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FISIOLOGIA Lezione n. 34 del 07/03/2012 Prof.ssa MetroArgomento: Sistema Nervoso, IL NEURONE.

Ben ritrovati, riprendiamo un altro ciclo di lezioni, so che il prof. Ha già iniziato con una o due, non so, lezioni introduttive, perché questo semestre ovviamente sarà un po’ diverso, è un po’ tutta la parte della neurofisiologia che, tutto sommato, è quasi una materia a se, che in molti corsi di laurea vengono scisse, addirittura si fa un esame di neurofisiologia ed un esame su tutto il resto della fisiologia umana, quindi appunto è una materia a se. La fisiologia, diciamo in questo semestre comunque, oltre alla fisiologia del sistema nervoso, voi farete anche l’endocrino. E allora abbiamo pensato, dopo appunto una prima introduzione, quindi dopo questa parte che ha fatto il prof. Manasseri l’introduzione, lui camminerà lungo il binario dell’endocrino e io inizierò con la neurofisiologia, poi suppongo che divideremo, anche perché ripeto la fisiologia è molto vasta e vedremo in base al numero delle lezioni come comportarci. Ora, anzi credo che vi farà anche il Dott. Marini un paio di lezioni, quindi insomma, suppongo che abbiamo già, che il prof. Abbia già fatto un programma, almeno per quest’anno così.. Per quanto riguarda il sistema endocrino, il sistema nervoso, il sistema immunitario, già vi è stato detto che sono tre sistemi che praticamente cooperano e lavorano insieme. Ecco è improponibile parlare di sistema nervoso senza parlare di endocrino e viceversa, e anche per quanto riguarda il sistema immunitario, ovviamente sapete, anche per sentito dire, che uno stress intenso può, diciamo, abbassare, ridurre le difese immunitarie e quindi influenzare il sistema immunitario. Ora, detto questo, noi dobbiamo iniziare dagli aspetti più generali, quindi cominciare dalle varie componenti del sistema nervoso. Le cellule del sistema nervoso sono delle cellule un po’ particolari, si dividono in cellule eccitabili e non, in quanto.. Vabbè la cellula per eccellenza è il neurone, però come vedremo ci sono delle cellule altrettanto importanti alle quali una volta non veniva data nessuna funzione, se non una povera funzione magari di connettivo, di colla, e mi sto riferendo alle cellule gliali, e invece si è visto che anche le cellule gliali hanno una funzione molto importante, perché collaborano con il neurone e quindi hanno una parte attiva pur non essendo cellule eccitabili. Quindi ovviamente, tale importanza viene data al neurone, però la povera glia lavora, insomma, insieme al neurone, e se non ci fosse la glia spesso il neurone si troverebbe in difficoltà. Noi li dobbiamo distinguere, parlando delle componenti del sistema nervoso, delle unità periferiche e poi appunto gli elementi cellulari come vi dicevo. Le unità periferiche comprendono i recettori e gli effettori, ovviamente di questi si parlerà, si parlerà dei vari tipi di recettore e avremo modo di classificarli, ci sono varie classificazioni dei recettori, in base alla natura dello stimolo, in base alla provenienza dello stimolo, si tratta di strutture che hanno praticamente il compito di trasdurre, trasdurre un segnale che, ripeto, può essere di varia natura perché può essere un segnale meccanico, termico, chimico, dolorifico e trasdurlo in evento elettrico, quindi trasformarlo in evento elettrico. Noi siamo ben bombardati, bersagliati da tanti stimoli, di natura luminosa, sonora, chimica, meccanica, pressoria. Ora, chiaramente questi recettori hanno il compito… Sono ben diversi perché ci sono i recettori di pressione, ci sono i recettori che appunto captano stimoli chimici, ci sono i recettori che captano invece stimoli termici. Il compito di questi recettori, è proprio quello di captare questi segnali di varia natura e di trasformarli in evento elettrico. Gli effettori invece sono o i muscoli, o le ghiandole endocrine ed esocrine, infatti, poi, studiando i riflessi vedremo che l’effettore quindi praticamente l’ultima catena dell’arco riflesso può essere un muscolo liscio, striato, una ghiandola esocrina o endocrina. Per quanto riguarda invece gli elementi cellulari, come vi dicevo l’elemento per eccellenza è il neurone. Il neurone viene chiamato l’unità funzionale del sistema nervoso, anche se oggi si tende a non… infatti gli si attribuiscono tanti, appunto.. perché unità funzionale? Proprio per questo discorso dell’eccitabilità e però oggi si tende a non chiamarlo più unità funzionale, ma unità fondamentale, perché si preferisce dare, attribuire il termine di unità

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funzionale ad un complesso, quindi, neurone, astrocita e capillare, che formano una triade e che lavorano, diciamo, molto bene insieme, si integrano, in quanto alcune funzioni dell’astrocita, appunto, completano quelle dei neuroni. Quindi oggi si tende a fare questa diversità, cioè parlare di unità fondamentale del sistema nervoso riferendosi al neurone e unità funzionale riferendosi alla triade composta da neurone, capillare e glia. Delle cellule gliali parleremo a parte, quindi oggi io parlerò solamente dei neuroni. Io ho portato tanto materiale e purtroppo noi abbiamo ovviamente.. i tempi sono quelli che sono e quindi, noi abbiamo le scadenze, per cui tot ore le dobbiamo dedicare ai vari aspetti generali, tot ore alla sensibilità, perui, insomma, vediamo dove possiamo arrivare, io spero di poter, magari rapidamente, però, fare un po’ tutto una carrellata utilizzando tutte le diapositive che ho preparato. Quindi, dicevo, della glia parleremo a parte, quindi faremo questa distinzione tra astrociti ed oligodendrociti, ma vi anticipo che gli oligodendrociti sono delle cellule molto importanti perché a livello del sistema nervoso centrale sono praticamente responsabili della mielinizzazione, insieme alle cellule di Schwann che hanno più o meno, vedremo, delle differenze comunque notevoli, hanno più o meno la stessa funzione, però a livello periferico. Poi abbiamo la microglia, le cellule ependimali, le cellule dei plessi corioidei, di cui sicuramente avrete sentito parlare in anatomia, comunque le cellule più importanti, è inutile insomma andare a parlare delle cellule ependimali, c’è poco da dire, cioè la cosa più importante, o per lo meno da punto di vista funzionale, è molto più importante esaminare soprattutto neuroni e glia. Quindi cominciamo adesso a parlare dei neuroni. Il neurone, quindi, l’abbiamo già definito l’unità fondamentale del sistema nervoso e io vi ho anticipato che è una cellula che ha delle caratteristiche ben precise in quanto genera, conduce e trasmette l’impulso nervoso. Ora, noi sentiamo sempre parlare di neuroni perché sappiamo bene che i neuroni, noi ne abbiamo un certo patrimonio e purtroppo li cominciamo a perdere fin dal giorno dopo la nascita, quindi purtroppo i neuroni rientrano nel sistema nervoso, appunto viene classificato come perenne e penso che è un modo di dire un po’ approssimativo ,perché sappiamo che in un certo senso si può rigenerare, ma bisogna vedere in che senso, ne parleremo, ma diciamo, ecco, che il neurone, il patrimonio neuronale, quello è, purtroppo, e poi via, via va incontro a distruzione. Ma è anche vero ,perché dicevo poi tutto sommato il sistema nervoso non è proprio perenne, perenne, in che senso? Nel senso che, è vero che non si possono riprodurre questi neuroni, però è anche vero che ci possono essere tanti fenomeni che vengono chiamati fenomeni plastici, quindi legati alla plasticità neuronale, che possono, diciamo, in un certo qual modo andare a supplire, ecco se c’è una perdita neuronale, i neuroni rimanenti formano, possono benissimo adattarsi e con questi fenomeni di plasticità andare a sostituire anche quelli mancanti, certo a meno che non ci sia una perdita neuronale tale, come avviene nelle demenze, ma quello è un altro discorso, che non ha nulla a che vedere con un invecchiamento progressivo fisiologico. Quindi questi fenomeni di plasticità possono rimodellare, rimodulare il sistema nervoso, spesso dare origine anche alla formazione di nuovi contatti sinaptici e quindi migliorare diciamo le capacità mnemoniche e le prestazioni di un soggetto. La genesi e la conduzione dell’impulso nervoso implicano due processi fondamentali, quali sono questi processi fondamentali, che sono però strettamente correlati? Sono l’eccitabilità e la conducibilità. È chiaro quindi che il potenziale d’azione si genera in un posto ma la cosa importante è che questo potenziale si propaghi. Io non parlerò del potenziale d’azione perché già lo sapete e quindi, questo potenziale si propaga, quindi grazie alla conducibilità, verrà propagato l’impulso lungo l’assone, quindi lungo questo prolungamento del neurone, uno dei prolungamenti del neurone, che poi appunto sotto certi aspetti è più importante perché uno e perché ha questo compito, ha questo compito appunto di propagare l’impulso. Come è fatto un neurone? I neuroni sono delle cellule e come tali avranno un corpo cellulare, che nel caso specifico prende il nome anche di soma o di pirenoforo, qui vediamo affianco uno dei tanti neuroni, hanno forme svariatissime, addirittura alcuni sembrano proprio particolari, sembrano delle stelle, proprio perché sono, dipende molto da come sono un po’ articolati tutti questi prolungamenti. I prolungamenti che costituiscono questa parte, il neuropilo, i dendriti e l’assone. I dendriti sono i

