Settemiglia - anno III, n°2

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settemiglia da Gerusalemme ad Emmaus ...e ritorno Diocesi di Nola – Parrocchia San Francesco di Paola – Scafati – Sa anno III - n°2

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Giornale della Parrocchia San Francesco di Paola - Scafati (Sa) Supplemento a IN DIALOGO Mensile della Chiesa di Nola

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settemigliada Gerusalemme ad Emmaus ...e ritorno

Dioces i d i Nola – Parrocchia San Francesco d i Paola – Scafat i – Sa

anno III - n°2

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settemiglia | ott - nov 20122

di VINCENZO DONNARUMMA

Coloro che ad agosto nonerano con noi in parroc-chia, al loro rientro

hanno trovato un'interessantenovità: Settemiglia si è rinnovato!Informalmente la nuova vestegrafica è stata presentata adagosto scorso, in occasione del-l'inizio del terzo anno di pub-blicazione, un traguardo pernoi importante.

La prima cosa che come reda-zione possiamo augurarci è chevi piaccia non solo nella grafi-ca, frutto di suggerimenti per-venuti in questi anni da alcunilettori, ma anche nel contenutoquasi raddoppiato rispetto alleprime copie del giornale. Come vedrete, grazie al nuovoformato ed alla grafica adottata,la leggibilità è agevolata e lostesso appare più adeguato ailivelli di qualità raggiunti.

I nostri orizzonti sono ancorapiù ampi di prima. All'internodel giornale, infatti, ci sono,oltre alle pagine dedicate allavita diocesana, nuove rubrichecurate da nomi illustri dellanostra Scafati, come la paginadedicata all'arte e quella dedica-ta allo sport. Ma le sorpresenon finiscono qui...

Una sezione che riteniamo fon-damentale sarà dedicata al dia-logo con voi lettori: pubbliche-remo tutte le lettere e i contri-buti che arriveranno in redazio-ne. Le vostre osservazioni,riflessioni, idee, esperienze,proposte saranno per noi linfavitale in quanto crediamo cheSettemiglia non appartenga achi lo scrive, ma innanzitutto achi lo legge. Perciò vi rinnovia-mo la richiesta di sostegno e diamicizia.

Prima di concludere e di augu-rarvi buona lettura, però,vanno ringraziate tutte quellepersone che, a vario titolo,hanno contribuito fin qui e lofaranno ancora, alla pubblica-zione ed al rinnovamento delgiornale. In modo particolareringraziamo Arti GraficheBruno di Torre del Greco,Alelio Graphic di ClementeFalanga e il nostro sponsorTrame Africane onlus.

Buona lettura!

SettemigliaNuova veste grafica, nuovo formato e nuovi contenuti

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2010 2011

2010, 1° numero in bianco e neroDic 2010, speciale Natale a ColoriFeb 2011, arrivo di “Peppiniello” Mar 2011, la redazione si allarga

Apr 2011, nuove rubricheMag 2011, primi restyling al layout

Ott 2011, nuova Prima paginaDic 2011, Trame Africanediventa il nostro mecenate

Dic 2011, inserite nuove rubriche2012, arricchiti i contenuti

Ago 2012, restyling completo2012-2013, nuove rubriche

2012

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3settemiglia | Ott - Nov 2012

In questo numero

settemiglia

3

ATTUALITÀRivoluzione nellachiesadi Pasquale Vellecapag. 4

RIFLESSIONICarlo M. Martinidi VincenzoFiorenzapag. 6

ARTEVedere l’altrodi FrancoCiprianopag. 7

DIOCESIAssemblea diocesanadi Enzo Vitiellopag. 8

TEATROteatrosanfrancescodi VincenzoDonnarummapag. 10

SPORTParalimpiadi 2012di FrancescoQuagliozzipag. 11

FILMJackdi Elena Fiorenzapag. 13

RUBRICHEInRedazionedi ValentinaD’Auriapag. 14

Con la Lettera apostolica Portafidei dell’11 ottobre 2011, il SantoPadre Benedetto XVI ha indettoun Anno della fede. Esso avrà ini-zio l’11 ottobre 2012, nel cinquan-tesimo anniversario dell’aperturadel Concilio Ecumenico VaticanoII, e terminerà il 24 novembre2013, Solennità di Nostro SignoreGesù Cristo Re dell’Universo.Quest’anno sarà un’occasione pro-pizia affinchè tutti i fedeli com-prendano più profondamente cheil fondamento della fede cristiana è«l’incontro con un avvenimento, conuna Persona che dà alla vita unnuovo orizzonte e con ciò la direzio-ne decisiva». Fondata sull’incontrocon Gesù Cristo risorto, la fedepotrà essere riscoperta nella sua

integrità e in tutto il suo splendore. «Anche ai nostri giorni la fede è undono da riscoprire, da coltivare e datestimoniare», perché il Signore«conceda a ciascuno di noi di viverela bellezza e la gioia dell’essere cri-stiani».L’inizio dell’Anno della fede coinci-de con il ricordo riconoscente didue grandi eventi che hanno segna-to il volto della Chiesa ai nostrigiorni: il cinquantesimo anniversa-rio dell’apertura del ConcilioVaticano II, voluto dal beatoGiovanni XXIII (11 ottobre 1962),e il ventesimo anniversario dellapromulgazione del Catechismodella Chiesa Cattolica, offerto allaChiesa dal beato Giovanni Paolo II(11 ottobre 1992).

