Tracce d'eternità nr.3

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Tracce d’eternità Tracce d’eternità Rivista elettronica di Storia Antica, Archeologia, Mitologia, Esoterismo ed Ufologia Riservata agli utenti del portale Paleoseti.it Numero 3 (luglio 2009) ESOTERIC of Michael Seabrook DREAMLAND di Gianluca Rampini GLI ANELLI MANCANTII di Ines Curzio LIBRARSI di Simonetta Santandrea CONFESSO, HO VIAGGIATO di Stefano Panizza e Noemi Stefani ANGOLO PRIVATO di Giovanna Triolo E’ NELLE PROFONDITÀ DELL’UNIVERSO CHE CERCO L’IMPRONTA DIVINA... di David Sabiu LIFE AFTER LIFE di Noemi Stefani XAARAAN di Antonella Beccaria STRANGE di eSQueL ARCHEOLOGIA DI CONFINE di Yuri Leveratto e Roberto La Paglia STORIA ANTICA di Enrico Baccarini EGITTOLOGIA di Gianluca Rampini UFOLOGIA di Gianluca Rampini MITOLOGIA di Simone Barcelli URBIS HISTORIA di Simonetta Santandrea www.paleoseti.it Questa rivista telematica, in formato pdf, non è una testata giornalistica, infatti non ha alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Viene fornita in download gratuito solamente agli utenti registrati del portale Paleoseti.it e una copia è inviata agli autori e ai collaboratori. Per l’eventuale utilizzo di testi e immagini è necessario contattare i rispettivi autori. Peter Kolosimo 25 anni dalla scomparsa. All’interno ricordi e testimonianze dei nostri collaboratori. LE INTERVISTE DI GIANLUCA RAMPINI Corrado Malanga

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Il nr.3 della rivista elettronica "Tracce d'eternità" (luglio 2009)

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Tracce d’eternitàTracce d’eternitàRivista elettronica di Storia Antica, Archeologia, Mitologia, Esoterismo ed Ufologia

Riservata agli utenti del portale Paleoseti.itNumero 3 (luglio 2009)

ESOTERICof Michael Seabrook

DREAMLANDdi Gianluca Rampini

GLI ANELLI MANCANTIIdi Ines Curzio

LIBRARSI

di Simonetta Santandrea

CONFESSO,HO VIAGGIATOdi Stefano Panizza

e Noemi Stefani

ANGOLO PRIVATOdi Giovanna Triolo

E’ NELLE PROFONDITÀDELL’UNIVERSO CHE CERCO

L’IMPRONTA DIVINA...di David Sabiu

LIFE AFTER LIFEdi Noemi Stefani

XAARAANdi Antonella Beccaria

STRANGEdi eSQueL

ARCHEOLOGIA DI CONFINEdi Yuri Leveratto e Roberto La Paglia

STORIA ANTICAdi Enrico Baccarini

EGITTOLOGIAdi Gianluca Rampini

UFOLOGIAdi Gianluca Rampini

MITOLOGIAdi Simone Barcelli

URBIS HISTORIAdi Simonetta Santandrea

www.paleoseti.it

Questa rivista telematica, in formato pdf, non è una testatagiornalistica, infatti non ha alcuna periodicità. Non puòpertanto considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi dellalegge n. 62/2001.Viene fornita in download gratuito solamente agli utentiregistrati del portale Paleoseti.it e una copia è inviata agliautori e ai collaboratori. Per l’eventuale utilizzo di testi eimmagini è necessario contattare i rispettivi autori.

PeterKolosimo25 anni dallascomparsa.All’internoricordi e

testimonianze deinostri

collaboratori.

LE INTERVISTEDI GIANLUCA

RAMPINI

Corrado Malanga

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

NOTE A MARGINE

Kolosimo, un precursore

Il terzo numero di “Tracced’eternità” si presentarinnovato sia nella graficache nell’impaginazione.Beninteso, non dobbiamocompetere con nessuno: ilprodotto è così innovativoche rischiamo, semmai, difare da apripista per altrepubblicazioni del genere.Abbiamo solamente chiestoai nostri lettori consigli esuggerimenti in tal senso e,nel limite del possibile,speriamo di averaccontentato tutti.

Il grande divulgatore

Sono già trascorsi 25 annidalla scomparsa di PeterKolosimo, un veroprecursore per ciò checoncerne l’archeologia diconfine. Ecco perché

dedichiamo al grandedivulgatore una manciata dipagine. E lo facciamo con iricordi e le testimonianze deinostri collaboratori. Peter, al di là delletematiche affrontate, varicordato soprattutto per ilmodo in cui riusciva acatturare la nostraattenzione: una scritturasemplice, fluida,coinvolgente. Un esempio per tutti.

Le novità

Tra le nuove firme abbiamoil piacere di ospitare YuriLeveratto,www.yurileveratto.com/it,che ci presenta unadirompente intervistaall’archeologa NièdeGuidon: la trovate nello

studio dal titolo “El origendel hombre americano: elenigma de Pedra Furada”.Per il ricordo a PeterKolosimo possiamo leggere,fra gli altri, ed è la primavolta su questa rivista,anche MassimoPietroselli e AlessioMargutta.Infine, approda su questepagine l’amica (giornalista)Antonella Beccaria.

L'intervista a Malanga

Ancora un’esclusivaintervista, stavolta al notoricercatore CorradoMalanga, curata daGianluca Rampini:Malanga, lo ricordiamo, èall’avanguardia per quel checoncerne le tematiche

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Simone Barcelliwww.paleoseti.it

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riconducibili ai rapimentialieni.Nel numero scorso scrivevo “…a noi interessa, sopratutto, dare voce a chi può evuole contribuire nellaricerca della verità”. La pubblicazionedell’intervista, quindi, va inquesta direzione, perl’apporto che Malanga è ingrado di fornire, per leindubbie competenze inmateria, alla comunitàscientifica.

Gli studi tematici

Per la sezione estera,abbiamo già scritto delcontributo di Yuri Leverattoin versione bilinguespagnolo/italiano.Non poteva davveromancare la corrispondenza(riadattata anche nellanostra lingua) daManchester del caro amicoMichael Seabrook(www.sharkstooth.pwp.blueyonder.co.uk). Michael, stavolta, riflettesulla figura di PeterKolosimo.Per l’Archeologia di Confinepubblichiamo il terzo studiotematico di Roberto LaPaglia,www.robertolapaglia.com,“Avvistamenti alieni evisioni divine”. Enrico Baccarini,www.enricobaccarini.com,ci propone “ Il problemadelle stigmate: segni divini osimboli terreni?”. E' inseritonella sezione Storia Antica.Per l’Egittologia GianlucaRampini presenta “Unapiramide di buon senso”. “Gli dèi della creazione (enon solo)”, del sottoscritto,

www.paleoseti.it, è un brevestudio dedicato alle divinitàdel passato.Ancora un bel contributodella nostra SimonettaSantandrea, che stavolta,per la serie Urbis Historia,raddoppia: “L’enigma degliocchi” e “Da qui partirono iMessaggeri celesti?”: da nonperdere, assolutamente.

Le rubriche

Nel suo spazio, Gli anellimancanti, Ines Curzio cipresenta “Le doratepiramidi di Teotihuacan”.Gianluca Rampini, loritroviamo in Dreamland,con “Atterraggio aHolloman, disclosure odebunking?”.Simonetta Santandrea,responsabile della sezioneLibrarsi (da questo numeroampliata nei contenuti),presenta, oltre alla sua, unpaio di recensioni curate dalsottoscritto edall’amministratoreprincipale del portalePaleoseti, Teodoro DiStasi.Stefano Panizza,www.centrostudifortiani.itper la serie Confesso, hoviaggiato, ci conduce permano in un “Viaggio allascoperta della Campaniamysteriosa: la SibillaCumana”. Nella stessa sezione NoemiStefani ci trasmetteulteriori emozioni con il suo“Ritorno in Egitto”.Giovanna Triolo,nell’Angolo privato,continua a stupirci con isuoi racconti difantascienza: è la volta de

“La cacciatrice” e“Metamorfosi nel sogno”.Noemi Stefani scriveancora, del suo mondostraordinario popolato dagliAngeli, nella rubrica Lifeafter life mentre DavidSabiu, “E' nelle profonditàdell'universo che cercol'impronta divina...”,propone altre opere, comesempre in linea con letematiche della rivista.Esordisce la rubricaXaaraan: è AntonellaBeccaria che, in questospazio, scrive di ciò cheaccade attorno a noi: a leidiamo licenza di esularedalle tematiche solitamentetrattate dalla rivista.Antonella inizia con“Salvatore Florio e unincidente provocato da-cause non accertate-" eprosegue con “L'estate diMontebuio: quando ilfantastico incrocia larealtà”, in cui recensiscel'ultima fatica di DaniloArona, giornalista edirettore della rivistamensile "La guida dellanotte". Prosegue, in Strange,l’analisi di eSQueL,www.paleoseti.it, con “Vita-ombra e struttura delmultiverso”.Ce l’abbiamo messa tutta,anche stavolta. La speranza, nei limiti dellenostre potenzialità, è che larivista incontri il favore deilettori e sia uno stimolo aldialogo costruttivo. Alla prossima e ... buonevacanze per chi va (buonrientro per chi torna).

Simone [email protected]

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

Rivista elettronica di Storia Antica, Archeologia, Mitologia, Esoterismo ed UfologiaRiservata agli utenti del portale Paleoseti.it

Numero 3 - Luglio 2009

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This electronic magazine, in pdf format, isnot a newspaper, it has no periodicity. Itcan not be considered an editorial, underLaw No. 62/2001. Is provided in a free download only forregistered users of the portal Paleoseti.itand a copy is sent to the authors andcollaborators.For the possible use of texts and imagesplease contact the respective authors.

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COLLABORATORI ED AUTORI

Christopher Dunn [email protected] Seabrook [email protected] Roldàn Sànchez [email protected]é Antonio Roldàn [email protected] Leveratto [email protected] Antonella Beccaria [email protected] Simone Barcelli [email protected] Di Stasi [email protected] [email protected] Roberto La Paglia [email protected] Baccarini [email protected] Rampini [email protected] Santandrea [email protected] Coppola [email protected] Crasto [email protected] Giudice [email protected] Stefano Panizza [email protected] Giovanna Triolo http://blog.libero.it/AngoloprivatoNoemi Stefani [email protected] Ines Curzio [email protected] David Sabiu [email protected] Pietroselli [email protected] Alessio Margutta urgiddi.wordpress.com

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CONTENUTI

Studi tematici

pag. 13ARCHEOLOGIA DICONFINEEl origen del hombreamericano: el enigma dePedra Furada.(Entrevista a laarqueóloga NièdeGuidon)

par Yuri Leveratto

pag. 20ARCHEOLOGIA DICONFINEAvvistamenti alieni evisioni divinedi Roberto La Paglia

pag. 26STORIAIl problema dellestigmate: segni divini osimboli terreni?di Enrico Baccarini

pag. 35URBIS HISTORIA• L’enigma degli occhi

• Da qui partirono i“Messaggericelesti?”

di Simonetta Santandrea

pag. 45EGITTOLOGIAUna piramide di buonsensodi Gianluca Rampini

pag. 52MITOLOGIA Gli dèi della creazione(e non solo)di Simone Barcelli

Rubriche

pag. 2NOTE A MARGINEKolosimo, un precursoredi Simone Barcelli

pag. 6LE INTERVISTE DI GIANLUCA RAMPINICorrado Malangadi Gianluca Rampini

pag. 19EDITORIAdi Simone Barcelli

pag.61GLI ANELLIMANCANTILe dorate piramidi diTeotihuacandi Ines Curzio

pag. 65DREAMLANDAtterraggio a Holloman,disclosure o debunking?di Gianluca Rampini

pag.73LIBRARSI(Rubrica coordinata daSimonetta Santandrea)

pag.83CONFESSO, HOVIAGGIATOViaggio alla scoperta dellaCampania mysteriosa:la Sibilla Cumana di Stefano Panizza

Ritorno in Egittodi Noemi Stefani

pag. 90ANGOLO PRIVATOLa cacciatrice Metamorfosi nel sognodi Giovanna Triolo

pag.93E’ NELLE PROFONDITÀDELL’UNIVERSO CHE CERCOL’IMPRONTA DIVINA...di David Sabiu

pag. 94LIFE AFTER LIFEI messaggi degli Angelidi Noemi Stefani

pag. 96XAARAANSalvatore Florio e un inci-dente provocato da “causenon accertate" “L'estate di Montebuio:quando il fantastico incro-cia la realtà”di Antonella Beccaria

pag. 100STRANGEVita-ombra e struttura delmultiverso di eSQueL

pag. 121ESOTERICThe ancient Americansof Michael Seabrook

In ricordodi Peter Kolosimo

pag. 108Il grande divulgatoredi Simone Barcelli

pag. 109L'uomo che studiava ilmisterodi Simonetta Santandrea

pag. 111PK: Peter Kolosimo,sognatore metafisicodi Massimo Pietroselli

pag. 120Peter Kolosimo, la terrasenza tempo e l’archeologiamisteriosadi Alessio Margutta

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LE INTERVISTE DI GIANLUCA RAMPINI

Corrado Malanga2009 Gianluca Rampini

Il ricercatore che spiega “vettorialmente” le componenti dell'essere umano.

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Gianluca [email protected]

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Ci sono due modi perportare avanti la ricercaquando si evade dai confiniimposti della scienza“ufficiale”, si può procederepasso passo, erigendo ilproprio costrutto teoricodato dopo dato, oppure sipuò spingere la propriaintuizione verso i marginidel possibile e lentamente,con pazienza, procedere aritroso cercandone leconferme.In certi casi è inevitabileagire così poiché l'ipotesi dibase è così ardita che unaricerca tradizionale nonavrebbe né il tempo né imezzi logici per arrivare aformularla.In questo caso specifico laquestione è capire quale sialo scopo della presenzadegli alieni sulla Terra. Mi rendo conto che laprecedente affermazionecontiene un salto logicopoiché dà per scontato chegli Ufo siano di origineextraterrestre, ma mipermetto di farlo perchédopo decenni di ricerchequella è l'ipotesi piùprobabile, almeno per unacerta percentuale delfenomeno stesso.Quindi dovrà esserci unaragione più che valida seuna o più civiltàextraterrestri si sono spintecosì lontano nello spazio (onel tempo per quanto nesappiamo). La risposta che emergedallo studio del Prof.Malanga con gli addotti(inglesismo che deriva daltermine abduction ossiarapimento) è che il veroobiettivo siamo noi.

In particolare ciò cheinteressa alle razzeincontrate dalle persone chesi rivolgono al Prof.Malanga è uno deglielementi costituenti ilnostro essere: l'anima. Virimando al numero 1 diTracce d'eternità dove,nell'articolo su unaconferenza delProf.Malanga, ho riassuntoper sommi capi ladescrizione delle razze ed iloro obbiettivi, oppure alsito www.ufomachine.org incui lo stesso Malangaespone i risultati delle suericerche.In questa intervista, chesono riuscito ad ottenerenonostante la mole diimpegni che intasa legiornate del professore, lostesso mi ha confidato diricevere 600 email algiorno, ho preferito andareun attimo oltre il semplicecontenuto della sua ricerca,contando sia sul fatto cheessa è sufficientementeconosciuta da chi siinteressa a questi argomentisia sulla facilità di reperireinformazioni a riguardo sulsito citato in precedenza.C'erano alcune domandeinvece che solamente conuna risposta direttapotevano essere esaudite.Ce ne sarebbero anchemolte altre, che conto dipotergli porre in futuro.Il Prof. Malanga è unapersona schietta ealtrettanto lo sono le suerisposte. In esse si scorge laforza di chi è convinto dellapropria opinione, di chiracconta sempre la stessaversione dei fatti senzatimore di incorrere in

contraddizione, problemache invece affligge l'interopanorama dell'ufologia. Verrebbe da dire o lo si amao lo si odia, in realtànessuno di questi duesentimenti hannolontanamente a che fare conil suo lavoro, nonostante cisiano alcune persone che, amio parere, interpretanotroppo fideisticamente lesue parole. Ciò che conta sonosolamente i dati che i suoistudi ci propongono. Ilritratto che si compone inbase ad essi non ècertamente incoraggiante,gli alieni buoni non ci sono,le coscienze non siinnalzano, non siamoiniziati cosmici ma semplicibovini da mungere. Questavisione negativa è costata alprofessore unallontanamento dagliambienti ufologicitradizionali, ma questoisolamento gli ha concessouna libertà d'azionealtrimenti difficilmenteconquistabile. L'ufologia italiana lo haattaccato accusandolo diterrorizzare le personedimenticando però che ilsuo fine ultimo è quello dicombattere e di aiutare chivivesse l'esperienza delrapimento. I decenni di lavoro con irapiti gli hanno permesso dielaborare, secondo quantoesposto nei suoi resoconti,anche delle tecniche perliberare le persone dalcontrollo di questi parassitiextraterrestri.

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Quando hai cominciatoad interessarti delfenomeno UFO e cosa tiha coinvolto nellostudio dei rapimenti?

Circa vent'anni fa ero nelCUN, Centro UfologicoNazionale, e mi affidaronol'incarico di interessarmidella cosa. Nessuno se nevoleva occupare sia perchéil lavoro era tanto siaperché non esistevanocompetenze e perché ilproblema era scomodo e cisi poteva “sputtanare” congrande facilità verso ilmondo scientifico.Cominciai quando mimandarono ad intervistareValerio Lonzi a Genova.Con lui poi lavorammo perquasi tre anni con il dottorMoretti e con le ipnosiregressive. Valerio è stato il primoaddotto che noi abbiamoufficialmente trattato.Sapevo quello che gliAmericani avevano scrittosui loro libri.Cominciammo adorganizzare una rete diipnologi in Italia chepotessero ascoltare i varitestimoni di probabiliadduzioni. Il lavoro durò molto tempo.All'atto della pubblicazionedel mio rapporto alConsiglio Direttivo delCUN il dottor Pinotti,presidente oggi dellostesso, mi disse che volevafarci un libro. Cosa che feciovviamente con la suapresentazione.

Mi soffermo solamenteun attimo su questodiscorso, poi entreremo

nel merito del tuolavoro con gli addotti.L'ufologia sta airapimenti un po' comeil Seti sta all'ufologia. Ci si preoccupa di unafenomenologiaperiferica quando ilcuore della questione èdisponibile allo studio.Dietro a questoatteggiamento vi èsolamente una sorta didifesa del territoriooppure vi sono ragionipiù profonde?

Ragioni storiche molto piùprofonde.

Sarebbe interessantesaperne di più ma non èquesta la sede. Parliamo dellaquestione deirapimenti. Sappiamo che sul tuosito www.ufomachine.orgesistono dei test diautovalutazione chepossono servire a chiabbia il dubbio di poteressere vittima diindesiderate attenzioni;tali test poi servonoanche a te per scremarei possibili addotti dainon addotti, giusto? Su che principi sibasano questi test e chepercentuale diesaminati superaquesto primoscreening?

I dati statistici ancoraincompleti ci dicono che ciarrivano circa 150 test almese. La percentuale di testpositivi oscilla tra unmassimo del 20 ad unminimo del 5 per cento a

seconda dei periodidell'anno. La media rimane alta e cifa pensare ad un dieci percento circa di positività sututti i test. Il test è costruito sulla basedella descrizione accuratache gli addotti hanno fattodelle loro esperienze. Un test effettuato sulcampo con centinaia dipazienti che hannopartecipatoinvolontariamente con leloro prime risposte allacostruzione del test stesso.Il test va ad interagire conl'inconscio profondo ecomincia a sollevare i velidel ricordo delle esperienzedi adduzione seppellitenell'inconscio. Questo processo èspontaneo ed avvieneinconsapevolmentenell'addotto che effettua iltest, il quale se positivo, cichiede di esaminare il suocaso. In quell'istante ilsoggetto si èinconsciamenteautovalutato.La percentuale dischizofrenici esterni alfenomeno di adduzione è dicirca il cinque per cento.Chi fa il test appartiene adun insieme numerico chegià si è auto scelto. Non si tratta di uncampione statistico ma diun campione che già persua scelta ha cercato suinternet delle informazioni.Questo vuol dire che talecampione non rappresental'Italia e che il numero diaddotti non è del 10% maminore.

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Hai menzionatol'inconscio, elementochiave e maggior alleatodi un ricercatore nelcampo dei rapimenti.Possiamo essere certiche quanto riusciamo afarci dire dall'inconsciodelle personecorrisponda alla realtàdegli eventi vissuti? In termini leggermentediversi ho posto questastessa domanda aDerrel Sims. Lui mi ha rispostocitando una discussioneavuta da lui con loscomparso John Mackche si domandava comemai a Derrel uscisserotutti casi traumaticimentre a lui solamentecasi percepiti inmaniera positiva.Secondo Sims questopuò dipendere dal fatto,se ho capito bene, chetutto quello che siottiene dalletestimonianze tramiteipnosi, PNL o tecnichesimili, non corrispondenecessariamente alvero, che anche inquesto potrebberonascondersi falsememorie inserite daglialieni. Qual è l'elementodiscriminante che neltuo lavoro ti permette diescludere, se lo fa, chedeterminatetestimonianze nonsiano programmate dairapitori?

Una delle cose chiare cheabbiamo nella testa è cheuno psichiatra non sa farele ipnosi.

I migliori in questo campoinfatti sono stati BudHopkins che fa il pittore eJacobs che è uno storicoalla Temple University.Mentre Sims effettua ipnosipoco profonde (direi un po'aborracciate se così si puòdire, alla militare mi sipassi il termine, senzasensibilità, insomma comepotrebbe fare Casella a RaiUno) gli altri due soggettisono pieni di capacitàempatica e riescono adottenere stati ipnotici piùprofondi. Non essendo poinew agiani come Mack èchiaro che cercano dicapire cosa c'è dietro ilfalso buonismo delledichiarazioni degli addotti.Nessuno dei due arrivadove siamo arrivati noi,Mack non è in grado discoprire il parassita alienoche alberga negli addotti eche prende il posto del suoinconscio facendogli direcose false e costruite.Erickson ha speso più diquaranta pagine di lavoriscientifici per dimostrareche l'addotto in ipnosi nonpuò mentire. Ed infatti nonè l'addotto che mente ma ilsuo parassita interno chedeve però essere benriconosciuto con opportunedomande trabocchetto.Se l'alieno poi costruissenella mente del soggettomemorie false lo farebbe asuo favore, facendo credereagli ipnologi che loro sonobuoni. Cosa che con me,con Jacobs e con Hopkinsnon funziona maevidentemente hafunzionato con il buon J.Mack.

Passiamo alla questionedegli impianti che inalcuni casi verrebberolasciati nel corpo degliaddotti. Voi, a differenza dialtri, non li estraete daipazienti. Per quale ragione?Nonostante questo,sono sicuro che un'ideaabbastanza precisasulla loro funzione te lasarai fatta. Puoi esporla? Cosa impedisce chel'unione di ricordiconsci o inconsci e ilritrovamento degliimpianti diventi lafamosa pistola fumante,la prova definitiva?

In questi giorni sto facendoanalizzare alcunetomografie ed alcunerisonanze di alcun addottiad esperti dell'ospedaleSanta Chiara di Pisa.E' interessante notare comei medici non sappiano darerisposte concrete aidocumenti che sottopongoloro.Estrarre gli impianti non èfacile soprattutto per quellicraniali e poi dopo tantafatica se te li rimettono haiperso solo tempo.Ogni impianto ha una suaprobabile funzione. Lo studio che stiamofacendo cerca di capire nonsolo a cosa servono macome disattivarli.Siamo sovente riusciti adisattivare questi impiantiutilizzando le tecnicheipnotiche con l'atto divolontà della parte animicadegli addotti che , cicrediate o no, riesce a

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neutralizzarli.Stiamo perfezionandoalcune tecniche. L'impianto cranialeall'interno della ipofisiprobabilmente èmagneticamente attivo e interagisce con laghiandola pineale alterando il contenuto diserotonina e melatonina.Questo impianto lochiamiamo emozionale eservirebbe per alterare lacoscienza del soggettoaddotto. Un altro impianto postosotto la cute del frontale siidentificherebbe comePosizionale e serve solo adidentificare l'addotto nellospazio e nel tempo.Gli impianti posti in altrezone del corpo sono staianalizzati da Derrel Simsnegli USA con laspettrometria di massa astruttura fine e mostranopercentuale isotopica deglielementi differente daquella terrestre. Non abbiamo bisogno diulteriori prove per asserire,senza ombra di dubbioscientifico alcuno, chequella roba non viene daqui.

Sulla base dei resocontidegli addotti sei riuscitoa delinearesorprendentemente,consideratol'argomento, leprocedure a cuivengono sottoposti gliaddotti, procedure chesi differenziano aseconda delle loronecessità e da chi leeffettua (rimandiamo altuo sito e alle tue opereper i dettagli su qualisono le razze coinvolte).Tali procedure, in molticasi, hanno a che vederecon la nostra anima esono proceduresostanzialmentetecnologiche il che fasupporre che l'anima,come le altrecomponenti dellanostra parte "noncorporea", non sia unelementotrascendentale, dettognosticamente comeuna scintilla del divino,ma semplicemente unelemento che solamentei limiti della nostratecnologia ciimpediscono didistinguere. E' una supposizionecorretta? Puoi descrivercibrevemente il lorointeresse per essa?Queste scoperte come sipongono rispetto allereligioni?

La parte animica ècostituita di energiapotenziale, spazio ecoscienza. I primi dueelementi sono virtuali cioèmodificabili e creati dalla

coscienza che invece è realeed immutabile. La parte trascendente è lacoscienza mentre energia espazio fanno parte d'unarealtà virtuale costruitadalla coscienza stessa. In altre parole la coscienzaha bisogno permanifestarsi a se stessa dicostruirsi uno specchiovirtuale fatto di energia,spazio e tempo dovespecchiarsi per acquisireconoscenza di sè.La coscienza èpraticamente Dio, il resto ètutto una finzione, unaMaja (magia), un’illusione.Dunque chi non ha anima ècomunque eterno anche semolto meno consapevole diciò.

La ricostruzione di unambiente da parte di un rapito.

Secondo i risultati delletue ricerche tramitel'ipnosi sono emersielementi assolutamentericorrenti edestremamente specifici.Come mai secondo tequesti stessi elementinon sono così costanti,se pur presenti, nellavoro di altri illustriricercatori come BuddHopkins o YvonneSmith e altri? La presenza parassitadegli alieni nel cervello

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degli addotti adesempio, per quanto mipossa ricordare, è unelemento che nonricorre nel lavoro deisuddetti ricercatori.(fatta eccezione perDavid Icke, che perassurdo, nelle suearditissime ipotesi,trova conferma nel tuolavoro, anche sefocalizzandolo suirettiliani/sauroidi).La domanda può esseregeneralizzata. Come mai, secondo te, irisultati delle indaginiipnotiche effettuate dadiversi ricercatorianche se simile non èsempre assimilabile?Quanto conta ilprotocollo usato dalricercatore?Si può essere sicuri al100% che si può evitaredi influenzare ilpaziente?

Io sono partito dalleriflessioni di Mack edHopkins ma sono andatoavanti. Loro usano una ipnosi ditipo americano dove si vaavanti a colpi di manuale.In realtà l'ipnosi deveadattarsi al soggetto chehai davanti e poi io hoscoperto le interferenzealiene dei parassiti. Gli altri non se ne eranomai accorti. Questo ci ha permesso dieffettuare un balzo inavanti formidabile e diparagonare le adduzioniai fenomeni di possessionediabolica. Il primo problema vennefuori quando molti anni fa

scoprimmo le memoriealiene attive ecominciammo a studiarequelle. Era evidente che dentro latesta degli addotti c'erainstallata un'altrapersonalità ed era quellache si vedeva traspariredalle analisi grafologichedei soggetti addotti. Tali soggetti venivano cosìerroneamente confusi perschizofrenici o paranoicimulti-personali. Nessuno se ne era accortoprima. Cominciammo a verificarequesta ipotesi su decine diaddotti ed il numero su cuiabbiamo studiato ilfenomeno ci ha permesso diampliare e perfezionare lenostre ipotesi. Gli americani nonpotevano studiare una cosadi cui non avevanonemmeno coscienza.

Uno dei sistemi con cuigli alieni sembra chesfruttino la nostra parteanimica è quinditramite una procedurache sembra in tutto eper tutto simile ad unapossessione demoniaca.Ma poiché siamo in unambito decisamente piùpragmatico questepossessioni (qualsiasirazza aliena sia aperpetrarle) sono unaquestione tecnologica?Vi sono quindi deglistrumenti chepermettono dimantenere la"comunicazione" tra illoro livello/dimensionee la persona?

Le così dette possessioni siformano a causa di unatecnologia che permette dirincoglionire il soggetto edi ritrovarlo ovunque vadaspazio temporalmente masi servono anche di energiesottili che si agganciano alcorpo e succhiano comefosse rifornimento in volodi un aereo.

Due esempi delle razze incontratedai rapiti.

I rapiti raccontano diaver incontrato diverserazze nelle loroesperienze. Spesso sono diverserazze nelle stessaesperienza. Che rapporto credi cisia tra queste razze? Due esempi delle razzeincontrate dai rapiti.

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Gli alieni collaborano traloro ob torto collo perchéognuno sa fare bene unacosa in particolare e tuttihanno bisogno degli altrima si manderebbero“affanculo” l'un con l'altroallegramente, che poi èquello che tentano di fare.Ognuno vuole arrivare perprimo alla soluzione e poigli altri saranno fregati.

Lo scenario che sidelinea dai racconti deirapiti e dei loro "ospiti"è evidentementenegativo. Il fatto che non ci sianoelementi positivi nonpotrebbe dipendere dalfatto che razze "buone"presenti sul nostropianeta non effettuanorapimenti e quindi tunon puoi venirne incontatto?

Non ci occupiamo deglialieni buoni. Questi non ci interessano edevo dire che anche seesistessero (ed esisterannosenz'altro) noi nonpotremmo vederli perchépotremmo notarli soloquando avremo la lorocoscienza. L'alieno "buono" saperfettamente che noidobbiamo acquisirecoscienza e che lui non deveinterferire perchél'acquisizione di coscienza èun processo esclusivamentepersonale.Qualsiasi alieno si veda edinterferisca con te è daconsiderarsi negativoperché gli altri non devonointerferire.

Ultima domanda perconcludere. Torno solamente unattimo sul puntoprecedente. Come hanno scopertogli alieni questa nostracaratteristica (il fattoche possiediamol'anima)?Per ciò che riguarda ilfuturo, dal tuoosservatorioassolutamente unicocosa si vedeall'orizzonte? Si è mai fatta menzionedel 2012?

Gli alieni ci hannocostruito loro in questomodo proprio perprenderci poi la parteanimica. L'alieno ha preso unoscimmione di sei milioni dianni fa, lo ha modificatogeneticamente in modo dapoter ospitare anima nelsuo dna ed ha atteso cheanima arrivasse. Noi siamo OGM alieni.Per quanto riguarda ilfatidico 2012 moltiscienziati hanno pubblicatoin questi giorni libri in cuiammettono che dietro lastoria del 2012 c'èscientificamente laprobabilità che quella datapossa corrispondere ad unevento cataclismatico. Io credo che ci sarà solouna rivoluzione culturaleche però spazzerà viamilioni di persone.

Gianluca Rampinigianluca.rampini@fastwebnet.

ALIENI O DEMONI

Autore: CorradoMalanga

Editore: Chiaraluna Pagine: 427

… Il frutto delle sue analisi vienefinalmente presentato in questocompendio, nel quale si giunge adaffermare, dati e testimonianzealla mano, l'esistenza di unarealtà da sempre considerataimpossibile. Corrado Malanga,docente di Chimica Organicapresso l’Università di Pisa èabituato a gestire in modoscientifico le informazioni apropria disposizione.Questo libro illustra conequilibrio il “massimo comundenominatore” emerso dallesedute d’ipnosi e di PNL, e dallamessa in atto di nuovi testeseguiti su centinaia di addotti (irapiti dagli alieni)... L’obiettivo dell’autore è fornireuno strumento di lavoro completoalle centinaia di persone chehanno avuto direttamente a chefare con il suo lavoro suirapimenti alieni e a tutti coloroche ritengono di essere coinvoltidalla stessa problematica. Icuratori hanno avuto successonell’ammorbidire la forma enell’adattare i contenuti al gusto ealle esigenze di un pubblico piùvasto, quello interessato aimisteri e alla ricerca nell’ambitodella fisica e della psicologia.

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ARCHEOLOGIA DICONFINE

Entrevista a la arqueóloga Niède Guidon

El origen del hombreamericano: el enigma de

Pedra Furada2009 Yuri Leveratto

La teoría científica aceptadainicialmente para explicar lallegada del hombre aAmérica se basa en la ideade que grupos de HomoSapiens entraron al NuevoMundo atravesando lastierras de Beringia, en unperíodo comprendido entrehace 14 y 10 mil años.Lo que hoy es el estrecho deBering, entre Asia yNorteamérica, fue en untiempo una llanura nevada,justamente porque el nivelde los mares era más bajo del actual, debido a laglaciación en curso.Aquellos grupos de Sapiens,quizás persiguiendomanadas de animales obuscando nuevas tierras,atravesaron Beringia yentraron, de este modo, al

Nuevo Mundo. Algunos deellos pasaron por el llamado“corredor libre de hielo”,otros marcharon a lo largode la costa de Norteaméricao navegaron en el litoral conembarcacionesrudimentales.Esta teoría ha estadoapoyada en el estudio de1932 del lugar arqueológicode Clovis, en Nuevo México,cuyos restos humanostienen 13.500 años deantigüedad. Los estudiosgenéticos de las poblacionesnativas americanasconfirmaron el origenasiático de la mayoría de lospueblos del Nuevo Mundo,pero no de todos.En efecto, en los últimosaños se encontraron,sobretodo en Suramérica,

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Yuri Leveratto, nato a Genova quarantuno anni fa, dopo aver conseguitola laurea in Economia ha iniziato il suo peregrinare per il mondo a bordodi navi da crociera. Ha vissuto a New York, lavorando come guidaturistica e dal 2005 si trova in Colombia. Autore di racconti e romanzi,appassionato di Storia e fantascienza, viaggia per venire in contatto conculture autoctone e studiarne cultura e modo di vita. Tra i suoi libriricordiamo “La ricerca dell’El Dorado” (Infinito Edizioni, 2008); asettembre uscirà “1542 I primi navigatori del Rio delle Amazzoni”.

Yuri Leverattowww.yurileveratto.com/it

[email protected]

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lugares arqueológicosantiquísimos, lo que lleva aconsiderar otras teorías queexpliquen la llegada delhombre a América.

Si el flujo de Homo Sapiensentró por el norte al NuevoMundo, ¿por qué las zonasarqueológicas más antiguasse encontraron en el sur?¿Es posible hacer lahipótesis de que los gruposde Sapiens, al comenzar suexpansión por el planeta,hace unos 130 milenios, sedirigieran, aparte de Asia yde Europa, directamente aSuramérica, navegando através del OcéanoAtlántico?En efecto, los hallazgos enPiedra Museo (en SantaCruz, Argentina, de 13milenios de antigüedad), enMonte Verde (en Chile, de33 milenios) y sobretodo, enPedra Furada (Piauí, Brasil,de 60 milenios), hacenpensar en otras teorías paraexplicar el origen de lapoblación de América.En mi reciente viaje aBrasil, tuve la oportunidadde visitar el parque nacionalSerra de Capivara en elestado de Piauí, donde estásituado el sitio arqueológicode Pedra Furada.Es una zona árida, llamadaSertão, cuya vegetación es laCaatinga, nombre dado a unparticular tipo de flora

adaptada a vivir enambientes secos. En estaárea vivían hasta hace 12milenios varios animalespertenecientes a la llamada“megafauna”.

Entre estos animales estabael toxodón (un hipopótamoenorme), el eremotherium(un perezoso gigante), elgliptodonte (un pariente delarmadillo que pesaba 1,4toneladas), el tigre dientesde sable, el león americano,la macrauchenia (un grancamélido con trompa), unantepasado del caballo(Hippidion bonaerensis), elmastodonte y una especiede llama más grande que laactual (Palaeolama major).Todos estos animales seextinguieron, por motivosaún desconocidos, haceunos 12 milenios.Algunos estudiosos hanpensado que seextinguieron después de laglaciación y delconsiguiente cambioclimático global, pero otrosinvestigadores creen que sudesaparición fue causadapor el hombre. En efecto, enaquel período, la poblaciónhumana de Américaaumentó, probablementedespués de la llegada de losSapiens de origen asiático.Sin embargo, en Suraméricay en particular en Brasil,exactamente en la Sierra de

Capivara, se encontraronevidencias de unaocupación humana másantigua, de haceaproximadamente 60milenios.¿Quiénes eran los hombresque vivían en las cavernasdel Piauí? ¿De dóndevenían?

El parque nacional Serra daCapivara está situado nolejos del pueblo de SãoRaimundo Nonato, dondeestá el “museo del hombreamericano”, administradopor la arqueóloga NièdeGuidon.Los estudios en la zona seiniciaron en los años 70 delsiglo pasado yposteriormente, en 1991, elparque fue declaradopatrimonio de lahumanidad por la Unesco. Dentro del parque, haycientos de sitiosarqueológicos, donde se hanencontrado esqueletoshumanos, restos de fogatas,cerámicas, muchísimosinstrumentos de piedra ycientos de pinturasrupestres y de petroglifosque representan animales,cuerpos celestes y sereshumanos (escenas deguerra, caza, sexo, etc.).A continuación, el textointegral de la entrevista

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hecha a la arqueóloga NièdeGuidon.

Yuri Leveratto: Doctora,¿cuál es la mayorantigüedad de los restosóseos humanos encontradosen la región?

Niède Guidon: 12.000años. La datación seobtuvo con el método delCarbono 14.

Yuri Leveratto: Sinembargo, en su museo sehabla de fechas másantiguas, hasta de 60.000años. ¿Cómo llegaron atales resultados?

Niède Guidon: En la zonadel parque encontramosvarios restos de fogatasque se remontan a 60.000años atrás. Los restoscarbonizados de la leña seanalizaron con la pruebadel carbono 14 en algunoslaboratorios de Texas(U.S.A.). Otros análisis quese hicieron utilizando elmétodo de latermoluminiscencia

probaron que ha habidoasentamiento humano eneste lugar desde hace 100milenios.Yuri Leveratto: Segúnusted, ¿cómo es posible queno se hayan encontradorestos óseos humanos conantigüedad mayor a docemil años?

Niède Guidon: En esa zonael suelo es ácido y pordesgracia, no permite lapreservación de los restosóseos más antiguos.

Yuri Leveratto: Leí quealgunos arqueólogosestadounidenses sostienenla falsedad de susdescubrimientos. Enparticular, algunosestudiosos creen que lasfogatas que datan de hace60.000 años fueronnaturales, es decir,ocasionadas por rayos, ¿quépiensa usted de esto?

Niède Guidon: Las fogatasfueron estudiadas porvarios arqueólogos y todosconfirmaron que setrataban de fuegoscausados y controlados porel hombre, porque estabansituados en zonas pequeñasy delimitadas. Alrededor deestos fuegos se encontrómaterial lítico, o bienpiedras trabajadas por elhombre.

Yuri Leveratto: Segúnusted, ¿quiénes eran losantiguos habitantes de lazona? Y sobretodo, ¿dedónde venían?

Niède Guidon: Eranhombres Sapiens arcaicosy venían directamente deÁfrica. No se trata dedescartar la teoría de lamigración humana através de Beringia de haceunos 14.000 años, sino decomplementarla con otrasteorías. Es impensable queel continente americano,con una extensión de milesde kilómetros de norte asur, haya sido colonizadosólo por el norte.En mi opinión, el HomoSapiens salió de Áfricahace 130 milenios. Como essabido, el continenteantiguo ya había sidocolonizado por el HomoErectus, pero el Sapiens losuplantó y se dispersó portodo el planeta (excepto elAntardida).Algunos de ellos sedirigieron hacia Asia yEuropa, mientras otros,probablemente pescadores,fueron arrastrados por lascorrientes y llegaron aSuramérica, empujadospor los vientos alisios.

Yuri Leveratto: ¿Está sutesis apoyada en estudios deAntropología somática omorfológica?

Niède Guidon: Sí.Efectivamente, losinvestigadores WalterNeves y Danilo Bernardode la Universidad de SanPaolo (Departamento deGenetica y Biología

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Evolutiva), efectuaronanálisis morfológicos de loscráneos encontrados en lazona de la Serra deCapivara y llegaron a laconclusión de quepertenecían al tipo humanoaustraloide-negroide y noal tipo humano asiático. Enpráctica, se trataba deSapiens arcaicos, cuyascaracterísticas somáticasno estaban aún del todoespecializadas.

Yuri Leveratto: Segúnusted, ¿cuántos eran estosprimeros americanos?¿Cómo vivían? ¿Podíancazar animales de lamegafauna?

Niède Guidon: En miopinión, el número deSapiens de origen africanoera muy bajo, no superabalos diez mil hombres. Nopodían cazar animales dela megafauna, sino que selimitaban a matar a losmás viejos y a los queestuvieran en apuros.Cazaban pequeñosanimales y vivían de lacosecha.

Yuri Leveratto: ¿Quésucedió cuando Suraméricafue invadida por los Sapiensprovenientes de Asia? ¿Seencontraron los dos grupos?

Niède Guidon: Sí, esprobable que seencontraron y semezclaron. Los Sapiensprovenientes de África yase habían esparcido portodo el continente yposiblemente también enCentro y Norteamérica.

Yuri Leveratto: Leagradezco infinitamente porsus estudios y susinvestigaciones. Usteddivulgó una teoríarevolucionaria, pero quetiene las dataciones comofundamento científico. Susdescubrimientosconstituyen una de lasclaves importantes paracomprender la verdaderahistoria del origen de lallegada del hombre aAmérica.

Niède Guidon: Gracias austed, hasta luego.

