Terni Magazine 11

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MAGAZINE www.ternimagazine.it giugno - luglio 201o numero 11 anno II L’ECONOMIA ALLA RICERCA DI NUOVE ROTTE UNIVERSITÀ Braccio di ferro con Perugia LOTTA AGLI ALCOLICI Una battaglia vinta AMBIENTE Aria pesante L’ARTE DELLA SABBIA Intervista alla Compagnone PUBBLICAZIONE MENSILE - GIUGNO - LUGLIO 2010 - Distribuzione: TERNI MAGAZINE

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www.ternimagazine.it giugno - luglio 201o numero 11 anno II

L’ECONOMIA ALLA RICERCADI NUOVE ROTTE

UNIVERSITÀBraccio di ferro

con Perugia

LOTTA AGLIALCOLICI

Una battagliavinta

AMBIENTEAria pesante

L’ARTE DELLASABBIA

Intervistaalla Compagnone

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“Bisogna prendere speciali precauzioni contro la malattia dello scrivere,perché è un male pericoloso e contagioso”.

Abelardo, Lettere a Eloisa

La Web&Books edizioni selezionaopere di scrittori emergenti e nonper eventuale pubblicazione.

via C. Guglielmi 27 - 05100 Terni tel 0744 404111

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I concorrenti possono inviare i loro lavori(max 3 vignette, formato .tif o .jpg all’indirizzo [email protected])

Concorso Terni Satira

indice ilI° Concorso per giovani

autori satirici Ternani

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Il vincitore verrà pubblicato sulla rivista Terni Magazine,ed una selezione dei migliori lavori sul sito www.ternimagazine.itI lavori andranno consegnati tassativamente entro il 30 agosto 2010

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TERNI MAGAZINE GIUGNO - LUGLIO 2010 3

EDITORIALE

La politica, intesa come l’esercizio di

un potere per amministra-re la cosa pubblica ed indi-rizzare, mediante le leggi, scelte che andranno a con-dizionare la società in tutti suoi aspetti in nome di un interesse comune superio-re, non sempre riesce a ri-specchiare le aspettative e le volontà della gente. La democrazia rappresen-tativa, se non si riforma ab-bandonando le distorsioni provocate dalla sete di po-tere che con i suoi giochi pervade la nostra cultura, potrebbe portare al falli-mento di un sistema divo-rando sé stessa. In sostan-za, i buoni principi sono solo esteriorità che nascondono privilegi ed interessi privati, esasperazioni ideologiche a discapito dei desiderata e della morale comune. Ed ecco allora che le preben-de, la burocrazia inutile, il malaff are, il sovrapporsi di leggi e regolamenti prendo-no il sopravvento e soff oca-no la vita delle persone fi no a minare le fondamenta del sistema democratico. Non è facile che i poteri trovino un equilibrio e che tutte le istanze trovino pie-no accoglimento nelle azio-ni dei governi locali e cen-trali, ma non possiamo più assistere inermi nel vedere che la cosa pubblica diven-ti una casa gestita da furbi o da gruppi che se ne servono come sponda per fare i pro-pri aff ari, che non si conci-liano con un disegno armo-nico di interesse sociale ge-

nerale. Ci troviamo di fronte una politica omologata da uno stile auto-referenzia-le che oscura invece di illu-minare. Personalismi che prendono il sopravvento, creando vere e proprie cric-che di interesse economico o semplicemente ideologi-che, in cui si confl uisce per condizionare a proprio be-nefi cio i risultati di un’azio-ne amministrativa o legisla-tiva, dimenticandosi il resto

della società. Esempi tipi-ci: le leggi ed i regolamenti urbanistici, edilizi, e fi scali, oramai vere e proprie scia-rade di diffi cile interpreta-zione che richiedono ese-geti ed ermeneuti più che avvocati, geometri od ar-chitetti. Per non parlare del-la mancata diff usione delle notizie che, per trasparen-za, il cittadino dovrebbe co-noscere su come il comune spende o su cosa concede. Insomma nella politica, più che il concetto di traspa-renza, si annida quello di un potere e che vuole oscu-

rare per aff ermarsi, a cui il cittadino si deve rivolge-re con timore reverenziale altrimenti non ottiene ciò che gli è dovuto per diritto e nei tempi dovuti. La re-azione istintiva ma becera di chi non vuol sottostare a queste forche caudine sono l’abusivismo e il non rispet-to di norme astruse, maga-ri con l’aiuto sotterraneo dello stesso potere che tro-va comunque la strada per

proteggere il proprio elet-tore compiacente. La democrazia, che così di-storta è divenuta odiosa e costosa, sta divenendo un mostro da abbattere cor-rendo tutti i rischi che ne conseguono. Non rappre-senta più, così trasfi gurata, ciò che tutti vorrebbero. Il risultato è che o si distrug-gono i tarli o il legno si pol-verizza. Come ricominciare? La Lega Nord sta costruendo il suo successo su questi pre-supposti, e probabilmen-

te la metà dell’Italia che fa la diff erenza in economia, sta seguendo questo parti-to, pur nelle sue distorsioni, nella speranza che raddriz-zi la strada; e l’altra metà d’Italia (tra cui ci siamo an-che noi) cosa farà? Rimarrà solo a fare barricate per mo-tivi ideologici, geografi ci ed unitari o riuscirà anch’essa a riformarsi per scongiura-re un fallimento alle porte? Questa ipotesi va scongiu-rata con una solida verifi ca all’interno dei partiti che dia spazio a ciò che oramai tut-ti desiderano e che ora non viene rappresentato ade-guatamente. Rinnovarsi nelle riforme Qui da noi in Umbria que-sto diktat si sta trasforman-do in alleanze regionalmen-te trasversali tra province con ideologie comuni che fanno massa critica. Si sta agendo per salvare il salva-bile rimanendo però uguali a se stessi: garantire la per-manenza del proprio pote-re suddividendo il territorio come più conviene. Pazze-sco. Si prospetta un nuo-vo allineamento dei confi ni amministrativi, non per ra-gioni di economia e snellez-za burocratica ed equilibri territoriali, ma per logica di controllo politico. Si stanno progettando nuove riserve in cui si spera che la propria “tribù” non muti ideologi-camente. Non si lavora per cambiare ma per far rima-nere tutto immutato.

A. M.

Umbria tra conservatorismopolitico e riforme strutturali

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“Bisogna prendere speciali precauzioni contro la malattia dello scrivere,perché è un male pericoloso e contagioso”.

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Il vincitore verrà pubblicato sulla rivista Terni Magazine,ed una selezione dei migliori lavori sul sito www.ternimagazine.itI lavori andranno consegnati tassativamente entro il 30 agosto 2010

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Lettere al direttoreLA POSTA DI TERNIMAGAZINE: Inviateci le vostre lettere a [email protected]

L’opinione

Web & Books

GLI EX SESSANTOTTINI TERNANI E I LORO “CLONI” CONTINUANO A DETTAR LEGGEE’ scoppiata la polemica su quella che le frange della sinistra estrema ternana hanno de-finito “intimidazione poliziesca”. “Solidarietà a quanti sono stati destinatari, negli ultimi giorni, dei cosiddetti ‘avvisi orali’ e ‘divieti’ da parte della Questura di Terni per aver par-tecipato alle manifestazioni contro la Lega Nord e Casa Pound”. La esprime il capogruppo di Rifondazione comunista – Federazione di sinistra a Palazzo Cesaroni Damiano Stufara. La Questura di Terni avrebbe notificato “avvisi orali e divieti, sotto pressione del Ministero dell’interno, tenuto dal leghista Roberto Maroni e del Governo Berlusconi”. Così risponde il gruppo consiliare regionale del Pdl, in una nota firmata da Raffaele Nevi e Alfredo De Sio: “Il Popolo della libertà, che nulla ha a che vedere né direttamente né attraverso le sue strut-ture giovanili con gli episodi ed i soggetti delle vicende accadute, stigmatizza il tentativo di criminalizzare il governo nazionale ed il Pdl e rileva con preoccupazione come le parole del capogruppo di Rifondazione siano strumentalmente rivolte ad accrescere un clima di scontro fatto di insulti e delegittimazioni che rispediamo per intero al mittente”. In fondo è la storia dell’estrema sini-stra ternana che i maniera monotona si ripete negli anni. Sono i reduci del comunismo, ormai morto e sepolto in quasi tutte le parti del mondo, autore di persecuzioni, uccisioni, negazione di ogni fede e credo e di ogni libertà di espressione come ancora oggi avviene a Cuba, sotto la dittatura di Castro. Scoppiò anche a Terni il ’68. Prevalentemente lo cavalcò il Pci. I figli di quella stagione diventano tutti dirigenti locali del Pci e futuri assessori comunali, regionali, parlamentari. Ma sorsero anche formazioni estremistiche aderenti a Potere Operaio, i cui dirigenti di allora sono oggi accomodati e ricchi professionisti. Tra gli altri primeggiava un “fervente” militante di Lotta Continua, oggi sindaco rimbalzato più volte agli “onori” della cronaca. Poi è arrivata l’epoca delle radio libere, ed ecco che alcuni di loro rispuntano stavolta alla guida di Radio Evelyn. Finita quell’ “epopea” ecco sbocciare nuovi “fiori”, nuovi cloni che ruotarono intorno alle macerie del-la propria esistenza e a quelle del cosiddetto “palazzo primavera”. Cominciò una lunga era di forte conflittualità con gli amministratori locali. Sorsero poi altre generazioni di “ultras” che si costituiscono in centri sociali, ed altri movimenti po-litici di estrema sinistra. Oggi, si verifica un paradosso: le formazioni dell’estrema sinistra extraparlamentare come Pdci e Rifondazione, in piazza fomentano il disordine sociale, alimentano le tensioni e perseguitano la libertà di espressione, mentre nelle istituzioni regionali e locali, siedono nelle stanze dei bottoni insieme ai “cugini” del Pd. Web & Books

Vi scrivo per raccontarvi un episodio capitatomi qual-che giorno fa. Ero con la mia bambina a fare la solita pas-seggiata del sabato in Corso Tacito. Eravamo di fronte al bar all’incrocio con via Bene-detto Faustini a consumare un gelato, in piedi, in mezzo al via vai dell’incrocio, quan-do un Suv incrociando la strada ha rischiato di met-tere sotto mia figlia. Per fortuna ho avuto la prontez-za di tirarla per la mano. Ora vorrei chiedere: ma è possi-bile che veicoli di quelle di-mensioni possano circolare in Zone a Traffico Limita-to, dove corrono bambini? Maurizio da Terni

Gentile direttore,mi chiamo Laura e sono una mamma di 39 anni con due bellissime bambine, Moira di 7 e Sara di 4. Le scrivo per segnalarLe la sparizione dei giochi gratuiti alla passeg-giata. Fino all’anno scorso ero abituata a portare le mie bambine sull’altalena e sullo scivolo. Ora non c’è più nien-te. Si parla tanto di mancan-za di soldi, di questioni di si-curezza, ma che pericolo c’è nel mandare i propri bambi-ni su di un’altalena? Alla si-curezza pensiamo noi mam-me, come è e come deve es-sere.Vi ringrazio per l’attenzione Laura da Terni

Gentile redazione,rivolgo questa mia lamentela a tutti i gestori di negozi e agli autisti degli autobus. La sta-gione calda si avvicina, e sap-piamo tutti che nella conca l’afa a volte si fa insopportabi-le. Io ho 64 anni e me ne sta-rei chiusa volentieri a casa, ma la spesa bisogna farla anche d’estate! Appena si entra den-tro un negozio o un autobus si viene investiti da una corren-te freddissima che ti congela il sudore addosso. Capisco che l’aria condizionata è una ne-cessità se lavorate tutto il gior-no al chiuso, ma non vuol dire che dovete tenere temperatu-re da polo nord! Per gli anziani come me questi sbalzi di tem-peratura sono micidiali. Vi pre-go di pensare anche a noi!Agata da Terni

Vi scrivo per parlare della fantomatica metropolitana di superficie che doveva col-legare Cesi con il centro di Terni. Sono stati spesi soldi, sono stati fatti lavori, costru-ite mini-stazioni, utilizzate i (nostri) soldi delle tasse, e poi? Qualcuno avrà mangia-to i nostri soldi un’altra vol-ta. Possibile che i cittadini non chiedano mai conto ai politici di come si spendo-no i suoi soldi? Se almeno ci spiegassero quali sono i pro-blemi.. invece niente, non se ne parla più.Spero che Ternimagazine, da sempre attento a scovare le magagne della città, pos-sa fornire presto una rispo-sta alle mie domande.Paolo da Cesi

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SOMMARIOEditoriale Pag 03Lettere e L’opinione Pag 04

L’INTERVISTAGabriella Compagnone Pag 06

CRONACAMarcellini Pag 07ATTUALITÀ

Il Fatto Pag 09Forum Pag 11Inchiesta Pag 13Economia Pag 15Ambiente Pag 17Ricerca Pag 20Università Pag 21Terni dimenticata Pag 23 Contromano Pag 41Il Personaggio Pag 43

CULTURA & ARTE

Cultura Pag 44Umbria Musicall Pag 45Fumetto Pag 46

RUBRICHE

Benessere Pag 48Psicologia Pag 49La città del futuro Pag 51Usi e costumi Pag 52Arti e mestieri Pag 54Grande fratello Pag 55Estetica Pag 57Moda Pag 58Alimentazione Pag 59Sport Pag 60Ricette, Vernacolo, Proverbi Pag 61

pag. 07pag. 15

INSERTO: COME, DOVE, QUANDO

Eventi e non solo pag. 25

Il fattoAlcool e minori

EconomiaBasell: c’è ancora speranza

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L’INTERVISTA

Si chiama Gabriel-la Compagnone, ha

solo vent’anni ma le idee molto chiare sul suo futuro.Nata e cresciuta a Terni, po-trebbe sembrare, a prima vista, una ragazza come tante: in realtà ha una dote che la caratterizza su tutte le altre, un talento non co-mune, forse l’unico del ge-nere in Italia.Gabriella sa fare quadri con la sabbia. E non come quelle figure stilizzate che ci si di-verte a fare al mare con un bastoncino di legno. Le sue sono vere e proprie opere d’arte. Ogni singolo granel-lo, guidato con dita sapien-ti, si trasforma in un volto, subito dopo in un animale, e poi ancora in un bambino. E’ questa la magia della Sand Art, come è stata denomi-nata l’originale espressione artistica resa famosa dalla pubblicità dell’Eni: il fatto che le immagini durano al massimo qualche minuto per ricomparire poi sotto al-tra forma, in un gioco conti-nuo di sovrapposizione e di effimera consistenza. Se in Italia molto probabilmente

la Compagnone è una del-le pochissime persone che sanno cimentarsi in queste creazioni, gli altri, nel resto del mondo, si contano sulle dita di una mano. L’artista ternana da quat-tro anni si cimenta in questa difficile forma espressiva, ma è da qualche mese che è diventata veramente famo-sa grazie alle sue opere. Insieme al gruppo musicale Note di Sabbia, infatti, ha partecipato alla trasmissio-ne televisiva ideata da Ma-ria De Filippi, Italia’s Got Ta-lent, riuscendo ad accapar-rarsi, un quadro dopo l’al-tro, la meritata finale. Unanimi i consensi e i com-menti favorevoli alle esibi-zioni dei giovanissimi ta-lenti che, solo per un soffio, non sono riusciti a conqui-stare l’ambita vittoria.

Gabriella, come hai sco-perto questo tuo talento?Ho frequentato l’istituto d’arte di Terni e un giorno un mio professore di ani-mazione sperimentale ebbe la folgorante idea di farmi conoscere questa forma

artistica innovativa. Ho vi-sto un video su You Tube e sono stata immediatamen-te conquistata dalla Sand Art. Ho iniziato quindi ad appassionarmi al genere e ad impegnarmi a fondo nel-la realizzazione dei quadri. L’unico mio problema è che in realtà nemmeno il mio professore poteva aiutar-mi, essendo impreparato in materia. Di certo mi ha molto aiuta-to con consigli tecnici e con suggerimenti però si può affermare tranquillamente che, nel mio caso, ‘l’allievo ha superato il maestro’.

Come ti è capitata l’oppor-tunità di partecipare alla trasmissione Italia’s Got Talent su Canale 5?Così per caso. Uno dei ra-gazzi della band, infatti, aveva inserito molto tempo fa un mio video su You Tube, con la convinzione che qual-cuno lo avrebbe notato.E, in effetti, così è stato. Un autore del format si è im-battuto in esso e mi ha con-tattato. Così è cominciata questa stupenda avventura che mi ha divertito tantissi-mo e ha permesso alla mia arte di essere conosciuta ed apprezzata dal grande pub-blico.

Pensi che la Sand Art pos-sa diventare il tuo lavoro futuro?Lo spero molto, perché mi appassiona e mi entusia-sma. In realtà però, se potes-si scegliere, mi piacerebbe dedicarmi ad una professio-ne legata in qualche modo

al mondo del teatro.

Com’è il tuo rapporto con la popolarità?Io sono rimasta me stessa e con i piedi per terra. Anzi. Devo dire che un po’ il mio approccio con il successo mi imbarazza: non mi ci vedo proprio ad interpretare la parte della diva che firma autografi e si fa scattare fo-tografie con i suoi fans, non rientra nella mia personali-tà.Fortunatamente però, questo a Terni non succe-de: mentre infatti dal resto d’Italia mi hanno cercato o contattato per dei lavori, soprattutto dopo la parteci-pazione in tv, nel mio paese non mi conosce quasi nes-suno. Forse è proprio il caso di dire: “Nemo profeta in pa-tria”.

GABRIELLACOMPAGNONEL’arte della sabbia

Simona Tenentini

Gabriella Compagnone

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CRONACA

IntimidazioniUn grave episodio di inti-midazione a Terni nei con-fronti dell’avvocato Mar-cello Marcellini, autore dei due libri “I giustizieri” e “Un odio inestinguibile”, (Mur-sia Editore), sui retrosce-na delle imprese della Bri-gata Gramsci tra L’Umbria e il Lazio, nel periodo della Resistenza. Un inquietan-te graffito è comparso not-tetempo “simbolicamen-te” sul muro della BTC con la minaccia di stampo ma-fioso: “Marcellini cominci a stancarci…” Come a dire: “La cultura a Terni è roba nostra”, “La storia la faccia-mo noi”. “Cosa ha fatto di male Marcellini”, si è chie-sto tra l’altro in una nota il capogruppo dell’Udc Enrico Melasecche, “avvocato con il pallino per gli studi stori-ci? Ha pubblicato il risultato di ricerche approfondite su quanto di meno esaltante hanno fatto alcune brigate partigiane, in una fase terri-bile per il nostro Paese in cui la guerra civile ha insangui-

nato anche Terni. Che Mar-cellini sia persona scomoda è noto ma se non ci fossero persone scomode e corag-giose l’Italia si ridurrebbe ad un gregge belante in un senso e l’Umbria e Terni in un gregge belante in senso contrario. Vivaddio esiste ancora la libertà di espri-mere le proprie opinioni ed una Costituzione che la ga-rantisce, salvo ovviamente non scadere nella calunnia. Ebbene una sinistra che a Roma protesta, giustamen-te, per una legge che rende sempre più difficile il lavoro della magistratura inquiren-te, ma a Terni ed in Umbria, non garantisce agli altri gli stessi diritti di opinione non ha credibilità né dimostra di essere in grado di meritare di diventare classe di gover-no in questa situazione po-litica ingessata”. Una scrit-ta ancora più subdola per-ché non è accompagnata da alcun simbolo, mentre la matrice è chiaramente co-munista. Bisogna ricordare che alla Guerra di Libera-zione non hanno contribui-to solo quelli con la falce e martello, ma anche catto-lici, preti, repubblicani, so-cialisti, e rappresentanti di tutte quelle forze politiche e culturali che il fascismo aveva messo al bando e che non certo si macchiarono di atroci delitti.

I due volti della Storia Tra la fine di marzo e i primi di aprile del 1944 alcuni bat-taglioni della Wehrmacht e delle SS Polizei effettuaro-no una feroce rappresaglia contro la brigata partigiana «Gramsci» che controlla-va una vasta zona dell’Ap-pennino compresa tra le province di Terni e di Rieti. Dopo una decina di giorni squadre superstiti di parti-giani soppressero fascisti o presunte spie. Quale fu la vera ragione di queste uc-cisioni? E perché la morte di un povero vecchio, am-mazzato dai tedeschi du-rante un pattugliamento, fu fatta passare per la barbara esecuzione di un partigiano per mano di «criminali fa-scisti»? Quale fu il criterio di giudizio adottato dai ma-gistrati che nel dopoguerra indagarono sugli omicidi? La polemica è prevalente-mente scoppiata sull’esito e sulla legittimità di quei processi e di quelle senten-ze che assolsero i partigia-ni accusati di essere stati, in alcuni episodi, autori di so-stanziali rese dei conti. Ma occorre tener conto del par-ticolare momento storico: immediatamente a ridos-so degli eventi bellici che sconvolsero tante famiglie. Come avvenne per l’Unità d’Italia, fatta passare come un grande fatto epico ed eroico, quando nel Meridio-

ne fu attaccato un legittimo Regno, senza dichiarazione di guerra: 1 milione di per-sone uccise, 62 paesi incen-diati, rappresaglie da far “invidia” a quelle citate. Eli-minazione nella calce viva di migliaia di meridionali nella Fortezza di Fenestrel-le in Piemonte a 2000 metri d’altezza. La storia ha sem-pre due volti. La polemica “Mi rimane difficile”, afferma Marcel-lini, “cogliere il motivo di queste ingiustificate azioni, minatorie e antidemocrati-che, che dimostrano anco-ra una volta come la libertà di stampa e di ricerca storia siano palesemente viola-te. Nelle mie pubblicazio-ni mi sono semplicemente basato sui fatti accaduti.” L’avvocato ternano illumi-na il campo delle verità na-scoste sulle vicende dei par-tigiani in Umbria e Lazio. Vengono riproposte e rivi-sitate storie come quella su Maceo Carloni, già presen-tate da Vincenzo Pirro nel 1999 nella rivista “Memoria Storica”. Le verità inoppu-gnabili dei processi supera-no le parzialità degli archivi storici. Assai diversa la vi-sitazione storica dei com-ponenti del Centro sociale Germinal Cimarelli forse già “stanco” del primo libro di Marcellini, insieme ad Arci, FGCI, Rifondazione, PDCI, SeL ed altri. L’accusa In merito a “i Giu-stizieri”, secondo gli espo-nenti del “Cimarelli” tor-nando “al merito e al me-todo storico, Marcellini ci dice poco; e quel poco che gli permette di ricostruire in

RESISTENZA TRA UMBRIA E LAZIO: POLEMICA SU EPISODI DI ALCUNI PERSONAGGI CONSIDERATI

APPARTENENTI ALLA BRIGATA GRAMSCI

Marcello Marcellini

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CRONACA

modo unilaterale e de-con-testualizzato la (sua) pre-sunta verità. Ecco allora che dell’uccisione di Luigi Mar-tinelli e Alberto Guadagnoli dell’11 marzo 1944, l’autore ignora, volutamente, alcu-ni antefatti imprescindibi-li, come la rappresaglia di Poggio Bustone, che il gior-no prima (il 10 marzo 1944) provocò 5 morti, numerosi feriti, incendi e saccheggi. In seguito, tra marzo e apri-le – quando Poggio Busto-ne viene riconquistata, sac-cheggiata e messa a fuoco da tedeschi e fascisti con un bilancio di 11 persone fu-cilate, a cui si aggiungono i 18 morti di Morro Reatino (con Costantino Rossi chiu-so e bruciato vivo in casa) – i rastrellamenti fascisti con-teranno 51 morti a Leones-sa, 15 a Rieti, 38 nella zona tra Narni, Otricoli e Calvi, 63 nel Nursino e nel Casciano, e, infine, 25 nella Valneri-na, senza contare i deporta-ti che sarebbero stati tra le varie zone almeno 3504. Un colpo feroce inferto alla bri-gata Gramsci che si decide a preparare una controrap-presaglia. Sarà questa a col-pire Maceo Carloni, aderen-te dal 1932 al Pnf e dirigente sindacale fascista, e Augu-sto Centofanti, ex squadri-sta un “fascista accanito”, nelle parole del commissa-rio prefettizio (fascista) del paese Francesco Riccardi, la cui testimonianza non sem-bra interessare Marcellini. Piuttosto l’autore preferi-sce indugiare sui particolari macabri dell’uccisione, uti-lizzando solo i documenti che sostengono le tesi delle “sevizie” e omettendo quel-li che le negano. Dopotutto, il macabro (o se si vuole, lo spettacolare) va per la mag-giore, e chi scrive libri lo sa. Anche nel caso di Giuseppe

Contieri, finanziere di Ma-cenano, Marcellini compie la stessa operazione fatta di omissioni ed enfatizzazione dell’esecuzione, per dimo-strare che anche quest’ul-timo fu vittima della furia rancorosa di pochi partigia-ni contro presunte spie e delatori. In realtà numerose fonti ci indicano un’ostilità popolare diffusa verso la fi-gura autoritaria del Contie-ri. Vi è un’altra questione di merito che va segnalata, e cioè l’ipotesi – piuttosto ro-cambolesca – con cui l’auto-re insinua che negli anni Cin-quanta, in una fase di acuta repressione anticomunista, il Pci avrebbe condizionato la magistratura. Marcellini infatti utilizza come fonte di documentazione la co-siddetta storia giudiziaria (e la tradizione orale, purché compiacente) con l’obietti-vo, tutt’altro che sottaciuto, di denunciare il non luogo a procedere nei confronti dei reati ascritti ai partigia-ni che, subito dopo la guer-ra, vennero ritenuti oggetto di amnistia in quanto con-siderate “azioni di guerra o di lotta contro il fascismo”. Su questo e su molto altro si potrebbe puntualizzare, ma in fondo quello che ci interessa di queste storiel-le (o meglio, storiacce) è il loro intento politico – l’al-tra faccia dell’attendibili-tà storiografica – e cioè le motivazioni revisioniste di una storia che, in realtà, è stata già scritta dal san-gue di chi ha combattuto e creduto nella Resistenza. Abbiamo sempre critica-to la monumentalizzazio-ne e le reticenze connesse alla storia della resistenza. Siamo d’accordo con Clau-dio Pavone quando affer-ma che “nella Resistenza italiana, convivono in vario

modo e variamente intrecciati tre aspet-ti: uno patriottico, rivolto contro il te-desco invasore; uno rivolto contro i fa-scisti e i collabora-zionisti di casa pro-pria; uno rivolto, da parte di ampi settori della classe operaia, contro il padrona-to”. Sappiamo inol-tre che nella lotta partigiana si anda-rono coagulando e mescolando mai so-piti conflitti rurali, nuove rivendicazio-ni operaie, criminalità co-mune, rancori interfamilia-ri, questioni personali, con-trasti ideologici e manovre politiche che sarebbe an-tistorico definire estranei alla Resistenza. Infatti “la lotta partigiana fu, a tutti gli effetti, una guerra nella guerra per cui appare chiaro il carattere pretestuoso di una certa storiografia che, dopo oltre mezzo secolo, continua a speculare sul ca-rattere violento della me-desima; il problema però è, ancora una volta, che tale violenza rimane illeggibi-le senza un’analisi e un in-quadramento storici, pre-standosi quindi alle inter-pretazioni strumentali che hanno per scopo non tanto quello di dimostrare che i partigiani fecero ricorso alla violenza, quanto quello di pervenire all’equazione per cui la “sinistra” è portatrice di violenza, tanto più inu-mana in quanto commessa contro dei “fratelli”. E’ al-trettanto fuori discussione che l’esercizio della violen-za e il progressivo dilagare di forme di crudeltà inusua-li e irrazionali fu stabilito in primo luogo da scelte stra-tegiche e dalla prassi adot-

tata dalle truppe di occu-pazione germaniche e dei loro alleati repubblichini. Come afferma Sandro Por-telli “i partigiani e la sinistra hanno parlato a lungo, non senza giustezza e non sen-za retorica, del sacrificio dei partigiani che hanno dato la vita per la libertà, ma mol-to meno del fatto che i par-tigiani a loro volta hanno sparato, hanno ucciso, han-no, insomma, fatto la guer-ra, e che in guerra ci sono le vittime anche dall’altra parte. Non solo: ma che in guerra la morale sfuma, che errori e ambiguità ci possono essere anche dalla parte di chi ha ragione. Sic-come noi abbiamo negato tutto questo, adesso a ogni ambiguità, a ogni ombra, il senso comune revisionista nega tutta la Resistenza”. Ecco è proprio questo il punto rispetto al libro di Marcellini: l’uso strumen-tale, decontestualizzato e politico di eventi e memo-ria…..

