2001-2 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 2 APRILE - MAGGIO 2001 Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI 1 Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 2 APRILE - MAGGIO 2001

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXV-Per. del Vic. di Anghiari e MonterchiCon approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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SommarioIl mese di Maria di Vera Cuccini pag. 2Don Juan Carlos invita i giovani " 2Ripara la Chiesa in rovina di Cmr " 3Quel Venerdì Santo di Ilaria Andreozzi " 3Ricchi e poveri di Alfonso Sassolini " 3Calendario Liturgico " 4Sante Messe festive e avvisi delle parrocchie " 5Il Palterre

Il coraggio dell'omertà di S. Lombardi " 6Ciccicocco-Halloween 0-3 di Civis " 6Quando manca manca di Civis " 6Volontariato, questo sconosciuto di Civis " 6Sediamoci tranquilli di Cmr " 7Partecipare per educare di Rosy e Roberto " 7Caro Massimo " 7

Nuovo Millennio ineunte di don Q. Giorgini " 8A Roberto di Maria Cristina " 9Giornata del FAI di Giulio Camaiti " 9La vignetta : Una pulce pericolosa " 9Il consiglio per gli affari economici " 9Il senatore Bruni di Mario del Pia " 9La Misericordia chiede aiuto agli anghiaresi " 10Ringraziamento alla famiglia Russo " 10Gli ultimi restauri nella chiesa di Casale " 11Sorpresa! di Maria Pia Fabiani " 11Cronachetta e offerte per il giornale " 12Angolo della Missione a cura di Franco Cristini

Adozione a distanza " 13IL FATTO: La svinatura a Galbino " 13LE LOGGE: La canonica di Clèto " 13

Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. GanganelliIl trapianto e la donazione del midollo osseo pag 14Veglionissimo di Carnevale di Orteip 2001 " 15Festeggiamenti per il XXV di fondazione " 15

La leggenda del pettirosso " 16La vignetta: Quando l'abito fa il monaco " 16A mio marito di Vera Cuccini " 16Per Anghiari di Antonietta Olivieri " 17Dalle nostre parrocchie " 18Marzo aprile di Maria Pia Fabiani " 19Portano vesti candide di Cmr " 20Notte di Natale di Raffaele " 20Fraseologia anghiarese di Turiddo Guerri " 20Da Tavernelle a cura di A. Bivignani

...dal centro e... dal G.S. Tavernelle " 22Speciale Madonna del Conforto " 23

Voglio imparar da te " 23Baldaccio di Anghiari " 24Cattive abitudini " 24Quando le coincidenze sono tante... troppe " 25A.T.O. " 26La quercia di Romolano " 26Il portone della chiesa della Croce " 27Squadre di calcio d'altri tempi " 27Balli, orchestre e complessi... II parte " 28Una chance per Albiano di Walter Del Sere " 30La signorina Ida di Walter Del Sere " 30Vacanze al mare di W. Del Sere " 30Agevolazioni per chi non è allacciato di W. Del Sere " 30Cronachetta dei fatti... " 31

In copertina: don Juan Carlos visto da Luca Pucci

Il mese di Mariadi Vera Cuccini

Maggiodelicato profumodi rose e ginestre,verde intensodelle erbe nuove,garrire allegrodi rondininell’azzurro del cielo,e a sera, rintocchifestosi di campane,mentre il coro dei fedelieleva una preghieraalla Madre Celestededicata:“Ave Maria”.

Don Juan Carlos invita i giovani

* Don Juan Carlos, simpaticamente ritratto in copertina da Luca Pucci, fa sapereai giovani che immediatamente dopo Pasqua verrà organizzato un ritiro spirituale peri ragazzi sopra i 18 anni, studenti o lavoratori. Avrà la durata di due o tre giorni pressoGello e viene preparato insieme a don Bruno Cortelazzi. Un invito a tutti coloro chedesiderano fare questo percorso insieme ad altri giovani della stessa età, di rivolgersiin parrocchia o a lui personalmente.

* Continuano i lavori nella nostra canonica ma prosegue la preparazione deiragazzi della Cresima usufruendo delle sale dell'Oratorio. Il Giovedì Santo verrà fattala visita al Vescovo ad Arezzo per assistere alla Messa Crismale. L'invito è rivoltoanche ai ragazzi delle altre parrocchie del vicariato.

* Per l’estate si stanno già organizzando i campeggi così suddivisi: per le scuoleelementari nell’ultima settimana di giugno, per le medie la seconda settimana di luglioe per loro è già stata prenotata una casa presso Montenerone. Per i ragazzi delle scuolesuperiori, con don Marco, la residenza estiva sarà una zona delle Alpi. Questaesperienza verrà fatta assieme ad altre parrocchie della vallata. Questa dei campeggiè una opportunità che viene offerta ai ragazzi per essere aiutati a percorrere uncammino di fede e di formazione in un momento tanto importante della loro vita.

Giovedì 3 maggioFeste del SS Crocifisso

Nella Piazza di AnghiariTradizionali TOMBOLA e

FUOCHI

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Ripara la Chiesa in rovinadi Cmr

Operaio della vigna, pastore,seminatore, pescatore tu sei,o presbitero del Signore.Rimboccati dunque le manichee lavora sodo come un bracciante.Un bracciante delle terrepiù misere, arse e desolate.La Chiesa va in rovina,riparala tu, come fu chiestoa Francesco poverello.Lo Spirito ti dette parole infuocateper scuotere la nostra inerziae fugar la nostra ipocrisia.Manda i mercanti fuori dal tempio.La tua fede ti faccia un giganteper riportare Cristo nel mondo.

Ricchi e poveridi Alfonso Sassolini

Chi sono il ricco ed il povero evangelici?La Chiesa interpretando il Vangelo ci dice che “ricco”

è colui che ciecamente confida nei propri beni e “povero”è colui che anche avendo magari una consistente proprie-tà, la considera solo uno strumento e non un fine.

Perciò, in questo senso, un contadino che litiga colvicino per 10 centimetri di terra sul confine è più ricco dicolui che avendo tanti beni è però generosamente apertoai bisogni del fratello.

Questo tipo di “ricco” è il pover’uomo che nonconfidando nella divina Provvidenza ma soltanto sulproprio denaro, se ne rende schiavo e adoratore. Si levadal letto al mattino e invece di ringraziare il buon Dio perun altro giorno e per il sole che splende, si precipitaall’edicola per comprare il “Sole/24 ore” a verificarel’andamento dei mercati finanziari.

Il Vangelo è molto netto e duro con questo tipo diuomo: “È più facile che un cammello passi per la crunadi un ago che un ricco entri nel regno di Dio.”

Oppure: “Non ammassate tesori sulla terra dove laruggine e la tignola li consumano e dove i ladri sfonda-no e derubano ecc… (Matteo 6, 19/21). E aggiunge:“Non vi angustiate per la vostra vita di quel che mange-rete o che berrete… Osservate gli uccelli del cielo; nonseminano, né mietono, né raccolgono nei granai, eppu-re il vostro Padre Celeste li nutre… Non datevi dunquepena per il domani poiché il domani avrà i suoi pensieri;basta a ciascun giorno la sua pena.” (Matteo 6, 25/34- Luca 12/24)

Siate pronti: “Badate a voi stessi che i vostri cuorinon siano aggravati per l’eccesso del mangiare e delbere e per le sollecitudini della vita sì che quel giorno[della fine N.d.A..] non venga sopra di voi improvvisocome un laccio…” (Luca 21, 34/36)

“Date e vi sarà dato: una misura buona pigiata escossa e traboccante vi sarà versata nel grembo. Poichédella stessa misura di cui vi sarete serviti anche gli altrisi serviranno verso di voi.” (Luca 6, 38)

Alla luce di questi ammonimenti, di queste vere eproprie “prescrizioni per l’uso” del denaro, troppo spes-so disattese da tutti noi, dobbiamo seriamente domandar-ci se questo nostro mondo tragicamente gaudente, nonstia rotolando verso il baratro. Aforisma finale: L’avaroè colui che vive da povero per paura di diventarlo .

Quel Venerdì Santo…di Ilaria Andreozzi

Andai alla funzione in Cattedrale,in quella sera del Venerdì Santoperché volevo unirmi nel rimpiantodi chi morì salvandoci dal male.Dalla gran volta d’oro e di cobalto,l’Eterno Padre, con la mano alzatami benediva; mentre trasognataguardavo Sant’Agnese di Del Sarto.E ner sapore mistico d’incanto,sentivo dentro al petto un’emozione,come succede, nella processionequando passa la statua del Santo.Da dietro ai ceri dell’altar maggiore,lento e struggente si elevava un cantounito ai violini; mentre intanto,grande tristezza m’invadeva il cuore…e pensavo al patir del Redentore…a quel viso dolente e insanguinatoma radioso di fede nel dolore…E andava il mio pensiero fin lassù,come a scusarmi per aver peccato,fra il sospirar dell’organo accorato,e il pianto d’un “Guarnieri del Gesù”…

LA PIA SOCIETÀ DEL GESÙ MORTO

invita i propri iscritti a partecipare ai riti dellaSettimana Santa con devozione per renderegrazie a Cristo Salvatore.

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CALENDARIO LITURGICO

Mese di aprile

1° aprile - Domenica V di Quaresima - Sante Messesecondo l’orario festivo.3 aprile - Primo Martedì del mese - In Propositura alleore 17 “Ora di Guardia” con recita del Santo Rosario.5 aprile - Primo giovedì del mese - Si invitano i fedeli allapreghiera per le vocazioni.6 aprile - Primo Venerdì del mese - Nella Pieve diMicciano, alle ore 20,30, Santa Messa per il GruppoUomini dei Ritiri di Perseveranza.

SETTIMANA SANTA

8 aprile - Domenica delle palme - De Passione DominiAlle ore 9,30 S. Messa in Propositura. Alle ore 10,30benedizione delle Palme presso la chiesa di Badia, da quiin processione ci rechiamo nella chiesa di Propositura perassistere alla S. Messa delle ore 11.Alle ore 18 S. Messa presso la chiesa della Croce.“Cristo, entrando in Gerusalemme, fu acclamato Re eMessia dalla folla osannante, al suo passaggio i mantellisono stesi lungo il cammino e le palme vengono agitategioiosamente. Riconosciamo anche noi la sovranità uni-versale ed eterna del nostro Salvatore senza tradirlo comefece invece dopo poco gran parte del popolo diGerusalemme.9 aprile - Lunedì Santo – Alle ore 21 nel Santuario delCarmine sacramento della Riconciliazione (confessioni).

TRIDUO PASQUALE DELLA PASSIONEE RESURREZIONE DEL SIGNORE

Il triduo pasquale comprende il Venerdì Santo, il SabatoSanto e la Domenica di Resurrezione. Dato però ilcarattere pasquale della “Cena del Signore” entra nellacelebrazione del triduo anche la Messa vespertina delGiovedì Santo. La domenica di Pasqua è insieme l’ultimogiorno del triduo e il primo del Tempo di Pasqua.

12 aprile - Giovedì Santo – Ultima Cena di Gesù. Alleore 18 nella chiesa di Propositura Santa Messa vespertinasolenne “in Coena Domini” con il rito della Lavanda deipiedi. La Chiesa celebra in questa giornata l’istituzionedella santissima Eucaristia. Al termine della Messa visitain processione ai sepolcri nelle chiese paesane. Alle ore 21circa, nella chiesa di Propositura "Ora di meditazione".13 aprile - Venerdì Santo – In Passione Domini. Inquesto giorno meditiamo e celebriamo la Passione dinostro Signore Gesù Cristo che culmina con la sua mortein croce. Alle ore 11,30 del mattino ci troviamo alla

cappella dei caduti per portare in processione il simulacrodi “Gesù Morto” nella chiesa di Propositura. Un invitoparticolare ai bambini e ai giovani ad essere presenti aquesta manifestazione. Alle ore 19, nella chiesa di Propo-situra, inizio della solenne celebrazione liturgica “InPassione Domini”. Al termine processione tradizionaleper le strade del paese con il solito itinerario. Un invitoall’ordine e alla preghiera.14 aprile - Sabato Santo – Si celebra il mistero dellasepoltura: Quel sepolcro vuoto che prepara il trionfo al dilà di tutte le apparenze, sottolinea nel cristianesimol’importanza della speranza. Alle ore 23,30 nella chiesadi Propositura inizio delle celebrazioni liturgiche cheintroducono alla Santa Messa “In Resurrectione Domi-ni”.15 aprile domenica – Pasqua di Resurrezione - SanteMesse secondo l’orario festivo.“Il Signore è veramente risorto, alleluia.” Questo è ilmessaggio evangelico con il suo carattere decisamentepositivo di gioia e di vittoria.

TEMPO DI PASQUA

Il Tempo di Pasqua abbraccia un periodo di cinquantagiorni ed è segnato dalle tre solennità intorno a cui sisnoda: Pasqua, Ascensione, Pentecoste.

16 aprile - Lunedì dell’Angelo – Festa nella parrocchiadi Santo Stefano. Santa Messa nella chiesa di S. Stefanoalle ore 11.Alle ore 18 Santa Messa nella chiesa della Croce.22 aprile - Domenica II di Pasqua - Sante Messe secondol’orario festivo.

Nei giorni 23 e 24 aprile la S. Messa delle ore 18 verràcelebrata nella Cappella di San Marco presso la Mise-ricordia in via Matteotti.

25 aprile mercoledì – San Marco Evangelista - Marcoera cugino di Barnaba. Seguì l’apostolo Paolo nel suoprimo viaggio missionario e poi anche a Roma. Fudiscepolo di Pietro del quale riprodusse la predicazionenella stesura del suo Vangelo. Santa Messa alle ore 9,30nella Cappella di San Marco presso la Misericordia e alleore 18 in Propositura.29 aprile - Domenica III di Pasqua. Santa Caterina daSiena - Sante Messe secondo l’orario festivo.

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SANTE MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANO-CHIESA DI SAN LEO

Ore 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 8,40 -PIEVE DI SOVARAOre 9,00 -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA

-CHIESA DI TUBBIANO-CHIESA DI CATIGLIANO

Ore 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE

-CENACOLO DI MONTAUTOOre 10,30 -CHIESA DI SAN LEOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura

-PIEVE DI MICCIANOOre 11,30 -CHIESA DI TAVERNELLE

-CHIESA DI VIAIOOre 12,00 -CHIESA DI TOPPOLEOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 CHIESA delle monache MonterchiOre 10 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11 S. Maria della Pace Le VilleOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 16,30 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo aPianezze ore 15 (ore 17 estivo).

Mese di maggio

Mese dedicato alla Madonna: Nei giorni feriali, alle ore21 nella chiesa di Propositura, recita del Santo Rosariocon breve riflessione.

1° maggio martedì – San Giuseppe lavoratore patronodel lavoro. Sante Messe ore 11 e ore 18 in Propositura.Primo Martedì del mese. In Propositura alle ore 17 “Oradi Guardia” con recita del Santo Rosario.3 maggio Giovedì – Santi Filippo e Giacomo apostoli.In Anghiari festa del SS. Crocifisso. Sante Messe nellachiesa di Badia alle ore 9,30 e 11. Alle ore 17 inPropositura Santa Messa solenne dove il celebranteamministrerà il sacramento della Cresima ai nostri giova-ni. Seguirà quindi la processione per le strade del paesefino alla chiesa di Badia.4 maggio - Primo Venerdì del mese - Nella Pieve diMicciano, alle ore 20,30, Santa Messa per il GruppoUomini dei Ritiri di Perseveranza.6 maggio - Domenica IV di Pasqua - Sante Messesecondo l’orario festivo.13 maggio - Domenica V di Pasqua - Sante Messesecondo l’orario festivo.14 maggio lunedì – San Mattia apostolo - Eletto dagliapostoli al posto di Giuda, per rendere testimonianzadella resurrezione del Signore, fu annoverato fra i dodicicome si legge negli atti degli Apostoli.20 maggio - Domenica VI di Pasqua - Sante Messesecondo l’orario festivo.22 maggio martedì – Santa Rita da Cascia- Festa pressola chiesetta delle suore della Ripa preceduta da un triduoserale di preghiera.27 maggio - Domenica VII di Pasqua - Ascensione dinostro Signore Gesù Cristo. Festa al Santuario dellaMadonna del Carmine ove ogni ora dalle 7 alle 11 vienecelebrata la Santa Messa. Nel pomeriggio benedizionedei bambini alle ore 16,30 ed ultima Messa alle ore 18. InAnghiari Santa Messa alle ore 9,30 in Propositura.31 maggio giovedì – Visitazione della Beata VergineMaria a Santa Elisabetta . “Benedetta sei tu tra le donnee benedetto il frutto del tuo seno.” TAVERNELLE

Giovedì SantoOre 16:30 Lavanda e S.Messa in Coena DominiOre 21 Adorazione comunitaria.Venerdì SantoOre 15 Adorazione della Croce.Sabato SantoOre 23:30 al Cenacolo di Montauto Veglia pasqualee S. Messa di Resurrezione.

