Eeterna è la sua misericordia 3 - estratto libro - Paoline

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Terzo e ultimo volume dell’opera con cui MichaelDavid Semeraro ha riletto la liturgia della parola dell’anno liturgico alla luce della Misericordia. http://www.paolinestore.it/shop/eterna-e-la-sua-misericordia-4827.html

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INTRODUZIONE

I tempi della misericordia

L’icona del Buon Pastore accompagna questo terzo volume di Eterna è la sua misericordia che ci farà da battistrada nell’ultima fase del Giubi-leo. L’immagine è diventata ormai cara a tutti, perché il logo del Giubileo, disegnato dallo stes-so padre Rupnik, riprende proprio questo tema. La tradizione popolare ci ricorda che « gli occhi sono la porta del cuore ». In questa icona lo sguardo, così intimo e ravvicinato, tra il pastore e la pecora ritrovata ci fa sentire il « contatto dei due cuori ». Questa relazione riconquistata e rafforzata ci fa sperimentare la compassione di un Dio-pastore che si mette a cercare ciascuno di noi, quando ci troviamo nella stessa condizio-ne della pecora perduta.

L’evangelista Luca ci fa fremere di gioia quan-do ci racconta questa parabola. Ci aiuta a senti-re, in modo ancora più forte, ciò che il Signore Gesù dice di se stesso nel quarto Vangelo, defi-nendosi, al contempo, « pastore » (Gv 10,14) e « porta » (Gv 10,9).

Cercando di arginare la mormorazione dei farisei e degli scribi, il Signore Gesù racconta tre

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parabole, di cui la prima suona così: « Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quel- la perduta, finché non la trova? » (Lc 15,4). La domanda del Signore può farci da pungolo in questa ultima parte del Giubileo della Misericor-dia. È un interrogativo che ci obbliga, in primis, a guardare dentro il nostro cuore per vedere se, in questo anno giubilare, siamo diventati più consapevoli di essere stati cercati dalla miseri-cordia. Ma dobbiamo anche chiederci, onesta-mente, se abbiamo fatto un passo in più nell’i-mitare quest’attitudine del Buon Pastore in relazione agli altri.

In questa medesima direzione vi è nella para-bola una nota temporale che non possiamo sot-tovalutare: « Finché non la ritrova »! L’esperien-za della misericordia, ricevuta e donata, non è una sorta di bacchetta magica che risolve, in un attimo, tutti i problemi. L’amore esige tempo, ha bisogno di tempo e si concretizza con il tempo. Per questo l’immagine del Buon Pastore ci ricor-da che ritrovare il contatto – cuore a cuore – con il Signore obbliga a fare tutto ciò che ci è possi-bile per ricucire le relazioni ferite e solidificare quelle gioiose. Il tenero gesto del pastore, che ritrovata la pecora smarrita « se la carica sulle spalle » (Lc 15,5), suona come una discreta esor-tazione a non diventare troppo pesanti per le spalle della misericordia. Ma, allo stesso tempo, ci sollecita a non essere troppo fiacchi nel farci,

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a nostra volta, sacramento concreto di miseri-cordia e di compassione, portando « i pesi gli uni degli altri » (Gal 6,2) e il peso che siamo gli uni per gli altri.

L’immagine del pastore ricorre più volte nel-le Scritture; e Davide, che prima di essere re fu pastorello, è un punto di riferimento ermeneuti-co per comprendere la figura messianica di Cri-sto Signore, crocifisso e risorto. Una piccola storiella ebraica, scritta per bambini, può aiutar-ci, e quasi coccolarci, nel vivere, giorno dopo giorno, quest’ultima parte del Giubileo. Dell’An-no della Misericordia, infatti, dobbiamo conti-nuare ad alimentare il suo senso più autentico nella nostra relazione con Dio, e il suo più ur-gente appello nella nostra disposizione verso i fratelli e sorelle in umanità. Ecco la storia:

Davide era un giovane di bell’aspetto, intelli-gente e coraggioso. Suo padre, Isciai, di Betlem-me, resosi conto della sua serietà, affidò a lui, per quanto fosse il più giovane fra i suoi figli, le cure del gregge, e Davide vi si dedicava con grande amore.

