Anime attente - estratto libro - Paoline

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Il libro racconta di due donne: Etty Hillesum e una marocchina, Karima Berger. Il loro dialogo ospita mondi e culture diverse ed è un pretesto per scandagliare, ancora una volta, l’animo di E. Hillesum. http://www.paoline.it/blog/testimoni/858-in-dialogo-con-etty-hillesum.html

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  • K AR IMA BERGER

    Dialogo con

    ETTY HILLESUM

    Anime attente

    06H

    192Karima Berger, nata in Algeria, vive a

    Parigi. autrice di Lenfant des deux mondes (2002); Eclats dIslam (2009) e Rouge Sang Vierge (2010).

    Kar

    ima

    Ber

    ger

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    NIM

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    EN

    TE

    Quando viveva ad Amsterdam, Etty Hillesum aveva appeso la fotogra-fia di una ragazza marocchina sopra la sua scrivania. A volte si rivolgeva a questa figura orientale scrivendo il suo Diario...

    Karima Berger rid voce alla pic-cola marocchina dagli occhi animale-schi e limpidi , che instaura un dialogo di grande intensit con Etty Hillesum. Corrispondenze notevoli fra le vostre due vite vi rendono quasi sorelle, sorelle di ogni epoca, al di l delle culture o delle credenze o dei Paesi: un modo stranamente simile di vivere la pre-ghiera, il vuoto, la scrittura, il corpo, labbandono, la fiducia in Dio, e che mai nessuno avrebbe osato immaginare tra unebrea olandese e una piccola araba marocchina .

    Una complicit si crea, al di l delle differenze culturali, per raccontare il mondo e dargli senso... Nel confronto con il proprio secolo e i suoi pericoli, una lotta spirituale cresce nelle due donne, e la fecondit delle parole di Etty risuona pi che mai in questo dialogo sognato tra anime attente.

    D 16,00

    Foto di copertina: Butterfly Hunter

    Sono lo straniero nella tua casa, il tuo altro, davanti agli altri, quegli stessi che accompagne-rai con la tua presenza al campo di transito di Westerbork... La mia fotografia appesa al tuo muro ben altro che un tocco di esotismo! Non come chi si circonda di spiagge fiancheggiate da palme da cocco. Io rappresento la straniera, il tuo modo di viaggiare, di uscire dai tuoi limi-ti, dalla tua piccola persona , come dici tu; io incarno quella cosa che non sei tu e per la quale nutri tanta passione, aiutandoti a riparare quella costipazione dellanima i cui effetti devastanti ti hanno portata a decidere di tenere il tuo Diario. Sono laltra o quellalterit che hai sperimentato innanzitutto con te stessa, poich ti senti cos estranea al mondo .

  • 06H 192 - Anime attente.indb 6 03/09/15 16.54

  • Prima Parte

    Amsterdam-Westerbork 1940-1943

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  • 7Amsterdam, 12 dicembre 1941. Sono le nove. Sei seduta alla tua scrivania, per te lora migliore, Etty. Silenziosamente, il giorno compare a poco a poco dietro la finestra.

    Qui, davanti alla grande superficie scura della mia scrivania, mi sento come su unisola deserta. La piccola marocchina dai capelli neri guarda fuori la mattina grigia con i suoi occhi scuri e solenni, animaleschi e limpidi al tempo stesso .

    Nasco.Ero unimmagine ritagliata da una rivista, una forma

    umana, muta, stampata sulla carta, e questa mattina tu mi metti al mondo sulle pagine del tuo Diario. Era la primavera del 1939, nel sud del Marocco. Uno straniero giunse fino al mio deserto. Io stavo uscendo dalla mia tenda. Quel giorno portavo un paio di grandi orecchini. Lui mi guarda e mi fissa a lungo, mi parla di un Cantico, di una fidanzata e dei suoi capelli, vuole vedere i miei e vuole che io tolga il velo.

    Io rifiuto, lui mi fa segno di rivolgere il viso verso di lui. Lentamente prende la sua macchina fotografica, io non voglio, sono vergine, ho solo il tempo di distogliere lo sguardo, ma i raggi del sole cadono obliqui, per lui

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    Questo testo un'anteprima del libro. Il numero delle pagine limitato.

  • 8una luce perfetta, grida di gioia. Se ne va, pubblica la mia foto su una rivista. Avevo tredici anni.

