Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

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Vittadini: cosa dirò a Monti p.3 I martiri della Nigeria p.5 Il Libano dà spettacolo p.6-7 Pubblichiamo il messaggio autografo inviato da Benedetto XVI al Vescovo di Rimini in oc- casione del XXXIII Meeting. l Venerato Fratello Monsignor Fran- cesco Lambiasi, Vescovo di Rimini. Desidero rivolgere il mio cordiale saluto a Lei, agli organizzatori e a tutti i partecipanti al Meeting per l’Amicizia fra i Popoli, giunto ormai alla XXXIII edizione. Il tema scelto quest’anno - «La natura dell’uomo è rapporto con l’infini- to» - risulta particolarmente significativo in vi- sta dell’ormai imminente inizio dell’«Anno della fede», che ho voluto indire in occasione del Cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Parlare dell’uomo e del suo anelito all’infi- nito significa innanzitutto riconoscere il suo rapporto costitutivo con il Creatore. L’uomo è una creatura di Dio. Oggi questa parola – crea- tura – sembra quasi passata di moda: si prefe- risce pensare all’uomo come ad un essere compiuto in se stesso e artefice assoluto del proprio destino. La considerazione dell’uomo come creatura appare «scomoda» poiché im- plica un riferimento essenziale a qualcosa d’altro o meglio, a Qualcun altro – non gesti- bile dall’uomo – che entra a definire in modo essenziale la sua identità; un’identità relazio- nale, il cui primo dato è la dipendenza origina- ria e ontologica da Colui che ci ha voluti e ci ha creati. Eppure questa dipendenza, da cui l’uomo moderno e contemporaneo tenta di af- francarsi, non solo non nasconde o diminuisce, ma rivela in modo luminoso la grandezza e la dignità suprema dell’uomo, chiamato alla vita per entrare in rapporto con la Vita stessa, con Dio. Dire che «la natura dell’uomo è rapporto con l’infinito» significa allora dire che ogni persona è stata creata perché possa entrare in dialogo con Dio, con l’Infinito. All’inizio del- la storia del mondo, Adamo ed Eva sono frut- to di un atto di amore di Dio, fatti a sua imma- gine e somiglianza, e la loro vita e il loro rap- porto con il Creatore coincidevano: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò» (Gen, 1,27). E il peccato originale ha la sua radice ultima proprio nel sottrarsi dei nostri progenitori a questo rapporto costitutivo, nel voler mettersi al posto di Dio, nel credere di poter fare senza di Lui. Anche dopo il peccato, però, rimane nell’uomo il desiderio struggente di questo dialogo, quasi una firma impressa col fuoco nella sua anima e nella sua carne dal Creatore stesso. Il Salmo 63 [62] ci aiuta a entrare nel cuore di questo discorso: «O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’ani- ma mia, desidera te la mia carne, in terra arida, assetata, senz’acqua» (v. 2). Non solo la mia a- nima, ma ogni fibra della mia carne è fatta per trovare la sua pace, la sua realizzazione in Dio. E questa tensione è incancellabile nel cuore dell’uomo: anche quando si rifiuta o si nega Dio, non scompare la sete di infinito che abita l’uomo. Inizia invece una ricerca affannosa e sterile, di «falsi infiniti» che possano soddisfare alme- no per un momento. La sete dell’anima e segue a pag.4 Infinito presente SANTA MESSA Celebra Sua Eccellenza monsignor Francesco Lambiasi, Ve- scovo di Rimini Auditorium B7 IL MARTIRIO DELLA NIGERIA Partecipa Sua Eccellenza monsi- gnor Ignatius Kaigama, presidente della Conferenza episcopale della Nigeria Auditorium B7 11.15 19 MEETING Q UOTIDIANO ANNO 22 Numero Uno Domenica 19 AGOSTO 2012 PRIMO PIANO TRE ACCORDI E IL DESIDERIO DI VERITÀ. Partecipa John Waters, editorialista del “The Irish Times”. Introduce Alberto Savorana, porta- voce di Comunione e Liberazione Sala A3 I GIOVANI PER LA CRESCITA Partecipa Mario Monti, presidente del Consiglio. Introducono Emilia Guarnieri e Giorgio Vittadini Auditorium B7 15.00 17.00 PRIMO PIANO A Lo sguardo dei santi è la nostra vocazione 12.30 Messaggio autografo del Papa al Meeting: «Dio si è fatto uomo e da allora nulla della vita è banale»

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Il numero di domenica 19 agosto del Quotidiano Meeting 2012

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Page 1: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

Vittadini: cosa dirò a Monti p.3 I martiri della Nigeria p.5 Il Libano dà spettacolo p.6-7

Pubblichiamo il messaggio autografo inviatoda Benedetto XVI al Vescovo di Rimini in oc-casione del XXXIII Meeting.

l Venerato Fratello Monsignor Fran-cesco Lambiasi, Vescovo di Rimini.

Desidero rivolgere il mio cordialesaluto a Lei, agli organizzatori e atutti i partecipanti al Meeting per

l’Amicizia fra i Popoli, giunto ormai allaXXXIII edizione. Il tema scelto quest’anno -«La natura dell’uomo è rapporto con l’infini-to» - risulta particolarmente significativo in vi-sta dell’ormai imminente inizio dell’«Annodella fede», che ho voluto indire in occasionedel Cinquantesimo anniversario dell’aperturadel Concilio Ecumenico Vaticano II.

Parlare dell’uomo e del suo anelito all’infi-nito significa innanzitutto riconoscere il suorapporto costitutivo con il Creatore. L’uomo è

una creatura di Dio. Oggi questa parola – crea-tura – sembra quasi passata di moda: si prefe-risce pensare all’uomo come ad un esserecompiuto in se stesso e artefice assoluto delproprio destino. La considerazione dell’uomocome creatura appare «scomoda» poiché im-plica un riferimento essenziale a qualcosad’altro o meglio, a Qualcun altro – non gesti-bile dall’uomo – che entra a definire in modoessenziale la sua identità; un’identità relazio-nale, il cui primo dato è la dipendenza origina-ria e ontologica da Colui che ci ha voluti e ciha creati. Eppure questa dipendenza, da cuil’uomo moderno e contemporaneo tenta di af-francarsi, non solo non nasconde o diminuisce,ma rivela in modo luminoso la grandezza e la

dignità suprema dell’uomo, chiamato alla vitaper entrare in rapporto con la Vita stessa, conDio.

Dire che «la natura dell’uomo è rapportocon l’infinito» significa allora dire che ognipersona è stata creata perché possa entrare indialogo con Dio, con l’Infinito. All’inizio del-la storia del mondo, Adamo ed Eva sono frut-to di un atto di amore di Dio, fatti a sua imma-gine e somiglianza, e la loro vita e il loro rap-porto con il Creatore coincidevano: «Dio creòl’uomo a sua immagine; a immagine di Dio locreò: maschio e femmina li creò» (Gen, 1,27).E il peccato originale ha la sua radice ultimaproprio nel sottrarsi dei nostri progenitori aquesto rapporto costitutivo, nel voler mettersi

al posto di Dio, nel credere di poter fare senzadi Lui. Anche dopo il peccato, però, rimanenell’uomo il desiderio struggente di questodialogo, quasi una firma impressa col fuoconella sua anima e nella sua carne dal Creatorestesso. Il Salmo 63 [62] ci aiuta a entrare nelcuore di questo discorso: «O Dio, tu sei il mioDio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’ani-ma mia, desidera te la mia carne, in terra arida,assetata, senz’acqua» (v. 2). Non solo la mia a-nima, ma ogni fibra della mia carne è fatta pertrovare la sua pace, la sua realizzazione in Dio.E questa tensione è incancellabile nel cuoredell’uomo: anche quando si rifiuta o si negaDio, non scompare la sete di infinito che abital’uomo.

Inizia invece una ricerca affannosa e sterile,di «falsi infiniti» che possano soddisfare alme-no per un momento. La sete dell’anima e

segue a pag.4

Infinito presente

SANTA MESSACelebra Sua Eccellenza

monsignor Francesco Lambiasi, Ve-scovo di RiminiAuditorium B7

IL MARTIRIODELLA NIGERIA

Partecipa Sua Eccellenza monsi-gnor Ignatius Kaigama, presidentedella Conferenza episcopale dellaNigeriaAuditorium B7

11.15

19

MEETING

QUOTIDIANO

ANNO 22Numero Uno

Domenica

19AGOSTO2012

PRIMO PIANOTRE ACCORDI E ILDESIDERIO DI

VERITÀ. Partecipa John Waters,editorialista del “The Irish Times”.Introduce Alberto Savorana, porta-voce di Comunione e LiberazioneSala A3

I GIOVANI PER LA CRESCITA

Partecipa Mario Monti, presidentedel Consiglio. Introducono EmiliaGuarnieri e Giorgio VittadiniAuditorium B7

15.00

17.00

PRIMO PIANO

ALo sguardo dei santi è la nostra vocazione

12.30

Messaggio autografodel Papa al Meeting:«Dio si è fatto uomoe da allora nulla della vita è banale»

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IL PREMIER A RIMINI

2 19 agosto

Non sarà solo la “mostra deigiovani”, come la si è sentita chia-mare con frequenza in questo ulti-mo periodo. “L’imprevedibile i-stante. I giovani per la crescita”riguarda certamente le ultime ge-nerazioni, ma è un richiamo pertutti, poiché mette al centro la per-sona, persona «che è sempre piùgrande delle circostanze in cui sitrova». La mostra verrà presentataquest’oggi alle 17 nell’incontro i-naugurale “I giovani per la cresci-ta” nell’auditorium B7 alla pre-senza del presidente del ConsiglioMario Monti, di Giorgio Vittadini(presidente della Fondazione perla Sussidiarietà e professore all’u-niversità Bicocca di Milano), e diEmilia Guarnieri, presidente dellaFondazione Meeting. Il premierMonti, prima dell’incontro avrà lapossibilità di visitare la mostra,che mette a fuoco uno dei temicentrali del Meeting di quest’an-no.

La tematica dei giovani per lacrescita si aggancia al Meetingdello scorso anno, dove era messoa fuoco il centocinquantesimo an-niversario dell’Unità d’Italia conla mostra “150 anni di sussidia-rietà”, tesa a mostrare come l’Ita-lia nella sua storia fosse sempre u-scita dalla crisi grazie alla espe-rienza ideale e alla forza di fedeche ha affrontato ogni momento ditravaglio come una possibilità dicambiamento, prima del singolo epoi dell’intera società. La mostradi questo Meeting ha voluto parti-re proprio dalla crisi economica esociale che ha colpito violente-mente l’Europa e tutto il mondonell’ultimo anno, e lo ha fatto ri-prendendo il volantino di Comu-nione e Liberazione dello scorsoautunno: «La convinzione che larealtà, anche quando appare nega-tiva e difficile − come vediamooggi − rimette in gioco la vogliadi conoscere, di costruire, di im-pegnarsi, sebbene sia stata oscura-ta e mortificata da anni di omolo-gazione del potere. Allora la stra-da per attraversare − e per non su-bire da rassegnati − la crisi è vive-re la realtà come una provocazio-ne che ridesta il desiderio e la do-manda che, per quanto riguardal’Italia, significa anche ingegno,conoscenza, creatività, forza diaggregazione. Questi tentativimostrano la risposta all’unica do-manda che nessuno sembra af-frontare: da che cosa può rinasce-re la crescita, da che cosa si puòricreare la ricchezza dell’Italia?Da quell’imprevedibile istante incui un uomo genera novità, pro-dotti, servizi, valore aggiunto,bellezza per sé e per gli altri, sen-za che nessun antecedente storico,sociale e politico possa ultima-mente spiegare l’incremento divalore e di ricchezza che si gene-

Ai più sembrerà impossibile, visto il suocarattere compassato e “sobrio”, come or-mai viene definito dall’inizio del suo man-dato di primo ministro, ma anche MarioMonti è stato giovane, un ragazzo comequelli che vengono descritti nella mostra“L’imprevedibile istante. I giovani per lacrescita” che visiterà oggi pomeriggio.

Nel corso di questi ultimi mesi sono usci-ti alcuni reportage ed interviste che mostra-no il premier, ospite quest’oggi in fiera, inmomenti di gioventù spensierata, ma pursempre in linea con il suo carattere (in unarecente intervista ha detto di non ricordarsinemmeno una stravaganza compiuta in tuttala sua vita).

Un Mario Monti che a scuola eccellevanelle materie umanistiche, ma che non eraassolutamente portato per l’educazione fisi-ca. Tuttavia amava con tutto il cuore la bici-cletta e le lunghe pedalate in montagna: disicuro quando da ragazzino pedalò da Mila-no fino a Saint Moritz in Engadina in Sviz-zera, luogo a cui è rimasto profondamenteaffezionato visto che è solito trascorrere ilperiodo estivo in quella zona, (centinaia dichilometri di cui molti in salita), avrà dovu-to mettere da parte un po’ di sobrietà.

Il regalo più bello della sua vita, ha rac-contato di recente, lo ricevette nel 1954 dalpadre: una bicicletta Bianchi, replica diquella di Fausto Coppi con la quale avevavinto il Mondiale. Chissà che salti di gioia(già, oggi è più difficile immaginarlo) quan-do la vide nel cortile di casa. Gli stessi saltidi gioia che fece quando a dodici anni ebbela possibilità di dormire una notte con lacoppa del mondo di Formula uno appenaconquistata da Fangio proprio nel Gran Pre-mio di Monza.