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prolungamenti che sono tutti questi, che praticamente tendono ad erborizzarsi, quindi si trovano attorno al corpo cellulare, come se fossero le radici, i rami di un albero, le radici di un albero. E poi abbiamo un unico prolungamento che è invece l’assone detto anche cilindrasse, detto anche neurite, che termina, un gioco di parole, col bottone terminale, il bottone terminale è l’ultima parte dell’assone e di norma è proprio grazie a questo bottone terminale che è possibile un rapporto di contiguità con la cellula adiacente, quindi per esempio un rapporto tra un neurone e una cellula muscolare, e quindi io mi riferisco a un giunzione che è la sinapsi praticamente, quindi dal bottone terminale. I dendriti sono caratterizzati dalla presenza delle spine, le spine dendritiche sono come le spine di una rosa praticamente, quindi noi immaginiamo tutti questi dendriti con tutte queste spine e chiaramente più spine dendritiche ci sono più contatti sinaptici si potranno formare. Quindi questo è un grosso vantaggio, molto più che il numero dei neuroni, vale il numero dei contatti sinaptici che si hanno e siccome non c’è un rapporto 1:1 ma su un neurone ne convergono tanti, da un neurone partono tanti contatti e allora è chiaro che più contatti sinaptici ci sono, più miglioreranno le prestazioni, diciamo mnemoniche, miglioreranno le capacità diciamo di un soggetto. Abbiamo accennato anche a questo problema, io ho fatto una didattica opzionale sul sonno e la veglia e abbiamo parlato, accennato della memoria, io spero, siccome il sonno e la veglia sono anche in programma, io dicevo ieri anche al prof. Manasseri, certo ne riparlerò, però mi piacerebbe parlare un po’ di più della memoria perché è un argomento molto interessante e quindi comunque avremo modo di parlare anche di questo, se Dio vorrà. Per quanto riguarda l’assone, vediamo che questo è un assone particolare perché è un assone provvisto di guaina mielinica e ora più avanti io vi farò vedere le differenze tra l’assone nudo, l’assone mielinico, l’assone invece provvisto di guaina mielinica. Questo vabbè, è uno schema, questo è il soma, ovviamente c’è il nucleo, sono delle cellule nucleate,con nucleolo, i dendriti, l’assone, e poi l’arborizzazione terminale, vedete, questi sono tutti i bottoni terminali, quindi questi in teoria sono tutti contatti sinaptici. Questo è un assone, anche questo appunto mielinizzato, cioè provvisto di questa particolare guaina che ha un’importanza notevole per quanto riguarda il meccanismo della conduzione dell’impulso, perché è una guaina isolante e quindi facilita la conduzione dell’impulso. Il corpo cellulare, dicevamo, ha una morfologia variabile nel senso che ci sono, io vi dicevo neuroni particolari, di forme strane, infatti può essere stellato come nei motoneuroni, può avere la forma di piramide, quelli piramidali che si trovano a livello della corteccia cerebrale, può essere piriforme e lo troviamo nel cervelletto, può avere una forma un po’ sferica come nei gangli sensitivi, quindi la forma del neurone è variabile, ma le funzioni sono quelle. Il nucleo è voluminoso, di norma sferico o ovoidale, è un nucleo centrale, è un nucleo che diciamo ha un alta abilità(?) genetica, infatti tutto il patrimonio genetico è lì contenuto, tant’è vero che noi quando attribuiamo al neurone le varie funzioni diciamo anche un unità genetica, proprio per questo motivo. Il nucleolo unico, voluminoso, basofilo e vi è un’elevata attività di sintesi proteica. Quindi sono delle cellule diciamo ben strutturate, delle cellule molto particolari. E ancora continuando con le componenti, giusto così, per fare una carrellata, numerosi mitocondri anche nei prolungamenti, Golgi, ribosomi numerosissimi, insomma come delle cellule che lavorano va, parliamo chiaro. Quindi, anche i centrioli presenti, nonostante l’assenza di mitosi, perché lo abbiamo detto prima. Ora, quindi, noi distinguiamo le parti. A livello del corpo troviamo: nucleo e organuli tipici quindi, riassumendo, di tutte le cellule, e poi troviamo anche delle inclusioni, dipende certo dal tipo di neurone. Ci sono delle inclusioni per esempio, della substantia nigra, a livello del locus coeruleus possiamo avere, la chiamiamo appunto nigra perché ci sono queste inclusioni, dei pigmenti melanici, oppure un altro pigmento tipico dei neuroni, è la lipofuscina che è un accumulo di natura lipidica che tende ad aumentare con l’età, e questi sono dei pigmenti che noi andiamo a trovare, praticamente in queste cellule. Qui vediamo un po’ una carrellata, ecco questi sono neuroni di varie forme e dimensioni. Quindi noi avremo ecco, neuroni che per esempio hanno un arborizzazione enorme, quindi tantissimi dendriti, vediamo neuroni che invece ne hanno di meno, vediamo neuroni che hanno un corpo cellulare appunto stellato, o altri che hanno un corpo cellulare per esempio più a piramide, più stretto, più

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tondo. Insomma, questi li troviamo per esempio,questo è il classico motoneurone, che lo troviamo a livello finale(?) però possiamo trovare anche, ecco queste qua sono le cellule piramidali della corteccia, questa è la cellula mitrale del bulbo olfattivo, queste sono le cellule del Purkinji, insomma noi abbiamo tutta una serie di immagini diverse. Quindi l’arborizzazione è dovuta, come dicevamo a questi dendriti che normalmente sono multipli, dico normalmente, c’è qualche eccezione, però normalmente sono multipli, emergono da vari punti del corpo, di solito sono più brevi, cioè l’assone è lunghissimo, gli assoni raggiungono delle lunghezze veramente enormi, i dendriti sono abbastanza brevi, si ramificano, però ripetutamente, quindi si ramificano molto di più, cioè si ramificano, cioè l’assone ha delle collaterali però non si ramifica così, ma di norma rimangono nelle vicinanze del soma, quindi c’è questa caratteristica. Hanno un, perché hanno il contorno irregolare? Proprio per la presenza di queste spine, delle spine che si chiamano appunto anche gemmule, ma di norma si chiamano spine dendritiche e sono quindi, tutte queste spine, piccole protuberanze che noi vediamo emergere dai vari rami, ecco diciamo così per semplificare il discorso. Per quanto riguarda l’assone è unico, è presente in tutti i neuroni e origina dal cono di emergenza, cioè una protrusione del soma da cui parte questo prolungamento. È molto lungo, spesso non emette rami collaterali, però spesso si divide proprio, cioè non arborizza ma ha delle collaterali, ecco diciamo meglio e così è detto meglio. Presenta un citoplasma contenente strutture citoscheletriche altamente specializzate, quindi è a tutti gli effetti un.. Qua vabbè vediamo un'altra struttura, non ha molta importanza, in fisiologia, però insomma vi sto parlando per avere un idea, questo è l’assone in sezione longitudinale e questa invece trasversalmente. Qui mettiamo a confronto un po’ i due prolungamenti, quindi facciamo una sorta di sintesi, vedete, abbondanti ribosomi, reticolo endoplasmatico, nei dendriti superficie punteggiata da spine, dendriti più corti e ramificati nei pressi del soma. L’assone, assenza di componenti associate a sintesi proteica, abbondanti mitocondri, infatti vedete, questo è importante, questo fatto, assenza di componenti, perché molte volte, ecco queste componenti spesso devono essere trasportati, ci sono tante sostanze che devono essere trasportate lungo l’assone perché tra tutte le funzioni ha anche quella di trasporto. Quindi ci sono dei veri e propri binari lungo l’assone e camminano tutta una serie di sostanze di cui vi parleremo dopo. Abbondanti mitocondri, specifiche strutture citoscheletriche, superficie avvolta o no da guaina mielinica. Quindi noi definiamo il neurone un’unità anatomica, un’unità genetica, un’unità funzionale, un’unità metabolica. A questo punto lo potete capire da soli, non c’è molto da spiegare, grazie a tutte queste caratteristiche che questa cellula ha. Quindi unità anatomica, genetica l’abbiamo detto, per il grande patrimonio genetico, funzionale abbiamo dette perché anche se non da solo però è sempre stata considerata la cellula per eccellenza, e quindi metabolica per tutto quello che può avvenire all’interno di questa cellula. Andiamo ora dal punto di vista, proprio quello che ci interessa, che interessa di più il fisiologo, ecco, il neurone dal punto di vista funzionale. Abbiamo già detto generare propagare e trasmettere impulsi, questa sicuramente è la funzione primaria, ma come vi dicevo non l’unica, perché ai neuroni si attribuiscono molte funzioni. Quindi avrà anche funzione endocrina, avrà anche funzione trofica, quindi di nutrimento, avrà.. interviene nei fenomeni plastici ampiamente, quindi nei processi di memoria e di apprendimento e poi è anche sede, come dicevo prima, di trasporto, cioè questo trasporto assonico che si divide in due parti, perché noi distinguiamo un trasporto più lento e un trasporto più veloce, a seconda dei materiali che devono essere trasportati. Quindi lo chiamiamo asso plasmatico o lento, oppure assonico veloce, perché avviene in due modi diversi. Ora vi farò vedere il.. è simpatico il trasporto assonico, insomma ragazzi è una cosa curiosa più che altro, proprio perché sono come dei carrellini che vanno avanti e indietro e portano il materiale dal soma alla periferia a seconda delle esigenze richieste, a seconda appunto di quello che è richiesto. Quindi queste sono tutte le funzioni, come vedete sono bel cinque, quando noi diciamo genera propaga e trasmette, diciamo sicuramente la funzione più importante, ma non l’unica, quindi.. Sempre dal punto di vista funzionale noi quindi distingueremo delle parti e il neurone è così organizzato, cioè c’è una zona che riceve, e questi sono i dendriti, infatti noi la