G.Pa.

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TERNI MAGAZINE GIUGNO - LUGLIO 2010 9TERNI MAGAZINE GIUGNO - LUGLIO 2010 9

IL FATTO

Divieto di consumare all’aperto bevande

alcoliche in contenitori di vetro o latta dalle 22 alle 6 del mattino; divieto assolu-to, sempre all’aperto, per i minori di anni 16, una fascia di età tutelata anche con il divieto e la somministra-zione e la vendita da par-te degli esercenti, compre-si i distributori automatici.Siamo davvero soddisfat-ti per questa iniziativa del Sindaco, quella di combat-tere l’uso e l’abuso di alco-lici da parte dei minorenni, e soprattutto la segnalazio-ne di distributori automati-ci privi di controllo con be-vande alcoliche; è stata una battaglia che ha visto Ter-ni Magazine in prima fi la, come riportiamo nell’altro articolo, quando se-gnalammo, nell’ Ago-sto del 2009, l’istalla-zione dei citati distri-butori. Sono questi i punti salienti dell’or-dinanza sul contrasto dei fenomeni connes-si all’abuso di bevan-de alcoliche fi rmata dal sindaco Leopoldo Di Girolamo e presen-tata dal primo citta-dino nel corso di una conferenza stampa, insieme all’assesso-re al Commercio Ma-ria Bruna Fabbri e dal comandante del-la Polizia Municipale Federico Boccolini.

“Terni è nei primi posti delle classifi che nazionali in tema di qualità urbana e sicurezza, eppure abbiamo voluto dar luogo a questa ordinanza perché riteniamo che l’abu-so di alcolici possa costituire un problema serio non solo in termini di decoro urba-no, ma anche, soprattutto, di incolumità personale, con particolare riferimento al mondo giovanile. Con questo provvedimento, così come già fatto per quello riguar-dante la musica nei locali, abbiamo voluto tenere insie-me le ragioni della sicurezza con quelli del diritto alla so-cialità, fondamentale per la nostra città e in particolare per i suoi cittadini più giova-ni. Si tratta di una azione che punta alla prevenzione ma

che prevede, chiaramente, anche aspetti sanzionatori”, ha dichiarato il sindaco Le-opoldo Di Girolamo. L’ordi-nanza contempla sanzio-ni da 80 a 480 euro. E’ una battaglia vinta di Terni Ma-gazine che il 29 agosto del 2009, per alcuni giorni, av-viò una campagna di sensi-bilizzazione sul problema.

UNA BATTAGLIA VINTADELLA NOSTRA RIVISTA

Stop alle bevande alcoliche ai minori da esercizi commerciali e distributori automatici

In quel periodo il consiglie-re del PD Riccardo Giubi-lei presentò un’interroga-zione al sindaco Leopoldo Di Girolamo per chiedere di “mettere sotto control-lo i distributori automatici di bibite per evitare la som-ministrazione di alcolici ai minori di 16 anni”. “Tra le bevande”, scriveva Giubi-lei, “fi gurano spesso birre e altri alcolici acquistabili in-troducendo le monete ne-gli apparecchi. La normati-va vigente però – ricorda il consigliere del PD – preve-de l’esplicito divieto di som-ministrazione e vendita di bevande alcoliche ai minori di anni 16 (articolo 689 del

Leopoldo Di GirolamoSindaco di Terni

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IL FATTO

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Codice Penale). Si tratta di una norma di particolare attualità visto il crescente abuso di so-stanze alcoliche tra i giovani e i giovanissimi.Per questo Giubi-lei chiede che l’amministrazio-ne comunale si adoperi affin-ché anche negli esercizi com-merciali con distributori au-tomatici sia inibita la vendita ai minori di anni 16 di alcolici, attraverso l’obbligo dell’esibi-zione di un documento o del-la tessera sanitaria, così come previsto per i distributori auto-matici di sigarette”.

(Fonte consultata: D.G. Pre-venzione Sanitaria)

LA NORMATIVA ITALIANA 1. Codice Penale art. 689. Prevede il divieto di somministrazione di bevande

alcoliche ai minori di 16 anni ma non il divieto di vendita. 2. Legge 18.2.1999 n. 45 “Disposizioni per il fondo nazionale di intervento per la

lotta alla droga e in materia di personale dei servizi per le tossicodipendenze” Con l’approvazione di questa legge è stata estesa anche ai progetti relativi alla “alcoldipendenza correlata” la possibilità di finanziamento a carico del Fondo nazionale per la lotta alla droga, da presentarsi da parte dei Ministeri interessati e delle Regioni.

3. Legge 30 marzo 2001 n. 125 “Legge quadro in materia di alcol e problemi correlati”Con questa legge sono stati per la prima volta affrontati nel nostro Pae-se, con un approccio interistituzionale e integrato, i problemi alcolcorre-lati regolamentando, in linea con gli orientamenti dell’U.E. e dell’O.M.S., aspetti non solo di ambito sociosanitario, quali la prevenzione, la cura e il reinserimento sociale degli alcolisti, ma anche di ambito sociale e so-cioculturale, quali la sicurezza del traffico stradale, la sicurezza sui luo-ghi di lavoro, la pubblicità, le modalità di vendita, la formazione universi-taria degli operatori, la disponibilità dei farmaci. La legge 125/2001 ha tra l’altro disposto l’abbassamento del tasso alcolemico legale dallo 0,8 allo 0,5 per mille allineando l’Italia ai valori adottati nella maggior parte de-gli altri Paesi europei. In attuazione della stessa è stato inoltre adottato l’atto di intesa Stato/Regioni del 16 marzo 2006 (in G.U. n. 75 del 30 Mar-zo 2006) che individua le tipologie di attività lavorative a rischio per gli in-fortuni sul lavoro e la sicurezza dei terzi, per le quali è vietata, ai sensi del-la legge, l’assunzione e la somministrazione di qualsiasi bevanda alcolica. La legge promuove anche la realizzazione da parte del Mini-stero di campagne nazionali di informazione e prevenzione. La legge prevede l’istituzione della Consulta nazionale alcol a cui partecipa-no professionisti esperti della cura istituti di ricerca mondo dell’industria e della produzione ed associazioni di auto mutuo aiuto.<

4. Legge 2 ottobre 2007 n. 160 recante: “Disposizioni urgenti modificative del Codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione”. L’art. 6 della legge introduce nuove norme volte a promuovere la consape-volezza dei rischi di incidente stradale in caso di guida in stato di ebbrezza. In particolare si prevede che nei locali ove si svolgono spettaco-li o altre forme di intrattenimento congiuntamente alla vendita e somministrazione di bevande alcoliche venga interrotta la sommi-nistrazione tali bevande dopo le due di notte e venga resa possibi-le all’uscita dei locali la rilevazione volontaria del tasso alcolemico. La legge 160/2007 ha assegnato al Mini-stero, tramite apposito decreto, il com-pito di predisporre apposite tabelle che devono aiutare i frequentatori dei locali a stimare il tasso alcolemico raggiunto e a conoscere i sintomi correlati ai di-versi livelli di alcolemia. il Decreto Mi-nisteriale attuativo della legge contie-ne anche alcune raccomandazioni non vincolanti rivolte ai titolari e gestori dei locali per favorire la lettura, la corretta comprensione e il concreto uso delle in-formazioni contenute nelle tabelle da parte di un numero quanto più ampio possibile di utenti.

Giancarlo Padula

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FORUM

Nel numero di Apri-le, Terni Magazi-

ne aveva rilanciato l’idea, argomentandola ampia-mente, per la realizzazio-ne a Terni di un centro fi e-ristico-congressi polifun-zionale situato in una zona ben collegata, facilmente raggiungibile e in vista per uno sviluppo alternativo della città che funga anche da volano per le molte ec-cellenze presenti a Terni e provincia. Sono anni che si parla d’investire sul livello culturale, sull’indole opero-sa dei propri cittadini e sul-le risorse naturali, posizionegeografi ca ed infrastruttu-re. Gli elementi oggettivi sono: posizione baricentrica in Italia e nel mediterraneo, 50 minuti da Roma in treno, autostrada A1 e superstra-da E45 come collegamenti stradali e con il completa-mento della Terni Rieti ver-so l’Abruzzo, gli aeropor-ti di Ciampino, Fiumicino, Perugia ad 1,15 h. via auto-strada; collegamenti rapidi con porto di Civitavecchia via superstrada ed Ancona via treno. Il completamento del doppio binario Foligno-Terontola ci farà usufruire di treni diretti per il nord senza transito per Roma e

velocizzare il traffi co, im-portante anche per il trasfe-rimento merci via treno che potrebbe sostituire quello via gomma, più inquinante e costoso. Il rinnovo della E45 favorirà i collegamenti con la Romagna; le Marche con il quadrilatero in via di completamento si avvici-neranno a Terni sempre di più. Se a ciò sommiamo il carattere accogliente dei ternani, la modernità ed il dinamismo che l’ha sempre contraddistinta nel ricevere con entusiasmo le novità, ci sono tutte le premesse per avviare l’iniziativa che già ha avuto successo in tan-te altre città d’Europa della stessa dimensione, (Bilbao- Nantes- Basilea…), con sto-rie industriali analoghe. Alla luce delle considerazioni svolte abbiamo voluto sen-tire la voce delle molte as-sociazioni di categoria e delle istituzioni interessate della provincia di Terni.Comune di Terni, seduta del Consiglio Comunale del 30 aprile 2010: Approva-to all’unanimità l’emenda-mento per l’assunzione di un mutuo per il palazzetto dello sport polifunzionale anche per centro fi eristico proposto sempre da Sel con

l’integrazione, riguardante il centro fi eristico, proposta da Udc, Lista Baldassarre, Terni Oltre che per questo ha ritirato un proprio speci-fi co emendamento.Dott. Porcacchia, Presi-dente Confcommercio Ter-ni: “Confcommercio è stata la prima associazione di ca-tegoria ad esprimere l’esi-genza del centro fi eristico polifunzionale a Terni. Que-sto, non per rivendicare un primato, ma perché questa esigenza è stata fortemen-te sentita dagli operatori del commercio e del turi-smo della provincia di Ter-ni, i quali avvertono che il secondo capoluogo della regione non possa essere orfano di una tale struttu-ra. La collocazione di Terni al centro delle direttrici del centro Italia ne fa la colloca-zione ideale, potrebbe ave-re un appeal importante, dal punto di vista congres-suale anche per saturazione rispetto a Roma che risulta, anche, carente di infrastrut-ture. Questo tipo di struttu-ra polivalente e polifunzio-nale potrebbe vivere tutto l’anno, adattandosi alle di-verse esigenze dell’utenza. La tecnologia attuale per-mette, in pochi giorni o ad-

dirittura poche ore, di cam-biare la struttura, da con-gresso con 4-5 mila posti a sedere a spettacoli, eventi sportivi, mostre mercato od altri eventi. La città di Ter-ni ne avverte proprio il bi-sogno, anche prima della trasformazione dell’ultimo grande teatro cittadino in multisala, i posti disponibi-li, circa 400-500, erano in-suffi cienti. A Terni per 8-9 mesi l’anno non c’è un con-tenitore che si possa uti-lizzare, per i grandi eventi c’è lo stadio da giugno ad agosto-settembre, ma poi deve essere riempito. Sa-rebbe necessaria un’opera-zione di marketing territo-riale pubblica e privata, per-ché la città di Terni risulta debole sull’appeal turistico, ha le armi spuntate, mentre città ben più piccole come Foligno ne fanno di questo tipo di struttura un pun-to di forza, sarebbe un ele-mento fondamentale per la competitività. Noi, per primi, abbiamo individuato come localizzazione otti-male quella del parcheggio ex-offi cine Bosco e area ex Camuzzi-Gazometri, area in parte pubblica e in par-te privata, da attuare con un bando di project fi nan-

UN CENTRO FIERISTICO PER LA CITTÀ DI TERNISi discute sulla proposta di Terni Magazine

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dia impresa immettono sul mercato e nel commercio nuove qualità di prodotti o mostrano le migliori qualità di quelli tradizionali, attual-mente presentate ampia-mente, ma singolarmente dai produttori attraverso si-nergie individuali. La possi-bilità simultanea, non solo per chi vuole acquistare, ma anche per coloro che si fa-ranno promotori al di fuori del nostro territorio per pro-pagandare i nostri migliori prodotti sarebbe senz’altro un momento di crescita per il nostro territorio. Abbiamo la necessita di rivolgerci an-che a territori limitrofi. Tale progetto deve essere attua-to tramite uno strumento sinergico, siamo come Ca-mera di Commercio della provincia di Terni ben di-sposti ad aprire un tavolo di confronto con i comuni e la Provincia per mettere in atto questa volontà sinergi-ca. E’ necessaria la volontà e la sensibilità verso questo importante progetto.”Confagricoltura Terni: “L’idea di realizzare un cen-tro fieristico - congressi po-lifunzionale trova in questa Organizzazione di datori di lavoro in agricoltura la più ampia approvazione.

FORUM

Sabrina Viali

cing creando una struttura polivalente, con attività di servizio, somministrazione e commerciale, i parcheggi sacrificati costruendo in tale zona sarebbero recuperati costruendo piani interrati e a silos sovrastanti per circa 2500 posti auto. Mentre l’al-tra localizzazione, adiacen-te e dietro lo stadio Liberati, vedrebbe allungarsi di molto i tempi, vista la necessità di ricollocare il mattatoio co-munale e i mercati generali.”Giulio Cesare Proietti, CNA Terni: “ Noi come CNA siamo d’accordo, da anni lo chie-diamo. Se ne sente realmen-te la mancanza, dobbiamo ricorrere per tutti gli eventi a queste tenso-strutture, che sono una soluzione anche costosa. Si potrebbe realiz-zare il centro fieristico poli-funzionale con un progetto di finanza, tramite un con-corso pubblico-privato.”Dott. Cipiccia, Presidente Camera di Commercio Ter-ni: “Sono ampiamente e positivamente motivato ri-guardo alla realizzazione di un centro fieristico a Terni, soprattutto a carattere po-livalente in cui ci si possano mostrare le molte risorse di questo territorio. Agricoltu-ra, artigianato, piccola e me-

Per ciò che attiene il setto-re agricolo, non vi è dubbio che la Provincia di Terni pro-duce delle eccellenze ali-mentari notevoli: dall’olio, al vino ai cereali. Queste produzioni però non sono sufficientemente conosciu-te ed apprezzate per le loro qualità soprattutto in rela-zione alla mancanza di una campagna divulgativa-pro-mozionale. Indubbiamente un centro fieristico, abbina-to a Convegni che evidenzi-no le qualità nutrizionali e non solo, sarebbe la vetrina ideale per far conoscere le produzioni ternane. La scel-ta dell’area su cui far sorge-re questo complesso, che già di per se dovrebbe costi-tuire una attrattiva se pro-gettato con una estetica ac-cattivante, deve rispondere all’esigenza di essere pros-sima alla grande viabilità, agli aeroporti di S. Egidio, di Ciampino e di Fiumicino, ma soprattutto prossima a centri ricettivi esistenti o realizzandi. Confagricol-tura Terni è a disposizione per tutto ciò che può con-tribuire ad avviare in modo concreto il progetto di tale opera.”Geom. Giuseppe Flamini, Presidente Confartigianato Terni: “E’ auspicabile la sua realizzazione, bisogna par-lare, però, di dimensioni e di location. Deve essere si-tuato in un punto strategi-co, ben servito da parcheg-gi e dalla rete stradale. La

Confartigianato propende per decentrarlo rispetto al centro cittadino, ma in una zona a ridosso delle diret-trici stradali: superstrada E45 e snodo autostradale Terni-Orte. La localizzazio-ne vicino alla città ipotiz-zata dall’amministrazione comunale, dietro lo stadio Liberati, sembra impensa-bile date le infrastrutture di cui è dotata attualmente la zona. Noi abbiamo aper-to un tavolo di confronto con l’amministrazione, per un’area di circa 1000 mq posta all’interno di un im-portante centro direzionale nella zona industriale Ma-ratta Est ben servita da e per Terni. Il relativo proget-to, realizzato da privati, su area del comune, è stata as-segnata ed è in fase avanza-ta l’iter per l’urbanizzazio-ne. Tra circa 7-8 mesi partirà il complesso e in 2 anni sarà a disposizione per le inizia-tive delle imprese artigia-ne. Inoltre li accanto si libe-rerebbe il centro servizi ora occupato dall’università, ciò farebbe sì di avere un’area espositiva collegata con un’area convegnistica. Biso-gna ottimizzare le strutture già presenti sul territorio e lavorare per realizzare, con sinergia pubblica e privata, tale complesso, ma occorre fare presto per non perdere valide occasioni.”

Nantes, Citè du Congress

Progetto dell’Expodi Milano

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INCHIESTA

In che stato si trova l’eco-nomia Ternana? Siamo

andati a spulciare i dati più recenti forniti dalla provin-cia, ed il risultato è un dato che non può che far riflette-re. Anche nella provincia di Terni si registrano degli in-certi segni di ripresa, in li-nea con la tendenza nazio-nale e globale. Le Imprese Innanzitutto un dato più generale: nella pro-vincia di Terni si registra un totale di 19.409 imprese at-tive. Di queste, la netta pre-ponderanza è composta da aziende commerciali (28%) e delle costruzioni (15%), seguita da un misero 9% dell’industria. Chi di que-ste è rimasto più duramen-te colpito dalla crisi sono le aziende commerciali, quel-le fondate prima del 2000 e soprattutto le società di capitali, di dimensioni più importanti e organizzazio-ne più strutturata e quindi meno capace di rinnovarsi per far fronte ai nuovi pro-blemi. Le imprese artigiane, grazie alla piccola dimen-sione e all’estrema flessibi-lità, sono invece quelle che hanno reagito meglio alla recessione. Il peggioramento dei con-ti, comunque, non sempre è coinciso con l’aumento della disoccupazione: se il fatturato è diminuito per il 56% delle aziende, soltanto il 16 % da deciso di ridurre il personale: di queste, chi ha tagliato di più sono le aziende manifatturiere (540 addetti in meno dell’intera provincia), molte di più del settore commerciale seb-bene sia proprio quest’ulti-

mo ad aver risentito di più della crisi. La Popolazione: Come in tutti i paesi occidentali, si registra a Terni un’evoluzio-ne demografica che qua-si rovescia il rapporto tra bambini ed anziani. I bambi-ni con meno di 15 anni sono passati dal 20,5% del 1970 all’11,6% del 2005. Gli ul-trasessantacinquenni sono passati invece nello stesso periodo dall’11% al 24,2%. La popolazione residente è cresciuta lievemente dal 1960 fino a raggiungere a metà degli anni Settanta quasi la quota attuale, gra-zie all’effetto congiunto del baby boom e del movimen-to migratorio intra-nazio-nale. Prima del 1980, infatti, l’im-migrazione è stata essen-zialmente interna, con fa-miglie di ex contadini at-tratte dalle regioni vicine in ragione delle opportunità di lavoro che la città garanti-va. In seguito, se la popola-zione residente ha resisti-to all’inversione del rap-porto tra nuove nascite e morti, con un saldo nega-tivo che ha visto una pic-chiata nel 1985, restando stabile o diminuendo solo lievemente, è stato grazie soprattutto all’immigra-zione extracomunitaria. Nel suo complesso mette a disposizione del sistema economico 95.000 unità di forza lavoro, distribuite per il 2,8% nell’agricoltura, per il 28,9% nell’industria e per il 68,3 nei servizi. Il Precariato In linea con

le statistiche regionali, il 53,7% della forza lavo-ro del settore di mercato (cioè escluso il settore pub-blico) lavora in imprese al di sotto dei 10 dipendenti (a fronte del 47% naziona-le). Le imprese con un solo addetto rappresentano il 55,8 per cento del tota-le ed impiegano il 16,4 per cento degli occupati. Non ci sono dati provinciali sul-le imprese che hanno da 2 a 3 addetti, ma le statisti-che nazionali ci dicono che impiegano il 37,6% degli occupati. Questi lavoratori non sono tutelati dall’arti-colo 18 dello Statuto. Per-tanto anche il contratto di lavoro a tempo indetermi-nato rappresenta un siste-ma di totale sicurezza per meno del 50% della forza lavoro occupata nel settore di mercato. Su questo sub-strato si innesta la condizio-ne precaria vera e propria. Vale la pena di soffermarsi sulla precarietà, ormai di-ventata una condizione sta-bile e non, come si pensava, l’anticamera del contratto a tem-po indetermi-nato. Quest’ul-timo, a comin-ciare dai paesi più sviluppati, sta scomparen-do del tutto. Ma tale paradigma è andato in crisi negli anni Set-tanta e nessuna alchimia riusci-rà a resuscitarlo. Oggi è proprio la precarietà a garantire l’inte-

riorizzazione degli obiettivi dell’impresa, la disponibili-tà alle esigenze ed ai tempi del cliente, la mobilitazio-ne di tutte le energie pro-duttive della vita umana. Esaminare seriamente la condizione precaria com-porta in primo luogo smon-tare l’operazione tutta ide-ologica, compiuta dalla politica, dalla sociologia e dalla statistica, volta ad in-cludere nella borghesia im-prenditoriale i padroncini delle “ditte individuali” e delle aziende composte da meno di tre persone. An-che chi ha soltanto pochi rudimenti di economia sa che l’impresa è un’istituzio-ne costituita da tre figure

Le statistiche sul lavoro

TERNI PRECARIAil 54% dei lavoratori privati è impiegato in aziende piccole e piccolissime. Sempre

più rari i contratti a tempo indeterminato

TERNI: LA CITTA’ DELLE DONNE?Con il 28,1% sul totale, le imprese femmi-nili ternane mostrano di aver conquistato una quota stabilmente superiore di circa quattro punti percentuali rispetto a quella che si riscontra su scala nazionale. Un dato davvero importante, di cui la provincia do-vrebbe andare orgogliosa. Si conferma la rilevanza del settore commerciale, della ristorazione e dei servizi sociali e colletti-vi, che sono tradizionale ambito di lavoro per imprese guidate da donne. In alcuni comparti la loro presenza arriva a coprire addirittura il 54% (cioè più della metà) del totale delle imprese attive in quello stesso comparto.

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INCHIESTA

o ruoli sociali distinti: il ca-pitale (ovvero chi detiene i soldi), il management (chi li gestisce) e la forza lavoro (chi produce). Nelle impre-se familiari capitale e ma-nagement s’identificano. Le aziende con meno di tre dipendenti rappresentano in realtà il variegato univer-so del lavoro autonomo di seconda generazione (chia-mato così per distinguer-lo dal tradizionale piccolo commercio e artigianato), con un elementare grado di organizzazione, fenomeno esploso proprio in coinci-denza del diffondersi di rap-porti di lavoro postfordisti. Queste figure di produttori e i loro dipendenti, assunti spesso con contratti di lavo-ro a tempo determinato, a progetto, interinale e via di questo passo, costituisco-no un universo particolar-mente importante perché, insieme a quello contiguo delle imprese al di sotto dei 10 dipendenti, è quello che crea la maggiore domanda di lavoro e che tiene alta la dinamica occupazionale.

Le Piccole Imprese Mal-grado la riduzione dei sa-lari avvenuta nelle ultime decadi, le grandi impre-se hanno continuato a de-centrare, a subappaltare, a esternalizzare, a restrin-gere sempre più l’area del core manpower e ad ingros-sare l’area della microim-presa e del lavoro autono-mo. Invece che ingrandir-si, assumere più gente “in pianta stabile”, investire in ricerca e innovazione, han-no scelto di essere sempre più frammentate, sempre più piccole, sempre più fra-gili, sempre più low tech. Si è dunque costituito un comparto di milioni di la-voratori che vivono solo del loro capitale umano, cioè del know how e delle risorse d’iniziativa perso-nale. E’ peraltro qui che si concentrano gli orari di la-voro più lunghi e si soffre la mancanza quasi totale di ammortizzatori sociali ade-

guati e non calibrati su una figura di lavoratore in via di estinzione nei paesi svilup-pati, come ostinatamente vogliono gli stessi sindaca-ti, che non hanno ancora compreso la profondità e il carattere di cesura nella storia economica dei cam-biamenti avvenuti nella sfe-ra della produzione dopo la rivoluzione informatica. L’Umbria ricalca questo modello e, se possibile, mo-stra elementi di arretra-tezza e perfino precapita-listici in misura maggiore della media nazionale. Ar-retratezza che si manife-sta anche negli indici di fre-quenza degli infortuni sul lavoro: è infatti la regione per la quale si è rilevato un valore maggiore di quasi il 48% rispetto alla media ita-liana. Le cause: la presenza di molte imprese di picco-le dimensioni e a carattere artigianale, con orari molto lunghi e ritmi estremamen-te rapidi, e una maggiore percentuale rispetto alla media nazionale dei setto-ri delle costruzioni edili e delle lavorazioni di mate-riali per l’edilizia. È quanto emerge dal Rapporto an-nuale Inail Umbria 2008. Conclusione Nonostan-te le carenze e le distorsio-ni che abbiamo segnalato, l’economia della provincia di Terni ha mostrato una

buona capacità di conte-nere le conseguenze della crisi e di evitare effetti de-vastanti sull’occupazione, anche se molti posti di la-voro sono andati persi e di-laga la cassa integrazione, sia ordinaria che straordi-naria, con molte centinaia di ore autorizzate. Peraltro gli incerti segnali di ripresa non producono effetti posi-tivi sull’occupazione in tem-pi brevi e probabilmente il tasso di occupazione scen-derà ancora.La maggioranza degli im-prenditori non azzarda pre-visioni sul momento di usci-ta dalla crisi, ma mette in cantiere controtendenze che vanno dal miglioramen-to della qualità dei prodot-ti alla riformulazione del-le strategie commerciali. Al contempo chiedono un maggior intervento pubbli-co, soprattutto per quanto riguarda servizi, infrastrut-ture e funzionalità del siste-ma formativo.