MESE OTTOBRE - NOVEMBRE 2012

Supplemento a

IN DIALOGO

Mensile della

Chiesa di Nola

Aut.ne Trib. di Napoli

n. 3393 del 7/03/1985

Direttore Responsabile

MArCo IASevolI

Coordinatore Redazione

doN GIuSeppe de luCA

Redazione

vINCeNzo FIoreNzA

pASquAle velleCA

eNzo vITIello

AlFoNSo quArTuCCI

eleNA FIoreNzA

vINCeNzo doNNAruMMA

Rubriche

roSA MATArAzzo

JoShuA

FrANCo CIprIANo

FrANCeSCo quAGlIozzI

Vignette

roSArIA SCoTTo

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Arti Grafiche Bruno

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settemiglia | Ott - Nov 20124

di PASQUALE VELLECA

Rivoluzione nella ChiesaIl Concilio Vaticano II

Il 50° anniversario del-l'indizione del ConcilioVaticano II è motivo dicelebrazione ma anchedi rinnovata riflessione

sulla ricezione e applica-zione dei documenti

conciliari.

La sera dell’11 ottobre 1962, piaz-za S. Pietro era gremita di gente,convenuta per l’apertura del con-

cilio. Chiamato a gran voce dalla follapapa Giovanni XXIII si affacciò dallafinestra ed improvvisò un discorsoricordato come “il discorso dellaluna”. “Cari figlioli, sento le vostre voci.La mia è una sola, ma riassume tutte levoci del mondo; e qui di fatto il mondo èrappresentato. Si direbbe che persino laluna si è affrettata stasera… Osservatelain alto, a guardare questo spettacolo(…). La mia persona conta niente: è unfratello che parla a voi, un fratello dive-nuto padre per volontà di NostroSignore… Continuiamo dunque a voler-ci bene, a volerci bene così; guardandocicosì nell’incontro: cogliere quello che ciunisce, lasciar da parte, se c’è, qualchecosa che ci può tenere un po’ in difficol-tà… Tornando a casa, troverete i bambi-ni. Date loro una carezza e dite: “Questaè la carezza del Papa”. Troverete forsequalche lacrima da asciugare. Abbiateper chi soffre una parola di conforto.Sappiano gli afflitti che il Papa è con isuoi figli specie nelle ore della mestizia e

dell’amarezza… E poi tutti insieme cianimiamo: cantando, sospirando, pian-gendo, ma sempre pieni di fiducia nelCristo che ci aiuta e che ci ascolta, conti-nuiamo a riprendere il nostro cammino.Addio, figlioli. Alla benedizione aggiun-go l’augurio della buona notte”.

L’annuncio del Concilio Vaticano IIsuscitò, in alcuni vescovi e cardinali,una reazione fredda e stupita perché ilpapa, fin dalla sua elezione, sembravaun uomo mite e moderato e pochi sisarebbero aspettati una decisione ditale portata come primo passo del suonuovo pontificato.

Il Concilio aperto ufficialmente l’11ottobre 1962 durò fino al 1965 e sisvolse in quattro sessioni durante lequali furono promulgate quattroCostituzioni, tre Dichiarazioni e noveDecreti. Non tutti all’interno della Chiesaaccolsero favorevolmente l’idea delConcilio. Molti, soprattutto coloro cheinterpretavano il ruolo della Chiesa insenso conservatore avrebbero preferito

Papa Giovanni XXIIIFu eletto papa il

28 ottobre 1958 ed inmeno di cinque anni dipontificato riuscì adavviare il rinnovato

impulso evangelizzatoredella Chiesa Universale.È ricordato con l'appella-tivo di «Papa buono». È stato beatificato da

papa Giovanni Paolo II il3 settembre 2000.

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5settemiglia | Ott - Nov 2012

“Il Concilio esorta i cri-stiani a sforzarsi dicompiere fedelmente ipropri doveri terreni,facendosi guidare dallospirito del Vangelo.Sbagliano coloro che,sapendo che qui nonabbiamo una cittadinan-za stabile ma che cer-chiamo quella futura,pensano che per questopossono trascurare ipropri doveri terreni, enon riflettono che inveceproprio la fede li obbli-ga ancora di più a com-pierli […]. Il cristianoche trascura i suoiimpegni temporali, tra-scura i suoi doveri versoil prossimo, anzi versoDio stesso, e mette inpericolo la propria sal-vezza eterna”. (Gaudium et Spes, 43)

