Terni Magazine 6

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M A G A Z I N E 6 dicembre 2009 N°6 PUBBLICAZIONE MENSILE - DICEMBRE 2009 - Tassa pagata ISI - aut. DCB / TR / 139/09 DISTRIBUZIONE: POSTE ITALIANE MAICO VINCE LA SORDITA' Apparecchi Acustici - 05100 Terni - VIA A. FLORIANO 1/A-1/B tel: 0744 59597 pag 26 INSERTO SPECIALE Forum sull’Urbanistica pag 10 LAVORO Le occasioni di Natale pag 6 SANITA’ Le soluzioni dei nuovi dirigenti www.ternimagazine.it 64 pagine Per un Anno Migliore

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Terni Magazine numero 6

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M A G A Z I N En° 6dicembre 2009 N°6

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pag 26

INSERTO SPECIALEForum sull’Urbanistica

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LAVOROLe occasioni diNatale

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SANITA’Le soluzioni dei nuovi dirigenti

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e tempeste finanziarie ci fanno trascorrere giorni davvero difficili, hanno stracciato i bilancifamiliari, ed ancor più quelli pubblici. Non esiste nessuna medicina speciale per uscirne fuori,soprattutto in Italia dove i diritti fondamentali sono solo sulla carta. Solidarietà, socialità, benecomune, sono concetti che mal si coniugano con la nostra mentalità egoistica. Con quali diffi-coltà due aziende da sempre concorrenti si potranno fondere per affrontare ed uscire meglio

dalla crisi? Quando mai le banche concederanno prestiti in questi momenti alle imprese per sopravvi-vere, se le regole finanziarie continueranno a permettere utili tripli e veloci rispetto alle attese degliutili delle aziende produttrici? Sec’è un Moloc contemporaneo da ab-battere questo è la fiscalità, che pe-nalizza chi lavora o investe in benireali ed impresa, mentre le bolle fi-nanziarie hanno agevolato le specu-lazioni sulle economie virtuali inconcorrenza con chi trasforma ecrea prodotti. Si delinea sempre piùnetto il divario tra i pochissimi chegodono di privilegi ed il popolo cheè costretto a strapagare mantenen-doli: la burocrazia inutile, le pol-trone politiche, i servizi pubbliciobbligatori in concessione con ta-riffe e balzelli insostenibili per leimprese e le famiglie, i tassi bancari,i carburanti, il gas, le autostrade, itelefonini, gli ipermercati “am-mazza” città e centri storici, l’ener-gia elettrica, le assicurazioni e tuttequelle funzioni in cui si concentraper monopoli e cartelli il potere eco-nomico. Gli enti territoriali Comuni,Province e Regioni ipertrofici e malgestiti ora sono messi alle strettedalle scadenze dei debiti e mettonoall’asta i beni, terreni ed immobili.Da rilevare poi come in questo caso,le procedure a volte non sono chiaree chi si sente escluso dal bando, per-ché oggettivamente non interes-sante, è costretto ad impugnarel’assegnazione perché di lì a pocol’aggiudicatario riesce ad otteneredalla pubblica amministrazione maggiori vantaggi, che invece sarebbero dovuti essere noti già nelbando per avere maggiori offerte. La crisi quindi per alcuni è ancora un affare o quantomeno sembra,ma nulla si fa per una pianificazione strutturale al fine di uscirne tutti in modo indolore.

WEB&BOOKS

Se non si cambianon si esce dalla crisi[L

3TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘09

10 PUNTI PER RILANCIARE LA CITTA’Elenchiamo delle possibili iniziative pubbliche che,oltre a creare direttamente lavoro, getterebbero le basiper una nostra rinascita economica nel sistema nazio-nale e globale. Iniziative che potrebbero rilanciare Ternied il suo territorio:1)Centro fieristico e congressuale localizzato traTerni e Narni o al posto dello Stadio da trasferire

fuori città;2)Collegamenti ferroviari con Roma, con l’Aeroportodi Fiumicino e con Perugia - tempo di percorrenza di40/50 minuti. Completamento della linea ferroviaria:due binari per i treni intercity da Perugia fino aChiusi per l’ asse Roma/Milano;3)Creare un unico centro didattico per tutte le facoltàdell’Università di Terni;4)Costituire un centro di formazione per l’artigianatolavorazione del ferro e del legno;5)Promozione territoriale, rilancio dell’accoglienzaturistica e degli eventi;6)Coordinare finanziamenti europei per la costitu-zione di distretti industriali - vedi il recente consor-

zio per la nautica da diporto;7)Terni città delle acque e dell'acciaio - installazionedi sculture di grandissime dimensioni nella città.Esposizioni a rotazione e mostre d’arte inserite nelcircuito nazionale di arte contemporanea;8)Ricostituzione di una fonderia artistica e di un la-boratorio per i modelli e gli stampi;9)Terni e Rieti sinergie da sviluppare in vista delcompletamento della superstrada e del restauro dellalinea ferroviaria;10)Rivitalizzare il centro città con incentivi agli affitticommerciali, al recupero ed al rinnovamento del pa-trimonio edilizio, nuovi parcheggio con bus navetticon bus navetta.

corsivo

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freedom 2009 AM CO

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Pietro da Terni

Gentile direttore, scrivo ancora sottoshock, dopo la terribile esperienzadell’ ingorgo generato dall’ aver posi-zionato la famosa fiera del Cassero inViale Fonderia, mi chiedo come fannoa scrivere i nostri assessori che hannoricevuto segni di consenso dalla citta-dinanza, quando gli stessi vigili urbanierano sfiniti dalle continue lamenteledegli automobilisti cittadini e non intransito, se così si può dire. E la nostra

Passeggiata ? Il Foro Boario? Eppuresi prevede un bis per la fiera di SantaLucia.

Antonio da Terni

Sono un pensionato che abita al cen-tro, in una modesta e vecchia casa. Ioe i miei amici, tutti sugli 80 anni, ab-biamo l’abitudine di passeggiare echiacchierare per strada. Le ristruttu-razioni degli anni scorsi hanno reso levie e le piazze del centro molto belle.Il problema è la maleducazione degliautomobilisti, che in teoria non potreb-bero nemmeno entrare, ma passanoveloci a rischio di investirci. Di fatto cipassano vicini, quasi sfiorandoci, esenza minimamente rallentare. Cosìquelle che dovrebbero essere ore di

serenità e calore umano vengono in-quinate da questi episodi, anche senon permettiamo che ci sciupino lapasseggiata. Ma possibile che nessunamministratore prenda in mano que-sto problema, rendendo “vera” l’isolapedonale?

Adriana da Terni

Sono la mamma di un bambino rico-verato all’ospedale Santa Maria perun trauma cranico, in seguito a ungrave incidente stradale. All’inizio ab-biamo anche temuto per la sua vita,ma per fortuna sta migliorando a vistad’occhio. Necessariamente sto con luimolto tempo, ma il problema di par-cheggiare è peggiorato drammatica-mente. Quando non trovi un posto nel

piazzale dietro il Sim infanzia comincialo strazio. Dove andare? Ormai sta di-ventando difficile parcheggiare anchenel piazzale della chiesa del quartiereMatteotti! Ma come può andare avantiun ospedale con vie d’accesso e par-cheggi tanto insufficienti?

Giovanna da Terni

Fatti i complimenti al vostro ottimogiornale, vi chiediamo di interessarvicon una vostra inchiesta sul problemadel rogo di Vascigliano di Stroncone.Noi abitanti della zona ancora nonsappiamo nulla sulla pericolosità omeno degli alimenti che produciamo econsumiamo noi stessi. Ci sentiamocompletamente abbandonati dalle au-torità cittadine.

Lettereal Direttore

Ci risiamo: Terni, la “Cenerentola” dell’Umbria. Dimenticatada tutti. Non solo dai regnanti perugini della real casata Lo-renzetti, ma anche dalle Ferrovie dello Stato, che nella loro ri-vista “Riflessi” dedicano un ampio servizio fotografico ricco dinotizie, ai luoghi più caratteristici da visitare in Umbria contanto di itinerari e segnalazione di ristoranti, trattorie e alber-ghi. Todi, Spoleto, Montefalco, Gubbio, Fonti del Clitunno, Fo-ligno. Si segnalano mercatini e specialità culinarie, luoghi perrelax e mondanità. Ma di Terni e del suo comprensorio nean-che l’ombra. E la Cascata delle Marmore? Il Lago di Piediluco?Narni e la sua Festa all’Anello? Le fonti di Sangemini? Il Cen-tro benessere, spirituale ed enogastronomico ex Abbazia SanPietro in Valle? Carsulae? Non esistono. Che questo serviziosia stato ispirato dai soliti perugini? Fatto sta che è a dir pocoscandaloso che Le Ferrovie dello Stato dedichino ben 8 pagineai luoghi più caratteristici dell’Umbria dimenticando le localitàdel comprensorio ternano. E i disguidi di Trenitalia non fini-scono qui, purtroppo. Cominciassero a ripulire i treni: sonosporchi, non curati, c’è gente che, non viaggiando spesso, ri-mane impressionata dalla sporcizia che la circonda quandoè in viaggio. Fanno smorfie, si lamentano ad alta voce guar-dandosi intorno per cercare consensi alle loro lamentele esupporto morale da altri passeggeri.

Scrivete le vostre mail a: [email protected]

TERNI SNOBBATAdalla rivista delle FF.SS.

L‘opinione

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TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘09 5

3 Editoriale4 Lettere al Direttore6/7 Il Fatto8/9 Politica10 Lavoro11 Cultura12/13 Commercio15 Personaggi16 Finestra sul cortile18/19 Psicologia20/21 Salute22/23 Ambiente24 Cronaca26/36 Forum Urbanistica37 Università38/39 L’intervista40/41 Fede & Business42/43 L’evento44/45 Costume e società46/47 Cultura48/49 Arte50/51 Benessere53 Tradizioni54 Dove Come Quando55 Occhio sulla Capitale56/57 Da visitare58 Week End nel Ternano60/61 Corrispondenze62 Gerenza

ommario IN QUESTO NUMEROS

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Secondo i datidella Bii Umbria,il costo per l’ac-quisto di un im-mobile nuovo,nel centro sto-rico di Ternivaria da 2400 a3000 euro almq, nel semi-centro tra 2000e 2400 euro almq, fino a quasidimezzarsi inperiferia conuna forbice com-presa tra 1500e 1800 euro.

Il mercato immobiliareanche a Terni soffre il parti-colare momento di crisi eco-nomica che sta attraversandoil paese. Secondo i dati for-niti alla Camera di Commer-cio della provincia di Ternidalla Borsa Immobiliare del-l’Umbria, nel secondo trime-stre 2009 nell’ambito delcomparto residenziale la do-manda ha privilegiato gli im-mobili di piccolo e mediotaglio, antisismici e a bassocosto energetico, e i prezzisono in leggera flessione.Denuncia Federconsumatoriche il mercato immobiliare èquasi fermo, ma i prezzi non

scendono. Secondo i datidella Bii Umbria, il costo perl’acquisto di un immobilenuovo, nel centro storico diTerni varia da 2400 a 3000euro al mq, nel semicentrotra 2000 e 2400 euro al mq,fino a quasi dimezzarsi inperiferia con una forbicecompresa tra 1500 e 1800euro. Il costo degli immobiliristrutturati è inferiore dicirca 200 euro al mq rispettoal nuovo. Altro discorso vafatto per gli affitti. Pren-dendo come riferimento ilcanone mensile medio di unaunità immobiliare per una fa-miglia di quattro persone,

composta di quattro vanicompresa la cucina abitabile,l’affitto nel centro storico traun minimo di 500 euro e unmassimo di 650 euro, nellazona semicentrale tra le 450e i 500 euro, mentre in peri-feria si attesta tra i 350 e i400 euro; nel caso si tratti diappartamenti arredati gli in-crementi vanno dal 10% al20%. Stando così i prezzi dilocazione, una buona partedei ternani in cerca di casa inaffitto risulta tagliata fuoridal mercato. Il SUNIA, Sin-dacato Unitario NazionaleInquilini e Assegnatari, mo-stra molta preoccupazione

il fatto

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SFRATTIGRIDO D’ALLARME DEL SUNIA

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per la situazione attuale deglisfratti, nonostante sia inter-venuto il Decreto Legge 1luglio 2009 n. 78 che ha ul-teriormente prorogato ilblocco degli sfratti, per par-ticolari categorie sociali e indeterminate città ad alta den-sità abitativa come ad esem-pio Terni, esclusi i casi dimorosità, al 31 dicembre2009. Per il segretario pro-vinciale Rossano Iannoni lapreoccupazione è data dallacrescita esponenziale deglisfratti per morosità arrivatiall’80% mentre gli sfratti perfinita locazione, quelli chesono stati prorogati, sono il

20%. Questo fenomeno èstato alimentato dalla cre-scita negli ultimi 10 annidegli affitti degli immobilidel 120-130%, causato da treelementi esplosivi: la legge431/1998 che ha istituito illibero mercato, la mancanzadi risposte dal Pubblico, in-fine il fenomeno dell’immi-grazione. Purtroppo le fascepiù deboli, che hanno un red-dito lordo mensile inferioreai 1000 euro, non rientranoin questo mercato e deve in-tervenire lo Stato. Coloroche sono sopra i 1000-1200lordi mensili possono usu-fruire di interventi in agevo-lato, ossia privati cheinsieme al pubblico devonocostruire appartamenti a ca-none concordato in base allaL. 431/98 art. 2, 3°co. Ciòpermette a questa secondafascia di rientrare nel mer-cato. Il legislatore attentonon può rifarsi a logiche dimercato che non esistonopiù, deve trovare soluzionivalide. La regione Umbria,per la grave situazione diemergenza degli affitti, staistituendo un’ Agenzia Re-gionale dell’Affitto, che avràil compito di trovare nelmercato libero fino a 50 ap-partamenti. L’agenzia saràgestita dall’ ATER , con ac-cordo tra privati e ATER,dove questo sarà garante delcontratto, in caso di diffi-coltà economiche dell’affit-tuario che si prolungano finoa tre anni, può intervenirefino a 250 euro al mese e puòpagare la morosità fino a 6mesi limitatamente al primoanno, inoltre sarà garantedella parte normativa. La re-gione Umbria per stimolarela disponibilità dei proprie-

tari ad affittare a canoneconcordato, dà loro a fondoperduto 1500 euro, ed è laregione attraverso l’ATER aversare la cauzione equiva-lente a 2 mesi di canone.“Questo provvedimento siinserisce nella situazione diemergenza”, dice il sinda-cato SUNIA, “che spera cheentro la fine dell’anno ven-gano emanate le normativedella legge che ha istituitol’Agenzia, visto che i fondiper tre anni sono stati trovati,circa 4,5 milioni di euro inproporzione suddivisi traTerni e Perugia”. La regioneUmbria, inoltre, dal 2005 al2010 ha sviluppato due pianiPOA, Piano Operativo An-nuale per l’edilizia, inve-stendo circa 140 milioni dieuro per questa politica d’in-tervento pubblico-privatoche permetterà d’immetterenel mercato abitativo a ca-none concordato circa 3500appartamenti tra Terni e Pe-rugia. A Terni una parte sonostati già consegnati nel 2008e 2009. “Questi sicuramenteincideranno a calmierare icanoni d’affitto”, affermaIannoni, “E’ la strada da per-correre per quei soggetti chehanno un reddito lordo circadi 15000 euro l’anno. Per glistrati più bassi di redditosolo lo Stato può intervenire,ma da circa 10 anni vengonosoddisfatte il 5-6% delle do-mande fatte con i bandi pub-blici per l’assegnazione dicase popolari. A Terni su 600domande si assegnano solo40- 50 case. E’ una situa-zione grave.”

Sabrina Viali

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Fine anno tempo di bilanci. I citta-dini ternani vogliono un quadrocompleto della situazione finanzia-ria comunale e si chiedono cosa liaspetti per il futuro. La persona piùindicata a rispondere è sicuramenteil vicesindaco e assessore al bilancioLibero Paci.

F ineanno tempo di

bilanci. I cit-tadini ter-n a n ivoglionoun qua-d r oc o m -p l e t odella si-t u a -z i o n ef i n a n -z i a r i ac o m u -nale e si

chiedonocosa li

aspetti per ilfuturo. La

persona più in-dicata a rispon-dere èsicuramente ilvicesindaco e as-

sessore al bilancioLibero Paci. Già a fine set-tembre, in occasione del-l’equilibrio di bilancio per il2009, il vicesindaco avevadettato una sua ricetta perappianare il bilancio: conte-nimento delle spese nonobbligatorie, ridimensiona-mento delle spese non co-perte già con impegni dispesa, selezione degli inve-stimenti nel Piano Triennaledelle opere pubbliche, alie-nazione dell’area di via Al-fonsine e recuperodall’evasione fiscale. “At-tualmente”, esordisce il vice-sindaco Paci, “la spesa è dicirca 116 milioni di euro. In

essi sono ricomprese le spesefisse, gli allegati obbligatoritra cui il pagamento degli sti-pendi dei dipendenti comu-nali, il pagamento dei mutuiaccesi, i canoni d’affitto pergli edifici comunali, vi fannopoi parte le destinazioni vin-colate e c’è un 20% di spesasu cui si può intervenire,comprendente gli interventisociali, scuola, eccetera... Adoggi le entrate non garanti-scono una serie di esercizi fi-nanziari e per avere ilpareggio di bilancio, si de-vono attuare politiche dicontenimento e veri e propritagli . Negli anni passati sierano avuti consistenti tra-sferimenti erariali da partedello Stato, riguardo all’Ici,molto si era recuperato dallaTARSU, ora Tariffa IgieneAmbientale e dall’evasionedell’ICI”. In quest’ultimocaso, bisogna spiegare sisono obbligati i cittadini ter-nani al pagamento dell’im-posta ICI dove prima non eraprevista, come su aree dive-nute edificabili e con effettoretroattivo. “Certo”, am-mette il vicesindaco Paci, “lapressione fiscale è eccessiva,

politica

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LA RICETLIBEper risanare il

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di fatto però i comuni toltal’ICI, non hanno capacitàimpositiva, per il resto appli-chiamo la legge. Il nostroimpegno è non aumentare letariffe dei servizi di nostracompetenza quali serviziscolastici, lerette dellescuole materne,ecc., mentre al-cune tariffesono adeguateper legge comela TIA. Al mo-mento attuale sisono notevol-mente ridotti it rasferimentierariali dallostato, come co-mune siamostati penalizzaticon il tagliodell’ICI primacasa per un21% rispetto aquello che in-cassavamo, ilf e n o m e n odell’evasioneed elusione tri-butaria si è an-dato esaurendol’unica stradache ci rimaneda percorrere èil contenimentodella spesa, noneliminando sologli sprechi, mae f f e t t u a n d otagli.” Il co-mune ha effet-t u a t oun’operazione‘straordinaria’ quale l’aliena-zione dell’area di via Alfon-sine, che ha permesso diincassare 8-10 milioni dieuro. Il vicesindaco Pacipropone la sua ricetta: “Il co-mune sopporta una situa-zione onerosa per i canonid’affitto che incidono per 2

milioni di euro l’anno, pen-siamo di eliminarli a fine2010 con il trasferimento ditutti gli uffici nel palazzo invia di completamento aCorso del Popolo. Vogliamoattuare una riorganizzazione

del personale che nel tempoporterà ad un graduale ridi-mensionamento degli orga-nici. Molto ci costa anche lagestione degli impianti spor-tivi, vogliamo far comparte-cipare ad alcuni costi lesocietà utilizzatrici, valutan-done la diversa natura. Si

propone di rivisitare la spesariqualificandola, senza indie-treggiare rispetto a quei li-velli di eccellenza raggiunticome ad esempio nei serviziscolastici od altro.” Chie-diamo con quale ottica è

stata proposta la nomina delnuovo direttore generaleAldo Tarquini. Visti i tempidi ristrettezze economiche, ilvicesindaco ritiene “necessa-rio mettere in campo unacompetenza come la sua, cheha il pregio di conoscere lacittà e la macchina comu-

nale, in vista della program-mata riorganizzazione.” Il ti-more dei cittadini è che siabbia il pareggio di bilancio,ma che poi la politica diblocco degli investimenti ri-schi di far perdere molte oc-

casioni allacittà. Il vicesin-daco Paci so-s t i e n e : “ E ’necessario con-fermare il pattodi stabilità,certo gli inve-stimenti subi-ranno molterestrizioni, ciònon toglie chedobbiamo ef-fettuare la ma-nutenzione delpatrimonio giàesistente per ildecoro dellacittà e poi lapriorità riguar-derà la messain sicurezza ditutti gli edificiscolastici e sene prevede lacostruzione dinuovi a BorgoBovio e Gabel-letta. Un’altrastrada è l’atti-vazione di fi-nanz iamen t iprivati, comequelli che cipermetterannodi riqualificarela piscina diViale dello Sta-dio, che diven-

terà un centro polivalente eper la quale è stata concessala gestione per 29 anni.Ugualmente si dovrebbepensare al palazzetto dellosport.”

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TTA DEL VICESINDACOERO PACI

buco del bilancio in comune

Sabrina Viali

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Eccoci qua, di nuovo adun mese dalla festa più attesa, so-prattutto per i bambini: il Natale!!È vero che la crisi c’è, ma in que-sto periodo dell’anno il protago-nista principale è il consumismo,

dunque è sicuramente più sem-plice trovare un lavoro. Le oppor-tunità variano: dall’insegnante disci in montagna, al vetrinista; dalcameriere al commesso; oppureper chi ama stare con i bambinidiventare per un paio di giorniBabbo Natale o la Befana, altri-menti più semplicemente fare ibaby sitter. Insomma, non è dettoche bisogna per forza recarsi inmontagna per trovare una piccolaoccupazione, basta anche fermarsisotto casa!!! Ogni attività com-merciale aumenta il personale: igrandi magazzini, gli alimentari, ifiorai, i call-center. Per queste oc-cupazioni la retribuzione varia, unvetrinista può guadagnare anche3.000 euro, mentre Babbo Natalee la Befana, che si fanno fotogra-fare con i bambini possono incas-sare per due ore circa 50-100euro. Anche le baby sitter in que-

sto periodo dell’anno sono moltorichieste, soprattutto per le seratein cui i grandi si dilettano a gio-care a carte.Ecco alcuni spunti:-In Umbria, a Perugia, la Pinkani-mation cerca ragazzi disposti adimpersonare Babbo Natale per lanotte del 24 dicembre e la mattinadel 25. Ottima retribuzione, in-viare c.v. con liberatoria sul trat-tamento dei dati personale a:[email protected]. Per chiha la possibilità di spostarsi, altreaziende cercano animatori: in Pie-monte, [email protected];in Lombardia, [email protected]; a Milano,[email protected]. -Per coloro che scelgono la mon-tagna e la neve: insegnanti di sci,animatori o semplici camerieri inalberghi, è opportuno inviare il

c.v. alle agenzie specializzatecome la Valtur. Per la retribuzionesi passa dalle 850 euro per le man-sioni più semplici ai 1.750 euro.-In Sicilia, la Holiday Anima-zione, azienda di Trapani, cercaanimatori da inserire presso lestrutture turistiche siciliane per la-voro a Natale, Capodanno ed Epi-fania. Le figure più cercatesono: animazione, assi-stenti bambini,inse-gnanti difitness e diballi latino-americani,h o s t e s s ,t e c n i c iaudio eluci, sceno-g r a f i ,maghi, ca-barettisti.

Per chiunque fosse interessato èopportuno inviare un c.v. a [email protected] i grandi magazzini comeCoin, Gruppo la Rinascente,Upim cercano personale; per can-didarsi è opportuno mandare c.v.ai from dei rispettivi siti Internet.-Se amate stare con i bambini,negli ultimi anni sono nate delleagenzie di baby sitting, da contat-tare se interessati a questo tipo diimpiego.-Per coloro che invece, un lavorogià ce l’hanno, ma vogliono co-munque rendersi utili, è possibilededicare un po’ del proprio tempoall’iniziativa di volontariato: LeMani Tese, che si svolgerà dal 6al 24 dicembre. I volontari do-vranno impacchettare i libri ac-quistati dai clienti in tutte lelibrerie Feltrinelli d’Italia, racco-

gliendo deifondi, destinatial sud delmondo. Per in-formazioni:

[email protected], tel. 02/4075165.Molti giovani amano spesso par-tire verso ‘terre sconosciute’ pertrovare fortuna, perché non a Na-tale? In Inghilterra c’è una sva-riata richiesta di lavoro:-Great & Grottos cerca personaleper il ruolo di Babbo Natle pressol’Osterley Garden Centre Chri-stmas Grotto. Si offre un’ottimaretribuzione.-Molte famiglie cercano baby sit-ter per il periodo dal 23 dicembreal 3 gennaio, consulta le offerte suBabysitting in London, Babysit-ting Jobs e Free Childcare.-Harrods, il più famoso dei grandimagazzini inglesi cerca candidatiper il suo Wine Shop (Angolo chevende il vino). È richiesta cono-scenza e dimestichezza con il pro-dotto.-Manpower cerca addetti alle spe-dizioni; Adecco cerca camerieri;Insurance 4 Retirement cerca ad-detti al call center, per maggioriinformazioni cerca sui siti delleagenzie interinali.

Insomma, di scelta ce n’è,auguriamo a tutti un buonlavoro!!

Mariana Ribeca

lavoro

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ARRIVA IL NATALE E CON ESSO

NUOVE OPPORTUNITA’LAVORATIVE.

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Nel periodo natalizioviene accesa la stellacometa più grandedel mondo: 49.000mq ed una codalunga 280 m, 81lampade e 10 km dicavi elettrici. Nelpaese sono visibiliresti di mura e torridella rocca medie-vale.

Leggende e Personaggi."Miranda" significa "da ve-dere": il toponimo si riferisceal vasto panorama che sigode da questo sito.

Nel periodo natalizio vieneaccesa la stella cometa piùgrande del mondo: 49.000mq ed una coda lunga 280m, 81 lampade e 10 km dicavi elettrici. Nel paese sonovisibili resti di mura e torridella rocca medievale.

