2006-3 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 3 GIUGNO - LUGLIO 2006 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI 1 P o s te I ta li a n e S .p .A . - S p e d . in A .P . D .L . 3 5 3 /2 0 0 3 ( c o n v . in L . 2 7 /0 2 /2 0 0 4 n ° 4 6 ) a r t. 1 , c o m m a 2 , D C B /5 2 /2 0 0 4 - A R E Z Z O - T a r if f a p a g a ta - T a x e p e r ç u e

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 3 GIUGNO - LUGLIO 2006

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A

.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, com

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XXXX - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

Temporale in collinadi Vera Cuccini

Una grossa nube nerad’improvviso è apparsada dietro il colle.Si scolorisce il sole,un leggero vento, dapprima,più forte poi, agitain un tremulo sussurrole fronde delle forti querce.Tacciono gli animalisi riparano gli uomini,tutto è silenzio intorno.L’attesa è breve,fragorosamente scoppia il tuono,cade violenta la pioggiamentre, rabbioso il ventotormenta il boscosibilando fra l’intrecciodei suoi verdi rami.

I mulini del SovaraCon questo numero inizia la pub-

blicazione della ricerca del maestroMercati sui mulini della valle del Sovara.

La potrete trovare a pag 28 e ciauguriamo sia da voi apprezzata.Continuerà per alcune puntate edesaminerà in modo dettagliato i mu-lini che esistevano lungo la valle delSovara e che erano alimentati dallareglia che scorre ancora oggi quasiparallela alla Sovara stessa.

***Vi ricordiamo che dal numero

scorso la versione del giornale chetrovate nel sito internet della par-rocchia è pubblicata in formato pdfcioè si può vedere con il programmaAcrobat. Questo permette di vede-re le pagine così come sono quellestampate su carta. Eventuali indica-zioni e suggerimenti utilizzando ma-gari la posta elettronica

[email protected]

Un saluto

In copertinaIl gruppo di lavoro delle Grafiche Borgo in posa per i lettori dell'Oratorio.Le Grafiche Borgo, per il secondo anno consecutivo, hanno vinto il premio qualitàmesso in palio dalla cartiera SAPPI. Si tratta di un riconoscimento a livello nazionale.

l'editoriale di enzo papi

La carta stampata è il mezzo attraver-so il quale i membri della redazione, gliautori dei pezzi, comunicano con i tantilettori de l’Oratorio d’Anghiari. Dettacosì, la cosa è una banalità. Perché An-ghiari è una cittadina piccola ed anche lavallata a cui guarda dal suo speronefortificato, e dove ci sono pure dei letto-ri, non è certo grande. Il che, in pratica,significa: ci conosciamo tutti…! Sappia-mo bene chi sono quelli che fanno oscrivono l’Oratorio.

Tutto questo è vero… ma solo inparte. Sappiamo bene i guasti prodottidalla mitizzazione della privacy; oggil’isolamento è più facile di una volta, lamancanza di comunicazione fra le perso-ne è più normale. Le piazze nel giornodella festa e il sagrato all’uscita dellemesse sono sempre meno affollati. C’è lostruscio dei giovani, su certe vie ed incerte ore: ma gli adulti? Il rapporto diret-to e la conoscenza quotidiana che crea-no simpatia e solidarietà sono semprepiù in difficoltà. Torniamo allora da dovesiamo partiti: la carta stampata sta inmezzo fra autori dei pezzi, estensori dellerubriche e lettori. Cioè può divenire ilsupporto, la parola è divenuta importan-te con l’irruzione di internet e della tele-matica, che isola una redazione, per quan-to simpatica e capace, nella sua torred’avorio; così che il lettore sa con mag-giore o minore vaghezza chi c’è dietro lerighe che legge. Solo la conoscenza per-sonale avvicina: se il pezzo è piacevolee si legge volentieri è un dato di bravura;ma se l’autore è anche conosciuto ciòsposta la bravura sul versante più inten-so della simpatia. Della condivisione diun rapporto fra persone. È uno come te,quello che conosci: lo incontri, lo puoifermare per strada. È per obbligare ilfoglio a rimanere mezzo, per evitare lesecche della separazione, che alcunedelle rubriche de l’Oratorio, vedono

comparire come elemento fissoredazionale la minifoto dell’autore oquella delle logge.

Ecco perché la copertina del n. 3/2006: presenta a tutti i lettori affezionatide l’Oratorio le macchine poderose cherendono concretamente possibile unfascicolo, ormai corposo, come il nostro:32 pagine non sono poca cosa! Soprat-tutto mostra lo staff e il personale chequeste macchine sa attivare e impostarecon maestria per arrivare al prodottoche, chiuso in tipografia, entra in tutte lenostre case. Si tratta delle Grafiche Bor-go, una azienda giovane e capace chelavora a S. Fiora, a mezza strada fra ilBorgo e Anghiari. È cominciato un rap-porto prezioso e proficuo fra le GraficheBorgo e il nostro foglio: l’azienda è do-tata di grande professionalità; nel cam-po tipografico, della progettazione e deldesign, è all’avanguardia. Il nostro bi-mestrale è in ottime mani: lo scorso nu-mero, e questo che è appena uscito,sono, fra l’altro, un bell’aiuto al nostrosforzo editoriale; sono stati stampatiinfatti a costo zero, grazie alla volontàdell’azienda di S. Fiora: una sorta diviatico per un rapporto di collaborazio-ne che sarà lungo e pieno di speranza.

Ci è sembrato doveroso presentareallora ai nostri lettori l’azienda, la pro-prietà e le maestranze che adesso hannonelle loro cure appassionate il foglio chepubblichiamo. Se chi scrive il bimestraleè conosciuto, non da meno devono es-sere noti a tutti i lettori coloro che con-fezionano in tipografia l’Oratorio. Sem-pre per una questione di trasmissione, diaffetto e di simpatia. “Tu sei fra quelli chestampano l’Oratorio? Bene, ti leggovolentieri!” Perché l’Oratorio non lo fasolo chi scrive; ma anche chi sa attivarele macchine che lo stampano.

Grazie e buon lavoro a tutti!

Le Grafiche Borgo

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2006: un anno da vivere costruendo futuro... insiemedi suor Astrid

Pentecoste

La Pentecoste era la festa della mietitura, una festa conta-dina. Il centro del rito consisteva nell’offerta a Dio delle primi-zie del raccolto. Israele inserì anche questa festa contadinanella storia della salvezza, trasformandola nel memoriale del-l’alleanza tra Israele e il suo Dio.

Israele celebra contemporaneamente Dio come Signoredella storia e come benefattore della terra. Non festeggia iritmi della natura, ma il gesto di Dio che dona all’uomo la terrae i suoi frutti.

“Ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu,Signore, mi hai dato.” (Dt. 26, 10)

Israele riconosce che la terra è di Dio e che, comunque, ifrutti del campo sono suo dono.

La Pentecoste oggi la descriviamo così: cinquantesimogiorno dopo Pasqua. Solennità cristiana che cade cinquantagiorni dopo la Pasqua, a commemorazione della discesa delloSpirito Santo, in forma di lingua di fuoco, sugli apostoli riunitinel cenacolo. (Atti 2, 1-4)

Pentecoste: lo Spirito di Dio, effuso sugli apostoli, fa di quelgruppetto di uomini impauriti un popolo numeroso che nonteme di parlare e di cantare le meraviglie di Dio. È nata la Chiesa,umanità nuova ricreata dal soffio divino, che annuncia almondo un dono insperato, la buona notizia del perdono deipeccati. Non è più tempo di paura e di ripiegamento su sé stessi.È tempo di lasciare che lo Spirito superi tutte le frontiere econduca l’umanità intera dove Dio vuole.

Non si può separare la Pentecoste dalla Pasqua. L’anticafesta delle primizie del raccolto oggi offre a tutti le ricchezzepasquali. L’opera della salvezza non è ancora giunta al suopieno compimento, ma tutto è già stato donato nel fruttostraordinario che era stato promesso dalla Pasqua: lo Spiritodel Signore che riempie l’universo e la terra intera col suofuoco ardente.

La Pentecoste è la piena manifestazione della sovrabbon-danza divina,della folle generosità del Padre,del traboccare della sua vita comunicata all’umanità in unabbraccio eterno.

Nella nostra vita terrena, lo Spirito è la vita eterna giàcominciata.

Parlare, raccontare, cantare le meraviglie di Dio... sonoelementi nella nostra vita che fanno vivere costruendo futu-ro... insieme.

Pentecoste: festa dello Spirito per tutti gli uomini!Tanti doni, ad ognuno il suo, da mettere a servizio del bene

comune di tutta la Terra per costruire un mondo unito all’inse-gna della giustizia e della cooperazione tra i popoli.

I doni dello Spirito sono 7:

Consiglio - Intelletto - Scienza - FortezzaSapienza - Pietà - Timor di Dio

Varietà di doni: Lo Spirito dona a ciascuno vocazioni e donidifferenti non per opporsi, affrontarsi, dividersi... Lo Spiritoesige l’unità nell’essere diversi, nell’accettazione conservan-do la propria personalità. Queste vocazioni e doni personalidevono andare a beneficio di tutta la collettività. Ogni cristia-no, animato interiormente dallo Spirito, deve essere unito aglialtri cristiani nella fede, per poter vivere la libertà dei figli di Dio.

Conoscere i doni ricevuti e mettendoli a servizio del benecomune sono elementi nella nostra vita che fanno viverecostruendo futuro... insieme.

Il tempo ordinario dopo la Pentecoste ci invita a dispensarei frutti dello Spirito:

Amore - gioia - pace - pazienza - benevolenzabontà - fedeltà - mitezza - dominio di sé

Camminare secon-do lo Spirito significaessere in comunionecon la morte e risurre-zione del Signore, libe-rarsi dalla schiavitù delpeccato e dell’egoi-smo, aprirsi a uno stiledi vita in cui il Cristostesso diventa il crite-rio di ogni scelta e diogni impegno.

“Non sono più ioche vivo, è lui chevive in me.” (cfr. Gal.5, 16-25)

Vieni, santo Spirito,manda a noi dal cieloun raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,vieni, datore dei doni,vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto;ospite dolce dell’anima,dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,nella calura, riparo,nel pianto, conforto.

O luce beatissima,invadi nell’intimoil cuore dei tuoi fedeli.

Lava ciò che è sordido,bagna ciò che è arido,sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido,scalda ciò che è gelido,drizza ciò ch’è sviato.

Dona ai tuoi fedeliche solo in te confidanoi tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,dona morte santa,dona gioia eterna.

Sequenza

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CALENDARIO LITURGICOa cura di Franco Cristini

Mese di Luglio 20062 luglio domenica – Domenica XIII del Tempo Ordinario.Sante Messe secondo l’orario festivo.3 luglio lunedì - San Tommaso apostolo. “Tu hai veduto,Tommaso, e hai creduto: beato chi non vede, eppure crede,alleluia.”4 luglio martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alleore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.6 luglio giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedelialla preghiera per le vocazioni.7 luglio venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa diMicciano, alle ore 20,30, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiridi Perseveranza.Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione.9 luglio domenica – Domenica XIV del Tempo Ordinario.Sante Messe secondo l’orario festivo.11 luglio martedì -San Benedetto abate, patrono d’Europa.Nacque a Norcia verso il 480 e morì il 21 marzo del 547.Anniversario dell’apparizione della Madonna al Combarbio,oggi Carmine. Alle ore 20 dalla piazzetta della Croce, pelle-grinaggio verso il Santuario del Carmine per partecipare allaS. Messa delle ore 21.16 luglio domenica – Domenica XV del Tempo Ordinario.Beata Maria Vergine del Carmelo. Sante Messe secondo l’ora-rio festivo.Festa solenne al Santuario del Carmine con S. Messa alle ore21 e processione intorno al santuario. Nei giorni 14 e 15, alleore 21 preghiera comunitaria nel santuario.22 luglio sabato - S. Maria Maddalena: S. Messa alle ore 18nella chiesa della Maddalena nel Borgo della Croce.23 luglio domenica – Domenica XVI del Tempo Ordinario.Sante Messe secondo l’orario festivo.25 luglio martedì - San Giacomo apostolo detto il Maggiore,per distinguerlo dall’omonimo apostolo, cugino di Gesù. Èvenerato soprattutto in Spagna a Santiago di Composteladove esiste la celebre basilica a lui dedicata.26 luglio mercoledì - Santi Gioacchino e Anna: secondo ivangeli apocrifi vengono considerati i genitori della beataVergine Maria.29 luglio sabato - S. Marta di Betania, sorella di Lazzaro e diMaria. A Betania ricevette il Signorecome ospite, lo servì con delicatezza econ le sue preghiere ottenne la risur-rezione di Lazzaro.30 luglio domenica – Domenica XVIIdel Tempo Ordinario. Sante Messesecondo l’orario festivo.31 luglio lunedì - Sant’Ignazio diLoyola. Nacque a Loyola, in Spagna,nel 1491, morì a Roma nel 1556. Èstato fondatore della Compagnia diGesù.A destra l'immagine utilizzata peril santino della Maddalena editodalla parrocchia nel 2004 per lachiesa situata per il Borgo della Croce.

Mese di Giugno 2006

Dedicato al Sacro Cuore di Gesù1° giugno giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedelialla preghiera per le vocazioni.2 giugno venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa diMicciano, alle ore 20,30, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiridi Perseveranza.Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione.4 giugno domenica -Pentecoste. Sante Messe secondo l’ora-rio festivo.Sono trascorsi 50 giorni dalla S. Pasqua e lo Spirito Santo, dopol’Ascensione del Signore, venne sui discepoli con la volontàe il potere di introdurre tutte le nazioni alla vita e alla rivelazionedel Nuovo Testamento.6 giugno martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alleore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.11 giungo domenica – Domenica X del Tempo Ordinario. SS.Trinità. “Adoriamo l’unico vero Dio: Padre, Figlio e SpiritoSanto.” Sante Messe secondo l’orario festivo.13 giugno martedì - Sant’Antonio da Padova. Sacerdote eDottore della Chiesa: nacque a Lisbona, in Portogallo, versola fine del XII secolo. Morì a Padova nel 1231.18 giugno domenica – Domenica XI del Tempo Ordinario. CorpusDomini “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo: chi mangerà questopane vivrà in eterno, alleluia.” In Propositura alle ore 9,30 S. Messa.Alle ore 11 Messa solenne in occasione della Prima Comunione deibambini della parrocchia. Al termine la processione con il SS.Sacramento ci condurrà alla chiesa della Croce.Alle ore 18 S. Messa nella chiesa della Croce.23 giugno venerdì - Sacro Cuore di Gesù . “Il Signore ci haaccolti nel suo cuore ricordando la sua misericordia.”24 giugno sabato - Natività di San Giovanni Battista. Figliodi Elisabetta e Zaccaria, una coppia sterile già avanti conl’età, è cugino di Gesù. Si ritirò ancora giovane nel desertofino a quando non fu adulto; comparve allora sulle rive delGiordano, vestito poveramente per predicare l’imminenteavvento del Messia.25 giugno domenica – Domenica XII del Tempo Ordinario.Sante Messe secondo l’orario festivo.29 giugno giovedì - San Pietro e Paolo: vengono festeggiati lo

stesso giorno poiché, come attestanoalcune fonti, nel 67 furono entrambi

a Roma dove vennero incarceratie giustiziati: Paolo perdecapitazione, Pietro per croci-fissione (la tradizione vuole atesta in giù). “Pietro, il primodegli apostoli, e Paolo, il mae-stro dei pagani, ci insegnano,Signore, la tua legge.”A sinistra l'immagine del Sacro

Cuore di Gesù a cui il mese digiugno è dedicato. A Tubbiano esi-

ste una Associazione ed una Compa-gnia dedicata proprio al S. Cuore.

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SANTE MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CHIESA DI SAN LEO

-CHIESA DI CATIGLIANOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE

-CENACOLO DI MONTAUTOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura

-PIEVE DI MICCIANO-VALEALLE

Ore 11,30 -CHIESA DI TAVERNELLE-CHIESA DI VIAIO

Ore 12,00 -CHIESA DI TOPPOLEOre 17,00 -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERAOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della CroceOre 18,00 del sabato -CHIESA DI TUBBIANO

... E DI MONTERCHI

Ore 8,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 CHIESA delle monache MonterchiOre 10,00 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11,00 S. Maria della Pace Le VilleOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo aPianezze ore 16 (ore 17 estivo).

Domenica 25 giugno 2006Torna a Tavernelle

la Festa della FamigliaIl programma con gli orari è a pag 22

I lettori dell'Oratorio sono invitati a trascorrere unagiornata nella pianeggiante frazione anghiarese.Nel pomeriggio sono previsti giochi per grandi epiccini.

Alle 21 serata con Marziano. Non mancate!

Primo venerdì del meseal Carmine

Ogni primo venerdì del mese, al San-tuario del Carmine, S. Messa con ado-razione alle ore 21.

Primo venerdì del mesea Micciano

Nella Pieve di Micciano, alle ore 20,30, SantaMessa per il Gruppo Uomini dei Ritiri diPerseveranza i primi venerdì del mese.

Domenica 18 giugnoCorpus Domini

In occasione della festa del Corpus Do-

mini ripetiamo il gesto della processione

con il SS. Sacramento lungo le strade di

Anghiari verso la chiesa della Croce doveverrà impartita la Benedizione Eucaristica.

Le famiglie sono invitate a fare festa a

Gesù Eucarestia addobbando le finestre

delle proprie abitazioni con coperte e fiori.

Si ritrovano gli studenti della Valtiberina

Pellegrinaggio al Carmine

Giovedì 1° giugno, con partenza alle ore 20dalla Bernocca, pellegrinaggio dei giovani del-la Valtiberina verso il Santuario come conclu-sione dell'anno scolastico.

Dopo la benedizione in chiesa ci sarà un mo-mento di festa nel chiostro.

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Maestà e vestidi Emmedipì

E invece una bella giornata ha ac-compagnato la festa a Santo Stefano delLunedì di Pasqua. Dopo la Messa delle11 un discreto gruppo di paesani si èrecato alla Maestà della battaglia. Quidon Marco ha benedetto i campi ed ilpaese di Anghiari.

Dopo una breve introduzione delprimo (ormai storico) festarino di SantoStefano, Gastone Mafucci, sul significa-to ed il motivo della camminata verso laMaestà della battaglia, c'è stato il sor-teggio dei premi per le fanciulleanghiaresi: sono state estratte la piccolaGemma Borgogni e Daniela Leonardi checosì sono diventate le damigelle dellavittoria fino al 2007.

Per la cronaca la prima ad arrivare (apiedi) è stata l’Anna Polverini anche seva detto che era partita dieci minuti primadegli altri.

Dopo la foto ricordo ognuno è tor-nato a casa sua perché mezzogiorno eragià passato.

IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

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Vivere è un giocodi Sergio Lombardi

Questa è esattamente ladefinizione dell’esistenza sesi hanno precise regolemorali che determinano ilnostro comportamento, edè riprovevole cercare di na-

scondere il proprio essere.Forse qualcuno non è consapevole

del fatto che le nostre azioni sarannogiudicate secondo una logica apparen-temente irrazionale ma indiscutibilmenteseria e concreta.

Quanto premesso dovrebbe far ri-flettere su quello che è il senso della vita.

Sorprendentemente la risposta si tra-duce in una domanda, la quale recita: maio sono consapevole da dove ho originee dove termina il mio cammino?

La risposta è semplice per coloro chehanno una sensibilità interiore parallelaalle loro convinzioni ideologiche mentrerisulta estremamente problematica perchi preclude ogni possibilità di intesacon il proprio essere.