che non si portassero avanti questi temima che la Chiesa, nella sua funzioneistituzionale, rimanesse nelle stesseposizioni assunte durante il ConcilioVaticano I senza approfondire il rap-porto con il mondo e di conseguenzacon la modernità. Uno degli aspetti piùinteressanti del Concilio fu la parteci-pazione di vescovi e cardinali prove-nienti da paesi dell’America Latina edell’Africa che non avevano mai avutogrande peso nelle decisioni che si tene-vano a Roma. Papa Giovanni XXIII non vide la con-clusione dei lavori perché morì il 3 giu-gno del 1963 e fu il suo successorePaolo VI a portare a conclusione ilConcilio, un evento non ripetuto cheha visto l’incontro di tutti i vescovi ecardinali per discutere del futuro dellaChiesa cattolica e del suo rapporto conil mondo.Il nuovo papa, malgrado i malumori dimolti vescovi e cardinali conservatoriche volevano sospendere il Concilio,chiarì subito la sua intenzione di porta-re a termine il progetto del suo prede-cessore seguendo le linee guida cheGiovanni XXIII aveva tracciato durantele sessioni preparatorie.

Giovanni XXIII, nella sua prima enci-clica Ad Petri Cathedram, precisò che ilconcilio principalmente intendeva pro-muovere l'incremento della fede, il rin-novamento dei costumi e l'aggiorna-mento della disciplina ecclesiastica.Esso avrebbe costituito una manifesta-zione di verità, unità e carità, e sarebbestato per i fratelli separati un invitoall'unità voluta da Cristo.

Il giorno 8 dicembre 1965 Papa PaoloVI chiude il Concilio ecumenicoVaticano II. Il Concilio è uno deglieventi che maggiormente ha segnato lavita della Chiesa del Novecento. Dopol’ultima seduta pubblica del Concilio,Papa Paolo VI indirizza otto messaggi

al mondo: ai padri conciliari, ai gover-nanti, agli intellettuali, agli artisti, alledonne, ai lavoratori, ai poveri e agliammalati, ai giovani.

Proprio ai giovani indirizza un messag-gio ancora oggi di grande attualità:

È a voi, giovani del mondo intero, che ilConcilio vuole rivolgere il suo ultimoMessaggio. La Chiesa è desiderosa che lasocietà che voi vi accingete a costruirerispetti la dignità, la libertà, il dirittodelle persone: e queste persone siete voi.Ampliare i vostri cuori secondo le dimen-sioni del mondo, ad intendere l'appellodei vostri fratelli, ed a mettere ardita-mente le vostre giovani energie al loro ser-vizio. Lottate contro ogni egoismo.Rifiutate, di dar libero corso agli istintidella violenza e dell'odio, che generano leguerre e il loro triste corteo di miserie.Siate: generosi, puri, rispettosi, sinceri. E costruite nell'entusiasmo un mondomigliore di quello attuale!La Chiesa vi guarda con fiducia e conamore. s

Papa Paolo VIEletto papa il

21 giugno 1963, portò acompimento il ConcilioVaticano II, aprendo for-temente verso i temi del

Terzo mondo e della pace.

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Mentre nel mondo, in nomedella Fede in Dio, dellaGiustizia e della Libertà, si

combattono guerre crudeli, san-guinose, imprevedibili, il CardinaleCarlo Maria Martini dialoga con coloro i quali dichiarano di noncredere in nessun Dio e lo fa medianteuna geniale intuizione: la Cattedra dei Non Credenti.

Era l’anno 1987 quando a Milano sitenne la prima sessione sul tema pro-prio della fede. L’esperienza si conclusenel 2002 lasciando il posto a un’altrainiziativa che, nella sostanza, ne con-tinua le finalità ed i valori: Il Cortiledei Gentili, voluto dal papa BenedettoXVI. Ciò dimostra quanto il temadella fede sia attuale e quanto inter-roghi ogni singolo credente. Se, infatti,i contrasti politici, economici, sociali,religiosi, troppo spesso sono portatifino alle loro estreme conseguenze ed ilricorso alla violenza verbale e, purtrop-po, fisica sono all’ordine del giornotanto da indurre nella società unaspecie di rassegnata accettazione, vuoldire che siamo talmente lontani dal-l’aver interiorizzato, incarnato il mes-

saggio evangelico, da aver bisogno dilezioni suppletive. Non a caso ilPontefice ha dichiarato l’anno cheverrà l’Anno della Fede.

In un suo scritto il Cardinale Martinidiceva: “Un cristiano si distingue pro-prio perché entra senza timore in con-tatto con coloro che la pensano diversa-mente e che hanno un'altra fede, conchi si pone domande ed è in cerca diqualcosa”. La missionarietà dellaChiesa, quindi di ciascuno dei suoiappartenenti, dipende proprio dallafede che essa riesce ad incarnare e laparola fede racchiude in sé un signifi-cato che nella sua semplicità è disar-mante: amare Cristo con tutte le pro-prie forze, con tutto il proprio cuore,fino ad essere come Lui. Questo ciapre ad un’idea di fede che ha un fasci-no immenso, che introduce ogni sin-golo credente e non credente al sensopiù profondo dell’essere uomini edonne: mettersi in cammino, lasciareogni giorno le proprie certezze perimparare a stupirsi, proprio come ilCenturione che, sotto la Croce disse:“Costui era veramente il Figlio diDio”.

