La catechesi educa alla gioia evangelica, estratto - Paoline 2014

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LA CATECHESI EDUCA ALLA GIOIA EVANGELICA Riflessioni teologico-pastorali a partire dall’Esortazione Evangelii Gaudium a cura di GIUSEPPE ALCAMO

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Riflessioni teologico-pastorali a partire dall'esortazione Evangelii Gaudium. Il testo è frutto dallo studio di catecheti e teologi della Chiesa di Sicilia che hanno approfondito la ricchezza e la novita dell'esortazione di papa Francesco.

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LA CATECHESIEDUCA ALLA GIOIA

EVANGELICA

Riflessioni teologico-pastorali a partire dall’Esortazione

Evangelii Gaudiuma cura di

Giuseppe AlcAmo

L’Evangelii Gaudium è il nuovo programma pastorale che papa Francesco indica alla Chiesa del terzo millennio. Attraverso questo documento, il Papa chiede a tutti i singoli cristiani e alle Chiese locali un ri-centramento della vita cristiana attorno alla gioia del Vangelo e a tutte le sue implicanze.

La Facoltà Teologica di Sicilia, coinvolgendo docenti di diverse realtà accademiche e le Chiese locali dell’Isola, desidera entrare nella stessa tensione spirituale ed eccle-siale di Francesco, per dare un apporto di approfondi-mento e di applicazione di questo nuovo programma, in modo da promuovere una vita cristiana vissuta nella gioiosa fedeltà al Vangelo.

Giuseppe AlcAmo

RosARio lA DelfA

Vincenzo lombino

luciAno meDDi

ubAlDo montisci

Antonio pARisi

seRGio tAnzARellA

cARmelo toRciViA

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ISBN 978-88-315-4523-5

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LA CATECHESI EDUCA ALLA GIOIA

EVANGELICARiflessioni teologico-pastorali

a partire dall’Esortazione

Evangelii Gaudium 

Giuseppe AlcAmo

RosARio lA DelfA

Vincenzo lombino

luciAno meDDi

ubAlDo montisci

Antonio pARisi

seRGio tAnzARellA

cARmelo toRciViA

a cura diGiuseppe AlcAmo

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PAOLINE Editoriale Libri

© FIGLIE DI SAN PAOLO, 2014 Via Francesco Albani, 21 - 20149 Milano www.paoline.it [email protected] Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (MI)

Copertina: immagine di F. Vignaga, dettaglio da Le dieci Marie... e l’angelo bambino, di A. Magni Paoline 2009.

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INTRODUZIONE

Anche, mA non solo!

« Fratelli e figli carissimi, non è forse normale che la gioia abiti in noi allorché i nostri cuori ne con-templano o ne riscoprano, nella fede, i motivi fondamentali? Essi sono semplici: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito; mediante il suo Spirito, la sua presenza non cessa di avvolgerci con la sua tenerezza e di penetrarci con la sua vita; e noi camminiamo verso la beata trasfigurazione della nostra esistenza nel solco della resurrezione di Gesù »1.

Così, scriveva Paolo VI, in una Esortazione pastorale del 1975, nel corso dell’anno santo, per richiamare al rinnovamento interiore e alla ricon-ciliazione, invitando a implorare dallo Spirito il dono della gioia.

Una gioia, quella di cui parlano Paolo VI e Francesco, ma anche Giovanni Paolo II e Benedet-to XVI, per citare solo il magistero degli ultimi pontefici, radicata in Dio, accolta come dono e vissuta come sfida alle difficoltà della vita quoti-

1 Paolo VI, Gaudete in Domino. De christiano gaudio, 9 maggio 1975, in EV 5 (1974-1976) 1309.

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diana; una gioia quella cristiana che si contrappo-ne ai piaceri della logica di una vita comoda e superficiale, che cerca il futile e non si assume le proprie responsabilità.

Per l’uomo, in quanto uomo, la gioia non è un di più, qualcosa di cui potrebbe fare a meno; è il motivo per cui ogni giorno si affatica e lotta, magari anche, qualche volta, sbagliando strada o identificandola con qualcosa che lo porta lontano da essa; l’uomo per tutta la vita cerca la gioia e non trova serenità al di fuori di essa.