Sono proprio questi che pur di giusti-ficare se stessi ricorrono ad artefici tantoirrazionali quanto futili e aleatori, e tuttoquesto li costringe a vivere in una con-tinua ricerca della paternità di sé stessisenza raggiungere la quiete del convive-re. In definitiva risulta curioso come sicerchi di proiettare le nostre frustrazionisugli altri, cercando allo stesso tempo dimantenere la propria individualità.

Il risultato quindi è ovvio. Si vivecome in un gioco in cui il protagonista èl’essere umano che però troppo spessoperde di vista la sua precarietà e si lasciatrascinare da apparenti traguardi.

Concludendo: Per vivere secondo leproprie ambizioni, molto spesso si fini-sce per non vivere neanche secondo leproprie possibilità.

* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Coperte e Marisdi Emmedipì

Grazie al fattivo interessamento dellaMaris del Fosso sono state numerose lefamiglie che in occasione della proces-sione del 3 maggio hanno esposto allefinestre le coperte simbolo di partecipa-zione alla festa che si celebra in questogiorno ad Anghiari per i giovani ragazziche hanno ricevuto il Sacramento dellaConfermazione dalle mani del VescovoGualtiero.

Anche le abitazioni al di fuori delpercorso della processione avevano lecoperte alle finestre.

Se è d’obbligo segnalare la Fanni checon sei finestre ed altrettante coperte eraai primi posti per coperte esposte, perdurata devo segnalare la Luli che hatenuto le coperte anche per il giorno 4inoltrato.

Un bravo a tutte voi, donne d'An-ghiari, e penso che anche in occasionedella festività del Corpus Domini, il 18 digiungo, sarete di nuovo a rendere piùsolenne la processione dei bambini dellaPrima Comunione con le coperte allefinestre e i fiori lungo le strade.

Il pellegrinaggio lauretano

Macerata-LoretoSabato 10 giugno si ripete questo

gesto che avrà inizio la sera alle 20dallo stadio di Macerata con la S.Messa. Inizierà poi il cammino che,durante la notte, attraverserà le colli-ne marchigiane per raggiungere, alleprime ore del mattino, il Santuario diLoreto.

Già da due anni partecipano an-che alcuni anghiaresi per lo stretto le-game che il paese di Anghiari ha conla Madonna di Loreto.

Per informazioni e per parteciparerivolgersi in parrocchia.

Le Compagniedi Anghiari

Venerdì 19 maggio presso gli spazidell'Oratorio c'è stata una riunionedi tutte le Compagnie che hanno par-tecipato ai riti della Settimana Santa.Nel prossimo numero ulteriori notizie.

Vergine madre, figlia del tuo Figlio,umile e alta più che creatura,termine fisso d’eterno consiglio,

tu se’ colei che l’umana naturanobilitasti sì, che ‘l suo Fattorenon disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amoreper lo cui caldo nell’eterna pacecosì è germinato questo fiore.

Qui se’ a noi meridiana facedi caritate; e giuso, intra i mortali,se’ di speranza fontana vivace.

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,che qual vuol grazia ed a te non ricorre,sua disianza vuol volar senz’ali.

La tua benignità non pur soccorrea chi dimanda, ma molte fiateliberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,in te magnificenza, in te s’adunaquantunque in creatura è di bontade.

Dante Alighieri, Paradiso XXXIII

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Non rispondedi Maria Pia Fabiani

Tra poco suoneranno i novant’annie la memoria mi sta abbandonando;per cui faccio figure meschinelle e non di rado faccio anche malanni.

Ad Arezzo ho un compagno mio di scuola(dai sei agli undici anni nientemeno!)che si chiama Antonello;poi ci sono anche Gigi e la Giulianache non sento da un pezzo.

Ma Nello, benché guidi, è malcontentoed è stanco di vivere, per cuigli telefono a volte, e ciò gli piace,parlando d’argomenti cari a lui.

Ma ieri la memoria m’ha tradito.Dopo aver riposato in santa pace,ho cercato il suo nome nell’elenco,l’ho chiamato più volte e sempre invano.Alla fine ho pensato: “Che succede?Come mai può non essersene accorto?”

E mi preoccupavo.Entra Fabiano

e gli dico: “Che accade? Non capisco:se Gigi Cantaloni non risponde,chissà perché? mi fa stare in pensiero!”E serafico lui così mi dice:“Forse perché da sette, otto anni è morto.”

Scusa, Gigi, se ho riso! La tua pacenon sia turbata dall’errore mioche scambiando gli amici, mi confonde,...ma mi chiarisce cosa sono io!

28 ottobre 2005

...il Palterre

Congratulazionia Michele!!

Il giorno 12 aprile 2006, pressol’Università degli Studi di Perugia,Facoltà di Medicina e Chirurgia, Cor-so di Fisioterapia, si è laureato Miche-le Ricci discutendo la tesi: “Tratta-mento della spasticità dell’arto su-periore con tossina botulinica” otte-nendo la bella votazione di 103/110.

Relatore è stato il Dott. SilvanoBaratta.

A Michele, abitante nella amenalocalità di Trafiume, gli auguri dellafamiglia, degli amici e della Redazione.

Ciòdalavoraccidi Clèto

Tempo fa abbiamo trovato il so-prannome giusto per un falegnamedel Borgo della Croce. Ora ne abbia-mo trovato un altro per un fabbro,sempre del Borgo della Croce.

Si tratta di Maurizio, artigianoemulo di Vulcano, che giorni addie-tro stava realizzando un accessorioin ferro battuto per la chiesa di S.Stefano. Per dargli noia e per “tempe-rarlo” ad affrontare la clientela, glichiediamo spiegazioni del perché hafatto o non ha fatto certe cose.

E lui, prontamente e quasi sem-pre, risponde: Ciòdalavoracci!

Ecco trovato il soprannome!

Aprile intensoper i Babbini

Il 10 aprile 2006 Paolo Gabriele Babbinisi è laureato in Ingegneria Elettronicapresso l’Università di Firenze, mentre il20 aprile è stato il giorno del cuginoStefano Babbini, che ha conseguito lalaurea in Ingegneria Ambientale pressolo stesso Ateneo.

Infine domenica 30 aprile – dulcis infundo – Paolo Gabriele si è sposato conla triestina Cristina Dagri nella nostraChiesa della Propositura, officiante DonMarco Salvi.

Complimenti ai neo Dottori e... aglisposi.

Passato presente futurodi Roby

Il passato è tutto da dimenticaredi certo non è stato belloper sopravvivere c’era molto da faretra fame, miserie e qualche duello.

Il presente non è dei miglioricon molta differenza nel genere umanoc’è meno poveri ma tanti più signoriper questo non andremo tanto lontano.

Il futuro sarà tutto da vederechi lo vede bello e chi bruttoscrivere questi versi per me è stato un piacereperciò vi saluto e con questo vi ho detto tutto.

Casale, 10 marzo 2006

La vignetta di Scacciapensieri:

Carrozziere...?

In memoria di PasqualinoVolentieri segnaliamo l'offerta di 200

euro fatta pervenire alla parrocchia dallafamiglia Mencaroni in memoria diPasqualino.

È un ulteriore riconoscimento ed ap-prezzamento per il nostro giornale par-rocchiale che giunge ancora oggi attesonella casa degli amici della Torricella.

Nella fotodi Em-medipì losposo inattesa.

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTEdi don Quinto Giorgini

Le chiese non più esistenti nel piviere di Monterchi

Dopo aver descritto le chiese, cappelle ed oratori ancoraesistenti nel territorio monterchiese, vogliamo presentare l’elen-co di quelle scomparse, ma di cui conosciamo ancoral’ubicazione, l’origine, la fine e alcune notizie storiche, chesinteticamente esponiamo ai nostri lettori. Distrutte, comeabbiamo ricordato nelle precedenti puntate, sono le antichechiese parrocchiali di S. Lorenzo a Ricciano, S. Luca aBorgacciano, S. Maria della Neve a Fonaco, S. Pietro a Ripolie S. Giovanni Battista a Tarsignano, e sostituite con le attualichiese edificate sullo stesso luogo o nei pressi. Attualmenteil Vicariato di Monterchi, unito recentemente a quello d’An-ghiari, è costituito da quattro parrocchie, nel cui ambito terri-toriale esistevano un tempo oltre le attuali chiese ancoraofficiate, almeno altre 20 che suddivideremo secondo il terri-torio di appartenenza, illustrandole brevemente con notizietrovate nell’Archivio Vescovile di Sansepolcro (A.V.S.) e conquelle riportate nelle pubblicazioni di storia locale di don BrunoGiorni e di don Ercole Agnoletti.

Chiese scomparse nel paese e nella parrocchia di Monterchi:

1. Chiesa di S. Cristoforo al Cassero , situata all’internodella Rocca di Monterchi, ricordata già nel 1230 e nel Decimariodel 1349, in cui era tassata per lib. XXIII.2. Chiesa di S. Marco all’Ospedale, erroneamente dettaanche al “Cassero”, come afferma il Muzi nell’elenco delleantiche chiese soggette a S. Antimo.3. Oratorio del Corpo di Cristo, ubicato nell’attualecripta della Chiesa Arcipretale di S. Simeone, che fino al 1533comunicava direttamente con quest’ultima.4. Chiesa di S. Antonio di Padova o della Presentazione.Fu eretta nel 1648, per iniziativa della Congrega dei Preti.Sorgeva al centro dell’attuale piazza Umberto I, dove nel 1922fu costruita l’attuale canonica, in seguito al suo completoabbattimento dopo il terremoto del 1917. Vi erano cinque altari:il maggiore aveva come icona una bella tavola di scuolavasariana raffigurante la Presentazione della Vergine al Tem-pio, conservata tuttora nella cappella del Battisteronell’Arcipretura. Sugli altri altari si veneravano la statua ligneadi S. Antonio di Padova, ancora presente in sagrestia, e la teladi S. Margherita da Cortona, esposta ancora in S. Simeone;mentre sono andate perdute purtroppo la tela raffigurante S.Filippo Neri e la tavola della Madonna del Suffragio.5. Chiesa di S . Maria del Borghetto (oggi via XX settem-bre). Sorgeva accanto all’attuale storico edificio di proprietàdella benemerita Confraternita di Misericordia, presente aMonterchi fin dal 1530, col nome di Fraternità di S. Maria;soppressa nel 1785, il pio sodalizio fu ricostituito il 22 agostodel 1856 con l’attuale nome. Era una bella chiesa, con tre altari,esisteva già nel 1583 e sulla parete dell’altar maggiore vi eradipinta la “miracolosa” Immagine della Madonna della Mise-ricordia, molto venerata fino al 1917. In seguito ai danni e allelesioni del terremoto, l’affresco mariano fu staccato ed il sacroedificio fu purtroppo abbattuto. Attualmente il bellissimoaffresco è custodito in S. Simeone, in attesa che la Soprinten-denza provveda a spesa proprie al costoso e delicato restauro.6. Chiesa di S . Antonio Abate al Mercatale. Appartene-va all’omonima compagnia, che nel 1571 ne fece dono, insiemecon la casa di abitazione e l’orto contigui, ai frati minori

conventuali della provincia di S. Francesco. In questo sacroedificio vi erano molti affreschi: la Vergine, Gesù morto, S.Antonio di Padova, S. Chiara, S. Francesco, S. Carlo, unCrocifisso, S. Antonio Abate e altri santi… Nel 1652 furonosoppressi chiesa e convento, che passarono in proprietà allamonache di S. Benedetto. Verso la fine del XVIII° secolo,questa chiesa, ormai fatiscente, chiusa al culto, rovinò ed ilpiccolo convento, venduto, fu trasformato in civile abitazionetuttora esistente.7. Chiesa di S. Rocco a Mercatale. Era situata nell’attualepiazza, tra la strada per Città di Castello e il torrente Cerfone,presso l’attuale cabina elettrica. Esisteva già nel 1583 edapparteneva all’omonima compagnia. Il sacro edificio eradotato di un unico altare sulla cui parete era dipinta la Verginecon il Figlio in braccio e con ai lati i Santi Rocco e Sebastiano.Nel 1630, “quando – come scrive il Nomi – l’universal conta-gio afflisse nella maggior parte l’Italia” questa chiesa equesto luogo furono utilizzati per la cura degli ammalati dipeste, con la costruzione accanto di un lazzaretto e di unpiccolo camposanto.8. Chiesa di S. Donato a Cerecchio. Esisteva già nel 1230e nel 1277 risultava dedicata al patrono aretino S. Donato di“Coricchio”. La ritroviamo nel Decimario del 1349 e poi nel 1525fu visitata dal vescovo biturgense Leonardo Tornabuoni. Nel1568 era di patronato dei capitani di Parte guelfa di Firenze edil suo rettore ricavava dal beneficio 20 staia di grano e vicelebrava annualmente la festa il 7 agosto. Nella visita del 1651era rettore don Giovanni Livio Orlandini. Sull’altare c’era unatavola dipinta con l’immagine della Madonna col Bambino inbraccio, fiancheggiata dai Santi Bartolomeo e Antonio. Nonaveva né campanile né campane. Nella visita del 1670 essarisultava molto rovinata e fu abbandonata verso la fine delsecolo XVIII°.9. Chiesa di S. Apollinare a Ciano, presso Petretole. Ènominata per la prima volta nel 1231, tra le chiese della pievedi S. Antimo. Nel 1593 vi era rettore don Ercole Monanni, chevi celebrava la festa del titolare, percependo 14 staia di grano.Nel 1639, il rettore era don Giovan-Battista Poltri, chierico diBibbiena. Nel 1651, sull’altare vi era l’immagine del NostroSalvatore, con i Santi Apollinare e Sebastiano dipinti sullaparete, ancora ne era rettore don Poltri, che aveva affittato ibeni della chiesa a don Sallustio Monanni per 14 scudiall’anno.

Chiese scomparse nel territorio della parrocchia di S. Biagioa Pocaia:

Tralasciando l’Oratorio privato di S. Carlo al Giardino,perché tuttora esistente e di proprietà degli eredi del conteCarleschi, passiamo a descrivere la:10. Chiesa di S. Lucia a Pantaneto, località tra la valle dellaCentena e quella della Sovara, all’inizio della strada per Citerna.Qui nel secolo XI i conti di Galbino vi fondarono un castellosimile a quello di Sorci. Quest’antichissima chiesa è ricordatanelle visite del 1231-1277 e 1525. Nel secolo XII a Pantaneto sisvolgeva un mercato per scambiare merci e ritrovarsi persocializzare. Era un luogo di confine e di dogana tra il dominofiorentino e lo Stato pontificio. Questa chiesa apparteneva aicapitani di Parte della città di Firenze e le fu annessa anche

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...le nostre chiesequella di S. Luca presso il castello di Montacutello. Nella visitaapostolica del 1583 l’edificio era in buono stato, con il suoaltare e i sacri arredi: aveva un reddito di 24 scudi. Il rettore, donBiagio di Pocaia, ne riceveva 16 per la celebrazione di unamessa al mese. Nel 1623 risulta con il tetto in gran parte cadutoe le mura senza intonaco, ma viene restaurata in occasione dellasuccessiva visita del 1635, essendone rettore don Ugo Caciotti,fiorentino. Sull’altare, nel 1639, vi era l’immagine di S. Lucia. Nel1651 vi era rettore don Ferdinando Minianelli, con un redditodi 36 scudi. Il beneficio di questa chiesa fu aggregato allaMensa Vescovile di Sansepolcro dal Vescovo Aldobrandininel 1762 e poi successivamente chiusa al culto. La popolazionedi Pantaneto fu annessa alla chiesa priorale di S. Biagio a Pocaia

Chiese scomparse nel territorio della parrocchia di Le Ville

11. Chiesa di S. Luca a Montagutello, situata pressol’omonimo castello, era senza cura d’anime, infatti gli abitantidi questo castello venivano assistiti dal parroco di S. Maria aScandolaia, distante un tiro di archibugio. Di origine moltoantica, Montagutello e i suoi abitanti, già dei Tarlati, si sotto-misero insieme a Monterchi ai Fiorentini dopo la battagliad’Anghiari del 1440. Montagutello era sede dell’omonimocomune, comprendente le parrocchie di Scandolaia e di LeVille, che furono incorporate in quello di Monterchi con ilmotu-proprio del Granduca Pietro Leopoldo, il 25 giugno 1776.La chiesa di S. Luca apparteneva alla Diocesi di Sansepolcro,ormai in rovina fu interdetta nel 1729 da mons. Baldovinetti.12. Chiesa di S. Maria Maddalena di Centena. Era unachiesa rurale, dedicata a S. Maria Maddalena, in localitàCentena Alta. Di essa non abbiamo documenti anteriori al 1568,quando fu trovata col tetto da riparare. Nella visita del 1593 viera rettore il canonico della cattedrale biturgense don GirolamoCungi, che vi celebrava la sola Festa titolare. Nel 1651, nellanicchia dell’altare c’era una statua della Santa in terracotta,vestita di lana multicolore. Sul campanile a vela c’era unacampana ed il rettore vi celebrava due messe al mese, riscuo-tendo dagli affitti 12 scudi e 7 lire. Il 3 marzo 1727 vi fu elettoun eremita. Il 2 settembre 1783 il piccolo beneficio fu unito aquello della chiesa parrocchiale di S. Apollinare alla Villa. Il 18aprile del 1788, la chiesa, che apparteneva alla famiglia Corsid’Anghiari, fu soppressa da mons. Costaguti.13. Chiesa di S . Maria Assunta della Villa Guadagni. Sitratta della cosiddetta “chiesina” di Le Ville, di proprietàprivata, venduta verso la fine dello scorso secolo ed il nuovoproprietario l’ha trasformata in “Casa del Fiore”

Chiese scomparse nel territorio della parrocchia diPadonchia:

14. Chiesa di S. Lucia a Casanova o a Tocci. Di originemedievale, elencata nel 1230 tra quelle di S. Antimo, nel 1593era chiesa parrocchiale, situata su di una collina boscosa allasinistra del Padonchia, tra le località il Ranco e Ca’ del Briga.A questa chiesa vennero annesse le chiese “semplici” di S.Michele Arcangelo a Pianezze, di S. Cristoforo a Col di Chio edi S. Martino a Lugnano e ne era rettore don Benedetto Parigi.La popolazione era formata da 13 famiglie, altre 25 animeabitavano a Col di Chio, dove il parroco si recava una volta almese, così pure a S. Martino e a Pianezze, dove c’erano altrifedeli. Dai terreni del beneficio, il rettore raccoglieva grano,biade e uva, per un valore di 20 scudi. Il 20 febbraio del 1780fu soppressa questa parrocchia e la sua popolazione e il suobeneficio furono annessi a quella di Ripoli. Fu costituita inseguito la parrocchia di Pianezze a cui furono annesse le chiesedi Col di Chio e di S. Martino. Questa chiesa abbandonata,rovinò verso la fine del XVIII secolo e nel luogo dove sorgeva

affiorano ancora le fondamenta e i ruderi nascosti dalla vege-tazione boschiva.15. Chiesa di S . Cristoforo a Col di Chio. Anche questaè di origine medievale. Sull’altare c’era dipinta l’immagine dellaMadonna. Vi si celebrava una volta al mese e poi sempre piùraramente, fino a che nel 1788 la piccola chiesa fu trasformatain stanza mortuaria e il 6 novembre 1795 fu profanata, cioèdestinata ad uso civile.16. Chiesa di S . Biagio a Buta. Anche questa esisteva giànel 1230. Nel 1277 e nel Decimario papale del 1349 è detta diBuita. Nel 1568 era quasi diroccata e ridotta ad abitazionecivile, sebbene vi fosse rettore don Orlando Orlandini, che negodeva del beneficio di 12 staia di grano. Nel 1593 fu rasa alsuolo e il suo rettore era quello della chiesa di S. Apollinare aCiano, in cui furono trasferiti il titolo e l’immagine di S. Biagiodi Buta. Tuttora esiste in quella località un rustico, compratoda stranieri, indicato dalla popolazione come ciò che restadell’antica chiesa.17. Chiesa di S. Mattia al Foscio. Fu edificata il 20 ottobredel 1682 e don Niccolò Giorgeschi, con testamento del 9 luglio1620 aveva lasciato molti legati e beni alla serva e parenti perprovvedere alla sua costruzione e manutenzione. Era digiuspatronato della famiglia Ugolinelli di Padonchia. Nel 1726ne era cappellano don Simone Ugolinelli, con l’obbligo diquattro messe la settimana. Poi questo oratorio passò inproprietà della famiglia Vignini e alla fine del secolo XIX fuchiusa al culto. La sua piccola campana fu installata sulcampanile di Padonchia. Esiste tuttora al Foscio la superficieabbandonata dove sorgeva questo sacro edificio.18. Chiesa di S. Carlo all’Omarino. Mons. Bussotti, indata 4 luglio 1654, concesse a Carlo di Martino Massi la licenzaper la costruzione di una cappella all’Omarino in parrocchia diS. Angelo a Padonchia, sotto il titolo di S. Carlo Borromeo. Il14 giugno del 1842 quest’oratorio fu visitato dal Convisitatoredi mons. Tommasi, che si fermò a visitare la chiesa parrocchialedi Padonchia, inviandolo a quelle dell’Omarino e di Vicchio. Futrovato in stato miserando nel tetto, nelle muraglie e nelpavimento. Era di proprietà della signora Massi nei Vincenti diCittà di Castello. Vi era l’obbligo di una messa al mese.19. Chiesa di S. Andrea a Vicchio. Era una chiesa semplice,citata nelle visite del 1231 e in quella del 1277. Poi non sappiamopiù nulla fino alla visita apostolica del 1583, quando la chiesaera già in cattivo stato. Il visitatore mons. Peruzzi diede l’ordinedi riparare l’edificio in tutte e singole le sue parti. Era rettore donFrancesco di Goro Baldeschi che ne percepiva un reddito di 20staia di grano con l’onere della sola festa del Patrono dacelebrarsi con 8 o 10 S. Messe. Questa chiesa è durata sinoverso la fine del XIX° secolo. Chi scrive ricorda che il signorMassi Gonippo di Vicchio, morto nel 1976 ultranovantenne, gliraccontò che da ragazzo vi aveva servito la Messa. Sonoscomparse attualmente anche le fondamenta.20. Chiesa di S. Agata a Vicchio. È indicata nell’elencodelle chiese di S. Antimo fin dal 1499. Chiesa antichissima, erasituata sulla cima del monte omonimo, che si erge tra le valli delCerfone e quella del Padonchia. Era annessa alla Pieve di S.Simeone a Monterchi e vi si celebrava la sola festa titolare. Nel1583 il tetto era in buone condizioni, ma non così le pareti e ilpavimento. L’altare posto sotto una volta era completamentespoglio, senza l’icona e la porta d’ingresso malridotta. Ilvisitatore ne ordinò il restauro e l’acquisto dei sacri arredi.L’ultima visita è del 1670 e la chiesa fu trovata in rovina.21. Chiesa di S . Martino a Lugnano. Antichissima chiesadi origine medievale longobarda, ubicata in un luogo isolatoe boscoso, presso la località Murcia. Ma di questa, riscopertarecentemente, abbiamo già parlato in un precedente articolo.È di notevole interesse archeologico ed anche oggetto di unatesi di laurea.

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A Tommasodi Lela Lega

Angelo bello dagli occhi blu,Sei troppo presto volato lassù.Gente malvagia priva di cuore,Ti ha tagliato nel crescere, o piccolo fiore.

Mani crudeli senza pietà,Ti hanno strappato da mamma e papà,Dai tuoi giocattoli e dai fratelliniChe con il cuore ti saran sempre vicini.

Ora fra gli angeli gioisci lassùE mentre sorridi ti culla Gesù.

7 aprile 2006

La brutta morteancora fugge e mordee della cara Nadaraffredda le sue spoglie

Sorella mortechiamava lei Francescoma io di leidirei un altro verso

Verso di leilontano milioni d’annitanto questa sfingeporta dolori e danni

Il suo brutto ghignoche sempre è fatalein qualche elencosicuro va a cercare

Senti una vocemalefica e fataledalle sue grinfienessuno può scappare

Il suo verdettosempre senza appellocon le sue leggia forma di ombrello

Colpisce i vecchigiovani e poppantie le sue vittimesono così tanti

La brutta notiziadella nostra Nadache difendevala vita con la spada

Con mia madrefu una cara amicafino a quel giornoche mia madre partiva

Erano due donnevecchie concittadinee si trovavanospesso lì vicine

Alla cara Nadadi Armando Zanchi

Le nostre famiglielegate da affettocome noi figlinel nostro vecchio ghetto

Stringo le maniai figli Athos e Marioqui con la finedi questo calvario

La loro madreche vita loro à donatoora il suo Guidodi nuovo à incontrato

Ora si ritroverannonel lembo celestesenza più doloriche in terra ci investe:

Camminata sulla ferroviadi Mario Del Pia

Sabato 10 giugno, nel pomeriggio, prenderà l’avvio una camminata particolare.Ripercorreremo infatti l’antico tracciato della Ferrovia dell’Appennino che finoalla seconda guerra mondiale univa la città di Arezzo con Fossato di Vicoattraversando la Valtiberina e la valle di Gubbio.

Dopo il ritrovo presso il Museo del Marzocco, dove è allestita la mostra sullaferrovia in questione e che verrà visitata, i partecipanti si porteranno alla exStazione di Anghiari da dove avverrà la partenza ufficiale. D’obbligo il passag-gio dall’Intoppo dove esisteva ed esiste la sorgente che alimentava il depositodell’acqua per le locomotive che facevano rifornimento ad Anghiari.

Sin parte in direzione di Volterena e Valdegatti e si arriva al casello del Sasso.Qui potremo prendere visione del luogo dove esisteva il castello e la chiesa diPantaneto. Se i tempi lo permetteranno verrà raggiunta la Stazione di Citerna. Dalcasello del Sasso ci si dirige al castello di Sorci per reimmetterci di nuovo sullasede della ferrovia nella valle di Volterena.

L’arrivo è previsto presso il ristorante “La Stazione” dei fratelli Mondani e quisi concluderà la giornata.

Per informazioni: Museo del Marzocco e Associazione Pro Loco Anghiari.

Convegnoa Lippiano

Sabato 13 maggio, presso il castellodi Lippiano si è svolto il Convegno sulleprospettive ambientali della nostra vallecon particolare riguardo alla zona diMonterchi.

Tutti gli intervenuti hanno ricono-sciuto la straordinaria conservazionedei nostri territori e della necessità disalvaguardarli quanto più è possibile.

Numerose le autorità che hanno ade-rito alla iniziativa promossa dai Comitatiper la difesa del territoriopierfrancescano.

I formoniLa vignetta di Scacciapensieri di pagina 23 mi ha fatto tornare

alla mente i formoni di antica memoria.I formoni non sono altro che delle grosse trincee dove veniva-

no piantate le viti che, in quei tempi ormai lontani, venivanocollocate lungo il margine dei campi. Le viti in questione erano“maritate” o sorrette dagli oppi (l’acero campestre) che da noi eral’elemento di supporto per tale pianta.

Ma veniamo ai formoni. Oggi per piantare un albero si prendeil trattore che con una grossa trivella, un grosso succhiello, fa unbuco in terra e lì si mette a dimora la piantina. Ma una volta, inparticolare durante l’inverno, si procedeva a scavare questatrincea che era larga e profonda almeno un metro. Tutto fatto apiccone e “batile”. Si metteva il concime nel fondo, a volte sifaceva un drenaggio, e poi si ricollocava la terra scegliendoquella più “buona” e in apposite piccole buche si mettevano leviti o gli alberi da frutto o le giovani piantine di oppio. Abbiamodetto il tutto in poche righe ma quel lavoro richiedeva tempo e,soprattutto, molta fatica!

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LA PAGINA DELLA CARITASa cura di Laura Taddei

L’inferno era al completo ormai, e fuori della porta una lunga filadi persone attendeva ancora di entrare. Il diavolo fu costrettoa bloccare all’ingresso tutti i nuovi aspiranti.«È rimasto un solo posto libero, e logicamente deve toccare alpiù grosso dei peccatori», proclamò. «C’è almeno qualchepluriomicida tra voi?»Per trovare il peggiore di tutti, il diavolo cominciò ad esamina-re i peccatori in coda. Dopo un po’ ne vide uno di cui non si eraaccorto prima.«Che cosa hai fatto tu?», gli chiese.«Niente. Io non ho fatto nulla di male nella mia vita! Io sono unuomo buono e sono qui solo per un equivoco.»«Hai fatto certamente qualcosa», ghignò il diavolo, «tutti fannoqualcosa!»«Ah, lo so bene», disse l’uomo convinto, «ma io mi sono

Una parola di luceSe cominci ad amare, Dio comincia ad abitare nella tua anima. (S. Agostino)

“ Ad un mondo migliore si contribuisce soltanto facendo il bene adesso ed in prima persona, con passione e ovunque ce ne siala possibilità.Il programma del cristiano - il programma del buon Samaritano, il programma di Gesù - è “ un cuore che vede ”. Questo cuore vededove c’è bisogno di amore e agisce in modo conseguente. Ovviamente alla spontaneità del singolo deve aggiungersi, quandol’attività caritativa è assunta dalla Chiesa come iniziativa comunitaria, anche la programmazione, la previdenza, la collaborazionecon altre istituzioni simili.”

Dall’ Enciclica “Deus Caritas est” di (Benedetto XVI)La carità come compito della Chiesa

Una storia per pensare

Un cuore che vede, un cuore che prega, un cuore che fasempre tenuto alla larga. Ho visto come gli uomini perseguita-vano altri uomini, ma non ho partecipato a quella folle caccia:Lasciano morire di fame i bambini e li vendono come schiavi;hanno emarginato i deboli come spazzatura. Non fanno cheescogitare perfidie e imbrogli per ingannarsi a vicenda. Io soloho resistito alla tentazione e non ho mai fatto niente di male!Mai!»«Assolutamente niente?», chiese il diavolo incredulo.«Sei sicuro di aver visto tutto il male fatto nel mondo?»«Con i miei occhi.»«E non hai fatto niente?....non hai neppure pianto?», ripeté ildiavolo.«No!»Il diavolo ridacchiò: «Entra, amico mio. Il posto è tuo!»Chi ha orecchi per intendere intenda...

L’amore del prossimo radicato nell’amore di Dio è anzituttoun compito per ogni singolo fedele, ma è anche un compito perl’intera comunità ecclesiale, e questo a tutti i livelli: dallacomunità locale alla Chiesa particolare fino alla Chiesa univer-sale nella sua globalità. Anche la Chiesa in quanto comunitàdeve praticare l’amore. Conseguenza di ciò è che l’amore habisogno anche di organizzazione quale presupposto per unservizio comunitario ordinato.

L’intima natura della Chiesa si esprime in un triplice compi-to: annuncio della Parola di Dio (kerygma-martyria), celebrazio-ne dei Sacramenti (leturgia), servizio della carità (diakonia).Sono compiti che si presuppongono a vicenda e non possonoessere separati l’uno dall’altro. La carità non è per la Chiesa unaspecie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anchelasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressioneirrinunciabile della sua stessa essenza.

L’amore - caritas - sarà sempre necessario, anche nellasocietà più giusta. Non c’è nessun ordinamento statale giustoche possa rendere superfluo il servizio dell’amore. Chi vuolesbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo inquanto uomo.

Ci sarà sempre sofferenza che necessita di consolazione edi aiuto. Sempre ci sarà solitudine. Sempre ci saranno anchesituazione di necessità materiale nelle quali è indispensabile unaiuto nella linea di un concreto amore per il prossimo. Lo Stato

che vuole provvedere a tutto, che assorbe tutto in sé, diventain definitiva un’istanza burocratica che non può assicurarel’essenziale di cui l’uomo sofferente - ogni uomo- ha bisogno:l’amorevole dedizione personale.

Secondo il modello offerto dalla parabola del buonSamaritano, la carità cristiana è dapprima semplicemente larisposta a ciò che, in una determinata situazione, costituiscela necessità immediata: gli affamati devono essere saziati, inudi vestiti, i malati curati in vista della guarigione, i carcerativisitati, ecc.

Le Organizzazioni caritative della Chiesa, a cominciare daquelle della Caritas (diocesana, nazionale, internazionale),devono fare il possibile, affinché siano disponibili i relativimezzi e soprattutto gli uomini e le donne che assumono talicompiti.

La competenza professionale è una prima fondamentalenecessità, ma da sola non basta. Si tratta, infatti, di esseri umani,e gli esseri umani necessitano sempre di qualcosa in più di unacura solo tecnicamente corretta. Hanno bisogno di umanità:Hanno bisogno dell’attenzione del cuore.

Quanti operano nelle Istituzioni caritative della Chiesadevono distinguersi per il fatto che non si limitano ad eseguirein modo abile la cosa conveniente al momento, ma si dedicanoall’altro con le attenzioni suggerite dal cuore, in modo chequesti sperimenti la loro ricchezza di umanità.

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CAMPEGGI ESTIVICampeggio per ragazzi delle Mediea Badia Prataglia (in Casentino) dal 27 giugno al 1° luglio.Sistemazione in albergo, ma sono necessarie lenzuola o saccoa pelo.Portare inoltre quaderno per appunti, scarponcini e borracciaper le camminate, tenuta per la giornata sportiva, pila per ilgiocone notturno, costume, cuffia e telo per la piscina e unamaglia in più perché la sera fa freddo.

Vacanza per le Superioria Arabba nelle Dolomiti dall'8 luglio al 15 luglio.Indispensabile abbigliamento per camminata in montagna(scarponi, felpa, giaccavento, k-way, crema solare, cappello,occhiali da sole, borraccia). Portare inoltre occorrente per lagiornata sportiva.Ricordarsi: libro delle ore, libro dei canti, quaderno per appunti.

Info e iscrizioni Campeggi: in Parrocchia da don Marco,Aliana, Donatella, Laura (Giuliattini) o Alessandro, portandoil volantino firmato dai genitori e la caparra di 50 Euro.

Tel. 0575.788041 - 3391084784 (Alessandro)Email: [email protected]

GRESTSi ripropone anche quest’anno la meravigliosa esperienza delGREST!Il Grest (letteralmente è l’abbreviazione di GRuppo ESTivo), èla possibilità di passare l’intera giornata, oppure, a secondadell’organizzazione, una parte, assieme agli amici della Parroc-chia, aiutati dai ragazzi più grandi e dagli adulti, a vivere inmaniera più piena ed esaltante l’avventura delle fede.Il Grest, lo ricordiamo, è essenzialmente rivolto ai bambini delleelementari e ai ragazzi delle medie.PERIODI: in questi giorni si stanno riunendo gli adulti e igenitori per decidere quali saranno i periodi in cui ci sarà ilGrest. Tutte le comunicazioni, i giorni e gli orari, sarannocomunicati con i manifesti appesi alle chiese e i volantini chesaranno messi in giro.INIZIATIVE: tutto quello che serve per stare insieme e diver-tirci! Dai mitici “gioconi” alle sfide sportive, alle camminate, levisite a luoghi storici e interessanti, e poi gli incontri e lapreghiera. Tutto è necessario per crescere nell’incontro conDio.ISCRIZIONI: si chiede di potersi iscrivere al Grest alcunigiorni prima, per dare la possibilità di organizzare con tranquil-lità gli spostamenti, i pasti e i luoghi del Grest.Comunque si accoglie sempre tutti quelli che vorranno parte-cipare, anche all’ultimo minuto!LA QUOTA: la piccola quota d’iscrizione che si chiede serveper autofinanziare il Grest: dai pranzi, al materiale per le attività,e le varie spese che servono per mantenere i mezzi e leattrezzature della Parrocchia.Nessuno di quelli che organizza il Grest è pagato! Ma tutti ciaffidiamo alla disponibilità degli uomini e delle persone dibuona volontà.LE FOTO: con le centinaia di foto dell’anno scorso abbiamorealizzato un CD che è andato a ruba. Pensiamo di farlo anchequest’anno! Inoltre con le foto dell’estate abbiamo ancherealizzato il calendario dell’oratorio... con l’aiuto di tutti lopotremmo realizzare anche il prossimo anno, magari a colori!

Dopo le bellissime esperienze degli anni scorsi, anche quest’anno la Parrocchia propone un’estate ricca di iniziative eappuntamenti da vivere con bambini, ragazzi e giovani.Le iniziative dell’ “Estate Ragazzi” non sono riempitivi del tempo libero, ma l’occasione giusta per fare esperienza di Cristo nellavita. Sarebbero infatti effimere quelle esperienze che terminano con l’estate stessa… Quello che cerchiamo è di rendere nuovol’avvenimento sempre presente dell’incontro con Cristo.

Un momento scherzoso per gli animatori del GREST 2005.

Il sito internet della Parrocchia contiene tutte le foto dell’estate dell’anno scorso: visitatelo!www.parrocchiadianghiari.it

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

I nuovi iscrittiLa famiglia dei confratelli e delle consorelle della Confraternita di Misericordia di Anghiari è ancora cresciuta. Diamo il benvenuto a: Agolini Antonio, Alessandrini Nilo, Alessandrini Varo, Bacci Mario, Bonucci Pietro, Bruttini Pietro,Casacci Alessandro, Cesari Serena, Checcaglini Anna, D’Aluisi Domenico, Del Pia Giuseppe, Donati Massimo, GhignoniGiuseppa, Giuliattini Laura, Lazzerelli Domenica, Locci Patrizia, Lorent David, Marghi Ivo, Natalizi Chiara, Natalizi Elisa,Pernici Alberto, Poggini Paola, Polendoni Enzo, Romolini Emola, Rosadi Giampiero, Salvadori Paola, Tavernelli Francesco.

A tutti loro il più sincero ringraziamento ed un fraterno abbraccio.

È arrivato un contributo di 45.000 euroLa Misericordia di Anghiari ringrazia la Fon-dazione “Marco Gennaioli”

La Confraternita di Misericordia di Anghiari ha ricevuto nei giorni scorsi una letteranella quale la Fondazione “Marco Gennaioli”, presieduta dalla signora Carla MasettiGennaioli, comunica la donazione di un contributo di 45.000 euro per l’acquisto di unanuova ambulanza.

Grandissima è stata la sorpresa e la soddisfazione del Governatore, del Magistrato e ditutti i volontari attivi, per la donazione particolarmente gradita ed inaspettata.

Il fondamentale contributo permetterà alla Confraternita di dotarsi di una nuova ambu-lanza, in sostituzione di un mezzo ormai obsoleto.

La Misericordia vuole rendere partecipe di questa sorpresa e soddisfazione i propri socie tutta la cittadinanza anghiarese, ringraziando pubblicamente la signora Masetti Gennaioliper aver individuato nella Confraternita il destinatario di una iniziativa benefica e conside-revole nella sua entità.

La Misericordia coglie l’occasione per ricordare la natura e le finalità della Fondazione“Marco Gennaioli”, che è stata costituita nel 2004 dalla signora Masetti Gennaioli, conl’intento di perpetuare la memoria del figlio, prematuramente scomparso all’età di 23 anni.

Lo scopo della Fondazione è quello di ideare, patrocinare e realizzare iniziative rivolte alsostegno di giovani in età adolescenziale e post-adolescenziale in condizioni disagiate, sottoil profilo fisico, psichico, economico, sociale o familiare, e di curare a tal fine l’organizzazionedi attività educative, ideare e realizzare progetti di studio e di ricerca, svolgere e favorireattività, anche di orientamento sportivo, che favoriscano l’aggregazione e la socializzazione.

