Il Fatto Quotidiano 21 Agosto 2011

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1,20 – Arretrati: 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Domenica 21 agosto 2011 – Anno 3 – n° 198 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 www.ilfattoquotidiano.it Comunione Presidenziale di Luca Telese dc Q uesta sera Giorgio Napolitano va a Ri- mini. Fra le notizie dell’estate degne della categoria immaginifica dello stra- no ma vero, c’è quella di un presidente della Repubblica che inaugura solennemen- te il Festival di Comunione e Liberazione. Chi scrive, in una redazione in cui albergano le opinioni più diverse sulla presidenza Napo- litano, è fra quelli convinti che si tratti di uno dei migliori inquilini del Colle dopo Sandro Pertini. Proprio per questo, peró, non capi- sce il senso di una partecipazione al più po- litico dei festival politici italiani. È opportuno che uno dei presidenti più attenti alla sacra- lità del suo ruolo apra il meeting di un mo- vimento che da sempre si occupa di anime, ma anche di affari? È opportuno che dia il suo imprimatur istituzionale alle opere, ma – in- direttamente – anche agli appalti della Com- pagnia? Troverete, in questo giornale, un ar- ticolo sulle disavventure giudiziarie di Co- munione & Fatturazione. Quelle inchieste non sono certo un’ombra che possa oscurare il valore di un intero movimento, ma bastano per porre un problema di opportunità per una autorità istituzionale che diventerebbe per il meeting, come già fu con Andreotti, una sorta di guida spirituale. Non c’è il ri- schio che il Quirinale diventi una nuova ico- na? C’è infine un altro aspetto, oltre al sot- totesto nobile dell’ex nemico ideologico del Novecento che si riconcilia simbolicamente con i suoi secolari avversari. Quello di un Col- le che esce dalla sua terzietà per entrare di fatto nell’agone della polemica politica ita- liana. Se Napolitano va al meeting di Rimini, perché mai non dovrebbe andare alla festa del Pdl di Mirabello, ospite del senatore Bal- boni? Perché non dovrebbe partecipare alla festa nazionale del suo partito, ospite del re- sponsabile feste del Pd, Lino Paganelli? In- somma, se Napolitano sceglie di diventare un politico come gli altri, interventista e presen- zialista, non può limitare la sua presenza alla sola festa dei ciellini. Non può rischiare di di- ventare uno dei tanti ingredienti della colla- teralità trasversale che da sempre si articola intorno al meeting. E nemmeno di diventare il garante, nel nome di una necessaria unità nazionale, di un nuovo inciucio emergenzia- le. Forse, dato il suo altissimo ruolo, e data la sua dichiarata aspirazione alla sobrietà, fareb- be bene a vigilare di più e presenziare di me- no. Oppure a spiegare pubblicamente come si può entrare a cantare in una chiesa di parte senza rischiare di essere fagocitati dal coro. Nasce una pagina Facebook che chiede al Vaticano di pagare le tasse . Sono in 56mila, molti si dichiarano cattolici CRICCHE & PROCESSI LA POLITICA SOTTO RICATTO B. e la sentenza su Dell’Utri. Tremonti e la richiesta di arresto per Milanese. Bersani e l’inchiesta Penati. Per governo e partiti si annuncia un autunno nero. E non solo per la crisi economica MVB, la Portoghese di Marco Travaglio A vete presente la Brambilla? Ma sì, l’ex commerciante di mangimi per pesci divenuta ministro del Turismo. Quella delle consulenze agli amichetti suoi, col fidanzato ai vertici dell’Aci. Ecco, quella lì. Tenetevi forte: ha fatto causa al nostro giornale. Si accontenta di poco: un milione e mezzo. L’aspetto più avvincente della faccenda è che si fa difendere da un’istituzione pubblica, l’Avvocatura dello Stato, fingendo che il Fatto abbia attaccato il suo ministero e non lei. Così accolla le parcelle della sua difesa ai contribuenti. Lo fece già B. quando Piero Ricca gli diede del buffone, poi Ricca fu assolto e il conto delle spese legali lo pagammo noi. L’Avvocatura fu costretta a difendere dinanzi alla Corte europea di Lussemburgo gli abusi del governo contro Europa7, cui lo Stato negava le frequenze per non toglierle a Rete4: quella volta, già che c’era, copiò intere pagine della memoria difensiva della parte privata Mediaset. Non si contano poi le volte in cui gli avvocati dello Stato han dovuto coprirsi di ridicolo davanti alla Consulta per difendere questa o quella legge ad personam, dunque incostituzionale. L’ultima fu per il lodo Alfano, che l’avvocato pubblico raccomandò di avallare perché sennò B. sarebbe tornato sotto processo e avrebbe dovuto dimettersi. Roba che nemmeno Ghedini e Pecorella avevano mai osato sostenere. La Consulta bocciò il lodo e non smise più di ridere. Usa a obbedir tacendo, anzi straparlando, ora l’Avvocatura dello Stato ci notifica un esilarante atto di citazione di 36 pagine firmato dall’avvocato Massimo Salvatorelli e dal viceavvocato generale Massimo Mari con una richiesta di danni che, se accolta, farebbe chiudere il Fatto. Motivo: la presunta “campagna di stampa” che avrebbe “gettato discredito in modo del tutto generico e immotivato sulla valenza e la concreta utilità e operatività” del ministero del Turismo. Poche righe più avanti, i due legali aggiungono che il Fatto “attribuisce al ministro una serie di fatti specifici”. Se ne deduce che l’avvocato Salvatorelli ha scritto le righe pari e il viceavvocato Mari quelle dispari, visto che riescono ad accusarci contemporaneamente di essere generici e specifici. Ma il bello è che nessuno dei fatti raccontati viene smentito. È vero che MVB ha ingaggiato al ministero come consulenti un bel numero di suo amici ed ex collaboratori nella sua Tv delle Libertà (ovviamente fallita) e dai suoi Circoli delle Libertà (di cui s’è persa traccia). Ma lo fece – assicura l’Avvocatura – un po’ con procedure “paraconcorsuali” un po’ in base al suo “intuitus personae”: un fiuto da rabdomante. Il nostro delitto è stato scrivere che li ha “imbarcati” in “posti pubblici” (espressioni che denotano una pericolosa quanto “efficace arma dell’ironia”) e soprattutto mettere le virgolette all’aggettivo “esperti”, ingenerando nel lettore il dubbio che non fossero poi tanto esperti. Insomma, con questa “accattivante prospettazione” e con “argomentazioni capziose e suggestive” avremmo “insinuato” un “distorto uso della cosa pubblica a fini privati”. E qui avvocato e viceavvocato dello Stato hanno proprio colto nel segno. Solo che noi non abbiamo insinuato tutto ciò: l’abbiamo proprio affermato. Noi siamo convinti, alla luce dei fatti denunciati, che la signorina Brambilla non sia adatta a fare il ministro e che i suoi consulenti servano a poco o a nulla. Questo però non è un delitto: si chiama diritto di cronaca e di critica, sancito dalla Costituzione. Le nostre inchieste infatti non miravano a “ledere l’immagine del ministero” né tantomeno “della presidenza del Consiglio” (già sufficientemente lesi da MVB e da B.), ma anzi a tutelare quelle istituzioni dai loro attuali occupanti. Ringraziamo comunque la ministra per aver confermato, con questa causa, la nostra convinzione: infatti, per difendersi dall’accusa di fare un uso privato della cosa pubblica, si serve di un’istituzione pubblica per una sua lite privata. A carico nostro. Del resto l’Avvocatura dello Stato ha sede a Roma in via dei Portoghesi. Quando la toponomastica diventa vocazione. STORIE DI CASTE x Tutti i nomi di un anno di scandali La casta adesso trema davvero Tre decenni dopo la P2 e due dopo Tangentopoli l’Italia è ancora ostaggio del malaffare pag. 2-3 z U di Giorgio Meletti CL ASCOLTA IL VANGELO DEGLI SPONSOR L’ anno scorso il copione fu il solito: parata di politici, imprenditori e manager a caccia di un titolo di giornale con qualche frase storica e soprattutto del caldo applau- so dei giovani di Comunione e Liberazione. pag. 7 z U di Furio Colombo IL NEW DEAL CHE SERVE AI GIOVANI G iovani: per il loro problema di esistere e di non trovare spazio e risorse per esistere, ci sono tre grandi soluzioni. La pri- ma è quella di immense guerre, che impiegano tutti i giovani di- sponibili e ne rimandano indie- tro molti meno. pag. 14 z n Il rais e la fuga Gheddafi sceglierà Chavez o Hammamet (come Craxi)? Cicardi pag. 10-11z CATTIVERIE Per il tesoro Usa c’è un errore nei calcoli di 2.000 miliardi di dollari. Oppure c’è un tizio molto felice alle Seychelles (www.spinoza.it) U di Lorenzo Galeazzi HO IL PANFILO MA NON VE LO DICO È sua questa barca?”. “Magari, sono solo un ospite”. “Il pro- prietario è a bordo?”. “No, non c’è”. “È in paese? Forse possia- mo chiamarlo”. “No, non è qui. Ora, se non le dispiace, la salu- to”. la regola d’oro di Portofino è il silenzio. pag. 5 z U di Fabio Amato BRAMBILLA VS IL FATTO, PAGA LO STATO F edele al nomignolo di “ca- ne da polpaccio” affibbia- tole da Berlusconi in perso- na, il ministro del Turismo Mi- chela Vittoria Brambilla si è avventato su questo giornale e ora chiede un milione di eu- ro di risarcimento. pag. 4 z Dall’alto in senso orario: Berlusconi-Dell’Utri, Bersani-Penati, Tremonti-Milanese (FOTO ANSA) all’interno pag. I - VIII z y(7HC0D7*KSTKKQ( +#!z!:!$!=

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Il Fatto Quotidiano 21 Agosto 2011

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€ 1,20 – Arretrati: € 2,00Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Domenica 21 agosto 2011 – Anno 3 – n° 198Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Romatel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

w w w. i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

Comunione Presidenzialedi Luca Telese

dc

Questa sera Giorgio Napolitano va a Ri-mini. Fra le notizie dell’estate degnedella categoria immaginifica dello stra-no ma vero, c’è quella di un presidente

della Repubblica che inaugura solennemen-te il Festival di Comunione e Liberazione. Chiscrive, in una redazione in cui albergano leopinioni più diverse sulla presidenza Napo-litano, è fra quelli convinti che si tratti di unodei migliori inquilini del Colle dopo SandroPertini. Proprio per questo, peró, non capi-sce il senso di una partecipazione al più po-litico dei festival politici italiani. È opportunoche uno dei presidenti più attenti alla sacra-lità del suo ruolo apra il meeting di un mo-vimento che da sempre si occupa di anime,ma anche di affari? È opportuno che dia il suoimprimatur istituzionale alle opere, ma – in -direttamente – anche agli appalti della Com-pagnia? Troverete, in questo giornale, un ar-ticolo sulle disavventure giudiziarie di Co-munione & Fatturazione. Quelle inchiestenon sono certo un’ombra che possa oscurareil valore di un intero movimento, ma bastanoper porre un problema di opportunità peruna autorità istituzionale che diventerebbeper il meeting, come già fu con Andreotti,una sorta di guida spirituale. Non c’è il ri-schio che il Quirinale diventi una nuova ico-na? C’è infine un altro aspetto, oltre al sot-totesto nobile dell’ex nemico ideologico delNovecento che si riconcilia simbolicamentecon i suoi secolari avversari. Quello di un Col-le che esce dalla sua terzietà per entrare difatto nell’agone della polemica politica ita-liana. Se Napolitano va al meeting di Rimini,perché mai non dovrebbe andare alla festadel Pdl di Mirabello, ospite del senatore Bal-boni? Perché non dovrebbe partecipare allafesta nazionale del suo partito, ospite del re-sponsabile feste del Pd, Lino Paganelli? In-somma, se Napolitano sceglie di diventare unpolitico come gli altri, interventista e presen-zialista, non può limitare la sua presenza allasola festa dei ciellini. Non può rischiare di di-ventare uno dei tanti ingredienti della colla-teralità trasversale che da sempre si articolaintorno al meeting. E nemmeno di diventareil garante, nel nome di una necessaria unitànazionale, di un nuovo inciucio emergenzia-le. Forse, dato il suo altissimo ruolo, e data lasua dichiarata aspirazione alla sobrietà, fareb-be bene a vigilare di più e presenziare di me-no. Oppure a spiegare pubblicamente comesi può entrare a cantare in una chiesa di partesenza rischiare di essere fagocitati dal coro.

Nasce una pagina Facebook che chiede al Va t i c a n o dipagare le tasse. Sono in 56mila, molti si dichiarano cattolici

CRICCHE & PROCESSILA POLITICA SOTTO RICATTO

B. e la sentenza su Dell’Utri. Tremonti e la richiesta di arrestoper Milanese. Bersani e l’inchiesta Penati. Per governo e partitisi annuncia un autunno nero. E non solo per la crisi economica

MVB, la Portoghese

di Marco Travaglio

Avete presente la Brambilla? Ma sì, l’excommerciante di mangimi per pesci divenutaministro del Turismo. Quella delle consulenzeagli amichetti suoi, col fidanzato ai vertici

dell’Aci. Ecco, quella lì. Tenetevi forte: ha fatto causa alnostro giornale. Si accontenta di poco: un milione emezzo. L’aspetto più avvincente della faccenda è che sifa difendere da un’istituzione pubblica, l’Av vo c a t u radello Stato, fingendo che il Fatto abbia attaccato il suoministero e non lei. Così accolla le parcelle della suadifesa ai contribuenti. Lo fece già B. quando PieroRicca gli diede del buffone, poi Ricca fu assolto e ilconto delle spese legali lo pagammo noi. L’Av vo c a t u rafu costretta a difendere dinanzi alla Corte europea diLussemburgo gli abusi del governo contro Europa7, cuilo Stato negava le frequenze per non toglierle a Rete4:quella volta, già che c’era, copiò intere pagine dellamemoria difensiva della parte privata Mediaset. Non sicontano poi le volte in cui gli avvocati dello Stato handovuto coprirsi di ridicolo davanti alla Consulta perdifendere questa o quella legge ad personam, dunqueincostituzionale. L’ultima fu per il lodo Alfano, chel’avvocato pubblico raccomandò di avallare perchésennò B. sarebbe tornato sotto processo e avrebbedovuto dimettersi. Roba che nemmeno Ghedini ePecorella avevano mai osato sostenere. La Consultabocciò il lodo e non smise più di ridere. Usa a obbedirtacendo, anzi straparlando, ora l’Avvocatura dello Statoci notifica un esilarante atto di citazione di 36 paginefirmato dall’avvocato Massimo Salvatorelli e dalviceavvocato generale Massimo Mari con una richiestadi danni che, se accolta, farebbe chiudere il Fatto.Motivo: la presunta “campagna di stampa” che avrebbe“gettato discredito in modo del tutto generico eimmotivato sulla valenza e la concreta utilità eo p e ra t i v i t à ” del ministero del Turismo. Poche righe piùavanti, i due legali aggiungono che il Fatto “attr ibuisceal ministro una serie di fatti specifici”. Se ne deduceche l’avvocato Salvatorelli ha scritto le righe pari e ilviceavvocato Mari quelle dispari, visto che riescono adaccusarci contemporaneamente di essere generici especifici. Ma il bello è che nessuno dei fatti raccontativiene smentito. È vero che MVB ha ingaggiato alministero come consulenti un bel numero di suo amicied ex collaboratori nella sua Tv delle Libertà(ovviamente fallita) e dai suoi Circoli delle Libertà (dicui s’è persa traccia). Ma lo fece – assicura l’Av vo c a t u ra– un po’ con procedure “paraconcor suali” un po’ inbase al suo “intuitus personae”: un fiuto darabdomante. Il nostro delitto è stato scrivere che li ha“i m b a rc a t i ” in “posti pubblici” (espressioni chedenotano una pericolosa quanto “efficace armadell’i ro n i a ”) e soprattutto mettere le virgoletteall’aggettivo “esper ti”, ingenerando nel lettore ildubbio che non fossero poi tanto esperti. Insomma,con questa “accattivante prospettazione” e con“argomentazioni capziose e suggestive” av re m m o“i n s i nu a t o ” un “distorto uso della cosa pubblica a finipr ivati”. E qui avvocato e viceavvocato dello Statohanno proprio colto nel segno. Solo che noi nonabbiamo insinuato tutto ciò: l’abbiamo proprioaffermato. Noi siamo convinti, alla luce dei fattidenunciati, che la signorina Brambilla non sia adatta afare il ministro e che i suoi consulenti servano a poco oa nulla. Questo però non è un delitto: si chiama dirittodi cronaca e di critica, sancito dalla Costituzione. Lenostre inchieste infatti non miravano a “l e d e rel’immagine del ministero” né tantomeno “dellapresidenza del Consiglio” (già sufficientemente lesi daMVB e da B.), ma anzi a tutelare quelle istituzioni dailoro attuali occupanti. Ringraziamo comunque laministra per aver confermato, con questa causa, lanostra convinzione: infatti, per difendersi dall’accusa difare un uso privato della cosa pubblica, si serve diun’istituzione pubblica per una sua lite privata. Acarico nostro. Del resto l’Avvocatura dello Stato hasede a Roma in via dei Portoghesi. Quando latoponomastica diventa vocazione.

STORIE DI CASTEx

Tutti i nomi di unanno di scandaliLa casta adessotrema davveroTre decenni dopo laP2 e due dopoTa n ge n t o p o l il’Italia è ancoraostaggio delmalaffare pag. 2-3z

Udi Giorgio Meletti

CL ASCOLTAIL VANGELODEGLI SPONSOR

L’ anno scorso il copione fuil solito: parata di politici,

imprenditori e manager acaccia di un titolo di giornalecon qualche frase storica esoprattutto del caldo applau-so dei giovani di Comunionee Liberazione. pag. 7 z

Udi Furio Colombo

IL NEW DEALCHE SERVEAI GIOVANI

G iovani: per il loro problemadi esistere e di non trovare

spazio e risorse per esistere, cisono tre grandi soluzioni. La pri-ma è quella di immense guerre,che impiegano tutti i giovani di-sponibili e ne rimandano indie-tro molti meno. pag. 14 z

nIl rais e la fuga

Gheddafi sceglieràChavez o Hammamet(come Craxi)?

Cicardi pag. 10-11z

C AT T I V E R I EPer il tesoro Usa c’è un errore neicalcoli di 2.000 miliardi di dollari.Oppure c’è un tizio molto felicealle Seychelles ( w w w. s p i n o z a . i t )

Udi Lorenzo Galeazzi

HO IL PANFILOMA NONVE LO DICO

È sua questa barca?”. “Magar i,sono solo un ospite”. “Il pro-

prietario è a bordo?”. “No, nonc’è”. “È in paese? Forse possia-mo chiamarlo”. “No, non è qui.Ora, se non le dispiace, la salu-to”. la regola d’oro di Portofinoè il silenzio. pag. 5 z

Udi Fabio Amato

BRAMBILLAVS IL FATTO,PAGA LO STATO

F edele al nomignolo di “ca-ne da polpaccio” af fibbia-

tole da Berlusconi in perso-na, il ministro del Turismo Mi-chela Vittoria Brambilla si èavventato su questo giornalee ora chiede un milione di eu-ro di risarcimento. pag. 4 z

Dall’alto in senso orario: Berlusconi-Dell’Utri, Bersani-Penati, Tremonti-Milanese (FOTO ANSA)

all’interno pag. I - VIII z

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di Antonella Mascali, Antonio Massarie Ferruccio Sansa

A30 ANNI dalla scoperta della P2e a quasi 20 anni da Tangentopolici risiamo: le inchieste sulle “log -ge ” occulte e sulla corruzione, suiricatti coinvolgono maggioranza eopposizione, destra e sinistra: è la

questione morale mai risolta. Vecchi e nuovi nomisi intrecciano nelle carte delle procure di Milano,Roma e Napoli. A volte si rischia di perdere il filo.Di seguito un manuale che, in sintesi, ricostruiscele inchieste principali dell’ultimo anno.

I DOLORI DI SESTO

Filippo Penati sindaco di Sesto San Giovanni, poipresidente della Provincia di Milano, quindi coor-dinatore della segreteria di Pierluigi Bersani, è ac-cusato di corruzione, concussione e finanziamentoillecito ai partiti. Tutto parte dall’area ex Falck, unavolta polo dell’acciaio, oggi il più grande cantiered’Europa. Due i grandi accusatori: gli imprenditoriPiero Di Caterina eGiuseppe Pasini. Per la Falckl’accusa parla di mazzette per 5,7 miliardi di lire nel2001, 1,250 per l’area Marelli. Pasini racconta diaver pagato “4 mld a Di Caterina perché mi era statochiesto da Penati per il piano regolatore. Mi disse(Penati, ndr) che avrei dovuto dare qualcosa al par-t i t o . L’operazione costava 20 miliardi”. Pasini chia-ma in causa Omar Degli Esposti, vicepresidentedel Consorzio Cooperative di Costruttori di Bolo-gna (indagato per concussione) e sostiene di averdovuto assegnare consulenze per 2,4 milioni di eu-ro a professionisti indicati dalle Coop (Fr a n c e s c oAgnelloeGianpaolo Salami, entrambi indagati).Indagato per concussione Giorgio Oldrini, sinda-co di Sesto, per la ricostruzione del Palaghiaccio.Di Caterina racconta di pagamenti in contanti a Pe-nati e Giordano Vimercati, capo di Gabinetto inProvincia, indagato. Si parla di 2,2 milioni di euro.Di Caterina avrebbe anticipato a Penati tangentiche altri avrebbero dovuto poi pagare. L’ex presi-dente respinge con forza tutte le accuse: “Pa s i n i ,che si è candidato a sindaco con il Pdl, dà dei soldia Di Caterina che dopo dieci anni chiede che io glirestituisca. Siamo alle tangenti con l’elastico”.Pasi -ni replica: “Ho pagato tranche tra i 20 e 50 mila eurofino al 2010. La prassi era che Pasqualino Di Leva(ex assessore al Bilancio) mi chiamava e mi dicevache la mia licenza era stata approvata, e mi invitavaper un caffè. Io capivo che avrei dovuto portarequalcosa. Per me erano soldi per il partito nazio-

Areaex FalkCorruzione, concussionee finanziamento illecitoai partiti: sono le accusenei confronti di FilippoPenati, ex coordinatoredella Segreteria diBersani. L’i n ch i e s t aparte dall’area ex Falk:secondo i pm, mazzetteper 5,7 miliardi di lire.

L’ITALIA DEI DISONESTIMAZZETTE, POTERE

E RICATTIDalla P3alle tangenti

di SestoSan Giovanni,

da Bisignania casa Tremonti,

passandoper Verdinie Dell’Utr i

Un manualeper orientarsi

x QUESTIONE MORALE x

QUELLA SPORCA (MEZZA) DOZZINA

P3, AL SERVIZIO DI B.

L'8 lugliodel 2010 la Procura di Roma ordina l’ar -resto del faccendiere Flavio Carboni, del geome-tra-giudice tributarista Pasquale Lombardi e del-l’imprenditore napoletano Arcangelo Martinocon l’accusa di associazione a delinquere e violazio-ne della legge Anselmi. Sotto inchiesta ancheil se-natore Marcello Dell'Utri, l’ex coordinatoredelPdl,Denis Verdini, il sottosegretario alla GiustiziaGiacomo Caliendo(la Procura sembra intenziona-ta a chiedere l’archiviazione) e l'ex sottosegretarioall’Economia Nicola Cosentino. Diversi gli inter-venti illeciti contestati: la nomina al Csm, nel feb-braio 2010, del presidente della corte d’Appello diMilano Alfonso Marra (dimessosi dalla magistra-tura) poco prima della causa civile in secondo gradoper il lodo Mondadori; il tentativo, fallito, di condi-zionare la Corte costituzionale perché si pronun-ciasse, nell'ottobre 2009, a favore del lodo Alfano; iltentativo, anche questo fallito, di aiutare il presiden-te della Lombardia Roberto Formigoninel ricorsopresso la Corte d’Appello di Milano dopo l'esclusio-ne della sua lista alle elezioni del marzo 2010. Il go-vernatore, voleva anche un'ispezione ministerialecontro i giudici milanesi e aveva chiesto una “con -sulenza”ad Arcibaldo Miller, inossidabile capo de-gli “007” di via Arenula. Miller(non indagato) par-tecipò anche al banchetto a casa Verdini in cui i com-mensali,, secondo l'accusa, avrebbero fatto la contadi quanti giudici della Consulta avrebbero votato afavore del Lodo. Indagato per corruzione anche l'exprimo presidente della Cassazione Vincenzo Car-bone. Secondo i pm “Accettava da Lombardi la pro-messa di futuri incarichi da ricoprire” dopo il pen-sionamento del luglio 2010. “Incarichi che egli stes-so sollecitava e in vista dei quali Lombardi si ado-perava presso terzi, per favorire una parte in un pro-cesso civile, attraverso il rinvio della causa Monda-dori contro l’Agenzia delle Entrate”.L’8 agosto scorso il procuratore aggiunto Giancar -lo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli hanno inviatoalle parti l’avviso di conclusione indagini. Secondola Procura, la P3 aveva al vertice non solo Carboni,Lombardi e Martino ma anche Dell’Utri Verdini.Scandagliando i conti correnti di Dell'Utri, gli inqui-renti scoprono che Silvio Berlusconi, tra febbraio emarzo 2011, gli ha versato, come "prestiti infrutti-feri", ben 8,5 milioni di euro, ai quali bisogna ag-giungere un altro precedente bonifico, con la stes-sa causale, di circa un milione. Altri 8,3 milioni, in-vece, finiscono sui conti di Denis Verdini e consor-te. I bonifici sono disposti da un parlamentare-im-prenditore del Pdl: il senatore e re delle cliniche An-tonio Angelucci. C’è, inoltre, un nuovo indagato, il

nale”. E Di Caterina rincara la dose: “Mi hanno spre-muto come un limone”.I pm indagano anche sull’acquisto da parte dellaProvincia di Milano, allora guidata da Penati, del15% delle azioni dell’autostrada Milano-Serravalledall’imprenditore Marcellino Gavio. Un’opera -zione da 238 milioni di euro: ogni azione vennepagata 8,93 euro a Gavio che, 18 mesi prima, leaveva acquistate a 2,9. Una plusvalenza da 176 mi-lioni. Gabriele Albertini, allora sindaco di Mila-no, denunciò: dopo l’operazione, Gavio investì 50milioni nella scalata Bnl aiutando Giovanni Con-sor te, il “furbetto rosso” di Unipol. “Mi sono im-pegnato con Fa s s i n o eD’Alema” - avrebbe dettoGavio nel luglio 2005 all’assessore ai trasporti diMilano, Giorgio Goggi. Lo scrive lo stesso Goggiin una lettera riportata dal Sole 24 ore e consegnatanell’aprile 2006 da Albertini alla Procura di Mila-no. In un altro filone dell’inchiesta Bruno Bina-sco, braccio destro di Gavio, è indagato perché nel2010 avrebbe finanziato illecitamente con 2 mi-lioni di euro Penati. I pm stanno concentrando laloro attenzione anche sui finanziamenti alla fon-dazione Fare Metropoli di Penati perquisita due set-timane fa dalla GdF. .