Terni Meridione dell’UmbriaTerni si colloca in una condizione peggiore sia di Perugia sia dell’intera regione: se da un lato il tas-so di disoccupazione tra i lavoratori maschi sopra i 25 anni a Terni è inferiore al resto ella Regione,. Dall’altro questo dato è però abbondantemen-te compensato dalla maggiore disoccupazione giovanile (sotto i 25 anni), peraltro sensibilmen-te superiore tra le donne. Insomma, l’asse Spole-to, Terni, Narni costituisce una sorta di meridione dell’Umbria. E’ infatti il territorio più interessato dai Contratti d’Area.

TERNI: NON E’ UN PAESE PER STRANIERI La quota di imprese “etniche” (ovvero guidate da titolari di nazionalità extra-eu-ropea) è ancora relativamente distante dalla media nazionale, di almeno un pun-to percentuale (5,2% contro 6,3%). Costruzioni, commercio e attività manifatturie-re sono i comparti che assorbono il maggior numero di imprenditori di origine estera. In costante aumento l’immigrazione dall’estremo oriente (Cina e paesi contigui), men-tre decresce quello dall’America Latina, i cui migranti sono rimasti stabili o addirittura diminuiti nell’ultimo quinquennio. Tutte persone che occupano in genere i ranghi in-feriori del mercato del lavoro nei settori: piccolo commercio, agricoltura, artigianato, manifattura, assistenza e lavoro di cura nelle famiglie. Non mancano tuttavia profes-sionisti, dirigenti ed imprenditori. La curva dell’immigrazione ha visto una sensibile im-pennata dopo il 2000, non ridimensionata, almeno finora, dalla crisi economica. Nel comune di Terni la popolazione immigrata è giunta a quasi 11.000 presenze, vale a dire quasi il 10% della popolazione residente, peraltro rimasta praticamente invariata nelle ultime quattro decadi.

W & B

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ECONOMIA

La tenace lotta dei la-voratori della Basell

sta dando buoni frutti: oggi sono due le cordate che vo-gliono rilevare gli impianti di via Narni. Già ci sono i primi contatti tra la public company com-posta da 20 piccoli impren-ditori associati alla Confapi e i manager di LyondellBa-sell. Invece Novamont, la con-trollata da Banca Inte-sa, ha ufficializzato il pro-prio progetto presentan-dolo a Giampietro Casta-no, il dirigente e tecnico del Ministero dello Svilup-po economico che sta ge-stendo tutta la vertenza. I 20 della Confapi vogliono continuare a produrre po-lipropilene, fornendo però a LyondellBasell l’assolu-ta garanzia di non interfe-rire nel suo mercato. Vuo-le produrre polipropilene anche Novamont, l’azien-da che ha brevettato il Ma-

ter Bi, un tipo di bioplastica prodotto a partire dall’ami-do di mais, grano e patata, che ha avuto un successo mondiale trovando appli-cazioni per esempio nella fabbricazione di cotton fioc biodegradabili, nella produ-zione di imballaggi, stovi-glie e buste in sostituzione dei tradizionali sacchetti in polietilene. Il polipropile-ne verrebbe poi girato ad aziende trasformatrici ap-partenenti alla società che dovrebbe costituirsi. An-che qui la trattativa sembra progredire a grandi balzi, al punto che il manager ita-liano della multinazionale, Massimo Covezzi, avrebbe chiesto di tradurre il pro-getto in inglese, per pre-sentarlo subito ai vertici europei di LyondellBasell. Invece si addensa qualche nube sulla ThyssenKrupp Ast, con altre tredici setti-mane di cassa integrazio-ne e la comunicazione del-

la grave contrazione del mercato del titanio. Ma i problemi non sono soltan-to questi. Ultimamente è giunto dalla sede centra-le in Germania un diktat ad Harald Espenhahn, che na-turalmente lo ha girato ai sindacati metalmeccanici. Lo si può riassumere in que-sti termini: nell’anno econo-mico in corso - da settem-bre a settembre - l’Ast ha già un passivo di 60 milioni di euro. Se non c’è un rapido

incremento della produzio-ne, sarebbe il terzo bilancio consecutivo in perdita. Per evitare tale risultato biso-gna produrre prima di set-tembre un milione e 300 mila tonnellate di acciaio. Altrimenti la ThyssenKrupp è pronta a mettere in di-scussione l’impianto di via-le Brin, malgrado i recen-ti investimenti di oltre 400 milioni di euro: dal mani-polatore per la Società del-le fucine al superfiltro per

Chimica e siderurgia alla ricerca di nuove rotte

BASELL: C’È ANCORA SPERANZAL’industria Ternana è in crisi, è necessario individuare e risolvere

i nodi problematici per ridisegnare il futuro della città

Manifestazione degli operai della Basell in Corso del Popolo

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ECONOMIA

Web & Books

abbattere le polveri di Pri-sciano. Un sospiro di sollie-vo per gli abitanti che per decenni hanno convissuto con quella polvere grigia che si depositava ovunque, sui muri, sulle finestre, sulle automobili, sulle piante de-gli orti.Il sindacato non ci sta e re-plica che sono proprio que-sti investimenti a manda-re sotto i bilanci. Ma erano assolutamente necessari per rendere moderna ed ef-ficiente la fabbrica di Terni. Per quanto riguarda l’anno in corso, ritengono più ve-rosimile una chiusura alme-no in pareggio, e fanno os-servare che se c’è stata ridu-zione dei volumi produttivi non dipende dai lavoratori infingardi ma dai proble-mi di mercato dell’acciaio dovuti alla crisi globale. In-somma, quello che la mul-tinazionale lamenta è ac-

caduto nelle in-dustrie di tutto il mondo. Per non parlare delle ban-che. Parallelamente, i sindacati non ri-nunciano al con-flitto sul premio di produzione tri-mestrale (390 euro), soste-nendo che non è vero che gli impianti siano stati sot-toutilizzati e che la produ-zione sia stata insufficiente, come argomenta l’impresa per evitare di pagare.Per soprammercato è giun-to l’incidente quasi morta-le del 27 maggio, quando il giovane operaio Leonardo Ippoliti ha riportato traumi di tale gravità da consiglia-re il trasporto al Policlinico Umberto I di Roma. Se le vertenze in corso de-stano meno preoccupazioni rispetto a qualche settima-

na fa, nondime-no i lavorato-ri e la città de-vono prendere atto della fine di un’epoca che è cominciata in Italia nel secon-do dopoguerra: nei paesi oc-cidentali non c’è più obietti-vamente con-venienza nel-le produzioni tradizionali di massa. Terni è vissuta sempre all’om-bra dell’indu-stria di stato, ma ora deve reinventarsi su altre basi: au-mentare gli in-vestimenti in

produzioni ad alto contenu-to tecnologico, fare molta più ricerca (salvo eccezioni, in realtà se ne fa pochissima o per nulla), con uno stret-to rapporto tra università e impresa, inserirsi nel pro-cesso di espansione della green economy, valorizzare le produzioni dell’uomo per l’uomo e i servizi di welfare, non più considerati un co-sto, ma riconosciuti come settori motore di una di-namica di crescita fondata sulle produzioni intensive in conoscenza. E’ infatti da questi settori che dipendo-no la qualità e il ritmo di uno sviluppo la cui misura diven-ta la soddisfazione dei biso-gni essenziali in una socie-tà avanzata e che invecchia per la sua evoluzione demo-grafica. D’altronde sanità, educazione, ricerca e cultu-ra non solo orientano le nor-me di consumo e i modi di vita della popolazione, ma costituiscono anche un ser-batoio di lavori altamente qualificati in attività in cui è preponderante la dimensio-ne cognitiva e relazionale. Altrettanto può dirsi per il turismo, settore in cui oc-corre fare i conti con gli odierni sistemi di marke-ting, ponendosi sullo stes-so piano dei tour operator, senza timore di sporcarsi le mani, facendo dunque at-tività di lobbying e propo-nendo specifici pacchetti,

insomma facendo promo-zione attraverso contatti “reali”. Altrimenti non si su-pererà mai il livello di una stanca amministrazione delle nostre invidiate risor-se naturali ed artistiche. A poco servono i 13mila visita-tori della Cascata delle Mar-more il giorno di Pasquetta o i 12 mila il primo maggio se non si razionalizza que-sto ambito, riorganizzan-do il mercatino degli am-bulanti e realizzando spazi per manifestazioni culturali in prossimità della cascata, migliorando in tutto il ter-ritorio l’accoglienza turisti-ca e l’organizzazione degli eventi, pretendendo colle-gamenti ferroviari decenti con Perugia, Roma e l’aero-porto di Fiumicino, creando insomma le condizioni per il superamento dell’attua-le “turismo mordi e fuggi”. Terni rischia oggi di trasfor-marsi in un insieme di rug-ginosi ruderi industriali, ma non è vero che si trovi in un vicolo cieco. C’è moltissimo da fare e mille terreni sui quali sperimentare un’eco-nomia alternativa alla gran-de industria. Ora devono entrare in scena inventi-va, creatività e coraggio.

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Terni

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Arrivano le terse gior-nate estive dopo

una primavera piovosa, che ci ha costretto in casa per la maggior parte del tempo. Finalmente possiamo anda-re portare i bambini a pas-seggio, goderci il sole e l’aria aperta…. Già, l’aria aperta. Ma siamo sicuri che quello che immettiamo nei nostri polmoni sia solo roba pulita?

Due importanti ricerche hanno tentato di risponde-re a questa importante do-manda.L’emergenzaLa prima, eseguita dall’ Arpa in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emi-lia Romagna, ha monito-rato i livelli di diossine, fu-rani e Pcb nell’atmosfera e

nel suolo in seguito all’in-cendio di Vascigliano del-lo scorso luglio. Le analisi confermano che il terreno dell’area interessata dall’in-cendio della Ecorecuperi è pulito. E che la diossina, in sedici dei ventotto punti sottoposti a campionamen-to, è presente con valori in-feriori ai limiti di legge. Ed è anche inferiore alla soglia di quantizzazione di un na-nogrammo per chilo. Que-sto anche nell’area più vi-cina al luogo dell’incendio. I risultati dei 22 campiona-menti effettuati sul terre-no nell’area compresa tra i 5 e gli 8 chilometri dall’epi-centro, ma anche a 10, 12 chilometri e oltre, mostra-no risultati addirittura dieci

volte inferiori alla soglia di quantizzazione di 1 nano-grammo per chilo. L’Asl4 ha effettuato invece 300 cam-pionamenti sugli animali, ottenendo soltanto due ri-sultati positivi nell’area tra i 5 e gli 8 chilometri. Tali risul-tati, confrontati anche con esperti dell’Istituto Superio-re di Sanità, hanno portato a una riduzione della zona di rischio da 8 a 5 chilometri e alla liberalizzazione dei pro-dotti del territorio esterno alla “zona rossa”, che quindi è stata liberalizzata, anche se controlli continueranno. La normalità Tutto bene dunque? Nien-te affatto. Le emergenze ri-empiono i titoli dei giorna-li, solo per rivelarsi, a volte, dei flop clamorosi. La nor-malità invece non fa noti-zia, nemmeno quando si fa preoccupante.La seconda ricerca infatti, condotta dall’Arpa Umbria e dall’Università degli Stu-di di Perugia, Dipartimen-to di Ingegneria Civile ed Ambientale, ha l’obiettivo di caratterizzare il partico-lato atmosferico (in gene-re definito dai media “pol-veri fini” o “polveri sottili”) con tecniche sperimenta-li molto avanzate e per un periodo di tempo sufficien-

Ad un anno dal rogo della Ecorecuperi il bilancio è pesante sia per la quantità di diossina emanata che per i danni alle aziende agricole della zona,

ma l’aria é irrespirabile in tutta la città

INQUINAMENTO:L’ATMOSFERA SI FA PESANTE

AMBIENTE

L’incendio di Vascigliano

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temente lungo da permet-tere una valutazione sta-tisticamente significativa del grado di inquinamen-to della nostra regione.I risultati mostrano come in inverno Perugia e Terni ab-biano livelli di polveri com-plessivamente più elevati di Gubbio, Spoleto e Nar-ni, che comunque mostra-no una componente fine (PM2.5) rilevante. La com-ponente secondaria del par-ticolato (nitrati e solfati di ammonio) risulta abbastan-za omogeneamente distri-buita su tutto il territorio re-gionale, indicando la diffusa presenza di fonti di inquina-mento quali: il riscaldamen-to nella stagione invernale,

allevamenti animali ed atti-vità agricole, combustione di biomasse e traffico vei-colare. A Perugia, Terni e nei centri maggiori si rileva anche una significativa pre-senza di metalli pesanti. In particolare Terni è mes-sa molto male – lo sape-vamo già, pagandolo sulla nostra pelle! - consideran-do che le centraline suona-no l’allarme diverse deci-ne di giorni nel corso di un anno. Si è infine scoperto che alla nostra mal’aria si aggiungono talvolta pol-veri provenienti dalle indu-strie dell’Europa orientale e perfino polveri sahariane. Insomma, può ritenersi cessata l’emergenza am-

bientale dovuta all’incen-dio dell’Ecorecuperi, men-tre dovremo coabitare con l’inquinamento permanen-te derivante da industrie, traffico e riscaldamento finché non muteranno ra-dicalmente economia, tra-sporti e politiche urba-nistiche. Certo, difficile aver fiducia nelle pentole in cui si prepara il futuro! Comunque la vicenda di Stroncone ha insegna-to che le istituzioni locali funzionano bene soltanto se incalzate da proteste e manifestazioni, e marcate strette dalla magistratura. In effetti la procura di Terni sta diventando un baluardo irrinunciabile per la nostra

salute. In questo senso, però, non si parte da zero: ab-biamo validi esem-pi di mobilitazio-ne dal basso come il Comitato auto-nomo di Stronco-ne (che ha portato più volte macchine agricole e bestia-me sui gradini del-

la Prefettura), il Comitato per la difesa del Rio Fergia di Gualdo Tadino (che è riu-scito a bloccare le mire del-la multinazionale Rocchetta sulle acque del torrente) e il Comitato referendario um-bro per la ripubblicizzazio-ne dell’acqua, attivo anche a Terni. C’è poi tutta una ga-lassia di piccole associazioni che si costituiscono per af-frontare specifici problemi e dopo continuano ad im-pegnarsi in un lavoro, capil-lare e forse oscuro, di difesa dell’ambiente e della salute.

AMBIENTE

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AMBIENTE

La questione degli inceneritori scotta

sempre di più. Mentre i ri-sultati delle ricerche dell’Ar-pa indicano che in Umbria e a Terni l’aria è inquinata, le polemiche sul presunto di-sastro ambientale causato dallo scorretto utilizzo di queste strutture continua-no sottotraccia. L’impianto di Terni Ena a Maratta, di proprietà dell’Acea, verrà riconverti-to a “camino unico” per tut-ti i rifiuti della provincia di Terni. Prima vi si bruciava-no soltanto gli scarti del ri-ciclaggio della carta: e ora? Chi ci assicura che non vi si brucino rifiuti pericolosi? I partiti si dividono tra chi è contro a prescindere, e chi mette semplicemente dei

paletti al loro utilizzo. L’unica forza politica che si è schierata nettamen-te contro questa operazio-ne è l’Italia dei Valori. Il ca-pogruppo alla Provincia di Terni Giorgio Santelli ha di-chiarato: “la Federazione dei medici e l’Oms sosten-gono che l’incenerimen-to dei rifiuti è la tecnica di smaltimento più dannosa per l’ambiente e la salute umana e che le nanopolve-ri sono la maggior minaccia. Se non bastasse, il bilancio energetico di un incenerito-re non è positivo. Di fronte agli sviluppi tecnologici che danno oggi la possibilità di preservare la materia e di non inquinare l’ambiente, la politica non ha più scuse che tengano per sostenere

l’incenerimento, negativo sia dal punto di vista sani-tario che da quello econo-mico”.L’associazione Terni Oltre ha una posizione più sfu-mata. Da un lato, denuncia come il progetto sia stato tirato fuori proprio quando stanno finendo i CIP 6 per Terni Ena, ma dall’altro è disposta a mediare. Il pre-sidente e consigliere comu-nale Leo Venturi parla infat-ti in una nota di “accettare ipotesi che prevedano l’uti-lizzazione dell’impianto di Terni Ena per bruciare parte dei rifiuti della città a condi-zione che: non sia aumen-tata la capacità d’inceneri-mento dell’impianto, circa 120.000 tonnellate anno; deve bruciare la parte sec-ca dei rifiuti dopo il tratta-mento in preselezione pres-so l’impianto dell’Asm; la quantità del rifiuto secco prodotto dalla città, circa 25.000/30.000 tonnellate di CDR, deve sostituire i rifiu-ti delle cartiere oggi utiliz-zati senza superare le circa 120.000 tonnellate anno. Sarebbe stato opportuno – aggiunge Venturi - porre questa questione ad Acea da alcuni anni, trovando adeguate forme di collabo-razione, come è stato fatto per altri servizi gestiti dall’ Asm, visto che si sarebbe-ro risparmiate enormi ri-sorse derivanti dal traspor-to e conferimento dei rifiu-ti alla discarica di Orvieto. I livelli d’inquinamento della conca ternana – prosegue - non consentono soluzio-ni che non siano ambien-

talmente sostenibili e qual-siasi modifica dell’attuale quadro deve prevedere una reale partecipazione dei cit-tadini. Mi risulta fra l’altro – conclude - che l’impianto di Terni Ena verrà fermato per circa 12-18 mesi per il revamping, al fine di acce-dere ai certificati verdi, non può aumentare la quanti-tà di materiale da bruciare e per bruciare il CDR, rifiuti secchi, deve avere le giuste autorizzazioni”.Anche la posizione del Po-polo della Libertà, espressa dal coordinatore provincia-le e consigliere regionale Al-fredo De Sio, si limita a met-tere dei paletti: “ribadendo la positività dell’obiettivo della semplificazione im-piantistica nella conca ter-nana, ritengo opportuno sottolineare come la stes-sa debba essere raggiunta non solo attraverso la ridu-zione dei punti di emissio-ne ma anche e soprattutto attraverso un saldo positivo in termini di riduzione tota-li delle quantità delle emis-sioni ad oggi autorizzate”. Riteniamo perdenti queste posizioni perché, una volta affidato l’incenerimento ad Acea, è assolutamente im-probabile che tali condizio-ni vengano rispettate e che qualcuno le controlli seria-mente, come l’esperienza ci ha insegnato. Il tempo pas-sa, la questione rimane sul tavolo, e intanto, parafra-sando Totò, noi respiriamo.

RICONVERSIONE DEL CAMINO TERNI ENA:idee poco chiare tra i politici

W&B

Inceneritore di Terni

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sindaci ed autorità religio-se! Noi badiamo in silenzio e umiltà allo studio di una materia affascinante e in gran parte ancora inesplo-rata, che però ha già signifi-cative applicazioni terapeu-tiche e trapiantologiche. Quella riparativa - prose-gue - è la medicina del futu-ro, anche in considerazione dell’invecchiamento della popolazione. Non contano le luci della ribalta ma le ri-cadute sulla qualità della vita di uomini e donne”.

Come vanno le cose con i collaboratori?“Meravigliosamente! Sono pieni di entusiasmo e pas-sione! Le ho detto quan-to mi premano i risultati. Bene, è in base a questi che valuto i giovani. Non mi in-teressano il tempo di lavo-ro ufficialmente certificato, gli orari e sciocchezze simi-li: quando si tratta di lavoro mentale, è tutta la vita che viene messa a produzione!”.

RICERCA

W&B

Giampaolo Palazzesi, responsabile della

Banca regionale per la rac-colta e conservazione di cel-lule staminali da sangue del cordone ombelicale, ci guida nel laboratorio dove lavora-no lui e diversi collaboratori. E’ uno spazio piccolo ma do-tato delle più moderne tec-nologie, invidiato dai nume-rosi colleghi di tutta Europa che hanno avuto modo di vi-sitarlo. Il racconto di Palazzesi inizia dall’approvazione della leg-ge n. 251 e della legge 219 del 27 ottobre 2005, che di-sciplinano le attività trasfu-sionali e la produzione nazio-nale degli emoderivati. “Alle Regioni spetta la gestione degli aspetti organizzativi. In particolare hanno il compito di istituire Banche del san-gue da staminali cordona-li. In Umbria l’apposito pro-getto è stato presentato nel 2006 e approvato con una delibera del 28 luglio 2008. La scelta dell’ubicazione, una volta tanto, è caduta su Terni, riconoscendo il valo-re e l’esperienza del servizio di Medicina Trasfusionale. Con la delibera del 30 giugno scorso l’Azienda ospedalie-ra di Terni ha reso esecutivo il progetto, articolato in due indirizzi, quello strutturale e quello relativo alla forma-zione e aggiornamento del personale. In questo senso si è tenuto a dicembre, presso la Scuola Regionale Sanità di Villa Umbra, a Perugia, un seminario in cui il progetto della Banca è stato esposto agli operatori dei servizi re-gionali interessati e si è fatto il punto sulla raccolta di cel-

lule emopoietiche da san-gue cordonale, e sui relati-vi studi e ricerche. L’anno prossimo è previsto invece un corso rivolto alla popo-lazione - Palazzesi non cela la soddisfazione - e proprio in questi giorni c’è stata la gara per l’ottimizzazione dei laboratori e tra poco co-minciano i lavori. Abbiamo ricevuto fondi per 260.000 euro e a settembre potrà dirsi realizzata la Banca re-gionale per il sangue cordo-nale, ma non si partirà certo da zero”.

Ottimo! - osserviamo. “Già! - risponde - le cose sono andate per il ver-so giusto e senza ritardi”. Questo medico innamorato della sua professione ci illu-stra infatti come da anni i servizi già esistenti garanti-scano “la tipizzazione cellu-lare HLA, esame del sangue relativo agli alleli (varianti di sequenza di un gene) HLA-DQB1, che possono avere un ruolo funzionale impor-tante per i trapianti e per lo studio di alcune malattie autoimmuni, la citometria, tecnica che permette la mi-surazione e la caratterizza-zione di singole cellule ad una velocità molto rapida, permettendo una dettaglia-

ta analisi qualitativa e quan-titativa, e la TRINAT, meto-dica per accertare contem-poraneamente la presenza dei virus A, B e C dell’epatite e dell’Hiv. Insomma, è an-che per la presenza di que-sti servizi che la Regione questa volta ha scelto Terni e la Fondazione Carit di Ter-ni ci ha assegnato due bor-se di studio di 30.000 euro per giovani biologi e medi-ci. Si vede che ci ritengono bravini! A questo punto ci poniamo allo stesso livel-lo della Banca di Milano, di quella di Verona, che si oc-cupa principalmente di cel-lule staminali per il tessuto miocardico, di Barcellona e di Dusseldorf, la più impor-tante del mondo”.

Come mai tenete un pro-filo così basso? Forse amate poco i me-dia? “Ognuno sceglie il suo percorso e il suo stile. Personal-mente considero utilissima la diffu-sione delle cono-scenze, ma non più se diventa spetta-colo, comparsate a tutti i talk show, inaugurazioni in pompa magna, con

LA BANCA DELLA SALUTEil Dott. Palazzesi ci guida nel centro per la raccolta e conservazione

di cellule staminali da cordone ombelicale: un’eccellenza della nostra città

Dott. Giampaolo Palazzesi

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UNIVERSITÀ

La salvaguardia del Polo universitario di Terni è

l’elemento di maggior impor-tanza emerso dall’incontro a Roma al Ministero dell’Istru-zione, Università e Ricerca, al quale hanno partecipato la presidente della Regio-ne Umbria, Catiuscia Mari-ni, il rettore dell’Università’ degli studi di Perugia Fran-cesco Bistoni, il presidente della Provincia di Terni Feli-ciano Polli e il sindaco di Ter-ni Leopoldo Di Girolamo. ‘’Come Regione, insieme alle istituzioni locali - ha detto Marini - abbiamo condiviso la posizione espressa al Ministe-ro di voler mantenere integro il ruolo del polo universitario ternano e, in particolar modo, dei corsi di studio in Econo-mia, Ingegneria e Medicina’’. ‘’Certo - ha aggiunto - non possiamo non dirci molto pre-occupati per i tagli previsti ai fondi destinati alle Università che potrebbero, se conferma-ti, mettere a rischio soprattut-to la capacità dell’Ateneo di svolgere la sua primaria fun-zione di formazione univer-sitaria e ricerca, con ciò de-terminando altresì anche un affievolirsi, se non una vera e propria riduzione, del diritto allo studio per i nostri studen-

ti’’. Per Marini ‘’come Regio-ne abbiamo ribadito anche oggi la nostra disponibilità a fare la nostra parte, an-che prevedendo un accordo di programma con l’Univer-sità degli Studi di Perugia per definire i nostri impegni, purché in un quadro di as-sunzioni di responsabilità da parte di ogni altro soggetto interessato al mantenimen-to non solo del polo univer-sitario di Terni, ma della fun-zione dell’Università degli Studi in tutto il territorio re-gionale. Abbiamo, infine, ri-confermato quanto già e in più sedi affermato - ha con-cluso la presidente - rispetto alla disponibilità della Regio-ne a collaborare per l’opera-tività’ della nuova sede della Facoltà di Medicina di Terni’’. Il presidente del Consiglio regionale, Eros Brega, nel sottolineare “con soddisfa-zione” l’unità di intenti ma-nifestata ai rappresentanti del Ministero dalla presi-dente della Regione Mari-ni, dal sindaco di Terni Di Girolamo, dal presidente della Provincia di Terni Pol-li e dal rettore Bistoni, ritie-ne necessaria una “azione sempre più ampia e corale di tutte le forze politiche e so-

ciali per tutelare e sviluppare quell’elemento centrale dello sviluppo economico e sociale rappresentato dal sistema universitario umbro”. “Ba-sta con i “peruginismi” e con la penalizzazione dell’Um-bria meridionale”, si è letto in un articolo dell’edizione del Corriere dell’Umbria di martedì 1° Giugno 2010.Un nuovo atto d’indirizzo sulla situazione del polo univer-sitario di Terni è stato infat-ti approvato all’unanimità nella seduta del consiglio comunale del 31 maggio. Il consiglio comunale, vi si legge, ”è fermamente inten-zionato ad opporsi al drasti-co intervento di ridimensio-namento del polo universi-tario di Terni, così come pro-spettato dal documento del senato accademico dell’Ate-neo”. “Un intervento – si legge ancora nel documen-to – che penalizza fortemen-te il territorio dell’Umbria meridionale e lascia presagi-re un pericoloso disimpegno dell’Università degli Studi di Perugia nei confronti del no-stro capoluogo, […] che pro-pone una drastica riduzione

del Polo Scientifico Didattico di Terni, vanificando i sacri-fici compiuti dagli enti loca-li (30 milioni di euro com-presa la spesa corrente dal solo Comune di Terni), dal-la Regione ed il lavoro ven-tennale di decine e decine di persone impegnate nello sviluppo dell’esperienza uni-versitaria ternana”. Viene invece confermata la dispo-nibilità sul tema della razio-nalizzazione delle sedi, ma si ribadisce che “le difficoltà finanziarie dell’ateneo multi-campus umbro non possono e non devono ricadere in for-ma così pesante soprattut-to su Terni, con un’ennesima penalizzazione per una cit-tà già in sofferenza in alcuni settori della propria econo-mia”. L’incontro di Roma, secondo il capogruppo del Pdl Raffaele Nevi, “è sta-to positivo e, a fronte di grandissime preoccupazioni espresse a più riprese dalla sinistra umbra, ha indica-to, al contrario, una dispo-nibilità totale del Ministero a collaborare con le istitu-zioni umbre per garantire il rafforzamento dell’Univer-

