2001-3 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 3 GIUGNO - LUGLIO 2001 Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI 1 Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 3 GIUGNO - LUGLIO 2001

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXV-Per. del Vic. di Anghiari e MonterchiCon approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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In copertina: Una battaglia... Ancora Troppo Orrenda - by Luca Pucci

Le attività all'OratorioI campeggi estivi si svolgeranno a Monte Nerone. Per i bambini delle

scuole elementari l’ultima settimana di giugno mentre la terza settimanasarà riservata ai ragazzi delle scuole medie. La prima settimana di luglio peri ragazzi delle scuole superiori faremo invece l’esperienza assieme ad altrigruppi della nostra zona in Alta Italia. I genitori interessati possono giàrivolgersi in parrocchia per iscrivere i propri figli.

C’è poi in programma di passare alcuni giorni in una zona di mare conun gruppetto di ragazzi nel mese di agosto. È un’esperienza che verràriservata a coloro che saranno gli animatori dell’oratorio.

Mercoledì 13 giugno ritiro spirituale per i bambini della prima Comu-nione dalle suore del Cenacolo di Montauto.Partenza dalla Propositura dalle 9 alle ore 9,30. L’incontro termineràverso le cinque del pomeriggio.Un invito a tutti per domenica 17 giugno a far festa assieme ai bambinidella nostra comunità che riceveranno la Prima Comunione.

Saluto alla “fiorentina”di Vera Cuccini

Eri pur buona e appetitosafragrante e saporosaeppure t’han banditodal desco degli Italianiche ti mangiavan con appetitosia giovani che anziani.A dire il vero i buongustaise la son presa e assaima forse o “fiorentina”presto ci farai una sorpresae quando meno ce l’aspetteremodi nuovo con te brinderemo.

Sommario

Saluto alla "fiorentina" di Vera Cuccini p a g 2Parabola del buon calciatore di Cmr " 3Calendario Liturgico " 4Sante Messe festive e avvisi delle parrocchie " 5Il Palterre

Assistenza o assintenzialismo di S. Lombardi " 6Il 3 maggio 2001 di Cama86 " 6Domenica delle Palme al Fornello " 6Fuori tema di Cmr " 7

Nuovo Millennio ineunte di don Q. Giorgini " 8Non disperdiamo le nostre radici " 9Solstizio d'estate di Vera Cuccini " 9Auguri a Tania " 9La... nuova ambulanza di Massimo Redenti " 10Cambio al vertice della Misericordia " 10Per mano incontro a Gesù di Donatella " 11Signore del '900 di Ivano Leonardi " 12La vignetta: Dieta sana o obbligatoria? " 12Angolo della Missione a cura di Franco Cristini

In memoria di Giuseppina Checcaglini " 13Casa mia di Adriano " 13LE LOGGE: I fochi di Clèto " 13Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. Ganganelli

BSE e donazioni " 14Colloquio con il Prof. Vicari " 14Donazioni 2001; facciamo il punto " 15

Riflessioni sulla Pasqua di Alessandro Bivignani " 16Ricordo di un caro zio anghiarese lontano " 16

I fiori gialli di Maria Pia Fabiani pag. 16Nel ricordo della nonna Lidia Babbini di A. Zanchi " 17La vignetta: Una soluzione facile facile " 17Dalle nostre parrocchie " 18Aforismi ed altro di Turiddo Guerri " 19Vento di primavera di Vera Cuccini " 19I nostri ringraziamenti e i nostri saluti " 20Fra " 21Da Tavernelle a cura di A. Bivignani

L'amore per la... Battitura " 22Imprecisione " 22IL FATTO: La festa a Gello " 23Notizie parrocchiali " 23

Cenni storici sulle mura castellane " 24La fiducia di Maria Pia Fabiani " 25Gilmar studia, mi raccomando, mentre noi... " 25Corpus Domini di Amedeo Vellati " 25La Vera del Tecchioli di A. Ruggeri Senesi " 26Mobilacci " 26Ora di preghiera con Radio Maria di C. Ganganelli " 27Gita con la parrocchia di Cesare Ganganelli " 27Perché non fare la Scampanata... di Cama86 " 27Ci hanno fregato Cul di Paiolo di Civis " 27Balli, orchestre e complessi... III parte " 28Con la festività del 1° maggio di Walter Del Sere " 30La memoria di Walter Del Sere " 30Tra le varie interpellanze di W. Del Sere " 30Cronachetta dei fatti... " 31

Giovedì 2 agostoPerdono di Assisi

Pellegrinaggio dal Cenacolo di Montauto(ore 8) fino alla Cappella di San Francesco.Ritorno per la S. Messa delle ore 10.

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Parabola del buon calciatoreLiberamente tratta dal “Libro della Fantasia”

In un paese della Valtiberina toscana, chiamato Anghiari, vivevain quel tempo un Sacerdote venuto dal lontano Ovest, oltre leColonne d’Ercole e il gran mare sconosciuto e procelloso. IlSacerdote, nella sua lingua, si chiamava Don Juan Carlos, ma ivaltiberini più sbrigativamente lo chiamavano Don Carlo, che poisarebbe la stessa cosa.

In precedenza, quando era ancora a casa sua, aveva saputo dacerti navigatori (in quel tempo erano detti navigatori internet e pocoavevano a che fare con le onde del mare) dunque dai navigatori DonCarlo aveva saputo che anche in Anghiari era scoppiata la carestia;con la differenza che al suo paese mancava la roba da mangiare,mentre in Valtiberina mancavano i Sacerdoti del tempio, che procla-massero la parola di Dio. Allora fece fagotto e, affrontato il lungoviaggio, durato alcuni anni, approdò finalmente ad Anghiari, dopoalterne vicende.

Qui si rese subito conto che c’era proprio bisogno di predicare,specialmente ai giovani che erano in crisi, come tutto il popolo dettoin quel tempo società.

E quasi si sentiva in colpa, il buon Don Carlo, perché il paese da dove veniva, detto Colombia, avevagrosse responsabilità circa la carestia e la crisi, in quanto gli emissari di quel Re, invece di far coltivarealla gente, insalatina, patate, fagioli, ecc., imponevano si producesse su larga scala una roba chiamatacoca che era una gran disgrazia per tutta l’umanità.

Avvenne sempre in quel tempo che un anghiarese, uomo pio (infatti era chiamato, al femminile,Mario del Pia), mettesse mano a sistemare i rotoli della legge detti in quel paese “L’ORATORIO”.Lo faceva ogni due lune e questi rotoli erano scritti su materiale noto come carta.

Quella volta un altro uomo giusto, tale Luca Pucci che sapeva disegnare, cioè riprodurre sulla cartacon lo stilo ciò che vedeva, riprodusse l’effigie di Don Carlo, poi copiata su “L’Oratorio”: L’occhioarguto e sognante sotto il ciuffo ribelle e non “setoso”, il sorriso appena accennato e un bel pallonein mano.

Gli scribi ed i farisei si dettero subito un gran daffare per interpretare il tutto: cosa sogna Don Carloe che vuol dire quel pallone? Sogna forse le gesta di Simon Bolivar, profeta e condottiero della suaterra, o della sua terra rimpiange l’incanto, i colori smaglianti, il profumo delle spezie, il mare e laSierra? Se è così rimandiamolo a casa. Non può stare tra noi se non ama Baldaccio più di Bolivar!

Niente di tutto questo fu appurato. Don Carlo sognava di essere un gran campione olimpico di quelgioco chiamato in quel tempo Calcio o Football. Un gioco famosissimo che in tutte le arene sostituivala lotta dei gladiatori. Questa era riservata, sugli spalti, agli spettatori i quali, non col gladio, ma concoltelli, bastoni ed oggetti contundenti, combattevano tra loro e contro i soldati del Re, protetti daelmi, armature e scudo.

Nell’arena agli atleti era consentito fare, al bisogno (come le medicine), un po’ di lotta libera etirarsi scambievolmente calci negli stinchi.

In questo clima arroventato, Don Carlo esortava i suoi ragazzi (detti “citti” in lingua anghiarese)a giocare pulito come lui che profondeva le sue energie ad allenarli, mentre parlava loro del suo Dio.Il Dio di tutti, di quelli che coltivano insalatina e di quelli che coltivano coca. E tu, Dio di tutti, nonpuoi non dare una mano a questo Sacerdote del tempio, partito da oltre le Colonne d’Ercole per direparole di verità in terra pagana. Aiutalo a dare calci giusti al suo pallone, ad essere un modello validoper i giovani, i quali pian piano impareranno (si spera) ad amare Dio più del pallone.

Cmr

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CALENDARIO LITURGICO

Mese di giugno(dedicato al S. Cuore di Gesù)

1° giugno - Primo venerdì del mese. Nella chiesa diMicciano alle ore 20,30, Santa Messa per il GruppoUomini dei Ritiri di Perseveranza.

3 giugno domenica – Pentecoste. Sante Messe secondol’orario festivo.La Pentecoste celebra l’effusione dello Spirito del Risor-to “Vieni, Spirito Santo, riempi il cuore dei fedeli,accendi il fuoco del tuo amore, tu che nella varietà dellelingue umane raduni i popoli nell’unica fede, alleluia.”

5 giugno – Primo martedì del mese. In Propositura alleore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.

7 giugno - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedelialla preghiera per le vocazioni.

10 giungo - Domenica X del Tempo Ordinario. Solenni-tà della SS. Trinità. Sante Messe secondo l’orario festi-vo. “Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo,adoriamo e benediciamo la Santa Trinità principio esorgente di ogni bene.”

11 giugno, lunedì – San Barnaba apostolo : nato nel-l’isola di Cipro fu tra i primi fedeli di Gerusalemme;predicò ad Antiochia e fu compagno di San Paolo nel suoprimo viaggio apostolico. Fu presente al Concilio diGerusalemme. Ritornato in patria, vi predicò il Vangeloe vi morì.

13 giugno, mercoledì – Sant’Antonio di Padova. Sacer-dote e dottore della Chiesa, Fernando Martins, aliasAntonio di Padova, nacque a Lisbona in Portogallo versola fine del secolo XII. Entrò nel monastero dei canoniciregolari di Sant’Agostino a Coimbra e militò per un certoperiodo sotto la regola di Sant’Agostino. Poco dopol’ordinazione sacerdotale passò ai frati minori attrattodal messaggio nuovo che da Assisi stava ventilando diossigeno purificatore le comunità dei consacrati e la vitastessa della Chiesa. Indossato il ruvido saio dei francescanisi dedicò alla evangelizzazione dei popoli africani, svolsequesto compito con grande frutto anche in Francia ed inItalia. Fu il primo, nel suo ordine, ad insegnare teologiaai confratelli. Morì a 36 anni a Padova nel 1231 dopocirca 14 anni di militanza francescana.

17 giugno - Domenica XI del Tempo Ordinario. Solen-nità del Corpus Domini. Dice il Signore “Non Mosè ma

il Padre mio vi dà il vero pane del cielo alleluia.”Sante Messe in Propositura secondo il seguente orario:Ore 9,30 – ore 11 S. Messa solenne in occasione dellaPrima Comunione dei bambini della nostra parrocchia.Alle ore 18, sempre in Propositura Santa Messa a cuiseguirà la processione.

22 giugno, venerdì. Sacro Cuore di Gesù. “Il Signore ciha accolti nel suo cuore ricordando la sua misericordia,alleluia.”

24 giugno - Domenica XII del Tempo Ordinario. Nati-vità di San Giovanni Battista. Sante Messe secondol’orario festivo. “Venne un uomo mandato da Dio: il suonome era Giovanni. Venne come testimone per daretestimonianza alla verità.”

29 giugno, venerdì – “Tu sei Pietro e su questa pietraedificherò la mia Chiesa.” “Tu sei il messaggero di Dio,Paolo apostolo santo: hai annunciato la verità al mondointero.”

Mese di luglio

1° luglio - Domenica XIII del Tempo Ordinario . SanteMesse secondo l’orario festivo.

3 luglio – Primo martedì del mese. San Tommasoapostolo. In Propositura alle ore 17, Ora di Guardia conrecita del Santo Rosario. Tommaso è conosciuto tra gliapostoli particolarmente per la sua incredulità la qualesvanì però di fronte a Cristo risuscitato con la proclama-zione di fede: “Signore mio e Dio mio.”

5 luglio – Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedelialla preghiera per le vocazioni.

6 luglio – Primo Venerdì del mese. Nella pieve diMicciano alle ore 20,30 Santa Messa per il GruppoUomini dei Ritiri di Perseveranza.

8 luglio - Domenica XIV del Tempo Ordinario. SanteMesse secondo l’orario festivo.

11 luglio, mercoledì - San Benedetto abate patronod’Europa. Nacque a Norcia verso il 480. Cominciò lavita da eremita nella regione di Subiaco. Da Subiacopassò a Cassino dove fondò il celebre monastero e viscrisse la Regola che per la sua vasta diffusione gli meritòil titolo di “Patriarca del Monachesimo occidentale”.Morì il 21 marzo del 547. Il 24 ottobre 1964, Paolo VI,lo dichiarava patrono di tutta l’Europa.

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SANTE MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANO-CHIESA DI SAN LEO

Ore 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 8,40 -PIEVE DI SOVARAOre 9,00 -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA

-CHIESA DI TUBBIANO-CHIESA DI CATIGLIANO

Ore 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE

-CENACOLO DI MONTAUTOOre 10,30 -CHIESA DI SAN LEOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura

-PIEVE DI MICCIANOOre 11,30 -CHIESA DI TAVERNELLE

-CHIESA DI VIAIOOre 12,00 -CHIESA DI TOPPOLEOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 CHIESA delle monache MonterchiOre 10 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11 S. Maria della Pace Le VilleOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 16,30 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo aPianezze ore 15 (ore 17 estivo).

Anniversario dell’apparizione della Madonna delCarmine. Alle ore 20, dalla piazzetta della Croce, parten-za della processione per il Santuario del Carmine dove,alle ore 21, verrà celebrata la Santa Messa.

15 luglio - Domenica XV del Tempo Ordinario. SanteMesse secondo l’orario festivo.

16 luglio, lunedì – Beata Vergine Maria del MonteCarmelo. Nel secolo XII alcuni eremiti si ritirarono sulMonte Carmelo ed in seguito fondarono un ordine di vitacontemplativa sotto il patrocinio della Santa Madre diDio.

Festa solenne al Santuario del Carmine con S.Messa alle ore 21 e processione intorno al San-tuario. Nei giorni 14 e 15 luglio, alle ore 21,preghiera comunitaria presso il Santuario.

22 luglio - Domenica XVI del Tempo Ordinario. SantaMaria Maddalena. Sante Messe secondo l’orario festi-vo. Maria Maddalena, accolta tra i discepoli di Cristo, fupresente alla sua morte e la mattina di Pasqua meritò divedere per prima il Redentore risorto.

25 luglio, mercoledì – San Giacomo apostolo : figlio diZebedeo e fratello dell’apostolo Giovanni nacque aBetsaida. Fu presente ai principali miracoli del Signore.Fu fatto uccidere da Erode verso l’anno 42. È veneratosoprattutto in Spagna a Compostella dove esiste lacelebre basilica a lui dedicata.

26 luglio, giovedì – Santi Anna e Giovacchino. Secondoun’antica tradizione che risale al II secolo ebbero questinomi i genitori della Beata Vergine Maria.

29 luglio - Domenica XVII del Tempo Ordinario. SantaMarta. Sante Messe secondo l’orario festivo.

A TavernelleDomenica 24 giugno

Festa della famiglia con lotteria,giochi e... merenda per tutti

FESTA DI SANTA MARIA MADDALENALa festa verrà anticipata a sabato 21 luglio con la Messa vespertina delle ore 18 nella chiesa dellaMaddalena nel Borgo della Croce.

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IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

Pubblichiamo una considerazione di Sergio Lombarditenendo conto che è lo sfogo di chi soffre di unacondizione di disagio e che, tutto sommato, sonodomande che anche noi porremmo anche se con altreparole. Sergio parte dalla sua esperienza per porredelle domande che interessano un po’ tutti.

Assistenza o assistenzialismo?di Sergio Lombardi

È proprio questa la sottile differenza dialettica chetende a confondere lo status delle cose. Ritengo opportu-no parlare di fatti locali e personali se ciò risulta utile arendere trasparente ciò che viene occultato in nome di unplagio non ben definito. Detto in modo esplicito io porròalcune domande alle quali spero ci siano altrettanterisposte e chiarimenti da parte dei responsabili ai servizisociali. Non riesco a capire la U.S.L. dove trovi alcuneassistenti domiciliari. Non si capisce ancora perché noicittadini non si venga valutati come persone ma invece ciconsiderano come birilli. Per fortuna c’è anche chi cercadi dare una mano a risolvere quei problemi che varianoda caso a caso.

Prima domanda: Noi non possiamo far presente lanostra situazione di disagio perché in quel caso si paghe-rebbe con i frutti e allora perché l’assistente sociale nonverifica queste situazioni?

Seconda domanda: Perché quando si è formato uncerto equilibrio l’assistente viene cambiata?

Ah, scusate, ho capito. Qualcuno esasperato, può direo fare azioni scomposte e allora occorre l’intervento diquel personale che altrimenti sarebbe disoccupato, quin-di siamo dei datori di lavoro.