Si alzava all’alba e, recitate le preghiere, pren-deva il sacco e il bastone (il bastone aveva uno zufolo a una delle due estremità) e, aperto l’ovile, usciva col gregge al pascolo.

Betlemme era situata in una ridente zona dei monti della Giudea e, al levarsi del sole, la rugia-da brillava nella vasta campagna che circondava la città.

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Il cuore del giovane pastore ridondava di con-tentezza alla vista del paesaggio luminoso e se-guiva il gregge zufolando deliziose melodie. Se trovava prati, sia pur vasti, confinanti con campi di grano, non lasciava che le sue pecore vi pasco-lassero, per timore che andassero a calpestare le spighe, e preferiva fare lunga strada per raggiun-gere zone di pascolo dove non ci fossero proprie-tà coltivate a cereali: lungo la via col suono del piffero, rendeva il cammino meno faticoso alle pecore più deboli. Dotato dalla Provvidenza di un orecchio finissimo, sapeva rendere in modo mirabile i suoni della natura: il cinguettio degli uccelli, lo stormire delle frasche, il fruscio delle spighe, il mormoreggiare delle sorgenti.

Davide andava dietro al gregge senza per-derlo d’occhio un solo istante; seguiva con cura gli agnellini perché non restassero indietro, e li prendeva sulle spalle quando li vedeva stanchi. Giunto al luogo del pascolo si dava da fare per-ché anche i più giovani trovassero il loro nutri-mento: strappava per loro l’erba e lui stesso li imboccava. Si racconta che una volta Davide non fosse riuscito a trovare per il pascolo che un campo di sterpi e di erbacce e, per timore che le pecore più grandi mangiassero il meglio e non restasse nulla per le altre, mandò per primi al pa-scolo gli agnelli perché mangiassero loro la parte più tenera dell’erba; solo quando gli sembrò che si fossero nutriti a sazietà, fece andare sul campo le pecore più vecchie e, per ultime, fece entrare quelle giovani che, coi loro denti forti, avrebbero potuto mangiare senza fatica anche gli steli.

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Con questa trovata riuscì a saziare l’intero gregge e il Signore apprezzò a tal punto il suo operato, che decise di affidargli anziché la cura del gregge paterno, la cura di tutto il popolo1.

Relazione con Dio e con i fratelli e sorelle in umanità, misericordia ricevuta e condivisa: di questo dobbiamo continuare a impastare le no-stre scelte, a partire dalla semplice e quotidiana ferialità, in cui ci immerge il Tempo Ordinario.

1 S. SkulSki, Re David. Leggende, Fondazione per la gioventù ebraica, Roma 1958, pp. 9-11.

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VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

16 Maggio • luneDì

Una parola« La sapienza che viene dall’alto anzitutto è

pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sin-cera » (Gc 3,17).

Un atteggiamentoLa ripresa del cammino nel Tempo Ordinario,

dopo i tempi forti della Quaresima e della Pa-squa, è segnata da un appello rinnovato a vivere una misericordia creativa e capace di reinventar-si e ridonarsi ogni giorno. Questa seconda parte del Giubileo ci chiede di aprirci ancora di più alla sapienza del cuore, che tutto vede, tutto co-pre, tutto spera… per tutti.

17 Maggio • MarteDì

Una parola « Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di

tutti e il servitore di tutti » (Mc 9,35).

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Un atteggiamento In realtà, ogni volta che cerchiamo di scalare

i primi posti e sgomitiamo per avere una posi-zione di privilegio non stiamo cercando altro che un briciolo di attenzione e di amore; ma intanto scateniamo « guerre e liti » (Gc 4,1). Basterebbe cambiare posizione: mettendoci ai piedi dei no-stri fratelli e sorelle in umanità scateneremo, infatti, sentimenti di amore.