Nonostante l’esito sostanzialmente positivo dell’incontro tra le istituzioni regionali e locali e il MIURLa questione ora è in mano al rettore Bistoni: occorre un fronte unitario tra i politici

POLO UNIVERSITARIO QUASI TUTELATO,SALVO “PERUGINISMI”

Sarà realizzato in Umbria un Consorzio per l’alta formazione musicaleoltre all’attivazione a Terni di un Liceo musicale

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UNIVERSITÀ

sità con particolare atten-zione alla specificità del polo ternano”. “Importante – ha sottolineato il capogruppo del Pdl - è stato remare tut-ti nella stessa direzione, cosa che occorre fare anche in fu-turo. Positivo - aggiunge - anche il progetto di costruire in Umbria un Consorzio per l’alta formazione musicale, oltre all’attivazione a Terni di un Liceo musicale regiona-le. Un sentito ringraziamen-to – ha concluso Nevi - va al professor Dario Guardalben, consigliere nazionale per l’alta formazione musicale, nonché consigliere comuna-le del Pdl a Terni”.Il sindaco, nella seduta del consiglio comunale dedi-cata alla questione Univer-sità a Terni, ha sottolinea-to come il documento del senato accademico non dia certezze rispetto alla que-stione posta dal consorzio universitario di Terni sulla completezza dei corsi ter-nani. “Per questo – ha detto il sindaco – l’abbiamo giudi-cato totalmente insoddisfa-

cente”. Di Girolamo, inse-rendo la vicenda del polo universitario ternano all’in-terno del quadro più gene-rale dei tagli operati dal Go-verno al sistema delle auto-nomie locali, ha comunque ricordato che “il polo univer-sitario ternano è un pezzo imprescindibile dell’universi-tà regionale”. Per questo il Comune, tramite il Consor-zio metterà a disposizione per quest’anno risorse au-mentate.Sulle dichiarazioni del sin-daco si è aperto un dibat-tito che ha coinvolto tutti i capigruppo del consiglio comunale. Enrico Melasec-che (Udc) ha detto che le risposte dell’ateneo di Pe-rugia sono “bottegaie” e ri-spondono solo alla logica del “si salvi chi può”. Mela-secche ha chiesto un coin-volgimento diretto della Regione. Leo Venturi (Ter-ni Oltre), confermando la massima unità della città su questo tema ha sottolinea-to che andando avanti così “si rischia di essere sempre più colonia di Perugia”, sem-pre più “marginali”. Anche per Giorgio Aquilini (Città Aperta) “i tagli, qualora ne-cessari, devono riguardare equamente le sedi di Perugia e di Terni”. Antonio Baldas-sarre (LB) giudicando “mo-derate e sensate le afferma-zioni del sindaco sull’atto del senato accademico”, ha detto che su questo tema “non ci possono essere divi-sioni”. “L’Università di Peru-gia non deve essere più con-siderata ateneo cittadino, ma regionale e questa – ha concluso Baldassarre – deve essere la base per ogni trat-tativa”. “La città – ha detto Giuseppe Boccolini (Sel) – deve opporsi ad una scel-ta tutta peruginocentrica: dobbiamo riaprire un tavo-

lo regionale chiamando in causa regione ed università. Serve un grande impegno di lotta e di proposta politica anche all’interno delle coali-zioni”. “Università e istruzio-ne – ha ricordato Giocondo Talamonti (Rif. CI) sono al centro di un nuovo svilup-po per il territorio del quale non possiamo fare a meno: vogliamo un’università at-trattiva, legata alle attivi-tà economiche della città”.Dario Guardalben (Pdl) si è detto preoccupato per la mancanza di progettualità dell’ateneo perugino: “nes-suno, ad esempio, ha chie-sto di accedere ai progetti di ricerca e di dislocarli a Terni. L’università ha così dimo-strato di avere un orizzon-te modesto, di mirare solo alla sopravvivenza”. “Occor-re – ha aggiunto – un pro-getto regionale, all’interno del quale la Regione stessa faccia da pungolo. Occor-re proporre delle alternati-ve”. Riccardo Giubilei (Pd) ha sottolineato la proposta unitaria del consiglio che dà maggior forza al sindaco. “Se l’Università di Perugia – ha detto - dovesse continua-re nell’atteggiamento mani-festato nel documento del senato accademico, rischia di infilarsi in un tunnel sen-za uscita. Occorre rivedere il sistema universitario umbro su base regionale. Per Ter-ni dobbiamo chiedere dipar-timenti specifici altrimenti non ha senso parlare di de-centramento universitario”. Giubilei ha anche sottoli-neato come la forbice tra gli investimenti del Comu-ne e quelli dell’Università per il polo ternano sia “im-barazzante”. Anche Pao-lo Garofoli (Gruppo Misto) ha detto che “la Regione deve dare il suo contributo, ma serve anche il coinvol-

gimento degli imprenditori del territorio”. Il presidente della Provincia di Terni Fe-liciano Polli e il presiden-te del Consiglio provincia-le Andrea Maurelli hanno respinto recisamente l’of-ferta formativa dell’Univer-sità di Perugia perché “del tutto incoerente con le linee guida che la stessa Universi-tà aveva portato avanti nei mesi scorsi insieme alle isti-tuzioni locali, alla Regione e al sistema socioeconomico del territorio. Non vengono, infatti, salvaguardati i livelli minimi ritenuti inderogabili per consentire la presenza a Terni di un polo universitario. Dal momento che non risul-ta giustificata in modo con-vincente né da vincoli di na-tura economica né normati-vi, l’impostazione data, che contraddice gli orientamen-ti precedentemente condi-visi, appare come un brusco ritorno all’indietro nei con-fronti della direzione prece-dentemente concordemente intrapresa.”. Siamo abituati ai fiumi di parole sprecate e dimenticate, ma la vicen-da dell’università a Terni ne ha prodotte davvero tan-te, sebbene ci siano stati anche fatti. Nei giorni suc-cessivi si è svolta una con-ferenza stampa dei rappre-sentati di tutte le forze po-litiche presenti in consiglio comunale per chiedere la mobilitazione della città a difesa della presenza uni-versitaria; per rilanciare la mobilitazione anche attra-verso una raccolta di firme; per chiedere alla Regione e al Governo centrale che lo sviluppo del territorio ter-nano continui a prevedere l’alta formazione e l’innova-zione che da essa ne deriva.

G.Pa.

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TERNI DIMENTICATA

Chi non ricorda la fa-mosa canzone dei

Beatles “Yellow Submari-ne”? Ad interpretarla, cosa più unica che rara, nella produzione degli ex “Fab

Four”, fu Ringo Starr, ormai immortalato negli annali. Il Trieste, invece, era un ba-tiscafo equipaggiato per resistere alle enormi pres-sioni delle profondità ma-rine, in grado di contenere un equipaggio di due perso-ne. Il 23 gennaio 1960 battè il record di profondità rag-giunta, con una discesa di circa 10.900 metri nel punto più profondo del pianeta: la

fossa delle Marianne. Que-sta esperienza non fu mai più ripetuta con la presen-za di un equipaggio all’in-terno di un batiscafo, dal momento che gli unici due

sommergibili che hanno ri-petuto l’impresa del Trieste (Kaiko tra il 1995 e il 1998 e Nereus nel 2009) erano pri-vi di equipaggio. Il Trieste fu disegnato dallo scienzia-to svizzero Jaques Piccard (Bruxelles, 28 luglio 1922 – Ginevra, 1 novembre 2008), ed in seguito (nel 1958) ac-quistato dalla U.S. Navy per 250.000 dollari. Il batiscafo era costituito fondamen-

talmente da una camera ri-empita di benzina per per-mettere il galleggiamento del Trieste e da una sfera a pressione costante separa-ta dal resto del sommergi-

bile. Questa struttura rivo-luzionò il metodo di immer-sione: mentre prima una sfera era calata in acqua da una nave, rimanendo sem-pre collegata ad essa tra-mite un cavo, il Trieste era in grado di muoversi libe-ramente. Inoltre era lungo più di 15 m, ma buona par-te della sua grandezza era dovuta alla presenza di una serie di galleggianti riempi-ti con 85 m³ di benzina e di compensatori colmi d’aria. L’equipaggio doveva stare nella sfera di 2,16 m, attac-cata al fondo della struttu-ra, per raggiungere la qua-le era necessario attraver-sare un tunnel che passava attraverso il galleggiante. Beh! Direbbe qualcuno. Il fatto è che il Trieste in larga

1960-2010: CINQUANTA ANNI DALLA STORICAIMMERSIONE NELLA FOSSA DELLE MARIANNE

DEL BATTISCAFO TRIESTE FORGIATO ALLE ACCIAIERIESe la Terni di oggi dimentica le eccellenze della propria storia,

quale speranza c’è per il futuro?

L’equipaggio della Trieste: Don Walsh e Jaques Piccard

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G.Pa.

TERNI DIMENTICATA

parte fu forgiato alle Accia-ierie di Terni, ma nessuno lo ricorda, nè gli amministra-tori locali, molto impegna-ti a fare “Caos”, nè alle T.K. dove continuano a verifi-carsi gravissimi incidenti sul lavoro. Lo fa invece il capo-gruppo dell’UDC Enrico Me-lasecche: “Era il 23 gennaio 1960, avevo dodici anni, ma ricordo nitidamente l’eco sulla stampa mondiale per uno dei traguardi più im-portanti e significativi rag-giunti nella storia dell’uma-nità. Ebbene, le Acciaierie di Terni ebbero il compito fondamentale di forgia-re le due calotte entro cui i due ardimentosi si sareb-bero chiusi, portando con sé cioccolata, noccioline ed una buona dose di temera-rietà. A quelle profondità infatti la pressione dell’ac-qua raggiunge ben ottan-ta quintali per pollice qua-drato tanto che si credeva

che nessuna forma di vita potesse esistere. I due in-vece, grazie alle lampade ai vapori di mercurio, rilevaro-no con grande sorpresa una vita marina estremamente interessante. Il 23 gennaio scorso sono scaduti i cin-quant’anni da quell’even-to di portata mondiale, ma Terni, la Terni dinamica che fu e che ebbe un ruolo es-

senziale in quell’impresa se ne è dimenticata. Ricordo anche benissimo quando Gino Papuli venne a trovar-mi all’ultimo piano di Palaz-zo Spada per propormi il re-cupero di quella sfera che, in anni trascorsi, veniva ce-lebrata in città come frutto della elevatissima capacità professionale delle mae-stranze, per riportarla a Ter-ni ed inserirla in quel Museo dell’Archeologia Industriale al quale abbiamo cercato in tutti i modi di lavorare e che vide poi il salvataggio della Pressa che quella sfe-ra dalle caratteristiche di resistenza particolari aveva forgiato. Resi felice Papuli salvando la 12.000 e collo-candola in Piazza Dante ed acquisendo Papigno, che lanciammo con Benigni nel firmamento delle più quali-ficate produzioni cinemato-grafiche. Il resto è purtrop-po cronaca odierna. Dopo alcune ricerche riuscimmo a sapere che il batiscafo Trie-ste si trovava all’interno del Museo Oceanografico della Marina Militare, a S. Diego in California. Mi attivai tra-mite l’Ambasciata Italiana negli Stati Uniti per poter ri-acquisire quel reperto otte-nendo un cortese ma netto

quanto comprensibile rifiu-to. Non può però trascor-rere il 2010 senza che Terni ricordi quell’impresa perché sono convinto che una co-munità se dimentica anche le eccellenze della propria storia non abbia futuro. E’ per questo che sto propo-nendo al Lions Club Terni Host, di cui sono stato Pre-sidente ai tempi di Ciaurro, e che collaborò con entusia-smo all’epoca per il salva-taggio della 12.000, si fac-cia carico oggi di rimediare ad una dimenticanza abba-stanza significativa organiz-zando con la Tyssen Krupp ed il Comune, un evento im-portante che ricordi il ruo-lo dell’ingegno ternano in quella impresa. Ad esempio con una pubblicazione spe-cifica, collocando una targa ad hoc accanto alla Pressa ma soprattutto realizzan-do, con la gloriosa Società delle Fucine un modello in scala del batiscafo, da col-locare all’interno del sito museale dell’ex Siri come primo reperto di quel Mu-seo della Città di cui da anni parliamo senza che riesca a decollare”.

Jaques Piccard

Il famoso sottomarino giallo dei Beatles

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COME, DOVE, QUANDOLe rubriche eventi diventano un’inserto che esplora gli appuntamenti sul territorio e non solo

INSERTONOVITÀ!

Era da diverso tempo che la redazione di TerniMa-gazine avvertiva l’esigenza di dedicare più spazio

allo spettacolo, alla musica, al cinema e a tutto quello che fa intrattenimento e cultura. Già dal numero scor-so Come, Dove, Quando era diventato un inserto, ma è da questo che iniziamo a fare sul serio: 12 pagine de-dicate alla nostra città, al suo mondo giovanile e non; agli eventi che potranno animare le vostre serate, alla musica, i libri ed i fi lm che possiamo trovare nei negozi. Quello che vogliamo essere è una guida per i naviganti di Terni, per coloro che, dopo una stressante giornata di lavoro (o, visti i tempi, di ricerca di lavoro) vorrebbero soltanto sedersi in poltrona e rilassare la mente con un buon romanzo in mano, o che al contrario preferiscono fare quattro salti per la città e vogliono sapere cosa c’è in giro. Ecco dunque la nuova struttura di Dove, Come, Quan-do: eventi, recensioni, anteprime, indagini sulle realtà emergenti ternane, con un occhio attento che cerca di spaziare su tutti i fronti, nella speranza che qualsiasi sia-no le vostre passioni ed i vostri hobby, il nostro inserto possa regalarvi qualche buon consiglio.

Francesco Pone

IN QUESTO NUMERO:

Focus on pag 26

Eventi a Terni pag 27

Occhio sulla Capitale pag 30

Libri pag35

Musica pag36

Cinema pag38

Home video pag39

Il locale pag40

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L’astronomia ci in-segna che il sol-

stizio d’inverno è il mo-mento in cui il sole rag-giunge il suo apice in cielo, per poi iniziare a calare lentamente. E’ per questo che l’inizio dell’estate viene data-to assieme all’accadere di questo fenomeno, che ha dato occasione nella storia dell’umanità per numerose festività: dato

che la notte ricomin-ciava a guadagnar tem-po sul giorno, gli antichi temevano che il sole si spegnesse per sempre e per questo accendevano grandi falò per ravvivar-ne la fi amma.Anche la provincia terna-na, per la precisione nel-la città di Piediluco, ha la sua tradizione a riguardo, con la storica Festa del-le Acque, che quest’an-no si svolgerà dal 3 Luglio

all’11 dello stes-so mese. Una ma-nifestazione che nell’arco di una settimana, mi-scela storia, folk-lore, musica, ca-baret, nella cor-nice delle magnifi che e placide acque dell’omo-nimo lago. Un appunta-mento imperdibile per chiunque voglia trovare sollievo dalla calura esti-va della conca ed assie-me prender parte ad un rito che dalla notte dei tempi celebra l’arrivo della bella stagione.L’evento sarà aperto il 3 Luglio dal concerto, al complesso sportivo I Qua-dri, di Irene Fornaciari, fi glia del celebre can-tante Zucchero e giun-ta di recente a fama in-dipendente dopo la sua partecipazione a Sanre-mo 2009 con la canzone “Spiove il sole”, e la pub-blicazione del suo secon-do album Vintage Baby. Un’apertura di spessore che dona alla Festa delle Acque un respiro più am-pio. Seguiranno (4 Luglio) gli spettacoli del gruppo “Sogno Mediterraneo”. Il 6 Luglio ci sarà l’esibi-zione dell’orchestra iti-nerante Fantomatik. In-

solito gruppo di suonato-ri, composto da 14 ele-menti che riarrangia la musica trasformandola in uno spettacolo da assa-porare per le suggestive strade del paese.Il 7 Luglio in Piazza Bo-nanni, serata all’insegna delle risate con le bar-zellette di Lando & Dino, duo di comici marchigia-ni.Il 10 Luglio si svolgerà la festa vera e propria, con la sfi lata della barche Al-legoriche sul lago e lo spettacolo di fuochi ar-tifi ciali, versione moder-na dei falò, che voleran-no in cielo nella speran-za di riaccendere il sole dell’estate.A chiudere l’evento, l’11 Luglio si svolgerà il Tro-feo di motocross pres-so il Centro Canottaggio D’Aloia, che si conclude-rà con la premiazione fi -nale ed una cena di salu-ti.

FOCUS ON

info: www.piediluco.net

a cura di F.P.

Irene Fornaciari

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Musica

-Gubbio (PG) 20 Luglio/& Agosto Gubbio Summer Festival 2010 – Giun-to alla sua 21ma edizione, quest’anno il Festival ospiterà masterclasses di per-fezionamento musicale e concerti tenuti da musicisti di fama mondiale, docenti dei corsi o invitati per l’occasione. http://gubbionotizie.blogspot.com/2010/03/gubbio-summer-festival-2010-20-luglio-6.html

-Perugia 9/18 Luglio 2010 Umbria Jazz – Si rinnova l’appuntamento annua-le con la grande musica internazionale. Tutte le anime del Jazz riunite nel capo-luogo umbro, per un programma sempre più ricco. http://www.umbriajazz.com/

-Varie località attorno al Trasimeno 21 Luglio/1 Agosto Trasimeno Blues Si rinnova l’appuntamento estivo con il blues, che punteggia le località attorno al lago increspandone la superfi cie con calde note. http://www.trasimenoblues.it/

-Narni (TR) 23-29 Agosto Black Festival, Spettacoli di musica blues – Tony Monaco, Dick Halligan, Amana Molomè sono solo alcuni dei nomi degli arti-sti chiamati ad animare questa edizione del black Festival, blues i libertà nello splendido comune di Narni. http://www.narniblackfestival.it/

Arte e Cultura

-Spoleto (PG) 18 Giugno /4 Luglio Festival dei due mondi – Due settimane di eventi culturali nella splendida Spole to, con una serie di appuntamenti ser-rati di danza, teatro, musica. http://www.festivaldispoleto.com/

-Tuoro sul Trasimeno, Palazzo Capra (TR) 23 – 25 - 30 Luglio / 2 – 5 – 9 – 11 – 13 – 16- 18 Agosto Flaminio: ovvero l’ospite inquieto (Ombre di Annibale) – Più di uno spettacolo teatrale, un vero e proprio viaggio nella storia, nel luogo che fu del professor Moretti - Costanzi, uno dei cittadini torreggiani più noti del ‘900 e il primo a mostrare interesse per gli scavi sui luoghi della stori-ca battaglia del Trasimeno. http://www.bellaumbria.net/Tuoro_sul_Trasimeno/evento.htm?ev=560241251

-Città di Castello (PG) 25 Agosto-5 Settembre Festival delle Nazioni – Omaggio alla Russia, Il Festival delle Nazioni di Città di Castello nasce nel 1968 con l’intento di ospitare ogni anno una nazione diversa e presentare un program-ma di concerti sulla base della cultura musicale del paese ospite. http://www.fe-stivalnazioni.com/

-Todi(PG) 29 Agosto/8 Settembre Todi arte Festival - Rassegna annuale di teatro di prosa e lirico, di danza, di musica colta ed etnica, di arti visive, di in-contri letterari. www.todiartefestival.com/

-Perugia 3/5 Settembre Figuratevi Festival internazionale delle fi gure animate - Un fi tto programma di spettacoli selezionati tra le compagnie più qua-lifi cate che operano nei circuiti teatrali nazionali ed internazionali.http://www.fi guratevi.it/

EVENTI A TERNIE ... DINTORNI

Gubbio Summer Festival 2010

Umbria Jazz –

Black Festival, Spettacoli di musica blues

Festival dei due mondi

Festival delle Nazioni –

Figuratevi Festival internazionale delle fi gure

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-Terni Dal 02 luglio al 02 agosto mostra di Ester Grossi - artista abruzzese.L’intera mostra rientra all’interno del progetto SEMI, progetto creato e curato da Chiara Ronchini per Indisciplinarte, interamente dedicato all’arte italiana emer-gente. Presso il CAOS

Terni Dal 5 luglio al 12 luglio 2010 progetto Miniatures - residenza artisti-ca dell’artista, coreografo e danzatore algerino Cristophe Haleb presso lo studio 1 del CAOS.Dal 16 luglio al 23 agosto residenza artistica e creativa della danzatrice e co-reografa Amina Amici presso lo studio 1 del CAOS.Il progetto Miniatures è un’azione di sostegno rivolta a 10 artisti del Mediterraneo che lavorano sul tema del rapporto con l’alterità e sul discorso amoroso nelle sue declinazioni di genere e di affi nità.

Eventi e Storia

-Bevagna(PG) 17/27 Giugno 2010 Il Mercato delle Gaite – Rievocazione storica nell’antico comune di Bevagna. Le antiche botteghe dei mestieri me-dievali riaprono i loro battenti e riprendono le attività e le strade si popolano di bevanati che in abiti d’epoca vivono la quotidianità dei loro avi mangiando, lavo-rando, giocando proprio come loro.http://www.ilmercatodellegaite.it/

-Piediluco (TR) 3/7 Luglio Festa delle Acque – vedi pag 26.

-Passignano sul Trasimeno (PG) 19/25 Luglio Palio delle barche -Una gara altamente spettacolare ed unica nel suo genere che si svolge in tre fasi: la prima e la terza in acqua, la seconda a terra, barche in spalla lungo le viuzze del centro storico.

-Amelia 25 Luglio/10 Agosto Palio dei Colombi - Una giostra di cavalieri e balestrieri che viene disputata annualmente nel mese di Agosto dalle cinque Con-trade della città di Amelia: Collis, Crux Burgi, Posterola, Platea e Vallis.http://www.ameliapalio.it/

-Nocera Umbra (PG) 1/ Agosto Palio dei quartieri - I due Quartieri che si contendono il Palio si danno battaglia lungo le vie della città nelle sfi late stori-che, nella riproduzione storica fi gurata di momenti di vita quotidiana del passato e nella realizzazione di antiche ricette, fi no agli attesi giochi sportivi della dome-nica (gare equestri e podistiche).

-Corciano (PG) 1-16 Agosto Corciano Festival – Dal 1950, il Corciano Festi-val rievoca questi momenti di vita quotidiana in uno scenario immutato, in cui i cittadini non sono solo comparse ma veri e propri protagonisti di una rappresen-tazione storica vissuta intensamente e con profonda partecipazione.http://www.bellaumbria.net/Corciano/corciano_festival.htm

-Terni, Anfi teatro Fausto 1 Luglio, ore 21.00 Marco Travaglio: Promemoria – Il giornalista e scrittore narra in questo spettacolo in chiave ironica ma docu-mentata, gli eventi recenti del nostro paese.

-Montone (PG) 15-22 Agosto Donazione della Santa Spina - Tre rioni si sfi -dano per celebrare il dono di una spina della corona del Cristo da parte di Carlo Fortebracci. Il Castello rivive gli splendori della contea di Braccio da Montone in un’atmosfera ludica, le vie si animano della vita quattrocentesca, tra i profumi

antichi della cucina nelle taverne. http://www.montone.info/lunedi2010.html

mostra di Ester Grossi - artista abruzzese.

storica nell’antico comune di Bevagna. Le antiche botteghe dei mestieri me-

Festa delle Acque –

Donazione della Santa Spina

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Infanzia

-Terni Settimana dal 28/06 al 02/07 CAOS: L’alfabeto del colore - dalle 8.30 alle 13.30; CAOS: Il corpo, lo spazio, la città. Da Città giardino a Città bam-bino dalle 14.30 alle 17.30

-Terni Settimana dal 05/07 al 09/07, CAOS: Let’s paint english - dalle 8.30 alle 13.30 ; CARSULAE: Notizie dalla terra: senza alberi, che vita è? dalle 8.30 alle 17.30 - Incursioni ludiche tra gli alberi della letteratura e della storia dell’arte. Realizzazione di un’installazione naturale d’artista.

-Terni Settimana dal 12/07 al 16/07, CAOS: Il mondo profumato - culture e colori, profumi e sapori dalle 8.30 alle 13.30; CAOS: Il mondo profumato: cultu-re e colori, profumi e sapori (laboratorio teatrale) dalle 14.30 alle 17.30

-Terni Settimana dal 19/07 al 23/07, CAOS: La settimana del disegno dalle 8.30 alle 13.30; CAOS: La settimana del disegno (laboratorio teatrale) dalle 14.30 alle 17.30

-Terni Settimana dal 26/07 al 30/07, CAOS: Racconti di stoffa - dalle 8.30 alle 13.30; CARSULAE: Notizie dalla terra: guarda che faccia! dalle 8.30 alle 17.30

-Terni Settimana dal 03/08 al 07/08, CAOS: Tanti modi di fare arte - dal-le 8.30 alle 13.30; CAOS: Alla scoperta del paesaggio sonoro dalle 14.30 alle 17.30

-Terni Settimana dal 23/08 al 29/08, CAOS: Le architetture della città dalle 8.30 alle 13.30

INFOEtà: da 6 a 11 anni (è necessario che il bambino abbia frequentato la prima classe elementare). Per partecipare alle attività i bambini devono essere residenti nel Comune di TerniCosti:Solo mattina, dalle 8.30 alle 13.30: € 25 (settimanali)Solo pomeriggio, dalle 14.30 alle 17.30: € 15 (settimanali)Intera giornata (dove previsto), dalle 8.30 alle 17.30: € 40 (settimanali)

PROGETTO CREATIVE CHAOSDal 27 giugno 2010 al 04 luglio 2010

Creative Chaos è il nome dell’Università estiva internazionale delle arti ideata dalla Facoltà di Arte della St. John University di York in collaborazione con altre sedi universitarie internazionali e il CAOS Centro Arti Opifi cio Siri.

Il progetto offre l’opportunità a studenti provenienti da tutto il mondo di applicare le proprie pratiche creative nel contesto storico-artistico di York e in quello post-industriale di Terni.

Gli studenti infatti avranno la possibilità di lavorare sulle loro principali competenze artistico-creative seguendo uno dei quattro corsi: performance, direzione di cortometraggi, documentari e sceneggiatura sotto il tutoraggio di professionisti del settore di fama internazionale e qualifi cati nel mondo accademico : Peter Cook (Uk), David Richmond (Uk), Beth Cassani (Uk), Julie Oxendale (Uk), Mark Reyes (Usa).

CAOS: L’alfabeto del colore

, CAOS: La settimana del disegno

, CAOS: Racconti di stoffa - dalle 8.30

CAOS: Le architetture della città

a cura di F.P.

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OCCHIO SULLA CAPITALE

ARTE E CULTURA

–Palazzo delle Esposizoini, Via Nazionale, 1949

Aprile/11 La natura secondo De Chirico - Luglio Infoline: 06.39967200 Ol-tre 150 opere, tra cui alcune mai esposte in Italia, dell’indiscutibile maestro e capostipite della pittura Metafi sica, nell’occasione del centenario della nascita di questa storica corrente artistica. Il suo rapporto con la Natura, illustrato secon-do un percorso in cui il solido si fa etereo, dove il qui e ora diventa un’eternità senza luogo, in un’operazione di ripulitura del reale che ne rivela la natura più profonda.

