Settemiglia - anno III, n°3

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settemiglia da Gerusalemme ad Emmaus ...e ritorno Diocesi di Nola – Parrocchia San Francesco di Paola – Scafati – Sa anno III ‐ n°3 AVVENTO 2012 PERCHÈ COLORO CHE TI CERCANO TI POSSANO TROVARE

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Giornale della Parrocchia San Francesco di Paola - Scafati (Sa) Supplemento a IN DIALOGO Mensile della Chiesa di Nola

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settemigliada Gerusalemme ad Emmaus ...e ritorno

Dioces i d i Nola – Parrocch ia San Francesco d i Paola – Scafat i – Sa

anno III ‐ n°3

AVVENTO 2012

PERCHÈ COLORO

CHE TI CERCANO

TI POSSANO TROVARE

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Nelle tante crisi che il nostrotempo conosce, non riusciamoa scorgere segni per sperare in

una svolta che ci possa riconsegnare unmondo migliore. Ma se il cielo è ancorabuio, c’è però una luce, una stella, checi conduce verso una mangiatoia, a Betlemme.

Si apre un nuovo anno liturgico nelquale celebriamo il Cristo vivo in mezzoa noi: Egli è venuto, viene e verrà. Ridestiamoci dal sonno dell’apatia edella pigrizia e rendiamo più spedito ilnostro passo in questo Avvento nuovoche si apre davanti a noi: è il tempodella speranza, è il tempo della ricer-ca… Ricerca di questa luce, un po’ diluce che rischiari il buio del male.

Un po’ di luce che brilla più forte quan-do le lacrime vengono asciugate e lasolitudine trova compagnia; quando unestraneo diventa fratello e la pace vincei rancori; quando un debole è consolatoe la giustizia supera la prepotenza;

quando la morte è vinta dall’affetto dichi ti stringe a sé e quando il desideriodel rivedere il sorriso di quei volti chehai amato diventa preghiera.

Scopriremo così qual è l’Amore che èfonte inesauribile di ogni amore, fedel-tà, tenerezza, amicizia, comunione. Scopriremo quel cammino che, illumi-nato dalla stella, ci accompagna a con-templare la notte che vide nascere laLuce, la notte segnata dallo sguardo diun Bambino che illumina il temponuovo: il tempo degli uomini diventatostoria di Dio.

Allora mettiamoci in cammino, allaricerca di quello sguardo da incrociare,dove far riposare il nostro andare tor-mentato, per prendere in braccio quelBambino, senza timore, per nasconder-si tra le braccia di Dio e sentirci sussur-rare sul cuore… “Io ti stavo aspettando.E mentre ti aspettavo, ti venivo a cerca-re.”

settemiglia | Dic 2012 - Gen 20132

Guidami Tu, Luce genti-le, attraverso il buio che

mi circonda, sii Tu acondurmi! La notte è

oscura e sono lontanoda casa, sii Tu a condur-mi! Sostieni i miei piedivacillanti: io non chiedo

di vedere ciò che miattende all’orizzonte, un

passo solo mi sarà suffi-ciente. […] e con l’appa-rire del mattino rivedrò il

sorriso di quei voltiangelici che da tanto

tempo amo e per pocoavevo perduto.

scritto dal beato JohnHenry Newman mentre

viaggiava da Palermoverso Marsiglia

di DON PEPPINO DE LUCA

Avvento 2012Perchè coloro che Ti cercano Ti possano trovare...

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foto diPINO GALASSO

bianco e nero - 2012su facebook:nuarthstudio

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3settemiglia | Dic 2012 - Gen 2013

In questo numero

settemiglia

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RIFLESSIONIChi cerca trova?di VincenzoFiorenzapag. 4

RIFLESSIONICredere e comprenderedi Alfonso Quartuccipag. 5

ARTEIl Cristo nell’artedi FrancoCiprianopag. 6-7

DIOCESISinodo diocesanodi Enzo Vitiellopag. 8

VOLTISan Giuseppedi Pasquale Vellecapag. 9

MUSICAI still haven’t found...di VincenzoDonnarummapag. 11

FILMÁ la recherchedi Elena Fiorenzapag. 13

INREDAZIONEBuona strada...di Tonia Vitiellopag. 14

Siamo tutti alla ricerca di qualcosa.Da sempre la vita di ogni uomo ècaratterizzata da questo prioritariodesiderio che può essere la semplicericerca dell’altro, ricerca della spiri-tualità, della fede, della pace interio-re, della ricerca della felicità.L’immagine più forte che Dante dànella Divina Commedia è proprioquella di un uomo in cammino nelviaggio della vita alla ricerca di sestesso e della propria felicità.Ai giorni nostri quella ricerca si ètramutata in ricerca del successo,del potere, di un corpo perfetto.L’uomo tuttavia, anche quando

tende verso gli obiettivi che si pro-pone nella vita non riesce a trovarela totale pienezza che cerca.Purtroppo viviamo nell’epoca del-l’emo/crazia, nella quale dominal’emozione e il sentimentalismo; ilbenessere può stordire per un po’,ma non ce la fa a riempire le voragi-ni dell’animo umano. Inoltre laricerca compulsiva della felicità“esteriore” porta solo a girare avuoto su se stessi.Fidiamoci di Dio; a Lui sta a cuorela nostra felicità. La ricerca dellafelicità è ricerca di Dio.Affidiamoci dunque a Lui.

