2005-3 Oratorio di Anghiari

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1 PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 3 GIUGNO - LUGLIO 2005 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue 1

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 3 GIUGNO - LUGLIO 2005

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XXXIX - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

L’Oratorio e le Grafiche BorgoQuesto numero del giornale che giunge nelle vostre case è stato stampato gratuitamente dalle

Grafiche Borgo che intende contribuire in questo modo al progetto della nostra Redazione. Sono ormai molti anni che continua la collaborazione fra la Parrocchia di Anghiari e le Grafiche Borgo. Questo ci ha permesso nel tempo, oltre che di continuare la pubblicazione del nostro periodico, anche di mettere in cantiere alcune iniziative come la stampa dei quaderni anghiaresi con notizie su specifici argomenti.

Intendiamo quindi ringraziarli per la loro disponibilità e per il loro aiuto concreto.

Quest’anno con la collaborazione del-l’Amministrazione comunale di Anghiari e di Memorandia è stato possibile pubblicare il volu-metto sugli scaldini di Anghiari. Simili iniziative continueranno anche nel corrente anno.

Cogliamo questa occasione poi per ri-cordare il contributo decisivo della Banca di Anghiari e Stia e di tutti voi, lettori del giornale, che ci avete già mandato la vostra offerta o che contate di farlo prossimamente.

I vostri contributi:

Per chi vuol mandare il proprio contributo può utilizzare il bollettino postale (reperibile presso gli uffici di Anghiari) C/C N. 11802527 intestato a PROPOSITURA S. BARTOLOMEO ANGHIARIPotrete inoltre servirvi delle banche locali, senza nessun aggravio di spesa, sui conti intestati alla Parrocchia di Anghiari. Banca di Credito Cooperativo C/C N. 5053

Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio C/C N: 3389

Monte dei Paschi di Siena C/C N. 2643/46

Le Grafiche Borgo sono dotate dei più moderni macchinari per ogni tipo di stampa ed in particolare per stampe digitalizzate. Per alcune particolari applicazioni vengono inoltre utilizzate vecchie mac-chine tipografiche come la fustellatrice illustrata nella foto.

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Anno dell’Eucaristiaottobre 2004 - ottobre 2005

Il racconto dell’apparizione di Gesù risorto ai due discepoli di Emmaus ci aiuta a mettere a fuoco un primo aspetto del mistero eucaristico, che deve essere sempre presente nella devozione del Popolo di Dio: l’Eucaristia mistero di luce! L’Eucaristia è luce innanzitutto perché in ogni Messa la liturgia della Parola precede la liturgia Eucaristica, nell’unità delle due «mense», quella della Parola e quella del Pane. Questa continuità emerge nel discorso eucaristico del Vangelo di Giovanni, dove l’annuncio di Gesù passa dalla presentazione fondamentale del suo mistero all’illustrazione della dimensione propriamente eucaristica: «La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda». Sappiamo che fu questa a mettere in crisi gran parte degli ascoltatori, inducendo Pietro a farsi portavoce della fede degli altri Apostoli e della Chiesa di tutti i tempi: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna». Nel racconto dei discepoli di Emmaus Cristo stesso interviene per mostrare, «cominciando da Mosè e da tutti i profeti», come «tutte le Scritture» portassero al mistero della sua persona. Le sue parole fanno «ardere» i cuori dei discepoli, li sottraggono all’oscurità della tristezza e della disperazione, suscitano in essi il desiderio di rimanere con Lui: «Resta con noi, Signore» .

«Lo riconobbero nello spezzare il pane»

È significativo che i due discepoli di Emmaus, convenientemente preparati dalle parole del Signore, lo abbiano riconosciuto mentre stavano a mensa nel gesto semplice della «frazione del pane». Una volta che le menti sono illuminate e i cuori riscaldati, i segni «parlano». L’Eucaristia si svolge tutta nel contesto dinamico di segni che recano in sé un denso e luminoso messaggio. È attraverso i segni che il mistero si apre agli occhi del credente. Non c’è dubbio che la dimensione più evidente dell’Eucaristia sia quella del convito. L’Eucaristia è nata, la sera del Giovedì Santo, nel contesto della cena pasquale. Essa pertanto porta inscritto nella sua struttura il senso della convivialità: «Prendete e mangiate... Poi prese il calice e... lo diede loro dicendo: Bevetene tutti...». Questo aspetto ben esprime il rapporto di comunione che Dio vuole stabilire con noi e che noi stessi dobbiamo sviluppare vicendevolmente.

Un ultimo invito, quello del Papa: L’adorazione eucaristica fuori della Messa diventi, durante questo anno, un impegno speciale per le singole comunità parrocchiali e religiose. Restiamo prostrati a lungo davanti a Gesù presente nell’Eucaristia, riparando con la nostra fede e il nostro amore le trascuratezze, le dimenticanze e persino gli oltraggi che il nostro Salvatore deve subire in tante parti del mondo. Si viva, quest’anno, con particolare fervore la solennità del Corpus Domini con la tradizionale processione

DOMENICA 29 MAGGIO, nella solennità del Corpus Domini, durante la Messa delle 11 in Propositura è stata fatta la Prima Comunione ai ragazzi della nostra parrocchia. Quindi si è svolta la solenne Processione con il SS Sacramento che si è conclusa alla chiesa della Croce con la benedizione Eucaristica.

Inoltre il giovedì precedente, il 26 maggio, abbiamo partecipato a Sansepolcro alla Messa e alla Processione assieme a tutte le Parrocchie della Valtiberina.

Erano presenti i Sacerdoti, alcuni dei bambini della Prima Comunione, le Compagnie di Anghiari e diversi fedeli delle nostre Parrocchie.

L’EUCARISTIA “MISTERO DI LUCE”«Spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui»

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CALENDARIO LITURGICOa cura di Franco Cristini

Mese di Giugno 2005 Mese di Luglio 20051° luglio venerdì – Primo Venerdì del mese. S. Cuore di Gesù: cade il venerdì che segue la seconda domenica dopo Pentecoste. Nella Pieve di Micciano, alle ore 20,30, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione.3 luglio domenica – Domenica XIV del Tempo Ordinario. S. Messe secondo l’orario festivo.5 luglio martedì – Primo martedì del mese. In Propositu-ra, alle ore 17, “Ora di Guardia” con recita del rosario.7 luglio giovedì – Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.10 luglio domenica – Domenica XV del Tempo Ordi-nario. S. Messe secondo l’orario festivo.11 luglio lunedì – S. Benedetto abate, patrono d’Eu-ropa. Anniversario dell’apparizione della Madonna del Carmine. Alle ore 20, dalla piazzetta della Croce e alle ore 20,20 dal Bagnolo (per la parrocchia di Tavernelle) pellegrinaggio verso il Santuario del Carmine per par-tecipare alla S. Messa delle ore 21.16 luglio sabato – B.V. del Carmelo: festa solenne al Santuario del Carmine con S. Messa alle ore 21 e pro-cessione intorno al Santuario. Nei giorni 14 e 15 luglio alle ore 21, preghiera comunitaria nel Santuario.17 luglio domenica – Domenica XVI del Tempo Ordi-nario. S. Messe secondo l’orario festivo.22 luglio venerdì – S. Maria Maddalena. S. Messa alle ore 18 nella chiesa della Maddalena nel Borgo della Croce.24 luglio domenica – Domenica X del Tempo Ordinario. S. Messe secondo l’orario festivo.25 luglio lunedì – S. Giacomo apostolo: figlio di Zebedeo e fratello dell’apostolo Giovanni, nacque a Betsaide. Fu presente ai principali miracoli del Signore. Fu fatto uc-cidere da Erode verso l’anno 42. È venerato soprattutto in Spagna a Compostella dove esiste la celebre basilica a lui dedicata.26 luglio martedì – Ss. Anna e Gioacchino: secondo i Vangeli apocrifi vengono considerati i genitori della B.V. Maria.31 luglio domenica – Domenica X del Tempo Ordinario. S. Messe secondo l’orario festivo.

Dedicato al sacro Cuore di Gesù

2 giugno giovedì – Primo Giovedì del mese. Si invi-tano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.3 giugno venerdì – Primo Venerdì del mese. S. Cuore di Gesù: cade il venerdì che segue la seconda dome-nica dopo Pentecoste. Nella Pieve di Micciano, alle ore 20,30, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione.5 giugno domenica – Domenica X del Tempo Ordina-rio. S. Messe secondo l’orario festivo.7 giugno martedì – Primo martedì del mese. In Pro-positura, alle ore 17, “Ora di Guardia” con recita del rosario.11 giugno sabato – S. Barnaba apostolo: nato nel-l’isola di Cipro, fu tra i primi fedeli di Gerusalemme; predicò ad Antiochia e fu compagno di San Paolo nel suo primo viaggio apostolico. Fu presente al Concilio di Gerusalemme. Ritornato in patria vi predicò il Van-gelo e vi morì.12 giugno domenica – Domenica XI del Tempo Ordi-nario. S. Messe secondo l’orario festivo.13 giugno lunedì – S. Antonio da Padova: nacque a Lisbona, in Portogallo, verso la fine del XII secolo. Accolto tra i canonici regolari di Sant’Agostino, poco dopo l’ordinamento sacerdotale, passò ai frati Minori Francescani per dedicarsi alla evangelizzazione dei popoli africani. Svolse questo compito con gran frutto in Francia e in Italia e convertì molti eretici. Morì a Padova nel 1231.19 giugno domenica – Domenica XII del Tempo Or-dinario. S. Messe secondo l’orario festivo.24 giugno venerdì – Natività di San Giovanni Batti-sta: figlio di Elisabetta e di Zaccaria, una coppia steri-le già avanti nell’età, è cugino di Gesù. Si ritirò ancora giovane nel deserto fino a quando non fu adulto; com-parve allora sulle rive del Giordano, vestito povera-mente per predicare l’imminente avvento del Messia.26 giugno domenica – Domenica XIII del Tempo Or-dinario. S. Messe secondo l’orario festivo.29 giugno mercoledì – Ss. Pietro e Paolo apostoli. “Pietro, il primo degli Apostoli e Paolo, il maestro dei pagani, ci insegnano, Signore, la tua legge.”

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SANTE MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CHIESA DI SAN LEOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANOOre 11,30 -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIOOre 12,00 -CHIESA DI TOPPOLEOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della CroceOre 18,00 del sabato -CHIESA DI TUBBIANO

... E DI MONTERCHI

Ore 8,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 CHIESA delle monache MonterchiOre 10,00 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11,00 S. Maria della Pace Le VilleOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

SANTUARIO DEL CARMINE

Lunedì 11 luglio 2005469 Anniversariodell'Apparizione

Ore 20, dalla piazzetta della Croce (dal Bagnolo per i fedeli di Tavernelle), processione verso il Santuario del Carmine.

Ore 21 solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, conce-lebrata da tutti i Sacerdoti della Valtiberina..

Nei giorni 14 e 15 luglio alle ore 21, preghiera co-munitaria nel Santuario

Venerdì 16 luglio 2004Beata Vergine del Carmelo

Presso il Santuario del Carmine alle ore 21 S. Messa e processione attorno al Santuario.

Primo venerdì del mesea Micciano

Nella Pieve di Micciano, alle ore 20,30, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.

Parrocchia di TavernelleDomenica 19 giugno 2005

FESTADELLA FAMIGLIA

Ore 11,30 Santa MessaOre 15,30 Inizio giochi per bambini ed adul-tiOre 19,30 Estrazione Sottoscrizione interna

Vi aspettiamo numerosi!!

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IL PALTERRE: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solodi

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VERGOGNA!!di Sergio Lombardi

Se è vero, com’è vero, che il grado di civiltà di un paese lo si deduce da come vengono trattati gli anziani e i bambini, è opportuno dire che ad Anghiari si do-vrebbe fare come gli struzzi e cioè fare un buco per terra

ed infilarci la testa, non riesco a conce-pire come si possa ammettere falsità e soprusi, che molto spesso sfociano nella sopraffazione, ai danni di chi non può difendersi. Apparentemente queste cose sfociano nel codice penale, ma poi bastano quattro bla, bla, e tutto viene risolto a tarallucci e vino.

E allora mi chiedo: sulla carta vi è un ufficio del sociale in ogni comune, una A.S.L. territoriale e infine un controllo del territorio da parte dei C.C., queste persone dove sono? Naturalmente il tutto viene coperto da provvedimenti del volontariato e dalla chiesa ma molto spesso risultano aleatori perché nonostante la buona volontà per alcune patologie occorre un intervento qua-lificato e precisamente mirato. Inoltre è assai problematico manifestare le necessità del menage quotidiano perché la burocrazia è cieca e sorda alla realtà dell’esistere, inteso come vivere civile e corretto. Tutte le suddette motivazioni ci fanno rendere conto di come siano con-sunti i valori morali ed etici, e di come sia giunto il momento di valorizzare il reale e condannare il bla, bla fondato sull’apparenza. È bene ricordarsi che tutto ciò non va confuso con il pieti-smo e il falso buonismo perché là dove necessita una apparenza fondata in un perbenismo ipocrita e irrazionale, si assiste all’effetto boomerang!

In definitiva occorre un ripensamento serio e costruttivo ad una realtà sociale che prima o poi riguarda tutti e quindi necessita di soluzioni che non possono essere affidate all’occasionalità. Infine purtroppo ci sono i falsi perbenisti e benefattori dai quali è molto difficile difendersi perché si mimetizzano molto bene e generalmente sono dotati di buo-na dialettica e speciale savoir faire che incanta. Sono in grado di dirti che Cristo è morto dal freddo ed è il padrone della legna, in definitiva è meglio seguire gli insegnamenti del Vangelo e recuperare quei valori morali che oggi sono con-sunti o addirittura inesistenti, vivremo meglio perché non vi sarà conflitto esistenziale!

Per ricordare Dolinda

D i a n a , Adina e Donella r i c o r -d a n o la cara mamma Dolinda Pernici,

morta il 14 aprile scorso, e la ringraziano per l’amore e l’in-segnamento che ha dato loro nel corso della sua vita.

Auguri a Stefano Giorni

Il giorno 27 aprile 2005 presso l’Università degli Studi di Firen-ze, Facoltà di Filosofia, Stefano Giorni ha discusso la tesi: “John Locke: Critica dell'innatismo e origine del sapere scientifico” ottenendo l’ottima votazione di 110 e Lode.

Relatore è stata la Professores-sa Rosalia Mannarino

A Stefano gli auguri dei fa-miliari, degli amici e della Re-dazione.

Stefano Bigiarinisi è laureato

Il giorno 14 aprile 2005 Ste-fano Bigiarini ha discusso la tesi di laurea: “Il GPS nel rilievo fo-restale: realizzazione di percorsi test permanenti per la valutazione in bosco delle prestazioni dei ricevitori” presso l’Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Agraria, Corso di Laurea in Scien-ze Forestali e Ambientali.

Relatore il Chiar.mo Prof. Ora-zio Ciancio; Correlatori il Chiar.mo Prof. Federico Maetzke e il Dott. Marco Mencucci.

A Stefano, che ha meritato l’ottima votazione di 110 e Lode, le affettuose congratulazioni di Sara, Irene, Mario e Marida.

La Badia e le opere d’arte

In occasione della ricollocazione della Madonna di Loreto nella chiesa di Badia è stato attivato l’allarme per proteggere questa importante opera di Tino da Camaino ma anche tutte le altre opere ed arredi che vengono conservati in questa importante chie-sa di Anghiari. Nell’occasione è stata ricollocata nell’apposita nicchia, vicino all’altare della Madonna di Loreto, la Madonnina che qualche tempo fa ignoti tentarono di asportare e per questo motivo era stata tolta e provvisoriamente custodita in un altro ambiente.

Ora, con maggiore sicurezza, è stata ricollocata al suo posto.

