2013-1 Oratorio di Anghiari

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 1 FEBBRAIO - MARZO 2013

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Vita della parrocchia e del comune di Anghiari e Monterchi

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 1 FEBBRAIO - MARZO 2013

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XLVI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanimonicaredentielisadelpiantaverarossiteresabartolomei.

l'editoriale di enzo papi

Passeggiando per Viale Andrassy

Dalla RedazioneCon questo numero inizia

il XLVI anno di pubblicazione dell’Oratorio.

Iniziato con entusiasmo da don Nilo nel 1968 la sua pubblicazione è continuata con don Giovanni, don Vittorio ed ora con don Marco.

È un lavoro impegnativo che coinvolge un gruppo di persone soddisfatte di fare una cosa utile per la parrocchia. E l’aiuto di voi lettori, assieme a quello della Banca di Anghiari e Stia, della Misericordia e del Gruppo Fratres, è necessario per poter continuare.

A pagina 25 trovate un primo elenco delle vostre offerte che vi invitiamo a controllare e se ci sono errori od omissioni segnalatecelo. Ci renderete un servizio. Tenete a mente che l’elenco accennato si riferisce alle offerte fatte personalmente ad alcuni collaboratori della parrocchia, tramite le banche locali o tramite i bollettini postali. In quest’ultimo caso la segnalazione arriva come minimo un mese dopo.

Vi ripetiamo il C/C postale N. 11802527 intestato a INSIGNE PROPOSITURA S. BARTOLOMEO ANGHIARI.

Grazie!

Sarebbe bello il mondodi Maria Senesi

Vorrei girare il mondo, ma non ce la farei perché è tondo.

Vorrei gambe e braccia forti per attraversare mari e monti.

Vorrei andare nelle città a osser-vare, avere tanti occhi per guardare. Incontrare gente alta e bassa, magra e grassa, bianca e nera, stringergli la mano scambiarsi una carezza e capire dov'è la differenza.

La differenza non è il bello o il brutto: il differente è quello che parla, parla, promette, convince e non ti accorgi che ti toglie tutto!

I differenti sono quelli che si striz-zano il cervello per rovinare questo Mondo Bello!

Tre giorni pieni a Budapest. Battuta in lungo e in largo a piedi: è il modo migliore di conoscere le città, di impadronirsene non solo dal punto di vista topografico, ma

anche da quello storico e culturale. Viale Andrassy è un vialone molto bello e lungo; oggi è un monumento protetto, Patrimonio dell’Umanità, una sequela incessante, a destra come a sinistra, di palazzi e ville 800/900, stile eclettico, neo-romanico e neo-gotico, liberty e Secessione. Budapest, capitale dal 1867, con l’incoronazione di Sissy come regina d’Ungheria, è formata da due città: Pest, sulla riva sinistra del Danubio, è sorta quasi all’improvviso da metà XIX secolo in su. Questa giovinezza spiega la bellezza delle strutture edilizie e, dove i restauri ancora non sono avvenuti, lo splendore decadente di viale Andrassy.

Per viale Andrassy, un’arteria vitale che da nord-est porta dritta al centro, è passata la storia. Dedicato alla famiglia degli Andrassy, nobiltà antica, grande

passione per l’indipendenza e la libertà, è diventato nella seconda metà del secolo scorso Viale Lenin. Oggi è di nuovo Andrassy. Una rapidissima sintesi di storia nella toponomastica: da Sissy a Stalin e Hitler, dai sogni indipendentisti della nobiltà ottocentesca all’Armata Rossa ed alla Cortina di Ferro. Non è possibile andare a Budapest da pensionati, cioè con l’età giusta di chi era giovanotto o ragazzetto nel 1956, senza avere in testa la rivolta del popolo ungherese, i drammatici appelli che venivano lanciati nell’etere dalle Radio libere, l’arroganza dell’Est e l’ignavia dolente dell’Ovest. È per Viale Andrassy – in quel momento Viale Lenin - che sono entrati in città i carri armati sovietici accorsi a rinforzo della guarnigione russa già di stanza in città e tenuta in scacco dai rivoltosi. Fino a quel momento!

Per noi, giovanotti e ragazze di allora, che attraverso i comunicati radio hanno vissuto l’epopea dei ribelli, è incredibile la Budapest di oggi. Percorri in lungo e

in largo le strade di quella che ritieni una delle città martiri delle ideologie del ‘900 e non trovi segni di memoria, siti monumentalizzati, targhe o lapidi sulle pareti a sottolineare questo o quell’episodio di sacrificio in nome della libertà. Lo spirito di Andrassy o quello del colonnello Monti, il garibaldino che nel 1848 guidava la legione italiana che ha combattuto accanto agli ungheresi contro le truppe inviate da Metternich - e del quale abbiamo trovato il busto nel giardino del Museo Nazionale -, dove sono finiti? Riflettiamo! Forse hanno ragione gli ungheresi: le tragedie del passato non hanno nulla di epico, restano esperienze tragiche che i tempi e le scelte politiche, grazie a Dio, hanno superato e ridotto a notizia. Informazione per chi è interessato! Nulla di epico.

Ecco allora il Museo Terror. Ancora Viale Andrassy, il viale dove è passata la storia! Un bel palazzo di stile eclettico, uno dei tanti di questa strada, ben

restaurato, quello che i nazisti avevano scelto come stato maggiore della Gestapo, la terribile polizia politica che diresse la cattura e lo sterminio degli ebrei e degli oppositori ungheresi, e quello stesso che i russi adottarono poi come sede del loro Kgb, sezione ungherese, la brutale polizia politica che ha imposto il comunismo a tutto un popolo; anche nel 1956. Ecco: il terrore storicizzato, con documenti, foto, filmati; non solo la rivolta ungherese del 1956. Il terrore in sé, di destra e di sini-stra; la violenza disumana dell’ideologia, di destra o di sinistra, che su un modello d’uomo costringe tutti gli altri ad identificarsi, pena l’espulsione, la morte civile e, per i più resistenti, anche quella fisica. Forse hanno ragione gli ungheresi: non è da celebrare un episodio, ma da condannare – senza appello - la doppia ideologia del terrore. Perché le tragedie non si ripetano e non riaccadano.

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Fides quaerens intellectusConsiderazioni sull’anno della fede

Oltre i ComandamentiLe Beatitudini

di don Carlo Nardi

La struttura generale dei catechismi più lineari, il Ca-techismo della Chiesa Cattolica e il relativo recente Compendio, è grosso modo: fede, culto, vita, preghiera.

La fede vi è espressa nel credo, il culto nei sacramenti, la vita nei comandamenti, la preghiera in quella più bella che ci sia, il paternostro. Il lettore avvertirà che nella professione della fede e nei sacramenti, doni della grazia del Signore, come nella sua preghiera, c’è la sostanza cristiana, il Nuovo Testamento, nuova ed eterna alleanza: c’è Cristo, che compie, ma anche supera le prerogative, le esigenze, le regole dell’umanità, ed anche l’Antico Testamento con le sue disposizioni. Facili o difficili a osservarsi, i comandamenti del decalogo sono in fondo la morale umana, l’onestà della persona davvero perbene. C’è in essi quello che l’ascolto altrettanto onesto della coscienza umana suggerisce.

Allora, ci volevano? Sì, dice sant’Ireneo, perché agli ebrei, da lungo tempo in Egitto in mezzo ai tanti dei “falsi e bugiardi” e a quella falsità vissuta che l’idolatria comporta – una vita intesa come paradiso o inferno di bugie –, ci voleva davvero un richiamo che esprimesse le ragioni profonde del cuore e della dignità umana. Ci voleva una regola che codificasse quella che la riflessione del tempo di Ireneo (II secolo), chiamava “legge naturale”, quella della natura umana, s’intende (Ireneo, Contro le eresie IV,15,1). Di per sé i comandamenti sono i contenuti di questa legge, anche se promulgati da quel Dio, il Dio dei Padri, che libera dalla schiavitù e dà una legge di rispetto e, di conseguenza, di libertà.

Ci vogliono? Sì. «Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore», dice Gesù (Gv 15,19). «Non chi dice: Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre mio...» (Mt 7,21). Del resto, è anche logico. Va detto con onestà, semplicità e fermezza, innanzi tutto a noi stessi, e non solo, immersi come siamo in una mentalità dell’“io fo quel che mi pare e piace”, talvolta anche in nome della libertà evangelica. Vanno tenuti di conto i catechismi della Chiesa, quelli freschi freschi, come già quello suadente e paterno, a seguito del Con-cilio di Trento negli ultimi decenni del Cinquecento. Questi catechismi, è logico, si sforzano di integrare i comandamenti con l’incontro con la persona di Cristo maestro e salvatore, con la grazia del suo Spirito santificatore, insomma con la sua carità che è la sua stessa presenza. Perché, in definitiva, nell’ambito dell’amore donatoci da Dio sussistono appieno i comandamenti ed è di fatto possibile la loro osservanza.

Bastano i comandamenti? No. La vita in genere non è un riferimento a una regola: è molto più problematica ed anche molto più bella. È una trama di relazioni. Anche la vita cristiana. È incontrare Gesù, è rapporto con lui: è la vita di noi in lui e di lui in noi. Già, perché lui è risorto e vivo.

E, paradossalmente, una considerazione dei comanda-menti come codice in sé sufficiente fa dimenticare la croce e la risurrezione, che sono il succo del cristianesimo. Perché? In che senso? Cerco di spiegarmi alla buona. Rimanendo ai comandamenti e basta, se non li osservo, facilmente mi dico che non sono praticabili. Tutti e dieci, in tutto e per tutto! O come si fa? Risultato: disperazione. Son fatto così, siam fatti così. Conseguenza: disimpegno morale, “godersi” una vita “corta e merdosa”, come un baston da pollaio. Godersi, per modo di dire. Insomma, tristezza.

Mi dico che li osservo, i co-mandamenti? Dico anche: “Non sono come gli altri: bugiardi, put-tanieri, truffatori”? Un po’ come diceva quello al tempio che non uscì “giustificato”: era, o credeva di essere, giusto da sé. Tutto pie-no di sé, in solitudine (Lc 18,9-14). O anche come quel ragazzo che i comandamenti li aveva sempre osservati, splendido. Ma con Gesù ci stette solo per un momento. Anche lui, poi, restò triste nella sua solitudine, nel rimpianto d’un appuntamento mancato (Mt 19,16-30; Mc 10,17-31; Lc 18,18-30).

Perché invece non scegliere la gioia? La speranza di riprendere il cammino? Gesù non ha ripetuto pari pari i co-mandamenti dell’antica Legge. Ha parlato di beatitudini, ha detto le beatitudini, con solennità, con tutta la sua autorità (Mt 5,1-12; cf. Lc 6,20-23). La morale cristiana non parte dai co-mandamenti e arriva lì, di nuovo ai comandamenti. Scaturisce dalle beatitudini e giunge – è il vangelo della festa dei Santi – alle beatitudini, alla beatitudine.

Le beatitudini inglobano i comandamenti. I “miti”, i “mi-sericordiosi”, felici della loro mitezza e misericordia, “non ammazzano”. I “puri di cuore”, alla ricerca di limpidezza, conoscono i pericoli dell’adulterio nella mente e nel cuore, e almeno non lo giustificano con un “vo dove mi porta il cuore” o... qualche cos’altro (Mt 5,1-12).

I comandamenti non coprono le esigenze delle beatitudini e non ne danno la speranza e la gioia. Cominciano per lo più con dei no; le beatitudini si aprono comunicando un respiro di felicità: beati, beati, beati, quello per cui siam fatti.

C’è probabilmente bisogno di un riassestamento, anche catechistico. Di fatto, tra le testimonianze dell’antica Chiesa, mi vengono in mente parole e scritti di Gregorio di Nissa, di Agostino e del papa Leone sulle beatitudini. Anche se spunti tratti dai comandamenti sono presenti fin dall’arcaica Didachè, non ricordo un trattato sul decalogo. Invece, il sottoscritto il credo, i sacramenti, i comandamenti, il paternostro, a mente li sa – e ne ringrazio Iddio e chi ebbe la pazienza di farmi la dottrina –, le beatitudini a mente non le so. È il caso che le impari, sperando dal buon Dio che la cosa non resti tra i buoni propositi1. E mi frulla per il capo che si debba anche rime-diare a uno scompenso catechistico, impostando l’annuncio del vangelo su credo, sacramenti, beatitudini – sottolineo beatitudini – e paternostro. Perché più che mai è necessario un tuffo nella beatitudine2.

1) Otto anni fa con questo stesso titolo avevo buttato giù queste idee – ora rielaborate – per il foglio «Parrocchia di Santa Maria a Quinto in Sesto Fiorentino. Lettera settimanale ai parrocchiani» 1 (2005) n° 30, 9 ottobre, pp. 1-2, e ristampate in «Il Focolare», 65 (2005), n° 11, novembre, p. 14.

2) Per continuare a riflettere, in negativo: G. BORGHETTI – G. CIOLI – A. DRIGANI – AG.M. FORTUNA – S. GROSSI – C. NARDI, I sette vizi capitali, in «Rivista di ascetica e mistica» 76 (2007), pp. 413-444; in positivo: C. NARDI, “Gaudium cum pace… tribuat nobis Dominus omnipotens”. Parlando di gioia cristiana. Storia delle preghiere, in «Il riposo nella tenda» 35 (2009), pp. 31-48, con bibliografia.

In alto il bel logo realizzato da Teresa Santoni del Coordinamento Diocesano Oratori di Firenze.

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Febbraio 2013

Mese di Marzo 2013

7 marzo giovedì - Primo giovedì del mese: si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.10 marzo domenica - Domenica IV di Quaresima. S. Messe secondo l'orario festivo.17 marzo domenica - Domenica V di Quaresima. S. Messe secondo l'orario festivo.19 marzo martedì - San Giuseppe, sposo della B.V. Maria. “Servo fedele e saggio! Il Signore gli ha affidato la sua fa-miglia”

Inizio Settimana Santa

24 marzo domenica - Domenica delle Palme: De passione Domini. Alle ore 9,30 S. Messa nella chiesa di Badia. Alle ore 10,45 circa inizio della S. Messa solenne con la benedizione delle palme nella piazzetta della Badia. A seguire in processione ci rechiamo in Propositura dove continuerà la liturgia.25 marzo Lunedì Santo – Annunciazione del Signore. “L'angelo del Signore portò l'annuncio a Maria e concepì dallo Spirito Santo. Il Verbo di Dio, fatto uomo, è venuto ad abitare in mezzo a noi”. Alle ore 21,00, in Propositura, liturgia penitenziale e sacramento della confessione in preparazione della Santa Pasqua.

Triduo pasquale della passione e risurrezione del Signore

Il triduo pasquale comprende il Venerdì Santo, il Sabato Santo e la Domenica di Risurrezione. Dato però il carattere pasquale della Cena del Signore, entra nella celebrazione del triduo anche la S. Messa vespertina del Giovedì Santo. La Domenica di Pasqua è insieme l'ultimo giorno del triduo e il primo del giorno di Pasqua.

28 marzo giovedì - Giovedì Santo. Ultima cena di Gesù. Alle ore 18,30 in Propositura S. Messa vespertina (In coena Domini) con il rito della Lavanda dei piedi. La Chiesa celebra in questo giorno l’istituzione della SS. Eucaristia. Al termine della Messa visita in preghiera delle chiese del paese. Alle ore 21,00, nella chiesa di Propositura ad Anghiari e nella chiesa di Tavernelle “Ora di meditazione”.29 marzo venerdì - Venerdì Santo: Passione e morte di Gesù (In passione Domini). Alle ore 11,30 dalla chiesa di Sant'Ago-stino processione verso la Propositura per portare il simulacro di Gesù Morto. Un invito particolare ai giovani e ai bambini ad essere presenti a questa celebrazione. Alle ore 19,00 in Propositura solenne liturgia “In passione Domini”. Al termine, processione tradizionale lungo le strade del paese. In questo giorno celebriamo e meditiamo la passione di N.S.G.C. che culmina con la sua morte.30 marzo sabato - Sabato Santo. “Gesù nel sepolcro”. Giornata di silenzio, di speranza, di riflessione. Alle ore 13,30, nella chiesa di Propositura veglia pasquale della Notte Santa “In resurrectione Domini”: benedizione del fuoco, della nuova luce, del cero pasquale e dell'acqua, quindi l'annuncio della resurrezione.

Tempo di PasquaDura cinquanta giorni

31 marzo domenica - Pasqua di risurrezione. Sante Messe secondo l'orario festivo.

1° febbraio venerdì - Primo Venerdì del mese: nella Pieve di Micciano, alle ore 20,00, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21, Santa Messa con meditazione.2 febbraio sabato - Presentazione di Gesù al Tempio - Can-delora. In Propositura alle ore 18,00 S. Messa con rito della benedizione delle candele. Giuseppe e Maria portano Gesù al Tempio: Il vecchio Simeone prese il bambino in braccio e benedisse Dio dicendo: O luce delle genti illumina il tuo popolo.3 febbraio domenica - Domenica IV del Tempo Ordinario. San Biagio. S. Messe secondo l'orario festivo.5 febbraio martedì - Sant’Agata vergine e martire. Primo martedì del mese: nella chiesa di Propositura, alle ore 17,00 “Ora di Guardia” con recita del santo Rosario. 7 febbraio giovedì - Primo giovedì del mese: si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.9 febbraio sabato - Alle ore 16,00 nella chiesa di Propositura S. Messa alla presenza dei malati di tutta la parrocchia. Al termine seguirà un momento di ristoro.10 febbraio domenica - Domenica V del Tempo Ordinario. S. Messe secondo l'orario festivo.11 febbraio lunedì - Beata Vergine di Lourdes. Nel 1858 la Beata V. Maria apparve a Bernadette presso Lourdes. Servendosi di questa fanciulla umile e povera, Maria chiamò i peccatori alla conversione e suscitò un movimento di carità che produsse una sollecitudine speciale per i malati.

