2007-6 Oratorio di Anghiari

32
1 PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 6 DICEMBRE 2007 - GENNAIO 2008 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Contiene inserto redazionale Il Presepe Vivente di Le Ville-Monterchi

description

Il Presepe Vivente di Le Ville-Monterchi Con tiene inser to reda zion ale 1 P o s te I ta li a n e S .p .A . - S p e d . in A .P . D .L . 3 5 3 /2 0 0 3 ( c o n v . in L . 2 7 /0 2 /2 0 0 4 n ° 4 6 ) a r t. 1 , c o m m a 2 , D C B /5 2 /2 0 0 4 - A R E Z Z O - T a r if f a p a g a ta - T a x e p e r ç u e

Transcript of 2007-6 Oratorio di Anghiari

Page 1: 2007-6 Oratorio di Anghiari

1

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 6 DICEMBRE 2007 - GENNAIO 2008

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A

.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, com

ma 2, D

CB

/52/2004 - AR

EZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

Contiene inserto redazionale

Il Presepe Vivente di Le Ville-Monterchi

Page 2: 2007-6 Oratorio di Anghiari

2

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XXXXI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

l'editoriale di enzo papi

Il Vangelo secondo GiottoDalla Redazione

Ciao WalterIeri sera erano le undici

passate quando Walter ha in-viato con la posta elettronica alla redazione dell’Oratorio il suo articolo.

Non lo aveva potuto fare prima per un lieve malore da cui era stato colpito.

Stamani, la Redazione, ma, noi anghiaresi, abbiamo inve-ce appreso la notizia della sua improvvisa scomparsa.

Intendiamo rendergli omaggio intanto con la pub-blicazione della sua pagina, così come l’aveva preparata, con i suoi interventi sempre puntuali e pungenti.

Ciao Walter

Anghiari, 16 novembre 2007

Sono scesi domenica 21 ottobre, al Borgo, i catechisti di Anghiari. A scuola di catechismo da Giotto. E non sono stati i soli, per ripassare il catechismo, ad usare la grande riproduzione della Cappella degli Scrovegni di Padova, capolavoro del grande pittore, voluta a Sansepolcro dal Liceo ‘Città di Piero’ e allestita presso l’oratorio della Madonna delle Grazie. Nei venti e passa giorni che la mostra è stata aperta al pubblico si sono avvicendati, fra i grandi pannelli-parete, in scala 1 a 4, scolaresche e gruppi parrocchiali, classi delle elementari e delle superiori, gruppi di catechismo e giovani dei movimenti ecclesiali proprio per studiare, da vicino, la grande Biblia pauperum che Giotto ha dipinto nei primissimi anni del 1300; rinnovando, fra l’altro, la pittura occidentale e staccandola definitivamente, in direzione del realismo concreto del nostro mondo, dalla fissità rigida e pensosa dello stile bizantino orientale che, fino ad allora, la faceva da maestro anche da noi.

L’interesse per Giotto di tutta questa gente, soprattutto giovani e di area ecclesiale, è stato un interesse naturale; nessuno come Giotto, infatti, ha raccontato l’annuncio cristiano con tanta chiarezza didascalica e tale completezza di contenuti. Un vero e proprio Vangelo per immagini: una Biblia pauperum, per l’appunto. Cioè: il racconto del cuore della proposta cristiana, la persona di Cristo, per illetterati, per un popolo cioè che, in larghissima parte, non sapeva leggere e scrivere, ma poteva comprendere con sicurezza le immagini. Istruire ed educare alla fede, insomma, attraverso l’immagine. Ecco il senso del grande ciclo affrescato per volontà di Enrico Scrovegni. Qualcuno dei visitatori, non a caso, ha definito i 36 riquadri, l’arco trionfale e la controfacciata con il Giudizio Finale, un vero e proprio fumetto del ‘300. Senza le nuvolette con le scritte, ma fumetto!

Come spiegare tanto successo? Il prof. Cardini, medievalista insigne, venuto a Sansepolcro per parlare della Resurrezione di Piero, ha lascito scritto, nel libro delle presenze, “per una visita inaspettata e molto gradita, 19.10.2007”. Perché? In fondo non si trattava di una grande mostra d’arte, ma di una fedele riproduzione, spiegata, puntualmente, riquadro per riquadro, da studenti liceali: il valore didattico, quindi, non quello artistico, era sicuramente prevalente. La didattica, dunque; ecco la spiegazione del successo. Potremmo ragionare, metaforicamente, su questo versante, che è il versante vero del nostro tempo; e cioè: il 2007, quindi il nostro tempo, è, sotto il profilo della consapevolezza cristiana, illetterato? La domanda è meno peregrina di quello che si possa altrimenti ritenere. Così la Biblia pauperum di Giotto, al di là della bellezza artistica, trova veramente una nuova giovinezza proprio come Biblia pauperum: racconto per immagini, cioè, per un popolo povero di cultura religiosa.

La povertà di consapevolezza cristiana è l’esito evidente del tempo della secolarizzazione. La nostra è una realtà nella quale l’identità cristiana, là dove persiste, è largamente minoritaria nonostante la frequenza ai sacramenti dell’iniziazione sia ancora massiccia; spesso, inoltre, sempre là dove essa resta come lascito residuale, si accontenta di vivere nella coscienza privata della persona e nella frequenza individuale alla liturgia domenicale. Nella realtà, insomma, sempre più difficilmente ci si imbatte in una mentalità cristiana; nel quotidiano, cioè nella vita di tutti i giorni, nel lavoro come nella scuola, in famiglia come fra gli amici, è sempre più difficile imbattersi in una cultura cattolica. Dunque? Il tempo di Giotto ha prodotto un capolavoro didascalico a sostegno di una fede che era trasmessa oralmente e dai comportamenti; invece nel nostro tempo Giotto non sostiene ciò che non c’è, ma -più radicalmente- annuncia di nuovo una notizia quasi totalmente non più nota. Il bello della mostra che per quasi un mese è stata visitata da tanta gente è proprio qui: ha denunciato un vuoto di contenuti, ma ha anche stimolato una curiosità ed una attenzione che hanno permesso a tanti di incontrarsi, per la prima volta, con l’ausilio della bellezza, in una notizia interessante: la Buona Novella di Cristo. Allora la cappella Scrovegni svolgeva il compito di Bibbia illustrata; oggi, più radicalmente, si è posta come catechesi senza se e senza ma.

L’amore una magiadi Franca Ciucoli

Il rifugiarsi nell’amorecome se fosse una magiaper viverci in pace la felicitàè un’infantile fantasiache proietta l’incapacitàdi vivere l’amore.

Tacela campana della Croce

Difficoltà sul suo smontaggio e precedenti impegni per l’unica Ditta in grado di eseguire il lavoro stanno allungando i tempi di ripristino del-la campana della Croce.

Aspettiamo di risentire presto la sua voce.

Page 3: 2007-6 Oratorio di Anghiari

3

a cura di Laura TaddeiLA PAGINA DELLA CARITAS

Un giovane discepolo andò dal saggio e gli disse: “Maestro ditemi una parola. Quando un uomo ama e sa di essere

amato è la persona più felice di questo mondo. Ma come si fa ad imparare ad amare?”

“Beh”, rispose il saggio, “potresti iniziare a mettere in pratica queste regole:

Non dare ma un’immagine falsa di sé stessi.Dire sempre di sì, quando è sì, e no, quando è no.Mantenere la parola data, anche e soprattutto se costa.Guardare gli altri ad occhi aperti, cercando di conoscere

i pregi e i difetti.Accogliere degli altri non solo i pregi ma anche i difetti

e viceversa.Esercitarsi a perdonare.Dare agli altri il meglio di sé stessi, senza nascondere

loro i propri difetti.Riprendere il rapporto con gli altri anche dopo delusioni

e tradimenti.Imparare a chieder e scusa, quando ci si accorge di aver

sbagliato.Condividere gli amici, vincendo la gelosia.Evitare amicizie possessive e chiuse.Dare agli altri anche quando gli altri non possono darci

niente.”Il discepolo, con uno sguardo perplesso disse: “Sono regole

belle ma difficili da vivere!”“Perché, chi ti ha detto che amare è facile?”, rispose il

saggio. “Non esiste l’amore facile, non esiste l’amore a buon mercato. Non esiste la felicità facile, non esiste la felicità comprata a prezzi di saldo.

Tutti cercano l’amore ma pochi sono disposti a pagare il prezzo per ottenerlo: il sacrificio! Imparare ad amare richiede un lungo cammino e un lungo tirocinio. È difficile, ma non impossibile!”

“Quando potrò dire a me stesso di aver imparato ad ama-re?” disse il discepolo.

“Mai. Perché la misura dell’amore è amare senza misura.” Rispose il saggio

Una storia per pensare..

Anche quest’anno il gruppo della caritas parrocchiale parteciperà agli incontri per gli operatori caritas organizzati presso la sede diocesana di Arezzo. Nei primi due sabati, Don Benedetto Rossi, noto biblista, ci ha parlato magnificamente di come l’Amore di Dio si rivela nella Sacra scrittura, nell’Antico e nel Nuovo testamento. L’ultimo incontro di sabato 3 novembre ha suscitato l’entusiasmo di tutti, tanto che nella nostra riunione parrocchiale del mercoledì, abbiamo sentito il bisogno di rendere partecipi anche gli altri che non erano presenti di ciò che abbiamo ricevuto. Questo perché non è stata una lezione teologica di puro interesse intellettuale, ma una riflessione sulla Parola di Dio, che sicuramente ci serve in concreto, non solo nelle nostre attività di operatori parrocchiali, ma in tutti gli ambiti della nostra vita di uomini e donne, dove siamo chiamati a mostrare il nostro essere cristiani attraverso l’amore. Questo non è riservato a pochi, ma è alla portata di tutti, pur nelle condizioni più diverse. Perciò vogliamo condividere alcuni spunti di ciò che abbiamo ascoltato anche con i lettori dell’Oratorio.

Inno alla Carità di S. PaoloPrima lettera ai Corinzi cap.13

S. Paolo non dà una definizione della carità, riducendola a un concetto, ma la descrive, dice quello che l’amore fa e soprattutto quello che non fa. Usa ben 14 verbi che descrivono le opere dell’amore. Due sono positive: la carità è paziente,

longanime, cioè ha un animo grande, che dà spazio all’altro, è capace di sostenere, la carità è benigna, benevola; 8 sono negative: non è invidiosa, non si adira, non si vanta…; altre 4 ancora positive: tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La lista dei “non” è più lunga, Paolo dice ciò che non bisogna fare se si vuole amare; le stesse opere positive (che riguardano il fare), richiedono più un patire (nel senso di sopportare, sostenere) che un agire. È un agire patendo.Amare non significa fare qualcosa per gli altri, ma piuttosto accettare gli altri come sono. Messo alla prova, l’amore vero tollera, pazienta, sopporta, scusa. Tutte le 14 opere sono atteggiamenti di pazienza, che è per giunta benevola, non rinfaccia, non si fa notare. La carità promuove comportamenti umili, miti, remissivi. Ciò sembrerebbe segno di debolezza, al contrario occorre invece una grande forza spirituale per viverli! Questa forza solo Dio ce la può dare, come dice sempre Paolo “Tutto posso in Colui che mi dà la forza.”Paolo addirittura insegna questo amore ad una Comunità difficile, quale quella dei Corinti, perché impari a vivere paci-ficamente, superando le tensioni. Anche a noi insegna che non esistono comunità, gruppi o soggetti difficili o non adatti a ricevere l’insegnamento evangelico, anzi proprio lì dove ci sono più conflitti solo l’amore può essere vincente.È chiaro che bisognerà dedicarsi ai po-veri, ma se la Comunità nel suo interno è divisa, se i cristiani parlano male gli

uni degli altri, le opere di misericordia sono vane, inautentiche. La sorgente dell’ispirazione di questo meraviglioso inno all’Amore è Gesù.L’apostolo Paolo contempla il crocifisso che tutto sopporta per amore nostro. Con-templa Gesù che durante la sua esistenza terrena è paziente, non è invidioso, non si considera superiore pur essendo Dio, ma assume la condizione di servo, non gode dell’ingiustizia, non si vendica, si compiace della verità. Svela all’ uomo la verità, gli dice ciò che è, ma come con la samaritana e l’adultera, non ci butta in faccia il nostro limite, ma ci rigenera e opera il cambiamento. Carità quindi significa essere come Gesù: la Chiesa, i cristiani sono chiamati a imitare il Dio paziente e misericordioso, ricco di bene-volenza, a comportarsi come Gesù si è comportato nella passione, di fronte agli insulti, al rinnegamento degli apostoli, sulla croce.Un ideale altissimo, è vero, ma non astratto e impossibile: Paolo lo propone proprio a coloro che sembrano fare più fatica, perché è il solo che può guarire le ferite, quelle dei Corinti allora, come le nostre ora. Solo questo ideale è fonte delle Beatitudini, solo aspirando a questo Amore, possiamo anche noi raggiungere la vera felicità.

Page 4: 2007-6 Oratorio di Anghiari

4

CALENDARIO LITURGICOa cura di Franco Cristini

Mese di Dicembre 2007 Mese di Gennaio 2008

S. Antonio AbateInvocato nelle campagne

come protettore degli animali.

Giovedì 17 alla Messa delle 18 in Proposi-tura benedizione dei panini.Domenica 20 gennaio a Tavernelle dopo la Messa benedizione dei panini, degli animali e delle biade.

TEMPO DI AVVENTORallegratevi: il Signore è vicino

2 dicembre domenica – Domenica I di Avvento. Sante Messe secondo l’orario festivo.4 dicembre martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.6 dicembre giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fe-deli alla preghiera per le vocazioni.7 dicembre venerdì - Sant’Ambrogio - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione.8 dicembre sabato - Immacolata Concezione della Beata Vergi-ne Maria. Sante Messe secondo l’orario festivo. “Tutta bella sei, o Maria; la colpa originale non ti ha sfiorato.”9 dicembre domenica – Domenica II di Avvento. Sante Messe secondo l’orario festivo.10 dicembre lunedì - Beata Vergine Maria di Loreto. Alle ore 18 S. Messa celebrata nella chiesa di Badia, a cui seguirà la consueta Pro-cessione per le strade del Castello antico dove verranno composti i “Quadri viventi” della vita di Gesù, Maria e i Santi.13 dicembre giovedì - Santa Lucia vergine e martire. Il culto di Lucia (dal latino lux=luce) era già molto diffuso nella Sicilia, in particolare a Siracusa, fin dal V secolo. Lucia morì probabilmen-te a Siracusa durante la persecuzione di Diocleziano. Protettrice della vista.15 dicembre sabato - Inizia la novena, nella chiesa di Propo-situra alle ore 18, in preparazione del Santo Natale. Per tutto il periodo della novena la Messa vespertina viene anticipata alle ore 17,15 circa. (La domenica la novena non viene celebrata e la Messa delle ore 18 è sempre nella chiesa della Croce).16 dicembre domenica – Domenica III di Avvento “in gaude-te”. Sante Messe secondo l’orario festivo.23 dicembre domenica – Domenica IV di Avvento. Sante Messe secondo l’orario festivo.24 dicembre lunedì - Vigilia del Santo Natale. Nella chiesa di Pro-positura e nella chiesa di Tavernelle dalle ore 15 confessioni. Alle ore 11 S. Messa nella chiesa di S. Lorenzo. Alle ore 23,45 in Propo-situra ad Anghiari ed al Cenacolo di Montauto S. Messa solenne.

TEMPO DI NATALE25 dicembre martedì - Natale di Gesù. Sante Messe secondo l’orario festivo. “Venite adoriamo il Signore che è nato per noi.”26 dicembre mercoledì - Santo Stefano. Diacono e primo mar-tire. Stefano fu il primo a versare il suo sangue (lapidato tra il 31 e il 36 dopo Cristo) in nome di Cristo e per questo la Chiesa lo venera come protomartire cioè primo testimone della fede. Festa Santo Stefano. S. Messa alle ore 11.27 dicembre giovedì -San Giovanni evangelista e apostolo. Me-moria del Patrono Diocesano e Festa nella Concattedrale di San-sepolcro. Fratello dell’apostolo Giacomo, prediletto da Gesù, fu presente sul Calvario dove ricevette l’incarico di prendersi cura della madre Maria alla quale fu costantemente al fianco.30 dicembre domenica – Sacra Famiglia di Nazareth. Sante Messe secondo l’orario festivo.31 dicembre lunedì - San Silvestro papa: alla S. Messa vesper-tina (ore 17 a Tavernelle, ore 18 in Propositura) Te Deum canto di lode e di ringraziamento per tutto ciò che il buon Dio ci ha donato nell’anno che sta per finire.

1° gennaio martedì - Capodanno. Maria Santissima Madre di Dio. Sante Messe secondo l’orario festivo.3 gennaio giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.4 gennaio venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chie-sa di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uo-mini dei Ritiri di Perseveranza.* Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione.6 gennaio domenica – Epifania del Signore. Sante Mes-se secondo l’orario festivo. “Splendente di fuoco, la stel-la guida i Magi verso Dio, il Re dei Re: la videro e porta-rono al Re i loro doni.”13 gennaio domenica – Battesimo di Gesù. Sante Messe secondo l’orario festivo.Con la festa del Battesimo del Signore comincia il Tempo Ordinario17 gennaio giovedì - Sant’Antonio abate protettore degli animali domestici, in particolare dei maiali.20 gennaio domenica – Domenica II del Tempo Ordina-rio. Sante Messe secondo l’orario festivo.27 gennaio domenica – Domenica III del Tempo Ordi-nario. Sante Messe secondo l’orario festivo.28 gennaio lunedì - San Tommaso d’Aquino vescovo e dottore della Chiesa.31 gennaio giovedì - San Giovanni Bosco fondatore dei Salesiani.

Page 5: 2007-6 Oratorio di Anghiari

5

Avvisi di NataleNOVENA DI NATALEdal 15 dicembre la solenne preparazione al Natale si svolge tutti i giorni alle ore 18 in Propositura (escluso la domenica). L’ultimo giorno di Novena (23 dicembre) alla S. Messa delle ore 11 in Pro-positura faremo la Benedizione dei Gesù Bambino da mettere nei presepi nelle case.

PER PREPARARSILunedì 24 dicembre, vigilia di Natale, dalle ore 15 per tutto il giorno Confessioni in Propositura.

CELEBRAZIONILa sera del 24 dicembre, a mezzanotte Solenne Messa della Notte di Natale animata dalla nostra Corale di Anghiari.Martedì 25, Santo Natale, le SS. Messe sono secondo l’orario festivo.Mercoledì 26, festa di S. Stefano, la Messa delle 11 viene celebrata nella chiesa di S. Stefano.