LO SCANDALO ENAC

L’inchiesta che tocca Vincenzo Morichini(amico diMassimo D’Alema) e Franco Pron-zato (vicino a Pierluigi Bersani) parte dall’inter -rogatorio dell’imprenditore toscano Pio Piccini,ascoltato per un giro di appalti nella sanità. Pic-cini, però, parla anche di un appalto con Finmec-canica da 8 milioni l’anno. Per ottenerlo (senzagara) si ricorre a Morichini, proprietario con D’A-lema dello yacht Ikarus e procacciatore di finan-ziamenti per I t a l i a n i e u ro p e i . Piccini spiega: “Seavessimo ottenuto l’appalto, avremmo versato il5% a Morichini e alla fondazione di D’Alema”. DaMorichini si arriva a Franco Pronzato (arrestato),responsabile del settore trasporto aereo del Pd emembro del cda Enac.Al centro dell’accusa di corruzione, una bustarellada 40 mila euro che l’imprenditore Viscardo Pa-ganelli avrebbe dato a Pronzato (che doveva divi-derla con Morichini) per il rilascio del certificatoCoa, necessario alla compagnia aerea Rotkopf per ilcollegamento tra Pisa, Firenze e l’Elba. Dalle cartedella Rotkopf emergono anche cinque voli che lasocietà avrebbe offerto a Massimo D’Alema, chespiega al Fatto Quotidiano: “Abbiamo accettato l’in -vito da Morichini il quale, per quanto ne sappiamo,ha pagato quei voli”.

Filippo Penati, l’a s p i ran t eministro del Pd

Al fianco del segretario Pier LuigiBersani nell’o rgan i z z a z i o n e

del partito, è indagatoper corruzione, concussione

e finanziamento illecito

MassimoD’AlemaUn giro d’appalti e tangentiche coinvolge VincenzoMorichini e FrancoPronzato: il primo ècoproprietario dello yacht diD’Alema, nonchéprocacciatore difinanziamenti per lafondazione Italianieuropei. Ilsecondo è vicino a Bersani.

FlavioCarboniUn sistema benorganizzato che orienta lescelte della giustizia perfavorire Berlusconi.Coinvolti imprenditori(Carboni, Martino),politici (Verdini, Dell’Utri,Caliendo e Cosentino) euomini di legge (Marra,Miller e Carbone).

LuigiBisignaniI pm di Napoli scoprono una“l oggi a ” segreta che cerca dicondizionare gli organiistituzionali dello Stato perfavorire B. e i suoi amici. Incarcere il parlamentare PdlPapa, il lobbysta Bisignanie il carabiniere del RosLa Monica.

La casadi TremontiPresunte irregolarità negli appalticoncessi dalla Sogei, societàcontrollata dal Tesoro. Il bracciodestro di Tremonti, Milanese, èaccusato di corruzione.Nel mirino, i lavori che la Sogeiavrebbe concesso alla Edil Ars incambio di ristrutturazioni, tra cuiquella alla casa di Tremonti.

AlbertoTe d e s c oSecondo la Procura di BariAlberto Tedesco, uomo diD’Alema in Puglia, “era acapo di un’o rgan i z z a z i o n ecriminale e per circaquattro anni hainfluenzato la Sanità epilotato le scelte regionaliin materia”. A favore degliamici del Pd.

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Domenica 21 agosto 2011

Il sistema si preparaall’autunnopiù caldo Il solito malaffare

ci costa almenosessanta miliardiG IORNI DIFFICILI. I tagli delle

manovre finanziarie riducono tra-sporti, servizi sociali, sanità, scuola.Ancora peggio andrà nel 2012-2013,

quando gli enti locali ne risentiranno in pieno. Ep-pure almeno 70 miliardi si ricupererebbero senzachiedere sacrifici, semplicemente combattendo lacorruzione. Un “t e s o re t t o ” cui sono legati anche i130 miliardi del fatturato delle mafie che si av-vantaggiano della corruzione e la alimentano in ungiro perverso. Per non dire dei 120 miliardi del-l’evasione fiscale, anch’essi frutto dell’illegalità dif-fusa.Ecco la vera manovra di cui ha bisogno l’Italia,perché la “questione morale” è anche “e c o n o-mica”. Un Paese corrotto e ingiusto è anche menoefficiente, e quindi più povero. Difficile, però, tro-vare chi abbia l’autorevolezza per varare questariforma. Non certo Berlusconi che deve scioglieretanti nodi che lo riguardano personalmente e vedesuoi amici a giudizio (Marcello Dell’Utri, condan-nato a 7 anni per concorso esterno in associazionemafiosa, attende il giudizio definitivo della Cas-sazione). Non Tremonti che si è bruciato con l’i n-chiesta sul suo braccio destro e coinquilino, MarcoMilanese. Ma ecco l’anomalia – o meglio, il dram-ma – dell’Italia: se la maggioranza non è credibileper combattere la corruzione, l’opposizione nonpuò scagliare la prima pietra. L’inchiesta sull’Enavche ha travolto amici e collaboratori di MassimoD’Alema e Pierluigi Bersani non era ancora finita egià ecco arrivare l’indagine su Filippo Penati, brac-cio destro del segretario Pd. Casi di contagio nelcentrosinistra si segnalano in comuni e regioni.Basterebbe questo a spiegare l’opportunità di te-ner d’occhio le indagini sulla corruzione, di seguirlesingolarmente, ma anche di disegnarne un quadrod’insieme. Che cosa resta della P2? Che cosa si-gnificano le nuove sigle che vi si legano come P3 e

P4? E sono davvero nuove o rappresentano la pro-secuzione con mezzi diversi e in differenti ambientidei vecchi vizi? A mettere in guardia sono i nomi:restano in servizio mascalzoni di lungo corso, vec-chi arnesi ricompaiono senza aver pagato il giustoprezzo per i loro reati. Ci sono purtroppo alcunenovità. Magistrati protetti e promossi grazie adassociazioni corruttrici, o addirittura complici nelpassare notizie ai malfattori. L’allarme diventa piùgrave: la magistratura, presidio della legalità, pre-senta crepe. È malinconico vedere quanto il Paesesia rimasto indifferente di fronte alla decadenzadella morale civile e della cosa pubblica. Non c'èstata la tanto sbandierata riforma della normativaanticorruzione, che ci metterebbe al livello euro-peo. Non c’è un impegno inflessibile dell’o p p o-sizione in questa materia.Non c’è neppure, bisogna dirlo, un’opinione pub-blica forte e coerente. Da anni l’associazione Tran-sparency International ci mette sull’avviso: scalia-mo brillantemente la graduatoria dei Paesi piùcorrotti, ci siamo lasciati dietro le democrazie eu-ropee, molte extra-europee e perfino regimi che untempo definivamo da operetta. Siamo a questopunto. Le inchieste, però, oltre a rivelare un malesono anche un’occasione per fare chiarezza e re-cuperare denaro. A Firenze nel 2010 ecco un se-questro da 1,2 miliardi di euro a carico della mul-tinazionale Menarini (è in corso un contenziosodavanti all’Agenzia delle Entrate), a Milano cen-tinaia di milioni sono tornati allo Stato con l’i n-chiesta Antonveneta. Per individuare una nuovastrada, però, occorre essere informati. Soltanto cosìsi potrà capire di chi fidarci per voltare finalmentepagina. (f. sa)

deputato del Pdl, Massimo Parisi, accusato di fi-nanziamento illecito ai partiti. Durante l’indagine èstato sentito come testimone, il governatore dellaCampania, Stefano Caldoro( Pdl) . L’ ex assessoreErnesto Sica, ex sindaco Pdl di Pontecagnano (in-dagato) insieme all’imprenditore Martino stavanopreparando un dossier per fargli fare “la fine di Mar-ra z z o ”. Obiettivo: pregiudicargli nel 2010 la corsaalla presidenza della Regione e spianare così la stra-da a Cosentino.Secondo la procura di Napoli, (inchiesta “P3 bis”)Silvio Berlusconi è stato ricattato da Ernesto Sica,con il quale avrebbe comprato i senatori della si-nistranel 2007 per far cadere il Governo Prodi. Sica,è accusato insieme a Nicola Cosentinio, coordina-tore del Pdl in Campania, di concorso in estorsionee minacce a corpo dello Stato.

P4, LA RETE-BISIGNANI

Il 15 giugno la Procura di Napoli firma un richie-sta d’arresto per tre persone: il parlamentare delPdl, nonché magistrato, Alfonso Papa, il lobbystapiù influente d’Italia, Luigi Bisignani, e il carabi-niere del Ros Enrico La Monica. I pm C u rc i o eWo o d o c k ipotizzano che una loggia segreta, in sti-le “P2”, abbia violato la legge Anselmi, cercando dicondizionare gli organi istituzionali dello Stato. La“P4” avrebbe commessoreati che spaziano dalla vio-lazione e divulgazione delsegreto istruttorio a vari epi-sodi di favoreggiamento. Ilgip non avvalora la tesi del-l’associazione segreta, masarà poi il tribunale del Rie-same a considerarla un’asso -ciazione per delinquere.Negli atti Bisignani viene de-scritto come “c o n s i g l i e redei vertici dirigenziali di al-cune delle più importantiaziende controllate dalloStato, di ministri, sottose-gretari e alti dirigenti stata-li”. Secondo l’accusa, la“P4”carpiva “notizie e infor-mazioni riservate e segreta-te, inerenti a procedimenti penali in corso, sia daambienti giudiziari che investigativi”. Acquisiva an-che “notizie e informazioni inerenti a ‘dati sensibili’riguardanti esponenti di vertice delle istituzioni ealte cariche dello Stato”.Le informazioni venivanousate per “tutelare gli ‘amici’ inquisiti ed eludere le

indagini, impedendo addirittura, in taluni casi, l’av -viarsi delle indagini stesse”. A volte - raccontano itestimoni - “le notizie riservate e segretate venivanofornite con la pretesa di denaro o altre utilità”. Inaltri casi, le informazioni su “esponenti delle isti-tuzioni e altre cariche dello Stato”, diventavano utili“per ‘i n fa n g a re ’o ricattare esponenti delle istituzio-ni”. I pm di Napoli ipotizzano che la P4 abbia fa-vorito anche Gianni Letta (che non è indagato),acquisendo notizie riservate su un’inchiesta che loriguardava aiutandolo a “eludere le indagini in cor-so”. Non solo. Bisignani dice ai pm: “Papa, sempretramite me, si è proposto di interessarsi delle vicen-de giudiziarie riferite a Mauro Masi(ex direttoregenerale della Rai, ndr) per ciò che riguarda la pro-cura di Trani”. L’inchiesta, del 2009, riguardava lepressioni esercitate da Berlusconi sull’Agcom perfar chiudere A n n o ze ro . I magistrati della P4 scopro-no poi che, quando Masi decide di cacciare Santo-ro, si fa dettare al telefono da Bisignani la lettera dilicenziamento. La “P4”, racconta Bisignani, attra-verso Papa, s’interessa anche dei guai giudiziari del-l’ex coordinatore del Pdl Denis Verdini.L’influenza di Bisignani sui vertici delle istituzioni edegli enti pubblici italiani è straordinaria. Il nuovocapo dei servizi segreti, Adriano Santini, primadella nomina viene convocato da Bisignani e si pre-senta all’appuntamento. Il numero uno dell’Eni,Paolo Scaroni, convocato da Berlusconi per un in-

contro con Putin, prima diagire si consiglia con Bisignani. Infine: la “P4” stessascopre, quando è ancorasecretata, l’indagine diWoodcock e Curcio. Le tal-pe? Per l’accusa, i verticidella GdF, i generali Miche -le Adinolfi e Vito Bardi.Parte del fascicolo istruito aNapoli viene trasferito percompetenza alla procura diRoma, dove l’a ggiuntoGiancarlo Capaldo inda -ga sulla “P3”. A luglio, però,un colpo di scena coinvol-ge il magistrato. L’i n ch i e s t asulla “P4”, infatti, s’intrec -cia spesso con quella con-dotta, sempre a Napoli, dal

pm Vincenzo Piscitelli sul deputato del Pdl, Mar -co Milanese braccio destro del ministro GiulioTre m o n t i , accusato di associazione a delinquere,corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio. Negliatti depositati alla Camera per la richiesta di auto-rizzazione all’arresto di Milanese c’è anche il capi-

tolo del pranzo con Capaldo e Tremonti, a casa del-l’avvocato Fischetti, legale del figlio di Capaldo.Siamo a Dicembre 2010: Milanese è già indagato aNapoli, a Roma è già “sotto osservazione” dal pmPaolo Ielo che sta indagando su Finmeccanica e pre-sunti fondi neri. A gennaio Milanese sarà indagatoda Ielo per appalti sospetti all’Enav. Contitolare del-l’indagine su Finmeccanica è proprio l’a ggiuntoCapaldo che, nonostante il suo ruolo, decide di par-tecipare al pranzo di casa Fischetti. Quando la Pri-ma commissione del Csm, competente per i trasfe-rimenti d’ufficio dovuti a incompatibilità ambien-tale, apre una pratica, Capaldo contrattacca e de-nuncia “Tentativi diretti a delegittimarmi e a impe-dirmi di portare avanti inchieste molto scomo-de”.

L’AFFAIRE MILANESE

Uno dei filoni napoletani che finisce alla procuradi Roma, è quello per presunte irregolarità negli ap-palti concessi dalla Sogei, la società generale di in-formatica controllata dal ministero dell’Economia.Milanese è accusato di corruzione. Nel mirino, i la-vori che la Sogei avrebbe concesso alla società EdilArs in cambio di favori e lavori di ristrutturazione inalcuni appartamenti, tra cui quello in via CampoMarzio a Roma, dove ha abitato Tremonti fino a unmese fa.L’appartamento occupatoda Tremonti costava 8.500euro al mese. Il ministro,supportato da Milanese, so-stiene di aver dato al depu-tato una parte dell’af fitto(mille euro alla settimana)in contanti. In questa vicen-da, ancora da chiarire, c’ècomunque un dato certo:Milanese non ha pagato ca-noni al Pio Sodalizio dei Pi-ceni perché gli sono statiscontati dai lavoridi ristrut-turazione, mai pagati, dellaEdilars. Tremonti ( non in-dagato) si è giustificato di-cendo di aver abitato inquella casa perché nella ca-serma della Guardia di finanza si sentiva “spiato epedinato”. Il comando generale delle Fiamme gialleha fatto sapere che “il ministro non vive in casermadal 2004”. La procura di Roma ha aperto un fasci-colo destinato probabilmente all’a rch i v i a z i o n e .Il voto alla Camera sull’arresto di Milanese è slittato

a settembre. A luglio, però, la Camera ha autoriz-zato l’apertura di una cassetta di sicurezza. Il depu-tato “in concorso con ufficiali della GdF allo statonon identificati” avrebbe rivelato all’i m p re n d i t o recampano, Paolo Viscione (indagato e grande ac-cusatore di Milanese) notizie riservate sulle inda-gini svolte dagli stessi finanzieri sul suo conto e sullesue società. Secondo l’accusa, in cambio di questenotizie, di interventi volti a “ra l l e n t a re ” le indagini,e in cambio della promessa di “sistemare positiva-mente ogni cosa”, Milanese si sarebbe fatto conse-gnare da Viscione almeno 450 mila euro in contan-ti, orologi preziosi, gioielli e auto di lusso.

IL CASO TEDESCO

Alberto Tedesco , senatore del Pd passato algruppo misto, è stato salvato dall’arresto il mesescorso perché il Senato ha negato l’autor izzazione.É coinvolto nell’inchiesta della procura di Bari sulsistema sanitario pugliese: appalti e nomine nelleAsl secondo metodi clientelari.Nel febbraio 2009 Tedesco, assessore regionale allaSanità della giunta Vendola (nonostante fosse unimportante imprenditore del settore) riceve l’avvi -so di garanzia e si dimette. L’ordinanza di custodiacautelare, invece, è stata emessa due anni dopo, il24 febbraio 2011. Tedesco è accusato di associazio-

ne a delinquere, concussio-ne e abuso d’ufficio. Il giu-dice per le indagini prelimi-nari, Giuseppe De Benedic-tis, descrive “un sistemacl i e n t e l a re ”per le nominedei primari e dei managerdelle Asl, che prevedeva daparte dei manager “un’ade -sione incondizionata e supi-na alle richieste politiche”.Quando firma la custodiacautelare, però, non rico-nosce l’associazione a de-l i n q u e re .La procura fa ricorso e l’8agosto scorso il tribunaledel Riesame di Bari accogliele ragioni dei pm: Tedesco“Era a capo di un’organizza -

zione criminale e per circa quattro anni ha influen-zato la Sanità e pilotato le scelte regionali in mate-r ia”. I giudici hanno disposto gli arresti domiciliari.L’autorizzazione al Senato potrà essere avanzata daimagistrati dopo il pronunciamento della Cassazio-ne su ricorso di Tedesco.

30 anni dopola P2 e a ventida Tangentopoli,ci risiamo:c o n t ro p o t e r ie corruzione,a destra ma anchea sinistra

In principio fu Dell’Utri, uomo fidatodel presidente del Consiglio

Silvio Berlusconi con il suo bracciodestro Marcello Dell’Utri condannato

dalla Corte d’Appello a 7 anni perconcorso esterno in associazione

mafiosa, è in attesa di giudizio dallaCassazione. Udienza fissata nel 2012

Marco Milanese,il “coinquilino” di Tremonti

Il braccio destro del ministrodell’Economia, al quale si è

scoperto pagava un appartamentoda 8mila euro al mese a Roma è

indagato per associazione adelinquere e corruzione

Le inchiestesfiorano il capodel governo,il segretario delmaggior partitod’opposizionee il ministrodell’Economia

Page 4: Il Fatto Quotidiano 21 Agosto 2011

pagina 4 Domenica 21 agosto 2011

di Fabrizio d’Esposito

D iciassette minuti e due se-condi. Una telefonata lun-

ghissima, a tratti estenuanteche è agli atti di Calciopoli. Aparlare è il principale protago-nista dello scandalo LucianoMoggi, direttore generale del-la Juventus di Torino.Siamo all’inizio degli anni due-mila. Nel sistema Moggi, la ge-stione in prima persona dei bi-glietti omaggio è di vitale im-portanza per curare le relazio-ni con le varie caste, dai poli-tici ai finanzieri, che chiedonodi andare gratis allo stadio. Ed èper questo che il dg biancone-ro rimane attaccato al cellula-re per quasi venti minuti a trat-tare e a dare direttive a una po-vera impiegata della società,“Lella”. Non senza perdere lapazienza in qualche occasio-ne. Una telefonata da riascol-tare oggi che il tema dei cosid-detti vip a scrocco allo stadio èdi grande attualità, dopo le po-lemiche tra la Lazio e il Coni di

Gianni Petrucci che ha recla-mato il privilegio di 1.311 ta-gliandi gratis a partita. Moggisa che il potere va coccolato eaccontentato in ogni richiesta,ovviamente in base al rango. Iltelefono squilla, dunque, l’uo -mo simbolo della Triade juven-tina risponde e “Lella” ch i e d eal “signor Moggi se ha un po’ditempo”. La questione non èsemplice: ci sono da sistemare540 biglietti omaggio più altri308 rimasti invenduti. Moggichiede di che settore sono, ladonna indugia un pò troppo,“la maggior parte sono...” e ildg si altera: “Non mi dite lamaggior parte che mi incazzo,voglio i numeri”.

ELENCATI settori e posti di-sponibili si passa alla distribu-zione alle caste. Dice “Lella”:“Giletti (ossia Massimo, il pre-sentatore tv, ndr) ne chiede 4 apa gamento”. Moggi: “Ma sonoper lui?”. L’impiegata, ridendo:“Non penso, lui normalmenteli chiede omaggio”. Poi è il tur-

no di marescialli ed agenti eMoggi si premura di dire checonsegnerà personalmente lebuste.Infine entra in scena l’allora mi-nistro dell’Interno Beppe Pisa-nu. Già democristiano di sini-stra (con Zaccagnini), poi for-zista, oggi Pisanu è un berlu-sconiano dissidente che dialo-ga con Walter Veltroni (entram-bi hanno chiesto un governo didecantazione) e guarda contrepidazione al “nu ovo ” del

Terzo Polo. Moggi intima: “Letribune centrali mi servono peril ministro Pisanu. Facciamodue poltroncine laterali e cin-que poltroncine centrali”. Ladonna timorosa risponde:“Non ci sono”. Moggi si spa-zientisce di nuovo: “Ma comemi ha appena detto che il com-merciale ne ha mandate 13 in-dietro non vendute”. “Lella”:“Sono a pagamento”. Il dg: “APisanu bisogna dargliele gratis.Dite al commerciale di trasfor-

marle in omaggio. A Pisanu dia-mo tre poltroncine blu e quat-tro centrali omaggio, capito?”.

NEGLI ATTI di Calciopoli, irapporti di amicizia tra il sardoPisanu e Moggi riguardano an-che altro. Ossia la richiestad’aiuto che l’allora ministro ri-volge a Moggi per salvare la Tor-res di Sassari, che se la passamale in serie C1: “Si tratta diuna cosa importante, anche invista delle elezioni”. L’intrec -cio tra calcio e istituzioni è va-sto. Sempre per rimanere al Vi-minale. Protagonisti, stavolta,questori e prefetti, altri richie-denti di primissima fila, da trat-tare coi guanti bianchi. Nel suosistema, Moggi vantava un fe-delissimo nella “squadra scortecalcio” della Digos, l’i s p e t t o recapo Dino Paradiso. L’i s p e t t o rechiama Moggi e annuncia: “Ca -valiere ti ringrazia ma non es-sendo più questore nessunopiù gli rompe le palle per i bi-glietti”. Come se tra le funzionidei questori ci fosse quella di di-

stribuire i biglietti omaggio perla strada. Già questore di Roma,il prefetto Nicola Cavaliere èstato vicecapo della Polizia poinumero due dell’Aisi, l’ex Si-sde. Il suo nome compare an-che nella lista Anemone.Dal Viminale alla Guardia di Fi-nanza. Quando nel giugno del2007 l’allora viceministro del-l’Economia Vincenzo Visco,centrosinistra, spiega ai magi-strati romani l’ostilità per il ge-nerale Roberto Speciale (con-dannato per peculato, oggi par-lamentare del Pdl) dice: “E rogià abbastanza seccato perchéerano state pubblicate le cosedi Calciopoli e risultava che c’e-ra una bella fetta di vertice dellaGdF coinvolta. E in particolareci stava Speciale che andava ingiro con Moggi, sull’aereo diMoggi. Prendeva biglietti persé il che è praticamente disdi-cevole per uno che si deve oc-cupare di società, per giunta laJuventus che è una società quo-tata, e di possibili reati finanzia-r i”. I biglietti gratis, che mania.

Viaggi, collaboratori,

elicotteri: tutte

le inchieste sul Turismo

N ominata ministro del Turismo nelmaggio del 2009, già alla fine dell’annoMichela Vittoria Brambilla vantava un

piccolo primato: 157mila euro di spese in viaggi afronte di un budget di 27mila. Tra gli spostamenti,alcuni avvengono con l’elicottero dei Carabinieri. IlFatto Quotidiano li documenta e nel novembre delloscorso anno pubblica il primo articolo di denuncia.

Ma Brambilla si distingue anche per la scelta deisuoi collaboratori: al Dipartimento del Turismoarrivano i fedelissimi delle iniziative movimentiste,dai Promotori alla Tv della Libertà. Una decina dipersone ottiene un contratto al ministero. Il Fa t t odenuncia, la Corte dei Conti apre un’istruttoria.Brambilla non gradisce l’attenzione e annunciaquerela. Di citazioni ne arriveranno due: una, da

500mila euro a titolo personale, coinvolge unadecina di giornalisti del Fa t t o che a vario titolohanno scritto della Brambilla: gestione Aci,collaboratori, elicotteri, il ministro vede unacampagna ai suoi danni. La seconda citazione pochigiorni fa: questa volta è direttamente il ministero achiedere un milione di euro per avere parlato deiconsulenti della Brambilla.

IL SENSO DELLA BRAMBILLA PER LA GIUSTIZIAAVVOCATURA DELLO STATO CONTRO IL FATTO

Il ministero chiede 1 milione di euro e 500mila a titolo personale

di Fabio Amato

Fedele al nomignolo di “ca-ne da polpaccio” af fibbia-tole da Berlusconi in per-sona – “una che quando ti

agguanta non ti molla finchénon ha ottenuto ciò che volevada te” – il ministro del TurismoMichela Vittoria Brambilla si èavventato su questo giornale eora chiede un milione di eurodi risarcimento. La colpa? Ave-re leso il prestigio della Strut-tura per il rilancio dell’imma-gine dell’Italia, istituita pressoil ministero del Turismo.

SE SI SOMMA il mezzo milio-ne preteso a titolo personaledalla Brambilla con una primacitazione, il totale sale a un mi-lione e mezzo. Senza contareche, vista la natura istituzionaledel “danno”, per l’occasione larossa di Calolziocorte si faràscudo dei servigi dell’Av vo c a -tura generale dello Stato.Oggetto delle rimostranze mi-nisteriali è un articolo del 13novembre scorso in cui – sottoil titolo di “Brambilla sistema” –si facevano i nomi di tutti i com-pagni di militanza politica/tele-visiva che hanno trovato lavoronel dicastero della Brambilla.Vale la pena di riassumere bre-vemente: Giorgio Medail, Ade-le Cavalleri, Valentina Zofrea,Loredana Maritato, RobertaBottino e Nadia Baldi vengonodalla fu “Tv della libertà”. Nico-la Fortugno e Diletta Grella so-no referenti dei Promotori dellaLibertà. Luca Moschini era vicedi Brambilla in Confcommer-cio-giovani e responsabile re-gionale degli stessi Promotori.

Tutti, alla data di pubblicazionelavoravano per il ministero a va-rio titolo. Dati veri, verificati edocumentati.E infatti l’Avvocatura dello Sta-to non contesta i fatti. Se laprende piuttosto con le singoleparole dell’articolo, “capzioso”e “tutto orientato a gettare di-scredito in modo del tutto ge-nerico e gratuito sulla valenza esulla concreta utilità e operati-

vità della Struttura”. Nelle 37pagine dell’atto si denuncianoquindi l’uso di frasi come “im-barcati al Turismo”, “a p p ro d a t ial ministero” riferito ai collabo-ratori della Brambilla, comeevidenza di una azione in ma-lafede del cronista. Si contestal’uso del termine “posto pub-bl i c o ” come sottinteso di “po-sto fisso”. Si bolla come insi-nuante l’uso tra virgolette dellaparola “esper to”, riferito aiconsulenti del ministro, per-ché le predette virgolette smi-nuirebbero il significato stessodel termine.

