Settemiglia - anno I, n°8

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settemiglia da Gerusalemme ad Emmaus …e ritorno IL TEMPO DELLO SPIRITO Invia il tuo Spirito, Signore, e rinnoverai la faccia della terra! dello Spirito, A degli Apostoli, osser- viamo come a volte ci sembra che la risposta di Dio arrivi in ritardo, che Dio si sia dimencato di noi... ecco, il gior- no di Pentecoste stava per finire, sap- piamo che per gli Ebrei, il giorno inizia alla sera e termina al mano, alle pri- me luci dell’alba; era trascorsa la noe, lunga, non era successo niente.... Quando ormai ci sembra che Dio non intervenga più, che il tempo sia trascor- so, Egli viene con la sua potenza. Quali sono i segni della sua Presenza? “In At 2,2 troviamo il primo segno: “Si udì un rombo come di vento gagliardo”. E’ qualcosa di percepibile, non è un ru- more qualsiasi, è un rumore di vento, gli Apostoli sapevano bene che il vento è segno dello Spirito Santo. Il rombo del vento doveva già far fremete, met- tere gli animi in aesa come quando la sposa sente alla porta il rumore incon- fondibile dello sposo che bussa. Un altro segno, questa volta per la vi- sta: “Si videro come lingue di fuoco”. Anche qui non è un segno qualsiasi, ma è il fuoco. Il fuoco araverso tua la Bibbia, è segno di purificazione, ma diversa da quella faa con l’acqua. L’ac- qua infa pulisce l’esterno: posso la- varmi il viso con l’acqua, ma non posso lavarmi il cuore. Quando occorre una purificazione che passi tra fibra e fibra, ad esempio come quella necessaria per l’oro, non è sufficiente l’acqua ma ci vuole il fuoco. Il fuoco è potenza puri- ficatrice di Dio, che divide, che separa l’oro dagli scar. Tu furono pieni di Spirito Santo. Ecco l’evento, ecco il cambiamento: tut- furono pieni di Spirito Santo. Non i migliori, non i più bravi, non quelli che erano rimas con Gesù soo la Croce, non quelli che avevano compiuto tua la legge, non quelli che pregano sem- pre... non solo. Tu furono pieni di Spirito Santo. Lo Spirito Santo investe la vita di ciascuno e ne fa una creatura nuova. Quando furono riempi di Spi- rito Santo, gli apostoli si ritrovarono un cuore nuovo. Infa quando riceveero la pienezza dello Spirito Santo, fecero un’esperienza travolgente dell’amore di Dio! La Pentecoste è una realtà profonda che cambia il cuore; ma è anche un’e- sperienza dell’amore di Dio, di cui tu gli uomini hanno bisogno. A Gerusa- lemme c’erano giudei di tue le nazioni del mondo, con linguaggi differen. La Parola di Dio vuole insegnarci che lo Spirito è dato a tuo l’universo, a tu i popoli e a tue le persone. Non è dato a un gruppeo di privilegia. Dio sceglie tu i popoli. Tu capiva- no la lingua dello Spirito, poiché essa ci parla di Gesù. Apprendiamo che Dio ha inviato lo Spirito Santo per tu, non soltanto per pochi scel. Apprendiamo che Dio agisce in tu e apre le porte del Regno a tu coloro che lo deside- rano. Nella misura in cui ci apriamo allo Spirito di Gesù, Egli agirà sempre più in noi per il bene di tuo il Corpo di Cristo. Tu sono scel da Dio! Pasquale Velleca Periodico Mensile Anno I - N°8 Giugno 2011 Mail ed Info: [email protected] www.settemiglia.it Lo Spirito Santo Cappella delle Missionarie dell’Immacolata - Monza (MI) Diocesi di Nola – Parrocchia San Francesco di Paola – Scafati – Sa I l vento impetuoso di quella prima Pentecoste, non si è ancora ferma- to, connua a travolgere la vita degli uomini, connua a rinnovare la Chiesa, connua a spazzare via le nubi della tristezza, della delusione, della paura, della solitudine, per aprire il cielo a una nuova Primavera, la Primavera dello Spirito, la Primavera della Chiesa. Siamo nel “tempo dello Spirito”, Gesù ce l’aveva deo: “Bisogna che io me ne vada, ma vi invierò un altro Consolato- re”. Lui è andato, ma non ci ha lasciato soli. Lo Spirito, da quella prima Pente- coste è rimasto presente tra noi. La Pentecoste è dunque una nuova cre- azione. Gesù ci ha rigenera sulla Croce e dopo 50 giorni soffia su di noi la vita nuova. Cosa significa essere una Cre- atura nuova? Facciamo questo esem- pio: “Certe groe soerranee sono frequentate da turis, che ammirano la bellezza delle forme delle stala e delle stalagmi. Cento anni fa erano solo caverne buie e pericolose. L’intro- duzione della luce elerica ha creato ques luoghi di meraviglia”. Una cosa simile succede con la vita, a volte piena di tristezza, se gli occhi del cuore non vengono illumina dalla luce dello Spi- rito. Esaminando il racconto della venuta “Chi si affida a Gesù speri- menta già in questa vita la pace e la gioia del cuore, che il mondo non può dare, e non può nemmeno togliere una volta che Dio ce le ha donate. Vale dunque la pena di lasciarsi toccare dal fuoco dello Spirito Santo!” (Benedetto XVI)

