Sportivissimo Siracusa

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il Settimanale dello Sport Siracusano www.sportivissimosr.it m ercoledì 8 dicembre 2010 - numero 2 - anno 1 - reg. tribunale di siracusa n. 11 del 25 novembre 2010 - Euro 0,50 COPIA OMAGGIO ph. simona amato R e M ancio Il Siracusa perde a Terni per 2-1 e interrompe la sua lunga striscia postiva. Ma Nicola Mancino continua a segnare. Settimo gol stagionale, numeri d’alta scuola e i tifosi lo osannano E’ lui l’idolo delle genti

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Nuovo numero della rivista dello sport siracusano

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SPORTIVISSIMOil Settimanale dello Sport Siracusano www.sportivissimosr.it

mercoledì 8 dicembre 2010 - numero 2 - anno 1 - reg. tribunale di siracusa n. 11 del 25 novembre 2010 - Euro 0,50 COPIA OMAGGIO

ph. simona amato

Re MancioIl Siracusa perde a Terni per 2-1 e interrompe la sua lunga striscia postiva.

Ma Nicola Mancino continua a segnare. Settimo gol stagionale, numeri d’alta scuola e i tifosi lo osannano

E’ lui l’idolo delle genti

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Si è interrotta dopo otto giornate la magnifica rincorsa del Siracusa. Al “Liberati” di Terni è infatti arrivata la seconda sconfitta della gestione Ugolotti (su undici partite), una scon-fitta maturata a seguito di un errore difensivo e di un calcio di rigore concesso in maniera fin troppo generosa dall’arbitro per un fallo di Petta che in pochi hanno creduto di vede-re. E fra questi c’è stato purtroppo anche il direttore di gara.Ma avete fatto caso a quanti sono stati i calci di rigore decretati ai danni del Siracusa? Sei, dei quali tre decisivi ai fini dei risultati. Per contro, nessuna massima punizione è stata decretata in favore della squadra azzurra. Lo sbilancio è troppo grave per non sottoline-arlo.Erano in molti alla vigilia a temere la trasferta di Terni, perché si doveva affrontare una squadra in evidente ripresa dopo il cambio della guida tecnica. Si temeva la grande vo-glia dei rossoverdi umbri di conquistare l’intera posta in palio per risalire la classifica, e così è stato.Ma una innegabile influenza su questo risultato negativo l’ha avuta l’ emergenza infor-tuni che si sta registrando in casa azzurra. Il Siracusa ha dovuto rinunziare a ben sette elementi della rosa di prima squadra. E la situazione sarà ancora più pesante domenica prossima quando al “De Simone” arriverà la Lucchese, perché si aggiungeranno le squali-fiche di Moi e Petta. Ed ai tanti infortunati potrebbe aggiungersi anche Giordano.Fortunatamente, il vantaggio nei confronti della zona play-out è rimasto pressoché im-mutato in una graduatoria che continua a rimanere corta, anzi cortissima. Ora bisogna tornare a fare risultato, magari cominciando dalla partita con la Lucchese che segnerà la fine del girone di andata. Qualche altro punto deve essere aggiunto al bottino della squadra di Ugolotti prima del giro di boa, per poter affrontare il girone di ritorno senza eccessivi patemi d’animo. E tenendo presente che nella seconda parte del campionato gli azzurri giocheranno otto partite in casa e nove in trasferta.

Editoriale

Bravi comunque. Ma ripartiamo

di Giuseppe Di Silvestro

IL SOMMARIO

PG 4 Risultati e Classifiche

PG 5 Il costo della passione

PG 6 E se i Garrone abbandonassero Siracusa?

PG 7 I cattivi pagatori

PG 8 Post Terni

PG 10 Nicola Mancino

PG 12 Prossimo Avversario

PG 14 Vintage Azzurro

PG 16 Berretti: Caldarella

PG 17 Serie D: Noto

PG 18 Pallauoto, che Ortigia sarebbe senza Zimojic?

ph. simona amato

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BARLETTA - VIRTUS LANCIANO 0-2 (0-1)RETI: 16’ Di Gennaro (VL), 60’ Di Gennaro (VL)BARLETTA: Di Masi, Galeoto, Frezza, Menicozzo, Lucioni, Anselmi (64’ Lorusso), Simoncelli, Guerri, Margiotta (74’ Caccavallo), Bello-mo, D’Allocco (64’ Shiba) - All. Arcangelo SciannimanicoVIRTUS LANCIANO: Chiodini, Vastola, Mammarella (13’ Colomba-retti), D’Aversa, Romito, Antonioli, Turchi, Di Cecco, Di Gennaro (74’ Colussi), Amenta, Zeytulaev (90’ Improta) - All. Andrea Cam-ploneARBITRO: Gianluca Manganiello (Pinerolo)SPETTATORI: 2.000 circa BENEVENTO - FOLIGNO 2-0 (1-0)RETI: 5’ D’anna (B), 87’ Evacuo (B)BENEVENTO: Aldegani, Formiconi, Siniscalchi, Landaida, Palermo (85’ Cedrola), D’Anna, Bianco (88’ Pacciardi), Vacca, Zito (68’ Pin-tori), Evacuo, Clemente - All. Agatino CuttoneFOLIGNO: Rossini, Iacoponi, Merli Sala, Giovannini, Bassoli, Fondi, Papa, Castellazzi, Giacomelli, La Mantia, Falcinelli (80’ Civilleri) - All. Salvatore MatrecanoARBITRO: Eugenio Abbattista (Molfetta)SPETTATORI: 2.324

CAVESE - ANDRIA BAT 3-0 (3-0)RETI: 21’ Alfano (C), 23’ C. Ciano (C), 42’ C. Ciano (C)CAVESE: Pane, M. Ciano, Cipriani, Troise, Sirignano, Alfano, Di Na-poli, Bacchiocchi, Bernardo (84’ Sifonetti), C. Ciano (62’ Quadrini), Schetter (64’ Turienzo) - All. Marco RossiANDRIA BAT: Spadavecchia, Pierotti (46’ Berretti), Thackray (46’

Arcidiacono), Sibilano, Ceppitelli, Moro (48’ Evangelisti), Paolucci, Carretta, Del Core, Chiaretti, Cavalli - All. Aldo PapagniARBITRO: Aurelio Cafari Panico (Cassino)SPETTATORI: 1.331

COSENZA - ATLETICO ROMA 1-0 (0-0)RETE: 84’ Biancolino (C)COSENZA: De Luca, Wagner, Raimondi, Di Bari, Matteini (66’ A. Fiore), Roselli, S. Fiore (81’ Coletti), De Rose, Giacomini, Mazzeo (76’ Olivieri), Biancolino - All. Mario SommaATLETICO ROMA: Ambrosi, Balzano, Padella, Doudou, Angeletti, Chiappara (87’ Chiaretti), Romondini (75’ Miglietta), Mazzarani, Babù (75’ Caputo), Ciofani, Franchini - All. Giuseppe IncocciatiARBITRO: Andrea Coccia (San Benedetto del Tronto)SPETTATORI: 2.000 circa LUCCHESE - JUVE STABIA 0-0 (0-0)LUCCHESE: Pennesi, Mariotti, Balzanzeddu, Bova, Pezzi, Chadi, Carloto, Pondaco (46’ Galli), Pera (75’ Schenetti), Marotta, Biggi (68’ Marasco) - All. Paolo IndianiJUVE STABIA: Fumagalli, Fabbro, Molinari, Mezavilla, Dianda, Di Cuonzo, Cazzola, Valtulina (65’ Gomes), Raimondi (75’ Davì), Mba-kogu (62’ Pavoletti), Albadoro - All. Piero BragliaARBITRO: Guido Operato (Isernia)SPETTATORI: 2.050 NOCERINA - GELA 1-0 (0-0)RETE: 94’ Di Maio (N)NOCERINA: Gori, Nigro, De Franco, Di Maio, Scalise, Bruno, Marsili

