2013-3 Oratorio di Anghiari

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 3 GIUGNO - LUGLIO 2013

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Vita della parrocchia e del comune di Anghiari e Monterchi

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 3 GIUGNO - LUGLIO 2013

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XLVI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanimonicaredentielisadelpiantaverarossiteresabartolomei.

l'editoriale di enzo papi

Don NiloLa Parrocchia d’ Anghiari, con don Marco Salvi, ha ricordato la figura di don Nilo Conti, parroco dal 1935 al 1973, con la posa di una epigrafe nella cappella di sini-stra della Propositura. Ancora ricordato con grande stima dai più anziani, per i più giovani che non l’hanno conosciuto riportiamo il profilo che è finito sul tavolo del Papa emerito Benedetto XVI quando, esattamente un anno fa, fece visita alla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Il profilo, assieme a quello di altre 70 figure, è tratto dal volume “Le radici”, edito da Pacini per la Diocesi.

Monsignore, Cavaliere della Repubblica, Medaglia d’oro del Ministero della Pub-blica Istruzione, Ispettore Onorario della Soprintendenza delle Belle Arti, mem-

bro dell’Accademia Petrarca, riconosciuto per benemerenza da parte della Comunità Ebraica Italiana. Proposto di Anghiari dal 1935 al 1973. Nilo Angelo Conti nasce il 12 giugno 1908 ad Anghiari da famiglia benestante e molto attiva sotto il profilo educativo; in famiglia c’è anche uno zio prete, don Giuseppe. Nilo entra in seminario ad Arezzo, completa una formazione accurata e torna, parroco, nella terra natia but-tandosi a capofitto sulle opere. Ecco il restauro della Propositura nel ’36, l’apertura di una scuola gratuita di lavoro per ragazze e nel dopoguerra quella dell’Istituto d’Arte, il ripristino della chiesa di S. Stefano del VII secolo, quello della Badia di S. Bartolomeo (1944) come quello della chiesa della Croce (1963), la donazione allo Stato nel 1954 di Palazzo Taglieschi per ospitare un museo, la Domus Mariae e l’Oratorio.

Don Nilo però non è un imprenditore in talare; con coscienza e fede guarda al cri-stiano e per questo arricchisce la chiesa di opere, soprattutto educative; il suo

bene più prezioso è lo zelo, spinto dall’amore per la chiesa come comunità viva: que-sto è stato il socialismo del proposto! Non ha nulla a che fare con la politica, neanche quando viene chiamato, dall’occupante alleato, a sedere nella giunta comunale di tran-sizione dopo la guerra. Il passaggio del fronte è stato infatti un momento drammatico per Anghiari e ha visto la presenza continua di don Nilo. Il 25 luglio ’44 nella località la Speranza vengono impiccati 5 giovani, il giorno dopo i partigiani catturano sulla via Libbia un ufficiale tedesco con l’autista; il 27 compare l’ultimatum: o vengono rilasciati i prigionieri o scatta la rappresaglia sulla popolazione. Mons. Conti si offre ai tedeschi in cambio della salvezza degli innocenti. Sono trattative e colloqui concitati: la strage viene evitata mentre il fronte si riaccende. Il caos regna sovrano nel borgo: ecco il dilagante squallore dello spopolamento, la latitanza di ogni organo civile, la necessaria salvaguardia di una pur minima legalità. Don Nilo resta in ogni caso al suo posto in canonica, rimane l’unico riferimento per coloro che, avversari o no, restano in giro. La stanzetta dell’archivio parrocchiale diviene l’angolo di frequentazioni riser-vate, di discussioni clandestine, di accoglienza per i ricercati e di pianificazione sul da farsi con quei dissidenti e quegli ebrei che c’è da trasferire con rocambolesche fughe da un rifugio all’altro sull’autoambulanza della Misericordia.

Finalmente vengono gli anni del dopoguerra, quelli dell’Oratorio, del grande stimo-lo dell’Azione Cattolica, quelli del Carnevale della Gioventù, quelli delle scuole

e dell’istruzione (… ) Prete mite ed entusiasta, don Nilo Conti mantiene delle linee pastorali sempre costanti: il senso del prossimo, la gratitudine per chi opera con umiltà, l’occhio vigile per i giovani e la loro formazione. Con la Domus Mariae apre una strut-tura per coloro che operano in onore di Maria Santissima, la Madre che in silenziosa attività sta presso il Figlio. Poi la preoccupazione per i giovani per sviluppare interessi autentici e la possibilità di incontro: ecco allora la Corale, l’Oratorio e l’AC; la colti-vazione di buone letture e dello scrivere bene, al quale lui stesso indulge mostrando preziosità e ricercatezza. (…)

Don Nilo, pastore di spiritualità, misericordia, forza e temperanza, muore nel 1973 e nel testamento del 21 dicembre 1972, ringraziando tutti coloro che la Provviden-

za gli ha dato, si legge un pensiero speciale per chi… “ha vissuto con me cercando di compiere nella vita terrena la divina volontà. A Dio gloria nei secoli dei secoli, la lode per tutta l’eternità. Amen”.

Le Grafiche BorgoL’Oratorio di Anghiari, fondato da don Nilo (quest’anno ricorrono i quarant’anni dalla morte), continua la sua pubblicazione grazie alle offerte, anche assai generose, dei nostri lettori e dell’aiuto economico della Banca di Anghiari e Stia.Ma vive in particolare per la collaborazione fattiva dell’Azienda Tipografica dove il giornale viene composto e stampato, cioè delle “Grafiche Borgo”.Le Grafiche Borgo hanno la loro sede nella zona industriale di Santa Fiora e per molti dei quarantasei anni di vita che vanta il nostro periodico, ci siamo avvalsi della loro opera.Questo numero, come ricordiamo in altra pagina, è stato stampato gratuitamente dalle Grafiche Borgo che con questo gesto intendono dare un supporto economico ad una iniziativa nella quale anch'essi credono.

Grazie!

In copertina

Sergio Montagnoli, dalla Via Nova, gode del panorama di Anghiari e ha realizzato svariate opere di pittura legate proprio al nostro paese e che sono state utlilizzate a suo tempo per l’Oratorio.

La bella veduta del Borgo della Croce e, di là dal Tevere, del Borgo, è stata realizzata da Sergio a richiesta del nipote Davide.

Grazie a tutti e due!

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Fides quaerens intellectum=La fede in cerca della ragione

Dalla Lettera agli Ebrei al Papa Benedetto XVIdi don Carlo Nardi*

1. Fede. Dante e la Lettera agli Ebrei1

Di’, buon cristiano, fatti manifesto: / fede che è?»: nel trentaquattresimo canto del Paradiso, Dante im-magina che san Pietro gli faccia questa domanda. Il

poeta risponde, come un alunno al maestro: «Fede è sustanza di cose sperate / ed argomento delle non parventi; / e questa pare a me sua quidditate.»

Sì, “quidditate” che vuol dire ciò che è, l’essenza, la so-stanza, il quid, come anche noi usiamo quest’ultima parola per parlar di… quattrini. Dante dice di rifarsi a san Paolo (Paradiso XXXIV,52-53.64.66. cf. 61-63). Difatti nella Let-tera agli Ebrei, che allora si riteneva dell’apostolo, si legge: «La fede è il fondamento di quanto si spera, spia di cose che non si vedono», nel senso che la fede è ciò che fa sussistere la speranza, è uno spiraglio che fa intravedere realtà che di per sé non si vedono. Ancora nella Lettera agli Ebrei: «Nella fede gli antichi diedero la loro testimonianza (emartyréthēsan)» (Ebr 11,1), dove si riconosce la parola “martirio”. Poi l’Au-tore della Lettera si dilunga su uomini e donne dell’Antico Testamento, anche molto problematici per il loro carattere e le loro scelte – tra tutti Iefte –, eppure desiderosi, ciascuno a modo suo, di vivere di fede.

Quei personaggi, come nei saluti in qualche lettera del tempo che fu, ci vengono incontro uno per uno. Non sempre ci lasciano soddisfatti, ma sono interessanti nel loro rappor-tarsi a un qualcosa che ancora non c’è e a voler vedere al di là del visibile. Si presentano a parlarci di speranza e di fede. Inquietanti e decisi, violenti o miti e pazienti, eccoli in quel capitolo undicesimo della Lettera agli Ebrei, a disposizione in ogni Bibbia, da aprire e da leggere, direi, per curiosare, perché da cosa può nascere cosa: può venire la voglia di an-dare a cercare nell’Antico Testamento chi erano e che cosa hanno fatto. Può succedere che ci si trovi bene in loro compa-gnia, quasi per consolarli in una compagnia di fede ed anche, in virtù della stessa fede, per prenderne le distanze. Oppure per ricevere consolazione, coraggio, fortezza. Perché, in so-stanza, il loro essere fu “per fede” e, ancora “per fede” fu il loro dire e fare. Lo dice l’anonimo scrittore per incalzare noi pellegrini in questa vita, scandendo con una specie di parola d’ordine i passi del nostro cammino: per fede, per fede, per fede (cf. Ebr 11,1-40).

2. Per fede, con papa Benedetto2

Per fede, per fede”: è il ritornello che martella il lettore della Lettera agli Ebrei, testo che probabilmente risuo-nava alle orecchie del Papa Clemente. Come l’esten-

sore della Lettera agli Ebrei, Clemente pensava ai giusti del-l’Antico Testamento, ma, da romano, aveva in mente anche i personaggi della sua storia pagana, per i quali, come poi san Giustino, poteva sperare una salvezza in virtù di semi di gra-zia diffusi nell’umanità dal Verbo di Dio «che illumina ogni uomo» (Gv 1,9). Un altro Papa, il più lontano nel tempo da Clemente e da Pietro, papa ancora per pochi giorni, Benedet-to XVI, scandisce ancora il “per fede, per fede” della Lettera agli Ebrei. Nella sua Lettera “Porta fidei” (“La porta della

fede”, 14) dell’11 ottobre 2011 lo riferisce però a persone del Nuovo Testamento, alla nuova ed eterna alleanza in Cristo Gesù. Ascoltiamolo:

«Per fede Maria accolse la parola dell’angelo e credette all’annuncio che sarebbe divenuta Madre di Dio (…), seguì il Signore nella sua predica-zione e rimase con lui fin sul Golgota (…), assaporò i frutti della risurre-zione di Gesù e, custodendo ogni ricordo nel suo cuore, lo trasmi-se ai Dodici riu-niti con lei nel Cenacolo per ricevere lo Spirito Santo.

Per fede gli apostoli lasciarono ogni cosa per seguire il Maestro. Credettero alle parole (…). Vissero in comunione di vita con Gesù (…), andarono nel mondo intero.

Per fede i discepoli formarono la prima comunità (…). Per fede i martiri donarono la loro vita per testimonia-

re la verità del Vangelo (…) fino al (…) perdono dei propri persecutori.

Per fede uomini e donne hanno consacrato la vita a Cri-sto (…) per vivere in semplicità evangelica l’obbedienza, la povertà e la castità (…).

Per fede tanti cristiani hanno promosso un’azione a favo-re della giustizia per rendere concreta la parola del Signore, venuto ad annunciare la liberazione dall’oppressione.

Per fede, nel corso dei secoli, uomini e donne di tutte le età (…) hanno confessato la bellezza di seguire il Signo-re Gesù là dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani: nella famiglia, nella professione, nella vita pubblica, nell’esercizio di carismi e ministeri (…).

Per fede viviamo anche noi, per il riconoscimento vivo del Signore Gesù, presente nella nostra esistenza e nella sto-ria».

In questa compagnia c’è posto per ciascuno di noi: ce lo ricorda il Papa Benedetto, accomiatandosi con parole da as-sumere come consegna per una attestazione di comunione.

Sesto Fiorentino, 28 febbraio 2013

Nella foto l’affresco conservato nella cappella del Palazzo del Vi-cario, oggi sede comunale di Anghiari, e che rappresenta l’Annun-ciazione a Maria.

* Don Carlo Nardi è Parroco di S. Maria a Quinto, Sesto Fioren-tino, e insegnante presso la Facoltà Teologica dell’Italia centrale, Firenze.Note1) Cf. C. NARDI, Per fede, per fede. Voci antiche, in «Parrocchia di Santa Maria a Quinto in Sesto Fiorentino. Lettera settimanale ai parrocchiani» 9 (2013), n° 4, 10 febbraio, p. 3. 2) Cf. C. NARDI, Per fede, con Papa Benedetto. Voci antiche, in «Parrocchia di Santa Maria a Quinto in Sesto Fiorentino. Lettera settimanale ai parrocchiani» 9 (2013), n° 7, 24 febbraio, p. 4.

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Giugno 2013 Mese di Luglio 2013

2 luglio martedì - Primo Martedì del mese. In Propositura alle ore 17,00 “Ora di Guardia” con recita del S. Rosario.3 luglio mercoledì – S. Tommaso apostolo: conosciuto per la sua incredulità svanita di fronte a Gesù risuscitato. Sembra che abbia predicato il Vangelo in India, dove morì.4 luglio giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fede-li alla preghiera per le vocazioni.5 luglio venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella pieve di Micciano, alle ore 20,30, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel santuario del Carmine, alle ore 21,00, S. Messa con adorazione.7 luglio domenica – XIV Domenica dell’anno. Sante Messe secondo l’orario festivo.11 luglio giovedì - S. Benedetto da Norcia abate (480-547). Anniversario dell’apparizione della Madonna al Combarbio, oggi del Carmine. Alle ore 20,00, pellegrinaggio verso il Santuario per partecipare alla S. Messa delle ore 21,00.14 luglio domenica – XV Domenica dell’anno. Sante Messe secondo l’orario festivo.16 luglio martedì – Beata Vergine del Monte Carmelo. Festa solenne al santuario del Carmine con S. Messa alle ore 21,00 e processione intorno al santuario. Nei giorni 14 e 15, alle ore 21, 00, preghiera comunitaria nel santuario.21 luglio domenica – XVI Domenica dell’anno. Sante Messe secondo l’orario festivo.22 luglio martedì – S. Maria Maddalena. La S. Messa delle ore 18,00 verrà celebrata nella chiesa del Borgo della Croce a lei dedicata.25 luglio giovedì – S. Giacomo il Maggiore apostolo: figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni, fu presente ai principa-li miracoli del Signore. È venerato soprattutto in Spagna a Compostella, dove sorge una basilica a lui dedicata.26 luglio venerdì – Ss. Anna e Giovacchino: genitori della Vergine Maria.28 luglio domenica – XVII Domenica dell’anno. Sante Mes-se secondo l’orario festivo.29 luglio lunedì – S. Marta di Betania, sorella di Lazzaro e Maria. Con la sua preghiera ottenne da Gesù la resurrezione del fratello Lazzaro.

Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù

2 giugno domenica – Corpus Domini. La festività del Cor-pus Domini cade la seconda domenica dopo Pentecoste. In Propositura, alle ore 9,30, S. Messa. Alle ore 11, sempre in Propositura, S. Messa solenne in occasione della Prima Comunione dei bambini della parrocchia. Al termine la pro-cessione con il SS. Sacramento ci condurrà alla chiesa della Croce. S. Messa delle ore 18,00 nella chiesa della Croce. “Io sono il pane vivo disceso dal cielo, chi mangerà questo pane, vivrà in eterno, Alleluia.”4 giugno martedì – Primo Martedì del mese. In Propositura alle ore 17,00 “Ora di Guardia” con recita del S. Rosario.6 giugno giovedì – Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.7 giugno venerdì – Primo Venerdì del mese. Nella pieve di Micciano, alle ore 20,30, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel santuario del Carmine, alle ore 21,00, S. Messa con adorazione.Sacro Cuore di Gesù. Cade il venerdì che segue la seconda domenica di Pentecoste.9 giugno domenica – X Domenica dell’anno. Sante Messe secondo l’orario festivo.11 giugno martedì – S. Barnaba apostolo. Fu compagno di S. Paolo nel suo primo viaggio e fu presente al Concilio di Gerusalemme. Ritornato a Cipro, dove era nato, vi predicò il Vangelo e vi morì.13 giugno giovedì – S. Antonio di Padova, sacerdote e dot-tore della Chiesa. Nacque a Lisbona nel 1195. Morì a Padova nel 1231. Straordinario predicatore, uomo di grande fama e cultura, fu difensore dei poveri e degli oppressi; ad Assisi incontrò S. Francesco.16 giugno domenica – XI Domenica dell’anno. Sante Messe secondo l’orario festivo.23 giugno domenica – XII Domenica dell’anno. Sante Mes-se secondo l’orario festivo.24 giugno lunedì – Natività di S. Giovanni Battista martire. Giovanni era figlio di Elisabetta e Zaccaria, fu coetaneo di Gesù. Ritiratosi nel deserto ancora giovane, apparve poi nel-le rive del Giordano per predicare l’imminente avvento del Messia. Subì la decapitazione per mano di Erode Antipa.29 giugno sabato – Ss. Pietro e Paolo apostoli. Vengono fe-steggiati lo stesso giorno, perché alcune fonti storiche attesta-no che nel 67 d.C. furono entrambi a Roma per testimoniare la parola di Gesù ed entrambi furono carcerati e giustiziati.30 giugno domenica – XIII Domenica dell’anno. Sante Mes-se secondo l’orario festivo.

Domenica 23 giugnoa Tavernelle

Festa della FamigliaAl mattino S. Messa alle ore 11,00.

Nel pomeriggio merenda e giochi nel prato della chiesa.Alle ore 19,00 estrazione dei premi della sottoscrizione.

MARTEDÌ 22 LUGLIOFESTA DI S. MARIA MADDALENA

Ore 18 - S. Messa nella cappella del Borgo della Croce.