Leggende e Personaggi:"Miranda "significa "da ve-dere": il toponimo si riferisceal vasto panorama che sigode da questo sito.-Tematismo: “L'altro parti-colare” (priorità 3)-Sub tematismo: “Sacro eprofano” (priorità 2)- Tematismo: “Natura e Am-biente” (priorità 3)-Sub tematismo: “Punti pa-noramici” (priorità 3)Comune: Terni.Tempo medio di visita: 15minuti.Distanze: 11 km da Terni; 22km da Narni; 36 km da Ame-lia; 86 km da Orvieto.

La “Stella di Miranda”verrà accesa quest’annosabato 15 dicembre:

la posticipazione rispetto alpassato – la data tradizionaleè sempre stata l’8 dicembre– è dovuta al prolungarsi del-l’intervento di manutenzioneche è stato effettuato sulla“testa” della cometa e che,per la sua complessità, si è

protratto oltre il tempo pre-visto.Nel dettaglio, il progetto hacomportato la sostituzionedi 40 sostegni metallici conaltrettanti supporti in acciaiozincato, dotati di uno snodonella parte inferiore per age-volare il cambio delle lam-pade e di 42 corpiilluminanti con dispositivi adelevata efficienza, di caratte-ristiche illuminotecnicheomogenee a quelle della“coda”.Si è proceduto inoltre al rifa-cimento di parte della lineaelettrica di alimentazione,per uno sviluppo di circa 600metri, con cavo dotato didoppio isolamento e di pro-tezione meccanica anti-schiacciamento.Il costo dei lavori è stato paria 45 mila euro, sostenuto per30 mila euro dall’Ammini-strazione comunale, per 10mila euro grazie ad un con-tributo concesso da UmbriaEnergy – il cui presidentePiero Sechi ha voluto cosìriaffermare concretamente ilradicamento sul territorio

dell’Azienda – e, per la re-stante parte, dall’ASM.Va comunque ricordato chenel 2000 il Comune e l’ASMgià intervennero per il rifaci-mento della “coda” della co-meta, con una spesa di circa130 milioni di vecchie lire.“La Stella di Miranda - sot-tolineava il Sindaco PaoloRaffaelli - commentandol’accensione del 15 dicem-bre, guida verso Terni findall’imbocco della Conca, aSan Pellegrino. E’ l’em-blema della città accogliente,sicura e solidale ed è perquesto che abbiamo ritenutonostro dovere impegnarci di-rettamente, e con il supportodelle Aziende locali del-l’energia, per farla splenderesempre meglio.” Una testi-monianza non effimera néconsumistica, ma anzi laconferma di un impegno ci-vile per la legalità, i diritti, ilsostegno sociale, che costi-tuiscono forti elementi di ca-ratterizzazione identitariadella nostra comunità.

WEB&BOOCKS

di Francesco Pandolfi

cultura

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A MirandaLA STELLA PIU’GRANDE DEL MONDO

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T erni, la città dei supermercati. Mentrei piccoli negozianti del centro cittadino a fatica ar-rivano al bilancio di fine anno e non si impongononella GDO (Grande Distribuzione Organizzata).

Ma esiste ancora la bottega sotto casa?Quella che ha tutto, anche il pro-

dotto dimenticato all’ul-timo momento?

Girando perle vie delcentro lo ab-biamo chie-sto ai

n e g o z i a n t iche a Ternioperano da

decenni e chipiù, chi menosono cono-

sciuti da sem-pre. A pochi

passi dal centro impe-rano le varie catene: Coop,

Conad, GS, IperStanda, Eurospin,Todis e Superconti (con circa

36 punti vendita). “Ci la-sciano affogare e pre-

sto chiuderemo”, èdi Olinda Marini,del negozio Massa-

rini Tartufi in Viadella Biblioteca 8, da73 anni sulla piazza

ternana con una li-cenza storica di oltre

100 anni, “da quando sono en-trate in funzione le telecamere per la

ZTL i clienti sono diminuiti e pensare che io ne hoche vengono da Roma!” Il problema sembra essersispostato dalla GDO alle disposizioni comunali inmateria di traffico. Infatti anche Rosalba Milli dellaAlimentari Fiordilatte, in via 1° maggio, 41 anni inattività, lamenta la stessa cosa: “Da quando sonostate introdotte le telecamere, circa cinque anni fa,la clientela è diminuita subito del 30%, oggi siamoarrivati, grazie anche al proliferare dei vari super-mercati ad una diminuzione del 50%, non ci restache chiudere.” Dure le critiche nei confronti del-l’amministrazione, sia per le concessioni che per la

chiusura del centro al traffico. “Il negozio di paese”,continua la Massarini, “può evitare di esistere e al cen-tro resteranno solo i cinesi. Mi meraviglio dell’Ammi-nistrazione Comunale che permette una situazione diquesto tipo e non cerca di recuperare al meglio il cen-tro”. Puntare sulla qualità oppure sul prezzo? Potrebbeessere un’alternativa, che non funziona sempre. “Cer-chiamo di essere competitivi sul prodotto, puntandoall’esclusività o sul prezzo riducendolo fino all’ossoper evitare di essere considerati troppo pretensiosi”,spiega la signora Antonella da 11 anni lungo CorsoVecchio con la sua bottega di dolciumi,vini, tisaneria earticoli da regalo, “poi succede che lo stesso prodottoarriva anche al Supermercato oppure nei mercatini al-lestiti durante il periodo natalizio, che rappresental’unico momento dell’anno per poter risollevare un po’le finanze.” “Speriamo che i nostri amministatori ria-prano il centro”, incalza la signora Milla, “ma anche seciò dovesse avvenire, purtroppo per recuperare quelloche si è perso in poco tempo ci vorrebbe un periodomolto lungo. Insomma, a conti fatti dopo 5 anni di chiu-sura della ZTL, a livello commerciale ci vorranno al-meno 10 anni, quindi il mio auspicio è che ciò avvenga

commercio

TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘0912

PROTESTANO I COMMERCIANTI DEL CENTRO:

I SUPERMERCATIci stanno togliendo l’ossigeno

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al più presto.” Allora che fare? Magari decen-trare la propria attività con l’apertura di unaltro punto vendita. E’ il caso di Renato Carnida 40 anni in Piazza del Mercato, da un annoanche in Via Lungonera Savoia. “Non è pos-sibile lavorare così”, afferma Laura la nipotedi Renato, “noi siamo noti per le nostre carni,salsicce, prosciutti, e vantiamo la macella-zione ancora come si faceva una volta, laGDO non può offrire questo. La qualità è di-versa, non possiamo pagare le costolette dimaiale al supermercato meno della metàsenza pensare a cosa mettiamo in bocca.Quindi il confronto è inevitabile, parliamocichiaro, perchè andare dal piccolo alimentariquando all'ipermercato lo stesso prodottocosta la metà? Bisogna però precisare, cheipermercato e piccolo alimentari, cosi comeipermercato e supermercato, non sono in con-correnza tra di loro perchè rappresentano unaofferta diversa.” Sembra che i piccoli detta-glianti a questo punto abbiano a loro disposi-zione due scelte: morire o cambiare. Ilcambiamento dovrà consistere in una fortespecializzazione; il piccolo alimentari dovràtrasformarsi e diventare una "Bottega delle ti-picità", vendendo prodotti prettamente carat-teristici del territorio, totalmente biologici,prodotti rari da trovare e particolari. Oppurespecializzarsi in una categoria di prodotto:oli, vini, formaggi, ecc. Quali sono quindi ivantaggi dell'alimentari? Il prezzo? No. La vi-cinanza? Non più. La fiducia? Forse. La fidu-cia è un fattore che ancora regge ma nondurerà per molto. L'anziano va dal macellaioche conosce da una vita, è più un amico cheun venditore. Il cliente fidelizzato difficil-mente abbandona la strada vecchia per lanuova, ma la nuova generazione non ha le-gami con lui, tanto meno i giovani. Inoltre latendenza per tutti, soprattutto in questo pe-riodo di crisi, è quella di risparmiare, a disca-pito purtroppo della qualità.

Adamo Campanelli

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Sono stati solenne-mente inaugurati sa-bato al Santuario diSan Francesco i lavoridi restauro della torrecampanaria.

IL RESTAUROIl restauro del campanile delSantuario di San Francescoha interessato sia la partestrutturale che artistica delmanufatto e ha richiesto cin-que mesi di lavori. I lavorisono stati finanziati dalfondo otto per mille dellaconferenza episcopale ita-liana, dai fondi della presi-denza del consiglio deiministri, dalla fondazioneCarit e dalla parrocchia.Dopo una prima fase di at-tenta pulitura delle superficiesterne e della rimozione diframmenti e blocchi in peri-colo di caduta, sono stati ef-fettuati lavori diconsolidamento, riempi-mento e adesione dei distac-chi dei blocchi di pietrasponga ad iniezione conmalta, stuccature e integra-zioni. Un intervento particolar-mente delicato e complessoche ha richiesto moltotempo per la consistenza deimateriali da rimuovere insuperficie, estranei al conte-sto costruttivo originario. Tutte le fratture, le fessure ele cavità più profonde tra iblocchi di pietra sponga,sono state riempite con stuc-cature di profondità.Per quanto attiene alla parteartistica del campanile ca-ratterizzato da una cornicedi maioliche verdi e azzurresi è provveduto ad un inter-vento di parziale sostitu-zione. Lo stato diconservazione dei manufattidegradati ha imposto un in-tervento di rimozione, reso

estremamente complicatodalla gran quantità di ce-mento immesso posterior-mente come adesivo tracorpo ceramico e substratomurario. Si è optato per unintervento di rifacimento daparte di un ceramista profes-sionista di circa trenta pezzi. Il campanile di San France-sco è stato elevato nel 1445su progetto di Antonio daOrvieto, che pensò di alzare

una struttura visibilmentemedievaleggiante, similealle torri difensive con loschema romanico dei pianiparalleli sovrapposti, conaperture gradatamente piùampie man mano che si sale.Queste sono decorate da in-serti lapidei in travertinobianco sui quali sono scol-

pite delle misteriose simbo-logie. La torre campanariadel santuario misura un’al-tezza massima di circa 37metri, costituita da pietrasponga locale e travertinoper alcuni blocchi inseritinegli spigoli, sugli stipitidelle aperture e lungo il pa-ramento murario. Le colon-nine ed i capitelli delle biforee quadrifore sono in pietra

sponga con alcuni innesti intravertino bianco. Lo schemacomposito è diviso da cor-nici orizzontali marcapianoche delimitano tre moduli ar-chitettonici sovrapposti, deiquali l'ultimo è caratterizzatoda evidenti quadrifore, incorrispondenza della cellacampanaria.

Quattro sono le campane chevi sono appese. La maggioree la più piccola sono delXVIII secolo, mentre lamezzana risale al 1831. Unacuriosità riguarda invece laquarta campana: fusa nel1953, battezzata col nome di“Santa Maria”, è stata instal-lata in segno di riconoscenzaalla Vergine per aver salvatola chiesa da un ordignoaereo, rinvenuto nel 1944

davanti all’altare maggiore,dove si trovava la statuadella Madonna Ausiliatrice,che rimase inesploso. Disin-nescato dagli artificieri della“Terni” venne in parte fusocon il bronzo della nuovacampana. Ora le campanenon suoneranno più finché lastruttura non sarà restauratacompletamente.

Web & BooksTERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘0914

nuovo look per il campanile di

S. FRANCESCO

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personaggi

PROTAGONISTIdella vita del comprensorio

Giuseppe CapiatoCon la scomparsa di Giuseppe Capiato, a 76 anni, Terni perde unadelle sue figure più rappresentative. Si tratta di una figura storicamolto popolare nella nostra città. Impegnato nel mondo associativoe istituzionale, era da anni l'anima del Cantamaggio, studioso e cul-tore allo stesso tempo della festa popolare per eccellenza dei ternani.Capiato, fin dalla sua costituzione, è stato il presidente dell'Ente,nella sua attività la passione e l'amore per la città si univano allasalvaguardia delle tradizioni popolari più autentiche, con un occhiosempre più vigile e attento alle mutazioni e alle inovazioni del tessutosociale.

Poliziotto indaga su se stessoUn magistrato del Tribunale di Terni sarebbe riuscito a delegare leindagini a un ispettore di polizia su un procedimento in cui quest’ul-timo figurava come indagato. L’agente avrebbe indagato su sestesso, chiedendo e ottenendo la propria assoluzione. Incredibile mavero, il pm del processo non s’è accorto dell’anomalia, tanto che hachiesto l’archiviazione. Una leggerezza, spiegano nei corridoi delPalazzo di Giustizia della città umbra, probabilmente dovuta al so-vraccarico di lavoro. Ricapitolando, un ispettore della Procura ter-nana era indagato, in seguito a una denuncia insieme con un’altrapersona, per una serie di reati dalla calunnia all’abuso d’ufficio. Ilmagistrato competente attribuisce all’interessato gli accertamentisul caso. Dopo qualche settimana, il poliziotto arriva alla conclu-sione, scontata, che le accuse contro di sé sono infondate. Il pubblicoministero non batte ciglio e chiude il caso. (Fonte - Il Giornale.it)

Maria Rita LorenzettiPer una volta la Lorenzetti non fa la prima donna… Eprotesta.“Forse sarò legata a vecchie concezioni dei rapporti fraistituzioni ma, un tempo, quando un Ministro della Repubblica si re-cava in una Regione, i vertici di quest'ultima ne venivano informatiper una logica di riguardo istituzionale. Peccato che ciò non sia av-venuto in occasione della partecipazione del Ministro per le infra-strutture, Altero Matteoli, all'ottimo convegno organizzatodall'Università di Perugia sul tema: Le infrastrutture come volanodello sviluppo economico". La Lorenzetti avrebbe voluto porgere alMinistro alcune domande relative allo stato dei lavori per alcuneopere molto importanti per l'Umbria.

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Aldo TarquiniProblemi di risparmio, di inopportunità politica, proprio mentre si discutea Palazzo Spada del buco nel bilancio provocato dall’inoculata gestionedelle precendenti amministrazioni di sinistra. Queste le cause principali chehanno fatto esplodere una rovente polemica in seguito all’annunciata no-mina, da parte del sindaco Leopoldo Di Girolamo, a direttore generale delComune di Terni l’architetto Aldo Tarquini, fido guardiano dello strapoteredella sinistra piu’ retriva ternana. Contrari alla nomina anche i sindacati.“Incredibile - afferma e attacca Gino Venturi, responsabile della Uil fun-zione pubblica - dopo aver speso inspiegabilmente 6-700 mila euro per rot-tamare dirigenti (Benedetti, Rapisarda, Semproni e Belinci),l’amministrazione continua a sprecare soldi per la dirigenza senza alcunmotivo.”

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non disponibilità del rappre-sentante della Curia. Oggi ilfatto nuovo è invece propriol’impegno della Curia perconto della Parrocchia cheva ad aggiungersi a quellorinnovato degli altri enti ecosì finalmente iniziamo aparlare di tempi e di pro-grammi di lavoro”.“Quando il 29 settembre”,dice Cinzia Fabrizi, “presen-tai, insieme ad altri consi-glieri della Lista Baldassaree del PDL, un atto di Indi-rizzo per richiamare l’atten-zione sulla situazione diPorta Sabina nel paese diCollescipoli, non mi aspet-tavo da parte dell’ammini-strazione, dopo trelunghissimi anni di inatti-vità, una risposta in tempicosì brevi. Invece ora laGiunta ha annunciato di averraggiunto un accordo di cuituttavia non sono stati riferitii dettagli.” “A questo punto”,conclude la Fabrizi, “l’am-ministrazione ha assuntopubblicamente un impegnoimportante: spero proprioche, nell’interesse dei citta-dini, lo rispetti nei tempi in-dicati. In caso contrariodovrà renderne conto al con-siglio e a tutti i ternani”.

Web & Books

cultura

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la finestrasul cortile

PORTA SABINALA STORIA INFINITAIl comune promette i lavori

I lavori per il con-solidamento di Porta Sabinaa Collescipoli e per la suariapertura al transito di vei-coli e pedoni prenderanno ilvia all'inizio del 2010. Lo hacomunicato ieri sera il sin-daco al consiglio comunaleche si apprestava a discuteredue atti proprio su tale que-stione, presentati da MarcoVinciarelli (Pd) e da CinziaFabrizi (Lista Baldassarre).L’amministrazione comu-nale ha fatto sapere di averraggiunto il 14 ottobrescorso un accordo con laCuria, la Sovrintendenza e laparrocchia di Collescipoliper la ripartizione dei lavorie degli oneri.Per questo i presentatoridegli atti hanno deciso dipredisporre un nuovo dispo-sitivo condiviso che è statoinserito nell'atto approvatoall’unanimità dal consigliocomunale."Preso atto della comunica-zione del sindaco – vi silegge – il consiglio comu-nale impegna lo stesso sin-daco e la giunta a fare quantodi sua competenza per realiz-zare l’accordo quanto primae nelle modalità previste e ariferire in consiglio in meritoall’attuazione e alla realizza-zione dei lavori".“L’accordo”, ha dichiaratoMarco Vinciarelli, “giungealla fine di un percorso cheha visto sempre parte attival’amministrazione comunalee la sovrintendenza, gli unicidue enti che ad oggi hannoeseguito i lavori. Il 21 mag-gio ci fu un incontro cui par-teciparono i soggetticoinvolti compresi i rappre-sentati della nona circoscri-zione. Allora non fupossibile raggiungere l’ac-cordo per l’atteggiamento di

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Così scrive una giovane diTerni su un noto sito inter-net: “Ho 31 anni, sonolaureata e pluriformatacol massimo dei voti, mache ve lo dico a fare... Vivouna situazione drammati-camente uguale a quelladi tantissimi miei coetanei,sono qualificata e sottopa-gata, faccio un lavoro chemi gratifica, ma che mi ga-rantisce intorno ai 700euro, lavorando anche nelweekend. Guardando lamia situazione mi rendoconto dell'anomalia deigiorni nostri, che ci fa vi-vere nell'eterna incertezzae nell'eterno indefinito, acausa di queste condizionilavorative.”

Una storia fra letante raccontante sul web,sentite per strada, in fami-glia, alla televisione.I lavoratori atipici in Italiasono circa 3,5 milioni. Sonoimpiegati a termine, interi-nali, collaboratori, stagio-nali, tutti accomunatidall’instabilità del posto dilavoro. E si ammalano dipiù: secondo l’ultimo rap-porto Eurispes, il 60% sof-fre di ansia e stress.Del resto, essere lavoratori“flessibili” implica un conti-nuo adattamento a condi-zioni e contesti differenti, intermini di competenze, rela-zioni sociali, tempi e aspet-tative circa il futuro.Il bicchiere è mezzo pieno omezzo vuoto? Alcuni indivi-dui riescono a trasformarequesta situazione in qualcosadi positivo, interpretando laflessibilità come uno stimoloa migliorarsi. Sono general-mente persone con unagrande fiducia in se stesse,disposte a sopportare la fru-strazione e a sfruttare ognioccasione di crescita. Peraltri, tuttavia, le cose nonvanno affatto così. Passareda un posto di lavoro all’al-tro, con l’unico obiettivo diriuscire a sbarcare il lunario,può portare la persona a sen-tirsi davvero precaria, ancherispetto alla propria identità.Non si sa bene quale sia ilproprio posto nella società.Ci si sente sottovalutati e co-stretti ad impegnarsi in qual-cosa in cui non si crede,eternamente in bilico fra ildesiderio di mollare tutto el’ansia di essere mollati. La

paura del licenziamento odel mancato rinnovamentocontrattuale induce spesso adaccettare le condizioni piùbieche, corrodendo poco apoco l’autostima. Dice unastagista di 27 anni: “Tremosolo a pensare che cosa faròdopo questo stage”. Le con-

tinue preoccupazioni e fru-strazioni sono fonte dinotevole stress, che spesso sitraduce in un disturbo d’an-sia, come il disturbo di pa-nico, o addirittura indepressione, soprattuttonegli intervalli tra un’occu-pazione e l’altra. Ecco comecommenta la sua situazione

psicologia

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PRECARIATO ANSIADifendersi dai perversi meccanismi psicologici legati alla flessibilità sul lavoro

A cura della Dott.ssa Michela RosatiPsicologa e [email protected]

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un concittadino di 34 anni:“Delusione totale! Mi sonolaureato, ho studiato, pagatole tasse, mi sono negato i di-vertimenti e che ho otte-nuto? Una vita di privazionenegli anni più belli e un fu-turo nero!” Credere in sé enei propri obiettivi: i consigli

per non sentirsi “precari den-tro”. Provare rabbia, paura etristezza è del tutto normalequando ci si confronta consituazioni stressanti, ma nes-suno è destinato a diventarevittima delle proprie emo-zioni spiacevoli.Quando si è arrabbiati e sco-raggiati, quasi paradossal-

mente, si finisce con l’attri-buirsi tutta la colpa dell’in-successo professionale.Invece, i precari, espertinell’affrontare una societàtanto complessa, devonosentirsi orgogliosi di se stessie credere di poter forgiare ilproprio destino. La determi-

nazione e la forza d’animoche dimostrano quando, adesempio, decidono di mettersu famiglia, nonostante tutto,sono aspetti della personalitàsui quali si può e si devepuntare. Anche nei momentidi crisi, quindi, lasciarsiprendere dallo sconfortoserve solo a peggiorare la si-

tuazione. La mossa vincente,invece, consiste nell’aprirsialla consapevolezza cheansia, delusione e umorenero, capaci di influenzarepesantemente anche l’atteg-giamento nei confronti dellavoro, sono stati d’animoche possono essere comple-tamente ribaltati. Esistono alcune tecniche,come quelle derivate dallapsicoterapia cognitivo-com-portamentale o da altre bran-che della psicologia, cheaiutano a cambiare glischemi mentali, emozionalie di comportamento, consen-tendo alle persone di speri-mentare una vita piùsoddisfacente, più completae più ricca. Ognuno ha una sua idea disuccesso, ma tutti possonoraggiungerlo, anche in tempidifficili come questi.

Per liberarsi di stati interioridannosi e controproducenti èimportante quindi:

1.Sapere che questo è sem-pre possibile.

2.Individuare i propri va-lori e i propri obiettivi.

3.Cercare l’aiuto di per-sone che possano fungereda modelli positivi

4.Puntare sul proprio be-nessere psicofisico

5.Celebrare i piccoli suc-cessi.

6.Coltivare interessi e pas-sioni al di fuori del posto dilavoro.

7.Dedicare spazio alle rela-zioni interpersonali, cre-ando una rete di sostegno.

E proprio sul grande valoredelle relazioni, SimonettaPiccone Stella, sociologadell’Università di Roma “LaSapienza” e autrice del libro“Tra un lavoro e l'altro. Vitadi coppia nell’Italia postfor-dista”, ha condotto un’inda-gine, intervistando 156coppie, formate per la mag-gior parte da persone tra i 30e i 40 anni. Afferma la pro-fessoressa Piccone Stella:“In generale, le coppie che iostessa ho incontrato si sonomostrate molto coese e soli-dali, capaci di grande intesa,disponibili a gestire insiemeorari e soldi con estrema lun-gimiranza. E’ ancora l’uomoad essere considerato il pila-stro della famiglia, ma, a dif-ferenza del passato, oggielargisce sostegno e com-prensione alla sua compa-gna, con grande generosità,permettendole di finire glistudi ed aiutandola nella ri-cerca di un’identità profes-sionale. La donna puòcontare su un partner protet-tivo ed un padre affettuoso.”“In certi casi”, conclude laprofessoressa Piccone Stella,che ringrazio per il preziosocontributo, “le coppie sem-brano in qualche modo raf-forzate dalla precarietà”.Il precariato, quindi, puòcomplicare l’esistenza, manon deve necessariamentecostringere le persone a met-tere la loro vita in stand-by,aspettando giorni migliori. Anzi, si può approfittare diquesta fase storica e socialeper crescere e rivalutarsi, ac-cettando le sfide con corag-gio, senza farsi bloccaredalla paura di un futuro, che,per sua stessa natura, è sem-pre e comunque incerto.

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A E DEPRESSIONE

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A confronto LeonardoBartolucci, nuovo diret-tore sanitario, Leo Ven-turi di Terni Oltre eMauro Candelori, diri-gente della Uil compartosanità

In queste settimane sono fi-nite nell'occhio del ciclonel'Azienda ospedaliera e l'Asl n. 4,in relazione alla controversa cam-pagna di vaccinazione per l'in-fluenza A e all'emersione di unestremo disagio degli utenti acausa dei lunghissimi tempi di at-tesa per le visite specialistiche, gliesami di laboratorio, radiologicie altri accertamenti. Abbiamo dunque interpellato ilnuovo Direttore Sanitario delSanta Maria, il dottor LeonardoBartolucci, Leo Venturi, presi-dente del gruppo consiliare in Co-mune TerniOltre e MauroCandelori, dirigente della UILFederazione Poteri Locali per ilcomparto sanità. Al dr. Bartolucciabbiamo chiesto qual è la valuta-zione complessiva sulla situa-zione. “L’Ospedale di Terni-risponde - è cresciuto da un

punto di vista della qualità assi-stenziale e professionale fino adivenire, in numerosi settori,punto di riferimento per la popo-lazione non solo della nostra re-gione, ma anche di regioni vicine.Nel contempo ha continuato adesercitare la naturale funzione dierogatore di tutte le prestazioni,di alta, media e bassa specialitàper la popolazione della città diTerni.”

Si sono registrati problemi ecriticità?

“L’aspetto critico più evidenteconcerne le condizioni comples-sive dello stabilimento ospeda-liero. Esso infatti è costituito diparti di edifici che risalgono adoltre 40 anni fa’ e necessitano,solo per questo, di profondi inter-venti di riqualificazione. Anche leporzioni più recenti, che comun-que hanno un’età compresa fra i30 e i 40 anni, non risultano piùadeguate alle necessità assisten-ziali e di logistica. Pertanto è ne-cessario prevedere una profondae complessiva opera di ristruttu-razione dell’Ospedale S. Maria diTerni, che lo porti allo standardrichiesto per le moderne struttureche erogano assistenza sia in re-gime di ricovero che ambulato-riale.”

Quali sono le prospettive e iprogetti per il prossimo futuro?