Yuri Leverattowww.yurileveratto.com

Este articulo se puede reproducirindicando el nombre del autor yla fuente

Traduzione in italiano

Intervistaall’archeologa Niede

Guidon

L’originedell’uomoamericano:l’enigma di

Pedra Furada

La teoria scientificainizialmente accettata perspiegare l’arrivo dell’uomo inAmerica si basa sull’idea chegruppi di Homo Sapiens sianoentrati nel Nuovo Mondopassando attraverso le terre diBeringia, in un periodocompreso tra i 14 e i 10millenni or sono. Quello cheoggi è lo stretto di Bering, tral’Asia e il Nord America, eraun tempo una prateriainnevata, proprio perché illivello dei mari era più bassodell’attuale, dovuto allaglaciazione in corso.Quei gruppi di Sapiens, forseseguendo branchi di animali oper ricercare nuove terre,attraversarono Beringia edentrarono nel Nuovo Mondo.Alcuni di essi avanzaronolungo il cosidetto “corridoiolibero dai ghiacci”, altricamminarono lungo la costadel Nord America onavigarono presso il litoralecon rudimentali imbarcazioni.Questa teoria è statasupportata, nel 1932, dallostudio del sito archeologico diClovis, nel New Mexico, i cuiresti umani sono antichi di13.500 anni. Gli studi geneticisulle popolazioni nativeamericane hanno confermatol’origine asiatica dellamaggioranza dei popoli del

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Nuovo Mondo, ma non ditutti.Negli ultimi anni, infatti, sonostati trovati, soprattutto in SudAmerica dei siti archeologiciantichissimi, che fannopensare ad altre teorie perspiegare il popolamento delleAmeriche.Se il flusso di Homo Sapiensentrò da nord nel NuovoMondo, perché i sitiarcheologici più antichi si sonotrovati in Sud America?E’possibile ipotizzare chegruppi di Sapiens, quandoiniziò la loro espansione nelpianeta, circa 130 millenni fa,si diressero, oltre che in Asia ein Europa, direttamente inSud America, navigandoattraverso l’Oceano Atlantico?In effetti, i ritrovamenti diPiedra Museo (Santa Cruz,Argentina, risalente a 13millenni fa), Monte Verde(Cile, 33 millenni), esoprattutto Pedra Furada(Piauí, Brasile, 60 millenni),fanno pensare ad altre teorieper spiegare il popolamentodelle Americhe.Nel mio recente viaggio inBrasile, ho avuto modo divisitare il parco nazionaleSerra de Capivara, nello statodel Piauí, dove è localizzato ilsito archeologico di PedraFurada.E’ una zona arida, dettaSertão, la cui vegetazione èchiamata Caatinga, nome cheindica un particolare tipo diflora adattata a vivere inambiente secco. In questazona vivevano fino a 12millenni fa vari animaliappartenenti alla cosidetta“megafauna”.Tra questi animali vi era iltoxodonte (un ippopotamoenorme), l’eremotherium (unbradipo gigante), ilgliptodonte (un parentedell’armadillo, pesante 1,4tonnellate), la tigre dai denti

sciabola, il leone americano, lamacrauchenia (un grossocammellide proboscidato), unantenato del cavallo(Hippidion bonaerensis), ilmastodonte, e una specie piùgrande di lama (Palaeolamamajor).Tutti questi animali si sonoestinti, per motivi ancoraignoti, intorno a 12 millenni fa.Alcuni studiosi hanno pensatoche si siano estinti in seguitoalla fine della glaciazione e alconseguente cambio climaticoglobale, altri ricercatoricredono che la causadell’estinzione sia antropica.In quel periodo infatti, lapopolazione umana inAmerica aumentò,probabilmente in seguitoall’arrivo dei Sapiens diorigine asiatica.In Sud America, però, e inparticolare in Brasile, proprionella Serra de Capivara, sonostate trovate evidenze diun’occupazione umana piùantica, risalente a 60 millennior sono.Chi erano gli uomini chevivevano nelle caverne delPiauí? Da dove venivano?Il parco nazionale Serra daCapivara è situato non lontanodal paese di São RaimundoNonato, dove c’è il museodell’uomo americano, direttodall’archeologa Niede Guidon.Gli studi nella zona sonoiniziati negli anni 70’ delsecolo scorso, esuccessivamente, nel 1991, ilparco è stato dichiaratopatrimonio dell’umanitàdall’Unesco. All’interno delparco, vi sono centinaia di sitiarcheologici, dove sono statitrovati scheletri umani, resti difocolari, ceramica, moltissimistrumenti di pietra e centinaiadi pitture rupestri e petroglifiraffiguranti animali, corpicelesti e esseri umani (scene diguerra, caccia, sesso, ecc).

Ecco il testo integraledell’intervista all’archeologaNiede Guidon.

Yuri Leveratto: Dottoressa,qual’è la datazione più anticadi resti ossei umani incontratinella regione?Niede Guidon: 12.000 anni fa.La datazione è stata fatta conil metodo del Carbonio 14.Yuri Leveratto: Però nel vostromuseo si parla di date piùantiche, fino a 60 millenni fa.Come siete giunti a talirisultati?Niede Guidon: Nella zona delparco abbiamo trovato variresti di focolari risalenti a60.000 anni fa. I resticarbonizzati della legna sonostati analizzati con la provadel carbonio 14, in alcunilaboratori in Texas (U.S.A.).Altre analisi, utilizzando ilmetodo dellatermoluminescenza, hannoprovato la presenza dell’uomonell’area fin da 100 millennior sono.Yuri Leveratto: Secondo leicome mai non avete trovatoresti ossei umani più antichi didodicimila anni?Niede Guidon: In questa zonail suolo è acido e purtropponon permette lapreservazione dei resti osseipiù antichi.Yuri Leveratto: Ho letto chealcuni archeologi statunitensisostengono la non veridicitàdelle sue scoperte. Inparticolare per i focolari datati60.000 anni fa alcuni studiosicredono si tratti di fuochinaturali, causati da lampi, chene pensa?Niede Guidon: I focolari sonostati studiati da variarcheologi e tutti hannoconfermato che si trattava difuochi causati e controllatidall’uomo, perché circoscrittiin zone limitate. Nelleimmediate vicinanze di questi

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fuochi è stato trovatomateriale litico, pietrelavorate dall’uomo.Yuri Leveratto: Secondo lei chierano questi antichi abitatoridella zona? E soprattutto, dadove venivano?Niede Guidon: Erano uominiSapiens arcaici, e venivanodirettamente dall’Africa. Lateoria della colonizzazioneumana attraverso Beringia,circa 14.000 anni fa, non è dascartare ma è dacomplementare con altreteorie. E’ impensabile che ilcontinente americano, estesomigliaia di chilometri da norda sud, sia stato colonizzatosolo attraverso nord.A mio parere l’Homo Sapiens,uscí dall’Africa 130 millennifa. Come è noto il continenteantico era già statoparzialmente occupatodall’Homo Erectus, mal'Homo Sapiens lo soppiantò ecolonizzò tutto il pianeta.Alcuni di essi si diresseroverso l’Asia e l’Europa,mentre altri, probabilmentepescatori abitanti di alcuneisole atlantiche, furonoportati al largo dalle correntie giunsero in Sud America,spinti dagli alisei.Yuri Leveratto: La sua tesi èsupportata da studi diAntropologia somatica omorfologica?Niede Guidon: Si, in effetti ilricercatore Walter Nevesdell’Università di San Paoloha effettuato delle analisimorfologiche dei craniritrovati nella zona dellaSerra de Capivara ed è giuntoalla conclusione cheappartenevano al tipo umanoaustraloide-negroide e non altipo umano asiatico. Inpratica erano dei Sapiensarcaici, i cui caratterisomatici non erano ancoradel tutto specializzati.

Yuri Leveratto: Secondo leiquanti erano questi primiamericani? E come vivevano?Erano in grado di cacciareanimali della megafauna?Niede Guidon: A mio parere ilnumero dei Sapiens di origineafricana era molto basso, nonsuperava le diecimila unità.Non potevano cacciare glianimali della megafauna, masi limitavano ad uccidere i piùvecchi e quelli in difficoltà.Cacciavano piccoli animali evivevano di raccolta.Yuri Leveratto: Cosa èsuccesso quando il SudAmerica fu invaso dai Sapiensprovenienti dall’Asia? I duegruppi si sono incontrati?Niede Guidon: Si,probabilmente si sonoincontrati e incrociati. ISapiens provenientidall’Africa erano già sparsi intutto il continente eprobabilmente anche inAmerica centrale esettentrionale.Yuri Leveratto: La ringrazioinfinitamente per i suoi studi ele sue ricerche. Lei hadivulgato una teoriarivoluzionaria, ma che ha ilfondamento scientifico delledatazioni. Le sue scopertecostituiscono un tasselloimportante per comprenderela vera storia dell’arrivodell'uomo in America.Niede Guidon: Grazie a lei,arrivederci.

L'ULTIMO LIBRO DIYURI LEVERATTO

1542 I priminavigatori delRio delleAmazzoni

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E’ un libro storico ed'attualità nello stessotempo. Nella prima partel'autore raccontal'incredibile avventuradi Francisco deOrellana, il primoeuropeo che esplorò ilgrande fiume, nel 1542.La seconda parte, lacronaca, è il resocontodel suo viaggio,terminato nel 2009,attraverso seimilachilometri di fiume,navigando da PuertoOcopa (Perú), fino aBelem do Pará(Brasile). E' una guidaparticolareggiata, maanche un'analisi di unmondo spessodimenticato, ma difondamentaleimportanza per ilfuturo del nostropianeta. Prefazione di LorenzaMazzetti, la celebreautrice de “Il cielocade”.

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EDITORIA

Le riviste di AcaciaEdizioni

Alcuni dei periodici editatidalla Casa Editrice Acacia,con sede a Binasco (MI),rivestono per noiparticolare importanzapoiché trattano le stessetematiche della nostrarivista elettronica.Miti, civiltà scomparse,misteri archeologici, igrandi temi dell’ignoto,l’ufologia: questi alcunidegli argomenti chepossiamo leggere sullepagine di Hera, I Misteri diHera, Area di Confine,

Notiziario Ufo, Cronos eTotem.Acacia è oggi l’editoreleader in Italia per quel checoncerne l’informazione disettore.Hera ed Area di Confine,fra l’altro, ospitano le firmedi alcuni dei nostricollaboratori (Roberto LaPaglia, Ines Curzio eStefano Panizza) e questonon può che farciimmensamente piacere.Le molteplici iniziative diquesto Editore, alcunerecentissime, assumono

una maggior valenza seconsideriamo il contesto,certo non felice, che stavivendo l’editoria. E’ quindi davveroencomiabile lo sforzo, inquesto caso notevole, tesoad offrire una serie diprodotti editoriali riservatiad un pubblico da sempreconsiderato di nicchia.

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ARCHEOLOGIA DICONFINE

Bibbia aliena

Avvistamenti alieni evisioni divine

© Roberto La Paglia

Fede e verità storica

Quando fede, religione estoria si incontrano, quasisempre il risultato di un taleevento è la totaleincomprensione dettatadalla incompatibilità dei treelementi in campo: la federappresenta un motopersonale dell’anima, unintimo convincimento chenon ha bisogno di prove ofatti; la religione è molto

più terrena, essarappresenta la codifica degliatteggiamenti dettati dallafede, quasi un codice socialeche disciplina e tiene unititutti coloro che tendonoverso una identicaaspettativa spirituale. Lastoria infine rappresenta unsusseguirsi di eventi chehanno caratterizzato einfluenzato il camminodell’umanità; in quanto talela storia ha bisogno di

prove, fatti e documenti chene attestino la verità.Quello che stiamo peresporre non concerne lafede, non è un attacco allareligione, è soltanto unmodo diverso di scrivere einterpretare la storia, diriportare avvenimentiantichi descritti attraversolo sguardo dei cronistidell’epoca, ponendo comepunto di riferimento unavisuale diversa, carica delle

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Roberto La Paglia, oltre ad essere giornalista freelance, è scrittore ericercatore. Mente fervida, alimentata da un intenso ed inesauribiledesiderio di ricerca, attraverso le sue opere, accompagna i lettori in unviaggio verso l'ignoto, guidandoli nei meandri più nascosti delle dottrineocculte ed esoteriche. Uno dei suoi ultimi libri è “Archeologia Aliena” (Ed.Cerchio della Luna, 2008).

Roberto La Pagliawww.robertolapaglia.com

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conoscenze, delleesperienze e delleinformazioni che i primiredattori non possedevano.Il testimone di unavvenimento accaduto3000 anni fa descriverebbela sua esperienza usando,per forza di cose, laconoscenza acquisita in queldeterminato periodostorico, conoscenza filtratadal proprio orientamentospirituale che, come tuttisappiamo, era in quelperiodo parte integrantedella formazione sociale diun individuo.Cosa accadrebbe invece sechiedessimo ad un modernotestimone di descrivere oggilo stesso avvenimentoaccaduto 3000 anni fa?Questo è proprio quello checi accingiamo a fare el’unico, vero scopo di questoarticolo.

UFO e religione

L’esistenza degli UFO, deglialieni, di mondi e spazimultidimensionali, oltre chedi civiltà e razze esistiteprima di noi, risulta essereperfettamente compatibilecon la dottrina cristiana.Malgrado siano esistite neltempo alcune forme diostilità in questo senso,considerando nella suapienezza il messaggiodivino, non esiste alcunaragione per pensare chel’uomo sia l’unico abitantedell’universo, soprattuttodopo aver letto alcuni branidi testi considerati, forsetroppo premurosamente,apocrifi quali la GenesiRabbra nella quale si parlaespressamente di molti

mondi creati e molte razzeposte a moltiplicarsi inquesti mondi.L’interpretazione dei testisacri è sempre stata confusacon la verità; interpretaresignifica in realtà tentare dicogliere il significato più omeno profondo di un testo odi un avvenimento, altracosa è attestarne la veritàdei fatti; si tratta di dueprocessi completamentedifferenti che, se resi comeuna sola cosa, rischiano allafine di svilire il significato edistorcere la verità stessa.Lo stesso San Paolo in unadelle sue lettere agli Ebreiparla di molti mondi abitaticreati da Dio; sarebbesicuramente un attoegoistico credere eaffermare di essere l’unicarazza superiore in ununiverso del quale ancoraoggi non conosciamo quasinulla.

Gli UFO biblici

Nella Bibbia, ma anche inmolti altri testi religiosiantichi, si fa spessoriferimento ad astronavi divario genere e natura,ovviamente descritte con lacultura e la preparazioneche poteva avere uncronista del tempo,soprattutto quando questotestimone era quasi sempreun uomo profondamentereligioso e credente, masenza alcuna cognizionetecnica o scientifica.Nuvole luminose, carrivolanti, colonne di fuoco esfere di fuoco, tutte figurestranamente simili, se nonaddirittura identiche, alletestimonianze di

avvistamenti registrate giàdai tempi degli antichi Egizie, avanzando nel tempo, inseguito descritte comedischi volanti, sigari volanti,sfere volanti, in pocheparole avvistamenti UFO.Chi erano veramente gliangeli e tutta quella schieradi presenze che fungeva datramite con la terra? Sitrattava di energie divine odi realtà aliene cheinteragivano in manieradiretta con il nostropianeta?Senza allontanarci moltodalla realtà non è poi cosìdifficile distinguere traAngeli malvagi (i Grigi delPatto Scellerato) e Angelibuoni (la razza aliena che datempo ci osserva e tenta dimediare senza forzare lamano al fine di evitare unconflitto disastroso perl’umanità).La visione di una massa diuna sfera di luce che simuove a velocità incredibilenel cielo non può essere peril redattore dei Testi Sacriche l’opera di Dio, la suamano che si estende sulcreato, che lo osserva e loprotegge; oggi sappiamoche la mano di Dio, per ilcredente, è dentro di noi piùche all’esterno, e ciò cheosserviamo nei cieli è moltopiù tecnologico e menodivino di quanto si pensavaun tempo.

Testimonianzesorprendenti

Le testimonianze diavvistamenti, scartatequelle che potrebberoconfigurarsi come visioniscaturite da elevati stati di

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coscienza, sononumerosissime e denotanouna capacità descrittivafuori dal comune mapurtroppo falsata dallepoche conoscenzescientifiche e tecnologiche.L’astronomo americanoMorris Jessup e loscienziato sovietico MatestAgrest, furono i primi asostenere l’ipotesi relativa atestimonianze diavvistamenti UFO descrittetra le pagine della Bibbia;sulla scorta di questaintuizione gli studi inquesto senso si spinserooltre, fino ad ipotizzare unvero e proprio spaziosinergico tra alieni eterrestri, con interferenzeanche abbastanza pesantiquali l’onda d’urtoprovocata dall’esplosionenucleare che avrebbespazzato i giacimenti disalgemma del Mar Morto einvestito la moglie di Lot,trasformandola in una“statua” di sale.Illuminante anche la storiadi Enoch, così come quelladi altri Patriarchi, rapiti incielo da misteriosi oggettivolanti e testimoni direttidell’apparizione dimisteriosi messaggeri divinidotati di una tecnologiaallora come oggisconosciuta, basti pensareai misteriosi visitatori checolpiscono con raggiabbaglianti dei volgari ladriche volevano introdursi incasa di Lot.Le descrizioni più comuniper questo tipo diavvistamenti sono:

• Carro di Fuoco o Turbinedi Fuoco: rapiscono in cieloil profeta Elia.• Gloria di Dio: appare neldeserto al patriarcaEzechiele.• Balena / Mostro Marinoo Terrestre: una di questiingoia Giona tenendolo nelsuo “ventre” per tre giorni etre notti senza digerirlo.• Colonna di fuoco o,durante il giorno, Nube difuoco: la stessa che indica aMosè e agli ebrei la viadell’esodo. Una sorta diastronave sigariforme al cuipassaggio si aprirono leacque.• Serpente alato oLeviatan: un veicolocilindrico capace dimuoversi in cielo come unaspecie di portaerei perlanciare ordigni più piccoli,oppure di muoversi inacqua come un modernomezzo anfibio.• Fiaccole Ardenti o ForniFumanti: i due misteriosiUFO avvistati da Abramodurante la notte che,riportati nella terminologiacorrente, sarebbero laclassica testimonianza di unUFO tubolare luminiscenteavvolto nella sua classicanebbia aerea.

Coincidenze? Voli fantasticidi sognanti ricercatori?Josep F. Blumrich,ingegnere della NASA riuscìa costruire un veivolo ingrado di volare seguendosemplicemente le paroleriportate dal profetaEzechiele: anche lui unsognatore?

Ezechiele, il primocontattista

Malgrado nella Bibbia letestimonianze diavvistamenti siano innumero considerevole ericcamente descritti, ilProfeta Ezechiele risultaessere la migliore fonte inassoluto, sia per la ricchezzadi particolari che per lafrequenza degli episodi.Da questo punto di vistaEzechiele è l’unicopersonaggio che attribuisceparticolare importanzaanche ai minimi particolaridi ogni sua visione, oltre chead essere l’unico ad averavuto contatti fisici avanzaticon gli alieni.Ovviamente i termini usatisono quelli propri della suacultura ma la dovizia diparticolari è tale chefacilmente si puòreinterpretare e riscrivereogni sua visione o contattocon termini molto piùmoderni e sicuramente didiversa valenza.Un esempio illuminante diquanto appena detto è ilrapimento di Ezechielementre si trova tra ideportati sulle rive delcanale Chebar: il profetaviene rapito in maniera deltutto simile ad una modernaabduction e trasportato inun luogo a lui del tuttosconosciuto; dalla suanuova destinazione osservòveicoli aerei inavvicinamento, circondatida una leggera nebbia e consfere luminose pulsanti,oltre che luci tutto intorno.La flotta procedevacompatta seguita a distanzadall’astronave madre la

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quale, improvvisamente,emise un rumore sordo erilasciò un secondo oggettometallico con una forteluminosità nella parteinferiore. Uno deglioccupanti contattòEzechiele affidandogli unaprecisa missione dacompiere presso il popolo diIsraele, quindi un grandefrastuono confuse il profetae al suo risveglio si ritrovònello stesso luogo dal qualeera stato prelevato.Ezechiele soffrì forti dolori,oltre che un forte eprolungato senso distordimento, probabilmentea causa delle radiazioni allequali era stato esposto pertroppo tempo.Questo quadro, relativo alprimo contatto del profetacon creature aliene,rispecchia in manieraimpressionante le vicendedei moderni contattisti eriassume tutte lecaratteristiche salienti ditali fenomeni: stordimento,paura, elevazione spirituale,messaggi da portareall’umanità, stato alterato dicoscienza.Alcuni mesi dopo Ezechielevenne rapito da unaastronave molto simile aquelle incontrate inprecedenza mentre sitrovava a casa sua; inseguito a questo rapimentoil Profeta inizia a riceveremessaggi telepatici e ancorauna volta il quadro dellamoderna abduction ècompleto.In uno dei successiviepisodi si parla anche di unoggetto “impiantato” nelcorpo del Profeta, e anchein questo caso non è

possibile non notare lastraordinaria somiglianzacon le testimonianzemoderne.L’ultimo rapimento diEzechiele è forse quello piùricco di particolari, maanche quello che più siavvicina alle descrizionifornite dai modernitestimoni riguardo al luogonel quale sono statitrasportati.Il Profeta viene rapito econdotto sulla cima di unamontagna altissima, inquella che sembra essereuna base aliena a tutti glieffetti, o meglio ancora, adun laboratorio medico.Viene accolto da unandroide metallico che gliillustra le variecaratteristiche dellacostruzione quindi, entratonella base, si ritrova inquello che sembra essere unlaboratorio medico; tavolichirurgici, strumenti eattrezzature si trovanosparsi ovunque; più inavanti visiterà anche quellache sembra essere la salacomando della base. Allafine del percorso si avvicinacon un rumore assordanteuna grande astronave cheatterra al centro della base;questo fu l’ultimorapimento di Ezechiele, daquel momento non ebbe piùcontatti con questemisteriose creature.

Angeli, Veglianti eordini da rispettare.

Angeli e Veglianti sono duedelle razze di esseri celestidescritte dal patriarcaEnoch; con il termineVeglianti si intendono più

esattamente gli Angelicaduti, quelli che in seguitoil Cristianesimo identificòcome Diavoli.Un preciso ordine di Dioimponeva ai Veglianti dinon rivelare agli umani leloro conoscenze ma questaregola venne infranta.Questo particolare episodioci lascia riflettere su duediversi fatti: in primo luogolascia desumere che iVeglianti fossero una razzaa parte, indipendente daDio anche se sotto il suocomando, in secondo luogoci riporta ad un quesito alquale spesso gli ufologicisono stati sottoposti:perché, se gli alieniposseggono questa enormeconoscenza, non ce nerendono partecipi?Enoch ci racconta che iVeglianti, in seguito allaloro disobbedienza vennerocatturati da altre schiereangeliche e incatenati,ovvero costretti a non poterlasciare il loro pianeta diorigine; forse da questi fatti,tutti ancora da interpretare,è possibile dare una rispostaal quesito precedentementeespresso.Il libro di Enoch insistemolto sui Veglianti o AngeliVigilanti; duecentoVeglianti scesero dal cielosu di un monte dovepronunciarono ungiuramento.Successivamente essiscesero tra gli uomini edinsegnarono loro arti escienze avanzate, tutte coseche solo gli “dei” sapevano.Si tratta di esseri umanoididi statura altissima, dicarnagione chiarissima, conocchi luminosi e con capelli

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bianchissimi lunghi eondulati; malgrado questaloro evidente diversità, siunirono con delle donneumane, facendo cosìpartorire loro dei figligiganteschi, i Nephilim. Questi giganti, figli deiVeglianti, iniziarono aperseguitare gli esseriumani al punto tale che Diomandò dei Veglianti fedeli asterminare tutti i giganti ead imprigionare i Vegliantiribelli, i quali furono esiliatisu qualche pianeta dellacostellazione di Orione e sualtre prigioni spaziali.

Baruk, il viaggiatorespaziale

Oltre che i libri canonicidella Bibbia, anche i testiapocrifi sono fonte dinotizie strabilianti, una diqueste riguarda un viaggionello spazio effettuato dalprofeta Baruk. Anche inquesto caso sostituiremo aitermine usati dal testimone,concetti attinenti mamoderni: nel 600 a.C. circa,Baruk viene fatto salire daun angelo a bordo di unamacchina volante che loporterà in viaggio nelsistema solare per svelarglialcuni misteri di “Dio”.Nella prima orbita Barukvede creature diverse daquelle umane ed esserisimili a bambini in un postopiatto nello spazio.Nella seconda orbita Barukvede razze diverse di alieni,sempre in un posto piattonello spazio.Nella terza orbita Barukvede nello spazio profondo(l’Ade) una macchina lungacirca sei chilometri (drago)

vicino al Sole. Il dragomangia lo “spazio” ma nonlo consuma, se ne nutre malo rigetta (si trattava forsedi un buco nero?). Il motoredella macchina ha l’aspettodi una palla di cannone eassorbe,senza consumarla,l’energia cosmica presentein tutto l’universo permuoversi. Quindi Barukvide qualcosa di moltosimile alla macchina cheportò Ezechiele nello spazioe successivamente unoggetto chiamato“guardiano dell’orizzonte”che è in orbita attorno allaTerra. Esso ha pannellisolari mobili, un motore cheproduce molta luce ed unaspecie di marchioidentificativo. Dopo questaesperienza a Baruk vienemostrata la Luna.Nella quarta orbita Barukviene portato in un luogodove c’è un’acquaparticolare che è una stranalinfa vitale che tiene in vitale anime dei giusti, vedeinoltre altri satellitiartificiali per letelecomunicazioni.Nella quinta orbita Baruk siritrova in una parte dove viè atmosfera e gravità. Quil’arcangelo Michele gli parladi una vera e propria sceltagenetica, infatti dice che igiusti e i semi-giustiverranno conservati ecurati, ma quelli non giustiverranno eliminati con isistemi peggiori.

Sodoma e Gomorra:ingerenze aliene

La distruzione di Sodoma eGomorra è uno dei tantiepisodi biblici che descrive

con estrema drammaticitàun intervento di esseri nondi questo pianeta e l'utilizzodi elementi tecnologici. Ungiorno ad Abramoapparvero due o tre uomininon certo di questo mondo,riferendogli di volerverificare di persona se erail caso di distruggereSodoma e Gomorra. Sitrattava di “...angeli” fatti dicarne ed ossa, cheaddirittura mangiano il ciboumano offerto loro daAbramo...”.Quando gli uomini alieni sirecarono a Sodoma,incontrarono Lot che liriconobbe subito poichénon dovevano certopossedere forma umana; liinvitò a casa sua ma subitosi formò una folla dipersone curiose di vederegli strani ospiti; Lot si misesulla porta di casa percercare di non far entrarenessuno ma la folla siavventò contro di lui; inquel momento gli umanoiditirarono dentro Lot ecolpirono con un raggioabbagliante gli assalitori. Scampato il pericolo, Lotviene avvisato di lasciare lacittà, poiché essa verràdistrutta con l’ausilio di unamisteriosa arma, e ditrovare rifugio sui monti persfuggire all’onda d’urtocausata dall’esplosione.Di che arma stavanoparlando? Era forsequalcosa che aveva a chefare con l’energia nucleare?Quando Lot si fuallontanato abbastanza, il“Signore” fece piovere dalcielo due missili nucleariche distrussero le due città,tutta la valle e tutti gli

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abitanti, compresa lavegetazione del suolo.L’onda d’urto causata dalleesplosioni nucleari, spazzòvia i bacini salini della zonatanto violentemente che lamoglie di Lot fuparzialmente ricoperta dalsale anche se si trovavalontano. Quando Abramo andò avedere dall’alto di unamontagna cosa era successonella valle, egli vide il fungodell’esplosione nucleare chesaliva dalla valle dove pocoprima vi era statal’esplosione. Per via delle radiazioni edelle devastazioni subite, lavalle prosperosa che primaera irrigata da ogni partediventò inesorabilmentedesertica e alcuniesperimenti condotti suiluoghi di questa vicendahanno registrato ancoraoggi un grado di radiazionisuperiori al normale.

Rapimenti a catena

La descrizione moderna diun atterraggio UFO non èmolto diversa da quantoaccadde al profeta Elia: il“Signore” atterrò con la suaastronave luminosa vicinoalla caverna dove si trovavaElia provocando tutti glieffetti che provocherebbel’atterraggio verticale di unagrande astronave. Eliapercepisce chiaramentetutte le fasi dell’atterraggio:lo spostamento d’aria, iltremolio della Terra, lefiamme del motore diatterraggio e il rumore delleporte dell’astronave che siaprono.

Lo stesso accade al profetaDaniele, rapito durante ilsonno e trasportato in unluogo nel quale gli vengonoindotte delle visioni; tra unaimmagine e l’altra il profetascorge e descrive unaimmensa astronaveattorniata da due veicoli diforma discoidale.Destino ancora più bizzarrotocca a Giona, trattenutoper tre giorni e tre notti nel“ventre” di quello chesembra essere a tutti glieffetti un mezzo anfibio.Cosa accadde nei cieli inquel periodo? Perché questaestrema sinergia tra forzealieni e abitanti della terrasi interruppe di colpo?Anche queste sonodomande destinate arimanere purtroppo insospeso, ma le coincidenzeesposte fino a questo punto,e si tratta soltanto di unaminima parte dell’interocontesto, lasciano troppidubbi e se corrisponde alvero quell’antico detto cheammonisce sul ripetersidegli eventi storici, ungiorno sapremo la verità e lavivremo con i nostri occhi.

Roberto La [email protected]

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Misteri sconosciuti d’Italia sipone come vera e propriaguida oltre che per il turistadell’insolito, anche per ilricercatore sempre a caccia dinuovi enigmi.Dopo l’esperienza divulgativadi Archeologia Aliena, Robertola Paglia continua a mantenereviva l’attenzione su queimisteri poco conosciuti, manon per questo altrettantoimportanti e degni diattenzione da parte deiricercatori.Inizia così un lungo eaffascinante viaggio che toccatutta Italia, un percorso chenon mancherà di stupire illettore, magari sorpresonell’apprendere che uno deitanti misteri descritti si trovaproprio nel suo paese, nellasua città.Dalla Porta Alchemica allecase infestate, dalla Pesaturadelle Anime al Museodell’Oltretomba, l’autore ciaccompagnerà attraversonotizie, curiosità e fatti storiciche non sempre hanno trovatospazio nelle bibliografieufficiali, rimanendo spessoconfinati nelle tradizioni orali.

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STORIA ANTICA

Una questione controversa ai limiti della dimensione delsacro. Una scomoda tradizione secolare ancora in attesa

di una spiegazione esauriente.

Il problema dellestigmate:

segni divini o simboliterreni?

© EnricoBaccarini

La fenomenologia dellestigmate ha da sempreattirato l’interesse sia delmondo religioso che delmondo scientifico.L’interpretazione di talimanifestazioni, ritenutecome la trasposizione sullacarne delle ferite inferte aGesù Cristo sulla croce, haalternato nel corso deltempo momenti divenerazione ad altri di duracontestazione. Questafenomenologia ha percorsooltre ottocento anni dellapropria esistenza tra dubbi,

incertezze e conferme. Lastessa Chiesa CattolicaRomana, come nel casodella Sacra Sindone, non siè mai pronunciatadefinitivamente di fronte aqueste manifestazioni,limitandosi ad indagaresingolarmente i soggetti chese ne dicevano portatori (1).Alla luce delle ricerchecondotte dalla fine dell’800ad oggi, siamo in grado diportare maggiore chiarezzasulle possibili origini di talisegni.La volontà, che da sempre

contraddistingue l’uomo, divoler comprendere Dio e lesue manifestazioni, hapermesso in oltre un secolodi studi di gettare nuovebasi per la comprensionedelle stigmate. Che cosa sinasconde dietro questastrana fenomenologia?Lo studio rigoroso esistematico dellemanifestazioni stigmaticheebbe i suoi albori verso lafine del XIX secolo quandonumerosi ricercatoriiniziarono ad esaminare, subasi scientifiche, la genesi di

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Enrico Baccarini è giornalista pubblicista, scrittore e laurendo in PsicologiaSperimentale. Alterna i suoi studi universitari alla profonda passione per imisteri del tempo e dell'uomo interessandosi attivamente di Ufologia, diEnigmi Storici, di Misteri del Passato e degli enigmi della Mente. Da taliinteressi è nato il portale che ha voluto appunto chiamare ENIGMA.

Enrico Baccariniwww.enricobaccarini.com

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questi segni.In questo nostro studiocercheremo di presentare ailettori di Tracce d’eternità ilfrutto di oltre un secolo diricerche, ed alcuni recenticontributi che potrebberospiegare, o forse faremaggiore luce, su talimanifestazioni.In molti soggetti questeferite si presentano duranteil periodo pasquale,seguendo la consuetudinecon cui annualmente vienestabilita questa festività enon con il periodo in cuirealmente fu crocifissoCristo. In altri soggetti lestigmate seguono uncriterio di continuità(durando anche tutto l’arcodi una vita), mentre altricasi ci presentano soggetti«intermittenti» in cui talimanifestazioni sono soventeconnesse a stati di trance.Curiosamente, le stigmatenon sono solo unaprerogativa del mondocristiano cattolico inparticolare, ma sono statesegnalate, negli ultimi anni,anche nel mondoprotestante e musulmano.Dal XIII secolo ad oggi laChiesa ha documentato ben400 casi di soggetti cheavrebbero ricevuto il donodelle stigmate. Sebbene talefenomenologia segniprofondamente la dottrinacristiana permangono atutt’oggi molti dubbi, nonancora spiegati, sulla genesidella loro espressione.Dalle analisi condotte nellapopolazione dei soggettiportatori risulta che dalXIII al XIX secolo ilrapporto tra uomini e

donne depositari dellestigmate (nei 400 casidocumentati) fosse di settedonne per ogni uomo,mentre nel ‘900 tale stimascende e ci troviamodavanti a tre donne ognidue uomini.Rimane comunque assodatoche da quando talefenomenologia ha iniziato amanifestarsi le donne sonostate le maggiori portatricidi questi segni. È doverosooltremodo precisare che,nella maggior parte dei casi,i soggetti portatoriappartenevano a ordinireligiosi o a gruppi diferventi cristiani.

STORIA E MISTERO: ICASI PIÙ IMPORTANTI

La storia odierna, ed inparticolar modo quellareligiosa, ci presenta, nelcorso dei secoli che ci hannopreceduti, numerosisoggetti cui sarebbe statofatto «dono» delle stigmate.Le persone cui di solitosono state associate sonoindividui dalla fortespiritualità e devozionereligiosa. A talimanifestazioni, soprattuttonei casi di individuisuccessivamente proclamatisanti, seguirebbero unaserie di fenomeni associatiche non saranno peròoggetto di questo nostrostudio (2).Vogliamo, a titolo dicuriosità, citareunicamente il caso diDomenica Lazzari (1815-1848) il cui sanguesfidava la legge di gravità,defluendo verso l’alto.

Nella letteratura in meritosono anche ricordati casi,seppur rari, di stigmateluminose. De Vesme, checirca un secolo fa studiòquesto tipo particolare distigmate, ne contò sette.In altri casi soggettiriesumati da sepolture(come Santa Caterina de’Ricci) a distanza di annimostravano il corpo noncorrotto dalla morte e dalquale, saltuariamente,continuavano a sgorgaregocce di sangue.Oggi tali manifestazioni, allimite tra scienza ereligione, sono solitamenteaccettate con molte riserveper la paura che la fede e ladevozione amplifichinofenomenologie ben minori.Non è scopo di questostudio giudicare taliaffermazioni, ma si cercherànondimeno di capire seesistano plausibilipossibilità per poterricondurre lafenomenologia stigmatica afenomeni umani e mentali.Il mito, il mistero esoprattutto la forte fedepopolare suscitata da questisegni, non ha permesso finoa poco più di un secolo fa diporsi nelle condizioni distudiare quali potesseroessere le possibili basibiologiche per tali tipi dimanifestazioni.Il dogma della natura divinadelle stigmate le ha cosìrelegate per molti secoli inun limbo di mistero e diinviolabilità. Sulla base diricerche condotte daeminenti studiosi delfenomeno, oggi si tendecomunque a ridimensionare

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la possibile natura divina ditali segni, per ricondurli suun piano più naturale econciliabile con la scienzaodierna.Prima di addentrarci in talistudi vorremmo presentareai lettori alcune delle figurepiù significative chepresentarono nel corso dellapropria vita tali segni.Il primo autore religiosoconosciuto che abbia usatoquesto termine persimboleggiare la sua«appartenenza» a Gesù fuSan Paolo, l’ex Saulo diTarso: «porto le stigmatedel Signore Gesù nel miocorpo», [Lettera ai Galati,VI, 17]. Ancora oggi sidiscute se queste paroleavessero un significatometaforico-simbolico,oppure letterale,segnalando così ilprimissimo manifestarsi diun fenomeno mistico moltoparticolare che è stato,appunto, definito«stigmatizzazione».Per la storiografia religiosaufficiale il primo uomo amanifestare «ufficialmente»questi segni sul propriocorpo viene oggiconsiderato San Francescod’Assisi.A trentotto anni, nel 1224,egli manifestò nelle mani enei piedi alcune lesioni cheavrebbero riprodotto quelledei chiodi che avrebberotrafitto il corpo di Gesùsulla croce, e una ferita altorace che avrebberiprodotto la lacerazioneche la lancia del centurioneromano Cassio GaioLongino (3) avrebbe infertoa Gesù morente.

Uomo di indubbia fede, e diforte carisma, SanFrancesco manifestò talisegni negli ultimi anni dellapropria vita, sul Monte LaVerna, quando si ritirò incompleta e totalecontemplazione di Dio.I resoconti testimonialigiunti fin dal passato ciraccontano che le stigmatedi San Francesco nonsanguinavano molto, «edavevano una specie diprotuberanza, come unacapocchia di un chiodosotto pelle».Ulteriore caso distigmatizzazioneestremamente interessantecorrisponde ai segni portatisul corpo da Padre Pio daPietralcina. Dietroquest’uomo, di indubbiocarisma, oggi si è creata unavera e propria venerazione.La sua recentesantificazione ha reso infineonore alla vita travagliatache dovette condurre acausa delle ingerenze dellasua stessa Chiesa.Anche questo noto uomo difede è passato al vaglio deiricercatori e nuove provesono state ricavate daglistudi condotti sulle suepiaghe. Padre Pio, secondo iresoconti oggi rinvenibili,nella sua vita avrebbe avutodiverse visioni del Cristo,che lo avrebbero poi«benedetto» con lacomparsa di questi segni.Nella fenomenologiaisterica studiata da psicologie da psichiatri, non pochisono i casi in cui i soggetti,oltre a manifestareallucinazioni, provocano sulproprio corpo ferite

autoinflitte di cui nonricordano la genesi.Oggi sembra che almenoparte del mistero di PadrePio possa essere spiegatoattraverso tale iter.È noto ormai da tempo, mapoco conosciuto, che questosant’uomo tormentava leproprie ferite così daentrare maggiormente inrapporto diretto con Dio.Il «dono» che avevaricevuto gli avrebbepermesso di comprenderemeglio il dolore e lesofferenze che Gesù Cristoavrebbe patito sulla croce. Ariprova di tali affermazioninumerosi ricercatori hannonotato che invecchiando, epossedendo quindi sempreminori forze, tali ferite nonpotevano essere piùtormentate e quindi fosseroscomparse quando il preteda Pietralcina morì.La mistica cristiana haconsiderato la sparizione diquesti segni come unmiracolo, ma non possiamodubitare di altre spiegazionipiù «terrene», anchedifferenti da quellapresentata. Alcuniricercatori sono riusciti areperire documenti originalidai quali si può apprenderecome Padre Pio applicassesulle proprie mani sostanzechimiche per disinfettare lacarne, mantenendo peròaperte le ferite (4). Il datoeccezionale, anche per laricerca odierna, è chequesto uomo portò con sétali segni per circa 50 anni.Un altro caso che hameritato l’attenzione deiricercatori appartiene allastoria di suor Maria Teresa

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Neumann.Suor Teresa Neumannricevette le stigmate ilvenerdì santo del 1926,dopo aver avuto una visionedella crocifissione.Successive ricercheevidenziarono che sul pianopsicologico la Neumannpossedeva tutte lecaratteristiche del«ricevente» per le stigmate.Le sue ferite permasero finoal 1962 quando morì, perben 36 anni. Anche inquesto caso alcuni autorichiamano in causal’autoinflizione, cosciente oincosciente, per la presenzae soprattutto la permanenzadi questi segni. Tale ipotesiperò non hanno trovatoprove oggettive per unaconfutazione.Teresa Neumann è oggiricordata per la copiositàdel sangue che sgorgava dalsuo corpo. Ancora oggi, imedici non si spieganocome questa donna potesse,mangiando solo un’ostia algiorno, riuscire asopravvivere e a produrretanto sangue. Le stigmate diquesta donna sono stateclassificate tra le piùestreme che la storia possaricordare.La più giovanestigmatizzata della storia fula californiana ClorettaRobertson che, a soli 9 anni(poco prima della Pasquadel 1972), ricevette lestigmate. Le sue stigmate sidimostraronoestremamente interessantiper la comunità scientifica.Vennero sottoposte asvariati esami medici e lemani di Cloretta vennero

anche posizionate sotto unmicroscopio molto potente.La scoperta che gli studiosifecero li lasciò peròtotalmente attoniti. Ilsangue, come evidenziaronosubito gli studiosi,«filtrava» dalla sua pelle.Ma la cosa che sconvolsemaggiormente la comunitàscientifica di quei tempi,nonché la comunitàreligiosa, era che unaragazzina di colore, di noveanni e soprattuttoprotestante, potessemanifestare un segnoconsiderato appartenentesolamente alle persone«sante» e di fede cattolico-romana. Ciò potrebbeprovare, come suggerirononumerosi autori, che lestigmate possono comparirepure al di fuori della ChiesaCattolica, e che possanoanche essere unamanifestazione propria diun quadro patologico opsicosomatico non ancoraconosciuto.

ALCUNE POSSIBILISPIEGAZIONI

Il fattore fondamentale chedeve esser tenuto presentein queste ricerche, ed inquesto articolo, è come lepersone possano «ricevere»questi segni.La comunità scientificainternazionale oggi ritieneinfatti che non sia piùnecessario chiamarenecessariamente in causaun’origine paranormale, odovuta a Dio stesso, per talimanifestazioni, maprobabilmente si debbanosemmai vedere nei soggetti

stigmatizzati delle«risposte» a Dio, e dellerisposte all’idea che questihanno della sofferenza edelle ferite subite dal Cristo,inteso secondo la religionecattolica quale Dio sullacroce.Si tratta comunque di unfenomeno profondamentereligioso che toccaintimamente la devozione dimolte persone. Non èpossibile parlare di frode,poiché la maggior partedelle volte questi segniappaiono inspiegabilmente.L’unico prodotto tangibiledi questa fenomenologia èche incoraggia la fede, laintensifica e la potenzia. LaChiesa è una espressionedella fede, ma è un’operadell’uomo. Anche lestigmate, probabilmente,sono un prodotto dell’uomoma intensificano la fede.

