2002-5 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 5 OTTOBRE - NOVEMBRE 2002 Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXVI-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI 1 Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXVI-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 5 OTTOBRE - NOVEMBRE 2002

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXVI-Per. del Vic. di Anghiari e MonterchiCon approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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In copertina: Massimo Redenti visto da Luca Pucci - vedi articolo a pag. 17

SommarioFine novembre di Vera Cuccini pag. 2Sacerdote in eterno " 3Calendario Liturgico ottobre novembre " 4Il Palterre: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari

Resoconto estate anghiarese di S. Lombardi " 6Quando gli operai di Anghiari... di G. Calli " 6Amici che ci riconoscono " 6Il Sacerdote visto da un'anghiarese di Cmr " 6Dove andrai tu andrò anch'io di Cmr " 7Anghiari: Mercato di Civis " 7Ombre di Vera Cuccini " 7Le ricette della Concetta " 7

La Chiesa di Tarsignano di Quinto Giorgini " 8Riaprono le scuole, la vignetta di Scacciapensieri " 9Passeggiando passeggiando " 9Abbiamo bisogno di aiuto " 10La carità di Paolino Veri " 1024 agosto 2002: San Bartolomeo Apostolo di Cmr " 11La "Billa" di "Gnorgnella" di Lamberto Ulivi " 12Grest ovvero Colonia estiva " 12I nostri auguri per Clemente ed Anna " 13Anghiari: Strade di Civis " 13Anghiari: Parcheggi di Civis " 13Anniversari e contrabbando di Clèto " 13Ri-cor-dare di Cmr " 13Dal Gruppo “Fratres” a cura di P. Ganganelli

Due giorni nel Nord Est ed... oltre confine " 14I Donatori sono in aumento... " 15Fratres News " 15

Note aggiuntive su Fausto Vagnetti pag.16Tovaglia a quadri di Daniele Finzi " 16Troppa abbondanza di Scacciapensieri " 16Cronaca e Meteo di F.C. " 17La camminata del vero Contrabbandiere " 17Da Monterchi, da San Leo, dal Carmine " 18Comunità di S. Stefano " 19Auguri a Vittorio " 20I nonni scrivono di Cmr " 20Un campeggio per... " 20Un bilancio sociale per la comunità anghiarese " 21Da Tavernelle a cura di A. Bivignani

Battitura a Tavernelle di Alessio Cagnacci " 22Una esperienza della M.G.M. di Toronto " 22

Il mio campeggio delle medie " 23Ferragosto ad Anghiari " 23Strade e beni pubblici di Mario Del Pia " 24Ciao Estate di Piero Lega " 24Ricordo di Don Fabio

Un parroco di campagna di Teresa Bartolomei " 25L'ultimo addio ad un grande sacerdote " 26Non c'è amore senza Croce di Daniele Finzi " 27L'ultimo incontro di Mario del Pia " 27

La mia vita di Gino Ceppodomo - I parte " 28Fatti di casa nostra di W. Del Sere

Talmage Fauntleroy " 30Si torna a parlare di Albiano " 30Inti Illimani " 30

Cronachetta dei fatti... di Anghiarino Anghiarese " 31

Il vostro contributo

Anche in questo ultimo periodo ditempo sono giunte le vostre offerte percontribuire alla pubblicazione del-l'Oratorio.Chi non lo ha ancora fatto può rivol-gersi all'Ufficio Postale di Anghiari:

C/C N. 11802527 intestato a INSI-GNE PROPOSITURA S.BARTOLOMEO ANGHIARI

Oppure presso:

Banca di Credito Cooperativo C/CN. 5053

Banca Popolare dell'Etruria e delLazio C/C N: 3389

Monte dei Paschi di Siena C/C N.2643/46

Fine novembredi Vera Cuccini

Un pallido riflesso di soleè apparso all’improvvisoda dietro una nuvola grigia,illumina debolmenteun campo da poco aratoe dalle brune zollesi spande per l’aria immobileacre odore di terra.Negli orti i crisantemie i ciclamini ostentanoi loro vivaci coloritra le erbe e le foglieormai ingiallite…È il preludio dell’inverno.

San Martino rappresentatoin un affresco nella chiesa diSan Michele a Padonchia.Digitalfoto Emmedipì

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Sacerdote in eterno

Don Fabio Bartolomei nasce aCampalla di Anghiari il 21 aprile 1924, da Virgilio e Matilde

Gentili. È secondogenito di cinque fra-telli. Entra nel seminario di Sansepol-cro nell’ottobre del 1934.

Conclude gli studi di teologia tra iseminari di Firenze e di Arezzo. Ricevel’ordine sacro il 27 ottobre 1946 dalvescovo diocesano Pompeo Ghezzi.

Celebra la sua prima messa nellaBasilica di Sigliano il 28 ottobre 1946ed il giorno successivo nella pieve diMicciano. Viene nominato delegatovescovile a Badia Succastelli e guidala parrocchia di Madonnuccia. Nellostesso tempo è canonico della Catte-drale di Sansepolcro ed espleta tra l’al-tro le mansioni di docente di italiano elatino nel seminario vescovile di San-sepolcro, di assistente diocesano diAzione Cattolica, di direttore dell’Uf-ficio Catechistico, di coordinatore del

settimanale diocesano “La Voce”.Nel 1953 è nominato parroco di Gricignano; nel 1960 è inviato a Santa Sofia di Romagna come

incaricato vescovile con diritto di successione dell’anziano parroco, mons. Montini. Nel 1969 rientranella sua terra natale, parroco a Sigliano, successore, in quella mansione, dello zio paterno, mons.Alessandro Bartolomei.

Nel 1990 è incaricato nella parrocchia di Micciano e dal settembre 1998, per un anno, regge laparrocchia di Anghiari a seguito della morte del fratello don Vittorio.

Nel maggio 2002 rimette il suo incarico di parroco a Micciano, a seguito dell’aggravamento del suostato di salute, nelle mani del vescovo diocesano Gualtiero Bassetti. Dotato di forte temperamento e digrande preparazione religiosa ha saputo, con coerenza e fede, testimoniare il suo credo di sacerdote:

* nell’annuncio della parola di Dio come momento di speranza e di fede nella risurrezione* nel valore della preghiera come momento centrale della vita di comunione,* nella devozione alla Madonna, Madre di Dio e Madre nostra, via maestra per raggiungere la vita

eterna in Cristo,* nella obbedienza al Vescovo ed alla Chiesa,* nella disponibilità verso il prossimo,* nello spirito di solidarietà verso gli ultimi e gli incompresi

In questo quadro ha operato nei Monasteri e nelle Comunità religiose, ha condotto operosamentegruppi di preghiera, ha organizzato pellegrinaggi mariani, è stato per molte persone insostituibile guidaspirituale.

Resta per tutti coloro che l’hanno conosciuto: “SACERDOTE IN ETERNO”.

Dal ricordino fatto stampare dalla famiglia per ricordare don Fabio a chi lo ha conosciuto

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CALENDARIO LITURGICO

Mese di Ottobre1° ottobre martedì – Santa Teresa di Gesù Bambino Vergi-ne e Dottore della Chiesa. Primo martedì del mese: inPropositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del SantoRosario. Santa Teresa nacque ad Alençon in Francia, nel1873 e morì giovanissima nel 1897. È stata esempio di umiltàe semplicità evangelica.2 ottobre mercoledì – SS Angeli Custodi. “Il Signore timanderà il suo angelo e custodirà il tuo cammino.”3 ottobre giovedì – Primo Giovedì del mese. Si invitano ifedeli alla preghiera per le vocazioni.4 ottobre venerdì –San Francesco d’Assisi pa-trono d’Italia. Primo Vener-dì del mese. Nella Pieve diMicciano, alle ore 20,30Santa Messa per il GruppoUomini dei Ritiri di Perse-veranza. Francesco è natonel 1189 ed è morto nel 1226.“Signore fa di noi gli stru-menti della tua pace: dovec’è odio aiutaci a portareamore, dove c’è offesa il perdono, dove c’è discordia l’unio-ne, dove c’è il dubbio la fede, ove ci sono le tenebre la luce,dove c’è tristezza gioia.” (San Francesco d’Assisi)Al Santuario del Carmine, alle ore 21, recita del S. Rosario.6 ottobre - Domenica XXVII del Tempo Ordinario. SanteMesse secondo l’orario festivo.7 ottobre lunedì – Beata Maria Vergine del Rosario: San PioV papa istituì questa celebrazione in seguito alla vittoriariportata dai cristiani nella battaglia di Lepanto ed attribuitaall’aiuto della Santa Madre di Dio invocata con la recita delSanto Rosario.13 ottobre - Domenica XXVIII del Tempo Ordinario. SanteMesse secondo l’orario festivo.15 ottobre martedì – Santa Teresa d’Avila Vergine e Dottoredella Chiesa: di nobili origini nacque ad Avila in Spagna nel1515; a 20 anni entrò nel convento carmelitano di Avila doveebbe rivelazioni mistiche. Morì nel 1582.18 ottobre venerdì – San Luca evangelista: nacque adAntiochia da famiglia pagana; studioso di medicina e appas-sionato dell’ellenismo è autore del terzo Vangelo e degli Attidegli Apostoli. Non si sa nulla di preciso della sua conversio-ne tuttavia lo si trova accanto a San Paolo per seguire eriportare la sua predicazione. La tradizione vuole che Lucasia stato martirizzato in Acaia dove si era recato perevangelizzare le popolazioni locali. Unico dei quattro evan-gelisti, ha tracciato importanti ritratti di Maria insistendoinoltre sull’infanzia di Gesù.20 ottobre - Domenica XXIX del Tempo Ordinario. SanteMesse secondo l’orario festivo.27 ottobre - Domenica XXX del Tempo Ordinario. SanteMesse secondo l’orario festivo.28 ottobre lunedì – Santi Simone e Giuda Taddeo Apostoli.I due apostoli vengono onorati nello stesso giorno perché la

1° novembre venerdì – I Santi. Sante Messe secondol’orario festivo. Nel Regno dei cieli è la dimora dei santi, illoro riposo è l’eternità, alleluia. Celebrazioni a Galbino ore14,30, San Lorenzo ore 15,30 e ad Anghiari ore 15,30.Al Santuario del Carmine, alle ore 21, recita del S. Rosario.2 novembre sabato – Commemorazioni di tutti i fedelidefunti. Alle ore 6,30 ritrovo nella chiesa di Santo Stefanoper recarci al cimitero dove alle ore 7 viene celebrata la S.Messa.3 novembre - Domenica XXXI del Tempo Ordinario. SanteMesse secondo l’orario festivo.5 novembre martedì – Primo Martedì del mese. In Propo-situra alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.7 novembre giovedì – Primo Giovedì del mese. Si invitanoi fedeli alla preghiera per le vocazioni.10 novembre - Domenica XXXII del Tempo Ordinario.Sante Messe secondo l’orario festivo.11 novembre lunedì – San Martino di Tours vescovo: figliodi un tribuno romano, Martino nacque nel 315 in Pannonia.Di animo caritatevole, resta celebre l’episodio in cui diviseil suo mantello con un povero e ricevette di notte l’apparizio-ne di Gesù che indossava la metà di quel mantello. Ricevutoil battesimo fondò con l’amico Ilario vescovo di Poitiers ilconvento di Ligugé, il primo della Gallia centrale. Fu quindiordinato sacerdote ed in seguito fu eletto vescovo di Tours.Morì nel 397.17 novembre - Domenica XXXIII del Tempo Ordinario.Sante Messe secondo l’orario festivo.24 novembre - Domenica XXXIV del Tempo Ordinario.Cristo Re. Festa della Misericordia. Santa Messa alle ore9,30 in Badia, alle ore 11 in Propositura, alle ore 18 nellachiesa della Croce.30 novembre sabato – Sant’Andreaapostolo. Pescatore a Cafarnao insie-me al fratello Simone, il futuro S.Pietro, ricevette la chiamata di Gesùun giorno che con il fratello stavagettando le reti nel lago di Tiberiade.Secondo la tradizione, dopo la Pente-coste predicò in diverse regioni e fucrocifisso in Acaia.

Nei disegni: San Francesco e SanMartino

tradizione vuole che insieme siano stati martirizzati inPersia. Giuda Taddeo è conosciuto per l’intervento che fecenell’ultima cena chiedendo a Gesù: “Signore perché ti mani-festi a noi e non al mondo?” A lui è dovuta una “lettera”rivolta ai fratello giudeo-cristiani dispersi nella quale attaccai falsi maestri ed invita i cristiani a restare saldi nella fede.Il nome di Simone nell’elenco degli apostoli è messoall’undicesimo posto; di lui non si sa nulla, se non che erasoprannominato il Cananeo (nativo di Cana) o lo Zelota.

Mese di Novembre

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SANTE MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANO-CHIESA DI SAN LEO

Ore 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 8,40 -PIEVE DI SOVARAOre 9,00 -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA

-CHIESA DI TUBBIANO-CHIESA DI CATIGLIANO

Ore 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE

-CENACOLO DI MONTAUTOOre 10,30 -CHIESA DI SAN LEOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura

-PIEVE DI MICCIANOOre 11,30 -CHIESA DI TAVERNELLE

-CHIESA DI VIAIOOre 12,00 -CHIESA DI TOPPOLEOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 CHIESA delle monache MonterchiOre 10 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11 S. Maria della Pace Le VilleOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 16,30 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo aPianezze ore 15 (ore 17 estivo).

Ogni primo venerdì del mese,alle ore 21, recita del

Santo Rosario

BENVENUTIA SAN LORENZO

SANTUARIO DEL CARMINE

1° novembre 2002Celebrazioni per ricordare i nostri morti

Ore 14,30 a San Lorenzo Santa Messa e visita al cimitero

Ore 15,30 nella chiesa di Galbino Santa Messa e visita al cimitero

Ore 15,30 nella Cappella del cimitero di Anghiari Santa Messa

Il Convegno parrocchialea Montauto

Sabato 14 settembre si è svolto al Cenacolo diMontauto, il Convegno: La parrocchia come co-munità viva.

Dato che a quel momento il giornale era già instampa, riferiremo sul prossimo numero.

Scopo del convegno è l'incontro con i collabora-tori, ma non solo, della parrocchia per un approfon-dimento sui vari ambiti di interesse: liturgia, catechesi,carità, missione, cultura, affari economici.

Invitiamo chi per vari motivi non fosse stato pre-sente a chiedere notizie ai nostri parroci don Marcoe don Juan Carlos.

Il convegno sarà aperto dalla lezione tenuta dadon Angelo Chiasserini

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IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solodi

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Quando gli operai di An-ghiari andavano al Teverea lavoraredi Galliano Calli

Quando il Tevere sbatte a Montedoglioe volta il muso giù verso Viaioogni campo vicino resta spogliomangia la terra e sol ci resta il ghiaio.L’Ente Tevere allora studia un piano:riempie tanti gabbion di pietre e massiperché l’acqua diritto non ci passi.

Da Anghiari, che rimane a pochi passitanti operai ci vanno a lavorare:chi intreccia le gabbie o porta i sassiper guadagnare un soldo per mangiare.Uomini d’ogni età, alti o bassibasta che la carretta possan mandaredi 30 soldi era la giornataa stento la famiglia era sfamata.

Micale, Nanni di Don Paolo, tutti una brigataMaranna detto Caccia, col CimballiBistocco, fisso operaio, per tutta l’annata.Il fatto che successe fu al Cimballi:passato Ca’ de' Frati, a una giratadove ch’è sempre pien di polli e galli,dietro a un fosso c’è un’anitra realecon tutti l’anitrini a pigolare.

Il Cimballi che poco ha da mangiare,e sol per Pasqua un po’ di carne assaggiaall’anitra mamma il collo vuol tiraree svelto, svelto la mette in la bisaccia,ma gli anitrin van dietro a pigolare.Lui li grida e con la man li scaccia:“Datevi pace, che è vergogna pigolare,tanto stasera vostra madre un pol tornare.”

Resoconto estate anghiaresedi Sergio Lombardi

Bisogna am-met te re che que-s t ’ anno l ’ e s t a t eAnghiarese ha rag-giunto un discretosuccesso e in para-gone agli anni pas-sati si è visto mol-ta più’ animositàed aggregazione.

Occorre esprimere quindi un bra-vo a l le var ie assoc iaz ioniorganizzative e prima fra tutte allapro-loco del paese ed è proprio quiil nocciolo del problema. Molte ebelle manifestazioni, ma dov’è ilvantaggio economico del paese?Quindi, secondo me, ben venganotali manifestazioni ma organizzatein modo diametralmente opposto al-l’attuale perché non aumentando inmodo significativo le entrate si fan-no gli interessi di alcuni Anghiaresi,non del paese.

Ma questa è la logica conseguen-za di chi soffre di megalomania cioèdi mania di grandezza. Infatti nonriuscendo a combinare niente diconcreto, si rifugiano in quesiti ele-mentari e non riescono neanche acapire che a domanda sciocca ci saràrisposta sciocca.

Mi spiegate il realismo di questepalesi situazioni? Come può un pa-ese avere elevazioni culturali quan-do chi dovrebbe dispensare culturaè a questi livelli? Ai posteri l’arduasentenza!!

Auguri ad Emma Maria

È nata Emma Maria il 15 luglio2002. Lo annunciano, insieme allamamma Letizia e al papà Lorenzo,gli zii Luca e Lorenzo, i nonniElena Mari (anghiarese) e AlbinoTrolese ( acquisito).