MESE DICEMBRE 2012 - GENNAIO 2013

Supplemento a IN DIALOGOMensile della Chiesa di Nola

Aut.ne Trib. di Napolin. 3393 del 7/03/1985

Direttore ResponsabileMARCO IASEVOLI

Coordinatore RedazioneDON GIUSEPPE DE LUCA

RedazioneVINCENZO FIORENZA

PASQUALE VELLECA

ENZO VITIELLO

ALFONSO QUARTUCCI

ELENA FIORENZA

VINCENZO DONNARUMMA

RubricheROSA MATARAZZO

JOSHUA

FRANCO CIPRIANO

FRANCESCO QUAGLIOZZI

VignetteROSARIA SCOTTO

E‐Mail ed [email protected]

Per leggere e scaricare lepubblicazioni precedenti:

www.settemiglia.it

StampaArti Grafiche Bruno

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settemiglia | Dic 2012 - Gen 20134

Chi cerca trova?Dipende! Giuseppe dovette accontentarsi di una stalla e di una magiatoia...

…perché non c’erano postinelle locande di Betlemme.Eppure aveva bussato diporta in porta, ma senzanessun risultato. A Nazareth aveva lasciatouna casa, seppur povera,certamente dignitosa, contutte le comodità (era unfalegname!) e, soprattutto, ilcalore di una famiglia sem-plice e, per questo, vera,amorevole, disponibile all’accoglienza,felice di aspettare una vita che stava pernascere. Ora si ritrovava nella confusio-ne della folla, tra gente di ogni parte edi ogni estrazione sociale. C’era un cen-simento voluto per contare di quanteteste era composto l’Impero Romano.

Quante volte, in quella situazione didisagio, avrà pensato: “Perché sono qua?Cosa importa a me del censimento? Mia moglie è in attesa e i tempi sonopronti ed io non le posso offrire nem-meno un riparo!”. Ma, nonostantetutto, egli è in cammino, alla meno peg-gio e intorno a lui il mondo scompareperché l’unico scopo della sua vita, inquel momento, è cercare, cercare, cerca-re senza scoraggiarsi, senza vergognarsi,senza disperare. A un certo punto, però,Giuseppe deve arrendersi: la sua ricercaè terminata. Deve ripiegare come unesercito battuto. Eppure egli è felice,accoglie in sé lo sguardo infinitamentedolce della sua Donna, lo racchiude nelsuo cuore. Cos’altro la vita potrebbeoffrirgli di più bello? Cosa dovrebbecercare che già non ha? Poi guarda la suapancia, gonfia di Amore, che sussulta,che emana una luce soprannaturale, che

effonde un caldo che ti stordisce e final-mente si tranquillizza. La sua ricercafinisce là, in quelle stradine affollate,convulse di gente. A quel punto tutto vabene, anche una povera stalla, con unbue e un asinello per far calore, con unamangiatoia come culla. L’universo intero è nelle braccia amore-voli di Maria, in quel fagottino piccolopiccolo, che borbotta, che gorgheggia,che sorride. Quelle braccia e quelBimbo sono la sua vita. E adesso le cosesi capovolgono: ciò che per lui è statoun ripiego, il segno di una sconfitta,diventa il centro del mondo. Tutti vogliono sapere cos’è successo inquella stalla, tutti partono dalle terrepiù lontane per conoscere un Bambinochiamato Gesù! Sapranno cercarlo? Sapranno leggere “i segni che portano aLui”? Lo troveranno? Dal canto suo,Giuseppe aveva capito che la felicitànon è in una bella casa, in un mobilefatto a regola d’arte, in una borsa pienadi monete, ma nel “saper apprezzare ildono della vita, dell’amicizia, degliaffetti familiari”, nel “saper dare senzapensare al tornaconto”, nel “prodigarsiper la pace e per la giustizia sociale”.

Quando ti metterai inviaggio per Itaca devi

augurarti che la strada sialunga, fertile in avventu-

re e in esperienze.[…]

Sempre devi avere inmente Itaca,

Raggiungerla sia il tuopensiero costante.

[…]Soprattutto, però, non

affrettare il viaggio;fa che duri a lungo, per

anni, e che da vecchiometta piede sull'isola, tu,ricco dei tesori accumu-

lati per strada senzaaspettarti ricchezze da

Itaca. Itaca ti ha dato ilbel viaggio, senza di leimai ti saresti messo in

viaggio: che cos'altro tiaspetti?

E se la trovi povera, nonper questo Itaca ti avrà

deluso. Fatto ormaisavio, con tutta la tua

esperienza addosso già tuavrai capito ciò che Itaca

vuole significare.

da una poesia diKostantin Kavafis

di VINCENZO FIORENZA

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«(...) insegna al miocuore dove e come

ti possa cercare, dove e come ti possa

trovare»