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di VINCENZO FIORENZA

Carlo Maria MartiniIl cardinale che sapeva parlare ai non credenti

“In questa aper-tura verso gli

estranei (ai suoitempi i pagani e i

soldati romani)Gesù è il nostro

maestro. Anche lasua amicizia con

Giuseppe diArimatea, […]

dimostra che eraamico di personedi idee diverse.Non a caso il

ladrone alla suadestra e il centu-

rione romanosotto la croce sonopotenti testimonidell'importanzadi Gesù. Hanno

riposto la speran-za in lui.”

s

C. Maria Martini,

Torino, 15 febbraio

1927 – Gallarate,

31 agosto 2012, è

stato cardinale e

arcivescovo di

Milano

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7settemiglia | ott - nov 2012

di FRANCO CIPRIANO

“La prima pittura fu sol d’unalinea, la quale circondaval’ombra dell’uomo, fatta dal

sole né muri”. In questa immagine,raccontata da Leonardo da Vinci nelTrattato della pittura, si può cogliere lanatura segnica dell’originario gestoartistico che rivela la possibilità di fis-sare il tempo nelle forme, di delimitareil fantasmatico e il transeunte in tangi-bile presenza visiva. Dal segno dell’ombra e dal riflessodello specchio muove, dunque, la storiainiziale della pittura. Nel mito la pit-tura nasce come traccia delle cose emimesi, “doppio immaginario” delreale. Fermando il tempo, la pitturarivela un’alterità temporale oltre ildecadere delle cose: il tempo sospesodelle immagini e il tempo spaziale deisegni. Nel moderno, il linguaggio dellapittura è multiverso di assenze,apparizioni della memoria, sogni: enigmi e crisi della coscienza.Nei percorsi eterodossi dell’arte, dovela visione contraddice il senso univoco,lo sguardo, interrogato dalla novità delleespressioni, si apre al possibile.L’incomprensibile nella pittura è espe-

rienza che trasforma la conoscenza delreale. Così ‘vediamo veramente’,guardando il mondo nella sua ombrainvisibile, l’essenza delle cose. Accadequesto nel ritratto, dove il volto puòvedersi come altro sé, icona dell’anima,della sua rivelazione. Con gestoastraente, la pittura presenta unatrasfigurazione del soggetto, che appareprovenire da un altrove incommensura-bile. Il gesto dell’artista si prolunga nel colore-materia, mostrandosi nellamutevolezza che incarna la luce e l’om-bra, tra senso e non-senso. L’operadella mano dà spazio originario all’im-permanenza delle cose. Nella pittura ilprofondo e la superficie hanno lo stessosegno. Mondo e non mondo danzanola stessa scena. Inestricabili e indicibili.Come vita e morte. E il pittore operaun pensiero paradossale della visione,dove gli opposti s’incrociano. Il con-trotempo della pittura, in un video diCiro Vitale, s’immagina come luce dimateria generata nella tenebra. Comeun’epifania del mistero. Energia dell’in-visibile.

La pittura mani-festa la soglia travisibile e invisi-bile, lo sguardo èinterrogato dauna imprevedibilevisione nuova, cheapre ad altraconoscenza, alpossibile delmondo.

s

Ciro VitaleDove c’è molta lucel’ombra è più nerastill video, 2009visibile su www.youtube.it

Vedere l’altroDa un video di Ciro Vitale, riflessioni sulla pittura

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settemiglia | Ott - Nov 20128

di ENZO VITIELLO

Si è tenuta 17 e il 18 settembrel'annuale assemblea con la qualela Chiesa di Nola suole dare inizio

ad un nuovo anno pastorale. Tema deidue incontri la fede, scelta dettata dal-l'imminente apertura dell'Anno dellaFede, indetto da Papa Benedetto XVI.

Hanno accompagnato questa esperien-za due interventi molto profondi diMons. Ladaria e Mons. Dal Covolo,relatori delle giornate.

«Due giorni - ha dichiarato il Vescovodi Nola, Mons. Beniamino Depalma -per riconfermare la direzione del nos-tro sguardo, costantemente rivolto aCristo. Due momenti di discernimentoper riconfermare la vocazione dellaChiesa di Nola ad operare perché ognicredente possa scoprirsi fondamentaleper la venuta del Regno di Dio e si

senta corresponsabile dell’agire eccle-siale. Due giorni rivolti non solo aglioperatori pastorali, ma a tutti gliuomini e le donne di buona volontàdel nostro territorio perché si rafforzisempre più l’impegno al dialogo contutte le forze sociali locali che la Chiesadi Nola porta da sempre avanti.

L’assemblea - ha concluso Mons.Depalma - è stata un momento percomprendere l’importanza di esserecomunità perché il Vangelo viva, per-ché la Parola di Dio dialoghi con lastoria dell’uomo. La Fede è la scelta dinon escludere il Signore dalla propriavita; per questo a Madonna dell’Arco siè riflettuto non solo sulla Fede, maanche sulla testimonianza di un Padredella Chiesa molto caro alla nostracomunità: San Paolino da Nola.»