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S. MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CATIGLIANO (ogni 15 giorni)Ore 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine“ -SAN LEO: Chiesa di San LeoneOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura“ -PIEVE SOVARA: S. Maria Assunta“ -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V.“ -MICCIANO: Pieve di Maria AssuntaOre 11,30 -VIAIO: Chiesa di S. PaternianoOre 16,00 -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E.Ore 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.loOre 10,00 -POCAIA: Chiesa della Madonna BellaOre 11,00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della PaceOre 11,15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profetaOre 15,00 -SCANDOLAIA (prima domenica del mese)Ore 17,00 (18,00 estivo) Chiesa di San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese: chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16,00 (ore 17,00 estivo).

MESSE PREFESTIVE:

Ore 16,00 (ore 17,00: 1/V-31/X) -Chiesa di TavernelleOre 16,00 (ore 18,00 estivo) -Arcipretura MonterchiOre 17,00 -Madonna Bella a PocaiaOre 17,00 (ore 18, 00 estivo) -Chiesa di TubbianoOre 17, 30 -Chiesa di S. Maria della Pace Le VilleOre 18,00 -Propositura di Anghiari

Primo Venerdì del meseal Carmine

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Car-mine, S. Messa con adorazione alle ore 21,00.

A MiccianoOgni Primo Venerdì del meseper il Gruppo Uomini dei

Ritiri di Perseveranza

S. Messa alle ore 20,30

I corsi in preparazione al Matrimonio riprenderanno a settembre.

Chiesa di CorsanoOgni primo venerdì del mese,

fino ad ottobre,presso la suggestiva chiesetta di Corsano,

S. Messa alle ore 18.

Santuario del CarmineFeste di Luglio 2013 Giovedì 11 luglio, anniversario

dell’apparizione, pellegrinaggio con partenza da Anghiari dall’Acquedotto alle ore 20,00, per partecipare alla S. Messa delle ore 21,00 al Santuario del Carmine.

Martedì 16 luglio, Madonna del Carmelo. Alle ore 21,00 S. Messa e pro-cessione attorno al Santuario.

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Piazza BaldaccioEchi e voci del passato

Riflessioni e ricordi al Castello Antico

Quando alla fine degli anni Ottanta andai ad abitare al Castello Antico, nella casa che acquistai dal Monini Domenico detto “Bricco”, fui piacevolmente impressionato dal clima d’amicizia e cordialità degli abitanti e dal loro mormorio tra l’anguste vie del Centro storico. Ogni cosa, m’appariva più netta, più vicina e potevo percepire un benessere intimo e familiare

Adesso, a ripensarci, mi pare che siano trascorsi tantissimi anni, ma non è così.

Le sorelle Guadagni, Piera e Laura, custodi della Badia mi raccontavano le vicende e i discorsi assai coloriti del “Bricco”, quando alla sera, avendo alzato un po’ più il “gomito”, si lasciava andare in frasi piccanti che suscitavano tante risate tra loro e i vicini.

Antonio Zanchi, “Tonino”, seduto sullo scalino di casa, con la cagnolina sulle ginocchia, mi raccontava la storia di tanti anghiaresi che per i loro detti erano rimasti famosi. Dai racconti si poteva capire come la miseria al Castello Antico era stata di casa.

E che dire poi del Brondoli Gino detto “Corea”? Da solo riempiva di vivacità e calore tutto il caseggiato: bei tempi! Nelle sere d’estate, Corea era l’animatore d’incontri e di feste.

Ora i più sono passati a vita eterna, Tonino s’è trasferito con sua moglie in Bolivia e le case sono per lo più abitate da turisti “fine settimana”.

Adesso che i miei anni declinano, tra ricordi e riflessioni, riemergono le cose vere e genuine, i racconti che toccavano l’animo con le loro tinte sbiadite, i colori luminosi di una vita fatta di fatiche e di semplicità, ma in straordinaria comunione con l’ambiente circostante e soprattutto ricca di momenti felici.

Sabato 27 aprile 2013 f.t.(Nella foto di f.t. Gino Brondoli e Antonio Zanchi)

Il mercato di AnghiariMercoledì sono andata al mercato; mi sembrava di essere

tornata indietro nel tempo.In piazza c’erano i banchi come negli anni 45/60, più o

meno. Con tanta differenza, perché al Palterre c’era un pic-colo mercato di polli e giù per la via della Fonte vecchia, vendevano frutta e verdura.

Dopo qualche anno si era ingrandito e fu spostato nella piazzetta del Teatro per dare spazio ai pollaioli che veniva-no da Arezzo. Oltre al pollame compravano un po’ di tutto: uova, penne, pelli e stracci. Le donne di campagna usavano portare qualche bella oca, o anitra, sotto braccio, camminan-do avanti e indietro per farle vedere alla gente benestante del paese, che spesso le compravano per fare un buon arrosto. Infatti un signorotto si avvicinò a una di queste e le disse: «Ciao ragazza. Me la dai per 30 lire?» Lei avendo solo la terza elementare si confuse e gli rispose: «Se qualcuno me la tiene...»

Lui si accorse che non aveva capito e se ne andò. Non so se sarà una cavatina . Io l’ho sempre sentita dire.

“Guasi” ogni mercato veniva in piazza un cantastorie, cantando delle belle canzoni e fatti che avvenivano a quei tempi. Radunando intorno a sé tanti giovani che l’ascoltava-no per ore mangiando lupini o caldarroste che compravano al carretto del Granchino. Poi prendevano da lui il canzoniere e ritornando a casa a piedi le cantavano allegramente.

Per qualche anno, la mattina alle 9, suonava una campana per dare il via al mercato. A mezzogiorno dava dodici rintoc-chi per far sentire che era finito. Era una cosa bella e utile, non tutti avevano l’orologio!

Quella campana la potete vedere “Tra le due Porte”, col-locata sul tetto della casa dell’Elida. Poi il progresso è andato avanti, non si portano più ceste sulle spalle, non camminiamo più a piedi per ore. Però non so capire quanto si stia meglio. A me pare che per risparmiare siamo noi che compriamo “i” stracci al mercato!

Senesi Maria

Auguri ad Anna e Paolo

Il giorno 22 aprile scorso hanno festeggiato il loro sessantesimo an-niversario di matrimonio Anna Mencaroni e Paolo Crociani. Quindi nozze di diamante a tutti gli ef-fetti.

Si erano sposati il 22 aprile del 1953 nella chie-sa di Santo Stefano (par-rocchia della sposa, che abitava al Lava, prima del Molin Bianco) e furono uniti in matrimonio dal parroco di allora don Attilio Cacioli.

Sono stati festeggiati con tanto affetto dalla figlia Angio-lina, dal genero Sergio, dal nipote Claudio e dalla pronipote Giada e, naturalmente, da tutti i familiari.

Anche la Redazione volentieri manda i suoi auguri verso la Motina, e precisamente al Fondaccio, dove abita la fami-glia Crociani.

Notiziario del 1949

18 settembre - Il nostro caro D. Vittorio, pur continuando ad assistere con la squisita gentilezza che gli è propria, la Chiesa di Anghiari, ha preso possesso della Chiesa di S. Croce e noi... onoriamo il Rev.mo sig. Priore.

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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

Fides/FidemQuesto è l’anno della fede e abbiamo in corso di pubbli-

cazione alcuni approfondimenti di sacerdoti e collaboratori del nostro periodico.

Nel sottotitolo abbiamo voluto mettere un famoso motto di Anselmo d’Aosta: Fides quaerens intellectum e che vuol dire: La fede in cerca della comprensione.

Ma il motto menzionato ha avuto anche una diversa ver-sione: Intellectus quaerens fidem e cioè: quella ragione che cerca la fede. Perché la fede è dono, ma il dono viene accet-tato solo da una ragione, una razionalità.

Ecco come sono enunciate le due ipotesi dal cardinale Caffarra, tratte da un intervento molto più complesso: La mia riflessione si articolerà nei seguenti punti. Dapprima cerche-remo di mostrare come la fede esiga di essere compresa [fi-des quaerens intellectum – credo ut intelligam]; nel secondo punto cercheremo di mostrare come la ragione invochi la fede [intellectus quaerens fidem – intelligo ut credam]...

L’argomento, quindi, essendo interessante, magari potrà essere oggetto di approfondimenti ulteriori.

Auguri a Lara

Il giorno 26 febbraio 2013 pres-so l’Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Economia, Lara Piomboni si è laureata nel corso triennale di Eco-nomia dei Mercati e degli Intermediari Finanziari discutendo la tesi “Unione Bancaria: un processo in fase di attua-zione”.

Ha ottenuto la bella votazione di 104/110; la relatrice è stata la professo-ressa Paola Musile Tanzi.

A Lara, che abita ad Anghiari, nella zona della Giardinella, vanno le con-gratulazioni per questo primo traguardo da parte della famiglia e degli amici ed un augurio per il suo proseguimento.

Brava Lara!

Melissa si è laureata

Il 15 aprile Melissa Mercati si è lau-reata in Scienze dell’Educazione e della Formazione presso l’Università degli Studi di Siena con una tesi dal titolo “Peter Pan vuole crescere. La lunga transizione all’età adulta”.

Relatore è stato il professor Sergio Angori.

Ha ottenuto l’ottima votazione di 110 su 110.

A Melissa gli auguri dei familiari e degli amici.

Anche noi della Redazione mandia-mo volentieri i nostri auguri lì, verso la Strosce (che il Taglieschi dice sia l’an-tico nome del luogo chiamato Tusci), dove Melissa abita.

Nozze d’oro per Norma e Luigi

Il 15 aprile del 1963, due giovani co-ronavano il loro sogno d’amore: erano Luigi Papini e Norma Madiai.

Quest’anno, il 12 maggio, festegge-ranno il loro 50° di matrimonio circon-dati dall’affetto dei loro cari. Credo siano stati per loro 50 anni di vita vissuta in-tensamente condividendo tanti interessi comuni, il più importante la passione per il cavallo e le carrozze che Luigi con vera professionalità ricostruisce e riporta al loro splendore.

Io non potendo essere presente causa festa al Carmine, ho pensato di far loro i miei più cari auguri per una lunga vita insieme, attraverso il giornalino che pun-tualmente arriva nella loro casa.

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La vignetta di Scacciapensieri:Un numero fatidico!

Saran del Borgo?di Clèto

Quando si è diffusa la notizia che la scritta a caratteri cubitali che ogni anno annuncia la Mostra dell’Artigianato dall’alto del Bastione di Sant’Agostino era sparita, il pensiero è andato subito a quelli del Borgo.

Vuoi vedere che tramite inganno, con astuzia o tramite qualche delatore dimorante dentro le mura del castello di Anghiari, erano riusciti a far sparire la bella iscrizione tanto per rifarsi dopo le alterne vicende del Catorcio di nota memoria?

Il mistero rimane ma la scritta, an-cora oggi che la Mostra è già finita da un pezzo (fra l’altro con successo di pubblico ed operatori), non si trova.

Il vialetto della canonicaMagari vi è capitato di passare dal

giardino della canonica della Proposi-tura ed avrete visto il vialetto di accesso rimesso a nuovo.

I muretti laterali infatti erano biso-gnosi di sistemazione e così, nell’occa-sione, è stato anche rifatto il piano di calpestamento con un materiale adatto. È simile a quello della vicina via del Fosso (stavo per dire anche meglio) e il lavoro, penso che anche voi sarete d’accordo, è riuscito bene.

Un ulteriore piccolo intervento è stato quello della ripulitura della sala dell’oratorio, quella a piano terreno, dove si ritrovano i nostri ragazzi per gli incontri settimanali.

Un altro lavoro, ma questo sarà molto impegnativo, sarà quello del rifa-cimento del tetto della Propositura.

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTEdi don Quinto Giorgini

La Chiesa Parrocchiale di San Leone in S. Leo d’AnghiariPrima parte

La frazione di S. Leo d’Anghiari è la più popolosa di questo comune, conta circa 700 abitanti, è ubicata in piano a 321 m. s.l.m., all’incrocio della Statale Areti-

na 73 con la Provinciale che da Fighille/Citerna porta, attra-verso Tubbiano, ad Anghiari per proseguire verso la Motina e Caprese Michelangelo. Dista dal centro storico km 3,67.

La chiesa parrocchiale è dedicata al Papa S. Leone Ma-gno (440-461). Originario della Tuscia, secondo una tradizio-ne non fondata storicamente, sarebbe nativo di questo luogo, ma un’altra più accreditata lo vuole originario di Volterra. Il sacro edificio, che costeggia la via nazionale che conduce a Sansepolcro, è certamente di origine medievale ed è inserito nel più vasto complesso della canonica, il quale rivela ele-menti architettonici cinque-seicenteschi. Il tetto è a capanna, con muratura intonacata: portali, finestra e cornice sottotetto sono in pietra e sulla facciata si nota uno stemma in pietra consistente in due pesci contrapposti, della locale famiglia Ligi. Il campanile, a vela, ospita due campane.

Era suffraganea della Pieve di Micciano, infatti nel Deci-mario del 1274-75 si legge che l’“Ecclesia S. Leonis de Pla-no Anglaris” pagava lib. II, soldi VIII denari I, mentre nella Decima degli anni 1302-03 pagava libbre I e soldi XIX. Poco distante da questa chiesa parrocchiale c’è quella di proprietà privata di S. Maria di Corsano, che secondo l’ipotesi dello storico Franceschini, è considerata “accoppiata” alla prece-dente, essendo la prima cattolica e quest’ultima ariana.

Un altro oratorio, nell’ambito di questa parrocchia, dedi-cato a S. Giuseppe, si trova in località Turicchi ed inoltre la chiesa ex-parrocchiale di Tubbiano dal 22 settembre 1986, con l’annessa popolazione, fa parte ormai dell’unica parroc-chia di San Leo, la quale confina con le vicine parrocchie di Anghiari, Viaio, Santa Fiora, Gricignano e quella di Fighille in Diocesi di Città di Castello.

In questa frazione ci sono un comodo ufficio postale e di-verse botteghe, negozi, bar, macelleria, officine meccaniche e altre piccole ditte artigianali che lavorano il ferro e il car-tone, un moderno impianto sportivo dedicato a Roberto Pro-celli, che rimase vittima della strage di Bologna del 2 agosto 1980, ecc. I lavoratori di questa frazione in parte si dedicano all’agricoltura ed altri si recano nei paesi e città vicine di Arezzo, Anghiari e Sansepolcro per altre attività industriali e terziarie. Presentiamo ora la storia di questa comunità ai nostri lettori, facendo una sintesi delle Visite Pastorali del secolo XVI, recentemente pubblicate a cura di don Silvano Pieri e Carlo Volpi, nonché altre due, una dell’Ottocento ed un’altra dell’inizio del secolo scorso.1) La prima Visita pastorale del 7 giugno 1521 fu fatta dal Vicario Bartolomeo Zanti (Xantio) del Vescovo Francesco Armellini (1518-22). La chiesa parrocchiale “San-cti Leonis de plano Anglaris” era retta dall’aretino Lorenzo Gamurrini che aveva un cappellano di cui non è riportato il nome, ma stranamente erano entrambi assenti quando arrivò il Visitatore.2) La seconda Visita fu fatta in data 16 agosto 1535 dal Vicario Enrico al tempo del Vescovo Francesco Miner-

betti (1525-1537). Era rettore di questa chiesa di S. Leone “dominus Johannes Jacobi ser Doctis” e cappellano “ser Johannes de Anglario”. Dal tetto del sacro edificio pioveva all’interno in più parti. Le anime ammesse alla Comunione erano 60, l’altare era in ordine mentre il pavimento aveva bisogno di riparazione. Cinquanta staia di grano erano le entrate del Beneficio secondo il manuale dell’Abbazia di Anghiari. I paramenti e il calice che si trovavano in questa chiesa erano di proprietà della vicina chiesa di Corsano. Il Visitatore prescrisse di fare l’inventario “infra mensem” sot-to pena di scomunica e di dieci ducati.3) La terza Visita pastorale risale al 10 ottobre 1564 al tempo del Vescovo Bernardetto (1537-1574), nipote del precedente Vescovo Francesco Minerbetti, fatta dal suo Vi-cario generale, il cortonese Ugolino Zafferini. Il rettore della chiesa “Sancti Leonis de Sancto Leo de Anglario” era il si-gnor Matteo “de doctoribus de Anglario” mentre il cappella-no era il sig. Antonio “de Citerna”. Interrogato il rettore circa il numero delle anime ammesse alla comunione, rispose 80. Il frutto dei Beni della chiesa era di 50 staia di grano. In quel-l’anno tutti si erano confessati e comunicati.4) La quarta Visita avvenne il 17 aprile 1567. C’era lo stesso rettore di quella precedente, mentre il cappellano era il sig. Biagio di Citerna, ma non vi risiedeva. La sua no-mina spettava all’Ordinario. Il Visitatore bruciò i “corporalia immunda”.5) La Visita del 14 settembre 1575 attesta che nella chiesa di S. Leone tutto era a posto: l’altare, il calice, la pa-tena, la pianeta, i camici, il messale, i vasetti degli Oli Santi, ecc. Le anime ammesse alla S. Comunione erano 60, che si erano tutte confessate e comunicate. Il rettore era don Camil-lo “de Iustis de Anglario”.6) Nella Visita del 20 maggio 1577 il Vicario Visita-tore trovò la chiesa in ordine. Vi era rettore sempre il succita-to don Camillo. Sull’altare vi era una tavola con le immagini di Santa Maria, San Pietro e di San Leone. Anche il paliotto era dipinto e la predella ornata, gli arredi sacri tutti in buono stato. Le anime alla Comunione erano 100. I frutti del Be-

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Le nostre chiese...neficio ammontavano a 80 staia di grano. Il titolo di questa chiesa veniva conferito dal Vescovo aretino per mandato apostolico.7) Visita Apo-stolica dell’8 luglio 1583 alla chiesa par-rocchiale “Sancti Leo-nis in Plano”, il cui rettore era “dominus Camillus de Iustis”, il quale esibì al Visitatore mons. Peruzzi la bolla di nomina da parte della Sede Apostolica “cum processu super modo fulminato”. Il reddito era di 60 staia di frumento. Il Santissi-mo Sacramento non veniva conservato abitualmente in chie-sa, ma il rettore celebrava quando occorreva portarlo agli infermi. Il Visitatore prescrisse di portare il viatico, specie d’inverno, in una piccola teca d’argento, inserita in una borsa di seta, sotto un ombrello con un’unica asta.