    Sensazione di dilatazione , scrivi tu. Stacchi la mia anima dal muro e la deponi tra le righe blu del tuo qua-derno, il quarto; sette quaderni seguiranno, mentre io sar l a guardarti e a darti lispirazione grazie al mio esotismo. la mia seconda vita, cacciata in esilio, ad Amsterdam, lontana dalla mia terra natale, dal mio deser-to. Non ti lascer pi. Esliati per rinascere, si dice da noi.

    Tu sei nata il 3 febbraio 1941, il giorno in cui incon-tri Spier, l ostetrico della tua anima, il tuo terapeuta, il tuo amico, il tuo amante. Un anno pi tardi, il 6 feb-braio 1942, scrivi alla tua amica Gera Bongers che fe-steggi il tuo primo compleanno, che ora sei una bella bambina che gi cammina da sola .

    Etty Hillesum, ti parlo al di l del tempo, al di l della morte. Sei seduta sulla soglia di te stessa, attenta alla luce e ai rumori che salgono dalla strada, attenta ai moti interiori, alla mia presenza estranea; nelle tue fan-tasticherie, i tuoi occhi sono spalancati, su di me, la tua piccola marocchina .

    Nel silenzio vibrante del tuo ufficio, ogni giorno vai incontro a te stessa, carica di letture, di traduzioni, di pensieri, di pagine bianche da scrivere. Ma mio Dio, scri-vi cos veloce che a volte faccio fatica a leggerti, leggo i tuoi pensieri sulla tua fronte luminosa o incupita dallo sconforto che a volte si impadronisce di te. Parli spesso con te stessa, ti apostrofi, ti interroghi, ti trovi magnilo-quente o pretenziosa, o al contrario sei fiera di te, oppure ti rimproveri: Continui a inebriarti e a provare piacere dei tuoi rimuginii interiori, non sei altro che una pappa-

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  • 9molle e una buona a nulla . Ma non smetti mai di andare a fondo delle verit che pi colpiscono. E il quaderno sulla tua scrivania il tuo appuntamento damore: prefe-risci, dici tu, la confusione di una scrivania ingombra di libri e di carte, ma che sia mia soltanto, al letto nuziale pi ideale e pi armonioso che possa esistere . Questa scri-vania il luogo in cui lasci entrare il mondo, il posto in cui ti esili per meglio rinascere, il paese in cui ti costruisci, in cui ti elabori pagina dopo pagina, con la tua lingua, il tuo essere. Mi chiedi di vegliare su di te, me lo chiedi piena di fiducia, come se fossi una sorella. Il mio volto mediterraneo ti necessario quanto la linea dellorizzon-te per il pittore. Quanto fai visita a te stessa, fai visita a me.

    Visitazione. Due donne: una tocca il ventre dellaltra e le dice: Sei incinta! . Io non ho ancora figli, sono la figlia di me stessa, ma ho un cattivo presentimento, i tempi sono difficili, come potrei avere un figlio? Per qua-le mondo? Nel tepore del tuo ufficio non so pi chi sta partorendo chi, poich stiamo nascendo luna dallaltra.

    Il mio destino mescolato al tuo. Faccia a faccia, ogni giorno questa domanda: chi sei, da che mondo provieni? Tu vedi in me quella che Spier vede in te, quella gio-vane kirghisa , come ti chiama a volte? Nel microcosmo del tuo ufficio, cresco accanto a te, questo assomiglia al primo giorno della creazione. Un tale caos, tante cose mescolate insieme! Oltre a esotici gigli del Giappone, un geranio, delle rose tee essiccate, pigne elevate al ran-go di sacre reliquie e io, la tua ragazza marocchina dagli occhi animaleschi e limpidi . Lo sai, il mio sguar-do dato dalla mia abitudine alla natura piena di ani-mali caldi e tranquilli, ma non sono serena quanto pensi tu, ti spiegher perch.

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  • 10

    In questo appartamento di legno tutto scricchiolante al secondo piano del numero 6 della Gabril Metsu-straat, mi circondi con le braccia nude della vita . Sono abbagliata dal tuo essere, dai tuoi passi, dai tuoi gesti, dalle tue risate, dal tuo corpo libero e armonioso, dal tuo silenzio, che riempiono il luogo di una gioiosa gravit, un piccolo santuario di donne. A volte vorrei uscire dalla mia cornice e venire a sussurrarti allorec-chio: Sono tua sorella , nata sotto altri cieli, in altri tempi che si sovrappongono; ma in fondo leternit che parla. Tu vivi qui da quasi quattro anni, hai ottenu-to di diritto il controllo e sei responsabile dellandamen-to di questa grande casa mentre continui gli studi.

