Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

16
Lo spirito di Tibhirine La testimonianza del sopravvissuto Frère Jean-Pierre Nicolas Ballet

description

Perché continuare a riesumare il passato… soprattutto se triste? Perché farlo anche quando non ci sono né anniversari né occasioni speciali? Ogni giorno il mondo, vicino e lontano, ha bisogno di qualcosa che dia ossigeno alla speranza: per questo ne parliamo. E l’ossigeno buono non lo forniscono le parole, ma la vita. Per questo vogliamo incontrare un testimone prezioso, sopravvissuto a uno sterminio e consegnatosi al perdono. Lo spirito di Tibhirine di frère Jean-Pierre e Nicolas Ballet, Paoline »»» http://www.paoline.it/blog/attualita-e-societa/528-lo-spirito-di-tibirine.html

Transcript of Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

Page 1: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

Frère Jean-Pierre, monaco trappista, in Algeria dal 1964, miracolosamente scam-pato al rapimento che ha coinvolto altri settemonaci, la notte del 26-27 marzo 1996.

Vive ora presso il monastero de Notre-Dame de l’Atlas, a Midelt (Marocco).

Nicolas Ballet è giornalista di Progrès a Lione e docente presso l’Istituto di studi politici della città. In questo libro ha raccolto trenta ore d’intervista con l’an-ziano monaco, facendo lunghe ricerche nella biblioteca e negli archivi del monastero.

D 14,00

LO S

PIR

ITO

DI

TIB

HIR

INE

La vicenda tragica, e per molti versi caricadi misteri, non ha cancellato quello «spiritodi Tibhirine »: l’amore di Dio condiviso con i propri fratelli e sorelle.

Il messaggio più forte che esce da que-sto libro-testimonianza è un messaggio di speranza. Frère Jean-Pierre dice infatti che quello vissuto ogni giorno dalla sua co-munità non è altro che un « laboratorio di speranza per la nostra società», oggi così coinvolta nella questione islamica.

92H

146

UOMINI E DONNE /146

Questo libro nasce da un incontro tra frère Jean-Pierre Schumacher e Nicolas Ballet.

Frère Jean-Pierre è il sacerdote mona-co trappista (oggi novantenne) miracolo-samente scampato alla strage del 1996, quando nel monastero di Tibhirine, in Algeria, furono rapiti e poi uccisi sette suoi confratelli. Nicolas Ballet, giornali-sta, ha soggiornato per un mese e mezzo presso frère Jean-Pierre, raccogliendo la testimonianza dell’anziano monaco chegli ha offerto informazioni inedite sulla notte del rapimento, raccontato le molteprove attraversate dall’Abbazia, gli anni difficili all’indomani dell’indipendenza dell’Algeria, e fatto rivivere anche il senso profondo del testamento spiritualedi Christian de Chergé.

Frèr

e Je

an-P

ierr

e - N

icol

as B

alle

t

Foto di copertina: © Nicolas Ballet

Lo spiritodi Tibhirine

La testimonianza

del sopravvissuto

Frère Jean-PierreNicolas Ballet

Page 2: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

9

PROLOgO

Ho suonato il campanello. Pochi minuti dopo, sento un rumore di passi dietro il grande portone beige. appare un ometto con una giacca di pile sopra l’abito cistercense. avanza verso di me sorridendo per darmi l’abbraccio mo-nastico. La sua fronte si appoggia contro la mia, a sinistra, poi a destra. « Hai fatto buon viaggio? », mi chiede fratel Jean-Pierre. Sa bene quanto è lunga la strada per arrivare a Midelt…

In questo inizio di febbraio del 2012 ritorno al mona-stero di Notre-Dame de l’atlas per la terza volta. Esatta-mente un anno dopo aver intervistato per telefono, da Lione, l’ultimo sopravvissuto di Tibhirine, per un articolo su Le Progrès. Fratel Jean-Pierre vi si era espresso a pro-posito delle circostanze del rapimento, al quale era sfug-gito per miracolo, il 27 marzo 1996, in algeria. Se mi avessero detto che un giorno mi sarei ritrovato a scrivere un libro con lui, non ci avrei creduto.