Ma, la gioia cristiana di cui parla Francesco è altro e si fonda sull’Altro, ha il sapore della san-tità, percorre la via della fedeltà, esprime la scelta personale di vivere fino in fondo la fedeltà al Van-gelo, e, consapevole dell’umana fragilità, pone la sua sicurezza in Colui che tutto può.

La gioia cristiana non teme di essere rubata da qualcuno, perché solo chi la possiede, deciden-do di vivere contro di essa, se ne può privare; trova la sua dimora nel cuore dell’uomo, ma la sua origine non è nell’uomo. La gioia cristiana per-mette di vivere su un’altra dimensione, quella di Dio, apre altre prospettive che sono contagiose e invitano alla sequela.

 L’Evangelii Gaudium, in continuità con quan-

to Paolo VI ha detto, è anche, ma non solo, una Esortazione postsinodale, come conclusione del XIII Sinodo dei vescovi, dedicato alla nuova evan-gelizzazione per la trasmissione della fede cristiana:

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« Ho accettato con piacere l’invito dei Padri sino-dali di redigere questa Esortazione. Nel farlo, rac-colgo la ricchezza dei lavori del Sinodo. Ho con-sultato anche diverse persone, e intendo inoltre esprimere le preoccupazioni che mi muovono in questo momento concreto dell’opera evangelizza-trice della Chiesa » (EG 16).

A partire da quanto i Padri sinodali hanno proposto all’attenzione di papa Francesco, l’Esor-tazione, alla luce della Lumen Gentium, intende andare oltre e affrontare i seguenti temi: « La ri-forma della Chiesa in uscita missionaria. Le ten-tazioni degli operatori pastorali. La Chiesa intesa come la totalità del popolo di Dio che evangelizza. L’omelia e la sua preparazione. L’inclusione socia-le dei poveri. La pace e il dialogo sociale. Le mo-tivazioni spirituali per l’impegno missionario » (EG 17).

L’Evangelii Gaudium è il nuovo programma pastorale che il Papa venuto « dalla fine del mon-do », all’inizio del suo ministero, indica alla Chie-sa del terzo millennio; il gesuita J. Bergoglio, chiamato a presiedere la carità e la missione della Chiesa, che ha scelto il nome di Francesco per indicare la priorità dei poveri dentro la vita della stessa Chiesa, chiede a tutti i singoli cristiani e alle Chiese locali come un ri-centramento della vita cristiana attorno alla gioia del Vangelo e a tutte le sue implicanze.

Papa Francesco, con questa Esortazione, prende di petto le Chiese locali e in esse i singoli cristiani, a partire da coloro che hanno ricevuto il

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dono della vocazione al ministero ordinato, per porli di fronte alla responsabilità storica di mo-strare a tutti un Vangelo gioioso, senza burocrazia e formalità, capace di attrarre a sé ogni uomo che cerca gioia e pace; non teme, per esempio, di di-chiarare « disonesti e irresponsabili » tutti coloro che svolgono l’omelia senza un’adeguata prepara-zione; questa è per il Vescovo di Roma l’autentica evangelizzazione che la Chiesa è chiamata a fare, se vuole restare fedele al suo Signore e Maestro.

 La Facoltà Teologica di Sicilia, coinvolgen-

do docenti di diverse realtà accademiche e le Chiese locali dell’Isola, desidera entrare nella stes-sa tensione spirituale ed ecclesiale del Santo Pa-dre, per dare un apporto di approfondimento e di applicazione di questo nuovo programma, in modo da promuovere una vita cristiana vissuta nella gioiosa fedeltà al Vangelo.

Gli interventi dei noti teologi, pastoralisti e catecheti, pur nella diversità di linguaggi e stili, permettono un originale accesso all’Esortazione e ne favoriscono la comprensione di tutta la ric-chezza, facendo riecheggiare il nuovo stile pasto-rale in cui papa Francesco ci ha introdotti e met-tendo in evidenza come l’Esortazione si fonda sulla più solida tradizione della Chiesa.