Poi è arrivata l’adolescenza, con tutto ciò

che comporta, e il diploma all’Istituto Leo-ne XIII, uno dei più importanti della cittàmeneghina. Quindi la scelta di studiare Eco-nomia in Bocconi, una decisione quasi ca-suale solo per seguire le orme del padre e lalaurea conseguita a soli 22 anni. Ma questavocazione l’ha portato ad essere una dei cer-velli più eminenti nell’ambito economicomondiale. A metà degli anni ’60 provò la“fuga” negli Stati Uniti, come sempre di piùè accaduto e accade in questi ultimi ventianni ai giovani più intraprendenti del nostroPaese. L’esperienza di un anno a Yale, tappadecisiva nella formazione del futuro pre-mier, con un grande rimpianto: quello dinon essere stato lì qualche anno di più poi-ché c’era la consapevolezza che quel perio-do potesse arricchirlo umanamente e scola-sticamente visto che studiava fianco a fian-co con un premio Nobel come James Tobin.

Il ritorno in Italia, il servizio militare el’inizio della carriera di docente prima nellacittà di Trento e poi la Cattedra a Torino, asoli 27 anni in un Paese che a quel temponon aveva paura di osare in tal modo con igiovani intelligenti e meritevoli. Poi la cat-tedra in Bocconi, i ruoli svolti nell’UnioneEuropea, le consulenze in Goldman Sachsfino al governo tecnico di nove mesi fa. Maquesta è un’altra storia, la storia di un Mon-ti già adulto. Quello che abbiamo scopertoinvece è che anche il nostro premier è statogiovane.

mar.cap.

ra. Soprattutto nei momenti di cri-si questo desiderio in azione è ilpiù potente fattore che fa rinasce-re la certezza, come ha detto ilpresidente Napolitano al Meetingdi Rimini: “Portate, nel tempodell’incertezza, il vostro anelito dicertezza”, fino a riconoscere chechi accetta questa sfida è “una ri-sorsa umana per il nostro Paese”.Dentro un popolo rinasce la spe-ranza». E proprio questo popolovuole essere documentato al pre-sidente Monti, il cui incarico inqualche modo di questa crisi èconseguenza: un popolo compostoinnanzitutto da giovani che hannocolto quell’«imprevedibile istan-te» e si sono messi in moto emer-gendo come persone, non rasse-gnati perché tutto il mondo sem-brava dire il contrario.

Nella mostra infatti vengonomessi a fuoco tre temi cruciali perla crescita del nostro Paese, all’in-terno dei quali è stato evidentel’emergere di una diversità: la

scuola, l’università e il mondo dellavoro con una particolare atten-zione verso l’imprenditoria na-scente. Ci si è chiesti quindi dache cosa può nascere un cambia-mento all’interno di questi tre set-tori così bloccati dalla burocraziae da «lacci e laccioli», come li hadefiniti Giorgio Vittadini nell’in-tervista qui a fianco. L’unico con-tenuto possibile del cambiamentoè frutto di una libertà d’azione.Per questo, ed è la tesi che senzatimore viene affermata nella mo-stra, è venuto il tempo della per-sona.

Perciò al centro dell’esposizio-ne, più che proposte di politicheeconomiche per lo sviluppo o diprogrammi per il futuro, ci sono letestimonianze di chi dentro lascuola, l’università e il mondo dellavoro è ripartito. Studenti, docen-ti, giovani imprenditori costrettidalla crisi a tornare all’originedella loro esperienza umana:«quella della persona nella sua

singolarità e grandezza, intangibi-le e irriducibile a ogni circostanzaavversa, perché mossa da un desi-derio infinito che non può maispegnersi». È dunque necessariosalvare il seme della fede comedice il Cristo di “Don Camillo”,nella frase riportata nella parte fi-nale della mostra: «Bisogna salva-re il seme: la fede. Don Camillo,bisogna aiutare chi possiede anco-ra la fede a mantenerla intatta».

Questo è quello che di interes-

sante può essere mostrato oggi alpresidente Monti: persone, soprat-tutto giovani, che non si stanno la-sciando trascinare dagli eventi,ma remano controcorrente. Nonpotendo cambiare tutto subitohanno cominciato a cambiare loro.E tale percorso, si è visto, non èun meccanismo, ma un cammino:che questo cammino, è l’auguriodel Meeting che apre oggi, lo pos-sa fare l’intero Paese.

mar.cap.

Il primo ministro Mario Monti, al governo da nove mesi, visiterà il Meeting nella giornata di oggi.

Il Meeting rivela a Montiil segreto della crescitaOggi il presidente del Consiglio a “L’imprevedibile istante”, mostra dedicata ai giovani. Nienteformule magiche per il Pil, ma le testimonianze di chi riparte, sperando contro la rassegnazione

Bici, lettere, Yale: anche Mario è stato giovaneDalla “Bianchi” regalata dal padre all’anno - deciviso - negli Usa: la verde età del presidente

Tre immagini di gioventù del premier MarioMonti, nato a Varese il 19 marzo 1943, scovate epubblicate dal settimanale “Chi”

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IL PREMIER A RIMINI

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«La crescita non nasce innanzituttodalle politiche economiche, ma dallavalorizzazione dell’io in azione», cosìGiorgio Vittadini, presidente dellaFondazione per la Sussidiarietà ci in-troduce ad uno dei temi fondamentalidel Meeting, che culmina con la visitaodierna del premier Mario Monti.

Da che cosa nasce l’idea della mo-stra “L’imprevedibile istante. I gio-vani per la crescita”?

«La mostra si colloca sulla scia dellavoro svolto l’anno scorso sui “150anni di sussidiarietà” che metteva inluce la virtuosa “anomalia italiana”, lacapacità di iniziativa di tanti “io” chedal basso, motivati da idealidiversi, hanno dato vita ainiziative in rispostaai bisogni personalie di tutti, superan-do ogni crisi. Og-gi vogliamo di-mostrare che perrimettere in motoil Paese, prima diogni politica econo-mica c’è da conside-rare ogni singola perso-na, che è sempre più grandedelle circostanze in cui si trova. Equindi che il motore di un nuovo svi-luppo non può che consistere nel libe-rare creatività, spirito di iniziativa: ri-spettare il principio di sussidiarietà.Racconteremo esperienze nate da “im-prevedibili istanti”, momenti in cuigiovani, nella scuola, in università enel mondo del lavoro hanno deciso dinon lasciarsi trascinare dal flusso dellecose e hanno preso iniziativa seguen-do con tenacia e creatività un’intuizio-ne che li ha portati a esplorare soluzio-ni nuove nell’affronto dei problemi.L’inizio della crescita non è la pro-grammazione, ma la valorizzazionedell’io in azione».

Perché all’incontro di presenta-zione è stato invitato il presidenteMonti?

«Monti è stato chiamato a far fronte

a un’emergenza nazionale dopo che ilcentrodestra non è riuscito né a contra-stare la crisi né a fare la rivoluzione li-berale che molti auspicavano, sprecan-do il grande consenso elettorale otte-nuto; e il centrosinistra ha più volte fal-lito per i suoi contrasti interni e il suovetusto statalismo spacciato per pro-gressismo. Così oggi l’Italia rischia se-riamente di andare in serie B, dilaniatadal debito pubblico e dalla mancanzadi crescita: il governo Monti sta cer-cando di invertire la rotta. E a proposi-to della crescita, credo sia importanteche il presidente veda questi esempi di

giovani che non si danno per vin-ti ma sono propositivi e

costruttivi e quindioffrono preziose

indicazioni sullastrada di unnuovo svilup-po. Vale ildetto di Gua-reschi che ab-

biamo ripresonella mostra:

“salvare il seme”.Così si innesca un

nuovo sviluppo».Lei che sarà sul palco, cosa

dirà al presidente del Consiglio?«Cercheremo di documentare come

la strada per lo sviluppo non possa cheessere quella della sussidiarietà e chela mancanza di crescita dipende infattidai troppi lacci e laccioli che caratte-rizzano il sistema italiano, simboleg-giati nella mostra dai “prigioni” di Mi-chelangelo: lo statalismo contro l’auto-nomia della scuola pubblica e contro laparità delle scuole libere sembra giu-stificarsi per creare uguaglianza delleopportunità ma finisce in realtà per di-scriminare i poveri ed è contro il meri-to. Analogamente, la mancanza dicompetizione tra università (come av-viene nei Paesi anglosassoni) fa si chei soldi siano distribuiti a pioggia, chemolte sedi universitarie siano inade-guate e che la selezione sia sul reddito

non sul merito (dopo cinque anni dallalaurea i figli dei ricchi fanno i lavoripiù qualificati). E terzo, nel mondo dellavoro si continua a confondere preca-riato con flessibilità difendendo altresìi privilegi clientelari di alcuni. In que-sto contesto vanno collocati gli esempivirtuosi citati, esperienze nate da “im-prevedibili istanti”. Occorre una svoltasussidiaria e solidale che rompa lacci elaccioli perché il loro esempio diventiun tentativo che contagi tutti».

Qual è il giudizio di questi priminove mesi di governo Monti?

«Sta facendo molto per far ottenerecredibilità internazionale all’Italia, conun debito pubblico del 120%, una spe-culazione finanziaria internazionalecontro, partner europei come la Ger-mania che sono tornati nazionalisti co-me nell’800, una situazione internabloccata da gravissime divisioni, lace-razioni, confusione di compiti spessoanche fra istituzioni (vedi ad esempiola questione dell’Ilva di Taranto o ilconflitto tra presidenza della Repubbli-ca e giudici di Palermo). Certo, ci sonoluci e ombre, c’è troppa resistenza a ta-gliare la spesa pubblica e alcuni prov-vedimenti sono troppo statalisti. Ma a-spettiamo di vedere cosa verrà fatto».

Nell’attuale governo c’è una di-screta presenza di cattolici. Si è sen-tita la loro presenza?

«Sottolineare il ruolo dei cattolici,come fanno molti, vuol dire metterli inuna riserva indiana e perdere di vistache ciò che conta è la capacità di dareun contributo alla risoluzione dei pro-blemi. E questa è la prerogativa di unbuon politico, cattolico o no. Poi sonocerto consapevole che una persona difede è più educata a tenere conto di tut-ti i fattori».

Per il futuro prossimo quale sce-nario si prospetta e quale auspica?

«Io rimango dell’idea che abbiamobisogno di anni in cui formulare unanuova Costituente e mettere le basi co-muni per un nuovo sviluppo, secondoun accordo tra le forze riformiste. Pen-

so infatti che siamo in una emergenzanazionale come nel ’48. La Germaniad’altra parte per risollevarsi ha accetta-to per alcuni anni una coabitazione algoverno tra socialdemocratici e demo-cristiani. L’Italia sta andando in serieB. Mi spaventa che nella prossimacompetizione elettorale si frontegginoun fronte popolare veterostatalista ecosì allargato da contenere posizionidavvero inconciliabili e che quindi nonpossono abilitarlo a governare, e uncentrodestra senza contenuti che ripro-ponga vecchie personalità e vecchieformule. Senza contare poi le strumen-talizzazioni mediatico-giudiziarie.Quando avremo ricreato un assetto ta-le da competere nel mondo, potremorivedere il sistema, sperando che nondebba esserci imposto da fuori come èavvenuto in Grecia».

Per quel che riguarda il movi-mento, partendo dalla lettera diCarròn a “Repubblica”, va ripensa-to l’impegno politico? È vero comedice qualcuno che Cl sta virandoverso una scelta religiosa?

«La lettera di Carròn riproponequello che è da sempre lo scopo di Cl:educare alla fede, e ricorda quello cheGiussani disse all’assemblea della DClombarda ad Assago nell’87, e cioèche la politica deve avere la funzionedi valorizzare le formazioni sociali chenascono dall’iniziativa delle personeper il bene comune. Inoltre ci ricordaquanto Giussani ha detto molte voltefin dal ‘76: il metodo del movimento èla presenza. Quindi l’errore da non fa-re è quello di perseguire un’egemonia.In questo senso chi appartiene al mo-vimento e si occupa di politica svolgeun suo percorso personale che non i-dentifica il compito del movimentostesso. Questo non vuol dire incideredi meno sulla vita sociale, perché il ve-ro cambiamento avviene dal basso,dall’iniziativa della gente, più che daun impegno partitico. Altro che sceltareligiosa!».

Marco Capizzi

Finite le ferie, Monti arriva alMeeting. La visita del presi-dente del Consiglio italiano i-nizierà oggi pomeriggio alle 16con l’arrivo in Fiera, accoltodal presidente del Meeting E-milia Guarnieri. Successiva-mente, il premier avrà la pos-sibilità di recarsi alla mostra“Ad usum fabricae. L’infinitoplasma l’opera: la costruzionedel Duomo di Milano”, dedi-cata agli uomini e alle donneche hanno permesso la costru-zione della cattedrale mene-ghina. Dopo un momento di colloquiprivati con gli organizzatori,Monti visiterà la mostra“L’imprevedibile istante. Gio-vani per la crescita”, al termi-ne della quale la inaugureràufficialmente. Il momentoprincipale della visita sarà ver-

so le 17, quando il primo mini-stro si dirigerà nel padiglioneB7 per l’incontro di inaugura-zione del Meeting “Giovaniper la crescita” alla presenzadi Emilia Guarnieri e GiorgioVittadini, presidente dellaFondazione per la Sussidia-rietà. L’arrivo del presidenteMonti al Meeting sarà anchela possibilità per far conoscereal pubblico il nuovo Freccia-rossa: infatti, insieme all’am-ministratore delegato di Fer-rovie dello Stato Mauro Mo-retti, Monti svelerà il Freccia-rossa 1000, il nuovo treno altavelocità italiano, definito damolti come «il treno più bellodel mondo». Per la costruzionedi circa cinquanta convogliTrenitalia ha voluto investireuna somma di più di un mi-liardo di euro.