(72’ Galizia), De Liguori (84’ Sardo), Catania, Castaldo (61’ Caval-laro), Negro - All. Gaetano AuteriGELA: Nordi, Petrassi, Italiano, Cardinale, Piva, Stamilla, D’Amico, Giardina, Aliperta (83’ Bigazzi), Franciel, Vegnaduzzo (91’ Cunzi) - All. Nicola ProvenzaARBITRO: Claudio Bietolini (Firenze)SPETTATORI: 4.500 circa PISA - VIAREGGIO 1-0 (0-0)RETE: 74’ Mosciaro (P)PISA: Lanni, Ton, Audel, Cossù, Favasuli, Passiglia, Tabbiani (91’ Scampini), Amoroso (45’ Cerone), Obodo, Carparelli (84’ Reccol-ani), Mosciaro - All. Leonardo SempliciVIAREGGIO: Merlano, Carnesalini, Fiale, Massoni, Brighenti, Cosentini, Pizza (75’ Marolda), Bertolucci (72’ Malacarne), Luppi (61’ Cristiani), Longobardi, Taormina - All. Giuseppe ScienzaARBITRO: Marco Viti (Campobasso)SPETTATORI: 4.000 circa TERNANA - SIRACUSA 2-1 (2-1)RETI: 13’ Artistico (T), 32’ Mancino (S), 40’ rig. Tozzi Borsoi (T)TERNANA: Visi, Quondamatteo, Imburgia, D’Antoni, Borghetti, Giubilato, Nitride, Arrigoni, Tozzi Borsoi (75’ Alessandro), Artistico (65’ Lacheheb), Nolè - All. Fernando OrsiSIRACUSA: Baiocco, Strigari, Petta (54’ Lucenti), Spinelli, Moi, Ig-noffo, Bufalino (75’ Bufalino), Mancosu, Abate, Mancino, Giordano (72’ Desideri) - All. Guido UgolottiARBITRO: Federico La Penna (Roma 1)

tabelliniTABELLINItabelliniTABELLINItabelliniTABELLINItabelliniTABELLINI

RISULTATIrisultati PROSSIMO TURNOprossimoturno CLASSIFICAclassificaSedicesima GiornataBarletta-Virtus Lanciano 0-2Benevento-Foligno 2-0Cavese-Andria 3-0Cosenza-Atletico Roma 1-0Lucchese-Juve Stabia 0-0Nocerina-Gela 1-0Pisa-Viareggio 1-0Taranto-FoggiaTernana-Siracusa 2-1

12 Dicembre 2010 Andria - Ternana Atletico Roma - BarlettaFoggia - Cosenza Foligno - Cavese Gela - Pisa Juve Stabia - Benevento Siracusa - Lucchese Viareggio - Taranto Virtus Lanciano - Nocerina

Nocerina 35Benevento 31Atletico Roma 28V.Lanciano 24Foggia* 23Cosenza 22Taranto* 22Juve Stabia 21Siracusa 21Gela 19Ternana 19Lucchese 18 Pisa 18Andria 17Viareggio 16Barletta 15Foligno 15Cavese 14

TERNANA - SIRACUSA 2-1 (2-1)RETI: 13’ Artistico (T), 32’ Mancino (S), 40’ rig. Tozzi Borsoi (T)TERNANA: Visi, Quondamatteo, Imburgia, D’Antoni, Borghetti, Giubilato, Nitride, Arrigoni, Tozzi Borsoi (75’ Alessandro), Artistico (65’ Lacheheb), Nolè - All. Fernando OrsiSIRACUSA: Baiocco, Strigari, Petta (54’ Lucenti), Spinelli, Moi, Ig-noffo, Bufalino (75’ Bufalino), Mancosu, Abate, Mancino, Giordano (72’ Desideri) - All. Guido UgolottiARBITRO: Federico La Penna (Roma 1)

COSI’ IL SIRACUSA...

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(r.s.) Il Siracusa piace ai suoi tifosi. Grazie a due mesi di buone prove è aumentata la presenza di supporter sugli spalti del De Simone. Nonostante tutto, però, ancora non è stata superata quota 3000. Un obiet-tivo sfiorato in occasione dell’ultima gara casalinga, quella contro il Taranto. Conti-nua a resistere, allora, il record della scor-sa stagione, registrato in occasione della gara Siracusa-Atletico Roma. Era il match del ritorno a casa degli azzurri, dopo il lun-go esilio a Palazzolo. Un “debutto” davanti al pubblico amico in Seconda Divisione premiato da un rotondo successo (2-0, doppio De Angelis).Per provare ad avvicinarsi a quelle cifre, il Siracusa ha adottato nelle settimane scor-se una politica di prezzi contenuti. Si era, infatti, ritenuto che il ritoccato costo dei biglietti - adeguato alla Prima Divisione - avesse avuto l’effetto di un deterrente per quanti, invece, avrebbero voluto sedere sugli spalti del De Simone.In effetti, qual-che risultato è stato ottenuto. Ma come hanno sotolineato i tecnici Covisoc in sede di esame dei bilanci del Siracusa, troppo

bassi sono i prezzi dei biglietti e decisa-mente sotto la media la voce ingressi da stadio in bilancio. Problema noto. A breve, intanto, i prezzi dei biglietti do-vrebbero tornare sui livelli di inizio sta-gione. Non si poteva, certo, pensare di affrontare un intero campionato di Prima Divisone allo stesso costo di una Serie D, o quasi.Acquistare un biglietto per assistere alle gare del Siracusa seduto comodamente su di una delle poltroncine costa 30 euro più i diritti di prevendita. Un posto in Tribuna Siringo costa 25 euro, più la prevendita. Per accomodarsi in tribuna laterale servo-no 25 euro. Il biglietto di gradinata costa, invece, 12 euro e 5 quello di Curva Anna. I prezzi dei settori popolari sono stati rivi-sti al ribasso. Ma si sta per tornare a quelli iniziali, ovvero 18 euro la gradinata e 10 Curva Anna e settore ospiti.Come forme di incentivo, gli under 16 e gli over 65 pagano 17 euro per un biglietto di tribuna e 12 per la gradinata. A queste cifre vanno sempre aggiunti i diritti di pre-vendita.

Alti? No, più che altro nella media. Nel gi-rone B di Prima Divisione, assistere ad una gara dalla tribuna centrale costa media-mente 37,18 euro. In gradinata occorrono 17,59 euro. Per la curva 11,35 e 11,36 in-vece per il settore ospite. Queste le medie ottenute comparando i prezzi di undici squadre, Siracusa escluso.VIene fuori che il biglietto più caro è quello che si paga a Benevento e Foggia (50 euro per la Tri-buna Vip). Seguono Andria e Nocerina (40 per la centrale). Per la tribuna laterale, prezzi tutto sommato allineati (25 €). Solo a Lanciano ne servono 30. Quanto al set-tore gradinata/distinti, Siracusa, Ternana e Lanciano sono - a prezzo intero - le più care con 18 euro. Le altre, comunque, se-guono a ruota. Ovunque prezzi tra i 15 e i 17 euro. Solo Lanciano fuori media con un prezzo di 10 euro. Quanto alle curve, la più cara è quella di Andria (15). Poi Foggia (14), Taranto e Ternana (12). La più economica, dopo gli sconti di Siracusa, è a Barletta (5). Per il settore ospiti, il più caro è a Taranto (15+prev.). Poi Andria (15), Barletta (12) e Lanciano (11,20).

