Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

16
STra VOLTI DA CRISTO STORIE DI VOCAZIONE Emanuele Lombardini Prefazione di Nico Dal Molin

description

«Svegliate il mondo!». Scuotono con una forza travolgente le parole con cui papa Francesco ha annunciato l’Anno della vita consacrata. «È necessario essere testimoni di un nuovo modo di agire, di vivere in questo mondo…» e questo suo appello risuona con particolare forza sui volti e nelle storie di chi, ogni giorno, dice il suo Sì a Dio... Di chi stiamo parlando? »»» http://www.paoline.it/

Transcript of Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

Page 1: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

Em

anue

le L

omba

rdin

i - S

TR

AVO

LTI D

A C

RIS

TO

€ x,xx

Emanuele Lombardini (Terni, 1975) è giornalista professionista. Laureato in scienze della comunicazione, attualmente svolge attività di freelance. Ha lavorato per l’agenzia nazionale Infopress, presso la re-dazione sportiva del Giornale dell’Umbria; è stato cronista di cronaca, spettacolo e socialepresso le redazioni locali della Nazione e del Messaggero. Da sempre impegnato nel mondo cattolico, oltre a essere stato voce e componente della redazione giornalistica di Radio TNA, emittente della diocesi di Terni-Narni-Amelia, è stato responsabiledell’Ufficio stampa delle ACLI ternane. Pratica volontariato presso l’Azione Cattolica.

« In questi racconti-testimonianza si coglie con immediatezza come il Signore continui a ripetere il suo “Vieni e seguimi” a partire dai vissuti più di-versi. Nelle storie di vita che l’Autore ci propone, possiamo rintracciare tre dimensioni ricorrenti che interpretanoogni vicenda vocazionale: la ricerca di senso, l’incontro con un testimone, l’esperienza della Bellezza nell’incontrocon Gesù.

Credo che ogni profondo cambia-mento non sia mai il risultato di una pura casualità, improvvisa o fortuita. Già prima, esso si preannuncia come una breccia aperta in una diga che per troppo tempo ha represso l’impetuosodesiderio delle acque di fuoriuscire.

I protagonisti di queste storie vo-cazionali ci dicono, con le loro vite, che possiamo fare un salto di qualità e dare un colpo d’ala verso il cielo, se accettiamo la chiamata di Gesù non con la paura di una minaccia, ma con la meraviglia e la trepidazione di una benedizione che dona serenità, gioia al cuore e gusto di vivere ».

(dalla Prefazione di Nico Dal Molin)

06H

190

STraVOLTIda CRISTO

STorie dI vOCazIOne

emanuele Lombardini

Prefazione diNico Dal Molin

Quale forza misteriosa fa sì che un uomo o unadonna consegni totalmente la speranza della pro-pria vita a quella « coinvolgente e dolente Luce » che si chiama Dio, come, con sofferta intuizione, afferma sant’Agostino?

Tale forza appare ancora più imperscrutabile quando la vocazione religiosa arriva dopo un percorso tortuoso, spesso inizialmente lontano dalla fede.

In queste pagine sono presentate diciotto storievocazionali, i cui protagonisti hanno visto la loro esistenza completamente stravolta dall’incontrocon Cristo. Tra quanti oggi hanno scelto la vita consacrata c’è chi, prima, aveva intrapreso la carriera di cantante, chi era una promessa dello sport, chi militava nell’estrema sinistra o era di fede musulmana.

« Sarebbe bello se, leggendo queste pagine»,scrive monsignor Dal Molin, « ciascuno si sentisse chiamato a essere narratore della Buona Notizia lungo i sentieri quotidiani. Ognuno con il proprio dono, ognuno con la bellezza e lo stupore della “beatitudine” a lui consegnata ».

Page 2: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

PAOLINE Editoriale Libri

© FIGLIE DI SAN PAOLO, 2015 Via Francesco Albani, 21 - 20149 Milano www.paoline.it [email protected] Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (MI)

Per i testi citati dal Magistero della Chiesa e da documenti dei pontefici© Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano

Page 3: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

29

II.