Inizio del Tempo di Quaresima

13 febbraio mercoledì - Le Ceneri. Inizio della Quaresima. Alle ore 18,00 nella chiesa di Propositura di Anghiari e alle ore 21,00 nella chiesa di Tavernelle siamo tutti invitati alla S. Messa durante la quale potremo ricevere l'applicazione delle ceneri quale gesto simbolico di penitenza.15 febbraio venerdì - Festa della Madonna del Conforto nel duomo di Arezzo. Messe continue.17 febbraio domenica - Domenica I di Quaresima. S. Messe secondo l'orario festivo.22 febbraio venerdì – S. Margherita da Cortona.24 febbraio domenica - Domenica II di Quaresima. S. Messe secondo l'orario festivo.

1° marzo venerdì - Primo Venerdì del mese: nella Pieve di Micciano, alle ore 20,00, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21, Santa Messa con meditazione.3 marzo domenica - Domenica III di Quaresima. S. Messe secondo l'orario festivo.5 marzo martedì - Primo martedì del mese: nella chiesa di Propositura, alle ore 17,00 “Ora di Guardia” con recita del santo Rosario.

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S. MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della PaceOre 10,00 -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine “ -SAN LEO: Chiesa di San LeoneOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -PIEVE SOVARA: S. Maria Assunta “ -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. “ -MICCIANO: Pieve di Maria AssuntaOre 11,30 -VIAIO: Chiesa di S. PaternianoOre 16,00 -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E.Ore 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.loOre 9,30 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della PaceOre 10,00 -POCAIA: Chiesa della Madonna BellaOre 11,15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profetaOre 17,00 (18,00 estivo) Chiesa di San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese: chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16,00 (ore 17,00 estivo).

MESSE PREFESTIVE:

Ore 16,00 (ore 17,00 estivo) Chiesa di TavernelleOre 16,00 (ore 18,00 estivo) Arcipretura MonterchiOre 17,00 Madonna Bella a PocaiaOre 17,00 Chiesa di TubbianoOre 18,00 Propositura di Anghiari

Primo Venerdì del meseal Carmine

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Car-mine, S. Messa con adorazione alle ore 21,00.

A MiccianoOgni Primo Venerdì del meseper il Gruppo Uomini dei

Ritiri di Perseveranza

S. Messa alle ore 20,00

Catechesi per famiglie e adulti

“Chiamati per nome”Le vocazioni nella Sacra Scrittura

Relatore: Don Marco Salvi

Calendario

sabato 16 febbraio 2013sabato 16 marzo 2013sabato 20 aprile 2013

Al Cenacolo di Montauto ore 18,30Seguirà cena conviviale

Per informazioni 0575-723072

Corso in preparazioneal Matrimonio

Continua il corso in preparazione al Matrimo-nio. Le coppie interessate a sposarsi in quest’anno possono rivolgersi in parrocchia (0575-788041) oppure a suor Claudia di Montauto (0575-723072).

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Piazza BaldaccioEchi e voci del passato

PERSONAGGI“Beati gli ultimi, perché saranno i primi”

La vita d’una comunità, si riconosce nell’insieme e nella particolarità e ricchezza umana dei suoi componenti.

Marco Minelli era un’anima travagliata da tanti problemi economici e afflitta dal male che spesso lo portava all’ospedale psichiatrico d’Arezzo.

Lo ricordiamo per le vie d’Anghiari, con la sua cigolante carretta mentre raccoglieva i cartoni e nello stesso tempo ema-nava sentenze, pizzicando qua e là i personaggi più in vista.

Ricordo quel giorno che con la sua tromba si mise a suonare in piazza Baldaccio, prima Bandiera Rossa e poi Faccetta nera tra le risate della gente, ad eccezione dei soliti “coglioni” che tutto tramutano in politica!

Una notte, al bar Garibaldi, quando era gestito dai fratelli Bianchi, “i Mezzovino”, Marco fumava la pipa seduto medi-tabondo davanti alla televisione che in quel momento dava il telegiornale. Quando il conduttore diede la notizia che il governo avrebbe aumentato le tasse ai mezzi di trasporto di lusso, lui commentò con ilarità amara e pungente: “Allora io toglierò la ruota di gomma alla mia carretta, così non sarà più di lusso!”

Domenica 30 dicembre 2012 f.t.

Ma un parcheggio sìdi Clèto

Tempo fa parlai della città di Spello e delle luci a basso impatto che erano collocate lungo le strade. Il mio auspicio era che anche ad Anghiari si facesse uguale.

Ora ho scoperto con piacere che anche ad Anghiari abbiamo un gruppo di tali luci. Sono state istallate nel parcheggio della Propositura. È già un primo passo. Mi auguro che l’iniziativa continui anche perché escono continuamente prodotti sempre migliori per combattere l’inquinamento luminoso.

Se ci fate caso di notte vediamo nelle nostre colline file di luci che sembra ci sia una piccola città. Se andiamo a vedere quel luogo di giorno scopriamo che ci sono solo cinque o sei case. Questo non vuol dire che le luci non siano utili ma un loro uso e dislocazione intelligente farebbe solo del bene e magari un giorno potremo tornare a vedere le stelle anche dal Campo della Fiera o dalla Stazione.

E il rimembrar m’è dolce…

Là, in un lembo di terra, vicino al fiume Sovara, sono nata e vissuta per oltre vent’anni. Abitavo in una casa senza le moderne comodità, ma artisticamente molto bella e piena di calore, anche nei mesi più freddi, quando l’umidità saliva a metà parete del “salotto” che, di notte, diveniva camera da letto per me e per mia sorella. Di giorno, laboratorio di mia sorella.

La vita era semplice, fatta di poco, ma vera, e c’era spazio per i sogni.

L’albero di Natale, rigorosamente di ginepro, procurato dal babbo, veniva addobbato con mandarini e candeline di cera. Regnava la solidarietà fra le famiglie, la mamma entrava in molte case a cucinare per la battitura, a fare i materassi o, in qualche caso, (cosa incredibile! ma vera) a fare l’ostetrica. Il babbo, insieme a lei, si occupava del lavoro dei campi e della stalla. Quando qui si verificava un lieto evento, era lui ad assi-stere la partoriente ed il suo volto si dipingeva di grande gioia, ma di altrettanta tristezza quando accompagnava il vitello dal macellaio. Nei loro volti c’erano i segni della fatica quotidiana, ma il sorriso non mancava mai.

Io ho svolto un lavoro diverso dai miei genitori; sono an-data a vivere altrove, ma ogni volta che ritorno in quella valle amena, dove si trova il cimiterino in cui riposano i miei cari, il mio cuore si apre e, in mezzo a tante presenze amiche…, il rimembrar m’è dolce…

Un’ ex anghiarese

La Caterina

Il 21 Novembre 2012 ci ha lasciato Caterina Del Pia.Ci ha lasciato alla soglia dei 93 anni per una malattia incu-

rabile, in maniera dignitosa ma gioviale, quale era il suo forte carattere. Se ne è andata circondata dall’affetto dei suoi cari e confortata dalla presenza dei suoi amici, a lei vicini anche in questi ultimi passi verso l’altra vita.

Chi ha avuto il privilegio di passare con lei e la sua bella famiglia quelle che sarebbero state le sue ultime vacanze ne ha apprezzato il forte attaccamento alla vita e a chi più le era vicino, e, che con assiduità la accudiva. Ascoltatrice attenta di tutto e di tutti, esternava sempre in maniera forte e chiara il suo personale punto di vista, specie se in disaccordo su quanto detto, qualsiasi fosse l’argomento dibattuto. Ulteriore prova, qualora necessaria, della forza, delle certezze, delle convinzioni che la animavano e che hanno guidato la sua lunga esistenza. Lucidissima sino all’ultimo, attaccata alla vita e alla famiglia come pochi altri, e, come pochi altri, amata e rispettata.

Come è possibile dimenticare, tra i tanti pensieri esternati, quello che scaturiva dalla percezione dell’affetto e del calore che la circondava, e che le faceva dire, guardando come se ci vedesse, “Mi dà gioia agli occhi, e mi solleva il cuore!”

Ciao Caterina, sarai sempre fra noi.

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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat moresUna legna non fa fuoco

Una legna non fa fuocoDue ne fanno troppo pocoTre dan vita a un focherelloQuattro fanno un fuoco belloCinque un fuoco da signoriSei.... un fuoco da fattori.

Questa filastrocca l’ha ripetuta la Teresa da Castello e la diceva la sua nonna Ester, nata al mulino della Calonica.

Complimenti Letizia!

Il giorno 5 dicembre 2012 presso l'Uni-versità degli Studi di Siena, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Letizia Boncom-pagni si è laureata nel Corso di Scienze infermieristiche discutendo la tesi "Cli-nical pathway per il paziente sottoposto ad esame coronografico. Gestione infer-mieristica dell'introduttore arterioso." Ha ottenuto la bella votazione di 108/110; relatrice è stata la professoressa Luciana Pancucci, correlatrice Simona Lepri.A Letizia, che abita a Valle Sterpeto, van-no affettuosi rallegramenti da parte della sua bella famiglia e dei tanti amici che, in questa occasione, le augurano anche un futuro professionale e umano ricco di gioie e soddisfazioni! Brava Letizia!

La famiglia Rossi ha devoluto le offerte pervenute in memoria di Federigo per l’acquisto di due poltrone attrezzate, per la Residenza protetta di Anghiari.

Due

Due personaggi storici hanno animato i giorni precedenti la vigilia di Natale presso gli anziani della Ripa e della Residenza protetta. Erano due Babbi Natale che, vestiti di tutto punto, hanno portato dolci, e un po' di allegria, ai nostri vecchietti nelle strutture che abbiamo appena detto.Soddisfatti sia gli anziani sia i due per-sonaggi citati che ormai da tanti anni ripetono questo bel gesto per rendere più gioiosi i giorni di Natale.Non contenti, gli stessi individui, questa volta vestiti da perfette befane, sono ritor-nati nelle medesime strutture in occasione della Befana. Anche questa volta applausi per l'arrivo di questi due personaggi ai quali va, ne siamo certi, il ringraziamento anche dei nostri lettori.

CiufinoIn una umida e piovosa giornata

di novembre, Fernando della famiglia dei Senesi, Ciufino per gli amici, ci ha lasciato.

Ha fatto un'improvvisata, come scherzosamente era solito dire.

Ha cambiato mondo, forse migliore, e a noi piace pensarlo insieme alle persone che in gioventù hanno vissuto con lui, nel lavoro e nello svago.

Buono, generoso, non si è mai tirato indietro di fronte alle difficoltà della vita.

In tanti si sono stretti intorno ai suoi cari per l'ultimo saluto.

Ciao Ciufy...E grazie a tutti per la calorosa par-

tecipazione!

Letterina da Babbo NataleÈ giunta alla Pro Loco di Anghiari

una letterina. Questa volta è stato Babbo Natale che ha risposto alle tante che ha ricevuto nei giorni precedenti il Natale.

Delle letterine gli è piaciuto l'impegno ad essere dei bravi bambini e, se a volte qualcuno non ci è riuscito, senz'altro ci riproverà.

È vero, qualcuno ha fatto un elenco abbastanza lungo (ma lui ha cercato comunque di accontentarli) ma ci sono stati altri che hanno chiesto solo poche cose oppure si sono rimessi alla sua scelta o addirittura come prima cosa hanno chiesto la gioia e la pace per il mondo (e questo sarebbe veramente un bel regalo).

Tutte le letterine sono state prese in considerazione (e voi bambini lo avrete potuto vedere per la sera del Ceppo) e Babbo Natale aspetta ancora che gli scriviate.

Quarantenni

Il giorno di venerdì 21 settembre scorso, presso il Castello di Sorci, già feudo di Baldaccio, si sono ritrovati un nutrito gruppo di quarantenni: nati cioè nel 1972. Oltre trenta i presenti che si sono così rincontrati con i vecchi compagni di giochi o di scuola e i ricordi non si sono fatti attendere.

Al termine della serata è stata fatta una apposita raccolta fra i presenti. La somma di 170 euro realizzata è stata così devoluta per l'Oratorio.

Vi giunga il nostro grazie per questo gesto che ci aiuta economicamente ed anche ci incoraggia a proseguire l'attività editoriale che con questo 2013 è giunta al suo XLVI anno.

La vignetta di Scacciapensieri:Studenti moderni!

La vignetta di Scacciapensieri:Ci risiamo!

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTEdi don Quinto Giorgini

La Chiesa Parrocchiale di Santa Croce in Pian d’AnghiariSeconda e ultima parte

Nella precedente puntata, abbiamo presen-tato ai lettori l’esterno di questa chiesa e una sintesi della sua storia, descritta attraverso le visite pastorali che si svolgevano regolarmente nei secoli passati. Ora passiamo a descrivere il suo interno, che contiene numerose opere di Fede e di arte, realizzate da questa comunità cristiana e dai suoi pastori.

La pianta dell’edificio è di forma rettango-lare, senza abside, della superficie di circa 90 mq (15 x 6). Il pavimento è in cotto, il soffitto a volta a crociera, con al centro uno stemma in pietra sul quale è scolpita una mano che stringe un cipresso. Riceve la luce del sole dalla caratteristica finestra a voluta sulla facciata e da un’altra rettangolare situata in alto sulla parete sinistra di chi guarda l’altar maggiore e un’altra ancora, di piccole dimensioni, nella prima parte dell’altra parete.

Sulla destra di chi entra c’è la pila dell’ac-qua lustrale, in pietra, mentre sulla sinistra un confessionale. L’altare laterale addossato alla parete sinistra è di bella pietra, con data 1768. Su di esso tra due colonne di pietra scanalate (che purtroppo sono state dipinte), sormontate da un timpano, è collocata una tela cin-quecentesca (1593), rappresentante la SS.ma Trinità, con un grande Crocifisso ai piedi del quale ci sono due angeli con in mano gli strumenti della Passione: la lancia e la spugna. Sulla mensa, tra due gradini che sostengono due candelieri lignei, c’è un tabernacolo pure ligneo. L’altro altare laterale, aderente alla parete destra, è anch’esso di pietra e ugualmente datato 1768, è adornato anch’esso da due colonne scanalate in pietra, le quali sostengono un timpano pure di pietra e adornano at-tualmente una nicchia contenente una statua dell’Addolorata, ma anticamente vi era un dipinto della Madonna del Rosario.

Sulla mensa, c’è un altro tabernacolo ligneo tra due gradini che sostengono can-delieri moderni e vasi di fiori. Purtroppo gli antichi cande-lieri risultano rubati, forse da sacrileghi antiquari.

Due bellissime balaustre lignee, che portano la data 1769, separano dal resto della chiesa il presbiterio, al centro del quale c’è l’altar maggiore, molto grande, sormontato al centro da un Crocifisso, adornato da candelieri, collocati sui tre gradini laterali del bel tabernacolo ligneo. Non possiamo trascurare di evidenziare una grande epigrafe incisa sotto la mensa che riproduciamo nel riquadro qui a destra.

Nello spazio centrale è scolpito il monogramma in onore della Madonna, una grande M sormontata da una corona. Don Basili ha retto questa chiesa per quarantadue anni, costruen-do fra l’altro questo altare in data 1768, in sostituzione del precedente in legno, aderente alla parete di fondo. Su di essa

attualmente ammiriamo una bella tela del 1664 raffigurante la Deposizione di Gesù morto circondato dalle pie donne. Il dipinto è adornato da belle colonne scanalate in pietra, con in alto un timpano sul quale sono incise le seguenti parole: “OMNE GENU FLECTATUR”.

Nel piccolo coro si notano due lunghe banche e nelle pareti laterali sono incassati due bei tabernacoli di pietra, con relative porticine, per conservare le reliquie e gli Oli sacri. Sulle pareti dell’edificio sono appesi i tradizionali quadri della Via Crucis.

In questa pagina in alto, veduta dell’interno della chiesa di Santa Croce, qui sotto la lapide situata sotto l’altare maggiore di cui si parla nell’articolo e, a sinistra, il montante della balaustra lignea con lo stemma di Don Basili e la data 1776.

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Le nostre chiese...Ora, prima di concludere, non ci rimane che elencare una serie dei rettori di questa chiesa di S. Croce, che fu elevata alla dignità di Prioria il 7 settembre 1769 ed era di patronato Schianteschi-Bacci.

D. Andrea Bartolomei 1634 – 1663D. Ercole Giorgi 1663 – 1704D. Giovan Francesco Tuti 1708 – 1755D. Pietro Basili 1755 – 1797 dopo quarantadue anni rinuncia nel mese di luglioD. Jacopo Bartolomei 1797 – 1817 muore il 7 maggioD. Felice Buoninsegni 1817 – 1821D. Francesco Comanducci 1821 – 1858D. Attiliano Bruschi 1859 – 1892D. Antonio Bartolomei 1893 – 1943D. Leopoldo Cocchi 1943 – 1945D. Ettore Chiodini 1945 – 1947D. Francesco Cocci 1947 – 1949D. Vittorio Bartolomei 1949 – 1975D. Giovanni de Robertis 1975 – 1986D. Marino Muscinelli 1986 – 1994

D. Virgilio Ceccherini 1994 – 2005D. Gaetano Scortegagna 2005 – 2010D. Benito Testerini 2010 – 2013 ancora presente

Qui sotto la tela raffigurante la Deposizione della Croce collocata dietro l’altare maggiore e, a sinistra, l’altare con la tela della SS. Trinità.

Dal Bollettino "Vita Parrocchiale" - Ottobre 1949, num. 10

18 settembre - Il nostro caro D. Vittorio, pur continuando ad assistere con la squisita gentilezza che gli è propria, la Chiesa di Anghiari, ha preso possesso della Chiesa di S. Croce e noi... onoriamo il Rev.mo sig. Priore.

Dal Bollettino "Vita Parrocchiale" - Settembre 1950, num 9

8-10 settembre - Nella parrocchia di S. Croce le nostre giovani si sono raccolte nei Santi Spirituali Esercizi.

Controllate che l’indirizzo nel giornale sia esatto.

Aiuteremo i postini e il gior-nale non andrà disperso.

Nel prossimo nu-mero la storia del-la Società della Madonna di Lo-reto tratta dal Li-bro della Società.