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chiamiamo estremità recettrice, perché è la zona che riceve i segnali. Poi abbiamo una zona con funzione conduttrice che poi si continua praticamente, perché è lungo l’assone, poi termina con la zona o estremità effettrice, quindi la parte terminale, che poi di norma è il bottone terminale dell’assone e che quindi trasmette o inibisce, perché non sempre noi abbiamo un potenziale diciamo locale, un potenziale postsinaptico, che è in grado di dare origine al potenziale d’azione. Voi sapete che i potenziali locali per dare origine al potenziale d’azione devono raggiungere il livello soglia, quindi se noi dovessimo avere, ecco, se avremo dei potenziali efficaci e allora bene, verrà raggiunta la soglia e quindi l’impulso e quindi si avrà il potenziale d’azione, se invece dovessimo, se non dovessimo avere dei potenziali efficaci, e allora il potenzialè locale là nasce, là muore, non si propaga; oppure possiamo avere un potenziale inibitorio, un potenziale locale inibitorio che invece di depolarizzare la cellula, la iperpolarizza e quindi sono tutte varie situazioni che si possono creare, infatti noi parliamo di estremità effettrice trasmettitrice o inibitrice a seconda appunto della situazione. Al solito , se ci sono dubbi, problemi interrompetemi, ci fermiamo, ripeto il materiale è tanto e lo sapete, non è per deformazione professionale, a me piace molto, lo avrete capito, il sistema nervoso, quindi #33.10#..bla, bla..(discussione sulla parente di Manasseri)..bla, bla..#34.36# Qua vediamo, questi sono neuroni tutti particolari, che comprenderemo meglio la loro morfologia più avanti, perché il loro aspetto dipende molto dalla distribuzione dei prolungamenti, perché appunto questi prolungamenti possono essere messi in vario modo, all’estremità, un po’ dappertutto, da una parte sola, quindi questo attribuirà proprio, addirittura darà origine ad una vera e propria classificazione, quindi noi li possiamo classificare sulla base della distribuzione dei prolungamenti, quindi, però perche ho messo qua questa immagine? Perché, non tanto per vedere i vari aspetti, ecco, questo è un neurone sensitivo, questo è un motoneurone, perché su questo torneremo dopo, ma più che altro per vedere la differenza, per dirvi, questa è una cellula neuroendocrina, ok, quindi che cosa significa? Significa che praticamente noi quando parliamo di trasmissione endocrina e di trasmissione nervosa ci avviciniamo molto sotto certi aspetti, però ci sono delle differenze enormi, tant’è vero che parlano anche, in alcuni libri, quando ci sono le classificazioni delle sinapsi e parlano anche di trasmissione ormonale, là bisogna fare delle differenze notevoli, perché è chiaro che sono dei meccanismi che hanno una velocità lontanamente diversa, perché è logico che un meccanismo, la velocità con cui può viaggiare un ormone rilasciato all’interno del circolo sanguigno, deve andare a colpire gli organi bersaglio a distanza, non è la stessa di una trasmissione nervosa velocissima. Quindi anche se ci sono magari delle affinità, perché viene rilasciata una sostanza chimica, così come la sinapsi chimica, abbiamo il neurotrasmettitore, quindi, però ricordatevi che il meccanismo è simile, ma diverso, totalmente diverso. Infatti questo è il modello del neurone, ecco, qua che cosa dice? Che l’ormone, si evidenzia, che viene rilasciato all’interno del circolo sanguigno, qua invece è tutto in meccanismo particolare perché viene liberato nel vallo sinaptico, si deve andare a legare ai recettori specifici, però il meccanismo è facilissimo e quindi è velocissimo, quindi è un po’, ci sono delle affinità ma è un po’ diverso. Soprattutto, questa è bellina, questa immagine perché vi fa vedere come avviene la trasmissione nella sinapsi chimica, come avviene la trasmissione nella sinapsi chimica, cioè noi qua abbiamo un segnale all’ingresso che raggiunta la soglia dà origine ecco al potenziale d’azione e questo potenziale d’azione viene propagato lungo l’assone e qua abbiamo il segnale di uscita e quindi la liberazione della sostanza chimica. Dice. E se non c’è la sostanza chimica? No ha importanza, l’impulso viaggia sottoforma di corrente ionica, ma là abbiamo un altro tipo di sinapsi, è una sinapsi elettrica, molto più veloce, è pure presente nel nostro sistema nervoso, ma il meccanismo come vedremo è totalmente diverso. Allora, anche qua si vede lo stesso discorso, ecco, questo qua è il rilascio del neurotrasmettitore, quindi giusto per anticipare un concetto, quindiun potenziale locale che prenderà, come vedremo, il nome di potenziale postsinaptico, che una volta raggiunto il vcalore soglia potrà dare origine alle spike, quindi praticamente alle punte, ai potenziali a punta. Ecco, questo è il classico potenziale d’azione, questo non risponde alla legge del tutto o niente, questo risponde alla legge del tutto o nulla. Quindi, questo è un potenziale locale e

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qui nasce e qui muore se non raggiunge la soglia, questo è un potenziale propagabile, non sommabile nel tempo e nello spazio, questo è un potenziale sommabile nel tempo e nello spazio. Quindi appunto, ricordiamocci questo, i potenziali locali sono sempre sommabili, quindi se uno da solo no raggiunge la soglia, ne possono arrivare due e due raggiungeranno la soglia e daranno origine al potenziale d’azione, il potenziale d’azione quello è e una volta partito risponde alla legge del tutto o niente, o c’è o non c’è, quindi non è un potenziale sommabile, ma si propaga, e quindi appunto qua possiamo vedere esattamente questo. Dicevo io, si fa una vera e propria classificazione sulla base dei prolungamenti, infatto noi dividiamo i neuroni in neuroni multipolari, neuroni bipolari, neuroni unipolari, neuroni, qua dice “o”, però in effetti io metterei “e”, e neuroni pseudo unipolari, perché c’è una differenza e ora la vediamo, la vediamo tranquillamente. Questo è un neurone multipolare e un motoneurone, l’abbiamo visto prima, guardate i dendriti, come sono tutti ramificati, appunto multipolari perché hanno tutti questi prolungamenti così arborizzati. Questo è il neurone unipolare, cioè che vuol dire? Che praticamente ha un unico prolungamento, da una parte sola e che è un assone con delle ramificazioni, un neurone molto strano, un neurone.. Infatti di norma i più diffusi sono i multipolari e questi che non sono unipolari, ma sono pseudo unipolari, perché dal soma parte un solo prolungamento, infatti questo è il soma e parte un solo prolungamento, però questo prolungamento si divide a “T”, cioè forma una “T”, infatti vedete, è una “T”, da una parte diventano dendriti, da una parte diventa assone, e questo avremo modo di vedere, le cellule sensitive, quindi vedremo molti di questi neuroni pseudo unipolari. Poi questi invece sono i bipolari in quanto abbiamo due soli prolungamenti e questi sono tutti dendriti, questo qua invece è unico ed è l’assone che poi ramifica un pochino come abbiamo detto, cioè ha più che altro collaterali, ecco diciamo meglio, perché se noi usiamo il termine ramificare ci dà troppo l’idea del dendrite, quindi diciamo appunto che emette delle collaterali, che è meglio. Invece questo qua è il classico motoneurone, infatti dal soma che ha una forma stellata partono tutti questi rami, quindi questa è diciamo la classificazione sulla base dei prolungamenti. Io qua vi ho messo un po’ di materiale, perché io per esempio ho visto come è fatto il neurone sul Conti e a me non è che è piaciuto tanto, lo avevo visto tempo fa, cioè secondo me mancano delle cose, oddio, è un ottimo libro, lo abbiamo sempre detto che è un ottimo libro, però sai del neurone mancano delle cose che magari possono anche essere importanti, quindi vi ho aggiunto qualche cosina, se vi piace, insomma voi sapete che tanto poi io il materiale ve lo do, quindi.. L?assone, abbiamo detto raggiunge, può raggiungere una lunghezza veramente grande, veramente enorme, addirittura io qua ho portato un esempio, ho mosso l’assone di un motoneurone che dal midollo spinale innerva un muscolo di un dito del piede, che è circa 5000 volte il diametro del corpo cellulare, quindi appunto, giusto per mostrare che effettivamente è molto lungo, è veramente lungo. Quindi è chiaro che un’impalcatura così lunga si deve sostenere, questo è normale, quindi questo implica la presenza di microtubuli, di microfilamenti, di neuro filamenti, presenti appunto nel neurone, che sono importanti anche ai fini del trasporto di cui tra non molto parleremo. E quindi, comunque, servono, perché abbiamo detto che nell’assone non c’è sintesi proteica quindi ci vuole, ci vogliono delle strutture capaci di, come si dice, mettere in continua comunicazione l’assone col soma, quindi sono strutture che servono a questo scopo. Potete pure non scrivere niente, tanto poi il materiale lo prenderete. E quindi c’è un continuo movimento, infatti io prima vi parlavo di trasporto assonico e vi dicevo è utile questo trasporto assonico, perché serve intanto per.. no, no non vi preoccupate se non copiate, tanto poi lo prendete, facciamo come abbiamo fatto il semestre passato, cioè poi alla fine dell’argomento voi prendete, poi magari, non so, facciamo neurone, glia, neurone e poi ve li copiate tutto, e quindi non vi dovete preoccupare (“ragazzi scusate, mi vergogno io stessa a riportare quanto scritto, ma devo essere fedele alla registrazione, lo so è assurdo, Grammatica italiana ti prego perdonami!”) io ora, solo giusto per non.. non mi piace leggere nei dettagli, quindi magari io vi spiego quello che è scritto e poi casomai voi se vi interessa, quando poi vi darò le diapositive, potrete prestare più attenzione, quindi non ha tanto senso, non è tanto importante stare lì a copiare. Quindi, vi dicevo, questo trasporto è a sto punto, è