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Giornale della Parrocchia San Francesco di Paola - Scafati (Sa) Supplemento a IN DIALOGO Mensile della Chiesa di Nola

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settemigliada Gerusalemme ad Emmaus …e ritorno

IL TEMPO DELLO SPIRITOInvia il tuo Spirito, Signore, e rinnoverai la faccia della terra!

dello Spirito, Atti degli Apostoli, osser-viamo come a volte ci sembra che la risposta di Dio arrivi in ritardo, che Dio si sia dimenticato di noi... ecco, il gior-no di Pentecoste stava per finire, sap-piamo che per gli Ebrei, il giorno inizia alla sera e termina al mattino, alle pri-me luci dell’alba; era trascorsa la notte, lunga, non era successo niente.... Quando ormai ci sembra che Dio non intervenga più, che il tempo sia trascor-so, Egli viene con la sua potenza.Quali sono i segni della sua Presenza? “In At 2,2 troviamo il primo segno: “Si udì un rombo come di vento gagliardo”. E’ qualcosa di percepibile, non è un ru-more qualsiasi, è un rumore di vento, gli Apostoli sapevano bene che il vento è segno dello Spirito Santo. Il rombo del vento doveva già far fremete, met-tere gli animi in attesa come quando la sposa sente alla porta il rumore incon-fondibile dello sposo che bussa.Un altro segno, questa volta per la vi-sta: “Si videro come lingue di fuoco”. Anche qui non è un segno qualsiasi, ma è il fuoco. Il fuoco attraverso tutta

la Bibbia, è segno di purificazione, ma diversa da quella fatta con l’acqua. L’ac-qua infatti pulisce l’esterno: posso la-varmi il viso con l’acqua, ma non posso lavarmi il cuore. Quando occorre una purificazione che passi tra fibra e fibra, ad esempio come quella necessaria per l’oro, non è sufficiente l’acqua ma ci vuole il fuoco. Il fuoco è potenza puri-ficatrice di Dio, che divide, che separa l’oro dagli scarti.Tutti furono pieni di Spirito Santo. Ecco l’evento, ecco il cambiamento: tut-ti furono pieni di Spirito Santo. Non i migliori, non i più bravi, non quelli che erano rimasti con Gesù sotto la Croce, non quelli che avevano compiuto tutta la legge, non quelli che pregano sem-pre... non solo. Tutti furono pieni di Spirito Santo. Lo Spirito Santo investe la vita di ciascuno e ne fa una creatura nuova. Quando furono riempiti di Spi-rito Santo, gli apostoli si ritrovarono un cuore nuovo. Infatti quando ricevettero la pienezza dello Spirito Santo, fecero un’esperienza travolgente dell’amore di Dio!La Pentecoste è una realtà profonda che cambia il cuore; ma è anche un’e-sperienza dell’amore di Dio, di cui tutti gli uomini hanno bisogno. A Gerusa-lemme c’erano giudei di tutte le nazioni del mondo, con linguaggi differenti. La Parola di Dio vuole insegnarci che lo Spirito è dato a tutto l’universo, a tutti i popoli e a tutte le persone. Non è dato a un gruppetto di privilegiati. Dio sceglie tutti i popoli. Tutti capiva-no la lingua dello Spirito, poiché essa ci parla di Gesù. Apprendiamo che Dio ha inviato lo Spirito Santo per tutti, non soltanto per pochi scelti. Apprendiamo che Dio agisce in tutti e apre le porte del Regno a tutti coloro che lo deside-rano. Nella misura in cui ci apriamo allo Spirito di Gesù, Egli agirà sempre più in noi per il bene di tutto il Corpo di Cristo. Tutti sono scelti da Dio!

Pasquale Velleca

Periodico MensileAnno I - N°8Giugno 2011Mail ed Info:[email protected]

Lo Spirito Santo Cappella delle Missionarie

dell’Immacolata - Monza (MI)

