2001-5 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 5 OTTOBRE - NOVEMBRE 2001 Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI 1 Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 5 OTTOBRE - NOVEMBRE 2001

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXV-Per. del Vic. di Anghiari e MonterchiCon approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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In copertina: Anghiari e San Martino - by Luca Pucci

SommarioCimitero di campagna di Vera Cuccini pag. 224 agosto: San Bartolomeo " 2Il cammino di un anghiarese di Cmr " 3Inizia l'anno catechistico " 3Calendario Liturgico " 4Il Palterre: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari

Alle terme di Civis " 6Campane in vacanza di Emmedipì " 6Il lupo, si sa, mangia la pecora " 6Oltre i fatti del '21 " 6Sciagurèto chi è fora di Clèto " 6I giochi sono finiti di Civis " 6Dolci ricordi di quartine strampalate di Cmr " 7

La Chiesa di Fonaco di don Quinto Giorgini " 8Pietre e sassi " 9La raccolta per l'ambulanza " 10Ricordiamo la Speranza " 11Una palma di Maria Pia Fabiani " 11Note dalla festa a Santo Stefano di Gm " 12Auguri nonna Iolanda " 12San Martino anghiarese di Armando Zanchi " 12La tartarughina di Aldo Tognetti " 12La vignetta di Scacciapensieri !!! " 12Missione è portare la parola di Dio di F. Cristini " 13Auto e funerali di Civis " 13La via di Ronda di Clèto " 13Dal Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. Ganganelli

Rischiò di morire, oggi si cura con gli emoderivati " 14Due giorni... sul lago Maggiore di Sara e C. " 15

Gita a Mirabilandia con l'allegro oratorio pag.16L'Asilo Federico Testi " 16Sigari e polvere nera di Walter Del Sere " 17Il Campano di Paolino Veri " 17Donne al volante...! di Scacciapensieri " 17Dalle Parrocchie di Monterchi, San Leo, Micciano " 18Ironia di Maria Pia Fabiani " 19Sinfonia autunnale di Vera Cuccini " 1924 agosto-Il figlio del carpentiere era con noi di Cmr " 20L'Euro di Casi R. e C. " 20EURO " 21Da Tavernelle a cura di A. Bivignani

La mia testimonianza del campeggio " 22Notizie dal G.S. Tavernelle " 22La Battitura a Tavernelle " 23Notizie dal coro " 23

Notizie su Tommaso Becket di Athos Camaiti " 24Un ponte dimenticato di Walter Del Sere " 26Pensieri sul G8 " 26Offerte estive " 26Lo Scucco di Mario Del Pia " 27Al caro amico Scucco di Armando Zanchi " 27Balli, orchestre e complessi... V parte di F. Mercati " 28Fatti di casa nostra di W. del Sere

Si alza il sipario al Poggiolino " 30Un set per la Battaglia di Anghiari? " 30

Cronachetta dei fatti... di Anghiarino Anghiarese " 31Un santo anghiarese " 31

24 agosto: San BartolomeoLa festa di San Bartolomeo, l'Apostolo titolare della nostra

parrocchia, è iniziata con una celebrazione liturgica durante laquale il parroco ha parlato della figura del santo e della suaattualizzazione nella vita di fede oggi.

Alla celebrazione, al termine della quale c’è stato il baciodella reliquia, erano presenti tanti parrocchiani e le autoritàcivili.

Sono stati quindi inaugurati e benedetti i locali della canonicaappena finiti di restaurare. In questo modo i parrocchiani hannopotuto visitare i nuovi locali e rendersi conto dei lavori eseguiti.Questi ambienti, come abbiamo detto anche in altre occasioni,serviranno sia per gli uffici della parrocchia e per l’archivio cheper abitazione dei parroci.

Quindi ci siamo trasferiti negli spazi dell’Oratorio peralcuni momenti di convivenza. Un recital dei bambini delcatechismo e i Propheti di Eugenio Papini hanno animato laserata.

È stato un momento di vita comunitaria apprezzato dai tantipresenti.

È stata infine offerta la cena preparata dalle donne dellaparrocchia e si è terminato con una sottoscrizione per le operedella parrocchia e una tombola che è stata vinta dalla giovaneGiada Matteagi di Santo Stefano.

Cimitero di campagnadi Vera Cuccini

Bianco cimiteronascosto tra i boschi,quanta pace offrialle tue nudi tombe!Non una voce,non un bisbigliodi preghieradisturba il sonnodi coloroch’io conobbiun giorno.

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Il cammino di un anghiareseStoria liberamente tratta dal Vangelo di Lucadi Cmr

In quel tempo il Signore designò altri 72 discepoli e li inviò due a due avanti a sé in ogni città eluogo dove stava per recarsi (Cap 10)

Tra i 72 scelti uno ce n’era che, per visitare Gerusalemme, proveniva da lontano, da un paese del-la valtiberina toscana chiamato Anghiari.

Quest’uomo cercava di capire chi era e dove andava; era inquieto in questa sua ricerca di sé stes-so, come lo sarebbe stato circa 4 secoli dopo un certo Agostino che scrisse: “Tu Signore ci hai fattiper te e non ha requie il nostro cuore finché non riposa in Te.”

Al Signore disse Fabio, tale era il nome dell’anghiarese: “Signore, io a casa ho lasciato moglie efigli, devo tornare da loro e sono inoltre peccatore, non sono degno di annunciare la tua parola.” Ri-spose il Signore: “Vai da Pietro e lui ti dirà cosa dovrai fare, perché lo Spirito lo illuminerà.”

Pietro disse a Fabio: “Io ti mondo dai tuoi peccati (da allora si chiamò Fabio Mondani); torna altuo paese ed occupati della tua famiglia.

Andrai poi nelle case dei fratelli di Anghiari e prima di entrare dirai: Pace a questa casa e vivrai eti comporterai come ha detto il Signore. In una di queste case l’uomo che ti verrà incontro ti salute-rà così: “Pace a te, ti aspettavo perché ho sognato che saresti un giorno arrivato.” Quest’uomo saràil tuo compagno nell’accudire il tempio del vostro Signore, nell’aiutare i Sacerdoti ad aver cura deifedeli, nel proclamare la parola di Dio.

Inizia l'anno catechisticoIn parrocchia stiamo organizzando un incontro con i catechisti e con tutti coloro che collaborano con

la parrocchia. Verrà esaminata la situazione pastorale e verrà stabilito l’orario del catechismo che in lineadi massima dovrebbe iniziare il secondo sabato del mese di ottobre. Incontreremo quindi i genitori deiragazzi del catechismo per concordare con loro gli incontri di catechesi.

Intendiamo impegnare in vari ritiri spirituali i ragazzi della Cresima: sono queste occasioni preziosedi preparazione.

Altri incontri saranno riservati ai ragazzi del dopo Cresima.Già fin d’ora i genitori sono invitati a provvedere prima possibile all’iscrizione dei loro figli al

catechismo. Infatti l’iscrizione è il segno tangibile dell’assunzione di responsabilità da parte dei genitorie il segno della volontà di seguire i loro ragazzi nel cammino di fede.

Sempre nel mese di ottobre avremo anche il mandato ai catechisti; è questo un importante momentodella vita della parrocchia al quale naturalmente i genitori dei ragazzi in particolare sono invitati.

Così fu. Fabio fece il viaggio di ritorno, tornò al caro piccolo An-ghiari, visse in pace nella sua famiglia e nella sua comunità.

Entrò in tante case e finalmente in una fu salutato come aveva dettoPietro. L’uomo era un certo Sergio Papini. Papini perché i profeti ave-vano predetto che la stirpe di Sergio sarebbe stata a suo tempo fedeleal Papa nelle lotte tra guelfi e ghibellini.

Fabio è stato investito, non temete, non da un carro in corsa, bensìdalla dignità di Diacono permanente, ad opera del Gran SacerdoteGualtiero.

Che il servizio di questo nuovo “Servo” porti tanti e buoni frutti,che la grazia e la pace del Signore siano con lui per sempre, ora che sachi è e dove vuole andare.

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CALENDARIO LITURGICO

Mese di Ottobre

1° ottobre lunedì – Santa Teresa di Gesù BambinoVergine e Dottore della Chiesa. Nacque ad Alençon, inFrancia, nel 1873. Entrata nel monastero delle carmelitanedi Lisieux praticò l’umiltà e la semplicità evangelica e lafiducia in Dio. Morì nel 1897.

2 ottobre martedì – Santi Angeli custodi. Primo martedìdel mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia conrecita del Santo Rosario. “Il Signore ti manderà il suoangelo e custodirà il tuo cammino”.

4 ottobre giovedì – San Francesco d’Assisi patronod’Italia. Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli allapreghiera per le vocazioni. “Povero e umile in terra,Francesco entra ricco nel cielo, accolto da canti di festa”.

5 ottobre venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella Pievedi Micciano alle ore 20,30 Santa Messa per il GruppoUomini dei Ritiri di Perseveranza.Al Santuario del Carmine, alle ore 21, recita del S.Rosario.

7 ottobre domenica XXVII del Tempo Ordinario –Beata Maria Vergine del Rosario. Sante Messe secondol’orario festivo. Questa celebrazione si deve a San Pio Vpapa nell’anniversario della battaglia navale di Lepanto(1571) e della seguente vittoria riportata dai cristianiattribuita all’aiuto della Santa Madre di Dio invocata conla recita del Rosario.

14 ottobre domenica XXVIII del Tempo Ordinario –Sante Messe secondo l’orario festivo.

15 ottobre lunedì – Santa Teresa d’Avila Vergine eDottore della Chiesa. Nacque ad Avila in Spagna nel1515, entrata nell’ordine delle Carmelitane fece grandiprogressi nella via della perfezione ed ebbe rivelazionimistiche. Morì ad Alba de Tormes (Salamanca) il 4ottobre 1582.

16 ottobre martedì – Santa Margherita Maria Alacoque.Nacque nel 1647 nella diocesi di Autun in Francia.Accolta fra le suore della Visitazione di Paray le Monialpercorse rapidamente la via della perfezione. Ricevettemistiche rivelazioni particolarmente sulla devozione ver-so il Cuore di Gesù. Morì il 17 ottobre 1690.

18 ottobre giovedì – San Luca evangelista . Nato dafamiglia pagana e convertitosi alla fede, fu compagno

dell’apostolo Paolo e scrisse il Vangelo secondo lapredicazione di lui. Negli Atti degli apostoli ci ha traman-dato gli inizi della vita della Chiesa, narrandone levicende fino alla prima dimora di Paolo a Roma.

21 ottobre domenica XXIX del Tempo Ordinario –Sante Messe secondo l’orario festivo.

28 ottobre domenica XXX del Tempo Ordinario –Santi Simone e Giuda Apostoli. Sante Messe secondol’orario festivo. Il nome di Simone nell’elenco degliapostoli è messo all’undicesimo posto. Non si sa nulla dilui se non che, nato a Cana, era soprannominato loZelota. Giuda chiamato anche Taddeo è quell’apostoloche nell’ultima cena domandò al Signore: “Come èaccaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?”(Gv. 14, 22)

Mese di novembre

1° novembre giovedì – I Santi. Sante Messe secondol’orario festivo. “Dà, o Signore, ai defunti la gioia eternacon la beata Vergine Maria, San Giuseppe e tutti i Santi.Per la loro intercessione accogli un giorno anche noi nellagloria della tua casa”. Primo Giovedì del mese. Siinvitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.

2 novembre venerdì – Commemorazione di tutti i fedelidefunti. Alle ore 6,30 ritrovo nella chiesa di S. Stefanoper recarci al cimitero dove, alle ore 7, verrà celebrata laS. Messa. Primo Venerdì del mese. Nella Pieve diMicciano, alle ore 20, Santa Messa per il Gruppo uominidei Ritiri di Perseveranza.Al Santuario del Carmine, alle ore 21, recita del S.Rosario.

4 novembre domenica XXXI del Tempo Ordinario –Sante Messe secondo l’orario festivo.

6 novembre - Primo martedì del mese. In Proposituraalle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.

10 novembre sabato – San Leone Magno papa eDottore della Chiesa. Nato in Toscana (pare a San Leodi Anghiari) è salito sulla cattedra di Pietro nel 440.Difese strenuamente l’unità della Chiesa, arrestò perquanto gli fu possibile le incursioni dei barbari. Morì nel461.

11 novembre domenica XXXII del Tempo Ordinario– San Martino di Tours vescovo. Sante Messe secondol’orario festivo. Martino nacque in Pannonia verso il 316

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SANTE MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANO-CHIESA DI SAN LEO

Ore 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 8,40 -PIEVE DI SOVARAOre 9,00 -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA

-CHIESA DI TUBBIANO-CHIESA DI CATIGLIANO

Ore 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE

-CENACOLO DI MONTAUTOOre 10,30 -CHIESA DI SAN LEOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura

-PIEVE DI MICCIANOOre 11,30 -CHIESA DI TAVERNELLE

-CHIESA DI VIAIOOre 12,00 -CHIESA DI TOPPOLEOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 CHIESA delle monache MonterchiOre 10 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11 S. Maria della Pace Le VilleOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 16,30 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo aPianezze ore 15 (ore 17 estivo).

da genitori pagani. Ricevuto il battesimo ed abbandonatoil servizio militare fondò un monastero presso Ligugì inFrancia. Fu quindi ordinato sacerdote ed in seguito elettovescovo di Tours. Morì nel 397.

18 novembre domenica XXXIII del Tempo Ordinario– Sante Messe secondo l’orario festivo.

21 novembre mercoledì – presentazione della BeataVergine Maria . Si celebra quella “dedicazione” cheMaria fece a Dio di sé stessa fin dall’infanzia, mossadallo Spirito Santo della cui grazia era stata ricolma nellasua immacolata concezione.

25 novembre domenica XXXIV del Tempo Ordinario– Festa di Cristo re. Festa della Misericordia. SanteMesse: alle ore 9,30 in Badia; alle ore 11 in Propositura;alle ore 18 nella chiesa della Croce.

30 novembre venerdì –Sant’Andrea apostolo. Andreanato a Betsaida fu discepolo di Giovanni Battista, poiseguì Cristo a cui condusse il fratello Pietro. Secondo latradizione, dopo le Pentecoste, predicò in diverse regionie fu crocifisso in Acaia.

1° novembre - Celebrazioni per ricordare i nostri morti

Ore 14,30 a San LorenzoSanta Messa e visita al cimitero

Ore 15,30 nella chiesa di GalbinoSanta Messa e visita al cimitero

Ore 15,30 alla Cappella del cimitero di AnghiariSanta Messa

Venerdì 30 novembre Sant’Andrea

Festa del patrono della parrocchia di Ta-vernelle.

Celebrazione Eucaristica nella chiesa diGalbino, dedicata appunto a Sant’Andrea,alle ore 18,15. La S. Messa sarà animatadai ragazzi del catechismo.

Alla sera, ritrovo conviviale con tutti icapofamiglia di Tavernelle

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IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

Alle termedi Civis

Un incontro casuale alle terme di Fontecchio mi hafatto rivedere l’amico Metozzi di Pistrino che mi ave-va conservato un articolo che riguardava Anghiari.

L’autrice dell’articolo, apparso fra l’altro su “LeFigaro”, ha soggiornato una quindicina di giorni adAnghiari. In poche parole ha espresso un giudizio cheanch’io condivido in pieno.

-Cosa ho fatto ad Anghiari? si è chiesta.-Niente, ho parlato con gli abitanti della pioggia ma

soprattutto del sole. Ho bighellonato scoprendo due otre palazzi rinascimentali ed un sublime teatroneoclassico. Ho potuto però sognare davanti a scenariirripetibili.