San LorenzoSabato Santo - Ore 22: Santa Messa

Domenica 22 aprileDomenica in AlbisDa Micciano alle ore 16

Pellegrinaggio al Santuariodel Carmine per la S.Messadelle ore 17. Durante la sa-cra celebrazione Consacra-zione alla Madonna del Car-mine e consegna delloScapolare.

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IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

Quando manca mancadi Civis

Il riferimento è al buongusto. Ecco i fatti. Passandodavanti a Tommaso (il “giornalista”) ho letto nella"civetta" di un giornale locale: “Anghiari dedica unastrada ad una prostituta”

Non ho comprato il giornale e non ho nemmeno lettol’articolo, tanto sapevo a chi ci si riferiva. Ma non ho lettol’articolo per principio.

Non mi sembra serio che, per vendere qualche copiadi giornale in più, si metta in evidenza un aspetto di unapersona che niente c'entra con la motivazione per cuiAnghiari vuole ricordare l'eccezionale munificenza diuna cittadina anghiarese. Si sta parlando di colei che havoluto la creazione di un Istituto per gli anziani anzi dell'"Istituto": il "Ricovero" di altri tempi. In tempi assai duriper la popolazione meno abbiente (fine ottocento) eraquesto un gesto che cercava di portare sollievo ai biso-gnosi anziani per riequilibrare le disparità sociali.

Ritornando al giornale non sono per niente scandaliz-zato. Infatti è lo stesso spirito che anima tante trasmissio-ni televisive dove lo scontro verbale la fa da padrone.Certo mi piacerebbe che si puntasse di più sul “buongusto” nel raccontare le cose sia in televisione che suigiornali. Credo si possa raccontare un accadimentotragico o complicato con un po' di ironia e di intrigo senzaessere morbosi o sciocchi.

Volontariato, questo sconosciutodi Civis

Ogni tanto sento parlare di associazioni no profit. Ame questo termine non piace. Si vuol dire che non si puntaal guadagno ma a me sembra si punti a sembrare che nonsi miri al guadagno.

E comunque sono tutt’altra cosa dalle associazioniche ho fin qui conosciuto. Mi riferisco alla Misericordiaed alle altre associazioni che cercano di portare aiuto osollievo a chi ne ha bisogno, e che in generale sonocresciute attorno alle parrocchie, e alle associazioni dicittadini che cercano di valorizzare il paese di Anghiari.

Ma la differenza forse è solo nel comportamento dellepersone che compongono le associazioni.

Ci sono infatti coloro che si accontentano di poco e poici sono i volontari: coloro che dedicano parte del lorotempo per gli altri senza niente chiedere in cambio. Lasola paga per loro è la ricompensa che verrà data altermine della vita terrena o il sapere di avere fattoqualcosa di utile per la comunità.

Anacronistico? Fuori del tempo? Può darsi. Ma sonoqueste le persone che io apprezzo.

IL CORAGGIO DELL’OMERTÀdi Sergio Lombardi

Generalmente il coraggio non può esseredefinito ma è una cosa soggettiva, quando poi

ciò è in relazione ad un fatto verbale diventa esercizio direlazione civica. Si capisce chiaramente che il suddettotitolo è un’espressione ironica che rispecchia però in modoconcreto quella che è la realtà odierna e che ritengo sianecessario sfatare. Molto spesso, come ripeto da tempo,vengono confusi i gatti con i topi e questo si complicaenormemente quando il topo vistosi alle strette si trave-ste da gatto. Questo esempio metaforico in realtà vuolemettere in guardia da coloro che agiscono in malafede,ma poi rendendosi conto che subirebbero l’emarginazionesociale, si travestono da gatto e lo fanno molto bene percui è necessario uno spiccato intuito. Io stesso per capireun topo che mi si travestiva da gatto, ho impiegato treanni per distinguerlo!!

Naturalmente questo tipo di atteggiamento è forierodi ipocrisie. Infatti è necessario giustificare sé stessi eallora che c’è di meglio del travestimento da gatto?

Insomma per raggiungere una determinatanormalizzazione si può solo isolare il suddetto atteggia-mento, purtroppo occorre prendere atto che il sopra cita-to atteggiamento aumenta in modo esponenziale e conuna frequenza tale da far sembrare in secondo piano ilmodo etico di comportarsi.

In definitiva cercare il buio e lamentarsi che si fa seranon è da persone coerenti. Se la società ha un andamentocome l’attuale ciò è dovuto a questi atteggiamenti. Poi èaleatorio lamentarsi: pensiamoci !!

Ciccicocco-Halloween 0-3di Civis

La partita, giocata in “casa” del Ciccicocco, è stata vintaclamorosamente da Halloween che infatti ha vinto perpubblicità su giornali e tv, per adesione dei giovani aquesta “usanza”, per partecipazione delle famiglie.Giovedì mattina invece (giornata da sempre riservata alCiccicocco) facendo un breve giro in paese ho visto chetutto era normale: calma piatta. E anche nel pomeriggioquel po’ di entusiasmo che dovrebbe esserci in un giornoda festeggiare in allegria era assente.A quando la rivincita?

Aforismi di Turiddo GuerriSpesso i governi fanno molto bene le cose che i cit-tadini non gradiscono, però in compenso fannomolto male quelle che i cittadini vorrebbero fossefatte secondo le loro legittime aspettative.

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... Il Palterre

Beatitudini della seradi Cmr

Sediamoci tranquilli

Come la nottenella oscurità porta in sé

il desiderio della luce,io desidero Te, soltanto Te.

Il mio cuorelo ripete senza fine.

Ho sentito il Tuo invito.È venuto il momento.

Ora è tempo di sedere tranquillofaccia a faccia con Te.

Sì, sediamoci sereni ed appagati come chi non ha nienteda desiderare, perché ha già tutto. Non importa se Dionon ci parla: restiamo in silenzio ad ascoltare il Suosilenzio. Sembra un gioco di parole, ma è tutt’altro. È unaverità profonda. Il mio creatore, così immenso, cosìinaccessibile, così incomprensibile per le mie limitatecapacità umane, il mio creatore sa come sono fatta e cosìmi accetta e mi ama. Sa del mio, del nostro arrancaresulla strada del bene, sa dei tanti insuccessi, sa dellavoglia di tornare indietro per riposare a fondo valle, in uncomodo ed egoistico agnosticismo.

Anche se non parla, Lui sa, vede e comprende.Sa, inoltre, che nostro aiuto e nostra speranza è il

desiderio di goderlo faccia a faccia nella luce che nontramonta. Anche e soprattutto nel silenzio possiamocolloquiare. Mentre scrivo cerco di immaginarvi, amicicari a cui mi rivolgo e vi vedo sorridenti, come devonoessere i veri cristiani, sorridenti perché, come me, visentite vivi e coinvolti in questo clima di rinnovamento.C’è stata la festa natalizia dei nonni e, a Dio piacendo,altre ne seguiranno; ho inteso dire da una bocca benqualificata che si cercherà di dedicare un po’ di tempo perguidare gli anziani nella preghiera comunitaria, in ora aloro accessibile; capisco che tante persone si prodiganoper la riuscita di questa o quella manifestazione; insom-ma tira davvero aria di rinnovamento e tutti da quest’ariasiamo ossigenati e rivitalizzati: pian piano cresceremo!

Teniamoci per mano, formiamo idealmente una lungacatena per sentire che la tua gioia o il tuo dolore, amico,passano dalla tua alla mia mano e così via. In tal modosconfiggeremo la solitudine e lo conforto, ci sentiremodavvero invitati da quel Dio di misericordia, da quel Dioche desideriamo, pur se non ce ne rendiamo conto.

Però, con tutto il rispetto per la grandezza di Tagore,io non sono con lui d’accordo sul fatto di restare fermi,seduti ad aspettare: proseguiamo a piccoli passi, lieti egrati perché ci è possibile muovere le gambe un po’traballanti, avanti insieme, avanti pregando per i fratellipiù deboli e tribolati, nostra ricchezza e nostra forzacomune. Avanti, ogni piccolo passo ci porterà poi ariposare in un luogo più bello e più vicino a chi devemostrarci il Suo volto.

Rabindranath TagorePoeta e filosofo indiano(1861-1941)Premio Nobel per la let-teratura 1913

Anghiari, 15 febbraio 2001

Partecipare per educareVorremmo che il nostro Giornalino fosse anche scam-

bio di opinioni e consigli per poter fare sempre meglio lecose di tutti i giorni e dato che per noi la priorità è crescerei nostri figli, eccoci qua con una riflessione.

Abbiamo avuto la fortuna di partecipare, naturalmen-te alternando la nostra presenza, agli incontri che l’Isti-tuto Statale Comprensivo (ex scuole Elementari e Media)ha organizzato per i genitori degli alunni della 5ª elemen-tare fino alla 3ª media.

Sono stati cinque incontri dove venivano trattati iproblemi inerenti l’educazione dei nostri figli: Alimenta-zione, Rischi stradali, Psicologia, Sport e Studio.

Ogni incontro è stato tenuto da Dottori e Professorispecifici per quella materia con possibilità di interventoda parte nostra.

Vorrei porre l’attenzione sulla scarsa partecipazioneda parte dei genitori, consigliando di frequentarle se infuturo verranno ripetute

Ci lamentiamo sempre che nessuno fa nulla persostenerci nel difficile compito di educare i nostri figli equando abbiamo l’opportunità che ottimi docenti sidanno da fare per aiutarci non sappiamo cogliere l’occa-sione.

Di conseguenza non lamentiamoci se poi non riuscia-mo ad aiutare i nostri figli nel difficile compito didiventare adulti.

Grazie a chi ci dà queste opportunitàRosy e Roberto

Caro Massimo,attraverso “L’Oratorio” ho saputo del tuo affetto per

Roberto. Ho letto le tue parole che dicono quello cheanch’io sento.

Da un anno identifico mio figlio “buono, gentile”, cosìtu lo definisci, con l’Agnello Sacrificale che, innocente,accetta il suo destino; col Cristo torturato e morente sullaCroce che tuttavia dice “Perdona loro perché non sannoquello che fanno.”

Non posso dire, come te “…perdonami il mio noncapire o non voler capire la tua sofferenza.”

Io avevo visto e capito la sua sofferenza. Per egoismoo impotenza non ho saputo porvi rimedio. I miei tentatividi aiutarlo sono stati deboli e forse sbagliati. Né hotrovato aiuto in questo mondo che, come dici tu “corretroppo”, e non sa dove va.

Questo è il mio tormento e la mia condanna.Cerca di essere sereno almeno tu e continua a voler

bene al mio ragazzo come gliene abbiamo voluto e glienevogliamo io e tutti quelli che l’hanno conosciuto.Ti abbraccio

Il babbo di Roberto

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La lettera apostolica NOVO MILLENNIO INEUNTEfirmata da Giovanni Paolo II° il 6 gennaio, in piazza S.Pietro di fronte a centomila fedeli, tanti telespettatori delmondo intero, ha chiuso il Grande Giubileo del Duemilaed ha aperto il nuovo cammino della Chiesa indicandoneil programma.

Il provvidenziale documento papale è rivolto a tutti imembri della Chiesa, ai vescovi, ai sacerdoti, diaconi,religiosi/e e a tutti i fedeli laici. Si compone di 59paragrafi suddivisi in 4 parti. Dopo aver riassunto laricca eredità lasciataci dal Giubileo, visto come memoriadel passato e come profezia dell’avvenire, il papa indicaa tutta la Chiesa concrete linee operative per continuarele sua missione nel primo secolo del Nuovo Millennio.

Dobbiamo ripartire da Cristo morto e Risorto, pre-sente nella sua unica Chiesa, salvezza e speranza dell’uo-mo di oggi. Dobbiamo approfondire il mistero della suaidentità divino-umana, contemplando il suo volto “dolen-te e risorto” con lo sguardo della nostra vera fede che cifa ripetere con Tommaso, la più bella ed esplicita testi-monianza di fede cristiana contenuta nel vangelo “MioSignore e mio Dio.” Dobbiamo ripetere con Pietro aGesù: “Tu sei il Cristo il Figlio del Dio Vivente” erivivere quella esperienza mistica di comunione con ilVerbo della Vita, che si è fatto Carne e che per primi iDodici videro con i loro occhi, udirono con il loro orecchie toccarono con le loro mani.

Come duemila anni fa, Gesù chiamò ed invitò SimonPietro a “prendere il largo” e gettare le reti per la pescanel mare di Galilea, oggi lo stesso Gesù ci ripete attraver-so la parola del papa, contenuta in questa Lettera aposto-lica, a prendere il largo (Duc in altum) nel vasto oceanodel Nuovo Millennio, a lasciare la sponda dell’esperienzapastorale passata per gettare tutte le nostre moderne reti“in vista di una nuova abbondante pesca”, di unaevangelizzazione “nuova” essendo tramontata la situa-zione di una “società cristiana” nei paesi di anticaevangelizzazione e perché tra molti popoli di alcunigrandi continenti deve ancora iniziare o è appena comin-ciata.

La nuova ed urgente evangelizzazione dovrà servirsidei mezzi moderni della comunicazione sociale, dovràrispondere sempre meglio alla sensibilità e caratteristi-che culturali dei vari popoli (=esigenza d’inculturazione)secondo lo stile apostolico di S. Paolo che affermava:“Mi sono fatto tutto a tutti per salvare ad ogni costoqualcuno.” (1 Cor. 9, 22).

L’apertura e la sensibilità alla mentalità e ai linguaggidell’uomo moderno o di altre culture, non significa

cambiare o sfumare l’identità perenne, immutabile del-l’annuncio evangelico. Si legge infatti al numero 29 dellaLettera papale: Non si tratta, allora, d’inventare un“nuovo programma” pastorale...” Il programma c’è già:è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla vivaTradizione. Esso s’incentra, in ultima analisi, in Cristostesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in Lui lavita trinitaria e trasformare con Lui la storia fino al suocompimento nella Gerusalemme celeste. È un program-ma che non cambia col variare dei tempi e delle culture,anche se del tempo e della cultura tiene conto per undialogo vero e una comunicazione efficace. Questo Pro-gramma di sempre è il nostro, per il Terzo Millennio.”

La Chiesa “piccolo resto” della cristianità del passa-to, consapevole di essere Luce delle genti, Lievito e Saledel mondo, con rinnovato slancio missionario deve af-frontare le sfide dell’evangelizzazione e della conversio-ne dell’uomo moderno, immerso in una società indiffe-rente e secolarizzata.

L’unico programma del Vangelo dovrà calare in tuttele Chiese e Comunità cristiane locali, in tutte le associa-zioni, gruppi e fedeli di buona volontà, sotto la guidasaggia dei vescovi, dei parroci e dei responsabili dellaattività pastorale.

Perché la nuova evangelizzazione, la nuova catechesi,il nuovo catechismo siano possibili ed efficaci, devonobasarsi sul primato della “grazia”, sulla corrispondenzadei battezzati “alla vocazione universale alla santità”, suuna particolare cura e formazione dei giovani, perchépossano riconoscere e corrispondere alle vocazioni par-ticolari: al sacerdozio, al diaconato, alla vita religiosa emissionaria.

NOS AUTEM OPORTET GLORIARIIN CRUCE DOMINI NOSTRI

IESU CHRISTI

Questa scritta si trova sopra l'edicola che racchiude l'antica

immagine del Crocifisso nella chiesa di Badia.

O CRUXAVE SPES UNICA

Questa è quella che esisteva prima del restauro del 1997.

IL DOPO GIUBILEO di don Quinto Giorgini

Nuovo Millennio ineunteParte I

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La vignetta: Una "pulce" pericolosa.A RobertoGli uominiCome alberi che camminanoSì ho visto beneFra quei pini ci sono rami potati dal ventoMa è stato inutilePigne e ramoscelli verdi ha strappatoPosandolo a terraMa non è servitoAncora ho visto una giovane piantaCostretta all’indietroLa schiena che si spezza costrettaMa lì c’è anche un altare di pietraNudoLì sopra ho posato le pigneUna ancora verdeE il ramoscello strappato al suo alberoFacevano croceLa vita lì c’eraSì ho visto bene!La vita qui c’è.

Maria Cristina 24 gennaio 2001

Per il restauro della tela di Sant’Anna, conservatain Propositura, il dott. Liborio Lamagna ci ha fattopervenire la sua generosa offerta di L. 400.000.Appena perverrà il N.O. della Sovrintendenzaprovvederemo al suo restauro. Chi vuol unirsi aquesta e alle precedenti offerte lo può fare rivol-gendosi in parrocchia.