Come ci possiamo spiegareperò il fatto che prima diSan Francesco esistesseropochi casi documentati distigmatizzati e dopo lamorte di questo umile uomoiniziassero in tutta Europa adilagare tali manifestazioni?Se non abbiamo proveinconfutabili in nostropossesso per attestare che sitratti di veri e proprimiracoli, ovvero dimanifestazionistraordinarie della nostramente, possiamo però nelcontempo avvalerci dellaricerca scientifica chenell’ultimo secolo ci hapermesso di potercomprendere in manierasempre più vasta che cosarealmente si può celare

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dietro tali segni.Delle oltre quattrocentopersone sopra citate chericevettero le stigmate, ben62 vennero canonizzate e ditutte queste il 90% eracostituito da donne. Dietrotale cifra si può celare unsignificato?Il motivo per cui lastragrande maggioranza deisoggetti stigmatizzatiappartiene al sessofemminile potrebbe forserisiedere nel fatto obiettivoche il gentil sesso apparestatisticamente ben piùsoggetto a manifestazionineuropsichiatriche di tipoisterico-ideoplasticorispetto al sesso maschile.Nell’ambito degli studicondotti fino ad oggi esisteuna fenomenologia che iricercatori, fin dalla metàdel XIX secolo, hannosempre associato allamanifestazione dellestigmate, e cioèl’ideoplastia.Con tale termine si tendeoggi ad identificare il potereche la nostra mente avrebbedi agire sul corpo.Questo neologismo venneconiato da Durand du Groynel 1860 per indicarel’impressione di una idea sudi un soggettosuggestionato.Nel 1884 il professorOchorowicz estese ilconcetto definendolo comel’azione fisiologica di unaidea, esaltata dai processi disuggestione oautosuggestione,sull’organismo umano.Un altro fenomenodocumentato, diverso dallestigmate ma assimilabile

alle stesse, è la«dermografia».A differenza dei segnioggetto di questo articolo,che durano mesi o anni, senon l’intero arco di una vita,la dermografia persistesolamente per pochi minutio poche ore dopo che si èmanifestata o è stataprodotta.Sono stati condottinumerosi esperimenti alfine di appurare la naturadel fenomeno; glisperimentatori scrivevano odisegnavano con un dito oun bastoncello sulla pelle diun soggetto posto in trancee dopo pochi istanti quellaparola (o quel disegno)apparivano sulla cute delsoggetto (probabilmenteper una dilatazione dei vasisanguigni causata dallasuggestione ipnotica).Il dottor Lébeault, notostudioso del tempo,condusse alcuniesperimenti veramenteinteressanti nel settoredermografico. Dopo avertoccato con un ferro freddola pelle di alcuni soggettiposti in trance ipnotica, edicendo loro che si trattavadi un ferro rovente, erapossibile entro poco tempovedere formarsi neimedesimi punti dellevesciche da ustioni.Esistono diversefenomenologie mediche chepotrebbero aiutarci a capiremaggiormente il fenomenodella stigmatizzazione.Nel caso di ClorettaRobertson, poche personeormai ritengono ancora chesi sia trattato di una veramanifestazione stigmatica;

è invece a tutt’oggi opinionecomune che la bambinaabbia vissuto una patologiadefinita «sudorazioneematica», o «ematoidrosi».È stato infatti appuratocome un forte stressemozionale possadeterminare un’importantevasodilatazione associata adun considerevoleincremento dellapermeabilità dei capillari;queste due situazionipromuovonoun’extravasazione delsangue nelle ghiandolesudoripare che in questomodo secernono sudoremisto a sangue, fatto questoche può facilmente trarre ininganno anche l’occhioesperto di un medico che, inquesto modo, puòinterpretare erroneamentequesto fenomeno comeun’effettiva e copiosaemorragia.Un eclatante esempio diematoidrosi lo si ritrova neltesto più importante dellacristianità, il NuovoTestamento.In un passo dei Vangeli incui Gesù si reca nell’orto deiGetsemani per pregare ilPadre prima di essereucciso sulla croce (“…siallontanò da loro quasi untiro di sasso, einginocchiatosi pregava:‘Padre, se vuoi, allontana dame questo calice! Tuttavianon sia fatta la mia, ma laTua volontà’. Gli apparveallora un angelo dal cielo aconfortarlo. In predaall’angoscia, pregava piùintensamente; e il suosudore diventò come goccedi sangue che cadevano a

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Terra…”), durante lapreghiera, particolarmentelunga ed intensa, Gesùiniziò quindi a sudaresangue.In realtà questa reazionepotrebbe essere associatacon molta probabilità ad uncaso di ematoidrosideterminata dal fortecoinvolgimento emotivo, epsicologico; che costituì unfattore di forte stress,(definito «stressor»),nell’agonia di Gesù.L’ematoidrosi, in questovasto campo di studi,potrebbe aiutarci acomprendere questa stranafenomenologia che da oltreotto secoli si è manifestataapertamente. Sono statechiamate in causa diversespiegazioni per potercomprendere le stigmate,ma l’unico tassellomancante in tali studi è lacomprensione delmeccanismo che da unostato psicologico potrebbepermettere l’espressione diquesti segni in uno statofisiologico.Come può riuscire la menteumana a creare una lesionefisica sul corpo?Quali meccanismi entranoin gioco?Siamo forse tuttiplausibilmentestigmatizzabili a livellopotenziale?Queste domande sono soloalcune tra quelle che i primiricercatori si posero perriuscire a capire quale fosseil meccanismo alla basedell’insorgenza di questestrane piaghe.Nel corso dei secoli l’uomoha sempre creduto che la

propria mente potesseessere utilizzata come unostrumento estremamentepotente, e ne sono unadimostrazione alcuni culti oalcune sette religiose chefondano certi loro principiproprio su questeassunzioni.Attualmente la scienza èaltrettanto concorde nelritenere che le potenzialità(e non i poteri) della nostramente siano estremamentevaste ed importanti.Soprattutto grazie a studi ditipo psicologico epsichiatrico sono statiindagati ambiti della nostramente inesplorati permillenni. Pur se queste duediscipline vantano poco piùdi un secolo e mezzo di vita,i progressi raggiunti inquesto breve periodo ditempo sono estremamenteinteressanti.Attraverso le innumerevolivie concesse dalla scienzaattuale, oggi possiamo inalcuni casi anche riprodurrefenomenologie simili aquelle delle stigmate insoggetti sottoposti adesperimenti di laboratorio.Tra queste è interessanteevidenziare un fenomenopoco conosciuto, maampiamente studiato dalXIX secolo, la“vescicolazione ipnotica”.Con tale termine oggi sitende a designare tutta unaserie di fenomeni che iricercatori sono in grado difar comparire sulla pelle deisoggetti sottoposti adesperimenti, estremamentesimili ai segni presenti neglistigmatizzati.La vescicolazione ipnotica

avviene attraverso unasemplice induzione ipnoticaa seguito della quale losperimentatore utilizza unqualsiasi oggetto, atemperatura ambiente,sottoponendolo a zonedifferenti della cute di unsoggetto, facendogli credereche questo siaincandescente.I risultati di tali esperimentisono estremamenteinteressanti. Nel giro dipochi minuti, fino a qualcheora, i soggetti sottoposti atale procedura riportanoustioni più o meno graviproprio nel punto (o neipunti) specifici scelti dalricercatore. Fattoremaggiormente interessanteè che se, come è stato fattoin alcuni esperimenti,poniamo un oggetto dallaforma ben precisa sulbraccio di un soggetto,vedremo che l’ustione che siverrà a creare corrisponderàappieno alla forma postasulla cute dello stesso.Questi esperimentisuscitarono forti discussionied accesi dibattitiaccademici quando dallametà dell’800 si iniziò apubblicare i primi risultati.Grazie agli studi condottinella variegatafenomenologia dellestigmate oggi non si puòescludere aprioristicamentel’apporto di meccanismiinconsci o psicodinamiciche possono essere attivatida forme di isterismo o diipnosi autoindotta. In talsenso la spiegazione che lapsicologia e la psichiatriadanno delle stigmate è daricondursi proprio alle due

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varianti precedentementecitate, anche se talispiegazioni sembrano nonessere per ora in grado dispiegare nella totalità lacomplessità del fenomeno.Usualmente si distinguonodiversi tipi di trance:ipnotica, mistica,medianica, psichedelica.Lo stato di trance puòessere quindi indottoattraverso svariati modi. Sedurante la trancel’attenzione della personapersiste per un temposufficiente in unmonoideismo (5), allora èaltamente probabile lamanifestazione di forme«ideoplastiche». In talecaso la mente attua unprocedimento fisiologico,per ora sconosciuto eappena ipotizzato, cheattuerebbe latrasfigurazione di una idea,e del suo contenuto, in unaforma esteriore, tangibile emateriale.A tale proposito lo studiosoAlfonso Siani scrive in unsuo libro: «Se una persona,che partecipa ad unafunzione liturgica moltotoccante in un Santuariorinomato dove si è recatacon un’aspettativa diguarigione da una malattia,e ad un certo punto entra intrance in uno dei modiprima visti (anche senzasaperlo) e la sua attenzioneè focalizzata unicamentesull’idea di guarigione, seindugia adeguatamente sutale idea realizza unaideoplastia , in altre paroledà avvio ad un processo diguarigione che può esserepiù o meno veloce (6).

In qualche modo, così, lamente concretizzerebbe unprocesso fisiologico, ancoraignoto e a mala penaipotizzabile, chepermetterebbe in concretola trasformazione di unaidea, con tutti i suoicontenuti, in una formaesterna, obiettiva e visibile.Tale psicosomatizzazione,se così possiamointerpretarla, potrebbecondurre allamanifestazione dellestigmate. Oggi la possibilitàdi un meccanismo difeedback tra mente e corpoviene studiata dallapsiconeuroimmunologia(7).Queste sono solo alcunedelle ipotesi cheattualmente potrebberopermetterci di comprenderequesta stranafenomenologia. Lapsicologia e la psichiatriapsicosomatica hannorealizzato, nel loro iter diricerche, delle scoperteestremamente interessantisu quelli che potrebberoessere i meccanismi allabase di tali manifestazioni.Oggi sappiamo che non èpiù improponibileconsiderare la mente, ed ilnostro cervello, come unamacchina estremamentepotente e dalle potenzialitàstraordinarie. Talipotenzialità si potrebberoesplicare, secondo tali studi,anche attraverso lamanifestazione di unafenomenologia a carattereprettamente religioso.È doveroso sottolineareanche come lafenomenologia da noi presa

in esame non si siamanifestata nel corso deisuoi secoli di presenza nellelocazioni anatomichecorrette.Siamo infatti stati abituatiad immaginarci le stigmatecome un fenomeno estaticoche si localizzaanatomicamente sui palmie/o sui dorsi delle mani deisoggetti portatori. Taleposizione anatomica èstoricamente, ereligiosamente, scorrettapoiché mai furono condottedelle crocifissioni in cui isoggetti furono inchiodatiattraverso i palmi ed i dorsidelle mani. Crocifiggere unapersona in tali locazionivorrebbe significare vederlacadere entro pochi minutiin conseguenza di una verae propria lacerazionenonché frantumazione delleossa della mano.Queste ossa non sono ingrado di sorreggere il pesodel corpo umano per le leggiche ci insegna la fisica.Verosimilmente (vera ofalsa che sia) anche nellaSacra Sindone custodita aTorino, il soggettocrocefisso è stato trafittopoco sotto i polsi, tra l’ulnae il radio. Queste due ossa,che formano i nostriavambracci, sono infattidisposte in modo da creareuna intercapedine naturaleattraverso la quale venivanoconficcati i chiodi per lecrocifissioni. Ogni restoumano ritrovato esottoposto a questodisumano suppliziodell’antichità presentainfatti delle lesioni e dellescheggiature proprio in

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corrispondenza di tali ossa,e mai nelle mani.A dimostrazione di taleipotesi vediamo come nellaparte finale dell’ulna e delradio, in quellaintercapedine che si collegaalla mano, esista un piccolospazio, definito di «Destot»,attraverso il quale sarebbeestremamente semplicepoter inserire un chiodo.I reperti storici cidimostrano come nellaPalestina romana talelocazione fosse l’unicaattraverso la quale venivanofatti passare i chiodi diquesta atroce condanna amorte. La stimolazionemeccanica effettuata sulnervo posto nello spazio diDestot porterebbe inoltre adun piegamento innaturaledel pollice della mano e lostesso dato lo possiamosignificativamente ritrovarenell’immagine impressanella Sacra Sindone.Questi dati potrebberoportarci a considerazionidrasticamente negative sulreale significato celatodietro le stigmate«storiche».L’iconografia cristiana, edaffine, ha da sempremostrato, per un sempliceerrore storico-iconografico,le ferite inferte a Cristo inuna ubicazione del tuttosbagliata e non reale, chepotrebbe, nel caso cidovessimo trovare davantiad un fenomeno di matriceterrestre, aversuccessivamente condottoad una trasmissioneiconografica sbagliata nellalocalizzazione di questisegni.

L’aura di mistero che hapervaso questafenomenologia, come altre,è stata ridimensionata daglistudi e dalle ricerchecondotte fino ad oggi.La voglia di mistero insitain ogni individuo si devescontrare tuttavia con larazionalità e la scientificitàpropria della nostra natura.La presenza dimanifestazioni chetrascendono la nostranormalità ci conduce in uncammino di studio e ricercache non implica per forza dicose fonti superiori oinsondabili misteri qualeloro origine.Ciò che in un dato periodopoteva essere ricondotto adun «misteroinsormontabile» oggi, con ilprogredire delle nostreconoscenze, può trovaremaggiori spiegazioni grazieall’intervento della scienza.Naturalmente questo nonvuol stare a significare chetutti misteri, in sensoproprio, debbano averenecessariamente unaspiegazione, o checomunque si potrà giungerealla comprensione di moltidi questi in tempi brevi.Tendiamo unicamente asottolineare come moltemanifestazioni possano, nelcorso del tempo e grazie aiprogressi scientifici, trovareuna qualche spiegazioneplausibile (seppur, in certicasi, non inderogabilmentesicura).La stessa fenomenologiadelle stigmate tuttorapresenta dei lati ancoraoscuri e dei fattori che nonsono spiegabili attraverso

criteri noti o spiegazioniscientifiche conosciute.Di conseguenza possiamoipotizzare, in via del tuttogenerale, quale possa esserela genesi di questemanifestazioni ma nonpossiamo, né dobbiamo,dare prevenute eaprioristiche certezze su diessa.La fisiologia ed i processibiochimici chesembrerebbero essereimplicati nei processi diformazione di questi stranisegni e l’intervento di unapsiche più potente diquanto si potesse ritenere,sono senza dubbio due tra ifattori fondamentali per lamanifestazione di questesintomatologie, ma nonpossono rispondere ancoraappieno a molte delle nostredomande.

CONCLUSIONI

Leggendo le varie operedella Chiesa Cattolicadedicate agli esorcismi, ciimbattiamo in una frasesignificativa che sembraproprio fare al caso nostro:«Ne facile credas aliquam ademone obsessum esse»(8),(trad., «Non si credafacilmente che qualcuno siaossessionato daldemonio»). Significativa diun pensiero e di un modo diagire che dovrebbe esserescrupoloso ed attento neiconfronti di un fenomeno,la possessione diabolica,che può essere facilmentescambiato con altrepsicopatologie.Allo stesso modo lemanifestazioni stigmatiche

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debbono essere studiate econtrollate attraverso glistrumenti e le conoscenzeche la scienza ci mette adisposizione.Oggi i ricercatoriconsiderano, quasiconcordemente, le stigmatecome un fenomeno al limitetra la psicofisiologia e lapsicopatologia, tra lapsicosomatica e laautosuggestione.Una precisa interpretazionedi questa anomalia chiamain causa l’azione di diverseconcause ascrivibili a fattoriendogeni ed esogeni allanostra mente.È stato osservato (9) comele stigmate abbianomaggiore probabilità dimanifestarsi in soggettidefiniti «contemplativi»,inclini all’isteria e con unaforte determinazioneinterna.Una visione obiettiva erazionalista ci indica che lapossibilità che una ideadominante (conscia oinconscia) possa imprimersiconcretamentenell’organismo, creandolesioni cutanee anche diconsiderevole impressività,è oggi tutt’altro cheimprobabile.Purtroppo non è semplicestudiare fenomenologie chesono fortementeconnaturate con lareligiosità e la fede comune,ma la naturale tendenzadell’uomo a spiegare ilmondo che lo circonda e arazionalizzare fenomeni chenon riesce a comprendere cispingono verso unasostanziale rivalutazione diqueste manifestazioni, alla

luce di studi e ricerche cheda oltre un secolo e mezzoche ci hanno condotto adipotizzare, e oggi quasi acomprendere, uno dei piùgrandi misteri dalle originidella fede.

Note

1. Padre Gemelli stesso, uno deirappresentati più accreditati perle questioni di caratterescientifico del Vaticano, asserìnumerose volte che SanFrancesco doveva essereconsiderato il solo stigmatizzatodella storia cristiana, ovvero ilsolo in cui si potesse dimostrareun’origine divina di talimanifestazioni.2. Come un intenso odore di fiori,fenomeni parapsicologici, etc.3. Vedi Archeomisteri n° 2,articoli di P. C. ed EnricoBaccarini.4. Queste ricerche, ed altre sullafenomenologia delle stigmate ingenerale, sono state condotte inprevalenza da Bob Rickard, editordi Fortean Times, e dal Dr. TedHarrison, uno dei più importantiesperti mondiali in stigmatologia.5. Ovvero se l’attenzione, in statodi trance, si focalizza per un certoperiodo di tempo solamente su diuna idea cardine.6. Tratto da «Manuale di Ipnosi»,di Alfonso Siani, ed. SelectaMedica, Pavia 2000.7. Vedi «Mente, Cervello eSistema Immunitario», diMassimo Biondi, ed. McGraw-Hill – 19978. Tratto da un manuale diesorcismi del XIV secolo9. Dal Dottor Scott Rogo

L’ULTIMO LIBRO DIENRICO BACCARINI

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Tutti sanno che esiste unaFirenze mondialmentericonosciuta come capitale dellacultura e dell’arte. Non tuttisanno però che c’è anche unaFirenze occulta e misteriosa. Lacittà dello studiolo di Francesco Ide’ Medici e dei suoi esperimentialchemici, della Massoneriamedievale e degli spiriti delSalone dei Cinquecento, del tetroSavonarola e del Canto de’Bischeri. E ancora dei mistericifrati nei dipinti e neimanoscritti, delle torture atroci einfernali del Bargello, di Dante edegli esoterici Fedeli d’Amore,delle disavventure di CeccoD’Ascoli e di quelle di Pico dellaMirandola, delle confraternite edegli eretici. Un itinerariomisterioso dove ogni via, ognicasa, ogni androne, mostraironico al turista la sua ombra egli nasconde geloso il suosignificato. Un viaggio che daFirenze mano a mano si svolge,per gironi danteschi, lungo tuttala Toscana: San Galgano e la sualeggenda, lo sfuggente fiumeDiana e la Chimera, le visioni e ivisionari, Lazzaretti e i fantasmivaganti a Montaperti, i labirintietruschi e l’enigmatica città diLuni. Fatti, paure e sensazioniche impregnano di sé la terra e gliuomini. Foschie o vaghe nebbieche salgono lente alla memoriada questa terra arcana emisteriosa.

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URBIS HISTORIA

Sinis Cabras (Or), località Monti Prama

L’enigma degli occhi

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Simonetta [email protected]

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

Il ritrovamento

Nel marzo del 1974 inlocalità Monti Prama –Sinis/Cabras (Or), (iltoponimo ha originedall’altezza di 50 metri(monte) e dalla palma nana(prama) diffusa in questazona ) un contadino duranteuna semplice aratura delsuo terreno, toccòinavvertitamente con lalama qualcosa di anomaloche si rivelò essere la testagigantesca di una statua. Leautorità fecero interveniredue dei più famosiarcheologi sardi dell’epoca,Giovanni Lilliu e EnricoAtzeni i quali diedero il viaalla più grande edenigmatica scoperta interritorio sardo. Gli scavi daloro organizzati diedero allaluce trenta giganteschestatue di pietra, alte duemetri circa, databili adalmeno 2700 anni fa.Trattasi di 30 guerrieri, traarcieri e pugilatori,probabilmente messi acustodia di una tombaproprio come i famosiguerrieri cinesi; ladifferenza è che questipersonaggi non sono lariproduzione esatta di esseriumani, bensì riportanofattezze anomale: hannoocchi come due cerchisovrapposti e la bocca è unasemplice fessura, hanno unapettinatura in stile celticofatta a trecce e abitiorientalizzanti, ma ciò che lirende unici è la loro titanicaaltezza, che varia tra i 2metri e i 2 metri e 60, oltreal fatto che portano il 52 dipiede!

Sono statue in pietraarenaria, diritte in piedi econ braccia piegate a tenerescudi o armi.Le statue furono ritrovateall’interno di una area sacrasopra delle basi chedelimitavano alcune tombea nuraghe e diversi betili.

L’occultamento

Resta un enigma, ancorapiù inspiegabile di loro e delloro eccezionaleritrovamento, il fatto chenon se ne sia mai saputonulla, se non da pochi annia questa parte. Infatti furono“abbandonati” per ben 32anni nel museo di Cagliari,ma non in una sala di visita,bensì negli scantinati umidie bui… perché? Solo nel 2003, si decise ditrasportarli, con pococlamore, in un centro direstauro, a Li Punti, inprovincia di Sassari. Questo gesto fu compiutoprobabilmente anche inseguito a numerosepressioni da parte distudiosi ed appassionati .

La storia

Da una attenta osservazionenascono diverse domandesul loro significato e suquale cultura potrebbe averispirato tali sculture: chidoveva difendere questoesercito? Un re o unpopolo?E contro chiprestare difesa? Stranieri oforze del male? Da chi sonostati scolpiti?Le pettinature sono celtiche,gli elmi hanno delle corna,gli scudi sono elaborati.

Sono molto simili aibronzetti dei ritrovamentidi “Abini/Serri” (dal nomedei luoghi di ritrovamento:Abini/Teti e Santa/Serri)per volti, vestiari e armi eper questo vengono datatitra il VII e l’VIII secolo a.C.,periodo in cui si ritiene chegli Shardana (il popolo delmare sardo) avessero giàgirato il mondo alloraconosciuto, acquisendoinnumerevoli conoscenzenel vestiario (orientale), neicapelli (celtici) e nelle armi.L’autentica datazione non èmai stata accertata, ma visono altre ipotesi che vannoanche dal 2700 a.C. al 1°millennio a.C. fino al VIIsecolo a.C.Guardando queste statue, cisi chiede il perché dellaraffigurazione degli occhiattraverso due cerchiconcentrici come fosserodue occhiali. Forse untentativo di rappresentare lapupilla o il desiderio dirichiamare qualcosa d’altro?Si può affermare che, nellevarie forme d’arte, gli occhinon sono mai stati disegnatiin questo modo. C’è chi hasostenuto che queste statuederivino dalle statue grechepiù conosciute, le Kore e iKuroi (statua femminile emaschile), molto stilizzateche si avvicinano a questostile di scultura.Ma, stando alla datazioneche si è ricavata su questiGiganti del Monte Prama,gli stessi sarebberoantecedenti alle sculturegreche.

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Le statue

Le statue sono moltostilizzate e con il naso moltoaccentuato; i cerchi degliocchi sono perfetti. Anchel’arcata sopraccigliare èmarcata. I piedi taglia 52sono molto presenti,poggiano sicuri su ampiebasi. Sono tutti arcieri epugili e solo uno è unguerriero. Sulle statue sonostate rinvenute tracce dicolore rosso e nero. Non èstato ancora possibilericostruire una statua perintero,ma sono state percerto identificate 25 statuedi cui 17 pugilatori e 8arcieri.

I pugilatori

Hanno tutti:

• il petto nudo

• un gonnellino cinto dalacci

• un elmo liscio (forse arappresentarne uno di cuoioo di stoffa)

• delle lunghe treccepettinate alla “celtica”

• Il braccio destro con unaprotezione di cuoio fino allamano a reggere la partecorta dello scudo

• Il braccio sinistro areggere lo scudo che copre ilcapo come a “difesa”

La caratteristica deipugilatori è che il bracciosinistro in alto tiene unoscudo a proteggere la testa,mentre il braccio destrotiene la parte corta dello

scudo. Questa azione venivaspesso seguita in fase dibattaglia proprio perdifendersi dalla pioggia difrecce di nemici arcieri. I pugilatori in questo casosarebbero dunque in fase didifesa e non di attacco.Hanno similitudini con ibronzetti di DORGALI

Gli arcieri

Hanno:

• Una placca pettorale

• Una corta tunica

• Un elmo con le corna

• Delle lunghe treccepettinate alla “celtica”

• Schinieri a protezione deipolpacci

• L’arco nel bracciosinistro

• Il braccio destro inposizione di offerta oppureuno scudo

• Non sono né a difesa e néad attacco, ma sono ariposo.

Sono prevalentementearcieri a riposo perché conla mano destra a voltetengono uno scudo, altre latendono in segno di offerta.Tra loro differisconoparecchio, cosa che nonsuccede nel gruppo deipugilatori molto più similitra di loro. Hannosimilitudini con i bronzettidi TETI ABINI

Il guerriero

L’unico guerriero non puòessere descritto neiparticolari perché quasitotalmente distrutto.

I modelli di nuraghe ebetili

Insieme a loro sono statiritrovati dei modelli di

Nuraghe.

Le tombe delritrovamento

Le tombe a pozzetto, dovefurono ritrovati, devono ilnome al fatto checontenevano i corpi inposizione fetale. In tuttosono 33, quasi uno per ognistatua-guerriero.Le tombe sono prive dicorredo funerario. Solo unatomba aveva uno scarabeodel VII secolo a.C., in stileegizio tipo Hyksos, unicaprova sulla quale è possibiledatare le statue, anche se èprobabile un riutilizzo delletombe in epoche successive

L’enigma degli occhi

Tra gli strumenti dilavorazione si presuppone cifosse il compasso o qualcosadi simile senza il qualesarebbe stato impossibilerealizzare cerchi cosìperfetti. Sicuramente sonostati usati strumenti dimetallo o di bronzo per lascultura, scalpelli,

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

raschietti, punte. Alcuni fasidi scultura presuppongonol’utilizzo di una “gradina”una sorta di scalpello conbordo dentellato di cui se neha notizia certa per la primavolta però secoli più avanti,solo nel VI secolo a.C. inGrecia.

Nei locali del Centro diConservazione e Restauro aLi Punti, con la direzionedei lavori della Soprintendenza per i BeniArcheologici per le provincedi Sassari e Nuoro, iltradizionale cantiere direstauro si trasforma in unagalleria laboratorio nellaquale il pubblico puòosservare dal vivo le attivitàdi conservazione e restauro.Il visitatore può percorrerela lunga balconata chesovrasta la galleria e sitroverà avvolto in un grandescenario naturale cheripropone l’ambiente ed ilcontesto di provenienza.Per prenotare una visita:e-mail [email protected] visite si effettuano ilprimo e ultimo martedì delmese dalle 9 alle 11.delle sculture.Suggerimenti turistici:

Cabras, il regno deipescatori

A pochi chilometri daOristano sorge Cabras, unacittadina dalle case a unpiano che ha conservatol'impianto antico. Essa sitrova ai bordi dello stagnoomonimo, uno tra i piùgrandi di acqua dolce dellaSardegna e comunica colmare attraverso una serie dicanali.

Un tempo sullo stagno siandava a pesca conimbarcazioni dalla formaappuntita, is fassonis,costruite con erbe palustriessiccate al sole,avvalendosi della stessatecnica usata dai Fenici.Sempre a questapopolazione sembra risalireanche la ricetta de "samerca", piatto tipico diCabras: i muggini vengonoavvolti in erbe lacustri elasciati a macerare in acquasalata. La più antica testimonianzadella presenza umana nelterritorio proviene dallalocalità di Cuccuru is Arrius,dove sono state trovatetombe risalenti al neolitico(4000 a.C.). Le statuetterinvenute nei corredifunerari testimoniano lareligiosità di ambitomediterraneo di quelperiodo, pervasa dal cultodel dio Toro e dalla deaMadre. All'epoca nuragica risalgonoinvece le statuemonumentali in pietra diguerrieri o atleti provenientidal sito di Monti Prama,oggi conservate al MuseoArcheologico Nazionale diCagliari. Di particolare interesse alivello storico e archeologicoè l'area di Tharros, checonserva numerosetestimonianze del periodonuragico, tra cui duenuraghi e il villaggio sullacollina di Muru Mannu. Lafondazione del centrourbano avvenne in realtà adopera dei Fenici, attornoalla fine dell'VIII secolo a.C.Dell'epoca punica non

rimane nulla nei ruderi delcentro urbano, che conservainvece soprattutto la faseromana. Le testimonianzepiù antiche provengonodalle due necropoli adincinerazione risalenti allametà circa del VII sec. a.C.Di sicuro interesse per ilvisitatore è la festa di SanSalvatore, durante la qualesi ripete una dellemanifestazioni più antiche esuggestive dell'isola.Diverse centinaia di giovanie adulti, vestiti con il saiobianco e scalzi, portano ilsimulacro dalla parrocchialesino al santuario di SanSalvatore. La città è conosciuta poi peressere la maggioreproduttrice sarda dellatipica bottarga, costituitadalle uova del mugginepressate, salate e seccate,che si può assaporare ingustose ricette in diversiristoranti della cittadina.

Al limite settentrionale delgolfo di Oristano si distendela Laguna di Mistras,separata dal mare da duecordoni litoranei. Essas'inserisce nelle zone umidedi importanzainternazionale previste dallaconvenzione di Ramsar ed èhabitat ideale per fenicotterirosa, cormorani, aironicinerini e falchi pescatori.Ricco di avifauna anche ilvicino stagno Mar 'e Pontis,dove è possibile visitare laPeschiera Pontis, un'anticacostruzione per l'itticoltura,con chiuse e lavorieri.

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San Salvatore di Sinis.

Le bianche case deipellegrini, dette cumbessias,circondano la chiesacampestre di San Salvatore.Esse vengono abitate pernove giorni all'anno, acavallo tra agosto esettembre, in occasionedella novena per la festa delsanto. La chiesa è sorta allafine del XVII secolonell'area di un santuariopagano di origine nuragica,incentrato sul culto delleacque e ricostruito nel VIsecolo come chiesasotterranea. Attraverso unascala nella navata sinistra siscende all'ipogeo formatoda sei vani: due rettangolariai lati di un corridoio checonduce a un atrio circolarecon un pozzo, intorno alquale sono disposte trecamere. L'ipogeo èparzialmente scavato nellaroccia; i soffitti a botte sonoin arenaria e mattoni. Sullepareti si sono conservatidiversi graffiti di animali(elefante, pantera e pavone)e di divinità (Ercole chelotta con il leone Nemeo,Marte e Venere con unpiccolo Eros alato). Interessanti le scritte arabeche parlano di Allah eMaometto, nonché lenumerose raffigurazioni dinavi, che gli studiosiritengono potessero esseredei probabili ex voto. Lelettere latine RVFintrecciate come in unmonogramma e ripetute piùvolte sembrano derivaredalla lingua fenicia esignificare "guarire, salvare,dare salute".

San Giovanni di Sinis

Al limitare della penisoladel Sinis vi è la localitàbalneare di San Giovanni,un tempo famosa per lecaratteristiche baracche deipescatori costruite in legnoe giunco. Oggi nerimangono solo alcune: ilgruppo più numeroso è aoriente della statale, pocodistante dagli scavi diTharros. All'ingresso delpaese sorge la chiesapaleocristiana di SanGiovanni, che, insieme aquelle di San Saturnino aCagliari e Sant'Antioco nelpaese omonimo, è la piùantica della Sardegna;l'impianto originario infattirisale al VI-VII secolo,anche se gran partedell'aspetto attuale è dovutoai rimaneggiamenticompiuti dai monaciVittorini intorno all'XIsecolo. L'interno a trenavate coperte da volte abotte è estremamenteevocativo e suggestivo. A poca distanza c'è l'OasiTorre 'e Seu del WWF checonserva una delle ultimemacchie spontanee di palmenane rimaste nella zona. Siraggiunge con una stradasterrata che parte dallaperiferia settentrionale diSan Giovanni di Sinis. Dalcancello si prosegue a piedifino al mare e alla Torre 'eSeu, costruita dagliSpagnoli

Oristano

Al limite settentrionaledella pianura delCampidano, nei pressi della

foce del Tirso, al centro diun sistema di stagni moltopescosi, sorge Oristano,capoluogo di provincia dal1974. La sua origine èfissata al 1070, quando dallavicina Tharros, devastatadai Saraceni, la popolazionemigrò verso il nuovoinsediamento. A grandeimportanza assurge tra 1100e 1400, quando, capitale delGiudicato di Arborea, èguidata da sovraniilluminati come Mariano IVe la figlia Eleonora,redattrice della raccolta dileggi denominata Carta deLogu. Piccolo gioiello artistico, nelcentro storico si trova lacattedrale, realizzata nel1228 con l'apporto dimaestranze lombarde, poiricostruita nel XVII secoloin stile barocco. La torre diMariano II, in blocchi diarenaria, venne fatta erigerenel 1291 ed è, insieme allatorre opposta di Portixedda,l'unica traccia dell'anticacerchia murariaAll'interno del neoclassicoPalazzo Parpaglia si troval'Antiquarium Arborense,che ospita diverse collezioniarcheologiche provenientidagli scavi di Tharros, unapinacoteca e una sezionededicata all'epoca deiGiudicati. Peculiare nell'Isola latradizionale manifestazionedella Sartiglia, che si svolgesecondo un rituale secolarenel periodo di Carnevale:infatti, fu introdottaprobabilmente nel 1350 daMariano II per festeggiare lesue nozze. Il capocorsa, suComponidori, figura di

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intoccabile sacralità, ilgiorno della gara, dopoessere stato vestito da ungruppo di ragazze incostume, is Massaieddas,guida il corteo di cavalierimascherati, trombettieri etamburini che attraversa lacittà fino alla piazza dellagiostra; qui, ad un segnaleconvenuto, si lancia algaloppo e, in corsa, deveinfilare la spada nel foro alcentro di una stellad'argento appesa a un filo:se ci riesce il raccoltodell'anno sarà abbondante.Così dopo di lui tutti gli altricavalieri. L'antica fiera di Santa Croceo fiera nazionale diOristano, dedicataall'esposizione delle razzeequine italiane nate inSardegna, che comprendeuna Mostra mercatoagroalimentare e unaMostra mercatoflorovivaistica, si svolge nelmese di settembre. La gastronomia oristanesepropone sapori forti edinconfondibili:

assolutamente da nonperdere la degustazionedella celebre bottarga dimuggine (uova di pescedissecate e salate),proveniente dai vicinistagni, e le anguille,cucinate secondo millericette. Tra i dolci, moltocaratteristici i mustazzolus,a base di mosto di vino. Nonlontano da Oristano meritauna visita il sitodell'antichissima città diTharros, di origine fenicia,nei pressi dello stagno diCabras, di cui si segnala lagrande varietà dell'avifaunae le pittoresche capanne deipescatori.

Torregrande

Salotto estivo deglioristanesi, il borgo marinodi Torregrande, presentadurante l'estate tutto il suofascino di località turistica,con il suo lungomarecaratterizzato dallenumerose bancarelle diartigiani locali e non, cheespongono i propri prodotti

e dipingono le strade conmusiche, colori e profumi. A soli dieci minuti dallacittà di Oristano,Torregrande è raggiungibilepercorrendo la stradastatale 292. Un lungomaretranquillo orlato da altepalme è la peculiarità dellaspiaggia, caratterizzataanche da un fondo sabbiosodorato a grani grossi eghiaia sottile. L'origine deltoponimo è legata a Sa TurriManna, la più alta fra lenumerose torri di epocaspagnola dislocate lungo lecoste sarde ed edificate pertutelare territori e personedalle frequenti incursionipiratesche, oggi utilizzataper l'allestimento diinteressanti mostre d'arte.Torregrande presenta ancheun importante portoturistico ben attrezzato eprotetto da tutti i venti conoltre 400 posti barca.

Simonetta [email protected]

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

Sorgono, menhir di Biru e' Concas

Da qui partirono i“Messaggeri divini?”

Da Sorgono si esce sullastrada per Atzara e dopokm.2,7 si svolta a destraper Ortueri nella S.S. 388,seguendo l'indicazione peril Santuario di San Mauro,che si vedrà sulla destradella strada dopo circa 5Km. Superato il Santuario,si procede ancora sulla S.S.388 per meno di unchilometro fino al bivio perAustis, subito dopo il qualesi trova, sulla destra, l'areaarcheologica di Biru e'Concas, indicata da uncartello.

Il sito di Biru e'Concas, siestende su una vasta areadominata da una collinetta,nella quale recenti scopertehanno messo in luce unodei più straordinariraggruppamenti di menhirdi tutta la Sardegna. Le

indagini hanno individuatonel sito tracce difrequentazione umanarisalenti al periodocompreso tra il NeoliticoRecente (3300-2700 a.C.) el'Eneolitico (2700-1700).

Le evidenze piùmonumentali sonorappresentate dainumerosissimi menhirancora oggi presenti nelsito, disposti in vari modi:singoli, in coppia, in triadi,in spettacolari allineamentiformati anche da 20menhir, e in circoli.Ovunque, passeggiando nelsito, si possono notaremenhir rovesciati a terra,interi o in frammenti, atestimoniare il fatto che lamonumentalità del luogodoveva essere ancora

maggiore di quella cheappare oggi. Il rinvenimento di menhirantropomorfi o statue-menhir, cioè monolitiscolpiti in forma umana,accanto ai più numerosi esemplici menhirprotoantropomorfi, moltidei quali comunquefinemente sagomati,permette di mettere inrelazione la tradizionescultorea del sito con quelladel vicino territorio diLaconi, che finora harestituito in Sardegna ilmaggior numero di statuemenhir. Tutto sembra indicare il sitodi Biru e'Concas come unimportante luogo di cultodell'Età del Rame, forsededicato agli antenatidefunti tramutati in eroi.

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In Sardegna è possibiletrovare ancora oggi, moltoben conservate grazie ancheal clima secco, alcune formed’arte di culto prenuragico,spesso e volentieri legatoalla Dea Madre, la primavera forma divina chel'uomo abbia venerato. La Madre assieme allaTerra, ovvero la donna,vista come miracolo ingrado di donare la vitasommata alla terra,anch'essa capace digenerare forme di vitaanimale e vegetale.

L’Acqua, simbolofemminile, sommata alSole, simbolo maschile dà ilrisultato di una terra chegermoglia, che conserva isemi al suo interno, propriocome la "grotta" dell'uteromaterno. Ecco il perchè ditanta diffusione di statuefemminili, di donne grosse,incinte, partorienti omentre allattano il propriobambino.E' possibile trovare tracce divita e culto di un periodopreistorico compreso tra ilNeolitico (3300 - 2700 a.C.)e l'Eneolitico (2700 - 1700a.C.), e non a caso i menhirqui presenti sonoprevalentementeappartenenti al gruppo"protoantropomorfo":

Menhirprotoantropomorfi -grossi massi scolpiti elevigati fino ad ottenere nelcomplesso una grandeforma ogivale, la piùperfetta possibile - periodo:Neolitico Recente 3300 -2700 a. C.

Questi menhir sono ancorapresenti in questo fantasticoe autentico sito, dispostisecondo un’ originariaallocazione, a volte isolati,in coppia, in triadi, inallineamenti molto estesifino a 20 menhir e in circoli.

Un particolare importante equanto meno curioso è chequesto luogo si trovaesattamente al centro dellaSardegna, per latitudine elongitudine. Un caso?Di questi “casi” e sulsignificato di molteemergenze del territorioitaliano si è occupato conimmensa passione il

colonnello CostantinoCattoi, eroe pluridecoratodell’aviazione italiana chevede i natali nella secondametà dell’800. Fin da giovanissimodimostra la sua inclinazioneper il volo, e per i misteriche lo circondano. Uomo di viva e spiccataintelligenza che manifestaanche attraverso lapersonale passione per ildisegno, per le anticheciviltà, osservate conun’ottica nuova, forsepionieristica, sicuramenteinusuale per i suoi tempioscuriLa guerra degli anni ’15-18lo vedono impegnato sulfronte italiano in difesadella patria. Fu proprio durante uno deisuoi tanti voli diperlustrazione aerea, che ilCattoi, osservando le durerocce degli alti monti, comeun falco che libradolcemente il suo volo, nota con meraviglia estupore che strane linee,strane forme rendono ilpaesaggio rupestre insolito,quasi magico, impensabilefino a quel momento.

Un mondo diverso si apre aisuoi occhi attenti e alla suamente che indaga la realtàcon prospettive magiche,immergendo il suo intellettoin un tempo lontanissimo,

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antichissimo, dimenticatodalle civiltà. Quasi che lo vedesse ora,presente come se nulla fossemai mutato dal principiodegli accadimenti spazio-temporali. Cattoi è pienamenteconvinto che l’area dellaToscana comprendente lezone dell’Argentario, diAnsedonia e Monte Amiata,siano stati fulcri, punti di‘contatto’, in unremotissimo tempo. Forse appartenenteall’Atlantideo mito?

"[…], perché sono questi itre capisaldi toscani, chedimostrerebbero il centroda dove sono partiti i"Messaggeri divini", perportare in Egitto, in Asia enel Perù, le ‘lettere’ sacre.Le nozioni di agricoltura,di scienza, e l’arte”, scriveCattoi al dr. Martinellipadre, amico ecollaboratore, il 21 luglio1958.

Cattoi era un convintoassertore che in un passatoremoto fosse esistita nelTirreno un’enorme isola,che riuniva la Sardegna, laCorsica, e le Baleari. E’ il 1954 ed egli effettuacon entusiasmo, ricerche trale rovine nell’area diOrbetello. Ben presto, analizzandoreperti di vecchie muracittadine di origine italica,scopre che Orbetello facevaparte della misteriosaTirrenide.Il Cattoi erasoprannominato il“cacciatore di giganti”,

poiché venne a sostenereche Tirrenide è stata abitatadai Ciclopi – di omericamemoria - esuccessivamente da Pelasgi,antenati degli Etruschi. Il cui Re Tirreno dette, perconseguenza, il nome almare. In tarda età Cattoi èintento sempre nelle sueinvestigazioni, quandoscopre di aver localizzatotre delle città tirrenichesituate tra Porto SantoStefano, e Isola del Giglio.Ma, purtroppo la mortegiunge a reclamare il suoeroe, prima ch’egli potesseottenere finanziamentistatali, per intraprendere letanto sospirate ricerche neiluoghi da lui citati, daeffettuarsi con esplorazionimarine.Come si è già accennato, ilCol. Cattoi dopo lunghi annidi studi e di ricerche èriuscito a conoscere l'usoche si faceva dell'energiaritmica magnetica nelle erepassate.Sulla superficie del globoterrestre vi erano (e vi sono)luoghi in cui l'emissione dienergia magnetica terrestreè più forte che in altriluoghi.Per riconoscere tali luoghigli antichi li segnalavanocon figurazioni di animaliscolpite nelle rocce.Corrispondevano allafigurazione dell'animale piùforte (leone, sfinge, ecc) iluoghi con emissione dienergie magnetiche piùpotenti, mentre a luoghi conemissioni magnetiche piùdeboli corrispondevanosculture di animali piùdeboli (cane, capra, ecc).

Da queste segnalazioni gliuomini del passatopotevano assorbire lorostessi queste energie ediventare più potenti,oppure formare dellecentrali di energia chevenivano sfruttate per usiumani o per difesa.Inoltre tramite questeconoscenze erano riusciti aregolare l'emissionedell'energia magneticaterrestre dall'interno dellaterra eliminando così imovimenti tellurici. Per farciò essi usavano costruzionidi massi a punta di notevolealtezza chiamati Menhir. I Menhir scaricavanol'energia magneticacontenuta nella terra invirtù della legge delle punte.Ai Menhir venivanoalternati i Dolmen,costruzioni piatte cheessendo raccoglitrici dienergie magnetiche solari,servivano per reazione aprodurre la spinta perl'uscita dell'energia terrestreattraverso i Menhir verso ilsole. In questo modo i Dolmencompletavano e regolavanoil ritmo magnetico.Potendo regolare il ritmo,gli antichi se ne servivanoper captare l'energia adattaal funzionamento delleapparecchiature costruite inquel tempo, capaci fral'altro di eliminare la forzadi gravità.Il Col. Cattoi ha scopertoinoltre che la terra èattraversata da linee diforza magnetiche.Alcuni punti di incrocio ditali linee di forza furonoscelti dai sacerdoti per la

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costruzione di santuari.Cattoi ha potuto scoprireche in corrispondenza di talisantuari, per la maggiorparte distrutti dal tempo edall'ignoranza degli uomini,vi erano ingressi di gallerieche conducevano a città otempli sotterranei quasitutti comunicanti fra loroanche se situati sucontinenti diversi.Queste città sotterraneerisalgono ad intere eregeologiche precedenti la

nostra nelle quali unaminore compressionemagnetica favoriva losviluppo gigantesco di ogniforma vivente. In quei tempi lontanissimivi furono battaglie titanichecombattute fra i giganteschiabitanti della terra einvasori provenienti dallospazio.Cattoi ha ritrovato i puntid'impatto di astronaviextraterrestri abbattute daiterrestri per mezzo di forze

magnetiche emanate dacostruzioni ciclopiche (ingenere torri). Straordinaria è poi la suadocumentazione fotograficadei corpi pietrificati diesseri umani e animali diproporzioni gigantesche chetestimoniano che labattaglia finale fu vintaprobabilmente dalle forzeprovenienti dal cielo.