Solo una Chiesa piùfedele al Signore e alVangelo, una Chiesa

orante e contemplati-va, una Chiesa peni-

tente, libera e distacca-ta dai poteri e dalle

concupiscenze mon-dane, una Chiesa chevive la comunione etestimonia la carità,potrà "recare il lieto

annuncio ai poveri, fas-ciare le piaghe dei cuori

spezzati" (Is 61,1), liberare dall'oppres-

sione del male edonare la speranza nel

Regno di Dio cheviene. È questo un

compito ineludibiledelle nostre Comunità:

formare uomini edonne radicati nella

fede e nel Vangelo che,lavorando nella società

per il bene comune,proiettano la luce del

Vangelo su quantiincontrano.

Assemblea diocesanaLa Fede “porta d’ingresso della vita cristiana”

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9settemiglia | Ott - Nov 2012

Caro don Lino,solitamente sei tu che scrivi a noi, chec’inviti, ci spieghi, ci ricordi gli appun-tamenti importanti e c’indichi le tappee le attività fondamentali della nostravita diocesana. In questi giorni siamo noi parrocchiania prendere, invece, carta e penna, perringraziarti dei legami che hai costruitocon la nostra comunità: lo facciamovolentieri perché la gioia per i tuoi 25anni di Sacerdozio è anche la nostragioia!

Ricordiamo la preghiera elevata dapapa Benedetto XVI qualche anno fa:“O Signore Gesù, fà che i nostri giovanipossano apprendere dall’esempio delSanto Curato d’Ars, quanto sia necessa-rio, umile e glorioso il ministero sacerdo-tale che Tu vuoi affidare a quelli che si

aprono alla Tua chiamata. Fa che nellenostre comunità – come ad Ars a queltempo – ugualmente si realizzino quellemeraviglie di grazia che Tu compi quan-do un sacerdote sa “mettere l’amore nellasua parrocchia”.Uniti a questa preghiera ci apprestiamoa vivere con gioia il 25° anniversariodella tua ordinazione sacerdotale, per-ché manifesti il tuo amore in tutto ciòche vivi ed esprimi nella nostra diocesi.

Ringraziamo perciò il Signore per aver-ci donato proprio te, un sacerdote conuna vocazione autentica, che è riuscitoad entrare nel cuore di tutti con sem-plicità ed umiltà trasmettendoci i verivalori del cristianesimo.Sinceri Auguri da tutti noi!

don Lino d’Onofrio, sacerdote dellaDiocesi di Nola, pre-sbitero dal 1987.Attualmente:Vicario generale.

s

la REDAZIONE

Auguri don Lino!25° anniversario dell’ordinazione sacerdotale

“Vi darò pastorisecondo il miocuore, i quali vi guideranno con scienza edintelligenza”(Geremia 3,15)

rs

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settemiglia | Ott - Nov 201210

Il Teatro, annesso allanuova chiesa San

Francesco di Paola, rea-lizzata nel 2005, nascecome sala parrocchiale.

In pochi anni, grazieall'aiuto di Mons. AnielloMarano, di don PeppinoDe Luca e del Dott. CiroAquino, il teatro si è svi-luppato enormemente,tanto da annoverarsi tra le sale più belle edaccoglienti dell’agro.

Abbonamenti in venditapresso il salone adiacente

la chiesa piccola, corsonazionale. Diritto di

prelazione sulle poltron-cine per gli abbonati

della passata stagione neigiorni 1, 2, 3 Ottobre.

Il teatrosanfrancesco ha appena pre-sentato la stagione artistica 2012-2013, la nona, dal 14 Novembre

fino ad aprile 2013 si sviluppa nelsolco del teatro classico, musicale, dinarrazione, segnando la molteplicitàdei percorsi e la varietà delle proposte.

Commedia, comicità, danza e movi-mento, musica e ritmo, grandi autori,registi e interpreti: tutti elementi diuna stagione che pone l’accento sulvalore artistico con l’obiettivo di garan-tire qualità di programmazione e con-temporaneità dei linguaggi. La pro-grammazione del teatro traccia infattiil profilo di scelte artistiche orientatesulla varietà di poetiche e di contenuti,distribuite in maniera omogenea all’in-tero programma.

È bene sottolineare un aspetto, affermail direttore artistico Ciro Aquino,abbiamo compiuto uno sforzo affinchéfosse garantito un programma di gran-de qualità mantenendone il costo,pressocchè inavariato, delle passate sta-gioni, considerato il difficile e delicatoperiodo di ristrettezza economica chestiamo attraversando tutti.