Il Consiglio per gli affari economici

Nel mese di gennaio si è riunito in parrocchia il Consi-glio per gli affari economici per esaminare il bilancio2000.Soddisfazione per la positiva gestione. C’è stato infattiun utile di circa 53 milioni di lire. Fra le voci più im-portanti delle entrate segnaliamo le offerte domenicali(L. 34.174.050), gli affitti (L. 45.319.200) e le offertepersonali e in memoria (L. 9.221.000).Per le uscite segnaliamo la spesa per attività pastorali(catechesi, ritiri, campeggi L. 9.151.000); la manuten-zione ordinaria degli immobili (L. 26.134.620).Il resoconto maggiormente dettagliato è stato conse-gnato a tutte le famiglie in occasione della visita deinostri parroci nello scorso mese di marzo.

Il senatore Brunidi Mario Del Pia

Così lo chiamavo io negli anni in cui l’ho frequentato.È stato in occasione della elezione in Consiglio comu-nale, anni ’80. Eravamo all’opposizione ma durantequei cinque anni il senatore Bruni dette esempio di im-pegno e di entusiasmo notevoli. Credo sia stata l’unicavolta che riuscivamo a pubblicare un periodico che il-lustrasse le delibere e le decisioni del Consiglio comu-nale e l’impegno come gruppo consiliare. Veniva in-viato a molte famiglie anghiaresi ed erano diversi igiovani impegnati. Ricordo con piacere la sua disponi-bilità e il suo voler coinvolgere le nuove generazioni.Anche se Anghiari non era il suo paese di origine, gliera comunque affezionato per legami di parentela. Erariuscito a far venire ad Anghiari l’architettoMichelucci che restò affascinato da questo nostro pae-se. Per vari motivi poi non seguirono altri incontri.L’impegno di Danilo Bruni, che ci ha lasciato il 23 di-cembre scorso, è senz’altro da conoscere e da rivaluta-re. Riposa nel cimitero di Barliano.

GIORNATA DI PRIMAVERA A FAVORE DEL FAI

Il 17 e 18 marzo sono giunte ad Anghiari molte per-sone in occasione della giornata a favore del FAI (FON-DO PER L’AMBIENTE ITALIANO). Per accogliere nelmigliore dei modi tutte queste persone il comune di An-ghiari si è ben organizzato. Sono molte infatti le associa-zioni che si sono occupate dell’avvenimento.

Come facente parte voglio illustrare il concerto dellacorale di Anghiari che si è svolto Sabato 17 marzo alleore 16.30 presso la chiesa della Propositura e non al te-atro, come c’era scritto sul programma.

La corale ha eseguito dodici pezzi di vari autori edepoche tra i quali “Tenebrae factae sunt” e “Popule meus”

di Da Victoria e “Tuisunt coeli” e “Anima diCristo” di Don VittorioBartolomei. Ha direttoil coro il maestro Bru-no Sannai.

È stato un bel con-certo pieno di bellissi-mi e difficili pezzi.

Giulio 86

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FESTE DEL SS. CROCIFISSO

La Confraternita di Misericordia in adempimento a quanto deliberato nell’Assemblea Ordinaria del 17 dicembreu. s., relativamente all’acquisto di una nuova ambulanza, si appellerà a tutta la cittadinanza mirando a sensibilizzaregli anghiaresi, affinché rendano possibile quest’iniziativa.

Il parco macchine ormai datato e l’incombenza della normativa europea sull’immissione dei gas nell’atmosfera,rivolta a vietare la commercializzazione della benzina rossa, fanno sì che la proposta di acquisto diventi inderogabile.

Presto quindi i Confratelli e tutti gli anghiaresi, come del resto è avvenuto a Sansepolcro, Monterchi, Pieve S.Stefano e Caprese (dove i cittadini di questi comuni hanno corredato le loro Misericordie di quattro nuove ambulanze),verranno chiamati a dimostrare che anche ad Anghiari esiste la solidarietà, la capacità di rendere proseguibile ilpercorso che attraverso il volontariato e sotto la "cappa" della Misericordia, fin dal 1564 è rivolto a tutti i cittadinibisognosi.

Coraggio quindi, siamo coinvolti insieme in questa proposta dove, l’orgoglio di noi tutti anche alla luce di quantoè avvenuto negli altri comuni della vallata, viene stimolato e ci da la carica per portare a compimento questa iniziativa,che è certamente alla portata della civiltà dei nostri concittadini.

Ringraziamento alla famiglia Russo

La Famiglia Russo di Tavernelle, per onorare la memoria del loro congiunto Carlo, recentemente scomparso, hapensato di donare alla nostra Secolare Istituzione una carrozzella.

“Dio ne renda merito” alla signora Mariella e famiglia per l’espressivo gesto, che va a fornire la nostra Miseri-cordia di un oggetto purtroppo richiestissimo.

Il Magistrato, da parte sua, porge il proprio ringraziamento ai congiunti a nome di tutta la Fratellanza.

NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Adriano Baccanelli

La Misericordia chiede aiuto agli anghiaresi

Giovedì 3 maggioMonsignor Gualtiero Bassetti

conferiràil Sacramento della Confermazione

(la Cresima)ai ragazzi delle parrocchie di

Anghiari, Tavernelle,San Leo, Micciano e Viaio.

Ci sarà quindi la processione con le re-liquie dalla Propositura fino alla chiesadi Badia.

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Sorpresa!di Maria Pia Fabiani

Avevo sistematole riserve di vinoin un piccolo vano:scatole di cartoneche non vedevo, matoccavo con la mano.

Ce n’eran cinque o seiquando ne tolsi unae allora lo stuporeallargò gli occhi miei:

la scatola robustanon solo era bagnata,ma la trovai riversae in parte rosicchiata.

I topi!! Controllaianche le rimanentied un’altra trovaicon i segni dei denti;

tolsi l’intera seriee dopo lo sgomentopensai topi ubriachi(con mio divertimento)

che andavano ondeggiandocon singulti vinosia cercare altre fontidi giuochi... spiritosi!

Cambiai posto al mio vino.Potevo prevedereche perfino un topinosi dilettasse a bere?

“Solo l’uomo- pensavo-è così sciocco darovinarsi bevendo.”E invece, chi lo sa?

Tutto il mondo animalecon un motivo o senzacorre a farsi del malecon perfetta incoscienza.

27 gennaio 2001

Gli ultimi restauri nella chiesa di Casale

Sono terminati gli importanti lavori alla chiesa di Casale che verrannoinaugurati nel prossimo mese di maggio. Questi lavori hanno riguardato iltetto, il paramento murario e l'imbiancatura. Il tetto è stato smontato (pertogliere i travi in cemento collocati nel restauro del 1961) e sono stateripristinate le capriate in legno come era in originale. C’erano poi grossiproblemi di staticità che sono stati eliminati e superati con nuove tecnicheche collegano le strutture portanti.

Ricordiamo che la chiesa di Casale si trova lungo l'antica strada(romana o anteriore) di Pietramala che collegava Arezzo con Urbino,Pesaro e altre città dell'Adriatico. La strada è quella che scendendo daValealle passava lateralmente a Pieve di Sovara e poi dalla Morella salivaverso il Chiuso per giungere ad Anghiari.

Riportiamo ora alcune notizie tratte dal libro di don Ercole Agnoletti.

Anche Casale era un castello. Uno di quelli che nel 1377 fu rilasciato daFirenze ai Tarlati da Pietramala, e che subì tutte le vicende degli altri fortilizidella zona. La sua chiesa, dedicata a S. Maria, è ricordata nel 1141 fra quelleche accettarono i diritti del vescovo castellano Davizzo sull’intero plebanatodi S. Maria della Sovara.

A quel tempo vi era rettore un certo Domenico. Nel 1237 il can. Rigo,rettore della Pieve della Sovara, fu delegato dal papa Gregorio IX per lacomposizione di una controversia sorta tra Vivolo, rettore della chiesa diCologna (Casale), attore e sindaco di Guido priore di Camaldoli, e Bene,rettore della chiesa di S. Crescentino, attore e sindaco del proposto e delcapitolo aretino.

II titolo della chiesa di S. Maria di Casale lo leggiamo nel 1268 nell’elencodelle chiese obbligate al censo per il vescovado di Città di Castello.

Nel 1349 essa era tra quelle che dipendevano dalla pieve della Sovara.Nel 1566 sappiamo che i suoi patroni erano i capitani di parte guelfa di

Firenze. Allora suo rettore era un certo D. Anastasio da Monterchi, che vicelebrava tutte le feste.

Nella visita del 1593 leggiamo che la chiesa era unita alla Pieve di S.Maria della Sovara, ed aveva anche una cappella dedicata alla Concezionedella B. Vergine, con confraternita omonima. La cappella era beneficiata dialcune terre che rendevano 5 staia di grano, con cui veniva celebrata la Messa

ogni prima domenica del mese e lafesta annuale. II rettore vi aveva dele-gato un cappellano di nome Domenicoda Monterchi, con un salario di 40staia di grano. Nel 1639 era rettore D.Angelo Subbiani da Subbiano. L’alta-re maggiore aveva una icona moltosciupata raffigurante la Vergine colBambino e i santi Clemente e Bartolo-meo.

Nello stesso anno la popolazionecontava in tutto 90 anime. La chiesaaveva il campanile con una campana ela casa canonicale accanto.

Nel 1828 gli altari erano tre. Ne erastato aggiunto uno dedicato alla SS.Trinità.

Nel 1961 la chiesa ha subito unnotevole restauro.

Da una relazione del 1924

Nell’orto della canonicatrovansi le piante descritte quiappresso: Viti N. 376 Olivi N.17 Frutti diversi N. 16.Dalla stessa relazione appren-diamo poi che c’era anche il poz-zo per attingere l’acqua.

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Cronachetta e offerte per il giornale

Come annunciato troverete allegato a questo numero il libriccino sulla cronachetta e le vignette dell’anno 2000. Valeper ringraziamento ai tanti che ci hanno fatto pervenire il loro contributo e stimolo a chi ancora non lo ha fatto, mamagari ne aveva voglia, a farci pervenire il proprio.Un benvenuto a Sergio Baldini di Selvadonica e un saluto a Osvaldo Verdinelli di Monterchi, a Ugo Andrzejewskidi Roma, a Odilio Goretti “borghese” appassionato di cose anghiaresi e puntuale generoso sostenitore del giornale,al dottor Floridi Fulvio e a Federico Topa di Brescia.Un saluto a Iride Ricceri e Maria Luisa Goti di cui abbiamo scritto erroneamente il nome nel numero scorso. Un sentitoulteriore grazie a Piero Gennaioli di Firenze, ad Alvise Luconi dalla Svizzera, a Franco Testerini, a Fabio Cuccini,a Bruno Mangoni, a G. Leucalitti di Firenze, a Gino Ortalli, a Mario Redenti, alla Famiglia Bozzini Gastone, aMalvina Martini, a Ivan Venturini, a Liborio Lamagna. Ecco ora l'elenco dei nostri sostenitori.

Agolini NiloAlberti GiampieroAlberti PaoloAndrzejewski Ugo, RomaBaldi MarinoBaldini Sergio, SelvadonicaBenedetti Alberto, Pieve S. Stefano

Bergamaschi EzioBernieri Anna MariaBivignanelli Giovan BattistaBonarini FrancescoBonarini GraziellaBoschetti FrancescoBrizzi Mario, MelicianoBuscosi Apollonia, MotinaCalosi SilaCamaiti ClementeCamaiti DernaCambi MarioCambi VittoriaCancellieri Roberto, RomaCanestrelli MarisaCapucci GiuseppaCarboni DemetrioCasucci NellaCesari AlbaChieli Maria, CerviaChiribini Antero e RosaCirri BeatriceCiternesi ClaudioCiternesi GianfrancoDel Gaia Milton, Roncione

Del Pia Alessandro, MolinelloDel Pia Annunziata, Sansepolcro

Una personaDel Pia MariellaDel Pia MarinoDel Pia SilviaDonati Sarti AdrianoDraghi DelfoDragoni Angiolo, PadovaDragoni MirellaErcoli RinoFamiglia Bozzini GastoneFamiglia Testerini FrancescoFerri MirellaFloridi FulvioFoni DuilioFontana Anita, CasacceGaggiottini GenovinaGalli Tosi Rosa, RovigoGelsumini MarcelloGennaioli CelestinoGennaioli Ombretta, San LeoGennaioli Piero, FirenzeGhignoni PasqualeGiannini FabriziaGiorgeschi CesarinaGiorni Gemma, PerugiaGiorni Giuseppe (Pino)Goretti Odilio, SansepolcroGorini Mario, MonterchiGraziotti GiuseppeGuadagni Maria Bergamino

Panichi PaolinaParrucchiere Ivana e GraziellaPetruccioli DomenicoPetruccioli ValentinoPiccini Bruno, San LorenzoPoggini RaffaellaPrimitivi ElenaProcelli AdrianoProcelli RinaldoQuarto Paolo, RomaRedenti MarioRoselli ClaraRoselli Ghignoni MarisaRumori Franco e CarlaSanti Amerigo, TavernelleSanti Piero, TavernelleStanghellini Marco, BolognaTalozzi FrancoTavernelli Francesco, TavernelleTognetti Aldo, PisaTopa Federico, BresciaTosi Mauro, RovigoVellati VestaVenturini IvanVerdinelli Osvaldo, MonterchiVichi Mario e CarloVillarecci Marisa, San LeoVitellozzi MaurizioZanchi MarisZanchi Piccini Angiolina

Guerrieri Fernando, CasacceGurrieri prof. Orlando, FirenzeLamagna LiborioLazzerini Fabrizio e DanielaLeonardi Antonio (de Settantino)

Leonardi FrancoLeonardi Velma, PratoLivi GiulianoLuconi Alvise, SvizzeraMafucci GastoneMaggini Paolo, Ponte alla PieraMagri Angiolo, MotinaMagrini GinaMagrini GiuseppinaMarconi GiampieroMariani SantiMartini MalvinaMarzi DomenicoMarzi MarcoMeozzi WalterMondani OtelloMondani Pietro, CarmineMontagnoli SergioMorelli RenatoMugelli MarioMuzzi Rossi M. Cristina, Arezzo

Nespoli Giuseppe, ValealleNicchi DomenicaNicchi FabioOrtalli GinoPacini Ivana StefaniaPagani Antonietta

LE PARROCCHIE DI ANGHIARI E TAVERNELLE ORGANIZZANO:

GITA-PELLEGRINAGGIO

Santuario della Madonna del Montenero - Livorno - Pisa

Informazioni e prenotazioni presso le rispettive parrocchie

Martedì 17 aprile 2001Partenza ore 7 dal Campo della Fiera

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Angolo della MissioneRubrica a cura di Franco Cristini

Adozione a distanza

LE LOGGEdi Clèto

La canonica

Beppe - Cecco me sembra che oggi s’èpiù contento. Ma che t’è successo?Cecco – È ragione. La mi’ nora m'haarfatto ‘l matarazzo e sicché stanotteme sembrèva de durmire ‘n tu labambègia.B – Alora te tratta bene la tu’ nora?C – Si, si, non me lamento. E poi anchea noi vecchi per sopportacci, ‘n’è facile.B – Lo so, lo so anch’io. Ma è vistoCecco che arfano la canonica de laPropositura?C – L’ho visto, l’ho visto. Io 'gni tantoci vèdo a vedere. A metà febbraio aionfinito ‘l tetto e ora cian da fère i lavoridei pavimenti e pu’ sarà pronta per donMarco e don Juan Carlos.B – Ora Cecco vèdo via che vulivopassère da “la lunga” per andère achèsa. Vulivo vedere a che punto sonoi lavori a Santagostino.Ciao Cecco.

Vorrei ritornare sull’argomento delle adozioni a distanza perché mi sto accorgendo che l’interesse versoquesto modo di sostenere il futuro e lo sviluppo dei bambini del terzo mondo sta crescendo sempre più anchenel nostro paese di Anghiari.

Scendiamo all’atto pratico per far capire a tutti come funziona questo tipo di adozione: Si chiede ad unacongregazione religiosa che opera nel terzo mondo la possibilità di aiutare un piccolo a crescere nelle scuolegestite dai missionari e nello stesso tempo di dare anche un sostentamento materiale per i piccoli e le lorofamiglie; si invia per lo più tramite bollettino postale alla Congregazione scelta un contributo mensile intornoalle 40 mila lire; si riceve quindi la fotografia con i dati anagrafici del bambino adottato e si inizia un rapportoepistolare tramite i missionari con i piccoli assegnati. Se poi “il padrino o la madrina” non sono in gradoper i più svariati motivi di sostenere l’importo impegnato, basta avvertire la missione della decisione presae i missionari provvederanno a dare al bambino un nuovo adottante.

Ora io sono a conoscenza di tre ordini religiosi che hanno missioni nel terzo mondo: le suore agostinianedella Ripa, la cui casa madre trovasi a San Giovanni Valdarno, gestiscono una missione in Mozambico(Africa) ed una in India (Asia); I Frati Cappuccini gestiscono invece missioni in Tanzania (Africa) dove ognianno si reca la nostra compaesana dottoressa Anna Maria Bartolomei; i Padri Comboniani di cui fa partepadre Remo Mariani da me conosciuto di recente a Tavernelle.