I primi due studi, di G. Alcamo e S. Tanza-rella – « La catechesi: dall’Evangelii Nuntiandi all’Evangelii Gaudium » e « Dalle categorie conci-liari all’Evangelii Gaudium » – hanno l’obiettivo di

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far cogliere come l’Esortazione di papa Francesco porta dentro tutto il travaglio della Chiesa post-conciliare e, andando oltre, rilancia la sua missio-ne; si vuole dimostrare come papa Francesco attua un radicamento e un superamento dell’evento Concilio, mettendo a frutto i cinquant’anni di storia che la Chiesa ha vissuto.

Le tematiche conciliari e il successivo svi-luppo catechetico vengono colti in relazione a tutto il percorso storico della Chiesa, affermando che l’Evangelii Gaudium è un punto di non ritor-no, non può essere considerato uno dei tanti do-cumenti della Chiesa, che dopo averlo letto può essere archiviato per passare oltre; la riflessione che Francesco sviluppa nella sua prima Esortazio-ne vuole mettere in moto le Chiese locali, e in esse destare dal torpore e dalla mediocrità la vita quo-tidiana delle parrocchie e dei singoli cristiani.

Per questo rilancio della vita della Chiesa, si ritiene importante rispondere a tre domande: Quale ecclesiologia anima il pensiero di France-sco? Quale idea di teologia pastorale sottostà a tutto il discorso che papa Bergoglio sta sviluppan-do nel suo ministero? In che relazione sono poste dal Papa le direttive morali rispetto alle norme morali?

Gli interventi di R. La Delfa, C. Torcivia e A. Parisi – « La Chiesa nella sua fede. Individua-lità nell’unità », « Per una criteriologia teologico pastorale della dottrina e dell’agire pastorale » e « Crescere nella fedeltà allo stile di vita del Vange-

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lo » – si propongono di rispondere alle tre doman-de e accompagnare il lettore nella comprensione ecclesiologica, teologico-pastorale e morale di tutta la vita cristiana.

In altri termini, si vuole ribadire che la vita cristiana non è una camicia di forza che opprime e ingabbia, che schiaccia con le sue esigenze e, che, in fondo, risulta invivibile. Attraverso l’Esortazione Evangelii Gaudium, papa Francesco dice all’uomo di oggi che vivere il Vangelo non solo è possibile, ma è quanto di più bello, più giusto, più vero, più gioioso l’uomo possa fare; è un’avventura d’amore che apre prospettive di futuro e dona speranza che non tramonta; nessuno ne è escluso e ciascuno a suo modo, nell’originalità della sua vita, può in-camminarsi per questo sentiero di vita piena.

In questa proposta di vita evangelica un ruolo determinante è dato al discernimento e all’accompagnamento dei singoli e delle comuni-tà; si tratta, per la Chiesa, di elaborare progetti educativi su misura, che permettano a tutti di crescere e maturare, che pongano davanti a tutti l’ideale evangelico come una meta verso cui in-camminarsi gradualmente, sostenuti dalla grazia di Dio e dall’amore fraterno, dentro la vita delle Chiese locali.

Gli interventi di L. Meddi e di U. Montisci – « Parrocchia, Associazioni, Movimenti: espres-sioni dell’unica missionarietà della Chiesa » e « L’annuncio evangelico tra Omelia, Catechesi e Mistagogia » – mettono a tema le « strutture » e le

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« forme » con cui la Chiesa nel tempo si è posta a servizio del Vangelo, per mostrarne la loro attua-lità e forse anche qualche ruga da cui tentare di liberarsi. Un’articolata riflessione che fa cogliere lo sviluppo della categoria « missione » dentro il contesto ecclesiale postconciliare e pone l’Evan-gelii Gaudium come punto di arrivo per una nuo-va consapevolezza ecclesiale.

Il Vangelo non può essere vissuto e annun-ciato in forma rigida, stereotipata, con orpelli e caricature; bensì, andando all’essenziale, liberan-dolo da tutte le incrostazioni storiche che lo ap-pesantiscono.