Questa idea non si è imposta in una sola volta. È sorta senza che lo volessi veramente, proprio subito dopo la mia primissima visita in Marocco. Era l’aprile del 2011. avevo naturalmente sentito il bisogno di compiere questo viag-gio, dopo l’intervista di cui ho parlato. Volevo conoscere fratel Jean-Pierre e la sua comunità, stabilitasi là da una decina d’anni. al telefono, la sua voce chiara ed entusiasta mi aveva commosso. Mi sembrava in consonanza con le parole pacifiche e coraggiose che pronunciava; scrivo

Tibhirine.indb 9 16/12/13 11.52

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

Page 3: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

10

« coraggiose » tenendo conto delle prove da lui vissute, come da troppi altri, durante la guerra che imperversava in algeria negli anni Novanta.

Quanto avevo scoperto nel loro bel monastero costrui-to in terra pressata – semplicità, spoliazione, ascesi gioio-samente vissuta nella condivisione quotidiana con i musul-mani – mi era parso colmo di significato. Questa avventu-ra umana alla quale mi trovavo associato non poteva finire così, da un giorno all’altro. Sentivo anche bene che un’e-redità più o meno consapevole sonnecchiava in me e chiedeva soltanto di ridestarsi. Il mio prozio materno, sa-cerdote della diocesi di Lione e « personaggio » della Chronique sociale1, aveva conosciuto – come tanti altri – alcuni dei martiri dell’atlas. Viveva anche lui in mezzo ai musulmani, condividendo con loro, fino alla fine, alcuni pasti in una casa popolare di Ecully. allora, che cosa fare? Rientrando in Francia, a fine aprile 2011, la risposta mi è venuta sotto forma di un’altra domanda: « Perché non scrivere un libro insieme a fratel Jean-Pierre? ».

Ricordo di essere andato a comprare un bel foglio di carta da lettera e di avere riflettuto per ore su quello che avrei potuto scrivergli. a operazione ultimata, ho sigillato la busta. Essa è rimasta per quindici giorni appoggiata sul comò del mio appartamento. Non riuscivo a decidermi di spedirla. Il mio tentativo aveva poche possibilità di giun-gere a buon fine. Inoltre, se la risposta fosse stata positiva, avrei dovuto assoggettarmi a lunghi mesi di lavoro solita-rio. Trascorse due settimane, vedendo indebolirsi le mie motivazioni, ho pensato fosse ora di passare all’azione. Con un colpetto, ho fatto scivolare la busta nella buca delle lettere.

1 Movimento cristiano di riflessione e di educazione popolare fondato a Lio-ne alla fine del XIX secolo (ndt).

Tibhirine.indb 10 16/12/13 11.52

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

Page 4: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

11

La risposta, che ormai non aspettavo più, è arrivata nella mia casella di posta elettronica tre settimane dopo. Era « sì ». Non ho saltato di gioia, perché misuravo la dif-ficoltà dell’argomento e il suo carattere delicato. Fin da quel momento, Jean-Pierre mi faceva sapere che accettava volentieri quel progetto – con il consenso dei suoi supe-riori – a condizione di non essere messo troppo in mostra, cosa del tutto comprensibile da parte di un monaco trap-pista impegnato nella ricerca dell’umiltà. Se era d’accordo, era per cercare di contribuire, sia pur modestamente, a far comprendere il messaggio di Tibhirine e dei suoi fratelli tragicamente scomparsi: spirito di dono, fedeltà all’altro, al diverso.

Sarebbe dunque stato necessario trovare un equilibrio. E anche fare attenzione a non deformare discorsi che po-trebbero essere male interpretati a livello locale, dato che nel Maghreb la questione religiosa deve essere sempre trattata con le pinze. Questo sarebbe stato in seguito og-getto del lavoro di redazione e tutto il suo interesse.

Sono tornato a Midelt per due settimane nel mese di agosto del 2011, per una lunga serie di incontri. Il caldo era opprimente. Un dannato fico d’India è stato sul punto di aver ragione della mia ostinazione. Questo lavoro met-teva ancor più alla prova fratel Jean-Pierre, che aveva al-lora ottantasette anni (oggi ne ha ottantotto). Da parte mia, non sapendo bene all’inizio dove stavo andando, pazien-tavo per superare ostacoli interiori e fatica fisica.