Padre Remo organizza e gestisce una missione in Brasile (America del sud). Chiunque volesse dare inizioad una adozione a distanza può rivolgersi direttamente a me (Franco Cristini), io provvederò a dare ulteriorispiegazioni e ragguagli e a metterlo in contatto con gli ordini religiosi prescelti.

Pace e bene.

Nelle foto sono raffigurati alcuni bambini adottati da famiglie anghiaresi

La svinatura a GalbinoLa foto, risalente ai primi anni ’50, mostra un momento della vendem-

mia o meglio della “svinatura” effettuata dagli operai della fattoria diGalbino.

Il nostro amico Enzo è in atto di aprire la botte, ed appunto ha in manoil martello apposito. L’altro personaggio è Santi Taddei, padre del fu LuigiTaddei, nonché padre della Laura, anch’essa “giornalista” de l’Oratorioper Tavernelle. In quel momento il Taddei stava pompando il vino dallabotte. Una volta aperta, la botte sarebbe stata ripulita e riempita nuovamen-

IL FATTO di Enzo Panichia cura di A. Bivignani

te del vino che nei mesisuccessivi avrebbe fi-nito di “spogliarsi”delle varie scorie epronto per arrivarenelle tavole.

Ancora un graziead Enzo e a tutti colo-ro che con generositàprestano queste foto,che sono veri e propriricordi della vita dellenostre zone in tempiormai andati.

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

Per Midollo osseo (MO) si intende quel sangue,particolarmente denso e viscoso, che vive, circola e siriproduce nelle cavità spugnose delle ossa piatte (coste,sterno, cranio, bacino, etc.) dell’organismo adulto. Essoè particolarmente ricco di cellule staminali emopoietiche:quelle cellule cioè che costituiscono la matrice del sanguee che continuamente riproducono, a ritmi assai intensi, glielementi cellulari ematici (globuli rossi, globuli bianchi,piastrine), Emopoiesi infatti vuol dire produzione disangue.

Per Trapianto di Midollo Osseo (TMO) si intende lasostituzione di un midollo osseo malato o non funzionan-te, con cellule staminali sane in grado di rigenerare eriprodurre tutte le cellule del sistema emopoietico. Lecellule staminali sane trasfuse al paziente colonizzanorapidamente le cavità ossee del trapianto ed in breveriprendono la loro attività proliferativa, operando talecompleta sostituzione.

Quando le cellule staminali trapiantate sono stateottenute dal midollo dello stesso paziente in una fase di“remissione” della sua malattia o prima di un trattamentochemioterapico e/o radioterapico allo scopo di eradicare,ad esempio, una neoplasia maligna, si parla diAutotrapianto, distinguendolo in Singenico, se avvienetra individui geneticamente identici (gemelli omozigotici)e Allogenico, se avviene tra individui geneticamentediversi (fratelli, parenti, individui non apparentati).

IL TMO si distingue dagli altri trapianti di organo perle caratteristiche del tutto particolari delle cellule incausa.

Il primo tentativo di TMO da fratello a sorella è statofatto nel 1939 con esito infausto. Ciò non meraviglia, datele nozioni scientifiche dell’epoca: infatti ci si limitò averificare l’appartenenza allo stesso gruppo sanguignodei due soggetti

Ma la storia vera e propria del TMO inizia negli anni‘50 con esperimenti su animali, sottoposti ad irradiazionetotale corporea - che ne distruggeva il Midollo Osseo - equindi trattati con infusione di cellule midollari ottenuteda animali dello stesso identico ceppo. Questo TMOsingenico ne permetteva la sopravvivenza.

IL TRAPIANTO E LA DONAZIONE DEL MIDOLLO OSSEONel 1958 cinque scienziati vittime di un incidente

nucleare a Vinca (Jugoslavia) ricevettero TMO da dona-tori dello stesso gruppo sanguigno, di essi ne sopravvis-sero quattro, ma senza sicura prova di attecchimento delTMO.

Per quasi tutti gli anni ‘60 l’interesse per il TMO fuscarso, finché non venne riconosciuto il ruolo fondamen-tale svolto dal Sistema maggiore di istocompatibilità(detto, per l’uomo, Sistema HLA) nella tolleranza epertanto nel buon esito del TMO.

Infatti, nel 1968 Gatti eseguì il primo trapianto in unsoggetto con immunodeficienza grave, utilizzando comedonatori fratelli HLA-compatibili.

Ma fu negli anni ‘70 che ebbe inizio la fase modernadel TMO, la quale comprende anche il TMO da donatorenon consanguineo, eseguito per la prima volta a Londranel 1973.

In questi ultimi anni sono stati possibili continuiprogressi nel TMO e dei suoi risultati, grazie al continuoincremento del tesoro di conoscenze e di esperienzespecifiche. Attualmente il numero totale di TMO eseguitinel mondo supera i 60.000, di cui 3.874 in Italia. Si trattaper la maggior parte di TMO autologhi. In Italia quellieffettuati utilizzando donatori volontari estranei sonostati 159, dei quali 58 con donatori italiani e 101 condonatori stranieri.

Dal 1993 per i TMO in pediatria, in bambini di pesoinferiore ai 30 Kg, si è incominciato a utilizzare il san-gue del cordone ombelicale in quanto particolarmentericco di cellule staminali. A tale scopo si sono create nelmondo apposite “banche” per la conservazione sottocongelamento di unità di sangue del cordone. A fine 1995tali unità raggiungevano il numero di 2.292 (1029 a NewYork, 642 a Milano, 553 a Dusseldorf, 66 a Parigi e 2 inIsraele).

Il TMO risulta oggi efficace nella maggior parte deicasi: dal 50% all’80%, a seconda del tipo di emopatiatrattata. In particolare, per la leucemia mieloide cronica– malattia ad esito sempre fatale – la percentuale diguarigione a distanza di anni si attesta intorno al 60%.

IL MOTTO DEL DONATORE“Una stilla del mio sangue

per un palpito del tuo cuore”

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VEGLIONISSIMO DI CARNEVALE

Castello di Sorci particolarmente animato nella sera-ta del diciassette febbraio ultimo scorso, in occasionedella prima edizione del “VEGLIONISSIMO DI CAR-NEVALE” del Gruppo Donatori di Sangue di Anghiari,con cena, ballo e cotillons.

Un centinaio i partecipanti: gente allegra e divertenteche, messi da parte per una volta i propri “connotatiquotidiani”, si sono gettati nella mischia, esibendosi insfrenati balli sudamericani e non, suonati magistralmentedal noto complesso musicale Aldo e Fabio, forte di benotto componenti. Particolarmente attivi gli uomini pre-senti: nonostante un fisico non proprio alla PietroTaricone, hanno costantemente vivacizzato il centrodella pista, sotto gli occhi vigili delle proprie consorti,decisamente più tranquille… Molto indaffarati anche ipochi “singol” presenti

La serata era iniziata con la cena, ottimamentepreparata dalle cuoche di Primetto: antipasti della casa,passatelli in brodo, tagliatelle alla prataiola, prosciutto

arrosto ed anatra in galantina si sono succeduti, più omeno velocemente, sulle tavole imbandite, dove icommensali hanno fatto il possibile (e l’impossibile) pernon rimandarli indietro; “dulcis in fundo” l’immancabiletorcolo, accompagnato dall’aromatico vin santo. Subitodopo tutti al “tempio”, la sala prossima al castello,appositamente preparata per la festa da ballo. Numerosele maschere presenti, ispirate ai più svariati personaggidello spettacolo e dei cartoons: su tutte ha prevalso, comeda insindacabile giudizio della giuria, “La SignorinaCarlo”, impersonata dalla divertentissima e poliedricaAlma, alla quale è stato meritatamente consegnato l’am-bito premio.

Unico assente il fantasma di Baldaccio: spaventato dacosì tanta animazione, ha sicuramente preferito starsenerintanato nella sua misteriosa dimora, in attesa di momen-ti migliori !!!

Orteip 2001

G I T A T U R I S T I C A D I U N G I O R N ODOMENICA 03 GIUGNO 2001

TARQUINIA, TUSCANIA ED IL LAGO DI BOLSENA: viaggio nel tempo, alla sco-perta dell’affascinante mondo della civiltà etrusca.

Un particolare invito per tutti i Donatori che potranno usufruire di uno sconto del 30%Informazioni e prenotazioni presso Ufficio Turistico, sig.ra Vesta Vellati.

DOMENICA 08 LUGLIO 2001:

ore 09.30 – Arrivo dell’AUTOEMOTECA dellaConsociazione Nazionale Donatori “FRA-TRES”, con personale medico a bordo.

“ 11.00 - SOLENNE CELEBRAZIONEEUCARISTICA;

“ 15.00 - MANIFESTAZIONI SPORTIVE: triango-lare di pallavolo, trial bike, ecc.;

“ 17.30 - PREMIAZIONI dei DONATORI partico-larmente attivi e degli atleti partecipanti alle esibi-zioni sportive;

“ 21.00 - CONCORSO CANORO, con spettacoloteatrale comico.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO

SABATO 7 LUGLIO 2001:

ore 17.30- Teatro Comunale: CONVEGNO su “ Do-nazione e Volontariato”;

“ 19.30 - BUFFET per tutti i partecipanti al conve-gno;

“ 21.00- SPETTACOLO d’arte varia in piazzaBaldaccio, con la partecipazione di gruppi locali.

FESTEGGIAMENTI PER IL XXV° DI FONDAZIONEDEL GRUPPO DONATORI DI SANGUE “FRATRES” – ANGHIARI

PROGRAMMA DI MASSIMA

LA CITTADINANZAÈ INVITATA A PARTECIPARE !!!

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Per piccoli lettori

La leggenda del pettirossodi Lagerlof

Rielaborazione di Angiolo Pari - Da una porta diGerusalemme usciva una folla che si dirigeva verso lacollina dove un pettirosso aveva il suo nido.

Erano cavalieri sopra superbi cavalli, soldati armatidi lancie, carnefici che portavano martelli e chiodi,mercanti, sacerdoti, giudici dall’incedere dignitoso, don-ne in lacrime e tutta una turba urlante di vagabondi.

Tremando, l’uccellino contemplava quello spettacolodall’orlo del suo nido. La paura di vedere il cespuglioinvaso e calpestato e i suoi piccoli uccisi, lo dominavatutto.

“State in guardia! -disse ai piccini- stringetevi fortegli uni contro gli altri e non fate rumore. Un grossocavallo avanza verso di noi! Ecco c’è un guerriero coisandali ferrati! Ah! Dio mio, ecco la folla che si dirigeverso il nostro cespuglio!”

Svelto l’uccello saltò nel nido e riparò con le ali i suoipiccini.

“No, è troppo orribile! Non guardate. Sono tre mal-fattori che vengono crocifissi!”

Forti colpi di martello rimbombavano, confusi alamentose grida di dolore e ad urla feroci. Con gli occhidilatati dal terrore, il pettirosso seguiva la scena. Nonpoteva staccare gli sguardi dai tre giustiziati.

"Come sono crudeli gli uomini! -gemeva- Essi nonsi sono accontentati di attaccare gli infelici su una cro-ce, ma hanno deposto sulla testa di uno di loro unacorona di spine. Le spine gli forano la fronte e il san-

La vignetta: Quando l'abito fa il monaco. Non temereio sono con te,ti prendo la manoed insieme saliremoverso il Calvario.La tua croce è pesante,lo so, molto pesante,anche le mie spallesi piegano sotto il suo pesoma in due si porta meglio.Non sempre è facile!A volte alzo la testaun senso di rabbiami porta alla protestapoi mi pento e dico:“Dio mio, perdono,accetto il tuo Calice”.E così tiriamo avantinell’erto camminotu, il Crocefisso,io, il tuo Cireneo.

gue scorre. E tuttavia quell’uomo è bello, il suo sguar-do è dolce, tutto in lui ispira l’amore. Mi sembra che lespine che lo fanno soffrire mi entrino nel cuore."

Ed un’immensa pietà invase il pettirosso."Se fossi l’aquila, nostra regina, strapperei i chiodi

dalle sue mani e con i miei artigli scaccerei la folla deipersecutori."

Vedeva il sangue colare a gocce sulla fronte delCrocifisso e non poteva restare fermo sul suo nido. Purpiccolo e debole voleva far qualche cosa per quel poveromartire.

Veloce uscì dal cespuglio di rose e volò direttamenteverso la croce. Fece dei grandi giri prima di avvicinarsiperché era un uccello timido e pauroso che non aveva maiosato avvicinare un uomo. Tuttavia, a poco a poco, presecoraggio, si avvicinò e col becco strappò dalla frontedell’infelice una spina. In quel momento una goccia disangue accadde sul collo dell’uccello, s’allargò e glicolorò tutto il petto.

Allora il Crocifisso aperse le labbra e sussurrò alpettirosso: -Grazie della tua misericordia.

Quando il pettirosso rientrò nel nido i piccini, mera-vigliati, gridarono:

"Guarda, il tuo petto è rosso, le penne del tuo collosono più rosse delle rose. Oh, non è che una goccia disangue di quel povero Crocifisso! Scomparirà quandomi bagnerò in un ruscello o in una limpida sorgente."

Invece, quando l’uccello si fu bagnato, la tinta nonscomparve affatto. Anzi, abbellì anche il collo e il pettodei piccini quando furono grandi.

E da allora in poi splende sulle penne di ogni pettiros-so e lo sarà per sempre.

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Per Anghiaridi Antonietta Olivieri

“Io amo l’Italia perché mia madre è italiana, perché il sangue che mi scorre nelle vene è italiano…”Parafrasando Mazzini, posso dire che amo Anghiari perché mia madre era anghiarese, perché i miei

parenti Mafucci e Fanciullini sono ad Anghiari e ad Anghiari vive la mia carissima amica Verena. Ma amoAnghiari anche perché è un Paese bellissimo ed il ritornarvi è per me un momento di serenità, di ricordi,di affetti.

Mia madre, la Maria della Vigna del Poggio, è venuta giovanissima in Maremma a causa del lavoro dimio padre (un Olivieri di Santa Fiora) e, forse per la nostalgia del paese, ne parlava sempre.

Mentre cuciva o accudiva alla casa mi insegnava a leggere e a scrivere ancor prima dell’età scolare, mami raccontava anche tante cose del suo paese.

Ho conosciuto così “il Buzzico” e “il Drago” anche se non ricordo quale dei due fosse quello con unatesta completamente pelata e, in compenso, una lunga barba; mi parlava delle apparizioni dei frati di S.Lutio: di quel bestemmiatore che il Diavolo, vestito da frate , si portò via e ne rimasero poche ciocche dicapelli in un cancello… Chissà poi queste leggende quanto fossero antiche e quanto modificate dalpassaggio da una narrazione all’altra. Sapevo che al Crocifisso della Badia crescevano i capelli (?) chevenivano tagliati come reliquia, conoscevo quella tradizione un po’ crudele dell’impagliata (se ben ricordoil nome) cioè della strada di paglia che si stendeva talvolta tra le case di due persone che si dicevano amanti.Mi raccontava, mamma, che una mattina d’inverno una persona un po’ sempliciotta era corsa per il paesedicendo tutta eccitata che “su pe’ la Bozia ci cresceva il cotone” avendo visto dei mucchietti di escrementicoperti di muffa bianca…

Mi raccontava come era bello quando “i padroni” non andavano a Teatro e regalavano i biglietti alleragazze che lavoravano in casa: così aveva visto operette e commedie da un palco che non si sarebbe maipotuta permettere. E mi parlava delle sue amiche dei poderi vicini (S. Antonio, Spogliabecco e la Gattina,son tre poderi che mandano in rovina…), delle feste del “Ciccicocco” quando erano piccole e dei balli allaSezione, ma solo di Carnevale, si capisce, quando erano ragazze.

Da lei ho imparato la prima parola d’inglese (l’unica che sapesse) quando mi raccontava di un signoreinglese che viveva vicino alla villa Gennaioli (“i padroni”), il signor “Verole”, chissà poi come sichiamava, che diceva al suo cagnolino “Milk, Bubu?” e sapeva che significava “latte”.

Prima ancora di conoscere chi fosse Garibaldi, sapevo che in piazza ad Anghiari c’era una statua conla scritta “Roma o Morte” ed il suo dito indicava verso nord… E la storia del catorcio che provocava sfottòtra lei e mio padre…

La Maremma, dove sono nata e dove vivo, è senz’altro bellissima; ha un mare splendido, delle pineteche sono come rigogliosi tappeti verdi, deliziosi paesi, una bella città, arte e storia dagli Etruschi agliAldobrandeschi, ai Medici, ai Lorena, ma Anghiari è un po’ “il paese dell’anima” se riesco a spiegare ciò

che intendo. Ogni volta che posso tornarci devofare un mio giro, da sola e un po’ trasognata,nella parte più vecchia; ripercorro via del Ca-stello Antico per vedere, anche se non c’è più, lagrande ficaia nell’orto di nonno Beppe, la nonnaConcetta che si affaccia per salutarci, l’ “Imelia”Leonardi e la mia amica Carla… Mi immaginodavanti alla finestrella in alto che guardo laValtiberina, verso un panorama di cui Plinio ilGiovane scriveva ad un amico a Roma: “…pro-veresti un grande piacere se guardassi questaregione dall’alto: ti parrebbe infatti di scorgerenon delle terre ma un quadro dipinto con incre-dibile maestria; da tanta varietà, da così felicedisposizione gli occhi traggono diletto ovunquesi posano… Che gli Dei conservino in avvenirea me tale soddisfazione, al luogo una tal fama.”