Tappe e orari della visita

«L’Italia? È come nel ’48»Giorgio Vittadini oggi dialogherà col premier: sinistra improponibile e destra senza idee, ci vuole una CostituenteNon è la politica a esaurire il compito del movimento, che però non rinuncerà a farla: «Altro che scelta religiosa»

«La lettera di Carrón

ripropone quello che

è da sempre lo scopo

di Cl: educare alla fede

***

Sottolineare il ruolo

dei cattolici come

fanno molti,

vuol dire metterli in

una riserva indiana

***

«Abbiamo bisogno

di anni in cui

mettere le basi per

un nuovo sviluppo,

secondo un accordo

tra le forze

riformiste. Siamo in

emergenza nazionale

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I PROTAGONISTI

4 19 agosto

... segue dalla primal’anelito della carne di cui parla ilSalmista non si possono eliminare,così l’uomo, senza saperlo, si pro-tende alla ricerca dell’Infinito, ma indirezioni sbagliate: nella droga, in u-na sessualità vissuta in modo disor-dinato, nelle tecnologie totalizzanti,nel successo ad ogni costo, persinoin forme ingannatrici di religiosità.Anche le cose buone, che Dio hacreato come strade che conducono aLui, non di rado corrono il rischio diessere assolutizzate e divenire così i-doli che si sostituiscono al Creatore.

Riconoscere di essere fatti perl’infinito significa percorrere uncammino di purificazione da quelliche abbiamo chiamato «falsi infini-ti», un cammino di conversione delcuore e della mente. Occorre sradi-care tutte le false promesse di infini-to che seducono l’uomo e lo rendo-no schiavo. Per ritrovare veramentese stesso e la propria identità, per vi-vere all’altezza del proprio essere,l’uomo deve tornare a riconoscersicreatura, dipendente da Dio. Al rico-noscimento di questa dipendenza –che nel profondo è la gioiosa scoper-ta di essere figli di Dio – è legata lapossibilità di una vita veramente li-bera e piena. È interessante notarecome san Paolo, nella Lettera ai Ro-mani, veda il contrario della schia-vitù non tanto nella libertà, ma nellafigliolanza, nell’aver ricevuto lo Spi-rito Santo che rende figli adottivi eche ci permette di gridare a Dio:«Abbà! Padre!» (cfr 8,15). L’Apo-stolo delle genti parla di una schia-vitù «cattiva»: quella del peccato,della legge, delle passioni della car-ne. A questa, però, non contrapponel’autonomia, ma la «schiavitù di Cri-sto» (cfr 6,16-22), anzi egli stesso sidefinisce: «Paolo, servo di CristoGesù» (1,1). Il punto fondamentale,

Da ventiquattro anni, ormai, è possibile trovare fra gli o-spiti del Meeting anche alcuni monaci buddhisti. Tutto ènato nel 1987, quando don Luigi Giussani, invitatoin Giappone a tenere una lezione sul cristia-nesimo, conobbe il professor Habukawa(nella foto) presso il santuario delMonte Koya. L’anno dopo Ha-bukawa e il reverendo Matsunagafurono invitati al Meeting, doveallestirono un’esposizione suitratti fondamentali della culturabuddhista Shingon. Habukawacontinuò fedele il confronto condon Giussani, sorpreso dalla suacapacità di valorizzare la cultura ela propensione della religionebuddhista all’attenzione verso l’edu-cazione dei giovani.

Il dialogo nato venticinque anni fa ha por-tato spesso in Italia il professor Habukawa che, an-che quest’anno, è stato accolto dall’amica Emilia Guarnie-ri al suo ingresso nella fiera di Rimini. Grazie alla collabo-razione con il Meeting è stata allestita la mostra: “Il Koya-san. La montagna sacra del Buddhismo Shingon Mikkyo

che don Giussani ha tanto amato”. «Senza l’energia del de-siderio di Emilia non avremmo potuto realizzare neanche

un pezzo della mostra» ha detto Habukawa a EmiliaGuarnieri, che ha risposto: «Quest’energia è

la febbre di vita che don Giussani ci hasempre testimoniato». L’esposizione è

ospitata presso il padiglione A2 edocumenta l’incontro con donGiussani e la ricchezza di vita,manifestatasi lungo gli anni. An-che il terremoto che ha sconvol-to il Giappone nel 2011 è statoun’occasione per scoprire la gra-tuità dei piccoli grandi gesti di

solidarietà accaduti nei giorni piùdifficili. Oggi e domani i monaci Shingon

svolgeranno, sempre presso la mostra,tre momenti di preghiera Shomyo con il re-

verendo Habukawa, per rendere evidente al popolodel Meeting il cuore della propria esperienza religiosa. Èpossibile assistere e partecipare alla preghiera oggi alle o-re 15.30 o 19.30 e domani alle ore 15.30.

Luca Maggi

quindi, non è eliminare la dipenden-za, che è costitutiva dell’uomo, maindirizzarla verso Colui che solo puòrendere veramente liberi.

A questo punto però sorge una do-manda. Non è forse strutturalmenteimpossibile all’uomo vivere all’al-tezza della propria natura? E non èforse una condanna questo anelitoverso l’infinito che egli avverte sen-za mai poterlo soddisfare totalmen-te? Questo interrogativo ci porta di-rettamente al cuore del cristianesi-mo. L’Infinito stesso, infatti, per far-si risposta che l’uomo possa speri-mentare, ha assunto una forma fini-

ta. Dall’Incarnazione, dal momentoin cui in Verbo si è fatto carne, è can-cellata l’incolmabile distanza tra fi-nito e infinito: il Dio eterno e infini-to ha lasciato il suo Cielo ed è entra-to nel tempo, si è immerso nella fini-tezza umana. Nulla allora è banale oinsignificante nel cammino della vitae del mondo. L’uomo è fatto per unDio infinito che è diventato carne,che ha assunto la nostra umanità perattirarla alle altezze del suo esseredivino.

Scopriamo così la dimensione piùvera dell’esistenza umana, quella acui il Servo di Dio Luigi Giussani

continuamente richiamava: la vitacome vocazione. Ogni cosa, ognirapporto, ogni gioia, come anche o-gni difficoltà, trova la sua ragione ul-tima nell’essere occasione di rappor-to con l’Infinito, voce di Dio checontinuamente ci chiama e ci invitaad alzare lo sguardo, a scoprire nel-l’adesione a Lui la realizzazione pie-na della nostra umanità. «Ci hai fattiper te – scriveva Agostino – e il no-stro cuore è inquieto finché non ripo-sa in te» (Confessioni I, 1,1). Nondobbiamo avere paura di quello cheDio ci chiede attraverso le circostan-ze della vita, fosse anche la dedizio-ne di tutto noi stessi in una formaparticolare di seguire e imitare Cri-sto nel sacerdozio o nella vita reli-giosa. Il Signore, chiamando alcuni avivere totalmente di Lui, richiamatutti a riconoscere l’essenza dellapropria natura di essere umani: fattiper l’infinito. E Dio ha a cuore la no-stra felicità, la nostra piena realizza-zione umana. Chiediamo, allora, dientrare e rimanere nello sguardo del-la fede che ha caratterizzato i Santi,per poter scoprire i semi di bene cheil Signore sparge lungo il camminodella nostra vita e aderire con gioiaalla nostra vocazione.

Nell’auspicare che questi brevipensieri possano essere di aiuto percoloro che prendono parte al Mee-ting, assicuro la mia vicinanza nellapreghiera ed auguro che la riflessio-ne di questi giorni possa introdurretutti nella certezza e nella gioia dellafede.

A Lei, Venerato Fratello, ai re-sponsabili e agli organizzatori dellamanifestazione, come pure a tutti ipresenti, ben volentieri imparto unaparticolare Benedizione Apostolica.

Joseph Ratzinger, 85 anni, è statoeletto Papa il 19 aprile 2005 col nomedi Benedetto XVI. È stato per duevolte, prima dell’inizio del pontificato,ospite del Meeting: nel 1990 tenne unastorica prolusione sulla Chiesa (“Unacompagnia sempre riformanda”);dodici anni dopo intervenne sul temascelto per l’edizione del 2002 (“Il sen-timento delle cose, la contemplazionedella bellezza”). Il 24 febbraio 2005 hacelebrato le esequie di don LuigiGiussani a nome di Giovanni Paolo II,già gravemente malato e cui sarebbesucceduto poche settimane dopo. Inquell’occasione, disse che «monsignorGiussani, con la sua fede imperterrita eimmancabile, ha saputo dire che Cristoe l'incontro con Lui rimane centrale,perché chi non dà Dio, dà troppo pocoe chi non dà Dio, chi non fa trovare Dionel volto di Cristo, non costruisce, madistrugge, perché fa perdere l'azioneumana in dogmatismi ideologici efalsi. Don Giussani ha conservato lacentralità di Cristo e proprio così haaiutato con le opere sociali, con il ser-vizio necessario l'umanità in questomondo difficile, dove la responsabilitàdei cristiani per i poveri nel mondo ègrandissima e urgente»

IL PAPA CI SALUTA

«Siete fatti per l’Infinito e solo Cristo può darvelo»Il messaggio di Ratzinger per la XXXIII edizione: «In noi il marchio dell’Assoluto è più forte delpeccato, ma può essere svilito dagli idoli. Con l’Incarnazione di Dio nulla può più essere banale»

«Scopriamo così la dimensione più veradell’esistenza umana,quella a cui il Servo

di Dio Luigi Giussanicontinuamente

richiamava: la vita come vocazione»

Davanti al Mistero con i bonziIn fiera i monaci incontrati da Giussani: oggi pregheranno in pubblico

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L’INTERVISTA

5 19 agosto

Vivere la fede, per i cristiani in Ni-geria, è diventato molto rischioso.Anche un gesto ordinario, come lamessa domenicale, può costare la vi-ta: per dieci volte, da gennaio a oggi,le messe sono state interrotte dagliattacchi islamisti, che hanno fattostrage di fedeli. L’ultima volta è suc-cesso nello stato di Kogi, nel norddella Nigeria: una decina di uominiarmati è entrata in una chiesa evan-gelica, durante la lettura della Bibbiadel lunedì sera, ha chiuso la porta, haspento le luci e ha aperto il fuoco suifedeli. Diciannove cristiani sono ri-masti uccisi.

La Nigeria, il paese più popolatodell’Africa con i suoi 160 milioni diabitanti, è lacerata dalle lotte interne.Quelle tra le 250 etnie che compon-gono il paese, quella tra il nord mu-sulmano e il sud cristiano, quelle trafazioni politiche e quelle per il con-trollo delle risorse petrolifere delsud. Come vivono i cristiani in que-sto paese, dove la libertà religiosa èdi fatto inesistente? Su cosa fondanola propria speranza di cambiamento?Saranno questi alcuni dei temi di cuiparlerà oggi al Meeting monsignor I-gnatius Kaigama, arcivescovo di Jose presidente della Conferenza Epi-scopale della Nigeria (alle ore 12.30,in Auditorium B7). Lo abbiamo con-tattato telefonicamente per rivolger-gli alcune domande.

Monsignor Kaigama, dall’i-nizio dell’anno gli scontri inNigeria hanno causato più di600 morti. Quali sono le ragio-ni di quanto sta accadendo?

«Questi massacri sono in largaparte causati dal gruppo islamicofondamentalista Boko Haram (il no-me, letteralmente, significa “l’educa-zione occidentale è vietata”). Operanel nord della Nigeria, dove in effet-ti sono concentrate le violenze. È ungruppo che vuole sostituire la leggeislamica alla Costituzione e conver-tire forzatamente all’islam. Hannocominciato attaccando il governo, leistituzioni e le agenzie di sicurezza,poi hanno preso ad attaccare le chie-se. Vogliono eliminarle, perché edu-cano e fanno cultura».

Che cosa fa il governo per ga-rantire la sicurezza e proteggere lapopolazione? Il presidente Good-luck Jonathan, al quale Boko Ha-ram ha chiesto di dimettersi e con-vertirsi all’Islam, è un cristiano.

«La violenza di questi gruppi si a-limenta anche dall’incapacità del go-verno di riprendere in mano la situa-zione. La polizia e i soldati ci sono,ma non hanno ancora fermato questomassacro. Manca il coordinamentotra i diversi responsabili della sicu-rezza. Le chiese sono attaccate dicontinuo, a Kaduna, a Kano, a Jos, enoi cominciamo a sentirci soli, senzaaiuto. Gli attacchi avvengono quan-do meno te lo aspetti e molti cristia-ni, adesso, hanno paura ad andare amessa e ad esercitare il loro diritto diessere cristiani».

