Catechisti Parrocchiali n. 1, Gennaio 2014 - Paoline

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atechisti C PARROCCHIALI Anno L - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. post. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB - ROMA - 2,00 n Parole di comunione Comunità di fede 1 dossier Volto amico dossier Volto amico GENNAIO 2014

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50° di CATECHISTI PARROCCHIALI Le Figlie di San Paolo, fin dagli anni ’30, si impegnano nella ricerca costante di offrire catechismi e sussidi adeguati per educare alla fede e aderire a Gesù, coniugando catechesi e comunicazione, in percorsi che favorisca no una catechesi coinvolgente, partecipativa e vitale. Ora, al 50° anno di vita di Catechisti parrocchiali, ci auguriamo di continuare a dare, sempre più radicate in Gesù, il nostro contributo a voi, catechisti con competenza e semplicità. Di tutto rendiamo gloria al Signore insieme con voi!

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atechistiCPARROCCHIALI

Anno L - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. post. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB - ROMA -

€2,00

n Parole di comunioneComunità di fede 11

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ierVolto amico

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GENNAIO 2014

1964 2014

CATECHISTI PARROCCHIALI

50 ANNI A SERVIZIO

DELLA CATECHESI

CATECHISTA, PARROCOOPERATORE PASTORALEINSEGNANTE DI RELIGIONE.

Una rivista, un metodo e tante proposte per comunicare Gesù ai fanciulliai ragazzi, alle famiglie.

UNA RIVISTA • per educare alla fede, in maniera vivace, partecipativa, coinvolgente e vitale;

• in fedeltà creativa a Dio e alla persona; • propone metodi attivi e linguaggi multimediali;

• offre itinerari, proposte formative, dinamiche, sussidi per aderire a Gesù in maniera integrale.

PER TEPer i ragazzi dai 12 ai 16 anni con proposte che valorizzanodiversi contenuti e linguaggi…

Bibbia, AttualitàMusica, Cinema

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Dossier RAGAZZI & DINTORNI

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CATECHISTI PARROCCHIALIProprietà: Istituto della Pia Società Figlie di San PaoloDirettore responsabile: M. Rosaria AttanasioConsiglio di redazione: F. Carletti, A.T. Borrelli, B. Fregni,T. Lasconi, E. Salvatore, M.A. Tassielli

Progetto grafico e impaginazione: Erika SerafiniCopertina Catechisti parrocchiali: Alida MassariFoto Catechisti parrocchiali: Anna Mátiková, p. 4; Bekárková,p. 6; Archivio Paoline, pp. 8, 9, 10, 11, 23, 31; G. Quaglini, p. 16;M. R. Attanasio, pp. 22, 34, 35; www.parrocchiaspiritosanto.pr.it,p. 29; M. Sanavio, p. 33.Copertina Dossier: Alida MassariFoto Dossier: G. Rescigno, p. 3; Archivio Paoline, pp. 4, 16; G.Lanzoni, pp. 6, 8; A. Cambi, p. 7.Per immagini legate a eventuali diritti di autore, informarne la Di -re zione, che provvederà a saldare il corrispettivo dovuto.

Direzione e amministrazione:Via Antonino Pio, 75 - 00145 Romae-mail: [email protected]: 06.54.956.416 • fax: 06.54.956.537

Stampa: Il Centro StampaVia Cantiano, 14 - 00010 Roma • tel. 06.22.03.960Finito di stampare il 4 novembre 2013

Spedizione: Poste Italiane s.p.a.Sped. in abb. post. D. L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB ROMA

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EditorialeDare Gesù Cristo al mondo pag. 1M. Rosaria Attanasio

Spazio dialogoSOS confrontiamoci » 2Tonino Lasconi

Icone di comunioneLa preghiera di Gesù, «il piccolo» del Padre » 4Emilio Salvatore

Itinerario per genitoriLa preghiera è dei «piccoli» » 6Emilio Salvatore

Itinerario - Io sono con voiUna comunità attenta ai «piccoli» » 8Fabrizio Carletti

Itinerario - Venite con meLa scoperta dei doni d’amore di Dio ai «piccoli» » 10Anna Teresa Borrelli

Dinamiche e attività…Una comunità che camminaal passo dei «piccoli» » 12Fabrizio Carletti - Mirella Spedito

Parole di comunioneComunità di fede » 14Renato De Zan

Itinerario battesimaleDio cammina con noi nella Chiesa » 16Azione Cattolica dei Ragazzi

Sussidi liturgici e pastoraliCristo non può essere diviso » 20Filippa Castronovo

Ascolto e seguo GesùIl Vangelo della domenica » 24Roberto Laurita

Il Vangelo nella vita » 26Barbara Corsano

Metodologia catechisticaUna catechesi comunicativa » 28Redazione

Famiglia e catechesiMamma e papà litigano sempre » 30Franca Feliziani Kannheiser

Catechesi al ritmo dei bitLe foto: utilizzo didattico e pastorale » 32Marco Sanavio

Catechisti protagonistiGiornata mondiale dei catechisti » 34P. P. Pellegrino - A. Santoro

Per te, catechista Epifania del Signore » 36R. Laurita - B. Corsano

IN QUESTO NUMERO

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Editoriale

DARE GESÙ CRISTO AL MONDO

M. Rosaria Attanasio

«È come se portaste il calice ed espone-ste il Santissimo. E che cosa fate tuttoil giorno se non esporre le cose più san te

che ci siano in cielo e in terra?». Queste parole ri -volte dal fondatore, Don Alberione, alle Fi glie diSan Paolo, per incoraggiarle nell’impegno di re -da zione per la catechesi, sono di forte motivazionee di spinta per tutti voi catechisti e catechiste,nella consapevolezza che il vostro ministero hala stessa pregnanza e intensità del dare l’Euca ri -stia. Don Alberione considera la cateche si come «lavocazione fondamentale» per le Pao li ne: «Dallarivista alle filmine, dai quadri a tutte le guide, daitesti ai mezzi sussidiari per il ca techi smo. Si è avve-rato ciò che era per me un sogno…» (In occasionedell’apertura della Casa del catechismo, 1952).

E, convinto che «nessuna più grande ricchezzasi può dare a questo mondo povero e orgo-glioso che Gesù Cristo» (AD 182), dà comeobiettivo alla Famiglia Paolina quello divivere e di comunicare Gesù Maestro, Via,Verità e Vita in tutte le edizioni. Affer ma vache bisogna fare cristiano tutto l’uomo e,in tal senso, individua un metodo di trasfor-mazione e identificazione a Gesù, rilevandouna corrispondenza tra le dimensioni del Cri -sto e la struttura della persona. Ve de in Ge -sù un Maestro particolare, in quanto è lui stes -so il modello da seguire: Verità per la mente,Via per la volontà e Vita per il cuo re. Per cui sia -mo chiamati a conformarci a lui:• nella mente: condividendo i pensieri di Ge -sù, fino a pensare come pensa lui;

• nella volontà: uniformandoci a Gesù, per vo -lere ciò che vuole il Padre;

• nel cuore: condividendo i sentimenti di Ge -sù, fino ad amare come ama lui.

La catechesi ha, quindi, l’obiettivo di «fare cri -stiani» che conoscano, amano e seguano Ge -sù. Il suo sguardo unitario sulla persona lo con -duceva a ripetere come uno slogan: «Occorre

PERCORSO DI GENNAIO

Gesù, «il piccolo» del Padre, come ben illustrato nel -

l’immagine di copertina, loda Dio Padre per la sua bon -

tà e la preferenza per i piccoli (Icone di comunione);

• l’itinerario con i genitori orienta a educarsi ed educa -

re alla preghiera, come creature, ma in relazione;

• con i fanciulli conduce, tramite giochi e gesti di bon -

tà, a esercitarsi in atteggiamenti di dono e gratuità;

• con i ragazzi aiuta, con dinamiche, a scoprire e a rin -

graziare per le grandi cose che Dio compie in lo ro;

• il segno è un salvadanaio, «scrigno» per i po veri.

• Parole di comunione focalizza «la comunità di fe de».

• L’itinerario battesimale conduce a vivere la famiglia

come «Chiesa domestica» e a sentirsi parte della

«Chiesa-madre».

• Nei sussidi si offre un percorso per la Settimana di

preghiera per l’unità dei cristiani, ritmato da se gni.

• Gli altri contributi focalizzano: la troppa affezione

agli animali e la partecipazione alla Messa; il Van -

gelo della domenica da attuare nella vita, con di -

na miche; la catechesi comunicativa in dimensio-

ne relazionale; i litigi tra i genitori; l’utilizzo delle

foto nella catechesi; la Giornata mondiale dei ca -

techisti: L’Epifania del Signore.

da re un catechismo pieno di Sacra Scrittura e dili turgia; una liturgia piena di catechismo e di Sa -cra Scrittura; una Bibbia con molti richiami allacatechesi e alla liturgia».

Questo è stato l’impegno, prima, del Fondatore,fin dagli anni 1912-14 e, poi, delle Figlie di SanPaolo, fin dagli anni ’30, nella ricerca costante dioffrire catechismi e sussidi adeguati per educarealla fede e aderire a Gesù, coniugando catechesie comunicazione, in percorsi che favorisca no unacatechesi coinvolgente, partecipativa e vitale. Ora,al 50° anno di vita di Catechisti parrocchiali, ciauguriamo di continuare a dare, sempre più ra -dicate in Gesù, il nostro contributo a voi, catechi -sti con competenza e semplicità. Di tut to ren -diamo gloria al Signore insieme con voi!

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Spazio dialogo Tonino Lasconi

SOS

C NFRONTIAMOCI

Don Tonino LasconiParr. San Giuseppe LavoratoreVia Gino Tommasi, 160044 FABRIANO (AN)[email protected] su: www.paoline.it

ANIMALI. CHE PASSIONE!

Don Tonino,finalmente ho trovato un a

rgomento per ottenere l’attenzione dei bambini del mio grup-

po di catechesi: i cani. Hai capito bene: i cani. Appena do loro la possibilit

à di fare do -

man de, per capire se sono riuscita a essere chiara

su ciò che sto spiegando, mi chie-

dono: i cani hanno l’anima? Vanno in paradiso? È pe

ccato abbandonarli? Possono por-

tarli a Messa con loro?… È incredibile. Se faccio, p

oi, una sosta per prendere fiato, o

per ché un’altra catechista è venuta a chiedermi qua

lcosa, di cosa parlano? Di cani. Il

mio è di questa razza; il mio sa fare questo; il mio m

i aspetta sulla porta di casa; il mio

ha partecipato a una gara… Don Tonino, io voglio b

ene agli animali, anche ai cani, ma

mi pare che si stia esagerando. Quando la mia vicina di casa, chiama il suo cagno

lino,

dicendo: «Vieni da mammina!», mi sento accappona

re la pelle. Come catechista posso

fare qualcosa? Hai qualche suggerimento? Un salut

one. ROSY

Rosy, è accaduto anche a me di sentire qualche sign

ora «identificarsi» come la

mamma del suo cane, la sensazione non è stata e

saltante. Come quando, girando

per la città, vedo più donne tirare il guinzaglio del cane che spingere la carrozzina del

bimbo. Perché? I motivi sono tanti.

• Alcuni buoni, altri meno. Tra quelli buoni ci sono: la riscoperta

della natura; il be -

nes sere che ha permesso di affrontare spese prima

impensabili (mantenere un ca -

ne o un gatto in città non costa poco!); la solitudin

e che troppe persone riesco-

no a vincere soltanto con il cagnolino, o il gatto, o

il canarino; la scoperta che al -

cu ni animali, come il cane e il cavallo, possono avere

addirittura capacità curative…

• I motivi meno buoni: i soldi! La possibilità di guadagnare facile e molto

si è subi-

to attrezzata con tutti i potentissimi mezzi. Vedi m

ai Striscia la notizia? Hai nota-

to che da quattro o cinque anni (forse più) tra i… presentatori c’è sempre

un ca -

gnolino? Pensa a quante trasmissioni tivù ospitan

o cani (quelli a quattro zampe,

voglio dire, perché quelli a due…). Non lo fanno per caso,

ma per soldi. Un altro

mo tivo, più cattivo e più nascosto, è l’ideologia animalista (cioè un insieme di con-

vinzioni che intende rispondere alle domande sul s

enso della vita). Il suo «Vange -

lo»: la Bibbia sbaglia. La persona umana non è il ve

rtice del creato, ma un’anima-

le co me gli altri. Se non peggio… E giù elogi agli amici a qu

attro zampe, molto più

fe de li di quelli a due.

• Questa ideologia, in maniera subdola, arriva anche nelle nostre famig

lie e fra i no -

stri bambini. Perciò è necessario smascherarla a

nche con la catechesi, parlan-

done e non solo.

• Festa di sant’Antonio Abate. Il 17 gennaio è la festa di sant’Antonio abate, pro-

tettore degli animali, veneratissimo nella civiltà con

tadina, quando gli animali era -

no un aiuto e un sostegno indispensabile per viver

e e lavorare. Oggi sta ritrovan-

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do importanza per gli animali di compagnia. Io la c

elebro, ed è molto bella e par-

tecipata sia dai bambini sia dagli adulti. Portano di tutto: cani, gatti, criceti, tar-

tarughe, uccelli… Se il tuo parroco non la celebra, chiedigli di orga

nizzarla, invi-

tando, in modo particolare, i bambini e i ragazzi. S

e per qualche motivo, magari

per mancanza di uno spazio adeguato davanti alla

chiesa, il tuo parroco non la

propone, organizzala nel tuo gruppo, o fra tutti i g

ruppi catechistici della tua par-

rocchia. Nel libro liturgico, chiama

to Benedizionale, nn. 1058-1083 (il tuo parroco sicura -

mente ce l’ha) ci sono brani di Bibbia, preghiere e

orazioni, per un incontro che

– ti assicuro – sarà molto partecipato e utile per

lodare il Creatore per tutte le

sue creature, e per contrastare coloro che – non

capisco perché – ci tengono

tanto a essere tali e quali il loro cagnolino, o gatt

ino, o tartaruga.

A MESSA IN PARROCCHIA O DOVUNQUE?

Don Tonino e catechisti,

come vi regolate sulla presenza alla Messa dei raga

zzi? Li obbligate a partecipare alla

Messa dei ragazzi in parrocchia o li lasciate liberi di

andare anche in altre chiese? Dico

sempre ai «miei» bambini e ragazzi che l’importante

è andare a Messa e, se non posso-

no partecipare nella nostra chiesa, di andare in altre

. Ma il mio parroco non è d’accordo

e dice che, se non vede i ragazzi presenti in tutte le

feste comandate, non li ammetterà

ai sacramenti. CLAUDIA (da Facebook: SOS - don Tonino Lasconi)

Claudia, mi è capitato di dover firmare la giustificazione, richiesta dal loro parro

co,

a ragazzi e famiglie venute a Messa nella mia parr

occhia. Che tristezza e amarezza

constatare in quelle famiglie la sensazione di subire

una prepotenza. A volte noi preti

non capiamo che la società e la vita sono cambiate. Tantissime famiglie, di do menica,

si spostano per motivi seri, a volte evangelici, com

e la visita ai genitori anziani o ma -

lati. Pretendere che rinuncino ad andare per non p

erdere i sacramenti dei figli, ser -

ve a rafforzare l’idea di una Chiesa «padrona», che

è necessario superare quanto pri -

ma. Vedi papa Francesco! Anche se i motivi sono,

dal nostro punto di vi sta, futili (pat -

tinaggio, pallavolo, calcetto…), ritengo che, ottenere

dalle famiglie e dai ragazzi la

partecipazione alla Messa là dove si trovano, sia molto più educativo

e cristiano.