Papa Francesco sostiene che la vita della Chiesa va continuamente verificata per attuare potature e innesti; la logica del « si è fatto sempre così » non può essere assunta a criterio di validità e di fondamento per le scelte storiche con cui la Chiesa vive e annuncia il Vangelo; tutto ciò che diventa nel tempo ostacolo o non risponde più alla motivazione originaria per cui è stato prodot-to bisogna trovare il coraggio e la forza di rinno-varlo o eliminarlo.

Dalla Esortazione viene indicata, proprio a partire dalla natura missionaria della Chiesa, la necessità di una struttura ecclesiale leggera, snel-la, mobile, capace di rinnovarsi senza irrigidimen-ti, senza paure o pregiudizi e senza altre motiva-zioni se non una maggiore fedeltà al Vangelo.

Infine, a mo’ di conclusione, l’intervento del patrologo V. Lombino, fa cogliere la profonda

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sintonia tra i Padri della Chiesa e la spiritualità di papa Francesco.

L’esortazione Evangelii Gaudium, con i suoi cinque capitoli, suddivisi in 288 numeri, è un punto di non ritorno per la Chiesa del XXI secolo, perché con un linguaggio che supera tutte le bar-riere culturali, permette di accedere alla dinamica ricchezza della fede della Chiesa e provoca il let-tore a un’audace adesione per riscoprire la gioia di vivere, lasciarsi incontrare da Lui e cercarlo ogni giorno senza sosta.

« Perché non entrare anche noi in questo fiume di gioia? » (EG 5).

 Giuseppe AlcAmo

  

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L’EVANGELII GAUDIUME I BISOGNI CONCRETI

DELLA STORIA

seRGio tAnzARellA

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seRGio tAnzARellA è docente di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale dove dirige l’Istituto di storia del cristianesimo « Cataldo Naro » e presso l’Università Gregoriana. Per le edizioni Il pozzo di Giacobbe di-rige la collana « Oi christianoi - Nuovi studi sul cristianesimo nella storia ». Tra le pubblicazioni: La purificazione della memo-ria: il compito della storia tra oblio e revisionismi (Bologna 2001); Gli anni difficili. Lorenzo Milani, Tommaso Fiore e le « Esperienze Pastorali » (Trapani 2007).

 

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1. un nuoVo moDello Di eVAnGelizzAzione

Forse ancora pochi hanno compreso di tro-varsi dinanzi a un tornante della storia, grazie a questo pontificato. Da parte dei cattolici non è nuovo questo errore di valutazione. Si pensi, per fare qualche esempio, a quale fu nel Novecento la percezione di molti cattolici di fronte alla Prima guerra mondiale, compresa ancora come una delle tante guerre, o ancora all’adesione convinta conces-sa a un regime come quello di Mussolini, alla sua guerra coloniale o la guerra in Spagna o la Seconda guerra mondiale, al sostegno offerto da tanti al nazismo di Hitler, sia in Germania sia in Austria.

Ma guardando a imprecisioni di valutazione a noi più vicine, basti ricordare quella successiva all’annuncio del Concilio, quando molti Vescovi, nel rispondere alla lettera del cardinale Domenico Tardini sulle proposte degli argomenti che il Con-cilio avrebbe dovuto trattare, fornirono un venta-glio di risposte complessivamente sovrapponibili e ben distanti da ciò che il Concilio sarebbe poi concretamente divenuto e da ciò di cui si sarebbe

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occupato. Chi legge i Vota et consilia resta impres-sionato da questa distanza e incapacità a compren-dere cosa stesse realmente maturando nella Chie-sa in quegli anni1.

Non sono evidentemente mancati in questi ultimi decenni documenti importanti del magiste-ro pontificio, talora anche decisivi, e comunque di grande rilievo e novità; si pensi alla Pacem in terris, alla Evangelii Nuntiandi, alla Populorum progressio, alla Centesimus Annus.