Eppure anche i musulmani sono

stati attaccati. È poi così giusto di-re che c’è in atto una guerra di re-ligione)

«La molla del conflitto è princi-palmente economica: è provocatodalla povertà e dalla corruzione. Ifondamentalisti di Boko Haram sonomolto chiari nel loro intento: voglio-no uccidere i funzionari del governo,

gli agenti di sicurezza e i cristiani.Perciò non si fanno scrupoli a ucci-dere anche i musulmani che collabo-rano con il governo e che lavoranoper la sicurezza. I terroristi non han-no rispetto per la vita, uccidono glialtri e così uccidono se stessi. Loscopo di questa gente è di creare

confusione. Noi cerchiamo sempredi distinguere tra i gruppi fanaticifondamentalisti e i musulmani ordi-nari, perché i musulmani ordinari, inNigeria, vogliono vivere in pace coni loro vicini».

Come crede sia possibile uscireda questa situazione? Si può spe-rare nella fine della violenza?

«Fermare la violenza è responsa-bilità del governo. Noi, come guidereligiose, possiamo soltanto inse-gnare alle persone a non risponderealla violenza con altra violenza, manon possiamo forzare la legge perfermare questa gente diabolica cheattacca i nigeriani inermi. Il gover-no federale, però, non sembra capa-ce di contrastare il terrorismo: gliattacchi vanno avanti dal 2009 enon si sono ancora viste risposte a-deguate. La gente, vista la situazio-ne, è sempre più impaurita. Abbia-mo bisogno di un’azione definitivacontro Boko Haram, che dispone digrandi quantità di denaro e di armisofisticate, e continua a darsi unavisibilità su Internet e a parlare coni giornalisti. Se il governo non ce lafa da solo deve cercare aiuti dall’e-sterno, coinvolgere chi ha gli stru-menti per farlo. I fondamentalisti di

Boko Haram si possono sconfigge-re. Mi preoccupa il fatto che nessu-no, finora, è stato capace di aprireun dialogo».

Cosa possiamo fare dall’Europaper aiutare i cristiani nigeriani?

«Per prima cosa pregate, perchémigliorino le condizioni di sicurez-

za, perché le persone riconoscano ilvalore della vita umana e imparino autilizzare il dialogo al posto dellaviolenza. In secondo luogo è impor-tante che facciate pressione sui vostrigoverni affinché intervengano inquesta vicenda. Devono fare la loroparte per evitare che quello che è co-

minciato in Nigeria si diffonda in al-tre parti dell’Africa. Boko Haram di-ce di essere contro l’educazione, ivalori e la cultura. Questo significache gradualmente potrebbero avve-nire episodi simili anche in Europa,per quanto sotto nomi diversi. La co-munità internazionale deve esprime-re concretamente la sua solidarietà efare di tutto affinché il governo nige-riano usi correttamente le strategie disicurezza e di intelligence. I cristianieuropei dovrebbero convincere i pro-pri governi ad aiutare i cristiani diqui, affinché non muoiano più permano di Boko Haram. Fratelli e so-relle che vivete lontano da qui, ab-biamo bisogno della vostra solida-rietà, abbiamo bisogno della vostraamicizia. Per ridare la libertà religio-sa non solo ai cristiani, ma a tutti gliesseri umani che vivono in Nigeria.Perché siano protetti e abbiano la li-bertà».

Che cosa significa essere il pa-store di un gregge costantementeminacciato?

«La situazione è molto difficileperché le persone hanno paura. Ioincoraggio la gente a vivere la pro-pria responsabilità religiosa, a con-tinuare ad avere fede. Le personevorrebbero anche sostenere econo-micamente la chiesa, ma non sononelle condizioni di poterlo fare. Iodico alla mia gente di essere forte esono contento che molti stiano ri-spondendo. Alcuni hanno paura efuggono, ma un buon numero starispondendo positivamente. Tu nonsai mai quando potrai finire sottoattacco. Possono esplodere le bom-be e puoi venire ucciso quando me-no te l’aspetti. Ogni volta che entronella mia auto per andare alla catte-drale o a far visita ai villaggi, soche potrei non tornare indietro. Masono convinto che possiamo supe-rare questa terribile situazione».

Lorenzo Margiotta

«Abbiamo bisogno di voi»Il grido di monsignor Kaigama, guida della chiesa nigeriana

Monsignor Ignatius Kaigama, arcivescovo di Jos e presidente dellaConferenza episcopale della Nigeria.Anche la sua arcidiocesi è finita piùvolte sotto attacco. A gennaio, un terrorista di Boko Haram si èschiantato contro una chiesa del cen-tro di Jos con un’autobomba. Partedell’edificio è collassata, due personesono morte e 41 ferite. All’interno dellachiesa (a destra nella foto), era incorso la messa domenicale. Kaigama,primo ospite della XXXIII edizione delMeeting, interverrà alle 12.30(Auditorium B7), intervistato daDavide Perillo, direttore del mensile“Tracce”

«I terroristi voglionocreare confusione,

attaccano i cristiani e i musulmani cheaiutano il governo. Non hanno rispetto

per la vita, uccidono gli altri e così

uccidono se stessi»

«Dico alla mia gente di essere forte,

di continuare ad averefede. Ma ogni volta che

entro nella mia auto per andare alla

cattedrale o a far visitaai villaggi, so che potreinon tornare indietro»

La petizione contro le stragi di cristianiLo sforzo italiano si sta rivelando preziosoper rompere il silenzio e l’indifferenza delleistituzioni internazionali sulla questione Ni-geria. Numerosi sono stati gli interventi daparte di esponenti del governo e di parla-mentari affinché i temi della libertà religiosae della difesa dei cristiani in Nigeria siano in-seriti in tutte le agende politiche. Tra questiil ministro degli Esteri Giulio Terzi; il vice-presidente della Camera Maurizio Lupi, checon l’ex capo della Farnesina Franco Fratti-ni, il ministro per la Cooperazione interna-zionale Andrea Riccardi e Walter Veltroni

hanno promosso una petizione online(www.fermiamolastragedicristiani.it); l’eu-roparlamentare Mario Mauro, che è interve-nuto in sede europea; il sindaco di RomaGianni Alemanno, con l’Osservatorio dellalibertà religiosa. Un gruppo di parlamentari del PdL, inoltre,ha presentato una mozione con cui chiedeche il nostro governo si attivi «nei confrontidell’Onu, affinché forze di interposizionesiano inviate in Nigeria, in coordinamentocon il goveno nigeriano, a protezione dellechiese cristiane e dei fedeli».

Page 6: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

Prendete la tecnica pura delladanza classica, rivestitela con laspontaneità di quella contempora-nea e dategli vita con i colori deiballi popolari, del canto e della reci-tazione. È questa, ma non solo, laricetta del successo del CaracallaDance Theatre, che si esibirà questasera alle ore 21.45 in Arena D3.

La varietà degli stili di danza si u-nisce all’umanità di oltre 50 artisti,musulmani e cristiani che, insieme,formano una delle maggiori compa-gnie di balletto del mondo medio-rientale. A fondarla, nel 1970, è Ab-del-Halim Caracalla, di ritorno aBeirut dopo aver studiato danzamoderna a New York. Dopo aver vi-sitato il Meeting lo scorso anno,Abdel ha deciso di portare a Riminiil suo ultimo lavoro, “The Villager’sOpera”, come spettacolo inaugura-le. Apriranno la serata interventi disaluto di Fadi Abboud, ministro delTurismo libanese e di Abdel Cara-calla.

La compagnia metterà in scenaun tema universale, quello dell’a-more tra due giovani divisi dal con-flitto delle loro famiglie. Una realtà,quella del conflitto, fin troppo notain Libano, una terra lacerata da de-cenni di violenze settarie. Con ilsuo lavoro, la compagnia fondatadal ballerino libanese testimonia co-me sia possibile la convivenza tradiversità, che riescono a mescolarsisenza annullarsi. Anzi, l’unione de-gli stili e delle culture, in questo ca-so, dà vita a una cifra originale cherende il teatro-danza di Caracalla u-nico al mondo. «Nessun’altra com-pagnia mette insieme tecniche didanza e teatro orientali e occidenta-li, come facciamo noi», dice AbdelCaracalla: «Detto in una parola, lanostra è un’amalgama delle tecni-

che». La tecnica della danza moderna

occidentale, che Abdel ha imparatodalla madre dello stile modernoMartha Graham, si fonde con la ge-stualità orientale, con un effetto e-spressivo del tutto inedito. Anchegli idiomi sono mixati, tanto che,per l’occasione, alcuni dialoghi ealcune canzoni saranno in italiano.Per il resto non temete, i dialoghi inarabo saranno accessibili a tutti gra-zie alla traduzione che scorrerà a la-to del palcoscenico.

A fare da sfondo dell’opera diteatro musicale è la piazza del vil-laggio, luogo d’incontro dove fremela vita e dove si incontrano la vec-chia e la nuova generazione. Una li-te divide il villaggio in due quartie-

ri distinti: mentre l’anziano del vil-laggio, Cheikh Finianos, si impegnaper risolvere tutti i conflitti, il citta-dino Sitt Handoume, nella sua setedi potere, nutre la speranza di farsposare la figlia Leila a Faldo, il fi-glio ingenuo ma ricco di Bou Faldo,un borghese che continua a illudersidi essere un marchese. Ma il giova-ne valoroso Mezyan, innamorato ericambiato dalla bella Leila, cercadi ostacolare in tutti i modi il matri-monio, scontrandosi con i genitoridella ragazza, decisamente contraria questo amore. Il giorno del matri-monio tra Leila e Faldo, succedel’imprevedibile: uno scandalo cherischia di mandare in frantumi ilmatrimonio e riaccende gli animidel popolo.

Ad accendere il palcoscenico cipensano anche i costumi scintillan-ti, disegnati dallo stesso Abdel e cu-citi a mano dalle sarte della compa-gnia. Ogni costume è personalizza-to e ogni ballerino nel corso dellospettacolo fa almeno nove cambi dicostume, per un totale circa di 450cambi per tutti gli elementi. Il tem-po di preparazione dello show, dallecoreografie, alla musica, ai costumi,è di circa un anno.

Per la seconda volta in Italia (laprima vennero su invito di FrancoZeffirelli), lo spettacolo di teatro-danza del Caracalla Dance Theatreè unico nel suo genere, per la ric-chezza del linguaggio espressivo eper lo straordinario esempio di con-vivenza pacifica tra religioni ed et-

nie diverse. È un’esperienza cheAbdel Caracalla ha sperimentatoanche in prima persona: di religionemusulmana, ha sposato una donnacristiana con un doppio rito nelle ri-spettive religioni. Anche i loro duefigli lavorano in compagnia: Ivancome regista e Alissar come coreo-grafa.

«Nel corso della nostra breve vi-sita al Meeting dell’anno scorso»raccontano Abdel e Ivan Caracalla«abbiamo veramente capito il signi-ficato e la ragione di questo evento.In particolare, ci siamo resi contodella sua grandezza e del potenzialeche poteva offrire ai giovani di in-contrare persone di religioni, razzee culture diverse, uniti dall’autenti-co desiderio di promuovere il dialo-go e di costruire qualcosa insieme,nella convinzione che la diversitànon rappresenti un ostacolo, bensìuna risorsa, che spinge ognuno dinoi ad esplorare il vero cardine del-la nostra esperienza. Caracalla è ba-sato su questi stessi valori umaniche costituiscono gli ideali delMeeting. Durante la guerra civile li-banese, quando il paese era divisoin fazioni religiose, Caracalla è ri-masto unito grazie alle arti e allacultura e ha riunito intorno a sé arti-sti di religioni e culture diverse».

La compagnia si è esibita nei piùprestigiosi teatri del mondo, tra cuiil teatro Nazionale di Osaka, la Car-negie Hall di New York, il Sadler’sWells di Londra, il Kennedy Centredi Washington D.C., il teatro deiCampi Elisi di Parigi, il teatro del-l’Opera di Francoforte, i teatri del-l’Opera di Rio de Janeiro e SanPaolo, il Centro per le Arti di LosAngeles e il Palazzo delle Arti diMontreal.

Benedetta Consonni

Alcune immagini dello spettacolodella compagnia Caracalla DanceTheatre, fondata nel 1970 da Abdel-Halim Caracalla, appena tornato aBeirut dopo aver studiato danza aNew York. Abdel ha deciso di portare“The Villager’s Opera” al Meetingdopo essere venuto a Rimini l’annoscorso. Le coreografie s0no dellafiglia di Abdel, Alissar, mentre laregia è del figlio Ivan. Ognuno deicinquanta ballerini fa almeno novecambi d’abito. Tutti i 450 costumisono disegnati dallo stesso fondatore della compagnia.

LO SPETTACOLO

6 19 agosto

Danza, amore e fantasiail Libano dà spettacoloQuesta sera, nell’Arena D3, il teatro-danza della compagnia che mescola ritmi orientali e danza moderna occidentale. Oltre 50 artisti sul palco reciteranno in arabo e in italiano.