Nel Proslogion, Anselmo intra-prende un'indagine razionalesu Dio, cercando di dimostrar-

ne l'esistenza e di chiarirne l'essenza. Una ricerca: è ciò che spesso manca allafede, che diventa stanca, dettata dal-l'abitudine, superficiale, poco sincera. Qui non seguiremo la ricerca diAnselmo, ma pregheremo con lui, chie-dendo il coraggio di rompere i vincolidelle convinzioni e della pigrizia: unosguardo più attento, l'ardore della ricer-ca, l'intelligenza della fede.Orsù dunque, omuncolo, sfuggi un pocoalle tue occupazioni, sottraiti discreto aituoi tumultuosi pensieri […] Di' ora, o“mio cuore” tutto intero, di' ora a Dio:“Cerco il tuo volto; il tuo volto, Signore, ioricerco”.Fermati. Guarda la tua vita, guar-da i tuoi impegni e le tue prio-rità. Prepara i tuoi occhialla ricerca, distoglien-doli dalle preoccupazio-ni quotidiane, da ciò chepossiedi o insegui. Concentrati, nella tuainterezza e con tutte le forzecerca il suo volto.Se non sei qui e sei assen-te, dove ti cercherò? Seinvece sei dovunque, per-ché non ti vedo presente?Ma da dove iniziare questa ricer-ca? Se Dio non è qui, se trascende isensi, se non può esser visto né sentito,se non posso incontrarlo per strada:come cercarlo? Se invece è qui, se è intutto ciò che vedo e sento, se è presentein qualsiasi cosa faccia e in qualunquepersona incontri: perché non sono capa-

ce di distinguerlo?O Signore, tu sei il mio Dio e sei il miosignore, ma non ti ho visto mai. [...] Sonostato fatto per vederti, ma non ho ancorafatto ciò per cui sono stato fatto. […]Tendevo a Dio, e sono incappato in mestesso.Quante volte, come Tommaso, ti chia-mo “mio Signore e mio Dio”; ma sodavvero quel che dico? Come potrei, senon ti conosco? Eppure sento che la“destinazione della mia esistenza” non èlimitata qui, in questa vita, nel possessodi cose finite e nelle azioni di ogni gior-no; sento di essere qualcosa di altrorispetto al resto del creato; so che ci sei,fine infinito della mia esistenza, ma nonso come raggiungerti.Quando illuminerai i nostri occhi e cimostrerai “il tuo volto”? […] Tu ci inviti,quindi “aiutaci”. […] Non posso né cer-carti, se tu non me lo insegni, né trovarti,se tu non ti mostri. Che io ti cerchi deside-randoti e ti desideri cercandoti. Che io titrovi amandoti e ti ami cercandoti.Ma se tendo a te, se sento la forza deltuo invito pur non avendo le forze per

compiere ciò a cui sono chia-mato: allora guidami tu, illu-

mina la mia mente perchépossa comprenderti.

Il desiderio di te mispinge alla ricerca,mi affido a te perarrivare a capirti:conoscendoti dav-vero, possa real-

mente amarti.Non tento, Signore, di

penetrare la tua altezza,perché in nessun modo para-

gono ad essa il mio intelletto, madesidero comprendere in qualche modo latua verità, che il mio cuore crede e ama. Infatti non cerco di comprendere per cre-dere, ma credo per comprendere. Giacchécredo anche questo: che “se non crederò,non comprenderò”.

settemiglia | Dic 2012 - Gen 2013

di ALFONSO QUARTUCCI

Sant’Anselmo(Aosta, 1033/1034 –

Canterbury, 1109)Monaco benedettino,abate dell'abbazia del

Bec dal 1078, arcivesco-vo di Canterbury dal

1093 alla morte.Il Proslogion è

probabilmente la suaopera più nota, resa

celebre dalla dimostra-zione dell'esistenza di

Dio ivi esposta.

Credere e comprendereAlla ricerca di Dio

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Crocefisso, deposto, risorto,trasfigurato, il corpo del Cristocostituisce ‘alterazione di senso’

della rappresentazione umana nell’arteoccidentale. La pratica sociale e cultur-ale dell’arte ne viene ridefinita, la natu-ra del gesto artistico è essenzialmenteripensata. Attraverso la visione degliartisti, i cristiani hanno ‘immaginato’ e‘condiviso’ la natura divino-terrestre diGesù di Nazareth. Nella genesi culturale di Europa il cor-pus Cristi, identificato e alterato dall’artein riflessioni iconografiche dei Vangeli,è divenuto un dispositivo simbolico-conoscitivo della storia umana. Lapotenza di senso del Crocefisso è iconauniversale del dolore sacrificale. Neltempo, di questa significazione l’arte èstato lo spazio “originario”, grembo digrandi interrogazioni della umanità delDio, dando immagine alle risonanzemolteplici del dramma della Croce,‘evento inaudito’ che ha rivoluzionato iltempo e lo spazio del mondo e delle suerappresentazioni. La proibizione della raffigurazione delDio dettata dall’Antico Testamento èstata rivoltata dallo ‘scandalo’dell’Incarnazione, segno di un Dio ‘alla

ricerca’ della sua umanità, fino al-l’estrema sofferenza della Croce. Eli,Eli, lammà sabactani? - l’ora nona ègrido “umano troppo umano”, interro-ga il Padre che ‘si ritrae’, lasciando nellasolitudine il Figlio affinchè “tutto sicompia”: si concluda la via terrestre deldivino nel dono della libertà e della car-ità. L’arte ha colto la forza espressiva dell’i-cona cristiana che parla l’universalitàdel dolore e dell’amore, nella Kenosi enel Kerygma. Nella sua “tradizione chesi tradisce” essa stessa è nella ricerca(paradossale) della libertà che risuonidell’altro, del mistero dell’invisibile. Così - in audace analogia con lo spiritodell’arte - nella tenebra del Calvario,l’Altro, l’invisibile e l’indicibile, si mani-festa in forma umana: nel Figlio respiralo spirito divino. L’invisibile è nelmondo, il mistero è nel canto dellaTerra. Della ‘incarnazione’ l’immagineartistica appare preghiera, ricerca dicontatto,‘interferenza’ umana nel mis-tero divino. Dalle forme di visionarietàalle materiate figure del moderno con-temporaneo, tra pittura e icone transmediali, si muove l’ulteriorità figurativadel corpo del Cristo. Di questo movi-mento dei linguaggi dell’arte la tracciacorporea del Figlio nel tessuto dellaSindone (nulla qui importa della sua‘autenticità’) è Signum auratico, ormamemoriale e ‘materializzazione’ immag-inale dell’inconoscibile, dove il formarsie il suo risultato coincidono: qui simanifesta l’immagine in verità.Nel cammino dell’arte le raffigurazioni

