni umbri e tosca-ni che si sarebbero sfidati alcalare del sole dalla Cappelladella Vittoria fino a PiazzaBaldaccio.Ed è stata una gara avvincen-te, vissuta con genuina par-tecipazione dalla folla che havisto spuntare lungo la drittadi Anghiari l’alfiere di casaGiulio Calli solo, al comando

della corsa. E mentre tutto la-sciava presagire un comodosecondo successo del nipo-te di Calisse in 4 edizioni diPalio, da dietro è rinvenutocome una furia Luca Crulli daSansepolcro che a pochi me-tri dall’arrivo raggiungeval’anghiarese. In unbattibaleno la folla è passatadalle urla di gioia al più asso-luto silenzio mentre Giulio conle ultime forze strattonaval’avversario trascinandolo aterra e da lì con un balzo fina-le riusciva a tagliare per pri-mo il traguardo crollando su-bito dopo stremato sull’asfal-to (anzi sulle lastre). Da quelmomento sono trascorsi 40minuti tra accesi litigi verbali,visione di scatti fotografici e

riprese video, che hanno per-messo ai giudici di gara di sti-lare la classifica finale che hadecretato la vittoria di GiulioCalli.Poi, a mezzanotte e mezzo,durante la cena finale al Ca-stello di Sorci, un applausoliberatorio ha salutato l’arri-vo di Giulio Calli e l’abbrac-cio con Luca Crulli. Una granbella giornata di storia e diemozioni quella vissuta nellaPiazza di Anghiari che ha de-gnamente celebrato la vitto-

riosa Battaglia resa immorta-le da Leonardo da Vinci.

Dario Tenti (1922 – 2005).Le opere. Andrà avanti fino al10 settembre con orario conti-nuato (9 – 19) al Palazzo delMarzocco, la mostra a cura diErsilia Agnolucci. Promossadal Comune di Anghiari e Pro-vincia di Arezzo, l’esposizio-ne ripercorre in senso crono-logico e tematico il camminocompiuto dall’artista dentro ilversante della figurazione.Artista colto e di grande me-stiere, ceramista esperto, in-segnante di Disegno e Storiadell’Arte dal 1950 al 1961, fon-datore e direttore per 28 annidella Galleria comunale diArezzo, Dario Tenti merita di

essere ricordato comepersonaggio di spicconella storia locale del se-condo Novecento. Lapersonale si svolge adAnghiari per esaudire undesiderio espresso dallostesso autore, poco pri-ma di morire. Concludel’esposizione la proiezio-ne continuata con la qua-le la curatrice ErsiliaAgnolucci commenta eintroduce con spirito vi-vace il visitatore alla mo-stra di Dario Tenti.

Ufo Robot ad Anghiari? Èstata sparata come aper-tura di pagina da un quo-tidiano locale, la notiziache l’11 luglio ad Anghia-ri ci sarebbe stato un mi-

sterioso avvistamento conaerei all’inseguimento. Ma aparte l’anonimo avvistatoreche alle 10.40 di mattina havisto “un oggetto enorme at-traversare il cielo sopra i tet-ti del paese emanando unaluce accecante”, nessun al-tro ha avvistato alcunché. Dalcentro ufologico nazionale,diplomaticamente, hanno det-to che sarebbe interessanteconoscere di più di quantovisto ad Anghiari. Il titolonegiornalistico in pieno solleone