In scena l’operetta con RAFFAELEPAGANINI in “Zorba il greco”, PAO-LOANTONI presenterà “HotelDesdemone”, ritornerà al teatrosan-francesco nelle vesti di attore comicoVITTORIO MARSIGLIA con “Iss’,Ess’ e o malament”. Avremo poiGINO RIVIECCIO, MARIO ATER-RANO, UMBERTO BELLISSIMO,ERNESTO CUNTO e SALVATOREGISONNA. Ma la chicca della rasse-gna sarà il comico GIORGIO PANA-RIELLO che, dopo il successo del pro-gramma di Canale 5 "Panariello NonEsiste", torna sulle scene con un nuovoone man show: “in mezzo@voi”.Rientra nel cartellone poi anche lacompagnia amatoriale scafatese vinci-trice del I Concorso di teatro amatoria-le, organizzato dal teatrosanfrancesco,GRUPPO DEL GARAGE diretto daClaudio Santoriello, la cui mente vul-canica ci riserverà di sicuro delle inte-ressanti sorprese.

Accompagneranno la rassegna, comple-tando la varietà di proposte e di pub-blico a cui ci si rivolge, il II Concorsodi Teatro Amatoriale e la rassegna dedi-cata al Teatro indipendente.Un cartellone mai così ricco di appun-tamenti tali da accontentare tutti, resta da non lasciarsi sfuggire gli abbo-namenti!

di VINCENZO DONNARUMMA

s

teatrosanfrancescoAl via la nuova stagione teatrale

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11settemiglia | Ott - Nov 2012

di FRANCESCO QUAGLIOZZI

Le Paralimpiadi sono laversione complementaredelle Olimpiadi, e costi-tuiscono la maggioremanifestazione sportivamondiale aperta ad atleticon disabilità. Si svolgo-no solitamente due setti-mane dopo i giochiolimpici, nella stessacittà, e come leOlimpiadi, si hanno nellaversione estiva e inver-nale, ogni quattro anni.Le prime Paralimpiadi sisono svolte a Roma nel1960: da allora si sonocontate quattordici edi-zioni dei giochi paralimpici.

Volli, volli, fortissimamente volli.Vittorio Alfieri non usò proprioqueste parole, ma il senso della

sua espressione è noto. E questo èanche il messaggio fragoroso gridato almondo dalle Paralimpiadi di Londra.La manifestazione planetaria che hachiuso i battenti lo scorso 9 settembreha attratto un’attenzione mediatica darecord e, andando ben oltre le piùrosee previsioni formulate dopoPechino 2008, ha lasciato un segnoindelebile nelle coscienze di tutti.

Mai era successo che così tante emit-tenti televisive fossero collegate conquesto tipo di evento, mai così tanteore di dirette televisive, mai così tantopubblico negli stadi per seguire le variespecialità paralimpiche. Segnale tangi-bile di quanto tutti avessimo bisognodi grandi messaggi di speranza.Messaggi che dovranno essere recepitida tutti, ma soprattutto dalla societàche continua a vedere il diverso da séancora troppo lontano da sé.

Le gesta sportive degli atleti paralimpi-ci, i loro autentici miracoli, hannorisvegliato in tutti noi il desiderio diprovarci, hanno acceso in tuttinoi la fiamma della passione,la fiamma della fede, la consa-pevolezza della grandezzadella vita. Un esempiotangibile in tal senso èrappresentato da AlexZanardi, l’automobilista

capace di ricominciare a vivere, conimmutato entusiasmo, anche dopo iltragico incidente che gli causò l’ampu-tazione di entrambi gli arti inferiori. Ciha fatto commuovere: sembrava che lasua vita, privata di una carrozzeria da300km/h, non avesse più senso edinvece ha saputo rimettersi in gioco e,con grande impegno, è riuscito acogliere due ori olimpici ed un argentoche faranno riavvicinare alla vita, grazieallo sport, tantissime persone, sia nor-modotate, sia diversamente abili. Dopotutto, come diceva Paolo VI nel suo

discorso del maggio 1964: “Losport è un simbolo della realtàspirituale che costituisce latrama nascosta, ma essenziale,della nostra vita; la vita è uno

sforzo, la vita è una gara,la vita è un rischio, la vitaè una corsa, la vita è unasperanza verso un traguar-do”.

Uno spo(r)t per la vitaLe Paralimpiadi di Londra 2012 hanno risvegliato la fiammadella passione, la consapevolezza della grandezza della vita

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settemiglia | Ott - Nov 201212

di JOSHUA

Disse quella voce allaquale davano nomedi dottore: “Non

c'è più niente da fare, le abbiamoprovate tutte, ma sembra che nonvoglia reagire, rifiuta ogni aiuto ester-