A Pasqua la Comunione veniva amministrata agli uomi-ni separati dalle donne ed il vino veniva dato in un vaso di vetro. Ogni comunicato dava come segno “unum nummum”, cosa che il Visitatore proibì che si richiedesse in seguito qua-le segno dei comunicati. Prescrisse inoltre di acquistare un libro per registrare, nella Settimana Santa, “homines dictae curae doli capaces”. I matrimoni venivano pubblicati e poi celebrati in chiesa “iuxta formam Concilii Tridentini”. Il va-setto di stagno contenente l’Olio degli infermi era in regola e il rettore dichiara di recare l’Estrema Unzione rivestito di cotta, stola e croce e che non veniva mai abbandonato l’infer-mo agonizzante finché non spirasse.

I parati, conservati in un armadio in sacrestia, erano de-centi. L’edificio sacro era a posto. Il Visitatore comandò di provvedere un Confessionale. L’unico altare era munito ed adornato del necessario. Siccome il rettore abitava spesso in Anghiari e saltuariamente nella Canonica di San Leo, gli fu comandato, sotto pena di privazione, di abitare continuamen-te e personalmente presso questa chiesa, secondo le norme del Concilio Tridentino.

Alle sette precedenti visite del secolo XVI aggiun-giamo ora quella del 10

settembre 1831 fatta dal Vesco-vo Sebastiano Maggi. La chiesa parrocchiale di San Leone in Pian d’Anghiari è di “libera collazio-ne”. Il Visitatore è accolto dal ret-tore don Domenico Gigli. L’edifi-cio sacro, a tetto, era lungo braccia 20 e largo 14. Aveva un solo altare di stucco, alla romana. C’erano i quadri della Via Crucis (penso che siano quelli at-tuali), il pulpito (che non c’è più), la sacrestia, le sepolture nel pavimento ed un campanile con tre campane. L’annessa casa canonica non era ultimata e quindi inabitabile. Si affer-ma nel verbale di questa Visita che la chiesa di S. Leo dista dalla città di Arezzo circa 20 miglia per la strada “nuova are-tina” e circa 2 miglia da Anghiari, del cui Vicariato Foraneo fa parte, pur restando suffraganea della Pieve di Micciano. La popolazione era di 280 anime suddivise in 52 famiglie. La rendita della chiesa per la parte dominicale consisteva in 50 staia di grano, biade e legumi, 30 staia di granoturco, 10 barili di vino ed inoltre la congrua di 24 scudi da parte del

Seminario Vescovile Aretino. Altre 12 lire provenivano da frutti di campi e da canoni di diversi livelli. Il rettore era tenuto ad applicare la Messa pro populo tutti i giorni festivi ed altre Messe per i defunti Francesco e Paolo Ligi e per altri defunti. In questa chie-sa vi è eretto il Beneficio Ecclesiasti-co di Santa Caterina, di Patronato del-la famiglia discendente dal sig. Mario

Ligi, di cui è rettore don Ferdinando Cerulli di Anghiari, con l’obbligo di dodici Messe all’anno. Furono sentiti i fanciul-li della dottrina cristiana. Ricevuto l’inventario, il Visitatore ordinò la riverniciatura della porta della chiesa e della pila dell’acqua santa.

Riportiamo infine una sintesi della Visita pastorale di mons. Giovanni Volpi, del 1° marzo 1906. Si afferma che la chiesa dedicata a S. Leone I, Papa, non è patronale, non risul-ta consacrata, non ha la cripta e confina con la casa canonica e colonica e con il terreno di proprietà della stessa chiesa. Era bisognosa di restauri nel pavimento, i quali spettavano al precedente titolare don Pietro Lalli, mentre attualmente vi prestava servizio don Igino del Buono, che il vescovo Volpi nominerà in data 29 ottobre 1906. C’erano due altari, il mag-giore dedicato a S. Leone I e l’altro alla Madonna, costruiti a muratura in pietra, i quali hanno regolarmente la pietra sacra ma non risultano né consacrati né privilegiati né di giuspa-tronato.

L’altar maggiore ha due gradini di legno, un tabernaco-lo mobile di legno, rivestito di seta gialla e senza conopeo. Sopra l’altare non vi era il baldacchino, davanti vi era una lampada accesa. Il presbiterio non risultava distinto dal resto della chiesa, mancando la balaustra. Nel pavimento in late-rizio vi erano le sepolture ben chiuse, vi era il pulpito fisso e sull’altare della Madonna vi erano due statuette in terracotta rappresentanti S. Antonio da Padova e S. Vincenzo Ferreri, che purtroppo sono state recentemente rubate. Si fa notare la presenza di una lapide al lato opposto di quello dell’altare.

La chiesa possiede le seguenti reliquie: di San Leone I, di Sant’Antonio Abate, di San Vincenzo Ferreri, ed altre di cui non ci sono documenti che ne provano l’autenticità. La facciata della chiesa era bisognosa di essere restaurata ed era in corso una perizia a carico del parroco rinunciatario don Pietro Lalli. Sul campanile a vela c’erano due campane, che furono benedette dal Vescovo Donnino Donnini, nella chiesa delle S.S. Flora e Lucilla nella Badia di Arezzo il 19 dicembre 1895. Nella sacrestia vi era un banco sul quale si paravano i sacerdoti, due armadietti per gli oggetti sacri, l’archivio ed un inginocchiatoio con rispettive tabelle per la preparazione ed il ringraziamento della Messa e inoltre la tabella del Silen-tium. La chiesa era discretamente provveduta di arredi sacri. Le Feste principali, oltre il S. Patrono, erano la Concezione, Sant’Antonio Abate, il Corpus Domini ecc. La Congregazio-ne della Madonna del Rosario, autorizzata dal Vescovo mons. Giusti, ne celebrava la festa la terza domenica di ottobre. La rendita fissa della chiesa era di circa 900 lire. La situazione dell’attuale chiesa e la descrizione dell’interno e dei suoi og-getti sacri sarà presentata nella prossima puntata.

Nell’altra pagina - Il complesso di San Leo in un disegno di Valentina Cesari.

In questa pagina - In alto Don Quinto sta conversando con Velso, il nostro accompagnatore ufficiale. A destra la croce in ferro posta all’ingresso della sacrestia. Qui sopra il portale in pietra con lo stemma Ligi.

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I nonni ci hanno raccontatoDall’album di Gessica

Angiolin bellin bellino

Filastrocca raccontata dalla nonna Carla alla nipotina Gessica

Angiolin bellin bellinocon quel capo ricciolinocon quegli occhi pien d’amoreangiolino ti dono il cuorete lo dono tutto tuttoma ne lascio un pezzettinoda portare a Gesù Bambino.

PatrizioIl tuo sorriso era così luminosoche si vedeva ancor prima di incontrarti

Le tue parole sempre così careche ti facevano sentire davvero speciale.

I tuoi abbracci erano così forti da essereun sostegno per tutta la giornata.

Poi, tra le infinite vie del Signoreti sei perso...Il buio ti ha circondato,e hai trovato un unico rifugio.

Ora in quel rifugio, nel quale ci haiprematuramente precedutocercheremo per sempre il tuo sorriso,ascolteremo per sempre le tue parole,ci conforteremo per sempre dei tuoi abbracci.

Mariella e Silvia

La Parrocchia in S. Maria delle Grazie di Anghiariabbraccia con l’amore misericordioso di Dio questi bambiniche hanno celebrato per la prima volta il Sacramento della Riconciliazione:

Letizia Alfonsi Alessia CorsiElisa Bergamini Matteo CorsiIrene Bigiarini Matteo GalardiniFrancesca Bigoni Valentina Ghignoni

Giulia Bigoni Filip Mara HorosziewiczFederico Bindi Francesca LanziIrene Boncompagni Giulia MagriniGinevra Borgogni Filippo Manenti

Michelle Bruni Gabriele Alexis ManentiErika Tania Bruno Giulia MercatiJacopo Bruschi Irene PicciniAnna Buffetti Matilde Rossi

Matilde Camaiti Pietro WaltersLorenzo Ceppodomo Francesca ZuccaSofia Citernesi

Offerte per la parrocchia

In memoria di Patrizio Bassani la famiglia ha fatto pervenire 500 euro per le attività giovanili dell’Oratorio.

In memoria di Faliero Merendelli la famiglia ha consegnato la somma di 100 euro per le attività della parrocchia.

Grazie per la vostra generosità.

Anghiari, Sabato 18 Maggio 2013, ore 16:00

O Padre, che con pazienza e amore perdoni i nostri peccati, ti ringraziamo per la Prima Confessione di questi bambini.Possano, da questo momento in poi, essere ancora più vicini a Te e trovino nella nostra Comunità, persone sempre pronte a sostenerli e ad accompagnarli.Fa che noi, per primi, sentiamo la necessità di riconciliarci continuamente con Te, per po-terti annunciare con più consapevolezza.Aiutaci ad essere testimoni entusiasti di Te, perché in noi, vedano persone felici di seguirTi.

Aurora, Camilla, Donatella, Federica, Riccardo.

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L’angolo sprizzacervellidi Ravella Merinista [email protected]

13° quesitoI camminatori

Tre turisti camminatori dispersi nell’Alpe della Luna soffrono una grande sete; dispongono di 21 borracce ma, controllando meglio, si accorgono che solo 7 sono piene, 7 sono a metà e 7 sono vuote; sapreste dire come possono fare una divisione equa delle borracce in modo che a ciascuno tocchi lo stesso numero di borracce e la stessa quantità di acqua?

Soluzione del quesito del numero scorso

Visto che i dieci personaggi dicono cose tutte diverse si può dedurre che :-Nessuno dice la verità oppure uno solo dice la verità-Se nessuno dicesse la verità avrebbe ragione l’ultimo, cioè Marzulino, ma in quel caso Marzulino non sarebbe bugiardo e quindi non sarebbero più dieci i bugiardi.L’unica alternativa possibile è quella di Gnorgnella; lui solo dice la verità, gli altri nove sono bugiardi.(non era facile, vero?!)

[email protected]

QUESTO NUMERO È STATO OFFERTO DALLE GRAFICHE BORGO

Nell’ambito della collaborazione delle Grafiche Borgo con l’attività editoriale della Parrocchia di Anghiari, volentieri segnaliamo che questo numero dell’Oratorio è stato da loro stampato del tutto gratuitamente. Questo ci ha permesso, anche nel 2012, di pubblicare ben 3 inserti di 8 pagine, con notizie e approfondimenti sulla storia di Anghiari.

Sono ormai diversi decenni che la Parrocchia di Anghiari si avvale dell’opera di questa Azienda per le proprie necessità editoriali.

La loro esperienza e la loro tecnica si è ormai consolidata nella grafica e nella stampa tradizionale.

Il nostro grazie sentito va ai dirigenti e alle maestranze delle Grafiche Borgo.

Ricordando Costantino(dagli amici detto anche Gosto)

Alla bella età di 94 anni, a meno di un anno di distanza dalla moglie Ermelinda, Costantino è tornato in Cielo.

Pochi giorni prima del suo trapasso era sofferente e respirava a fatica, ma era ancora in grado di riconoscere me ed il babbo e dimostrare riconoscenza per avergli portato un soffio di aria del Bagnolo, dove era nato.

È stata una lunga amicizia quella fra le nostre famiglie, vicino di casa dei miei genitori, fino ad una ventina di anni fa, quando si trasferì a Sansepolcro con la figlia.

Era sempre sorridente e cordiale, anche dopo il grave incidente che gli amputò un braccio e lo costrinse a rinunciare

alla guida ed al lavoro; finché abitava al Bagnolo potevi però spesso vederlo con una zappa in mano per curare il suo orticello, fedele alla sua laboriosità.

Gestore di un mulino ad acqua, per il trasporto delle sue granaglie possedeva, quando le auto erano per pochi, un camioncino con il quale, da piccola, ho ricevuto numerosi passaggi per il paese e per questo gli serbo viva gratitudine.

Ricordo ancora l’odore buono delle farine che uscivano dalle enormi macine di pietra e la patina di polvere che ricopriva i suoi abiti ed il suo viso.

“La reglia”, il “botaccio” e i “bocchettoni” erano per noi ragazzi gli scenari abituali, ma sempre attraenti attorno ai quali vivevamo. Le belle immagini della vita di una volta che Costantino mi ha offerto vivono nitide nel ricordo.

Marida

Il Crocifisso della Croce

Un ringraziamento ai fedeli della Chiesa della Croce che, da quando è stato sistemato il nuovo crocifisso nella facciata della chiesa, a sinistra prima di entrare, lo onorano con alcune piante fiorite alla sua base. Grazie per questo gesto di attenzione e fede, che ha suscitato l’apprezzamento di tante persone.

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Intanto la scuola fa il pieno di iscrizioni per il prossimo anno scolastico.

Nuova vita per il Liceo Artistico di Anghiari

È già realtà il nuovo indirizzo della LIUTERIA con il relativo corso di formazione per adulti.

Un sogno che si è finalmente avverato: è diventata operativa, nel rinomato istituto scolastico anghiarese, la nuova offerta formativa che vede nello studio della Liuteria il suo principale punto di forza. Grazie alla sinergia tra le istituzioni locali e la dirigenza del Liceo Artistico “Piero della Francesca” di Arezzo, risuonano già nei laboratori della scuola anghiarese le prime note degli strumenti musicali che gli studenti della prima classe hanno ideato e costruito, sotto l’attenta guida dei due maestri liutai, nel corrente anno scolastico. Unico l’obiettivo: far diventare Anghiari un importante polo formativo legato sia alla tradizionale Arte del Legno che alla Liuteria, così che il suo Nuovo Liceo Artistico possa ritornare ad essere il punto di riferimento, nel prestigioso settore dell’artigianato artistico di qualità e volano di sviluppo per l’intero territorio. L’aggregazione, poi, al Convitto Nazionale di Arezzo permetterà a tutti gli studenti italiani e non di iscriversi all’unica scuola del Centro Italia che ha all’interno della propria offerta formativa il primo indirizzo della Liuteria nel quale, attraverso un attento studio delle tecniche costruttive del passato e seguendo criteri rigorosamente filologici, l’allievo possa non solo riprodurre antichi e moderni strumenti musicali, ma anche intervenire sulla loro conservazione e restauro.

Per venire incontro, poi, alle tante richieste arrivate alla scuola dal mondo degli adulti, è stato organizzato uno specifico corso di formazione per quanti desiderino apprendere, per motivi di lavoro o per semplice passione personale, i rudimenti della costruzione e della manutenzione di strumenti a corda, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e le Associazioni di Categoria. Articolato in due incontri mensili e per una durata di 160 ore, è già in svolgimento nei fine settimana concordati volta per volta con gli iscritti, al fine di facilitarne la più ampia partecipazione. Resta comunque possibile iscriversi anche successivamente all’inizio delle lezioni, grazie alla flessibilità e personalizzazione dell’intervento.

Competenti ed appassionati i due maestri liutai, veri protagonisti dell’iniziativa, gli stessi che collaborano con la scuola per l’introduzione di questa materia nel normale curricolo didattico: Gioachino Giussani e Fabrizio Lepri. Il primo è nipote del celebre liutaio di Vignate, Carlo Raspagli, nel cui laboratorio milanese ha imparato il mestiere, spinto, come dice lui, “dall’idea di far suonare il legno e di ottenere i migliori risultati nei limiti delle mie capacità e possibilità”. Gioachino vive ed opera da diversi anni nelle campagne di Anghiari e le sue chitarre sono apprezzate in tutto il mondo. Tra i suoi sostenitori si conta anche il celebre chitarrista spagnolo Pepe Romero.

Più che un artista, Gioachino ama definirsi un artigiano, magari con la “A” maiuscola. Anghiarese doc, invece, il secondo, Fabrizio. Diplomato in violoncello e contrabbasso presso il Conservatorio di Musica di Perugia, si è dedicato poi allo studio della viola da gamba ed alla prassi esecutiva su strumenti storici. Insegna organologia e conservazione degli antichi strumenti presso importanti scuole ed accademie di musica del Centro Italia. Una decina gli attuali corsisti,

provenienti da località anche molto lontane da Anghiari come Siena e Bologna, tutti accomunati da una grande passione per questa che sicuramente è tra le più antiche e nobili arti della lavorazione del legno.

Buone notizie anche sul fronte delle iscrizioni alla prima classe per il prossimo anno scolastico, dove la scuola ha fatto il pieno. Sono venti infatti gli studenti che, conseguito il diploma di terza media, hanno scelto il nuovo liceo artistico di Anghiari per proseguire i propri studi nella scuola secondaria superiore e prepararsi così, nel migliore dei modi, a perfezionare la propria formazione in ambito universitario o a mettere subito a frutto le conoscenze ed abilità conseguite, inserendosi nel mondo del lavoro.

Tutto questo è sicuramente accaduto grazie alle importanti novità introdotte nella propria offerta formativa caratterizzata non solo, come detto sopra, dall’introduzione della liuteria ma anche dall’attivazione di un secondo indirizzo dedicato alle moderne tecniche di comunicazione audiovisive e multimediali, per le quali la scuola anghiarese è l’unico istituto dell’intero comprensorio valtiberino, sia umbro che toscano, autorizzato all’attivazione da parte dei competenti organi ministeriali.