Simonetta [email protected]

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EGITTOLOGIA

Una piramide dibuonsenso

2009 Gianluca Rampini

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Gianluca [email protected]

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

Qual è l'unico dato certoche disponiamo riguardoalla Grande Piramide? Se vogliamo essere correttifino in fondo la rispostadovrebbe essere che nonsappiamo come sia statacostruita.Con il rischio di risultarepedissequo e banale hovoluto inserire in questobreve articolo la tabellasopra riportata: essariassume alcuni semplicicalcoli riguardanti i tempidi costruzione suddivisisecondo due ipotesi dinumero totale di blocchipresenti nell'interastruttura.Mi sono deciso a mettereinsieme questi numeri dopomolti anni in cui ho lettoinnumerevoli articoli e testiin cui questo dato, a mioparere fondamentale, èsempre stato evitato o datoper scontato. Le stime più basse ci diconoche ce ne siano circa 2milioni e 300 mila, quelle

più cospicue circa 4 milioni.Fino a qui dati ufficialmentericonosciuti dalla comunitàarcheologica.In entrambi i casi ho volutocalcolare ogni quantovenisse posato un blocco aseconda di quanti anni ciabbiano messo percompletarla.22 anni è il tempo delregno di Khufu, faraone acui viene attribuito il meritodi quest'opera, non a casodefinibile faraonica. Così sono partito da unintervallo di 20 anni, poi 22e ,con puro intentospeculativo, ho provato afarlo anche in 30, 50, 100 e1000 anni.Ma torneremosuccessivamentesull'interpretazione deirisultati.Qual è l'ipotesi cheintendiamo dimostrare? In realtà sono due, maessendo due facce di unastessa medaglia possiamoconsiderarle come una: o gli

egiziani ci hanno messomolto più tempo dei 22 anniufficialmente riconosciutiper erigere la piramideoppure conoscevano delletecniche a noi ancora oggisconosciute.Ci sono altri elementi oltreai suddetti calcoli chepossano deporre a favore diuno o dell'altra ipotesi? Ce ne sono eccome. Graham Hancock,traendo spunto dallafondamentale intuizione diBauval, secondo la quale letre piramidi rappresentanola controparte terrestredella cintura di Orione, haelaborato la teoria secondola quale molte altrestrutture sparse in tuttol'Egitto (come la piramidedi Nebka che corrisponde aSaiph e la piramide diZawat al Aryan checorrisponde a Bellatrix), enon solo, siano lo specchiodi alcune particolaricostellazioni.

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1 h = 60x60 = 3600 sec.1 g = 3600x24 = 86400 sec.1 a = 86400x365 = 31536000 sec.

2300000 blocchi

20 a 274,22 s/b = 4,57 m/b22 a 301,64 s/b = 5,02 m/b30 a 411,33 s/b = 6,84 m/b50 a 685 s/b = 11,42 m/b100 a 1371,13 s/b = 22,85 m/b1000 a 13711,3 s/b = 228,52 m/b

4000000 blocchi

20 a 157,88 s/b = 2,62 m/b22 a 173,44 s/b = 2,89 m/b30 a 236,52 s/b = 3,94 m/b50 a 394,2 s/b = 6,57 m/b100 a 788,4 s/b = 13,14 m/b1000 a 7884 s/b = 131,4 m/b

Legenda

s = secondi ; m = minuti ; a = annis/b = secondi per blocco ; m/b = blocchiper minuto

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

L'immagine rappresenta lacorrispondenza tra i templidi Angkor Wat e lacostellazione del Drago,quando essa si trovava allo

zenit sopra il tempiokhmer , 10450 anni fa.Le corrispondenze sonoquindi notevoli e difficili danon considerare.

Se ne può quindi desumereche esistesse un progetto adampissimo respiro, iniziatoin tempi antichissimi, di cuila Piramide era una delle

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

tante fasi e non la semplicemania di grandezza di unsingolo sovrano che,oltretutto, dopo averlacompletata, avrebbe postoun singolo, piccolo cartiglioal suo interno perattribuirsene la paternità.Anche tralasciando il fattoche tale cartiglio, posto inuna delle “camere discarico” sopra la Camera delRe, venga da molticonsiderato postumo e nonoriginale, viene da chiedersise mai il faraone avesseinteso realmente essereconsiderato l'autore dellaPiramide, che di certo nonera la sua tomba. Piccola digressione suquesto argomento.Quali sono gli elementi checi inducono a pensare che laPiramide fosse una tomba?Nessuno.Se il “sarcofago” di granito,doveva contenere il corpodel faraone durante il corteofunebre, mi riesce difficileimmaginare come, pesandoesso 8 tonnellate,l'abbiano trasportato eissato attraverso gli

scomodi passaggi all'internodella struttura. Se era stato costruito in locoallora mi domando che fineabbia fatto il coperchio dicui non v'è traccia alcuna e,parlando di tracce, èincoerente con la teoriadella tomba che all'internodella camera e del sarcofagonon vi siano rimastibendaggi, olii, materialiorganici, legni o vernici disorta. Anche ammettendo l'operadi saccheggiatori non sicapisce perché avrebberodovuto mettere in praticauna pulizia cosìapprofondita dell'interoambiente. La terza incongruenza stanel fatto che i faraonidovevano essere seppellitisottoterra o al massimo allivello del terreno perrispettare la dualità tracorpo e anima, il primodestinato al mondosotterraneo e la seconda allestelle imperiture.A corollario di tutte questedistonie concettuali etemporali vi è la presenza

enigmatica della Sfinge acomplicare l'assunto per unverso ma a sostanziarlo perl'altro.Non sto a spiegare la teoriadi Schock e West poichésono convinto che sia ormaipiù che risaputa edestremamente bensostanziata, secondo laquale la Sfinge sia statacostruita prima che inEgitto ci fosse un periodo diforti precipitazioni e quindialmeno più di 7000 anni fa.Lo studio si estende anchealla forma eall'orientamento dellastessa che neretrodaterebbe lacostruzione all'epoca in cuiil Leone sorgevaesattamente dinanzi adessa, 10500 anni fa. Quindi anche in questo casoviene confermata lapresenza di un progetto diarchitettura astronomicache in nessun modo puòessere riconducibile allavolontà di un solo faraone.

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Non dimentichiamoci diuna cosa: secondol'archeologia ufficiale gliegiziani non disponevanodella ruota ed utilizzavanostrumenti in rame. Il ferro di origine meteoricaveniva utilizzato per crearegli strumenti sacri per lacerimonia dell'aperturadella bocca. Questo fatto, da solo, è perme sufficientementeincomprensibile: perchéproprio il ferro meteorico?Il ricorso ad elementicostruttivi di dimensioniciclopiche non èun'esclusiva dell'Egitto. Ve ne sono molti esempi nelmondo, come il sitocananeo a Baalbeck inLibano, nel quale questatendenza assumeproporzioni ancora piùinverosimili. I tre blocchi che costituiscoil trilithon pesano ciascuno450 tonnellate mentre ilblocco abbandonato ne pesaancor di più.E' difficile ignorare lapossibilità che vi siano deicollegamenti e che forsevada ricercata una teoriaonnicomprensiva e nonlimitata alle caratteristichespecifiche dei popoli che leavrebbero costruite. Quindi abbiamo stabilitoche esistono i presuppostiper ipotizzare che lacostruzione della Piramidepotrebbe non avere nulla ache vedere con Keope equindi che i 22 anniipotizzati per la suacostruzione potrebbero nonessere corretti.Mi vien da dire 'megliocosì', perché se per un

attimo torniamo aconsiderarli accettabilientrano in gioco i calcoli cheho proposto all'iniziodell'articolo.Per semplificare non hotenuto conto del fatto che,oltre alla maggioranza di piccoli blocchi di calcare(1,5 tonn.), ve ne sonoalcuni decisamente piùpesanti (45 tonnellate: lacopertura della camera delre pesa da sola 1200tonnellate) che avrebberoquindi richiesto una diversatecnica e tempistica di posain opera. Non ho nemmenoconsiderato il temponecessario al trasporto deiblocchi, che nel caso diquelli di granito, dovevaessere considerevole poichéle cave si trovano moltichilometri a sud, lungo ilNilo (per fare un utileparagone, le attuali gru aponte usate nei porti hannouna portata di 40tonnellate).I freddi numeri. Seconsideriamo un totale di2300000 blocchi ed i soliti22 anni di regno, operai edingegneri egiziani avrebberodovuto posare un bloccoogni 5 minuti. Se consideriamo l'ipotesidei 4000000 di blocchi iltempo scende a meno di 3minuti. Tenuto conto dellaprecisione e dellacomplessità della struttura,questi numeri da soli osmontano l'ipotesi dei 22anni oppure rendonoinaccettabili tutte le teoriedi costruzione sino ad ora

proposte, più o menoortodosse.Direi risibile quella dellarampa per la cuicostruzione sarebberisultato necessario piùmateriale della piramidestessa e che, per essere diuna pendenza accettabile,avrebbe dovuto estendersiper chilometri. Qualcuno ha proposto chefossero 4 le rampe, una perlato, ma la precedenteobiezione varrebbe ancoradi più.

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

Le rampe avrebbero potutosalire a spirale attornoall'edificio ma in questocaso è difficile spiegarecome abbiano potuto farcompiere angoli di novantagradi ai blocchi più pesanti.Quanti uomini servirebberoper trasportare un similepeso senza ruote e freni?Considerata la pendenza elo sforzo prolungato direiche ogni individuo nonpotesse gestire più di 50chilogrammi, quindi più omeno, per spostare unblocco di quelli più grandine sarebbero serviti circa900, centinaia di operaiesemplari che nonsbagliavano mai.Uno studioso italiano,Pincherle, ha proposto unateoria basata sulle immagini

raffigurate in alcunigeroglifici, secondo la qualeper spostare i blocchisarebbero state sfruttate leproprietà di dilatazione dellegno. Se, in generale, l'ipotesipotrebbe anche avere unasua plausibilità, di certo nonpotrebbe, nemmeno questa,giustificare le cifre primaesposte.Vi sono molte altre teorie,più o meno interessanti. Dalla slitta a dondolo alcemento. Quest'ultima sarebbe quellache di più si avvicinerebbealla soluzione del problematempo, poiché ipotizza che iblocchi siano stati creati insitu con un composto simileal cemento moderno.

Però non spiegherebbe iltrasporto dei blocchi digranito.Per concludere bisognacitare quella che si puòdefinire la tecnicaLeedskalnin, come ladefinisco io, dal nome diEdward Leedskalnin che tragli anni 20 e gli anni 40 delsecolo scorso costruì ilmisterioso “Coral Castle”in Florida.Il paragone con la GrandePiramide sta nel fatto chenessuno è in grado dispiegare come sia riuscito acostruirlo da soloconsiderando che , anche inquesto caso, molti deiblocchi di pietra che locompongono pesanodiverse tonnellate.

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Lo studio della Piramideprosegue e ogni tanto saltafuori qualche nuova idea suquale metodo sia statousato per costruirla. Ma curiosamente quasi innessun caso, chi propone levarie teorie, affronta ilproblema del tempo. E' indubbiamente unaquestione poco stimolante,poco romantica ma la suasoluzione è imprescindibileper qualsiasi teoria vengaproposta, almeno fino aquando non si ammetteràche, in nessun caso, 22 annipossono essere statisufficienti.

Io non so quale sia larisposta e nemmeno riescoad ipotizzare quale potrebbeessere: molte volte si sollevaa sproposito l'ipotesiextraterrestre, non perchénon sia una possibilità daprendere in considerazionema perché chi lo fa non è ingrado di avvallare le proprieidee con alcun datoconcreto. Dal mio punto di vistal'unico modo per provare asvelare il mistero dellepiramidi è quello dirinunciare a qualsiasiipotesi preconfezionata ed aqualsiasi posizione di

dominio culturale damantenere, quindi unire lecapacità di diversediscipline e sopratutto nonprivarsi mai dellostrumento principale di cuiun ricercatore deve esseredotato: il buonsenso.

Gianluca Rampini [email protected]

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

MITOLOGIA

Gli dèi della creazione (e non solo)

Una moltitudine di dèi

Scorrendo quanto contenutonei miti di tutto il mondo,appare lampante il fatto che,a parte la schiera di divinitàdi volta in volta indicate,almeno due sono le figure, in senso lato, veramenteimportanti da considerare: un dio “creatore” e un dio“civilizzatore”. Spesso, queste duepersonalità trovano riscontro in un unicosoggetto, che, quindi, assurge alla duplice funzione della creazione edella civilizzazione degliesseri umani. Infatti, le due figure, pare di capire, interagiscono traloro e, avendo prerogativediverse, generalmente non siostacolano. E’ quindi del tutto normale,addirittura sensato, che, colpassare del tempo, il mitoabbia accorpato i due soggetti divini, anche perrealistiche ragioni da

ricondurre alla pratica delculto stesso.Questo succede,evidentemente, nelle religioni monoteistiche: ilcristianesimo, l’ebraismo,l’islamismo e il zoroastrismosu tutte.Sul monoteismo si potrebbescrivere a non finire. Chiaramente, in questa sede,non è nostra intenzione farlo. Forniremo, di seguito, alcune basilari informazioni,giusto per fornire al lettorecurioso quanto necessario per capirci qualcosa.Il concetto di un’unicadivinità è praticamenteassente nei popoli nonletterati. Il primo esempio dimonoteismo nella storia delmondo antico risale al XIVsecolo a.C. e prende forma inEgitto con il dio Amon Ra, che diventa Aton, associato al Sole (nella celebre riformareligiosa intrapresa dal

faraone Amenhotep IV dellaXVIII dinastia)1. Si diffonde, circa seicentoanni dopo, anche in AsiaMinore, con l’ebraismo e ilzoroastrismo. In età più tarda incontriamoil cristianesimo e l’islamismo.Pur tuttavia, in tutte questeforme di religione, al dioonnipotente è semprecontrapposta una figura chesimboleggia il male. Numerosi sono, inoltre, gliesseri soprannaturali, daconsiderarsi divinità minori ederivate, cioè che traggono iloro poteri divini dall’esseresupremo: tra questi,riconosciamo, senz’altro, gliangeli, i cherubini e i santi.

1 La divinità legata al Sole, in Egitto,aveva diverse personificazioni: aparte quella riportata nel testo, sonoda ricordare Khepri o Atum.Interessanti anche le connessionicon Ammone, dio venerato a Tebe,allora capitale egizia, duemila anniprima di Cristo.Il maestoso tempio di Karnak è a luidedicato. Col tempo, assunse ilnome di Ammone-Ra e il discosolare prese a rappresentarlo.

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Simone Barcelli ha 45 anni ed è un ricercatore indipendente di Storia Antica,Mitologia e Archeologia di confine. Ha scritto, finora, due brevi saggi: "Tracced'eternità" (dicembre 2006) e "Memorie d'uomo (febbraio 2008). Collaboracon Storia in Network, Tuttostoria, InStoria, Edicolaweb, Acam, Esonet,OOPArt.it, Paleoseti e ArcheoMedia, sui cui portali sono pubblicati i suoistudi tematici.

Simone Barcelliwww.paleoseti.it

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

Altre volte, e qui cominciamoad occuparci del politeismo,oltre al “creatore” e al“civilizzatore”, compaionomolteplici e curiosipersonaggi che, pur facendoparte dell’entourage divino,non hanno la medesimaimportanza. La loro peculiarità è insitanell’essere specialisti,ognuno, in determinatebranche del sapere.Ecco che incontriamo unamoltitudine di divinità cheoccupa i pensieri e lepreghiere dei popoli che cihanno preceduto: i Sumeri,gli Egizi, i Maya e via diquesto passo. Emerge che l’uomo delpassato, che qualcuno ancor oggi considera“primitivo”, aveva benfocalizzato, nella sua mente,le prerogative che ciascuna divinità assommava, tanto da poterindividuare con precisione ildio da venerareall’occorrenza.Così facendo, al tempo stesso, il nostro antenatoandava a realizzare un vero e proprio pantheon, dotato di una strutturagerarchica ben delineata,all’interno del quale ciascuna divinità sapeva cosa fare. Dovremo forse dire,considerando il ruolo deiprotagonisti (dèi da una parte e uomini dall’altra),ribaltando la visioned’insieme e facendo leva sulle origini del mito(l’ipotetica prima‘manifestazione’ di questiesseri superiori), che le

stesse divinità, volenti onolenti, avevano inculcato,nell’immaginario umano, una serie di elementideterminanti alla formazione dell’idolatria.Non è nostra intenzionesnocciolare, ora, un arido enoioso elenco di questedivinità, ma è pur vero che di qualcuno dobbiamo farmenzione, giusto per potersviscerare l’argomento nelmodo meno lacunosopossibile. Lo faremo coerentemente,affrontando il tema peralcune zone geografiche cheriteniamo eloquenti. Non tratteremo, qui, lamitologia definita “classica”,propria dei Greci e deiRomani, poiché chiaroricettacolo di leggendeappartenenti ad altri popoli2.Alcune informazioniaggiuntive, come sempre, se ce ne fosse davverobisogno, saranno fornite nelle note a piè di pagina. Non disperate…

Il fango di Manitù

Senza entrare veramente nel merito (la mitologia,sviluppatasi attorno alle varie tribù indiane del Nord America, meriterebbeda sola, ben altro spazio),dobbiamo necessariamentelimitarci all’essenziale. Ecco, allora, che andiamo ad individuare la figura deltrickster, uno spirito cherappresentava sia il bene cheil male: aveva sembianze

2 In proposito, forniremo solo brevisprazzi quando tratteremo gliargomenti dei successivi capitoli.

umane ma anche animali eincarnava,contemporaneamente, il benee il male. A lui si doveva il merito dellacreazione dell’universo. Strano personaggio, questotrickster, che assumeva, divolta in volta, sembianzediverse, a seconda della tribùe del mito di cui èprotagonista: lepre, coniglio,corvo, coyote, ragno e visonesono gli animali piùrappresentati3.Questo dio impersonale, chegli indiani delle zone delCanada, come i Delaware,chiamano Manitù, stando airacconti, svolgeva la suafunzione di creatoretuffandosi in fondo al mareper raccogliere del fango chepoi trasformava in terra. A parte la creazione (visembra poco…) questadivinità non faceva altro epreferiva delegare ai suoisimili la gestione di cose piùterrene. Quindi, incontriamoin queste leggende unaschiera ben nutrita di dèi,spesso associati alle stelle piùluminose. Il vento, il temporale e, inparticolar modo il tuono,erano le manifestazioni dellanatura che soventesintetizzavano le peculiaritàdel divino. I racconti dei Sioux ciparlano, direi in manieraassai generica, di un certoWakan’tanka, ossia il GrandeMistero, colui che donò tuttociò di cui l’uomo poteva averbisogno nella sua vita terrena.

3 Nelle pianure del nord America èvivo anche il ricordo di una donna"bisonte”, come vedremo in seguito.

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

Il Signore dello specchiofumante

Gli Olmechi adoravano dèicon le sembianze di giaguaro,ma di loro torneremo frabreve a parlare.I Maya riconoscevano il dioHunabku4, creatore del cieloe della terra e padre di tuttigli déi; suo figlio Itzamnà5,dio del fuoco e dei vulcani,era il creatore del genereumano ma anche inventoredelle scienze e della scrittura, mentre KinichAhau era il dio del Sole6.Per i Toltechi e, in seguitoanche per gli Aztechi, eraTezcatlipoca (Signore dellospecchio fumante o ardente7)4 Nel libro sacro dei Quiché, il“Popol Vuh”, che narra gli antichimiti di quella parte di popolazionedi stirpe maya assestata sulle alturedel Guatemala, il creatore di ognicosa è identificato come Gucumatz.Il suo aiutante è tale Hurakan, diodel tuono, della tempesta e dellafertilità. Questa documentazione ègiunta fino a noi grazie allatrascrizione che ne fece un prelatoeuropeo dopo la conquista.5 Letteralmente “iguana” o“lucertola”. Altri propongono, perquesta divinità, l’appellativo “Ilpadrone dell’aurora”.6 Kinich Ahau, rappresentazioneastrale di Itzamnà, aveva una sposa,la dea della Luna chiamata Ixchel,con la quale era in perennecontrasto per via dei tradimentidella donna.7 Così chiamato perché guardava ilmondo attraverso uno specchiomagico di ossidiana e, così facendo,esplorava il cuore degli uomini maanche l’oscurità cosmica, grazie agliocchi onnipotenti del suo nagual, ilgran giaguaro Tepeyollotli.Numerose le attività che venivanoriconosciute a questo dio: oltreall’effigie di creatore, eraconsiderato la massima autoritàinfernale, associata al freddo eall’inverno, ma anche alla giustizia.Inoltre, sebbene generoso, appariva

ad aver originato tutto sullaterra e, in un contestoprettamente bellicoso che dasempre ha contraddistintoquesta gente, non potevaassolutamente mancare unafigura da identificare con laguerra: ecco, allora,Huitzilopochtli8, che esigevadai suoi adepti i ben notisacrifici umani. Entrambe queste divinità, si noti bene, non erano altroche due dei quattro figlicosmici9 degli onnipotentiOmeteotl e Omecihuatl, daintendere qui come laperenne dualità, maschile efemminile ma anche il bene e il male.Qualcuno si è persinodivertito a contare, una peruna, tutte le divinità degliAztechi, arrivando a trediciper le principali e circaduecento per quelle minori. Il fatto che a ciascuna fossededicato un giorno dell’annoe una festività non vi ricordaqualcosa?

al contempo disumano e crudele.Una sorta di Yahvé, come avremomodo di vedere in seguito.8 Il nome di questo dio nascedall’unione delle parole “colibrì” e“sinistra”, perché è solitamenteraffigurato con le penne di questouccello sul piede sinistro. E’ il figliodella dea Coatlicue (“colei dallagonna di serpente”), una dellamassime autorità da associare allasacralità della terra.9 Uno per ogni latitudine,contraddistinti dai colori rosso, blu,bianco e nero, rispettivamenteassegnati a Xipe Totec (fertilità),Huitzlilopochtli (guerra),Quetzacoatl (saggezza) eTezcatlipoca (giustizia). E’ benesapere, comunque, che quest’ultimotermine compare,indifferentemente, per ognuna diqueste divinità.

Tra questa moltitudine,notevole importanza rivestivaTlaloc, associato alla pioggia,nonché la sorella e sposaChalchiuitlicue,rappresentante dell’acqua10;ciascuno, infatti, riuscì agovernare una delle cinqueepoche che secondo laleggenda si susseguirono sulnostro pianeta. Stando ai racconti,Teotihuacan11 fu costruitanella cosiddetta età delQuinto Sole, spiritualmenteconsiderata l’era delmovimento, la stessa allaquale apparteniamo e chedovrebbe terminare, secondoil calendario dei Maya, nel201212. In questa carismatica localitàgli dèi si erano riuniti percreare il Quinto Sole, dopoche i precedenti, ognunoassociato a divinità diverse,erano bruscamente terminatia causa di varie catastrofinaturali.

10 L’acqua qui è da intendersi riferitaalle fonti, ai laghi ed ai fiumi, a benvedere tutte le risorse idriche dellaterra. Questa dea è ricordata anchecome protettrice dei matrimoni. 11 Il nome di questa città, le cuirovine si trovano a circa sessantachilometri da Città del Messico,significa, nella lingua nauhatl degliAztechi, “La dimora degli dei” o “Lacittà dove nascono gli dei”.12 Il calendario di questo popolo èmolto preciso. Infatti, a parte lapuntuale corrispondenza conl’attuale nostro computo dei giorni,contiene due date, quella d’inizio (11agosto 3114 a.C.) e quella di fine (24dicembre 2012 d.C.) del periododenominato Quinto Sole,complessivamente 5127 anni. Iltema di più epoche, di cui alcune giàtrascorse, non è comunqueprerogativa dei Maya: allo stessomodo la pensavano gli Aztechi esimilmente anche gli Indù.

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Infatti, il Quarto Sole non era più visibile e la terra eraavvolta dall’oscurità;nonostante ciò, a Teotihuacan una fiammadivina continuava ad ardere.Occorreva far riapparire ilSole e le divinità dovevanodecidere chi fra loro sisarebbe sacrificato nellafiamma divina in nome di una nuova era, diventandocosì la personificazione delSole e della Luna. Il dioNanauatzin fu il primo abuttarsi nel fuoco, seguito dal dio Tecuciztecatl.Quest’ultimo avevainizialmente esitato ed infine, seguendo l’esempiodell’altro, trovò la forza ma si fermò sul bordo dellafiamma. Quando le duedivinità furono arse, in cieloriapparvero il Sole e la Lunache rimasero immobili finché un altro dio si premunì di scagliare in altouna freccia in direzionedell’astro splendente.

Il sole sorge dal Titicaca

I primi abitanti del Perù,ancora prima degli Inca,adoravano Viracocha13, diodell’universo, creatore delmondo e del cielo. Era lui ad aver fatto sorgere il sole dalle acque del lagoTiticaca14; poi, a Tiahuanaco,antica e leggendaria dimoradei giganti, aveva plasmato

13 Questo dio è ricordato anche conaltri nomi, poco noti: Huaracocha,Kon Tiki, Thunupa, Taapa, Tupaca eIlla. 14 Questo mito si interseca,necessariamente, con quello delladonna-pesce Orejona, di cuiabbiamo già fatto rapido cenno inapertura.

la terra e dato vita sia aglianimali che agli uomini. Le leggende locali narranoche Tiahuanaco fu edificata in una sola notte, dopo ilDiluvio, dagli dèi o daigiganti. E’ impressionante constatare che gli indianiApaches, ancora oggi, sono in grado di descrivereTiauhanaco senza averla mai vista. Lo rivela l’etnologo L.Taylor-Hansen che, invisita ad una tribù stanziatain Arizona, racconta di come gli indigeni conoscanola località perché un tempoera il centro del loroleggendario impero; sono addirittura in grado didescrivere la statua del“bianco barbuto”, quella perintenderci di Viracocha15.Il dio bianco fece qualcosa di analogo anche a MachuPicchu16, stavolta con lapreziosa collaborazione deifratelli Ayar.Si narra, infatti, che ungiorno giunsero gli dèi

15 In quella circostanza, l’etnologomostrò loro alcune fotografie didipinti egizi ed in una di questericonobbero senza indugio ladivinità a cui era dedicata la danzarituale che stavano facendo, “IlSignore della Fiamma e della Luce”che conoscevano per Ammon-Ra.Inoltre, un vecchio saggio,osservando le fotografie di MachuPicchu, iniziò a descrivere la cittàcosì come veniva tramandato ilricordo di quel luogo da generazionea generazione, pur non avendolomai visto. 16 Il nome della nota città peruviana,in origine, era Tampu-Tocco,segnatamente “Paradiso delle trefinestre”. Ma era anche conosciutacome “Luogo di Riposo delle TreFinestre” o “Porto delle treFinestre”.

guidati da Viracocha, cheinviò questi fratelli con lerispettive mogli su quelcucuzzolo. Dopo che uno di loro furinchiuso dagli altri in unagrotta che fungeva daprigione e averlo puretrasformato in pietra (nonsiamo comunque in grado dispiegare la ragione di unsiffatto trattamento), tre deiquattro germani siaffacciarono alle tre finestre ecominciarono il grandiosoprogetto. Uno di questi era destinato adessere ricordato comel’iniziatore della civiltà,millenni prima degli Incas17.Per la gente costiera,Viracocha era degnamenterappresentato dal figlio,Pachacamac, letteralmente“animatore del mondo” o“padre della terra. In seguito verrà ricordatoanche come il dio deiterremoti. Altre divinità minori, al suoseguito, Inti (il Sole), Illapa(signore del lampo e dellatempesta) e Mama Kilya (laLuna, sorella e sposa diIllapa). Tralasciamo, volutamente,tutti gli altri.

17 Inevitabile il raffronto con ipersonaggi biblici Cam, Sem e Jafet.Per quel che riguarda i fratelli Ayar,uno di loro era identificato nelmitico Marco Capac, fondatore diCuzco. La leggenda narra che il dioViracocha avesse dato a Manco unbastone d’oro e questo solo in quelluogo riuscì ad essere conficcato nelterreno. Era il segno evidente che lìdoveva sorgere una città sacra.

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Sulle rive del Tigri edell’Eufrate

Da sempre la Mesopotamia è considerata la culla dellaciviltà e partendo da questopresupposto, fino a provacontraria, è proprio qui chepossiamo attingere le migliori informazioniriguardo ai miti.Sono migliaia le tavolettecuneiformi, risalenti al IIImillennio a.C. rinvenutedurante gli scavi archeologicie quasi tutte narrano dellegesta delle divinità sumere,da far risalire ad un passatoveramente remoto.An era il dio del cielo eNammu la dea dell’acqua edella creazione. Dalla loro unione era natoEnki, da associare,inevitabilmente, all’acqua;considerato un dio moltosaggio, verrà invocatocontinuamente dai terrestri.Questo Enki ebbe la brillante idea di crearel’essere umano, al fine diimpiegarlo nel lavoro al posto degli altri dèi minori18.

18 A questo dio va il merito, standoai testi rinvenuti, di aver avuto perprimo l’idea di creare l’uomoutilizzando, come base di partenza,l’ibrido primitivo che viveva,all’epoca, sulla terra. Chiaramente,per fare ciò, si avvalse delsostanziale operato di altri dèi che, aquanto sembra, erano, per così dire,“specializzati”. Ci troviamo difronte, secondo il parere di alcunistudiosi che hanno inteso leggereanche tra le righe delle tavolettecuneiformi, ad un esperimento dimanipolazione genetica in pienaregola. Con una sorta diriversamento del Dna divino nelnostro antenato, l’Adamo, al fine diimpiegarlo nei lavori quotidiani edevitare questa fatica agli dèi. Ma ilprogetto, pare di capire, non deve

Tutte le divinità qui intrattazione, scorrendo lepagine dei miti, erano statecreate da An ed eranochiamate Annunaki. Da quel che sembra, Anlasciava campo libero, nellagestione delle cose terrene,agli altri dèi, soprattutto aifigli Enki, Enlil (posto a capo degli dèi) e Inanna (associata al cielo e alla terra, era la dea della guerra ma anche del parto e dell’attrazione erotica;generalmente, venivarappresentata come divinitàastrale di Venere).Al di là della famiglia “reale”,innumerevoli erano gli altridèi dell’élite sumerica19: ègiusto fare un cenno almenoal marito di Inanna, Dumuzi, divinità dellasteppa20.

essere riuscito alla perfezioneperché, ad un certo punto, l’uomo siribellò a chi l’aveva creato(sintomatico l’episodio del Giardinodell’Eden e le successive vicende chehanno interessato la specie deigiganti). Chi vuole saperne di più,può leggersi i libri di ZechariaSitchin, che narrano, per filo e persegno, queste vicende. 19 Forniamo un breve elenco, certonon esaustivo: Uttu o Shamash(Sole), Nannar o Sin (Luna), Babadi Lagash e Ninhursaga di Kish(dee madri), Nisaba (dea degliscribi), Nanshe (dea dei pesci edella magia), Ninisina (dea dellaguarigione), Ninurta (diodell’agricoltura e della pioggia),Lahar (dea del bestiame) e Ashnan(dea dei cereali). Gli ultimi due paresiano stati creati, rispettivamente,da Enki e Enlil. 20 I sovrani sumeri, con l’annonuovo, erano soliti celebrare unsolenne rituale per favorire lafertilità ed il rinnovamento dellavita umana, animale e vegetale. Lacoppia nuziale per antonomasia,cioè gli dèi Dumuzi e Inanna, era laprotagonista di questa rievocazione.

Ogni divinità, poi, aveva unsantuario in una determinatacittà della Mesopotamia: adesempio Enlil a Nippur, Enkia Eridu e Inanna a Uruk. I Babilonesi21, dal canto loro,ereditarono buona parte dellacerchia di divinità dai Sumeri,a volte modificandonesolamente il nome22. An, di conseguenza, sitrasformava in Anu mentreEnki, ad esempio, diventavaEa. Stessa sorte per Enlil(Ellil), Inanna (Ishtar) e tuttigli altri. Tra questi, emergeva, in ognimodo, con prepotenza, unnuovo dio, tale Marduk, figliodi Ea (Enki), che diventerà lamaggior divinità ai tempi delregno di Hammurabi.Marduk era sovente associatoal Sole (Shamash) e, peralcune sue prerogative,ricordava da vicino il Ninurtasumerico.Con l’avvento degli Assiri, chepresero a prestito molti dèibabilonesi, il panorama

Grazie alle iscrizioni impresse sualcuni cilindri di terracotta, oggiconservati al museo parigino delLouvre, nonché agli studi di S.N.Kramer sull’argomento, siamoanche in grado di ricostruire,sommariamente, la fastosacerimonia “rigenerante” organizzatadai regnanti sumeri, che sisostituivano alla coppia divina e,all’interno del palazzo reale, in unastanza appositamente destinata, siaccoppiavano nuovamente in vecedelle divinità. La rinnovata unionedegli dèi aveva anche una fortevalenza come sacra ritualità riferitaalla prostituzione. Da quel che si sa,l’arte del meretricio ha avuto origineproprio qui, cioè in tutto il bacinodel Vicino Oriente, dove venivalargamente praticata.21 E gli Assiri, a seguire.22 L’appellativo di ciascuna divinitàveniva, infatti, espresso daiBabilonesi in lingua semitica.

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divino si ingarbugliava nonpoco: è chiaro che latradizione originale, quellasumera, era, a questo punto,largamente rimaneggiata. Tra le divinità rimanevaMarduk, anche se ora sivenerava col nome di Assar: pur cambiando nome, era sempre luil’artefice principale dellacreazione.Emblematico il caso degliIttiti: ogni volta cheestendevano i domini su altri popoli, pur continuando a venerare ipropri dèi23, assorbivanoanche quelli locali, tanto da arrivare a migliaia di divinità. Anche i Fenici attinsero dalla mitologia dei Sumeri e quindi dei Babilonesi. Il loro dio Baal non era altroche una reminiscenza di El e di Marduk24.

23 Gli stessi adorati, prima di loro,dagli Urriti. C’era Arinna, dea delSole e, soprattutto, una divinità“senza nome”, associata allecondizioni atmosferiche, che, divolta in volta, assumeva unappellativo diverso col tempo chemutava. 24 Se prestiamo fede alle paroledell’erudito Philo (Filone) di Biblo,vissuto nel I secolo a.C. che asserivadi aver tradotto, dal fenicio al greco,una fantomatica Storia Fenicia(questa raccolta, se mai esistita, èandata comunqueirrimediabilmente perduta nel XIsecolo a.C. Chi cita questa fontedovrebbe sapere che c’è il fondatosospetto che sia stata redatta disana pianta da uno studiosotedesco) di Sanchoniathon diBerico, i Fenici avrebbero avutoinizialmente una religione a sfondomonoteista, dove Baal era l’unicadivinità; in seguito, quando venneintrodotto il politeismo, Baalsarebbe rimasto, secondo questaincerta versione, la principale

Qui, capite bene, occorrefermarci.

Nella terra dei faraoni

L’antico Egitto si distingue, in questo intricato edintrigante resoconto dellacreazione narrata dai miti,perché annoverava benquattro versionidell’accaduto! Qui tratteremo, per sommicapi, solamente la piùcompleta e conosciuta diqueste, sviluppatasi nelcentro di Eliopoli25.Il protagonista era Amon oAtum, che in seguito verràassociato a Ra, dio del Sole. La divinità, con il corpo di un uomo e la testa di un falco, emergeva dalle acqueprimordiali di Nun, un vuoto senza alcuna forma.

divinità del neonato pantheon. 25 Giusto un cenno alle altre. AMenfi, capitale dell’antico Egitto, ildio venerato era Fta o Ptah, “padree madre di tutti gli dèi”, consideratoanche protettore degli artigiani.Amon, in questo caso, era appenaun gradino sotto Ptah. Nella città diErmopoli, invece, il culto era tuttodedicato a Thoth, dio lunare maanche della saggezza e dellascrittura (e per questo, chiaramente,protettore degli scribi), che venivarappresentato con la testa di ibis eassociato all’animale sacro delbabbuino. Per ciò che concerne ilmito della creazione, ad Ermopoli sicredeva fosse merito del dioNefertem, protettore dellavegetazione. Infine, ci resta da direqualcosa circa il centro di Esna: quila figura principale era quella deldio Knufi o Cnum, dalla testa dimontone. La divinità aveva creato ilgenere umano plasmando argillasulla sua ruota da vasaio. Sullepareti del tempio di Esna è incisaquesta versione della creazione, conriferimento anche ad una dea dinome Neith, venerata nella città diSais.

Conscio dei suoi limiti, per lacomplicata opera dellacreazione, decise di farnascere dal suo seme altredivinità: i fratelli Shu (diodell’aria) e Tefnut (deadell’acqua). I rapporti incestuosi dei dueportarono alla luce Geb, diodella Terra, e Nut, dea delCielo.L’unione tra Geb e Nut sidimostrò proficua poichéfurono quattro i figli dellacoppia: due maschi (Osiride eSet) e due femmine (Iside eNefti)26.Le nove divinità qui citate, nelloro insieme,rappresentavano la “GrandeEnneade di Eliopoli”, ovverola personificazione dellabellezza, della magia e delpotere.Come in altre parti delmondo, anche le divinitàegizie passavano il tempolitigando tra loro. Set era geloso di Osiride e trai due iniziava una lotta dipotere senza quartiere, conIside, moglie di Osiride, veraprotagonista di questoracconto27.

26 Queste divinità, secondo laleggenda, sarebbero nate in cinquegiorni differenti e consecutivi, ma aldi fuori del calendario di 360 giorni,per impedire una loro soverchiantesuperiorità nei confronti del padreAmon. Tale profezia, fra l’altro, èpresente anche nella mitologiaclassica, ove troviamo, infatti, i figliche Crono ebbe da Rea, cioè i grandidèi che andarono, poi, a formarel’Olimpo.27 Fra l’altro, Iside era considerata ladea dell’universo e regina dei cieli,al pari con la Vergine Maria delCristianesimo: non per niente erarappresentata allo stesso modo,seduta, con in braccio un bambinoche allattava.

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Fu lei, infatti, a venire insoccorso al marito, primaucciso e poi smembrato dalfratello cattivo: con l’aiuto di Anubi, il dioimbalsamatore che fungevada guida delle anime deidefunti (rappresentato con la classica testa dellosciacallo), riuscì a riunire iframmenti delfratello/consorte. Sarà il figlio Horus, dio delCielo raffigurato dalla figura del falco, a vendicareOsiride e, dopo alternevicende, l’avrà vinta, quando Amon Ra, e con lui il pantheon al completodegli dèi, deciderà per lalegittimità dell’erede diOsiride sulle terre del BassoEgitto mentre a Set verràassegnato l’Alto Egitto. In conseguenzadell’irrevocabile decisionepresa in seduta plenaria,Osiride diverrà dio dei Morti mentre Set, cacciato nel deserto, dio del Tuono e delle Tempeste. Da allora, i faraoni dellediverse dinastie sicrogiolarono di essere lapersonificazione terrena diHorus con la presunzione,alla morte, di trasformarsi in Osiride. Il noto rito dell’apertura della bocca, che i sacerdotiegizi eseguivano sullemummie dei sovrani, serviva, appunto, a mutarlinella divinità dei morti. Horus, assieme a Thot,

Anubi e Maat28, faceva partedi quella che era definita la“Piccola Enneade”.

Le quattro facce di un dio

Le tradizioni riferite all’India sono contenute, per lo più, nei cosiddetti ‘Veda’(letteralmente “quanto viene udito”), un insieme diquattro volumi checontengono le gesta di unarazza divina facente capo agli dèi Brahma (il creatore), Vishnu (dio della conservazione) eShiva (dio della distruzione)nonché dalla dea Devi. Occorre, già da subito, fareuna precisazione: Vishnu eShiva, pur essendo ancor oggi venerati da schiereopposte di credenti,rappresentavano, in ognimodo, aspetti diversicomunque riconducibili adun’unica suprema divinità.Dal suo canto, la dea Devi29

incarnava il lato femminiledell’essenza divina e, graziealla sua energia e a quellamaschile, aveva permesso lanascita dell’universo. Brahma, il creatore, avevaacquisito la saggezza, quellaespressamente contenuta nei testi vedici, prima di ogni altro e l’aveva poitrasmessa oralmente, ancor

28 La figlia di Amon, così chiamataquando veniva associata allagiustizia, era anche denominataTefnut, dea dell’acqua. 29 Questa divinità è adorata anchecon altri nomi: Kali (la terribile),Radha (la misericordiosa, amantedi Krishna) e Bhumi (la madreTerra).

prima che questa venissetrascritta. Vishnu, che aveva la facoltà diincarnarsi in esseri ogni voltapiù evoluti30, poteva contaresul figlio Ganesh percomunicare con il genereumano ma anche sul fidomessaggero Narada. Da lì, la solita schiera didivinità: Agni era quella delfuoco, Indra rappresentava ilcielo e la pioggia mentreGanga era la dea del fiumeGange e figlia dell’Himalaya31.Associato al vento era il dioVayu, al Sole il dio Surya. Non poteva mancare un diodella guerra: ecco, allora,Kartikeya.La mitologia correlata allacreazione è stata inserita nelRig Veda, uno dei testi piùantichi al mondo32. Qui si narra del seme diVishnu che galleggiavanell’Oceano della Creazione.Ogni seme si trasformò, poi,in uovo dorato e Vishnu vientrò in qualità di Purusha(“persona cosmica”). Così facendo, il dio riuscì atrasformare questa inertemateria in terra, acqua, fuoco,aria ed etere. Con successivetrasformazioni, ma sarebbemeglio dire incarnazioni,diede vita a tutto il resto33.

30 Tra gli altri, che forse avete sentitonominare qualche volta, ci sonoanche il re Rama, il mandrianoKrishna e il maestro Buddha.31 A seguire altri personaggi minori,venerati in particolari località. Unaccenno va fatto, anche, alla deaLakshmi, che aveva il compito diaccudire il grande Vishnu.32 Si può, infatti, farlo risalire al2000 a.C.33 Un’altra versione dl mito narra inmaniera più specifica di comeBrahma, nato dall’ombelico di

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Molti dei personaggimitologici dell’India siritrovano, con minimevariazioni, anche nello SriLanka e in Tibet.Il brahmanesimo34 fu laprincipale religione praticata in India, almenofino all’avvento delbuddhismo, nel V secoloavanti Cristo35.Quest’ultimo credo,sviluppatosi in Asia, India,Birmania, Tibet, Cina eGiappone, conta oggi più dicento milioni di adepti.Torneremo, comunque, adoccuparci dell’incredibilecontenuto dei libri sacriindiani e lo faremo neltentativo di descrivere i mezzi volanti di cui facevano largo uso gli dèi.

Il paradiso dei guerrieri

I miti norvegesi, che hannomolte similitudini con la saga germanica deiNibelunghi, narrano diOdino36, capo degli dèi.

Vishnu, creò anche i pianeti, lestelle e, soprattutto, i semidei, adognuno dei quali venne assegnatouno specifico compito.34 Un culto che prendeva spunto dalvedismo, una religione ancora piùantica. In sostanza, il brahmamismoera un vedismo rivisto e corretto,che cercava di avere caratteremonoteistico, tanto che Brahma,nella bolgia di divinità, diventavacomunque il dio supremo.35 Grazie all’illuminazione delprofeta Buddha che, pur convintoda Brahma (apparsogli in visione) amettere le sue qualità al serviziodell’umanità, predicava, comunque,una concezione di vita ascetica assaidissimile dagli insegnamentidell’altra religione. Infatti, oggi, ilbuddhismo rifiuta sostanzialmenteil brahamanesimo.36 Questa divinità aveva perso unocchio per la bramosia di

Attorno a lui, nel paradiso di Asgard, una vasta schieradi divinità: Tyr (dio dellaguerra), Thor (dio del tuono), Freyr (dio deifrutti della terra), Heimdall(custode di Bifrost37) e Balder (il prediletto, figlio di Odino e della moglieFrigga). Odino viveva nel Walhalla38,un meraviglioso palazzomunito di 540 porte, dimoradegli dèi caduti in battaglia,qui trasportati dalle Valchirie.Tra i malvagi una particolare menzione perLoki, dio del fuoco. La saga ruota attorno alRagnarok, il giorno delgiudizio, che quando arriverà, distruggerà tutto, in cielo e in terra. Molte divinità periranno in questa resa dei conti ma,infine, quattro giovani dèi, fra cui due figli di Thor,riusciranno a vedere l’alba di un giorno nuovo eaccompagneranno Lif eLifthrasir, gli unici umanisopravvissuti, nel difficilecompito di ricominciare tutto daccapo.

conoscenza: infatti, la leggendaracconta di come Odino lasciòcadere l’occhio, il prezzo da pagareper scrutare nel futuro, all’internodella fontana magica di Mimir.37 L’arcobaleno che, secondo latradizione, fungeva da trattod’unione tra la Terra ed Asgard. 38 La sede degli dèi fu costruita daigiganti, con i quali, poi, Wotam(altro appellativo di Odino), cheaveva commissionato loro i lavori,entrò in conflitto per via delcompenso che, pur seprecedentemente pattuito, intesenon onorare.