    Vivi circondata da unintera comunit che definisci disparata : una tedesca, una cristiana, una studentes-sa ebrea, un piccolo borghese, un giovane studente in economia e un anziano socialdemocratico, Pa Han, il proprietario della casa, tuo amico nonch tuo amante che ha trentacinque anni pi di te. Ma cos tenero e cos equilibrato che la sua presenza ti rassicura. Tutta questa piccola truppa vive in questa casa bella e piena di calore in cui si parla e si ricostruisce il mondo e di cui tu vuoi difendere lunione; e io, lass nella tua camera, la favorita segreta che tu ami in silenzio. Sul muro su cui mi tieni, la luce del nord accarezza il mio turbante; sono la Ragazza col turbante di Vermeer: un turbante ad Am-sterdam, perch no? A casa di Vermeer, a casa di Etty Hillesum. Della luce del nord ho imparato ad amare il lato neutro che lascia posto alla rivelazione di ciascuno. Muta, essa entra dalla finestra, appena smorzata dallal-bero che, dritto come un faro, veglia su di te, sentinel-la delleternit , lo chiami tu.

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  • 11

    E poi c Spier, S. come lo chiami nel tuo Diario: dora in poi lo chiamer S. se sei daccordo. Non abita lontano da qui. Quando lo raggiungi, cinque strade, un canale e un ponticello da superare ed ecco che ti appare la sua finestra, su cui troneggia un geranio boa scarlatta , un fiore che sanguina . Al momento percorri in lungo e in largo gli altopiani interiori dove si svolge la [tua] vera vita e S. non ti manca, ormai una parte delleternit: E quando persino fossi rinchiu-sa in una cella sotterranea, questo lembo di cielo si aprirebbe dentro di me, il mio cuore, come un uccello, prenderebbe il volo verso di lui .

    La tua camera, il tuo ufficio, il paese di noi due, la mia scuola. Qui da te ho imparato la vita, la morte, lamore, la preghiera, la scrittura e la storia del tuo po-polo, il suo destino che mi fa comprendere, ascoltare il mio, ma oggi tutto nebuloso e la sorte del mio popolo lo ancora di pi. Quando senti che la morte ti si avvi-cina, scrivi: Questa camera, non partir forse con me, non diventata anchessa una parte di me stessa? E non vero che la porto dentro di me e che potr sempre ritirarmici? Non fa parte della mia educazione, non mi ha circondata per anni, non mi ha formata? . La tua camera un involucro; senza mai soffocarti ospita le trasformazioni che operano dentro di te, ti porta in alto e ti eleva. Seduta sul tuo zaino, in un vagone merci stra-pieno, lasci queste ultime parole: Apro la Bibbia a caso e trovo queste parole: Il Signore il mio alto ricetto .

    I tuoi quaderni sono un mondo, un atelier in cui modelli la materia dellumano. Tocca a me adesso, la tua piccola marocchina, continuare a forgiare questa materia

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  • 12

    a volte brillante a volte degna di disprezzo. Siamo figlie di uno stesso padre, Abramo, siamo nate dallo stesso albero, il Corano, il terzo e ultimo ramo doveva essere questo compimento; conosco la polemica. Eppure ti leggo e rileggo il mio Corano, oggi vi ritrovo i messaggi che lo hanno preceduto e che esso vuole portare a com-pimento: lislam senza le sue derivazioni non nulla. Con te sono rientrata nella Storia; insieme agli ebrei penso agli arabi. Due ruote solidali luna con laltra, tra cui interstizi si animano a volte brillanti, a volte degni di disprezzo, la tua vita, la mia, il mio destino, il mio desi-derio di essere al mondo come persona. Anchio ho come te dellambizione: Forse sono una donna ambi-ziosa: mi piacerebbe avere qualcosina da dire .

    Ti parlo al di l della morte. Il fatto che tu sei viva da quando hai fatto entrare in me le gioie e gli slanci del tuo spirito unintelligenza vivace, intessuta di bont e di dolcezza , la tua eredit mi fa meditare ad alta voce. Io ti sopravvivo. Anche tu sei sopravvissuta, ne dubitavi, ma ci sei riuscita! Tu sei viva e non solo per me, la tua parola consola come un balsamo, ripara, fa meditare; con te, ho imparato a pensare e ad amare, a pensare amando, due operazioni che non credevo compatibili, la loro energia reciproca decuplica la loro potenza. Caro cuore pensante , cara Etty. Quando dico il tuo nome, ho lim-pressione, come diceva la tua amica Liesl, di conquistare una fortezza. Le tue parole fan s che la materia umana si gonfi dentro di noi fino a un punto a volte cos elevato. Il fatto che io non ti sopravvivo soltanto perch sono pi giovane, ma perch grazie a te vivo pi di quanto avrei dovuto vivere. Hai amplificato la mia esistenza con la tua.