In pratica commento io, nel nulla di Anghiari hafatto delle scoperte meravigliose.

Io mi auguro (ma temo!) che questo "nulla" non siasostituito da numerose nullità.

Oltre i fatti del ’21

Voglio ricordare questo anno per esaminare alcuni datidesunti dalla relazione fatta dal Commissarioprefettizio. Ecco le segnalazioni:

Dovrebbe essere modificata la strada del Molind’Agnolo nel punto detto “Sasso grosso” [sono lecurve poco prima del Molin d’Agnolo] per la forte sa-lita. La strada è stata modificata come oggi si vede ne-gli anni ’50.Si dovrebbe poi modificare la strada di Toppole nelpunto detto Merendello.Si fa cenno poi della strada vicinale detta di Catorcioche era stata sistemata con la costituzione di un Con-sorzio per l’utilizzo di operai. La strada al momentoera abbandonata nella manutenzione.

Campane in vacanzadi Emmedipì

Sono in vacanza! Svegliatomi nel pieno della nottenon sento il suono del Campano che da sempre, quandomi capita di svegliarmi a casa mia, mi dà la nozione deltempo.

Sento in effetti la mancanza di quel suono. E nonriesco a capire le polemiche delle cronache estive sulsuono di questa o quella campana.

In cambio qui posso sentire il suono del campanacciodi un passaggio a livello che però non mi ha saputo direl'ora, nemmeno l’ora approssimata!

Il lupo, si sa, mangia la pecora

Ancora animali predatori in azione, con il forte so-spetto che a fare strage di pecore non siano stati questavolta branchi di cani randagi, bensì lupi.

È successo il 16 agosto alla Pievaccia, vicino al Pontealla Piera, alle pendici dell’Alpe di Catenaia.

A fare le spese dell’assalto notturno al gregge sonostati i pastori della cooperativa Pontese i quali di primomattino hanno trovato 6 pecore meticce da carne sbrana-te nottetempo da lupi affamati.

Sciagurèto chi è foradi Clèto

Queste erano le parole, diventate ormai un modo didire consolidato ad Anghiari, del nostro Bartolino,Bartolino il vecchio. E le disse da un posto a cui nonverrebbe subito da pensare: dalla prigione.

Non allarmatevi, Bartolino era in prigione per roba dapoco: qualche contravvenzione non pagata o qualcheschiamazzo notturno favorito dalle libagioni mai scarse.Il fatto sta che era una giornata invernale piovosa e freddae al vedere dalle inferriate quel po’ po’ di tempacciovenne spontaneo al nostro amico uscire nella fatidicaesclamazione: Sciagurèto chi è fora!!

Qualcosa di simile è successo però anche nel 2001quando i carabinieri si sono sentiti fare la insolita richie-sta di ritornare in carcere da parte di un uomo che erastato messo agli arresti domiciliari. Non sopportando ilcaldo della sua abitazione egli infatti preferiva ritornareal fresco della sua cella nel carcere di Figline.

I giochi sono finitidi Civis

È questa la prima frase che mi è venuta in mente ve-dendo gli importanti lavori di adeguamento della stradache da dietro la chiesa di Santo Stefano va verso laVignolina e poi verso Viaio.

Questa strada si chiama Via del gioco ma penso saràsempre più difficile giocarci.

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Beatitudini della seradi Cmr

Dolci ricordi da quartine strampalate

Serravalle comun di CantianoEra il posto del truce delittoAmmazzava la moglie col cittoChe aveva appena un anno di età

Ai fratelli e alle sorelle della 3ª e 4ª età questa voltadedico cari ricordi che, mi sembra, appartengono anchea loro, perché sono ricordi anghiaresi.

Era il mese di luglio del 1958 quando un grossocamion furgonato, con sopra scritto TRASLOCHI sifermò a Sansepolcro e là, per ragioni di lavoro, la miafamiglia mise le tende con armi e bagagli.

Fu allora che conobbi il delizioso Anghiari.Per ragioni di brevità non mi è possibile spiegare

come e perché stringemmo amicizie nel vostro paese. Necito alcune: Faliero Domestici e la Vera; FaustoBrandinelli e la Lola; il re dell’aforisma, cioè il maestroTuriddo Guerri; Pietrino Nofri e la Colomba; AldoMartini e la Ida. Questi forse i più assidui, ma anche tantialtri che incontravamo la domenica nelle liete brigate.

Animatore principale era Pietro Nofri, con la suavoglia di combinare scherzi e l’inesauribile materiale aquesti dedicato.

Spesso da Sansepolcro, con mio marito e me, salivanoal vostro colle Ettore ed Adelina Finzi, i genitori diDaniele che, ad oggi, ha insegnato a generazioni dianghiaresi.

Fu fondata una associazione, di fatto se non di diritto,dall’altisonante nome: la PACAPRO. Nel nome c’era

tutto un programma: PA da pane; CA da cacio; PRO daprosciutto. E sui verdi prati o nei ristoranti ed osterie deinostri dintorni valtiberini e non, ci davamo daffare peronorare… il fine statutario.

Sempre il grande Pietrino scovò una canzone popola-re, con anche pezzi recitativi, così sgrammaticata esconclusionata che non poteva non divenire la canzoneufficiale della nostra Pacapro. E come la cantavamo lietia squarciagola!

Io non amo vivere nel passato. Mi piace il presente, siacome sia, mi piace essere partecipe della quotidianità, marispolvero questi ricordi per offrirli a voi, anghiaresi“DOC” con l’affetto di una figlia di adozione.

Un ricordo particolare è di Pietro Nofri, vestito davescovo, che così camuffato si presentò in casa mia perla riunione della Pacapro e mia madre (di vista corta perl’età e per le malattie) quasi sveniva per l’emozione disedere sul divano accanto ad un vescovo “così tanto allamano”.

Altro ricordo caro la frase… storica pronunciata daFaliero Domestici, dopo alcune libagioni post-prandiali:“Io il vino lo reggo bene, però oggi è più bianco quellobuono”. Voleva sottolineare che tra i vini serviti il biancoera migliore del rosso, ma le idee erano un tantinoannebbiate!

In coda alle mie parole metto la storia di RossiFrancesco. È esistito davvero? Grazie a chi volesseappurarlo. Cantiano è in provincia di Pesaro, mi handetto ai piedi del monte Catria, nell’Appennino umbromarchigiano. Grazie a chi mi ha dato spazio, grazie a chimi ha letto.

Per tanti amici che non vediamo più vorrei usare ilmetodo dei militari che fanno l’appello e poi dicono“PRESENTE”.

Pace e bene a tutti.

Gentilissimi Signori e Signore, andiamo a incominciare la dolorosa istoriadi Rossi Francesco che per vendetta uccise la moglie col piccolo figliolettoSerravalle comun di CantianoEra il posto del truce delittoAmmazzava la moglie col cittoChe aveva appena un anno di età!

La famiglia di Rossi FrancescoChe da tutti era stimataFilomena fu assassinataDa quei vigliacchi e traditor

I vicini di quella frazioneNon vedendo né Rossi e famigliaAlla gente il sospetto le pigliaVanno avvisare i carabinier.*

Com’è andata? Domanda la genteChe tutta triste guardava la scenaAvea l’amante la FilomenaE così tutto il mister si svelò.

Il marito, saputo l’inganno,Preparava l’atroce vendettaPiano, piano e senza frettaLa sua moglie pensava ammazzar.**E una sera mentre dormivaLui feroce tremante e brutaleAvvicinandosi con un pugnaleE un gran colpo nel petto le die’!

A questo punto quel vil senza cuoreChe la sua rabbia non avea riposoCon altri colpi al suo bimbo graziosoLo lascia, morto e senza respir.

Care donne pensateci bene:se al marito il sospetto gli pigliafa una strage di voi e famigliae poi ci vogliono i carabinier.

FINE

* Intanto che giungono i Carabinieri vedremo come la scena sanguigna faceva tremare i vicini, la quale si sa il motivo dellavendetta. I Reali son giunti sul posto. Picchiano all’uscio: Nessuno risponde. Il Rossi già ben lontan si nasconde dopo lastrage che ha fatto colà!** Ecco che il marito tradito, ingannato dall’infedele consorte pensa nel suo cuore di vendicare l’onor offeso. Uccide lamoglie e assetato di vendetta si macchia le mani anche del sangue innocente del figlioletto di un anno di età.

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTEdi don Quinto Giorgini

Chiesa di Santa Maria della Neve a Fonaco

La CHIESA di S.MARIA DELLA NEVE aFONACO, sorgeva anticamente su un colle sovrastanteil vecchio agglomerato di questa Frazione di Monterchiche presenta tuttora tracce di strutture e decorazioni me-dievali nelle sue costruzioni e portali in pietra bugnatadi stile settecentesco.

Non sappiamo esattamente il significato di questotoponimo che nella visita del vescovo di Città di Castel-lo del 1230 e scritto “FONICO” come ancora è pronun-ziato nel dialetto. Il villaggio a m. 432 s.m. dista circasei km. dal capoluogo, su una collina panoramica lam-bita a sinistra dal torrente Padonchia e a destra dalRiccianello che separa in quel luogo la Toscanadall’Umbria e dalle frazioni di Ranzola e Lippiano, incomune di Monte S. Maria Tiberina.

Nel 1286 era rettore di questa chiesa un certo preteRanieri minacciato di morte dai marchesi di Monte S.Maria. Per questa ragione, non sentendosi sicuro chiedeed ottiene dal vescovo castellano Giacomo di essere “sur-rogato” per dieci anni dal chierico Ugolino a reggere lachiesa come suo vicario.

Nel decimario del 1349 questa chiesa era tassata per“lib. XXII”.

Nel 1583, al tempo della Visita apostolica di Mons.Peruzzi, troviamo rettore di questa chiesa D. GuerrinoUgolinelli che si giustifica di abitare nella sua casa diPadonchia perché la chiesa di Fonaco non possedevaancora la canonica. Era di giuspatronato dei capitani diparte di Firenze, cui doveva offrire una mezza libbra dicera, pagare la tassa per lo studio di Pisa e le decimepapali. La rendita era di 45 scudi ricavati dalle castagnee 10 staia di grano. La piccola parrocchia era formatada 18 famiglie con una cinquantina di persone ammesseai Sacramenti.

Nel 1593, in un incontro con il Vescovo di S. Sanse-polcro (sotto la cui giurisdizione si trovava ormai tuttoil Piviere di Monterchi, parzialmente erede di quelloscomparso di S. Antimo) il popolo di Fonaco propose ditrasferire la chiesa in un luogo più comodo e più vicinoall’abitato dove si trovava già una cappellina.

La proposta e la posizione piacquero al vescovo eforse anche a Don Guerrino che aveva disponibile unacerta quantità di danaro e la legna per la fornace. Maquando nel 1623 don Guerrino mori, la nuova chiesanon era stata ancora costruita, e la vecchia fu trovata,nella visita di quell’anno, con la facciata e le pareti de-turpate e con alcuni travi che minacciavano di cadere.L’Icona dell’altare era formata da una statua lignea“molto antica” raffigurante la Madonna col Bambino in

braccio, vestita con una veste rossa ed una celeste. Tra iparati ne fu trovato uno di “panno” su cui erano dipintele immagini della Madonna e dei S.S. Giovanni Battistae Pietro. Ai lati dell’antica statua della Madonna, c’era-no le immagini di S. Sebastiano e S. Rocco dipinte sutela.

La statua del sec. XV(?) esiste tuttora nelle soffittedel palazzo vescovile di S. Sepolcro ma priva delle brac-cia, mentre sembra scomparso il Bambino. La tela con iS.S. Rocco e Sebastiano, si trova nella canonica diMonterchi, bisognosa di restauri, insieme alla anticacampana di Fonaco, sulla quale e scritto “Mentemsanctam spontaneam honorem Deo et patriaeliberationem TUBIAS ME FECIT MCCCXXI”. Que-sta storica campana è purtroppo rotta ed e stata sostitu-ita con una nuova, comprata nell’Anno Mariano 1954.Era già caduta nel 1616 al tempo del suddetto prete DonGuerrino di cui riassumiamo la tragica vicenda narratanel libro “GIALLI” di E. Agnoletti.

L’ultimo giorno di febbraio del 1616 Don Guerrinoera andato alla sua chiesa di Fonaco per sistemare lacampana che era caduta dal campanile. A sera, stanco

La chiesa di Fonaco oggetto dei recenti restauri. Nel riquadro l'in-terno della chiesa intitolata a Santa Maria della neve.Digitalfoto Emmedipì

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morto ritorna a casa a Padonchia, cena e poi sifa scaldare il letto dalla serva Paola e vi si infi-la, addormentandosi subito, lasciando la serva,il garzone Andrea ed un parrocchiano che eraandato a veglia, intorno al fuoco acceso nel ca-minetto del salotto.

Nella tarda notte fu svegliato da due maniche gli stringevano la gola. Il prete grida e chia-

ma il garzone e la serva che erano scomparsi lasciandoacceso un piccolo lume sul tavolo. Un uomo prese D.Guerrino a pugni e botte tirandolo giù dal letto chieden-dogli dieci scudi.

Il prete rispose che non li aveva. Allora un altro uomoche aveva una fune in mano gli legò le braccia e lo gettòsteso sul pavimento facendo scoppiare, minaccioso,un’improvviso sparo di archibugio.

D. Guerrino svenne per alcuni istanti e poi, ripresaconoscenza, cercò di sciogliersi mentre sentiva il rumo-re dei ladri che, rovistavano la casa per trovare il dana-ro. I ladri, sparando un altro colpo, minacciarono il pre-te di morte, se non avesse consegnato loro il danaro,richiesto.

D. Guerrino, visto che i ladri non scherzavano, persalvarsi la pelle, prese una chiave, andò in una stanzettaporgendo 10 scudi ai ladri, i quali risposero: “Questinon bastano.”

Il prete allibito si vide portare via tutto: 34 testonipapali e 65 piastre del Granduca. Subito poi i banditifuggirono.

Ripreso coraggio D. Guerrino ferito, mezzo nudo escalzo, scende in strada, chiama suo fratello Paolo cheabita poco lontano e guarda per vedere quale strada hannopreso quei “ladri assassini”. Andavano verso Lippiano.

Quelle facce intraviste nell’ombra, non gli erano com-pletamente nuove dirà D. Guerrino al cancellierevescovile che in seguito ad una sua lettera si recò nelluogo del delitto a verbalizzare il fatto. Probabilmente liaveva visti al mercato a Lippiano lo scorso inverno, ar-mati di archibugi lunghi e corti e di pugnali e che tuttidicevano che erano banditi. Essendo quei ladri cittadinidi un altro Stato, come pure la serva Paola che la nottestessa dell’aggressione al suo padrone D. Guerrino sen’era andata “senza far motto a nessuno” e portandosivia la sua roba, sfuggirono facilmente alla competenzagiurisdizionale del tribunale sia ecclesiastico che seco-lare.

Il garzone Andrea era stato legato, imbavagliato ebendato. La serva, fuggita, fu indiziata non solo di co-

noscere ma anche di connivenza con i cinque malviventied il povero prete di Fonaco Don Guerrino, aggredito,ferito e derubato, rimase completamente in canna.

Riprendiamo il nostro discorso sulla chiesa di Fonaco:essa fu ricostruita nel luogo attuale verso il 1650 e poifu completata con la casa canonica.

