Pet ology magazine #11

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1 Pet - OLOGY Magazine 11 LA RIVISTA CHE STA DALLA PARTE DEI PET, SEMPRE! GIUGNO 2014 SCEGLIERE UNA TARTARUGA D’ACQUA ANIMALI: 10 MITI DA SFATARE INTERVISTA A PATRIZIA ROSSETTI c o p i a g r a t u i t a , s e m p r e !

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La rivista che sta dalla parte dei pet, sempre.

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Pet-OLOGYMagazine

11 LA RIVISTA CHE STA DALLA PARTE DEI PET, SEMPRE!

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SCEGLIERE UNA TARTARUGA D’ACQUA

ANIMALI:10 MITI DA SFATARE

INTERVISTA APATRIZIA ROSSETTI

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Che gli inglesi sappiano ciò che fanno quando si tratta di ordine pubblico è noto, e la soluzione del caso hooligan negli anni scorsi per ciò che riguarda il calcio violento, ne è una prova. Un’ennesima testimonianza viene ora dalla modifica della legge sui cani pericolosi, la Dangerous Dog Act, che già fece scuola nell’ultimo ventennio. Il governo di Londra ha inasprito le condanne per i proprietari di cani ritenuti responsabili di attacchi mortali: in Inghil-terra e Galles le condanne massime passano da un massimo di due anni di prigione previsti fino ad ora ad un massimo di 14; aumento di pena - da due a cinque anni - anche nel caso in cui l’aggressione provochi lesioni.Il provvedimento va senza dubbio nella giusta dimensione, quella conden-sata in quello che è diventato uno slogan oltre Manica: punish the deed, not the breed (punisci il singolo caso, non l’intera razza). In questo modo il fatto che un cane killer sia un Pit Bull o un Rottweiler ha poca importanza. Lo ha invece il fatto che quel soggetto sia stato educato male, tenuto fuori controllo o peggio addestrato all’aggressività fuori controllo.Musica per le orecchie di noi cinofili, non c’è che dire. Finalmente si torna a parlare di episodi, ma anche di singoli cani problematici, senza fare inutili liste di proscrizione come purtroppo abbiamo visto in Italia negli anni ‘90. E si punta il dito su coloro che non hanno saputo gestire e controllare tali soggetti. Questo ovviamente senza considerare tutti i cani come dei sante-relli. No, non lo sono. Tra di loro ci sono anche soggetti pericolosi, indipen-dentemente dalla razza e dalla taglia. Però… a parte rari casi, la colpa della loro violenza va attribuita solo all’uomo, alla sua ignoranza, al suo perverso gusto di allevare soggetti capaci di fare paura, non sapendo che così posso-no creare dei mostri.Con i problemi che abbiamo oggi in Italia dubito che questa linea che viene dall’Inghilterra possa trovare consenso e seguaci. In ogni caso resta un’en-nesima lezione, che arriva proprio dalla patria della cinofilia mondiale.

Stefano Nicelli

L’editoriale

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SOMMARIO11 - giugno 2014

Pet-OLOGY Magazine

EditoreGruppo Editoriale Castel Negrino - 20886 Aicurzio (MB)www.pet-ology.itredazione: [email protected]

Pubblicazione on-line Rivista periodica d’informazione a diffusione gratuitaIscritta nel registro operatori comunicazione AGCOM n. ROC 38567

Direttore responsabileStefano Nicelli

Coordinamento editorialee supervisione scientificaLOGOGEST di Stefano [email protected]. 347-6692528

ImpaginazioneVirtuosa-Mentewww.virtuosa-mente.com

Foto: Fotolia

Hanno collaboratoSamuele Venturini

Autori citatiMarta Avanzi, Maria Grazia Crozzoli

Pet-ology® è un marchio registrato La riproduzione anche parziale di testo, foto e illustrazioni, anche parziale, è vietata.L’editore non si assume alcuna responsabilità per l’uso di marchi, immagini e slogan da parte degli inserzionisti.L’editore ringazia tutti coloro che direttamente o indirettamente hanno contribuito alla realiz-zazione di questa rivista. Inoltre l’editore resta a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere detta au-torizzazione. In caso di cortese segnalazione si, provvederà tempestivamente a porre rimedio a eventuali omissioni e/o errori di riferimenti relativi e, in caso di conclamata violazione dei diritti si provvederà alla pronta rimozione di suddette immagini.

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NOTIZIE DAL MONDOL’eco dalla nostra pagina Facebook

COVER STORYAnimali e credenze

PET FOR DUMMIESScegliere una tartaruga d’acqua

ANGOLO TECNICOIl pedigree per i cani in italia

V.I.P. - VERY IMPORTANT PETLassie

I CONSIGLI DI...Marta Avanzi

CONSIGLI DEL VETERINARIOToxoplasmosi

INTERVISTA A...Patrizia Rossetti

ETOLOGYEgrastolo per un cane

AGENDA PETGli eventi top

I LIBRI DA LEGGEREIo, Claudia e Pluck

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Notizie dal mondo l’eco dalla nostra pagina Facebook

CANI: SPESE ESAGERATE PER LA CANTANTE MARIAH CAREY - Quan-do si tratta dei suoi 8 Jack Russell Mariah Carey si rifiuta di risparmia-re: i suoi cagnolini viaggiano in pri-ma classe, hanno un autista priva-to, pagato 700 dollari a volta, che li trasporta sulla Rainbow Pet Spa di Beverly Hills e periodicamente godono di trattamenti di lusso, tra

massaggi thailandesi, manicure al mirtillo (ultima tendenza canina) e lunghi soggiorni in spa (…) Un testi-mone ha rivelato al giornale Mirror che “Mariah paga personalmente tutte le terapie termali per i suoi cani e non si aspetta alcuno scon-to perché è una celebrity. Gli unici a ricevere un trattamento specia-le in questo caso sono i suoi Jack Russell!“.Anche “quando viaggia paga sem-

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News dal m

ondo

pre affinché i suoi cani viaggino con lei in prima classe – ha rivelato il testimone al quotidiano britannico – e quando non può portarli con sé li fa alloggiare in pensioni di lusso, in doggy day care di Beverly Hills come Chateau Marmutt, Barking-ham Palace o Pour La Pooch“. Così alla fine dell’anno tra bagnetti, tagli di pelo, cure estetiche e quant’altro Mariah Carey arriva a spendere cir-ca 50 mila dollari per i suo 8 cani (Fonte: Velvet Gossip).