Ma chi legge l’Esortazione apostolica Evan-gelii Gaudium (EG) di papa Francesco, ed è abi-tuato agli scritti del magistero, si rende facilmen-te conto che essa traccia un altro percorso di comunicazione e si propone un diverso obiettivo: una trasformazione profonda che va all’essenziale della missione cristiana avviando lo smontaggio e il superamento di sovrastrutture secolari, utili forse un tempo, ma che oggi rischiano di diventa-re impedimenti o addirittura dannose per l’evan-gelizzazione stessa.

Dunque, l’essere cristiani non sarà, o non dovrà essere, più come prima dopo questa Esorta-zione apostolica. Osservava Antonio Spadaro, nel suo commento di inizio dicembre al documento, che: « La riflessione del Papa ha lo scopo di mette-re in moto le Chiese locali per l’approfondimento

1 Ho mostrato questo recentemente in: S. Tanzarella, Vota et consilia dei vescovi della Campania, in A cinquant’anni dal Vaticano II. Una riflessione storica sul Concilio e la sua applicazione nelle Chiese del Mezzogiorno (in corso di pubblicazione).

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e l’azione; intende essere una sorta di corposo avvio della riflessione e uno stimolo all’azione »2.

Quindi l’Esortazione chiama al movimento le Chiese locali perché approfondiscano, riflettano e agiscano. All’Esortazione deve quindi seguire questo impegno locale che ancora però, in Italia, non è dato modo di vedere avviato. L’EG non è infatti una raccolta di precetti da osservare o un progetto da realizzare, quanto la richiesta som-messa e amichevole ad avviare con urgenza un processo di rinnovamento di stile e di mentalità, che restituisca all’evangelizzazione tutta la libertà e imprevedibilità della forza del Vangelo.

Mi sembra che in essa si compendiano tutti i primi mesi di pontificato di papa Francesco e ciò che abbiamo ascoltato in parole e discorsi e ciò che abbiamo visto in gesti e scelte trova una sua unità. Nell’EG vi è l’esplicitazione di tutto il modello di evangelizzazione di papa Francesco: fermarsi, scen-dere, andare incontro. Non c’è compito, carica o ministero che impedisca di far questo, e il Papa lo dimostra contro quelli che accampano scuse. Ades-so forse cominciamo a capire meglio che non era una trovata mediatica, ma una profonda e sincera esigenza quella che spinse papa Francesco, il 19 marzo 2013, giorno della messa di intronizzazione a Piazza San Pietro, a far fermare l’auto sulla quale

2 A. Spadaro, « Evangelii gaudium ». Radici, struttura e signifi-cato della prima Esortazione apostolica di Papa Francesco, in La Civiltà Cattolica 164 (2013/4) 433.

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si avviava all’altare, scendere da essa e andare in-contro a un malato di SLA, facendo attendere i grandi del mondo. Un gesto esemplare e liberante. Allo stesso modo, la sedia che papa Francesco ha lasciato vuota durante il grande concerto di musica classica, tenutosi il 23 giugno nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, e patrocinato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione, in occasione dell’Anno della fede alla presenza dell’alta società romana e della diplomazia, era lì a indicare, nelle riprese delle televisioni di tutto il mondo, che il Papa non ha bisogno di una corte, che non è un pontefice rinascimentale e che da tutte le poltrone è sceso da tempo per andare in-contro all’umanità anonima delle periferie del mon-do. E che tutto questo egli lo compie esclusivamen-te perché ritiene essere costitutivo dell’azione di evangelizzazione, che non ha bisogno di concerti riservati ai potenti della terra.

L’EG è un testo che inaugura un modo nuo-vo di comunicare, che propone uno stile e un linguaggio al quale non eravamo forse ancora pronti. Il silenzio complessivo nel quale sembra essere precipitato il documento, dipenderà forse da questa incapacità a leggere e comprendere uno stile di comunicazione totalmente nuovo e frater-no che vuole aiutare a superare individualismo, indifferenza ed egoismo3.

3 « Se qualcuno si sente offeso dalle mie parole, gli dico che le esprimo con affetto e con la migliore delle intenzioni, lontano da

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Con tutta probabilità, una certa indifferenza potrebbe essere provocata dai contenuti della EG a causa dei quali sembra dissolversi un intero uni-verso di certezze e di usi che sono talvolta diven-tati, con un inavvertito processo di sostituzione, il contenuto della stessa fede e della evangelizzazio-ne, quasi che la cornice conti più del quadro.