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veramente indispensabile, ma si divide in trasporto lento e trasporto veloce perché non vengono trasportate solamente le sostanze utilizzate dal neurone, ma vengono trasportate, vengono trasportati anche materiali, cioè è come una catena di montaggio, vescicole vuote, cioè tutto il materiale che può essere utile. Quindi noi distinguiamo, infatti qui dice ecco, vengono trasportate lungo l’assone trasmettitori, vescicole sinaptiche, subunità monometriche dei neuro filamenti, componenti di membrana, e dunque questo movimento è denominato flusso assonico o asso plasmatico a seconda se è lento o se è veloce. Lavora eh l’assone! Perché giornalmente viene trasportato un volume di costituenti citoplasmtici pari a 3 volte il volume del corpo cellulare, cioè se uno si mettesse a pensare come strutture tanto piccole fanno un lavoro di questi, cioè è una cosa affascinante, dico, insomma. Ora il flusso assonico è anche utile per fornire continuamente le sinapsi di neurotrasmettitori, infatti se la sinapsi è diciampo, se il neurone è altamente stimolato, ad un certo punto si può andare anche incontro ad esaurimento del mediatore, perché la sinapsi chimica funziona così. Vedremo che tra le proprietà delle sinapsi è prevista anche la fatica sinaptica e a questo punto quando noi ci accorgiamo della fatica? Noi parliamo sempre di fatica muscolare, l’abbiamo detta allora quando abbiamo parlato del muscolo, però io allora vi dissi che alla base ci sta la forza (?) sinaptica che parte da la, inizia da la e poi seguono tutta una serie di fenomeni e quindi poi abbiamo.. quindi alla fin fine la fatica sinaptica è una delle proprietà dovuta anche all’esaurimento del neurotrasmettitore, dei mediatori, degli enzimi per la sintesi e degradazione. E quindi altro ruolo importante del trasporto assonico diciamo, altra importanza che si attribuisce al trasporto assonico. Non solo materiali, ma anche i neurotrasmettitori utili per la trasmissione del segnale. Prima io vi parlavo di trasporto lento e di trasporto rapido, noi ora vediamo questa parte, poi dopo come finiamo questa parte del trasporto assonico ci fermiamo al solito un quarto d’ora. Il movimento unidirezionale lento procede a questa velocità è da 0.2 a 8 mm al giorno, quindi è lento, è chiaro, pensiamo anche alla lunghezza dell’assone, quindi.. e quindi interessa sia i componenti solubili dell’assoplasma, sia tutti i costituenti dei neurotubuli e dei neurofilamenti. Quello più veloce invece, e la velocità è 50, 400 mm al giorno e riguarda principalmente le vescicole che derivano dal complesso del Golgi, dal RE, dal corpo cellulare, i mitocondri, vescicole sinaptiche neurosecretorie, gli enzimi, etc. Quindi questi sono, questa è la prima differenza, questo però può avvenire in due modi, cioè noi abbiamo il trasporto veloce, il trasporto come avviene di solito? Procede, diciamo verso il terminale, quindi di solito va dal corpo del neurone verso il bottone terminale. Per quanto riguarda invece il trasporto veloce, nel traporto veloce possiamo avere una componente, si dice, retrograda, che vuol dire retrograda? Che procede al contrario, dal terminale assonico verso il corpo cellulare e che è più lento, mentre quella anterograda va, abbiamo detto, dal corpo cellulare verso il terminale, quindi può andare nei due sensi, per capirci, insomma è una componente.. questo vale, questo riguarda esclusivamente il trasporto veloce perché il lento è di solito unidirezionale. In questo caso noi invece possiamo avere una componente che va dal corpo al bottone terminale e una componente invece, un tipo di trasporto che va dal bottone terminale al corpo, quindi in senso inverso. Infatti il trasporto retrogrado, questo qua, conduce al corpo materiali destinati ad essere eliminati oppure anche riutilizzati, di solito in natura non si spreca niente, quindi anche le vescicole vuote, per esempio, devono essere riutilizzate e quindi vengono portate in senso inverso. Quindi prodotti di degradazione delle proteine, tutte sostanze che possono essere comunque recuperate, è stato grazie a questo tipo di trasporto, al trasporto retrogrado che molti studiosi hanno seguito un enzima, la per ossidasi con varie tecniche di immunoistochimica e sono addirittura arrivati a studiarne tutti i tratti e tutto il decorso del prolungamento di questo assone, perché appunto monitorando questo trasporto, diciamo vediamo dove arriva e quindi chiaramente utilizzando questo, seguendo il trasporto di questo enzima sono riusciti quindi a studiare. Il trasporto avviene in due manire, abbiamo detto quindi lento, veloce etc. però avviene in due maniere, cioè noi possiamo avere un trasporto lungo binari, cioè sono come i binari del treno, come se fossero dei carrellini trasportati lungo questi binari e quindi su questi binari le sostanze scorrono.

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Ovviamente ci vuole energia, chi fornisce l’energia? L’ATP, e quindi c’è una forza che trasporta, che permette questo trasporto di queste vescicole, ed è comunque generata anche da due adenosintrifosfatasi, che sono CINESINA e DINEINA, quindi queste sono implicate nel.. la cinesina nel trasporto rapido anterogrado e in quello retrogrado. Domanda studente: “professoressa ma non era CHINESINA?” Risposta: vabbè si puo chiamare anche CINESINA, chinesina o cinesina vabbè è la stessa cosa, non ha importanza dico. In alcuni testi è scritto chinesina, non ha importanza. È un po’ come il fatto dell’ossitocina, oxitocina, l’altro giorno agli esami uno disse.. come disse?? (ma che ce ne frega!) #51.29# #51.57# Sono dunque implicate nel trasporto rapido anterogrado e in quello retrogrado. Il flusso invece lento non è regolato invece dai neuro tubuli, dipende più che altro da un’attività contrattile, quindi è un po’ come un movimento contrattile che, di propulsione, che sposta praticamente queste sostanze, quindi non ci sono questi binari, definiamoli così, ma ci sono questi movimenti così che.. Infine abbiamo neuro tubuli e neuro filamenti associati alla membrana presinaptica che intervengono anche nella liberazione dei neurotrasmettitori e quindi al solito abbiamo detto importanti per il meccanismo della neurotrasmissione. Io qua avevo messo un’immagine, ecco infatti, qua c’è l0immagine delle chinesina o cinesina, va bene come la vogliamo chiamare, ecco qua, trasporto anterogrado, dineina trasporto retrogrado. Infatti vedete qua che abbiamo un carrellino. Questa qua è la terminazione nervosa, questo è il pirenoforo. Vi state stancando? Tra poco finiamo, 5 minuti. Questo qua è il pirenoforo, quindi questo qua è il corpo o soma, questa qua è la terminazione nervosa, quindi questi sono i binari e quindi abbiamo un senso e l’altro senso. Ci sono vari metodi che hanno consentito di dimostrare il flusso, il movimento praticamente, il trasporto, chiamiamolo così, assonico, per esempio si somministrano aminoacidi radioattivi e quindi poi si vede, non so, come si distribuiscono per esempio i granuli d’argento nelle varie componenti del neurone e si osserva quindi come migrano tutte queste parti, quindi ci sono vari metodi che consentono, soprattutto sono sostanze radioattive, che ci permettono quindi di poter studiare tutto il movimento lungo l’assone, insomma è una cosa abbastanza.. Per cui questo al solito è lo schemino riassuntivo, abbiamo detto veloce, lento, veloce bidirezionale, l’abbiamo detto prima, 400 mm al giorno circa, vescicole proteine e via.. Lento solo anterogrado, più lento ovviamente e quindi componenti solubili, costituenti monometrici del citoscheletro, mitocondri, questo abbiamo detto è la distinzione che è possibile fare. Nel trasporto veloce quindi abbiamo microtubuli, i neuro filamenti che sono assolutamente indispensabili perché abbiamo detto che c’è il.. i microtubuli e i microfilamenti che formano questi binari, e poi invece il trasporto lento che avviene abbiamo detto indipendente dai microtubuli. Io però avevo detto probabilmente ci sarà un meccanismo di.. come se ci fossero delle proteine contrattili, come se fosse, abbiamo il dubbio ma, si ipotizza, quindi potremmo ipotizzare che forse si determinano delle onde di contrazione, quindi c’è questa ipotesi, potremmo…#55.18# PAUSA #1.11.45# abbiamo visto quindi fin’ora varie classificazioni, abbiamo visto dal punto di vista funzionale, abbiamo visto la classificazione morfologica, si fa anche un’altra classificazione dei neuroni, in base al comportamento dell’assone e si dividono in neuroni del I tipo di Golgi e Neuroni del II tipo di Golgi. Questa classificazione, perché dice in base al comportamento dell’assone, perché dipende se l’assone è più lungo o meno lungo, infatti quelli del I tipo di Golgi hanno un assone di una lunghezza considerevole, quindi più lungo, mentre quelli del II tipo di Golgi hanno un assone più breve che vedete non entra nella sostanza bianca, qua invece entra, dalla grigia va alla bianca, dalla grigia va al nervo, invece questa non entra nel nervo però si ramifica ripetutamente solo nell’ambito della sostanza grigia, quindi è più corto, insomma, per capirci, in parole povere. Quindi anche sulla base delle lunghezza dell’assone è possibile distinguere questi due tipi di cellule, quelli di I tipo di Golgi sono quelli che vengono chiamati neuroni di proiezione, perché se l’assone o neurite è molto.. perché ogni tanto lo chiamiamo anche in un altro modo, per ricordare, se il cilindrasse è molto sviluppato in lunghezza, ma mantiene la propria individualità formale nel groviglio di queste fibre, invece quelli del II tipo di Golgi si chiamano non di proiezione, ma a circuito locale, spiegabile questo termine dal fatto che l’assone è poco sviluppato e non