In definitiva ci troviamo a che fare con gente chestudia trent’anni per riuscire a trovare cavilli per compli-care le cose e come se non bastasse ci deve essere anchel’aureola in capo come i santini. Sappiate che per giusti-ficare quell’aureola a me hanno dato il permesso diposteggiare sapendo benissimo che non ho la macchina.Sveglia gente che la guerra è finita da molto tempo!!!

Domenica delle Palme al FornelloOspiti di Elena, Paola e Giovanni Sassolini, alcune ex

dipendenti della Busatti si sono ritrovate al Fornello conil pretesto di una saporosa merenda/cena ma, in realtà,per dare una rinfrescata ai comuni ricordi. Per nondimenticare il tempestoso rombo della “Lupa”, il sordoronfare delle Carde, le ore, i giorni e gli anni centellinatie sudati ai telai; il pulsante, ripetitivo rosario di colpi chetoglieva sonorità alle parole, più intuite che sentite.Eppure ugualmente nascevano amicizie dalla condivisionedel lavoro e dei problemi. Si vivevano momenti difficiliin quegli anni cinquanta: la Ditta, sovradimensionatanella consistenza del Personale, soffriva di una crisi diidentità che anche gli operai furono chiamati a pagare,talora dolorosamente e senza colpa.

Oggi, Domenica delle Palme, ci siamo ritrovati, or-mai nonni, in un pomeriggio freddo e rigato di pioggia checi ha stretti insieme intorno al fuoco ed al ricordo dicoloro che sono scesi dal treno della vita (ma non dallanostra memoria). Da poco tempo anche Teresa Franceschici ha lasciato. Abbiamo tutti le rughe: le cicatrici della

IL 3 MAGGIO 2001Cama86 - Come ogni anno il 3 del mese di maggio si èsvolta la festa per il patrono di Anghiari. Per fortuna dopoannate piovose la festa non è stata rimandata e si è svoltaregolarmente. La gente è stata numerosa ma inferiore al-l’anno scorso. Dopo la tradizionale tombola si sono svoltii soliti fuochi artificiali. I soliti DELUDENTI fuochi arti-ficiali! I fuochi quest’anno, come anche l’anno scorso, nonmi sono piaciuti affatto. Il parere non è solo mio ma anchedi tante altre persone di cui ho sentito l’opinione. Dovreb-bero essere più vivaci, caratterizzati da più razzi e menogirandole. Comunque sia , è stata una bella festa all’inse-gna del divertimento e della tradizione.

Artigianato e Anghiaridi Civis

Inaugurazione della XXVI Mostra dell’Artigianatodella Valtiberina Toscana.

Aria di festa con tanto di Banda (apprezzato il “pinzo”del “Gegio”), autorità pubbliche e popolo. All’atmosferafestosa, in parte attenuata dal tempo incerto, ha contribu-ito anche il nostro amico “Corea” che ha imbandieratoanche il campanile della Badia.

Ma torniamo all’inaugurazione, momento importantein cui è stato espresso l’impegno di valorizzare ed aiutareil nostro artigianato. Certo ora, con lo scorrere dei mesi,tali promesse dovrebbero trovare un riscontro pratico.Auguriamoci di sì. Intanto il Sindaco prometteva per ilprossimo anno strade, vicoli ed angoli suggestivi del“Nostro caro, vecchio Anghiari”, senza cantieri in giro.

Nei giorni successivi abbiamo potuto constatare consoddisfazione, soddisfazione di anghiarese, che tanta erala gente che si aggirava per i nostri vicoli apprezzando lamanifestazione.

Formula quindi valida, forse bisognosa di alcuniaccorgimenti ulteriori ma evidentemente da sfruttare inmodo preciso e programmatico.

vita sui volti segnatidagli anni e dal doloreche ha colpito duro fradi noi. Però, acciaccaticome siamo, abbiamoscoperto che siamo an-cora capaci di ricorda-re e di volerci bene.

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... Il Palterre

Beatitudini della seradi Cmr

Fuori tema

L’educazioneChi ama il proprio figlio usa spesso la frusta,per gioire di lui alla fine.Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggioe se ne potrà vantare con i suoi conoscenti.Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il nemico,mentre davanti agli amici potrà gioire.Muore il padre? È come se non morisse,perché lascia un suo simile di sé.Durante la vita egli gioiva nel contemplarlo,in punto di morte non prova dolore.Di fronte ai nemici lascia un vendicatore,per gli amici uno che sa ricompensarli.Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite,a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto.Un cavallo non domato diventa restìo,un figlio lasciato a sé stesso diventa sventato.Coccola il figlio ed egli ti incuterà spavento,scherza con lui, ti procurerà dispiaceri.Non ridere con lui per non doverti con lui rattristare,che non debba digrignare i denti alla fine.Non concedergli libertà in gioventù,non prendere alla leggera i suoi difetti.Piegagli il collo in gioventùe battigli le costole finché è fanciullo,perché poi intestardito non ti disobbediscae tu ne abbia un profondo dolore.Educa tuo figlio e prenditi cura di lui,così non dovrai affrontare la sua insolenza.

Dal libro della Siracide, Cap. 30

In questo angoletto intitolato “Beatitudini della sera”ho sempre cercato di trattare, senza pretese, argomentiche sono attinenti alla condizione degli anziani. Chec’entra, allora, questo capitolo 30 del Siracide sulla edu-cazione del figlio? Avete ragione. Per usare un dettotoscano c’entra come il cavolo a merenda!

Inoltre il suddetto capitolo 30 accusa in modo vistosoi suoi 2200 anni; non è più attuale, fa venir la pelle d’ocaa chi, per motivi professionali, familiari o semplicementeculturali ha seguito l‘evolversi della pedagogia.

Io l’ho riesumato col preciso scopo di evidenziarecome il problema educativo sia sempre stato presente esentito in ogni società, in ogni epoca e come sia necessarioaccostarsi alle scritture sacre per coglierne il significato,prescindendo dalla forma letterale, rielaborando il testonella nostra mente per renderlo compatibile con l’odiernaconoscenza e con le regole della nostra vita attuale.

Penso che Maria Montessori, morta negli anni ’50, lagrande pedagogista al cui pensiero si deve la rivoluzionenel metodo educativo moderno, sia stata occupata a farlezione agli angioletti sprovveduti, quando io horispolverato il nostro capitolo 30. Altrimenti il suo bona-rio sorriso si sarebbe spento sulle ìtale banconote da 1000lire (per sicurezza ho controllato: tutto a posto, sorridesempre). Ma potrebbe anche darsi che la SignoraMontessori, vedendo ora le cose da Lassù, sia tornata suisuoi passi, riconoscendo che lo sviluppo spontaneo e

libero della personalità del fanciullo debba aver pur sem-pre un limite . Perciò continua a sorridere, quasi perscusarsi del suo eccessivo permissivismo, per anni predi-cato e da molti criticato.

Dunque, venendo al nocciolo della questione, il miointento è quello di dire a noi nonni, nonni per età, anchese non per la presenza dei nipoti, che dobbiamo dare ilnostro personale contributo in soccorso delle nuove gene-razioni.

La società è malata, la famiglia è malata, i giovanisono in gran parte abbandonati, più per necessità che pervolontà. Collaboriamo per ridar loro un senso della vita,delle regole entro le quali muoversi con sicurezza, deivalori in cui credere; ma come farlo?

Ognuno nella sua realtà, nel proprio ambito cerchi, sì,di rispettare la personalità del giovane, ma esiga ancherispetto. Sappia dire di no fermamente quando necessario.Riporto in ballo le antiche regole del “galateo”, cioè dellabuona educazione, che altro non sono se non la via per nondar fastidio al prossimo.

Chi ha vissuto gli orrori della guerra e della dittaturane parli. La storia va conosciuta; chi non la conosce dovràriviverla, mi sembra di averlo sentito dire recentemente daEnzo Biagi e quello che vediamo dai telegiornali gli dàpienamente ragione. Cortei di giovani motociclisti giap-ponesi terrorizzano le notti di Tokyo e di altre grandi città,sempre cortei nella nostra Europa, di giovani nazisti,cortei nell’Irlanda contro i cattolici, ecc. ecc.

Diciamo ai nostri figli, ai nostri nipoti, che essereliberi significa avere la pace e la gioia nel cuore e non fareciò che più ci piace distruggendo corpo e anima, comeassumere droga e alcool, come correre all’impazzata inauto per le strade, come fare del sesso indiscriminato unodegli scopi della vita, come non rispettare i diritti altruiinseguendo a tutti i costi benessere, ricchezza e successo.

Ho letto su un quotidiano che alcune madri hanno fattoistanza all’anagrafe per cambiare il nome alla figlia, inquanto uguale a quello portato dalla poveretta sospettatadi matricidio e fratricidio. La cosa è emblematica e ci dicequanto sbagliano anche gli adulti, suggestionati dallacronaca in modo quasi superstizioso, ignorando l’inse-gnamento cristiano che comanda di odiare il peccato, manon il peccatore.

Non vado oltre: credo che ognuno sappia dentro di sécosa va fatto, magari non ne ha il coraggio, ma si scuota.I nostri reumatismi, i nostri guai, le paure e la solitudineoffriamoli a Dio perché ci illumini e volga il suo sguardobenevolo su questa comunità.

Aiutiamo chi è nato dopo di noi a scrivere pagine bellesul libro ancora bianco della propria vita. Il nostro è giàscritto in gran parte e non è un capolavoro, se la situazioneè quella che è.

Procuriamo, per quanto ci è possibile, di continuareentro le pareti domestiche il dialogo che la parrocchiacerca di instaurare con i ragazzi e i giovani entro le paretidell’oratorio. Tante persone si dedicano a questo compitocon slancio e abnegazione; non restiamo passivi e indiffe-renti!

Pace alle famiglie, pace e bene a tutti e su tutti sia laLuce. Noi siamo credenti; rendiamoci credibili con lanostra vita e domandiamoci dove eravamo mentre ilmondo andava alla deriva. La risposta dovrebbe toglierciil sonno!

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IL DOPO GIUBILEO di don Quinto Giorgini

Nuovo Millennio ineunteParte II

Il papa ci ricorda l’elementare verità, forse un po’dimenticata, che tutti i fedeli di qualsiasi stato, grado,età e particolarmente i fanciulli e i giovani, hanno biso-gno di una adeguata e continua formazione “spirituale”.Questa dovrà essere alimentata dall’ascolto e medita-zione della Parola di Dio, dalla preghiera “personale” e“liturgica”. Le nostre comunità devono diventare auten-tiche “scuole” di preghiera. Va salvaguardato erecuperato il significato ecclesiologico della Domenica,“Pasqua settimanale e fondamento e nucleo di tutto l’annoliturgico”. La partecipazione attiva e comunitaria allaLiturgia Eucaristica, deve essere per tutti i battezzati il“cuore” della domenica, un bisogno irrinunciabile, unappuntamento con il Signore risorto, con il suo mini-stro, con gli altri fratelli della propria Famiglia parroc-chiale. Il cristiano che trascura o che abbandona la S.Messa festiva, non solo commette un grave peccato diomissione, ma diventa “un cristiano a rischio” medio-cre, fragile ed esposto al fascino di aderire ai surrogatireligiosi: sette, religioni esoteriche, superstizioni, magie,stregonerie ecc. Al n. 37, la Lettera Nuovo MillennioIneunte, parla della Penitenza-Confessione come “viaordinaria -per ogni cristiano- per ottenere il perdono e laremissione dei peccati gravi, commessi dopo il Battesi-mo” e io aggiungerei, come aiuto ai giovani, ai ragazzi,a distinguere il senso di colpa da quello di peccato, ilbene dal male, le virtù dai vizi, alla luce della retta co-scienza illuminata dalla Legge di Dio.

Vogliamo, ricordare anche l’importanza del paragra-fo 47, dove il pontefice chiede un’attenzione speciale allapastorale della famiglia, alla preparazione dei fidanzatie dei coniugi cristiani a scegliere e vivere la spiritualitàdel Sacramento del Matrimonio, “grande mistero” del-l’amore sponsale di Cristo per la sua Chiesa, degli sposifra di loro, dei genitori verso i figli e di questi verso ilpadre e la madre.

Nell’ultima parte della Lettera, il papa chiede dipromuovere a tutti i livelli “una spiritualità di comunio-

ne” tra tutti i membri della Chiesa che devono essere“testimoni dell’Amore” ed “un cuore solo ed un’animasola”. Questa “carità agape” che dal cuore della Trinitàscende sulla Chiesa, deve rifulgere nei rapporti tra il papaed i vescovi attraverso la “collegialità episcopale”, tra ivescovi, presbiteri, diaconi, religiosi, membri delle asso-ciazioni e movimenti ecclesiali e l’intero popolo di Dio,attraverso i vari organismi di partecipazione, tra cui iconsigli presbiteriali e pastorali.

Questa spiritualità di comunione, deve animare ilcammino ecumenico con i fratelli separati perché ci sia“un solo Ovile ed un solo Pastore” e sia ritrovata la pienaunità di Fede e di Amore con le Chiese ortodosse, laComunione anglicana e le Comunità ecclesiali nate dallaRiforma, perduta nel millennio trascorso.

Lo stesso dialogo con i credenti di altre religioni,dovrà essere improntato alla reciproca conoscenza econfronto nella verità e fraternità. Il papa concludedicendo che alla “carità delle parole” dovrà seguire “lacarità delle opere concrete” verso ogni essere umano,soprattutto il più piccolo, il più debole, l’ammalato,l’anziano, l’emigrato, l’emarginato che mostrano il voltodi Cristo povero e sofferente che la Chiesa deve contem-plare e asciugare come la Veronica, per essere credibileall’uomo di oggi, disposto a credere di più ai testimoniche ai maestri.

Al termine del Giubileo, il papa stanco e anziano,ricorda a tutta la Chiesa, che non è tempo di riposare, distare a vedere, di discutere, di lamentarsi o di scoraggiar-ci “perché abbiamo pescato tutta la notte e non abbiamopreso niente” ma dobbiamo riprendere il largo (Duc inaltum!) e gettare ciascuno la propria rete, grande opiccola che sia, sotto la protezione della “Stella dellaNuova Evangelizzazione” confidando solo nella promes-sa e nella parola del Signore Gesù e non sulle nostre forzeo capacità. Si ripeterà, prima o poi, nella storia dellaChiesa il miracolo della prima pesca, fatta nel lago diGalilea.

SANTUARIO DEL CARMINEFESTE DI LUGLIO 2001

Mercoledì 11 luglio Anniversario dell'Apparizione . Alle ore 20 pellegrinaggio verso ilSantuario con partenza dalla piazzetta della Croce. Alle ore 21 Santa Messa.Sabato 14 e domenica 15 luglio preghiera comunitaria al Santuario alle ore 21.Lunedì 16 luglio Madonna del Carmelo. Alle ore 21 Santa Messa a cui seguirà laprocessione attorno al Santuario.

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NON DISPERDIAMO LE NOSTRE RADICI

Sono ormai assidua frequentatrice del nostro caro, piccolo cimitero.Prima lo frequentavo sì, sempre con rispetto naturalmente, ma spinta da pura curiosità storico-

locale. Vi ho condotto spesso le mie scolaresche per mostrare loro le più vecchie lapidi con incisicognomi insieme con nomi in binomi che ritornano, che si ripetono e che ancora oggi si possono ritro-vare nel nostro paese; per mostrare la diversità nei modi di sepoltura: prima nelle chiese più antiche,quella della Badia, di S. Agostino, poi, con Napoleone, nei cimiteri all’aperto, per motivi igienici.

Ho anche suscitato, in ambiente scolastico, giudizi non proprio positivi, riguardo la meta diqueste mie escursioni a scopo didattico, ma del resto, avere l’approvazione ai propri operati, negliambienti di lavoro, è un privilegio che pochi riescono a conquistarsi e spesso... a troppo caro prezzo.

Torniamo però al nostro luogo di pace dove un giorno tutti ci ritroveremo: è confortevole poterlotrovare sempre aperto, anche nelle ore più insolite. Pazienza, se così possono avvenire con maggiorfacilità piccoli furti: anche dalle tombe di alcuni miei avi sono spariti vasetti e portavasi in bronzo, mapago di buon grado questo prezzo, pur di poter correre alla tomba del mio tesoro ogni qualvolta neavverta l’esigenza. La mattina del I° dell’anno, per esempio, sono andata molto presto ai cimitero e...l’ho trovato brulicante di persone che... avevano provato il mio stesso impulso: correre dai nostri cariin quel giorno particolare di inizio millennio; cosa che del resto poi possiamo provare in qualsiasi altrogiorno.