Ricordiamo che tale immagine fu donata alla parrocchia di Anghiari, perché fosse collocata proprio nella chiesa di Badia, da Giulio Marcuzzi nell’anno 2000 in memoria di sua moglie Orizia e dovrebbe risalire alla metà dell’ottocento ed è stata tramandata di padre in figlio dai nonni e dai bisnonni dell’Orizia stessa.

Ricordiamo che la chiesa di Badia fino al 1787 è stata la chiesa principale di Anghiari, dedicata a San Bartolomeo apostolo. In quell’anno la parrocchia si spostò nella nuova chiesa di Santa Maria delle Grazie che assunse il titolo di Propositura.

Nella foto l'amico Piero Lega mentre, attor-niato scherzosamente dalla 'forza pubblica', ricolloca nella nicchia la Madonnina dono di Giulio Marcuzzi.

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Beatitudini della seradi Cmr

Sia fatta la tua volontà

Di certo possiamo affermare che la sintesi di tutto il Vangelo si trova nel “Padre Nostro”, ma l’invocazione “sia fatta la tua volontà” è come il cuore della preghiera del Signore. Tutta la vita di Cristo, dalla sua nascita alla sua morte in croce, si può sintetizzare nel compimento della volontà del suo Padre celeste. Difatti così si esprime Gesù dodicenne, rispondendo alla ricerca angosciata di Giuseppe e di Maria: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del padre mio? Ma essi non compresero le sue parole. Un altro momento importante è la preghiera nell’orto del Getsemani: Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu.”

E concludendo la sua missione di Messia e di servo di Jahvè sulla croce, può dare questa estrema testimonianza: “Tutto è compiuto!”

Gesù Cristo ha compiuto in tutto e per tutto la volontà del Padre che è nei cieli.Recitare il “Padre Nostro” non è tanto ripetere materialmente, quanto piuttosto pregare e vivere

secondo il suo stile di preghiera e di vita. Difatti, “non chiunque mi dice: Signore Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre che è nei cieli.”

Il Padre Nostro, nella quotidianità della vita, è attuare la giustizia, è amare il prossimo come amiamo Gesù e come Gesù lo ama. Questo è fare la volontà del Padre.

Quando i suoi parenti gli vogliono parlare e fra loro c’è anche sua madre, Gesù stende la mano verso i discepoli e dice: “Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli: perché chiunque fa la volontà del

Ci chiami da tutto il mondoDio, Padre di misericordiae fonte della vita,tu ci chiami da tutto il mondoper celebrare con rinnovato fervoreil grande mistero dell’eucaristia,memoriale perennedella Pasqua del tuo Figlio.Entrando nel Terzo Millennio,riconoscenti per la salvezzache ci è stata donata,con fiducia ti chiediamo:Fa’ che partecipandodell’unico pane e dell’unico calicediveniamo un solo corpo in Cristo,e viviamo della vita divinache egli ci ha ottenutoa prezzo del suo Sangue.Vivificati dal suo Santo Spiritoannunceremo al mondole meraviglie del tuo amore.Per Gesù Cristo tuo figlionato dalla Vergine Mariache è Dio e vive e regna con te,nell’unità dello Spirito Santoper tutti i secoli dei secoli. Amen.

(Giovanni Paolo II)

Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre.”

La vera famiglia di Gesù, la nuova comunità, non sono definite da rapporti di sangue, neppure con sua madre, né dalla solidarietà o dagli interessi materiali, ma dalla volontà del Padre e quindi dall’amore fraterno.

Lo Spirito ci rivela la paternità di Dio mediante i suoi doni, che sono profonde esperienze di vita, specialmente il dono della pietà, col quale esperimentiamo la tenerezza paterna di Dio verso di noi e la nostra tenerezza di figli verso di Lui. Esclamiamo allora anche noi, commossi, con S. Giovanni: “Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio e lo siamo realmente!”

Col nome di “Padre” ci rivolgiamo a Dio Amore; dal quale proveniamo come fonte della nostra esistenza e vita, nel quale sussistiamo per non cadere nel nulla, al quale tendiamo come fine e felice compimento di tutti i nostri desideri.

“Non disdegnare Signore, questo tuo filo d’erba asse-tato” esclama S. Agostino.

Il Padre Nostro più che la ripetizione di una formula, è l’espressione di uno stato d’animo verso Dio Padre, che Gesù ha meravigliosamente espresso in quella benedizione stupenda: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a Te.”

Sia fatta la Tua volontà, o Padre, e venga il Tuo re-gno.

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTEdi don Quinto Giorgini

La Pieve-Arcipretura di S. Simeone profeta in MonterchiV e ultima parte

Concludiamo la presentazione storico-artistica dell’interno di questa nostra chiesa aggiungendo alle cinque opere de-scritte nella precedente puntata un’altra decina con brevi commenti.

6. Una sin-golare Pie-tà, costituita da tre basso-rilievi in pie-tra arenaria databili tra la metà del secolo XIV e i primi del secolo XV, che rappre-sentano un Gesù morto, con le braccia incrociate, la Vergine Addolorata con la mano sinistra sul viso e la destra sotto il gomito della sinistra e S. Giovanni Evangelista con le mani giunte. Queste tre figure attonite da un dolore composto sono di una rara espressività. Il Salmi le commenta con le seguenti parole: “Tre aspre e severe immagini che richiamano esempi marchigiani e romagnoli contemporanei”. Bassorilievi simili a questi si conservano in S. Francesco a Città di Castello e nel museo Taglieschi di Anghiari. I nostri dovevano servire come fronte di un altare scomparso o di un sarcofago. Forse ornavano la tomba di Bartolomeo Tarlati, signore di Monter-chi, morto nel 1406, oppure quella di Carlo Tarlati che morì nel 1424. 7. Il pulpito cinquecentesco, in pietra serena, sul quale l’illustre pievano don Federigo Nomi (1682-1705) ha predicato per 23 anni ad alta voce: “In pergamo ho sbattuto ambo le mani…”, così si legge nella sua supplica al principe Ferdinando. Esso è sospeso e murato in malo modo al centro della parete nord della chiesa e mostra solo tre lati di quello che fu un ottagono. Nel primo è raffigurato Ercole che uccide l’Idra (stemma del Comune di Monterchi), in quello centrale è scolpito il monogramma di Cristo, circondato da una ricca raggiera e nel terzo si legge: “Communitas Montis Herculis A.D. MDXXXII”. Potrebbe essere dello scultore fiorentino Tribolo (1500-1558). 8. Di scuola locale, dovrebbe essere invece la statua di terracotta invetriata (cm 104x51) del sec. XVI, raffigurante S. Pietro, seduto e rivestito di paramenti pontificali: il triregno in capo, la mano destra alzata benedicente e le chiavi nella mano sinistra.

9. La tela di cm 212x140 raffigurante l’Assunzione della Vergine risale alla fine del secolo XVII ed è di autore ignoto. Il dipinto, di ottima fattura, è probabilmente di scuola bolognese o veneta. L’opera annerita dalla polvere e dal fumo delle candele era stata quasi completamente ridipinta, specie il cielo e gran parte dei panneggi degli apostoli. Ora è ritornata quasi all’antico splendore in seguito ai recenti restauri realizzati dallo studio “Piero della Francesca” di Sansepolcro. In alto appare la Vergine nella gloria, con le braccia aperte e circondata da angeli ed in basso ci sono i dodici apostoli, con al centro la figura più giovanile di S. Giovanni, tutti rivolti con lo sguardo verso di Lei. Il restauro è stato finanziato dal benefattore sig. Enzo Giuntini.

10. Di qualità mediocre è la tela firmata M. C. databile intorno al sec. XVIII, raffigurante S. Margherita da Cortona, inginocchiata di fronte al crocifisso. Fu donata alla parrocchia nel secolo scorso da parte della sig.ra Tassinari, insieme all’affresco della Madonna della Mise-ricordia di cui parleremo al prossimo punto. Questa tela necessita di un accurato restauro.

11. Molto bello è l’Affresco della Madon-na della Misericordia (cm 285x187) del sec. XVII, staccato dalla parete dell’altar maggiore dell’antica chiesa di S. Maria al Borghetto, rovinata nel terremoto del 1917. Sotto il manto materno allargato dalle mani della Vergine, appaiono sulla destra numerose figure maschili tra cui si distinguono il Papa, Vescovi, re, religio-si... e a sinistra figure femminili: regine, religiose, dame... cioè tutti i vari membri della Chiesa godono della protezione della Sua Madre. Il nome del bravo pittore è sconosciuto, potrebbe essere un allievo del Vasari.12. Nella Cappella del Battistero c’è un caratteristi-co Fonte battesimale, databile intorno alla prima metà del Cinquecento, di marmo. Sormontato da un interessante stemma, sul quale appaiono tre gigli

fiorentini con in basso tre pic-chi. È sorretto da un piedistallo di pietra. In alto sulla parete, possiamo ammirare una tavola dipinta ad olio (di cm 260x187), di origine vasariana, stile tardo-manieristico, raffigurante la Presentazione della Madonna al Tempio. L’opera pregevole

In questa pagina: 6 - Le tre formelle provenienti forse dalla tomba Tarlati, 7 - Il pulpito, 8 - La statua di terracotta invetriata di San Pietro, 9 - L'Assunzione della V. Maria, 10 - S. Margherita da Cortona, 11 - La Madonna della Misericordia, 12 - Presentazione di Maria e Fonte Battesimale.

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La vignetta di Scacciapensieri:Si sale e si scende!

del secolo XVI, è stata purtrop-po malamen-te restaurata. Potrebbe esse-re attribuita a Tommaso Ci-relli. Il dipinto mostra S. Anna che presenta la fanciulla Maria al sommo sa-cerdote, dietro cui appaiono in vari atteg-giamenti otto personaggi. 13. La nostra chiesa infine custodisce ge-losamente due opere del pittore biturgense Du-rante Alberti: un S. Antonio Abate, su tela,

di cm 237x155, di fattura fine, con forme e movenze tipicamente manieriste, opera di fine sec. XVI. Intorno all’imponente figura del Santo in vesti abbaziali e con il simbolo del fuoco, appaiono otto episodi della sua vita in quadretti purtroppo ritagliati a metà per adattare la tela all’attuale cornice. In basso c’è la scritta della famiglia committente: “Carlesi hoc opus una fecere” con lo stemma di un’incudine con il martello in una mano. L’altra opera dell’Alberti è la Circoncisione e Presentazione di Gesù Bambino al Tempio in braccio al nostro S. Patrono Simeone Profeta. Il dipinto (di ca. cm 240x200) risale esattamente al 1591. Fino al sisma del 1917 si trovava sull’altar maggiore di questa omonima chiesa, poi tolto e rotolato, rimase abban-donato per decenni in un angolo della sacrestia. Restaurato recentemente dalle esperte restauratrici Silvia Zampieri e Daniela De Ritis, dello studio “Pier della Francesca”, sotto la direzione della dott.sa Paola Refice, è ritornato quasi al primi-tivo splendore. Il dipinto si distingue per la vivacità dei colori,

l’espressività dei personaggi che ad un tempo ci riportano all’epo-ca del Tempio di Gerusalemme e a quella cinquecen-tesca del pittore. Si dovrà studiare la sua nuova col-locazione nella chiesa. Te rmino con questa conside-razione: mentre tutte queste opere minori trovano nella luminosa chiesa principale di Monterchi una decorosa sistemazione insieme alla venera-zione dei fedeli, il sommo capolavoro pierfrancescano della Madonna dell’Attesa del Parto non dispone ancora né di un adeguato luogo sacro ed artistico, né del tradizionale culto, ma è ancora oggetto di continue e inconcludenti discussioni e polemiche. Corre il rischio di finire in un’angusta cappelletta moderna, isolata e lontana dal centro storico, nel cimitero urbano di Momentana, costruito nel 1785 sul luogo della demolita chiesa medievale, ora completamente modificato e degradato dai precedenti e recenti ampliamenti progettati e realizzati senza nessuna sensibilità verso questo luogo storico diventato del tutto inadeguato al ricollocamento della nostra Madonna.

In questa pagina le due tele di Durante Alberti: Sant'Antonio Abate alla sinistra e la Presentazione al Tempio a destra.

Cronaca a MonterchiNel mese di luglio si tengono a Monterchi dei concerti

che si fanno presso la Madonna del Parto come negli anni passati ma anche in altri luoghi come la chiesa delle Ville, di Monterchi e di Padonchia.

Riguardo la Madonna del Parto e della sua annosa collocazione ho in parte detto sull’articolo che riguarda la chiesa di San Simeone in Monterchi. Posso ripetere che mentre per le opere minori si è trovato una giusta colloca-zione, per questa importantissima opera per tutta la nostra comunità, non si riesce a trovare una soluzione e si trova ancora in “esilio” nel luogo attuale.

Mi sembra che si sia propensi a riportarla nel luogo originario di Momentana. Quel luogo però è del tutto cambiato e deturpato dai numerosi interventi succedutisi nei secoli. Oggi quel contesto antico in cui si trovava la chiesa, demolita nel 1785 per far posto al cimitero, è quindi irriconoscibile.

Penso che l’opinione pubblica nella sua maggioranza non sia favorevole a questo tipo di collocazione.

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

Alla nostra comunità Anche per la Confraternita di Miseri-

cordia di Anghiari è arrivato il momento di acquistare una nuova autovettura attrezzata per il trasporto di disabili su carrozzella.

La necessità di dover sostenere una spesa così rilevante (complessivamente circa 29.000 euro) ci obbliga a sollecitare nuovamente la tradizionale generosità di tutti gli anghiaresi, affinché si riesca a raccogliere quanto prima la cifra neces-saria per l’acquisto del mezzo attrezzato, esattamente un Doblò Fiat con rampa e montacarichi elettrico.

Ecco le modalità per poter effettuare l’offerta ritenuta più opportuna: 1) – conto corrente bancario n. 5000 intestato alla “Confraternita di Miseri-cordia di Anghiari”, presso la Banca di Anghiari e Stia, Credito Cooperativo.2) – Conto corrente postale n. 14064521 intestato alla “Confraternita di Miseri-cordia di Anghiari”3) – direttamente presso la sede della Confraternita di Misericordia di Anghia-ri, in via Matteotti n. 129

Tutte le offerte verranno rigoro-samente registrate e rese note anche attraverso il periodico “L’oratorio d’An-ghiari” in modo che la nostra popolazione possa seguire puntualmente l’esito della sottoscrizione.

Ricordiamo anche che le offerte po-tranno godere di agevolazioni fiscali nelle dichiarazioni dei redditi dei singoli oblatori, in base alla seguente normativa:

A) – PERSONE FISICHE – detra-zione di imposta al 19% su erogazioni liberali in favore delle ONLUS fino ad un massimo di euro 2.065,83 (ai sensi dell’art. 15 D.P.R. 917/86)

B) – IMPRESE – deducibilità dal red-dito di impresa su erogazioni liberali in favore delle ONLUS, nei limiti di euro 2.065,83 o del 2% del reddito di impresa dichiarato (ai sensi dell’art. 100 D.P.R. 917/86).

Attendiamo i Vostri contributi; con l’aiuto di tanti potremo mantenere la Confraternita di Misericordia all’altezza del proprio ruolo a sostegno di chi ha più bisogno.

Fraterni saluti.

Il Governatore Massimo Redenti

Storditi. Attoniti. Con la percezione di una “assenza” che, oggi, ci pesa dentro in modo insopprimibile. Come orfani. Ma anche stupiti, meravigliati, affasci-nati. Per quello che sta avvenendo, per ciò che vediamo ed ascoltiamo. Dalla gente, dal mondo.