FRATE ALESSANDRO BRUSTENGHI

« L’incontro mistico con Dio mi ha cambiato la vita »

« Allora va bene, ci vediamo lunedì mattina al conven-to della Porziuncola. Vai in portineria e chiedi di me ». L’incontro con frate Alessandro Giacomo Brustenghi arriva in mezzo ai suoi tanti impegni. Quando non è in giro per il mondo a cantare, ad annunciare la parola di Dio con la musica, il giovane religioso tenore è nel buen retiro della Porziuncola, che lo accoglie da quando ha scelto di donare la sua vita a Dio. Solo che uno se lo im-magina al di là del portone del convento, ben protetto dalla calca e dalla gente che può riconoscerlo, soprattut-to nei giorni affollati di turisti come quello dell’appunta-mento. E invece no. Quando arrivo al convento e mi presento in portineria, dietro il vetro c’è proprio lui. Se-duto dietro a una scrivania e a un pc, a rispondere al te-lefono, come uno qualunque: « Perché questa è una delle missioni a cui si è chiamati da frate », spiega, « lavo-rare per il convento. Faccio anche questo, per il Signore ».

Così il colloquio si svolge fra una telefonata e l’altra, i numeri da ricercare su un vecchio elenco telefonico, i capi-gita dei pellegrini che domandano informazioni allo sportello, persone che chiedono consigli al telefono per problemi esistenziali (« Fatti vedere da un medico e prega san Michele arcangelo ») e tanta gente che entra ed esce. Un giorno normale come tanti, nella vita di un

Page 4: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

30

giovane frate che l’improvvisa ribalta mediatica non ha cambiato, ma anzi ha reso ancora più umile e sempre più deciso a trasformare ogni secondo della sua vita, ogni gesto, in testimonianza della Parola.

Senza timore riavvolge per me il nastro della sua vita e mi lascia entrare nel suo percorso di fede. Lui che amava solo se stesso e mai avrebbe pensato un giorno di diventare frate. E tanto meno cantante lirico di successo: « Se ripenso a tutto quello che sono stato prima di di-ventare frate », dice, « vedo come davvero sia stata gran-de la potenza dell’incontro mistico con Dio ». Mistici-smo, i dubbi di un giovane adolescente, una filosofia spirituale ad personam e un amore viscerale per la mu-sica e l’arte. Nella vita di Alessandro Brustenghi c’è tutto questo, tutto insieme. E c’è l’Umbria. Non solo Assisi, ma anche Castiglione della Valle, un borgo di quattrocentosettantadue abitanti sulle colline sopra Marsciano, nella Media Valle del Tevere. È lì che Ales-sandro nasce (nel 1978) e cresce in una famiglia cattoli-ca « per tradizione », padre impiegato statale e mamma casalinga: « Ho fatto tutti i sacramenti, tutto il catechi-smo regolarmente », racconta, « ma i miei non sono mai stati presenti nella mia formazione cristiana iniziale, mi è mancata la testimonianza, e questo è stato per me un problema non di poco conto. Sono cresciuto con un’i-dea della fede e della religione molto schematica, che mi ha portato ad avere una difficoltà nella relazione con Dio, verso il quale avevo grande rispetto e devozione, ma che sentivo molto lontano: intuivo questa presenza del Dio d’amore, ma era per me qualcosa di molto lon-tano. Avevo fatto il corso di preparazione alla cresima, ma in fondo pensavo: “Chi è mai questo Gesù?” ».

Page 5: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

31

Lo sentiva talmente lontano che, dopo la cresima, decide di ricominciare da zero. L’inquietudine per la ricerca di qualcosa che gli dia certezze lo manda in crisi: « La mia fede era fatta dalle mie credenze e dalle mie convinzioni. Ero convinto che le cose materiali fossero di poco conto e che lo spirito fosse molto più importan-te, e improvvisamente mi ero accorto che non volevo essere legato ai beni materiali di questo mondo. Però avevo problemi a trovare una mediazione fra ciò che mi costruivo con la fantasia e ciò che era vero. Mi ero crea-to una mia filosofia personale, ero convinto che ogni cosa nella quale mi imbattevo, che toccavo, non fosse altro che una esplicitazione del mio pensiero. Quando incontravo una persona, nella mia testa ero convinto che quella persona fossi io stesso, sotto un’altra forma. De-vastante, per un ragazzo di quindici anni, se ci pensi bene. Perché ti uccide tutti i progetti. I miei genitori, poveretti, erano disperati e pensavano che questa fosse solo una crisi adolescenziale. Soprattutto, non si spiega-vano il perché di alcuni miei atteggiamenti, della mia astrazione completa dal mondo in cui talvolta mi ritro-vavo. Non potevano capirlo e io non riuscivo a spiegare loro il perché di tutto questo ».