Nuova vita, quindi, per il Liceo Artistico di Anghiari che dopo oltre cinquant’anni è ora in grado di continuare nel tempo a formare le nuove generazioni, offrendo loro accanto ad una più marcata preparazione culturale, la possibilità di realizzarsi in interessanti ed inediti futuri sbocchi professionali.

Orteip 2013

Le foto di questa pagina:In alto il gruppo degli iscritti al corso sulla Liuteria con i due insegnanti Giussani e Lepri;Al centro il docente Fabrizio Lepri con due corsisti;In basso l’aula audiovisivo-multimediale del nuovo Liceo Artistico.

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

Spigolature

Assemblea e pranzo “pro-Caritas” - Domenica 28 aprile si è svolta nel salone di rappresentanza della nostra Confrater-nita l’annuale assemblea con all’ordine del giorno l’approva-zione del bilancio consuntivo 2012 e del bilancio preventivo 2013. Al termine dell’assemblea, nella cappella di San Mar-co, il nostro correttore spirituale don Marco Salvi ha prov-veduto alla benedizione del nuovo labaro dell’associazione e alla benedizione del nuovo dipinto che abbellirà la nostra piccola chiesa.Il dipinto, realizzato dal pittore anghiarese Vincenzo Calli, rappresenta le “Nozze mistiche di Santa Caterina d’Alessan-dria”. L’opera è particolarmente bella e significativa. La cit-tadinanza è invitata a prenderne visione.Alle ore 13 ha avuto luogo un momento conviviale presso la parrocchia di Micciano, con il ricavato (euro 580) devoluto alla locale Caritas Parrocchiale.

Inviateci il vostro indirizzo di posta elettronica - Chiedia-mo a tutti i nostri soci, titolari di un proprio indirizzo di po-sta elettronica (o comunque con accesso a indirizzo di posta elettronica di uso familiare intestato al coniuge, ai figli, ai nipoti ecc…-) di volercelo comunicare. Ciò ci permetterà di tenervi meglio informati sulle notizie riguardanti la vita del-l’Associazione. Potrete comunicarci la vostra “mail” presso [email protected]. Grazie.

Prosegue l’impegno del progetto “Diamoci una scossa” - È la volta della comunità di San Leo che ha già prenotato due defibrillatori semi-automatici. Nel frattempo ha preso parte al corso di preparazione con ben 34 volontari della frazione. La consegna dei defibrillatori e degli attestati è prevista per domenica 19 maggio. La comunità sta valutando i due luoghi nei quali piazzare i due preziosi strumenti.Anche l’amministrazione comunale ha commissionato l’ac-quisto di un nuovo defibrillatore che, crediamo, verrà collo-cato presso il locale Palazzetto dello sport.

Nel disegno di Loris Babbini la Madonna della Misericordia.

Le vostre offerte fino a tutto aprile

Agostini Maria Lazzerini - la famiglia alla memoria 350Anonimo (P.G.) 50Anonimo (Z.B.) 100Anonimo in memoria di Bassani Patrizio 250Antoniucci Silvia e Rita in memoria di Antoniuc-ci Severino e Padelli Erminia 20Bassani Patrizio - la famiglia alla memoria 500Benedetti Luisella Rosa in memoria di Babbini Grazia 100Berlicchi Franco - la famiglia Berlicchi Antonio alla memoria 150Boschi Vadero 20Cangi Eva Bartolini 100Carboni Lucia - la famiglia Panichi alla memoria 100Carnevale della Gioventù 100Chiarentin Luca 20Chiarentin Umberto 5Chiasserini Giuseppa Vera 50Comanducci Valeriana - la famiglia alla memoria 300Crocioni Amneris - la famiglia Guadagni alla memoria 50Donati Maria - la famiglia Buricchi in memoria 235Fastacchini Vally 50Fiori Giovannino in memoria di Graziella Ulivi ved. Bruni 100Gennaioli Franco in memoria di Guerrini Ombretta 250Gennari Annibale e Battistoni Clotilde 20Gino Bassani - la famiglia alla memoria 320Giorgi Carla e Ghignoni Enrico 30Maffucci Rina - la famiglia alla memoria 100Mammoli Marida e Redenti Mario in memoria di Angio-lino Vichi 200Maurizi Umberto e Pacini Vanda 100Mearini Maria - la famiglia alla memoria 140Mercati Flavio in memoria di Mencherini Giovanni 100Merendelli Faliero - la famiglia alla memoria 430Merendelli Faliero - la famiglia Livi alla memoria 100Moretti Vera in memoria di Comanducci Valeriana 20Paletti di Barliano in memoria di Giorni Gina 20Pallini Carlo 10Pernici Cecilia - la famiglia alla memoria 50Radzivonik Roberta in memoria di Guerrini Ombretta 10Radzivonik Roberta in memoria di Merendelli Faliero 10Radzivonik Roberta in memoria di Poggini Carla 10Raffaelli con le nipoti Donatella e Debora Marinari in memo-ria di Merendelli Faliero 10Santi Elda Bonarini - la famiglia alla memoria 100Tofani Rosa - la famiglia Meozzi alla memoria 110

Che Dio ve ne renda merito!

Ancora nuovi soci

Cesari SaraGiovagnoli GabrieleMolfese LauraProcelli Anna

A tutti loro il nostro più fraterno ringraziamento

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

TORNA LA PODISTICA ANGHIARESE “DORANDO PIETRI”Grazie all’impegno del Gruppo Fratres e dei suoi volontari

Il Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Anghiari, oltre a svolgere un ruolo sociale importante e significativo nel set-tore sanitario, sta lavorando al meglio anche in ambito spor-tivo, promuovendo alcune iniziative interessanti. Tra queste spicca l’organizzazione d’una prossima gara podistica in programma per Domenica 7 Luglio, in occasione dell’an-nuale Festa Estiva del Donatore. La competizione, tuttora in cantiere per quanto riguarda vari dettagli espositivi, avrà un tracciato di circa 10 chilometri e percorrerà luoghi caratteri-stici dei dintorni anghiaresi, passando dalla piana di Viaio fino a risalire nel centro storico. L’evento interesserà atleti provenienti da tutta la provincia aretina e dalle regioni limi-trofe, ma qualsiasi appassionato di sport potrà prendere parte alla giornata, fosse soltanto per coprire il tragitto di gara per una semplice sgambata o passeggiata in famiglia. La giornata assume valore aggiunto, perché gli organizzatori intendono recuperare una tradizione locale che ha le proprie origini so-stanziali agli inizi degli anni Ottanta: quella del podismo e della cultura del movimento sportivo amatoriale. Nell’autun-no del 1984, infatti, nasceva proprio ad Anghiari la società “Podistica Anghiarese Dorando Pietri”. Lo scopo fu riunire in gruppo e sotto la stessa bandiera i giovani appassionati podisti di paese.

Il tentativo era quello di diffondere la passione per la cor-sa, da fare soprattutto in ambiente naturale. A quel tempo il gruppo annoverava 6 persone, autentici pionieri, unite essen-zialmente dal gusto di correre insieme lungo i tratti collinari di Anghiari. La Via del Carmine e i crinali di Col di Paiolo erano tra i loro percorsi elettivi.

Corri oggi e corri domani subentrò in quel periodo anche la voglia di confronto con altri realtà atletiche. Il territorio tiberino aveva già nella vicina Umbria la presenza di gare podistiche importanti. Tra queste la “Maratonina Lamarina”. Come ogni corretta modalità di far progetto insegna, i nostri giovanotti andarono a conoscere gli organizzatori umbri per carpirne i segreti e con la ferma intenzione di mettere in pie-di una competizione anche nel territorio di Anghiari. Nella primavera del 1984 la neonata Podistica Anghiarese “Doran-do Pietri”, riuscì infatti a far correre la prima edizione del Trofeo “Dorando Pietri” ad Anghiari, ottenendo un riscontro di partecipanti positivo. Nello stesso anno, durante la Festa dei Bringoli di Novembre, venne organizzata una corsa a ca-rattere paesano aperta anche ai bambini. Fu un vero successo. Il sodalizio aprì in quell’occasione sotto Le Logge un piccolo stand per raccogliere le iscrizioni al sodalizio, raccogliendo

circa 50 simpatizzanti. Con l’inizio del 1985 crebbero le am-bizioni e la società podistica mise a punto l’affiliazione alla Federazione Italiana di Atletica Leggera sezione Amatori. La scelta permise di entrare in contatto con una più vasta realtà dedicata al podismo e di avere accesso ad un sistema di comunicazione che avrebbe portato ad Anghiari decine di corridori, ogni qual volta il Trofeo “Dorando Pietri” veniva messo in palio. Poi, nel tempo, alcune difficoltà organizza-tive fecero scomparire la competizione. La principale si ri-velò la difficoltà di creare i ricambi generazionali necessari intorno ai podisti e in seno al nucleo dirigenziale. Tuttavia la società di quegli anni vanta una partecipazione ai Campionati Italiani di Maratona che si svolsero a Roma a metà degli anni Ottanta. In seguito, chi fece parte della Podistica Anghiarese ha potuto mettere nel proprio palmarès varie presenze nelle corse di Maratona più famose al mondo, quali Londra, New York e altre. Alcuni di questi non hanno mai smesso di cor-rere per diletto.

Con l’impegno del Gruppo Sportivo dei Donatori di San-gue auspichiamo che la Podistica Anghiarese rinasca dalle ceneri dell’oblio e possa spiccare, con nuove intenzioni, quel volo che meritava allora e meriterebbe oggi.Paolo Rossi

La fotoAnghiari 1987: una rara immagine dei componenti la società podi-stica Dorando Pietri. Si possono riconoscere davanti e da sinistra: Paolo Rossi, Giuseppe Ricceri, Roberto Brondoli, Ennio Meozzi, Walter Capacci, Adriano Giorni, Marino Merendelli.Dietro: Loris Leonardi, Giulio Calli, Alessandro Severi, Fabrizio Lazzerini.

F A T T I U N R E G A L O: D O N A!!!Donare sangue è un grande regalo che fa bene agli altri ed anche a te

Diventa anche tu un donatore di sangue Fratres

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...dal Gruppo Fratres

DONAZIONI IN AUMENTO NEI PRIMI MESI DEL 2013Il bel risultato raggiunto grazie all’impegno dei nostri volontari

Sangue Plasma Multicomponenti Totale Diff. 2012Gennaio 35 23 01 59 -01Febbraio 30 25 01 56 +11Marzo 36 28 -- 64 +03Aprile 44 25 01 70 +08

TOTALI 145 101 03 249 +21

LE PROSSIME INIZIATIVE DEL GRUPPO

Festa estiva 2013

Il programma

Domenica 7 luglioPiazza Baldaccio

Ore 09.00 - PREVENZIONE VITA: controllo gratuito di pressione del sangue, colesterolo e glicemia in collaborazio-ne con i volontari della Misericordia.

Ore 09.30 – CORSA PODISTICA: 1° TROFEO FRATRES “ CITTA’ DI ANGHIARI ” Settori agonistico e promoziona-le-non competitivo.Ore 20.30 – SPETTACOLO DI ARTE VARIA in piazza. A seguire, Estrazione Sottoscrizione interna a premi.

Le altre manifestazioni

A) Viaggio turistico: La Puglia e le isole TremitiS. Giovanni Rotondo, Fasano, Alberobello.18/19/20 AGOSTO 2013.

B) Pellegrinaggio regionaleCome ogni anno, tutti i 330 gruppi Fratres della Toscana si ritroveranno per il consueto pellegrinaggio ad un Santuario Mariano. Questa volta è stato scelto il Santuario aretino delle Vertighe, presso Monte S. Savino. Sabato 05 ottobre

C) Giornata del Donatore di Sangue Sabato 14 Dicembre: “CONVEGNO MEDICO”; Domenica 15 Dicembre: “S. MESSA E PRANZO SO-

CIALE”

Il Consiglio Direttivo

LA DONAZIONE DEL SANGUENON DEVE ANDARE… IN FERIE!!!

Per scongiurare una qualsiasi emergenza estiva nei nostri ospedali, è importan-te che la donazione del sangue non vada in ferie!!! È necessario che i nostri volonta-ri rispondano prontamente, anche in questi mesi, alla chiamata del Gruppo.

Prima di andare in ferie, quindi, conferma questo impegno di solidarietà uma-na e cristiana, recandoti con sollecitudine al centro trasfusionale!

Le foto di questa pagina

A sinistra - Dall’archivio delle feste estive, anno 2012: In piazza Baldaccio si sta effettuando il con-trollo gratuito della glicemia e del colesterolo.

A destra - La sala prelievi del cen-tro trasfusionale di Sansepolcro.

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Don Nilo

Commemorazione di don Nilodi suor Giovanna Negrotto

Il primo incontro con Don Nilo fu ascoltando e ammirando la Corale di Don Vittorio Bartolomei, un 15 agosto dell’immediato “dopo-guerra”. E poi, entrò nella mia vita come un grande aiuto spirituale e, direi... “profeta”, anche sapendo sempre “leggere i segni dei tempi e ascoltare” i gridi della storia.

Quando (dopo i primi passi contemplativi della mia vocazione) sentii di andare ad aiutarlo con i giovani e i malati, mi spalancò subito tutte le porte anche quella della sua Casa Natale, per “la Croce”, dove – per anni – ci si ritrovò ogni sera (io e loro! “quei citti”, come diceva lui).

Di lui mi colpì subito il suo essere: ...semplicità in preghiera; e... preghiera continua! In ogni situazione; in ogni momento... Ci si sentiva “a casa” con lui; eppure anche... elevati, nella sfera delle cose di lassù. Nei viaggi.

Da pellegrini! A Lourdes e ad altri Santuari, come anche alle Catacombe.

Seduti accanto molto spesso, si parlava di Dio, immersi nella Presenza, con gioia!

Si andava a visitare una persona malata o morente e – per strada – era tutto un sussurro di Giaculatorie, specie al Sacro Cuore (di cui era devotissimo!), mentre dando l’ostia a quel malato, sapeva così bene confortarlo, che ne vedevi gli occhi grati e felici... “rassicurati”.

Un giovanissimo fratello mio, ai tempi del digiuno, si confessò una mattina di non poter fare la comunione, perché aveva mangiato i chicchi freschi del grano nuovo; e lui: “Ah sì! … ma è come una medicina!”

Gli confidavo la mia speranza di poter contattare anche, un giorno, i giovani operai delle fabbriche e subito m’introdusse a un colloquio con Gustavo Soldini.

Quando alla vigilia del mio primo incontro e dialogo con loro, vado da lui impaurita: «Don Nilo! Domani incontro tre classi di trenta ragazzi in fabbrica stessa: che gli dico...?», lui subito, candidamente: «Che fanno?!»... «Le scarpe» « E... gli parli di scarpe!» Fu lì dentro, dove ormai ero diventata di casa, come anche all’INGRAM, che conobbi presto il caro Vescovo Don Giacomo Babini, allora cappellano della BUITONI.

Già molto malato, lo portavo in “500”, su per le colline intorno e lui mi faceva fermare qua e là ai piccoli cimiteri a pregare e benedire, con dei bei “Gloria al Padre”, perché (gli dicevo): che preferivo pensare alla morte, come una GLORIA in Dio, piena di gioia! più che a un “RIPOSO” fermo, eterno, un po’ noioso!... Era d’accordo!

Quante cose ci aveva permesse!... a me e a “quei citti!” Perfino: la prima Messa “beat” (di Giombini) nella chiesina di SANTO STEFANO, appena riportata alla sua prima stupenda struttura “pre-Romanica” dell’8° sec.!

E... Palazzo Taglieschi: quante fatiche e sofferenze gli vedevo affrontare, per regalare ad Anghiari, così tante cose buone e belle. Anche L’ORATORIO fu un altro (ultimo per lui...!) segno del suo amore per questo Paese bello!

Colto, e raffinato spiritualmente, per lui però, la PRIORITÀ assoluta, era la preghiera come RESPIRO, largo, continuo, anche quando “incontrava”!... sapendo anche scherzare con il suo senso dell’umorismo lieto; e il suo sorriso buono.

Aveva una fiducia cieca, in Dio e mi diceva che... era la

nostra “livrea”Gli ultimi giorni, ebbi

la Grazia di stargli accanto per ore, in Ospedale. Non poteva più parlare, ma ti accorgevi che pregava sempre.

L’ultima notte (andata a riposare un po’), feci un sogno: ero con lui e ripetevo: “Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo – Santo... Santo... Santo! E lui, intanto, stava salendo in Cielo.

Sì! Nella “Luce Gloriosa” del VIVENTE, più... che nel “riposo” statico, della morte!...

Alleluja! Magnificat!Anghiari 5 maggio 2013

Messaggio giunto da Roma ed inviato da Giuseppe Fa-stacchini.

Miei cari compaesani, poiché non so chi riceve questa mia, mi sono emozionato per le pag.36 e 37 del nr.2 Aprile-Maggio 2013, per i personaggi citati:

Don Nilo e la cara Novella. Personaggi che ho vissuto in diretta sin dal 1941, anno della mia nascita.

Con la Novella ci ho chiacchierato fino a non molto tem-po fa, sempre familiare e spiritosa, si è perso un altro pilastro della vecchia famiglia anghiarese.

Don Nilo, personaggio amorevole, integerrimo, sempre disponibile, in gran parte sono cresciuto dentro la Proposi-tura, l’Armida brontolona e Dante che ci correva dietro per-ché andavamo a suonare le campane e correndo facevamo cadere le panche.

Don Nilo ha superato il periodo della guerra, del dopo-guerra quando alcuni intendevano fare della Propositura il “granaio del popolo” e una volta il buon Settimio li fece scappare via minacciandoli con la scure a mezzaluna per pu-lire i tronchi.

Don Nilo ha aiutato tanto la famiglia anghiarese dando alloggio e possibilità di studio a chi ne aveva bisogno senza chiedere.