Questi sono i sentimenti, vivi come non mai, con i quali ci accostiamo in punta di piedi alla soglia del tuo catafalco, caro vecchio Papa. Con le lacrime agli occhi, che salgono istintive insieme al groppo in gola. Lacrime miste di tristezza ma anche di speranza. La tua vecchiaia, la tua malattia ci doveva aver abituato al “salto” finale, all’inevitabile, a quello che per certi versi poteva apparire come una liberazione. Quanta sofferenza nel tuo volto, quanta disperazione nello sforzo immenso ma vano di pronun-ciare qualche parola! Eppure, abbiamo trepidato fino all’ultimo, abbiamo pregato per poterti avere ancora un po’ con noi. Ed anche se ci conforta saperti in paradiso tra le braccia del Padre, non possiamo non sentire che qualcosa di grande si è perduto, che una presenza abituale non c’è più e non tornerà, non in questa vita.

Ma, contemporaneamente, sta suc-cedendo anche una cosa strana. Non siamo soli a provare questi sentimenti. Non siamo affatto soli! Il mondo intero oggi è rivolto verso di te. Capi di stato, autorità religiose, intere nazioni; e so-prattutto tanta, tantissima gente comune. Una moltitudine enorme, uomini distanti ma “fratelli”. Hai saputo conquistare, a te ed alla nostra Chiesa, il ruolo di autorità morale universale. E, oggi più che mai, il tuo silenzio urla nei nostri cuori, la tua morte esplode di vita nelle coscienze de-gli uomini e delle nazioni. “Un Papa che ha cambiato il mondo”, si è detto. Vero. Un papa che ha cambiato l’uomo. Con la ricetta più semplice e più antica, quella che da 2000 anni Gesù ci ha consegnato: l’amore. Ed oggi l’umanità si racco-

Proseguiamo con l’elenco delle offerte pervenute a favore della nostra Confraternita: Bartolomei Corsi Pietro, in me-moria di Cangi Gino 1 0 0Bartolomei G.Battista - i fami-liari alla memoria 3 0 0C a n g i G i n o - i f a m i l i a -r i a l la memoria 2 0 0Diana, Dina e Donella Dini in me-moria della mamma Dolinda 237Gavelli Nicchi Luigina - i dipendenti del Provv. agl i Studi di Arez-zo, alla memoria 1 6 0G e n n a i o l i G i u s e p p i -na - i familiari alla memoria 310G o r e t t i R o s i n a - i f a m i l i a -ri alla memoria 2 7 0Piero Santi - i familiari alla memoria 300Razzoli Luigi - i familiari alla memoria 250

Orario ufficiComunichiamo l’apertura pomeridiana della segreteria della Misericordia (in sede) con questo orario: Lunedì e giovedì - dalle ore 16 alle ore 19 in orario estivo (ora legale) e dalle ore 15 alle ore 18 in orario invernale.

Dalle “MISERICORDIE D’ITALIA” – periodico della Confederazione Nazionale

IL PAPA DELL’AMORE glie intorno a te con lo stesso amore che tu le hai donato, nei lunghi anni di pontificato. L’amore è un sentimento po-tente, che supera lo spazio ed il tempo. La civiltà, la cultura dell’amore fraterno e universale che tu, caro Papa, hai testi-moniato accompagnerà ciascuno di noi, e l’intera umanità, ben oltre l’emozione di queste giornate.

Nella foto Papa Giovanni Paolo II as-sieme a Madre Teresa di Calcutta

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DALLA CARITASa cura di Laura Taddei

Lo sguardo di GesùNel Vangelo secondo Luca leggiamo:

Ma Pietro rispose: “ O uomo, non so quel che tu vuoi dire”. E nel medesimo istante, mentre ancora diceva quelle parole, un gallo cantò; allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro… uscito fuori pianse amaramente.

Avevo un ottimo rapporto con il Signore. Gli chiedevo delle cose, conversavo con lui, lo lodavo, lo ringraziavo…Ma avevo sempre la sgradevole sensazione che lui volesse che lo guardassi negli occhi. E io non lo facevo. Parlavo, ma

distoglievo lo sguardo quando sentivo che mi stava guardando.Distoglievo sempre lo sguardo. E sapevo perché. Avevo paura. Pensavo che avrei trovato nei suoi occhi l’accusa di un

qualche peccato di cui non mi ero pentito. Pensavo che avrei trovato una richiesta nei suoi occhi: ci sarebbe stato qualcosa che lui voleva da me.

Un giorno finalmente mi feci coraggio e guardai! Non c’era nessuna accusa. Non c’era nessuna richiesta. Gli occhi dicevano solo: “Ti amo”. Guardai a lungo in quegli occhi. Li scrutai. Ma il solo messaggio era: “Ti amo”.

Ed io uscii e, come Pietro, piansi.

Intorno alla stazione principale di una grande città, si dava appuntamento, ogni giorno e ogni notte, una folla di relitti umani: barboni, ladruncoli, e giovani drogati. Di tutti i tipi e di tutti i colori. Si vedeva bene che erano infelici e disperati. Più che di soldi, avevano tutti bisogno di un po’ di consolazione e di coraggio per vivere. Ma queste cose oggi non le sa dare quasi più nessuno. Colpiva, tra tutti, un giovane, sporco e con i capelli lunghi e trascurati, che si aggirava in mezzo agli altri poveri naufraghi della città come se avesse una sua personale zattera di salvezza. Quando le cose gli sembravano proprio andare male, nei momenti di solitudine e di angoscia più nera, il giovane estraeva dalla sua tasca un bigliettino unto e stropicciato e lo leggeva. Poi lo ripiegava accuratamente e lo rimetteva in tasca. Qualche volta lo baciava, se lo appoggiava al cuore e alla fronte. La lettura del biglietto faceva effetto subito. Il giovane sembrava riconfortato, raddrizzava le spalle, riprendeva coraggio. Che cosa c’era scritto su quel misterioso biglietto? Sei piccole parole soltanto: “ La porta piccola è sempre aperta”.

Tutto qui. Era un biglietto che gli aveva mandato suo padre. Significava che era stato perdonato e in qualunque momento avrebbe potuto tornare a casa. E una notte lo fece. Trovò la porta piccola del giardino di casa aperta. Salì le scale in silenzio e si infilò nel suo letto. Il mattino dopo, quando si svegliò, accanto al letto, c’era suo padre. In silenzio, si abbracciarono.

Il biglietto misterioso spiega che c’è sempre una porta aperta per l’uomo. Può essere la porta del confessionale, quella della Chiesa o del pentimento. E là sempre un Padre che attende. Un Padre che ha già perdonato e che aspetta di ricominciare tutto daccapo.

“Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo!” Ci diceva Giovanni Paolo II.“Non abbiate paura di far entrare Gesù nella vo-stra vita, egli non vi toglie nulla, ma vi dà tutto!” Ci ripete con nuovo rigore Benedetto XVI. È solo incontrando lo sguardo di Cristo che possiamo capire che solo Lui è la risposta a tutte le nostre domande. È lo stesso sguardo che dobbiamo offrire a quanti incontriamo nella Caritas, afflitti dalle più svariate povertà.

Incuriosita de sapè che c’era una colomba scese in un pantano, s’inzaccherò le penne… e bona sera! Un rospo disse “ O commarella mia,vedo che pure te caschi ner fango!“però nun ce rimango!”,rispose la colomba, e volò via.

(Trilussa)

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nelle nostre Parrocchie tale momento è stato annunciato dal suono a distesa delle campane delle chiese, che hanno fatto scendere in molti cuori un velo di tristezza per una così grande perdita.

Il quotidiano della Santa Sede, l’Os-servatore Romano, titolando nella sua edizione straordinaria “l’ora più lumino-sa del Pontificato”, esprimeva commosse parole per descrivere i sentimenti che le migliaia di fedeli stavano vivendo in piazza S. Pietro, così come nelle chiese di un po’ tutto il mondo.

In quei momenti anche nella nostra Cattedrale di Arezzo era riunita in preghiera tutta la Comunità Diocesana assieme al Vescovo, quando al secondo mistero del S. Rosario è arrivata la notizia che mai nessun avrebbe voluto sentire. E proprio al Vescovo, come Pastore della Chiesa locale, è toccato il compito di annunciare ai fedeli presenti la morte del Pontefice.

Sarebbe impossibile tracciare in così poche righe un profilo della grande figura del “Papa venuto da lontano”, poiché ognuno di noi, cari lettori, ha un suo ri-cordo personale, una frase, una immagine che serba nel cuore e che Giovanni Paolo II ha lasciato indelebilmente.

Non vuole essere nostra pretesa nemmeno quella di farci portavoce dei molteplici sentimenti registrati nei giorni successivi alla sua morte; si pensi ai

tanti giovani che, lontani dalla fede e dalla chiesa si sono ritrovati a guardare con occhi attenti e commossi quello che accadeva, verificando talvolta la propria fede.

Chi non conosceva bene Giovanni Paolo II lo ha conosciuto nei giorni della sua agonia e della sua morte. E come è toccante la morte, così questo incontro è stato davvero toccante per tanta gente, che ha riscoperto la propria voglia di credere, di sperare, di vivere.

Ma ci sono quelli che già conosce-vano Papa Wojtyla, tutti quelli che con il Papa avevano un proprio rapporto particolare e personale. Coloro che hanno vissuto i giorni della malattia e quelli della morte come se stesse per morire un parente, un padre. Molti si sono sentiti emotivamente coinvolti dalle ultime parole pronunciate dal Pontefice durante le ore dell’agonia…. forse le parole più belle, le più cariche e le più dirette; parole che sono arrivate senza nessuno bisogno di intermediazione mediatica diritte al cuore della gente.

Già, perché un Papa così comunicati-vo, talvolta definito “mediatico” nessuno lo aveva mai visto. Nessuno aveva mai visto il Papa sciare o rilassarsi durante una passeggiata in alta montagna. Ma il lontano 16 ottobre 1978 nessuno si aspet-tava che il Papa polacco fosse capace di navigare con grande maestria dentro

il complicato canale della co-municazione in un mondo che continuamen-te cambia e si evolve.

Per noi “un po’ più giovani” Giovanni Paolo II è stato e sarà “Il Papa”. Poi-ché fin da pic-coli abbiamo sentito lui alla televisione, ab-biamo visto lui, abbiamo visto folle di persone andare dietro di lui. Per noi era una figura così familiare che

era spontaneo incitare festosamente il suo nome a ritmo dei cori da stadio.

Ma molti adulti confessano di aver riscoperto il ministero del Papa solo con lui, molti lo hanno ripensato nei giorni della morte. Molti, mentre erano in coda per andare a pregare pochi secondi sulla sua salma.

Ma la vita prosegue, e la Chiesa ne è la speranza più grande.

L’esperienza del Conclave e l’elezio-ne del nuovo Pontefice ha portato con sé un vento di novità nella fede, una pretesa a muoversi, a smettere di restare fermi sulle proprie convinzioni e sicurezze, e a mettersi in gioco, abbandonarsi alla volontà di un Altro che vuole, anzitutto, la vita e il bene nostro.

“Ma io sono sempre Totus Tuus”. Lo ha scritto Giovanni Paolo II subito dopo l’intervento chirurgico alla trachea subito al policlinico “Gemelli” di Roma. Nel suo motto pontificio aveva racchiuso tutto il significato ed il senso della sua fede: l’appartenenza. L’appartenenza e l’obbedienza ad un disegno più grande, talvolta misterioso, ma così grande che abbraccia in maniera totale la nostra umanità.

La morte del Papa Giovani Paolo II ci ha lasciati più soli, è vero. L’Osservatore Romano commentava: “ In questa ora, per noi dolente e per te luminosa, restaci accanto Padre santo.”

Nell’omelia dei funerali il Cardinale Decano che oggi è Papa disse: Siamo sicuri che adesso ci guarda dalla finestra del Paradiso: ci benedica Padre Santo. Facciamo nostre queste parole, per con-servarne in noi il ricordo che insegna e non delude; il ricordo che fa amare e sperare piuttosto che dimenticare.

Proponiamo alcuni contributi scritti

di chi ha vissuto con intensità alcuni momenti con il Papa Giovanni Paolo II, un adulto e una giovane che si sono recati a onorarne la salma. A pag 24

Giovanni Paolo II“Ma io sono sempre Totus Tuus”

Alle 21.37 di sabato 2 aprile dipartiva da questo mondo il Santo Padre Giovanni Paolo II. Come in tutto il mondo anche

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terrena al cielo.Sono partita la mattina di martedì 5 aprile alle 5 del mattino

per andare a salutare la cara salma del nostro Papa defunto. Alle 10 ci siamo messi in cammino, per arrivare dentro San Pietro alle 6 del mattino seguente: 21 ore di cammino. Il serpentone di persone in fila era lunghissimo, con migliaia e migliaia di giovani di tutto il mondo allegri, gioiosi e mai stanchi, sempre pronti a cantare, a ridere e condividere con gli altri anche le necessità primarie come il mangiare, oppure accompagnare gli anziani al bagno, ecc…

I giovani ci danno la carica, ci aiutano nel nostro cammino di fede e ci spronano a non scoraggiarci: “Dio c’è”! Arrivati a San Pietro dopo le tante ore di fila era come se ci fossimo messi in cammino da poco, la stanchezza era come sparita e la gioia nel cuore sovrabbondava.

È grazie a lui, a quel piccolo ma grande uomo, che ho potuto fare una tale esperienza così ricca di fede, di amore, di condivisione e di fraternità.

V. M.

“Io, sentinella del mattino?”Sono queste le parole del “mio” Papa che ricordo con più

frequenza… quelle parole che risuonarono nella immensa distesa di Tor Vergata durante la veglia della GMG del 2000. Milioni di giovani insieme ad ascoltare quelle parole che rom-pevano l’immenso silenzio di attesa… Voi siete le sentinelle del mattino…!

Io così piccola e piena di fragilità sentinella del matti-no???

Quante volte queste parole mi hanno fatto sentire inutile e inadeguata, e quante volte invece mi hanno dato la carica per andare avanti quando mi stavo lasciando andare…

E sono queste le prime parole che mi sono tornate alla mente quando ho saputo che il Papa non era più con noi; e non ho potuto fare a meno di ripensare al mio cammino di fede, alle volte che mi sono arresa, alle volte che invece di andare avanti mi sono fermata ed ho aspettato e che invece di essere “sentinella del mattino” sono stata soltanto un’osservatrice della mia vita, a tutte le volte che per gli altri ho rinunciato ai miei ideali e forse proprio in quei giorni mi sono resa conto che la vita è un’altra cosa, la vita è un’esperienza da vivere fino in fondo… alla quale non posso e non devo rinunciare.

Come tutte le figure che ci lasciano, la scomparsa di Gio-vanni Paolo II ha lasciato un grande vuoto nella mia vita, ma mi ha dato anche la consapevolezza che ora c’è una stella in più a guidare il mio cammino e che tutto l’entusiasmo, l’amore e la fatica che a volte ci sembrano sprecati, e ci sembra che non diano frutto invece sono solo i semi da cui, con pazienza e fatica, nasceranno grandi frutti.

Anche nei giorni in cui ormai era davvero molto malato ho sempre continuato a sperare che il percorso della vita cambiasse e che lui potesse essere con noi anche alla prossima Giornata Mondiale a Colonia, ma i progetti di Dio non sempre sono come li immaginiamo e allora a noi non resta che continuare a camminare per strade del mondo portando con noi tutti quei valori e quella fede cresciuta durante tutti questi anni che abbiamo viaggiato con Lui.

Benedetta

una riflessione sulla elezione del nuovo Papa Benedetto XVI.

“Arrivederci in Paradiso”Sono queste le parole con cui il Papa ci ha salutati per l’ultima volta, dandoci ancora più certezza nel passaggio dalla vita

Nelle immagini di queste due pagine Papa Giovanni Paolo II è raffigurato in alcuni momenti significativi del suo pontifica-to: l'elezione a pontefice il 16 ottobre 1978, in occasione di un viaggio, con Santa Madre Teresa di Calcutta, con alcuni giovani durante la GMG di Roma nel 2000 e durante una celebrazione in Vaticano.