SI FA CIOÈ continua inter-pretazione delle intenzioni de-gli autori, “chiar issime” agli oc-chi degli estensori del docu-mento. Si accusa poi di non ave-re (deliberatamente) elencatoper intero le attività della Strut-tura quando la stessa pagina sulsito del governo ne elenca (de-liberatamente?) quattro in tut-

to. Si spendono invece molteparole per difendere ogni sin-golo personaggio chiamato incausa nell’articolo. Come ilgiornalista Arturo Diaconale, dicui si racconta nel dettaglio lastoria professionale. Peccatoche il suo nome non compaiamai (e nemmeno sia sottinteso)nell’articolo. Al contrario, equesto era motivo di interesseprincipale, non si dà peso al fat-to che la squadra di collabora-tori scelta dal ministro venga inmassima parte dalla Televisio-ne della Libertà, fondata daBrambilla, rilevata da Forza Ita-lia e immediatamente chiusaperché affogata da 14,5 milionidi debiti. Un’esperienza cheper qualsiasi azienda è sinoni-mo di fallimento. Ma ciò che va-le per il privato non vale neces-sariamente per il ministroBrambilla, che porta tutti consé al ministero. Allo stesso mo-do non si dà rilevanza al fattoche i due referenti dei Promo-tori della libertà lavorino con-temporaneamente al rilanciodell’immagine del Paese. E chealmeno uno dei due, NicolaFortugno, mentre comparivain rete come contatto per le ini-ziative movimentiste della stes-sa Brambilla, fosse sotto con-tratto sia con il ministero checon una sua controllata: Pro-muovitalia Spa. Anzi, quandose ne dà conto è solo per sug-gerire che l’articolo insinuiabusi di potere compiuti dal mi-n i s t ro .Qui la Brambilla sbaglia decisa-mente polpaccio, ma evita difarlo sapere. Se c’è qualcuno acui fare appello, infatti, questoè la Corte dei Conti, che dopo la

Quando i ministri chiedevano i biglietti omaggio a MoggiNELLE INTERCETTAZIONI DI CALCIOPOLI LE RICHIESTE DI POLITICI E VIP ALL’EX DG JUVE PER ENTRARE GRATIS ALLO STADIO

CASTE

pubblicazione dell’articolo de-cise di aprire un’istruttoria perverificare se i contratti fosserouna copertura di attività di par-tito.Si dà al contrario molto peso aun errore (peraltro già rettifica-to) nel testo: un viaggio a Shan-ghai del ministro insieme ai col-laboratori Moschini e Colomboche non è mai avvenuto. Si di-mentica di dire tuttavia che l’er-

rore deriva dalla lettura dellecronache dell’Ente del turismo(Enit) che sul suo sito facevaampio e dettagliato resocontodel viaggio e persino della pla-tea che aveva accolto Brambillae accompagnatori. Non risultaa oggi che il ministro abbia que-relato l’Enit per l’errore, e nem-meno che abbia consigliato dicancellare la pagina, ancora og-gi disponibile in Rete.

La provenienzadi alcuni suoicollaboratoridalla “Tv dellalibertà”è oggettod’indagine dellaCorte dei Conti

P o l t ro n c i n ecentraliper Pisanu,voli e partitecon il generaleGdf Specialee molti nomi noti

Il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla (FOTO ANSA)

PRIVILEGI Ve r o n ae il sindaco smemoratoI eri il sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi, ha annun-

ciato querela al Fatto quotidiano per un articolo sulla castadei politici che vanno gratis allo stadio. In questo caso alBentegodi di Verona, dove giocano il Chievo (serie A) el’Hellas (serie B). Tosi contesta la notizia che abbiamo ri-preso dal Corriere del Veneto del 5 agosto. Cioè che nella pri-ma bozza di convenzione tra squadre e Comune, proprie-tario dello stadio, c’è scritto testualmente: “Sono riservatial Comune di Verona 32 posti della Tribuna Autorità, 50poltroncine, 20 tessere di servizio, la disponibilità di 10distinti superiori e 40 curve, che avranno le stesse facoltà,prerogative e diritti degli altri abbonati”. Valore commer-ciale dei biglietti omaggio: 39mila euro per il Chievo, 25mi-la per l’Hellas.La bozza è di fine luglio ed è arrivata dall’a m m i n i s t ra z i o n edi Tosi. Quando il presidente del Chievo, Campedelli, l’haletta ha protestato con forza: “Riservatemi l’opzione di con-cedere i biglietti gratis”. A quel punto sulla stampa locale èmontata la polemica sulla casta gratis allo stadio e il Co-mune, come per ripicca, ha varato una nuova delibera incui rinuncia alle tessere ma aumenta il canone. Campedellisi è opposto nuovamente e l’accordo ancora non è statofirmato. Noi abbiamo ricordato solo la genesi della que-relle. Che poi Tosi dica che “è vero l’esatto contrario” ac -cusandoci di scarsa professionalità questo è da dimostrare.La prima bozza porta le firme della sua giunta. fd’e

Luciano Moggi (FOTO LAPRESSE)

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Domenica 21 agosto 2011 pagina 5

ostentare la propria condi-zione economica. Chi puòpermettersi i lussi comequelli di un aereo privatopreferisce mantenere unbasso profilo, forse ancheper non destare sospettisulla Guardia di Finanza.

IL PROFILO DEL p a s s e g-gero che transita per la Co-sta Smeralda è molto eleva-to e non è sensibile alla cri-si, visto che l’assistenza diun velivolo privato all’a e ro-porto di Olbia può arrivarefino a 15mila euro al gior-no. Un prezzo che varia inbase ai servizi che il facol-toso viaggiatore richiede.Per rendere più confortevo-li i viaggi è possibile avere ilcatering in volo che ha i co-sti di un qualsiasi ristorantedi lusso. E metti caso che ilpasseggero preferisca tro-vare ad attenderlo al suo ar-

rivo un’Aston Martin o unaRolls Royce i costi lievitanoulteriormente, altri 1300euro al giorno. Ed è chiaroche la fila ai nastri per i ba-gagli non esiste: un addettosi occuperà di scaricarli dal-la stiva per caricarli nel co-fano dell’auto.A volte – racconta raccontaCossu – capita che atterrino

dei Boeing 747 (aerei lun-ghi 70 metri che possonocontenere fino a 520 per-sone) con un solo passeg-gero a bordo. “Gli aerei del-l’aviazione generale – s p i e-ga ancora Cossu – sono i piùgrossi, sembrano come de-gli appartamenti volanti. Al-cuni sono lunghi 160 metri,un campo e mezzo di cal-cio. Dentro ci sono i bagni,le camere da letto, la livingro o m ”. Aneddoti particola-ri per questi passeggeri dilusso? “Un russo – c o n cl u-de Cossu – ogni anno si por-ta via 300 o 400 kg di gelato,mente un altro passeggeroprima di partire carica sulsuo jet privato un paio ditonnellate di angurie”.

CHI SBARCA da uno diquegli aerei può farlo senzaneppure preoccuparsi dirovinare la messa in piegafresca, fatta magari duranteil volo dalla parrucchierapersonale, perché su ri-chiesta l’appartamento vo-lante, quando arriva a Ol-bia, si ferma sotto una tet-toia che protegge dal sole edalla pioggia. E metti casoche stai arrivando da Dubai,come fai a sapere che oresono a Olbia? Niente di piùfacile: uno dei cinque oro-logi appesi alla parete dellareception te lo può dire.Ovviamente sono dei Ro-l ex .

In Italia 11 milioni di poveri

e in autunno si perderanno

88mila posti di lavoro

I rapporti Istat 2010 sulla povertàrelativa e assoluta in Italia spieganoche 2 milioni 734mila famiglie

vivono in condizione di povertà relativa(l’11% delle famiglie residenti); si tratta di 8milioni 272mila individui poveri, il 13,8%dell’intera popolazione con stipendioinferiore a 900 euro circa per famiglia di due

componenti. I poveri assoluti, quelli cioè chenon possono acquisire i beni e i servizinecessari a raggiungere uno standard di vita“minimo accettabile” nel contesto diappartenenza nel 2010 erano 1 milione e156mila le famiglie (il 4,6% delle famiglieresidenti) per un totale di 3 milioni e129mila individui (il 5,2% dell’intera

popolazione).E secondo un rapporto Unioncamere inautunno si perderanno altri 88mila posti dilavoro. Quasi 44 mila entrate in più rispetto al2010 e 47 mila uscite in meno, con un saldototale che, però, resta ancora negativo, per uncalo dell’occupazione dipendente dello 0,7%rispetto allo scorso anno.

di Lorenzo Galeazziinviato a Portofino

“Èsua questa barca?”.

“Magari, sono solo unospite”. “Il proprieta-rio è a bordo?”. “No,

non c’è”. “È in paese? Forse pos-siamo chiamarlo”. “No, non èqui. Ora, se non le dispiace, lasaluto”. Dai grandi charter da 50metri e oltre, fino alle barchepiù piccole, la regola d’oro diPortofino è il silenzio. L’ex vil-laggio di pescatori è uno di queiposti che non conosce crisi. E lasua piccola marina, 18 posti bar-ca al massimo, è l’ambita metadi facoltosi vacanzieri e vip datutto il mondo.Verso sera, al rientro dei me-ga-yacht, sono tutti sul molo adammirare l’attracco dei gigantiextra-lusso del mare. Battono ri-gorosamente bandiera di qual-che paradiso fiscale: dalle IsoleDuglas alle Cayman. Guardaresì, ma con discrezione perché aPortofino la privacy dei ricchiospiti è sacra. Nemmeno la Ma-rina è in possesso della lista pas-seggeri. “Meglio – dice Giancar-lo Linari, direttore della societàpubblico-privata che gestisce ilporto – altrimenti avremmo labanchina invasa dai paparazzi”.Infatti avvicinarsi a queste im-barcazioni è praticamente im-possibile. Non appena si muoveun passo nella loro direzione, siviene placcati da qualche zelan-te membro dell’equipaggio chein inglese o in russo consiglia dicambiare aria. Non va megliocon i diportisti italiani. Sebbenenon ci sia nessun energumenoin short e scarpe da barca a bloc-care la strada, il grado di discre-zione è direttamente proporzio-nale alla lunghezza dello scafo.“Cosa fa, registra?”, chiede mi-nacciosa una signora appollaia-ta sul pontile a gustarsi delle bol-

licine indicando la piccola tele-camera digitale. Quando poi ap-prende che il cronista è del Fa t t oQuotidiano scappa sottocopertaurlando che neanche in vacanzasi può avere un po’ di pace. Do-po pochi minuti appare il mari-to che chiede se si tratti propriodi quel giornale. Una volta ras-sicurato, controlla che la teleca-mera sia spenta e, senza lasciareneanche il tempo di fare una do-manda, dice: “Guardi pago piùdel 40 per cento di tasse, la bar-ca è mia, batte bandiera italianae non è intestata a nessuna so-cietà di comodo. Ora se ne vadae ci lasci stare”.

LA SITUAZIONE m i g l i o raun paio di postazioni più in là.“Sono un imprenditore e votoLega”, si presenta il proprietariodel Kapriccio, una delle imbar-cazioni più modeste, undici me-

tri o poco più. Dice che la barca,500mila euro, è intestata a lui:“Un capriccio, appunto”. Secon-do il diportista, anche il mondodella nautica turistica è stato pe-santemente bastonato dalla cri-si. “Vede? – dice indicando gli ya-cht commerciali – sono sempredi più, mentre fino a qualche an-no fa a Portofino c’erano moltepiù imbarcazioni delle dimen-sioni della mia. È colpa del car-burante che costa troppo”. Lapensa così anche il direttore del-

La baia di Portofino. A sinistra, turisti passeggiano davanti agli yacht (FOTO LAPRESSE)

la Marina. “La crisi ha colpitoprincipalmente le barche infe-riori ai 18 metri – spiega Linari –ma anche i grossi charter. Primaerano americani, ora sono russi eindiani. La settimana scorsa èsbarcato anche uno yacht cinesedi 65 metri”.Ma c’è crisi e crisi. Per ogni di-portista che fatica a fare il pienoal proprio “capr iccio”, decine difamiglie italiane non riescono adarrivare a fine mese. E i costi del-la manovra del governo sarannoprincipalmente sulle loro spalle.“Bisogna cancellare tutte le pro-vince e dimezzare il numero de-gli onorevoli”, è la ricetta di un

signore or-meggiato po-co distante dalKapriccio. Be-ne anche l’i-dea di un nuo-vo scudo fisca-le perché “èsempre belloquando rien-trano i capitalidall’e s t e ro ”.Ma non parla-tegli della pro-

posta di ritassare i capitali scuda-ti: “Ingiustamente punitiva ver-so chi si è fidato”. Anche il suogioiellino batte bandiera italia-na, “siamo gente onesta che pa-ga le tasse e soprattutto paga acaro prezzo il gasolio”, dice.Il punto però non è l’onestà, maun’autorizzazione che alla perladella Liguria ancora manca: quel-la di erogare il carburante sif, chealle barche che battono bandieraextracomunitaria costa il 50 percento in meno. “A parte i grossi

Aumentano i voli di lusso all’aeroporto di OlbiaIL 3% IN PIÙ DELL’ANNO SCORSO NELLO SCALO SARDO CHE PERMETTE L’ATTERRAGGIO DEI JET PRIVATI

CASTE

yacht per cui Portofino è metaobbligata – spiega Antonio Van-taggiato, comandante della Ca-pitaneria di porto – qui non si ve-dono tante barche private regi-strate in paradisi fiscali perchénon possono fare gasolio”. Stan-no alla rada in attesa che il portoligure ottenga quel permesso.“Forse dall’anno prossimo”, di-ce Vantaggiato. E allora se ne ve-dranno delle belle, ma sarà anco-ra più difficile avvicinare i riser-vati e ricchi diportisti.

Non attraccanole barchedei paradisifiscaliperché il portonon può venderepetrolio scontato

di Debora AruOlbia

L e borse crollano, il de-bito pubblico lievita, la

disoccupazione dilaga e lacrisi economica non è piùalle porte ma ha proprio ol-trepassato l’uscio di casa esi è seduta sul tuo divano.Eppure c’è un mondo ma-gico in cui tutto questonon accade: è il mondo dellusso.Parlano chiaro i dati fornitida Francesco Cossu, diret-tore del terminal di aviazio-ne generale “Eccelsa Avia-tion” che si occupa dell’a e-

roporto privato di Olbia,l’unico in Sardegna che ac-coglie questo tipo di voli.“Rispetto all’anno scorso –dice il direttore – il trafficodel mese di luglio è aumen-tato del 3%, anche agosto èavanti e ancora non è fini-to”. Dei circa 14mila arrivil’anno, per un totale di30-35mila passeggeri, il20% è composto da italiani.Il resto sono soprattuttorussi, arabi, mediorientali eanche americani. Ovvia-mente la maggior parte deipasseggeri di lusso viaggiad’estate: circa il 75% dei vo-li avviene infatti fra giugnoe settembre, tenendo inostaggio le piste dell’a e ro-por to.Mentre gli stranieri non te-mono di ostentare i loroaveri, l’ultima tendenza ri-levata da Cossu sugli italia-ni è quella di evitare di

Il “p a rc h e g g i o ”e i servizicostano15mila euroal giornoPer una RollsRoyce altri 1300

di Lidia Ravera

La Chiesa non pagama bacchetta gli evasoriCHI NON HA invidiato, almeno una volta nella vita, i privilegidella Chiesa? A cominciare da quella magnifica compattezzavirile: non una donna a insidiare gli scranni dei maschi. Lademocrazia di genere si limita a qualche posto da Perpetua,suore in carriera non ce ne sono, una Papessa non se lasognano neanche gli eretici. Segue a ruota l’incentivataattitudine a vivere di certezze: dopo l’evaporazione delleideologie, in un momento in cui anche le idee sono contate (econfuse), la Fede è un antidepressivo da non sottovalutare.Non un dubbio, non una delusione. Terzo vantaggioso misterodella Santa Casta, l’iniquità fiscale: per quante case, scuole,banche e chiese possiedano, per quanti palazzi affittino, perquanti ospedali gestiscano, non cacciano un euro di tasse suiloro guadagni. A perfezionare il tutto: una licenza davverospeciale, consente agli “esentati” di rivolgersi agli “ev a s o r i ”,per predicare bene pur razzolando male. Come insegnaBagnasco Angelo, Cardinale. Il terminal dei voli privati nell’aeroporto

sardo di Olbia, affollatissimo in estate(FOTO PER CONCESSIONE COSSU)

LA VERGOGNADEI RICCHI

In vacanza sugli yacht a Portofinonegano la proprietà e si nascondono

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Tasse locali,

in quindici anni sono

aumentate del 138%

U na crescita addirittura a tre cifre: tra il1995 e il 2010 la tassazione a livellolocale è aumentata del 137,9 per

cento. In termini assoluti, le entrate fiscali diComuni, Province e Regioni sono passate da 40,58miliardi a 96,55 miliardi di euro. Sono questi iprincipali risultati emersi da una elaborazionerealizzata dalla Cgia di Mestre.

Secondo La Cgia, inoltre, lo Stato centrale haincrementato le entrate “solo” del 6,8 per cento.Se nel 1995 il gettito era di 326,69 miliardi, nel2010 ha raggiunto i 348,92 miliardi di euro, mentreil Pil, sempre in questi ultimi 15 anni, è cresciuto del19,1 per cento. “L'aumento della tassazione locale- commenta Giuseppe Bortolussi segretario dellaCgia - è il risultato del forte decentramento fiscale.

L’introduzione dell’Ici, dell’Irap e delle addizionaliIrpef hanno fatto impennare il gettito delle tasselocali che è servito a coprire le nuove funzioni ecompetenze che sono state trasferite alleAutonomie locali. Negli ultimi 20 anni Regioni eComuni sono diventate responsabili della gestionedi Sanità, sociale e il trasporto pubblico locale,senza aver ricevuto un aumento dei trasferimenti”.

IL GOVERNO“A M M A Z Z A” FA M I G L I E

Ai ciellini offre solo promessedi Stefano Feltri

Le indiscrezioni arrivanoal momento più opportu-no, giusto in tempo pernon presentarsi davanti

al popolo di Comunione e Li-berazione a mani vuote: il go-verno vuole rivedere il cosid-detto bonus di solidarietà, ilprelievo fiscale sui redditi so-pra ai 90mila euro, in modo daridurlo quando quel redditodeve mantenere un’intera fa-miglia e non soltanto un singlebenestante. “Aiuti alle fami-glie”, titolava ieri a tutta paginaIl Giornale che, poi, dava i det-tagli: “Chi ha più figli paga me-no. È un’apertura all’Udc”. So-lo promesse per ora, ma qual-cosa bisognava pur fare per af-frontare i ciellini senza troppi

imbarazzi: l’appuntamentoconclusivo dell’annuale mee-ting di Rimini che si apre oggi èproprio con il ministro GiulioTremonti, sabato prossimo.Certo, siamo solo ai buoni pro-positi, non è ancora tempo diemendamenti alla manovra2011-2014 da 55 miliardi che

arriva in Senato questa setti-mana. Ma almeno, spera il go-verno, così si prova a far di-menticare tutto il resto. Peresempio che il Forum delle fa-miglie, associazione di asso-ciazioni in buona parte catto-liche, chiedeva addirittura l’in-troduzione di un’imposta pa-

trimoniale per finanziare ilsempre promesso e mai attua-to quoziente familiare (premifiscali alle famiglie numerose).Invece niente.

PER PREVENIRE ulter ior imalumori, durante la riduzionedella manovra Berlusconi Tre-monti aveva trovato un com-promesso per non irritare ciel-lini e associazioni che chiedo-no un fisco a misura di famiglia:si tagliano le agevolazioni fisca-li (che valgono 160 miliardi) maquelle per i familiari a carico eper il mantenimento dei figli(12,4 miliardi di euro all’anno)non si modificano, inserite nel-l’elenco dei bonus intoccabili.Poi Tremonti si accorge di aversbagliato a scrivere la manovra,stende la seconda versione eaddio fasce protette: tutto è ta-gliabile, e dal 2012, anziché dal2013. Se entro fine anno il Par-lamento non approva la rifor-ma del fisco, scattano i tagli del5 per cento nel 2012 e del 20dal 2013. Gli aiuti fiscali alle fa-miglie, insomma, sono trattatiallo stesso modo di quelli per leristrutturazioni edilizie.C’è poi un caso simbolo di co-me le esigenze dei conti pub-blici abbiano travolto ogni pro-messa elettorale del centrode-stra. Nel 2005 l’allora governoBerlusconi concede 1.000 eu-

Noi paghiamo, la Chiesa colleziona privilegiMigliaia di proteste: è rivolta su Facebook

ro ai bebè di famiglie con unreddito “c o m p l e s s i vo ” di 90mi-la euro. Nel testo del Tesoro èambiguo il significato di “com-p l e s s i vo ”, migliaia di famigliefuori dai parametri chiedono eottengono il bonus. Risultato:nel 2011 si vedono chiedere in-dietro dall’erario i 1.000 europer il bebé più altri 3.000 tra in-teressi e sanzioni, con denun-cia d’ufficio alla magistraturaper aver autocertificato il fal-so.

“SU QUESTO scandalo il Par-lamento ha fatto la sua parte –dice Pier Paolo Baretta, deputa-to Pd che ha seguito la vicenda– ai primi d’agosto le commis-sioni bilancio e cultura all’una-nimità hanno chiesto che il go-verno si limiti a riscuotere il ca-pitale, senza pretendere ancheinteressi e sanzioni. Ma non cirisulta che il governo abbia pro-ceduto in alcun modo”. Di que-sti tempi difficilmente il Tesoro

può rinunciare a cuor leggero adiverse centinaia di migliaia die u ro .Tutte le richieste che arrivanoanche dal centrodestra –ultimaLetizia Moratti, in una lista di ri-chieste sul Corriere della Sera del17 agosto – sono cadute nelvuoto. Economisti e associazio-ni, per esempio, chiedevanouna redistribuzione alle fami-glie dei soldi risparmiati dalloStato con l’innalzamento a 65anni delle pensioni di vecchiaianel settore pubblico. Secondoil sito ingenere .it, la misura vale3,4 miliardi tra il 2012 e il 2019.Soldi con cui si poteva, peresempio, garantire assistenza adomicilio a 45mila anziani o di-sabili con problemi di mediagravità. Invece i soldi sono finitia palazzo Chigi in un “Fo n d ostrategico per il Paese a soste-gno dell’economia reale” e sene sono perse le tracce. Fondoche, nella manovra di luglio, èstato tagliato.

S ul “Gior nale”di famiglia le sorprese nonfiniscono mai. L’ultima riguarda la dife-

sa dei privilegi fiscali della Chiesa a firma di Vit-torio Feltri, ateo dichiarato e fustigatore dei ve-scovi col metodo Boffo nell’agosto del 2009,quando fece pure saltare la pace tra il premierindebolito dagli scandali sessuali e il cardinaleBertone. Ieri Feltri si è prodotto in un editorialeintitolato “Ma quali privilegi, la Chiesa paga le

imposte”. E giù una valanga di esempi perdimostrare come la Chiesa sostituisca lo Sta-to in una serie di servizi. Insomma, la fati-dica sussidiarietà. Non a caso il cavallo dibattaglia di Comunione e Liberazione, cheproprio oggi apre il suo Meeting di Rimini.Dove, tra l’altro, c’è il tradizionale duello tragli strilloni di “Gior nale” e “Liber o”. Riminie le copie valgono bene una messa.

FELTRI SI CONVERTE

Don Vittorio cercal’indulgenza fiscale

HABEMUS MEETING

1.4%I TA L I A

2.5%FRANCIA

2.8%GERMANIA

3.7%DANIMARCA

LA PERCENTUALE DI PIL SPESA PER IL WELFARE

Il Family day a Roma, nel maggio del 2007 (FOTO ANSA)

di Salvatore Cannavò

L a manovra? La paghi anche ilVaticano. E’ il messaggio lan-

ciato da un gruppo nato su Fa-cebook che in poche ore ha rag-giunto oltre 56 mila aderenti inun crescendo impossibile dacontegg iare.Il gruppo è stato fondato da un43enne di Parma, Alessandro,che lavora nel campo dell’infor -matica e che con un gruppo diamici sparsi in tutta Italia si è da-to un obiettivo semplice e am-bizioso allo stesso tempo: “Fa rpagare la manovra finanziariaanche al Vaticano, visti i miliar-di di euro che noi italiani gli ver-siamo da tanto tempo”. A par-tire dall'8 per mille e le esenzio-ni fiscali sui Ici e Ires.“Con questa manovra – a ggiun-ge il promotore del gruppo - pa-

gano tutti, tagliano ai dipen-denti pubblici, ai comuni, il so-ciale e loro nulla...Ora basta!Facciamo vedere che non nepossiamo più di essere sudditidel Vaticano e di politici sem-pre genuflessi”. Le proposte so-no concrete e si basano sull’os -servazione dei privilegi: l'esen-zione dall'Ici su un patrimonioimmobiliare che alcune stimecalcolano in 115 mila edifici; glisgravi del 50 per cento sull'Iresper gli enti il cui fine è equipa-rato ad assistenza e istruzione;gli introiti dell'8 per mille; l'e-senzione Irpef per i dipendentiva t i c a n i .

A FAR SCATTARE la prote-sta le stesse parole del capo deivescovi italiani, cardinal AngeloBagnasco, che proprio l’altro ie-ri aveva puntato il dito contro

l’evasione fiscale: “Tutti paghi-no le tasse”, aveva dichiarato,“perché è un dovere di tutti”. SuFacebook è stato preso sul serio.E come spesso avviene “la rete”si è sbizzarrita in commenti piùo meno salaci ma anche in pro-poste e informazioni originali.C’è chi ha “postato” il servizio diReport “L’impero finanziario va-ticano” e chi propone di andareoltre puntando “alla raccolta difirme per indire un referendumabrogativo della legge istitutivadell'8 per mille” ma anche “pro -cedere con la raccolta di firmeper una legge costituzionale diiniziativa popolare per la modi-fica del Concordato”. C’è chiconsiglia al Vaticano di fare “unpò di carità....”, chi cita il Vange-lo secondo Matteo: “E' più facileche un cammello passi per lacruna di un ago, che un ricco en-

tri nel regno dei cieli". Chi, an-cora, sostiene che “il mio Gesùsarebbe un indignato”. Si propo-ne di manifestare in tanti, maga-ri il 20 settembre anniversariodella breccia di Porta Pia.

POI SI commentano in direttale prese di posizione di Rosi Bin-di e di Pierferdinarndo Casini:“L’esenzione della Chiesa non sitocca”. “Dopo questa bella usci-ta della Bindi, prevedibile l'e-morragia di voti che si abbatteràsul Pd… - recita un post - e pen-sare che manco mi dispiaceva,peccato sia e resti una vecchiademocr istiana…”Si ricorda il privilegio degli in-segnanti di religione, “segnalatidirettamente dalla curia, non as-sunti tramite concorso, pagatidallo Stato e unici beneficiaridegli scatti di anzianità”. Oppu-

re viene fatto sapere che “il trat-tamento economico più lautodello Stato è riservato al cosid-detto Ordinario Militare. E’ l’ar -civescovo capo dei cappellanimilitari, che indossa i gradi, per-cepisce lo stipendio e matura lapensione di generale di corpod’armata. Beneficiario di questotrattamento è il cardinale Ange-lo Bagnasco".Non mancano le risorse che po-trebbero essere reperite: “Più di1 miliardo di euro all'anno dall’8per mille, 500 milioni dall’esen -

zione Ici, 245 milioni spesi nel2011 per le scuole private più lesovvenzioni regionali e comu-nali (“solo in Lombardia 45 mi-lioni attraverso i "buoni scuo-la"), 14 milioni di contributi perla stampa cattolica, 30 milioninel 2009 dati per il restauro dibeni immobili considerati "beniculturali", 76 milioni di euro peri cappellani militari, quelli dellecarceri e degli ospedali...”e la li-sta potrebbe continuare...è unavergogna indegna di un Paese ci-vile e laico”.

Le associazionicattolichevoglionola patrimonialeper aiutarechi ha moltifigli

La vetrina di un negozio di articoli religiosi (FOTO ANSA)

Page 7: Il Fatto Quotidiano 21 Agosto 2011

Domenica 21 agosto 2011

L a regola è ferrea, e basta scorrere ilprogramma del Meeting di Rimini peravere la conferma. A tutte le aziende

che contribuiscono al successo dell’iniziativa confinanziamenti, pubblicità o propri stand,l’organizzazione garantisce la passerella per untop manager davanti al popolo di Cl. Ecco unelenco dei principali sponsor (tra parentesi i nomi

dei relativi manager invitati a parlare): Enel(Fulvio Conti, amministratore delegato),Finmeccanica (Giuseppe Rossi, amministratoredelegato), Intesa Sanpaolo (Corrado Passera,amministratore delegato), Wind (Luigi Gubitosi,ex amministratore delegato), A2A (GiulianoZuccoli, presidente), Autostrade per l’Italia(Fabio Cerchiai, presidente), Coop (Vincenzo

Tassinari, presidente), Eni (Giuseppe Recchi,presidente), Fiat (John Elkann, presidente),Ferrovie dello Stato (Mauro Moretti,amministratore delegato), Grana Padano(Stefano Berni, direttore generale), Sisal(Giovanni Maggi, direttore relazioni istituzionali),I nv i t a l i a (Domenico Arcuri, amministratoredelegato), I l ly c a f f è (Andrea Illy, presidente).