Midelt si merita. Per accedere a questa città di circa 40.000 abitanti, « posta » su un altopiano fra Medio e alto atlante, sono necessarie da Fez cinque o sei ore di corrie-ra. Molte corse arrivano a destinazione in piena notte. Non bisogna avere paura di tenere le ginocchia schiacciate dietro ai sedili per centinaia di chilometri, anche se di

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

Page 5: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

12

giorno lo stupendo paesaggio delle foreste di cedri del-l’atlan te basta a far dimenticare questi piccoli fastidi arti-colari. Pensavo a una metafora dei mistici musulmani sufi dell’algeria, che fratel Jean-Pierre mi aveva riferito: « Un’oliva, per dare olio buono, deve essere schiacciata, nocciolo compreso ».

Con Jean-Pierre e i suoi fratelli, abbiamo camminato insieme lunghi mesi, per cercare di estrarre un po’ dell’es-senza dello spirito di Tibhirine in quel piccolo « laborato-rio » monastico di Midelt, che è come la continuazione dell’esperienza algerina in un’altra forma.

Sono nuovamente tornato in Marocco nel febbraio del 2012. Il freddo era pungente: 10°C sotto zero all’esterno, e appena 2 o 3°C nella mia cella senza riscaldamento. avevo sovrapposto cinque strati d’indumenti per tentare di dormire. Una sera, ho sentito bussare alla porta. Era fratel Jean-Pierre. Mi portava una stufetta a gas con le ruote, che lui stesso mi ha acceso… Il giorno dopo, lui, che ama tanto guardare le stelle, ha potuto contemplare giove con il piccolo telescopio che ero riuscito a infilare nei miei bagagli. Ormai poteva pure far freddo!

Ogni mattina abbiamo rinnovato « l’esercizio » rituale del colloquio, nella sala capitolare. Vi si è prestato volen-tieri, nonostante la pesantezza delle sue occupazioni mo-nastiche, tra preghiera a ore fisse e accoglienza dei visita-tori. Nel corso delle settimane, si è instaurata la fiducia. a tal punto che le confidenze si sono spinte molto in là, dall’una e dall’altra parte, e molto più in là di quanto avrei potuto immaginare. Il contenuto del libro ne sarebbe sta-to sensibilmente arricchito, incoraggiandomi a estendere la ricerca spirituale e a lanciarmi in reportages non previsti, in Svizzera e in algeria.

Tibhirine.indb 12 16/12/13 11.52

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

Page 6: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

13

Non tutto era stato detto su Tibhirine. Fratel Jean-Pierre, come il lettore potrà costatare personalmente, nel corso di questo scambio ha rivelato alcune informazioni totalmente inedite sulla storia di questa avventura trappi-sta originale, drammatica e al contempo piena di speranza.

Quei colloqui non erano conversazioni classiche. a volte, anzi spesso, un punto preciso sul quale gli facevo delle domande lo conduceva oltre, nelle stanze più segre-te della memoria. Ho dovuto essere paziente. Imparare a conoscerlo (e lui, a scoprirmi). E a disciplinarmi: a volte ero confusionario nelle domande… l’aria delle cime non mi giova.

gli capitava di essere taciturno e, in altri momenti, più loquace. Mi piaceva il suo alzare le spalle, accompagnato da un sorriso imbarazzato per dire: « Non so ». avrei so-gnato di poter scrivere con lui e con i suoi fratelli un libro formato per metà da pagine bianche.

Ma ho parlato troppo. Ho già fatto aspettare troppo fratel Jean-Pierre che – lo so bene – non oserà mai prote-stare. È seduto su un canapè d’angolo in tessuto berbero, nel monastero di Midelt. Porta il suo eterno berrettino musulmano comprato a Fez. Racconta Tibhirine. ascol-tiamolo.

Sulle vie di Dio nel chiaroscuro della fede…

Il giorno della mia professione solenne come monaco nell’Abbazia di Notre-Dame di Timadeuc in Bretagna, pen-savo che la mia dimora sarebbe stata in quel luogo fino al termine della vita, secondo il contenuto di quella promessa a Dio. Era il 20 agosto 1964. Avevo quarant’anni…

In Algeria la guerra di indipendenza era terminata due anni prima. Era stata molto sanguinosa. La maggior parte

Tibhirine.indb 13 16/12/13 11.52

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

Page 7: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

14

di coloro che erano di origine europea aveva lasciato il Pae-se; la Chiesa era ridotta ai minimi termini. L’Algeria pren-deva in mano il proprio destino; si doveva incoraggiare un nuovo avvenire. Il cardinal Duval, arcivescovo di Algeri, che amava il Paese, era convinto che la Chiesa dovesse ripensa-re la propria presenza in funzione del popolo, ormai per la maggior parte musulmano. Diceva: « In Algeria, come di dovere, la Chiesa non ha scelto di essere straniera, ma di essere algerina… »; « D’ora in avanti è chiesto ai fedeli di essere collaboratori attivi della ricostruzione del Paese; è il tempo del dinamismo e dell’entusiasmo… ».