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mantiene la propria individualità, ma perde la propria individualità e quindi si perde nel groviglio delle fibre, quindi delle fibre nervose, e questa è un ulteriore classificazione che noi.. dubbi? Altra classificazione, questa volta più funzionale, quindi stavolta abbiamo detto, oltre alle funzioni è una classificazione funzionale. Ci sono molte classificazioni in fisiologia, questa vedete è basata su quello, sul compito che svolge diciamo il neurone, perché ci sono neuroni deputati a fare varie cose, che intendo dire? Noi li distinguiamo in motori o efferenti, sensitivi o afferenti e questi ci siamo, poi però abbiamo anche altri neuroni particolari, per esempio i neuroni di associazione, questi collegano delle zone, non so, per esempio, per farvi un esempio, un’area cerebrale con un’altra, quindi una zona dell’encefalo con un’altra, e quindi mettono in associazione due parti per esempio dell’encefalo. Poi abbiamo i neuroni commissurali, questi neuroni commissurali sono dei neuroni lunghi che vanno a collegare mezzo, metà con l’altra metà diciamo del nostro cervello, oppure un emimidollo con l’altro emimidollo tanto per dire, non so, il neurone commissurale collega per esempio un emisfero con l’altro, ecco, oppure mezzo midollo spinale, quello di destra con la mezza parte di sinistra e quindi sono dei neuroni lunghi che vanno da una parte all’altra, si chiamano quindi commissurali. Poi infine abbiamo gli interneuroni che sono dei piccoli neuroni di norma, che si trovano sparsi, che possono avere funzione eccitatoria o inibitoria, per esempio da subito parlando dei riflessi, noi oltre ai riflessi monosinaptici, semplici, più elementari di tutti possiamo avere dei riflessi più complessi, più particolari, con più sinapsi e magari ci sono tutti questi interneuroni che possono avere funzione eccitatoria o inibitoria appunto a seconda dei casi. Vedremo comunque, questo si apprezzerà meglio più avanti questo concetto, queste sono delle tabelle che io ho voluto riportare perché c’è una classificazione riferita ai neuroni sensitivi anche numerale e letterale, quindi vi capiterà di vedere, ecco numero Ia, Ib, II, III, IV, ed è indicato con i numeri romani o con le lettere equivalento aα, aβ, fibre c, quindi una sentendo queste cose dice.. e questo è, ecco, già vedendo la tabella vi rendete conto di come si svolge la cosa, per esempio, ecco, questo è riferito.. le fibre di numero III sono quelle del tatto, le IV sono quelle c, cioè sono quelle del dolore, ecco, è riferito alla.. vi dicevo appunto, quindi via, via se ne parlerà, parlando delle varie forme di sensibilità, ma la cosa importante è che questa classificazione letterale, basandosi appunto sul tipo di fibra, si riferisce anche alla velocità di conduzione. Quindi quando, ecco per esempio questo è un esempio dei tipi di fibre dei nervi di mammifero, questa è presa dal Ganong, ah a proposito di Ganong, di libro, forse io mi sono espressa male prima, siccome qualche ragazzo mi ha chiesto, per carità io non è che intendevo dire che il Conti no va bene, forse non mi sono.. il Conti è un ottimo libro, perché ci sono ragazzi che l’hanno acquistato, quindi, ma come abbiamo comprato.. io ho detto soltanto che come tutti i libri di fisiologia, magari ci può essere qualche argomento che è trattato magari meglio in un altro testo. Io ho detto, io ho letto il neurone e non mi è piaciuto tanto, questo no vuol dire che il Conti non è un buon libro, è un ottimo libro, quindi chi l’ha acquistato ha fatto senz’altro un buon acquisto, ecco, chiusa parentesi, non intendevo dire questo, per carità. E allora, questa invece appunto è tratta da Ganong e quindi vedete, per esempio da che dipende la velocità di conduzione? Senz’altro è legata al diametro della fibra, quindi noi qua abbiamo delle fibre che hanno un diametro molto più grande e quindi hanno una velocità di conduzione maggiore, quindi c’è un rapporto direttamente proporzionale. Se invece andiamo alle fibre appunto, quelle del dolore, quelle della temperatura, queste hanno un diametro piccolo e quindi anche una velocità di conduzione di m/s decisamente più bassa insomma, quindi il diametro della fibra è anche molto importante, quindi a prescindere da questo. Questo più che altro perché per anticipare dei concetti, perché vi capiterà appunto di vedere questo riferimento, sia a numeri romani che a lettere e quindi, ecco. Qua vediamo un neurone che è diciamo abbastanza completo, nel senso che appunto ha tanti dendriti con tante spine dendritiche, vedete qua la spina dendritica è messa ancora meglio in evidenza rispetto a prima, questo è l’assone, qua sotto, su questo neurone convergono, vedete questi sono tutti bottoni terminali, quindi tante sinapsi e queste sinapsi possono arrivare a tutti i punti della.. Quindi il rapporto di contiguità con le altre cellule può avvenire in qualunque parte del neurone, infatti qua vedete la