L’AGONISMO IN CHIESA

Don Tonino e catechisti,

voi cosa ne pensate dell’idea di suddividere i bambin

i del catechismo in squadre (sul

modello dell’estate ragazzi), premiando con un punt

eggio più elevato chi partecipa agli

incontri e alla Messa? ELISA (da Facebook: SOS - don Tonino Lasconi).

Una forma intelligente di agonismo è sempre ben

zina buona per i bambini e non

solo. In modo intelligente però. Che vuol dire? Las

cio a voi il giudizio. Con «i chieri-

chetti» non parlo di premi, ma di ringraziamento. Li ringrazio ogni dome

nica a paro-

le. Alla fine dell’anno li ringrazio con una pizzata, donando ai più fedeli l

ibri scelti da

loro. Siccome l’anno è lungo, ogni tanto, dopo la Mess

a parrocchiale, facciamo un

happy hour chierichetti. Faccio bene o male?

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LA PREGHIERA DI GESÙ,«IL PICCOLO» DEL PADRE

Icone di comunione Emilio Salvatore

LA PAROLA CI INTERPELLA - Il contestoLa missione di Gesù, Messia di Israele, si manifesta come inau-gurazione del regno con la parola: come il «discorso della monta gna»(capp. 5-7), e le opere: guarigioni (8,1-17), miracoli sulla na tura(8,23-27), esorcismi (8,28-34), altre guarigioni (9,1-8.18-34), in par ti -colare quella di due ciechi che lo chiamano «Figlio di Da vi de» (9,27). • La risposta del popolo è diversificata: rifiuto, incertezza, ac -coglienza.

• Di fronte all’inaccoglienza Gesù intensifica la sua auto-mani-festazione con la coscienza di essere il rivelatore del regno, ilFiglio del Padre che offre un modello di vita simile al giogo del -la Legge, ma più leggero in quanto egli si aggioga all’obbe-dienza al Padre (11,25-30).

L’INNO DI GIUBILOLa struttura del testo è molto chiara:• il ringraziamento del Figlio (vv. 25b-26);• la relazione unica che esiste tra il Padre e il Figlio (v. 27); • l’invito alla sequela del Figlio (vv. 28-30).

Il ringraziamento di Gesù - La prima parola esprime la ma -nifestazione del sentimento di Gesù verso il Padre. Il verbo exo-mologoumai («ringraziare, lodare», ecc.) era già presente nella Bib -bia greca della LXX, ma qui sembra avere il senso di «lodare»,«proclamare la bontà di Dio». Dio è chiamato anche «Si gnoredel cielo e della terra», ossia colui che li ha creati e li tiene in vi -ta; la novità, però, è l’introduzione del vocativo «Padre».• Dopo il ringraziamento Matteo ne evidenzia il motivo, pre-sentato con due proposizioni giustapposte: «perché hai tenu-to nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti» /«e lehai rivelate ai piccoli».- La motivazione della lode è la bontà del Padre che liberamen-te fa preferenza per i piccoli.

Seguendo il nostro percorso, cisoffermiamo ora su una paginadel Vangelo secondo Matteo, mol -to densa dal punto di vista teolo-gico e spirituale. La preghiera diringraziamento di Gesù è comeuna finestra nella relazione pro-fonda tra «il piccolo» e il Padre –modello di ogni preghiera autenti -ca – che si apre per coloro che ac -colgono la rivelazione del Pa dre.

Introduzione

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In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perchéhai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore,e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

(Mt 11,25-30)

Iniziazione cristiana

Iniziazione cristiana

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- La causa della lode sta nel fat -to che i sapienti e i sag gi nonsono destinatari del la ri -velazione del Padre, ma ipiccoli che hanno trova-to grazia presso Dio.

• Ciò che Dio ha nascostoe rivelato non è espres sochiaramente. È in dub bioche si tratta del mistero delregno dei cieli, rivelato da Gesù.

I destinatari della rivelazionedel Padre - I piccoli (nepioi), non isa pien ti e gli intelligenti (sophoi e su -netoi). I due aggettivi sostantivati sot -tolineano la qualità piuttosto che gli in -dividui. Già nel giudaismo esistevano ta -li personaggi (cfr. Pr 16,21; Dn 1,4; Sir 16,28),cioè i saggi, i mae stri d’Israele, i discepolidelle scuole sa pienziali e i membri dei gruppi apo -calittici, o i membri delle sette, infine gli scribi.Ma esistevano anche categorie di persone emar-ginate, chiamate ‘am mê ha’ares, che ignoravanola Legge, non pagavano le decime, non faceva-no le abluzioni rituali, erano amici dei pagani,esercitavano mestieri causa di impurità: erano ipubblicani, i contadini e i conciatori di pelli.• Il piccolo, alla lettera, sarebbe «lattante, bam-bino» e, nel senso traslato, significa «immatu-ro, innocente». Il termine ricorre quattordici vol -te nel NT, di cui tre nei Vangeli (Mt 11,25; Lc 10,21e Mt 21,1629). Paolo lo usa in modo ne gativo(undici volte) come una persona che non cre-sce dal punto di vista della fede.

• Nelle beatitudini (5,3-12) erano i privilegiati «per -ché di essi è il regno dei cieli» (oggetto dellapredicazione di Gesù).

• In conclusione, nel presente testo, «i piccoli»sono le persone che, al contrario degli scribi edei farisei, ascoltano e accolgono umilmente laparola di Gesù. Al v. 28 vi è come una conferma.Matteo, per indicare l’atteggiamento del Pa dre,usa la parola eudokia, cioè «beneplacito», cheè presente tre volte nei Vangeli (Mt 11,26 // Lc10,21; ma anche Lc 2,14).

ALLA SEQUELA DEL PICCOLO DEL PADREUna svolta decisiva: Gesù non si rivolge più di -

rettamente al Padre, ma comunica agliascolt atori la qualità del legame che esi-ste tra loro, così forte da escludere lapossibilità di conoscere l’uno senzal’altro. La loro è una conoscenza uni -ca, reciproca.• Per manifestare meglio questa re -lazione, nel versetto 27, Gesù pone se

stesso al centro, co me al cen trodel precedente aveva po stoDio e il suo beneplacito. Ri -ve lare il Padre è di sua com -petenza. Gesù è il me dia to -re unico della ri ve la zio ne.•Egli invita coloro chesono vittime di leggi etra dizioni a seguirlo e pro -met te un riposo, co me un

tempo di pace, legato all’av-venimento del regno dei cieli.

L’invito è a prendere su di sé il giogo(zugon) (v. 29), che è quello della «sua sapien-za». E dà la motivazione per accettarlo: si au -to definisce mite e umile (tapeinos).

• Noi possiamo rispecchiarci nella preghiera diGesù e tentare di diventare piccoli per parteci-pare dell’accoglienza del Regno, oppure chiu-derci nella nostra presunzione. La Chiesa è lacomunità dei piccoli del Signore in cui la sem-plicità e la mitezza ci rende capaci di acco-glierci gli uni gli altri e di accogliere i fratellicome dono del Padre.

TU «PICCOLO DEL PADRE»

Gesù, «piccolo del Padre»,facci entrare nella comunione con luiper accogliere il Regno,progetto di pace e di salvezza per il mondo.Rit. Rendici piccoli del Vangelo!

Gesù, Figlio del Padre,insegnaci l’arte del ringraziamento,che ci conduce a rendere a Dio la gloriaper la sua grandezza e provvidenza,l’infinita maestà e l’amore senza confini. Rit.

Gesù, gioia dei puri di cuore,speranza degli afflitti e dei miseri,rendici capaci di fare della Chiesa la comunità di piccoli, che si rispecchia in te, e passare attraverso il tuo giogoche è dolce e leggero. Amen. Rit.

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LA PREGHIERA È DEI «PICCOLI»Educarsi ed educare alla preghiera

Itinerario per genitori Emilio Salvatore

DALLA PAROLA ALLA VITA - La preghiera del piccolo• La preghiera, che è esperienza sacra, comune a tutti i popoli e atutte le culture – alcuni dicono anche ai non credenti – è in nanzitutto, come mostra molto bene la preghiera di Gesù al Padre,un incontro, un abbraccio tra il «tu» del piccolo e il «Tu» di Dio.

• Quando preghiamo, anche senza dire nulla, solo ponendocidi fronte a Dio, noi riconosciamo di essere creature:- di essere con…, cioè non isolati e perduti nel mondo, ma in co -munione con Colui che ci resta inafferrabile e costituisce, co medirebbe M. Buber, la madre che preesisteva alla nostra nascita;- di essere in…, ossia di partecipare di una relazione misteriosae forte, che abbraccia le persone e le realtà invisibili e ci legain una comunicazione dalla quale non è escluso nessuno. Co -me diceva il poeta Arato, citato da Paolo, parlando all’Areo -pago: «In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,28);- di essere per…, cioè inseriti in un progetto di salvezza, che cicoinvolge nella storia, a favore degli altri, per il progresso del-l’umanità, e per la no stra crescita umana e spirituale.

• Gesù vive queste dimensioni della preghiera nel suo essere:- con il Padre, ossia riconoscendo in lui la sorgente del la suaesistenza, fin dall’eternità;- nel Padre, cioè nell’intimità gioiosa dell’appartenenza a lui;- per il Padre, ossia manifestare il suo progetto al mon do, nel mo -strare la via della piccolezza e della semplicità, l’unica chepermette di andare a Dio, senza pregiudizi e paure.

Il clima della preghieraLa preghiera di Gesù è intrisa di gioia.• Il clima è quello dell’affettività, del calore uma no in cui si espri - me la comunione divina.

• Il tono è quello del ringraziamento del Figlio al Padre. Non è

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La nostra riflessione parte dallastessa preghiera di Gesù. Nono -stante tante riflessioni sulla pre-ghiera, siamo ancora abituati, se -condo il sentire comune, a veder-la come realtà che deve servire aqualcosa: o a rassicurare (di quila ritualità ossessiva delle formu-le per alcuni) o a chiedere ciò dicui si ha bisogno (di qui l’utilizzo adosi massicce in casi di necessità).

Iniziazione cristiana

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Introduzione

DIARIO DI VITA FAMILIARE

Nicky: Papà, perché il mondo è fatto di grandi e di piccoli?Papà: Perché se tutti fossero grandi ci sarebbe una lotta continua fra le persone.N. Ma anche i piccoli stanno sempre a litigare. • P. Non esageriamo, i piccoli rendono i grandi menoegoisti, spingendoli a curarsi di chi ha più bisogno. N. Io non voglio avere bisogno, voglio diventare subito grande per fare ciò che voglio.P. Essere grandi ci fa sentire liberi. Così sembra… Ma, poi, da cosa? Sai quante cose devo fare nella gior-nata e quanta fatica: la macchina, il lavoro? Che stress! A cosa serve essere grandi se si è condizionatida mille situazioni e problemi? • N. È vero, non hai mai tempo per parlare con me.P. Ecco i piccoli servono a far trovare il tempo per parlare, per stare insieme, abbracciarsi; vieni qua enon avere fretta di crescere. • N. Sai che c’è? Voglio crescere, ma restando «piccola» dentro!

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un atto dovuto, ma un’esigenza pro -fonda del cuore, un riconosce-re la bellezza del suo progettosalvifico che Gesù, «il picco-lo», accoglie e manifesta.

• Il fine è quello di far entrareattraverso «la por ta dellapiccolezza» tutti coloro che,diventando discepoli, parte-ciperanno della gioia che sca-turisce dalla comunione fra il Pa -dre e il Fi glio.

PER GLI EDUCATORILa fatica di pregare, che pure appartiene a una re -lazione continuata nel tempo, spesso è alimen-tata da false visioni della preghiera, da pregiudi-zi e anche da cattive esperienze che, a volte, sisono sedimentate nel nostro animo. • Trasmettiamo ai ragazzi, sovente, come geni-tori, educatori o catechisti, una concezione: - intellettualistica di formule (fermo restando cheanch’esse sono importanti);- volontaristica (tenendo conto, tuttavia, che lavolontà di pregare sostiene la preghiera);- al limite del superstizioso (quasi come un mo -do pagano di «tenere buono» Dio, colui chealtrimenti potrebbe farci del male).

• La preghiera è, invece, gioia dell’incontro. Unbambino percepisce ciò a pelle. Bisogna edu-care questa dimensione innata nei piccoli, perrenderli sempre più piccoli, non nel senso ana - grafico ma teologico del termine.

DOMANDIAMOCI• La nostra preghiera è come quella di Gesù, op -pure è inficiata da tante interferenze?

• Cosa trasmettiamo sulla preghie -ra: concetti o esperienze? • Siamo coscienti che a prega-re si impara pregando?

LA PREGHIERA: UN’ESPERIENZA

La pittrice Alida Massari ha messo in primo piano la persona di Gesù, inginoc-chiato dinanzi al Padre. • Il volto di Gesù è gioioso e rapito; le mani in alto in segno di rendimento digrazie, come nella tradizione rabbinica e anche cristiana; i capelli mossi da unvento che si irradia dall’alto. • Il Padre non è raffigurato, ma rappresentato come un circolo solare radian-te, mentre fasci di luce si proiettano su un fondo dai colori caldi. • Un’educatrice (madre o catechista), lontano sulla destra, cerca di spiegareo far sperimentare quella esperienza, pur sapendo che la preghiera non si in -

se gna, si testimonia e si condivide, come ben dimostra quell’onda di luce che si promana dal Padre alFi glio, investendo anche i bambini sullo sfondo.

L’EDUCAZIONE ALLA PREGHIERAPer un cammino di interioriz-zazione, cioè di attenzione, si -lenzio, meditazione, preghiera,è importante ricordare che ogni

autentica esperienza di fede si fon -da su processi di interiorizzazione,

cioè sull’ampliamento dello spazio inte-riore che il fanciullo deve imparare ad abitare,per fare l’esperienza di un silenzio vivo e di unacomunicazione profonda. • Da qui nasce la preghiera, che non consistenella ripetizione di formule, ma in un atteg-giamento di attenzione, ascolto, intimità, stu-pore generato e generante, un sentimentoglobale di sentirsi accolto e amato da unAltro, invisibile eppure presente.

• La catechesi non può non farsi scuola di pre-ghiera se vuole diventare autentica strada perl’incontro con Dio.

• L’educazione alla preghiera, a seconda del-l’età, rispetterà ritmi e condizioni diversi. - Partirà dai sensi, si servirà dei simboli, coin-volgerà il corpo, sarà gioco e movimento,seguirà un ritmo, farà gustare il silenzio.- Sarà richiesta di aiuto in situazioni di difficol -tà e paura, ma anche espressione di gioia divivere nel sentirsi vivo, ricco di energie.- Sarà risposta ai doni ricevuti da Dio: il donoche siamo, quello che possiamo diventarel’uno per l’altro, il dono del creato, il dono diGesù che la Chiesa celebra nei suoi miste-ri… (cfr. Franca Feliziani Kannheiser, Di men -sione psico-pedagogica della religiosità delbambino, in Aa.vv., Iniziazione cristiana per inativi digitali, Paoline, Milano 2012, pp. 89-91).