In quella situazione di nuova partenza, il cardinale ha voluto che il monastero di Notre-Dame de l’Atlas non solo non fosse chiuso, ma che avesse un suo proprio posto in quel rinnovamento della Chiesa in Algeria. Ottenne che diversi monasteri inviassero dei religiosi per tale rilancio.

Il mio nome era sulla lista dei quattro designati dalla comunità di Timadeuc. Ho inteso questo come il segno di una nuova chiamata da parte di Dio e come un invio da parte della comunità… Entusiasmo e una grande riconoscen-za. La mia vita prendeva un nuovo orientamento e nel mio cuore si trattava di un’offerta per sempre a servizio della missione di Notre-Dame de l’Atlas in Algeria: costruire una piccola comunità situata in mezzo ai musulmani, povera in mezzo ai poveri, secondo le parole del cardinale: « L’amore fraterno è una leva potente per salvare il mondo… ». Per tracciare la strada, c’erano anche i documenti del concilio Vaticano II, in particolare quelli che riguardavano la relazio-ne con l’islam e con le religioni non cristiane: un program-ma, una grazia.

Più tardi, una nuova luce è venuta a precisare questa re-lazione con la gente, scaturita dagli incontri con un gruppo di musulmani sufi: il simbolo della scala doppia. Appoggia-ta per terra, la sua cima tocca il cielo. « … Noi saliamo da

Tibhirine.indb 14 16/12/13 11.52

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

Page 8: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

15

un lato, voi dall’altro; ciascuno va verso l’alto, dove deside-ra incontrare Dio… lo fa seguendo la via (“tariqa”) della propria fede. Più ci avviciniamo alla cima e a Dio, più ci avviciniamo anche gli uni agli altri… e, viceversa, più ci avviciniamo gli uni agli altri attraverso l’umiltà, il rispetto, la benevolenza, più ci avviciniamo a Dio… »

Vivere questo giorno per giorno, nella convivialità, signi-fica essere attenti all’altro, guardarlo nella sua relazione con Dio e percepire in lui l’opera dello Spirito Santo… rallegrar-sene, incoraggiarlo, fare tesoro dell’esempio che offre e, in-fine, camminare insieme mano nella mano. Significa desi-derare per lui che divenga sempre di più ciò che già è, grazie alla sua docilità nei confronti di Dio.

E infine, non comprendiamo abbastanza che la relazione con Dio e tra fratelli vissuta così in profondità unisce gli esseri, non violenta mai la fede dell’altro né la sua libertà… dilata gli esseri.

« … L’amore fraterno è una leva potente per salvare il mondo… » Quale meraviglioso programma per il nostro monastero in terra d’islam e in ambiente musulmano. Au-guro questo a tutti, nelle vostre relazioni, nel vostro ambien-te di vita, qualunque esso sia, perfino nella vostra vita di coppia e di relazione con persone di altre culture umane: formare in questo modo delle scuole di divina carità, ispira-te dallo stesso spirito, dalla stessa invincibile speranza. È in gioco l’avvenire del nostro mondo.

fr. Jean-PierreMidelt, 20 settembre 2011

Tibhirine.indb 15 16/12/13 11.52

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

Page 9: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

17

I

IL SOPRaVVISSUTO

CIò ChE NON ErA StAtO DEttO SuLLA NOttE DEL rAPImENtO

L’atlante rinverdiva e i contadini algerini già falciavano l’erba in montagna. Era l’inizio della primavera a Tibhiri-ne e, forse per la prima volta dopo quattro anni, si effon-deva un timido profumo di rinascita. Risento ancora oggi l’odore pepato degli eucalipti e – ancor più accentuato nel ricordo – quello resinoso delle conifere. Rivedo il frutteto con i meli e i prugni vicini alla fioritura, ma anche i tigli e i fichi che digradavano giù per il pendio, sotto il monaste-ro. Risento il magico concerto che ci offrivano gli uccelli, fin dall’alba, durante la preghiera: alcuni costruivano dei nidi sospesi, così numerosi che talvolta gli alberi sembra-vano carichi di frutti. Nelle foreste delle colline circostan-ti, i colpi delle armi da fuoco si erano come messi momen-taneamente a tacere, per lasciare dischiudere, a poco a poco, una natura fiammeggiante.