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

È BELLO: vedere tanti giovani superare, con la prima dona-zione, un importante gradino nella scala della vita.

È BELLO: tenere a battesimo un ragazzo o una ragazza, ap-pena diciottenne, a volte accompagnato da un trepidante, ma orgoglioso genitore, anch’esso donatore di sangue.

È BELLO: vedere, qualche volta, le tre poltrone della sala prelievi occupate, nello stesso momento, da padre, madre e figlio.

È BELLO: osservare un donatore che, pur di donare, accetta due o tre fori nelle sue vene di difficile individuazione.

È BELLO: sentir dichiarare da un donatore che, nel giorno del compleanno, si è regalato una nuova donazione.

È BELLO: vedere arrivare al Centro donatori che da tanto tempo vivono lontano dalla nostra città.

È BELLO: vedere tutti i giorni i responsabili dei Gruppi che, spendendo il loro tempo libero, seguono con apprensione l’attività del Centro.

È BELLO: constatare come in pochi anni si sono superate 1.000, 1.500, 2.000, 2.500 donazioni.

È BELLO: compiacersi del rapporto donazioni/abitanti che colloca ai vertici nazionali questa terra.

È BELLO: vedere il donatore gioire per le sue 5, 10, 25, 50, 75, ecc. donazioni.

È BELLO: presenziare alle feste sociali dei singoli Gruppi ed essere partecipi delle loro attività.

È BELLO: Coadiuvare i Medici per il mantenimento della salute del donatore.

È BELLO: instaurare un rapporto di amicizia con tanti donatori che, poi, si incontrano nella vita di tutti i giorni.

liane, allo scopo di contribuire a repe-rire fondi per finan-ziare le costosissime ricerche scientifiche nel campo della lotta contro i tumori al seno. Presso tutti

gli uffici postali sono in vendita par-ticolari francobolli riportanti l’effige della Regina Elena di Savoia, ad un prezzo lievemente maggiorato rispetto a quelli ordinari: 62 centesimi invece dei normali 45 . Diciassette spiccioli in più, quindi, per aiutare concretamente chi è impegnato a sconfiggere definitivamente questa malattia.

Il direttivo del Gruppo Fratres, racco-gliendo il suggerimento di un associato, ha recentemente deliberato di aderire a

CHE BELLO LAVORARE AL CENTRO TRASFUSIONALE!La testimonianza di un tecnico che ogni giorno accoglie nuovi e vecchi donatori

Lavorare al Centro Trasfusionale? È bello!È BELLO: essere chiamati nelle ore più disparate a consegnare

sacche compatibili per emorragie o interventi chirurgici impegnativi e drammatici.

È BELLO: non avere mai il problema della mancanza del sangue per il nostro Ospedale.

È BELLO: poter trasferire ad altre strutture ospedaliere il sangue necessario per la cura di tanti fratelli bisognosi.

È BELLO: rendere possibile, specialmente ai giovani, di at-tuare concretamente la solidarietà umana e cristiana con la donazione del sangue, del midollo osseo e degli organi.

È BELLO: offrire la collaborazione ai Gruppi per aumentare la schiera di coloro che donano il meglio di sé stessi e danno uno scopo buono alla loro vita.

È BELLO: lavorare presso il Centro Trasfusionale!Alberto

UN FRANCOBOLLO… PER LA LOTTA CONTRO I TUMORIIl Gruppo Fratres aderisce all’iniziativa in favore della ricerca scientifica

Non tutti sanno, forse, della lodevole azione promozionale intrapresa da qualche mese dalle Poste Ita-questa nobile iniziativa, dimostrando ancora una volta particolare attenzione non solo nei confronti di quella che è la sua “missione” principale, quella cioè di promuovere nel paese la donazione del proprio sangue, ma anche verso tutto ciò che contribuisce a consolidare tra la nostra gente l’importantissima cultura della solidarietà e dell’attenzione nei confronti dei bisogni degli altri.

Centinaia sono le lettere che ogni anno vengono spedite ai numerosi as-sociati, per ricordare l’impegno perio-dico della donazione o comunicare loro l’imminenza di una delle tante iniziative sociali: una festa, il veglione, una gita, un dibattito… Ci piace pensare come, da ora in poi, le nostre corrispondenze recheranno con sé oltre a tutti questi consueti messaggi, quello importante

del dovere morale di tutti nel sostenere, concretamente, la sempre più impe-gnativa ricerca scientifica legata alla prevenzione ed alla cura delle degene-razioni tumorali.

Sarà questo un ulteriore modo di contribuire alla vittoria della speranza e della vita sulla disperazione e sulla mor-te, anche attraverso un comunissimo… francobollo postale.

Il Consiglio Direttivo

Nella foto in alto alcuni donatori nel centro trasfusionale.Qui a sinistra il francobollo della regina Elena di Savoia.

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LO SAPEVATE CHE...In Italia il 65% della popolazione ha una età compresa tra i 18 ed i 65 anni e potrebbe quindi, se in buona

salute, donare periodicamente il proprio sangue o plasma, usufruendo tra l’altro dei numerosi controlli medici che vengono eseguiti gratuitamente, a tutela della propria e dell’altrui salute.

Soltanto il 3% di essa, però, lo sta facendo!!! E tutti gli altri?

Meditate gente, meditate !

FESTA ESTIVA DEL DONATORE: OTTAVA EDIZIONESabato 9 e Domenica 10 luglio 2005: - ANGHIARI

Programma di massima

Sabato 9ore 21.00, SPETTACOLO DI ARTE VARIA in piazza Baldaccio, con la partecipa-

zione di gruppi locali.

Domenica 10ore 9 - 2a PEDALATA DEL DONATORE, cicloraduno aperto a tutti, con colazione in

piazza IV Novembre per i partecipanti, a cura del G.S. Dynamis-Fratres.ore 10.00, PREVENZIONE È VITA: controllo gratuito di colesterolo, glicemia e

pressione, in collaborazione con ASL 8 e Confraternita di Misericordia.ore 16 - GIOCHI POPOLARI ed altre manifestazioni sportive.ore 21 - CONCORSO CANORO, IV edizione, by Daniele Tizzi.

Intervenite numerosi: un particolare invito ai nostri associati ed alle loro famiglie !

Il comitato organizzatore

Gita di tre giorni: dal 21 al 23 agosto 2005LA PUGLIA ED I FAMOSI SASSI DI MATERA

Programma dettagliato1° GIORNO - Ore 4 partenza in autobus per S. Giovanni Rotondo, soste durante il percorso, arrivo, visita del Santuario di PADRE PIO.Pranzo in ristorante, proseguimento per Monte S. Angelo per visitare il santuario di S. Michele. Tardo pomeriggio trasfe-rimento a Fasano, sistemazione in Hotel quattro stelle, cena e pernottamento.

2° GIORNO - Colazione del mattino, escursione intera giornata con guida ad ALBEROBELLO (visita dei famosi

ALTAMURA per vedere la Cattedrale romanico-gotica; arrivo a Matera verso le ore 10.30.Incontro con la guida e visita della città, con particolare attenzione ai famosi “SASSI”.Pranzo in ristorante. Primo pomeriggio: inizio del viaggio di ritorno con arrivo previsto verso le ore 24.INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI entro il 30 giugno 2005, presso: sig.ra Vesta Vellati, ufficio PRO LOCO;

Ufficio della Misericordia (di mattina sempre aperto) o telefonando ai numeri 0575/788114 (ore pasti ) o cell. 3395323663 (Pietro G.), 0575/723219 (Franca M.). Caparra all’iscrizione Euro 100.00. Tutti possono partecipare!!!La quota comprende: - Viaggio in autobus G.T.- Pranzo a S. Giovanni Rotondo - 1 Pensione Completa + 1 ½ Pensione in Hotel 4 stelle - Pranzo a Matera - Bevande ai pasti (in hotel e ristoranti), ¼ vino e ½ minerale - Guide intera giornata del 2° giorno – Mezza del 3°- ASSICURAZIONE (responsabilità civile).

Il presidente

trulli), CASTELLANA GROTTE (per visitare le “Grotte”).Dopo il pranzo in Hotel, la visita prosegue con lo ZOO SAFARI DI FASANO.Cena e pernottamento in Hotel.

3° GIORNO - Colazione del mattino, sistemazione dei bagagli in autobus e partenza per MATERA; durante il viag-gio brevi soste a GIOIA DEL COLLE per vedere il Castello Medievale e ad

In alto a destra un momento dello spet-tacolo musicale in Piazza Baldaccio con l'esibizione del Corpo di ballo della pale-stra Dynamis.Qui sopra i famosi trulli di Alberobello (Puglia).

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Il mulino ad acquaI mulini della Reglia del piano d'Anghiari e di Sansepolcro di Flavio Mercati - III e ultima parte

I mulini della Reglia di Sansepolcro

Dice sempre il Taglieschi che i mulini costruiti lungo la reglia che attraversava il territorio dei Comuni di Anghiari e di Citerna servivano anche i Borghesi, cioè gli abitanti di Borgo Sansepolcro, ma, forse, si riferiva solo a quegli abitanti della parte ovest del territorio di quella località, che dava verso An-ghiari, per esempio S. Fiora e Falcigiano, gli abitanti proprio del Borgo è da supporre che si siano serviti di qualche altro molino più vicino, alimentato da qualche rio che scendeva giù dalle montagne ad est, ad esempio l’Afra.

Comunque sta il fatto che nel tardo medioevo, nel ‘400, forse per avere i mulini più vicini e forse anche per non dover andare a macinare nel territorio di altri comuni, i Borghesi decisero anche loro di avere la loro reglia, sempre derivata dal Tevere, ed i loro mulini.

Però l’allacciamento al fiume Tevere non avvenne nello stesso punto da cui partiva la reglia già esistente, cioè a Gor-gabuia, ma più a sud. Passava poi per Falcigiano, attraversava il territorio di S. Fiora, passava quindi per quella zona oggi chiamata Violino e poi si reimmetteva nel Tevere.

Lungo il suo percorso furono costruiti 3 mulini: il mulino di Falcigiano, il mulino di Casaprato poi detto Manano (per meglio intenderci i Calabresi) e il mulino di San Paterniano, più tardi chiamato semplicemente il molino del Tevere perché era vicinissimo al fiume (presso il vocabolo Violino). Anche questi mulini nel secondo dopoguerra subirono la stessa sorte di moltissimi altri, cioè chiusero. Questa nuova reglia con i nuovi mulini fu causa di infinite polemiche e attriti fra Anghiari e Sansepolcro, e questo fu uno dei principali motivi dell’an-tico astio fra queste due località vicine (un altro importante fu il fatto che, in occasione della battaglia di Anghiari del 29 giugno del 1440, i due paesi erano schierati da opposte parti e molti borghesi si arruolarono nell’esercito del Piccinino nella prospettiva del saccheggio di Anghiari, in caso di vittoria).

Fin dall’inizio dell’esistenza di questo nuovo canale i Borghesi accusavano gli Anghiaresi di deviare, soprattutto nei mesi estivi, tutta l’acqua del Tevere nella loro reglia, lasciando asciutta quella di Sansepolcro. Pertanto il 18 febbraio 1638 il “Magistrato degli Ufiziali dei Fiumi” della città di Firenze (ricordiamo che dal 1441 anche Sansepolcro faceva parte della Repubblica Fiorentina) stabilì alcune capitolazioni con le quali “venne permesso ai proprietari dei Mulini del territorio di Borgo S. Sepolcro di valersi di una parte (1/3) delle acque che dal posto di Gorgabuia per via di una gora vanno ai Mulini d’Anghiari, con l’onere ai medesimi di fare un acquedotto in qual luogo che fosse stato creduto più comodo, con il peso di contribuire alle spese occorrenti per mantenere la Chiusa, esistente nel luogo detto Gorgabuia”. I 2/3 dell’acqua dove-vano andare invece nella reglia di Anghiari.

Questo decreto venne per alcuni anni rispettato, ma, in seguito, continuarono le arbitrarie deviazioni dell’acqua. Si tentò allora di risolvere la questione con un nuovo decreto del

25 agosto 1662 che impose “che per un giorno di ciascheduna settimana le acque del fiume Tevere dovessero servire per i mulini di Sansepolcro e per abbeverare il loro bestiame e per due giorni della settimana dovessero parimenti servire per i mulini d’Anghiari”. Anche questo decreto non funzionò e fu ripristinato quello del 1638.

Questo problema della divisione delle acque a partire dal-l’ottocento riguardava anche l’agricoltura con l’aumento delle colture irrigue nei campi e ciò ne accrebbe l’importanza.

Il decreto del 1638 è rimasto fino alla costruzione della diga di Montedoglio e le opere collegate, la suddivisione veniva fatta così: la derivazione unica a Gorgabuia, poi vi era un casottino dove avveniva la diramazione in modo tale che sulla reglia di Anghiari e Citerna andassero i 2/3 dell’acqua derivata dal fiume ed in quella di Sansepolcro 1/3. Anche adesso esiste la diramazione, però è in un altro posto: si trova sull’argine sini-stro del rio che scende giù dai monti Rognosi detto Rimaggio. Vi è una botola all’interno della quale vi è una saracinesca mobile che regola la ripartizione. Una parte delle acque viene convogliata sulla reglia per Catorcio e il piano d’Anghiari e Citerna, l’altra parte, quella indirizzata verso le zone di San-sepolcro, viene, invece, fatta scorrere, per un buon tratto, sul letto di questo ruscello, ad un certo punto poi, al Ponte Nero, le acque di questo rio subiscono un’altra divisione, un ramo prosegue sul letto del Rimaggio, l’altro ramo devia nella reglia di Sansepolcro, per un buon tratto diversa dalla primitiva reglia. Però è cambiata la situazione: con la fine dei mulini ad acqua e la costruzione della diga di Montedoglio e le canalizzazioni irrigue da cui derivano, che percorrono la pianura nella sua parte settentrionale, sono anche finite le polemiche fra Anghiari e Sansepolcro, a motivo dell’ac-qua. È proprio il caso di dire “or-mai..., è acqua passata!”

Nel disegno sono raffigurate la Reglia del-l'Acquaviola e la Reglia del Borgo con i vari mulini che si trovano lungo il percor-so.

I due corsi d'acqua partono dalla località di Gorga-buia.

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Angiolo ricorda i suoi anniversari di matrimonio

Il 12 febbraio scorso ricorreva il cinquantesimo anniversario di matri-monio fra Angiolo Pari e Tilde Lanzi celebrato il 12 febbraio 1955 nella parrocchia di Mogginano, a Pieve S. Stefano.

La chiesa non c’era, l’avevano minata i tedeschi al momento del pas-saggio del fronte. Abbiamo celebrato il matrimonio in una stanza della canonica.

Conservo ancora il ricordo del parroco canonico don Nazareno Fari-nelli che celebrò il matrimonio nel lontano 1955 e don Giovanni De Ro-bertis che ha celebrato la S. Messa in occasione del venticinquesimo nella chiesa di S. Stefano in Anghiari: era il 12 febbraio 1980.

Siesta estivadi Vera Cuccini

Cullata dal ventoall’ombra del gran pinole mie palpebre s’abbassanoin un dolce riposo...Profumo silvestremi punge le narimentre una frondam’accarezza i capelli.Nel silenzio estivoun caro sogno m’inebria,sogno di lontana giovinezzad’infinita speranzadi dolci illusioni...Uno specchio d’azzurrosi confonde con l’azzurrodella mia veste leggerae d’intornouna profonda quietes’accompagna all’unisonocol sonno in un caldomeriggio estivo.

Nozze d’oro alla VernaIl giorno ven t i t r é a p r i l e scorso, al Santuario della Ver-na, Sergio M o n t a -

gnoli e Maria Lodovici hanno fe-steggiato la felice ricorrenza dei 50 anni di matrimonio.

Si erano sposati infatti il 21 aprile del 1955 nella Cappella delle Stim-mate del Santuario della Verna.