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UNA COMUNITÀ ATTENTA AI «PICCOLI»Con le opere e la preghiera

Itinerario - Io sono con voi Fabrizio Carletti - [email protected]

GESÙ È VENUTO PER TUTTIPer incuriosire e coinvolgereGesù è venuto per annunciare a tutti una bella notizia: «Il Si -gnore è in mezzo a voi, è venuto a salvare il suo popolo» (Io sonocon voi, p. 61). Ma non tutti lo ascoltano e lo seguono. Fra colo-ro che lo seguono, ci sono i più poveri, i sofferenti, le personesole, e Gesù è felice di stare con loro. Il percorso è da realizzare, nei diversi incontri, durante il mese.

GIOCO DI ACCENSIONE - IL BICCHIERE GIÀ PIENO

Descrizione: Un gioco per comprendere come è difficile ascol-tare e accogliere Gesù, se si è già pieni di altro.Materiale: Bicchiere, bottiglia d’acqua, cartellone a forma dibicchiere, immagini di diverse categorie di persone.Svolgimento: Sta per iniziare l’incontro e il catechista, simulan-do alcuni colpi di tosse, chiede scusa ai bambini e dice loro cheha bisogno di bere. • Prende un bicchiere e una bottiglia d’acqua. Il bicchiere è già pie -no ma, facendo finta di niente, versa acqua, finché da parte deipresenti non arriva qualche segnale di interrompere.

• «Ops! È vero, non si può riempire un bicchiere già pieno! Sape -te, proprio così avviene con Gesù. Quando egli, da adulto, an -dò fra la gente ad annunciare il suo messaggio, non tutti lohanno accolto, perché erano già pieni delle loro conoscenze odell’avidità che viene dalle ricchezze».

• «Quelli che lo seguirono erano poveri, ammalati, persone chesapevano di aver bisogno di lui eche avevano il cuo re aperto ad ac co -glierlo. Ci sono nel la nostra parroc -chia persone così? E quali sono?».

• Si appende al muro un cartellone aforma di bicchiere, e si mettono aterra immagini di persone che rap-presentano le di verse categorie so -ciali (poveri, ammalati, anziani, spor -tivi, ricchi, disoccupati, immigra-ti…). Si chiede ai bambini di sce-gliere quali immagini attaccare den -tro al bicchiere disegnato e si aiutaa individuare chi anche nella pro-pria comunità può considerarsi bi -sognoso.

In una comunità ci sono tante per-sone che hanno bisogno di aiu toe di amore: poveri, ammalati, di -soc cupati, anziani… La co muni tàparrocchiale, se è una famiglia,non può disinteressarsene, ma èchiamata a educare per prender-sene cura. Sono co storo «i picco-li», che Gesù incontrava e con iquali amava trascorrere del tem -po, in quanto ascoltavano con spe -ranza le sue parole di salvezza.

Orientare a:• individuare le persone biso-gnose, presenti in comunità;

• esercitarsi negli atteggiamentidi dono, gratuità, attenzione ver -so i sofferenti, per svilupparecomportamenti di prossimità.

Obiettivi

Gesù annuncia la lieta notizia.La gente lo ascolta; soprattutto lo ascoltano i poveri e quelli che soffrono.Io sono con voi, pp. 59-61

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Presentazione

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Riflessione: «Gesù è venuto per tutti, come la festa dell’Epifaniaci ricorda, anche per le persone di cui ci si dimentica, perchéhanno meno forza, non hanno visibilità e possibilità di farsi sen-tire. Egli ci chiede di aiutarlo, rendendoci loro vicini, prossimi, eportare il suo calore».

IN ASCOLTO - Parola e vitaIl catechista presenta il brano di Mt 11,25-30 (vedi a lato).

ATTIVITÀ PER FANCIULLI E GENITORI

UNA FAMIGLIA APERTA AI POVERI

Descrizione: Diventare cristiani include anche l’esercizio dellapropria attenzione verso «i piccoli» della comunità: poveri, am -malati, anziani. Svolgimento: Incontro con un volontario della Caritas parroc-chiale, per conoscere la realtà della propria zona e le iniziativeche si realizzano in parrocchia.• «La parrocchia è una grande famiglia, la famiglia di Dio. Dob -biamo, perciò, prenderci cura gli uni degli altri».

• Si propone a genitori e bambini di preparare un dono da por-tare alle famiglie o alle persone seguite dalla Caritas. Al donosi allega un pensiero e un disegno realizzato dai bambini. Ec -co alcune proposte:- realizzare biscotti o altri dolci;- allestire fiori in cartoncino e carta crespa;- confezionare, come segno di speranza, una candela in car-toncino, come centrotavola.

UNA COMUNITÀ AL SERVIZIO DEGLI ALTRICelebriamo: farsi piccoli di fronte a Gesù• Si predispone il cartellone preparato e si consegna un bic-

chiere pieno d’acqua a ogni bambino.• Canto: C’è qualcuno che mi ama (A.M. Galliano - R. Giorgi, La

gioia del perdono, Paoline)Durante il canto si accende una candela.• «Per ascoltare la Parola di Gesù dobbiamo farci piccoli, acco-glienti». Si invitano i bambini a svuotare il loro bicchiere in unabrocca, per indicare che occorre liberarsi, per accogliere Ge sù.

• Proclamazione della Parola: Mt 11,25-30.• «Gesù è venuto per tutte le persone e non abbandona chi sof-fre, chi è malato, chi è povero. Ci invita a fare altrettanto, e lopossiamo fare anche attraverso la preghiera».

• I bambini preparano un’intenzione per una preghiera di inter-cessione, disponendo le loro mani a ciotola. A turno preganoper le persone che conoscono o che sono rappresentate nelcartellone, con la seguente formula:

• «Ti preghiamo, Gesù, per…, fa’ sentire loro il tuo amore».• Segno: Si consegna un salvadanaio, dove raccogliere le offer-te per i bisognosi (vedi pp. 12-13).

Preghiera

Gesù, grazie perché sei venuto fra noi,per dimostrarci il tuo amore e annunciarci che non abbandoni nessuno, nemmeno i più poveri e bisognosi.Rendici come te, attenti ai più poveri, pronti ad aiutare gli altri che sono nostri fratelli e sorelle,perché pensare solo a se stessinon rende felici. Amen.

Impegno

Per educarci alla carità, introdurrecome famiglia, ogni giorno, qual-che soldo nel salvadanaio, daconsegnare, poi, alla Caritas peri più indigenti.

La parola di Dio

• Gesù evidenzia come i piccoli,cioè le persone semplici e libe-re da legami e attaccamenti ase stessi, alle proprie convin-zioni o alle proprie ricchezze, chenon sono piene di sé, sono piùaperte e attente alla sua Pa ro la.

• Gesù è vicino a coloro che so -no privati di tutto, che soffronoe, tuttavia, sanno cercare ciòche è importante nella vita; chesanno assumere la propria si -tuazione, assieme a lui, con co -raggio e serenità.

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LA SCOPERTA DEI DONI D’AMORE DI DIO AI «PICCOLI»

MOTIVARE E INTERESSARELe cose che hai rivelate ai piccoliIl catechista prepara per ogni ragazzo delgruppo un piccolo pacco regalo che con-tiene un dono che il Signore ha fatto a cia-scuno di loro. È necessario che si cono-scano molto bene i ragazzi, perché sareb-be bello che ognuno trovasse il dono par-

ticolare e unico che gli è stato fatto (es. Nicola ha appena rice-vuto un fratellino; Carla è guarita da una malattia…).• Ogni ragazzo è invitato ad aprire il suo pacco regalo e a vede-re l’oggetto o il simbolo che richiama l’esperienza bella vissuta.

• I ragazzi si confrontano sulle tante meraviglie che il Si gno recompie, ogni giorno, nella loro vita e nella Chiesa, ed evi den zia - no i doni che hanno ricevuto insieme (i sacramenti; un’espe-rienza indimenticabile, vissuta du rante l’anno, come il camposcuola; un’iniziativa di carità; l’incontro con un testimone…).

• Al termine del racconto i ragazzi riportano su un grande car-tellone il frutto della loro condivisione e ciascuno disegna oscrive una frase, uno slogan, una poesia che sintetizza la ric-chezza di quanto scoperto.

• Realizzano, così, il quadro delle meraviglie che il Padre, Si -gnore del cielo e della terra, ha rivelato ai loro cuori di «piccoli».

ORIENTARE - La Parola per la vita• Il gruppo, dopo aver letto insieme il bra -no dal Vangelo secondo Matteo (11,25-30),aiutato dal catechista, riflette su chi so no ipiccoli nella Chiesa e cosa significhi esse-re piccoli, oggi, dinanzi al Signore.• I piccoli sono tutte le persone che ascol-

tano e accolgono umilmente la parola di Dio e scelgono di vi -vere da discepoli la sequela di Gesù, imparando cioè a mette-re in pratica gli insegnamenti del Vangelo.

I ragazzi vi vono tante esperienzeche stimolano la loro curiosità: lascuola, diverse attività, il gruppoin parrocchia… Il criterio con cuistabiliscono la bontà di un’espe-rienza è quello dello sta re benecon gli altri, della gioia che trova-no nel ritrovarsi insieme.• I ragazzi imparano, così, a sen-tirsi protagonisti nella vita delgruppo e della comunità, por-tando ciascuno il proprio con-tributo di originalità e unicità.

• È opportuno che quanto si pro-pone loro risponda alle loro do -mande di vita, ai desideri e alleattese di bene. L’espe rien za digruppo diventa significativaperché li aiuta a sentirsi amatie pensati da Dio sempre, e de -stinatari della Parola che sal va.

Esperienza dei ragazzi

Iniziazione cristiana

Iniziazione cristiana È Dio che ci parla: tutta la comunità cristiana,

come Maria, è in ascolto obbediente; con amoreascolta in silenzio, con attenzione medita nel cuore,con desiderio ricerca come vivere la parola ascoltata,con fede propone la sua adesione a Dio,con prontezza prega per il mondoperché si rinnovi nella giustizia e nella pace.

Cfr. Venite con me, p. 127

Orientare i ragazzi a:• sentirsi parte della comunità; • scoprirsi destinatari della Parola che Diorivolge loro;

• ringraziare il Padre per le grandi cose checompie nella loro storia di piccoli.

Obiettivi

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Itinerario - Venite con me Anna Teresa Borrelli - [email protected]

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DINAMICA DI «SANTITÀ» - I ragazzi riflettono su chi si è fattopiccolo dinanzi alla Parola e ha sperimentato la bellezza di co -no scere l’amore del Padre attraverso il Figlio Gesù, loro ami co,che cammina con loro sulla strada della santità. • Dopo un primo confronto, il catechista propone alcuni testi-

moni, persone cioè che hanno scelto di stare con il Signore,di seguirlo e di imparare da lui ad essere miti e umili di cuore.Si possono suggerire figure di santi come: santa Teresa delBam bino Gesù, san Francesco d’Assisi, il beato (prossimo san -to) Giovanni Paolo II.

• Si invita, poi, il gruppo a rappresentare la grandezza di questefigure su un cartellone dal titolo: «Le tue meraviglie nella vitadei santi».

ESPERIENZA INSIEMEATTIVITÀ - Il gruppo prepara tanti pacchiregalo da distribuire al termine della cele-brazione eucaristica domenicale. In ognipacco, i ragazzi pongono un cartoncino conun versetto del brano sul quale hanno me -ditato o un segno che esprime l’impegno

di tutta la comunità di continuare a porsi in ascolto attento, perriconoscere nella quotidianità i se gni, i gesti e le parole del pro-getto d’amore di Dio Padre sulla Chie sa.• Su un cartellone, sul quale è disegnato un grande SÌ, tut ti i mem -bri della comunità pongono la loro impronta. Con i colori a di -to ciascuno sceglie come e dove porre il segno visibile del suoimpegno che, assieme a quello degli altri, esprime e rac contala gioia della comunità di radicarsi sull’amore del Pa dre.

INCONTRARE GESÙTi benedico, o Padre!Canto:Oggi ci hai chiamati (Giuseppe Tran -chida, in Cantiamo a te, Gesù, Paoline,Ro ma 2012)• Mentre si canta i ragazzi portano dinan-zi all’ambone i cartelloni realizzati duran-

te gli incontri di gruppo. Proclamazione della Parola: Mt 11,25-30Meditazione del celebrante o del catechista• Ogni ragazzo scrive sul nastro colorato con cui richiuderà ilpacco, ricevuto in dono nel primo incontro, la sua preghiera diringraziamento al Signore, che condivide con il grup po.

Canto: Grazie, Grazie Gesù (Nino Mancuso, in Cantiamo a te, Ge sù)Durante il canto di ringraziamento ogni ragazzo pone accantoai cartelloni il suo pacco dono. Si prega: Padre nostroSegno: Un salvadanaio, dove raccogliere le offerte per aiutare gliindigenti e creare più fraternità (vedi pp. 12-13).La via d’uscita (vedi a lato)

La via d’uscita

La preghiera dei fedeli

La preghiera dei fedeli è una pre-ghiera universale che riguarda nonsolo co loro che sono presenti inchiesa, ma tutta la gente del mon -do, di ogni età e ogni condizioneso ciale. È il momento in cui la co -munità che celebra l’Eucari stiasi fa vicina alle attese e speranzedi tutti: uomini, donne e bam bini. Èil momento in cui poniamo da -vanti al cuore di Dio e da vanti alnostro cuore la nostra vi ta e quel-la degli altri, con le loro necessi-tà. La preghiera universale con-clude la li turgia della Paro la: inessa, infatti, l’assemblea chie deal Signore che il progetto di sal-vezza sia vissuto e realizzato dal - la co munità e si compia nel mon do.

In questo mese di gennaio, in cuisi celebra la 47a Giornata Mon dia -le della Pace, che quest’anno hacome titolo «Fraternità, fondamen -to e via per la pace», il gruppo deiragazzi insieme con la co munitàorganizza un momento di preghie -ra e di festa. Si realizzano gli invi-ti per tutti, si scelgono i gio chi, siprepara la preghiera: di ven ta un’oc -casione preziosa e uni ca per stareinsieme e per sen tirsi fratelli e so -relle, invocando il do no della pa -ce per il mon do.

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UNA COMUNITÀ CHE CAMMINAAL PASSO DEI «PICCOLI»

Dinamiche e attività… Fabrizio Carletti - Mirella Spedito

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In ogni comunità, come al tempo di Gesù, cisono «i piccoli» bisognosi di aiuto e conforto.Gesù si affianca a loro e invita tutti «gli affa-

ticati e oppressi» a trovare in lui un ristoro alleloro sofferenze. Come cristiani non possiamo nonseguire l’esempio di Gesù e sperimentare comela carità sia, in realtà, un giogo dolce, leggero, ingrado di allenare i nostri cuori a divenire semprepiù miti e umili, come Gesù.

UN SALVADANAIO PER I PICCOLIIl nostro cuore si plasma realmente non solo semeditiamo o riflettiamo sull’amore di Gesù, mase mettiamo in atto gesti concreti di amore e didono. La carità è, prima di tutto, una scuola delcuore, un tirocinio di fede. Del resto, come i sa -pienti ci hanno insegnato, a lungo termine nonsono solo i pensieri a determinare le nostre azio-ni, ma anche i gesti che compiamo a definire einfluenzare i nostri punti di vista. Perciò, in que-sto mese, proponiamo alle famiglie di compiere

un gesto concreto diamo re e donazione ver -so i più piccoli, per alle-nare il loro cuore alla ca -rità e a non dimenticareche vi cino vivono perso-ne bi sognose di aiuto edi conforto.