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di FRANCO CIPRIANO

Corpo dell’invisibile: il Cristo nell’arte

Nella ricerca di Pier Paolo Patti

Nei video di PierPaolo Patti, il

corpo oscilla tra tenebra e luce,

tra materia e spirito

Diego Velázquez

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del corpus Cristi - o, anche, le defigu-razioni o le ‘riduzioni’, concettuali ematerico-gestuali (come vedremo suqueste pagine, in altro commento, traqualche mese) - sono un multiverso visi-vo declinato nelle tonalità differenti deltempo della storia e del soggetto.

L’esile corpo di luce crocefisso diGiotto: il Cristo di Grunewald defor-mato dall’agonia e quello coinvolto suldramma storico, di Tintoretto; il Cristoregale e ieratico di Piero della Francescae quello ‘senza volto’ di Velasquez o lasensualità luminosa del Cristo ‘indigna-to’ di Rubens e quello eroico di VanDick; il sereno gruppo del Compiantodel Perugino, le membra gelide delCompianto di Memling, o il deposto,cadavere anticlassico, ‘dostoievskiano’,di Holbein. O, anche, la disperazionenel Cristo morto di Annibale Carracciche confligge con la veglia tranquilla delCompianto di Bernardo Strozzi… NelNovecento: le apparizioni del corpofratto dal segno nero di Rouault, ilCristo nel racconto ‘leggendario’ diChagall, quelle ‘metamorfiche’ e ‘quo-tidiane’ di Bacon e Sutherland, la fram-mentata, ‘informe’ materia ‘terrestre’ diCongdon. Il cinema ha rappresentato,l’evento della Passione e dellaResurrezione negli echi memoriali dellapittura, con citazioni di luce e figure,come Pasolini nel Vangelo secondoMatteo con Rosso Fiorentino o nel-l’eccedenza narrativa del ‘povero cristo’de “La ricotta”. Nell’ombra luminosadella storia dell’immagine cristologica

emerge l’apparizione inaudita del croce-fisso disceso dalla croce, nella video-installazione di Pierpaolo Patti, presen-tata nella mostra “Dialoghi di Luce”,nella Chiesa piccola di San Francesco diPaola a Scafati, qualche anno fa, a curadi Raffaella Barbato. La proiezione delcorpo su di un telo che con un panneg-gio di segno rinascimentale si adagia sulpavimento, agitato dalle correnti d’aria,ha il tremore di una inquietudine. Doveil movimento lentissimo del corpo siconfonde con l’ondeggiare del telo,rifrangendosi nella tessitura come corpoluminoso che sembra imprimersi nellospazio, infranto dalla tenebra, come unaSindone che trasmuta in materia diluce. Anche nel video “Compianto”, ilmoto oscillante dell’immagine dellaMadre, che incombe nell’abbacinantebiancore della visione, sull’immobiledeposizione del Figlio, rende visibile ildolore attraverso la sospensione tremulanella possibilità della caduta o dellasparizione. Vera, umanissima disperazione del-l’amore.

Il corpo del Cristo rivela l’arte come “preghiera” e riflessione del mistero

in alto, in ordine:William Congdon,

Matthias Grünewald,Hans Memling,

Marc Chagall. In basso:

Bacon, Pasolini.Video e altro materiale di

P. P. Patti suhttp://www.mastofab-

bro.org/installationcom-pianto.html

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settemiglia | Dic 2012 - Gen 20138

di ENZO VITIELLO

Una sosta per vivere un’esperienzadi discernimento comunitarioconfidando nella guida dello

Spirito. Una sosta che ci porti a riscoprirciChiesa vera, accogliente, caritatevole,gioiosa, misericordiosa, radicale, presente,coraggiosa, libera, umile, fedele.

Con queste parole il vescovo di Nola,mons. Beniamino Depalma, ha definitoil Sinodo diocesano proclamato l’11ottobre 2012. Una data importantissi-ma non solo per la Chiesa di Nola, maper tutta la Chiesa: segna l’aperturadell’Anno della fede in coincidenza conil cinquantesimo anniversario dall’in-dizione del Concilio Vaticano II. Sonotrascorsi, inoltre, ottant’anni dall’ulti-mo sinodo diocesano, indetto nel 1934da mons. Egisto Domenico Melchiori. Il Sinodo - ricorda Mons. Depalma -non solo dovrà manifestare appieno la

comunione diocesana, ma è anche chiam-ato a “edificarla”, più che condichiarazioni o decreti, con una concretaprassi di fraternità. Occorre perciò che neidocumenti sinodali, oltre che il Magisteroe la disciplina canonica, trovino espres-sione viva “le gioie e le speranze, le tris-tezze e le angosce degli uomini”(Gaudium et spes n.1) del nostro terri-torio diocesano.