Ogni volta che leggiamo notizie si-mili restiamo perplessi. Diciamo su-bito che 50mila euro per una donna milionaria come la Carey probabil-mente equivalgono a un solo euro per noi. Avendo a disposizione tan-to denaro, dunque, non sorprende che la cantante decida di usarlo per far stare al meglio (secondo lei) i suoi cani. Ben venga, certo. Meglio che se li trattasse male. Ma c’è biso-gno di autista, di pensioni di lusso, massaggi ecc? Ovviamente no. Per-

ché allora tanto inutile sfarzo?Noi persone comuni probabilmente ignoriamo (o solo immaginiamo) i capricci di un milionario e quel tan-to di arroganza che l’avere i soldi – e quindi un certo potere – comporta. Qualcuno di noi, però, avrà certa-mente letto dei vizi delle star, del-le loro richieste spesso assurde al personale degli hotel, di quel lusso ostentato e finanche pacchiano che spesso manifestano. È facile allora immaginare quale tenore di vita esse abbiano. Da qui al trasformare anche i cani in “peppie” civettuole e viziate, allora il passo è breve. For-se non tanto per pura ostentazione, quanto perché rientrano in un modo di vivere comunque eccessivo e fa-stoso che in ogni caso è il loro status quotidiano, fatto di collaboratori, servitù e servizi a 5 stelle.La “povera” signora Carey, insomma, probabilmente non lo fa neanche apposta a far vivere i suoi animali in un inutile sfarzo. Semplicemente adotta per loro uno stile che è suo. E non possiamo fargliene necessaria-mente una colpa.

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TRA LEGGENDE

METROPOLITANE E SCARSA

CONOSCENZA

Animali e credenze: Dieci miti da sfatare

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ugli animali d’affezione cir-colano ancora oggi diverse credenze che non hanno ra-

gione d’essere e possono essere an-che molto fuorvianti. Ecco una car-rellata di quelle più frequenti… tutte da smentire!

1. PER UN CANE GRANDE CI VUO-LE UNA CASA COL GIARDINO – Chi è convinto di questo dimentica pro-babilmente che siamo di fronte a un animale altamente sociale. Ciò significa che a fronte di uno spazio enorme ma privo di compagnia, il cane certamente preferirebbe uno spazio più angusto, ma provvisto di compagni umani che lo inseriscano nella loro routine giornaliera.Per fare un paradosso ricordo cosa mi disse poco tempo fa un addestra-tore di cavalli. “Anche se tu avessi un grande prato, il cavallo restereb-be a pochi metri dalla staccionata a brucare l’erba”. Questo perché è so-stanzialmente un animale sedenta-rio. “Guarda che corre solo perché è l’uomo a spingerlo; fosse per lui non farebbe tanti sforzi inutili”, concluse.

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STRA LEGGENDE

METROPOLITANE E SCARSA

CONOSCENZA

Animali e credenze: Dieci miti da sfatare

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2. IL GATTO SI AFFEZIONA PIÙ ALLA CASA CHE AL PADRONE – Non è affatto vero. Certamente il gatto fa presto a far diventare “sua” la casa in cui abita, lasciando tracce odoro-se in giro, ed è altrettanto vero che può vivere tranquillamente anche in un appartamento senza soffrirne troppo. Esistono tuttavia innumere-voli casi in cui tra uomo e animale si crea un rapporto di vero amore, per certi versi simile a quello che si può instaurare con un cane. A differenza di quest’ultimo, il gatto è certamen-te un animale meno sociale e più in-dipendente, ma questo non significa

che non possa instaurare un forte legame affettivo con noi, con mani-festazioni frequenti di vera e propria gelosia nei confronti di chi può sot-trargli anche momentaneamente le attenzioni.

3. IL CONIGLIO È UN ANIMALE FA-CILE DA GESTIRE, ADATTO SOPRAT-TUTTO AI BAMBINI – Scrive il me-dico veterinario Marta Avanzi nel suo volume Voglio un coniglio (Ed. Castel Negrino): “Non è un animale per tutti. Non è un animale da te-nere chiuso in gabbia e contempla-re da dietro le sbarre, né è deside-roso di soddisfare i nostri bisogni a

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comando e gratificare il nostro ego obbedendo ai nostri ordini, e spesso non è neppure un animale da tene-re in braccio e coccolare secondo i nostri desideri perché di solito non ama essere sollevato da terra. Non è adatto ai bambini piccoli a causa della sua fragilità e della facilità con cui si ferisce se viene lasciato cadere (…), e nemmeno è adatto a chi non può rinunciare a una casa perfetta (…)”.

4. IL DOBERMANN AD UNA CERTA ETÀ RISCHIA DI IMPAZZIRE – È una vera e propria leggenda metropoli-tana in auge almeno dagli anni Set-tanta. Nasce dall’idea (assurda) che il cervello del cane cresca senza che la struttura ossea del cranio si ade-gui di conseguenza. Ovviamente questo non ha ragione d’essere. Anzi, il Dobermann è un cane che può essere molto equili-brato anche da anziano. Il motivo per cui è nata questa leggenda va probabilmente ricercato in quel cli-ma di paura che albergava proprio nel periodo degli Anni di piombo, e spinse molti a prendere un cane da difesa, in molti casi di dubbia pro-venienza e certamente con un pro-filo genetico non proprio da sante-rello. A questo si aggiunse l’eco di film come La gang dei Dobermann (USA, 1972) che creò intorno a que-

sto cane un’aura bieca da novello demonio.

5. SE FA UNA MARACHELLA, IL CANE PROVA RIMORSO – La con-vinzione nasce dal fatto che in ta-luni casi, quando torniamo a casa e magari il cane ha fatto pipì dove non doveva oppure ha rotto qualcosa, lo troviamo mogio mogio in un angolo. Crediamo a questo punto che “sap-pia che ha sbagliato” e che “provi ri-morso”. In realtà niente di tutto que-sto è vero. Il cane non può ricordare un’azione compiuta magari due ore prima, soprattutto se per lui non ha alcun significato. Sa però benissimo associare la punizione magari rice-vuta in un’altra occasione in cui ha combinato un danno, col viso cor-rucciato che possiamo avere anche questa volta. Per questo, e solo per questo, si attende un rimprovero tale per cui cerca di nascondersi per evitarla.