Caronno Pertusella (VA), 22 agosto 2002

Amici che ci riconoscono

Lo scorso 27 agosto ero (leggasi Alessandro Bivignani) a trovare degli amicia Colcellalto, vicino a Sestino. Sono stato riconosciuto subito dai dueproprietari dell’unica bottega di alimentari e bar del paese, in particolare dallasignora Maria che viene dalle Casacce (Motina) e ritorna spesso ad Anghiarie anche al Carmine a cui è legata. Il Marito è Dino Donati, è andato a scuolaa Sansepolcro insieme al capo redattore (leggasi Mario Del Pia) e anche conaltri di Anghiari come Mario Guiducci, ecc.I due simpatici amici hanno colto l’occasione per salutare tutto il popoloanghiarese e soprattutto complimentarsi con la redazione dell’Oratorio,ringraziando che l’Oratorio arriva puntualmente anche da loro e li tieneaggiornati sulla vita del paese e non solo.La redazione risponde a Dino e Maria con un affettuoso saluto e un sentitoringraziamento.

Il Sacerdote visto daun’anghiaresedi Cmr

Certamente palpitòil tuo cuorequando pronola faccia a terrainnanzi l’Altarerinunziasti a moltoper avere il TUTTO.E ancor più forteti martellò nel pettoquando il Sacro Crismafece di tel’unto del Signore,l’uomo dell’Eucarestia.Che batta semprequando per noi e con noile tue mani teses’inoltran nel mistero.Che batta ancoracon giovanil vigorequando per gli annile stanche ginocchiati renderan difficileprostrarti al tuo Creatore.

Il diocesanoclero visto

dal colombianoBotero.

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Beatitudini della seradi Cmr

Dove andrai tu andrò anch'io...dove morirai tu morirò anch'io(Rut 1/16-17)

Ombredi Vera Cuccini

Ombre vaghe s’aggiranonella notte scura,sono ricordid’un tempo remotopalpitano nel profondodell’animo, affioranonei pensieristanchi ed assonnati.Si perdono nelle tenebreper riapparire, poi,al selenico chiaroremagia di desideriombre evanescenti.

Tra le tante esperienze della miavita c’è stata anche quella di una lungapermanenza in un reparto ospedalierooculistico, dove invece le degenze sonodi norma brevi. Sono venuta così acontatto con un numeroso “campiona-rio” umano formato in massima parteda donne anziane, dalla vista corta, madalla lingua generalmente lunga, forseper la legge del compenso. Quasi tuttesuocere, pronte a raccontare scambie-volmente le proprie faccende familiari.

Cosa non hanno ascoltato le mieorecchie! Quante indebite ingerenzenella famiglia dei propri figli! Quantepretese, assurde pretese, che ne limita-vano la libertà in ogni senso. Dall’edu-cazione dei nipoti, al diritto di godersida soli un po’ di giorni di vacanza, almare o ai monti.

Chi l’ha detto, se pure l’ha detto:“Per questo l’uomo abbandonerà suopadre e sua madre e si unirà a suamoglie e i due saranno una sola carne.”Chi l’ha detto?

La famiglia è in crisi, lo sappiamotutti e una delle ragioni che la determi-nano è certamente il rapporto tra gene-razioni.

Ho contattato un minor numero dinuore, ma mi resulta che anche loro,salvo le debite eccezioni, non brillanoper il loro comportamento nei confrontidei genitori del marito! E qui precisoche intendo riferirmi a nuora e genero,a suocera e suocero: tutti sono coinvolti

in questo processo di disgregazione chederiva dalla mancanza di amore, dal-l’egoismo sfrenato, dall’ignoranza del-la parola di Dio.

Da contrapporre a questa attualesituazione negativa, mi viene in mentela dolce storia biblica di Noemi e Rut,vissuta tanto a ritroso nel tempo, quan-do la condizione femminile non eraprotetta come oggi.

Noemi, emigrata da Betlemme nel-la campagna di Moab, col marito, i duefigli e le nuore Orpa e Rut, viene colpitadalla morte del marito e dei figli, rima-nendo quindi sola con le due nuore.Sola e senza mezzi per vivere. Decideperciò di tornare a Betlemme e di ri-mandare Rut e Orpa dalle rispettivefamiglie per trovare un nuovo marito.Orpa si fa convincere, ma Rut non cede,segue Noemi fino a Betlemme e siaccolla il duro lavoro di “spigolatrice”,per provvedere al sostentamento suo edella suocera.

La Provvidenza la mette sulla stra-da di Booz, l’uomo che la sposerà edalla cui discendenza nascerà David.

Il profondo legame che unisce Rut eNoemi possa essere di esempio per lenostre famiglie, possa il loro amoreessere una fiamma che riscalda il climagelido di certe nostre case, anche sesuperaccessoriate.

Suocera e nuora come cane e gatto?No! No!

Chi l’ha mai detto?

Le ricette della ConcettaPubblichiamo altre due ricette (le primedue sono state pubblicate nel n. 6/2000)della nonna Concetta Mafucci, nata adAnghiari nel 1870 e trasferitasi in seguitoin Maremma.

Marengo

Si prende mezza libbra (150 gr. ca.) diriso e si fa cuocere nel latte e poi si fafreddare. Poi si aggiungono 3 uova, maperò solo i rossi, poi si mette in unaforma tonda che sia vuota in mezzo eche sia ben bagnata con acqua fredda,poi si mette a cuocere a bagnomaria.Quando sia cotto si mette a raffreddarenell’acqua fresca poi si sforma e simette in un piatto tondo che vada alforno, poi si riempie in mezzo conmarmellata di albicocche o di pere, poisi mette sopra delle pesche fatte a sci-roppo, poi si copre tutto con chiare diuovo maritate con un po’ di zuccherovaniglia, poi si mette in forno a caldomoderato, quando abbia bel colore siserve.

Frittelle di Borrana

Preparate della pasta piuttosto densacon due manciate di farina, mezzo bic-chiere di vino bianco, una cucchiaiatadi olio e un pizzico di sale. Sbattete edimenate bene bene il tutto. Prendetedelle foglie di Borrana lavate in acquafresca, fatele sgocciolare, trinciatele edunitele alla suddetta pasta. Indi rime-scolate ancora il composto ed a cuc-chiaiate gettatelo in padella, ad oliobollente formando così le vostre frittel-le le quali servirete cospargendole dizucchero. Invece di trinciare la Borranasi può friggere anche a foglie sane.

Anghiari: mercatodi Civis

Ad Anghiari da molti secoli si svolge il mercato settimanale e a parte i varispostamenti dalla Piazzola al Borghetto e infine nella piazza del Mercatale ot-tiene sempre una discreta partecipazione di cittadini. Per i prossimi mesi di ot-tobre e novembre mi piacerebbe che l’Amministrazione comunale, assieme ainostri produttori, realizzasse una vendita diretta di prodotti delle nostre Azien-de agricole. Sotto le Logge (per questo furono costruite) si potrebbe quindi atti-vare un mercato conveniente per i cittadini e in parte remunerativo per gliagricoltori. Patate, fagioli ed altri prodotti in confezioni idonee potrebbero otte-nere un buon successo. Le castagne poi dovrebbe essere una ulteriore occasionedi potenziamento di questo tipo di mercato.

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTEdi don Quinto Giorgini

La Chiesa di S. Giovanni Battista a Tarsignano

Siamo ancora nell’estremo lembo del comune diMonterchi, al confine con quello di Arezzo e quello diAnghiari, che presso Bagnaia attraversa il Cerfone e siaddentra tra questa valle e quella del Padonchia, pressoScandolaia e Montacutello fino a lambire questa località.L’agglomerato di vecchie case a schiera di Tarsignanoforma un unico complesso edilizio, caratteristico perportali, finestre, archi e balconi con scale esterne, fatte dipietra antica lavorata a mano. Queste storiche abitazionirustiche dovrebbero essere restaurate con particolaresensibilità artistica, evitando ristrutturazioni improvvi-sate e moderne.

La chiesetta sorge vicino ma isolata rispetto al villag-gio. È circondata da un verde prato che funge da sagratoe da uno spazio circostante della superficie di circa 1500mq. In passato era una chiesa parrocchiale della Diocesiaretina, ma fu soppressa l’11 luglio del 1856 dal Vescovomons. Attilio Fiascaini, che la unì a quella (piuttostolontana) di S. Maria a Bivignano, di cui divenne unacappellania, servita ogni due domeniche da quel parroco.La comunità di Tarsignano in quel tempo contava oltrecentocinquanta anime quindi era abbastanza numerosaper quei luoghi isolati, ma le cattive condizioni dell’an-nessa casa canonica, che minacciava rovina, nonostanteche fosse stata recentemente restaurata per due volte,spinsero il vescovo a incorporarla nella suddetta parroc-chia.

Sarebbe stata più logica l’unione con la parrocchia diPianezze molto più vicina, ma in quel tempo le due chieseerano in Diocesi diverse. Nella riforma del numero delleparrocchie effettuata nel 1986 da Mons. Giovannid’Ascenzi, Tarsignano, essendo unita a Bivignano, corseil rischio di passare alla parrocchia di Pieve a Ranco incomune d’Arezzo, ma poi, in seguito al ricorso delpopolo di Tarsignano, che in gran parte si trova nelcomune di Monterchi, il presule decretò l’annessione allaparrocchia di S. Michele Arcangelo a Padonchia, che

attualmente abbraccia sette chiese diventando la piùvasta del territorio monterchiese.

Nella Visita Apostolica del 17 aprile del 1583 questachiesa di S. Giovanni Battista risulta “in pessimo stato”,perché mancava di intonaci e di pavimento e persino dicasa canonica per cui il rettore risiedeva in un castellosituato nelle vicinanze.

L’attuale chiesa, di modeste dimensioni (m. 6x10) èdi forma rettangolare, con un unico vano ricoperto contetto a due falde, con un piccolo campanile a vela a filodella facciata, sull’asse centrale, dove sono ordinati an-che il portale di accesso con sopra una finestrella qua-drata. La campana porta la data A.D. 1900 ed è statafusa dalla Ditta Bastanzetti di Arezzo. Nell’architravedel portale si legge:

BARTHOLOMÆVS MASSI RECTOR FACIENDA CVRAVITANNO DOMINI MDCCXCIV

Questa non è l’antichissima chiesa di medioevalememoria dedicata a S. Giovanni Battista la quale eraubicata a sud, più in basso, nella spianata dove esistetuttora, in condizioni fatiscenti, la casa colonica di questachiesa denominata “Chiuso” dove si possono ancoravedere resti, tracce e persino una parte del muro dellaprimitiva chiesa costruita con pietre conce erose daltempo. L’attuale chiesa, lesionata anche dall’ultimo ter-remoto è molto umida, ha il tetto fatiscente e pertantonecessita di urgenti restauri conservativi e di un consoli-damento delle fondamenta. All’interno vi è un unicoaltare aderente alla parete ovest, sulla quale è appesa unatela di rilevanti dimensioni (cm. 152x115) rappresentan-te il santo patrono che battezza Gesù nel fiume Giordano.Il dipinto porta la data del 1889, fu commissionato da

Questa chiesa è situata suun poggiolo, all’altezza di cir-ca 520 metri s.l.m., sul ver-sante sinistro dell’Alta Valledel Padonchia, sotto il montedei Sassi Bianchi, presso l’an-tico villaggio di Tarsignano,detto anche popolarmente“Colcello dei Crulli”: in pas-sato infatti questo cognomeera molto diffuso in questoluogo.

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La vignetta di ScacciapensieriRiaprono le scuole!!

G-Battista Crulli ed eseguito dal pittore localemonterchiese Luigi Puletti. Questa chiese viene ufficiatasaltuariamente dal parroco di Padonchia. Ogni anno il 24giugno viene celebrata con solennità la Festa della nasci-ta di S. Giovanni Battista ed in quella circostanza il sacroedificio si riempie non solo dei pochi fedeli del luogo maanche di quelli che vi abitavano nei tempi che furono, eche sentono il bisogno di ritornare a venerare il propriosanto e di riscoprire le proprie radici cristiane.

Ricordo

Oggi 8 - 8 - 2002 è il terzo mese che è scomparsa lacara amica Monica Campi, la stessa ha lasciato ungrande vuoto dietro di sé, il marito Roberto, il figlioLuca di anni 15, la figlia Maddalena di anni 12.Monica ci aspetti in cielo ma sei ancora fra di noi.

Alessandra e Nataly

Nell'altra pagina: La tela del 1889(cm. 152x115) dipinta da LuigiPuletti e commissionata da G-Bat-tista Crulli rappresentante il santopatrono (Giovanni Battista) chebattezza Gesù nel fiume Giordanoe l'esterno della chiesetta diTarsignano.Qui sopra: L'interno della chiesa e,a sinistra, i signori Boncompagni,che hanno cura della chiesa stessa,assieme a don Quinto, il loro par-roco.Digitalfoto Emmedipì

Passeggiando passeggiandoSe Nicola Arigliano diceva di fare 20 chilometri

al giorno (10 all’andata e 10 al ritorno), i nostri amiciAldo e Maria Ghignoni, ne fanno solamente sei (3all’andata e 3 al ritorno) ma hanno la bellezza di 87e 83 anni. Poco tempo fa essi hanno celebrato il lorosessantesimo anniversario di matrimonio.

Passeggiando passeggiando percorrono le nostrestrade in mezzo ai campi e al verde della nostrapianura, dim+

ostrando che finché si può si deve anche andare.

Grest con i bambini di Cernobildi Giacomo Calli

Un’esperienza sicuramente fantastica. Il giorno dellapartenza Don. J. Carlos, Manuel, Claudio ed io ci fa-cemmo trovare al giardino di Lucignano alle otto in pun-to. Pronti con sacchi a pelo e valigie per fare quest’espe-rienza di vita e soprattutto questo grande atto di cristia-nesimo.

Alle otto e trenta erano in arrivo i bambini ancoratimorosi della gente che non conoscevano, stringevanoognuno la mano alla propria famiglia che li ospitava;vestiti tutti per benino con vestiti nuovi di zecca ma mol-ti con in mano una busta di plastica o di carta dove tene-vano la loro roba. A questo punto tutto era pronto per lapartenza e quindi ci avviammo verso Marina diPietrasanta.

Il viaggio aveva stancato molto i ragazzi che già in-cominciavano a sorriderci ed a giocare con noi. Già ilgiorno dopo ci conoscevano per nome e ci abbracciava-no e in quei momenti tante volte stentavamo a far scap-pare quelle lacrime di compassione per bambini con cositanta gioia e voglia di vivere.

Tutta la settimana e stata stancante per tutti ancheper noi ma la stanchezza non si faceva sentire davanti aquella soddisfazione di aver donato quei pochi giorni difelicità a tutti quei bambini. Arrivammo alla fine dellasettimana che conoscevamo tutti i loro nomi; qualcunodi loro ci ha donato perfino qualche oggettino per ricor-do. Degli oggettini semplici ma per noi un bellissimo ri-cordo che mi rimarrà sicuramente per sempre nel cuore.

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

La Confraternita di Misericordia di Anghiari staattraversando un periodo particolarmente difficile inrelazione agli impegni istituzionali ed alla disponibilità di“materiale umano”.

Le necessità maggiori riguardano sicuramente gliimpegni collegati ai vari servizi di ambulanza e diautovettura per il servizio sociale.

Abbiamo necessità di nuovi autisti e di volontari diprimo e secondo livello per portare avanti i servizi diambulanza.

Abbiamo anche bisogno di nuovi volontari che sianodisponibili a guidare l’autovettura della Confraternitaper servizi quali il trasporto di materiale sanitario edaltro.

Questi sopra elencati sono i servizi primari per i qualila necessità di collaborazione e di aiuto è abbastanzapalese e conosciuta.

Abbiamo però bisogno anche di collaborazione am-ministrativa, per i servizi ed i compiti di sede.

Chiediamo il vostro aiuto anche per tenere aperta lasede, possibilmente tutti i giorni.

Chiediamo la vostra collaborazione per portare avan-ti particolari servizi di segreteria e di contabilità, semprepiù gravosi ed impegnativi.

Chiediamo il vostro intervento per starci più vicini ecollaborare a pieno titolo in tutte le nostre iniziative,istituzionalmente di competenza dei componenti delMagistrato, di fatto aperte alle nuove idee e al nuovoimpegno di tutti.

Chiediamo che vi avviciniate alla Confraternita diMisericordia anche con un modesto impegno (ad esempioper un’ora alla settimana) che per noi non sarebbe

modesto ma sufficiente, in un gruppo ampio, ad organiz-zare in maniera più puntuale tutta la nostra attività.

A volte abbiamo il dubbio che la carenza di “volon-tari” che si avvicinano alla Confraternita di Misericordiasia data dalla preoccupazione di doversi impegnare“troppo”. In realtà siamo invece qui a dirVi che èassolutamente gradito un impegno anche modesto, pur sequantificabile in maniera periodica per poter essereutilizzato al meglio.

Abbiamo bisogno di avvicinare anche i giovani allenostre attività più variegate, e con loro potremo dare lemigliori risposte alla popolazione bisognosa.

Nel 2003 scadrà il mandato dell’attuale Magistrato,per cui sin da ora, con largo anticipo, siamo alla ricercadi persone che possano dedicare qualche ora del propriotempo alla nostra associazione.

In definitiva, vorremmo che attorno alla Misericordiagravitassero ben più persone di quelle che attualmentesono disponibili; vorremmo una Misericordia più pronta,più efficiente, più puntuale all’assolvimento dei propriimpegni statutari. Vorremmo una Misericordia più bravanelle proprie attività, con nuove persone a fianco dicoloro che (i nostri autisti e volontari in prima linea) giàsi impegnano in maniera encomiabile e gratuita.