Del Concilio la Chiesa di Nola faràmemoria con quattro incontri sullequattro Costituzioni dogmatiche, a par-tire dal 21 dicembre nella BasilicaCattedrale di Nola, dove p. ErmesRonchi, docente di Estetica Teologica eIconografia, dialogherà con LuciaAnnunziata, direttrice dell’HuffingtonPost, su “Dei Verbum: la Parola di Dioincontra le parole degli uomini”.

La Chiesa di Nola famemoria del Concilio

e lo fa “secondo ilConcilio”, incontrando e

dialogando, aprendo lasua Cattedrale alla

cultura, all'arte, agliuomini di buona volontàper condividere con tutti

la gioia del Vangelo.

21 dicembreDei Verbum:

la Parola di Dio incon-tra le parole degli uomini

p. ErmesRonchidialoga con

la dott.ssa LuciaAnnunziata

11 gennaio 2013Lumen Genum:

la Chiesa tra mistero epresenza

S.E. Mons. BrunoForte

dialoga conil prof. Ernesto Galli

della Loggia

12 aprile 2013Sacrosanctum

Concilium:quando l'invisibile si fa

visibileMons.Marco Frisina

dialoga conl'arch. Paolo

Portoghesi

10maggio 2013Gaudium et spes:quando la Chiesaascolta il mondo

dott. RobertoNapoletanodialoga con

il prof. Mauro Maga

Sinodo DiocesanoUn’esperienza irripetibile di comunione

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9settemiglia | Dic 2012 - Gen 2013

Nel corso dei secoli si è parlato disan Giuseppe, sottolineando ivari aspetti della sua vita, che lo

mostrano costantemente fedele alla mis-sione ricevuta da Dio. La Chiesa, infat-ti, riconosce in lui il suo protettore epatrono, san Giuseppe è realmente unpadre che protegge e accompagna nelcammino terreno coloro che lo venera-no, come protesse e accompagnò Gesùche cresceva e diveniva adulto. San Giuseppe fu un uomo comune, unpadre di famiglia, un lavoratore che siguadagnava la vita con lo sforzo dellesue mani, esercitava il mestiere faticosoe umile che Dio, prendendo la nostracarne e volendo vivere per trent'annicome uno qualunque tra di noi, avevascelto per sé. Dio aggiunge alla vitasanta di coloro che compiono la suavolontà una dimensione insospettata:quella divina. Alla sua vita umile esanta, Dio aggiunse la vita della VergineMaria e quella di Gesù. AncheGiuseppe poteva far sue le parole diMaria, sua sposa: grandi cose ha fatto inme l'Onnipotente, perché ha guardato lamia piccolezza. Gesù lavorò nella botte-ga di Giuseppe e accanto a Giuseppe. Quali saranno state le sue doti, comeavrà operato in lui la grazia, da renderlocapace di portare a termine la matura-

zione umana del Figlio di Dio? Gesùdovette rassomigliargli in molti aspetti:nel modo di lavorare, nei lineamenti delsuo carattere, nell'accento, nei discorsiconcreti della vita quotidiana: tutto ciòè il riflesso dell'infanzia e della giovinez-za di Gesù, il riflesso di quello cheGiuseppe gli aveva insegnato. Egli amòGesù come un padre ama suo figlio e glisi dedicò dandogli il meglio che potevaprendendosi cura di quel Bambino chegli era stato affidato, fece di Gesù unartigiano: gli trasmise il suo mestiere. Non è possibile negare la grandezza delmistero: questo Gesù, che è uomo, natoin una regione di Israele, che assomigliaa un artigiano di nome Giuseppe, costuiè il Figlio di Dio. Ma Gesù è realmenteuomo e vive normalmente: prima comebambino, poi come ragazzo che comin-cia a dare una mano nella bottega delpadre, finalmente come uomo maturo,nella pienezza dell'età. E Gesù crescevain sapienza, età e grazia davanti a Dio eagli uomini (Lc 2, 52).

La vita di san Giuseppe: semplice, nor-male, comune, fatta di lavoro, di giorniche si susseguono con apparente mono-tonia ci insegna che ognuno è chiamatoa partecipare al regno dei Cieli permezzo del compimento della propriavocazione nel proprio stato di vita. Ed èper questo che quando il papa GiovanniXXIII, nel Concilio Vaticano II, annun-ciò che nel canone della Messa sarebbestato introdotto il nome di Giuseppe, siproclamava l'immenso valore sopranna-turale della vita di Giuseppe, il valore diuna vita semplice di lavoro vissuta allapresenza di Dio in perfetto compimen-to della divina volontà.

di PASQUALE VELLECA

San Giuseppecolui che si nasconde nelle scritture

“Giacobbe generò Giuseppe,lo sposo di Maria,dalla quale è natoGesù chiamatoCristo”(Matteo 1,16)

La Sacra Famiglia- particolare -

di Marko Rupnik

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Una cosa che sembra veramente diffici-le, è quella di riuscire a vedersi nel futu-ro. Questo accade perché ci facciamoinfluenzare molto da chi ci circonda,spesso da falsi miti che ricoprono ruoliche pare proprio essere fatti per noi. Mapoi, chissà perché, non è mai così.