SANTE MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANOOre 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CENACOLO DI MONTAUTO " -CATIGLIANOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE " -SAN LEOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura " -PIEVE DI MICCIANO " -VALEALLE " -TAVERNELLEOre 11,30 -VIAIOOre 12,00 -TOPPOLEOre 15,30 -TUBBIANOOre 16,00 -PONTE ALLA PIERA " -PROPOSITURA (1a domenica del mese)Ore 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHIOre 8,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 10,00 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11,00 S. Maria della Pace Le VilleOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 17 (ore 18 estivo) San Simeone a MonterchiUltima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

31 dicembre 2007ore 17 a Tavernelleore 18 in Propositura

S. Messa di fine anno e canto del “Te Deum”.

Ricorderemo tutti i battezzati, comunicati, cresimati, sposati e defunti della nostra parroc-chia dell’anno che si conclude.

Primo venerdì del meseal Carmine

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

Page 6: 2007-6 Oratorio di Anghiari

6

La vignetta di Scacciapensieri:

Legna!

IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

digi

talfo

to E

mm

edip

ì

I “vaffa” di Beppe Grillodi Sergio Lombardi

Questo è inevitabilmente l’argomento oggetto di discussione del parterre di

questi giorni. Alcuni sono del parere che ciò che dice è la rappresentazione ogget-tiva di una società destinata prima ad un immobilismo reale, cioè nei fatti, per ter-minare poi in un disfacimento generale, mentre per altri non è altro che uno sfogo massimale destinato ad alzare un polve-rone ideologico sorretto dallo scontento

popolare, ma passato questo momento particolare cesserà di esistere perché mancante di ideologie concrete e basato solo in una protesta per altro poco costruttiva.

Secondo me qui ci troviamo di fronte ad uno scoop me-diatico finalizzato solo ad alzare l’indice di gradimento di Grillo stesso. Mi spiego: secondo me la politica è una cosa seria perché decide il futuro delle masse per cui è anacroni-stico ridurla ad una battuta o riportarla a una serie ironica di fatti grotteschi strumentalizzando dei fatti oggettivi caratte-rizzanti di questo particolare momento. Oggi assistiamo a una involuzione generale in cui non funziona proprio niente, ma tutto questo perché non vengono fatte le riforme neces-sarie. In altre parole vi è un parlamento che è paralizzato, ma se lo stesso è in queste condizioni la responsabilità è di chi ha contribuito a una tale realizzazione, naturalmente la con-seguenza di tutto ciò è la formazione dell’Italia dei furbini e quindi ci si ritrova a pagare una marea di tasse senza ricevere in cambio funzionali servizi perché le risorse ottenute si per-dono in mille rivoli della politica stessa.

In definitiva stiamo ripetendo l’errore di sempre e cioè parliamo e protestiamo ma poi basta che arrivi qualcuno con elevata abilità dialettica e ci dimentichiamo le vere proble-matiche.

Allora: Bisogna diminuire i parlamentari. Ne eleggiamo altri? questi ci rubano e non provvedono ai bisogni nazionali. Diminuendoli se non altro spenderemo meno.

Ma forse dimentichiamo che è nella natura umana pen-sare prima a sé stessi poi al resto, infatti è proprio per questo che dico sempre che il miglior guardia caccia è quello che ha fatto il bracconiere per 20 anni in quanto conoscendo tutti i trucchi è difficile farlo fesso.

Ricordiamo che abbiamo una grossa responsabilità nel momento in cui mettiamo quella crocetta e che la situazione attuale non è altro che la conseguenza di coloro che si sono fatti imbrogliare dai bla bla di chi pensava a realizzare i pro-pri interessi.

A questo punto sarebbe opportuno capire che ci pensa il destino a complicare la vita, non aiutiamolo!!

Mercato salutista e vasi nuovidi Clèto

Mercoledì 26 settembre - Saranno stati i vasi dei fiori appena collocati lungo il Borgo della Croce (e ne parliamo anche in altra parte) o saranno state le giostre al Campo della Fiera, o forse ancora un concentramento di gente, fatto sta che le macchine erano parcheggiate fino sotto le Strosce.

E così se ti piazzavi alla Fonte avresti visto arrivare a frotte i nostri concittadini che avevano fatto un po’ di sport salutare per raggiungere i luoghi deputati al mercato setti-manale. Fra loro però c’era chi arrivava ancora energico e baldanzoso, chi un po’ più affaticato e ansimante, ma certa-mente tutti hanno fatto sport salutare.

Che i nostri amministratori tengano così tanto alla nostra salute?

Una cometa inaspettataNei giorni intorno alle feste di San Martino è stata avvi-

stata una cometa visibile dopo le dieci, di sera naturalmente. Si trova a sinistra delle Pleiadi, praticamente sopra la nostra testa.

Dovrebbe essere ancora visibile quando vi arriverà il giornale a casa. Provate a guardare in su.

Curva delle corrieredi Emmedipì

È questo il nome con cui gli anghiaresi conoscono la curva situata lungo la provinciale Libbia, di fronte allo stop del Terrato.

Lì da sempre (poco dopo la curva) hanno fermato le corriere che vanno o vengono da Arezzo e vanno o ven-gono dal Borgo. E siccome lì nei paraggi era facile trova-re qualche corriera è stato anche facile dare a quel luogo il nome di “Curva delle corriere”.

Ora la fermata più importante di Anghiari è stata de-classata a “Fermata a richiesta” e quindi dovremo forse cambiare anche il nome della curva.

Ma comunque possiamo arrivare a capire che quei pochi secondi della fermata possano essere risparmiati, quando non c'è nessuno da salire o scendere, ma almeno mettete una pensilina sotto cui la gente possa ripararsi quando aspetta!

Page 7: 2007-6 Oratorio di Anghiari

7

...il PalterreTiratele fuori dal cassetto!!

Stiamo parlando delle vecchie foto che ognuno di noi conserva ge-losamente in qualche cassetto.

Se ne avete qualcuna che raf-figura gruppi di scuole, feste, pro-cessioni o magari qualche caratteri-stica foto di famiglia, noi le stiamo cercando.

Ne faremo una riproduzione e l'originale vi sarà subito riconse-gnato. Se conoscete i nomi delle persone raffigurate ciò sarà di aiuto per la nostra ricerca che si conclu-derà con una mostra in cui le foto verranno esposte.

Rivolgetevi a Frido Camaiti o Mario Del Pia. Grazie!

Questa foto raffigura i bambini del-l'Asilo in occasione di una festa di Carnevale.

Catenedi Clèto

Lo spunto anche per queste due righe me lo danno i nuovi vasi collocati pel Borgo della Croce.

Siccome molti li hanno criticati (a me invece sembra che possa essere un metodo per scoraggiare i parcheggia-tori “abusivi” - gli amministratori però dovrebbero sempre tenere nella debita considerazione le necessità delle famiglie residenti e dei commercianti) e hanno proposto una serie di catene: io miglioro la proposta.

L’idea m’è venuta visitando la località di Lippiano in oc-casione della Fiera del me-stolo che si è tenuta ivi sul finire di settembre, assieme a due veterani anghiaresi: Gastone e Settantino. Da-vanti ad una chiesa vi sono delle catene a protezione dell’ingresso della medesi-

ma: mi sono molto piaciute. Potremmo anche noi collocare una serie di catene simili a quelle, ben fatte da qualche arti-giano emulo dei Miccioni e che poi, come dimostra la foto, potrebbero essere svago per turisti e residenti che passeggia-no lungo il Borgo della Croce per fare dinsedansa.

Magari potrebbero anche servire per far riposare le stan-che membra dei meno giovani durante la faticosa risalita.

I nuovi vasi della Crocedi Clèto

Lunedì mattina 23 settembre. Una tiepida mattinata di sole invogliava tutti alla tranquillità e alla calma e a godersi gli ultimi residui raggi di sole.

Invece, verso le undici, un vocìo sempre più forte mi ha fatto porre attenzione a cosa succedeva nel Borgo della Cro-ce e mi è toccato uscir fuor dell’uscio di casa.

Succedeva che gli operai del Comune stavano collocan-do una serie di basi in pietra nel marciapiede di sinistra con l’intenzione, evidentemente, di collocarci sopra dei vasi di fiori.

In particolare alcune donne erano inviperite perché così, con quei vasi fitti fitti, se non c’era posto nei parcheggi del-l’altro lato, non era possibile fermarsi nemmeno per un mi-nuto.

«E con la spesa come faccio? E ‘l citto cume faccio a scendilo? In caso de bisogno che ‘nvento? Ma a noi ‘n ci pensa nissuno?» Queste le domande che le brave massaie si ponevano.

L’intento dell’Amministrazione, presuppongo, è solo quello di scoraggiare la sosta nel marciapiede anche se tale divieto è già ampiamente segnalato con appositi cartelli.

Non so come andrà a finire. So solo che non era passato neanche mezz’ora che una macchina ha intrampolato in una di quelle basi e l’ha sbeccolata un po’.

E poi la sera verso le sei un’altra macchina e un’altra base.

Fagioli caponi! Che siamo noi

Abbiamo preso a prestito questa battuta del film di Totò (un po’ modificata) per parlare di una razza di fagioli, specifica della Val Sovara, autoctona dei nostri territori. Chi ha visto questi fagioli sa che assomigliano ai fagioli piattelli ma hanno una piccola gobba al centro e soprattutto una buccia molto sottile e sono di una bontà eccezionale.

In mostra per San Martino c’erano quelli coltivati dal Manenti della Casanova, forse l’unico rimasto a produrre questa specie di fagioli.

Non sarebbe male poter salvaguardare questo prodotto caratteristico delle nostre terre.

RossanoMentre andiamo in macchina giunge la noti-

zia della tragica morte di Rossano Ardenti.Giovane Guardia Forestale a Pieve Santo

Stefano, aveva solo 36 anni, lascia la moglie e la figlioletta di pochi mesi. Abitava per la via del Carmine, ma la sua famiglia è originaria di Elci, vicino a Casale.

Nozze proprio specialiIl 25 ottobre scorso Wilmo Catacchini e Maria Senesi

hanno festeggiato le loro nozze di diamante.Si erano sposati proprio sessant’anni fa, nel 1947, nella

chiesa di Pianettole dedicata ai Santi Pietro e Paolo dove era parroco don Antonio Brilli.

I figli Nilo, Franco e Franca e tutti i nipoti li festeggia-no con tanto affetto.

Loro sono ancora le colonne portanti della famiglia ed un esempio per tutti.

Grazie Signore per quello che ci hai dato,nel bene e nel male sempre ci hai aiutato,abbiamo figli, nipoti e pronipoti,grazie per la vita che ci hai allungato,però io penso che per andare avantisi debba ringraziare anche tutti i santi.Tutto questo fa parte del passatoora quello che ci dai è tutto regalato.Grazie Signore.

Maria e Wilmo Catacchini sposi nell’ottobre del 1947

Page 8: 2007-6 Oratorio di Anghiari

8

LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTEdi don Quinto Giorgini

La chiesa di S. Maria Assunta a Casale d'Anghiari

Casale è situato a quota 615 m s.l.m. sul fianco orien-tale di una collina che si erge a destra del torrente Sovara e di quello di Chiavacce, lungo la strada an-

tica mulattiera che da Anghiari scendeva a Pieve Sovara e, passando per Pietramala, conduceva ad Arezzo.

Anche in questo luogo, fin dal 1105 esisteva un castello dei conti di Galbino e di Montedoglio, che poi fu occupato dai Tarlati insieme ad altri fortilizi vicini il 7 marzo 1337, di cui ora rimangono solo i ruderi. Nei pressi abbiamo la chiesa di origine medievale dedicata a Maria Assunta che è ricorda-ta fin dal 1141, quando il Vescovo tifernate Davizzo visitò la Pieve di Sovara trovandovi radunati i sacerdoti delle chiese del Piviere, i quali riconobbero la sua tradizionale giurisdi-zione e diritti su di esse. Era presente anche il rettore della chiesa di Casale di nome Domenico. Il 14 febbraio 1268, un altro Vescovo tifernate tornò alla Pieve di Sovara per la Visita pastorale. Era Niccolò che, accolto dal pievano Nera-zio e dal clero locale, scelse quattro tra i sacerdoti presenti perché sotto giuramento dichiarassero pubblicamente quali chiese del Plebanato avevano l’obbligo annuale del censo al Vescovado di Città di Castello, consistente in una spalla di maiale e in uno staio di spella. Tra gli obbligati al donativo c’era anche il rettore di S. Maria di Casale. È la prima volta che i documenti di archivio riportano il titolo di questa chie-sa, dedicata appunto a Maria Assunta. Beni patrimoniali del monastero camaldolese di S. Bartolomeo di Anghiari esiste-vano in questo territorio, ma già fin dal 1567 questa chiesa possedeva una casa, aia, orto ed altri appezzamenti di terreno arabili e sodi al Pian di Faggeto, a Libbiano, a Palazzolo, Stabialle, Aiola, Bracitelle e alle Strisciale. I Patroni di que-sta chiesa nel 1560 erano i Capitani di Parte guelfa di Firenze ed il rettore don Anastasio da Monterchi, che vi celebrava tutte le feste. Il beneficio rendeva 60 staia di grano. Alme-no dal 27 dicembre 1569 la chiesa risulta annessa alla Pieve della Sovara, il cui pievano vi eleggeva un “vicario perpetuo o cappellano” residente in loco. Il 9 luglio del 1583, il visi-tatore apostolico mons. A. Peruzzi visita questa chiesa, dalla cui relazione in lingua latina traduciamo e sintetizziamo le notizie più rilevanti.

È detta chiesa “parrocchiale” annessa, poi distaccata e di nuovo unita dal 1569 alla chiesa madre di Sovara. Mons. Pe-ruzzi fa un po’ i calcoli: questa chiesa di Casale, insieme alle due chiesette vicine, “semplici” di S. Angelo e di S. Marino, ha un reddito di 120 staia di grano e di 20 staia di castagne e, distando dalla Pieve un “miglio e mezzo” circa, questa unio-ne dovrà essere riveduta dal Vescovo diocesano. Chiede poi al vicario perpetuo ser Girolamo del Pasqua di Monterchi: quante anime ha la parrocchia? Ottanta per la Comunione. Quanto percepisce per il servizio che presta? Diciotto staia di grano, dodici barili di vino e trenta libbre in denari, con l’obbligo di provvedere alle necessità della chiesa e alla ce-lebrazione tutti i giorni festivi. Il visitatore ordinò:

- di conservare il Santissimo acquistando un decoroso ta-bernacolo in legno di fronte al quale dovrà rimanere accesa una lampada ad olio;

- di acquistare una pisside per conservare e distribuire la

Comunione e il vino consacrato con un calice di vetro;- di istituire la Confraternita del Corpo di Cristo per por-

tare il viatico ai malati, sotto un ombrello eucaristico, se non è possibile acquistare un baldacchino;

- di spiegare in ogni festa il Vangelo al popolo e la dot-trina ai fanciulli;

- di costruire una sacrestia dotata di lavello, inginocchia-toio ed armadio per la custodia dei sacri parati che risultava-no scarsi e laceri ed i pochi corporali e purificatoi sudici… Comandò inoltre di comprare una pianeta di seta color bian-co ed un camice di lino “…habetur calix unus satis decens, cum sua patena… vidit corporalia et purificatoia immonda et in pauco numero…”;

- l’edificio della chiesa “male se habet…”: spaccature nelle mura ed in gran parte senza intonaci, il tetto bisognoso di riparazione, mentre il pavimento era decente;

- l’altare maggiore, consacrato, si trova sotto una volta, da ridipingere e priva di una icona, croce e candelieri de-centi;

- l’altare della Madonna, di cui hanno cura i parrocchiani, è dentro una cappella con balaustra di legno e vi si celebra una volta al mese. Era un altare “portatile”, di legno, per cui mons. Peruzzi “sub poena suspensionis” proibisce a don Gi-rolamo di celebrarvi la Messa e comanda di sostituirlo con un altare di pietra;

- l’altare di S. Antonio, essendo privo del necessario, or-dina che sia distrutto o che sia dato a qualcuno che lo vo-glia rifare come si deve. Comanda infine di provvedere ad un confessionale e ad una nuova porta con serratura e chia-ve, in modo da impedire che gli animali entrino in chiesa. L’adiacente casa canonica era abbastanza decente e il vicario

Page 9: 2007-6 Oratorio di Anghiari

9

perpetuo vi risiedeva continua-mente..

Nella visita del 13 maggio 1599 la “chiesa nelle pareti era in buono stato ed ornata con diverse figure di Santi”. L’inventario del 12 novembre 1649 elenca la pre-senza dei vari registri parrocchiali nell’archivio. Nel 1687 così è de-scritta la chiesa: è a tetto, lunga 17 braccia, larga 6, le muraglia di pietra intonacate solo di dentro, senza finestre, senza coro, senza Santissimo, due altari, cinque se-polture, senza sacrestia, sul cam-panile una sola campana, con una canonica a due piani attaccata alla chiesa.

Nel 1793 tra il Pievano della Sovara don Pietro-Antonio Fran-ceschini ed il rettore di Casale don Angelo Gentili sorge un dissenso

circa il compenso spettante a quest’ultimo come “vicario per-petuo”. Con l’intervento del Vescovo fu trovato l’accordo per cui il Pievano era tenuto a dare attualmente al curato di Casa-le lire 70, some 10 di uova e 6 staia di grano, quale pensione. In quello stesso anno divenne rettore di Casale don Vincenzo Mangoni e nell’inventario dei beni di questa chiesa troviamo la presenza di tre statue in terracotta, raffiguranti la Madonna, S. Giuseppe e la Vergine con il Bambino in grembo in pessi-mo stato, di cui una delle due statue mariane si trova attual-mente nel Museo Taglieschi nel centro storico anghiarese. L’11 luglio 1796, il Vescovo Pucci trasferì alla chiesa di Ca-sale tutti i beni della vicina chiesa semplice di S. Lorenzo di Preconne. Il 14 gennaio 1797 don Mangoni richiese a nome del popolo il fonte battesimale per questa chiesa, per “cagio-ne dei fiumi che specie d’inverno sono pericolosi a passare per portare i bambini al Battesimo alla Pievania di Sovara o alla Cura di Pianettole”. Previo consenso del Pievano don Franceschini la richiesta fu accolta. Questo fonte si conserva ancora murato nella destra della cappella laterale. Nel 1819, quando fu nominato don Stefano Meozzi nuovo curato di Casale, il beneficio rendeva al netto lire 348,10 ed inoltre riceveva dal Pievano Ducci una pensione di 16 scudi annui. Nel 1843 nei lavori di restauro della chiesa furono chiuse le sepolture e furono costruiti a circa 200 metri, accanto ai ru-deri del castello, una cappella e un cimitero tuttora esistenti. In data 30 ottobre 1957 il geometra Angelo Brizzi ci offre una descrizione particolare di questa chiesa, da lui detta: “Di nessun particolare stile architettonico”, che verrà restaurata

nel 1961 dietro richiesta del parroco don Alberto Alberti. Il suddetto tecnico descrive nei particolari anche l’an-nessa canonica, che è stata venduta negli anni 70 ai si-gnori Gennari, che l’hanno restaurata. Anche la vicina casa colonica, fatiscente, è stata venduta e restaurata.

Purtroppo in quegli stes-si anni ladri sacrileghi han-no rubato dalla chiesa e dal-la sacrestia vari arredi sacri: candelieri, mobili, cornici, quadri ecc.