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sinapsi avviene con la spina, qua la sinapsi avviene con la parte liscia del dendrite, qua la sinapsi avviene col soma, la sinapsi può avvenire con l’assone, quindi qualunque parte del neurone può far sinapsi. Perciò noi poi parlando delle sinapsi le classificheremo anche dal punto di vista morfologico in asso-assoniche, asso-somatiche, asso-dendritiche, proprio perché.. di norma il primo elemento è l’assone, non sempre, può essre anche il dendrite, può essere.. però quelle son più eccezioni, le sinapsi dendro-dendritiche sono più un eccezione, mentre la routine vuole che la prima sia asso-somatica, asso-assonica, asso-dendritica, proprio perché l’elemento.. e quindi qui vediamo ancora meglio il concetto di spina e l’importanza di queste spine, perché capirete, più spine dendritiche ci sono, più contatti sinaptici ci possono essere, perché è un’ulteriore arborizzazione del dendrite, il dendrite già è arborizzato di suo, poi per giunta presenta tutte queste spine e diventa ancora più ampia la superficie, e quindi possono esserci senz’altro più contatti. Qui invece vediamo un’altra carrellata di cellule, quelle che abbiamo a livello della corteccia, a livello del cervelletto, però quest’altra immagine è stata messa per un altro motivo, quella per le spine, questa ha un altro scopo. Questa è per cominciare a parlare del famoso ruolo che ha la mielina, in quanto l’assone è un prolungamento che può essere completamente nudo, può essere parzialmente rivestito, che poi nudo, nudo non è ah, ora lo vediamo perché. Parzialmente rivestito, può essere totalmente rivestito, e allora, quando è rivestito, vedete che ha questa forma a “salsicciotti”, si presenta come un “salsiccia”, perché questa guaina di rivestimento non è una guaina continua, è una guaina lipidica, isolante, ma non continua, presenta delle strozzature, che sono queste. Queste sono cellule periferiche in quanto abbiamo il.. sono le cellule di Schwann o gli oligodendrociti a dare origine alla guaina. Quindi questa guaina, quindi riveste l’assone e poi lascia una zona nuda che prende il nome di nodo di Ranvier che è questo qua e dà quell’aspetto a salsiccia. Ora perché è importante questa guaina? Perché vi dicevo è una guaina isolante, è importante per la velocità di conduzione, prima parlavamo a proposito di velocità di conduzione. È chiaro che se c’è questa guaina isolante l’impulso nervoso no può viaggiare diciamo punto dopo punto lungo l’assone, ma chiaramente si deve fare strada tra una zona non mielinizzata e un’altra zona non mie linizzata, e le zone non mielnizzate sono i nodi di Ranvier, quindi chiaramente l’impulso nervoso dovrà saltare, infatti si parla di conduzione saltatoria dell’impulso. Quindi è chiaro che, se io cammino così (la prof.ssa passeggia verso la porta) o se cammino così (la prof.ssa SALTELLA verso la porta) cioè a salti, ma cado coi tacchi, però è ovvio che saltando andrò più velocemente. La conduzione saltatoria è una conduzione veloce, mentre quando l’assone non è mielinizzato può andare più lentamente. Quindi gli assoni mie linizzati sicuramente hanno una maggiore velocità di conduzione e il problema può nascere dal fatto che ad un certo punto questa mielina può andare incontro a distruzione, infatti ci sono delle patologie molto gravi, che poi accenneremo qualcuna, in cui questa mielina viene distrutta e non sempre, vedremo, può essere risintetizzata, perché se fosse risintitizzata, vabbè è questione di tempo, tutto torna alla normalità, ma il problema è che purtroppo non si può tornare alla normalità e quindi, chiaramente questo comporta tutta una serie di deficit, motori, sensitivi, gravi. (Domanda studente) Vabbè certamente, certo più veloce, chiaramente va rapidamente, passa da un… (Altra domanda studente) Vabbè in questo caso non è questione di ATP, perché questo caso è questione di propagazione di un segnale elettrico, quindi qua è chiaro che ovviamente è un potenziale che si propaga praticamente lungo questa cosa e va molto veloce, quindi è più un fatto diciamo, essendo l’impulso nervoso.. (Domanda studente) Sì, ah, lei si riferiva al discorso del.. ho capito, ho capito, si. La fibra mie linizzata in sezione così appare, ok? Di norma l’organismo sempre va incontro, va, cerca di risparmiare, da tutti i lati, sempre si cerca di risparmiare, è normale, tant’è vero che prima dicevamo che si recuperano anche i materiali usati, perché un risparmio.. Questa è la fibra così come appare in sezione, la fibra mielinizzata, perché questa mielina non è uno strato e basta, ma si parla di manicotti di mielina, in quanto questa mielina si avvolge così a spirale, e infatti grossomodo questo è il processo di mielinizzazione lungo l’assone. Vedete si cominciano a formare.. ci sono queste cllule che.. ora io, allora, siccome no c’è, non è fatta bene la mielinizzazione nei libri, io qua l’ho riportata, l’ho fatta

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bene, proprio tutta nei dettagli, quindi ora vedremo di capire bene come avviene, perché è un meccanismo abbastanza complicato, visto e considerato che ci sono due tipi di cellule differenti. Intanto andiamo per grandi linee, quindi, per grandi linee il discorso è questo, cioè si comincia a formare questa guaina che via, via si avvolge e poi forma, diciamo così, grosso modo, il manicotto. Infatti, questa è in sezione, e quindi questo qua è il nodo, il nodo di Ranvir, quindi la zona nuda, e questo invece è il manicotto. Lungo l’esterno noi abbiamo il nucleo della cellula, abbiamo per esempio delle cellule di Schwann, abbiamo il nucleo delle cellula di Schwann e questa qua invece è tutta la mielina così avvolta. Quindi più o meno poi faremo un discorso del genere, questo qua quindi tutto il salsicciotto, questo è l’assone interno, vedete, l’assone non si vedepiù, l’unica parte dell’assone che noi vediamo è il nodo di Ranvier, perché non si vede più niente, e questa qua è tutta la guaina. Questo è il corpo cellulare col suo nucleo, qua ci sono i dendriti, e questo qua invece è tutto l’assone. Perché vi dicevo che il discorso è un pochino più complicato? Perché intanto noi distinguiamo due guaine, quindi partiamo da questo presupposto e abbiamo la guaina mielinica e la guaina di Schwann, quindi intanto abbiamo due tipi di guaine che si chiama anche neurilemme, nevrilemma, neurilemma di norma. Ora a seconda quindi della presenza di queste guaine e soprattutto a seconda delle combinazioni di queste due guaine, noi possiamo distinguere quattro tipi diversi di fibre. Possiamo quindi fare una classificazione sulla base appunto della presenza di queste guaine. Se state prendendo qualche appunto mi fermo un attimo e ora vi faccio vedere, posso? E sono queste: ASSONE NUDO, FIBRA COMPLETA, quindi con tutte le guaine, FIBRA MIELINICA, FIBRA AMIELINICA. Quindi queste sono le quattro, nudo, completa, mielinica, amielinica, ok? E allora cominciamo a vedere un attimino, io li ho divisi appunto in quattro proprio per farvi capire. Quindi, assone nudo, nudo che cosa ci fa pensare? Completamente privo di guaine, in realtà nudo, nudo non è, io infatti prima che vi ho dette? Nudo, nudo non è, ci pensano gli ASTROCITI a coprirlo, perché? Perché chiaramente nudo vuol dire che non ha né guaina mielinica, né guaina di Schwann, però ha un rivestimento astrocitico, perché gli astrociti, diciamo lo “coprono”? per evitare che un neurone, un assone nudo possa entrare in contatto con un altro assone determinando una sorta di cortocircuito, quindi ci vuole comunque un isolamento, quindi noi diciamo nudo, però è protetto dall’astrocita, quindi infatti, poi parlando degli astrociti vi renderete conto che gli astrociti vengono chiamati così perché “astro” ci fa pensare appunto alla stella, anche alla stella marina e hanno tutti sti tentacoli che si avvinghiano un po’ dappertutto, ai neuroni, ai capillari, determinano giunzioni strette, quindi praticamente proteggono anche l’assone e quindi questo nudo ce lo siamo levati davanti, facilissimo. FIBRA COMPLETA, la fibra completa ha entrambe le guaine, quindi abbiamo detto sia mielinica che quella di Schwann. (Domanda studente: “qual è la differenza tra guaina mielinica e guaina di Shwann?”) Ora ci arriviamo, con calma, è una cosa un pochino più complicata, perché avviene il processo di mielinizzazionoe in modo diverso, ora ci arriviamo con calma, un attimo di pazienza. Allora, la fibra completa quindi, dicevo, intanto cominciamo a prenderla per buona così, e ora arriveremo anche a quello, ha entrambe le guaine e si tratta di un tipo di fibra che costituisce in prevalenza i nervi spinali e i nervi cranici che sono appunto quelle complete. Poi abbiamo, intanto le stiamo classificando, poi vediamo come avviene bene questo processo di mielinizzazione. Qua abbiamo la tre, la fibra mielinica quindi che ha solo la guaina mielinica, quindi no ha quella di Shwann ma ha solo la guaina mielinica e per esempio è quella che costituisce la sostanza bianca del sistema nervoso centrale, infatti quell’aspetto biancastro è dato anche dalla guaina, dalla mielina. Poi abbiamo la guaina mielinica che si chiama così in quanto ha solo quella di Schwann e per esempio si trova solo in alcuni fasci nervosi. Quindi, quando noi diciamo nudo vuol dire che non ha guaine, ma quando diciamo mielinica, non vuol dire che non ha nulla, vuol dire che ha quella di Schwann e quindi non è una vera e propria guaina mielinca ma è una guaina di Schwann e ora vediamo appunto le differenze. Intanto benomale, vi faccio vedere, guardate, qui, questi sono meglio perché queste sono simili all’immagine che abbiamo visto prima, però qua si vede molto meglio la cellula di Schwann con il suo nucleo e quindi si vede come avviene il processo. Tra l’altro è un processo graduale, perché le spire si vanno