A Sergio e Maria gli auguri di parenti, amici e della Redazione.

Nozze a CasenovoleMario Mearini e Maria Gua-dagni hanno f e s t e g g i a t o le loro noz-ze d’oro il 12 febbraio scor-so attorniati da parenti ed amici.

Si erano sposati nella chiesetta di Casenovole nel 1955 dall’allora parroco don Tommaso.

A Mario e Maria gli auguri di figli, nipoti e conoscenti ai quali si uniscono quelli della Redazione

Lo scaldino in regaloMi sono chiesta il perché ad

Anghiari, nei tempi passati, si usava regalare lo scaldino alla fidanzata. Era una tradizione dalle origini remote?

Lo scaldino regalato poteva rap-presentare il trasferimento simbolico alla promessa sposa (futura padrona di casa e, come Vesta, protettrice della famiglia) del nuovo focolare domestico, di cui, poi, si è persa la memoria ed è rimasto solo un dono utile per le giornate invernali?

Alle mie domande ci possono essere delle risposte?

Quali altre ipotesi? Mi piacerebbe conoscerle. Grazie

Franca Ciucoli

Anghiari, 21 marzo 2005

Quello raffigurato nella foto è uno dei nume-rosi scaldini esposti al Museo del Marzocco per la Mostra "Scaldini ad Anghiari" che si è conclusa recentemente.

Le croci nei campi

Nelle nostre campagne è ancora viva la tradizione di collocare nei campi le croci alla vigilia della festa del 3 maggio. Si possono vedere in molti luoghi delle nostre valli.

In questo modo si concretizza l'affidamento delle fatiche giorna-liere a Dio.

Nella foto Giandomenico Baggi nel suo orto di casa.

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Dalle nostre Parrocchie da Santo Stefano

La festadi G.M.

La tradizione continua. Il Lunedì di Pasqua 28 marzo scorso, dopo la S. Messa delle 11, ci siamo recati alla cappella della Maestà delle Forche (chi a piedi, chi camminando e chi con la macchina) per ricordare la Battaglia di Anghiari del 1440 fra Milanesi e Fioren-tini. Vinsero i Fiorentini con l’aiuto anche degli Anghia-resi. Per ringraziare il paese, a Pasqua, Firenze mandava due vestiti da destinare a due donne natìe del nostro paese in considerazione dell'aiuto prestato.

Noi rievochiamo l’avve-nimento con l’estrazione di due indumenti di stoffa che sono toccati in sorte a due donne giunte alla Maestà a piedi.

Le pancheFinalmente il 19 marzo

2005 l’arredo delle nuove panche per la chiesa di Santo Stefano si è potuto ammira-re e, comodamente seduti, utilizzare.

Era un sogno che da tempo stava nella nostra mente ed ora si è realizzato grazie al Comitato che ha portato a termine l’iniziativa promossa dal compianto Fausto Valbo-netti e dalla consorte Franca Bagnoli.

Siamo grati e ringraziamo di cuore tutte le famiglie, le persone, gli Enti, le Associa-zioni che facendoci pervenire il loro contributo ci hanno dato la possibilità di realiz-zare il nostro progetto.

Un ringraziamento inoltre ai festarini e alle donne che hanno provveduto per la pulitura della chiesa e che hanno procurato i dolci e il necessario per il momento conviviale che è seguito alla inaugurazione.

Grazie a voi tutti per l’aiuto che ci avete dato e per quello che ci darete.G. Valbonetti, L. Giorni, G. Mafucci

Dal Carmine

8 Maggio: Festadell'Ascensionedi Francesca

Ogni anno quando si avvicina la “nostra festa” le paure sono tante, paura di non farcela, paura che non vada come vorremmo… quest’an-no più che mai!

Ma poi, come sempre, la Madonna ci viene incontro, ci tiene per mano e ci fa capire che non ci ha abbandonati. Tante sono state le persone che hanno risposto al nostro accorato appello, aiutandoci in tutti i modi alla buona riu-scita della festa. Quest’anno poi avevamo anche da pulire la chiesa che fino al venerdì era in condizioni a dir poco disastrose.

La domenica chi alla porchetta chi alle ciacce e chi altrove hanno contribuito la-vorando tutti per lo stesso sco-po: “rendere più accogliente la casa del Signore”.

Mai come questa volta ho sentito l’unità della Chiesa così come dovrebbe essere, senza pregiudizi o pensando di calpestare i piedi a qualcu-no. Qui non ci sono poltrone da occupare ma soltanto far vivere ogni anno un luogo nel Nome della Madonna, Madre di noi tutti.

Il nostro “unico” bambino Andrea ha fatto il suo primo ingresso come chierichetto, un augurio per lui affinché possa essere un buon chieri-chetto come gli altri ragazzi di Anghiari e Tavernelle che con ammirevole devozione hanno servito durante tutte le S. Messe.

Un grazie di cuore a tutti quanti.

Nel pomeriggio del 2 giu-gno, nella chiesetta di Fonaco si celebrerà la Festa della Prima Comunione della pic-cola Lucrezia Romanelli che abita in quella zona e desidera ricevere questo Sacramento in questa sua chiesetta in cui viene a pregare più spesso.

Nel pomeriggio della do-menica 5 giugno, alle ore 17, Santa Messa a S. Lorenzo di Ricciano in occasione dell’an-nuale festa della Madonna. Vi parteciperà la Compagnia del SS. Sacramento.

Sabato 25 a Tarsignano si celebra la festa annuale di S. Giovanni Battista (la festa cade il 24 ma viene spostata al sabato).

Il 29 di giugno nella chiesa di Ripoli, nel tardo pome-riggio vi è la Santa Messa nel giorno dei santi apostoli

Pietro e Paolo a cui è dedicata questa chiesa.

Nella prima decade di luglio verrà organizzato un pellegrinaggio alla Madonna delle lacrime di Civitavec-chia. A questo pellegrinaggio sono invitati in modo par-ticolare i parrocchiani che lo desiderano di Monterchi, Pocaia e Padonchia.

Il 31 luglio, ultima dome-nica del mese, nella località montana verso la Murcia, si celebra ormai da qualche anno la festa della Madonna di San Martino a cui inter-vengono molte persone che sono originarie di lassù o legate a questo luogo. Qui ci sono i ruderi di un’antica chiesa che è oggetto di studio da parte della Sovrintendenza e ci auguriamo possano dar qualche risultato.

Calendario di giugno e luglio 2005

Anniversari a Monterchi

Nello scorso mese di maggio, esattamente il gior-no 5, è stato celebrato il centenario genetliaco, della nascita, della signora Elisabetta Festini, nata e battezzata ad Anghiari, conosciuta con il nomignolo di Dinda.L’arzilla nonna di Monterchi gode buona salute e partecipa ogni giorno alla Messa in Pieve.

Domenica 15 maggio, festa di Pentecoste, festa della Madonna di Montenero, patrona della To-scana, è stata celebrata la S. Messa giubilare del sessantesimo di sacerdozio del canonico don Bru-no Giorni, già parroco di Padonchia dal 1952 al 1959 e poi arciprete benemerito di Monterchi dal 1959 al 1970.Durante il suo mandato fu costruito il nuovo cam-panile e completati tutti i lavori di restauro della chiesa arcipretale in seguito al sisma del 1917.Nello stesso giorno sono state celebrate le nozze di diamante (60 anni) dei coniugi Rossi Rina e Ro-manelli Pasquale, da moltissimi anni vigili custodi della chiesa di San Simeone.

Rimessa a nuovo

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Attività GiovaniEstate 2005

CAMPEGGI

- Per i ragazzi delle Medie, a Badia Prataglia dal 28 giugno al 2 luglio 2005.

- Per i ragazzi delle Superiori al Passo del Tonale dall’ 8 al 15 luglio 2005

Informazioni e iscrizioni in [email protected]

GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

A Colonia (Germania)Dall’11 al 21 agosto

La GMG prevede che nei giorni precedenti i giovani siano accolti da una delle Diocesi della nazione che ospita la Giornata Mondiale. Noi saremo ospiti della Diocesi di Dresda dall’11 al 15 agosto. Successivamente ci trasfe-riremo l’ultima settimana a Colonia per le manifestazioni conclusive, che culmineranno con la veglia notturna e la Messa con il Papa.Le GMG sono nate nel 1985 per volere del Papa Giovanni Paolo II, e da allora, girando per il mondo, sono riu-scite a raccogliere ogni volta migliaia (e anche milioni a volte) di giovani di tutto il pianeta.Simbolo della GMG è la “Croce dei Giovani” che da 20 anni gira ininterrottamente nelle mani dei giovani di tutto il mondo.

Informazioni e iscrizioni in Parrocchia (Alessandro - 339.1084784) oppure direttamente sul sito internet della Diocesi: www.arezzogiovani.it

GREST

Anche quest’anno la Parrocchia ripropone la bella ed entusiasmante esperienza del GREST che è rivolta principalmente ai ragazzi delle ELEMEN-TARI, ampliando il più possibile questa iniziativa durante tutto il periodo estivo.

Ancora non siamo in grado di comunicare le date definitive, ma sicuramente ci saranno tre settimane di GREST:

* La prima dopo la metà di giugno, probabil-mente dal 20 al 25 giugno;* La seconda dopo il campeggio delle Superiori, probabilmente dal 18 al 23 luglio;* La terza dopo la GMG a Colonia, e quindi nella settimana dal 22 al 27 agosto, compren-

dendo anche il 24 che è la Festa di San Bartolomeo, Patrono della Parrocchia.

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dai lineamenti familiari. –Incredibile dissi a Lela :- Guarda

c’è Chris e John . Ci avvicinammo e John riconoscendomi mi abbracciò mentre Chris abbracciava Lela an-ch’essa incredula.

Quanto è piccolo il mondo!!! Erano due cari ed assidui clienti dei miei magazzini di Fortis Green- a Londra. Disse John sorpreso:-“Long time no see you!!!

-Ma voi che fate da queste parti? –Abbiamo comprato un rudere

ad Anghiari e lo stiamo rimettendo a posto.

Ci lasciammo con la promessa di ritrovarci per una cenetta. E così si susseguirono tante cenette. Sono ormai passati molti anni coltivan-do, specialmente durante il periodo estivo, questa vecchia e bellissima amicizia.

In un giorno di mercato ad An-ghiari incontrai Chris mentre il sole splendeva sulla piazza gremita ed il cielo era finalmente tornato sereno e limpido dopo giorni di pioggia e freddo intenso. Mi abbracciò e mi sussurrò all’orecchio con voce tre-mante e mal ferma:-Peter ho un triste segreto da svelarti. La fissai negli occhi, erano lucidi. Ebbi paura di sentire qualcosa di terribile che non avrei voluto sapere. Infatti mi sussurrò il suo terribile segreto: I have breast cancer (ho il cancro alla mammella). Rimasi inebetito e senza parola. Come se qualcuno m’avesse tirato un calcio nello stomaco. Rimasi scioccato fino al midollo, muto, in cerca delle parole appropriate al caso. Ma quali? Quel cielo non era più sereno, si era all’im-provviso crudelmente intorbidito, né il sole splendeva più come prima. Non si sentiva più il vociare dei venditori. La piazza era vuota.

Tutto d’un tratto, ed all’improvvi-so, sentire di un male che tristemente noi tutti conosciamo è decisamente scioccante. La mia prima ovvia rea-zione fu, che cosa devo dire, cosa posso fare per alleviare questo peso tremendo che la opprime come un macigno. Non trovavo le parole né tanto meno una via d’uscita. E così mi resi conto che non esiste una ricetta speciale per essere un buon amico in quei terribili momenti. Mormorai solo:- Su coraggio vedrai, tutto si risolverà, oggigiorno questo è un male ben curabile. Parole che non convinsero nemmeno me stesso. E però cosa altro potevo dire? Scopri in quel frangente la fragilità umana e ti invade la paura che ci fa ricordare la propria mortalità. Come amico hai bisogno di tirare un gran respiro e ben profondo per superare quel momento di crisi e devo ammettere che quello probabilmente è stato uno dei momenti più difficile da superare che io abbia mai incontrato. È vero non era un mio problema personale, era il problema di un’amica in una situazione disperata. È una situazione che sconvolge tutta la famiglia e poi la reazione è com-plicata per il fatto che colpisce una parte del corpo di cui tutte le donne ne sono fiere.

Cosa posso fare io? Solo darle tutto il mio supporto. Ma basterà? Su coraggio - è quello che riuscii a dirle, -vedrai tutto andrà bene.

Il Signore, prega il Signore! Son sicuro: Lui ti sarà vicino e ti aiuterà

Non ci avevo mai pensato prima ma questa è una malattia molto pri-vata e personale e spesso chi ce l’ha non ha il coraggio di esternarla. In questo caso lei ha avuto il coraggio di accettarla e far partecipe me, una persona amica. Lei sapeva di questa

malattia da molto tempo e si rifiutava di accettarla fino a quando ha trovato la forza e la determinazione di agire e fare tutti gli esami del caso e, cosa importantissima, non ha mai abbando-nato il suo ufficio, il suo lavoro.

Devo dire che John, il marito, è stato fantastico, le è stato molto vicino pur non lasciando il suo lavoro che lo teneva molto impegnato. Un’avven-tura nuova cominciata alcuni anni fa e che ora gli sta dando ottimi risultati commerciali.

L’ho rincontrata al mercato, l’ho rivista, sorridente e mi sono sentito alleviato dal suo volto radiante. Mi ha detto che l’operazione è andata bene e che stava facendo la kemio.

Le risposi:-Son contento e poi vedo che non hai perso i tuoi bellissimi capelli neri.

–Veramente è una parrucca , ag-giunse con disarmante serenità

–Scusami tanto, non me ne ero accorto.

E con il suo nuovo sorriso sma-gliante mi rasserena ed aggiunge:- Grazie Peter per il tuo aiuto morale specialmente per la tua partecipazione molto discreta. Poi un caloroso ab-braccio ed un ritroviamoci per un’altra cenetta.

È incredibile come questa giovane ragazza riesca a sprigionare tanta energia mentre combatte ancora con il suo male ed a rimanere il più possibile normale. Ed ora si esprime dicendo:- Ho avuto il cancro alla mammella e tutto è ormai alle mie spalle. Oggi è già un altro giorno per lei mentre il sole è finalmente ritornato a splendere nella sua vita e sulla piazza.

Non c'è ricetta per essere un buon amico in un momento di crisidi Piero Lega

Alcuni anni addietro mia moglie ed io eravamo alla sagra della polenta a Monterchi quando intravidi una coppia

San BartolomeoMercoledì 24 agosto in Anghiari si celebrerà la festa di San Bartolomeo apostolo, patrono della nostra Comunità.

Sarà una giornata di festa da passare insieme in parrocchia.

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P a l i o D e l l a V i t t o r i a 2 0 0 5

Popolo d'Anghiari, Popolo di Toscana, Popolo del resto del Mondo

ANNUNCIO

Si comanda che il dì 29 giugno, a memoria eterna de La Battaglia di Anghiari, du-rante la quale le Truppe Toscane scacciarono il nemico milanese, riportando una gloriosa vit-toria contra li arroganti e malparlanti barbari padani, devotamente ringraziando li Santi Pietro e Paolo, si corra il Palio detto della Vittoria, fra li corridori dei Comuni Toscani e degli Stati Confinanti, Mercoledì 29 Giugno dell’Anno Domini MMV?!... 2005, popolo ‘gnorante!

Al calar del sole, solo li corridori più fieri e più audaci che vinta avranno la provaccia, si avvie-ranno alla mossa, scortati da fanti a cavallo e da pedestre corteo.