Ha vissuto con il suo indimenticato “serafico sorriso” che lo distingueva. Nel 1972, anno del mio matrimonio, ebbi il piacere di ricevere come pensiero augurale una foto con de-dica, in cornice, del volto della Madonna Lignea che cam-peggia su una cassettiera di fronte al letto ed è una delle pri-me cose che vedo in prima mattina, così penso anche al mio Proposto che mi ha accompagnato per un bel po’ d’anni.

Don Nilo Conti, Monsignore, un vero ed indimenticato PROPOSTO da Ns Signore per accudire ed amare il gregge costituito dalla bellissima famiglia anghiarese.

Un caro saluto.In alto il testo della lapide che verrà collocata in Propositura.Nel prossimo numero i ricordi di monsignor Giacomo Babini e don Arialdo Ruggeri.

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Alluvione a La PlataLa parrocchia di Anghiari in aiuto alla popolazione di quella città

Ecco la foto al termine della Celebrazione della Cresima. Qui siamo alla Badia e vediamo al centro l’Arcivescovo Ric-cardo Fontana assieme ai trenta ragazzi che poco prima ha cresimato. Come di consueto, la Processione della S. Croce si è snodata per le vie di Anghiari fino alla Badia. Qui il Vescovo ha impartito la benedizione a tutti i presenti e poi ha posato per la tradizionale fotografia con i “nuovi cristiani di Anghiari”.

Assieme a loro vediamo i catechisti Iride e Giuseppe che li hanno accompagnati con affetto e competenza in tanti anni di cammi-no. Poi gli altri catechisti che in questo ultimo anno si sono affiancati: suor Augusta, Linda e Aurora. Infine la Valentina, catechista di San Leo, con i suoi ragazzi che hanno ricevuto la Cresima insieme ai loro amici di Anghiari. (foto Sttudio F10, Anghiari)

Foto ricordo al la Badia

Da alcuni anni il nostro paese è gemellato con la città di La Plata in

Argentina. Purtroppo questa po-polazione agli inizi di aprile, pre-cisamente la sera del 2, ha avuto un evento disastroso. Una allu-vione indescrivibile ha causato, solo nella città di La Plata, circa 48 morti e ha messo in difficoltà moltissime famiglie che hanno perso praticamente tutto.

La parrocchia di Anghiari si è sentita in dovere di aiutare la popolazione di La Plata racco-gliendo dei fondi in tutte le no-stre chiese domenica 21 aprile, inviandoli poi alla parrocchia di San Cayetano di La Plata dove c’è un centro della Caritas che sta aiutando le popolazioni col-pite da questa grave calamità e con il quale ci siamo messi in contatto.

Nel prospetto a lato la somma raccolta nelle chiese (938 euro). Segnaliamo che a questo importo si è aggiunto quello promosso dal Fan Club italiano dell’Estudiantes de La Plata con in testa José Marzi, raggiungendo così la cifra di 1.633 euro.Nel prossimo numero completeremo le informazioni sull’inizia-tiva con ulteriori articoli.Nel riquadro le somme raccolte nelle chiese di Anghiari.Sotto, le persone in fila a chiedere aiuto nella parrocchia di S. Caye-tano.

La raccoltaS. Stefano € 220,00Tavernelle € 150,00Propositura € 355,00Croce € 48,00Carmine € 165,00TOTALE € 938,00

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Notizie dalle parrocchie di Monterchia cura di Matteo Romanelli

Dalle nostre Parrocchie

Preceduto da un bel ritiro spirituale a Monte Casale, gui-dato dal parroco don Quinto e dalla catechista sig. Elena Londei, i seguenti fanciulli hanno ricevuto, nel pomeriggio di domenica 28 aprile, il Sacramento della Cresima dall’Ar-civescovo Riccardo:

Diego BartolomeiGabriele MassiSofia FischiLeonardo NicchiAnthea GattiTeresa PolveriniAlessandro GiovitiLuca RossiMaria GiuntiniDiego Tortori

Il 31 maggio, presso il Cenacolo di Montauto, si è tenuto il ritiro spirituale dei seguenti diciassette fanciulli che saran-no ammessi alla Prima Comunione nelle domeniche 2, 9 e 16 giugno nelle parrocchie di Monterchi, Pocaia, Le Ville e Padonchia:BACCI NOEMI – BARTOLOMEI GIADA – BARTOLO-MEI MIRKO – BRACCI ALESSIO – CAPPIETTI ELENA – CERINI SARA – DONATI SIMONE – FISCHI LOREN-ZO – FRANGIPANI ELISA – GORACCI GIORGIA – LIGI ALESSIO – MANCINI ALESSIA – MASSI REBECCA – NICCOLINI GIORGIA – SEVERI LENA – TOFANELLI DESIRÉ – TORTORI GAIASono stati preparati dalle catechiste Clara e Paola Giuntini, che il parroco ed i genitori ringraziano.

Auguri ai novelli sposi Luca Dominici e Gessica Ubaldi, Emmanuel-Guido Draghi e Barbara Romolini, che celebre-ranno il matrimonio nel prossimo mese di giugno.

Lunedì 24 giugno - ore 19,00, nella frazione di Tarsigna-no, S. Messa nel giorno della festa del S. Patrono Giovanni Battista.

Sabato 29 giugno - ore 19,00, S. Messa a Ripoli, nel gior-no dei Ss. Patroni Pietro e Paolo.

Domenica 28 luglio, nel pomeriggio, S. Messa all’aperto al Pog-gio della Madonna presso la Maestà della Murcia di Pianezze.

Giubileo d’oro per don Quinto

Sabato 29 giugno ricorre il Cinquantesimo dell’Ordinazio-ne presbiterale del nostro parroco-arciprete Don Quinto Gior-gini, avvenuta nella cattedrale di Sansepolcro lo stesso giorno del 1963, per mano dell’allora Vescovo novello Abele Conigli, che celebrava la sua prima Ordinazione Sacerdotale.

Domenica 30 giugno alle ore 17, presso la Chiesa Arci-pretale di S. Simeone in Monterchi, confratelli, parenti, amici e tutti i fedeli delle parrocchie monterchiesi si uniranno a don Quinto per celebrare insieme la S. Messa di ringraziamento del suo Giubileo d’oro.

Dopo il sacro rito ci sarà un momento conviviale a cui tutti sono invitati a partecipare. Tanti auguri da parte dei re-dattori e lettori dell’Oratorio.

In alto la foto di don Quinto tratta dal calendario 2010 edito dal-l’Oratorio di Anghiari ed eseguita da Luca e Mario Del Pia.

Lorentino e PergentinoLa loro festa cade il 3 giugno, però purtroppo sono poco ricordati. Questa cosa ci è tornata alla mente trovando che

fino ad alcuni anni fa i nomi di Lorente e Pergente erano usati anche nelle nostre zone, soprattutto per i fratelli. Infatti, secondo la tradizione, i due santi erano fratelli. E la storia ecclesiastica ci trasmette che oltre ad essere fratelli di sangue furono anche fratelli nel martirio perché insieme ricevettero la pena di morte. La loro è una delle prime testimonianze cristiane nella zona di Arezzo. Siamo nel III secolo, all’inizio cioè dell’evangelizzazione della terra aretina, che avvenne ad opera di Donato (secondo vescovo di Arezzo) e grazie ai giovani Lorentino e Pergentino, morti per la fede cristiana. Perciò sono chiamati protomartiri aretini.

Nella zona, tuttavia, non c’erano chiese dedicate a questi santi. Mentre a san Donato, vescovo e martire, diverse chiese ne portavano il titolo. Attualmente le chiese di Scoiano e Tubbiano sono dedicate a san Donato.

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Dalle nostre parrocchie

da Miccianoa cura di Cristina e Giuseppe

da San LeoI nostri appuntamenti

da Tubbianoa cura della Rita e della Rina

Tubbiano - I giorni importanti del Triduo Pasquale sono da sempre vissuti con intensità da tutte le nostre comunità anche quelle più piccole. Però in queste non è sempre facile avere le celebrazioni di tutti i riti liturgici previsti, ma la fede e la pietà popolare riescono a non far passare inosservati questi giorni.

A Tubbiano, tra il Giovedì e il Venerdì santo, un gruppo di fedeli si sono ritrovati in chiesa per l’esposizione dell’im-magine del Gesù morto, e davanti ad essa ci sono stati dei momenti di preghiera semplici ma profondi, che hanno coin-volto i presenti.

Il 27 Aprile abbiamo festeggiato il sacramento della prima Con-fessione di alcuni nostri bambini del catechismo, Linda e Cesare e, nonostante i piccoli numeri, è stata davvero una grande festa ricca di emozioni, culminata con un bel convivio serale.

Sono mancati all’appuntamento due ragazzini, Daniele e Alessandro, così abbiamo deciso di fare doppia festa ed in occasione della chiusura di questo anno catechistico, ripete-remo anche il sacramento della Conciliazione per loro.

Con l’occasione vorrei fare un appello agli adulti, geni-tori, parenti e noi catechisti stessi, a riscoprire il sacramento della Conciliazione perché sicuramente più dei nostri ragazzi e dei nostri figli abbiamo bisogno di far pulizia nei nostri cuori e di chiedere scusa. Impariamo a chiedere scusa, ad ascoltare, e ci accorgeremo di come sia più facile sopportare le difficoltà di ogni giorno; ci sentiremo meno soli stando in pace con noi stessi e con gli altri.

Il 3 Maggio, “gemellati” con Anghiari, tre dei nostri ragaz-zi più grandi: Michele, Aurora ed Alice hanno ricevuto per mano del Vescovo Fontana il sacramento della Cresima. Una festa iniziata con la veglia della sera del 2 maggio di ritorno dal ritiro al Cenacolo e culminata con la celebrazione del ve-nerdì pomeriggio in Propositura. Che emozione vedere ben trenta ragazzi diventare nuovi Cristiani e Testimoni e non meno emozionante vedere alcuni genitori commossi e con gli occhi lucidi.

Raccogliamo l’appello del Vescovo e con l’aiuto dello Spirito Santo e dei suoi doni affrontiamo questo cammino che è la vita, tanto bello quanto faticoso.

Già, perché il Vescovo ci ha detto che non esistono scor-ciatoie, non esiste nulla di facile, nulla di gratuito, ma le sof-ferenze e le fatiche che viviamo ogni giorno, come quelle che esemplarmente sostiene anche ogni donna al momento del parto per dare alla luce una nuova vita, sono ampiamente ripagate se sappiamo vedere la bellezza di ciò che il loro su-peramento produce.

Aiutiamoci gli uni gli altri ad affrontare le avversità della vita e ne vedremo i risvolti migliori, riuscendo ad apprezzare ogni singola bella cosa, sensazione e affetto che la vita stessa ci riserva!

Questi gli appuntamenti che si stanno svolgendo nel mese di maggio, mentre il giornale è in stampa. Nel prossimo numero ne potremo riparlare ancora.

Per tutto il mese di maggio, ogni sera alle 21.00, preghiera a Maria con il Rosario nella chiesa di Tubbiano

19 maggio S. Messa a San Leo con la consegna degli atte-stati per la formazione relativa all’utilizzo del defibrillatore (progetto promosso dalla Misericordia e dal 118) e a seguire pranzo all’oratorio.

26 maggio - pellegrinaggio a Roma: visita in San Pietro per onorare papa Francesco.

Valentina Cesari

P.S-. Un ringraziamento personale a Linda, Iride, suor Augu-sta ed Alessandro per l’accoglienza ricevuta.

Per il mese di Maggio, dedicato a Maria, sono state diverse le occasioni di preghiera in parrocchia per onorare la nostra Madre del Cielo.

Mercoledì 1° maggio, la S. Messa si è svolta al Giardino della Memoria in suffragio di tutti caduti; nell’occasione è stato ricordato anche Odilio Goretti, che si è attivato per tanto tempo nella ricerca di documenti e nell’archiviazione di notizie riguardanti il campo di concentramento di Renicci.

Giovedì 16 maggio il Rosario è stato recitato al campo sportivo per ricordare Stefano Rossi e il babbo Nello, Rossa-no Bozzi e Massimo Giorgeschi. Il campo sportivo è dedica-to a loro, giovani della nostra parrocchia scomparsi prematu-ramente. Moltissima la gente presente a questa iniziativa.

Ogni sabato sera, prima della Messa delle 19,00, i bambini della Prima Comunione hanno guidato il Rosario, animato anche dai canti.

Durante tutto il mese, la statua della Madonna, è rimasta a turno presso le famiglie della parrocchia: è stata una bella oc-casione che ha incoraggiato la preghiera, riunendo in alcuni casi anche famiglie vicine per la recita del Rosario.

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È arrivato Francesco

Alcuni giorni prima dell’elezione del nuovo Papa, mentre i Cardinali si riunivano in Conclave per decidere quale fosse il successore di Benedetto, dei

fedeli in piazza san Pietro dissero in una intervista che il loro desidero era un Papa che prendesse il nome del poverello d’Assisi. La Provvidenza li ha davvero esauditi.

Ormai in molti potrebbero dire di essere “abituati” alla elezione di un nuovo Papa: chi ha sessant’anni si rende conto di aver visto sette Papi, compreso Francesco. Ma a questo evento di Chiesa, che riesce a tenere il mondo intero col fiato sospeso, forse non ci si abitua mai.

È stato bello vedere, nei giorni immediatamente successivi al 13 marzo, la gioia nei volti dei nostri anziani, che hanno pregato per l’elezione del nuovo Pontefice e come i bambini sono stati incollati alla televisione a vedere il comignolo della Cappella Sistina. Lo sanno bene i nostri sacrestani, che all’ora di cena di quel 13 marzo son dovuti correre nelle sacrestie e dare il via a tutte le campane per suonare a festa. Insomma non siamo mai abituati alla novità che lo Spirito Santo, vera guida della Chiesa, suscita ogni volta che i credenti hanno bisogno di un nuovo Pastore.

La gioia dell’elezione di Papa Francesco è stata davvero grande, e senza paragoni con l’aprile 2005, quando fu eletto Papa Benedetto XVI. Già, Ratzinger era una persona conosciuta e stimata, ma il cardinale Jorge Mario Bergoglio non era così conosciuta. Molti, almeno quelli che c’erano, si son sentiti come quell’ottobre 1978, quando fu eletto uno sconosciuto cardinale polacco che prese il nome di Giovanni Paolo II. C’è qualche attimo di silenzio quando il cardinale protodiacono Tauran pronuncia il nome dell’italo-argentino vescovo di Buenos Aires, misto agli applausi che però restano quasi incerti: chi è questo Papa? Invece la conoscenza arriva subito, quando il nuovo Vicario di Cristo si presenta finalmente al mondo. Semplicemente sorride e saluta tutti: Fratelli e sorelle, buonasera. Il ghiaccio è ormai già rotto. E ora tutti in silenzio per sentire le prime parole del Papa. Già piace a tutti, in primis a noi italiani: si chiama Francesco. Cosa dirà? Semplice, chiede una preghiera per il Papa emerito, Benedetto XVI, ritirato a Castel Gandolfo dopo le storiche dimissioni dal supremo ufficio e su cui abbiamo scritto articoli e commenti nel precedente numero del giornale.

E poi un atto nuovo, quasi teatrale, ma chi è persona di Chiesa sa bene che il Papa ripete semplicemente l’antico uso della benedizione. Cosa è “benedire”, oltre al significato semantico dato dall’unione delle due parole (dire-bene) che però potrebbe aver poco a che fare con la fede? Benedire, ci insegna la Scrittura, è invocare sull’altro, sul fratello, il nome di Dio. Chiedere il bene, la pace, la protezione del Signore sull’altro. Non un rito riservato a Ministri particolari ma affidato ad ogni credente (ce lo ricorda bene il rituale della benedizione tutt’ora in vigore), che mette in relazione l’io con il tu attraverso Dio.

In secoli passati i padri di famiglia benedivano le figlie che andavano a sposarsi, o i figli maschi che stavano per recarsi in chiesa a celebrare la loro prima Messa. È benedizione del capo famiglia quella del cibo che si sta per mangiare, come è benedizione dei nonni e degli anziani in generale quella sui bambini in crescita e sui giovani che devono scegliere di sposarsi. Così il Papa, il nuovo Vescovo di Roma, chiede la benedizione al popolo:

E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima, prima, vi chiedo un favore: prima che il Vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il

suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me.

E infine la prima benedizione Urbi et Orbi, cioè alla città e al mondo, del Papa. Ma prima un importantissimo invito, quello della preghiera reciproca. Con la richiesta di preghiera reciproca il Papa ha iniziato l’alto ufficio di Pontefice della Chiesa, Vescovo di Roma, la chiesa che presiede tutte le altre chiese del mondo nella carità. Ecco le sue parole, che tracciano inequivocabilmente uno stile:

Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza.

Sì. L’esito della preghiera reciproca è il sentirsi fratelli e quindi poter costruire un mondo davvero più giusto e migliore. Il Papa ci invita a fare tutto questo.

Infine Anghiari: che venera san Francesco con antica devozione. Non solo perché è il santo caro a tutti noi e Patrono della nostra Italia. Quando il Poverello d’Assisi passò da Anghiari e brevemente si fermò, piantò una croce nel punto più alto del paese come a dire: guardatela! San Francesco, potremmo dire, ci è caro proprio perché è stato testimone credibile e concreto della fede.

Concludendo. San Francesco passò da Anghiari nell’autunno del 1224: quest’altro Francesco ci passerà mai?

In appendice ecco le considerazioni dei giovani della Compagnia di Sant’Antonio. Se noi diciamo Papa Francesco...