La scuola che ha fatto la rivoluzioneLa scuola di danza Caracalla o Studio Ca-racalla accoglie ogni giorno 1.600 studenti,che dai cinque anni in su hanno la possibi-lità di imparare le diverse disciplinedella danza e del teatro e misurarsicon spettacoli che esplorano stiliprovenienti da ogni parte delmondo. Come la compagnia, anche lascuola è stata fondata e diret-ta nel 1970 da Abdel-HalimCaracalla. All’inizio, la com-pagnia era un piccolo gruppodi studenti che cercano nelladanza la pace e la calma, così rarein un paese dove stava per scoppiare laguerra civile. Scoppiata la guerra in Liba-no, anche la scuola fu costretta a chiudere.Avrebbe riaperto soltanto alla fine degli an-ni Novanta, sotto la direzione di Alissar Ca-racalla, figlia di Abdel-Halim. La giovane

ballerina introdusse corsi dedicati ai nuovistili di danza, come lo stile Caracalla (in-ventato dal padre), la danza contempora-

nea, moderna, classica, jazz, hip-hop elo yoga. Lo studio è aperto dodici

ore al giorno. Al mattino è la se-de delle prove e degli allena-menti dei professionisti, men-tre al pomeriggio diventa unascuola per i giovani studenti.A Natale e a fine anno gli stu-denti si esibiscono in uno

spettacolo di beneficenza: il co-sto del biglietto è mantenuto

basso per permettere a tutti di par-ticipare e sono gli studenti stessi che

decidono a quale realtà assegnare il ricava-to. Allo stesso modo, anche la compagnia diprofessionisti offre gratuitamente alcune se-rate per permettere al grande pubblico diavvicinarsi all’arte della danza.

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LO SPETTACOLO

7 19 agosto

Abdel-Halim Caracalla ha unpassato come campione di salto inalto che gli è valso l’incontro conla moglie; la sua strada non eraperò sopra l’asticella, ma sui pal-coscenici di tutto il mondo. Nel1960 lasciò la sua città natale inLibano, Baalbeck, per volare aNew York. Nella “Grande Mela”studia danza con Martha Graham,grande ballerina innovatrice dellostile moderno e contemporaneo.Carico degli insegnamenti dellamaestra, che tra l’altro fu ospitedel Meeting di Rimini nel 1984,ritorna a Beirut, dove nel ‘70 fon-da la compagnia Caracalla DanceTheatre, dando il via a un’espe-rienza umana e artistica unica nelsuo genere, che vanta tournée inogni angolo del globo.

«Abbiamo girato tutti i piùgrandi teatri del mondo - raccontaAbdel - portando in scena lo stileCaracalla, che unisce la tecnicaoccidentale con la danza orienta-le. Così il corpo dei ballerini par-la un nuovo linguaggio di danzainternazionale». Amalgamare stilidifferenti non è facile, occorrequindi cercare un punto di contat-to tra le diverse arti. «Non c’èun’arte orientale, un’arte dell’este un’arte dell’ovest - continua ildanzatore libanese - ma ogni artesi incontra nella civiltà, tutte learti concorrono alla civiltà, all’u-manità e all’arricchimento delcuore. Matisse e Delacroix sonovenuti all’est a prendere ispira-zione dal mondo esotico e hannodipinto alcuni dei più bei quadrial mondo».

Abdel ricorda che anche le piùgrandi religioni vengono da o-riente, dal cristianesimo alla reli-gione ebraica e all’islam. «Allostesso modo dalla civiltà greca eromana nasce il concetto di este-tica e di bellezza».

Grandi civiltà, che oggi si scon-trano in un’apparente impossibi-

lità di dialogo. Eppure il Caracal-la Dance Theatre è un felice e-sempio di dialogo grazie al lin-guaggio dell’arte e della danza.«Nella compagnia noi non sappia-mo chi è cristiano o musulmano,noi siamo semplicemente insiemee io sono orgoglioso e felice diciò, perché non mi interessa se seicristiano o musulmano, noi siamoinsieme per l’umanità».

Alla domanda come sia possibi-le questa convivenza, Caracallascherza un po’. «Com’è possibi-le? Di solito i cristiani hannoquattro occhi e dieci mani, mentrei musulmani venti gambe». Segueuna fragorosa risata e torna serio.«Noi proviamo lo stesso dolore,le stesse emozioni, piangiamo al-lo stesso modo. Siamo fratelli. Iosono musulmano, mia moglie ècristiana e mio figlio non lo so!Veniamo da strade diverse, mapreghiamo entrambi Dio. Penso

che il Meeting insegnerà alle per-sone come vivere insieme. Tuttoil mondo dovrebbe trarre benefi-cio dal Meeting, beneficiare diquesta idea e fare lo stesso. È fe-nomenale quello che accade qui aRimini e le persone che hannocreato questo penso siano amba-sciatori di Dio. Noi del Caracallasiamo orgogliosi di essere qui edaremo il meglio per il pubblico».Certo, un conto è un dialogo conl’altro, ma sposarsi con una per-sona di un’altra religione è sicu-ramente una scelta di vita impor-tante e affascinante al tempo stes-so. «L’amore va oltre la politica.Quando ti innamori diventi uncorpo solo con l’altro. Ora è tem-po di andare oltre, è tempo diguardare il cielo che è lo stessocielo per tutti. Oggi fanno laguerra per il petrolio. Togli il pe-trolio e non ci saranno guerre».

B. Con.

Il ballerino libanese Abdel-Halim Caracalla, fondatore della compagnia

«Così ho sconfitto Babele»Colloquio col ballerino Abdel-Halim Caracalla, musulmano, sposato con una cristiana e fondatore del gruppo teatrale più eclettico del mondo: «Non guardiamo le differenze religiose: tutti dovrebbero imparare dal fenomeno del Meeting»

Quello proiettato alle 19.00in Sala Neri non è un film, èun esperimento. “Life in aday”, prodotto da RidleyScott e diretto dal registapremio Oscar Kevin Mac-donald, è la storia di quelloche succede in un giorno nelmondo, visto attraverso i vi-deo di YouTube. Per la pre-cisione, attraverso 4.500 oredi filmati inviati da utentidispersi in 192 paesi chehanno risposto all’appellodel sito di streaming online:filmate la vostra vita il 24luglio 2010 e rispondete adalcune domande («Che cosaami?», «Che cosa ti fa ride-re?», «Che cosa hai in ta-sca?»). E così quel sabato di fine lu-glio, noto per i morti nellacalca alla Love Parade diDuisburg, è passato alla sto-ria anche per esser stato fil-mato nel primo «social mo-vie» della storia. Premiatoal Sundance Film Festival eal Festival del cinema diBerlino, “Life in a day” rac-chiude in 95 minuti scarsi lavita che si agita in un giornonel mondo: un ragazzo chesi rade per la prima volta,un soldato al fronte che par-la con la moglie via Skype,un fotografo afghano cheparla del suo paese. «Sonostato un po’ naif», ha detto ilregista Kevin Macdonald,«non avrei mai pensato chea così tante persone sia unanovità scoprire che le loro o-pinioni abbiano un valore».

«Un giornonel mondo»

«Nella compagnia noi non sappiamo

chi è cristiano o musulmano, noi

siamo semplicementeinsieme e io sonoorgoglioso e felice

di tutto questo, perché non mi interessa

se sei cristiano o musulmano, noi

siamo insieme per l’umanità»

Page 8: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

LA MOSTRA

8 19 agosto

Come esportareil bello

La crisi come opportunità

Riscoprire i mestieri

Fare con le proprie mani

Innovazione e ricerca

IL bisogno di ricominciare

presso lo stand 04 · FederlegnoArredo padiglione B5

12 INCONTRI

www.federlegnoarredo.it

IMPRENDITORIDEL LEGNO ARREDO24

DOMENICA 19 H 16,00 l'uomo di fronte alLA CRISI: l'insopprimibile bisogno di ricominciareMario Formica, Giorgio Bignotti e Mauro Mastrototaro

L’Infinito muoreMa risorgeràLa morte di Cristo, lo sbigottimento degli angeli, un velo di letiziaEcco i segreti del capolavoro di Bellini in mostra al Museo di Rimini

La mostra “Gli angeli della Pietà.Intorno a Giovanni Bellini”

si inaugura oggi al Museo della città di Rimini e viene presentata

sempre oggi in sala C1 alle 15.Durante la settimana del Meeting

sarà aperta dalle 10 alle 23.Poi, fino al 4/11, sarà visitabile

secondo gli orari del museo

Cosa potevano pensare gli an-geli di fronte alla morte di Cristo?Sembra questa la domanda cheGiovanni Bellini aveva in mentequando nel 1475 dipingeva laPietà oggi conservata a Rimini.Ed è proprio nel museo cittadinoche è allestita la grande mostra“Gli angeli della Pietà. Intorno aGiovanni Bellini”, realizzata incollaborazione con il Comune diRimini e curata da Marco BonaCastellotti e Massimo Pulini, as-sessore alla Cultura del comunedi Rimini.

Assieme al capolavoro di Belli-ni sono esposte altre opere coevedi soggetto simile, provenienti damusei dell’Emilia e delle Marche,come il “Cristo morto tra due an-geli” di Marco Zoppo (1471) e ilbassorilievo in cartapesta “Cristoin pietà tra tre angeli” di Bartolo-meo Bellano, oltre ad alcune me-daglie della collezione del museo.

«È un’opera più conosciutafuori Rimini che in città» spiegaMarco Bona Castellotti. Che ag-giunge: «Puntiamo a far conosce-

re uno dei più grandi capolavoridel primo rinascimento. Due del-le opere affiancate a quella delBellini rappresentano angelipiangenti, quasi disperati, chesorreggono il corpo di Cristomorto, mentre gli angeli bellinia-ni sono come increduli e stupiti,di fronte ad un fatto così impo-nente come la morte di Cristo».«Si tratta di un tema tipico dellateologia orientale» prosegue ilcritico «rivisto alla luce dell’u-manesimo cristiano occidentale:è lo stupore angelico di fronte al-l’evento inaspettato e incompren-sibile della morte del Re dellaGloria».

I volti dei quattro putti infattinon sono disperati ma stupiti e in-creduli; il dramma è reale ma unvelo di letizia preannuncia la re-surrezione.

La mostra ricolloca l’opera diBellini nel contesto del suo tem-po, sottolinea Massimo Pulini:«Viene spesso considerata il frut-to di un rinascimento maturo, maBotticelli non aveva ancora di-

pinto “La nascita di Venere” né“La primavera”. Anzi, la Pietà ècoetanea di Michelangelo, natonel 1475. Molto del rinascimentoitaliano era ancora di là da veniree questo enfatizza la grandezzadel Bellini».

La mostra riminese costituiràuna pietra miliare negli studi sul-l’artista. Ne è convinto Bona Ca-stellotti: «Tra le opere esposte c’èanche la “Testa di San GiovanniBattista”, sempre attribuita aMarco Zoppo ma che noi ritenia-mo essere di Bellini sia per unconfronto con le sue opere che,soprattutto, grazie a un documen-to scoperto da Giacomo Caloge-ro, giovane ricercatore bologne-se, che per la prima volta vienepubblicato sul catalogo della mo-

stra».Il confronto con i contempora-

nei, la ricostruzione dell’ambien-te, del committente e dei primiproprietari dell’opera, fino ad u-no studio teologico della storiadel soggetto, che svela la profon-da concordanza con il tema delMeeting di quest’anno: tutto par-

la del genio di Bellini. AncoraBona Castellotti: «Gli angeli nonsono stereotipati, ognuno ha ca-ratteristiche personali e umane ta-li da renderceli familiari, quasi cisi potesse immedesimare in lo-ro». E nel rapporto con l’Infinitoche tengono tra le braccia.

Pietro Bongiolatti

Page 9: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

SPETTACOLI

9 19 agosto

INFORMARSI BENE, VIVERE MEGLIO

È L’ORA DELLA MERENDA!Merenda e sorprese per i più piccoliogni giorno alle 16:00

INFORMARSI BENE, VIVERE MEGLIOUn caffè con l’esperto ogni giorno alle 17:30

Vieni a trovarci al Padiglione C5-30

20/08 Etichettiamo: scoprire il contenuto delle etichette sui prodotti alimentari

Franco Malagrinò - segretario regionale Cittadinanzattiva Emilia Romagna

21/08 Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità

Paola Garrone - professore ordinario del Politecnico di MilanoMarco Lucchini - direttore generale del Banco Alimentare

22/08 La salute inizia da un bicchiere d’acqua:istruzioni per tutte le età

Marco Andena - medico chirurgo e membro dell’Osservatorio San Pellegrino

23/08 Muoviamoci un pò!Scopri come stare in forma con il personal trainer

Paolo Swich - personal trainer

24/08 Di che porzione sei? La giusta dose da mettere nel piatto

Michele Sculati - medico chirurgo specialista in scienze dell’alimentazione

Quest’anno c’è anche il cinemaTra i padiglioni del Meeting una vera e propria sala con 800 posti. Offrirà il meglio della stagione (e due inediti) in dieci pellicole scelte dall’associazione “Sentieri”. Al pomeriggio proiezioni per ragazzi e bambini, di sera per gli altri

A sinistra, un’immaginedi una delle pellicole inprogramma al Meeting:Ribelle - The Brave. Anteprima

nazionale della Pixar

Ultimo film di animazioneprodotto dalla Pixar, Ribelle -The Brave racconta, con laconsueta miscela di emozioniofferta dalla casa statunitense,la storia di Merida, giovaneprincipessa scozzese allergicaa consuetudini e tradizioni delsuo lignaggio, cui preferiscel’esercizio del tiro con l’arco,passione che la nutre sin dapiccola. La sua dirompente ini-ziatva la porta a sfidare il po-tente Lord MacGuffin, al qualeMerida si contrappone conl’aiuto di una vecchia strega.Film uscito negli States a giu-gno di quest’anno, Sentieri delcinema lo ha ottenuto in ante-prima nazionale, in visione do-mani, ore 14.30, nella nuovis-sima sala cinematografica delMeeting (padiglione D7).