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(gct) “Non dobbiamo fare scappare Garro-ne”. Scandisce bene le parole Maurizio Pe-poli. Il presidente del settore giovanile del Siracusa sa di far suonare così un campa-nello di allarme. Con la famiglia Garrone ha un canale privilegiato. E proprio pochi giorni fa ha ricevuto, a sorpresa, la visita di Edoardo. A Siracusa per vicende personali, non ha voluto farsi mancare un giro al Centro Sportivo Erg, “che vive come una sua creatura”. Si è informato sullo stato dei lavori (il campo di calcio a 5 è stato com-pletato e dotato di illuminazione, quasi pronto il parco giochi mentre nel secondo campo a 11 si lavora per piazzare le torri faro, ndr) e sul momento delle squadre giovanili. Un segnale di interesse non co-mune. Ma chissà cos’altro si saranno detti nel corso di quell’informale incontro se il presidente Pepoli si spinge sino a dire “non facciamo scappare Garrone”.Il ruolo del colosso genovese è cruciale nel panorama dell’occupazione locale. Erg investe anche in cultura e molto nello sport. E’ una società attenta alla cosiddet-ta social responsability. In sostanza, non vuole solo ‘avere’ dal territorio, ma anche ‘dare’ in proporzione. Il Centro Sportivo Erg ne è una dimostraizone tangibile.In una economia asfittica, con pochi imprenditori disposti ad investire nello sport, e zero mecenati, i marchi Erg com-paiono – tra le altre - sulle maglie del Si-racusa, della Trogylos basket di Priolo e dell’Augusta di calcio a 5. E’ un contributo importante, quello della società petrolifera, forse anche determi-

nante. Senza, sarebbe a rischio la stessa sopravvivenza delle principali relatà sportive della provincia. Non è un mistero che il settore, senza quelle sponsoriz-zazioni, sarebbe altrimenti con l’acqua alla gola. Immaginate, allora, cosa potrebbe succedere se da Genova cambiasse l’orien-tamento e la politica. Scenario apocalittico. E’ bene dire che ad oggi il rischio che i Garrone “mol-lino” Siracusa è quasi inesistente. Ma se porseguisse l’attuale situa-zione, non si potrebbe dire con la stessa certezza.Innanzitutto c’è da tenere conto della crisi economica. Erg non ne è esente.I licenzia-menti ci sono stati anche qui. E poi ci sono gli investimenti ed i progetti bloccati: il ri-gassificatore su tutti. Ecco perché Mauri-zio Pepoli sottolinea la necessità di instau-rare a livello locale “un nuovo rapporto, una nuova sensibilità verso l’industria. Erg ha sempre mostrato grande responsabili-tà sociale e non va confusa con i gruppi che nei decenni passati hanno solo preso da Siracusa. Abbiamo trovato delle perso-ne disponibili e affettuose verso la città. Ripeto, non facciamole scappare”. L’affet-to e la simpatia nutrita dai Garrone verso Siracusa (e il Siracusa calcio) è innegabile e testimoniato da mille circostanze. Nes-sun altro, ad esempio, avrebbe mai fat-to giocare la Sampdoria al De Simone e perdipiù con Cassano, Pazzini e Palombo regolarmente in campo. Ma questo è solo uno degli esempi più evidenti. Le “corte-

sie“ sono state molteplici. E gli sportivi non hanno memoria corta. La Erg ha riportato in vita l’ex dopola-voro Montedison. Era diventato la casa dell’oblio, oggi è un gioiello che ha fatto parlare di sé anche i giornalisti di Studio 100 al seguito del Taranto nella trasferta di Siracusa. I pugliesi si sono allenati sul sintetico di via Piazza Armerina, invidian-do non poco la società azzurra per la di-sponibilità di quel funzionale centro spor-tivo. Una struttura a disposizione anche della città, aperta al mattino alle scuole e molto attenta alle necessità delle onlus che ne fanno richiesta per svolgervi, gra-tuitamente, le loro manifestazioni. “Non si può continuare ad investire in al-tro all’infinito”, spiega Pepoli. Come a sot-tolineare che se gli ‘interessi’ sul territorio diminuiscono, il budget che Erg stanzia per lo sport del siracusano potrebbe su-bire un deciso taglio. Siamo certi che è un rischio che possiamo correre?

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E SE LA FAMIGLIA GARRONE ABBANDONASSE SIRACUSA?

Primo Piano

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(gct) Nei giorni scorsi, una voce rimbalzata sui forum web dove si ritrovano diverse ti-foserie di Lega Pro aveva gettato qualche ombra sul Siracusa. Sulla base di non si sa quali elementi, la società di via Monte-grappa veniva inserita tra quelle a rischio di penalizzazione, in seguito ai controlli legati alla scadenza del 15 novembre. La realtà dei fatti, però, è ben diversa. E ce la illustra il vicepresidente Marco Mauceri. “Per noi è tutto ok. Abbiamo adempiuto alle prescrizioni che ci impone il regola-mento. Sono stati pagati gli stipendi del trimestre luglio-agosto-settembre e i rela-tivi contributi. Non abbiamo alcuna pen-denza”. Pertanto, chi nel resto del girone gufa su intoppi ‘amministrativi’ che possa-no azzoppare questo bel Siracusa degli ul-timi due mesi rimarrà molto deluso. Anzi, di più. “Francamente rimango sorpreso.

Però comprendono che nelle discussioni tra tifosi entri in gioco il campanile per cui qualche maligneria può

venire fuori. Sarei più preoccupato se

simili voci pro-venissero da fonti uf-ficia-l i . L ì

ci sarebbe da andare a vedere nel detta-glio. Ma noi abbiamo fatto tutto e bene”. Una posizione corroborata dal recente esame Covisoc. “Lo abbiamo affrontato il 25 novembre. Attendiamo l’esito. Ma con-siderando che non ci sono state mosse obiezioni o osservazioni particolari siamo più che sereni”.Bilancio in ordine, come è nella politica del Siracusa. Si è rivelata un’arma vincen-te nella scalata alla Prima Divisione ed è un punto su cui la coppia Salvoldi-Mau-ceri non transige. Le furberie non abita-no qui. Semmai altrove. Diverse società, ad esempio, non hanno ancora versato nelle casse del Siracusa la quota di incas-so (il 15%) relativa alle partite giocate in trasferta dagli azzurri. Secondo le norme federali, il versamento dovrebbe avveni-re entro e non oltre il termine della gara. Ma Foligno, Foggia e Cosenza non hanno ottemperato a quell’obbligo. Parliamo di circa 15/20 mila euro che ad oggi manca-no nelle casse del Siracusa. Un ammanco

che – complice il ritardo della Lega nel pagamento dei contributi – rischia di mandare i conti all’aria. “Questa politi-ca che applicano alcune società a noi

non va bene. Correttamente, il Siracusa versa la quota di incas-

so alla società ospite alla fine di ogni partita giocata al De

Simone. Non vedo perchè gli altri non debbano farlo. Abbiamo scritto alla Lega chiedendo di intervenire, altrimenti ci troveremo in difficoltà con tutte queste somme che vengono a mancare, quando invece pensavamo di potervi fare affidamento. Siamo pron-ti ad ogni passo, anche decreti ingiuntivi, se non ci saranno risvolti a breve.