Altri rettori di questa chiesa: Ser Lazzaro, a cui suc-cede, nel 1478, D. Francesco Bartolomei da Monterchi.

Nel 1651 vi era D. Paolo Landini, nel 1710 D.Mariano Massi. Ultimo parroco residente fu D. SeveroBrunini dal 1911 al 1921, anno in cui fu promosso Prio-re di S. Biagio a Pocaia.

Servita poi dai vicini parroci in qualità di EconomiSpirituali, nel decennio 1970 perse la qualifica di Par-rocchia perché il titolo fu trasferito alla nuova parroc-chia di S. Paolo a Sansepolcro e la Chiesa con il popolodi Fonaco fu unita alla vicina parrocchia di S. Luca aBorgacciano. Entrambe poi, nel 1986, sono state annes-se alla Parrocchia di S. Michele Arc.lo a Padonchia.

Attualmente Chiesa e Canonica di Fonaco si trovanoin ottime condizioni perché restaurate in quest’anno 2001,con i fondi stanziati per il terremoto del 1997 e con lacollaborazione del popolo e del parroco D. Quinto.

Il 5 agosto scorso si è celebrata, con gioia, la Festapatronale della Madonna della Neve e quella di inaugu-razione dei suddetti restauri.

In quell’occasione la S. Messa è stata celebrata dapadre Giovanni, agostiniano scozzese che si trovavanella nostra zona. •

Foto di gruppo con don Quinto, padre Giovanni (agostiniano scozze-se) e il popolo di Fonaco nel giorno della riapertura al culto dellachiesa di Fonaco. A sinistra l'immagine della statua lignea ora nelpalazzo vescovile di Sansepolcro. Digitalfoto Emmedipì

Pietre e sassidi Civis

Che si parcheggi la macchina lungo via della Tomba, passi (mancano i parcheggi...); che si mettanodelle pietre davanti alle ruote per paura che l'auto possa muoversi, passi (la strada è molto in disce-sa...); ma che poi si lascino tali pietre in giro anche con pericolo per gli altri veicoli credo sia altamenteincivile (non ci sono giustificazioni...). Almeno accostate i sassi lungo il bordo della strada!

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

Proseguiamo con l’aggiornamento dei dati sulla raccolta delle offerte a favore dell’acquisto della nuovaambulanza e della vettura da utilizzare per i servizi sociali del paese.

Alberti Maria Laura 50.000Alberti Paolo 50.000Andreini Luisa 50.000Anonimi vari 515.400Baglioni Emma 50.000Balducci M. Giorgi R. 200.000Banelli Piero 200.000Baracchi Maria 100.000Barbarie Jennifer 50.000Bartolini Morena 50.000Bartolomei Corsi Pietro 200.000Bianchi Alfiero 100.000Bigioli Graziella 100.000Bigioli Maria 50.000Biserni Angiolo 50.000Boldorini Cesarina 50.000Bozzi Lina 50.000Brondoli Gino 20.000Brondoli Roberto 10.000Buscosi Leoniero 50.000Camaiti Annamaria 50.000Camaiti Athos 50.000Camaiti Derna 100.000Cambi Massimo 100.000Cambi Tristano 100.000Canestrelli Luigi 100.000Canestrelli Marisa 50.000Cangi Anna 20.000Cangi Patrizia 500.000Cantoni famiglia 200.000Caraffini Bruno 50.000Carboni Demetrio 100.000Casucci Franco 50.000Chiarini Pietro e Beppina 50.000Chieli Roberto 100.000Ciofini Giuseppe 200.000Comanducci Cesare 100.000Comanducci Cipriano 100.000Del Pia Marino 50.000Del Sere Assunta 50.000Di Lauro Laura 20.000Draghi Assuero 50.000Dragoni Angiolo 50.000Dragoni Ernesto 50.000Dragoni Mirella 100.000

Emme Tre di Marsupini 100.000Ercoli Rino 100.000Fabbriciani Loredana 10.000Fabiani Maria Pia 50.000Fanciullini Vittoria 50.000Ferri Mirella 200.000Floridi Fulvio 300.000Forval Srl 1.000.000Fragai famiglia 50.000Franceschini Assunta 300.000Gagliardi Assunta 100.000Gamberonci Paola 100.000Ganavelli famiglia, in memoria diPapini Elvio 100.000Gelsumini Marcello 100.000Gennaioli Celestina 50.000Gennaioli Gisella 50.000Ghignoni famiglia 582.000Ghignoni Lazzaro ed E. 150.000Giannini Ferdinando, Fabrizia eAlberta 500.000Giannini Maddalena 100.000Giglini Nella Capacci 100.000Giorni Wilma 50.000Giovacchini Gigliola 300.000Giovagnini Carla 50.000Giovagnini Teresa 50.000Giovagnoli Donato 50.000Giovannini Dina 300.000Guadagni Luigi 50.000Guadagni Rossella 200.000Guerri Turiddu 100.000Lanzi Agostino e famiglie, in memo-ria di Lanzi Narciso 1.299.000Lazzerini Fabrizio 200.000Leonardi Carla 50.000Locci Rina 50.000Loddi Tullio 100.000Lozza Giovanni 100.000Magrini Vera 50.000Mangoni Bruno 100.000Marconi & Francalanci 50.000Marconi Giampiero 100.000Marghi Ermanno 100.000Matteagi Simone 10.000

Totale offerte L. 17.131.400 Precedente segnalazione Lit. 2.000.000 Totale sinora raccolto L. 19.131.400

Ringraziamo naturalmente con sincera gratitudine tutti coloro che ci hanno aiutato, invitando gli altri a seguirnel’esempio. La somma necessaria all’acquisto dei due automezzi è ancora lontana, tuttavia, con l’aiuto di tutti,confidiamo di raggiungere presto l’obiettivo prefissato.

AIUTATECIAnghiari, 31 agosto 2001

Mazzoni Rosa 100.000Meazzini famiglia 100.000Mercati Flavio 100.000Merendelli Virus 100.000Milanini Valentino 50.000Mondanelli Ovidio 100.000Montagnoli Sergio 50.000Nocentini Ivano 100.000Off.Mecc. Comanducci 100.000Paci Quinto 100.000Padelli Alfredo 50.000Pallini Armida 300.000Pallini Valfrido 100.000Papini Elvio, i figli alla memoria

955.000Parati Domenico 50.000Pari Angiolo 100.000Pasqui Dario 10.000Pasqui Pietro e Luisa P. 50.000Pernici Maria 50.000Pernici Vincenzo e famiglia 100.000Poggini Paola 50.000Polcri Duilio 200.000Polverini Anna 50.000Prinetti Castelletti Emanuele

200.000Procelli Rinaldo 100.000Raffaelli famiglia 300.000Resti Paola 50.000Rondoni Cesari 50.000Roselli Clara 50.000Rossi Federigo 100.000Saioni Ernesto 300.000Salvi Imola 100.000Santi Loretta 50.000Scimia Maurizio 10.000Senesi Faliera 10.000Tanfi Faliera 50.000U.P.B.Bruni Calcio 110.000Valentini Mario 100.000Vellati Vesta 50.000Venturini Ferdinando 100.000Willad Joanne Sperry 500.000Zanchi Bruno e Mafalda 50.000Zanchi Graziano 50.000

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Ricordiamo la Speranza

La comunità di Santo Stefano vuolricordare con tanto affetto l’impegno ela grande volontà con cui la Speranzaha servito disinteressatamente per tantianni i bisogni della nostra chiesa disanto Stefano e ci ha lasciato il 5 luglioscorso.

Grazie, Speranza per quello che haifatto e ci hai dato. Sarà per noi un in-segnamento ed uno sprone per prose-

Una palmadi Maria Pia Fabiani

Una palma mi mostra le sue foglieaffusolate come belle ditadi antiche castellane.E a completar l’immagine gentilela cima di tre “dita” più vicinecomincia a colorarsi di marrone:perfetto, è l’unghia colorata ad arte!

Mi piace avere fantasia, perchési vede il bello anche dove non c’è.

28 agosto 2001

Note dalla festa a Santo Stefanodi Gm

Tutto abbastanza bene nella manifestazione annuale in onore della Madonna. I festarini ed i collaboratori si sonoattivati per organizzare il tutto sia per la parte religiosa che per quella ricreativa.

La domenica 2 settembre, molti fedeli hanno partecipato alle funzioni religiose. Abbiamo avuto anche la PrimaComunione di tre bambini della nostra Comunità. La Santa Messa è stata celebrata da don Juan Carlos accompagnatada cori eseguiti dai ragazzi dell’Oratorio. È quindi seguita la processione con l’immagine della Madonna e unapartecipazione totale.

Nella settimana precedente si sono svolte le gare: briscola, bocce ed altro. Sabato sera, vigilia della festa, alle ore21 è stata presentata dalla Compagnia “Il tavolino” la commedia “Tira la martinicca” apprezzata. Dato che la seratasi era abbastanza rinfrescata oltre che battere le mani meritatamente si è dovuto battere anche i denti.

Di seguito è stata estratta la tombola per i ragazzi e per le famiglie.Nel viale, la domenica pomeriggio, intrattenimento con il gioco della “bigoncia” con molti bagni “gratuiti”, corsa

con i sacchi e altri giochi con carretti e farina.Interessante è stata la partita tra scapoli e ammogliati. La partita molto combattuta, ma in clima amichevole, è

stata arbitrata dal signor Nicchi che è dovuto intervenire molte volte per irregolarità (perché ognuno voleva la vittoriae la ragione). Resta il fatto che il giocatore Giorni Piero è stato atterrato ben due volte ed è dovuto intervenire unadottoressa (conosciuta nella zona come “la zoccola”) per prestare delle cure particolari al giocatore.

La festa si è conclusa domenica sera con la cena al ristorante Mondani, anche qui con un clima di grande armonia.Si vuole elogiare i festarini per il loro impegno che hanno messo affinché tutto procedesse nel migliore dei modi.Ringraziamento particolare a tutte le famiglie e a chi ha aiutato con il proprio contribuito.

guire. Che Dio ti dia merito per queste tue opere buone. Noi tuttia lungo ti ricorderemo con le nostre preghiere unendoci al cordo-glio della famiglia.

La Comunità

Alcune anticipazioni su Mons. Vittorio Del Coronadi Mario Del Pia

Documenti importanti su Vittorio Del Corona, anghiarese DOC (questa è l'idea che mi sono fatto di lui) cisono stati inviati da Aldo Giovannini di Borgo San Lorenzo tramite l'amico Nevio di Vicchio (come promesso).

Si tratta di articoli sullo stato di salute di Mons. Del Corona apparsi su "Il messaggero del Mugello" nel 1888quando fu colpito da una grave infermità, una sua biografia pubblicata nel 1892 ed una sua lettera-commiatodiretta alla popolazione di Borgo San Lorenzo scritta nel 1885.

Per quanto riguarda la sua sepoltura non è stato ancora possibile localizzarla. Nel cimitero di Anghiari io hofatto una breve ricognizione ma, per ora, non l'ho rintracciata. Se qualche anghiarese avesse notizie in propositomi farebbe piacere portarle alla conoscenza di tutti. Saluti anche agli amici di Vicchio e Borgo San Lorenzo.

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La vignetta: !!!

Auguri nonna Iolanda!

Il giorno 24 giugno scorso, a Villa la Ripa, sonostati felicemente festeggiati i 100 anni della signoraIolanda Stefanelli in Ulivi.

Contornata da amici e conoscenti, dall’affettodei figli Graziella e Lamberto, dai nipoti e pronipoti(ultimo nato Tommaso Ulivi di 15 mesi), la signoraIolanda ha spento le simboliche 100 candeline sullatorta di buon compleanno.

Alla cerimonia è intervenuto anche il nostrosindaco, la signora Maddalena, che le ha consegnatoun bellissimo mazzo di rose rosse e una medagliaricordo di Anghiari.

Centenario

Alla longeva signora Iolanda auguri per il suo centesimo compleanno a nome della parrocchia e della redazionedell’Oratorio

Un momento dei festeggiamenti per nonna Iolanda

L’undici novembrefesta del vinoritornerà con noiSan Martino

Anche quest’annoassaggerete il vinopromette forte e beneà del divino

Sotto le Loggecon bringoli tanto cariin festa ritrovateil vostro Anghiari

Datevi sottoo cari paesanied onoratei nostri produttori

Pensano a voiche fate le fermatefate onoreal vino che assaggiate

Senza di lorol’arsura non fermatecon vino genuinonell’estate

Fate la festae poi vi abbracciatele nostre vignesono desiderate

Tutti alla festaportare la borracciaassaggeremoil vin della Casaccia

Di MaravilleWalter e Turicchii vini son buonie molto ricchi

Nell’allegriadi questo San Martinocastagne arrostoe un buon bicchier di vino

Ma nell’attesache il tempo dia confermabevete pocoo vai a finire in Caserma:

San Martino anghiaresedi Armando Zanchi Arezzo, 5 novembre 1981

La tartarughinadi Aldo Tognetti

La mi’ nipote, di cinqu'anni appénache viver in un sobborgo milanesedove le luci stanno sempre accesee il sole s’intravede a malapena,

è venuta a trovarci. Nel maggese,le ho fatto con la fune un’altalenaladdove spenzierata si scatena‘n un mondo per lei pien di sorprese.

Ha visto stamattina in mezzo al pratopassar tranquilla una tartarughinache per la prima vòlta avéa notato.

L’ha presa in mano, eppoi, con interesse,m’ha fatto una curiosa domandina:- Le pile, nonno, dove vanno mésse?!

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Angolo della MissioneRubrica a cura di Franco Cristini

Missione è portare la parola di Dio

Spesso mi ritrovo a rimpiangere i tempi passati, i tempi della mia adolescenza, della mia gioventù. Mi ricordo chepur vivendo in una famiglia agiata, le privazioni erano molte, tuttavia ero contento di poche e semplici cose. I mieigenitori mi insegnavano prima di tutto il timore di Dio e il rispetto e l’amore verso il prossimo che doveva esseresostenuto materialmente e spiritualmente condividendone gioie e dolori.

Anche i religiosi e le religiose di allora, pur nel loro autoritarismo, mi sembravano più vicini alla gente: entravanocon serenità nelle nostre case dando consiglio ai dubbiosi, ammonendo coloro che si trovavano nell’errore, consolandogli afflitti, aiutando i più bisognosi. L’amicizia era quasi sacra; ci si voleva bene tra noi e ci aiutavamo a vicenda.Nella società attuale tutto è cambiato; si vive come sconosciuti a pochi metri gli uni dagli altri.

La maggior parte dei cristiani dedica gran parte del proprio tempo ai lavori materiali. Abbiamo dimenticato laparte migliore: “Marta, Marta tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, una sola è necessaria” (Lc. 10, 41 – 42)

Le parole di Gesù sembrano non avere più senso soprattutto nel cuore di coloro che sono stati chiamati ad esseresuoi seguaci. La marea materiale ha travolto tutto e tutti, oggi predominano la ricchezza, l’egoismo, la vanità, ilsuccesso ad ogni costo, il disordine della vita perché ai valori divini si sono sostituiti i valori umani.

Ecco quindi che la nostra società sta diventando “Terra di Missione”; è necessario portare e riproporre la paroladi Dio.

Se viene a mancare l’ossigeno del Vangelo e dell’esempio cristiano, se il sale non riavrà il suo “sapore” e la lucenon tornerà a “brillare” sul lucerniere assisteremo sempre più al trionfo del male.