– Galleria Nazionale D’arte Moderna, Via delle Belle Arti 131,

15 Maggio 2010/7 Gennaio 2011 ‘Tagli d’artista’, una storia lunga un secolo In occasione dell’allestimento del grande soffi tto “Ambiente Spaziale con tagli” che Lucio Fontana realizzò per la casa di Milano dell’ingegner Antonio Melandri nel 1960, questa mostra mette in relazione l’arte del maestro spazialista con le opere di autori del calibro di Klimt, Balla, Martini, Wildt. Un percorso nell’arte contemporanea che rispecchia lo spirito del nostro tempo, le sue inquietudini, le sue domande.

-Musei Capitolini, Piazza del Campidoglio, 13 Marzo/15 Settembre 2010

L’età della conquista, il fascino dell’arte greca a Roma - Infoline: 060608 Un’occasione unica per ammirare e comprendere meglio un momento di grande importanza per la storia romana. Un omaggio alla storia dell’arte e alle bellissime opere realizzate in marmo, bronzo e terracotta, fatte pervenire da tutti i Musei del baciono del Mediterraneo ai Musei Capitolini di Roma.

MUSICA E CONCERTI

-Stadio Olimpico 9/10 Luglio Luciano Ligabue - Il nuovo tour di Ligabue, l’artista emiliano che da molti è stato indicato come il vero erede di Guccini.

-Auditorium Parco Della Musica 24 luglio 2010 Simply Red - La storica band di Mick Hucknall nel suo ultimo tour celebrativo prima dello scioglimento annunciato.

-Ippodromo delle Capannelle 14 luglio 2010 Baustelle - Per il Festival Rock in Roma, il concerto della band senese di Francesco Bianconi

-Cavea Auditorium 23 luglio 2010 Norah Jones - L’artista newyorkese, vin-citrice di 5 Grammy Award, approda a Roma in un concerto di presentaizone dell’ultimo album, The Fall, uscito nel novembre 2009 -Teatro Romano di Ostia Antica Via dei Romagnoli, 717

23 luglio 2010 Alessandra Amoroso - La giovane artista uscita dalla scuderia di Amici di Maria De Filippi, dopo il premio visto ai Wind Music Awards, si esibisce di fronte al suo pubblico in un concerto che segna la tappa romana del suo tour estivo.-

L’età della conquista, il fascino dell’arte greca a Roma - Infoline: 060608

Luciano Ligabue -

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a cura di F.P.

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Dopo nove anni dal fortuna-to e bellissimo Sei pezzi da

mille, James Ellroy conclude la sua “trilogia americana” con un romanzo di più di 500 pagine. Il percorso che taglia con un bisturi da chirurgo la storia americana nei suoi anni più neri, dall’omicidio di JFK a quello del fratello Bob, pas-sando per Martin Luther King, tro-va il suo compimento in questo li-bro dallo stile asciutto e spietato, che ci regala un altro trio di per-sonaggi alle prese con i segreti più inconfessabili degli anni ’60-’70. Ellroy compie una vera a propria operazione di innesto della mate-ria letteraria nel corpo vivo e pul-sante della Storia, soltanto appa-rentemente lontana, dando vita ad un ibrido che ci appare tanto più mostruoso quanto più ci rendia-mo conto di quanto sia prossimo alla verità. I suoi tre protagonisti ci appaiono come sempre vittime di una schizofrenia fi losofi ca, crea-ture tanto umane quanto crimina-

li, fautori di un Male che tradotto nella pratica di ogni giorno si tra-sforma in una disarmante normali-tà: un Male che non gli impedisce

di amare teneramente, di cer-care come ognuno di noi un ri-fugio lontano dal mondo, in cui essere semplicemente sé stessi. Eppure siamo infi nita-mente lontani dai ladri genti-luomini o dai mafi osi romanti-ci di tanta letteratura di bassa lega: ciò che è fatto e fatto, nel mondo di Ellroy, e la re-denzione che sembra profi lar-si dietro l’angolo fi nisce ine-vitabilmente per assumere i contorni di una chiazza di san-gue indelebile sul pavimento.

James Ellroy

IL SANGUEÈ RANDAGIO

LIBRI del mese

Il classicoMichael EndeLa Storia infi nita

Leggere un libro signifi ca entrare in un mondo i cui

unici confi ni sono la fantasia. Ed è Fantàsia, appunto, il mondo di cui narra il libro in cui si im-batte Bastiano, ragazzino sfortu-nato nella vita ma amante della pagina stampata. Fantàsia è ora minacciata dal Nulla, che la sta consumando palmo a palmo, e soltanto Bastiano, in questa in-credibile storia sulla bellezza delle storie narra-te, potrà salvarla… Un grande classico che ci ricorda le storie di cui leg-gevamo da bambi-ni, e di quanto era bello poter sogna-re di essere l’eroe del romanzo.

QUOTE

Amélie NothombBiografi a della fame

L’ultimo romanzo della scrittrice Belga di “La metafi sica dei tubi” narra il suo abbandono nell’ano-ressia, il masochistico piacere nel dolore della fame, il corpo che si ribella perché vuo-le vivere. Fotogra-fi e di un’adole-scenza straordina-riamente normale nell’inconfondibile stile che in Italia abbiamo imparato ad amare.

“Il lavoro mi piace, mi affa-scina. Potrei starmene se-duto per ore a guardarlo..”(Jerome K. Jerome,Tre Uomini in Barca)

a cura di F.P.James Ellroy

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Dopo ore di viaggio sono ar-rivata a Ferrara: fa cal-

do, caldissimo ed io da quat-tro mesi ho in tasca i bigliet-ti del concerto di una delle band che mi ha cambiato la vita.Stasera suonano i Pixies.I Pixies, formati nel 1988 e sciol-ti nel 1993, dopo anni, a parte un piccolo tour e qualche occasio-ne sporadica, sono qui per me.Ferrara è una bella città tranquilla, piacevole, emiliana, lontana dal-le urla disgraziate di Frank Black.Botteghino pieno, fi la impecca-bile e lunghissima, tutti pron-ti ad entrare in perfetto orario.Dentro la piazza c’è un pubblico strano, è piacevole vedere le fami-gliole e non solo i ragazzi.Si avvicina l’ora ed io sento den-tro di me tutto quello che i Pixies hanno lasciato, il caldo di un pae-se lontano, le proteste in una lin-gua che comprendo poco, la rab-bia ed il disarmo. Kurt Cobain ine-vitabilmente torna più volte in mente, la sua voce è stata inde-lebilmente graffi ata da quella di Frank Black, e con loro la nostra.Attesa, poca, luci, è giorno ed inizia.Sono li davanti a me salto per ve-derli e non ci credo, il caldo asfi s-siante rende la situazione irreale.Ma invece sono li, ed ecco non mi fanno aspettare subito iniziano da Surfer Rosa.In fi la uno vicino all’altro suonano, immobili come sempre, fi ssi come se stessero accordando gli stru-menti a casa, ed io cerco la voce ruvida, la batteria inarrivabile, la chitarra oltre tempo distorta ed il basso di lei, riferimento per tutte, rock ed allucinata nella sua pre-senza dominante all’ interno di un gruppo di uomini.Forse qualcosa non va, io sono lì ma loro non arrivano.

Un successo dietro l’altro, ci acconten-tano, facendoci go-dere e crogiolando-ci dentro a quello che volevamo aspet-tarci, ricordi, suo-ni, strumenti c’è tutto, forse quello che non mi ri-porta è che i Pixies non ci han-no mai accontentati, non ci han-no mai fatto prevedere niente, e non vogliono iniziare adesso.Continua senz’altro un concerto di qualità con brani splendidi al qua-le non si poteva mancare, che in fondo ci piace, ma cerco approva-zione nel mio compagno e non so se la trovo.I Pixies hanno cambiato lingua ed a me non va. All’ improvviso mentre mi sforzavo di continuare a cre-dere che ero al concerto del se-colo ecco l’irreale, lo staff blocca il gruppo perché il pubblico viene ritenuto troppo vicino alle tran-senne, ragioni di sicurezza… ma io che sono al concerto dei Pixies im-magino una protesta, nessuno può dirci cosa fare al nostro concerto, dobbiamo urlare ed arrabbiarci,Il gruppo esce ed un pubblico ab-bastanza borghese che si limita a saltellare una volta ogni tanto fa il passo indietro richiesto e dopo una decina di minuti tutto rico-mincia come fosse niente, con un gran pezzo ci accontentano.La scaletta è un po’ disordina-ta, tra un pezzo fantastico e l’al-

tro trovo poca logica, tante perle, troppe, che accontentando tutti e nessuno. Durante tutto il concer-to vedo delle splendide Telecaster, ma non arriva la chitarra acusti-ca, un simbolo per i Pixies, loro che hanno unito quello che sareb-be diventato grunge con il folk e le folli distorsioni insieme a balla-te malinconiche, cantano ancora anche in spagnolo, ma parlano una lingua sola, forse un suono solo.Settati anche male in una piazza che non predilige l’acustica, ci an-naffi ano di bassi che confondono un po’ tutto.A discapito di tutto suonano perfet-tamente: lui ha la voce un po’ cam-biata, ma questo lo perdoniamo. Kim Deal in ottima forma conferma tutto quello che penso di lei, chi-tarra e batteria meravigliosamente discordanti, ma qualcosa non va…Solo il giorno dopo riesco a dire, quasi fossi in analisi, che ho vi-sto il concerto di quello che venti anni fa era un grandissi-mo gruppo uno dei più grandi.All’ uscita con amarezza noto che ad ogni angolo vendono piadine ro-magnole.

Ilaria Mascetti

NOTE di NOTTE

PIXIESIl concerto di Ferrara

QUOTE

“Pensavo è bello che dove fi niscono le mia dita debba in qualche modo incominciare una chitarra.”

(De Andrè, Giugno ’73)

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Come vi siete conosciuti?La nostra avventura è comincia-ta nel 2003 quando Luke al secolo Luca Catinelli (Batteria), che suo-nava con me (Auro-Mauro Antonel-li-Voce) nella Soul Band “Blues Wil-lis” mi propose di cantare e scrive-re dei testi sulle canzoni che stava arrangiando insieme al suo amico Sergio Giuffrida in arte Sergio (chi-tarra).Da questo periodo di sperimenta-zione semivirtuale, poiché ognu-no di noi lavorava individualmente sulle registrazioni che Luke face-va rimbalzare dalla mia cantina al suo garage fi no alla cucina di Ser-gio, nacque un primo embrione del nostro progetto, e al tempo stes-so l’esigenza di forgiare una Rock Band.A stretto giro di vite venne assol-dato un giovane ma talentuoso Bassista: Simone Boncio detto Lou Bonz. Ma la formazione non era ancora al completo, almeno fi no a quando Sergio non si recò all’edicola per prendere la gazzetta dello sport per poi tornare con Flauto (Ema-nuele Ceccarelli- Tastiere). Che ci crediate o meno questa è la vera storia degli AllucInAzione.

Che genere di musica fate? Quali artisti vi hanno maggiormente in-fl uenzato?Fondamentalmente noi siamo un gruppo RockPop, che si ispira mag-giormente al Rock di gruppi come

i Toto, i Police, i Journey ed arti-sti come Steve Ray Vaughn, Jimmy Hendrix e Gary Moore con spiccate infl uenze melodiche di artisti ita-liani, fra i quali è impossibile non menzionare Zucchero, De Andrè, Finardi e Rino Gaetano.

Cosa bolle in pentola attualmente? Cosa state facendo, dove possiamo sentirvi?Attualmente siamo impegnati su più fronti. Il primo è quello dei concorsi, abbiamo infatti recente-mente raggiunto le fi nali regiona-li di Rock Targato Italia e dispute-remo a breve le fasi preliminari di “Tour Music Fest”.Suoniamo saltuariamente nei po-chissimi locali con Musica dal vivo presenti sul territorio Regionale. Inoltre accompagneremo lo show di alcuni artisti provenienti dal-la serie Tv “Don Matteo2”, in Tour nelle Piazze del centro Italia, te-nendo nel frattempo sempre acce-so il motore della macchina com-positiva, nelle estenuanti ma esi-laranti sedute in sala prove.

Programmi per il futuro?Presto il nostro “Hy-brid Rock” contage-rà l’intero universo... per adesso ci accon-tentiamo della nostra patria!

Quanto è diffi cile la vita per una band

emergente nella nostra città?Come cittadini pensiamo che l’at-tenzione dell’amministrazione per gli artisti, gli appassionati ed i pro-fessionisti locali sia inconsisten-te; nonostante ciò il comprensorio ternano raccoglie un nutrita e fer-vente comunità di musicisti, que-sto soprattutto grazie a persone come Leonardo Stella e ad associa-zioni e strutture come il PanPot ed Ephebia che da sempre appoggiano e supportano questa causa.

Trovate che internet sia un aiuto o un ostacolo per una band emer-gente?Assolutamente un aiuto, grazie alla rete la possibilità di farsi co-noscere e di confrontarsi è aumen-tata esponenzialmente; sincera-mente reputiamo che il danno alla discografi a imputato alla pirateria sia relativo poiché crediamo che il problema principale sia il progres-sivo abbassamento della qualità dei prodotti proposti.

http://www.myspace.com/alluci-nazioneonline

NOTE di NOTTE

Gruppo emergente:

AllucInAzioneLa politica ternana non spende né tempo né denaro per la valorizzazione della propria cultura, ma Terni prova a non farci caso. A dimostrazione delle energie e della voglia di fare che animano sottotraccia la nostra città, cominciamo da questo numero a esplorare il fi tto mondo degli artisti emergenti locali, che con pochi mezzi ma tantissima voglia di fare provano a sfondare nel diffi cile mondo della musica. Cominciamo dagli Allucina-zione, band profondamente ternana, di cui speriamo di poter sentir parlare a lungo.

a cura di F.P.

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PredatorsTornano i cacciatori di teste spaziali, di-rettamente dagli anni ’80. In questo tenta-tivo di rilanciare un franchising di succes-so, il regista Nimród Antal, con il patro-cinio dell’eclettico e tarantiniano Robert Rodriguez, l’azio-ne si sposta sul pianeta-prigione dei Predators, dove un gruppo di malcapi-tati umani, tra cui Topher Grace (Spi-der Man 3), Adrien Brody (Il pianista) e Lawrence Fishburne (Matrix), si ritro-verà a dover partecipare ad una san-guinosa caccia all’uomo, nello scomo-do ruolo della preda.Al cinema dal 14 Luglio Trailer http://www.youtube.com/watch?v=9u8vZwvP57Y

Toy Story 3:La grande fugaToy Story segnò l’inizio dell’epoca dei cartoni in animazione digitale. Molti anni sono passati e le innovazioni tec-nologiche hanno spinto gli autori del-la Pixar a togliere dalla soffi tta i per-sonaggi di Woody, Buzz e compagnia bella. In lavorazione dal 2004, questo terzo capitolo ha avuto una lavorazio-ne travagliata: diverse riscritture ne hanno trascinato la realizzazione al 2009. Tom Hanks doppia ancora una volta il cow-boy Woody, che in Italia parlerà con la voce di Fabrizio Frizzi. Da segnalare la presenza di Barbie e Ken, in una parte molto più importan-te del cameo del secondo fi lm.Al cinema dal 7 LuglioTrailer http://www.youtube.com/watch?v=gZrNW8nAiuM

PROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMAPROSSIMAMENTE AL CINEMA

Il 30 Giugno arriva in Italia l’attesissimo terzo capitolo della for-tunata Twilight Saga, che ha portato sugli schermi il ciclo di ro-manzi di Stephenye Meyer. Per la regia di David Slade (30 giorni di buio), torna l’affascinante vampiro interpretato dall’idolo delle ragazze Robert Pattison, affi ancato ancora una volta dalla bellis-sima Kristen Stewart. Dramma, passione e horror sapientemente shakerati in un cocktail che rilegge in chiave moderna e dark il mito del vampiro.LA TRAMA:Una misteriosa catena di omicidi scuote la città di Seattle. Bella, in procinto di conseguire il diploma, dovrà fare i conti con i piani di vendetta della vampira Victoria, decisa a distruggere i Cullen. Nel frattempo si troverà a dover compiere una dolorosa scelta fra il suo grande amore Edward e la sua amicizia per il licantropo Ja-cob, conscia del fatto che la sua decisione potrebbe sfociare in una nuova guerra fra le due fazioni.CURIOSITA’:-A causa di forti contrasti fra l’attrice Rachelle Lefevre e la pro-duzione, il personaggio di Victoria in questo episodio sarà inter-pretato da Brice Dallas Howard. - Rispetto ai capitoli precendenti, Eclipse sarà molto più incen-trato sull’azione. Ne è la riprova l’incidente che ha colpito duran-te le riprese l’attore Jackson Rathbone (Jasper Hale), che lo ha costretto ad una precipitosa corsa in ospedale. Niente di grave, comunque: l’attore è stato dimesso il giorno seguente, pronto a tornare sul set.- Già si parla del prossimo capitolo della saga, Breaking Dawn. La produzione sembra intenzionata a farne ben due fi lm, ma la deci-sione è ancora in forse. Gli attori principali, infatti, hanno fi rma-to soltanto per 4 fi lm, e negoziare un contratto per un eventuale quinto vorrebbe dire alzare notevolmente il già ricco cachet.IL TRAILER:Potete trovare il trailer uffi ciale del fi lm all’indirizzo web:http://www.youtube.com/watch?v=S2HIda5wSVU

a cura di F.P.

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The LosersNella sua insaziabile fame di nuo-ve idee, Hollywood continua a sac-cheggiare il mondo del fumetto. Questa volta però non abbiamo su-pereroi in costumi sfavillanti, ma una squadra di agenti segreti che, dopo aver fatto lavori sporchi per il governo del loro paese, viene tradito. Scampati ad una trappola mortale, e dati per morti, si muo-veranno alla ricerca del più classi-co dei moventi cinematografi ci: la vendetta. Regia di Sylvain White, con Chris Evans (Fantastic Four), Jason Patrick (Sleepers).Al cinema il 23 LuglioTrailer http://www.youtube.com/watch?v=o_K6y8ihyi8

Letters to JulietDopo Angeli e Demoni e le Crona-che di Narnia, il cinema america-no torna in Italia, pescando a pie-ne mani dal nostro straordinario parco di attori. I vacanza a Roma, una coppia statunitense trova una lettera d’amore e si imbarca nel-la ricerca della destinataria, che li porterà fi no alla splendida Tosca-na. Regia di Gary Wynick, con Va-nessa Redgrave, Franco Nero.Al cinema il 27 AgostoTrailer http://www.youtube.com/watch?v=prc50Uod_vQ

GLI AMABILI RESTI di Peter Jackson

Correva l’anno 2002 quando Alice Sebold pubblicò “Amabili Resti”, un libro che avrebbe venduto milioni di copie commuovendo varie nazio-ni. “Mi chiamo Salmon, come il pesce. Di nome Susie. Avevo 14 anni quando fui uccisa, il 6 Dicembre 1973 “Quest’unica frase racchiude l’innocenza di una bambina che sotto la lama “nuda e sorridente, curva in un ghigno” di un vicino di casa, vede scomparire tutti i suoi sogni, tutta la sua vita. E’ dal Paradiso che racconta la sua storia, del suo assassino, della sua famiglia, del suo cagnolino... e di quel ragazzo che non aveva mai baciato, Ray. Una madre che abbandona, disperata, il marito dopo la scomparsa della fi glia, dopo quel corpo non ritrovato, e la nonna che và a vivere dal genero per accudire gli altri due fi gli. Non potevamo aspettarci da un libro del genere un lie-to fi ne ma una sofferenza che pian piano lascia posto alla vita, una presenza che scompare, ma mai del tutto. Nel 2009 Peter Jackson di-pinge in una pellicola la straziante ed in defi nitiva convincente storia di questa bambina, nel fi lm interpretata dalla stella in ascesa Saoirse Ronan, con un coraggio quasi grottesco. La sceneggiatura dà molto spazio alla voce narrante di Susie, alla sua ricerca della “stabilità” (o felicità) in Paradiso, alla nonna, Susan Sarandon, che con l’immanca-bile sigaretta in bocca, dirige la storia e la casa dove tutti sentono la Sua mancanza. Ma Lei c’è, compare, appare al fratellino, al papà. Nonostante il rischio di cadere nel banale, il fi lm è diffi cile da digeri-re, sospeso nel tempo,forse rinchiuso in un gomitolo di realtà che non per forza non esiste, anche se, per chi ha letto il libro, è davvero dif-fi cile accettare che nella pellicola sia stata omessa una delle parti più crude: il cane (che poi la raggiungerà nel suo Cielo) che porta a casa dei genitori il gomito della bambina violentata ed uccisa in quella ma-ledetta stanza, appositamente costruita sottoterra per lei da George Harvey (l’assassino poi scoperto seriale). Un momento di transfert in cui Susie entra nel corpo di una sua amica e vive un momento d’amo-re con l’adorato Ray può essere considerato un atto di Espiazione che la ragazza concede alla sua vita troppo breve, che troppo l’ha delusa.«Dimmi che mi ami».Glielo dissi dolcemente.La fi ne arrivò comunque.

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Francesca De Santis

QUOTE

“Non devo torturarti così, Gomez. A quello penso io.”(morticia al marito,“la Famiglia Addams”)

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Segretamente conosciuto, il Ronnie Scott è uno dei locali

più in ed in vista della città. Situa-to davanti alla Chiesa di Sant’An-tonio ed affiancato dall’Istituto Casagrande e dal Centro Multime-diale, è un punto di ritrovo parti-colarmente “intelligente”.Propone delle serata differenti nello stesso luogo. Infatti l’orario di apertura è alle 20.00 e di chiu-sura alle 2.00 di notte.Quest’arco di tempo viene solita-mente organizzato in due momenti distinti: il Dinner Time che va dalle 20.00 alle 22.00 , il Party Time dal-le 23.00 fino alla chiusura.Rinnovatosi abilmente nell’ultimo anno, conta ben tre spazi inter-

ni: tavoli all’ingresso, sala bar, piano rialza-to.Ottimo e stravagan-te per fare feste, gu-stando un menù tut-to all’italiana. Forse l’unica pecca è il non poter prenotare pizze dopo la mez-zanotte…perché poi si sa: è proprio a quell’ora che viene fame!Dopo un periodo in cui il Giovedì si doveva prenotare per un tavolino e per gustare la fiesta, ora è il Ve-nerdì il giorno in cui il locale sem-bra più affollato.La sala si tinge fino a notte fonda di luci calde e pazze, quasi da stor-dimento, e mentre i cocktail zam-

pillano sulle mani dei clienti, da-vanti al bar una piccola pista acco-glie gli amanti della Salsa e della Bachata.Il Ronnie Scott non è per giovani né per anziani, è per tutti. Essen-do sempre più elegante , raccoglie preferenze da ogni parte e da ogni persona. Di certo non può essere paragonato al Cocò, estremamen-te più chic, ma di certo è uno degli ambienti più distinti che Terni ab-bia visto negli ultimi anni.Per dare adito ad ogni riflessione involontaria, il locale è anche fre-quentatissimo per la sua bellissi-ma cameriera, di probabile origi-ne tunisina, che raccoglie occhi di uomini accompagnati dalle loro fi-danzate.Avendo a disposizione anche uno spazio antistante aperto e provvi-sto di tendoni, è adatto per un Sa-bato sera caldo ed antipatico.Il voto al Ronnie Scott: 7 e mezzo.

RONNIE SCOTTuna notte a ritmo di musica

Il Locale

F. D.S.

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Peruginismi / Aborti fuori legge, cinque indagati

Peculato, ricettazione e interruzione di gravidanza fuori dai termini previsti per legge. Sono questi i reati contestati dal sostituto Procuratore, Sergio Sottani, ad un medico ginecologo, alla sua segretaria privata, ad un’ostetrica, ad un di-pendente ospedaliero e ad un extracomunitario. L’indagini conclusa dai mili-tari, denominata ‘Erode’, ha evidenziato la violazione delle norme che disciplinano l’inter-ruzione di gravidanza. Gli ac-certamenti hanno infatti per-messo di constatare che un medico ginecologo, in più oc-casioni, forniva suggerimenti alle pazienti, già visitate pres-so il proprio studio privato, per eludere le prescrizioni tempo-rali imposte dalla legge sull’in-terruzione di gravidanza vo-lontaria e praticare così falsa-mente un aborto terapeutico.

Risparmio / La Marini si prende 60.000€ in più

Catiuscia Marini, non ci sta a tirare la cinghia. Se alla Lorenzetti bastavano 230 mila euro per il suo entourage, la neo governatrice dell’Umbria, come primo atto della IX legislatura, ha decretato una spesa annua di 291 mila euro.La sua giunta costerà ben 60 mila euro in più di quella precedente, il tutto, ovviamen-te, a spese dei contribuenti umbri.La vicenda, tuttavia, non ha lasciato indiff erenti gli esponenti del centrodestra. Il consigliere regionale Franco Zaffi ni (Pdl), qualche giorno fa, ha infatti dichia-rato sarcasticamente: “Se il buon giorno si vede dal mattino, direi che siamo di fronte ad un mattino piuttosto caro, alla faccia della crisi e dei sacrifi ci che

tutti noi dobbiamo fare! ”Secon-do lo stesso Zaffi ni “oltre al capo di Gabinetto che ha visto lievi-tare il proprio compenso di cir-ca 15.000€ all’anno (del resto si sa che anche in Giunta ‘tengono famiglia). L’uffi cio si compone di un consigliere di supporto da 88 mila euro annui, di un responsa-bile dei servizi di segreteria e di un assistente ai servizi di segrete-ria, tanto per essere sicuri che la segreteria non sia in sotto organi-co e funzioni anche grazie all’as-sistente dell’assistente!”.

In occasione dei trent’anni dalla nascita delle isole pe-donali, Legambiente, du-rante il convegno «Partici-pio futuro, da trent’anni per continuare a cambiare» ha presentato un rapporto ad hoc sulle città italiane che, in questi anni, si sono con-traddistinte nella creazione di aree pedonali. La corsa delle città di dotarsi di aree pedonali o zone a traffi co limitato entra nelle classi-fi che quale indicatore della qualità della vita o dell’azio-ne di lotta contro lo smog. E a sorpresa Terni, insieme a Verbania e Cremona, risul-ta essere uno dei centri con più spazi senza auto. Inol-tre si collocherebbe al terzo posto quanto a metri qua-drati per abitante riservati ai pedoni.

Traffi co / Terni tra le città conpiù aree pedonali

CONTROMANO

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Acqua/ Il SII si beve le nostre bollette

E’ proprio il caso di dire che il SII (Servizio Idrico Integrato) fa ac-qua da tutte le parti. L’assemblea dei Soci, composta dai cervelli di ben 5 sindaci della provincia di Terni, più la bellezza di altret-tanti consigli di amministrazione, si è riunita per esaminare i bi-lanci in rosso e le esposizioni debitorie. Ma come, ci domande-remo, l’Umbria, una delle regioni italiane con il maggior nume-ro di fonti di acqua potabile, ha problemi a gestire il cosiddetto “oro blu”? Ebbene sì, non era facile, ma ce l’hanno fatta. Le ta-riffe per i cittadini aumentano (più 20,6 per cento sia negli Ato 1 e 2, del 23,2 per cento nell’Ato 3 e addirittura del 63 per cento nell’Ato 4, quello del territorio ternano), per i rubinetti l’acqua diminuisce (si registrano periodicamente interruzioni del servi-zio in aree importanti e una qualità dell’acqua spesso al di sotto dei parametri per nulla restrittivi fissati dalla normativa nazionale). E dire che la gestione dell’acquedotto è mista pub-blica e privata: il privato guadagna, il pubblico che fa? Evidentemente per i nostri amministratori non ci sono problemi: forse comprano l’acqua in bottiglia. Noi cittadini intanto paghiamo, beviamo l’acqua che sa di calcare e facciamo qual-che gita notturna a San Gemini, con la nostra bella tanica nascosta sotto il cappotto.