Per i buoni rapporti tra le società speriamo di non dover arrivare a tanto e mi auguro che si tratti solo di momentanee disfun-zioni. A Firenze, comunque, l’abbiamo fat-to presente con forza”, spiega Mauceri.Tra un controllo Covisoc e l’altro, intanto, il Siracusa continua a sondare il terreno per la trasformazione da srl in spa. Con-tatti continui e frenetici, con Salvoldi e Mauceri impegnati in un autentico porta a porta nel tentativo di coinvolgere un numero di soci sufficiente a dare solidità all’operazione. Servono passione e capitali da investire. “Noi siamo pronti. A breve po-trebbero esserlo anche nuovi soci. Serve il necessario substrato. D’altronde, proprio l’ultimo esame della Commissione di Vi-gilianza ha sottolineato alcuni dati critici. E’ venuto fuori, ad esempio, che il Siracusa è una società in equilibrio e patrimonializ-zata ma presenta due anomalie. Rispetto ad altre realtà medio-piccole di Lega Pro mancano a bilancio le voci di contributi da Comune e Provincia. E abbiamo pochi ingressi da stadio, sempre rispetto ad al-tre analoghe realtà di terza serie, complice anche la politica di prezzi ridotti che stia-mo portando avanti. Questo significa che, tolti gli sponsor e gli interventi personali miei e di Salvoldi, il Siracusa non riscontra l’interesse del territorio. E’ l’amara verità che i tecnici federali ci hanno evidenziato. Talmente anomala che con una battuta ci hanno chiesto se avessimo litigato con qualcuno negli enti pubblici. Vedete, dob-biamo difenderci anche da queste sottoli-neature. Noi, invece, vorremmo rendere il Siracusa autonomo. Capace di esistere an-che senza Salvoldi e Mauceri. Per questo il passaggio in spa, con un numero di soci proporzionato, è un qualcosa da farsi. Se un giorno verranno meno alcuni sponsor o gli attuali soci, pur non potendo contare sull’interesse del territorio, il Siracusa deve comunque esserci”. Parole sante.

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“NON CI VERSANO LA NOSTRA QUOTA DI INCASSO?E NOI SIAMO PRONTI AD OGNI AZIONE”

Intervista con Marco Mauceri

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Peccato. Resta il rammarico per una sconfitta immeritata. Il risultato finale infastidisce, perché la Ternana ha rac-colto oltre le più rosee aspettative. Sì, anche il pareggio sarebbe andato stretto al Siracusa. E allora si è tornati a casa a mani vuote, non succedeva dal tre otto-bre, ma con consapevolezza nei propri mezzi sempre maggiore. Schiacciare la Ternana, al “Libero Liberati”, per oltre venti minuti nella propria area di rigore e costringerla a difendere in undici uomi-ni, raccogliendo tiri dalla bandierina in quantità industriale, tra i fischi di paura dei tifosi di casa (pubblico abituato a ve-dere la Serie B fino a poco tempo fa) non è roba da poco. Il Siracusa è ormai una bellissima realtà del campionato. Le parole della vigilia di Fernando Orsi (ex vice Mancini all’Inter) non sanno di frasi fatte o di circostanza. “Il Siracusa al momento è la squadra più forte del torneo. La peggiore da incon-trare”, aveva detto. I fatti lo dimostrano. A Terni l’accoglienza è ottima. Anche diversa dalle precedenti. Ci temono, ma soprattutto ci rispettano. Dopo un pran-zo caratteristico, ci intratteniamo con al-cuni passanti che notano subito la nostra provenienza. La piazza è delusa, la Serie B manca da cinque anni. E le ultime sta-gioni hanno distrutto il rapporto tra la

tifoseria e la dirigenza. Troppe promesse non mantenute, troppe delusioni. Vin-cere la Lega Pro non è facile e i ternani hanno già perso ogni speranza. L’inizio della stagione in corso, poi, non ha aiu-tato. Solo adesso la squadra comincia a raccogliere qual cosina (sette punti nelle ultime tre gare). Lo stadio sarà vuoto. Ci avvertono, e così sarà. Poche centinaia gli spettatori. Una cinquantina i siracu-sani della Curva Anna che, senza tessera, vengono sistemati ugualmente nel Set-tore Ospiti. Si sentiranno solo loro per tutto l’arco dell’incontro. I gruppi orga-nizzati rossoverdi sono sospesi, e diser-tano causa la famosa tessera del tifoso. La giornata è soleggiata, ma fa freddo. In Tribuna Stampa sanno un po’ tutto del Siracusa. Parlano benissimo della squa-dra di Ugolotti e ricordano l’ultimo risul-tato maturato nel confronto tra le due formazioni al “Liberati”. Vittoria azzurra (92/93) grazie ad un gol di Lucidi. Un col-lega, poi, mi chiede di Vincenzo Cosa. Ne parla in toni entusiastici, conosce i suoi numeri, i suoi gol, ne sembra affascina-to. Non posso che confermare le ottime gare fin qui disputate dal nostro Cosa e le sue straordinarie ultime stagioni. Pec-cato l’assenza forzata. Inizia la partita e la Ternana passa. Carambola in area picco-la, dormita della retroguardia siracusana,

IL SIRACUSA SI E’ FERMATO A TERNIMA SI E’ GUADAGNATO IL RISPETTO

Al Liberati tutti temevano la banda azzurra

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e vantaggio locale. Al primo affondo. Si parte dall’uno a zero. Diceva bene Ugolotti, dunque, “occhio ai primi mi-nuti”. Gli azzurri si riorganizzano e at-taccano. Serve però una magia del so-lito Mancino per riequilibrare le cose. Direttamente su punizione s’inventa una parabola da alzarsi e applaudire per minuti. “Un gol fantastico” secon-do tutti. Sembra poter nascere un’al-tra partita. Gli umbri accusano il col-po e il Siracusa macina. Ma nel finale della prima frazione di gara, i rosso-verdi si fanno vedere con un secondo traversone in area. Petta è a stretto contatto con l’avversario che cade. Rigore. L’ennesimo contro il Siracusa, che a favore, invece, non ne ha avuto ancora neanche uno. Il primo tempo allora si chiude con la Ternana in vantaggio. Nei secondi quarantacinque minuti sale in catte-dra il Siracusa. Reazione veemente, ma che non viene finalizzata. Tante, tantissime occasioni non sfruttate. In una è bravo l’esperto Visi che salva miraco-losamente ma nelle altre sono gli azzurri a non trovare la mira. Mancino (giocherà a tutto campo), Bufalino e Spinelli si danno un gran da fare, nonostante il terreno sia in pessime condizioni (non è Verona ma ci somiglia tanto), Lucenti, entrato a partita

in corso, sforna assist a non finire ma in area mancano i centimetri. Nel finale ci proverà addirittura Moi a fare il centravanti ma il risultato non cambia. Solo in questo frangente la Ternana ricor-da di essere in campo e in contropiede sfiora il tris. Sarebbe stato troppo. Al tripli-ce fischio amarezza per la sconfitta (dopo

otto turni di risultati utili consecutivi), ma tanto ottimismo per il futuro. La squadra sta davvero bene ed è in continua cresci-ta. Resta la prestazione. Restano i compli-menti.