è stato: “Anghiari sorvolatoda un enorme globo di luce”.E il mistero dell’UFO è statosvelato al termine di un acce-so dibattito che si è tenuto inPiazza Baldaccio. “Era un fe-stone multicolore di plasticaa forma di coccinella com-prato al centro commercialedel Borgo e volato via da unafesta di matrimonio”. Gliopinion maker di Piazza affer-mavano inoltre che “Il lucci-cante festone, è stato confusoper un oggetto non identifi-cato a causa del sole acce-cante e dell’altezza alla qua-le volava”. La prova ? La UFO-coccinella è stata vista atter-rare alla Pieve di Sovara dove,catturata da un curioso citta-dino, è stata portata in Piazza.E noi che speravamo in E.T. oin incontri ravvicinati del ter-zo tipo! Macchè. Niente ditutto questo. E i famosi cacciache inseguivano l’oggetto mi-sterioso? Ma quelli passanotutti i giorni sopra i tetti diAnghiari, come ben sanno ipaesani che sentono l’abitua-le assordante rumore delleturbine. Ci rimane la citazioneda Eugenio Finardi “Oextraterrestre portami via,voglio una stella che sia tut-ta mia. Extraterrestre vieni-mi a pigliare, voglio un pia-neta su cui ricominciare”. Oche s’ha fare?

Qui sopra Pasquale delle Bertinementre "gonfia" l'UFO (fotoLoredana Fabbriciani).A sinistra: Giulio Calli mentre, pri-mo, affronta la salita della Fonte.

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CRONACHETTAdei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti adAnghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Giugno 2006Giovedì 1°. Stamani ho visto il Parati che veniva giù per la Crocein bicicletta e con una ricetta in bocca.* Oggi è morta Velia Giovagnoli vedova Ardenti. Aveva 87anni abitava per le mura e per alcuni anni ha abitato a Elci.* Oggi è morta Nazzarena Mafucci vedova Valbonetti. Aveva87 anni, abitava a Maccarino e la sua famiglia era originaria diSpertaglia.Sabato 3. Oggi è morta Domenica Cipriani vedova Marini.Aveva 87 anni ed abitava per la Via del Carmine.Sabato 10 . Oggi c’era la camminata per la ferroviadell’Appennino e al Topo, anche se il Biga dice che si chiamaIntoppo, Settantino insieme ad altri paesani hanno parlatodella sorgente che serviva a rifornire il trenino.* Oggi è morto Remo Ricci di anni 93. Abitava per la Croce maper molti anni ha abitato a Trafiume. La sua famiglia venne danoi come sfollati durante la guerra e suo padre era un rinomatofabbro per temperare l’acciaio.Giovedì 15. Oggi Maurizio il fabbro ha rifatto il contenitore delfuoco per il turibolo della Propositura.* Oggi è nato Jon Sopjani. La sua famiglia abita in via del Teatro.Sabato 17. Oggi è morta Carmela Pallini vedova Guiducci. Aveva88 anni, abitava al Terrato ed era originaria di Tavernelle.Martedì 20. Iersera ero nell’orto e ho visto una lucciola con ilsuo lumino acceso.* Oggi è morto Nello Tizzi di anni 97. Abitava a Tavernelle.Giovedì 22. Insieme ai commercianti del Borgo della Croce hoguardato la partita dell’Italia su un televisore piazzato nellabottega del Gold Video di Maurizio.Venerdì 23. Per il gran caldo si teneva la finestra di cameraaperta e è entrato un pipistrello.* Oggi è nata Elena Comanducci. La sua famiglia abita versoSan Rocco.Domenica 25. Stamani c’è stata la benedizione del Palio per il2006 e faceva un gran caldo ma il corteo è stato bello.* Oggi è nata Gaia Massetti. La sua famiglia abita a Tavernelle.Martedì 27. Verso le quattro è passato Alessandro che andavaal Campeggio coi ragazzi dell’Oratorio.Mercoledì 28. Stasera s'è fatto la Camminata della Battaglia eal Palazzolo abbiamo avuto una gradita accoglienza.Giovedì 29. Oggi s’è corso il Palio e ha vinto Giulio delPoggiolino.