In quella fine di marzo del 1996, le nevi di febbraio si erano sciolte e, da qualche settimana, avvertivamo un pic-colo inizio di tregua in quella terra di algeria scossa dalla guerra civile. gli scontri tra coloro che noi – preoccupati di non schierarci con nessuna delle due parti, per cercare di riconciliarle – chiamavamo « fratelli della pianura » (i militari) e « fratelli della montagna » (i guerriglieri islami-ci), si facevano più sporadici. Se all’inizio di marzo c’erano

Tibhirine.indb 17 16/12/13 11.52

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

Page 10: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

18

stati ancora dei morti vicino a Tibhirine, dove gli abitanti vivevano nella paura, gli attentati in tutto il Paese sembra-vano essere un po’ meno numerosi del solito. Come mai? Lo ignoro. Ma la nostra comunità monastica ritrovava ora un po’ di quell’ossigeno che le era mancato nei mesi pre-cedenti.

Certo, continuava a essere difficile rifornirsi al mercato di Médéa, dove venivano a mancare generi essenziali, come la farina; e quando guardavamo il massiccio di Tamesgui-da era impossibile non notare in mezzo al verde quelle macchie nere, lasciate dagli incendi provocati dall’esercito nella fitta vegetazione di querce verdi, per impedire agli insorti di nascondervisi. Esse ci ricordavano che la quiete restava precaria.

La schiarita, tuttavia, si confermava veramente e uno di noi doveva particolarmente rallegrarsene: fratel Luc. Di formazione medico, si occupava dell’ambulatorio e a volte era stato obbligato – con suo grande dispiacere – a inter-rompere le cure agli abitanti per mancanza di medicine. Ma l’11 marzo, miracolo! Il nostro sfortunato compagno aveva ricevuto diversi pacchi spediti due mesi prima dal Maine-et-Loire, da parte dell’abbazia di Bellefontaine, amica di Tibhirine1: i veicoli ora circolavano un po’ meglio sulle strade ostruite da sbarramenti, spesso costituiti da semplici tronchi d’albero.

Il nostro priore, Christian de Chergé, decise dunque insieme ad altri di organizzare, dopo tre anni di interru-zione, una nuova riunione del Ribât el-Salâm. Questo « legame di pace » molto fraterno permetteva degli scambi

1 Tre monaci di Tibhirine provenivano, inizialmente, da questa abbazia: padre Bruno, padre Célestin e fratel Michel. L’anziano abate di Bellefontaine, il padre étienne Baudry, ha sempre mantenuto stretti legami con Notre-Dame de l’atlas.

Tibhirine.indb 18 16/12/13 11.52

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

Page 11: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

19

con alcuni mistici musulmani sufi di Médéa, provenienti dalla confraternita alâwiyya fondata a Mostaganem2. Poi-ché il loro responsabile (sceicco) proibiva ancora loro di venire al nostro priorato, per ragioni di sicurezza, la ripre-sa del Ribât si sarebbe fatta con i soli partecipanti cristiani: religiose e sacerdoti.

Martedì 26 marzo 1996, una decina di persone erano arrivate da algeri, da Costantina e da Orano, fra cui Thierry Becker, vicario generale di mons. Pierre Claverie, vescovo di Orano. all’epoca, e soprattutto a motivo del mio servizio di incaricato delle commissioni, non ero coinvolto nella preparazione del Ribât, compito soprat-tutto di padre Christian, di fratel Christophe e di fratel Michel. Non saprei quindi testimoniare su quello che vi è stato detto o su ciò che vi si doveva dire. Tanto più che quel giorno eravamo dovuti scendere con padre amédée ad algeri, con la nostra vecchia Renault 4, per sbrigarvi alcune formalità amministrative e per andare all’aeropor-to ad accogliere fratel Paul. Rientrava dalla nativa alta Savoia, dove era andato per un periodo di riposo e per visitare la mamma malata. Paul ritornava da noi con le braccia cariche di viveri, ma anche di piantine di arbusti e di badili che dovevano servire per l’orto comunitario, vale a dire gli appezzamenti di terra che condividevamo con i nostri vicini e amici musulmani, sotto la responsa-bilità di fratel Christophe.