“E’ intenzione della Direzionedell’Azienda Ospedaliera S.Maria di Terni, che solo recente-mente si è completata con la no-mina del DirettoreAmministrativo, nella personadel Dott. Roberto Noto, e Sanita-rio, nella persona del sottoscritto,definire un programma strategicoche, partendo dagli importantiobiettivi sin qui realizzati incampo assistenziale e di ricerca,sviluppi ulteriormente i settoristrategici dell’alta specialità.Non si può dimenticare chel’Ospedale di Terni svolge ancheuna funzione di ospedale dei ter-nani e pertanto la dovuta atten-zione sarà dedicata anche allespecialità di base.” Leo Venturiha un approccio più complesso eanalizza la questione della sanitànel contesto della crisi econo-mica, della pesante situazione fi-nanziaria in cui versa il comune edell'impasse nell'avviare «riformee scelte utili a riorganizzare lamacchina comunale, a rilanciarele aziende partecipate ed in parti-colare l’ASM, l’AFM, il SII, ilCMM, a dare dignità e forte pro-iezione esterna all’Università, acolmare i ritardi sull’infrastruttu-razione del territorio».A suo avviso - “In questo quadro

il com-p a r t oSanitàd e v ediven-tare unp u n t od ’ a t t r a -zione non soloper i cittadini ternani, ma unpunto d’efficienza e d’eccellenza,utile allo sviluppo e alla crescitadi Terni.” Venturi non ritiene su-perato il dibattito pre-elettoralesull'opportunità di costruire unnuovo ospedale fra Narni e Ame-lia. “Una scelta incomprensibilerispetto alla distanza da Terni,con costi realizzativi di circa 70milioni di euro, e poi una rile-vante spesa di gestione, ma utileper la nomenclatura sanitaria e unpeso per la comunità.” Rilanciadunque la proposta di “ragionarerispetto alla costruzione di unanuova sede del Santa Maria, inquanto investire su questa strut-tura vecchia e inadeguata 30 mi-lioni d’euro circa, per lenecessarie ristrutturazioni diopere realizzate cinquant’annifa, significa sprecare risorseingenti. Questa operazioneconsentirebbe di valo-rizzare terreni del-l’ASL, chepossono ospitareil nuovo ospe-

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salute

TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘0920

OSPEDALE “SANTA MARIA”:

CARENZE TECNOLOGICHE

E DI PERSONALE

sono la causa dellelunghissime atteseper gli esami clinici

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TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘09

siano meglio utilizzate”. Infine, Mauro Candelori, diri-gente della UIL Federazione Po-teri Locali per il comparto sanità,fa professione di realismo, pren-dendo atto che le istituzionihanno ormai deciso di procederealla costruzione di un nuovoospedale tra Narni e Amelia, limi-tandosi a ristrutturare il SantaMaria. “Sarebbe stato utile un di-battito più serio e approfondito -afferma senza incertezze - ma oraabbiamo il compito di adoperarciaffinché la nuova struttura sia de-stinata per il 70 - 80% alla riabi-litazione, stando alle stesseindicazioni dell'Asl 4. Il SantaMaria ha raggiunto livelli di ec-cellenza per quanto riguarda lacardiologia e cardiochirurgia, laneurochirurgia, l'oncologia e lachirurgia urologica minore. Mac'è pochissimo in materia di ria-bilitazione. Se il polo ospedalierodi Cammartana dispiegasse com-piutamente la sua vocazione ria-bilitativa, sarebbe sicuramente unbene per i cittadini ternani, maanche per gli utenti di Rieti o Vi-terbo. Invece vedo problematica- ammette - la ristrutturazione delvecchio ospedale di Terni: grossedifficoltà dal punto di vista logi-stico, strade di accesso e par-cheggi e strutturale-murario, controppo pochi ascensori, piccoli e

inadeguati, impianti antincendioobsoleti, rispetto delle normedella legge 626 per la sicurezzasui luoghi di lavoro e via di que-sto passo. Saranno necessari circa50 milioni di euro per l'ammoder-namento di strutture progettate 50anni fa, ed anche per colmare ilritardo nell'informatizzazione. Cisono paradossi come l'incomuni-cabilità tra il sistema del ProntoSoccorso e quello dei reparti, percui fanno ancora avanti e dietro lecarte e non è possibile effettuarei ricoveri direttamente dal ProntoSoccorso.” “Però - prosegue Can-delori - sono molto più preoccu-pato per i cento milioni chebisogna reperire per il SantaMaria ed il nuovo ospedale aCammartana. Politici ed ammini-stratori la mettono giù molto fa-cile, invece non è uno scherzotrovare tale somma in questa con-giuntura, con le casse regionali ecomunali vuote. Si potrebbe ven-dere i vecchi ospedali di Narni eAmelia, collocati in aree di pre-gio, e ridimensionare la spesa far-maceutica, che però ha mostratouna notevole rigidità, per cui la ri-duzione non può essere data perscontata.”

Tornando al Santa Maria, al dilà del problema della ristruttu-razione, ci sono altre criticità?

“Sappiate che si va avanti con-tando solo sul sacrificio dei lavo-ratori, costretti a ritmi ormaiinsostenibili, con turni che cam-biano improvvisamente, salto deiriposi ed eccessivo carico di in-combenze. La dotazione di orga-nici è la stessa di otto anni fa,circa 1.150 dipendenti, mentre c'èimmediato bisogno di infermieri,tecnici radiologi e di laboratorio,anche di amministrativi - ne re-stano solo 70 - e di operatorisocio sanitari, per porre fine, tral'altro, all'indecenza dell'assi-stenza a pagamento con le ba-danti. I parcheggi vanno ampliatie liberati dai posteggiatori abu-sivi. Inoltre, è sempre mancatauna cultura dell'accoglienza per ifamiliari dei degenti che vengonoda altre zone: non c'è, come al-trove, un tessuto di associazionireligiose o di privati capaci di ga-rantire un soggiorno con prezzidiversi dagli alberghi a tre o quat-tro stelle. A questo punto - con-clude il sindacalista con piglio damanager - i livelli di eccellenzaraggiunti possono drammatica-mente deteriorarsi se non si ponemano a queste urgenze.” Enrico Cardinali

Enrico Cardinali

dale, di liberare spazi ed aree,dove oggi sorge il Santa Maria,da utilizzare per potenziare le in-frastrutture universitarie e dellaricerca (Cittadella Universitaria eCentri di Ricerca, Campus uni-versitario). Un salto di qualità -prosegue il leader di TerniOltre -va compiuto anche sul versantedei rapporti fra Comune, Regionee Università. I nuovi rapportidovrebbero tendere a faredell’Azienda Ospeda-liera Santa Maria

di Terni una u t e n t i c o

punto d’eccel-lenza e di alta spe-

cializzazione, chenon veda più

emigrarel e

ener-gie pro-

f e s s i o n a l iapicali migliori.

Bisognerà pianificarecon la Regione una poli-

tica sanitaria tesa ad evitareconflittualità fra aziendaospedaliera e ASL e fra leaziende ospedaliere di Peru-gia e Terni, evitando doppioni

di reparti e di specializzazioni,che si traducono in una non ot-

timizzazione delle risorse e in

una dannosa e incomprensibileconcorrenza. Nell’ottica di unarazionalizzazione delle strutture,non più sostenibili per una re-gione delle dimensioni dell’Um-bria, occorrerebbe procedere alsuperamento dell’attuale numero

delle ASL, preve-d e n d o n esolo due.”L'infati-

cabile ani-matore di tantebattaglie civilinon dimentica

i lavoratori, au-spicando “una poli-

tica tesa a valorizzare lerisorse umane, non solo pre-

miandone la professionalità e imeriti, ma creando servizi mo-derni quali: asili nido, strutturescolastiche, pomeridiane edestive, che aiutino così gli opera-tori sanitari a seguire meglio e piùda vicino le loro famiglie, senzadover ricorrere ad assenteismi.Un centro ospedaliero d’alta spe-cializzazione non potrà non pun-tare sulla ricerca quale elementoindispensabile per costituire unpunto di riferimento regionale,nazionale ed internazionale”. Suquesto snodo Venturi colloca “lanecessità di un’integrazione orga-nica con l’Università, affinché lerisorse economiche e scientifiche

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in misura determinante al-l'impatto olfattivo. In parti-colare il 51% dei cattiviodori e' attribuibile al PoloSiderurgico, il 29% al PoloChimico ed un 20% aglialtri impianti monitorati.Ma, data la tipologia deglieffluvi, l'impatto di questo20% ha un effetto pari al 51del Polo Siderurgico. Op-pure con la richiesta del-l'Arpa di rivedere il sistemadi rilevamento delle polveriPm 10 con le centraline,che rappresentano la fonteufficiale a cui il Comune diTerni, da sempre, fa riferi-mento in materia di provve-dimenti da adottare per illoro abbattimento. Provve-dimenti che coincidonoquasi sempre con il bloccodel traffico. Si è compresoche «non ha senso piazzaredieci centraline tutte nellastessa zona. In particolare,non ha senso valutare laqualità dell’aria di Terni ba-sandosi anche sui dati regi-strati dalla centralina diPrisciano» come emersodallo studio gestito dal-l’università di Perugia, incollaborazione con la Boc-coni di Milano e il Comunedi Terni. «Un apparecchiosi trova posizionato a duepassi dall’acciaieria Tk-Astdi viale Brin e per questoregistra sempre valori ele-vati di Pm 10. Non che larilevazione sia sbagliata,ma non è attendibile per ca-pire in maniera scientifica,e dunque più precisa, laqualità dell’aria in tutta lacittà», si è detto saggia-mente alla presentazionedei risultati presso la Fon-dazione Carit, principale fi-nanziatore dell’indagine. Sequeste sono le luci nellacondotta dei poteri locali,non mancano sicuramentele ombre. E' tornata di at-

tualità la vicenda dell'incene-ritore di Maratta, con la con-segna in Procura, a fineottobre, della super periziacommissionata a tre espertidal Gip, Maurizio Santoloci,

per stabilire il nesso di causa-lità tra le patologie tumoraliche hanno colpito quattro la-voratori dell’impianto gestitodall’Asm e la loro esposizioneprofessionale. Il cancro, cheha già ucciso il capo turnoGiorgio Moretti, è stato con-tratto in un contesto in cui i la-voratori erano estremamentepreoccupati di dover manipo-lare e respirare sostanze tossi-che, mutagene e cancerogene.Ripetutamente l'avevano ma-nifestato ai dirigenti, otte-nendo in risposta punizioni,minacce di sanzioni discipli-nari ingiustificate, demansio-namenti, un'ininterrotta seriedi angherie, mobbing. E' unaparte del processo che vedealla sbarra l’ex sindaco diTerni, Paolo Raffaelli, l’expresidente Asm, GiacomoPorrazzini, e l’intero consigliodi amministrazione della mu-nicipalizzata. Anche l'incendiodella ditta Ecorecuperi a Va-scigliano di Stroncone è statocomplessivamente sottovalu-tato, come dimostrano le con-

centrazioni di diossina nei fo-raggi, nel latte e nelle uovadella relativamente piccolaarea circostante e in quel cheresta del capannone. Proprioquando i camion erano prontia partire alla volta di Gubbio,destinati alla discarica di Co-lognola, le analisi che l’Arpaha fatto fare su quel materialehanno accertato senza mezzi

ambiente

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ARIA DADEPURAConsiderazioni sulle modalità di pubblicizzazione dei risultati dello studiodel Politecnico di Milano commissionatodell’Arpa

Terni è penalizzatarispetto a Perugia non solo dalpunto di vista economico, maanche da quello ambientale.Non che non ci siano pro-blemi, ma i nostri “cugini”possono guardare avanti, pro-porsi di difendere beni comunicome l'Appennino dagli im-pianti eolici o altre grandiopere invasive e deturpanti, obeni primari come l'acqua, mi-nacciata dall'industria delleminerali e ormai, come intutto il paese, dalla decisionedel governo di privatizzare ilservizio idrico, che ha classi-ficato l'acqua come un servi-zio di rilevanza economica,equiparato agli altri servizipubblici locali. Devono tallo-nare la Regione perché nonceda alle pressioni delle asso-ciazioni degli agricoltori, so-prattutto dei suinicoltori, voltead edulcorare il Piano Regio-nale di Tutela delle Acque. Oprepararsi a lottare contro larealizzazione di un grande in-ceneritore a due passi dallacittà, come previsto nel PianoRegionale per i rifiuti. A Terni,invece, siamo impegnati inuna ininterrotta guerriglia con-tro criticità che sopraggiun-gono a ripetizione e arincorrere col fiato grosso uncorretto equilibrio fra produ-zione industriale e ambiente.A volte sembra che le istitu-zioni ci mettano buona vo-lontà, ad esempio con lostudio del Politecnico di Mi-lano, condotto su richiesta del-l'Agenzia di protezioneambientale dell'Umbria, cheha stabilito le cause dei cattiviodori che affligono i 64 kmquadrati della conca ternana.Dai dati rilevati ed elaborati,in un arco di tempo compresotra febbraio e settembre 2009,è emersa la configurazione diun problema complesso, fruttodel concorso di più impiantiindustriali, che contribuiscono

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termini che si tratta di rifiutipericolosi, e quindi si è bloc-cato lo sgombero. Contempo-raneamente l’Asl ha fattoscattare nuovi controlli, dopoche cinquanta agnelli destinatialla macellazione sono risul-tati positivi alla diossina. Au-mentando la disperazionedegli agricoltori della zona,che stimano in un milione e

mezzo di euro i danni causatidal rogo di luglio. E che nonsanno come gestire le emer-genze quotidiane, come quelladello smaltimento del fieno in-quinato. Non si sa dove por-tarlo. E ancora, lo stralciodell’indagine avviata su unodei tre inceneritori di Marattacinque anni fa dalla Procura diPrato è arrivato davanti al giu-

dice per le udienze preliminaridel tribunale di Terni, PierluigiPanariello, che ha disposto ilrinvio a giudizio di due degliex dirigenti dell’impianto edel gestore della discarica,dove sono finite le ceneri delmateriale bruciato, in assenzadelle necessarie autorizza-zioni. A processo, con l’ac-cusa di traffico illecito dirifiuti, dovranno andare SanteAgarini, che all’epoca dei fattiera il presidente di Terni Ena,l’allora direttore dell’im-pianto, Francesco Ansuini eAntonio Valerio, il gestoredella discarica abruzzese,dove sono state smaltite le ce-neri del materiale bruciato nelcamino di Maratta. Ricor-diamo che il padre, Luigi Aga-rini, è stato pochi anni fa unpersonaggio legato a doppiofilo alla politica locale, moltochiacchierato per le operazioninon cristalline, dalle Acciaie-rie alla Ternana, dal progettodella mai realizzata città dellosport all'affare più succulento,Terni Ena appunto. Se tuttoquesto non bastasse, resta laminaccia di un quarto incene-ritore a Maratta, più grossodegli altri, anch'esso previstodal Piano Regionale per i ri-fiuti, e la concessione del vialibera alla centrale da 90 me-gawatt, che la ThyssenKruppvuole costruire all'interno del-l'area di viale Brin. Per fortunasembra che la società civilestia uscendo dal tradizionaletorpore. Il 24 ottobre il Comi-tato per l’ambiente di Terni eil Forum Umbro per i BeniComuni hanno promosso epartecipato ad un importanteconvegno, dall'eloquente ti-tolo “Terni città dell'acciaio...

o del cromo esavalente?”, in-centrato proprio sull'interroga-tivo se sia possibile conciliarel'esistenza di un grande indottoindustriale, in una realtà comeTerni, in cui questo fa storica-mente parte del tessuto econo-mico e culturale della città,con un'attenta tutela della sa-lute delle persone e dell'am-biente. Ne sono scaturitealcune proposte sull'imme-diato: incalzare le amministra-zioni perché la smettano colmalcostume di una blanda vi-gilanza e di omessi controlliistituzionali, volti a verificarel'impatto di una serie di azionidella multinazionale sulle areecircostanti; una radicale ri-forma delle Arpa, che consentamaggiore trasparenza e formedi partecipazione dei cittadini,nel frattempo marcandolestrette affinché tutelino effetti-vamente la salute; un'omoge-neizzazione delle strutture dilaboratorio, che permetta ana-lisi oggettive, facendo analisinon più solo di tipo chimico(sul suolo e sulle sostanze),come oggi avviene, ma anchedi tipo biologico, di incidenzasui viventi; una mappaturadelle patologie, che oggi nonesiste, e una dell'inquinamentoambientale, che però tengaconto non solo dell'inquina-mento del suolo, ma si spingaa determinare quello dellefalde acquifere: mettendo ledue mappature in relazione traloro, si avrebbe un quadro ab-bastanza puntuale del rapportodi causa-effetto tra inquinantie malattie.Come dicevano le nonne, seson rose fioriranno!

Enrico CardinalI

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A ARE

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Terni ha passato duesettimane di fuoco sul frontedegli incidenti sul lavoro. La me-tafora è giusta, dato che nel 2008,in Umbria, i dati ufficiali ripor-tano 16 morti di lavoro e 17.088infortuni. Ormai non è improprioparlarne come di una guerra. Adaprile un lavoratore delle ditte inappalto era morto alla Thyssen-krupp. Qualche mese di tregua epoi la doccia gelata: il 18 di que-sto mese infausto un operaio di62 anni è annegato, cadendo contutta la motopala con cui stava la-vorando in un laghetto di PonteSan Lorenzo di Narni, che sivuole riconvertire a bacino per lapesca sportiva. Il giorno dopo unlavoratore di 54 anni, dipendentedelle ditte esterne addette allamanutenzione, è stato travolto etrascinato per 50 metri da un au-toarticolato, nel piazzale delle ce-menterie Barbetti di Gubbio.L'ultima settimana di novembreha visto un grave incidente al Tu-bificio, nella zona industriale diSabbione. Il 1° dicembre, a quasidue anni dal tragico anniversariodella strage alla Thyssenkrupp diTorino, è morto a Terni un gio-vane operaio di 31 anni, intossi-cato dalle esalazioni di idrogenosolforato. Non sono ancora stateprecisamente stabilite le causedella reazione chimica che haprovocato la nube tossica larga500m e alta 30m. Ciò che è av-venuto è pazzesco e rivela la to-tale assenza di procedure dicontrollo e sicurezza efficaci.Anche esperti militari di guerrachimica non riescono a compren-dere come la nube tossica scatu-rita da pochi kg di prodotti abbiapotuto uccidere l’operaio e pro-curare svenimenti a chiunque siavvicinasse al luogo per soccor-

rerlo.La città intera, oltre ai lavoratori,si chiede se ci si può considerareal sicuro con questi dirigentiThyssen. Tragedie che fannoparte della ininterrotta strage, chenel nostro paese vede 4 caduti algiorno, 1.450 l’anno circa. E' dipoca consolazione che, stando aidati ufficiali Inail (notoriamentesottostimati), il trend indichi unadiminuzione degli infortuni nelterritorio provinciale pari al 4,5%nel 2008 e del 2,8% nel 2007.Una diminuzione che sembraconfermata anche per l’anno cor-rente. Anche gli infortuni mortalisono scesi, da 9 del 2007 a 3 del2008. Al momento siamo dinuovo a 3. Ma si tratta pur sem-pre di dati da guerra civile. Pro-dotta dal concorso di moltifattori: dall’inosservanza dellenorme di prevenzione, dall’uti-lizzo di mano d’opera irregolarein nero, dai tempi di lavoro for-sennati imposti dai ritmi di pro-duzione, dalla precarizzazionedei contratti di lavoro. Neglianni '70 ci sono state in Italia im-portanti esperienze di lotta per lasalute e la sicurezza sul lavoro,nel varco finalmente aperto dalloStatuto dei Lavoratori nella fer-rea organizzazione del lavoro, incui poco contava la vita e la sog-gettività di operai e impiegati.Una, in particolare, le riassume

tutte: il “Centro per la SaluteGiulio A. Maccacaro”, costituitoda lavoratori e lavoratrici chimicidella Montedison di Castellanza(VA) e di altre fabbriche dei di-versi settori merceologici, unitinel rifiuto di scambiare i livelli dirischio con gli aumenti salariali.Il “Centro per la Salute Giulio A.Maccacaro” già allora si propo-neva di sviluppare metodologiedi intervento in fabbrica sui temidella salute, della sicurezza e del-l'ambiente, sperimentate in annidi lavoro, nei molteplici campidella prevenzione dei rischi edelle nocività, della bonifica deicicli produttivi e dell'ambienteinquinato all'interno come al-l'esterno dei luoghi di lavoro, conla partecipazione di migliaia dilavoratrici e di lavoratori appar-tenenti alle piccole, medie egrandi fabbriche italiane, nonchéa settori dei servizi, dalle bancheagli ospedali. Lavoratori e medici(che poi costituirono il movi-mento Medicina Democratica,tuttora attivo, ma ormai ridottoalla parodia di quel che era statoalle origini) lavoravano fianco afianco, con metodologie fondatesui principi :-della partecipazione diretta dellelavoratrici e dei lavoratori alle in-dagini in fabbrica e della popola-zione autoorganizzata nelterritorio;

-dell'affermazione della soggetti-vità operaia nella sua accezionepiù ampia e pregnante, sia sulpiano culturale che sindacale etecnico-scientifico; -del rifiuto della monetizzazionedei rischi e della nocività nei luo-ghi di lavoro, così come nel ter-ritorio; -del rifiuto della delega della pro-pria salute ai tecnici da parte delgruppo operaio di lavorazioneomogeneo; -della non accettazione della co-siddetta neutralità della scienza edella tecnica e della oggettivitàdei cicli produttivi che da essederivano; -della informazione e formazionepermanente, attraverso il correttorapporto fra gruppo operaio omo-geneo e tecnici sugli innumere-voli temi della salute, dellasicurezza, dell'ambiente salubree dei diritti umani. Questo patri-monio è oggi quasi del tutto di-sperso, mentre l'incontrastatalogica del profitto ha portato dinuovo a monetizzare la salute deilavoratori, con la benedizione delgoverno, che ha praticamente de-penalizzato la responsabilità deivertici aziendali.E' auspicabile che quella speri-mentazione venga rinverdita, siain termini di accumulo e circola-zione di conoscenza, sia co-struendo vertenze in nome di unasanità gestita come bene comune.Altrimenti lo slogan “perché nonavvenga ancora”, che ha conno-tato la mobilitazione in seguitoalla morte di Diego Bianchina,resterà davvero velleitario, sullostesso piano dei tanti discorsi diindignazione, cordoglio e solida-rietà, che non modificano inalcun modo le concrete situazionidi rischio.

E. C.

cronaca

TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘0924

Tragediaall’AstPoteva essere una strage

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INSERTO SPECIALE

FORUM

URBANISTICA

M A G A Z I N En° 5

TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘09

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relatori:

Paolo LeonelliAldo TarquiniLeone TocchiWalter TocchiEnrico Cardinali

giugno 2009MONTECAMPANOAmelia TR

interventi successividi

Andrea Messi (Confedilizia)Renzo Rossi (Regione Umbria)Paolo Ratini (ANCE)Marco Malatesta(Assessore Urbanistica)Alberto Franceschini(Ord. Ingegneri)Luciano Marchetti(Ord.Architetti)

Il tema dell’urbanistica è uno dei nodi centrali su cuiuna città deve continuamente confrontarsi e riflettereper migliorare la sua vivibilità e proiettarsi nel futurosecondo le nuove tecnologie ed esigenze di sviluppoeconomico e sociale, delineando la propria identità estoria. Essa contiene in sé tutte le problematiche am-ministrative di una città. Decide come il territorio potràessere utilizzato e modificato per costruire lo scenarioin cui la vita dei suoi abitanti si svolge in un contesto dispazi e funzioni architettoniche. Una volta le città edi paesi sorgevano spontanei secondo le esigenze prima-rie degli abitanti, ora nella modernità con la grande dif-fusione delle auto tutti i luoghi sono raggiungibili in pocotempo e la viabilità e i parcheggi sono divenuti di ca-pitale importanza. Una città deve saper coniugare si-tuazioni antitetiche come la salute e la bellezza urbanarispetto al traffico. I centri storici ZTL sono belli ma dipiù difficile accesso, motivo per cui il commercio soffrecosì come gli uffici, i quali appena possibile lasciano ilcentro. La città così abbandonata perde i suoi connotatidi vita commerciale e di spazio di aggregazione sociale.La sfida dei prossimi anni è riuscire a rivitalizzare il cen-tro con una politica che incentivi le ristrutturazioni conpiani urbanistici di demolizione omogenei, dove possi-bile, in modo da non sottrarre più territorio al paesaggioed alle aree verdi, ottimizzando le infrastrutture esi-stenti e le aree già urbanizzate.

Enrico Cardinali ha coor-dinato il forum per TerniMagazine svoltosi nel giu-gno 2009 con gli architettiPaolo Leonelli, Leone Toc-chi, Walter Tocchi, AldoTarquini (Dirigente settoreurbanistica del comune diTerni, con interventi succes-sivi di Renzo Rossi (Ammi-nistrazione Provinciale diTerni) e Andrea Messi(Confedilizia).La discussione prende lemosse da una considera-zione preliminare: la man-canza di una cultura checoncepisca il territoriocome un bene comune.

Paolo Leonelli - Di conse-guenza, l'urbanistica si èsempre scontrata con gli in-teressi particolari dei pro-prietari di terreno.