Dedicateci qualche ora del vostro tempo; rendetevidisponibili ad un colloquio presso la nostra sede (0575-789577) o con Massimo Redenti (0575-788253 abita-zione). Il nostro governatore Vi potrà fornire tutti idettagli dell’attività ed il modo migliore di renderVipartecipi alle necessità della Misericordia in relazionealle vostre attitudini ed al tempo che vorrete dedicarci.

ABBIAMO BISOGNO DI AIUTO

Agape sei di virtù celestialeBontà infinita emanata dal cuoreTutti t’invocan virtù teologalePronta al perdono per sgarro o rancore.

Fiammata sei di spirito divinoOgnor ricorri al consiglio e perdonoMa pur ti cangi in sanguigno mastinoQuando disposti ad ucciderti sono.

Spingi gli uomini ad amarsi veramenteA lenire il male che spesso li avvolgeL’un l’altro a sopportarsi dolcemente

L’ignorato paria a te si rivolgeCome pur l’infermo cieco e dementeIl giudicato a te la mente volge.

La caritàdi Paolino Veri

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24 agosto 2002 – San Bartolomeo Apostolodi Cmr

“Prima che Filippo ti chiamasse io tiho visto quando eri sotto il fico” (Gv.1/48)

Che cosa faceva sotto il ficoNatanaele, alias Bartolomeo? PerchéGesù, che tutta la vita di questo futuroapostolo aveva sotto gli occhi, non dis-se ti ho visto mentre dormivi, mentrepregavi, mentre sedevi a mensa, o qual-siasi altra cosa? No, quando eri sotto ilfico! Forse in quel momento l’atteggia-mento di Natanaele era tale da giustifi-care la frase di Gesù: “Ecco davvero unIsraelita in cui non c’è falsità.”

L’Evangelista Giovanni non preci-sa, non ci spiega e noi restiamo con lacuriosità che ci rende “simpatico” ilnostro santo Patrono, perché, forse, sottoil fico ci stava solo per mangiare idolcissimi frutti, e questo piacque al-l’uomo Gesù.

Anche quest’anno siamo corsi inmolti verso la chiesa della Propositura,per rendere omaggio al Santo Patrono eper sentirci comunità, famiglia, per diresilenziosamente fratello o sorella a chici stava vicino.

Molti hanno partecipato alla cele-brazione Eucaristica, animata dai bam-

bini e ragazzi del catechismo, moltihanno baciato la reliquia di SanBartolomeo.

Intanto si son fatte le 19,30 e iparrocchiani, seduti davanti al palco,in giardino, hanno assistito alla esibi-zione della COMPAGNIA DEIRICOMPOSTI che ha presentato unaserie di canti popolari. Uno spaccato divita, che va praticamente dalla nascitaalla morte e racconta le “gesta” deinostri antenati. Il tutto impastato diarguta ironia che nessuno risparmia:dai fidanzati (Terremoto); ai contadini(Alla barba dei contadini); fino al clero(La prima volta che mi confessai). Ot-time le voci e gradevolissimo l’insie-me. Una Compagnia in cammino versomete sempre più alte.

Intorno alle 20 sono state di scena ehanno fatto da protagoniste le tavoleimbandite, riccamente imbandite, contanta buona roba che spariva… in alle-gria.

Piacevolmente sazi i parrocchianisi sono poi seduti per ascoltare il RECI-TAL dei bambini del catechismo:PACIFÌ. La fantastica storia di un sim-patico marziano giardiniere, venuto daun pianeta sconosciuto dell’universo,

per piantare sulla terra il seme straordi-nario del fiore della pace. Deliziosi gliattori ed i costumi, oltre alla tramadella attualissima fiaba; una speranzache ci ha commossi.

Alle 22 esibizione degli allievi dellaScuola di Danza FIT 4 U.

Danza moderna, cioè Aerobik eSunky, legata a quanto si è fatto primain palestra: fiato e muscoli e fiato emuscoli avevano gli 8 scatenati sopra ilpalco. Per la cronaca 7 femminucce eun maschietto che hanno suscitato unpo’ d’invidia negli spettatori della 3ª e4ª età, che si riconoscono alquantocarenti per quanto concerne fiato emuscoli!

Alle 22,30, con la tombola è finita lafesta. Anche quest’anno io non ho vin-to. Spero peril prossimo, aDio piacen-do.

Grazie atutti coloroche hannolavorato perrendere pia-cevole que-sta serata.

Con il prossimo numero si con-cluderà il XXXVI anno di pubbli-cazione del nostro Periodico. Stia-mo preparando per il prossimonumero l'allegato da offrire ai let-tori quale ringraziamento per i lorocontributi e come incitamento perchi voglia farlo ora.

In questo numero troverete lapoesia di Galliano Calli e il raccon-to di Lamberto Ulivi che descrivo-no un episodio classico raccontatocentinaia di volte dagli anghiaresima che si riferisce a due personediverse. Questo succedeva quandoun episodio (forse accaduto real-mente ma non era indispensabile)si tagliava perfettamente per una opiù persone. La verità è che anchese i fatti non fossero veri eranocertamente molto verosimili spe-cialmente per quanto riguarda lamiseria e la fame di certi anni non

certo lontanissimi.Da Ravenna è pervenuta la ge-

nerosa offerta di Guglielma Par-lanti: è per la spedizione del gior-nale e per le attività dell’Oratorio.Giuseppe Poderini invia la sua of-ferta in memoria della madre Spe-ranza. Grazie.

Elenchiamo ora altri affezionatilettori che ci hanno fatto pervenireil loro contribuito in questi ultimitempi.

Alessandrini Luigi, MotinaBartolomei EnaBassini Anna MariaBassini MariaCamaiti AthosChieli Maria, CerviaManfredi MarioMaranesi Liliana, RomaPapini BenedettoPeluzzi Giuseppe, Renicci

Dalla Redazione La Madonna di Loreto a cui lefamiglie di Anghiari vecchio de-dicano la festa del 10 dicembredi ogni anno, dal mese di settem-bre e fino al febbraio 2003 è inmostra ad Arezzo.Si tratta di una scultura ligneaattribuita a Tino di Camaino,conservata nella chiesa di Badiaed espostanella Basi-lica inferio-re di SanFrancescoad Arezzoi n s e r i t anella Mo-stra:La bellez-za del sa-cro. Scul-ture me-dioeval ipolicrome.

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Grest ovvero Colonia estivaQuest’anno fra le varie iniziative che la parrocchia ha organiz-

zato c’è stata anche quella del GREST, ovvero della colonia di untempo.

Dal 5 al 9 di agosto una trentina di bambini hanno partecipatoa questa nuova iniziativa che pare sia stata accolta con molto entu-siasmo anche dalle famiglie.

Nel corso della settimana si sono fatte varie cose, dalle cammi-nate alle partite di calcio, dalle esperienze all’Istituto d’Arte di la-vorazione della creta, a momenti di preghiera ed infine a chiusurauna S. Messa con liturgia preparata dalle catechiste insieme con ibambini.

Vista la massiccia partecipazione credo sia stata una bella ini-ziativa e spero che i nostri sacerdoti vorranno riproporla anche perl’anno prossimo.

Nella foto: La visita al Santuario di Petriolo.

La “Billa” di “Gnorgnella”di Lamberto Ulivi

Coloro che vivono distanti dal proprio Paese, ma chel’amano ancora, ricordano spesso e con nostalgia avve-nimenti e figure tipiche che hanno accompagnato la loroinfanzia.

In un prossimo scritto parlerò dello “Zarre”.Questa volta vorrei raccontare un episodio (non vis-

suto in prima persona ma riferitomi da Desiderio Nicchi,altra figura tipica) avvenuto nel periodo subito dopo laguerra, quando la grande maggioranza delle personedoveva fare i conti per mettere assieme il pranzo con lacena .

A quel tempo il Senatore Amintore Fanfani, nativo diPieve S. Stefano fu eletto Ministro dell’agricoltura e inquesta veste, come già aveva fatto Mussolini, per darelavoro alla popolazione della Valle, fece rimboschire inostri territori.

Gli operai assunti raggiungevano a piedi con picconee pala sulle spalle la zona dei Monto Rognosi per fare

buche onde piantare i piccoli pini e altri alberi.Anche il Sig. Senesi di soprannome “Gnorgnella”, era

uno di questi.Una mattina di buon'ora, assieme ad altri compaesa-

ni, andò verso “Cul di Paiolo” per prestare la sua opera.Dopo una giornata di duro lavoro, all’imbrunire, nel

viaggio di ritorno, nelle vicinanze del Santuario delCarmine, si imbatté in una billa (tacchina per quelli chenon sono di Anghiari) che portava verso casa la suanidiata di pulcini.

Gnorgnella si guardò attorno e dal momento che nonc’era nessuno con un balzo prese la billa, le tirò il colloe la mise nella “carniera” della logora giacca.

I pulcini, rimasti soli e disorientati cominciarono aseguirlo pigolando. Egli cercò di allontanarli in tutti imodi ma inutilmente. A questo punto spazientito, escla-mò:

“Tatini, gite a chèsa, tanto la vostra mama ‘n’attorna!”e risalito un piccolo fosso fece perdere le sue tracce.

E fu così che la “Billa” allietò per alcuni giorni latavola di “Gnorgnella”.

Montoriodi Emmedipì

Con Gasparino, Carlo, Mario (il postino), Luca e laMarta, Ivano de Spogliabecco e io, domenica 4 agosto,siamo andati alla ricerca di Montorio, sopra il crinale delCarmine. Assente ingiustificato Beppe. Abbiamo giro-vagato in due o tre posti e siamo giunti alla conclusioneche se s’era noi che si doveva costruire un castello, loavremmo costruito sopra la casa del Paletti, lungo la

strada che da Micciano arriva in cima al crinale delCarmine, dove c’è un capannino abbandonato. Nonsapendo cosa avrà pensato il vero fondatore del castellodi Montorio, il mistero sulla sua collocazione rimane.

L'impegno è quello di effettuare un secondosopralluogo anche perché tornati alla macchina ci siamofermati sotto una quercia ed Ivano ci ha raccontato variepisodi di vita anghiarese molto suggestivi. Non sarebbemale se in quella occasione e considerando che forsesaremo in ottobre o novembre, la moglie di Gasparino ciattendesse con la tavola apparecchiata.

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LE LOGGEdi Clèto

RI-COR-DARE di Cmr

Ricordare: ridare al cuore. Riprovare emozioni e sentimenti accantonati in fondo all’anima. Quanti, quanti in una vita,belli e brutti. Si potrebbe scrivere un romanzo.Ricordo. Era la fine del luglio 1979, quando mi dettero la sentenza secondo la quale entro tre mesi (e così fu) avrei persouna persona tanto importante e cara. Il mondo crolla. Quella stessa sera mi vollero portare ad ascoltare un concerto chesi teneva nel duomo di Sansepolcro. Un concerto per organo di Bach e Bach mi parlò: il dolore si sciolse, scesero silen-ziose le lacrime ed accettai. Mistero, miracolo della musica, grande dono di Dio.Legato al ricordo precedente c’è quello di Giap, il mio magnifico cane che, morbido cucciolo lanoso, fu regalato proprioalla persona che ci stava lasciando. Le sue mani diafane carezzavano il cagnolino quando, esausto, si fermava per dor-mire. Una vita si spegneva, una si affermava prepotente.Fu chiamato Giap in onore al piccolo generale vietnamita che sembrava combattere e vincere a mani nude contro lo stra-potere americano.E fu intrepido il mio Giap; una forza della natura. Poi un giorno me lo portarono morto, ucciso da una fucilata. Non vol-li vederlo. Spero che ora sia in un luogo felice.Ri-cor-dare. Ridare al cuore anche tanti momenti in cui Dio mi è stato più vicino, senza che me ne accorgessi, magariattraverso le bellezze della natura e dei sentimenti.Ricordo un 31 dicembre di non so più quale anno, passato girando tra i nostri monti con tanta pace nel cuore.Ricordo due caprette che da uno strapiombo roccioso mi guardavano cordiali e incuriosite in Alto Adige. Creature comeme, figlie della stessa mano.Ricordo l’emozione improvvisa, folgorante, davanti ad un quadro di Rembrandt che mi diceva tante cose.Ridare al cuore può aiutare a vivere.

Anniversari e contrabbando

Beppe : È visto Cecco mò sembra che le colombel’abbion sistemète da sott’a Le Logge. Ora ci vorrebbeuna rimbiancatina e anche cavère quele infiltrazioned’acqua e doppo n’antr’anno se pol festeggère l’anni-versario del restauro.Cecco: Beppe tu fe’ presto a dillo. Doppo a fe’ le coseci vole un po’ de più. Ma ‘nsomma con un po’ de bonavolontà…B.: Domenica passa andèvo a la Motina col mi’ cittoquande ho visto su verso Campalone ‘na barca de gen-te che caminèva. O chi erino?C.: Ma Beppe ‘n te n’accordi che c’era la caminèta delContrabbandiéri. La fan tutti l’anni che vano al Pontea mangère. C’è Cilistino che le ‘nventa sempre piùbelle e porta sempre ‘na balla de tabacco che doppo cisono le donne de Chitignano che ci fano i sigari. Io ciso’ ito du’ anni fa e me so’ anche divirtito.B.: Ah, è vero. E pu’ l’aio letto da qualche parte. Elmi’ citto ‘n mi cià mai porto! Mo n’antranno ci voglioandère anch’io. Te saluto Cecco.C.: Te saluto anch’io.

Anghiari: Stradedi Civis

A volte sento delle lamentele (mestiere molto diffuso danoi) sul troppo traffico delle nostre strade.Non ci si rende conto che molte delle nostre strade più im-portanti (Libbia, Via Nova, Via di San Leo, Via per Mic-ciano e Caprese), a parte alcune modifiche, sono quelle re-alizzate alla metà dell’800. Penso sarebbe l’ora di pensaread una progettazione che preveda nuovi collegamenti frale varie zone di Anghiari prima che l’urgenza di un taleintervento non veda il deturpamento della nostra collina.

Anghiari: Parcheggidi Civis

Che le macchine sono troppe ed usate a sproposito (qual-che volta o molte volte) tutti lo sappiamo. Ma sappiamoanche che in effetti non ne possiamo fare a meno. Neigiorni di mercato, giornate in cui l’affluenza non è dellepiù elevate, verso le dieci non si riesce a trovare un par-cheggio. I parcheggi sono pieni e le auto arrivano alVergone (ex cinema Mondani), al Ponte dei Sospiri, allaBernocca e in tutto il Campo della Fiera. Molte di questeauto sarebbero passibili di multa. Evidentemente qualcosaandrà pur fatto.

I nostri auguriper Clemente ed AnnaMercoledì 4 settembre scorso hanno ricordato il loro 25°anniversario di Matrimonio Clemente Camaiti e la mo-glie Anna. Nel pomeriggio hanno partecipato, insiemeai parenti ed ai tanti amici intervenuti, alla Messa nellachiesa di Tavernelle.Ai due “sposi novelli” i più sentiti auguri dall’Oratorio(di cui sono fedeli lettori) e da tutta la Comunità diTavernelle.

Parole cosìNon faccio parte dell'Accademia della Crusca ma quan-

do sento una parola che non mi piace lo devo dire.La parola incriminata è "impiattare" usato in una

trsmissione di cucina al momento della presentazione dellericette quando avrebbero potuto dire molto meglio "metterenel piatto" questa o quella vivanda.

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

DUE GIORNI NEL NORD EST ED… OLTRE CONFINE Prima di affidare alle parole di una diretta protagonista il resoconto dell’ennesimo viaggio turistico sentiamo la necessitàdi fare alcune brevi ma importanti precisazioni. In Anghiari, si sa, numerosi sono i soggetti che, durante l’anno, si fanno promotori a vario titolo di gite turisticheorganizzate, rispondendo a quella che da sempre costituisce per tutti una importante necessità: viaggiare. L’offerta riescea soddisfare pienamente la domanda fino al punto di arrivare, a volte, ad un certo…. “affollamento”. Qualcuno allorapotrebbe chiedersi: perché anche i donatori di sangue, invece di dedicarsi in toto a quello che giustamente è il loro compitoprimario, si mettono anche loro a proporre nel paese viaggi turistici o, come effettivamente ci è stato detto qualche tempofa, concorsi canori, lotterie, spettacoli di cabaret e di magia ? La risposta è una sola: convinti come siamo che una qualsiasiassociazione riesce ad essere sempre più vitale nel paese nella misura in cui sa coinvolgere il maggior numero di persone,avvertiamo quotidianamente il bisogno di “farci sentire”, di ricordare a tutti non solo che “ci siamo anche noi ” masoprattutto il “perché ci siamo”. Solo questi sono i motivi del nostro impegno quotidiano!!!

Divertimento, gioia, spensieratezza e tanta allegria unite avisite culturali di enorme interesse! Queste sono state le compo-nenti predominanti del viaggio turistico organizzato dal Grup-po Donatori di Sangue FRATRES di Anghiari, svoltosi neigiorni sabato 17 e domenica 18 agosto; le mete stabilite sonostate Trieste e le Grotte di Postumia.

L’avventura è iniziata il sabato mattina presto (primadell’alba!) quando l’allegra compagnia, capitanata dal presi-dente dell’associazione prof. Ganganelli Pietro, è partita dalCampo alla Fiera. Il viaggio è stato lungo, ma ugualmentepiacevole, con intrattenimenti vari da parte dei partecipantiall’interno del pullman.

Il piacere di arrivare in un tipico paesaggio carsico, inun’oasi verde nelle immediate vicinanze del confine italo-sloveno, ha prevalso sulla nostra stanchezza; questo luogo dovenoi avremmo pernottato, è Lipica, culla di tutti i cavalli lipizzanidel mondo.