Va riconosciuta, alla nostra Amministrazione, una sensibilità particolare, che non si riscontra inAmministrazioni di molti altri Comuni, verso le ultime dimore dei nostri cari e si rileva dalla attenzio-ne con cui vengono ripuliti i vialetti, curati i prati, i fiori, tutto. Ma il Comune non può far fronte aogni cosa. Molte delle lapidi più vecchie si staccano, o si rompono e mette tanta tristezza vedere in unangolo frantumi di lapidi dove ancora si possono leggere nomi, date, epitaffi. Anche nel vialetto doveè la tomba di Roberto ci sono tante di queste vecchie sepolture. Dai cognomi, ancora presenti nelnostro paese, si può risalire ai proprietari. Perché lasciare che scompaiano quelle indicazioni ultime divite vissute e consumate nelle nostre strade, piazze? Molte sono le lapidi di bambini, di giovani, e daqueste io, ma come tutti penso, sono attratta e colpita in maniera particolare. Da altre parti, anche inpaesi limitrofi, hanno fatto presto: hanno distrutto tutto il vecchio e si sono rifatti da capo. Perchéanche noi vogliamo distruggere la nostra storia, disperdere le nostre radici?

Non credo che richieda una grande spesa far ripulire e consolidare una vecchia lapide. Aiutiamoil Comune a tenere ordinato il nostro cimitero preoccupandoci, ognuno di noi, di restaurare le tombedei nostri morti, anche di quelli non tanto più vecchi, quanto più lontani nel tempo.

Forza, vediamo se qualcuno inizia, se dà il via al pietoso restauro, magari adottando anchequalche tomba orfana , basta spesso che uno cominci e che poi altri si sentano coinvolti nell’imitazionedel buon esempio; il cimitero è laggiù... che aspetta.

Per Roberto

Il sole illuminai biondi capellid’una bimbaleggermente mossidalla brezza estiva.Risplende nell’azzurrodei suoi occhisquarcio di cielonell’ombra grigiadella vita.La calda estateci attendeprofumo di tiglie magnoliegioia di vivered’amare e sperare.

Auguri a Tania

Il 4 maggio scorso si è laureata in "Chimica eTecnologia Farmaceutica", presso l'Università diPerugia, Tania Mazzoni di Anghiari.

Tania ha ottenuto la bella votazione di 107,discutendo la tesi: “Addestramento all'evitamentopassivo ed espressione di head shock protein72kDa (hsp72) nel cervello di ratto”.

Relatore: Professoressa Maria VittoriaAmbrosini.Alla neo-dottoressa le più vive felicitazioni dagliamici e dalla redazione de “l’Oratorio”.

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

È aperta la sottoscrizione per l’acquisto di una... NUOVA AMBULANZA

Anche per la Confraternita di Misericordia di Anghiari è arrivato il momento di acquistare una nuova ambulanzaed un’auto da utilizzare per i servizi sociali nel paese.

La necessità di dover sostenere una spesa così rilevante (complessivamente non meno di 100 milioni) ci obbligaa sollecitare la tradizionale generosità di tutti gli anghiaresi, affinché si riesca a raccogliere quanto prima la cifranecessaria per l’acquisto dei due automezzi.

Non con imbarazzo ma con gioia e serenità, rivolgiamo pertanto la richiesta di aiuto a tutti i nostri concittadini,comunicando le modalità per poter effettuare ciascuno la propria offerta:

1) – conto corrente bancario n. 5617 intestato alla “Confraternita di Misericordia di Anghiari”, presso la Banca diAnghiari e Stia, Credito Cooperativo

2) – conto corrente postale n. 14064521 intestato alla “Confraternita di Misericordia di Anghiari”

3) – direttamente presso la sede della Confraternita di Misericordia di Anghiari, in via Matteotti, 129

Tutte le offerte verranno rigorosamente registrate e rese note anche attraverso il periodico “L’oratorio d’Anghiari”in modo che la nostra popolazione possa seguire puntualmente l’esito della sottoscrizione.Ricordiamo anche che le offerte potranno godere di agevolazioni fiscali nelle dichiarazioni dei redditi deisingoli oblatori, in base alla seguente normativa:

A) – PERSONE FISICHE – detrazione di imposta al 19% su erogazioni liberali in favore delle ONLUS fino adun massimo di Lit. 4.000.000 (ai sensi dell’art. 13-bis D.P.R. 917/86)

B) – IMPRESE – deducibilità dal reddito di impresa su erogazioni liberali in favore delle ONLUS, nei limiti di Lit.4.000.000 o del 2% del reddito di impresa dichiarato (ai sensi dell’art. 65 D.P.R. 917/86).

Quanto sopra è regolamentato in base al riconoscimento della Confraternita di Misericordia di Anghiari qualeONLUS (art. 10 D.L. n. 460/97 che richiama le associazioni di volontariato ex legge 266/91 iscritte agli albi regionali).

Siamo certi che lo spirito di solidarietà di tutta la popolazione saprà sostenere la nostra Confraternita per taleimpegno, ambizioso ma necessario.Cogliamo l’occasione per ricordare che abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti anche per le attività istituzionali dellaConfraternita (autisti di ambulanza, barellieri, volontari per l’assistenza agli anziani nelle piccole necessità…).

Attendiamo il vostro intervento, finanziario e fisico; con l’aiuto di tutti potremo mantenere la Confraternita diMisericordia all’altezza del proprio ruolo a sostegno di chi ha più bisogno.

Fraterni saluti.IL GOVERNATORE Massimo Redenti

Cambio al vertice della Confraternita di Misericordia di Anghiari

La Confraternita di Misericordia di Anghiari ha un nuovo Governatore: Massimo Redenti èsubentrato ad Adriano Baccanelli, dimissionario per motivi personali e che rimane comunque nella vestedi consigliere all’interno del Magistrato.

Ad Adriano Baccanelli, Governatore uscente, rivolgiamo il più sincero ringraziamento per quanto hafatto e per quanto potrà ancora fare a favore della nostra Confraternita.

A Massimo Redenti, nuovo Governatore, rivolgiamo l’augurio affinché, assieme alle responsabilitàe agli oneri della preziosa opera che si appresta a condurre, non manchino gioie e soddisfazioni profonde.

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ANGHIARI – DOMENICA 17 GIUGNO 2001Chiesa di San Bartolomeo Apostolo

Ore 11

Annunciano la loro Prima Santa Comunione

Bianchi SaraBianchini Ilaria

Bigoni LauraBindi Monica

Casacci FrancescaCastelli Daniela

Cherici LucaComanducci Stefano

De Castro SaraDi Biase Luca

Girolimoni LucaLacrimini EricaLanzi Eleonora

Per mano incontro a Gesù!

Nel pomeriggio di sabato 5 maggio 2001, ventinove bambinidella nostra Parrocchia hanno ricevuto, per la prima volta il SA-CRAMENTO DEL PERDONO. Accompagnati dai loro rispetti-vi genitori, si sono recati in chiesa pieni di emozione, ma consa-pevoli della importanza del momento: il perdono del Padre donapace e gioia e rinnova l’amicizia con Dio e con i fratelli. Questistessi bambini riceveranno nei prossimi mesi la loro PRIMACOMUNIONE. In ogni parrocchia il giorno della Prima Comu-nione è sempre per tutti una grande festa ma, al di là di ognisentimentalismo, vorrei sottolineare la responsabilità di ciascunodi noi, nei confronti di questi fanciulli, che dobbiamo sentire NO-STRI FIGLI e che, in quanto tali, dobbiamo amare ed aiutare acrescere.

Preghiamo allora il Signore, affinché ci aiuti ad essere degliadulti, capaci di trasmettere alle nuove generazioni l’emozionedel vivere la vita alla luce della parola di Dio, senza la paura dimostrare i segni della nostra fede.

Donatella

Marsiglia NatalieMatteucci NicolaPajaro MaddalenaPecorai GretaPernici MirkoPisani Barbacciani EdoardoPonziani LeonardoRusso NicolaSbragi LorenzoScartoni CamillaTecchioli LorenzoTerzini StefanoVenturini Letizia

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SIGNORE DEL ‘900di Ivano Leonardi

Che superati gli “anta”, le donne cerchino di dimenticarei loro compleanni è cosa nota! Un secolo di vita, però, èuna ricorrenza che non può passare inosservata: la no-stra paesana GIUSEPPA FASTACCHINI nacque nel-l’aprile del ‘901. Con questi pochi dati i più non capi-ranno di chi stiamo parlando, meglio presentarla comela Beppa di Tito, la mamma della Lia, della Sara e dellaZelia. Il 21 aprile intorno alla nostra centenaria si sonoriuniti in casa della figlia a Milano, parenti ed amici.È stata una bellissima festa di questa “grande famiglia”(la bisnonna di 100 anni, l’ultima nipotina di quasi unanno!) ben organizzata per la gioia della Beppa che, sem-pre vigile e attenta, cercava di spiegare, meravigliando-si, di come era passato in fretta tutto questo tempo.Poi a far riaffiorare ricordi ed emozioni sono state suffi-cienti poche foto dai contorni orlati ed ingialliti: uno spac-cato su fatti, luoghi e persone commentato da una testimone oculare.Grazioso è stato il racconto di un episodio di quando “cuciva da donna”. Un giorno andò da lei una ragazza perordinarle un vestito, allora la Beppa le mostrò alcuni figurini per avere un’idea di come realizzarlo. Su quei disegni,la ragazza confessò di non capirci molto, ma subito aggiunse: “Sdocciolèto ‘un nel vo’, con le piéghe ‘un nel vo’,diritto ‘un nel vo’, billino Beppa! billino Beppa!!” e quel “billino Beppa” è rimasto proverbiale per sottolineare lapretesa assurda di chi, pur non sapendo bene cosa vuole desidera che sia una cosa bella.Numerosi i messaggi di auguri e di felicitazioni. Particolarmente graditi quelli della comunità anghiarese, dei qualiil Sindaco si è fatto interprete inviandole bellissime rose e una medaglia raffigurante uno scorcio del campanile di S.Agostino.Un segno di riconoscenza da ricondurre anche ai contributi che la famiglia Tagliaferri ha dato in passato alla vitasociale del paese: Tito è stato consigliere e assessore, la Lia, oltre ad aver partecipato come bravissima attrice allerappresentazioni teatrali, va ricordata per essere stata la “fondatrice” della biblioteca comunale.Un filmato amatoriale realizzato, per iniziativa di Mery Farinelli, da Fabiano Giabbanelli è stata la sorpresa piùgrande per la Beppa che ha ricevuto gli auguri, attraverso la TV, da alcuni paesani. Allora è cominciata tra i presentila ricerca delle anghiaresi che la seguono in questa gara di longevità.Senz’altro la concorrente più vicina è la signora Iolanda Stefanelli (mamma di Lamberto Ulivi) sua coetanea, nata il23 giugno 1901 a cui vanno i nostri più sinceri auguri.Poi, a qualche lunghezza, il gruppo delle altre signore del ’900.Anno 1903: Isolina Goretti (del Bagnolo di Tavernelle) nata ad Anghiari il 25 febbraio; Antonio Mondani ("Camillo"

del Carmine) nato ad Anghiari il 16 agosto;

Da 0 a 100. Questo potrebbe esse il titolo della foto che raffigurala nonna "Beppa" che ha compiuto cento anni e il pronipote cheancora non ha compiuto un anno.

La vignetta: Dieta sana o obbligatoria?Anno 1904: Serafina Serafini (la mamma di "Bista"Chialli di San Leo) nata a Monte S. Maria Tiberinail 10 marzo; Marianna Panichi (originaria diSchieto sta per la via del Campo della Fiera) nataad Anghiari il 22 giugno; Maria Ruggeri (la mam-ma dei Giglini del Campo della Fiera) nata ad An-ghiari il 9 luglio; Ines Goretti (abita a Pontederaed è la zia di Mauro Goretti) nata ad Anghiari il1° agosto;

Anno 1906: Caterina Santi (l'indimenticabile "bidella"delle Scuole medie) nata ad Anghiari il 20 mag-gio; Cecilia Boriosi (la simpatica "Cia" che oraabita al Campo della Fiera) nata a Monte S. Ma-ria Tiberina l'11 agosto.

Il segreto di tanta longevità? Accettare la vita perquello che è, con serenità e fiducia.

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Angolo della MissioneRubrica a cura di Franco Cristini

In memoria di Giuseppina Checcaglini

Offerte per il restauro della teladi Sant’Anna

Ricordiamo che a tutt'oggi sono pervenute circa lire3.400.000 per il restauro della tela detta di Sant'Anna, inmemoria di Roberto Giabbanelli, e che si conserva nellachiesa della Propositura.

Ricordiamo che per completare il restaurooccorreranno circa 7 milioni e invitiamo pertanto chi lodesidera a farci pervenire le loro offerte. Essendo comun-que giunto il N.O. della Sovrintendenza l'opera saràinviata al restauro quanto prima.

Ed ecco ora le ultime offerte pervenute:Franca di Arezzo lire 50.000.Centro Studi Archeologici di Anghiari lire 110.000

Per la missione di Kibakwe in Tanzania sono state elargite due donazioni da lire 50.000. In più è stata donatala somma di lire 1.061.000 raccolta in memoria della defunta Giuseppina Checcaglini in Chiarini.Da tener presente che domenica 10 giungo verrà organizzato nella nostra parrocchia in Propositura unincontro delle famiglie di Anghiari e Caprese che hanno adottato un bambino a distanza. Sarà l’occasione perfar conoscere a tutti l’utilità e la carità di questo atto che sta interessando sempre più persone anche nel nostropaese. L’eventuale programma sarà portato a conoscenza su manifesti affissi nelle nostre chiese.Pace e bene a tutti.

Casa miaDi sassi edificata già in tardo trecento,torre alta e sottile distesa in verticale,pietre scolpite interne come un bel monumento,alzi quattro livelli, passando tre file di scale.

Arrampicata in centro dentro le cinta mura,nello storico luogo sede della Badia,il fu Francesco Nenci, maestro di pittura,ti onora col suo nome, la rispettiva via.

Osservando la valle, su, dalla quarta stanza,vedo che il fiume antico fluendo verso Roma,si stringe a tratti e, a tratti, scomposto allarga l’ansa,dove cantando scorre, d’argento la sua chioma.

Sobrio rifugio osservi, testimone silente,occultando discreta, coinvolta e ruffiana,la tarda estate amena della mia vita ardente,nel tuo scrigno di pietra, dalla ciarla paesana.

Adriano

LE LOGGEdi Clèto

I fochiBeppe – Cecco, ma è visto che barca de lavori che c’è ‘ngiro.Cecco – Dillo a mè che ieri s’ho passo dal forno e c’eronqueli che lavorino lì al Destino. Aia piuvuto da poco e lavia era piena de motta. Me sembrèva d’essere pe’ la viadei Campacci de quande stèvo a la Morte.B. – Comunque el Sindaco ha ditto che mo’ prestofiniscono ‘gni cosa.C. – Pechèto però che ‘n’han pututo finire ‘l Fosso pe’ laprucissione del 3 maggio.B. – A proposito ma pu’ Cecco ci s’è ito a vedere i fochiiersera?C. – Ma che! Doppo ‘n’aio voglia e so’ armasto a chèsa.El mi’ citto ha ditto che al Nanni ‘n gni son piaciuti maa lu’ sì.B. – È sempre cusì ma comunque dici che è stèto un bellospettacolo. Io Cecco mo' vèdo a chèsa.

La borsa di studio per Gilmar

A pag 25 troverete l'articolo di Laura Taddei sull'ini-ziativa di Tavernelle che si prefiggeva di raccogliere fondiper la borsa di studio del seminarista brasiliano.

A questa iniziativa si sono affiancate quella delMercatino al Carmine, del Mercatino a Tavernelle, del-l'offerta dei Fratres e delle offerte di privati che hannofatto sì che la somma inviata a Gilmar è risultata esseredi due milioni e duecentomila.

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

BSE e DONAZIONIIl bollettino della diffusione dell’encefalopatia spongiforme bovina (Bse), ormai noto come morbo della “mucca pazza”,

si allarga di giorno in giorno, occupando le prime pagine dei giornali e creando nell’opinione pubblica una crescentepreoccupazione. Il professor Giuseppe Vicari ci illustra, qui di seguito, le conseguenze che questo fenomeno potrebbe avereper la donazione del sangue, spiegando che l’indispensabile cautela e le doverose precauzioni non devono indurre allarmismiingiustificati.

Al di là di questo aspetto, quali valutazioni si possono fare su tutta questa vicenda? I giornali si limitano in genere alladescrizione dei fatti o ad una loro denuncia. Il dibattito degli specialisti, politici e scienziati, sembra soffermarsi quasi solosulle questioni tecniche o di risoluzione immediata del problema. Non basta. Bisogna andare più a fondo, ricercandone le causeper rimuoverle in radice e imparare dagli errori fatti per non ripeterli o non riproporli in altre forme.

Fin dagli anni ‘90 era stato detto che l’origine del morbo doveva essere attribuita all’alimentazione a base di farina di carnie di ossa somministrata dai coltivatori inglesi alle loro mucche, farina ottenuta perfino da resti di capi ammalati, facendodiventare degli animali per loro natura erbivori, animali carnivori. Se ciò corrisponde a verità non si è più dinanzi a situazioniimprevedibili come ne sono avvenute nella storia, ma di fronte ad una scelta che, per scopi di interessi, viola imprudentementel’ordine naturale della cose, provocando danni gravissimi nei confronti dell’umanità e dello stesso mondo agricolo. La cosa

Colloquio con il Prof. VicariCosa c’entra la mucca pazza con la donazione di

sangue? Poco, apparentemente; anche se tra i medici e iricercatori, giustamente, niente viene dato per scontato eil primo atteggiamento è quello di grande cautela. Il prof.Giuseppe Vicari, per molti anni ricercatore dell’IstitutoSuperiore di Sanità, di cui è stato anche direttore, cispiega quali ricerche sono in corso per evitare ogni rischioe garantire il massimo livello di sicurezza perl’emotrasfusione e per la produzione di emoderivati.