Domani in D7Un manipolo di appassionati

che setaccia la cinematografia diogni tempo in cerca di due indi-zi: bellezza e cammino verso ilVero. Sentieri del cinema offrequesto da quando è nata (l’asso-ciazione data anno 2000), attra-verso l’omonimo spazio on line(www.sentieridelcinema.it), ru-brica cliccatissima per conosce-re tutto delle pellicole più in vo-ga.

Sentieri approda per la primavolta quest’anno al Meeting conuna rassegna in cui la ricerca disenso, al centro di trame spessodrammatiche e non per forza alieto fine, si accompagna ad ope-re artisticamente di gran livello.E per giunta offre in anteprimanazionale la visione dell’ultimogioiello della Pixar, Ribelle - Thebrave, nella sale dal prossimo 5settembre e del polacco Tatarak.

Anche in passato la migliorproduzione cinematografica tro-vava spazio tra i padiglioni. «Ve-ro, ma è la prima volta che l’of-ferta al pubblico si struttura cosìsolidamente e in uno spazio adhoc», spiega Antonio Autieri, di-rettore di Sentieri del cinema. Ilpadiglione D7 della Fiera, infat-ti, altro non è che una vera e pro-

pria sala cinematografica: otto-cento posti a sedere e una dota-zione di gran rilievo tecnologico,gestita da due professionisti ve-nuti gratis qui a Rimini: AndreaNobile e Vittorio Mastrorilli. Incalendario un doppio appunta-mento quotidiano, da domani avenerdì prossimo: il pomeriggio(14.30) film per giovani e bam-bini; la sera (21.30) visione pergli adulti.

«La scelta dei titoli ci ha impe-

gnato molto – spiega Autieri –.Alla fine ne sono usciti dieci, di-versi tra loro per stile, livello didrammaticità, epilogo. Eppuretutti richiamano una inesausta ri-cerca della verità. Magari ancheattraverso circostanze che paio-no contraddirla». Com’è nel ca-so di Una separazione, pellicolairaniana che racconta la storia diun divorzio. Oppure ne svelanole illusorie vie di fuga, come neL’arte di vincere (da gustare per

un Brad Pitt nella sua interpreta-zione forse più sentita) dove ilcuore dell’uomo non è sazionemmeno di fronte alle vittorie.

È qui che comincia a intrave-dersi il legame col titolo delMeeting. «Da questo punto divista – spiega Autieri – non c’èmiglior film di Tree of life (do-mani alle 21.30, ndr). Il capola-voro di Terrence Malick proponecome nessun altro il dialogodrammatico tra l’uomo e il suoCreatore». Spazio anche al filmpolacco Tatarak, inedito, dirom-pente storia di attaccamento allavita. Da non perdere, poi, è Theway back, comparso in sole 14sale in Italia, racconto avventu-roso della fuga di un gruppo diprigionieri da un gulag sovietico.

Inaugurazione della sala do-mani, ore 14.30, con l’ultimo la-voro della Pixar. La proiezionesarà introdotta da Enrico Casaro-sa, regista italiano del corto LaLuna, che precederà il film.

Cristiano Guarneri

Page 10: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

ANNIVERSARIO

11 19 agosto

ANNIVERSARIO

10 19 agosto

«Il nostro incontronasce dall’Incontro»Lo storico discorso dell’82 in cui il Papa, ospite della terza edizione,invitò a «generare una civiltà che nasca dalla verità e dall’amore»

Una panoramica del salone traboccante di persone durante il discorso di Giovanni Paolo II. L’edizione 1982 del Meetings’intitolava «Le risorse dell’uomo», tra gli ospiti ebbe anche Sandro Pertini, Régine Pernoud, Ersilio Tonini e Julien Ries

Giovanni Paolo II davanti allo stand de «Il Sabato», settimanale cattolico nato nel 1978 e in breve diventato protagonista della vita culturale italiana

Prima di parlarealla platea del Meeting,

Giovanni Paolo IIfece un lungo giro

nei padiglionidella fiera: nella foto

a destra saluta alcune volontarie

della ristorazione. «Voi cercate di esprimere

il carattere proprio, la missione propriadella Chiesa», disse il Papa rispondendo ad alcune domande:

«Voi intendeteesprimere cosa vuol

dire il mistero della salvezza

e incarnare quest’operadella salvezza,farla presente

tra gli uomini»

Fanno trent’anni esatti, giornopiù giorno meno. Trent’anni dallastorica visita con la quale Giovan-ni Paolo II, salito da meno di quat-tro anni al Soglio Pontificio, onoròil Meeting di Rimini, giunto allasua terza edizione, dal titolo «Lerisorse dell’uomo».

Wojtyla volle passare tra glistand - come documentano le fotoche riproponiamo ai lettori del“Quotidiano Meeting” - prima del-l’incontro con la platea di Rimininella giornata conclusiva della seigiorni. A pagina 11 pubblichiamoalcuni stralci del suo intervento,che fu seguito da una serie di do-mande dei giovani cui il Santo Pa-dre rispose. Nel corso di questosorprendente colloquio, Wojtyladisse anche: «Penso che voi sieteun movimento e con questo Mee-ting date espressione al vostro mo-vimento, alle finalità di questo mo-vimento. Voi cercate di esprimerecon questo Meeting il carattereproprio, la missione propria dellaChiesa».

«La missione della Chiesa - con-tinuò il Pontefice - è sempre unamissione storica, benché trascen-

dente, benché divina: è storica,storica del nostro tempo. Voi, colvostro Meeting, cercate di mostra-re il cammino della Chiesa, deigiovani nella Chiesa del nostrotempo. Voi cercate di esprimerecosa vuol dire il mistero della sal-vezza, l’opera della salvezza. E in-tendete, con diversi metodi e spe-cialmente con questo Meeting, in-carnare questa opera della salvez-za, farla presente tra gli uomini.Brevemente, così, per non molti-plicare le parole».

La visita del Papa si conclusecon una messa celebrata al porto diRimini, davanti alla spiaggia e adaltre decine di migliaia di persone.Il Meeting era nato appena due an-ni prima, nel 1980, e GiovanniPaolo II si accorse immediatamen-te della novità che l’evento rimine-se rappresentava. Karol Wojtyla fuaccolto da un popolo in festa chegli manifestò grandissimo affetto.Al quale lasciò una consegna:«Fratelli e sorelle, costruite senzastancarvi una civiltà che nasca dal-la verità e dall’amore. Lavorate perquesto, pregate per questo, soffriteper questo».

GIOVANNI PAOLO II

Carissimi fratelli e sorelle, sono assai lieto di trovarmiqui, in mezzo a voi, per concludere questo terzo Meetingper l’amicizia tra i popoli. [...] Ognuno di voi, in questigiorni, ha avuto incontri non solo con le centinaia e le mi-gliaia di altre persone che hanno affollato le sale di a-scolto, ma anche con varie personalità, che qui hannoportato il contributo della loro riflessione e della lorocreatività. Ma questo incontro è stato reso possibile equasi necessario da un altro incontro. Il Meeting è natoinfatti dall’amicizia di un gruppo di cristiani di questacittà. Come ho saputo, esso è nato dalla passione di co-municazione, di creatività, di dialogo che la fede cristia-na, vissuta integralmente, sempre porta con sé. Sì, la fedevissuta come riverbero e in continuità con quei primi in-contri che il Vangelo documenta, lafede vissuta come certezza e doman-da della presenza di Cristo dentro o-gni situazione e occasione della vita,rende capaci di creare nuove forme divita per l’uomo, rende desiderosi dicomunicare e di conoscere, di incon-trare e di valorizzare. L’incontro conCristo, che si rinnova in modo perma-nente nella memoria sacramentaledella Sua Presenza abilita e spinge al-l’incontro con i fratelli e con tutti gliuomini. [...]

Ecco, la cultura diventa così fonda-mento delle capacità dell'uomo discoprire e valorizzare tutte le risorse,quelle concesse al suo essere spirituale e quelle concesseal suo essere materiale. Purché le sappia scoprire! Purchénon le distrugga! Fratelli e sorelle, pensate alla enormeresponsabilità che avete nelle mani! Non sciupatela, nontrascuratela! Avete bisogno di tutte le vostre forze per fa-re questo. Ma soprattutto avete bisogno di Colui che è laforza di Dio e dell’uomo: “Cristo, potenza di Dio e sa-pienza di Dio”. Eccoci perciò al punto focale, impreteri-bile della questione. La più grande “risorsa” dell’uomo èCristo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. In Lui si sco-prono i lineamenti dell’uomo nuovo, realizzato in tutta lasua pienezza: dell’uomo per sé. In Cristo, Crocefisso eRisorto, si svela all’uomo la possibilità ed il modo se-condo cui assumere in profonda unità tutta quanta la suanatura. Qui sta, direi, il principio unificatore del vostro

Meeting, dedicato alle risorse dell'uomo; vi è come un fi-lo conduttore tra tutti i diversi momenti del vostro pro-gramma di lavoro: Cristo Risorto, sorgente inesauribiledi vita per l’uomo. Cristo, risorsa dell’uomo: così avetevoluto annunciare la celebrazione del Sacrificio Eucari-stico. Dell’uomo, Egli non ha disdegnato di assumere lanatura [...]. L’umanità di Cristo, attraverso il mistero del-la Croce e della Risurrezione, è diventata il luogo in cuil’uomo, vinto ma non annichilito dal peccato, ha ritrova-to la propria umanità. Forte di questa esperienza, unicaed irripetibile, del suo fondatore, la Chiesa ha potuto de-finirsi, per bocca di Paolo VI, «esperta in umanità». È aquesto titolo, fondata sull’autorità del Maestro e consoli-data da duemila anni di vita, che la Chiesa si presenta og-gi sulla scena della storia, desiderosa di riproporre al-l’uomo il nucleo centrale del proprio messaggio: Cristo

primizia e radice dell’uomo nuovo.Del resto, proprio qui a Rimini, aveteavuto la testimonianza viva di perso-ne, che si sono date pienamente a Cri-sto, nell’esercizio della loro profes-sione, e il cui esempio continua a ir-radiarsi sempre più [...] Parlare di Cri-sto come risorsa dell'uomo è testimo-niare che ancora oggi i termini essen-ziali della civiltà sono di fatto, in mo-do consapevole e inconsapevole, rife-riti all'evento di Cristo, divenuto an-nuncio quotidianamente confessatodalla Chiesa.

L’uomo di oggi è fortemente impe-gnato a riformulare il rapporto con il

mondo che lo circonda; con la scienza e con la tecnica.[...] Nonostante questo, la pace oggi è gravemente mi-nacciata, la scienza e la tecnica rischiano di generare unosquilibrio carico di conseguenze negative nel rapporto trauomo e uomo, tra l’uomo e la natura, tra nazioni e nazio-ni. Da questa contraddizione, che sembra inarrestabile, ènecessario che lo sguardo si volga «all’artefice della no-stra salvezza» per generare una civiltà che nasca dalla ve-rità e dall’amore. La civiltà dell'amore! Per non agoniz-zare, per non spegnersi nell’egoismo sfrenato, nell’in-sensibilità cieca al dolore degli altri. Fratelli e sorelle, co-struite senza stancarvi mai questa civiltà! La consegnache oggi vi lascio. Lavorate per questo, pregate per que-sto, soffrite per questo! E con tale auspicio, tutti vi bene-dico, nel nome del Signore.

A sinistra, i canti guidati da ClaudioChieffo che introdussero l’incontrocon Giovanni Paolo IInell’auditorium dellavecchia fiera di Rimini.Nella foto grande, il Papa ascolta le domande postegli da alcuni giovani. Il Meeting era appenaalla terza edizionequando ospitò KarolWojtyla, che giunsenella giornata conclusiva

Don Luigi Giussani, l’iniziatore

di Comunione e liberazione, inginocchiato al passaggio

di Giovanni Paolo II. Alle loro spalle

si riconoscono EmiliaGuarnieri, oggi

presidente dellaFondazione Meeting,

e don Luigi Negri (con gli occhiali),

attuale vescovo di SanMarino-Montefeltro

NEL SEGNO DI KAROL

«Avete bisogno di tutte le vostre forze per farequesto. Ma soprattuttoavete bisogno di Coluiche è la forza di Dio e dell’uomo: Cristo.

Eccoci al punto focaledella questione»

Il 29 agosto di 30 anni fa la visita di Giovanni Paolo II al Meeting di Rimini

Page 11: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

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Page 12: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

VITA DA MEETING

13 19 agosto

QUANTA ENERGIA C’È IN UN ATTIMO?