Diocesi di Nola – Parrocchia San Francesco di Paola – Scafati – Sa

Il vento impetuoso di quella prima Pentecoste, non si è ancora ferma-to, continua a travolgere la vita degli

uomini, continua a rinnovare la Chiesa, continua a spazzare via le nubi della tristezza, della delusione, della paura, della solitudine, per aprire il cielo a una nuova Primavera, la Primavera dello Spirito, la Primavera della Chiesa. Siamo nel “tempo dello Spirito”, Gesù ce l’aveva detto: “Bisogna che io me ne vada, ma vi invierò un altro Consolato-re”. Lui è andato, ma non ci ha lasciato soli. Lo Spirito, da quella prima Pente-coste è rimasto presente tra noi.La Pentecoste è dunque una nuova cre-azione. Gesù ci ha rigenerati sulla Croce e dopo 50 giorni soffia su di noi la vita nuova. Cosa significa essere una Cre-atura nuova? Facciamo questo esem-pio: “Certe grotte sotterranee sono frequentate da turisti, che ammirano la bellezza delle forme delle stalattiti e delle stalagmiti. Cento anni fa erano solo caverne buie e pericolose. L’intro-duzione della luce elettrica ha creato questi luoghi di meraviglia”. Una cosa simile succede con la vita, a volte piena di tristezza, se gli occhi del cuore non vengono illuminati dalla luce dello Spi-rito.Esaminando il racconto della venuta

“Chi si affida a Gesù speri-

menta già in questa vita la

pace e la gioia del cuore,

che il mondo non può dare,

e non può nemmeno togliere

una volta che Dio ce le ha

donate. Vale dunque la pena

di lasciarsi toccare dal fuoco

dello Spirito Santo!”

(Benedetto XVI)

settemigliasettemiglia

“Okeità:

stato della persona

che ha fiducia in sé

e negli altri...

Posizione ottimale

per entrare in una vera

relazione con gli altri,

che genera reciprocità ”

Si può immaginare una società fat-ta di uomini e donne che sappiano convivere tra loro senza trasfor-

mare gli inevitabili contrasti in “duelli all’ultimo sangue”? Si può costruire un mondo in cui i po-poli sappiano fare a meno della guerra e delle prevaricazioni? È possibile coniugare i bisogni privati con quelli pubblici? L’economia deve essere per forza basa-ta sul profitto? La politica è solo contrapposizione tra partiti per la conquista ed il manteni-mento del potere? Insomma, il nostro modello di società è proprio quello giusto o esistono alter-native realmente praticabili? In altre parole, dobbiamo rassegnarci a vivere lottando, sperando che a soc-combere non siamo noi ma il nostro av-versario, o riteniamo che sia possibile scrivere pagine di storia nuove, fatte di solidarietà, di condivisione, di fiducia? Sono le domande che si pongono gli uo-mini fin da quando hanno cominciato a soffrire per la perdita di un loro caro o per aver subito un’ingiustizia, o perché stanchi del troppo sangue versato. Ora, se il dubbio accompagna ancora i nostri pensieri, se la nostra mente è protesa a cercare risposte, vuol dire che in noi è impiantato il seme della speranza! E se così non fosse, o sarem-mo diventati del tutto simili agli anima-li, o ci saremmo autodistrutti. Qualcu-no dice che siamo sulla strada giusta per farlo; io non credo. Da dove viene, infatti, questa spinta a credere che “do-mani è un altro giorno”, come diceva Rossella O’Hara? La Chiesa c’insegna a credere in un Dio che è Amore infinito e gratuito, in un Dio Padre buono e misericordioso, in un Dio che non ha mai lasciato sola la sua creatura, un Dio che in sé è co-munione trinitaria: Padre-Figlio-Spirito Santo. Conosciamo bene i primi due “volti” di Dio, un po’ meno il terzo. La festa liturgica della Pentecoste ci aiu-ta a colmare questo vuoto, ma dovrem-mo fare di più perché la conoscenza dello Spirito Santo ci aiuterebbe a sco-prire la presenza vera ed efficace di Dio in mezzo agli uomini, una presenza gar-bata, silenziosa, discreta ma, nello stes-

SPIRITO SANTO, OKEITA’ E DEMOCRAZIALa trinomia del buon vivere

so tempo, potente tanto da impedire al male di sopraffare il bene. Visto in quest’ottica, mi ha affascinato la scoperta dell’”okeità”, di una scuola di psicologia, cioè, che si fonda sull’idea che ogni individuo è OK rispetto a sé e all’altro e viceversa. Si chiama Analisi Transazionale e fu ideata dallo psichiatra e psicoanalista americano Eric Berne negli anni ’50. Secondo lui ognuno di noi può “adot-tare una posizione di vita” a partire dal modo in cui vediamo noi stessi e gli altri. Essere OK vuol dire riconoscersi persone sane, positive, capaci di sta-bilire relazioni costruttive con gli altri, in grado di accettare i pareri diversi dai nostri in un clima di reciprocità; di agire in collaborazione sapendo ascoltare e farsi ascoltare; saper chiedere aiuto e saperlo offrire senza sentirsi per que-sto: o umiliati nel chiederlo o potenti nel darlo. Sentirsi OK e percepire gli al-

tri OK “è lo stato della persona che ha fiducia in sé e negli altri, parte da pre-supposti di uguaglianza pur riconoscen-do le differenze. È la posizione ottimale per entrare in una vera relazione con gli altri, che genera reciprocità”. Secondo me Dio ci ha creato perché si sentiva OK e sentiva ognuno di noi OK e, proprio per dimostrarcelo sempre, ci ha donato lo Spirito Santo. La Carta costituzionale è anch’essa un segno dell’okeità. I Padri fondatori del-la Repubblica Italiana dovettero partire da questo presupposto per scrivere un tale monumento alla libertà e alla sag-gezza umana. Ribadire la dignità della persona, il diritto alla cultura, alla fami-glia, alla parità sociale sono il più alto concetto di uno stato democratico e libero, in cui io sono OK, tu sei OK!