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Anghiari: piccole storieScritte a quattro mani da Cesare e Ivano

con i disegni di Monica RedentiCecio

Cesare Corsi (meglio conosciuto come Cecio) era un grossista di pollame ed aveva la sua bottega davanti alla bottega di Portos, su per la via della Croce da dove transitavano parecchie contadine con i loro polli da vendere.

Il mercoledì ad Anghiari è giorno di mercato e mentre al campo della Fiera si svolgeva il mercato dei bovini, il trattamento dei polli avveniva nella piazzetta antistante la Cappellina dei Caduti nella Guerra 15-18.

Le contadine della collina, dovendo fare la via della Croce, passavano davanti alla bottega di Cecio che così le apostrofava: «O sposaaa... quante vulite per quela coppia de polli?»

Supponiamo che la donna avesse risposto duecento lire.«Ve ne do subbito cento» replica Cecio affiancandosi alla

“sposa”.«Non se ne parla manco...», ribatte la donna e la trattativa

va avanti fino a che i due giungono all’imboccatura delle Logge. A questo punto Cecio ritorna indietro con o senza polli, a seconda di come era andata la trattativa. E naturalmente ricomincia da capo.

Presepi 2012

In altre pagine del giornale troverete la descrizioni dei presepi realizzati nelle nostre chiese. Ma non sono tutti. An-che nelle altre non menzionate e nelle chiesine di campagna gruppi di volontari, o magari solo una o due persone, si sono impegnate perché il messaggio voluto dal santo poverello di Assisi si ripetesse in ogni chiesa. Fra l'altro Anghiari è legata al passaggio di San Francesco e la stessa chiesa della Croce fu costruita in suo onore.

Ma veniamo ai presepi che molti di voi avranno anche potuto vedere. Parlo di quello della Croce o della chiesa della Maddalena e anche della Pieve di Sovara. Quello di Tubbiano e Catigliano. Quello realizzato nella chiesa di San Leo, da poco restaurata, è stato realizzato con delle sagome di cartone fatte dai bambini del catechismo e poi, anche se più distante, c’è stato un presepe anche nella chiesa del Ponte alla Piera. Infine, non ultimo ma postremo, quello realizzato nella chiesa di Viaio.

Riprendo a scrivere dopo un periodo di assenza da questo spazio che nel tempo mi ero creato e che chiamo ancora “Angolo delle Missioni”.

Non parlerò ora dei missionari e delle missionarie in senso stretto, di coloro che lasciano tutto e tutti e vanno in paesi più o meno lontani per portare e fare conoscere la parola del Vangelo. A loro deve andare la mia e la vostra ammirazione e il rispetto del loro insostituibile ruolo.

Voglio invece farvi conoscere l’attività e gli intenti di un piccolo gruppo di persone che si dedicano all’aiuto del prossimo nell’ambito della nostra comunità parrocchiale e per farlo hanno scelto la “CARITAS”.

Anche costoro sono dei “missionari” perché con la loro disponibilità e il loro credo portano aiuto materiale e spirituale a chi ne ha bisogno dando così valida testimonianza dell’insegnamento di Gesù.

Si tratta di una quindicina di persone, per lo più donne, che con slancio e qualche sacrificio dedicano il loro tempo libero al prossimo e fanno vivere questa attività benefica.

La CARITAS ha due attività fondamentali: CENTRO DI ASCOLTO e VISITE PERIODICHE ai bisognosi e agli anziani.

Al Centro si rivolgono fratelli in difficoltà con problemi materiali e non solo e l’aiuto dato non fa distinzione di nazionalità, di colore e di religione. La risposta che la Caritas dà non è solo materiale ma anche spirituale perché spesso la condivisione di un disagio, di un problema aiuta più di ogni altra offerta materiale. Malgrado le modeste possibilità economiche affidate esclusivamente al finanziamento volontario di chi ha conosciuto e aiutato dall’esterno queste azioni, un pacco viveri, qualche capo di vestiario, la risoluzione di un problema pratico e spesso anche spirituale, sono sempre disponibili.

Ci sono poi le VISITE PERIODICHE DOMICILIARI, alla Casa Protetta (ex Ricovero), alla Ripa delle Suore Agostiniane e a quelle persone sole o ammalate che lo richiedono. Durante questi incontri si cerca di dare a chi si è rivolto alla Caritas la consapevolezza di non essere abbandonati, si cerca di rassicurarli con la presa di coscienza che c’è qualcuno che viene a portare una parola di conforto, di speranza, di partecipazione alla loro solitudine non solo fisica, testimoniando l’amore che Gesù ha insegnato.

Questa è la Caritas ovvero il modo di fare veramente “la carità delle opere” perché chiunque, in qualunque posto e in qualunque modo, può fare un’offerta, “una carità” anche molto ricca, lasciando però l’individuo bisognoso a risolvere da solo il suo problema che spesso per ignoranza, per solitudine, per sconforto, per mancanza di un aiuto cristiano, resta insoluto.

Ma un operatore della Caritas si fa “missionario” ovvero dà se stesso per realizzare quel progetto di amore-carità che è alla base del suo credo. Nessuno di noi è perfetto ma c’è in ognuno una ricchezza interiore sconosciuta a noi stessi che però spesso si manifesta solo avvicinandosi a persone che già hanno trovato la strada dell’amore cristiano per gli altri anche attraverso un percorso difficile e forse anche doloroso. Dare agli altri con amore cristiano può solo spiritualmente arricchire l’individuo, aiutandolo a ritrovare quei valori non dimenticati ma solo accantonati perché la vita di oggi, la famiglia, la crisi e tutto il resto lo hanno allontanato dal suo essere più profondo.

Venite dunque alla Caritas parrocchiale, in Propositura, aiutatela portando il vostro contributo di idee e di tempo, vi sentirete più soddisfatti di voi stessi, più ricchi dentro e forse anche meno soli.

Angolo della Missionea cura di Franco Cristini

Opere di carità – Carità delle opere

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L’angolo sprizzacervellidi Ravella Merinista [email protected]

11° quesitoLa torre

Un geometra chiama un suo allievo, gli dà un block-notes, una penna, un metro, e gli dice di andare a rilevare le misure di una vecchia Torre poco lontano da lì. Il giovane allievo, animato da entusiasmo per il compito affidatogli, si mette subito in marcia. Arrivato nel luogo indicatogli dal suo capo, trova sotto un bel cielo azzurro una torre altissima situata in una zona desolata, senza alcuna casa o albero attorno. Mentre si appresta ad effettuare le misure, si accorge che non c'è alcun accesso per salire sulla torre e il materiale di cui dispone (un piccolo metro) non gli consente di effettuare una misura esatta data l'enorme altezza della costruzione. Così si guarda attorno, pensa un attimo, effettua le misure e ritorna dal suo capo che gli fa i complimenti. Come ha fatto il giovane a misurare l'altezza della torre?

Soluzione del quesito del numero scorso

Il modo più diretto per trovare la soluzione è quello di impostare due semplici equazioni:Indicando con a il carico dell’asino e con m il carico del mulo si ha a+20=2(m-20)m+20=a-20 svolgendo otteniamo m=100 a=140Chi non ha dimestichezza con le equazioni può ragionare così: dalla seconda informazione si deduce che Tra i due c’è una differenza di 40 kg e poi si va per tentativi fino a verificare anche la corrispondenza con la prima informazione.

[email protected]

In linea di principio un bilancio è costituito da una serie di numeri che, sommati in entrata ed uscita, determinano alla fine dell’anno un avanzo o un disavanzo di cassa, un

utile o una perdita d’esercizio.Anche nella Caritas parrocchiale di Anghiari è tenuta una

contabilità di questo tipo; entrate, uscite, saldo finale. Ciò che differenzia il “bilancio Caritas” da qualsiasi altro bilancio è che non ha nessuna rilevanza l’entità del saldo finale, se non per quanto potrà essere utilizzato nell’anno successivo.

La peculiarità del bilancio “Caritas” è invece data dal fatto che dietro ad ogni cifra c’è un aspetto umano, una persona che dona per generosità o una persona che riceve per necessità. Dietro ogni entrata c’è un gesto di affetto di qualcuno che ha inteso privarsi di qualcosa per metterlo a disposizione del nostro/vostro Organismo Pastorale della Parrocchia affinché venga utilizzato per alleviare l’indigenza dei più bisognosi nella nostra comunità. Dietro ogni uscita c’è una persona -una famiglia- che con fatica ha dovuto mettere a nudo le proprie difficoltà per chiedere aiuto alla nostra/vostra struttura.

E c’è anche dell’altro!

Dopo queste doverose annotazioni diamo comunque qual-che spiegazione numerica che possa aiutare a capire il senso e la dimensione del lavoro della Caritas.

Nell’anno 2012 sono stati distribuiti 173 pacchi alimentari; nell’anno passato erano stati 98.

Le consegne di vestiario sono state 262, mentre nell’anno passato erano state 159.

I colloqui presso il nostro Centro di Ascolto sono stati 70.

Le spese alimentari per il confezionamento dei pacchi am-montano a € 1.673 mentre interventi di aiuto per il pagamento

di bollette ed utenze dome-stiche somma-no € 314.

In t e rven -ti di aiuto nel sostegno di pa-gamento affitti sono stati ef-fettuati per un totale di € 810.

Questi interventi di carattere finanziario sono stati possibili utilizzando le offerte che tutti voi, nelle forme più disparate -offerta diretta, partecipazione al pranzo della Caritas, proventi del torneo di burraco, pesca di beneficenza in parrocchia…- avete generosamente assegnato alla Caritas e ci auguriamo vivamente che anche in futuro sarete sempre più vicini alla nostra attività parrocchiale.

Altra attività, gestita con la più ampia discrezione e riser-vatezza, è stata quella delle visite che i nostri volontari hanno effettuato periodicamente alla Ripa, alla Residenza protetta, ai malati in ospedale e nelle singole abitazioni; queste visite ai malati, agli anziani, alle persone sole, sono forse quanto di più la carità cristiana ci indica come strada buona del Vangelo. Si tratta di incontrare Gesù in ogni volto sofferente, in ogni situazione di solitudine, e a volte anche in ogni persona anziana che, pur autonoma ed autosufficiente, gradisce comunque un saluto, un sorriso, una parola buona.

Aiutateci anche in questo: segnalateci le situazioni che pos-sano aver necessità dell’interessamento da parte della Caritas, ed avvicinatevi alla Caritas. Potremo così percorrere insieme un cammino utile per gli altri, ed utile anche per noi stessi!

La contabilità del donare e del ricevere

Il Bilancio della Caritas

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

Bilancio sociale anno 2012

Carissimi soci, sapete ormai quanto sia difficile per noi redigere un bilancio consuntivo di un anno di lavoro di un’associazione come la Confraternita di Misericordia di Anghiari. C’è sempre il rischio di sbilanciare troppo la descrizione verso dati tecnici e numerici a danno di un impegno sociale non misurabile aritmeticamente, oppure di soffermarsi troppo sulle tema-tiche del volontariato tralasciando invece dati calcolabili e numericamente riscontrabili, anche loro importanti e merite-voli di analisi e di approfondimento. Cosa certa nella nostra associazione è che tutti i dati misurabili, il bilancio di cassa, la percorrenza in chilometri degli automezzi, il numero degli interventi di soccorso e di servizio sociale, la consistenza del parco macchine e delle attrezzature, in aggiunta alle opere di manutenzione sugli immobili e alle iniziative di vario genere, devono esprimere in maniera chiara una serie di elementi separati; questi fattori saranno poi necessari per consentire a Voi soci, in una visione di insieme, una valutazione di merito sulla nostra Confraternita. Per aiutarvi in questo giudizio, riteniamo opportuno darvi informazioni a tema, in forma sintetica. Ognuno di Voi potrà valutare individualmente le varie attività, farsi un’idea generale e trarre le proprie conclusioni.

Il bilancio contabile dell’anno 2012, ancora da sottoporre agli Organi Statutari preposti (Magistrato, revisori dei conti

e Assemblea dei soci), riepiloga entrate ed uscite con tutti i dettagli analitici, reversali di incasso, mandati di pagamento e relativi documenti giustificativi; tutto il materiale è provvi-soriamente a disposizione di Voi soci, visionabile presso la segreteria della sede. Il tutto verrà comunque presentato nella prossima assemblea in Aprile.

Attività “promozionali”: sono stati organizzati corsi di formazione per il conseguimento dei brevetti di livello

di aiuto sociale. Sono state sviluppate serate di “lezione e re-training” per migliorare e perfezionare le conoscenze tecniche di tutto il nostro personale volontario.

Iniziative “paesane”: l’associazione è stata presente con i propri volontari per aiutare nella “giornata del malato”

nel mese di febbraio. Ha organizzato la serata del “3 maggio” con attrazioni musicali, danzanti, tombola e fuochi.

Ha partecipato con le proprie “cappe nere” a diverse manife-stazioni religiose; fra tutte, la processione del Venerdì Santo in aprile e quella della “Madonna di Loreto” in dicembre. Ha presenziato a varie riunioni con le altre Compagnie presenti nella nostra comunità (a Micciano, a Tavernelle, a Galbino…).

Servizi permanenti: ha cercato di tenere aperto, per quanto possibile, l’ufficio segreteria della propria sede ogni mattina

dal lunedì al sabato (qualche volta anche la domenica).Ha mantenuto aperto il museo dell’associazione, in via Nenci, il sabato pomeriggio, la domenica e in tutte le altre festività infrasettimanali.Ha mantenuta aperta la Cappella di San Marco ogni qual volta ne sia stata richiesta la disponibilità.

Attrezzature e servizi “sanitari”: ha tenuto a disposizione di tutti alcune attrezzature sanitarie per uso temporaneo

(carrozzelle, deambulatori, bastoni ortopedici…), acquistan-done di nuove per un servizio più puntuale e diffuso.Ha aperto i propri ambulatori a nuovi professionisti in aggiunta ai medici di base ed al dentista già presenti ormai da anni nei nostri locali. Il fine è quello di mettere a disposizione di tutti Voi importanti servizi sanitari “in loco”, senza doverVi recare ogni volta presso altri studi nei comuni limitrofi.

Interventi immobiliari: ristrutturati nel recente passato i locali del Museo in via Nenci, i nuovi locali-ambulatorio

presso la sede, il chiostro interno e la cappella di San Marco, unitamente all’acquisto e sistemazione del locale annesso al garage, un piccolo fondo che è diventato il nuovo archivio-ma-gazzino dell’Associazione, si è provveduto alla manutenzione ordinaria di tutte le strutture.

Rinnovo e manutenzione del “parco macchine”: il parco macchine si è arricchito nel 2012 di due nuovi mezzi per

il trasporto disabili, un Volkswagen Caddy di proprietà ed un Fiat Ducato in comodato d’uso gratuito per quattro anni, reso disponibile grazie alla generosità di alcune ditte anghiaresi.

Assemblee e magistrati: le riunioni del Magistrato si sono effettuate mediamente una volta al mese, mentre le Assem-blee dei soci sono state convocate ed espletate nei mesi di aprile e di novembre. Durante l’assemblea di novembre si è dato corso ad un piccolo convegno avente per tema “Fratres, Misericordia e Caritas: strade (apparentemente) diverse per una meta comune”.

Carissima Consorella,carissimo Confratello,

anche all’inizio di questo nuovo anno, il 2013, un nostro volontario sta venendo a trovare ciascuno di Voi per incassare la consueta quota sociale. Vi ringraziamo quindi, anzitutto, per la Vostra fedeltà con la quale, anno dopo anno, continuate a seguirci e a non farci mancare il Vostro contributo finanziario per noi molto importante. Se condividete la strada fin qui percorsa e quella che vogliamo percorrere secondo l’insegnamento del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa, continuate ad esserci vicini; ponetevi al fianco della Vostra Confraternita, siate promotori di iniziative, aiutateci nel portare avanti la missione caritativa e di soccorso affidataci dalla nostra coscienza cristiana. Siate pronti a criticarci, ma soprattutto siate pronti ad aiutarci.

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Progetto “Diamoci una scossa”: il progetto era quello di diffondere in modo capillare la presenza dei defibrillatori

Semi-Automatici Esterni (D.A.E.) sul nostro territorio, nonché quello di istruire il personale laico al loro utilizzo e al massaggio cardiaco occorrente di fronte all’evento di arresto cardiaco. I risultati sono stati ottimi: nove D.A.E. sono stati posizionati in altrettanti luoghi sparsi nel territorio anghiarese: uno alla Stazione vicino al bar, uno all’ingresso della sede della nostra Misericordia, uno in piazza Baldaccio vicino alla farmacia Ortalli, uno al Campo della Fiera vicino al bar Cocomerò, uno a Tavernelle vicino al semaforo, uno al Ponte alla Piera a metà del centro abitato, uno alla Motina vicino al bar Luzzi, uno sempre alla Motina lungo la provinciale, uno da sistemare ancora presso piazza del Popolo (piazza del Comune). Cinque di questi D.A.E. sono stati acquistati tramite il contributo della popolazione (La Motina (due), Tavernelle, Ponte alla Piera e Campo della Fiera), due sono stati regalati da privati in memoria dei propri cari defunti (Del Pia Srl in memoria di Cesare Fabbriciani e famiglia Cherici; Cinzia in memoria di Valfrido Cherici), uno è stato donato dalla Farmacia Ortalli e uno è stato donato dal Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Anghiari. A tutti loro va il plauso della comunità anghiarese ed il nostro ringraziamento personale. Oltre duecento anghiaresi hanno poi partecipato al corso per l’uso del D.A.E. e per il massaggio cardiaco; anche loro meritano tutta la nostra ricono-scenza. Il progetto continua per ampliare la rete del “D.A.E.” e dei cittadini da abilitare al loro uso.