L’uovo primordiale diPanku

In Cina, perlomeno nellaporzione a sud-ovest diquesta nazione39, si tramandala figura del gigante Pankuche dormiva all’interno di ungrande uovo. Quando si svegliò e ruppel’involucro, ne uscì ilnecessario per la formazionedel cielo e della terra. Pare che il buon Pankutrascorse la maggior partedella sua esistenza a tenereseparati i due elementi equando morì, ogni parte delsuo corpo si trasformò,contribuendo alla creazionedi qualcosa di specifico: adesempio la carne fece ilterreno da coltivare, il sudoredivenne la pioggia, i capelliformarono le stelle. E l’uomo?Beh, si dice che furono le suepulci a dar vita ai nostriantenati…La figura del civilizzatore, neiricordi ancestrali dei cinesi, èrappresentata dall’essereimmortale Huang Ti,“l’imperatore giallo”, cheinventò la bussola e lamoneta. Col trascorrere deltempo, si sentì anche lanecessità di compilare unelenco dei sovrani divini: allafine della conta, dodici furonogli imperatori celesti, undiciquelli terrestri e venticinque isovrani40.Non possiamo esimerci dalricordare anche l’immagine

39 Anche qui, come in altre parti delmondo, esistono infatti numeroseversioni del mito della creazione.40 Tra le figure notevoli, chemeritano almeno una citazione, ildio della medicina Shennong, quellodei venti Feng Bo e la divinitàassociata al tuono, Leigong.

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del Drago, nella lingua locale Loong, che a differenza di quel cheaccadeva in tutto il mondoantico, aveva qui un aspettoaltamente positivo, portatore di allegria e fortuna: non per niente eraassimilato a Phuc, il dio della felicità.D’altronde i monaci Shaolin,sugli avambracci, avevanodue tatuaggi, quello del drago e della tigre,rispettivamente la forza dello spirito e della forzafisica, energie opposte macomplementari. Ancora oggi, durante lefestività, assistiamo allacosiddetta “danza del drago”, eseguita dagli

adepti delle scuole di KungFu, che racchiude in sé uncompendio di quelletradizioni che, altrimenti, si sarebbero perse persempre.

Un groviglio di altri miti

Avrete già inteso che, diquesto passo, si potrebbedisquisire ancora parecchio. Non è il caso. E’ un grovigliopazzesco!Chi volesse approfondirel’argomento, per quel cheriguarda miti e leggende chein questa sede non hannotrovato spazio, può senz’altromunirsi di uno dei tanti

volumi in circolazione, a volteenciclopedici, in grado di soddisfare ogni curiosità.Qui si è voluto introdurre latematica, cercando di fornirele informazioni ritenuteindispensabili per lacomprensione dellaproblematica. Già di per sé questo lavoro,pur con tutte le lacunepossibili, è quello che mi hadato più da fare e penso, sesiate arrivati a leggere questerighe finali, sarà stato unbell’ostacolo anche per voi.

Simone [email protected]

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GLI ANELLI MANCANTI

Le dorate piramidi diTeotihuacan

La storia non ci dicepurtroppo quale fosse il nome della più antica e ricca città dell’AmericaCentrale. Gli spagnoli durante laconquista del Nuovo Mondo vi trovarono gliAztechi, ma prima di questi la città era abitata dai Toltechi che in realtàl’avevano trovata giàabbandonata e in rovina da secoli, e si erano limitati a reinsediarsi in quel sito ben più antico.Quindi chi aveva erettoTeotihuacan, la città degli Dei o "il luogo dove gli uomini divennero Dei", come la chiamarono gliAztechi? I Toltechi, che pure

avevano preceduto gliAztechi, già si interrogavano sull'identità dei suoi misteriosi costruttori, stupefattidall'immensità degli edifici e dei palazzi.Gli Aztechi poi ereditaronodai Toltechi una serie dileggende sui primi abitanti e fondatori di Teotihuacan.Secondo queste leggende essa sarebbe già esistita prima che il sole illuminasse la terra. Lì gli Dei si sarebbero riuniti in consiglio all'inizio dei tempi eavrebbero fatto sorgere ilquinto sole, al termine diun'era di oscurità seguita algrande diluvio che aveva

cancellato la terra del quartosole.Sempre agli Aztechi si devono i nomi attuali deiprincipali edifici della città. La piramide del sole, dellaluna e del serpente piumato,così come pure il Miccaotli o viale dei morti, principalearteria della città.Sempre gli Aztechi,rifacendosi ai più antichiracconti dei Toltechi,dicevano che a Teotihuacanvivevano un tempo i grandi"signori del tuono", semideiche conoscevano ogni cosa e il cui potere non avevalimiti; il popolo spiegava ildeclino del luogo con lapartenza da Teotihuacan dei signori del tuono, cheportarono con se ogni tipo

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Ines [email protected]

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di codici, amuleti e oggettimisteriosi, lasciando solododici di essi a guardia della città.Gli Aztechi finirono conl'attribuire la costruzionedella città e delle piramidi ai Toltechi. Difatti Toltechi significa "gli artefici" o "i costruttori",ma chiaramente nonpotevano essere questi lasconosciuta civiltà dei divini "signori del tuono" di cui racconta il mito.Teotihuacan possiede tutti i tratti caratteristici di unagrande capitale imperiale. Qui le tre grandi piramidirisultano più antiche di tutti gli altri edifici eprecedono quindi la cittàstessa. Un paradosso che ha creato non pochi problemiinterpretativi.Di queste, la piramide delSole presenta in modoalquanto curioso la stessabase della grande piramide di Giza e la metà dell'altezza. Appare inoltre evidente come le piramidi diTeotihuacan siano diverse da qualunque altra struttura analoga delcontinente americano. Non solo per le dimensionieccezionali, ma soprattuttoperché si tratta delle unichevere piramidi esistenti nelle Americhe, essendo lealtre più simili a Ziggurat o colline terrazzate. Le piramidi di Teotihuacanconservano invece gli stessilati lisci delle piramidi egizie.

La tecnica costruttivaprevedeva ampie muratureradiali di contenimento. Le facciate esterne eranorealizzate in pietra calcareada taglio, per uno spessore di circa sei metri. Di questo rivestimento,asportato già nei secoli scorsi, restano oggi solamente delle tracce e pochi frammenti scolpiti, per lo più al museo di Cittàdel Messico.Destino comune purtroppoanche per la grande Piramide di Cheope, le cuilastre incise esterne paresiano state riutilizzate percostruire e decorare edificinella città del Cairo. Cosa potrebbero raccontare le incisioni e le scultureperse? Quali preziose informazioniutili a capire quelle che a noi oggi sembranoincongruità e anacronismi di questeeccezionali costruzioni?Torniamo alle piramidi diTeotihuacan. Le vere sorprese devonoancora arrivare.Al di sopra del rivestimentocalcareo erano collocate sottili lamine di mica dorata, il cui scopo resta uno degli enigmi piùaffascinanti offerti dal sito.Un grande quantitativo di tale silicato venne rilevato nel 1906 nel livello superiore della piramide del Sole e nel Tempio detto appuntodella Mica. Al suo interno si trovano due strati di 27 cm di talemateriale, messi in opera

evidentemente con unaprecisa funzione.Ovviamente la piramide della Mica non è visitabile;secondo le cronache di viaggio di archeologi escrittori esiste solo un cartello con la scritta "Mica"ad un chilometro dallapiramide del Sole a indicarne il luogo. Due pesanti lamiere chiudono l’accesso, ma chi ha potuto visitare il postoracconta di essere statoabbagliato dal riverbero della mica che rivestiva ilterreno con piastrelle di dieci centimetri per venti. Lo stesso materiale si trovaalternato alla pietra sulsoffitto, costituito appunto da pietre sovrapposte unitecon la malta e da uno strato di mica di circa settecentimetri, poi ancora unostrato di pietre di mezzometro, e così via.Gli scavi condotti da Leopoldo Bartres agli inizi del '900 portarono alla lucedecine di tonnellate di questo materiale sull'esternodelle piramidi principali,rinvenimento del quale nonrestano oggi che isolatiframmenti a seguito dellavendita ad appaltatori privati di quasi tutta la mica rinvenuta sul sito.Dobbiamo dunqueimmaginarci una città conpiramidi ricoperte di lastredorate che si riflettevanonell'acqua di giganteschevasche e canali, il tuttodisposto secondo una piantarigidamente matematica egeometrica. Vista dall'alto della piramide della luna

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l'intera città sembramatematicamente pianificata secondo un unico progetto unitario che rappresenta l’interosistema solare su unasuperficie estesa perchilometri e chilometri.L'uso della mica comemateriale da costruzione èpressoché sconosciuto nelmondo antico, ed è tanto più sorprendente se siconsidera la difficoltà pertagliarla in lastre quadrate di oltre due metri e settantacentimetri di lato, lastre che sembra provenissero da cave situate in Brasile, a migliaia di chilometri didistanza. I fogli di mica consistono in una pellicola elastica che si sbriciola al tatto, le lamine sfaldate risultanotrasparenti e in grado diriflettere la luce del Sole con elevata intensità, tanto da ricordare ilcosiddetto "vetro di Mosca"usato un tempo.Quale era la funzione deltutto?La mica è un minerale delgruppo silicato di alluminio,un miscuglio di vari elementi quali potassio,alluminio, ferro, magnesio,litio, manganese, titanio. La loro combinazione origina vari tipi di mica. I grandi giacimenti si trovano in India,Madagascar, Africa del Sud, in Russia presso il lago Baikal, negli Stati Uniti e in Brasile, da dove sembra appuntoprovenire quella presente aTeotihuacan.

Viene usata come isolantetermico ed elettrico, comemoderatore nelle reazioninucleari e risultaparticolarmente adatta adapplicazioni tecnologichecome nella costruzione deicondensatori. Possiede una notevoleelasticità, una forte resistenza al calore fino a800° e agli improvvisi sbalzi di temperatura,inattaccabile da solventiorganici e dagli acidi. Grazie alla sua trasparenzaappare ottima nellafabbricazione delle finestrelle degli altiforni;ridotta in piccole quantità,polverizzata o sfaldata, viene impiegata nellaproduzione di ferri da stiro e tostapane. I fogli e i coni retinici di mica legati con il vetrotollerano temperature,radiazioni, alta tensione,umidità estreme e per talemotivo viene utilizzata nella fabbricazione deglisportelli dei forni amicroonde. Viene impiegata in elettronica per isolare valvole termoioniche a tubi catodici e apparecchiradar, nei contatori Geiger e nei rivelatori del raggiocosmico.Con la nostra tecnologiasiamo in grado di produrre,raramente, lastre di trenta o quaranta centimetriquadrati, mentre le piastrelle presenti aTeotihuacan raggiungono i duecento centimetriquadrati.E ora parliamo di curiosecoincidenze.

Raccontano i primiesploratori, che anche nelsarcofago del Re nellaGrande Piramide di Cheopefu ritrovata una polverebianca: una volta analizzatala polvere si è rivelata uncomposto di Feldspato eMica. Anche se è notevole ladifferenza delle rocce usateper erigere la GrandePiramide, poiché si trattaprevalentemente dimateriale calcareo(isolante), un particolarerichiama ugualmente lanostra attenzione: la"Camera del Re". Essa è costituita da granitorosso e ciò lascia apertenumerose ipotesi; infatti seda un lato il granito è statousato per sopportaremeglio il peso degli oltre 90metri di materialesovrastante, come fino adora sostenuto dagliarcheologi, non possiamotralasciare il fatto cheproprio il granito fosseconsiderato dagli egizi"Pietra Spirituale". Oggi sappiamo che questomateriale può produrreeffetti, o fenomeni, piezo-elettrici dovuti alla matricedei cristalli di quarzo,feldspato e mica presenti inesso. Per tale motivo c’è chisostiene che "la Camera del Re" potesse essere unaCamera di Risonanza e alcontempo una cameraenergetica, così comeipotizzato per le camere e le caverne sotterraneenelle piramidi diTehotihuacan.

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Come non porsi dunquequegli interrogativi ormaicomuni che nasconoleggendo i risultati dellesempre più accurateindagini effettuate in questigrandi siti archeologici, che pur si scontrano ancora con la scienzaufficiale la quale preferiscenegare gli evidentianacronismi dellegrandiose operedell’antichità? Come potevano civiltà purprogredite e ricche comequelle Maya, Azteca, Egizia,possedere accuratissimeconoscenze astronomichetali da riprodurre sullaterra perfette mappestellari senza l’ausilio ditelescopi? Come potevano conoscerepianeti che noi solorecentemente e contecnologie estremamenteavanzate abbiamo potutovedere? Come potevano possederela tecnologia necessaria per costruire rivestimentiestesi di mica, materialeche tutt’oggi per noi èdifficile lavorare in piccolequantità? E soprattutto, comepotevano avere leconoscenze per utilizzaretecniche di costruzione chepermettessero dicanalizzare e sfruttare leproprietà intrinseche delcalore, del suono, dellaluce, proprietà che noistessi probabilmenteconosciamo solo in minimaparte, per ottenerne fontidi energia le cuipotenzialità sono a noi deltutto sconosciute?

Interrogativi affascinanti eal contempo inquietanti,che anche se non trovanoper il momento risposta ciinvitano ad allargare lamente rispetto alla realtàche crediamo nota.

Ines [email protected]

Fonti:

TEOTIHUACAN: MAPPASTELLARE di Mauro Paoletti perEdicolaweb.net IL "CUORE" DELLA PIRAMIDE:LA "CAMERA DEL RE "- diMassimo Stacciali – AltroGiornale.orgTeotihuacan, la città degli Dei –Archeologia Italiana Forum

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DREAMLAND

Atterraggio a Holloman,disclosure o debunking?

La base di Holloman oggi

Nella storia dell'ufologiamoderna, checonvenzionalmentecomincia il 24 giugno 1947quando Kenneth Arnold,riferendo il suoavvistamento sul monte

Rainier, coniò il termine“flying saucer”, si sonoverificati alcuni episodi diimportanza straordinaria. Ilprimo e più importante èsicuramente quello diRoswell, dove nel 1947 un

oggetto non identificato sischiantò al suolo. Ci fu poinel 1961 un episodio cherischiò di scatenare le terzaguerra mondiale quando suicieli europei furono rilevatidai radar numerosi oggetti

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Gianluca [email protected]

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volanti non identificati che,le fazioni opposte nellaguerra fredda, attribuironoentrambe ai propri nemici.Nel 1976 le immaginiprovenienti dalla missioneViking, in orbita attorno aMarte, suscitaronoun'enorme scalpore per lascoperta del volto nellaregione di Cydonia.In Italia uno dei momentipiù importanti fu il 1978quando si verificò il piùintenso Ufo flap della nostrastoria mentre il 1990 lo fuper il Belgio e l'Europaintera quando il numero e laqualità degli avvistamentiprodusse l'interventopubblico dell'aereonauticamilitare belga. Nel 1996l'episodio di Varginha inBrasile e così via.In questo articolo cioccuperemo di un eventoche, se fosse possibileconfermare, a nostroparere, si collocherebbe incima ad una ipotetica scaladi importanza, un evento incui il contatto tra il governostatunitense e gli alieni nonfu frutto del caso ma bensìdi una specifica volontà.Questo episodio ècomunemente riconosciutocome l'atterraggio aHolloman, dal nome dellabase in cui si sarebbeverificato.Nel corso delle ricerchefatte ci siamoprogressivamente resi contoche questo episodio èimportante anche da unaltro punto di vista: essoinfatti rappresentaegregiamente quellacommistione di verità ebugie, di testimoni

attendibili e non, diavvedutezza e creduloneriache affligge l'ufologia.Per avere un quadrocompleto, per quantopossibile in questo ambito,siamo dovuti ricorrere adiverse fonti integrando leinformazioni le une con lealtre.Il fatto avvennepresumibilmente il 25aprile 1964, ma la storiaper noi comincia nel 1972quando RobertEmenegger,documentarista eproduttore, ed AdamSandler vennero contattatidall' Aereonautica Militareper la realizzazione di undocumentario sugli Ufo.Entrambi furono scelti,indipendentemente l'unodall'altro, per la loroprofessionalità e non per laloro familiarità con lamateria che infatti era perentrambi pressoché nulla.Furono invitati presso laBase Norton, in California,dove in presenza di unufficiale dell'AFOSI

( Air Force Office of SpecialInvestigation ) discusserodel progetto con PaulShartle, direttore dellaDivisione Audiovisiva dellaNorton AFB.L'Aereonautica avrebbemesso a loro disposizione ilseguente materiale :

• Fotografie e film diUFO, foto di esserialieni e di autopsiedi Grigi.

• Un film in 16mm diun alieno incompagnia di un

ufficiale dell’aeronauticamilitare. L’ alienoera scampato ad unincidente del 1949ed era stato tenutoin custodia a LosAlamos fino alla suamorte nel 1952.

• 800 piedi dipellicola circa unincontro tra trealieni ed i militaridella base diHolloman duranteuno sbarcoavvenuto neglianni ’60.

• Fotografie di UFOprese daastronauti dellequali la NAS avevanegatoformalmentel'esistenza.

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Unica e presuntaimmagine dell'ufo di

Holloman.

Ecco quindi che la notiziadell'episodio da noianalizzato fece la suaprima comparsa. Nelfilmato si vedevanoatterrare tre Ufo di formadiscoidale,presumibilmente aHolloman. Da essiuscirono alcuni alieniche si incontrarono con ilcomandante della baseEmmanuel F. Bonvicin edue ufficiali del ServizioInformazioni. Emeneggerdescrissesuccessivamente sia lascena che gli alieni :“Gli uomini diguarnigione alla torre dicontrollo localizzano sulradar tre oggettivolanti; cercano subitodi mettersi in contattoradio con loro, mainvano. Parte unasquadra di caccia daintercettazione conl'ordine, 'venuto damolto in alto', dilimitarsi a scortare ilvolo degli UFO. Per puracoincidenza, a bordo diun elicottero di servizio,è in volo di ordinariaroutine anche la squadradei cineoperatori dellabase militare, che hanno

così l'opportunità difilmare gli UFO in fasedi atterraggio sul campodi Holloman. Uno deglioggetti comincia ascendere, mentre gli altridue rimangono in volosospeso sulla base. Unaseconda squadra dicineoperatori, in unadiversa postazioneriescono a filmare ladiscesa del disco sulcampo. Dopodiché, ilcomandante della base edue ufficiali del ServizioInformazionidell'Aeronauticas'inoltrano nel campo,mentre sullo scafo alienosi apre una portascorrevole…”. “due esseri similiall'uomo, vestiti con unatuta aderente, alti circaun metro e sessanta,pelle grigio-azzurrina,grandi occhi distanziatidal taglio orientale, testaa “pera” che si allungadietro, vistoso naso auncino. In testa avevanocopricapi ornati da varigiri di larghe fasce (onastri), portavanoorecchini, e in mano unbastone simile ad unoscettro. Il comandante ei due agenti si feceroavanti per salutare glistranieri. Poi licondussero in un edificiocontrassegnato con ilnumero 383 che sorge infondo al Viale di Marte”. A questo primo incontrotra Emenegger e gliufficiali dell'Aereonauticane seguirono molti altri,all'ultimo dei quali,tenutosi al Pentagono,

Emenegger mostrò lasceneggiatura al Col.Coleman, portavoce delprogetto Bluebook, checonfermò il suo nullaostaa proseguire.

Ricostruzione degli alieni diHolloman

Nel frattempo Sandleraveva già visionato iluoghi in cui si svolserogli eventi, come l'edificio383 e la pistad'atterraggio.Poi, improvvisamente, ilgenerale GeorgeWeinbrennercomandante dell'ATIC ,cambiò idea e decise dinegare ai duedocumentaristi il filmatocontenente l'atterraggio aHolloman, adducendocome giustificazione cheil pubblico americano eragià troppo sconvolto perl'incidente del MIG 25 eper il Watergate. Al posto deldocumentario vennedeciso di girarne un altroche avrebbe mostrato alpubblico la ricostruzionedi un evento di contatto,di come sarebbe potutoessere o di come forse eragià avvenuto. Così entrònel circuito televisivo conil nome UFOs: Past,Presence and Future ecosì il caso di Hollomanfu portato all'attenzione

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del pubblico e sopratuttodella comunità ufologica. Esposti i fatti èimportante a questopunto andare alla ricercadi tutte le testimonianzeche possano confermaredirettamente edindirettamente l'eventodescritto da Emenegger eciò che disse di avervisionato prima chel'Aereonautica facessemarcia indietro. Talitestimonianze esistono,ma in alcuni casi, sonovolutamente false ovolutamente confuse erientrano in un ampioprogramma didisinformazione. Adesempio vengono fornitedate diverse nelle qualisarebbe avvenutol'atterraggio, con lo scopodi creare fazionicontrapposte tra iricercatori, mettendoli gliuni contro gli altri. Glistessi rivelatori, gliinsider, hanno tenutocomportamenti dubbi efornito false identità.

Il ricercatore William L.Moore ( co-autore dellibro “Accadde aRoswell”) ricevette nel1980 un documento difonte governativa cheaffermava che l'episodiodi Holloman sarebbeavvenuto il 25 aprile1964. L'ufficiale,soprannominato Falcon ,che gli consegnò taledocumento si scoprì inseguito essere un certoRichard Doty, ufficialedell'AFOSI. Richard Dotysi è dimostrato essere un

personaggio sfuggente edi dubbia affidabilità.

Richard Doty

Tramite le sue rivelazionisono sorte le piùimprobabili mitologiesulla questione aliena,come ad esempio lapredilezione degli alieniper il gelato alla fragola.Se però le informazioniche concedeva si fosserolimitate a simili stranezzesarebbe stato prestoignorato ed invece,secondo lo stile tipico deldebunker, mescolòinformazioni vere confatti inventati,rilasciandoleframmentate a diversiricercatori. Nel 1983 Linda MultonHowe, egregiaricercatrice nota per ilsuo lavoro nel campodelle mutilazioni animali,ricevette un invito similea quello proposto adEmenegger una decina dianni prima. L'idea era digirare un documentariosugli Ufo utilizzandomateriale autentico diorigine governativa.Durante una visita allabase Kirkland la Howe furaggiunta dal, già citato,Doty che le offrìdocumenti e filmati simili

a quelli offerti aEmenegger, sostenendoche dall'alto venival'impulso alladivulgazione di questeinformazioni. Ma come lavolta precedente alla finenon se ne fece nulla e laHowe, che aveva visto ilmateriale, rimase con isoli ricordi atestimonianzadell'evento.Un'altra testimonianzacirca l'esistenza di questifilmati proviene dalricercatore GrantCameron. Qualche annofa aveva saputo da LindaMulton Howe che neldocumentario“sostitutivo”, realizzatoda Emenegger, erapresente lo spezzone diuno dei filmati originali,della durate di settesecondi. Incuriosito daquesto fatto telefonò aEmenegger che confermòche tale spezzone esistevaed era stato inserito comesfondo. (http://freedomvideo.org/blog/?p=580 , 1:27, 20sec ) . Ancora una voltaverità e finzione venivanomescolati ad arte.Altri testimoni, piùattendibili confermanol'episodio di Holloman. IlColonello Lane,soprannominato Hitch ePaul Shargall, direttoredel DAVA( DipartimentoAudiovisivi ) della baseNorton, del quale esisteuna registrazione audioin cui egli descrive ciòche succede nel filmato.Egli era fra l'altro la

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persona incaricata diconsegnare il materialead Emenegger. Duranteuno speciale della CBS,nel 1988, confermònuovamente di aver vistola pellicola e di esserecerto che non si trattassedi una scena fittiziagirata a scopoaddestrativo, come erastato ventilato.Infine l'ultimo testimonediretto delle immaginicontenute nel filmato fuil defunto rivelatoreWilliam Cooper, chesosteneva di averlo vistoquando ancora eraarruolato nella MarinaMilitare.

Un disegno degli alieni vistida Moore nel filmato

Ecco come Mooredescrisse gli alieni ( fornìanche uno schizzo ) : “5piedi di altezza, pellebluastra, nastri attornoalla testa con appendiciche terminavano dietrole orecchie che sono inrealtà dispostivi ditraduzione dell’inglese edi altre lingue. Unqualche tipo di“schermatura” sugliocchi. Quest’ultimihanno pupille verticali,come i gatti. Il naso èaquilino, moltopronunciato; la bocca èuna semplice fessura ed

il mento è sfuggente. Ilviso è piatto edinespressivo. La testanon è grande, inproporzione, quantoquella dei “piccoli Grigi”,ma è più grande diquella degli umani enella parte posteriore èmolto pronunciata comequella di alcune anticheimmagini dei faraoniegiziani.” ( ndr. E'interessante notare lasomiglianza tra l'alienodescritto da Moore el'alieno chiamato Horusda Corrado Malanga ).Un'altra interessanteinformazione trapelatanei documenti forniti daMoore era l'esistenza delProgetto Sigma. Ildocumento dicevatestualmente : “Ilprogetto Sigma, cherisale al 1954, facevaparte inizialmente delProgetto Gleem… Il suocompito era quello dientrare in contatto congli extraterrestri. Ilprogramma ebbesuccesso quando, nel1959, gli Stati Unitiriuscirono a stabilireuna primitivacomunicazione con gliextraterrestri. Il 25aprile 1964 un ufficialedei Servizid'Informazionedell'AstronauticaMilitare s'incontrò condue extraterrestri in unposto stabilito neldeserto del NuovoMessico. Il contatto duròquasi due ore e durantel'incontro l'ufficialedell'Aeronautica poté

scambiare con gliextraterrestriinformazioni difondamentaleimportanza. Il progettoviene tuttora portatoavanti, sempre in unabase militareaeronautica del NuovoMessico". Quelle riportate sino aquesto punto sono tuttetestimonianze che in unmodo o nell'altroriconducono al presuntoatterraggio a Holloman.Vi sono però altri dueepisodi che, se purindirettamente,confermano sia ilprogramma di disclosureportato avanti dalgoverno, sia l'attività didepistaggio riguardo apresunti incontri traautorità governative e glialieni.Ward Kimball, uno deinove animatori storici delprimo Walt Disney, nel1979 in occasione di uncongresso del Mufon,dichiarò al pubblicoalquanto sorpreso, che laDisney era stata coinvoltadal governo nellarealizzazione didocumentarisull'argomento Ufo con loscopo di acclimatare ilpubblico in vista dipossibili rivelazionifuture. Per l'ennesimavolta il progetto venneabortito poco prima dellasua realizzazione.Kimball al Simposiomostrò uno spezzone diuna ventina di minuti diun filmato di animazione

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con gli alieni creati daidisegnatori della Disney.Il secondo episodioinvece gira attorno a duefigure principali: IkeEisenhower, nella vestedi protagonista, e ClarkMc Clelland, qualerivelatore. A dire il vero,anche in questo casotorna spesso il nome diRichard Doty, che neinficia notevolmentel'attendibilità. Ciriferiamo al suppostoincontro avvenuto tra ilPresidente Eisenhowered una delegazione dialieni. Nella versione piùdiffusa tale incontroavvenne negli anni 50presso la base di Murocin California. SecondoMc Clelland, exingegnere di volo dellaNASA, tale incontrosarebbe invece avvenutoad Holloman subito dopoche la base, che era inorigine parte dell'Alamogordo Air Field,venne dedicata alColonnelo Holloman.Questo incrocio di luoghie date ha ingeneratomolta confusione e,secondo me, hasovrapposto i due eventicome fossero uno.

Clark Mc Clelland

Clark McClelland è damolti considerato untestimone attendibile perla sua provenienza Nasa eper il fatto che in seguitoalle sue rivelazioni vennelicenziato in tronco e glivenne negata la pensione.Ne seguì un lungo eprovante processogiudiziario che non portòa nulla e che anzi rovinòla vita all'ex ingegnere divolo. Nella suatestimonianza eglidescrive così ciò chesuccesse : "Poco dopoche l'Aeronautica USAdivenne una brancaseparata del servizio, labase Aeronautica diAlamogordo si chiamòHolloman AFB in onoredel Colonnello George V.Holloman, un pionieredella ricerca e dellosviluppodell'aeronautica. Ilvecchio aerodromo diAlamogordo era statouna based'addestramento perbombardieri pesanti. Poiil Presidente DwightEisenhower atterrò aHolloman. Fu unatterraggio come tanti,senza complicazioni. Ungrande LockheedConstellation in queigiorni trasportava oltre125 passeggeri, mac'erano non meno diventi assistenti e uominidei servizi segreti nellacabina principale, conun equipaggio di 14 perognuna alla suastazione. A circa 7.000 piedidall'atterraggio, il

Maggiore Bill Draper, ilpilota, invertì i motori el'aereo rallentòvisibilmente rullandofino al termine dellapista. L'Air Force Onerullò all'indietro percirca 75 iarde e si fermò.Tutti i motori vennerospenti. Circa 300persone in una posizioneprivilegiata videroatterrare l'Air Force echiamarono altri adaltre finestre, postazionidi lavoro e puntistrategici. Dev'essere sembrato benstrano vedere l'aereopresidenzialeparcheggiato là fuori, aquasi mezzo miglio didistanza, in solitariatranquillità. Nessuntappeto rosso, nessunabanda, nessuna paratad'onore, solo il cantolontano di qualcheallodola. In seguito, ilpersonale della basetornò al suo posto, e ladomanda era sempre lastessa: C'è Ike? Cosa stasuccedendo? Ai civili e aimilitari della base vennespiegato che nonostantela presenza delPresidente, si trattava diuna giornata lavorativacome le altre. Pochiminuti prima, ilColonnello Sharp, ilcomandante della base, ediversi ufficiali si eranorecati alla torreoperativa per vederatterrare l'aereopresidenziale. La primacomunicazione chericevettero alle 8:10circa fu: - Torre

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Holloman, qui Air Force7885 dieci miglia est diMaryhill -. Richieseroistruzioni perl'atterraggio, il traffico ela direzione del ventoalla base. La pista sceltaper l'atterraggio era lapiù lontana rispetto aglihangar e aglistabilimenti. Alpersonale fu chiaro chequello che stavaaccadendo o stava peraccadere doveva essereil più lontano possibile. Poco poté essere visto, ameno di non trovarsi inun punto d'osservazioneprivilegiato e avere deibinocoli. I telefoni ditutta la base eranooccupati, e molte eranole domande tra cui: “èancora sulla pista?”Circa dieci minuti dopoche l'aereo era atterrato,i responsabili diederoistruzioni di spegneretutti i radar. Sharpaveva assegnato leoperazioni alla base alsuo vice comandantedurante tutta lapermanenza delPresidente. Si era sentitoin dovere di stare con luisenza distrazioni.Attorno alla base c'eranouna dozzina di pattugliedi ricognizione e piccoliradar ad altarisoluzione. Unatelefonata segnalò allatorre due oggetti nonidentificati chesorvolavano il RangeRoad 12. Un minuto dopo glioggetti erano sul RangeRoad 7, a solo qualche

minuto dalla pista. Gliuomini alla torrespostarono i binocoliverso nord nella foschiadel mattino. Poiqualcosa scintillò nelsole e qualcos'altroappena sotto ad esso.Giunse il rapporto di unaltro oggetto a cinqueminuti di distanza daiprimi due. Il personaledella torre, non sapendocosa fossero, erasbalordito. Niente coda,niente ali, niente motori. Solo oggetti rotondi chesi avvicinavano all'aereopresidenziale sulla pistalontana con appena ungruppetto di ufficialinella torre, incluso il Col.Sharp. Consapevoli chestava accadendoqualcosa di grosso,segnalarono questioggetti, li registrarono esvolsero il loro solitolavoro. I due oggetti sifermarono a circa 300piedi sopra l'Air ForceOne e uno scese al latopiù lontano dell'aereo,atterrandoglidolcemente davanti, auna distanza di circa200 metri. L'altrooggetto sorvolòbrevemente e poiattraversò la pistalimitrofa in direzione deigrandi hangar e alcuninegozi. Si posizionòsull'asfalto sopra gliedifici. Il disco godeva diuna posizioneprivilegiata rispetto aqualsiasi cosa si fossediretta verso l'aereopresidenziale e il disco a

terra. Fu con un certosconcerto che due UFOgiunsero alla baseaeronautica diHolloman nel Febbraiodel 1955. Non c'erano lepremesse, all'epoca, perritenerli extraterrestri.Alcuni tra coloro chevidero o sentirono deidue velivoli alla base,quel giorno, pensaronopotesse trattarsi dinuove tecnologie russe otedesche.Subito dopol'atterraggio dell'UFOdavanti all'Air ForceOne, un uomo, che molticredettero il Presidente,comparve alla portad'ingresso dell'aereo,scese la scaletta e siavvicinò al disco chepochi minuti primaaveva aperto una sortadi pannello dispiegatosiin una piccola rampa.L'uomo vi salì, si fermòbrevemente all'entrata,strinse la mano diqualcuno ed entrò,trattenendosi per circa45 minuti, secondo itestimoni. Quandoriapparve si diresseverso l'Air Force One.Per un certo tempo erarimasto di fronte aitestimoni, quasi tutticonvinti che fosse Ike.Era senza berretto emolti ne riconobberol'attaccatura dei capelli el'andatura marziale.” A questo punto però lecose si complicanoulteriormente perchénell'approfondire questoaspetto della vicendasono emerse due

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contraddizioni: la primariguarda l'affermazionedel suddetto Mc Clellandsecondo la qualel'incontro avvenne subitodopo che, nel 1948, labase divenneindipendente e cambiònome, mentreEisenhower divennepresidente appena 5 annipiù tardi. La secondainvece ci riguarda più davicino perché il nome diMc Clelland l'abbiamotrovato associato a quellodel nostro, perchéitaliano, valentissimoricercatore AntonelloLupino.( http://www.comunicati-stampa.net/com/cs-36892/ ) L'Ente Spazialeamericano, tramite lafigura di Mc Clelland,contattò Lupino in unprimo momento perchiedere i suoi datianagrafici ed in unsecondo momento perspiegargli che questisarebbero stati inseriti inuno dei microchip delcomputer della sondalanciata il novembrescorso, con la missioneNasa MP-401. Vichiederete il perché di unsimile gesto e la rispostaè assolutamenteonorevole e motivo diorgoglio per il nostroricercatore. Ilriconoscimento fu decisodopo che il videoclip daltitolo “Goodbye Heroes”da lui realizzato giunsealla Nasa. Tale filmato,presentato ad unaconferenza, verteva sulla

commemorazione dei 50anni di voli spazialitrascorsi e voleva essere“una resa di Onori” agliEROI che hanno profusoenergie, e rischiato lavita, per il fine ultimodella conoscenza dellospazio e dei suoi misteri.Il problema è però unaltro, a nostro parere.Come poteva Mc Clellandessere portavoce dellaNasa dopo che da essaera stato licenziato e chela sua vita era stata perquesto rovinata?Antonello Lupino,interrogato su questoargomento, ci ha riferitoche Mc Clelland èrimasto in contatto con imembri della vecchiaguardia della Nasa e chefunge da tramite percoloro che intendonorilasciare informazionima che non voglionovedere il loro nomeassociato pubblicamentealla questione Ufo. A noila cosa appare un po'stridente, sopratutto se sileggono le dichiarazionidello stesso Mc Clellandpresenti in rete. Ma neprendiamo attoriconoscendo l'indubbiaprofessionalità diAntonello. Ciò che cipremeva era mettere inevidenza una volta in piùcome spesso leinformazioni cheprovengono dagli insidersiano viziate dacontraddizioni ma chenonostante questovadano analizzate concura ed interesse perchéaltrettanto spesso

contengono veritàaltrimenti inarrivabili peri ricercatori esclusi daicircoli delle persone aconoscenza dei fatti.Concludo questo articolofacendo riferimento aJacque Vallee, chedescrisse l'episodio diHolloman come “ilbastone e la carota”, peril fatto di essere stato piùvolte offerto ma maiconsegnato. Egli stessonel 1985 fu coinvolto inuna situazione moltosimile a quella diEmenegger e LindaMulton Howe, assiemead Hynek, ma intuendopotesse trattarsi di untranello furono loro iprimi a tirarsi indietro.

Gianluca Rampini [email protected]

Bibliografia:

Area 51 n.16 – 17www.usac.itwww.dnamagazine.ithttp://www.stargate-chronicles.comwww.abovetopsecret.comhttp://eclectic.cgis-creative.com/stories/May94Emenegger.phpwww.presidentialufo.comUn UFO atterrò davanti alPresidente Eisenhower e altriufficiali della base aerea diHollomandi Clark C. McClelland -traduzione di Lavinia Pallotta

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LIBRARSI

“Un libro deve procurare le ferite,deve allargarle.

Un libro deve essere pericoloso”. Kahlil Gibran

Questa rubrica Librarsi èdedicata alla recensione dilibri letti, da noi, da voi. Questa rubrica cresce ognivolta che si aggiunge unlibro ad un altro, quasi chesi componesse una nostra,personale, bacheca da cuiprelevare un nuovo tomo daleggere o riprenderne unogià assaporato e nondimenticato.Così, questa volta, comesperiamo le prossime, i testirecensiti sono di generediverso, perché è giusto checi sia spazio per lepredilezioni di ognuno e che

in ognuno trovino posto piùaspetti dell’essere edotti suquesta meravigliosa materiache è l’archeologia diconfine.Le recensioni propostelasciano il campo apertoanche alle garbate critiche,perché ciascuno possacostruire il proprio percorsoconoscitivo ancheattraverso letture sterili, chenon sono mai improduttive,ma servono per imparare eaffinare la capacità di scelta.E, alla fine, ciò che puòessere un buon libro perqualcuno, può non esserlo

per qualcun altro: il viaggioè costellato di pietre e disassi, l’importante è che illastricato, alla fine conducain alto.Invito tutti coloro che lodesiderano, ad inviare lerecensioni dei libri letti, daisaggi ai romanzi di genere ea segnalarci propriepubblicazioni.Questa volta, oltre allerecensioni di alcuni testi,desidero inserire lasegnalazione di due libri direcente pubblicazione:

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Simonetta [email protected]

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Misterisconosciutid’Italia

di Roberto La Paglia

Il libro si pone come vera epropria guida oltre che peril turista dell’insolito, ancheper il ricercatore sempre acaccia di nuovi enigmi. Dopo l’esperienzadivulgativa di ArcheologiaAliena, Roberto la Pagliacontinua a mantenere vival’attenzione su quei misteripoco conosciuti, ma non perquesto altrettantoimportanti e degni diattenzione da parte deiricercatori.Inizia così un lungo eaffascinante viaggio che

tocca tutta Italia, unpercorso che non mancheràdi stupire il lettore, magarisorpreso nell’apprendereche uno dei tanti misteridescritti si trova proprio nelsuo paese, nella sua città.Dalla Porta Alchemica allecase infestate, dallaPesatura delle Anime alMuseo dell’Oltretomba,l’autore ci accompagneràattraverso notizie, curiositàe fatti storici che nonsempre hanno trovatospazio nelle bibliografieufficiali, rimanendo spessoconfinati nelle tradizioniorali.

Giza: le PiramidiSatellite ed il CodiceSegreto

di Armando Mei e NicoMoretto

La Teoria offre uncontributo alla ricercaarcheologia aprendo nuoviscenari che si riflettonosulle origini stesse dellanostra specie. Abbiamo dato un sensostorico alle cronologieraccolte nel Papiro diTorino e ai resoconti deglistorici Erodoto e Manetoneche pur contribuiscono aretrodatare la Civiltà delNilo ad epoche largamenteantecedenti l’epocadiluviana. L’applicazione del modellomatematico dimostra che ladata indicata dai Costruttoriè quella del 36.900.Notevole è la conferma dellecongiunzioni astronomicheottenute grazie alsimulatore Starry Night Pro6.2.3.Il libro sarà prossimamenteedito dalla MJM Editore.

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Titolo: “Giza: lePiramidi Satellite ed ilCodice Segreto ” Autori :Armando Meie Nico MorettoISBN: 978-1-4092-4358-8Copyright: © 2008Armando Mei StandardCopyright LicensePrezzo: 24,19 euro Anno: 2008Editore: www.lulu.com

Titolo: “Misterisconosciuti d’Italia” Autore: Roberto LaPaglia ISBN- 978-88-87295-90-0Pagine: 244Prezzo: 16,40 euro Anno: 2009Editore:www.cerchiodellaluna.it

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“CristoforoColombo e il Papatradito”di Ruggero Marino

Recensione di Simonetta Santandrea

Chi era CristoforoColombo? Un marinaio premiato al dilà dei suoi meriti? O qualcosa di più, molto dipiù? Perché si firmava ChristoFerens, portatore di Cristo?Sulla base di una nuova

interpretazione di antichecarte e documenti, l’autorerivisita le vicende del«navigatore dei due mondi»e della «scoperta»dell’America. Quanto si sostiene in questolibro non è mai statoaffermato in cinque secoli discritti colombiani:complotto secolare, thrillerstorico-politico-teologico,sottofondo alchemico-esoterico, sorprendentiparentele, eredità templari ecavalleresche. Per un sogno di paceuniversale fra cristiani,musulmani ed ebrei e unaChiesa da rifondare. Sullo sfondo, «mappeimpossibili», spedizioni esbarchi precedenti fra realtàe leggenda, attesemillenaristiche, personaggicome Marco Polo, Pico dellaMirandola, Paolo Dal PozzoToscanelli. Partendo dalla caduta diCostantinopoli, dalconfronto Oriente-Occidente, dall’inquietantesomiglianza fra Colombo(definito nepos) eInnocenzo VIII (il papafatto sparire dal successorespagnolo Rodrigo Borgia),da una lapide in San Pietro,dai fondi per la partenza,dalle lotte e dai segreti delVaticano (“otro mundo”compreso) scopriremo chel’esploratore sapeva dovesarebbe giunto: un mondonuovo, non l’Asia. Non fu il primo adapprodarvi: un anticocodice alessandrino, nellabiblioteca di InnocenzoVIII, dava già le giustecoordinate.

Come conferma il turco PiriReis, che avanza anche unpredescubrimiento, una«pre-scoperta» da parte diColombo. Certamente Colombo fu ildefinitivo: l’umanità ècambiata solo in seguito aisuoi quattro viaggi. La storia fu poi stravolta, laSpagna poté impadronirsidell’Eldorado e la ragione distato, nel tempo, prevalse.Avvalendosi di apparatiiconografici, di libri epubblicazioni anchestraniere, questo saggiorivoluzionario,appassionante come unromanzo, rivisita a 360gradi la vicenda della«scoperta dell’America»,proponendone una letturanuova, ricca di fascino e dimistero.