50.enel.com

50 ANNI DI ENERGIA, MILIONI DI ATTIMI INSIEME. E MOLTI ALTRI ANCORA DA CONDIVIDERE.

Il padiglione B3 è terra di sfida. Sul-lo sfondo s’erge una villa romagnola instile “liberty”, con tanto di “Balilla Spi-der” d’epoca e una Vespa parcheggiateall’ingresso. È l’area del Ristoranteromagnolo: giocano in casa, e non sisono voluti risparmiare con l’allesti-mento. Ma la compagine riminese de-ve fare i conti con la pittoresca Osteriaveneta: pare una calle veneziana, confioriere ai balconi e abitazioni colorate.Difficile vagliare: là in fondo la Roma-gna offre menù di pesce (consigliano ilfiletto di branzino) e piatti rustici conformaggi e prosciutti (per non più di 16euro a menù), mentre al buffet dell’O-steria Veneta (16 euro) c’è solo l’imba-razzo della scelta, tra salumi, formaggidi malga, verdure grigliate e pasta (o-gni giorno una signora impasta a manoallo stand “bigoli” freschi). Pochi euroin più e vi potete concedere addiritturail pesce “alla chioggiotta”.

Insomma, mangiare al Meeting ri-schia di essere una decisione più diffi-cile del previsto. Ce n’è per tutti i gustie tutte le tasche. Negli altri angoli delB3, il Ristorante pugliese San Nicolae la carne dei perugini di Graticula:meno appariscenti, puntano forte suiloro prodotti. Il primo è nato dall’ini-ziativa di un sacerdote barese, lo chefdon Peppino Cutrone. L’intento è quel-lo di aiutare tre opere educative e so-

ciali pugliesi: tra polpo “alla Teresa” eagnello con funghi e patate, ce la si ca-va con al massimo 24 euro. Più caro ilristorante di carne, che però mette sulpiatto della bilancia una signora “Fio-rentina” da 1 kg: 30 euro sono una cifra

ragionevole per questa specialità. Altri-menti potete “accontentarvi” di altrespecialità a base di carne, tutta rigoro-samente italiana e IGP.

Ma le offerte culinarie del Meetingsono infinite. Se il tempo e i soldi sono

pochi l’area fast food (B1) è ciò che faper voi: pasta, pizza, piadina, hambur-ger... Lo “street food” da quest’annodeve fare spazio anche a un’area ke-bab (sarà un retaggio del Meeting delCairo?). E una menzione speciale la

merita il ristorante Il chicco e il grano,in C3: per il quinto anno consecutivo iprodotti della Cooperativa AgricolaSanta Marta s’incontrano con l’estrotra i fornelli dei ragazzi della scuola percuochi “L’impresa”, di Carate Brianza.Primi sempre diversi, risotti alla mila-nese con osso buco e una particolarità:è un ristorante a vocazione famigliare,con prezzi quindi modici, servizio rapi-do e vicino al “Villaggio ragazzi”.

New entry 2012 è poi il RistoranteMediterraneo, in B2: l’offerta qui èmultietnica, con prelibatezze prove-nienti da tutto il “Mare Nostrum”. Siva dalla pasta al pomodoro e basilicoall’insalata alla greca, dal porceddu sar-do al cous cous, con prezzi dai 12 ai 25euro. Se invece il caldo dei padiglionivi ha fatto venire sete e volete rinfre-scarvi con una bella sangria, correte al-le piscine ovest: troverete la TabernaSpagnola, con pinchos, paella… eprezzi decisamente contenuti. Un an-golo di Veneto s’assaggia anche allaRisotteria Corte Schioppo, in B4.

Non vi basta? Qualcuno ha pensatoanche ai celiaci: in B1 lo spazio Glutenfree cucina pizze, primi e gelati rigoro-samente senza glutine (offerti anche da“Il chicco e il grano”). Allora metteteviin coda alle casse e scegliete: avete 7giorni per assaggiare tutto. Vi bastano?

Emmanuele Michela

Alla fiera degli insaziabiliPiatti, offerte e scenografie. Ecco le soluzioni per tutti i palati (e le tasche) all’annoso problema del Meeting: dove si mangia? Tra le specialità di quest’anno cucina iberica, veneta, romagnola e pugliese. E sbarca anche il kebab

In alto a sinistra, la“Balilla” che accoglie iclienti del Ristoranteromagnolo. A sinistra,i tavoli dell’Osteriaveneta (qui sopra, undettaglio)

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VITA DA MEETING

13 19 agosto

QUANTA ENERGIA C’È IN UN ATTIMO?

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50 ANNI DI ENERGIA, MILIONI DI ATTIMI INSIEME. E MOLTI ALTRI ANCORA DA CONDIVIDERE.

Il padiglione B3 è terra di sfida. Sul-lo sfondo s’erge una villa romagnola instile “liberty”, con tanto di “Balilla Spi-der” d’epoca e una Vespa parcheggiateall’ingresso. È l’area del Ristoranteromagnolo: giocano in casa, e non sisono voluti risparmiare con l’allesti-mento. Ma la compagine riminese de-ve fare i conti con la pittoresca Osteriaveneta: pare una calle veneziana, confioriere ai balconi e abitazioni colorate.Difficile vagliare: là in fondo la Roma-gna offre menù di pesce (consigliano ilfiletto di branzino) e piatti rustici conformaggi e prosciutti (per non più di 16euro a menù), mentre al buffet dell’O-steria Veneta (16 euro) c’è solo l’imba-razzo della scelta, tra salumi, formaggidi malga, verdure grigliate e pasta (o-gni giorno una signora impasta a manoallo stand “bigoli” freschi). Pochi euroin più e vi potete concedere addiritturail pesce “alla chioggiotta”.

Insomma, mangiare al Meeting ri-schia di essere una decisione più diffi-cile del previsto. Ce n’è per tutti i gustie tutte le tasche. Negli altri angoli delB3, il Ristorante pugliese San Nicolae la carne dei perugini di Graticula:meno appariscenti, puntano forte suiloro prodotti. Il primo è nato dall’ini-ziativa di un sacerdote barese, lo chefdon Peppino Cutrone. L’intento è quel-lo di aiutare tre opere educative e so-

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ragionevole per questa specialità. Altri-menti potete “accontentarvi” di altrespecialità a base di carne, tutta rigoro-samente italiana e IGP.

Ma le offerte culinarie del Meetingsono infinite. Se il tempo e i soldi sono

pochi l’area fast food (B1) è ciò che faper voi: pasta, pizza, piadina, hambur-ger... Lo “street food” da quest’annodeve fare spazio anche a un’area ke-bab (sarà un retaggio del Meeting delCairo?). E una menzione speciale la

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New entry 2012 è poi il RistoranteMediterraneo, in B2: l’offerta qui èmultietnica, con prelibatezze prove-nienti da tutto il “Mare Nostrum”. Siva dalla pasta al pomodoro e basilicoall’insalata alla greca, dal porceddu sar-do al cous cous, con prezzi dai 12 ai 25euro. Se invece il caldo dei padiglionivi ha fatto venire sete e volete rinfre-scarvi con una bella sangria, correte al-le piscine ovest: troverete la TabernaSpagnola, con pinchos, paella… eprezzi decisamente contenuti. Un an-golo di Veneto s’assaggia anche allaRisotteria Corte Schioppo, in B4.

Non vi basta? Qualcuno ha pensatoanche ai celiaci: in B1 lo spazio Glutenfree cucina pizze, primi e gelati rigoro-samente senza glutine (offerti anche da“Il chicco e il grano”). Allora metteteviin coda alle casse e scegliete: avete 7giorni per assaggiare tutto. Vi bastano?

Emmanuele Michela

Alla fiera degli insaziabiliPiatti, offerte e scenografie. Ecco le soluzioni per tutti i palati (e le tasche) all’annoso problema del Meeting: dove si mangia? Tra le specialità di quest’anno cucina iberica, veneta, romagnola e pugliese. E sbarca anche il kebab

In alto a sinistra, la“Balilla” che accoglie iclienti del Ristoranteromagnolo. A sinistra,i tavoli dell’Osteriaveneta (qui sopra, undettaglio)

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Page 15: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

VITA DA MEETING

15 19 agosto

Ti aspettiamo al padiglione C5

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Il nome parla chiaro: è nella naturadel Meeting essere un luogo di incon-tro e di incontri. Ecco perchè la mani-festazione riminese non solo non si ètrovata impreparata di fronte all’e-splodere del “fenomeno web e socialmedia” ma è entrata subito in sintoniacon gli aspetti più autentici e positividi questa rivoluzione. Anche in questaedizione il Meeting è pronto a sfrutta-re tutte le potenzialità dei nuovi me-dia, permettendo a tutti di incontrarsianche sulle più diffuse piattaformeper approfondimenti, condivisione diopinioni ed esperienze, scambi di im-magini e di video.

Oltre alla redazione del nostro quo-tidiano, che vi accompagnerà per tuttala settimana con approfondimenti, an-ticipazioni e resoconti, quest’anno o-pera un social media team di volonta-ri, particolarmente dedicato ai conte-nuti digitali.

WEBFiore all’occhiello della presenza

della XXXIII edizione sul web è na-turalmente il sito ufficiale www.mee-tingrimini.org con il programma ag-giornato in tempo reale, le anticipa-zioni e gli approfondimenti su ospiti,

mostre e spettacoli, e con le info utilial pubblico su alloggio e trasporti perraggiungere la Fiera. Sul web anche isiti del mensile di Cl “Tracce”(www.tracce.it) e del settimanale“Tempi” diretto da Luigi Amicone(www.tempi.it) seguiranno in questigiorni la manifestazione passo perpasso con speciali e approfondimenti.

MOBILEFondamentale per non perdersi nul-

la di quello che accade è l’App delMeeting per iPhone e iPad. Disponi-bile in italiano e in inglese su AppSto-re, permette di accedere al program-ma aggiornato in tempo reale, allamappa dettagliata con tutte le sale deiconvegni, delle mostre e degli spetta-coli, e consente di leggere il “Quoti-diano Meeting” in versione web. An-che sull’applicazione fotografica piùpopolare del mondo, Instagram, èpossibile seguire il racconto dellamanifestazione, postando le propriefotografie con la tag #meeting. Infi-ne, grazie al geo-social networkFoursquare(www.foursquare.com/meetingrimini), è possibile leggerein anteprima via smartphone gli ar-ticoli del Quotidiano Meeting, otte-

nere informazioni su mostre, incon-tri e spettacoli e, naturalmente, con-sultare il programma aggiornato.

SOCIALSulla pagina ufficiale di Facebook

(www.facebook.com/meetingrimi-ni) è possibile condividere foto, videoed esperienze oltre che reperire infor-mazioni di servizio. Il Meeting... cin-guetta anche su Twitter, il socialnetwork in grande espansione in Italiae nel mondo: attraverso l’account uf-ficiale @MeetingRimini è possibileseguire la diretta di ben tre incontri algiorno, mentre tutti i volontari e i visi-tatori del Meeting sono invitati a rac-contare le proprie esperienze utiliz-zando l’hashtag #meeting. Infine, ilMeeting è protagonista anche sul sitodi photo sharing flickr.com.

Giacomo Moccetti

Novità 2012: un social media team

elaborerà contenutidedicati agli utenti

di smartphone e tablet

E per gli amici che loro malgra-do non possono essere a Rimi-ni? Quest’anno anche da casasarà possibile seguire gli incon-tri più importanti grazie al ca-nale ufficiale youtube(www.youtube .com/meetingdi-rimini) che trasmetterà quindi-ci incontri live e una sessantinain differita sia in italiano che ininglese.Da non perdere inoltre, sia perchi segue il Meeting da casa siaper chi lo vive in prima perso-na, è l’appuntamento quotidia-no con il Tg Meeting. Il tele-giornale ufficiale della manife-stazione, disponibile anche in

inglese e spagnolo grazie allacollaborazione con Rome NewsReport, è in onda on line ognigiorno alle 19.30 sul sito ufficia-le del Meeting e su IlSussidia-rio.net. Nel corso della giorna-ta, la redazione del Tg cureràapprofondimenti tematici dedi-cati all’economia, ai protagoni-sti e alle mostre.Infine, per chi non è avvezzo al-la web tv, è possibile seguire al-cuni tra i principali eventi dellamanifestazione riminese sinto-nizzandosi sul canale 904 diSky (3 Channel) e, per i resi-denti in Romagna, sull’emitten-te regionale Icaro Tv.

Vediamoci su Tg e YouTube

Twitta, posta, taggaÈ il Meeting 2.0In Fiera un evento reale. Che sa porsi pure nel mondo virtualeEcco come e dove incontrarsi tra web, mobile e social network

Page 16: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

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Ore 15.00 Stand Alstom

Ore 16.00 Stand Alstom

Ore 18.00 Palco Eventi EXPO

(tutti i giorni)Ore 11.15, 14.15 e 15.30 Palco Eventi EXPO

Ore 17.00 Palco Eventi EXPO

(tutti i giorni)Stand Conai

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Page 17: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

MONDO MEETING

17 19 agosto

Tanti buoni motivi per restare a ca-sa, ma uno più forte per esserci anchequest’anno. Sono parecchie, tra i vo-lontari che hanno allestito il Meetingda domenica scorsa a ieri, le storie cheraccontano di uomini e donne con unlavoro precario alle spalle - o addirittu-ra perso da poco - impegnati a costrui-re qualcosa che - dicono - è parte di lo-ro. E neppure mancano quelli a cui ilterremoto non ha risparmiato terra ecasa. È capitato, per esempio, a Stefa-nia, 22 anni di Rio Saliceto, studentes-sa universitaria a Parma. «Adesso so-no qui a casa a lavorare», dice con vo-ce cristallina. Al pre-Meeting ha lavo-rato «due giorni, ma almeno quelli vo-levo farli. Come mai? Perché è strabel-lo. E lo è perché sono aiutata a capireche si fa fatica per qualcosa di piùgrande. Qui, come a casa». Certo, si ri-costruisce un’abitazione danneggiataper tornare a dormirci (quella di Stefa-nia dovrà essere abbassata di un pianoe mezzo), ma non solo. «Fosse perquello e basta, sarebbe sufficiente unaltro terremoto e saremmo da capo».Le danno fastidio quelli che dicono:che grazia ti è capitata. «Ma quale gra-zia? Il terremoto? Ne avremmo volen-tieri fatto a meno», ribatte, mentre insottofondo suonano le campane dellaparrocchia (qui il campanile si è salva-to, la chiesa però è inagibile). «La gra-zia è il fatto che ho la fede. Senza quel-la non staremmo in piedi. Ed è ciò cheimparo andando a lavorare al pre-Meeting».