Attività dei volontari con i nostri automezzi: nell’anno 2012 i nostri volontari sono usciti, con gli automezzi

di soccorso e con i nostri mezzi attrezzati, per n. 3.547 volte (quasi 10 servizi di media al giorno per 365 giorni) percorrendo Km. 132.302 con una media di Km. 37,30 a viaggio.Hanno assicurato la loro presenza presso l’ospedale di Sanse-

polcro per il servizio di pronto intervento 118 con ambulanza e medico a bordo, per complessivi 410 turni e un totale di 3.280 ore. Hanno inoltre espletato il servizio di emergenza urgenza in BLSD con ambulanza a pronta partenza, coprendo 6.491 ore di turni. Hanno infine assicurato il servizio di reperibilità giornaliera, diurna e notturna.Tutto questo, i nostri volontari!Non solo numeri. Invitiamo la comunità anghiarese a soffermarsi un attimo su queste cifre e, soprattutto sul-l’impegno giornaliero dei nostri volontari che queste cifre suggeriscono. E ai nostri volontari: - carissimi, grazie, e “Che Dio Ve ne renda merito!” -

Questa è la sintesi del bilancio sociale dell’ultimo anno appena trascorso, il 2012. Ciò è stato possibile, per la parte umana, grazie all’opera di volontariato delle nostre consorelle e confratelli attivi, e per la parte economica anche grazie alla generosità della nostra popolazione. Importante è stato l’apporto della quota sociale che tutti Voi soci, anno dopo anno, ci fate pervenire; siete una realtà fondamentale, indispensabile per la nostra attività. Di tutto ciò Vi ringraziamo. Abbiamo lavorato bene? Potevamo fare di più? Abbiamo colto il senso della Confraternita e della sua storia? Voi soci potete valutare serenamente e con obiettività il nostro operato; noi possiamo solo dire che abbiamo provato a fare “del nostro meglio”. Vi chiediamo di aiutarci sempre di più, in opere ed idee, per migliorare il nostro lavoro nell’interesse di tutti.Da parte nostra, continueremo ad impegnarci e Vi terremo aggiornati in riferimento alle iniziative dell’Associazione.

Fraterni saluti.Il Magistrato

NUOVI CORSI DI LIVELLO AVANZATO + BLS PRECOCELa Confraternita di Misericordia di Anghiari organizza per il prossimo mese di marzo un “Corso di livello avanzato + BLSD” per soccorritore volontario come previsto dalla legge Regionale 25/2001 sul trasporto sanitario.I corsi si terranno presso la nostra sede a partire dal mese di marzo e termineranno nel mese di maggio con l’esame finale. Ai corsi possono iscriversi i maggiori di anni 18 ed iscritti (o “iscrivibili”) alla Misericordia.

“La Misericordia ha continuo bisogno di nuovi volontari per poter svolgere nel migliore dei modi le proprie attività in favore soprattutto di chi soffre.

Iscriversi al corso e partecipare attivamente alle opere di carità che vengono portate avanti all’interno dell’Associazione è segno di solidarietà nei confronti dei più deboli e amore verso il prossimo; significa anche vivere la gioia di sentirsi volontario attivo in una Confraternita operante da secoli nella nostra vallata.

Per informazioni ed iscrizioni: Confraternita di Misericordia di Anghiari: via Matteotti, 129 - Anghiari - tel. 0575-789577

Il disegno di Loris Babbini raffigura la finestra dell’antica edicola oggi inserita nel palazzo del Museo della Misericordia. Nell’architrave la significativa frase: PRIMVM QUERITE REGNVM DEI.

Per motivi di impaginazione le vostre offerte per la Misericordia,sempre generose, saranno pubblicate nel prossimo numero.

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

TEMPO DI BILANCIE DI RINGRAZIAMENTILe considerazioni del presidente Leonardi

Il gruppo donatori di sangue “Fratres” di Anghiari conclude l'anno 2012 confermando gli ottimi risultati ottenuti nel pre-cedente 2011. Le donazioni complessive (sangue, plasma ed altri emoderivati) superano quota 700 (714 per la precisione) bissando il già soddisfacente livello raggiunto l'anno precedente (con 717 donazioni totali). Un GRAZIE SINCERO a tutti i nostri donatori, che ci hanno permesso di ottenere risultati importanti quanto insperati all'inizio del 2012.

Ci sembra poi importante segnalare che il gruppo è cresciu-to quest'anno di 23 nuovi donatori, in gran parte giovanissimi, indice che il messaggio di solidarietà che siamo impegnati a trasmettere trova terreno fertile nei nostri ragazzi.

L'anno si conclude con un altro splendido evento: la giornata del dona-tore o, meglio, le giornate del donatore, poiché anche quest'anno le attività e gli eventi organizzati hanno impegnato un intero fine settimana (vedi articolo pagina seguente). Il week-end è iniziato con il convegno medico organizzato presso la sala della Misericordia con un tema di grande attualità: l'utilizzo del defibrillatore (DAE). Ci teniamo a ricordare che il gruppo ha fatto dono alla popolazione anghiarese e, in particolare, alle istituzioni scolastiche di un defibrillatore, gesto reso possibile grazie anche al contributo della famiglia Sbragi, in memoria del compianto Andrea, già attivo donatore del nostro gruppo.

La serata è continuata presso l'insigne Propositura di Anghiari con il tradizionale concerto di Natale, che ha visto esibirsi “I Cantori del Borgo” e la “Schola Gregoriana Assi-siensis”. Nutrita è stata la partecipazione di simpatizzanti e appassionati. La serata si è infine conclusa con la consegna di quattro medaglie d'oro ad altrettanti storici soci donatori (Emanuela Bruttini, Mario Casula, Giorgio Papini e Giovanni Valbonetti) per aver superato le 50 donazioni.

La domenica, poi, è iniziata con la solenne messa in suffragio dei donatori defunti ed è prosegui-ta con il pran-zo annuale, che quest’anno si è svolto presso il palazzetto dello sport di Anghiari. Grazie alla professionalità dei responsabili del catering, che hanno saputo esaudire nel miglior modo le nostre esigenze ed alla location, che si è dimostrata particolarmente accogliente, il pranzo è stato un successo e ha visto la partecipazione di oltre 330 commensali, un vero record! La giornata è stata resa più preziosa grazie

anche alla presenza e agli interessanti contributi del presidente provinciale “Fratres” (Pietro Ganganelli), di quello regionale (Luciano Verdiani), di quello nazionale (Luigi Cardini) e del Sindaco Avv. Riccardo La Ferla.

Un meritato ringraziamento a tutti coloro che hanno par-tecipato all’evento e ai donatori che quotidianamente, con il loro impegno, rendono possibile tutto questo.

Carlo Leonardi

I VENTITRÉ NUOVI DONATORI DEL GRUPPOIn occasione del pranzo sociale, il presidente, continuando

la tradizione dei suoi predecessori, ha voluto dare concreta-mente il “benvenuto” a quanti si sono iscritti per la prima volta al Gruppo e ringraziarli pubblicamente per la scelta operata, consapevole dell’importanza che riveste in ogni associazione l’arrivo di nuovi volontari, linfa vitale per poter continuare nel tempo la propria missione.

Questi i nomi dei ventitré donatori di sangue che sono stati premiati nel corso del pranzo sociale del dicembre scorso, con la consegna da parte delle autorità presenti di una pregevo-le copia del libro “Gli Annali della Terra di Anghiari”, dello storico anghiarese Lorenzo Taglieschi, edito dal gruppo stesso nel lontano 1991: Casacci Alessandro, Galardini Massimo, Piantedosi Lorenzo, Pecorari Fabio, Comanducci Stefano, Rossi Samuele, Massimetti Luca, Cheli Riccardo, Gabbiot-ti Loredana, Zanelli Pamela, Scimia Luca, Giorni Diego, Soppelsa Federica, Dalla Ragione Augusto, Rongo Elena, Venturini Simone, Guelfi Angiolo, Fontani Federica, Bandini Alessandra, Santucci Roberto, Pierini Daniele, Rosenholz Melita, Stanciu Eugenia.

Buon Volontariato a tutti!Il Consiglio Direttivo

In questa pagina, a sinistra, il Presidente Carlo Leonardi e, sotto, la premiazione di alcuni soci benemeriti. Qui sopra il sindaco La Ferla con uno dei nuovi iscritti.

ASSEMBLEA SOCIALE ORDINARIASABATO 09 MARZO 2013 – SALA CONFERENZE DELLA MISERICORDIA

Ore14.30: Prima Convocazione

Ore 16.30: SECONDA CONVOCAZIONE

Relazione sociale del presidente, Bilancio consultivo 2012, Bilancio preventivo 2013.DURANTE L’INCONTRO, NOMINA DEI NUOVI SOCI BENEMERITI.

Tutti gli iscritti (soci donatori, sostenitori e benemeriti) sono invitati a partecipare!!!

Il presidente

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...dal Gruppo Fratres

LE GIORNATE DEL DONATORE: DIGITALFOTOPotrete trovare altre foto della manifestazione nell’apposita “galleria” su www.fratresanghiari.it

F A T T I U N R E G A L O : D O N A !Donare sangue è un grande regalo che fa bene agli altri e anche a te!

DIVENTA ANCHE TU UN DONATORE DI SANGUE FRATRES!!

Ecco alcune delle foto

di RobertoStowasser

che documentanoa dovere

le Giornatedel Donatore

2012.Le altre nella

sezione “Galleria

fotografica” del Gruppo “Fra-

tres”.

Articolata in due giorni, per sottolineare ancor più l’im-portanza di questo appuntamento sociale, che come sempre chiude l’anno solare… Dopo qualche tempo

di pausa sono tornati, come ricordato sopra dal presidente, sia il convegno medico che il concerto di Natale. Molto attenta e partecipata la Celebrazione Eucaristica che, presieduta da don Marco, parroco ed assistente spirituale del gruppo don Marco, è stata animata dai bambini del catechismo e dai loro genitori.

Ma l’edizione 2012 sarà ricordata per due importanti novità. La prima: la presenza completa delle più alte cariche della Consociazione, con in testa il Presidente Nazionale Luigi Cardini e il Presidente Regionale Luciano Verdiani, insieme alle tante altre associazioni “Fratres”, Avis, Croce

Rossa, Carabinieri e Forestali. La seconda: la nuova formula del pranzo sociale che ha visto, al Palazzetto dello Sport di Anghiari, affluire mezzo paese.

Lasciamo ad alcune immagini fotografiche dell’amico Roberto Stowasser, relative ai momenti più salienti, il compito di descrivere meglio l’atmosfera di preghiera, amicizia e gioia che ha contraddistinto l’evento. L’intero servizio fotografico è visibile nel sito Internet del Gruppo all’indirizzo www.fratre-sanghiari.it , nell’apposita “galleria fotografica”.

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Le Compagnie si preparano al Natale

Meditazione di don Natale Luciano Gabrielli tenuta nella chiesa di Tavernelle.

La sera del sabato innanzi alla festa della Natività di Nostro Signore, nella chiesa di Tavernelle d’Anghiari, nella massima semplicità, si è fatta una cosa utile ed

importante: un notevole gruppo di uomini appartenenti alle varie compagnie del territorio si sono ritrovati per ascoltare una meditazione, confessarsi, e a mangiare assieme. Innanzitutto ho ritenuto importante elogiare il comportamento serio di queste persone sottolineando il valore della loro appartenenza, cioè della compagnia, che in sostanza sta ad indicare coloro che mangiano dello stesso pane (cum – pane).

La mia “lezione” si è soffermata sulla certezza che il 25 di dicembre non è una data combinata, in base alle recenti scoperte sui manoscritti di Qumran in merito alle classi sacerdotali che parlano di Abìa, collega di Zaccaria, nei turni di servizio del Tempio di Gerusalemme. Le celebrazioni liturgiche della Annunciazione (25 marzo), della Nascita di Giovanni Battista (24 giugno), della nascita di Gesù (25 dicembre), si combinano infatti perfettamente con gli elementi fornitici dai Vangeli.

Per approfondire tutto questo ciascuno può informarsi accuratamente onde evitare confusioni e discorsi inutili. Basta pensare che soltanto la celebrazione pagana del “dies natalis solis invicti” è tardiva, del 274 d. C. ad opera dell’imperatore Aureliano, settant’anni dopo la testimonianza autorevole di Ippolito di Roma. E soltanto nel 354 d. C., dopo ben centocin-quant’anni della fonte storica, il calendario romano attesta la festa del sole invitto il 25 dicembre. Cosa vuol dire? Vuol dire che furono i pagani, che per almeno quattro secoli perseguita-rono e uccisero i cristiani, a sovrapporre la loro festa pagana del solstizio d’inverno alla festa del Natale, già consolidata.

Mi è parso poi opportuno proporre all’attenzione dei pre-senti la riflessione sulla Natività di Cristo di un personaggio eccezionale: Dietrich Bonhoeffer, teologo e martire tedesco (1906 – 1945), di confessione cristiano-protestante, impiccato il 9 aprile nel campo di concentramento di Flossemburg. Il messaggio cristiano vuol cambiare l’uomo affinché regnino la pace e la giustizia. La mangiatoia e la croce sono per Bonhef-fer le tappe fondamentali sulla via di questo cambiamento, e contenute nella lettera del 17 dicembre 1943 ai suoi genitori e sulla poesia composta nel tempo di Natale del 1944. Egli cita un’opera d’arte di quattrocento anni prima: la natività di Altodorfer, che rappresenta la Sacra Famiglia con la mangia-toia tra le rovine di una casa distrutta, cosa straordinariamente attuale. E dice: da un punto di vista cristiano, un Natale tra-scorso nella cella di un carcere può costituire un problema: probabilmente molti festeggeranno un Natale più autentico qui che laddove della festa si è mantenuto soltanto il nome. Un carcerato comprende meglio di chiunque altro che agli occhi di Dio miseria, sofferenze, povertà, solitudine, abbandono e colpa hanno un significato ben diverso che nel giudizio degli uomini…. Questa, per chi è in carcere, è veramente una lieta novella!

Poi la poesia di Natale del 1944:“fedelmente attorniato, in silenzio da forze buone,meravigliosamente confortato,così voglio vivere questi ultimi giorni insieme a voie con voi entrare in un nuovo anno”.

In pratica si corre il rischio che accada come nelle battitu-re del grano delle feste paesane di oggi: saranno cose anche simpatiche, ma mancano di quello che c’era nelle battiture vere: la fame, la fatica e la polvere.

Poi un ricordo: la mia mamma al mattino presto si faceva cinque chilometri a piedi per andare alla Novena di Natale. L’ultimo giorno, il buon Arciprete di Civitella della Chiana don Mario Randellini notò la giovane Vera sentirsi male, l’accompagnò in casa e per la prima volta della sua vita la giovane prese un caffè. Si riprese, giunse a casa e mi mise al mondo. Quando arrivò la levatrice ero praticamente già nato. E da qui il mio doppio nome: Luciano e poi, siccome era Natale, anche Natale.

Come sapete sono un bibliofilo… nella mia raccolta di libri rari ne ho ripescato uno quasi introvabile, che è di Giovanni Papini, dal titolo: “mostra personale”. Il Papini (1881 – 1956) è legato alla vostra Valtiberina poiché a Bulciano di Pieve Santo Stefano visse e sposò una contadina del posto, e lì, davanti ad una Croce su un dirupo, giunse con grande fatica ad una autentica conversione. Fu ospite di monsignor Mignone ad Arezzo durante il tempo del fascismo e della guerra, e inoltre autore di tanti preziosi scritti compresa la Vita di Cristo. In questo prezioso libro, anch’esso frutto della sua conversione, nell’ultima parte parla del significato della Natività: in un modo poeticamente straordinario termina le sue profonde riflessioni con i “soliloqui di Betlemme”: il locandiere, il padrone della stalla, il pastore rimasto indietro, le pecore lasciate sole, la levatrice, il topo nel muro, il bove, il passerotto sul tetto. Tutti questi, per un motivo o nell’altro si lamentano per ciò che succede intorno a loro, come sempre è accaduto e accadrà per la paura sostanziale di perdere qualcosa di ciò che presumi ti appartenga. L’unico “personaggio”, l’asino, che dice cose giuste… quell’asino che dovremmo essere tutti noi: “Dio ha voluto che prima di morire vedessi cose meravigliose, tutte le notti sono qui nel buio, stanco e triste a pensare alla mia vita disgraziata. Ora invece mi par d’essere nel cuore del mondo. Uno splendore palpitante, un canto che scende da cielo, una donna più bella di tutte le altre donne, un bambino che ruba il bene a chi lo vede…, non sono un sentimentale come il mio bianco compagno e neppure un superstizioso come il mio pa-drone, eppure mi verrebbe la voglia di inginocchiarmi, come fanno questi pecorai che son corsi qua dentro come se li avesse convocati un Dio. Ho girato anche io la mia parte, una volta sono stato fino a Damasco, sei volte a Gerusalemme, ma non rammento un prodigio come questo: non mi sono mai sentito felice come stasera. Quella giovane che china il viso bellissimo e pallido sopra il frutto del suo sangue mi fa quasi piangere, per non so qual nuova tenerezza. E quell’uomo anziano che guarda la donna e il bambino, rapito nella beatitudine di un sogno; e quei pastori con viso più rosso dalla gioia che dal riverbero della fiamma, e quella creatura dolcissima, distesa nella greppia, che guarda tutti come se volesse attirarli a sé, e consumare col suo cuore. Quello non è davvero il figlio di un uomo. Ho sentito dire ai pastori che a loro è stata annunziata la nascita di un Dio: più lo guardo e più mi sembra vero. Gli uomini non hanno quegli occhi, non tramandano quel fulgore, e pensare che l’ho visto nascere! Io, povera bestia da soma, disprezzato da tutti, per quale mistero ha voluto cominciare la sua vita qui, in questo presepio sconnesso, destinato ai nostri

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musi famelici? Per quale arcana ragione sono degno d’essere spettatore di un portento così incredibile: la natività di un Dio? Sono l’ultimo degli animali della terra, sono un povero sacco di pelle piagata e di ossa tronche, ma non mandarmi via, o Bambino, permetti anche a me di amare colui che un giorno volle creare anche me. Nota personale: e poi vogliono togliere l’asino e il bue dal presepe? Scandalosi!