Ancora irrisolto il giallo dello scambio di salme a TerniMassimo Collemaggio, ternano di 57 anni, da tre anni attende che sia fatta giusti-zia. Per un tragico errore ha infatti visto sparire la salma della madre dal cimitero di Terni, per poi essere cremata, a sua insaputa, a Perugia. Secondo quanto riportato dall’uomo, la salma della madre sarebbe stata lasciata in custodia per due o tre gior-ni presso il cimitero di Terni, in attesa di un loculo. Tuttavia solo 30 ore dopo, nella camera mortuaria di Terni la salma della madre non c’era più. Dopo lo sconcerto ini-ziale e le prime indagini, la notizia che una ditta di pompe funebri di Terni avrebbe caricato e trasportato la madre a Perugia per essere cremata. Uno choc tremendo per tutta la famiglia. Il colmo raggiunge alti livelli se si pensa che a l’autista nel caricare la mamma sull’auto funebre, sarebbe stato aiutato dal custode del cimitero. Ma come è possibile che si lasci uscire una salma con i documenti di un’altra? Come è possibile che una ditta di pompe funebri trasporti una salma senza accertarsi che i documenti corri-spondano al defunto? Che un crematorio bruci una salma quando i documenti corrispondono ad un’altra persona? Oltre al danno anche la beffa. L’uomo avrebbe infatti chiesto al Comune di Terni un risarcimento danni pari a 500 mila euro. Tuttavia la causa, in piedi ormai da tre anni, non va avanti. Il Comune si sarebbe scusato con la famiglia ma non avreb-be mai proposto né accettato il risarcimento, limitandosi a segnalare il fatto alla compagnia assicuratrice del Comune.

S’intensificano i raid sui vandaliLi hanno sorpresi con le bombolette in mano, mentre imbratta-vano le pareti esterne della stazione ferroviaria di Narni Scalo. Subito, per i due amerini, un ragazzo e una ragazza entrambi diciassettenni, è scattata la denuncia al Tribunale dei Minori di Perugia per deturpamento e imbrattamento di patrimonio pub-blico. Una bravata costata cara ai due giovani che hanno tentato di giustificarsi, spiegando ai militari che non stavano facendo nulla di male e che i loro erano dei semplici “graffiti”, fatti forse per emulare quei “writer” che nelle grandi città riempiono di dise-gni, a volte con vere e proprie opere d’arte, le pareti di interi pa-lazzi o addirittura i vagoni ferroviari.

CONTROMANO

F.C.

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G.Pa.

Mario Pistellini è sta-to un protagoni-

sta del giornalismo televisivo umbro. Intelligenza vivace e lucidissima, colto, pungente, allergico alla banalità, con-trocorrente fino all’audacia, aveva la capacità, tutt’altro che ovvia, di farsi capire. E la gente, gli ascoltatori, i lettori lo hanno capito, dissenten-do a volte, ma sempre pron-ti a riconoscergli credibilità, al punto da dire che se era stato Pistellini a dirlo, allora proprio in quel modo doveva essere andata. La presidente della Giunta Regionale, Ca-tiuscia Marini, ha considera-to la scomparsa del giornali-sta Mario Pistellini “un grave lutto per il giornalismo e per la società regionale, che con lui perde un grande conosci-tore della storia e delle tradi-zioni dell’Umbria ed un acuto analista, sperimentato in de-cenni di giornalismo militante, della politica e del costume in Umbria”. “Mario Pistellini – ha aggiunto Catiuscia Marini – riassumeva in sé alcune qua-lità fondamentali del giorna-lismo: la capacità di un punto di vista nuovo sulle situazioni, l’approfondimento delle noti-zie, in una prospettiva mai ov-via, e il senso di servizio, che si traduceva in un linguaggio sorvegliato, ma sempre pia-no e scorrevole, nei confronti di lettori ed ascoltatori”. Pi-stellini, che affettuosamente e con una punta d’ironia noi giovani apprendisti, dei pri-

mi anni settanta, nelle reda-zioni di “Paese Sera”, chia-mavamo “monsignore” per la sua specializzazione nel campo delle questioni reli-giose e più specificatamente ecclesiastiche, è stato il no-stro maestro, il nostro punto di riferimento, essendo sta-to chiamato a dirigere l’edi-zione umbra dell’allora quo-tidiano “fiancheggiatore del Pci”. Mario, per chi, come chi scrive, veniva dal movimen-to studentesco e dalla FGCI, rappresentava da punto di vista politico e culturale un elemento di “rottura”, di di-versità, di contraddizione, di novità, appartenendo “lui” a quel mondo all’epoca così lontano: il mondo dei catto-lici, non solo sotto il profilo appunto dell’impegno poli-tico, ma anche e soprattutto dal punto di vista della fede, del nocciolo del cristianesi-mo-cattolicesimo. Mario è stato un maestro per tutti gli operatori dell’informazio-ne in Umbria, sotto il profi-lo strettamente professio-nale. All’epoca non c’era In-ternet, non c’erano corsi di formazione, istituti superio-ri di giornalismo, il mestiere si imparava “on the road”, sbattendo il muso con le no-tizie, a cominciare da quel-le di cronaca nera, gavetta imprescindibile per chiun-que si avvicinasse al gior-nalismo. Anzi essendo pro-prio digiuni della materia, i responsabili dell’edizione

umbra di “Paese Sera”, Mario Pistellini e a Ter-ni Oscar Da Riz, la prima cosa che ti facevano fare era la cosiddetta “cuci-na”: ricavare notizie (con i “famosi” requisiti essen-ziali: Chi, che cosa, come,

dove, quando, e perché), da comunicati stampa, o veline della Questura. Poi si passa-va per almeno due anni alla cronaca nera e conseguen-temente giudiziaria, poi alla “bianca” (politica, sindacale, economia), poi agli spetta-coli, cultura. C’era la cronaca rosa, ma non il gossip. Altri tempi, altre scuole. I gior-nali si abbonavano all’Ansa e per tutto il giorno arriva-no le “strisciate” in carta-ceo. Erano i tempi in cui gli articoli venivano dettati alla redazione centrale di Roma agli stenografi, i tempi in cui le tipografie erano a piom-bo, tempi in cui non esiste-vano i computer. Solo alla fine degli anni settanta ar-rivarono le telescriventi. Una vita da giornalista. Nato a Magione il 15 luglio 1926, Mario Pistellini dopo la laurea conseguita nel primo dopo guerra presso la Pontificia Università Ur-baniana di Roma parteci-pò giovanissimo all’attività politica della Democrazia Cristiana a fianco di uomini politici come Mario Scelba, Giuseppe Pella, Amintore Fanfani. Alla Direzione Na-zionale della DC prese par-te all’attività di un comitato di esperti di questioni eccle-siastiche. Chiusa l’esperien-za politica a Roma, rientrò in Umbria a Perugia dove iniziò la professione gior-nalistica. Fu iscritto come pubblicista doc all’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria nel 1970 - che ha svolto per oltre 40 anni, fino a pochi giorni prima della sua mor-te, domenica 6 giugno 2010. Nel 1970, chiamato dal primo presidente della Giunta Re-gionale dell’Umbria Pietro

Conti, entra all’Ufficio Stam-pa della Giunta con il ruolo di portavoce della presidenza. Dopo la chiusura dell’edizio-ne umbra di “Paese Sera” collaborò con il Messaggero per il quale curò la rubrica “Il Priore”. Nel 1975 fondò il set-timanale “Il Sopramuro” dal-le cui colonne tratteggiò con lucidità e chiarezza la scena e i protagonisti della vita po-litica e amministrativa loca-le. Nel 1977 Mario Pistellini assunse l’incarico di Diretto-re di “Teleumbria”, che si ca-ratterizzò sempre più come la Tv degli umbri, inventando con i suoi interventi quotidia-ni un modo nuovo di fare in-formazione televisiva, assu-mendo le vesti, a volte con-fidenziali, di un “raccontacro-mache”. Nel 1986 Teleum-bria passò alla nuova testata Retesole, in una dimensio-ne interregionale compren-dente oltre l’Umbria, Roma e il Lazio, la bassa Toscana. Mario Pistellini, sempre nel ruolo di Direttore, ha porta-to a Roma la sua voce e ogni giorno ha firmato gli editoria-li nel Tg “Roma Oggi”. Altre trasmissioni lo hanno visto protagonista insieme a nomi di rilievo del mondo della po-litica e delle istituzioni, come l’ex Presidente della Repub-blica Oscar Luigi Scalfaro, presidenti del consiglio, mi-nistri, segretari di partito.

MARIO PISTELLINI E IL GIORNALISMO ON THE ROADLa scomparsa del capostipite della prima vera scuola di giornalismo in Umbria

IL PERSONAGGIO

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CUlTURA

L’assessore regiona-le alla cultura Fa-

brizio Bracco, dopo le sue dichiarazioni in merito ai tagli in finanziaria, che co-stringerebbero i Comuni a far tutto da soli perché la Regione non ha più risorse economiche, ha aperto un dibattito nel quale è inter-venuta anche Linda Di Pie-tro, direttrice di Indiscipli-narte, una delle sette socie-tà che gestiscono gli eventi culturali e tutti gli spazi di Terni, compresa la struttu-ra del CAOS. La Di Pietro non accetta il passo indie-tro di Bracco ed addirittu-ra auspica la Regione come centro di coordinamento per la scelta e la diffusione degli “eventi”, assieme alle imprese produttrici del set-tore, le quali devono esse-re considerate come un in-

vestimento piuttosto che una semplice spesa; inol-tre si rimarca la necessità che la Regione individui le vocazioni di produzione culturale dei territori, eli-minando finanziamenti a pioggia che non mirino a valorizzare la qualità. Ma come sarà possibile impe-dire che alcune specificità locali siano escluse a favo-re di altre? Come si potrà, ad esempio, far accettare che le produzioni liriche si faranno in Umbria solo a Spoleto? Prendere come riferimento i confini am-ministrativi regionali per la cultura, inoltre, non pren-de minimamente in con-siderazione le contamina-zioni e le interdipendenze che superano quei confini. E poi, le imprese cultura-li che propongono produ-

zioni sono organiche ad un progetto, o sono solo venditori di prodotti per amici che sicuramente compreranno? Chi tira le fila della cultura in Italia, Umbria e Terni, fuori da interferenze ideologiche e politiche che sono con essa incompatibili? Dif-ficile rispondere. A Terni abbiamo inve-stito con il CAOS- ri-strutturazione area ex SIRI - decine di milioni di euro per spazi ambiziosi, come già facemmo con il CMM e siamo prossi-mi alla ristrutturazione del Verdi, ma non possia-mo imitare le maxi strut-ture senza essere in grado di dare a tutto il sistema la garanzia che ci siano i fondi per farla vivere. La Di Pietro e Massimo Mancini di Indi-

DIRIGISMOE POLITICHE CULTURALI

Il Comune con bando europeo ha voluto esternalizzare la gestione materiale dei suoi siti culturali al miglior offe-rente ed al miglior progetto. Hanno partecipato due gruppi. La società CIVITA servizi di Roma si è aggiudicata la gara come capofila di 7 società, e congiuntamente a Indisciplinate di Terni hanno il rischio economico dell’im-presa, mentre le altre cinque Kairos, Sistema Museo, ACTL, Alis, Silvana Editrice sono aziende di produzione teatrali, multimediali, artistiche e servizi che partecipano al programma quinquennale giudicato positivamente dall’amministrazione di centrosinistra.Cosa deve e può fare Civita e tutto il gruppo ad essa associato (sono circa 50 le persone occupate) per 720.000 euro all’anno per cinque anni a partire dal Maggio 2009: 1) Garantire dalla A alla Z tutti i servizi per la gestione ed organizzazione di: Teatro Verdi, Anfiteatro Fausto, gli spazi del CAOS- museo archeologico- pinacoteca- bar-, Teatro Secci, Carsulae, il Palazzo Primavera, Museo Pa-leontologico 2) produrre eventi che animino tali strutture come promesso nell’offerta. 3) Partecipare come parte attiva proponente alle riunioni in cui si decide congiuntamente al Comune il palinsesto degli eventi considerati co-perti dal budget annuo offerto nel bando e quelli fuori budget da realizzare con nuove risorse pubbliche o sponsor privati. 4) Accedere ai bandi regionali nazionali ed europei di finanziamento per le attività culturali 5) Offrire visibilità a chi vuole negli spazi che ha a disposizione inserendo nei suoi programmi tali eventi (cosa que-sta di grande importanza come potere politico/sociale nell’ambito locale e non solo) 6) Incassare i biglietti per gli eventi a pagamento da lei prodotti, che il Comune non abbia deciso di rendere gratuiti. Inoltre è bene precisare che il Comune si riserva, per sue dirette iniziative fuori dalla convenzione con CIVITAS, 180gg per il Verdi ,60gg per l’Anfiteatro Romano, 100gg per Auditorium e primo piano esposizioni di Palazzo Primavera.

COME SI ARTICOLA LA GESTIONEDELLA CULTURA A TERNI:

Linda DiPietro di “Indisciplinarte”32 anni

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sciplinarte, sono le persone che materialmente dirigo-no il tutto, ne sono ben con-sapevoli e con CIVITA stan-no investendo in produzio-ni artistiche con i giovani ternani e di tutto il mondo, pur con i limiti di attrazione locale che certa avanguar-dia ha sempre generato; ma hanno anche la possi-bilità di vendere il prodotto ovunque sia possibile con il nostro marchio cittadino. In sostanza hanno una casa con le strutture idonee per lavorare e non solo una ve-trina; questo è sicuramente una grande opportunità per consolidarsi e fare di Terni un centro importante che può scambiare con tutto il mondo le proprie iniziative. Polemiche quotidiane si av-vicendano su come il Comu-ne abbia voluto intrecciare

le competenze tra queste società e gli uffi ci dell’asses-sorato alla cultura, e molti lamentano l’eccessiva poli-

ticizzazione che impedisce di rappresentare tutti i de-siderata culturali della cit-tà. Sicuramente la gestione

di questi giovani è tutt’altro che tradizionale e guarda alle attuali avanguardie ar-tistiche, ma non potrebbe essere altrimenti. In verità tutte queste pole-miche si potrebbero evita-re se esistesse una struttura prettamente culturale, pub-blica ma non politicizzata, una Fondazione condotta da chi ha una comprova-ta sensibilità e conoscen-za delle attività culturali da promuovere nella plurali-tà delle forme e delle idee, all’interno di un solido per-corso di ricerca ed a cui le istituzioni devono necessa-riamente fare riferimento investendola di poteri deci-sionali. Chi sarà in grado di fare tanto?

A.M.

E.S.

CULTURA

“L’arte – sosteneva Einstein - è l’espressione del pensie-ro più profondo, nel modo più semplice”, ed altri come il fi sico della relatività han-no creduto in questo stesso assioma cedendo, irrime-diabilmente, alla tentazio-ne di trovare una possibi-le traduzione del concetto artistico, sempre mutevole e personale, nel verbo. Al-tri, invece, hanno ricerca-to quella stessa traduzione impalpabile nell’arte come , elaborando forme espres-sive sempre nuove capaci di intessere un dialogo con la collettività nella sua inte-rezza. Un dialogo che il ne-onato gruppo di “Umbria Musical”, con la collabora-zione dell’associazione cul-

turale Musical Art Center, ha deciso di aprire con la città dell’acciaio proponen-do, per la prima volta nella sua storia, una kermesse to-talmente dedicata alle arie e le romanze dei musical più in voga del momento, nonché anteprime nazio-nali e mondiali quali Pucci-ni. La leggenda della melo-dia perduta e Jack. Under-ground di uno squartatore. Un pout pourri di artisti in-ternazionali e compagnie d’eccezione che si avvicen-deranno sul palco dell’An-fi teatro Fausto, dal 15 al 18 luglio, per deliziare tutti gli amanti delle arti coreu-tiche. Ad aprire la manife-stazione, giovedì 15 luglio alle 21, sarà il concerto di

alcune punte di diamante del panorama artistico con-temporaneo, quali Rosalia Misseri, Graziano Galatone, Lalo Cibelli e Vittorio Mat-teucci, che si esibiranno in arie tratte da Notre Dame De Paris, Les Miserables e Tosca amore disperato, ul-timo capolavoro a fi rma di Lucio Dalla A seguire, la pregevole architettura dell’anfi teatro romano farà da cornice a Musicals of the World e all’anteprima na-zionale di Puccini (opera dai tratti rock composta da Ario Avecone e interpretata da Vittorio Matteucci) nonché , il 17 sempre alle 21, alla creazione dei fratelli Maria Grazia e Attilio Fontana, 68 Italian Rock Musical, mise

en scène dalla compagnia D’AltroCanto. Dulcis in fun-do. Domenica 18 luglio la kermesse, diretta da Paolo Galli con la collaborazione di Vanessa Liodori (diret-trice del Musical Art Center di Terni), si concluderà con la prima mondiale di “Jack, Underground di uno squar-tatore” di Diego Mecchi. Per ulteriori informazio-ni sulla kermesse visitare il sito internet www.umbria-musical.it, mentre per l’ac-quisto dei biglietti recarsi presso il negozio New Sin-fony (Galleria del Corso), te-lefono 0744 – 407104.

A.M

. 200

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CINEMA

Dopo il lontano de-butto della città di

Terni in film come “Trop-po Belli” e “La Sconosciu-ta”, decisamente differenti l’uno dall’altro, ecco delle nuove telecamere punta-re il loro occhio indiscre-to sulle vie ternane nel pri-mo lavoro cinematografico dell’intelligente e lungimi-rante Oreste Crisostomi. Un debutto tutto “casereccio” che fa tanto onore alla no-stra vallata, che a tratti cre-de poco nei sogni dei suoi abitanti.

Oreste, hai scritto la sce-neggiatura ed il soggetto, diretto la regia di questo film. Ma dove nasce il tuo Io artista?Esattamente nel 2000 quando, con il Premio Le-oncino d’Oro, ebbi la pos-sibilità di andare al Festi-val del Cinema di Venezia. Conobbi, all’età di 17 anni, grandi artisti e questo mi spinse a ripresentarmi l’an-

no successivo. In quell’oc-casione, la meta a me asse-gnata fu Roma per seguire il progetto Cinema e Scuo-la: opportunità educativa. Fu una bella indigestione di film!

Chi sono i protagonisti?Camilla Ferranti, Catherine Spaak, Fioretta Mari, Mas-similiano Varrese, Giulio Pampiglione, Antonio Ian-niello, Gisella Sofio, Ema-nuela Aureli, Vito, Anna Longhi.

Poi cosa accadde?Emozionato dall’ambiente, partecipai al rinomato, ma ormai poco difeso a Terni , Progetto Mandela, lavoran-do con dei professionisti. Partecipai a vari spettacoli teatrali anche come attore protagonista. Lavorai con Donatella Calamita, Fran-cesca Angeli, per citarne al-cuni. Tutto sotto la sapiente regia di Irene Lösh.

Nel 2006 realizzasti due pieces teatrali di Samuel Beckett…Sì, la voce narrante era

quella di Marzia Ubaldi (nota doppiatrice di Judi Dench). Nel frattempo studiavo proprio con lei recitazione. Quando la possibilità di continuare la collaborazione fu spostata a Terni, partecipai per ben 3 anni ai suoi corsi, tutti i giorni della settimana.

Poi la tua vita contò l’an-no 2008…Sì, un anno molto impor-tante in cui scrissi e dires-si lo spettacolo “Norma”

ispirato alla vita della gran-de Marylin Monroe (Norma Jeane Baker) . Ma nella mia testa già frullava il progetto del film “Alice” che avevo iniziato a scrivere nel 2007.

Sappiamo che Alice è un film con una controver-sa storia burocratica, ma cosa racconta l’anima del-la pellicola?È una riflessione sull’alie-nazione, sulla famiglia, e sull’egocentrismo. La cosa

particolare è che i perso-naggi sono uniti da una rete invisibile creata dal loro senso di inadeguatezza. E’ un film che punta molto an-che sui tratti cromatici, sul-le ambivalenze dei colori, sul rosso. Ed ovviamente, anche sulla musica

Infatti sappiamo che le musiche sono di un artista ternano…Si, sono di Alessandro De Florio, edite dalla Warner. Alessandro ha scelto di la-vorare sui rumori prodotti

ALICE NEL PAESE DI ORESTE CRISOSTOMIIl debutto del giovane artista ternano in un film che parla

di alienazione, famiglia, egocentrismo

F.D.S.

dall’ambiente circostante, penne, tastiere, sveglie…

Abbiamo anche scoperto che il film è interamente girato in città. Quali zone possiamo riconoscere?Ognuna è riconoscibile: via Garibaldi, le varie piazze, zona Duomo, la Passeggia-ta.

Catherine Spaak,65 anni, attrice.

Camilla Ferranti ed Elenia Succhiarelli sul set di “Alice”

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Ogni anno nel mondo si verifica-no 250 milioni di incidenti sul

lavoro. Che vuol dire 685.000 al gior-no.475 al minuto. 8 al secondo.Questa è la riflessione che fende il bianco della prima pagina di “Thys-senKrupp Morti speciali S.p.A.”.La notte del 6 dicembre 2007, un in-cendio catastrofico distrugge l’ac-ciaieria ThyssenKrupp di Torino ucci-dendo sette operai. Data l’inevitabile chiusura dello stabilimento di Corso Margherita 400, nessun sistema di si-curezza, nemmeno quelli strettamen-te indispensabili, era stato soggetto a controllo. Tra estintori scarichi e idran-ti mal funzionanti, gli operai si ritrova-vano ad affrontare estenuanti dosi di lavoro extra, ignari della tragedia che si sarebbe consumata di lì a poco. Ma davvero è ignari il termine più giu-sto per definire questi uomini? Stan-do alle parole di Carlo Marrapodi, ex operaio della ThyssenKrupp scampato all’incendio, per poter analizzare ap-pieno le cause dell’incidente dobbia-mo interrogarci su ciò che è accaduto prima. Già dal 1999, infatti, la direzio-ne della Thyssen aveva deciso di chiu-dere lo stabilimento di Torino. Carlo, entrato come molti grazie ad un’agen-zia di lavoro interinale, riesce solo nel 2005 ad ottenere il tanto agognato po-sto fisso, ma nel 2007 si ritrova a fare i conti con la cassa integrazione, a causa del periodo di riorganizzazione generale che lo stabilimento avrebbe

affrontato in quei mesi. Ad ogni modo l’azienda richiama, tre mesi dopo, alcuni operai in segui-to al guasto di un impianto nello stabilimento di Terni e Carlo rien-tra in fabbrica, trovandola in con-dizioni pessime e con un numero incredibilmente ridotto di operai. A nulla sono valse le continue de-nunce degli operai e, il 6 dicem-bre, intorno alle una e mezzo di notte, le fiamme investono An-tonio Schiavone, Roberto Sco-la, Angelo Laurino, Bruno San-tino, Rocco Marzo, Rosario Ro-dinò e Giuseppe De Masi.Una tragedia raccontata tramite il linguaggio del fumetto, un me-dium tanto incisivo quanto detta-gliato.Alessandro Di Virgilio, sceneg-giatore apprezzatissimo da pubblico e critica, non si limita a sceneggiare gli eventi di quella drammatica not-te, ma affronta, vignetta dopo vignet-ta, un racconto completo presentan-do nel dettaglio una documentazione che si estende sino al rinvio a giudizio per omicidio colposo di Harald Espen-han e di altri cinque dirigenti Thyssen-Krupp. Il tutto corredato di dati stati-stici che mostrano il numero sconvol-gente di morti bianche nel paese, pre-sentando una serie di cifre che invita-no alla riflessione. Sono stati gli splendidi disegni di Ma-nuel De Carli a rendere in maniera me-

taforica ma estremamente esaustiva le immagini di questo libro. De Carli è un artista di rara bravura, in grado con le sue linee di comunicare emozioni visive che trasmettono le sensazioni più congeniali alla situazione nono-stante le rappresentazioni simboliche. La scena dell’incendio, ad esempio, estremamente cruda e truculenta se disegnata realisticamente, è stata af-frontata utilizzando un linguaggio tra-slato, rappresentando le fiamme con un drago e l’eroico operaio come un cavaliere armato di estintore.Una lettura profonda ma non pesante. Raccontare la tragedia del rogo alla ThyssenKrupp attraverso il fumetto è

un’idea azzardata che si rivela bril-lante, in grado di portare il lettore alla ponderazione e alla conoscen-za della disastrosa realtà delle mor-ti bianche. Alla fine della lettura il senso di vuoto è immenso. Speriamo che questo fumetto, at-traverso il suo codice letterario, ri-esca a tenere viva questa vicenda avvicinando soprattutto le giovani generazioni.

Da destra:Alessandro Di Virgilio48 anni, sceneggiatore;e Manuel De Carli,40 anni, disegnatorea “Fumetterni” 2010foto © michele urbani

Edoardo RohlE-Mail:[email protected]

FUMETTI &FUMETTO

THYSSENKRUPPmorti speciali s.p.a.