Volevo spiegare perché ricevo sempre conpiacere “L’Oratorio di Anghiari”, questo filosottile che mi lega ad un paese che non è mio senon per amore.

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Dalle nostre ParrocchieMicciano

Continuano ancora gli importanti lavori alla nostrapieve e quindi per Pasqua saremo ancora esuli e ci saràun motivo in più per partecipare alle preghiere comuni-tarie che si fanno ad Anghiari. Mi riferisco in particolareal Venerdì Santo. Ancora non c'è un termine stabilito eattendiamo con pazienza che i lavori abbiano termine. Èstato già eseguito il consolidamento delle fondamentadella chiesa ed ora si sta già intervenendo dentro la chiesae sul tetto.

La domenica delle Palme alle ore 8, nella salettaattigua alla chiesa, faremo la benedizione dei rametti diolivo.

Nella Domenica in Albis ci sarà il pellegrinaggio alSantuario del Carmine con partenza da Micciano alle ore16 per la S. Messa delle ore 17 al Carmine.

Nei tre giorni precedenti l’Ascensione faremo lerogazioni alla sera, mentre nel giorno dell’Ascensionenon ci sono Messe a Micciano perché tutta la parrocchiaè invitata a partecipare alle celebrazioni al Santuario che,ricordiamolo, ricade in territorio di Micciano. Natural-mente come tutti sanno il Santuario è di tutta la zona manoi siamo lieti che sia proprio nel nostro territorio.

Anche la benedizione delle foglie di giglio verràripetuta ma non come tradizione folclorica ma appuntoper implorare la protezione della Croce sui raccolti. Noiricordiamo questo per segnalare che anche quel gesto èuna forma di preghiera che manifesta i nostri sentimenti.Ricordiamo sempre di fare questi importanti gesti dandoloro questo valore.

Nel mese di maggio alla sera, faremo la recita delRosario in onore della Madonna. Nelle sere in cui non cisarà la S. Messa faremo la benedizione eucaristica.

Come annunciato anche nello corso numero prose-guono i lavori alla cappella della villa Buitoni.

Monterchi

La benedizione delle case e delle famiglieL’ "Acqua Santa" adesso viene chiamata benedizione

delle famiglie indicando in questo modo la famiglia comesoggetto principale di questa visita ma è importanteanche la benedizione delle case, luogo dove le famiglie siritrovano. È comunque la visita del parroco alla famiglia.Da noi è molto sentita anche se solo alcuni rappresentantidella famiglia possono essere presenti. Un breve incontrodi preghiera che può servire ad aggiornare l’anagrafeparrocchiale, un invito particolare a partecipare ai ritidella Settimana Santa e un’occasione per visitare gliammalati e gli infermi.

A Pocaia c’è stata dal 27 al 31 marzo. A Monterchidal 2 al 7 aprile, la settimana che precede quella Santa.

A Padonchia la benedizione la facciamo il 9 e il 10aprile.

Nella chiesa di San Simeone profeta il GiovedìSanto alle ore 18 S. Messa in Coena Domini. Dopo cena,circa le ore nove, la Misericordia di Monterchi vestitadelle tradizionali cappe nere sale dalla propria sede perfare l’adorazione prima nella chiesa arcipretale e poi inquella delle monache. Naturalmente poi tutti i fedelivisitano le chiese di Monterchi e della Madonna belladove verrà fatta l’adorazione del Santissimo che vienecollocato in un'urna particolarmente adornata.

Il Sabato Santo nella chiesa di S. Simeone alle ore23,30, la benedizione del fuoco, del cero pasquale,dell’acqua battesimale e a mezzanotte la S. Messa.

Il giorno di Pasqua S. Messe solenni: a San Biagioa Pocaia alle ore 8; a Padonchia alle 9,30; alle 10 allaMadonna bella e alle 11,15 e alle ore 18 a Monterchi.

Il Lunedì di Pasqua nella chiesa di S. Biagio a Pocaiafesta delle confessioni e comunioni pasquali o del perdo-no. Nella mattinata ci sono alcune messe e alcuni sacer-doti a disposizione dei fedeli per le confessioni.

A Monterchi la domenica in Albis si celebra la festadi San Vincenzo Ferreri. Nel pomeriggio dopo la S.Messa viene portata in processione la statua del santointorno alle mura di Monterchi cantando le litanie deiSanti e ci si ferma tre volte a benedire le campagne insostituzione delle rogazioni.

Il 29 di aprile, nel primo pomeriggio ci ritroviamopresso la chiesetta di Mariotto dove gli abitanti dellacampagna portano a benedire le foglie di giglio damettere nella croce che viene poi esposta nei campi.Questa cappella si trova nella valle del Padonchia lungouna stradina che porta a Lippiano. Anticamente si chia-mava S. Maria dell’Olmello e nel XVI secolo è stataridotta alle dimensioni attuali. È dedicata alla Madonnae a San Pietro martire e in quell’occasione facciamo unapiccola processione.

Il mese mariano si celebra a Monterchi dopo laMessa vespertina delle 18 e anche dopo cena, alle 9, sicelebra solennemente nel santuario della Madonna bellaa Pocaia e nella chiesa delle monache a Monterchi.

Per la festa dell’Ascensione molti vanno al Santuariodel Carmine mentre alcune famiglie, provenienti daMonte Santa Maria, tornano in quel luogo per la festadella Madonna.

A Monterchi c’è sempre il fermento per la definivasistemazione dell’affresco della Madonna del parto. Inun incontro al Ministero hanno costituito un comitato disei persone che prenderà una decisione definitiva. Dadocumenti ritrovati risulta più chiaramente che la pro-prietà è della parrocchia anche se più che insistere sullaproprietà è necessario mettersi d’accordo per tenereconto delle varie esigenze degli enti interessati. Mi sem-bra che la collocazione in una delle due chiese che sitrovano nel centro di Monterchi, con adeguati interventidi adattamento, potrebbe essere la soluzione ottimale.

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Ponte alla Piera

Nel mese di marzo ci sono stati alcuni incontri di catechesitenuti dalle suore di Montauto.Giovedì Santo alle ore 21 S. Messa in Coena DominiPer tutto il mese di maggio alle ore 21, nei giorni feriali,S. Messa e preghiere alla MadonnaAl Ponte è attivo il Circolo dove gli abitanti si ritrovanola sera o per fare la partitella a carte o scambiare unaparola con gli amici. Una cosa molto positiva.

San Leo e Tubbiano

Nella Domenica delle Palme si distribuiscono i ramettidi olivo che saranno portati nelle case. In parte peròvengono lasciati per essere messi nelle croci realizzatecon il vinco e intrecciate con le foglie di giglio e messe neicampi per il giorno 3 maggio festa del Crocifisso e festagrande ad Anghiari. È questa una tradizione ancoramolto sentita e fa piacere passando vedere le crocisistemate nei campi perché ci danno il segno della bene-dizione di Dio sul lavoro dell’uomo che è fatica ma cheè anche ricompensa nel raccolto che si spera abbondante.Nei giorni precedenti questa data vengono benedette inchiesa sia i rametti di olivo che le foglie di giglio. A SanLeo questa benedizione viene fatta il primo di maggio.

Il Giovedì Santo a San Leo viene celebrata la Messa inCoena Domini. Un invito particolare ai ragazzi perconfessarsi.Il Venerdì Santo faremo l’adorazione della Croce a SanLeo alle ore 15 e a Tubbiano alle ore 17. Dopodichépartecipiamo ai riti che vengono celebrati ad Anghiari.Il Sabato Santo si continua l’adorazione del santissimoche è stato posto nel tabernacolo la sera del VenerdìSanto. Il sacerdote poi rimane a disposizione di quanti sivogliono confessare. Qui a San Leo continua ancora oggila tradizione di benedire uova e dolci od altro cheverranno consumati nel giorno di Pasqua. Naturalmentesono dolci preparati in casa come ciaramiglie, zuccheriniod altro.Nel giorno di Pasqua le Sante Messe alle ore 10 concanti eseguiti dai giovani.Il Lunedì di Pasqua la S. Messa è alle 10,30Il corso di catechismo sta preparando i ragazzi allaCresima (che si celebra ad Anghiari il 3 maggio) e allaComunione per il Corpus Domini. Gli incontri con iragazzi sono il martedì e il venerdì alle 16 a San Leo e ilsabato, sempre alle 16, a Tubbiano.Nel mese di maggio tutte le sere S. Messa alle ore 18 conrecita di preghiere alla Madonna. Il 22 maggio festa diSanta Rita da Cascia si festeggia in modo particolare perricordare anche la devozione e l’omaggio della statuadella santa fatto da una benefattrice alcuni anni fa.Sembra che verrà realizzato il semaforo all’incrocio conla strada per Anghiari. Probabilmente non risolverà tuttii problemi perché quelli di passaggio pensano che qui non

ci siano limiti di velocità mentre i residenti molte volteconsiderano l’incrocio e ci giocano come se fosse lapropria aia.

Viaio

Nella Domenica delle Palme avviene la distribuzionedelle "Palme" ai fedeli che partecipano alla S. Messa.Giovedì Santo alle ore 19 S. Messa in Coena Domini.Per Pasqua la S. Messa solenne è molto sentita dallapopolazione di Viaio che partecipa con fede.Nei giorni di Pasqua faremo la Pia Pratica delleQuarant'ore con l’adorazione del Santissimo. Il giorno diPasqua e il giorno successivo dalle ore 8 fino alla S.Messa delle ore 11. Dopo la Messa del lunedì ci sarà unaprocessione dalla chiesa fino alla “bottega”. Anche que-sti eventi sono molto seguiti e sentiti dalla popolazione.Durante tutto il mese di maggio , nei giorni feriali, recitadi preghiere in onore della Madonna alle ore 19.Per la preparazione dei ragazzi della parrocchia c’è lavalida presenza della catechista Anna Rita Papini. Tuttii sabati alle ore 17 si ritrovano in parrocchia per ilcatechismo e poi alle 18 c’è la S. Messa. Quest’anno seidi loro riceveranno il Sacramento della Cresima adAnghiari il 3 maggio per le feste del Crocifisso.

Toppole

Nel giorno di Pasqua le S. Messe saranno aCatigliano alle 9, a Pianettole alle 10 e a Toppole alle12.Ad Upacchi, nella restaurata chiesina, in alcune do-meniche che vengono comunicate di volta in volta, vie-ne celebrata la S. Messa per i fedeli del posto.

La benedizione delle famiglie viene fatta venerdì 6 esabato 7 aprile per Catigliano e lunedì 9 e martedì 10aprile a Toppole.

Marzo apriledi Maria Pia Fabiani

Un calendario appeso alla pareteporta due mesi insieme: marzo e aprile,e quest'unione, non mi crederete,oggi m'ha dato un'angoscia sottile.

È vero, un mese passa in un baleno,come passa ogni gioia e ogni passione;ma lasciami provare l'illusione,breve, di cambiar foglio, perlomeno!

3 marzo 2001.(Fra dieci giorni entro in ottantasei!!!)

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Portano vesti candide di Cmr

Non dobbiamo piangerei nostri fratelliche la chiamata del Signoreha tolto da questo mondo,perché sappiamoche non sono perduti,ma partiti prima di noi:ci hanno lasciaticome viaggiatori, come navigatoriper precederci.Dobbiamo dunque invidiarliinvece di piangerlie non indossare abiti scurimentre lassùessi portano vesti candide.

Carissime mamme in lacrime,adotto il plurale perché è a tutte voi che mi rivolgo, con animo commossoe partecipe, però prendo spunto dal ringraziamento che la mamma diRoberto ha voluto indirizzarmi per quel mio povero scritto pubblicato su“L’Oratorio” n. 6/2000.

Le mie parole non hanno valore, sono frutto di una ribellione tuttacarnale del mio essere, ma ha invece valore il fatto che la “comunità” siasentita, da chi è nel dolore, vicina, memore, pietosa nel suffragio,sperante che la pace di Dio scenda su chi è stato chiamato ad altra vitae sulle famiglie sconvolte dalla perdita.

E a queste famiglie voglio adesso dedicare parole non mie, auspicandoche esse portino luce nelle tenebre della disperazione a tutti coloro chesoffrono per non avere più accanto una persona amata.

Sono parole di San Cipriano martire, vescovo di Cartagine, vissutonel 3° secolo D.C. e tanto diverse dalle mie parole perché dettate dallafede nella misericordia dell’Altissimo.Pace e bene a tutti

Notte di Nataledi Raffaele

Ogni vigilia di Natale tutti i più grandi maestri di musicadel mondo si riuniscono nel più grande teatro del pianeta perprovare le musiche che eseguiranno il giorno dopo: il giornodi natale. Da una finestrella aperta che dava sulla stradauscivano le note ma la gente frettolosa in giro per compere,non se ne accorgeva nemmeno.

Passò di lì un uomo che non correva, a differenza di tuttigli altri, non rideva, non chiacchierava né scherzava, erasolamente molto triste e solo. Camminava a testa bassa senzasapere dove andasse né cosa facesse in quel posto, quando lenote lo raggiungessero.

D’impulso, vista la finestrella, la scavalcò e sentì ancor piùforte quella musica.

Si mise in un angolo buio della grande sala da dove potessevedere il palcoscenico illuminato a giorno e si sedette per terra.

Voleva ancora sentire quella musica ma i musicisti se neandarono lasciando gli strumenti dentro le loro custodie.Lentamente si alzò e con incertezza si diresse verso ilpalcoscenico ancora illuminato e cominciò ad aprire tutte lecustodie.

Quando ebbe finito, improvvisamente, tutti gli strumentiassieme parlarono:

- Non siamo stati sempre quello che vedi, strumenti, maeravamo persone come te, tristi e sole.

L’uomo restò paralizzato mentre mille sensazioni loinvasero: paura, sconcerto e, infine, stupore.

- A causa della nostra inutilità siamo stati trasformati inquello che vedi ora.

Detto questo le luci del palcoscenico si spensero, l’uomosi voltò e iniziò a camminare.

- Non aspettare di diventare come noi per poter darequalcosa agli altri - si sentì dire dietro.

L’uomo si fermò, sorrise fra sé e sé e si mise a correre versola luce che entrava dalla finestrella.

Fraseologia anghiaresedi Turiddo Guerri

La Finanza fermò uno con ‘na balla de tabacco:-Fermo, dove andate?-Capisco che so’ bel ch’arivo.

* * *- Me dici come te se' ardotto? tu me pèri ‘l citto denissuno.

* * *- A lu' 'n l'amazza manco 'l Sasso de la Verna.

* * *‘N lo vedi, citrullo, che ‘n Cumune ‘n ti cièno misso ‘ltimbolo?

* * *Le mogli son come ‘l tempo: gna tinissele come sono.

Nostalgia d’Anghiaridi Federico Topa

Mi mancanole mura di Anghiari,sospese nell’aria,i suoi sospiri di soleal mattino;mi mancanoi suoi vicoli d’ombrae di medioevo,le sue parole di sassoi suoi fiori di ventoe le sue finestre di cielo.

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UNA BANCA PER LO SVILUPPO DELLA COMUNITÀ

Ci sono banche il cui obiettivo non è il semplice profitto.

Ci sono banche che hanno lo scopo di contribuire alla promozione e allo sviluppo del territorio in cuioperano e che per questo sono autenticamente locali.

Ci sono banche che hanno la responsabilità di essere imprese, efficaci ed efficienti per i propri socie clienti, ma anche una “responsabilità sociale” nei confronti della comunità.

Le Banche di Credito Cooperativo hanno questa identità.

Una Banca di Credito Cooperativo è un’impresa bancaria originale ed unica, una banca “differenteper forza”:

• perché è espressione di democrazia economica, cioè di una pluralità di persone o di imprese dalvolto riconoscibile, e non di “poteri forti”;

• perché è una banca mutualistica, fondata sui soci e a questi rivolta in primo luogo;• perché è autenticamente locale, nel senso che il suo bacino di operatività è circoscritto in una

precisa area, e non cambia se si tratta di erogazione di credito piuttosto che di raccolta delrisparmio;

• perché persegue obiettivi di valorizzazione dell’impresa, ma non di lucro individuale. La redditività,allora, è uno strumento irrinunciabile per garantire la stabilità e lo sviluppo aziendali, ma non è ilfine dell’impresa e non è l’obiettivo del socio, che alla BCC non chiede un dividendo, quantopiuttosto un vantaggio. Inoltre, le risorse della banca non sono e non saranno mai distribuite trai singoli, ma resteranno alla comunità.