Conclusione. Approfitto della circostanza per ringraziare i perfetti organizzatori della serata, per il tangibile profondo spirito umano e cristiano che in questo luogo si respira, e il vostro infaticabile parroco don Marco Salvi, il giornalista Mario Del Pia e il solerte chierico Alessandro Bivignani, praticamente il Bilancino o Tirapiedi, di insostituibile efficacia, cioè il ciuco che riesce a tirare i pesi del bel cavallo.

Infine, considerando che il prossimo anno 2013 ricorre il cinquecentesimo anniversario dell’Apparizione della Madonna del Giuncheto a San Polo d’Arezzo, memore del fatto storico che le Compagnie anghiaresi, come risulta dalle memorie del Redi sul Santuario, vennero a piedi con le loro Cappe per

la traslazione della statua della Madonna, per una grandiosa cerimonia in cui si contarono oltre quindicimila persone, oggi rinnovo a voi lo stesso invito di partecipare nei tempi opportuni ad un pellegrinaggio in questo splendido luogo, non dico a piedi come i vostri padri, ma quasi, soprattutto i più giovani. Oltre l’aspetto della devozione e dello spirito, quali la Confessione e la Comunione, si potrà fornire anche un ottimo pranzo o convivio, come si addice del resto ad una vera Compagnia. Cari amici, in quel luogo sono testimoniati tanti e vari miracoli. Chiedo alla Madonna che realizzi i desideri del cuore di ognuno di noi. Ma per tutti valga ciò che rispose ad un giornalista una povera persona in carrozzella: anche lei è qui per chiedere il miracolo? La risposta fu questa: ma cosa dice? il miracolo è già accaduto ed è il fatto che io sono potuta giungere fin qui a Lourdes. E un antico cappellano della Madonna del Giuncheto, nel 1780, fa incidere una memoria sulla pietra: Virgo me accepit (la Vergine mi accolse).

Don Natale Luciano Gabrielli

I l P r e s e p e i n P r o p o s i t u r aAnche quest’anno, come accade ormai da tempo, a Novembre ci siamo domandati come allestire la chiesa della Propositura per il Santo Natale.Abbiamo pensato alle parole di Papa Benedetto XVI pronunciate in occasione dell’inizio dell’Anno della Fede 2012- 2013:“...Essenziale è portare il raggio dell’amore di Dio nel cuore e nella vita di ogni uomo e di ogni donna, e portare gli uomini e le donne di ogni luogo e di ogni epoca a Dio. Auspico vivamente che tutte le Chiese particolari trovino, nella celebrazione di quest’anno, l’occasione per il sempre necessario ritorno alla sorgente viva del Vangelo, all’incontro trasformante con la persona di Gesù Cristo”.Abbiamo perciò ritenuto opportuno fare un presepe essenziale, nel quale ognuno di noi potesse rinnovare in modo semplice l’incontro con Gesù, rappresentando la Natività e tralasciando tutti quei particolari che potessero distogliere l’attenzione dal “Principio generatore della nostra fede”.La sera della Vigilia abbiamo voluto simbolicamente portare “il raggio dell’amore di Dio” ad ogni persona raffigurando dei Santi di epoche diverse, la cui vita è stata illuminata dalla luce di Dio e per questo sono stati capaci di condividere e diffondere questo Amore tra gli uomini.La realizzazione del Presepe è diventata per noi un momento importante per partecipare e vivere pienamente lo spirito del Natale. Grazie a ciò riusciamo a condividere questa esperienza con altre persone del paese che si sono sempre mostrate collaborative e disponibili ad aiutarci in questo piacevole impegno.Al prossimo anno…

Sabato 9 febbraio, alle ore 16,00 nella chiesa di Propositura, S. Messa alla presenza dei malati di tutta la parrocchia. Al termine seguirà un momento di ristoro.

Per informazioni o richieste di trasporto rivolgersi in Parrocchia o alla Misericordia.

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da Monterchia cura di Matteo Romanelli

Dalle nostre Parrocchie

FEBBRAIO – MARZO 2013

Domenica 3 febbraio, festa di S. Biagio, patrono di Pocaia. S. Messe a S. Biagio alle ore 10 e alle ore 16, seguite dalla tradizionale benedizione della gola. Mercoledì 13 febbraio inizio della Quaresima, benedizione e imposizione delle sacre Ceneri, digiuno e astinenza. Ore 16 S. Messa a Monterchi, ore 17 a Pocaia. N.B. In Quaresima verranno effettuati incontri di preghiera e di catechesi sul Credo a cui sono invitati adulti, catechisti, fidanzati e gruppi di preghiera nella chiesa della Madonna Bella.

BENEDIZIONE DELLE CASE E DELLE FAMIGLIESabato mattina 9 marzo dalle ore 9 alle 13 benedizioni delle famiglie di Gambazzo, Pianezze e Tarsignano. Lunedì 11 marzo nel primo pomeriggio benedizioni delle famiglie di Ripoli, Fonaco e Borgacciano.Dal 12 al 16 marzo benedizioni delle famiglie e aziende residenti nella parrocchia di S. Biagio a Pocaia.Dal 18 al 23 marzo benedizione delle famiglie, botteghe e aziende della parrocchia di S. Simeone a Monterchi.

PROGRAMMA DELLA SETTIMANA SANTA E DELLA PASQUA 2012Nel pomeriggio della Domenica delle Palme 24 marzo e del Lunedì e Martedì Santo, Quarantore nella Pieve Arcipretura di Monterchi.Lunedì 25 e Martedì 26 marzo benedizioni delle restanti famiglie della parrocchia di Padonchia.Mercoledì Santo 27 marzo, alle ore 21, Confessioni Pasquali per tutti a Padonchia.Giovedì Santo 28 marzo, S. Messa in Coena Domini alle ore 17 a Pocaia e ore 18 a Monterchi. Alle ore 21 i confratelli della Misericordia e della Compagnia del SS.mo Sacra-mento assieme ai gruppi di preghiera si raccoglieranno in adorazione dell’Urna contenente l’Eucarestia nella chiesa di S. Simeone.Venerdì Santo 29 marzo Pasqua di morte del Signore: astinenza e digiuno. Liturgia della morte del Signore alle ore 15,30 a Monterchi e alle ore 17 a Pocaia. Alle ore 21 solenne Via Crucis e processione di Gesù Morto e della Madonna Addolorata con raduno e partenza di fronte al Monastero. Sacerdoti, ragazzi della Prima Comunione e della Cresima, Confratelli della Misericordia e delle Compagnie di Monterchi e Padonchia e tutto il popolo di Dio saliranno lentamente in preghiera e meditazione verso il centro storico e nella Pieve-Arcipretura di S. Simeone si concluderà il rito con breve omelia e Benedizione con la Reliquia della S. Croce.Sabato Santo 30 marzo Confessioni dalle 16 alle 17 nella chiesa della Madonna Bella a Pocaia e dalle 17 alle 18 nella chiesa di S. Simeone. Alle ore 21 Veglia pasquale e S. Mes-sa a Pocaia. Alle ore 23 confessioni in Pieve - Arcipretura a Monterchi. Alle 23,30 Veglia pasquale seguita dalla Messa di mezzanotte della Risurrezione del Signore nella medesima chiesa di S. Simeone Profeta.Domenica 31 marzo PASQUA DI RISURREZIONE. Alle ore 8 S. Messa nella chiesa di S. Biagio a Pocaia. Alle ore 9 S. Messa nella chiesa di S. Michele Arcangelo a Padonchia. Ore 10 S. Messa nel Santuario della Madonna Bella a Pocaia.

Ore 11,15 S. Messa nella Pieve – Arcipretura a Monterchi. Ore 18 S. Messa Vespertina a Monterchi.Lunedì di Pasqua 1 aprile Confessioni e Comunioni pasquali nella Chiesa di S. Biagio a Pocaia dalle ore 8 alle ore 12.

Il comitato parrocchiale di S. Biagio a Pocaia, che organizza l’annuale Festa della Madonna Bella, ha organizzato anche quest’anno una tombola lo scorso 15 dicembre presso il teatro di Monterchi. L’iniziativa cui hanno partecipato molti fanciulli e ragazzi assieme ai propri genitori è perfettamente riuscita. Il ricavato sarà utilizzato per l’acquisto di un defibrillatore.

Nella mattinata del 1° dicembre per iniziativa dell’assessore al Sociale Roberta Zati si è svolta nel Ristorante “La Pieve Vecchia” la festa dei nonni e degli anziani, con la collabo-razione delle varie Associazioni paesane. Alla celebrazione della S. Messa da parte dell’arciprete don Quinto Giorgini è seguito il pranzo sociale e lo scambio degli auguri per le festività natalizie.

Il 9 dicembre nella chiesa di S. Maria della Pace alle Ville è stato accolto con grande partecipazione di popolo e la presenza del Vicario Generale mons. Giovacchino Dallara e dell’arciprete di Monterchi don Quinto Giorgini il sacerdote congolese Don Ferdinand Mabanza che guiderà questa parrocchia e quella di Catigliano collaborando con i sacerdoti del vicariato di Anghiari – Monterchi.

* Sono in preparazione le elezioni del nuovo Magistrato della Confraternita di Misericordia di Monterchi scaduto lo scorso anno. Si invitano i nuovi e vecchi confratelli a collaborare insieme al Correttore e al Governatore Marco Lacrimini.

Riaperto al culto l’Oratorio di S. Lorenzo a Gambazzo

Dopo 100 anni

È stato riaperto al culto domenica 18 novembre 2012 l'Oratorio di S. Lorenzo Martire a Gambazzo, che ormai era chiuso al culto da un secolo, dopo che agli inizi del Novecento la fati-scenza del tetto pericolante e l'incuria ed il degrado del sacro edificio avevano spinto la Diocesi di Sansepolcro a chiuderlo, murandone addirittura la porta per evitare che qualcuno, en-trandovi, potesse correre rischi.

Nonostante gli anni di abbandono, però, l'antica chiesa non è crollata, anzi le mura perimetrali si sono conservate in buono stato. Inoltre gli abitanti della piccola frazione monterchiese hanno riscoperto interesse per l'oratorio, sia per le sue strutture architettoniche sia per la vicinanza al cimitero dove ancora vengono seppelliti i defunti della zona. Per questo dieci anni fa, il 17 novembre 2002, assieme al parroco Don Quinto Gior-gini scrissero una lettera all'allora direttore dell'I.D.S.C. don Marco Salvi per chiedere i restauri dell'edificio. Da lì è nato il progetto, e poi i lavori, che si sono conclusi solennemente con la recita del S. Rosario a partire dalle 15 nel campo santo e poi con la S. Messa di inaugurazione e benedizione dalle 15.30, cui hanno partecipato numerosi fedeli anche dalle parrocchie vicine del territorio monterchiese.

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Dalle nostre parrocchie

da Santo Stefanoa cura di GM

dal CarminePresepe al Santuario

da San Lorenzoa cura di Andrea Dallacasina

da Miccianoa cura di Cristina e Giuseppe

Il presepe a Santo Stefano

Grazie ai soliti noti (quelli che si danno da fare: i migliori!) nella chiesa di Santo Stefano si è potuto ammirare un discreto presepe raffigurante anzitutto la chiesa con al centro la Natività, in lontananza Anghiari, la vecchia stazione e altre case coloniche verso il Molin Bianco, e lo stradone che porta alla cappellina della Battaglia.Questi elementi fanno parte di un progetto per realizzare la piana della Battaglia.Da notare l’effetto delle luci, del cielo stellato di notte e, quando si fa giorno, con il sorgere del sole tutti i meccanismi ricominciano a funzionare, ognuno con la sua particolarità.I visitatori sono stati soddisfatti dell’opera che hanno visto, soprattutto quelli che hanno focalizzato il progetto.Si ringrazia naturalmente il piccolo gruppo che ha realizzato il presepe, speriamo che si continui così, anzi che le forze aumentino, perché ce n’è tanto bisogno.Auguri per il nuovo anno che è appena cominciato.Da tutta la Comunità!

Natale a San Lorenzo

Anche quest'anno, nella piccola chiesa di San Lorenzo, abbiamo celebrato la ricorrenza della nascita di Gesù.

La notte di Natale, come per incanto, una grande quantità di fedeli venuti da ogni luogo ha velocemente riempito ogni angolo della chiesa, e con grande partecipazione ha preso parte alla funzione religiosa celebrata da Don Bartolomeo.

Ai piedi dell'altare il presepe, piccolo ma molto caratteri-stico, opera quest'anno di Marialba Nuti, a ricordare questo avvenimento così importante.

Lo chiamiamo il presepe di un'ora, l'ora della Messa di Natale, perché poi nella nostra chiesa non ci saranno più cerimonie religiose fino alla notte di Pasqua.

Al termine della funzione, ci siamo raccolti nel piazzale della chiesa, davanti ad un grande fuoco, per scambiarci gli auguri. Possiamo veramente dire che quest'anno è stata una bellissima notte di Natale.

Andrea Dellacasina

PRESEPE A MICCIANO

Come ogni anno, un modesto gruppo di volenterosi parrocchiani, si sono ritrovati qualche giorno prima di Natale per la preparazione del presepe.

Il tutto è avvenuto in un dopocena all’insegna della piena collaborazione e, in meno di due ore, il presepe era pronto!!

Pieno accordo sulla progettazione, rapida intesa nell’esecuzione; ognuno ha cercato di fare del suo meglio e il risultato lo dimostra ampiamente.

Il presepe, collocato nell’altare dedicato all’Assunzione di Maria, è stato visionato e apprezzato dai parrocchiani e dalle tante persone che hanno preso parte alle celebrazioni liturgiche durante il tempo di Natale.

Cristina

Come di tradizione, anche quest’anno al santuario del Carmine abbiamo realizzato il presepe.

La natività, elemento fon-damentale della nostra cultura cristiana, è stata posta nella grotta ai piedi della montagna, mentre al paesaggio abbiamo voluto dare un tocco tipico della nostra zona, con oliveto, castagneto, orto e pineta.

Le statue più evidenti sono i pastori, quali personaggi che hanno portato per primi l’annuncio della nascita.

Si ringraziano coloro che hanno dato un aiuto nel costrui-re il rifugio in legno e gli utensili rurali, sperando che il pros-simo anno il Presepe sia più ricco e caratteristico.

Colletta alimentare 2012Come tutti gli anni alla fine di novembre c’è la colletta alimentare, lo scopo è quello di raccogliere generi alimentari

nei supermercati che aderiscono, per distribuirli a chi ne ha bisogno, gli alimenti sono destinati alle persone della nostra zona, del nostro paese.

La giornata è ben organizzata, noi stiamo all’esterno del supermercato e dobbiamo informare i clienti sullo scopo del-l’iniziativa e gli consegniamo una busta ed un foglietto con l’elenco dei prodotti che possono prendere (scatolame, pasta, olio, riso, biscotti, ecc.).

I generi alimentari che la gente all’uscita ci consegna vengono divisi in scatole per tipologia del prodotto, ogni tanto arriva il furgone che raccoglie tutte le scatole fatte e le porta nei centri di raccolta come la Caritas, successivamente ver-ranno distribuiti a chi ne ha bisogno nei giorni prefissati.

Ormai da cinque anni partecipiamo come gruppo dell’oratorio , i nostri ragazzi che ci sembrano così distratti, sono sensibili a questa proposta, ogni volta che arriva la giornata della colletta alimentare sono loro a chiedere di potervi parte-cipare. Quando hanno iniziato erano piccoli ed ora che sono cresciuti in loro cresce anche la disponibilità verso gli altri.

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Dal Bollettino “Vita Parrocchiale", marzo-aprile 1952, num. 3-4

PIA SOCIETA’ DI GESU’ MORTORicordo di Grazia Babbini

Il 30 ottobre la nostra cara Zia Grazia ci ha lasciato.

Era nata 87 anni fa qui ad Anghiari, in una casetta in via della Bozia, figlia di Francesco e Rosina, ultima dei quattro fratelli Babbini (Lidia, Loris, Angiolina gli altri tre). Nelle fotografie della sua giovinezza si vede una bella ragazza mora dalle lunghe trecce, guardata a vista dal premuroso fratello Loris. Le piaceva recitare, faceva parte della compagnia filodrammatica del paese ed era spesso la protagonista delle commedie rappresentate al Teatro nei primi anni della ricostruzione del dopoguerra; in una di quelle commedie ebbe come partner un giovane che veniva da lontano (Latina) ed era ospite dai parenti ad Anghiari; fra i due nacque l’amore come nella commedia dove recitavano e così arrivarono al matrimonio; la zia con il suo amato Franco si trasferì a Latina dove ha vissuto fino alla morte e dove sono nati i suoi figli Luisella e Fernando.

È sempre stata attaccatissima al suo paese, dove tornava spesso e dove alla fine degli anni 70 aveva preso in affitto un appartamentino giù vicino alla Misericordia per poter venire ad Anghiari quando ne aveva voglia in qualunque stagione.

I ricordi di una nipote acquisita come sono io riguardano soprattutto quegli anni quando si aspettava il suo arrivo come una festa; lo zio Franco era allegro, divertente e dava una scossa all’austero ménage familiare dei miei suoceri.

Purtroppo troppo presto Zia Grazia ha perso l’adorato marito e con esso anche tutto l’entusiasmo e la vivacità che la caratterizzavano; ha continuato comunque a tornare ad Anghiari dall’amato fratello Loris e poi, quando anche Loris ci ha lasciato, dalla cognata Ilda e dai nipoti.

Ormai da qualche anno le sue condizioni di salute non gli permettevano più di poter viaggiare, però ancora era felice se andavamo noi a trovarla a Latina e la sua casa era sempre aperta per i nipoti e i pronipoti.

Era un’affezionata abbonata dell’Oratorio e per lei, come per molti altri, questo giornale era un legame con il suo paese sempre molto amato; per questo tramite queste pagine l’abbiamo voluta ricordare e far ricordare a coloro che l’hanno conosciuta e le hanno voluto bene.

Marisa Tavernelli Babbini

La pia Società di Gesù M. fu istituita in Anghiari nel 1846, nel pubblico Oratorio di S. Tommaso da Villanova, allora proprietà della nobile famiglia Corsi, oggi Cappella e Monumento dei Caduti in Guerra.