Giunti alla Cappella della Vittoria… così nominata a memoria eterna de La Battaglia di Anghiari che il divin Leonardo affrescò in Fiorenza… li corridori scalpiteranno poco, prima di battagliare al petardo la corsa, schiumando in salita finché respiro avranno! La Piazza Baldaccio d’Anghiari, li accoglierà festanti, ma solo il primo corridore, bruciante l’aspra ruga, vincerà, e lo Comune suo, sarà per un anno, Re del Palio!

Sino alla prossima sfida, il drappo ornerà il Comune vincitore, e una gentil donzella di Anghiari, estratta fra le più belle del vicariato, avrà in dono una stoffa delle più pregiate, a memoria de li Santi Pietro e Paolo e della SS. Vergine Maria.

La Popolazione tutta è invitata da noi, Ambasciator del Palio, a festeggiare insin da li mesi pre-cedenti, ‘ché quest’anno a maggio si scarrettan i dormienti, e a la fine del giugno si scazzottan i fanti.

E per maggior sollazzo, ambizione e svago, Scommetter danari si potrà sui corridori, come usava anco ai tempi del Catorcio del Nomi… E chi de questo dubita, legga l’eroicomico poema, che nulla invidia al superbo Tasso.

Recatevi a scommetter sui piè veloci!Sostenete la corsa, la gara, la tenzone! omaggiando il migliore… e consolando il peggiore…Che vinca el più forte!

Si strappino le vesti i corridori! E se tengono a l’honor de lo Comune loro… lascino correndo ogni decoro… perché altrimenti… se come damerini temete di sudare… se come a un morto vi tremano le ossa… fatti non séte per questa corsa!

Buttateve de sotto la muraglia … poiché non sete pronti a la Battaglia!

“ANGHIARI!”“A LA GARA!“AL PALIO!”

Gli amici del Palio si presentano a Voi chiedendo di partecipare e di collaborare a questo importante appunta-mento per la vita di Anghiari.

Si può contribuire in modi diversi:* con offerte presso la Pro-Loco o presso negozi autorizzati,* con l’acquisto dei biglietti della Lotteria del Palio (sottoscrizione interna a premi) o incrementando il corteo storico con una partecipazione diretta,* con costumi realizzati in proprio secondo indicazioni della Magistratura del Palio,* con l’acquisto di antichi costumi sartoriali.

Si possono richiedere informazioni alla Associazione Pro-Anghiari, Corso Matteotti, tel. 0575-749279

La manifestazione è sponsorizzata dalla Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

La Comunità in festaLo scorso 3 maggio, in occasione della festa del SS. Crocifisso ad Anghiari, il Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Gualtiero Bassetti è venuto, come già annunciato nello scorso numero, nella Parrocchia di Tavernelle per amministrare il Sacramento della Confermazione a 4 ragazzi della nostra Comunità.A fare festa con loro e le loro famiglie c’era tutta la Comunità, e diversi loro compagni di scuola che avrebbero ricevu-to la Cresima nel pomeriggio ad Anghiari.Come sempre il servizio liturgico è stato ben curato (sotto la direzione di Luca, Nicola e Andrea) e il Vescovo si è compli-mentato con i chierichetti al termine della Messa. Dopo le foto ricordo il Vescovo e i sacer-doti hanno pranzato assieme al gruppo delle Catechiste e al Consiglio degli affari economici, che si è tenuto al Centro Parrocchiale.Una giornata di festa e di intensa gioia per tutta la Comunità, visto che poi quest’anno a Tavernelle non ci saran-no le Prime Comunioni.

La nuova Sacrestia - parte secondaNel precedente numero dell’Oratorio, mentre

annunciavamo che la Sacrestia di Tavernelle aveva acquistato un nuovo splendore e una nuova dignità grazie a dei lavoretti di imbiancatura e sostituzione dei mobili, facevamo sapere dell’intenzione di miglio-rare la stanza che si trova accanto.

E così è stato. La macchina organizzativa si è mossa celermente grazie alla Carla ed a altre donne che generosamente hanno lavorato in maniera en-comiabile. Da ricordare anche Luciano, Lorenzo e il Baggi per i lavori di intonacatura e imbiancamento.

Ora la sala è pronta per riunioni, incontri o quant’altro ci sia bisogno.

Grazie ancora a tutti quelli che hanno prestato il proprio servizio!

Tavernelle diventa una città!

Nelle foto in alto il Vescovo con i chierichetti dopo la S. Messa e, qui sopra, mentre si complimenta con le cuoche che hanno prepa-rato il pranzo al Centro Parrocchiale di Tavernelle.

Da alcuni tempi sono iniziati i lavori per la costruzione del nuovo marciapiede lungo il centro abitato di Tavernelle.

Una bella opera, assieme ai semafori, che migliora sicura-mente lo spostarsi a piedi dentro la nostra frazione, visto che il traffico è sempre in aumento e molte volte vediamo sfrecciare auto a gran velocità.

Commentando ironicamente, la Silvia Piomboni ha detto riguardo al marciapiede: “ora sì che Tavernelle diventa una città…!”

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La vignetta di Scacciapensieri:Uno strano cameriere!

La Madonna di LoretoLunedì 2 maggio 2005, alla presenza

di autorità civili e militari la dottoressa Paola Refice della Sovrintendenza di Arezzo, ha presentato il restauro della scultura lignea della Madonna in tro-no, localmente chiamata Madonna di Loreto.

Con questa semplice ma significativa cerimonia, la chiesa di Badia vede di nuovo la Madonna di Loreto, tanto cara alle donne di Anghiari vecchio che il 10 dicembre preparano l’annuale festa in suo onore, ricollocata nella sua sede.

La dottoressa Refice d’altra parte ci ha comunicato con il suo intervento interessanti notizie su alcuni aspetti della esecuzione dell’opera attribuita a Tino da Camaino.

Il restauro è stato eseguito da Silvia Zampieri e Daniela De Ritis dello Stu-dio di Restauro Piero della Francesca di Sansepolcro. La Sovrintendenza di Arezzo si è assunta l’onere dell’impe-gnativo progetto a cui ha contribuito anche la Banca di Anghiari e Stia che, con il suo intervento, ne ha permesso il completamento.

la piazza di MonterchiNel pomeriggio di domenica 15 maggio è

stata benedetta e inaugurata la nuova piazza di Monterchi alla presenza delle autorità locali e dell’attuale sindaco Boncompagni. Come detto in altre occasioni questi lavori erano iniziati con la precedente amministrazione dal sindaco Gabriele Severi.

La serata è stata allieta dalla Filarmonica di Sansepolcro.

Nuova vita quindi per la piazza che fu teatro del celebre processo a Bistarone!!

Il momento della benedizione della sacra immagine in Badia da parte del nostro ve-scovo. 3 maggio 2005

Notizie dalla Compa-gnia di Galbino

Dallo scorso anno ha ripreso vita la Compagnia del S. Cuore di Maria SS. e del SS. Sacramento di Galbino. Ufficialmente con la riunione del 19 febbraio la Compagnia ha preso pos-sesso di registri contabili, del libretto di risparmio presso il Monte dei Paschi, degli Statuti e dei fascicoli dei soci iscritti al sodalizio.

Don Marco, che è di dirit-to Correttore e Presidente della Compagnia, durante la riunione ha illustrato le finalità di questa aggregazione e le motivazioni che spingono a compiere tali opere. Ha inoltre proposto alcune occasioni da riservare alla Compagnia.

Sono state poi attribuite per acclamazione le seguenti cariche, che resteranno per un anno: Ca-merlengo: Giandomenico Baggi, Segretario: Alessandro Bivignani, Cassieri: Massimo Fragai e Alfredo Giovagnini.

Sono state poi adottate alcune decisioni urgenti, quali le modalità di svolgimento dell’ufficio religioso per i Confratelli deceduti, le Messe per tutti i Confratelli vivi e defunti, e l’ingresso dei nuovi Confratelli.

Domenica 5 giugno, in occasione della festa del S. Cuore di Maria, durante la S. Messa delle ore 11,30 a Tavernelle, verranno ricordati tutti i Confratelli defunti deceduti nel corso di quest’anno.

In tale occasione sarà possibile iscriversi alla Compagnia versando la quota sociale.

11 luglio469° Anniversariodell’Apparizione

Alle ore 21, nel Santuario del Carmine, solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, concelebrata da tutti i Sacerdoti della Valtiberina.

Nell’occasione ritornerà nel Santuario la Sacra immagine della Madonna del Carmine, che sarà ricollocata nella propria nicchia sopra l’Altare maggiore.

Con questo atto dovrebbe concludersi la tormentata vicenda dei lavori che si sono protratti per tempi veramente troppo lunghi e che hanno visto don Marco costretto ad assumere decisioni che sono parse sì impopolari ma che hanno dato il risultato sperato.

Nella foto in alto gli amici brin-dano con don Marco per il successo ottenuto. La notizia è stata riportata in prima pagina dal Corriere di Arezzo.

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al mondo intero l’elezione del nuovo successore di S. Pietro.Papa Benedette XVI è il 264° Vescovo di Roma dopo l’apostolo Pietro, capo della Chiesa Cattolica e Vicario di Cristo in terra. Uno degli aggettivi del Pontefice, forse il più significativo è il “Ser-vum servorum Dei - il Servo dei Servi di Dio”.Al momento dell’elezione, il nuovo Santo Padre, affac-ciandosi alla loggia delle Benedizioni della Basilica Vaticana di San Pietro, ha pronunciato il suo primo discorso, e successivamente ha impartito la sua prima benedizione “Urbi et Orbi – alla città e al mondo”.Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insuffi-cienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere.Nella gioia del Signore ri-sorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte. Grazie.

BiografiaIl Card. Joseph Ratzinger, è nato in Marktl am Inn, in

diocesi di Passau (Germania) il 16 aprile 1927. Il padre era un commissario della gendar-meria. Nel 1951, il 29 giugno, veniva ordinato Sacerdote ed iniziava la sua attività di insegnamento. Studiò filosofia e teologia nella università di Monaco e nella scuola superiore di Fi-losofia e Teologia di Frisinga. Del 1953 è la dissertazione “Popolo e casa di Dio nella Dottrina della Chiesa di Sant’Agostino”, con la quale si addottorava in Teologia. Quattro anni dopo otteneva la libera docenza con un lavoro su “La Teologia della Storia di San Bonaventura”. Successivamente proseguì l’insegnamento a Bonn, dal 1959 al 1969, Münster, dal 1963 al 1966, e Tubinga, dal 1966 al 1969. Intanto già dal 1962 acquistava notorietà internazionale intervenendo, come consulente teologico dell’Arcivescovo di Colonia Cardinale Joseph Frings, al Concilio Vaticano II, al quale diede un notevole contributo. Tra le sue numerose pubbli-cazioni un posto particolare occupano l’Introduzione al Cristianesimo, pubblicata nel 1968, e Dogma e rivelazione, uscita nel 1973. Dinanzi all’Accademia cattolica ba-varese, durante un’arringa sul tema “Perché io sono ancora nella Chiesa?”, af-

fermava: “Solo nella Chiesa è possibile essere cristiani, e non accanto alla Chiesa”. Il 24 marzo 1977 Paolo VI lo nominava Arcivescovo di München und Freising. Il 28 maggio successivo riceveva la consacrazione episcopale. Viene creato Cardinale da Papa Paolo VI nel Concisto-ro del 27 giugno 1977. Il 25 novembre 1981 viene nomi-nato da Giovanni Paolo II Prefetto della Congregazione

per la Dottrina della Fede, Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Pontificia Commissione Teo-logica Internazionale.

Il nome BenedettoBenedetto è un nome che oggi non sentiamo tanto spesso. Si capisce, dunque, perché tante persone siamo rimaste stupite nel sentire che il nuovo Papa si chiamerà proprio così. Però è una sorpresa solo fino a un certo punto. Perché Benedetto è uno dei santi più importanti nella storia della Chiesa. E non è un caso che già quindici Papi prima di Ratzinger avessero scelto questo nome.

***Benedetto da Norcia visse tra il quinto e il sesto secolo, in un periodo molto difficile per la storia dell’Europa: le guerre si susseguivano e l’Ita-lia era attraversata da fame e malattie. In un momento così buio Benedetto ebbe un’intui-

Habemus PapamAbbiamo il Papa! Il Cardinale Joseph Ratzinger, che si impone il nome di Benedetto XVI.

Questo l’annuncio del Cardinale protodiacono, nel pomeriggio del 19 aprile scorso, nel comunicare alla città di Roma e zione: bisognava ripartire da piccoli gruppi di persone che scegliessero di vivere insieme mettendo Gesù prima di tutto. Nacque così, a Montecassino, l’esperienza dei monaci. In pochissimi anni nacquero monasteri in tutta Italia e poi nel resto dell’Europa. Questi luoghi voluti da Benedetto diventarono centri di cultu-ra e di civiltà dell’Europa, fecendo a tal punto rifiorire la vita, da rendere possibile qualche secolo più tardi la nascita delle città.

***Scegliendo, dunque, questo nome Ratzinger ha in men-te l’idea di una rinascita. Anche oggi viviamo in un mondo confuso, attraversato da tanti problemi. Chiamarsi Benedetto significa dire che, per superare le difficoltà, abbiamo bisogno ancora di seguire la Regola per cui Gesù viene prima di tutto. In questo senso richiama anche la pace: basta ricorda-re il fatto che l’ultimo Papa ad assumere questo nome, Benedetto XV, disse parole molto forti contro la Prima guerra mondiale, definendola l’«inutile strage».

Nelle foto in alto Papa Benedet-to XVI e, qui sopra, lo stemma

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MATURI nella FEDEMartedì 3 maggio 2005 trentotto ragazzi della nostra Comunità Parrocchiale hanno ricevuto il Sacramento della Confer-

mazione: sacramento che “rende i ragazzi maturi nella fede e segna, pertanto, il loro ingresso da protagonisti nella comunità cristiana …”

Se noi prendiamo però coscienza della realtà, molte volte con la Cresima i ragazzi danno l’addio alla comunità cristiana e, poiché ormai sono grandi, si gettano dietro le spalle la fede, rilegandola nella scatola dei ricordi del “quando eravamo piccoli.”

In questo delicato momento, più che mai, essi hanno bisogno di una Comunità che li sostenga, che cammini con loro, ponendo grande attenzione ai loro problemi, alle loro aspirazioni, ai loro valori, alle loro domande. Proprio come fece Gesù con i discepoli che stavano lasciando Gerusalemme per ritornarsene ad Emmaus. I nostri ragazzi appena cresimati sono per-sone, figli nostri che, in una delicata età della vita, cercano una “buona novella” capace di rendere serena e positiva la loro esistenza. Ma ricordiamoci, noi adulti, che essi non hanno ancora nessun dovere nei confronti della Comunità Cristiana. È

la comunità ad avere il dovere di annun-ciare ad essi la buona novella.

Con la Cresima non chiediamo ai ragazzi di diventare cristiani in maniera generica, ma chiediamo loro di entrare a far parte di una comunità vera e concre-ta. Una comunità, insomma, che con la grazia dello Spirito Santo, cresce la virtù della fede e assimila il messaggio cristia-no come “buona novella”, nel suo signi-ficato salvifico che ha per la vita quoti-diana dell’uomo. Non possiamo, però, certo pretendere che i ragazzi scelgano la fede come buona notizia per la loro vita, se chi la propone loro non si impegna a dimostrare che essa è veramente buona notizia per chi la vive.

Ecco allora il dovere di noi adulti: impegnarci affinché in un susseguirsi di esperienze di vita cristiana, possiamo far

respirare ai nostri figli la vita della Chiesa.E se nonostante tutto, i ragazzi e le ragazze continueranno ugualmente ad andarsene?Dopo qualche anno, al termine di esperienze più o meno positive in altri contesti, potranno comunque sempre dire: -

Come si stava bene nella Chiesa!E… ritorneranno.