“Il problema - sottolinea il prof: Vicari - riguarda lacosiddetta ‘new variant’ della Bse, quella che si sarebbetrasmessa dai bovini all’uomo. Questa forma della malat-tia colpisce a volte anche soggetti giovani, e non è esclusoche fra questi possano esserci donatori.

È successo in Inghilterra, dove su un’ottantina di casiche si sono verificati, uno di questi aveva effettuato do-nazioni di sangue”. Di fronte a questa situazione, è ov-vio chiedersi se la malattia possa trasmettersi anche at-traverso il sangue: “Secondo le ricerche che sono statefatte, anche con test su ovini, questa ipotesi non è da

escludersi, anche se per ora non ci sono certezze assolu-te. Per ora quindi l’unica cosa da fare è prendere tutte leprecauzioni possibili. Ad esempio, è bene che venga chie-sto ai donatori se hanno avuto soggiorni lunghi in Inghil-terra durante il periodo di maggior diffusione del virus”.

Il riferimento a questo punto è obbligato: nascerà tragli italiani un periodo di panico, come quello che accom-pagnò la scoperta dell’Aids?

“Con l’avvento dell’Aids - risponde Vicari - l’atten-zione per la sicurezza nelle trasfusioni di sangue e nellaproduzione di emoderivati è cresciuta tantissimo: per que-sto siamo più preparati ad affrontare la questione contutte le precauzioni necessarie.

L’unica soluzione potrebbe essere quella di un meto-do diagnostico che permetta di evidenziare la presenzadel prione della Bse nel sangue.

Quando ciò verrà praticato, diventerà un’analisi ob-bligatoria come lo sono oggi tante altre. Ancora di fattoquest’analisi non c’è, ma dobbiamo ricordare,prima di fare inutili allarmismi, che ad oggi inItalia non sono mai state trovate persone in-fette dalla cosiddetta “new variant”.

grave, in tutto questo, è che i fatti erano noti da anni, eppure si è continuatoad operare come se niente fosse successo. Perché non si è fermata in tempoquella situazione?

Le cause, al di là delle ragioni immediate, sono essenzialmente due: laviolenza perpetrata da decenni nei confronti della natura fino a provocarnela ribellione e il prevalere di un concetto di economia basato esclusivamen-te sull’interesse economico, sul guadagno e non sul primato della persona,del bene comune e della salubrità dei prodotti alimentari. Su entrambiquesti nodi il Papa ha usato parole forti, durante il Giubileo, rivolgendosiagli agricoltori: “Operate in modo da resistere alle tentazioni di unaproduttività e di un guadagno che vadano a discapito del rispetto dellanatura. Da Dio la terra è stata affidata all’uomo perché la coltivasse e lacustodisse. Quando si dimentica questo principio, facendosi tiranni e noncustodi della natura, questa prima o poi si ribellerà”.

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Analizzando i dati in nostro possesso, relativi al nu-mero delle donazioni effettuate dai nostri iscritti pressoil Centro Trasfusionale dell’Ospedale di zona nel perio-do gennaio-marzo 2001, si evince che queste hanno rag-giunto in totale la cifra di centoventuno con una mediamensile di 40.3 emotrasfusioni.

Il mese più “generoso” è stato quello di marzo conben quarantasette donazioni, di cui nove plasmaferesi,una in più di gennaio. Quello più “povero” è risultatofebbraio, con solo ventotto (una al giorno !!!) trasfusio-ni, a causa anche della sua brevità.

Considerando l’obiettivo finale che ci siamo a suotempo dati, in questo anno particolarmente significativoper il nostro Gruppo, quale venticinquesimo dalla suafondazione, quello cioè di conseguire entro il prossimotrentuno dicembre le CINQUECENTO donazioni, percelebrare al meglio questa importante ricorrenza, si ri-leva la necessità di incrementare di almeno due punti lasuddetta media mensile, per conseguire tale lusinghierorisultato, sicuramente alla nostra portata.

Da alcune settimane, intanto, la nostra segreteria èimpegnata nell’aggiornamento del proprio sistema

informatico, in vista dell’imminente attivazione del colle-gamento telematico con i Centri Trasfusionali della re-gione ed è quindi impossibilitata ad inoltrare con regola-rità ai propri iscritti i consueti inviti. Questi sono quindipregati, nel frattempo, di recarsi autonomamente alCentro Trasfusionale , non appena trascorso il previstointervallo di tempo tra una donazione e l’altra che, ricor-diamolo, per gli uomini è di almeno quattro-cinque mesi eper le donne di sei mesi, mentre per la plasmaferesi sonosufficienti tre mesi. Appena sarà tecnicamente possibile,verrà comunque riattivato il precedente servizio di reca-pito a domicilio della lettera con l’ “invito a donare”.

Grazie a tutti i donatori attivi che con il loro atto diconcreta solidarietà umana, permettono al nostro Grup-po di portare avanti la sua attività e di migliorarne neltempo i risultati.

Un caloroso invito, infine, a quanti senza una ragioneparticolare non donano più da tanto tempo, a riprenderequesta bella consuetudine, con la consapevolezza che“donare sangue è donare la vita” ai tanti nostri fratellimalati.

IL PRESIDENTE

D O N A Z I O N I 2001: FACCIAMO IL PUNTO

IL PRESIDENTE DEL GRUPPO DONATORI DI SANGUE “FRATRES” DI ANGHIARI,S A L U T A

ANCHE A NOME DEL CONSIGLIO DIRETTIVO E DI TUTTI GLI ISCRITTI,IL NUOVO GOVERNATORE DELLA CONFRATERNITA DI MISERICORDIA

MASSIMO REDENTI, AUGURANDOGLI FRATERNAMENTE BUON LAVORO ED ASSICURANDOGLI LA

MASSIMA COLLABORAZIONE .UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE AD

ADRIANO BACCANELLI, PER QUANTO HA SAPUTO E VOLUTO OPERARE A FAVORE DI QUESTO GRUPPO,

NEGLI ANNI IN CUI HA GOVERNATO LA STESSA CONFRATERNITA.CHE DIO GLIENE RENDA MERITO !!!

SOLENNI FESTEGGIAMENTIPER IL XXV° DI FONDAZIONE DEL GRUPPO

***SABATO 07 E DOMENICA 08 LUGLIO 2001 PIAZZA BALDACCIO

TUTTA LA CITTADINANZA È INVITATA A PARTECIPARE !!!

N.B.: IL PROGRAMMA DETTAGLIATO SARÀ COMUNICATO CON APPOSITI MANIFESTI MURALI.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO

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Riflessione sulla Pasquadi Alessandro Bivignani

Dopo l’eccezionale esperienza della Giornata Mon-diale della Gioventù svolta a Roma dal 15 al 20 agostoscorso, non potevo certamente rimanere insensibile nelrivedere la croce della GMG in piazza S. Pietro, ladomenica delle Palme, cioè l’8 aprile scorso.

La famosa croce che durante l’anno 2000 è passataper le diocesi italiane (anche da Arezzo) ed ha raccoltopiù di due milioni di giovani a Tor vergata, nelle afosegiornate dell’agosto 2000. Ed è la stessa croce che ilSanto Padre ha affidato ai giovani durante la primaedizione della Giornata Mondiale della Gioventù, svoltaben 15 anni fa, diventata il simbolo degli incontri a livellomondiale dei giovani cristiani.

E nel rivedere quella croce, al quale sono andatoincontro per 20 chilometri sul rovente asfalto del raccor-do di Roma, sono stato attraversato da un fremito dicommozione. Ed in particolare nel momento in cui lacroce, di fronte al Papa, è passata dalle mani dei giovaniromani a quelle dei giovani canadesi. Sarà infatti ilCanada a fare da sfondo alla prossima GMG: Toronto2002!

Sarà sicuramente emozionante poter rivedere quellastessa croce a Toronto nel luglio 2002, che raccoglierànuovamente intorno a sé centinaia di migliaia di giovanidi tutto il mondo.

Questa croce non è uno strumento di morte; è unacroce senza il Crocifisso: è infatti la croce del Risorto,del Vivente. Con essa Gesù ci parla di salvezza: da essaè passato il Signore per salvare l’umanità, su quella cro-ce sono stati appesi tutti i nostri peccati.

Anche se in ritardo un augurio di vivere una buonaPasqua, perché essa non è passata, ma è solo il punto dipartenza. Da essa impariamo che l’incontro con GesùRisorto ci fa diventare persone traboccanti di gioia, quellavera, che solo Lui è capace di dare a chi lo accoglie conamore sincero.P.S. Ricordo a tutti i giovani l’appuntamento del Papa:ci vediamo a Toronto, in Canada! Non mancate!

Ricordo di un caro zio anghiarese lontano

Oggi 13 aprile, Venerdì Santo, è salito al cieloCostantino Giovagnini. Emigrato in Argentina nel 1950,era rimasto legato alla sua famiglia ed al suo Anghiari.Voglio dedicargli un piccolo spazio su questo giornalinoche puntualmente, da qualche anno, entrava nella suacasa.

Uomo onesto, corretto, lavoratore, ha dedicato la suavita alla famiglia e al lavoro, cercando di trasmettere aglialtri, ogni giorno, in ogni occasione, quei valori in cui luicredeva: l’amicizia, la disponibilità, la fratellanza, ilrispetto e l’amore tra parenti, tra amici. L’amore anche

per il suo paese, di cui lui era tanto orgoglioso.Lui è stato uno dei principali promotori del gemellaggio

tra La Plata e Anghiari, lo ha voluto e ha creduto nella suarealizzazione fin dall’inizio. Fu una grande soddisfazio-ne per lui far conoscere agli amici il “suo Sindaco” e laCompagnia dei Ricomposti che tanto gli piaceva quandosi esibiva.

Io ero piccolina quando mi regalò un vocabolario diITALIANO-SPAGNOLO affinché potessi imparare ascrivere o comunque comunicare meglio con i suoi figlie con i miei tanti cugini, per mantenerci più uniti e vicini.A me ha insegnato tante cose. Ho di lui tanti e solo beiricordi. Mi dicono che in molte cose gli somiglio e io sonoorgogliosissima di questo e lo ringrazio per essere riusci-to a farmi amare i miei cari lontani. Il dolore per la perditaè grande ma la certezza che l’anima dei buoni è fra lebraccia di Dio ci dà conforto in questo doloroso momentoe per il rispetto che gli devo cercherò di fare del suo stiledi vita il mio modello.

Credo che quanti lo conobbero lo ricorderanno sem-pre con affetto! Mancherà tanto a tutti noi, ma resteràsempre vivo nei nostri ricordi. Francesca

I fiori giallidi Maria Pia Fabiani

Per la Bozia non è ancora passatoil giardiniere con la “falce” amarache taglia ai fiori le teste innocenti.

Non è ancora passato, e la mattinaquando passo prestino, sulla destranel greppo erboso spiccano doratifiori campestri: l’abitino è chiusoma il poligono grande di terrenone viene nondimeno ingentilito.

Quando ripasso, tardi, è spalancatoil vestitino giallo e il suo fulgoreirradia gioia e tenera bellezza;

ma giorni fa pioveva; e i fiorellini,riabbottonati l’abito gioioso,a mezzogiorno, con calma dolcezzaaspettavano il soleper aprirgli felici abito e cuore.

2 aprile 2001

Nozze d'oro

Sabato 31 marzo, con una cerimonia semplicissima,circondati dall'affetto dei loro cari, Giovanni e Vitto-ria Madiai hanno festeggiato 50 anni di matrimonio.

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Il mercato del pescedi CivisÈ successo ancora. Mercoledì 25 aprile era festa e quindi il mercato eraspostato al giorno precedente. Questa la regola che esiste da sempre: incaso di festa il mercato si tiene il giorno precedente, le fiere il giorno suc-cessivo.Solo che i tempi sono cambiati e i banchi che intervengono al mercato delmercoledì, per vari motivi ed impegni, quando il mercato viene anticipatoal martedì preferiscono altre piazze.Unico banco presente e funzionante quello del pesce (che infatti viene sem-pre di martedì). E allora, quando il mercato cade di martedì, chiamiamolodirettamente il mercato del pesce.

Nel ricordo della nonna Lidia Babbinidi Armando Zanchi

Ancora un vuototra questi Anghiaresiche nella loro vitamai si sono arresi

Sol nel momentodel tragico destinodi fronte ad essocostretti a far l’inchino

La nostra Lidiacon i novantuno anniacciacchi e gioiema anche i malanni

Questa famigliadi grande generazioneche per Anghiarifu venerazione

Ora si ricongiungecol caro suo fratelloquel grande Lorisdel paese fu modello

‘Sta grande stirpedi questi paesanisempre arroccatinel bene e pochi i mali

Vecchia generazionecon sangue Anghiareseche ad ogni incontrovedevi mani tese

Sempre gioialiamanti del vicinoad ogni incontronel piccolo paesino

Ricordo la Lidiama solo in lontananzaalla finestrapiena di speranza

Come la Graziaed anche l’Angiolinache incontravoper la solita stradina

I cari nepotinel ricordare la nonnache fu devotacon virtù profonda

Anche ai cari figlimi unisco al loro doloreda vecchio paesanoperché mi resta a cuore

L’ultimo abbracciodentro la chiesettail luogo natìola nostra Lidia aspetta:

Mi sembra qui opportuno segnalare l’iniziativa della II/A e II/B delle scuole elementari di Anghiari che hanno“ricostruito” il mercato di una volta e le classi prime che hanno realizzato degli spaccati di vita anghiarese. Unimpegno per maestre e scolari che la pubblica amministrazione potrebbe sfruttare per rilanciare questo nostromercato in via di estinzione.Un'idea potrebbe essere quella di effettuare dei mercati, o delle fiere, in esenzione di "gabella", come veniva fattouna volta. Ma le idee potrebbero essere tante altre. L'importante avere la volontà di fare qualcosa.

Un momento del mercato ricreato dai bam-bini delle scuole elementari.

La vignetta: Una soluzione facile facile.La staccionata del "Topo"

di CivisPenso che ormai molti avranno potuto vedere la stac-cionata in legno che il Comune ha realizzato nel trat-to di strada che va dalla Portaccia fino alla Genga enell'altro tratto verso Palazzolo.Lungo la strada che va all'Intoppo (il Topo) è statainoltre ripulita la scarpata a valle della strada stessadi modo che adesso è possibile godere di un bel pa-norama della valtiberina. Due aree di sosta sarannoapprezzate da chi vorrà fare una breve fermata.Sarei dispiaciuto se questa inimitabile strada fossestravolta da interventi richiesti per poterci "scorraz-zare" in auto a più elevate velocità.

foto Studio F10

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Dalle nostre Parrocchie

MonterchiIl 17 giugno, festa del Corpus Domini, viene celebra-

ta anche la Prima Comunione per tutte e tre le parrocchiedi Monterchi, Pocaia e Padonchia. Viene celebrata nellachiesa di San Simeone a Monterchi. Dopo la Messa delCorpus Domini delle 10,45 (viene infatti anticipata sulnormale orario in considerazione che sarà una cerimoniapiù lunga del solito), con il SS. Sacramento solennementeesposto, viene fatta la processione eucaristica nel centrostorico, attorno alle mura del paese. Prenderà parte laCompagnia del SS. Sacramento con i propri labari e lacaratteristica veste bianca con mantellina rossa. Parteci-peranno tutti i ragazzi della Prima Comunione e i rispet-tivi genitori e familiari. Quest’anno c’è la particolaritàche i comunicandi delle tre parrocchie hanno deciso dicelebrarla insieme e hanno deciso di usare una veste (ilsaio) uguale per tutti, sia per i fanciulli che per lefanciulle.

Questa cerimonia è preceduta da un ritiro spiritualeche verrà fatto presso il Cenacolo di Montauto venerdì 15giugno. Serve per completare la preparazione a questosacramento.

A Tarsignano (Colcello dei Crulli) festa di SanGiovanni Battista il 24 giugno con la celebrazione dellaMessa vespertina, circa le ore 19. Questa frazione è la piùsperduta del comune di Monterchi.

Stanno proseguendo i lavori di restauro alle trechiese della nostra zona: la chiesa di Santa Maria aFonaco, la chiesa e il complesso parrocchiale di SanLorenzo a Ricciano e la chiesa dei Santi Apollinare eSisto a Petretole.

Compatibilmente con il termine dei lavori ci piacereb-be poter inaugurare la chiesa di Santa Maria a Fonacoil 5 di agosto che è il giorno della ricorrenza dellaMadonna della neve, patrona di quella chiesa e la chiesadi San Lorenzo il 10 agosto.