Ruggero Marino ègiornalista e scrittore. Ha lavorato per 34 anni alquotidiano Il Tempo diRoma, ricoprendo le carichedi inviato speciale(visitando più di 50 paesi),di redattore capo e diresponsabile del settorecultura. Ha scritto due libri dipoesie, Minime e massime eL’inferno in paradiso(Premio Indic). Ha vinto oltre 10 premigiornalistici, fra i qualiquello dell’AssociazioneStampa Romana. Con il suo primo volumesull’Ammiraglio, CristoforoColombo e il papa tradito,ha vinto il Premio Scanno.Delle sue ricerche, cheproseguono da oltre 15 anni,e che per la prima volta

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Titolo: “CristoforoColombo e il Papatradito” Autore: RuggeroMarino Dati: Prefazione diFranco Cardini IV edizione aggiornatae ampliata Pagine: 191Anno: 1997Editore: RTM EditoriSperling & Kupfer

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coinvolgono la Chiesa diRoma nella vicenda, si sonooccupati storici, scrittori emedia in Italia e all’estero(il Times gli ha dedicato duepagine). I suoi studi sono stati citatiall’Accademia dei Lincei.Estratti delle sue tesi sonostati pubblicati daApollinaris, dai Quaderniibero-americani e fannoparte degli Atti delSimposio «Laevangelización del NuevoMundo» e del Convegno «IlLetterato tra miti e realtàdel Nuovo Mondo: Venezia,il mondo iberico e l’Italia».Ha esposto le proprie tesi innumerosissime conferenze,anche in università italianee straniere. È stato invitato a New Yorkdall’Istituto italiano dicultura e fa parte dellaCommissione scientifica perle annuali celebrazioni del12 ottobre in onore diColombo. Il suo sito èwww.ruggeromarino.it, ilsuo indirizzo [email protected]

Riporto qui di seguito unaparte dell’intervista (quellarelativa al discorso inesame) alla duchessa diMedina Sidonia,discendente della famigliaspagnola che finanziò ilviaggio di Colombo, cheapre interessanti scenari,nonché un altro brevestudio in linea con ildiscorso di Ruggero Marinosulla “non originalità” delviaggio di Colombo.

Dahttp://www.turistipercaso.it/noi/tamt

am/testo.asp?id=9

L'intervista allaDuchessa Rossa...

2001 Mercoledi 14 MarzoQuesta è la trascrizioneintegrale dell'intervista allaDuchessa Rossa incontratada me, Syusy, durante laregistrazione di una puntatadi "Turisti per Caso".Se la forma e i periodi e nonsono perfetti, abbiatepazienza. Abbiamo dovuto tradurredal francese parlato dapersona di lingua spagnola.Comunque, in un'intervistacome questa, ciò che conta èla sostanza.

Parte primaLE MAPPE Syusy: Sono moltocontenta di averlaincontrata. Da tempom'interrogo su i misteriattorno alla figura diCristoforo Colombo. Qui inAndalusia ho trovato sulsito Internet webislam ilcontatto con lei.

Duchessa: E io sonocontenta di poter parlare diquesto perché in Spagnanon siamo in molti acoltivare dubbi su

quest'argomento.Syusy: Allora cominciamodai misteri sulle mappegeografiche antiche chetracciano precisamente laterra com'è molto prima chefosse esploratacompletamente in epocamoderna.

Duchessa: Le carteesistevano, lo dico nel miolibro. Tutto ciò che dico nelmio libro è documentato.(Mi mostra un libro sugliinterrogatori di Colombofacente parte di una collanadegli Archivi delle Indie).Questo e’ un procedimentocontro Diego, il figlio diColombo. In questodocumento molte persone,marinai che hanno viaggiatocon Colombo, fanno le lorodeposizioni. Nel quartoviaggio ci sono 3 testimoniche parlano del problemadelle carte. Tutti avevanodelle carte. Gli stessimarinai facevano dellecarte. Colombo si arrabbiacon un suo servitore perchéha passato una carta aRouan de la Cosas.Colombo, infatti, avevacome amico il bibliotecariodel Papa Innocenzo VIII chegli cedette una carta.Bisogna sapere, infatti, chein quei tempi il Papa siconsiderava sovrano di tuttii territori che non erano cristiani.Colombo arriva a Palos ecomincia ad organizzarsiper andare alle Americhe,con la carta del Papa.Ma era vietato a tutti coloroche non erano signori diPalos di andare per quellerotte. Anzi, più esattamente

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si poteva andare a pescarema non a commerciare.Questo divieto è espressocon un’ordinanza del 1485contenuta nel mio archivio.

Syusy: L'archivio deiMedina Sidonia, la sua è lafamiglia più importantedell’Andalusia e l'archiviocontiene gli incartamentirelativi a parecchi secoli distoria spagnola.Duchessa: Si. Dunque,c’erano delle carte ma sonotutte sparite. E laspiegazione c'è.

Syusy: Quale?Duchessa: Carlo V ordinòdi cercare tutte le cartenautiche, pubbliche eprivate, le mappe ecc., didistruggerle e farne dellenuove.Le mappe di allora sonostate distrutte.

Syusy: Perché?Duchessa: Per nascondereche si andava in America. E in questo luogo che venivachiamato "Guinea", pernascondere che si andava là.Le terre oltreoceano, comeabbiamo detto, erano delPapa e già nel 1430 MartinoV aveva diviso le terreamericane tra i prediletti glispagnoli e i portoghesi.Il Papa aveva vietato a chinon era Portoghese oSpagnolo di recarsioltreoceano. Chi andavasenza permesso sarebbestato scomunicato.Martino V ha posto questodivieto, si doveva avere ilpermesso del Portogallo o diCastiglia, in caso contrariosi poteva andare. Però ci

andavano lo stesso tutti!Ma i genovesi ci andavano,gli inglesi ci andavano e glialtri vi andavano, è perquesto che è scoppiata laguerra della Guinea daparte della Regina cattolica,perché tutti ci andavano.Che cosa succede quandoCarlo V vuole favorire cosìla Spagna?Semplicemente prendeimpulso il progetto delloscisma in Inghilterra.

Syusy: L’Inghilterradiviene protestante e quindisi libera dal potere papaleche promuove la Spagna.Duchessa: Esatto la storiasi è " fatta " così, dunque lastoria per gli storiciortodossi " deve "esserecosì. Tutte le cose che nonrientrano in questa storiasembrano impossibili!E’ impossibile pensare cheuna Signora possedeva unpappagallo prima dellascoperta dell’America, ma iopossiedo il documento nelquale si parla di questadama che aveva unpappagallo, ma non neparlano perché non èaccettabile per la storiaufficiale.In uno scritto datato primadella scoperta dell’Americasi parla di mais. Gli storicidicono che probabilmente sitratta di un errore. Unmomento, ma se diconomais significa checonoscevano il mais.

Syusy: Dunqueconoscevano il mais e ipappagalli prima dellascoperta di Colombo!Duchessa: Nella cronaca

di Alonzo de Palencia,morto nel 1412, prima cheColombo partisse, si parladel mais. Ma gli storici nonlo riportano!

Syusy: Io capisco chestiamo parlando di unperiodo storico pesissimo,era l’epocadell’Inquisizione, ci simetteva un attimo ad esseretacciati di eresia ed adessere scomunicati....Duchessa: ....avevanoragione di avere pauraperché le rappresaglie eranoe sono terribili...

Syusy: Anche oggi?Duchessa: Anche oggi

Syusy: Come "ancheoggi"?Duchessa: Non possoraccontarglielo perchéstiamo parlando di un’altracosa. Posso dirle, però, chele rappresaglie sonoterribili.

Syusy: Ma l’inquisizione èfinita.Duchessa: Si sviluppasotto un’altra forma...

Syusy: Siamo arrivati alloScisma d’Inghilterra.Duchessa: Lo scisma inInghilterra costrinse CarloV e il re del Portogallo adimostrare al mondo chel'America era stata scopertada loro, quindi era loro difatto, perché in questomodo erano stati loro iprimi ad essere andati là.

Syusy: Colombo ha dettofino alla fine che avevatrovato le Indie. Ma sapeva

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che non erano in realtà leIndie?Duchessa: I testimonidefiniscono l’America colnome di Guinea.Questa terra chechiamavano Guinea, uncerto Palenzia riteneva chesi trovasse a 1.000 migliadal Gualdalquivir, distanzain cui si trova l’America.

Syusy: Effettivamentequando sono stata a CapoVerde, che è un’isola vicinoall’Africa ho saputo che deimarinai con una barca, in 15giorni, sono arrivati,trasportati dal vento e dallacorrente, in Brasile. Glialisei portanomatematicamente là.Duchessa: In 20 giorni lebarche riescono, ora eallora, ad attraversarel’Oceano: scivolano come sefossero in discesa, è scrittosu di un documento che hoesaminato. Rientrare eramolto più complicato.

Syusy: In effetti dovevanorisalire fino alle Azzorre.Duchessa: Nonnecessariamente madovevano giungere sino al30° parallelo.Nel 1525, Oviedo scrive chedelle barche hannoimpiegato 25 giorni daSanto Domingo a SanLucar.Dipendeva dal periododell’anno in cui partivano;generalmente si trattava dipiccole barche. La piùgrande che avevano nel XVsecolo era di 45 tonnellatenon di più.Le migliori erano quelle di12 tonnellate che andavano

a remi e a vela. Era lo stessosistema utilizzato da Ulisse.

Syusy: Se c’era bonaccia siandava a remi, come Ulisse,come i Fenici, come iVichinghi!Duchessa: Nel mio libro "Africa versus America"spiego come si è giocatosull'equivoco parlando diluoghi africani mentre sitrattava di luoghi americani.Il primo capitolo del libro èil più semplice. Voglio cheleggendo le prime 18 pagineil lettore si renda conto chegli storici o si sono sbagliatio che si stanno burlando dinoi.

Syusy: Avrà sentito parlaredelle miniere d’oro vicino aTombouctou; i neriarrivavano con dell’oro sullespalle, c’era questo mercatodove si scambiavano il sale.Duchessa: Le miniered’oro non erano miniere mapiuttosto luoghi dove lepersone portavano l’oro perscambiare le merci e laporpora.Le miniere d’oro eranochiaramente situate tra SanLuis in Brasile, l’Orinoco e ilMinas Gerais.La più preziosa era a SanTomé vicino all’Orinoco.Ci sono 2 lettere di Condode Condomar,dell’ambasciatore a Londranel 1618 e Garcia de Toledoche descrivono un viaggiofatto alla miniera d’oronell’OrinocoLa miniera è nominata,apparteneva al re di Spagnama non era stata ancorascoperta!La storia ufficiale accenna a

questo viaggio ma senzaalcun riferimento allaminiera d’oro.(La duchessa , a questopunto, mi mostra dellecarte.)In Africa, dove si diceva diandare a prendere l'oro, nonc’era nulla perché in realtàci si riferiva ad un'altraterra, infatti vi erano icorrispondenti toponimi inAmerica.Tutti si riferivano a deiluoghi con toponimi similiche non erano in Africa main America; e quindi nonpotevano essere dichiarati.Tutti questi commerci che sifacevano erano riferitiall’Africa ma in realtà eranoin America come a Riodell’Oro, a Capo de Aguel, aCapo de Vogador.Ecco dove ho trovato lachiave.In un archivio ho trovato undocumento del 1463 chesancisce la cessione di unterritorio tra Capo de Aguele Capo de Vogador a deiSignori. Descrivendolo neevidenzia la ricchezza: cisono dei neri, dei fiumimolto pescosi e con unaportata d'acqua tale dapermettere di entrare con lenavi.Evidentemente non si trattadi Africa del nord, in quantonon vi sono né fiumi pescosiné così grandi.Questi possedimentidovevano trovarsi in Brasilee in America Centrale.Osservando moltidocumenti e grazie al fattoche il nome di Macapà siconserva ancor oggi inAmazzonia sono arrivata aquesta conclusione.

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Syusy: In quest’ottica tuttosi spiegaDuchessa: Conoscetel’Isola di Mogador?In tutte le guide turistiche èdescritta come zonadesertica; è dunqueimpossibile che nel XVII cifosse della canna dazucchero. Vi è unadescrizione del XVII secoloche descrive l’Isola diMogador con fiori, foreste,fiumi e pascoli. C’è una cittàche si chiama Santa Cruz.Evidentemente si parla diBrasile.Nel 1600 Filippo III ha deiproblemi perché gliolandesi vanno a cercare delsale vicino alle Canarie. E’ciò che dice la lettera. Mavicino alle Canarie non c’èsale!Syusy: C'erano salineall'isola di Sal a Capo Verde;fosse quella?Duchessa: Loro lachiamavano così ma invece ,passando tra le Berberia eForteventura nel Mar deiCarabi si va all’isola dellaMargherita poi all’isola delsale.Nel 1607 il Duca si rendeconto che i toponimi sonocambiati: tra Santa Lucia eMatarino, nel Mare Piccolo.

Syusy: Il Mare interno deiCarabiDuchessa: Si devediscendere lungo la costa daSanta Lucia e San Vincente.A 12 ore vi è l’Isola dellaMargherita, per giungerealla penisola di Araya dovec’è il sale. Se mettete idocumenti insieme l’isola diCapo Verde è la penisola di

Araya.Nel 1680 la dogana di CapoVerde doveva dare 5.000ducati al re del Portogallo eforniva dell’oro, della cannada zucchero e molte altrecose. Vi erano 450 case.Nello stesso tempo glistorici portoghesi siriferiscono a Capo Verdedicendo che non devononulla. Mi dispiace c’èqualche cosa che nonfunziona. Nell'isolachiamata Capo Verde c’eraun commercio enorme. Cisono dei documenti dove itoponimi sono citati. Senzadubbio si riferiscono allefamose saline di Arayaancora oggi utilizzate.

Syusy: La sua è una ricercae scoperta moltointeressante , non capiscoperché le debbano crearedifficoltà per diffonderla.Qual è il problema oggi?Bisogna riscrivere tutta lastoria? e va bene,riscriveremo i sussidiari distoria ma almeno diremo laverità! Non è un problema...Duchessa: Per gli spagnolisi. In Spagna,sfortunatamente si. Bisogna proteggere la gloriaspagnola. Io invece attaccola gloria spagnola.

Dahttp://www.oltreillimes.net

Non furono le sole "rottedella schiavitù" a portarenelle Americhe delle gentiafricane. In Spagna, la Duchessa diMedina Sidonia, LuisaIsabel Ávarez di Toledo, nelsuo palazzo di Sanlùcar deBarramela, possiede unodegli archivi privati piùimportanti d'Europa. Si tratta appuntodell'archivio del Ducato diMedina Sidonia, dove in undocumento del 1463, sitrova scritto che tra i capi diAgüer (nelle isole Canarie) eBojador (nell'attualeMarocco) c'erano dei fiuminavigabili e pescosi, ariprova che sulle rottelungo la costa atlanticac'erano approdi frequentatidai marinai berberi cheripercorrevano le traccedegli antichi fenici. Furono forse proprio i fenicii primi esploratori cheprecedettero Colombo (1),come sembrerebbe provarequalche denominazionetopografica del nuovocontinente. Di sicuronell'archivio di MedinaSidonia esistono antichidocumenti raccoltidall'Ammiragliato spagnoloche parlano dell'arrivo interre sconosciute dinavigatori provenienti dallapenisola iberica, chevengono denominatisemplicemente"musulmani"(2). Secondo laricostruzione della stessaLuisa Isabel Avarez, quei"musulmani" le cui gesta oinformazioni vennero

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raccolte in molti testi,appartenevano apopolazioni del nord Africae della penisola ibericaoccidentale: per lo più"berberi" islamizzati cheavevano recuperato latradizione marinara fenicianavigando e commerciandocon il "mondo sconosciuto."E' infatti durante il dominiomusulmano in Spagna,consolidatosi dopo l'VIIIsecolo, che dalle costeoccidentali di quello che eraallora l'Emirato di Cordoba,i navigatori arabo-berberistabilirono una rottaconsolidata dai porti diAlcácer do Sal a Tusummus.Da queste postazioniprobabilmente salpavanoper le rotte transatlantiche.Secondo la duchessa diMedina si tratterebbe della"Berberia Ultramarina",come veniva chiamato ilterritorio africano affacciatosul mediterraneooccidentale e sulla costaatlantica.Uno di questi navigatori èKhashkhash Ibn Saeed IbnAswad, nato a Cordoba esalpato sull'Atlantico dalporto di Delba (Palos) nel889, proprio come faràColombo nel 1492.Khashkhash, infatti,trasmise poi al cartografo diBaghdad Al-Masubi (871-957) una mappa del mondoconosciuto di allora cheincludeva un'ampia area diterra al di là dell'oceanoAtlantico coperta di"oscurità e nebbia". E' alla preziosa esperienzadi questi pionieridell'andamento dei venti e delle correnti atlantiche,

accumulata nei secoli, cheColombo deve in gran partela sua scoperta. Con la"reconquista"(3) diGranada, i re cattolici diSpagna posero fine allapresenza "mora" in Europae vennero in possesso dellemappe tracciate dainavigatori "musulmani",utilizzate da Colombo perraggiungere le isolecaraibiche. Lo stessoColombo conferma di averintegrato alle "carteeuropee" carte arabe emappe cinesi , riuscendo atracciare la rotta verso leAmeriche. Ed é provato che Colombo deve la suascoperta anche a duearmatori spagnol,i MartinAlonso Pinzon e VincenteYanez Pinzon, che avevanoappreso le tecniche dinavigazione e leinformazionioceanografiche dallafamiglia Marinide regnantein Marocco (1196-1465) perla quale avevano lavorato.Infine, in numerosidocumenti delleesplorazioni di Colomboviene avvertita la presenzadi uomini e prodotti delnuovo mondo provenientidall'"Aravia"(4)Così come i navigatori"musulmani" noncompresero di aver scopertoun nuovo continente, masolo una terra "ignota",anche Colombo commise unerrore di valutazione,convincendosi di esserearrivato nel Mar della Cina.Solo con le esplorazioni diAmerigo Vespucci (1499-1502) e FernandoMagellano (1519-1522) si

ebbe la certezza di non averraggiunto l'Asia, bensì unaltro continente.Le gesta della "Berberiaultramarina", di cui è statacancellata la memoria pernon offuscare la tremendapanoplia della scoperta diColombo, sono ricordatesolo da alcune associazioniislamiche europee, chehanno celebrato lo sbarcodel navigatore musulmanoKhashkhash Ibn Aswad perricordare gli antichi legamitra l'Africa e le popolazioniindigene americane.

Oltreillimes 14/10/2005

Note

1) Gli aborigeni avevano unapropria parola per definireCartagine: Cataski.2) In castigliano gli arabi, iberberi e le popolazioneautoctone islamizzate, venivanoidentificati, sulla base delprincipio religioso, con ilsostantivo "musulmano" o"moro". Anche nei paesi arabi daidocumenti si narra di navigatoriarabi o musulmani.3) Con il termine si indica laguerra cristiana per la riconquistadella "Spagna mora".4) "Aravia" ovvero la terra abitatadagli Arabi.

Bibliografia

- Christope Picard, L'océanAtlantique musulman,Maisonneuve & Larose, EditionsUnesco, Parigi 1997.- Luisa Isabel Álvarez de Toledo,África versus América, JuntaIslamica, Cordoba 2000. ArchivioOltreillimes.- Dr. Abdullah Hakim Quick,Muslims in the Americas and theCaribbean From BeforeColumbus To the Present, Ta-HaPublishers Ltd, London, 1998.

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“Il complottoStargate”

Siamo davvero pronti alritorno degli dèi?

di Lynn Picknett e Clive Prince

Recensione di Teodoro Di Stasi

Un libro scritto da dueesponenti della NuovaOrtodossia, o come aqualcuno piace definirli"Piramidioti", che nonmancherà di sorprendereper i suoi contenutiprovocatori, dissacranti. I due autori, Lynn Picknette Clive Prince, la prima unascrittrice, sceneggiatrice,esperta di paranormale,società segrete e grandi

misteri del passato e ilsecondo un ricercatoreindipendente appassionatodi storia e di politica. In questo libro raccolgonotutta una serie di indizi chevanno ad attaccare, conargomentazioni valide eprovate, le teorie di autoriquali Graham Hancock,Robert Bauval, RobertTemple, Colin Wilson eAndrew Collins, che hannocontribuito, nell'ultimoventennio, a gettare le basiper quella che si chiama"Nuova Egittologia",sviscerando quanto sino adora scritto in rivoluzionarieipotesi come "Il mistero diSirio", "Il mistero diOrione", o "Impronte degliDei", teorie entrate inmilioni di persone comedati di fatto. L'indagine che conduconoper dimostrare il loro"Complotto Stargate"riserva anche interessantisorprese per quelli che sonoconsiderati "InsigniLuminari" dell’EgittologiaOrtodossa, Mark Lehner eZahi Hawass, e si scopreavere correlazioni e trarrebeneficio da organizzazioniritenute poco scientifiche eserie, come l'A.R.E.(Association for Researchand Enlightenment)fondata nel 1931 dalveggente EdgarCayce...arrivando adelineare come vi sia poi unfilo conduttore che porti aiservizi segreti, all’M15, laC.I.A. Tutto questo a che fine? Gli autori nella loroesposizione voglionocomunicarci che è in atto un

grande piano"cospirazionistico" che èanche un grande (forse ilpiù orchestrato?)"Esperimento sulle Masse",che il nostro pianeta è alcentro dell'attenzione diuna congiura ordita daentità potenti einavvicinabili chearriverebbe a minacciarenon solo l'equilibrio maanche la sopravvivenzastessa del nostro pianeta.Certamente si possono noncondividere alcuni tratti dellibro, pur tuttavia rimanel'attenta analisi che porta afare luce su molteinesattezze di quelle teoriealle quali siamo abituatiricondurci per fareriferimento alla nuovaegittologia.Nel libro non mancano poinuove teorie postulate chemetterebbero in relazione ilnostro fratellino del sistemasolare Marte e i suoi mistericome le strutture nellaregione di Cydonia, con laciviltà egizia, ed anche inquesto caso i due autori ciguidano in un’interessanteanalisi, avvalendosi di tuttauna serie di personaggi, tracui pure coloro cheanalizzarono le prime fotodel volto su Marte e leanomalie come le Piramidi.Il libro è uno di quelli cheleggeresti tutto d’un fiato,avvincente, agghiacciante inalcune sue parti, ed èproprio questo "ComplottoStargate" che desterà nellettore un rinnovatointeresse, il porsi nuoviquesiti alla luce delle analisiin esso contenute... al limitequasi della paranoia… ma

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Titolo: “Il complottoStargate – Siamodavvero pronti alritorno degli dèi?”Autori: Lynn Picknette Clive PrinceDati: 341 p.Anno: 2002Editore: Sperling &Kupfer

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

perché non interpretarlocome uno spunto alla frase"Qualcosa di vero c'è"... adognuno trarne unasoggettiva interpretazione eulteriori approfondimenti.

∼∼∼∼“Watermark”

Il segno dell’acquadi Joseph Christy-Vitale

Recensione di Simone Barcelli

"Watermark, il segnodell'acqua", di JosephChristy-Vitale (di questoautore leggo sul web "...haviaggiato in gran parte delmondo, immergendosinello studio di miti,religioni e scienza.

Laureato in LetteraturaComparata all’Universitàdi San Diego, attualmenteinsegna presso l’universitàdi Portland, Oregon"), cheho acquistato dopo averletto la recensione sublimesu un numero della rivista"Archeomisteri" (quandoera ancora editatadall’Editoriale Olimpia).Ebbene, inizio la lettura esono frastornato per ilmodo di scriveredell'autore, veramenteferruginoso. Armato dibuona volontà, proseguonella lettura e, pagina dopopagina, mi convinco chevale la pena proseguire.Verso la fine, ultime ventipagine, mi accorgo (inritardo?) che quantosostiene l'autore non hanessun fondamentospecifico. La scrittura non è fluida, avolte mi soffermo e penso"ma cosa sta dicendo?".Finisco il libro e torno asfogliarlo, soprattutto percapire. Mi accorgo che latraduzione èapprossimativa, gli errorigrammaticali si contano adecine (fra l’altro ho scrittoa Macro Edizioni peresternare la mia piùcompleta contrarietàriguardo la traduzione) maè il contenuto che lasciaspazio alle maggioricritiche. Le conclusioni sonostrampalate, quanto l'autoresostiene riguardo i miti (horecentemente terminato lastesura del mio secondovolume sull'argomento,quindi parlo a ragion

veduta) è pura eresia e nonmerita, da parte mia,nessuna considerazione.Voglio dire che questalettura non mi ha portatonulla di nuovo e non hoprovato nemmeno piacerenello sfogliare le pagineproprio per il modo diesprimersi dell'autore.Ripenso, con nostalgia, aquel grande antisignano diPeter Kolosimo, che sapevascrivere e incantare i suoilettori.Pur tuttavia, vi invito adacquistare "Watermark" percomprendere quali sianooggi le strategie delle CaseEditrici, come buttano illoro denaro per pubblicareautori stranieri che nonmeriterebbero neppure dioccupare gli scaffali dellelibrerie nostrane (adiscapito di tanti meritevoliscrittori esordienti di casanostra, che attendonoinutilmente un segno diapertura), come perseguonoil binario del catastrofismoad ogni costo, senzaaccorgersi di fornireprodotti scadenti sotto ogniaspetto....buona lettura di"Watermark"!

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Titolo: “Watrmark – Ilsegno dell’acqua”Autore: JosephChristy-Vitale Dati: 192 p.Anno: 2007Editore: MacroEdizioni

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

CONFESSO, HO VIAGGIATO

Viaggio alla scopertadella Campaniamysteriosa:

la Sibilla Cumana 2009 © Stefano Panizza

La Campania sa regalare,anche a coloro che hanno iltempo di dedicarle solopochi giorni, un vero eproprio caleidoscopio disorprese ed emozioni.Il clima mite, il marecristallino, la cucinadeliziosa e, non da ultimo(anzi, per chi scrive è alprimo posto), unpatrimonio archeologico diprim’ordine.Se, poi, si è ancheappassionati di mysteri, leghiotte occasioni nonmancano di certo.

Un esempio per tutti:l’antro della Sibilla Cumana.Ho avuto la fortuna divisitarlo recentementedurante un tourorganizzato.Si trova al di sotto delmonte di Cuma (unamodesta altura di circa 100metri protesa verso ilmare), fra i comuni diPozzuoli e di Bacoli(Napoli), all’interno di unvasto parco archeologico.Secondo le fonti antiche, ciha spiegato la guida, è la piùantica colonia greca

dell’Italia meridionale (IX –VIII secolo a.C.), sede findall’inizio di templioracolari. La zona riveste un fascinoparticolare anche perl’eccezionalità delle suecaratteristiche; siamo neipressi dei Campi Flegrei(dal greco flegraios =ardente) e delle solfatare(per gli antichi è la zonadella palude Stigia, formatadalle anse di uno dei fiumiinfernali).Il visitatore accede alla zonaarcheologica tramite una

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Stefano PanizzaC.U.N. Parma

www.centrostudifortiani.it [email protected]

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

corrugata ma breve galleriascavata nel tenero tufo, altermine della quale ci siaffaccia ad un duplicepassaggio: a destra la criptaromana (non visitabile), asinistra l’antro della Sibilla.

solfatara

accesso sito archeologico

Pare che nella zona vi siauna vera e propria cittàsotterranea (sulla quale,però, gli archeologi nonsembrano sbilanciarsitroppo), collegata al vicinolago d’Averno (un vecchiocratere vulcanico).Secondo la tradizione,proprio in quest’ultimo visarebbe l’accesso al regnodell’Oltretomba e, almenofino agli anni Trenta, ancheall’antro della Sibilla.Non per nulla nell’antichità,ci ha spiegato la guida, vialeggiava una puzzatremenda e nauseabonda,risultato delle esalazioniprovenienti dal fondo dellago. Ma anche adesso lesue acque, scure ed immote,non fanno che permeare illuogo di un fascino sinistro.

Non dimentichiamocineppure che, nei pressidella vicina isola di Ischia,secondo molti esoterici, visarebbe uno degli accessi,niente meno, che al regnosotterraneo di Agharti (altri,se ben ricordo, sitroverebbero in India,Nepal e Borneo).

lago d’Averno L’antro della Sibilla (quelloritenuto come tale, appunto,solo dopo gli anni Trenta) èposto in leggera discesa edin una posizioneombreggiata, quasi apreparare il visitatore (e nelpassato il pellegrino)all’ambiente buio che di lì apoco lo accoglierà.Ricordiamo che èconsiderato uno deisantuari più frequentati efamosi dell’Italia antica.Colpisce immediatamenteuna cosa: la formatrapezoidale dell’accesso.Chi ha un minino didimestichezza con i temiarcheologici (e mysteriosi)non può far a meno dinotare l’impressionantesomiglianza con l’ingressodella tomba di Pacal aPalenque (Messico). Ho chiesto alla guida ilpossibile significato di talesimilitudine ma, al di là digenerici (e non bencompresi) accenni a regole

di solidità costruttiva, non èsaputa andare.

accesso antro della sibilla

accesso tomba di pacal

Se riflettiamo un attimosono ben mille gli anni distoria che separano le duecostruzioni ma sembra cheun sottile ed impalpabilecordone ombelicale leunisca comunque.

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

Varcato l’ingresso si vienesorpresi da una oscuritàquasi totale (nonostante,come già detto, la zonaantistante non siaparticolarmenteilluminata).Si percorrono, poi, oltrecento metri di una galleria,alta almeno cinque metri,tagliata nel tufo.

zona antistante Antro dellaSibilla cumana

http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Antro_della_Sibilla_c

umana.1.jpg

galleria Antro della Sibillacumana

Il tunnel è scandito da seifenditure dalle quali filtrauna debole luce. Alla fine di esso, quasiimprovvisamente, si apreun vano in forma di croce.Alla sua sinistra la StanzaOracolare.Francamente la lunghezzadella galleria sembra, dalpunto di vista pratico, uneccesso di spreco, maprobabilmente serviva percreare la giusta atmosfera a

chi si avvicinava al santasanctorum dell’antro.Ho notato, anche, che essacorre praticamente parallelaalla costa marina pocodistante, forse ciò può avereun significato preciso chenessuno mi ha saputospiegare.

stanza oracolare

Qui è successa una cosaapparentemente strana.Ho fatto la tradizionale fotodi rito all’interno dellacavità sacra. Sarà stato un caso, ma dellecentinaia di immagini cheho scattato durante l’interotour (sia in ambienti interniche esterni), solamente duesono risultate sfuocate:entrambe dentro la grotta,entrambe con me presente.Ciò può suggerire (anche semi rendo conto che l’ideapossa essere piuttostobalzana) che ci sia stata unasorta di interferenza fra ilcampo energeticodell’apparecchio fotografico,quello del mio corpo equello dell’ambientecircostante. Non dimentichiamoci lasacralità del luogo, mutotestimone, durante i secoli,di un flusso ininterrotto dipersone (pellegrini esibille), dal pesante caricoemotivo che, forse, potrebbeaver impregnato l’ambientemedesimo.

immagine sfuocata

Ricordo che, per laletteratura paranormale,anche la stessa ripetitivitàdi determinati gesticonfinati nel medesimoambiente (quindi lacomponente “emotiva” nonavrebbe l’esclusività dellacausa) può generare ilmedesimo effetto. In altre parole, allora,l’energia psichica dellepersone potrebbe esserestata registrata dalla pietracircostante ed attivata(ricaricata) per la presenzadi un soggetto particolare(in questo caso, ritengodebba trattarsi di chiscrive).Il risultato sarebbe ilpresentarsi di una qualcheapparizione luminescente(che non ho notato) masoprattutto ilmalfunzionamento delleapparecchiatureelettroniche.A dire il vero, si vede benenella fotografia un orb, asinistra della mia gambadestra, ma francamentecredo che esso abbia dellespiegazioni molto piùprosaiche, legate alfunzionamento dellamacchina fotografica (l’horegistrato, infatti, in diverseimmagini, in questo comein altri luoghi chiusi).

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

Che il luogo abbia qualcosadi anomalo lo testimonia,comunque, la strana storia(leggenda?) sulla chiusuradell’antro ad opera deiprimi cristiani che, nelfrattempo, l’avevanotrasformato in unanecropoli.Pare, infatti, che chi vivenisse seppellito, alla fineresuscitasse …Sarebbe interessante, peruna maggiore chiarezzainvestigativa, potersipresentare nei siti delmystero con la dovutastrumentazione: misuratoridi campo elettromagnetico,termometri d’ambiente,macchine fotograficheall’infrarosso etc ma,spesso, per motiviorganizzativi, la soluzionenon è facilmentepraticabile. Ritorniamo al nostro antro.La stanza è caratterizzata datre pareti, tutte con archichiusi. Che ci fosse un accesso adulteriori vani?In quella, poi, dirimpettaiaa chi vi accede, ci sono dei“graffi”, linee scure eparallele che caratterizzanola sua parte mediana disinistra.Che cosa sono? Non si sa.Ma immaginiamo, ora, ditornare indietro nel tempoed assistere all’attività delluogo sacro.La Sibilla, scelta a suotempo fra giovani vergini,assisa ad un tripode, aspettache i sacerdoti, delsovrastante tempio diApollo, alla quale è devota,le sottopongano le richieste

dei pellegrini (spessosoldati in partenza per laguerra).Vogliono sapere cosariserva loro il futuro.Ad un certo punto, cominciaad entrare in una sorta ditrance, sembra comeinvasata, posseduta.Si muove barcollando, inmodo convulso escomposto, agitando la testaqua e là.Appare fuori di se, con lesue lunghe chiome che simuovono disordinatamente.I battiti cardiaciaumentano, il respiro èridotto ad un rantolo, lasudorazione si fa copiosa, ilvolto è terreo e quasitrasfigurato e la suainsensibilità al mondocircostante è quasi totale.Per tutti è Apollo in personache entra nel suo corpo enella sua mente.Una sorta di possessione,dunque, una medium privadi una propria volontà.Ma sarà davvero così?Oppure è un caso rarissimodi intromissione di un altrosoggetto vivente nella suamente?O è l’attivazione di facoltàtelepatiche e diprecognizione (tra l’altro,maggiormente sviluppatenelle persone di giovaneetà)?O è magari una sua realeincursione in un altro“mondo”?O è più semplicemente uncaso di epilessia oautosuggestione?Ad un certo punto, però, aldi là della causa, comincia acalmarsi.

Inizia a scrivere i suoivaticini (il volere del dio,secondo la tradizione) sufoglie di palma, disperse poial vento.I destinatari, in febbrileattesa, dovevano affrettarsia raccoglierle e adinterpretarle.E di solito, e questa è unacosa che caratterizza lesibille, quando “parlano” lenotizie non sono mai buone(infatti vengono anchechiamate “profetesse disventure”). Ma torniamo al “presente” eal racconto della nostraguida.La Sibilla, verrebbe quasi dapensare nei “tempi morti”,decise, ad un certo punto, ditrascrivere in nove libri,detti libri sibillini, la futurastoria di Roma.La tradizione narra che il reromano Tarquinio ilSuperbo stiracchiò un po’troppo sul loro prezzo diacquisto finendo, per fararrabbiare la Sibilla che, nelfrattempo, ne distrusse bensei.Alla fine il povero recomprò i tre rimasti alprezzo iniziale dei nove …Essi vennero conservati aRoma, nel tempio di GioveCapitolino. Furono consultati solo incaso di estrema necessità,quando eventi celesti oterreni facevano intuire chegli déi avessero “parlato”.La loro importanza la si puòintuire anche dal fatto chesolo il senato potevaautorizzarne laconsultazione. Ogni abuso era punito conla morte (ad esempio, il c

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

ondannato poteva venirecucito vivo in un sacco dicuoio e gettato in mare).Dulcis in fundo vennerobruciati dal generalecristiano Stilicone nel 408d.C. perché li considerò“pericolosi” per la neonata,ma già affermata, religionecristiana.E purtroppo, come bensappiamo, nei secolisuccessivi questa “moda”prese fin troppo piede nellegerarchie ecclesiastiche …Torniamo nuovamente alnostro antro.Ma è davvero quello il luogodove la Sibilla oracolava?Secondo l’archeologia“ufficiale”, sì.Non per nulla, ci dice,uscendo dalla galleria egirando a sinistra si accedealla via Sacra, dove, passatealcune decine di metri, siarriva al tempio di Apollo.

Via sacra

Questo sarebbe collegatoall’antro da uno strettocunicolo (una sorta discorciatoia, non visitabile).Ma, seppur ipotizzando unaccesso diretto, il percorso,congiungendo idealmente idue luoghi, non appare nébreve né agevole. Tanto è vero che,ultimamente, ci ha spiegatola guida, è stato ipotizzatoun nuovo antro, menosuggestivo ma più “logico”

perché molto più vicino altempio del dio, inconsiderazione del cordoneombelicale che ad esso lolegava.

nuovo antro

Il termine della visita,infine, mi ha riservato unagradita sorpresa.Dico “mi” perché, in realtà,la comitiva si era giàallontanata ed io, come alsolito, mi stavo attardandoa curiosare nei particolari,al riparo dal fastidiosovociferare dei gruppi dituristi.Proprio all’ingresso della viaSacra, infatti, appena uscitidalla galleria dell’antro, ci sitrova di fronte a due gruppidi tacche verticali, incisinella roccia.La didascalia presentesuggerisce che si tratta diun calendario lunare, conl’utilizzo di linee fusiformi aricordare la vulva femminea(in sostanza, i graffitiavrebbero avuto un’utilitàpratica ma anche asservitial rito della fertilità ededicati alla dea Artemide,spesso identificata con laluna crescente).Sarà probabilmente così,ma nel momento in cuiguardo un artefatto vecchiodi migliaia di anni michiedo sempre se siamo ingrado di capirne il verosignificato.

Mai dimenticare, infatti, chela Storia è sempre unaquestione diinterpretazione, quindi unprocesso soggettivo, perchétroppi sono i fattiinconoscibili e troppodiverso è il nostro filtroculturale rispetto a quellodegli autori originari.

calendario

In conclusione, il sito, moltosuggestivo e ricco dinumerose vestigiaarcheologiche (come iltempio di Giove), avrebbesicuramente meritato unapermanenza maggiore.Ho cercato, quello sì, diprendere tempo, ma il capoguida era tornato indietro acercarmi ed il suo sguardonon ammetteva repliche …

Stefano [email protected]

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

Ritornoin

Egitto

Questa volta non voglio chesia un discorso pesante, levacanze sono vicine pertutti e io la parte più bellame la sono già giocata.Ebbene sì, sono tornata inEgitto. Lì c’è qualcosa che mi attirain modo continuo, è unrichiamo che non possoignorare.

Lì sento che mi stannoportando a cercare leorigini, la nostra storia.Vorrei tanto scavare di più(bastasse leggere…) perrendermi conto e capire.

E’ una percezione che sirespira nell’aria, ma nonsolo, lo si intravede nelmezzo sorriso deicammellieri, nel <Ciaocome stai..> imparato amemoria e ripetutocontinuamente dachiunque incontri, ma nonsforzarti a rispondereperché sono già passatioltre.Questa volta siamo sul MarRosso.Ti parlo di Hurghada, delsuo caldo soffocante (52gradi) che rimbalza daimuri e dall’asfalto e ti toglieil respiro.

Taxi rossi e neri ovunque,ma anche pulmini che siimprovvisano come mezzodi trasporto collettivo perpochi euro, guidando inmodo spericolato, e a farispenti.

Si può vivere in condizionicosì pesanti, dove già lasopravvivenza vuol direinventarsi un mestiere, evendere… Si vende qualsiasi cosa chepossa interessare al turista,dai profumi di marcataroccati alla meno peggio,alle borse finte mafirmatissime, ai prodotti

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Noemi Stefanir [email protected]

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

naturali, come spezie ealoe…

Tutto vendonoaccogliendoci con grangentilezza, ma prima ditutto all’ospite offrono dabere.

Del tè all’anice, o alkarkadè, la teieraappoggiata al terreno dovegirano formiconi enormi.

Difficile rifiutare, guardareil bicchiere non propriocristallino e filarsela con

un <No grazie ho appenacenato>. La conseguenza può essereun semplice mal di stomacoe se va male anche picchi difebbre e diarrea.Ma il mare è meraviglioso.Guardavo la barrieracorallina, e ho pensatoall’esodo. Gli Ebrei in fuga chissà doveavevano attraversato?Probabilmente molto più anord, forse a Taba checonfina con la Palestina e laGiordania e tornavano acasa. La stessa gioia che provavoio.La sabbia era bianca,l’acqua trasparente,l’azzurro e il blu inchiostrodelle onde fino all’orizzonte,dove saltavano i delfini.Inseguivo branchi dipesciolini che mi sfioravanonell’acqua, e con pinne emaschera era come nuotare in un acquario marino, unospettacolo indimenticabiledi una fauna dai mille coloriche impassibile brucava ilfondo.

Il sole implacabile e unvento leggero che soffiavadal deserto, luci abbagliantie ombre che ti rigenerano.Alla sera lungo la stradaprincipale vicino ainegozietti illuminati, c’è

qualcuno girato contro unmuro. Si alza e si inginocchia piùvolte, rivolto alla Mecca, èun uomo che dice le suepreghiere. Non solo storia, maumanità e bellezza che siconserva naturale neltempo, tradizioni e sorrisi, tutto questo è Egitto.

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

ANGOLO PRIVATO

La cacciatriceIl vento la sferzava

fortissimo, quello che la

teneva in piedi era un

furore talmente grande da

vincere gli elementi della

natura.

Sapeva che il suo

avversario era nascosto fra

i cespugli che vedeva in

lontananza.

Per lei era già una vittoria

averlo portato a doversi

nascondere. Erano soli su

quel satellite ormai da

tempo, erano gli unici due

sopravvissuti di una

navicella spaziale,

costretta all'atterraggio

per motivi tecnici.

Non venivano dallo stesso

pianeta, e dopo un pò il

traduttore universale che si

portavano dietro non

funzionò più.

Lei era alta filiforme con

grandi occhi neri, lui

massiccio con squame

verdastre.

Mentre lei cercava cibo e

acqua per entrambi, come

le imponeva il suo codice

morale, lui si annientava a

scavare buche e fermare

con le braccia il vento che

soffiava in continuazione.

Lei costruiva e lui con

metodo distruggeva quello

che lei aveva fatto. Lei

cercava di allontanarsi e

lui la seguiva implacabile.

Lei pensò che fosse

impazzito e ne ebbe pietà.

Costruì un rifugio per

entrambi, mentre lui era

sempre pronto a cogliere

ogni suo più piccolo errore.

Scuoteva la testa e poi

scoppiava in grandi risate,

girava su se stesso e

riprendeva a scavare

buche.

Lei continuava a cercare

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Giovanna Triolohttp://blog.libero.it/Angoloprivato

Page 91: Tracce d'eternità nr.3

Tracce d’eternitàTracce d’eternità

cibo, e a ricostruire il

piccolo rifugio.

Non sapeva perché

sopportava tutto

questo, forse per la paura

della solitudine, perché

comunque quelli che la

guardavano erano anche

se di un'altra razza, sempre

degli occhi, in cui a tratti

pareva di leggere della

comprensione.

Ma quel mattino al ritorno

dalla caccia aveva trovato

di nuovo il rifugio distrutto

e improvvisamente

prese la decisione, si girò

verso di lui che stava con le

braccia spalancate al vento

ridendo e lo guardò, lui gli

lesse negli occhi la rabbia

feroce che la invadeva e

scappò, portandosi dietro

la sua arma.

Lei con il suo fucile in

spalla si mise a seguirlo, si

trasformò in una

cacciatrice spietata e come

tale non lo mollò più.

Arrivata a pochi passi dai

cespugli sentì gli spari

fischiarle intorno, non fece

neanche il cenno di

fermarsi, continuò a

camminare contro vento,

lui si alzò con le braccia in

aria in segno di resa, ma lei

sapeva che non si sarebbe

arreso in realtà, mai.

Prese la mira e gli fece

saltare la testa e girandosi

per tornare indietro pensò

ad un antico motto:

"Meglio soli che male

accompagnati”.

Metamorfosi nel sogno

Una lunga fila di stanze,

tutte sulla medesima

parete

appoggiate, che

sovvertivano le leggi della

fisica, sospese nel vuoto.

Un tappeto rosso, che

pareva un serpente

addormentato, le lambiva

tutte.

Tre pareti della stanza

erano nere, una era solo

una grande vetrata.