Vincenzo Fiorenza

Riflessioni 2

Matrice OK Corral di Franklin Ernst - 1971

settemigliasettemiglia Eventi 3

Grande successo per “O…Maggio a San Francesco. Fede, Arte e Cultura”, la rassegna che dal 6 al

26 Maggio 2011 è stata ospitata presso la Chiesa San Francesco di Paola (Caval-cavia d’Amaro - Scafati - Salerno). Una serie di incontri organizzati dal Comi-tato della Parrocchia San Francesco di Paola, presieduto da don Peppino De Luca, con la direzione artistica di Fran-cesca Viti, dedicati all’arte, al teatro e alla musica, che, seppur ricorrendo a linguaggi diversi, hanno offerto l’occa-sione per riflettere e confortarsi su “la forza della vita”, il tema della rassegna che quest’anno ha festeggiato la sua XVIII edizione.Ad inaugurare il ciclo di appuntamenti è stata la mostra fotografica “Stralci di vita. La rinascita dell’Oriente”, l’instal-lazione di Massimo Napoli che, a pochi mesi dal terremoto che ha messo in ginocchio la terra del Sol Levante, ha

mostrato scorci di vita quotidiana di un Giappone nel pieno del suo boom eco-nomico. Una testimonianza iconografi-ca di un Paese che ha trovato, e conti-nua a trovare la forza per ricominciare e ricostruirsi.La rassegna ha dato poi spazio al “Il la-boratorio della vita” a cura di Valeria Impagliazzo ed Imma Machinè. Il Par-co adiacente alla Chiesa di San France-sco si è trasformato in un simposio per mettere a confronto nuove e vecchie generazioni. Un laboratorio che, attra-verso l’analisi del linguaggio teatrale, ha messo in evidenza il valore della vita familiare.Uno dei momenti più significativi della rassegna ha avuto luogo nel Teatro San Francesco, che ha alzato il sipario ad un grande interprete della musica ita-liana, Niccolò Fabi. L’artista, interprete dell’unica tappa campana del “Solo Tour 2011”, ha calcato il palco per da

O-MAGGIO A SAN FRANCESCOXVIII Edizione - “La forza della vita”

DIALOGHI DI LUCETerza Edizione - “Rirorno al Bene”

Venerdì 27 maggio alle ore 19.30, in preparazione alla Pentecoste e nell’ambito del progetto cultura-

le Dialoghi di Luce, giunto alla sua terza edizione e curato da Raffaella Barbato, gli inusuali spazi della Chiesa Nuova di San Francesco di Paola, hanno aperto i battenti all’arte contemporanea dive-nendo la quinta scenica dell’istallazio-ne “Ritorno al Bene” dell’artista napo-letana Rosaria Iazzetta.Il lavoro, dal forte impatto sociologico, fonde attraverso medium diversi stori-cità e contemporaneità a supporto di una concettualità di riflesso attuale e pungente; l’artista da anni è impegna-ta con la sua ricerca e l’eterogeneità dei suoi strumentia provocare e sugge-stionare in modo puntuale e critico le coscienze su questioni etiche, sociali e politiche.Valore aggiunto all’intervento sarà l’im-pegnativa relazione fisica/intellettiva che l’artista creerà tra il vissuto delle sue opere le apprezzabili interferenze spaziali, provando a generare nuovi rapporti di presupposizione reciproca tra significato e significante, tra forme e contenuti.

La rassegna d’arte contemporanea Dia-loghi di Luce è per il terzo anno conse-cutivo patrocinata dalla Diocesi di Nola e dalla CEI Progetto Culturale della Chiesa Cattolica Italiana.Si ringrazia, inoltre la Fototeca della Soprintendenza per il P.S.A.E. e per il Polo Museale della Città di Napoli, per l’utilizzo della foto dell’opera di Mattia Preti, Il ritorno del figliol prodigo, pre-sente al museo di Capodimonte, Napo-li.Rosaria Iazzetta è una delle poche ar-tiste femminili a portare alto il nome di Napoli nel mondo: con importanti premi e prestigiosi riconoscimenti in-ternazionali, è infatti arrivata fino al Sol Levante.Diplomata al Liceo artistico, la Iazzetta, classe 1977, mostra sin da subito un grande interesse per la cultura nipponi-ca; si laurea con lode presso l’Accade-mia di Belle Arti a Napoli, proseguen-do il suo excursus artistico fortemente influenzato dall’oriente. Nel 2002 con-segue un Diploma di conoscenza della lingua giapponese sia scritta che par-lata ed ottiene un dottorato di ricerca in scultura presso la Tokyo National

