Pet ology Magazine #6

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1 Pet - OLOGY Magazine 06 LA RIVISTA CHE STA DALLA PARTE DEI PET, SEMPRE! GENNAIO 2014 INTERVISTA AL PRESIDENTE LAV SCEGLIERE UN GATTO ANIMALI E DIVORZIO A CHI VA L’AFFIDO ? c o p i a g r a t u i t a , s e m p r e !

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La rivista che sta dalla parte dei pet, sempre.

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Pet-ologYMagazine

06 LA RIVISTA CHE STA DALLA PARTE DEI PET, SEMPRE!

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INTERVISTAAL PRESIDENTE LAV

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ANIMALI E DIVoRzIoA CHI VA L’AffIDo ?copia gratuita, se

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Nuovo anno e, com’è tradizione, buoni propositi. Anche in tema di pet. Leggendo le ultime interviste a Gianluca Felicetti, presidente della LAV (cfr. questo numero) e a Massimo Comparotto, presidente dell’OIPA (cfr. Pet-Ology Magazine n. 4) sembra che finalmente qualcosa stia cambiando nella nostra mentalità nei confronti degli animali domestici. Che sia forse l’inizio di una nuova strada che porti finalmente ad un possesso più responsabile dei nostri amici animali?Sia chiaro, nessuno di noi è talmente sognatore da pensare che il 2014 pos-sa essere veramente l’anno della svolta. Certamente non basterà un anno, e probabilmente serviranno intere generazioni. Ma la strada è quella giusta. Occorre però non smettere mai di lottare, ciascuno nel suo piccolo, e ripete-re all’infinito i nostri messaggi in grado di mettere in allerta, di educare e di condannare quegli episodi che sono purtroppo ancora indice di una cultura animalista piena di lacune e di ritardi.Nessuno di noi ha la bacchetta magica perché già domattina gli animali si-ano effettivamente considerati esseri viventi degni dei diritti che spettano loro. Però ognuno di noi può rappresentare un modello da seguire, e con questo proseguire in questa strada educativa che prima o poi, si spera, por-terà a dei risultati. Ogni guerra, d’altra parte, è fatta di battaglie. Alcune si perdono. Altre si vincono, e se il risultato finale troppe volte sembra talmente lontano da apparire irraggiungibile, occorre non smettere mai di guardare all’obiettivo finale. Con questo nuovo anno, allora, Pet-Ology Magazine rinnova il suo impegno affinché queste pagine possano essere d’aiuto nella causa sopra esposta. Certo, sarà una goccia nel mare, una goccia in balia delle tempeste dell’i-gnoranza e della cattiveria umana. Ma se non si incomincia, ogni impresa appare troppo grande anche per essere solo sognata. Buon viaggio, allora, cari lettori. E buoni propositi con voi e per voi.

Stefano Nicelli

l’editoriale

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SoMMARIo06 - gennaio 2014

Pet-ologY Magazine

EditoreGruppo Editoriale Castel Negrino - 20886 Aicurzio (MB)www.pet-ology.itredazione: [email protected]

Pubblicazione on-line Rivista periodica d’informazione a diffusione gratuitaIscritta nel registro operatori comunicazione AGCOM n. ROC 38567

Direttore responsabileStefano Nicelli

Coordinamento editorialee supervisione scientificaLOGOGEST di Stefano [email protected]. 347-6692528

ImpaginazioneVirtuosa-Mentewww.virtuosa-mente.com

Foto: Fotolia

Hanno collaboratoSimone Venturini, Gianluca Felicetti

Autori citatiRoberta Padovano, Lorena Merati

Pet-ology® è un marchio registrato La riproduzione anche parziale di testo, foto e illustrazioni, anche parziale, è vietata.L’editore non si assume alcuna responsabilità per l’uso di marchi, immagini e slogan da parte degli inserzionisti.L’editore ringazia tutti coloro che direttamente o indirettamente hanno contribuito alla realiz-zazione di questa rivista. Inoltre l’editore resta a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere detta au-torizzazione. In caso di cortese segnalazione si, provvederà tempestivamente a porre rimedio a eventuali omissioni e/o errori di riferimenti relativi e, in caso di conclamata violazione dei diritti si provvederà alla pronta rimozione di suddette immagini.

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COVER STORYAnimali e divozio

PET FOR DUMMIESScegliere un gatto

ANGOLO TECNICOGestire un terrario

V.I.P. - VERY IMPORTANT PETHachiko

I CONSIGLI DI...Gatto maschio o femmina?

CONSIGLI DEL VETERINARIOBoli di pelo

INTERVISTA A...Gianluca Felicetti

ETOLOGYAnimali e stato di famiglia

AGENDA PETGli eventi top

I LIBRI DA LEGGEREBarbone

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SOLO GLI IGNORANTI POSSONO GIUDICARE UN CANE PERICOLOSO SULLA BASE DELLA RAZZA. LO CON-FERMA LA SOCIOLOGIA - Le leggi specifiche contro alcune razze giu-dicate “potenzialmente pericolo-se” non servono e spingono solo la gente a cullarsi in un falso senso di

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sicurezza. Lo rivela uno studio con-dotto da un team di ricercatori della University of Lincoln (UK). I ricerca-tori hanno applicato una teoria nota come “ipotesi del contatto”, usata dai sociologi secondo i quali in alcu-ne condizioni, il contatto diretto tra membri di gruppi diversi può ridurre la stereotipizzazione, il pregiudizio e la discriminazione. Hanno esamina-

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News dal m

ondo

to più di 160 persone per verificare se il loro contatto con i cani abbia o meno influenzato la loro tendenza a credere in stereotipi di razza popu-listi e negativi. Hanno trovato signi-ficative differenze di atteggiamento tra le persone che possedevano cani o hanno avuto contatti regolari con loro, e quelli che non li avevano. Più della metà (54 %) degli intervistati che si sono identificati come “per-sona esperta e competente “ di cani era in disaccordo con l’affermazione che alcune razze sono più aggressi-ve di altre. Per contro, d’accordo con loro era solo il 15% degli intervista-ti con poca o nessuna esperienza. Allo stesso modo, più della metà degli intervistati “esperti “ ha detto che non vi era alcuna ragione valida per una legislazione specifica basata sulla razza, mentre meno di 1 su 10 degli intervistati inesperti ha condi-viso questa idea. Nonostante le pro-ve scientifiche contestino la validità di tali generalizzazioni basate sulla razza, alcuni cani ben muscolosi, o addirittura a pelo corto, sono stati stigmatizzati più spesso di altri come

pericolosi da chi aveva minore espe-rienza o conoscenza cinofila (Fonte: Science Daily).