La Fondazione, che ha come legale rappresentante la signora Masetti Gennaioli, puòoperare sull’intero ambito nazionale ed è stata costituita, senza finalità di lucro, per l’esclusivoperseguimento di obiettivi di solidarietà sociale.

Nella costituzione della Onlus, che si deve essenzialmente alla generosità e alla lungimi-ranza della signora Masetti Gennaioli, la Fondatrice ha trovato una pronta adesione e totalefavore da parte degli organi amministrativi della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo.

La Fondazione ha ricevuto dalla signora Masetti Gennaioli il complesso immobiliare diVilla Gennaioli ad Anghiari ed ha concesso alla Banca di usufruire di una parte degli immobili,consentendo di soddisfare una necessità particolarmente sentita, quella di dotare l’istitutodi credito di una sede prestigiosa e adeguata alle dimensioni e allo sviluppo che lo stessoha assunto. Al tempo stesso la Fondazione disporrà delle risorse necessarie per raggiungerei propri scopi istituzionali.

La donazione del contributo in favore della Confraternita di Misericordia di Anghiari perl’acquisto della nuova ambulanza si iscrive dunque nella serie di attività promosse dallaFondazione e costituisce un gesto di alto valore morale ed umanitario compiuto dalla signoraMasetti Gennaioli in favore della comunità anghiarese e dell’intera Valtiberina.

Non sarà questo l’ultimo intervento. La signora si propone infatti di individuare erealizzare nel tempo, mediante la Fondazione, nuove iniziative con finalità educative eformative in favore dei giovani, con particolare attenzione alle categorie svantaggiate o incondizione di disagio.

Che Dio gliene renda merito!

Vi aggiorniamo sulle of-ferte pervenuteci alla datadel 30 aprile 2006

Baglioni Italo e Casi Giovanna 30Bartolomei Fernanda 20Bassinelli Ada 50Bergamini Giuseppe 40Bernardini Catia e Citernesi Claudio 1 0Bidossi Renato in memoria di BidossiOlinto ed Elide 100Busatti Mario 10Cangi Anna - i familiari alla memoria 90Cheli Stefano - Antonelli Silvana efigli alla memoria 10Draghi Flora - i familiari alla me-moria 200Fanciullini Rosalba 50Giorni Alfredina 50Gorini Danilo 100Magrini Lide - la famiglia Aquiloni alla memoria 145Martini Graziella 50Mencarini Laurina - i familiari allamemoria 65Mencaroni Pasqualino - i familiarialla memoria 500Mercatelli Nello 15Monini Paolo 20Mugelli Adamo - i familiari alla me-moria 160Mugelli Mario in memoria di MugelliAdamo 50Perugini Pietro - i familiari alla me-moria 140Ricci Remo e Vannucci Rosa 50Rosadi Giampiero 5Ruti Magda 20Soldini Commendator Gustavo 500Vellati Veniero - i familiari alla me-moria 500Villarecci Margherita 120

Un ringraziamento a tutti Voi.Che Dio ve ne renda merito!

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

“18 MARZO 1976”: è questa la data ufficiale di nascita delGruppo Donatori di Sangue “Fratres” di Anghiari, costituitosu iniziativa dell’allora Magistrato della locale Confraternitadi Misericordia, il cui Governa-tore Fedele Boncompagni pro-mosse una intensa opera disensibilizzazione, facendo reca-pitare ad ogni famiglia una lette-ra personale esplicativa delle fi-nalità di questa nuova associa-zione, all’insegna del motto “Unastilla del mio sangue, per unpalpito del tuo cuore”.

Non molti furono, in verità,quelli che risposero prontamen-te a tale importante invito: di-ciannove i primi donatori e settei soci collaboratori: le novità, sisa, pur belle e significative, cimettono del tempo per essere comprese ed apprezzate!!!. Pri-mo presidente del gruppo la Sig.ra Mara Calli, che mantennel’incarico fino al giugno dell’anno successivo. Ad essa su-bentrò il Sig.. Pozzoli Agostino, coadiuvato dal vice VellatiVeniero, che diresse l’associazione con impegno e dinami-smo per ben otto anni, facendole compiere un bel passo inavanti in termini di donatori attivi (139), soci sostenitori (149)e di media annuale delle donazioni di sangue (124).

Nel dicembre 1985 venne eletto dall’assemblea dei soci unnuovo Consiglio Direttivo che nei giorni successivi individuònella persona di Massimo Redenti il presidente: questi rimarràalla guida dell’associazione per dodici anni, insieme alla suavice Gamberonci Paola.

È questo il periodo durante il quale il gruppo riuscì aconseguire la piena maturità, grazie al proficuo lavoro non solodel suo presidente ma anche di un attivo e consolidato Con-siglio Direttivo, nonostante l’imperversare di grosseproblematiche nazionali che in quegli anni iniziarono a coinvol-gere, più o meno direttamente, il mondo della trasfusione (aids,primi casi di sangue infetto...)

I donatori raggiunsero (anno 1995) la ragguardevole cifradi 320, con 370 donazioni annuali, mentre i soci sostenitorisalirono a 254. Il Gruppo si fece promotore di tante altreiniziative che, finalizzate sempre alla promozione nel paesedella donazione del sangue, coinvolsero il mondo della scuola(concorsi riservati a tutti gli studenti del paese, pubblicazionedel volume “Annali della terra di Anghiari” di LorenzoTaglieschi), quello dello sport (sponsorizzazioni di numerosesocietà) e quello turistico ricreativo (gite sociali).

L’attuale presidente, Pietro Ganganelli, assume la guida delGruppo nel gennaio 1998, con la stretta collaborazione dellavice presidente Franca Madiai e di un Consiglio Direttivosempre più giovane e motivato. Con impegno e continuitàvengono confermate le linee guida già seguite dai predeces-

1976-2006: TRENT’ANNI DI SOLIDARIETÀ… verso tutti!

sori, puntando tutto sul consolidamento ulteriore del gruppo,attraverso una sistematica azione di sensibilizzazione dellapopolazione anghiarese verso i valori morali e civili della

donazione del sangue.Si riallacciano i legami con il

mondo della scuola (3a e 4a edi-zione del Concorso per tutti glistudenti del paese), si riprendead organizzare, con crescentesuccesso, viaggi turistici nellepiù svariate località della peni-sola (Venezia, Acquario di Ge-nova, Isola d’Elba, Cinque Ter-re, Tarquinia, Tuscania, Lago diBolsena, Grotte di Postumia,Puglia, Valle d’Aosta). Vieneproposta per la prima volta la“Festa Estiva del donatore” che,giunta alla ottava edizione, co-

stituisce ormai, insieme all’annuale “Giornata del Donatore”,un appuntamento importante e tanto atteso non solo dagliiscritti ma anche dal resto del paese. Dal 2001 viene infineripresa anche la tradizione dell’annuale “VeglioneCarnevalesco del Donatore”, nella storica dimora di Baldaccio,il Castello di Sorci.

È sicuramente grazie anche a tutto ciò che il gruppo siconsolida ulteriormente passando di successo in successo: dauna media di 350/400 donazioni degli ultimi anni ’90 si passagradualmente a quella significativa di 500/550 degli anni 2003/2004, fino a sfiorare nel 2005 l’impensabile soglia delle 600,grazie all’arrivo di numerosi giovani donatori.

Alla vigilia dei festeggiamenti per il trentesimo di fondazio-ne, l’associazione si presenta quindi in ottima salute e prontaa rispondere positivamente alle sempre più crescenti esigenzedel nostro sistema trasfusionale, forte di una schiera divolontari donatori di oltre quattrocento unità e di una organiz-zazione societaria resa ancora più efficiente dall’adozione dellemoderne tecnologie informatiche.

Parafrasando un noto slogan pubblicitario possiamo affer-mare che “ Il Sangue non si fabbrica ma… si dona ! ” Solo ilsenso civile e la generosità di tutti noi, quindi, potranno far sìche nei nostri ospedali non venga mai a mancare questaindispensabile risorsa.

Che i festeggiamenti per il 30° compleanno del Gruppocontribuiscano a rafforzare tra la nostra gente questaconvinzione!

Orteip ‘06

In questa pagina: Agosto 2005. I gitanti "fratres" ai Sassi diMatera.Nella pagina di destra: Anghiari, luglio 2001. Il convegno deiFratres in occasione del 25°.

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...dal Gruppo Fratres

Un altro "fratello" ci ha lasciati“Vedi Pietro, il guaio è che questa volta non ho più voglia

di lottare…” Fu questa la frase che l’amico Veniero sommes-samente mi pronunciò, in uno dei frequenti colloqui personali,dopo qualche tempo il riaffacciarsi dei ben noti sintomi di unaseria malattia che in passato aveva saputo e voluto superare,con quella caparbietà e voglia di vivere che da sempre loavevano contraddistinto. Conoscevo perfettamente la gravitàdel suo stato fisico, ma cercavo comunque, in quell’occasione,di fargli coraggio, ricordando insieme a lui le altre volte in cuiera riuscito a sconfiggere il male.

Avevo conosciuto Veniero, Beppone per gli amici, durantei primi anni della mia presidenza del Gruppo “Fratres”: loincontravo spesso nei locali della Misericordia, di cui era datanti anni (credo 35) un attivo volontario, come autista delleambulanze ed ogni tanto ci fermavamo a discutere. Mi colpi-vano ogni volta la profondità delle sue considerazioni masoprattutto l’attaccamento alle sorti della Misericordia, che lesue parole manifestavano. Erano i tempi in cui i volontari dellaConfraternita scarseggiavano e l’età media di quelli attivi erasempre più alta. Da lui seppi i suoi trascorsi nel Gruppo Fratres,fin dai primi anni della sua fondazione, ricoprendo ancheincarichi importanti. Faceva parte dello sparuto gruppo deiprimi donatori, in tempi in cui era ancora più impegnativosottoporsi ad un prelievo di sangue: bisognava alzarsi prestoe correre con i propri mezzi ad Arezzo, Perugia, Firenze persoddisfare i bisogni dei rispettivi ospedali. Ancora infatti nonesisteva il Centro Trasfusionale nell’ospedale di zona.

Un giorno lo invitai a rientrare nel Direttivo del Gruppo elui, ovviamente, accettò volentieri, ancora una volta, di metter-si al servizio degli altri. Curò per tanti anni i rapporti con ilTrasfusionale e non perdeva occasione per stimolare tutti noiad un impegno sempre più intenso e generoso.

Ero presente insieme a tanta altra gente alle esequie fune-bri: non solo familiari e parenti ma numerosissimi amici, atestimonianza dei tanti legami che una vita piena di attivismoed intraprendenza aveva intessuto in politica, nello sport e nelsociale. Ai lati dell’altare i labari del Gruppo Donatori di Sanguee quello della Misericordia che suggerivano al celebrante,durante l’omelia, la frase “Era un uomo che aveva fatto lascelta più importante: quella del servizio ai fratelli, congenerosità e nella più completa gratuità”.

Grazie Veniero per tutto quello che ci hai regalato, perl’importante tuo contributo alla promozione e diffusione delladonazione del sangue nel nostro paese. Grazie infine per lacospicua offerta che tramite i tuoi familiari ci hai fatto giungere,come ulteriore contributo alla nostra causa comune.

Il presidente

Al momento di andare in stampa, ancora un altro lutto per la nostra associazione: improvvisa-mente ha lasciato questo mondo la signora MARA CALLI, cofondatrice e primo presidente delGruppo Fratres. Ai familiari le più affettuose condoglianze!

FESTEGGIAMENTIPER IL 30° COMPLEANNO

2 , 3 , 4 G I U G N O 2 0 0 6

Patrocinio del Comune di Anghiari e della Comunità Montana.

VENERDÌ 2: ore 18: S. MESSA SOLENNE al Santuario delCarmine, alla presenza del Vescovo diocesano e delle autoritàcivili e militari.Ore 19: PREMIAZIONE dei donatori più attivi.Ore 19,30: CENA BUFFET per tutti, nel chiostro del santuario.Ore 21: CONCERTO DEL CORO POLIFONICO CITTÀ DITEMPIO (Sassari), diretto dal maestro G. Maria Pasella.

SABATO 3: Ore 17, sala della Misericordia; CONVEGNO:“LE CELLULE STAMINALI FONTE e SORGENTE DELLAVITA”; relatore prof. P. Luigi ROSSI FERRINI, specialistaematologo dell’Università degli studi di Firenze.Ore 21: CANTA TOUR 2006, in piazza Baldaccio.

DOMENICA 4: Ore 9,30: Arrivo in piazza Baldacciodell’AUTOEMOTECA del Consiglio Regionale “Fratres”,con personale medico a bordo (controllo gratuito diglicemia, colesterolo e pressione arteriosa, in collabora-zione con i volontari della Confraternita di Misericordiadi Anghiari). Ore 17: PASSEGGIATA ECOLOGICA INBICICLETTA, per grandi e bambini; percorso non impe-gnativo. All’arrivo in piazza, rinfresco per tutti i partecipantinel centro del paese. Ore 18.30: SPETTACOLO IN PIAZZABALDACCIO: musica, break dance, karaoke. Estrazionesottoscrizione interna a premi.

Il Consiglio Direttivo

RICORDATE: GITA PELLEGRINAGGIO A LOURDES

In collaborazione con la Parrocchia di S. Bartolomeo in Anghiari, con autobus G.T. Dal 24 al 29 luglio 2006.Ultimi posti disponibili

Informazioni in parrocchia o presso la Sig.ra Vesta Vellati.

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Cresima & C.Sembra ieri…. lo scorso ottobre, alla riunione per

l’organizzazione dell’anno catechistico, ci era statoassegnato il gruppo della cresima: un gruppo numero-so e…. fragoroso (!!!!!), con tutti i numeri per risve-gliarti dal torpore che dovesse eventualmente assalirtiil sabato dopo pranzo!!!

Invece sono passati sette mesi e oggi i nostriragazzi hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo!Tempo di bilanci dunque?... mah… i bilanci li mettiamonelle mani del Signore. Se stai per un po’ di tempo nellascuola o in parrocchia comprendi che la cosa piùgiusta da fare è seminare quel poco di cui sei capacesenza pretendere di vederne i frutti e fidarti che questiverranno senza che tu sia lì a guardarli compiaciuto.

Però qualche riflessione possiamo farla di sicuro.Non è stato un cammino sempre facile perché in essosi sono incontrate e… “scontrate” (!!!) le nostre ric-chezze e le nostre fragilità: tre catechiste con tantibuoni propositi e convinte della necessità di mirarealto, un gruppo di ragazzi ricco e vario, con tante, tante,tante potenzialità che non siamo sempre riuscite a farfruttare, e poi la nostra fatica, la stanchezza dei ragazzi dopouna settimana di scuola, un numero forse troppo alto da gestirein una volta sola e i nostri “predicozzi” che non abbiamo certorisparmiato ai ragazzi.

Eppure alla fine è nato qualcosa di bello: è nato un affettovero che non è solo la gioia di un saluto festoso scambiato perstrada. È qualcosa di più, è un tenere all’altro, un avere a cuoreil bene e la serenità dei nostri ragazzi. E questo crediamo chesia importante perché sperimentare la gioia dello stare insieme,del sentirsi nell’attenzione di qualcuno e di volere il benedell’altro è un modo di fare esperienza concreta e tangibile diquel Dio d’amore che dobbiamo testimoniare. Già! testimonia-re.

Cari ragazzi altro che bilanci, altro che bandiera a scacchidi fine gara: questo è il momento di dire: e ora si parte!!!!

La scommessa, il bello, e anche il difficile, viene adesso.È stato facile parlare dell’importanza di essere testimoni di

Cristo stando intorno ad un tavolo dell’oratorio. Più difficilesarà farlo quando vi offriranno uno spinello, quando vidiranno che per “arrivare” dovete essere spietati e vendicativi,quando vi vorranno convincere che per dimostrare di essereveri uomini e vere donne non potrete non abbandonarvi a certepiccanti trasgressioni. Allora sì che i discorsi fatti il sabatopomeriggio vi sembreranno improvvisamente difficilissimi,magari un po’….fuori dal mondo!

Ragazzi, cari ragazzi, il bello viene adesso, per voi e di sicuroanche per noi: siamo tutti in cammino, siamo tutti impegnati arendere sempre più fecondo il dono dello Spirito nella testimo-nianza e nell’impegno e probabilmente i vostri catechisti nonsono più avanti di voi . Non lo diciamo per falsa modestia,quanto piuttosto nella convinzione che crescendo l’età, lamaturità e la consapevolezza, aumentano anche le responsa-bilità e le sfide che siamo chiamati ad affrontare. La testimo-nianza è un impegno grande, a volte difficile, che come tuttele cose importanti della vita, ogni giorno deve essere rimessoin discussione, riscoperto e nutrito del nostro impegno.

E allora questa strada che dobbiamo percorrere, questoGran Premio che ci aspetta corriamolo non in competizione,ma tenendoci per mano. Ciascuno di noi sia dono per l’altro,per il proprio genitore, per il proprio figlio, per il proprio alunno,per il proprio catechista, ciascuno di noi sappia aiutare arialzarsi quelli che cadono, sappia far conoscere il volto del Dioche perdona, sappia far sentire all’altro un pizzico del profumodell’amore di Dio.

Anna, Catia, Norma

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Parrocchia di Anghiari

Gabriele BassaniPaolo BergaminiMatteo BiagioliValentina BigoniArianna BolgiSara ChiarentinCesare ChieliEleonora ColeschiValentina CorazziniAugusto Dalla RagioneMarco ForasiepiAntonio GaggiottiniNicola GirolimoniJallil GuadagniKarim GuadagniLorenzo LeonardiSara MassaMarta MercatiJessica MoniniMirco Mori

In alto la "foto ricordo" dei ragazzi cresimati (l'elenco nel riquadro) con il Vescovo nella chiesa della Badia dopo la Processione.Qui sopra alcuni dei ragazzi durante un momento di gioco a Montauto, in occasione del ritiro del 1° maggio, assieme alle loro catechiste.

Rachele PecoraiEmily PicciniGiulia PicciniNadir RadiKetty RossiDaniele RubiniNoemi UmaniGiulia VitellozziElena Zanchi

***Parrocchia di Micciano

Luca Del BarbaIlaria MariniClaudia Pagliaroli

***Parrocchia di San Leo

Francesco CappanelliLorenzo CestelliSimone Mazzoni

Hanno ricevuto il Sacramento della Cresima:

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Le Feste del SS. Crocifissodi Emmedipì

Alle ore 18,15 circa si levano a suonare le campane dellaPropositura, seguite dalla Campana della Badia: inizia la Pro-cessione del 3 maggio!

Dopo la solenne Celebrazione Eucaristica nella Propositura,in concomitanza con il Sacramento della Cresima, accompagna-ta da un caldo sole primaverile, si è svolto anche quest’annoquesto gesto così caro agli anghiaresi.

Veramente partecipata, quest’anno, con un gran numero dipersone. Molti, d’altronde, erano i cresimandi e, quindi, propor-zionale il numero dei fedeli presenti al rito.

La Misericordia, che festeggia la propria festa titolare, erapresente alla testa della Processione con l’antica Croce ligneaornata dal baldacchino in stoffa, le due lanterne e alcunimazzieri.

Da segnalare i ragazzi, alcuni della ricostituita Compagniadi S. Antonio in Anghiari, che sotto la guida e l’organizzazionedi Alessandro Casacci, hanno retto il baldacchino processionale.

Numerose anche le coperte e le bandiere appese per l’occa-sione. Alla Processione hanno partecipato rappresentanzedell’Amministrazione Comunale, della Polizia Municipale edell’Arma dei Carabinieri.