All'interno ogni stanza era

abitata da un unico

individuo, che in letti con le

lenzuola stropicciate

dormiva sonni profondi,

alcuni agitati, inquieti;

ogni tanto si levava un urlo

che richiamava il risveglio.

Individui passeggiavano in

visita ai dormienti, e

guardavano attraverso la

vetrata chi nel sogno

cercava una veloce

maturazione di sé.

C´era movimento sul

tappeto rosso, tramestio di

piedi che parevano

danzare.

Ogni tanto si sentiva

un'unica preghiera, sempre

la stessa.

-" Tiratelo fuori, non ce la

fa più "-.

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Page 92: Tracce d'eternità nr.3

Tracce d’eternitàTracce d’eternità

E individui coperti da capo

a piedi da un sudario

bianco immacolato,

facevano uscire il

dormiente e lo

riportavano alla vita,

facendolo volare con chi lo

amava fuori dalle grandi

finestre esposte fra i raggi

del sole.

Nel cielo dove l´arancione

spadroneggiava si sentiva

al loro passaggio:

-" Mi spiace, ci riproverò -"

e chi aveva passato interi

periodi oscuri chiusi in

quelle anguste stanze

dormendo le vite non

vissute ad occhi aperti ,

rispondeva

immancabilmente

-" Non è

necessario,

si arriva in ogni caso, solo

ci vuole più tempo"-.

Davanti ad una

vetrata vi era un individuo

con le mani appoggiate,

come a voler sorreggere la

vita sognata dalla

dormiente.

Era tutta sudata, si

lamentava, gli occhi

chiusi e la mente popolata

da un mondo dove le anime

non volavano, ma

strisciavano sulla terra.

Nel sonno piangeva,

rideva, abbracciava il

vuoto, chiamava nomi di

chi non esisteva.

Lui più volte aveva fatto un

cenno per chiamare e farla

riportare alla vita, ma si

era sempre fermato

davanti l’espressione di Lei,

di chi vuol andare fino in

fondo.

Guardava con infinito

amore, le mani di lei piene

di graffi, le braccia con

ferite causate dalle

battaglie in cui nel sogno si

gettava,vedeva il cuore

batterle con forza, con

determinazione, e

ricordava le sue ultime

parole prima di entrare.

-"Voglio crescere di là, nel

sogno per essere come te,

ora "-.

E aspettava, dietro

alla vetrata con le mani

protese, fino al momento in

cui lei, si sarebbe svegliata

naturalmente, la bella

farfalla bianca che aveva

sempre voluto essere.

Giovanna Triolohttp://blog.libero.it/Angoloprivato

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

E' NELLE PROFONDITA’DELL'UNIVERSO CHECERCO L’IMPRONTA

DIVINA...

SINAPSI COSMICA Olio e smalto su tela 62X62 - 2005

SPIRITUALITA' Smalti e marmo sutela 62X62 - 2006

SPIRITUALITA' DELL'UNIVERSO Olio, smalto e marmo su tela 125X75 - 2005

SPIRITUALITA' DELL'UNIVERSO Olio, smalto e marmo su tela 62X62 - 2006

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David Sabiu, 47 anni, è batterista diplomato al conservatorio di Pesaro incontrabbasso nel 1982. Ha lavorato per due stagioni al Piccolo Teatro diMilano come percussionista sotto la regia geniale di Giorgio Strehler. Dal1986 incomincia a comporre e a lavorare in studi di registrazione con variartisti: Jovanotti, Fiorello, Banco, Madreblu, Gerardina Trovato, Nek, LucaCarboni, Fausto Leali, Paolo Meneguzzi, Tao, Naftalina, ecc. Ha diretto duevolte l'orchestra a Sanremo e ha composto due colonne sonore. Lavora perMediaset producendo sottofondi e pubblicità. Come pittore è autodidatta epartecipa nel 2003 alla Biennale di Roma vincendo il premio della critica.Nel 2005 partecipa alla Biennale di Firenze. Durante ogni mostra c'ècostantemente la sua musica cosmica che coinvolge lo spettatore.

David [email protected]

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

LIFE AFTER LIFE

I messaggi degli Angeli

Da ora mi metterò adisposizione per fare da"ponte" tra cielo e terra. Gli Angeli non possonoabbassarsi al mondomateriale, la materia ètroppo pesante per Loro, esarebbe troppo faticoso

fare questo passo. Sta quindi a noi innalzarcipredisponendo il nostrocuore e il nostro spirito a percepire queste Essenzecosì sottili. Liberiamo la mente dallarazionalità per un

momento, ci farà bene.Questo è un Serafino che viparla

“Ave.......Mettetevi in mente chetutto è stato portato perfarvi capire. Se la vita fosse soltantouna passeggiata alloraanche voi avreste poco daapprendere.Senza le cose che tanto vifanno pensare, senza lecose che vi danno pena, terreste tutto per scontato,come se essere al mondoservisse per avere totale permesso di agire per tuttoe su tutte le cose.Non sapete che ognipensiero, ogni vostra piùpiccola azione comportadegli esiti tanto catastroficise avete cattive intenzioni?Mettete in un cappelloquesta domanda...Sarò capace di esseremigliore? O... sarebbe stato miglioreil mio futuro? (stessa cosa)Se la risposta è SI', avete

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Sensitiva e ricercatrice della storia delle religioni, indaga da più di 20 anni nelparanormale ricevendo numerose conferme alle sue tesi. Le sue esperienzel’hanno portata a visitare i posti più misteriosi e ricchi di spiritualità dellaterra. Ha preso parte a convegni con tematiche riguardanti “ la vita oltre lavita “ facendo da tramite per le persone che erano in attesa di risposte econferme dall’aldilà. Ha tenuto conferenze, intervenendo anche a trasmissioniradio (RTL 102,5) e televisive (Maurizio Costanzo show).

Noemi [email protected]

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

dato buone possibilità alvostro Essere di portarvi allacomprensione.Se invece avete grandidifficoltà a trovare unarisposta al quesito, beh...passate troppo temposoltanto a divertirvi etrascurate le possibilità chela vita vi offre per avereprospettive migliori.State attenti a quei "segni"che vi portiamo. Non sono lì per caso ...Avremmo tanto da potervidire se soltanto perdestequelle vostre sciocche paure.Siamo i vostri perfettiAmici, abbiamo compitidiversi ma tanto simili a voi, non lasciateci da parte,niente è impossibile se Diovuole.Lasciate che il cuore viporti a sentire quantoamore sappiamo donarvi,lasciate che la vita sia unmeraviglioso giardinofiorito, e se ci saranno spine vi saremoaccanto, ...SEMPRE”

N.B. Forse vale la pena dispendere due parole perspiegare meglio quello che non è così semplice dacapire.In questo messaggio si ponel'accento su come anchel'energia del pensiero siafondamentale per fare in modo che il potere si spostiin modo positivo oppurenegativo, si misurano le dueforze in contrapposizione. Si considera che già solo ilpensare il male può inqualche modo dargli forma.

E così il pensare il bene, la forza del pensieropositivo che volta in benequello che è incerto.Ancora è sottinteso che ipensieri vengono pesati evalutati (S. MicheleArcangelo raffigurato con labilancia in mano, e se viricordate anche le divinitàegizie al momento del giudizio, pesano pensieri eazioni del trapassato).E poi, la questione delladomanda “Sarò capace di esseremigliore?” oppure “Sarebbe migliore il miofuturo?” e l'Angelo dice “stessa cosa”...E' certamente la stessa cosa,perché se mi comporteròmeglio conseguentemente lemie azioni mi porteranno asciogliere tanti nodiesistenziali e quindi a viverepiù serenamente, ad avereun futuro migliore.Quindi prendere questa vitacome una buona scuola perimparare e comprendere.Ci insegnano a toglierci lepaure che ci limitano, ciirrigidiscono, e sono ungrande, grandissimoostacolo alla comprensione.

“Senti come ti porto acapire le cose, come tutto èpronto a essere svelato se soltanto la tua attenzionerimane desta.Pensa a quante volte ti seichiesto "perché" e nontrovando risposta restavi muto a perderti nelleristrettezze della tuamente.

Eppure ero presente, erovicino. Talmente vicino che avrestipotuto sentire la carezzasul tuo viso, così leggerache a te è sembrato unsoffio.Pensa sempre che tuttoviene quando siete giuntialla consapevolezza di voi stessi e poi serve tuttoquanto vi portiamo aconoscere.Tieni tutto quello che tiporto e vedrai che poi saràfacile sollevarti alle cosepiù grandi che verranno.Tutto serve se vuoi tu.Tutto ti porta a esseremigliore.AMEN”

N.B. Di nuovo l'attenzionesi sposta sul comprendere.Ci sono fatti ed eventi chesono troppo difficili daaccettare, perché sonoinaspettati e troppodolorosi. E allora la mente che fa un ragionamento logico erazionale, cerca dellespiegazioni logiche erazionali, e non trovandolesi rifiuta di accettare realtàdiverse dalla propria.Ancora vale la pena di porrepiù attenzione a quello checi succede, perché comedicono Loro tutto serve, ealla fine di questa nostraesperienza si tireranno lesomme.

Noemi [email protected]

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

XAARAAN

Salvatore Florio e unincidente provocato da "cause non accertate"

Di questa vicenda neparlano l'ex radicaleMassimo Teodori e lacommissione d'inchiestasulla P2, di cui Teodori hafatto parte. Ma ogni tantoviene ripresa anche altrove.Come ha fatto qualchetempo fa "AvvenimentiItaliani" attraverso ilmaresciallo di artiglieriaPaolo Messina e ilgiornalista MicheleGambino, o lo scrittoreGiuseppe Genna con il suoromanzo "Dies Irae", oltre aigiornalisti e agli storici chesi sono occupati dei fattaccipiù recenti della PrimaRepubblica. È la storia diSalvatore Florio, uncolonnello della guardia difinanza morto con il suo

autista il 26 luglio 1978 inun incidente stradaleprovocato "da cause nonaccertate". Così si scrissesulle relazioni di servizio,ma Miriam Florio, la moglieda cui l'ufficiale ha avutodue figli, ha sempre cercatodi dire che, forse, nonproprio di fatto accidentalesi trattava.Se capita di non voleraccettare la morteimprovvisa e fortuita di uncongiunto e di voler perforza cercare motivazioniche risiedono altrove, a farriflettere su questa vicendadovrebbero essere itrascorsi del colonnello.Catanese d'origine, quandomuore non ha nemmenosessant'anni e il suo nome è

legato a inchieste di pesotutt'altro che marginale,come quelle sulla loggia P2di Licio Gelli (i cui dossierperò finiranno perinabissarsi e riemergere solodopo le perquisizioni aretinedel 1981), lo scandalo deipetroli e il fascicoloM.Fo.Biali, progetto cheprevedeva forti legami traun faccendiere romano,Mario Foligni, e la Libia diMuammar Gheddafi per lacreazione di un frontepolitico che si opponessealla Democrazia cristiana.Ma in tutto questo di nonsecondario scenario è illavoro che conduceval'agenzia OP di MinoPecorelli.

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Antonella [email protected]

http://antonella.beccaria.org/

Antonella Beccaria scrive e pubblica con la casa editrice StampaAlternativa/Nuovi Equilibri e con Socialmente Edizioni. Questi i libridisponibili sia in libreria che online: "Il programma di Licio Gelli" (2009),"Pentiti di niente - Il sequestro Saronio, la banda Fioroni e le menzogne diun presunto collaboratore di giustizia" (2008), "Uno bianca e trame nere –Cronaca di un periodo di terrore" (2007), "Bambini di Satana – Processo aldiavolo: i reati mai commessi di Marco Dimitri" (2006) e "NoSCOpyright –Storie di malaffare nella società dell'informazione" (2004). E’ curatricedell'antologia "Creative Commons in Noir" (2008, collana Millelire),collabora con le riviste "MilanoNera" e "Thriller Magazine". Spesso lavoracome editor e traduttrice e dal 2004 tiene un blog, Xaaraan, su cui raccontastoriacce varie.

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

E le attività investigativecondotte fin dal 1974 sull'exvenerabile al colonnelloavevano creato non pochiproblemi all'interno dellefiamme gialle: Florio eraentrato in conflitto con ilgenerale Raffaele Giudice,nominato a sorpresacomandante generale(quando verrà rinvenutol'elenco degli iscritti, siscoprirà che era affiliato allaP2) e coinvolto più tardi nelsecondo caso seguitosempre dal colonnello. Cheaveva resistito anche allelusinghe che volevanoattirarlo nella rete di Gelli:lui rifiutò, come il generaledei carabinieri Carlo AlbertoDalla Chiesa (anche se lavicenda dell'ufficialedell'Arma ucciso a Palermoil 3 settembre 1982 contieneuna serie di differenze), e leripercussioni sulla suacarriera non si feceroattendere. Trasferimenti,difficoltà sempre maggioricon l'amministrazione e inparticolare con il capo diStato maggiore, il colonnelloDonato Lo Prete, e il suopari grado GiuseppeTrisolini (altri piduisti).Infine quella frase,pronunciata un mese primadi morire di fronte a Giudiceche gli aveva impostoun'ispezione: “Le diròpresto tutto quello che sonovenuto a sapere su di lei”.L'incidente in cui perdono lavita Salvatore Florio e il suoautista avviene all'imboccodel casello autostradale diCarpi: condizionimeteorologiche perfette, il

conducente riposato,l'impossibilità che il trafficoavesse innescato losbandamentodell'automobile. Chiassistette, riferì che il mezzosi era avvicinato contranquillità alla barriera eche alla ripartenza scartòdue volte di lato e finìcontro il guardrail. E se gliaccertamenti venneroeseguiti dalla poliziastradale, da parte dellaguardia di finanza non ci fualcuna insistenza affinché sicapisse se l'ipotesi delsabotaggio fosse cosìbalzana o almeno potesseessere presa inconsiderazione. "Cause nonaccertate", dunque, sembrauna dicitura che potrebbestar bene a molti.Quattro anni più tardi, iradicali Mauro Mellini,Maria Adelaide Aglietta,Emma Bonino e RobertoCicciomessere presentanoun'interpellanza allapresidenza del consiglio deiministri e ai ministeridell'interno, della finanza edella difesa: chiedono che siindaghi sulle minacce cheFlorio avrebbe ricevuto daLicio Gelli. E Miriam Floriointanto ha dichiarato chedel fascicolo riservato chesuo marito portava con sé ilgiorno della morte sonorimasti non più di tre oquattro fogli mentre primaera ben più nutrito. Aquesto punto si innesta unaltro fatto: il 5 giugno 1981si suicida, con la pistolad'ordinanza, il capitanodelle fiamme gialle Luciano

Rossi. Un suo rapporto del1974, uno di quelliscomparsi e che proprio daFlorio erano stati ordinati,era stato ritrovato a VillaWanda, la residenza di Gelli.L'8 giugno di quell'anno aquesto proposito avrebbedovuto essere interrogato inprocura a Milano, cheseguiva l'inchiesta sulla P2.Peraltro, il giorno in cuiRossi si spara era stato dalsuo legale che gli avevaconfidato i suoi sospettisulla morte non accidentaledi Florio.A questo punto ci sarebbestato di che indagare. MaMilano si vide avocarel'indagine sulla P2, chepassò alla procura di Roma,e di lì finì con sbiaditeconseguenze per i varipersonaggi dell'era gelliana.

Antonella [email protected]

Per saperne di più

• Salvatore Florio:http://www.avvenimentitaliani.it/florio.html

• La misteriosa morte di uncolonnello:http://www.avvenimentitaliani.it/florio1.html

• P2: la controstoria (21) -Le morti misteriose:http://radicali.radicalparty.org/search_view.php?id=48931&lang=&cms=

• Giuseppe Genna, "DiesIrae", Rizzoli, Milano,2006

• Mario Guarino, "Gli annidel disonore", Dedalo,Bari, 2006

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L'estate di Montebuio:quando il fantasticoincrocia la realtà

Quando si dice che le parolepossono ferire, non si staaffermando un'ovvietà. E ilfatto che nel romanzoL'estate di Montebuio ilmale che ferisce e uccide siconcentri intorno a unamacchina da scrivere, unaContinental nera, è il trait

d'union tra un'estate del1962 (un anno maledetto,per Arona) e un inverno dioggi, tra un bambinoaffascinato dai suoimeccanismi e uno scrittoreormai avviato alla maturitàche per affrontare ricordi ederrori sceglie il suicidio

come forma per saltareindietro. E anche tra uncarabiniere e unanatomopatologo cheindagano sul ritrovamentodel corpo intatto di unaragazzina scomparsa daoltre quarant'anni e unacomunità montana

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trincerata dietroun'apparente tranquillità.Sono questi alcuni deglielementi che si ritrovano nellibro, a cui vanno aggiunti lamusica rock (immancabilenei libri di Arona), lasuperstizione, lacontaminazione dellecredenze, un satana che nonè mai il simbolo cristianoma un caleidoscopico filtroper un male più complesso ela violenza quotidiana, chesia consumata all'interno diun carcere o a pochi passida un sentiero d'alta quota.L'estate di Montebuio è uncrocicchio dove siintersecano alcuni dei temipiù ricorrenti dell'autore,che più che uno scrittore èun ricercatore, uno chesetaccia le tre dimensioninote e alcune altre menotangibili. Le sue, come ledefinisce lui stesso, sono"storie ai confini dellarealtà" che rievocano laTwilight Zone di RodSerling, Richard Matheson eRay Bradbury proprioperché dal reale partono.In altre vicende da Aronanarrate, troviamo infatti ilmusicista che vorrebbesuonare come Jimi Hendrix.Quando ci riuscirà, lacircolazione intracranica gliesploderà nella testa e luiperderà anche una mano,troncata dall'invidia di undemone che in vita nonraggiunse mai lo stessorisultato. Oppure c'èl'autostoppista ignota,travolta e uccisasull'autostrada Bologna-Padova e mai reclamata daalcun familiare che lapiangesse. Così, come se

fosse una leggendametropolitana, ricompare esvanisce solo dopo averurlato la sua eternasolitudine. E proprio ilconcetto di leggendametropolitana non è casualenelle opere di Danilo Arona:la leggenda metropolitana èun confine sociale tra il veroe l'immaginato, tra unaconcreta paura condivisa equell'elemento fantasticoche l'allontana dal vissutoquotidiano. È il concetto delmostro che si deve tenerefuori, lontano da sé, ma chepoi è fin troppo vicino. Inproposito, ben scriveva IraLevin in un romanzostrepitoso, I ragazzi venutidal Brasile, quando mettevain bocca a uno dei suoipersonaggi questaaffermazione: "Un giorno,pensò, mi piacerebbeincontrare un mostro cheabbia l'aspetto di unmostro". E qua si parlava dinazismo, non diparanormale.

Antonella [email protected]

L'estate di Montebuio diDanilo Arona538 pagineISBN 978-88-89541-32-6Gargoyle Books, 2009

http://www.gargoylebooks.it/site/content/lestate-di-montebuio Booktrailer del libro:http://www.youtube.com/watch?v=e3_H_Car1Bo

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STRANGE

Vita-ombra e strutturadel multiverso

Il presente articolo prendespunto, ancora una volta, dauna interessantediscussione avvenuta su diun News Group(it.discussioni.misteri -gerarchia usenet), nata daun post dell’utente Jasminee riferito ad un articolocomparso su «Le Scienze»nel febbraio 2008 dal titolo«Gli alieni sono fra noi?» Nell’articolo si accenna allapossibile esistenza, sullaterra, di forme di vitaprofondamente differentida quelle che conosciamo,magari basate su un DNAsinistrorso piuttosto chedestrorso, oppure su

amminoacidi diversi o,ancora, su atomi diversi (ades.: arsenico in luogo difosforo). Forme che, proprio per laloro profonda diversità, nonentrerebbero in immediatacompetizione con la vita checonosciamo. In sostanza, ciò chel'articolo descrive è quellache viene definita "vita-ombra". Ossia una forma divita (organica) moltodifficile da rilevare proprioper le caratteristiche chetrarrebbe (o trae) dalla suastessa architettura. Per questo, la vita-ombraesisterebbe (o esiste)

attorno a noi senza chepossiamo vederla. Si arriva alla definizione divita-ombra partendo dallaconstatazione dellapossibile esistenza di celluletroppo piccole per ospitareribosomi41. In particolare, l’articolo citaun lavoro di Robert Folk(Università del Texas) chenel 1990 evidenziòl’esistenza di minuscolioggetti sferoidali e ovoidalinelle rocce sedimentarie

41 In parole povere, il ribosoma èun dispositivo grazie al quale lacellula sintetizza proteinepartendo da una catena di RNAmessaggero (mRNA).

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eSQueLwww.paleoseti.it

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

presenti nelle sorgenti caldedi Viterbo. L’idea suggerita da Folk fuquella di «nanobatteri»fossili, resti calcificati diorganismi così piccoli damisurare non più di 30nanometri. Strutture analoghe sonostate scoperte in campionidi roccia provenienti daifondali oceanici australiani. Ora, il fatto che talistrutture possano derivare omeno da processi biologici èaspramente controverso.Tuttavia, se così fosse citroveremmo davanti acellule prive di ribosomi,ossia a macchine biologichecapaci di sintetizzareproteine in modisconosciuti. Sin qui l’articolo che,assieme alle domande cheJasmine poneva a se stessae al gruppo di discussione,mi ha portato alle seguenticonsiderazioni. Potremmo pensare a questeforme di vita-ombra comeipostasi delle settedimensioni dormienti? Questo universo quando"sceglie" di esistere lo fa suquattro dimensioni e cassale altre sette che, sin dalprimo istante, restano nonmanifeste42. Tuttavia, chissà per qualemotivo, una loro eco inqualche modo potrebbepermanere e originare lavita-ombra. Spingendo la speculazioneun poco più in là, potremmoipotizzare la vita-ombracome un riflesso dellacontiguità di altri universiche, a differenza del nostro,42 Vedi Teoria M.

sono costruiti su dimensionidiverse dalle quattro checonosciamo. Una sorta di riflessoempatico, determinato dalla"risposta" di una o piùdimensioni dormienti alla"pressione" delle sorelleagenti negli universicontigui e tutto questograzie a quello chepotremmo chiamare uneffetto psico-gravitazionale. A questa ipotesi, Jasmineobiettava che, dovendotirare in ballo altredimensioni, questodovrebbe avvenire ancheper la vita come noi laconosciamo perché, infondo, la vita conosciuta e lavita-ombra sarebberocostituite dagli stessielementi previsti dallaTavola Periodica. Obiezione legittima ma,almeno in via ipotetica,superabile. Se la vita ombra nasce comeun riverbero delledimensioni dormienti, essauserà certo gli elementidella Tavola Periodica percostruirsi anche se,evidentemente, in modoinappropriato. Quale possa essere questomodo è impossibile saperegiacché non abbiamo alcunainformazione sul 'motore'che lo genera (se non cheesiste in potenza). Proviamo, quindi, a pensareal 'tentativo' di organizzareun DNA in 5, 6 …11dimensioni. Un tentativo destinato afallire o, nella migliore delleipotesi, a creare un

organismo con nessunachance competitiva. Questo potrebbe spiegarel'assenza del ribosoma neimicrorganismi studiati daFolk. Nemmeno c’è bisogno diriuscire a pensare al mododi organizzare una cosavirtualmente (e allo statodelle nostre conoscenze) deltutto impossibile darealizzare perché, restandoin ipotesi, le dimensionidormienti in qualche modofarebbero sentire la propriapresenza. Esse sono presenti inpotenza, per questopotrebbe essere lecitosupporre che, in un modosconosciuto, generinoqualche tipo diconseguenza. Una di taliconseguenze potrebbeessere la vita-ombra.Materia fisica che,sollecitata in modo bizzarro,reagisce in forme altrettantobizzarre, ma prive dipossibilità dal punto di vistaevoluzionistico. In sostanza e in tema divita-ombra (sempre chequesta esista), direi che divita organica si deve parlaresino a che restiamonell’ambito del nostrouniverso (o, in ogni caso, diun universo a 4dimensioni). Tuttavia, se devo pensarealla vita in un universo cheha più di quattrodimensioni dubito chepotremmo definirlaorganica (nel sensospecifico di fisica).Piuttosto, sono portato apensare che con l'aumentodelle componenti

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

dimensionali ciò che noiintendiamo con materia sisposti su un piano diverso esostanzialmente psichico,segnatamente privo deilimiti posti dalle leggifisiche. Quelle stesse leggi cheimpediscono alla vita-ombra di sviluppare formeevolute. A questo punto, però,Jasmine muove un’ulterioreed estremamenteinteressante obiezione: se ledimensioni dormientiinfluenzano la vita organica,perché non fanno lo stessoanche in altri ambiti? Allora, mi chiedo: è vero chenon lo fanno? In altre parole: l'interavita psichica così comela conosciamo potrebbeessere uno di questieffetti? Il punto mi dà il destro percercare di formulare, allaluce della IM-Teoria,un’ipotesi su quella chepotrebbe essere la strutturadel Multiverso. La IM-Teoria considera ilMultiverso nella suadimensione psichica e, a talproposito, lo divide inquattro ambiti psichici (IP,IC, IU e IM). Ora, il Multiverso, intesofisicamente e in ipotesi, èun’entità certamente moltogrande. Tuttavia, non è infinito.Possiamo inferire ciò dallaqualità finita della creazioneentro la quale viviamo.Ossia, anche il nostrouniverso è un oggetto moltogrande, ma anch’esso non èinfinito

Questo è un dato piuttostoconsolidato nella fisicamoderna giacché esistonoevidenze che fanno pensareche l’universo ha avuto uninizio (Big-Bang). Hawking,nel suo saggio «Dal bigbang ai buchi neri. Brevestoria del tempo», ne portauna prova curiosasostenendo che se l'universoesistesse da sempre, la luceal suo interno avrebbe avutomodo di viaggiare per untempo infinito, perciò nonesisterebbe il buio perché laluce sarebbe ovunque. Ora, se il Big-Bang è statol’evento che ha prodotto lanascita di tutte le creazionieventualmente esistenti, èchiaro che anche queste, perquanto grandi e stranepossano apparire, avrannouna dimensione finita. Nel complesso, l’interoMultiverso, se inteso comesomma di tutte le eventualicreazioni esistenti, èpensabile a sua volta comeoggetto finito. Così, se il Multiverso è unoggetto finito, il numerodelle creazioni che locompongono dovrà esserefinito. La domanda, a questopunto, è: quante sono lecreazioni? Anzitutto, se ammettiamo lapossibilità che esistano altrecreazioni, avanziamol’ipotesi che queste sianobasate su combinazioni didimensioni diverse dallequattro che costituiscono lanostra (sembra necessariooptare per combinazionisemplici giacché duecreazioni con eguali

dimensioni occuperebbe lostesso spazio-tempo e ciò èchiaramente impossibile).Quindi, proviamo averificare il loro ipoteticonumero tramite il calcolocombinatorio delle 11dimensioni previste dallaM-Teoria (le 4 del nostrouniverso più altre 7sconosciute, ancorchépreviste matematicamente).Per il nostro calcolouseremo, quindi,combinazioni semplicibasate sui seguenti assiomi: • Le 11 dimensioni sono

identificate dalle leprime 11 letteredell’alfabetoanglosassone.

• Gli elementi(dimensioni) dellecombinazioni nonpossono ripetersi, neconsegue che lacombinazione AAB nonè un gruppo valido.

• I gruppi di combinazioninon differiscono perl'ordine degli elementi,ne consegue che ABC eBCA sono la medesimacombinazione.

• Combinazioni, quindi,calcolate in base a

( )

−=

=!!

!. knk

n

k

nC kn

dove n è il numerocomplessivo delledimensioni e k il numerodi dimensioni relative aduna specifica gerarchiadimensionale.

Sulla scorta delle regoleappena esposte possiamodisegnare la seguentetabella:

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

Totale 2047 possibilicreazioni, dove l'unica a 11dimensioni potrebbe esserequella che contiene tutte lealtre. In sostanza, potrebbe essere Dio. Usando i valori relativi alnumero delle creazionipossibili per ciascun gruppodi dimensioni (quale chesia) è possibile costruire laseguente curva «acampana» (Gauss-like) →

Per la verità, il graficoinclude una dimensione inpiù (zero). C’è un motivo per questo. Abbiamo visto che il totaledelle creazioni possibili è2047. Tuttavia, considerandol'unica creazione a 11dimensioni come'contenitore' delle altre, talecontenitore dovrà fissare unlimite superiore (creazionead 11 dimensioni) ed unoinferiore (creazione a 0dimensioni, appunto). Perciò, aggiungendo 1creazione (per zero

dimensioni) in testa allaGauss-like, la somma sale a2048 (che, peraltro, ènumero decisamenteinteressante visto che la suadivisone per 2 ripetuta 11volte restituisce 1 … lo so,non è per niente rigoroso,ma è decisamente carino). Ora, per spostarci sul pianopsichico e seguendo l'IM-Teoria, ognuna di questecreazioni, ove esistenti,avrebbe un proprio IU(Inconscio Universale) etutti gli IU sarebberocontenuti nell'IM(Inconscio Multiversale)

che, evidentemente,coinciderebbe con l'IU dellacreazione a 11 dimensioni. Bene, adesso abbiamo ilMultiverso un po’ megliodefinito, ossia un oggettofantasticamente grandecomposto da 2048creazioni. Potremmo addirittura farneun disegno. Niente di rigoroso,s’intende. Solo unescamotage grafico cheaiuti la mente a visualizzarequalcosa di così sconfinato epossente.

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Gerarchiadimensionale

Numerodimensioni

Numero dellecreazioni

Gruppi dimensionali

XI 1 11 A, B ...X 2 55 AB, AC ...IX 3 165 ABC, ABD ...

VIII 4 330 ABCD, ABCE ...VII 5 462 ABCDE, ABCDF ...VI 6 462 ABCDEF, ABCDEG ...V 7 330 ABCDEFG, ABCDEFH ...IV 8 165 ABCDEFGH, ABCDEFGI ...III 9 55 ABCDEFGHI, ABCDEFGHJ ...II 10 11 ABCDEFGHIJ, ABCDEFGHIK ...I 11 1 ABCDEFGHIJK

2; 55

3; 165

4; 330

6; 462

7; 330

8; 165

9; 551; 11 10; 11 11; 10; 1

5; 462

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

0 2 4 6 8 10 12

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L’immagine è unarappresentazione mandalicadel Multiverso. Il puntino nero che vedeteal centro è l’unica creazionea zero dimensioni, mentre ilcerchio esterno è l’unicacreazione ad 11 dimensioni… Dio43.

43 Questa, in realtà, è una piccolaforzatura giacché il concetto diDio potrebbe essere estesoall’intero Multiverso e, quindi atutte le gerarchie dimensionali.

Nel mezzo le altre gerarchiedimensionali disegnatecome stelle ciascuna con unnumero di raggi pari alnumero di creazioniprevisto (ogni raggiorappresenta una creazione).Ora, non è un caso sel’immagine44 sembra‘fondere’ le gerarchiecontigue in modo che, adesempio, le 11 creazioniad 1 dimensione si legano

44 Realizzata con Corel Draw 11

alle 55 creazioni a 2dimensioni e così via. In realtà, l’effetto è volutoproprio per sottolinearela possibilità (ricordiamosempre che siamo in puroambito ipotetico) che frale diverse gerarchiedimensionali, a mente diquanto assunto nell’IM-Teoria, sia possibile unacomunicazione dicarattere psichico. In altre parole, proprio lopsico-network ipotizzato

104

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Tracce d’eternitàTracce d’eternità

nella IM-Teoria potrebbefornire il canale, oltre cheper lo ‘spostamento’ disingole consapevolezzeall’interno delMultiverso, anche peruna comunicazionecostante, di fondo,attraverso la quale lediverse gerarchie siinfluenzerebberoreciprocamente, magarigenerando fenomenicome ciò che è statodefinito vita-ombra. Va da sé che aggettivazioniquali ‘contiguità’ e‘lontananza’ debbano essereintese per quel che sono,ossia semplificazioniprobabilmente del tuttoinidonee a descriverequalcosa che è difficileanche solo immaginare.Tuttavia è pur vero che sefacessimo riferimento, adesempio, allo statovibrazionale della materiaquale metro perdeterminare la posizioneassoluta di ciascunagerarchia dimensionaleall’interno del Multiverso,allora lemmi qualicontiguità e lontananza unsenso potrebbero pureaverlo. Torna alla mente unpasso della Pistis Sophia:«Il mistero che è oltre ilmondo, quello per ilquale esistono tutte lecose, è ogni evoluzione edogni involuzione. Esso proietta tutte leemanazioni e tutte le cosein esse.

A causa di Esso esistono imisteri e tutte le lororegioni.»45 Il passo evoca quello cheho chiamato «effettopsico-gravitazionale».Allo stato, solo unadefinizione da riempiredi significato. Cos’è, ammesso cheesista, la psico-gravitazione? Potremmo pensarla comeuna forza derivante dallamassa psichica di unqualsiasi corpo e graziealla quale quest’ultimo èin grado di agire sumasse psichiche(vibrazionalmente)contigue? In sostanza, la psicheafferisce solamente alleconsapevolezze incarnateo a tutta la materia? Se la materia in unacreazione con più di 4dimensioni muta la suanatura assurgendo adun’esistenza solamentepsichica, è lecito pensareche anche qui, nel nostrouniverso, qualsiasi corpoè dotato di unacomponente psichicapropria? In fondo, sono molti iresoconti di proiettoriastrali che narrano diambienti psichiciriproducenti «quasi»fedelmente ambienti

45 Se il mistero che è oltre ilmondo è ciò che abbiamochiamato Uno, ad esso si accededall’unica «porta» esistente nelMultiverso, ossia l’unicacreazione a zero dimensioni: ilvuoto. Da questa porta l’Unoproietta tutte le emanazioni(creazioni) e tutte le cose chesono in esse.

fisici conosciuti (la lorocasa, ad esempio). E ancora, quanto puòessere vicino il concettodi psico-gravitazione aquello di potere psichico?Forse, i due ambitipossono essereindividuati dallamancanza ovvero dallapresenza di una volontàagente? Se l’intero Multiverso èmanifestazione dell’Uno,allora parrebbe logicoinferire che ogni suaparte si manifesti sullascorta del medesimoprincipio, dello stessoidentico «mattone»46 che,a seconda dell’ambitodimensionale al qualeappartiene, ne original’intera architettura. Un mattoneestremamente dinamicogiacché pur restandosempre eguale a sestesso, a prescindere allacreazione nella qualeesiste, sarebbe in gradodi adeguare il propriocomportamento aseconda del livellovibrazionale nel quale sitrova. Ma questo (lo chiedo aifisici) non sembrano farlogià gli elettroni quando sicomportano a volte comemateria, altre comeun’onda? Per chi non se ne fosseancora accorto, siamo inpiena Monadologia. In essa, la «monade» èuna forma sostanzialedell’essere.

46 Inteso come elementofondamentale dell’architettura diciascuna creazione.

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In particolare, Leibnizpensò la monade comeuna sorta di «atomospirituale», un enteindivisibile, totalmenteindividuale e capace diriflettere l’interouniverso… giusto quelche stavamo ipotizzando.A differenza, però, delfilosofo tedesco oggi forsepossiamo prescindere dalconcetto d’immanenza diDio. Possiamo, cioè, provare aguardare il Multiversocon occhi piùdisincantati, senzapadroni più o menoassoluti ai quali rendereconto delle nostrespeculazioni. Ora, le ipotesi prospettatepongono molte ed ulterioridomande. Perciò, sarei davvero grato achiunque volesse, dopo averletto queste pocheconsiderazioni e posto chemolti occhi vedono megliodi due, pormi questionispecifiche inviandole aquesta mail: [email protected] L’intento, nemmeno troppocelato, è quello di giungeread unadescrizione/comprensionedel Multiverso slegata il piùpossibile da pregiudiziideologici e religiosi. Per come la vedo io, ciò cherende le religioni (tutte)così «asfissianti» è il fattoche esse derivano da unarivelazione ottenuta da unoo più individui in unparticolare momento dellaloro esistenza. Ciò comporta unasudditanza continua delmessaggio alla fonte che lo

ha prodotto e, diconseguenza, una derivadogmatica che non lasciaspazio ad alcuna libertàintellettuale. Sono del parere che non siamai esistito un verotentativo per indagare inmodo distaccato l’essenza ela struttura delledimensioni superiori.Nemmeno la filosofiaoccidentale nella suadescrizione del mondo si èmai veramente sottrattaall’ingombrante presenza diDio e, quando a cercato difarlo, è caduta in unrazionalismo goffo, ancorpiù asfissiante e dogmaticodi quello religioso.Probabilmente, solo losciamanesimo, con il suomanifestarsi strettamenteindividuale, può in qualchemodo chiamarsi fuori daquest’impasse anche se, poi,paga il prezzo più altoproprio al suo estremoindividualismo, occultandola conoscenza ottenuta dalsingolo dietro la ferrea leggedel prescelto che dovràraccogliere l’eredità delmaestro (eh … chissàperché, poi, c’è questalegge). Quel che propongo, infine, èun approccio spassionato erazionale al mistero chepermetta alla nostra mentedi riconoscere l’assurditàdei limiti che si è auto-imposta perché, se ilMultiverso esiste, allora iocredo che attenda solod’essere compresodall’uomo e credo che noi losi possa fare. Basta non averne paura.

Bibliografia

- Riv. «Le Scienze» -Febbraio 2008 - articolo:«Gli alieni sono fra noi?» Afirma di Paul Davies - Stephen Hawking - «Dalbig bang ai buchi neri.Breve storia del tempo»BUR Biblioteca Univ.Rizzoli. - eSQeuL - IM-TEORIA,Teoria dell’InconscioMultiversale.

eSQueL [email protected]

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IN RICORDODI PETERKOLOSIMO

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Simone [email protected]

Il grande divulgatore

L'aspetto che, più di altri, mi ha sempre affascinato,attorno alla figura di PeterKolosimo, è senza ombra didubbio la sua estremacapacità di comunicare, tanto da farne, davvero, ungrande divulgatore.Al di là delle tematiche chesempre ritroviamo nella sua nutrita bibliografia, con l'archeologia spaziale a fare da motivo dominante,lo scrittore emergeprepotentemente dalla massa per il suo modosemplice, pacato, lineare, di esporre teorie già di per sé al limite dell'astruso e certamente non accettatedall'ambiente accademico,quarant'anni fa come oggi.Che sia stato un antesignano in materia non si può dubitarne: il suo primo lavoro risale al 1959 e questo è un dato di fattoincontrovertibile.

Ma qui mi preme presentarel'uomo Kolosimo, per quelloche mi è possibile, sulla scorta delle poche notiziecerte tuttora reperibili.Il successo, arrivato tardi, con il Premio Bancarella,andava a coronare unacarriera straordinaria, iniziata quasi in sordina nel dopoguerra.Era una persona schiva e lafamiglia costituiva per luil'approdo naturale anche per le sue ricerche.La moglie, d'altronde,condivideva le sue stessepassioni e non è un caso che oggi la figlia intraprenda con successo lacarriera di archeologa in quel di Roma.Immagino l'uomo chino suquei fogli, in piena notte e con l'immancabile sigaretta.Peter, infatti, faceva le orepiccole e da quelle orescaturiva la magia cheritroviamo, immutata, sullemolte pagine che ancorasfogliamo con piacere.Essenzialmente, era unsognatore. Forse per questa ragione non visitò mai certe zonearcheologiche di cui purscriveva. C'era seriamente il rischio discontrarsi con una realtà bendiversa.

Chissà, anche la paura diprendere l'aereo lo frenava,ma infine qualche nazioneeuropea la visitò, spingendosifinanche in Egitto.Coerentemente, spinto daun'assoluta onestà neiconfronti di milioni di lettoriin tutto il mondo, non cavalcòl'onda del successo, e avrebbepotuto farlo, arrivando apubblicare “Viaggiatori deltempo”, l'ultimoaggiornamento alle tematichepredilette, quasi dieci annidopo “Astronavi sullapreistoria”. In quel frangente,si occupò di altre ricerche,soprattutto rivolte all'occulto,con risultati certamentealtalenanti.Come raccontò la moglie,Peter non aveva più nulla daaggiungere e non c'eranosconvolgenti novità dagiustificare la pubblicazionedi altri volumi del genere. La sua parte l'aveva fatta, ebene. Oggi, se siamo qui a dannarcil'anima su questi argomenti, ègrazie a lui. Con umiltà,seguiamo il suo percorso. Che la sua figura sia unesempio per tutti noi.

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Simonetta [email protected]

L’uomo che studiava il“Mistero”

Peter Kolosimo(pseudonimo di PierDomenico Colosimo), èstato uno scrittore egiornalista italiano. Notodivulgatore, è consideratouno dei fondatori, assiemead Erich von Däniken,dell'archeologia misteriosa(anche nota come fanta-archeologia opseudoarcheologia).Lo scrittore Kolosimo nascenel 1922 a Modena e muorea Milano nel 1984. Suopadre è generale deicarabinieri originario diColosimi sulla Sila inCalabria, la madre èamericana cresciuta nellaperiferia di New York.Trasferitosi da bambino aBolzano, Peterperfettamente trilingue,dopo aver frequentato illiceo cittadino si iscrive all´Università a Lipsialaureandosi in Filologiagermanica. È il fondatoredell´Archeologia misteriosache studia le origini delleantiche civiltà. Nel ´69 vince il PremioBancarella con il libro "Nonè terrestre". Tra le suepubblicazioni più famose,tutt´oggi attuali: "Il Pianetasconosciuto" (1958), "Terrasenza tempo" (1964). Eancora "Ombre sulle stelle"e "Astronavi sulla

Preistoria", "Fiori di luna" e"Viaggiatori del tempo".Kolosimo fu un grandeanticipatore dei tempiKolosimo è stato tradotto in60 paesi, tra i quali Russia,Giappone, Cina, risultaessere uno degli scrittoriitaliani più conosciuti almondo. Tutte le suepubblicazioni sono tutt’oraattuali. Kolosimo fu coordinatoredell´Associazione StudiPreistorici Italia. Il primomarzo 2004 è statacostituita a Bolzano in suamemoria l´associazione"Peter Kolosimo".([email protected])Kolosimo studiava il“MISTERO”. Tematicaabbastanza vaga, e forse,scolasticamente pocointeressante: il nostroscrittore trascorse gli annidella sua vita bolzanina ascrivere libri e confrontaredocumenti di prima manoprovenienti dallebiblioteche di mezzaEuropa, per dimostrare cheil denominatore comunedelle antiche civiltàmisteriose conducevano adAtlantide, l´isola dell´Antartide inabissatasi perun cataclisma 12 mila annifa e minuziosamentedescritta da Platone. Il

continente oltre le Colonned´Ercole cancellato dalprimo diluvio universaleche non era abitato daterrestri. Il percorsoscientifico di Kolosimo sulletracce lasciate dalle entitàatterrate dallo spazio sullaterra degli Aztechi e deiMaya dell´Americacentrale, nell´Egittopredinastico e in altreciviltà, culmina nel libro"Non è terrestre", con cui loscrittore vince nel ´69 ilprestigioso PremioBancarella, vedendosi inparte riconosciuto il lavorodi 30 anni e ottenendo laprima rivincita ufficiale sulmondo accademico chetendeva a snobbarlo. Al suolavoro sotto Castel Guncinaerano invece interessatiscienziati internazionali delcalibro del francese RobertCharroux, dell´ingleseRaymond Drake, dell´americano Werner vonBraun e del fisico tedescoJacob Eugster, con cuimanteneva una fittacorrispondenza epistolare.Avvicinandosi alla letturadei libri di Kolosimo siassapora un senso dimistero e occulto cheappassiona, quel filotremulo che separa laletteratura dalla scienza (esu quel filo tremolante si

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pone il successo di tutta lasua produzione). Lo stessoKolosimo non rinnegheràmai la sua vena di scrittorenarrativo (Io e l’indiano, èforse l’esempio lampante).La sua dote di ottimoscrittore farà da supportoalla sua ricerca nel camposcientifico, archeologico,storico per proseguire nelparanormale enell’occultismo.Peter Kolosimo ha prodottouna massa considerevole diconoscenza, basata su fontio reperti esistenti,inquadrandoli in uncontesto storico e sociale(nella migliore tradizionedella divulgazionescientifica), arrivando poi indefinitiva, ad immaginare,grazie alla sua libertà dipensiero, una possibileinterpretazione delfenomeno. Se non avessefatto questo ultimo salto,forse Kolosimo non sarebbedivenuto uno scrittore difama mondiale ma sarebbestato un “semplicericercatore”. I libri diKolosimo, comunque, siconcludono sempre con unpunto interrogativo, queldubbio che rende gli uominiliberi!Peter Kolosimo oltre adessere stato uno scrittore difama internazionale conmilioni di libri venduti intutto il mondo,pubblicazioni perMondadori, Sugarco, ecc..prestigiose case editriciamericane, spagnole,inglesi, giapponesi è stato ilrappresentante massimo diquella che viene definita“l’archeologia spaziale”;

ricordato da tutti per i suoistudi di ufologia e dalle sueteorie antievoluzionistiche.Questi elementi, però, sonosolo la punta di un “mare disapere”, ma soprattuttodella storia di un uomo cheha attraversato tutto ilcontinente europeo. Atrent’anni fu l’unicogiornalista occidentale apresenziare alla Creazionedella Repubblica FederaleTedesca; in seguito divennedirettore della stazioneRadio Capodistria, duranteil governo di Tito e“l’indifferenza” sovietica neiconfronti della Jugoslavia(dalla Jugoslavia verràallontanato perché accusatodi essere filo sovietico);tornato in Italia dopoquesta esperienza sistabilisce a Bolzano, quisegue un periodo didifficoltà economiche esociali, lavora alacrementescrivendo articoli dicarattere scientifico perriviste di tutto il mondo, lasua carriera di giornalista siintensifica e produce unnumero indefinito diarticoli, un numeroimpressionante nonfacilmente identificabile. Lasua persona rappresenta un“ponte” culturale, in quantosì è formato tra la Germaniae l’Italia. Negli anni ’60rappresentò con i suoiscritti il primo distacco diun intellettuale dal mondoaccademico, scoprendo unanuova “vena letteraria”,quella della divulgazionescientifica. La divulgazionescientifica era anchel’espressione d’intesademocratica della cultura,

soprattutto la suadistribuzione nel paese alarghi strati dellapopolazione (non a caso lacasa editrice Mondadori, laquale ricordiamo fu il primoeditore di produzionitascabili e di massa nelnostro paese, si interessò aKolosimo nell’immediato).