2 La confraternita sufi alâwiyya è stata fondata nel 1909 a Mostaganem (al-geria) dallo sceicco ahmad ibn Mustafa al-‘alâwî. Questo movimento musulma-no, che non fa proselitismo, raggruppa oggi decine di migliaia di aderenti in tutto il mondo e incarna, a fianco di altre confraternite sufi, la via spirituale dell’islam a servizio di una pace tanto interiore che esteriore. al di là delle abituali separa-zioni religiose e sociali, l’associazione internazionale sufi alâwiyya ha come sco-po quello di contribuire umilmente all’avvento di una fraternità universale auten-tica. Lo sceicco algerino Khaled Bentounès è attualmente la sua guida spirituale.

Tibhirine.indb 19 16/12/13 11.52

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

Page 12: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

20

Fu una gioia ritrovare fratel Paul, dal carattere sempre gioviale, e un conforto vedere la comunità ricomposta in quei tempi così travagliati! all’inizio della serata, il fervo-re in cappella fu ancora più grande. Tuttavia, questa gioia si mescolava a sentimenti contrastanti, che nessuno osava esprimere veramente. a tratti si leggeva una tensione sul volto di fratel Paul. Lasciare di nuovo i suoi l’aveva un po’ provato, poiché conosceva il clima pericoloso che regnava in algeria. Non aveva forse dichiarato ai suoi vicini, prima di partire: « Questi badili, li porto con me per scavare le nostre tombe »?

Ognuno cercava di scongiurare la cattiva sorte e di dominare come poteva la paura. Eravamo tutti consape-voli che fratel Paul, come tutti noi, si trovava di nuovo esposto all’incertezza della guerra civile. Ma quella sera, non era proprio il caso di lasciarsi prendere da cattivi pensieri e di sciupare la gioia del ritrovarsi insieme. gli uni e gli altri ripresero in fretta il loro posto per ritornare alle abituali occupazioni. Dio non poteva aspettare!

anch’io dovevo fare il mio lavoro di portinaio. Dopo il pasto servito in refettorio, e terminato l’ufficio di compie-ta alle ore venti, sono andato, come ogni giorno, a chiude-re il portone della proprietà. Poi ho raggiunto il locale della portineria per coricarmi senza indugio: ogni mattina i monaci si alzano alle 3.15 per il primo ufficio delle vigilie.

Tuttavia, quella notte non è stato il rintocco della cam-pana del monastero a scuotermi dal sonno. giungeva alle mie orecchie il rumore insolito di una conversazione da-vanti al portone, a una decina di metri dalla mia stanza. guardando l’orologio, ho visto che non era ancora l’ora di recarsi in cappella. Il quadrante indicava l’una del mat-tino. Che cosa stava succedendo? Ho pensato che si trat-tasse forse di « fratelli della montagna », che avevano biso-

Tibhirine.indb 20 16/12/13 11.52

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

Page 13: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

21

gno di consultare fratel Luc. L’ambulatorio si trovava proprio accanto. Era capitato, nei mesi precedenti, che qualcuno di loro si fosse presentato in quel modo la sera presto per farsi curare, salvo un giorno in cui erano arri-vati in pieno pomeriggio, sostando con l’auto vicino alla scuola, sotto la nostra proprietà.

Mentre pensavo a questa possibilità, mi accorgevo, e ciò mi parve strano, che la conversazione fuori continuava, senza che nessuno bussasse al portone perché andassi ad aprire. Senza accendere la luce, sono balzato fuori dal letto per andare alla finestra. Dava sul muro di cinta del monastero, in cui c’era un portoncino di ferro. Sollevando un angolo della tenda, ho visto, a una quindicina di metri, una persona intrufolarsi per quell’apertura3. Nonostante l’oscurità, potevo distinguere un uomo con un turbante, che portava un’arma a tracolla, probabilmente un kalash-nikov. Sembrava che questo individuo si dirigesse verso quelli che parlavano davanti al portone, a destra della mia finestra, che io non potevo vedere da dove mi trovavo. Dopo essere passato di fianco alla portineria, lo stesso uomo è poi entrato al pianterreno del monastero, là dove dormiva fratel Luc.