6. PER UNA TARTARUGHINA D’AC-QUA BASTA UNA VASCHETTA E UN PO’ DI GAMBERETTI DA MANGIA-RE – Non è vero! Ecco cosa scrive l’Associazione Animali Esotici Onlus nel suo sito: “Le esigenze di alleva-mento delle tartarughe acquatiche sono molto complesse: per vivere bene hanno bisogno di un ampio acquaterrario dotato di riscalda-

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mento, filtri, termostato e di una zona emersa riscaldata e dotata di lampade speciali che producono radiazioni UVB. I gamberetti secchi sono un mangime totalmente ina-deguato, anche se le tartarughe ne sono molto ghiotte. Sono infatti pri-vi di vitamina A e nel corso di pochi mesi finiscono per causare cecità. Le tartarughine, incapaci di aprire gli occhi, finiscono inevitabilmente di morire di inedia se non si intervie-ne con una cura adeguata. Mettere delle gocce negli occhi è totalmente inutile: la corretta terapia consiste nel somministrare per bocca della vitamina A e, quando il rettile riapre gli occhi, somministrare una dieta più equilibrata”.

7. IL COLLARE A STROZZO PER I CANI È SEMPRE NOCIVO – No. Non è vero. È una convinzione che ha preso piede da qualche anno, basa-ta su lesioni anche ossee che in talu-ni casi si possono essere verificate. Il problema sta nell’educazione del cane. Se non è abituato (o educato) ad andare al guinzaglio, qualunque collare potrebbe fargli male. Se però lo si abitua gradatamente e con pa-zienza, il collare a strozzo non verrà quasi mai tirato a talo punto da pro-vocare lesioni. Teniamo poi conto che è il collare ancora oggi più dif-fuso nei campi di addestramento. E

come ogni cosa, se usato corretta-mente, non risulta pericoloso.

8. IL GUSCIO DELLA TARTARUGA È INDISTRUTTIBILE – Falso! Sempre dal sito dell’Associazione Animali Esotici Onlus leggiamo: “La corazza è fatta di tante ossa unite tra loro come quelle che formano il nostro cranio. Queste ossa formano una struttura robusta ma di certo non indistruttibile. Se finiscono sotto le ruote di un veicolo, se restano schiacciate da un cancello elettrico, o se cadono da un terrazzo, le tar-tarughe subiscono la frattura della corazza, oltre ad eventuali danni agli organi interni. Per questo è impor-tante prendere ogni precauzione per evitare incidenti”.

9. È IN ARRIVO UN BEBÈ. IL GAT-TO DEVE SPARIRE PER EVITARE LA TOXOPLASMOSI – Dal sito Nostrofi-glio.it leggiamo: “È davvero difficile che un gatto domestico (sempre vis-suto in casa e non precedentemente randagio) possa contrarre la toxo-plasmosi e trasmetterla all’uomo, a meno che non vada in giardino ed entri in contatto con terreno conta-minato da animali randagi. A livello precauzionale, però, è consigliabile far pulire agli altri membri della fa-miglia la lettiera del gatto o indossa-re i guanti e lavare le mani con sapo-

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ne ed acqua corrente al termine del-le operazioni di pulizia, dal momen-to che il toxoplasma viene espulso con le feci. “Va specificato tuttavia che la sporulazione delle oocisti del parassita nella lettiera avviene circa 2-3 giorni dopo la deposizione delle feci, ad una temperatura ambien-tale di 24°C, pertanto il rischio di contaminazione viene notevolmen-te ridotto se la lettiera viene pulita ogni giorno” sottolinea Irene Cetin, responsabile dell’U.O. di ostetricia e ginecologia presso l’Ospedale Luigi

Sacco di Milano e Professore dell’U-niversità di Milano. “Nessun rischio invece per le urine del gatto, che non sono veicolo di trasmissione”.

10. IL CANE DA GUARDIA È PIÙ EFFI-CACE FUORI CASA – Non è vero. Qui è più vulnerabile. Gli addestratori in-segnano che invece se resta in casa ha più possibilità di fare la guardia, sentendo come “suo” quel territo-rio. Inoltre rappresenta un ulteriore difficoltà per chi voglia introdursi per delinquere.

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Tartarughe d’acqua:le cose da sapere

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anto diffuse quanto poco co-nosciute: sono le tartarughe d’acqua, animali solo all’ap-

parenza facili da gestire, e che per questo richiedono cure particolari. Vediamo quali.

COS’È: È un rettile di età antichissima (è apparsa sulla Terra già 200 milioni di anni fa) caratterizzato dalla cosid-detta corazza (che in realtà si divide in carapace, la parte superiore, e piastrone quella inferiore). I soggetti più comuni in Italia sono quelli ap-partenenti alla famiglia delle emididi, perlopiù provenienti dal continente americano dove vivono i variegati ambienti naturali caratterizzati da ruscelli, fiumi, stagni, laghi, paludi e acquitrini.

COM’È FATTA: La corazza ha una fun-zione protettiva nei confronti delle minacce esterne, ma ha anche altri scopi: serve per ancorare i muscoli degli arti, assorbe il calore e rappre-senta una fondamentale riserva di calcio. La bocca è priva di denti ma ha un becco affilato simile a quello

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le cose da sapere

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degli uccelli, col quale lacera le prede più piccole che inghiotte senza masti-care. Le tartarughe d’acqua respirano aria ma possono anche assorbire l’os-sigeno dell’acqua e restare pertanto sommerse a lungo. A differenza dei mammiferi, poi, non sono in grado di mantenere una temperatura corpo-rea adatta al loro metabolismo. Per questo assorbono il calore del sole, scegliendo zone d’ombra o l’acqua quando si fa troppo caldo. In cattività

supplisce al sole la presenza di lam-pade riscaldanti. La persistenza in un ambiente troppo freddo o riscaldato in maniera non adeguata può infat-ti favorire lo sviluppo di pericolose infezioni.