Stefano Comanducci - ...con gesti semplici ha rivoluzionato la mentalità della Chiesa Vaticana ed è riuscito a riaccendere la fede in molte persone che l’avevano persa, è un ottimo Papa, sperando che possa continuare su questa strada.Mattia Russo - ...a me questo nuovo papa che hanno eletto mi sembra un tipo molto umile e uno che cerca di capire i problemi della gente. La prima volta che ha parlato al Vaticano mi è subito piaciuto perché lui non diceva io sono il vostro Papa ma diceva che lui era colui che avrebbe guidato noi nel cammino verso Gesù... e poi mi è piaciuto molto anche perché potrebbe godere di tanti privilegi come le scarpe di Prada e tutti i gioielli... e l’altro giorno ho letto su internet che lui a Buenos Aires viaggiava con l autobus e non viveva in vescovato ma in un appartamento.... è questa l’impressione che mi ha dato questo nuovo papa.Domiziano Panichi - ...papa Francesco è senz’altro il papa più stravagante e simpatico che ho conosciuto (intendo dalle testimonianze) ma in generale mi piace e vorrei conoscerlo di persona.Andrea Rossi - ...dopo quasi un’ ora il nuovo Pontefice si è affacciato sul balcone che dà sulla piazza ed è apparso subito umile e con i piedi ben piantati a terra, molto lontano da quel lusso e quello sfarzo che spesso viene attribuito con malevola critica allo Stato Vaticano e in particolare al Papa.Si è subito dimostrato molto vicino alla gente comune fin dalle sue prime uscite e può risultare una grande calamita soprattutto per i giovani che oggi sono davvero distanti dalla Religione.Costantino Benini - ...beh come Papa mi sembra bravo e secondo me con lui la Chiesa ritornerà come quella che era in origine... anche se sembra che sta dicendo più cose di quelle che possa farne... va beh diamogli tempo!

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Soddisfazione per il bilancio positivo

Assemblea dei Soci della Banca di Anghiari e Stiaa cura della Banca di Anghiari e Stia

La Banca di Anghiari e Stia, con la chiusura in utile dell’anno 2012

e le numerose iniziative a favore della comunità, si riconferma punto di riferi-mento del territorio.

Grande affluenza sabato 11 maggio per l’annuale assemblea dei Soci

della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo. Dopo la Santa Messa di rito, i partecipanti si sono spostati nei locali del Palazzetto dello Sport di An-ghiari dove l’apertura dell’assemblea è stata preceduta dalla consegna delle borse di studio, cerimonia che anche quest’anno ha visto la banca elargire circa dodicimila euro agli studenti più meritevoli.

Con il saluto e l’intervento del Presidente Paolo Sestini l’assemblea è entrata nel vivo. Il Presidente ha illustra-to la relazione del Consiglio di Amministrazione sulla gestione della società e le attività svolte dall’istituto

nel corso dell’anno 2012. Sestini ha affrontato argomenti di grande interesse per la comunità, come le difficoltà dell’economia locale, le criticità di tutti i settori e l’aggravarsi del quadro occupazionale, non senza segnali di spe-ranza, il più importante dei quali è rappresentato dalla chiusura in attivo del bilancio 2012 della banca. Il risultato positivo sottolinea la vitalità e solidità della Banca, che pure ha visto crescere l’incidenza dei crediti deteriorati e dei relativi accantonamenti. «È soprattutto un segno di speranza e di fiducia – ha dichiarato - che vorremmo “esportare” e trasmettere a tutte le famiglie e le imprese locali, cercando di alimentare a poco a poco un circolo virtuoso di ripresa». Il Presidente ha poi parlato del ruolo insostituibile dei soci, “veri proprietari e protagonisti dell’azienda” e illustrato il piano industriale con i punti fondamentali della programmazione strategica.

Ha preso successivamente la parola il Presidente della Federazione Toscana delle BCC Florio Faccendi, che dopo un excursus sulla situazione economica nazionale, ha espresso encomio nei confronti della Banca di

Anghiari e Stia per la chiusura del bilancio in positivo e per il ruolo che continua a svolgere, nonostante la crisi, di punto di riferimento per l’intero territorio.

Si è parlato infatti della creazione di valore che la banca mette in atto per la sua comunità di riferimento e si sono ricordate le numerose elargizioni effettuate in favore di associazioni ed organizzazioni di vario genere,

per un totale di oltre 300.000 euro erogate nell’anno 2012 in favore della comunità. Numerose e importanti anche le iniziative in favore dei giovani, dalle borse di studio alle collaborazioni con istituzioni scolastiche del terri-torio, all’istituzione del Comitato Giovani Soci. E proprio il Comitato, dopo gli interventi tecnici del Presidente del Collegio Sindacale Massimo Meozzi e del Direttore Generale Fabio Pecorari, ha concluso l’assemblea. Il Presidente dei Giovani Soci Alessandro Marconi ha illustrato il primo anno di attività del Comitato e le iniziative previste per il prossimo futuro, prima di procedere alla cerimonia di consegna delle targhe ai vincitori del Premio Giovani Aziende, iniziativa promossa dallo stesso Comitato Giovani Soci e finalizzata a valorizzare le eccellenze imprenditoriali del territorio.

L’assemblea si è conclusa con la tradizionale cena a buffet offerta dalla Banca a tutti i numerosissimi soci intervenuti.

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Da Tavernellea cura di Alessandro Bivignani

Il Papa e la Nerella. Questione di zeri!

Il numero 6 è la cifra delle migliaia di fedeli della nostra Diocesi che lo scorso 15 maggio sono andati in pellegrinag-gio a Roma, per salutare Papa Francesco e ricambiare così la visita del Papa ad Arezzo e Sansepolcro compiuta un anno fa.

Se a questo numero (sei) si aggiunge uno zero, non per addizione ma per vicinanza, si arriva a sessanta. Infatti ses-santa erano le candeline che in tale giorno avrebbe dovuto spegnere la Nerella di Tavernelle se non fosse venuta a Roma! Ma ormai era troppo importante partecipare a questo evento diocesano, ed in realtà il giorno esatto del compleanno era il 14, non il 15, ma a sentire la stessa festeggiata “non posso mangiare il giorno prima sinnò me fa male la corriera!”.

Così di buon mattino, il nutrito gruppo di tavernellini e anghiaresi si è messo sulla scia di tutti i pellegrini per giun-gere a Roma. E così la Nerella ha festeggiato un compleanno davvero particolare. Auguri da tutti gli amici.

Estate a Tavernelle

La nostra corr ispondente da Tavernelle, quella originaria di Ripoli, ci ha segnalato che negli avvisi delle Messe per Tavernelle viene indicato “...nel periodo estivo”.

Questa annotazione è stata recepita da qualcuno come il periodo dell’ora legale.

Ma noi sappiamo, e come noi tutti quelli che distano fino a duecento metri dalla chiesa, che per periodo estivo si intende dal primo maggio al 30 di ottobre.

Provvederemo ad ogni buon conto ad aggiornare l’annotazione.

Oliviero

Dopo la morte di Oliviero mi sembra doveroso tentare di scrivere alcune righe di ricordo. Lo faccio tuttavia con davanti a me una foto a lui cara, quella con l’allora Vescovo Bassetti in sacrestia a Tavernelle.

Era il 2005 e le suore festeggiavano un particolare anniversario della Congregazione e avevano ritenuto giusto di farlo a Tavernelle, nella parrocchia che da sempre le ha viste attive protagoniste della vita comunitaria e spirituale. A questa occasione era presente Oliviero, e cogliemmo l’occasione, che fu per lui molto gradita, di scattare una fotografia con l’allora vescovo diocesano.

Ma veniamo a noi. Silenziosamente Oliviero è arrivato a Tavernelle, e altrettanto silenziosamente se n’è andato. Sì. In punta di piedi, uno stile educato e attento.

Arriva a Tavernelle proprio nel 2005 quando chiude il Convento dei Servi di Maria a Pisa, dove Oliviero ha fatto il custode per circa quarant’anni della sua vita. Ma prima c’era stato il lavoro da portiere nel Seminario diocesano di Sansepolcro, dove Oliviero sarebbe entrato volentieri ma le circostanze del tempo lo impedirono. Quando il seminario biturgense fu chiuso, Oliviero trovò questo modesto lavoretto a Pisa, tramite i frati Serviti che erano anche a Sansepolcro. Infine arriva a Tavernelle, accolto fraternamente dalla sorella Doretta. E Oliviero dà la sua disponibilità a fare ciò che nella vita aveva sempre fatto: il sacrestano. E lo ripeto, con tanta educazione e attenzione. Ben sapendo di arrivare in una parrocchia che aveva già dei collaboratori per il servizio della Sacrestia, Oliviero non si impone ma si propone, non vuol comandare ma si offre per dare il suo servizio.

Nei primi anni, quando ancora la salute lo permetteva, a Oliviero viene fatto un camice per il servizio all’Altare durante la Messa. Lo ricordo volentieri anche due o tre anni fa, quando andammo insieme a lui e Mario Del Pia a Pratieghi, suo paese natale, a cui lo legava sempre tanto affetto. E ora è il cimitero di Pratieghi che lo accoglie come ultima dimora terrena.

Grazie Oliviero per la tua semplice ma efficace testimonianza di fede, di servizio, di attaccamento alla Chiesa. Il Signore ti ricompensi per i tuoi anni a servizio della Comunità Cristiana.

Festa della Famiglia a TavernelleDomenica 23 giugno 2013

Al mattino S. Messa alle ore 11,00.

Nel pomeriggio merenda e giochi nel prato della chiesa.Alle ore 19,00 estrazione dei premi della sottoscrizione.

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Anche la Valerianain quei luoghi nativala sua presenzaera sempre più viva

Noi conosciutifino da ragazzisempre un salutopassando nei paraggi

Era una famigliatra figli e genitoriquando si vivevatra poveri e non signori

Le nostre famiglienel giro di vitala nostra presenzalì sempre unita

Veri paesaniil padre Carlocon la sua Rosatagliato il traguardo

I cari fratelliveri Anghiaresie cittadiniveri cortesi

La cara Valerianache ora ci à lasciatoun grande vuotosi è verificato

Nella Calabriadove era la dimorapoca di gentene resta di fora

In quella stradadelle Mura di sopradove la mortenessuno perdona

Al caro maritoe tutta la famigliaquesto dolorenessuno consiglia

Perdere la sposala madre dei figlioliperdi il profumodi Rose e di Gigli

Io perdo un’amicauna cara paesanala brutta morteè sempre nella tana

Che la Valerianadall’alto del cielopossa riviverein un clima sereno

Ai cari figliun po’ da lontanoio li salutocol cuore in mano:

Altra perdita nell’Anghiari vecchiodi Armando Zanchi

È stata una morte improvvisa, inaspettata. Domenica mattina era al Car-mine alla Messa delle dieci. Era una persona che il precetto domenicale lo assolveva egregiamente, una persona, per come l’ho conosciuta, di carattere, dinamica, forte, capace di essere il punto di riferimento per la famiglia in ogni vicenda che poteva accadere.

E la cosa però che vorrei sottolineare è la fede, la sua fede e il cammino che ha fatto. Mi diceva Domenico di avere fatto insieme a lei un cammino ca-tecumenale. I neocatecumenali sono un’esperienza della Chiesa che sottolinea la riscoperta della fede, la riscoperta del proprio battesimo: cioè del catecume-nato.

E ci sono vari livelli; lei aveva fatto fino al secondo livello di questo cam-mino neocatecumenale. Era una persona interessata e che viveva il rapporto con Cristo non come qualcosa che veniva dalla tradizione, ma come una cosa che sapeva rispondere all’oggi: come dev’essere la fede.

Non qualcosa che ci hanno tramandato il babbo, i nonni, ecc., ma come qualcosa che oggi sa rispondere alle esigenze della vita. E la nostra Valeria-na questa preoccupazione l’aveva! Perché la fede se non diventa esperienza personale, di coscienza, e sa giudicare le circostanze della vita, è una fede che prima o poi si perde; come sta dimostrando la nostra società che sta perdendo la fede.

Ma la cosa che mi sembra da sottolineare è che al secondo livello fu fatta una domanda a lei, a Domenico e alle varie per-sone che partecipavano a questo cammino. Fu chiesto: “Qual è la vostra croce?” Tutti e due a questa domanda, chiaramente non avendolo concordato, risposero: il marito e l’altro la moglie. Questa risposta però è interessante, perché ci dice che la vita non è semplice, la vita non è mai una cosa ovvia. La vita è fatta di fatica, si sputa sangue nelle vicende e nelle circostanze di ogni giorno cui ciascuno di noi è chiamato a vivere. E anche le cose più semplici, anche il matrimonio può essere “fatica”. Vi dicevo che quando si ama una persona c’è spesso il battibecco, perché vuol dire che c’è interesse. È capitato anche a me che con le persone a cui voglio bene mi capita anche di “trattarle male”; a quelle che non mi interessano non gli dico niente. Per questo dico che anche il battibecco è un segno di interesse e di amore.

Però questa risposta che ha dato la Valeriana nel dire “la croce”, vuol dire affrontare le circostanze rendendo familiare e prossima alla vita e al cuore anche la fatica, anche la croce. Perché le circostanze non sono semplici, la vita non è semplice.

Bisogna far diventare le circostanze della vita capaci di una croce gloriosa. Perché la croce non è segno di morte, la croce è segno di una signoria, di una bellezza, di amore che si afferma nella vita.

Questa risposta della Valeriana è una testimonianza, secondo me, proprio di questo: che Cristo sa trasformare le circostan-ze della vita, anche se faticose, in una esperienza bella e degna di essere vissuta.

E noi affidiamo proprio la Valeriana a questo amore misericordioso. Nella croce c’è questa signoria di Cristo che vince il mondo e sa dare a ciascuno di noi il contenuto vero della vita che è quello di una vita che si offre, che diventa misericordia per tutti.

Ecco, che questa misericordia sia l’abbraccio che Cristo oggi offre a Valeriana.

La ValerianaL'omelia di don Marco in occasione della Messa esequiale

Poesia per la mia zia

Se con qualcuno voglio parlareè con te che voglio stare edal Poggiolino ti sento già “berciare”.Ridi, scherzi come una bimbettae della “Calabria” sei la più vispetta..!Quando mi sento un po’ uno straccioho bisogno del tuo abbraccio,cosi ti voglio ricordarecon quel sorriso che non si spegneva mai.Sei mia zia,la piu vera amica che ci sia!

Sara(proprio amica mia!)

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Come lo ricorda Alfonso... come lo ha vissuto Martina

I l G i o v e d ì S a n t oAMARCORD 1946: Giovedì Santo

Allora come oggi, durante il triduo pasquale, la chiesa di Propositura appariva desolata e in lutto: il Tabernacolo

aperto e vuoto, i quadri velati da drappi scuri, le statue co-perte da un sudario nero, i candelabri, orfani delle candele e riversi in disordine sull’altare.

Le campane non dovevano suonare durante i tre dram-matici giorni e pertanto le corde venivano annodate in alto. Quando il sindaco comunista di allora non provvide ad evita-re che il laico e incolpevole “campano” suonasse il consueto mezzogiorno, un’orda di pie donne pervase da santa indigna-zione e capitanate da Vinicia Giorni (non ancora Bartolomei) si precipitò in Comune ad assediare il “perverso “primo cit-tadino.

Al posto delle campane, nei giorni santi, Dante Ferrini detto Bussone, per annunciare l’inizio delle funzioni litur-giche, faceva rimbombare per mezz’Anghiari la “raganella”.

Era una specie di cassetta dotata di un piede di appoggio e di una manovella girando la quale si otteneva un tambu-rellante rimbombo ( tatatan – tatatan…) che si sentiva anche alla Stazione.

Allora come oggi, una pia tradizione prevedeva la visita ai Sepolcri inondati dal profumo e dai colori dei fiori più belli che le donne vi portavano. Non mancavano, anche allora, le tradizionali “vecce” e cioè le piante candide, perché germo-gliate al buio.

A guardia del Sepolcro, in Propositura, venivamo posti noi, allora ragazzi, rivestiti con una tunichetta dalmatica ed un elmetto simil-antico-romano. Impugnavamo una lan-cia di legno con la punta di latta e cercavamo di assumere un’espressione fra marziale e devota.

Prima della deposizione delle sacre spoglie nel Sepolcro, don Nilo, con qualche confratello del vicariato, attaccava una litania in latino che a noi sembrava interminabile, per-ché attendevamo con ansia crescente i “Crialesi”. Con que-sto termine si indicava la feroce flagellazione inflitta a Gesù

ed il rito prevedeva che Stefano Polverini detto “Chiechio”, scaccino e campanaro onorario, attaccasse con la sua voce chioccia una lamentazione ovviamente in latino. Come que-sta finiva, in chiesa scoppiava un frastuono da uragano, per-ché tutti battevano sui banchi i ramoscelli di cui ci eravamo armati prima di entrare in chiesa: dico “armati” perché noi ragazzi invece dei leggeri fuscelli che la tradizione consiglia-va, ci portavamo dietro dei grossi bastoni, vere e proprie armi improprie con cui demolivamo letteralmente gli arredi sacri. Andò a finire che il buon don Nilo dovette proibire la faccen-da dei “crialesi” e noi dovemmo sfogare in altre battaglie i nostri giovanili ardori.

Ancora oggi, credo, con il termine “fare i crialesi” ad Anghiari si definisce un grande frastuono ma anche un furio-so litigio. Ma per dire che due persone hanno litigato si può anche dire che i due “han gridèto”.

Alfonso Sassolini

Il Giovedì Santo

Il Giovedì Santo, noi bambini del catechismo siamo andati a visitare i Sepolcri.La prima chiesa visitata è stata quella della Propositura,

dove siamo entrati due volte. In seguito abbiamo visitato le chiese della Badia, Sant’Agostino, la Maddalena e quella della Croce.