La tappa principale del primo giorno sono state le Grotte diPostumia (Slovenia). È incredibile come la natura possa dar vitaad un ambiente così maestoso, ma allo stesso tempo cosìestraneo all’habitat umano! Nel corso di milioni di anni l’acquaha saputo modellare un intreccio di circa 20 Km di gallerie, dicunicoli e di sale costituite da minerale formato per concrezione.La visita all’interno delle Grotte si è svolta in un primo momentoa bordo di un trenino che ci ha permesso di ammirare comoda-mente seduti lo scorrere davanti ai nostri occhi della monumentalee imponente bellezza naturale; poi ci siamo goduti a piedi untratto di circa 2 Km, durante i quali abbiamo potuto osservarepiù dettagliatamente le strutture rocciose illuminate da potentie strategici riflettori.

Incredibilmente all’ interno delle Grotte vivono più di 150specie animali, tra le quali la più nota è quella dei Protei,animaletti di colore rosato somiglianti ad anguille che vivonosolo nella zona del Carso! La visita è durata un’ora e mezza aduna temperatura di circa 8° centigradi con un tasso di umiditàdel 99% ; tutto questo non ha comunque scoraggiato il gruppoche ha ammirato “tenacemente” questo gioiello della natura.

Il giorno successivo è iniziato con un’abbondante colazioneed è proseguito con numerose visite di interesse storico-cultura-le; durante la mattinata abbiamo potuto scegliere tra le due meteproposte: giro per la città di Trieste o visita al Castello diMiramare. Ho preferito recarmi nel centro del capoluogo friulano;ci siamo soffermati in Piazza Dell’Unità d’Italia, cuore dellacittà antica che ha per fondale la facciata di gusto eclettico del

Palazzo Comunale. Alle spalle di esso, domina dalle pendici delColle di S. Giusto, la bella facciata barocca della Chiesa di S.Maria Maggiore. Il massimo monumento e simbolo della cittàè la basilica di S. Giusto, frutto dell’unione di due precedentibasiliche romaniche.

Dopo una breve visita, l’itinerario è proseguito verso ilSacrario di Redipuglia. L’enorme monumento che ci siamotrovati di fronte testimonia l’eroismo, ma anche l’orrore dellaguerra: qui sono sepolti 100.000 soldati caduti tra il 1915 e il1918. Siamo stati in pochi ad avventurarci su per la scalata dei22 gradoni, sotto il sole cocente di mezzogiorno! Dalla cima delSacrario militare, sulla cui sommità si alzano tre grandi croci,si apre uno splendido panorama sulla valle dell’Isonzo.

Vista l’ora, ci siamo diretti verso Aquileia dove ci attendevaun ricco pranzo, sotto un fresco pergolato di un ristorantinofamiliare. Tra chiacchiere, barzellette, risate e intrattenimentivari, l’allegra compagnia ha ripreso la via del ritorno facendotappa a Padova per visitare la Basilica di S. Antonio, uno dei piùfamosi santuari d’Italia.

Il viaggio si è concluso verso le 23.30. L’ intera comitiva erastanca ma felice di aver vissuto un’esperienza nuova e piena dientusiasmo. Un ringraziamento particolare al Presidente dellaFRATRES, prof. Pietro Ganganelli che ha organizzato inmaniera impeccabile l’itinerario della gita, dimostrando ungrande carisma, tanta disponibilità, puntualità ed affiatamentocon tutti noi; inoltre un grazie al nostro simpaticissimo autistaFlavio che, oltre alla sua professionalità, con la sua ironiacordiale, ha animato ulteriormente l’intera gita.

Il bilancio personale è più che positivo; è stata la primavolta che hopartecipatoad un viag-gio di que-s to t i po esono con-vinta chenon saràl’ultima!…alla prossi-ma!!!

Chiara Pucci

Postumia: Il gruppo dei gitanti "Fratres", appena usciti dal-le grotte.

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Il barometro delle donazioni di sangue nella regione Toscana segna bel tempo. Negli ultimi mesi è stato registrato unsensibile incremento sia nel numero dei volontari che in quello delle donazioni, rispetto allo stesso periodo dell’annoprecedente, con una crescita per queste ultime, in valore assoluto di circa tremila unità in più. Molto incoraggianti i dati negliospedali di Firenze, Livorno, Carrara e Pistoia, che hanno contribuito in modo importante al mantenimento dell’autosufficienzadi sangue e plasma. Gli incrementi percentuali della raccolta nel mese di luglio, per esempio, sono stati di segno positivoin tutte le provincie toscane: la crescita maggiore è stata rilevata a Firenze ma altrettanto bene è andata in tutti i centritrasfusionali della regione, Arezzo compreso. Dati positivi anche da Sansepolcro, presso il cui ospedale si recano anche idonatori della nostra associazione, la quale sta contribuendo nel migliore dei modi alla campagna promozionale voluta dallaRegione Toscana e dalle associazioni più rappresentative del settore, tra le quali la “Fratres”, con l’obiettivo di raggiungerenel 2002 la piena autosufficienza.

Questi i lusinghieri numeri conseguiti dai donatori attivi del Gruppo di Anghiari, nei primi otto mesi dell’anno in corso,raffrontati con i corrispondenti dell’anno precedente:

MESE 2001 2002 Differenza PercentualeGennaio 46 36 -10 -21,73%Febbraio 28 46 +18 +64,28%Marzo 47 63 +16 +34,04%Aprile 22 43 +21 +95,45%Maggio 26 42 +16 +61,54%Giugno 30 56 +26 +86,66%Luglio 48 47 -01 -02,08%Agosto 35 52 +17 +48,57%TOTALI 282 385 +103 +36,52%

Solo in due casi, come si può vedere, c’è stata una certa flessione, pur essendo comunque buono il dato mensile conseguito.Per il resto è tutto un crescendo di numeri, segno di una sempre più diffusa cultura del dono e della solidarietà tra la gentee di una maggiore e costante sensibilità dei nostri associati nei confronti del problema sangue. Una progressione veramenteal di sopra di ogni più ottimistica previsione: siamo al 36% in più sul 2001 !!!Ma ancora non basta. Occorre in questo periodo, per esempio, un forte afflusso di sangue con la ripresa, dopo le ferie estive,del pieno regime di attività degli ospedali della regione, con i loro reparti chirurgici e di alta specializzazione. Non dubitiamoche non solo chi è già donatore, ma anche quanti sentiranno il bisogno di avvicinarsi per la prima volta alla donazione,sapranno rispondere all’appello, anche in questa occasione.

La presidenza

D O V E R O S I R I N G R A Z I A M E N T I A …

* Si ringrazia pubblicamente la famiglia Alessandrini, residente nella frazione della Motina, che ha voluto devolvereuna cospicua somma anche alla nostra associazione, in memoria dell’indimenticabile LUIGI, recentemente scomparso.Una parte di essa sarà utilizzata in favore del Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Sansepolcro.* Un sincero “grazie” anche alla signora Renata Dalla Ragione, per quanto elargito al gruppo, riconoscente per laconcreta solidarietà da questo avuta, in un momento impegnativo della propria vita.

Il Consiglio Direttivo

FRATRES NEWS * FRATRES NEWS * FRATRES NEWS

I D O N A T O R I S O N O I N A U M E N T OM A C ’ È A N C O R A B I S O G N O D I S A N G U E ! ! !

1. Domenica 7 Luglio 2002, si è svolta la quinta edizionedella “Festa estiva del donatore”.

Grande successo del 2° Concorso Canoro Voci Nuove,vinto quest’anno da una giovane promessa anghiarese dellacanzone.

Piazza Baldaccio era strapiena di gente.

2. Domenica 8 Settembre u.s., presso la cittadina di SantaFiora (Grosseto), si è svolto un importante convegno pro-mosso dal Consiglio Regionale “Fratres” della Toscana.

Il tema affrontato è stato quello relativo alle “Prospettivedi sviluppo della medicina trasfusionale”.

3. Venerdì 23 Agosto u.s., il Gruppo Sportivo “Fratres” diAnghiari, settore calcio, ha voluto festeggiare solennemente ilVentesimo di fondazione, con un applauditissimo spettacolodi cabaret ed illusionismo dal titolo“ ABRACADABRA”. Hapresentato la serata Ilaria Lorenzini, collaboratrice diTELETRURIA e maestra di ballo. Un ringraziamento agliorganizzatori della serata: Enrico, Fabio e Muzio.

4. Domenica 25 Agosto 2002, in occasione della terzaedizione della Festa delle Associazioni, il nostro gruppo erapresente nella Galleria Magi con uno stand informativo,insieme a tutte le altre associazioni anghiaresi.

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Note aggiunte: Una lapide e Fausto Vagnettidi Flavio Mercati

Nel numero 2/2002 dell’Oratorio, inserito nella ricerca sul “Ballo…”, è stato pubblicato un passo di una lettera inviata,nel 1898, ad Ezio Vitellozzi, da un non è precisato giornalista dell’ “Avanti”. In base a riscontri oggettivi emersi in seguito,l’autore di tale lettera risulta essere stato il sig. Fausto Vagnetti.

Anghiarese, giovanissimo (era nato nel 1876), era stato con Ezio Vitellozzi, a cui era legato da fraterna amicizia, e TuzioTuti, uno dei promotori del Partito Socialista di Anghiari, anche se a livello semiclandestino. Si trasferì poi a Roma, perproseguire gli studi e per questo non lo ritroviamo fra i fondatori della Sezione anghiarese di tale partito nel 1901. Da questopasso della lettera: “Qualunque cosa avrai bisogno dall’ “Avanti”…” si evince che, se non proprio facente parte della

Tovaglia a quadridi Danile Finzi

Settima edizione de “La tovaglia a quadri”, e prima mia partecipazione a questo spettacolo tutto speciale. Specialeper l’ambientazione, per le tavolate che favoriscono il rapporto sociale, per l’ottima cena, per il servizio rapido edefficiente, per l’interpretazione spontanea e vivace degli attori.

L’unica mia obiezione riguarda l’interpretazione tutta politico – sindacale della triste vicenda di Renicci. Credoche i presenti abbiano capito che c’era allora un impresario cattivo che sfruttava gli iugoslavi buoni e che le cose,ancor oggi, non siano cambiate di molto.

La verità storica è un’altra. Un fascismo presuntuoso ed arrogante invade e conquista terre altrui, rastrella cittadiniinermi, costruisce campi di concentramento e costringe alla violenza della deportazione uomini e ragazzi, che nonerano comunisti, ma combattevano per la libertà della loro patria. Gli anghiaresi andavano a vedere i “ribelli” comegli animali allo zoo e saccheggiavano i loro pochi averi durante il mercato nero che si svolgeva ogni mattina al campo.Solo pochi contadini, che abitavano nelle vicinanze di Renicci, rischiarono gravi punizioni per lanciare a quei poveridiavoli un pezzo di pane o di cavolo. L’impresa Berni diede lavoro a tanti anghiaresi che il fascismo e la guerra

IN RICORDO DEL CITTADINOPITTORE FAUSTO VAGNETTIMAESTRO DI CIVICHE VIRTÙ

NELLA VITA E NELLA SCUOLANATO IN QUESTA CASA IL 24.3.1876

GLI AMICI MEMORI POSERONEL PRIMO ANNIVERSARIO

DELLA MORTE 18-9-1955

redazione del giornale, essendo giovanissimo, doveva esserneperlomeno un collaboratore; per esempio come critico d’arte, materiain cui era esperto, oppure che fosse amico influente di qualchepersonaggio autorevole del giornale o del partito che lo gestiva.

Fausto Vagnetti fu professore all’Accademia di Belle Arti diRoma e svolgeva anche l’attività di pittore. Rimase sempre legatissimoad Anghiari dove spesso ritornava e di cui amava ritrovare, nei suoiquadri, i paesaggi dei dintorni. Zona di ispirazione molto amatafurono i castagneti e le macchie lungo la via del Carmine.

Morì nel 1954. Una lapide posta sull’estremità destra dellafacciata dell’edificio del Comune di Anghiari, dove un tempo c’eral’abitazione del Messo comunale, ne conserva e tramanda la memo-ria.

La vignetta di ScacciapensieriTroppa abbondanza?

avevano ridotti alla fame.Il mito della “Grande Serbia” rispolverato, dopo la

morte di Tito e la fine del cosiddetto comunismoiugoslavo, da un dittatore presuntuoso, arrogante edisonesto come Milosevic, ha spinto i popoli balcani-ci a rivivere il dramma della guerra, delle pulizieetniche, delle deportazioni e dei campi di concentra-mento. Bosniaci, croati, kosovari e albanesi (che perònon facevano parte della Federazione iugoslava) han-no trovato in Italia il lavoro, aiuti per la casa, la scuolaper i loro figli e per loro, l’assistenza sanitaria pertutti.A parte questa breve nota storica, credo che si debbaringraziare l’Associazione Pro Anghiari per l’orga-nizzazione e quanti hanno dedicato il loro tempo e leloro indubbie capacità alla realizzazione de “LaTovaglia a quadri”. Il successo di pubblico e dicritica, la notorietà data allo spettacolo dalla RAI,devono stimolare i promotori a continuare l’iniziativanel tempo.

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Cronaca meteodi F.C.

Il 6 di agosto si è scatenato unnubifragio nel nostro territorio: acqua,vento fortissimo e fitta caduta digrandine con chicchi di grosso spesso-re (alcuni che ho preso in mano eranocome delle grossi noci). La zona colpi-ta è stata vasta e ha causato danniirreparabili all’agricoltura.

Mi ricordo negli anni sessanta digrandinate estive che avevano imbian-cato tutto il territorio di Anghiari; maper avere notizie certe di questi eventieccezionali sono dovuto risalire alTaglieschi:

1528 ...si aggiunse una gragnola cadu-ta dal cielo il 16 maggio, sì grossa espessa che, havendo a guisa di unagrandissima neve coperto tutta la terra,guastò tutti i frutti…

1575….. essendo il 21 maggio cadutauna grossissima grandine nel contadodi Anghiari, che sì fattamente percos-se, guastò e desertò i grani, biade e vitie alberi con mortalità di bestiame euccelli.

Sotto al baffodi conquistac’è un sorrisoun pio’ sornione.Sotto il vetrodegli occhialidue fessurea mitigareil frugar delle pupille.La sa lungail personaggiocol viventebuon messaggiogià racchiuso nel suo nome;REDENTI MASSIMOnoi forse siamoper la grande di DioMISERICORDIA.Dei nomi la coincidenzanon può essere per casoe qualche sconto in piùsui peccatucciforse gli anghiaresiaver potuto potrannoper merito di Massimo.Massimo ch’assomiglia poia Matteo l’Evangelistaanche lui affogatonei quattrini.

Governatore di Misericordiama anche DirettorDi Banca!Però toccar miliardiNon lo sconvolge:per sé e per chicon lui lavoravuol solo melagrane.L'albero è spettacolarecon i vermigli fiorie fa mele specialitutte piene di semini.La buccia, ho letto,è un sano vermifugoe ognuno di quei semiun buon portafortuna.E fortuna ti portino,Direttor-Governator!Ironico guardaci puredall’occhio semichiuso,ma per noi lavoracon Misericordiae Redenti al Massimosarem noi anghiaresi.Buon appetitoa suon di melagrane.

Anche questa volta fin qui abbiamo scherzato. Parlando seriamente, il grazie deglianghiaresi va al Dott. Massimo Redenti per il suo impegno quale Governatoredella Misericordia e a tutti coloro che nella Confraternita, a qualsiasi titolo,prestano la loro opera. È il caso di dire: “Crescete e moltiplicatevi.”

L’uomo delle melagranedi Cmr

foto

Pao

lo R

ossi

Son partiti d’Anghiari de bon oraL’ho visti ch’ero afaccio a la finestrae dietro a tutti c’era ‘na signorache s’è acovata sott’a ‘na ginestra.Ho ditto fra de me facessi a orala guardarebbi prima che se vestade corsa ho attraversato tutta l’aiagli ‘n c’era più vinia da Scandolaia.

In quel momento il mio cane abbaiaha visto a Celestino la barbacciapovera donna che con lui s’appaiaper otto giorni gli brucia la faccia.La mi’ donna che fa un po’ da massaiasta tagliando una specie de focacciasoltanto a la salita lei s’inquietache sol va bene a chi vol far la dieta.

Ma chi ha inventato questa caminètasenz’altro Celestino e i suoi viciniguidar questa marmaglia senza metafarli arrivare dai Chitignanini.Hano attraverso tutta la pinetaparecchie donne erono pien de spiniun anzianotto ha ditto poi de scattoio non ciattorno doventassi matto.

Son preparati a far questo barattoil tabacco lo porta lo “spallone”però con Chitignano han fatto un pattode mantene’ ‘sta vecchia tradizione.Al Ponte della Piera avvien l’impattoe ci sarà uno scambio all’occasionevoi tabacco e lor polvere nerae si va avanti in questa maniera.

Il pranzo fa la festa quella veradal fiorentino all’ombra dei castagnisi va avanti finché non si fa serahano mangiato anche i guadagniEvviva il Ponte dalla gente alteraAnghiari e Chitignano son compagnivoi lo fate proprio un bel terzettoTerzo io son di Campalone detto

Terzo Chiasserini di CampaloneIn occasione della Camminata del con-trabbandiere, 25 agosto 2002

Questo il testo delle ottave cantate alPonte alla Piera durante il pranzo cheha concluso la camminata del verocontrabbandiere.