Da qui il rischio che il documento, per le paure che può suscitare, si perda volutamente tra i tanti pubblicati dal magistero in questi anni, come osserva lo stesso Papa: « Non ignoro che oggi i documenti non destano lo stesso interesse che in altre epoche, e sono rapidamente dimenti-cati. Ciononostante, sottolineo che ciò che inten-do qui esprimere ha un significato programmatico e dalle conseguenze importanti. Spero che tutte le comunità facciano in modo di porre in atto i mez-zi necessari per avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno. Ora non ci serve una “semplice amministrazione” » (EG 25).

Ma nonostante queste resistenze, occorre sottolineare quanto il Papa evidenzi il significato programmatico dell’EG e le sue possibili e necessa-rie conseguenze per le Chiese locali, proprio perché una semplice « amministrazione » non ci serve più.

qualunque interesse personale o ideologia politica. La mia parola non è quella di un nemico né di un oppositore. Mi interessa unicamente fare in modo che quelli che sono schiavi di una mentalità individualista, indifferente ed egoista, possano liberarsi da quelle indegne catene e raggiungano uno stile di vita e di pensiero più umano, più nobile, più fecondo, che dia dignità al loro passaggio su questa terra » (EG 208).

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Non si tratta quindi di un bel documento, quanto di un progetto che perora un cammino di trasformazione e che rifiuta la fissità statica di certa moderazione, presentata in passato come la peculiarità del cristiano. Il Papa sembra metterci in guardia che non si tratta di amministrare, ma di evangelizzare. La differenza tra i due verbi do-vrebbe essere chiara a tutti.

2. né occupAzione Di spAzi né cRistAllizzAzione Di pRocessi

A una prima lettura, il documento lascia ben intravedere quanto il concilio Vaticano II sia total-mente presupposto, orizzonte non ancora compiu-to di un processo che ha già cinquant’anni. E tut-tavia sembra che l’Esortazione abbia la capacità di andare anche oltre il Concilio raccogliendone inte-gralmente l’eredità e spingendosi con coraggio in un oltre che il Concilio poteva soltanto intravedere e sperare e che oggi si compie dinanzi a noi.

A me appare che questo compiersi può fare paura a molti; a coloro che confondono ancora il Vangelo e la missione della Chiesa con un regime di cristianità, e il cristianesimo con una generica com-ponente culturale di una cosiddetta religione civile, risultato di un costantinismo che nella lunga durata arriva trionfante ancora fino al nostro presente4; di

4 Cfr. S. Adamiak - S. Tanzarella, « Costantino e la teologia romana del XIX-XX secolo », in Costantino I. Enciclopedia costantiniana

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un regime di cristianità molto interessato alla collo-cazione di crocifissi di legno e del tutto indifferente ai crocifissi di carne umana della storia.

Infatti il regime di cristianità e la religione civile hanno come proprio impegno quello di occupare la società, di « renderla » a ogni costo cristiana, e nella storia abbiamo anche visto che questo « renderla » poteva anche legittimare ogni sorta di violenza e di costrizione, giustificando inoltre qualsiasi genere di complicità e conniven-za con il potere.

La EG smentisce queste tentazioni dell’oc-cupare spazi e godere di privilegi:

« Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’at-tività socio-politica consiste nel privilegiare gli spa-zi di potere al posto dei tempi dei processi. Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risol-vere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione. Significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli. Dare priorità al tempo si-gnifica occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumi-na e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porte-ranno avanti, finché fruttifichino in importanti av-venimenti storici. Senza ansietà, però con convin-zioni chiare e tenaci » (EG 223).

sulla figura e l’immagine dell’imperatore del cosiddetto editto di Milano 313-2013, III, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 2013, 377-389.