L’unica cosa che gli dava serenità era la musica. Sen-za limiti, senza confini, come pensava dovesse essere la sua vita: « La lirica non mi piaceva, allora », ricorda, « però ascoltavo di tutto, dalla musica rock al barocco. In generale, comunque, non mi ponevo limiti, come non me ne ponevo nelle esperienze. Nella mia testa ero aper-to a tutto, anche alle esperienze più pericolose. Però poi ero sicuro che non le avrei fatte, perché ho sempre avuto un certo senso di rigore che mi accompagnava.

Page 6: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

32

Tuttavia volevo conoscere tutto, perché conoscere tutto significava conoscere me stesso. Dicevo sempre: “Non sono mai stato in America, quindi l’America non esiste, è solo una proiezione di me stesso, della mia idea. Il giorno in cui prenderò un aereo e andrò in America, esisterà l’aereo, esisterà l’America. Ma prima no”. Af-frontare tutto questo da solo è stato durissimo, soprat-tutto per l’età che avevo ».

Chiuso nel suo mondo, nei suoi dubbi interiori, il giovane Alessandro Brustenghi sviluppa anche il punto più alto della sua filosofia personale: « Dio era il punto di sintesi del mio io », racconta, « la massima espressio-ne del mio io, ciò a cui dovevo conformarmi e arrivare. Dio ero io stesso, la percezione massima di me stesso e io dovevo arrivare a Dio. L’unico modo per arrivarci era la morte, perché la morte, annullando ogni processo di creazione, ti rende il creatore stesso. Questo era il pen-siero nella mia testa; la distinzione fra mondo e fantasia dentro di me non esisteva più, e lo si vedeva anche da quello che scrivevo. Riempivo quaderni di scritti, com-posizioni senza senso dove la calligrafia diventava dise-gno, perché c’era in me una confusione fra immagine e concetto. Credevo nella bontà ma non in una persona, il che era molto diverso dai valori cristiani ».

Nel cuore di Alessandro, però, il tormento interiore è troppo forte. La sua filosofia, il mondo parallelo che si è costruito nella testa, non riesce a dargli quella stabi-lità che cerca. Anzi, col passare del tempo, la devasta-zione aumenta e diventa un sentimento di autodistru-zione: « Perché a un certo punto c’è stata una ribellione dello spirito », racconta, « in quanto io riconoscevo come vera la mia filosofia, ma ero infelice. È da qui che

... continua a leggere direttamente dal libro STRAVOLTI DA CRISTO

Page 7: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

167

XVI.

SUOR STEFANIA MAZIKOVA

Da clandestina della fede alla vita in clausura

Non era facile essere cattolici nella Cecoslovacchia degli anni ’70. A guardarli oggi i due Stati nati dalla separazione pacifica di quella importante realtà, il con-cetto suona quasi stridente, soprattutto ora che, quel mondo, Repubblica Ceca e Slovacchia se lo sono messe del tutto alle spalle, scegliendo di far parte dell’Unione Europea paladina delle libertà sociali, civili e religiose. Ma in quegli anni no. Nel 1970, la Cecoslovacchia era ancora una nazione profondamente ferita dagli eventi di due anni prima e ancora profondamente legata al blocco sovietico.

La Primavera di Praga, il tentativo di modernizza-zione del Paese messo in atto dal riformista slovacco Alexander Dubcek, si era dissolta in nemmeno nove mesi, essendo durata dal 5 gennaio al 20 agosto 1968, quando i carri armati sovietici e del Patto di Varsavia invasero la città. Il « socialismo dal volto umano », quel tentativo di dare risposte ai cittadini, decentrando l’economia, con-cedendo maggiori libertà alla stampa e alla gente, cercan-do di staccarsi gradualmente dal modello sovietico, non c’era già più, spazzato via con un colpo di spugna da Gustáv Husák, che dall’aprile del 1969 aveva preso il posto di Dubcek alla guida del partito comunista e che nel 1975 diverrà anche presidente della Repubblica.