QUALE PRENDERE: Posto che è im-portante conoscere a quale specie appartiene per capire le specifiche esigenze, per i principianti è consi-gliabile la Trachemys scripta, in quan-

Scrive Marta Avanzi, medico vete-rinario co-fondatrice della Società Italiana Veterinari per Animali Eso-tici nel suo volume Voglio una tar-taruga acquatica (Gruppo Edito-riale Castel Negrino, 2010): “Tra gli animali “da compagnia” (da tenere nelle nostre case) le tartarughe d’acqua sono tra i più sottovaluta-ti e incompresi nelle loro necessi-tà fondamentali. Poiché vengono venduti per pochi euro, insieme a una vaschetta di plastica che costa ancor meno, si pensa che siano animali di scarso valore e di limi-tate necessità, mentre è vero pro-prio il contrario (…).In generale non sono animali adat-ti ai bambini, sia per la difficoltà di gestione sia perché sono portatrici

di salmonelle, batteri che possono trasmettere quando vengono pre-se in mano o semplicemente toc-cando l’acqua in cui vivono. Sono animali longevi, che possono ar-rivare a vivere più di trent’anni se gestite adeguatamente, pertanto si deve essere disposti a pren-dersene cura a lungo. Inoltre, se si ammalano, si devono mettere in conto spese veterinarie che in alcuni casi possono essere anche considerevoli”.Da non dimenticare poi le dimen-sioni: “Molte specie da adulte rag-giungono dimensioni rilevanti che richiedono molto spazio, e vivreb-bero meglio in un laghetto all’a-perto, cosa che non tutti possono permettersi di allestire”.

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to resistente, adattabile e tutto som-mato più facile da gestire rispetto ad altre specie da lasciare invece a mani più esperte.Sempre ai principianti è fortemente sconsigliato tenere assieme tartaru-ghe di specie diverse, dato che po-trebbero avere reazioni aggressive finanche letali per loro.

COSA MANGIA – A parte la tartaruga palustre europea (Emys orbicularis) che è sostanzialmente carnivora tutta la vita, le emidi americane sono onni-vore: da piccole sono perlopiù carni-vore, dato il loro aumentato fabbiso-gno energetico, per passare poi verso una dieta più vegetariana da adulte. Il regime alimentare dovrà dunque essere completo e vario, fornitore sia di nutrienti animali (da pellet per tro-te o per carpe koi, mangime per pesci rossi, pescioli-ni, molluschi, insetti, mangi-me completo per tartaru-ghe acqua-tiche) che di quelli vegetali (insalata, ra-dicchio, taras-saco, trifoglio, zucchine, ca-rote grattug-giate, spinaci,

piante acquatiche).

DOVE ALLOGGIARLA – L’ideale è un acquaterrario con una zona emersa e un’ampia zona d’acqua. La zona asciutta dovrà essere riscaldata con lampade fino a 32°. Fondamentale è la presenza di lampade a raggi UVB, indispensabili per permettere all’ani-male di sintetizzare la vitamina D e di conseguenza per assimilare il calcio presente negli alimenti.

COME MANEGGIARLA: È un animale che non ama essere maneggiato né coccolato. Pertanto è bene limitare il contatto fisico al solo trasferimento ad esempio dall’acquaterrario o per verificarne lo stato di salute. La presa dovrà essere salda, con le mani a de-bita distanza di sicurezza dal becco, in grado di ferire in modo significativo.

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Il pedigree per i cani: come si ottiene in Italia

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Il pedigree rappresenta il documento più importante del cane di razza, dal mo-

mento che ne certifica l’iscrizione ai cosiddetti “libri genealogici” che in Italia sono tenuti dall’Ente Naziona-le della Cinofilia Italiana, a sua volta dipendente dal Ministero delle Poli-tiche Agricole e Forestali. Vediamo come lo si ottiene.

L’iscrizione del singolo soggetto o dell’intera cucciolata può essere fat-ta al Registro Origini Italiano (ROI) o al Registro Supplementare Ricono-sciuti. Al primo, il ROI, possono es-sere iscritti i cani nati in Italia da ge-nitori iscritti anch’essi al ROI. Le fat-trici importate in Italia devono esse-re trasferite al ROI su presentazione del documento di origine estero. Se invece il padre dei cani da iscrivere nel ROI si trovasse all’estero, essen-do di proprietà di persona residente fuori dall’Italia, dovrà esserne docu-mentata la genealogia attraverso il relativo certificato d’iscrizione in un registro riconosciuto dalla Federa-zione Cinologica Internazionale (FCI)

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SLA “CARTA DI

IDENTITÀ” DEI CAMPIONI

Il pedigree per i cani: come si ottiene in Italia

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o da una copia ufficiale di tale docu-mento. Al RSR possono invece esse-re iscritti i cani dei quali non risulti l’origine impura e che rivelano carat-teri di tipicità tali da farli ritenere di pura razza, nonché i cani provenien-ti dall’estero e già iscritti in un libro genealogico straniero riconosciuto come equivalente al RSR. Possono inoltre essere iscritti al RSR come ca-postipiti quei soggetti che: abbiano conseguito in una manifestazione ENCI un certificato di tipicità oppu-re un certificato di qualità naturali (se è di una razza sottoposta a pro-va di lavoro) o la qualifica di almeno Molto buono sempre in una prova ENCI.

Entro 60 giorni dalla nascita, i cuccio-li devono essere identificati tramite microchip. Entro 90 giorni, invece, l’allevatore ne deve fare denuncia alla delegazione ENCI competente per territorio, utilizzando un modu-lo apposito previsto dall’Ufficio Cen-trale del libro genealogico.Entro tre mesi dalla denuncia del-la cucciolata, tale Ufficio Centrale provvede a rilasciare il certificato genealogico (pedigree) che contie-ne: nome del cane, numero di iscri-zione, razza, sesso, data di nascita, colore e macchie del mantello, codi-ce del microchip; nomi e numeri de-gli ascendenti; nome dell’allevatore; dati del proprietario; dati relativi a

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caratteristiche, performance, titoli vinti e verifiche di patologie eredi-tarie (laddove previste) di genitori, nonni, bisnonni e trisavoli. Ogni cane che viene registrato al ROI o al RSR deve avere un proprio nome individuale di una sola paro-la; in caso di ripetizione dello stesso nome, per cani della medesima raz-za, varranno per la sua distinzione il numero d’iscrizione. Solo in via ec-

cezionale potrà essere accettata l’i-scrizione di cani con nome composti da due o più parole quando queste siano assolutamente indispensabili per dare un significato al nome. Il nome del cane potrà essere accom-pagnato solo dalla denominazione dell’affisso allorché questo gli com-peta ai sensi e per gli effetti del pre-sente regolamento.