La camminata del vero contrabbandiere

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Dalle nostre ParrocchieDa Monterchi

Iniziamo il nuovo anno pastorale e catechistico soprattut-to con la festa di San Simeone che ricade liturgicamente l’8ottobre ma l’anticipiamo quest’anno alla prima domenica diottobre che quest’anno è il 6. In quella occasione verrà ilvescovo Gualtiero il quale amministrerà il sacramento dellaCresima ad una quindicina di ragazzi che hanno frequentatola seconda media. In questo mese di settembre li stiamopreparando per questo importante sacramento della loro vita.Il mese di ottobre è poi il mese missionario quindi ledomeniche di ottobre si cercherà di sottolineare l’aspettomissionario della Chiesa. Tutti dobbiamo sostenere quelliche sono in prima fila in tutte le parti del mondo ma che ormaiterra di missione sono anche le nostre terre. Riprenderemocon impegno il catechismo e si farà un po’ la programmazio-ne dell’anno pastorale. Spererei di coinvolgere anche lacomunità nuova che abbiamo qui a Monterchi la FraternitàFrancescana di Betania in modo che ciò possano dare unamano, un aiuto nella catechesi e nelle varie attività chefaremo.

Novembre è caratterizzato dal ricordo dei morti. Qui aMonterchi li solennizziamo con l’Ottavario. Alla mattinaalle 10 celebriamo la Messa al cimitero dal 2 al 9. Domenica3 la Messa pomeridiana delle 15,30 non viene celebratanell’Arcipretura ma in forma solenne al centro del cimitero,sotto i portici, accanto a dove c’è la cappella della Madonnadel parto. Poi ci sarà la benedizione delle tombe dei nostricari. Cerimonie simili saranno celebrate anche negli altricimiteri cercando di venire incontro alle esigenze della genteche in queste mese in particolare rinnova il ricordo dei proprimorti.

La Fraternità di Betania è giunta in Monterchi il 14giugno, sono quindi i primi mesi e le prime esperienze chefanno nel nostro territorio e un po’ si devono adattare. Dal 9settembre al 15 si riuniranno tutti i componenti della Fraternitàsia i sacerdoti che le suore che hanno già fatto la professionedi fede nel loro Capitolo a Terlizi in provincia di Bari,presieduto dal loro padre fondatore padre Pancrazio Gaudioso.È questo un ordine molto giovane e quindi ha bisogno di unconfronto con il loro fondatore anche per fare una verificadelle loro esperienze.

Nel prossimo numero parleremo più a lungo dell’incon-tro con la missione cattolica di Neuchâtel in Svizzera. Inoccasione di una visita a varie zone della Valtiberina sonostati nostri ospiti il giorno 15 settembre.

A Monterchi si è svolta la tradizionale sagra della polentaormai affermata e con ampi consensi da parte del pubblicoproveniente sia dai paesi della provincia che fuori.

Da San LeoIl mese di ottobre è caratterizzato dalla festa della Ma-

donna del Rosario. A Tubbiano la festa verrà anticipata allaprima domenica il giorno 6 dato che il giorno 13 la parroc-chia ha organizzato una gita. La Messa solenne alle ore 11,30e nel pomeriggio, alle ore 16, una breve processione a cui faràseguito un ricco rinfreschino organizzato dai solerti festarinidella zona.

In San Leo la festa verrà celebrata domenica 27 con la S.

Messa solenne alle ore 10,30 con i canti preparati dai giovanie la processione che è risultato un orario più adatto delpomeriggio. Nel pomeriggio saranno preparati dei giochipopolari dai festarini, che sono i ragazzi più grandi delcircolo. Proprio in riferimento alla Madonna del Rosarioalcuni giorni fa siamo stati nel Santuario di Pompei e primadi noi era stata celebrata una Messa dall’arcivescovo diPompei Monsignor Domenico Sorrentino che ci salutò cor-dialmente. In questo Santuario la prima domenica di ottobre,nella piazza avviene la supplica alla Madonna del Rosarioche anche noi ripeteremo in occasione sia della festa aTubbiano che a San Leo. È una preghiera molto bellacomposta da Bartolo Longo che ha fondato il Santuario diPompei e tutte le opere che lo circondano: dall’assistenza aifiglioli dei carcerati, ai barboni, ai poveri. Ci sono suore esacerdoti consacrati a queste opere di carità.

Il 1° di novembre è consacrato ai Santi sia quelli delcalendario ma anche tutti quelli che hanno praticato le virtù.San Paolo quando scriveva le sue lettere diceva: salutate isanti che sono fra voi: si trattava di quelli che si impegnavanoa fare secondo il volere di Dio quindi sia quelli in cielo maanche quelli che ancora erano in terra.

Da noi è tradizione fare la visita ai cimiteri forse inconsiderazione che si tratta di un giorno festivo. Alle 15 alcimitero di San Leo e alle ore 16 al cimitero di Tubbianofaremo la benedizione dei nostri morti.

Il giorno 2 novembre verrà celebrata una S. Messa moltopresto e alle ore 18 a San Leo. Fino al giorno 9 (l’ottavario)verrà recitato anche il Rosario. Anche negli altri giorni diquesto mese reciteremo qualche preghiera particolare.

Anche nella zona di San Leo la grandine che ha colpitola nostra valle ha fatto molti danni e anche là dove una partedel prodotto è stata slavata poi non è conveniente raccoglier-lo.

Dal CarmineAd agosto in occasione del GREST (colonia estiva) che

si è svolto in parrocchia il Santuario del Carmine ha avutopiù volte ospiti i bambini sia a pranzo sia a giocare nelchiostro. Il giorno 9, alla fine di questa bella esperienza, lacucina del Santuario ha visto i bambini dilettarsi in pasticce-ria, preparando un modesto rinfresco ai genitori per chiuderela settimana del Grest.

Anche quest’anno alcuni volontari hanno voluto fartrascorrere una giornata diversa ai vecchietti della residenzaprotetta.

Lunedì 2 settembre sono stati accompagnati al Carmine.Alcuni hanno approfittato della bella giornata di sole per fareuna passeggiata e altri sono rimasti tranquillamente a chiac-chierare all’ombra dei gelsi e dei cipressi.

Visto che il Santuario è ancora chiuso per restauri è statoallestito un piccolo altare nel chiostro così tutti quanti hannopotuto partecipare alla S. Messa.

Un buon pranzetto ha riunito tutti attorno alla tavola manon poteva mancare la musica e così l’Anna si è sbizzarritain walzer e tanghi.

Un grazie a tutti coloro che si sono impegnati per la buonariuscita della giornata e non vi dimenticate, ormai è unappuntamento fisso. Arrivederci all’anno prossimo!

Così i nostri vecchietti hanno potuto godere di unagiornata di “ferie”, una giornata diversa.

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Comunità di Santo Stefano

Si è svolta domenica 1° settembre la festa della Madonna.Le sante Messe alle ore 8,30 e alle 11 celebrate dal nostroparroco don Marco. Alle ore 11 la S. Messa è stata animatadal coro dell’Oratorio guidato dalla Signora Norma Meazzini.Dopo la Messa la processione con l’immagine della Madon-na. La partecipazione dei fedeli è stata numerosissima. Ifestarini hanno offerto la colazione agli intervenuti: crostinidolci, caffè ed altro. Di tutto questo si deve fare un ringrazia-mento particolare alle donne di Santo Stefano che si sonodate da fare per preparare quanto sopra dando così un buoncontributo alla festa. Nell’ingresso della sacrestia è statafatta una esposizioni di foto, di varie annate, riguardanti lafesta. Ancora una volta il gruppo dei festarini si è impegnato(possiamo dire anche molto) affinché tutto riuscisse nelmigliore dei modi e così è stato.

All'interno della chiesa sono state collocate le due lampa-de votive fatte restaurare dalla famiglia Crociani in memoriadella loro congiunta Gianfranca.

Dalla riunione fatta negli ultimi giorni di luglio nascel’idea di creare nel piazzale della vecchia stazione uno spazioper giocare il calcetto per fare delle gare in occasione dellafesta, e affinché i nostri giovani e ragazzi, che amano lo sport,possano avere un punto di ritrovo passando del tempo standoall’aria aperta e giocando con la speranza di non vederli piùgiocare in mezzo alla strada.

L’impresa, bella da realizzare ma difficile e quasi impos-sibile per il poco tempo disponibile e con pochi mezzi

(pecuniari). Ma i festarini, aiutati da latri collaboratori, conesemplare tenacia e determinazione, lavorando senza sostafino a tarda ora, sono riusciti a preparare il tappeto verde epiazzarlo nel campo, mettere le luci e recintare (anche se nonin modo perfetto) permettendo così di poter iniziare le gareprima della festa.

Grazie a voi che avete lavorato senza sosta, a chi èintervenuto con i propri mezzi (meccanici) e a chi ha fornitoaltri materiali. Risultato finale è stato ottimo e inaspettato,anche se sperato.

L’amministrazione comunale, dando il proprio consen-so, ha contribuito alla sistemazione del terreno e di ciò nesiamo grati.

Ancora rimane molto da fare per quanto riguarda larecinzione, reti ed altro ma siamo certi che presto si potràprovvedere al tutto eliminando così i fastidi causati allevicine abitazioni.

Per il resto della settimana le gare e le altre attività si sonosvolte come da programma. In tal caso anche il tempo è statoabbastanza buono. Da notare la serata del sabato con latombola per le famiglie e i ragazzi e la commedia, presentatadal gruppo della Motina “La miriggi rèda”, che ha richiama-to molto pubblico dimostrando con i suoi applausi il gradi-mento dello spettacolo. Ancora una volta bravi!

Domenica sera finale dei vari giochi nel viale epremiazione. Poi tutti a cena al ristorante La vecchia Stazio-ne dove il menù è stato di ottimo gusto e la presenza di tantepersone ha reso ancora più importante e significativa lanostra festa. Nel corso della cena, in presenza di don Marcoe del sindaco Danilo Bianchi, è stata consegnata la targadella Comunità a Marziano Miano con la motivazione «AlMaestro Marziano per la sua squisita interpretazione delvivere quotidinano che, arricchita dall'amore per la musica,ne fa un messaggio Planetario» e ai festarini per il loroimpegno a favore della comunità.

Con soddisfazione unanime si ringrazia di cuore lefamiglie, gli Enti e tutte le persone che hanno dato il lorocontributo e il loro assenso alla festa e a tutti quanti un grandeapplauso.

Qui a sinistra il campo dicalcetto realizzato dall'impegno ditante persone in occasione dell'ul-tima festa a Santo Stefano e che lacomunità si augura venga usato daigiovani per utilizzare il loro tempolibero. Il lavoro impegnativo, siadal punto di vista finanziario chemanuale, dovrà ora essere termi-nato con la recinzione ma è, comesi vede, perfettamente funzionan-te. (digitalfoto emmedipì)

Nel riquadro i bambini parte-cipanti al GREST ospiti del San-tuario del Carmine mentre mostra-no orgogliosi il risultato del loro"lavoro"

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I nonni scrivono

Non credo che i ragazzi e le ragazze del catechismo sianolettori di questo periodico, quindi prego vivamente gli adultiche, in ambito familiare o parrocchiale, sono a contatto conquesti piccoli amici, di portare alla loro conoscenza le paroleche una nonna, a nome di tutti, loro indirizza con tantoaffetto.

Dunque il 26 luglio, cari nipotini, avete ricordato SanGiovacchino e Sant’Anna, i nonni di Gesù e con loro avetefesteggiato tutti i nonni della nostra comunità parrocchiale.

Un gesto d’amore che merita di essere evidenziato.Vi ho chiamati teneramente “nipotini”, ma non siete

“ini”, cioè piccoli: siete invece grandissimi e riempite tuttoil cuore di noi nonni, di quelli veri, familiari, e di quelli chetali si definiscono perché hanno i capelli bianchi e le gambeun po’ debolucce.

Tutti vi ringraziano, principalmente coloro che nonerano presenti in Propositura, perché ammalati o impossibi-litati a muoversi.

Grazie per la vostra partecipazione alla Santa Messa,grazie per la “merenda” che avete diviso con noi e grazie perle vostre composizioni sui nonni. Tutte belle e meritevoli diessere pubblicate, ma ciò non è possibile per ragioni di spazioe così la scelta è caduta su quella intitolata “È vero?”, che ciè stata regalata avvolta in un bel fiocco rosso.

Noi nonni non possediamo né la vostra energia, né lavostra fantasia e possiamo quindi solo pregare per voi, maqualche cosa inventeremo per ricambiare il vostro gestod’amore.

Per intanto vi auguriamo un sereno e facile nuovo annoscolastico e di essere la gioia della vostra famiglia.

Che Dio vi benedica con tutti coloro che vi aiutano acrescere sani nel corpo e nello spirito.

Vi abbraccia nonna Cesarina

È vero?

Dimmi, nonnina mia, dimmelo è veroche una volta tu c’eri e io non c’ero?Mi pare un sogno:se non c’ero ioa chi potevi dir “Tesoro mio”?Chi veniva a cercarti la mattinaper avere il confetto e la mentina?Per chi facevi, dunque, le cuffiette,le sottane di lana e le magliette?Chi ti veniva a saltellare intornoe ti faceva giocare tutto il giorno?Io, proprio , nonnina mia; lo chiedo a te:Come potevi star senza di me?

Un campeggio per…

C’è un “desiderio che rende inquieto il cuore” di ognigiovane e che spinge a camminare, a ricevere. Questacanzone di Branduardi ci invita ad “abbandonare ilporto”, a metterci in viaggio, a percorrere insieme ad altrila strada alla ricerca di quell’incontro che cambia la vita.È proprio la promessa dell’incontro e lo stile del camminoche differenzia il CAMPEGGIO ESTIVO PARROC-CHIALE da una semplice vacanza. Il primo luglio, circauna trentina di bambini, in età compresa tra otto ed undicianni, capitanati da ben cinque animatori e da d. JuanCarlos, si sono ritrovati all’Oratorio di Anghiari, convalige e zaini, pronti per dare il via al CAMPO SCUOLA2002. Durante la settimana trascorsa presso la ex casacanonica di Corezzo, nel comune di Chiusi della Verna,i bambini sono stati impegnati in giochi, passeggiate,escursioni, momenti di preghiera, di riflessione e dicomunione. L’esperienza dello stare fuori dall’ambientefamiliare da soli, condividendo con i loro coetanei lostesso tavolo e la stessa camera, ha permesso loro divivere più in profondità i valori umani ed ha costituito unterreno fecondo nel quale possono poi svilupparsi i valorilegati ad un cammino di fede cristiana.

I giovani partecipanti hanno mantenuto per tutta ladurata del campeggio un comportamento esemplare e leloro giornate, vissute pienamente in una dinamica dirapporti di amicizia, hanno costituito terreno fertile allacrescita del senso di appartenenza al gruppo ed allacomunità ecclesiale. Lo stare insieme ha consentito aibambini di essere protagonisti anche se solo per unasettimana del loro cammino di formazione, educandolinon solo al “sapere”, ma anche al “saper essere”.

Concludendo queste semplici riflessioni su un’espe-rienza vissuta: UN CAMPEGGIO PER… tanti sono imotivi per essere uno dei partecipanti!!!

Auguri a VittorioIl giorno 26 luglio 2002 il giovane concittadino Vittorio Sassolini si è laureato in Ingegneria Elettronica presso

l’Università La Sapienza di Roma discutendo la tesi “Sviluppo di una applicazione TCL/TK per la gestionescalabile delle iscrizioni a parlare in una conferenza Mbone”. Relatore Prof. Luca Podestà. Correlatore: Prof.Alessandro Falaschi.

Al primogenito del Nannino e della Paola felicitazioni da parte degli amici e della Redazione dell'Oratorio.

Il mio piantodi Maria Raffaelli

Piango di giorno, di sera, di notte,potessi scegliere preferirei mille botte,purtroppo ne ho presa una,che ha tutto il sapore della sfortuna.

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UN BILANCIO SOCIALEPER LA COMUNITÀ ANGHIARESE

a cura della Banca di Anghiari e Stia – Credito Cooperativo

Spesso i dati di bilancio, non sempre facilmenteleggibili per i non addetti ai lavori e troppo aridi esintetici, non rendono conto delle iniziative concreta-mente intraprese da una Banca locale in favore dellapropria comunità. Analogamente, gli interventi chepotremmo genericamente indicare come beneficenza,solidarietà, liberalità, munificenza e simili, passano deltutto sotto silenzio o, tutt’al più, inquadrati nella logicae nella terminologia aziendali, assumono la denomina-zione, alquanto fredda e distaccata, di “InterventiMarketing e Immagine”.

Sono proprio questi interventi, così poco appari-scenti, che fanno la differenza nel panorama cittadinoe che rappresentano il vero “valore aggiunto” creato dauna istituzione locale per il proprio paese e per i suoiabitanti.

no il duplice merito di intensificare i momenti disocializzazione e di svago per gli abitanti e di promuo-vere l’interesse turistico per il nostro paese. C’è poi darilevare l’intensa attività di sponsorizzazione e di pro-mozione in favore delle varie associazioni sportive,nonché il costante sostegno che continuiamo a fornirea quelle istituzioni locali che, come le Confraternite diMisericordia e gli enti religiosi, non perseguono fini dilucro e si propongono di migliorare la qualità di vitadella nostra comunità.