Portare la parola di Dio in tutti i luoghi dove viviamo ed essere coerenti con il proprio credo è l’impegno missionarioche i cristiani devono sentire come necessario e doveroso

Due comunicazioni importanti

La dottoressa A. Maria Bartolomei, il 29 di ottobre, tornerà di nuovo in Tanzania dove si tratterrà fino al SantoNatale. Chiunque volesse inviare aiuti alla missione di Kibakwe può rivolgersi al sottoscritto o alla dottoressa. Tantiauguri ad Anna Maria.

Il numero di adozioni a distanza nel nostro paese ha superato le 30 unità.

LE LOGGEdi Clèto

Beppe – Ora ‘n ciavrète da lamentavve voialtrid’Anghièri vecchio. V’hano arfatto tutte le vie nove.Cecco – In effetti è vero. Émo patito ‘sti mesi però moi lavori son guasi finiti e ‘nsomma è ‘n bel caminèreper queste vie nove.

Uno scorcio della via di Ronda.Digitalfoto Emmedipì

B. – Ora Cecco quandeci piglion sempre ‘n giroche Anghièri c’è troppesaglite, gnarà digni chenoi dal “Giardinettofino a la Portaccia è tut-ta ‘n pièna. E son diver-si metri!C. – Lo se’ ch’è ragioneBeppe. Mo che han ria-perto la via sotto a San-t’Agostino anche An-ghièri ci s’ha la nostrabrava via 'n pièna.

Auto e funeralidi Civis

Capita, purtroppo, di partecipare al funerale di qualchecompaesano. Scopo di queste brevissime considerazioni èquello di fare in modo che questa pur triste cerimonia vengafatta nel migliore dei modi. Già in precedenza ho espressoalcune mie considerazioni sulle modalità in cui si svolgonoi funerali: vale a dire se farli a piedi o in macchina.

Debbo dire che ad Anghiari è ancora molto forte illegame con il passato e che ci porterebbe a effettuare ifunerali a piedi. Ma se si vuole che ciò continui, è necessarioche scaturisca da una volontà precisa delle persone checollaborano con la parrocchia.

Per farla corta, non si può andare al funerale per parlarecon qualche amico (lo si può fare per la via del Carmine oal Campo della Fiera) e non si può mandare a piedi 30persone seguite da… altrettante macchine. E allora è me-glio che, dopo la funzione liturgica in chiesa che è l'unicacosa essenziale, si raggiunga il cimitero in macchina perconcludere degnamente la funzione funebre.

Ogni decisione è valida ed ha vantaggi e svantaggi. Chipensa di dare il proprio contributo deve farsi avanti eproporre le proprie idee!

La via di Ronda

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

RISCHIÒ DI MORIRE…OGGI CURA LA SUA MALATTIA CON I DERIVATI DEL PLASMA

A 14 anni, la sua vita sembrava finita: era stata colpita dauna malattia allora considerata incurabile, la miastenia, cheprovoca paralisi muscolare e incapacità di respirare. Per 7anni ha vissuto in un reparto di terapia intensiva, attaccata aun respiratore artificiale. Poi, grazie alla scoperta di nuovecure, ha potuto uscire dall’ospedale e riprendere pian piano acamminare e a parlare.

Le nuove terapie le hanno concesso di tornare a studiare,iscriversi all'Università, laurearsi in medicina.

Oggi la dottoressa Roberta Ricciardi è specialista in neu-rologia e dirige l’ambulatorio per la miastenia dell’ospedaleSanta Chiara di Pisa, uno dei principali centri italiani per lacura di questa terribile malattia.

Proprio la miastenia ha fatto crescere in lei una grandepassione per la donazione di plasma, la componente liquidadel sangue. Dal plasma infatti vengono estratte leimmunoglobuline che, una volta iniettate nei pazienti, posso-no fermare lo sviluppo della malattia.

“Sono una miracolata” dice di sé: “Ricordo che mentreero in quel lettino d’ospedale ho visto morire tutti quelli chevia via venivano ricoverati nel mio stesso reparto. La morta-lità allora raggiungeva il 90%. All’ epoca però non mi rende-vo conto della gravità della mia malattia, ho trascorso tuttal’adolescenza attaccata a un respiratore ma ho sempre avutola certezza di potercela fare. Forse proprio questa mia inco-scienza mi ha dato la forza di resistere tanto tempo, di so-pravvivere fino alla scoperta delle nuove terapie”.

La scoperta dell’efficacia delle immunoglobuline nellacura della miastenia è avvenuta per caso, come molte scoperteimportanti, in America nel 1984. Da allora è possibile nonsolo bloccare lo sviluppo della malattia ma addirittura farlaregredire e consentire ai miastenici di condurre una vitaassolutamente normale. La miastenia comunque è soltanto

una delle gravissime malattie che possono essere curate coni farmaci derivati dalla lavorazione del plasma: si va dallemalattie reumatologiche alla sclerosi a placche. “Proprio perquesto- sottolinea la dottoressa Ricciardi-sono sempre dispo-nibile a raccontare la mia storia, se questo può servire apromuovere la donazione del plasma”.

I L S A N G U E DÀ L A VITA !!!

LA NECESSITÀ DI SANGUE È UN PROBLEMAQUOTIDIANO; DONARE IL SANGUE È UN NATU-RALE ATTO DI AMORE VERSO GLI ALTRI... MAÈ ANCHE UNA SCELTA DI SOLIDARIETÀ SOCIA-LE, COMPIUTA ATTRAVERSO UN GESTO CHEPUÒ SALVARE LA VITA DI MOLTE PERSO-NE!DIVENTA DONATORE DI SANGUE!!!!

INFORMATI PRESSO GLI UFFICI DELLA NOSTRAMISERICORDIA.

In Italia le donazioni di plasma sono ancora poche e granparte del plasma necessario per le terapie e per la produzionedi farmaci viene ricavato in laboratorio attraverso la separa-zione del sangue intero, oppure acquistato all'estero. Il pianosanitario per la raccolta di sangue e plasma, nel 1984, avevaposto come obiettivo per l’autosufficienza nazionale la dispo-nibilità di almeno 800.000 litri di plasma all'anno per laproduzione di farmaci plasmaderivati: nel 1999 invece daicentri trasfusionali italiani ne sono stati inviati alle aziendefarmaceutiche incaricate solo 431.000 litri.

Questo, unitamente a un uso clinico non sempre correttodel plasma, ha mantenuto al 60% la dipendenza italiana dalmercato internazionale per i farmaci plasmaderivati, provo-cando un forte aggravio nelle spese sanitarie e offrendo aipazienti italiani minori garanzie di sicurezza.

Da qui l’insistenza della Fratres, la consociazione nazio-nale dei donatori nata nell’ambito delle Misericordie, cheproprio al plasma ha dedicato l’ultima assemblea nazionale.Secondo i dati raccolti dall’associazione, nel 1999 risultava-no in Italia 1.260.000 donatori attivi: le donazioni di sanguesono state in tutto circa due milioni, mentre appena 60 milale plasmaferesi.

“Soltanto un aumento delle donazioni volontarie, perio-diche e gratuite – sottolinea il presidente nazionale della FratresFrancesco Cardile – può consentire di raggiungerel’autosufficienza nazionale di sangue, plasma e farmaciemoderivati.”

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DUE GIORNI... SUL LAGO MAGGIORE

Erano ancora vivi nella mente degli anghiaresi i ricor-di, le emozioni e le gioie legati alle numerose e, lasciate-celo dire, ben riuscite iniziative per i festeggiamenti delventicinquesimo di fondazione, quando il Gruppo Dona-tori di Sangue realizzava un’altra delle sue “imprese” dicarattere turistico-ricreativo: dopo l’affascinante viaggionel tempo, alla scoperta del misterioso mondo della civiltàetrusca del giugno scorso, che ha dato la possibilità ad unanovantina di persone di visitare le ben note località lazialidi Tarquinia, Tuscania e del lago di Bolsena, si è riusciti aconcretizzare la sospirata gita di due giorni, che ci ha per-messo di allungare notevolmente il raggio di azione dellenostre iniziative turistiche, fino al punto di superare i patriiconfini.

Prima di lasciare il compito di raccontare l’esperienzavissuta ad una dei trentanove partecipanti, ci preme sotto-lineare sia il clima di sincera amicizia e di fraternacondivisione che ha caratterizzato l’intero viaggio che l’altonumero dei donatori attivi presenti (ben diciassette !!!),solitamente indifferenti a questo genere di iniziative. Ele-menti, questi, molto importanti per una gita sociale, che ciconfermano nella volontà di organizzare anche in futurosimili attività, con lo scopo principale di promuovere sem-pre di più e sempre meglio tra la nostra gente la culturadella solidarietà e della donazione (due partecipanti, lun-go la strada del ritorno, hanno chiesto di diventare socisostenitori del gruppo, non potendo donare sangue perragioni di salute !!!).

“Nei parcheggi del Campo della Fiera è ancora buio,valige al seguito visto che staremo fuori una notte: ciprepariamo a partire per il Lago Maggiore. Il viaggiomolto lungo ci costringe a restare nell’autobus per diverseore e dobbiamo perciò ingannare il tempo, nell’ attesa diarrivare nel luogo prestabilito. Stefano (mio fratello) siesibisce come animatore spaziando dalle barzellette alcanto, con testi riveduti e corretti, visto che spesso ne

ti, a visitare le famosissime Isole Borromee.La prima, l’Isola Bella di nome e di fatto, dove si erge

il Palazzo Borromeo ( sec. XVII), con sontuose salericcamente ornate di mobili ed opere d’ arte e con ungrande giardino all’italiana, sistemato su dieci terrazze,con tante varietà di piante rare ed esotiche. All’esternotanti vicoli, che separano le varie abitazioni e su cui siaffacciano tanti negozi, come in un piccolo mercato, dovepossiamo osservare gli oggetti più strani. Successivamen-te visitiamo la più modesta Isola dei Pescatori, con glistessi vicoli e stradine di quella precedente, importantesoprattutto per l'incontaminato e pittoresco villaggio dipescatori.

Tornati in albergo la cena e subito dopo ancora in giroper il lago, con una crociera in notturna offerta a tutti ituristi, dalla locale azienda di soggiorno. La stanchezzaincomincia però a farsi sentire ed il ritorno in albergocon il sospirato contatto con il letto è la degna chiusuradi una giornata iniziata prestissimo e vissuta così inten-samente.

cambia le parole.Attraversata l’in-terminabile Pianu-ra Padana, supera-ta da diverso tem-po la metropoli mi-lanese, finalmente,verso le 13, lasospirata meta:arriviamo aVerbania, sul lagoMaggiore, dove unalbergo da tre stel-le ci aspetta, pro-prio vicino allariva, con delle co-modissime came-re; dopo il pranzoun breve riposo epoi via, con duemotoscafi apposi-tamente noleggia-

Arona-Lago Maggiore Il gruppo dei gitanti in posa di fronte alla statuadel "San Carlone", prima della grande scalata.

Veduta del Lago Maggiore e di una delle isole Borromee

La visita a Locarno, in territorio svizzero, haoccupato, come da programma, l’intera mattinata del se-condo giorno, bagnata dalla pioggia solo per pochi minutie fortunatamente illuminata dal sole per tutti gli altri.Senza risultato la ricerca affannosa, da parte della Mirellae dell’Alma, della famiglia di origine anghiarese da tempostabilitasi nella pittoresca cittadina elvetica di Ascona, ededita alla produzione di rinomate ceramiche artistiche.Sarà per un’altra volta !!

Nel pomeriggio, sulla strada del ritorno, con le borse(e gli stomaci…) piene di cioccolato e di amaretti diPallanza, l’inaspettata visita al S. Carlone (sec.XVII),una statua tutta in rame che con il suo piedistalloraggiunge i 35 metri di altezza, voluta dal cardinaleFederico Borromeo (quello dei Promessi Sposi !!), percelebrare l’eccezionale grandezza del cugino Carlo, arcive-scovo di Milano, diventato poi santo (si festeggia il quattronovembre!).

Al suo interno una scala molto ripida, che solo alcuniardimentosi (Gasparino, Giorgio, Cesare, Giampiero, Pie-tro e pochi altri!!) hanno salito e che ha permesso loro digustarsi dalle apposite piccole finestre, una veduta“aerea” del Lago con le sue meravigliose coste.

Ringrazio a nome di tutti il gruppo DONATORIDI SANGUE, per le bellissime gite che organizza ognianno. SARA…e c.

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Gita a Mirabilandia con l’allegro oratorio…

L'ASILO FEDERICO TESTIProbabilmente la Scuola materna di Anghiari cambierà la sua sede. Riportiamo le parole dell'allora Presidente dell’Asilo InfantileFederico Testi, Cav. Carlo Chieli, in occasione dell’inaugurazione di questo edificio nell’ottobre del 1974. Ricordiamo che l’Asilo adAnghiari si era costituito nel 1865.

la definitiva soluzione dell’opera che l’Ente ha richiesto, dicui evidenziamo i fidi garantiti, con le sue delegazioni, peri mutui contratti presso la locale Cassa Rurale e Artigiana.L’edificio è stato progettato e diretto dal concittadino Dott.Arch. Giorgio Alessandro Giannini assistito dall’Ing. GuidoPeruzzi ai quali porgiamo un doveroso grazie sia alla lorobravura che alla loro rinuncia di ogni loro avere nei confrontidell’Asilo.

L’impresa Edile costruttrice “Giuseppe Razzoli”L’Impresa Termica “Ing. Dino Carsughi”.

La sede della scuola materna il giorno della sua inaugurazione.

GRAZIEa quanti ci hanno onorato della loro gentile presenza a questamodesta cerimonia di apertura, che merita però di mettere inevidenza il fine grande che è quello di avere realizzatoun’opera di cui Anghiari ne reclamava una esigenza datempo, e che da anni gli Amministratori dell’Ente AsiloInfantile “F. Testi” avevano avvertita questa necessità edavevano coraggiosamente iniziato questa opera che nel suoIter ha incontrato tante e grandi difficoltà sia economiche cheburocratiche.Infatti questo edificio finalmente portato a termine dall’EnteAsilo Infantile “F. Testi” di Anghiari, viene ora ceduto in usoassieme al suo arredamento al Comune, per adibirlo a Scuolamaterna di Stato, che l’Ente Asilo ha cessato l’attivitàdidattica.Il Consiglio di Amministrazione dell’Ente Asilo, sente ildovere di ricordare il defunto M° Vasco Cherici, che, qualePresidente dell’epoca, fu l’ideatore e l’iniziatore di questaopera, alla cui realizzazione concorsero vari finanziamenticittadini, dei quali merita ricordare quello della Prof. AdaGhignoni nei Bigi e la parte di eredità pervenutaci dallavolontà testamentaria del defunto concittadino Prof. LeonidaVagnetti.Merita ricordare inoltre che, anche l’Amministrazione Co-munale, sotto la guida del Suo Sindaco Sig. Berio Nocentini,è stata sempre molto vicina e sensibile a tutti i bisogni, per

Mettete in un pullman un parroco con tanta voglia di divertirsi, un gruppo digiovani guidati da Alessandro Bivignani, degli adulti pronti a sopportare urla e risateed ecco pronto il gruppo per Mirabilandia. È il 31 agosto e questa spensierata comitivasi accinge a passare una favolosa giornata in uno dei parchi-divertimenti più bellid’Italia. Durante il viaggio i nostri giovani hanno cantato allegre filastrocche, cantidi chiesa, l’inno nazionale italiano e colombiano e tante altre simpatiche canzoni…Don Juan Carlos e Pietro hanno tentato di calmarli descrivendo l’itinerario delviaggio o parlando di qualcos’altro, ma non sono stati logicamente ascoltati. Siamoarrivati a Mirabilandia verso le 10, abbiamo formato i gruppi e siamo partitiall’avventura.