La Processione è quindi terminata alla chiesa della Badiadove il Vescovo ha impartito la Benedizione con la reliquia dellaCroce e ha consegnato ai novelli cresimati la loro pergamena.

Quindi una foto ricordo (vedi la pagina a sinistra) haconcluso l’evento.

Un cammino di gioiaSi sono messi in cammino tre anni fa guidati da don

Marco, don Jean, Fabio, due catechiste (Linda e Rosetta) etre aiuto-catechiste (Alessia, Ilaria e Sara).

Le famiglie li hanno accompagnati con amore e vigile at-tenzione, passo per passo.

Ora stanno per arrivare al loro primo incontro con GesùEucaristia e sono in gioiosa e trepida attesa.

Alla loro festa nella chiesa di Propositura, domenica 18giugno alle ore 11, invitano tutta la comunità parrocchiale.Vi aspettano con fiducia e contano sulle vostre preghiere.

Ve li presentiamo:

Manuel AcquistiChristian BaglioniNicola BindiRiccardo BoriosiBenedetta CamaianiCaterina ChieliLuca Del PiantaNicola DragonettiDaiana ErshaniGaia FontanaElia GalardiniMatteo GennariNicola GennariMaicol GrassoAnita MeozziRachele MondaniAnna MontecalvoDiego PanicucciSerena PerniciSabrina PicciniManuel RadiChiara Santoro

In festa per le Prime Comunioni di Alessandro Bivignani - Il prossimo 18 giugno, domenica, Solennità del SS. Corpo eSangue di Gesù, alcuni ragazzi della nostra Parrocchia riceveranno per la prima volta il Sacramento dell’Eucaristia.

Questo è il terzo anno di preparazione e di cammino che stanno percorrendo insieme alle loro catechiste Rosettae Linda.

I giovani che riceveranno la loro prima Comunione hanno festeggiato quest’anno anche un altro grande e non menoimportante Sacramento: quello della Confessione. Un anno importante, quindi, per loro!

A tutti i ragazzi di quarta elementare che si stanno preparando con la Rosetta e la Linda a ricevere per la prima voltaGesù nell’Eucaristia, la Parrocchia è vicina con la propria preghiera e la propria amicizia, e ugualmente è partecipealla gioia delle rispettive famiglie.

Dopo la S. Messa delle ore 11 ci sarà la Processione con il SS. Sacramento, che si concluderà alla chiesa della Croceper la Benedizione Eucaristica.

Come da tradizione i ragazzi si ritroveranno il 23 giugno, venerdì seguente alla loro prima comunione, per la loro“seconda comunione”. Quel venerdì è la festa del S. Cuore di Gesù e tradizionalmente i neo-comunicati si dannoappuntamento a quella festa per trovarsi di nuovo in chiesa.

L’invito per tutti i parrocchiani ad essere presenti e partecipi a questi appuntamenti!

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Dalle nostre Parrocchie

Il 27 maggio a San Loren-zo a Ricciano c'è stata la chiu-sura del mese mariano con lafesta della Compagnia del SS.Sacramento di Monterchi

Verrà celebrata la Messavespertina a cui farà seguitola processione. Seguirà unmomento di svago e diintrattenimento con tutti gliintervenuti.

Il 9 giugno, venerdì, fare-mo il ritiro dei fanciulli dellaPrima Confessione e dellaPrima Comunione. Riceveran-no la Prima Comunione do-menica 11 giugno alla Messaprincipale delle ore 11 nellachiesa arcipretale diMonterchi. Essi sono:

Nicola BambagiottiAndrea BanelliRiccardo BanelliFederico BigiEnrico CapacciVeronica Carboni,Daniele CasacciMatteo FranchiLorenzo GallettiDavide GiuntiniVeronica MontiniLorenzo RossiDonika Vata

Il nuovo Magistrato e la Fraternità di BetaniaLo scorso 12 marzo c’è stata l’elezione dei membri del Magistrato della Confraternita della Misericordia di Monterchi che ha

conseguito i seguenti risultati per cui il nuovo Magistrato è composto da Rossi Vincenzo, riconfermato Governatore; VagnoniMarco, riconfermato Vicegovernatore; Lacrimini Marco, Tesoriere; Cambi Federica, Segretaria; Baracchi Mario, Cardelli Aldo,Vagnoni Maria Luisa, Romani Simone Consiglieri; Puleri Benedetto, Ispettore dei servizi; Landini Andrea, Maestro dei piccolifratelli; Pecorai Renata, Capogrupppo delle Sorelle attive. Sono stati eletti Conservatori Ligi Angelo, Lozza Giovanni, RomanelliRomolo e Verdinelli Osvaldo. Il Correttore è don Quinto Giorgini, nominato nel 1993 da Monsignor D’Ascenzi.

In queste settimane si stanno effettuando i lavori di consolidamento e di rifacimento delle facciate dello storico palazzosede della Confraternita della Misericordia che il prossimo agosto celebrerà il 150° di rifondazione. Infatti questo pio sodalizioesiste dal 1530 però aveva il nome di Fraternità di Santa Maria, soppresso nel 1785 fu poi ricostituito, circa settant’anni dopo,il 22 agosto del 1856. Celebreremo questo 150° con solennità e sarà anche l’occasione per trovare delle offerte per poterpagare i lavori che si stanno facendo e che fortunatamente godono di un contributo per il terremoto anche se poi si sonodovuti realizzare ulteriori lavori.

* * *Il 1° maggio i fratelli e le sorelle della Fraternità di Betania hanno lasciato provvisoriamente Monterchi per ordine

del loro superiore Padre Pancrazio che li ha richiamati alla Casa generale a Terlizi in attesa che questo ex monasterobenedettino, donato alla diocesi dalle monache benedettine, venga consolidato, restaurato e adeguato alle esigenze dellaFraternità.

L’improvvisa partenza ha lasciato il parroco e i parrocchiani un po’ perplessi e dispiaciuti. Avremmo infattivoluto che fossero rimasti ancora un po’ in attesa dell’inizio dei lavori e poter terminare almeno l’anno pastorale.

Ci si augura comunque che i lavori comincino presto e quindi l’augurio è di poterli rivedere quanto prima in questi spazilasciati liberi tre o quattro anni fa dalla chiusura del convento benedettino che ha vissuto a Monterchi oltre cinquecento anni.

Da Monterchi: La Prima Comunione

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da S. Stefano

Ricordando CesareUn gruppo di amici della Stazione, ad un anno dalla morte diCesare Fabbriciani, lo ricordano of-frendo alla chiesa di Santo Ste-fano un portaturibolo in fer-ro battuto in sua memoria.Questo per dimostrare ilsentimento di grande af-fetto che hanno ancoraqueste persone versol'amico prematuramentescomparso.Si ringraziano quindi tut-ti coloro che hanno par-tecipato a questa iniziati-va dimostrando che ilpensiero per Cesare èsempre presente e vivo sututti. G.M.

La consacrazione con l'abitinoDomenica 30 aprile, Domenica in Albis, si è ripetuto l’affidamento alla Madonna del

Carmine.Da Micciano, attraverso i sentieri dei Monti Rognosi, è giunto il pellegrinaggio con i

fedeli di quella parrocchia.In particolare in questo giorno si rinnova l’affidamento alla Madonna del Carmine.Oltre a tutte le persone già iscritte e presenti al santuario, sono stati circa una trentina

i nuovi associati che hanno ricevuto l’abitino impegnandosi a vivere una vita di fedeconforme a come l'ha vissuta Maria.

Sono 13 ragazzi che pro-vengono da diverse frazioniquali Ripoli, Monterchi,Pocaia, Padonchia e abbiamolavorato un po’ per poterlimettere tutti assieme.

Sabato 24 giugno ricorreSan Giovanni Battista e vienericordato con una Santa Mes-sa a Tarsignano alla qualeseguirà la merenda negli spa-zi attorno ala chiesa.

Domenica 30 luglio, ulti-ma domenica del mese, nelpomeriggio, da qualche annocelebriamo la S. Messa alPoggio della Madonna, pres-so la località della Murcia diPianezze, come si fa da quan-do sono stati riscoperti i ru-deri di questa chiesa.

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Le guardie si ritrovanoL'annuale ritrovo delle Guardie Comunali della

Valtiberina è stata l'occasione dell'incontro ad Anghiari.Alle ore 19 del 20 gennaio, nella chiesa della

Maddalena, lungo l'antico stradone del Borgo della Cro-ce, don Marco ha celebrato la Santa Messa della festadi San Sebastiano, famoso per la sua iconografia, legato,trafitto da numerose frecce, e che tradizionalmente è ilprotettore degli agenti di Polizia Municipale.

Ma anche gli automobilisti hanno il loro protettore,che è San Cristoforo!

La serata è poi proseguita con un incontro convivialepresso un ristorante di Anghiari.

Il nostro incoraggiamento è per l'impegno che metto-no nello svolgimento della loro attività.

Fotocronaca

PellegrinaggioDomenica 30 aprile, Domenica in Albis,

un gruppo certamente numeroso di parroc-chiani di Micciano sono partiti da quell'anti-ca pieve per raggiungere il Santuario delCarmine.

Una volta questa era l'occasione per farele "rogazioni" e benedire le campagne. Oggiè rimasto il carattere "pasquale" di questo pel-legrinaggio, che cade nell'ottava di Pasqua,chiamata da Giovanni Paolo II "Domenicadella Divina Misericordia".

Dopo la S. Messa solenne celebrata dadon Marco e la consacrazione con loscapolare, il gruppo della Motina ha fattoritorno presso la propria parrocchia recitan-do il rosario.Nella foto di Emmedipì il gruppo di pellegriniin posa davanti alla croce di Campalla.

La Festa di San Marcoe i gigli dei campi

Martedì 25 aprile, notoria festa di SanMarco, la Messa è stata celebrata pressola cappella della Misericordia, per il Borgodella Croce, cappella dedicata appunto aquesto evangelista.

Quest'anno però la celebrazione è sta-ta arricchita dalla benedizione dei gigli chesono sì di campo, ma che nel campo ritor-neranno per addobbare le croci preparatedagli agricoltori.

A questa bella tradizione che si rinnovaogni anno e dà testimonianza dell'affidamen-to del lavoro dei campi e della attività uma-na in genere a Dio, abbiamo unito quest'an-no la recita delle litanie dei santi e la Bene-dizione delle Campagne.

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Mercoledì 12 aprile 2006, alle ore 21,presso la pieve di Micciano si è tenutoun bellissimo concerto in ricordo di donVittorio Bartolomei e Fosco Corti. Il con-certo è stato tenuto dall'Insieme VocaleVOX CORDIS di Arezzo (diretto dal M.Lorenzo Donati), che per l’occasioneaveva rafforzato il suo organico, concoristi provenienti anche da altre realtàcorali aretine. La serata è stata organiz-zata dall’Associazione Regionale Coridella Toscana (Feniarco), con il patroci-nio del Comune di Anghiari e della Ban-ca di Credito Cooperativo di Anghiari eStia.

Penso che per noi anghiaresi su donVittorio ci sia tanto da dire. Tutti ricor-diamo sicuramente la sua grande profes-sionalità e al tempo stesso umiltà che locaratterizzavano nel dirigere la ScholaCantorum da lui fondata. Per non parlarepoi del suo ruolo di organista nellaPropositura di Anghiari, portato avantifino alla fine della sua vita terrena (22settembre 1998) . Fosco Corti invece, piùgiovane di don Vittorio, ha affrontato glistudi musicali diplomandosi in organo edirezione corale. Nel 1968 ha fondato adArezzo il Gruppo Polifonico “FrancescoCoradini”. La morte lo ha voluto coglie-re nel 1986, proprio durante le prove delCoro da Camera della RAI, del quale eradiventato maestro sostituto.

Nella prima parte del concerto sonostate eseguite, esclusivamente dalla se-zione femminile del coro, quattro laudifacenti parte rispettivamente delLaudario di Firenze e del Laudario diCortona.

Molto bella è stata l’esecuzione. Al-l’intero della pieve il coro creava un’atmo-sfera davvero eccezionale, merito del M.Lorenzo Donati il quale ha davvero curatoogni minimoaspetto e par-ticolare.

La secon-da parte havisto comeprogrammap r i n c i p a l el’esecuzionedella PAS-SIONE DICHRISTOSECONDOGIOVANNI,composta da

Francesco Corteccia (nato a Siena nel1502 – morto nel 1571) per coro a quattrovoci virili e per voce recitante (affidataad Alessio Camobreco).

Nella Passione secondo Giovanni,Corteccia ha affidato al coro virile, spar-tito in quattro voci, le turbarum vocescioè gli interventi del popolo, dei soldatie dei grandi sacerdoti, mentre lo storico,cioè la voce recitante, presenta il testoevangelico nella “lingua fiorentina”, af-finché la comprensione del popolo fosseesatta ed immediata. Gli inserti polifonicisono le pagine più ispirate dell’interaopera: in particolare il toccante “Tristisest anima mea” o il drammatico“Caligaverunt oculi mei” o ancora il“Tenabrae factae sunt”, considerato unvero e proprio capolavoro del generemottettistico.

Alla conclusione, dopo la morte diCristo, il coro conclude l’opera con la“Evangelium” che è il racconto delladeposizione dalla croce e della sepol-tura.

Il concerto ha voluto quindi soddi-sfare, se così si può dire, anche questodesiderio e penso che non ci sia stato unmodo migliore per render omaggio a donVittorio, il quale sicuramente ringrazieràdall’alto del cielo.

Concludendo mi sento in dovere diringraziare l’Insieme Vocale VOXCORDIS per l’opportunità che ci ha vo-luto regalare, invitando le persone adessere più numerose a simili iniziativecaratterizzate, molto spesso, da scarsapartecipazione.

(l’Insieme Vocale VOX CORDIS diArezzo diretto dal M. L. Donati)

Un concerto in onore di don VittorioBartolomei e Fosco Corti.di Cesare Ganganelli

50 primavere

Quel 25 aprilela guerra era di casa

pioveva forte fuori dalla chiesa.La fame era nell’aria,

la vita una scommessama il prete continuava la sua messa.

Tu col vestito bianco,tu con le scarpe nuove,

vi siete detti sì,davanti a quell’altare.E insieme per la vitavi siete incamminati

tra il tempo, le promesse e le speranze.La guerra che finiva,

i balli americani,l’Italia da rifare con le mani.

I 10 alla schedinai figli all’improvvisola casa troppo stretta

e io che crescevo troppo in fretta.Ma dimmi come si fa

a stare come voiinsieme per la vita;

che a me, l’amore quando c’èmi sembra sempre fuoco

e invece dura poco.Sarà che anime di razza

è un po’ che non ne fanno più.

Quel 25 aprileritorna tutti gli anni

e tutti gli anni vi ritrova insieme.Avete visto il maree il secolo cambiare

il papa buono e l’uomo sulla luna.C’è chi vi chiama nonnie che ha già vent’anni,

è il tempo che trascorre ma non passa.Tu coi capelli bianchi,

tu con gli occhiali nuovi,vi dite ancora sì

davanti al piatto di ogni giorno.Ma sarà fatalità,

fortuna o che ne soma siete ancora insieme.E sembra amore nato ieri

e invece sono giàcinquanta primavere.

E noi con tutto da impararesiam qui a improvvisare amore.

Quel 25 aprilepioveva e gli invitati

dicevano “Che sposi fortunati”.

Il testo di questa canzone dei Pooh ricordale “50 primavere” di una coppia che si èsposata in un momento difficile come lafine della guerra. Ed io voglio utilizzarequeste belle parole per fare gli auguri ai mieigenitori, Domenico ed Eva, che il 2 aprile2006 hanno raggiunto insieme un bellissi-mo traguardo: 50 anni di matrimonio.

Anna Bartolini

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L’ASSEMBLEA DEI SOCI APPROVA IL BILANCIO DEL CENTENARIOa cura della Banca di Anghiari e Stia - Credito Cooperativo

Lo scorso 6 maggio presso il Palasport di Anghiari si ètenuta l’annuale assemblea dei soci della Banca di Anghiari eStia per l’approvazione del bilancio 2005, il centesimo dellastoria della ex Cassa Rurale.

L’assemblea è stata preceduta dalla Santa Messa insuffragio dei soci defunti che, come tradizione, è stata celebra-ta presso la Chiesa di Santo Stefano in località La Stazione.

Quindi si è svolta l’ormai tradizionale cerimonia di con-segna delle borse di studio riservate agli studenti soci o figlidi soci che si sono particolarmente distinti negli studi conse-guendo con il massimo dei voti il diploma di licenza media, dimaturità o di laurea. Quest’anno sono stati premiati 43 stu-denti del nostro territorio, a riprova dell’attenzione che la Ban-ca dedica alle nuove generazioni, sostenendo i giovani chepiù si mettono in luce nel loro percorso di crescita umana,culturale e professionale.

Nel corso dell’assemblea dei soci, il Presidente Sasso-lini ha presentato i dati relativi all’esercizio 2005, evidenziandocome l’istituto di credito locale abbia conseguito risultatisoddisfacenti in tutti i comparti in cui opera, da quelli bancaritradizionali a quelli finanziari ed assicurativi più evoluti.

Il Presidente Sassolini, nel leggere la relazione delConsiglio di Amministrazione sulla gestione della società, haavuto modo di ribadire il legame inscindibile che unisce laBanca di Anghiari e Stia al suo territorio di competenza. Hasottolineato l’impegno della Banca a stabilire contatti e arealizzare positive sinergie con tutti i soggetti economici esociali presenti nella zona, dagli enti locali e pubbliche ammi-nistrazioni alle associazioni di categoria, dalle famiglie diconsumatori e risparmiatori alle piccole e medie impreseinsediate sul territorio.

È intervenuto all’assemblea anche il Prof. Giorgio Cle-menti, Presidente della Federazione Toscanadelle BCC ed esponente di spicco del CreditoCooperativo a livello nazionale, il quale hasottolineato come i risultati positivi consegui-ti dalla Banca di Anghiari e Stia si iscrivano nelquadro generale positivo che caratterizza leBCC su scala regionale e nazionale. Le Banchedella categoria hanno infatti evidenziato ritmidi crescita più veloci rispetto a quelli degli altriistituti di credito, nonostante esse si sianotrovate ad operare in un contesto particolar-mente difficile, caratterizzato da un rallenta-mento dell’economia e da un alto livello dicompetitività, oltre che da una diffusa sfiduciadegli investitori a seguito dei recenti dissestiche hanno interessato i mercati finanziari.

Se la Banca di Anghiari e Stia, al paridelle altre BCC, ha conseguito risultati apprez-zabili negli ultimi anni, riuscendo ad incremen-tare le proprie quote di mercato, ciò si deveessenzialmente alla sua capacità di fare finanza per l’economiae per lo sviluppo reale del territorio, per la creazione di unaricchezza diffusa e non privilegio di pochi individui, restando

sempre estranea a quelle logiche speculative che concepisco-no la finanza fine a sé stessa.

Il Presidente Clementi ha quindi concluso il suo inter-vento citando l’enciclica “Centesimus Annus” del 1991, chericorre a cento anni di distanza dalla “Rerum novarum” diLeone XIII. Nell’enciclica il Pontefice Giovanni Paolo II affer-mava che se un tempo il fattore decisivo per la ricchezza e ilbenessere era la terra (condizione tipica di una società agrico-la), poi il capitale (come nella società industriale), oggi ciò chefa la differenza è l’uomo stesso, la sua conoscenza scientifica,la sua capacità di organizzazione solidale, di intuire e soddisfa-re il bisogno dell’altro. Le Banche di Credito Cooperativo, inlinea con questa concezione, privilegiano l’approccio umanoe relazionale con la clientela, di cui cercano di interpretarne almeglio le esigenze e di soddisfarne i bisogni.