no, non si nutre e sembra proprio che sia entrato in unostato vegetativo”. Effettivamente, era proprio così,avevo sentito troppe cose brutte provenire da quelmondo che non mi apparteneva. Guerre, crisi, morti,avevo perso tutte le speranze di un'ipotetica serenaesistenza futura e così, sentendomi come un pesce inuna pozzanghera, circondato da acqua sporca e mal-sana, mi ero arreso, aspettando che evaporasse.Tuttavia, dopo del tempo (in quello stato ne avevo perso completamente lacognizione, quando non puoi far altro che ascoltare, senza muoverti, i secondisembrano trasformarsi in ore), mia madre prese a parlarmi, ma non con parolesue, lei parlava usando i miei pensieri, sembrava aver capito tutto del mio...piano, incredibile, le era bastato così poco tempo per conoscermi così bene. Midisse che dovevo reagire, che dovevo essere forte, sì, come tutti, ma, a differenzadegli altri, lei mi invogliò a fare qualcosa che nessuno prima mi aveva proposto:lei mi chiese di avere fede. Fede... Non sapevo spiegarmelo, come poteva chieder-mi di fare qualcosa che neanche avevo idea di cosa fosse? La diedi per matta, malei, come se mi avesse letto nel pensiero, mi mostrò cos'era. Tempo dopo chiamòil dottore e, con un tono con il quale non l'avevo mai sentita parlare, si rivolse almedico dicendo di finirla; era un misto di rabbia e pacatezza. Era sicura di sé, maio no, io non volevo, mi sentii un inetto, avevo, per così tanto tempo, avuto lapresunzione di poter reggere il peso di una decisione così importante, ma almomento di concretizzare, il suolo mi scomparve sotto i piedi... letteralmente. Ilmedico disse che non era possibile, in quelle condizioni, ma mia madre fu piùconvincente, non so cosa fece, perché non la vidi, ma spinse il medico ad urlare ead afferrarla bruscamente, iniziò a chiamare altri nomi, forse colleghi, dopodichétutto iniziò a muoversi, mi sentivo impotente, non capivo cosa stesse succeden-do, ebbi la sensazione di star cadendo di nuovo dalle scale del pianerottolo, matutto accadde tanto più velocemente, quanto caoticamente: un turbine mi avvol-se la testa, i miei piedi, che non sentivo da tanto, divennero freddi, così come poitutto il corpo...infine, più nulla.Ma fu un'illusione, dopo pochissimo fui investito da una luce fortissima, maivista prima. La luce che accompagnò il mio primo vagito, e che, per sempre miseparò da quel tubo al quale ero legato, e da mia madre. “La fede, mamma, era tutta racchiusa lì vero? In quel mio vagito che mi hai regalatoe nel quale erano contenute forza sufficiente da affrontare qualunque guerra, capar-bietà in quantità tale da resistere alla peggiore crisi, e vita... Più di tutto, mamma,vita, tale da mettere in discussione l'ovvietà della morte stessa”.

Fede è Vita

La fede è una Lucein quanto, credendonella Parola e acco-gliendola, l’uomo silascia invadere dallaLuce di Dio e dalleSue certezze.Questa Luce illuminaogni particolare dellavita dell’uomo, le dàun senso pieno e laorienta verso oriz-zonti Alti. Per chivive la fede, qualsia-si atto quotidiano,qualsiasi sceltaimportante, tutto,assolutamente tutto,viene illuminato daquesta Luce nuova.Con la Luce dellafede tutto si arricchi-sce di valori nuovi,tutto si orienta versouna direzione chiara.Si capisce perché ilVangelo è chiamato“Buona Novella”: èla Parola che irradiauna Luce nuova edivina su tutto l’es-sere e il fare dell’uo-mo, per orientarloverso il suo progettodi Salvezza. Nelcuore di chi credec’è sempre la novitàe la freschezza dellaLuce di Dio!

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13settemiglia | Ott - Nov 2012

di ELENA FIORENZA

Inesorabilmente scorre, ineluttabil-mente avanza, indefinitamente pro-cede, inspiegabilmente s’arresta.

Tu puoi poco: correre, passeggiare, fer-marti. Tu puoi il giusto: guardare,chiedere, osare. Tu puoi?L’errore sta tutto lì, nel punto interro-gativo, nella domanda che non dovreb-be esistere.Tu puoi!Il trucco non sta nel chiedersi perché,quando, dove, cosa …ma come. Come posso fare? Come posso riuscire? Come posso capire? La risposta è nella capacità di non per-dere lo sguardo curioso, l’ingenuitàinfantile, la mascherina di dita che ibambini mettono sugli occhi per gio-care al “carnevale”.Invisibile una spirale ti avvolge silen-ziosa, lenta, fredda, ti blocca la bocca,le mani, la testa e tu galleggi nella vitafinché non cadi giù.Breve.È il tempo che ci sembra infinito.Limitato.È il potere che ci siamo dati.Siamo uomini dimentichi di noi stessie dimenticati da noi. Pelle, muscoli,ossa, capelli, raziocinio …sentimenti. Non siamo qui da sempre, proveniamoda un non luogo, da un enorme puntointerrogativo che si staglia netto al cen-tro. Purtroppo non tutti lo vedono,alcuni ne vivono l’ombra, altri ci si sca-gliano contro con forza e con rabbia,pochi ne accettano la presenza. Chemale c’è nell’affidarsi? Senza fiducia inNoi, nell’Altro, nel Mondo, nel cuoredell’uomo, siamo poca cosa. Semplicinaufraghi ubriachi di folli voli.

Vertigola vita fugge...

La vita fugge, et non s’arresta una hora,et la morte vien dietro a gran giornate,et le cose presenti et le passatemi dànno guerra, et le future anchora...