In oltre cento anni di vita, il Credito Cooperativo ha permesso a milioni di persone - piccoli agricol-tori, artigiani, operai, imprenditori, professionisti, operatori del sociale e alle loro famiglie - di riceve-re fiducia, di ottenere credito e di migliorare la propria situazione. In oltre cento anni di attività, ilCredito Cooperativo ha contribuito a costruire prosperità, a far crescere le comunità locali e quindiun Paese intero.

In questa tradizione, viva e vitale, si inserisce la nostra Banca, che vuole essere attenta non soltan-to alla sana e prudente gestione aziendale, ma anche ai comportamenti e alle relazioni con i diversi“portatori di interesse”, alla sua proiezione e responsabilità sociale.

Quest’attività preziosa rischia di rimanere nell’ombra, perché i numeri del bilancio tradizionale,civilistico e fiscale, non riescono ad esprimerla pienamente.

Per questa ragione vorremmo darle trasparenza elaborando nei prossimi mesi il Bilancio sociale edi missione. Un documento che non rappresenta un esercizio straordinario, ma che da oggi ciimpegniamo a consegnare alla attenzione di tutti come segnale e conferma del nostro impegno “atutto tondo” per la nostra gente e verso il territorio di cui siamo autentica espressione.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Sintesi dei più importanti appuntamenti realizzati dalle due principali ed uniche associazioni della nostra fra-zione

Dal Centro…Dal nostro inviato presso il Centro - Come ogni buon carne-vale che si rispetti non possono mancare i classici veglioni,sia mascherati che non. Nel mese di febbraio sono statiappunto organizzati nei locali del Centro numerose festeda ballo, tutte all’insegna dell’allegria e del divertimento.Ricordiamo poi il successo della festa organizzata perl’ultimo dell’anno, con la partecipazione di molta genteaccorsa per salutare insieme il 2001.

Il Centro ha poi accolto nelle proprie sale il VescovoBassetti in visita alla Parrocchia di Anghiari, per unbuonissimo pranzo preparato dalle sapienti mani dellecatechiste di Tavernelle.

Una deliziosa merenda a base di “brustichino” e dolcivari organizzata per gli anziani della parrocchia il 28gennaio, e vari pomeriggi passati a giocare a tombola oa carte con una partecipazione di gente veramente nume-rosa. Il martedì grasso, ultimo di carnevale, l’allegrogruppo del Centro ha concluso i festeggiamenticarnascialeschi con un simpaticissimo ed esilarante ve-glione mascherato per tutta la gente di Tavernelle, e moltisono stati quelli che si sono mascherati.

Si ringraziano i neo consiglieri del Centro per adope-rarsi sempre a tenere attivi questi locali di Tavernelle.

…e dal G.S. Tavernelle!Dal nostro inviato presso il Campo Sportivo - Non tanto nume-rose quanto quelle del Centro le attività del GruppoSportivo di Tavernelle, che di solito le concentra nei mesiestivi.

Da ricordare è l’annuale festa sociale, svolta nei localidel Centro il 3 febbraio scorso, che ha visto tanta gentepartecipare con molto entusiasmo. E vuole anche ringra-ziare le donne che si sono prestate gratuitamente per farele buonissime castagnole per la serata: GabriellaPiomboni, Nerella Antonelli, e la Vanna Natalini. Grazieanche alla Lorena Nevistrelli per aver preparato l’ottimosugo per la pasta di mezzanotte.

Il G.S. si propone ora numerosi impegni, primo fratutti l’organizzazione di un nuovo tipo di torneo dicalcetto. Si rendono poi urgenti alcuni interventi allestrutture presenti al campo sportivo, nonché al campostesso. Si ricorda che l’invito per migliorare sempre dipiù il campo sportivo di Tavernelle è aperto sempre atutti.

ERRATA CORRIGE

Non è proprio una errata corrige ma una scusa per esser-mi dimenticato, nello scorso numero dell’Oratorio, doveparlavo del presepio di Tavernelle, i nomi di due altriragazzi che hanno aiutato anch’essi la realizzazione del-l’opera natalizia. Un grazie quindi a DIEGO GIORNI ea MANUEL ANTONELLI che, insieme agli altri ragaz-zi, sono sempre disponibili ogni qualvolta la nostra Par-rocchia organizza e promuove qualche iniziativa.

Alessandro

ANEDDOTI (Speciale San Valentino)

Quest’anno ho scoperto che il 15 febbraio è la festa dei“single”.Allora, parlando con la Nerella di Tavernelle, a talproposito diceva: io ho festeggiato ieri sera san Valentinocon (…), ma anche oggi devo festeggiare perché è la miafesta!Risultato: 2 cene in 2 giorni.

Sabato 19 maggio ore 16,30Festa al Cenacolo di Montauto

Alla presenza del vescovo Gualtiero Bassetti, durante la celebrazione eucaristica, le suore del Cenacolorinnoveranno i propri voti.

Seguirà poi un momento conviviale

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Speciale Madonna del Conforto: MESSAGGIO AI GIOVANICome ogni anno, nel sabato precedente la festa della Madonna del Conforto, i giovani di tutta la nostra Dio-

cesi si ritrovano ad Arezzo, partecipando ad un bellissimo pellegrinaggio che passa dalla Cappellina del Miraco-lo e termina in Cattedrale, davanti all’immagine della Madonna.

Anche quest’anno, il 10 febbraio scorso, moltissimi giovani si sono ritrovati per compiere in estrema libertà econ tanta gioia questo semplice gesto.

Durante la conclusione, il Vescovo ha parlato dell’immagine di Maria, una donna umile, che ha saputo sem-pre mettersi in discussione, ha saputo lasciare le sue sicurezze dinanzi a ciò che Dio le chiedeva. A noi, se vo-gliamo che la nostra vita sia piena, è chiesto di imitarla.

Riportiamo il messaggio di invito al Pellegrinaggio, rivolto a tutti i giovani da don Giancarlo Rapaccini, re-sponsabile per la Pastorale Giovanile della nostra Diocesi.

Quel che avvenne il 15 febbraio 1796 nella cantina dell’ospizio camaldolese in via Vecchia vicino a Porta S.Clemente, sembra una storia da creduloni, come oggi se ne sentono raccontare tante; è stata invece una storiache ha contribuito non poco a far crescere nella fede tutta intera la nostra chiesa aretina.Sarebbe suggestivo il 15 febbraio di ogni anno, salire su un elicottero e sorvolare su Arezzo per vedere quelloche succede in città dalle cinque del mattino alle ventiquattro della notte.  Saremmo sorpresi da uno spettacolostupendo di gente che ininterrottamente sale e scende verso il colle del Duomo, perché proprio lì nellaCattedrale, c’è una grande Cappella dove è custodita gelosamente l’immagine della Madonna del Conforto. Questo nome le fu dato dagli aretini che dalla Madonna si sentirono confortati in quei terribili e interminabiligiorni di terremoto, quando tre calzolai, Antonio Tanti, Giuseppe Brandini e Antonio Scarpini, spaventati dalperdurare delle scosse sismiche, si misero a recitare le Litanie davanti alla immagine affumicata di Maria,murata in una parete anch’essa annerita dal fumo del camino della cantina dove si trovavano a bere unbicchiere di vino. D’un tratto quella immagine cominciò a risplendere di una luce tutta particolare “come se avesse sul pettorubini e diamanti”. Da quel momento il terremoto cessò e in città ritornò finalmente la serenità. Di quanto avvenne quel giorno mai gli aretini si sono scordati, anzi le manifestazioni di gratitudine e didevozione alla Madonna con il passare degli anni sono cresciute di numero e d’intensità. Anche i giovani della diocesi da qualche anno dedicano un’intera serata a Maria recandosi in pellegrinaggioverso il suo santuario per offrirle l’omaggio della loro devozione filiale.

La preghiera poi, che i giovani hanno recitato insie-me davanti alla Madonna:

Maria, cammina con noi….Ancora oggi, come ogni anno, veniamo da te.Saliamo a te.Pellegrini in preghieraNoi giovani sentiamo il bisognoDi esserti vicini.Maria, cammina con noi, accompagnaciNel nostro quotidiano, guida le nostre scelte,Rafforza le nostre vocazioni.Maria, madre del Conforto Prega per noi.

* * *Ricordiamo che questo e tanti altri messaggi, iniziative,proposte, immagini, esperienze, le potete trovare visitan-do il sito internet:

www.arezzogiovani.ite adesso oltre al FORUM, è attiva anche la CHAT chepermetterà di rimanere in contatto diretto tra i giovanidella Diocesi, per scherzare, parlare e scambiare opinio-ni.  CHAT - www.arezzogiovani.it/chat.htmFORUM - www.arezzogiovani.it/forum/liste.asp

Voglio imparar da Te** Recuperata in mezzo a vecchie carte

Voglio imparar da Te o Madre miaA vivere d’amore e di preghiera.Voglio imparar da Te Vergin MariaA vivere d’unione con Gesù.

Prendimi per la mano o mamma buonaPortami per la strada del SignoreSolo così sarà il mio camminoSicuro per la via che porta al ciel!

Voglio per Te Madonna diventareD’amore figlia per tutta la vitaTutta me stessa voglio a Te donareE Tu donami, o Madre al tuo Gesù.

Prendimi per la mano…

Se questa vita mia modellataSarà sulla Tua vita Vergin bellaNon l’avrò spesa invano né sciupataAllora che a Dio me ne andrò.

Prendimi per la mano…

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BALDACCIO di Pietro BAGNONE, Signore del Castello di Ranco nel distretto di Anghiari, nacque in un annonon ben precisato sullo scorcio del secolo XIV. Conosciuto come Baldaccio di Anghiari, valoroso caporale diCavalleria e amico di Neri Capponi, si distinse in ogni fatto di Armi per la sua bravura e sangue freddo. Ebbe ilcoraggio di rinfacciare al Gonfaloniere Orlandini la viltà usata a Marradi e fu ucciso poco dopo a tradimento daisicari del medesimo il 6 settembre 1441.Ecco come Lorenzo Pignotti, Istoriografo regio descrive la morte di Baldaccio nella sua STORIA DELLA TOSCANA, pubblicatanel 1826.

Era a lui [Neri Capponi N.d.R..] sopra tutti i militari affezionato Baldaccio di Anghiari, valoroso capitano.Andando costui un giorno a palazzo a trattare col gonfaloniere Orlandini, fu improvvisamente dalle guardie assalito,trucidato, e gettato dalle finestre.Si disse essere stata questa una privata vendetta del gonfaloniere, il quale essendosi vilmente portato quandocomandava le genti fiorentine opposte al Piccinino, n’era stato da Baldaccio aspramente rimproverato. Altri, comeavviene nelle violenze che il governo commette senza evidente ragione, immaginarono occulti motivi. Il più profondoinvestigatore dei segreti politici il Macchiavello vide in questa azione quella crudele, e raffinata arte, che per dare alleazioni ingiuste una patina meno atroce, le confonde coll’oscura parola di ragion di stato. Chi reggeva il governo, collamorte di Baldaccio, non solo toglieva un validissimo appoggio alla potenza del Capponi, ma apparendo che fosse fattomorire per affari di governo. Si gettava del sospetto anche sul di lui amico, e protettore. Gli altri motivi addotti dalCambi, e dal Nardi, e citati dall’Ammirato sono troppo piccoli per indurre il governo fiorentino a commetteresfacciatamente sì crudele attentato: il primo è il saccheggio di Sughereto fatto dai soldati di Baldaccio, del quale (diceil Cambi) attribuiva l’ordine al governo. Chi legge l’istorie di quel tempio sa che queste colpe erano assai veniali neicondottieri; e se per un’eccezione la fiorentina repubblica intendeva punirlo, gli avrebbe giuridicamente fatto ilprocesso, perché appunto costasse della colpa di Baldaccio. Il Nardi ne dà per motivo un trattato segreto di Baldacciodi passare al servizio del papa contro lo Sforza: ma il papa era in quel tempo amico dei fiorentini quanto lo Sforza;né sarebbe mancata ad essi, se il volevano, maniera di ritenerlo. Il più probabile pertanto è il sentimento diMacchiavello, che Cosimo e i suoi consiglieri volessero disfarsene, e che trovassero un facile esecutore nel nemicoatroce di Baldaccio, il gonfaloniere Orlandini, che, senza la tacita approvazione di Cosimo, non avrebbe eseguitosfacciatamente sì enorme attentato.Si può notare intanto l’avvilimento del popolo fiorentino, insultato dal governo con una atroce esecuzione, senzadegnarsi di renderne conto almeno con una menzogna. La vedova del disgraziato Baldaccio, essendo morto il suounico figlioletto, fabbricò un convento ove visse il resto dei suoi giorni in compagnia di altre pie donne, e il suo nomedi Anna-Lena dà ancora il nome al convento, e ad una parte della città.

Cattive abitudiniChe le guerre non siano cose allegre tutti lo possonocapire. Era così anche nel 1406 quando Pisa era asse-diata ormai da diverso tempo dai Fiorentini che impe-divano aiuti e rifornimenti. Ecco come i pisani hannodeliberato per superare le difficoltà del momento*:“Divenivano sempre più scarsi i viveri in Pisa, onde ilGambacorti pensò di bandire le bocche inutili, le don-ne, e i vecchi.”Ed ecco come reagirono i fiorentini a questa probabile“invasione” di “bocche inutili”:“ma i commissari fiorentini fecero un bando, che qua-lunque uomo venisse dalle porte di Pisa fosse impic-

cato; e le donne scorciati i panni sopra il ventre fos-sero bollate nella gota.”Questa del taglio delle gonne è un’usanza che si è ripe-tuta anche da noi, anche se in modo molto menocruento. Successe quando i Borghesi (dieci anni dopola Battaglia di Anghiari) ci rubarono il Catorcio. GliAnghiaresi, inseguitili invano, trovarono solo le donneche lavavano i panni al Tevere, ché gli uomini eranogià rientrati dentro le porte del Borgo. Allora comeunica rivendicazione gli anghiaresi pensarono di ta-gliare le gonne alle donne borghesi e, sistematele sullepicche, le riportarono come emblema di vittoria dentroil castello di Anghiari.* Da “Dell’Istoria della Toscana” di Lorenzo Pignotti 1826.

Baldaccio di Anghiari

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Non è mai stato nelle mie intenzioni andare a Roma perassistere ad un Giubileo, a nessun Giubileo. Mi sapeva di unamanifestazione di folklore abbastanza viziata da troppe pubbli-cità.

A Roma sì, ma per visitare la Cappella Sistina, o i MuseiVaticani, o magari qualche bella mostra artistica, ma alGiubileo mai.

Con la Giuliana, la Luisella, la Graziella e la Emanuelaavevamo da tempo deciso una gita domenicale a Roma con unoqualsiasi dei citati intenti “culturali”, prima dell’arrivo dell’in-verno.

La Kira, la figlia di Leonardo Casal, cugina per parte dimadre di Emanuela, abitante con la famiglia a Locarno, loaveva saputo e aveva chiesto di unirsi al gruppo. E così, la seradel 21 ottobre, la Kira saliva in treno a Locarno, viaggiava lanotte in vagone letto, la mattina della domenica noi anghiaresi,alle 8, ad Arezzo, salivamo sullo stesso treno e, dopo poco piùdi un’ora, scendevamo tutte assieme a Roma.

Un passo indietro. Il sabato sera, come da qualche temposono solita fare, alle 18 sarei andata alla Messa in Propositura.Se non che mi telefonano degli amici da Arezzo comunicando-mi una loro visita. Ero dispiaciuta, era già la seconda volta chele stesse persone venivano il sabato pomeriggio a trovarmi e mifacevano perdere la Messa.

La prima volta avevo rimediato rimandando l’impegno alladomenica mattina ma, questa volta, non ci sarebbe stato nienteda fare: il giorno dopo sarei stata nell’impossibilità di assistereal sacro Uffizio.

Pazienza! Anche se di quell’incontro con la pace dellachiesa avrei sofferto la mancanza.

Ritorniamo allora a noi, a Roma, in Stazione Termini.Riusciamo a raggiungere Piazza San Pietro e ci incamminiamo,assieme a tante altre persone, verso la basilica. Ma non cisentivamo spinte, io ho avuto sempre, in ogni momento, quasila sensazione se non proprio di volare, ma certo di procedere conleggerezza, quasi sollevata da terra e non ho mai avuto la bruttasensazione di essere oppressa dalla folla… eppure la famosapiazza era gremita da migliaia di persone.

Giunte alle transenne, mi sono rivolta alle mie compagne diviaggio e, quasi con sorpresa, se non proprio con disappunto,ho chiesto loro: “Ma non avrete mica intenzione di portarmi alGiubileo?!” Ricordo solo che hanno sorriso, erano anche loroforse incredule, perplesse.