Solo chi conosce può giudicare. È un detto che ben si applica alla news di questo mese. E non occorre scomo-dare la sociologia per comprendere come il pregiudizio, in questo caso applicato ai cani, trovi le sue radici semplicemente nel non-conoscere. Chi di cani ne mastica anche solo un pezzetto, sa bene che è profonda-mente stupido dire che ad esempio tutti i Pit Bull sono cattivi, così come dire che tutti i Boxer sono bambina-ie fenomenali. Per questo il buon senso, prima della genetica, boccia le leggi che impongono bandi ge-nerici sulle razze canine. Peccato però che non lo abbiano capito i legislatori inglesi, tedeschi e anche italiani, che negli anni scorsi hanno prodotto delle disposizioni obbro-briose. Salvo poi correre a più miti ripari.

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Animali e divorzio: a chi vanno affidati?

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l matrimonio è il primo pas-so verso il divorzio”. Sono parole di Roberto Gerva-

so (da La volpe e l’uva, 1989) e, al di là del cinismo che fa parte dello stile di questo scrittore, inquadrano bene una situazione fotografata in maniera più asettica, ma non meno cruda, dall’Istat: nel 1995 il tasso di separazione ogni mille matrimo-ni si attestava al 15,8%; cifra salita al 31,1% nel 2011. Lo stesso dicasi per i divorzi: nel 1995 tale tasso era dell’8%, salito anch’esso nel 2011 al 18,2%. In questa crisi generalizzata dell’istituzione matrimoniale - quasi presi, loro malgrado, in un tritacar-ne emotivo - finiscono allora sogni, figli, ma anche gli animali di casa. Ed è proprio nei loro confronti che negli ultimi anni sta crescendo un interesse preoccupato. Segno evi-dente di come il pet sia a tutti gli ef-fetti paragonabile ad un minore nei cui confronti non solo la sensibilità dei padroni, ma anche la legge, oggi deve dare garanzie. UNA QUESTIONE APERTA – Fino ad

Cov

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tory

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Animali e divorzio: a chi vanno affidati?

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oggi il futuro degli animali da fami-glia poggiava unicamente sul buon senso di chi lo ha accudito fino a quel momento. Tra coniugi più o meno litiganti, insomma, occorreva decidere in maniera pressoché au-tonoma chi doveva avere la fortuna (o in qualche caso l’aggravio) di pen-sare a loro. Una recente proposta di legge delle deputate Brambilla e Castiello (vedi box a parte) sta cer-cando di mettere una pezza a quello che di fatto è un vuoto legislativo, attribuendo al giudice il compito di decidere per la soluzione migliore: quella, cioè, che garantisca al pet cure e affetto adeguati. È facile tut-

tavia comprendere come anche la disputa sull’animale, oltre che sui figli, sia spesso motivo di lotte senza esclusione di colpi tra gli ex coniugi o anche conviventi. Strumento di ri-catto o di ripicca, dunque, il compa-gno di casa rischia il più delle volte di subire lo stress di un distacco, ol-tre che quello di un clima familiare deteriorato.Il buon senso dovrebbe in questi casi suggerire la continuità del rap-porto, puntando magari ad un affido condiviso, ma di fatto il più delle vol-te le parti in causa evocano presunti diritti di ordine pratico (“L’ho pagato con i miei soldi”, oppure “È intesta-

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Garantire all’animale domestico la migliore sistemazione sia dal punto di vista delle opportunità pratiche che affettive. È questo il senso della proposta di legge portata avanti nei mesi scorsi dalle deputate ex Pdl Maria Vittoria Brambilla e Giuseppina Castiello, le quali propongono di implementare le norme del Codi-ce Civile inserendo il nuovo Titolo XIV-bis Degli animali, il cui artico-lo 455-ter recita testualmente: “In caso di separazione dei coniu-gi, proprietari di un animale fami-liare, il tribunale, in mancanza di un accordo tra le parti, a prescin-dere dal regime di separazione o di comunione dei beni e a quanto risultante dai documenti anagra-fici dell’animale, sentiti i coniugi, i conviventi, la prole e, se del caso, esperti di comportamento anima-le, attribuisce l’affido esclusivo o condiviso dell’animale alla parte in grado di garantirne il maggior benessere. Il tribunale è compe-tente a decidere in merito all’af-fido di cui al presente comma anche in caso di cessazione della convivenza more uxorio”. È importante far notare come il

cane non venga considerato un bene mobile. Pertanto non ha im-portanza a chi risulti intestato in base all’anagrafe canina, in quan-to l’animale può aver maturato un’affettività maggiore con un al-tro membro del nucleo familiare.“In assenza di matrimonio”, spie-ga l’avvocato Massimiliano Gallo-ne (www.guidelegali.it) dal punto di vista legale, il detentore tem-poraneo dovrebbe essere obbli-gato alla restituzione immediata dell’animale al suo intestatario. In caso di mancata restituzione, il giudice potrebbe intimare di re-stituire il cane al proprietario nel momento in cui lo stesso abbia trovato una sistemazione ade-guata. (…) Se l’intestatario ricorresse alle vie legali, l’altro dovrebbe organiz-zarsi per dimostrare che l’animale ha sviluppato una relazione affet-tiva con entrambi e che entram-bi se ne sono presi cura in egual misura. Si potrebbe allora chiedere al giudice l’affidamento congiunto dello stesso, e dimostrare che ciò rappresenta il bene dell’animale stesso”.

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to a me”) o emotivo (“È più legato a me”, “Sono io che lo porto sempre a spasso”) che inficiano i buoni pro-positi e mettono a repentaglio la se-renità dell’animale che si trasforma così in vittima. COSA SI PUO’ FARE – Pensare che un pet, soprattutto se appartenente ad una specie molto sociale, possa superare agevolmente il trauma di una separazione, è un’illusione. Nel momento in cui il branco o comun-que il nucleo di riferimento si spez-za, gli effetti si fanno sentire. Occor-re allora cercare la soluzione che permetta quantomeno di limitare i danni.

A fronte di una totale inconciliabili-tà di vedute tra gli ex coniugi o con-viventi, talvolta si rende necessario che uno dei due deponga le armi e accetti magari di lasciare per sem-pre le cure dell’animale all’altro. Il pet, prima o poi, se ne farà una ra-gione, e sicuramente questa ipotesi è migliore rispetto ad un conflitto in casa perpetrato nel tempo e re-sponsabile di stati ansiosi se non proprio di nevrosi in tutti. C’è tuttavia da dire che questo di-scorso cambia da animale ad ani-male. Dubitiamo ad esempio che dei pesci d’acquario possano restare traumatizzati dall’allontanamento di casa di uno dei due coniugi; o che

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una tartaruga cada in depressione se la donna di casa non c’è più. In ogni caso occorre vedere realmen-te, e il più possibile in maniera lucida (cosa difficilissima quando si cade in crisi), che livello di interazione il pet

ha maturato con chi abbandona il tetto di casa, e come eventualmen-te si possa supplire. Sempre tenen-do conto della sua sensibilità, che dev’essere necessariamente messa sul piatto della bilancia.