Iniziazione cristiana

Iniziazione cristiana Materiale: Polistirolo dallo spessore di cm 1,

colla vinilica, colla a caldo, gesso acrilico, foto-copia di immagini sacre, colori acrilici, cerniereper la chiusura e apertura della porticina, taglie-rino ben affilato, pennelli, carta vetrata sottile.

Al lavoro• Dal polistirolo ritagliate le parti come riporta-te nell’immagine, che serviranno per i lati del -la chiesetta. Il lato più corto degli elementi «C»si collocano sul lato esterno degli elementi «B».

• Le parti internetratteggiate del-l’elemento «A» sidevono incidere ela parte «A^» fun -gerà da porta; in -vece dalla fessuraottenuta, a formadi croce, in alto, siinseriranno le mo -nete che si recu-pereranno apren-do la porta.

• Per il tetto ritagliate: 1 rettangolo di cm 18x13e 1 rettangolo di cm 18x14.

• Per il campanile ritagliate: 2 rettangoli di cm1x2; 2 rettangoli di 1x4; 4 strisce di 2 cm di h.

• Per il tetto del campanile ritagliate: 1 rettango-lo di cm 4x5 e 1 rettangolo di cm 3x5.

• Per la base occorrono: 1 rettangolo di cm 16x18;1 di 18x20; 1 di 20x22

• Per la campana ritagliate un rettangolino di1,1/2 cm e modellatelo con la carta vetrata sot-tile e tingetelo (se non si possiede una vera cam -panella). Con un filo lo unite al tetto del cam-panile.

• Per la croce sul campanile occorrono 2 stuzzi-cadenti che si legheranno ben bene; si taglie-ranno, poi, le estremità, e si coloreranno a pia-cere (io ho usato il colore oro).

• I gradini della base si ottengono incollando i

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va ri elementi unosull’altro parten -do dal più gran-de. Sulla parte po -steriore non si in -seriranno gra di ni.

• Per unire i diversipezzi è stata usa -ta la colla a cal -do, usandone po -ca altrimenti ilpo listirolo si scio -glie. In alternati-va si può utilizzare la colla vinilica, ma sideve lasciare il tempo che, man mano chesi uniscono i diversi elementi, la collaasciughi bene.

• Uniti i vari elementi della chiesetta, passare,sulla parte esterna, una mano di ges so acrili-co; incollare alle finestrelle le immagini a colo-

ri; colorare la porta einserirla, mettendole cerniere (utiliz-zare la col la vinilicaaltrimenti non sifis sa no, ma si stac -cano con facilità).• Colorare i tetti e labase (senza passa-re il ges so). Per que -sta è stato utilizzatoun po’ di ros so deitetti e un po’ di mar-rone della por ta, di -luendoli abbastanza.

GESÙ… DONACI UN CUORE MITE E UMILEIl bambino inserisce, nella fessura a forma di cro ce della «chiesetta», il dono della giornata per i poveri dellaco mu nità.Papà: Ti affidiamo, Signore, questa offerta per i più bisognosi della nostra comunità.Mamma: Ti preghiamo per loro, certi che tu non li abbandoni e anche attraverso questo semplice gestopuoi manifestare loro la tua vicinanza e il tuo amore.Insieme: Ti ringraziamo, Signore del cielo e della terra, per la nostra famiglia.Bambino: Oggi ti ringrazio, Gesù, per… (ognuno ringrazia per qualcuno o qualcosa che ci permette di dircifortunati, come la casa, i genitori, i non ni, gli amici…).Insieme: Grazie, Signore, per tutto quanto ci do ni e aiutaci a non dimenticarci mai che nel mon do c’è chisoffre, chi è povero, chi ha bisogno di conforto. Rendi il nostro cuore mite e umile co me il tuo, per esseresempre attenti e pronti ad aiutare chi è in difficoltà.Il bambino risistema il «salvadanaio-chiesetta».

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Parole di comunione

COMUNITÀ DI FEDE

La comunità cristiana si identificò, da subi-to, con il nome ekklesìa. Il termine derivadal verbo greco ekkalèo, che significa «chia -

mare da», «chiamare fuori», «convocare», «ra du -nare». Ekklesìa, dunque, è l’assemblea dei chia-mati, l’assemblea radunata e convocata da Dio.Non a caso i suoi membri sono denominati oikle tòi, i chiamati, (dal verbo kalèo, «chiamare»,verbo da cui deriva il composto ekkalèo).• Nell’opera lucana, Vangelo e Atti degli Apo sto - li, scopriamo che Luca non adopera mai que-

sto vocabolo nel Vangelo, ma lo adopera benventitré volte negli Atti.

• In Marco e in Giovanni è ugualmente assente. • In Matteo il termine ekklesìa compare in 16,18(la Chiesa fondata sulla roccia di Pietro) e 18,17(il perdono nella comunità cristiana). I biblistiritengono che questi passi contengano il pen-siero di Gesù, ma la formulazione sia un’inter-pretazione-traduzione del la Chiesa nascente.

• La parola ekklesìa ha un significato molto vi ci -no a synagoghé, ma la comunità nascente sco-pre nella sua identità caratteristiche che non so -no presenti nella comunità ebraica del la sina-goga. Tra queste caratteristiche diverse, ne so -no da evidenziare almeno tre: - ekklesìa contiene in sé l’idea di una assem-blea convocata da Dio;

- contiene l’idea di essere la comunità dei «chia -mati» (oi kletòi) alla fede e al discepolato neiconfronti del Maestro; - contiene l’idea di essere in continuità, manella diversità con la synagoghé ebraica.

LA COMUNITÀ DEI «CHIAMATI»L’ekklesìa è completa lì dove si radunano i kle tòi.• Per Paolo, infatti, l’ekklesìa può essere anchepiccola così come appare in Flm 2 (o in 1Cor16,19; Rm 16,5; Col 4,15). Inoltre l’ekklesìa esiste

sempre come gruppo difede, ma la sua mas simaespressione si ha quandoè radunata in as semblea(1Cor 14,4-5.12.19.23.28). • Alcune caratteristicheprincipali di questa ekkle -sìa sono già state vistenella prima scheda (Co -munione e amore, 6/2013,pp.14-15), quan do è statopreso in esame At 2,42(«Erano perseveranti nel -l’insegnamento degli apo -

stoli e nella comunione, nello spezzare il pane enelle preghiere»). Ma queste non sono le unichecaratteristiche e, da sole, non esprimono l’iden -tità dell’ekklesìa. Prestando attenzione a un te -sto di Matteo (16,18), al battesimo cristiano e allibro del l’Apo calisse, riusciamo ad approfondi-re di più la fisionomia della Chiesa, mol to spes -so sentita – a torto – come se fosse una realtàche ha a che fare con preti, suore e ve scovi, enon come una comunità vivente composta dacristiani, con carismi diversi.

LA EKKLESÌA DI GESÙIn Mt 16,18, uno dei due testi matteani in cui Ge -sù nomina la ekklesìa, la comunità cristiana èdefinita come la comunità di Cristo («mia Chie -sa»), fondata su Pietro («tu sei Pietro e su que-

Renato De Zan

Pentecoste, Turvey Abbey, © Pauline Books & Media (Regno Unito)

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sta pietra edificherò la mia Chiesa»), una comu-nità in continua costruzione («edificherò»), neiconfronti della quale anche il male più grande –la morte e colui che ha il potere sulla morte, ildemonio (cfr. Eb 2,14) – non potrà prevalere («lepotenze degli inferi non prevarranno su di es sa»).• Perché il Vangelo sottolinea che la ekklesìa èl’ekklesìa di Gesù? - Perché i suoi membri sono tutti discepoli diGesù, il Signore. Ciò significa che nessuno èmaestro o guida «perché uno solo è la vostra

Guida, il Cri sto» (Mt 23,10). - Se l’ekklesìa è fondata su

Pietro e i suoi successori,significa che Pietro e chiper lui non sono chia matiad altro, se non a far sì chei di scepoli di Gesù sia nosempre discepoli di Ge sù.

- Proprio per questo l’ekkle-sìa è in continua co struzione: ogni

generazione di discepoli è chia mata sempre dinuovo a incamminarsi nella strada indicata epercorsa dal Maestro. L’ul ti mo punto, la libe-razione dalla morte e dal de monio, ha biso-gno di un paragrafo tutto suo.

L’ESPERIENZA DELL’ETERNITÀQuando Gesù adopera il futuro («edificherò la miaChiesa»), intende indicare il tempo che sarebbesubentrato dopo la sua risurrezione. So lo dopodi essa, infatti, la morte e il demonio sono stativinti (anche se non ancora del tutto annientati:cfr. 1Cor 15,25-26: «È necessario in fatti che egliregni finché non abbia po sto tutti i nemici sottoi suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientatosarà la morte»). Ma dopo la sua risurrezione, iltempo ormai dialoga con l’eternità.

• La risurrezione è un fatto avvenuto nella sto-ria, ma ha le caratteristiche dell’eternità (Gesùè risorto per non morire più). La risurrezione èun fatto storico, ma appartiene all’eterno.

• Con la risurrezione, dunque, l’eternità è en -trata nella storia. D’altra parte se il cristiano, acausa del battesimo, è diventato intimamenteunito a Cristo (cfr. Rm 6,5), è diventato tutt’unocon Colui che non muore più. Il cristiano è as -sociato all’eternità. Nella ekklesìa il cristianosperimenta l’eternità. Gesù, infatti, dice che do -ve due o più sono riuniti nel suo nome, lì c’è lui.Nell’esperienza dei sacramenti c’è l’esperien-za, sotto il regime dei segni, dell’eternità.

Un libro in particolare, l’Apocalisse, aiuta a com -prendere come la comunità celebrante (gerar-chicamente costituita) non è altro che l’immagi-ne della comunità celeste. • Nel libro dell’Apocalisse, infatti, ciò che avvie-ne in cielo si ripete in modo speculare nellacomunità celebrante: - la Parola si fa presente. - Il dialogo con Dio, la lode, l’adorazione sonoun tutt’uno nell’assise dei beati. - La comprensione degli avvenimenti terreninell’ottica della storia guidata da Dio, che èstoria di sal vez za, nellapa ce e nel la persecu-zione, nella san tità enel peccato per-donato, è chiara esen za incertezze.

• Tutto questo è pre-sente, anche se con ilimiti umani, nel la cele-brazione che l’ekkle sìa com -pie nelle ca se più umili, come nelle cattedrali.

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La comunità

celebrante è immagine della

comunità celeste

I membri dell’ekklesìasono discepoli

di Gesù, il Signore

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Itinerario battesimale

DIO CAMMINA CON NOI NELLA CHIESA

Azione Cattolica dei Ragazzi

Nel matrimonio Dio conferma il patto d’amoreconiugale dell’uomo e della donna. Essi diventano un’intima comunità di vita e amore.Ogni famiglia è chiamata a vivere come piccola comunità domestica, perché dove c’è Cristo, lì c’è la Chiesa.

Lasciate che i bambini vengano a me, p. 47

Aiutare il bambino a:

•sentirsi parte della comunità parrocchiale; •vivere la famiglia come Chiesa domestica;•ringraziare il Signore per il dono della «Chie -sa-madre».

Obiettivi

IN ASCOLTO DELLA VITA - La Chiesa è come una madreRoma, 11 settembre 2013. L’invito, che don Antonio ha rivolto al -la sua parrocchia, per partecipare all’udienza del papa in piazzaSan Pietro, è stato accolto con gioia dall’intera comunità. Quat -tro pullman sono arrivati a Roma e non mancano le giovanifamiglie, compresa quella del piccolo Flavio. Papà Luca e mam -ma Mara non volevano mancare e si sono organizzati per tem -po: ottenuto il giorno di permesso dal lavoro, ora, sono presen-ti con il piccolo tra le braccia, per ascoltare la Parola che il Si -gnore donerà loro.Durante il discorso alla Chiesa lì riunita, il Santo Padre ha affer-mato che una mamma non è solo colei che si limita a dare la vi -ta, ma che, con grande cura, aiuta i figli a crescere, dà loro il lat -te, li nutre, insegna il cammino della vita, li accompagna con lesue attenzioni, il suo affetto, il suo amore, anche quando sonoormai grandi. E sa anche correggere, perdonare, comprendere,sa essere vicina nella malattia e nella sofferenza. Una buona mam -ma è colei che aiuta i figli a uscire da se stessi, a non rimanerecomodamente sotto le sue ali, come una co vata di pulcini sta sot -to le ali della chioccia. Così è la Chiesa: co me buona madre ac -compagna la crescita dei suoi figli, trasmettendo la parola di Dio,che è luce che ci indica il cammino della vita cristiana, e ammi-nistrando i sacramenti. Ci nutre con l’Eu ca ristia, ci dona il perdo -no di Dio attraverso il sacramento della penitenza, ci sostiene nelmomento della malattia con l’unzione degli infermi. La Chiesaci accompagna e ci sostiene in tutta la nostra vita di fede.

Queste parole hanno riscaldato il cuore di tutti, soprattutto deidue genitori. In quella piazza, Luca e Mara hanno rivissuto l’amo -re della Chiesa che li ha accolti, sin dal battesimo, e li ha accom-pagnati nel loro progetto d’amore, come famiglia. Sono rientra-ti con il desiderio di continuare ad aprire, sempre più, le portedella loro casa agli amici della comunità, a chi li può aiutare nel -la sfida di crescere come genitori ed educatori alla fede e, così,

Il racconto di una esperienza vis-suta da una comunità parroc-chiale e, in particolare, da una fa -miglia, in ascolto delle parole delPapa, aiuta a comprendere chela Chiesa accoglie e accompa-gna il cammino delle famiglie,prendendosi cura di tutti i suoifigli, come una madre fa con ilsuo bambino.

Esperienza di vita

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Famiglia di famiglie

essere segno – anche come piccola Chiesa domestica – del vol -to bello della «Chiesa madre» di cui papa Francesco ha parlato.

L’ANNUNCIO DI FEDE - «Io sono in mezzo a loro»«Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo alo ro» (Mt 18,20). La chiamata all’amore nel sacramento del ma -trimonio è un lungo cammino che richiede: l’accoglienza reci-proca dei due sposi che «non sono più due, ma una sola carne»(Matteo 19,6) e il sostegno dell’intera comunità, perché il Si gno -re è presente dove due o tre sono riuniti nel suo nome.

• Singolarmente: la riflessione personale è guidata dagli inter-rogativi proposti da papa Francesco durante l’udienza: - Che rapporto ho con la Chiesa? La sento madre che mi aiutaa crescere come cristiano? - Partecipo alla vita della Chiesa, mi sento parte di essa? - Il mio rapporto è formale o vitale?

• Come genitori, in coppia- La coppia legge i passi evangelici suggeriti (Mt 18-19) e si in -terroga su come mantenere vive le promesse matrimoniali:«Amarsi e sostenersi l’un l’altro nella fedeltà; accogliere ildo no dei figli ed educarli secondo la parola di Gesù e l’inse-gnamento della Chiesa». - Sceglie quindi di vivere, nella quotidianità della «piccola Chie -sa domestica», alcuni semplici gesti: es. tracciare sulla fron-te del bambino il segno di croce, prima di dormire e al risve-glio, come segno di benedizione; aiutare il bambino a iden-tificare il suono delle campane.

• In gruppo: partendo dalla lettura di Lasciate che i bambini ven -gano a me (pp. 47-48; nn. 92-96), si riflette sul cammino di fedeche le famiglie sono chiamate a vivere, a casa e in comunità,sostenute dalla presenza del sacerdote, dell’intera comunitàe dall’accompagnamento vicendevole.