ROI (Registro Origini Italiano) – Sostituisce la vecchia sigla LOI (Li-bro Origini Italiano) ed è quel re-gistro, tenuto dall’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI), nel quale vengono iscritti i cani di puro sangue ed annotati i dati genealo-gici, somatici e segnaletici che ad essi si riferiscono. RSR (Registro Supplementare Ri-conosciuti) – Sostituisce la vecchia sigla LIR (Libro Italiano Ricono-sciuti) ed è quel registro nel quale vengono iscritti i cani dei quali non risulti l’origine impura e che rivela-no caratteri di tipicità tali da farli ri-tenere di pura razza, nonché i cani provenienti dall’estero e già iscritti in un libro genealogico straniero

riconosciuto come equivalente al RSR.RSA (Registro Supplementare Aperto) – È quel registro in cui vengono registrati i soggetti appar-tenenti a popolazioni canine italia-ne in fase di recupero come razze.PEDIGREE – È il certificato su cui si attesta l’iscrizione al libro genealo-gico delle razze (ROI o RSR).AFFISSO: Con questo termine si intende la denominazione di un al-levamento destinato a distinguer-ne i prodotti. Esso precede o se-gue il nome individuale di un cane proveniente da una fattrice della quale il titolare dell’affisso risulta proprietario (Es. Charlie della Valle Bianca).

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V.I

.P.

a popolarità del cane Las-sie è divenuta tale che an-cora oggi molti chiamano

con questo nome la razza Collie. Nel 1940 l’angloamericano Eric Knight pubblicò il romanzo Lassie Come-Home (“Torna a casa Lassie”), storia di un cane che raggiunge il padrone percorrendo centinaia di miglia. Il libro, nato da un racconto breve, venne tradotto il 26 lingue e ven-duto in milioni di copie.La casa cinema-tografica Metro-Goldwyn-Mayer ne comprò i diritti nel 1942, e l’an-no successivo uscì l’omonimo film diretto da Fred M. Wilcox e inter-pretato da Elizabeth Taylor e Roddy McDowall, ottenendo un enorme successo. Anche dopo la morte di Knight per un incidente aereo, la MGM volle proseguire il successo del film, realizzando negli anni ‘40 molte altre pellicole: nel 1945 uscì Il figlio di Lassie con Peter Lawford e June Lockhart. L’anno dopo Il corag-

gio di Lassie (con Elizabeth Taylor), e cominciò il Lassie Radio Show (tra-smesso fino al 1949).Tra il 1954 e il 1973 fu realizzata negli Stati Uniti la longeva e famo-sa serie televisiva Lassie. In seguito, altre serie furono realizzate negli anni ‘80 e ‘90 da altre compagnie di produzione.

Il primo cane a interpretare Lassie fu Pal, un Collie Rough nato nel 1940 e acquistato all’e-tà di otto mesi

dall’addestratore Howard Peck da Rudd Weatherwax, famoso adde-stratore di Hollywood. Sul set si sus-seguirono poi diversi figli di Pal, che morì nel 1958.Lassie è uno di soli tre animali (a par-te Topolino e Bugs Bunny) ad aver ottenuto una stella sull’Hollywood Walk of Fame (gli altri sono Rin Tin Tin e Strongheart). Nel 2005 il setti-manale Variety lo ha inserito - sola star animale della lista - tra le “100 icone di tutti i tempi”.

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LassieIcona di un’epoca

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onsigli di...

e tartarughe acquatiche vanno in letargo? Ecco a proposito cosa dice Marta

Avanzi, medico veterinario, auto-re del volume Voglio una tartaruga acquatica.

“ Le emidi [le tar-tarughe d’acqua più diffuse, ndr] possono essere fatte andare in le-targo, ma ciò non è indispensabile per la loro salute. Un periodo di le-targo invece è so-litamente neces-sario se si vuole farle riprodurre, per stimolare l’atti-vità produttiva. Le tartarughe semi-acquatiche svolgono normalmente il letargo sott’acqua: il rallentamento estremo del metabolismo permette loro di sopravvivere con l’ossigeno che ricavano dall’acqua a contatto di tessuti come il faringe o l’interno della cloaca (…) Le tartarughine neonate, mantenute

in casa nella tipica vaschetta di pla-stica senza riscaldamento, in autun-no spesso cessano di alimentarsi per l’abbassamento della temperatura che in casa arriva a 18-20° C.

Spesso questi animali sono anche colpiti da carenze vitami-niche a causa dell ’al imenta-zione esclusiva con gamberetti secchi, che pro-voca problemi agli occhi. Un occhio inesperto crede che siano andate in letar-

go, perché le vede immobili, con gli occhi chiusi, e le lascia in queste con-dizioni per mesi. Solo in primavera, quando ormai gli sfortunati rettili sono quasi morti d’inedia dopo mesi di digiuno, realizza che c’è un proble-ma e le fa visitare”. “Voglio una tartaruga acquatica” – Gr. Ed. Castel Negrino – Euro 15,90

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Il letargo delle tartarughedi Marta Avanzi

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Il vet. d

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l nome toxoplasmosi è uno di quelli che subito fa venire i brividi se in casa

c’è una donna incinta e magari an-che uno o più gatti. Scatta infatti subito la paura del contagio, crean-do la vita impossibile al felino. Ve-diamo dunque più da vicino questa patologia. COS’È – È una zoonosi, cioè una malattia trasmessa dagli animali, causata da un microrganismo deno-minato Toxoplasma gondii. Questo può infettare diversi tipi di animali - mammiferi, uccelli, rettili, molluschi – e può trasmettersi da un animale all’altro tramite l’alimentazione con carne infetta. Si può anche trovare nelle feci di gatti e nel terreno in cui abbia defecato un gatto o un altro animale infetto.