Walter Tocchi - In Italia lacollettività paga un tributoenorme alla sovrapposizionedi diritto di proprietà e dirittodi costruzione, un costo cheovviamente grava sul debitopubblico. Non so in quale

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URBANFORUM

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misura, perché non ci sonostudi in proposito, a nessunointeressa farli e, in definitiva,si preferisce dimenticarequesto problema.I primi tentativi in questosenso risalgono agli anni '60,con il progetto di riforma ur-banistica del ministro dei La-vori Pubblici FiorentinoSullo, con Amintore Fanfanipresidente del Consiglio.Tale proposta si prefiggeval’obiettivo di un effettivocontrollo e un’efficace razio-nalizzazione del territorio, esuscitò nel paese un accesodibattito. Da un lato, espertidella materia, studiosi, ar-chitetti, ambientalisti, intel-lettuali, lo giudicarono moltopositivo, innovativo ed origi-nale e soprattutto idoneo afermare l’ondata speculativache si era venuta a creare nelpaese unitamente alla cre-scente corruzione, denun-ciata da molti giornali (daricordare le inchieste del set-timanale “L’Espresso”, cheall’epoca suscitarono moltoscalpore). La riforma, inol-tre, forniva gli strumenti agaranzia di un ordinato svi-luppo del territorio ed un as-setto razionale delle città,che crescevano in modo cao-tico e spontaneo sotto laspinta di interessi privati. Dall’altro lato, le forze con-servatrici politiche ed econo-miche, che avevano i loropunti di riferimento nellaConfindustria, nell’alta fi-nanza milanese, nel partitoliberale e in larga parte nelpartito della DemocraziaCristiana, orchestrarono, inmen che non si dica, una vio-lenta campagna contro il mi-nistro Sullo attraverso igiornali che ad essi si riferi-vano e attraverso la stessa te-levisione di stato, che sirifiutò addirittura di permet-tergli di spiegare le sue ra-

gioni, ma fece da portavoce,attraverso le tribune eletto-rali, della protesta. Si era inpiena campagna elettorale ele votazioni per eleggere laterza legislatura ci sarebberostate a breve. Il MovimentoSociale riempì le città di ma-nifesti che, con una grosso-lana falsità, annunciavano lafine del diritto alla proprietàdella casa.

Paolo Leonelli - La propostadi riforma contenuta nel pro-getto Sullo rappresentava iltentativo, compiuto per laprima volta sull’esempio diquanto avveniva da decenniin Gran Bretagna, in Olandae nei Paesi Scandinavi, di li-mitare gli effetti negatividella speculazione edilizia edi decentrare poteri, cheerano prima dello Stato, a fa-vore delle Amministrazionilocali e dei loro strumenti ur-banistici. Dopo la sfortunata conclu-sione di questa vicenda nonsi parlò più nel nostro paesedi mettere un freno alla ren-dita fondiaria, che paghiamotutti e che grava, ad esempio,sul prezzo di ciascuna casaper circa il 30% ma, ciò cheè gravissimo, ha distorto lacrescita delle città in totaleobbedienza ai proprietari ter-rieri. Da allora la rendita parassi-taria ha minato e continua aminare l'intera economia na-zionale.

Aldo Tarquini - Dovremmoriandare al clima culturaledei primi anni '70, dopo lelotte operaie, studentesche enaturalmente sulla casa, cheavevano mutato significati-vamente la società italiana.In particolare, la legge 865del 1971 stabiliva una parti-zione delle città in due aree,quella pubblica e quella pri-

vata. Si potevano espropriarei terreni basandosi sul valoreagricolo; infatti a Cospea,Maratta, Sabbione e nellezone destinate a insedia-menti PEEP e PAIP si espro-priarono i terreni a due lire.Con ovvio disappunto deiproprietari. Si ebbe poi, an-cora una volta, una vicendamoderata, squisitamente ita-liana, che, a partire da unafamosa sentenza della Cortedi Cassazione, portò ad unarevisione totale del regimedegli espropri. Dapprima sifissò al 50% il rimborso, mada circa due anni bisogna pa-gare il valore totale di mer-cato. A questo punto intervienetuttavia un dispositivo di pe-requazione, che stabilisce laparità di tutti i soggetti inte-ressati dalla trasformazioneurbanistica, sia che si tratti dicase, sia che si tratti di ser-vizi. A prescindere dallaquantità: ad esempio, se sivogliono costruire grattacielinon ci sono ripercussioni sulvalore dei terreni.E' inoltre fissato un coeffi-ciente di edificabilità piutto-sto basso, a Terni 0,5 metricubi su 1 metro quadro.Altro punto fondamentale èche tutti i terreni per gli spazipubblici vengono consegnatigratuitamente all'ente; quindii comuni non pagano più perstrade, parcheggi, verde ecosì via. Questa mi sembrauna ragionevole mediazionetra i diritti della proprietà e ilbene comune. Il valore dimercato dei terreni continuaa scaricarsi sul prezzo di abi-tazioni e servizi, ma è cal-mierato da un basso indice diedificabilità. Si tratta di unmodello comune nel nordEuropa, ma non tanto diffusoin Italia; in Umbria siamol'unico comune ad appli-carlo, ma la regione sta spin-

gendo tutti gli altri in questadirezione.

Walter Tocchi - Certo, restala considerazione che taleperequazione è comunqueinterna ad una categoria pri-vilegiata di cittadini, mentreil plusvalore e i benefici ge-nerati dalla trasformazioneurbanistica soltanto in partetornano alla collettività. E'un passo avanti, ma confi-nato all'interno di una logicaproprietaria.

Aldo Tarquini - Sicura-mente. Ma non trascurerei ilcambiamento ottenuto daquando un metro quadro co-stava in talune aree anche500 euro, per arrivare agli at-tuali 80-90. Inoltre, non c'èpiù per il comune l'obbligodi pagare un indennizzodopo cinque anni dall'appro-vazione del piano regolatore,quando i vincoli relativi aiterreni soggetti ad espropriovenivano a decadere e biso-gnava rinnovarli. Ora i vin-coli non scadono perché tuttele aree sono edificabili.A Terni sono stato io a met-tere a punto questo disposi-tivo, rifacendomi adesperienze emiliane e assem-blando diverse norme.

Leone Tocchi - Tuttavia,constato che alla fin fine l'ur-banistica, quella che sceglie,resta subalterna al valore deiterreni e inscritta in un oriz-zonte privatistico. Il risultatofinale è poi che il costo delleabitazioni è troppo elevato,direi proibitivo. Trovo che il bene della co-munità, da questo punto divista, ma anche sotto il pro-filo estetico o ambientale,continui ad essere sacrifi-cato; l'urbanistica deve in-cessantemente condurre unalotta strenua, impari, con

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NISTICAMONTECAMPANOLa mancanza di una cultura che concepisca il

territorio come un bene comune...

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che hanno concorso alla suastesura definitiva. Dobbiamofare in modo che gli intenticondivisi siano anche attuati,per essere di aiuto alla “riqua-lificazione” che tutti esigiamo.

Andrea Messi - Non credo cheil problema di espansioni urba-nistiche incontrollate o malprogettate derivi esclusiva-mente dal desiderio dei pro-prietari terrieri. Nel caso di

Terni poi, grandiproprietari ce

ne sonos t a t i

solo 2o 3 es icu-r a -

menten o n

sonostati loro a

progettare lacittà. E poi non mi

pare che il valore dei terreniabbia minimamente impeditolo sviluppo edilizio in Italia. E’mancata e manca ancora laqualità progettuale sia urbani-stica che architettonica. I cat-tivi maestri delle universitàitaliane hanno molte responsa-bilità, così come la scarsa au-tonomia degli architetti dalmondo politico. La politicafondata sul clientelismo per ot-tenere consenso anche nei con-fronti dei piccoli proprietari dilotti in aree vocate ad essereurbanizzate concedendo cuba-ture notevoli, ha fatto il resto.Terni è rimasta con la stessapopolazione di 60 anni fa maoccupa un territorio grande al-meno 4 volte. Non più perife-rie luoghi di incontro ma veri epropri non luoghi, dove la vitaviene scandita, dopo il lavoro,dalla televisione e dalle visitenegli ipermercati. La città è al-trove, dove era prima, dentro lesue mura e nei pochi fram-menti delle periferie a misurad’uomo degli anni 30 e 50. Orasi rischia che il modello di vitaindotta dalle automobili e dagliipermercati provochi, con losvuotamento commerciale, la

l'interesse della rendita.

Renzo Rossi - Mi inseriscoal dibattito in corso facendorilevare come la “provoca-zione culturale” dell’abitare,posta dal nuovo piano rego-latore , deve far cogliere gliaspetti positivi che ci sta of-frendo l’istituto della pere-quazione come sceltaalternativa all’esproprio.I vari operatori delle renditefondiarie saranno protagoni-sti di acquisizioni di aree daparte dell’Ente con una effi-cacia senza precedenti. Laperequazione urbanistica in-nova le modalità di acquisi-zione dei ruoli destinati allosviluppo delle attrezzaturecollettive e delle infrastrut-ture. Questa sperimentazione

darà vita a nuovi piani attua-tivi, ove da un lato sono ge-stiti e guidati da unaesperienza ormai trentennaleda parte dell’amministra-zione comunale e dall’altrala garanzia che qualsiasi pro-prietà presente “ospita” i di-ritti di altri proprietari menoincisivi nella scelta finale,mettendo tutti sullo stessopiano, guidati dal progettistache non è più legato a poteri

di mercato. Per completarel’opera, la Regione dell’Um-bria ha emanato una leggenel 2004 ove prevedeva diistituire una Commissioneper la Qualità Architettonicae del Paesaggio con funzioneconsultiva, dovendosi espri-mere esclusivamente nel me-rito della qualitàdell’intervento proposto.Questi tre momenti potrannogarantire sia l’equa politicafondiaria, sia la qualità delprogetto in termini temporalibrevi. Con i nuovi strumentioperativi che abbiamo a di-sposizione, l’area interessataalla trasformazione, scelta amonte dall’amministrazionecomunale, senza dubbio de-bole dal punto di vista dellasua attuazione, può essere

modificata ai vari livelli,morfologico, nei contenuti,proprio per facilitare l’ac-cordo con la proprietà.Il problema dei sottotettidelle inclinate ecc. non sa-ranno più argomenti centralinegli uffici e nelle commis-sioni edilizie, dando spazio atematiche più qualificanti.Sulle priorità urbanistichedella città vedo ormai trac-ciata la strada nei “cinque si-

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stemi del ruolo territorialedella città”. All’interno deisistemi individuati è fonda-mentale sviluppare il temadelle infrastrutture e dellamobilità. L’indicazione checi suggerisce il nuovo pianoregolatore permette di atti-vare subito la coniugazionetra obiettivi strategici dellostrutturale e la metodologiaapplicativa dello spazio fi-sico; favorendo il rinnova-mento infrastrutturale el’attivazione dello sviluppopropulsivo raccordato conle potenzialità offertedal centro storico ri-cercando e valoriz-zando quellepeculiarità oggi an-cora inespresse nelterritorio delle peri-

ferie. La periferia, a miomodo di vedere, si qualificain maniera completa se lapropulsione viene dal centroo parte dalle “porte del cen-tro”. Vedo in questa cernieradella città un nodo ove lamobilità può avere un ruolofondamentale. Il nuovopiano regolatore ha dato al-cuni input in tal senso, con-dividendo alcuni percorsiindicati dagli enti territoriali

Andrea Messi

E’ mancata e manca ancora la qualità progettuale ...

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sua morte. L’impossibilità diaccedere al centro, la fugadelle attività ed uffici dallaZTL e la tendenza a viverevite sempre più isolate attra-verso i media, tv ed internet,senza una socializzazione di-retta ma con comunicazionifredde e a distanza, vivendoil mondo come una città glo-bale. Si rischia quindi diperdere interesse per tuttociò che non rientri nei mo-delli trendy del momento,smarrendo il significato e lafunzione della città.

Paolo Leonelli - Tutto è resopiù difficile dalla mancanzadi partecipazione: sullastampa, in televisione, nel-l'università non compare mainiente, l'ordine degli archi-tetti e le sue commissioni inpratica non esistono più. Edire che si tratta di temi fon-damentali per il cittadino!!!E' vergognoso che non ci siinteressi, non si protesti,questo silenzio totale...Ricordo che negli anni ‘58-‘60, quando si discuteva ilpiano regolatore Ridolfi, sitenevano assemblee popolari

al teatroVerdi con centinaiadi persone, il dopocena, enon c’erano solo addetti ailavori -l i -

velli dipartecipazione pazzeschi sucome ricostruire la città e lavita quotidiana, sui viali, sulverde, su come modellare ilcentro... anche noi architetti,quando eravamo più giovani.Tutt'altra temperie!Oggi accadono cose para-dossali e inammissibili,come il concorso di idee perampliare la scuola media diSangemini. Il concorso diidee è una cosa interessante,c'è solo l'impegno intellet-tuale, non bisogna spendereper una quantità di tavole...

Ho scritto al consiglio nazio-nale e provinciale sia degliarchitetti sia degli ingegneri,contestando tre punti: il pre-mio irrisorio - tremila euro alprimo classificato, duemilaal secondo e mille al terzo -consideriamo le spese e letasse... Si sa, i comuni hannopochi soldi; l'assenza di tec-nici in commissione e, lacosa più assurda, l'incaricodi realizzazione non è affi-dato al vincitore ma a un co-struttore scelto in un secondotempo, alla faccia di ogni di-ritto di proprietà intellet-tuale, ormai applicato perqualunque sciocchezza, peruna canzoncina o una musi-chetta! Bene, gli ordini nonhanno detto niente. Raccontoquesto episodio per renderela sciatteria e il menefreghi-smo con cui ci si occupa diquesta materia.

Leone Tocchi - Sono com-pletamente d'accordo. Il pro-blema oggi è che, sediscussione c'è, si aggrappaagli interessi particolari eimmediati – questo vale peri cittadini, per i costruttori,

per gli architetti. C'è una de-legittimazione del nostroruolo dal momento chesiamo bypassabili su millepiani, dal fatto che i progettili firma il geometra o il figlioche ha studiato bene o malearchitettura, dal fatto cheogni persona a casa sua sisente in grado di progettare,un po' come quando si diceche siamo tutti allenatori...Ecco, tutte queste spinte por-tano al risultato che, si abbiauno studio o si lavori nel-

l'ente, non entriamo più nelmeccanismo produttivo.Quindi gli ordini sono diven-tati evanescenti, si sta

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Paolo Leonelli

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schiacciati sulle strategie deicostruttori, si perde ogni cri-terio di qualità, si dimenti-cano tutti i saperi vicini, lasociologia, la psicologia,l'antropologia e via di questopasso. Non è che l'urbani-stica sia morta, è che lafanno anche altri.

Walter Tocchi - La tradu-zione di tutto questo è l'Expodi Milano, il mero marketingurbano, il grattacielo incli-nato, quello storto, quellobrutto... finito! Mentre sisente in generale un gran bi-sogno di ristrutturazionedelle periferie - basta co-struire all'infinito, recupe-riamo la città esistente,trattando un quartiere di-smesso o che soffre di de-grado come un edificio darestaurare! E Dio sa quantobisogno abbia Terni di ri-strutturare i quartieri perife-rici, Borgo Bovio, BorgoRivo e la Polymer!

Paolo Leonelli - Ci sonoquartieri stupendi, anchel'edilizia popolare ha co-struito in passato cose egre-gie, al contrario di oggi chene fa di orrende. Quanto èbello ad esempio villaggio

Italia! Un tema intrigante,oggi, sarebbe togliere lemacchine da questi luoghi,lasciarle in parcheggi verti-cali, liberare i viali alberatiche molte città ci invidiano,riscoprire i centri sociali...Stesso discorso per CittàGiardino.Un paesaggio diametral-mente opposto a quanto av-venuto a Borgo Rivo eCampitello, con quei lotti5x5, i vialetti di due metri...lo spontaneo funzionamento

del mercato! Invece, recupe-rare senza espandere la città!

Walter Tocchi - Ecco, Aldo,ti rivolgo formalmente la ri-chiesta di impegnarti nellanuova amministrazione adelaborare seri piani partico-lareggiati di ristrutturazionedi alcune periferie, perchè nehanno davvero bisogno.

Aldo Tarquini - Prima ri-spondo ai discorsi sullamorte dell'urbanistica.Quando elaboro il piano re-golatore ho in mente una vi-sione della città, non lamappa dei valori; attraversoil piano regolatore ogni co-munità si costruisce regole ecriteri di scelta, a secondadelle particolarità storiche,culturali e così via. L'Italia èpiena di piani regolatori, ad-dirittura c'è un eccesso dipianificazione, la questione ècome incidono. A Ternil'unica struttura organizzataefficace è quella degli im-prenditori edili che, con lacollaborazione di consulenti,si esprime e si fa valere sulpiano regolatore, ovvia-mente in linea con i propriinteressi. Mentre non c'èstato grande dibattito sullescelte tecniche, come si è in-

vece verificato nelle istitu-zioni e nelle commissioni,c'è stata una grande atten-zione all'aspetto gestionale,che ha portato al perfeziona-mento e alla riuscita delmeccanismo di perequa-zione. Insomma, è un rap-porto che funziona. La questione di fondo è riu-scire ad elaborare un lin-guaggio di qualità, diversoda quello che gli industrialiriescono a promuovere e cheraccolga le istanze di tutti gli

Borgo Bovio S. Valentino Città Giarrdino

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altri soggetti interessati dallatrasformazione urbanistica,che sono una platea moltopiù ampia dei costruttoristessi, ad esempio tutti co-loro che, come i commer-cianti o gli artigiani,investono ma sono estraneial meccanismo speculativosulle aree e debbono gestiree patrimonializzare beni eservizi, sentendo al contrariosulla propria pelle l'ecces-sivo valore delle aree, datoche non possono rifarsi suuna rivendita con tasso spe-culativo. Bene, tutta quest'area non èrappresentata, perché chi hala voce forte sono quelli in-teressati dal meccanismoedilizio, dell'acquisto dellearee, della costruzione edella rivendita. Prima par-lavo di una buona dialetticacon loro, ma, beninteso, lamediazione è sempre fattasul massimo quoziente diguadagno.Ad esempio, l'ultimo temapreoccupante è quello deisottotetti; ormai tutta l'archi-tettura ternana è orientata daisottotetti. Ora, tamponato inqualche modo il problemadei sottotetti, la nuova fron-tiera sarà il sottosuolo: ormaitutti raddoppiano la cubaturarealizzando vani seminterratie interrati, cantine, taverne echi più ne ha più ne metta.Quello dei sottotetti è unmalcostume che viene dalontano. Ridolfi aveva creatouna regola per cui, se si fa untetto inclinato più del 35%,lo si deve calcolare in cuba-tura, ma questo è stato inter-pretato nel senso che tuttociò che è inferiore al 35%non fa cubatura. Poi, si è so-vrapposta la nuova norma-tiva sull'agricolo, restrittiva,proprio quando c'era unaspinta a costruire; così, chiha gestito l'edilizia a Terni haritenuto di avallare tale“fraintendimento”, permet-tendo di realizzare case conun piano in più e con cento,con duecento , anche con tre-cento metri cubi, per soddi-sfare quel tipo di domanda:questa è in estrema sintesi lastoria, si è creato il costumedel trucco e quello che do-mina l'edilizia è il tetto. Adanno, naturalmente, dellaqualità architettonica, dal

momento che tutte le casesono orientate da tale esi-genza.

Paolo Leonelli - Un'altra fol-lia riguarda i portici. C'è orauna indicazione regionaleper cui i portici nuovi de-vono considerarsi superficieutile, ma il rovescio dellamedaglia è che, se si sonochiusi, la situazione può es-sere sanata senza spendereuna lira. Insomma, il porticochiuso abusivamente vienesanato, ma in una casa nuovanon posso prevedere un por-tico!

Walter Tocchi - Queste vi-cende permettono di com-prendere bene ladegenerazione del ruolo delprogettista: nei primi anni'70 i costruttori si presenta-vano negli studi quasi con ilcappello in mano, oggi cisono costruttori che si stupi-scono dell'abilità di specu-lare e trovare escamotage deiprogettisti. Appunto questa èla trasformazione antropolo-gica del professionista. Neglianni '70 aveva una sua di-gnità e non soggiaceva im-mediatamente ai voleri dellacommittenza, c'era menoconcorrenza, ma soprattuttonon giocata su un pianosquallido di artifici e furbi-zie. Ma voglio sottolineareun altro elemento: la cronicapovertà delle casse dei co-muni, la necessità di avereun bilancio in attivo o al-meno in pari, li ha conse-gnati ad una inesaustarincorsa allo sviluppo edili-zio. In vista dell'incassodegli oneri di urbanizzazioneprimaria e secondaria, previ-sti dalla legge Bucalossi, iodo maggiore sviluppo, mettopiù carne al fuoco, zonizzo,rendo edificabili più areepossibili perché ho un ri-torno economico immediato,anche se così non è nel lungoperiodo, perché, in primoluogo, devo farmi carico ditutte le spese per la realizza-zione dei servizi, strade,fogne, trasporti, ma poi lecittà non le gestisco più, di-ventano invivibili e così via,ottengo lo sprawl, quellamarmellata indifferenziata einforme che vediamo in tuttele periferie. Sarebbe interes-

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Carlo Aymonino, Aldo Rossi e la EX SIRI

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sante, ed è stata sempre unamia curiosità, andare a ve-dere quanto è stato in questaspirale il consumo del terri-torio, proprio qui a Terni; ve-dere il rapporto tra l'edificatoe l'intero territorio comunale,certo, escludendo le aree dimontagna. Un coefficientecorretto è considerato il 50-55%; al di sopra di questi va-lori siamo in una situazionedi degrado.

Paolo Leonelli - E’ prestodetto: la conca è tutta piena.Le zone di campagna sonouna casa dietro l'altra, unacasa dietro l'altra!

Aldo Tarquini - A mio av-viso questa propensione a farcostruire c'è, ma è mediata,non è un disegno, anche per-ché i sindaci non hanno labacchetta magica, nel sensodi poter far costruire a pro-prio piacere. Semmai, ci puòessere una malizia sull'Ici deiterreni, anche se calcolatasull'indice di edificabilitàdello 0,5. A questo propositoTerni si muove in controten-denza rispetto all'Umbria:partendo dalla “città com-patta” ridolfiana, ho pensatoche fosse giusto disegnarel'intera città, mentre normeregionali mi dicono no, tuprevedi zone dove potrai cre-scere e lì poi preciserai in fu-turo. Questa è una tendenzanon progettuale, che po-tremmo chiamare di “dise-gno occulto” della città, diprogettazione graduale. Sitratta di un chiaro vantaggioper chi deve pagare l'Ici.Ma io, che avevo previsto dadieci, quindici anni un ral-lentamento del mercato edi-lizio, in sostanza peresaurimento, perché le casenon sarebbero più servite, al-meno con quel ritmo, e chemi sono dovuto ricredere os-servando la sua tenuta, co-mincio a preoccuparmi per iriflessi della crisi dell'econo-mia globale, che, quando sisentiranno, saranno pesantis-simi, come è accaduto ventianni fa a Genova, come ac-cade oggi negli Usa, in Spa-gna e così via. Soprattutto inconsiderazione del suo ruolodi volano di tutta l'economia.Tornando al consumo di ter-ritorio, mi sento di affermare

che la città è compatta, ra-diale ma compatta, graziesoprattutto alle idee di Ri-dolfi ed implementata, lodico sorridendo, dagli ammi-nistratori che innalzarono gliindici e dalla stessa corsaallo sfruttamento delle cuba-ture. Ma accanto abbiamouna campagna che è infe-stata, non da un'edilizia in-tensiva, ma da un'ediliziaestensiva, che di fatto noncompromette definitiva-mente il territorio naturale eperò sarebbe condizionantese un giorno Terni avesse ne-cessità di crescita e di co-struire ancora. Bisogna dire che Terni ha ri-sentito di una grande pres-sione nelle aree agricole, lostesso è accaduto a Perugia,mentre per i comuni, comeAmelia, Narni, la stessa Spo-leto, che hanno avuto minorepressione è stato più facileresistere, anche se va loro ri-conosciuto questo merito.Ora vengo alla provocazionedi Walter e di Paolo sul recu-pero delle periferie. Ne par-late come di una cucina delfuturo, invece è un impegnodel presente. Bene, le cittàhanno delle fasi e le fasisono legate alle risorse di-sponibili, che in Italia sonoscarsissime. Negli anni '70abbiamo fatto le periferie,devo dire con buoni risultati;negli anni '80 abbiamo recu-perato il centro storico, la-voro quasi completato; neglianni '90 e 2000 abbiamo la-vorato sulle aree dismesse. Adesso le priorità urbanisti-che sono, dal mio punto divista, la riqualificazionedelle periferie, su cui co-munque stiamo lavorando, equelli che io chiamo i cinquesistemi del ruolo territorialedella città. Bisogna mettere in motonella situazione ternana unbinomio urbanistica-architet-tura, perché questa è la no-stra buona tradizione, daBazzani a Ridolfi, agli anni'70, al postmoderno - e pur-troppo dopo il postmodernosi vede ancora poco. Sonostati tutti episodi orientati, adesempio, le realizzazionidegli anni '70 nelle periferierisentono delle esperienzedell'architettura urbana –Carlo Aymonino, Aldo

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sul quartiere, che, appenaaperto, apre uno scenariocompletamente diverso, percui dall'ex O.N.M.I. al PanPot, nella zona posteriore, siottiene tutto un percorso pe-donale nel verde. E così aSant'Agnese o alla Passerelladi via del Cassero. Sono tuttimicro-interventi, un pazientelavoro di sedimentazione cheriqualifica notevolmente ilterritorio.

Leone Tocchi - Quello chespiazza è l'abissale diffe-renza tra la grande atten-zione dedicata ad alcunearee, soprattutto, ma non sol-tanto, del centro, dove, al dilà delle fisiologiche diver-genze di valutazione, ac-cordo o disaccordo, disgustoo ammirazione delle opere, ècomunque garantita la qua-lità, e, sul versante opposto,l'abbandono di altre aree allacolonizzazione degli impre-sari, che naturalmente, comea Borgo Rivo e Campitello,compiono degli autenticiscempi. Eppure voi, comeComune, avete il coltellodalla parte del manico; po-treste marcarli stretti... Ionon sono d'accordo nel darela responsabilità ad altri, chepoi se la prendono volentieriperché ci fanno i soldi. Suquesto terreno i piani sonoforse l'ultima carta da gio-care, ma una carta potente.