Quest’anno i giovani hanno particolarmente apprezzato i giochi d’acqua e quellia massima velocità. Se pensavate che le montagne russe fossero l’attrazione piùspericolata, vi sbagliate! Il Katun, dove percorri discese mozzafiato, giri della morte, curve inaspettate sospeso con le gambenel vuoto, ha riscosso un grande successo. Per quanto riguarda i giochi d’acqua, il più divertente, soprattutto se volevi fartiuna bella doccia, era il Niagara!! Con un carrellino sfrecciavi lungo una discesa, fino a immergerti in un’onda altissima chenon risparmiava nessuno. Gli adulti invece hanno preferito vedere i vari spettacoli, come quello di scuola di polizia; doveesperti automobilisti si cimentavano in delle spericolate acrobazie, lo show dei pattinatori sul ghiaccio o dei pirati.

Il tempo è stato molto bello e caldo. Ce la ridevamo quando i nostri parenti ci dicevano che ad Anghiari c’era il diluviouniversale; ma chi la fa l’aspetti, e nel pomeriggio siamo stati colti per ben due volte da un violento acquazzone! Come sei giochi d’acqua non ci avessero bagnato abbastanza… L’ultima parte della giornata l’abbiamo impiegata a comprare qualchericordino nei numerosi negozi. I più golosi invece si sono mangiati un ultimo panino e poi via!! Siamo ripartiti verso casaalle 19. Nel pullman sempre la stessa storia: i ragazzi, per niente stanchi, hanno intrattenuto ” il pubblico” presente finoall’arrivo al Campo della Fiera. La nostra simpatica Romana non si è fatta molto vedere, forse è rimasta incantata dallenumerose dediche che i giovani le facevano… Siamo tornati alle 21.30 stanchi per la movimentata giornata, ma anche felici.Dopo aver superato gli acquazzoni, le giostre spericolate, le canzoni di Alessandro e le battute di Don Juan Carlos siamo prontiad affrontare ogni gita spericolata… alla prossima avventura!!!… Simona L.

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La vignetta: Donne al volante...!

Sigari e polvere neradi Walter Del Sere

E l’ultima domenica di agosto si è svolta la quarta“camminata del contrabbandiere” conclusasi al Pontealla Piera. La partenza è avvenuta puntuale alle 8 mattu-tine da Piazza Baldaccio. Da lì alla Pieve di Micciano e,per sentieri interni alla riserva naturale dei monti Rognosi,l’arrivo a “Cul di Paiolo” dove è stato servito caffèbollente e crostate preparate dalla Vesta. La marcia èquindi proseguita per circa 8 chilometri di viottoli toc-cando l’ “Omo morto”, La Marca, Zeccarille fino araggiungere il Ponte alla Piera. Ed è sul ponte che ilcontrabbandiere Celestino ha scambiato il pregiatotabacco della Valtiberina con la polvere da sparo portatadai casentinesi di Chitignano. Il pranzo all’aperto orga-nizzato dai pontesi, sig.ra Speranza in testa, ha conclusola giornata con intermezzi musicali affidati all’OrchestraSpettacolo di Gino Brondoli e il gran finale della “fuma-

Il Campanodi Paolino Veri

Come foglie ammucchiateNella verde redolaCosì le pietre eran stipateAl pie’ del Castello Medievale.

Uomini di tempra eccezionaleCon poderosa manoL’opera ben presto colmaronoCreando la torre del Campano.

Non faro del mare in tempestaChe il marinaio disperato cercaMa faro d’immenso mare verdeChe dal Rognoso monte discende.

Rintocco funereo non conosceMa glangore d’assiduo richiamoNel mezzo della lunga giornataPer l’operaio contadino e artigiano.

Quell’onda sonora che pianeggiaÈ voce di progresso e libertàChe l’Anghiarese non disprezzaMa ascolta con dignità.

Oh campano specola secolareContinua pure a suonareDi giorno quando tua ombra non v’èContinua a suonare fino al richiamo finale!

ta” dei sigari confezionati all’istantedalle donne di Chitignano, vere eduniche maestre di un’usanza dei tem-pi andati.

Nella riquadro i due contrabbandieri e,sotto, parte del gruppo di contrabbandieripartiti da Anghiari, sopra il Ponte del Pon-te e le donne di Chitignano che fanno i si-gari. Digitalfoto Emmedipì

Infelici le mani pulite di chinon fa nulla

Galileo Galilei

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Dalle nostre ParrocchieDa Monterchi

Il 7 ottobre festa di San Simeone, patrono dellachiesa, della parrocchia e anche di Monterchi. Laricorrenza cadrebbe il giorno 8 ma viene anticipata al7 perché in quell’occasione faremo anche la Cresimaper 22 ragazzi delle tre parrocchie di Monterchi, SanBiagio a Pocaia e Padonchia.

Ci sarà la Messa solenne alle ore 11 e il giornodopo, essendo festa patronale, le scuole della zona diMonterchi godono di un giorno di vacanza.

Con ottobre si ricomincia l’anno pastorale e cate-chistico. L’ultima domenica di ottobre inizieremol’anno catechistico. In quell’occasione daremo il man-dato ai catechisti e quindi formeremo i vari gruppicercando di andare incontro, per quanto possibile, alleesigenze, delle volte eccessive, circa gli orari per lefamiglie.

Il 1° novembre, festa dei Santi si svolgeranno variecerimonie religiose per ricordare i nostri morti in tuttii cimiteri della parrocchia. Verrà celebrato l’ottavarioal cimitero di Monterchi con la Santa Messa mattuti-na. La domenica dopo i Santi facciamo la S. Messa alcimitero.

In novembre c’è la festa di San Martino che aMonterchi non ha feste particolari. Abbiamo un bell’af-fresco nella chiesa di Padonchia che raffigura appuntoquesto Santo. È da notare che san Martino è un santolongobardo. Primo San Michele, poi san Martino einfine san Giorgio sono tre santi che nella tradizionelongobarda erano molto venerati. Ciò spiega la presen-za di tante chiese dedicate a questo santo e l’affresco dicui abbiamo parlato sopra. A Pianezze c’era poi laMadonna di san Martino poi trasferita in un’altrachiesa.

A Pocaia in occasione della festa della MadonnaBella ci sono stati festeggiamenti molto sentiti anchequest’anno. Al mattino le sante Messe e poi, nel pome-riggio, sono stati organizzati anche dei giochi popolari.

Da San Leo

Il mese di ottobre è consacrato alla Madonna sottoil titolo del Rosario. Facciamo la festa a Tubbiano nellaseconda domenica, il 14, e a San Leo la quarta domenica,il 28. Questa festa è ancora retta da persone di buonavolontà che si prestano ancora per le necessità dellaparrocchia. A Tubbiano ci sono i festieri mentre a SanLeo un gruppo di giovani ha raccolto l’eredità dei festiericon l’idea di attività nuove per tutta la comunità. Sonoquesti momenti per pregare insieme e per ritrovarsi inquesta famiglia più grande, la parrocchia, che cerca diessere elemento di unione per tutti. Gli orari particolareg-giati possono essere visionati in parrocchia.

Durante tutto il mese di novembre ricorderemo inostri morti e, dietro indicazione delle famiglie, qualchedefunto in particolare. Dopo la Messa vespertina infattifaremo una breve preghiera per ricordare i nostri morti.

Il 10 ricorderemo san Leone Magno e nel pomerig-gio daremo rilevanza a questa ricorrenza molto impor-tante per la nostra parrocchia. Oltre la Santa Messacelebrata in forma più solenne faremo la premiazionecatechistica dei ragazzi delle tre classi del catechismo.Ricordo a questo proposito che un gruppo di maestrepartecipano all’attività del catechismo della parrocchia.

Il circolo dei ragazzi prenderà nuovo impulso conl’arrivo di ottobre e speriamo di poter avere semprepersone che desiderano impegnarsi fattivamente. Fral’altro c’è già l’idea di preparare qualche recita, qualchecanto nuovo per il Natale.

Dalla Pieve di Micciano

A Micciano siamo contenti che dopo diversi mesi diesilio siamo potuti rientrare nella nostra chiesa che è stataconsolidata dalle fondamenta ed è stata anche ripulita eresa più bella. È stato bello che anche la gente del postoabbia partecipato. Infatti oltre alla ditta hanno lavoratoanche i popolani. Negli ultimi giorni è stato ripulito elucidato il pavimento, sono state riportate le pancherestaurate che erano in deposito presso le varie famiglie.

Una caratteristica veduta di Monterchi dalla valle del Padonchia.Digitalfoto Emmedipì

Andrea AlbertiCaterina PuleriChiara VenturiniCristina SavovaElisa FranchiFrancesca GiogliFrancesco BanelliFrancesco MassaroGiacomo LucariniGiacomo RainiJacopo Conti

Jacopo GuadagniLetizia PicciniMarta RossiMatteo GiogliMatteo RomanelliPatrizia PieriniRomina MartelliniSara PresentiSilvia AngiolucciValentina FranchiMirco Romanelli

I ragazzi della Cresima a Monterchi:

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IroniaIl mio computer fa dell’ironia!di Maria Pia Fabiani

A volte, quando gli ordino la stampa,(cosa che ormai so fare, in fede mia!)lui fa lo gnorri, finge d’esser sordo.Io ripeto, paziente: “Prego stampa!”Lui dice: “Si, va bene son d’accordo.”Ma poi si pente e non si muove affatto,mentre la rabbia dentro me divampa.

Altre volte, se insisto, egli, “ipso facto”compie correttamente il suo dovere.

Ma ieri è stato il colmo. Disperataper l’assurdo rifiuto di stamparevedo lo scritto: “Chiudi la finestra.”(Ma cos’è la finestra?!) Chiedo AIUTI,e tra quelli richiesti, mi parevache dovessi cliccare fra le tantesull’icona “STAMPANTE”.

E allora ho riso come ora che scrivo:vicino a quell’icona, gentilmenteè apparso netto un punto esclamativo!Chiaro il linguaggio arguto e intelligente:“Ma che ti viene in mente, sciagurata?!Rileggi le istruzioni: sono chiare.”

Ma non era un’offesa, era un sorrisoironico, una critica garbata,un sopracciglio alzato leggermente,un’espressione amabile del viso.

Grazie, amico, del tuo bel “saper fare”.Mi ricordi con garboche ho ancora tante cose da imparare!

22 agosto 2001

Sinfonia autunnaledi Vera Cuccini

Oggi il solegioca a nascondersidietro un artisticoricamo di nubibianche e dorate.In lontananzauna leggera brumatoglie alla vistae la valle e i casolari,odore acre di terrasi spande per l’aria grigiadalle brune zolled’un campo da poco arato.Ai margini del boscotimidamente fan capolinoalcuni ciclaminie le foglie danzanosilenziose, dietroad una musica magicache nessuno può udire,poi, stanche, si posanoor qua or làsenza più vita.Una dolce tristezzainvade l’animo mioin perfetta armoniacon la tristesinfonia d’autunno.

C’è stata poi la soddisfazione di aver la presenza del Vescovoin occasione della festa di mezz’agosto, festa dell’Assunta.Presenti molti parrocchiani che si sono resi conto dei tanti lavorifatti. Ricordo che oltre i lavori più volte detti c’è stato anche ilrinnovamento dell’impianto elettrico, risale infatti al 1924, perrenderlo conforme alle norme della legge. In quell’occasioneabbiamo anche collegato anche dei tubi che dovranno servireper un eventuale potenziamento del riscaldamento.

In settembre, domenica 9, c’è stata la Prima Comunionedi quattro bambini della nostra comunità. Questa cerimonia erastata rimandata a causa dei lavori in corso. Sempre in settem-bre, in occasione del Primo Venerdì del mese, abbiamo avutola presenza di un missionario della Tanzania, un padre cappuc-cino, che ci ha parlato delle missioni a cui anche noi possiamodare il nostro contributo senza recarci in quei luoghi lontani maaiutandoli con la nostra preghiera e con il nostro contributo.

In novembre, per i morti, ci sarà la visita al cimitero esuccessivamente ci sarà l’ottavario, per 8 giorni appunto, in cuici ritroveremo in chiesa per pregare per i nostri defunti.Continueremo così il suggerimento e l’insegnamento dei nostripadri.

Veduta del presbiterio della Pieve di Micciano dopo i recenti re-stauri. Digitalfoto Emmedipì

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24 agosto 2001 – Il figlio del carpentiere era con noidi Cmr

L’Italia è un grande popolo di navigatori,scienziati, poeti, ricercatori,pittori e architetti di fama mondiale,nessun li eguaglia, non c’è niente da fare.

I nostri monumenti, le chiese, i museison le mete più ambite dei turisti stranieri.Abbiamo scoperto l’America e quel che è bruttoha sorpassato il maestro, ci ha superato in tutto,

escludiam però in arte e in “Alti Pensanti”che in quanto a trovate non ve ne son altried un’unica moneta hanno studiato,circolerà in Europa, grande mercato.

Bisogna farne certo parte ci sentivam diree ci hanno tassato senza il nostro parere,un valore di cambio le hanno attribuitoma or ben lontani siam dallo stabilito,

l’han chiamato “EURO” e cala continuamente,ha indignato gli anziani e tanta altra gente.Vendiam molti prodotti, ci danno lavoroE con pochi spiccioli diventano loro.

Quando andiam noi da loro a comprare,in Dollari solo dobbiamo pagare,dovremo quindi effettuare il cambioed ecco per noi arrivare il danno.

L’Eurodi Casi R. e C.

Hai visto, Signore, che bella festa? È cominciata in casa Tua, quando donMarco e Don Juan Carlos hanno ricordato con noi, popolo di Dio, il Tuo servoe nostro patrono San Bartolomeo Apostolo.

Tu che sai il numero dei miei capelli certamente ci avrai contati, nellagrande chiesa affollata. A me è sembrato che fossimo parecchi; potremmoessere di più, lo so, Signore, ma Roma non fu fatta in un giorno (anche TuoPadre ce ne mise 6 per dare una prima aggiustatina all’universo intero).Aspetta e vedrai, cresceremo!

C’era anche la Signora Maddalena, il primo cittadino di Anghiari, e ciòmi ha fatto piacere e credo lo abbia fatto anche a Te. Il suo gesto personalel’ho inteso, per ognuno di noi, come esempio di disponibilità e tolleranzaverso le ideologie e il pensiero degli altri. Qualche cosa che un giornodovrebbe portare il mondo, come Tu dicevi, ad un solo ovile sotto un solopastore.

Non appena attraverso le mani di Don Marco Tu ci hai benedetti, noi –popolo di Dio- abbiamo sciamato verso la casa comune, la bella canonicaappena inaugurata, verso il giardino ove il palco ci attendeva per la esibizionedei giovani e i tavoli imbanditi per un’ottima merenda-cena.

TU SEI RIMASTO SOLO. Sono tornata a vederti nella chiesa vuota.Solo, nella piccola cella sotto le volte silenziose.

Resta con noi, Signore, Ti ho detto in quel silenzio e dopo poco anche ioTi ho lasciato.

Tu hai recepito il nostro desiderio, Signore. Nel tabernacolo è rimasta laTua divinità e Tu, uomo come noi, figlio di Maria e di Giuseppe, carpentieredi professione, sei venuto con noi, alla nostra festa.