COME SI SVILUPPA – L’infezione da Toxoplasma gondii ha due fasi: nella prima (toxoplasmosi primaria) per un periodo che va da alcune set-timane ad alcuni mesi il parassita si trova nel sangue e nei linfonodi in

una forma direttamente infettan-te. I sintomi più comuni sono linfo-ghiandole ingrossate, stanchezza, mal di testa, mal di gola, dolore alle ossa, a volte febbre e ingrossamen-to di fegato e milza.Il soggetto che contrae una toxopla-smosi resta protetto per tutto l’arco della vita da recidive, in quanto ri-sponde all’infezione con la produ-zione di anticorpi e linfociti specifici. A seconda però di come il soggetto risponde al Toxoplasma gondii, si può determinare il passaggio alla seconda fase, detta toxoplasmosi postprimaria, caratterizzata dall’as-senza di segni clinici e di laborato-rio dell’infezione acuta, ma con la persistenza del parassita nell’orga-nismo, annidato nei muscoli e nel cervello. Se le difese immunitarie vengono meno (sia per malattia, sia per trattamenti medici), il micror-ganismo può tornare aggressivo, riprodursi e indurre nuovi danni. AVERE UN GATTO È PERICOLOSO? – A questo proposito, nel sito del Centro Nazionale di Epidemiolo-

I

Toxoplasmosi:non demonizziamo il gatto

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gia, Sorveglianza e Promozione della Salute (http://www.epicen-tro.iss.it) si legge: “Negli ultimi anni si è ridimensionata l’attenzione nei confronti del gatto come portato-re della malattia, in particolare se si tratta di un gatto domestico, ali-mentato con prodotti in scatola e la cui lettiera è cambiata tutti i giorni (le cisti del parassita si schiudono dopo tre giorni a temperatura am-biente e alta umidità). Il vero ser-batoio della toxoplasmosi è invece rappresentato dai gatti randagi, che si infettano cacciando uccelli e topi contaminati, e che possono defeca-re nel terreno rilasciando toxopla-sma anche per diverse settimane”.A ridimensionare il pericolo ci sono poi i dati: “Uno studio che ha coin-volto diversi centri in Europa, tra i quali anche due centri italiani (uno a Napoli e uno a Milano), pubbli-cato sul British Medical Journal nel 2000, indica tra le principali fonti di infezione nelle donne gravide il consumo di carne poco cotta. Dai risultati emerge infatti che i fattori di rischio principali sono legati all’a-limentazione (dal 30 al 63% dei casi dovuti all’assunzione di carne poco cotta). È quindi necessario evita-re di assaggiare la carne mentre la si prepara e lavarsi molto bene le

mani sotto acqua corrente dopo averla toccata. Lo stesso studio evidenzia che un’altra importante fonte di contaminazione è rappre-sentata dalla manipolazione della terra degli orti e dei giardini, dove animali infetti possono aver defe-cato. È quindi necessario che, chi svolge attività di giardinaggio, si lavi molto bene le mani prima di toccar-si la bocca o la mucosa degli occhi. Lo stesso vale per il consumo di or-taggi e frutta fresca, che dev’essere lavata accuratamente sotto acqua corrente”.

TERAPIA – In mancanza di un vac-cino specifico, nel caso in cui la donna dovesse essere contagiata durante la gravidanza è comunque possibile bloccare la trasmissione dell’infezione al bambino attraver-so un trattamento antibiotico mira-to con spiramicina, un antibiotico ben tollerato sia dalla madre sia dal feto.Prima della gravidanza è poi possi-bile sapere se nel proprio sangue sono presenti gli anticorpi per la toxoplasmosi. Si tratta di un sempli-ce esame chiamato Toxo-test, che permette di classificare le donne in tre classi: “protetta”, “suscettibile” o “a rischio”.

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3 d

oman

de a

...

olto noto della televisione italiana, Patrizia Rossetti - già presentatrice del Fe-

stival di Sanremo nel 1982 insieme a Claudio Cecchetto, conduttrice del programma Buon pomeriggio su Rete 4 dal 1989 al 1994 e di altre fortuna-te trasmissioni, attrice di teatro con Enrico Beruschi nelle due commedie ..Ora è possibile spegnere il computer e poi La famiglia Martinelli, oltre che con Ric e Gian nelle commedie Un pigiama per sei di Marco Camoletti, e Comunque vada sarà un successo, con testi di Dino Verde – è da sem-pre un’animalista convinta. Pet-Ology Magazine l’ha incontrata.

Patrizia, il tuo amore e la sensibilità per gli animali è ben nota. Tu ne hai avuto o ne hai qualcuno?«Ho sempre posseduto cani, il mio primo , Nettuno, era un meticcio e l’ho trovato al mare abbandonato, l’ho avuto per ben 17 anni. Il mio se-condo era Rocco, un chow-chow e l’ho avuto per ben 15 anni. Ora ho Kaily una Golden Retriever».

Cosa ne pensi di questa nuova on-

data di cinofilia che sembra aver contagiato il mondo della politica: da chi si fa ritrarre con un cane a chi propone sgravi economici per chi ne ha uno. Sembra quasi che l’essere cinofilo oggi porti dei vantaggi…no? «Certo se oggi anche i nostri politi-ci “sfruttano” immagini con i cani, e propongono leggi migliori, ben ven-ga! Magari sicuramente ottengono dei voti in più, ma in fondo se si può migliorare la situazioni dei nostri ani-mali, canili ecc… meglio, no? Forse dovevano farlo e pensarci prima? In ogni caso è meglio tardi che mai!».

Un personaggio pubblico come cer-tamente può avere un’eco non indif-ferente tra la gente, anche in tema di tutela degli animali. Che messaggio vorresti lanciare da queste pagine? «Il messaggio che voglio lanciare è: se osservassimo con più attenzione gli animali, qualunque siano, impare-remmo a stare di più e in modo cor-retto ed educato con i nostri simili, ci rispetteremo di più! E poi dovremmo renderci conto che avere un anima-letto nella nostra casa vuol dire stare davvero meglio e sentirci più’ sereni!».