A volte l’ammirazione verso i nostrigenitori, nonni o quant’altro, invece, ciportano a seguire le loro stesse ormepensando magari che la strada possaessere così anche in discesa e non pre-sentarci molti intoppi. Altre volte anco-ra, parecchie scelte sono dettate da quel-le prese dai nostri stessi coetanei, lapaura, dunque di ritrovarci soli adaffrontare realtà nuove, sconosciute egrandi, non ci fa ragionare con la nostratesta, ma con quella di qualcun altro. Spesso, però, la strada è a senso unico.Ambizioni, aspirazioni e sogni (magaridi una vita) devono essere messe daparte per cause di forza maggiore e ci si

ritrova a dover elaborare sogni che maie poi mai avremmo pensato di poterprendere in considerazione. Ma, allafine, tutto sta nel guardarsi dentro. Nelmettersi le scarpe e chiudere gli occhi,camminare, camminare, e provare avedere dov’è che il cuore ci porta. Solo così, forse è possibile accorgersiche il futuro non è un tramonto dove ilsole man mano cala per non farsi piùvedere.

Il futuro è più vicino di quanto possia-mo pensare. Il futuro è l’alba che cischiude gli occhi, ci fa rallentare il passoe sorridere ad un nuovo giorno che staper nascere. È un po’ come quandonasce un bambino: prima c’è silenzio,ma quando inizia a piangere, tuttodiventa spettacolare.

settemiglia | Dic 2012 - Gen 201310

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Il futuro, credetemi,è un gran simpaticone,

regala sogni facilia tutte le persone.

«Sarai certo promosso»giura allo scolaretto.«Avrai voti lodevoli,

vedrai, te lo prometto».Che gli costa promettere?

«Oh, caro ragioniere,di cuore mi congratulo;

lei sarà cavaliere!».«Lei che viaggia in filo-

bus, e suda e si dispera:guiderà un’automobile

entro domani sera».«Lei sogna di ..far tredici?»

Ma lo farà sicuro!Compili il suo pronosti-co ci penserà il futuro!

Sogni, promesse volano…

Ma poi cosa accadrà?Che ognuno avrà

il futuroche si conquisterà.

di Gianni Rodari

CercarsiL’alba del futuro

di ROSA MATARAZZO

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11settemiglia | Dic 2012 - Gen 2013

Cos’è la vita? Qual è il suo significato?Cosa cerchiamo in essa? E lo troveremomai quello che stiamo cercando? La vita non è altro che un viaggio: ciporta tra le mani dell’amore, ci portagioia e dolore, ci porta là dove le stradenon hanno nome, ci porta tra gente maiconosciuta, tra i nostri amici più cari, ciporta sotto le stelle e sopra i monti. La vita è un’avventura magnifica.L’unica cosa che ci fa continuamentecorrere tra le sue mille situazioni è laricerca del nostro sogno, che ancoranon abbiamo trovato.

I still haven’t found what I’m looking for- traduzione testo U2 -

Ho scalato le più alte montagneho superato i campi correndosolo per stare con te,solo per stare con te.

Sono scappato, ho strisciatoho superato le mura di questa città,le mura di cintasolo per stare con tema non ho ancora trovatoquello che sto cercando

ma non ho ancora trovatoquello che sto cercando.

Ho baciato labbra di mielemi sono sentito guarito da quelle dita,quel desiderio ardentebruciava come fuoco.Ho parlato la lingua degli angeli,ho stretto la mano a un demone,di notte era calda,ed io ero freddo, come una pietra.Ma non ho ancora trovatoquello che sto cercandonon ho ancora trovatoquello che sto cercando.

Credo al Regno dei Cieli,quel giorno i colori saranno uno solo,è vero, ma io sto ancora scappando.Tu hai infranto i legamiTu hai sciolto le cateneTu hai portato la crocee la mia vergognaoh, la mia vergogna,Sai che ci credo.Ma non ho ancora trovatoquello che sto cercandoma non ho ancora trovatoquello che sto cercando. s

di VINCENZO DONNARUMMA

I still haven’t found whatI’m looking forTroveremo mai quello che stiamo cercando?

I believe in theKingdom Come

Then all the colourswill bleed into one

But yes I'm still runningYou broke the bonds

You loosed the chainsYou carried the cross

And my shameAnd my shame

You know I believe it

I Still Haven’t FoundWhat I’m Looking For

The Joshua TreeIsland Records - 1987

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settemiglia | Dic 2012 - Gen 201312

di JOSHUA

C'è un paese (su un'isoletta che è troppo a destraper essere riportata sulle cartine), dove gli albericrescono indisturbati e i fiori sbocciano, profu-

mando le mura delle case vivacemente colorate dai vispi abitan-ti. Tutti si conoscono tra loro ed il sindaco è un uomo onesto edincorruttibile che, proprio nel 2010, ha dichiarato “finalmente