18 Maggio • MercoleDì

Una parola « Chi non è contro di noi è per noi » (Mc 9,40).

Un atteggiamento Questa parola del Signore ci libera dal sospet-

to e da quel senso di concorrenza spirituale che rischia di renderci, malgrado tutte le migliori intenzioni, alquanto dispettosi. Forse dimenti-chiamo quanto sia « peccato » (Gc 4,17) non essere capaci di riconoscere il « bene » che viene fatto fuori dai nostri circoli e in modi diversi da quelli a cui siamo abituati.

19 Maggio • gioveDì

Una parola « Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’ac-

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22 MAGGIO

Santissima Trinità

Giocavo sul globo terrestre, ponen-do le mie delizie tra i figli dell’uomo.

(Pr 8,31)

MeDitare

Un testo tratto dai libri sapienziali ci in-troduce alla meditazione del mistero della Trinità. Un mistero che molte volte

rischia di essere un rompicapo numerico e che, invece, è una porta sulla stessa vita di Dio, che fonda, e continuamente dovrebbe ispirare, la nostra modalità di vivere, sia nell’intimo sia nel-le umane relazioni. La Trinità non è questione di numeri. È memoria di quel dinamismo divino che, continuamente, si rimette in gioco attraver-so un amore che si fa movimento, energia, do-no. Il nostro modo di pensare Dio, e di far fluire la sua vita nella nostra, è gioioso, proprio per-ché dominato dal giocoso scambio di un amore che mai si ripiega su di sé: si fa danza per fare spazio all’altro, perché l’altro possa essere se stesso. Di questo mistero di amore invincibile e sempre in movimento, di accoglienza radicale e

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di perenne apertura, non siamo ancora « capaci di portarne il peso » (Gv 16,12), come ci ricor-da il Signore Gesù. Tuttavia, la nostra vita di discepoli vuole essere una graduale maturazio-ne interiore che ci permette di comprendere la logica che presiede alla vita intima delle Perso-ne Divine. Di loro siamo chiamati a farci imita-tori, lasciandoci ispirare dal gioco di un amore che continua a creare possibilità e promessa di vita per tutti. L’apostolo Paolo ce lo ricorda con solennità: « La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuo-ri » (Rm 5,5). Contemplare la giocosa relazio-ne d’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ci fa sperare che ogni contatto tra di noi possa diventare non solo sempre più vitale, ma anche sempre più fonte di speranza e di gioia.

iMplorare MiSericorDia

Signore Gesù, con i tuoi gesti e con le tue parole ci hai rivelato il mistero di quell’amore che, da sempre, il Padre ha riversato nella tua vita.

Donaci ancora il tuo Spirito Santo, perché possiamo aprire la nostra intelligenza al mistero del tuo essere Figlio amato, per essere, sempre più, figli gioiosi e fratelli « giocosi ».

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vivere Di MiSericorDia

La memoria del nostro battesimo, attraverso cui siamo stati immersi nella vita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ha messo la nostra esistenza sotto il segno di un amore che ci pre-cede, ci accompagna e, sempre, ci attende sulla soglia di quella vita divina di cui siamo chiama-ti a essere non spettatori, ma convitati e gioiosi commensali. Non possiamo ripetere su di noi il segno della croce, invocando il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, senza diventare sempre più consapevoli del fatto che questo amore è la fon-te e il fine della nostra stessa vita.

conDiviDere la MiSericorDia

Lasciare che lo Spirito del Crocifisso Risorto ci guidi « a tutta la verità » (Gv 16,13) non è semplicemente un’operazione della mente; passa attraverso la disponibilità del nostro cuore a diventare come quello di Dio: uno spazio aperto di condivisione e di comunione, che si dilata continuamente senza cedere alla paura di per-dersi e al timore di perdere. Una Chiesa che è trasparenza della vita della Trinità, per esserne segno profetico per l’umanità, non può che es-sere facilitatrice di relazione e di comprensione in ogni situazione.