L’eccessivo attaccamento di uno dei due partner nei confronti dell’animale domestico è la 5ª causa di separazione e divorzio in Italia. Lo rivela una ricerca condot-ta dall’associazione Aidaa su 500 coppie separate che si erano ri-volte ad essa per dirimere la que-stione su come affidare la gestione dell’animale. Nel 70% dei casi ad avere un rapporto eccessivamente morboso con l’animale era il ma-

rito o il convivente maschio. Dei 66 casi in cui il motivo primario scatenante la crisi coniugale era l’animale di casa, il cane era prota-gonista in 42 episodi, il gatto in 17, seguito poi da pappagallo, tartaru-ghe, pesci vari e persino un caso in cui erano coinvolti 2 topolini bianchi. In altri 27 casi motivo sca-tenante era l’abbandono da par-te di uno dei coniugi dell’animale domestico.

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Scegliere un gatto: cosa c’è da sapere

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isterioso, affascinante, indi-pendente. Sono tante le ca-ratteristiche, vere o presun-

te, di questo animale che ne fanno uno dei pet preferiti anche da noi italiani. Le statistiche parlano di ol-tre 7 milioni e mezzo di questi felini che abitano le nostre case. Ma sia-mo sicuri di sapere le cose basilari prima di scegliere di adottarne uno?

COME SCEGLIERLO – Il gatto è uno di quei tipici animali che il più delle volte si adotta, non si compra. Fre-quente è il caso del micetto regalato in quanto figlio di una nidiata non programmata, oppure raccolto al ciglio della strada. Si tratta insom-ma di un’adozione che molte volte viene fatta d’istinto, senza una scel-ta maturata e vagliata nel tempo. Il fatto poi che è abitudine comune pensare che, data la proverbiale indipendenza, sia ad esempio più facile da gestire che un cane, fa il resto.Diciamo subito che le cose non stanno proprio così. Il gatto resta un animale impegnativo se decidia-

Scegliere un gatto: pet f

or du

mmies

Mci sono ancora

tanti miti da sfatare

cosa c’è da sapere

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mo di curarlo a dovere, non meno di altri. Certamente, a differenza del già citato cane, ha una mino-re socialità, cosa che ci permette ad esempio di poterlo lasciare da solo in casa, senza stress eccessi-vi; inoltre è noto che possa vivere in appartamento senza bisogno di uscire per passeggiare. Bisogna co-munque fare i conti con il caratte-re, che varia da razza a razza, e le esigenze ad esempio di un gatto col pelo lungo, che richiede spazzolate giornaliere per non ritrovarci grumi di pelo indistricabili.Se ci capita di poterlo scegliere, fin da cucciolo potremo testare la sua vivacità e sapere che da adulto sarà un gatto arzillo e reattivo. Se poi de-cidiamo di comprarne uno, magari perché ci siamo innamorati di una razza specifica, dobbiamo per pri-ma cosa capire bene chi portiamo in casa, com’è il carattere e quali esigenze specifiche (es. toelettatu-ra) comporta.

GESTIONE QUOTIDIANA – Il gatto può essere un animale relativamen-te facile da gestire se avremo avuto l‘accortezza di educarlo fin dal pri-mo giorno. Fondamentale è allora l’uso della lettiera, a cui in genere il micetto si abitua velocemente. Importante è che si sempre pulita. Attenzione invece a mobili e sup-

pellettili: divani e poltrone diven-tano spesso oggetto dei suoi artigli, ed è facile trovarci i tessuti lacerati, anche se avremo avuto l’accortezza di fornire all’animale un tiragraffi. Il fatto poi che sia estremamente agile, fa sì che i vari ninnoli della casa siano in costante pericolo di caduta. Allo stesso modo del cibo lasciato incustodito, anche se posto su un tavolo, è a rischio.

FALSI MITI – La già citata indipen-denza del gatto è spesso oggetto di falsi miti. Si crede ad esempio che si affezioni alla casa più che al padro-ne, o che non soffra di solitudine. Niente di più sbagliato: il gatto arri-va spesse volte a creare un rappor-to di vero amore col padrone, con atteggiamenti paragonabili a quello che ci si aspetta da un cane. Non è poi neanche vero che non teme la solitudine. Certo, etologicamente non gli è congeniale il concetto di branco, ma in ogni caso gradisce eccome la presenza di chi lo ama, anche se di fatto per molte ore al giorno rischiamo di non vederlo perché sonnecchia tranquillo in un cantuccio.L’ideale è insomma capire a fondo la sua natura felina (cosa che com-porta anche il comprendere il suo linguaggio non-verbale e posturale) e rispettarla.

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Com’è il carattere di alcune tra le razze feline più diffuse? Ecco un confronto tratto dal volume I gatti. Tutte le razze del mondo di Mar-ta Avanzi e Valentina Bortignon (Gruppo Editoriale Castel Negrino, 2011):

EUROPEO – “È un gatto vivace, attivo, intelli-gente, gioche-

rellone, affettuoso, indipendente, furbo e curioso. È un buon caccia-tore e gli piace la vita all’aperto. Riesce ad adattarsi a qualsiasi con-dizione di vita e ai vari ritmi fami-liari. Non è invadente, ma è invece molto tollerante tanto da renderlo un gatto ideale per le famiglie”.

PERSIANO – “È un gatto placi-do, tranquillo, sedentario, so-cievole, dolce e

affettuoso. È un ottimo gatto da appartamento e si adegua facil-mente a tutti gli ambienti. Soppor-ta la solitudine e convive facilmen-te con i suoi simili, con i cani e con i bambini. Non è un gatto adatto a tutti, perché ha bisogno costante-

mente delle cure e delle attenzioni del suo padrone”.

CERTOSINO – “È un gatto in-telligente, dol-ce, affettuoso, pacifico e equi-

librato. (…)Non sopporta il chias-so e la confusione. È fiero e indi-pendente: non ama essere preso in braccio o strapazzato di coccole inutilmente. Per la sua indole calma, equili-brata e rassicurante, è un com-pagno adatto alle persone sole e anziane”.

RAGDOLL – “È molto docile, per nulla ag-gressivo, affet-tuoso, intelli-

gente e gentile. È molto incline al contatto umano, è un coccolone e detesta la solitudine. (…) È un gat-to ben educato e facile da accudi-re. Si dimostra molto buono con i bambini e si adatta facilmente alla convivenza con altri animali. Non sopporta il rumore, la confusione e si adegua bene alla vita tranquil-la da appartamento”.