siamo riusciti a deporre definitivamente il problema della criminalità”. Si potrebbe pensare che è nella natura umana ricorrere all'aggressività, anche ilgrande Freud lo pensava, ebbene, i signori abitanti hanno saputo dimostrare il con-trario, dando prova di grande saggezza. Ad esempio, una volta, sull'isola, una bam-bina, giocando con i suoi amici, cadde ferendosi gravemente ad una gamba. Appena il dottore ebbe saputo la notizia (il paese era molto piccolo e a stento entra-va tutto nell'isola) si precipitò di volata nel luogo in cui era successo il fattaccio e,dopo aver portato la bambina presto nel proprio studio, l'aveva curata al megliodelle sue forze. I genitori, entusiasti, chiesero al medico come sdebitarsi, ma, que-st'ultimo, con fermezza rispose: “Non limitate la vostra bambina solo per paura checada di nuovo, questo mi basta”.Questo non fu un avvenimento isolato. Molto spesso, infatti, sull'isola si sono veri-ficati e si verificano avvenimenti analoghi: banchieri che fanno prestiti senza richie-dere gli interessi, persone che concedono il proprio posto agli anziani la domenicaa messa, addirittura alunni che ascoltano in silenzio le lezioni tenute dai propriinsegnanti; ma un segreto c'è, ed è proprio un segreto perfetto. L'isola, non essen-do sulle mappe, non potrà essere raggiunta in alcun modo, da nessuno dei paesisegnati sulle cartine e, probabilmente, proprio grazie a ciò, riuscirà a preservarsiintatta e incorruttibile, fresca e saggia, come lo è da sempre.

L’isola che... c’è!

«Quante isolehanno alimentato

i nostri sogni ole letture? Ci sonol’Isola del tesoro equella del Conte

di Montecristo, c’èItaca per Ulisseche ritorna daPenelope, dopoaver sostato in

tutte le isole delMediterraneo…E ancora altre»

Umberto Eco

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13settemiglia | Dic 2012 - Gen 2013

di ELENA FIORENZA

Sentirsi più giovani senza chirurgie,creme, palestre, addominali, mas-saggi? Da oggi si può!

Vi state chiedendo quale sia questorimedio miracoloso? Semplice! Bastanon trovare più qualcosa d’importante!Quanti di voi si sono ritrovati all’im-provviso, persi, spaventati, inutili; quanti hanno iniziato a sudare freddo ea fare gesti inconsulti che non avrebbe-ro mai compiuto? Non mentite a voistessi esonerandovi da questa spettacola-re esperienza. Perché tutti, prima o poi,l’avete vissuta o, sicuramente, la vivrete.

«Ma come è possibile??? Era proprio lì!L’ho appoggiato solo due minuti fa!»«Dove sono i miei occhiali??? Qualcuno liha visti? Non ci vedo senza!»«Le mie chiaviii?!? Dove saranno finite?Maledette! Ma le ho prese? Non possoaverle lasciate sul comò! E se…»

In quei momenti perdi peso ed anni, ilpanico s’impadronisce di te e i pensieridiventano degli tzunami volti alladistruzione del tuo cervello. Inizi a pen-sare alle cose più assurde ed improbabi-li, per chi può basta chiamare lamamma, che ha qual potere speciale ditrovare sempre tutto, per chi non può…beh, deve solo accontentarsi del deside-rio che sia lì. Giri su te stesso, ripercorrila strada appena fatta una decina divolte, ti fai mappe mentali che abbrac-ciano l’universo di tutti i tuoi movimen-ti ma che, inevitabilmente, non conten-

gono l’istante “X”; come un IndianaJones, diventi lo speleologo di tasche,borse, cappotti, angoli remoti rifuggitianche dai ragni… Poi, un attimo, passidavanti allo specchio e ti accorgi che gliocchiali li avevi in testa; le chiavi?! Erano proprio in borsa.

Dare la colpa all’invecchiamento preco-ce non basta (ovviamente alcuni sogget-ti sono scusati) perché quella ricercadisperata di qualcosa o qualcuno è benaltro, è solo il preludio per quella sensa-zione di sicurezza, di libertà che provinel momento in cui sai che, comunquevada, qualcosa l’hai trovato.

Á la Rechercheperchè si sa, chi cerca trova

“Non si riceve la saggezza,

bisogna scoprirlada sé, dopo un

tragitto che nessunopuò fare per noi,

né può risparmiarci,

perché essa è unavisuale sulle cose.”

M. Proust

MOLTO FORTE, INCREDIBIL-MENTE VICINO un film

di Stephen DaldryUSA - 2012

con R. Williams

Essere coraggiosi significa essereconsapevoli delle proprie paure,dei limiti, delle debolezze e con

questi affrontare le sfide a cui la vita cisottopone. Oskar, un bambino di noveanni, protagonista del romanzo Moltoforte, incredibilmente vicino diJonathan Safran Foer, da cui StephenDaldry ha tratto l’omonimo film,dimostra coraggio da vendere nell’af-frontare la sua sfida con il mondo: unachiave, innumerevoli serrature. La sua ricerca lo porta ad affrontare sestesso e gli altri, lo costringe a scopriresguardi diversi dal suo, ad alleggerirsi daun’eredità troppo pesante per le sue“scarpe”. Oskar con sguardo fiero haaccettato la prova, voi sarete così corag-giosi?

Oskar,bussami al cuore

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settemiglia | Dic 2012 - Gen 201314

di TONIA VITIELLO

Ogni domenica a messa siamoabituati a vedere le prime fileoccupate da giovani scout.

Dietro quelle camicie azzurre ci sonoragazzi e adulti che credono in ideali evalori semplici ma efficaci.

Non ci sono parole sufficienti per spie-gare sensazioni, emozioni, fatiche,paure, soddisfazioni e sconfitte legate aquel mondo. Io ne ho fatto parte espesso capita di riguardare delle vec-chie foto che ritraggono le avventurevissute e ti viene nostalgia di quegliattimi.