Mese di Maggio 2006Lunedì 1. Oggi è morta Maria Pacini vedova Mazzini. Aveva74 anni ed abitava per la via del Carmine. La sua famiglia eraoriginaria delle zone della Sovara.Martedì 2. Oggi è nata Agata Moscetti. La sua famiglia abita aCelalba ma il suo nonno Giampiero Marconi sta al Campo della Fiera.* Oggi è nato Matteo Corsi. La sua famiglia abita per la via diSan Leo ed il suo babbo è un esperto cameraman di Teletruria.* Oggi è nata anche Gaia Demaria. La sua famiglia abita alleBertine di San Leo.Mercoledì 3. Stasera giù in piazza c’è la tombola e i fuochi mami sa che sono stanco e rimango in casa.* Oggi è morta Nada Ricceri vedova Mariotti. Aveva 96 annied abitava alle Bucacce. Era la moglie di Pistrella, il calzolaio.Domenica 7 . Oggi è morta Anna Maria Zanchi in Pernici di anni61. Abitava per la via della Ripa.Mercoledì 10. Oggi la Gosta di Valealle m’ha portato le uovadelle sue galline che le avevo fatto una foto.Giovedì 11. Oggi è morto Goffredo Rossi. Aveva 85 anni,abitava alla via della Palaia ed è stata una delle ultime famiglieche ha abitato ad Upacchi.Sabato 13. Oggi è morto Astorre Gorini di anni 87. Abitavaverso il Cerro.Domenica 14. Oggi è morto Furio Rossi di anni 92. Abitava aMezzavia.* Oggi è morta Argentina Rosadi vedova Innocenti. Aveva 81anni e per qualche anno ha abitato al Molinello e poi a Mutale,una casa che non esiste più, sommersa dalla diga diMontedoglio.Giovedì 18. Oggi hanno tolto gli ultimi vasi di fiori che eranorimasti per la Croce.Venerdì 19. Stamani a Santo Stefano sono tornati i cavalli delPalio, quelli di legno.* Oggi è morta Angiola Crociani vedova Livi. Aveva 96 annied abitava all’Infrantoio ma era originaria di Viaio.Sabato 20. Oggi è passato a trovarmi il figliolo di Ottorino delChiuso che però adesso sta a Rimogne.Domenica 21. Oggi è morta Cesarina Ghignoni in Paoloni.Aveva 80 anni e la sua famiglia era originaria di Santo Stefano.Mercoledì 24. Oggi è nato Duccio Calli. La sua famiglia abitapoco dopo il Poggiolino ed il suo babbo un anno ha vinto ilPalio d’Anghiari.Martedì 30. Anche oggi via Cupa era chiusa. Mi sa che ancoratagliano l’erba dei greppi.* Oggi è nato Stefano Sillieri. La sua famiglia abita alla Fornacedello Sterpeto.Mercoledì 31. Oggi è morto Iacopo Tavernelli. Mino, cosìveniva chiamato, aveva 77 anni e la sua famiglia era orginariadel Comune dove aveva una fornace di calce.

L’orologio della Crocedi Mario Del Pia

Dopo un provvidenziale intervento tecnico la campanadella Croce ha ripreso a suonare le ore per la soddisfazionedegli abitanti di quel rione che stazionano all’aperto soprat-tutto in questo periodo estivo.

Certo sarebbe bello poter ri-collocare nella facciata delporticato, di quello che fu unconvento francescano eche domina tutto il Borgodella Croce, l’orologioche lì era collocato.

Un vecchio meccani-smo da riciclare ci sareb-be già, basterebbe un po’di buona volontà!

Pensando ai lavori - Anche il tetto della Propositura, in occasio-ne di piogge appena un po’ intense, mostra tutti gli anni che ha.

La chiesa fu chiusa nel 1936 e, dopo di due anni di impegna-tivi lavori, il 10 luglio 1938, fu riaperta per l’inaugurazione deilavori eseguiti. Ora si tratta di prevedere, dopo 70 anni, unintervento radicale anche per il tetto della nostra Propositura.

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Questo giornale lo potrete trovate su Internetwww.parrocchiadianghiari.it

Scriveteci: [email protected]: Oratorio di Anghiari - 52031 ANGHIARI

3 settembre 2006

Festa a Santo Stefano

Sante Messe alle ore 8,30 e 11.

Al mattino momento di ristoro con i festarini nel giardino dellacanonica.

La cittadinanza è inviatata a partecipare