Antonio Midolo

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L'IdolodelleGenti

Nicola Mancino

ph valentino cilmi

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E’ arrivato in corso d’opera, ma gli è ba-stato poco per far breccia nei cuori dei tifosi. Contro la Nocerina fu amore a pri-ma vista. Quella domenica, oltre alla pri-ma vittoria in campionato e al suo primo gol, è nato un rapporto speciale tra Nicola Mancino e il pubblico del De Simone. Non tanto per le realizzazioni (quel giorno se-gnò di testa, sì, segna pure di testa!) ma per le magie con le quali settimana dopo settimana delizia i sostenitori. Quest’ulti-mi (sarà pure merito suo) numericamente in continua crescita. Vedere il Mancio impegnato in dribbling, tocchi di prima ecc. è un vero spettacolo. Come si usa dire in questi casi, vale il prez-zo del biglietto (quello intero). Contro il Taranto, l’apoteosi. Quel pallonetto, qua-si accompagnato in rete dai presenti, ha sancito la definitiva nascita della Mancio Mania, sempre più in voga in città. Lui sor-ride, e quasi timidamente afferma di esse-re contento: “Mi fa tanto piacere e spero di continuare così. Sto facendo bene, come del resto i miei compagni, e i gol li dedi-co proprio a loro. Dedica che estendo al pubblico e alla società. I complimenti vanno a tutti. Spero di ripagarli ancora per l’affetto che sin da subito mi hanno dimostrato e di continuare su questa stra-da. Insieme vogliamo e possiamo toglier-ci tante soddisfazioni. Per strada mi capi-ta di essere fermato dalla gente, si parla della partita, dei miei gol, sono contento, è una grande gioia personale. Fa piacere essere apprezzato. Dopo il gol al Taranto non ho capito niente, ho visto solo la palla entrare. E’ stata una bellissima sensazione. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata andare a festeggiare con i tifosi. Da li è nato il coast to coast direzione Curva. Voglio dedicare questo momento anche a mia moglie, che sta sempre con me, e mi sopporta in qualsiasi situazione, pure quando non è facile”. Vedi post-partita, se la domenica qualcosa non va come sperato. Calcio a parte, Mancino fuori dal campo è “Un ragazzo tranquillo, mi piace stare a casa. Ma allo stesso tempo quando è possibile non rinuncio a una passeggia-ta con mia moglie, o ad una bella serata

al cinema”. Lui di Napoli, lei, Veronica, di Sorrento. A Siracusa hanno ritrovato il mare. “In città stiamo benissimo, è un posto bellissimo, siamo tranquillissimi. Poi fa un caldo pazzesco. A Napoli piove di più. Da queste parti quasi mai. Meglio così”. In Puglia, più precisamente a Foggia, è visto, dalla piazza, in modo differente. I motivi li conosciamo. Li spiegò, proprio a Sportivissimo, lo stesso Nicola Mancino qualche settimana prima della sfida dello Zaccheria. Quel giorno ci lasciammo con una promessa. “Se segno esulto facile” ci disse. Beh, è un uomo di parola. “Sapevo benissimo che accoglienza mi aspettava. Sono andato preparato, abbiamo fatto un’ottima partita e ho segnato due gol, di più non potevo chiedere. Quando gioco non sento niente, ero concentrato solo ed esclusivamente sulla partita. Dopo i gol, anche se ho giocato tre anni a Foggia, non ho avuto dubbi e sono felice per aver esultato. Sì, è stata una rivincita. Una bella risposta”. Lo provochiamo e gli chiediamo cosa stia-no pensando, adesso, di lui quegli 8mila foggiani. “Adesso stanno rosicando”. Se la ride, giustamente. Poi torna serio e ag-giunge “Ma in questo momento ognuno deve pensare al proprio campionato”. Ca-pitolo chiuso, lo riapriremo tra qualche mese. Ma questo Siracusa? Noi non di-mentichiamo nulla e ricordiamo la ricetta del buon Nicola. “Vinciamo le gare in casa e ci salviamo”. Ok, ma gli azzurri sono di-ventati terribili anche fuori. E allora, che si fa? Sogniamo? “Siamo soddisfatti per i ri-sultati ottenuti sia in casa che fuori. Questo trend è fantastico, ma l’obiettivo rimane la salvezza. Poi magari a marzo potremo anche iniziare a parlare d’altro”. Di colpo esce fuori tutta la sua esperienza. “I tifosi è giusto che sognino. Però noi dobbiamo fare prima 40 punti e poi vediamo quante partite mancheranno alla fine per provare a fare un altro tipo di campionato”. A livello personale e numeri alla mano, è già la sua miglior stagione. “Ma l’obietti-vo è quello di continuare così, voglio fare bene col Siracusa. Per scaramanzia non dico dove voglio arrivare. Spero di far più gol possibile.

Non mi voglio assolutamente fermare. Non dimentico che a settembre stavo a casa. Ero molto contento quando ho rice-vuto la chiamata del Siracusa nonostante la classifica. Sono venuto con lo spirito giusto e adesso vogliamo ottenere la sal-vezza il prima possibile per poi giocarcela contro qualsiasi avversario”. A proposito, ma che ci faceva un giocatore del suo ca-libro fermo? Senza squadra. “Avevo rice-vuto richieste da squadre di Serie B. Vedi Grosseto, Empoli e Modena. Ma poi non si è fatto niente. Il Sorrento mi voleva già ad agosto. Ho aspettato troppo, e il tempo è passato. I ritiri sono iniziati e io sono rima-sto fermo”. Adesso del numero 10 azzurro si sono accorti tutti. Non a caso le marcature a uomo sono raddoppiate. “Ma noi giochia-mo in undici, non ci sono solo io a fare la differenza. Non nascondo comunque che quest’attenzione particolare fa piacere in un certo senso. Anche gli avversari mi te-mono”. Ma non hanno ancora trovato la soluzio-ne, perché più lo marcano più lui trova la porta. Sorride. “E’ vero, speriamo conti-nuino a marcarmi così allora”. Della super risalita del Siracusa non è sorpreso. “Non più di tanto, basta vedere l’organico del-la squadra. Giocatori importanti, come Ignoffo, Moi e tutti gli altri, hanno sempre fatto questa categoria, i giocatori c’erano per fare un buon campionato. E adesso ci stiamo riuscendo”. Al Siracusa lo lega un biennale, ma cerchiamo conferma: resterà? Ha 26 anni e in Prima Divisione fa la differenza. Tutto questo non passa inosservato. Dirigenti di società di Serie B hanno già segnato nei propri taccuini il suo nome. “Ogni giocatore vuole sempre qualcosa in più. Io adesso sto benissimo qui a Siracusa, spero di fare ancora meglio e poi dopo sarà la società a valutare. Qui mi sto trovando molto bene e voglio an-cora dare il mio contributo a questa squa-dra”. Gli abbiamo portato fortuna e lui stesso ci da appuntamento fra altri..sette gol. Allora a presto, Mancio.