Mercoledì 11 luglio è la festa di San Benedetto abatepatrono d’Europa ma anche del nostro monastero diMonterchi. Le monache di Monterchi infatti sono mona-che benedettine del SS. Sacramento che una volta sicelebrava il 21 di marzo (che è il giorno della morte di SanBenedetto) adesso, in seguito alla nomina di San Bene-detto a patrono d’Europa, la festa nel monastero vienecelebrata solennemente l’11 di luglio. Oltre che la Messasolenne vespertina delle ore 18, dopo cena, viene organiz-zato un concerto programmato dal Comune di Monterchinel recinto del convento che verrà ufficializzata ereclamizzata anche da un depliant

La costruzione della nuova palestra presso la scuolamedia di Monterchi procede celermente. Per il nuovoanno scolastico sarà pronta, vicino alla scuola media, epermetterà anche ai nostri alunni di avere la comodità perla ginnastica senza doversi trasferire, come adesso, al

palazzetto dello sport di Anghiari.Intorno a Monterchi stanno fiorendo diverse aziende

agrituristiche abbastanza frequentate a seconda dellestagioni. A Ripoli presso la casa Rosadi, a Pocaia pressola località di Fanone e altre nelle nostre colline. Frequen-tatori abituali sono in massima parte stranieri.

Per quanto riguarda i campeggi estivi, dato che nonsiamo in grado di gestirli da soli, mi rivolgerò ad Anghiaria Juan Carlos e a Don Marco se possono accogliere neiloro gruppi anche alcuni ragazzi di queste parti, oppureogni famiglia provvederà autonomamente.

MiccianoI programmi per i prossimi mesi si fanno male perché

la chiesa è ancora chiusa, anche se ci auguriamo entroil maggio di poterla riaprire.

La Festa del Corpus Domini qui a Micciano vieneanticipata alla domenica precedente tale festività. Sicelebrerà infatti il 10 giugno, nella domenica dellaSantissima Trinità. È una antica tradizione che è statafatta per dare la possibilità e ai sacerdoti e al popolo dipartecipare poi alla festa ad Anghiari. In occasione diquesta festa si fa anche la Prima Comunione. Quest’annoci saranno quattro bambini. Se la chiesa non sarà riapertafaremo la festa nella stanza adiacente alla chiesa stessa,nella sala parrocchiale, dove attualmente celebriamo.Stanza decorosa ma chiaramente insufficiente.

Nel luglio la parrocchia è interessata, come tutta lanostra zona, alle feste del Carmine dell’11 luglio ,anniversario dell’apparizione e il 16 luglio festa dellaMadonna del Carmine. È consolante comunque vederequanto le popolazioni della zona sentono affetto a questosantuario. In occasione della Domenica in Albis adesempio la chiesa era piena di gente che seguiva attenta-mente, nonostante il rito fosse abbastanza lungo. Sonocontento come parroco che il popolo di Micciano abbiapartecipato al pellegrinaggio che si è soliti fare a piedi daMicciano verso il Santuario. Questo pellegrinaggio si fadal 1571. Ciò è documentato da una Bolla del Papa sanPio V che determinò particolari indulgenze a chi parteci-pava a questo pellegrinaggio. Non ho potuto parteciparepersonalmente ma sono stato lieto di aver delegato donDerno, che fra l’altro è originario di Micciano, mentre ioho partecipato al Santuario.

Ho la fortuna di avere un bel gruppo di persone che miaiutano nella catechesi che facciamo settimanalmente aibambini divisi in varie categorie. I bambini della PrimaComunione li seguo io direttamente dato che è questo unpunto molto importante della loro vita. Debbo poi rico-noscere, anche grazie al lavoro dei miei predecessori, checi sono un bel gruppo di famiglie, uomini e donne, chesentono molto l’attaccamento alla parrocchia. La par-rocchia non è del parroco, che è solo la guida, e questepersone la sentono come loro e collaborano e partecipa-no.Contemporaneamente all’apertura della chiesa è molto

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probabile che ci sia anche la riapertura della Cappella della Villadi Albiano che fu eretta dal compianto Marco Buitoni e dedicataa Santa Maria Egiziaca. È stata per qualche anno abbandonata edanche impoverita da estranei ed ora verrà rimessa in ordine erestaurata. Cinquant’anni fa fu inaugurata alla presenza dei Vesco-vi di Sansepolcro, di Arezzo e di Modigliana (per i rapporti con lasignora Buitoni).

Viaio

La festa del Corpus Domini verrà celebrata il 17 giugno.Durante la Santa messa delle ore 11,30 due ragazzi della nostraparrocchia riceveranno la Prima Comunione. Quindi la processio-ne con il Santissimo percorrerà le strade della frazione di Viaio.

Ponte alla PieraAl Ponte alla Piera la festa del Corpus Domini si celebra nella

domenica di ottava (24 giugno) e sarà preceduta da un triduo alleore 21 sempre nella chiesa del Ponte alla Piera.

Sante Messe alle ore 9 e alle ore 11 a cui seguirà la processionefino al “sacello”.

San Leo e TubbianoDomenica 17 giugno festa del Corpus Domini. È questa una

delle tre feste (Sant’Antonio, Corpus Domini e Madonna delRosario) che venivano organizzate dal popolo della nostra parroc-chia. Fra le manifestazioni esteriori la processione. Un tempoaveva un itinerario abbastanza lungo, oggi viene ridotta al terrenoantistante la chiesa anche per motivi di traffico. Ma occorrepuntualizzare che la processione non è solo fatto esteriore ma conquesto gesto il SS. Sacramento, onorato in modo particolare inquesto giorno, viene portato per benedire popolazione e abitazioni.Si fanno poi le Prime Comunioni e verrà organizzato un sempliceritrovo qui nei locali della parrocchia.

Grazie a dei fondi destinati alla nostra zona, ci auguriamo vengapresto restaurata (l’edificio è di proprietà privata anche se ne èconsentito l’uso pubblico) la bellissima chiesa di Corsano. Tante lepersone che chiedono di poterla visitare.

Domenica 10 giugno celebriamo a Tubbiano la festa del SacroCuore che, per usanza, anticipiamo a questa data. La Congregazio-ne del Sacro Cuore è un’opera del parroco don Gino Del Buono chenel 1917 la istituì assieme alle famiglie Domenica e Mattio Del Pia,Marianna e Ulivo Gigli, le famiglie Bartolini, Gigli ed altre ancora.Assieme a queste famiglie devote e generose fu consacrata laparrocchia al sacro Cuore di Gesù. Questa devozione non eraancora diffusa nella nostra diocesi e fu proprio l’allora vescovoMonsignor Giovanni Volpi che la propagò ed uno dei primi arispondere a questi inviti fu don Gino che con la collaborazione diqueste persone eressero la Congregazione del Sacro Cuore che viveancora oggi e molte sono le persone legate alla parrocchia grazie aquesta congregazione. In occasione della festa si rinnova poi laconsacrazione di tutte le famiglie al Sacro Cuore ricordando quellaconsacrazione che fu fatta nel 1917 che fu un periodo tragico perle nostre popolazioni.

Vento di primaveradi Vera Cuccini

Sembrava coperto di nevestamane, l’asfalto umidodella piccola strada.Bianchi fiocchi danzavanonell’aria fresca del mattinoportati dal vento leggerodella tarda primavera.Non era neve…i petali delicatidel maestoso ippocastanoe quelli profumati delle acacieinsieme ai piccoli e fragilidel sambuco e al morbidocotone dei tremuli pioppi,volteggiavano in una danzasilenziosa e delicatamentesi posavano, or distesi qua e là,ora in un bianco insiemeai lati della strada.

Aforismi ed altrodi Turiddo Guerri

Se in bocca ha ciringum l’allenatoreattrae più attenzione di chi gioca.Perché la Lega allora, porca loca,non gli chiude la bocca un paio d’ore?

* * *Bertoldo:Quando comanda solamente uno,non c’è pace e benesser per nessuno.Se invece a comandare sono tantiridono i furbi e godono i furfanti.

* * *Già tutto è stato detto,e nulla è nuovo.Ma tutto può esser dettoIn modo nuovo.

* * *È incredibile come il mio gattinoriesca a masticar perfino un ossoed io, che son di lui molto più grosso,non posso biascicar che il semolino.

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I nostri ringraziamenti e i nostri saluti

Un saluto ad Antonietta Olivieri di Grosseto; a Vincenza Ruscetti che ci invia la sua offerta in memoriadi Altero; all’amico Nevio Santini da Vicchio; ad Alfredo Mammoli dal Bagnolo, attivo festiere del GesùMorto.

Ada Zoi poi ci ringrazia per il ricordo di Alfio “anghiarese doc” così come anche noi lo ricordiamo ecome ricordiamo Leonardo Casal.

Un saluto ad Angiola Babbini che, per un disguido, abbiamo lasciato senza notizie di Anghiari per…quasi un anno. Ora abbiamo provveduto. Ancora un grazie per l’attaccamento al giornale.

Contraccambiamo i saluti e gli auguri di Odoardo Marinari e di Benito Raffaelli. Un saluto ed un augu-rio a don Berardo della parrocchia di Capanne.

Un ulteriore grazie a Gilberto Frini da Milano ricordando suo padre Artidoro; a Fausto Vagnetti daRoma; ad Anna Maria Bartolomei; a Ilio Palombini da Napoli che ricorda con piacere i suoi cari; ad unanonimo amico da Milano; a Primetto Barelli da Sorci; alle Suore Agostiniane, le suore della Ripa; a Giu-seppe Dini, l’amico Beppe; a Fernando Boncompagni di Marzocca di Senigallia che aspetto per l’estate; adAssunta Bartoli di Pieve Santo Stefano; ad Aldo Santi di Anghiari.

La “nostra” Misericordia infine ci ha fatto pervenire un generoso contributo che cercheremo di utilizzareal meglio.

Il nostro conto corrente postale è 11802527

Il nostro grazie di cuore va a:

Acquisti FabianoAgolini PieroAlberti Liana e Adriano,

MonterchiAquiloni Giovanni, GalbinaccioBabbini Angiola, ArezzoBaccanelli AdrianoBaldelli LuigiBaracchi MariaBarelli Primetto, SorciBartoli Assunta, Pieve S.StefanoBartolini DomenicoBartolomei Anna MariaBertusi EdiliaBianchini Bruno, ViamaggioBianchini Giovanni, Palazzo del PeroBigioli MariaBivignani Vittorio, TavernelleBoncompagni Fernando,

Marzocca ANBoriosi CeciliaBoriosi Rosimbo e GloriaBrondoli GinoBruschi LeoneBuricchi Giovanni, San LeoBurioni Sisto Leandro, MotinaCamaiti AthosCamaiti Bossi Miledi, MilanoCamaiti Palmiro, San LorenzoCambi AscanioCangi Alessandro, S. StefanoCangi GinoCanicchi WertherCappelli Mons. Tullio, ArezzoCasal Kira, SvizzeraCasi Emanuela, BolognaCatacchini Edda, RomaCatacchini WilmoCecconi LucianoCheccaglini Enzo

Chialli Zurli Paola, Libbiano ArezzoChieli RositaComanducci P. FrancescoComparini Saulle, PianacceConfraternita di Misericordia

di AnghiariConti AdalgisaConti AdrianaDel Pia Natalino, TerracinaDel Sere Primo, SansepolcroDel Sere SecondoDini GiuseppeDonati Dino, ColcellaltoDonati Sarti Vittorio, MotinaDraghi FaustoDraghi MassimoDragoni Massimo, La FossaDragoni VittoriaFaviani LuciaN.NFoni Federico, SienaFontani SantiFranchini G. Battista, TavernelleFranchini Lorenzo, TavernelleFrini Gilberto, MilanoGhignoni e LazzeriniGhignoni EnricoGhignoni FernandoGhignoni Marcella, MotinaGhignoni VascoGiorni Giovanni, Gardone V.

TrompiaGiovagnini Francesco, RomaGiovagnini TeresaGoti Maria LuisaGuadagni ClaudiaGuerrini Giorgio, MotinaLega PieroLeonardi Guido, CorteLeonardi Ivano, Arezzo

Leonardi LorisLeucalitti IvandroMachi Elio, S. M. LigureMadiai Norma, SansepolcroMadiai AngeloMaggini Abramo, Ponte alla PieraMagrini Acquisto (Cilio)Malentacchi Massimo, Ca’ de CioMammoli Alfredo, BagnoloMangoni EnaMaranesi Liliana, RomaMari Elena, Caronno P.llaMari MarcellaMarinari EdoardoMarini SilviaMarinuzzi dott Aldo, TriesteMariotti Mario, San RemoMariotti Pietro, MotinaMartini AstingheMartini Leonilde, SansepolcroMarzi RemoMazzi AngioloMeazzini Elbano, ArezzoUna personaMencarini Adelmo, MotinaMencarini MariaMeoni GinettaMerendelli Sergio, TavernelleMinelli Francesco, TavernelleMondanelli OvidioMondani EnricaMondani FabioNevistrelli Angelo, TavernelleNicchi RinaldoNisi Principi Carmela, TuricchiUna personaOlivieri Antonietta, GrossetoOmarini Mario, TavernellePaci LucaPaci Luciano

Paci MariaPacini Gian Piero, VicenzaPalazzeschi Daniela, BertinePaletti Fernando, PoggioloPaletti Pietro, San RoccoPalombini Ilio, NapoliPanichi CinziaPanichi Luisa e DesaParente ErnestoParrocchia di CapannePierantoni SirioPiomboni Alessio, TavernellePoggini Giovannino, ArezzoPolendoni IvoPulcinelli Carla, San LeoPulcinelli G. Battista, S. LeoRaffaelli BenitoRicci RemoRosadi Giuseppe, S.StefanoRossi Enzo, PantanetoRossi Piero, Ponte alla PieraRossi TullioRuscetti VincenzaSanti AldoSanti NellySanti RossanaSantini Nevio, VicchioScapecchi Vittorio, MonterchiScartoni AurelioScartoni LorenaSelvi Chialli Maddalena, ArezzoStaccini Maricla, SansepolcroSuore AgostinianeTuti Paola, RomaFamiglia Urci RaspantiVagnetti Fausto, RomaVagnetti Giannini MaddalenaZanchi BrunoZanelli Pamela, Ghetto, S. LeoZoi Ada, Brescia

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Non tutte le Banche hanno come primariaaspirazione l’ottimizzazione del profitto. L’impegno diuna Banca di Credito Cooperativo si concentra nelsoddisfare i bisogni finanziari dei soci e dei clienti,ricercando il miglioramento continuo della qualità edella convenienza dei prodotti e dei servizi offerti.Obiettivo del Credito Cooperativo è produrre utilità evantaggi, è creare valore economico, sociale e culturalea beneficio dei soci e della comunità locale, e “fabbri-care fiducia”.

La Banca di Credito Cooperativo non è unatomo, ma una molecola. Essa è infatti inserita in unsistema che conta oltre 500 Banche di Credito Coope-rativo in Italia, e più di 4.500 cooperative di credito inEuropa. La rete del Credito Cooperativo italiano,contando sulle proprie gambe e sulle proprie energie,ha registrato negli ultimi anni un costante incrementodelle quote di mercato, fino a rappresentare il 7% deidepositi (oltre 83.000 miliardi di lire), il 5% degliimpieghi (oltre 83.000 miliardi di lire) e quasi l’11%degli sportelli a livello nazionale.

All’interno di questo contesto si inserisce lanostra Banca di Anghiari e Stia. La consapevolezza didover gestire anni di trasformazione del contesto ester-no, implica un sincero impegno di tutti noi perl’adeguamento dei sistemi interni.Il nostro punto di forza è proprio rappresentato dal

Una banca nella realtà localea cura della Banca di Anghiari e Stia

fatto che una simile struttura ci permette di interagireperfettamente con le singole realtà locali, garantendointerventi finalizzati al perseguimento di fini non sololucrativi, ma di sviluppo della compagine sociale checi circonda.Durante l’Assemblea dei Soci che si è svolta lo scorso5 maggio, queste tematiche sono emerse nella loroglobalità. In quella sede è stato approvato il Bilanciodell’Esercizio 2000, e le aspettative dei soci non sonostate comunque deluse: le risultanze di Conto Econo-mico hanno evidenziato un miglioramento strutturaledel profilo reddituale rispetto all’anno precedente, ri-sultato che testimonia un buon operato. Parte dell’uti-le netto di esercizio è stato destinato al dividendo e allarivalutazione gratuita delle azioni, che in questo modogarantiscono un rendimento annuo complessivo del6,20%. In concreto, su un valore nominale di 25,4 Euro,circa 49.000 lire, la Banca ha distribuito ai soci sottoforma di dividendo e rivalutazione circa 3.000 lire.L’impegno quotidiano che ci vede occupati a persegui-re finalità di carattere sociale, ci porta ad agire in tuttiquei comparti del nostro territorio che necessitano diessere stimolati, proponendoci come valido ausilio allestrutture già presenti ed operanti. Nel corso dell’eser-cizio 2000 in particolare, la Banca ha contribuito arendere possibile tale sviluppo, mediante la promozio-ne e il finanziamento di diverse iniziative:

Impegnandoci fin d’ora nell’intento di migliorare il nostro operato nel corso degli anni futuri,raccogliamo l’invito rivoltoci dal Direttore della Federazione Toscana delle Banche di CreditoCooperativo durante il suo discorso tenutosi in occasione dell’Assemblea dei Soci: “Aprite lebraccia al cambiamento, ma non lasciate disperdere i vostri valori”.