Questo sacro edificio attraverso i secoli ha subito varie trasformazioni che si possono dedurre dalle ar-cate in pietra che affiorano nella parete laterale destra presso l’altar maggiore ed anche sul muro sovrastante la porta sinistra della sacre-stia.

Attualmente la chie-sa si presenta molto bene, perché è stata restaurata per ordine di don Marco Salvi dalla ditta Pecorelli nel 2001, che ha ricostruito completamente il tetto in stile con capriate in legno e copertura in cotto e con il rifaci-mento di intonaci e tinteggiatura all’interno.

La chiesa attualmente è lunga 13,8 m e larga 5,2 e la cappella laterale è m 2x4,10, quindi più ampia rispetto alle suddette antiche misure. Mentre sull’altare della cappella c’è una statua del Sacro Cuore, sulla parete dietro l’altar maggio-re è conservata una statua in gesso dell’Addolorata, incorni-ciata da due colonne che sorreggono un baldacchino sul cui frontespizio si legge “altare privilegiato anno 1724”. Presso la porta sinistra della sacrestia c’è un tabernacolo in pietra murato nella parete. Il pavimento è in cotto antico e negli angoli interni all’entrata della chiesa ci sono murate due pile in pietra serena di cui una porta la data 1850.

Due porte laterali all’altar maggiore permettono l’accesso alla sacrestia, caratterizzata da un pavimento in pietra e poi ad un altro locale più grande. Sul sovrastante tetto è istallato un campaniletto a vela con due campane che viste da terra sembrano molto antiche.

Fa bella mostra di sé la facciata esterna, in pietra sbozzata in buonissimo stato, mentre il frontespizio del portale, pure in pietra è logorato dal tempo. In alto c’è una finestra semio-vale con vetrata istoriata rappresentante la Madonna Assunta in Cielo, circondata in alto e in basso da Angeli. L’occhio posto più in alto è cieco. Un bel prato funge da sacrato della chiesa, che ha perso la sua parrocchialità nel 1986, quando fu annessa alla nuova parrocchia dell’Assunzione di Maria Vergine a Tavernelle d’Anghiari.

Gli abitanti di Casale, che nel secolo XVI erano un centi-naio, nel 1833 salirono a 211 ed attualmente sono circa 50.

Concludiamo questa ricerca storica riportando il lungo ma incompleto elenco dei rettori che attraverso gli ultimi se-coli si sono succeduti alla guida di questo popolo cristiano: Domenico (1141), Anastasio da Monterchi (1566), Girolamo Pasqui (1571), Domenico da Monterchi (1583), Luca Brardi (1593), Livio Santi (1599), Angelo Subbiani (1639-1684), Alfondo Fontana (1687-1717), Lorenzo Donati (1718-1745), Pietro-Paolo Poggini (1745-1753), Matteo Filogeni (1753-1754), Giovanni Paolo Giuntini (1755-1766), Angelo Gen-tili (1767-1793), Vincenzo Mangoni (1793-1818), Stefano Meozzi (1819-1856), Salvatore Nanniccini (1856-1883), Francesco Miccioni (1883-1907), Pericle Brilli (1907-1945), Alberto Alberti (1957-1961), Carlo Fabbretti (1961-1968), Franco Franchi (1968-1977), Gino Lazzerini (1978-1984), Don Marco Salvi (1984) tuttora felicemente regnante.Didascalie: Nell’altra pagina: La chiesa di S. Maria Assunta a Ca-sale e, in basso, l’interno.In questa pagina: A sinistra la vetrata dell’Assunta, a destra il fonte battesimale e, qui a lato, Madonna lignea conservata nel Museo Taglieschi di probabile provenienza dalla chiesa di Casale.

...le nostre chiese

Page 10: 2007-6 Oratorio di Anghiari

10

Angolo della Missionea cura di Franco Cristini

Io, Scheggia e i sei nani

Ciarsèmo! È l’ora de le “gniùs canine”! E, priciso cume sempre, el vostro Pippo ve fa el resoconto de le su’ avventure!

Per acontentère chi ‘l vol sapere, artonno al discorso de Scheggia, quel gattino nero che ormai fa parte de la nostra famiglia; cume v’ho spicifichèto, émo fatto amicizia… Dal primo era curioso e me tocchèa spiegagni ‘gni cosa: “Io so’ ‘n chène e, quande sarà ora, andarò a caccia de fagiani. Tu sé’ ‘n gatto e ‘gna che tu ampèri a dè’ la caccia ai topi!” E lu:“I topi? E che sòno?” “Parett’ammè! I gatti d’oggigiorno ‘n sèno manco più quel che sono i topi! Son croccantini cu la coda e l’urecchie! Ma la tu’ mama, la Rustica, ‘n’ t’ha ansén-to gnente? Robba da matti: io, Pippo, el chène più famoso dei Rinicci, che me tocca fère da mama a ‘n gatto!”

I primi tempi, lu’ ‘n facìa altro che ruzzere… e vèda che te vèda, perché era picino, ‘nn’aìa gnente da fère e cun qual-cosa ‘gnèa che s’abadarellasse! (Qualche volta me ci divirtìo anch’io, e gni dèo certi lecconi che lu facìo arluccichère cume ‘n lumacone!) Ma adesso è crisciuto, ha l’onghioli … e che pigli la mi’ coda per nu spennacchio e la sfrinzagli tutta, ‘mme sta mica tanto bene!!!

E quande me se metti sott’a la trippa e avìa a mursicam-me e sgraffiettamme ‘gni cosa? Me fa lu sgarefono e me urta i nervi! Ma c’è de peggio! Tempo fa, s’era tutti dua ‘nsul pratino e io m’ero misso a fere ‘n palugginino…lu’ parìa ch’aesse trovo da ruzzere da solo: fuggia ‘ngiù e ‘n su, da imo a sommo, s’arampicheva ‘ntu le piante, se barulleva ‘ntu la rena… “Meno mèle!” pensette “oggi me lascia benavere!” Ma ‘n feci ‘n tempo a pensè’ cusì… che prese la rincorsa, se sfiondò per aria e... giù, de schiambotto ‘ntu la mi testa! E pu’, zampète, morsi ‘ntul collo! Io so’ pacioso e finché posso abozzo… ma, quande m’arivò a l’urecchie, gni dette ‘n trasandone che gni feci fere ‘n volo de du’ metri e lu feci arcadere ‘nsur na bracetta de porri! “Eh, no, cocco, de l’urec-chie so’ geloso! Cerchèmo de ‘ntendise!”

Mo’ è passo qualche sittimena… e ‘ntanto Scheggia s’alontèna sempre più… adesso la notte va al giro, se spari-sci per diversi giorni… pu’ s’arvedi comparire, secco finito, tutto mursichèto. Un po’ me fa rabbia e ‘n po’ so’ ‘nvidioso de la su’ libertà! Però, quand’artonna, sa che io so’ qui, pron-to a leccagni le ferite! Semo o ‘n semo amici? Quand’era freddo’, st’inverno, ci se facìa compagnia, perché ci s’abrac-cèva drent’a la cuccia… ora l’ho sbolognèto, che è troppo caldo… e va a durmire ‘ntu la casina de Biancaneve (che era la mi’ prima cuccia), ‘nsiemi ai “sei nani”… dicemo: i sei spauracchi, perché l’émo sbiascichèti quante c’è parso e mo’ son doventi tutti Brontolo, ch’èn tutti la griccia! Perché son sei? Perché Pisolo è sparito e la mi’ padrona l’arcerca da diversi mesi! Cerca, cerca! Te convieni telefonère a “Chi l’ha visto”, perché è tanto che l’ho soterrèto sott’al sucino e da mollà sarà ‘mpurrito (e, anche si l’artrovi, per arconoscilo te ci vole el DNA!!!)

Bèci da Pippo

cronache dai RenicciVITA DA CHÈNI

a cura del cane Pippo

Tutte le nostre parrocchie hanno aderito

La giornata missionaria 2007

In occasione della Giornata Missionaria svol-tasi domenica 21 ottobre nella parrocchia di An-ghiari e Taver-nelle sono stati raccolti denari dai collaboratori della parrocchia alla fine di ogni Messa.

Questo il reso-conto. Sabato 20: Messa vespertina in Propositura, 185.

D o m e n i c a 21: €. Stefano ore 8,30, € 350; Propositura ore 9,30, € 175; Santuario del Carmine ore 10, € 325; Propositura ore 11, € 420; Tavernelle ore 11,30, € 210; chiesa della Croce ore 18, € 239.

Mercatino a Caprese di domenica 28, € 350.Il ricavato totale che ammonta a Euro 2.254 verrà diviso

in quattro parti uguali per la Diocesi, la Missione Tanzania, la Missione di padre Remo in Brasile e la Caritas parrocchiale.

Pace e beneNella foto in alto il “banco” allestito in occasione della Festa

della castagna a Caprese.

Ricordi d’estate: l’Agorà dei giovani a Loreto

Sabato 1° settembre insieme ad alcuni ragazzi di Anghiari, Arezzo e Sansepolcro siamo andati a Loreto per assistere alla Santa Messa del Papa.

È incredibile quanta gente sia accorsa a questo evento. Gente da tutta Italia tanto che siamo arrivati alla cifra di 700.000 persone. Tutte lì per lo stesso motivo. Ma la cosa più strepitosa era il fatto che tutta questa gente non era venuta per fare casino o per divertirsi e basta, ma stavano tutti in silenzio!

Quando siamo arrivati davanti al palco costruito per l’occa-sione (o per meglio dire nella valle davanti al palco), c’era un silenzio incredibile, perché molti stavano arrivando e tutti gli altri, presenti dalla sera prima, si erano appena svegliati.

Inoltre alla fine della Messa, sotto invito del Papa, tutte le persone erano uscite senza fare un casino assurdo come capita nei momenti in cui ci sono così tante persone.

Gabriele

Page 11: 2007-6 Oratorio di Anghiari

11

Durante lo scorso Settembre insieme a due colleghi del Corpo Forestale dello Stato, in servizio con me al Comando Stazione de La Verna-Vallesanta ho avuto la

fortuna di poter compiere un pellegrinaggio a piedi da Assisi a La Verna. 196 Km attraverso i boschi di Umbria e Toscana percorsi in sette giorni, 7500 m. di dislivello totale in salita, 6500 m. di dislivello totale in discesa.

All’inizio forse è stata un po’ di curiosità. La voglia di capire come mai tante persone partissero per un percorso così impegnativo, alla volta di Assisi o addirittura Poggio Bustone.

Tanti pellegrini quest’estate ci hanno chiesto informazioni, alle quali spesso non sapevamo rispondere, perché non cono-scevamo assolutamente l’itinerario.

Insieme a questa voglia di conoscere è emersa anche l’intenzione di un omaggio concreto al Patrono d’Italia, Il fondatore dell’Ordine, che ci ha tramandato la bellissima foresta di La Verna che abbiamo l’onore di tutelare.

Avevamo voglia anche di fare qualcosa per aiutare i pellegrini nel loro cammino, qualcosa in più di una semplice informazione: mettere a disposizione la nostra professionalità per realizzare il rilievo GPS del percorso, in modo da fornire un aiuto concreto per mantenere “sulla retta via” coloro che si accingono nel pellegrinaggio.

A rimarcare il contenuto simbolico di questo cammino, abbiamo deciso di compierlo da Assisi, città natale del Santo, fino a La Verna, arrivando nella sera in cui viene celebrata la ricorrenza delle Sacre Stimmate.

La proposta è stata accettata con entusiasmo dai nostri superiori e così, comprata la guida (“Di qui passò France-sco” di Angela Maria Seracchioli, Terre di mezzo editore) e preparato lo zaino, ci siamo messi in cammino.

Come ogni buon pellegrino eravamo dotati anche della “credenziale”, un cartoncino sul quale far apporre i timbri delle strutture nelle quali si fa tappa, a futura memoria di questa esperienza.

Lungo il percorso abbiamo incontrato persone, storie, si ammirano paesaggi bellissimi e si sta anche da soli in silen-zio, in meditazione; a dire il vero il silenzio a volte era anche legato al mal di piedi....

Anche se a volte il dolore fisico delle vesciche sotto i pie-di o la stanchezza per i chilometri percorsi si faceva sentire

(ebbene sì, anche per noi forestali 28 km al giorno con oltre 15 kg sulle spalle sono molto impegnativi), la voglia di portare a termine il cammino non ci ha mai abbandonato, e la nostra Fede ci ha spinto ad andare avanti.

Non abbiamo paura nel dire Fede, perché non abbiamo paura di dire che siamo cattolici credenti, nella Pace e Tolle-ranza che il Santo rappresenta.

E a testimonianza della nostra Fede ci siamo messi gli scarponi, la divisa da campagna e siamo partiti, andando a cercare qualcosa in più della cerimonia religiosa importante dove sfoggiare l’uniforme “buona”.

Nel compiere un cammino come questo si ha modo di ri-scoprire una spiritualità spesso offuscata e messa ai margini dal modo di vivere “moderno” e dai tempi che questo impone.

Si riscopre quanto è buono un bicchiere d’acqua e di quante cose possiamo benissimo fare a meno: ci stiamo ancora chie-

dendo come è possibile pran-zare con circa 2€ (un panino o poco più) sdraiati per terra o a sedere sullo zaino quando si macinano così tanti chilometri, mentre sulla sedia di casa se non abbiamo primo, secondo ed il caffè ci lamentiamo...

Si riscopre la necessità di avere rapporti con gli altri: sia-mo stati cresciuti ed educati a non chiedere nulla, soprattutto agli sconosciuti, e se vogliamo qualcosa a comprarlo. Ed inve-

ce abbiamo imparato a bussare alle porte per chiedere l’acqua a persone mai viste, rimuovendo ogni sorta di remora (la sete... che effetti!), ed abbiamo apprezzato quella borraccia d’acqua come fosse oro.

Abbiamo trovato sempre un’ottima ospitalità, ove più spartana, ove più “sontuosa”, ma sempre calorosa.

Siamo sicuri di aver imparato a non avere più quello sguar-do un po’ superiore verso i pellegrini, ma anzi a riconoscere che fanno sicuramente qualcosa di grande; e speriamo, se mai ci capiterà, di saper accogliere come siamo stati accolti noi.

Sulla nostra pelle abbiamo anche imparato che più di 15 kg sono veramente troppi sulle spalle e lo zaino deve pesare al massimo 11 kg, e che forse gli anfibi non sono le calzature più adatte a compiere questo percorso.

Nel nostro cuore è rimasta la consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono e importante e di aver portato a termine, con fatica, la nostra missione (con fatica anche perché dopo i 22 km dell’ultima tappa abbiamo partecipato alla processione da Chiusi della Verna al Santuario ed alla Santa Messa delle ore 24.00, a degna e necessaria chiusura del nostro percorso).Ed anche la consapevolezza di avere al fianco oltre che dei validi colleghi, degli ottimi compagni di cammino.

Foto - Dall’alto: 1) Poco dopo la partenza da Assisi 2) La destina-zione finale 3) Nel piazzale del Santuario della Verna.

Tre Forestali in pellegrinaggio da Assisi a La Verna di Asinobigio

Page 12: 2007-6 Oratorio di Anghiari

12

Fotocronaca

ZuccheProvengono dalla valle del Sovara e del Tevere:

sono le zucche, apprezzate da molte famiglie, che hanno colorato la prima parte del Borgo della Croce in occasione della Festa di San Martino. Alcune di esse avevano delle dimensioni veramente eccezionali e stanno a dimostrare la passione e la cura che a questo frutto dedicano i nostri coltivatori. Per il prossimo anno torneranno ancora le zucche ma vicino alla piazza per dar modo a tutti di valutare appieno il tempo e la fatica dedicata a questa coltivazione.

Quest’anno hanno partecipato: Baggi Giando-menico, Tavernelle - Bartolini Mario, Palazzolo - Biancheri di Ripoli - Castello di Sorci, Sorci - Cesari Roberto, Casale - Mafucci Gastone, Ca’ di Maurizio - Manenti Alberto, Casanova - Matteucci Enzo, Motina - Pernici Vincenzo, Molin del Caccia - Santi Gian Carlo, Murella - Tavernelli Marco, orto del Chiochi, Tavernelle - Valbonetti Giovanni, Maccarino.

Castagne

Era il mese di ottobre quando è stata scattata questa foto sopra i poggi di Toppole, poco dopo Novigliano. Il bosco è curato da Giordano di Torchiale che provvede alla sua ma-nutenzione e, finalmente, alla raccolta delle saporite castagne.

È un lavoro faticoso quello del bosco. Sempre. Ma ci sono anche le soddisfazioni quando il lavoro piace e si ottiene un prodotto valido, apprezzato dai compratori e che, alla fine, riesce a darti un certo margine di guadagno.

Tutti conoscono gli svariati metodi di cottura delle castagne. Per chi sa aspettare (circa un mese di essiccatura nei seccatoi alimentati a legna, per un prodotto buono) ci sarà anche la farina per il baldino e per la “polenda”!

Bringoli che passione!

Ad Anghiari si sa, quando s’avvicina la data fatidica dell’11 novembre, le donne principiano a fare i bringoli.

E vengono così buoni che c’è toccato farci una festa sopra. Arricchita da brustichino, castagne e vino nuovo.

La Claudia, lungo il Borgo della Croce dove attivi artigiani mostravano il frutto del loro artistico lavo-ro, ha confezionato al momento gli ottimi Bringoli d’Anghièri. Addirittura è stata in grado di fornire, dietro specifica richiesta di un ospite, la ricetta per fare i bringoli: Acqua e farina!

Poi, nel pomeriggio, benedizione e distribuzione del pane di San Martino offerto dal Forno del Borgo di Sansepolcro e dal Forno Bindi di Anghiari. Apprezzato da tutti: una festa dentro la festa.

Per tutti, anghiaresi e non, appuntamento quindi al 2008 quando si rinnoverà la festa di San Martino.

Page 13: 2007-6 Oratorio di Anghiari

13

NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

SpigolatureMuseo storico - Finalmente possiamo nuovamente ammirare il portone del nostro museo storico, in via Nenci, perfettamente restaurato e riportato agli antichi splen-dori per opera del confratello Mastro Santi. Contemporaneamente è stato ripulito anche il portone secondario del museo, quello che, per intenderci, apre direttamente sulla piazzetta della Badia.

All’interno del museo sono state introdotte tre nuove teche per ospitare in maniera più organica e visibile alcuni reperti già in esposizione.

Inoltre, per mano della dott.ssa Stefania Bracci, è stato effettuato un intervento conservativo sui pilastrini della finestra della carità e sulle restanti parti in pietra che contornano sia la finestra sia i due portoni del museo storico.

È stato completato il lavoro di rifacimento del tetto e dei solai del museo, unitamente al lavoro di intonaco esterno di due facciate del palazzo; le altre due facciate sono state ripulite a secco.

Tutti gli interventi sono stati effettuati in conformità con le disposizioni impar-titeci dalla Sovrintendenza delle Belle Arti di Arezzo.