Dagli stessi dati del bilancio possiamo rilevare che,sugli attuali 3457 soci del Credito Cooperativo, 784risiedono nel Comune d’Anghiari: ciò significa chequasi il 23% dell’intera compagine sociale della Ban-ca vive nel nostro paese, il che testimonia la fiducia dicui gode l’azienda presso gli Anghiaresi, che la consi-derano da sempre “la loro banca”, quella che megliorisponde alle loro esigenze e promuove i loro interessi.Nonostante la necessità, derivante dalle trasformazio-ni in atto nell’intero sistema creditizio di espandersinei territori limitrofi di questi ultimi anni, la Banca èefficacemente radicata nel territorio d’origine, tanto èche dei 79 dipendenti in forza all’azienda, ben 33 (cir-ca il 41%) risiedono ad Anghiari. Pensiamo che le fun-zioni di banca locale possano essere svolte al meglioda personale “del posto” che, vivendo nel territorio incui lavora, abbia miglior cura nel promuoverne lo svi-luppo, e riesca più di altri a comprenderne i bisogni e acoglierne le peculiarità. Ma ciò è anche la confermadel fatto che la Banca rappresenta una risorsa impor-tante dal punto di vista occupazionale e lavorativo: moltigiovani della zona trovano nella Banca di Anghiari eStia concrete opportunità per realizzare la loro forma-zione professionale e per affermarsi nel mondo del la-voro.

La Banca di Anghiari e Stia, inoltre, per concentra-re la sua attenzione e le sue risorse sullo svolgimentodell’attività bancaria vera e propria (il cosiddetto corebusiness), delega all’esterno tutte le attività comple-mentari e strumentali, avvalendosi anche della collabo-razione della Cooperativa Anghiari Service, i cui 12dipendenti sono, quasi tutti, giovani del luogo.

Abbiamo visto quanto varie e diversificate siano lefunzioni che una Banca come la nostra può assolverenel contesto locale: è nostra intenzione perseverareanche in futuro su questa linea per contribuire almiglioramento della qualità della vita nel nostro paesee per garantire il benessere, non solo economico, di chiabita nel territorio in cui ci troviamo ad operare.

La Banca d’Anghiari ha sostenuto, insieme all’Am-ministrazione Comunale, numerose iniziative, che han-no avuto e continuano ad avere rilevanza nel camposociale e culturale. Da circa dieci anni, quali gestori delservizio di Tesoreria comunale, abbiamo contribuitoalla realizzazione d’opere di pubblica utilità, con unaprogressione di finanziamenti e di elargizioni per valoriindicativi, se rapportati al bilancio del nostro “piccolo”istituto. Basta citare i lavori di sistemazione dei “giar-dini del vicario” presso Palazzo Pretorio, della GalleriaGirolamo Magi, nonché gli interventi di recupero dialcuni “fondi” nel centro storico, di proprietà pubblica,e di consolidamento dello stesso Palazzo Corsi.

Altri contributi specifici sono stati erogati, annual-mente, a favore dell’Ente Mostra e della CooperativaAnghiari Vecchio, destinati alla valorizzazione delpatrimonio artistico e culturale di Anghiari, oltre cheall’organizzazione di manifestazioni ed eventi che han-

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Una esperienzadella G.M.G.di Toronto

Mentre sono qui nella mia cameraa scrivere questo testo, mi riaffiora allamente, anche con una leggera commo-zione, lo stesso periodo di due anni faquando ancora ai primi miei articoli sul-l’Oratorio, trasmettevo l’esperienza cheavevo vissuto alla Giornata Mondialedella Gioventù a Roma. Oggi, con dueanni in più nello zaino, e con un saccodi cose in più da raccontare mi ritrovoancora una volta a dar notizia di unaesperienza che puoi definire tranquil-lamente come straordinaria.

Passata l’euforia del ritorno (laGiornata Mondiale è stata in luglio) misono trovato a verificare un po’ questidue anni che sono passati: che cosa èsuccesso, è servita questa GMG oppureno?

In due anni certo delle cose ne pas-sano tante. Ma indubbiamente non sirimane come prima da una esperienzache ti tocca veramente il cuore. E conla certezza, poi, che il cammino conti-nua. Sempre.

Due anni di cammino verso il Ca-nada. Per andare a fare Giornata Mon-diale in una città così multiculturale epluriconfessionale, e ad annunciare agliamici canadesi, così l’invito del Papa“a dire al mondo l’unicità di Cristo Sal-vatore”.

Di fatto non una scelta facile, spe-cialmente quando il termine ultimo perdare la conferma definitiva cadeva pre-cisamente una settimana dopo l’11 set-tembre. Ed infatti numerosi gli abban-doni ed i ritiri dal viaggio. Però un fat-to restava: dovevamo andare, ed in quelmomento ce n’era veramente bisogno,a testimoniare a tutto il mondo la spe-ranza dell’annuncio cristiano. E solonoi giovani potevamo farlo. Certamen-te faceva paura, ma la chiamata erachiara: voi siete il sale della terra, voisiete la luce del mondo!

Uno dei momenti più belli l’ho vis-suto il giorno prima della partenzaquando sono stato abbracciato da deci-ne e decine di amici, da persone che

senza mezzi termini mi hanno rinno-vato il mandato nel rappresentarli, conla promessa che anche al di là dell’oce-ano sarebbero stati sempre con me. Treamici in particolare che ho salutato perultimi, a uno di loro ho lasciato per im-pegno il cappellino della GMG di Romadicendogli: dovrai essere con me tuttala prossima settimana! Ci sarò. E al ri-torno ho ricevuto il cappello girato alcontrario perché, mi ha detto, è pienodi tutti i momenti che abbiamo passatoinsieme!

Tutta la Comunità di Anghiari equella di Tavernelle si è veramente rac-colta per aiutarmi a vivere intensamentei momenti che avrei incontrato nella set-timana canadese.

Di Toronto numerose sarebbero lecose da raccontare, sia della città chedell’esperienza della Giornata Mondia-le. Solo due momenti, mi si consenta diesprimere apertamente: uno è la seradella veglia, attorno al Papa vecchio emalato ma tanto giovane ed entusiastadei “suoi giovani” che quella sera era-no lì. A Roma, due anni fa, ci avevachiamati le “sentinelle del mattino”coloro che sono svegli e pronti all’an-nuncio di Cristo. Oggi va avanti. Cichiede: di fronte allo scenario di unnuovo secolo che si è aperto con l’im-magine delle folle di pellegrini venutia Roma per il Giubileo, decisi a testi-moniare Cristo con la loro vita, e quel-la dell’attentato a New York, cosa sce-glieranno le sentinelle del mattino? Econtinua: “solo Cristo, conosciuto, con-templato e amato, è l’amico fedele chenon delude, che si fa compagno di stra-da e le cui parole riscaldano il cuore”.

Ci vuole qualcosa, anzi qualcuno sucui basare le fondamenta di una nuovaciviltà, dice Giovanni Paolo II. “Il XXsecolo ha spesso preteso di fare a menodi quella ‘pietra angolare’, tentando dicostruire la città dell’uomo senza fareriferimento a Lui ed ha finito per edifi-carla di fatto contro l’uomo! (…) L’at-tesa, che l’umanità va coltivando tratante ingiustizie e sofferenze, è quelladi una nuova civiltà all’insegna dellalibertà e della pace. Ma per una simileimpresa si richiede una nuova genera-zione di costruttori che, mossi non dal-la paura o dalla violenza ma dall’ur-genza di un autentico amore, sappiano

Battitura a Tavernelle28 luglio 2002di Alessio Cagnacci

Anche quest’anno a Tavernelle èstata organizzata, come sempre dallaSquadra del Cinghiale e da tanti altrivolontari, la storica “battitura a fermo”del grano. Una bella e calda giornata diluglio ha permesso ai numerosi lavora-tori impegnati di svolgere con tranquil-lità il proprio dovere, e naturalmentec’è stato qualche gavettone a rendereun po’ più fresca la giornata.

La sirena azionata dall’anticoLandini annunciava l’inizio dellabattitura, ed avvertiva i vari lavoratoridi prendere ognuno il suo preciso com-pito (il pagliaio, il mazzacavallo, allemanne, ecc.)

Mentre i spettatori ammiravano i la-voratori divertiti ed impolverati che por-tavano avanti la battitura, nei campiadiacenti si davano delle dimostrazio-ni di aratura con trattori ed altri mezziantichi. Santino della Celle (presidentedella Squadra del Cinghiale) ha passa-to quasi tutto il giorno a cercare di fareun solco diritto con il suo OTO 25.C’era anche un cingolino FIAT 25 chesi è meritato l’ammirazione degli an-ziani contadini presenti al quale ho sen-tito dire più volte: “ questi si ch’eronmezzi che lavoravano, altro che queibestioni che ciano mo!” con aria sod-disfatta.

Ogni tanto si sentiva di nuovo la si-rena e tutti si fermavano a bere un belbicchiere d’acqua con un goccio di vino(qualcuno però barava e prendeva tuttovino) e mangiare magari anche uncantuccino.

La giornata è volata via veloce edallegra concludendosi con una bellacena fra amici. Naturalmente non po-teva mancare, come ad ogni battiturache si rispetti, la classica ed irrinun-ciabile oca al forno.

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porre pietra su pietra per edificare, nel-la città dell’uomo, la città di Dio”.

Ed allora ecco il nuovo mandato delPapa: “Lasciate, cari giovani, che viconfidi la mia speranza: questi‘costruttori’ dovete essere voi!”

Ed il secondo momento, al termi-ne della Messa finale, inzuppati d’ac-qua ma carichi di Spirito il vecchio/giovane Papa ci ha consegnato la Cro-ce:

Il mio campeggiodelle medie

Sembra strano il raccontare unaesperienza in cui tu sei coinvolto nellaveste di animatore, di organizzatore ecoordinatore. Una esperienza in cui haila sola funzione di dare, di trasmettere,di testimoniare, di insegnare. Ed inve-ce torni e ti ritrovi a raccontare esatta-mente il contrario: una esperienza dacui hai ricevuto tantissimo, in cui hairicevuto un sacco di bene e che proba-bilmente ti ha segnato per sempre.

Arrivando al campeggio con duegiorni di ritardo non mi sono sentito af-fatto in un contesto in cui dovevo en-trare, ma un luogo di cui già, prima del-la partenza, facevo parte. E questa pri-ma constatazione ti spalanca già unarealtà diversa, più bella, ma in cui seigià immerso: basta solamenteaccorgersene. E se ti accorgi della bel-lezza a cui sei davanti e non hai pauradi entrarci e viverla, allora capisci cheun sacco di cose che ti circondano, lepersone che ti stanno intorno non sonolì per caso, ma tutto fa parte di un dise-gno più grande.

Ed allora scopro che non è più uncaso il fatto che la canzone che fungeda “inno” del campo sia un grido di gio-ia verso la vita. “Viva viva l’amor, vivaviva la vì, viva la companì” abbiamocantato insieme ai ragazzi delle mediea cui si sono uniti anche altri amici dellesuperiori. Già, quasi mi dimenticavo diricordare il gruppetto delle superiori che

Due momenti dell'esperien-za del Campeggio 2002.Foto Federico Bartolucci.

Nell'altra pagina: Bat-titura 2001. Foto AlessioCagnacci

“Carissimi giovani… è tempo direndere il messaggio di questa gior-nata parte della nostra vita quotidia-na. Nel vostro zaino vi è stata postauna piccola croce di legno. È giuntal’ora di indossare quella croce. Guar-datela, e sarete la luce del mondo;imparate da quella croce il vero sensodella vita cristiana e sarete il sale del-la terra”.

Al ritorno un gruppetto di ragazzi

della Parrocchia mi aspettava ansiosodi sapere qualcosa. Ci siamo allora det-ti: da oggi parte il cammino verso Co-lonia 2005. Forse non ci sarà questoPapa, ma come ha detto lui stesso: èCristo che vi attende là, non mancate!E questi giovani mi hanno promesso:noi non mancheremo!

Il cammino continua ragazzi: allaprossima GMG!

Alessandro

si è aggregato agli amici più piccoli;mi sono chiesto perché. Mi è bastatoguardare per avere la risposta. “Non sobene perché ci sono venuto” mi ha con-fidato un giorno uno di questi, “ma unmio grande amico mi ha invitato, unoche per il primo anno faceva l’anima-tore, e mi è piaciuta la voglia e l’entu-siasmo con cui stava con i ragazzi piùpiccoli di lui. Noi abbiamo la stessa età,ma ha contagiato anche me”.

Quest’estate, al ritorno del campeg-gio, non poteva rimanere uguale allealtre. Ed infatti non è stata. Ho avutol’occasione di stringere una grossa ami-cizia con alcuni ragazzi che hanno unavoglia matta di vivere, ma che il mon-do non gli consente di fare pienamenteperché la vita si vive in un certo modo:c’è il successo, il potere, lo sballo…

Viene fuori allora la domanda chedi fronte alla realtà possiamo vivere indue modi: scegliere di non far faticaguardando solo ciò che ci piace, oppu-re stare totalmente a ciò che la realtà ciriserva. Se scegliamo quest’ultima pos-sibilità cominceremo a vivere laquotidianità diversamente, scoprendoche nulla e a caso e tutto fa parte di undisegno più grande.

Il cammino continua ragazzi: alprossimo anno!

Un animatore

Ferragosto ad Anghiaridi Daniele Finzi

C’è stato chi ha notato che la matti-na di Ferragosto le piazze e le vied’Anghiari erano piene di turisti, ma inegozi erano desolatamente chiusi.Perfino le saracinesche erano abbassa-te, i portoni sbarrati. In un certo senso,questo è stato un bene per il turismoculturale. Liberi da stimoli consumistici,i turisti sono sciamati nel centro stori-co, schivando atleti che in salopettecorrevano su e giù per le caratteristicheviuzze e ammirando la bellezza degliscorci, la ricchezza dei musei.

Strano comportamento quello deicommercianti. Prima obbligano i citta-dini a subire la violenza di un trafficosempre più caotico, perché convinti chetutti si fermino in piazza a comprare.Poi, quando i potenziali acquirenti ven-gono, chiudono tutto e se ne vanno invacanza.

Stupidità animale!di Emmedipì

Ho letto sulla stampa localeche ad Arezzo c’è l’idea di uncimitero per animali. A me lacosa pare molto stupida e miauguro che la cosa finisca lì.

Gli amministratori potrebbe-ro impegnare quei soldi per cosepiù serie mentre i possibili acqui-renti dei loculi potrebbero desti-nare i denari necessari per letombe alle associazioni che siinteressano e curano gli animaliabbandonati o in via di estinzio-ne.

Certo comprendo benissimoche ci si possa affezionare ad unanimale ma sarebbe necessaria unaseria valutazione della proposta.

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Strade e beni pubblicia cura di Mario Del Pia

Mi sarebbe piaciuto che la missiva riportata sotto fosse stata scritta dal nostro Ufficio Tecnico Comunale. È sta-ta scritta invece da Francesco Tuti, ingegnere comunale, il 3 marzo 1882. Tutto sommato sono passati 120 annima dalle parole dell'ingegner Tuti si capisce che anche allora l'argomento era scabroso.

Credo mio assolutissimo dovere di rendere informate le SS. LL. che da qualche tempo a questa parte in ognipunto del comune da quasi tutti i proprietari si diviene al dissodamento ed occupazione parziale o totale distrade vicinali che sono di pubblica spettanza e necessarie a tutti per portarsi da una parte all’altra delComune. Ciò costituisce una vera usurpazione dei diritti e della proprietà del pubblico ed un abuso riprovevole.

A forma della legge sui Lavori Pubblici spetta alle Amministrazioni Comunali il sorvegliare le stradevicinali e perciò rivolgo premurosamente la presente alle SS. LL.

Quest’ufficio fu ed è impossibilitato a reprimere cotale abuso atteso il gran numero d’individui con i qualidovrebbe mettersi in urto, e però intende colla presente di avere pienamente adempito al suo dovere prontoperò a fare eseguire gli ordini d’indole generale che piacesse a questa Amministrazione Comunale di emanare.Quali potrebbero essere:

A) Revisione di tutte le strade comunali accampionate.B) Stabilire una multa da 50 a 100 Lire per tutti coloro che hanno mutato l’andamento di una strada comunalesenza permesso.C) Multa da 50 a 100 Lire per tutti coloro che hanno occupato totalmente o parzialmente la strada vicinalecoll’obbligo poi di rimettere le cose nell’antico stato se la strada è necessaria, e di pagare il terreno allaragione di Lire 2500 l’Ettaro se la strada è suscettibile di essere soppressa o ristretta, e nell’ultimo casol’obbligo al proprietario di mantenere per sempre la strada nel tratto ove fu ristretta senza la necessariaautorizzazione.D) procedere giudicialmente contro tutti coloro che non accettano le su espresse condizioni o che non rimettanole cose nel primitivo ed antico loro stato.

Debbo far notare che il procedimento giudiciale riguardando cosa di azione pubblica, non importa nessunaspesa all’Amministrazione Comunale.

Tanto in adempimento del mio dovere e con dichiarazione di non occuparmi più di tale affare senza ordinio istruzioni da parte di questa onorevole autorità Municipale.

“CIAO ESTATE” di Piero Lega

Gli ultimi giorni dell’estate possono essere alcuni tra ipiù belli e gratificanti di tutta la stagione.

Mentre il sole si muove più basso nel cielo e la naturaadotta colori più soffici, la luce si esprime in una tonalità piùricca e bronzata.

Ora è il momento ideale per oziare in giardino e goderedelle ultime delizie “al fresco” prima che l’autunno arrivicon il suo freddo pungente.

Un pasto memorabile potrebbe essere un semplice piattocon pane fresco di forno e formaggio pecorino toscano osoffice gorgonzola o mozzarelline di bufala con contorno dipomodori adornati con le ultime foglioline di basilico edinsalata croccante. Il tutto condito con fragrante e tipicamen-te profumato olio extravergine degli uliveti di Anghiari.Accompagnare quindi questa sciccheria della natura con unMuller Thurgau o uno Chardonnay giovane e profumato.