Iniziative per i Soci (incontri con la compagine sociale, Progetto Socio, …) L. 60.000.000

Iniziative a carattere culturale ed umanitario, tra cui:

* Elargizioni in favore dei Comuni L. 40.000.000

* Elargizioni a favore di Confraternite della Misericordia L. 5.750.000

* Attività per le Scuole L. 22.050.000

* Contributo alla Cooperativa “Anghiari Vecchio” per l’organizzazione dell’annuale

“Mostra Mercato dell’Artigianato di Anghiari” L. 20.000.000

* Contributo per la Manifestazione biennale “Arte Fabbrile” di Stia L. 6.000.000

* Sponsorizzazione Convegni, Pubblicazioni e Manifestazioni varie L. 17.000.000

* Elargizioni in favore delle Pro-Loco L. 20.250.000

* Elargizioni in favore di Enti vari (oltre 100 Associazioni) L. 69.000.000

Attività Sportive (sono state intraprese attività di sponsorizzazione a favore di 37 società) L. 57.000.000

Elargizioni in favore di Enti Religiosi L. 5.500.000

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

L’amore per la …Battitura!

Rifacendomi all’intervista uscita su una edizione dello scorso anno del’Oratorio, concessami da Mario Cagnacci, in occasione della Battitura aTavernelle, mi è capitata tra le mani questa fotografia, che fa memoria del“bel tempo che fu”.

Ha fatto sorridere Mario quando raccontava: “…e poi, un altrodivertimento era quello di fuggire dietro alle donne…” ed infatti per laBattitura, vista l’aria di festa che si respirava, era normale farsi avanti conle ragazze (allora molto più timide e riservate di oggi).

Nella foto è immortalato un bellissimo e gioioso momento durante laBattitura, un momento simpatico dove gli scherzi, l’allegria e la voglia divivere facevano da cornice ad uno dei lavori più impegnativi per il mondocontadino, anche se il più necessario, ma sapientemente vissuto consemplicità.

La foto, che dovrebbe essere stata scattata intorno ai primi anni ’50,riprende la Battitura di Camprione, una località che si trova lungo la via diMontauto, dopo aver passato di un bel po’ il Cenacolo delle Suore.

Nella simpatica immagine sono immortalati da sinistra: Luisa e AlighieroCangi (che allora non erano ancora sposati), che diventeranno poi i genitoridi Paolo e Tamara del Bagnolo, Silvana Guadagni che attualmente abita aRoma, e infine Ernesto Piomboni detto Ernestino, che abita dietro la chiesadi Tavernelle e che per tanti anni è stato sacrestano della chiesa di Galbino.La testa che sbuca dal dietro, che poco riconosciamo, è di Talete Antonelli,

Imprecisione!A.B. - Fervono i lavori da parte della Provincia per lasistemazione di numerosi cartelli che indicano i variluoghi che si possono raggiungere da Anghiari.All’inizio della via del Carmine, in particolare quandosi viene dalla via Nova in direzione via Libbia, guar-dando verso destra si noterà una serie di cartelli cheindicano varie località: il Carmine, il Ponte alla Piera,Arezzo, ecc.Non poteva certo mancare un cartello che indicasseTavernelle. Il fatto è che è stato erroneamente scritto:TAVARNELLE invece che TAVERNELLE.E non è un particolare da poco: il nome Tavernelle hainfatti una rilevante valenza storica. Deriva infatti dallatino “taberna” (locanda, osteria) ed indicava il luogodove nei secoli passati, oltre che mangiare e ristorarsiun po’, si poteva cambiare il cavallo per poter prose-guire il viaggio con più velocità: una sorta di stazionedi servizio dei nostri giorni! E il nostro Tavernelle erauno di questi luoghi; è ricordato infatti da LorenzoTaglieschi nei suoi annali della terra d’Anghiari.

che abita lungo al via del “Braccini”. Non siamo poi riusciti a riconoscere la persona che è in cima alla macchina chebatte il grano; invitiamo quindi chiunque pensa di riconoscersi o di riconoscere qualcun'altro di farsi vivo dalla NerellaAntonelli, a Tavernelle, proprietaria della foto.

Nella foto: (da sinistra) Luisa Cangi, AlighieroCangi, Silvana Guadagni, Ernesto Piomboni. Dietro(solo la testa): Talete Antonelli.

A VOLTE RITORNANO…A.B. - Uno di questi giorni, quando era arrivato il pri-mo tempo buono, ho visto Bruno del Pianta, al secolo“il Nappone”, che camminava per la via di Tavernellecon una falce fienaia. Era da tanto che non vedevo piùusare questo attrezzo, che a causa delle nuove tecnolo-gie è ormai dimenticato.

LO VOGLIO ANCH’IO…A.B. - Strano ma vero!La settimana dopo la Pasqua la nostra amica e tutto-fare di Tavernelle, Elena Ferrini, si è operata ad unginocchio, per sistemare la rotula. Niente di eccezio-nale se non che, dopo due giorni, anche la sua amicaLinda Bartolomei si è fatta male ad un ginocchio, pernon voler essere da meno della compagna. E mentreun pomeriggio le nostre due amiche erano fuori conle stampelle, è passata la Santa che con i suoi due gi-nocchi “nuovi” (di quasi ottant'anni) sembrava unalepre.

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“La festa a Gello”

Si svolgeva nella prima domenica del mese di settem-bre la famosa festa presso la chiesa e la parrocchia di S.Niccolò a Gello. Questa festa rivestiva una particolareimportanza, sia perché in quei tempi (circa metà ‘900) laparrocchia di Gello contava un consistente numero dianime, sia perché era il punto d’incontro di molte altrepersone: da Anghiari, Tavernelle, Casale, Toppole,Colignola, Casenovole, e da altri posti ancora. La primadomenica di settembre la festa era a Gello, la seconda aCasenovole, e poi la prima di ottobre a Casale, la secondaa Galbino e così di seguito.

Fino a pochi anni fa la chiesa di Gello, e la annessacanonica dotata di ampie sale, stava cadendo in rovina.Grazie all’interessamento del Vescovo d’Ascenzi fu fat-to, alcuni anni fa, un imponente lavoro di restauro, che haconsentito e consente tuttora di poter sfruttare la chiesae le sale per incontri, campeggi, ritiri, ecc. Da alcuni annila parrocchia di Tavernelle organizza una bella cammi-nata fino a Gello, passando per la vecchia strada diCaserecci fino ad arrivare in cima al colle di Gello, dadove si domina gran parte della Valtiberina.

La gente del tempo era solita andare alla festa a piedi,per ovvi motivi pratici (non esistevano i mezzi), ma Enzoed alcuni amici, quell’anno arrivarono con la motociclet-ta. In particolare, con Enzo Panichi si vedono ArioSbragi e Bista Piomboni.

Inoltre il nostro amico Enzo ha aggiunto una simpa-tica filastrocca sulla festa di Gello:

LA STRAGE DEI CONIGLIA.B. - La calda mattina del 1° maggio di Tavernelle è stata scossa da una notizia che mi ha comunicato Enzo mentreportavo via l’immondizia. Nella notte precedente un cane è entrato nell’orto della Piera e di Sergio e, avvicinatosialle gabbie dei conigli, ha fatto tutto quello che di male si poteva fare. Il referto investigativo contava al mattino ben11 conigli “distrutti” (così li ha definiti Enzo). Comunque è riuscito a salvarsi un piccolo coniglio, nato da poco tempo,che, dalla paura, non ha mangiato per tanti giorni.

Notizie Parrocchiali

Per mezzo delle mani di mons. Franco Agostinelli, vi-cario generale della nostra diocesi, hanno ricevuto ilsacramento della Confermazione:

Irene CaporaliLorenzo PiomboniMarco Donati SartiSilvia Franchini

Il ministro deputato a conferire il sacramento dellaCresima è il Vescovo, oppure un suo delegato che, at-traverso l’imposizione delle mani e tramite la succes-sione Apostolica che egli rappresenta, perpetua la di-scesa dello Spirito Santo sugli Apostoli nel giorno del-la Pentecoste.

Questi 4 ragazzi sono stati presentati alla Comuni-tà parrocchiale la III domenica di Pasqua, lo scorso 29aprile, e questo per evidenziare che il sacramento chehanno ricevuto è soprattutto una gioia e un momentodi festa per la comunità tutta.

Quest’anno invece non ci sarà a Tavernelle nessunbambino che riceverà per la prima volta l’Eucaristia.Speriamo di poter festeggiare il prossimo anno questomomento.

IL FATTO di Enzo Panichia cura di A. Bivignani

Nella foto: Ario Sbragi, Giovan Battista Piomboni ed Enzo Panichi.

2 Campioni Nazionali ad Anghiari

Si è svolta a Città Ducale, in provincia di Rieti,l’annuale gara ciclistica in Mountain Bike a livellonazionale. Alla manifestazione non poteva natural-mente mancare il gruppo anghiarese G.S. DynamisBike , che ricordiamo viene retto dalla presidenza diPippo Baudo 2 di Anghiari, meglio conosciuto come“Iccio” (Fabrizio Graziotti). Splendida prestazionequella degli amici anghiaresi, che abbiamo vistoritornati suggellati da ben due medaglie d’oro.

Per la categoria “Junior” si è decretato campionenazionale Alessio Chiarini. Mentre per la categoria“over 40” la medaglia d’oro se l’è guadagnata Vitto-rio Bivignani.

A questi nostri due amici, nonché compaesani,vadano le nostre migliori felicitazioni.

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Anghiari 15. - Le Mura Castellane di Anghiari furonocostruite, da quanta si rileva nel libro IV del CronistoricoTaglieschi (Anghiarese vissuto nel 15° secolo e che ebbecura di formare una cronistoria completa di Anghiaridalle origini al 1620) per ordine di Cosimo dei Medici cheaffidò l’incarico nel 1533 al Concittadino GirolamoMagi (architetto di fortificazioni militari passato poi alservizio della Repubblica Veneta).

Tali Mura che dal lato Nord-Orientale misurano me-tri 231,50 ebbero uno scopo di difesa, artistico e statico.

1°) Per quanto riguarda il primo scopo (la difesa) sirileva che detta costruzione fu ritenuta necessaria dallaSignoria Fiorentina quando l’esercito francese nel 1583stava avvicinandosi alla Valle di Chiana onde munire icastelli della Valle Tiberina delle opere necessarie di di-fesa per resistere alla eventuale invasione di tale eserci-to (Girolamo Magi “fortificazioni della città” libro l°Capo IV).

2°) Il pregio storico e artistico oltre dallo scopo chene motivò la costruzione su accennato, deriva anche dallaconcezione architettonica delle Mura stesse, dalla lorograndiosità, dalla bellezza delle loro linee che imprimo-no ed Anghiari un carattere medioevale singolare ed unasuggestività panoramica tutta particolare.

3°) Se il primo scopo (la difesa) non ha ormai alcunvalore di essere e il secondo (lo storico artistico) ha unvalore soltanto documentario e panoramico, rimane ilterzo scopo che ha un valore anche attualmente di capi-tale importanza, la statica del paese.

Nella costruzione delle Mura si desume infatti cheoltre allo scopo difensivo ve ne era unaltro non inferiore per importanza alprimo e cioè quello di dare al Castellodi Anghiari un più ampiorespiro, un maggiorespazio onde, data l’im-portanza politican e l -

l’epoca attribuitagli, potesse contenere una popolazionee milizia sufficiente. Troviamo all’uopo che Anghiarinegli ultimi del 1300 e poi successivamente nel 1400 e1500 e sotto la Repubblica Fiorentina o sotto il GranducatoMediceo fu residenza Vicariale e da cui dipendevano 63Castelli della Valle del Tevere e dell’Alto Casentino. Daciò deriva la necessità di ampliare la cerchia delle Muradel vecchio Castello onde dargli uno sviluppo adeguatoalla sua importanza e così sorsero le nuove Mura entro lacerchia delle quali e, anzi quasi addossate ad esse, fucostruita la nuova borgata che poté sorgere appunto inseguito alla costruzione delle Mura, giacché dato ilterreno scosceso se le nuove costruzioni non avesserotrovato il sufficiente appoggio sarebbe stato impossibileprovvedervi.

Decaduta l’importanza medioevale militare e politicae costituitosi il Comune Italiano, il Paese di Anghiari,pure sviluppandosi nel lato occidentale con modernecostruzioni, ha conservato presso le Mura la borgata dicui sopra che in seguito a successivi fabbricati è divenutouno dei più popolari e popolosi quartieri del Paese.Attualmente infatti si contano 42 abitazioni con unapopolazione complessiva di circa 300 persone. Da ciò sicomprende come l’eventuale rovina delle Mura porrebbein serio pericolo i fabbricati che dalle medesime netraggono la stabilità e conseguenzialmente l’incolumitàdi tante persone.

(L'articolo non è firmato ma sembrerebbe scritto da LorisBabbini.)

Da LA NAZIONE del 16 aprile 1940-XVIII - CORRIERE DI ANGHIARI

CENNI STORICI SULLE MURA CASTELLANE ALLE QUALI URGONO RIPARAZIONI

Una veduta del Bastione di Sant'Agostino (sulla destra) e della parte est delle mura di Anghiari realizzata dal nostro disegnatore LucaPucci. Proprio dentro questo Bastione verrà riaperta la via di ronda che collegherà le mura e il Destino.

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La fiducia

Questa è bella e la devo raccontare!Il 29 novembre scorso, il postino mi portò, per errore, una

rivista chiusa in un velo di plastica, indirizzata a mia cugina Eva.Non mi accorsi subito dell’errore, e quando me ne accorsiappoggiai la rivista su un piccolo mobile che tengo nel pianerot-tolo, vicino alla porta del soggiorno, per restituirla l’indomani alpostino.

La mattina dopo, però, la rivista era sparita!A volte, qualcuno entra per andare dai miei inquilini kossovari

specialmente, o, più di rado, dagli altri due inquilini. Impossibilesapere chi ha preso la rivista che non è nemmeno mia! Avvertosubito la Eva, che mi tranquillizza dicendo che si tratta solo dipropaganda.

Mi calmo ma non mi arrendo.Prendo un foglio arancione che ho e che misura cm 25 per 36

e vi scrivo col pennarello:CHI HA PRESO IN PRESTITO LA RIVISTA CHE

ERA QUI SOPRA È PREGATO DI RIPORTARLA QUAN-DO L’AVRÀ LETTA. M.P. FABIANI

Appoggiai il cartello dove avevo lasciato la rivista, ma verti-cale, appoggiato al vaso e fermato davanti in basso con un pesoperché non scivoli.

Passa un giorno, un altro, un altro, una settimana… mio figliomi chiede sorridendo: “Aspetti ancora, mamma?” “Beh, ancorasì.” rispondo titubante. Passa un mese e decido di adagiare ilcartello sul piano, appoggiandovi sopra il vaso da fiori, ma inmodo che si possa ancora leggere quasi bene.

Passa un altro mese e un altro. Non spero più, però non tolgoil cartello, perché se chi ha preso il giornale ricapita, sappia cheio aspetto ancora. E stamani, dopo quattro mesi!, ritrovo la rivistatenuta benissimo e accompagnata da un cartello:

LO LETTO TUTTO GRAZZIELa sorpresa mi ha divertito molto. Ho preso la rivista che

ormai leggerò anch’io (mese più mese meno per la Eva!…) e horisposto sul rovescio del primo cartello:

GRAZIE (1 ZETA SOLA!) A TE CHE OGGI MI HAIFATTO RIDERE E RIPRENDERE FIDUCIA! M.P.

Gilmar studia, mi raccomando,mentre noi… di Laura Taddei

Grazie alla partecipazione di numerosianghiaresi il pranzo organizzato presso il Cen-tro Parrocchiale di Tavernelle domenica 25marzo ha avuto un buon successo: anzi lo sco-po iniziale che, oltre che di stare allegramenteinsieme, si prefiggeva di raccogliere fondi perla borsa di studio del seminarista brasiliano, èandato ben oltre le aspettative. Abbiamo visto,se pur in piccolo, uniti gli sforzi della comunitàdi Anghiari con quella di Tavernelle, per unameta comune: a Gilmar andranno 1.200.000 liree a noi la gioia di un momento conviviale cheaiuta a rinsaldare l’amicizia.

Fare beneficenza in questo modo risulta pia-cevole anche per chi lavora: grazie soprattutto aLorenzo & C., alla moglie Carla, cuoca discretae laboriosa, alla Tamara che con l’Esterina el’immancabile Nerella hanno curato anche “ildopo” come perfette, anche se un po’ rumoro-se… lavastoviglie!

Ma le iniziative non finiscono qui; è in corsoa cura di Massimo e della Vanna il mercatino perlo stesso scopo.

Grazie a tutti.

Corpus Domini

È la festa dei fiori,dei gigli dei colori.Quanti fanciulli candidicome i loro vestiticome le loro animeancora incontaminatedalle insidiee dai veleni della vita.