ATTIVITÀ - Famiglia di famiglie (vedi a lato)

LA PREGHIERA - Credo la ChiesaLa Parola su cui abbiamo meditato, ispira la preghiera in gruppoe in coppia. • Segno di croce• Canto: Noi ti lodiamo (F. Baggio - F. Buttazzo, Dall’amore di Dio,Paoline, Roma 2010).

• Condivisione: Liberamente ciascuno condivide un versettodel la Parola ascoltata, del Catechismo dei bambini o della ca -techesi del Santo Padre, che sente vicino alla propria vita.

• Invocazioni (vedi a lato) • Impegno (vedi a lato)• Benedizione e segno di croce.

Per aiutare i piccoli a sentire vi -cina la presenza della Chiesa apartire dalle mura domestiche, sipropone un’attività basata sulsenso della vista.• Nella scheda che segue (p. 18)si suggerisce di realizzare un’im -magine della casa che ritrae lafamiglia del bambino circonda-ta dai vol ti delle persone che,nella gran de famiglia della Chie -sa, li ac compagnano, come i non -ni, gli zii, i cugini.- I genitori aiutano il bambinoad associare i nomi ai volti.- La scheda si ripone nel cofa-netto, realizzato nel primo in -contro, e si arricchisce, man ma -no, come un album di fa mi glia.

Invocazioni

A ogni intenzione si risponde: Ti ringrazio, Signore.• Per il cielo e la terra.• Per la vita che mi hai donato.• Per la famiglia che mi ha alle-vato e amato.

• Per la Chiesa madre che mi haaccolto come figlio.

• Per i sacramenti, dono di gra-zia e sostegno per la vita.

• Per… (altre intenzioni)

Impegno

I genitori scrivono i loro nomi equelli dei loro bambini su un car-toncino a forma di mattoncino chepongono su un cartellone do ve èdisegnata la sagoma della lorochiesa parrocchiale, come segnodi voler costruire insieme la Chie -sa, famiglia di famiglie.

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A GESÙ MAESTRO

O Maestro Divino,fa’ che io pensi con la tua sapienza,che io ami con il tuo cuore.Fa’ che io veda con i tuoi occhi,che io oda con le tue orecchie,che io dica la tua parola,che io assapori quello che tu gusti.Le mie mani siano le tue,i miei piedi siano sui tuoi passi,io preghi le tue preghiere,io tratti con il tuo tratto,io sia tu e tu sia in me.Degnati di servirtidella mia bocca, per cantare a Dio per tutti i secoli,del mio cuore per amarlo,di me, peccatore, il più misero,per esaltarlo.

Beato Don Alberione

• Gesù Cristo è la Verità che dobbiamo credere

• Gesù Cristo è la Via che dobbiamo seguire

• Gesù Cristo è la Vita che dobbiamo vivere

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Sussidi liturgici e pastorali

CRISTO NON PUÒ ESSERE DIVISOSettimana di preghiera per l’unità dei cristiani

M. Rosaria Attanasio

Il percorso di preghiera, per l’anno 2014, èstato redatto da cristiani provenienti da diver-se regioni del Canada e messo a punto assie-

me a una Commissione internazionale di rappre-sentanti del Consiglio ecumenico delle Chiese edella Chiesa cattolica. Dato che il Canada è con-trassegnato da diversità di linguaggio, cultura,clima e anche di espressioni di fede cristiana, siè scelto di ispirarsi alla Prima Lettera ai Corinzie, in particolare, al brano iniziale 1,1-17, dove Pao -lo incoraggia nell’impegno all’unità.

UN ANTICO RITUALELe popolazioni indigene delCanada onorano un an ticorituale di preghiera, men-tre si voltano verso di ver -se direzioni (che è be ne in -dividuare). Ci uniamo in pre -ghiera con loro, pregandocome è indicato di segui-to. Con questa preghierasi può iniziare ogni tappa.

RADUNATI IN SPERANZA E UNITÀVolgendosi verso orienteC. Dall’oriente, ove sorge il sole, riceviamo pace e luce, sapienza econoscenza. T. A te la nostra gratitudine per questi doni, o Signore!

Verso meridione • C. Dal meridione giunge il calore, l’orientamento, ilprincipio e il compimento della vita. T. Rit.Verso occidente • C. Dall’occidente giunge la pioggia, l’acqua che pu -rifica e feconda, per alimentare la vita. T. Rit.Verso settentrione• C. Dal settentrione giunge il vento vigoroso e labianca neve che donano forza e perseveranza. T. Rit.Di fronte, guardando verso l’altoC. Dai cieli riceviamo la notte, la luce e l’aria che respiriamo. T. Rit.Verso il bassoC. Dalla terra veniamo e alla terra ritorneremo. T. A te la nostra grati-

tudine, o Signore, per la bontà del tuo creato, nostra casa terrena.

UNITI IN CRISTO GESÙLa Lettera di Paolo si rivolge a noi nelle no -stre diversità e ci invita a riconoscere che,come Chiese locali, non dobbiamo rimanereisolati o agire gli uni contro gli altri, ma rico-noscere il reciproco legame con coloro cheinvocano il nome del Signore. Come Chie sa diDio, siamo chiamati ad essere uniti a Gesùe agli altri cristiani, riconoscendo i doni diogni comunità e rallegrandoci per essi.

UNITI NELLA DIVERSITÀL’accoglienza dei doni de -gli altri ci rende più vici-ni nella fede e nella mis-sione e ci conduce versol’unità, nel rispetto del-l’autentica diversità, perla quale Gesù ha pregato.Ogni tappa prevede: • la processione per por -tare ed evidenziare il se -gno che si presenta;

• la preghiera «Radunatiin speranza e unità»;

• un brano biblico e uncommento;

• un’attività;• un impegno adatto airagazzi;

• la consegna di una tes -sera del puzzle, per ri -comporre l’immaginedi Gesù in croce;

• una preghiera.I canti sono ripresi da:F. Buttazzo - P. Dargenio,Sor gente di vita, Paoline,Ro ma 2012.

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Dal Vangelo secondo MatteoQualcuno disse a Gesù: «Ecco, tua madre e i tuoifratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli,rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è miamadre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendola mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco miamadre e i miei fratelli! Perché chiunque fa lavolontà del Padre mio che è nei cieli, egli è perme fratello, sorella e madre» (cfr. 12,46-50).

Insieme, noi, che invochiamo il nome del Signo -re, siamo chiamati ad essere «santificati in Cri -sto Gesù» (1Cor 1,2).La comunione dei santi, il nostro essere uno inCristo è da estendere oltre la nostra famiglia, ilgruppo, la parrocchia, la Chie sa cattolica, per que -sto, insieme, preghiamo per l’unità dei cristianie cerchiamo di compiere la volontà di Dio Padre. Anche noi, ragazzi e adulti, chiamati ad ascol-tare la parola del Signore e a compierla, siamo

invitati a riconoscere in ogni cristia-no e persona di buona volontà il be -ne e i segni della presenza di Dio. ATTIVITÀ: Disegniamo su un cartel-lone la Bib bia con il vaso di fiori e,intorno, tante persone di diverse raz -ze e culture, credenti in Gesù, cheso no unite fra loro.IMPEGNO: Oggi mi impegno a rico-noscere, in qualcuno dei miei fami-liari o amici, la presenza di Gesù, nel -le parole e nei gesti di bene.Si consegna a un ragazzo e si fa inse-rire sul cartoncino la prima tesseradel puzzle dell’immagine di Gesù.

Preghiera di supplicaT. Benedici il tuo popolo, Signore!• Perché la Chiesa, luce delle genti,annunci con semplicità il regno di Dioe difenda con franchezza il bene del -la persona umana. Pre ghia mo.• Perché i credenti in Cristo comu-nichino la fede in lui a tutti coloro cheaspettano di dare un senso alla lorovita. Preghiamo.• Perché i capi delle nazioni non abu -sino del potere loro conferito, ma siimpegnino per il bene comune. Pre -ghiamo.Canto: Ti benedirò (ispirato al Sl 118)

Durante il canto iniziale si porta in processione laBibbia, che si espone su un tavolo o un leggio, e unvaso di fiori da collocare davanti ad essa, per indicareche la parola di Dio è il profumo di Cristo per noi e per ogni cri-stiano. • Canto: Alleluia, la tua Parola (1a strofa)

1. INSIEME… SIAMO IL POPOLO DI DIO

Il Cristo giallo, Paul Gauguin, 1889, Albright Knox Art Gallery, Buffalo (USA) Imm

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Dalla Lettera di San Paolo ai FilippesiRendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricor-do di voi. Sempre, quando prego per tutti voi, lofaccio con gioia a motivo della vostra coopera-zione per il Vangelo, dal primo giorno fino al pre-sente. Sono persuaso che colui il quale ha ini-ziato in voi quest’opera buona, la porterà a com-pimento fino al giorno di Cristo Gesù. È giusto,del resto, che io provi questi sentimenti per tuttivoi, perché vi porto nel cuore, sia quando sonoin prigionia, sia quando difendo e confermo ilVangelo, voi che con me siete tutti partecipi del -la grazia (1,3-7).

La gratitudine, a livello ecumenico, fa gioire peri doni di grazia presenti nelle altre co munità cri-stiane. È un atteggiamento che apre alla condi-visione dei doni e a imparare gli uni dagli altri. Tutta la vita è dono di Dio: dalla creazione allaredenzione in Gesù, fino al momento presente. Anche noi, ragazzi e adulti, siamo chiamati aringraziare il Signore, per i doni di grazia e dive rità, dati in Gesù e manifestati nelle nostrecomunità e nei diversi grup pi.

ATTIVITÀ: Aggiungiamo, neldisegno, un cero acceso e tan -te candeline accese, dissemi-nate da vanti alle persone, perindicare che par te ci pia mo del -la vita di Gesù e del la sua lu ce.IMPEGNO: Come gruppo ciimpegniamo a portare un messaggio di vita e diamore a qualche persona che vive in solitudineo nella sofferenza, per donarle «la luce di Gesù».Si consegna a un ragazzo e si fa inserire la secon-da tessera del puzzle dell’immagine di Gesù.

Preghiera di lodeT. Rendiamo grazie al Signore, gli uni per gli altri.• Ricolmi delle grazie di Dio e della luce di Cri -sto, ogni giorno.

• Ricchi delle molte benedizioni che Dio ci elar-gisce mediante la nostra unione con Cristo.

• Saldi in Dio che ci dona forza per l’amore e ilservizio degli altri.

• Uniti negli stessi pensieri e nelle stesse con-vinzioni.

Canto: È festa con te

2. INSIEME… LODIAMO IL SIGNORE PER LA SUA GRAZIA

Durante il canto iniziale si porta in processione un cero acceso e si pone davantialla Bibbia. • Canto: Alleluia, la tua Parola (2a strofa)

Dal Vangelo secondo GiovanniQuesto è il mio comandamento: che vi amiategli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno haun amore più grande di questo: dare la sua vitaper i propri amici. Voi siete miei amici, se fateciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi,perché il servo non sa quello che fa il suo padro-ne; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciòche ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscerea voi (15,12-15).

Siamo chiamati alla comunione con Dio Padre,con il suo Figlio Gesù Cristo e con lo Spirito San -to. Più ci avviciniamo a Dio, che è Trinità nella

comunione, più ci avvicinia-mo gli uni agli altri nell’unità fra i cristiani.Gesù ha cambiato il nostro modo di relazionar-ci, chiamandoci amici e non servi. Questa rela-zione d’amore ci conduce a superare i rapportidi potere e dominio, per stabilire relazioni di ami -cizia e amore reciproco. Anche noi, ragazzi e adulti, siamo chiamati daGesù a stabilire rapporti di comunione e a te -sti moniare, con gioia, il suo amore.

ATTIVITÀ: Si consegna a ognuno un’immaginet-ta-messaggio e si riportano sul disegno due o tremessaggi significativi, ripresi da quelli scritti daipartecipanti.

3. INSIEME… SIAMO CHIAMATI ALLA COMUNIONE

Durante il canto si porta in processione il cestino con i messaggi – cheevidenziano i doni ricevuti dal Signore – preparati da ogni partecipante,da distribuire agli altri, e si colloca davanti alla Bibbia.Canto: Il dono più grande (1a strofa)

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IMPEGNO: Esprimo, oggi, parole di consolazio-ne a chi è scoraggiato, parole di apprezzamentoa chi è triste, parole di amore a chi è nella soffe-renza, parole di pace a chi vive nel conflitto… Si consegna a un ragazzo e si fa inserire la terzatessera del puzzle dell’immagine di Gesù.

Preghiera penitenzialeT. Signore, perdonaci per il tuo amore.

• Per le nostre chiusure e ripiegamenti su noistessi che non ci fanno condividere i doni digra zia, che comunicano vita.

• Per le nostre liti e divisioni, e per la mancanzadi entusiasmo nel vivere l’invito all’amore.

• Per la nostra mediocrità che ci impedisce direalizzare passi concreti verso l’unione con te,fra noi e con tutto il creato.

Canto: È bello stare insieme a te

Dalla Prima Lettera di San Paolo ai CorinziIl Cristo che vi ho annunziato è diventato il soli-do fondamento della vostra vita. Fratelli, in no medi Gesù Cristo, nostro Signore, vi chiedo che vi -viate d’accordo. Non vi siano contrasti e divisio-ni tra voi, ma siate uniti: abbiate gli stessi pen sierie le stesse convinzioni. Purtroppo alcuni del lafamiglia di Cloe mi hanno fatto sapere che vi so -no litigi tra voi. Mi spiego: uno di voi dice: «Io so -no di Paolo»; un altro: «Io di Apollo»; un ter zo so -stiene: «Io sono di Pietro»; e un quarto af ferma:«Io sono di Cristo». Ma Cristo non può essere di -viso! E Paolo, d’altra parte, non è stato crocifis-so per voi. E nessuno vi ha battezzati nel nomedi Paolo (1,7.10-13).

Riconoscere il conflitto e la divisione è il primopasso per ristabilire l’unità.È Gesù il solido fondamento della nostra vita e so -lo condividendo i suoi pensieri e sentimenti, ri tro -viamo l’unità di pensieri e sentimen ti anche fra noi. Anche noi, ragazzi e adulti, battezzati in Cri sto,siamo invitati a superare qualsiasi genere di fa -zione o di identificazione a gruppi. L’unico concui identificarci davvero è Gesù che ha dato la

vita per noi e, in lui e con lui,ritroviamo l’unità nel l’amore.

ATTIVITÀ: Ognuno va nel luogopre disposto e si fa il se gno di crocecon l’acqua, in me mo ria del batte-simo che ci ha resi cri stiani, figlidi Dio e fratelli e sorelle fra noi.IMPEGNO: Comunicare a qualche amico o com-pagno la gioia di appartenere a Gesù e offrire unmessaggio di vita, ripreso dal Vangelo anche tra -mite un sms o un messaggio in Facebook. Si fa inserire la quarta tessera nell’immagine di Ge sù.

Preghiera di intercessioneT. Donaci, Padre, lo Spirito d’amore.• Perché la Chiesa viva come comunità che Diocostruisce, così da non annunciare se stessa,ma l’opera del suo Signore.

• Per tutti i popoli della terra, perché sappianovincere le suggestioni della violenza e della guer -ra, e si impegnino a edificare una pace stabile.

• Per ciascuno di noi, perché la nostra fedeltà aCristo sia sempre più autentica e si esprima congenerosità nel servizio ai fratelli e alle so relle.