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astringendo, è come quando noi per esempio andiamo ad arrotolare tipo una molla, no, all’inizio ci sono spazi tra una spira e l’altra, poi tiriamo e questa si stringe e diventa stretta, stretta, più o meno succede la stessa cosa, infatti quando si comincia ad avvolgere, all’inizio tra una spira e l’altra c’è citoplasma, poi invece questo viene spremuto e viene portato verso l’esterno, quindi ora appunto cercheremo di capire come avviene questo meccanismo. Io ho portato una serie di disegni, vediamo un po’ di capirci. Quindi questo è tutto l’insieme dell’assone e questo appunto fa vedere come.. E allora cominciamo, del nudo non abbiamo niente da dire, cominciamo a vedere il discorso della fibra completa, innanzitutto noi stavamo parlando prima del ruolo di queste cellule, io prima vi ho detto gli oligodendrociti servono, sono importanti per la mielina a livello del SNC, mentre le cellule di Schwann a livello periferico, quindi una differenza enorme, sostanziale, gli oligodendrociti purtroppo la formano una sola colta la mielina, poi non la formano più, quindi come vedremo tutte le patologie a carico diciamo, quando si ha una distruzione della mielina a livello del SNC purtroppo sono gravi per questo motivo, perché non è più possibile.. mentre a livello della Schwann è diverso, a livello del periferico. Quindi che cosa succede? Che queste cellule di Schwann hanno un precursore, una cellula precursore che praticamente, sono delle cellule che si chiamano LEMNOBLASTI che rappresentano quindi i precursori di queste cellule di Schwann. Che cosa succede durante lo sviluppo embrionale? Quindi, quando, per esempio il prolungamento di un motoneurone, ecco, esce dal midollo spinale, oppure non so, i prolungamenti dei neuroni afferenti gangliari escono dai gangli, che cosa succede? Che vengono avvicinati da questi lemnoblasti, quindi questi lemnoblasti si avvicinano a questi prolungamenti praticamente. Questi lemnoblasti cominciano via, via a evolversi, appunto, in cellula di Schwann, e si cominciano a formare praticamente queste guaine, quindi man mano che questi prolungamenti si allungano, arrivano sempre nuovi lemnoblasti e quindi accolgono l’assone in una specie di insenatura. Ora io vi faccio vedere la figura, perché praticamente rende meglio, ecco, questo è l’assone, questo è come questa cellula, il precursore che via, via diventa cellula di Schwann che lo va ad avvolgere, perché dice come un’insenatura? Perché alla fine noi ci ritroviamo come quando la nave entra nell’insenatura, cioè noi ci troviamo l’assone dentro e questa che lo avvolge così, però qua noi non abbiamo una guaina mielinica, non abbiamo un rivestimento, abbiamo semplicemente questa cellula che così va ad avvolgere e a circondare. Quindi qua abbiamo un interstizio, qui abbiamo l’assolemma, quindi una membrana che prende il nome di membrana di Schwann e basta. Quindi questa è la prima tappa, solamente la prima tappa, quindi vedete ciascun lemnoblasto, qui l’ho segnato in giallo proprio per evidenziarlo, accoglie l’assone che sta crescendo in una specie di insenatura. Poi a poco a poco, a poco a poco, che cosa succede? Succede che questo lemnoblasto, come abbiamo visto, va a circondare tutto l’assoe e quindi alla fine la membrana si trova raddoppiata, qua vedete che era raddoppiata qua sotto, perché qua ne abbiamo una e due, perché l’avvolge tutta e quindi la membrana si trova raddoppiata. A questo punto nel punto, questo di sotto, dove i lembi, qua, si uniscono, si forma questa strutture che prende il nome di MESASSONE, qui, a questo punto qua, nel punto in cui questi due lembi vanno a riunirsi. Dice, sembra molto difficile però in effetti non lo è va. Quindi si forma questa struttura che prende il nome di mesassone, ora, a livello del mesassone la membrana comincia a proliferare, quindi sempre in quel punto là, e si allunga, si allunga, si allunga così che si forma una specie di lembo che ora vedremo nell’immagine, che si va ad insinuare. Mesassone e lemnoblasta e quindi comincia a formare la mielina, il processo di avvolgimento della mielina, quindi vedete si forma una specie di lembo che si va ad insinuare tra questo mesassone e lemnoblasto e comincia a formarsi. Però vedete qua si stanno formando voglio dire, ma ancora noi non abbiamo niente di fatto, perché questo è il citoplasma, guardate quanto citoplasma c’è tra i multipli avvolgimenti concentrici di plasmalemma intorno all’assone, quindi c’è tutta questa cosa che si comincia a formare, queste cose, queste spire, però con tutto questo citoplasma attorno, ora, che cosa succede via, via? Che si ha, come vi dicevo prima, l’estrusione di questo citoplasma, quindi queste spire si vanno stringendo e quindi l’accollamento di membrane dà, comincia a dare il colore bianco tipico della

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mielina e tutto il citoplasma viene spinto verso l’esterno, infatti questo si chiama, questo è il citoplasma di Schwann, della cellula di Schwann, quindi tutto il citoplasma. Quindi noi cominceremo ad avere quest’assone sempre più stretto, diciamo al centro, sempre più avvolto da tutto queste spire, con questo citoplasma che viene schiacciato e spinto praticamente verso l’esterno, quindi questo è quello. Ora, una volta che, poi, raggiunto il numero di spire volute, insomma il numero di spire desiderato, termina l’allungamento, quindi questo mesassone non si allunga più, perché appunto si comincia ad allungare questo mesassone, avvolge, avvolge, avvolge, avvolge, ad un certo punto questo mesassone non si allunga più. Quindi il citoplasma viene spremuto e, il citoplasma è comunque già maturato, cioè è già diventata cellula di Schwann, quindi noi ora abbiamo tutto completo. Quindi che cosa si è formato fin’ora? La guaina mielinica, più interna, formata appunto da tutte queste spire che si sono avvolte e una guaina di Schwann fuori che è questa, tutta la guaina di Schwann fuori, che è formata dalla parte periferica delle cellule di Schwann che contiene in nucleo e questo citoplasma che praticamente è stato spremuto verso la periferia, quindi qua in questa cellula, in questo assone completo, in questa fibra completa, quindi noi abbiamo sia la guaina mielinica perché si è prodotta tutta questa mielina, sia questa guaina di Shwann che prima qualcuno mi chiedeve cos’è questa guaina di Schwann, che si è formata appunto dall’esterno e con questo citoplasma che si è andato, diciamo spremendo, è stato spremuto e quindi è andato verso la periferia, e qundi questa la chiamiamo noi fibra completa. Poi abbiamo invece la fibra mielinica, questo come vi dicevo, è compito degli oligodendrociti che sono queste cellule che si trovano a livello del SNC e che sono delle cellule che si comportano in maniera diversa rispetto ai lemnoblasti. Quindi, innanzitutto l’oligodendrocita presenta un corpo cellulare, da qua si originano dei prolungamenti, si forma sempre una specie, perché si portano sempre in vicinanza dell’assone, anche qua si forma una sorta di mesassone, quindi anche qua abbiamo il mesassone, anche qua il mesassone prolifera, però che cosa succede? Che il citoplasma viene spremuto però non rimane all’esterno, quindi non va a costituire questa guaina di Schwann, ma questo torna nel corpo cellulare, quindi non abbiamo il rivestimento esterno, quindi alla fine abbiamo solo la guaina mielinica e basta, ecco perché non la chiamiamo fibra completa ma la chiamiamo fibra mielinica, infatti quando noi parliamo delle patologie dei mie linizzanti, appunto, ci riferiamo a questo SNC in cui la guaina è solo mielinica, non c’è la guaina di Schwann attorno e quindi tutta quella cosa di fuori non la trovate. (Domanda studente) Esattamente, si perché l’oligodendrocita che si comporta, infatti la mielinizzazione dell’oligodendrocita, guardate, già da qua lo notate che è diversa, questo è l’oligodendrocita, questa è la cellula di Schwann, guardate, l’oligodendrocita, praticamente va a formare la mielina avvolgendo contemporaneamente più assoni, perché appunto avvolge questi, la cellula di Schwann fa un manicotto per volta ed è un solo assone, quindi ci sono delle differenze sostanziali tra le due, ecco perché io vi ho detto sembra difficile, ma in effetti è un processo facilissimo, è un po’ più dettagliato per avere una conoscenza maggiore. Quest’immagine, questa per esempio l’ho presa dal Conti, a me è piaciuta molto, perché mette in evidenza proprio questo aspetto, nell’adulto, diciamo nel soggetto.. perché poi noi alla fine abbiamo questa mielinizzazione ma, qua abbiamo una mielinizzazione di più assoni da parte di un'unica cellula, qua invece abbiamo la mielinizzazione di un solo assone da parte di queste cellule che.. Domanda. “Prof.ssa ma è possibile che alcuni testi si riferiscono alle fibre mieliniche come fibre complete rispetto alle fibre mieliniche?” No vabbè, molti testi non fanno questa distinzione, quindi parlano mieliniche mieliniche e dicono semplicemente mielinica quando c’è la guaina mielinica, mielinica quando non c’è la guaina mielinica, dopo di che dicono a livello centrale il responsabile della formazione della guaina mielinica è l’oligodendrocita, a livello periferico è la cellula di Schwann, e chiudono così. Quindi in effetti è la stessa cosa, è meno dettagliato però è quello, dico non è che è.. è un po’ più semplificato il concetto, qua noi abbiamo fatto un ulteriore chiarimento però poi alla fin fine.. La fibra mielinica invece qua anche entrano, perché non è nuda? Perché noi abbiamo detto nella nuda non c’è niente del tutto tranne gli astrociti che praticamente.. Perché non è nuda? Perché ancora entrano in gioco i lemnoblasti, però questi lemnoblasti