GUAI GIUDIZIARI Gli affari degli uomini di Cielle

Il voto di povertà è un fiume di soldidi Gianni Barbacetto

Milano

G li uomini di Comunione e libera-zione sono spesso coinvolti in in-

dagini giudiziarie, fin dai tempi eroi-ci di Mani pulite, per i ruoli che ri-vestono in molti posti chiave del po-tere italiano. Sui due fronti: quellopolitico e quello imprenditoriale. Manel novembre prossimo prenderà ilvia a Milano un processo che po-trebbe arrivare al cuore (finanzia-rio) del sistema ciellino: una miste-riosa fondazione di Vaduz, Memal-fa, e un grappolo di società estere,tra cui tre diverse Candonly, basatea Dublino, a Londra e ad Amster-dam, con conti offshore in diversiPaesi del mondo, fino nel Delaware,Usa.Il processo è a due appartenenti almovimento dei Memores Domini,l’élite di Cl in cui si è tenuti (come trai “numerar i” dell’Opus Dei) a pro-nunciare i tre voti di povertà, obbe-dienza e castità: sono Alberto Pere-go e Alberto Villa, del medesimogruppo di cui fa parte il più noto deiMemores, il presidente della Regio-ne Lombardia Roberto Formigoni.Sono accusati di aver rilasciato “di -chiarazioni mendaci” al pm che listava interrogando come personeinformate sui fatti nell’ambito del-l’inchiesta “Oil for food”. Ma proprio

questo è il punto: in quell’indagine(sulle tangenti scaturite dalle forni-ture di petrolio del regime di Sad-dam) sono emersi fiumi di soldi pa-gati agli uomini di Cl da aziende co-me la Cogep petroli della famigliaCatanese e la Nrg Oils di Alberto Oli-vi. I Catanese sono tra i fondatoridella Compagnia delle opere, la“Confindustr ia”di Cl, e secondo l’ac -cusa hanno versato sui conti dellesocietà Candonly tangenti per700mila dollari. La Nrg Oils avrebbepagato invece almeno 262mila dol-lar i.Ma sui conti delle Candonly arriva-no, tra il 1995 e il 2001, anche829mila dollari versati dalla societàAlenia (gruppo Finmeccanica). Co-me “r ingraziamento”, secondo l’ac -cusa, per gli appalti vinti in Iraq conl’aiuto degli uomini di Cl (Formigoniera amico del cristiano Tareq Aziz,braccio destro di Saddam). Nel2003 si aggiungono anche 50milaeuro generosamente versati dall'a-zienda aeronautica Agusta.Chi c’è dietro le società Candonly e lafondazione a loro collegata nel Lie-chtenstein, la Memalfa? Lo scopro-no le indagini (e le rogatorie inter-nazionali) del procuratore aggiuntodi Milano Alfredo Robledo: sono iMemores del gruppo di Formigoni,primo fra tutti Alberto Perego, e ilsuo amico e collaboratore Marco

Giulio Mazarino De Petro. Nel pro-cesso Oil for food, De Petro è già sta-to condannato in primo grado e poisalvato dalla prescrizione in appel-lo. Ora tocca ad Alberto Perego e aun altro Memores del gruppo, Alber-to Villa, spiegare perché, secondol’accusa, hanno mentito al pm.Perego, detentore di un conto chia-mato Paiolo presso la Bsi di Chiasso,ha messo a verbale quattro nega-zioni. Uno: “Non ho mai avuto rap-porti commerciali con la AleniaMarconi Systems spa”. Due: “Nonho alcun conto in Svizzera”. Tre: “Lasocietà irlandese Candonly Ltd nonè mai stata usata da me per i mieiaffar i”. Quattro: “La FondazioneMemalfa non ha nulla a che vederecon i Memores Domini”. Quattro

di Giorgio Meletti

L’anno scorso il copione fuil solito: parata di politici,imprenditori e manager acaccia di un titolo di gior-

nale con qualche frase storica esoprattutto del caldo applausodei giovani di Comunione e Li-berazione. Il presidente delleAssicurazioni Generali C e s a reG e ro n z i si lasciò trasportaredall'ottimismo: “L'impegno delgoverno è valso a evitare impattistraordinari della crisi finanzia-ria globale”. Parole al vento.L’impegno del governo Berlu-sconi non è riuscito neppure asalvarlo dalla defenestrazionedalle Generali. Il numero unodella Fiat, Sergio Marchionne,si mostrò ancora più fiducioso,dichiarando chiusa la fase “dellalotta fra capitale e lavoro e frapadroni e operai”.

IN DODICI MESI è cambiatotutto. Oggi pomeriggio il Mee-ting di Rimini sarà inauguratocon una certa solennità dal pre-sidente della Repubblica Gior -gio Napolitano, il cui discorsosui giovani e l'Europa è prean-nunciato come importante e“denso”. Accanto a lui prende-ranno la parola un esponente delPdl di provenienza ciellina,Maurizio Lupi, e uno del Pd,Enrico Letta. Una perfetta tri-nità: i vertici di Cl chiedono la be-nedizione del loro appuntamen-to annuale al presidente ex co-munista che Silvio Berlusconi hada tempo individuato come ilpiù insidioso contraltare al suopotere declinante; e gli affianca-no due politici, sì cattolicissimi,ma simmetricamente prove-nienti da maggioranza e opposi-zione.La simbologia inaugurale si ri-verbera su tutto il programma fi-no a sabato 27 agosto. La parolad’ordine è trasversalità. Si dialo-ga con tutti. Non ci sarà Berlu-sconi, in passato protagonista ditoccanti incontri con i giovanidi Cl, ma anche lo storico leader

SANTA POLITICAAL MEETING DI RIMINI CL BENEDICE CON NAPOLITANOLA SVOLTA TRASVERSALE PER IL DOPO BERLUSCONI

“affermazioni mendaci”, secondola procura di Milano. Alberto Villa,invece, ha mentito, sempre secondola procura, a proposito di un suo as-segno circolare da 10mila euroemesso dalla filiale di Concorezzo dibanca Intesa e poi finito nel tesoret-to servito per comprare la barcaObelix, usata da Formigoni, De Pe-tro e compagnia.De Petro dovrà tornare davanti alpm Robledo anche per uno stralcio,arrivato a Milano da Roma, dell’in -chiesta P3. Dovrà spiegare il misterodegli affari Vienord, in cui è coinvoltoinsieme a un’altra esponente di Cl,Maurizia Rota, direttore generaledella società controllata da FerrovieNord Milano. De Petro ha ricevuto30mila euro, anticipo di una “con -sulenza” triennale da 450mila eu-ro, dalla società Hgp di Milano, le-gata a Flavio Carboni e ad ArcangeloMartino (poi arrestati per la P3),che doveva realizzare “Isola Tua ”,un progetto di riqualificazione dellestazioni delle Ferrovie Nord.Un dirigente della Hgp, Massimo Ia-fisco, ha dichiarato al “Fa t t o ” già nelluglio 2010: “Se vuole sapere la miaopinione da uomo della strada, ri-tengo che De Petro sia stato inseritoperché è vicino al presidente dellaRegione Lombardia, che è azionistadi Ferrovie Nord”.

L’undicesimo

comandamento:

parla chi paga

A novembreil processoche fa tremareil cuorefinanziariodi Comunionee Liberazione

HABEMUS MEETING

del movimento, il presidentedella regione Lombardia Ro -berto Formigoni, che scalda imotori per il dopo B., si farà ve-dere solo come moderatore diun dibattito marginale. I ciellinisi sentono sempre più forti.Puntano al milione di presenzetra gli stand di Rimini, dove met-tono in campo un esercito diquattromila volontari. Se fosse-ro un partito sarebbero il piùforte “partito di massa” italiano.Una ragione di più per muoversiin modo assai felpato. Guai a da-re l'idea di essere il comitatone

elettorale del Formigoni cheverrà, dunque.

E PER CARITÀ, nessun ne-mico. Con l'arcivescovo “ami -co” Angelo Scola hanno appe-na espugnato la diocesi di Mila-no dopo decenni di ininterrottopotere del cattolicesimo demo-cratico “montiniano” (da Gio-vanni Battista Montini, poi PaoloVI, agli ultimi epigoni Carlo Ma-ria Martini e Dionigi Tettaman-zi). E, a sorpresa, quest'annohanno invitato proprio Tetta-manzi. Perché Comunione e Li-

berazione è anche una ramifica-ta rete di potere che si muove nelsistema delle aziende. La Com-pagnia delle Opere celebra que-st'anno il suo venticinquesimoanniversario con 34 mila impre-se associate. La crisi economicafa male a tutti, e a queste impresequalcuno deve pur pensare. Re-golati i conti con la Lega Nord, acui i ciellini proprio in Lombar-dia da tempo non fanno più ve-dere la palla, c’è la novità di Giu-liano Pisapia al comune di Mila-no, dove si è dolorosamente (perCl) chiuso un ventennio di giun-

te di centro-destra influenzatedagli allievi di don Giussani.

NESSUN NEMICO, dunque.Trasversalismo prima di tutto,passando per la sordina alla poli-tica e per l'esaltazione della “so -cietà civile”, che è poi il campo digioco preferito di Cl. É su quel ter-reno che la Compagnia delle Ope-re coltiva da tempo la trasversalitàcon le coop rosse. A Rimini il nu-mero uno della Lega Coop Giu -liano Poletti e il presidente Pddella provincia di Roma NicolaZ i n g a re t t i intratterranno i giova-

ni ciellini sull'imperdibile tema“Il lavoro come bene comune”.

IL CONVEGNO è organizzatocon la collaborazione di Obietti-vo Lavoro, società di lavoro inte-rinale molto nota, anche se nontutti sanno che è nata dall'allean-za tra Compagnia delle Opere eCoop rosse. Una parentela incar-nata dalla figura di Massimo Fer-lini, esponente del Pci coinvoltoe assolto nell’inchiesta Mani pu-lite, oggi vice presidente dellastessa Compagnia delle Opere.Dldel resto non è un caso chel’incontro inaugurale con Napo-litano sia organizzato con la col-laborazione dell'Intergruppoparlamentare per la Sussidiarie-tà, parola totem per il pensierosociale cattolico attorno allaquale Cl raduna un plotone dipolitici di ogni schieramento. Latrasversalità non guarda solo a si-nistra. In un programma menogeneroso del solito con i politicinon mancherà la ribalta del saba-to mattina per il ministro dell'E-conomia Giulio Tremonti, be-niamino dei giovani ciellini, nèquella per il ministro del LavoroMaurizio Sacconi. Il mondo diCl guarda con moderata fiducia,ma acuta curiosità, al vagheggia-re dei due attorno a un nuovosoggetto cattolico-moderato peril dopo Berlusconi. In fin dei con-ti l'idea di Cl resta quella di sem-pre: la religione e la sussidiarietàstanno meglio se a difenderle c'èla spada della politica.

CA P PAT O “Fo r m i go n inon può essere il nuovo”A Roberto Formigoni che in

un’intervista su L i b e ro i nvo-ca la svolta democratica e ri-formista nel Pdl risponde il Ra-dicale Marco Cappato, già can-didato alla presidenza della Re-gione Lombardia per la lista ra-dicale Bonino-Pannella.“Curioso sentire parlare di pu-lizia e rinnovamento propriodal governatore della Lombar-dia. Lui – spiega Cappato al Fa t-to Quotidiano – l’uomo di Comunione e Lottizzazioneche fa finta di dimenticare quei mille moduli ma-nomessi che gli hanno assicurato un mandato ven-tennale”. La visibilità mediatica di cui gode Formi-goni, secondo l’esponente radicale, è un ottimo vei-colo per promuovere la sua immagine di faccia pu-lita del “peggio dell’illegalità democratica”.Parla della galassia dei poteri delle nomine ai verticidella sanità, dei mega interessi che ruotano attornoall’Expo, dell’assegnazione di appalti e consigli diamministrazione. Dopo l’azzoppamento politico diGiulio Tremonti, causa inchieste sul suo braccio de-stro Marco Milanese, Roberto Formigoni sarebbequindi pronto per l’investitura a leader di un nuovogoverno di unità nazionale.“Un pericolo che questo Paese non può permettersidi correre”, avverte Cappato che accusa anche l’o p-posizione.“Perché Bersani tace? Forse perché nell’universo diCl ruotano anche interessi dell’area del centro-si-nistra come ad esempio le Coop rosse”.

Elisabetta Reguitti

Illustrazione di Marilena Nardi

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pagina 8 Domenica 21 agosto 2011

DRAGHI BRUCIA TREMONTIAccordo di Ferragosto tra B. e il futuro leader della Bce,con la regia di Napolitano: Saccomanni a Banca d’It alia

Massimo Varazzani (FOTO EMBLEMA)

L’ultimo dei tremontiani: Varazzani millepoltroneI RECORD DEL MANAGER DI FIDUCIA DEL MINISTRO DELL’ECONOMIA: CINQUE INCARICHI PUBBLICI CONTEMPORANEAMENTE

GIOCHI DI POTERE

I leghistip re p a r a n oun nuovo assaltoalla manovraper favorirei Comunidel nord

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il futuro numero uno della Bce Mario Draghi. In basso Fabrizio Saccomanni (FOTO ANSA)

M assima solidarietà ai redattori del Cor-riere che hanno dovuto impaginare

un altro pezzo (o meglio, un’altra versione delsolito pezzo) di Piero Ostellino. Nascosto a pa-gina 52, il pezzullo del guru della destra che an-cora spera nella rivoluzione liberale di B. si an-nuncia promettente. Il titolo parla di “intellet -tuali colpevoli” e già uno si immagina la confes-sione di Ostellino: mi sono illuso per 20 anniche Berlusconi fosse un campione della liberaimpresa anzi che, semplicemente, delle sue im-

prese. E invece no: Ostellino dice che dallacrisi escono con le ossa rotte i teorici delloStato forte (strano, anche il Corriere parladei tentativi di trasformare l’Ue in un super-stato che condivide la politica fiscale) e se laprende perfino col Pci. La vera ragione? “Ar -gomentar e”, se così si può dire, che non sipuò ritassare chi ha usato lo scudo fiscale.Lo avrà letto nei libri di von Hayek.

LIBERISTA FUORI TEMPO MASSIMO

Le confessionidi Ostellino

di Sara Nicoli

L’indiscrezione girava dagiorni, ma solo ieri ha tro-vato consistenza nelle pa-role di alcuni uomini tra i

più vicini al Cavaliere: Fa b r i z i oSaccomanni sarebbe a un pas-so dalla nomina a nuovo gover-natore della Banca d’Italia.Silvio Berlusconi, ad Arcore,avrebbe concluso l’accordo pri-ma con il governatore uscenteMario Draghi, poi anche con ilcapo dello Stato Giorgio Na-politano (sempre via GianniLetta) e persino con il leaderdell’Udc Pier Ferdinando Ca-sini, in questi giorni molto “get -tonato” negli ambienti pidielli-ni per le modifiche alla mano-vra. Il via libera di Casini su Sac-comanni sarebbe arrivato dopol’apertura del Pdl verso una mo-difica dell’eurotassa con l’intro -duzione del quoziente familia-re. Insomma, la partita su Ban-kitalia pare conclusa con una

nuova sconfitta del ministro delTesoro Giulio Tremonti ch e ,com’è noto, spingeva sul nomedel suo stretto collaboratoreVittorio Grilli, direttore genera-le del Tesoro.

NEI GIORNI CALDIdel varodella manovra, il ministro dell’E-conomia aveva messo sul tavoloassieme alla ennesima minacciadi dimissioni proprio la nominadi Grilli a via Nazionale. Ma poi lalettera della Banca centrale eu-ropea firmata da Je a n - C l a u d eTr i c h e t con i diktat sulla mano-vra (in cambio dell’impegno del-la Bce ad acquistare debito ita-liano) ha dato al Cavaliere la pos-sibilità di resistere alle pressionitremontiane imponendo unanuova pausa di riflessione.Quindi, la svolta, a cavallo di fer-ragosto, durante uno dei collo-qui tra Draghi e Berlusconi, incui il prossimo presidente dellaBce aveva chiesto che sull’avvi -cendamento ai vertici della ban-

ca centrale italiana non ci fosse-ro tentennamenti e che si agisse“nel segno della continuità”, an-che per dare un segno di stabilitàai mercati circa la solidità delcuore del sistema creditizio ita-liano. Insomma, meglio Sacco-manni di Grilli. E subito. Una no-mina che, a quanto ne fanno sa-pere gli uomini più vicini al Ca-valiere, avrebbe trovato il favo-re, oltre che di Casini, anche del-le altre forze d’opposizione.Almeno su quel fronte, il Cava-liere non avrà ripercussioniesterne. Tanto che avrebbe det-to ai suoi di voler accelerare alpiù presto il passaggio di conse-gne, anche prima che Draghiraggiunga Bruxelles la prossimafine d’ottobre. Il problema, ca-somai, è Tremonti. Per inquadra-re in quali acque agitate navighioggi la maggioranza, basta que-sta frase che il Cavaliere si sareb-be lasciato sfuggire, come sfogo,con uomini vicini al segretariodel Pdl Angelino Alfano, par-lando con preoccupazione del-l’azione sempre più intestina dei

frondisti: “Sono riuscito a chiu-dere con Draghi, Napolitano eCasini su Saccomanni, ma Tre-monti non mi ha perdonato; pe-rò io sono sereno, lui è azzoppa-to per il caso Milanese, non riu-scirà a salvarsi”. E ancora “Sta fo-mentando Bossi contro di me,vuole vendicarsi…”.È stato in occasione di questocolloquio confidenziale che sa-rebbe emerso l’accordo di Tre-monti con i leghisti Umber toBossi e Roberto Calderoli il

giorno del festeggiamento delcompleanno del ministro del Te-soro sulle montagne del Cadore;il ministro dell’Economia ap-poggerà alcuni cambiamenti al-la manovra che riguarderannomodifiche ai tagli previsti per glienti locali, in particolare i comu-ni, in modo che la Lega possa poiintestarseli in senso elettorale.La proposta di modifica scaturi-rà durante il vertice di lunedì del-la Lega a via Bellerio, ma su un’al -tra cosa la questione rimane fer-

ma: le pensioni non si toccano. ETremonti, a quanto sembra, nonmuoverà un dito per ammorbi-dire i vertici del Carroccio.

BERLUSCONI ha anche un al-tro timore, piuttosto fondato.Che la Lega, per metterlo all’an -golo, se ne esca con la parola fu-nesta: patrimoniale subito. Eccoperché ieri, in pieno, bollente,fine settimana di silenzio agosta-no, un allarmatissimo Fa b r i z i oCicchitto ha lanciato un acco-rato appello al Carroccio: “L’e-ventuale diminuzione dei taglisugli enti locali – ecco le paroledel capogruppo Pdl alla Camera– deve essere per forza accom-pagnata e bilanciata da un inter-vento strutturale sulle pensioni,riequilibrando così tutta la ma-n ov ra ”. Berlusconi si sta convin-cendo sempre di più che la fidu-cia, alla Camera, sarà un passoinevitabile. Soprattutto se lune-dì Alfano non riuscirà a ottenerela capitolazione dei frondisti.Che di mollare pare proprio nonne vogliono sapere.

di Vittorio MalaguttiMilano

C è un uomo solo al comando. Sichiama Massimo Varazzani, 60

anni, da Parma, avvocato. Lo mandail ministro Giulio Tremonti. Dev’es-sere un fenomeno, il Varazzani. Mi-ca facile da trovare un altro managerche riesce a sfoggiare nel curricu-lum ben cinque incarichi di vertice.E tutti insieme, cioè contempora-neamente. Incarichi pubblici, di no-mina politica, quindi. Gli ultimi trerisalgono a pochi giorni fa, quandoTremonti ha deciso di fare piazzapulita al vertice delle società con-trollate dal Tesoro coinvolte nelleindagini sul suo collaboratore Mar-co Milanese. Per un fedelissimo delministro che esce di scena travoltodagli scandali, ecco un altro tre-montiano di ferro che guadagna po-sizioni.

E COSÌ VARAZZANI, appenanominato amministratore delegatodi Fintecna, è diventato anche pre-sidente di Sogei e vicepresidente diEnav. Non basta. Perchè l’av vo c a t o

emiliano a ottobre era stato spedito aRoma come commissario straordi-nario per la gestione del debito del-l’amministrazione capitolina. DaParma invece l’hanno chiamato a di-rigere la Stt, la società che controllauna rete di aziende comunali. Questiultimi due incarichi basterebbero dasoli a far perdere il sonno al più na-vigato dei manager. Roma rischia disprofondare in una voragine finan-ziaria. E a Parma, nel loro piccolo,non si possono lamentare: debiti per

centinaia di milioni anche lì. Varaz-zani, però, a quanto pare, non è il ti-po che si spaventa facilmente e cosìha risposto obbedisco alla richiestadell’amico Tremonti che lo ha messoal vertice di tre aziende importanti.Fintecna è la holding pubblica a cuifa capo, tra l’altro, un enorme patri-monio immobiliare. Sogei fornisce egestisce soluzioni informatiche perl’amministrazione finanziaria dellostato. Enav è la società a cui è affidatoil controllo del traffico aereo sui cieliitaliani.Va da sè che oltre alle poltrone Va-razzani cumulerà anche gli stipendi.A Parma guadagna 100 mila euro lor-di l’anno. Il compenso per l’incar icoromano non è noto ma potrebbe au-mentare ad alcune centinaia di mi-gliaia di euro. E altri soldi arriveran-no grazie ai tre nuovi incarichi. Pos-sibile? Possibile che un uomo solo siain grado di giocare contemporanea-mente su tutti questi tavoli? Nei mesiscorsi non sono mancate le polemi-che sul doppio incarico tra Roma eParma. Una battaglia condotta in pri-ma fila dai Radicali. Due sentenze delTar hanno dato ragione ai contesta-

tori, ma il governo ha aggirato l’osta-colo con una norma ad hoc infilatanel decreto milleproroghe. Non è daescludere, però, che dopo l’ultimatornata di nomine il fedelissimo diTremonti non scelga di rinunciare aqualcosa.

POCO MALE, tutto sommato. Va-razzani è abituato agli alti e bassi diuna carriera ricca di stop e di pole-miche. Nel 2009 lo troviamo al ver-tice della Cassa depositi e prestiti, ve-ro forziere di denaro pubblico fortedi centinaia di miliardi da investire.Dura poco. Nella primavera del 2010neppure Tremonti riesce a difender-lo dalle critiche che arrivano da tuttele parti. Varazzani fa le valigie. Gli eracapitata la stessa cosa nel 2002 quan-do lasciò il comando dell’Enav, doveera arrivato l’anno prima, a causadelle polemiche seguite alle sue di-chiarazioni sulla gestione della so-cietà. Il governo berlusconiano nonpuò fare altro che accettare le sue di-missioni, ma Varazzani conserva l’in-carico di consigliere economico diTremonti. I due, si racconta negli am-bienti finanziari milanesi, si cono-

scono almeno da un quarto di seco-lo. Nel 1986, dopo alcuni al CreditoItaliano e poi in Bankitalia, l’av vo c a -to emiliano approda alla Sige, ram-pante finanziaria, molto attiva anchein Borsa, controllata dall’Imi, grandeistituto di credito a controllo pubbli-co. Varazzani passa dirigere l’uf ficiolegale ed è proprio lì che ben prestofinisce per incrociare Tremonti. Sigediventa grande cliente del fiscalistadestinato a diventare ministro.Da allora i due amici non si sono piùpersi di vista. Il gruppo Imi si fondecon il San Paolo di Torino e Varazzaniresta in banca con gli incarichi piùdiversi. Fino a quando nel 2001 spic-ca il salto nella segreteria del mini-stro. Da lì all’Enav e anche al Secit, gliispettori del Fisco. Nel luglio 2003arriva la nomina nel gruppo Ferroviedello Stato, al comando di Ferservizi.Dura 15 mesi soltanto. Poco più lun-ga è l’esperienza alla Cassa depositi.Poco male. Per qualche mese Varaz-zani resta parcheggiato alla Centralefinanziaria di Roma, presieduta daGiancarlo Elia Valori, uomo di esteserelazioni e potere. Poi Tremontichiama. E l’amico risponde.

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21 AGOSTO 2011

Ceci n’est pasun éditorial

Mannelli pag. 3

Caria pag. 4-5

Miracolo!Gli sanguina il cuoreanche se non è suo!

Che fenomeno! Chiagne! Fotte! Gronda! E sbarella, scompare, cazzeggia, minaccia di usare l’arma segreta sganciando una cazzata atomica...Dopo anni passati soltanto a farsi leggi per i propri interessi, adesso Silvio recita la parte di chi ci sta male a dover massacrare l’Italia. È finita. Cade a pezzi. Ma sono pezzi, e cazzi, nostri.

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di scuse di Bossi a Brunetta.“Eeeh, bisogna fare queste scuse qui a Brunetta, qui, per quella cosa lì del nano veneziano che è un po’ uscita, veneziano èèèèè un po’ forte ma quando si devono mettere a posto questi debiti qui è una rottura di coglioni, devi fare la quadra e...Padaniaaaaa. Ma quella Brunetta lì è pure bravo come quei canetti delle signore di Milano che abbaiano un po’ ma se ci dai un cassotto oppure ci stringi i coglioni sono bravi, stanno buoni, stanno con la Lega che noi dopo la polenta dobbiamo fare il federalismo...c’ho un cazzotto potente, oh....metti la mano che ti do un cazzotto... Adrianaaaa.... Adrianaa,,, Padaaaaaaniaaaa.... Paaaadaniaaaa...”

Umberto Bossi

Quando il Direttorenon c’è i topini Ballano

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di Stefano Pisani

IIII

Marrazzo: «I trans sono donne all’ennesima potenza»

La gaia guerra di Piero

VITA SPERICOLATA

La badante in lacrime: “Mi ha chiesto anche un passato di verdura, ma mi sono rifiutata”. Atti di autolesionismo nelle lunghe notti insonni: ha chiamato i giornalisti. Presto una legge ad personam anche per Vasco: le rockstar potranno andare in pensione a sessant’anni, così ci fanno grazia delle loro paturnie. L’arrogante silenzio di Ligabue

di Alessandro Robecchi

MICIDIALE COCKTAILDI SOSTANZE: Vasco mischia semolino e pera cotta

punto Marrazzo andasse con una come Natalì: se vivi circondato da gente del Pd, dopo un po’ senti il bisogno di una figura forte! Dopo essere stato ri-

cattato per un video in cui compari-rebbe nudo con dietro un ca-rabiniere che nuota nella coca, nella sua inarrestabile caduta verso il basso Marraz-zo era poi addirittura finito in un convento. Luogo invero cu-rioso, per tenersi alla larga dagli scandali sessuali. A Montecassi-no, i religiosi lo hanno sottopo-sto per un mese a un program-ma di rieducazione basato su ci-cli continui di “A sua immagine”: alla fine, Piero ha superato ogni confusione e ora riesce a distin-guere fra maschi, femmine e Re-nata Polverini. Ma noi del Misfritto, in esclusiva per voi lettori morbosi, ci siamo finti Al-fonso Signorini per avere lo sconto e abbiamo sentito il trans Natalì: «A vol-

te, ripensandoci, mi sento davvero sporca. – ci ha confidato - Ma lo giuro, lo giuro: non sapevo che fosse un politico».