Pensi e ripensi a tutta quella gente cheli ha resi fantastici, a tutti i giochi fatti,le parole dette, i sorrisi e persino ipianti. Queste avventure sono rese fan-tastiche anche dal contatto diretto conla natura, dal soffio del vento tra i ramidel bosco, dallo scrosciare dell’acquadel torrente, dal profumo dell’erbabagnata, dall’odore del temporale inarrivo, dal gracidare dei rospi tra l’er-ba, dai rumori dei passi sul sentiero,

dal volo dell’aquila sulla cima, dal luc-cichio infinito del cielo notturno, dalcolore delle praterie d’alta quota. Tuttoquesto l’ha vissuto sulla propria pelleanche Altea Trini, la ragazza di 17 annimorta domenica 11 novembre. Stavatornando a casa, a Lodi, dopo unagiornata trascorsa in bicicletta con gliscout. Uno dietro l’altro, i ragazzi, unaventina, sulle loro due ruote, stavanoattraversando la provinciale direttiverso la città quando sono stati travoltida un Suv.

Dietro questa triste vicenda c’è la sto-ria di una ragazza giovane, che avevavoglia di vivere, che aveva dei sogni edei progetti. Perché ho deciso di par-lare di lei? Per paura. Si, per paura chesi possa dimenticare, che la sua storiapossa finire nel dimenticatoio, come disolito ci finiscono tutte quelle vitespezzate da incidenti stradali. Speroche le dedicherete una piccolapreghiera, io posso soltanto dire: “Buona Strada Sorellina!”

“BUONA STRADA SORELLINA!”Carissimi lettori, questospazio è dedicato ai

vostri scritti.Non preoccupatevi senon li vedrete subito

inseriti perchè li con-serveremo e, statenecerti, li faremo uscire

appena possibile.La redazione,

comunque, li leggeràsempre e ne farà tesoro

conservandoli nel proprio archivio.

Attenti però, se gli interventi saranno

anonimi non verrannopubblicati. Grazie della

vostra attenzione e ...preziosa

collaborazione.la redazione

s

Signore insegnaciA essere generosi

A servirTi come lo meriti

A dare senza contare

A combatteresenza pensiero

delle feriteA lavorare senza

cercare riposoA prodigarci

senza aspettarealtra ricompensache la coscienza

di fare la Tuasanta volontà

Amen- preghiera scout -

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LA PARROCCHIA CELEBRA LA FEDEla parrocchia celebra la fede

LUNEDÌore 9,00 Santa Messa ch. piccolaore 17,15 In preghiera per i nostri

fratelli defuntiore 18,00 Santa Messa collettiva ore 20,45 In ascolto della Parola

della domenica

MARTEDÌore 17,15 Santo Rosario ore 18,00 Santa Messa

MERCOLEDÌore 17,15 Santo Rosarioore 18,00 Santa MessaTempo per le confessioni e i colloquipersonali fino alle 22,00

GIOVEDÌcappella delle palazzine di via Martiri d’Ungheriaore 9,00 Santa Messa ore 9,45 In ascolto della Parola

della domenica

VENERDÌore 17,15 Via Crucisore 18,00 Santa MessaTempo per le confessioni e i colloquipersonali dalle ore 16,00

SABATOore 17,15 In preghiera per

le vocazioniore 18,00 Santa Messa

DOMENICAore 8,30 Santa Messaore 11,00 Santa Messaore 18,00 Santa Messa

ESERCIZI SPIRITUALI ALLA COMUNITÀGli esercizi spirituali sono un momentoforte nella vita di un credente, noi li pro-poniamo a tutti nella terza settimana diQuaresima, con una formula che vuoleinserirsi nella vita quotidiana.

ADORAZIONE PERPETUALa chiesa piccola è aperta giorno e nottee il Santissimo Sacramento è esposto allavenerazione silenziosa dei fedeli.

IN PREGHIERA CON MARIA, MADRE DI GESÙNovena dell’Immacolataore 21,00 Santo Rosario

Maggio con Maria ore 21,00 Santo Rosario

N.B.: L’orario della celebrazione seralevarierà con l’ora legale: ore 19,00 (dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre)

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Il Natale sta arrivando e noi di Trame Africane abbiamo tante"buone" idee per trasformare i prossimi regali ed omaggi azienda-li in concreti gesti di speranza e sostegno ai nostri tanti progetti.Vi suggeriamo i nostri Pacchi Dono, in cui panettoni, dolci, torro-ni, biscotti, pasta, sott'olio, spumante, vino, confetture e tantealtre prelibatezze si combinano con i gadget dell'associazione rea-lizzati in Kenya. Vi proponiamo inoltre le grafiche a tiratura limita-ta o le carte da gioco disegnate dal Maestro Maurizio Vinanti inesclusiva per Trame Africane.Per gli amanti della buona musica i Musici Aurei, ex Orchestra daCamera della Campania, hanno realizzato per noi un CD del con-certo "Le quattro stagioni di Vivaldi".Ci sono, infine, i calendari, i cartoncini augurali, gli addobbi nata-lizi e gli originali presepi in foglie di mais o banano.Insomma, scoprite come può essere semplice fare o farsi un belregalo; donare una speranza a chi è stato meno fortunato di noi e,allo stesso tempo, regalare un sorriso a se stessi, perché fare delbene fa sempre e solo Bene...

www.trameafricane.org - [email protected] - tel. 081.8631996