Lo scopo religioso della Società nuovamente determinato nello statuto del 1892, è questo: ufficiare la Cappella di S. Tommaso da Villanova nella settimana di Passione; assistere secondo le possibilità i soci bisognosi, ma principalmente presiedere alla organizzazione della processione del Venerdì Santo. La processione del Venerdì Santo avveniva in Anghiari già nei primi anni del 1800.

Primo Rettore della Società fu il sig. Benedetto Corsi, il quale custodiva nella sua Cappella di famiglia, i1 simulacro di Gesù Morto: questo con tutta probabilità era il dono, che l’Abbate di Badia Antonio Rampini, nel 1506, fece alla nuova Compagnia del Crocifisso (L. Taglieschi).

Nel 1901 gli eredi della famiglia Corsi tolsero al culto pubblico in Anghiari la immagine su ricordata e allora dalla pia Società di G. M. fu sostituita con un’altra, che figurava nel coro della Chiesa di S. Agostino: fu restaurata da Francesco Duranti di Pistrino e al presente si conserva sotto l’altare della stessa Cappella Corsi o dei Caduti.

Il simulacro di Casa Corsi fu ceduto ad un sacerdote che ama veramente Anghiari, al Canonico Don Alessandro Bartolomei. Egli ha esposta l’immagine nell'artistica Chiesa di Sigliano, da lui costruita nel 1920.

Attualmente la Società di G. M. conta buon numero di soci nel Paese e nelle campagne vicine: non mancano gli zelatori che vogliono continuare la processione del Venerdì Santo, annuale manifestazione, che segna una delle giornate più movimentate nella Vita di Anghiari.

Riportiamo queste note sulla Pia Società del Gesù Morto recuperate in un vecchio bollettino parrocchiale anche per segnalare l'opera preziosa compiuta dagli zelatori della Società che in questi giorni vi chiederanno la vostra offerta per la Società.Le vostre offerte sono, come da sempre, utilizzate per rendere solenne la processione del Venerdì Santo che vede coinvolte le Compagnie di Anghiari con più di 90 confratelli con la cappa e in testa c'è la Misericordia.Inoltre quest'anno ci siamo dotati di un impianto di amplificazione potenziato, lo abbiamo usato anche per la processione della Madonna di Loreto.

Festa della Toscana 2012

30 novembre del 1786: dal Palazzo Reale di Pisa il granduca Leopoldo firma l'abolizione della pena di morte

La Festa della Toscana, istituita nel 2000, celebra il 30 novembre di ogni anno l'anniversario dell'editto con cui nel 1786 il Granduca Pietro Leopoldo abolì la pena di morte in ToscanaL'atto, promulgato a Pisa nel Palazzo Reale, rese il Granducato il primo Stato al mondo a sancire un principio di civiltà ancora oggi non da tutti riconosciuto.

Ecco come Maria Catalina Ruggeri dall'Argentina ha sottolineato questo anniversario:

Motivo de orgullo para todos los Toscanos!!!!!!!!!!!!

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LA BANCA DI ANGHIARI E STIA – CREDITO COOPERATIVOE I SERVIZI DI TESORERIA

a cura della Banca di Anghiari e Stia

Alla luce dell’ultima convenzione, stipulata con l’Unione dei Comuni della Valtiberina Toscana e valida fino al 2015, la Banca illustra i servizi di tesoreria gestiti sul territorio e chiarisce alcuni aspetti su questo tipo di prestazione.

È notizia recente l’accordo siglato fino al 2015 tra l’Unione dei Comuni della Valtiberina Toscana e la Banca di An-ghiari e Stia per l’affidamento a quest’ultima del servizio di tesoreria dell’ente. “Con l’affidamento del servizio alla Banca di Anghiari e Stia – dichiara il Presidente dell’Unione dei Comuni Minozzi – contiamo di aver risolto al meglio il problema. Per tutta una serie di motivi facilmente comprensibili, è importante poter lavorare con un istituto di credito della vallata. Noi siamo una realtà amministrativa, loro bancaria, ma entrambi espressione della Valtiberina e dunque ancor più stimolati ad operare per il bene dell’area. Mi auguro anzi che il rapporto di collaborazione iniziato possa proseguire anche su altri versanti”. “Non è stato difficile – chiarisce il Direttore Generale Fabio Pecorari – entrare in sintonia con le esigenze dell’Unione dei Comuni, dato che c’è una coin-cidenza territoriale che ci accomuna. Il nostro istituto di credito è del resto orgoglioso della propria storia e del rapporto sempre instaurato con la Valtiberina. Auspico pertanto che da questa collaborazione nasca una soddi-sfazione reciproca. Del resto la nostra banca, che conta complessivamente 13 filiali, ne ha ben sei sul territorio bagnato dal Tevere. E già possiamo vantare collabora-zioni con realtà municipali come Caprese Michelangelo, Anghiari e Monterchi. Adesso questo nuovo impegno con l’Unione dei Comuni. Noi, per qualsiasi esigenza, ci siamo”.La Banca di Anghiari e Stia, oltre che per l’Unione dei Comuni, svolge attualmente servizio di tesoreria per il Comune di Anghiari, con convenzione in atto dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2016, per il Comune di Monterchi dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2016, per il Comune di Caprese Michelangelo dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2016, per la Direzione Didattica Statale di San Giustino dal 1° gennaio 2013 al 31 di-cembre 2015 e per l’ Istituto Comprensivo di Soci, per cui la convenzione è in corso di rinnovo.In cosa consiste, effettivamente, il servizio di tesore-ria?Per gli enti pubblici l’espressione indica tanto l’insieme delle prestazioni di servizi finanziari resi in conformità a specifiche disposizioni di legge e/o previsioni dello statuto e sulla base di apposita disciplina contrattuale rappresen-tata dalla convenzione di tesoreria, quanto l’ufficio cui il servizio è affidato. Il tesoriere degli enti locali deve essere scelto sulla base delle procedure di evidenza pubblica stabilite nel regolamento di contabilità di ciascun ente,

secondo modalità rispetto-s e d e i p r i n c i -pi della concor-renza. Il tesoriere s v o l g e anche il servizio d i r i -scossio-ne delle entrate. Il servizio di tesoreria degli enti pubblici diversi dallo Stato e dagli enti locali presenta un contenuto più ampio rispetto al servizio di cassa, poiché può comprendere servizio di cassa, custodia dei titoli, anticipazioni per cassa, corresponsione di interessi sulle giacenze, ste-sura del conto del tesoriere che, di fatto, costituisce poi il consuntivo dell’ente (salvo rettifiche). Il servizio di tesoreria può essere teoricamente gestito secondo tre sistemi: diretto, cioè gestito direttamente dall’ente con un proprio ufficio; mediante affidamento a banca con apposita convenzione che garantisca l’interesse dell’ente; con un sistema misto che consente di utilizzare i vantaggi dei due sistemi precedenti. È di regola prescritto che il servizio di tesoreria venga affidato a banche e in base ad apposita convenzione deliberata dall’organo competente in tema di contratti oppure da quello indicato dalla legge. La scelta del tesoriere avviene comunemente a trattativa privata. Questo tipo di scelta si spiega con la natura e la delicatezza del servizio di tesoreria. L’introduzione di servizi bancari accessori e/o aggiuntivi rispetto a quelli tradizionalmente demandati al tesoriere nella convenzione di tesoreria, da un lato snellisce le fasi di svolgimento dei compiti amministrativi da parte del concessionario, dall’altro amplia la gamma dei servizi messi a disposizione dell’ente pubblico tramite l’uso di sistemi informatizzati e l’offerta di nuovi prodotti finanziari, che assumono una valenza rilevante soprattutto per gli enti sottoposti al sistema della tesoreria unica.

Nel disegno di Loris Babbini la storica sede della Banca di An-ghiari e Stia.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Il PresepeAnche quest’anno abbiamo realizzato il presepe ambientato

nel paesaggio della valle della Sovara.Purtroppo non ci sono state novità rispetto ad anno scor-

so, sarà perché i partecipanti all’allestimento sono quasi tutti nonni un po’…

Approfitto per chiedere se per il prossimo anno ci sono dei volontari che possono collaborare per un’ora alla settimana.Grazie a tutti e buon anno.

La recita per la BefanaAnche quest’anno, a Tavernelle, si è svolta la consueta

recita dei ragazzi.La scena si è aperta sul cortile di un paesaggio di

campagna. A sinistra una piccola capanna, con un tavolo, sgabelli e qualche ciotola sparsa qua e là.

I personaggi interpretati dai nostri ragazzi (che quest’anno hanno partecipato numerosi, dal bambino di 4 anni alla ragazza di 13 anni) erano un gallo vispo ed impettito, galline, pulcini, bue, somarello, bambini, 2 sposi, falegname, contadino, lavandaia, angeli, angelo narratore e di certo non potevano mancare Giuseppe e Maria. I ragazzi erano molto emozionati. Sono stati veramente bravissimi. Alcuni di loro hanno dovuto imparare in pochissimo tempo, anche la parte (cantata e recitata) di un bambino che purtroppo si è ammalato e quindi non ha potuto partecipare.

Infine è arrivata la Befana, che ha portato le mitiche calze a tutti i ragazzi ed una pioggia di caramelle a tutti quanti.

È stata una giornata fantastica che è iniziata con la tombola al Centro Parrocchiale ed è proseguita con la cena (i genitori dei ragazzi che partecipavano alla recita hanno portato vassoi pieni di “squisitezze”… buonissime!!! E non è mancata la pasta con il sugo fatto dalla Carla insieme al supporto della nostra mitica ed efficiente Eva Senesi).

La cosa più bella è stata la collaborazione da parte di tutti; genitori, nonni, zii, ecc… che si sono adoperati perché tutto filasse per il meglio. E così è stato. C’è chi ha pensato a preparare i ragazzi, chi a cucire i loro vestiti, chi al “trucco e parrucco”, chi alla cena…. Insomma una collaborazione perfetta che ci ha portato a vivere con semplicità una giornata diversa, in piacevole compagnia.

Vorrei quindi ringraziare veramente di cuore tutti quanti: i bambini che hanno cantato e recitato, tutte le persone che hanno collaborato perché questa serata riuscisse al meglio!!!

Speriamo che il prossimo anno si possa ripetere questa bella esperienza insieme. Catia

Cronaca

Sabato 15 dicembre, primo giorno della Novena di Nata-le, c’è stato il consueto ritrovo delle Compagnie di Anghiari per la preparazione alla festa del Natale e lo scambio degli auguri. I confratelli con la Cappa hanno partecipato in chiesa ad un momento di preghiera ed a una meditazione tenuta da don Natale Luciano Gabrielli di Arezzo. È stata anche l’oc-casione per molti di accostarsi alla Confessione. Infine la tra-dizionale cena offerta dalla Compagnia di Galbino a base di brustichino e olio nuovo. E quindi gli auguri di buone feste.

Del ritrovo se ne parla ampiamente a pagina 16 del giornale.

Sono ormai alcuni anni che è nato in noi il desiderio di abbellire la nostra chiesa con una vetrata artistica.

Il soggetto che pensavamo di realizzare era il nostro patrono S. Andrea Apostolo. Dopo vari tentativi Franco Vignazia, un amico di don Marco, ha fatto un cartone (disegno) del Santo. Tale soggetto è piaciuto a tutti noi e, in collaborazione con due artigiani del vetro di Forlì, Norma Villa e Roberto Ranzi, si è realizzato il nostro sogno. La struttura metallica è stata realizzata da Gianni e Jhonny Santi, fabbri alla Croce del Fondo.

La vetrata ha le seguenti dimensioni: m. 2,70x1,80 ed il soggetto è S. Andrea che regge la croce aiutato da Cristo. Nella parte inferiore 5 pani e 2 pesci che ci ricordano il miracolo della moltiplicazione.

Una parte dell'opera è stata realizzata grazie ad alcune offerte in memoria di Enzo Panichi e Renato Panichi e famiglia. Altre somme sono pervenute con offerte anonime ed altre ancora con la Tombola della Befana.

Sant’Andrea alla finestra

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Cinquantenni

ValtiberinaToscanac'è un immensodi aria sana

Con la Digadi Montedoglioè cambiatoqualche foglio

Con la nebbiache è di casala pianuravedi invasa

Ma c'è semprearia buonala salutesi consola

Il paesebello erettoa nessunofa lo sgambetto

Lui accettai titolarianche quellifuori d'Anghiari

È un paeseche attiracon la gentesempre viva

Chi vi entrain santa pacenon vi trovafuoco o brace

il sorrisodegli Anghiaresicon invitisempre cortesi

Chi lì restauratoa contemplaread Anghiarivuole restare

Tanta gentesi è fermatadal paeseinnamorata

Le sue stradei suoi borghinon si trovamai ingorghi

Si viaggiasempre in paceper le suevecchie strade

Aria frescadi naturaValtiberinal'aria pura:

Valtiberina Toscanadi Armando Zanchi

Ha riscosso grande successo la serata organizzata il 16/11/2012 per festeggiare i “giovani” 50enni.Ottima la cena preparata dal ristorante “da Vinci” di Anghiari, e nel finale ci siamo scatenati al ritmo della disco-music anni ‘70.A detta di tutti è stato un evento sicuramente da replicare… quindi per il prossimo anno, non prendete impegni, perché la FESTA CONTINUA…!!!

Alcuni orari della Settimana SantaVenerdì 22 marzo - Ore 18,30 in Propositura affidamento della Cappa ai giovani e processione delle Compagnie.Domenica 24 marzo - Domenica delle Palme.Giovedì 28 marzo - Ore 18,30 in Propositura Rito della Lavanda dei piedi.Venerdì 29 marzo – Ore 11,30 a Sant'Agostino prima processione. * Ore 19,00 in Propositura solenne liturgia, seguirà la processione del Gesù Morto.

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Tradizioni popolaresche rievocate con il CarnevaleCarri allegorici – La rappresentanza del sindacato camerieri – Il corteo e gli squilli delle chiarine del gonfaloniere

Da LA NAZIONE del 24 febbraio 1968

CRONACA DI ANGHIARI - Tra i principali carri allego-rici, che sfileranno per le vie n del paese domenica 25 p.v. alle ore 14, sono già in cantiere, nelle sale del nuovo club giovanile d’Anghiari, il carro del Sambudellaio, quello della Scampanèta e quello della Coccèta d’Anghièri.

Il Sambudellaio rievoca un personaggio, che faceva la sua comparsa in Anghiari su di un calesse a quattro ruote ed aveva vicino a sé una cesta di sambudelli. Era vestito con una divisa sui generis: aveva scarpe s con fibbia, pantaloni corti, calze bianche e indossava una specie di frac con tuba; teneva in mano una lunga canna alla quale era legata una corda per sostenere il sambudello. Intorno a lui erano molti ragazzi del paese, i quali dovevano riuscire ad afferrare il sambudello con la bocca, senza usare minimamente le mani. Il divertimento degli astanti consisteva nel vedere questi ragazzi, che si spingevano l’un contro l’altro e che saltellavano per abboccare il sambudello, premio della gara.

I più memorabili impersonatori del Sambudellaio anghiarese sono stati « Sor Potacco » e « Sor Fagiolo », i quali alcune volte giravano per le strade del paese a piedi, tenendo attorno al collo una corona di sambudelli.

A rappresentare nella sfilata questo personaggio sarà un nostro conosciutissimo concittadino.

La “Scampanèta” è la manifestazione folcloristica del maggio anghiarese. Una società costituita allo scopo, obbligava i soci a particolari regole di cui la principale era quella di alzarsi prestissimo al mattino e ad un’ora convenuta ritrovarsi nella piazza principale del paese.

Chi mancava all’appello veniva prelevato nella propria abitazione dagli altri soci e, legato su un carretto a mano, trascinato alla berlina per tutto il paese, con l’accompa-gnamento di una rumorosa e cacofonica fanfara.

Nella evocazione del 25 febbraio il malcapitato, che rimane a letto e che viene sorpreso, è simbolicamente il Carnevale.

Un altro carro rappresenta la “Coccèta d’Anghièri” che rievoca un’usanza ancor viva nell’Alta Valle del

Tevere. Si fa con suoni e schiamazzi per tre sere di seguito in paese e per otto in campagna nei casi di matrimonio: tra uno scapolo e una vedo-va, tra un vedovo e una zitella e qualche volta anche quando una moglie, fuggita di casa, ritorna col marito. Se al termi-ne della “Coccèta”, gli sposi offrono da bere, tutto è finito, altrimenti la storia si ripete per diverse sere.

Si organizza la Coccèta con molti strumenti fantasma-gorici, ma pratici: ocarine, ciufoli di Maremma, raganelle, tamburi nel paiolo, mandolini nella padella, contrabbassi in barella, cassa nel cestone, bottiglie in serie, tanaglie da coperchio, campanelli da fiera, eccetera.

Nel contempo si eseguono dei canti prestabiliti, per lo sposo e per la sposa.

Della sfilata faranno parte anche alcune maschere giganti, che raffigurano il sindacato dei camerieri, i quali, si ripromettono di stimolare gli appetiti di tutti gli intervenuti.

Già fin da qualche giorno in paese, ferve la premura delle mamme nel travestire, nei costumi più fantasiosi ed eleganti, i loro piccoli, che nel corteo terranno un posto di preminenza.

Tutta la sfilata sarà guidata dal suono delle chiarine e dei tamburi di proprietà del Gonfaloniere, valoroso della battaglia d’Anghiari. Gli organizzatori ringraziano tutti coloro che hanno generosamente contribuito alla buona riuscita di questo Carnevale Anghiarese.Nel disegno di Luca Pucci il Sambudellaio/Sor Fagiolo.