Andrea Messi - Sono d’ac-cordo. I piani particolareg-giati o i piani attuatividevono essere approvati rife-rendosi ad un disegno ur-bano quantomeno delcomparto, se non del quar-tiere, inserito nel contestodella politica urbanistica co-munale. Porre grande atten-zione alle destinazioni d’uso,a non creare esagerate aspet-tative commerciali che lacittà per il suo bacino diutenza non ha. Chi costrui-sce, costruisce su uno scena-rio definito dai tecnici, poi laqualità architettonica e lostile non si possono im-porre.Una uniformità architetto-nica, pur nelle sue variantinon ha mai preso piede incittà, mai hanno collaboratogli architetti tra loro per rag-giungere una qualità diffusa,

Rossi, Alessandro De' Rossi,ai quali ci siamo ispirati.Tutto il postmoderno a Terninon è da sottovalutare – voivi siete appunto occupatidell'ex Bosco e di tantissimialtri interventi. Ma anche ilpostmoderno postdatato,come la Ex Siri, orientatodalla Soprintendenza, ha unasua dignità, anche se iol'avrei vista in tutt'altromodo. Adesso le aree strate-giche sono: l'asse Tulipano-via Bramante-Bosco, areadirezionale- terziaria- ser-vizi; l'asse San Valentino-Ospedale, università, servizi,ecc., con alcuni interventicome il completamento del

polo universitario di San Va-lentino, il parco, che in parteè stato realizzato, poi la fa-coltà di Medicina; l'asse delfiume Nera, ricordando cheuna delle cose più significa-tive realizzate a Terni è ap-punto la rqualificazione delpiano del Nera, perché viadell'Argine è finanziata colPUC, poi c'è il tratto PonteCarrara-Ponte Garibaldi. APonte Garibaldi, uscendodalla città, vedete che sulladestra c'è un serpentone dicorten, che rispondeva sem-

plicemente all'esigenza di al-zare il muro dell'argine ed èstato trasformato in un per-corso pedonale, che va daPonte Garibaldi a Ponte Ro-mano. Bellissimo: è venutoun serpentone casualmente,perché il muro è irregolare.Poi abbiamo Corso del Po-polo, e qui ricordo chel'unica finalità di tutto queltunnel è offrire la possibilitàdi arrivare a piedi al Nera. Se metti insieme il LanificioGruber, l'ex Siri, Corso delPopolo, Palazzetto delloSport, Città dello Sport, polonatatorio, hai tutto l'asse delruolo territoriale di Terni,con attività auspicabilmente

rivolte al fuori, perché ci siaspetta che il polo culturaleSiri non sia soltanto per noi;stesso discorso per il polodello sport; a Corso del Po-polo, con il Palazzo Comu-nale a punta, il nuovoPalazzo del Tribunale, Pa-lazzo Spada, Ridolfi, allafine avremo un polo ammi-nistrativo-giudiziario, chedal punto di vista direzionalenon è poco. Poi avremo altridue sistemi: l'asse di Ma-ratta, che spero si qualifichi,e l'asse Papigno- Marmore-

Piediluco. Insomma, il la-voro sulle periferie è avviato,ma è un lavoro da certosino.All'interno della visione chesottende la mia impostazionedel piano regolatore, per cuiogni periferia ha la sua spe-cificità, il suo carattere,Borgo Rivo è consideratocittà-natura, e dunque si èpensato al modello delle torrimerlate di Bruno Zevi, alter-nando verso valle elementiverticali ed elementi natu-rali; Borgo Bovio è la città-fabbrica; Campomicciolo èla storia della casa popolarein Italia, con alternanzadenso-estensiva; Polymer èla città artigiana. Mante-

niamo e valorizziamo tali ca-ratteri - ci siamo detti.Queste sono le quattro peri-ferie. Ma il piano regolatoreprevede una miriade di pianiattuativi - una delle parti piùbelle di questo mestiere - sianella città sia all'esterno. Inquesto periodo ci stiamoconcentrando su VillaggioMatteotti e sulla sua partenaturalistica, che sopravvivenegli spazi interstiziali; suBorgo Bovio, dal campettodi via Puglie al Pan Pot –questo è un intervento mirato

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tranne nei grandi quartieri diedilizia pubblica di Cospea eCampomicciolo. Il pro-blema dei sottotetti è nato daun regolamento assurdo edal divieto di poter sopraele-vare di un piano, dove possi-bile, favorendo gliallineamenti dei tetti. Gli or-rori visibili sono il frutto diuna norma che, invece di re-primere e favorire la possibi-lità di costruire sul costruitomigliorandolo, è stato lostrumento dello scempio. IlComune e la Regione do-vrebbero incentivare dovepossibile, sia tecnicamenteche esteticamente, la possi-bilità di costruire sul co-struito, ottenendo oltretuttointroiti cospicui senza inve-stimenti e sfruttamento diterritorio.Il nuovo piano casalo prevede, ma per me in al-cuni casi non è sufficiente ilpremio di cubatura che la re-gione ha limitato al 25%.Non bisogna aver paura oschierarsi dietro falsi ideolo-gismi, impedendo di trasfor-mare la città demolendo,ovviamente seguendo criteridi omogeneità all’interno deicomparti. Il patrimonio edi-lizio vecchio e fatiscente,senza dignità architettonica,deve nel futuro essere abbat-tuto. Gli architetti e gli im-prenditori devonocominciare a pensare in que-sto senso e la politica urba-nistica deve dare le lineeguida.

Walter Tocchi - sì, ci sonomacroscopiche deturpazioni,come nel caso della Chiesadi Santa Maria della Miseri-cordia, quella costruita di re-cente. Bene, quando esci titrovi di fronte, vicinissimi,due edifici. E' un affrontoproprio all'istituzioneChiesa, alla sua sacralità!Per dire, già nel 1942, con lalegge 1150, con tutti i suoipiani a cascata, tu non potevicostruire finché non c'era ilpiano particolareggiato. Ora,ricostruire una cosa del ge-nere non sarebbe così diffi-cile. Del resto, Aldo, tu seibravissimo nel trovare esca-motage e potresti stabilire,senza disegnare tutto, deglischemi, delle indicazioniprestazionali su quello chevuoi ottenere da quel quar-

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tiere o da quel brano di città,conseguendo un ordine,un'armonia. Non facendoquesto, l'urbanistica abdicaal suo compito, fallisce.Borgo Rivo ha sofferto esat-tamente di questo.Perché non si è fatto a BorgoRivo come si è fatto nelquartiere Clai, con dei limitiad ogni singolo edificio, unpreciso numero di piani, insintesi, con un quadro com-plessivo che tutelava la qua-lità futura?

Paolo Leonelli - infatti è unoschifo! Si è lasciata mano li-bera ai palazzinari, mentre ipiani particolareggiati do-vrebbero servire anche acondizionarli... Invece fannoquello che vogliono. Ma, amonte, c'è un altro erroredell'ente: nelle aree edifica-bili si dà insufficiente spazioai progettisti per fare dellescelte. E' chiaro che, se si as-segna un'area molto piccola,il costruttore la riempie, ab-batte gli alberi, non realizzaun giardino né un parcheg-gio, non ha preoccupazioniestetiche ed edifica di frontealla chiesa!

Andrea Messi –si, va bè, magli architetti la loro deonto-logia professionale non cel’hanno? La qualità è il risul-tato di una cultura profonda,del rispetto di una storia chetutti dovrebbero aver stu-diato e di una ricerca delnuovo che dovrebbe muo-vere le loro matite nel dise-gnare luoghi e spazifunzionali e belli. Luoghi enon “ghetti dormitorio”. Maquanti esempi abbiamo dieccellente architettura ed ur-banistica in tutta Europa emai portata sul nostro terri-torio, e magari anche piùeconomica. Il modello della palazzinacon il “ piano pilotis” a terraimmersa in una ex campagnacon quattro parcheggi asfal-tati, da cui andarsene subitoin automobile perchè non c’èun punto di incontro nel rag-gio di 1 km. Questo è quelloche è stato fatto e non do-veva essere permesso o addi-rittura pianificato. Le regolehanno invece permesso difarlo. E le regole le approvala politica, sentiti tutti gli

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operatori del settore nellefasi di partecipazione. Tuttid’accordo. Tecnici, teorici,imprenditori, politici. Pernon parlare della mancanzatotale di un piano parcheggiadeguato e congiunto ad unpiano del trasporto pubblicoche decongestioni le zone dimaggior attrazione al centro,dando così una ragione allaZTL.

Aldo Tarquini - Beh, aBorgo Rivo ci sono luci edombre: accanto a moltissima

edi l i -z i a

brutta esgangherata, abbiamo grandipotenzialità ambientali e unarisorsa come la metropoli-tana – sperando che entri inservizio il prima possibile;abbiamo poi aree di ediliziapopolare anche interessanti. Ma voglio riprendere i vostriquesiti: il piano particolareg-giato è uno strumento attua-tivo, regola tutti i rapporti traente pubblico e privati, con-venzioni, ecc. Il nodo difondo è “il piano attuativoperfetto”, che corrisponde adun disegno preciso, prefiguraun insieme e poi si attua perparti, per giungere all'esitofinale predefinito. Bene omale, Terni vive in una cor-nice certa di regole, checerto, ultimamente, si sonomolto alleggerite, special-mente appunto nel settoredell'edilizia. La prolifera-zione degli ultimi sette, ottoanni ha aperto molti varchialla non cultura e alla nonetica. In particolar modo allanon cultura umanistica, per-ché se ci si preoccupa solodella cubatura, dei marchin-gegni e dei trucchi, alla fineavete ragione voi quandodite “che ci sta a fare l'archi-

tetto? Chi si preoccupa delbello?”. Ora stiamo cercandodi ricostruire tale orizzontedi certezza, abbiamo scrittoad esempio nel nuovo rego-lamento edilizio che alcunisnodi devono andare in com-missione edilizia e così via.Personalmente non mi rasse-gno al fatto che ci sia mezzacittà bella e mezza brutta!Partiamo di nuovo da un di-segno generale, da un'ideaguida, da realizzare poi inmaniera dinamica e con ela-sticità. Per esempio, al quar-tiere Clai abbiamo arretratoalcune costruzioni, ascol-tando la richiesta della gentedi conservare un determinatoslargo. Ecco, considero im-portantissima la capacità digestire in modo elastico iprocessi. In conclusione,penso che siamo in mezzo aduna partita sempre aperta,dove nulla è garantito in par-tenza e saranno decisivi irapporti di forza, sempremutevoli, tra i diversi sog-getti: pro-prietari diterreno, co-struttori, in-gegneri edarchitetti,coloro –privati eda z i e n d ec o m m e r -ciali o arti-gianali –che abite-ranno gliedifici, leforze poli-tiche e laloro capa-cità di in-terpretarei bisognidella co-munità edi offrireuna vi-sione ge-nerale. Iosono fi-ducioso,s a p e t eche nons o n oorientatoall'autoe-

logio, ma ritengo di averfatto, e di stare ancora fa-cendo, un buon lavoro con imiei collaboratori.

Renzo Rossi - In questosenso, vorrei introdurre unatematica divenuta di attualitàe che riveste una primariaimportanza. Rilanciare oggiuna riflessione critica sullevicende urbane degli ultimi30 anni è una sfida corag-giosa per una programma-zione che ha visto ilbenessere sociale, facendoscoprire l’interesse per glispazi collettivi, della condi-zione abitativa e della qualitàdella vita. Oggi, sotto l’in-calzare della crisi economicafinanziaria le condizioni ge-nerali della qualità della vitanella città hanno fatto emer-gere nuove povertà, estesefino a quelle classi che, finoall’ultimo ventennio, eranoconsiderate “medie”. Men-tre ieri il ruolo della politicasociale era quello di finaliz-

zare scelte volte a raggiun-gere standard omogenei, di-ritto alla casa ecc. Oggi lapriorità è cambiata. Nella vitadella persona ha preso il so-pravvento l’incertezza, l’in-stabilità, dando spazio alrischio e alla paura del futuro.Sono rischi che riguardanol’ambiente e la sicurezza ur-bana. Le formule che oggil’urbanistica deve applicaresono quelle che riguardanoprogetti tendenti ad arginare irischi quotidiani, che vannoda una attenzione verso pro-spettive di una città sosteni-bile da un punto di vistasoprattutto ambientale aquella della sicurezza urbana,fenomeno ormai dilagante,anche se tenuto a fatica e condedizione sotto controllo,dagli addetti nella nostracittà. Queste questioni irri-solte devono essere il temaprincipale delle azioni chedovranno agire sul pianodella riqualificazione dellospazio fisico, a sostegno della

vitalità dei quartieriperiferici; rispol-verando anchel’istituto dellapartecipazioneintesa come coe-sione e organiz-zazione deicittadini. Provia-moci ora, primache il problemaprenda propor-zioni più ampie. Ilprogetto urbano,insomma, deve ri-conoscere e for-mulare lecondizioni di sicu-rezza reali perce-pite da parte deifruitori, e tenerlec o n t i n u a m e n t emonitorate. In que-sto contesto i pro-gettisti hanno unruolo importante, eritengo fondamen-tale il coordina-mento fra leistituzioni pubbli-che che gestisconole strategie attuativedello stesso pro-getto.

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FINE

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chiedendo quindi l’aiuto di tuttigli enti ternani. Sembrerebbe, in-fatti, che per poter sopravviverela nuova facoltà avrà la necessitàdi circa 400 mila euro all’anno inentrate.Se non si arriverà al più presto adun accordo l’unica soluzione at-tuabile è l’accorpamento di tuttele facoltà presenti a Terni all’in-terno del nuovo “colosso”, trannel’indirizzo di Ingegneria. In talmodo si creerà una piccola cittàuniversitaria, poco distante dal fu-turo campus (in via Prampolini,accanto alla basilica di S.Valen-tino), soldi permettendo…chiara-mente.Futuro incerto per la facoltà di In-gegneria, sopra citata, il preside,infatti ha minacciato, davanti aglistudenti, al sindaco Leopoldo DiGirolamo e al presidente dellaProvincia Feliciano Polli, di chiu-dere i battenti se nel-l’arco del prossimoanno non comince-ranno i lavori per ristrut-turare lo stabile, chevanta aule inadeguateper la didattica.Gravi problemi su-bentrano anche nellafacoltà di Economia diCollescipoli: gli stu-denti, infatti, avranno lapossibilità di poter soste-nere gli esami soltanto insei appelli durante ilcorso dell’anno accade-mico, di norma, invece, gli ap-pelli erano otto. Ciò haprovocato il disappunto di tuttigli studenti, soprattutto dopo aversaputo il motivo: si pensa, infatti

che ci sia stata questa diminu-zione di appelli per tagliare i costidi trasferimento dei docenti, cheogni volta si devono spostare daPerugia a Terni.Insomma, prima la riorganizza-zione dei corsi, la quale ha fatto sìche molti studenti perseguirannouna laurea, fondamentalmente già‘vecchia’ dato che gli ordinamentisono stati aggiornati, poi la costri-zione ad effettuare gli esami inuna diversa sede…tutti questipunti hanno evidenziato che lostudio e la cultura non vengonomessi in primo piano; gli unici adessere penalizzati sono gli stu-denti, fulcro del futuro.Nella sede universitaria di Narni,invece, l’aria è ancora più inqui-nata! Sebbene ilcorso in

Scienze dell’Investigazione edella Sicurezza abbia emessonuovi dottori, durante gli ultimigiorni di novembre, molti stu-denti, tra cui neo laureati, sonoscesi in Piazza dell’Università aPerugia per manifestare control’Ateneo, a causa di una promessanon mantenuta. Infatti, molti deinuovi dottori non hanno la possi-bilità di frequentare i due anni dispecialistica, che sarebbe dovutaessere attivata già da quest’anno,ma per via delle varie riforme mi-nisteriali, che porteranno alla mo-difica degli assetti organizzativiall’interno delle facoltà, non èstato possibile darle inizio. Ciòche più stupisce e crea rabbia tragli studenti è che non sono riu-sciti ad avere ancora una rispostadecisiva sul futuro della facoltà echi non vuol perdere tempo è co-

stretto a trasferirsi aMilano per poteraccedere alla laureamagistrale.

Tirando lesomme, dun-que, non èproprio un belperiodo per il

nostro polouniversitario,

purtroppo tutte lescelte e le deci-sioni dipendonodall’ateneo di Peru-

gia e noi saremo co-stretti a studiare da

‘eterni secondi’.

Mariana Ribeca

università

UNIVERSITA’:

ANCORACOMPLOTTIdal potere perugino?

Grande preo ccupazione per ilfuturo del polo ternano

Regna ancora una grande confu-sione nel nostro polo universita-rio, invece che diminuire leincognite e i dilemmi vanno sem-pre più aumentando.Protagonista dello scandalo, que-sta volta, è la facoltà di Medicinae Chirurgia, per precisare lanuova sede che è ormai in fase diattivazione, su cui, però, si staestendendo pian piano una nube aforma di punto interrogativo. Eb-bene sì… Soltanto adesso, dopo isvariati lavori di edificazione, cisi è resi conto che la nuova strut-tura, ultra moderna nella sua mae-stosità, sarà un grave peso per letasche del polo universitario ter-nano, ma soprattutto perugino. Un edificio che vanta una superfi-cie di 7.800 metri quadrati conuna volumetria di 44.000 metricubi, per cui sono stati spesi1.800.000 euro, ripartiti fra Re-gione dell’Umbria, Provincia diTerni e Comune di Terni per il24,5% ciascuno, con aggiunta del21% da parte dell’Università diPerugia ed il 5,5% erogati dal-l’azienda ospedaliera ternana. Unico obiettivo da perseguire af-finché la nuova struttura vengainaugurata è l’inserimento deimateriali nelle aule didattiche e irispettivi laboratori, praticamenteindispensabili per gli studi, mal’ateneo di Perugia ha già ‘messole mani avanti’ affermando di nonpoter permettersi tutte le spese,

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fruire di questa agevolazionebasta compilare un apposito mo-dello che certifica le reali condi-zioni economiche. Questoaccordo ha naturalmente una va-lenza nazionale .”

“I medici dentisti hanno incantiere proposte anche per ilmondo della scuola”?

“Esiste un progetto portato avantidal Ministero della salute e dallacasa farmaceutica Mentadent, perfar si che avvengano degli incon-tri tra medici e dirigenti scolastici.Si cerca così di raggiungere loscopo di sensibilizzare gli alunniall’igiene orale e alla prevenzione,abituandoli a visite periodiche dicontrollo dei propri denti. Gli in-contri sono previsti per gli asili eper le scuole elementari, e si rila-

sciano ai bambini o ai loro geni-tori dei kit medici e dei pieghevoliillustrativi.”

“Secondo voi questo sforzo in-formativo è stato recepito dallacittadinanza ?”

“Mancano ancora statistiche at-tendibili, tuttavia constatiamo unamigliore igiene orale nei bambiniche vengono nei nostri studi me-dici. Questo proviene natural-mente da una maggiore attenzionesul problema da parte dei genitori.Inoltre, oggi nella nostra societàsi fa più attenzione sia ai pro-blemi estetici, che alla possibilitàdi una migliore masticazione. Daparte nostra, grazie alle miglioritecniche conservative si fa di tuttoper evitare estrazioni dentarie untempo invece molto frequenti. Si

è poi diffusa la pratica dell’orto-donzia e lo studio delle malocclu-sioni dentali.”

“Secondo la vostra esperienzal’abusivismo può essere unostacolo ai progressi socialidell’ odontoiatria?”

“Certamente. La professionalitàdegli odontoiatri italiani è eccel-lente, superiore perfino agli stan-dard qualitativi dei nostri colleghieuropei. Questo importante risul-tato, che onora la nostra nazione,deriva dal buon funzionamentodell’odontoiatria privata che hainvestito molto nella ricerca, nellavelocità degli aggiornamenti enella qualità delle attrezzaturepresenti nei propri studi professio-nali, in questo la struttura pub-blica è più lenta e deficitaria.

l’intervista

Associazione NazionaleDentisti Italiani

Al servizio dellaprevenzione

TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘0938

Intervistiamo, inmerito alle informazionisulla prevenzione sanita-ria, il dottor Andrea Vena, medicochirurgo dentista, presi-dente per la provincia diTerni dell’ANDI (Associa-zione nazionale dentistiitaliani) e il dottor Stefano Cerquaglia,segretario dell’ associa-zione.

“Per quale scopo è nata la vo-stra associazione di catego-ria?”

“L’ANDI è nata 60 anni fa comeistituzione a scopo culturale. Soloin quest’ ultimo periodo si sta tra-sformando in sindacato nazionalecon ben 23000 iscritti, di cui 126operanti nella provincia di Terni .Il fine principale dell’associa-zione è:1)Promuovere la salute orale,2)Aggiornamento costante degliiscritti,3)Mantenere rapporti con il go-verno e le istituzioni, per questoil nostro presidente nazionale èanche un membro del consigliosuperiore della sanità”.

“La vostra associazione operaanche in campo sociale?”

“La nostra istituzione ha stipulatoun importante accordo per l’odon-toiatria sociale. Con il precedenteministro Livia Turco era statofatto il primo passo, poi ripresocon l’attuale governo per erogareprestazioni a tariffa ridotta rivoltea categorie sociali a basso redditoeconomico. A Terni hanno aderitocirca trenta colleghi e per usu-

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Oggi, per aprire uno studio odon-toiatrico serve un iter complesso,una autorizzazione regionale,l’abbattimento delle barriere ar-chitettoniche per i disabili, un cor-redo di attrezzature tecnicamenteall’avanguardia, una serie di com-plessi protocolli operativi che mi-rano alla profilassi e all’igiene.Non è più possibile aprire uno stu-dio da un semplice appartamento:questi standard qualitativi nonpossono conciliarsi con una“odontoiatria abusiva”, non bastainfilarsi un camice per essere den-tisti. Gli stessi cittadini devonostare in guardia e porre attenzionea questo problema, che non garan-tisce la loro salute e un reale ri-sparmio economico. A supporto diquesta realtà facciamo due esempiaccaduti recentemente nella citta-dina di Orvieto. Nel primo era unsemplice meccanico dentista chesi occupava di tutto quello checompete ad un vero odontoiatra,senza alcuna preparazione. Nel-l’altro addirittura un ex carroz-ziere che si spacciava per dentistaesperto, senza curarsi minima-mente dell’igiene dei pazienti.L’odontoiatra qualificato è un’as-sicurazione nel tempo e una ga-ranzia per prevenire malattietrasmissibili come l’epatite viralee l’AIDS. È fondamentale soprat-tutto l’anamnesi, cioè l’ accerta-mento che il medico fa della storiaclinica del paziente, per evitare in-terazioni pericolose tra farmaci einterventi odontoiatrici. Ci sonopoi i tumori della bocca che sonoil 7 % di tutti i carcinomi nel ma-schio, e tante altre patologie inter-cettabili solo da un occhio esperto.”

“La vostra categoria ha diffusoqueste informazioni sulla pre-venzione?”

“Certamente, infatti il 12 Settem-bre si è tenuto l’ “ORAL CAN-CER DAY” , che oltre asensibilizzare la cittadinanza conun gazebo a Largo Villa Glori,offre la possibilità di effettuare vi-site completamente gratuite du-rante il mese di Ottobre presso glistudi dei soci AMDI. L’informa-zione di questa importante oppor-tunità per la propria salute è statadivulgata tramite opuscoli, pubbli-cità nei nostri studi e informazioninelle scuole.“Siete stati contattati da per-

sone interessate a questa ini-ziativa?”

“Purtroppo questa opportunità èstata poco sfruttata , ancora non èben chiara la possibilità che esistedi poter collaborare tra odontoia-tra e paziente. D'altronde, non esi-stono più neanche le visitemediche che si eseguivano nellescuole elementari e che potevanoessere utili per la vista e per ladentizione dei bambini ,che di-venta permanente proprio a co-minciare dai 6 anni.”

“Ritenete consigliabile una vi-sita odontoiatrica in caso di ce-falee, malattia così frequentenella nostra società attuale?”

“E’ sempre consigliabile nel casodi cefalea, tensione muscolare acausa di una genesi occlusale, unavisita odontoiatrica sulla situa-zione del paziente: una occlusionedentale non corretta può esserecausa di alterazioni della posturae dolori articolari e muscolari no-tevoli. Inoltre, il problema dellecefalee e delle tensioni muscolariè in rapporto di 5 a 1 a sfavoredelle donne . Vogliamo aggiun-gere inoltre che avere malattie pa-rodontali non riconosciute ,genera rischi di complicazioni inpazienti cardiopatici, per possibiliinfezioni dovute ad una maggiorepresenza di batteri nel sangue. Ri-cordiamo inoltre che da due anniesiste una guardia medica odonto-iatrica, che ha già effettuato più di200 prestazioni nei giorni festivi.Le notizie sugli studi aperti sonovisibili al Pronto soccorso citta-dino, presso le farmacie, nelleguardie mediche .”

“Secondo lei, dottor Vena, l’in-troduzione dei test attitudinaliper l’ingresso alle facoltà diMedicina e di Odontoiatria hacontribuito ad una maggioreprofessionalità della classe me-dica?”

“I riscontri in mio possesso sonopositivi, gli studenti di oggi sonopiù motivati e ben preparati,quindi pur con qualche cosa chepuò essere migliorata, l’ introdu-zione del numero chiuso si è di-mostrato un vantaggio per tutti .”