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il vangelo Del giorno

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: « Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il mo-mento non siete capaci di portarne il peso.

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.

Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà ».

(Gv 16,12-15)

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INDICE

IntroduzioneI tempi della misericordia pag. 5

VII Settimana del Tempo Ordinario » 11

22 maggioSantissima Trinità » 15

VIII Settimana del Tempo Ordinario » 19

29 maggioCorpo e Sangue di Cristo » 23

IX Settimana del Tempo Ordinario » 27

5 giugnoX Domenica del Tempo Ordinario » 32

X Settimana del Tempo Ordinario » 36

12 giugnoXI Domenica del Tempo Ordinario » 40

XI Settimana del Tempo Ordinario » 45

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19 giugnoXII Domenica del Tempo Ordinario pag. 49

XII Settimana del Tempo Ordinario » 53

26 giugnoXIII Domenica del Tempo Ordinario » 57

XIII Settimana del Tempo Ordinario » 61

3 luglioXIV Domenica del Tempo Ordinario » 65

XIV Settimana del Tempo Ordinario » 69

10 luglioXV Domenica del Tempo Ordinario » 73

XV Settimana del Tempo Ordinario » 77

17 luglioXVI Domenica del Tempo Ordinario » 81

XVI Settimana del Tempo Ordinario » 85

24 luglioXVII Domenica del Tempo Ordinario » 89

XVII Settimana del Tempo Ordinario » 93

31 luglioXVIII Domenica del Tempo Ordinario » 97

XVIII Settimana del Tempo Ordinario » 101

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7 agostoXIX Domenica del Tempo Ordinario pag. 105

XIX Settimana del Tempo Ordinario » 110

14 agostoXX Domenica del Tempo Ordinario » 114

XX Settimana del Tempo Ordinario » 118

21 agostoXXI Domenica del Tempo Ordinario » 122

XXI Settimana del Tempo Ordinario » 126

28 agostoXXII Domenica del Tempo Ordinario » 130

XXII Settimana del Tempo Ordinario » 134

4 settembreXXIII Domenica del Tempo Ordinario » 138

XXIII Settimana del Tempo Ordinario » 142

11 settembreXXIV Domenica del Tempo Ordinario » 146

XXIV Settimana del Tempo Ordinario » 152

18 settembreXXV Domenica del Tempo Ordinario » 156

XXV Settimana del Tempo Ordinario » 160

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25 settembreXXVI Domenica del Tempo Ordinario pag. 164

XXVI Settimana del Tempo Ordinario » 168

2 ottobreXXVII Domenica del Tempo Ordinario » 172

XXVII Settimana del Tempo Ordinario » 176

9 ottobreXXVIII Domenica del Tempo Ordinario » 180

XXVIII Settimana del Tempo Ordinario » 184

16 ottobreXXIX Domenica del Tempo Ordinario » 189

XXIX Settimana del Tempo Ordinario » 193

23 ottobre XXX Domenica del Tempo Ordinario » 197

XXX Settimana del Tempo Ordinario » 201

30 ottobreXXXI Domenica del Tempo Ordinario » 205

XXXI Settimana del Tempo Ordinario » 209

6 novembreXXXII Domenica del Tempo Ordinario » 213

XXXII Settimana del Tempo Ordinario » 217

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13 novembreXXXIII Domenica del Tempo Ordinario pag. 221

XXXIII Settimana del Tempo Ordinario » 225

20 novembreCristo Re dell’universo » 230

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La misericordia, Padre,ci raggiunge e ci trasforma attraverso la tenera determinazione del Pastore Buono che, instancabilmente, ci cerca e non ci abbandona.

La sperimentiamo nel tenero gesto di colui che, ritrovandoci feriti, si fa carico del nostro peccato, ci guarisce, ci salva.

È amore ricevuto che chiede di farsi donoper ogni fratello e sorella in umanità.