Quanti dolori si affievolisconodi fronte allo spettacolo della fedeche simboleggia il rito Eucaristicodi una così limpida innocenza

ma col crescere degli anniquesti fiori e questo candoresi inaridiscono a contattodi una vita spericolatae insufficientemente controllatae i ricordi della prima comunionesi perdono nell’oblio del tempoche non sa più ripetersie che, lontano si distanziadall’insidia del male che crescesenza cure efficaci.

Scritta da Amedeo Vellati per la Festa del Corpus Do-mini del 31 maggio 1964.

Riconsacrazione della chiesa di Casale

Domenica 13 maggio, festosa cerimonia di riconsacrazionedella chiesa di Casale. Con l’aiuto dei parrocchiani di Tavernelleed in particolare degli abitanti di Casale e di Libbiano l’opera èstata realizzata dopo i tanti anni che la chiesa era rimasta chiusa.

Da segnalare il restauro della vetrata, sulla facciata dellachiesa, che rappresenta Maria Assunta.

Preciso il messaggio di don Marco: Quest’opera è importanteperché fa vivere la comunità, la Chiesa. Altrimenti i pur importan-ti lavori di restauro non avrebbero alcun senso per noi cristiani.Benvenuti quindi i lavori che conserveranno le memorie dellevicende storiche che hanno interessato questo luogo da oltre unmillennio ma in quanto frutto dell’impegno della comunità che èattiva e si fa riconoscere perché opera nel nome di Cristo: Nonnobis Domine sed nomine tuo da gloria.

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Mobilaccidi Walter Del Sere

Un ulteriore elemento di interesse, che si aggiunge alle “botte-ghe” ed alle molteplici iniziative che fanno da cornice alla piùimportante rassegna artigiana della valle bagnata dal Tevere, èrappresentato dalle esposizioni collaterali. “C’è chi ama glianimali e c’è chi ama le piante. Io ho un debole per i mobiliridotti dall’uomo alla schiavitù. I miei mobilacci sono dei“mobili non pratici” cioè delle presenze che hanno un carat-tere forte e non portati a una obbedienza totale. Davanti aloro devi in qualche modo cercare di scoprirli e trovare laloro utilità”. Sono parole di Tonino Guerra, celebre poeta esceneggiatore di importanti film, che presenta così “I Mobilaccidi Pennabilli”, una delle “collaterali” più curiose ed apprezza-te della recente Mostra Mercato dell’Artigianato. Oltre ai“Mobilacci” il Palazzo Comunale ha ospitato l’esposizione re-alizzata dal Centro Tecnologico del Restauro sull’opera di Gio-vanni Morigi, maestro di bottega specializzato nel restauro dimateriali archeologici, fino ai grandi bronzi monumentali con-servati all’aperto. Per dare un’idea dello “spessore” dell’arti-sta-artigiano diciamo che il prossimo intervento di Morigi ri-guarderà il risanamento del monumento equestre a BartolomeoColleoni di Andrea del Verrocchio, a Venezia. L’Istituto d’Artedi Anghiari, che già si può considerare un Museo permanentedel restauro ligneo, ha consentito di ammirare il recuperatoportone di Palazzo del Capitano che presto verrà ricollocatonella sede originaria di Bagno di Romagna. Nei locali della“sezione” in via Taglieschi le donne al lavoro col “tombolo afuselli” hanno esposto trine e merletti eseguiti anche dalle allievedel corso annuale; apprezzati gli acquerelli del pittore biturgenseLuigi Falasconi. Il Museo Taglieschi ha riaccolto le stampe eincisioni di Raffaello Schiaminossi, provenienti dalla collezio-ne privata della famiglia Valbonetti, che sono andate ad arric-chire ancor di più la pregevole raccolta custodita all’interno delbel palazzo rinascimentale. Una Mostra non solo artigiana quin-di, con uno sguardo ed una particolare attenzione rivolta ai beniculturali non più appannaggio esclusivo degli addetti ai lavorima (per fortuna) sempre più apprezzati anche dal grande pub-blico.

La Vera del Tecchiolidi Assuntina Ruggeri Senesi

Anche la gente che è venuta di fuoriconosceva la Vera del Tecchioli.Vi sembrerà un paradossone è testimone la chiesa del Fosso.Tanta gente di più non contenevanon c’era persona che non piangeva.Sappiamo d’aver perso una persona caraonesta laboriosa gentileper tutti aveva un sorriso una parola buonaquando al mercato la incontravo di buon’ora“Quando vieni a trovarmi buggiarona?”Ci verrò presto rispondevo.Ma i giorni son passatie a casa sua non ci siamo andati.È stata una malasortel’ho rivista dopo la sua morte.In me è scesa una gran malinconiavedendo la mia Vera portar via.Mi aveva dato tanti buoni consigliho pianto insieme al suo consorte e ai suoi figli.Nel suo ricordo dobbiamo vivere e non dimenticareche ci ha insegnato a dover amare.

La tela del SusiniIl giorno dell’ingresso reale della primavera (che infatti

si dice sia il 20 marzo), con il potente mezzo messo a dispo-sizione dalla Ditta Busatti, la tela “Vergine in gloria e san-ti” è stato ricollocato nella chiesa della Croce nel paesellodi Anghiari.

Questa tela, dipinta da Anton Maria Susini fiorentino,nell’anno di grazia 2000 è ritornata a Firenze per il neces-sario restauro.

Questa tela è importante per noi anghiaresi perché rap-presenta una veduta di Anghiari, una foto del nostro paesedi 400 anni fa.

Ora che il quadro è ritornato manca solo la documenta-zione storica e tecnica dopodiché in una data significativaverrà presentato ai parrocchiani.

Quando la carità non fa tante domandedi Emmedipì

Domenica 25 marzo un mezzo della Misericor-dia di Anghiari, così come hanno fatto tutte leMisericordie della Valtiberina nei rispettivi paesi,ha dato vita ad una giornata per la raccolta di fondiper l’acquisto di un importante macchinario diprevenzione oncologica per l’Ospedale Meyer diFirenze.

Con una musica di sottofondo Adriano (ilGovernatore della Misericordia) annunciava loscopo della giornata.

A me ha colpito la spontaneità di diversepersone che si sono avvicinate e hanno dato il lorocontributo, come cosa naturale. Un gesto che io hoapprezzato e mi auguro sia seguito da tantissimialtri anghiaresi anche in altre circostanze.

Le nostre chiesedi Emmedipì

Già altre volte mi è capitato di segnalare l'im-pegno di diverse persone che, ogni giorno, prov-vedono all'apertura e a mantenere decorose le no-stre chiese.

In particolare per quanto riguarda la Settima-na Santa è da evidenziare le molte offerte perve-nute e i fiori per adornare la Cappella dei Cadutida dove iniziano i riti del Venerdì Santo.

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ORA DI PREGHIERA CON RADIO MARIAdi Cesare Ganganelli

Venerdì 27 aprile 2001 si è svolta nella chiesa dellaPropositura di Anghiari un’ora di preghiera con la par-tecipazione della ben nota RADIO MARIA. I momenticaratterizzanti l’importante celebrazione sono stati larecita del Santo Rosario, la recita dei vespri e la benedi-zione eucaristica. Il tutto è stato animato dai canti ese-guiti dal coro parrocchiale, accompagnati dal suono del-la chitarra e dell’organo.

La presentatrice di RADIO MARIA, oltre che a dareall’inizio del collegamento informazioni storiche e cultu-rali sul paese di Anghiari, ha voluto alla fine ringraziaresentitamente i nostri due parroci e tutte le persone checon la loro partecipazione hanno reso più solenne taleevento, così importante per la nostra comunità parroc-chiale.

GITA CON LA PARROCCHIAdi Cesare Ganganelli

Martedì 17 aprile 2001 si è svolta una bellissima gitaorganizzata dalla parrocchia che aveva come meta ilsantuario di Montenero, Livorno e Pisa. La giornata ècominciata alle ore 7:00 quando, dal campo della Fiera,siamo partiti a bordo di un autobus della ditta Baschetti.

Il viaggio è trascorso nel migliore dei modi graziealle simpatiche barzellette raccontate dal nostro don JuanCarlos. Arrivati a Montenero abbiamo visitato il santua-rio. Si è potuto vedere che la chiesa ha un interno baroc-co molto ricco e che custodisce innumerevoli ex voto, atestimonianza della devozione di tante persone verso que-sta prodigiosa Madonna.

Dopo aver assistito alla celebrazione della S. Messa,abbiamo pranzato e subito dopo siamo scesi a Livorno.Lì abbiamo fatto una lunga camminata nel lungomare.

Risaliti poi nell’autobus ci siamo diretti verso Pisa.Assistendo alle spiegazioni di don Marco si è anche po-tuto apprezzare particolari della città e dei suoi monu-menti (Duomo, Battistero…) fino allora sconosciuti.

A farci ripartire è stato poi un forte temporale, scate-natosi proprio nel bel mezzo della gita.

Siamo ritornati ad Anghiari verso le ore 21:00 moltosoddisfatti della giornata ma anche molto stanchi.

Ringrazio don Juan Carlos per l’allegria trasmessadurante il viaggio, mentre ringrazio don Marco sia per lespiegazioni che ci ha dato sia per la tantissima cioccola-ta messa a nostra disposizione durante il pranzo.

PERCHÉ NON FARE LA SCAMPANATA PIÙSPESSO INVECE DI ASPETTARE CINQUENOIOSI ANNI?

La domanda è quella che io voglio porgere a tutti i letto-ri dell’oratorio. In fin dei conti è vero che sarebbe me-glio rispettare la tradizione ma è anche vero che unamanifestazione divertente e interessante come la scam-panata non può essere svolta così di rado. Non dico tuttigli anni ma almeno ogni due o tre anni! In questo modooltre che a divertirci più spesso potremmo dare più pos-sibilità di partecipazione alle persone con il limite di etàche magari nel 2005 non potrebbero più iscriversi! Dun-que chi vorrebbe come me organizzare la Scampanataogni due o tre anni e vuole anche lui esprimere la suaidea lo faccia sapere tramite questo giornalino!Cama 86

Un gioco che non tramonta?2 aprile 2001

Sento nel cortile l’Anna che canta al suo nipotino lafilastrocca “Staccia buraccia” e penso anche che gio-chi con lui.Siamo nel (stavo per dire duemila) duemilauno. Hannoancora senso le vecchie filastrocche e i vecchi giochiche facevano i nostri genitori o i nostri nonni? Io pen-so di sì. Anzi sarebbe cosa utile se i novelli genitoriimparassero di nuovo le vecchie nenie e le vecchiecanzoncine da cantare ai loro figlioli. Eccovi allora iltesto da cantilenare:

Staccia buracciaDoman si fa la ciacciaLa ciaccia del bubùPiglilo e buttilo giù, giù, giù.

e il bambino, tenuto sulle ginocchia, viene disteso atesta in giù sulle nostre gambe con suo grande diverti-mento. Provate!

Ci hanno fregato Cul di Paiolodi Civis

Girovagando sulla carta dei sentieri della Valtiberina edella Marca Toscana (molto ben fatta e valida per chiintende percorrere i sentieri delle nostre zone) ho scoper-to che l’amena località dei Monti Rognosi, dopo ilCarmine, ha ufficializzato il proprio nome in Col diPaiolo. Ciò mi ha fatto ricordare quella signora che perapprezzabile vergogna chiamava la località “sederino diPaiolo” e che tutto sommato era più giusto. Infatti non sitratta del colle di Paiolo (sarà il Paiolo della famosamarcia, inno della Scampanata?) ma di quel cocuzzoloche, anche grazie alle rocce dei Monti Rognosi, moltoscure e una volta prive di piante, assomigliava proprio al“culo” del paiolo. Consoliamoci con un altro "Cul diPaiolo", regolarmente segnato in un colle vicino a Toppole.

Ecco l'iscrizione che si trova sopra l'altare maggioredella chiesa di Casale riconsacrata il 13 maggio 2001:

ALTAREPRIVILEGIATUM A.D.

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Balli, orchestre e complessi, luoghi e tempi delballo, costumi ed usanze in Anghiari dall’iniziodel ‘900 ai nostri giornidi Flavio Mercati III parte

Dopo la 2ª guerra mondiale

Con la caduta del fascismo e l’arrivo delle truppeamericane, inizia, invece, il trionfo del jazz che metteràsempre di più in crisi sino ai primi anni ’70, il cosiddetto“ballo liscio” di tradizione europea.

L’arrivo di nuove danze dall’America ha un ritmoincalzante: nell’immediato dopoguerra arriva il boogie-woogie che fa letteralmente impazzire i giovani, arriva“Rosamunda” che però è una Polka e quindi di origineeuropea, ma con elementi del jazz, arriva “Angiolina” cheè un One-step, arrivano poi la Raspa, il Bajon, la Conga,il Mambo.

Nell’immediato dopoguerra, risolto anche, nel giugnodel 1946, il conflitto istituzionale Monarchia-Repubbli-ca, lo spirito della gente si risollevò un po’: era finita laguerra con tutti i suoi lutti e le sue rovine, era stata risoltaanche quest’altra importante controversia sulla formadello Stato, ora bisognava girare pagina ed iniziare unnuovo ciclo di vita. Subentrò negli animi un gran deside-rio di ricostruire in fretta ed anche una gran voglia didivertirsi sia per una certa contentezza perché il peggioera ormai alle spalle, sia per recuperare il divertimentoperduto durante gli anni del conflitto e rifarsi di tutti ipatimenti subiti. E in quale modo, se non soprattuttoattraverso il ballo, si poteva esprimere questo statod’animo? Una vera e propria frenesia di ballare prese igiovani e queste danze dal ritmo vivace che venivanodall’America sembravano fatte apposta per soddisfarequesta febbre di ballare e di divertirsi.

Nella seconda metà degli anni ’50 arrivò il Rok-and-roll, destinato a durare a lungo dando origine ad una vastagamma di variazioni; arrivarono anche il Cha-cha-cha el’Hula-hoop (la danza in cui veniva fatto girare un cerchiointorno alla vita). Nei primi anni ’60 fu la volta delCalipso, dell’Hully-gully, della Bossa nova, poi del Twist(che in inglese significa contorcimento). Fino ai primianni ‘70 durò incontrastato il dominio delle danze prove-nienti dalla lontana America, fino a quando cioè il cosid-detto “ballo liscio”, il ballo tradizionale meno ritmato epiù sognante, ritornò prepotentemente alla ribalta. Allabase di questo fenomeno, secondo alcuni osservatori ecritici del costume, fu l’eco che ebbe allora il film,ritenuto scandaloso, “Ultimo tango a Parigi”, di cui lacolonna sonora era appunto il Tango, ma forse vi sonoanche altri motivi per spiegare questo ritorno, per esem-pio una certa esigenza, nel modo di sentire, di ritornare alpassato, al sentimentalismo, al romanticismo dopo le

tante contestazioni del ’68. Complici di questo nuovosuccesso del “liscio” furono soprattutto le orchestre daballo della Romagna, dove la tradizione di questa danza,soprattutto ad opera delle orchestre dei due compositoriSecondo e Raul Casadei, era rimasta sempre viva , anchequando imperversava l’altro genere di musica da ballo.

Il ritorno alla ribalta del “liscio”, detto anche “revival”(in inglese “rinascimento”), è durato all’incirca sino allafine degli anni ’70, allorquando, con l’avvento dellediscoteche, si è imposta la “disco-musica” la musica dadiscoteca, monotona, ripetitiva, con brani destinati avivere una brevissima ma intensa stagione di successo,per poi essere rapidamente dimenticati. Il ballo tradizio-nale, però, come anche certe classiche danze di derivazio-ne jazzistica, ad esempio Fox-trot, Rumba, Samba, ecc.,non sono morti come dimostra il fatto che esistono ancoralocali da ballo dove si danno esclusivamente questi ballied esistono anche, come già detto, scuole di queste danze,solo che la moda e la sensibilità di questi tempi le hannorelegate in secondo piano, disposte invece ad accettarenuovi balli esotici, però sembra che stiano ritornando allaribalta. L’uomo dunque, sin dai tempi più remoti, hautilizzato la musica anche abbinata alla danza sia perrendere questa più piacevole e sia come elemento condut-tore di essa. Immaginiamo, infatti, cosa sarebbe la danzasenza musica! Diminuirebbe notevolmente il piacerenell’eseguirla come pure la capacità di esecuzione, man-cando la guida musicale. A sua volta anche la musica,interpretata con la danza, si arricchisce di nuovi apporti,diventando a sua volta, più piacevole. Musica e danzainsieme costituiscono perciò, a volte, un tutto inscindibile.L’uomo, però, nelle sue manifestazioni non solo hautilizzato anche la musica, ma pure il suo rovescio, cioèdei miscugli di suoni che erano tutt’altro che musica,poiché senza nessun ordine e regola e sgradevoli all’orec-chio: rumore, più che musica! È quanto avveniva con la“Cocciata” (Coccèta, in dialetto).