Carnevale della GioventùAnghiari

S f i l a t a d o m e n i c a 1 0 f e b b r a i o 2 0 1 3

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Le vostre offerte per il giornale

Offerte per l’OratorioA. Maria Fontanelli Bivignanelli, ArezzoAdalgisa Conti, Borghetto di sopraAdriana Cherici, CrocifissinoAdriana Cristini, GenovaAlberta Catacchini, Il FossoAlberto Camaiani, Borgo della CroceAldo Boncompagni, Borgo della CroceAlfonso Sassolini, Casanova SpicchiAlfredina Donnini, PratoAngelo Alfonsi, Campo della FieraAngiolina Scartoni, AcquedottoAngiolino Magri, RenicciAnna Maria Guiducci, ArezzoAnna Rossetti, Borgo della CroceAnnunziata Peluzzi, San LeoAntonietta Olivieri, GrossetoArmando Zanchi, ArezzoAssunta Franceschini, FirenzeAtos Mariotti, GiardinellaBenito Giglini, GiardinellaBruno Camerelli, Via del CarmineCarla Pulcinelli, San LeoCarlo Leonardi, AcquedottoCesare Ceppodomo, Borgo della CroceCinzia Panichi, Via del GiardinettoClaudia Pacini, MilanoClaudio Baggi, ValealleClaudio Cambi, Campo della FieraClaudio Martini, AcquedottoDanilo Boriosi, Via del CarmineDario Torelli, CampodazziOfferta anonimaDelfo Draghi, Ruga di San MartinoDelfo Venturi, CasacciaDiana Dini, Via del CarmineDomenica Nicchi, InfrantoioDomenico Del Pia, ArezzoEgisto Baglioni, GiardinettoElena Mari, Caronno PertusellaElia Camaiti, Il BorgoElio Papini, Il casottoElvira Barfucci, TavernelleEmanuela Bruttini, I fabbriErmida Leonessi, InfrantoioErmindo Pernici, Ponte di CarlettoErnesto Dragoni, La CroceErnesto Pacini, MilanoEugenia Chieli, InfrantoioFabrizio Nicchi, P.tta De AmicisFaliera Tanfi, Mura di sopraFerdiando Scimia, ValealleFosco Bernardini, San SimoneFranca Ciucoli, IntoppoFrancesco Crociani, San SimoneFrancesco Sassolini, Valle di Valdimonte

Gabriella Lombardi, Motina altaGaspero Vichi, CarmineGemma Tricca, BibbienaGiacomo Marsupini, Mura di sopraGianpaolo Gattari, Via della FossaGino Giovagnini, TavernelleGiovacchino Buscosi, RenicciGiovanni Bianchini, Palazzo del PeroGiovanni Giorni, Gardone V.T.Giovanni Graziotti, PocaiaGiovanni Valbonetti, MaccarinoGisella Gennaioli, PalazzoGiuliano Venturini, Le StrosceGiuseppe Fontana, La StazioneGiuseppe Leonardi, Bagnolo di sottoGiuseppe Magrini, Via del CarmineGraziano Zanchi, Campo della FieraGustavo Cuccini, PerugiaIva Polendoni, FrassinetoIvano Cesari, Via del CarmineKathi Ruggeri, ArgentinaLaura Gentili, ArezzoLeandro Fiorani, CaserecciLeris Senesi, La FossaLilli Cerboni, BernoccaOfferta anonimaLina Acquisti, Via del CarmineLina Bilancetti, ArgentinaLinda Bianchi, SansepolcroLorentina Cagncci, TavernelleLoris Guadagni, BibbienaLoris Meoni, PaglicciLoris Omelli, Villaggio GiardinoLotta Meozzi, Via NovaLuciana Lanari, SansepolcroLuciano Monti, Pioltello MILuciano Paci, PiazzolaLuigi Boncompagni, FighilleLuisella Benedetti, LatinaMarcella Ghignoni, RenicciMarcella Pernici, S. Giovanni V.noMarcello Gelsumini, Marco Aglini, PiettoMarco Lombardi, MonteMaria Senesi, Mura di sopraMariano Marsupini, Valle del Vingone ARMariella Ducci, TavernelleMario Brancaccio, RomaMario Senesi, Via NovaMario Vichi, CarmineMario Zanchi, San GiulianoMarisa Canestrelli, DepositoMarta Bonaccini, FirenzeMoreno Zanchi, Il FossoNella Magri, Cerbaia

Nelly Santi, PiazzolaNevio Comanducci, Via del CarmineNidia Matteucci, PisaOsvaldo Crociani, Viale stazioneOsvaldo Verdinelli, MonterchiOtello Comanducci, FirenzePaola Antoniucci, La FossaPaola e Tarciso Nosi, San Giovanni V.noPaolo Meazzini, TerratoPiera Franceschi, MisericordiaPierluigi Gallai, Città di CastelloPiero Agolini, ViaioPietro Bonucci, CerbaiaPietro Cangi, Campo della FieraPietro Coleschi, Campo della FieraPietro Franceschini, Il BorgoPietro Pasqui, BucacceRaul Fornacini, Campo della FieraRenata Giovacchini, Via della RipaRenato Bidossi, ArezzoRenato Mariani, Bagnolo di sottoRina Senesi, SportoneRita Antoniucci, Peneto, ArezzoRoberta Procelli, Via di San LeoRoberta Radziwonik, AcquedottoSanti Comanducci, IntoppoSantino Ferrini, Campo della FieraSergio Polverini, MontebelloSilvana Bacci, GiardinettoSilvana Cherici, Campo della FieraSilvana Pierantoni, Il FossoSilvano Dini, ArezzoSiro Polverini, Via di San LeoSpinetta Meozzi, ArezzoTeresa Bartolomei, PortogalloTeresa Mercati, MaccarinoTeresa Mercati, Via di San LeoUmberto Maurizio Ca’ del BoccaValentino Petruccioli, PiettoVasco Coleschi, Via del carmineVilma Vichi, CarmineVilmo Chiasserini, Bagno a RipoliVincenzo Pernici, Molin del CacciaVito Pennacchini, Via di PinoVittoria Giovagnini Madiai, San LeoVittorio Bianchini, BucacceGian Carlo Giabbanelli manda la sua offerta in memoria della moglie Maria Serpi; Donatella Riccardi in memoria dei propri defunti; Giuliana Lenzi in memoria di Mario e Gianna Lenzi e Paola Conti in memoria di Azelio Gag-giottini.

Da Giovedì 14 febbraio 2012 “Benedizione delle famiglie”Gli orari in parrocchia

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Alcune considerazioni sulle Olimpiadi di Londra 2012Olimpiadi 2012

di Flavio Mercati

Gli sportivi hanno avuto appena il tempo di riprendersi dalle emozioni del Campionato Europeo di Calcio che, nel pieno dell'estate, si sono svolti in Inghilterra i Giochi della XXVII edizione della Olimpiade dell'era moderna. C'è chi afferma che con i soldi spesi in queste manifestazioni sportive si sarebbero potute fare tante opere di bene, e chi, invece, afferma che esse servono a promuovere l'immagine di una nazione anche con ritorno economico.

Polemiche interminabili, e noi non ci soffermeremo su questo. Prendiamo invece in esame un episodio di costume che ha visto come protagonista la nuotatrice Federica Pellegrini. Per anni ha fatto man bassa di medaglie d'oro alle Olimpiadi e ai Campionati del mondo di nuoto, ed anche quest'anno commentatori e opinionisti del settore si aspettavano che si ripetesse stracciando le proprie avversarie.

Ed invece niente medaglie! E lei candida candida, calma calma, se n'è uscita con una dichiarazione carica di elementare buon senso e saggezza: «Non cerco scuse, ho dato tutto, ma non è bastato. Ora mi fermo un anno e poi vediamo.»

Dichiarazione che ha scombussolato, disorientato, spiaz-zato molti addetti ai lavori, quasi più del fatto che non abbia vinto niente.

“Ma come! Non prendersela così! Ma avrebbe dovuto essere arrabbiatissima!”

Magari, secondo questa opinione corrente, avrebbe dovuto

spaccare tutto quello che le capitava a tiro, dalla rabbia, o maledire l'acqua troppo calda o troppo fredda, le congiunzioni astrali sfavorevoli, o un cibo che le ha fatto male, o magari un litigio con il fidanzato. Ma così no!

Certi commentatori televisivi sembrano dimenticare che nello sport c'è chi vince e c'è chi perde e chi perde deve saper accettare la sconfitta con dignità. È un altro dei principi su cui si fonda lo sport e che purtroppo sempre meno viene seguito.

Quanti atleti si arrampicano sugli specchi per giustificare le loro débâcle, quante volte assistiamo a scene di giocatori che reagiscono in malo modo di fronte all'allenatore quando non li impiega o li sostituisce in qualche partita.

È per questo che l'atteggiamento sincero che sa riconoscere i propri limiti, calmo e dignitoso, della Pellegrini, ha fatto colpo, quasi scandalo, è stato un'eccezione, quando invece dovrebbe essere una regola.

Soprattutto per certi personaggi conosciutissimi che sono sulla ribalta della scena, non solo nell'ambito sportivo, e che, con i loro esempi possono fortemente influire positivamente o negativamente sul costume della gente consolidandolo o migliorandolo intorno a certi principi, o deteriorandolo.

Ed è per questo che anche la Pellegrini in questa Olimpia-de, anche se non ha vinto alcuna medaglia d'oro, si sarebbe meritata una medaglia d'oro... al comportamento civile ed anche sportivo!

Presepiromagnoli

Il 28 dicembre, con don Marco, siamo andati in Romagna a visitare alcuni prese-pi. La prima tappa è stata a Torre Pedrera, dove abbiamo visto un presepe con le scene fatte di sabbia.

Appena rimon-tati sul pullman, ci siamo diretti verso Cesenatico, qui ci siamo trovati davanti presepi costruiti den-tro vecchie barche di pescatori chiamate lance e lancioni.

A pranzare siamo andati in una parroc-chia dove la chiesa annessa è stata pro-gettata dagli amici di don Marco.

La terza e ultima tappa è stata a Santarcangelo di Romagna (vedi foto), in cui il presepe era ambientato nelle grotte tufacee sotto il paese.

Stanchi ma contenti siamo ripartiti alla volta di Anghiari tra preghiere, barzellette e canzoni natalizie. È stata un'esperienza gradevole pensando a quante persone hanno avuto le forze per realizzare queste bellissime opere.

Martina Cirri

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Sant’Antonio Abate

Seguendo una tradizione consolidata, la parrocchia di Micciano, ormai da

moltissimi anni esprime la propria de-vozione a questo Santo, invocato come protettore delle campagne e soprattutto degli animali domestici, festeggiando come si deve la ricorrenza della festa del 17 gennaio.

La biografia che segue, tramandata da S. Atanasio, suo amico e zelante discepolo, rappresenta sicuramente una bella occasione per la riflessione e la preghiera.

S. Antonio, considerato uno dei monaci più illustri della Chiesa antica, nacque a Coma, nel cuore dell'Egitto e morì ultracentenario (250-356).

Si racconta che all'età di 18 anni, entrando in Chiesa, sentì che si leggeva il Vangelo nel punto in cui dice: "Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi..."(Mt 19,21)

Egli prese quelle parole come rivolte a se stesso e subito tornò a casa, vendette tutti i beni avuti dal padre, e distribuì il ricavato ai poveri; poi si ritirò nel deserto e cominciò una vita di lavoro, penitenza e preghiera. Si rifugiò dapprima in una zona deserta e inospitale e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse per ottant'anni una vita solitaria dedicandosi all'ascesi, alla contemplazione e alla preghiera.

Il demonio si scatenò contro di lui con tentazioni vio-lentissime per convincerlo a ritornare nel mondo, ma egli ne uscì sempre vittorioso. Moltissimi giovani, attratti dalle sue virtù, andavano da lui e impararono la Via della Santità, sicché il deserto si popolava di monaci, bramosi di seguire i suoi insegnamenti.

Il richiamo della sua santità si propagò a tal punto che pellegrini, sacerdoti, vescovi, infermi e bisognosi accorrevano a lui per ricevere conforto e ottenere consiglio.

Non mancarono nella sua vita momenti di profonda oscuri-tà, crisi, lotta interiore, al punto che quando Gesù gli apparve, il Santo gli disse: “Dov’eri? Perché non sei apparso fin dal-l'inizio per alleviare le mie sofferenze?”, e si sentì rispondere: “Antonio, io ero qui con te e assistevo alla tua lotta...”

Qui sotto una bella orazione per Sant’Antonio fattaci pervenire dal-la Cristina dalla Motina.

Glorioso S. Antonio,esempio di penitenza e di fortezza cristiana ardente di ca-rità, continua a proteggerci dal maligno che tu hai saputo dominare.Continua a guidarci, con l’esempio della tua virtù e fedeltà, all’amicizia con Dio Padre, con Gesù e con Maria.Glorioso S. Antonio, esempio di docilità alla voce di Dio che ti chiamava alla vita perfetta per il regno dei cieli e ti ha costruito maestro di spiritualità e di preghiera, guidaci nel cammino della fede e della preghiera.Insegna a noi che ti onoriamo come protettore, a seguire Gesù e a vivere il nostro Battesimo, aprendo il cuore alle necessità dei fratelli.Tu, che con Maria, gli angeli e i santi, canti la lode perenne a Dio, ottienici il dono di offrire la nostra vita, come Gesù, per la salvezza dei fratelli, e di vivere sempre da veri cri-stiani, consapevoli di dover dare a tutti testimonianza della novità che Cristo risorto ha offerto al mondo.Amen

Questa è farina del loro “Sacco”Il mese di novembre, e un po’ di dicembre, è stato utilizzato

da un gruppo di amici, per seccare le castagne. Si tratta di Paolo Mafucci da Ripalta, Giandomenico Baggi da Tavernelle, Mauro Goretti da Pietto, Valerio Dragonetti dalla Via Nova, Alberto Neri dalla Pievaccia, Mario Marconi sempre dalla Pievaccia, Giuseppe Corsi da San Prucino e Rigo Serafini da Savorgnano che, capitanati da Giovanni Padelli da Val di Sacco, hanno fatto “come una volta” ottenendo un prodotto speciale nel seccatoio della Fabbrica, al Ponte alla Piera, lungo l’antica via riminense.

Ho parlato di rituale perché l’operazione di seccatura delle castagne al fuoco continuo, alimentato giorno e notte, segue una precisa serie di azioni. Solo così si può ottenere un prodotto speciale, le castagne secche che, battute, scelte e macinate con le apposite macine in pietra, hanno prodotto una farina specialissima. Noi ad Anghiari, grazie a persone come loro, abbiamo la fortuna di avere ancora la possibilità di consumare la farina di castagne come deve essere e le nostre botteghe ne hanno a disposizione. Cercatela!

Il MoroPassando dal Castello Antico per andare ai Giardini del

Vicario, in un vicolo dei Bastioni ho letto, vicino a una porta, “Casa Moro”.

Ho subito pensato a quelle persone che abitavano in un podere chiamato il Moro, vicino a Monteroso. Non ho mai saputo il suo vero nome, tutti lo chiamavano Moro e la moglie Mora. Avevano tre figli; di loro non so che dire, ne ho perso le tracce. Lui era Guardaboschi un po' sfaticato, andava spesso al paese passando molte ore nelle bettole con gli amici.

Io con la mia numerosa famiglia abitavo a Pianettole. Era da poco passata la guerra, dovevamo arrangiarsi aguzzando l'ingegno per andare avanti. Grazie anche al Moro che non stava tanto attento al suo lavoro si contava molto nella legna.

Essendo io una ragazzetta volevo essere utile. Salivo in una grossa pianta da dove vedevo bene la sua casa. Col silenzio della campagna e la sua voce alta guardavo e ascoltavo quando diceva alla moglie: «Io vèdo via, fète quelo che c'è da fère; artonno stisera.»

Lo guaitavo perché aveva preso la strada giusta, così i miei andavano al bosco a tagliare la legna grossa e con la complicità dei vicini possidenti facevano le cataste nel loro terreno, con il ricavato si stava meglio.

Ricordo mio fratello come era contento dopo essere stato diversi giorni a veder lavorare il barbiere. Comprò l'occorrente per fare barba e capelli agli anziani della parrocchia. La dome-nica venivano in tanti portando con sé anche qualche ragazzetto. Solo i giovani gli dicevano: «Ci fai troppe scalette!»

Un giorno un amico passò dal Moro verso sera e la moglie stava per chiudere il pollaio; non tutte le galline volevano en-trare e lei si affaticava molto. Gli diceva: «Sciò, sciò, andète dentro» e si chinava per spingerle. Essendo una donna grassa ogni volta che si abbassava faceva prù, prù. Il Moro, quando tornava a casa dava ordini; stava ritto impalato, fucile alla spalla, mani dietro la schiena, gambe spaiate per star ritto bene. Così quella volta diceva alla moglie: «Brava, Maria. Così si fa, quelle che non puoi prendere gli spari!»

Quando questo amico ci raccontava questo episodio si faceva un sacco di risate. Poi si sa, con il tempo tutto cambia, io venni via da quelle parti perdendoci di vista. Dopo anni lo incontrai Anghiari, mi disse che abitava con moglie e figlia vicino alla Piazzola.

Per diverso tempo ogni tanto li vedevo finché non hanno finito i loro giorni in quella piccola casa, dove a ricordarlo qualche brava persona ha scritto il suo nome.