Non ero molto tranquillo e mi sentivo a disagio. Mi sono inginocchiato accanto al letto per pregare e chiedere al Signore di proteggerci. È capitato allora qualcosa che non avevo mai raccontato: la maniglia della porta della mia camera si è messa a cigolare. Qualcuno cercava di aprire senza riuscirvi. La maniglia girava a vuoto, poiché, come facevo ogni sera prima di coricarmi, avevo messo per sicu-rezza il chiavistello.

3 Si veda in fondo al libro la piantina del monastero di Tibhirine la notte del rapimento, disegnata da fratel Jean-Pierre.

Tibhirine.indb 21 16/12/13 11.52

... continua a leggere su Lo spirito di Tibhirine

Page 14: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

INDICE

Prefazione pag. 7

Prologo » 9

I Il sopravvissuto » 17

Intermezzo 1Midelt, memoria vivente di Tibhirine » 48

II L’avventura imprevista » 58

Intermezzo 2A Midelt, le « sorelle Luc » del Marocco curano i berberi fino a 3500 metri di altezza » 101

III al monastero di Midelt, ora per ora » 109

Intermezzo 3A Midelt, i monaci si fondono con il paesaggio dell’Atlante » 121

IV Cristiani e musulmani: il dialogo, semplicemente » 128

Intermezzo 4ricordi di un sufi dei primi ribât el-Salâm » 146

V Il futuro dello spirito di Tibhirine » 154

Epilogo Ritorno a Tibhirine (giugno 2012) » 158

Tibhirine.indb 175 16/12/13 11.53

Page 15: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

I sette monaci martiri di Tibhirine » 164

Piantina del monastero di Tibhirine » 165

Bibliografia e filmografia scelte » 171

Ringraziamenti » 173

Stampa: Àncora Arti Grafiche - Milano - 2014

15 sommario.indd 176 17/12/13 10.54

Page 16: Lo spirito di Tibhirine - estratto libro - Paoline

Frère Jean-Pierre, monaco trappista, in Algeria dal 1964, miracolosamente scam-pato al rapimento che ha coinvolto altri settemonaci, la notte del 26-27 marzo 1996.

Vive ora presso il monastero de Notre-Dame de l’Atlas, a Midelt (Marocco).

Nicolas Ballet è giornalista di Progrès a Lione e docente presso l’Istituto di studi politici della città. In questo libro ha raccolto trenta ore d’intervista con l’an-ziano monaco, facendo lunghe ricerche nella biblioteca e negli archivi del monastero.

D 14,00

LO S

PIR

ITO

DI

TIB

HIR

INE

La vicenda tragica, e per molti versi carica di misteri, non ha cancellato quello « spirito di Tibhirine »: l’amore di Dio condiviso con i propri fratelli e sorelle.

Il messaggio più forte che esce da que-sto libro-testimonianza è un messaggio di speranza. Frère Jean-Pierre dice infatti che quello vissuto ogni giorno dalla sua co-munità non è altro che un « laboratorio di speranza per la nostra società », oggi così coinvolta nella questione islamica.

92H

146

UOMINI E DONNE /146

Questo libro nasce da un incontro tra frère Jean-Pierre Schumacher e Nicolas Ballet.

Frère Jean-Pierre è il sacerdote mona-co trappista (oggi novantenne) miracolo-samente scampato alla strage del 1996, quando nel monastero di Tibhirine, in Algeria, furono rapiti e poi uccisi sette suoi confratelli. Nicolas Ballet, giornali-sta, ha soggiornato per un mese e mezzo presso frère Jean-Pierre, raccogliendo la testimonianza dell’anziano monaco chegli ha offerto informazioni inedite sulla notte del rapimento, raccontato le molteprove attraversate dall’Abbazia, gli anni difficili all’indomani dell’indipendenza dell’Algeria, e fatto rivivere anche il senso profondo del testamento spiritualedi Christian de Chergé.

Frèr

e Je

an-P

ierr

e - N

icol

as B

alle

t

Foto di copertina: © Nicolas Ballet

Lo spiritodi Tibhirine

La testimonianza

del sopravvissuto

Frère Jean-PierreNicolas Ballet