Canto: È tempo di annunciare

4. INSIEME… APPARTENIAMO A GESÙ

Durante il canto si portano in processione i segni del battesimo: brocca conacqua, candela, veste bianca e si aggiungono agli altri elementi già predispo-sti. Con essi si vuole indicare l’unità che viviamo in Gesù, proprio in forza delbattesimo. • Canto: Il dono più grande (2a strofa)

ATTIVITÀ ECCLESIALE

• È bene partecipare a un incontro di preghiera per l’unità dei cristiani, che la parrocchia o la dio-cesi organizza in loco, invitando anche le altre confessioni cristiane. I ragazzi possono coinvolger-si in maniera attiva, esponendo il cartellone realizzato e spiegandone il significato.

• La presentazione del cartellone si può proporre anche in parrocchia, la domenica 26 gennaio, aconclusione della Settimana di preghiera.

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Ascolto e seguo Gesù

IL VANGELO DELLA DOMENICA

Roberto Laurita

II DOMENICA DOPO NATALE - A5 gennaio 2014Leggi il Vangelo: Gv 1,1-18

E IL VERBO SI FECE CARNENon è un Vangelo facile, è vero. Perché non è un rac -conto e non ci fa restare nel presepio, con gli ange-li e i pastori. Eppure si tratta di un brano straordina-rio, decisivo, perché ci fa vedere il mistero del l’In -car nazione in un modo diverso.

Osserva il testo: Lo sguardo di Giovanni, l’evange-lista, ci fa leggere gli avvenimenti con gli occhi di Dioe ci svela la grandezza del suo progetto d’amore.• Ci presenta la Parola eterna, che era da sempreaccanto a Dio e che in un tempo stabilito, in unpreciso momento della storia, è diventata un uo -mo come noi, cioè figlio di una terra, membro diun popolo, partecipe della nostra avventura.

• Con Gesù Dio ha piantato la sua tenda in mezzo anoi e ha fatto splendere la luce vera.

• E questa luce, che scaccia le tenebre, che rischia-ra il sentiero che porta a Dio, ci rivela il suo vol todi Padre buono e ci porta ver so la vita.

• E non si tratta di una vita qualsiasi, ma della vitastessa di Dio: una vita piena, senza fine,

• che nulla può mettere in pericolo, perché l’amoredi Dio è più forte anche della morte.

Accogli la Parola: A chi accoglie Gesù, Dio offre lapossibilità di diventare suo figlio. Perché questo av -venga si deve rinascere, bisogna lasciarsi trasfor-mare dalla sua bontà e abbandonare ciò che è vec-chio come il mondo: l’egoismo, la cattiveria, la ven-detta, la gelosia. Soltanto allora si è in grado di dif-fondere la sua gioia e la sua pace.

Vivi la Parola: La luce di Gesù scaccia le tenebre chesono in noi: quelle che coprono i nostri occhi e ciimpediscono di gettare uno sguardo limpido e be -ne volo su ogni fratello e sorella che incontriamo. Lavita di Dio ci fa conoscere una nuova libertà, la pos-sibilità di respirare a pieni polmoni, di essere guari-ti e trasfigurati dal suo amore. E noi non siamo piùquelli di prima.

Preghiera: Oggi noi osiamo credere,osiamo sperare in un mondo diversoperché tu, o Dio, ci vieni incontro.Tu fai sbocciare su questa terra il tuo amore.Tu fai brillare la tua luce in mezzo a noi.

BATTESIMO DEL SIGNORE - A12 gennaio 2014Leggi il Vangelo: Mt 3,13-17

IL FIGLIO TRA I PECCATORILa scena ha qualcosa di sconcertante. Cosa fa il Fi gliodi Dio in mezzo a coloro che vengono dal Battista afarsi battezzare perché riconoscono i loro peccati?La loro non è certo una compagnia di santi! E comemai lui, il Messia, si mescola con loro?

Osserva il testo: Quella di oggi è una festa «natali-zia» perché, davanti ai nostri occhi, presenta unasce na di «manifestazione». Con una novità dà inizioalla «missione» di Gesù.• Lo Spirito che discende in forma di colomba e lavoce del Padre che riconosce il suo Figlio confer-mano in Gesù l’intenzione di dare inizio alla pre-dicazione pubblica.

• Mescolato ai peccatori, che vanno da Giovanni, eglipuò essere confuso con loro, anche se in lui nonc’è traccia di peccato. Uomo tra gli uomini, è rico-nosciuto come il Figlio, venuto a realizzare il pro-getto d’amore che il Padre gli ha affidato, con laforza e la saggezza che gli vengono dallo Spirito.

• È questa «la giustizia» di cui parla con il Battista:un disegno d’amore che porta a compimento, dif-fondendo la Buona Notizia e rendendola viva at -tra verso i gesti di guarigione e di compassione.

Accogli la Parola: Nella narrazione del battesimodi Gesù si congiungono due misteri: quello dell’In -car nazione (il Figlio di Dio che si è fatto uo mo) e quel-lo della Missione (il Figlio di Dio che agisce in mez -zo a noi, con la forza e la tenerezza dello Spirito).Per molti il suo modo di agi re risulterà strano.

Vivi la Parola: Gesù non è venuto per coloro che siritengono giusti e non hanno nulla da rimproverar-si. Non è stato mandato a chi è gonfio di orgoglio,perché ritiene di avere meriti davanti a Dio. Egli sirivolge ai peccatori, alla gente che si è sporcata dicattiveria, ma ora ha voglia di una nuova vita, chesolo Dio può regalarle.

Preghiera: O Padre, noi ti rendiamo grazieper Gesù, il tuo Figlio. È lui che ci apre la strada e cammina sempre accanto a noi.È lui che ci strappa alle tenebre e ci guida verso la sua luce. È lui che ci fa conoscere la gioia di condividere il suo amore.

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Ascolto e seguo Gesù

II DOMENICA TEMPO ORDINARIO - A19 gennaio 2014Leggi il Vangelo: Gv 1,29-34

TESTIMONE AUTENTICOÈ un testimone autentico, Giovanni il Battista, e per-tanto – a costo di deludere – dichiara ad alta voce dinon essere lui l’Atteso. La sua missione è più mode-sta: è l’apripista che spiana la strada, è la sentinel-la che desta coloro che sono assonnati.

Osserva il testo: Il profeta è ben cosciente dellasproporzione che esiste tra lui e Gesù:• se lui battezza con acqua e, dunque, compie un ri -to di purificazione che esprime un desiderio, Ge sù,invece, è in grado di cambiare veramente la real tà;

• se lui viene ad annunciare il progetto di Dio, soloGesù lo conosce veramente e potrà portarlo acompimento;

• se lui viene come il testimone che ha il compito ditrasmettere quello che ha visto e udito, solo Gesùha la capacità di operare con la forza e la dolcez-za dello Spirito;

• se lui è uno strumento di cui Dio ha deciso di ser-virsi per far giungere l’acqua viva, solo Gesù ne èla sorgente. Per questo Gesù gli «passa avanti»perché era prima di lui.

È un testimone autentico, Giovanni il Battista, e dun -que sa bene quando la sua missione è terminata esi fa da parte. Per non rubare spazio a chi è più im -portante di lui. Per non sottrarre attenzione al prota-gonista principale.

Accogli la Parola: La grandezza di Giovanni è tuttaqui: nell’affrontare il compito che Dio gli ha affida-to con fedeltà e coraggio e nel farsi da parte al mo -mento stabilito, contento di vedere il nuovo che arri-va e di essere rischiarato dalla luce del Messia.

Vivi la Parola: Ma è proprio questo il ruolo di colo-ro che ti fanno da testimoni: genitori e catechisti,insegnanti e animatori. Indicarti Gesù, segnalarti do -ve trovarlo, raccontandoti la loro esperienza e la -scia re, poi, che il tuo incontro con lui avvenga inmo do misterioso e unico, sempre sorprendente.

Preghiera: Gesù, rendici similial profeta Giovanni. Allora ognuno di noi, piccolo o grande, si metterà al servizio degli altricon semplicità e umiltà, lieto di aver fatto la sua parte nel tuo progetto d’amore.

III DOMENICA TEMPO ORDINARIO - A26 gennaio 2014Leggi il Vangelo: Mt 4,12-23

A PARTIRE DALLA GALILEAProprio lì tutto comincia e la scelta del luogo non è ca -suale. La Galilea non è solo uno spazio geografico, unaregione. È una zona di frontiera, un luogo simbolico.

Osserva il testo: «La terra di Zabulon e di Neftali»– (tribù che prendono il nome da due figli di Gia -cobbe) – è una zona di frontiera: di là sono passatieserciti in guerra e migrazioni di popoli. Sono avve-nuti scontri epocali e conflitti crudeli. Si sono pro-dotte mescolanze tra razze differenti e distanti.• È un luogo simbolico: designa il mare aperto del -la storia, con le tensioni che la percorrono. Unastoria nel cui tessuto vivo si sono prodotte lacera-zioni e ferite, periodi di violenza e confusione.

• È un luogo particolare: considerata alla periferiadella Terra promessa, i suoi abitanti sono ritenutiai margini del popolo di Dio. Più distanti che vici-ni a lui, visto che non possono rispettare le leggidi purità perché troppo mescolati con i pa gani.

• Ecco perché Gesù parte da lì: nella regione, che èemblema di tenebre e di morte, egli porta la lucee la vita che vengono da Dio. Annuncia il cambia-mento e chiede la conversione, cioè di volgersicon decisione verso la sua parola e di lasciarsitrasformare in profondità.

Accogli la Parola: Gesù porta una bella notizia (= Van -gelo). Dio è in mezzo al suo popolo e tutti vedrannoi segni della sua azione. Nulla può ostacolare il suoprogetto di amore e di pace. Dio vuole offrire unavita nuova, una pienezza e una gioia sconosciute.

Vivi la Parola: Un annuncio che cambia la vita esi -ge di essere accolto con fiducia smisurata. È richie-sto un cambiamento: cuore, intelligenza, volontà so -no chiamati ad abbandonare comportamenti e at -teggiamenti di prima e ad accettare la novità, fino infondo. Tale conversione non è facile e, tuttavia, quel -l i che credono in Gesù dimostrano di saper lasciaretutto per seguirlo.

Preghiera: Signore, oggi tu ci affidi il Vangelo di Gesù: una Parola viva che può trasformare la nostra esistenza. Oggi tu ci liberi da paure e incertezze e ci chiedi di diventaretuoi discepoli, collaboratori di Dio.

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Ascolto e seguo Gesù

IL VANGELO NELLA VITADinamiche e attività

Barbara Corsano

Battesimo del Signore - A • Mt 3,13-17

«Questi è il Figlio mio, l’amato». Chi di noi non vor -rebbe ascoltare queste parole? Dio, come le ri -volge al Figlio, le rivolge a me e mi dice che miama da sempre e per sempre, anche se sbaglio!

ATTIVITÀ - La lettera di DioNel Vangelo di questa domenica, pro-tagonista è la voce del Padre… unavo ce piena d’amore per il Figlio e perognuno di noi! Scopria mo la insieme: 1. Fotocopia la lettera su foglio A4. 2. Rintraccia nella Bibbia le citazioni in -

dicate e scrivile, poi, negli spazi predisposti.3. Con gioia vedrai emergere le parole d’amore cheDio Pa dre continua a dirci da sempre, co me setutta la Bibbia fos se una lunga lettera d’amo-re per noi.

LA VOCE D’AMORE DEL PADRE

II Domenica dopo Natale - A • Gv 1,1-18

Quale grande mistero d’amore contempliamonella nascita di Gesù: lui, il Figlio tanto amato,si fa uomo e viene ad abitare in mezzo a noiper rivelarci il volto d’amore del Padre!

ATTIVITÀIn Gesù il volto del PadreIl Vangelo di questa domenica ci in -vita a scoprire il volto di Dio, un Dioche nessuno ha mai visto, ma cheproprio nel volto umano di Gesù pos-siamo contemplare!1. Fotocopia il disegno su un foglio A4.

2. Cerca nel tuo cuore l’immagine che hai di Ge -sù e completa, anche nei più piccoli dettagli, ilvol to posto sotto la lente d’ingrandimento.

3. Scoprirai nel volto che emerge lo sguardo d’amo - re del Padre!

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SCOPRI IL VOLTO DI DIO

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Ascolto e seguo Gesù

II Domenica T.O. - A • Gv 1, 29-34

Giovanni Battista non ha dubbi: nel vederlo me -scolarsi fra i peccatori, ri conosce in Gesù il Fi -glio di Dio. Sa che l’iniziativa parte sempre daDio: egli ci cerca e ci viene incontro, sempre!

ATTIVITÀ - Caccia agli indizi• Rileggendo il Van ge lo e facendo-ti aiutare dai suggerimenti disegna -ti, rintraccia i cinque indizi che han -no aiu tato Gio vanni a riconoscereGesù e scrivili sul foglio degli indizi.

2.Scrivi il tuo no -me nell’invitoche ti rivolge ilSignore e, do -po aver guar-dato attenta-mente nel tuocuore, scrivi latua risposta al -la sua chia ma -ta!

III Domenica T.O. - A • Mt 4,12-23

Che notizia ci dà Gesù: «Il regno dei cieli è vici-no»! In altre parole Dio si fa vicino a noi, perstare con noi, condividere con noi, costruirecon noi il suo regno! Ed ecco che ci chiama pernome: Simone… Andrea… Giacomo… Gio van -ni. Ma per accogliere la sua chiamata bisognacambiare rotta, cambiare il cuore e… se guirlo!

ATTIVITÀ - Sms: Sì, mio SignoreGesù ha avuto bisogno degli apo-stoli per realizzare il regno di Dio eloro, lasciato tutto, lo seguirono. OraGesù ha bisogno di noi, di me, di te.Vuoi rispondere alla sua chiamata? 1. Fotocopia l’immagine del cellularesu cartoncino e ritagliala.

TESTIMONE DEL FIGLIO DI DIO

Soluzione:Indizio 1:Ecco l’Agnello di Dio.Indizio 2:Colui che toglie il peccato del mondo.Indizio 3:Dopo di me viene un uomo che è avanti ame perché era prima di me. Indizio 4:Lo Spirito come una colomba su di lui. Indizio 5:Battezza nello Spirito Santo.

IN GESÙ DIO SI FA VICINO A NOI

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Metodologia catechistica

UNA CATECHESI COMUNICATIVA

Redazione

In un percorso di metodologia catechistica, èimprescindibile affrontare la realtà della co -municazione, sia nel suo significato se man ti -

co sia relazionale, non solo perché la catechesiè una modalità di «comunicazione della fede»,ma perché, in ogni rapporto, non si possono igno -rare le regole del processo comunicativo. Si ri schie -rebbe, altrimenti, di non essere efficaci, non in -tercettando i mondi vitali degli interlocutori.Tutti abbiamo constatato che l’impegno profusoa livello di evangelizzazione e catechesi, spesso,non raggiunge i risultati sperati. I «destinatari»sembrano «interessati», ma, in realtà, han no fret -ta di concludere «l’istruzione religiosa», per de -di carsi ad «attività più attraenti e proficue»! C’èda interrogarsi, quindi, sul nostro mo do di co mu -nicare la fede. Cerchiamo di entrare nel si gni -ficato di comunicazione e di confrontarci con glielementi basilari di una buona comunicazione.