Lettera aperta di due catechiste ai loro ragazzi

Cari ragazzi,scriviamo a voi, sì proprio a voi che avete da poco ricevuto il Sacramento della Confermazione, e che siamo certe, ci con-cederete come sempre la vostra attenzione per leggere queste poche righe con le quali vogliamo esprimervi tutto il nostro affetto.

Siamo stati insieme per sei anni. Abbiamo vissuto insieme tanti momenti più o meno entusiasmanti, insieme abbiamo condiviso gioie e tristezze di ciascuno e, sempre insieme, siamo giunti dinnanzi al Vescovo, per quello che vi abbiamo au-gurato essere uno dei momenti più belli della vostra fanciullezza: ricevere lo Spirito Santo e divenire così luce del mondo.

Durante tutti questi anni vi siete sempre dimostrati ottimi compagni di viaggio: entusiasti anche delle più piccole cose, sensibili nell’accogliere la parola di Dio e pronti a rispondere con preghiera, lode, rispetto e soprattutto amicizia, quella amicizia che è nata e si è sviluppata all’interno di una comunità, la Chiesa.

Dopo la Cresima si sa, siete ormai adulti nella fede, ma sempre liberi di scegliere il vostro progetto di vita, Dio infatti non impone niente, offre soltanto. Dio chiama anche voi, proprio voi ragazzi, ad instaurare liberamente un rapporto di col-laborazione con Lui. Questo rapporto, come accade nell’amicizia tra gli uomini, richiederà poi, anche dei comportamenti concreti, ma essi saranno sempre il frutto di un’amicizia. Scegliere di ricevere la Cresima, significa impegnarsi affinché il dono della fede diventi un dono accolto e trasformato in scelte di vita.

Il nostro affettuoso augurio, cari ragazzi, vuol essere proprio questo:“che il Signore distolga i vostri cuori dalle cose vane e vi aiuti ad ascoltare bene la Sua voce, vi faccia camminare sem-

pre nella Sua via e apra i vostri occhi perché possiate scorgere le meraviglie della Sua legge.”

Laura e Donatella

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I nostri lettori non ci dimenticanoUn grazie alla memoria di Pacini Zanchi Angiolina e di Cangi Gino, scomparsi recentemente, che hanno voluto fosse lasciata un’offerta per l’Oratorio di cui erano affezionati lettori.Un saluto poi alla lettrice di San Leo per le parole di apprezzamento.

Acquisti Fabiano, Le StrosceAcquisti Meris, InfrantoioArrighi Anna, Via per ArezzoBartolomei Tito, Via NovaBenedetti Alberto, Selvella PieveBoldrini Simona, FighilleBrizzi Carlo, RomaBrizzi Franco, RomaCagnacci Lorentina, TavernelleCamaiti Palmiro, San LorenzoCangi Patrizia, Campo FieraCaraffini Bruno, Borgo della CroceChieli Luciana, MilanoComparini Federica, Campo FieraConcu Dino, San LeoDel Pia Marino, Via di San LeoDonati Dino, ColcellaltoDrakard Merryl, LibbianoFabbriciani Cesare, InfrantoioFam. Oriani Gamberonci, MilanoFamiglia Goti, La GattinaFegadoli Giuseppe, InfrantoioFerri Mirella, La FonteFoni Paola, Casenuove BiceccoGhignoni Emanela, Roma

Ghignoni Fernando, CascineGiorgi Giorgio, Borgo della CroceGiorni Giuseppe, TerratoGiovagnoli Elisabetta, I CordoniGuerrieri Fernando, CasacceGurrieri Fernando, FirenzeInci Nardina Capaccini, Villa la QuerceLanzi Marisa, San RoccoLeonardi Carla, Torre PedreraLeonardi Carlo, Via per il CarmineMaddalena Vagnetti, Via Campo FieraMafucci Giovanni, RipaltaMaggini Abramo, Ponte alla PieraMangoni Bruno, Via per il CarmineMarinuzzi Giovanna, TriesteMariotti Mario, San RemoMaurizi Laura, Campo della FieraMearini Mario, BergaminoMeoni Mauro, Via della FossaMercati Fausta, InfrantoioMercati Franco, DepositoMercati Teresa, StazioneMondani Giacomina, PolveraiaMondani Pietro, Carmine SantuarioMondani Riccardo, Milano

Montagnoli Sergio, Via NovaNocentini Maria, I CordoniOfferta con BollettinoPaci Luca, CascinePaci Luciano, PiazzolaPaletti Pietro, San RoccoPanichi Cinzia, Via NovaPericchi Mario, Campo FieraPernici Neva, SvizzeraPiomboni Ernesto, TavernellePiomboni Gabriella, Fornace Tav.Piomboni Susetta, ViaioPoggini Giovannino, CasalandaPoggini Sofia, Le BertineRaspini Iolanda, Via di San LeoRuscetti Vincenza, Borghetto di sopraSanti Piero ed Elia, CommendaSanti Piero, Croce del FondoScartoni Lorena, BucacceTofanelli Guido, InfrantoioVichi Vilma, CarmineVignoli Fabio, Elena, Enrico: Rio-veggio

sulla stupenda Valle Tiberina,un piccolo spazio quadratodi cemento armato,sotto un pergolatodi voluttuoso moscatello;pochi scalini degradantisu un generoso orticellodi fiori smagliantie variegati frutti succulenti:ecco la mia terrazzina,o meglio, il mio regno incantatodel tempo beato,troppo in fretta finito!Felice facevo “da mangiarino”al mio caro Bebè, un po’ sciupati-no,con qualche tegamino di coccioe l’erba muraiola sminuzzata.Una processione indaffarata

di formiche incurantiandava, senza posa, indietro e avanti.

E, oh meraviglia!Da una vecchia fessuradel muro pluricentenario,fra le violacciocche gialle profumate,dal vento, per caso, lì seminate,si mimetizzava tutta sola una lucerto-lina,che, immobile, mi osservava timi-dinacoi suoi neri occhi lucenti.Allora interrompevo il giocoe la fissavo anch’io,per non spaventarla...Una cara voce “Carla, Carla!!!”,quella della nonna Emelia, incon-fondibile,mi faceva accorrere, disponibile:sapevo tanto che il mio paradisomi avrebbe atteso sempre...a braccia aperte.La mia terrazzina esiste ancora,

piena solo di struggente nostalgia:il tempo s’è portato viatutta la fanciullesca magia.

La mia terrazzinadi Carla Leonardi

Sospeso fra terra e cielo

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I cinesidi Maria Pia Fabiani

Mesi fa ho comprato uno sgabellodelizioso, snodabile. Cinese.Davvero bello.Misero il prezzo che nemmeno arrivaa diecimila lire, una sciocchezza.

Ieri vedo dei pigiami buonipure cinesi, a diecimila lire,poco più del valore dei bottoni!Compro anche quello. Ma una gran tristezzam’ha assalito ogni volta. Fan pauraquesti prezzi irrisori, vergognosiper la misera vita e l’esperienzadi disperate folle di operaiche lavoran soltanto per la purasopravvivenza!

Povera gente che soffre e che langue!Io non son più sicurase sia giusto comprare questi oggetticostati il loro sangue.E allora chiedo a Dio: “Non perdonarea chi vive sfruttando gl’infelici!”

Ma il mondo mi risponde, alquanto irato:“Sta zitta, tu non sai quello che dici!Questa è solo la legge del mercato.”

P.S. L’elastico di vita dei calzoniè piccolino alquanto:son cinquanta centimetri soltanto.Io ne ho dovuti aggiungere parecchi.Ma io mangio tre volte almeno al giorno.Loro forse una volta, nell’attesadel viaggio che non avrà ritorno.

21 settembre 2001

Via cupadi Paolino Veri

Pronunciando il suo nomeLa mente al dolore tendeMa tra rovi, ciottoli e polvereUn ricordo duraturo in animo si distende.Serpeggiando tra pietruto declivioDa Porta Sant’Angelo discendeTerminando al pie’ del CastelloCentro una volta dell’Ulivo verde.Benché il selciato veniva baciatoDal sole sorgivo e pendenteMura di rovi e biancospinoBordeggiavano il ripido cammino.Eppure ciò che facea esclamare a DanteMentre saliva il monte“Questa montagna è taleChe sempre al cominciar di sotto è grave”Sorridere facea la genteContinuando a mormorare“E quant’uom va suE men fa male!”E così era per la gioventùChe caricato il carretto a tre ruoteO cartella bruciacchiata sulle spalleFischiettando scorrazzavano su e giù.

In ricordo del nonno Luigi.

Uomo forse poco conosciuto ma degno di essere ricordato e presenta-to a coloro che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Alto, robusto, forte, bellissimo ma soprattutto onesto, laborioso, hai dedicato l’intera vita terrena alla tua famiglia, al lavoro portando sempre il peso della sofferenza dei tuoi continui malanni e del continuo ricordo di una guerra devastante che ti ha strappato giovanissimo alla tua famiglia e dalla

quale, fortunatamente, sei tornato sfinito ma con la voglia di andare avanti. Hai avuto la fortuna di incontrare una donna meravigliosa come la nonna e di avere due figli che ti amano e che hanno sacrificato sempre parte della loro vita per farti vivere nel miglior modo possibile.

Mi hai amata come una figlia, cresciuta, mi hai fatto conoscere i veri valori della vita, sei sempre stato un nonno meraviglioso. Ricordo ogni singolo istante della mia infanzia passata con te, delle sofferenze e delle gioie che abbiamo passato tutti insieme, ricordo la gioia di ogni istante che passavi con il tuo Luca, che riusciva sempre a farti sorridere e che tu difendevi sempre. Ricordo gli ultimi momenti in cui la morte velocemente si stava avvicinando e nonostante la tua sofferenza mi regalavi sempre un tuo sorriso. Sono sempre stata gelosissima di te e non passava giorno che non stavamo insieme. Oggi purtroppo la tua presenza fisica non c’è più e infatti la cosa più brutta della morte è stato il momento in cui ho capito che non avrei più potuto abbracciarti, scaldarti per gioco le tue mani sempre ghiacciate, prenderti in giro ogni mattina quando venivo ad alzarti. So che tu sei qui con me, vivi nel mio cuore e come ogni bellissimo angelo (quale tu ora sei) proteggi tutti noi.

Ti voglio bene nonno.Elisa

Schola CantorumDa qualche tempo, sulla facciata dell'Oratorio, fa bella mostra di sé una lapide in pietra serena, scolpita dal-l'amico Norberto Meoni che ha prestato gratuitamente il suo lavoro.Questo serve a segnalare la presenza della Sala dove si svolgono le prove della Schola Cantorum don Vittorio Bartolomei, il compianto sacerdote che per tanti anni, dopo aver c r e a t o q u e s t a s c u o l a di canto, l a p o r -tò ai più strepitosi successi.

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Anghiari mio paese nativoovvero i drammi, i sogni, il lavoro e le tante fatiche dei vecchi anghiaresi dal '900 in poi - di Armando Zanchi - illustrazioni di AR

Lattaio, dolciumi, sarti

Ed ora ricambiamo argomento par-lando della nostra storia di Anghiaresi.

L’unico Lattaio che avevamo in paese, e nella cui bottega, al mattino, vedevi tante spose in fila con una tazza con il manico per rifornirsi del latte per i loro bambini ed i loro vecchi o amma-lati, erano Corrado Cacioli e Primodo. La Latteria si trovava in via Garibaldi, poco dopo il forno, un po’ sopra il ne-gozietto della Rosena, moglie di Fagiolo Zanchi rivenditore di aringhe e baccalà il mercoledì in paese e gli altri giorni al giro con carretto e somarello per la campagna.

Sparita la Rosena per vecchiaia questo negozietto che vendeva solo dolciumi e caramelle per ragazzi, le cosidette lacrime della Rosena che erano piccolissime caramelline dolci e tonde quanto un bottone di camicia, e venne in possesso il Telemaco Minelli che fa-ceva il postino ed insieme alla moglie e qualche volta la figlia Tersilia, tenevano aperto questo negozietto.

Altri rivenditori di laterizi, uno già nominato in precedenti scritti, era il Nespoli Gaetano, poi passato al figlio Giuseppe. Poi vi era il Ricceri Paolo detto Paiolo, con la sua Esterina che aveva il negozio su per la Croce che poi alla morte del genitore venne ereditato dal figlio Eugenio; poi per la scomparsa di quest’ultimo anche questo negozio sparì per sempre.

L’unico ombrellaio del paese era Ernesto Paterni detto Pippo, che abitava fuori Porta S. Angelo proprio davanti alla porta.

Altro simpatico rivenditore era Oc-chio da Tavernelle, rivenditore di carbone o carbonella, con il negozio in via de Amicis, dopo la bottega del Matusali (Marcellino) venditore di frutta. Dall’al-tro lato opposto, c’era la Flora, nativa di Caprese Michelangelo e che si trasferì in Anghiari per portare la sua abilità per adoperare la farina di castagne che lei bene conosceva in gioventù quando abitava a Caprese e quindi tutti i giorni della settimana vendeva quel profumato baldino o castagnaccio o la pulenda di

castagne per tanti clienti che aveva, tra i quali anch’io che parteggiavo molto a mangiare queste delizie, quando il bor-sello lo permetteva. Se no, passando, mi accontentavo del suo amabile profumo che, con quella fame che vi era, era ancora più desiderato.

I nostri cari Sarti di quei tempi: uno era Picone, un meridionale che si trasferì ad Anghiari dopo il servizio militare dal quale anche mia moglie andava ad apprendere il mestiere ed aveva il labo-ratorio su per la Croce, un po’ sopra la Farmacia del Busatti, l’ultimo apparta-mento dove abita ora il Ferrini.

Altro vecchio Anghiarese il Cioni, il figlio e la figlia, ma il figlio studiando da maestro abbandonò presto il mestiere del padre. Poi la vecchia Nena che lavorava in casa quasi all’entrata della piazza del popolo, cioè la Piazzola, così si chiama-va noi abitanti di quel ghetto. Quanti scapaccioni quando andavo a prendere le misure di pantaloni o giacca perché non stavo mai fermo!

Un altro sarto si chiamava Alvise, non ricordo se facesse Luconi di cognome, perché la mia vecchia madre molte volte mi diceva che questo sarto era suo parente e poi ò saputo che l’Oliva Luconi avesse messo al figlio il nome di Alvise per ricordarne la parentela. E siccome che mia madre è una Luconi, penso che sia vera questa parentela con il Sarto.

Un’altra sarta che lavorava in un punto imprecisato della piazza Baldac-cio, era l’Emilia di Cuco, lei sarta da donna ed il marito calzolaio. Come si vede a quei tempi l’ago ed il filo era molto usato.

I rivenditori di frutta: Alberti An-giolino (Gnagolina) con la cara moglie Nunzia ed il figlio Carlo, venditori di frutta per molto tempo, in concorrenza con Beppone Livi, specie il mercoledì, uno di una idea e l’altro di un’altra più estremista. La Vittoria Chieli che aveva il ritrovo nel sottoscala della casa della Murina. Poi Giginero Pierantoni che, con un banchino bene attrezzato, si era stabilito dentro e fuori, per tanti anni, facendo della sua vita un servizio alla popolazione Anghiarese.

Altro rivenditore il Matusali (Mar-cellino). Questa rivendita, ancora in

funzione, è nelle salde mani della moglie di Luigino, aiutata dal cognato Vitruvio, ora a riposo, perché nel passato, insie-me al fratello, avevano un’officina di meccanica ed anch’io ne fui un ottimo cliente.

L’altra rivenditrice di frutta era la sorella della Nunzia che aveva il negozio al Terrato, quasi di fronte al caffè dove ora mi sembra ci sia una mostra di oreficeria del Fornacini.

Ma anche la Flora di Caprese, dopo la pulenda ed il baldino, vendeva la frutta esposta in uno scaffale fuori della porta di casa.