Opere Il pianeta sconosciuto, Torino 1957

Terra senza tempo, Torino, 1964

Ombre sulle stelle, Milano 1966

Psicologia dell'eros, Milano 1967

Non è terrestre, Milano 1968

Il comportamento sessuale deglieuropei, Milano 1971

Astronavi sulla preistoria, Milano1972

Guida al mondo dei sogni, Milano1974

Odissea stellare, Milano 1974

Polvere d'inferno, Milano 1975

Fratelli dell'infinito, Milano 1975

Cittadini delle tenebre, Milano 1977

Civiltà del silenzio, Milano 1978

Fiori di luna, Milano 1979

Italia mistero cosmico, Milano 1979

Io e l'indiano, Milano 1979

Viaggiatori del tempo, Milano 1981

Fronte del sole, Milano 1982

I misteri dell'universo, Milano 1982

Come curatore

Pi Kappa, rivista di mistero,archeologia ed esobiologia, (diretta da Peter Kolosimo), I-II,Milano 1972-1973 Dimensione X, enciclopedia delmistero (coordinata da PeterKolosimo), 1-10, Milano 1982

Italia misteriosa (a cura di PeterKolosimo), Milano 1984

Negli anni cinquanta pubblicò alcuniracconti di fantascienza con lopseudonimo di Omega Jim.

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Massimo [email protected]

PK: Peter Kolosimo,sognatore patafisico

2004 © Massimo Pietroselli

Come Don Chisciotte, sicostruì nel corso degli anniuna bibliotecaassolutamente sui generis eplasmò con logicainverosimiglianza teorie difantarcheologia di cuirivestì il nostro lacunosopassato e che espose inbest-sellers mondiali. Peter Kolosimo fusoprattutto un grandesognatore, quasi unoscrittore di fantascienza.

Se vi piace sognare, sognate.Polvere d'inferno

Dobbiamo immaginare,poiché la Storia in questotace, degli uomini a cena.Studiosi di archeologia, dimisteri ancestrali, espertid'esoterismo, accanitidivorati di documentidimenticati dalle scienzeufficiali (almeno, a lorodire), allineatori diimpossibilità e comparatoridi mitologie, stannocommentando un passo deltecnografo groenlandeseKnud Rasmussen relativo acerte leggende eschimesi.Intorno a loro, riproduzionidi statuette bizzarre che

sembrano opera da un KarelThole maya, etrusco oatlantideo, proiettano sullepareti ombre lunghe."Gli uomini nonconoscevano il sole.Vivevano nell'oscurità, ilgiorno non sorgeva mai.Soltanto nelle case avevanola luce. Bruciavano acquanelle loro lampade, perché aquel tempo l'acqua potevabruciare. Ma la gente, che non sapevacome morire, diventavatroppa: aveva sovraffollatola Terra, e allora venne ungrande diluvio. Molti annegarono, e alloravi fu meno gente. Sulle cime delle montagne,dove spesso noi troviamomitili, vediamo le tracce diquesto diluvio."Uno dei commensali èRobert Charroux,esploratore e archeologodalle idee piuttostoanticonvenzionali. Con un buon sorriso,sempre a metà tra realtà esogno scientifico,commenta:— Supponiamo di essere abordo di un'astronavelanciata nello spazio.

Il giorno, fuori, nonsorgerebbe mai, solo nellanostra "casa" avremmo laluce. E il combustibile?Nell'idea di un primitivopotrebbe essere soltanto"acqua che brucia".— Ma questa è pura sciencefiction! — replica uno.— Sicuro — ribatte ilsorridente Charroux. — Maprovate voi a trovareun'altra versione.Peter Kolosimo riportaqueste memorie nel suoFiori di Luna. Ecco il suocommento alle parole diCharroux: "Non latrovammo, e ad ognuno dinoi non rimase chefantasticare su remotissimiricordi di viaggi spazialigiunti agli eschimesi,ovviamente deformati,attraverso chissà quantegenerazioni."Fu davvero un grandesognatore, Peter Kolosimo.Come Don Chisciotte, sicostruì nel corso degli anniuna bibliotecaassolutamente sui generis eplasmò con logicainverosimiglianza teorie difantarcheologia di cuirivestì il nostro lacunoso

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passato e che espose inbest-sellers mondiali.Ebbe legioni di imitatori piùo meno sinceri, spessointeressati solo a sfruttare lastrada milionaria tracciatadal nostro prototipo diinvestigatoredell'impossibile. Non è scopo di questoarticolo indagare sullasincerità di Kolosimo nésulla validità delle sueproposte, ma i suoi libritrasudano passione e amoreper il mistero, per la favola,per la fantascienza, perl'avventura: in una parolache le condensa tutte, per ilsogno. Fu un Jules Verne chedecise di scrivere saggiinvece che romanzi, e i suoilibri ci paiono difatti, inultima analisi, romanzi informa di saggio. E in quest'otticacostituiscono una letturadivertente, interessante,persino entusiasmante. E', come al solito, una purafaccenda di sospensionedell'incredulità o dellagiusta chiave di lettura.Il più famoso tra i suoiepigoni è Erich VonDaniken, furbo da tre cotte icui libri stanno a quelli diKolosimo come l'astrologiaall'astronomia. Così lo stesso Kolosimo, cheben si rendeva conto dicome la mancanza discrupoli di Von Danikenledesse la credibilità, giàvacillante di per sé, di unadisciplina comel'archeologia spaziale,liquida la questione dellapaternità del "filone" e delladifferenza tra i metodi

d'indagine suoi e delconcorrente svizzero:

"Diciamo anzitutto che ilprimo libro del Daniken èuscito in edizione tedescanel 1968 e il secondo nel1969. Veniamo alle date distampa dei miei volumi: Ilpianeta sconosciuto 1959;Terra senza tempo 1964;Ombre sulle stelle 1966;Non è terrestre 1968. Con questo il problemadelle scopiazzature mi pareesaurito. Il fatto che io abbia attintoa numerosi autori peresporne, commentarne ediscuterne le idee, èverissimo e mi sembra deltutto ovvio: non possocerto dialogare con mestesso. Ma un conto è richiamarsiad altri studiosi, citandoliscrupolosamente, ed unconto pescare a piene manida volumi editi inprecedenza,appropriandosi dellescoperte e delle teoriealtrui. Quanto alle ricercheecuadoriane dello svizzero[...], chi desidera maggioritestimonianze non ha cheda rivolgersi alle più seriepubblicazioni tedesche, fracui il settimanale Stern, cheper primo ha fatto luce sucerti penosi retroscena..."

Questo è l'estratto di unarisposta a una letterapervenuta alla rivista PiKappa (#5, anno II, maggio1973), edita dalla Sugarnegli anni '70 e di cuiKolosimo era direttore

responsabile: rivista cheriprendeva i temi sviluppatida PK nei suoi libri, tra cui,come riportato sullacopertina: archeologiamisteriosa, parapsicologia,astronautica, ecologia edesobiologia. Argomenti, come si vede,tornati di moda in questotempo di New Age,Stargates vari e spiritualitàhigh-tech. In questo senso, parlare diPK oggi è un po' cometornare con nostalgia alleorigini di mitimassmediaticicontemporanei, miti su cuisi costruiscono film, serialtv, romanzi e fumetti digrande successo.

La patafisica di PK

"Io non sono uno scienziato,ma uno scrittore che,volendo esporre unosviluppo scientifico, si èsottoposto a una disciplinaletteraria."Non è PK a parlare, maCeram, il noto divulgatored'archeologia, citato da PKin un altro dei suoieditoriali (Pi Kappa # 4,anno II, aprile 1973). E il nostro aggiunge:

"Non è allineando unreperto accanto all'altro,etichettandoli, disponendoliin bella vista nelle vetrinedei musei o nelle pagine dipretenziosi volumi che sipuò ricostruire, sia pure agrandi tratti, la storiadell'umanità."

PK è stato sempre criticonei confronti di un certo

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modo accademico diintendere la ricerca("parrucconi di tutte lediscipline,rintanati nel lorosterile scetticismo" dice inNon è terrestre), soprattuttol'interpretazione dei repertiarcheologici e del nostropassato. Egli vedeva nella preistoriauna cornucopia di enigmifantastici, nella scienzacercava l'avvenirismo, nellafantascienza intuiva unapremonizione. Allineava così miti, fattiinspiegabili (ma non perquesto sovrannaturali,verrebbe da aggiungere),premonizioni scientifichenell'antichità, brani di libriscomparsi nel rogo dellaBiblioteca d'Alessandria ecitati di seconda o terzamano, affondava il suointelletto iper eccitato nellabizzarra bibliografiaprodotta oltre la Cortina diFerro (e Carl Sagan notaval'estremo interesse deipolitici e burocrati sovieticiper le teorie dell'archeologiaspaziale nel suo Broca'sBrain, "forse perchépreserva vecchie concezionireligiose all'interno di unaccettabile modernocontesto scientifico" —spiegazione facilmenteadattabile alle filosofie NewAge di fine millennio).Viene alla mente quelbizzarro personaggio, nelvecchio sceneggiato TVBelfagor, che conservava,all'interno di latte dipomodoro e fagioli, fogli digiornali arrotolati cheriportavano tutti i fattimisteriosi che capitavanosul pianeta, o Charles Fort,

che collezionava articoli digiornale che si riferivano auragani di sangue o pioggedi rane e di oggettimetallici.Per questo riteniamo chePK rientri a pieno titolonella categoria deipatafisici, sia pureinvolontari. Dove la patafisica, secondoil futurista Enrico Baj, è lascienza del particolare edelle leggi che governano leeccezioni, poiché si ponecome scienza delle soluzioniimmaginarie. E' dunque scienza delpossibile, che negaattraverso l'attoimmaginativo laschematizzazione legalitariadella scienza, e quindi èun'energia libertaria,anarchica.Ora, ogni scienza lavora permodelli, per schemi. Non si preoccupadell'evento singolo, ma diclassi di eventi (per questola fisica quantistica risultacosì ostica al senso comune,in quanto rinuncia aoccuparsi dei singolifenomeni, per i qualielabora solo statistiche,limitando il suodeterminismo alla leggefondamentale). Dunque una scienza delleeccezioni è unacontraddizione in termini.Ma gli eventi singoli, lebizzarrie, le mostruositàscientifiche o casuali sono ilbrodo primordiale da cuinascono le teorie di PK:teorie meravigliosamenteimprobabili per non direassurde, proprio in quantopretendono di spiegare

coerentemente fatti tra loroslegati, per i quali nonesistono spiegazioni o, seesistono, sono quelle"accademiche" così pocoimmaginifiche agli occhi delnostro.E' sbagliato pensare che PKsi sia occupato solo diarcheologia spaziale o diufologia: l'esobiologia è unaltro dei suoi interessi, ecosì la psicanalisi el'astronomia. Ma il suo senso del bizzarrosi applica anche a disciplinecosì apparentementecanoniche, di esse cerca illato mostruoso o estremo,un po' come gli scienziatidel rinascimento, sempre inbilico tra ragione e magia.Un moderno GiambattistaDella Porta o AthanasiusKircher, insomma. A questo proposito, vale lapena di citare il sarcasticocommento che Torricelli faa Galilei a proposito diun'opera di Kircher,commento che potrebbevalere per uno qualunquedei libri di PK, a nostroparere sostituendo lavenatura sarcastica delloscienziato con quellaaffascinata del poeta:

"Sentirà astrolabii,horologi, anemoscopi conuna mano poi di vocabolistranissimi. Fra le altrecose poi vi sono carraffe ecarraffoni, epigrammi,distici, epitaffi, inscrittioni,parte in latino, parte ingreco, parte in arabico,parte in hebraico, et altrelingue. Fra le cose belle vi èin partitura quela musicache dice di essere antidoto

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del veleno delle tarantole.Basta: il signor Nardi,Maggiotti et io habbiamoriso un pezzo."

Lo stile

Il passo con cui PK conduceil lettore nella selva dellesue ipotesi ha un ritmosemplice, cadenzato,sinuoso, quasi ipnotico: ècostituito di due solimovimenti: dimostrazione etraslazione. Ogni paragrafo è ladimostrazione di una verità,il passaggio da un paragrafoall'altro avviene pertraslazione e la traslazionesegue la legge dell'analogia:il che significa che, poichéogni concetto assomiglia adun altro sotto un certopunto di vista, ognitraslazione è consentita apatto di evidenziare il puntodi vista.Tutto funziona un po' comeun meme. All'inizio c'è un uncino, unamo che cattura l'attenzionedel lettore con grandefacilità: un mito, unaleggenda, un mistero, ladrammatizzazione di unavvenimento o il riassuntodi un romanzo difantascienza. Quale lettore curioso (e illettore è curioso perdefinizione) potrebberestare immune da unsimile attacco? Subito dopo, PK ci dà provadi obiettività, come un papàsolerte ci risveglia dalbrutto sogno e con unapacca sulla spalla ci dice:"Assurdo? Impossibile?Fantascienza? Forse sì!", e

poi ecco il nuovo affondo:"Ma non del tutto.Infatti...".E a questo punto PK cidimostra la verità che stasotto quei misteriosiaccenni a inizio paragraforicorrendo ad altreleggende, allineate unadietro l'altra,all'interpretazione di repertiarcheologici, alle citazionidi libri e di autori lontaninel tempo oppure sepoltioltre la Cortina di Ferro o,infine, a divagazioni discienza "estrema", di puroavvenirismo. A loro volta, queste "prove"vengono traslate, peranalogia o per assonanza, inun altro paragrafo, e via dinuovo il meccanismoiterativo. Ogni libro è così unacostruzione analogica disogni che vengonoesaminati uno dopo l'altro,ogni volta spostandosi unpo' più in là, verso l'ignoto egli spaziali e la magia.Un castello di cartepuntellato dal meravigliosoo dal teratologico, che saleprogressivamente a indicareun passato abitato daextraterrestri che sicombattevano sotto gliocchi di ignoranti esseriprimitivi, che insegnavanoun sapere poi dimenticatoforse a causa di un diluvioprovocato da esplosioniatomiche o meteoriti daArmageddon e che hasepolto, forse oltre leColonne d'Ercole, il Regnod'Atlantide poi narratoveridicamente da Platone: ecosa importa, di fronte a unsimile gioco di

prestidigitazione o di abilitàfunambolica, che basti unsemplice soffio dirazionalità a scompaginaretutto?Se questo è lo scheletro deilibri di PK, esiste anche unrivestimento, una serie dicaratteristiche che formanol'estetica di questi libri edefiniscono uno stile. Ad esempio, ogni testo siapre con alcuni versi diPablo Neruda, il poeta dellemontagne dei capodoglidelle conchiglie e del mondoprima dell'uomo.

"Anche l'esploratore eramolto vecchio e solo lui e ladomestica abitavano laspaziosa casa dalle impostechiuse. Ero venuto a vederela sua collezione di idoli. Lecreature vermiglie, lemaschere striate di biancoe di cenere, le statue cheriproducevano scomparseanatomie di dei oceanici, ledisseccate chiomepolinesiane, gli ostili scudidi legno rivestiti di pelle dileopardo, le collane di dentiferoci, i remi di scafi cheforse tagliarono la spumadelle acque in tempesta,riempivano corridoi epareti. Violenti coltellifacevano tremare i miricon foglie d'argento cheserpeggiavanodall'ombra...e poi la portasi richiuse, oscura eimprovvisa, come quandocade la notte sull'Africa",

racconta Neruda in“Confesso che ho vissuto” aproposito del suo incontrocon l'esploratore don ZoiloEscobar. In una casa simile

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a quella, percorsa daisussurri del passato evibrante dei ricordi diancestrali visitatori daaltrove, forse avvennequell'incontro tra Charroux,PK e altri indagatoridell'impossibile.Fox Mulder sarebbearrivato molto dopo, buonultimo.E poi, le illustrazioni. I libri di PK presentano unimponente apparatoiconografico, in cui ci siaddentra ancora prima dileggere il testo, come untrailer cinematografico. Le illustrazioni di Amato eDella Valle per Salgari e diDoré per Verne svolgevanola stessa funzione: farvenire l'acquolina in bocca,suscitare la curiosità, aprirela porta all'impossibile,ottundere l'incredulità. Si tratta di immagini spessosfocate, antiche, forse preseda quotidiani locali o davecchie guide archeologicheo da altri libri di mirabilia,dove gli uomini indossanosahariane e caschi colonialio fogge d'archeologo anni'40, dilettanti eleganti allaAgatha Christie insomma, egli aborigeni siedonoaccanto a pietre di cui nonconoscono, loro, l'esattosignificato, ma hanno negliocchi inconsapevoli ilricordo degli antenati.Allineate una dopo l'altra,senza apparente relazionecome le figure di un rebus odi un album surrealista,vediamo cuspidi intriangolazione sulla luna,mari sahariani, antiche pileelettriche nel museo diBaghdad, architetture di

Tiahuanaco che si apronosu altre dimensioni, precisemappe d'Atlantide, dischialati assiri, templi sommersinel Triangolo delleBermude, sfere piovute dalcielo osservate colmicroscopio da unoscienziato dell'Est,dinosauri e fulminiglobulari, mostri mariniesibiti da pescatoriaustraliani, acari elettrici edisegni alchimistici, moneteromane che ritraggonosatelliti artificiali, erbariaztechi, teste olmeche,graffiti che riproduconoastronauti, fachiri, il celebreastronauta di Palenque, lepietre di Stonehenge, unUFO contro la skyline diuna città statunitense...E le citazioni? Abbiamo già accennato allecitazioni di cui sono zeppi ilibri di PK, ma un minimodi approfondimento ènecessario. Brani di fantascienza siavvicendano a dichiarazionidi scienziati famosissimi eillustri luminari di cui, inrealtà, nessuno ha maisentito parlare, frasi tratteda riviste slave, russe,cinesi, tedesche, il tutto adalimentare un "esotismoscientifico" che ricorda lecontinue divagazioni deilibri di Salgari, pieni ancheloro di nomi misteriosi edevocativi come banian sacri,babirusse, kriss malesi,maharatti, colpi diramsinga, thug e sipai.Questi continui riferimentistranianti, di un esotismoche per far colpo non puòpiù ricorrere a costumi dipaesi lontani, ché non ne

esistono più, ma ad unascienza sconosciuta emisteriosa, creano unacommistione scienza-mito-sapere antico che sarebbediventata di gran moda annidopo, nei libri alla FritjofCapra dove la fisicaquantistica si faimprobabilmente prenderea braccetto dallo Zen e da IChing, in un caleidoscopiorutilante di benedizioniimpartite allo stesso tempoda Heisenberg, Castaneda,Bohr, Oppenheimer, leUpanisad, Lao-tzu equalche koan. Fosse nato oggi, Verneavrebbe scritto di questecose: o forse, ne ha giàscritto un secolo fa, quandoil Capitano Nemo utilizzavaun avveniristico erigorosamente plausibilesottomarino per visitare iresti di Atlantide o ArneSaknussem, con un codicerunico, illustrava la via peril centro della Terra.Le citazioni, dunque.Vediamone alcunicampioni, scelti aprendoquasi a caso i libri di PK,tanto è facile trovarne,tanto sono partefondamentale delloscheletro delle sue opere.Ad esempio, da Fiori diLuna, ecco un accennoalla descrizione delleterre oltre le Colonned'Ercole "trasmessaci daDiodoro Siculo erisalente forse alnavigatore greco Pitea diMarsiglia...che descrissein un libro, Oceano,andato purtroppoperduto".

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Oppure un riferimentoall'opera di tale Lissner, ilquale ci informa che"dovrebbe essere statoscoperto un enigmaticodocumento scritto in unalingua non identificata,sul quale riferì l'olandeseJ. Mees nel 1901", con ilseguente commento diPK: "Questatestimonianza è andatapurtroppo smarrita, ma isovietici sono tutt'altroche scettici inproposito...". E naturalmente unacronaca su alberi da cuispunterebbero facce diuomini e bambini, alberiantropomorfi, citata daun testo cinese del 751, ilT'hung-tien di Tu Yu!In Non è terrestre, ilprofessor Konstantin Flerovdel Museo di Paleontologiadi Mosca è convinto cheesploratori spazialiandavano a caccia di bisontinella Siberia preistorica. Il Northern Neighbors,periodico canadese, giurache il Profeta Elia è salito alcielo con un'astronave. Lo studioso MaharshiBharadaja è sicuro che inIndia galoppavano dischivolanti per i cieli, comescrive nel suo Aeronauticadel Passato Preistorico, ePK così chiude il paragrafo:"Mura, mobili, esseri umanivetrificati...quali tremendisegreti si celano fra le righedel Mahabharata e delDrona Parva?", una chiusadegna del migliore EugeneSue. Si cita anche il FloresHistoriarum delbenedettino Roger di

Wendover, che descriveglobi volteggianti nel cieloinglese nel 796, e similariavvenimenti narrati da SanBeda nell'HistoriaEcclesiastica GentisAnglorum. Ancora: in Terra senzatempo, il naturalistaOssendovski e l'orientalistaNicholas Rorick ci parlanodel sotterraneo regno diShambala.L'archeologo HaroldWilkins è certo che gli incassalvarono il loro tesoro dallegrinfie di Pizarronascondendolo "in galleriepiù sicure che fortezzescavate nel cuore dellemontagne e sigillate damisteriosi geroglifici cheoffrono l'Apriti Sesamo!, edi cui solo un incas pergenerazione conosce ilsignificato; in sotterraneicostruiti migliaia e migliaiadi anni or sono da unacivilissima razzascomparsa". Piri Reis, pirata turco,elabora nel 1513 una cartache rappresenta, stando astudiosi di glaciologia, laTerra così com'era circadiecimila anni fa, subitodopo il grande cataclismache l'aveva sconvolta.L'ingegnere americano H.Mallery non mostra dubbi:"Gli antichi geografidovevano operare con mezziaerei!" — sì, perché, comedice PK, "qualcuno formulal'ipotesi che l'ammiraglioabbia avuto accesso allebiblioteche segreteegiziane".Citazioni nidificate, da libriche riportano a loro voltaaccenni ad autori perduti,

oppure dovute a espertistudiosi, ingegneri,archeologi, orientalisti, oinfine presi da testi sacri ditutte le religioni e di tutti icontinenti, in unaggrovigliamento di si dice,qualcuno formula l'ipotesiche, secondo lo studioso X,insomma un nastro diMoebius o una cascatadisegnata da Escher, cheattraverso un percorsotortuoso giungeesattamente al punto dipartenza. Un "metodo", quello diKolosimo, che somiglia alpericoloso gioco deiprotagonisti del Pendolo diFoucault: "Nel nostro gioconon incrociavamo parole,ma concetti". E, a differenza di uncruciverba in cui le regoledell'incrocio sono dettatedallo schema, quando siincrociano concetti le regolesi fanno molto più sfumate,i livelli cambiano incontinuazione, perché "iconcetti si collegano peranalogia, e non ci sonoregole per decidere all'iniziose un'analogia sia buona ocattiva, perché qualsiasicosa è simile a qualsiasialtra sotto un certo aspetto".Dunque una testa stilizzatapuò ben essere un cascospaziale, una leggenda puòesser presa alla lettera e ilProfeta Elia, santo cielo!,come potrebbe esser salitoal cielo senza un'astronave?Esiste poi un altro ramo dicitazioni in cui Kolosimo sicimenta: quellefantascientifiche. E' tipico dello scrittore, cheè stato anche autore di

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diversi romanzi di SF,introdurre un argomentotramite un riassunto diun'opera di fantascienza,che costituisce un "uncino"molto accattivante, grazieanche alla "novelization"che ne fa PK.Non è terrestre, ad esempio,si apre con il tema portantedi Z come Zebra di WilsonTucker, in cui si raccontadel ritrovamento di un sitoarcheologico che contiene,oltre alle antiche spoglie diun pellerossa di 400 anniaddietro, un vaso di cocciopieno di penny, che leindagini rivelano esserestati sepolticontemporaneamenteall'indiano! E subito PK afferma, comesuo solito: "Ma non si puòproprio dire che lo scrittoreamericano sia ricorso intutto e per tuttoall'immaginazione". E via!, con una girandola diritrovamenti impossibili,come una vite nel cuore diuna roccia di millenni fa obisonti ancestrali dal craniotrapassato da unapallottola.Nello stesso libro, i misteridell'Antartide sonointrodotti nientemeno cheda Lovecraft e il suo Lemontagne della follia, dovesi narra della scoperta, nellaterra di ghiaccio, di unaorrida metropoli edificatamilioni di anni fa da unpopolo venuto dalle stelle.Ecco PK: "Ed il mondoantartico porta davverol'impronta, invisibile manon per questo menograndiosa e terrificante, chelo scrittore americano, pur

non avendovi mai messopiede, ha saputosorprendentementecogliere".In Fratelli dell'infinito,tocca al Pianeta dimenticatodi Murray Leinsterintrodurre il tema deiseminatori spaziali di vita. E come poteva PK iniziare ilsuo Odissea stellare, cheporta come sottotitoloprogrammatico Atomiche erobot nell'epopea omerica,senza ricorrere a L'odisseadi Glystra di Jack Vance,affrettandosi subito aprecisare: "E' un belromanzo di fantascienza chesfiora l'epopea, quello diJack Vance. Ma non èsoltanto un romanzo". E, ne I misteri dell'universo,tocca a Wells e al FredricBrown di Assurdo universospiegarci i misteri delledimensioni superiori, nellequali ci si può muovere solowyxando, proprio così!Insomma, qui non stiamoparlando diverosimiglianza, diplausibilità, di obiettività.Non è questo che ciinteressa, dei saggi-romanzo di PK. E'l'anarchica e abilissimacommistione di realtà efantasia, di scienza emitologia, di passato efuturo, di naturale eartificiale: libri cyborg, percosì dire. Vorremmo arrivare a direche i libri di Kolosimo sonolibri artistici: non arte, maartistici. Ci viene in mente quelmeraviglioso cumulo dibugie e verità che OrsonWelles ha saputo miscelare

nel suo F for Fake, fino afarci girare la testa, felicicome bambini sullemontagne russe: "Che cos'èl'arte? E' una forma dimagia, di illusionismo, forseun trucco, certo un insiemedi verità e menzogna, divero e di falso".

Girandola di argomenti

Si è parlato abbastanza diarcheologia spaziale oclipeologia, materia di cuiPK è forse il massimoesponente e su cui poggiagran parte della suanotorietà di scrittore. Ma diversi libri affrontano,sia pure con lo stesso stile,temi più attinenti allascienza. Chiameremo teratologiascientifica l'altro grandetema dei libri di PK: vale adire, divulgazione dimostruosità, bizzarrie eavvenirismo scientifico. In questo senso, PK siconfigura come un veroepigono di Jules Verne,come lui attratto dallepossibilità speculative dellascienza: naturalmente, ilsuo peculiarissimo modo discrivere e il "taglio" dei suoilibri, in cui meraviglie siaccatastano a meravigliecome in un bazar da Mille euna notte, contribuiscononon poco alla godibilità diquesti libri.Fratelli dell'Infinito (di cui IMisteri dell'Universocostituisce unarielaborazione aggiornata)ci introduce all'esobiologia.Si tratta di un viaggioattraverso il sistema solare eoltre in cui, all'astronomia,

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si accompagna la letteraturadi proto e fantascienza el'analisi di possibilità di vitadescritte tramite gliestremofili che abitano laTerra. Il sogno lunare di Keplero ei viaggi fantastici di Lucianodi Samosata si avvicendanoa spore in grado di viaggiareper il freddo cosmico abordo di un raggio di luce eseminare così la vita o albacillo splenite che,ritrovato su papiri vecchi diduemila anni, era ancoravivo e in grado disopravvivere, per di più, atemperature vicine ai 250gradi sotto zero.La geometria evanescentedei canali di Marte sfumanelle meravigliose capacitàdi animaletti semplici comele termiti, gli alienipotrebbero comunicaretramite danze come fanno leapi o con odori da noi nonpercepibili, salamandreritrovate in Siberia,congelate da 5000 anni,sono state fatte riviveredagli scienziati e i robot cidaranno sicuramente unamano a esplorare i mondilontani, robot i cui prototipisono stati costruiti giànell'antica Cina o da AlbertoMagno. Per non parlare di robot dicarne, alcuni esemplarifurono ritrovati dai sovieticiquando penetrarono in unlaboratorio nazista a ovestdi Lipsia, nel 1945.A questo testo fa dapendant Il pianetasconosciuto, opera diconfine tra teratologia eclipeologia, sospeso trascienza e le note, suggestive

quanto deboliinterpretazioni spaziali delnostro passato più antico,quasi un libro uscito dallapenna di un Charles Fortconvertitosi alla scienza. Il pianeta in questione è laTerra, "che un attimo diirriflessione ci indurrebbe adefinire conosciuto fino allanoia". Ai soliti misteri di Atlantidee Mu si accompagnanoevocazioni di territori quasiinesplorati, come la giunglaamazzonica dove scorre ilCachoon, fiume di terribile"acqua conciatrice" e dovevivono animali sconosciuti eleggendari. Sotto il Sahara si stende ilMare d'Albienne, vastoquanto la Francia, mentre ifondali oceanici sonoilluminati dalle luci deboli eintermittenti dei fotòfori dicui sono dotati alcuni pesciabissali. Lo yeti e il mostro di LochNess mantengono intatto illoro fascino, come tutto ciòche rifugge dai media.Poteva PK, dopo averdedicato tante pagine aimisteri del mondo fuori dinoi, non addentrarsinell'universo più allucinantee misterioso di tutti, quellodel nostro inconscio? Ecco dunque Guida almondo dei sogni, quasi ilprogramma dellaballardiana fantascienzainteriore. Costellato da narrazioni disogni, incubi e allucinazionidi veri pazienti, resi come alsolito ancor più suggestividalla penna del nostro, siparla di deja vu, profezieoniriche, delitti commessi

in stato di sonnambulismo,memoria prenatale eaddirittura ancestrale,cabala, sogni di autoscopia(immemore proprietà disogni con cui ci auto-diagnostichiamo dellemalattie) e di retroscopia(che non è un altro nomedella rettoscopia, bensì lacapacità di sondare in sognoil passato).Un divertissement a parte èPolvere d'inferno. Qui l'attendibilitàscientifica, già flebile, èabbandonata, persino lecitazioni diventano piùvaghe, meno puntuali: sitratta di un'opera fantasy informa di saggio, unadivagazione dark neiterritori dell'alchimia, unexcursus sulle biografieleggendarie di NicolasFlamel e di Fulcanelli, traorologi di carne chesegnano la vita dellepersone per cui sono staticostruiti e ne causano lamorte in caso dimalfunzionamento,l'enigmatico libro di terribilisegreti Picatrix (che nonpotrebbe essere letto senzaun apposito codiceperduto), il dottor AndrewCrosse che nel XIX secoloavrebbe creato forme di vitasimili ad acari tramitel'elettricità, fino al Conte diSaint-Germain che nel1939, quando avrebbe giàdovuto essere unmucchietto di cenere da unpezzo, effettua unatterraggio di fortuna colsuo aeroplano presso unmonastero tibetano. Ecco cosa dice PK, achiusura del più magico e

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sulfureo di tutti i suoi libri,sicuramente uno dei piùsuggestivi:

"Storia?Forse. Ma se è storia, èstoria segreta.Magia?No. Nell'alchimia non c'ènulla di magico nel sensostretto di questa parola. Gliincantesimi non si fannoentro cerchi rituali,recitando formulecabalistiche, evocandodemoni, ma si compiono inlaboratorio, condeterminate sostanze,determinati strumenti,secondo formule benconcrete.Scienza, allora?Sì. Ma non scienza classica,scienza ortodossa. Unascienza che non è lanostra..."

Basta. E' tempo di chiuderei libri di PK, così densi disogno e di avventura e difantascienza, noiosi einattendibili solo perparrucconi accademici, eche sono invece un'originaleforma di letteraturapatafisica, forse l'ultimavariazione permessa aiprecinematografici ViaggiStraordinari di Verne dalnostro mondocontemporaneo, oppressoda troppe immaginiiperreali e trucchi digitaliche rendono sempre piùdifficile sognare insemplicità. Ma l'occhio ci cade su unultimo libro, Odisseastellare, dove la letteratura

aulica sposa la fantascienzae la clipeologia, seguendo leorme di Jack Vance e delsuo Glystra.Passo passo, PeterKolosimo segue Ulisse erilegge la sua epopea: e glipare di ravvisare negli Deidegli extraterrestri, nelcelebre Cavallo unpretecnologico ordignofantastico, in Polifemo ilrappresentante dellaperduta razza dei gigantiche visse un po' dappertuttosulla Terra preistorica, inEfesto un astronauta cadutosul nostro pianeta dove sisarebbe arrangiato acostruire meravigliemeccaniche, in Scillal'ennesimo mostro degliabissi marini... e i viaggi diUlisse non narrati daOmero, gli stessi che hannoispirato Dante, forse hannoseguito le rotte tracciate dalpirata turco Piri Reis, cheebbe accesso al saperesepolto nelle segretebiblioteche egiziane. Ecco le parole con cui sichiude il libro:

"L'Odissea non può cheessere stellare.Oltre le Colonne, versol'Infinito, l'Odisseacontinua."

Se vi piace sognare, sognate.

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Alessio Margutta

urgiddi.wordpress.com

Peter Kolosimo, la terrasenza tempo e

l’archeologia misteriosa2009 © Alessio Margutta

Cominciamo col dire che lacosa più misteriosa di tutteè spiegare come e quandoun libro del genere sia finitoin casa, e né la profonditàdei sedimenti né ladatazione degli stessi con ilradiocarbonio aiutanopurtroppo a risolverel’enigma: stavo insommacercando un po’ di posto pertutta la cartaccia ricevutaultimamente, quando mitrovo tra le mani un’operamisteriosa: Terra senzatempo, di Peter Kolosimo.Peter Kolosimo, Terra senzatempo, Sugar Editore, 1964La cosa mi incuriosisce,comincio a leggere, midocumento cercando unpo’ in rete e scoprointanto di essereorgoglioso proprietario diun’edizione originale del1964; poi che PeterKolosimo - pseudonimosotto cui scriveva Pier

Domenico Colosimo - èun vero maestro delgenere, se non propriouno degli iniziatori: chegli sia dedicata una vocesulla wikipedia italiana,passi. Ma una anche su quellainglese, francese,spagnola… e infine che illibro è un longseller, madi quelli veri: nonconosco le tirature,eppure vienecontinuamenteristampato –ultimamente pressoMursia – e Hoepli, adesempio, ce l’ha oggi inmagazzino, prontaconsegna.Di che si tratta? Ma di quella che vieneetichettata comearcheologia misteriosa, opseudoarcheologia, oancora – a seconda dei

punti di vista – fanta-archeologia. Insomma, di quelle storieche ruotano attorno adAtlantide, a continentiscomparsi - vuoi nelPacifico, come Mu onell’oceano Indiano, comeLemuria - ai misteri dellepiramidi, ai moai dell’isoladi Pasqua. Finché non arrivano –novelli dei ex machina - gliufi a sbrigliare la matassa. O meglio, gli ufo nonarrivano: c’erano già, e noi– in un modo o nell’altro –ne discendiamo.Se ne può sorridere; eppureio conosco un paio dipersone per altri versiintelligenti che a questestorie credono eccome.Come sia possibile, è ilgrande mistero; ma i libri diKolosimo – che sono ormaiin giro da quarant’anni –aiutano forse a gettarci luce.

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ESOTERIC

The ancient Americans© 2009

Peter Kolosimo says: “weare forced to conclude,therefore that the ancientAmericans had liftingdevices of at least equalefficiency to those ofmodern times but wherethese stones lifted into placeor were they?”From the book “Technologyof the gods”, by DavidHatcher Childress.Hiram Bingham, thediscoverer of Machu picchu,wrote in his book, acrosssouth America, of a plant hehad heard of whose juicessoftened rock so that I couldbe worked into tightly fittedmasonary and the surfacescould join perfectl.There are reports of such aplant, including this one by

one of the early SpanishChroniclers: Whileencamped by a rocky river,he watched a bird with a leafin its beak light on a rock,lay down the leaf and peckat it. The next day the birdreturned. By then there wasa concavity where the leafhad been. By this method the birdcreated a drinking cup tocatch the splashing watersof the river.A colonel Fawcetttold of how he had heard ofhow stones were fittedtogether by means of aliquid that softened stone tothe consistency of clay.Brain.

Fawcett, who edited hisfathers book, mentions afriend who worked at amining camp at 14,000 feetat cero di pasco in centralPerù discovered a jar in anIncan or pre-Incan grave.He opened the jar thinkingit was chichi, an alcoholicdrink, accidentally knockingthe jar over onto a rock.Quotes Fawcett,about ten minutes I lentover the rock and casuallyexamined the pool of spilledliquid, it was no longerliquid, and the patch whereit was spilled was now like apatch of wet cement. It was as if the stone hadmelted, like wax, under theinfluence of heat.

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Michael Seabrookhttp://www.sharkstooth.pw

p.blueyonder.co.uk

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The liquid was kept in a clayvase with a lid. It may react to air. (That’s why super gluedoesn’t stick to the inside tothe container as it sets whenin contact with air).Raymond drake mentionsthat when two menapproached two Indianswith some of this liquid,they tried to make themdrink it which they refusedeven with a gun to theirheads.(I wonder if the nutrientsfrom the soil affect theplants and this is the samekind of chemical make-up inthe rocks nearby and it’sthis that helps to solidify therocks.)From the book eternal manby Pauwels and Berger.Authers of the best sellingbook the morning of themagician.In 1965 a dr bergroserediscovered a gold platingtechnique that is unknowntoday. The object to be gold platedis covered with a copper andgold alloy then it ishammered and heated. The copper turns into anoxide that dissolves in avegetable acid, than sap ofoxalis pubescens,the layer of gold remains.This technique is simplerthan the method ofamalgam or electrolysisthe plant shows up here alsofor melting stones.

Michael [email protected]

Traduzione (riadattata)dell'articolo in lingua

italiana

Gli antichiamericani

Peter Kolosimo scriveva:“siamo costretti aconcludere, pertanto, che gliantichi americani avevanodispositivi di sollevamentodi efficienza almeno pari aquelli dei tempi moderni”,ma queste pietre sitrovavano già lì oppure vierano state portate?”Dal libro “Technology of thegods”, di David HatcherChildress.Hiram Bingham, loscopritore di Machu Picchu,ha scritto nel suo libro “Lacittà perduta degli Inca”,che in tutta l'America delSud era conosciuta unapianta, di cui aveva sentitoparlare, che aveva succhi ingrado di ammorbidire laroccia in modo che sipotesse lavorare, tanto chele superfici potevano infineaderire perfettamente traloro.Ci sono notizie al riguardo,tra cui quella di uno deiprimi cronisti spagnoli:“Mentre ero accampatopresso un fiume di roccia,vidi un uccello con unafoglia nel becco posarsi suuna roccia e sistemare lafoglia. Il giorno dopol'uccello ritornò.

Da allora, nel punto in cui lafoglia era stata posata, laroccia presentava unospazio concavo. Con questo metodo l'uccelloaveva creato una specie dicalice per la cattura deglispruzzi dell'acqua delfiume”.Il colonnello Fawcettracconta di aver sentitoparlare di come le pietreerano state unite per mezzodi un liquido in grado diammorbidirle.Fawcett scrive di un amicoche, mentre lavorava in uncampo a 14.000 piedi alCerro di Pasco (Perù),scoprì un vaso di matriceInca o pre-Inca, in unatomba. Dopo aver aperto il vaso, ilsuo contenuto, unabevanda alcolica,accidentalmente cadde suuna roccia.Dopo circa dieci minuti,esaminando il liquidofuoriuscito, ci si avvide chenon era più liquido ma siera trasformato in un pezzodi cemento bagnato. Era come se la pietra sifosse sciolta, come cera,sotto l'influenza del calore.Il liquido, conservato in unvaso di creta munito di uncoperchio, reagiva quindicon l'aria. (Questo è il motivo per cuianche la colla in stick,liquida quando si trova nelsuo contenitore, si induriscequando viene a contatto conl'aria).Raymond Drake parla didue uomini che,avvicinandosi a due indianicon un po' di questo liquido,cercarono di farlo bere ma

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gli indigeni si rifiutarono difarlo, nonostante la temibileminaccia con una pistolaalla testa.(Mi chiedo se le componentidel suolo possano incidere,in qualche modo, sullepiante, tanto da permetterea queste di scatenare unareazione chimicasolidificante quandovengono posizionate sullaroccia.)

Dal libro “L'uomo eterno” diLouis Pauwels e JacquesBergier, gli autori ricordatiper il loro volume piùvenduto, cioè “La mattinadel maghi” del 1965, uncerto dr. Bergrose riscoprìuna tecnica di doratura cheoggi non è più nota.L'oggetto che doveva essereplaccato in oro venivaricoperto da una lega dirame e oro e quindimartellato e riscaldato.

Il rame si trasformava inossido e si scioglieva in unvegetale, acido di linfa diOxalis pubescens,mentre lo strato di ororestava. A quanto pare questatecnica risulta più semplicerispetto al metodo diamalgama o elettrolisi eprobabilmente adatto ancheper la fusione di pietre.

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