COMUNICAZIONE: SIGNIFICATO ED ELEMENTI• Il termine «comunicazione», dal latino «commu -

nicare», cioè «rendere comune» (aggettivo: com -munis; sostantivo: communitas), significa con -dividere. Il significato più antico si riferiva al «met -tere in comune oggetti» o «partecipare insie-me a un evento». In seguito appare il si gnifi ca -to di: «rendere comuni idee e pensieri».

• La comunicazione non è solo «un invio di mes -saggi», ma include sia il passaggio di informa-zioni sia il mettersi in relazione. È un’attivitàsociale che si costruisce e si sviluppa all’inter-no di un interscambio. Perché ci sia comuni-cazione, le persone (almeno due) devono con-dividere un sistema di segni, suoni, significati(codice) e di regole e convenzioni che regolanogli scambi comunicativi, e interagire fra loro.

• Il processo di comunicazione, quando ci vedeprotagonisti in prima persona, come nella pro-posta di fede, richiede consapevolezza, nel ri -spetto delle regole della comunicazione, circa

i soggetti, il contenuto e gli obiettivi da raggiun -gere… (schema 1).La conoscenza delle persone è fondamentale,per adeguare alla loro esperienza, alle capaci-tà intellettuali e alla cultura i contenuti da of -frire, sì da suscitare «una risposta». Il rumore, cioè il disturbo nella comunicazione,può es sere determinato, oltre che dal bassolivello degli strumenti utilizzati, anche dalla nonsintonia tra l’emittente e i fruitori, e dall’utiliz-zo di linguaggi non adeguati.

UNA COMUNICAZIONE INTERATTIVA• La vera comunicazione si realizza nella misu-ra in cui si coinvolge l’interlocutore in un circui -to comunicativo interattivo, permettendogli direstituire il suo feedback (schema 2 e 3).

Ciò è ancora più importante e determinantequando si tratta di comunicare il Van gelo diGesù, che è da accogliere e interiorizzare, per

Schema 1 - GLI ELEMENTI COSTITUTIVIDELLA COMUNICAZIONE

I comunicanti: sono l’emittente che invia il mes-saggio e l’interlocutore (il ricevente) che lo riceve.Il messaggio: è il contenuto.Il canale: può essere sia il canale sensoriale(come udito e vista) sia lo strumento usato (tele-fono, fax, mail…).Il codice: è il sistema di segni, suoni e simboli,utilizzato per comunicare (per esempio la linguaconosciuta). Il contesto: è l’ambiente o la situazione vissuta.Lo scopo: la finalità.Il feedback: è l’interscambio tra due o più interlocutori.

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apre al totalmente Altro, al Tu assoluto, fonda-mento di ogni relazione.

• Il catechista, discepolo in ascolto del MaestroGesù, che cresce in una sana autostima di sé,fra le competenze da acquisire, deve privilegia -re «la competenza relazionale» (FCCC, 2006, 26).

• Quale rapporto esiste, dun que, tra comunica-zione, educazione ed educazione alla fede? Nonsi può subordinare l’una dimensione all’altra,in quanto ciascuna ha una sua specificità.

• L’educazione deve innestarsi sul processo co -mu nicativo, in dimensione relazionale. Così sicostruisce secondo le regole della comunica-zione. Si richiede, afferma Pompili, «una reci-proca compenetrazione tra compito educativoe agire comunicativo… Educare co municando

è riconoscere nel momento relazionaleuna fun zione educativa».

• La comunicazione si connota in senso educa-tivo quando è libera e liberante per un’educa-zione libera: valorizza la persona e il suo svi -lup po, ed è già «buona novella». «Una comu-nicazione libera alimenta un’educazione libe-ra… Educare alla fede, co mu nican do è opera diriscoperta di quanto più ge nuinamente divinoci sia nell’esperienza del la li bertà umana»1,tenendo presente che Dio stesso è il più gran-de Comunicatore e Gesù è il perfetto Comuni -ca tore che parlava pienamente inserito nellereali condizioni del suo popolo (cfr. CP 11.126).

attuarlo nella vita. Fra i diversi modelli e teoriedella comunicazione, ci riferiamo a quello diSchramm, in quanto lo riteniamo più adeguatoper interpretare «la comunicazione della fe de».

Dagli schemi 2 e 3 si evince che: - occorre ampliare «il campo di espe-rienza co mu ne», anche a livello diter mini e dei loro si gni ficati, perchél’annuncio sia recepito e ac col to;- nella misura in cui il fruitore (ca te -chizzan do) diventa co di ficatore edemit tente, si stabilisce una co mu -nicazione co strut tiva e si gnificativa,che può e ssere trasfor man te;- in tale interazione è fondamentale laca pacità di ascolto e uno spi rito em - pa ti co, cioè l’attitudine a capire l’al -tro e ad as sumere il suo pun to di vi -sta, per en trare in comunio ne e il -luminarlo con la lu ce del Van gelo.

IN DIMENSIONE RELAZIONALE• Ogni comunicazionepresenta sempre un aspet todi contenuto e uno di relazione (me ta co mu ni -ca zio ne). La relazione si pone a un li vello nonverbale ed è decisiva nel rapporto con gli altri.Essa co mu nica il modo in cui as sumere il con-tenuto che si dà. Rivela anche «il sentire na -scosto» che è re ce pito più delle parole; si puòmanifestare come accoglien za o rifiuto, fi du -cia o sfiducia… ver so l’altro.

• La relazione è una dimensione costitutiva del -la persona. L’essere umano, infatti, è un esse-re dialogico, strutturato dalla e alla reciproci-tà, all’incontro e al dialogo, è un «io-tu». La re -lazione primaria io-tu, vissuta nella gratuità enel rispetto, risveglia l’altro all’esistenza e lo

__________1 Domenico Pompili, Il nuovo nell’antico. Comunicazione etestimonianza digitale, San Paolo, 2011, pp. 126. 131-132.

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Famiglia e catechesi

MAMMA E PAPÀ LITIGANO SEMPRE

Franca Feliziani Kannheiser

Ogni bambino che accogliamo nel nostrogruppo di catechesi porta con sé ciò cheha vissuto e vive in famiglia ed è forte-

mente condizionato dalla qualità dei rapportiche caratterizzano la coppia dei genitori e l’inte-ro nucleo familiare. Così può accadere di accor-gerci che Ginetto è stranamente nervoso o cheMarina è diventata ancora più timida e sembraavere paura di tutto. Alcuni bambini, al contra-rio, sembrano controllare al massimo le loro emo -zioni: apparentemente calmi e sereni, soffrono,però, improvvisamente di strane paure op puredi malesseri fisici ingiustificati. Dietro questemanifestazioni potrebbe nascondersi un disagiodovuto ai rapporti tra mamma e papà.

QUANDO I GENITORI LITIGANOChe cosa accade nel mondo del bambino quan-do sente o vede litigare i suoi ge -nitori? Egli si trova esposto aun pericolo contro il qualenon ha armi per lottare. Èco me lo scoppiare di unatempesta o, nel caso di li -ti che si manifestano coni silenzi, con occhiate ac -cusatrici, con la crime chesi tenta di nascondere, è co -me essere avvolti da venti ge -lidi che rubano ogni calore e ogniallegria alla casa. Proprio perché il bambino nonha strumenti per spiegarsi ciò che ac ca de né haarmi per contrastarlo, le liti tra mam ma e papàprendono la for ma di un disastro senza nome acui si tenta di sottrarsi, chiudendosi nel la pro-pria cameretta o isolandosi dentro di sé, cercan-do di non ascoltare e di non pensare.Spesso il bambino reagisce gridando e prote-stando a sua volta, oppure piange e accusa ma -lori fisici che si protraggono anche a pace avve-nuta, o riemergono in occasioni di separazione(recarsi a scuola, dai parenti, ecc.).

• La casa si può lasciare tranquillamente peresplorare il mondo, solo se si è sicuri che nien-te di male possa accadere in nostra assenza,che nessuno dei nostri cari soffra e che pos-siamo tornare quando vogliamo. Un bambinoche teme che, in sua assenza, i genitori possa-no litigare e magari farsi del male, non ha ilcoraggio di lasciare la casa.

• Può accadere anche il contrario: si manife-sta, cioè, il bisogno incontrollato di star fuori,lontano dalle grida e dalle parole cattive. Il ri -sultato è, comunque, sempre la paura di esse-re abbandonati dalle figure per lui più signifi-cative, paura a volte accompagnata dal sensodi colpa per aver provocato, involontariamen-te, la lite («litigano per colpa mia»).

NON VIVIAMO NEL «MULINO BIANCO»Ma è possibile vivere insieme senza litigare mai?Anche cercare di creare intorno al bambinoun’atmosfera da «Mulino bianco» è danno-so per il suo benessere perché ne avvertel’inautenticità.

• Il bambino ha bisogno di apprendereche vo lersi bene non significa dover ave -re sempre le stesse idee e gli stessi senti-menti, ma al contrario poter essere se stes-

si nella propria di ver sità senza che questodanneggi i rapporti che ci uniscono.

• Dai genitori il bambino deve poter imparare chesi possono esprimere le proprie idee e le pro-prie emozioni senza farsi male e senza fare delmale. È vero: i figli non si devono coinvolgerenei problemi che riguardano la coppia, né inquestioni gravi che provocherebbero in loroun’ansia incontenibile. I genitori, però, non do -vrebbero contraddirsi nello stile educativo, ènecessario, invece, che mostrino che si puòesprimere con calma ed educazione una pro-pria idea, discutere e cercare insieme soluzio-ni per uscire dal conflitto.

Le liti tra mamma

e papà prendonola forma di un

disastro senza nomea cui il bambino

tenta di sottrarsi

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munità cristiana. Dio infatti ci dimostra ilsuo amore anche attraverso le personeche ci ascoltano, ci compren dono, sifanno carico dei nostri proble mi.

E I CATECHISTI?In che modo i catechisti e la co mu -nità cristiana sono coinvolti in tuttoque sto? • Nel riconoscere, prima di tutto,nel bambino i segnali di un disa-gio da non colpevolizzare, ma dacontenere con delicatezza, pron-ti ad ascoltare le sue confidenze,ma anche a rispettare il suo si -len zio: alcuni bam bini, infatti, con -siderano una slealtà lamentarsidei genitori.

• Le parole allora potrebbero es -sere inopportune, mentre sem -pre op por tu ni, anzi necessari, so -no il manifestare un at teg gia men -to di apertura e di accoglienza ver -so ogni singolo bambino.

• Creare nel gruppo di catechesiuno spazio di serenità e di dia-logo, anche attraverso la ge -stio ne positiva dei conflitti,dimostrando così che litiga -re si può, ma si può anchefare la pa ce e rimanere ami ci.

• L’annuncio di un Padre buo -no che non ci la scia mai solie a cui possiamo rivolgerci nel -le difficoltà («Quando siamo tri-sti, mandiamo un sms a Dio Padreo a Gesù, basta un pensiero, una paro-la») può rappresentare per molti bam bini, chevivono forti conflitti familiari, una pri ma anco-ra di salvezza che deve, però, trovare concretiz-zazione e riscontro nell’accoglienza della co -

PER PREGARE INSIEME

Gesù, ci hai insegnato a volercibene come tu ci vuoi bene.Ci hai donato il tuo Spirito

che ci insegna l’amore e l’amicizia. Qualche volta,

però, è difficile vivere insieme. La mamma e il papà litigano. Io mi arrabbio con mio fratello. Tra amici ci facciamo i dispetti.E in televisione vedo ogni giorno

che ci sono le guerre.Gesù, insegnaci ad essere amici e a fare la pace.

E, quando ci sentiamo impauriti e soli,mettici nel cuore la forza per ricominciare. Amen.

Il Padre buono,

cui rivolgersi nelle difficoltà, rappresentaper molti bambini, che vivono conflittifamiliari, una prima

ancora di salvezza

CALENDARIO DA TAVOLOConfezione: con spiralePaoline, Milano 2013 - € 2,80 Il Calendario da tavolo 2014riporta il santo o i santi diogni giorno, quelli tradiziona-li e i santi e i beati proclama-

ti ultimamente. Il tema è la gioia, con foto emessaggio per ogni mese.Le frasi sono riprese dalla Bibbia o da autoriimportanti, contemporanei o classici.

CALENDARIO TASCABILEConfezione: spillatoPaoline, Milano 2013 - € 0,90Il Calendario tascabile 2014riporta, ogni giorno, il san to o isanti di cui ricorre la me morialiturgica. Il te ma, l’ami cizia, gra -

dito specialmente ai giovani, offre l’opportunitàdi esprimere un pensiero af fettuoso alla personacara. Ogni mese è arricchito da foto e mes saggi,selezionati dal la Bibbia e da autori di ri lie vo.

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Catechesi al ritmo dei bit

LE FOTO: UTILIZZO DIDATTICO E PASTORALE

Marco Sanavio

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Fino a qualche anno fa fotografare era quasiun rito. Era necessario acquistare un rulli-no contenente la pellicola fotografica, poi

bisognava inserirla, farla avanzare a ogni scattoe, infine, riavvolgerla e portarla a un laboratorioper lo sviluppo e la stampa. Erano necessari al -cu ni giorni di attesa e, poi, c’era sempre un mo -mento in cui, con sorpresa, si scopriva il risulta-to di tanta fatica. Oggi è sufficiente scattare e sipuò verificare su bito il risultato, senza problemidi riuscire a sta re nei limiti delle poche poseconsentite dai rullini. Dal punto di vista del percorso di catechesi le fo -to possono essere molto utili a supporto delleat tività di narrazione. Si possono raccontare perimmagini, ad esempio, alcune parabole del Van -gelo, attualizzandole, o altri racconti biblici. Eccoalcuni suggerimenti per ottenere foto di discretaqualità.

LA RISOLUZIONE: I PIXELÈ necessario innanzitutto ricordare ai ragazzi cheogni immagine ottenuta con una fotocameradigitale o cellulare è composta da milioni di pic-coli puntini chiamati pixel. Attenzione, però, a nonfarsi ingannare: è vero che più si sale di defini-zione migliore è il risultato, ma queste differen-ze sono apprezzabili solo in caso di stampe digran di dimensioni, ingrandimenti o di utilizzo dimonitor ad alta definizione. Per i nostri usi quo-tidiani è sufficiente la risoluzione della fotoca-mera abbinata al cellulare.

COMPOSIZIONE DELL’IMMAGINE Vi suggeriamo qui come utilizzare la regola deiterzi. Innanzi tutto è necessario immaginare duelinee orizzontali equidistanti tra loro e dai bordisuperiore e inferiore, e due linee verticali equidi-stanti tra loro e dai bordi laterali (vedi immaginequi a lato). Alcune fotocamere e cellulari preve-dono già la sovrapposizione di questa griglia. Ilsoggetto che volete evidenziare può essere po sto

in corrispondenza delle intersezioni delle li nee,così da rendere più dinamica l’immagine stessa.La linea orizzontale più bassa si rivela utile an cheper posizionare l’orizzonte all’altezza opportuna.

IL RASOIO DI OCCAMSi tratta di un principio metodologico suggeritodal frate francescano e filosofo Guglielmo di Oc -cam che può essere enunciato così: «Entia nonsunt multiplicanda praeter necessitatem», ovveronon è necessario moltiplicare gli elementi se nonc’è necessità. Il principio è molto utile anche nel -la fotografia. Se desideriamo mettere in eviden-za un contenuto, non possiamo accostarlo a unelevato numero di soggetti che contribuiscono acreare confusione e «rumore di fondo» nella per-cezione dell’utente. Pochi elementi, ben inqua-drati e ripresi nelle giuste condizioni di luce, cirestituiranno immagini di grande effetto.