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Gestire un terrario: istruzioni per l’uso

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os’è un terrario? Di fatto è la riproposizione artificiale dell’habitat dove in natura

vive il rettile che vi è accolto. Dovrà dunque ricreare tutte le condizioni di vita che variano da specie a spe-cie. È questo un concetto semplice ma di fondamentale importanza che necessariamente dovrà coniugare il nostro gusto estetico con le esigen-ze pratiche dell’animale. Vediamolo allora più a vicino. I MATERIALI – Il più diffuso è il ve-tro: facile da pulire e in grado di ga-rantire una buona igiene, dev’essere però spesso almeno 6 mm, soprat-tutto se fatto di lastre grandi, per evitare pericolose fratture. Si usa però anche il legno (trattiene na-turalmente il calore e l’umidità ma rischia di ammuffire se non trattato e di essere rosicchiato), la plastica (usata soprattutto per terrari in bat-teria), il metallo (adatto per iguane e grossi sauri) e la rete (usata quasi solamente per camaleonti). LE TEMPERATURE – Il terrario deve

Angolo te

cnico

Ccome

combinare luce , calore

e ambiente per i nostri

rettili

Gestire un terrario: istruzioni per l’uso

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offrire una zona calda ed una più fredda, così come accade in natu-ra. Il calore può essere fornito da piastre o tappetini riscaldanti, cavi riscaldanti o rocce riscaldanti. Per tutti e tre è fondamentale che il ca-lore generato sia compatibile con il livello massimo sopportato da spe-cie a specie. Per questo è raccoman-dato l’uso di almeno due termome-tri: uno per controllare la zona calda e l’altro per quella fredda. Il calore può poi essere generato da apposi-te lampade riscaldanti, che sono in ceramica o spot. Queste non danno illuminazione e vanno usate solo su supporti di ceramica. Tutte le lam-pade devono essere protette da una rete metallica che impedisca al ret-

tile di ustionarsi con il contatto con esse. Riguardo alla temperatura, è impor-tante questa nota tratta dal sito Zo-omania.it: “È insensato affannarsi a mantenere, come molti fanno, tem-perature costanti durante tutto l’an-no. È corretto invece ri-creare il ciclo stagionale: temperature più elevate durante la stagione estiva e più bas-se durante il periodo invernale. Te-niamo inoltre presente che oltre alle variazioni stagionali ci sono varia-zioni legate al fotoperiodo, la tem-peratura è più alta durante il giorno, più bassa durante la notte. Il ciclo stagionale oltre che delle variazioni di temperatura deve tenere conto anche del fotoperiodo, cioè del nu-

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mero di ore di luce in una giornata. Le ore di luce sono direttamente proporzionali agli aumenti di tem-peratura, devono essere maggiori d’estate e minori d’inverno”. LUCE E RAGGI – Un fattore fonda-mentale delle lampade per terrari è il grado di raggi UVA e UVB che emettono (in genere dal 2 all’8%). Quelle che forniscono raggi UVB sono indispensabili per i rettili ve-

getariani. Senza di loro, infatti, non riuscirebbero a produrre la vitami-na D3 (importante per assimilare il calcio). I rettili carnivori invece, la assumono dalle prede. Il posiziona-mento ideale di queste lampade è di circa 50 cm dall’animale, prestan-do attenzione al calore che emana. Importante è poi che le lampade UVB non siano filtrate da pareti in vetro o plastica, che ne ridurrebbe-ro l’efficacia.

Nell’allestimento di un terrario è meglio cedere alla bellezza, cioè creare un ambiente molto ricco di elementi, il più possibile simile all’ambiente naturale dove vive il rettile, oppure alla praticità, con pochi elementi ma in grado di rendere la gestione e la pulizia più facili? La risposta sta ad ognuno di noi, ma occorre tenere presen-te qualche fattore. “In un terra-rio convenzionale [leggi : basato sulla bellezza, ndr] per debellare gli acari sarebbe necessario ri-muovere il substrato, smontare il terrario, disinfettarlo, disinfettare tutti gli accessori, curare l’animale eliminando gli acari, ri-allestire il terrario e reintrodurre l’animale.

Se per caso una volta che abbia-mo fatto tutte queste operazioni si è salvato qualche acaro dovre-mo ripetere tutte le operazioni!”. In un terrario pratico, dove invece che il substrato si usa ad esempio della semplice carta bianca inve-ce “un acaro si individua a colpo d’occhio e si può agire tempesti-vamente disinfettando il terrario e reintroducendo l’animale nello stesso terrario” (Fonte: Zooma-nia.it)In conclusione: un terrario un poco più spartano sarà forse meno piacevole da vedere, ma di certo è molto più pratico da tene-re pulito, a beneficio soprattutto di chi ci vive.

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V.I

.P.

achikō (1923-1935) era un cane Akita maschio, bianco, di proprietà di Hidesaburō

Ueno, professore presso il diparti-mento agricolo dell’Università Im-periale di Tokyo. L’uomo, che abi-tava a Shi-buya, ogni m a t t i n a prendeva il treno ac-compagna-to dal suo cane, che r i t ro vava in serata mentre lo aspettava fuori dalla stazione. Il 21 maggio 1925 il profes-sor Ueno morì all’università, stron-cato da un ictus. Hachikō quel gior-no lo aspettò invano, e continuò a farlo ogni giorno, per quasi 10 anni, recandosi alla stazione alla stessa ora in attesa del suo padrone che non arrivava mai.Notato dal personale ferroviario, Hachikō iniziò a diventare benvoluto

da tutti, e rifocillato dagli stessi fer-rovieri e i pendolari che lo vedevano ogni giorno. Il cane morì l’8 marzo 1935 e la notizia commosse l’intero Giappone, tanto da dedicare le pri-me pagine dei giornali. Nel 1934,

alla pre-senza del-lo stesso H a c h i kō, gli venne d e d i cata una sta-tua. Du-rante la s e c o n d a g u e r r a mondiale la statua

venne rimossa e fusa, per l’ingen-te bisogno di metallo del paese in guerra. Venne però rifatta nel 1948.Ogni anni, l’8 aprile, il Giappone ri-corda Hachikō con una commemo-razione a cui partecipano cinofili da tutto il mondo. A lui vennero dedica-ti anche due film: Hachikō monoga-tari (1948) e Hachikō – Il tuo miglio-re amico (2009) con Richard Gere.