JACK un filmdi F. Ford Coppola

USA - 1996con R. Williams

Se il tuo corpo avesse una velocitàdi crescita quadruplicata e i tuoidieci anni mentali fossero, fisica-

mente, quaranta; se tutti intorno a tefossero spaventati dalla tua statura edal tuo corpo, se ti chiamasseromostro, gigante, se fossi uno scherzodella natura o un miracolo, se la tuavita fosse un battito d’ali di farfalla,insomma, se tutto l’incredibile fosserinchiuso in te, cosa faresti? Se lo chie-deste a Jack (uno straordinario RobinWilliams) vi risponderebbe così: “Fateche la vostra vita sia spettacolare”.Potreste logicamente chiedermi chi siaquesto Jack e io vi direi che è il prota-gonista di un film di Francis FordCoppola, annata 1996. Bello, delicato,curioso, inaspettato, fresco, leggero mapensato, insomma …da vedere.

Jackyou are a shooting star

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di SCELTO TRA VOI

Io non so iniziare a scrivere, tantoche a volte mi sembra di non avernulla da dire. Semplicemente non

so “iniziare”.Eppure scrivere è ciò che sogno; miimmergo in un mondo tanto diversodal mio, e che spesso vorrei vederereale anche fuori dalla carta.Adesso meglio non parlare della miapaura, della paura degli “inizi”, l’ansiache sento quando finisce un’abitudineper fare spazio a qualcosa che nonavevo previsto, a un’avventura chenon so affatto dove porterà, parliamoinvece di sogni, dei sogni che lucci-cano in fondo ad ognuno dei nostricuori. Del momento in cui uno sport,un lavoro, un luogo, un sentimentodiventa il nostro sogno, quel precisoistante in cui un qualsiasi dettagliodiventa la particolarità, l’obiettivo checi poniamo di raggiungere.Probabilmente la maggior parte di noinon ricorderà quell’attimo, perchéspesso un sogno non nasce dal nulla.

Un sogno è come un amore, un’ami-cizia: all’inizio l’amore non è davvero

amore, ma infatuazione, all’iniziol’amicizia, anche la più solida dellanostra vita, non è nient’altro che sem-plice conoscenza. Un sogno, anzi ilSogno, è qualcosa che impari a viveregiorno per giorno, proprio come siimpara a stare accanto a una persona.In principio la luce debole lo rendeun sogno fiacco, tanto che questo saràsolo un vano desiderio. È la con-vivenza con quell’idea, sono gli osta-coli, le speranze che lo rendono ilnostro sogno, quel sogno che siamodisposti a difendere senza tentennare.Durante il nostro cammino, però, ciritroviamo a sognare fin troppo, equanti sogni vediamo crollare, equante volte inciampiamo su quellemacerie!Il trucco sta nel riconoscere il verosogno, quello che luccica nel nostrocuore come una cometa, come la lunache non si arrende e resta nel cieloanche di giorno. I sogni-fiammiferi,quelli che durano il tempo di un atti-mo, è meglio lasciarli nel buio dellanotte.di Valentina D’Auria

“SONO FIERO DEL MIOSOGNARE, DI QUESTO MIOETERNO INCESPICARE.”

Carissimi lettori, questospazio è dedicato ai

vostri scritti.Non preoccupatevi senon li vedrete subitoinseriti perchè li con-serveremo e, statenecerti, li faremo uscire

appena possibile.La redazione,

comunque, li leggeràsempre e ne farà tesoro

conservandoli nel proprio archivio.

Attenti però, se gli interventi sarannoanonimi non verrannopubblicati. Grazie della

vostra attenzione e ...preziosa

collaborazione.la redazione

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“Sono fiero delmio sognare, di

questo mio eternoincespicare.”

Francesco Guccini

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stagione 2012 - 2013

Giovedi 14 Novembre *Raffaele Paganini“zorba il greco” - operetta

Abbonamento a 10 spettacoli € 120,00 pagabile in quattro rateDiritto di prelazione sulle poltroncine per gli abbonati della passata stagione dal 1 al 3 OTT

Botteghino presso il salone della chiesa piccola dalle ore 17.00 alle ore 19.00

OCSECNARFSORTT AE A N

Info e prenotazioni: 081 8504709 / 339 8618749www.teatrosanfrancesco.itwww.facebook.com/teatrosanfrancesco

parrocchia San Francesco di paola - Cavalcavia d’Amaro - 84018 Scafati - Sa

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Giovedi 6 Dicembre

Gino Rivieccio“Faccio progetti per il passato”

Giovedi 13 Dicembre

Mario Aterrano

“viviani la nuit”

Giovedi 17 GennaioFrancesco Paolantoni“hotel desdemona”

Giovedi 28 Gennaio

Vittorio Marsiglia

“Iss’, ess’ e o malament”

Giovedi 14 Marzo

Ernesto Cunto“Sta casa è ‘a morte mia”

Giovedi 21 Marzo

Gruppo del Garage

“laureati”

Giovedi 11 Aprile

Salvatore Gisonna“poche idee ma ben confuse”

Giovedi 14 Febbraio

Umberto Bellissimo

“eduardo 110 e lode”

Lunedi 28 Gennaio **

Giorgio Panariello

“in mezzo@voi”