E per glorificare questo semplice pasto, bisogna presen-tarlo sul più bel servito di porcellana bianca, con tovaglia esalviette di lino color crema – avana, come quelle che solo adAnghiari sanno artigianalmente ed artisticamente lavorare.

Vale la pena eccedere nella preparazione del tavolo. Ilcibo si gusta meglio se servito con piatti di porcellana e conposaterie (non di plastica) su una bella tovaglia merlettata.

Anche le sedie hanno il loro apporto positivo, non diplastica ovviamente che sono fuori del contesto e contrarieallo spirito del momento, ma per esempio di vimini o dilegno.

Tutto apporta eleganza alla sobria cenetta in giardino.Come si usa dire: l’occhio vuole la sua parte.

Ed infine tenere a portata di mano una blusa o uno scialleda mettere sulle spalle – dopotutto sarebbe un vero peccatonon godere ed approfittare degli ultimi deboli raggi del soledi una idillica serata di fine estate.

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Se ne è andato il 2 agosto, festa delPerdono di Assisi, festa per eccellenzadella riconciliazione con la nostra sortedi esseri mortali. Perché il mite e pieto-so San Francesco voleva alleviarci an-che dalle ultime spine che il credente inpace con Dio può temere nell’incontrocon nostra sorella Morte, oltre al doloreumano per il distacco dai propri cari. ASan Francesco non bastava che il cre-dente si sentisse interamente perdona-to, lo voleva libero dall’inquietudineper il muro misterioso di dolore che

Ricordo di don Fabio

Un parroco di campagnadi Teresa Bartolomei “ Che importa ? Tutto è grazia.”

G. Bernanos

irradiando della luce calda dell’indul-genza chiunque si dia la pena di chie-derla, chiunque semplicemente non fac-cia finta di dimenticare la morte nellavita di ogni giorno, ma ne coltivi convigilanza e amore il pensiero, come unseme che germina nella nostra esisten-za e che un giorno darà il frutto delnostro ritorno al Padre.

È così facile ottenere la Grazia.Essa è lì, per tutti, a portata di mano.Basta volere.

Ma non vogliamo. Siamo troppopresi da tante cose. Preoccupazioni,interessi, bisogni. Siamo immersi nelmondo e non abbiamo il tempo di guar-dare in alto: siamo sempre incalzati danuove scadenze materiali, rinviamol’appuntamento con la nostra interiori-tà.

Non così lo zio Fabio. Lui era unuomo di contemplazione, non di azio-ne: per lui era un peso il quotidiano, lagestione era una bega opprimente, l’am-ministrazione un onere che lo innervo-siva. L’aspetto ‘materiale’ del suo im-pegno sacerdotale era la dimensioneche si sentiva più estranea. Era intera-mente sé stesso solo nell’esercizio delladimensione spirituale del suo ministe-ro di sacerdote e di parroco: la celebra-zione della messa, delle funzioni, larecita del Santo Rosario, l’amministra-zione dei sacramenti, in particolarequello della confessione. Chiunque ab-bia partecipato ad una messa celebratada lui, l’abbia ascoltato predicare o nesia stato confessato, sa che nel ritualeliturgico Don Fabio diventava un’altrapersona, si trasfigurava, pieno di unaletizia visibile e contagiosa, della gioiadi chi è arrivato e non vuole andareoltre, perché è lì, in quello che stafacendo, che ha tutto quello di cui habisogno.

La celebrazione della messa era ilsuo punto di arrivo, la festa quotidianache illuminava la sua vita. Che altrocercare?

L’inquieto bisogno di nuovi, piùvasti orizzonti - proprio alla maggio-ranza di noi e non estraneo neppure atanti sacerdoti - era un sentimento chegli era completamente estraneo: essere

un semplice parroco di campagna (comediceva di sé a volte, con una punta diironica civetteria) era per lui non unlimite, ma una ricchezza, non un ripie-go ma una benedizione. Perché eraesattamente nella dimensione piccola efamiliare di parrocchie come quella diSigliano prima, poi di Micciano, cheegli trovava il tempo e la tranquillitànecessarie per la concentrazione serenae incondizionata sul quotidiano eserci-zio contemplativo che era la sua linfaspirituale, per la dedizione assorta egioiosa alla scansione liturgica dellasua vita sacerdotale (la lettura quotidia-na del Breviario, la messa, le confessio-ni, il Rosario).

Tutte le preoccupazioni e le incom-benze che potessero distoglierlo da que-sto, erano per lui una contrizione, unsacrificio da accettare in nome dei pro-pri obblighi di parroco e pastore. Unsacrificio cui si sottoponeva con la mi-tezza e il senso del dovere che gli eranopropri, ma che pesava su di lui, logo-randolo. L’anno trascorso ad Anghiaricome parroco vicario, dopo la morte delfratello Vittorio, fu per lui, in questosenso, estremamente faticoso e doloro-so. E non solo per la sofferenza apertadalla perdita di un fratello amatissimo,non solo per i crescenti problemi disalute e la conseguente fragilità. Maproprio per la sua riluttanza ad entrarenella trama complessa di impegni so-ciali, amministrativi burocratici, e an-che in senso lato ‘politici’ di cui devefarsi carico il parroco di un paese delledimensioni di Anghiari.

Della gestione dell’intricato grovi-glio umano e sociale che è la realtà dipaese, era stato maestro il fratello e lozio Fabio era felice e ammirato nelriconoscerglielo, senza mai pensare divolerlo seguire (o più precisamente pre-cedere, perché era lui il più anziano deidue) sulla stessa strada. Il suo modo diessere prete era un altro: quanto lo zioVittorio era un ‘sacerdote di azione’,una fucina incadescente di sempre nuo-vi progetti, un cantiere vivente di operee iniziative, tanto lo zio Fabio era un‘sacerdote di contemplazione’, uomodi preghiera e devozione, confessore

dobbiamo attraversare prima di avereaccesso alla sala del banchetto celeste.Il muro del pianto che chiamiamo Pur-gatorio e che dipingiamo ingenuamen-te di fiamme per non saperci raffigurarespiritualmente la condizione di soffe-renza che la purificazione dai nostrivincoli terreni infliggerà alle nostredeboli anime di peccatori, prima diaprirle alla visione dell’Amore infini-to. San Francesco voleva che Gesù ciliberasse non solo dal peso del peccato,ma anche da quello dell’espiazione,perché anche gli spiriti più piccoli etimorosi potessero andarGli incontronella letizia e non nella paura, perchétutti potessero amare la morte invece ditemerla.

Gesù concesse questo dono all’uma-nità, attraverso il cuore del fratello Fran-cesco, ed è precisamente il 2 agosto diogni anno che esso viene rinnovato,

Don Fabio assieme a Laura Guadagni

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instancabile e assiduo. Lo zio Vittorionon si spendeva in parole: le sue omelieerano un modello di incisiva brevità.Lo zio Fabio predicava con eleganza evisibile piacere. Lo zio Vittorio inter-pretava il suo ministero pastorale dicuratore d’anime principalmente cre-ando luoghi di convivenza, strutture eoccasioni di incontro e di attività comu-ne. Lo zio Fabio privilegiava il rappor-to diretto e intimo con i fedeli, nellasolitudine del confessionale, nella curaaffettuosa e paziente di casi umani tri-bolati e marginalizzati.

In questa loro diversità risiedeva lamateria prima del loro sodalizio spiri-tuale, di cui un affetto incrollabile era laforma e la fede il suggello. La lorodiversità era complementarità, intesain un senso così intimo e profondo, chenon è eccessivo dire che in realtà lo zioFabio ha cominciato ad andarsene quan-do è morto lo zio Vittorio. Da allora hacominciato pian piano a sciogliere gliormeggi che lo tenevano attaccato almondo, ritirandosi sempre di più nelcerchio interiore della preghiera e dellacelebrazione liturgica, allontanando dasé come un peso ormai insostenibile lagestione delle questioni quotidiane delcontesto familiare ed ecclesiale che locircondava. La malattia, penosa, hafatto il resto, infliggendogli un calvariodi sofferenze fisiche e psicologiche chelo hanno portato stremato alla morte.

Ma dietro questa sua progressivaabdicazione ‘operativa’ non è venutamai meno la fedeltà contemplativa alla

preghiera, allapredicazio-ne,alla messa, aquel Cielo ver-so cui è semprestato rivolto ilsuo sguardomite e modesto,il suo cuore nona m b i z i o s o ,pago della pro-pria interiorità,che relativiz-zava il mondo ele sue pene allaluce di una fedeimperturbabile,nitida e cristal-lina, aliena amode, dubbi, complicazioni.

Non può essere un caso, ma è unsegno della Grazia divina, se è statochiamato al Padre in un giorno cosìspeciale: un 2 di agosto che quest’annocadeva nel primo venerdì del mese. Daquanti anni, ormai, questa giornata erauna ricorrenza centrale per lo zio Fa-bio, che - insieme al fratello Vittorio -ne aveva fatto un’occasione importantedi ritrovo spirituale per gli uomini dellaparrocchie di Anghiari e Micciano?L’appuntamento del primo venerdì delmese è una festa di preparazione ad unabuona morte. La sua scansione mensiledeve valere come il segno di un’interio-rizzazione profonda e radicale dellacoscienza cristiana della morte, consi-derata non come un’eventualità costan-

temente minacciosa e indesiderata, macome una certezza necessaria ad unabuona vita.

Se gli fosse stato detto che sarebbemorto in una giornata così, sicuramen-te ne avrebbe sorriso grato e contento,come di un dono prezioso, davanti alquale tutto il resto, a cominciare dallasofferenza fisica e morale che ne hannoaccompagnato la fine, passa in secondopiano. Perché “che importa” il male, se“tutto è grazia” ?

Sopra: L'antica Pieve di Micciano in undipinto di Sirio Ruggeri.Nella pagina a destra don Fabio a Giomici,da parenti, nel 1984.

Questo Sacerdoteda quel volto umanoanche per luifinito il suo mandato

Ultimo Pretedella sua dinastiafu operosocome tutta la Gerarchia

Il nostro Don Fabiocon Don Vittorio assentelui per Anghiarifu vocazione ardente

La sua malattiasopportata con coraggiomai perdersi d’animosarebbe un oltraggio

lui la sua vitache Dio gli aveva datolungo il suo camminolo à mai dimenticato

Pregava Dioaiutava gli altri a pregarloe perdonavachi non sapeva farlo

Il suo sorrisosempre persuadenteera un segnaleche dava alla sua gente

Ora riposanel suo Cimiterovicino la fratelloche ne andava fiero

Compagni di cultofratelli nel dare amoresempre seguendole leggi del Signore

Nella sua Chiesettavenuti ad onorarloho visto due Vescoviche a terra i resti baciando

Erano figlidella nostra terrae veneratida una fede eterna

Tanta la follacommossa a tributarel’ultimo salutodavanti al suo altare

Tutto il Clerocommosso à partecipatodi questo umile Preteda noi congedato

Ora è involatotra le braccia del Signoreche lo avrà accoltocon il suo grande amore:

Ricordo di don FabioL’ultimo addio ad un grande sacerdotedi Armando Zanchi

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Il vescovo d’Arezzo ha più vol-te c i ta to questa f rase disant’Agostino domenica 4 agostodurante la messa funebre in onoredi don Fabio Bartolomei. Si riferi-va in particolare alle numerosesofferenze patite in questi ultimianni con grande serenità dal sacer-dote.

Rimanendo lì per tutta la ceri-monia, nel caldo insopportabilenella chiesa, ho portato una crocepesante, che ho dedicato alla me-moria di un vero sacerdote a cui ho

voluto molto bene. E glielo voglioancora, perché la sua morte hasoltanto in apparenza interrottoun rapporto che risale ai primianni Cinquanta.

Fu in quel tempo che mio padredecise di aggregarmi ad altri bam-bini per la preparazione alla primacomunione. Ma io mi annoiavo ecominciai a disertare le lezioni dicatechismo. Quando mio padrevenne a saperlo, usò una nuovastrategia: nel primo pomeriggio,prima di andare allo stabilimento

Ricordo di don FabioNon c'è amore senza Crocedi Daniele Finzi

Buitoni, mi accompa-gnava in chiesa. Ma io,entrato da una porta,uscivo dall’altra.Quando fummo al dun-que, non potei fare laprima comunione congli altri e mio padre,attesi alcuni mesi, miaccompagnò a ottobreda don Fabio Bartolo-mei, che allora insegna-va latino e greco nelseminario di Sansepol-cro, l’attuale sede del-l’Istituto Tecnico Com-merciale. Non so da chiebbe il nome, ma lascelta fu azzeccata.Don Fabio era buono,

sereno, fine conoscitore dell’ani-mo umano e della psicologia di unbambino che era una peste. Miriceveva nel suo studio o nellabiblioteca e mi parlava con quellasua dolce voce tenorile, senza maiarrabbiarsi. Faceva continui rife-rimenti alla Sacre scritture, e lestorie che mi raccontava mi sem-bravano vere. Riusciva a coinvol-germi, senza costringermi ad im-parare a memoria parole che perme avevano poco senso. E io ciandavo volentieri, non mi annoia-vo. Anzi, dopo aver superato quelprimo traguardo, presi ad andareda lui ogni tanto per chiacchieraree confessarmi. La confessione didon Fabio mi piaceva perché erauna riflessione pacata non sui mieipeccati, ma su quelli di tutta l’uma-nità. Non era il giudice, ma unamico con il quale confidarsi, edanche più in là con gli anni conser-vai l’abitudine di cercarlo, dovun-que fosse. Lo trovai a Santa Sofiae poi a Sigliano ed infine a Miccia-no.

Quando mi sposai, nel 1970,volli che fosse lui a celebrare ilmatrimonio, e fu lui che l’annodopo battezzò mio figlio Andrea.Non dimenticherò mai quel visoche splendeva di gioia e di sereni-tà, quelle sue parole che uscivanodirettamente dal cuore.

Non sono mai stato un cristia-no comme il faut, ma quel poco (omolto) che ho dentro di me lo devoa don Fabio.

Al funerale di don Fabio eranopresenti tanti sacerdoti, il vescovoGualtiero, il vescovo Giacomo, unfrate camaldolese con il suo caratte-ristico abito e poi i familiari, i par-rocchiani, gli amici. La chiesa infattiera gremita di gente.

Proprio in questi giorni io stavorileggendo alcune notizie sul castellodi Montorio dove si riferiva di vari

incontri fatti proprio nella pieve diMicciano dal rappresentantecamaldolese con altri interlocutoriper discutere su certe questioni. Mi èsembrato di rivivere quell’incontrocon don Fabio presente e partecipealla discussione.

Quante volte sono stato da lui perscrivere la cronaca della parrocchiadi Micciano o per farmi tradurre una

lapide o un testo latino (sua è latraduzione dal latino della tabellaposta sotto il ritratto del beatoBartolomeo Magi in Propositura)!Negli ultimi tempi, nonostante la ma-lattia, non si esimeva dal fornirminotizie affinché la parrocchia di Mic-ciano avesse quel giusto risalto nelperidoico del nostro vicariato.

Molto spesso avevo con lui unoscambio di opinioni, anche su argo-menti i più svariati, e sono contentodi averlo conosciuto.

Ricordo di don FabioL'ultimo incontrodi Mario Del Pia

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Note oggettive personali achiarimento dei giudizi pre-concetti.

Dopo aver trattato i vari avveni-menti storici della “Pieve sopra Are”,altrimenti detta Pieve alla Sovara,sembra doveroso e utile che l’autoresi avvicini personalmente al lettore,onde facilitarne la comprensione edil giudizio su quelle poche cose cheegli ha narrato.

Scrivo questa memoria perché,giunto al termine di ogni attivitàimpegnativa, devo prendere conge-do da quel meraviglioso mondo cheho ammirato ogni qualvolta ho sco-perto le tracce dei nostri monumentiantichi.

Sono scenari troppo belli e troppoimportanti per cui, taluni lettori lihanno definiti “fantasiosi “, con tan-ta ragione per gli acritici, non sem-pre inclini ad approfondire gli argo-menti, ma soprattutto per coloro chesono adusi ai preconcetti.

Questi ultimi, mi hanno fatto sen-tire il peso dell’impegno assunto inogni tema affrontato; spesso ho do-vuto superare “le crisi delle incertez-ze”, sempre in agguato con chi sicimenta in queste attività, in veste diautodidatta.

Dirò infine, che quel poco che hopotuto proporre, va inteso quale esi-to di ricerca di testimonianze e difatti che altri chiamano “archeologiae storia”.

Il pomposo, l’ornato, i lcattedratico, il letterario, qui nonc’entra. Per spiegare meglio il miopensiero, voglio ricordare quella ra-gazzina spagnola di nove anni, figliadi Marcellino de Santuola, che sco-prì nella caverna di Altamira “lostoros”, le pitture rupestri divenutefamose in tutto il mondo, suscitandosorpresa e grande meraviglia.

Purtroppo, la certezza che le pit-ture fossero attribuite al talento arti-stico dell’uomo vissuto nell’era gla-ciale, suscitò proprio negli speciali-sti violenti contrasti; ci vollero alcu-ni anni di discussioni prima che quel-l’asserzione fosse accettata.

Personalmente confesso di avergoduto più volte i momenti dellascoperta, al pari della ragazzina diAltamira, quando uno dopo l’altroscoprivo i bassorilievi delle figureistoriate nella grotta, da me chiama-ta “del ricco Plutone”; quando dalloscavo casuale si delineava il tempiodi Iside a Casale; quando a seguitodelle molte indagini, osservazioni econtrolli si consolidava la visionecerta della “Villa di Plinio in Tusci”;quando ho scoper to i l t empio-necropoli di Verazzano, con l’iscri-zione in caratteri sconosciuti, ancheper gli studiosi delle antiche lingueorientali; quando scoprivo di voltain volta le lapidi con iscrizioni etru-sche e infine a Spedaletto l’edificio ela pietra scritta che indica il Tofet,cioè, il tempio dedicato alla deapunica Tanit.