University of Art and Music dove con-segue un master. È proprio nella capi-tale giapponese che l’artista muove i suoi primi passi. Le sue personali toc-cano importanti città straniere tra cui Milperra (Australia) e Tokyo, senza na-turalmente dimenticare la sua città na-tale, dove invece organizza ed espone «Tracce Punto Tre», presso la Galleria Franco Riccardo Arti Visive, e si dedica ad importanti progetti quali «La Scuola in Ospedale», con gli ospedali pediatri-ci Policlinico e Pausilipon, «In Opera», workshop con gli studenti del Liceo Ga-lilei e «Occhi ad Oriente» con la scuola media Enrico Pascoli.

Raffaella Barbato

vita ad uno spettacolo emozionante ed intenso. A meno di due anni di distanza dal tour di Solo Un Uomo, album da lui stesso definito “un nuovo inizio, una nuova vita” e immediatamente dopo la realiz-zazione del progetto benefico Parole di Lulù, Niccolò Fabi è tornato a fare il mu-sico con un spettacolo teatrale sold out in pochi giorni. “Se essere artista è an-che e soprattutto inseguire nuove idee, non accontentarsi, porsi nuovi ostacoli e superarli, - ha dichiarato Fabi - allora un concerto in cui si è soli sul palcosce-nico diventa una tappa fondamentale, quasi obbligata di ogni percorso di cre-scita artistica.”La rassegna ha chiuso i battenti con l’in-stallazione “Ritorno al Bene” dell’arti-sta napoletana Rosaria Iazzetta ospi-tata presso le sale della Chiesa di San Francesco di Paola.

Francesca Viti

settemigliasettemiglia Eventi 4

Domenica 29 Maggio con i fuochi piro-tecnici si è conclusa la festa in onore di San Francesco di Paola iniziata venerdì 27 Giugno. Una festa ricca sotto tutti gli aspetti; molto colorata e vivibile che ha visto la partecipazione di tutta la co-munità scafatese e di molti paesi limi-trofi.Le processioni iniziate in sordina ve-nerdì con la visita del Santo nel rione Borrelli si sono concluse con una folta partecipazione in quella solenne di do-menica. Anche nelle celebrazioni delle Sante Messe numerosa è stata la pre-senza dei fedeli. Per tutti i due giorni della festa sul sagrato della chiesa e nelle strade adiacenti si è consumata la festa esterna che quest’anno ha visto il coinvolgimento di tutte le associazioni e comunità presenti in parrocchia.Coordinate dal parroco e da un gruppo di responsabili, la 1° fiera artigianale, le esibizioni degli artisti di strada e la X sagra sono state il fiore all’occhiello dei festeggiamenti civili.Moltissimi sono stati i degustatori delle “polpette di papagne”, delle “pizzelle

di mammà”, dei primi piatti e dei de-liziosi dolci della nonna con tante altre prelibatezze. Due serate intense con grande visibilità di parrocchia. Le splendide luminarie formate da un tappeto tricolore per ri-cordare l’unità d’Italia. Il coro Alba Ple-na ha deliziato con i suoi canti corali le tantissime persone accorse.

La musica de I Tammorrari del Vesuvio e della banda della chiesa “Madonna dei Flagelli” di Boscoreale hanno allie-tato le serate di sabato e domenica.Un bilancio più che positivo, un ottimo viatico per il prossimo anno, se il nostro amato parroco non avrà nuove idee e intuizioni.

Ciro e Nunzia

FESTA SAN FRANCESCO DI PAOLANuovo look alla festa con la 1° fiera artigianale e raduno degli artisti di strada

settemigliasettemiglia ...Dalla Diocesi 5

A Torre Annunziata il vescovo di Nola indica l’Eucarestia come possibilità di cambiamento sociale. «I credenti non fuggono, restano nelle realtà, - ha sottolineato mons. Depalma nell’omelia - anche in quelle nelle quali c’è la potenza del male». «Realizzare una “cordata di bene”, ani-mata dall’amore per il nostro popolo e per la nostra terra, cui contribuiscano credenti e non credenti, politica, cultu-ra, scuola e università, giustizia, forze dell’ordine, volontariato, associazioni-smo, società civile».Questo il sogno di mons. Beniamino Depalma per la Chiesa di Nola, la Chie-sa che come Pastore guida dal 1999. Un sogno scritto nella Lettera ai pre-sbiteri della mia Chiesa, consegnata ai presenti alla Statio eucaristica presie-duta il 23 Giugno a Torre Annunziata, città scelta «perché da anni vive mo-menti difficili e deve affrontare delle grandi sfide. La nostra presenza come Chiesa - ha detto il vescovo durante l’o-melia - è importante per condividere le ansie e le preoccupazioni, la sofferenza e la speranza», per testimoniare che «i