È in programma per la prossima primavera un nuovo intervento per la ricostru-zione dei pilastrini della finestra della carità, usurati, ed un intervento per migliorare l’impianto elettrico ed il sistema di illuminazione all’interno del museo stesso.

Sede - Si è provveduto a revisionare l’impianto di riscaldamento e a dotare il si-stema di termostati separati per ambiente, nel desiderio di razionalizzare i consumi di metano con conseguente risparmio sulle bollette da pagare.

L’iniziativa del “Cinque per Mille” riferita ai redditi dell’anno 2005 ha fatto registrare ben 622 adesioni a favore della Confraternita; il dato dovrebbe portare in futuro (anche se non si sa “quando”) circa 10.000 euro, che verranno utilizzati per migliorare l’attrezzatura medica specifica all’interno delle nostre ambulanze. Di tutto ciò ringraziamo i 622 cittadini anghiaresi che nel momento della dichia-razione dei redditi si sono ricordati della Loro Confraternita di Misericordia. Ci auguriamo che nel prossimo anno il numero di adesioni per la sottoscrizione del “5 x 1.000” possa ancora aumentare.

Un’altra autovettura è entrata a far parte del parco macchine della nostra Confrater-nita: si tratta di una nuova “Skoda Fabia S.W.” che verrà utilizzata per i soliti scopi sociali di accompagnamento programmato a favore della nostra popolazione.

Adozioni - Continua il nostro impegno sociale delle due adozioni a distanza nei confronti di due bambini africani, attraverso l’organizzazione delle Suore Agosti-niane di San Giovanni Valdarno.

Compagine sociale - Sono 1.171 i confratelli e le consorelle.Nell’analisi della compagine sociale dal 2001 al 2006 si osserva un aumento co-stante degli iscritti (da 957 nel 2001 a 1.171 unità nel 2006), con un contestuale abbassamento dell’età media che, sul totale degli associati, è passata dai 65 anni del 2001 ai 61 anni del 2006.

L’attività principale - Nell’anno 2001 i nostri mezzi di intervento sono usciti per 1.120 volte, percorrendo complessivamente 37.852 chilometri.Nell’anno 2006 i nostri mezzi di intervento sono usciti per 2.230 volte, percorrendo complessivamente 86.891 chilometri (oltre il doppio).L’incremento dell’attività è la testimonianza dell’impegno dei nostri volontari, sui quali torneremo nella prossima “puntata”. A tutti un ringraziamento particolare da parte del loro governatore.

Per favore - Per favore, lasciate liberi i due posti macchina segnalati in giallo di fronte al garage della nostra Sede!! A volte servono direttamente per i nostri mezzi di intervento; ma soprattutto nei giorni festivi di maggior flusso turistico, servono per consentire ai volontari “in servizio di turno” di parcheggiare i loro mezzi rapi-damente e di conseguenza di poter partire altrettanto rapidamente con l’ambulanza per rispondere efficacemente alle chiamate di emergenza del 118. Credeteci, non è un “voler” i parcheggi personali; è il desiderio di poter fare il più rapidamente possibile i nostri interventi di emergenza in favore di chiunque ne abbia bisogno. Per favore, rifletteteci un po’, e lasciate liberi quei due posti macchina. Grazie.

Ancora altri iscrittiCecconi SantinoPernici Elena Lorenza MariaPoderini LeonellaQuartucci Laurina

A tutti loro il nostro più fraterno ringraziamento.

Offerteper la Misericordia

Importi espressi in euro:Anonimo 20Anna Arrighi in memoria del maestro Gino Giabbanelli 100Bartolini Delia in memoria del marito Tognetti Aldo 5 0Berlicchi Franco 15Canicchi Werther 1 0Capalbo Rita 100Ceppodomo Novella 2 0Checcaglini Enzo - le famiglie Checca-glini-Guelfi alla memoria 400Gabrielli Carolina - i familiari alla memoria 180Leonardi Carla e familiari in memoria del babbo Leonardi Fabio nel 60° an-niversario della sua morte. 100Miano Marinella in memoria del ma-rito Zafferani Franco 30Miano Marinella in memoria di Cec-coni Armida ved. Ligi 20Parnetti Danilo - i familiari alla me-moria 129Pernici Elena Lorenza Maria 10Pierantoni Silvana in memoria del marito Baldi Giovanni 40Quartucci Laurina 10Superiora di Montauto 10Tedesco Anna - i figli Laura e Fernando alla memoria 100Vannucci Rosa 50

Un ringraziamento a tutti VoiChe Dio ve ne renda merito!

Page 14: 2007-6 Oratorio di Anghiari

14

Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

Con la fine del 2007 arriveranno alla loro naturale scadenza i principali organi di governo della grande famiglia dei Donatori di Sangue Fratres a livello regionale, pro-vinciale e locale.

Si è già attivata, nel frattempo, la comples-sa procedura elettorale che, come previsto dai relativi statuti, viene gestita da una apposita commissione, con il compito di preparare per i primi mesi del nuovo anno gli importanti appuntamenti con le urne, al fine di eleggere i membri dei nuovi Consigli Regionali e Provinciali, unitamente ai rispettivi Collegi dei Revisori dei Conti.

Qualche tempo fa, ad ognuno degli oltre trecento gruppi fratres della Toscana, è arrivato l’invito a segnalare al più presto i nominativi di tutte quelle persone che, in pieno spirito di volontariato e di servizio, intendano candidarsi nelle liste dei suddetti organi collegiali.

Anche per il nostro Gruppo Fratres di Anghiari si sta approssimando il momento del rinnovo dei propri organi dirigenziali, dopo quattro anni dalla loro elezione. Lo faremo agli inizi del prossimo mese di marzo 2008, in occasione dell’annuale assemblea ordinaria, dopo aver opportunamente sensibilizzato tutti gli iscritti, sulla fondamentale importanza che tale appuntamento elettorale riveste per una associazione come la nostra e richiedendo a tutti una sempre più consapevole ed attiva collaborazione nella gestione del gruppo.

I trecentoquattro Gruppi Fratres della Toscana costituiscono una preziosa ed apprezzata realtà nel campo del sistema trasfusionale regionale, con le loro settanta-mila donazioni, cioè un terzo del fabbisogno annuale. Le venti associazioni Fratres della provincia di Arezzo concorrono a questo risultato con quasi seimila unità, di cui milletrecento circa provenienti dalla valtiberina. Ciò nonostante, come abbiamo più volte ricordato, la sanità toscana non è ancora del tutto autosufficiente, soprattutto per quanto riguarda la disponibilità di plasma e dei suoi derivati. Attualmente, infat-ti, le oltre duecentomila donazioni annue non riescono a far fronte alle richieste, per cui si è ancora costretti a ricorrere a forniture nazionali e, in certi casi, internazionali. Alto si mantiene, comunque, l’impegno delle istituzioni e di tutte le associazioni di volontariato che operano in questo delicato settore, al fine di raggiungere nell’immediato futuro la piena autosufficienza.

La Fratres regionale, in particolare, in stretta sintonia con i gruppi locali come il nostro, è da sempre impegnata nel promuovere tra la gente la cultura della solidarietà e della donazione del sangue, ricordando a tutti come questo costi-tuisca una vera e propria medicina e che il suo impiego non si limita solo allo specifico settore medico della chirurgia, come

generalmente si tende a credere, ma anche a quelli altrettanto strategici dell’ematolgia, dell’oncologia e della geriatria. Do-nare sangue è in fondo un piccolo gesto, alla portata di tutti, assolutamente sicuro, senza del quale i nostri ospedali sareb-bero impossibilitati ad assolvere al loro quotidiano compito di difendere la nostra salute.

Questo è l’augurio, allora, che ci facciamo: che i prossimi appuntamenti elettorali della grande famiglia dei Donatori di Sangue Fratres costituiscano l’occasione per diffondere ulteriormente tra la gente la convinzione che il donare una piccola parte del proprio sangue costituisca per tutti oltre che un dovere civico, un atto di solidarietà umana e cristiana nei confronti di persone che non conosci, ma che hanno bisogno di te!!! Che i nuovi organismi di governo, siano formati da persone generose e competenti che, con la loro opera, facciano sì che i Gruppi Fratres possano consolidarsi ulteriormente sia nel numero di iscritti che in efficienza operativa, continuando nel tempo ad assolvere alla propria missione.

Orteip 2007

Nella foto in alto una folta rappresentanza dei Gruppi Fratres della Toscana, in occasione di una recente manifestazione.

TEMPO DI “ELEZIONI” PER I FRATRES DELLA TOSCANA

Page 15: 2007-6 Oratorio di Anghiari

15

...dal Gruppo Fratres

“Il bisogno di sangue è una necessità giornaliera, ma atten-zione a non far circolare allarmi ingiustificati, che creano solo confusione”. Francesco Scarano, attuale presidente regionale dei Gruppi Fratres, commenta così la “catena di S. Antonio” che più volte, nel recente passato,

ha attraversato tutta la Toscana, rimbalzando per sms sui telefonini.

L’appello nasceva da un caso vero (un bambino malato di leucemia, di cui si faceva nome e cognome, in cura all’ospedale fiorentino del Meyer) ed a lanciarlo sono stati, in un eccesso di preoccupazione, i genitori.

Il centralino del nosocomio è stato in breve tempo sommerso di telefonate e la direzione ospedaliera si è vista costretta a smentire l’emergenza con un comunicato.

“Anche ai gruppi Fratres, continua Scarano, sono arrivate telefonate di persone che si rendevano disponibili.

Ma una realtà come il Meyer ha scorte più che sufficienti per far fronte ad un singolo paziente: guai se non fosse così!

L’eccessiva concentrazione di donatori nelle stesse ore crea solo confusione.

La donazione del sangue, invece, deve essere un impegno periodico e costante, non legata a casi particolari, perché del sangue e dei suoi derivati negli ospedali c’è sempre bi-sogno!!!”

Il consiglio direttivo

SABATO 15

Ore 21: CONCERTO DI NATALE, presso l’Insigne Propo-situra di Anghiari.

Durante la serata, premiazione dei donatori più attivi.

DOMENICA 16

Ore 11: Solenne CELEBRAZIONE EUCARISTICA, alla pre-senza delle autorità civili e militari e dei rappresentanti delle altre associazioni di volontariato, in memoria dei soci defunti, presso l’insigne Propositura.

- Ore 13.00: PRANZO SOCIALE presso il ristorante “IL BORGHETTO” del BORGO HOTEL di Sansepolcro, GRA-TUITO PER TUTTI I DONATORI ATTIVI. Sconti particolari per i bambini e per un familiare.

Le prenotazioni si ricevono presso gli Uffici della Misericordia, di mattina sempre aperti, presso la Pro Loco ed il negozio TUTTO di Boldrini Simona, entro il 13/12/2007.

VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!

Il presidentePietro Ganganelli

F A T T I U N R E G A L O: D O N A !Donare sangue è un grande regalo che fa bene agli altri e anche a te.

DIVENTA ANCHE TU UN DONATORE DI SANGUE FRATRES !!!

Per saperne di più contattaci alla nostra mail elettronica o telefonaci ai numeri 0575/789577 (Sede), 3395323663 (Pietro), 3337174434 (Franca), 3381484889 (Fabiano).

La giornata del Donatore di Sangue Fratres 2007Sabato 15 e Domenica 16 Dicembre

Un SMS provoca un assalto all’ospedale pediatrico MEYER

Attenzione alle false emergenze

Page 16: 2007-6 Oratorio di Anghiari

16

Pane di San MartinoIngredienti: farina, acqua, lievito.

Si impasta bene la farina con l’acqua e il lievito di birra.Si formano delle pagnotte da circa 1 Kg e si mettono a lievitare al caldo coperte.Si riscalda il forno a legna e quando è caldo si inforna il pane, facendolo cuocere per circa un’ora.

Caldarroste

Ingredienti:CastagneColtelloPadella bucataStraccio

Preparazione:1) Prendere le castagne e ca-strarle (fare piccolo taglio).2) Mettere le castagne in pa-della e cuocerle sulla fiamma del camino.3) Una volta cotte rovesciarle sullo straccio e schiacciarle.4) Pelarle e mangiarle.

Vino nuovoIngredienti:UvaMacinaBottiDamigianeBottigliePreparazione:1) Raccogliere l’uva.2) Si mette nella macina dove si divide i graspugli dal mosto.3) Mettere il mosto nelle botti a bollire.4) Finito di bollire viene mes-so nelle damigiane.5) Una parte si lascia in-vecchiare e una parte viene imbottigliata e bevuta.

Le ricette di San MartinoCaldarroste

eVino nuovo

Bringoli

Ingredienti: 1 Kg di farina, sale, acqua q.b. per avere un impasto morbido.

Procedimento: Impastare gli ingredienti a lungo, fino ad ot-tenere una pasta morbida senza grumi.Una volta impastato il tutto, prendere un pezzo di impasto e “bringolarlo” sulla spianatoia fino ad ottenere una specie di spaghetto; in questa fase del lavoro, si deve “bringolare” usando abbastanza farina da non far “attaccare” la pasta al piano di lavoro o alle mani. Continuare fino ad esaurimento della pasta.

Ciaccia della festaIngredienti: pasta del pane e grasso di prosciutto.

Si prepara la pasta con la farina, un pizzico di sale, acqua, lievito di birra, e si lascia lievitare per circa 2 ore.

Si stende la pasta sulla spianatoia, sulla metà stendere il grasso di prosciutto battuto finemente.

Si ripiega, si stende ancora per due o tre volte. Infine si mette la sfoglia in una teglia e si cuoce in forno per 20 minuti.

San Martino e le scuoleA n c h e per l’Edi-z i o n e 2008 la presenza dei lavori dei ragaz-zi della S c u o l a de l l ’ In -fanzia e primaria è stata si-gnificativa.

Sia per le ricette (alcune, delle classi quarte, sono riportate in questa pagina), che per la rappresentazione del miracolo di San Martino e dei prodotti del bosco e dell’agricoltura che si possono trovare in questo periodo.

Quest’anno la rassegna era stata allestita nell’ampio corridoio del Palazzo Fontana nel Borgo della Croce.

Mentre sotto le Logge si ammannivano i rinomati piatti di bringoli e di brustichino e i cartocci delle ca-stagne arrosto, nella loggetta della Fonte facevano bella Mostra di sé i funghi raccolti nei nostri boschi.

Una festa sentita che, grazie anche al tempo, ha avu-to un notevole successo coinvolgendo tante persone che hanno lavorato e tantissimi visitatori che sono rimasti soddisfatti dell’accoglienza.

Al prossimo anno!

Page 17: 2007-6 Oratorio di Anghiari

17

C'è chi ha reso la sua vita una musica meravigliosa perché si è accorto che un Altro era il Direttore di orchestra

Il Grest 2007: Musica Maestro!Come annunciato nello scorso numero, ecco le testi-

monianze di alcuni ragazzi-animatori dell’estate scorsa, in particolare del Grest, che, per mancanza di spazio, erano rimaste escluse dalla stampa.

Provvediamo ora, facendo ricordare a tutti la bella estate che hanno vissutto tanti bambini e ragazzi della nostra Par-rocchia.

Ricordiamo che le tante foto dell’estate si trovano sul sito della parrocchia: www.parrocchiadianghiari.it

Io scrivo dalla Motina, è il 5 settembre e anche quest’anno il Grest è terminato. Dopo tre settimane di “duro lavoro”

eccomi qua a fare il resoconto di questi magnifici giorni pas-sati insieme.

A dire la verità non saprei davvero da dove cominciare perché tutto ciò che ho imparato quest’anno al Grest mi ha fatto crescere davvero tanto. Io, è il primo anno che faccio l’animatrice e devo dire che è ed è stata una esperienza stu-penda!! Anno scorso avevo partecipato per la prima volta in-sieme agli altri ragazzi e quest’anno ho deciso di ritornare. Ciò che mi colpiva, quest’anno, era il logo: “Musica Mae-stro”. La spiegazione a queste due parole è quella che stan-do con Gesù, “il maestro”, la nostra vita diventa una musica meravigliosa!

Nella nostra giornata tutto cominciava la mattina presto, quando noi animatori ci ritrovavamo un’ora prima dell’arri-vo dei ragazzi per fare colazione e per dire le Lodi. Subito ognuno di noi aveva un compito ben preciso ma abbiamo sempre cercato tutti insieme di affrontare ogni difficoltà con grande impegno e serenità. Oltre a noi, protagonisti di que-st’estate è stata la nostra “amica fatica” che non ci ha mai abbandonato durante le lunghe camminate. Ma grazie anche ad un semplice sorriso o ad un tenero sguardo sono sempre riuscita a superarla. Ogni bambino è come un pezzetto di un grande puzzle senza il quale non si può terminare!

Ed è proprio per questo che ho deciso di scrivervi: grazie a tutti i bambini e i genitori che hanno partecipato. Ma un grazie speciale va agli animatori con i quali ho passato una bellissima e stupenda estate che penso sia davvero difficile da dimenticare. Chiara

Anche quest’anno come gli altri anni ho preso parte al Grest. Ripensando agli anni passati mi sono resa

conto che sono molto cambiata. Infatti i primi anni andavo al Grest solo per passare il tempo e per giocare.

Negli ultimi tempi invece mi sono accorta che non è solo questo... Il gioco è solo una parte del Grest. Il Grest è anche

la fatica della camminata e la forza di superarla insieme, è un luogo dove chi ha bisogno può essere aiutato (per esempio nel fare i compiti); è la gioia di festeggiare tutti insieme. Per aiutarci a fare tutte queste cose (la camminata, i compiti, la gita, la festa) ci sono gli animatori e gli adulti che faticano tanto per farci felici.

Ultimamente anche io mi sono sentita una di loro per-ché molti bambini mi hanno chiesto di poterli aiutare quando erano stanchi e non riuscivano più a cammina-re o nel fare i compiti. Spero quindi che il prossimo anno io possa fare l’animatrice perché anche se è molto duro è però confortante e bello sapere che il lavoro che fai è ap-prezzato da tutti, grandi e piccoli. Valentina

Questo è stato il mio primo anno da animatrice del Grest ed è stata un’esperienza bellissima. Mi sono resa conto

di quanta fatica c’è dietro a tutto quello che i ragazzi vedono quando vengono all’oratorio, e sono stata contenta di far par-te di tutto questo.