H

Hachiko

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I c

onsigli di...

el momento in cui deci-diamo di adottare un gat-to, qualora ne avessimo la

possibilità (spesso infatti è un tipo di animale che entra nella nostra vita quasi per caso) è me-glio scegliere un ma-schio o una femmina? Risponde Roberta Pa-dovano, medico ve-terinario e autore del libro Voglio un gatto (Gruppo Editoriale Ca-stel Negrino, pp. 128, 2007) da cui è tratto il testo che segue. “Non esiste una grossa differenza tra gatti maschi e gatte, né dal pun-to di vista fisico né da quello carat-teriale, quindi non vi sono ragioni ‘vere’ per preferire l’uno o l’altra. L’unico momento in cui i due ses-si manifestano un comportamento diverso è nel periodo degli amori. Quando i gatti sono molto giovani, un occhio non esperto può avere dif-ficoltà, osservando i genitali esterni, a capire se si tratti di un maschio o di una femmina. I testicoli sono molto

piccoli, quindi non facilmente visibi-li, e la zona del pene appare come una piccola fessura localizzata esat-tamente, come accade nella femmi-na, sotto l’ano. Quando i gatti rag-

giungono la maturità sessuale la conforma-zione dell’apparato genitale si fa talmente evidente che non è più possibile sbagliare.Inoltre l’atteggiamen-to delle gatte è molto diverso da quello dei maschi. Le gatte infat-ti si strusciano su ogni

cosa, miagolano insistentemente e assumono una posizione parti-colare (pronte per l’accoppiamen-to), il maschio invece spruzza urina (dall’odore pungente) sulle superfici verticali ed emette miagolii soprat-tutto se sente una femmina in calore nelle vicinanze. L’eventuale inter-vento di ‘sterilizzazione’, eliminando tali atteggiamenti, rende di nuovo del tutto simili maschi e femmine”. “Voglio un gatto” – Gr. Ed. Castel Ne-grino – Euro 15,90

N

Micio o micia? di Roberta Padovano

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Il vet. d

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he...

he il gatto sia un animale che dedica molto tempo alla pulizia del suo man-

tello, è cosa ben nota. Così come lo è il problema che ciò può determi-nare: la formazione all’interno dello stomaco di boli di pelo che l’anima-le può non riuscire ad espellere da solo. Qui inizia il problema. Infatti si può creare un’ostruzione che può anche richiedere l’intervento di un medico veterinario. Cerchiamo allora di capire i vari aspetti della questione.

PERCHÉ SI FORMANO - La lingua del gatto presenta delle piccole strutture simili a degli uncini. Quando si lecca il mantello, questi uncini catturano i peli morti che vengono così ingeriti. In genere la maggior parte di que-sti percorre senza problemi tutto l’apparato digerente, fino ad esse-re espulsi con le feci. Talvolta però può capitare che una parte di questi permanga nello stomaco, fino a for-mare un bolo caratterizzato non da una struttura a palla, ma piuttosto tubolare, dato che per essere espulsi

C

Boli di peloun problema comune nel gatto

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devono passare dalla stretta dell’e-sofago. Capita così che il gatto vomiti questo grumo di peli in eccesso.Gli animali più predisposti sono quel-li a pelo lungo (es. Persiano o Maine Coon) e soprattutto adulti. È infatti il gatto già maturo più che quello cuc-ciolo a dedicare molto tempo e im-pegno alla toelettatura. Questa pra-tica di pulizia può anche essere un atteggiamento compulsivo, segno di una situazione di stress che merita un’attenzione a parte sulle cause e le possibili soluzioni.

I SINTOMI – Il bolo di pelo può rap-presentare un pericolo anche letale, qualora provochi un’ostruzione par-ziale o addirittura totale del condot-to digestivo. I principali sintomi a cui prestare attenzione sono il vomito costante, ma anche conati di vomito e colpi di tosse senza l’espulsione di grumi di pelo; una generale inappe-tenza; uno stato prolungato di letar-gia; segni di costipazione; la presen-za di diarrea.

I RIMEDI – Posto che la toelettatu-ra che il gatto fa del suo mantello è una pratica assolutamente normale e pertanto difficile da interrompe-re, è comunque possibile mettere in atto una serie di azioni che possono ridurre il volume di pelo ingerito. La prima cosa è spazzolare l’animale

quotidianamente. Se il gatto non è mai stato abituato, si potrà comin-ciare alternando coccole con colpi di pettine o spazzola, sempre con mol-ta pazienza e gradualità. In questo modo si toglierà gran parte del pelo morto e si rafforzerà anche il lega-me affettivo con l’animale stesso. Si può poi somministrare al gatto del cibo specifico che aiuta a rimuove-re i boli. Si tratta di mangimi ricchi di fibre e in grado di minimizzare la perdita di pelo.A questo si potrà aggiungere anche un prodotto specifico per la rimo-zione dei grumi di pelo. Si tratta di prodotti in genere molto graditi ai gatti, e quindi facili da somministra-re. In genere hanno una blanda fun-zione lassativa, che facilita il transito dei grumi lungo tutto l’intestino. At-tenzione però: alcuni di questi pro-dotti contengono oli minerali che hanno l’effetto di abbassare i livelli di vitamina A. È dunque il caso di chie-dere consiglio al medico veterinario, anche per eventualmente introdurre una dieta in grado di reintegrarla. Ul-tima azione è quella di scoraggiare una pulizia troppo frequente, soprat-tutto se – come detto – è la risposta ad uno stato di stress. In questo caso è bene valutare cosa disturbi il be-nessere del gatto e, se si può, pro-cedere con un cambiamento della situazione in casa.

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oman

de a

...

otta alla vivisezione, e più in generale a qualsia-si forma di specismo e di

sfruttamento animale, attraverso un costante impegno per l’affer-mazione dei loro diritti. Dal 1977 la LAV – Lega antivivisezione ope-ra a livello nazionale divenendo un punto di riferimento un po’ per tutto il mondo animalista e chi ha a cuore tematiche ad esso collegate. Pet-Ology Magazine ha incontrato questo mese il presidente, Gianluca Felicetti.

Parliamo della recente liberazione dei cani Beagle di Green Hill. Lei la vede come una battaglia vinta oppure come il volgere positivo di una guerra più generale condotta dagli animalisti?«Green Hill non riaprirà la sua fab-brica degli orrori. Per legge (è in via di approvazione definitiva il divie-to di questo tipo di allevamento) e per la sentenza del processo che ci sarà nei prossimi mesi che speriamo punirà i responsabili e coloro che hanno permesso un’attività contro

le pur minime norme in vigore. Ma per far capire che i metodi sostituti-vi di ricerca sono praticabili, che la vivisezione o sperimentazione sugli animali che dir si voglia è un orrore (quasi 900mila animali ancora uc-cisi ogni anno solo in Italia in 600 laboratori, quasi 12 milioni in Euro-pa) c’è ancora tanto da fare. Anche piccoli ma significativi cambiamenti come quelli imposti dall’articolo 13 della Legge di delegazione europea ottenuti qualche mese fa (fra l’altro su anestesia obbligatoria e incenti-vazione dei metodi sostitutivi) ven-gono messi in discussione dalla par-te più oscurantista e baronale che non vuole nemmeno minimamente innovarsi. Sui test cosmetici (non meno importanti di quelli effettuati in altri settori) abbiamo impiegato ben 23 anni per ottenere nello scor-so marzo lo stop definitivo al ricorso agli animali e solo così si sono svi-luppati metodi di messa a punto di sicurezza ed efficacia che ora vengo-no considerati dalle stesse aziende che si opponevano al cambiamento, più economici e sicuri».