Non so se avete saputo, ma due anni fa Pie-ro Marrazzo è stato coinvolto in uno scan-dalo sessuale a base di ricatti, transessuali e cocaina. La vicen-da ebbe però anche lati negativi, come

il passaggio del Lazio al Pdl (che non si era manco candidato) e l’impennata dei prezzi di

Natalì. Oggi, Piero è torna-to a parlarne su Repub-

blica, per scongiurare il rischio che qualcuno

se ne dimenticasse. «Non sono omo-

sessuale, non so-no omosessua-le» ha ripetu-to a Concita de Grego-rio, che lo ha intervi-

stato vestita come Platinette per farlo stare a suo agio. «Mi piacciono le donne! Come potrebbero non piacermi? Sono così simili ai trans…». Ma, diciamocelo, era inevitabile che a un certo

di Saverio Raimondo

OGNI PAESE HA I MILIARDARI CHE SI MERITA

Warren Buffett sulla crisi: “Quant’è? Pago io”Warren Buffett non ci sta. Dopo che una ricerca USA ha dimostrato come i ricchi siano più egoisti e insensibili, il miliardario di Omaha ha prima scritto sul New York Times chiedendo di poter pagare più tasse perché “è giusto tassare di più i super ricchi”; poi, solo

pochi giorni dopo, si è presentato alla Banca

Mondiale chiedendo il conto della crisi: “Quant’è? Offro io”. Gli impiegati, pre-si alla sprovvista,

hanno prima tergi-versato (“si figuri,

offre la casa”); poi, quando hanno capito

che Buffet faceva sul serio, gli hanno presentato il conto del debito

mondiale: circa 1 Trilione di dollari. Buffett,

dopo essersi frugato un po’ nelle tasche, ha chiesto di poter pagare con la carta. Il gesto filantropico di Buffett, che con una strisciata ha risollevato le Borse e pareggiato i bilanci mondiali, ha gettato però nel panico gli altri ricchi, che si sentono scavalcati dall’imprenditore americano; ma che soprat-tutto temono rappresaglie nei confronti del loro egoismo.In Italia, due su tutti: Berlusconi e Mon-tezemolo. Il premier si è giustificato di non aver fatto altrettanto dando la colpa alla sentenza Mondadori: “Quest’anno ho già dovuto pagare 560 milioni a De Bene-detti, e manco c’ho scopato”. Luca Cordero di Montezemolo invece, in un’intervista sul Corriere, liquida il gesto del collega americano come “un’americanata”, prima di allontanarsi sgommando con la sua Ferrari.

Possiamo tirare un grande sospiro di sollievo. I medici sono stati chiarissimi: “Non c’è nessun timore per la salute di Vasco Rossi, l’abuso di pera cotta non è dannoso, né vietato dalle legge”. Il grande Vasco gode dunque di otti-ma salute, e nemmeno ci sono all’orizzonte guai giudiziari: “Se il se-molino è per uso personale – dico-no alla locale stazione dei Carabi-nieri – nessun problema”. Resta aperta la questione del tempo libero, della noia, delle lunghe ore inoperose, che Vasco riem-pie frequentando Facebook. Dicono da Palo Alto, in Cali-fornia: “Ogni giorno si scrivono nel mondo sei miliardi di pagine Fa-cebook, e a quanto pare cinque miliardi le scrive lui”. Intan-to, per combattere l’insonnia, Vasco telefona a giornali-sti e critici musicali nelle ore notturne, raccontando la sua visione del mondo, la sua filosofia, la sua imposta-zione morale e la sua teoria sull’universo, tutte cose profondissime per cui si potrebbe stare al telefono persino 20-22 secondi. Per tranquillizzare ulteriormen-te i fans, Vasco ha messo online la lista delle medicine che prende abitualmente: Maalox, Citrosodina, frullato di trippa, dado per brodo vegetale, oltre al suo vizio in-guaribile: la pera cotta. Un appello alla politica arriva in-tanto dai molti fan-club sparsi nel paese: “Va bene man-dare gli italiani in pensione più tardi, ma per le rockstar non si potrebbe anticipare? Beccarci altri cinque o sei anni di Va-sco su Facebook e sui giornali potrebbe ringiovanire lui, ma far invecchiare tutti gli altri”.

Orribile: dopo l'ordigno non in grado di esplodere, le armi non in grado di sparare!

Ritrovato nell’Aniene un enorme arse-nale di armi e munizioni, compreso un mitra, arma ideale per le stragi. Le armi sono arruginite e non in grado di sparare ed il fatto fa subito pensare all’ordigno non in grado di esplo-dere ritrovato al Colosseo. È chiaro che qualche orribile organizzazione terroristica vuole gettare la città nel panico, non accontentandosi della sola presenza di Alemanno. I cittadini, angosciati, ogni mattina si chiedono: vediamo oggi cosa non può accadere di terribile. La presenza, pratica-mente ovunque, di oggetti non in grado di provo-care una strage può far dilagare il panico. Per non innescare psicosi collettive, la Polverini ha saggia-mente deciso di rassicurare tutti sul rischio Tbc all’ospedale Gemelli: il virus c’è sul serio ed è in grado di far ammalare. Dunque, possiamo stare tranquilli. Semmai, l’emergenza scatterebbe per la presenza di un virus innocuo.

Devastanti effettidel caldo a Roma

Attenzione! Caduta di stile

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IIIIII

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IVIV

Anche su questo numero (e sul prossimo) un classico racconto estivo, da consumarsi dove più vi aggrada impigrire. Dopo la corrispondenza ultraterrena di Lia Celi, che avete delibato domenica scorsa, cambiamo completamente atmosfera: stavolta il gioco si fa duro e l’inchiostro si fa nero. Enrico Caria impugna la penna. E pure la matita.

d’acqua, rhum e zucchero in quel perfetto equilibrio che, a suo dire, solo i pasticcieri di Scaturchio sono in grado di realizzare. L’avvocato ne ingurgita uno in due bocconi, poi un altro. Mangia come vive, Lulli, in fretta e senza badare alle conseguenze. Sta per portarsi alla bocca il terzo babbà quando il campanello della porta squilla. Lulli punta i suoi proverbiali occhi azzurri sulla pendola: le diciannove e cinque. Aspetta una donna per le dician-nove e trenta, ma è tipico del suo carattere focoso presentarsi in anticipo a un appuntamento. Lulli ripone il morbido dolce gocciolante nel vassoio di cartone argentato e cerca di asciugarsi le dita con una salvietta, ma la perfetta miscela di acqua, rhum e zucchero gli incolla la sottile carta ai polpastrelli e per liberarsene deve sciacquarsi le mani. Lo fa nel bagno piccolo, poi, mentre attraversa il lungo corridoio si ferma a guardarsi nello specchio e con cura s’aggiusta il nodo della cravat-ta. Si passa una mano tra i capelli ancora prevalentemen-te neri e folti. Ha il torace largo, le spalle ampie, le brac-cia forti dell’ex campione di canottaggio e a dispetto dell’età -proprio quel giorno Lulli ne compie cinquanta-sette- è sempre un bell’uomo, vigoroso, elegante e con carisma da vendere.

È anche molto potente, molto ricco e molto corrotto, e questo piace alla maggior parte delle persone che frequenta. Ma la caratteristica che gli permette di sedurre prima e tener legate a sé poi, un numero tanto elevato di amanti, è il dono ereditato da suo padre che a sua volta l’ereditò dal suo: un pene di trentuno centi-

metri. Sì, Lulli è decisamente superdotato. La voce gira e tutte le femmine cui arriva, giovani o mature che siano, prima o poi gli lanciano segnali di disponibilità che l’avvocato mai tralascia di cogliere. Ora Lulli sta per aprire la porta quando ha un’esitazione. Con tutto il tempo perso a lavarsi e a specchiarsi la donna che aspetta si sarebbe già attaccata al campanello un’altra mezza dozzina di volte; invece dopo quella prima scam-panellata… Lulli si curva verso lo spioncino e quello che vede non gli piace nemmeno un po’.

Rita va via ridacchiando. Il ticchettio dei suoi passi, la porta che si richiude. Poi nel grande studio legale cala un silenzio di tomba.

Cafiero emette un rumoroso sospiro, guarda il pacco sulla sua scrivania e lo tira a sè.

Le sue dita grandi si fanno strada tra le crepitanti pieghe dell’involucro fino a scoprirne

il contenuto. Babbà. Sei. D’oro bruno, imbevuti d’una miscela

Un grosso avvocato che ama troppo le donne, pure quelle che non deve; un pentito che teme più lo scuorno delle corna che la ven-detta della camorra e un quesito che chi ci ficca il naso muore acciso: chi è l’uomo che ama i babbà?

Lulli Cafiero non ha mai avuto paura di morire perchè è troppo indaffarato e tempo per pensare alla morte non ne tiene. Tuttavia, dopo la dipartita di sua madre, ora teme le malattie incurabili e/o invalidanti, e quello che s’augura per sé medesimo è morte veloce. Foss’anche violenta. Non che nel corso della sua vita burrascosa l’avvocato Cafiero a morte violenta non ci sia più d’una volta andato vicino. Ne è consapevole. Ma ciò che Lulli non immagina, è che di lì a pochi minuti il suo auspicio avrà, se non la prima, di certo la più credibile opportuni-tà di concretizzarsi.Il pendolo suona sette volte e sulla porta della sua stanza compare l’ultima segretaria rimasta in ufficio “avvocato”, dice, “di là ho chiuso tutto, posso andare?” “Certo Rita, buone vacanze… e dove ve ne andate quest’anno?” “Ischia come tutti gli anni... agosto sembra Napoli, ma i ragazzini hanno tutti gli amici là… e lei?” “Se finalmente si decidono a ripararmi il motore prendo la barca, sennò vedremo.” “Ah,” sospira Rita, “per mare sono le vacanze più belle.” “I momenti più belli con la barca sono due,” sorride Lulli, “quando la compri e quando la rivendi.”

di Enrico Caria

...L’avvocato ne ingurgita uno in due bocconi, poi un altro. Mangia come vive, Lulli, in fretta e senza badare alle conseguenze...

I RACCONTI DEL l’uomo che amava i babbà

racconto ed illustrazioni

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VV

Sul pianerottolo c’è un uomo che se ne sta lì con la testa appena inclinata e lo sguardo fisso sullo spioncino. Un uomo che Lulli conosce e che teme. Un uomo che con la sua sola presenza fuori alla porta del suo studio legale può comprometterlo, di più, rovinar-lo: Mimì Marrucco, pentito di

camorra e principale testimone d’accusa nel

maxi-processo in cui Lulli difende l’imputato più noto e cattivo, tal Antimo Fierro detto lo Specchiato. Mai e poi mai dovrebbe incontrare Marrucco se non nell’aula d’un tribunale; non a caso, per corrom-perlo l’avvocato Cafiero aveva avvicinato sua moglie. Ma ora quello gli si presenta a studio come niente fosse. Lulli apre la porta di scatto e l’uomo scivola dentro senza parlare, e senza guardarlo in faccia si piazza in mezzo alla sala d’ingresso. Puzza di fritto. Lulli non si muove, non può permettersi di mostrarsi scorte-se o, peggio, timoroso, e qualunque sia il gioco del pentito non intende farse-lo imporre: “ma cosa diavolo v’è saltato in testa di venire qui?” esclama irritato, “non sapete quello che rischiamo?!” “Avvocà, state voi solo?” bofonchia quello.“Io… io stavo andando via,” mente Lulli, “ho l’autista che mi aspetta qua sotto.” Il tipo fa come non avesse sentito: “vi da fastidio se fumo?” e s’infila una mano in tasca, Lulli apre la bocca ma le parole non escono, tappate in gola dalla corda di mandoli-no che l’uomo gli ha infilato tra mento e colletto con unico gesto fulmineo gli è alle spalle e lo tira verso il basso con tutte le sue forze. Lulli, più alto e assai più forte di Marrucco, ondeggia come una balena presa all’arpione e si butta all’indietro scaricandogli addosso il peso della sua mole, rovesciandolo a terra; quello, schiac-ciato tra la moquette e i centodieci chili della sua vittima, allenta un istante la presa quel tanto che permette a Lulli d’infilare le dita tra il filo di metallo e la carne del collo inciso. Ma lo strangolatore tende di nuovo il suo strumento e la corda di mandolino si fa strada nella dita recidendo i tendini e incastrandosi nelle falangi. Lulli si dibatte tentando di girarsi ora sull’uno ora sull’altro fianco, cercando invano di colpire l’uomo con la testa, allora inarca il bacino facendo una specie di ponte da abbattere sul suo aggressore ma quello sguscia fuori dalla sua portata senza mai mollare la presa. Ora il killer è libero di strattonare con più vigore e subito un occhio dell’avvocato, pur trattenuto da vene e nervi, s’estroflette dall’orbita sanguinando copioso. Un istante dopo due falangi recise di netto saltano come tappi di champagne, col risultato di liberargli sì, la mano destra, ma nel contempo di far strada al cordino nel suo collo di burro. Lulli smette quindi di dimenarsi e sulla moquette chiara un lago nero si allarga a vista d’occhio sotto la testa staccata dal collo solo per metà. A Marrucco il lavoro appare comunque ben fatto così si dispensa dall’assecondare quel desiderio al limite del capriccio di decollare Cafiero del tutto. In realtà ciò che ora gli preme sopra ogni cosa è dedicarsi alla di lui superdotazione. A tal fine tira dunque fuori un vecchio rasoio da barbiere, sbottona la patta dell’avvocato e procede all’evirazione con pochi decisi colpi di lama. Dopodichè glielo infila in bocca. Cerca un bagno, lo trova e si lava le mani.Tornando si ferma a guardarsi nello specchio e con cura s’aggiusta il nodo della cravatta. Poi si passa le dita tra i capelli ancora prevalentemente neri, e folti.

È magro e nervoso Marrucco, con braccia forti e mani grandi da ex pugile. E tutto sommato sarebbe anche un uomo desiderabile se non fosse per la voce che gira su di lui circa un pene

dalle dimensioni più che modeste. Modestissime. Marrucco si mette quindi a sedere sulla panca

all’ingresso senza distogliere lo sguardo dall’opera sua. Caccia un pacchetto stropicciato di sigarette e se ne accende una tutta storta. Tira due lunghissime boccate soffiando fumo in cerchietti sempre più piccoli e aspetta. Aspetta sua moglie Barbara che, come sta scritto dentro

l’uomo che amava i babbà alla lettera anonima che ha ricevuto quella stessa mattina,

lo fa cornuto con l’avvocato da quasi due mesi. Sono le diciannove e ventisette e tra una manciata di minuti il campanello suonerà e quella grande zoccola di sua moglie farà la stessa fine dell’avvocato.

Questo pensa l’uomo che puzza di fritto. Dopodichè si andrà a fare un bel cartoccio di zeppole e paste cresciute per allentare la tensione. In effetti, pochi minuti dopo, il campanello effettivamente suona, ma sul pianerottolo c’è una donna bionda vestita di rosso che Mimì Marrucco non ha mai visto prima.Due settimane dopo. Isola di Aruba, Antille Olandesi. Il colom-biano Antonio Waldo Gutierrez detto El Churro e il napoletano Antimo Fierro detto lo Spec-chiato sono in mezzo al Mar dei Caraibi per una battuta di pesca in pantaloncini corti e larghe camicie a fiori, hanno appena tirato sul panfilo di 27

metri un marlyn di 18 chili e sono di ottimo umore. Anche per il grosso pesce, ma non solo. Una volta rientrati nella villa-bunker di Aponte, mentre lo chef francese sfiletta il marlyn e due mignotte venezuela-ne preparano giganteschi tiri di coca rosa su un vassoio d’argento, El Churro e lo Specchiato mettono a punto i particolari della loro jont-venture. “...il diciannove la nave arriva a Guinea-Bissau”, dice El Churro, “lì, il carico viene distribuito sui motoscafi che vanno in Montenegro, dove ti aspetto con i soldi due giorni dopo, il ventu-no...” Lo Specchiato lo chiamano così perchè non soppor-ta la luce e non si leva mai, ma proprio mai, gli occhiali da sole. Quando si commuove, quindi, e -come ora- gli si

fanno gli occhi rossi, nessuno se ne accorge.

A meno che la voce -come ora- non tradisca emozione.“Quando penso, dice in uno spagnolo più che accettabile, che stiamo per realizzare la più grande spedizione di coca mai fatta al mondo... mi viene la pelle d’oca... e pensare che a momenti saltava tutto per quel cornuto d’un pentito.” “Ma ora,” ribadisce El Churro, “non ci sono più problemi, giusto?” “Nessun problema... grazie a te nessun problema!” “Io non ho fatto niente, ti ho

dato solo una piccola idea.” “Geniale! Far credere a quel complessato col cazzo piccolo che il mio avvocato gli scopava la moglie è stata un’idea geniale... il resto è andato da se: i giudici l’hanno dovuto scaricare e io eccomi qui: pulito come un giglio e libero come un fringuello!”, risate, calici levati, tironi di coca e pacche sulla spalle.

È chiaro come il sole che tra quei due è nato qualcosa che va oltre il narcotraffico: il colombiano e il napoleta-no sono diventati amici. Ecco perchè Waldo ha chiesto al suo chef francese di preparare per Antimo il suo dolce preferito: babbà al rhum.

...mentre lo chef francese sfiletta il marlyn, El Churro e lo Specchiato mettono a punto i particolari della loro jont-venture.

di Paola MamminiTHE SHOW MUST GO ON

Innocenti invasioniSei rimasto/a flashato da una

ragazza/o durante un happy hour in spiaggia con tanto di mojito e om-brellino ma nella calca generale non sei riu-scito a sapere il suo nome né a scambiare due parole? Niente paura, telefonino e/o smart-phone (con ben 29 App fatti apposta per te) vengono in tuo soccorso. 1) posti su Facebook la sua foto che avrai ov-viamente fatto col cel-lulare (non sei riuscito a parlarci, ma l’hai fo-tografata, va da sé…): il

s i - stema di riconoscimento fac-ciale introdotto da poco nel mitico universo targato Zuckerberg taggherà in automatico il suo volto e, tramite il settaggio privacy ‘suggerisci agli amici le foto in cui sono io – quando assomiglio a una persona nelle foto, suggerisci di taggarmi’ (eh?!?), po-tresti già venire a conoscenza della sua identità; 2) se non funziona, utilizza l’APP Free VIEWDLE SOCIAL CAMERA sul tuo smartphone e in questo caso la foto che avrai scattato fini-rà in un sistema di riconoscimento facciale così sofisticato (utilizza più motori di ricerca, non solo FB) da rendere praticamente impossibile non sapere anche quali vaccinazioni ha fatto e di che religione sia l’oggetto dei tuoi desideri; 3) ora che sai il suo nome, indirizzo, codi-ce fiscale ed eventuali carichi pen-denti però, per evitare passi falsi affidati all’App AFFINITY del tuo so-pracitato smartphone e, dopo avergli dato in pasto la solita fotina, aspetta. Un algoritmo (messo a punto da un gruppo di italiani: si sa, il rimorchio è un vanto nazionale duro a morire), determinerà l’affinità di coppia con te. 4) se hai superato le prime tre frasi, fatti coraggio e la-sciati andare a un po’ di romantici-smo che non fa mai male: utilizza uno di questi 3 App che non hanno bisogno di spiegazioni: LOVE SMS, FLIRT, I-RIMORCHIO, FRASI PER ABBORDARE. E mi raccomando, non farti prendere dallo sconforto se la tua preda non parla italiano: l’App LINGOPAL ti garanti-sce il flirtaggio con traduzione si-multanea. Qualora poi dovessi dubita-re della tua capacità di seduzione, l’App KISSING TEST ti leva ogni dub-bio: bacia il display e il tuo Smart-phone valuterà la tua prestazione: saprai se andrai in bianco o no. (io non ho lo smartphone, odio il Mojito e l’unico APP che utilizzo è quello in compresse rigorosamente omeopatiche per l’allergia al polline: sarà per questo che sono single?)

Page 14: Il Fatto Quotidiano 21 Agosto 2011

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La redazione scrive ai lettori“Box Populi” è una rubrica di posta inversa: non sono i lettori a scrivere alla redazione ma i redattori ed i colla-boratori a scrivere ai lettori.Che, a giudicare dalle lettere arrivate, rispondono!La lettera ai lettori dello scorso numero era del Direttore: “Un Grande Autore Famoso anche amico mi manda una schifezza. La pubblico o no, rischiando un aggressione da Ego ferito e la fine di un’amicizia?”

Risponde la lettrice Ursula Gaudenzi “Non voglio sembrare arrogante ma... se vedo una cosa che non mi piace lo dico. Sembra una strategia di vita suicida. Lo è infatti. Ma si va a dormire più leggeri. Cosa avrà mai scritto questa persona? Si legge e nel caso si dissente.”

Replica il lettore Marco Careddu: “Immagi-no che al Misfritto arrivino vignette e testi per posta, e immagino che loro non rispondano agli autori che non li fanno sobbalzare sulla sedia. Non rispondevo io per il mio piccolo blog, come so che non rispondono quelli degli altri. A volte solo per non urtare la sensibilità di nessuno o per non cadere nel vortice di una interminabile discussione sui gusti ecc. ecc. So che sarebbe cor-retto farlo. Immagino che il mio comportamento fosse dettato da una sola domanda, che mi fac-cio e faccio agli altri. La tua opera la compreresti, la comprerei? La risposta per quel che faccio e vedo è spesso NO! Rari esempi mi fanno ricre-dere. Ad un amico lo dico se può fare di meglio, con molto tatto, ad uno che non conosco no. Poi fidati, siamo sempre pronti a sventolare la ban-diera della censura se per caso non ci mettono sulla carta. Lo ha fatto Vauro col Corriere come lo fa il più piccolo imberbe disegnatore che non si vede in un blog collettivo. È giusto? No. Giudicare è un po’ farsi odiare. Chi ambisce all’odio?”

Gian Carlo Macchi, invece, ha un incipit malizioso: “Caro reticente direttore del Misfrit-to. Volentieri immagino di essere te di fronte al tuo illustre (un po’) amico che ti ha mandato quella “gran cagata” che non sai se pubblicare. Ma prima due parole sul ‘reticente’. Perché non ci vuoi dire chi è questo tuo interlocutore? Non crederai per caso di darcela a bere dicendo che ti sei inventato tutto lì per lì, solo per inaugurare la rubrica della posta, vero? Nell’attesa ecco la mia risposta alla tua domanda…”

La risposta completa di Gian Carlo, insieme a tutte le altre che sono arrivate e che non ab-biamo spazio per mettere in pagina, la trovate sul sito del Misfatto. Il dibattito è aperto.

La nuova domanda che rivolgiamo ai lettori è di Francesca Piccoletti, euforica segretaria di redazione: “I miei colleghi sono stati molto cavalieri a lasciarmi scrivere subito dopo il Diret-tore, ma non è sempre così! Trascorrendo la mia giornata lavorativa con una redazione comple-tamente maschile, a forza di giochi di parole spinti, allusioni sessuali, scarsa cura della perso-na, sto piano piano diventando uno scaricatore di porto, e devo dire che non mi sembra nean-che tanto male… mi sorge però un dubbio: una donna che si trovi a lavorare prevalentemente con colleghi maschi, deve lottare per mantenere la sua femminilità o lasciarsi andare verso l’inesorabile deriva dell’omologazione?”

A voi: RSVP.

‘Box Populi’Vesti

Papa!il tuo

PAPA BASE

PAPA SCRONDO

PAPA QUERELLE DE BREST

Per il pieno agosto, certo, sarebbero sta-ti appropriati dei costumi da bagno. Ma vestire il Papa è un gioco che, come la religione, non si offre al realismo ed alla logica e promana, invece, la semplice fan-tasticheria che sottende il riso infantile. Con un che, però, di lisergico. Noterete tutti, comunque, l’impressionante somi-glianza del Papa Scrondo con il vero Scrondo. Anche se, a dirla tutta, anche il Papa Base, il Papa Normale è pratica-mente identico al mostriciattolo verda-stro. Colore a parte. Forse.

PAPA RAPPER

Page 15: Il Fatto Quotidiano 21 Agosto 2011

Sì sono proprio io, il Mago do Sputanamiento, fratello mi- nore del celebre Mago do Nascimento ma altrettanto attendibile. Ho notato che i lettori al Misfatto stanno prendendo confidenza coi veggenti, così ho deciso di anticiparvi nel dettaglio (e parola per parola) cosa succe-derà di qui all’agosto 2012. Che la forza sia con voi e col vo- stro espirito. E viva o Flamengo.

MarzoNel silenzio gravido di a spe t t a t i ve delle Camere riunite, Scajola tira un bilancio dei primi cinque mesi di governo: “Come passa il tempo”.

• Un barcone stracari-co di finanzieri bloccato al largo di Budva, cercavano di entrare in Montenegro e di lì avrebbero provato a passare in Turchia: “Volevamo rifarci una vita in un Paese civile, europeo e che rispetta la legge”.

• In una Roma blindata per scongiurare un’ecces-

Ma anche gli edili volanti per la globalizzazione, l’ultima imperdibile opera di Scalfari su tutto, Marchionne alla sfida delle Piramidi, lo struggente mélo Moratti-Gasperini.

siva affluenza di pubblico, Euge-nio Scalfari presenta la sua ultima, attesa fatica filosofi-co-letteraria. Le 768 pagi-ne di “Dio come mi amo” condensano un fitto dia-logo sui massimi sistemi - dai neopitagorici alla cucina degli avanzi - con l’Onnipotente e l’Onnisciente. Dalla prefazione di Scalfari: “Diventato vecchio, sep-pur ancora molto pia-cente, mi scopro sempre più di sovente a parlare con me stesso”.

AprileProteste dei lavoratori extracomunitari stagionali nel foggiano per le paghe da fame e le violenze dei ca-porali. Stavolta Cisl e Uil scelgono la linea dura: “Manca un quadro nor-mativo, ci vorrebbe un ritorno alla servitù del-la gleba”. La risposta delle aziende agricole non si fa attendere: “L’ipotesi è

Cisl e Uil: no allo schiavismo, lede i diritti dei servi della gleba

VIIVII

A cura di Alberto Graziani LE FIGURINE DI MERDA LE FIGURINE DI MERDA

Torna bambino! Ritaglia e colleziona

le tue Figurine di Merda! Potrai incollarle

nel bellissimo Album delle Figurine di Merda

che molto presto pubblicheremo,

senza alcun timore che non possa essere

riempito, visto l’andazzo quotidiano!

Potrai scambiare le tue Figurine di Merda

con quelle di altri…celo, manca,

ti do un Bondi che distrugge Pompei

per un La Russa che insulta uno studente…

Che tenerezza. Che nostalgia.

Direttore ResponsabileStefano Disegni

Segretaria di RedazioneFrancesca Piccoletti

CaporedattorePaolo Aleandri

Art DirectorCristina Trovò

GraficoPaolo Cucci

Web MasterRiccardo Cascino

Direttore AmministrativoCarlo “Bancomat” Pontesilli

Prodotto e realizzato da:Imprese Disperate S.r.l.

Sede Legale: Via Iberia 20 - 00183 Roma

Sede Amministrativa: Studio PontesilliVia Sant’Erasmo 23 - 00184 Roma

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Misfatto - 21 Agosto 2011

stimolante, ma lo schiavismo ci consente di rispondere meglio alla sfida della globalizzazione”.

• Cinquanta edili in volo dalle impalcature negli ultimi tre mesi per rispondere meglio alla sfida della globalizzazione.

• Marchionne alza il livello del dibattito: “D’altra parte quando in Egitto hanno costruito quelle meravigliose piramidi mica c’era la Fiom tra le balle”.