Antonio Midolo

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Ultima partita in casa del giro-ne di andata per il Siracusa, e stavolta ad essere di scena al “Nicola De Simone” è un’altra squadra dal passato illustre: la Lucchese. Avversaria del Si-racusa ai tempi d’oro della Se-rie B, proviene anch’essa dalla Seconda Divisione.Rispetto all’organico del cam-pionato scorso, la Lucche-se ha confermato parecchi elementi: il portiere Pennesi (89), i difensori Baldanzeddu (86), Bova (84), Lollini (86) e Mariotti (84), i centrocampi-sti Michelotti (85), Petri (89), Cheikh (76)e Carloto (81), e gli attaccanti Biggi (77), Gal-li (73), Taddeucci (84) e Pera (84). Poche le partenze che si sono registrate: i cen-trocampisti Kras (al Viareggio), Vannucci (Carrarese) e Barroccini (Lecco), il difen-sore Toscano (Reggina per fine prestito).Importante la pattuglia dei nuovi arrivati: il portiere Pardini (75, dal Figline), il difen-sore Batoli (83, Ternana), i centrocampisti Pezzi (89, Bellaria), Piccinni (87, Brindisi), Marasco (83, Celano) e Costantini (89, Ternana), e gli attaccanti Marotta (86, Gubbio) e Grassi (83, San Marino). La Lucchese ha avuto un avvio di campio-nato fulminante: tre vittorie nelle prime tre partite, e quindi un pareggio esterno.

Poi è cominciato il declino, anche a causa di molti infortuni che si sono susseguiti. Ed a farne le spese è stato il tecnico Gian-carlo Favarin, che dall’undicesima gior-nata ha dovuto cedere il posto a Paolo Indiani.Il cammino della squadra rossonera nelle gare in trasferta non è stato certo brillan-te. Lontano dalle mura amiche, infatti, la Lucchese ha ottenuto una sola vittoria (3 a 2 a Foggia nella seconda di campio-nato) e tre pareggi (ad Andria, Viareg-gio e Lanciano); per il resto, sono nstate quattro le sconfitte subite sui campi di Gela, Taranto, Cavese e Benevento. Però, bisogna tenere presente che la squadra

di Indiani è in serie positiva da quattro giornate e che sta lenta-mente risalendo la classifica.Tatticamente la squadra si schie-ra con il modulo 4-3-3. In porta gioca il giovane Pennesi, la linea difensiva è composta da destra a sinistra da Mariotti, Baldan-zeddu, Bova e Pezzi, il trio di centrocampo è formato da Car-loto, Cheikh e Piccinni. In avanti, infine, giocano Marotta al centro con Pera e Biggi sulle fasce. Ma anche Grassi è da considerare titolare, e viene impiegato sia a centrocampo che in attacco.L’uomo-gol della squadra rosso-nera è la punta centrale Marotta

con sei bersagli all’attivo; gli altri marcatori sono Grassi e Biggi con tre reti ciascuno. L’attacco è abbastanza prolifi-co, ma la difesa ha incassato qualche gol di troppo, anche se questa tendenza con l’arrivo di Indiani sulla panchina sembra essersi invertita.Insomma, domenica ci sarà da misurarsi con una squadra che vale più di quanto possa pensare la sua classifica, che risen-te del “periodo nero” attraversato dalla Lucchese e che ha portato al cambio del-la guida tecnica.

Giuseppe Di SIlvestro

IL PROSSIMO AVVERSARIO

LA LUCCHESE DI INDIANI VALE PIU’DI QUANTO LA CLASSIFICA DICE OGGI

Nella foto di Simona Amato, un momento del derby dello scorso anno

ph luccheselibertas.it

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VINTAGE AZZURRO

(p.ct) Anche prima dell’avvento dei Garro-ne, tra Siracusa e Sampdoria c’era qualche rapporto. Infatti, per il campionato di C1 1979/80, da Genova arrivarono in presti-to Guerini e D’Agostino.Entrambi avevano ottime referenze. Di-fensore il primo, attaccante l’altro. Sergio D’Agostino era arrivato alla Sampdoria da ragazzino, via Taranto. I blucerchiati, già nel campionato 77/78 in serie B, gli fece-ro giocare due partite. In una di queste segnò pure un gol. Sicuri di aver trovato un bomber, fu inserito tra i titolari anche per il successivo campionato, sempre in B. Giocò però quattro gare e stavolta non segnò. Ma dell’attaccante di razza aveva tutte le caratteristiche.Avendo compiuto vent’anni, gli venne notificata la cartolina militare. Essendo calciatore professionista potè beneficiare dell’assegnazione alla compagnia atleti a Napoli. Il Siracusa riuscì a tesserarlo in prestito con diritto di riscatto. Poteva e doveva essere un affare. In molti avevano visto giusto.Il campionato 1979/80 del Siracusa in C1 doveva essere il suo trampolino di lancio. In effetti venne convocato e giocò anche con la nazionale Under 21. Questi conti-nui viaggi, uniti a quelli imposti dal servi-zio militare, non disgiunti da un periodo che in società cominciarono ad addensar-si nubi di ordine economico, portarono

ad un affievolimento dell’impegno, con qualche mugugno da parte dei tifosi. Il feeling non si instaurò mai. La sua gara più bella, in Coppa Italia con-tro la Salernitana alla quale inflisse due reti entrambe di rara bellezza. Il Siracusa venen comunque eliminato.Tutte le forze s’incentrarono sul campio-nato. Il ragazzo, per via delle convocazioni in Nazionale, a Siracusa cominciò a tirar dietro la gamba. I dirigenti si arrabbiaro-no e chiesero all’allenatore di non convo-carlo. Purtroppo il mister si adeguò alle disposizioni e si notò l’assenza.D’agostino era infatti abbastanza smali-ziato. Per ripicca, insieme ad altri compa-gni di squadra mise in mora la società. I rapporti divennero difficili. Era previsto l’utilizzo della clausola del riscatto, ma non se ne fece nulla. A fine stagione tor-nò alla Sampdoria. Disputò a Siracusa 29 gare e segnò otto reti.In C1 i goleador come D’Agostino aveva-no mercato. Il Parma, che come il Siracusa militava in C1, si avvalse negli anni 80/81 e 81/82 delle prestazioni di questo ragazzo.La prima stagione non giocò alcuna gara ma nel successivo campionato disputò 28 gare mettendo a segno otto reti. A Taran-to, sua città natale, tornò dopo il biennio in Emilia. Giocò però quattro gare met-tendo a segno una rete. Non scattò l’amo-re. Nessuno è profeta in patria. Andò a

Trento sempre C1. Qui si ritrovò. Disputò due campionati per un totale di 33 gare e 11 reti. Già maturo in tutti i sensi,, ven-ne prelevato dalla Reggiana, sempre C1, nell’84. Vi è rimasto per quattro campio-nati: 123 gare e ben 39 reti. Alla soglia dei trent’anni compie il suo penultimo tra-sferimento. Va a Sassuolo in C2. Vi rimane due anni. Gioca 34 gare per campionato e mette a segno rispettivamente 12 e 11 reti. Un’ala che riusciva a mettere a segno gol con regolarità era ambita. Se l’aggiu-dicò il Celano in C2, nel 90. Giocò 30 gare ma poche segnature. Solo tre.Lo ritroviamo negli anni 90 tra i dilettanti delle Marche. Poi via alla carriera da alle-natore, partita nel 2005 senza troppi sus-sulti. Sicuramente continua nella speranza di farsi notare. D’altra parte è ancora un gio-vane “mister” professionista: deve com-piere 51 anni nel prossimo luglio. Caro D’Agostino, dovesse mai trovarsi a passareda queste parti, ci faccia un pia-cere, si riappaccifichi con i suoi ex tifosi. Magari chiedendo al suo concittadino a Vincenzo Cosa di farsi promotore e men-tore di questa iniziativa.