V

Patrizia Rossetti Attrice e conduttrice televisiva

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Vieni a trovarci sul sito www.pet-ology.it

troverai solo il meglio per il tuo pet

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Eto

logy

Phoenix (Arizona, USA) il giudice Deborah Griffith nelle settimane scorse ha

stabilito che Mickey (nella foto), Pit Bull Terrier reo di aver ferito grave-mente nel febbraio scorso un bambi-no di 4 anni, dovrà scontare il resto dei suoi giorni in un canile speciale nella Contea di Maricopa. La decisio-ne è stata presa dopo che il cane per lungo tempo ha rischiato di essere “giustiziato” tramite eutanasia, solu-zione che aveva scatenato la reazio-ne di migliaia di animalisti in tutto il

mondo. Nel nuovo “canile-prigione”, Mickey sarà seguito da uno staff di veterinari e comportamentalisti che cercheranno un suo recupero. L’ani-male, sei mesi prima dell’incidente, aveva infatti già ucciso un cane di ap-pena 2 mesi.Questa vicenda statunitense, con tutto l’eco che ha suscitato, ci pone di fronte a degli interrogativi non facili: “È giusto che il cane sia stato condan-nato all’ergastolo?”. “Si poteva trova-re una soluzione diversa?”.Per rispondere partiamo da un prin-

A

Ergastolo per un cane: follia o soluzione estrema?

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cipio di fondo: per sua natura la giu-stizia dovrebbe avere come scopo ultimo il recupero del condannato. Questo anche in un Paese in cui vige ancora la pena di morte, soluzione che ovviamente contrasta con questo obiettivo. Ma, ci si domanda, questo tentativo di recupero non dovreb-be forse prevedere che il reo possa prendere coscienza di ciò che ha fat-to e per questo iniziare un percorso di ravvedimento? E dal momento che le cose stanno così, possiamo imma-ginare che Mickey sappia ciò che ha fatto e possa dunque pentirsene?La risposta è probabilmente NO. Chi conosce la psicologia canina sa bene che un cane non può associare una punizione (o un premio) a qualcosa che non sia accaduta pochi istanti prima. Non ha cioè memoria – e dun-que può fare un processo associativo – con un fatto accaduto addirittura 3 mesi prima. E dunque? Nella mente di Mickey, quale valore potrà avere questo ergastolo a cui è stato con-dannato? Nessuno, è ovvio. La con-danna comminata al cane ha dunque l’effetto di “togliere di mezzo” un animale pericoloso, preservando così la cittadinanza da futuribili nuove ag-gressioni. Che poi lo staff di medici ed esperti lo possa o meno recupera-re, è un altro discorso. Difficilmente, infatti, il Pit Bull potrà mai tornare a essere libero, anche se venisse giudi-

cato “guarito”.

A questo punto è il caso di lasciare inutili moralismi da parte, e fare qual-che considerazione a mente fredda. Gli esperti potranno forse stabilire se Mickey sia colpito dalla cosiddetta aggressività idiopatica, cioè un tipo (raro) di aggressività che si manifesta senza motivi apparenti e sempre in maniera violenta. Oppure se l’attacco al bambino e l’uccisione del cucciolo possano essere in qualche modo es-sere ricondotti ad una azione scate-nante. Nel primo caso, purtroppo, c’è poco o nulla da fare. Il cane restereb-be una mina vagante, in quanto ma-lato, e forse un’eutanasia potrebbe essere una soluzione quantomeno pietosa. Certamente migliore rispet-to ad una vita intera in gabbia, non potendo essere adottato. Nel secon-do caso, invece, si può pensare ad af-fidarlo ad un professionista – un vero professionista – che possa monito-rarlo continuamente e agire di fronte ad ogni indizio che possa far pensare ad una reiterazione del reato.L’ergastolo in quanto tale, insom-ma, è forse una soluzione migliore rispetto alla condanna a morte, ma in fondo non è la stessa cosa? Non è un farlo morire solo più lentamente? Pensiamoci, a mente fredda, lucida e scevra da emozioni tanto facili quan-to, purtroppo, tragiche.

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Biology

affreddore, influenza e altri malanni colpiscono noi ma anche gli altri animali. Per

chi vive con un pet in ambito dome-stico (casa e/o giardino), spesso le cure adottate sono quelle del medi-co veterinario di riferimento. Fino a non molti anni fa le terapie impiega-te sono state solamente quelle della medicina convenzionale. Recente-mente invece non sono pochi i vete-rinari che affiancano a queste ultime

anche le cosi dette “cure naturali”. Non solo quindi erbe e fitoterapia ma anche agopuntura e massaggi. Una medicina olistica che viene utilizzata in sinergia con i rimedi tradiziona-li ma che a differenza di questi ulti-mi non tenta di eliminare il sintomo bensì cerca di utilizzare quest’ultimo come un indizio per poter individua-re il problema e rafforzare il corpo.Cosa succede invece in natura quan-do un animale selvatico (sia esso

R

Pet e cure naturali: la zoofarmacognosia

a cura del dottor Samuele Venturini

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vertebrato che invertebrato) si am-mala? Ebbene, per rispondere a questo quesito ho il piacere di citare una nuova disciplina scientifica tanto interessante quando ancora poco co-nosciuta: la zoofarmacognosia.Il nome potrebbe apparire un po’ ostico ai più, però se ci soffermiamo sull’etimologia della parola si può su-bito intuire che tale branca si occupa dello studio dei metodi naturali che gli animali impiegano per curarsi au-tonomamente. Essa racchiude in sé altre competenze di ambito scienti-fico quali per esempio l’etologia, la chimica, la botanica, la parassitolo-gia, ecc.Sono ancora pochi i ricercatori che si stanno occupando di ciò e a tal pro-posito, per meglio far comprendere al pubblico l’importanza di questa nuova scienza, cito alcuni esempi che sono stati studiati.Sarà capitato a molti di osservare il proprio cane o gatto mangiare l’a-vena selvatica. Questa erba causa il vomito così da liberare l’intestino dell’animale da un accumulo eccessi-vo e dannoso di succhi gastrici. Corvi e ghiandaie possono strofinarsi sui nidi di formiche cosi che gli inset-ti – sentendosi in pericolo – secer-nono una sostanza (l’acido formico) che entra in contatto con le penne di questi uccelli svolgendo così un’a-zione antiparassitaria. Tra i primati