STATIO EUCARISTICATorre Annunziata

credenti non fuggono, restano nelle re-altà» anche in quelle nelle quali «c’è la potenza del male ».Un sogno da realizzare. «La cronaca delle ultime settimane - ha dichiarato mons. Depalma - ha raccontato diver-si episodi inquietanti. In particolare, azioni violente sono state condotte a danno delle vetture di due sindaci, Car-mine Esposito (Sant’Anastasia) e Salva-tore Mazzocca (Lauro). Si tratta di gesti intimidatori che si assommano ad altri simili, avvenuti negli scorsi anni a dan-no di altri primi cittadini, a prescindere dalla loro appartenenza politica. La Chiesa di Nola - ha continuato il ve-scovo di Nola - sente il dovere di con-

dannare fermamente tali gesti, chi li commette e, soprattutto, chi ne chiede l’esecuzione. Non è possibile far retrocedere il no-stro territorio agli anni bui del terrore materiale e psicologico a danno di chi occupa cariche pubbliche».Dichiarazioni che continuano l’impegno della Chiesa di Nola contro ogni mafia, contro ogni logica e stile di vita che ab-bia come unico fine generare sofferen-za nell’essere umano. «Recentemente ha concluso mons. Depalma - ho chie-sto a chi vive nella malavita organizzata di fare un passo indietro e convertirsi. Allo stesso modo, in situazioni del ge-nere, chiedo il fermo intervento delle forze di polizia e delle autorità giudizia-rie al fine di bloccare sul nascere scena-ri da far west urbano.Nell’esprimere solidarietà ai sindaci og-getto di violenze, rinnovo il mio appello alla classe dirigente perché rispondano alle minacce con una condotta all’inse-gna della legalità, della trasparenza e dell’onestà».

Comunicato stampa Diocesi di Nola

LETTERA DEL VESCOVO AI PRESBITERI DELLA CHIESA DI NOLA

Così scrive il vescovo di Nola, mons. Beniamino Depalma, nel-la Lettera indirizzata ai presbiteri

della Chiesa di Nola in occasione della Statio eucaristica di Torre Annunziata per invitarli a camminare in un anno di preparazione al sinodo diocesano:Carissimi confratelli, l’anno pastorale che inizierà a settem-bre è, nei miei desideri, un anno di pre-parazione al Sinodo della nostra amata Chiesa di Nola.Dopo la visita pastorale, ho infatti ma-turato nel mio cuore un sogno: coin-volgere tutti nell’edificazione di una comunità credente fondata su una vita spirituale intensa, sull’autentica centra-lità dell’Eucarestia, davvero splendente della luce di Cristo e unita nell’annuncio del Risorto; mettere in dialogo sacerdo-ti, religiosi, diaconi e laici impegnati per una pastorale inclusiva, che parli dav-vero a tutti gli uomini e a tutto l’uomo; realizzare una “cordata di bene”, ani-mata dall’amore per il nostro popolo e

per la nostra terra, cui contribuiscano credenti e non credenti, politica, cultu-ra, scuola e università, giustizia, forze dell’ordine, volontariato, associazioni-smo, società civile. La bellezza di ciò che ho visto nelle no-stre comunità mi ha convinto: è un so-gno che possiamo realizzare.Ritengo però necessario che una stagio-ne così impegnativa richieda un anno di preparazione. Un anno di straordinaria intimità con il Signore. Di silenzio e di preghiera. Un anno di verità.Un anno interamente dedicato a noi presbiteri della Chiesa di Nola. Me ne sono convinto osservando il cli-ma culturale che si respira fuori dalle nostre parrocchie. Non possiamo ne-garcelo: gli errori commessi da diversi confratelli, specie verso i piccoli e gli indifesi, ha reso più difficile il nostro mi-nistero. Potremmo reagire con una “strategia” difensiva e conservativa, ma non la ri-

tengo una strada conciliabile con la strada che conduce alla santità.Vorrei invece che insieme, in quest’an-no, ci impegnassimo con il cuore e con la mente, in assoluta comunione, a pregare e confrontarci su quei nodi e su quelle fatiche che minano il nostro rapporto di fiducia con il Signore e con il suo popolo. E a superarli nella coscien-za personale e in quella comunitaria, con l’aiuto del Signore.Carissimi, auspico di cuore che l’anno di preparazione dei nostri cuori sia una grande opportunità per ciascuno, e che abbia un effetto a catena sulla vita del-le nostre comunità. Il clero di Nola ha dato tante volte prova di saper cogliere i segni dei tempi, di saper accettare le sfide, di saper ancora incontrare l’uomo di oggi. Ho dentro di me la sensazione che una stagione meravigliosa sta per nascere. Facciamo verità. Siamo fra-ternità. E semi di bene germoglieranno nelle nostre città.