Noi animatori abbiamo faticato come tutti gli adulti, però penso che a noi sia capitata, in fondo, la parte più divertente di tutto; e cioè quella di stare con i bambini. Questa esperien-za mi ha fatto capire tante cose e mi ha reso veramente felice la maniera in cui la fatica che ho messo nello starci mi sia stata ripagata. Camilla

Quest’anno per me l’estate è iniziata in maniera diversa dagli altri anni, perché dopo tre anni questa volta non ero

stato chiamato nello staff degli animatori del Grest 2007.All’inizio ho pensato che questa cosa non avrebbe influi-

to poi tanto sulla mia estate, ma in realtà c’ero rimasto pro-prio male. E quindi ho deciso, dopo aver ricevuto i consigli di molte persone più grandi, di presentarmi lo stesso al Grest. Qui ho avuto la conferma più importante e cioè che dentro questa compagnia c’è veramente qualcosa di speciale. Infatti ,dopo tutte le incomprensioni che c’erano state, sono riuscito a vivere i “soliti” momenti indimenticabili. È stato bello ve-dere genitori, animatori e bambini cantare e ballare le stesse canzoni, con lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di stare insieme. Per la cronaca mi è stata data anche la tanto deside-rata, quest’anno gialla, maglietta da animatore. Il Grest si è concluso con la grande festa che quest’anno è coincisa con quella di San Bartolomeo, che ha sancito per limiti di età il mio addio al ruolo di animatore. Per me è stata un emozione unica vedere l’affetto sia degli adulti, che tra l’altro ringrazio per la bellissima sorpresa, sia dei bambini che mi chiedevano di restare. Insomma l’esperienza del Grest mi ha fatto capire che quest’Amicizia è necessaria per la mia vita e mi aiuta a vivere meglio ogni momento. Claudio

è nato il blog!E’ nato il blog dei ragazzi di Anghiari, e visto l’usuale ritrovo dei nostri giovani, non si poteva chiamare diver-samente.

http://cisivedealloratorio.spaces.live.com

e il contatto MSN è relativo:

[email protected]

Page 18: 2007-6 Oratorio di Anghiari

18

L’ultima volta che si è udito il festoso suono delle campane di San Leo... risale a... circa due mesi fa. E da allora, tutti in ferie! Con la differenza che i nostri brusii paesani, dopo le tanto attese ferie, hanno ripreso il proprio rumore, mentre le campane, si sono addormentate... chiudendosi in un silenzio a dir poco nostalgico.

Eh sì, perché il dolce suono prodotto dai batocchi di queste cupole, non può più far riecheggiare la propria voce in quanto il pericolo è in agguato: la vibrazione delle campane può far crollare definitivamente il tetto pericolante della chiesa, sim-bolo della piccola frazione anghiarese.

Così noi parrocchiani ogni volta che passiamo per di là ci chiediamo come sia possibile che questo luogo di culto che ci ha visto nascere, crescere e poi ci vedrà morire, sia lasciato in balìa di sé stesso, circondato da transenne e cartelli che impe-discono di avvicinarsi perché c’è un pericolo di crollo.

Tutto ciò ha proprio un sapore amaro, di un abbandono che potrebbe portare via, in questo viaggio senza ritorno, tutte le piccole quotidianità che in questi anni hanno caratterizzato a suo modo la realtà sanleese.

La speranza è sempre l’ultima a morire e noi paesani, in attesa di una speranza ci diamo da fare per poter recuperare il recuperabile e far sì che il suono di queste campane possa essere risvegliato al più presto, in modo che tutti possano ancora partecipare alla spiritualità di questo luogo di culto.

I parrocchiani speranzosi e fiduciosi in coloro che vorranno provvedere al più presto li ringraziano!

Da San Leo

Prima Comunione a cura di don Quinto Giorgini

Dalle nostre Parrocchie

Il primo novembre è iniziato l’anno catechistico per i ragazzi delle tre parroc-chie di Monterchi, Pocaia e Padonchia con il seguente orario: il sabato viene fatto il catechismo per i ragazzi della seconda elementare e della quarta e quinta elementare qui nel circolo della parrocchia di Pocaia. A Monterchi il sabato sera alle tre per quelli della terza elementare. La domenica alle 10 catechismo a Monterchi per quelli della seconda media, mentre quelli della prima media viene fatto alle 6,30 qui nel circolo di Pocaia per tutti i ragazzi delle nostre comunità.

Ecco i nomi dei catechisti: Patrizia Pierini per la secon-da media; Paola Giuntini e Catella Oliva per la prima media; Daniela Scapecchi per i fanciulli della quarta e quinta elementare; Romanelli Matteo per i fanciulli della seconda elementare; Silvia e Paolo Gioviti per i fanciulli della terza elementare.

Complessivamente sono una cinquantina di fanciulli.

L’8 dicembre festa della Madonna Immacolata si celebra in modo particolare nella chiesa di Padonchia dove c’è una maggior de-vozione. Verranno celebrate due Messe. Una alle 9 e una a mezzogiorno.

Nell’Avvento il Gruppo di preghiera si ritrova il giovedì dopo cena dalle 21 alle 22 nel-la chiesa della Madonna Bella per l’adorazione, la recita del rosario e la catechesi.

La novena di Natale cer-tamente si fa dal 16 al 24 solo nella chiesa di Monterchi alle ore 15,30 prima della Messa della sera.

A Monterchi tutti gli anni viene allestito questo presepe di carattere artigianale. È collocato nella cripta della chiesa di San Simeone, nel centro storico, e parzialmente rinnovato ogni anno e quello che viene fatto e tutto fatto col lavoro e l’impegno del

gruppo che è molto affiatato per questo presepio. Poi nella vicina frazione delle Ville si rinnova ormai da due anni il Presepio vivente.

La Santa Messa della Natività del Signore viene celebrata nella chiesa arcipre-tale a mezzanotte. Non è più possibile farla in altre chiese per mancanza di sacerdoti.

Per la fine dell’anno viene fatta la funzione di ringrazia-mento alle quattro si celebra le Messa del ringraziamento a Monterchi con il canto del Te Deum. A questo solenne ringraziamento partecipano la Compagnia del SS. Sacra-mento e della Misericordia.

Si va nell’anno nuovo e per l’Epifania ci sarà la benedizione dei ragazzi e dei fanciulli sia alla Messa delle 11,15 sia a quella della sera alle 17. Cerimonie simili si svolgono anche nelle altre chiese come al Santuario della Madonna Bella o Padonchia per tutti i bambini presenti

Il 17 gennaio abbiamo la tradizionale fiera e festa di Sant’Antonio.

La fiera è al Mercatale e nel pomeriggio verso le 15 sarò presente per la benedizio-ne degli animali e del mangi-me a loro destinato. Alle 16 S. Messa presso l’Arcipretura con la benedizione dei panini di Sant’Antonio che verranno distribuiti ai presenti. Dopo la Messa, fuori della chiesa, verranno benedetti i mangimi destinati agli animali per quel-le famiglie che non fossero state presenti a Mercatale.

Per nondimenticare Marco

Grazie all’interessamento ed al contributo di diverse per-sone amiche, conoscenti e pa-renti, si vuole ricordare Marco Nicchi, prematuramente com-parso, fornendo alla chiesa di S. Stefano quattro nuove casule (le vesti che indossa il sacerdote durante la Messa). Sono stati inoltre realizzati i cuscini per l’inginocchiatoio e la coperta per la celebrazione dei matrimoni.

Con questo gesto si è arricchita la nostra chiesa di nuovi e importanti arredi e facendo sì che la memoria di Marco sia presente ogni volta che si celebra la S. Messa e in occasione dei matrimoni.

Si fa nota pure che Marco,

nella sua adolescenza, è stato per un tempo un assiduo chie-richetto a Santo Stefano ed anche questo rimarrà un segno indelebile per tutti quanti lo conoscevano.

Si ringrazia di vero cuore le persone che hanno parte-cipato a questa iniziativa per ricordare sempre Marco.

Fiori per l’altareOgni domenica, da diver-

so tempo, Mirella la fioraia, provvede ad ornare con bei fiori l’altare della nostra chie-sa di Santo Stefano.

Siamo grati per questo suo gesto che denota anche un attaccamento alla chiesa e alla comunità di Santo Stefano.

Grazie Mirella!

Da Santo Stefano a cura di GM

Appendiceda S. Stefano

Sono iniziati i lavo-ri per il presepe a Santo Stefano.

Come sempre l’im-pegno è abbastanza, ma confidiamo in un ottimo risultato.

Gli artefici di questa realizzazione sono già attivati e aspettano aiuti.

Page 19: 2007-6 Oratorio di Anghiari

19

Riguardo alla colloca-zione della Madonna del Parto ci sono di-

verse ipotesi di collocazione. Sono otto ipotesi sulle quali gli Enti interessati sono chia-mati a dare il loro parere.

Molto brevemente esse sono: La chiesetta di Mo-mentana, vicino al cimitero, dove è sempre stata; la chiesa arcipretale di S. Simeone; il Monastero di San Benedetto; il Palazzo Massi in via XX settembre; il Palazzo accanto alla arcipretura di Monterchi di proprietà di Caraffini; l’edi-ficio dove si trova attualmente in Via della Reglia; il Teatro Comunale con le dovute tra-sformazioni; infine c’è l’ipo-tesi di un sistema museale integrato fra il paese e l’antica collocazione al cimitero.

Diciamo che, per quello che mi è dato di intuire, la miglior soluzione potrebbe essere ancora quella del Mo-nastero di San Benedetto che sorge proprio nelle adiacenze del centro storico, di fronte all’attuale sede della ex scuola della Reglia e quindi i due siti si possono integrare.

Il complesso è un com-plesso medievale. La chiesa certo avrà bisogno di essere consolidata e ristrutturata però, ripeto, pare anche a me la miglior sistemazione: il Monastero è un edificio di carattere storico, attualmente è vuoto dopo che la Comunità di Betania si è trasferita in altro luogo. È un modo così di utilizzare anche questa chiesa e ritengo che le mo-nache benedettine, trasferite a Grandate, sono senz’altro disposte a donare il mona-stero o perlomeno la chiesa al Comune o a concederla in comodato gratuito. Inoltre oltre all’esposizione dignitosa dell’affresco si potrebbe uti-lizzare la chiesa anche per cer-ti momenti di preghiera come la Novena del Natale o in altri

momenti quando è chiusa per il pubblico e potrebbe essere un’occasione per valorizza-re, anche dal punto di vista spirituale e religioso, questa famosa immagine.

Nell’ultimo ponte dei San-ti numerosissime sono state le persone che si sono fermate a Monterchi per vedere questo affresco che è noto in tutto il mondo.

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali in un incontro con il Sottosegretario di Stato Daneille Mazzonis ha selezionato undici personalità esperte di arte, dei luminari su questo campo, che faces-sero dei sopralluoghi qui a Monterchi per visitare i vari luoghi che abbiamo elencato sopra e riferire in proposito. Fra di essi possiamo ricorda-re il Prof. Thomas Martone dell’Università di Toronto e il Prof. Arnold Nesselrath dei Musei Vaticani.

Colui che è già venuto a Monterchi, che io sappia, è il Prof. Antonio Pinelli dell’Università degli Studi di Firenze.

gq

Proseguono gli studi sulle ipotesi di collocazionedella Madonna del Parto

Una sede per Piero.Finalmente?

Auguri AlessandraIl 18 luglio scorso, presso la Facoltà di Farmacia del-

l’Università degli Studi di Parma si è laureata Alessandra Pacini con una tesi sperimentale molto apprezzata dalla commisione dal titolo: Ruolo della farmacista nell’assi-stenza alle persone diabetiche.

Alessandra vive a Vicenza e con la gemella Alessia sono molto legate al ricordo dell’amata nonna Vanda Cecconi e orgogliose delle loro origini anghiaresi.

Agli auguri dei familiari e degli amici per Alessandra si uniscono quelli della Redazione.

Mandato ai Catechisti

Domenica 14 ottobre durante la S. Messa don Marco ha affida-to il “Mandato” ai catechisti del-la Parrocchia, e mentre il giornale è in stampa hanno già iniziato il loro ministero. A tut-ti loro, che sono nella foto scattata il giorno del man-dato, vanno gli auguri di tutta la comunità!

P.S. nella foto c’è un infiltrato, che al momento dello scatto è ancora nel pancione della Loredana.

Dimentichi dellamemoriadi Clèto

Ero andato ai Renicci a trovare il cane Pippo e mi sono soffermato a guardare il luogo commemorativo del Campo di Con-centramento deno-minato “Giardino della memoria”.

Mi sono appog-giato alla caratteri-stica palizzata e... con mia grande sorpresa il palo è caduto per terra. Guardando meglio ho visto allora che anche altri pali avevano fatto la stessa fine.

Acqua,dono di Diodi Maria Raffaelli

Provvido donodel Supremo all’uomo,sgorga alla sorgentecristallina e pura,fonte stupefacentedi divina natura,sotterranea radice di vitache a scaturire vaper mille universi.Maestosa esistenzaonnipotenza ed operadel Creato,eletto elementoche riflette l’Immenso.Acqua di benedizioneper la terra,fonte di purificazioneper l’uomo,acqua del divino perdonoda sempre sorgentee radice di vita.

Page 20: 2007-6 Oratorio di Anghiari

20

La vignetta di Scacciapensieri:

Piero!!

L’Associazione “Venite adoremus” di Le Ville Monterchi

IL PRESEPE VIVENTE DI LE VILLE MONTERCHI

La manifestazione, che raggiunge la terza edizione, vede come fulcro della sua rappresentazione il grazioso borgo de la Ripa, piccola parte della frazione di Le Ville situata

nel comune di Monterchi.Il luogo, che durante l’ anno è abitato dai residenti, nel perio-

do natalizio si veste di gloria, riuscendo così grazie all’impegno di tutti a far rivivere l’Evento così nobile quanto antico: quello della nascita di Gesù.

L’intento dell’associazione infatti è prima di tutto quello di arrivare ai cuori delle persone che proprio nei giorni di festa, sono più sensibili e aperti verso il prossimo.

Il tempo libero, la disponibilità dei molti cittadini e l’ impe-gno collettivo hanno contribuito alla messa in atto di un percorso immerso in un’epoca così lontana dai nostri giorni, ma altrettanto vicina nei cuori di tutti i cristiani.

L’associazione nasce nel 2005 da proposte degli abitanti che si sono riuniti in maniera volenterosa attorno al progetto del presepe. La partecipazione da parte degli stessi è stata assidua e produttiva dedicando intere serate estive ed autunnali alla prepa-razione dei costumi e degli scenari: ci sono persone che hanno lavorato per interi mesi in un’atmosfera di unione, di rispetto e di condivisione, consapevoli tutte di essere testimoni di qualcosa di memorabile.

Nell’edizione passata, quella del 2006, il presepe è stato visi-tato da oltre quindici mila persone che si sono ritrovate nei pressi della chiesa di S. Maria della Pace di Le Ville, questo numero di interessati ha decretato il grande successo dell’iniziativa ri-scuotendo inoltre un giusto interessamento da parte dei mezzi di comunicazione locali e non solo.

Nell’edizione 2007 il Presepe sarà animato da duecento fi-guranti che faranno immergere i visitatori nella storia: gli occhi dei passanti si fermeranno davanti ai quadri viventi ed attenti osserveranno le sfarzose case dei patrizi con le loro ricchezze e con l’impegno dedicato verso l’educazione dei figli, incontre-ranno i falegnami ed i fabbri con la loro arte, il canestraio con i suoi vimini, i tessitori ed i tintori, giungeranno fino alla piazza, simbolo di vita comune, che sarà animata dagli allegri mercati: i venditori di stoffe e di legumi, i decoratori pazienti ed esperti, i tintori e la bottega dei profumi.

Il visitatore continuerà il suo itinerario, accompagnato da una musica di sottofondo che renderà quella passeggiata una meta spirituale che ognuno ricercherà nei propri pensieri.

Altre botteghe di artigiani e di venditori si presenteranno fino ad arrivare alla locanda, vivace macchina di vino caldo e pane, simbolo primario della condivisione fraterna.

Immerso in una discesa il passante arriverà fino alla piana con il frantoio, i pastori e con gli animali che veglieranno nei pressi della ca-panna, sarà in questo preciso istante che ognuno dei partecipanti si calerà in un silenzio, un silenzio assordante: sarà un momento di preghie-ra, di commozione o semplicemente di osservazione personale, ognuno starà davanti alla mangiatoia che accoglie il bambino Gesù, con la Vergine Maria e S. Giuseppe.

Il viandante si avvierà così verso la parte finale della rappre-sentazione e incontrerà altri pastori che si scalderanno attorno a dei grandi fuochi, le lavandaie con le mani arrossate e le facce pulite, i pescatori intenti nel proprio mestiere, e sarà proprio vi-cino al laghetto che l’attenzione di tutti verrà catturata da suoni di campanelli, da lamenti e grida: nello sfondo oscuro di un bo-sco illuminato da sole fiaccole, appariranno loro, i lebbrosi che rantoleranno nel buio ed esprimeranno tutto il proprio dolore e la loro sofferenza.

L’Associazione “Venite Adoremus” esprime con il suo gran-de lavoro, la forte volontà di aver creato un evento assolutamente unico nel proprio territorio che lascia una sensazione prettamente positiva tra la gente che è orgogliosa di quello che ha realizza-to. Quella del presepe è un’esperienza di aggregazione sociale dove piccoli e grandi sorridono delle medesime gioie ed insieme guardando quell’ unico cielo che brilla di gioia e illumina il loro cammino.

Le rappresentazioni si svolgeranno nelle seguenti date: 25, 26, 30 dicembre 2007 e 1 e 6 gennaio 2008.

Ulteriori informazioni su www.veniteadoremus.itLinda Mencaroni

In alto a sinistra il logo dell’Associazione Venite adoremus e, a sinistra, una immagine della rappresentazione del 2005.

Page 21: 2007-6 Oratorio di Anghiari

21

Una Banca di Credito Cooperativo si differenzia dagli altri istituti bancari per la sua attitudine a creare “valore” non solo sotto l’aspetto economico e finanziario, ma anche in ambito sociale, culturale ed educativo, per la sua

capacità di stimolare lo spirito di partecipazione e il coinvolgimento della comunità locale, con l’intento di diffondere i principi della cooperazione e della coesione sociale.

Tra le iniziative che meglio sintetizzano questo impegno vi è sicuramente la “gita sociale”, che è da intendere sia come momento per rinsaldare i legami esistenti

e favorire la conoscenza reciproca tra i Soci della Banca, sia come occasione per promuovere e diffondere, anche tra i “non Soci”, i valori dello “stare insieme”, della cooperazione, della condivisione di obiettivi ed esperienze.

In considerazione del grande successo riscosso da iniziative analoghe nel corso del 2007, anche per il nuovo anno la Banca ha deciso di stilare un vero e proprio

calendario di proposte, in modo da consentire a chiunque di scegliere quella più adatta alle proprie esigenze. Si tratta infatti di itinerari differenti per tipologia, durata, periodo di svolgimento ed impegno richiesto. Per tutti i partecipanti è previsto un contributo finanziario da parte della Banca.

Riepiloghiamo di seguito la serie di iniziati-ve, precisando che i programmi dettagliati

delle stesse sono disponibili, unitamente a tutte le informazioni utili, presso le Succursali della Banca, oltre che sul sito internet www.bancadianghiariestia.it.

Il primo itinerario ripropone, in considerazione della grande adesione dello scorso anno, la visita a Venezia in occasione della suggestiva cerimonia di apertura

dello storico Carnevale (26-27 gennaio).