Stefano Spanò

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Giovedi’ 29 ottobreil Giornale dell’Umbria, a pa-gina 37, ha proposto un lungoservizio su presunti miracoli diguarigione avvenuti nell’ambitodi un movimento carismaticocattolico. Ma forse non sihanno sufficienti informazionisu chi sono i cosiddetti carisma-tici, così Terni Magazine è an-dato a scavare. Per quasi unanno circa 100 persone aderential movimento religioso più di-scusso del momento, (un ibridoa cavallo tra le dottrine prote-stanti pentecostali dominanti ri-spetto al Catechismo dellaChiesa Cattolica e il rinnova-mento carismatico), la “Koino-nia Giovanni Battista”, si sonoriunite in incontri di preghiera e“Messe di guarigione”, nellaparrocchia di San Paolo in viaRossini, a Terni, retta dal par-roco don Roberto Tarquini,(nella foto), ignare (parrococompreso), del fatto che il fon-datore del suddetto movimento,il sacerdote argentino padre Ri-cardo Arganaraz, fosse statocondannato in Cassazione pertruffa con il risarcimento di 800milioni (in euro) per aver pro-messo una guarigione miraco-losa ad una donna malata dicancro, che invece mori’. Stranoma vero, a Terni succede anchequesto. La spinosa questione, asuo tempo, è probabilmentesfuggita di mano al vescovodella diocesi Vincenzo Paglia,preso da tanti appuntamentimondani. “Veniva un sacerdote,padre Corrado Sperotto daRoma”, (poi trasferito dalle au-

torità vaticane a Santiago diCampostela ndr)”, ha dichiaratodon Roberto, “faceva tutto lui,preghiere, canti, Messe, unavolta al mese, mi sembravanobrave persone, non mi sarei maiimmaginato che la KoinoniaGiovanni Battista non fosse ap-provata dalla stragrande mag-gioranza dei vescovi italiani e,anche all’estero, e soprattutto,ignoravo tutta la vicenda giudi-ziaria che si è trascinata per di-versi anni.” Addirittura ilparroco di Santa Maria Strambia Piediripa di Macerata, donFranco Pranzetti, non dà l’asso-luzione a chi frequenta la Koi-nonia (presente nelle Marchecon una grossa sede in quel dicontrada Ricciola 78 , nellecampagne di Recanati), il mo-tivo? “Semplicemente uno”, di-chiara don Sandro, “perché ledottrine della Koinonia sono inlarga parte eretiche, cioè prote-stanti, inoltre essi chiedono agliaderenti “esterni” la decimaparte di quanto guadagnano, unprecetto biblico non in uso nellaChiesa Cattolica, ma solo nelmondo protestante.” Ma i mo-tivi non sono solo questi, peruno strano meccanismo del Di-ritto Canonico la “Libera Asso-ciazione di Fedeli KoinoniaGiovanni Battista” è ricono-sciuta da un vescovo della Re-pubblica Ceca, (al quale si sonouniti un’altra ventina di vescovisparsi in Paesi sperduti delmondo), ma è disconosciuta datutti i vescovi italiani, (è stato ri-tirato un riconoscimento daparte del Cardinale CamilloRuini, all’epoca presidente dellaCei), fatta eccezione di quellodella Diocesi di Caltanissetta,Mario Russotto. Un vero e pro-prio pasticcio. A don RicardoArganaraz furono concessi, daparte del Tribunale di Sorve-glianza di Venezia, gli arrestidomiciliari ( fu invece respintala richiesta di affidamento allasua comunità), a causa della sua

Fede &Business

TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘0940

Milioni E Miracle false guarigioni dei CARISMATICI

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TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘09 41

coli

malattia.. Il Tribunale gli concesse di svolgere, all’interno della strut-tura denominata “Giardino”, in località San Savino di Ripatranzonenei pressi di San Benedetto Del Tronto, solo l’attività di giardiniere,ma non quella didattica. All’epoca la condanna era per “circonven-zione di incapace”: 3 anni di reclusione con il risarcimento di 800 mi-lioni (all’epoca della truffa, primi anni novanta, in lire). Infatti inquesto tipo di situazioni vengono a trovarsi sempre persone in diffi-coltà, deboli, fragili, bisognose di affetti e cure, con problemi di saluteo esistenziali o d’altra natura e come costoro vengono a trovarsi in con-dizione di soggezione, di dipendenza, da medici, psichiatri, spessomaghi, tanto più da chi sostiene di essere stato scelto da Dio per fon-dare una nuova chiesa o trasformare profondamente quella attuale.Quella cattolica. Di chi sostiene di essere “parola della bocca di Dio”.I beni “don miliardo” fino alla metà degli anni novanta furono valutatidagli inquirenti che aprirono l’inchiesta giudiziaria, (a seguito delladenuncia dei famigliari di Iolanda Martignago, l’anziana che sborso’all’epoca, in più fasi, la somma di 800 milioni di lire in cambio dellaguarigione della sorella Roma, gravemente ammalata, guarigione chenon vi fu, poichè la donna morì, nel novembre del 1996), intorno ai 10miliardi di lire. Alla fine dell’iter giudiziario, dopo il processo d’ap-pello, padre Ricardo Arganaraz fu condannato per truffa: la sentenzaè stata emessa dalla Corte Suprema di Cassazione (Seconda Sezione)il 13 giugno 2001. “La corte rigetta il ricorso (fatto da don Ricardo) econdanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Padre Ri-cardo ha riconsegnato poi alla povera signora Iolanda Martignago lasomma da essa versategli in più riprese e utilizzata per ristrutturarela cosiddetta “Oasi di Recanati” della Koinonia Giovanni Battista. Ve-diamo come era stato formulato originariamente, dai giudici, il capodi imputazione: Ricardo Jacinto Arganaraz: “….per aver con piùazioni consecutive di un medesimo disegno criminoso, abusando dellestato di deficienza psichica di Iolanda Martignago, incapace a fron-teggiare con successo le gravissime condizioni di salute della sorellaRoma e della nipote Iolanda Ligabue e quindi, in condizioni di fragilitàpsicologica, indotto la predetta a versargli, a più riprese, la somma dilire 800 milioni, essendo invece la prima successivamente deceduta edessendo la seconda peggiorata nelle sue condizioni di salute, con le ag-gravanti di aver cagionato alla medesima un danno patrimoniale di ri-levantissima gravità ed avendo commesso i fatti abusando dellapropria qualità di ministro del culto cattolico (In Camparmò, Valli delPasubio, nella metà dell’anno 1991, e cessata dell’agosto dell’anno1992). L’Arganaraz era stato accusato anche di altri episodi tra i quali:“…per aver con più azioni consecutive del medesimo disegno crimi-noso, abusando dello stato di fragilità psicologica e della necessità diuna guida di riferimento di patrizia Manzan, che già in precedenza siera affidata ad altra istituzione perché dichiaratamente incapace diautogestire la vita propria e quella dei propri figli, indotto la stessa,promettendole falsamente la riconciliazione col marito nonché gene-rico benessere, a corrispondergli la somma complessiva di 150 milionidi lire, nonché a cedergli gioielli e svariati mobili antichi di valore im-precisato, con le aggravanti di aver cagionato alla medesima un dannopatrimoniale di rilevantissima gravità ed avendo commesso i fatti abu-sando della propria qualità di ministro del culto cattolico (In Cam-parmò, Valli del Pasubio, dall’anno 1988 all’anno 1993). Quello che èinteressato ai giudici è stato: “accertare la presenza della libera volontàdei soggetti indicati nel capo d’imputazione”.

Giancarlo Padula

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TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘092742

Il mosaico di eventi cheSilvia Alunni, Direttore Arti-stico di Visioninmusica, hapreparato per la nuova sta-gione 2010 è ispirato ai con-trasti. Scorrendo il nuovocartellone ci si può chiedere:generi, forme e origini cosìdifferenti possono essere ac-costati e avere senso nel lorocomplesso? Pensati come tes-sere di natura diversa, ma giu-stapposte a regola d’arte, larisposta è sicuramente posi-tiva. Visioninmusica affidal’apertura ad “Us and Them –omaggio ai Pink Floyd”. RitaMarcotulli interpreta il suopersonale “best of” pinkfloy-diano, dalle prime pagine psi-chedeliche, ai pezzi ormaiconsacrati come classici delrock degli anni ’70, ’80 e ’90.Il concerto vede esibirsi la pia-nista e compositrice romanainsieme a una formazione ati-pica: un ensemble jazz allar-gato a musicisti che jazzistinon sono (tra loro Raiz, excantante degli Almamegretta eFausto Mesolella, chitarristadegli Avion Travel). La di-versa estrazione musicaledegli artisti coinvolti – jazz,pop, rock – conferisce agli ar-rangiamenti un’impronta pe-culiare, ricca di inaspettatispazi “open”. Pur facendopropri i brani di Barrett, Wa-ters, Mason, Wright e Gil-mour, lo spirito e le atmosfereoriginali non vengono maicompletamente traditi. È effi-cace quanto scritto nelle notedi copertina dell’album,espressione di questo pro-getto: “È jazz? Sì, anche. Èrock? Sì, certo. Più di ogni

altra cosa questo è un insiemedi suoni, ritmi, improvvisa-zione e scrittura definita incontinuo divenire. Una sortadi esperanto in musica, liberoe coinvolgente." C’è chi lo hadefinito “jazz psichedelicomediterraneo”. Per il secondoappuntamento della stagione,Enzo Decaro, con il sassofoni-sta Thierry Valentini, creatoredi suggestive ambientazionisonore, recita “Il Gabbiano Jo-nathan Livingston” di RichardBach. Decaro sceglie di nuovoTerni, dopo il concerto “PoetaMassimo” del 2006, per unadelle primissime performancedel suo ultimo lavoro lettera-rio-musicale. Il singolare ro-manzo, racchiuso in unaudio-libro, ma qui presentatodal vivo, narra la storia di ungabbiano e della sua passioneper il volo. Per Jonathan vo-lare non è soltanto una neces-sità legata alla sopravvivenza,ma una vera vocazione,un’elevata ragione di vita.Frustrato dal materialismo edal conformismo dello stormodei suoi simili, si allontana daloro, dedicandosi completa-mente a perfezionare le sueabilità e il suo stile. Assieme aJonathan, e grazie alla coin-volgente voce di Enzo Decaro,si partecipa a una entusia-smante avventura in un susse-guirsi di incontri estraordinarie esperienze.Un’occasione per riscoprireJonathan Livingston sotto unanuova luce e in più dimen-sioni. Per il terzo spettacoloVisioninmusica ha individuatoun progetto che sintetizzassealtri due mondi musicali di-

stanti: Roberto Gatto e la suaband celebrano il rock pro-gressive con un concertodall’emblematico titolo “Pro-gressivamente”. Si tratta di unomaggio del poliedrico batte-rista ad un genere che ha avutoun ruolo rilevante nella suaformazione musicale. Il Rockprogressive è una correntedella musica pop britannicache, tra la fine degli anni ’60 ela metà dei ’70, ha conferito alrock dei decenni precedentiuna dimensione più complessae sofisticata dal punto di vistaformale, impiegando un orga-nico strumentale ampliato,

quasi sinfonico. Per questoprogetto Gatto ha coinvoltomusicisti jazz che hanno con-diviso con lui le suggestioniprogressive proprio in quel pe-riodo, e musicisti più giovani,che si confrontano con la mu-sica dei Jethro Tull, Genesis,Van Der Graaf Generator, Yes,Emerson Lake & Palmer,etc… da una prospettiva at-tuale. Gli Aca Seca Trio rap-presentano una delle ultimeevoluzioni della musica in Ar-gentina. La peculiarità di que-sto trio – chitarra, piano,percussioni – è di essere costi-tuito da tre strumentisti allo

VISIONIMUSICA2010una fantasmagoria di generi per tutti i i gusti

L’evento

Enzo De Caro

Gatto

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stesso tempo cantanti. Gli AcaSeca offrono una caleidosco-pica immagine musicale delSud America, che non sempreè possibile identificare se-condo rigidi canoni: Argen-tina, Brasile, Uruguay, jazz,bossa nova, musica di tradi-zione popolare e del folklore –chacarera – si susseguono inun variegato mix di brevibrani come vivide miniature.Gli Aca Seca giungono in Ita-lia durante il loro breve toureuropeo per il lancio dell’ul-timo album: “La musica y lapalabra”. Tra le pochissimedate nel nostro paese c'é

l’esclusiva regionale di Terni,che segue il debutto italiano aVeneto Jazz nell’aprile del2009. La loro popolarità, suf-fragata da Pat Metheny, che liha voluti per aprire alcuni deisuoi concerti, è destinata a cre-scere rapidamente. In una sta-gione dal caratteresperimentale, il quarto appun-tamento – un’altra esclusivaregionale – vede protagonistiil percussionista indiano Tri-lok Gurtu insieme all’ArkèString Quartet. Il concerto, daltitolo “Arkeology”, è una par-ticolarissima performance cheha riscosso un successo inter-

nazionale: dal Muziekcentrum Frits Philipsdi Eindhoven alla Queen Elisabeth Hall diLondra. Un quartetto d’archi insolito – conun contrabbasso invece del violoncello – ar-ricchisce di spessore timbrico e melodico iritmi ora indiani, ora celtici, ora balcanicisuggeriti di volta in volta da Trilok Gurtu. Sitratta di una delle più suggestive espressionidi world music del momento: l’album fruttodi questo progetto ha ricevuto il massimo ri-conoscimento sul Songlines magazine, unadelle principali riviste del settore. Carlo Favaha interrotto il suo silenzio discografico con“Neve” un disco che traccia il suo nuovo per-corso artistico fra canzone d'autore e musicaclassica, tra ispirazione letteraria e nuove so-luzioni compositive. I compagni di viaggio diCarlo Fava sono Danilo Rossi, prima violadel Teatro alla Scala e il pianista CesarePicco, già protagonista di Visioninmusica2009. A quest’ultimo si devono i raffinati ar-rangiamenti dei brani, i cui testi si ascrivonoinvece a Gianluca Martinelli. Nelle canzonidi Fava “trovano posto storie d'amore e ri-cordi letterari, divertissement musicali econsiderazioni politiche, profonde malinco-nie e un sereno desiderio di ridere ancora. Edè proprio la neve, peraltro mai citata in nes-suna canzone, a coprire e a trasformare ilpaesaggio che vediamo, a rendere tutto sug-gestivo e silenzioso, a coprire tutto di bianco,a rimanere per un pò, per poi sciogliersi esparire”. Il gran finale della stagione è affi-dato a Elio (di Elio e le storie tese) in scenacon lo spettacolo “Fu... turisti”. In occasionedel centenario della nascita del Futurismo,appena celebrato, Elio si cimenta da far suocon un’esilarante e irriverente riscopertadella suddetta corrente artistica, tra canzonioriginali, reperti d'epoca, sketch e letturesemi-serie. Accompagnato da musicisti diprimo livello Elio intraprende, nella primaparte dello spettacolo, un vero e proprioviaggio nel mondo futurista narrato in diecicanzoni, con testi originali scritti da Elio ePiero Bordato, con musica di Nicola Campo-grande. La seconda parte contiene un’anto-logia di canzoni futuriste composte daRodolfo De Angelis ed arrangiate da Ales-sandro Nidi: da "Ma cos'è questa crisi?"(1933) a "Tinghe Tinghe Tanghe", infram-mezzate da letture del "Manifesto futurista"e di "Come si seducono le donne” di FilippoTommaso Marinetti. Gli spettacoli si svolge-ranno a Terni presso il Teatro Verdi e l’Au-ditorium Gazzoli. Orario d’inizio ore 21,00.Visioninmusica, coerentemente con la suamissione di diffusione culturale e musicale diqualità, offre l’abbonamento all’intera sta-gione 2010 (7 spettacoli) a un prezzo di euro65,00. I biglietti per i singoli eventi (a partireda euro 10,00 fino ad un massimo di euro18,00) si potranno acquistare dal 14 dicem-bre 2009 presso tutte le rivendite Greentic-ket, da quest’anno senza diritto diprevendita, o la sera stessa al botteghino delteatro.

WEB & BOOKS

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John De Leo

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Sul Trasimeno il “CEM” e un “Love Hotel”dove trasgredire è d’obbligo: una struttura per vacanze erotiche...

L’Umbria non è solo una Regione di Santi,non è solo gastronomia, buon vino o vari festival, ma c’èanche un’Umbria trasgressiva. Intanto, l’unico “Centrobenessere sessuale” d’Italia. C’è poco da ridere: al CET(Centro Europeo Toscolano) fondato da Mogol, si sfor-nano gli artisti di domani e si insegna a suonare, cantare,recitare e c’è anche una sezione dedicata ai parolieri;invece al CEM, puoi fare cure dimagranti e rimetterti informa, sul Trasimeno , inoltre, un Resort Hotel DiscoClub and Privè “Love Hotel” dove trasgredire è d’ob-bligo. In uno scenario di naturale bellezza, con vistamozzafiato sul Lago Trasimeno e sul verde paesaggioumbro, sorge una struttura unica in Italia: il Divina ClubCentro Vacanze Erotiche, Love Hotel. Può considerarsiun quattro stelle super ed è adatto ad una clientela incerca di emozioni, di piccole e grandi trasgressioni. L’Hotel accetta solo coppie che desiderano vivere le lorovacanze tra persone che condividono la stessa mentalitàerotica. I singoli vengono accettati solo se altamentequalificati e possono soggiornare solo una notte. Le ca-mere sono tutte dotate di TV, frigobar, collegamento adinternet, TV con lettore DVD e collegamento a SKY. Adisposizione degli ospiti una piscina con una terrazza so-larium che dona una vista bellissima sulla campagna cir-costante; un ristorante di livello, che viene incontro alleesigenze dei “nottambuli”, un club privè con un riccoprogramma di spettacoli e intrattenimenti; la noia nonabita proprio qui! Disponibili aree per fumatori. Nel clubprivè non vengono accettati clienti in jeans o maglione,è d’obbligo la giacca: una certa cura nel vestire è gradita.Per chi non è ospite del Love Hotel, ma usufruisce solodel Privè, i prezzi d’ingresso – che danno diritto ad unaconsumazione - sono: 100 euro per i singoli, 50 per lecoppie e le singole gratis!

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Oltre al trattamento di mezzapensione, le quote di soggiornocomprendono l’ingresso al Di-vina Club Privè con tre consu-mazioni a testa. Il venerdì e ilsabato le coppie che soggior-nano al Divina Club per la primavolta, con un’età compresa dai20 ai 40 anni, hanno uno scontodel 30%. Offerte speciali persoggiorni più lunghi, con possi-bilità di usufruire di trattamentipresso il centro estetico conven-zionato. Le camere doppie sonotutte dotate di servizi privati, al-cune dispongono di balcone.Sono arredate con alcuni parti-colari atti a stimolare la fantasiae… la voglia di “giocare”Servizi: telefono, aria condizio-nata, TV color, vasca/doccia.Royal suite, spaziosa e dotata diarea salotto, ha un’ottima vistasul parco ed è molto luminosa.Servizi: telefono, balcone, aria

condizionata, asciugacapelli,TV color, vasca/doccia.

Quanto costa trasgredire:I prezzi si intendono per ca-

mera, ovvero per 2 persone. Il prezzo comprende: Viaggio diandata e ritorno in Sexy Bus,pernottamenti di martedì, mer-coledì e giovedì e relative cenee prime colazioni, tessere e ac-cesso al Disco Club Privé contre consumazioni a testa. Anchea Terni (zona amerino) ab-

biamo un privè: L’Incontro. Molto alla mano, non professionale comequello del Trasimeno. Ma si può trasgredire anche nei night club! Ec-coli: Barone Night Club a Perugia, Nostalgia a Perugia, PrivilegeNight Club a Perugia, Blu a Città di Castello, Torricella Night Cluba Spoleto, Borgonova Club ad Orvieto, a Terni zona Polymer.

Web & Books

costume e società

In Umbria il primo

“ CENTRO BENESSERE SESSUALE ”D’ITALIA

Giovedì doppia 130 euro Royal suite 292 euroVenerdì doppia 174 euro Royal suite 292 euroSabato doppia 192 euro Roya suite 292 euroDomenica doppia 120 euro Royal suite 292 euro

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GIOVANE E INNOVA-TIVO, IL CAOS: MUSEOD’ARTE MODERNA ECONTEMPORANEACHE SI DEFINISCECENTRO CULTURALEDOVE VIGE LA ME-SCOLANZA DEI GE-NERI, AL FINE DICREARE UNA COMU-NICAZIONE TRASVER-SALE E DI AMPIORESPIRO PER IL SUOPUBBLICO.

Un freddo lunedì di novembre,giorno di chiusura per i musei,Terni Magazine decide di irrom-pere nel Caos per farsi un gironei suoi ariosi spazi e per chiac-chierare un po’ con i giovaniche se ne occupano. Linda DiPietro, Luca Dentini e MassimoMancini ci accolgono gentil-mente in questo mondo e Lindarisponde alle nostre domande,raccontando con entusiasmo eprecisione il loro operato.

Come, quando e perchénasce il Caos?

“Il Caos nasce istituzionalmenteil 28 marzo 2009, data chesegna la sua inaugurazione, daun’idea che attraversa quattroanni di lavoro dell’amministra-zione comunale insieme a tuttauna serie di soggetti privati. Nel2007 esce un bando di gara sulGazzettino ufficiale europeo perla gestione e la programmazionedell’area Ex Siri, dove il Co-mune mantiene comunque unpotere decisionale su una partedi tale disegno culturale dellacittà di Terni, pianificazione chedeve essere quinquennale,quindi un progetto a lungo ter-

mine. Nel 2008 vengono pre-sentate le domande da due sog-getti: Civita Servizi, unasocietà romana e Indiscipli-narte. Quest’ultima è sia un’as-sociazione culturale di attivitàno profit, sia una società diprofit a responsabilità limitata,ossia una S.r.L., perché questorichiedeva il bando: una capa-cità economica di gestione diuna collettività”, ci tiene aspiegare questo concetto, “Par-tecipano al bando anche altrisoggetti: la Silvano Editorialecon la casa editrice di Milano,la società cooperativa Kairosche gestisce il personale di ac-coglienza e di guida del museoe un soggetto multiplo di Fi-renze. Passa un anno interodalla data di scadenza dellagara e alla Cordata viene final-mente assegnato tutto l’ap-palto. La nostra volontà equella dell’amministrazionecomunale è creare un polo cul-turale della e per la città, chemetta insieme arti visive e per-formative in modo dinamico,per attrarre pubblici diversi: dalteatro, alla musica, all’arte, inuna mescolanza dialogante deidiversi generi, a livello territo-

cultura

un bel

“CAOS”

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riale, nazionale e internazionale.Non a caso il Comune ha sceltodi chiamare Caos tale spazio, in-somma un nome che ben rap-presenta l’intento di questa area:un luogo multiplo dove acca-dono cose diverse in grado diintersecarsi. Altra scelta fattadal Comune quella di non nomi-nare un Direttore Artistico, in-fatti ad occuparsi dellaprogrammazione e dei contenutisono Indisciplinarte e Civita, ungruppo creativo di ragazzi (tuttisotto i 30anni) che gestisconomostre ed eventi, dalla curatelaall’organizzazione dei vari pro-getti, decidendo di volta in voltacome suddividere compiti e re-sponsabilità, attraverso un con-tinuo dialogo con gli ufficiamministrativi del Comune.

6000mq che comprendono ilMuseo d’Arte Moderna e Con-temporanea Aurelio De Felice,il Museo Archeologico, unagrande area dedicata alle espo-sizioni temporanee, il TeatroSergio Secci, una bibliotecaspecializzata, laboratori didat-tici, atelier di residenza creativae un bar bookshop.”

Tempo fa si è polemizzato sulfatto che il Comune dia molti

fondi a voi di Indiscipli-narte, ai vostri progetti, ecc.anche per scelte politiche…Come rispondete?

“A noi la politica non interessa,ci interessa fare un buon lavorodi sviluppo culturale di questacittà. Lavoriamo con Confindu-stria, con associazioni di matricipolitiche diverse, con la Coop,la Carit, con società private..L’80% dei fondi sui singoli pro-getti viene dai privati. L’investi-mento della direzione comunalec’è ed è sicuramente impor-tante, ma copre esclusivamentei costi del personale e del man-tenimento in buone condizionidi tutti gli spazi compresi nel-l’appalto. Per quanto riguardaprogrammazione e contenuti sta

a noi e a Civita trovare i fondiper le mostre ecc. Noi facciamofund raising tutto il giorno, tuttii giorni, perché le cose di qualitàe belle costano, anche tanto.”

Chi sono i curatori? Scelgonoloro le opere?

“Si, la curatela può cambiare,può essere interna o esterna.L’inaugurazione ha previsto lapresenza di una collezione per-manente che è quella che poi erauna parte della Pinacoteca Co-

munale, che è stata ampliatagrazie ad una serie di acquisi-zioni che il Comune ha fatto inquesti anni. Due nostri giovanicuratori hanno seguito tutto l’al-lestimento: Francesco Santa-niello per il contemporaneo eSaverio Ricci per la parte antica.Gli altri spazi son stati occupatidalla mostra temporanea UpGames sulla Cina.”

La risposta al Museo è posi-tiva sia nella città, che fuori?

“Assolutamente si. Il pubblicoc’è, sia del posto, tra l’altro col-laboriamo con le scuole, conl’Istituto d’Arte e l’Accademiad’Arte privata di Terni, che tu-risti italiani e stranieri. Ma ilCaos è conosciuto soprattutto

all’esterno, ci fa molto piacerevedere visitatori stranieri che ar-rivano con le guide dove il Caosè segnalato. Tra l’altro siamoanche in un paper dell’UnioneEuropea come esempio dibuona prassi, unico caso italianoil nostro”, precisa uno dei ra-gazzi.

A Terni ci sono molti artisti,qualcuno è davvero moltobravo e quotato, penso a Va-

lentina Crivelli, Sergio Silvi eCristiano Carotti. Vedremoqui i loro quadri?

“Sono i curatori a scegliere. Si-curamente vedremo degli artistidel posto, ma non tutti, perchéla qualità implica una certa se-lezione.”