(scimmie e gorilla) è diffuso l’uso di determinate piante come metodo antinfiammatorio. I bruchi di una specie di farfalla che consumano un particolare tipo di fogliame hanno meno probabilità di essere soggetti e trasmettere un vi-rus così che la maggior parte di loro riesce a raggiungere la forma adulta di farfalla. Vari uccelli utilizzano come materiale per la costruzione dei propri nidi di-verse erbe medicinali. Gli esempi e lo studio di questi e altri comportamenti non mancano. Per fare un paragone con la medicina alternativa “umana” possiamo dire che anche gli animali adottano per il proprio benessere naturale tecniche di fangoterapia, idroterapia, integra-zione minerale, ecc.Studiare i comportamenti di come gli animali curano le ferite, le infezioni, i parassiti, i morsi e le punture di in-setti, le disabilità dovute all’anzianità e i disturbi psicologici, permette di approfondire le conoscenze per una migliore gestione della fauna sel-vatica ma anche dei nostri animali domestici.Risulta quindi molto importante tute-lare e conservare la natura (ambien-te, piante e animali) perché solo gra-zie ad essa possiamo trarre enormi benefici anche – e soprattutto – per la nostra salute, sia fisica che spirituale.

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Age

nda

pet

ESPOSIZIONI CANINE

5 luglio 2014Esposizione Regionale (in notturna) – Lugo (RA)Tel. 054525438

5-6 luglio 2014Esposizione Internazionale - TorinoTel. 011857639

6 luglio 2014Esposizione Regionale – RomaTel. 340-1241954 - 0690112408

12 luglio 2014Esposizione Regionale – RomaTel. 3392334325 - 0686895737

13 luglio 2014Esposizione Regionale – Vernio (PO)Tel. 057431461 - 057431461

Esposizione Nazionale – Cingoli (MC)Tel. 0733602176

Esposizione Internazionale - MateraTel. 3334937489

19 luglio 2014Esposizione Nazionale – CuneoTel. 0171693919

Esposizione Regionale (in notturna) – RavennaTel. 0544400130 – 0544406296

20 luglio 2014Esposizione Nazionale – Sauze D’Oulx (TO)Tel. 0173363044

Esposizione Regionale – Bolsena (VT)Tel. 0761304840 - 0761345879

Esposizione Regionale – Guardiagrele (CH)Tel. 0871346447

26 luglio 2014Esposizione Regionale (in notturna) – Bar-bariga (BS)Tel. 0309718465 - 0309718465

27 luglio 2014Esposizione Internazionale – Marsala (TP)Tel. 0923716023

Esposizione Nazionale – Rocca di Cambio (AQ)Tel. 0862351066

Esposizione Regionale – Coriano (RN)Tel. 054128754

Esposizione Regionale – Sora (FR)Tel. 0775824126

Gli eventi top dove e quando

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I libr

i da legge

re

una storia che potrebbe es-sere una storia qualunque, una storia uguale alle altre.

Quando, però, si parla del proprio ami-co a quattro zam-pe, cambia tutto e la storia diventa unica e irripetibile”.Con queste parole Maria Grazia Croz-zoli sembra quasi voler mettere le mani avanti nell’in-troduzione del suo Io, Claudia e Plük (Gruppo Editoriale Castel Negrino, ot-tobre 2011). Come a dire: so che po-trebbe sembrare una storia già letta mille altre volte, ma per me è, e resta unica. In effetti questo esordio narrativo della Crozzoli segue quel filone, ricchissimo negli ul-timi anni, in cui il cane diventa prota-gonista e strumento per raccontare un pezzo di vita. Pensiamo solo al famoso Io e Marley, da cui è stato tratto anche

un film, e agli innumerevoli altri sequel che hanno sfruttato il medesimo topos narrativo.Eppure in questo suo Io, Claudia e

Plük c’è qualcosa di diverso. La bo-xerina Pelo (fami-liarmente nomi-nata Plük) non fa sempre da ideale prisma attraverso il quale rileggere dieci anni di vita dell’autrice. Spes-so sembra quasi porsi da parte, la-sciando che sia la stessa Crozzoli a calcare il palco di carta del suo libro. Come nel caso della sua (corag-

giosa) auto-affermazione di donna gay, felicemente fidanzata e convi-vente con Claudia. O come nelle toc-canti pagine dedicate alla repentina morte della madre per un tumore. “Io, Claudia e Plük” – Gr. Ed. Castel Negrino – Euro 17,90

“È

Io, Claudia e Plükdi Maria Grazia Crozzoli

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La

vetr

ina

Trolley per cani – Realizzato in polie-stere. Può essere usato come zaino. Tenuta sicura e vestibilità ottima grazie alle bretelle regolabili, imbottite e ana-tomiche, con pratici scomparti per la bottiglia d’acqua, leccornie, ecc. e con maniglia. Il corto guinzaglio interno im-pedisce che l’animale salti fuori. Muni-to di inserti in rete per una buona ae-razione. Le linguette presenti sul retro permettono di agganciare il trolley alla cintura di sicurezza. Con fondo imbottito estraibile. Facile da pulire con un panno. Misure: 36×50×27 cm; peso massimo animale: 8 kg. Colore: nero/grigio. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo ribassato di 39,48 euro.

DVD “La scelta del cucciolo – Come si sceglie un cane? Spesso si guarda qualche fotografia, ma que-sta è una soluzione rischiosa. E’ vero che l’aspetto del cane è la prima cosa che balza agli occhi: ma le cose importanti sono ben altre. La salute, per esempio...e ancora di più il carattere. Come trovare un cucciolo sano ed equilibrato? A che età è meglio adottarlo? Cosa sono l’imprinting, la socializzazione e le altre fasi fondamentali della crescita? A chi rivolgersi per un ac-quisto sicuro? Come evitare di essere truffati? Questo video in DVD offre le risposte alle domande che ci si dovrebbe sempre porre prima di acquistare un cucciolo. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo ribassato di 12,51 euro.

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