Giovanni Bianchi è un falegname diComo. Due giorni la settimana, però,insegna il mestiere nella scuola profes-sionale Oliver Twist. Come l’annoscorso, s’è portato dietro qualcuno dei

milanesi di Architettura e Ingegneria,da Brera o dall’università di Bologna.«Sono stati - spiega Franco - l’eviden-te contraddizione di quel che racconta-no dei giovani d’oggi». Tra i cantieridella Fiera, si sono mossi ragazzi vo-lenterosi, umili, attenti alla puntualità,ricchi di una passione non comune.Soprattutto, con gli occhi puntati a chiavevano davanti: «Per far bene qualco-sa, dal taglio del legno allo sgomberodi un cantiere, c’è bisogno di un mae-stro da seguire. Loro lo avevano e lohanno fatto».

Due invece sono i motivi per cuiFranco torna per l’ennesima volta agestire i volontari del pre-Meeting. «Èil modo per dire grazie all’esperienzache ho incontrato e mi ha cambiato. Eche in questi giorni mi ha sorpreso co-me ogni volta. Quello che man mano“viene su” non è la semplice somma diciò che sappiam fare. C’è dell’Altroche interviene e che trasforma, innan-zitutto, gli sguardi di chi è qui».

Cristiano Guarneri

suoi studenti. «Quest’anno sono venu-ti Francesco e Giacomo - racconta -.Contentissimi, perché conoscono unsacco di persone e fanno il lavoro percui hanno passione. A questa età non è

poco: Francesco ha 17 anni, Giacomoaddirittura 16».

Proprio i giovani sono tra quelli chehanno stupito di più, durante i lavoridel pre-Meeting. «In particolare, il loro

modo di rapportarsi con gli adulti»,racconta Franco Casalboni, detto Ca-co, responsabile dei volontari. Studen-ti delle Superiori e perlopiù universita-ri di ogni età, provenienti dalle facoltà

Un momento dei lavori di prepara-zione del Meeting. Nella foto piccola,Stefania, volontaria al Meeting la cuicasa è stata danneggiata dal sismain Emilia

«A casa, il terremotoIo qui per costruire»

Le storie dei volontari che hanno lavorato al pre-Meeting. Tra di loroStefania, colpita dal sisma emiliano: «Imparo la grazia della fede»

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Martedì 21 agostoOre 16:30: “Un mare – orizzonte Adriatico” Relatore: Fabio Fiori

Ore 18:30: Degustazione, su invito, di prodotti tipici DOP della Provincia di Forlì-Cesena, accompagnati da vini DOC del territorio.

Mercoledì 22 agostoOre 18:30: Degustazione, su invito, di prodotti tipici DOP della Provincia di Reggio Emilia, accompagnati da vini DOC del territorio.

Giovedì 23 agostoOre 16:30: “Atlante della fauna e della fl ora nell’Adriatico” Relatore: Attilio Rinaldi

Ore 18:30: Degustazione, su invito, di prodotti tipici DOP della Provincia di Ferrara, accompagnati da vini DOC del territorio. Venerdì 24 agostoOre 18:30: Degustazione, su invito, di prodotti tipici DOP della Provincia di Parma, accompagnati da vini DOC del territorio.

Page 18: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

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Page 19: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

I FATTI DI OGGI

19 19 agosto

IncontriSANTA MESSAOre 11.15 Auditorium B7Celebra Sua Eccellenza Monsignor France-sco Lambiasi, Vescovo di Rimini.

IL MARTIRIO DELLA NIGERIA: «AB-BIAMO BISOGNO DEL MIRACOLO DIDIO»Ore 12.30 Auditorium B7Incontro con Sua Eccellenza Monsignor I-gnatius Kaigama, Arcivescovo di Jos e pre-sidente della Conferenza Episcopale dellaNigeria. Introduce Davide Perillo, direttoredi Tracce.

TRE ACCORDI E IL DESIDERIO DI VE-RITÀ. ROCK’N’ROLL COME RICERCADELL’INFINITOOre 15.00 Sala A3Partecipa John Waters, editorialista de TheIrish Times. Introduce Alberto Savorana,portavoce di Comunione e Liberazione.

GIOVANNI BELLINI E GLI ANGELIDELLA PIETÀ COME ANNUNCIATORIDELLA RISURREZIONEOre 15.00 Sala C1 SiemensPartecipano: Marco Bona Castellotti, docen-te di Storia dell’Arte Moderna all’UniversitàCattolica del Sacro Cuore di Brescia; Massi-mo Pulini, assessore alla Cultura, Identitàdei luoghi e Istituto Superiore di Studi Musi-cali G. Lettimi del Comune di Rimini. Intro-duce Daniele Celli, dirigente scolastico.

UTOPIE E SIGNIFICATO: DUE BANDIE-RE DELL’INDIPENDENZA DELL’AME-RICA ISPANICA. 1808-1824Ore 15.00 Sala Neri GEPartecipano: Anibal Fornari, docente di An-tropologia Filosofica e direttore del dottora-to in filosofia all’Università di Santa Fe ecuratore della mostra; Carlos Freile, docentedi Storia alla Universidad San Francisco deQuito; Rodrigo Gutiérrez Viñuales, docentedi Storia dell’Arte all’Università di Granada.Introduce Robi Ronza, giornalista e scritto-re.

I GIOVANI PER LA CRESCITA. INCON-TRO INAUGURALE XXXIII MEETINGOre 17.00 Auditorium B7Partecipa Mario Monti, presidente del Con-siglio dei Ministri. Introducono EmiliaGuarnieri, presidente della Fondazione Mee-ting per l’amicizia fra i popoli e Giorgio Vit-tadini, presidente della Fondazione per laSussidiarietà.

UNA ECONOMIA FONDATA SULLACORRESPONSABILITÀ. ESPERIENZEDI COOPERAZIONE A CONFRONTOOre 19.00 Sala C1 SiemensIn collaborazione con Unioncamere. Parteci-pano: Gianpiero Calzolari, presidente diGranarolo; Andrea Ferraris, presidente diCOPAT; Claudia Fiaschi, presidente delConsorzio CGM; Maurizio Gardini, presi-dente di Conserve Italia. Introduce MonicaPoletto, presidente della Compagnia delleOpere - Opere Sociali.

Testi & ContestiINVITO ALLA LETTURA. Introduce Ca-

millo Fornasieri, direttore del Centro cultu-rale di Milano.

Ore 15.00 Eni Caffè Letterario D5CRISTO COME PUNTO CENTRALEDELL’EDUCAZIONE RELIGIOSAPresentazione del libro di Josef AndreasJungmann a cura di Alessandro Gamba (Ed.Marietti 1820). Partecipa Stefano Alberto,docente di Teologia all’Università Cattolicadel Sacro Cuore di Milano.

STORIE DAL MONDO. LIFE IN A DAY.Rassegna di reportages internazionali a curadi Roberto Fontolan e Gian Micalessin.Ore 19.00 Sala Neri GEPresentazione del reportage di Kevin Mac

Donald e Ridley Scott. Produzione: ScottFree Productions e YouTube.

INVITO ALLA LETTURA. Introduce Ca-millo Fornasieri, Direttore del Centro Cul-turale di Milano.Ore 19.00 Eni Caffè Letterario D5LA FORTUNA DI APPARTENERGLI.LETTERA CONFIDENZIALE AI CRE-DENTIPresentazione del libro di Sua EminenzaCardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo E-merito di Bologna (Ed. ESD). Partecipano:Stefano Alberto, docente di Teologia all’U-niversità Cattolica del Sacro Cuore di Mila-no; Giorgio Carbone, direttore delle Edizio-ni Studio Domenicani.

SpettacoliMY FUNKY VALENTINEOre 19.30 Area Piscine Ovest EdisonIntrattenimento musicale con soul, jazz,funky e rivisitazioni di alcuni brani di musi-ca leggera italiana.

THE VILLAGER'S OPERAOre 21.45 Arena D3 SuperflashUna storia d’amore contrastato, ambientatain Libano e raccontata con la danza e la mu-sica tipica di Caracalla Dance Theatre, “il redel mondo teatrale musicale nel Medio O-riente”. In apertura interventi di saluto diFadi Abboud, ministro del Turismo libanesee di Abdel Caracalla, fondatore del Caracal-la Dance Theatre.

Sport3° TRIATHLON SPRINT DEL TITANO /MEETING RIMINIOre 09.00 Multieventi Sport Domus -Serravalle RSMCompetizione agonistica di TriathlonSprint.Nuoto 750 mt. (in piscina); Bici 20.000 mt.;Corsa 5.000 mt.Organizzato da: TRIATHLON DUATH-LON RIMINI A.S.D., SGR Rimini e Mee-ting di Rimini in collaborazione con MSPSan Marino.Con il patrocinio della segreteria di Statoper il Turismo e Sport della Repubblica diSan Marino.Iscrizioni on line: www.duathlon.it (cell.335-7242155).

TORNEO DI BEACH DODGEBALL PERRAGAZZIOre 17.00 Il Gioco del Lotto Sport VillageA cura del CSI - Centro Sportivo Italiano.LA

GIOR

NATA

La crisi economicae il grido del rock

Il premier Monti per la prima volta al Meeting

John Waters è editorialista dell’“Irish Times”

RASSEGNASTAMPA «La natura dell’uomo è rapporto

con l’infinito». La crisi non im-porrebbe richiami più concreti?

«No, anzi. Proprio perché c’è lacrisi diciamo che l’uomo nonpuò lasciarsi determinare dallecircostanze. Né rassegnati né ri-belli, dobbiamo invece essere ir-riducibili e protagonisti di fron-te agli eventi. Abbiamo vissutoper troppi anni al di sopra dellenostre possibilità e al di sottodelle nostre responsabilità».

Presidente Scholz, chi sarà ilprotagonista, la star appunto, delMeeting 2012?

«Ci sarà per esempio il presi-dente dell’Assemblea generaledell’Onu, Al-Nasser o quello delParlamento europeo, MartinSchulz. Comunque, me lo facciadire, i protagonisti saranno igiovani, ancora una volta. Il lo-ro futuro dev’essere al centrodel nostro impegno».

Bernhard Scholz intervistato da Andrea Senesi

«Torniamo ai fondamentali didon Giussani», ammette un e-sponente di peso di Cielle. «O-pere, cultura, comunità e dialo-go interreligioso. La (vecchia)politica questa volta starà unpasso indietro…». Uno scenarioche rende fluido come mai pri-ma il Meeting 2012. «Davveronon sappiamo cosa potrà acca-dere…».

Marco Alfieri

Tema astratto, dicono.«Tema esplosivo, invece. Perchéparla del valore dell’autoco-scienza di ogni uomo che lo ren-de capace di far fronte anche al-le circostanze più dure, diven-tando sempre più se stesso».«…il realismo che vogliamo ri-mettere al centro è quello di unuomo che tratta sé e la realtà co-me parte di un mistero piùgrande». «Racconteremo espe-rienze positive nate in questi an-ni nella scuola, nell’università,nel mondo del lavoro, conse-guenze di “imprevedibili istan-

ti”, momenti in cui tanti giova-ni, nonostante circostanze av-verse, sono stati leali con i lorodesideri più profondi e si sonomossi, dando vita a soluzioninuove ai problemi incontrati».

Giorgio Vittadini intervistato daAngelo Picariello

TWEET DEL GIORNO

@DeVortoli: Meeting di Cl, ilPapa l’uomo ha sete di infinitoma cerca in direzioni sbagliate:A14 uscita Rimini.

@DPipit1: C'è qualche volonta-rio del #meeting in coda da Bo-logna? Almeno ci si fa compa-gnia @MeetingRimini

@MeetingRimini: "Vivilo connoi": ricordatevi di seguire i re-porter del Social Media Teamdel #meeting

@n0v1x84#FF @meeting_engThe English twitter account ofMeeting Rimini. Follow us#meeting

DirettoreStefano FilippiDirettore responsabileCesare Trevisani EditoreAssociazione Meetingper l’amicizia tra i popoliAssociazione riconosciuta con D.P.R.n.869 del 6/8/1986, sede: via Flami-nia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini.Tel. 0541-783100, Fax. 0541-786422.Progetto graficoG&C, MilanoImpaginazioneEdita, RiminiFotolito e stampaSigrafvia Redipuglia, 77 Treviglio (BG)RegistrazioneTribunale di Rimini n.16/91 del15/07/1991PubblicitàUfficio commerciale MeetingTel. 0541-783100FotografiPaola Marinzi, Giovanni ZennaroE.mail: [email protected]

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Page 20: Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

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