Page 8: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

168

Renata Mazikova nasce e cresce in questo scenario, a Nová Dubnica, dodicimila abitanti, nella regione di Trencin, oggi nel Nord della Slovacchia, allora al centro di quella che era la Cecoslovacchia unita. Crede profon-damente in Dio, come la mamma, ma da quelle parti non è facile esprimere la propria fede. Soprattutto se le prime divisioni le hai in famiglia: « Mia madre era molto praticante », spiega suor Stefania, « mio padre invece no, faceva parte dei primi storici militanti comunisti. Mio fratello era militare di professione, quindi anche lui è facile immaginare da che parte fosse. Io ero la minore, anche di altre due sorelle, e sentivo sulla mia pelle la divisione che c’era su questi argomenti anche in fami-glia ». In casa di Renata, in realtà, non c’era soltanto il problema della sua fede e del suo essere cattolica. A rendere ancora più difficile la situazione era il contesto socio-politico e le ricadute che questo aveva avuto sulla sua famiglia: « Benché comunista, mio padre nel 1968 era entrato in contrasto col governo perché era un so-stenitore di Dubcek e della sua riforma. Fu espulso dal partito, declassato al lavoro con le dovute conseguenze, lo stipendio dimezzato, la posta controllata, le conver-sazioni telefoniche intercettate. La mia famiglia era en-trata nella lista dei sospetti ».

In Cecoslovacchia, come in tutti i Paesi al di là della cortina di ferro, l’ateismo è religione di Stato. Anche il fratello di Renata si professava ateo: « Ma nonostante questo », racconta, « ha sempre mantenuto un grande rispetto per la Chiesa. Quando si trovava in mezzo ai suoi soldati, qualche seminarista o sacerdote si offriva come suo autista personale così da tenerlo il più possi-bile separato dagli altri e preservarlo dalle numerose

Page 9: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

169

umiliazioni e dai maltrattamenti che di certo, altrimenti, avrebbe subito. E, non curandosi delle direttive ricevu-te dai superiori, lasciava loro un’ora di tempo libero ogni domenica mattina per permettere di partecipare alla santa messa in qualche chiesa vicina alla caserma ».

Tutto di nascosto, perché là dovevi crescere soltanto ateo: « Ma io ero cattolica e questo è stato un momento drammatico del mio cammino interiore. A scuola, tutta la formazione era incentrata sull’ideologia, sul combat-timento quotidiano della Chiesa e della religione, un’e-ducazione all’ateismo sin dalle elementari. Quello che trovavo a scuola poi lo vedevo riflesso fuori e anche in famiglia: io ero ovviamente molto legata a mio padre, ma lui non era cattolico come me e mia madre, e il pen-siero che la persona più autorevole e importante per me potesse essere in errore mi divideva profondamente. A dodici-tredici anni ho cominciato a pormi delle doman-de, soprattutto mi chiedevo dove stesse la verità, se fosse in quello che mi insegnavano a scuola o in quello che sentivo dentro di me. Il dubbio era così forte che mi addormentavo la sera con questo interrogativo: è vero che non c’è un Dio? E avevo come la percezione di un nulla che ti risucchia. Ecco, il mio dubbio era questo: accettare che c’è un Dio oppure prendere coscienza che la nostra vita sta andando verso il nulla ».

Renata serba tutti questi dubbi dentro di sé. La timi-dezza è troppo forte per parlarne con gli altri. Così cerca le risposte solo nel suo cuore: « A un certo punto ho cominciato a rendermi conto che quello che mi inse-gnavano non era solo ideologia o dottrina imposta », spiega, « ma avvertivo l’odio reale che c’era da parte dei miei formatori e dei miei insegnanti contro Dio e contro

Page 10: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

170

la Chiesa. Allora mi sono detta: “Se loro credono dav-vero che Dio non esista, che non ci sia, perché se la prendono così tanto?” ».

Il Signore aveva già messo un seme nel cuore di Re-nata, aveva capito che avrebbe trovato terreno fertile, la terra buona dove farlo germogliare vigoroso. Anche se tutto intorno era pieno di gramigna. Duro essere catto-lici in quegli anni, nel cuore della Cecoslovacchia. So-prattutto per chi avrebbe voluto vivere la propria fede in maniera piena e invece si ritrovava quasi dentro un ghetto, con la libertà di pregare ridotta a mera conces-sione di facciata: « Il culto religioso era apparentemente consentito e infatti io andavo regolarmente a messa con mia madre », ricorda. « Però poi basta, non si poteva fare altro perché l’espressione della nostra fede non poteva uscire dalle mura della chiesa. Se avessimo voluto or-ganizzare incontri di preghiera o di catechismo, non avremmo potuto, perché erano vietati ». E, a dirla tutta, anche andare in chiesa la domenica era il modo miglio-re per rovinarsi la reputazione: « Se tu volevi intrapren-dere determinati corsi di studio, dovevi stare bene at-tento a che nessuno si accorgesse che andavi in chiesa, perché, se la cosa si fosse venuta a sapere, saresti stato senz’altro bandito da quelle scuole ».