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  • 13

    La luce che alla mia nascita stata catturata per sem-pre sul mio volto continua a far entrare un po di sole nel tuo ufficio; sento il gelsomino della mia infanzia, il suo profumo entra dalla finestra aperta. Grazie per limpegno che ti assumi ogni giorno per farlo fiorire. Questa do-menica mattina, ti porto persino un gelsomino profuma-to , scrivi al tuo Dio. Sai che anche noi profumiamo di gelsomino i nostri veli, come amava fare il nostro profeta, che amava inebriarsi di lumi e di preghiere. Illumini dal davanti il mio volto e il sole del mio Paese non mi manca, sto presso di te come in un rifugio dove hai imparato a ricongiungerti alla vita che porti dentro di te.

    La tua convinzione che nulla pu esserci pi portato via ti strappa al dubbio e alla disperazione. Le tue ca-pacit di vita interiore ti salvano dal nulla di un mondo saccheggiato . Con il tuo Diario, vuoi raccoglierti tutta, in modo ancora pi forte intorno a questa scrivania , il tuo centro e vuoi smettere di disperderti come cenere al vento . Decidi di spiegarti: Rendere chiari i propri rap-porti con se stessi e con i propri stati danimo (), con-tinuare a darsi importanza, restare il proprio centro di interesse e (), spiegarsi con questa epoca terribile .

    Anchio, vedi, voglio spiegarmi con il mondo. Prima di te, c stata per me unaltra donna, Sherazade. lei la prima che mi ha insegnato a prendere la parola. Anche lei mi d forza per superare la notte che si annuncia. Al limitare di questa oscurit che si distende, parlo come ha fatto lei per salvare la propria vita e le donne minac-ciate da un tiranno (domani, il tiranno prender altre forme, impersonali ma non meno pericolose): Sherazade ha narrato, inventato, creato racconti. Si presa gioco dei misteri del potere e ha controllato la conoscenza, ha

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    raccontato e immaginato e in questo modo ha trionfato sulla prigionia. Nel nostro ufficio, quando il Rijksmu-seum da lontano somigliava a un palazzo di califfi e tu trovavi nellalbero fuori dalla nostra finestra somiglian-ze con una palma, scrivevi, ogni notte, affinch lorco non ti divorasse; anche tu mi dai forza. Come quella donna dOriente che, prigioniera di un despota, ha par-lato per notti intere per salvare le sue sorelle. Etty, anche tu hai scritto per salvare le tue sorelle e il mondo. E il mostro ti ha divorata, ma la tua parola sopravvissuta. Sherazade aveva una cultura eccezionale, i suoi raccon-ti esprimono la sua conoscenza delle persone e del mondo. il mio modello, ma chi si ricorder di lei? Lei merita ciononostante di essere ritrovata in noi, le sue parole molto antiche ci hanno gi salvato una prima volta. Il mondo in un tale stato! Il tuo Dio in fondo un pozzo, pieno di macerie , e temo che il mio venga travisato al punto di ritrovarlo presto sepolto.

    Se tu sapessi, nonostante le nostre diversit, quante cose in te risuonano in me e fanno eco alluniversale! La scrittura, lamore, il gusto di Dio, degli uomini, la pre-ghiera, lo spazio interiore, il vuoto, linvisibile e anche questa capacit di abbandonarsi a ci che arriva, e tante altre cose ancora

    Lo spazio intimo del mondo , le parole di Rilke, le pi belle parole che conosci, dici tu, hanno preso dimo-ra in te nel profondo . Lalbero che penetra nel nostro spazio intimo risplende e ti sostiene nella tua interezza; come una vedetta sulle alte torri del tuo Diario, fa la sua comparsa, guardiano della tua interiorit. Diventa la misura di ogni cosa, anche del tuo amore per S., tron-co possente intorno al quale crescevano come viticci le

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  • 15

    nostre vite di donne , sui suoi rami , dici, maturo per diventare un essere umano adulto e autentico .