Ti ho visto che facevi il girotondo con i personaggi deliziosi del bosco incantato, Ti ho visto mentre ballavi coni più piccini (esibizione fuori testo), al suono delle nostre canzoni. E ne eri felice perché c’erano figli di razze diversee tutti Tu li amavi in modo uguale. Ti ho sentito mentre dicevi alla brezza di non disturbarci: né freddo né caldo, peril Tuo popolo in festa. Ti ho visto mentre con sano appetito di uomo giovane gustavi gli ottimi cibi che le mani validedei volontari, uomini e donne avevano preparato.

Grazie, Signore, perché la Tua presenza ha gratificato quanti lavorano umili e silenziosi, per la nostra comunità.Grazie anche se non ho azzeccato la cartella giusta per la tombola.

Ora sei tornato nuovamente, uomo Dio, nella Tua piccola casa sopra l’altare e là ci aspetti. Di tutto grazie, Signore.

Effige di San Bartolomeo Apostolo patronodlela nostra parrocchia

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EURO

Ci siamo: mancano ormai pochi mesi, dopodiché dovremo dire addioper sempre alla nostra vecchia lira. A partire dal 1° gennaio 2002 l’Europrenderà il suo posto sui nostri portafogli, ed il cambiamento sarà per tutticertamente drastico e non privo di confusione.

Sono 15 le stamperie impegnate nella produzione delle nuove banco-note, mentre per quanto riguarda il conio delle monete, sono all’opera isingoli Governi nazionali. Il peso complessivo dei 50 miliardi di moneteprodotte è di 239.000 tonnellate: 5 navi della stazza del Titanic!

Il tempo avanza inesorabile: la transizione all’Euro fisico che permolto tempo è sembrata quasi per definizione “lontana”, è ormai solo questione di settimane. Trapoco ci troveremo tutti a “fare i conti” con resti in centesimi e calcoli cervellotici.

Al fine di favorire il passaggio all’Euro in maniera rapida e non traumatica per soci e clienti,la Banca di Anghiari e Stia ha promosso alcune iniziative molto interessanti, nell’ottica di offrirestrumenti di pagamento per far fronte ad ogni tipo di spesasenza usare denaro contante.

La Carta di Credito Cooperativo, pratica e sicura, per-mette di colmare pienamente ai disagi che l’arrivo della mo-neta unica può portare al cittadino, rendendo possibile, attra-verso la sua ampia versatilità, l’effettuazione delle più svaria-te tipologie di pagamenti.

I vantaggi che l’utilizzo della Carta può offrire sono in-numerevoli: un’ampia libertà di scelta - potendo optare per il pagamento degli acquisti in modo

tradizionale, cioè a saldo, oppure rateale - la massima funziona-lità - potendo la stessa essere utilizzata anche come bancomat.

I disagi della transizione all’Euro saranno evitabili con unpiù ampio utilizzo della “moneta di plastica”, come comunemen-te vengono definite le tessere magnetiche che permettono tran-sazioni finanziarie in via elettronica.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Notizie dal G.S.Tavernelle

Prosegue l’attività estiva del Grup-po Sportivo di Tavernelle. In luglio sisvolge l’ormai consueto Torneo di cal-cio a 8 in notturna. Venerdì 27 lugliosi è svolta la Finalissima tra il G.S.Tavernelle e la squadra “Quelli che ilBarreo” di Anghiari. Con il risultatofinale di 3 a 2 il G.S. Tavernelle havinto il 18° Trofeo I.T.M. e “Quelliche il Barreo” si sono classificati al2° posto.

Da ricordare anche le due terzesquadre classificate: “AutoscuolaTiberina” e “Luigi Giubilei Hair Stu-dio - S. Leo” ed infine anche il calcia-tore che si è portato a casa il trofeo diCapo Cannoniere: Del VecchioRiccardo. Nel corso della serata sonopoi stati estratti i biglietti della lotte-ria organizzata nell’ambito del Tor-neo.

Finito il Torneo, che è l’impegnopiù grosso del Gruppo, finisce un po’anche la stagione degli impegni: ini-ziano le ferie e il paese si spopola.Comunque già in settembre il camposportivo è di nuovo al lavoro, visto chemolte squadre di Anghiari devono ve-nire ad allenarsi a Tavernelle, causa ilavori nello stadio di Anghiari. Chissàche non sia una occasione per studiarequalche miglioramento strutturale alcampo Sportivo.

Ricordiamo infine che è stata mes-sa a verbale l’avvenuta intestazionedel Campo Sportivo a Danilo Natalini.La piccola cerimonia svolta al Campodomenica 24 giugno u.s. ha avutoinfatti una valenza di Assemblea Ge-nerale Straordinaria dei Soci che, av-vertiti tutti tramite lettera, hanno taci-tamente approvato all’unanimità laproposta del Consiglio Direttivo diintestare il Campo Sportivo a DaniloNatalini. Le firme sul registro dei ver-bali testimonieranno la volontà di ri-cordare per sempre l’amico Danilo nelG.S. Tavernelle.

La mia Testimonianza del Campeggio

Apro volentieri una parentesi per raccontare qualcosa del Campeggioestivo che si è svolto in luglio a Monte Nerone, per i ragazzi delle medie.

Un Campeggio che sembrava fosse partito male, poche iscrizioni e pocoentusiasmo, quanto basta per partire demotivati e non carichi di energie. Poi,Qualcuno ha a fatto il resto, (e non è un errore di stampa aver scrittoQualcuno con la Q maiuscola) infatti è accaduto il contrario. Al momentodi tirare le somme, ovvero durante l’incontro conclusivo del Campeggio èvenuto fuori, dagli stessi ragazzi, che l’esperienza è riuscita al di là di ogniprevisione, lasciandoci tutti, quindi, a bocca aperta.

Vale la pena ricordare, per renderne testimonianza, di alcuni semplicifatti accaduti nel corso della settimana. È bello vedere innanzitutto che èviva anche la Comunità Giovanile di Viaio, con tre suoi esponenti presentitra di noi per la prima volta. È bello che anche dei ragazzi delle superioricondividano l’esperienza dei loro amici più piccoli. Così come è bello vedereche molti non si sottraggono a dovere affrontare una faticosa camminata diritorno mentre ci sarebbe il pulmino pronto, solo per passare ancora qualchebel momento insieme. È bello sentirsi dire che la sera non c’è più voce perchéil giorno abbiamo cantato troppo: è segno che ognuno ha dato il massimodi sé. E lascia poi a bocca aperta l’incontro dell’amico Sergio Casini chedurante un incontro con i ragazzi, racconta semplicemente la propriaesperienza cristiana.

Una bella settimana, quindi, vissuta nella splendida cornice montana diMonte Nerone, ricca di passeggiate (anche faticose), incontri, giochi,preghiera e tanta gioia di stare insieme. Non ci dimentichiamo poi delloscherzo subito da Juan Carlos ed alcuni ragazzi rimasti indietro durante unacamminata, che hanno trovato un cartello stradale girato dalla parte opposta… (in fondo era uno scherzo da prete!)

Comunque vorrei concludere con la frase che un ragazzo ha dettodurante l’incontro conclusivo del campeggio, che risuona come un appelloagli altri: “ragazzi, ritornando a casa non ci perdiamo, non lasciamoandare via quello che abbiamo vissuto quassù, è stato troppo bello…”una affermazione che mi ha colpito, e credo anche a tanti altri, ricordandomidel momento di silenzio che questa frase ha suscitato, un silenzio tipico dichi deve scrivere qualcosa nel suo cuore.

foto A. Bivignani

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NOTIZIE DAL CORO

Sono ripresi a gran ritmo i lavori con il Coro Parroc-chiale. Appena finita la pausa estiva, subito l’impegnocon le prime comunioni e la festa parrocchiale a S. Ste-fano, la mattina del 2 settembre, mentre il pomeriggiosiamo andati a Pieve di Sovara, invitati da don Romano,per animare la Messa celebrata dal Vicario Generale perla festa della Madonna.

E già altri impegni si inseriscono nell’agenda; a finesettembre una Messa per la professione religiosa del-l’amica Antonella, nel Cenacolo di Montauto. E poisiamo già in vista del Natale.

Già tanto lavoro si pone davanti e, a Dio piacendo,saremo lieti di farlo. Grazie a Cesare, alla Norma, aWalter e a tutti i ragazzi che condividono con noi questabellissima esperienza.

La Battitura a Tavernelle

Nel caldo ed afoso pomeriggio di domenica 29 luglio, sisente un rumore strano, in lontananza, e tutti si doman-dano cosa è.È la sirena che annuncia l’inizio dei lavori alla Battituradi Tavernelle. Sulle prime ore del pomeriggio si muovo-no già gli operai: chi ad imboccare il grano, chi alpagliaio, e chi al “mazzacavallo”. Comunque il grancaldo non fa passare la voglia di divertirsi e ogni tantonon disdice un giro nel gioco della bigoncia, dove spes-so il pretesto del gioco si trasforma nella scusa di rinfre-scarsi dalla testa ai piedi. E anche tanta gente che findalle prime ore del pomeriggio accorre a vedere questasimpatica iniziativa.Poi risuona la sirena: pausa. Tutti gli operai si siedonoall’ombra per riposarsi mentre alcune ragazze (rigoro-samente con grembiule bianco) portano acqua e vino pertutti. Poi di nuovo la sirena ricorda che il lavoro non èancora finito. Fatto ripartire il bel “Landini Testa Cal-da” si riprendono i lavori.Verso sera il barcone di grano è ormai finito, il pagliaioha raggiunto quasi la cima del “mitulo” e il mazzacavalloè ormai messo a riposo fino al prossimo anno.E come dalla buona tradizione contadina non manca dicerto la cena a base di oca: tagliatelle con sugo d’oca edoca al forno.Tutti gli ingredienti, quindi, per la buona riuscita dellamanifestazione, che oramai possiamo anche definire ri-evocazione, considerato che appartiene al “secolo scor-so”.Ringraziamenti quindi alla squadra del Cinghiale di Ta-vernelle che ogni anno si adopera per rievocare laBattitura del Grano all’antica maniera contadina, insie-me con l’augurio che questa idea continui sempre, e sem-pre con più persone.

foto P. Giuliattini

Il coro di Tavernelle – Anghiari che anima la CelebrazioneEucaristica al campo sportivo di Tavernelle in occasione dellaFesta della famiglia. 24 giugno 2001.

foto La Letta Giovanni

Due momenti della battitura aTavernelle. Da notare il maz-zacavallo, lo strano strumentomontato su un cavalletto cheserviva per portare la paglia so-pra il pagliaio. Veniva mano-vrato da due o tre persone egrazie alla lunga leva riuscivaa portare il carico anche moltoin alto.

foto Alessandro Bivignani

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Notizie su Tommaso Becketdi Athos Camaiti

Ad Anghiari sono in piena attività i lavori per laristrutturazione della chiesa di Sant’Agostino e mi auguroanche per riportare alla luce la cappella dedicata a S. AntonioAbate che Lorenzo Taglieschi nelle sue memorie descrive.

Del Taglieschi conoscevo solo alcuni brani riportati nell’“Oratorio”. Ancora non erano state stampate le “Memoriedella Terra di Anghiari” (1991), tradotte dal linguaggioseicentesco dell’autore ad una dizione oggi più comprensibi-le da volenterosi ragazzi anghiaresi ai quali però, debbodirlo, è mancata una buona guida e una revisione seria edaccurata su quanto riportato, evitando molti grossolani erro-ri, poi dati alle stampe.

Dal mensile del nostro Vicariato appresi che si dovevaall’arcivescovo Tommaso Becket, primate della Chiesa d’In-ghilterra, fuggiasco da Chanterbury per contrasti sorti conEnrico II re di quella nazione, la costituzione di un primocenobio.

Angelo Ascani, sacerdote di Città di Castello, nel suovolume su “Anghiari” (1973), scrisse ben 10 pagine di questasua opera per confutare quanto riportato dal Taglieschi.

Ero molto attratto dai libri dell’Ascani, del quale ho lettola maggior parte degli scritti storici.

Mi convinse che il Taglieschi aveva raccontato moltefrottole e che il Becket inoltre mai era stato in Italia.

Passa del tempo e mi capita di leggere “Esercizi di pietàper tutti i giorni dell’anno” del francese Padre GiovanniCroiset, stampato in Venezia nel 1773, che al 29 dicembreespone la vita di S. Tommaso Becket arcivescovo diChanterbury martire, in questi termini:

Nato a Londra il 21 dicembre 1117. A Parigi studiòlegge. Fu poi al servizio di Teobaldo arcivescovo diChanterbury che, conosciutolo per il suo talento, lo impegnònei maggiori affari della sua diocesi.

Lo mandò a Roma per interessi molto delicati che egliportò a buon fine.

L’arcivescovo, conoscendo maggiormente ogni giorno imeriti del suo soprintendente, lo impegnò negli ordini Sacrie lo fece Diacono.

I suoi meriti giunsero anche alla corte di Enrico II chevolle giudicare e conoscere un talento così straordinario. Ilre trovò Tommaso superiore alla sua fama, tanto che lo vol-le quale suo cancelliere.

Il Croiset continua la narrazione indicando solo la data dinascita e della morte ma l’affermazione che fu mandato aRoma è stato uno stimolo per fare delle ricerche.

L’ “Enciclopedia Universo” della De Agostini riporta:Studiò diritto a Bologna e nel 1154 fu eletto cancelliere daEnrico II d’Inghilterra, carica che lascerà dopo la nominadi Arcivescovo di Chanterbury.

Nella sua qualità di Primate d’Inghilterra. Si opposeall’esecuzione degli Statuti di Clarendon (1164), voluti dalre e votati da un’Assemblea che privava il Clero del privi-

legio del foro ecclesiastico, attribuivano al fisco regioalcune rendite ecclesiastiche e limitavano le libertà deivescovi, per cui dovette esulare in Francia.

Leggere che aveva studiato diritto a Bologna fu altrasorpresa.

In estate, a Cortina per un breve soggiorno, ad una mostradi libri, posai lo sguardo su un volume scritto da Giovanni diSalisbury: “Anselmo e Becket – Due vite” (ed. Jaca Book1990).

Il libro era stato scritto da colui che fu segretario dellostesso Becket. Anche qui nessuna data ma è corredato danumerose note e una cronistoria redatta da Inos Biffi che inbuona parte riporto:

Nasce probabilmente il 21 dicembre 1120 (il Croisetindica 1117). A dieci anni venne affidato alla guida diRoberto priore dei Canonici Agostiniani di Merton (Surrey),fu successivamente alle secondarie di Londra. Sui 16 annifrequentò le scuole di Parigi (Università, probabilmente dal1135/36 al 1140 circa).

In quegli anni studiava a Parigi Giovani di Salisbury (dal1136 al 1147) ed ebbero come maestro Abelardo, non dice sequi conobbe il Becket.

Tommaso rientrò a Londra per la madre morente dopo il21 dicembre 1141.

Ancora studente a Merton, aveva conosciuto Richero diLaighe un ricco cavaliere, possessore di feudi che lo intro-dusse allacaccia e al-l’uso dellearmi, entran-do in relazio-ne con la so-cietà anglo-normanna delpiù alto livel-lo.

Nel 1142e parte del1143 è al ser-vizio diOsberno, ric-co proprieta-rio, qualecontabile.

Oltre lametà del 1143Tommaso en-tra alla cortedi Teobaldo,arcivescovodi Chanter-bury dal

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1139, su invito di un “minister” della casa dell’arcivescovo.Nello stesso anno per missioni importanti è inviato

presso la Curia Pontificia, dove incontrò papa Celestino II(29 agosto 1143 - marzo 1144).