Anche la vita di Renata è divisa in due: da una par-te la Chiesa, la voglia di pregare ed esprimere la fede, dall’altra le amicizie, quelle che sviluppa strada facen-do, il gruppo di giovani con cui trascorre le serate come tutte le ragazze della sua età e che in chiesa non ci vanno, cresciuti con quella stessa ideologia che anche lei aveva imparato a conoscere suo malgrado. In mezzo, il percorso scolastico e un’enorme passione per la mu-

Page 11: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

171

sica: sin da quando ha cinque anni è avviata allo studio del pianoforte e poi della tromba, che arriva a suonare in un’orchestra.

Già, la musica. È attraverso di essa che il Signore getta un altro seme nel cuore di Renata: « Quando avevo diciotto anni », racconta, « proprio per la mia conoscen-za della musica un gruppo di ragazzi di una chiesa di un paese vicino mi chiese di aiutarli a preparare dei canti per Natale. Tutto questo ovviamente lo facevamo in in-contri clandestini, perché alla luce del sole non si poteva. Trovandoci fra noi, abbiamo cominciato a confrontarci, a pregare insieme, ci spostavamo ogni volta in una casa diversa, per non mettere a rischio sempre la stessa fami-glia. E, insieme alle preghiere e alle canzoni, condivide-vamo le nostre domande, i nostri dubbi, la nostra voglia di essere cattolici sino in fondo. Questo per me ha rap-presentato una svolta, perché sono passata dall’andare a messa per seguire mia madre all’andarci perché ci crede-vo fortemente, dall’essere cattolica per andare dietro a una parte della mia famiglia all’essere cattolica fino in fondo. Da lì è nata l’esigenza di cominciare a pregare con costanza e di vivere sul serio e pienamente il mio essere cristiana. Soprattutto, in quel periodo ho sviluppato un’importante presa di coscienza: frequentavo due am-bienti completamente diversi, quello della Chiesa e quel-lo del venerdì sera, della discoteca, dei ragazzi che non credevano in Dio e non credevano nell’uomo, derideva-no la fede allo stesso modo con cui deridevano l’ideolo-gia comunista. Diventava per me impossibile tenere in-sieme entrambe le cose. Allora mi chiedevo: “Dove sono io veramente, qual è la strada che io devo seguire?”. Non era un problema di coerenza, ma d’identità ».

... continua a leggere direttamente dal libroSTRAVOLTI DA CRISTO

Page 12: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

196

RINGRAZIAMENTI

La realizzazione di questo libro è stata possibile gra-zie a:

- Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni della Conferenza Episcopale Italiana (e in particolare monsignor Nico Dal Molin);

- monsignor Douglas Regattieri, vescovo della dioce-si di Cesena-Sarsina;

- suor Nazarena De Luca;- suor Paola Montisci;- Marina Di Mattia;- don Francesco Mariucci;- Domenico Cantarini della redazione di Retesole

(Perugia);- Eddy Anselmi;- tutti i testimoni (e i loro superiori che hanno accon-

sentito al racconto delle storie).

A tutti vanno i miei più sentiti ringraziamenti.