Erano una coppia un po' strampalata ma di sicuro onesti e bonaccioni! Maria Senesi

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Dal Dizionario Geografico Fisico Storico di Emanuele Repetti

La popolazione di AnghiariQUADRO della Popolazione della Comunità d'ANGHIARI a tre epoche diverse

popolazione dell'anno 1551, n° degli abitanti 4385popolazione dell'anno 1745, n° degli abitanti 3387popolazione dell'anno 1833, n° degli abitanti 6417

QUADRO della Popolazione della Comunità d'ANGHIARI nel 1833 divisa per parrocchie

ANGHIARI, titolo della parrocchia: S. Bartolommeo (Prop. già Badia), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 1449

Bagnaja, titolo della parrocchia: S. Michele (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 96

Casale, titolo della parrocchia: S. Maria (Prioria), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 211

Casenovole, titolo della parrocchia: S. Maria (Cura), dio-cesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 228

Catigliano, titolo della parrocchia: S. Andrea (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 137

(Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 162

Corticelle, titolo della parrocchia: S. Salvatore (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 87

GALBINO, titolo della parrocchia: S. Andrea (Arcipretura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 345

Gello, titolo della parrocchia: S. Niccolò (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 114

*Gragnano, titolo della parrocchia: SS. Lorentino e Pergen-tino (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 126

S. Leo in Pian d'Anghiari, titolo della parrocchia: S. Leone (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 295

Micciano, titolo della parrocchia: S. Maria (Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 486

Pian d'Anghiari, titolo della parrocchia: SS. Girolamo e Stefano (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 339

Pianettole, titolo della parrocchia: SS. Pietro e Paolo (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 102

Ponte alla Piera, titolo della parrocchia: S. Giovanni (Pie-ve), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 276

Scojano, titolo della parrocchia: S. Donato (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 124

Sorci, titolo della parrocchia: S. Lorenzo (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 225

Sovara, titolo della parrocchia: SS. Annunziata (Pieve), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 205

*Succastelli, titolo della parrocchia: S. Bartolommeo (già Abazia, Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 215

Toppole, titolo della parrocchia: SS. Clemente e Ruffillo

(Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 265

Tortigliano, titolo della parrocchia: S. Bartolommeo (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 83

Tubbiano, titolo della parrocchia: S. Donato (Cura), dio-cesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 202

Vajalla, titolo della parrocchia: S. Biagio (Cappell., Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 118

Verazzano, titolo della parrocchia: SS.Flora e Lucilla (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, popolazione del 1833: abitanti n° 161

Viajo, titolo della parrocchia: S. Paterniano (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 128

Frazioni, popolazione del 1833: abitanti n° 238

Totale popolazione del 1833: abitanti n° 6417

N.B. * L'asterisco indica le chiese parrocchiali situate dentro la Comunità, sebbene non tutta la popolazione vi sia compresa.

FRAZIONI di popolazioni di parrocchie situate fuori della Comunità

Chiassa, titolo della parrocchia: S. Maria (Pieve), Comunità nella quale è situata: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 17

Papiano, titolo della parrocchia: S. Maria della Selva (Pie-ve), Comunità nella quale è situata: Caprese, popolazione del 1833: abitanti n° 12

Ranco, titolo della parrocchia: SS. Lorentino e Pergentino (Pieve), Comunità nella quale è situata: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 37

Scandolaja, titolo della parrocchia: S. Maria (Cura), Comu-nità nella quale è situata: Monterchi, popolazione del 1833: abitanti n° 108

Tarsignano o Corcello, titolo della parrocchia: S. Giovanni Battista (Cura), Comunità nella quale è situata: Monterchi, popolazione del 1833: abitanti n° 32

S. Veriano, titolo della parrocchia: S. Veriano (già Badia, Cura), Comunità nella quale è situata: Arezzo, popolazione del 1833: abitanti n° 19

Villa Guadagni, titolo della parrocchia: S. Apollinare (Cura), Comunità nella quale è situata: Monterchi, popolazione del 1833: abitanti n° 13

Totale popolazione delle Frazioni del 1833: abitanti n° 238

La popolazione di Anghiarial 31 dicembre 2012,

con 2429 famiglie, è di abitanti

5707di cui 2772 uomini e 2935 donne.

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b i m b i d i o g g ib i m b i d i o g g i

Io sono Samuel, abito a Tavernelle con i miei genitori, Johnny e Manuela: il mio babbo fa l’artigiano e lavora il ferro alla Croce del Fondo, la mia mamma è maestra all’asilo di Santa Fiora. La mia nonna materna, Alida, abita ad Anghiari in piazza con lo zio Daniele e la cagnolina Greta.

Io, invece sono Pietro, abito a Monterchi con i miei genitori Daniele e Sara: il mio babbo lavora il ferro in una ditta a San Giustino, la mia mamma si occupa di me. I miei nonni materni, Ivano e Ines, abitano vicino a me con lo zio Andrea. Ho anche la mia bis-nonna materna, la Piera, che abita da sola a Pistrino.

I nostri nonni paterni, Gianni e Patrizia, abitano a Tavernelle con gli zii Stefano e Nicolò e con la bis-nonna Simonetta! Abbiamo anche un’altra bis-nonna, la Rina, che abita ad Anghiari. Queste foto le dedichiamo alle nostre famiglie che ci adorano! Samuel e Pietro

Il mio pensiero va immancabilmente a te, NONNO PAOLO, vero anghiarese, a tutto il tempo che mi dedicavi e a quando, orgoglioso, mi portavi in giro per il vecchio paese, passando da Tra le Mura, poi verso la Portaccia e su per la Badia dove tu sei nato, raccontandomi la tua storia e per farmi conoscere il TUO ANGHIARI. Aspettavi con ansia di sentirti chiamare NONNO. Anche se tutto ciò è durato troppo poco, ti dico GRAZIE NONNO per l’amore che mi hai dato. Ti porterò per sempre nel mio cuoricino.

Samuel

Eccoci qua, siamo i cugini Santi, Samuel e Pietro!!!

Una onorificenza

Il 2 giugno 2012 si è tenu-ta ad Arezzo la consueta mani-festazione della Festa della Re-pubblica.

Nella bella cornice di piazza S. Jacopo, dopo la deposizione di una corona d'alloro al monumento ai Caduti, si è commemorata la Festa della Repubblica alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose del Comune e della Provincia.

In un quadro sobrio, ma efficace nei contenuti, si sono av-vicendati sul palco degli oratori il Prefetto ed altre alte cariche istituzionali cittadine e provinciali.

Nel corso della manifestazione sono state assegnate onorifi-cenze a cittadini altamente meritevoli. Tra questi, ne vogliamo ricordare due, ben conosciuti alla Comunità anghiarese, il Luogotenente Luca Chiarentin, Comandante della Stazione Carabinieri di Anghiari dal Febbraio 2003, ed il V. Brigadiere Raffaele Carrino, già in forza ad Anghiari per diverso tempo, e, dopo una lunga missione all'estero, ora presso il NORM, Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Sansepolcro. Entrambi sono stati insigniti dell'onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana.

Ai neonominati Cavalieri, i più sentiti complimenti ed auguri della Redazione e della comunità anghiarese.

Dedicata a Dante

Sei sempre con me...La morte non è niente

La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte. È come fossi nascosto nella stanza accanto.

Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altra lo siamo ancora.

Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.

Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne e triste.

Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, e di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.

Prega, sorridi, pensami!Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima; pro-

nuncialo senza la minima traccia d'ombra e di tristezza.La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre

avuto; è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vita?

Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.

Rassicurati, va tutto bene.Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.

Asciuga le tue lacrime e non piangere se mi ami, il tuo sorriso è la mia pace.

(Per sempre uniti, tua moglie)

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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

Un 2012 coi fiocchi!

C o m e sempre , alla fine di un anno, si tirano le somme del lavoro svolto e il 2012 è stato mol-to gratifi-cante per i risultati raggiun-ti, sia in t e r m i n i di ingres-si che di soddisfa-zione del-l’utenza. In questi t e m p i di cr is i p o i … ! Per questo il 2013 inizia con una rinnovata voglia di fare, utile a trasformare questi risultati incoraggianti in nuove opportunità per il Museo e per Anghiari, sempre di più nell’ottica di una integrazione delle “risorse” culturali e non (ma cosa non è culturale in questo nostro paese!). È troppo presto per svelare (nel momento in cui si sta scrivendo) le attività in programma, basti sapere che avranno, come sempre, l’unico chiodo fisso possibile: fare in modo che sempre più persone conoscano Anghiari e il suo Museo storico, vengano e ripartano da qui con un pezzetto di Toscana nel cuore.

Gabriele Mazzi

Palazzo della Battaglia, tel. 0575787023, E-mail: [email protected]: Palazzo della Battaglia

Iconografia delle Madonne del PartoNel 2013 cade il ventennale della Mostra "La Madonna del Parto. Restauro e iconografia" con la quale a Monterchi si celebrò il restauro della Madonna del Parto di Piero della Francesca. Quella mostra fu l'occasione per mettere a confron-to la Madonna incinta di Piero con quelle di altri artisti. La rappresentazione della Madonna incinta, un’iconografia che deriva dalla Madonna Platytera bizantina, ebbe una notevole diffusione nel XIV e nel XV secolo, anni in cui dominavano comunque le immagini della Madonna col Bambino. Il corpus di opere arrivate fino a noi è tuttavia relativamente esiguo, per una naturale dispersione dovuta al tempo (alcune immagini ad affresco furono "ricoperte" con altre a seconda del gusto dell'epoca) e in parte per gli effetti del Concilio di Trento. Il Concilio, contrariamente a quanto in genere si pensa, non

diede inizio ad una sistematica distruzione delle immagini della Madonna incinta, che tra l'altro rappresentano nel modo più chiaro il mistero centrale della religione cristiana. Molte opere furono comunque modificate e qualcuna fu sicuramente distrutta, ma questi episodi sono da imputare al comportamento dei singoli vescovi e dei committenti. Dal 1993, al corpus raccolto nel catalogo di quella mostra si sono aggiunte altre opere, ma ancora il vertice massimo di questo tipo di rappre-sentazione, per sintesi del messaggio legato all'immagine e naturalismo, si raggiunge con la Madonna di Piero. Il tratto comune a tutte le opere è naturalmente il ventre rigonfio, ben riconoscibile e accentuato da una cinta alta e arcuata proprio sopra il ventre. Piero elimina la cinta, dando così valore alla parola incinta, che deriva dal latino medievale incincta, vale a dire senza cinta (gli abiti femminili avevano la cinta, che veniva tolta durante la gravidanza).Tuttavia molti artisti, per sacralizzare il messaggio, aggiunge-vano raggi luminosi, il monogramma di Cristo, molto spesso rappresentavano il bambino o il feto all'altezza del ventre. Piero della Francesca rinuncia a queste soluzioni e affida il sacro messaggio della gravidanza di Maria ad una normale giornea [N.d.R. sopravveste] che si apre sul ventre. Anche nella postura, la Madonna del Parto di Monterchi raggiunge un naturalismo esemplare che non sminuisce la sacralità della narrazione. Disposta di tre quarti (posizione scelta anche da altri pittori) con una mano indica il ventre e l'altra la punta sul fianco. Le altre Madonne incinte, decisamente più pudiche, usano le mani per coprirsi il seno con il velo, per stringere il mantello, per mostrare il libro simbolo del Verbo incarnato che stringono a sé. Nel corso dei secoli la Madonna del Parto lascia il posto, nelle volontà dei committenti, alla Madonna della Misericordia. Molte opere raffigurano i due soggetti insieme e la Madonna è rappresentata non solo come madre di Cristo, ma anche dei fedeli che ne invocano la protezione.

Lorenzo MinozziMuseo Madonna del Parto- Museo delle Bilance, tel. 0575 70713E-mail: [email protected]: Museo Madonna del Parto - Museo delle Bilance

La vignetta di Scacciapensieri:Manie!

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CRONACHETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Dicembre 2012

Mese di Novembre 2012Sabato 3. Oggi sono andato dal Goretti a Pietto e ho visto che aveva steso le castagne ad asciugare al sole.* Oggi è morto Santi Rossi abitava a Tavernelle ed era nato a Pergamino. Aveva 86 anni.Lunedì 5. Oggi è morto Aldo Benvenuti di anni 82. Abitava alle Bucacce ma era nato alle Case basse di Citerna.Martedì 6. Ero fermo al semaforo della Pineta e ho visto il furgone di Marco Gigli che attraversava l'incrocio proveniente dalla discesa del Mangoni.* Oggi è morto Luigi Acquisti. Aveva solo 64 anni ed abitava nelle cosiddette “case verdi” ed era nato ad Anghiari in una famiglia numerosa di undici fra fratelli e sorelle.* Oggi è morto anche Zanetto Fabbriciani. Abitava verso la Fonte e da poco aveva festeggiato i suoi 90 anni. Era nato a Trafiume e poi ha abitato a Campalone.* Oggi è morto Alviano Matteagi di anni 83. Abitava a San Leo ed era nato al Ghetto.Giovedì 8. Oggi è morto Giuseppe Sovieri di anni 88. Abitava a Carboncione ma era nato alla Vignolina lungo l'antica via di Caprese.* Oggi ho consegnato i timbri ai forni d'Anghiari per il pane di San Martino.Sabato 10. Oggi è morto Fernando Senesi detto Ciufino. Aveva 80 anni ed abitava a Carboncione ma era nato al Colle di Galbino, a Tavernelle.Lunedì 12. A una certa ora hanno chiuso la via del Borgo perché dopo Zinepro aveva allagato.Giovedì 16. Oggi ho riconsegnato le zucche di San Martino ai legittimi proprietari.Domenica 18. Oggi è morta Sofia Poggini di anni 85. Abitava alle Bertine di San Leo ed era nata a casa Bellini, di qua dalla chiesa di San Leo.Lunedì 19, Oggi è morta Pia Cheli di anni 85. Abitava a Val-celle ma era nata a Casteldone. Poi è entrata al Fondaccio ed ha abitato anche un po' a Dagnino.Martedì 20. Stamani ho portato a Carlo Angioloni l'avviso per la festa della Misericordia (a casa c'era la sua mamma) e ho visto che aveva diversi finferli a seccare sopra la stufa.Giovedì 22. Stasera ci siamo fatti un bel brustichino e così ho potuto assaggiare l'olio nuovo che mi avevano regalato che era anche buono!Domenica 25. Oggi non sono potuto andare alla Festa della Misericordia perché ho portato mia moglie alla sagra del cinghiale a Suvereto.Mercoledì 28. Oggi, speriamo a causa del tempaccio, il mer-cato era quasi deserto.* Oggi è morta Erina Gherardi vedova Vaccarecci di anni 89. Era nata nella zona di San Pietro al Borgo e poi a tre anni era venuta ad abitare a San Leo.* Oggi hanno messo i manifesti per la morte di Cesare Corsi avvenuta a Milano, dove abitava, il giorno 15. Aveva solo 57 anni e quando era ad Anghiari abitava per la Croce.

Sabato 1. Oggi è morto Mario Bacci. Aveva 81 anni ed abi-tava verso la Stazione. Era nato a Firenze, proprio vicino al Cupolone.Domenica 2. Oggi è morto Federigo Rossi, detto Rigo, di anni 79. Abitava al Campo della Fiera ed era nato al Poggiolo di Upacchi.Mercoledì 5. Stamani finalmente avevano riaperto la Croce e l'han “bel ch'archiusa” per metter le luci di Natale.Giovedì 6. Son dovuto “andare Anghiari” benché c'era la nebbia e in piazza ho visto l'albero di Natale già piazzato e illuminato a dovere.Venerdì 7. Tornavo dal Borgo quando ho potuto vedere i tetti appena imbiancati dalla neve: una “incaciatina” come dice Frido.Sabato 8. Nel pomeriggio sono andato alla festa di Marino Del Pia per i suoi quarantacinque anni di attività. Anche il loro cagnolino aveva messo un bel fiocco rosso.Lunedì 10. Oggi c'è stata la festa della Madonna di Loreto e il tempo ci ha assistito. C'era anche il vescovo Riccardo.Martedì 11. Stasera stavo andando a casa e, dopo i Fabbri, le macchine sfrecciavano giù per la Croce come saette. Ma anch'io faccio così?Venerdì 14. Iersera con mia moglie s'è messo il “foco” a letto. Stasera si rifà uguale.Sabato 15. Oggi è morto Renato Capacci di anni 82. Abitava per la Bozia ed era nato a Bivignano, sopra il Palazzo del Pero.Lunedì 17. Oggi è morto Ugo Guidelli di anni 80. Abitava a Carboncione ma ha abitato anche ai Brischi e poi a Casa Lani o Casanova di Valealle da dove passava l'antica Via Marem-mana di Pietramala.Mercoledì 19. Anche stamani, quando ho aperto la finestra, nebbia. Invece dopo le otto è andata via e ho potuto vedere Anghiari.Sabato 22. Oggi è morto Ferdinando Venturini di anni 83. Abitava al Campo della Fiera ma era nato a Montelabreve. Per molti anni è stato emigrato in Francia.Sabato 29. Stamani sono andato da Mirco a Palazzolo che spezzava il maiale. E mi sono beccato anche i “ciccioli”.

San Giovannidi Emmedipì

Presso la chiesa della Badia giaceva una tela raffigurante San Giovanni. Non conosciamo la sua provenienza ma, dato il soggetto, potrebbe anche provenire dalla chiesa di San Giovanni Battista dove esisteva una apposita Compagnia, in via Taglieschi, e dove era collocato il battistero di Anghiari, instaurato nell'anno 1441. È lo stesso battistero che oggi si trova in Propositura.

Ma torniamo alla nostra tela. È stata restaurata ed ora dobbiamo trovare una sua idonea collocazione. La Pia Società del Gesù Morto ha contribuito a quest'opera provvedendo alla rintelatura dell'opera per un importo di 1.300 euro. Ciò è stato possibile grazie alla somma proveniente dalle quote annuali che ognuno di voi provvede a dare ai collaboratori della Società. Ancora grazie!

A pag 20 trovate interessanti notizie sulla Società del Gesù Morto tratte da un vecchio Bollettino parrocchiale,

Page 32: 2013-1 Oratorio di Anghiari

Questo giornale lo potrete trovate su Internetwww.parrocchiadianghiari.it

Scriveteci: [email protected]: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

Per le vostre offerte: Propositura Insigne Anghiari - C/C postale N. 11802527

QUARESIMA 2013Mercoledì 13 febbraio “Le Ceneri”,

giorno di penitenza e digiunoche segna l’inizio della Quaresima.

S. Messa alle ore 18,00 in Propositurae alle ore 21,00 a Tavernelle.

Per tutta la Quaresima:

- Stazioni Quaresimali nelle chiese del Vicariato, ogni giovedì alle ore 21,00.- Via Crucis ogni venerdì di Quaresima alle ore 17 in Propositura.- Quaresima di Carità: raccolta di generi alimentari da parte della Caritas Parrocchiale a favore delle famiglie bisognose della Parrocchia.

- Stazione quaresimale della Valtiberina in una domenica di quaresima alla presenza dell’Arcivescovo.

Giovedì 14 febbraio inizio della Benedizione delle famiglie.Gli orari alla porta delle chiese.