Prima di andare via Luca ci ac-compagna e ci fa da guida pertutto il Caos nonostante sia lu-nedì. La struttura è davverobella, le prospettive e gli intentipure, ci sono tante iniziative in-telligenti. La volontà di questiragazzi è che questo progettonon sia un altro fallimento, per-ché purtroppo a Terni ce nesono stati a livello culturale,quante delusioni! Ternimaga-

zine si impegna per la buonariuscita dei progetti validi edell’arte in generale; già nelquinto numero abbiamo apertola rubrica pittura con l’artistaValentina Crivelli. Qui parliamodel Caos e continueremo a farlonel prossimo numero riportandoper voi lettori le opinioni di ar-tisti quali Paolo Liberati in me-rito al Caos e all’arte ingenerale, esponendo critiche edencomi per un dibattito vivace ecostruttivo, in grado di crearedibattiti “colorati”… (continua)

Ilaria Barbaccia

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Sorridente, poibeffarda e infine seria: lamutevole espressionedella Gioconda da secoliè un enigma per chiun-que la osservi. Ora però,due ricercatori spagnolisostengono di aver risoltoil mistero: il segreto delsorriso del più celebrequadro di Leonardo daVinci è negli occhi di chilo guarda, per la preci-sione nelle diverse celluleche compongono la re-tina e che trasmettonoinformazioni differenti alcervello. Secondo LuisMartinez Otero - il ricer-catore dell'istituto di neu-roscienza di Alicante cheha condotto lo studio in-sieme a Diego Alonso Pa-blos - questi flussi diinformazioni, detti 'ca-nali', che codificano i datirelativi alla grandezza diun oggetto, alla sua lumi-nosità e al suo posiziona-mento, variano di volta involta, creando una perce-zione diversa dell'espes-sione della Gioconda.

eccoIL SEGRETODEL SORRISO della

GIOCONDA

arte

TERNI MAGAZINE DICEMBRE 0948

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esempio) e le 'centro-off', at-tivate quando invece è l'og-getto ad essere più scuro (adesempio le lettere su una pa-gina bianca). Per confonderequesti due diversi canali,Otero e Pablos hanno fattoguardare ad altri volontariuno schermo nero o biancoper 30 secondi e hanno poimostrato loro un' immaginedella Gioconda. Il sorriso,hanno scoperto, veniva no-tato di più da quelli ai qualiera stato mostrato lo schermonero, spingendo i ricercatoria concludere che sono le cel-lule centro-on a distinguere ilsorriso. Ad influire su comel'espressione viene percepitasarebbero anche, infine, lavisione centrale e quella pe-riferica: i volontari che ave-vano un minuto di tempo perguardare il dipinto tendevanoa vedere il sorriso quando fo-calizzavano lo sguardo sullato sinistro della bocca, ov-vero utilizzando la loro vi-sione centrale. Quando però

avevano solo una frazione disecondo per discernere il sor-riso, i volontari tendevano ausare la loro visione perife-rica e a focalizzarsi invecesulla guancia sinistra. Oteroe Pablos non sono i primi aproporre una soluzione al mi-stero della Gioconda. Nel2000, Margaret Livingstone,una neuroscienziata dellaHarvard MedicalSchool, aveva dimo-strato che il sorriso èpiù evidente nella vi-sione periferica chein quella centrale. Se-condo una ricerca pub-blicata nel 2005 daun'equipe di ricercatoriamericani, invece, a far sìche il sorriso venga visto omeno è il rumore visivo cheinterferisce con la percezionedell'immagine mentre le in-formazioni viaggiano dallaretina alla corteccia cere-brale. Ma questo enigma,Leonardo lo avrebbe escogi-tato apposta, per confon-

derci. Otero non ha dubbi:“In uno dei suoi quaderniegli scrisse che stava cer-cando di dipingere espres-sioni dinamiche perché eracosì che le vedeva perstrada.”

G.P.

TERNI MAGAZINE DICEMBRE 09

“A volte un canale prende ilsopravvento e si vede il sor-riso, altre volte invece pre-valgono altri canali ed ilsorriso scompare”, ha spie-gato Otero alla rivista scien-tifica britannica NewScientist. Per dimostrare laloro teoria, i due studiosihanno dapprima chiesto adun gruppo di volontari diguardare immagini di diversagrandezza del dipinto da di-stanze diverse e hanno sco-perto che più vicini si è alquadro più è facile captarneil sorriso. Con il secondotest, i ricercatori hanno cer-cato invece di determinarecome la luce influisca sullapercezione del quadro. La lu-minosità di un oggetto in re-lazione a ciò che gli staintorno viene distinta dallaretina attraverso le cellulegangliari, che sono di duetipi: le 'centro-on', stimolatequando ad essere più lumi-noso è l'oggetto stesso (unastella nel cielo notturno per

Non voglio mini-mamente mettermi in com-petizione con scienziati estudiosi del dipinto più fa-moso e discusso di tutti itempi, ma anche io nel mio“infinito” piccolo, sono unappassionato, non tanto diLeonardo come artista, macome genio indiscusso del-l’ambiguità e del linguaggiorecondito della comunica-zione visiva. Ricordo chepoco più che diciottenne,andai in visita al “Louvre” edattratto dall’alone di misteroche da sempre avvolge que-sta opera, mi misi, cometanti altri, presenti nel grandesalone che lo custodisce, afissare quel volto così “enig-matico”. E’ vero, commentaitra me e me, non si riesce acapire se stia sorridendo o seabbia un’espressione triste, ese ti sposti da un lato o dal-l’altro del dipinto, poi, sem-bra che il suo sguardo

continui a fissarti. Con lospirito dissacrante e disin-cantato dello studente li-ceale, continuando adosservarla mi accorsi percaso che la parte sinistradella bocca era curvata versoil basso mentre l’altra lo eraall’insù. Proprio come nelgioco degli “smiles”, chetutti abbiamo disegnato suinostri diari di scuola, il voltocambia espressione a se-conda di quale parte dellabocca si stia fissando. E cosadire dello sguardo inquie-tante della Monna Lisa? Unsemplice strabismo di ve-nere, per cui se ti sposti a si-nistra sei fissato dall’occhiodi destra e viceversa ... avetepresente quella professoressacon gli occhi storti che ascuola sembrava non ti guar-dasse e poi ti beccava a co-piare? Beh,... GrandeLeonardo, che dopo più dimezzo millennio, continua adivertirsi come un matto afar parlare di sé, a far azzuf-fare studiosi e cultori dellastoria e dell’arte.

Danilo Momoli

La tesi del Prof

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LAO TZECi siamo la volta scorsa oc-cupati dello space clearing,l’arte che ci insegna a farspazio nelle nostre case, sba-razzandoci di tutto ciò che èinutile o superfluo peraprirci al nuovo e vivere me-glio. Oggi scenderemo ad unlivello più profondo, scopri-remo che il nostro benesseredipende anche dall’energiache circola negli ambienti. Ilconcetto di “energia co-smica”, a seconda delle cul-ture, è stato declinato in varimodi: “prana” per gli in-diani, “grande spirito” per inativi americani, “spirito”per la tradizione latina, chepercepiva il “genius loci”, lospirito del luogo. E nella vi-sione quantica, il mondoviene interpretato come un“immenso brodo di energia”in cui anche il nostro corpofisico fluttua. Queste perce-zioni della realtà trovano unarisonanza nella disciplina delFeng Shui (pronuncia [fengsciuè]), l’antico sistema natoin Cina 4000 anni fa percreare armonia tra noi e ciòche ci circonda. Il feng shuiè oggi una filosofia e unascelta di vita piuttosto popo-lare, arrivata anche da noitramite il mondo anglosas-sone e nordamericano. Unagran quantità di personaggidel mondo della cultura, ar-tisti, politici hanno rivoluzio-nato l’architettura el’arredamento delle loro abi-tazioni per far fluire armo-niosamente le energie. Maniente paura, a volte basta

qualche piccolo cambia-mento per sintonizzarcisull’onda del benessere. Iprincipi fondamentali dellacosmologia orientale sono:Tao, yin e yang, ch’i, pa kua,teoria dei 5 elementi. In lin-gua cinese antica gli ideo-grammi feng e shuisignificano rispettivamentevento (feng) e acqua (shui).Uno simboleggia il movi-mento, l’altro la quiete. En-trambi trasportano sulla terral’energia cosmica, detta ki och’i, che utilizza e applica glistessi principi della medicinacinese ed è anche alla base dialcune arti marziali, quali l’Aikido, il Qigong e il Taiji-quan. Le energie cosmichepossono manifestarsi anchecon grandi distruzioni, utiliperò a purificare e rinnovare.Nel mondo tutto è intercon-nesso, perché il ch’i, respirodella natura, pervade ognicosa. Riconoscere le energiedel ch’i consente di saperpredisporre e orientare case,uffici, negozi e terreni perbeneficiare di forze astralipositive. La casa è un micro-cosmo, una lente che foca-lizza l’energia dell’universo.Lo squilibrio del ch’i ha con-seguenze sulla vita interiore,relazionale e sociale, sullasalute e sul nostro futuro.Pare che in Oriente occor-rano oggi 30 anni di studioper diventare esperti in geo-manzia! Tuttavia, gran partedel feng shui è buon senso,unito, mi viene da dire, ad unsesto senso. Nell’antica Cina

un esperto, uno hsien –sheng, era portato su unaportantina in segno di ri-spetto. E già nel 4° secolo a.C. il saggio Mencius eraconsapevole della necessitàdi tutelare il paesaggio! IlTao è un processo cosmicocostituito da un continuo di-venire di cicli e mutamenti,una azione dinamica reci-proca tra lo yin e lo yang,che sono ovunque, anchedentro ognuno di noi. Yin èfemminile, fresco e acquoso;è la forza presente nella luna,nell’acqua e nella terra. Yangè maschile, pesante e caldo;è la forza presente nellaterra, nel sole, nel tuono enel fuoco. Il feng shui fa cor-rispondere ad ogni area dellacasa un’area della nostra vitae viceversa. I cinesi hannomesso a punto uno schema,denominato pa kua o ba gua,letteralmente “otto tri-grammi”, un ottagono com-posto da otto spicchi.Sovrapponendolo alla piantadi casa si trovano incredibilianalogie fra le zone dellacasa e le situazioni o rela-zioni della vita. Il pa kua èampiamente adottato dallamedicina cinese tradizionale,sia per la diagnosi che per laterapia a base di erbe o conl’agopuntura. Secondo ilfeng shui, la casa ideale deveessere in armonia con i 5 ele-menti, fuoco, terra, metallo,acqua e legno. Al legno cor-rispondono mobili, piante,soggetti floreali e formeslanciate; al fuoco sono asso-

ciate luci elettriche, can-dele, luce del sole, ilrosso, forme triangolari;la terra ha per simbologli oggetti in ceramica,mattoni e piastrelle, maanche il giallo e formerettangolari o quadrate;al metallo appartienetutto ciò che è fatto inqualsiasi metallo, maanche pietre, cristalli, co-lori chiari, forme ar-r o t o n d a t e ;all’acqua si as-sociano fon-tane, lavandinie specchi, maanche vetri, sfuma-ture del blu e formepiatte. Quindi è dicapitale impor-tanza scoprirecome distribuirein modo armo-nico forme, colori emateriali intorno anoi. Si può esserescettici al ri-guardo, e in ef-fetti questaconsapevolezzanon si acquisiscerazionalmente, sipuò compren-dere solofacendonee s p e -rienza. Nelnumero diY O G AJOURNAL diNovembre, c’è uninteressante ar-ticolo su al-cuni corsi di

benessere

TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘0950

FENG SHUI

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formazione professionalein Chue style Feng Shui esull’EcoHotel “La Resi-denza” di Milano, creatosecondo i fondamenti dellabioarchitettura e del fengshui. Del resto, quando an-diamo al ristorante nonscegliamo in modo istin-tivo il posto che fa per noi?E non è vero che da certi

posti non vorremmo piùandar via? Esistono quindi

luoghi con “un mi-gliore feng

shui”. Al con-trario, vi saràcapitato dientrare in

una stanza edessere assaliti da

una sottile ango-scia, o di perce-pire unatensione “chesi taglia con il

coltello”. Miviene in mente il

sito archeologico diCarsulae, a pochi

Km da Terni,dove possiamosperimentareun senso di

pace e benesseretotali, ecco, lì

siamo ingrado di av-vertire l’in-tima e

impercet t i-bile connessione

che ci uniscea l l ’ a m -b i e n t ec i r c o -

stante; immagino voi sap-piate cosa intendo. Stiamobene nei luoghi dove perce-piamo, a livello sottile,un’armonia, una giustaquantità di luce e di coloreed una giusta alternanza fravuoti e pieni. Il mio primofeng shui kit lo acquistai aVenezia, dove allora risie-devo, nel 1996, ed è di Man- Ho Kwok , edizioni IlPunto d’Incontro. Contieneuna bussola feng shui, unospecchio pa kua e un praticomanuale. Prenderci curadella casa è un po’ come coc-colarci, è bello pulire, spol-verare ogni giorno qualcosa,senza tralasciare i punti dif-ficili, come sotto il letto odietro i mobili, così da evi-tare i campi di energia sta-gnante. Del resto, dopo averpassato l’aspirapolvere nonci si sente già immersi inun’atmosfera più “friz-zante”? Secondo il fengshui, la casa ideale deve es-sere in armonia con i 5 ele-menti: legno, fuoco, terra,metallo e acqua. Per riequi-librare l’energia basterebbeavere un acquario con pescirossi in numero dispari, per-ché vi sono presenti i 5 ele-menti: l’acqua, i pesci rossirappresentano il fuoco, lepiante acquatiche il legno, lerocce il metallo, e la sabbiala terra. La luce e i colorisono anch’essi energia pura.Ho scoperto che la combina-zione di rosso e verde è per icinesi fortunata e autorevole:un buon auspicio per la no-

stra amata squadra di calcio!Attenzione anche a ciò cheesponiamo, le immaginihanno un forte potere evoca-tivo nel nostro inconscio.Del resto, la parola “imma-gine”, dal latino, significa“in me agisce”. Se siete ri-tratti da soli, si rafforzerà in-consciamente in voi l’ideache volete rimanere soli. De-dichiamo tempo a risiste-mare casa e a capire ciò chevogliamo, senza pensare divoler ottenere tutto e subito.Portiamo la natura in casa, lepiante sono energia naturalepreziosa. Alcune di esse, adesempio il ficus Benjamin,aiutano a neutralizzare l’in-quinamento atmosferico. Ae-riamo le stanze ogni giorno erespiriamo con la pancia,grati per ogni respiro che vi-viamo. E’ piacevole accen-dere incensi naturali, candeleed oli essenziali, riempire lacasa di musica e di fiori fre-schi. A proposito, suonarestrumenti dal vivo consentedi far circolare l’energiaferma o stagnante, gong,tamburi, campane, ma anchefontanelle zen, semplici bat-tute di mani o il canto delmantra “OM” o “HU” innal-zano l’energia. Chiediamo anoi stessi di accettare la no-stra vita e i nostri limiti, an-dando incontro alla giornatacon gioia. Apprezziamo ciòche abbiamo, non diamoloper scontato, e immaginiamoil bicchiere mezzo pieno. Esorridiamo, perché la felicitàè contagiosa.

Sandra Sillani

Abitare conl’acqua e il vento

Per ottenere la conoscenza aggiungi una cosa ogni giornoPer ottenere la saggezza, togli una cosa ogni giorno

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PROVERBI-Pasquarella Bbifania, tutte le feste se porta via. J’arispose… Se n’arsente bbarbabbianca:zzitti zitti, damme tempu che cci sta la mia-Pe’ l’Innocentini, finite le feste e li quadrini-Predicator che predichi l’Avventu, non predica’ per me ché pperdi tempu-'Gni lassata è pperza-La bbiga è la sia e cce fa montà chi ji pare-La femmina bbella fa cascà lu cavaliere da la sella-La femmina de quarant’anni, bbuttela a fiume co’ ttutti li panni-A cchi lo tantu bbene e a cchi lo male avanza-A cchi ttocca non z’arroscia-Ce vedemo a ppaja noa, se la morte non ciartroa-Chi fferra ‘nchioda e cchi cammina ‘ngiampica-All’occhiu de l’avaru, ‘gni paja é ‘n pajaru. A ccasa tia, quanno pioe è un mare!-Bisogna avecce l’occhi anchi de dietro-Ammazza ammazza, so’ tutti’ na razza!-Chi ccià voce e penna, tutto ’mondo regna

RicettePARMIGIANA DI GOBBO

Ingredienti: 1 gobbo di circa 1 o 1,5 kg, farina, olio di oliva,sale, 1kg di salsa di pomodoro fatta in casa, parmigiano grat-tugiato.Preparazione: Pulire e tagliare a pezzi non molto grandi ilgobbo. Lessarlo in abbondante acqua salata. A cottura avve-nuta sgocciolarlo e lasciarlo raffreddare. Poi passarlo nella fa-rina e friggerlo in olio bollente. Metterlo a scolare su della cartapaglia. Preparare il sugo con olio, sedano e cipolla. Far soffrig-gere un po’. Aggiungere la salsa di pomodoro con il sale, e la-sciar cuocere lentamente per circa 20 minuti. Quando tutto èpronto, preparare la parmigiana. Versare in un soletto qualchecucchiaio di salsa, adagiarvi sopra uno strato di gobbo, ancorasalsa, una manciata di parmigiano e continuare così fino aesaurimento degli ingredienti. Mettere al forno ben caldo percirca 15 minuti prima di servire.

PAMPEPATO

Ingredienti: 2,5 kg di noci (con guscio), 500 g di nocciole, 500g di mandorle pulite, 300 g di uvetta, 300 g di canditi, 100 g di pinoli, 1 pizzico di pepe1,2 kg di miele, 500 g di cioc-colato fondente, 2 tazzine di caffè, 1 buccia grattugiata di aran-cia, 1 noce moscata grattugiata, 1 cucchiaino di cannella, 500g di farina, 2 cucchiai di cacao.

Preparazione: In un grande recipiente mettere tutti gli ingre-dienti. Il miele e il cioccolato spezzettato versarli nel recipiente,insieme con il caffè, dopo averli sciolti in una pentola. Aggiun-gere la farina e mescolare con le mani, amalgamando bene. Farriposare qualche ora. Poi, aiutandosi con un cucchiaio, fare dellepalle grandi come una mela e adagiarle in un vasetto infarinato.Cuocere nel forno a 180° per 15-20 minuti. Alla dose, a piacere,si può aggiungere un bicchiere di mosto cotto.

MINESTRA DI LENTICCHIE

Ingredienti: spaghetti trafilati al bronzo, lenticchie, vino bianco,cipolla, olio extravergine d'oliva, sale, peperoncino.Preparazione: Unire in una pentola la cipolla tritata finemente,l'olio, il sale, il peperoncino, un poco d'acqua per la cottura,una spruzzata di vino. Aggiungere le lenticchie con l'acqua dicottura. A parte cuocere gli spaghetti tritati finemente con lemani. Condire il tutto. Accompagnare con un bel vino rossoleggero.

IL NATALE DI UNA VOLTAC era una vorda

cuminciava cuci`, nunnittu miaa raccontane la vigilia de Natale.Noi fiji stessimo sentennoin cerchiu assettati li` lu focolare.D un fiancu ci stea lu presepiittu,Mamma c ea fatta ogni statuettaaddopranno la mollica de lo pane,la rena l essimo presa giu` la Sera,Quella che c era tanta, era la paiaintorno je cantassimo Tu scenniquanno s era ardunata tutta la famija.Quant era bellu lu Natale, allora.Nonnu seguitava a raccontane,po` da un zicchiu ce cacciava foracerte bistonne patatucce, non capate,e mentre nui stessimo a senti`,co la boccuccia aperta e co` l occhietti fissi,la storia de li Paladini a Roncisvallelui le schiaffava, a cupri`, sotto la cenneree stea bene attento a non brucialle.Poi quann erano cotte e scrocchiarelle ce le deae quillu de piune addormentatu, tra lo ridepe lu callu improvviso uno zampu e uno strillo ce faceaQuanta fatica facessimope` tene` l occhitti apertianche se nonnu arzaa un po` la vocepe raccontavve quilli strani fatti.Poi finalmente le campane tutteSquillavano, con tanta nostra gioiaEra natu lu desideratu caru Bambinua mamma Lu mettea sopra la paja.Noiandri Lu guardassimo feliciSgranocchianno, era ora, un torroncinu.Quant era bellu lu Natale, allora.

NATALE 1966(Tregua lì lu Vietnam - 5 dicembre 1966)

Va´rdeli! varda tu come so bboˆnia Natale, li capi de gni statu!Te fo pure azzittatte li cannonipe fatte strozza` ggiu` lu pampepatu!Po , t arcumingiaro` lu pangrattatupe San Stefanu, senza discussioni;quistu qui perlomeno ho sendenziatuste gran capoccie de li mi cojjoni .S accostaro` a li sandi sagramendipo , doppu ben biutu e ben magnatulu giorn appressu, ggiu` bombardamenti.E ci avro` anghi la soddisfazione,da sape` che lu papa se` affacciatue ha datu a tutti la binidizzione.

Tratti da: Lu lepre snobbe di Elchide Trippa e221 sonetti di Antonio Pecorelli

TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘09 53

Vernacolo

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qwer-tyuiop a -sdfghjklz⌧cvbnmqwer-tyuiopasdfghjklzxcvbnmEVENTI&SPETTACOLI…ATERNIe dintorni

DAL10 dicembre 2009

-Terni, dal 12 dicembre: in mostraPiermatteo D’Amelia, presso il Caos(Centro Arti Opificio Ex Siri). Unagrande mostra dedicata ad uno deimaggiori protagonisti del Rinascimentoe al secondo Quattrocento nell’Umbriameridionale.

-Terni, venerdì 11 dicembre e 18 di-cembre ore 21.00, due incontri orga-nizzati per la 35° stagionedell’Associazione Filarmonica Umbra.L’11 presso l’Auditorium Gazzoli (salablu) ci sarà un concerto Corrado Giuf-fridi clarinetto, Danilo Rossi viola, LindaDi Carlo pianoforte; musiche di Bruch,Piazzola, Kovacs, Schumann. Il 18 di-cembre, presso il Teatro Verdi alle ore21.00 Concerto di beneficenza: The Arttango Ensemble.

-Terni, sabato 19 dicembre: Terni inJazz presenta Bearzatti FinissimaQuartet: “Malcolm X Project” ore21.00 presso l’Auditorium di PazzaGazzoli. Un progetto multimediale, cheunisce la forza delle immagini all’inten-sità e l’energia di un caleidoscopio dilinguaggi musicali, dal jazz al rock, al-l’elettronica, interpretato da quattro so-listi.

-Narni, sabato 26 dicembre: Concertodi Santo Stefano, “Un pomeriggio aVienna”: l’estro di Mozart (Roberto Ro-mitelli oboe, Augusto Ottavini violino, Va-lentina Mariani viola, Giuseppe Dolcivioloncello, Moira Nichelini pianoforte)Teatro Comunale ‘G.Manini’ ore 17.30.

-Amelia, fino al 27 dicembre: Antiqua-riato sotto le Mura, il mercatino dell’An-tiquariato, del Modernariato e delCollezionismo, che si svolge in PiazzaXXI Settembre e in Viale dei Giardini.Una buona occasione per chi ama e chiè alla ricerca di oggetti rari. Ingresso li-bero. Info: tel. 0744.981453.

-Amelia, fino al 31 dicembre: “MèA. Il

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DOVE COME QUANDOnostro mondo è adesso”, una mostracollettiva di arte contemporanea carat-terizzata dalla presenza di dodici artistiumbri. Un progetto, promosso dalla Re-gione Umbria, che nasce con lo scopodi valorizzare le innumerevoli risorsedel territorio. Orari di apertura:10.30/13.00 e 15.30/18.00 (venerdì,sabato e domenica). Chiuso il 25 di-cembre. Info: tel. (+39) 0744 978120

-Orte, fino al 27 dicembre: Festival In-ternazionale di Organo e Strumenti An-tichi. Novità di quest’anno è che ilFestival, per alcuni concerti, esce daOrte per recarsi in luoghi prestigiosicome Viterbo, Roma, Civitavecchia, Terni,Perugia, ecc. Per informazioni sul pro-gramma: Associazione Culturale Incon-tri Mediterranei - Palazzo Archi - ViaPrincipe Umberto, 16 - Orte (VT) -0761.402893 - 333.2214656.

-Guardea, domenica 20 dicembre ore17.30: Concerto di Natale, presso laSala Consiliare; Eugenia Ottaviano vio-lino, James Maddox pianoforte, musi-che di Beethoven- Schubert- Ravel.

-Cascia, fino al 31 dicembre: “MèA. Ilnostro mondo è adesso”, una mostracollettiva di arte contemporanea carat-terizzata dalla presenza di dodici artistiumbri. Un progetto, promosso dalla Re-gione Umbria, che nasce con lo scopodi valorizzare le innumerevoli risorsedel territorio. Lisa Wade è uno dei dodiciartisti del progetto che espone alMuseo Comunale di Palazzo Santi, ViaGaetano Palombi. Orari di apertura 23dicembre-31 dicembre 10.30-13.00/15.00-18.00. Chiuso il 25 di-cembre. Info: tel. (+39) 0743 751010.

-Orvieto, fino al 6 gennaio 2010: mo-stra di pittura e scultura di ThomasLange e Mutzo Hirano: “La melodiaapocalittica”, presso il Museo Opera delDuomo, Museo Greco, ex Chiesa diSant’Agostino. La mostra è sul temadell’Apocalisse, dedicato alle xilografiedi Durer. Orario: 9.30-19.00. Info:Opera del Duomo, tel. 0763.342477.

-Viterbo, dal 12 al 22 dicembre:Esodo del popolo balcanico, presso labasilica Romanica di Castel sant' Elia,Viterbo, si terrà la mostra del MaestroMatteo Frattaruolo: 17 dipinti, 20 dise-

gni, 3 sculture di impegno sociale e cheparleranno della sofferenza di un po-polo che fugge dalla guerra. La mostradurerà 10 giorni ed è aperta al pub-blico gratuitamente. Arte, cultura, poli-tica e tempo libero: un mix vincente.

-Viterbo (Porano), Stagione concer-tistica: 3 gennaio, si terrà il concerto "Ilmusical e i suoi derivati" tenuto dalgruppo romano Around Gershwin, unensemble di giovani artisti capitanatidalla pianista Alessandra Bottari chepropongono al pubblico un percorsopiacevole nella storia del musical ame-ricano, cominciando da Gershwin, perarrivare agli autori moderni, attraversopagine celebri delle filmografia (Il magodi Oz) e del teatro musicale (My fairLady, Cat'z...). Conclude la stagione con-certistica il chitarrista umbro Alessan-dro Zucchetti che si esibirà in un recitalsolistico, dedicato all'arte chitarristicadall'800 ai giorni nostri. Il teatro ha inoltre organizzato la prima rassegna co-rale natalizia, che si svolgerà nelle gior-nate del 19 e 20 dicembre, conconcerto finale la domenica sera alleore 17.30.

-Rieti, fino al 17 gennaio 2010: Mo-stra di Pittura "Maggiori e Rambaldi"nel centenario della nascita. La mostrasarà aperta venerdì ,sabato e doma-nica dalle ore 10.00 alle ore 20.00, In-gresso Libero. Per info e prenotazioni tel0746.91422.

-Rieti, 13 dicembre: Fiera di SantaLucia, mentre nella cittadina di Conti-gliano si terrà nello stesso giorno: Fiera,merci e prodotti tipici. Per informazioni:Comune di Contigliano tel:+39 0746706125.

-Rieti, 13 dicembre: “Rieti in vista:Gusto Tradizioni e Artigianato”, siete in-vitati all'appuntamento mensile con ilgusto le tradizioni e l'artigianato pressoil Pattinodromo a Villa Reatina. Degu-stazione di piatti e prodotti tipici locali.