Il bilancio dell’esercizio 2005 è stato quindi votato edapprovato dai numerosi soci presenti. La Banca di Anghiari eStia conta oggi complessivamente 4.257 soci, che possonocerto dirsi soddisfatti del rendimento registrato dalle proprieazioni, pari al 5,32%, tenendo conto sia del dividendo (3,64%)che della rivalutazione gratuita delle azioni (1,68%).

Del resto, la Banca chiede sempre più ai propri socil’impegno di farsi portavoce e promotori dell’azienda, diffon-dendo e facendo conoscere all’esterno i valori, le caratteristiche,il modo di operare “differente” della cooperativa di credito.

Sulla scia delle tante iniziative organizzate nel 2005 peril Centenario, la Banca si propone di intensificare e di promuo-vere nel futuro le occasioni di incontro e di aggregazione perla compagine sociale, spingendo a riflettere sulla funzioneinsostituibile che le Banche locali hanno nella società e nel-l’economia attuali.

Un momento dell’assemblea dei soci dello scorso 6 maggio:da destra il Direttore Generale Tuti, il Presidente della Fede-razione Toscana Clementi, il Presidente Sassolini e il VicePresidente Sestini.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Vita della parrocchiaUn giornata assolata, quella del 3 maggio scorso, quando

Andrea Celeste, Gabriele, Nico e Simone, per mezzo delle manidel Vescovo Giacomo Babini hanno ricevuto il dono delloSpirito Santo nel Sacramento della Confermazione.

Alla Messa della Cresima, oltre ai familiari e parenti, erapresente un po’ tutta la Comunità Parrocchiale. Anche il coroha fatto il proprio compito animando la Liturgia con cantiappropriati. Infine ricordiamo volentieri le due catechiste Idae Vanna che hanno accompagnato questi quattro ragazzi nelcammino di preparazione a questo Sacramento.La famiglia Omarini ci ricorda che lo scorso 30 aprile ricor-reva il primo anniversario della morte di Mario Omarini, diTavernelle. Lo rammentiamo volentieri come persona buona,generosa e sempre disponibile.

Un appuntamento importanteTutta la Parrocchia di Tavernelle si prepara a vivere un altro

appuntamento importante e significativo: le Prime Comunioni.Il giorno della solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo, ilprossimo 18 giugno, 4 ragazzi riceveranno per la prima volta ilSacramento della Eucaristia, il più grande Sacramento. E saràfesta grande per tutti. Ecco i loro nomi:

Luca Bartoli Giulia LiviCecilia Gaggiottini Agnese Zineddu

Questi ragazzi si stanno preparando da alcuni anni. Loscorso 24 aprile hanno festeggiato, con i loro genitori, la loroprima Confessione. Erano emozionantissimi, raccontano leloro catechiste, ma il primo incontro “intimo” con il Signore èstato veramente toccante. Don Marco ha ascoltato le loroprime Confessioni.

Quindi, a coronamento di un cammino, il 18 giugno riceve-ranno Gesù nelle specie del Pane e del Vino consacrati.

Un augurio a loro, alle loro famiglie, e anche alla catechistaCarla che da alcuni anni li sta accompagnando.

Notizie dalla Compagnia di Galbino

Finalmente è arrivato!Nel bel mezzo della Settimana Santa, come previsto e

atteso, è arrivato il pacco contenente il Labaro della Compa-gnia di Galbino. E in fretta e furia abbiamo organizzato unapiccola “cerimonia” di benvenuto. Così, nel pomeriggio, assie-me ad Alessandro, Mario del Pia e la Carla abbiamo aperto ilpacco per vedere per la prima volta il nostro Stendardo.

Il giovedì santo, nella messa in Cena Domini, don Marcolo ha benedetto e il giorno successivo lo abbiamo portato adAnghiari per la Processione del Gesù Morto.

Nello Sten-dardo abbiamoriportato ilnome comple-to della Com-pagnia, che ol-tre allaintitolazionedel Sacro Cuo-re di Maria fuaggiunto, dal-l’allora Vesco-vo PompeoGhezzi in visita Pastorale a Galbino, la dicitura “…e del SS.Sacramento”.

Nello Stendardo domina l’immagine della Madonna chemostra il proprio Cuore, trafitto da una spada. Il dipinto è statorealizzato da Marilena Del Pia di Anghiari. Il resto dell’opera èinvece stato realizzato dalla ditta F.A.P.S. di Parma, e la spesadi realizzazione è stata di Euro 910.

Lo Stendardo, oltre che alle Processioni e altre cerimoniereligiose, sarà presente ai funerali dei nostri Confratelli.

Il Camerlengo - Giandomenico Baggi

Avvisi della CompagniaSabato 24 giugno, festa del S. Cuore di Maria Santissima,

titolare della Compagnia, sarà celebrata alle ore 17 nellaChiesa di Tavernelle una S. Messa in suffragio di tutti iConfratelli defunti.

Qui sopra: I ragazzi del gruppo della Prima Comunione inun incontro di Catechismo. digitalfoto AbiA destra: L'arrivo del labaro nell 'abitazione delCamerlengo Baggi.

Domenica 25 giugno 2006

FESTA DELLA FAMIGLIA

Programma:

Ore 11,30 S. Messa all’apertoOre 16 inizio giochi per ragazzi e adulti, e merendaOre 20 estrazione lotteriaOre 21 serata con Marziano

Un invito particolare per tutti i lettori dell’Oratorio!

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La vignetta di Scacciapensieri:

Agricoltori moderni!!Giocando con la parola “nota”di Franca Ciucoli

Nel giornale localec’è un articolo degno di notasull’assunzione del personalein base alle note attitudinalie sulle relative retribuzioniche dice a chiare note:“La busta paganon bastapur riducendo la nota delle spesesono dolenti notearrivare a fine mese.Ma non bisogna disperarela vita è un brano musicalenel quale si mescolano le notesta a noi trovare quella giustaper poter iniziare a suonarele note della marcia reale.”

Continuiamo ad elencare i lettoriche ci hanno fatto pervenire le loroofferte elencandoli in base al proprionome. Infatti alcune persone hanno ap-prezzato la scelta fatta già dal numeroscorso.

Per chi vuol contribuire, oltre ilbollettino postale e il rivolgersi diret-tamente alle persone della parrocchia,ricordiamo che può utilizzare le agen-zie delle banche presenti in Anghiari.

Ricordiamo ancora di segnalarcierrori od omissioni. Ci renderete unservizio.

A.Maria Bartolomei, Via NovaAlberto Benedetti, SelvellaAlessandro Martini, Via del CarmineAlighiero Padelli, SabinoAngiolina Leonardi, Villa d’AgriAngiolo Del Barba, PalazzaAnna Arrighi, Via LibbiaBenedetto Comanducci, CicognaBruno Caraffini, Borgo della CroceBruno Mangoni, Via NovaCarla Leonardi, Torre PedreraCinzia Bianchi, ArezzoCinzia Panichi, Via Nova bassaClara Giornelli, CarboncioneClara Roselli, Via VagnettiConti Adalgisa, Borghetto di sopraDaniela Palazzeschi, Le BertineDiana Ulivi, Via del CarmineDuilio Polcri, MaravilleElbano Meazzini, ArezzoElvira Barfucci, TavernelleEmanuela Ghignoni, RomaEmilia Gaggiottini, La FonteErnesto Pacini, Milano

Eva Melani, La GengaFam. Oriani Gamberonci, MilanoFernando Boncompagni, SenigalliaFrancesco Giovagnini, RomaFrida Nespoli, Via della ProposituraFulvia Lanzi, ToppoleGian Piero Alberti, BelvederinoGianni Papini, Il CantinoneGilda Nespoli, Borgo della CroceGiorgeschi Mauro, Ponte alla PieraGiorgio Giorgi, Borgo della CroceGiovanbattista Bivignanelli, ArezzoGiovanna Marinuzzi, TriesteGiovannino Poggini, ArezzoGisella Coleschi, Il PalazzoGiuseppe Comanducci, San RoccoGiuseppe Fegadoli, InfrantoioGiuseppe Rosadi, MolinelloGiuseppe Serafini, CicognaGuido Tofanelli, InfrantoioLilia Gaggiottini, RomaLorenzo Comparini, Campo della FieraLuciana Chieli, MilanoM. Cristina Mealli, ScandicciMalvina Martini, Palazzo MartiniMaranesi Maria, RomaMarco Lombardi, MontinoMaria Brondoli, San GiustinoMaria Chieli, CerviaMaria Federica Cambi, MonterchiMaria Giovagnini, CataniaMaria Pernici, Mura di sopraMarino Del Pia, Via di San LeoMarisa Lanzi, San RoccoMassimo Malentacchi, Cà de CioMiria Gaggiottini, MotinaNada Ricceri, BucacceNella Magri, CerbaiaPaola Panichi Giudici, Sant’Agostino

Pietro Paletti, San RoccoPrimo Zanchi, Il FossoRemo Levi, GiardinellaRoberto Cesari, CasaleRosa Gullino, NizzaSaul Comparini, PianacceSerenella Nieri Domestici,FirenzeSilvana Pierantoni, Borgo della CroceSilvia Del Pia, InfrantoioTommaso Rossi, Palazzo MartiniTullio Mons. Cappelli, ArezzoUmberto Maurizi, Ca’ del BoccaVandro Franceschini, Borgo CroceVasco Romanelli, San LeoVeneranda Martinelli, InfrantoioVesta Vellati, Il FossoVilma Pallini, CrocifissinoVito Marzi, Ponte alla Piera

S i c o n t i n u a c o n i l n o m e

Bacheche parrocchiali 2

Il coro degli ultrases-santenni verrà sciolto per tut-ta l’estate, con ringraziamentidi tutta la parrocchia.

Il costo per la partecipa-zione al Convegno su “pre-ghiera e digiuno” è compren-sivo dei pasti.

Ricordate nella preghie-ra tutti quanti sono sfiduciatie stanchi della nostra Par-rocchia.

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A tavola 30 anni di ricordiCALZATURIFICIO CISA 1964 - 1994

L’idea del pranzo commemo-rativo è nata nei primi giorni del-l’anno, subito dopo essere anda-to in pensione. Fin dal primo gior-no da “pensionato” (che bruttaparola!) mi sono reso conto che imiei 35 anni di lavoro presso ilcalzaturificio “CISA”, in realtà nonerano stati solo 35 anni di lavoro:erano stati anche anni colmi di rap-porti umani, conoscenze, amicizie,fatiche, momenti di gioia e tristez-za, stima e risentimento, disaccor-di e cameratismo, malumori edappagamenti, contrasti econdivisioni.

Nel parlare con alcuni amici(Mery Bozzi, Loretta Chieli, LuiginoGiorni, Pietro Mercati, Bruno Nic-chi…) di queste riflessioni un po’confuse e non ancora ben definite,è nata l’idea di organizzare un momento di incontro con icolleghi dipendenti della CISA entrati a lavorare in azienda neltrentennio dal 1964 al 1994; tutti assieme abbiamo così decisodi “provarci”.

E soprattutto grazie a loro, ai miei amici Mery, Loretta,Luigino, Pietro e Bruno, è partita la macchina organizzativa del“passaparola”, e ci siamo ritrovati in tanti, domenica 2 aprile,all’ora di pranzo presso il ristorante “Il Cristallo” di CapreseMichelangelo; quasi trecento persone, provenienti da An-ghiari, dalla alta Valtiberina, dal Casentino, dalla terra di Arezzo,dipendenti o ex dipendenti della CISA, molti con i rispettivifamiliari, altri da soli, e tutti con i propri ricordi di anni trascorsisotto un unico filo conduttore e sotto un “padre padrone”anche lui presente al pranzo e alla rievocazione dei ricordi, quelgentiluomo che risponde al nome di Gustavo Soldini, il Com-mendatore, il “babbo di tutti”.

È stato bello ritrovarsi tutti assieme, con alcuni dopo annidi lontananza, con altri dopo poche settimane di distacco, edil comune ricordo dei momenti trascorsi assieme, per qualcheora ha richiamato alla memoria fatti ed eventi che la patina deltempo aveva sbiadito se non del tutto cancellato. Ed allora,l’immagine dei camerieri che ci servivano vassoi di crostiniveniva sovrapposta dai ricordi delle prime gavette sulle qualiconsumavamo i nostri pasti, con l’onnipresente “Scaccia”che, subito dopo, con i suoi modi burberi e bonari ci ripetevasempre l’immancabile “presto, che è tardi!!!” Al passaggio deiravioli o delle cappelle d’alpino, nei piatti di portata immagina-vamo tomaia, tacchi, suole, pellami e colle, mentre al momentodegli arrosti sorgeva nitida la visione della premonta, dellacalziera, della pressa; con il dolce ed i digestivi, la mente ciriportava alla manovia, alle forme e alle scarpe finite.

Le varie fasi del pranzo sono trascorse in modo surreale,ed è stata forse l’unica volta nella quale il piacere della buona

tavola è stato vinto dai ricordi, dalla commozione, dalle imma-gini di 35 anni di momenti belli (1970, il mio primo giorno dilavoro) e di tempi tristi (1994, l’anno dell’incendio alla CISA);è stato un pranzo ove il piacere di mangiar bene è stato superatodalla voglia di ascoltare e di raccontarsi, di ricordare la propriagiovinezza e quella di tanti colleghi e colleghe allora giovani unpo’ scapestrati, oggi genitori e nonni; è stato un pranzo ovele pause non sono state i momenti di attesa fra una portata el’altra, ma sono state i momenti del mangiare vero e proprio,mentre con impazienza attendevamo di poter riprendere, apiatto vuoto, il racconto nel filo della memoria interrotto daitortellini o dalla tagliata di vitella.

C’è stato anche un momento di commozione, quandosono stati ricordati coloro che oggi non ci sono più, e su questacommozione crediamo che sia sorto spontaneo un groppo ingola anche al nostro “padre di tutti”, Gustavo Soldini, ilCommendatore, pure lui nella consapevolezza di aver personegli anni, oltre che tanti “figli della CISA”, anche un figliovero.

I ricordi di questo pranzo non saranno il menù o la cartadei vini, o il carrello dei dolci e dei digestivi; la nostra memorianon si soffermerà sui piatti di portata, sui sughi, sugli sformatio sui contorni. Rimarrà invece viva, ne siamo certi, l’immaginedi una bella giornata trascorsa fra amici, con i colleghi di lavoro,con il Commendatore, fra innumerevoli sensazioni e con unpizzico di nostalgia; tutto ciò, nella consapevolezza che lacondivisione di tanti momenti passati assieme potrà rinnovareil pretesto per incontrarci ancora una volta in qualche altraoccasione.

Non sappiamo se ciò avverrà, ma di certo quello che è statosarà un “pranzo” che non dimenticheremo mai.

A nome di tutti i presenti al pranzo, Loris Senesi

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L’anghiarese autentico restaura, vende, compra, tiene incasa, in sacrestia, in bottega, il mobile antico, ma, prima ditutto, lo ama. ‘Va a scuola’ da lui, se ne lascia educare, ascol-tando la voce profonda con cui esso gli parla di fatiche lonta-ne, di artisti anonimi ma straordinari, capaci di esprimere unabellezza che resiste al passare del tempo, alla labilità delle mode,alla precarietà delle vicende umane.

Questo legame profondo, in un certo senso ‘spirituale’, allegno e agli artefatti che l’uomo sa ricavarne è una caratteristicapeculiare del popolo anghiarese, della sua ricchissima tradizio-ne artigiana e antiquaria, che ha prodotto negli anni personalitàstraordinarie come (per citarne solo alcune) Beppe Mazzi,Milton Poggini, Galliano Calli e la figlia Mara. Tutti ‘mercanti’nel senso nobile che ha fatto grande la Toscana nel mondo:quando il venditore è il primo cultore di quello di cui commercia,appassionato ministro e propagatore di bellezza e civiltà.

Come tutti questi suoi grandi predecessori, la Mara nonvendeva semplicemente i mobili, ma viveva di loro e per loro.Li amava e li ammirava, godendone con trasporto immediato esenza riserve: era capace di vibrare, con l’occhio fine dell’in-tenditore emozionato dall’incontro con un pezzo di valore, peri vezzi segreti di una toilettina Luigi XVI come per l’opulenzamaestosa di un trumeau lombardo, o per la sobria compostezzadi uno Sheraton inglese. Decantava i pregi del mobile cheaveva davanti con la passione di un fantino per un cavallo dirazza, di un tifoso di calcio per la sua squadra del cuore. Conspontaneità, sincerità, entusiasmo e nessuna retorica: eracapace anche di scherzarci su, sul mobile, quando questo nonera ‘all’altezza’; era capace di enumerarne le magagne conl’irritazione di un devoto deluso da una performance menofelice del suo beniamino, perché la Mara aveva con l’antiqua-riato il rapporto appassionato, ma al tempo stesso concreto,realista, disinibito, di chi il mestiere non l’ha imparato sui librima dalla vita: in mezzo ai mobili era nata e cresciuta, in mezzoai mobili si era fatta le ossa, imparando a conoscere il mondo- passo dopo passo dietro al grande, amatissimo babbo - unmobile dopo l’altro, un giorno di lavoro dietro l’altro, lapassione cresce, contrassegnata dal ritmo altalenante dellavita, che ti dà una sberla dopo una carezza, che ti mette inginocchio dopo averti fatto danzare.

Non è certo stata facile la vita della Mara. Ha conosciutoperiodi di acute difficoltà finanziarie al fianco del padre, ama-rezze nella vita privata, infine la malattia - lunga e massacrante- affrontata con coraggio esemplare. Ma ha sempre rialzato ilcapo, non si è mai data per vinta e con il sorriso sulle labbra èandata avanti. Con discrezione, dolcezza, e una tempra di ferro.Capace di essere sempre elegante, sempre curata, senzaesibizionismi. Capace di mantenersi sempre serena e ottimista,anche nei momenti più duri. Donna di successo senza arroganze,dotata di grandissima umiltà (il suo unico vanto era l’affettodegli altri: “la gente mi vuol bene” ripeteva, con gratitudine enessuna ostentazione). Donna d’affari, che ha praticato sulserio e anzitempo l’emancipazione femminile - lavorando sem-pre, e vivendo infine da single -, senza predicarne l’ideologia:la Mara era una persona di fatti, non di parole. Ma anche diaffetti e amicizie profondi, generosissima e fedele: se ti volevabene, era per la vita. Una volta che ti aveva dato il suo affetto,sapevi che potevi contare su di lei fino in fondo.

Perché i suoi tempi erano quelli lunghi della fedeltà e dellamemoria, della qualità autentica, che non si esaurisce in unabreve stagione e che non ha bisogno di rinnovarsi continua-

In ricordo di un’amicamente in una fuga estenuante dietro all’ultimo grido, all’ultimatrovata, all’ultima conoscenza. La Mara non aveva fretta, noninseguiva le mode. Era come se la lunga convivenza con i suoiamati mobili avesse finito per modellare il suo modo di esserenel mondo e di percepirlo: il valore delle cose non matura in ungiorno. I mobili antichi non sono beni di consumo, ma vengonoda lontano dalla lunga pazienza degli uomini che li hannocustoditi e rispettati, dalla fatica degli artigiani che li hannocostruiti con l’impegno di fare qualcosa che sappia durare.