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Gianluca Felicetti Presidente lAV

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Restiamo su Green Hill e la speri-mentazione sugli animali: poche settimane fa il Dr. Garattini, dell’I-stituto Mario Negri di Milano, ha ribadito a Radio24 che la sperimen-tazione sugli animali è insostituibi-le per i progressi della medicina. Dobbiamo allora rassegnarci? «Garattini è superato dalla storia della scienza. Poche settimane fa l’Unione Europea ha varato il nuovo Programma di ricerca e innovazione “Horizon 2020” che ha cancellato dai finanziamenti gli esperimenti su animali. Si tratta di un capitano di una nave che fa acqua da tutte le parti. Per fare un parallelo, è come chi fino a ieri insultava le energie al-ternative a favore del nucleare. Oggi più della metà dell’energia elettrica anche in Italia non arriva dai fossili e le previsioni delle necessità ener-getiche sono state dichiarate falli-te. Anche in medicina succederà la stessa cosa. Considerando che le scelte alimentari, la lotta all’inqui-namento, in una parola la preven-zione continua a essere oscurata dal miraggio che c’è una pillola che può sempre risolvere tutto. Visti i loro risultati, contro la qualità della vita, non c’è bisogno di essere animali-sti per capire che si deve cambiare strada».

Dudù di Berlusconi, il cane “pre-

stato” a Monti per andare in Tv, il cane di D’Alema. Di questi tempi la cinofilia è quanto mai sfruttata per il consenso politico. Che ne pensa?«Quando si tratta di un vero rappor-to di convivenza e rispetto non c’è alcuno scandalo. Altra cosa è esibi-re per fini elettorali un cane, cosa successa per le ultime politiche, semplicemente come un oggetto per attirare attenzioni e simpatie. Ancora più grave è che a ciò non segua almeno una legge per i cani… La “questione animale” può essere affrontata anche con provvedimenti settoriali ma ha bisogno di passare da un generale e fin troppo generi-co ”amore” a ottenere un concreto “rispetto”. Anche solo in tema di quattrozampe domestici ci vorreb-be poco per contrastare efficace-mente randagismo, maltrattamenti e abbandoni: sterilizzazione, stop ad allevamenti e vendite, sostegno alle adozioni in canili e rifugi grazie al riconoscimento di un’Iva europea su cibo e cure medico-veterinarie che non sia più equiparate a quel-la applicata ai beni di lusso, conti-nuare sulla via del riconoscimento di libero e responsabile accesso ai luoghi pubblici come ottenuto con i treni, diffusione di corsi di cono-scenza etologica. Per farlo servono voglia e coraggio che questa classe politica finora non ha avuto».

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Eto

logy

nserimento anche degli animali domestici nello sta-to di famiglia. Se ne parla

da anni e l’anno scorso se n’è fatta portavoce anche l’associazione Ai-daa, secondo la quale “questo aiu-terebbe sia come deterrente all’ab-bandono sia a riconoscere loro dei diritti specifici ad avere spazi ade-guati anche nelle case di abitazione assegnate alle famiglie d’adozione”. “Pensiamo – spiega il presidente Lo-renzo Croci – alla possibilità di dare punteggi specifici nelle graduatorie per l’accesso alle case popolari alle famiglie con animali domestici”.Nel marzo scorso, a questo proposi-to il veterinario, giornalista e scrit-tore Oscar Grazioli, sulle colonne de il Giornale, definiva questa ipotesi “intrigante e degna di considera-zione, più per il valore d’immagine che di concretezza”, essendo “mise-ramente fallita” l’anagrafe canina, come quella equina, mentre quella felina non è nemmeno iniziata. E al-lora, avrebbe senso o no? OLTRE LA LEGGE – La sintesi fatta dal

dottor Grazioli rappresenta di fatto la realtà delle cose: si tratta di una buona azione di “marketing”, tutta-via difficilmente efficace. Una pro-vocazione, insomma, seppur pro-ficua. Se infatti promuovere l’iscri-zione dei pet allo stato di famiglia significa battere ancora una volta sul tasto della responsabilità nei loro confronti e in particolare sul garanti-re un sufficiente welfare specie-spe-cifico, allora va benissimo. Pensare però, soprattutto in Italia, che un sistema del genere non cozzi contro una burocrazia troppe volte cieca e talvolta demenziale, resta illusorio. Fa tuttavia pensare il fatto che la cultura animale, per affermarsi e diffondersi, debba passare attraver-so una legge, e non tragga sosten-tamento – come sarebbe più giusto pensare – dalla maturità, dal senso civico e finanche dall’intelligenza umana. Sarebbe un po’ come obbli-gare tramite sanzioni a rispettare le persone anziane o ad essere genti-li con il prossimo. Se però teniamo conto degli innumerevoli esempi in cui proprio il senso civico e l’intelli-

I

Animali e stato di famiglia: ha senso inserirli?

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genza umana sembrano latitare pe-nosamente, allora ben venga anche la legge per veicolare un concetto. Sperando che, com’è prassi giudizia-le, anche in questo caso la legge non

ammetta ignoranza: non tanto della norma stessa, quanto della natura, delle esigenze e della personalità dell’animale che abbiamo deciso di adottare.

È il certificato, rilasciato dall’ufficio anagrafe, concernente le persone iscritte nella “scheda di famiglia”, cioè dell’insieme delle persone co-

abitanti (che abitano nella stessa casa) e che sono legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o anche da vincoli.

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Il biolog

o

in dall’antichità l’uomo ha sempre convissuto con gli animali e, col tempo, ha

imparato a includere determinate specie nella propria società. Fu così che si originarono le specie domestiche, la maggior parte allevate per svolgere vari tipi di mansioni come l’agricoltura e il trasporto di merci, oltre a fornire cibo, vestiti e utensili. Successivamente alcuni animali divennero parte integrante anche delle singole famiglie spianando così la strada a quelli che diventarono, da lì a breve, gli animali da compagnia per antonomasia: cani e gatti. Tutti gli animali domestici che noi vediamo oggi derivano da antenati selvatici per mezzo della selezione che ha operato l’uomo. Nonostante cani, gatti e canarini siano per lo più il simbolo dell’animale domestico da compagnia, da alcuni decenni a questa parte si è assistito all’incremento di due fenomeni: il primo relativo al numero di persone e famiglie che condividono la propria casa e la propria vita con un animale; il secondo riguarda invece l’aumento della varietà di specie che sono entrate, ed entrano tutt’ora a far parte, nella nomea di “animale domestico da

compagnia”. Oggi infatti sono assai diffusi, nelle case di molte persone, i conigli ma anche molti roditori come i cincillà, i ratti, i criceti, i cani della prateria oppure gli uccelli come i pappagalli, le ara, ecc. Ma non è tutto, perché non vi sono solo mammiferi e volatili bensì anche invertebrati, pesci, anfibi e rettili. Per queste ragioni è opportuno aggiungere due nuove definizioni per indicare gli animali domestici ovvero “animali esotici” – che provengono da luoghi di origine diversi da quello in cui vengono a trovarsi – e “animali domestici non convenzionali” – ovvero quegli animali che non sono compresi tra i canonici cani, gatti e canarini.Da ciò nascono molte conseguenze non solo a livello sociologico ma anche economico, giuridico ed ecologico. Molti infatti sono i casi di animali esotici venduti e/o acquistati senza una regolare autorizzazione alla loro detenzione in cattività. Ogni anno, inoltre, si susseguono sempre più i rilasci intenzionali e gli avvistamenti di animali esotici e domestici non convenzionali in natura, con conseguenze non sempre prevedibili per l’animale stesso e per l’ecosistema in cui tale animale o gruppo di animali