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BENESSERE

Gabriella Monetti37 anni

Parlare di anoressia significa mettere in

campo una serie di temi che toccano tutti da vicino: il rapporto con il cibo, la ricer-ca di un’identità, la nostra immagine allo specchio, le contraddizioni di un’epoca in cui la tanto agognata (per i nostri avi) abbondanza non ha dato solo soluzioni, ma ha generato molti problemi. L’occasione ci è stata forni-ta dalla presentazione, pres-so la Biblioteca di Terni, del libro “Sono nata ieri”, della scrittrice esordiente ternana Gabriella Monetti, edito da Abatros. Un diario struggen-te e impietoso, in cui l’autri-ce squarcia il velo delle ipo-crisie e racconta senza pudo-re il suo viaggio infernale at-traverso una situazione che, al termine della lettura, non si riesce a definire “malat-tia”, quanto “mal di vivere”. “Non sei tu che diventi ano-ressica” ha detto, con la voce tremante ed emozionata, “è l’anoressia che ti sceglie, che ti intrappola prima che tu te ne renda conto. Inizia man-giando sempre meno, con-trollando la bilancia, e prima che tu te ne accorga, diventa una vera e propria ossessione,

un pensiero fisso, che elimi-na ogni altro aspetto della vita, ti fa dimenticare tutto ciò che ti circonda”. L’osses-sione del controllo, l’impo-sizione di regole disumane per arginare la confusio-ne che si ha dentro (scrive l’autrice, “le regole fuori di me, il caos dentro di me”). Il libro poco si sofferma sul-le cause che determinano l’anoressia, e questo è uno dei punti che più si lasciano apprezzare. Siamo abituati, nella nostra vita quotidiana, a considerare la malattia come un qualcosa che pos-siede una causa ben precisa, eliminata la quale, scompa-re anche il male. Viene così spontaneo chiedersi quale sia la motivazione che spin-ga un essere umano a sot-toporsi volontariamente a privazioni tali da metterne in gioco la stessa soprav-vivenza. Spesso si punta il dito contro i modelli di bel-lezza televisivi proposti in ogni momento, ma l’autri-ce non sembra della stessa opinione. “E’ vero che la so-cietà moderna ci impone dei modelli di perfezione impos-sibili da raggiungere,” dice l’autrice “ma l’anoressia, che trasforma il corpo in qual-cosa di infinitamente lonta-no da quegli stessi modelli, in realtà si configura come un rifiuto totale di quei mo-delli, un no gridato in modo quasi disperato. Ogni per-sona affetta da anoressia è un caso a sé, ma una delle cose che ho trovato in comu-ne con tutte le persone che ho conosciuto in questa mia esperienza è proprio questa tendenza all’essere perfetti,

che non ha nulla a che fare con l’essere belli. E’ la ricerca del massimo per sé stessi, si creano delle regole proibitive per combattere una batta-glia con la bilancia il cui su-peramento ci fa sentire per-sone vincenti”. Non esiste, a quanto pare, una ricetta, un farmaco in grado di sconfig-gere questo male: per que-sto, in apertura, l’abbiamo chiamato “mal di vivere”, poiché è una patologia che investe in modo organico l’intera persona, con tutto il suo vissuto, le sue espe-rienze irripetibili. Ogni caso va affrontato in modo diffe-rente. “Nessuno ha la ricetta valida per uscire dall’anores-sia, che sia valida per tutti. Capisco però quale sia uno dei più grandi ostacoli verso la guarigione, avendolo vis-suto in prima persona. Chi è anoressico ha letteralmente paura di guarire, ha paura di perdere la propria ossessione e di ritrovarsi, senza di essa, svuotato. D’altra parte, non esiste nemmeno una gua-rigione completa, esiste un cammino che si percorre e che deve portare alla libertà di poter dire ‘ho fame’ e am-mettere di avere dei bisogni su cui non abbiamo control-lo.” Alla conferenza è inter-venuto anche il dottor La-manna, esperto in disturbi dell’alimentazione: “L’ano-ressia è una patologia,” dice, “per così dire, antipatica: esiste un rimedio conosciu-to per combatterla, ovvero mangiare, ma il problema è proprio convincere il pazien-te a farlo; è un male che col-pisce anche chi ti circonda e ti ama, facendolo sentire

impotente; ed è una malat-tia che esiste solo nei paesi ricchi, essendo sconosciu-ta lì dove si soffre la fame”. Continua Lamanna: “quella dell’anoressico è un tipo di ossessione che cela in sé una forte contraddizione, per-chè riempie la tua vita con sé stessa, e al contempo la svuota, come tutte le osses-sioni di questo genere.” La chiave per uscirne è acqui-sire consapevolezza “che i nodi non sono insolubili. Per parafrasare una frase di Sar-tre, non si è anoressici, ma si ha l’anoressia. Capire questa differenza è fondamentale, permette di non identificarsi più con la propria malattia.” Uscendo dalla conferenza ci resta addosso la sensa-zione di essere tutti, chi più, chi meno, “in equilibrio so-pra la follia” , e che non esi-sta rimedio ad essa, se non, placidamente, l’accettarla come parte integrante della nostra vita.

F.P.

ANORESSIA: OVVERO IL MALE DI VIVERELa scrittrice Gabriella Monetti ha presentato il libro

“Sono nata Ieri” sul tema dei disturbi alimentari

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Alcuni vizi umani sono davvero molto attra-

enti: lussuria, gola, accidia. Mentre indugiamo in questo tipo di situazioni ci sentiamo terribilmente bene, motivo per cui è così diffi cile abban-donare il “peccato” e tornare sulla “retta via”. Ma c’è un vi-zio che rinuncia ad ogni pia-cevolezza ed è talmente do-loroso da sperimentare, cui si potrebbe scambiare per virtù (se non fosse che alla fi ne non si ottiene nulla di buono): l’invidia. L’invidia è il profondo risen-timento che si prova ver-so qualcuno che ha qualco-sa che si desidera ma che a noi è negata (ricchezza, be-nessere, bellezza, una pro-mozione, l’ammirazione dei pari, ecc.). È la soff erenza dovuta ad un confronto dal quale usciamo perdenti, in un ambito che per noi è im-portante.Si tratta di un’emozione che pochi possono evitare ed alla quale nessuno aspira, perchè invidiare fa sentire piccoli e inferiori. Ma se tutti la pro-vano, da ragazzi e anche da anziani, pochissimi la con-fessano, perché socialmen-te disapprovata: essere invi-diosi signifi ca in primo luogo ammettere la propria sup-posta inferiorità e, seconda-riamente, svelare l’intenzio-ne di danneggiare l’altro in modo subdolo.Non a caso il termine invidia deriva dal latino invidere, che

signifi ca appunto guardare in modo bieco (e quindi non a viso aperto) il successo dell’altro, nutrendo un’osti-lità nascosta e un deside-rio di privarlo di ciò che lo rende, appunto, invidiabile (magari denigrandolo alle spalle).Generalmente si prova per persone che giudichiamo simili o almeno paragona-bili: si invidia l’amica con il marito aff ettuoso e attento piuttosto che la principessa tal dei tali, così come si in-vidia il collega in piena for-ma piuttosto che l’atleta di fama mondiale.Per invidiare qualcuno, in-somma, è necessario che sia, in un certo senso, intor-no a noi. Ecco perché que-sto sentimento si sperimen-ta per la prima volta quasi sempre all’inter-no della famiglia.Avere le stesse oppor-tunità rende molto più doloroso il sentirsi in-feriori rispetto ad un fratello o ad una so-rella di successo, così come la disuguaglian-za di opportunità, do-vuta alle preferenze fatte dai genitori nei confronti di un fi glio, può produrre nei fra-telli invidia e gelosia. Quando i bambini si accorgono di ave-re fratelli e sorelle, la loro vita diventa do-minata dalla morsa

dell’invidia. “Perché quando litighiamo danno sempre ragione a lui?” “La sua pizza era più della mia!”. I genitori dovrebbero por-re particolare attenzione a fare diff erenze, ma non pre-ferenze fra i fi gli, per evita-re che sentimenti troppo intensi e troppo frequenti d’invidia e gelosia minino la loro serenità. L’invidia infat-ti è corrosiva e può rovinare la vita, il vantaggio dell’altro viene percepito come ingiu-sto, frustrante, perché inar-rivabile, e suscita la doloro-sa sensazione di essere stati esclusi senza alcun riguardo da quella fetta di felicità.Il dolore provocato dall’in-vidia è talmente reale che alcuni ricercatori giappone-

si hanno dimostrato, me-diante risonanza magnetica funzionale, che nei cervelli dei soggetti a cui era stata suscitata l’invidia aumen-tava l’attivazione dell’area legata all’elaborazione del dolore fi sico o sociale.Ma se è così dannatamente spiacevole, perché la pro-viamo?Come tutte le emozioni, anche l’invidia ha una sua specifi ca funzione. Pro-prio perché così penosa, non può essere ignorata e quindi si presta ad essere un ottimo campanello d’al-

L’ERBA DEL VICINO É SEMPRE PIÙVERDE….D’INVIDIA

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Per invidiare qualcuno, in-somma, è necessario che sia, in un certo senso, intor-no a noi. Ecco perché que-sto sentimento si sperimen-

esclusi senza alcun riguardo da quella fetta di felicità.Il dolore provocato dall’in-vidia è talmente reale che alcuni ricercatori giappone-

PSICOLOGIA

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A cura dellaDott.ssa Michela RosatiPsicologa [email protected]

larme. Chiunque di noi ab-bia un appuntamento im-portante fi ssato per il mat-tino seguente, si accerta che la suoneria della sveglia non sia del tipo “uccellini in amore” ma piuttosto del tipo “martello pneumati-co”, decisamente meno bu-colica ma senza dubbio più effi cace.Con le emozioni funzio-

na un pò allo stesso modo. L’invidia è po-tentemente molesta perché dovrebbe se-gnalarci che siamo in una posizione svan-taggiata e dovreb-be quindi spingerci a recuperare terreno, al fi ne di far cessa-re l’esperienza dolo-rosa. Alcuni studio-si ritengono che si sia sviluppata come aiuto interiore nella competizione per le risorse (cibo, partner sessuale, protezione ecc.), poiché anche

nei gruppi umani la limita-ta disponibilità di risorse dipende dalla posizione del singolo all’interno del grup-po. Per cui, evolutivamente parlando, si sarebbe rivela-ta un benefi cio: gli invidio-si, giudicando la loro felici-tà sulla base della posizio-ne raggiunta rispetto agli altri individui del gruppo,

avrebbero investito mag-giori sforzi per raggiungere status e risorse, avvantag-giandosi nella selezione na-turale.Si può dunque distinguere fra invidia benigna ed invidia maligna. L’invidia benigna spinge alla competizione e all’emulazione, cioè a darsi da fare, a lavorare sodo per ottenere il bene o il ricono-scimento dato agli altri. In generale questa è una delle migliori strategie per evita-re di rodersi: impegnarsi a fare di più (o ad avere di più, nella nostra società dei con-sumi) spesso risolve effi ca-cemente l’invidia.L’invidia maligna invece è il sentimento di chi cerca un modo per “abbassare” l’al-tro, spesso ricorrendo a ma-novre sleali. Oppure, senza arrivare a tanto, si può spe-rare che la sfortuna dell’al-tro giochi a nostro favore: se la persona vincente ha un problema, allora sarà co-stretta a “ridimensionarsi”, dandoci un tipo particolar-mente piacevole di soddi-sfazione chiamata Scha-denfreude. Così recita, in proposito, un detto danese che bene esemplifi ca il con-cetto: “La propria felicità dovrebbe essere preferita, ma anche la sfortuna di un altro non va aff atto disprez-zata”. E se tutto questo non dovesse bastare, si può

sempre ricorrere alla sva-lutazione dell’altro o delle cose dell’altro, sottolinean-done i lati negativi invece che enfatizzare il valore di ciò che l’altro possiede (e che noi non abbiamo): c’era una volta la volpe e l’uva…

Per approfondire:

Hidehiko Takahashi et al., When Your Gain Is My Pain and Your Pain Is My Gain: Neural Correlates of Envy and Schadenfreude. Science 13 February 2009, Vol. 323. no. 5916, pp. 937 – 939

Richard Smith, Envy .Oxford University Press, 2008.

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Con le emozioni funzio- altri individui del gruppo, sumi) spesso risolve effi ca-cemente l’invidia.L’invidia maligna invece è il sentimento di chi cerca un modo per “abbassare” l’al-tro, spesso ricorrendo a ma-novre sleali. Oppure, senza arrivare a tanto, si può spe-rare che la sfortuna dell’al-tro giochi a nostro favore: se la persona vincente ha un problema, allora sarà co-stretta a “ridimensionarsi”, dandoci un tipo particolar-mente piacevole di soddi-sfazione chiamata denfreudeproposito, un detto danese che bene esemplifi ca il con-cetto: “La propria felicità dovrebbe essere preferita, ma anche la sfortuna di un altro non va aff atto disprez-zata”. E se tutto questo non dovesse bastare, si può

PSICOLOGIA

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LA CITTÀ DEL FUTURO

S.V.

A conclusione dell’edi-zione 2010 del Pre-

mio Newitalianblood, il ri-conoscimento annuale as-segnato dall’organizzazione omonima Newitalianblood.com, fondata dall’architet-to Luigi Centola, sono espo-sti dal 28 maggio al 28 giu-gno 2010 al CAOS Centro Arti opificio siri di Terni, per la prima volta in assoluto, i progetti selezionati nel 2010 tra i migliori dieci giovani ar-chitetti e migliori dieci gio-vani paesaggisti, che si sono distinti per realizzazioni e li-nee di ricerca e sperimenta-zione. Caratteristica comu-ne dei progettisti selezionati è l’essere nati dopo il 1973 ed essere vincitori o segnalati in concorsi di progettazione. In occasione dell’inaugurazio-

ne della mostra svoltasi il 28 maggio, alle ore 17:00, si è tenuto un incontro con Luigi Centola, fondatore di NewI-talianBlood, e gli studi sele-zionati che sono intervenuti mostrando il proprio lavoro e la propria filosofia proget-tuale; ogni studio professio-nale si è presentato con due tavole dove vengono espo-ste le esperienze progettua-li che hanno determinato la selezione. Scopo dell’evento è di promuovere un dibattito locale sulla necessità di una nuova sensibilità, partendo da alcuni esempi concreti di giovani professionisti, e di sostenere fortemente l’im-portanza del ricorso ai con-corsi di idee, tema caro alla Associazione Giovani Archi-tetti di Terni, già affrontato

con la mostra “New Lan-dscapes” esposta lo scorso dicembre a Palazzo Prima-vera. Con l‘occasione ver-ranno esposti anche alcuni progetti di studi professio-nali del territorio che sono stati selezionati in concor-si di progettazione loca-li: il concorso d’idee per il miglioramento dal punto di vista estetico della scala esterna antincendio del Ho-tel Valentino Terni firmato dall’Arch. Ridolfi, la realiz-zazione di un nuovo com-plesso per la scuola media a San Gemini ed di un edificio abitativo privato in loc. Ga-belletta. L’evento è organiz-zato in collaborazione con il sito NewItalianBlood, l’Or-dine degli Architetti PPC della Provincia di Terni, l’Or-dine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali del-la Provincia di Terni, AICu - Associazione Italiana Cu-ratori Parchi,Giardini, Orti botanici. Newitalianblo-od.com nasce nel gennaio 2001 come primo network interattivo di architettura e arti visive. Consente age-volmente di auto-pubblica-re in tempo reale concorsi, progetti, realizzazioni, idee, articoli, notizie, organizza e gestisce concorsi di idee e di progettazione per opere pubbliche e private con pro-cedure e sistemi innovativi. Nel 2001 il concorso inter-

nazionale per il Museo Vir-tuale è stato il primo esem-pio al mondo di competizio-ne realizzata completamen-te on-line, si vuol promuo-vere la più completa mostra itinerante degli architetti ita-liani under 36. “Ciò che più ci preme, attraverso la costru-zione della classifica, è ana-lizzare l’evolversi di occasioni e promesse che offre il nostro Paese, a confronto con il re-sto dell’Europa e del mon-do. Se nella prima edizione ben 7 studi su 10 erano atti-vi all’estero tra Parigi, Barcel-lona e Londra, stavolta solo 3 studi hanno base a Lisbo-na, Londra e Shanghai. Al di là del talento e della volontà che ciascuno mette in cam-po, il contesto geografico e regionale appare sempre più determinante. Solo per que-sto motivo Bolzano è simbo-licamente in testa, mentre Siracusa è in coda; nel mez-zo Parma, Torino, La Spezia e Roma. L’assenza di una qual-siasi scuola architettonica italiana, nonché di pensiero critico identificabile, al nord come al sud, e le contamina-zioni con l’estero, le scuole e i maestri internazionali sono temi ricorrenti che accomu-nano i vincitori delle prime due edizioni del Premio”, ha spiegato Luigi Centola.

I MIGLIORI ARCHITETTI E PAESAGGISTIITALIANI UNDER 40 IN MOSTRA A TERNI

Al Caos il premio Newitalianblood 2010

La volontà di dar vita a GATR, Associazione Giovani Ar-chitetti di Terni, presidente l’arch. Alessandro Almado-ri, nasce da una serie di incontri tra colleghi che, av-vertendo la necessità di dialogare in modo condiviso di Architettura, hanno iniziato un percorso di approfon-dimento e confronto al di fuori dei propri studi profes-sionali. Nata sul modello di altre associazioni simili pre-senti in diverse città italiane, GATR si inserisce all’inter-no del GIARCH, Coordinamento Nazionale dei Giova-ni Architetti Italiani, che ha l’obiettivo di consentire ai giovani architetti operanti sull’intero territorio nazio-nale di esprimersi sulle problematiche di categoria, su temi culturali e professionali, nonché di promuovere l’architetto nel rapporto con le Istituzioni, la commit-tenza e la collettività. L’Associazione dei Giovani Archi-tetti della Provincia di Terni, costituita il 24 settembre del 2009, non ha alcuno scopo di lucro e si pone tra le altre, le seguenti finalità: la promozione della qualità nell’architettura, attraverso l’organizzazione di mo-menti d’incontro, studio e dibattito; la sensibilizzazio-ne verso l’architettura da parte del grande pubblico, attraverso la promozione di dibattiti aperti, eventi di-vulgativi; l’attenzione verso il lavoro di giovani profes-sionisti, lo sviluppo di relazioni e il confronto delle idee tra architetti operanti in luoghi e paesi diversi.

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USI E COSTUMI

Il Kazakistan è uno dei paesi più ricchi del mon-

do per riserve di petrolio, gas, titano, magnesio, sta-gno, oro e altri metalli. Di 110 elementi della Tabella periodica di Mendeleev la terra di Kazakistan ne pos-siede 99, dei quali se ne estraggono 60 circa. A livel-lo mondiale il Kazakistan è il produttore più importan-te del tungsteno, inoltre è al secondo posto per le riserve di minerale di cromo e mi-nerale fosforico, al quarto posto per le riserve di piom-bo e molibdeno e all’ottavo posto per le riserve generali di minerali ferriferi.Oggi in questo paese sono

conosciuti 14 bacini petro-liferi sparsi per tutto il ter-ritorio, di cui sono esplora-ti solo 160 giacimenti del petrolio e del gas e più di 100 giacimenti carboniferi. Attuale capitale del Kaza-kistan è Astana, proclama-ta nel 1997 in sostituzione di Almaty. Il nome Astana, che signifi ca “capitale”, è stato scelto perche è faci-le da pronunciare in molte lingue. Le ragioni del tra-sferimento di capitale fu-rono diverse: per alcuni fu dovuto al proposito di por-re la capitale al centro del-la steppa kazaka, per altri al tentativo di allontanare il centro decisionale del pae-

se dai confi ni con la Cina, (la precedente capitale Alma-ty sta a distanza di appena una sessantina di chilometri dalla Cina) ed avvicinarlo, ai fi ni di un maggiore control-lo, alle regioni del nord, abi-tate in maggioranza da rus-si che potrebbero chiedere l’annessione alla madrepa-tria. Per molti, il presiden-te Nursultan Nazarbajev ha voluto ricalcare le orme del suo idolo Ataturk, che spo-stò la capitale turca ad An-kara, nel centro del paese. Il presidente della Repubblica motivò questa scelta dicen-do che Astana era situata in un luogo più centrale e meno sismico, e tra i van-taggi citava un miglior col-legamento ferroviario con la Russia.Storicamente il nucleo ori-ginario della cittadina fu

fondato nel 1824 da un gruppo di cosacchi siberia-ni, provenienti da Omsk, come fortezza militare sul-le rive del fi ume Ishim. La località, a cui venne dato il nome di Akmolinsk, otten-ne lo status di città nel 1862 e divenne un importante centro fi eristico frequen-tato dai mercanti delle re-gioni del Kazakistan, della Russia e dei paesi dell’Asia centrale. Quando Krushchev annun-ciò il progetto delle Terre Vergini che prevedeva di coltivare a grano 250.000 kmq di steppa del Kazaki-stan, la città venne rinomi-nata nel 1961 Tselinograd ed eletta capitale del ter-ritorio delle Terre Vergi-ni Sovietiche. Trasformata nel centro di sviluppo delle Terre Vergini e in disuso nel

Continua il nostro viaggio intrapreso un anno fa alla scoperta del Kazakistan

COME E’ BELLO VIVERE AD ASTANALA CITTA’ DEL DOMANI

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USI E COSTUMI

Maira Nurkhabayeva

nord del paese divenne così il nucleo di un’importante regione agricola.Nel 1991, con l’indipenden-za del Kazakistan, la città prese il nome di Akmola e nel 1994 divenne la capitale del paese. Dal 1997, la capi-tale è stata rinominata con l’attuale nome di Astana. La città è un importante cen-tro culturale della Repub-blica kazaka e snodo prin-cipale per i trasporti stradali e ferroviari. Questa capitale di recente istituzione si sta trasformando in uno dei principali centri d’affari na-zionali e internazionali dove risiedono organizzazioni, rappresentanze diploma-

tiche di 44 paesi e imprese straniere. Ogni anno la città ospita diverse mostre inter-nazionali industriali, confe-renze, concorsi musicali e festival. Da quando Astana ha ot-tenuto lo status di Capitale del Kazakistan, il volto del-la città è cambiato radical-mente. Gli architetti e i co-struttori che hanno preso parte ai lavori, hanno ope-rato nell’intento di creare degli insiemi architettoni-ci, combinando armonio-samente il design moderno con le forme e i colori tradi-zionali orientali. I monumenti antichi e mo-derni di questa città rap-presentano un elemento di collegamento tra la nuova capitale e la sua storia. Tra i monumenti più moderni, troviamo la Torre Bayterek, divenuta simbolo della città e suo biglietto da visita. La torre ha un ‘altezza di 105 metri: a circa 97 me-tri si trova il punto da dove è possibile ammirare una splendida vista panoramica dall’alto della città. La cifra 97 è stata scelta per ricordare l’anno in cui è avvenuto lo spostamento della capitale da Almaty ad Astana. La torre Bayterek ospita al suo interno una

galleria d’arte, un grande acquario e un ristorante. Ad Astana si trovano teatri di ogni genere, sia per opera e balletto, che per drammi, oltre ad un’ampia varietà di musei. La Kazakhstan Cental Con-cert Hall, è stata ideata e progettata dall’architetto italiano Manfredi Nicolet-ti a seguito di un concorso internazionale, ed inaugu-rata dal presidente della Repubblica del Kazakistan nel 2009. L’edificio ospita una delle sale concerto per musica classica più grandi al mondo, con un totale di 3.500 posti a sedere, pro-gettata per adattarsi a vari i tipi di spettacoli, dai con-certi di musica classica sin-fonica ai concerti Rock-Pop e di musica tradizionale, al teatro, al balletto, alle con-ferenze e al cinema. Inoltre ha due sale minori per mu-sica, cinema e conferenze di 400 e 200 posti, ristoranti, bar e un foyer di circa 3000 mq.Nel 2006 è stata inaugurata ad Astana la Piramide del-la Pace. La monumentale struttura è opera dell’archi-tetto brittanico Norman Fo-ster, realizzata in 24 mesi. La Piramide della Pace aspi-ra a diventare centro di ri-

conciliazione delle etnie e delle religioni asiatiche. Se nel passato la piramide sim-boleggiava il potere e na-sceva come monumento fu-nebre, oggi intende assur-gere ad emblema diverso, celebrando ideali umanisti-ci e culturali. La Piramide della Pace di Astana è stata infatti concepita come sim-bolo di dialogo tra le religio-ni di tutto il mondo. Costi-tuita da elementi tubolari in acciaio, è rivestita in pie-tra di colore grigio argento. La punta di vetro colorato presenta decorazioni realiz-zate dall’artista britannico Brian Clarke, collaboratore di N. Foster da diversi anni. Ogni tre anni, duecento rappresentanti delle diverse religioni di tutto il mondo si incontrano in un’ampia sala circolare, al posizionata sot-to il vertice della piramide, al fine di avviare il dialogo interreligioso nella pace e nella concordia tra i popoli. Al piano inferiore trova spa-zio un centro di ricerca sulle religioni con una grande bi-blioteca.

Torre Bayterek

Piramide della pace

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ARTI E MESTIERI

Maria Scirri gestisce un’ attività lavo-

rativa per la riparazione del-le macchine da cucire per sartoria, in un locale sito a Terni, Via Garibaldi n. 114. Un’attività storica che, da circa 40 anni, vede persone competenti che registrano, riparano, accarezzano mo-delli vecchi e nuovi di mac-chine per cucire, amorevol-mente e sapientemente. Un’attività fatta di mani che lavorano, di esperienza, che restituisce tutto il senso di-menticato di quello che do-vrebbe essere il lavoro arti-gianale.

“Quando e come si accorta della sua passione e della sua manualità per questo tipo di lavoro?”“Sono entrata a lavorare con la ditta Venturini circa venti anni fa, proprio per caso, e queste persone mi hanno trasmesso la loro passione per il proprio la-voro. Il titolare inizialmen-te mi faceva prima guarda-re e poi collaborare mentre effettuava la riparazione: lui sostituiva o rifaceva a mano pezzi ormai non più reperibili e io, vedendo ciò, mi sono appassionata ed ho fatto mio questo lavo-ro. Mi sono accorta che le mie mani erano adatte per questa professione ed intu-ivano da sole cosa era me-glio per far rivivere questi attrezzi per cucire, che una volta riparati sembravano cantare con il loro zig –zag. “

“Oltre a dedicarti alle mac-chine da cucire, avevi altre

responsabilità nel tuo ne-gozio?”“Riparando le macchine, ca-pendo sempre meglio il loro funzionamento, come valo-rizzarle al meglio per sfrut-tare bene il tessuto, ho fat-to nascere completamente la mia passione per la sar-toria e così man mano ho potuto realizzare il mio so-gno.”

“Chi ti ha introdotto per primo in questo amore per il tessuto, per il creare abi-ti, camicette, gonne?”“E’ stata mia madre, era lei la persona esperta, senza avere mai fatto corsi per im-parare, lei mi cuciva gli abi-ti fin da bambina, così, con la sua semplicità realizza-va cose graziose ed incan-tevoli: questo mi ha spinto ad imitarla e poi a perfezio-narmi. Ancora prima di en-trare nel negozio, avevo la-vorato nei laboratori di una ditta di confezioni che for-niva abiti e camicie per Va-lentino e Romeo Gigli, con capi esclusivi, inoltre avevo avuto esperienza come ma-glierista in un’altra azienda, poiché questo mondo era quello che mi attirava di più e stimolava la mia fantasia.. Lavorando poi nel negozio di Terni, mi sono accorta che oltre all’amore per i tes-suti e le loro creazioni, mi veniva facile la riparazione di queste macchine da cu-cire.”

“Quante macchine da cu-cire ripara mensilmente, e quante di queste superano i 50 anni di età?”“Riparo mensilmente circa

20 modelli e diverse sono antiche, da restaurare, sia per esporle come oggetto antico, sia per usarle, con-vinte le loro proprietarie che meglio non ci sia! Rie-sco a ripararle sostituendo delle parti che ancora luci-do a mano, e qualche volta sono costretta a rifare dei pezzi completamente nuo-vi. Queste macchine che esprimono la personalità di chi le usa, sono molto fem-minili, con i loro colori, in-tarsi in madreperla, e il loro tipico rumore mentre stan-no lavorando, ispirano fidu-cia e calore umano, mentre le nuove, elettriche, riman-gono più fredde e si rompo-no di più, anche se riescono a fare più lavori delle altre. Ringrazio ancora il mio da-tore di lavoro, Venturini Bruno, di Toscolano, che mi ha trasmesso negli anni la sua esperienza e la sua pas-

sione, giorno dopo giorno, i miei occhi e le mie orecchie facevano tesoro dei suoi in-segnamenti. Cosa che i gio-vani di oggi perdono com-pletamente. “

“Lei ama trasmettere que-ste sue conoscenze “?“Sì, siccome a me è stato insegnato, io organizzo dei corsi per imparare a cucire a qualunque persona abbia il desiderio di tagliare stoffe, cucire , ripiegare e far vive-re un pezzo di stoffa. Ho già in nota 10 ragazze , che di-viderò in due gruppi, per se-guirle meglio.”

“Quanto tempo dura il suo corso?”“Si sviluppa per un periodo di quattro mesi, poiché io intendo formarle realmen-te, come è stato fatto con me. Questa è la mia storia .”