Nel 1148, Giovanni di Salisbury (autore delle vite),rientrato da Parigi (1147) fu “Chierico di Pietro di Celle,abate Cluniacense di S. Remy. Dietro raccomandazione di S.Bernardo entrò alla corte di Teobaldo.

Nel mese di marzo il Becket partecipa con l’arcivescovoTeobaldo al Concilio di Reims.

1151 Il Becket è studente a Bologna per acquistarecompetenza nel diritto civile e canonico e ad Auxerre (secon-do l’Aubé pag. 162) con i benefici assegnatigli da Chanterburyche gli permisero il soggiorno in queste scuole di diritto.

1154 Il 10 ottobre è nominato arcidiacono di Chanterbury.Il 19 dicembre, a 21 anni, Enrico II è re d’Inghilterra.

1155 Il Becket è nominato cancelliere d’Inghilterra, forsedal dicembre 1154, sicuramente dal gennaio 1155.

1156 Il 18 giugno in Roma, Federico I (il Barbarossa) daAdriano IV è incoronato imperatore.

1159 Il 7 settembre viene eletto papa Alessandro III ilquale per la pretesa dell’imperatore di sovrapporsi comearbitro e giudice alla S. Sede, reagì con fermezza provocan-done attrito.

1160 Il Barbarossa elegge l’antipapa Vittore IV che saràriconosciuto dal Concilio di Pavia.

1161 Muore il 18 aprile Teobaldo arcivescovo diChanterbury.

Giovanni di Salisburgo entra nella segreteria del Becket.

1162 Il Barbarossa distrugge Milano.Alessandro III lascia Roma e si rifugia a fine gennaio a

Montpelier, in Francia. Il 27 maggio a Westminster il Becketè eletto Arcivescovo di Chanterbury con il consenso diEnrico II.

Il 2 giugno è ordinato prete.

contro gli appartenenti alla Chiesa che non vi si opponevano.In luglio Assemblea di Stato a Woodstock, il Becket vi si

reca per fare omaggio al re. Durante la discussione Tommasofa alcune contestazioni. Fu il primo scontro con il re.

In ottobre, Alessandro III si stabilisce a Sens con la Curia.Il 7 ottobre, Assemblea a Westminster. Giovanni di

Salisbury è inviato in esilio, privando il Becket di un preziosoconsigliere, e ingiunzione a Tommaso di restituire allacorona tutto ciò che deteneva come Cancelliere (feudi ecastelli). Fu stabilito un altro incontro per presentare le leggivolute dal regno.

1164 Il 13 gennaio a Clarendon assemblea per discuterele 16 costituzioni volute dalla Corona. Il Becket ed altrivescovi fecero qualche rimostranza ma poi timorosi promi-sero di osservarle con coscienza.

Quando furono consegnati i verbali della riunione alBecket egli rifiutò di opporvi il proprio sigillo per gli articolicontrari agli interessi della Chiesa e della sua libertà. Il repretendeva la conferma di quanto l’Assemblea del 13 genna-io aveva stabilito e una pubblica riparazione all’offesa subita.Tommaso restò fermo nei suoi propositi.

L’8 ottobre in una riunione a Northampton, fu accusatodi tradimento, condannato e i suoi beni confiscati. Il Becketvedendosi isolato dalla maggior parte dei vescovi e temendoper la sua vita, il 13 ottobre, con l’aiuto di un “fratello” decisela fuga. Vagò per 16 giorni in incognito, raggiunto il portodi Sandwich e non potendo disporre di natanti più grandi,mancando il lasciapassare fu trasportato da due sacerdotinelle Fiandre su una fragile barchetta il 2 novembre.

Il 7 novembre, dopo varie peripezie, raggiunse l’abbaziadi S. Bertin a Saint Omer dove sostò.

A Soisson fu ricevuto da Luigi VII re di Francia, ottenen-do l’offerta della sua ospitalità.

Recatosi poi da papa Alessandro III a Sens, fu ricevutocon onore. Egli rimise la sua carica di arcivescovo, ma il papariaffermò la validità della sua elezione e la pienezza dei suoidiritti e dei suoi poteri affidandolo momentaneamente almonastero di Pontigny, dove giunge il 30 novembre.

Il 24 dicembre gli emissari di Enrico II, inviati in Franciaper far deporre il Becket e farlo estradare, riferiscono al re ilfallimento della loro missione presso il papa e il re di Francia.

Il 7 giugno è ordinato Vescovo.Il 10 agosto il Becket riceve il Pallio che

Alessandro III gli invia.Verso la fine dell’anno 1162, Tommaso

rinunzia alla carica di Cancelliere suscitan-do stupore e viva reazione del re.

Luigi VII re di Francia riconosce Ales-sandro III quale legittimo papa.

1163 Il Becket, il 21 maggio, si reca alConcilio di Tours, presieduto dal papa. NelConcilio vennero pronunziati anatemi con-tro gli usurpatori dei beni della Chiesa e

Una veduta del complesso di Sant'Agostino in undisegno di Falasconi.Nell'altra pagina il martirio di San TommasoBecket.Nel prossimo numero, proseguirà la documenta-zione di Athos Camaiti con le possibili ipotesi.

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Un ponte dimenticatodi Walter Del Sere

Qualche tempo fa un quotidiano locale ha pubblicato la lettera-denuncia di Paolo Gaggiottini relativa alla gravesituazione in cui si trova il ponte romano a due arcate situato nella piana del torrente Sovara nel Comune di Anghia-ri. La nota proseguiva denunciando che il ponte è praticamente sommerso da sterpaglie ed addirittura c’è cresciutoun albero nel mezzo. Purtroppo è tutto vero. Già alcuni mesi fa Tevere TV, nel corso della terza puntata di “Cosasuccede in città”, si occupò di questa situazione denunciando l’incuria e l’abbandono nel quale versa il ponte roma-no. Da allora silenzio assoluto fino alla lettera che fa tornare d’attualità la questione.

È vero che il campo dove si trova il ponte è proprietà privata. Ma è pur vero che Primetto del Castello di Sorci èda anni che chiede di comprare o almeno affittare quell’appezzamento di terreno dove insiste il ponte romano cherappresenterebbe una vera e propria attrazione turistica in più per la valle cosiddetta museo. Di questo passo la vallerimane ma le vestigia del passato scompaiono. A meno che qualcuno non faccia qualcosa. Non è mai troppo tardi.

PENSIERISUL G8

Io non sono molto favore-vole alla riunione dei leaderpolitici delle più potenti na-zioni del mondo. Credo chesia solo un tradizionale radu-no politico che in sostanza noncambia nulla. Non capisco ilcomportamento dei giovanidella nostra età, o quasi, cheinvece di protestare civilmen-te, (qualcuno lo ha fatto) han-no devastato la città di Geno-va. Comprendo pienamentequel carabiniere che in predaal panico e al terrore ha spara-to e accidentalmente ha uccisoun ragazzo.

Giulio Camaiti

Io credo nell’utilità del G8.Mentre fuori i giovani prote-stavano, i leader stavano di-scutendo proprio su quellecose. Per quanto riguarda idisordini credo che anche icosiddetti “Pacifisti” si sonocomportati incivilmente.

Stefano Sassolini

Io sono del tutto sfavore-vole al G8 sia dal punto divista politico che da quellodella sicurezza. Non è giustoche una città come Genovavenga devastata in questomodo.

Cesare Ganganelli

Offerte estive

Questo è l’elenco delle offerte pervenute e che vengono segnalate un po’ in ritardocomplici le vacanze estive. Un ringraziamento a tutti i nostri lettori, a DonatellaGennaioli che ricorda il padre Pier Vittorio e a Ottobri Giovanna di Calenzano cheda ora riceverà il nostro giornale.

Alessandrini LuigiBaggi Giandomenico, TavernelleBaglioni EgistoCamaiti Francesco, Pieve S. StefanoCangi Ottavio, BadiaChieli Luciana, MilanoCipriani Gino, Palazzo SabinoCristini GianricoDel Barba Angiolo, MotinaDel Furia Salvi Tina, SansepolcroDragoni FabioFrancini Lilia (Marisa), RomaGallai Gianfranco, StaggianoGattari Pietro, BucacceGentili Laura, ArezzoGiannini FabriziaGigli Fabiano, Campo fieraGiorni Eugenio, FirenzeGiorni Franco, TavernelleGiorni RobertoGiovacchini RenataGuadagni Eugenio, TavernelleGuiducci Giuseppe, Bagnolo TavernelleGiorni don Bruno, SansepolcroInghirami ElisaLa Letta, TavernelleLazzeri Lucia, TofanicchioLeonardi Carla, Casalboni Torre PedreraLuzzi Dante, ViaioMaranesi Liliana, Roma

Mariani Renato, Bagnolo TavernelleMatteucci Enzo, MotinaMaurizi Federico, MotinaMearini Mario, BergaminoMonini Luigi, Le cascineMorosi don Vittorio, SarsinaNardi Tiziana, InfrantoioNespoli GildaOlandesi FernandoOttobri Giovanna, CalenzanoPaci Zucca Silvia, Il SassoPacini Margherita, TavernellePanichi FabioPapini BenedettoPierantoni Baldi SilvanaProcelli RobertaRedenti Massimo, GiardinellaRiccardi DonatellaRomiti DinaRossi MariaRuggeri don Arialdo, Ca’ RaffaelloRuggeri IgildoSalvi Renata, InfrantoioSassolini Francesco, Valdimonte -SangiustinoSassolini Giuseppe, SansepolcroSbragi Leonardi Bruna, InfrantoioValbonetti Franca, MaccarinoZanchi AntonioZanchi Moreno

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Lo Scuccodi Mario Del Pia

Scucco, questo il nomeche i familiari di ElvioPapini hanno messo al pri-mo posto nell’annunciarela sua morte. Sì, anche per-ché era questo il nome (e avolte l’unico) con cui tuttigli anghiaresi lo conosce-vano.

Ognuno di noi proba-bilmente ha da raccontareun aneddoto simpatico chelo riguarda.

La sua presenza alleedizioni della Scampanatadopo il 1980 hanno costi-tuito quel qualcosa in piùper questa festa esclusi-vamente anghiarese. Io loricordo quando, sotto lefinestre di “Brodino”, in

Al caro amico Scuccodi Armando Zanchi

Mio caro Elvioche l’amiciziaper tanti annià noi legato

Ora ti perdodal posto tuo sfrattatoquei tanti anniche insieme a te ò passato

Morte crudeletrasportata dalle ondemio caro Elviopassato ad altre sponde

Sponde celestelassù tra il creatopossa almeno lìtu vivere beato

Noi siamo quiin attesa del giudizioaperta è la fontee l’acqua a precipizio

Tra i tanti amiciche mi sono stati caritu caro Scuccocon sentimenti pari

Vecchi Anghiaresidi stampo nostranosempre il sorrisoma non di quello amaro

Le tue battutesempre apprezzatetra le giornatetante spaesate

Quanti ricordidi nostre avventuretra quelle felicie quelle tante dure

Anche i tuoi figliora debbo abbracciareperché tra di noiè modo famigliare

I nostri pegnidi figli di Anghiarila Scampanatacon Elvio sempre a i vari

Ora di teavremo solo il silenzioma di lassùdarai il tuo assenso

Gli Anghiaresia ‘sto figlio predilettodentro la chiesaportarono il loro affetto

Le tue battagliecon l’ultima perdutama l’ultima pietranon è ancora caduta:

Piazzola, preso clamorosamente a letto e che non ne voleva saperne di montare sul carretto, lorichiamava al dovere di ogni socio coscienzioso della scampanata con motti spassosi ed epitetiazzeccatissimi.

Ha voluto che il suo funerale avvenisse di mattina presto. La giustificazione, naturalmente in partescherzosa, era che arrivando presto avrebbe dato modo a quelli di “lassù” di preparare qualcosa damangiare. Se fosse arrivato all’ultimo momento avrebbe potuto metterli in difficoltà.

Questo episodio me ne ha fatto ricordare un altro che riguarda una simpatica anghiarese l’Esterina,la moglie di “Paiolo”. Anche lei volle che il suo funerale fosse fatto al mattino presto. Così, diceva,faccio in tempo a fare qualche conoscenza. Se arrivo alla sera non faccio in tempo a conoscerenessuno.

Questi episodi ci danno la misura della simpatia di queste persone e del nostro amico Elvio inparticolare.

Elvio Papini, Lo Scucco, alle prese con un condannato in occasione della Scampanata del 1980

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Balli, orchestre e complessi, luoghi e tempi delballo, costumi ed usanze in Anghiari dall’iniziodel ‘900 ai nostri giornidi Flavio Mercati V parte

AGLE

Quasi contemporanea alla ODPAR fu l’orchestra AGLE,costituitasi nel 1946. Il nome deriva dalle iniziali dei compo-nenti che erano:

A Alipio Carria, tromba;G Giovan Battista Leonardi, Bistina, batteria;L Laurino Veri, violino;E Evandro Franceschini, fisarmonica.Successivamente si aggiunse Sergio Polverini con il sax

e la sigla divenne AGLES che fu quella definitiva. Nel 1947ad Alipio Carria, subentrò alla tromba, Ilario Misuri e nel1949 Evandro Franceschini fu sostituito da Fernando Chialliche, in seguito, per poco, mancò di essere assunto alla RAI.

Il complesso aveva anche dei cantanti; anche questilocali: le sorelle Assuntina e Marlene Procelli, Saura Cambie Nello Senesi, detto Idea.

Questa orchestra suonava soprattutto alla Stazione diAnghiari, in un locale appositamente costruito per il ballo daArnaldo Chieli: si trovava, ma si trova ancora, anche setrasformato, all’angolo fra via dell’Infrantoio e il vialeMartiri Antifascisti (detto anche comunemente viale dellaStazione). Il complesso suonava anche a San Leo di Anghia-ri, ai Badiali, fra Lama e Città di Castello, a Sestino e allaPineta nei pomeriggi domenicali estivi.

Il luogo la “Pineta”, come è noto, si trova su in cima alcolle di Anghiari, all’angolo dell’incrocio fra Via Nova e lavia per il Carmine. D’estate era ed è un posto ameno, ci sonoi pini che danno ombra, frescura e ossigeno all’aria. Quasisempre vi spira una leggera brezzolina che viene su dallapianura e che offre ulteriore ristoro. C’è anche una bellavisione panoramica sul paese sottostante e sulla Valtiberina,luogo ideale quindi per passarvi gli afosi pomeriggi estivi emagari divertirsi ballando. Forse è questo che deve averpensato il signor Renzo Masi quando, nel 1946, vi creò unasala da ballo all’aperto. Da allora, per molti anni, sarà luogodi ritrovo e di divertimento preferito, nelle domeniche d’estate,dalla gioventù d’Anghiari e anche di fuori.

La AGLES si sciolse nei primi anni ’50. Il locale dellaStazione, dove suonava in prevalenza, prima fu utilizzatocome magazzino da Gastone Corsi per la sua attività poi,ampliato, fu trasformato in officina meccanica sovrastata dauna abitazione agli inizi degli anni ’60. Per intendercimeglio era l’edificio dove un tempo abitava e lavoravaCipriano Comanducci con il fratello Piero e abitato ora daquest’ultimo con la famiglia.

