Spagine scritture 01 alessandro santoro l'estate perduta

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s p a g i n e Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri L’estate perduta Un racconto di Alessandro Santoro scritture Lecce, ottobre 2013 - anno I S pagine n°0 - Scritture 01

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L'estate perduta di Alessandro Santoro inaugura la sezione di scritture di Spagine

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Page 1: Spagine scritture 01 alessandro santoro l'estate perduta

spagine Periodico

culturaledell’AssociazioneFondo Verri

Un omaggioalla scritturainfinitadi F.S. Dòdaroe A.Verri

L’estate perdutaUn racconto di Alessandro Santoro

scritture

Lecce, ottobre 2013 - anno I Spagine n°0 - Scritture 01

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spagine

Questa non è più lanostra estate.Alessandro stacercando in que-sti giorni di pian-tare le patate. Du-

rante la prima parte della stagionesi è dedicato ai pomodori. Da insa-lata. Da salsa. Ciliegini e San Mar-zano. Ha fatto la salsa, come si fa-ceva una volta, con tutta la fami-glia.

Ha scoperto la fatica di racco-gliere i fagiolini tutte le mattinecon il fresco dell'alba quando suafiglia di 3 anni ancora dorme beata.Da pochissimo si sono spente leamplificazioni delle feste in spiag-gia. Lì, a pochi metri dal mare, traSan Foca e Torre dell'Orso, l'estatesi balla. D'inverno si sta. Fermi.

Si va in macchina alla ricerca diqualche supplenza precaria tra laprovincia leccese e quella brindisi-na. L'inverno non è che si divertatanto.

Quando a trent'anni si è accortodi aver studiato tanto qualcosa diinutile non è stato divertente. Beniculturali. Che ingenuo lui!

Sanno tutto lì nel Salento. Tuttioperatori culturali e intellettuali!

È partito. Dapprima a Torino.Perchè per insegnare nell'Italia del-la crisi devi cominciare dal nord esperare, un giorno, forse di tornarenel Salento... Per le vacanze alme-no.

di Alessandro Santoro

La sp

eranza

della m

eraviglia

scritture

Tra pochi giorni cominciará ilsuo quinto anno da insegnante pre-cario.

Nel frattempo è arrivata Alice,la famiglia moderna, non il matri-monio, ovviamente. E chi se lopuó permettere quando lavori 7-8mesi collezionando 18 contrattidella durata massima di quindicigiorni?

Alice è stata la speranza, di unapaese di meraviglie.

È tornato nel Salento. Perché lavita dell'emigrante non faceva perlui. All'inizio è stato difficile. Oggiha imparato. Ho scoperta la suaterra.

Non il Salento. La terra di suononno. Quella che lui coltivava.Sempre. 12 mesi l'anno. Ha decisodi smetterla di credere alle favole.Quelle le racconta alla figlia.

Ha cominciato a coltivare i pri-mi pomodori e ha smesso di acqui-starne dal supermercato. Ha inizia-to a produrre la sua energia e lebollette sono diminuite. Ha presoqualche gallina e un paio d'oche edogni mattina, Alice, ha il suo uovofresco.

Ha iniziato a scendere al portola mattina presto mentre i suo ami-ci rincasano dalla festa e si è accor-to che alla stessa ora, i pescatori,hanno raccolto le reti e capita ditrovarne qualcuno disposto a cede-re gli avanzi che le pescherie rifiu-tano. Mangia zuppette straordina-rie con pesci piccoli, quelli che i ri-storanti non danno ai turisti. Cosane sanno loro del mare?

Loro che mangiano alle sagredellu porcu pri pri o della patatina,

bevono alla festa della birra e in-gurgitano polipi dell'oceano... Co-sa ne sanno della sofferenza delmare costretto a rifornire centinaiadi migliaia di turisti affamati chepoi fanno i loro bisogni in fogneche spesso finiscono nel mare?

Il pomeriggio sgattaiola al ma-re. Non dalla spiaggia ovviamente.Sarebbe impossibile solo trovarparcheggio, pagare il posteggiato-re (abusivo), pagarsi sdraio ed om-brellone, ecc, ecc.. Via. In barca avela. Il motore è rumoroso e puz-zolente, quasi quanto le spiagge inagosto.

Al rientro ha giusto il tempo diinnaffiare. Alice adora aiutare ilsuo papà. In realtà preferisce man-giare i pomodori direttamente dal-la pianta.

Alessandro prova un pizzico diorgoglio quando dopo aver finitodi mangiare il primo lei si gira echiede: "ancora"!

A sera i suoi amici hanno impa-rato a non chiamarlo al telefono.Anche perchè non prende, troppituristi congestionano le reti telefo-niche. Chi vuole passa dalla suacampagna e si raccoglie i suoi fi-chi.

Alessandro e la sua compagnaElisa hanno imparato a seccarli,per l'inverno. Quando voglionomangiarne uno fresco preferisconomangiarlo direttamente dall'albe-ro. Possono scegliere la razza chepreferiscono. Il nonno di Alessan-dro ne piantó talmente tanti cheadesso che non c'è piú quasi nessu-no ne ricorda i nomi.

Ogni tanto passa qualche turista

che fa footing nei paragi e chiededi potersi raccogliere un fico daquel maestoso albero che si affac-cia sulla strada. Sorride Alessan-dro e non gli spiega che quello èuno "mbrufico", un fico maschio.Qualcuno se ne accorge, altri lomangiano senza fare una piega.

Controlla che i liquori stiano fil-trando bene e che le confetture ab-biano le loro etichette al posto giu-sto e con la data esatta. Ha impara-to ad apprezzare soprattutto lamarmellata alla susina e il liquoreal gelso moro. Sono frutti talmentecomuni dalle sue parti da essere di-ventati una rarità.

A sera è sufficientemente stancoper non pensare alla convocazionedel provveditore che non arriva, aiconcorsi che non si fanno ma chetanto vincono sempre gli stessi.Riesce persino ad allontanare lepaure di una disoccupazione chetardano a pagargli e agli stipendiarretrati mai arrivati. Riesce ascacciare l'angoscia dell'incertezzadei continui traslochi e delle millescuole che lo aspettano (forse).

A sera guarda il suo orto che re-spira e la luna nuova che sorge.

Le melanzane sono carnose, ipeperoni gialli e rossi, i pomodorisono un po' ammaccati ma chisse-nefrega! Le cocuzze crescono, laverza è sopravvissuta alle luma-che.

Molti partono alla ricerca dellataranta, quasi tutti non ne troveran-no traccia e come malote si accal-cheranno sotto il palco di uno deitantissimi paesini salentini.

Tutto intorno è estate.

Lecce, ottobre 2013 - anno I Spagine n°0 - Scritture 01