Padre Beniamino, Vescovo di Nola

settemigliasettemiglia Rubriche 6

settemigliada Gerusalemme ad Emmaus ...e ritorno

Supplemento a IN DIALOGOMensile della Chiesa di NolaAut.ne Trib. di Napolin. 3393 del 7/03/1985Direttore Responsabile:Marco IasevolI

Coordinatore Redazione:Don GIuseppe De lucaRedazione:vIncenzo FIorenzaenzo vItIelloalFonso QuartuccIelena FIorenzavIncenzo DonnaruMMa

E-Mail ed Info:[email protected]

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TRE UOMINI IN BARCA“Fa’ che la barca della tua vita sia leggera, carica soltanto di ciò che è indispensabile”

Una gita in barca lungo le rive del Ta-migi, tre amici, un cane. Tutto qui.

Ad un grande scrittore basta poco per creare l’atmosfera giusta e per strappa-re al lettore una lacrima o un sorriso. Tre uomini, esasperati dai ritmi osses-sivi di Londra si preparano per trascor-rere un weekend in barca remando sul lungo Tamigi e dormendo in tenda sot-to le stelle. Già i preparativi, più simili a quelli di una grandiosa spedizione piut-tosto che a quelli di una gita in barca, la-sciano trasparire la vena di umorismo e satira che “colorerà” le rocambolesche avventure del trio, intrappolato dalle disavventure tipiche di ogni appren-dista navigante. Nel corso del viaggio infatti si susseguono numerosi i colpi di scena comici e divertenti, non certo per i protagonisti della vicenda quanto per i lettori. Un acquazzone o la mancanza dell’a-priscatole, la stanchezza e la voglia di reggere il timone piuttosto che imbrac-ciare i remi diventano tutti spunti per situazioni ardue e fastidiose per i tre amici. Le migliori opportunità per una risata sono i molteplici ricordi da parte di tutti e tre i passeggeri durante la gita in barca.Si tratta di una storia divertente e pia-cevolissima da leggere al mare sotto l’ombrellone, in veranda sulla sdraio, oppure proprio in barca, quando non ci sono tante comodità a disposizione e potrebbe capitare di rivivere una delle avventure dei protagonisti e di riderci sopra. Le situazioni descritte nel libro, in ap-parenza paradossali, sono in realtà comunissime. I vizi e i difetti dei perso-

naggi non sembrano più tanto riprove-voli sotto lo sguardo bonario e divertito dell’autore. La sua verve comica non ri-sparmia nessuno, nemmeno se stesso. Nel primo capitolo, infatti, Jerome par-la di sé tracciando un esilarante ritratto del tipico malato immaginario: “È dav-vero straordinario, ma non riesco mai a leggere la pubblicità di una speciali-tà farmaceutica senza essere spinto a concludere che quella malattia lì elen-cata mi ha colpito nella sua forma più virulenta.” Di sicuro Jerome avrà dovuto imparare molto presto l’arte di sdrammatizzare anche le vicende più tristi della vita. Po-vero, famiglia numerosa, orfano a soli quindici anni. Ha iniziato a lavorare gio-vanissimo svolgendo svariati mestieri per sopravvivere. Dopo aver inseguito la sua passione per il teatro, ha iniziato a scrivere articoli e racconti umoristici. Il successo è arrivato per caso con un romanzo che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere una guida turistica del Tamigi e che poi si è trasformato nella

sua fortuna. Tre uomini in barca è ormai considerato un classico dell’umorismo anche se Je-rome non sempre ha avuto dalla critica i riconoscimenti che meritava. Eppure, tra un sorriso e l’altro, sa rive-lare la profondità di un animo sensibile, pieno di poesia... “Fa’ che la barca della tua vita sia leg-gera, carica soltanto di ciò che è indi-spensabile (...) una casetta ospitale, semplici gioie, due o tre amici degni di questo nome, qualcuno da amare e da cui essere riamato, un gatto, un cane, due o tre pipe, quel tanto che ba-sta per sfamarti e vestirti (...) Allora la barca ti sembrerà più leggera e meno incline a rovesciarsi; e se anche si ro-vesciasse non sarà poi un gran guaio: le merci buone resistono all’acqua. Ti resterà tempo per pensare oltre che per lavorare, tempo per abbeverarti al sole della vita, tempo per ascoltare le musiche eoliche che il vento di Dio trae dalle corde che avvolgono i nostri cuori...” E allora che aspettiamo? Imbarchiamo-ci nella barca della vita con un sorriso e prendiamoci il tempo di ascoltare il nostro cuore...