A questo punto un addetto all’organizzazione ci ha cortese-mente chiesto di dove fossimo e, alla nostra risposta “diArezzo”, ci ha invitate a superare il varco sulle transenne e ciha guidate a sederci nelle poltroncine della piazza. Poi, come seci avesse ripensato, con altri colleghi, ha detto:

“No, voi di qua, prego!” e ci ha indirizzate verso l’alto dellapiazza, nel palco superiore e così, sempre più avanti, come perincanto, vai, vai, ci siamo ritrovate a sedere alla sinistradell’altare… E nulla era stato programmato…*

La Luisella dice: “Ormai non ci si può più muovere, toccarimanere qui fino all’ultimo!”

C’era un gran sole, tutti i presenti avevano il cappellino eerano in maglietta a maniche corte: io non avevo cappello, incompenso avevo ben due maglioni di lana: quando eravamopartite il tempo sembrava incerto… ma stavo bene!

Ho chiesto quale Giubileo si celebrasse quella domenica: IlGiubileo delle missioni; ho iniziato a piangere. Dopo un viaggioin Tunisia prima e uno in Egitto poi, Roberto mi disse di nonvoler più tornare da turista in posti dove c’erano tanti bambiniche chiedevano a lui, loro coetaneo, loro simile, l’elemosina: sisentiva imbarazzato, in colpa.

Sono arrivati gli alti Prelati, è arrivato il Papa, è statacelebrata la Messa; e dire che mi ero rammaricata, il giornoprima, per la certezza di dover rinunciare ad assistere a questafunzione per quel fine settimana!

Quando poi il Santo Padre è passato con la sua papamobilee io stavo piangendo, ho avuto l’impressione che soffermassesu di me il suo stanco sguardo, ma dice che per questo tutti hannola sensazione che il Papa li guardi.

La Giuliana ha chiesto ad un addetto quando apriva la PortaSanta e questi ha risposto che di regola apriva alle 14, ma quelgiorno sarebbe stata aperta alle 12,30 e… “Prego” ci ha invitatea incamminarci verso il luogo detto e ci faceva strada e noiprocedevamo perplesse.

Non ricordo se sono stata io o è stata la Giuliana o forsesiamo passate assieme, perché so di essere stata esortata daquesta a decidermi, con una leggera pressione di incoraggia-mento al gomito destro e con un amichevole “Su!”

Io procedevo ormai quasi a livello onirico, mi ero soffermataincerta, incantata, sotto quell’architrave, a contemplare le ante,gli stipiti…, ma era proprio quella la Porta Santa e a me eraconcesso di varcarla per prima davanti a migliaia di fedeli?

Abbiamo poi attraversato la basilica, percorso il tragitto perle tombe dei papi, ci siamo ritrovate alla vetrata che si affacciasulla piazza: la piazza era un mare di teste, di cappelli e una ressaincredibile, indescrivibile, si accalcava verso la Porta Santa. Misono rivolta alla Graziella e, indicandole la scala di accesso agliappartamenti del papa ho detto:

“A questo punto, potremmo andare tranquillamente apranzo dal papa…!” Non abbiamo osato tanto, chissà comesarebbe andata a finire.

Siamo uscite da San Pietro decise a mantenere fede al nostroimpegno, quello di visitare un museo o qualche mostra artistica,ma abbiamo cominciato ad accusare il caldo e il peso dei nostriabiti pre-invernali, quel caldo, quel peso, quel fastidio che là,sotto il sole, davanti alla basilica, durante la Sacra Funzionecelebrata dal papa non avevamo minimamente accusato.

Quindi ci siamo avviate verso Stazione Termini sostandoa Fontana di Trevi, a Piazza Navona, al Pantheon e così via.

Quando la Kira ci ha salutate ci ha chiesto di avvertirlaquando organizzeremo di nuovo qualcosa insieme.

Per Roberto

*Domenica 4 febbraio, da Don Dino Liberatori, sono venuta a sapere cheil capitano di non so bene quale corpo di guardia, in Piazza San Pietro,è di Arezzo.

Quando le coincidenze sono tante...troppe

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A.T.O.ATO sta per Ambito Territoriale Omogeneo. Per

legge ogni regione deve definire i vari ambiti del proprioterritorio. La regione Toscana ha inserito il nostro comu-ne nell’ATO Alto Valdarno che comprende 35 comunidella provincia di Arezzo e 5 della provincia di Siena.

Non meravigli che il nostro comune sia inserito in unambito che di omogeneo ha poco o niente. Se andiamo unpo’ indietro nel tempo, all’inizio dell’800, troviamo cheanche quando venne Napoleone a “mettere ordine” An-ghiari si ritrovò a far parte del Dipartimento dell’Arno.Dopo 200 anni ci ritroviamo nella medesima situazione.Purtroppo la Valtiberina ha sempre sofferto della suamarginalità in riferimento all’ambito provinciale e regio-nale.

La Nuove Acque è invece la società che gestisce ilservizio idrico: Una società per azioni a prevalentecapitale pubblico.

Il comune di Anghiari sta vivendo da ormai diversimesi una situazione difficile per la decisione di averaderito alla Società di gestione del Servizio idrico. Delleconseguenze della scelta se ne sono accorti i cittadini alricevimento delle prime bollette dell’acqua e sono staticostituiti dei comitati cittadini per contestare tutta l’ope-razione. Su alcuni punti sono stati fatti dei passi indietrodimostrando che solo la protesta e non l’attenta letturadella convenzione hanno dato qualche pur minimo risul-tato.

Certo è singolare che un Comune, in possesso di unottimo approvvigionamento idrico (dopo tanti anni dicarestia), si sia privato di questa importante e primariagestione o perlomeno non si sia opposto decisamente aquesto evento. È vero invece che le nostre fognature sonorimaste abbastanza indietro. Ma forse con un po’ dibuona volontà…

Abbiamo chiesto come si evolverà la questione ATO.

Adriano BaccanelliPenso che verrà rifatto l’appalto con le offerte di nuoveditte che verranno valutate anche se i comuni rischiano divedersi chiedere i danni da parte di questa ditta franceseper i mancati introiti in cui vanno incontro. Purtroppo cisono anche i politici. Devo dire così perché per esempiouna forza politica ha fatto la proposta di far pagarel’acqua a seconda dei redditi e a me questa sembra unacosa fuori dal mondo per la sua complicazione.Era presente il sindaco di Pieve Santo Stefano che haesposto i motivi per cui non ha aderito alla gestione dellNuove Acque. Dopo l’intervento del sindaco di Pievel’impressione è stata quella che gli altri sindaci non hannofatto una gran bella figura.Un plauso si meritano Paolo Mariotti e Roberto Santi chesi sono accollati l’onere di portare avanti questo comitatoche ha dato i suoi frutti perché il TAR del Lazio ha datoragione alle proteste dei cittadini.

Dal 21 aprile aprile al 1° maggio 2001nel cuore del centro storico di Anghiari

XXVI Mostra Mercato dell'Artigianatodella Valtiberina Toscana

55 botteghe artigiane e le prestigioseMostre collaterali vi aspettano

Arrivederci ad Anghiari

La quercia di Romolano

Romolano era un abitante del Palazzo, vicino aBarliano, per la strada che dal Molindagnolo porta aCatigliano e Tortigliano. Sua era la quercia ormai cente-naria che era diventata un punto di riferimento ben pre-ciso per tutti gli abitanti della zona. Non c’era una voltache, passando nei suoi pressi, non si facesse una brevesosta per riposarsi sulle sue enormi radici chefuoriuscivano dal terreno. O che si avesse un fastellod’erba o il paniere con i prodotti dei campi o semplice-mente si stesse ritornando da Anghiari o dai campi (na-turalmente a piedi eh!), quando si passava davanti allaquercia di Romolano, stanchi o no, la sosta era obbliga-toria.

La quercia era così grossa che per abbracciarla civolevano due o tre persone. Si trovava poco dopo l’ini-zio della ripida salita che porta a Barliano. Ora la quer-cia non c’è più ma la Santina Chialli e l’AssuntinaBivignanelli, che per anni hanno abitato in quei luoghi,se la ricordano ancora come se fosse sempre al suo po-sto.

Palmiro GiuliattiniIo penso che sarà un problema grave. È stata innescatauna miccia che sarà difficile spegnere anche con lavolontà dei nostri sindaci che sembra vogliano tornareindietro sulle decisioni prese. Sono impegni che sarà ungrosso problema annullare. Io ritengo che dobbiamoarrivare a pagare l’acqua in modo equo, poi la gestiscachi vuole.

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Il portone della chiesa della Croce

Il Centro di Formazione Professionale C.O. Bufalini di Città di Castello orga-nizza un "Corso per addetti al decoro, al restauro del mobile antico e dei manu-fatti lignei".L'esperienza di cantiere verrà oragnizzata ad Anghiari con il restauro del por-tone della Chiesa della Croce sotto la direzione di Ivo Polendoni e MicheleBruni.È questa un'occasione molto utile per la nostra parrocchia che prosegue nellaborioso ed impegnativo restauro delle opere d'arte e una conferma della vo-cazione di Anghiari per il restauro dei manufatti lignei.A fine marzo sarà pronto il quadro del secondo altare di destra (La Vergine ingloria) che verrà ricollocato, almeno per il momento, al suo posto. Ricordiamoche su questa tela è rappresentata una veduta settecentesca di Anghiari.

STAGIONE TEATRALE 2001 AD ANGHIARI

Ecco alcuni appuntamenti della stagione teatrale ad Anghiari che è iniziata il 30 marzo scorso

Il 25 aprile ecco il noto comico Maurizio Crozza, l’attore che propone con grande successo le parodie dello“straordinèrio” Arrigo Sacchi e del “mitico” allenatore del Perugia Serse Cosmi, consacrato dalla Gialappa’s nelprogramma televisivo “Mai dire gol 2001”. Tra gli altri eventi in programma da segnalare la performance diMarisa Fabbri in un omaggio a Bertolt Brecht presentato dal Teatro Popolare d’Arte per la Regia di GianfrancoPedullà che si terrà l’11 maggio. La chiusura della stagione è affidata a Licia Maglietta, la straordinaria interpretedel pluripremiato film di Giovanni Soldini “Pane e Tulipani”, che proporrà “Delirio Amoroso”. Informazioni siricevono allo 0575-788659.

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edipì

Squadre di calcio d'altri tempiEcco, ripescati fra i documenti dell’Archivio parrocchiale, l’elenco di quattro squadre di calcio organizzate dalCentro Italiano Femminile della nostra parrocchia. Era un'occasione per fare sport. Generalmente le partite sidisputavano al Campo della Fiera. Per molti sarà una sorpresa ritrovare il proprio nome.

1ª squadra maschile - S.Giovanni Bosco

Camerelli BrunoComanducci NevioDonatelli GiuseppeDragoni ErnestoGiabbanelli FernandoGuiducci LoredanoGiorni GiuseppeLuconi AlviseManenti DomenicoMatusali VitruvioMeoni NorbertoNicchi NiloPagni DivoRossi Gian Pietro

Vigilatrice:Guelfi Lidia

2ª squadra maschile - S.FrancescoAcquisti FrancoBoncompagni MicheleBruciamacchie UgoCalli PieroCangi LorisFrosina VincenzoGuadagni LorisGuadagni Pier FrancescoGiorni AgostinoGuadagni PieroMeoni PasqualePanichi Gian PietroPernici MarioScartoni LuigiScartoni BenedettoSenesi FrancoVigilatrice:Guadagni Vittoria

1ª squadra femminile –S. Maria Goretti

Boncompagni OdetteCangi BrunaCangi GiuseppinaCasucci LauraCasucci LoanaConti PaolaGuadagni MarisaGennaioli VittoriaLeucalitti BrunaMondani CaterinaPagni DivaSonnini AmeliaZavagli PaolaZanchi MarisMeoni GraziaVigilatrice:Mondani Milena

2ª squadra femminile -S. Agnese

Acquisti AdaCarria ElianaFornacini LoanaGiannini AlbertaGiabbanelli GraziaGoretti RosinaLocci AnnaLeucalitti RenataPacini ArdeliaPanichi LucianaPolendoni WilmaPolverini EddaPisani PiaPernici Marcella

Vigilatrice:Rossi Carla

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Il ballo in Toscana

E da noi? Da noi sicuramente nelle nostre campagnesi ballava il Trescone e forse anche la Monferrina e laFurlana. Ci saranno state anche altre danze, ma non sihanno documenti per attestarlo.

Il Minuetto, una delle danze più aggraziate ed elegantidi tutti i tempi, trionfò nei salotti aristocratici del sette-cento, dove ebbe un buon successo anche la Gavotte, cheperò aveva origini più antiche: era nata infatti nel ‘500,fra gli alpigiani della regione del Delfinato, in Francia,detti “gavots” cioè portatori di gozzo (gave), da qui ilnome della danza; dopo alterne vicende ebbe buonafortuna, in questo secolo, anche presso i ceti più elevati.Altra danza di discreto successo fu la Contraddanza, unadanza inglese di origine contadina il cui nome originarioera Country-dance (“country” in italiano significa cam-pagnolo, “dance” significa ballo, quindi “ballo campa-gnolo”).

Passiamo all’ottocento, al secolo XIX, su cui cisoffermeremo di più, rispetto ai secoli passati, perché viha la sua origine un ballo molto diffuso dalle nostre partianche nel novecento, che sono il luogo ed il tempo su cuisi incentra particolarmente questa ricerca: il Valzer.

È il ballo principe di questo periodo, ancora vivo ainostri giorni, anche se non ha più il successo di una volta,sia come revival per le persone di una certa età, e siaperché ancora insegnato nelle scuole di ballo. Per laverità era nato verso la fine del ‘700 tant’è vero cheveniva ballato a Parigi all’epoca del Direttorio (nelperiodo della Rivoluzione Francese), tuttavia trovò lasua codificazione e la sua definitiva affermazione nell’ot-tocento, non senza aver suscitato prima vari scandali, inmolte corti europee, perché ritenuto troppo trascinante ecoinvolgente.

Solo in Austria, culla del Valzer, il successo fu pienoed immediato. Trionfò al Congresso di Vienna (1814-1815); questa fu la sua consacrazione ufficiale e da quisi può dire che inizi il suo crescente successo ovunque.Conquistò tutta l’Europa e varcò l’Oceano; per la primavolta una danza si impose senza l’intervento dei maestridi ballo, poiché si ballava a coppie, non in gruppo.

Il merito del suo successo andava soprattutto agliStrauss padre (1804-1849) e figlio (1825-1899), seniored junior, ambedue di nome Johann. Come detto sopra ilValzer era nato prima degli Strauss, derivato dallaTirolese, una danza popolare del ‘600, ma furono soprat-tutto loro a rendere questa melodia più affascinante eballabile. Ho detto soprattutto perché in un primo tempo

Strauss senior era affiancato da un altro musicista divalore, il Lanner, il quale fu il primo a tradurre in notemusicali la danza del momento, prima si suonava “adorecchio”, oppure, se c’erano Valzer tradotti in spartiti,come quelli di Schubert, erano però poco ballabili.

Poi ad un certo punto i due si separarono ed ognunoandò per la propria strada, quella di Strauss fu lamigliore. Nel 1830 a soli ventisei anni aveva già una suaorchestra composta di ben 200 elementi. Ormai anche luiscriveva gli spartiti e un editore, fiutato l’affare, listampava e li distribuiva in tutto il mondo. La vita diStrauss, definito il “giudeo del violino” per la sua origineebraica, era frenetica, sempre in giro per il mondo,lontano da casa. Però, da buon padre di famiglia, manda-va denaro e notizie alla moglie e al figlio, al qualeproibiva anche di studiare musica, il che regolarmentenon avveniva, il figlio infatti non solo studiavanascostamente e seriamente musica, ma per pagarsi lelezioni, dava a sua volta lezioni ai principianti. Ma ilsuccesso, a volte, è veloce nel voltar pagina, si fa prestoa passare dagli “osanna” all’indifferenza ed al rifiuto. Èquello che avvenne a Strauss. Verso la metà dell’ottocen-to l’Austria era percorsa da fermenti liberali e naziona-listici e i Valzer di Strauss, forse troppo raffinati, eranodiventati un simbolo di reazione e di conservazione, cosìtutti quegli ambienti che prima lo accoglievano a bracciaaperte ora lo respingevano. Amareggiato e stanco ritornònella sua Vienna dove, colpito da una banale malattiainfantile, ma pericolosa se contratta in età adulta, lascarlattina, morì nel 1849, a soli quarantacinque anni.

Il figlio Johann apportò delle modifiche al Valzer cheritornò al grande successo tanto da divenire il simbolodell’Austria e il celebre “Sul bel Danubio blu” fu quasiconsiderato un inno nazionale di riserva di quella nazio-ne.