La Cocciata

Era un’accozzaglia disordinata di suoni, prodotti daoggetti i più svariati, sbattuti insieme o percossi, tanto perfare fracasso. Potevano essere cocci, da qui il nome,vecchie pentole, coperchi di pentole, tegamacci, barattolivuoti, vecchi vasi, ecc., a volte si univa anche il suonocupo di qualche corno di bue, il rauco scampanìo diqualche campanaccio e il gracchiare stridulo di una

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raganella (strumento di legno formato da una ruotadentata che girando attorno ad un manico produceva unsuono simile al gracidare delle rane). E quale era ilpalcoscenico di questo “concerto”? Era una melodiaambulante che girava intorno, pensate un po’, alla casa diun uomo e di una donna che stavano insieme, conviveva-no, senza essere sposati, s’erano “appaiati”, come untempo veniva detto nel linguaggio del popolo. A volteerano due vedovi o, per lo meno, uno dei due era in statodi vedovanza. Se i due partner erano anziani, di solitoandavano avanti così, senza sposarsi, anche, a volte perragioni di convenienza economica o, se avevano dei figlida precedenti matrimoni, per evitare complicazioni eredi-tarie. Se i due erano giovani, generalmente si arrivava almatrimonio.

La convivenza fra un uomo e una donna che non eranomai stati sposati era considerata un tempo dalla gente,cosa molto riprovevole, fuori dalla norma, soprattutto perla maggior influenza che la Chiesa un tempo aveva nellaformazione del costume. Poteva però esistere in certiambienti atei. Se, invece, avveniva fra due vedovi, o unodei due era vedovo, la gente era disposta a chiudere unocchio, ma non tutti e due. Per questo all’inizio i dueconviventi vivevano il loro stato quasi con un senso dicolpa, non solo nei riguardi della propria coscienza, madella gente. Si riunivano furtivamente, guardinghi e so-spettosi che qualcuno li vedesse, a casa di lui o di lei, manei paesi e nelle campagne dove, soprattutto una volta,tutti sapevano tutto di tutti, come se anche i muri, la notte,parlassero. La cosa non poteva rimanere nascosta permolto tempo. Era allora che entrava in azione la“Cocciata”, sul far della notte, e quando si sapeva, inseguito alle informazioni del servizio segreto di sorve-glianza, che i due piccioncini erano in casa. Anche coloroche eseguivano questo concerto erano piuttosto guardin-ghi: se tutto quel fracasso non era gradito dagli interessa-ti, c’era anche il rischio di prendersi una schioppettata. Incampagna, per esempio, all’inizio, suonando i loro “stru-menti”, giravano intorno alla casa, tenendosi molto allalarga, fuori tiro, poi piano piano, si accostavano sempredi più rimanendo sempre un po’ riparati. Ma perché tutta

questa messa in scena? Innanzi tutto era una forma diderisione bonaria verso i due che si erano comportati inmodo anomalo rispetto alla morale corrente, che voleval’unione di un uomo e una donna solo nel matrimonio.Inoltre, il rito della “Cocciata” aveva anche il valore,presso la gente, di un riconoscimento, di una consacrazio-ne laica che la Comunità dava a questa unione di fatto e,quindi, una volta che questo rituale era avvenuto, laconvivenza fra queste due persone veniva inglobata nellanorma e pochi facevano più caso a loro e nessuno ledisturbava più. C’era però in questa usanza anche unapunta di malizia, si voleva far capire ai conviventi questo:“Vedete, voi volevate tenere nascosta la vostra relazione,ma noi vi abbiamo scoperto lo stesso e la facciamoconoscere a tutti”. Di solito i due “trasgressori” facevano,come si dice, buon viso a cattivo gioco e, per porre fine,prima possibile, a quella caciara, ricevevano i “sonatori”,offrivano loro da bere, magari anche qualche piccolorinfresco e tutto finiva lì, a tarallucci e vino.

Se non venivano ricevuti prima, gli “orchestrali”proseguivano il loro concerto per nove sere (era un tempofissato dalla tradizione), se al termine di tale periodo, nonvenivano accolti, ciò significava che la manifestazionenon era gradita e terminava lo stesso, ma ciò raramenteaccadeva, quasi sempre finiva con un’allegra bevuta o unpiccolo festoso rinfresco.

Ci si chiederà: tutto questo con il ballo, con l’oggettodel nostro argomento, che c’entra? C’entra poco, è vero,però ricordarlo non è tanto fuori luogo perché la“Cocciata”, oltre ad essere essa stessa una manifestazio-ne sonora, anche se di tutt’altro tipo rispetto alla musica,era un fenomeno, un elemento del folclore locale profon-damente radicato, come il ballo, nella cultura popolare,contadina e paesana, una specie di rito che affondava lesue radici in un passato molto remoto e non solo locale,se è vero che veniva praticato anche presso gli antichiromani. Del resto anche il nome stesso “Cocciata” riman-da al passato: significava che venivano usati i cocci cheerano oggetti di terracotta, o rottami di essi, un tempomolto abbondanti nelle case (per esempio tutti i recipientiper cuocere i cibi e conservare i condimenti erano in cotto.

L’usanza della “Cocciata” è durata sinoalla metà degli anni ’50 circa, poi, iniziandouna certa liberalizzazione nel costume, lagente, soprattutto i giovani, anche perchétutta presa da nuove aspirazioni e nuovi pro-blemi, faceva sempre meno caso a certi fattiprivati e finì. Ormai era diventata una cosaarcaica, fuori dai tempi.

foto Studio F10

Nella foto è raffigurato il Complesso ODPAR a metàdegli anni '40. Da sinistra sono rappresentati: Gui-do Mariotti, Pistrella; Gino Guadagni, Caponero;Alfredo Fornacini con il contrabbasso; LuiginoBoncompagni; Umberto Del Sere; Fausto Polverini;Giocondo Marconi e Aldo Lucertini.

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Fatti di casa nostraovvero la pagina di Walter Del Sere

Con la festività del primo maggio si è felicemen-te conclusa la Mostra Mercato dell’Artigianato di Anghiari.Dopo 26 anni di vita la rassegna artigiana della valtiberinatoscana è diventata un appuntamento irrinunciabile per mi-gliaia di persone, siano queste appassionate del “fatto a mano”o semplici visitatori che, approfittando delle prime tiepidegiornate primaverili, non possono rinunciare a una gita fuoriporta nel centro storico di Anghiari trasformato in cittadelladell’arte e dell’artigianato. Tutto bene quindi? Sicuramentesi, almeno dal numero di presenze registrate nei 10 giorniconsecutivi di mostra mercato. Dopo i primi tre giorni carat-terizzati da acquazzoni e nuvole minacciose che hanno sco-raggiato la partecipazione di visitatori, con il primo timidosole che ha fatto capolino dal 25 aprile, la Mostra Mercatodell’Artigianato ha messo a segno un brillante successo dipubblico. Già si pensa all’edizione del 2002 quando, con lafine dei lavori che riguardano la riapertura della medievalevia di Ronda, la ristrutturazione dei fondi di Palazzo Testi ela realizzazione dell’ascensore che permetterà l’accesso di-retto alle antiche mura, l’Ente Mostra avrà a disposizionenuovi spazi che renderanno l’appuntamento ancora piùappetibile ed unico.

“La memoria, difesa ed educata in noi stessiper gli altri tramite l’autobiografia, ci restitui-sce al senso di aver vissuto e di poter insegnare quel poco chedella vita siamo riusciti a capire”.Quella dell’autobiografia e del raccontare di sé è una realtàinterdisciplinare che riscuote sempre più consensi pur rifug-gendo le mode e le facili promozioni. La passione e la compe-tenza del Prof. Duccio Demetrio, Docente all’Università diMilano-Bicocca, hanno determinato la creazione dal basso diuna vasta comunità di operatori culturali che nell’approccioautobiografico si riconoscono, apportando nuovi e costanticontributi personali. Una “ragnatela” che ha dato vita a corsiuniversitari, convegni, seminari, riviste, collane editoriali e,soprattutto, alla Libera Università dell’Autobiografia fonda-ta nel 1999 ad Anghiari. E per il terzo anno consecutivo la“Libera” si è ritrovata nella nostra cittadina per un’occasionespeciale di ricerca e riscoperta di un’infanzia di emozioni,percezioni e riflessioni; festeggiare i 70 anni del PedagogistaPiero Bertolini e conversare con Mario Luzi, unanimementeconsiderato il Poeta vivente più importante d’Italia. Questoha offerto la Libera Università dell’Autobiografia di Anghia-ri alle circa 400 persone arrivate da tutta la penisola per par-tecipare al convegno nazionale “Memorie d’infanzia” che siè svolto il 4 e 5 maggio. Dopo i laboratori autobiografici, chesi sono tenuti al Castello di Sorci, il Convegno nazionale, si èaperto in uno strapieno Teatro dei Ricomposti con il salutodel Sindaco Maddalena Senesi. Il Direttore Scientifico DuccioDemetrio ha quindi introdotto gli interventi dei Docenti Uni-versitari Egle Becchi e Mauro Ceruti che hanno parlato, ri-

spettivamente, dello “Scrivere di bambini con senso pedago-gico” e “Identità, saperi e memoria”. Quindi il Poeta MarioLuzi ha catturato l’attenzione di tutti sul tema “Fedeltà e infe-deltà della memoria”, prima delle conclusioni del festeggiatoProf. Piero Bertolini, Docente dell’Università di Bologna. Nel-l’occasione è stato presentato il libro del concittadino Ar-mando Zanchi, vincitore del Premio Diari di Pieve Santo Ste-fano, e il volume contenente i racconti di vita di tanti anghiaresiche si sono fatti intervistare alcuni mesi fa dalle studentessedell’Università di Milano.

Tra le varie interpellanze rivolte all’amministrazionecomunale di Anghiari dai banchi della minoranza consiliare cen’era una relativa al corso di perfezionamento post-diploma.L’Assessore alla Pubblica Istruzione Fedele Boncompagni harisposto annunciando che all’Istituto d’Arte di Anghiari è statorecentemente assegnato un corso biennale di 1200 ore.Boncompagni, ricordando che le lezioni inizieranno il prossi-mo mese di settembre, ha precisato che su 9 progetti presentatiin Provincia di Arezzo ne sono stati ammessi soltanto 2 el’unico ad essere finanziato è quello proposto da Anghiari.L’auspicio dell’Assessore è che il ciclo di studi biennalirappresenti l’anticamera per il riconoscimento di quello defi-nitivo cosiddetto ad ordinamento inerente il restauro delmobile antico.Anche Roberto Santi de “Le chiavi ai cittadini” è intervenutosulla vicenda esprimendo la propria soddisfazione perl’ottenimento del corso superiore ma occorre su questorilanciare rivendicando la Presidenza dell’Istituto d’Arte adAnghiari, al fine di mantenere in Valtiberina Toscana il terzoistituto superiore.Perché questa puntualizzazione? Con la riforma dei cicliscolastici, che verrà applicata a partire dal 1° settembre 2001,i comuni montani, ove non ci sia un altro istituto superiore,possono mantenere l’autonomia anche con 300 studenti.La procedura è di portare formalmente la presidenza adAnghiari, cittadina che, a differenza di Sansepolcro, non haaltri istituti superiori. Tutto qui. Oppure, in tanti si domandanoad Anghiari, il campanilismo ancora prevale sulla ragione?

La classica veduta di Anghiari incisa dal Terreni

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CRONAC HETTAdei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti adAnghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Lunedì 1° gennaio 2001. Oggi è morto Adriano Conti dianni 70. Adriano abitava a Le Coudray, nella zona diParigi.

Mese di marzo

Venerdì 2. Oggi è morta Isolina Testi vedova Fontana dianni 85. Abitava per la via del Carmine.Sabato 3. Oggi dopo il Chiavaretto ho visto che stannocostruendo un mastodontico capannone.Domenica 4. Oggi è morto Ernesto Cheli di anni 88. Abitavaal Campo della fiera.- Oggi è morta anche Mimì Magrini di anni 93 ed abitava alTopo. Era la zia del mio amico fotografo Valentino.Lunedì 5. Oggi è morto Aldo Pacini di anni 82. Aldo cheabitava al campo della Fiera è ricordato in particolare per lasua attività di segheria.Mercoledì 7. Oggi è nato Beniamino Scortecci di Riccardoe Alessandra Corbo. La sua famiglia abita a Montemercole.Giovedì 8. Sono diversi giorni che con una “gru” stannoripulendo le mura dalle erbacce.- Oggi è nata Valentina Comanducci di Stefano e FrancescaMarri. La sua famiglia (dei "Chiusini") abita a San Rocco.Venerdì 9. Oggi è nata Manuela Zagarino di Alfonso e AnaMaria Vasquez Yepes. La sua famiglia abita in cima al Borgodella Croce.Sabato 17. Oggi è morta Giuseppa Checcaglini in Chiarinidi anni 82. Abitava all’Infrantoio.- Oggi è nata Elisa Chiasserini di Franco e Marina Rosadi.La sua famiglia abita al Ponte alla Piera.Domenica 18. Ieri e oggi ci sono state ad Anghiari le giornatedel FAI.Lunedì 19. Oggi è stata riaperta la via di ronda che passasotto Sant’Agostino. Dopo i necessari lavori sarà possibileriutilizzarla.Martedì 20. Oggi da Firenze abbiamo riportato il quadrodella chiesa della croce che era al restauro.- Oggi è nato Samuele Buzzichini di Daniele e StefaniaManfroni. La sua famiglia abita alla Motina.Venerdì 30. Ieri erano le fiere al Borgo e stanotte ha nevicatoin cima ai monti di Viamaggio.

Aprile

Giovedì 4. Oggi è morto Pergente Del Furia di anni 71. Haabitato per molti anni al Vignolo.- Oggi è morto anche Sinibaldo Guadagni di anni 88. Abitavaa Tavernelle.Venerdì 6. Oggi è nato Nicolas Bracci di Stefano e AlbinaKhavbullina. La sua famiglia abita a Tavernelle.Sabato 7. Oggi è morta Annunziata Piccini vedova Del Barbadi anni 92 ed abitava alla Motina.

Lunedì 9. Stasera ero al Borgo e sono andato a comprare unpezzo di formaggio pecorino da Moschino, il citto di Quat-tordici.

- Oggi è nato Andrea Ciocchi di Cesare e Maria GraziaGhignoni. La sua famiglia abita per il Borgo della Croce, albivio per Palazzolo.Martedì 10. Stamani con Gastone abbiamo portato a Giulia-no due stanghe da rifare che servono per la processione.- Oggi è morto Armando Minenti del "Moro" di anni 73.Armando abitava al Molino di Valle.Mercoledì 11. Oggi è morta Delfina Baldini vedova Pasquettidi anni 84. Stava presso la residenza protetta ma era origina-ria di Montalone.Giovedì 12. Con Danilo abbiamo montato le luci per laprocessione. Ad aiutarci c’era anche suo figlio Cristian.- Ieri mia moglie ha visto la rondine che è ritornata nel nostrochiostro e infatti stasera l’abbiamo vista nel nido che lespuntava solo la coda.Venerdì 13. Si pensava per il "tempaccio" di non poter farela processione del Venerdì Santo e invece non ha piovuto.Sabato 14. Frido l’aveva detto e infatti stamani sui monti hanevicato ed era molto freddo.- Oggi è morta Maria Pieggi vedova Bistoni di anni 85.Abitava a Montebello.Lunedì 16. Oggi c’era la festa a Santo Stefano e siamo andatialla Maestà a piedi.Mercoledì 18. Stamani, vicino alle logge della Banca, c’erauno che suonava l’armonica a bocca.Lunedì 23. Oggi è morta Assunta Pichi vedova Alessandrinidi anni 91. Prima di "entrare" a Catigliano ha abitato nelpodere vicino a "Beppe nero".- Oggi è morto Anchise Taddei di anni 89. Abitava nella zonadella Scheggia, a Ospedaletto.Martedì 24. Stamani era mercato ma non c’erano banchi.Mercoledì 25. Oggi è morta a Riccione Armida Boncompagnivedova Cociani. Aveva 79 anni ed era originaria di San Leo.Venerdì 27. Oggi è nata Alina Angioloni di Carlo e IrinaMitkina. La sua famiglia abita ad Anghiari vecchio.- Oggi era il compleanno di mia moglie e le ho regalato 30coppie di piombini per il tombolo in legno di bossolo. Li hofatti fare alla Ditta N.R.G del Ponte alla Piera.Sabato 28. Alle ore 10 è stata apposta la lapide del Museodella Misericordia intitolato a Loris Babbini.Lunedì 30. Oggi è morta Rina Albucci vedova Medicheschidi anni 77. Originaria di Tavernelle abitava a Firenze.- Oggi è nata Veronica Becatti di Nicola e Chiara Caporali.La sua famiglia abita a Montemercole.

Festa a Casale

Domenica 13 maggio, dopo la riconsacrazione dellachiesa, gli abitanti della zona hanno accolto i molti inter-venuti con una abbondante merenda. La bontà del cibo eil fresco del crinale di Sant'Angelo sono stati apprezzati.

Da ricordare che questa chiesa si trova lungo l'anticoitinerario che collegava Anghiari con Arezzo passandoda Pieve Sovara, Valealle per salire verso Cologna,Casale, Montemercole e poi discendere verso il Rio dellaChiassaccia. Superato il torrente la strada proseguivalambendo il Castello di Pietramala per giungere a SanPolo e ad Arezzo.

L'itinerario è facilmente riconoscibile e percorribileseguendo l'itinerario N. 108 della Carta dei Sentieri.

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