• Messaggio della Gelmini agli autori dei libri di storia per le scuole: “Bisogna riabilitare la pellagra”.

MaggioGasperini viene cacciato e ripreso per la dodicesima volta da Moratti, che ammette: “Forse sono stato troppo duro, è che certe volte mi accorgo di come guarda gli altri presidenti, lancia certe occhiate da gatta morta...”. Gasperini: “È geloso da matti. Vuole che vada in panchina solo con enormi foulard e occhialoni neri, domenica scorsa all’entrata di San Siro Pazzini mi ha scambiato per Grace Kelly”. Moratti: “Sei crudele crude-le crudele”.

• Svolta femminista in Arabia Sau-dita in risposta alla mobili-tazione delle donne per conquistare il di-ritto a guidare l’auto. Il re Abdul-lah: “Le donne hanno da oggi il permesso di svuotare i posa-c e n e r e dell’automobile. Solo quella del marito, del padre e dei fratelli, è ovvio. Dall’anno pros- simo, se zii e cognati sono d’accordo, potranno pure controllare la pressione delle gom-me”.

LE PREVISIONI PER DODICI MESI

IN QUESTO NUMERO:

MARZO, APRILEMAGGIO

NOSTRA ESCLUSIVA

effediemme effediemme effediemme effediemme

666563 64

GIANNI LETTA GIANNI ALEMANNO ITALO BOCCHINO MATTEO RENZI

(continua)

(Comune di Roma, opuscolo ‘Vademecumper la tua sicurezza’ 27 luglio 2011)

“Per Firenze, che è la mia città,quella per la quale ho giuratosulla Costituzione di fare bene

il mio lavoro, io vadoad Arcore anche tutti

i giorni se serve.”

“Sicurezza, un lussoche oggi noi donne

vogliamo permetterci”.

“Chi ti incontra in Costiera amalfitana Italo Bocchino, falcodi Fli e antiberlusconiano più di un marxista-leninista? Lei, l’Ape Regina delle notti di

villa Certosa, Sabina Began”.

“Luigi (Bisignani) è persona estroversa, brillante e bene informata.

È amico di tutti. È l’uomo piùconosciuto che io conosca.

Bisignani è un uomo di relazioni”.

(corrieredelmezzogiorno.corriere.it12 agosto 2011) (Corriere della Sera 7 dicembre 2010)(Repubblica 22 giugno 2011)

Page 16: Il Fatto Quotidiano 21 Agosto 2011

di Stefano Disegni

L,’OMINO VERDE CHE FECE

TREMARE SILVIO

Lo snodo della ferrovia TAV a Firenze sta creando molti problemi, andrà a finire come in Val di Susa?

Silvia – Fiesole

Quesito:Il governo questa volta ascolterà le proteste?Responso:“Perseveranti nella miseria seguendo una luce nell’oscurità. Via il vecchio, avanti il nuovo. Una riforma.”Un gruppo di persone non mollerà l’osso, anche quando l’impresa sembrerà una lotta contro i mulini a vento. Si dice però che la luce di un ideale può essere oscurata, ma non estinta. Infatti, una metamorfosi della situazione porterà poi nuove riforme sostanziali. Grazie a qualche probabile cambio ai vertici si eviterà di arrivare alla guerriglia.

I grandi del calcio, allenatori e calciatori, emigra-no in Spagna e Inghilterra. Forse oggi nel nostro paese lo sport rispecchia la situazione politica…

Settimio Di Mari – Montelibretti (Rm)

Quesito: Perchè nel calcio in Italia non c’è più il giro d’affari di prima?Responso:“Un alfiere che difende una bandiera. È tempo di correggere gli squilibri e stabilire i compensi. La fine e l’inizio.”I responsabili del declino sembrano gli amministratori delle squadre, che di-fendono a spada tratta gli interessi della società calcistiche. Ma anche i propri. Un meccanismo da ristrutturare al più presto, per ridimensionare i fa-stidiosi eccessi del sistema che punta solo a spartirsi gli introiti. Un’epoca, quella del calcio in Italia, arrivata al capolinea.

La NATO minaccia una “guerra umanitaria” per ro-vesciare il regime di Damasco. Cosa succederà ora?

Paolo M. - Ancona

Quesito: La Siria verrà invasa dalle forze NATO?Responso:““Difficili gli accordi a lungo termine. Un fuoco in montagna. Chi si allontana troppo sarà aggredito alle spalle. Fare attenzione ai dettagli.”La Siria, porta d’accesso all’Iran, sem-bra non rispettare le regole. C’è il ri-schio elevato di qualche missione dimo-strativa. Prove di forza. Una minaccia di aggressione, ma non un conflitto, per intimorire il regime e perfezionare poi gli instabili equilibri mediorientali.

e vi saràTav, Nato, calcio: quando si tratta di grandi questioni, tutti si affidano a Barea de Luna. Verrebbe voglia di chiedergli se il razionalismo durerà fino alla fine del secolo. Ma conosciamo la [email protected].

detto

Chiedete

a cura dello studioso di I Ching

Antonio Barea de Luna

Quando leggerete queste righe io non ci sarò più. Mi rendo conto di quello che ho appena scritto, pertanto continuo a scrivere digitando con il naso perché ho le mani occupate. Fatto. Intende-vo dire che sarò partito per una vacanzina, è cosa buona e giusta, già dirigo (si fa per dire) il presente giornaletto con un tasso naturale di disequilibrio mentale, se non mi prendo uno stacco piccolo piccolo, i pros-simi numeri avrebbero a risentirne in quanto diretti da un uomo nudo che non scende da sopra l'armadio e tira cose a chi prova a tirarlo giù. Perciò prendiamo il toro per le corna: nisba strip sui prossimi due numeri. Non credo che per questo si sposti l'asse della rotazione terrestre, né che qualcuno si sveglierà urlando nella notte. Ma il mio vecchio cuore, anzi, il mio cuore babbione (facciamo contenti tutti, via, è Ferragosto) non abbandona i suoi lettori senza ciccia. Mi piace perciò raccontarvi la storia gloriosa di un personaggio di cui ancora mi chiedono notizie.

Certi mi hanno scritto addirittura che “è stato educativo” e quello è il momento in cui il mio lavoro mi sbatte in faccia le mie pesanti respon-sabilità. Sì, perché sto parlando dello Scrondo. I più giovani non lo ricorda-no, ma il mio Scrondo ha fatto epoca.

Nacque in un pomeriggio di pigrizia nel 1984, lo disegnai di getto, ero un po’ punk in quel periodo, succede, e misi giù questo teppistello verde coi capelli biondi, l’orecchino e le borchie, e lo presentai all’allora socio Caviglia. Ci divertimmo a mettere giù storielle con lo Scrondo protagonista per un giornale musicale di allora, “Tuttifrut-ti”. Fu subito trionfo: arrivavano lette-re su lettere per lo Scrondo di ragaz-zine che si dichiaravano innamorate. Più lo tratteggiavamo coattello e punkettaro, più il successo cresceva. Un appuntamento seguitissimo, per capire l’andazzo, era “Lo Scrondo massacra E.T.”, in cui il nostro, sfigato, po-veraccio e coi brufoli, faceva il mazzo all’alieno miliardario, una sorta di giustizia proletaria. Lo portammo da Antonio Ric-ci. Eravamo reduci dal programma che ha anticipato tutti i programmi “trasgressi-vi”: “Lupo Solitario”, invenzione di Patri-zio Roversi, studiato persino in sede uni-versitaria. Ricci trovò che quel mostri-ciattolo verde e maleducato, con le sue storie assurde (un impiego da vicebecchi-no in cui si portava il lavoro a casa, o scontri vincenti con magnaccia alti tre volte di più e conse-guente innamora-mento della protetta) era perfetto per quello che stava per varare, un program-ma di grande e scom-posta aggressività, compresa la buonani-ma di Moana Pozzi nuda accanto a un coro di Comunione e Liberazione. Neanche il tempo di presentarlo alla stam-pa, che Berlusconi bloccò il programma, per via della passera

della Pozzi senza veli, del coro di CL e dello Scrondo che sputava noccioli d’oliva sul te-levisore quando c’era Pippo Baudo o tenta-va di trombare l’apparecchio se appariva Enza Sampò, la sua passione. In realtà il gio-co era più grosso: il Cavaliere, non ancora sceso in politica (siamo nell‘88) stava cercando di ottenere la diretta per i suoi TG e ci teneva a fare il bravo ra-gazzo coi potenti di allora, leggi DC. Una donna nuda accanto a un inno religioso e un mostro verde che rutta e mostra il dito non erano la strada migliore. Fu la fortuna dello Scrondo. Iniziò un braccio di ferro Berlusconi-Ricci, con Ricci che mi raccontava esila-ranti dibattiti tra il Cavaliere e la figlia pic-cola, penso fosse Barbara, che diceva al pa-dre che lo Scrondo era fortissimo e non doveva cancellarlo. Di Ricci tutto si può di-re, meno che non difenda le sue idee o quelle degli altri quando ci crede: la stampa riempì pagine e pagine con il duello, lo

Scrondo diventò famoso prima an-cora di andare in video. In una classifica dei per-sonaggi famosi stilata da Repub-blica, era al 17° posto, prima di Reagan. Il trion-fo del cazzeggio.

Poi Ricci minacciò di non fa-re nemmeno Drive In, formidabile aspiratore di denaro pubblicitario, e la situazione si sbloccò. Matrjo-ska andò in onda, ribattezzato “Araba fenice”. Con dodici soli episodi, compreso uno in cui face-va a botte con la polizia, “Scron-do” divenne una parola comune, lo leggevi sui muri accompagnato da ‘Viva’ e io fui molto orgoglioso della mia invenzione. Funzionava, lo Scrondo, perché alla fine, picco-lo com’era e col testone, era un bambino che si collocava, fatte le dovute proporzioni, nella tradi-zione dei Gianburrasca e forse, chiedo perdono, persino di Pinoc-chio. Io e Massimo ci immaginam-mo immediatamente sceneggiato-

ri miliardari e proponemmo il personaggio e la sua popolarità a un gros-so produttore cinematografico. Ci fu ri-sposto che non se ne faceva nulla perché era “brutto, volgare e cattivo”, rispondem-mo che aveva solo bisogno d’affetto, ma niente da fare. L’anno dopo i Gremlins, pic-coli Scrondi, però americani, sbancavano i botteghini.

Nemo propheta in patria. Figuriamoci uno Scrondo. Per la cronaca, all’interno del costume realizzato da Paolo Zeccara e Roberto Molinelli, che nemmeno a Hollywood lavoravano così, c’era un pic-colo grande uomo, Ilvano Spano da An-zio, che oggi voglio ringraziare: senza il suo talento, lo Scrondo sarebbe rimasto solo un fumetto.

BADSTARS MEMORIES

VIIIVIII

Page 17: Il Fatto Quotidiano 21 Agosto 2011

Domenica 21 agosto 2011 pagina 9

di Pierluigi G. Cardone

Ieri lo chiamavano “Peronci -no”, oggi è Spartacus. Gio-vanni Antonino, 53 anni,politico, anarchico: così

egli stesso si descrive su Face-book per lanciare il suo clamo-roso ritorno sulla scena eletto-rale di Brindisi (si vota in prima-vera), dove è stato sindaco dal1997 al 2003. Otto anni fa la suaesperienza amministrativa ven-ne interrotta dalle manette, oraci riprova, nonostante tutto etutti. Personaggio discusso, An-tonino. Quando era a palazzo,chi gli affibbiò quel nomignolonon lo paragonava certo a unpiccolo Peron, ma alla versioneshort (e quindi più economica)di una birra molto in voga in Pu-glia. Eppure era amato, moltoamato. Nel 1997 divenne sinda-co con una coalizione di centro-destra; nel 2002, dopo un ribal-

tone, si ricandidò col centrosi-nistra: prese il 73% dei consen-si, neanche in Bulgaria. Poi ilcarcere, la lunga vicenda giudi-ziaria e, oggi, la nuova sfida: “Pe -ro n c i n o ”è tornato, vuole fare dinuovo il sindaco. ChiamateloSpartacus, come il nome dellalista che ha creato per tentare ilcolpo gobbo.

MA IL PASSATO non sempreè gentiluomo. In otto anni, infat-ti, Antonino ha racimolato tre ar-resti per tangenti, due patteggia-menti, un processo in corso euna maschera, quella di corrut-tore seriale, tremendamente dif-ficile da scrollarsi. Eppure ci ri-prova, l’uomo è fatto così. “Lamia è una bella favola –ra c c o n t a .A me le monetine non le ha tiratemai nessuno. Sono stato un ot-timo sindaco, la gente mi haamato e mi ama ancora. Ho sba-gliato, certo, ma ho ammesso le

rei fare, invece, è una WebTvcon cui comunicare con i mieitanti elettori, che ancora oggi mifermano per strada”. L’o b i e t t i vodi Giovanni Spartacus Antoni-no? Lui non ha dubbi: “Il sinda-co. Sono sicuro di vincere le ele-zioni. La gente mi ama ancora, aprescindere dalle mie provoca-zioni”. Eh sì, come quando nel1999 fece una delibera ad hoccon cui invitava gli alieni a veni-re a Brindisi per salutare con isuoi concittadini l’arrivo delnuovo millennio. Non è unoscherzo: Spartacus è un candida-to dell’altro mondo.

IL NUOVO CHE AVANZA

di Carlo Tecce

L a democrazia avanza col forcone:“Io non faccio le manifestazioni, io

vado lì col tridente perché li piglio tut-ti. La foto dei miei volantini è bellissi-ma”. Il signor Loreto Aratari, impren-ditore edile, è andato un po’ ov u n q u e .Per faticare: Germania, Svizzera, Au-stralia, Tanzania, Kenya, Somalia. Ades-so è italiano e, primo vizio o prima vir-tù, Aratari si candida. Di più. Fa un par-tito, un movimento, meridionale, cen-trale, insulare: “Votate la Lega FederaleSud”. E com’è la sua Lega? “Un cerchio

di colore nero, racchiudente in alto lascritta in nero, Lega Federale del Sud;sotto di essa l’immagine di un conta-dino che beve, al centro la scritta in ne-ro Arsura del Sud, in basso un orso esotto la scritta in nero Associazione diImprenditori e Operai”. Il carisma ticolpisce soltanto a guardare il simbo-lo, disteso sui cartelloni di Roma in po-sizioni discutibilmente abusive.Il programma è ampio, ambizioso, lun-gimirante. Un po’ socialista, un po’ de -mocristiano: “Tasse semplificate, pa-gamenti ogni sei mesi. Protezionismocontro il feroce mercato asiatico. Cen-

trali nucleari di ultima genera-zione”. E una promessa enorme,così spaziosa che può contene-re decine di contratti con gli ita-liani di Silvio Berlusconi, com-presi i tavoli in noce di Bruno Ve-spa: “Completa occupazione”.Signor Aratari, qui servono po-teri sovrannaturali: “Nooo, senon ci sono i ladroni, tutti pos-sono lavorare. C’è un sacco diterra in Italia. Io ho 72 anni, io hocontribuito a fare l’Italia”. Hapolitici che la sostengono? “Noisiamo senza deputati, ma con un gran-de entusiasmo intorno. Lei può trovar-ne uno, per me?”. Non è facile. Più sem-plice una domanda rituale. Di quelleche mettono l’intervistato a suo agio.Chi ammira tra i parlamentari? “Comepolitico, che non è politico, posso ap-prezzare Berlusconi. I politici sono imangia a uffa”. Prego? “I mantenuti”.

FUORI i nomi. “Questi ladroni se la so’mangiata tutta, la nostra povera Italia.Noi dobbiamo rimpiangere il passato, ilgobbo Giulio Andreotti. Il ladrone pereccellenza è Antonio Di Pietro. Perchédice stronzate. Non so come ha fatto adiventare giudice. Io potrei raccontarecosa faceva da bambino, da chierichet-to con le elemosine. Lui non può pren-dere per il culo il popolo, anche lui ha lacerchia di disperati. Quelli che sciope-rano e vengono pagati da noi”. Il suomovimento ha una ferrea organizzazio-ne burocratica, tra presidente, segreta-rio, membri suppletivi, collegio deiprobiviri, revisore dei conti, congressodegli iscritti. A proposito, quanti siete?

“Questo perché io sono un vero partito.Siamo tanti, eh eh. Siamo oltre mille eottocento, fra Roma, Pescara, Chieti ePaler mo”.Le “fi n a l i t à ” del movimento sembranole regole del vivere civile e paradisiacodi Tommaso Moro. Desideri che vannoletti, riletti, assorbiti: “La Lega FederaleSud ha per finalità la pacifica trasforma-zione, attraverso metodi di lotta politi-ca democratica ed elettorale, dello Sta-to Italiano in un moderno Stato federalee persegue una reale autonomia ammi-nistrativa di tutto il Meridione. Lo Statodovrà essere espressione delle aspira-zioni del popolo per lo sviluppo socia-le, delle sue caratteristiche etniche, cul-turali e storiche, lo Stato dovrà provve-dere perché tutti i suoi cittadini possa-no godere parimenti dello stesso gradodi libertà di istruzione e accesso al be-nessere e alla gestione della cosa pub-bl i c a ”.Non è sufficiente? Signor Aratari, in treparole, perché votare Lfs? “Tre sono po-che. Perché io posso ristabilire l’ordi -ne”. Col forcone, si può.

NAMALFI

Cade persianaUcciso turista

E ra seduto al tavolo diun bar nel centro

storico di Amalfi quandodal secondo piano di unpalazzo vicino si èstaccata una persianache, precipitando, lo hainvestito in pieno.Giovanni Balsamo, 64anni, di Afragola, che eraad Amalfi in gita, è mortosul colpo. La persiana,caduta da un’altezza didieci metri appartenevaa una pensione “bed andbr eakfast”.

LIVORNO

Riparte la cacciaalla pantera nera

T orna a farsi vedere lapantera nera che da

due settimane è ricercatain Toscana. Il felino,avvistato per la primavolta il 7 agosto in unuliveto delle CollineMetallifere, si starebbespostando verso nord. Ilfelino sarebbe stato vistoa Ghiaccioni, vicino aPiombino. Sono scattatesubito le ricerche, daparte della Forestale e divolontari. Per catturarela pantera nera eranostate sistemate sei gabbienelle campagne delgrossetano ma fino adora i tentativi diprendere il felino sonoandati a vuoto.

PONTE DI LEGNO

Cade e muorein un crepaccio

U n escursionista èmorto a Ponte di

Legno, in provincia diBrescia, cadendo in uncrepaccio. L’incidente èavvenuto a circa 3milametri di quota, nei pressidel bivacco Lago Oscuro.Giulio Mora, 51 anni,impiegato in un’aziendaedile nel Bresciano, era incompagnia di due amici,che hanno subito lanciatola richiesta d’aiuto. Sulposto sono intervenuti ilsoccorso alpino, icarabinieri e un elicotterodel 118 di Sondrio. Mal’uomo era morto sulcolpo.

3.000 C H I A M AT E

113, scovatoil disturbatore

E ra diventato iltormento della sala

operativa della Questuradi Roma. Continuechiamate al 113, il piùdelle volte senza dire mainulla, altre lanciandoinsulti. Nell’ultimo mese,aveva fatto 3119telefonate, disturbando ifunzionari impegnati acontattare le volanti e acoordinare gli interventiper garantire la sicurezzanella Capitale. Il“disturbator e” è statoidentificato e denunciatoper procurato allarme einterruzione di pubblicoservizio.

mie responsabilità e, dato che lalegge me lo permette, ora voglioriprendere il cammino che ave-vo interrotto”.A chi gli fa notare che, nel suocaso, quel “cammino interrot-to” potrebbe sembrare equivo-co, l’ex sindaco risponde così:“E infatti candiderò solo perso-ne che non hanno mai avutoesperienze politiche, così smen-tisco quelli che, dopo avermi de-finito un guascone, ora mi accu-sano di ritornare per ripristinareil malaffare”. Il malaffare, ap-punto. Su Facebook, l’ex sinda-co ammette una sola colpa: quel-la di finanziamento illecito aipartiti e di essersi fidato troppodi persone che non meritavanofiducia. Per i magistrati della Pro-cura di Brindisi, ovviamente, lecose stanno in maniera diversa.Ma questa è un’altra storia, rac-chiusa in quasi 17mila pagine didocumenti.Fatto sta, comunque, che la vi-cenda giudiziaria di Antonino –salvo ulteriori colpi di scena – èagli sgoccioli. A febbraio, infatti,va in prescrizione l’ultimo reatodi cui è accusato. Lui, però, pun-ta al proscioglimento: sarebbeun’autentica manna dal cielo

per la campagna elettorale chepunta sulla buona politica e lovede nei panni di Spartacus, ilgladiatore che sconfisse il pote-re precostituito. Una sorta di“anti casta” ante litteram. Ci cre-diate o no, Antonino vuol esserecosì, nel senso letterale del ter-mine. Un fotomontaggio dellacopertina del film di RidleyScott, infatti, lo immortala al po-sto di Russell Crowe: potrebbeessere uno dei suoi manifestielettorali pronti a essere affissisui muri di Brindisi. “Ancora nonè sicuro – bofonchia Antonino –ma è una possibilità. Ciò che vor-

Tre arrestiper tangentie un processoin corso. Ma ciriprova: “A menon tiranole monetine”

R enzo, se ce l’hai fallo vedere. Fuga ogni dubbio sul tuodiploma. Pubblica quelle poche righe in cui si attesta

che la valutazione 69/100 battuta addirittura dalle agenziequel 12 luglio 2009 è davvero tua e non di tuo fratello. Dimo-stra alle lingue cattive che dopo tre bocciature (l’ultima al liceo

paritario “Bentivoglio” di Tradate) hai superato l’esame ecentrato l’obiettivo della maturità. Metti a tacere le illazio-ni, tappa la bocca ai mefistofelici internauti che hannopure aperto una pagina su Facebook “Il diploma di RenzoBossi” dove si dubita dei tuoi meriti scolastici (oltre chepolitici). Sono già tremila gli iscritti che pretendono leprove. E, già che ci sei, ora che il Cepu ha annunciato che timanderà gli insegnanti a casa gratis (o meglio che i costi lisosterrà il presidente Francesco Polidori) puoi anche ri-velare a quale facoltà ti sei iscritto? Eli.Reg.

ARABA FENICE

Tormentone su FacebookTrota, dov’è il diploma?

Silvio senza frontiere

“MENO MALE CHE C’È”ANCHE IN FINLANDESE

Una bozza del possibile manifesto elettorale di Giovanni Antonino ()

“Democrazia del forcone, ma non contro B.”UNA LEGA SUD SFIDA “STI’ LADRONI CHE SI SONO MANGIATI L’I TA L I A ”. IL NEMICO NUMERO UNO È DI PIETRO

“Onneksi onSilvio”, chetradotto suonaall’incirca: “Menomale che Silvioc’è”. B. abbattetutte le frontiere.In Finlandia, doveè stata pubblicataquesta biografia,fecero scalporedue anni fa i suoiap p re z z a m e n t isulle ragazze:“Amo laFinlandia e lefinlandesi, purchésianom ag g i o re n n i ”.

DAL COMUNE AL CARCERE E RITORNO“S PA RTAC U S ” RIVUOLE BRINDISI

L’ex sindaco Antonino: “Ho sbagliato, ma la gente mi ama ancora”

Page 18: Il Fatto Quotidiano 21 Agosto 2011

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GHEDDAFI RESISTE MA PERDE PEZZIIL SUO EX NUMERO 2 A ROMA

Per il raìs due possibili fughe: da Chavez o a Hammamet

Bengasi

Non sono mai stati così vi-cini al cuore gheddafianodi Tripoli. I ribelli della Ci-renaica liberata avevano

giurato che il mese sacro del Ra-madàn sarebbe stato quello del-la vittoria finale, totale, a spesedi Muammar Gheddafi. E sem-brano disposti a mantenere le lo-ro promesse: in queste oreavrebbero il controllo dell’aero -porto della capitale.Ma il segnale più evidente del di-sfacimento dell’impero libicodel male è la defezione di Abdel-salam Jallud, potente ex numero2 del regime. Fuggito nella nottein Tunisia per approdare addirit-tura a Roma. Forse per nascon-dersi qui, all’ombra di un gover-no, quello di Berlusconi, ex ami-co del suo Colonnello, o forsesoltanto di passaggio per lidi piùsicuri. E il rais? Combatterà finoalla fine, fino alla morte? Comesostengono a Washington dalleparti della Casa Bianca, oppureha già pronto un piano di fuga: ilVenezuela di Chavez lo ospite-rebbe volentieri, come eroe op-presso dall’imperialismo occi-dentale. Oppure, si rincorreva-no ieri le voci, potrebbe trovarerifugio nella vicina Tunisia, inuna località ben nota agli italia-ni: la cittadina di Hammamet,già sede dell’esilio dorato diquel Bettino Craxi che fuggivada Mani pulite negli anni ‘90.Sul campo di battaglia, per la pri-ma volta da settimane, a sei mesidall’inizio delle ostilità, i ribelliavanzano senza sosta e veloci,da ovest, sud ed est, come se perloro non ci fossero più ostacoli.La Nato li ha aiutati a eliminarliquasi tutti: ormai l’esercito diGheddafi non ha più armi pesan-ti e i suoi uomini sono demora-lizzati, i famigerati mercenariafricani in fuga.I rivoltosi hanno conquistato fi-

nalmente la cittá di Zawiya, chedista solo 50 chilometri da Tri-poli e che, simbolo della guerralibica, è stata un’altalena duran-te questi sei mesi: vittorie esconfitte velocissime, progressiincredibili e stalli infiniti, a voltea favore di Muammar Gheddafi,altre dei giovani che hanno pre-so le armi contro il suo regimequarantennale. Adesso la fortu-na sembra essere passata dallaparte dei ribelli, anche se ierihanno ceduto sul fronte di Bre-ga, inoltre il prezzo in vite uma-ne è altissimo: negli ultimi gior-ni di battaglia per raggiungere lacapitale, dove si deciderà chivince la guerra, ne sono rimastia decine sull’a s fa l t o .La bandiera rivoluzionaria è sta-ta issata nella piazza centrale diZawiya, una delle prime zone“l i b e ra t e ” lo scorso febbraio epoi ripresa a sangue e fuoco da

Gheddafi, fino a questo wee-kend, quando i ribelli stanno an-cora eliminando le ultime sac-che di resistenza governative incittà. Da Zawiya i combattenticontrollano la principale via dicomunicazione della capitalecon il mondo esterno, la stradache porta fino in Tunisia, e an-che la principale fonte di com-bustibile per la Libia ancora inmano al regime e le sue truppe.Anche a sud di Tripoli, i rivoltosicontrollano diverse località sul-la strada dove transitano gli ap-provvigionamenti, senza i qualinon solo Gheddafi è spacciatoma anche gli abitanti della capi-tale, che disperati potrebberoabbandonare il regime e unirsiai ribelli per sopravvivere senon per convinzione. IsolareTripoli è l’obiettivo, per asfis-siarla e facilitare una rivolta in-terna, che è quello che si speraaccada nella capitale, dove glioppositori si stiano preparandoper appoggiare i loro compagniche arrivano da fuori.