-Greccio, 26 dicembre: Rievocazionestorica del "Primo Presepio del Mondodi Greccio 1223". Nel 1223, tra le col-line di Greccio, San Francesco volle rivi-vere il mistero della venuta al mondodel Signore. Ogni anno, negli stessi luo-ghi, quel mistero rivive, esattamentecome lo descrisse Tommaso da Celano.

a cura di Mariana Ribeca

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-Fino al 27 dicembre 2009 MercatinoConca D'Oro, dalle ore 09:00 tutti i sa-bati e le domeniche. Un mercatino ama-toriale per rivivere il passato e scoprire ilpresente in Via Conca d'oro.

-Fino al 27 dicembre 2009 Passato…Pre-sente. Appassionati e curiosi si danno ap-puntamento ogni sabato e domenica dalle09,00 alle 20,00 nella struttura coperta diVia San Basilio, per la grande mostramercato che espone e vende oggetti d'an-tiquariato, collezionismo, artigianato, di-schi, prodotti tipici, rigatteria e libri. ViaCasale San Basilio.

-Fino al 17 gennaio 2010: La pittura diun impero, dalle ore 10:00 alle ore 22:30.La mostra rappresenterà un periodo cru-ciale della storia di Roma, quello che vadal I secolo a.C. fino al V d.C. Sei secoliche vedono l'Impero Romano nascere esvilupparsi. Circa cento opere di eccezio-nale eleganza e raffinatezza, organizzatein cinque diverse sezioni. Scuderie delQuirinale Via Ventiquattro Maggio, 16.

-Fino al 10 gennaio 2010: Cesare Zavat-tini inedito, dalle ore 09:00 alle ore 19:00.La mostra si inserisce nell'ambito di"MACROradici del Contemporaneo": ilprogetto intende rivelare alcuni protago-nisti storici della realtà artistica di Romaattraverso nuclei inediti di opere, biogra-fie meno note, oggetti e feticci. In esposi-zione duecento eccezionali opere inedite,presentate al pubblico per la prima volta.La mostra è visitabile al primo piano delMACRO, Sala Panorama S. Museo ArteContemporanea - Via Reggio Emilia, 54.

-Fino al 17 gennaio 2010: Niki De SaintPhalle, dalle ore 10:00 alle ore 20:00.Femminismo, mitologia, violenza, le in-quietudini private e quelle sociali, sono itemi che permeano le opere di Niki deSaint Phalle, la celebre artista franceseesponente della pop art. L'itinerario dellamostra segue il percorso interiore dell’ar-tista, partendo dai numerosi dipinti del suoprimo periodo fino ad arrivare alle celebrisculture policrome. Ingresso gratuito finoai 14 anni. Museo Fondazione Roma (exMuseo del Corso)Via del Corso, 320.

-Fino al 10 gennaio 2010: Divus Vespa-sianus. Il Bimillenario dei flavi, dalle ore08:30 alle ore 16:30 - In occasione del bi-millenario della nascita dell'ImperatoreVespasiano, la Soprintendenza specialeper i beni archeologici di Roma ne celebral'anniversario offrendo al pubblico la stra-ordinaria mostra allestita al Colosseo, cheaccompagnerà il visitatore in un viaggionel tempo attraverso alcuni tra i monu-menti più significativi dell'area centrale.Chiuso il 25 dicembre 2009 e I gennaio2010. Colosseo Piazza del Colosseo.

-Fino al 10 gennaio 2010: Wildlife Pho-tographer of the Year: le più belle imma-gini di natura da tutto il mondo, dalle ore09:00 alle ore 19:00. Animali e piante daguardare con occhi nuovi, in una diversarelazione uomo natura. 85 immagini chea volte fanno sorridere a volte voluta-mente provocatorie in una sorta di cele-brazione della natura e dei suoi territori

selvaggi. E' 'Wildlife Photographer of theYear', l'occhio inedito dell'uomo dentro lanatura, diventato negli anni il massimoevento per fotografi professionisti e ama-toriali e ospitato a Roma, nella sua impor-tante tappa italiana. Museo Civico diZoologia Via Ulisse Aldrovandi, 18.

-Per tutto il mese di dicembre e gennaio2010: Galileo: cose mai viste. Fascino etravaglio di un nuovo sguardo sul mon-do', dalle ore 09:00 alle ore 19:00. Lamostra focalizza la propria attenzionesulle osservazioni condotte da Galileo trail 1609 e il 1610, proponendo al visitatoreun percorso che permetta di immedesi-marsi nell'esperienza di Galileo coglien-done tutte le sue sfaccettature. Palazzodella Cancelleria Piazza della Cancelle-ria.

-Fino al 20 dicembre: Aldo Silipigni,dalle ore 09:00 alle ore 19:30. Nelle opereaffiora la ricerca di un pacato e conciso,quasi ascetico, rapporto con la realtà vi-sibile, fondato anche su una tavolozzasempre misurata e su un saldo equilibriocompositivo, doti innate della pittura to-scana. Castel Sant'Angelo - GiardiniLun-gotevere Castello, 50.

-30 dicembre 2009: La Traviata di Giu-seppe Verdi ore 20.30, Accademiad’Opera italiana di Santa Cecilia, ChiesaAnglicana All Saints, via del babuino 153.-31 dicembre ore 19.00 e 1gennaio 2010ore 20.30: I Solisti dell’Opera: OperaGran Galà, Concerto di Capodanno.Chiesa Anglicana All Saints, via del ba-buino 153.

-Dal 20 al 25 dicembre: Natale all’Audi-torium e Festival Gospel: Sala Sino poli,Auditorium Parco della Muisca. VialePietro de Coubertin 30.

-Dal 26 al 30 dicembre: Natale All’Audi-torium, Caludio Baglioni. Sala Santa Ce-cilia , ore 21.00. Auditorium Parco dellaMusica, viale Pietro de Coubertin 30.

-Il 5 e 6 gennaio 2010: Natale all’Audito-rium: La Chiarastella. I Canti di Natalenella tradizione popolare italiana. SalaSino poli ore 21.00. Orchestra PopolareItaliana dell’auditorium Parco della Mu-sica, Ambrogio Sparagna direttore. Audi-torium Parco della Musica, viale Pietro deCoubertin 30.

-21 e 22 dicembre: Renato Zero, Zerono-vetour SOLD OUT. Palalottomatica, EurPiazzale dello sport.

-12 dicembre: Deep Purple in concerto.Palalottomatica, Eur Piazzale dello sport.

-Fino al 10 gennaio 2010 al Teatro Si-stina: Aggiungi un posto a tavola, ConGianluca Guidi ed Enzo Garinei. Com-media musicale, classico del teatro ita-liano.

-Dal 4 al 10 gennaio 2010 al Teatro Olim-pico (Piazza G. di Fabriano 17): LoSchiaccianoci, presentato dal Balletto diRoma con Andrè de La Roche.

Occhiosulla capitale

EVENTI A ROMA DAL 10 dicembre

prodotti per celiaci

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Chissà come apparve a Cicerone,quando ospite del Console QuintoAssio, vide per la prima volta quell’an-golo di Valle Santa Reatina cheprende il nome di Campagna Roséa.Certo è che la paragonò alla Tempegreca, luogo celebrato dai poeti comeuno dei luoghi preferiti da Apollo edalle Muse.

Varrone, quasi nello stesso periodo,decantò la villa del Console come unadelle magioni più belle mai viste nep-pure a Roma stessa: “Quoi ille; Numminus villa tua erit ad angulum Velini,quam neque pictor neque tector viditumquam, quam in Rosea quae estpolita opere tectorio eleganter, quamdominus habes communem cumasino?” [ Varrone “De re rustica” libroIII]Una vera gioia per gli occhi immersain una campagna florida e ridente.

In epoca più tarda, “(San)Francescoha santificato Assisi, sua città natalema rifulse nella provincia di Rieti peruna speciale predilezione e per losplendore dei molti miracoli” [Ano-nimo Reatino “Actus Beati Francisci inValle Reatina” ed porziuncola 1999

Nel 1600 circa, nella campagnaRosea, sorse un insediamento rurale,costruito usando proprio le pietre giàsquadrate della Villa del ConsoleAssio. Attorno al 1800 circa, questoentrò a far parte dei possedimentidel Principe Ludovico Veralli Spada Po-tenziani fino al decadimento e all’ab-bandono durante il periodo dellaseconda guerra mondiale.Qui, nella splendida cornice della ri-serva dei laghi oasi naturalistica a sal-vaguardia di un ambientecaratteristico ed unico, sorge oggi ilRelais Villa D'Assio, a pochi metri daquella che fu la villa del consoleAssio e possedimento rurale delPrincipe Potenziani, che, proprio perla vicinanza di due laghi importantis-simi per la fauna lacustre stanziale emigratoria, volle qui la sua casina dicaccia.

La struttura principale sorge su un borgo agricolo del1600 e si compone di 5 corpi separati, costruiti in pietra viva, uti-lizzando materiali della villa Romana e altri provenienti dal ter-ritorio, attraverso una paziente opera di restauro conservativo perriportare all'originario incanto questo luogo immerso nel verde enella pace. Da questa paziente opera umana, vengono restituitialla collettività ed agli ospiti del Relais Villa d’Assio, quei casalidal sapore antico, che ben si armonizzano con il paesaggio e conl’atmosfera bucolica e rilassante studiata per rendere il soggiornodi un cittadino stressato dai frenetici ritmi della odierna società ilpiù riposante e rigenerante possibile.L'albergo che ne è nato consta di 40 camere tra standard e superiored il ristorante Tempe, così chiamato a ricordare l'elogio che feceCicerone della natura di questo angolo di campagna. Ristorantedove poter gustare ottimi piatti della cucina tipica, regionale mo-dificata e mediterranea in genere oltre ad una nutrita carta di viniregionali e delle regioni limitrofe; una cucina semplice, ma nonbanale che tende sempre a valorizzare le materie prime del terri-torio impiegando tecniche moderne come ad esempio la cotturadelle carni a bassa temperatura. Dall’azienda agricola, annessa alRelais provengono, in stagione, legumi ed ortaggi nonché granoe granoturco che viene macinato ad un vicino molino della zonaed usato dallo Chef per la preparazione delle paste fresche. Pocopiù in là, in posizione panoramica, dalla villa del principe, sonostate ricavate 3 suites: Fuoco, Prato e Neve, le quali godono diuna meravigliosa vista sulla vallata circostante. In particolare, lasuite Prato è dotata di una finestra panoramica che occupa tutta

da visitare

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RELAIS VILLA UN ANGOLO DI RELAX E BUnella Valle Santa reatina

TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘09

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una parete, lasciando incantati gli ospiti.In seguito è stata realizzata una piscina, ed accanto ad essa unasala banchetti con ristorante annesso, dalla quale si può goderedel sole e di una piacevole brezza estiva, passando le proprie gior-

nate in completo relax. Oppure, è possibile di-vertirsi sui campi da tennis, da basket e calcettostudiati per fornire il massimo svago agli ospiti.Ma il Relais Villa D'Assio, non è solo riposo, èanche una splendida location per matrimoni,battesimi, comunioni ed ogni evento che meritidi essere festeggiato in maniera elegante edesclusiva.Inoltre, sono a disposizione degli ospiti 2 saleconvegni, di dimensioni differenti, adatte a mee-ting e team building. La sala Cicerone atta acontenere congressi fino a 250 persone, dotatadi connessione internet WiFi, impianto di am-plificazione, DVD, vari tipi di lavagne e im-pianto video su schermo panoramico e la salaRosea più raccolta, fino a 30 persone, sono si-tuate alla base di una terrazza panoramica convista sull’affascinante campagna circostante. Lesale, completamente oscurabili, godono dellaluce naturale del sole grazie alla bellissima ve-trata che si affaccia sul giardino.La qualità dei servizi offerti, e la stupenda posi-zione, rendono il Relais Villa D'Assio un luogoideale sia per le vacanze che per soggiorni di la-voro.

D’ASSIOUON GUSTO

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Vocabolo Valle Spoletina, 9 - Km 28ss79 Terni-Rietitel: 0744 [email protected]

Un antico fabbricato riportato al suouso originale.La denominazione "Vecchia Osteria"è rimasta invariata nel tempo; infatti,pur essendo fino a qualche tempo fauna casa colonica, in precedenza erauna stazione di posta. E' proprio quiche i viaggiatori che transitavanolungo la strada sottostante, si ferma-vano per riposare e rifocillarsi.Era anche una " gabella " cioè vi si pa-gava il dazio per il passaggio, essendoil confine fra i comuni di Piediluco eLabro proprio qui sotto, sul ponte "Ca-tenaccio", così chiamato perchéchiuso da una catena che si apriva ap-punto solamente dopo il pagamentodella tassa. Fra i documenti ritrovati,c'è anche una lettera di Antonio daSangallo il Giovane, che vi soggiornòquando seguiva, per conto dello Statodella Chiesa, i lavori di ripulitura delcanale della Cascata delle Marmore;era l'anno 1.545. Nella missiva il San-gallo si lamentava con il Cardinale deltrattamento riservatogli dall'oste di al-lora, che lo faceva dormire sulla pagliae gli dava da mangiare del pane fattocon pessima farina, ma vi assicuriamoche da allora le cose sono cambiate,ed oggi troverete poche, ma conforte-voli ed eleganti camere ed una cucinafra le migliori della zona.

LA NUOVA PRIMULA VOC.CASALI DI PAPIGNIO - 05100 TERNI tel: 0744279004 fax: 0744279039www.lanuovaprimula.comcentro.vergari@[email protected]

Ristorante - Pizzeria LA NUOVA PRI-MULA si trova a circa 2km dalla Ca-scata delle Marmore, nella frazionePapignio. E’ convenzionata con ilCENTRO VERGARI (bar - supermer-cato) aperto tutti i giorni dalle ore05,00 alle ore 24,00.

La Nuova Primula offre ottimi servizi: -Ampio parcheggio-giardino all'aperto-pizzeria con forno a legna-personale qualificato-sala per banchetti e cerimonie fino a300 persone-sconti per i gruppi.MENU RUSTICOBucatini all'amatricianaFagioli con le coticheCicoria ripassataZuppa Inglese1/2 l acqua 1/4l vinoCaffe'.

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Sottosopra è uno spazioso e acco-gliente locale concepito per fonderediverse necessità in un'unica solu-zione.Il buongiorno si vede dal mattino!!!E allora perché non cominciare con ungustoso cappuccino e un cornettocaldo? Anche un caffè cremoso è fon-damentale e, come il “LA” che segnal’inizio della sinfonia, per noi chiamatagiornata, non si può rischiare che nonsia più che perfetto!!!

A pranzo un menù ricco e completo viaspetta nella tavola calda per chivuole unire il piacere di mangiare conpoco tempo a disposizione.Prima di sera un momento di relaxnell’arco della giornata è obbligatorioper tutti. Da Sottosopra puoi trovareciò che ti aiuterà a rilassarti per qual-che minuto in compagnia del tuo par-tner o dei tuoi amici..

Inoltre all'interno potrete trovare ancheun supermarket fornitissimo per unaspesa completa e sempre di qualità:-sconti per i gruppi-il menu' fisso-convenzione con Centro Vergari-forno a legna-personale qualificato.

Perché mangiare una

pizza? I motivi sono molte-plici e variano da caso acaso. La motivazione più dif-fusa, in un periodo di crisicome questo, è sicuramentequella economica, oggi sipuò gustare pizza, antipastoe bevanda, ad un costo chevaria, per la nostra zona, dai15 euro ad un massimo di25. Ci sono poi locali, fre-quentati soprattutto da ra-gazzi, con orari da“discoteca” che offronopizza, patatine e birra a 10euro. Ma spesso la scelta èanche dettata dalla volontàdi passare una serata incompagnia, in modo infor-male, senza dover troppobadare al proprio look, de-gustando cibi semplici, chesoddisfano più la voglia diqualcosa di sfizioso chequella di una cucina ricer-cata. Inoltre, oggi, in zona, sipuò scegliere tra molti eser-cizi, che si differenziano peril tipo di locale, scelta dibirre italiane ed estere e so-prattutto per la tipologiadella pizza, bassa e sottile ,nella maggior parte dei casi,o, nella migliore tradizionepartenopea, alta e soffice. Ilclassico “stasera ci facciamouna pizza?”, insieme al “cimangiamo una cosa?” è en-trato nel linguaggio correntedei rapporti interpersonalipiù confidenziali, una cosapoco impegnativa, miratapiù allo stare in sieme chealla scelta gastronomica.

RistoranteVecchia OsteriaTerni-Rieti

Ristorante PizzeriaLa Nuova PrimulaPapigno (TR)

Ristorante PizzeriaSotto SopraTerni

Week end nel ternanotra relax e buona tavola

Bar/Restaurant Hotel Ristorazione Relais

TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘0958

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TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘0960

dalle casse comunali, 5.000 eurociascuno a tutti gli stupratori, persostenere le spese di difesa.La ragazza invece, sembra as-surdo, ma è stata doppiamenteabusata.Oltre a quella fisica si è aggiunta,infatti, anche la violenza sociale:dall’oblio dal quale è stata som-mersa all’epoca dei fatti stenta an-cora oggi a risalire.Né un avvocato, né uno psicologo,né un assistente sociale si sonofatti vivi e, come denuncia ora ilsuo legale, Piermaria Sciulli: “Lalegge prevede che gli stupratori,poiché minorenni, siano aiutati areinserirsi in società, la loro vit-tima però è stata completamenteabbandonata a se stessa. Non ha ri-cevuto solidarietà né dalle istitu-zioni locali né da chi avevapromesso di aiutarla”.La situazione si è ulteriormenteaggravata dopo la messa in onda,domenica 25 ottobre, di uno scan-daloso collegamento con gli abi-tanti del paese su DomenicaCinque. All’interno della trasmissione in-fatti, l’intero paese si è schieratodalla parte degli stupratori, insul-tando e sbeffeggiando la poveraragazza. Il caso è così di nuovo balzato pre-potentemente agli onori della cro-naca, determinando profondespaccature di pensiero tra espo-nenti civili e politici. In seguito ai fatti, la Provincia diViterbo si è costituita parte civile

con votazione unanime, e, addirit-tura, la scrittrice Lara Cardella hacreato un gruppo ad hoc su Face-book, con il quale chiede a granvoce «le scuse e le dimissioni delsindaco» del paese dell'Alto Lazio. “La storia di quella ragazzina miassomiglia per il fatto di avere unpaese contro. Solo che io ero più grande equando mi sono sentita dire incoro 'puttana, puttana' li ho affron-tati”, spiega Lara Cardella, autricedi «Volevo i pantaloni», romanzouscito nel 1994 e poi film di suc-cesso sulla storia di un’adole-scente costretta nelle restrizionimentali della Sicilia. Secondo la scrittrice, il primo cit-tadino di Montalto, peraltro as-sente anche durante latrasmissione su Canale 5, «sta per-mettendo che una ragazzina vit-tima di violenza venga emarginatae umiliata dai suoi concittadini.“Da quando so di questa terribilevicenda non dormo più. Abbiamoscritto al Comune e ci ha rispostol’assessore al Turismo dicendo dinon voler entrare nel merito e se-

gnalando le infinite bellezze ar-cheologiche e ambientali del no-stro paese. Ma siamo impazziti?”La presidente di Telefono Rosa,Gabriella Carniere Moscatelli, rin-cara la dose affermando: “Il fatto che il sindaco di Montaltoabbia ignorato la ragazza violen-tata e giustificato il comporta-mento degli stupratori, ed abbiapoi esteso il suo comportamento atutta la popolazione, mi indigna.”La dichiarazione va ben oltre lasemplice presa di posizione, con-cludendosi con un fermo e decisoinvito rivolto direttamente alledonne di Montalto di Castro:“Aprite gli occhi e giudicate sere-namente quanto è accaduto. Nonvorrei”, conclude, “che, per tute-lare la sicurezza delle donne, sidovesse arrivare a boicottare il tu-rismo, anche estivo, verso Mon-talto, luogo non sicuro per loro.”

Simona Tenentini

(Foto, per gentile concessione di www.tusciaweb.it)

MONTALTO

E’ la meta preferita dei ternani invacanza: facilmente accessibile,dai prezzi contenuti e piena di di-vertimenti.Sono moltissimi, infatti, gli abi-tanti di Terni e provincia chehanno acquistato una casa sul lito-rale di Montalto per trascorrervi imesi estivi, anche se, in realtà, nonsi tratta affatto del paradiso feliceche a prima vista potrebbe appa-rire.Ne sa qualcosa M., la ragazza vit-tima di uno stupro di gruppo pro-prio nella pineta di MontaltoMarina.Era il 2007 quando la giovanevenne violentata senza pietà daotto coetanei. All’epoca dei fatti,forte fu il clamore destato dalla vi-cenda, anche per situazioni contin-genti che hanno dell’incredibilema che, purtroppo, sono tremen-damente vere.Quando si verificò la drammaticacircostanza, l’allora sindaco diMontalto, Carai, offrì, sottraendoli

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p i ùsvilup-

pabili. Peril 2009 è pre-

visto un tirocinioformativo gratuito di due mesi peraltri sette intraprendentigiovanotte/i, al termine del qualeverranno valutati i progetti miglioriin termini di innovazione, ricadutasul territorio, occupabilità e verrà as-segnato un premio di 3.000,00 europer ciascuno dei sette propositi, daparte di un gruppo tecnico compostodai rappresentanti dei Comunidell’Ambito, delle associazioni degliagricoltori e dalla Camera di Com-mercio Industria e Agricoltura diTerni. Per il 2010 altri sette laureaticoncluderanno il lavoro. In totale 21ragazzi saranno coinvolti nel sud-detto piano. La recessione econo-mica che stiamo vivendo ormai daun po’ di tempo, ha colpito anche ilsettore alimentare; tuttavia quellodell’ agroalimentare rappresenta unagrande speranza per l’economia ita-liana ed ha tutte le carte in regola per

crescere: quasi 7.000 imprese e270mila dipendenti, un mercato in-terno da 175 miliardi di euro e unexport di quasi 20 miliardi di euro.L’industria alimentare italiana si ri-vela quindi un settore strategico perl’economia nazionale, stando ai datidella Federalimentare. L'industriaalimentare europea è il numero unodel proprio settore (280000 aziende,4 milioni di posti di lavoro), in ter-mini di fatturato (800 miliardi dieuro circa), ma non è esente dallacrisi. Perciò il Vice Presidente dellaCommissione Europea Verheugeninsieme ai Commissari per la tuteladel consumatore Meglena Kuneva eall’agricoltura Mariann FischerBoel, si sono riuniti il 6 luglio scorsoper discutere cosa fare e come dareall’industria alimentare europea unnuovo impulso, suggerendo alle im-prese e alle autorità degli stati Mem-bri di migliorare la competitività delsettore agroalimentare a favore deiconsumatori e degli agricoltori, pro-muovendo l'alta qualità dei prodottialimentari.

Ila. B

TERNI MAGAZINE DICEMBRE ‘09 61

NARNI

Il Comune di Narni insieme al Cen-tro per l’Impiego della Provincia diTerni ha indetto un bando per sele-zionare progetti di impresa nel set-tore agroalimentare. Sindaci edAssessori di 12 Comuni, quellidell’Ambito Territoriale n°11 (Ame-lia, Attigliano, Avigliano Umbro,Calvi dell’Umbria, Alviano, Giove,Guardea, Lugnano in Teverina,Montecastrilli, Narni, Otricoli,Penna in Teverina), hanno optato peril “Progetto conoscere, progettare, ecomunicare se stesse e il proprio la-voro”, per l’attuazione del PianoTerritoriale per i giovani, previstodall’Accordo di Programma Quadro“I Giovani sono il presente”. I ra-gazzi dovrebbero in effetti “farlo” ilpresente, a patto che ne abbiano,giustamente, le possibilità. Il Pianorientra nell’obiettivo di medio ter-mine dell’Assessorato alle Politichegiovanili della Regione Umbria diimporre tutta una serie di azionivolte a valorizzare e promuovere ilruolo della nuova generazione, nelcuore delle realtà locali. Il senso diquesto progetto, su base triennale(bando 2008-2010), è quello di favo-rire l’occupazione giovanile e com-battere la precarietà. L’intento di taleconcorso, che comprende i comunisopra citati, è quello di lanciare l’im-

piego per i giovani finalmente, conun occhio di riguardo, in questopaese maschilista, per le ex studen-tesse e per le ragazze! La sceltadell’Ambito territoriale n°11 si è ba-sata sui dati pubblicati nel rapportosul mercato del lavoro, nella provin-cia di Terni, relativamente all’anno2007. Nel mercato appunto, èemersa tanta disparità tra ragazze eragazzi, sia per quanto riguarda leopportunità classiche che quelle in-novative, nonostante la scolarizza-zione femminile sia molto più alta diquella maschile. E’ doverosorecuperare la distanza cheesiste tra potenzialitàfemminili ed op-portunità econo-miche el avora t ive ,c o m b a t -tendo e vin-cendo tuttequelle di-scrimina-z i o n i ,dirette edindirette, in-dotte dai con-dizionamentisociali, culturalie da una tipicamentalità maschili-sta, purtroppo tuttora vi-gente. Il progetto prevedeinterventi e servizi sperimentali chevanno dalle opportunità concrete diformazione alla creazione di spaziper un maggiore protagonismo nelmondo del lavoro e delle profes-sioni. Il bando triennale 2008-2010è stato pensato per il settore agroali-mentare, considerato come uno dei

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Direttore responsabileGiancarlo PadulaVicedirettore protempore:Simona TenentiniDirettore editorialeAndrea MessiRedazioneMariana RibecarubricheEnrico CardinaliIlaria BarbacciaSabrina VialiStefano SpanòMichela Rosati(Psicologa-psicoterapeuta)

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EditriceWeb & Books s.r.l.Sede legale:via C. Guglielmi 27tel 0744 404111 Fax 0744 403206e-mail [email protected] grafico e impaginazioneDanilo MomoliPubblicitàa cura della Web & Books S.r.l.StampaRotopress international Srl - Loreto (AN)Registrazione Tribunale di Terni n5/09 del 18 MAGGIO 2009tiratura 13.000 copieDistribuzione: Poste Italiane

Chiuso in redazione il 04/12/2009 ore 10,00

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