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che cosa fanno? Circondano gli assoni, si forma il mesassone però basta, finisce tutto là, cioè questo mesassone non prolifera, quindi non ha luogo la mielinizzazione e quindi saranno molto più piccoli. Vedete non è poi tutta questa cosa drammatica, cioè magari può sembrare una cosa difficilissima ma in effetti non lo è e una chiarisce anche molti concetti, soprattutto perché come vi dicevo prima, per esempio nel conti fa riferimento a tante patologie, molti ragazzi dice vabbè noi quelle non le andiamo a leggere perché, perché fa riferimento alle patologie? Perché spesso così sono i libri di fisiologia, c’è molto riferimento alla fisiopatologia, infondo se una ha delle buone conoscenze di fisiologia è avvantaggiato nello studio della fisiopatologia, però è anche vero che studiando fisiopatologia molte volte si solidificano i concetti di fisiologia, perché una comprende meglio determinate cose, e allora è chiaro che fa riferimento. Io accennerò solo ad una che è la sclerosi multipla, adesso vi dirò due parole e basta perché è la più conosciuta e anche molto, diciamo abbastanza grave, quindi.. Qui invece si vedono molto bene a mielinizzazione avvenuta, si vedono molto bene i nodi di Ranvier e quindi questi sono i segmenti internodali che appunto sono interrotti da questi qua, abbiamo un manicotto qui, un manicotto qui e abbiamo il nodo di Ranvier, e quindi lo vediamo. (Domanda studente) è verò però diciamo si forma una doppia guaina, capito? Cioè è no una doppia guaina, si forma prima la mielina e poi rimane questo citoplasma, cioè la cellula di Schwann è.. (Alta domanda studente) Al contrario il citoplasma tutto attorno, all’esterno che forma un ulteriore manicotto che si chiama guaina di Schwann (Altra domanda studente) No, no, no li abbiamo tutti e due, è la stessa cellula, è il lemnoblasto, sono i lemnoblasti, è la stessa cellula di Schwann che forma la guaina mielinica, rimane una parte.. e allora, ecco perché vi ho detto nel libro dice mielina, non mielina, formazione della mielina, alla formazione della mielina posso partecipare diciamo sia le cellule di Schwann sia l’oligodendrocita, perché tutte e due sono deputate a formsre la mielina, però l’oligodendrocita lo fa a livello del SNC, la cellula di Schwann lo fa a livello periferico. Ora, la cellula di Schwann ha anche questa caratteristica, cioè di formare una seconda guaina mantenendo il citoplasma all’interno, nell’oligodendrocita questo non avviene perché questo citoplasma viene spremuto tutto ed entra all’inteno, quidi questa è la stretta sostanziale(?) infatti.. (Domanda studente) no, no, no è tutta la mielina avvolta, certo abbiamo quella cosa all’interno. È una mielinizzazione che avviene quanto a livello periferico quanto a livello centrale, questa è una cosa in più, ecco perché dico.. se voi trovate la mielina.. non è un errore, sempre mielina è, è forse meno completo il concetto, ma è uguale, non cambia niente. Allora perché noi facciamo la differenza? Guardate, se avete ancora dubbi, guardate, vi faccio vedere, ho scritto le tappe, ecco qua. Allora, qua noi abbiamo la cellula di Schwann, questo qua è l’assone, questa qui che cosa fa? Si va a riunire, quindi si forma l’insenatura, il mesassone, questo qua comincerà a proliferare, si comincia ad insinuare qu7esto filamento che comincia a provocare l’avvolgimento, dopo di che avvolgendo, avvolgendo, avvolgendo, si forma il citoplasma, quindi noi abbiamo uno strato di citoplasma, uno strato di guaina, uno strato di citoplasma, uno strato di guaina, dopo di che queste spire si vanno stringendo, si stringono, si stringono, si stringono e schiacciano questo citoplasma e lo vanno a spingere tutto verso l’esterno, e noi infatti lo chiamiamo appunto citoplasma di Schwann, ecco, ci siamo? Stiamo parlando sempre delle cellule di Schwann, a questo punto quindi, qua dice, si sono costituiti guaina mielinica, la guina di Schwann formata dalla parte periferica della cellula di Schwann che contiene il nucleo, il citoplasma che è stato spremuto, infatti, se ricordate, in quell’immagine che io vi avevo fatto vedere prima, c’erano tutti i manicotti, qui vediamo tutti i nuclei delle cellule di Schwann, perché appunto è proprio una caratteristica del.. invece nell’oligodendrocita non abbiamo così come in quell’altra figura, quando poi parliamo della fibra mielinica dice l’oligodendrocita si comporta in maniera diversa e dice si comporta in maniera diversa perché si forma tutto però le spire invece, il citoplasma quando si schiaccia, si stringono le spire, invece di rimanere all’esterno a formare una guaina mielinica come quella di Schwann non lo fa e quindi torna nel corpo cellulare che invece è rimasto estraneo al processo e quindi si fa solo il rivestimento di mielina e basta, ma sempre mielina è. Guardate, questa è la cellula di Schwann, qua invece, questo è

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l’oligodendrocita e vedete, qua la cellula è parte integrante del processo, qua la cellula non è parte integrante del processo, è rimasta fuori, quindi il citoplasma rimane qua, ok? Ecco perché possono essere mie linizzati più assoni contemporaneamente, perché la cellula è fuori, qua no, è una per volta, quindi è un processo diverso. Questa è la differenza, qua per esempio abbiamo la sostanza grigia, come appare, perché quella è scarsamente mie linizzata, infatti quell’aspetto bianco è dato proprio dalla mielina, quindi, questo è l’astrocita, così appare. Questo è l’astrocita, questo è il neurone, vedete è un’unica struttura, bellissima a vedere, perché praticamente si vedono tutti questi collegamenti, non ci sono spazi vuoti, è quindi tutto un unico.. però è scarsamente mie linizzata in quanto grigia. Questa è la sostanza bianca, altamente mie linizzata e quindi il colore bianco è dato da tutte queste guaine da tutta questa mielina, vabbè la differenza l’abbiamo più o meno capite, io ve le riassumo, lo spessore della guaina, poi possiamo avere motoneuroni che hanno una guaina più spessa, possiamo avere gli assoni medi che hanno uno spessore meno sottile alla fin fine, possiamo avere una guaina sottile, oppure la fibra mielinica come abbiamo visto prima,quando non si ha proprio la formazione dei.. perché non proliferano le cellule e quindi non si ha proprio.. qual è il significato di questa mielina? Isolamento elettrico, aumento della velocità do conduzione dell’impulso, lo abbiamo già detto, conduzione saltatoria, e quindi non ci ritorniamo più, o anche nella regolazione di scambi metabolici e il ruolo della cellula di Schwann nella rigenerazione, ma solo nella cellula di schwann, perché lo vedete non lo nomina l’oligodendrocita, infatti c’è una patologia che si chiama sclerosi multipla. Vedete io qua ho messo un cavo spezzato, è più o meno questo il concetto, perché è una malattia cronica, colpisce il SNC, la famosa sclerosi a placche, la chiamiamo anche sclerosi a placche, perché a placche? Perché si formano delle placche di demielinizzazione, cioè delle zone in cui scompare la mielina, si sono attribuite varie cause, malattie autoimmune, varie cause ambientali, tanti possono essere i motivi e quindi distruzione della guaina mielinica e questo processo chiamato demielinizzazione purtroppo è irreversibile. Allora le aree in cui la mielina è stata danneggiata vengono appunto definite placche, ora qual è il problema di questa grave malattia? Che è una malattia che dopo l’esordio è strano, perché può essere, dipende dalla zona colpita, si possono avere problemi motori, problemi uditivi, problemi che interessano il nervo ottico, possono essere vari disturbi, poi si hanno sempre dei periodi di remissione perché in un certo senso diciamo, c’è il periodo di riacutizzazione sempre, perché è ingravescente? Perché ogni volta che si ripresentano i sintomi si ha più parte distrutta, cioè si formano più lesioni, si formano più placche, quindi no si arriva a compensare la lesione di una che ne arrivano altre e quindi ogni volta quando si ha la riacutizzazione si hanno degli accessi più gravi dei precedenti, perché ci sono dei periodi di remissione in cui il soggetto sta benino, bene o male compensa, perché sapete com’è, il sistema nervoso è sempre dotato di.. però poi ogni volta c’è una nuova, un nuovo problema più grave, ecco perché si utilizzano quei prodotti, per esempio l’interferone, perché sono dei farmaci che ne rallentano il decorso e quindi voi capirete che, insomma, uno può arrivare ad età avanzata senza.. una volta c’erano giovani che a 30 anni erano sulla sedia a rotelle, oggi appunto grazie a queste cure praticamente si può, infatti ci sono dei periodi in cui questi soggetti non si muovono per niente e dei periodi in cui, perché nella fase di riacutizzazione c’è sempre un ulteriore danno e quindi è una patologia abbastanza grave, molto grave direi che, va bene io direi che, siccome si sono fatte già le undici, volevo fare.. la facciamo la prossima volta, tanto non è che, siamo quasi alla fine, abbiamo fatto quasi tutto e allora ci fermiamo qua.