F

Nuovi animali da compagniaa cura del dottor Samuele Venturini

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viene abbandonato.Un esempio su tutti è quello relativo alle tartarughe dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans), specie proveniente dagli Stati Uniti d’America. Questi rettili venivano venduti oltre che nei negozi di animali anche come premi nelle bancarelle e parco-giochi. La mancanza di un’adeguata informazione per la cura di questi animali unita alla leggerezza di molte persone nell’approccio verso gli animali domestici in genere, ha portato a massicci rilasci e abbandoni di queste tartarughe favorendone così una diffusione capillare in moltissime zone umide del nostro Paese. La specie si è ben adattata ai nostri climi provocando, in determinati contesti, degli squilibri ecologici andando potenzialmente a influire sulla presenza delle tartarughe di acqua dolce nostrane (Emys orbicularis).

Per ovviare a ciò è stata emanata una legge per vietare il commercio e la vendita delle tartarughe dalle orecchie rosse (T. S. elegans), purtroppo però tale regolamento non ha avuto la funzione desiderata perché poco dopo è stata commercializzata una nuova specie, la tartaruga dalle orecchie gialle (Trachemys scripta scripta) anch’essa di origine americana, specie questa che non era stata inclusa nel divieto e così oggi ci troviamo con ben due specie alloctone (ovvero esotiche) nelle nostre zone umide.

È importante oggi più che mai agire in termini di prevenzione e soprattutto di informazione in merito alla buona gestione di questi nuovi animali domestici da compagnia per salvaguardare non solo i nostri habitat ma anche e soprattutto le specie di fauna e di flora ivi presenti.

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Age

nda

pet

Esposizioni canine1 febbraio 2014Raduno Club Italiano Lagotto - Forlì (FC)Tel. 0542-690284 2 febbraio 2014Esposizione Internazionale- Forlì (FC)Tel. 0543-704441

Raduno Associazione Tecnica Amatori Vol-pino Italiano - Forlì (FC)Tel. 059-232437 8 febbraio 2014Raduno Club Italiano Bracco FranceseVicenzaTel. 340-7128240

9 febbraio 2014Esposizione Nazionale per i gruppi 3, 4, 6, 7, 8 e 10 - VicenzaTel. 0444-291142 15 febbraio 2014Raduno Club Italiano Spaniel - TerniTel. 0185-700470

16 febbraio 2014Esposizione Internazionale - FermoTel. 0734-623009 Raduno Club Italiano Epagneul BretonLimena (PD)Tel. 049-8840695

Raduno Società Italiana Setters

Livorno Tel. 0586-741448

22 febbraio 2014Esposizione Nazionale - CagliariTel. 078-4200521

23 febbraio 2014Esposizione Internazionale - CagliariTel. 070-666976 Raduno Club Italiano SpanielCagliariTel. 0185-700470

Esposizioni feline

8-9 febbraio 2014Esposizione Internazionale Felina Cernobbio (CO)

22-23 febbraio 2014Esposizione Internazionale Felina Rovigo

Altri eventi

22-23 febbraio 2014Esotika Arezzo 2014 Mostra di rettili, tartarughe, acquariologia, roditori, falconeria e orchidee e bonsai Via Spallanzani – Centro Fiere e Congressi – Arezzo http://www.esotikaarezzo.com/

Gli eventi top dove e quando

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I libr

i da legge

re

he senso ha oggi, nell’era di Internet e quindi dell’infor-mazione a portata di mano

e per giunta gratuita, comprare un libro monografico su una razza ca-nina? La risposta più giusta è: la qualità dell’informazione. Sulla rete si trova di tutto, e spesso le fonti sono discutibili se non proprio poco at-tendibili. Un buon libro, invece, è il più delle volte ga-ranzia della qualità dell’informazione.Questa premessa è d’obbligo a fronte di un testo come Canis Lupus Fa-miliaris BARBONE di Lorena Merati. Giudice internazio-nale Enci, giudice all round dell’Euro-pean Grooming Association, nonché allevatrice da trent’anni della razza con l’affisso “Samarcanda”, la Mera-ti offre garanzie ineccepibili per ciò

che riguarda i consigli pratici ma an-che gli aspetti più tecnici di una raz-za tanto diffusa (ma per questo an-che tanto bistrattata) come il Cane Barbone. Questo testo rappresenta allora una miniera importante di in-formazioni, che rappresentano una

guida per il neofita ma anche un va-lore aggiunto per l’esperto.Completo, di facile lettura ma ricchis-simo di contenuto, questo testo rap-presenta allora un passaggio quasi obbligato per chi voglia conoscere la razza prima di un eventuale acqui-sto. Nell’ottica pro-pria di Pet-Ology: essere o diventare un proprietario re-

sponsabile e informato. “Canis Lupus Familiaris BARBONE” – Gr. Ed. Castel Negrino – Euro 42,00

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CANiS LupuS FAMiLiAriS: Barbone

di lorena Merati

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vetr

ina

Sera Marine Biotop Cube 130 – Questo acquario moderno con vetro fron-tale curvo è la soluzione ideale per principianti ed esperti e include tutti gli elementi importanti per l’avvio di un acquario marino. Questo garantisce di potersi concentrare completamente sulla cura degli animali.Equipaggiamento: vetro curvo, molato e lucidato. Capacità incl. sistema di filtraggio: 130 litri; illuminazione: 2xPL-T5 24 W blu/bianco (luce diur-na neutrale ai colori), 2 ventilatori per il raffreddamento dell’elettronica; filtro interno a 4 camere con: schiumatoio PS 130, spugna filtrante, 2 litri dell’efficacissimo materiale filtrante Sera siporax Professional, Sera termo-riscaldatore 150 W, lampada sterilizzatrice a raggi UV-C 5 W con dispositi-vo di accensione e Sera pompa di alimentazione STP 1000; coperchio con apertura per il mangime e apertura per la manutenzione del filtro incor-porate. Altri accessori: 100 ml Sera marin bio reefclear per l’attivazione biologica; 100 ml Sera aquatan per il trattamento dell’acqua. Il set include un opuscolo con consigli per il primo allestimento e la gestione con il con-cetto di successo del biotopo. Dimen-sioni: (LxLxH) 51x58x66,5 cm. Lo tro-vi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo di 507,10 euro.