ARMONI

Si esibiva più che altro fuori Comune, costituita da:Fabio Gigli, violino e sax tenore;Leonardo Del Furia, sassofono contralto;Assunto Santi, tromba;

Aldo Lucertini, trombone;Bruno Mangoni (ha suonato anche all’estero), pianofor-

te;Werther Canicchi, batteria, sarà sostituito poi da Siro

Polverini;Alfredo Fornacini, contrabbasso;Assuntina e Marlene Procelli, cantanti.

ARISTON

Scioltasi la AGLES, si costituì subito una nuova orche-stra da ballo: la ARISTON che durò dal ’50 al ’60 circa. Lacomponevano:

Leonardo Del Furia, al sassofono;Siro Polverini, alla batteria;Marco Minelli, alla tromba;Valdiro Cherici, alla fisarmonica.Si esibiva alla Pineta, dall’Ottavia alla Stazione, ai

Renicci, in un locale dell’ex campo di concentramento e aVille Monterchi.

foto Studio F10

Errata corrige Nel numero scorso abbiamo parlatodella fabbrica di fisarmoniche Scandalli di Cameri-no ma che in realtà è di Camerano.A proposito di un componenti dell'orchestra ODPAR,Gino Boncompagni, è stato scritto che il suo veronome era Nisiano. Il vero nome in effetti era Misiano.Ci scusiamo con i parenti, con quanti lo conobbero econ i nostri lettori.Precisazione : Sempre nel numero precedente è statoscritto che il maestro Vito Carlotti svolse l'attività dimaestro di musica ad Anghiari dall'anno 1910 aglianni 30, per l'esattezza sino al 1932.

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29 continua

Gli SQUALI

Questo complesso si costituì negli anni 63/64, ne faceva-no parte:

Francesco Cortelazzi, chitarra e cantante;Luciano Cortelazzi, sassofono;Paolo Cesarini, tastiera;Saverio Elisei, basso;Piero Dori, batteria.Era un complesso fra i primi in Toscana, parteciparono

anche a diversi concorsi a livello interregionale arrivandospesso fra i primi.

Suonavano sia musica moderna che revival.Nel 1965 parteciparono, alla Piscina di Sansepolcro, alla

serata in cui si esibirono anche, per circa un’ora, AdrianoCelentano e Claudia Mori con il loro complesso, i Ribelli.Poi, per la gran parte della serata, si esibirono loro. Diconoche in quell’occasione fossero particolarmente ispirati.

Hanno accompagnato anche, fra gli altri, Lara SaintPaule (che allora si chiamava Tania) e Nilla Pizzi. Suonava-no soprattutto al mare, ma hanno suonato anche alla “Pineta”di Anghiari. Il complesso si sciolse intorno agli anni 72/73.

STAR

Di lì a qualche anno, nel 1955/56, nacque un nuovocomplesso, eccone i componenti:

Marco Minelli (che evidentemente aveva lasciato laARISTON), trombone a tiro o coulisse; Eugenio Ricceri,tromba; Gino Brondoli, batterista; Pasquale Leonardi, violi-no; Valentino Giornelli, fisarmonica; Rosina Presenti, can-tante.

Suonavano dall’Ottavia, dentro e sul terrazzone (in esta-te).

Anche questo complesso durò sino agli anni ’60.

foto emm

edipì

Ancora l'ODPAR

Un'altra edizione dell'orchestra ODPAR, posteriorea quella, la cui foto è stata pubblicata precedente-mente. La foto fu scattata quando tale orchestra inau-gurò il locale da ballo denominato "Pozzo di Piero",di Sansepolcro, nel 1950.

I componenti erano, partendo da sinistra nella foto:- Anacleto Pernici, sax tenore;- Alfredo Fornacini, contrabbasso a corda;- Gino Guadagni (Caponero), sax contralto;- Umberto Del Sere (Gnasino), batteria;- Ascanio Besi (di Sansepolcro), violino;- Fabio Gigli, violino;- Fausto Polverini, tromba;- Giocondo Marconi, fisarmonica;- Aldo Lucertini, trombone a tiro.

L'originaria forma-zione dei Vulcani.Da sinistra: Giu-liano Venturini,chi tarra; BrunoMeoni, batteria;Pietro Mercati, chi-tarra; FabioMeozzi , chitarrabasso.

foto Studio F10

I VULCANI

Era così composta:Leonardo Del Furia, sassofono contralto; Leonardo Pigolotti,pianola e fisarmonica; Bruno Meoni, batteria; GiulianoVenturini, basso; Pietro Mercati chitarra; Dino Cangi, can-tante.

Hanno suonato soprattutto nei paesi limitrofi: CapreseMichelangelo, Montalone, Piobbico, Trestina, ecc., nel peri-odo anni ’60 fino al 70/71.

Gli Squali in un manifesto d'epoca. Componenti, da sinistra: SaverioElisei, basso; Luciano Cortelazzi, sassofono; Paolo Cesarini, ta-stiera; Piero Dori, batteria; Francesco Cortelazzi, chitarra e can-tante.

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Fatti di casa nostraovvero la pagina di Walter Del Sere

Si alza il sipario al PoggiolinoQuando il campano scocca le 8 e mezza, all’Osteria del Poggiolino i 130 ospiti aspettano i crostini mentre Ermindo e

Beppe intrattengono con il pianobar. Ma Liberto, l’anarchico del paese, non ci sta e vuole fare un monumento al repubblicanoGiuseppe Ghignoni mentre le comari Marta e Novella spettegolano dalle finestre con la nonna Lea in attesa che la Cecilia,moglie dell’oste, partorisca il primogenito. Nel frattempo arrivano nella piazzetta gli altri personaggi: dai giovani figli diLiberto che portano i nomi simbolici di Anteo e Carrara (lui giovane manager rampante, lei contestatrice reduce dallamanifestazione di Genova contro il G 8), alla levatrice Elena, dalla popolana Lunilde a Stefania, addetta al censimento dellapopolazione. Ecco poi Spoletta, compagno di Liberto, e poco dopo entra lo Zi Nello che va ad accomodarsi sul suo seggiolone.Salutando e benedicendo arriva Don Brusiglio, seguito dal cocomeraio Gino di Monterchi che porta con se il “Citto denessuno” Alberto Marconcini. Fra una portata e l’altra, come di consueto, vengono fuori i piccoli e grandi drammi di paeseaccompagnati dalle canzoni toscane.

Questa, molto schematicamente, è stata Tovaglia a Quadri, la fortunata manifestazione di teatro fra i tavoli che si è tenutaal Poggiolino per 9 serate consecutive. In 6 anni l’originale formula messa in piedi da Pro Loco e Teatro di Anghiari haoltrepassato i confini aretini per collocarsi tra le manifestazioni estive più significative della Toscana. Quest’anno latradizionale cena toscana era condita da “Sudiciume”, la storia di amore e di anarchia scritta da Paolo Pennacchini e AndreaMerendelli. Una bella fetta di merito nell’economia di Tovaglia a Quadri, oltre alla centralità della “storia”, è da riservarealla meticolosa organizzazione generale della Pro Loco ed alle ottime pietanze servite da Sergino il cuoco sopraffino: daicrostini neri toscani a quelli con la fetta di lardo, dai bringoli al sugo finto al pollo alla cacciatora coi sedani rifatti, perconcludere con torcolo e cantuccini. La serafica visione della vita di Alberto e del Bucciantini non ha fatto mancare i colpidi scena finali, anche fuori copione, ma tutto è andato per il meglio compresa la cena finale di attori, camerieri ed abitantidel Poggiolino. Nel corso della festa conclusiva il piatto forte è stato lo “show” del duo Andrea e Penna, che si sono esibitiin esilaranti imitazioni tratte da dietro le quinte di Tovaglia a Quadri. Poco riuscita l’imitazione di Pinocchio ma….nessunoè perfetto.

Un set per la Battaglia di Anghiari?Mancava solo lui, Leonardo, al piacevole incontro che si è tenuto al Teatro di Anghiari nel pomeriggio di sabato 28 luglio.

Quasi tre ore di aneddoti, citazioni e riflessioni su “La Battaglia di Anghiari nella regia di Leonardo” che hanno tenuteincollate ai loro posti 200 persone “rapite” da questa arguta “veglia” fra amici che disquisivano su un conoscente, un amico,di nome Leonardo da Vinci. Accanto al Prof. Carlo Pedretti, nella inedita veste di animatore e conduttore, c’erano PieroAngela, il Direttore del settimanale “Oggi” Salvatore Giannella, Franco Polcri, Antonio Lanza, Carlo Starnazzi e GigettaDalli Regoli. Dagli ospiti è venuta forte la proposta di istituire ad Anghiari un centro di documentazione sulla Battaglia: unasorta di “covo” dove ricercatori e giornalisti, studiosi e chiunque ne abbia interesse, possa approfondire e trovare tutto quelloche nei secoli è stato prodotto sull’evento guerresco e il capolavoro scomparso di Leonardo da Vinci. Ma la notizia piùclamorosa è stata quella annunciata da Pedretti quando ha affermato che 3 registi del calibro di Steven Spielberg, Dennis

Il giornalista Piero Angelo al suo arrivo al teatro di Anghiari per il con-vegno su Leonardo. Digitalfoto Emmedipì

Hopper e Francis Ford Coppola stanno inseguendo unprogetto cinematografico su Leonardo.

“Dagli ultimi ragguagli che ho da Los Angeles-hadetto il famoso leonardista- “so che Coppola è il piùdeterminato a girare un film sul Genio del Rinascimen-to. Andrò a trovarlo e gli proporrò di venire presto inValtiberina a dare un’occhiata al territorio per “gira-re” proprio qui le sequenze sulla Battaglia d’Anghia-ri”.

Le parole di Pedretti trovano fondamento sullanotizia che Coppola sarà in Italia, e più precisamente aTaormina, all’inizio del mese di luglio 2002 per ritirareun ambito riconoscimento alla carriera. E pochi giorniprima, il 29 giugno, ricorre l’anniversario di quelcelebre fatto d’arme che si consumò ai piedi di Anghiarinel 1440. Nulla vieta di pensare che il regista de “IlPadrino” possa giungere in quei giorni ad Anghiari perconcretizzare il progetto sulla Battaglia d’Anghiari equella “pazzia bestialissima” che è la guerra, come ladefinì Leonardo discorrendo appunto di una scena dilotta o di battaglia.

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CRONAC HETTAdei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti adAnghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di luglio

Lunedì 2. Oggi è morto Giuseppe Cimbolini di anni 70.Era originario della vicina Umbria.Martedì 3. Oggi è morta Emilia Rondoni in Giovagnolidi anni 55. Emilia abitava al Bagnolo di Tavernelle.Mercoledì 4. Oggi è morta Annina Santoro in Bozzi dianni 80. Abitava alla Motina, a Tofanicchio.Giovedì 5. Oggi morta Speranza Rampacci vedovaPoderini di anni 81. La Speranza, che per tanti anni èstata custode della chiesa di Santo Stefano, abitava nellacasa vicino alla chiesa.Martedì 10. Oggi è morto Domenico Saioni di anni 93.Domenico abitava ai Mori.Domenica 15. Oggi ho visto Alessandro Magrini acavallo che andava verso il Carmine.Lunedì 16. Stanotte ha piovuto ma giusto ha bagnato interra.Mercoledì 18. Oggi è morta Cesarina Mencaroni vedovaOlivieri di anni 76. Era originaria di Anghiari.Giovedì 19. Stamani sono andato a Belvederino daPasquale a vedere a che punto sono i pomodori di unarazza nostrale che metteremo in mostra per San Martino.- Oggi è morta Angiolina Ligi in Ghignoni di anni 68.Angiolina abitava al Podere della Ripa, sopraGuardabasso.Venerdì 20. Stamani pioveva e un rondinino è rimastosotto il porticato fino alle undici.- Oggi è nata Chiara Senesi di Maurizio e Rita Turri. Lasua famiglia abita a Tavernelle per la via della chiesa.- Oggi è nato anche Giovanni Del Sere di Santi (conosciu-to come Mastro Santi) e Rosanna Ludovici. La suafamiglia abita alla Casanova.Sabato 21. Oggi abbiamo fatto la festa alla chiesa dellaMaddalena.Lunedì 23. Nel pomeriggio ho visto Italiano al Belvederedella curva del Mulino che guardava i campi del piano.Martedì 24. Stamani ho riportato lo Scucco (Sergio) dalBorgo e è voluto scendere alla curva delle corriere.- Oggi è morto Attilio Cangi di anni 70 che abitava alCampo della Fiera, era originario della Casanova ma permolti anni ha abitato a Campalone.Mercoledì 25. Oggi è nato Gabriele Cristini di Gianlucae Susy Chieli. La sua famiglia abita al Campo della Fiera.Martedì 31. Stamani ho visto che Gastone aveva messoun irrigatore sul campo davanti all’Holiver e annaffiavale stecce.

Mese di agostoMercoledì 1 . Oggi è nato Rodrigo La Ferla di Riccardoe Cecilia Bartolomei. La sua mamma è dei Bartolomei diCampalla.Giovedì 2. Oggi Franco, quello che sta alle Bucacce,m’ha dato alcune foto in bianco e nero per l’Archivio diAnghiari.Sabato 4. Stasera con mia moglie siamo andati al MuseoTaglieschi a sentire il concerto eseguito con l’anticoorgano di Santo Stefano.- Oggi è morta Annunziata Polcri vedova Buricchi di anni91. Annunziata abitava a San Leo ma era originaria diPetriolo.Lunedì 6. Oggi è morto Elvio Papini di anni 78. Elvio,da tutti conosciuto come Scucco, abitava verso le Bucacce,di fronte al Campo sportivo.Venerdì 10. Stasera sono passato da mia madre. Stavarattoppando i calzini a Luca.- Oggi è nato Michele Venturi di Rinaldo e PaolaBernardini. La sua famiglia abita a Bicecco.Mercoledì 15. Oggi è nata Asia Meozzi di Romano eLoretta Mearini. La sua famiglia vicino alle Strosce.- Oggi è morta Marianna Panichi vedova Magnanensi dianni 97. Marianna abitava per la via del Campo dellaFiera e ricordava ancora le storie scritte dal poeta diUpacchi.Giovedì 16. Oggi sono nati Tommaso e Gabriele Meonidi Claudio e Monia Leonardi. La sua famiglia abitavicino al Poggiolino.Lunedì 19. Oggi, dopo un lungo viaggio, siamo giunti aWoitciski, luogo della Lituania dove era nato il padre dimia moglie.Martedì 20. Oggi è morto Narciso Lanzi di anni 74.Narciso abitava al Tozzo.Giovedì 22. Oggi è morta Cleonice Del Pia di anni 68.Cleonice, familiarmente chiamata “Nice”, amava moltoi fiori e le piante ed abitava al Molinello.Martedì 27. Oggi è nata Denise Panichi di David e KatiaPerni. La sua abita in via Taglieschi.

Un santo anghiarese

Il culto a San Leone Magno iniziò subito dopo la suamorte, avvenuta il 10 novembre del 461.

Il corpo di San Leone fu posto inizialmente sotto ilportico d'ingresso della Basilica di San Pietro, quasi afarne da sentinella a quella porta, come ebbe a dire PapaSergio I che poi, nel 688, lo fece trasportare all'internodella chiesa stessa, dedicandogli un altare.

Oggi egli riposa nella cappella fatta erigere daInnocenzo X verso la metà del XVII secolo. BenedettoXIV nel 1754 lo proclamò Dottore della Chiesa mentreGiovanni XXIII nel 1961 -XV centenario della morte-tratteggiò nell'Enciclica "Aeterna Deui sapientia" la fi-gura del Santo, definendolo campione dell'unità dellaChiesa.

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