APPLICAZIONI PER SMARTPHONEPer utilizzare foto in ambito di catechesi e di di -da ttica della religione, possiamo utilizzare una opiù fotocamere digitali, oppure i cellulari dei ra -gazzi che ci sono affidati. In questo caso vi se gna -liamo alcune applicazioni («app» in linguaggiotecnico) che possono essere utili per realizzarefotografie originali.Per smartphone con sistema operativo Androidpotete scaricare «Camera Illusion», «XN scketch»(disegna effetti su foto) o «Photo editor» (migliorae ottimizza le foto). Per iPhone potete scaricare«VSCO Cam», «Quipio» (aggiunge testo alle fo to)o «Snapseed» (migliora le foto e aggiunge effetti).

VISUALIZZARE E PROTEGGERE LE FOTOUna volta realizzato il foto racconto vanno tenu-te presente alcune regole fondamentali relativealla privacy e alla protezione delle immagini incui compaiono minorenni. È bene, innanzi tutto,ottenere una liberatoria da parte dei genitori: sitrovano molti modelli in internet con la chiave di

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Angelo RomeoLO SPAZIO ABITATOScenario e tecniche della comunicazione in retePaoline, Milano 2010 - pp. 125 - € 10,00Le nuove tecnologie di comunicazione aprono nuovi spazi e nuove reti. Il digitale haprodotto cambiamenti sul modo di concepire lo spazio e il tempo, e si sta configu-rando una diversa visione sociale e antropologica; un diverso processo di socializ-zazione e quindi di costruzione dell’identità.

Angelo LameriSEGNI E SIMBOLI, RITI E MISTERI

La dimensione comunicativa della liturgiaPaoline, Milano 2012 - pp. 128 - € 10,00

Dopo una ricognizione dei concetti di «sacro» e di «mistero» che hanno la loro sintesinel rito, si affronta la dimensione comunicativa della liturgia. Il popolo di Dio, parteviva della celebrazione, per comunicare ha bisogno di un linguaggio simbolico, di

codici comunicativi, quali: la parola, il gesto, la musica e il canto, il silenzio…

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ricerca «liberatoria immagini minorenni», ma èanche possibile redigere un semplice testo diautorizzazione. Le foto possono essere utilizzateper una presentazione powerpoint, e quindi sen -za implicazioni relative alla pubblicazione. Seinvece si desidera metterle a di sposizione di al -tri utenti sul web può essere opportuno proteg-gerle in servizi come Flickr o Pi ca sacon una password di accesso. Que stiser vizi consentono di filtrare l’uten zache ha accesso alle immagini.

ILLUSTRAZIONE DI BRANI BIBLICIGli usi possono essere molteplici,soprattutto legati all’illustrazione diparabole e racconti. Ad esempio sipotrebbe inventare una versione mo -derna della parabola del buon Sa -

maritano ambientata all’esterno del l’ospedale, ola vicenda di Zaccheo ripresa in piazza nell’oradi massima frequenza di passanti. L’incontro diGesù con la donna di Samaria si potrebbe rein-ventare con il supporto di foto e te sti, oppure lavicenda di Giona ambientata su una spiaggiavera o ricreata dentro una stanza. An che solocon una decina di scatti è possibile raccontare

la storia di Giuseppe, figlio di Gia cobbe,utilizzando ogni immagine per isolareuna situazione da discutere insieme: l’in -vidia dei fratelli, «la vendita» di una per-sona cara, l’importanza dei sogni, il per-dono. Non ci sono limiti alla fantasia e iragazzi, di certo, ci aiuteranno nel per-corso creativo.

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Catechisti protagonisti

GIORNATA MONDIALE DEI CATECHISTI

P. P. Pellegrino - A. Santoro

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adattan dosi alle circostanze e an nunciando il Van -gelo con creatività e gratuità. Penso che la celebrazione diun Congresso internazio naledi catechesi sia scaturita dauna presa di co scienza cir cala neces sità e l’importanzadell’evangelizzazione e del -la ca techesi oggi, in un mon -do secolarizzato e scristia -nizzato, dove non si co -

mu nica più Gesù: siain famiglia che ascuo la, sia nei luo -ghi di lavoro chedi svago, ancheper il diffondersidel relativismo in -tellettuale e mo -rale, e di una mar -cata cultura del-l’indifferenza. La sottolineaturadi mons. Fi si chel lacirca la cen tra litàdella parola di Dio

e della catechesi come tappa del processo dellaNE, con la necessità della formazione a una cate-chesi missionaria, ha aperto a un’attenzione nonsolo ai contenuti della fede, ma anche ai sog getti.La catechesi si po ne a servizio della parola di Dioe delle persone, e ri chiede uno sguardo libero, at -tento e creativo, co me ha precisato pa pa Fran ce -sco, per annunciare il Signore risorto e vivente,oggi, che si prende cura e cammina con le per-sone, nella loro realtà di vita e di sofferenza.

CONGRESSO INTERNAZIONALEDI CATECHESIDurante il Con gresso l’inter-vento più at te -so è stato quel - lo di papa Fran - cesco che, il27 settembre,è ve nuto a farcivisita e ci ha fat -to do no della suapa rola autorevo-le, soffermandosisul l’identità e sulruo lo del catechi-sta og gi, in un mon -do che «è già cam-biato». Un intervento breve, ma riccodi significati. Egli ha esortato i catechi-sti a vivere un doppio movimento, disistole e di diastole: di unione con Gesùe di incontro con l’altro. Ha invitato, cioè,a ripartire da Cristo, lasciandosi scalda-re il cuore dal suo amore, dalla sua te -nerezza, per andare verso gli altri e ri scal -dare i loro cuori. Questo diventa possi-bile se ci si lascia guardare da Ge sù, pe netraredal suo sguardo di amore, ritagliandosi spazi diascol to profondo e di dialogo con lui. «Essere ca -techi sta», non fare il catechista, ha precisato il pa -pa richiede amore al Si gnore e alle persone. Nonè, infatti, un mestiere, ma una vo ca zione. Se il catechista vive una familiarità con Gesù,non ha paura di andare nelle periferie, dove in -contra il Signore che è già lì, presente, che lo pre -cede; sa uscire da sé, per andare incontro all’altro,

Il momento clou dell’Anno della fede, per i catechisti e le delegazioni catechistiche, a livello mondiale, sono statidue eventi, che si sono svolti a Roma. Il primo, il Congresso Internazionale di catechesi, si è realizzato nell’aulaPaolo VI (Vaticano), nei giorni 26-28 settembre, con la partecipazione di 1700 delegati di tutto il mondo. Il tema,«Il catechista testimone della fede», è stato trattato, nei suoi risvolti teologici, pedagogici e comunicazionali, darelatori esperti, provenienti da diversi Paesi del mondo. Il secondo, la Giornata dei catechisti, ha coinvolto miglia-ia di catechisti che si sono ritrovati, divisi per aree linguistiche, per momenti di catechesi, tenuti per lo più dave scovi; per il Pellegrinaggio alla tomba di Pietro, con la Professio fidei; per la Messa presieduta dal Santo Pa dre.

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PELLEGRINAGGIO DEI CATECHISTIUn bel gruppo di una settantina di catechistedella Diocesi di Amalfi - Cava ha potuto condivi-dere l’esperienza di fede (28-29 settembre 2013),che ha accomunato moltissimi catechisti, per-mettendoci di

sperimentare la grazia e la gioia, mediante laProfessione della fede e la partecipazione al -l’Eucaristia celebrata da papa France sco, unaconfermazione della nostra fede. È sta ta dav-vero un’esperienza di Chiesa universale, un’oc -casione che ci ha rafforzati nella motivazionee nel coraggio di essere testimoni credibili.Un momento significativo, dopo l’accoglien-za da parte dei giovani, è stato il pellegrinag-gio alla tomba dell’apostolo Pietro con la Pro -fessio fidei, che ci ha dato di sperimentare e disentirci più uniti nell’amore del Si gnore.

Ritrovarsi in piazza San Pietro, con più di cento-mila ca techisti convenuti da ogni parte del mon -do, è stata, tra l’altro, una grande emozione: ognigrup po era connotato da foulard e altri segni dicolori diversi, in un rincorrersi per raggiungerela Ba silica. Una marea di colori che caratterizzavaper sone di ogni età. Che bello conoscersi e arric-chirsi delle altrui esperienze! Da dove vieni? Whe -re are you from? Da Torino, Milano, Padova, Pi -ne rolo, Trani, Prato, Perugia, Vicenza, Palermo,Ca gliari e, poi, Congo, Polonia, Argentina, Ca -nada, Nige ria… Abbiamo sperimentato una fra-tellanza universale e ci siamo sentiti davvero Chie -sa in cammino sui passi di Gesù.

La Messa con il PapaIl papa, accolto da noi in piazza San Pietro, congrande entusiasmo, ci ha offerto nell’omelia al -cune perle preziose per la nostra vita. Ha preci-

sato che il catechista è un cristianoche porta in sé la memoria di Dio ela sa risvegliare nel cuore degli al -tri. Egli, infatti, è chiamato a ren-dere più fecondo, anche negli al -tri, l’incontro con Gesù e a illumi-nare la scelta di mettersi alla suasequela. Un impegno grande! L’ap -pello rivolto, poi, a tutti noi, cate-chisti, ci ha inondato di gioia: «Ca -

ri catechisti,

vi dico grazie perquello che fate, ma soprattutto, perché ci sietenella Chiesa, nel popolo di Dio in cammino, per-ché camminate con il popolo di Dio». Ci ha invi-tati a seguire Gesù nel suo movimento d’amore,nel suo andare incontro all’uomo, ad aprire lepor te con audacia per tracciare nuove strade perl’annuncio del Vangelo. Infine la sua benedizio-ne: «Che il Signore vi benedica e la Madonna viaccompagni. Grazie tante! Grazie di questo ser-vizio alla Chiesa e nella Chiesa». Incontrare papa Francesco è sempre una grandeemozione: raccogliere il suo sorriso ti spalanca ilcuore e ti riempie di gioia, e poi la condividi conchi incroci sul tuo cammino! Siamo ritornati aca sa con un bagaglio pieno di buona volontà, divo glia di rinnovamento, di desiderio di «mostra-re» a tutti la gioia del Risorto!

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Per te, catechista

EPIFANIA DEL SIGNORE6 gennaio 2014

R. Laurita - B. Corsano

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CERCATORI DI DIO• Il racconto dell’Epifania (cfr. Mt 2,1-12) è per co lo -ro che hanno un cuore limpido e accettano dilasciarsi condurre; costoro si lasciano in can taredai segni, portandosi dentro domande im por -tan ti e tirandole fuori, a costo di creare pro ble mi.

• Per i cercatori di Dio, questo Vangelo è colmodi speranza e di gioia: in Gesù Dio si manifestain un Bambino e si fa trovare da quelli che de -si derano incontrarlo!

PREGHIERAGesù, Figlio di Dio e nostro fratello, coloro che ti cercano con cuore sincero vedono le stelleche semini lungo la loro strada.Così tu guidi i nostri passi verso di te e rallegri i nostri cuoricon la tua luce.

ATTIVITÀ - In ricercaCome i Magi, mettiamoci anche noi incammino alla ricerca di Dio, co me deltesoro più prezioso! Apria mo orec chie,occhi, mente e cuore per co glie re tut -ti i segni e giungere alla mèta.1. Fotocopia la mappa su un foglio A4.2. Completa il percorso fino ad arri-vare a Gesù.

3. Poi, nelle caselle evidenziate, sco -pri il no me del profeta citato nel Van -gelo di questa do menica (Mt 2,1-12).

INDICAZIONI PER LA MAPPA1. Chi è in cerca di Gesù?2. Il re di quale popolo cercano?3. Cosa dovrà uscire da Betlemme?4.Cosa fa Erode segretamente con iMagi?

5.Che cosa precede i Magi?6. I Magi con chi trovarono il Bam bi no?

LA STRADA DI DIO…• segue il percorso delle stelle. Chi sa alzare gli occhi per vedere la luce non siperde fra le tenebre:• segue il percorso dei profeti. Chi intende la voce dei profeti, che an nuncianola venuta del Messia, non si perde in mezzo alle gridae ai ru mo ri:• segue il percorso della semplicità. Chi sa piegare lo sguardo verso il Bambino ap -pena nato: • trova Dio che cercava da tanto tem po.

Soluzione:1. MAGI; 2. GIUDEI; 3. CAPO; 4. CHIAMA; 5. STELLA; 6. MARIA. Profeta: MICHEA.

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CATECHISTI PARROCCHIALIProprietà: Istituto della Pia Società Figlie di San PaoloDirettore responsabile: M. Rosaria AttanasioConsiglio di redazione: F. Carletti, A.T. Borrelli, B. Fregni,T. Lasconi, E. Salvatore, M.A. Tassielli

Progetto grafico e impaginazione: Erika SerafiniCopertina Catechisti parrocchiali: Alida MassariFoto Catechisti parrocchiali: Anna Mátiková, p. 4; Bekárková,p. 6; Archivio Paoline, pp. 8, 9, 10, 11, 23, 31; G. Quaglini, p. 16;M. R. Attanasio, pp. 22, 34, 35; www.parrocchiaspiritosanto.pr.it,p. 29; M. Sanavio, p. 33.Copertina Dossier: Alida MassariFoto Dossier: G. Rescigno, p. 3; Archivio Paoline, pp. 4, 16; G.Lanzoni, pp. 6, 8; A. Cambi, p. 7.Per immagini legate a eventuali diritti di autore, informarne la Di -re zione, che provvederà a saldare il corrispettivo dovuto.

Direzione e amministrazione:Via Antonino Pio, 75 - 00145 Romae-mail: [email protected]: 06.54.956.416 • fax: 06.54.956.537

Stampa: Il Centro StampaVia Cantiano, 14 - 00010 Roma • tel. 06.22.03.960Finito di stampare il 4 novembre 2013

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EditorialeDare Gesù Cristo al mondo pag. 1M. Rosaria Attanasio

Spazio dialogoSOS confrontiamoci » 2Tonino Lasconi

Icone di comunioneLa preghiera di Gesù, «il piccolo» del Padre » 4Emilio Salvatore

Itinerario per genitoriLa preghiera è dei «piccoli» » 6Emilio Salvatore

Itinerario - Io sono con voiUna comunità attenta ai «piccoli» » 8Fabrizio Carletti

Itinerario - Venite con meLa scoperta dei doni d’amore di Dio ai «piccoli» » 10Anna Teresa Borrelli

Dinamiche e attività…Una comunità che camminaal passo dei «piccoli» » 12Fabrizio Carletti - Mirella Spedito

Parole di comunioneComunità di fede » 14Renato De Zan

Itinerario battesimaleDio cammina con noi nella Chiesa » 16Azione Cattolica dei Ragazzi

Sussidi liturgici e pastoraliCristo non può essere diviso » 20Filippa Castronovo

Ascolto e seguo GesùIl Vangelo della domenica » 24Roberto Laurita

Il Vangelo nella vita » 26Barbara Corsano

Metodologia catechisticaUna catechesi comunicativa » 28Redazione

Famiglia e catechesiMamma e papà litigano sempre » 30Franca Feliziani Kannheiser

Catechesi al ritmo dei bitLe foto: utilizzo didattico e pastorale » 32Marco Sanavio

Catechisti protagonistiGiornata mondiale dei catechisti » 34P. P. Pellegrino - A. Santoro

Per te, catechista Epifania del Signore » 36R. Laurita - B. Corsano

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