IMPOSSIBILE sapere cosasuccede in città, sottomessa aibombardamenti Nato, e dovescarseggia ormai tutto e dallaquale chi può scappa, sia i civilisia gli amici e funzionari di Ghed-dafi. L’ultima defezione è quelladell’ex braccio destro del Colon-nello, Abdelsalam Jallud, che do-vrebbe trovare esilio proprio inItalia in queste ore, dopo esserepassato dalla parte dei ribelliquesta settimana. È stato uno deicompagni di Gheddafi durante larivoluzione del 1969 che lo por-tò al potere e poi primo ministro,ministro delle Finanze e dell’In -dustria negli anni ‘70. Si sarebbenascosto venerdì a Zintan, con irivoluzionari, poi sarebbe volatoin Tunisia, verso l’isola di Gerba,e da lì in direzione Italia. Jalludnon aveva più ricoperto alcun in-carico ufficiale dagli anni ‘90,

Brasile, Dilma licenzia i ministri di LulaLA SUA CAMPAGNA ANTI-CORRUZIONE È UNO SCONTRO CON PREDECESSORE E PARTITO

quindi la sua partenza non saràun vero problema per Gheddafi,infatti il regime minimizza. Ma loè quella del ministro dell’Inter -no, Nasser Al Mabruk Abdallà, ar-rivato al Cairo per un viaggio “dip i a c e re ”, e il tradimento del mi-nistro del petrolio, Omran Abu-kraa, che avrebbe cancellato ilsuo ritorno in patria. Anche di-versi uomini d’affari sarebberoscappati da Tripoli e arrivati alCairo questa settimana, dove ibusinessman arabi cercano di di-sfarsi velocemente dei dinari li-bici in previsione di una svaluta-zione della moneta, che aveva re-sistito fino a questo momento.Gheddafi rimane così semprepiù solo e indebolito, e si molti-plicano le voci sulla possibilitàche lui stesso stia cercando di sal-varsi in extremis, anche se le au-

torità libiche considerano falsele notizie in base alle quali il Co-lonnello starebbe cercando unavia di fuga per la famiglia e ribat-tono che né il leader, né la moglieo i figli hanno intenzione di la-sciare il Paese. Un aereo manda-to dal suo amico e alleato petro-lifero Hugo Chavez lo potrebbeprelevare dalla Tunisia, per por-tarlo in Venezuela, ma esiste an-che la possibilità che il Colonnel-lo rimanga nel Paese vicino, esi-liato a Hammamet, all’hotel Ha-sdrubal, extra-lusso, che avreb-be già pronta una suite per lui.La Tunisia smentisce ufficial-mente, ma per molte cancellerieoccidentali la partenza del lea-der libico e della sua famiglia sa-rebbe questione di giorni. O disettimane al massimo, anche nel-la capitale ribelle ritengono che

ALTRI MONDI

La fuga di JalludIl Regime minimizza

“L’ex ministronon erapiù in politicada tanti anniLa defezionenon indebolisceTr i p o l i

Mustafa Abdel Jaligoverno di Bengasi

“La finedel tirannoè molto vicinaEntro agostoc o n q u i s t e re m otuttala Libia

Gazel Diciannovenne eroe di CirenaicaTareg Gazel, 19 anni, è un eroe per i ribelli: scova euccide i cecchini di Gheddafi a Zawiah, città dellaLibia occidentale a 50 km a ovest di Tripoli. “Di notteil compito è piu facile. Attacchiamo una torcia a uncane e quando attraversa la strada, individuiamo dadove vengono i tiri del cecchino. É così che abbiamopreso l’ultimo”, racconta il ragazzo. (FOTO ANSA)

Scozia Il governo si difende su LockerbieDue anni fa era stato rilasciato perché in fin di vita,ma oggi Abdelbasset al Megrahi, l’attentatore diLockerbie, è vivo e vegeto a casa sua, in Libia. In GranBretagna l’eco delle polemiche sul rilascio di alMegrahi non si è mai sopito e, a distanza esatta di dueanni, il governo scozzese è tornato a difendere la suadecisione. (FOTO ANSA)

di Giuseppe BizzarriRio de Janeiro

A Brasilia, l’hanno soprannominatafa x i n a , pulizia, come viene chiama-

ta la lotta contro la corruzione poli-tica intrapresa dalla prima donna pre-sidente del Brasile, Dilma Rousseff, laquale – in poco più di due mesi – halicenziato mercoledì scorso il quartoministro del suo governo in carica dasoli sei mesi.La fa x i n a ha aumentato la popolaritàdi Dilma tra la gente della strada, manon certamente tra i suoi alleati, in-cluso quelli del Partido dos Trabalha-dores (Pt), il suo partito, ma anchedell’ex presidente Lula. La direzionedel Pt sarebbe seriamente infastiditada questa “pulizia”. “Dobbiamo di-fendere il nostro progetto e Lula – ra c -conta una fonte anonima al quotidia-no O Estado de São Paulo – mentre leiattacca briga con tutti”, sia in parla-

mento sia nel movimento sindacale.Il Pt teme che l’epurazione in corsopossa intaccare il mito del presidentepiù amato nella storia del Brasile edella sua passata gestione politicache, oggi, potrebbe essere accusatadi essere stata corrotta. I ministri ri-mossi dalla presidente sono stati ere-ditati tutti dal go-verno Lula, il qua-le, ora, sta batta-gliando per le ele-zioni amministrati-ve previste nel2012 in Brasile. IlPartido Republica-no, nella coalizio-ne di governo, ègià uscito dall’al-leanza politica.Ma quello chepreoccupa soprat-tutto i petistiè vede-re quale sarà la rea-

zione della dirigenza del Partido doMovimento Democrático Brasileiro,il Pmdb, dopo che il loro ministro del-l’Agricoltura, Wagner Rossi, ha lascia-to mercoledì scorso Brasilia.Il Pmdb ha monopolizzato la scenapolitica brasiliana con qualsiasi tipodi governo democratico succeduto a

quelli dei generali; esono stati proprio loroche – in cambio di ap-poggio politico allacandidatura dellaRousseff alla presiden-za della Repubblica –imposero a Lula il no-me di Michel Temercome candidato alla vi-ce presidenza. È risa-puto nell’ambiente po-litico brasiliano cheRousseff ha parlatosempre pochissimocon il suo vice. Si ve-

dono pochissimo, dicono. Il Pt intan-to fa quadrato intono a Lula, poiché lasua figura dovrà essere salvaguardata,anche perché – come si afferma sem-pre più spesso in Brasile – p o t re bb eessere lui il candidato alla presidenzadel Paese nel 2014, anno dei mondialidi calcio in Brasile. Ad approfittare in-tanto dell’impasse politico, è l’oppo-sizione: l’ex presidente Fernando He-nrique Cardoso ha istruito il suo par-tito, il Psdb, ad appoggiare non solo laRousseff nella sua lotta, ma si è spesoper una commissione d’i n ch i e s t aparlamentare contro la corruzione.La fa x i n a preoccupa anche il mercatofinanziario e l’industria brasiliana cheteme un vuoto di potere nel bel mez-zo della crisi economica mondiale.Alcuni industriali hanno già comin-ciato a spostare gli stabilimenti in Ar-gentina, dove i costi di produzionesono più bassi e si trova mano d’o p e raq u a l i fi c a t a .

Il Pt pensa giàdi ricandidarel’ex presidenteper le elezionidel 2014, annodei Mondialidi calcio in casa

Nato in azione Palazzi diTripoli colpiti dai bombardamentidell’Alleanza atlantica. Neiriquadri immagini della guerrigliacondotta dai ribelli contro i lealistifedeli a Gheddafi (FOTO LAPRESSE)

Page 19: Il Fatto Quotidiano 21 Agosto 2011

Domenica 21 agosto 2011

bandonato il terrorismo, come lon-tana è Ramallah dal Palazzo di Vetrodi New York”. Lieberman si riferisceall’appuntamento del 20 settembre,quando l’Assemblea generale dell’O-nu dovrà votare il riconoscimentodello Stato di Palestina. Appunta-mento con la Storia che adesso ap-pare molto più in bilico di qualchegiorno fa.I raid aerei sono ripresi ieri mat-tina prestissimo sulla Striscia diGaza, uccise almeno 3 persone,tra loro un bambino di 5 anni.Nella serata di ieri si contavanoquindici morti palestinasi dall’i-nizio delle operazioni israelia-ni, giovedì al tramonto: fra imorti anche esponenti mili-tari di Hamas, della Jihadislamica e dei Comitati diresistenza popolare (i re-sponsabili, secondo Israe-le, degli attacchi a nord diEilat), ma anche diversi ci-vili, fra cui appunto bambi-ni. Durante tutta la giornata di ieri l’a-viazione israeliana ha colpito Gaza eannunciato di aver annientato unacellula terroristica che stava lancian-do razzi sul territorio dello Statoebraico. Un altro giovane palestine-se ucciso.Da parte sua il sud di Israele è statobersagliato da decine di razzi Grad eQassam sparati dalla Striscia di Gaza.Almeno una ventina di feriti, nellecittadine di Ashkelon, Ashdod, BeerSheva y Sderot, i più gravi, tre mano-vali palestinesi che si trovavano nellecoltivazioni israeliane, molti ricove-rati sotto shock. Dopo il tramonto, ilbraccio armato di Hamas, le brigatedi Izzedin al Qassam – “con il mas-sacro ingiustificato di palestinesinon siamo più vincolati dal tacitocessate il fuoco con Israele” – hannolanciato diversi missili Grad su Israe-le, atterrati a Ofakim, dove diversepersone sono rimaste ferite, ancheun neonato di quattro mesi, aprendocosì la porta a una notte di fuoco trapalestinesi e israeliani. Il primo mor-to israeliano è arrivato in serata dopoche un’abitazione di Beer Sheva è sta-

ta colpita da un razzo, che ha feritoanche altre tre persone in modo gra-ve. La tv araba Al Jazeera informava intarda serata che la Marina israeliana sistava muovendo verso le acque difronte alla Striscia, per effettuare unbombardamento anche dal mare.Al Cairo un giorno teso e confuso diannunci, filtrazioni e smentite, macon un’idea chiarissima, sia per i cit-tadini che per le autorità: ciò che sipermetteva a Israele nell’epoca diMubarak non si permetterà più nelnuovo Egitto. Così, il governo postrivoluzionario si è riunito nella nottetra venerdì e sabato per decidere chemisure prendere dopo che diversidei suoi agenti (non è ancora chiarose 3 o 5) sono stati ammazzati dal fuo-co israeliano, in un’operazione chel’esercito di Tel Aviv ha portato a ter-mine lungo tutta la frontiera tra l’E-gitto e Israele poche ore dopo gli at-tentati di Eilat.In mattinata è giunta la decisione egi-ziana di richiamare il proprio amba-sciatore in Israele e la richiesta di scu-se formali da parte del vicino, men-tre per le strade del Cairo e durante

ALTRI MONDI

IRAN Sconfinarono dall’Iraq: otto annia due escursionisti americani

Abu Mazeninvocail Consigliodi sicurezza OnuLiebermanlo accusa: “Lacolpa è dell’Anp”

la fine è ormai vicinissima: cosìha affermato anche il presidentedel Consiglio nazionale transito-rio di Bengasi, Mustafa Abdel Ja-lil, che dice di essere in contattocon Tripoli e che tutto indica cheil regime ha i giorni contati.A Bengasi c’è entusiasmo. Moha-med Sallaby, un giovane combat-tente, esulta: “La fine del tirannoè molto molto vicina: al massimo3 settimane”, e in tutta la città ifesteggiamenti proseguono inin-terrottamente per le buone no-tizie che non smettono di arriva-re dal fronte. Ma qui, dove tutto èiniziato sei mesi fa, sanno cheGheddafi non se ne andrà così fa-cilmente e senza prima metterein atto una delle sue “spettaco -lari e terrificanti pazzie”.

QUESTO è il timore espressodal presidente Abdel Jalil e la cer-tezza che hanno molti abitanti diBengasi, consapevoli che Ghed-dafi si vendicherà, in particolaredella Cirenaica: dicono che pri-ma di andarsene metterà in cam-po tutte le armi rimaste a sua di-sposizione, anche quelle proibi-te che si sospetta il Colonnellopossieda ancora negli arsenalisegreti, come i missili Scud, forsearmi chimiche e gas.Armi che gli Stati Uniti tengonosorvegliate fin dall’inizio delconflitto. Fonti americane so-stengono che il leader libico sistia preparando per un’ultima re-sistenza a Tripoli o addiritturaper un’offensiva finale anchecontro i civili, da lanciare dalleroccaforti che ancora controlla,per esempio, la sua città nataleSir t.L’uscita di Gheddafi o uno sgre-tolamento interno del suo regi-me eviterebbe un bagno di san-gue, soprattutto a Tripoli, dove iribelli vogliono entrare entro lafine del Ramadán, a fine agosto,per celebrare la loro festa piùgra n d e .

F. C.

Di nuovo guerraSopra, i funerali ieri a Rafah

delle prime vittime dei raidaerei israeliani nella Striscia di

Gaza. Dalla Striscia una pioggiadi razzi si è abbattuta invece suivillaggi israeliani del Neghev, un

morto in serata Mentre Hamase Tel Aviv trattano la tregua in

Egitto. A destra, Abu Mazen

RAZZI PALESTINESI SU ISRAELEALTRE BOMBE SU GAZA

Tra Tel Aviv ed Egitto la più grave crisi diplomatica dal ‘79

D ue americani sono stati condannati adover trascorre otto anni nelle carceri

iraniane, per aver sconfinato dal confineiracheno durante un’escursione sullemontagne curde. I due cittadini america-ni, già dietro le sbarre in Iran da più di dueanni con l’accusa di essere spie, sono staticondannati ciascuno a otto anni di car-cere. Lo ha riferito ieri il sito internet dellatelevisione di Stato di Teheran, citandouna “fonte giudiziaria informata”.Shane Bauer e Joshua Fattal, entrambi di28 anni, erano stati arrestati il 31 luglio2009 con la loro amica Sarah Shourd, 32anni, durante un’escursione in montagnanel Kurdistan iracheno e avevano detto diaver attraversato il confine per errore. Ladonna era stata rilasciata dopo alcuni mesiper motivi di salute dopo il pagamento diuna cauzione di 500mila dollari.Secondo il sito della tv iraniana, Bauer eFattal sono stati condannati a tre anni dicarcere ciascuno per essere entrati illegal-mente in Iran e a cinque anni ciascuno per

“spionaggio a favore di un’agenzia ame-r icana”. Il sito non precisa quando è statapronunciata la sentenza. Il processo da-vanti alla Corte rivoluzionaria di Teheran,a porte chiuse, era cominciato lo scorso 6fe bb ra i o .Ieri è arrivata una condanna di 3 anni an-che per Jamal Amini, intellettuale curdo,con l’accusa del Tribunale della Rivolu-zione “di aver attentato alla sicurezza na-zionale, avendo fatto propaganda controla Repubblica Islamica, e di aver collabo-rato con alcuni gruppi d’opposizione cur-da”. ( r. z . )

Spagna Indignados ancora malmenatiAncora disordini tra indignados e forze dell’ordine alla GMG. Unamanifestazione aveva tentato di avvicinarsi a Puerta del Sol, il cuiaccesso era stato chiuso dai poliziotti. I manifestanti hanno ripiegatoprima verso Plaza de Oriente, dove c’è stata una carica della polizia,poi verso Chueca, dove un’assemblea ha deciso di portare avantiiniziative di protesta. Diversi filmati diffusi sul Web mostrano diversiepisodi di violenza non giustificata contro manifestanti. (FOTO ANSA)

Nor vegia I sopravvisuti ritornano a UtoyaI 750 sopravvissuti della mattanza di Utoya, la piccolaisola della Norvegia dove lo scorso 22 luglio AndresBehring Breivik massacrò a sangue freddo 69 ragazziche partecipavano ad un campo estivo del partitolaburista norvegese, hanno fatto ritorno sul luogo deldelitto. In queste quattro settimane i segni del bagno disangue sono spariti, non dagli occhi dei 750. (FOTO ANSA)

di Giampiero Calapàe Francesca Cicardi

Èla più grave crisi diplomatica traIsraele ed Egitto dal trattato dipace del 1979. Il corpo multi-nazionale di interposizione nel

Sinai, che ha il compito di vigilare suquel trattato, ha accusato Israele diaver violato due volte gli accordi, en-trando senza autorizzazione sul suo-lo egiziano e uccidendo cinque agen-ti della polizia di frontiera del Cairo.Israele ha chiesto scusa ribadendol’importanza e “l’impegno di mante-nere il trattato di pace: condurremoun’inchiesta congiunta su quanto ac-caduto”. L’Egitto avrebbe deciso, pe-rò, di richiamare in patria l’ambascia-tore anche se Israele in serata soste-neva di non aver ricevuto nessunanotifica di ritiro del diplomatico daTel Aviv.Tutto questo a tre giorni dall’attaccoterroristico dell’autobus di lineaisraeliano sul Mar Rosso, che ha por-tato l’inferno sul Sinai e il successivosconfinamento di Israele a caccia diterroristi. Intanto, continuano gliscambi di accuse e soprattutto lapioggia di razzi rivendicata dal brac-cio armato di Hamas. Partono dallaStriscia di Gaza verso il Neghev e ierihanno ucciso un uomo a Beer Sheva.Israele risponde con i raid aerei sullaStriscia. Eppure contatti ufficiali peruna nuova tregua tra Tel Aviv e Ha-mas sono cominciati, come ha rive-lato ieri Yesser Othman, ambasciato-re del Cairo a Ramallah. Proprio l’Au -torità nazionale palestinese, dopogiorni di silenzio e attesa, ieri ha chie-sto la convocazione d’urgenza delConsiglio di sicurezza dell’O nu .Contro l’Anp e il suo presidente AbuMazen ha puntato il dito il ministrodegli Esteri israeliano, l’u l t ra c o n s e r -vatore Avigdor Lieberman: “I capidell’Anp sono impegnati costante-mente in una campagna di istigazio-ne contro Israele ed elogiano i terro-risti: sono loro i responsabili degli at-tentati contro gli israeliani innocentiche erano semplicemente in vacan-za. Sono molto lontani dall’aver ab-

24 ore i giovani rivoluzionari hannochiesto verità e giustizia, sia a Israelesia alle proprie autorità. L’E s e rc i t o ,che governa il Paese dalla caduta diMubarak lo scorso febbraio, ha man-dato dei rinforzi alla frontiera e a tut-to il Sinaì, da dove si sono in teoriainfiltrati i terroristi in Israele lo scor-so giovedì e dove sarebbero penetra-ti i soldati isareliani che hanno spa-rato sui loro colleghi egiziani. I mi-litari mandano così due messaggi aivicini: il nostro territorio è inviolabi-le e riusciamo a controllarlo. Delicatiequilibri diplomatici per il Cairo checerca di soddisfare la folla, che chie-de la testa dell’ambasciatore israelia-no, e di non scatenare un conflittocon il vicino proprio in questo mo-mento. Neanche Israele si può per-mettere dei malintesi con l’unicoamico che ha nella regione, e ieri hacambiato radicalmente il suo tono,un giorno dopo avere accusato l’E-gitto di aver permesso ai terroristi diagire liberamente nel Sinai. Il mini-stro della Difesa israeliano, Ehud Ba-rak, si è visto obbligato a “d e p l o ra re ”la morte dei poliziotti egiziani e haannunciato che il suo esercito apriràun’inchiesta i cui risultati verranoesaminati insieme alle forze armatedel Cairo. Barak ha sottolineato ciòche è evidente: “L’elevata importan-za e il valore strategico per la stabilitàdel Medio Oriente della pace fraIsraele ed Egitto”, che i rivoluzionarisarebbero disposti a sacrificare, manon così l’e s e rc i t o .

Da sinistra, Shane Bauer, Sarah Shourd e Josh Fattal (FOTO LAPRESSE)

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pagina 12 Domenica 21 agosto 2011

cupazione. Qualcuno, comel’onorevole Beppe Giulietti -portavoce dell’AssociazioneArticolo21 -, propone già dicandidare quei ragazzi a cava-lieri della Repubblica, in quan-to difensori di un bene pubbli-co (da non affidare quindi a pri-vati). Dice Giulietti: “Invito il

sottosegretario Giro a entrarciper davvero al teatro Valle. Glioccupanti hanno appeso car-telli con le scritte parlate a bas-sa voce oppure tenete pulito”.Altro che centro sociale a cin-que stelle. Ma questo il pubbli-co della mostra di Venezia, peril governo, non deve saperlo.

SECONDOTEMPOS P E T TA C O L I , S P O RT, IDEE

AllegriSi dicep ro n t oa pagareil contributodi solidarietà

CantonaL’ex puntalanciail Mondialedeisenza tetto

SocratesL’assob ra s i l i a n oin fin di vita,e m o r ra g i aintestinale

RossiIl rockerdi nuovoin clinica,ricoverato epoi dimesso

di Elisabetta Reguitti

E’giusto che il governo decidagli ospiti della mostra del Ci-nema di Venezia? E che vieti achi è già stato invitato dall’or -ganizzazione di partecipare?È quello che sta tentando difare il sottosegretario ai BeniCulturali Francesco Giro. Sepoi si aggiunge che le perso-ne in questione da tenere lon-tane dal Lido sono quelle cheda 68 giorni hanno riaperto eda giugno fanno funzionare ilpiù antico teatro di Roma, ilValle, le domande aumenta-no. Sembra non sentire ragio-ni però il viceministro Giroautore di una lettera indirizza-ta ai vertici della Biennale edella mostra del Cinema in cuiscrive: “Vorrei sapere dal pre-sidente Paolo Baratta e dal di-rettore Marco Müller se han-no qualcosa da commentaresull’occupazione del teatroormai diventato centro socia-le a cinque stelle. A me fran-camente non sembra unabuona idea averli invitati. Masono certo che gli occupantidel Valle saranno accolti al Li-do come eroi”.Eroi o no, questi ragazzi ilgiorno di Ferragosto non era-no soli perché oltre mille per-sone hanno partecipato allaloro festa. L’ultima di una se-rie di iniziative culturali, spet-tacoli, incontri con artisti,cantanti e intellettuali solidalie che hanno deciso di affian-care la loro battaglia per tene-re in vita un luogo, come altri,destinato all’estinzione dellaspecie Eti (Ente teatrale italia-ni).Il sottosegretario Giro peròsembra non sentire ragioni;proprio non gli piace l’idea chequei ragazzi il prossimo 4 set-tembre, nella settimana dedi-cata agli Autori, possano esse-re alla mostra del Cinema perpresentare un video-autopro-dotto sullo stato del cinema ita-liano. La cui salute risente an-

che dei tagli del governo.Il ministro Giancarlo Galan, ti-tolare del dicastero ai BeniCulturali, tace. Forse perchécome fanno intendere da Ve-nezia, la richiesta del sottose-gretario (già coordinatoreForza Italia di Roma) sembrapiù rivolte a provocare i ragaz-zi che a silenziare davvero unaprotesta che ha già avuto am-pia eco.Il Valle oggi è del Comune chenon vede di buon occhio l’oc -cupazione. Nel frattempo perògli “indignados” del Valle con-tinuano a ricevere riconosci-menti e non solo dal pubblicoche partecipa sempre numero-

so alle loro proposte. Oggi a Gi-bellina (Trapani) ritireranno ilpremio “Salvo Randone” comemigliore evento del 2011. Lagiuria, presieduta dallo scritto-re e regista Giorgio Pressbur-ger, ha infatti voluto premiaresia il luogo in cui ha recitato Sal-vo Randone che le persone au-

trici di una rivolta pacifica e fat-ta di cultura gratuita e aperta atutti. Mentre il sottosegretarioGiro conduce la sua battagliaveneziana, “quelli del Valle”nei prossimi giorni saranno in-vitati addirittura in Parlamen-to. Presenteranno di fronte allecommissioni Cultura di Came-

Una manifestazione degli occupanti davanti al Teatro Valle (FOTO ANSA)

Il sottosegretario Giro intima con unalettera di escludere dalla kermesse gli

occupanti del “centro sociale a cinque stelle”. Ma erano stati invitati da Müller

ra e Senato la loro proposta disottrarre la gestione alla politi-ca locale per affidarla a una fon-dazione che abbia l’o b i e t t i vodi sviluppare la drammaturgiaitaliana. A settembre riprende-ranno anche le assemblee pub-bliche per informare i cittadinidi Roma su come procede l’oc -

B AVAGLIO DI GOVERNO

VIETATO PARLAREDEL TEATRO VALLE

A VENEZIA

in & out

Addio al 70enne cineasta

L’ULTIMO SGUARDO DEL REGISTA RUIZ,DAL CILE DI PINOCHET AI SILENZI DI MORETTI

I ragazzidella protestadovevanopresentareun videoautoprodotto sulcinema italiano

“C osa vuol di-re essere

comunisti? È unsentimento, unsentimento ditotalità... Ma co-s’è questa tota-

l i t à . . .”. Noi italiani – almeno qual-cuno – lo ricordiamo così, a bor-do vasca, in un cameo parlantecon il Nanni Moretti di Pa l o m b e l l aro s s a . “Ogni gol un silenzio”, pre-dicava, e oggi rimane il silenzio,perché Raoul Ruiz continuerà asegnare solo alla moviola, quelladel cinema mondiale: il regista ci-leno da decenni trapiantato in

Francia è morto all’età di 70 anni aParigi, per un’infezione polmona-re. “Un cineasta fuori dal comu-ne” per Jack Lang, “un degno ere-de dei Lumière” per Sarkozy, “unpersonaggio da mille e una notte”per il presidente del festival diCannes Gilles Jacob. Ruiz era natoa Puerto Montt il 25 luglio del ‘41e aveva ottenuto il primo succes-so nel ‘68 con Tres tristes tigres, trat-to da Guillermo Cabrera Infante,che vinse il “Pardo d’O ro ” a Lo-carno. Avrebbe continuato a gi-rare in Cile, dove era divenutoconsigliere per il cinema del go-verno Allende, ma la presa del po-

tere di Pinochet lo costringe nel‘74 all’esilio in Francia, dove il suonome trova i cartelloni dei festivaleuropei e gira tra i cinefili duri epuri: croce e delizia di un’arte perpalati fini, intrisa di Marquez eBorges, Proust e Stevenson, Nou-velle Vague e “immaginazione alp o t e re ”. Per “e vadere” dal suohortus conclusus e far levitare ilbudget, gli servono attori di gri-do: Marcello Mastroianni in Tre vi-te e una sola morte (‘96, con Mo-retti che ricambia il cameo), Ca-therine Deneuve e Michel Piccoliin Genealogia di un crimine (Or sod’oro a Berlino nel ‘97), William

Baldwin e Anne Parillaud nell’h o l-lywoodiano Autopsia di un sogno(‘98), John Malkovich e la Deneu-ve ne Il tempo ritrovato (‘99, daProust), ancora Malkovich inKlimt, biopic del pittore viennesenel 2006.Funerali a Parigi martedì prossi-mo, sepoltura in Cile, Ruiz se n’èandato senza le mani in mano: sta-va montando con la moglie Vale-ria Sarmiento un film sulla sua in-fanzia in Cile e presto sarebbe ri-tornato sul set per As Linhas de Tor-re s , con il solito Malkovich, Ma-thieu Amalric e Léa Seydoux e ilbudget non più low delle ultimeopere di un regista prolifico (112titoli). Tema? La resistenza porto-ghese a Napoleone. Ei fu, perché– si sa – Bonaparte è insofferenteal cinema: vi ricordate il Napo-leone incompiuto di Kubrick?