Questa sintonia profonda, istintiva, quasi magica, chelegava la Mara ai mobili che vendeva (e che era certamente unodei segreti del suo successo professionale, perché oltre a darleun occhio infallibile per la qualità autentica e per la bellezza,suscitava nel cliente la fiducia spontanea e incondizionata chesi concede solo all’antiquario di razza) si rifletteva in modo deltutto particolare a Villa Miravalle. Chiunque vi si sia recato,anche una volta sola, sa qual è l’incanto unico, straordinario,di questo luogo: un ambiente di grandissima suggestione, incui si è in qualche modo proiettati fuori dal tempo. Il visitatorenon trova infatti un negozio, o peggio uno show-room comedicono i venditori aggiornati con l’inglese commerciale chepervade e contrassegna il nostro nuovoricchismo globalizzato.Villa Miravalle si presenta con la dignità sobria della ‘galleria’dell’antica dimora toscana ed è in realtà, grazie alla presenzapeculiare, al tocco unico, inimitabile, della Mara, molto di più,perché nel labirinto delle stanze, avvitate le une sulle altre, dellescale e scalette, delle soffitte e degli scantinati, pieni di pezzistipati gli uni accanto agli altri in un sapiente, ordinato disor-dine, i mobili non sono meri oggetti in esposizione, non sonoumiliati, piegati alle esigenze della messa in mostra, ma trion-fano con la dignità dei veri signori del luogo. I mobili a VillaMiravalle li senti a casa propria, in pace, accuditi e coccolaticome amici. È successo più di una volta, a chi frequentava laMara e si lasciava condurre da lei su e giù per le stanze a vederegli ultimi acquisti, di sentirsi dire che quell’inginocchiatoio oquella coppia di comodini suo padre li aveva venduti trent’annifa a una famiglia della zona, da cui adesso lei li avevaricomprati. La Mara lo raccontava con la gioia con cui si parladi un amico che si era perso di vista ma che si è ritrovato, chesi ferma a casa nostra per rinfrancarsi, prima di riprendere il suoviaggio nel mondo. Villa Miravalle era infatti, per la Mara, unporto di mare in cui i mobili attraccavano, si fermavano in sostaper fare rifornimento (per un accurato restauro, una rimessa insesto), per poi ripartire.

Un buon porto dev’essere sempre aperto, sempre prontoad accogliere le navi in arrivo e a lasciar salpare quelle inpartenza. Così Villa Miravalle era sempre aperta, mai chiusa perferie, mai chiusa per turno di riposo domenicale. Gli amicichiedevano alla Mara, senza convinzione, perché non andassedi più in vacanza, perché non ‘staccasse’ mai. Lei sorridevadisarmante senza rispondere nulla di concreto: il lavoro èlavoro...

Così la trovavi sempre lì, sorridente e cordiale. C’eravamocosì abituati, che sembrava impensabile che potesse mancare.Eravamo convinti che ci sarebbe sempre stata, protetta dalrecinto incantato della sua Villa. Ma non c’è porta che la mortenon varchi per sigillarsela alle spalle: domenica 30 aprile a VillaMiravalle sono stati chiusi i cancelli. La Mara se ne è andata.Mancherà a tanti.

Teresa Bartolomei

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Una tassa... riconoscenteOccorre innanzitutto spiegare a quelle poche persone che

avranno la pazienza e la voglia di leggere questo racconto, chenon vogliamo parlare di tasse, cioè di imposte, tributi, di soldiinsomma che si versano sempre copiosi, senza sapere che usone verrà fatto, ad amministrazioni statali, regioni, comuni equant’altro, mentre sarebbero molto più utili a noi che non cibastano mai. Riconoscenza poi da questi non ne abbiamo maiavuta, mai un grazie; anzi, se facciamo anche un piccolo erroresuccede che ci tocca pagare pure una penale.

No, qui si racconta una storia diversa, una storia molto piùbella, quasi una favola, una storia vera accaduta nella piana delCastello di Sorci, una mattina di dicembre, un sabato mattinacon il cielo sereno e freddissimo con il terreno tutto bianco dibrina. Una mattina che i nostri vecchi chiamavano di galaverna:cioè era accaduto che nella notte una forte diminuzione dellatemperatura aveva formato prima una rugiada molto copiosa, epoi la temperatura scesa sotto lo zero, aveva formato dei cristallidi ghiaccio dappertutto, sul terreno da poco lavorato, sui ramidelle piante e sull’erba dei campi: il sole appena sorto facevascintillare con i suoi raggi il ghiaccio, e lo spettacolo era davveromolto bello. Era come camminare in un luogo incantato, in unmondo di fiaba, peccato per il freddo che era davvero pungente.

Rapiti entrambi, io ed il mio cane, da questo spettacolo chesarebbe durato ancora poco tempo, finché il calore del sole nonavesse sciolto il ghiaccio e tutto sarebbe tornato normale, cisiamo avvicinati all’argine del torrente Sovara quando all’im-provviso il cane si è messo ad abbaiare furiosamente, sotto uncespuglio di rovi, a metà dell’argine. Mi sono affrettato a salirecon molta difficoltà dato che le sterpaglie ed i rovi mi rendevanomolto difficile la salita e ho capito subito di cosa si trattava: c’eraun animale preso in un laccio, vicino alla sua tana, una grossabuca scavata nel terreno, al riparo dei cespugli. Era finito in unlaccio fatto con il filo di acciaio, quello usato per il freno dellebiciclette per intendersi, molto robusto, composto da tanti filidi acciaio attaccati assieme, fissato al terreno con un grossopalo di legno conficcato per intero. Dopo un primo momento diesitazione, ho capito che si trattava di un tasso: lo si potevariconoscere dal colore del pelo, marrone chiaro, e da due lineedi color bianco latte, che partivano dapprima sottilissime all’al-tezza degli occhi e che si allargavano poi attraversando lateral-mente tutto il corpo dell’animale; era abbastanza grosso, circauna quindicina di chili. Era rimasto impigliato nel laccio che lostava stringendo sempre più forte, dato che per liberarsene sispingeva in avanti ed il laccio lo stringeva sempre di più. Unaparte di questo filo era già penetrato nella carne sopra al collo,e del sangue cadeva dalla ferita che si era procurato. Istintiva-mente ho pensato che occorreva liberarlo subito: stava soffo-cando, chissà da quante ore si trovava in quella posizione. Nonavevo con me niente che potesse servire allo scopo: avevosoltanto un coltello da cacciatore, e ho pensato che avreicercato di liberarlo con questo, usandolo come fosse una segacercando di tagliare lentamente i vari fili di acciaio che compo-nevano il laccio. Sarebbe stata una operazione lunga e laborio-sa, ma non avevo altro e dovevo arrangiarmi così. Detto e fatto:mi sono inginocchiato con molta attenzione accanto all’animalee con il coltello ho fatto lentamente il gesto di avvicinarmi a lui,quando questi, con uno scatto repentino si è voltato verso dime con la bocca aperta ringhiando e mostrandomi con fareferoce tutti i denti. Aveva una bocca piena di denti bianchissimi,piccoli e molto appuntiti: uno spettacolo di denti, da invidiarlo.Mi guardava con fare minaccioso, e non sapevo come fare. Hodeciso allora di parlargli per vedere quale reazione avesseavuto: voglio liberarti, gli ho detto, con la voce più tranquilla e

persuasiva che potessi tirare fuori in quel momento.Sembrava che mi avesse capito, tanto che al secondo

tentativo di avvicinarmi ha continuato a guardarmi, ma senzamostrare alcuna reazione. Lentamente con la mano ho accosta-to allora il coltello al filo di acciaio sopra al collo, iniziando apassarci sopra, sapendo che l’operazione sarebbe stata lungae difficile. In un primo momento l’animale ha continuato aguardarmi con sospetto, impaurito, ma pian piano ha comincia-to a tranquillizzarsi, tanto che a tratti rimaneva immobile esembrava assopirsi. Il cane, legato un poco distante, avevasmesso di abbaiare e sembrava guardare incuriosito. Dopo unbel po’ di tempo il primo sottile filo di acciaio si è spezzato. Misono rincuorato, ma ancora ce ne erano tanti altri. Ho continua-to pian piano, sempre con molta attenzione, ed altri fili si sonospezzati, e lentamente sono così arrivato a circa la metà dellavoro. Adesso il povero animale si era tranquillizzato: avevacapito che lo stavo aiutando e si era adagiato su un fianco, congli occhi socchiusi. Si fidava di me ed aspettava pazientementedi essere liberato, lasciandomi libero di svolgere il mio lavoro.È stato allora che mi sono accorto che era una femmina, con lemammelle abbastanza sviluppate; probabilmente aveva dapoco tempo smesso di allattare. Era proprio una femmina ditasso: una tassa, appunto!

Ho continuato ancora per un certo tempo, ogni tantofermandomi per fare riposare la mano che stringeva il coltello,e riprendendo poi con più lena, fino a quando anche l’ultimo filodi acciaio si è rotto. L’animale nel frattempo si era quasiaddormentato, tanto che ho dovuto dargli un colpettino sullapancia per fargli capire che era stato liberato e che potevaandarsene, ed infatti con un balzo in avanti, incredulo, si èmesso a correre per un viottolo, dapprima velocemente e poitrotterellando fino a scomparire dalla mia vista

Mi sono rialzato, guardando la lama del coltello che ormainon era più utilizzabile, ma soddisfatto comunque del lavorofatto, controllando attentamente con quanta attenzione erastato costruito il laccio. Davvero doveva essere una personaesperta di questo strumento di tortura ad averlo costruito: erapraticamente invisibile e al povero animale che veniva catturatonon era concessa la più piccola probabilità di salvezza, costrin-gendolo ad una morte lenta e terribile per soffocamento. In cuormio ho provato tanto disprezzo per chiunque fosse stato, tantoche a conoscerlo non avrei esitato a denunciarlo. Stavo andan-do a sciogliere il cane, che se ne stava in paziente attesa, quandomi sono accorto che dallo stesso viottolo usato per allontanar-si, l’animaletto stava tornando verso di me, trotterellando emuovendo la testa ora verso destra ora verso sinistra, edemettendo degli strani gridolini. Non riuscivo a capire che cosagli passasse per la testa: sembrava volesse giocare e per un po’di tempo ha continuato così, finché dopo qualche momento diquesta stranissima danza, si è ricomposto e riprendendo la suaserietà, si è girato andando via, questa volta definitivamente.

Stentavo a crederlo: era tornata per ringraziarmi. Non esiste-vano altre spiegazioni a questo strano ed inatteso comporta-mento. Aveva sentito la necessità di tornare verso di me peresprimermi la sua riconoscenza e la sua gioia per essere stataliberata e salvata da una sicura morte, e quella specie di danzae quei gridolini erano il suo grazie. Mai mi sarei immaginato cheun animale fosse capace di tanto.

Il sole nel frattempo aveva vinto la sua battaglia contro ilgelo e la campagna aveva ripreso il suo aspetto normale. Lospettacolo era terminato. Prima però di riprendere la passeggia-ta, ho voluto lasciare, accanto al laccio ormai inservibile, benein vista affinché colui che lo aveva costruito e che prestosarebbe tornato a controllare quale animale avesse catturato,un foglietto con sopra scritto: “Ricordati che fra noi due il veroanimale sei tu: Firmato Il Tasso, pardon… La Tassa.”

Sembra una favola, invece è vero!

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Le foglie di giglio

Beppe: Alora Cecco, cume te va!Cecco: Mah, bene! Te volevo domandère ‘na cosa.Tempo fa passètti per la Croci e viddi ‘na barca degente davanti a la posta. Ma che le pensioni mo lepèghino anche la sera?B. Ma che pensioni! Eron queli che se duvivinosegnère per el permesso de soggiorno!C. Ahhh! ‘N quell’è che ‘nfatti me parivino troppogiovini! Ma piutosto ci se’ stèto a fère binidire le fo-glie de giglio? Io ‘n ci potetti andère e me l'ha porteel mi' vicino.B. Io ci so' ito che la Messa era a San Marco de laMisericordia e è stèta 'na bella cerimonia. C'era 'nabarca de gente e Gastone, el Mafucci, haia porto an-che le croci belle che pronte.

LE LOGGEdi Clèto

Come ogni annoil ritorno alla vitamentre con la miafaccio un po’ fatica

Non come le piantefanno i germoglii loro frutticol tempo tu li cogli

I miei fruttiin età appassitima sono contentodove siamo arrivi

Gli anni pesanoil fusto della piantauno scricchiolioincomincia la danza

Danza di attesache passano i dolorisenza ricettedei nostri cari Dottori

La vita si allungacon le tribolazionipoche le fermateda fare alle stazioni

Tutta la mia vitaè stata illuminataora la lampadaè quasi fulminata

Troppo il tempoci vuole a riscaldarsii poveri filiin lampade filanti

Poca la scossae poca l’energiama sempre menoin lampadina mia

Cambiare impiantodipende dal motorema le scintillemi forzano il cuore

Sono rinatodopo tanti malannima devo pensareai miei ottanta anni

Quindi il passosi è un po’ smorzatoed in salitasento manca il fiato

Invecchia l’uomoinvecchiano le piantema io ancorami trovo rilassante

Prendo la vitacome mi viene datatanto la peggiol’ò allontanata:

Il mio ritorno alla vitadi Armando Zanchi - Arezzo 10 aprile 2006

Natività robbiana alla BadiaPer questo resoconto prendiamo spunto da due note pubblicate

su L’Oratorio scorso.La prima è quella della nostra affezionatissima (e generosissima)

Carla Leonardi. Chiede a noi e all’intera cittadinanza di interessarciper affidare l’incarico di produrre il calco della Natività robbiana alnostro Istituto Statale d’Arte.

MAGARI! Ma non dipende da noi. È la Soprintendenza che dovràdare le autorizzazioni necessarie. Ci auguriamo comunque un impor-tante coinvolgimento dell’Istituto.

La seconda è l’articolino dal titolo Si potrebbe fare anche così,firmato Clèto.

Caro Clèto, ti rendi conto in che ginepraio ci metteremmo sedessimo retta alla tua proposta per una nuova opera per la Badia? Chisceglierebbe l’artista e con quali criteri? Con una giuria, composta dachi? Un bando nazionale o che altro? E i costi, come potremmosopportarli? Non neghiamo che l’idea potrebbe essere stuzzicante ma,eventualmente, potrebbe essere portata avanti solo da chi ha lamassima responsabilità sulla chiesa, cioè la curia e i suoi rappresen-tanti. Tu proponi anche l’oggetto dell’opera, un S. Bartolomeo.Ebbene, una delle preziose “pie donne” che tanto fanno per la curadella chiesetta, si ricorda di quando il quadro del martirio di quel santo,attualmente in Propositura, era proprio nella prima cappella di sinistradella Badia. Basterebbe riportarcelo, non credi?

Noi, modestamente, andiamo avanti per la nostra strada. Abbiamoraccolto finora circa 300 euro e, per questa volta, non citiamo i nomidei donatori, come richiesto da molti di loro.

Non sarebbe compito nostro, ma una raccomandazione vogliamofarla: in occasione dei matrimoni, la piazzetta della Badia divienespesso una specie di supermarket in cui si smercia (o meglio, si tira)di tutto: dal riso (e va be’) alla pasta (non da minestra, ma i chioccioloni,quelli che fanno male), ai coriandoli. Non occorre essere dei fedeliferventi per ricordare che un matrimonio è un avvenimento eccezio-nale da prendere molto sul serio sia dagli sposi, sia dagli invitati.Speriamo che certi eccessi non si ripeteranno, anche perché puliretocca sempre ai soliti. E rimuovere riso, pasta e coriandoli incollati allepietre dalla pioggia e dal calpestio è tutt’altro che facile.

Mentre chiudiamo questo articolo ci giunge improvvisa la notiziadella scomparsa della Sig.ra Mara Calli.

È una perdita dolorosa per l’intero paese. Apprezzata antiquaria,la Sig.ra Calli era molto impegnata nel sociale e non ha mai fattomancare a nessuno il suo discreto e generoso aiuto. Le dobbiamomolto.

Ai familiari le nostre sentite condoglianze.

Anghiari, 30 aprile 2006 - Comitato Natività robbiana (Elida Bian-chi, Fabiano Giabbanelli, Monia Leonardi)

La mia agenda del 2006Caro Amore mio,è vero che di me ti ho sempre dato tutto,abbiamo condiviso il buono, il bello ed il brutto.È con gioia ed amore che tutto ti ho donato,però, il tutto ha un limite e tu l’hai superato.

Ed ora, ascolta bene! Chiariamo la faccenda.Ricordi? per Natale tu m’hai fatto un’agenda!Dicendo: Questa è tua, usala come vuoi,scrivi, disegna, appunta, fai tutto, affari tuoi.

Ed io ero pronta a scrivere ma spazio non ce n’è piùperché su ogni pagina, amore, hai scritto tu.Faccio quel che tu vuoi, ti sono sempre al fianco,lascia sulla mia agenda qualche pagina in bianco!!!

Lela (14 febbraio 2006)

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La storiografia, cioè la ricostruzione oscoperta del passato attraverso l’indagi-ne e la ricerca si basa su testimonianzeorali e scritte o altro materiale, in mancan-za di questo occorre procedere per con-getture, cioè arrivare ad una probabileverità partendo da notizie certe, ed èquello che noi a volte faremo in questanostra ricerca.

Fatta questa breve premessa inizia-mo con l’esaminare quella importantereglia che fino a pochi decenni fa, maancora in gran parte è rimasta, alimentavauna serie di mulini lungo il suo corso.

Usciva dalla sponda sinistra del fiu-me Sovara, in corrispondenza del trattodi strada rettilineo di fronte all’abitato delBagnolo.

Ha avuto due allacciamenti diversialla Sovara: uno più antico ed uno più

recente, è quello ricordatodagli abitanti di una certaetà della zona, e che ancoraè riconoscibile: è una chiu-sa con l’inizio di un canale,il seguito del quale, cioè lareglia, per un certo tratto èsparito buttato all’aria la-

voran-do ilterreno

su cui passa-va oppureriempito.

Questoa l l a c c i a -mento più

recente partiva da un punto del fiumecorrispondente all’incirca alla parte me-diana di detto rettilineo. Quello più anti-co iniziava, invece, da un punto un po’più a monte, la reglia poi si indirizzava adest, quindi piegava verso il Bagnolo dovepassava e dove alimentava anche unagualchiera con relativo botaccio, prose-guiva poi grosso modo verso sud, indirezione del primo mulino che avrebbeincontrato, denominato “La Casa”.

Abbandonato il primitivo allaccia-mento, la reglia deviava dal Bagnolo la-sciandolo sulla sinistra e passando per icampi sottostanti, per poi ricollegarsi piùgiù, alla reglia già esistente. Più a sud diquesti allacciamenti, diciamo sotto ilBagnolo, la strada dalla parte del fiume ècosteggiata, per un certo tratto, da unmuretto non molto alto che, nella parteinferiore, cioè verso Tavernelle, ingloba-va una piccola chiusa in muratura, chepresenta, all’interno delle due colonneverticali che la formano, due scanalature,una per parte, come se servissero ad unaparatia o ad una saracinesca che vi scor-ressero, in realtà vi scorrevano delle assi.Questa struttura (muretto incorporanteuna chiusa) potrebbe far pensare cheanch’essa fosse stata un allacciamentodella reglia, ma non era così: era un’operadi irrigazione e di bonifica del territoriocircostante, come ora vedremo.

Innanzitutto va detto che, a pareredegli abitanti della zona, il letto dellaSovara in quel tratto una volta era note-volmente più alto rispetto al presente, di

due o tre metri.Inoltre la strada che costeggia il

fiume, non solo quella attuale, ma lastrada in generale, sino ai primi delnovecento non c’era. Tutt’al più cipoteva essere, forse, qualche viottoloo qualche strada campestre che, quan-

do pioveva, diventava un pantano.Oltre a ciò il terreno intorno era a

livello , alla stessa altezza, inquella zona, dell’argine

del fiume.