Tutte queste cose e molte altre leho viste, studiate, descritte e pubbli-cate; poche o tante che siano appar-tengono a tutti. Ma se il piccolo mon-do che si muove d’attorno, non èincline a ricevere questi messaggiper via dei “preconcetti”, chi deverammaricarsi?

D’altra parte, è opprimente vede-re che nessuno muove un dito persalvare dal progressivo deteriora-mento di quelle vestigia, che non sipossono chiamare “beni culturali” inun luogo dove la cultura e dominatadai “preconcetti” e nei fatti rasentala nullità.

Memorie d’infanzia: le guerree il lavoro

A quattro anni e mezzo rimasi or-fano del padre, che lasciò a me, miamadre e mia sorella il compito di so-pravvivere e null’altro. In quel brevelasso di tempo “lui”, mi aveva giàclassificato un -Cincinnato- e inoltreaveva predetto che io sarei diventatoun deputato socialista. Durante i cin-que anni seguenti, vissi in retroviatutta l’epopea della prima guerra mon-diale, attraverso il giornale che miamadre leggeva agli avventori della no-stra modesta osteria di borgata, i qualiavevano tutti almeno un familiare inguerra.

Questo fatto anticipava i successivi“giornali radio” della seconda guerramondiale. Ho ancora vivo nella me-moria quel 9 agosto 1916, giornata digrande esultanza fra la gente che com-mentava la conquista di Gorizia. Ri-cordo il procaccia Gasperino di Sanse-polcro mentre passava per le nostre vietenendo in mano delle bandierine tri-colori che regalava in segno di festaper la vittoria conseguita dai nostrisoldati. Fu quel giorno che imparail’esistenza della bandiera tricolore ita-liana. Ricordo quelle madri e quellespose che venivano da mia madre afarsi leggere le lettere provenienti dalfronte e a farsi scrivere le risposte.

Gino Ceppodomo: La mia vitaConfidenze dell'Autore in appendice alla sua ricerca su Pieve alla Sovara

I parte

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Ma il ricordo più remoto che anco-ra ho vivo nella mente (anno 1913)riguarda la Menca, una vicina di casa,che io appena treenne andavo a trova-re, per ricevere da lei quei complimen-ti fatti con tanta tenerezza per blandirei miei piccoli affanni. Lei, mi facevabere al solito ramaiolo l’acqua dellaquale ero sempre assetato (ancora nonc’era l’acquedotto), indi, mi facevavedere le fotografie di due suoi nipoti

(qualifica sindacale), a dare inizio adun calzaturificio in provincia di Ascoli,poi ad un altro in provincia di Macera-ta. Successivamente con lo stesso in-carico andai in provincia di Rieti e poia Roma per dare inizio ad una produ-zione di scarpe, per il grande magaz-zino Zingone, quello che, secondo lareclame di quel tempo, vestiva tuttaRoma.

Tornato ad Anghiari, tentai più

in uniforme da bersagliere, ancora bel-ligeranti in Libia. Era molto contentache io avessi imparato a riconoscerlicon il loro nome.

Finita la guerra, nei primi giornidel ’19, mia madre mi mandò a “botte-ga” ad imparare il mestiere. Incomin-ciai così la lunga “marcia” del lavora-tore presso uno stagnino. Di questoimpatto con il mio destino di proleta-rio ho un ricordo scritto su lapide, cheosservo ogni volta che vado in visita alcamposanto. La memoria e nel loculodi una defunta (Matilde Comanducci)con data maggio 1919. Io avevo parte-cipato alla sigillatura della cassa, scal-dando i saldatoi che porgevo al “pa-drone” togliendoli dal fornelletto chedovevo ventilare in continuazione.Avevo circa otto anni e mezzo.

Frequentai anche la bottega di unfalegname, poi approdai tra i calzolaie questa fu la professione che mi per-seguì, (o io ho perseguito) fino all’etàdella pensione.

Durante questa lunga e talvolta durasequenza di lavoro calzaturiero ho avu-to tante esperienze, ho raggiunto altilivelli come quelli che solo in modoeccezionale la professione allora con-sentiva.

Non ancora ventenne mi recai nel-le Marche, quale operaio specializzato

La parte politico-sociale

Avvenne che a diciassette anni miiscrissi al PNF. Ero sinceramente con-vinto di aderire ad un movimento poli-tico che si basava su ordine e disciplina,sostituto di quelli precedenti, incapacidi affrontare la crisi ineluttabile deldopo guerra e troppo deboli per ciò cheriguardava la dignità nazionale.

Avevo attinto dai vecchi testi scola-stici, gli ideali risorgimentali farciti dieroi che avevano fatto l’unità d’Italia,compresi i risonanti postulatipragmatici che avevano giustificatol’entrata in guerra dell’Italia.

Più oltre, dovetti subire le nefasteconseguenze del secondo conflitto mon-diale, essendo chiamato alle armi (atrentadue anni) con la fatidica cartolinarosa, che mi piombò sul tavolo di lavoronel momento in cui avevo in piedi unapiccola industria (diciotto dipendenti).

Dovetti chiudere l’azienda, lasciaremadre, moglie e figli per andare a ser-vire la patria, con il rischio della vita econ l’enorme danno pecuniario chequella partenza mi procurò.

Sul finire di quella guerra, ormaiperduta, riuscii a scampare miracolosa-mente la vita e la prigionia in quellabolgia apocalittica che rappresentavaMessina (una città distrutta), riuscendoa raggiungere il continente.

Appena un mese più tardi, elusinuovamente la prigionia, anzi ladeportazione in Germania. Ciò avven-ne in Firenze (Forte Belvedere), dovesvolgevo l’incarico di furiere di tutti ipunti di avvistamento aereo della To-scana settentrionale.

Il nove settembre il Forte fu blocca-to dai tedeschi: uscire significava laprigionia. Dopo cinque giorni riusciiad evadere con il fedele Bianchini, cheaveva trovato delle corde negli scanti-nati del Forte, calandoci sul sottostantegiardino di Boboli.

volte la produzione industriale di cal-zature, ma senza successo, per man-canza dei mezzi necessari a sostenerela spinta iniziale.

Ripiegai, tornando al vecchio ban-chetto da calzolaio; lustrai e riparai lescarpe di tutto il paese, ma poi mi feciuna clientela tra le donne e partecipaialla mostra dell’artigianato in Firen-ze. Le mie scarpe incominciarono agirare per il mondo, divenni calzolaioper corrispondenza con clienti in Sviz-zera, Francia, Inghilterra e Cinecittà.Infine produssi ventiquattro paia discarpe per un atelier fiorentino: facevaparte di una fornitura di indumenti escarpe per le dame dell’Aga Kan.

Intanto l’idea fissa della produzio-ne industriale non mi aveva abbando-nato. Il primo gennaio del 1956 dettiinizio a quel calzaturificio, che doposette anni fu rilevato dalla ditta deiFratelli Soldini. Lì rimasi fino allapensione, passando da una mansioneall’altra. All’inizio ero l’istruttore de-gli allievi operai, poi feci il modellistae infine stavo in ufficio con i ragionie-r i .

Durante questo lungo periodo mifu assegnato un incarico particolare:la nomina di professore-insegnanted’un corso per allievi calzaturieri,durato cinque anni.

Pubblichiamo in questo numero la primaparte della autobiografia scritta dal nostrocollaboratore Gino Ceppodomo. La secon-da parte verrà pubblicata nel prossimo nu-mero.

Nell'altra pagina: Gino in occasione di unavisita a Grugnano, vicino al Ponte allaPiera, nell'agosto 2001 e, sotto, assieme agliamici Domiziano e Vadero, anno 1939 alGiardinetto. In questa pagina Gino, il pe-nultima da sinistra nella prima fila, assie-me ad un gruppo di anghiaresi in divisamilitare, anno 1935 Campo di Marte adArezzo.

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Fatti di casa nostraovvero la pagina di Walter Del Sere

Il 23 luglio, improvvise complicazioni dovute alla malattia incurabile della quale era sofferente, hannoprovocato la morte di Talmage Fauntleroy, Direttore Generale dello Studio Lirico tenutosi con grandesuccesso ad Anghiari nel mese di luglio. Purtroppo Fauntleroy non ce l’ha fatta a tornare a casa, nel SouthCarolina, visto il repentino aggravarsi delle sue condizioni di salute. Talmage Fauntleroy, 50 anni, nativodi Columbia (USA), era un personaggio molto conosciuto in Toscana e in poco tempo si era fatto apprezzareanche da noi per le sue indubbie doti umane e professionali. Per 12 anni aveva svolto le lezioni dello StudioLirico a Cortona, prima di arrivare nel 2001 ad Anghiari, dove aveva trovato un’accoglienza decisamentepositiva. Docente all’Università di Howard (Est Carolina), nel corso degli anni Fauntleroy aveva direttoopere italiane a Firenze, Livorno, Fiesole, Chianciano e Spoleto. Quest’anno, coadiuvato da uno stafftecnico ed artistico di primo piano, aveva portato ad Anghiari 25 giovani professionisti statunitensi che,il 17 e 18 luglio, avevano messo in scena l’opera buffa “Così fan tutte” di Mozart, salutata dal tutto esauritonelle due serate al Teatro dei Ricomposti e nella successiva tenutasi per la rassegna Pievi e Castelli inMusica. Poi, il ricovero ad Arezzo e l’inesorabile fine. Tal è stato tumulato nel cimitero di Anghiari, nellaRegione che aveva eletto a sua seconda patria. Il Sindaco, nella lettera inviata al Rettore dell’Universitàdella South Carolina di Columbia, che è stata letta durante il “memorial” con il quale studenti, professoried amici hanno ricordato la figura e l’opera del musicista scomparso, ha espresso il desiderio che il lavorointrapreso da Fauntleroy non finisca con la sua morte ed ha confermato la disponibilità di Anghiari acontinuare il proficuo rapporto instaurato dallo Studio Liricoe dalla USC School of Music che ha consentito la realizzazione di un’esperienza biennale decisamentefeconda e prestigiosa.

Si torna a parlare di Albiano. Ve la ricordate la storia di questo piccolo borgo situato vicino alla Motina? Tredici anni fa,la ventilata costruzione di un villaggio turistico per benestanti, con annesse decine di villette e campi da golf, portò allaspaccatura dell’allora Partito Comunista che subì una scissione interna dalla quale ne uscì con le ossa rotte. Ancora oggi ilnome Albiano viene associato a quello di Bruno Buitoni (proprietario dei terreni e dei casolari) e di Franco Talozzi, l’alloraSindaco di Anghiari che osò – e parliamo del 1989/90- sfidare la federazione aretina del PCI, quest’ultima contraria alprogetto di villaggio turistico che, a suo dire, avrebbe deturpato irrimediabilmente una fetta di Valtiberina. Da qualchetempo, una cordata di imprenditori e tecnici transalpini, stanno rilanciando l’offerta alla nuova Giunta Municipale e così ilnome di Albiano torna alla notorietà. Il Sindaco Danilo Bianchi ha confermato che si sono già svolti alcuni incontri pervisionare la nuova proposta che pare avere tutti i crismi di uno sviluppo sostenibile, in linea con quelle che sono le accresciu-te sensibilità in tema ambientale. Il progetto, assai ridotto rispetto all’originale, sarà compiutamente esaminato dall’ammi-nistrazione comunale entro l’autunno. Poi, se tutto andrà per il verso giusto, una necessaria variante urbanistica consentiràagli imprenditori di partire con i lavori di realizzazione del complesso turistico di Albiano. Quando verrà posato il primomattone ? Sono aperte le scommesse.

Come dimenticare la serata di forti emozioni che circa 600 spettatori hanno vissuto la sera del 2 agosto in Piazza del Popoloper il concerto degli Inti Illimani ? E’ stata una di quelle volte che si crea un’ intesa spontanea tra pubblico e palco che allafine ti lascia con la convinzione diaver partecipato a un evento incan-cellabile. Non c’è altro da dire sulregalo che il glorioso gruppo cilenodegli Inti Illimani hanno intesofare ad Anghiari con il concertodedicato alla memoria di RobertoProcelli, il giovane di San Leo diAnghiari vittima innocente dellastrage di Bologna di 22 anni fa.

In alto: Il Direttore Generale dello StudioLirico, Talmage Fauntleroy. Qui a destraun momento della esibizione dello Studiolirico, con Talmage Fauntleroy, in oc-casione della visita ad Anghiari del Co-mandante dei Vigili del Fuoco di NewYork Daniel A. Nigro l'11 luglio scorso.

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CRONACHETTAdei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenutiad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Luglio 2002

Lunedì 1. Oggi è nato Mattia Bergamini di Michele eRoberta Landucci. La sua famiglia abita per la via di San Leoe il suo nonno accomoda i trattori.

Sabato 6. Oggi è nato Samuele Chiribini di Fabrizio eBarbara Bernardini. La sua famiglia abita alla Gavina,vicino a Scoiano.

Lunedì 8. Stamani ho visto che hanno messo nuove assi allepanchine del viale che erano malridotte.

Domenica 14. Oggi è morto Lodovico Venturi di anni 89.Era originario di Badia Tedalda ed abitava a Bicecco.

Lunedì 15. Oggi è nata Diana Todorov di Iordan Gueorguieve di Roussana Iordanova Todorova. La sua famiglia abitalungo la Via Nova bassa.

Martedì 16. Stasera con mia moglie siamo andati al Carmineper la festa della Madonna del Carmelo.

Sabato 20. Stamani sono an-dato sul campo di granturcodi Gastone e ho visto “Fico”su un fico.

Domenica 21. Stamani alCarmine la Lilli è arrivatache la Messa era già comin-ciata.

Sabato 27. Oggi è mortoEgidio Casi di anni 76.Egidio abitava allo Sterpeto.

Agosto 2002

Venerdì 2. Oggi era il “Perdono d’Assisi”.- Oggi è morto don Fabio Bartolomei parroco nella Pieve diMicciano. Don Fabio aveva 78 anni.- Oggi è morta anche Luisa Polcri in Innocenti. Aveva 74anni, abitava vicino a Carboncione ed era ricordata per il suolavoro come "La Rammendatrice".

Lunedì 5. Oggi è morta Maria Luisa (Masì) Papini vedovaBorghesi di anni 68. Masì abitava al Campo della Fiera ed èricordata per essere stata una brava ricamatrice.

Martedì 6. Stamani, verso le 11,30, un violento temporalesi è abbattuto su Anghiari, sono saltate anche alcune forazzedelle fognature. Poi è venuta anche la grandine e ha fattoparecchi danni. Dice che è caduto un pino sopra la casa diPiero a Fontebrina.

Giovedì 8. Oggi è morta Enrica Mondani vedova Camaiti dianni 93. Abitava per il Borgo della Croce e ricordo ancoraquando gestiva il bar assieme al marito e io andavo a vederela televisione quando nelle case non ce l'aveva nessuno.

Venerdì 9. Stamani gli operai del Comune hanno rimesso alloro posto tre vasi per il Borgo della Croce che erano statiriformati dalle macchine.-Oggi è morto Pietro Cheli di anni 63. Pietro abitava alCampo della Fiera.

Sabato 10. Alessandro m’ha detto che il temporale dell’altrogiorno ha portato via due biciclette da Anghiari vecchio chel’hanno ritrovate alla Stazione. Ma io non ci ho creduto.

Giovedì 15. Oggi è nato Riccardo Falsini di Federico eSerena Fabbroni. La sua famiglia abita alla Scheggia.

Sabato 17. Oggi è morto Ottavio Barfucci di anni 80. Ottavioper qualche tempo ha getsito "Il Cantinone".

Domenica 18. Stamani sono andati a mettere una corona dialloro al cippo della Via Nova dove scoppiò la mina del ’44.

Martedì 19. Stamani sotto la loggetta della Banca ho vistoAlfonso che domenica ci aspetta ai Spicchi per la merenda.Dopo una mezz’ora l’ho visto davanti alla casa di Berio chezazzicava col cofano della sua macchina.

Giovedì 21. Oggi è nato Morgan Acquisti di Alessandro eConsuelo Rossi. La sua famiglia abita alla Gualchiera diTavernelle dove c’era il mulino di Costantino Mondani.- Oggi è nata anche Michela Fontana di Marco e NaraFerrini. La sua famiglia abita al Ponte alla Piera.

Venerdì 23. Oggi è nato Tarek El Mouhib di Mohammed edi El Hassania Radi. La sua famiglia abita per i Cordoni.- Oggi è nato anche Mattia Bruni di Marco e CaterinaBorgogni. La sua famiglia abita al Campo della Fiera.

Domenica 25. Oggi sono andato al Ponte alla Piera con laCamminata del vero Contrabbandiere. Al Ponte c'è stato ilpranzo tutti insieme.

Mercoledì 28. Stamani i banchi di piazza Baldaccio sonoandati via perché pioveva invece quelli di piazza del Teatrohanno resistito e il tempo si è messo al bello.

Venerdì 30. Ormai è quasi un mese che il greppo che va algiardino del Vignarolo è caduto.

Sabato 31. Oggi assieme a Luca ho seminato i rapi, l’insalatada inverno e le spinaci.

Questa è l'insegna dell'erboristeriache si trova in piazzetta della Fon-te ad Anghiari.La nostra segnalazione è dovutaproprio all'originalità dell'insegnache ben si inserisce nel contesto delnostro centro storico.Complimenti!

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