La grande novità del 2008 è sicuramente la magica “Crociera sul Nilo”, che la Banca organizza per il periodo 10-17 marzo. Si tratta di un viaggio indi-

menticabile alla scoperta dell’antica civiltà egizia. È prevista la visita alla città del Cairo e al sito archeologico monumentale di Giza; seguirà il trasferimento in volo nell’Alto Egitto per la visita dei monumentali templi di Abu Simbel. Un nuovo spostamento in volo condurrà fino ad Aswan, dove avrà inizio la stupenda crociera sul Nilo, con soste per la visita dei più importanti siti archeologici della storia, quali Kom Ombo, Edfu, Luxor. Si tratta di un’esperienza che potrà risultare a volte stancante ed impegnativa, anche se

ripagata senza dubbio dalla bellezza delle mete visitate.

Sarà quindi la volta, dal 23 al 25 maggio, del viaggio agli scavi di Pompei, con successivo trasferimento a Sorrento. Seguirà la visita dell’isola di Capri,

nonché un tour guidato alla scoperta della Costiera Amalfitana, con i caratteristici paesi di Positano, Amalfi e Maiori.

In data 6-7 settembre la Banca intende proporre una gita a Roma che preveda, oltre alla visita dei principali monumenti di interesse storico ed archeologico,

alcuni itinerari inediti alla scoperta dei luoghi meno conosciuti, ma non per questo meno affascinanti, della Città Eterna.

Nei giorni 11-16 settembre la Banca offre a Soci ed accompagnatori l’imperdi-bile occasione di una Crociera sul Mediterraneo a bordo della splendida nave

“Costa Atlantica” che, partendo da Savona, toccherà nel suo itinerario le città di Ajaccio, Tunisi, Malta e Napoli.Chiude il programma del 2008 l’appuntamento ormai tradizionale con i carat-teristici Mercatini di Natale del Trentino Alto Adige e dell’Austria.

SCOPRITE IL MONDO IN COMPAGNIA DELLA BANCA DI ANGHIARI E STIAIn Valtiberina e Casentino il terzo Motoraduno nazionale delle BCC

Page 22: 2007-6 Oratorio di Anghiari

22

Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

La Festa del RosarioEra una calda giornata autunnale quella di domenica 14

ottobre, la seconda del mese, quella dedicata dal popolo di Galbino alla Madonna del Rosario.

Già da alcuni anni si è ripreso a fare la festa in quella data, proponendo nel pomeriggio la S. Messa e quindi la merenda sul prato della chiesa. Ma quest’anno la Compagnia, che in quel giorno celebra la sua festa titolare (la Compagnia è dedicata al S. Cuore di Maria ma la Compagnia precedente era del Rosario) ha voluto riproporre la tradizionale Processione.

Allora gli anziani della parrocchia hanno fatto a gara per raccontare a tutti com’era la processione una volta. La Eva, per esempio, ci ricordava che erano presenti sempre cinque o sei preti della zona e che alla Processione venivano cantate le Litanie. L’Esterina e la Rina invece raccontavano quando nel prato e sotto la strada si allestivano due banchini di dolci che vendevano le pastine bianche e altri dolci di zucchero fatti a forma di monaca: “le monachine”. Ivo, solerte campanaro di Galbino, non ha mancato all’appuntamento suonando a festa per tutto il tragitto della Processione.

La Compagnia ha provveduto per l’occasione a ripulire la cassa lignea di una Madonnina e a realizzare le aste per portarla in processione, che ha seguito il vecchio tracciato di una volta (non tutto in realtà, perché si doveva passare anche in mezzo al bosco) con la conclusione sempre in chiesa.

La solare giornata ha consentito di suggellare la festa con la merenda nel prato offerta dalla parrocchia a tutti gli intervenuti. Proprio di questo momento finale riportiamo una foto nella pagina.

L’Aia, il granturco ed il paioloAnche a primo acchito è subito facile collegare questi tre

nomi con il “trade-union” della polenta, tipico piatto delle famiglie contadine di una volta. Ma forse non tutti colgono tra questi tre elementi il racconto di una allegra serata nata per “scartocciare” il granturco in quel di Tavernelle, al podere appunto che si chiama l’Aia. Questo podere, riportato anche nelle cartine leopoldine di fine ‘700 si trovava tra l’attuale casa Zineddu e quella di Clemente Camaiti. Approfittando quindi dell’ospitalità di quest’ultimo abbiamo preso per buona l’aia di Clemente. Il granturco invece veniva di Ripoli, località del Comune noto per la sagra della polenta e il paiolo è servito per preparare il povero piatto. Povero si, ma il condimento è stato ricco: sugo, cinghiale, funghi, salsicce e sambudelli!

Le donne di Tavernelle hanno dato il meglio di se in cuci-na, gli uomini hanno sudato il giusto per la carne e la polenta “abrusticata”, e gli anghiaresi sono venuti a piedi da Anghiari al solo lume delle lanterne. Il Baggi, seguito dalla brigata dei cantori, ha concluso la serata chiedendo con in mano il paiolo, la molenda, cioè il pagamento.

Ricapitolando: l’Aia, il granturco scartocciato, la polenta fatto sul paiolo e gli anghiaresi che cantavano. Resta solo di dare l’appuntamento alla prossima occasione: la “sgrandina-tura” del granturco.

Natale si avvicina…Mentre il giornale va in macchina due valenti lavoratori/

artisti stanno lavorando nottetempo per preparare il presepe in parrocchia. Questi due sono Massimo del Bagnolo e Alfredo il geometra.

A Natale vedremo come è venuto il lavoro, però già da ora gli diciamo il nostro: bravi!

Notizie dalla CompagniaNello scorso mese di novembre si è provveduto a riscuo-

tere la quota annuale dei confratelli iscritti alla Compagnia. Quest’anno il loro numero è di 106.

Dopo la cena che è stata fatta lo scorso luglio, abbiamo deciso di destinare una parte dei soldi in cassa per una adozione a distanza. Questo impegno si protrarrà anche negli anni a venire, ma siamo sicuri che farà piacere a tutti gli iscritti. An-che questo è un modo per vivere la solidarietà e la fratellanza con tutti. L’adozione a distanza è stata intrapresa grazie alle Missioni di Padre Remo, in contatto con il nostro confratello Massimo Fragai.

Anche quest’anno la Compagnia di Galbino ha provveduto alla preparazione di alcune feste della Parrocchia, e quest’anno in particolare si segnala quella della Madonna del Rosario e la riscoperta della Processione. L’anno si concluderà con il ritrovo delle Compagnie di Anghiari, che si svolgerà prima di Natale e servirà anche per scambiarci gli auguri.

All’inizio dell’anno nuovo la Compagnia, ed in particolare il gruppo dei Confratelli con la Cappa, dovrà eleggere il nuovo Camerlengo, Cassiere e Segretario. Il Correttore (e presidente) rimane di diritto il nostro parroco don Marco.

Il Camerlengo

Nella foto un momento della merenda svolta nel prato della chiesa di Galbino, per la festa del Rosario. Digitalfoto Alebi

Page 23: 2007-6 Oratorio di Anghiari

23

Prosegue la ricerca di notizie e fonti sulla vita e sul culto al Beato Bartolomeo Magi, francescano e

anghiarese.Dall’archivio storico parrocchiale è

emerso un interessante libretto scritto dal-l’incommensurabile parroco e proposto don Nilo che, con il solito e dovizioso entusiasmo, comincia a descrivere le feste che si tenevano in parrocchia per la ricorrenza del 29 agosto, giorno della traslazione della insigne reliquia della testa del Beato Magi. Non solo. All’in-terno del volume don Nilo ebbe cura di attaccare l’originale “autentica” della ricognizione della reliquia effettuata dall’allora Vescovo aretino Emanuele Mignone. E allora perché alcuni storici dubitano sull’autenticità di questo “no-stro” beato? In effetti sulla “biblioteca sanctorum” non è menzionato, ma don Nilo, prendendo a scrivere il prezioso documento cita un decreto del 1635 emanato dal Vescovo di Sansepolcro in cui si autorizzava proprio questo culto. E per giunta nel 1907 il Vescovo Giovanni Volpi, di felice memoria, fece trasferire solennemente al Proposto Giuseppe Conti la reliquia del Beato dalla chiesa della Croce (ovviamente si trovava li, poiché quella chiesa l’aveva pensata e progettata lui, il Beato Bartolomeo) per favorirne il culto dei fedeli. Don Nilo non a caso prende a cuore la devozione al Beato poiché suo padre, Luigi Conti, lasciò nel 1949 alla Confraternita di Misericordia un legato di lire ventimila con l’obbligo di celebrare ogni anno, presso la Propositura di Anghiari, la festa del Beato Bartolomeo Magi. Nel 1950 don Nilo avvia a celebrare con adeguata solennità le feste del Beato, grazie al lascito del padre, e alla tradizione che quattro decenni prima aveva già rinvi-gorito lo zio predecessore. Ultima nota prima di parlare dei festeggiamenti che furono: don Nilo aveva fiuto pastorale e sapeva cogliere ore e luoghi adatti per ogni circostanza. Lui si accorge, e lo trascrive, che il 29 agosto in Anghiari è grande festa per la fiera del cocomero, anche se in realtà non fa menzione al dolce frutto estivo, ma comunque parla di tante persone che in quel giorno vengono ad Anghiari per i propri “materiali interessi” ma intravede che “sia loro concessa una buona occasione per entrare – sia pur brevemente – nella Propositura”. Al ter-mine vi spiegheremo anche il perché di

questa nota.L ’ a n n o

1950, per giun-ta anche anno santo, vengono celebrate le fe-ste del Beato Magi nel nuo-vo Altare. Al-tra novità: in quegli anni la Propositura fu interessata da poderosi lavori di ristruttura-zione. In quel-l ’ o c c a s i o n e intervennero le associazioni di azione cattolica promuovendo la costruzione di un degno Altare che ac-cogliesse la re-liquia del beato. Tale Altare si doveva trovare (e infatti ancora oggi si trova) sotto l’ultima cena del Soglia-ni. La mattina del 29 agosto alle ore 6,30, iniziano i festeggiamenti del beato con la proces-sione per la sistemazione definitiva delle reliquie. Sono presenti sei sacerdoti, oltre a don Nilo, e in particolare ci fa piacere ricordare don Vittorio, che il suo prede-cessore chiama “Maestro di Cappella”. Nella mattina i sacerdoti si alternano nelle SS. Messe e anche la sera diversi fedeli, anche di vallate limitrofe, trovandosi ad Anghiari visitano la Propositura. Ecco svelata la nostra brama di raccontarvi quell’aneddoto: quest’anno, lo scorso 29 agosto, abbiamo lasciato aperto la Propositura anche nelle ore serali, es-sendoci gran movimento ad Anghiari, e numerosi fedeli hanno visitato la chiesa, e onorato anche con una semplice visita l’Altare del Beato che in quel giorno era vestito a festa.

Chi ha voglia di leggere, ed è cu-rioso, si può divertire a vivere con don Nilo, anno per anno, il giorno della festa solamente leggendo il suo cronicon par-rocchiale. Per esempio nel 1952 vennero anche i frati della Verna ad esporre il

quadro che raffigura il Beato e si trova al sacro convento, oppure nel 1954 quando, coincidendo la festa della Misericordia di Anghiari, si ebbe la presenza del Vescovo Mignone che tenne un applauditissimo discorso in piazza Baldaccio. È inte-ressante il pellegrinaggio del popolo di Anghiari svolto alla Verna nel 1956, per consegnare solennemente una reliquia del Beato alla comunità francescana.

Il libro, iniziato da don Nilo per la festa del 1950 arriva fino al 1968, anno infausto per diversi motivi. Già in quegli anni il Proposto lamenta la mancanza dei giovani dell’azione cattolica alle feste del Beato. Da quell’anno in poi il volume è bianco.

Ma siamo gente di speranza e quindi, dopo una pausa di trentanove anni, ripren-deremo a scrivere la festa del Beato Magi, descrivendo ciò che abbiamo vissuto lo scorso 29 agosto. E concluderemo come spesso faceva don Nilo: gloria a Dio e ai nostri Santi.Il Beato Bartolomeo Magi di Anghiari raffi-gurato in una incisione di Francesco Nenci del 1801.

Beato Magi: la storia continuadi Alessandro Bivignani

Page 24: 2007-6 Oratorio di Anghiari

24

Erano nati così, i quadri viventi... dalla spontanea devozione delle nostre donne, che volevano che tutto, in Anghiari, festeggiasse Maria.

Tutto, dalla bellezza delle sue strade all’antichità delle sue mura palpitanti di fiaccole, dai profili dei suoi campanili alla nascosta intimità dei suoi angolini, dalla musica delle sue campane alle note polifoniche della sua corale, dal popolo sfilante in processione ai più piccoli che riproducevano scene del Vangelo.

Era stata una bella idea! E lavoravano tutti, dagli uomini alle donne, dai vecchi ai piccoli.

Era la Comunità che aveva inventato questo nuovo modo di piacere a Maria nel giorno della sua Festa. E qui stava il bello! non era una «recita», non una «commedia», era il canto comunitario e concreto di un popolo.

Se Anghiari vuole questo canto, ogni 10 Dicembre, bisogna che continui a essere il canto vivo di un popolo, di una famiglia che cerca, che inventa, che lavora insieme, unita.

Quest’anno... un caro piccolo gruppo di giovani dell’Oratorio (ma non tutti!...) con un gruppo nascosto, umile, ma così valido di donne (ma non tutte!...), si sono incontrati per preparare nove bei quadri, che anche quest’anno volevano non tanto rappresentare quanto dire qualcosa, ai nostri cuori:

«...e Gesù operò molti miracoli... affinché crediate che è il figlio di Dio... e credendo abbiate la Vita Eterna».

Grazie a tutti, a uno a uno, di cui Maria conosce i nomi e ha visto l’im-pegno generoso... senza tante storie!... e grazie in modo speciale a: Mario,

Patrizia, Barbara, Carla, Antonietta, Giuliana, Giuseppina, Nello, Fa-biano, Giovanni, Giu-seppe, Paola, Alberto, Annibale, Vincenzo, Fiammetta, Anna, Anna-rita, Graziana, Emanue-la, Grabriella, Isolina, Mirella, Bruna, Vanna, Grazia, Mara e Beppe, con i fotografi Aldino e Saverio.

Alle donne, che han-no, al momento, aiutato a... addobbare, truccare e tener buoni i bambini: il grazie riconoscente dei giovani, che così non si sono sentiti del tutto isolati (un particolare grazie alle donne dei Poggiolino, del Forno, di Calabria e della Por-taccia) e grazie di cuore a Bico che, con la sua Società di Loreto, ha pensato a contribuire alle spese.

Per un altr’anno... fin da ora, a tutti, preparare la Festa «in famiglia» che per essere viva, deve essere una vita di tutti e con un impegno che duri fino a quando tutto è passato... e cioè mai: perché in cuore deve restare... quel che i quadri hanno invitato a meditare...

Anghiari vuole ancora i suoi quadri viventi per la « Madonna di Loreto?

Giovanna Negrotto Cambiaso

Le foto raffigurano due dei numerosi Quadri viventi preparati dalle donne di Anghiari per la festa della Madonna di Loreto del 2006.

Anghiari vuole ancora i «Quadri viventi» per la Madonna di Loreto?

Pronti per la Festa 2007di Emmedipì

Alle parole della Giovanna volentieri vorrei dare un seguito.

L’articolo era stato scritto dopo la Festa del 10 dicem-bre 1972, quindi ben 35 anni fa. In quell’anno io acquistai un cabriolet arancio (che ho ancora) ma tanti altri saranno i ricordi che ognuno di noi potrà riportare in primo piano.

Ma veniamo alla festa. Certo sarebbe auspicabile che almeno l’essenza dell’articolo venisse messo in pratica: Preparare la Festa in famiglia.

Poi tutto il resto, l’organizzazione, le luci, i bambini da vestire o che cosa rappresentare diventeranno problemi minuti e facilmente risolvibili.

D’altra parte ormai da alcuni anni l’impegno di un di-

screto gruppo di persone di Anghiari vecchio (coadiuvate in quest’occa-sione da aiuti provenienti dalla parte nuova del nostro paese) si aiutano a vicenda per far sì che la Festa riesca nel migliore dei modi.

Non vedrei male se, dopo passata la processione, tutti i bambini e i ra-gazzi che hanno impersonato le varie figure si riunissero nell’antica chiesa di Badia per la benedizione finale.

Ma sono dettagli di poco conto e ogni decisione sarà senz’altro quella giusta se presa in armonia fra le per-sone che lavorano.

Grazie per il vostro impegno!

Page 25: 2007-6 Oratorio di Anghiari

25

Il 29 settembre 2007, nella Chiesa del Carmine, festeggiati da parenti ed amici, si sono uniti in ma-trimonio Mercedes (Mersi) Travagliati della Motina e Michele Tacconi, di Santa Fiora.

Alla cara nipote, con affetto, la zia Beppina ha de-dicato questo componimento.

Dedicato a MersiC’era una volta una bella bambina,vestiva una morbida, gialla tutina,era venuta da molto lontano…e due persone la preser per mano.Accompagnarono il suo camminostandole sempre molto vicino,con tanto amore e gioia infinita,verso il futuro, verso la vita.

Più bella e ricca fu la famiglia,con babbo, mamma e una cara figlia!

Passano gli anni, e un po’ troppo in fretta…diventa grande quella bimbetta…Finché un bel giorno, in quattro e quattr’otto,lei s’innamora di un giovanotto…lui la ricambia, tutto contento:ed ecco fatto il fidanzamento!!!

Ora le nozze son programmate,tutte le cose son preparate,e quella tenera, dolce bambinaè una bellissima signorina,che si è impegnata in studio e lavoro,si è comportata con garbo e decoro,ha superato le difficoltàe ha guadagnato la felicità!

Chi la conosce e osserva il suo visosi accorge subito che è illuminatoda quella luce: lo stesso sorriso,che in questi anni non è mai cambiato!

Mersi, dagli occhi scuri e profondi,dove racchiudi tutti i tuoi mondi,cuore di panna in scorza legnosa,tanto sensibile ed affettuosa,sai emozionarti e sai emozionare,sai voler bene e sai farti amare.

Ora sei grande e sei una sposa:il tuo futuro guarda, radiosa,del matrimonio scopri l’incanto,col tuo Michele, felice, accanto!

Chi vi conosce in modo profondovi augura tutto il bene del mondo!!!

Il gatto di razzadi Lela Lega

Un gatto vecchio e alquanto spelacchiato,stava seduto sopra un davanzale,quando passò un siamese raffinatoe un po’ con screzio disse all’animale:

“Vattene via di qui, questo è il mio regno,di tanta civiltà tu non sei degno,vai fra le fognature della piazza,dove ci sono bestie d’ogni razza”.

Il gatto ascoltò con le orecchie basse,poi disse:- “Senti a me gatto di classe,se mangi bene e se dormi in poltronatu devi ringraziare la tua padrona”.

“Io mangio male, a volte vo digiuno,però non sto alle spalle di nessuno.È come vivere del proprio lavoro,meglio o peggio, ma è sempre un decoro”.

“Meglio essere spelacchiato e decoroso,che tutto profumato e vanitoso,meglio mangiar poco o star digiuno,che abbuffarsi alle spalle di qualcuno”.