Page 13: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

INDICE

Prefazione, di mons. N. Dal Molin pag. 7

I. Fra Marco Capecci « Dio è passato per i corridoi della RAI » » 13

II. Frate Alessandro Brustenghi « L’incontro mistico con Dio mi ha cambiato la vita » » 29

III. Suor Cristina Alfano « Canto la luce di Cristo » » 44

IV. Fra Graziano Lorusso Dall’azzurro con Del Piero alla squadra del Signore » 57

V. Don Gianni Castorani Dal sogno della Serie A alla missione di strada » 66

VI. Don Samuele Biondini « Cercavo la felicità nel ciclismo, lungo la strada ho incontrato Dio » » 75

Page 14: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

VII. Suor Tosca FerranteDalla polizia

alla pastorale universitaria pag. 84

VIII. Don Roberto FiscerLa musica dance come veicolo della fede » 95

IX. Don David Rider« Volevo diventare Gene Kelly, adesso ballo per Dio » » 106

X. Suor Maria Benedetta Coco Sposa di Cristo a diciassette anni » 116

XI. Fratel Francesco Picaro« Avevo i rasta,

oggi sono un Legionario di Cristo » » 126

XII. Suor Maria Chiara della TrinitàDue risposte, un’unica vocazione » 134

XIII. Don John Barry McElroyDalla Marina militare

alle parrocchie di periferia » 143

XIV. Suor Mara Campagnolo« Volevo studiare all’università,

sul bus decisi di cambiare strada » » 152

XV. Suor Roberta Vinerba« Odiavo Dio e la Chiesa,

oggi insegno teologia morale » » 159

Page 15: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

XVI. Suor Stefania Mazikova Da clandestina della fede alla vita in clausura pag. 167

XVII. Suor Monica Benedetta Umiker Dal protestantesimo al dono completo di se stessa » 178

XVIII. Don Firmin Adamon La svolta: dalla moschea al sacerdozio » 188

Ringraziamenti » 196

Page 16: Svegliate il mondo - estratto libro - paoline

Em

anue

le L

omba

rdin

i - S

TR

AVO

LTI D

A C

RIS

TO

€ x,xx

Emanuele Lombardini (Terni, 1975) è giornalista professionista. Laureato inscienze della comunicazione, attualmentesvolge attività di freelance. Ha lavorato per l’agenzia nazionale Infopress, presso la re-dazione sportiva del Giornale dell’Umbria; èstato cronista di cronaca, spettacolo e socialepresso le redazioni locali della Nazione e del Messaggero. Da sempre impegnato nel mondo cattolico, oltre a essere stato vocee componente della redazione giornalistica di Radio TNA, emittente della diocesi di Terni-Narni-Amelia, è stato responsabiledell’Ufficio stampa delle ACLI ternane.Pratica volontariato presso l’Azione Cattolica.

« In questi racconti-testimonianza si coglie con immediatezza come ilSignore continui a ripetere il suo “Vienie seguimi” a partire dai vissuti più di-versi. Nelle storie di vita che l’Autore ci propone, possiamo rintracciare tre dimensioni ricorrenti che interpretanoogni vicenda vocazionale: la ricerca disenso, l’incontro con un testimone,l’esperienza della Bellezza nell’incontrocon Gesù.

Credo che ogni profondo cambia-mento non sia mai il risultato di una pura casualità, improvvisa o fortuita. Già prima, esso si preannuncia come una breccia aperta in una diga che pertroppo tempo ha represso l’impetuosodesiderio delle acque di fuoriuscire.

I protagonisti di queste storie vo-cazionali ci dicono, con le loro vite, che possiamo fare un salto di qualità e dare un colpo d’ala verso il cielo, se accettiamo la chiamata di Gesù non con la paura di una minaccia, ma con la meraviglia e la trepidazione di una benedizione che dona serenità, gioia al cuore e gusto di vivere ».

(dalla Prefazione di Nico Dal Molin)

06H

190

STraVOLTIda CRISTO

STorie dI vOCazIOne

emanuele Lombardini

Prefazione diNico Dal Molin

Quale forza misteriosa fa sì che un uomo o una donna consegni totalmente la speranza della pro-pria vita a quella « coinvolgente e dolente Luce » che si chiama Dio, come, con sofferta intuizione, afferma sant’Agostino?

Tale forza appare ancora più imperscrutabile quando la vocazione religiosa arriva dopo un percorso tortuoso, spesso inizialmente lontano dalla fede.

In queste pagine sono presentate diciotto storie vocazionali, i cui protagonisti hanno visto la loro esistenza completamente stravolta dall’incontro con Cristo. Tra quanti oggi hanno scelto la vita consacrata c’è chi, prima, aveva intrapreso la carriera di cantante, chi era una promessa dello sport, chi militava nell’estrema sinistra o era di fede musulmana.

« Sarebbe bello se, leggendo queste pagine », scrive monsignor Dal Molin, « ciascuno si sentisse chiamato a essere narratore della Buona Notizia lungo i sentieri quotidiani. Ognuno con il proprio dono, ognuno con la bellezza e lo stupore della “beatitudine” a lui consegnata ».