    Questalbero ti serve per raddrizzarti. Verticale. Sia-mo nate dallo stesso albero, tu, la semita e io, ma s, anche la tua piccola marocchina semita! Entrambe figlie di questo popolo di semiti di dura cervice di cui parla la Bibbia. I nostri due popoli sono separati, eppu-re navigano sullo stesso oceano che ci porta, agitato, tragico, solcato da fragili imbarcazioni o da grandi va-scelli, spesso mortali. Sono navi da guerra o barche per fuggire o sperare, non importa; sono arche di No nelle quali ci imbarchiamo, piene di uomini che sentono lo scrosciare del diluvio ma continuano a mescolarsi gli uni agli altri nella folle speranza di sopravvivere, insieme, a ci che attacca quanto c di umano in ognuno di essi.

    Sono nata nel tuo sguardo come altri che hanno conosciuto lo stesso modo di essere partoriti, a Wester-bork, soprattutto. I tuoi occhi tolgono il male dallo-rizzonte come si toglie una spina: Un solo sguardo scambiato in un qualsiasi momento di sofferenza basta forse per restituire le forze per molto tempo . Oggi, i tuoi occhi si sono spenti, ma ci che hai scritto porta avanti lo sguardo attento che rivolgevi intorno a te. Mi accompagni nel mio desiderio, tu sei pi matura, io sono ancora vergine, la tua piccola marocchina non conosce ancora n il male n lamore n la morte, e la mia anima ancora fatta dellanima unica del mio po-polo. Etty, la fredda solitudine dellOccidente avr la meglio su di me?

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  • INDICE

    PRIMA PARTEAmsterdam-Westerbork, 1940-1943

    I. Io sono accanto a te pag. 17

    II. Bisogna affrontare la nottea mani vuote 33

    III. La soglia femminile del mondo 42

    IV. Per grazia di un ginocchio 51

    V. Una riga di poesia al giorno 58

    VI. Matura molto lentamentedentro di me un abbandono 69

    SECONDA PARTEParigi, 2011-2013

    VII. Tra due destini 91

    VIII. Credete che la democraziaavr la meglio? 101

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  • IX. Deturpazioni pag. 111

    X. Il vuoto arabo della Shoah 124

    XI. Una memoria a due voci 143

    XII. Contendere al caos la sua forma specifica 152

    XIII. Un nuovo senso scaturito dagli abissi pi profondi 159

    XIV. Vorrei tanto avere una piccola parola da dire 166

    Bibliografia 171

    Stampa: ncora Arti Grafiche - Milano - 2015

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  • K AR IMA BERGER

    Dialogo con

    ETTY HILLESUM

    Anime attente

    06H

    192Karima Berger, nata in Algeria, vive a

    Parigi. autrice di Lenfant des deux mondes (2002); Eclats dIslam (2009) e Rouge Sang Vierge (2010).

    Kar

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    EN

    TE

    Quando viveva ad Amsterdam, Etty Hillesum aveva appeso la fotogra-fia di una ragazza marocchina sopra la sua scrivania. A volte si rivolgeva a questa figura orientale scrivendo il suo Diario...

    Karima Berger rid voce alla pic-cola marocchina dagli occhi animale-schi e limpidi , che instaura un dialogo di grande intensit con Etty Hillesum. Corrispondenze notevoli fra le vostre due vite vi rendono quasi sorelle, sorelle di ogni epoca, al di l delle culture o delle credenze o dei Paesi: un modo stranamente simile di vivere la pre-ghiera, il vuoto, la scrittura, il corpo, labbandono, la fiducia in Dio, e che mai nessuno avrebbe osato immaginare tra unebrea olandese e una piccola araba marocchina .

    Una complicit si crea, al di l delle differenze culturali, per raccontare il mondo e dargli senso... Nel confronto con il proprio secolo e i suoi pericoli, una lotta spirituale cresce nelle due donne, e la fecondit delle parole di Etty risuona pi che mai in questo dialogo sognato tra anime attente.

    D 16,00

    Foto di copertina: Butterfly Hunter

    Sono lo straniero nella tua casa, il tuo altro, davanti agli altri, quegli stessi che accompagne-rai con la tua presenza al campo di transito di Westerbork... La mia fotografia appesa al tuo muro ben altro che un tocco di esotismo! Non come chi si circonda di spiagge fiancheggiate da palme da cocco. Io rappresento la straniera, il tuo modo di viaggiare, di uscire dai tuoi limi-ti, dalla tua piccola persona , come dici tu; io incarno quella cosa che non sei tu e per la quale nutri tanta passione, aiutandoti a riparare quella costipazione dellanima i cui effetti devastanti ti hanno portata a decidere di tenere il tuo Diario. Sono laltra o quellalterit che hai sperimentato innanzitutto con te stessa, poich ti senti cos estranea al mondo .

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