L’ANTICA ARTE DELLA RIPARAZIONE DELLE MACCHINE DA CUCIRE

Stefano Spanò

Intervista a Maria Scirri

Maria Scirri

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GRANDE FRATELLO

Si è svolta al Centro Multimediale di Ter-

ni il Convegno “Paese che vai ACADEMY”, workshop dedicato al fenomeno del-le web-tv. Una due giorni in cui sono intervenuti diver-si operatori di piccole web-tv, giunti da tutta Italia, e molte personalità nel cam-po delle telecomunicazio-ni. Tra gli altri, l’avv. Guido Scorza (esperto di diritti in rete), il prof. Giuseppe Mer-lino (consulente enti euro-pei); Carlo Albero Pratesi, ordinario di Roma3; Angio-lino Lonardi, vicediretto-re Tg2; più interventi video registrati di personalità del calibro di Riccardo Iacona (Rai3) e Carlo Freccero (ex direttore di Italia1 e Rai2, attualmente direttore di Rai4).Dopo l’apertura, in cui è in-tervenuto il sindaco Di Gi-rolamo, che ha ricordato l’importanza del tema del-la libertà di informazione in Italia, (“che ricordiamo essere al quarantesimo po-

sto nelle classifiche mondia-li sulla libertà d’informazio-ne”) sul palco sono sfilati gli autori delle suddette Web-TV, dalle più piccole e arti-gianali alle più grandi (come ad esempio Senza Censura, che collabora da tempo con la Current-TV di Al Gore, ca-nale accessibile in Italia at-traverso la piattaforma sa-tellitare Sky.)Le Web-TVPer chi non lo sapesse, le Web Tv sono dei canali te-levisivi accessibili via inter-net che non fanno capo a grosse società dei media, ma che spesso e volentieri sono gestite in modo auto-nomo da piccole comuni-tà: gruppi di giornalisti, ap-passionati, financo famiglie che decidono un giorno di creare dei contenuti in pro-prio e metterli a disposizio-ne dei navigatori. Si tratta di canali per lo più gratui-ti ed auto-finanziati, rivol-ti ad un target di pubblico molto specializzato (come ad esempio High Tv, dedi-cata agli sport estremi) ed abituato ad andarsi a cer-care i contenuti desidera-ti; una delle caratteristiche più peculiari di questo tipo di servizio è anche la possi-bilità di interfacciarsi senza mediazioni con il pubblico, che può lasciare commenti ai contenuti in tempo rea-le: il perfetto contrario del-la TV cosiddetta generalista che occupa i nostri schermi televisivi. Al convegno si respira un’aria di frontiera: guar-dandosi attorno si nota-no moltissimi volti giovani, qualcuno ha persino porta-

to i figli piccoli. C’è l’entusia-smo di chi sa di stare esplo-rando delle lande totalmen-te nuove: ascoltando gli in-terventi dei vari responsabi-li delle web-TV, si sentono le parole di chi sa di star facen-do qualcosa di importante, per quanto il fenomeno in Italia sia ancora poco cono-sciuto. Una forma televisi-va totalmente libera, in cui a decidere cosa mandare in onda non sono impaluda-ti dirigenti da scrivania at-tenti soltanto alle esigenze degli sponsor, ma piuttosto menti fresche e desiderose di offrire al pubblico ciò che ritengono sia degno di sa-pere. Intrattenimento, dun-que, e molta, moltissima informazione portata sulle spalle come le agili teleca-mere digitali o i computer portatili che ormai possono

fungere da studi televisivi miniaturizzati.Gli operatori si scambiano impressioni, storie e proble-matiche. Il convegno parte dal racconto di una famiglia di pastori sardi che è riusci-ta a risollevarsi da una ter-ribile crisi accendendo le web-cam sul proprio greg-ge, permettendo alle per-sone via web di adottare a distanza un agnellino e se-guirne la crescita e lo svi-luppo, ricevendo in cambio prodotti tipici in un circolo virtuoso che elimina la filie-ra dei normali mercati, ab-battendo i costi e portan-do in tavola prodotti genu-ini di cui si conosce tutto il procedimento produttivo. Un esempio lampante delle possibilità offerte dalle nuo-ve tecnologie di rete, che permettono di incontrare il

X

LA TV CHE SI PUÒ SCEGLIERESi è svolta a Terni la convention tra gli operatori di web tv

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GRANDE FRATELLO

F.P.

pubblico (o i clienti) elimi-nando qualsiasi tipo di filtro intermedio.

Tanta libertà,poche tuteleOvviamente una tale per-centuale di libertà ha un suo costo. Molti operatori vor-rebbero trasformare quello che per loro è poco più di un hobby, in un vero e proprio business, scontrandosi però con la dura realtà monopo-listica italiana. “I soldi per il web sono pochi, e quei pochi che ci sono vengono stanzia-ti quasi interamente per col-mare l’immenso digital devi-de (ovvero il divario che esi-ste tra chi ha davvero acces-so ad internet a banda lar-ga, e chi invece ne è escluso n.d.R.) del nostro paese” ci dice un operatore. “Qualche fondazione regionale, come ad esempio la regione Tosca-

na, ha emanato fantomatici bandi di finanziamento per le piccole imprese impegnate nella produzione di contenu-ti web, ma in sei anni di at-tività non siamo mai riusci-ti ad accedere a nessuno di essi. Una volta ci dicono che il bando è scaduto, un’altra ci dicono che i fondi sono già stati assegnati, in tutti i casi si rifiutano persino di prende-re in considerazione il nostro progetto. La verità è che in Italia ci muoviamo secondo una logica totalmente clien-telare, per cui se hai le amici-zie giuste ottieni aiuto, altri-menti devi arrangiarti.” Si parla molto anche del ri-schio querela, che in Italia è una pratica molto diffusa per intimidire chi vuole fare informazione indipenden-te. A seguito di qualche ser-vizio scomodo, infatti, non è raro vedersi recapitare a

casa querele con richieste di risarcimento danni per cifre anche astronomiche. Il que-relante, di solito, non teme di perdere la causa, perchè ha i fondi necessari per ri-pianare spese giudiziarie: una web-tv amatoriale, in-vece, anche solo per le spe-se di processo rischia la chiusura. E non esiste tute-la, anzi, il governo sembra aver peggiorato la situazio-ne con il decreto Romani, che equipara i siti web con contenuti video alla televi-sione tradizionale (richie-dendo dunque addirittura un’autorizzazione ministe-riale per le trasmissioni).La Rete fa reteEd è per superare assie-me queste difficoltà che si svolgono workshop come questi, in cui, oltre alle con-ferenze, i vari operatori si scambiano idee, indirizzi, soluzioni e suggerimenti. Così i momenti di maggiore scambio, più che le stesse conferenze con gli esperti del settore, sembrano es-sere le pause pranzo ed i momenti di relax fuori dalla sala, nel cortile del Centro Multimediale, dove tra una sigaretta e l’altra si possono “origliare” le conversazio-ni più sincere. Ne emerge

un quadro di grande vita-lità: pochi o quasi nessuno di questi web-redattori vive di questo lavoro; l’obietti-vo è rientrare dei costi, che per quanto bassi rispetto alle produzioni televisive, possono comunque incide-re su un bilancio familiare (bisogna pagare il provider che fornisce il server su cui far girare il sito, ad esem-pio: una spesa non irrisoria se si vuol pubblicare filma-ti scaricabili ad una veloci-tà almeno decente). Molti lo fanno per passione, altri per riempire un buco che si allarga sempre di più sui palinsesti dei grandi canali: quello che dovrebbe essere occupato da un’informazio-ne al servizio del cittadino, e non del potente di turno. Incontrarsi faccia a faccia, dunque, per guardarsi ne-gli occhi e fare quadrato, affinchè questa forma di in-formazione dal basso, mas-simamente democratica (poiché non imposta agli, ma scelta dal pubblico stes-so) possa uscire dalla nic-chia in cui attualmente vive.

ALCUNE WEB TV ITALIANE

• Arcoiris TV – www.arcoiris.tv

• Fantasy tv http://www.fanta-tv.com

• File TV http://www.file-tv.net/

• Interact TV http://www.interactv.it/

• 7iTV http://www.7itv.tv/

• L’Aquila TV http://www.aquilatv.it/

• Incucina TV http://www.incucina.tv/

• Made in Italy TV http://www.madeinitaly.tv/

• Salentoweb TV http://www.salentoweb.tv/

• Uniroma tv http://www.uniroma.tv/

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ESTETICA

Capelli e il sole. Lun-ghi o corti non im-

porta, l’importante è che siamo sempre curati. Se durante l’inverno un cap-pello o una sciarpa poteva nasconderli, l’estate li vuole liberi. Le alte temperature richiedono che la sudora-zione del capo svolga il suo eff etto termoregolatore e mantenere la testa al fresco è importantissimo. A causa di fattori come il sole, l’ac-

qua del mare o della pisci-na, o la forte e diretta luce della montagna, i capelli ri-chiedono cura e maggiore attenzione: anche in questo caso è più facile prevenire danni che poi porgli rimedio e la capigliatura ha le sue esigenze. Basta conoscere i rimedi per saperli usare, dunque parliamone, visto che al sole nessuno rinun-cia! La protezione solare ol-tre che essere indispensabi-

le per la pelle del cor-po e del viso, diventa il primo accorgimento preventivo per la sa-lute dei capelli. Pro-dotti appositi con fi l-tri adatti alla struttura capillare, o addirittu-ra lo stesso prodotto che si usa per il corpo (anche la pelle è fat-ta di cheratina) man-tengono più a lungo i rifl essi e proteggono dallo sbiadirsi. Cer-to è che un cappello, oltre all’eff etto chic che ha come accesso-rio moda, protegge e aiuta, non sempre ab-bellisce. Attenzione a trovare il modello giu-sto! I capelli potranno apparire unti e poco attraenti, ma poche ore di limitato disagio risparmieranno i mesi di lavoro necessari per riportare i tuoi ca-pelli in salute. I capel-li danneggiati dal sole possono apparire fra-gili e crespi, e spesso l’unico modo per ri-solvere il problema è

un taglio completo che eli-mini le parti danneggiate. Ora che il corpo è protet-to da capo a piedi neanche l’acqua può in alcun modo nuocere! Splash, un bel tuf-fo e via la stanchezza, il cal-do e ... la protezione. Le pi-scine, così come i vari tipi di vasche riscaldate, conten-gono tutti i tipi immagina-bili di agenti dannosi che non devono assolutamente essere assorbite dai capel-li. Il cloro e altre sostanze (come l’agente sbiancante chiamato Clorina, conte-nuto in molte piscine, non solo possono danneggiare il colore dei capelli, ma pos-sono anche renderli secchi e crespi. Devono dunque essere risciacquati subito. Anche la pelle del cuoio ca-pelluto può restare danneg-giata e diventare irritata e pruriginosa. Per prevenire questi fastidi è indispen-sabile lavare bene i capelli dopo ogni immersione, an-che solo con acqua o con uno schampoo delicatissi-mo. Anche mettere un po’ di balsamo prima di immer-gersi può aiutare a proteg-gere cute e capelli e rende più facile infi lare la cuffi a. Dopo una giornata sotto i cocenti raggi del sole, l’ulti-ma cosa che i capelli si au-gurano è di venire ulterior-mente fritti da asciugature con aria rovente o piastra. Mandiamo in vacanza an-che loro e liberiamoli dalla piega forzata del tipo se li ho ricci li voglio lisci e se li ho lisci li voglio ricci. Usare un balsamo a lunga dura-

ta che rilasci i suoi benefi -ci grazie al calore dell’am-biente può bastare ad avere un ottimo risultato in mor-bidezza e volume. Ci sono dei vecchi trucchi che pos-sono essere riportati alla ri-balta e lasciare che l’estate sia un momento per lascia-re i capelli liberi di riposare e assumere forme naturali. Fare delle trecce, indossare fasce colorate, un bel cap-pello di paglia o scegli un taglio corto e sbarazzino. Questo è il momento buo-no per lasciare che il parruc-chiere di fi ducia si sbizzarri-sca, bisogna provare qual-cosa di nuovo, coraggio! Al-cune micro scalature saran-no suffi cienti per ottenere un eff etto sbarazzino senza dover usare prodotti per la messa in piega che, se as-sociati al forte calore estivo, possono seccare i capelli. I capelli sono un bene prezio-so, un accessorio di bellez-za al quale non rinunciare troppo in fretta. E certo non in vacanza, qui la scusa del “non ho tempo”.. vada lei a farsi friggere!

A cura diPatrizia Maria Cavallo

L’ESTATE IN TESTAIl mare fa bene, ma attenzione agli effetti

di sole e salsedine sui nostri capelli

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Il tempo atmosferico si mostra ancora mol-

to variabile, ma la bella stagione è ormai iniziata e basta una giornata cal-da per trasformare il no-stro abbigliamento con colori vivaci e corpo più scoperto. La nuova moda per i giovani propone abiti scollati e pantaloni sempre più corti, i famo-si short, cioè pantalon-cini che mostrano prati-camente tutte le gambe delle ragazze, possibil-mente già abbronzate, grazie ai centri estetici con lampade abbronzan-ti, su cui però la scienza medica ci mette in guar-dia riguardo i possibili pericoli derivanti da ab-bronzature artifi ciali e troppo rapide. Si nota un grande ritorno di canot-tiere colorate e camicet-te attillate per le giovani, e di nuovi modelli di san-dali, infradito o gioiel-

lo, cioè in vernice nera, con fi bie, con tacchi alti, così detti alla schiava. E’ un tipo di scarpa che d’ estate non ha rivali e può essere usata per occasio-ni informali od eleganti, con estrema disinvoltura: l’ Emporio Armani ne pro-pone alcuni veramente originali, la nota casa di moda Santoni ne presen-ta alcuni di colore azzur-ro o rosa. Un’ altra pro-posta per le ragazze sono maglie o vestitini corti con monospalla, sexy ed intriganti, che possono sembrare trasandati, ma che se ben indossati sono molto femminili. Grande ritorno di minigonne ed abitini corti, non sem-pre eleganti in verità, ma che sono un’attrazione fatale per le ragazze di ogni età. I colori d’esta-te tendono a frenare il nero, che impera d’inver-no, a favore del bianco, del beige, del rosa, cioè di tinte pastello, molto delicate, che si accom-pagnano all’intramonta-bile jeans blu o celeste, qualche volta con strappi fatti ad arte. Gran ritor-no di fragranze per i nuo-vi profumi, con essenze che si ispirano agli aromi della natura: menta, gel-somino, limone, tubero-

sa, che tendono a favo-rire ottimismo e gioia di vivere. Marche preferi-te dalle giovani ternane sono: Evelyn Lander, O’ de Lancome, Jean Paul Guerlain, Clarins. Da re-galare a mariti e fi danzati, le nuo-ve fragranze di Burberry sport, Gucci, Ralph Lau-ren, che emana-no freschezza ed energia, e nel-lo stesso tempo sono seducenti.

NOVITÀ ESTIVE DELLA MODAPER LE GIOVANI TERNANE

galare a mariti e fi danzati, le nuo-ve fragranze di Burberry sport, Gucci, Ralph Lau-ren, che emana-no freschezza ed energia, e nel-lo stesso tempo sono seducenti.

S. Spà

MODA

Alcuni di questi profumi sono a base di pompel-mo, cardamonio, fi chi corsi, frutti verdi, gelso-mino, per un’estate indi-menticabile.

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ALIMENTAZIONE

A cura della Dott.ssaMonia ZambernardiNutrizionista

Il desiderio di diventare genitori va a scontrarsi a

volte con l’incapacità di pro-creare, per cui sempre più sono oggi le coppie che non riescono ad avere fi gli o che devono affi darsi alla procre-azione assistita. Terni, come altre province d’Italia, non è immune a questo triste evento. Oggi sono molto frequenti i casi di infertilità di coppia causati per lo più da cicli privi di ovulazione e oligoastenospermia (pochi e lenti spermatozoi), e que-sto fenomeno è purtrop-po in costante crescita. Di-venta importante allora un approccio nutrizionale che venga seguito da entram-

bi i componenti del-la coppia al fi ne di aumentare la pos-sibilità del con-

cepimento.

Nell’uomo, la causa più fre-quente di scarsa fertilità la si ritrova nella presenza del varicocele, con oligosteno-spermia più o meno grave, accompagnata da un qua-dro ormonale disturbato. In tali casi l’azione nutritiva deve essere di rinforzoal-lo stimolo della produzio-ne degli ormoni androgeni, e quindi via libera all’uovo crudo, (quello del pollaio!), e di pesci ad alto contenuto di colesterolo ed acidi gras-si (molluschi, polpo, crosta-cei, gamberi, salmone e pe-sce azzurro) da cui si origi-neranno gli ormoni sessuali; tali alimenti sono in grado anche di aumentare la libi-do. Altri cibi importantis-simi nel processo di matu-razione degli spermi sono tutti gli antiossidanti come frutta e verdura, biologici naturalmente, senza pesti-cidi ed i legumi, semi oleo-si, ricchi di arginino, un ami-noacido necessario nella spermatogenesi. Ancora, la fertilità viene conservata e potenziata: dallo zinco, che diminuisce in seguito ad in-fi ammazioni, dalle protei-ne, dal fruttosio che dimi-nuisce nell’uomo anziano, dalla carnitina che attiva la motilità. La donna in diffi -coltà procreativa presen-ta nella maggior parte dei casi cicli privi di ovulazio-ne, accompagnati da una tiroide mal funzionante: la dieta seguirà il ritmo ormo-nale ed mirerà a rinforzare gli estrogeni, quindi un for-te stimolo epatico, incluso quello rivolto alla tiroide, ed attivazione della diuresi. Via libera agli alimenti ricchi di

vit. E per con-trastare i pro-cessi di ossida-zione e deterio-ramento al mo-mento dell’ovu-lazione, agli ali-menti ricchi di grassi omega-3 per contrasta-re i processi di inf iammazio-ne e stabiliz-zare l’annida-mento dell’em-brione, frutta e verdura ad azione diuretica per contrasta-re la ritenzione idrica: ananas, melone, insala-ta, cicoria ricca di ferro e po-vera di fi tati al contrario degli spinaci, fi -nocchio, sedano e piccole quantità di carni bianche. Evitare, per entrambe i ses-si, di :• bere alcolici e di fuma-

re, • assumere alimenti che

contengono conser-vanti e altre sostanze chimiche, come dolcifi -canti artifi ciali,

• consumare alimenti ad elevato contenuto di grassi, come i cibi da fast-food.

Limitare, nella donna, la caff eina, perché ostruisce i vasi sanguigni, riducendo il fl usso di sangue all’utero e complicando l’ovulazio-ne. I glucidi raffi nati, come pane bianco, pasta e riso, dovrebbero essere limitati: questi cibi risentono infatti della mancanza di nutrienti,

quali ferro e vitamine B, che sono importanti per fornire una ricca base di elemen-ti nutritivi al feto. Inoltre possono causare oscillazio-ni nei livelli di insulina, che possono infl uenzare l’ovula-zione. Preferire gli alimen-ti prodotti con farine inte-grali. Mangiare molta car-ne non è consigliabile per la presenza eccessiva di livelli di ammoniaca, che inibisce la fecondazione delle uova nell’utero.

LA DIETA CORRETTA PER COMBATTEREIL PROBLEMA DELL’INFERTILITA’

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TERNI MAGAZINE GIUGNO - LUGLIO 201060

NASCE A TERNI IL PRIMO

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Per maggiori informazionisui corsi e sull’iscrizione al camp: Maestro Maurizio Sardonini :[email protected]. 329.5637059 [email protected] Kickboxing Muay Thai

È iniziato il 7 giugno il campo estivo di

Muay Thai dell’associazione sportiva Dark Angel Team di Terni. Il corso, che si terrà in vero stile Thai nel parco del-la struttura della Romita, sfrutterà in pieno le attrez-zature messe a disposizione dalla Palestra Emotion 110. Tenuto dal maestro Mauri-zio Sardonini il corso verrà strutturato in quattro fasi. La prima fase si svolgerà in piscina dove si eff ettueran-no esercizi di potenziamen-to muscolare in acqua, alla quale seguirà una fase di circuit training (allenamen-to a circuito) che verrà eff et-tuata nella zona del parco. Il circuit training, che uti-lizza sia esercizi a corpo li-bero, quali la corsa, squat, skip, fl essioni e addomi-nali, sia attrezzature del camp (copertoni, corde, palline da tennis, …) con-sente di migliorare contem-poraneamente la forza, la potenza e la resistenza a livello muscolare ma an-che la funzionalità dell’ap-parato cardio-respiratorio. La terza fase dell’allena-

mento al Muay Thai Camp prevede un lavoro più tec-nico di condizionamento delle tibie, dei gomiti e de-gli avambracci addestran-do queste parti del corpo all’impatto con l’utilizzo di sacchi e colpitori e, ad un li-vello più avanzato, con co-pertoni e bastoni per le tibie e palle medicinali per il con-dizionamento dei gomiti. Ultima fase, non meno im-portante, sarà dedicata all’insegnamento, diretta-mente sul ring all’aperto del Dark Angel Team (uni-co ring all’aperto regola-mentare attrezzato a Ter-ni), di tutte le tecniche di combattimento della Muay Thai, che comprendono pu-gni, calci, ginocchiate, go-mitate, prese e leve. Agli esercizi di insegnamento e perfezionamento si al-terneranno fasi di spar-ring condizionato a coppia e combattimenti sul ring. Oltre al combattimento, verranno insegnati i princi-pi fondamentali e la storia della Muay Thai e la Ram Muay, danza rituale pro-piziatoria che ogni pugile tailandese esegue per ot-

tenere un buon esito dall’incontro, ma allo stesso tempo utiliz-zata come forma di stretching per riscal-dare i muscoli e pre-pararli allo scontro. Per prendere parte al camp non occorre al-

cuna attrezzatura, né pre-cedente esperienza nel set-tore degli sport da combat-timento, ed è necessario un abbigliamento comodo e leggero. Il Muay Thai camp rimarrà aperto tutta l’esta-te e la palestra Emotion 110 off re un’intera settimana di prova gratuita a tutti.Chi è il Dark Angel Team ASD:L’attività della Dark Angel Team di Terni, affi liata alla famosa federazione Kom-bat League (organizzatri-ce di eventi di importanza nazionale ed internaziona-le www.kombatleague.net) avvicina al mondo degli sport da combattimento a diversi livelli, consentendo al principiante di raggiun-gere in poco tempo un’ot-tima forma fi sica ed impa-rare utilissime tecniche di difesa personale; all’ago-nista di migliorare la pro-pria condizione atletica ed aff rontare il circuito delle gare di settore, riservando sempre una particolare at-tenzione ai crescenti set-tori giovanile e femminile. Durante le lezioni di gruppo viene data grande importanza alla preparazione fi sica e all’insegna-mento e perfeziona-mento della tecnica individuale che vie-ne seguita personal-mente dal maestro. L’associazione par-

tecipa inoltre regolarmen-te agli stages organizzati dalla federazione naziona-le, che consentono di av-vicinarsi ancora di più alla storia di queste discipli-ne, confrontandosi diret-tamente con pluricampio-ni mondiali di Kickboxing, Thai boxe, K1 ed affi ni. Obiettivo comune è quel-lo di creare un ambiente dove l’agonismo diventi un punto di arrivo di un per-corso collettivo, nel quale agonisti e praticanti tenda-no al miglioramento con-tinuo e al superamento dei propri limiti, in un am-biente di massima sere-nità e rispetto reciproco.

Orari di allenamento e del camp estivo della A.S.D. Dark Angel Team di Terni:

Lunedi/Mercoledi/Vener-di – ore 17.30 - 20.30 pres-so la palestra Emotion Gym 110, Voc. La Romita, TERNI (Struttura del Tennis Club)

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le Ricette1/ Faraona alla narneseIngredienti: per 4 persone, 1 faraona, 3/4 di litro di vino bianco, 3 spicchi d’aglio, 1/2 cipolla , fegatini di pollo, sal-via e rosmarino, limone, olio sale e pepe.Preparazione: Far rosolare i fegatini di pollo con gli odori. Aggiungere un bic-chiere di vino bianco e portare quasi a cottura. Togliere i fegati-ni, passarli, salarli , peparli e tri-tarli. A parte spezzare la faraona e lavarla col vino. Metterla in un tegame aggiungendo tutti gli odori e cuocere fi no a far evaporare l’acqua. Colarla e aggiungere di nuovo tutti gli odori freschi. Ver-sare il vino bianco, unire il limone, coprire e cuocere a fuoco moderato. A cottura ultimata passare il fondo di cottura; rimettere nel tegame la faraona e aggiungere la salsa preparata lasciando insaporire per qualche minuto.

2/ Trote di fi ume al prezzemoloIngredienti: 6 trote di fi ume non troppo grandi; 50 gr di pangrat-tato, 5 cucchiai di succo di limo-ne; olio d’oliva, prezzemolo; sale e pepe.Preparazione: Prendiamo le trote e puliamole accuratamente, togliendo an-che le interiora. Tritiamo abbon-dante prezzemolo e uniamolo al pan-grattato, al sale e al pepe in una terrina. Rimestiamo con cura fi no ad ottenere un composto uniforme. Versiamo il succo di limone ed amalgamiamo. Farciamo le trote con l’impasto ottenuto, cospargiamole d’olio e mettiamole su una griglia doppia. Cuociamo da ambo i lati per circa 6 minuti ognuno. Appena cotte disponiamo le trote su un piatto e versandoci sopra un giro d’olio. Guarniamo con prezzemolo e serviamo.

3/ Gallina ubriacaIngredienti: 1 grossa gallina ruspante, 200 gr di pomodo-rini tagliati a metà, 100 gr di lar-do, 2 spicchi d’aglio, 1 l di Orvie-to secco, olio extravergine d’oli-va, sale e pepe Preparazione: Adagiate la gallina su un battuto di lardo e aglio, circondatela di pomodorini tagliati a metà, sala-te e pepate e aff ogatela nel vino. Coprite ermeticamente mettendo un foglio di carta paglia tra la pentola e il coperchio e appoggiandovi sopra un peso. Cuocete per due ore a fuoco bassissimo.

Vernacolo

Proverbi

É Lungu cend’anni

‘stu candu d’amore

ch’è fattu di giorni

de ‘ n sulu colore

bruciati a tre turni

tra furni e siviere

pe’ ‘n pane macchiatu

di sangue e sudore.

E’ lungu cend’anni

ma è verde de core

‘stu candu che a Terni

non sa de dolore,

e scrie co’ le piaghe

su un nastru d’acciaiu

le righe de ‘ n sacru

poema operaiu.

Spino Biancifi ori

>> Chi se rinnova lu giornu de Maria, è libiru da ogni ma ladia.

>> La donna e lu focu vo’ stuzzicati ‘gni pocu.

>> L’avaru è come lu porcu, è bonu quann’è mortu.

>> Lu stracciusu passa pe’ puzzulusu.

Poema operaiu

a cura di F.P.

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DIRETTORE RESPONSABILEGiancarlo Padula

RUBRICHESabrina Viali / Stefano Spanò / Michela Rosati /Francesco Pone / Maira Nurkhabayeva /F.C. (coordinatrice Facebook) / Francesca De Santis /Patrizia Maria Cavallo/PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEFrancesco Antonelli

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Registrazione Tribunale di Ternin. 5/09 del 18 maggio 2009Tiratura 12.000 copieDistribuzione: Terni Magazine

Chiuso in redazione il 18 giugno 2010

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