Vincenzo Donnarumma

TRE UOMINI IN BARCADi Jerome K. JeromeEditore: FeltrinelliPagine: XII-196Data uscita: 14/03/1997

Tre amici e un cane, tutti assieme fanno un viaggio in barca lungo le rive del Tamigi. Ne nasce una storia esilarante, costellata di piccole sventure e comiche avventure, con curiosi aneddoti di costume e ricordi di esperienze buffe, in una serie di gag sulle gioie e i dolori della vita sul fiume.

“Sapete, siamo sulla strada

sbagliata. Non dobbiamo

pensare alle cose che

ci sarebbero utili, bensì

soltanto a quelle di cui non

possiamo fare a meno”

“Dapprima non capirono

il senso delle Sue Parole...”

settemigliasettemiglia Cronaca della Parrocchia 7

Apre il periodo pasquale il Reading teatrale “Io C’Ero” scritto, interpretato e diretto da Michele Casella. Voce di Voci sotto la Croce …una serata per capire, ascoltare… Numerosi i fedeli intervenuti all’evento che, mettendosi a confronto con la croce, ha permesso di dire ad ognuno “io c’ero…”

Dopo la consueta benedizione dei rami d’ulivo nella Domenica delle Palme è iniziata la setti-mana scandita dalle varie Celebrazioni Pasquali:

mercoledì è stato realizzato l’altare della reposizione, giovedì è stata cele-brata la messa in coena domini durante la quale vi è stata la lavanda dei piedi, seguita dalla veglia notturna, venerdì celebrazione della passione e

morte di nostro signore Gesù animata dall’orche-stra Alba Plena e dal coro del Maestro F. Scarico, sabato - come da antica tradizione - le donne hanno effettuato la vestizione dell’altare, alle 23 dello stesso giorno la grande Veglia Pasquale e S. Messa dopo la quale don Peppino ha aperto un grande uovo di cioccolata offrendolo ai fedeli in segno di augu-rio. Domenica di Pasqua dedicata alla gioia della resurrezione.Il Martedì in Albis S. Messa nella chiesa piccola dove è ripresa l’adorazione perpetua interrotta il mercoledì della settimana precedente.Il primo Maggio (domenica) alle ore 11,30 don Salvatore Bianco ha presieduto alla celebrazione amministrando il sacramento della confermazione ad un folto numero di fedeli, alle 15 nella cappella dell’adorazione perpetua è stata recitata la Coroncina della Misericordia, alle ore 21 nella chiesa grande è iniziata la recita del Santo Rosario tenutosi poi tutte le sere nel mese dedicato a Maria.

Con Maggio prende inizio la XXVIII edizione di “O…MAGGIO A SAN FRAN-CESCO” ad inaugurare la serie di eventi legati al progetto è stata la mostra Fotografica “Stralci di vita. La rinascita dell’Oriente” di venerdì 6 Maggio. Istallazione di Massimo Napoli, mostra dedicata al Giappone e ai suoi scorci di vita quotidiana. Domenica 22 Maggio è protagonista “Il laboratorio della vita” presso il Parco della Parrocchia: giornata per nonni, genitori e nipoti con gli elementi caratteristici del linguaggio teatrale, per ricoprire il valore della vita familiare. Venerdì 27 maggio alle ore 19.30, in preparazione alla Pentecoste e nell’ambito del progetto culturale Dialoghi di Luce, giunto alla sua terza edizione, viene presentata l’istallazione “Ritorno al Bene” dell’arti-sta napoletana Rosaria Iazzetta. Spazio alla buona musica giovedì 26 Maggio con Niccolò Fabi in SOLO TOUR 2011.

Dal 27 Maggio al 29 Maggio festeggiamenti in onore del nostro Santo Patro-no San Francesco di Paola durante i quali oltre alla processione della sacra icona per le vie cittadine, numerose sono state le iniziative promosse: mer-catino prodotti tipici a cura della Coldiretti, Sfilata per le strade cittadine del gruppo Folcloristico “Zompa Cardillo” e della scuola di Tarantella di Monte Marano, X Sagra Antichi Sapori, I° Raduno Artisti di Strada, spettacolo di Simone Carotenuto con i Tammorrari del Vesuvio, Concerto del coro “Alba plena” diretto dal maestro Francesco Scarico, concerto della “Banda musi-cale Santuario Madonna Liberatrice dai flagelli” diretto dal maestro Fabrizio Capoturucci.

A partire da domenica 22 Maggio i ragazzi partecipano per la prima volta all’Eucarestia.Sabato 11 alle ore 23 nella cappella dell’adorazione perpetua si è tenuta la Veglia di Pentecoste durante la quale i fedeli hanno pregato e meditato sui doni dello Spirito Santo.Lunedì 13 Giugno ha preso inizio l’Oratorio estivo giunto alla terza edizione. Giovedì 16 giugno tutti i ragazzi che quest’anno si sono avvicinati per la prima volta all’Eucarestia insieme alle proprie famiglie ed agli educatori che negli ultimi anni li hanno accompagnati nel loro cammino di fede si sono recati in pellegrinaggio a piedi al Santuario della Madonna di Pompei.