D’estate, quindi, quando volevanoirrigare i campi limitrofi, bastava che fa-cessero un piccolo sbarramento sul fiu-me per far alzare un po’ l’acqua, chealzassero le assi della chiusa e l’acquafluiva fuori convogliata anche dal muret-to, e poi, col sistema dei fossi, la portava-no dove volevano, non c’era neanchel’inconveniente di allagare la strada pub-blica, perché non c’era.

Era il sistema di irrigazione praticatonelle campagne una volta, la cosiddettairrigazione a scorrimento, quando perprelevare l’acqua da un canale maggiore,spesso erano le cosiddette “gavine”, vifacevano uno sbarramento, l’acqua sialzava e poi usciva fuori nei campi.

In questo caso, finito di irrigare,riabbassavano le assi, smantellavano ilpiccolo sbarramento sul fiume e le acqueriprendevano il loro corso normale.

Questa chiusa con le assi abbassateed il muretto cui era collegata servivanoanche ad impedire che nei periodi dipiena, il fiume si espandesse, cioè uscis-se dal suo letto, allagando la zona limitro-fa, però poteva esondare un po’ più su,dove non c’era questa protezione, e leacque arrivavano lo stesso ad allagare lazona, essa poteva venire allagata ancheper le abbondanti piogge, e allora cosafare?

Semplice: diminuita un po’ la piena eabbassatasi un po’ l’acqua del fiume,oppure calmatasi la pioggia, rialzavano leassi e l’acqua del terreno allagato rifluivanella Sovara attraverso la chiusa “aper-ta”.

Ingegnoso, no!Dalla gente del posto la chiusa veni-

va ed è chiamata anche adesso“Caterattolone”, sembrerebbe un termi-ne dialettale e improprio, ma non è tantocosì, poiché “cateratta o “cataratta” èanche detta una chiusura a saracinescain canali per regolare il corso delle acque.Da cateratta è diventata “caterattolone”,ma si sa, una volta alla gente piacevaalterare i nomi!

Ora è solo un rudere a testimonianzadel passato e che induce l’ignaro pas-sante che vi passa innanzi a domandarsicosa fosse e a cosa servisse. Ma orariprendiamo con la nostra reglia che,

Antichi mulini ad acquanella valle del Sovaradi Flavio Mercati - I parte

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partita, come detto sopra, dalla Sovara,più o meno di fronte al Bagnolo, termina-va il suo tragitto sempre nella valle dellaSovara, ma in territorio umbro, nel Comu-ne di Citerna, fra il paese di Citerna e lalocalità di Petriolo. Sul suo percorso fu-rono costruiti sette mulini. Vediamoli scen-dendo giù dall’inizio del canale: il mulinodetto La Casa, il mulino di Tavernelle, ilmulino detto Molinbianco, il mulino dellaFossa, il Molin d’Agnolo, il mulino diSorci, il mulino Dàvena, l’ultimo, in terri-torio umbro.

Per risalire al periodo di costruzionenon solo di gran parte di questi, ma diquasi tutti i mulini della valle della Sovara,anche se in alcuni casi occorre attenersial “molto probabile”, occorre fare unapremessa che è anche un quadro storicodi un tempo ormai lontano. Premessa chesi rifà addirittura a San Romualdo.

Corpus Dominidi Amedeo Vellati

Festa dei fiori, dei gigli e dei colori.Quanti fanciulli candidi

come i loro vestiti,come le loro anime,

ancora incontaminate dalle insidiee dai veleni della vita.

E quanti dolori si quiètanodi fronte allo spettacolo

della Fede che simboleggianel rito Eucaristico

di limpida innocenza.

Ma col crescere degli anniquesto candore e questi fiori,

si inaridisconoa contatto dei fatui indirizzi

della vita moderna;vita, spericolata e insufficientemente

controllata.

Così i dolci ricordi, della prima comunionesi perdono nel tempo

e nell’oblio, che non saprà più ripetersi.E il tempo del bene si distanzia

dall’insidia del male che crescesenza cure preventive

ed efficaci.

Oggi, candide vesti e tanti fiori,tanto ingenuo sognar di... paradisi.Domani, sorgeranno tanti amoriin mezzo a un campo di fiori recisi.

...antichi mulini

Visita ad limina ApostolorumIl 26 marzo la Corale di Anghiari e il Coro Città di Piero, diretti dal Maestro

Bruno Sannai, si sono recati a Roma per animare con il canto la liturgia dellaquinta settimana di quaresima, nella Basilica di San Pietro.

Come tutti i pellegrini siamo partiti di buon mattino e dopo un viaggio nontroppo lungo siamo arrivati nella città eterna.

Il sole ci ha dato il benvenuto, durante il viaggio nulla faceva pensare chesarebbe stata una bella giornata, il colonnato del Bernini ci ha virtualmenteabbracciati.

Espletate tutte le procedure burocratiche ci siamo incamminati verso laBasilica, intimoriti dalla sua mole, dalla maestà timidamente siamo entrati:

“Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo Ecclesia mea”

Il cuore si è aperto alla bellezza, alla sensazione di gioia per essere lì, comecredenti alla tomba dell’Apostolo Pietro. Siamo stati ricevuti ed accompagnatial luogo dove avremmo cantato: nell’abisde centrale, sotto il Trionfo dellaCattedra di S. Pietro, trafitti dalla bellezza, dalla perfezione di un’opera d’artecome S. Pietro.

Puntuale, alle 10.30 il corteo dei celebranti ha cominciato la sua processio-ne fino all’altare. Il nostro canto si è elevato puro, solenne, come se volessimodire “ Sì noi testimoniamo che tu Signore sei la nostra forza, che tu sei Risorto,il nostro canto è la nostra preghiera.”

Abbiamo cantato brani di Gregoriano, vari brani come “O Jesu Christe”di Van Bergem, l’Ave Verum di Mozart, diretti con sicurezza e bravura dalMaestro Sannai, accompagnati all’organo da Giulio Camaiti, che ha dimostra-to una grande competenza.

Abbiamo cantato come trasportati in un modo più puro, con la volontà diessere testimoni, ricevendo notevoli consensi.

Dopo la celebrazione abbiamo assistito all’Angelus del Sommo Pontefice,un’altra emozione che difficilmente si esprime con le parole.

Di tutto questo dobbiamo ringraziare il nostro Maestro, Bruno, con lui apiccoli passi riusciamo a partecipare a cose che riempiono ed arricchiscono ilnostro cuore, come “artisti”, come cristiani, perché: “Mentre il labbro canta ilcuore prega”.

Grazie Maestro per tutto questo.

Bandiere

Che Corea non c'è più s'è vistodalle bandiere, che non c'erano, sulcampanile della Badia quando c'èstata l'inaugurazione della Mostradell'Artigianato.

Io me n'accorgo anche quandocanticchio la canzone della motorettache cantavo assieme a lui mentresuonava la fisarmonica.

Tempo fa mi era caduta l'atten-zione sulle bandiere perennementeesposte su palazzi pubblici ma ridottein uno stato miserevole.

Però in questi ultimi tempi hoconstatato che sono state rinnova-te ed ora garriscono al fresco venti-cello che proviene dal lago diMontedoglio mostrando i loro viva-ci e rinnovati colori.

Meno male!

Nelle foto del titolo è raffigurata la gora o "botaccio" del Mulin Bianco, quello diTavernelle. Qui a destra la valle del Sovara con l'abitato di Tavernelle in primo pianoe Monte S. Maria Tiberina nello sfondo. Si intravvede sulla destra la vegetazione checosteggia e che nasconde il torrente che nasce verso il Ponte alla Piera.

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la pagina di Walter Del Sere

Lasciare il segno

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Anghiaresi DOC. Con il clubdei presidenti sono stato re-centemente a Guidizzolo, lo-calità gemellata con Anghiaridistante pochi chilometri daMantova. C’era l’inaugura-zione della mostra dell’artistaAlessandro Dal Prato, miticoPreside dell’Istituto d’Artedella cittadina padana, padredel professore fraterno ami-co di Fausto e Franca.

S’è dormito a Solferinodella Battaglia a pochi metridalla “Sentinella d’Italia”, tor-re di risorgimentale memoria.A parte che in quelle zone,come sanno che sei di An-ghiari (luogo di nascita delValbonetti), si spalancanotutte le porte e siimbandiscono le tavole e siaprono le cantine e sei sotto-posto a un tour eno-gastro-nomico che se il fegato nonsi scansa alla svelta sei per-duto, ma quello che più ti ren-de orgoglioso è che, a distan-za di anni, tutto e tutti parla-no e ricordano Fausto e laFranca con un affettoindescrivibile. Quando si dicelasciare il segno.

Campanilismo addio? Si èconclusa la trentunesima mo-stra mercato dell’artigianato.Per un anghiarese DOC quel-la che mi accingo a scriverepuò essere bollata comeun’eresia dato che dalCatorcio in poi le rivalse dicampanile tra noi e ibiturgensi sono un segnod’identità ben definito.

Ma, visto che mi firmo incalce assumendomi la respon-sabilità di quello che scrivo,cosa dico? Che dopo 2 annidi presidenza di uno che vie-ne dal Borgo, mi auspico checi sia un altro anno sulla stes-sa falsariga dato che il Presi-dente Gambacci, non c’è chedire, è riuscito a costruire unabella mostra. Certo, tutto sipuò migliorare e non poco,

ma anche se il Presidente del-l’Ente Mostra può sfruttare ilvalore aggiunto di un borgomedievale di bellezza unica (leavete notate le migliaia di vi-sitatori encantade da cotantosplendore?), il Gambacci si èrivelato un buon cavallino dacorsa. Bravo, 7+. In attesa chegli artisti artigiani di Anghiarisiano in grado di sfornare unavalida alternativa.

Estate 2006. Anche se tantienigmi attendono ancora ri-sposte, queste sono le primeanticipazioni sulle manifesta-zioni estive che caratterizze-ranno la bella stagione pros-sima. Si inizia i primi di giu-gno (“che sei maturità del-l’anno” così come cantereb-be il Poeta) con la Festa dellaFratres Donatori di Sangue eda lì a pochi giorni (dal 7 all’11giugno) nella Sala Audiovisi-vi e in quella della Filarmoni-ca c’è il Cyborg Film Festival,concorso di cortometraggi enuovi territori.

Poi, ancora un po’ e scoc-ca l’ora della quarta edizionedel Palio della Vittoria che,come la storia impone, si cor-rerà giovedì 29 giugno, anni-versario della Battaglia diAnghiari. “Con giorni lunghidi colori chiari” eccoci al mesedi luglio. Il 1° e 2 luglio arrivala Festa popolare al Ponte allaPiera con corsa delle micce etanto altro ancora. Dal 15 al23 luglio c’è l’AnghiariFestival con l’OrchestraSouthbank Sinfonia di Lon-dra che vivrà il suo epilogo inPiazza del Popolo con la mes-sa in scena nelle serate di Gio-vedì 20 e Sabato 22 luglio del-l’Opera “La Boheme” di Gia-como Puccini. Venerdì 21 lu-glio in Piazza IV Novembretorna la Festa estiva del Cen-tro di Aggregazione Socialecon il negro bianco SiroFontani ad allietare la seratacon motivi e successi anni 80.

Ed arriva agosto “con le stan-che e lunghe oziose ore”.Mercoledì 2 agosto in Piazzadel Popolo ci sarà il tradizio-nale concerto in memoria diRoberto Procelli.

Quest’anno sarà di scenaun’Orchestra del SinfoniaFestival con (pare) un solistadi grande risonanza. Settegiorni più tardi torna lo spet-tacolo del circo degliZuzzurulloni, che ogni annoraccoglie unanimi consensi efa divertire grandi e piccini.Sabato 26 agosto ti pare cheMoreno non metta in piedi inPiazza Baldaccio la Tradizio-nale Festa degli Ospiti a curadella Filarmonica? E poi vole-te che Domenica 27 agostonon vada in onda la nonaCamminata del Contrabban-diere, da Anghiari al Pontealla Piera? La prossima estatedovrebbe poi vedere in unapiazza del borgo antico lacompagnia de La Motina pro-porre la commedia “La miriggirèda”. E a quel punto siamogià a settembre “il mese deiripensamenti sugli anni e sul-l’età” e c’è la festa a SantoStefano. Ma come passa pre-sto il tempo. Per chi propriolo vuol sapere i virgolettatisono tratti dalla “Canzone dei12 mesi” tratta dall’AlbumRadici di Francesco daPavana Guccini.

L’ascenzore, con lazeta. Da queste paginepiù di una volta ho so-stenuto l’inutilità dellacosiddetta coppia dimontacarichi che daiparcheggi sotto le muraconducono near to (vi-cino al) Poggiolino,piazzetta celebre da 10anni a questa parte peressere stata il posto ide-ale dove fu realizzataTovaglia a Quadri.

Non mi ricredo suquanto affermato in pre-

cedenza, ma. C’è un ma. Lecentinaia (qualche migliaio) dipersone che ringraziano chiha avuto l’idea di costruiresiffatta opera che permetteagevolmente di arrivare tra lemura senza il fiatone, che sa-rebbe logico dopo una ripidacamminata.

È vero che ogni tanto ilcongegno si ferma. È vero checi sono tracce di umidità chetestimoniano che non tuttofila liscio dietro i pannelli chetappano tutto. Ma è anchevero che il centro storico è fi-nalmente decongestionato dasoste selvagge (non sempre)e adesso, che è aperto dalle 7di mattina a mezzanotte, unmotivo di esistere (l’ascen-zore) ce l’ha.

E vi confesso che anch’io(seppure riguardandomi unpo’ per la pudicizia) a voltelascio l’auto ai parcheggi del-la Misericordia e mi infilo inquel (fresco d’estate e fred-do d’inverno) tunnel che miporta ai montacarichi dovepigio il tasto numero 1 ed en-trato in cabina completa dimusica (a proposito sceglie-tela meglio) dopo 18 secondimi ritrovo su tra le mura sen-za il fiatone. E alla mia età (an-che se cerco ancora dispera-tamente di fare l’ever green),è un sollievo.

Il gruppo folcloristico di Vladimir ospitedella Mostra dell'Artigianato.

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CRONACHETTAdei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti adAnghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Aprile 2006

Domenica 2. Oggi è morta Flora Draghi vedova Guerrini.Aveva 89 anni ed abitava a san Leo.Lunedì 3 . Oggi è morto Giacomo Massetti di anni 92, conosciu-to con il soprannome di Giacco, abitava al Ghetto.Martedì 4 . Maurizio il fabbro ha detto che stamani a Tavernellec’era la brina, anzi il ghiaccio.Sabato 8. Stamani sono ripassato in macchina dal Terrato.Domenica 9 . Oggi anche se c’era Memorandia il tempo erabello!Mercoledì 12. Stamani hanno ripreso a scalpellare le ultimelastre di piazzaGiovedì 13. Oggi è morta Anna Cangi di anni 85. Abitava al Rio,per la via di san Leo.Venerdì 14. Stasera abbiamo fatto la processione con tutte leCompagnie.Sabato 15. Stamani Danilo con il figlio Francesco ha smontatole luci della processione.Domenica 16. Oggi è morta Vanda Tenti in Pallini, di anni 82.Abitava a Palazzolo.Sabato 22. Per un tragico incidente oggi è morto Stefano Cheli.Aveva solo 47 anni e abitava alla Casentina.Martedì 25. Alla Cappella di San Marco abbiamo fatto labenedizione dei gigli per le croci dei campi.Mercoledì 26. Oggi è morta Giuseppa Deriù, suor Aurora, dianni 83. Risiedeva alla Ripa, ma era originaria della Sardegna.Domenica 30. Oggi c’era Memorandia ma ai parcheggi sottole mura.* Oggi è morta Mara Calli di anni 76. Risiedeva alla VillaMiravalle e tutti la ricordiamo per la sua attività di antiquariatoe per la sua disponibilità.

Mese di Marzo 2006

Mercoledì 1. Finalmente, dopo tanti giorni che Frido annun-ciava neve, stanotte ha bufato.Domenica 5. Oggi è morto Pietro Perugini di anni 85, abitavaverso l’Infrantoio.Martedì 7. Stamani alle sette e mezzo, che ancora ero a letto,ho sentito la sirena di Montedoglio.Mercoledì 8 . Oggi è morto Adamo Mugelli di anni 93. Abitavaper la via del Carmine.Giovedì 9 . Oggi è nato Nicolò Mondanelli. La sua famiglia abitaa Città di Castello ma il suo nonno è il Comandante delle GuardieForestali di Anghiari.Venerdì 10. Oggi è morto Giovanni Valdifiori di anni 83.Abitava per la via di san Leo.Sabato 11. Oggi è morto Pasqualino Mencaroni di anni 79.Abitava alla Torricella.Domenica 12. La notte “passa” ho sentito diversi “baturli”.Lunedì 13. Oggi è morto Veniero Vellati di anni 74. Conosciutocome Beppone, abitava sotto la Bernocca ed è sempre statodisponibile con tutte le associazioni anghiaresi.Martedì 14. Oggi è nata Desiree Manenti. La sua famiglia abitaalla Casa Nova.Giovedì 16. Oggi ha provato a nevicare e, sui tetti e sull’erba,si è formato un leggero strato bianco.Venerdì 17. Oggi è nata Lucrezia Gaggiottini. La sua famigliaabita verso l’Infrantoio.Mercoledì 22. Oggi è morto Vittorio Peruzzi di anni 65. Abitavaalla Scheggia.Giovedì 23. Stamani a Sant’Agostino ha preso fuoco uncamino. Son venuti anche i pompieri.Mercoledì 29. Stamani c’era l’eclisse di sole ma non l’ho vistache c’erano le nuvole. C’è stata anche l’inaugurazione dellascuola elementare ma non ci sono potuto andare.Venerdì 31. Stamani ho fatto colazione con i fichi secchi cheho comprato ieri alle Fiere del Borgo.

Venerdì 3 febbraio. Oggi sono nate le gemelle Zindine eZina Binkdane. La sua famiglia abita a S. Rocco.Sabato 25 febbraio. Oggi è mora Lide Magrini vedovaAcquiloni, di anni 85. Abitava vicino a Galbinaccio.Martedì 28 febbraio. Oggi è nata Michelle Rinaldi. La suafamiglia abita a La Banca.

I restauri a Sant'AgostinoSono ripresi i lavori nella chiesa di Sant'Agostino.Lavori impegnativi che dovranno essere completati

anche in tempi successivi. La dottoressa Refice, dellaSovrintendenza di Arezzo, però ora conta di poter riaprirela chiesa e inaugurare la parte dei restauri già effettuata il28 di agosto 2006, giorno della festa di Sant'Agostino.

Ci auguriamo che ciò sia possibile per poter di nuovorendere fruibile questo importante monumento a tutta lacomunità anghiarese.

Un saluto a don GinoNei giorni scorsi, approfittando di una scampagnata

domenicale a Sestino, ci siamo fermati al Cimitero per fareuna preghiera sulla tomba di don Gino, che non c’ero maistato.

In realtà non me lo ricordo poiché morì quando avevosolo quattro anni. Però i ricordi dei parrocchiani di Taver-nelle e alcune letture su di lui me l’hanno tratteggiato comeuna bella figura di uomo e di sacerdote.

Il 28 aprile scorso, poi, era il ventiduesimo anniversariodella morte.

Abbiamo approfittto della visita per una foto accantoalla sua tomba, a Sestino.

Abi

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Santuario del CarmineSantuario Mariano della Valtiberina

11 luglio 1536 - 11 luglio 2006470° Anniversario dell'Apparizione della Madonna

Ore 20 Pellegrinaggio a piedi da Anghiari

Ore 21 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo DiocesanoMons. Gualtiero Bassetti, assieme a tutti i Sacerdoti della Valtiberina. Alla S.Messa parteciperanno tutte le Comunità Parrocchiali della Valtiberina.