Nota storica: I gatti erano lungo Kentish Town Road, nei pressi del 111 a Londra. Agosto 1985

È arrivato don Stanislao!Dallo scorso ottobre il Vescovo ha destinato don Stanislao come

Vicario Parrocchiale di Anghiari, e già abita la canonica della Pro-positura.

Da ora in poi potremo chiamarlo il “nostro” don Stanislao. Nella foto è ripreso mentre festeggia con alcuni amici della Parrocchia.

Ben-v e n u t o e... buon lavoro!

Domenica 23 dicembreChiesa di S. Agostino, ore 21

Recita dei ragazzi del Catechismo:“Una dolce storia di Natale”

Il Messiadi Paolino Veri

Nel raccolto silenzioDi una notte d’InvernoUn Bimbo nasce a BetlemmeNon è un bimbo qualunqueÈ l’annunciato MessiaNato dalla Vergin Maria.Tutti dormonoNell’immensa contradaNessuno pensa o sospettaChe entro una grottaC’è una Madre che vegliaE un uomo che prega.C’è un cane che abbaiaSulla falda del monteUna pecora che belaEntro uno stabbio di legnoMentre le stelle silentiBrillano nel cielo.Oh Bambino divino!Il tuo nome è GesùNudo, fra il bue e asinelloTu tremi, tu piangiRinunci a oro e orpelliNell’infanzia e gioventùPoi tu,Con gioia infinitaAbbracci la croceLa stringi, la baciLa bagni col sanguePer ridarci la vita.

Page 26: 2007-6 Oratorio di Anghiari

26

Il nuovo Direttivo della Società anghiarese

Elezioni alla Filarmonica

Dopo alcuni mesi di gestione provvisoria da parte di al-cune persone di buona volontà, è stato regolarmente eletto nel settembre ultimo scorso il nuovo Consiglio Direttivo di una tra le più importanti associazioni di volontariato del pae-se: la Società Filarmonica “Pietro Mascagni” di Anghiari.

Decaduti per scadenza naturale i precedenti organi di governo nei primi mesi dell’anno, si rendeva necessario in-dividuare quelli nuovi in vista della ripresa autunnale delle numerose attività che da sempre l’associazione porta avanti come la Scuola di Musica Comunale e la Scuola di Danza classica e moderna.

Questi i nomi dei tredici consiglieri risultati eletti al ter-mine delle operazioni di votazione, alle quali hanno parte-cipato una trentina di soci con accanto l’incarico assunto all’interno del direttivo: Bettoni Pierluigi, Presidente - Ro-selli Angiolino, Vice presidente - Guadagni Piero, Segretario - Ortalli Vincenzo, Cassiere - Chieli Roberto, Provveditore - Gabellini Piero, Camaiti Giulio e Ganganelli Cesare Re-sponsabili della scuola di musica - Valbonetti Andrea, Re-sponsabile della Scuola di Musica - Del Furia Leonardo e Chieli Raffaele, coordinatori della banda - Ganganelli Pietro e Scartoni Fabrizio, Addetti ai rapporti con le scuole e con le altre associazioni. A questi verrà aggiunto, come previsto dallo statuto, il rappresentante dell’Amministrazione Comu-nale.

Nella sua prima riunione, il nuovo Consiglio Direttivo si è sentito in dovere di ringraziare tutte le persone che nel pas-sato presente e remoto hanno speso del loro tempo nella ge-stione della Filarmonica, facendo si che questa abbia potuto rimanere sempre attiva e mantenere così fede ai suoi compiti istituzionali. Primo fra tutte il presidente uscente Zanchi Mo-reno, che per decenni è stato con altruismo ed intelligenza la vera mente ed il vero braccio di questa gloriosa associazione di volontariato e nominato per tutto questo, con il consenso unanime dei consiglieri presenti.

Assegnato all’ISA di Anghiari il riconoscimento “Paolo Uccello”

Il tavolo della pace

Lo scorso 14 ottobre l’Istituto Statale d’Arte di Anghiari, sezione del legno e del Restauro del mobile antico, è stato premiato come vincitore del concorso “Premio

Paolo Uccello” bandito dal Comune di Pratovecchio all’in-terno della VII Edizione della Biennale “Forme del legno. Artigianato, Arte e Cultura del Legno”.

Il concorso, promos-so dalla Regione Tosca-na, dalla Provincia di Arezzo, dal Consorzio Casentino, dalla Comu-nità montana Casentino, da Associazioni di cate-goria Artigiani e dalla camera di Commercio, aveva come tema la creazione di un tavolo ed era aperto agli Istituti d’arte e Scuole di Formazione professionale del legno della Comunità Europea.

Il manufatto presentato dall’Istituto d’Arte di Anghiari, pregevole per qualità e originalità, ha voluto dare un forte segnale di speranza e di solidarietà nella simbologia dei suoi componenti.

Il “tavolo della Pace” è composto di cinque gambe, come i cinque Continenti della Terra, ciascuna di un legno diverso: noce per l’Europa, acero per l’America, ebano per l’Africa, tek per l’Asia, eucalipto per l’Australia. Le cinque gambe- continenti sono “abbracciate” da un anello ellittico, realizzato a strati con i cinque legni delle gambe. Il piano di questo “PEACE DESK” è di cristallo, sabbiato per metà della sua superficie come il simbolo dell’infinito. La scelta di questo materiale non è stata casuale: il cristallo è trasparente, quindi permette di vedere oltre: chi siede a questo tavolo della pace avrà sotto i propri occhi il Mondo intero, abbracciato in un unico e solidale anello di fratellanza.

La premiazione si è svolta a Pratovecchio.Il sindaco e la giuria hanno apprezzato le qualità tecniche del

manufatto, il suo valore simbolico e l’impegno degli studenti e dei docenti. È stata sottolineata l’importanza dell’Istituto d’Arte di Anghiari nel mantenere viva la secolare tradizione artigiana di lavorazione del legno associata ad una avanzata tecnologia e vitalizzata dall’energia degli amministratori locali, dei dirigenti scolastici e dei docenti per difendere la specificità di questa istituzione unica in tutta Italia (ben cinque laboratori); qualità che rendono l’Istituto di Anghiari polo di attrazione di studenti oltre la Valtiberina, come R.S., l’alunno che ha portato a termine la realizzazione del tavolo, che proviene dal Casentino.

Il tavolo della pace è ora visibile nella nuova sede del Consorzio Terre della Valtiberina a Sansepolcro: una buo-na occasione per vedere un bel manufatto e riflettere sulla pace. Rosaria Cafiero

BadiaSilenziosamente continua la raccolta per la Badia fi-

nalizzata alla sistemazione dell’altare dove era collocato il Presepe robbiano.

Barbara e Alberto hanno ringraziato le donne della Badia “che mettono tanto amore nel sistemare la chiesa”. Così recita il biglietto accompagnato da una offerta che, prontamente, loro stesse hanno lasciato per la chiesa.

Carla, di passaggio dal suo paese, ha lasciato la sua solita offerta.

La Novella, reduce da Tovaglia a quadri, ha perso-nalmente pensato alla Badia. Come anche Roberta che continua a raccogliere fra i suoi amici.

La casetta ha sortito una piccola offerta. Il totale è di 170 euro.

Il cammino è ancora lungo, ma arriveremo, come sempre, alla meta.

Comitato donne della Badia!!

Chi accudirdi Turiddo Guerri

Chi accudir non sa al focolarenon sa di certo neanche cucinare,poveri figli allora e disgraziatoquell’uomo che a tal donna s’è sposato:doveva, prima di sposarla, metterlaalla prova per decidere senon fosse più opportuno o dismetterlaoppur sposarsi alle calende gre’.

Page 27: 2007-6 Oratorio di Anghiari

27

Siamo in tantiin questa grande terrama la fortunapochi ne afferra

Il privilegioal diritto alla vitaa poche personequesto si addita

Chi à il dirittodi fare ciò che vuolementre per altric’è l’ipoteca e muore

Si muore asfissiatinon dal caldo del solema dal marciumeche questo mondo vuole

I tanti dirittitanti usurpatisempre nella pelledei soliti disgraziati

Il verbo abbondadiritto a lavorarema il vicinoti vuole dissanguare

I diritti di pochidi Armando Zanchi

Non c’è più cattedrecon sopra l’esponenteche dia il dirittoalla povera gente

Tutti si siedonol’udienza non arrivaperché molta gentedi queste non è vita

Sono rimastinei grandi ingranaggidi quel dirittoscritto dai saggi

Solo il dirittoil diritto di quei pochimentre gli altrinella melma affoghi

Qui non c’è stamponel diritto umanotutto il circuitoviaggia contromano

Chi pavoneggiatra soldi ed alloriche alla fameil corpo à dolori

In questo Statoquello del dirittodel suo telefonoperso il prefisso

Senza il segnalenon c’è la sua chiamataper tanta gentenata sfortunata:

Uscita a Poppi

Approfittando del ponte dei morti, il gruppo dei ragazzi di seconda media e lo loro catechiste hanno fatto una giornata in giro per il Casentino. La mattina è stata dedicata alla visita dell’antica Pieve di Romena e al relativo castello, e proprio dietro alla Pieve è stata l’occasione della foto.

Il pomeriggio è passato per le vie di Poppi, che in quella giornata era anche arricchita da un simpatico mercatino di cioccolate varie.

Ricordiamo che questa classe si sta preparando a ricevere la Cresima, e allora tutta la nostra reda-zione gli fa i propri auguri di buon cammino.

Le offerte per l’anno nuovoGià alcuni affezionati lettori hanno pensato al 2008 facendo pervenire la loro offerta.

Antonietta BianchiniFabio Panichi, Via Nova bassaGianrico Cristini, CrocifissinoGiuseppe Palitta, SassariGiuseppe Poderini, InfrantoioMalvina Martini, Via Nova bassaMaria Senesi, Sopra le muraPaola Foni, Nuovo BiceccoPaola Lombardi, PalazzinaSergio Bonanno, Ponte alla PieraSergio Polverini, MontebelloSilvano Tanfi, Le Raincy, FranciaStefano Cardelli, ScandicciVittorio Sassolini, Cardiano al Campo

Un saluto a Vilmo Chiasserini di Bagno a Ripoli in provin-cia di Firenze, nostro affezionato lettore che non fa mancare il suo contributo per il giornale.

Tristi ricordi, passeggiando per Viaio. 11 Settembre 2006Ore otto e quarantasette

La luna è insolitamente chiara;è incredibilmente grande,incastonata sopra Campalone,nell’immensa cupola del cielo,dal nitido colore azzurro-chiaro.Ha un cratere in più, creato dalla caduta,per esaurimento della sonda spaziale.Il sole già brilla, fa capolino sopra i montied argenta i tetti rossi ed i campanili del paese antico.L’ombra del campano s’allunga sui tetti, fino ad oscurare il Borgo della Croce.Allo stesso modo le ombre delle due torri gemelle,che si levavano da Ground Zero,qualche minuto prima di quest’ora,erano ancora tese e si allungavano su Manahattan.Alle otto e quarantasette scoppiò l’infernomentre la stessa grande luna atterrita,incredula ed inorridita era lì, a guardare.

Piero Lega

Page 28: 2007-6 Oratorio di Anghiari

28

Notizie storiche sulle strade da Anghiariad altri centri e località

di Flavio Mercati

Strade per Arezzo e FirenzeII ed ultima parte

A causa di un disguido nel numero precedente dell'Oratorio è stato dato un titolo errato a questa ricerca storica così espressa: Notizie storiche sulle strade da Anghiari ai centri minori. Il vero titolo invece era ed è quello enunciato sopra. Ci scusiamo con i lettori e... con le città di Arezzo e di Firenze, poiché nel sottotitolo, di conseguenza, queste due città apparivano come centri minori.

Qui sotto la seconda parte della ricerca con la descrizione particolareg-giata di parte del percorso della strada per Arezzo passante per Pietramala, detta anche "La Montagnola", presa da un vecchio documento redatto dalla Comunità di Anghiari in data 8 aprile 1779.

* * *Una strada la quale si parte dal Borgo detto della Cro-

ce descritto nelle Strade che compongono la Terra di An-ghiari, et a mano destra del medesimo, e precisamente dalla Porta2 che da detto Borgo si passa per andare a Firenze, e prendendo verso settentrione cammina così per braccia cento cinquanta salvo, e di poi voltando verso ponente se ne scende in direzione di detto ponente verso il luogo della Smotinata detto il Muraccio, e di lì và a passare da i Poderi, e case di Torchiale di proprietà del signore Cesare Corsi3, e queste lasciate nella sinistra nella lontananza di braccia venti salvo se ne seguita sempre scendendo verso la Maestà, ò sia Tabernacolo detto del Pensa di proprietà della Pieve di Santa Maria di Sovara esistente nella sinistra antedetta, ed ove formasi una Crociata di Strade arrivato che è alla Mae-stà predetta, e di poi una tale strada lasciata detta Crociata se ne seguita in linea retta di ponente verso il Fiume Sovara, passando però prima dal podere ò case della Murella di pro-prietà di Piero Livi, et arrivata alle Sponde di detto Fiume passa il medesimo ove la corrente lo permette, e dopo pas-sato l’alveo del medesimo rientra tra gl’effetti4 di proprietà de i Reverendi Padri di Camaldoli e quelli di Francesco Co-manducci i primi posti alla sinistra, et i secondi alla destra di detta strada, e qui incominciando a salire per il Poggio di Cologna, ò sia Montagnola dopo più, e diverse ritorte che fa per detto Poggio, ora nella diritta, et ora nella sinistra, arri-va ad una spianata del Poggio medesimo, e così camminan-do porta alle mura laterali della casa, e podere di Cologna di proprietà del signore Matteo Tolomei di Firenze, la qual casa lasciata sulla sinistra se ne seguita verso ponente, e và a passare all’incominciare del Burrone, ò sia Fosso detto d’Elci esistente sulla sinistra medesima, e di poi prendendo nel salire la Crine del Poggio detto di Casale, cammina per la medesima sempre in direzione di ponente, et arriva soste-nendosi sempre in detta Crine sopra de i Poderi, e case dette de i Caldesi, e molto lungi da esse passando se ne volta poi nella diritta, et arriva alla Chiesa Curata di Santa Maria di Casale posta lungo la presente strada, e sulla sua sinistra, e questa passata và seguitando per detta Crine alla volta del ponente, e in linea retta, e così se ne giunge al Villaggio di Monte Mercole, e passando lungo le case del Medesimo, lascia queste sulla sua diritta, ed in avanti procedendo se ne cammina lungo gl’effetti del signor Bernardo Ligi, e di Santi Boncompagni, e deflettendo sulla sinistra giunge così alla sommità del Poggio detto di Montemercole, e precisa-mente alla Maestà, ò sia Tabernacolo detta di Pratolino, la quale lasciata nella diritta dopo braccia dugento salvo di-scesa, và spianando per lungo tratto, e di poi incominciando a riscendere arriva finalmente ad una Pietra ò sia termine

posta sopra casa di peccato5, nel quale vi sono incise le let-tere esprimenti = Communità di Anghiari = Communità di Arezzo = al qual termine finisce la strada presente, con la denominazione di strada di Arezzo della Montagnola, e che serve di communicazione tra questa Communità di Anghiari, e quella di Arezzo, e per communicazione tra la Cura di San-ta Maria di Casale, e il luogo della Communità, e tra detta Cura, e le altre comprese nel Circondario della mentovata Communità a forma degl’Ordini.

Da Casa di peccato indicata nella prima parte, la strada s’inoltrava poi nel territorio della Comunità di Arezzo, pas-sava il fiume Chiassaccia, che scorre verso il Chiaveretto, su di un ponte di cui sono i rimasti i piloni laterali, lambiva la base dell’altura dove si trovava il castello di Pietramala, rag-giungeva Vezzano e, dopo aver oltrepassato il crinale della montagna di Poti, si portava a S. Polo e quindi ad Arezzo. Andava perciò quasi dritta verso Arezzo da Anghiari seguen-do un percorso quasi rettilineo, la Libbia, invece, piegava verso nord-ovest per la zona della Scheggia e alla Chiassa o a Giovi si dirigeva verso sud per raggiungere Arezzo, e quindi era più lunga. Si può dire che le due strade costituissero gros-so modo un triangolo di cui quella per Pietramala costituiva un lato e quella della Libbia gli altri due. Ma la cosa non era così semplice e il discorso non finisce qui.

Siamo nel 1589, Anghiari già da 200 anni (dal 1385) e Sansepolcro da più di 140 anni (dal 1441) sono passati sotto il dominio di Firenze, che ne è diventata sempre più il centro di attrazione e di riferimento dal punto di vista economico, commerciale, amministrativo e culturale ed i flussi comuni-cativi, in genere, avvenivano soprattutto con questa città. E per andare a Firenze da Sansepolcro ed Anghiari le genti pas-savano per la strada della Libbia, poi a Giovi prendevano la strada del Casentino, passando poi per Bibbiena, Poppi e La Consuma. L’attraversamento del Sovara avveniva a guado, cioè passando per il letto del fiume, anche se, dopo l’appari-zione della Madonna al Carmine, gli operai addetti alla co-struzione del convento in quel luogo, per facilitare l’afflusso di pellegrini, come dice il Taglieschi “Fecero fabricare un ponte di legno sopra la Sovara vicino alla Tavernella”. Con-siderato il materiale si suppone che sia durato poco. Il nuovo tracciato invece era Pietramala-Arezzo-Casentino, quindi si allungava. Si potrebbe obiettare che da Arezzo avrebbero potuto raggiungere Firenze anche per la strada di Quarata, ma era consuetudine allora che dalla Valtiberina si prendesse per il Casentino, forse perché la strada in quella zona era in condizioni migliori. Quindi, quando nel 1500 dicevano che la strada della Libbia era più corta si arguisce che si riferiva-no non tanto per andare ad Arezzo, quanto a Firenze. Arezzo ormai era rimasta isolata, tagliata fuori dalle comunicazioni fra la Valtiberina toscana e Firenze. È sicuramente per questo che gli Aretini vollero insistentemente questa strada che pas-sava poi per la loro città, e anche che si chiudesse l’altra, lo fecero per togliersi dall’isolamento in cui erano venuti a tro-varsi e inserirsi nella via dei commerci e delle comunicazioni fra i due centri della Toscana orientale e la città cui erano sot-toposti. Si comprende anche così perché, invece, altri si op-posero all’apertura della nuova strada ritenendola una spesa

Page 29: 2007-6 Oratorio di Anghiari

29

...strade per Arezzo e Firenze

inutile e una d e c i s i o n e dannosa.

La strada della Libbia era anche più facile, considera-te le ripide p e n d e n z e che erano ne l l ’ a l t r a , soprattutto r i s a l e n d o dal torrente

Chiassaccia al monte Castiglione e dalla Sovara a Casale. Così si andò avanti sino all’ottocento nell’insoddisfazione degli Anghiaresi e anche dei Borghesi, questi popoli ave-vano, però, anche un’altra strada per raggiungere Arezzo: il malandato Scopetone, ma si trattava quindi di scegliere, fra due mali, quello minore. Ora, però, per gli scontenti della strada di Pietramala e nostalgici dell’altra era arrivato il mo-mento della rivincita, di prendersi una bella soddisfazione, poiché nel 1838 fu riaperta, resa praticabile e migliorata la vecchia rotabile della Libbia divenendo la strada ufficiale per Arezzo.