Paolo Catania

D’AGOSTINO NON FECE BRECCIAMA MISE IN MORA LA SOCIETA’

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(r.s.) Andrea Petta è uno dei primi pezzi pregiati del Siracusa richiesto da società anche di Serie B. Impossibile trattenerlo, almeno non oltre la stagione in corso. A gennaio il suo cartellino potrebbe passare di mano (Torino?). Ma il ragazzo comple-terebbe il campionato a Siracusa. Almeno queste le intenzioni del presidente Salvol-di. Un altro presidente, quello del settore giovanile del Siracusa (da dove Petta pro-viene), Maurizio Pepoli, parla del givane difensore.“La sua è una bella favola. Speriamo trovi l’ambiente giusto e che possa essere l’ini-zio di un carriera luminosa”. Le parole di Pepoli sembrano confermare le indiscre-zioni delle ultime settimane. “E’ sempre stato un ragazzo molto serio, uno di quel-li bravi anche a fare gruppo. Ha seguito quello che l’allenatore e i dirigenti diceva-no, è sempre stato costante negli allena-menti e nelle partite. A me manca, per la squadra intendo. Però è giusto così, dob-biamo offrigli la possibilità di crescere”. A

scovarlo sono stati Paolo Lombardo e il solito Branciamore. “Gente che di calcio ne capisce, eccome”, sottolinea Pepoli. “Sanno individuare il talento. Grande merito a loro”.Ci hanno provato anche quest’anno. Ber-retti completamente reinventata, con tanti nuovi innesti di giovani interessan-ti, quasi tutti della provincia. La caccia al nuovo Petta è cominciata. Maurizio Pepoli non fa nomi. “La squadra sta cre-scendo. Ci sono dei giovani di cui senti-rete parlare. Puntiamo ad arrivare terzi nel campionato Berretti e ben figurare con Allievi e Giovanissimi. E poi il pros-simo anno, con innesti mirati, potremo toglierci qualche soddisfazione in più. Comunque adesso non è che le cose va-dano male. Attualmente, persino il primo posto è a portata di mano. Eppure qual-cuno mi disse, alcune settimane fa, che la squadra era senza qualità. I fatti stanno dimostrando che non è così”.

LA BELLA FAVOLA DI ANDREA PETTACuriosità

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Superata anche la J.StabiaE IL CAPITANO CALDARELLA GUARDA LONTANO

(midolo) Il Siracusa Berretti si aggiudica il difficile match contro la Juve Stabia (2-1) ed ottiene la quarta vittoria consecuti-va. La squadra sembra aver imboccato la strada giusta. Sesto successo stagionale e diciannovesimo punto in classifica. Set-te gol fatti e uno solo subito nelle ultime quattro gare. Con questi numeri si può cominciare a pensare da “grande”. La clas-sifica non è ancora veritiera, ma la griglia che conta, quella che vale il passaggio del turno, non è più un miraggio.“Speriamo di continuare questa striscia – afferma capitan Caldarella - Vogliamo arrivare fra le prime tre per andare agli ottavi. Ci crediamo, all’inizio non ci cono-scevamo, era un gruppo completamente nuovo, e abbiamo incontrato qualche dif-ficoltà. Adesso ci siamo ripresi e il merito è di tutta la rosa”. Ivan Caldarella, di Avola, classe 1993, centrocampista e capitano. Proprio ad Avola ha iniziato a giocare a calcio. Polisportiva Tremoli, Interclub le sue prime squadre. Poi il passaggio allo Sportland di Augusta. Un incidente lo co-stringe a stare fermo un anno. Riparte dal Siracusa. Categoria Giovanissimi. Con gli azzurri fa tutta la trafila e arriva alla Ber-

retti. Esterno di centrocampo, nel Siracu-sa è diventato centrale. Ma in passato ha giocato anche da terzino e contro la Juve Stabia ha terminato la gara da difensore. “Sogno la convocazione in prima squadra. Il giovedì faccio la partitella contro di loro insieme ad altri miei compagni. Ho fatto la preparazione con Ignoffo e company, è un’emozione particolare, è tutto così di-verso. Allenarmi con giocatori che sono stati in Coppa Uefa, che hanno giocato in Serie A e B. Spinelli è il preferito. Mi pia-ce tanto come gioca e mi piacciono le sue caratteristiche. Sia come tocca il pallone che la grinta che ci mette. È un giocatore completo”. Se è arrivato ad allenarsi con il suo idolo, il merito è anche di chi ultima-mente crede in lui. Su mister Pizzo non ha dubbi. “Ci fa sentire importanti, ci da con-sigli. Grazie a lui giochiamo con lspirito giusto”. Tra scuola e allenamenti, tra Avola e Siracusa. È qui per imparare e sognare. “Punto al massimo, com’è normale che sia: punto alla Serie A. Ma per iniziare, am-metto che un pensiero al Siracusa lo sto facendo. Stare in prima squadra, un po’ come Petta e Rosella non sarebbe male. Non sono romanista, però, mi piacerebbe giocare nella Roma un giorno. Voglio an-dare lontano nel calcio, voglio farlo anche per i miei genitori, per ripagarli per tutto quello che hanno fatto per me e che con-tinuano a fare”. A lezione da Spinelli per diventare il nuovo De Rossi. In bocca al lupo, Ivan.

Antonio Midolo

(r.s.) Il presidente del Consiglio Comunale di Siracusa, Edy

Bandiera, commenta la recente cerimonia di posa della prima pietra all’Autodromo di Siracusa. “Seppur invitato alla importante giornata, ho deciso di non parteciparvi. Sarei, invece, molto più contento di poter esserci in occa-sione della posa dell’ultima pietra”. Il presidente Bandiera sceglie, quindi, la via del sarcasmo. Quella delle inaugurazioni e delle prime pietre è, infatti, diventata qua-si una moda. Il Teatro Comunale, per dirne una, è stato più volte inaugurato senza ave-re mai aperto i battenti. “Riconoscendo i meriti e la capacità di programmazione delle amministrazioni provinciali presente e passata, e l’impegno della famiglia Melluzzo nell’evitare l’oblio, auspico che in questa occasione i tempi sia-no certi e gli impegni mantenuti. Ripeto, un plauso a chi ha seguito la progettualità e curato i rapporti con Maioli. Adesso, in vista del traguardo, non fermiamoci”.

Autodromo

Berretti

L’ironia del presidente

Edy Bandiera

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Già tempo di mercato in casa Noto. Archi-viato il derby del barocco contro il Modica, valido come 16a giornata del campionato di serie D, oggi i granata torneranno nuo-vamente in campo, al “G.Palatucci” per il turno infrasettimanale della 17a giornata contro la Rossanese e poi ancora nuova-mente domenica in trasferta a Mazara del Vallo. Un tour de force che culminerà il 19 di-cembre con l’ultimo impegno prima del giro di boa. “Abbiamo posto le basi per lavorare al meglio – ha commentato il tecnico netino Giancarlo Betta – Manca ancora qualche incontro prima della fine del girone di andata e poi tireremo le pri-me somme. Siamo certamente in una fase di crescita ma sono piuttosto soddisfatto di quello che abbiamo fin qui costruito”. Con la testa al campo, la dirigenza granata ha iniziato a muovere subito i primi passi nell’appendice di mercato invernale. Una riparazione che è e sarà sinonimo di rin-giovanimento. Diversi sono i giocatori che non fanno più parte del progetto granata, mentre tre gli arrivi imminenti, ancora in via ufficiosa. Per quanto riguarda il repar-to offensivo, fa le valigie Gerlando Conti-no: per lui una rete in campionato e tanto movimento a supporto del duo Carbona-ro-Savanarola; troppo poco per convince-re il diesse a restare. Valige pronte anche per Gianluca Catania, uan partenza già preannunciata con quella reazione alla sostituzione nel big match contro l’Acirea-le. Cambio di casacca anche per il portiere romano Andrea Rossi, che probabilmen-