Sera Marine Protein Skimmers – Gli schiumatoi sono il cuore del filtraggio nell’acquario marino. Eliminano le proteine (albumine) che vengono prodot-te continuamente nell’acqua da microrganismi, invertebrati e pesci. Questi schiumatoi efficienti e a basso consumo energetico eliminano particelle e

prodotti del mese consigli per gli acquisti

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sostanze in sospensione e ossigenano l’acqua. Il Sera marin Protein Skimmer PS 130, estremamente com-patto e poco ingombrante, è uno degli schiumatoi più piccoli in assoluto ed è ideale per nano-acquari fino a 130 litri. È dotato, come il più grande Sera marin Protein Skimmer PS 200, di una pompa miscelatrice a basso consumo integrata nel corpo dell’apparecchia-tura, che aspira aria automaticamente e la miscela con l’acqua dell’acquario. Entrambi gli schiumatoi si possono applicare facilmente al bordo dell’acquario per mezzo di un gancio regolabile in altezza. Il flusso di aria e acqua può essere regolato facilmente. Il Sera marin Protein Skimmer 400 HO è adatto per acquari fino a 400 litri e può essere applicato in modo ver-satile sia esternamente al vetro dell’acquario oppure nel pozzetto del filtro sotto il mobile di supporto. Perciò è indicato in modo ottimale per tutti gli acquariofili che vogliono passare dall’acquario d’ac-qua dolce a quello marino. Il più grande Sera marin Protein Skimmer 600 S, adatto per il filtro inserito nel mobile di supporto, è facile da utilizzare ed è concepito per acquari fino a 600 litri. Li trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) a partire dall’incredibile prezzo di 51,25 euro.

Sicce Hypersalt - È una miscela di sali selezionati per realizzare acqua ma-rina esattamente come nelle barriere coralline naturali; proprio perché formulata utilizzando sali della massima purezza disponibile sul mercato mondiale, permette di mantenere i giusti livelli di minerali, dai macroelementi agli oligoelemen-ti, importanti sia per una corretta calcificazione sia per una colorazione ottimale anche delle più delicate specie di coralli duri SPS e LPS. USO: di-sciogliere il quantitativo necessario in acqua d’o-smosi o deionizzata, fino a raggiungere la densità naturale di 35‰. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) a partire dall’incredibi-le prezzo di 13,61 euro.

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Igloo per gatti My Princess 2 – Realizzata in peluche a pelo corto, con imbottitura in gommapiuma trapuntata; tetto rimo-vibile con cerniera. Con elegante ricamo My Princess (rosa) e My Prince (grigio) e strass. Fondo in nylon antiscivolo. Misure: ø 40 × 41 cm. Disponibile nei colori: rosa e grigio. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) a partire dall’incredi-bile prezzo di 10,40 euro.

Snack Pack per gatti - Assortimento misto e va-rio: 4 gusti: Vitamin Drops, Crumbies al malto, Happies con pollo e formaggio, Happies con pol-lo e salmone. Confezione richiudibile fino a 30 volte. Formato: 3×35 gr., 1×20 gr. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) a partire dall’incredibile prezzo di 2,75 euro.

Amaca per radiatori - Comodissima ama-ca che farà la felicità del tuo gatto. Modello universale per tutte le tipologie di radiatori. La trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo di 15,65 euro.

DRN Solo Quaglia 100 gr - Alimento con proteine ottenute dalla quaglia, “cotte” ad elevate temperature! senza conservanti, derivati, né appetizzan-ti. Indicato nelle diete ad eliminazione per 4-8 settimane, in caso di sospetta allergia alimentare. Utile per l’alimentazione di animali con gusti “difficili”. Utile nel postoperatorio per favori-re la ripresa dell’alimentazione. Indicato anche nei cani subito dopo l’intervento di detorsione gastrica. Dispo-nibile nelle confezioni da: 16 vaschette da 100 gr.; 32 vaschette da 100 gr. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo di 22,80 euro.

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Lampada a infrarossi riscaldante - Idea-le per creare zone temperate all’interno del terrario. L’emissione di luce infrarossa contribuisce in modo sostanziale alla rego-lazione di calore. Favorisce il benessere e facilita la digestione. Ideale come fonte di calore permanente. Disponibile in 5 ver-sioni: ø 63 × 100 mm - potenza: 35 W; ø 63 × 100 mm - potenza: 50 W; ø 63 × 100 mm - potenza: 75 W; ø 80 × 108 mm - potenza: 100 W; ø 95 × 130 mm - potenza: 150 W. La trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) a partire dall’incredibile prezzo di 6,45 euro. Sera Reptil Aquatan – In particolare anfibi come rane e tritoni sono in grado di assorbire sostanze nocive at-traverso la loro pelle. Sera reptil aquatan con la formu-la Bio-Protect rende immediatamente l’acqua del ru-binetto adatta alla vita degli animali nel terrario. Neu-tralizza l’aggressività del cloro e delle cloramine e lega i metalli pesanti con effetto di lunga durata. Preziose sostanze umiche prevengono problemi della pelle e del carapace soprattutto nelle tartarughe acquatiche. La colorazione ambrata dell’acqua riduce notevolmen-te lo stress e favorisce i comportamenti naturali. For-mati: 100 ml; 250 ml. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Sto-re (www.pet-ology.it) a partire dall’incredibile prezzo di 3,75 euro

Fieno per rettili erbivori - Salad Style Grass Hay Blend è un integratore di fibre studiato per i rettili erbivori e altri animali che traggono beneficio da una dieta ricca di fibre. Questa combinazione di tagli di fieni Timothy e Or-chard può essere usata come nutrimento unico o mescolata con insalate fresche. Molte tartarughe, e altri rettili, sono viziati e spesso assuefatti da prodotti che non forniscono le fibre di cui hanno bisogno. Il fieno è finemen-te tagliato per una utile presentazione nelle applicazioni dell’alimentazione

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dei rettili. La lunghezza del fieno è minore ai due pollici(circa 5cm) mantenendo la stessa alta qualità del foraggio che vi aspettate dai prodotti per anima-li Oxbow. Questo prodotto è ideale per i rettili erbi-vori, contiene un medio-basso livello di proteine , e un alto contenuto di fibre, essenziale per una buona salute digestiva e funzionale. Confezione da 454 gr. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) a partire dall’incredibile prezzo di 12,00 euro. Mangiatoia da appendere per roditori - In metallo, powder co-ated, anti-ruggine e anti-usura. Per fieno, erba, ecc. Protegge il cibo dagli escrementi e dall’uri-na. Disponibile in 4 misure: 8 × 6 × 5 cm; 13 × 18 × 12 cm; 20 × 18 × 12 cm; 25 × 18 × 12 cm. La trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) a partire dall’incre-dibile prezzo di 2,00 euro.

Gioco di scale in legno per pappagalli - Gioco in legno per cocoriti e canarini. Misure: 44 × 44 × 16 cm. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) a partire dall’incredi-bile prezzo di 13,28 euro.

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