Terminata la visita ai Sepolcri abbiamo assistito alla Santa Messa, dove dodici uomini (che interpretavano i 12 apostoli) si sono prestati per il rito della lavanda dei piedi e noi bambini abbiamo consegnato una scatolina contenente monete frutto delle nostre rinunce per aiutare bambini meno fortunati di noi.

Ogni anno è sempre un’emozione partecipare a questi eventi, in particolare quest’anno ho sentito Gesù più vicino a me perché devo ricevere il sacramento della Prima Comu-nione.

Martina Cirri

Ascensione 2013Il Giro d’Italia e un po’ di pioggia nel pomeriggio poco

hanno potuto contro la volontà dei tanti fedeli di raggiun-gere il Santuario del Carmine. Molti lo hanno fatto a piedi, come è costume antico, per partecipare alle celebrazioni re-ligiose e per continuare con i festarini la festa nel chiostro.

Nel prossimo numero immaginiamo che sarà pubblicato un ampio servizio sulla festa, a cura della nostra corrispon-dente dal Carmine.

Intanto possiamo anticipare la soddisfazione di don Marco, dei sacerdoti e dei seminaristi per la presenza di po-polo al Santuario. Ed anche i festarini hanno annuito.

Da aggiungere solo che per la pulizia dei dintorni del Santuario hanno provveduto Beppe e Gasparino (da segnalare la pulizia del sentiero che, attraverso il bosco, porta dal santuario al parcheggio e passava anche dal pallaio dove gene-razioni di popolo hanno giocato), mentre per il taglio dell’erba nel parcheggio ci ha pensato Francesco da Fontebrina.

Un ringraziamento alle famiglie di Anghiari e di tutte le frazioni che generosamente hanno fatto la loro offerta ai festarini. La somma raccolta l’abbiamo utilizzata per preparare la festa di quest’anno. Ancora grazie!

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Le visite della “Caritas” ad anziani, malati, persone sole…Una missione? Un obbligo? Una gioia? (Dialogo con un amico immaginario)

“Ciao, come stai?”“Sto benissimo, grazie, e tu? Come ti senti?” “Mi sento proprio in splendida forma: ieri ho trascorso il pomeriggio con un’altra animatrice della Caritas ed insieme abbiamo fatto visita ad alcune persone, quelle che in genere andiamo a trovare mensilmente. E’ stato un pomeriggio sereno, piacevole, e probabilmente domani torneremo per completare il consueto giro. Mi piacerebbe riuscire a portare il saluto della Caritas a tutti i nostri amici anziani e/o malati entro questa settimana, dato che nella prossima, fra Centro di Ascolto, riunioni per la formazione, distribuzione di generi alimentari e vestiario, mi rimarrebbe meno tempo a disposizione.”“Posso farti qualche domanda a questo proposito?”“Certamente; eccomi qui!”“So che Voi della Caritas qualche giorno fa siete stati a trovare anche la mia mamma, e lei è ogni volta contenta e soddisfatta della vostra visita, tanto che ne parla spesso ed attende sempre con speranza il vostro incontro successivo. Ti chiedo, ma da tutte le parti trovate questa aperta gioia, questo desiderio di volervi rivedere prima possibile? E tu cosa provi? Non ti pesa?”“Oggi sei particolarmente curioso ma le risposte alle tue domande hanno bisogno di un po’ di premesse. Qualcosa intanto ti racconto, anche se vado un po’ di fretta; ti prometto però che troverò fra qualche settimana tutto il tempo necessario per raccontarti tante cose che mi capitano durante queste visite; ti racconterò di situazioni, aneddoti, circostanze, e ti confiderò anche le mie sensazioni, gli stati d’animo, le aspettative, le speranze.Probabilmente già saprai (se non altro avrai letto qualcosa nel giornalino dell’Oratorio) che andiamo a trovare malati ed anziani che vivono in famiglia, come andiamo a trovarne altri che invece vivono soli. Facciamo visita poi anche a persone che risiedono alla Ripa presso le Suore Agostiniane, ed altre ancora che si recano giornalmente al centro diurno. Infine andiamo a salutare volentieri anche tutti quegli anziani che risiedono alla residenza protetta.Comprenderai facilmente che sono situazioni variegate, completamente diverse l’una dall’altra, a seconda se vivono da soli, in famiglia, o in una struttura “collettiva”; se sono autosufficienti o se hanno bisogno di assistenza saltuaria o continua.“È grande la differenza fra queste diverse situazioni?”“Per alcuni aspetti la differenza è enorme, abissale; per altri la differenza non esiste proprio. Quando, ad esempio, andiamo a trovare gli anziani alla Ripa troviamo delle persone che, pur non vivendo in famiglia, respirano un clima particolarmente sereno, confidenziale, emotivamente adagiato su un servizio di grande umanità che le Suore Agostiniane, per bravura personale, per fede e per tradizione secolare, sanno infondere in ogni loro momento di attenzione, in ogni loro azione; la Parola di Dio è vicina in ogni gesto, per cui questi nostri anziani, al di là di un servizio “sociale” di qualità, godono di una serenità e di una dolcezza caritativa che non hanno eguali altrove. Su questo argomento mi piacerebbe che le attuali Suore Agostiniane presenti alla Ripa, bravissime e di una disponibilità umana e morale infinita, essendo un po’ -avanti con gli anni- fossero aiutate da qualche altra suora più giovane che ne potesse gradualmente prendere le redini e dare al loro servizio di ospitalità caritativa forti speranze di continuità.Ho soddisfatto le tue curiosità?”

“A dir la verità, solo in parte! Mi hai descritto un ambiente, quello della Ripa, particolarmente positivo, ricco di umanità ed abnegazione, con le suore Agostiniane pronte e preparate ad assistere i propri ospiti in maniera impeccabile, con amore, dedizione e carità. Non mi hai però raccontato di cosa parlate con le persone che andate a trovare, come interagiscono con voi, che sensazioni manifestano e che sensazioni vi lasciano queste vostre incursioni nella loro vita.”“Hai perfettamente ragione. Come ti ho accennato devo rientrare per preparare la cena alla mia gente di casa; alla prima occasione, in uno dei nostri prossimi incontri, ti racconterò altre cose; promesso.”“D’accordo. Salutami i tuoi, ciao e buona serata!”“Ciao, e buona serata anche a te!

Lettera di ringraziamentoAi responsabili della Parrocchia di Micciano

Oggetto: contributo di € 580 in occasione del “pranzo della Caritas” di domenica 28 aprile a Micciano.

Abbiamo preso atto con piacere del generosissimo con-tributo che ci avete permesso di incamerare in occasione del “pranzo Caritas” tenutosi domenica 28 aprile presso i locali della Vostra bella parrocchia in collaborazione con la Confra-ternita di Misericordia di Anghiari.

I gesti di generosa disponibilità come il Vostro ci permet-tono di affrontare al meglio gli impegni finanziari collegati alle opere di aiuto e assistenza che la nostra Caritas Parroc-chiale sostiene, giorno dopo giorno, a favore dei più poveri nella nostra comunità.

Nello specifico, la somma raccolta ci permetterà di ac-quistare generi alimentari per il confezionamento di pacchi che settimanalmente distribuiamo ai più bisognosi del nostro territorio comunale.

Testimoniamo, a titolo semplicemente “gastronomico”, che il “pranzo Caritas” è stato qualitativamente e quantita-tivamente eccellente e particolarmente gradito da tutti i pre-senti; sottolineiamo anche il clima positivo, festoso e sereno che ci ha accompagnati nel nostro “stare insieme” assieme a Voi e agli amici della Confraternita, nel rispetto del luogo sacro che ci ospitava e nella consapevolezza di trascorrere un momento conviviale ricco di significati morali e virtuosi.

Concludiamo esprimendo con profonda gioia, a Voi e agli amici della Confraternita di Misericordia, il nostro più sentito ringraziamento, ringraziamento che vorrete parteci-pare in modo particolare a tutti coloro che (cuoche, addetti al servizio ai tavoli…) in prima persona si sono adoperati nella preparazione del pranzo; il Vostro impegno ha permesso di dare significato caritativo ad una splendida giornata ed ha consentito un bellissimo gesto di generosità a favore del no-stro Organismo Pastorale. Con profonda gratitudine.

Caritas Parrocchiale di AnghiariVia della Propositura, 6 – 52031 Anghiari (AR)

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Il dodici aprile scorso, invitato dalla Parrocchia di Anghiari e dalla Televisione Svizzera Italiana, un numeroso pubblico ha assistito, nella Sala Audiovisivi, alla proiezione di un do-cumentario su Santa Chiara.L’evento è stato realizzato dalla Biblioteca e dal Teatro di Anghiari.Per meglio rivivere questa iniziativa ho usufruito delle rispo-ste efficaci e chiare di mio cognato Massimo sulla base delle seguenti domande:

1) Quale occasione ha promosso tale evento?Il motivo fondante di questa iniziativa è stato che nel 2012 si sono celebrati gli ottocento anni dalla consacrazione di Santa Chiara. Per l’occasione la comunità del Sacro Cuore di Bel-linzona, guidata dal padre francescano Callisto Caldelari, ha elaborato una sacra rappresentazione sulla vita della Santa, proposta ad Assisi nei suoi luoghi di origine.

2) Quali testimonianze sono state utilizzate?Il documentario richiama ai tempi di questa importante figu-ra femminile della storia della Chiesa e del Francescanesi-mo attraverso commenti e testimonianze di una Clarissa del Monastero di clausura di Cademario (Canton Ticino) e una storica medievalista, Chiara Frugoni, studiosa appunto delle vite di Chiara e Francesco d’Assisi.

3) Quali sono stati gli interventi più significativi?Prima della proiezione, coordinati dalla dottoressa Borghe-si, sono intervenuti l’autore Gianni Beretta e Don Marco e, soprattutto, la sorella Giovanna Negrotto Cambiaso la quale ha “attualizzato” il vivere di Santa Chiara dal Medioevo ai nostri tempi.

4) Cosa ti è sembrato più significativo nella vita della Santa?Quello che mi rimane particolarmente impresso è il fatto di come Santa Chiara, da me immaginata “dipendente” da San Francesco, di fatto si è rivelata con una fortissima personali-tà e, per essere donna in un periodo storico particolarmente votato al “maschile”, coraggiosa, anticonformista e decisa-mente antesignana dei tempi attuali.

5) Quale ricaduta, a livello personale, ha avuto in te la visione del documentario?La lezione che colgo personalmente è di come non mi debba adattare alle consuetudini e al generico “vogliamoci bene”, ma di come debba sempre continuamente vivere una “cri-stianità” senza timori, senza paure, in profondità, certamente con attenzione verso la liturgia e la catechesi, ma soprattutto con la barra del timone della mia vita orientata sempre verso la carità.

Aggiungo alcune brevi mie considerazioni sulla vita della Santa e sull’esempio di fede che ci può offrire.

Conterranea e seguace di San Francesco, Santa Chiara, fondatrice delle Clarisse, nata in una famiglia socialmente elevata, rinunciò ad una vita agiata e ad un ricco matrimonio predisposto dai suoi genitori.

La sua scelta radicale di abbandonare i beni materiali derivava dalla sua ferma convinzione che per seguire Dio occorre spogliarsi di ogni umana zavorra ed abbracciare la povertà, sull’esempio di San Francesco.

La sua è stata una vita completamente dedita alla pre-ghiera ed alla contemplazione, segnata presto dalla malattia e dalla sofferenza.

Questa donna del tredicesimo secolo, così lontana da noi nel tempo, è però vicina e necessaria al nostro faticoso ince-dere quotidiano ed all’inquietudine provocata dalle piccole, grandi prove della vita.

Dove è andata a finire la speranza e la gioia della Resur-rezione? Ci chiedeva Don Marco, durante un’accorata ome-lia di una domenica dopo Pasqua.

Cristo Risorto è presente nella nostra vita o, passata la festa, torniamo alla tristezza e ad una vita distratta e superfi-ciale, perché niente è cambiato in noi?

Le risposte stanno nella nostra capacità di accoglienza, di disponibilità a lasciare entrare Cristo nel nostro cuore, a farGli spazio, suggeriva Don Marco.

Pretendiamo, infatti, noi presuntuosi cristiani solo al-l’anagrafe, che le nostre forze umane ci sollevino e risolvano i nostri problemi e non ci accorgiamo della Presenza costan-te, ma discreta e silenziosa, che rispetta la nostra libertà.

La preghiera, allora, sull’esempio di Santa Chiara, come lode, ringraziamento, abbandono fiducioso all’Amore incon-dizionato che non tiene conto della nostra pochezza, è l’uni-ca terapia al nostro male di vivere. Il nostro sentirsi piccoli, fragili e “di dura cervice” non ci deve scoraggiare: Dio è sempre pronto ad entrare anche da una piccola fessura del nostro cuore.

Marida

SANTA CHIARA, ESEMPIO DI FEDE(Assisi 1193 – 1253)

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In Propositura, domenica 2 giugno, un importante appuntamento per la parrocchia

Prima Comunione 2013

Il 2 giugno 2013, solennità del Corpus Domini,

alcuni ragazzi della parrocchia

che da tre anni seguono il cammino del catechismo

riceveranno per la prima volta la Comunione.

Tutti i fedeli sono invitati a fare festa con loro,

per accompagnarli in questo passo importante

della loro vita,

e condividere con le loro famiglie

questo momento di gioia.

La Santa Messa sarà in Propositura alle ore 11.

Seguirà la Processione con il SS. Sacramento nelle strade principali di Anghiari.

La conclusione sarà nella Chiesa della Croce per la Benedizione Eucaristica.

Adriana Tizzi, San GiustinoAduino Baldesi, MonterchiAlbertina Romanelli, MonterchiAlessandro Vichi, USAAmedeo Tortori, MolinelloAmedeo Vcorsi, San GiuistinoAnna Nocentini, RipaltaAntonio Testa, TuricchiArialdo don Ruggeri, RiminiAss. Carabinieri, AnghiariAssuero Draghi, GuardabassoAssunta Festini, AcquedottoAssunto Santi, BucacceBenito Giglini, GiardinellaBerio Nocentini, PolverieraBruno Acquisti, Molin di CatorcioBruno Grottini, TerratoCarla Donati Sarti, Casa DonatiDavide Fontani, CecilianoDelia Padelli, Santa FioraDino Concu, San LeoErminio Staccini, Borghetto di sopraFederica Comparini, Campo della FieraFranca Leonardi, Polveriera

Francesco Rosadi, Le VilleFranco Chiasserini, Ponte alla PieraGiacomina Mondani, PolverieraGianni Santi, Croce del fondoGiuseppe Cheli, Palazzo da la viaGiuseppe Menzogni, PratoGloria e Benita Boriosi, PiazzolaIcaro Marconi, Bagnolo del PonteItalo Del Barba, BarbinoLea Cerquatti, Misericordia vecchiaLiborio Lamagna, BernoccaLina Lanzi, TavernelleLucrezia Barbolani, FirenzeLuigina Comanducci, CicognaMaria Panichi, San LeoMarino Baldi, BucacceMario Mariani, BagnoloMario Palazzeschi, Le BertineMassimo Malentacchi, La CatonaMauro Tanfi, Piazzetta delle LegneNicoletta Chieli, InfrantoioOfferta anonimaOretta Cambi, ArezzoOrlandina Carboni Leonardi, Intoppo

Ovidio Mondanelli, GiardinellaPaola Foni, BiceccoPaolino Crociani, FondaccioPaolo Cesarini, Motina bassaPasquale Guadagni, Le BertinePiero Comanducci, Viale StazionePrimo Zanchi, Il FossoRenato Rossi, MonterchiRita Bigioli, Molin BiancoSaulle Comparini, PianacceSilvana Cioci, La StazioneSilvia Chiarini Sensi, FanciulleriSperanza Bianchi, Ponte alla PieraStefania Alessandrini, MonterchiTeresa Mercati, MaccarinoUmberto Maurizi, Ca’ del BoccaValentina Buffoni, Palazzo da la viaValter Giorni, InfrantoioVilma Sbragi, InvidiosaVilmo Chiasserini, Bagno a RipoliVincenza Ruscetti, Borghetto di sopra

Spinetta Meozzi ha mandato la sua offerta per le iniziative dell’Oratorio.

Le vostre offerte per sostenere l'Oratorio

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b i m b i d i o g g i

A u g u r i a i n o s t r i p re t i

b i m b i d i o g g iEcco Niko

Nocentini nel lettone dei geni-tori. Quando gli abbiamo fatto la foto aveva cin-que mesi, per la precisione cinque mesi e quattro giorni, ed è stato molto bravo nel sopportare il fotografo.

Il babbo Michele trasporta il gas del Piccini con il ca-mion, mentre la mamma Marida Baggi fa la parrucchiera, ma adesso si dedica molto a lui. La sua famiglia abita a Va-lealle, proprio vicino all’antico castello e il suo arrivo è stato festeggiato dai fratelli Mattia e Daniele. I nonni materni sono spesso con lui (ma più la nonna). Naturalmente Niko non manca di andare a trovare anche la nonna paterna che abita a Montebello, su ad Anghiari.