I vetturini di quei tempi erano il Giusto della Stazione ed il Bartolino (Ghignoni) padre, mentre il figlio Vit-torio gli piaceva commerciare i cavalli andando con le sue bestie a tutti i mercati aiutato da Frini Ezio detto Zizzi e da un certo Chiaramanne che era cittadino Aretino.

L’unico Tassista Emilio Spilinga che con la sua macchina faceva servizio per Arezzo ed altri luoghi e lui essendo stato di nascita Siciliano diceva sempre, specie in macchina, quando la metteva in folle per le discese: "Faccio così che così risparmio la penzina!" Lui, con il suo dialetto, chiamava penzina la benzina. Era un uomo dal grande cuore d’oro per-ché quando ritornava da Arezzo qualsiasi persona che avesse trovato per strada lui si fermava e li caricava portandoli fino nella piazza principale se erano paesani e gli altri a richiesta.

Paiolo raffigurato da Luca Pucci in uno dei tanti episodi che lo resero celebre.

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Prosegue la raccolta per il restauro

L'Organo di Badia

Venerdì 28 aprile ci siamo presi un bello spavento. Proprio alla vigilia del ritorno della “Madonna di Loreto” dopo un restauro durato (troppo) a lungo, un banale corto circuito ha provocato un principio d’incendio nella cantoria della chiesa, sopra la porta d’ingresso. Roberta Acquisti ha dato per prima l’allarme. Sono poi intervenuti Giuliano Polendoni e Quinto Meozzi che, sfidando il denso fumo, sono riusciti in breve tempo a spegnere le braci ardenti che avevano consumato una mensola e un paio di tavole del piancito. Fortunatamente non si sono sviluppate fiamme e quindi il danno è stato modesto. I Vigili del Fuoco, sollecitamente accorsi, hanno completa-to la messa in sicurezza dell’ambiente. Nessuna struttura di interesse storico o artistico ha subito conseguenze.

E passiamo al tema del titolo: al 30 aprile eravamo a quota 8.600. Un risultato superiore alle aspettative: in due mesi raccolti 780 euro!

Questa volta dobbiamo ringraziare: Orazio Leonardi; Derna Camaiti che ci ha fatto pervenire l’offerta in occasione dei suoi 90 anni (auguri!); Adalgisa, Adriana, Gabriella, Letizia, Maris, Mi-lena, Novella, Valentina, Vesta hanno devoluto in memoria di Dolinda Pernici. Francesco e Gianfranca Poggini hanno stabilito un vero record: sono riusciti a raccogliere ben Kg. 4,750 di monete del vecchio conio che abbiamo sollecitamen-te cambiato in Banca d’Italia.

Un sentito grazie alla Società della Scampanata: con una generosissima offerta di 450 euro ci ha consentito di rag-giungere questo insperato traguardo.

Infine dobbiamo correggere un’ine-sattezza pubblicata nel numero scorso: la giovane Clara Dragonetti, che ci aveva fatto pervenire la sua offerta in lire dalla Liguria, non abita a Genova, bensì a San Remo. Ci scusiamo con lei e la invitiamo a continuare la collaborazione: le vecchie lire servono ancora!

Anghiari, 30 aprile 2005

Il Comitato promotore(Elida Bianchi, Fabiano Giabbanelli, Monia Leonardi)

Viviamo giugno col Sacro Cuoredi Cmr

Sul Calvario, dopo l’ultimo grido, Gesù aveva reclinato il capo, nel-l’abbandono completo della morte. Aveva dato tutto, ma non ancora sve-lato tutto. “Ma uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua” (Gv. 19-34).

L’Evangelista S. Giovanni contempla quel corpo trafitto, nel commos-so silenzio del tramonto e una acuta sensazione di mistero gli scende nel-l’anima. Ricordava le parole che Dio aveva fatto pronunciare al profeta Zaccaria: “Riverserò uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a colui che hanno trafitto.”

Dieci giorni dopo quel Venerdì Santo, nel fascino di Gesù risorto Gio-vanni parla ancora di quel petto ferito. E questa volta la fede vi scorge orizzonti sconfinati, tanto che l’incredulo Tommaso, cadendo in ginoc-chio esclama: “Signore mio e Dio mio.”

Tutta la tradizione cristiana sosterà ai piedi della croce dalla quale pende Gesù col petto aperto e cercherà di penetrare in quella sanguinante ferita sulla quale tanto insiste l’apostolo. Sarà proprio questa amorosa at-tenzione che guiderà le anime alla scoperta del “Cuore amante di Gesù”.

Un padre missionario domandò ad un povero lebbroso: “Credi in Dio Padre onnipotente?”

La risposta del lebbroso: “Io non credo in Dio, io lo amo.”Proprio così, più ci si accosta al Cuore Divino di Gesù e più si ama.

Oh! acqua del Costato di Cristo lavami, Sangue del Costato di Cristo ine-briami. Signore, apri il tuo Cuore perché io possa amarti.

I ragazzi del-l'Oratorio stanno pre-parando un periodico che raccolga le loro iniziative, le loro ri-flessioni e tutto quanto li coinvolge.

Sarà uno stru-mento di comunica-zione preparato da loro stessi e rivolto princi-palmente ai loro coe-

ORATORIO G

Qui sopra è raffigurato il numero uno dell'Oratorio uscito nell'aprile del 1967.

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Fatti di casa nostra: La Valle Museoovvero la pagina di Walter Del Sere

“Anche in una società più decente di questa mi sa che mi troverò a mio agio e d’accordo sempre con una minoran-za” (N.M.)

Così chiarisco subito che le affermazioni che seguono sono minoritarie anche se (a mio avviso) legittime. Si parla tanto, troppo, a sproposito (talvolta) di “territorio pregiato”, riferen-dosi alla nostra valle bagnata dal Tevere. La valle che quando si vuole fare i grandi si cita pomposamente Plinio, oppure che è la Valle Museo e via di questo passo. Ma cosa gli abbiamo fatto a questa valle dal dopoguerra ad oggi? In nome del progresso e della prosperità l’abbiamo riempita di capannoni, cementificata quasi in ogni dove. O bravi. Da qualche anno in qua invece si sta dicendo che il futuro di questa valle non sarà l’ulteriore industrializzazione ma è il turismo, la qualità della vita, l’agricoltura biologica, che daranno un senso ed una vita prosperosa agli abitanti.Ed allora. Quanto dura l’attività di un’azienda che, poiché porta lavoro, gli va fatto costruire come, dove e quanto vuole? 20, 30 anni. Non ci credete? Prendiamo i casi che mi vengono in mente ad Anghiari con nomi e cognomi. Alla Stazione c’è quel grande complesso abbandonato della ex Mass Inghirami che ha dato lavoro per 30 anni e poi è stato chiuso. Poco più in là altro cemento a go go è quella della ex Tesi (sempre gruppo Inghirami): chiuso. Poco più in alto c’è l’ex Cinema Mondani, poi Discoteca, infine Night Club: chiuso. In pieno centro storico c’è l’ex fattoria Bartolomei Corsi: chiusa. Ed allora, dico io, perché ostinarsi a volere costruire nuovi capannoni e fabbricati impoverendo sempre più il pregiato territorio della vallata. Prima (cribbio) cerchiamo in qualche modo di rendere nuovamente vitali questi enormi spazi abbandonati. Certo non possiamo obbligare i privati a fare quello che vogliamo. Ma chi di dovere (la politica in questo caso) dovrebbe fare qualcosa in questo senso invece di assecondare soltanto nuove costruzioni che dureranno a produrre per 20, forse 30 anni, diventando poi enormi gusci di cemento vuoti ed abbandonati. Altro esempio significativo è rappresentato dalla scuola materna capoluogo costruita appena 30 anni fa, già privata della cucina centralizzata e che sarà trasferita in toto alla Stazione entro pochi mesi. Perché? Mancanza di parcheggi. Difficoltà oggettiva nel trasportare pasti alle scuole decentrate. Posizione decisamente infelice. Ed anche in quella colatina di cemento trentennale cosa ci verrà? Se tutto va bene ci andrà l’archivio del Comune. In altro caso verrà pian piano abbandonata al suo destino. E quando una parte di territorio viene occupata dal cemento, quest’ultimo rimane per sempre... e anche quegli articolati del Mori che scorrazzano da mane a sera per la Libbia mettendo a repentaglio la sicurezza di tutti quanti… ma questa è un’altra storia.Anghiaresità. Annotazione per la storia: è Roberto Santi l’uni-

co consigliere comunale iscritto alla Scampanata. È il fratello più grande di Giovanni quel fotografo anghiarese nemico di tutti gli operatori televisivi al seguito della Scampanata. Infatti il nostro Cippoi sgomita come pochi per occupare un posto in prima fila ed avere campo libero per lo scatto. Ma chi gli fa capire che (fortunatamente per noi) non siamo a Nassiriya? A parte le battute: bravo Giovanni e grazie per averci permesso di conoscere la Barbara Contini, inviata speciale del Governo in Darfur, martoriata regione sudanese confinante ad occidente con il Ciad dove di sfollati se ne contano 2 milioni. Belle le foto, emozionante il video. Anghiari non ci ha pensato due volte nell’inviare 1200 euro al Ministero degli esteri progetto SOS Darfur Avamposto 54.

Togliere l’olio dai fiaschi. La Compagnia dei Ricomposti a giugno è in Russia a rappresentare le tradizioni musicali di Anghiari e della Valtiberina Toscana. Anche questa volta la Compagnia si muove totalmente a proprie spese. Dove li trovano gli euri?Un po’ li tirano fuori di tasca propria e un po’ spendono quelli raggranellati con i rimborsi spese di quando si va a cantare in teatri, aie e feste popolari, facendo divertire tantissima gente (sembrerà impossibile ma è proprio così). E in più, con orgo-glio, posso affermare che si porta alto l’onore di Anghiari in tutto il mondo. Domandare ai tedeschi di Norimberga, Bonn, Colonia, Monaco, Stoccarda, ai fratelli argentini di La Plata o Puerto Madryn, agli ungheresi di Eger, ai chianini di Ruscello o a quelli di Montalto dov’è Don Juan Carlos. E ci si ferma qui perché sennò sembra di fare troppo i pottoni. Ma perché uno scrive questo? Così, per la chiarezza. E poi come nel Barbiere di Siviglia “la calunnia è un venticello…”.

Scampanata del 15 maggio 2005: una parte dei Soci in posa davanti al monumento a Garibaldi dopo la punizione dei ritardatari e dei dormiglioni di turno.

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CRONACHETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

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15 dicembre 2004. Oggi è nata Irene Boncompagni di Luigi e Simona Boldrini. La sua famiglia abita a Fighille e il suo babbo fa il macellaio alla Stazione.Lunedì 7 febbraio. Oggi è morto Bruno Del Pianta di anni 77. Abitava ad Oloron Saint Marie, in Francia. Tutti ricordano la sua mamma, la Santa, vera anghiarese.Venerdì 25 febbraio. Oggi è morto Aldo Cheli di anni 70. Abitava a Mezzavia di Anghiari.

Martedì 1°. Stamani Fico ha fatto diversi viaggi di neve!Mercoledì 2. Stamani i tubi dell’acquedotto erano ghiac-ciati e diverse famiglie al Conventone erano senz’acqua. Ma anche altre per il Borgo della CroceGiovedì 3. Frido stamani ha detto che alle 11 avrebbe nevicato. O ‘n’ha nevicato sul serio!Sabato 5. Oggi è morto Luigi Razzoli di anni 84. Abitava per la Via del Carmine ma prima abitava a Torchiale.Lunedì 7. Oggi è nata Rebecca Camerelli di Mirco e Anna Gungui. La sua famiglia abita alla Stazione.-Oggi è morta Rosina Goretti in Bianchini di anni 60. Abitava nelle nuove case della Stazione.Mercoledì 9. Oggi è nato Cesare Dragonetti di Valerio ed Elena Andreini. La sua famiglia abita per il Viale Gramsci ed il suo babbo è un gran cercatore di funghi.-Oggi è morto Giovan Battista Bartolomei di anni 79. Abitava a Tavernelle.Giovedì 10. Oggi sono nate le gemelle Francesca e Giulia Bigoni di Alessio e Roberta Procelli. La sua famiglia abita per la via di San Leo.Sabato 12. Oggi è morto Luigi Mondani di anni 87. Abitava a Tavernelle ed era della famiglia dei tintori.Lunedì 14. Mi sa che a Mezzavia ho visto passare una gru: quelle che volano in cielo eh!Venerdì 18. Oggi è nato Marco Mosca di Vincenzo e Gabriella Di Silvestro. La sua famiglia abita per la Via nova.Lunedì 21. Oggi la Claudia m’ha detto che la fontanella del giardino del Vignarolo son già diversi mesi che perde e nessuno mette mano ad accomodarla.Venerdì 25. Oggi è nata Aurora Mari di Simone e Cristina Lanzi. La sua famiglia abita a San Rocco.Martedì 29. Oggi è morto Santi Bruni di anni 81. Abitava alla Fossa ma la sua famiglia proveniva da Novigliano, verso Toppole.Giovedì 31. Oggi ho visto che nella vasca del giardinetto della Croce non c’erano i pesci della Paola.

Giovedì 2. Oggi è morto Gino Cangi di anni 80. Abitava al Campo della Fiera ma proveniva dalla Casanova ed ha abitato per molti anni a Campalone.-Stasera, alle 22, abbiamo suonato le campane della Propositura per la morte di Papa Giovanni Paolo II.Lunedì 4. Oggi è morto Siro Montini di anni 81. Abitava alla Vigna e tutti lo ricordano per la sua professione di maestro elementare.Venerdì 8. Stamani alle 10 sono state suonate le cam-pane di tutte le chiese per i funerali del Papa. Abbiamo suonato anche quelle di Sant’Agostino che saranno stati vent’anni che non venivano suonate.Mercoledì 13. Oggi è morta Quarta Scogli vedova Nicchi. Aveva la bella età di 97 anni ed abitava alla Fornace Vagnetti.Giovedì 14. Oggi è morta Dolinda Pernici vedova Dini. Abitava per la Via del Carmine ma aveva abitato a Torchiale.Domenica 17. Oggi è nato Marco Tiezzi di Andrea e Leda Acquisti. La sua famiglia abita al Faggeto sopra Valle.Venerdì 22. Oggi abbiamo suonato di nuovo tutte le campane, anche quelle di Sant’Agostino per l’elezione di papa Benedetto XVI.Sabato 23. Oggi è morta Luisa Gentili in Bernardini di anni 90. Abitava a Carboncione.Domenica 24. Oggi è morto Piero Santi di anni 75. Abitava alla Croce del Fondo e i suoi familiari fanno i fabbri.Martedì 26. Verso sera dal Borgo della Croce guardavo la piazza e mi sono reso conto che diverse rondini vol-teggiavano felici nell’aria.Giovedì 28. Oggi è nata Aisha Ghignoni di Alessandro e Ilham Chibani. La sua famiglia abita all’Infrantoio.-Oggi è morto Giuseppe Palazzeschi di anni 70. Abitava al Ghetto di San Leo.Venerdì 29. Stasera con Marco e due suoi allievi di Lanusei, siamo andati al Borgo e abbiamo riportato la statua della Madonna di Loreto alla Badia.-Oggi è morta Angiola Piccini vedova Zanchi. Abitava pel Fosso ed aveva 97 anni ed era la moglie di Lampino.Sabato 30. Oggi è morto Remo Levi di anni 63. Abitava verso la Giardinella.-Oggi è morto Ottavio Carboni di anni 65. Abitava a Tavernelle e la sua famiglia era originaria del Faggeto della Barbolana.-Oggi è morto Mario Omarini di anni 72. Abitava a Ta-vernelle e lo ricordiamo di quando faceva lo stradino.

Mese di Aprile 2005

Mese di Marzo 2005

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A t t i v i t à G i o v a n iE s t a t e 2 0 0 5

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- Per i ragazzi delle Superiori al Passo del Tonale dall’ 8 al 15 luglio 2005

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