I balli del novecento

Dagli inizi del novecento alla 2ª guerra mondiale

I valzer nelle loro varie versioni: il “viennese”, forseil più diffuso, veloce e molto girato, il “francese”, piùsaltellante, il “hesitation”, più lento, il “boston”, indugia-to e scivolato, valicarono la soglia dell’inizio del XXsecolo ed irruppero con decisione nel ‘900 accolti sempree ovunque con grande entusiasmo. Chissà quante volte inostri nonni e bisnonni avranno volteggiato a questoritmo con le loro morose! E chissà di quanti incontrigaleotti sarà stato complice!

Balli, orchestre e complessi, luoghi e tempi delballo, costumi ed usanze in Anghiari dall’iniziodel ‘900 ai nostri giornidi Flavio Mercati II parte

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Altre danze arrivarono al ‘900 provenienti dall’otto-cento, alcune, anche se in forma di revival, sono ancoraattuali. Arrivò la Quadriglia che era un ballo di gruppo,figurato che richiedeva un maestro di danza, arrivaronola Polka di origine boema e la Masurka di origine polaccache ancora hanno un discreto successo. Arrivarono an-che altre danze provenienti dal passato, ma da un passatoancora più lontano dell’ottocento, come il Trescone, laMonferrina, la Scozzese e il Ballo Cotillon. Il Trescone,come detto altrove, era di origine contadina e nato nelMedioevo intorno al ‘300, mentre la Monferrina, che inostri antenati chiamavano anche Manfrina storpiando ilnome, forse per fare prima a pronunciarlo, originaria,come si intuisce facilmente, dal Monferrato, ma già loabbiamo detto, veniva dal ‘600. La Scozzese: questadanza era una specie di Country-dance, Ballo campagno-lo, di origine settecentesca e proveniente, indovinate unpo’, dalla Scozia; i nostri nonni la chiamavano anche esoprattutto Sotise, dalla pronuncia del nome tedesco,Schottische, di tale danza, pronuncia, a volte anchestorpiata in Scioltise. Era quella danza che si rivede, avolte, in qualche film western, di movimento rapido in cuile coppie si spostano alternativamente ora a destra, ora asinistra, con dei saltelli strisciati e dondolando il bustoverso la parte dove avviene lo spostamento.

Anche il Ballo Cotillon, ballo con sorpresa, somi-gliante alla Quadriglia, era originario del ‘700, nato inFrancia. Queste danze che provenivano da prima dell’ot-tocento, arrivarono agli inizi del ‘900, quando già erainiziato il loro declino, e dopo alcuni decenni, chi prima,chi dopo, caddero in disuso, forse ogni tanto vienerispolverato il Ballo Cotillon, in qualche occasione par-ticolare.

D’ora in poi ci occuperemo solo di balli nati nelnovecento. La prima nuova danza che si presentò allaribalta in principio di secolo fu il Tango, danza cheesprimeva sensualità e passione miste a sofferenza.

Apparve per la prima volta nel 1897 a Buenos Aires eMontevideo fra le povere popolazioni meticce (meticcio= incrocio fra un individuo di razza bianca ed uno dirazza indiana d’America).

In Italia fu presentato per la prima volta sui palcosce-nici del varietà. L’accoglienza, come era avvenuto a suotempo per il valzer, fu tutt’altro che favorevole: i suoiatteggiamenti e le sue movenze lo fecero apparire inde-cente e peccaminoso in certi strati della borghesia esoprattutto della Chiesa che ne decretarono la condanna(a quei tempi una condanna della Chiesa equivaleva adun insuccesso garantito). Fu allora che un certo Pichetti,che aveva un’Accademia di danza a Roma, lo presentònella sua scuola, in coppia con la moglie, in una versionemolto più corretta e, nello stesso tempo, più fascinosa, equindi le polemiche si acquietarono ed ebbe inizio il suosuccesso; intorno al 1920 era il ballo sovrano.

Sul finire del XIX secolo, dell’ottocento, negli StatiUniti, a New Orleans, da una elaborazione di elementimusicali africani ed europei ad opera di musicisti neri,nacque un genere di musica che influenzerà molti balli delfuturo, il jazz. Fu come una ventata nuova nel mondodella musica leggera destinata, in poco tempo, a farapparire sorpassata e fuori moda quella prima esistente.Il primo ballo di derivazione jazzistica arrivato da noipochi anni avanti la prima guerra mondiale fu l’One-step.Un One-step, per esempio, era quel ballo con canzone delcomico romano Ettore Petrolini, cantato anche da NinoManfredi in cui si trova questo verso: “Tanto per’ canta’,perché me sento un friccicore al core…”.

Altro ballo di derivazione jazzistica apparso dallenostre parti intorno al 1920 fu il Fox-trot, nome di origineinglese in cui in italiano, Fox significa volpe, trot ha ilsignificato di trotto, quindi “Trotto della volpe”. Semprenello stesso periodo si cominciò a conoscere la Samba oil Samba, caratteristica per i passi strisciati all’indietroche, però, ebbe larga diffusione solo dopo la 2ª guerramondiale negli anni 1945-50. Dal 1920 al ’30 si diffuseil Charleston, dall’omonima città degli Stati Uniti, carat-terizzato dall’avvicinarsi ed allontanarsi delle punte deipiedi. Intorno al 1926-27 cominciò ad affermarsi laRumba, simile alla Samba, mentre lo Slow che era unFox-trot lento, lo Swing e la Beguine apparvero qualcheanno più tardi, verso il 1930.

Tutti questi balli di origine jazzistica arrivarono inItalia perché importati dagli orchestrali in servizio suigrandi transatlantici che collegavano l’Italia con l’Ame-rica. Questi musicisti ascoltavano dal vivo i cantantiamericani e i jazzisti e poi facevano conoscere anche inItalia le canzoni e la musica di quel paese. Tuttavia,prima della guerra, la loro diffusione fu tutt’altro chefacile perché il regime fascista, soprattutto dopo cheaveva stretto legami più stretti con quello nazista, nonvedeva di buon occhio questo genere di musica, definita“negroide”. continua

Lo Sbambif, complesso degli anni '20, fu il primo a suonare branidi jazz. Componenti: Francesco Dini, Palazzari cocciaio; InigoLeonardi, Ghighino; Pietro Pianelli, Pietrone, calzolaio; AssuntoInnocenti, Sperandio marmista scalpellino; Guido Mariotti,Pistrella; Francesco Polverini stagnino; Giocondo Marconi fale-gname; Almo Santi marmista; Luigi Favilli, Gigi Bei.

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Fatti di casa nostraovvero la pagina di Walter Del Sere

Una chance per Albiano - Sono almeno 12 anni che si parla di Albiano, agglomerato rurale situato vicinoad Anghiari in località Motina. Da quando un gruppo di imprenditori svizzeri, guidati da Bruno Buitoni, si recaronodall’allora Sindaco Franco Talozzi per illustrargli la proposta che prevedeva un investimento di alcune decine dimiliardi per realizzare ad Albiano un insediamento turistico per ospiti facoltosi che includeva il recupero del borgo,campi da golf, la costruzione di 120 villette nella collina e un Albergo di lusso da ricavare nella Villa Buitoni. Da lìiniziò una telenovelas che portò allo scontro ed alla scissione interna in seno al Partito Comunista di Anghiari che sivide boicottare il progetto dalla federazione aretina, contraria a quella ipotesi “bollata” come speculazione edilizia.Poi, caduto il monocolore PCI che governava Anghiari, le elezioni anticipate videro il successo della Lista del Gigliocapitanata dall’”eretico” Talozzi, con la storica cacciata all’opposizione del PCI. Ma a poco a poco di Albiano se neè persa la traccia fino a che il Sindaco attuale Maddalena Senesi ha visto apparire ancora Bruno Buitoni, questavolta accompagnato da investitori americani. Ed inizia un’altra storia, che ci auguriamo preveda un lieto finale.

La signorina Ida - Dal 22 al 24 febbraio sono arrivati ad Anghiari i 50 partecipanti al secondo laboratorio dellascuola biennale della Libera Università dell’Autobiografia che si sono ritrovati al Castello di Sorci per un fine-settimana dedicato al confronto sul “metodo autobiografico e professionalità” ed “arte dell’autobiografia: la cura disé e la cultura della memoria”. Dopo un’intera giornata consacrata allo studio ed all’approfondimento di questadisciplina scientifica che sta riscuotendo un incredibile successo, la “Libera” ha inteso fornire una possibilità ulterioreagli allievi ed alla cittadinanza per trascorrere la serata agganciati al tema di fondo. La prima proposta è stata quellache si è tenuta al Teatro dei Ricomposti nella serata di venerdì 23 febbraio con “La signorina Ida”, recita per cinqueattori un uomo e una donna presentata dalla Compagnia Teatrale Antiche Prigioni di Pieve Santo Stefano. Lospettacolo che ha riscosso un lusinghiero successo di critica, prende spunto dal diario di Ida Nencioni che si èclassificato secondo all’edizione del 1998 del “Premio Diari” di Pieve Santo Stefano. Un percorso drammaturgicoelaborato da Lucia Franchi e Luca Ricci, che ne cura anche la regia, dove al ruolo della parola si accosta un giocodi movimenti, posizioni nello spazio ed oggetti che diventano simboli e scenografia. Sabato 24 febbraio la LiberaUniversità dell’Autobiografia di Anghiari ha proposto invece una serata di poesia e musica. Ancora il bel TeatroComunale ha ospitato la lettura poetica di Stefano Raimondi denominata “Il mare dietro l’autostrada. Chi non hamai avuto 14 anni nella vita”? I brani che hanno accompagnato le letture sono stati eseguiti da Ilaria Moroni sumusiche per flauto solo di Charles Koechlin.

Vacanze al mare - Anche quest’anno si rinnova l’iniziativa denominata “Vacanze al mare”, a cura dell’As-sessore alla Sicurezza Sociale del Comune di Anghiari Fedele Boncompagni. Il soggiorno balneare avrà come de-stinazione la città di Cervia, nella riviera romagnola, dove le persone interessate si godranno due settimane direlax dal 23 giugno al 7 luglio.

Agevolazioni per chi non è allacciato - La legge n° 448 del 23 dicembre 1998 introduceva, tra l’altro,la possibilità per i cittadini di ottenere misure agevolate e riduzione del costo del gasolio e del GPL usati comecombustibili uso riscaldamento. E così il consiglio comu-nale di Anghiari ha ritenuto opportuno individuare le fra-zioni non servite dalla rete di distribuzione del gas meta-no del proprio territorio che è inserito nella zona climati-ca contrassegnata dalla lettera E alla quale sono estesi glisconti per l’acquisto di carburante. Le aree, frazioni epiccoli agglomerati di campagna più significativi i cuiabitanti possono usufruire di tali sconti sonoMontemercole, La Scheggia, Ponte alla Piera, Carmine,Tavernelle, Valialle, Upacchi, Catigliano, Bagnaia,Mezzavia, Viaio. L’elenco completo delle località e dellezone che rientrano nei benefici previsti dalla legge e dalladelibera del Comune di Anghiari sono comunque disponi-bili presso l’Ufficio Tecnico. Dallo scorso 14 febbraio icittadini di dette zone possono ottenere gli sconti rivol-gendosi direttamente alla ditta fornitrice di combustibile.

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CRONAC HETTAdei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti adAnghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Lunedì 11 dicembre 2000. Oggi è morta Maria Daveri inLoddi di anni 81. Abitava a Colignola.Mercoledì 27 dicembre 2000. Oggi è nato Vittorio Planadi Edoardo e Sandra Rumori.

Mese di gennaio 2001

Lunedì 1. Oggi, primo giorno dell’anno, ho visto comeprima persona un uomo: Idea. Sarà un anno fortunato!- Oggi è morto Gio Batta Cesari di anni 82. Abitava per lavia del Carmine ed aveva abitato alle Strette.- Oggi è morto anche Aldo Martini di anni 90. Aldo abitavaper la via Nova e, assieme al fratello Athos, ha gestito pertanti anni un molino conosciuto da tutti.Venerdì 5. Stamani ho visto mia moglie con altre donne chechiacchieravano tutte contente. Mi sono allora ricordato chestasera era la loro festa!- Oggi è morta Giuseppa Bellini vedova Vaccarecci di anni84. Era ospitata presso la residenza protetta.- Oggi è morto anche Mattio Ligi di anni 72. Mattio abitavain via Antero Meozzi.Lunedì 8. Stamani, in piazza, ho visto l’ ”Arabo” con uncappello di pelliccia che sembrava un siberiano.Martedì 9. Oggi è morta Vera Rossi in Tecchioli di anni 69.Vera abitava a Ticchiena per la via di San Piero.Mercoledì 10. Oggi è morto Gino Dini di anni 72. Ginoabitava a Tubbiano. Era originario di Barliano.Giovedì 11. Oggi mi sembrava che Mario Del Pia parlassecol “telefonino”. Invece parlava da solo.Domenica 14. Stanotte non ha fatto altro che tirare il vento.L’ho sentito che faceva sbattere lo stoino della finestra.- Oggi è morta Emilia Giraldi vedova Panichi di anni 89.Risiedeva a Montecatini ma tutti la ricordano assieme almarito Gualtiero.Martedì 16. Stamani passavo per i Cordoni e ho visto laMaria che aiutava l’Elisabetta a portare in casa le legne perla stufa.- Oggi è morta Flora Cardinali vedova Leonardi di anni 83.Flora abitava in Via Canini ma la sua famiglia (quelli diBonafede) era originaria della Genga.Mercoledì 17. Stamani era mercato ma in piazza c’era pocagente: oggi è anche la fiera a Monterchi. Verso le 10 sonoandato anch’io a Monterchi e ho visto le galline del Belluccioche erano sul campo di grano del Del Gaia.Venerdì 19. Oggi è morta in Francia, dove risiedeva, IzaPuletti in Senesi di anni 94. Riposerà nel cimitero diAnghiari.Domenica 21. Oggi è morta Rita Senesi vedova Calli di anni89. Rita, la moglie di Calisse, abitava vicino al Poggiolino.- Oggi è morto Eugenio Russo di anni 56. Eugenio abitavaa Tavernelle.

Lunedì 22. Stamani, alla curva della Villa del leone hovisto l’Adriana e l’Adalgisa che tornavano a casa dallaloro passeggiata mattutina.Venerdì 26. Stamani sono andato dal Mancini a Roncione,in Umbria, a prendere un uovo di struzzo che mio fratelloLuca ci deve fare una foto.Lunedì 29. Stanotte ho sentito che pioveva ma invecestamattina ho visto che verso i monti di Badia avevaanche nevicato.- Oggi è morta Marietta Silvani in Giorni di anni 72. Ritaabitava in Via Federigo Nomi.Mercoledì 31. Oggi era l’ultimo dei tre giorni dellamerla.

Mese di febbraio 2001

Giovedì 1 . Oggi è morta Rosa Lazzeri vedova Nannicinidi anni 91. Rosa abitava a Tavernelle.Venerdì 2. Oggi era la Candelora.Martedì 6. Oggi è nata Rachele Gennari di Graziano eRoberta Pernici. La sua famiglia abita per la via delloSpirito Santo o via della Ripa.Giovedì 8. È qualche giorno che gli operai del comunestanno realizzando una palizzata per la via del “Topo”.Venerdì 9. Oggi è nata Federica Maurizi di Federico eJoanna Magdalena Porebska. La sua famiglia abita a Ca'del Bocca di là da Micciano.Martedì 13. Oggi quando ritornavo dalla Badia colValbonetti e il Papini che s’era rimesso a posto laMadonna di Loreto è toccato aspettare un po’ perchéc’era il Bergamaschi con l’Ape e non ci si passava.- Oggi è morta Tosca Paci vedova Draghi di anni 85.Tosca abitava a Guardabasso.Mercoledì 14. Oggi i muratori hanno finito il tetto dellacanonica della Propositura.- Oggi è nato Cesare Amorini di Patrizio e Daniela Cangi.La sua famiglia abita a San Leo.Giovedì 15. Oggi è morta Gina Del Pianta vedova Caloridi anni 75. Gina abitava al Chiavaretto di Anghiari.Sabato 17. Oggi è nato Federico Cappanelli di Dario eCristina Gennaioli. La sua famiglia abita a San Leo.Lunedì 19. Oggi volevo andare in Propositura ma m’ètoccato passare dai Cordoni perché per il “Fosso” face-vano i lavori di ripavimentazione.Venerdì 23. Oggi è nato Francesco Locci di Odoardo eGrazia Marzi. La sua famiglia abita alla Motina.Sabato 24. Stasera verso le sei sono arrivato in piazza eha cominciato a cadere un po’ di grandine ma ha smessosubito. Speriamo bene per domani che è carnevale.- Oggi è morta Delia Ligi vedova Boncompagni di anni74 ed abitava a Mocaia nel piano di Anghiari.Mercoledì 28. Stamani ho guardato fuori dalla finestrae ho visto che aveva nevicato. Allora l’ho detto subito amia moglie.- Oggi è nata Nderim Raci di Muhamed e Aferdita Raci.La sua famiglia abita in Via dell’Infrantoio alle Strosce.

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