te si avvi-cinerà a casa, e per tre giova-ni che ri-spondono ai nomi di Tarantino, Strano e Scaravilla, direzione Palazzolo e Biancadrano. Rescissi i contratti dei sei elementi ex amaranto, la scorsa settimana si è unito al gruppo il giovane netino Matteo Fusca, classe ’91, jolly di centrocampo ma all’oc-correnza anche un buon esterno; cresciu-to calcisticamente nella vicina Palazzolo, dove nella scorsa stagione, ha disputato il campionato di serie D. Ufficiale Fusca, ufficiosi il ritorno di Alessio Restuccia, svincolato dall’Acireale, e il difensore pa-lermitano Valerio Mezzapelle. Vicina alle festività natalizie e alla sosta che il campionato di serie D osserverà dal 19 dicembre al 5 gennaio del nuovo anno, la formazione di mister Betta proverà a dare seguito all’ottima striscia positiva del mese di novembre che ha permesso l’aggancio alle zone nobili della classifica. Anche se tra le squadre del gruppone di testa il Noto è quella che soffre maggior-mente le trasferte. “Ripeto, siamo una squadra in crescita – ha continuato Betta – Attualmente stiamo valutando alcune scelte di mercato soprattutto per quanto riguarda i giovani”. Nessuna individualità, il segreto della

squadra granata è il collettivo. “Guardo molto alla crescita comune del gruppo – ha spiegato il tecnico – Non giochiamo sulle individualità di qualcuno in parti-colare, ci piace esprimere il nostro calcio. Questa è una piazza che vive di risultati, orfana di pressioni particolari, la tifoseria è molto corretta e molto attaccata alla squadra. È un piacere lavorare qui. Però sono i risultati che fanno la differenza. Senza numeri non si va da nessuna par-te e io mi ritengo una persona molto concreta e realista. Il salto di categoria? Sinceramente per noi questo è un anno difficile. Non siamo attrezzati per vincere il campionato né per poter ambire a qual-cosa di grande. Il nostro girone è ricco di corazzate che alla lunga faranno valere le loro potenzialità”. La presidenza Musso-Bonfanti ha acceso un sogno nella piccola capitale del baroc-co; una ventata di novità che accomuna tutta la cittadinanza, che si è stretta attor-no alla squadra, con la speranza di ripete-re l’impresa di quel lontano 1970, quando il Noto partecipò alla quarta serie, equiva-lente alla Seconda Divisione di oggi.

Giuseppe Basile

Altro che vacanzeA Noto cominciano legrandi manovreMovimenti in entrata e in uscita

Serie D

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(basile) E’ il pallanuotista più anziano della serie A1 italiana. Dopo di lui Claudio Gaz-zarini, portiere classe ’71 della Lazio, Rath Bogdan e Roberto Calcaterra, entrambi classe ’72 in forza all’Iseo Brixia, e l’unghe-rese Tibor Benedek fenomeno 1972 di casa Pro Recco. Предраг Зимоњић, più comunemente Pre-drag Zimonjic, vanta già - dati alla mano - un invidiabile record da aggiungere nella sua personalissima vetrina di titoli: due volte campione europeo (Atene 1991 e Budapest 2001), vicecampione del mondo (Fukuoka 2001), medaglia di bronzo alle olimpiadi di Sydney 2000. Zimonjic è un difensore vecchio stampo, fi-sico, difficile da domare nonostante le qua-ranta primavere, dalla grande intelligenza tattica, sapiente nel dare gli equilibri giu-sti al reparto difensivo ed astuto a trovare, quando capita, il destro dalla distanza. Dalla sua Jugoslavia, poi divenuta Serbia Monte-negro, porta in Italia il soprannome: Pelle. “Tutti mi chiamano così – ci racconta visibil-mente imbarazzato – è come un diminutivo di Predrag. Come qui usate Peppe per Giu-

seppe. Ma non solo a Siracusa, per tutti gli altri pallanuotisti italiani e stranieri, io sono Pelle. Da bambino i miei compagni mi chia-mavano così ed ora è rimasto questo nome. Mi piace”. Arrivato in Italia 14 anni fa, prima accasatosi a Roma in squadra col c.t. della nazionale San-dro Campagna, poi giunto a Siracusa. Nella città d’Archimede ha messo radici e sabato contro Camogli ha fatto il suo esordio sta-gionale da cittadino italiano. “Si, finalmente ho la possibilità di giocare. È brutto quando ti alleni sempre e poi non hai la possibilità di confrontarti con gli altri in partita. Biso-gnerà constatare il mio livello effettivo di preparazione. Cioè se sono indietro rispet-to agli altri. Comunque aiuterò i compagni. Noi in difficoltà? Il campionato è veramente difficile. Abbiamo sbagliato qualche partita come Latina, Bogliasco e fatto bene con del-le squadre ben più forti di noi, Posillipo, Rec-co. Penso che questa Ortigia abbia le carte in regola per salvarsi. Sono alla mia decima stagione a Siracusa. Questa città per me è tanto. Qui ho la mia famiglia e ho cresciuto i miei tre figli. Anche la cittadinanza, come

il futuro s t e s s o che mi sono creato da que-ste parti, è una cosa venuta per caso. Giorno dopo giorno, cioè non pianifi-cata in anticipo. Penso sia la naturale conse-guenza degli eventi”. Si racconta volentieri, Pelle. “Quale titolo con la nazionale ricordo con più entusiasmo? Tutti, anzi a dire la verità ricordo soprattutto i titoli non vinti. Le vittorie sono delle gio-ie, non le scordi; ma le sconfitte importan-ti bruciano e arrecano dolore, quindi sono praticamente indelebili”. Le sue 40 primave-re non gli pesano; oddio, forse quando i rit-mi di gara si fanno pressanti e intensi lui dà battaglia ma poi ne risente soprattutto nel quarto parziale, quando lo vedi arrancare, a bocca larga con l’espressione tipica della fatica, e nuotare spinto dalla forte motiva-zione che ancora lo accompagna. “Giocherò fin quando questo sport mi farà divertire. È così. E in questa squadra mi di-verto tanto”. Oltre ad indossare la calottina biancoverde numero 4, il capitano di casa C.C.Ortigia è a tutti gli effetti il beniamino degli spalti della piscina Caldarella; lo inci-tano e come lo incitano quando lo speaker pronuncia il suo nome. Un coro unanime si alza dai gradoni bordeaux sopra la vasca: “Pelle … Pelle”. Sono i ragazzi del settore giovanile che lui stesso allena, cresce. Il so-gno nel cassetto, portarli a grandi livelli in quella prima squadra che forse un giorno lo avrà come allenatore. “Io nell’Ortigia sto be-nissimo. Vado d’accordo con tutti, compa-gni, dirigenti, con tutto l’ambiente. Allenare la prima squadra in serie A? Mi piacerebbe tantissimo. Sarebbe un’emozione per me. Forse ci proverò, ma fin quando proverò voglia e divertimento nel giocare, starò in vasca”. Stia tranquillo, allora, Aldo Baio. A difendere quei colori che sono entrati di di-ritto, con prepotenza, nella sua pallanuoto ci pensa Pelle. Per ora, dalla vasca.

CHE ORTIGIA SAREBBE SENZAPEDRAG “PELLE” ZIMONJIC ?

Pallanuoto

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