L’inconveniente principale che presentò nell’ottocento fu di essere frequentata dai briganti (Gnicche, forse anche Sagresto) e brigantelli che si nascondevano ai margini della strada nelle gole boscose e all’approssimarsi di qualche si-gnorotto a cavallo o in carrozza, sbucavano all’improvviso dal bosco, lo derubavano e poi si dileguavano.

L’altra strada non fu chiusa e prese l’appellativo di Ma-remmana6 perché rimasero a frequentarla soprattutto i pa-stori, specialmente nel tratto orientale, cioè da Anghiari a Pietramala, che durante il periodo della transumanza con-ducevano le greggi di pecore, accompagnati ed aiutati dal fedele cane pastore, nel tardo autunno, dalle zone di Badia Tedalda, a svernare in Maremma, per poi ritornare ai luoghi natii a primavera. Ormai anche i pastori da tanti anni non

Note2) Sicuramente qui “porta”

non ha il significato di imposta con tanto di battenti, ma quel-lo letterale di passaggio, era il punto da cui si usciva da una via del paese per immettersi in una strada esterna, che portava ad altre località, oppure, vice-versa, il punto da cui si entrava in una via del paese da una stra-da esterna.

In un’altra parte del docu-mento si dice che questa cosid-detta “porta” si trovava ventidue braccia circa, verso settentrio-ne, dalla strada del Borgo della Croce (corso Matteotti), si dice anche che la strada in esame si dirigeva sempre verso setten-trione per altre centocinquanta braccia circa a partire da questa porta, poi piegava verso ponen-te. Dunque a iniziare dal Borgo della Croce sono 172 braccia in tutto, circa.

Considerato che il braccio fiorentino corrisponde a 0,60

metri, centimetro più centime-tro meno, siamo intorno ai 103 metri, il che esclude che questa strada abbia piegato a ponen-te dove adesso c’è l’incrocio della Pineta poiché adesso da questo incrocio al Borgo della Croce sono all’incirca 50 me-tri forse anche meno e quindi la strada prima di piegare ad ovest arrivava più su per la via del Carmine. Verso la fine del ‘700 o i primi dell’ottocento in corrispondenza dell’attuale concessionaria di trattori F.lli Graziotti la strada molto pre-sumibilmente fu deviata verso sud puntando dritto all’entrata del paese, alla porta suddetta; una parte di questa deviazione oggi è quella stradina che co-steggia il lato sud dell’odierno giardinetto della Croce e che costituisce adesso una scorcia-toia per entrare in paese dalla Libbia. Presumibilmente, nei primi anni dopo l’unità ‘Italia, venne costruita la via Provin-ciale intorno ad Anghiari (at-

tuali via della Battaglia e via Nova), che era già aperta nel 1867, anno in cui venne anche costruito il muretto che delimi-ta la parte sud dell’attuale via Mazzini, già via del Terrato, che si congiungeva e si congiunge tutt’ora con il muretto dell’al-lora via provinciale, ora in un settore di via Nova, nella curva. Allora si venne logicamente a formare l’incrocio della Pineta e quell’isoletta di terreno di-ventata col tempo il sopradetto giardinetto della Croce, tanto amato e tutelato dagli abitanti della zona, e di via Martiri della Libbia e via del Carmine.

3) Cesare Corsi era un o il fratello di Benedetto Corsi, il cui nome è legato alla costru-zione del Teatro di Anghiari e alla Cappella di famiglia, di-ventata poi Cappella Votiva.

4) Effetti: erano le proprietà terriere quali campi o boschi.

5) Casa di peccato: non sappiamo perché si chiamasse così, forse vi era successo qual-

che fatto disdicevole, adesso di essa è rimasto un muretto che presto cadrà, probabilmente, o verrà sommerso dai rovi e dalle erbe.

6) Transumanza: trasferi-mento del bestiame in autunno al piano e, a primavera, dal pia-no alla montagna. Dalle nostre parti le greggi venivano su dal-la via di Viaio, attraversata la strada della Motina, risalivano il colle di Anghiari, riuscendo alla via del Carmine, nei pressi della Gattina o della Vigna poi, per Bellavista, scendevano alla Murella, passavano la Sovara e poi proseguivano per Casale.

La transumanza esiste an-che oggi, soprattutto in certe zone dell'Alta Italia: in prima-vera conducono il bestiame all'alpeggio per poi riportarlo a valle in autunno, ma, mentre prima il trasferimento avveniva camminando, ora avviene con i camion.

vi passano più perché la transumanza, dalle nostre parti, ha cessato di esistere da molto tempo, semmai in qualche posto può esistere la pastorizia stanziale. Sempre tenendo conto del percorso da Anghiari a Pietramala un tratto della strada, quello dalla zona di Monterosi a Cologna, è ancora in buone condizioni, specialmente nei pressi di Cologna, perché serve alcune case e quindi è curato, qualche tratto è diventato una comune strada campestre o boschiva, qualche altro è scom-parso, e qualche tratto, come per esempio da Ca’ di peccato al torrente Chiassaccia, si confonde con la macchia circo-stante perché diventato macchia esso stesso e difficilmente riconoscibile come strada.

Questo da Anghiari a Pietramala. Da Pietramala a S. Polo, al contrario, la vecchia strada è ancora in buone condizioni soprattutto nel tratto che conduce da San Polo all’Alpe di Poti, perché ancora abbastanza frequentato. Il tratto Pietra-mala-Anghiari, invece, è soprattutto percorso, ogni tanto, da comitive, come quella cui ha partecipato anche chi ha scritto questo articolo, due o tre anni fa, nella camminata Casale-Pietramala-Casale, alla ricerca di luoghi un tempo famosi e ora appartenenti solo al passato, alla storia.

Opere consultate

- ANNALI, di Lorenzo Taglieschi, trascritti dai ragazzi della Scuola Media Leonardo da Vinci di Anghiari.

- ANTICA VIABILITA’ ARETINA, di don Antonio Bacci.- ASCA (Archivio Storico Comunale di Anghiari)- CATASTO LORENESE del 1826- LA STORIA DI SANSEPOLCRO, di Coleschi-Polcri.- LA VALLE TIBERINA TOSCANA, di Gianfranco Di Pie-

tro e Giovanni Fanelli.- Riferimenti - ATLANTE GEOGRAFICO DEL GRANDU-

CATO DELLA TOSCANA, TAVOLA XIX, di Zuccagni Orlandini.

- SIGLIANO, di Giacomo BartolomeiIn alto la Pieve di Sovara nei cui pressi passava la via di Pie-

tramala proveniente da Anghiari e diretta a Belvedere (si vede sulla destra) e quindi Casale, Pietramala e Arezzo.

Page 30: 2007-6 Oratorio di Anghiari

30

la pagina di Walter Del Sere

AnghiariNo al cemento. Mentre si ipotizzano per il futuro, auditorium a iosa (attenti a non fare come al Borgo che hanno autorizzato 7 super-mercati e ora ne chiudono almeno 5), c’è un edificio che non se ne può più di vederlo così abbandonato. Sto parlando un’altra volta dell’ex cinema Mondani, poi discoteca Krypton. Chi arriva dal Borgo verso il paese bandiera aran-cione e, dopo San Girolamo, alza gli occhi per rimirare il centro storico si ritrova davanti un catafalco incustodito da decenni con un piazzale che farebbe la fortuna di tanti parcheggiatori. Domando: è vero che l’ex cinema è in mano a un privato e sarà pur vero che il prezzo per acquistarlo è esoso. Ma il Comune non può scrivere, ordinare, intimare che tanti metri cubi di cemento possano tornare ad essere vivacizzati da presenze umane? Figuriamoci che per sete di appartamenti (e cemento) si è costruito anche in zona con vista panoramica cimitero.

BRINGOLI. Grande successo di visitatori riscontrato anche per la ventisettesima Festa dei Bringoli e di San Martino or-ganizzata sotto Le Logge dalla Pro Loco. Anche se il Del Pia non è d’accordo, l’origine della festa affonda le sue radici nella leggenda: si narra che nella notte fra il 10 e l’11 novembre del 1309, mentre gli armati aretini al soldo dei Tarlati scalavano le mura per conquistare Anghiari, una nuvola bianca ricoprì tutto il paese costringendo i nemici a rinunciare al saccheg-gio. Il Banco dei Sapori co-prodotto dal citto di Carlomino e da quello di Gnasino coadiuvati dalle bellezze locali Elena e Francesca, ha fornito anche pregiati finocchi e porri mentre al di là della carreggiata c’era chi intonava alle bricie secche e caldarroste. La cosa buona (oltre alla moltitudine allegra e gaia) sono state le tante facce nuove che sono venuti/e a dare una mano agli esperti e orgogliosi volontari (anche quest’anno la Lea, la Wanda, la Faliera e la Romana non hanno voluto mancare all’appuntamento col bringolo). Con tutto questo ricambio di gioventù “non se trema più”.

ANGHIARI FESTIVAL. L’ormai tradizionale rassegna mu-sicale estiva si svolgerà dal 19 al 27 luglio 2008. L’Anghiari Festival è infatti diventato un appuntamento seguito con en-tusiasmo da un pubblico eterogeneo composto in prevalenza da turisti italiani e stranieri. Gli allievi, tutti già diplomati nei conservatori dei propri paesi (Inghilterra, Australia, Nuova Zelanda, Canada etc.) e diretti dal buon Simon Over, inizie-ranno la carriera dopo aver frequentato il corso annuale che si conclude con l’appuntamento estivo di Anghiari. Oltre ai numerosi concerti in piazzette, chiese e castelli, nel 2008 tornerà l’opera nelle serate di giovedì 24 e sabato 26 luglio quando in Piazza del Popolo verrà allestito Elisir d’amore. Per l’occasione arriveranno anche i giovani cantanti di British Youth Opera. Quindi, dopo le 2 dignitose ed applaudite messe in scena de “Le nozze di Figaro” (2004) e “La Boheme” (2006), nel 2008 tocca al celebre melodramma gioioso in 2 atti musicato da Gaetano Donizetti.

CENTOGUSTI DELL’APPENNINO. Non male l’ottava edizione dei Centogusti che si è svolta dal 1° al 4 novembre. Nella mattinata di domenica 4 si è svolto anche il ricordo di Gianfranco Vené lo scrittore e giornalista ideatore di quel Premio Anghiari che tanta fortuna ebbe negli anni 80. A 15 anni dalla scomparsa di un amico e maestro, l’amministrazione comunale ha inteso bene intitolare a Vené la passeggiata che da via XXV luglio porta ai Giardini del Vicario. Il freddo del 1° novembre aveva invece impedito alla Compagnia dei Ricomposti di rallegrare la scampagnata dei visitatori e turi-sti. Pazienza. Vorrà dire che s’è fatto una prova per il freddo inverno canadese. Da annotare poi che sono stati proprio tanti quelli che non hanno voluto saltare l’appetitoso menu, ad un ottimo rapporto qualità/prezzo, offerto all’Osteria allestita al Poggiolino dalla Pro Loco. O perché la cena con la Chianina che si è tenuta al Castello di Sorci non è andata di gran lusso? Cosa c’è da migliorare? Sicuramente i convegni che hanno visto l’interessata presenza di pochi intimi.

PRESIDE. - Il Prof. Benito Carletti è andato in pensione. Tutt’Anghiari gli è riconoscente per la tenacia con la quale ha cercato di potenziare il nostro Istituto Statale d’Arte. Anche chi scrive ha avuto il piacere, in questi ultimi anni, di entrare in confidenza con questo piccolo-grande uomo (il Dustin Hoffman di casa nostra) dotato di una grande carica umana. È grazie al quotidiano e intelligente operato del Preside Carletti se la Scuola d’Arte di Anghiari può guardare con serenità e fiducia al futuro che si chiama Palazzo Testi: una chicca di complesso edilizio ben ristrutturato che può ospitare aule, laboratori, associazioni, convitto per studenti provenienti (ci auguriamo) da ogni dove.

Page 31: 2007-6 Oratorio di Anghiari

31

CRONAC HETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Ottobre 2007Martedì 2. Oggi è morta Armida Cecconi vedova Ligi. Abitava ad Anghiari ed aveva 83 anni.Giovedì 4. Oggi ho visto Renato Livigni con una stampella che andava verso casa zoppicando.*Oggi è morta Dina Romiti vedova Cristini di anni 86. Abitava verso il Crocifissino. La sua famiglia gestiva un casello della ferrovia.Venerdì 5. Frido ha detto che fino a lunedì i funghi non nascono.Martedì 9. Nel pomeriggio qualche ...... ha girato per traverso diversi vasi di fiori della Croce.Giovedì 18. Oggi è nata Marta Pecorai di Franco e Loredana Pasqui. La sua famiglia abita a Carboncione. La Loredana è la sorella di Jacopo, solerte chierichetto della Propositura.*Nel pomeriggio sono andato a trovare Giordano da Torchiale che raccoglieva le castagne nel suo bosco dopo il Mancino. Al ritorno sono andato a recuperare mia madre dalla Sestilia del Ponte Sospiri.Sabato 20. Alla fine stamani è arrivato il freddo ma anche la neve sopra i monti del Borgo e una incaciatina alla Faggeta.Mercoledì 24. Oggi con don Quinto e il Fontana siamo andati a Casale da Roberto che ci ha aperto e ci ha fatto visitare l’antica chiesa che don Quinto ci farà un articolo.Venerdì 26. A Castello è morto il maestro Fausto Polverini. Originario di Anghiari è stato valente maestro di muisca. Per qualche ha insegnato alla Scuola di Musica di Anghiari ed ha diretto la nostra banda della Filarmonica Pietro Masacagni. Aveva 84 anni.Martedì 30. Verso il Crocifissino ho visto il Chiribini che raccattava le ghiande. Mi sa che deve ingrassare qualche maiale.Mercoledì 31. Oggi è morta Carolina Gabrielli vedova Tortori di anni 88. Abitava al Molinello ma la sua famiglia era originaria di Castello.

Mese di Settembre 2007Sabato 1°. Stamani mentre stavo per svegliarmi ho sentito una barca di spari. Ah già, c’era l’apertura della caccia.Domenica 2. Oggi a Castello, dopo parecchi anni, ho rivisto il Venturini di Lerchi che s’era fatto le Magistrali insieme.Lunedì 3. Stamani ho visto Gastone nel suo campo sotto Palazzolo che controllava il suo granturco.Martedì 4. Stamani Francesco del Draghi se ne stava alla via Nova che teneva il posto dal dottore per la sua mamma.Mercoledì 5. Verso le cinque e mezzo un vento impetuoso si è abbattuto su Anghiari. Dice che è caduta una pianta per la via Nova, alla vecchia concimaia.Giovedì 6. Oggi è passata da me Rosa Nocentini, lettrice affezionata che abita in Francia; ha lasciato un’offerta per l’Oratorio.Sabato 8. Stamani mentre aspettavo Gionni il fabbro per andare a vedere la campana della Croce (anzi meno male che non mi ha fatto apsettare tanto), ho visto l’Anna che portava fuori il suo cane con una pallina in bocca: soluzione ingegnosa che così non abbaia.Domenica 9. Stamani c’era il Motoraduno di moto d’epoca e si è conclusa la Giornata dei Toscani nel mondo.*Nel pomeriggio sono andato a Tavernelle a prendere le noci per mia moglie ma la nonna di Alessandro ha detto che ancora non erano mature. Meno male che Marco di Tavernelle mi ha dato un cestino di nocciole.Martedì 11. Oggi è morta Maria Panichi in Alberti di anni 82. Abitava al Mercatale di Monterchi ma la sua famiglia è originaria di Maccarino.Giovedì 13. Verso le nove ho visto tre artigiani, Marco, Mirco e Maurizio, partire in macchina. Ma non andavano al lavoro.*Oggi è morta Anna Tedesco vedova Di Lauro di anni 86. Abitava al Campo della Fiera ma era originaria di Napoli.Venerdì 14. Stamani Giovanni Valbonetti m’ha dato un chilo di ceci che ha coltivato nel suo orto e stasera mia moglie l’ha già messi a mollo. Sicché domani mangerò i “ceci de Maccarino”.*Oggi è nata Maddalena Conti di Franco e Cinzia Merendelli. In pratica è la nipote della Doretta, molto conosciuta, nonché apprezzata, per i suoi tagliolini alla “nana”.Domenica 16. Oggi con Alessandro siamo andati dal Nanni di Ripalta e lui m’ha promesso che mi troverà un melo selvatico che lo voglio piantare insieme a “quel’altri”.Lunedì 17. Verso le nove è venuto un temporale coi fiocchi. Tetti e gronde non hanno “arguvito” al troppo lavoro.*Oggi è morto Enzo Checcaglini di anni 80. Abitava in Piaz-zola. Per molti anni è stato a Parigi per lavoro.Martedì 18. Anche oggi, ma verso le due e mezzo, nuovo temporale e sempre coi fiocchi. Dice che i danni più grossi li ha fatti nella valle del Sovara.Mercoledì 19. Finalmente è stata tolta l’impalcatura davanti all’ammazzatoio (cioè son finiti i lavori esterni).Giovedì 20. Piero della Laurina m’ha portato delle bustine di zucchero che ci faccio la collezione.

Viva il lavoro!di Maria Pia Fabiani

Che meraviglia aver cose da fare(cose che piacciono, naturalmente!)e che improvvise ti senti arrivarein quell’abisso chiamato “La Mente”!

E la Signora si accinge al lavorocon una gioia direi giovanile:in quell’amico lei trova ristorodall’ozio inutile, tetro, senile.

Essere utile, fare qualcosaserve per dirci che noi siamo vivie la giornata non sarà mai noiosase lavoriamo, se noi siamo attivi.

Viva la Vita e l’amico Lavoroche la glorifica, che la sostienebella e preziosa così come l’oroe come il sangue che sta nelle vene.

2 giungo 2007

La Redazione augura...

BUON NATALEE BUON ANNO

Page 32: 2007-6 Oratorio di Anghiari

32

Questo giornale lo potrete trovate su Internetwww.parrocchiadianghiari.it

Scriveteci: [email protected]: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

Festa della Madonna di Loreto

nella chiesa di BadiaPreparazione alla festa:Sabato 8 dicembre - Immacolata Concezione Ore 18 S. Messa

Domenica 9 - Vigilia della festaOre 21 Momento di preghiera vigiliare rievocando il passaggio della S. Casa.

Lunedì 10 - Memoria della Beata Vergine Maria di LoretoOre 7 Lodi Mattutine cantate.Ore 18 S. Messa celebrata dai Sacerdoti del Vicariato di Anghiari, e Processione Mariana per le vie del castello antico che ritornerà in Badia per l’affidamento di Anghiari alla Madonna. Secondo la tradizione il percorso della Processione sarà illuminato da fuochi e fiaccole, e saranno allestiti i “quadri viventi”.