In questo 2013 ricordiamo volentieri delle date significative per alcuni dei preti che conosciamo e che sono legati ad Anghiari.Primo fra tutti segnaliamo il nostro parroco don Marco, che il 28 maggio scorso ha ricordato i suoi trent’anni dall’Ordinazione Sacerdotale. Era infatti il 1983, il 28 maggio, quando nella Cattedrale di Sansepolcro il Vescovo Telesforo Cioli ordinava prete don Marco destinandolo temporaneamente nella sua parrocchia di provenienza cioè san Giuseppe Operaio in Sansepolcro. Quasi alla fine dell’anno successivo don Marco entrò nella parrocchia di Tavernelle, resa vacante dopo la morte di don Gino Lazzerini. Il 7 settembre 1999 don Marco è diventato parroco-proposto di Anghiari.Segnaliamo poi il trentesimo anniversario dell’Ordinazione di don Bruno Cortellazzi, che attualmente è il più giovane prete di origine anghiarese. Don Bruno fu ordinato sacerdote dal Vescovo Telesforo Cioli il 1° maggio del 1983 nella Cattedrale di Arezzo. Dapprima fu inviato parroco a Sigliano di Pieve S. Stefano, e poi a Micciano. Successivamente è stato parroco di Montalone e Compito e attualmente risiede nuovamente a Sigliano.Infine c’è da ricordare un altro anniversario importante: il 29 giugno del 1963 il Vescovo Abele Conigli ordinava prete nella Cattedrale di Sansepolcro don Quinto Giorgini, che quindi festeggia il bel traguardo dei cinquanta anni

di sacerdozio. Il giovane sacerdote, originario di Casale di Sestino, fu dapprima inviato parroco a Strabatenza e Casanuova dell’Alpe, e successivamente venne a Pocaia. Nel 1993 è diventato anche parroco-arciprete di Monterchi, dove tutt’ora svolge il suo ministero.A don Marco, don Bruno e don Quinto giungano le felicitazioni e gli auguri del giornale insieme a quelli dei loro parrocchiani.

Nella foto don Quinto mentre riceve la candela accesa dal vescovo Abele Conigli il 29 giugno 1963, giorno della sua Ordinazione Sacerdotale. A sinistra è raffigurato il canonico don Luigi Boninsegni, a destra il canonico don Virgilio Borghesi e, seminascosto, don Pietro Cascianini.

Ecco a voi Miran-da Neri. Qui nella foto ha circa otto mesi ma di stare in posa, stesa nel letto, non ne vuole sapere.

Abita a Maccari-no, vicino alla vecchia Stazione di Anghiari e lì abita anche la nonna materna Nina Zhelto-vskaya.

L’altra nonna, quel-la paterna, abita invece al Campo della Fiera e così Miranda, quando va a trovarla, può giocare nel prato del Campo della Fiera.

Il babbo Claudio guida il pulmino delle scuole mentre la mamma, Maria Jeltovskaia, lavora presso la Ditta Busatti di Anghiari.

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Altro caroamico mios’è involatosu da Dio

È una perditadolorosaper i figlie cara sposa

Dargli aiutonel suo maleda tanti anilì a tribolare

Alla Elenala cara moglielì davantia quelle doglie

Di una vitatappezzatadal lavorotanto amata

Ma per tuttiè una finecon la mortee le sue combine

Il doloreche a tutti assaleè difficilea placare

Fu un amicogrande e fierogenerosocaro Faliero

Il doloreche di più afferraalla sua caraDonatella

Che abbattutadal doloreche trapassail suo cuore

Una famigliabella unitain Anghiaripiena di vita

Ma la mortenon perdonain questa terraè padrona

Ora Falierolì riposaricordatodai figli e sposa:

Altra perdita dolorosa (Faliero)di Armando Zanchi

Catechismo 2012/2013Con le mani al cielo!

Con le mani al cielo!Così vogliamo titolare la grande foto che un giorno di catechismo siamo riusciti a scattare agli oltre cento bambini che frequentano con assiduità il catechismo parrocchiale. In mezzo – guardate bene – ci sono anche don Marco e don Barto-lomeo.È questa una occasione per dire grazie ai catechisti che sono impegnati in questo ministero, e alle famiglie che collaborano con gioia alla crescita cristiana dei piccoli.Grazie ai fotografi Mario Del Pia e Paolo Gattari.Chissà, forse sarà la prima foto che sarà attaccata nelle rinnovate sale dell’oratorio!

Il catechismoIl sabato pomeriggio noi bambini, ci ritroviamo in parrocchia per incontrare e cono-

scere la parola di Gesù.All’inizio andiamo in chiesa dove il sacerdote riassume il Vangelo che verrà letto alla

S. Messa del giorno seguente.Finita la spiegazione andiamo nelle rispettive aule dove ogni volta affrontiamo un ar-

gomento diverso su quello che riguarda la parola di Dio esprimendo le proprie opinioni.Alle ore 16 alcuni bambini si intrattengono per le prove di canto o dei chierichetti.Ritrovarsi all’Oratorio non è solo un momento per condividere opinioni ma vengono organizzati anche incontri ed uscite.

Infatti il 5 maggio noi bambini della prima comunione siamo andati a Siena in occasione del Miracolo Eucaristico. Mi piace molto andare al catechismo perché è un momento di aggregazione.

Martina Cirri

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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

Valtiberina Musei PASS, la “Tavola Do-ria” e i musei di piazza Mameli

Dai giorni di Pasqua 2013 c’è un nuovo strumento di promozione nella nostra Valtiberina toscana. Semplice, efficace e di questi tempi anche econo-micamente vantaggioso, un PASS che collega i musei in una rete che li mette insieme tutti: comunali, privati e stata-li. L’iniziativa è cominciata come una sperimentazione e, a distanza di più di un mese, possiamo dire con certezza che funziona ed è accettata molto vo-lentieri dai visitatori come dagli opera-tori dei musei. È uno strumento di age-volazione il cui slogan è: “nel primo museo acquisti l’intero, negli altri entri ridotto” e funziona proprio così: sor-prendente! Il Palazzo della Battaglia ha avuto un ruolo importante nella “mes-sa in opera” del PASS, cementando la già presente comunione d’intenti negli altri responsabili dei Musei. Il PASS è un prodotto del “piano di marketing tu-ristico” elaborato dall’attuale gestione dell’ufficio turistico comprensoriale e voluto dall’Unione dei Comuni Valtiberina Toscana.

Inoltre si prospetta un’estate ricca di spunti attorno alla Battaglia di Anghiari questa del 2013. L’occasione è il pro-getto Piccoli Grandi Musei, voluto dall’Ente Cassa di Rispar-mio di Firenze. L’iniziativa mette in rete alcune delle più im-portanti risorse culturali del territorio fra le quali Piero della Francesca e la Battaglia di Anghiari per citare le principali e, come avrete già visto o sentito, ad Anghiari arriverà la fa-mosa “Tavola Doria”, dipinto da poco recuperato dall’Arma dei Carabinieri e già al centro di molti dibattiti di studiosi e storici dell’arte.

Che l’opera sia di mano Leonardo o no, per Anghiari e per le sue strutture museali è un momento di importante valoriz-zazione. Esse infatti, di comune accordo, svilupperanno que-sta tematica congiuntamente: il Museo di Palazzo Taglieschi sarà lo spazio adibito all’esposizione dell’Opera d’Arte e il Palazzo della Battaglia sarà il luogo per conoscere il signi-ficato storico della battaglia e le vicende artistiche connesse ad essa. Inoltre, in quest’ultimo, verrà allestita una nuova postazione conoscitiva e “tattile” dedicata alla tecnica che Leonardo utilizzò nella Battaglia di Anghiari. Ovviamente i due musei saranno collegati anche da uno speciale PASS che agevolerà l’ingresso in ambedue. Per adesso non è possibi-le anticipare altro ma… continuate a seguirci! A proposito: se ancora non siete iscritti alla nostra newsletter scriveteci a [email protected] e vi terremo aggiornati. Come vedete, nei musei si lavora sempre forte, fiduciosi che perseverare, in questo caso, non è diabolico!

Gabriele Mazzi

Palazzo della Battaglia, tel. 0575787023, E-mail: [email protected] - Facebook: Palazzo della Battaglia

Staderino, un personaggio curiosoA quasi un anno di

distanza dalla sua aper-tura, al Museo delle Bi-lance è arrivato Stade-rino! In un certo senso si tratta di una nuova bilancia che somiglia molto ad una stadera, anche se non è posi-zionato in un tavolo o chiuso dentro una teca. Staderino si sposta di sala in sala, viaggia nella storia e in vari luoghi e, attraverso sette pannelli con testi in italiano e in inglese, racconta qual-cosa sulle bilance a quanti avranno voglia di seguirlo.

Il personaggio nasce dalla collaborazione del personale del Museo, autori dei testi, con Cristina Melacci, abile de-signer e storica dell’arte cortonese che con la sua fantasia e bravura ha saputo dar vita ad una curiosa stadera con sem-bianze umane che sicuramente saprà attirare l’attenzione dei visitatori più giovani e li guiderà alla scoperta di un mondo nuovo e affascinante, quello delle bilance e della loro sto-ria. Staderino e i suoi racconti non sono le uniche novità del Museo.

I più curiosi avranno a disposizione due antiche bilance, una stadera e una bilancia a bracci uguali con pesiera, per pesare varia merce e comprenderne in modo pratico e diretto il funzionamento. Insieme a queste due bilance è arrivata nel museo una stupenda stadera pesa sale, con un insolito piatto sospeso da due sole catene e una stadera da ingrosso decorata in un elegante stile Liberty.

Inoltre il visitatore troverà nuovi pannelli che fanno da corredo alle bilance e dei comodi glossari utili per conoscere meglio tutti i componenti dei diversi strumenti di pondera-zione. Così, a quasi un anno dalla sua inaugurazione, il Mu-seo si rinnova e cresce ancora, con la solita attenzione alla didattica e al desiderio di conoscenza dei visitatori.

Lorenzo MinozziIn alto uno dei pannelli di cui si parla nell’articolo: foto di Lorenzo Minozzi. A sinistra il “Musei PASS”.

La vignetta di Scacciapensieri:Figli!

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CRONACHETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Aprile 2013

28 febbraio. Oggi è morta Ernesta Ceccantini vedova Dona-ti. Abitava nella zona di San Paolo al Borgo e solo da poco aveva festeggiato 100 anni. Era nata alle Stalle, nei pressi del Carmine.

Venerdì 1. Quando don Adalberto è passato per l’Acqua Santa gli ho fatto assaggiare il sernik, un dolce polacco che aveva preparato la Marilena assieme alla Sofia.Oggi è morto Paride Acquisti. Aveva 88 anniSabato 2. Oggi è morta Amneris Crocioni vedova Guadagni. Aveva 80 anni ed abitava nel Borgo della Croce. Era nata a Castello e suo padre le mise questo nome perché aveva visto l’Aida e gli era rimasto impresso questo nome.Martedì 5. Oggi è morta Fedelina Bartolomei vedova Feli-cetti. Aveva 91 anni ed abitava alle Ville. Era nata a Pezzano, in comune di Monte S. Maria Tiberina.Mercoledì 6. Oggi ho acceso un bel fuoco e... m’ha preso fuoco il camino.Domenica 10. Oggi è morta Maria Agostini vedova Lazze-rini. Aveva 86 anni ed abitava ad Anghiari, era nata ad Um-bertide.Lunedì 11. Stamani sono stato alla Messa a Sant’Agostino al Borgo e l’omelia di don Luigi è stata come sempre esemplare.Oggi è morta Valeriana Comanducci in Parati. Abitava per le Mura di sopra ed era nata alla Frattaccia.Martedì 12. Oggi è morta Cecilia Pernici in Mari. Aveva 87 anni ed abitava dopo il Botteghino di Valealle.Giovedì 14. Oggi non sono potuto andare alle fiere al Borgo che “ciavevo” da fare.Sabato 23. Stamani sono andato a salutare la Morena che hanno riaperto la bottega alla Stazione.Oggi è morta Maria Donati vedova Buricchi, meglio cono-sciuta come Marina ed abitava ai Tordini. Aveva 89 anni ed era nata al Torrino di Campalla.Lunedì 25. Stamani con don Marco sono andato a dare l’Acqua Santa a Libbiano. Mi c’è scappato anche un pranzo dai Berga-maschi con un bel piatto, anzi due, di maccaroni spenti d’ova.Martedì 26. Oggi è morta Rina Mafucci vedova Dini. Abi-tava al Ghetto di San Leo ma era nata a Ca’ di Celli nella parrocchia di Ripoli.Mercoledì 27. Oggi è morta Lucia Carboni vedova Panichi di anni 90. Era nata a Bagnaia, sempre in comune di An-ghiari, ma abitava a Tavernelle.Giovedì 28. Stamani, intanto che si montava le luci in Piazza per il Venerdì Santo, con Danilo abbiamo visto un paio di rondini sopra il Terrato.Sabato 30. Oggi è morta Ombretta Guerrini in Gennaioli. Abitava a San Leo ed è stata insegnante della Scuola dell’In-fanzia di San Lorenzo. Era nata a Sansepolcro.

Lunedì 1. Oggi è morto Faliero Merendelli di anni 82. Abita-va sotto l’Ospizio di Fra Damaso, ma era nato ai Piani e, per molti anni, ha abitato al Vergone.Martedì 2. Oggi è morta Rosa Giovagnoli vedova Meozzi. Aveva 86 anni ed abitava per la via del Comune. Era nata a Fanciulleri ed ha abitato anche all’Arco di Viaio, dove una volta c’era una bottega di alimentari.Venerdì 5. Stanotte ho sentito che ha piovuto. E anche forte.Oggi è morto Gino Bassani di anni 86. Abitava per la via di San Leo ma era nato a Upacchi. Poi ha abitato anche a Tic-chiena e a Elci.Mercoledì 10. Stamani al giardinetto della Croce ho visto l’Anna di Ripalta. Mi sa che aspettava un imbarco.Venerdì 12. Stasera non sono potuto andare a vedere il do-cumentario su Santa Chiara che sono un paio di giorni che non sto bene.Sabato 13. Oggi è morto Giovannino Poggini. Aveva 84 anni ed abitava a Casalanda dove era nato.Domenica 14. Oggi è morta Maria Mearini vedova Serafini, aveva 89 anni. Era nata a San Procino e, quando è venuta a Tavernelle, ha gestito la bottega di alimentari del Nannicini, dal 1970 all’82.Martedì 16. Stamani verso le 9,30 ero al Borgo e vicino alla Questura ho visto la mamma di don Marco che mi sa che andava a fare la spesa.Mercoledì 17. Oggi è morta Gorizia Del Pia vedova Maz-zi. Abitava in cima a via della Tomba, ma la ricordiamo di quando abitava con la famiglia in Piazza Baldaccio. Aveva 96 anni ed era nata al Borghetto di sopra, all’inizio delle ex scalette rosse.Venerdì 19. Stavo passando dal Ponte dei Sospiri quando ho visto l’Elena dei Mori che aveva bloccato tutta la circo-lazione.* Oggi è morto Littorio Calchetti, che tutti conoscevamo come Oliviero. Abitava a Tavernelle, ma per tanti anni è stato presso il convento dei Servi di Maria di Pisa. Era nato a Pra-tieghi dove è stato anche sepolto.Martedì 23. Oggi è morto Gaetano Mari che tutti chiamava-mo Tano. Abitava prima del bivio per Valealle ed era nato lì vicino nelle case di Valealle basso.Mercoledì 24. Oggi è stata inaugurata la Mostra dell’Artigia-nato. Peccato che sulle mura non hanno messo l’iscrizione a grandi lettere annunciante la Mostra stessa.Giovedì 25. Stamani, dopo la Messa alla cappella di San Marco, sono state benedette le foglie di giglio da mettere nel-le croci per i campi.Venerdì 26. Oggi c’è stata ad Anghiari la presentazione del-l’antologia di scritti di Giuseppe Bartolomei, un anghiarese che ha fatto onore al suo paese.Domenica 28. Oggi è morta Maria Graziella Ulivi vedova Bruni di anni 85. Abitava a Roma, ma passava molti periodi dell’anno con la sua famiglia nella loro casa di Tortigliano dove lei era nata.Lunedì 29. Oggi in piazza montavano il palco. Mi sa proprio che è per il 3 maggio.

Mese di Marzo 2013

Pellegrinaggio dal PapaMercoledì 15 maggio anche le nostre parrocchie hanno partecipato al Pellegrinaggio Diocesano a Roma per andare da Papa Francesco, nella ricorrenza di un anno dalla visita del Papa ad Arezzo e Sansepolcro. I 6000 pellegrini hanno partecipato all’udienza del Papa in piazza san Pietro e nel pomeriggio alla Messa al santuario del Divino Amore. In

questa data il giornale però è già in stampa. Nel prossimo numero pubblicheremo volentieri alcune testimonianze.

I numeri

Dalla Valtiberina sono partiti in 726 così suddivisi: An-ghiari 81; Badia Tedalda 30; Caprese Mic.lo 55; Le Ville 40; Monterchi 55; Pieve S. Stefano 55; Sansepolcro 410.

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Questo giornale lo potrete trovate su Internetwww.parrocchiadianghiari.it

Scriveteci: [email protected]: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

Per le vostre offerte: Propositura Insigne Anghiari - C/C postale N. 11802527

Arriva l’estate!Ecco le proposte della Parrocchia per ragazzi e giovani, da vivere nel-l’estate, perché non sia un tempo vuoto ma pie-no di occasioni educative per una crescita umana e comunitaria.

Campeggio per ragazzi delle Mediea Badia Prataglia (AR)dal 30 giugno al 4 luglio.

Campeggio per ragazzi delle Supe-rioria Madonna di Campiglio (TN)dal 10 al 15 luglio.

GREST per ragazzi delle elementari e medie nei seguenti periodi:16 – 19 luglio29 luglio – 2 agosto19 – 24 agosto

Tradizionale conclusione il 24 agosto per la festa di San Bartolomeo.

INFOTutte le informazioni possono essere richieste in Parrocchia o direttamente a don Marco, Linda, Laura, Donatella e Alessandro. Per i Campeggi ci sarà un termine di iscrizione e versamento caparra per confermare i posti, visto che come sempre è organizzato insieme ad altre parrocchie della diocesi. Per il Grest si chiede ai genitori di iscrivere i propri figli il primo giorno di ogni pe-riodo per tutta la settimana, onde po-ter organizzare al meglio le uscite pro-grammate.Per favorire la partecipazione vengono aiutate, come sempre, le situazioni in difficoltà economica.