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INDICE

Introduzione pag. 5 

LA CATECHESIDALL’EVANGELII NUNTIANDI

ALL’EVANGELII GAUDIUM

Giuseppe AlcAmo

 1. L’Evangelii Nuntiandi nell’Evangelii Gaudium » 172. L’Evangelii Gaudium » 27 

L’EVANGELII GAUDIUME I BISOGNI CONCRETI

DELLA STORIA

seRGio tAnzARellA

 1. Un nuovo modello di evangelizzazione » 552. Né occupazione di spazi né cristallizzazione di processi » 603. Il concilio Vaticano II nella Evangelii Gaudium » 654. Cosa comporta accogliere concretamente la storia » 715. Bisogni concreti della storia » 756. Fuggire o sperare nella storia » 77  

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LA CHIESA NELLA SUA FEDE,« FAVILLA, CHE SI DILATA IN FIAMMA »

INDIVIDUALITÀ NELL’UNITÀ

RosARio lA DelfA

 1. Una suggestione tratta da Lumen Fidei pag. 85 

PER UNA CRITERIOLOGIATEOLOGICO-PASTORALE

DELLA DOTTRINA TEOLOGICAE DELL’AGIRE PASTORALE

cARmelo toRciViA

 1. Il criterio teologico-pastorale di missione » 1142. I « criteri ecclesiologici » » 1183. Il criterio del tradere » 1214. Il criterio teologico-pastorale dell’essenziale tra missionarietà e gerarchia delle verità » 128  

« CRESCERE NELLA FEDELTÀALLO STILE DI VITA

DEL VANGELO »

Antonio pARisi

 1. Evangelii Gaudium e morale » 1392. Lo « stile di vita del Vangelo »: una morale della grazia e della misericordia » 1423. Il cristocentrismo dell’annuncio della salvezza e della morale » 146

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4. La dimensione sociale dell’annuncio della salvezza pag. 1505. L’accompagnamento alla crescita » 153 

PARROCCHIA,ASSOCIAZIONI E MOVIMENTINELL’UNICA MISSIONARIETÀ

DELLA CHIESA

luciAno meDDi

 1. Il rinnovamento missionario » 1632. La prospettiva missionaria di Evangelii Gaudium » 1713. La qualità missionaria della parrocchia, associazioni e movimenti, soggetti della missione nella chiesa locale » 1814. La parrocchia missionaria in Italia e le innovazioni necessarie » 194 

L’ANNUNCIO EVANGELICOTRA OMELIA, CATECHESI

E MISTAGOGIA

ubAlDo montisci

 1. L’orizzonte della nuova evangelizzazione e una comunità tutta missionaria » 2082. Riferimenti all’omelia, catechesi e mistagogia nel contesto del XIII Sinodo dei Vescovi » 2103. Un bilancio complessivo » 224 

 

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LA CITTÀ, LA GIOIA E LA CARITÀNELLA SIMBOLIZZAZIONEDELL’EVANGELII GAUDIUM

Vincenzo lombino

 1. La città pag. 2372. La gioia e la carità » 243

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LA CATECHESIEDUCA ALLA GIOIA

EVANGELICA

Riflessioni teologico-pastorali a partire dall’Esortazione

Evangelii Gaudiuma cura di

Giuseppe AlcAmo

L’Evangelii Gaudium è il nuovo programma pastorale che papa Francesco indica alla Chiesa del terzo millennio. Attraverso questo documento, il Papa chiede a tutti i singoli cristiani e alle Chiese locali un ri-centramento della vita cristiana attorno alla gioia del Vangelo e a tutte le sue implicanze.

La Facoltà Teologica di Sicilia, coinvolgendo docenti di diverse realtà accademiche e le Chiese locali dell’Isola, desidera entrare nella stessa tensione spirituale ed eccle-siale di Francesco, per dare un apporto di approfondi-mento e di applicazione di questo nuovo programma, in modo da promuovere una vita cristiana vissuta nella gioiosa fedeltà al Vangelo.

Giuseppe AlcAmo

RosARio lA DelfA

Vincenzo lombino

luciAno meDDi

ubAlDo montisci

Antonio pARisi

seRGio tAnzARellA

cARmelo toRciViA

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ISBN 978-88-315-4523-5

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