Federico Pontiggia

IDEM Record conl’ottava Olimpiade

L a prima donna con otto Olimpiadi, più forte deltempo. Ieri la canoista azzurra Josefa Idem, 47

anni a settembre,ha strappato il biglietto per Londra2012, grazie al settimo posto nella finale dei Mon-diali A del K1 (kayak) 500, in Ungheria. E così l’atletatedesca, naturalizzata italiana, porterà la sua classe ela sua grinta ai Giochi per l’ottava volta. Un recordmondiale assoluto per le donne, un primato da con-dividere in Italia con il leggendario cavallerizzo Rai-mondo D’Inzeo. Ma nella leggenda c’è anche laIdem, che all’Italia olimpica ha già dato un oro, dueargenti e un bronzo. Le vette di una carriera chetrabocca di titoli mondiali ed europei, afferrati pa-gaiando contro gli scettici e la carta d’identità. La suastoria l’ha riassunta proprio lei, con il commento agara appena conclusa: “A Londra non vado in va-canza, vado per vincere. Voglio essere protagonista,l’oro ce l’ho stampato in mente”. Eterna vincente,ed eterna incontentabile: “Oggi (ieri, ndr) ho sba-gliato la millesima partenza della mia carriera, mi èscivolata via la pagaia”. Ma anche ironica: “Po s s omigliorare? La speranza è l’ultima a morire...”. Per-ché sorride pure, la canoista d’acciaio che proprionon ne vuole sapere della ruggine. Raffaele Pagnoz-zi, segretario generale del Coni, osserva: “Per unacome lei nessun obiettivo è proibito”. Ci manche-re bb e .

Luca De Carolis

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Domenica 21 agosto 2011 pagina 13

20.57 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo21.00 NOTIZIARIO Newslunghe da 2421.27 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo21.30 RUBRICA Ippocrate21.57 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo22.00 ATTUALITÀ Inchiesta4 (Esteri) (REPLICA)22.30 NOTIZIARIO Newslunghe da 2422.57 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo23.00 RUBRICA Tempidispari (REPLICA)23.27 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo23.30 RUBRICA Tempi sup-plementari0.00 NOTIZIARIO Newslunghe da 24 - Meteo0.30 RUBRICA Tempidispari (REPLICA)1.00 NOTIZIARIO TG -Rassegna stampa - Meteo

15.50 FILM Inga Lindstrom 18.00 FILM La forza dell’amore20.00 NOTIZ. TG5 - Meteo20.40 DALLO STADIO SANSIRO DI MILANO EVENTOSPORTIVO Calcio, TrofeoBerlusconi 2011 Milan -Juventus (DIRETTA)23.00 FILM Under Suspicion

18.00 SPORT Calcio, Cop-pa Italia: Tim Cup2011/2012 III turno eli-minatorio Fiorentina -Cittadella (DIRETTA)20.00 NOTIZIARIO TG La720.30 REAL TV Chef per ungiorno21.30 DOCUMENTARIOMissione natura (REPLICA)23.50 NOTIZ. TG La7

16.30 FILM La moglie delprete18.55 NOTIZ. TG4 - Meteo19.35 SHOW Ieri e oggi intv - Nino Manfredi Short19.40 TELEFILM Il Commis-sario Cordier21.30 FILM Rain Man -L’uomo della pioggia0.10 PRIMA TV MEDIASETFILM Il destino nel nome

��/ Happy FamilyTratto dall’omonima commedia di Ales-sandro Genovesi (già approdata in tea-tro). Due adolescenti, Filippo e Marta,decidono di sposarsi. Le rispettive fami-glie si trovano, loro malgrado, a incro-ciare i propri destini. Un banale inci-dente stradale catapulta il protagoni-sta-narratore, Ezio (Fabio De Luigi), alcentro di questo microcosmo, nel qualei genitori possono essere saggi, maanche più sballati dei figli.Sky Cinema Comedy 21,00

���/ Into the WildLiberamente tratto da “Nelle terreestreme” di Jon Krakauer, il film racconta la vera storia di ChristopherMcCandless, un giovane benestante chedopo aver conseguito la laurea, decidedi lasciare tutto per andare alla ricercadella libertà in Alaska. Nel suo pellegri-naggio in giro per l’America incontreràtutta una serie di personaggi curiosi,tra i quali una cantautrice ed un anzia-no veterano chiuso nei suoi ricordi...Rai 3 23,20

���/ Il destino nel nomeAshoke e Ashima, una coppia indiananata da un matrimonio combinato,lasciano la soffocante Calcutta perapprodare in una invernale New Yorkdove vogliono iniziare una vita insie-me.Per Ashima vivere in un mondototalmente diverso dal suo paese di ori-gine e per di più con un uomo assoluta-mente sconosciuto non è facile. Le cosesembrano cambiare quando nasce illoro bambino, Gogol... Rete 4 0,10

� Colpo d’occhioDopo “Affari tuoi” e “Soliti ignoti”, unaltro avvincente game show debutta ogginell’access prime time della rete ammira-glia Rai. Forte del successo riscosso inGran Bretagna, andrà in onda su Rai 1tutti i giorni alle 20.40 “Colpo d’occhio –L’apparenza inganna”. Il nuovo pro-gramma, tratto dal format “Odd one in”,in onda su ITV1, basato su spirito diosservazione, sesto senso e un po’ di for-tuna, sarà condotto da Max GiustiRai 1 20,40

� Trofeo Berlusconi 2011“Milan - Juventus” . Giunto alla 21° edi-zione, il Trofeo Berlusconi è stato istitui-to nel 1991 dal Presidente del Milan Sil-vio Berlusconi in onore del padre. Inizial-mente il Trofeo avrebbe messo di fronteil Milan con la squadra vincitrice dellaCoppa Campioni. In realtà, tranne cheper una breve parentesi tra il 1992 e il1994, in tutte le restanti edizioni è statala Juventus a contendere il Trofeo alMilan. Telecronaca di Sandro Piccinini. Canale 5 20,40

TRAME PROGRAMMI

DI OGGI

DEI FILM DA NON PERDERE

LA TV

12.35 RUBRICALinea verde Estate13.30 NOTIZIARIO TG114.00 VARIETÀ Lasciamicantare! (REPLICA)

PREVISIONI DEL TEMPOChe tempo fa16.30 NOTIZIARIO TG116.35 FILM Il segreto diPollyanna18.50 GIOCO Reazione acatena20.00 NOTIZIARIO TG1 -Rai TG Sport20.40 PRIMA PUNTATA GIO-CO Colpo d’occhio - L’ap-parenza inganna21.30 FICTION Ho sposatouno sbirro 223.40 ATTUALITÀSpeciale TG10.40 NOTIZIARIO TG1Notte - Che tempo fa1.05 RUBRICA ApplausiSpeciale - La vita è scena

DAL TEATRO ALLA SCA-LA DI MILANO SPETT. TEA-TRALE Adriana Lecouvreur

12.10 TELEFILM La nostraamica Robbie13.00 NOTIZ. TG2 Giorno13.30 RUBR. TG2 Motori13.40 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo 213.45 FILM McBride 15.15 FILM Dear Prudence- Vacanza con delitto16.45 TELEFILM Sea Patrol17.30 RUBRICA SPORTIVARaiSport Numero 118.00 NOTIZIARIO TG2L.I.S. - Meteo 218.05 FILM Indizi dal pas-sato19.35 TELEFILM SquadraSpeciale Cobra 1120.30 NOTIZ. TG2 - 20.3021.05 TELEFILM N.C.I.S.:Los Angeles21.50 PRIMA TV TELEFILMNumb3rs22.35 PRIMA TV TELEFILMSupernatural23.15 RUBR. La DomenicaSportiva Estate0.20 NOTIZIARIO TG2

12.10 RUBRICA TG3Agenda del mondo12.25 ATTUALITÀ TeleCa-mere Salute12.55 CULTURALE Primadella Prima13.25 ATT. Passepartout13.55 RUBRICA Appunta-mento al cinema14.00 NOTIZ. TG Regione- TG Regione Meteo -TG314.30 RUBRICA FIGU 14.35 NOTIZ. TG3 L.I.S.14.45 La Musica di Raitre17.30 FILM Concerto ita-liano - Storia e storie del-l’Unità d’Italia19.00 NOTIZIARIO TG3 -TG Regione - Meteo20.00 VARIETÀ Blob20.15 PRIMA TV TELEFILMI misteri di Murdoch21.00 ATTUALITÀ Natiliberi23.05 NOTIZ. TG3 -TGRegione23.20 LE PRIME DI CINEMA-TRE FILM Into the Wild

� Nati liberiNella puntata di questa sera Licia Colòandrà alla scoperta del Nairobi NationalPark. In questo parco, a nove chilometridalla capitale keniota, vivono molte spe-cie animali, come i leoni protagonisti deldocumentario sulla triste storia di unaleonessa rimasta sola in un territoriodove un tempo questi felini erano sovra-ni. Edwin Ochola offrirà invece lo spuntoper parlare delle “furbate” degli animali.Rai 3 21,00

I FILM LO SPORTSC1= Cinema 1SCH=Cinema HitsSCP=Cinema Passion

SCC=Cinema ComedySCF=Cinema FamilySCM=Cinema Max

SP1=Sport 1SP2=Sport 2SP3=Sport 3

19.10 Il sapore della vittoria SCH19.25 Super Eruption SCM19.30 Sesso, bugie e... difettidi fabbrica SCC21.00 Il maestro e la pietramagica SCF21.00 Happy Family SCC21.00 Prima tv Se scappi titrovo SCP21.00 The Cell SCM21.10 L’era glaciale 3 SC121.10 G.I. Joe - La nascita dei Cobra SCH22.40 Men in the City SCC22.45 Dolf e la crociata dei bambini SCF22.45 Insonnia d’amore SCP22.50 Sharm El Sheikh SC123.10 Mi piace giocare SCM23.15 Un amore all’improvviso SCH0.30 Oceani SCF0.30 Cado dalle nubi SC1

15.25 Calcio, Bundesliga2011/2012 3a giornata Mainz -Schalke 04 (Diretta) SP116.00 Beach volley, Campiona-to italiano 2011 Jesolo: finalemaschile 3°/4° posto (Dir.) SP216.55 Calcio, Premier League2011/2012 2a giornata BoltonWanderers - Manchester City(Diretta) SP317.00 Beach volley, Campiona-to italiano 2011 Jesolo: finalemaschile (Diretta) SP217.55 Calcio, Incontro amiche-vole Inter - Olympiacos Pireo(Diretta) SP118.30 Tennis, ATP World TourMasters 1000 2011 Cincinnati:finale (Diretta) SP221.30 Rugby, Test match 2011Scozia - Italia (Sintesi) SP22.00 Baseball, Major League2011 Chicago Cubs - St. LouisCardinals (Diretta) SP2

18.10 TELEFILM Mr. Bean18.30 NOTIZIARIO StudioAperto - Meteo19.00 FILM Scuola di Poli-zia 6: La città è assediata20.40 PRIMA TV MEDIASETFILM The Ramen Girl22.40 PRIMA TV TELEFILMRoyal Pains. Ultimo ep.23.30 PRIMA TV TELEFILMMiami Medical

TELE+COMANDOTG PAPI

I disoccupatis va n i t i

di Carlo Tecce

T g1È tornato il Tg1 di una vol-

ta. Il vero telegiornale one ch ericorda un bollettino di noti-zie estere di giornata: la Libia,Hamas, il viaggio del papa.Schiera con fierezza i suoi in-viati per il mondo. Non è uncattivo e vecchio esperimen-to: sulle notizie che riguarda-no paesi lontani è impensabilefare censure. L’Italia e i suoiguai vengono relegati in unservizio dove Umberto Bossirinnega Umberto Bossi, Em-ma Marcegaglia dice, in pochisecondi, due cose pesantissi-me: “Via il contributo di soli-darietà. Il governo deve alzarel’Iva e rivedere le pensioni dianzianità”. Dal presidente diConfindustria, rappresentan-te dei più ricchi, una posizio-ne così poco popolare era ab-bastanza prevedibile. Interes-sante il verbo “s p u n t a re ”, uti-lizzato per riportare le ultime“manovre di manovra”, un gio-

co di parole per dire che la no-stra credibilità è come un quiz:“Spunta la dimissione di im-mobili pubblici”. È un attimo,però. Poi torniamo a Madridda Benedetto XVI per la messasolenne e le confessioni spon-tanee. Lì sì che c’è festa. In ri-tardo di qualche settimana, an-che il Tg1 si accorge che Lam-berto Boranga, ex portiere oramedico sociale di quasi 70 an-ni, a ottobre scenderà in cam-po nelle categorie dilettanti.

T g2Il Tg2 fa tanto per sembra-

re leghista. Prima la quantità:lo spazio, nel minuto e mezzodi politica, un pastone doveUmberto Bossi e Roberto Cal-deroli hanno la maggioranzadel tempo. Poi la qualità: c’èBossi che dice qualcosa dellesue, poco comprensibili, sul-l’Italia e benedice la Padania;riprende il filo Calderoli che,dal suo alto profilo di statista,detta le regole che la Lega im-porrà a Berlusconi per i ritoc-

chi alla manovra. Per sublima-re il momento, il telegiornaledi Rai2 ricorda l’appuntamen-to di lunedì del consiglio fede-rale del Carroccio. Cos’è? Unanormale riunione di partito,anche lì diviso tra correnti econcor renti.

T g3C’è un fatto piccino picci-

no che i telegiornali del servi-zio pubblico, tranne il Tg3 diBianca Berlinguer, ignorano oinsabbiano come se fosse unevento collaterale. Va dettocon cautela: “Ci aspetta un au-tunno nero, Unioncamere di-ce che a fine anno ci sarannoquasi 90mila posti in meno. Sa-ranno in difficoltà le piccole emedie imprese, conto salato alsud”. Questi avvenimenti ita-liani interessano nulla al Tg1 eal Tg2 che, in onore del profiloesterofilo, preferiscono apriree spalmare nel giornale le no-tizie, importanti per carità,che provengono oltre le no-stre frontiere. Quello che glialtri vogliono risparmiarci e ilsadico Tg3 no, è che da mar-tedì al Senato arriva il testo del-la manovra, da toccare, ritoc-care, stravolgere. Può succe-dere l’impensabile con la Legain difficoltà con i suoi elettori.Meglio non saperlo, dirà Augu-sto Minzolini, godiamoci il fi-ne settima di agosto. Tantosempre una fine di qualcosaè.

di Fulvio Abbate

U na volta il mondo dell’arte funzionava, met-ti, così: c’era l’artista, c’era la sua opera (un

semplice quadro, tipo), c’era il gallerista, c’e rala galleria, c’era infine il pubblico che il giornodell’inaugurazione si presentava in forze e, da-vanti alla già citata tela, al colmo dell’attenzioneesclamava: “Uh, com’è bello!”O anche, nei casipeggiori: “Ma che avrà mai voluto dire?”Una volta le cose andavano proprio così, e,quanto all’artista, sembrava davvero tale: con ilsuo basco (d’artista) sul capo, i capelli un po’lunghi, la barba un po’ incolta, insomma, tuttierano sicuri che c’era modo di riconoscerne l’a-spetto. Oggi come oggi, non è più così. Infattitra un artista che vorrebbe eguagliare, metti,Picasso o magari, pensando all’ava n g u a rd i a ,surclassare l’Arte Povera e un semplice concor-rente di reality televisivo non c’è alcuna diffe-renza. Tutti uguali, tutti con un aspetto da fi-ghetti modellati secondo i crismi della societàdello spettacolo mediatico.Questa amara corrente verità mi è saltata ad-dosso scoprendo Work of art- Pezzo d’ar ti-sta, un reality in onda su Sky Uno cui parte-

cipano alcuni aspiran-ti emuli del post-con-cettualismo, o anchedella pittura informa-le pura e semplice. Lecose funzionano co-me quando c’è di mez-zo il cantante. L’ar tistarealizza un’opera dasottoporre a una giu-ria di “esper ti”, la giu-ria giudica con un sì eun no, chi passa il tur-no pensa d’avere svol-tato, gli eliminati inve-ce ci restano di merda

e un po’piangono o magari minacciano davantialla telecamera d’essere comunque ugualmen-te destinati a un futuro degno di Andy Wharol.Siccome l’intento del format è davvero pop, avolta si ha la sensazione che si tratti di una pa-rodia dell’ispirazione che dovrebbe guidare l’e-stro del singolo artista. “Cosa hai voluto rappre-sentare con quel taglio?”, così domanda uno deigiudici. E l’artista-concorrente, di rimando:“Ho pensato a una cicatrice che desse l’idea del-l’infer no”. Su tutto, se solo non ci fosse quel-l’aria “or iginal” Usa, aleggerebbe il ricordo di“Totò, imperatore di Capri”, dove il vero Mim-mo Rotella si prestava a farsi sputare su un oc-chio dal principe De Curtis: “Questo è un Pi-cassò!” “Questo l’ha fatto lei?”, così il celebrescambio di battute, e un attimo dopo giù con losputo nell’o c ch i o .Lungi dal voler sottoscrivere i più gettonati luo-ghi comuni circa la prosopopea dell’artista uo-mo di mondo che sembra voler prendere per ilculo il profano, c’è proprio da dire che “Work ofar t” è la dimostrazione vivente di cosa sia di-ventato il cosiddetto mondo e sistema dell’ar te,ossia un caravanserraglio dove è ormai semprepiù difficile intuire il limite tra eversione ed ela-borazione linguistico-formale e omologazionemodello base, dove tra il concorrente di “Ami -ci” e quell’altro che sembra aspirare a essereincoronato come il Marcel Duchamp del 3000non c’è differenza alcuna, identico il berrettoda sassofonista jazz del tempo dell’uccisione diKennedy a Dallas sul capo sia degli uni sia deglialtri. Qualcuno dice che si tratta dell’a m a roprezzo da pagare alla post-modernità, altri ri-tengono invece che, se davvero ci fosse un ar-tista concettuale con le palle, farebbe proprio ilformat per creare la Guernica dell’arte all’am -mazzacaffè, anzi, allo spritz.

w w w. t e l e d u r r u t i . i t

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

Il Picassoche c’è in te

Work of Art - Pezzo d’artistaIl programma è in onda

su Sky Uno

SECONDO TEMPO

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pagina 14 Domenica 21 agosto 2011

Fatti di vitaÉdi Silvia Truzzi

LE PAROLE CHENON TI HO DETTOI l Corriere della Sera di giovedì pubblicava la

seguente notizia: una capotreno di Fs è statamultata per aver detto la verità. Il 16 maggio, acausa di un problema sulla linea tra Firenze e Roma,il Frecciargento è stato deviato dalla direttissimaalla “linea lenta”. La capotreno ha annunciato “unguasto deviatoio” e l’azienda le ha inviato unacontestazione disciplinare perché il manuale degliannunci per i treni Alta velocità non prevede iltermine “guasto”. Avrebbe dovuto usare lachiarissima perifrasi “controllo tecnico sulla linea”.C’è un manuale, anzi sono tre, appositamentestudiati per informare al meglio i passeggeri dellecostosissime Frecce.La dipendente non l’ha rispettato e secondoTrenitalia “la mancanza di giustificazioni èun’ammissione di colpa”. Non esiste però unaregola assoluta che differenzi le Frecce: guastisarebbero stati annunciati anche sull’Alta velocità.Ma al bando c’è anche la parola incendio: “È unascelta per non creare ansie e panico difficili dagestire anche su uno dei mezzi più sicuri”, spieganosempre dalle Ferrovie.Nel medesimo articolo un controllore facevagiustamente notare come l’uso di questovocabolario fumoso faccia imbufalire i passeggeri.Perché non capiscono e perché la vaghezza dellespiegazioni sembra davvero una presa in giro. Emolto spesso non solo sembra, ma proprio è. AncheAugusto Minzolini deve aver adottato il Manuale deiFrecciarossa per non creare panico nei telespettatoriquando ha spiegato, in diretta al Tg1 delle 20, chel’avvocato Mills era stato assolto e non prescritto.Sostenendo poi che i due termini sonosostanzialmente sostantivi. Pavese diceva: “Nelleparole c’è qualcosa d’impudico”, e quanto avevaragione. Specie nel Paese degli eufemismi, in cui leparole aggiustate servono a mistificare, confondere,truffare .È il vecchio latinorum dell’Azzeccagarbugli, buonosolo a far sentire Renzo più scemo dei suoi capponi.Il potere usa le parole per mistificare, raggirare,edulcorare. È un sistema dove nessuno si sbaglia, almassimo cambia idea. Così il “p ro c e s s o ” d ev ’e s s e re“b reve ” perché l’Europa ce lo chiede. Invece è“mor to”, perché la legge prevede ex ante la finechirurgica del processo. Per non dire dei festini conschiere di ragazze mezze nude che si baciano e sitoccano, spacciate per garbati intrattenimenticonviviali. E poi: in pochi hanno il coraggio di dire escrivere “p ro s t i t u t e ”.Il mestiere più vecchio del mondo è esercitato dallepiù garbate escort. Che infatti vanno in televisione efanno politica, rilasciano interviste parlando dellasituazione economica e di introspezione mistica.C’è una parola greca, parresia, che significa “dire lave r i t à ”. È ormai perduta, in uso solo presso i filosofi,forse perché non ha più un luogo dove abitare nédentro di noi né nella dimensione sociale. È quasisempre più facile adulare che criticare, irretire cheessere franchi: ma il prezzo di questa zuccherosasimulazione è la servitù.

PIAZZA GRANDETre soluzioni per i giovani

di Furio Colombo

Giovani: per il loro pro-blema di esistere, dioccupare spazio e ri-sorse e di non trovare

spazio e risorse per esistere,ci sono tre grandi soluzioni.La prima è quella di immen-se guerre, che impieganotutti i giovani disponibili ene rimandano indietro moltimeno, non tutti integri, maquasi tutti accettati e soste-nuti dalla comunità perchéreduci. È accaduto con ledue guerre mondiali (1915 e1939).

La ricettadi Roosevelt

LA SECONDA soluzione èquella del mai dimenticato espesso citato “New Deal” diFranklin Delano Roosevelt:un immenso programma didebito e di spesa pubblica percostruire e far funzionareun’altra America, visto chequella precedente si era in-ceppata e stava mietendo vit-time fra i senza lavoro (cheerano quasi tutti). Rooseveltnon ha fatto rivoluzioni per-ché il Congresso, spaventato,approvava le sue spese pazze.Ha voluto scuole e autostradegratuite. E non solo non si èbuttato sulle famose, magicheprivatizzazioni (tutto era pri-vato e tutto era fallito, prima diRoosevelt) ma ha creato il Tea-tro Nazionale, i progetti pub-blici per il cinema e la lettera-tura, ha assunto i migliori fo-tografi e i migliori scrittori delsuo tempo per documentarequegli anni, dalla tragedia allasoluzione della tragedia. Stra-no che in un tempo in cui sievoca subito e con frequenzail grande fallimento del socia-lismo reale, nessuno vuole ri-cordare che viene prima il fal-limento (anch’esso catastrofi-co) del capitalismo reale.Quel che viene dopo, la forzaritrovata che ha poi deciso idestini del mondo, si deve auna mite ma ferma socialde-

mocrazia che non si è lasciataspaventare o deviare dai furi-bondi attacchi, accuse, insi-nuazioni (girava voce cheRoosevelt fosse non solo co-munista ma anche ebreo). Hoappena citato le scuole, matutto è scuola pubblica e sov-venzionata, nell’America delNew Deal, negli anni fra il1929 (fallimento del capitali-smo) e il 1940 (rinascita diun’America che oggi chiame-rebbero socialista), dallescuole elementari ai licei aicollege. Dove grandi universi-tà private già esistevano, i pri-vati hanno dovuto dimostrareche avrebbero sempre e co-munque accettato il meritodei bravi, attraverso sistemi diammissione gratuita, pena laperdita del riconoscimentodell’istituzione. Gli ospedaliricevevano fondi per la ricer-ca (da cui nasce la lunga lista dipremi Nobel del dopoguerra)a condizione di non rifiutaremai i poveri, per non perdereil beneficio dei fondi. Ma tuttoera scuola, come i “p ro ge t t i

per il teatro”, i “progetti per ilcinema”, l’immensa diffusio-ne dei “Community Colle-ge s ”, istituzioni comunali ostatali di università locali gra-tuite. E intanto l’America diRoosevelt stabiliva che il di-ploma di scuola media supe-riore sarebbe stato necessarioper qualunque lavoro, dall’o-peraio al poliziotto, ma inclu-dendo i soldati come requisi-to per l’arruolamento. Se ungiovane si presentava sprovvi-sto del titolo di studio, il pattoera che non avrebbe lasciato ilservizio senza essere statomandato a scuola a prendere ildiploma. Quel Paese, in que-gli anni, aveva visto nella for-mazione scolastica e culturaledei giovani un tale accumulodi patrimonio per il progettodi ricostruzione di un popoloe di uno Stato mandato in fal-limento dal privatismo, cheaveva istituito il G.I. Bill, la piùincredibile legge che sia maiesistita: gli anni di vita militarevenivano compensati con l’u-niversità gratuita. Era un fi-nanziamento non simmetrico(un anno per un anno) ma chepoteva proseguire, secondo ilmerito, fino al master, al dot-torato, alla specializzazione.Chi ha frequentato le Univer-sità e la vita culturale degli Sta-ti Uniti negli ultimi quattro de-cenni ha incontrato una interagenerazione di G.I. Bills (G.I.,come è noto, significa “dipen -denti del governo”, “bill” èuna legge) spesso fra i granditalenti più celebri al mondo,da Arthur Miller a NormanMailer (ma la lista è infinita),talenti che non sarebbero maiesistiti se all’obbligo del diplo-ma di scuola media superioreper tutti non si fossero aggiun-ti una serie di percorsi gratuitiper i portatori di merito. Maho detto, all’inizio di questapagina, che ci sono tre solu-zioni per rispondere al pro-blema dei giovani che, in tuttoil mondo industriale avanzatosono senza scuola e senza la-voro, la generazione “né - né”.La terza è la “soluzione Came-ro n ”, il quarantenne, ma non

La scuola che boccianon è la migliore

SECONDO TEMPO

Il New Dealamericanoera imperniatosull’istruzionep u bbl i c a ,il premierbritannicoi nve c er a dd o p p i ale tasseu n i ve r s i t a r i e

così nuovo primo ministro in-glese: se i giovani sono bravi epromettenti, raddoppiateglile tasse universitarie, in modoche un po’ di loro lascino per-dere. Se si rivoltano, brucianosupermercati e rubano casso-netti, la storia si risolve confinti processi, mesi di prigio-ne e poi non ne parliamo piùperché dobbiamo occuparcidei mercati.

Cameron, soloun indossatore

NESSUNO ricorderà Came-ron se non come un buon in-dossatore di abiti blu e un ot-tuso interprete (ma ha molticolleghi in Europa) della tra-gedia sociale in cui vive.D’altra parte nessuno ricorde-rà il cemento compatto di in-differenza che il governo delPaese Italia ha opposto allapiù grande, più lunga, più mo-tivata, più intelligente prote-sta giovanile in molti anni.Una classe dirigente che ha ilvolto e la testa di MariastellaGelmini non promette nientea nessuno, meno che mai aigiovani. Ma pensate alla occa-sione perduta dai politici chenon sono Scajola o Sacconi oBrunetta. Pensate alla cecitàdella grande stampa italiana,che rende omaggio al ciecoCameron e al pugno duro del-la sua polizia. Quanta polizia,quanto pugno di ferro ci vorràtra poco per tenere fermi econtenti i giovani indignati diuna Europa governata dalleagenzie di rating, da governiche competono nel tagliare, eil più virtuoso, in questa garadi folli, è il governo che tagliadi più? Nella sigla della cele-bre serie Tv Bor is, gli attoricantano una canzoncina tre-menda che descrive il mo-mento in cui stiamo vivendo eil mondo a cui si stanno affac-ciando i più giovani: “Quandoil chirurgo cieco comincia aoperare, bisogna stare attenti,molto attenti, a quello chepuò fare”. Questo è il momen-to.

In Italia la mediadei respinti è del15%,mentre nell’Ocseè al 18%Ma il nostrosistemanon incentivail meritoe non tutela chiè indietro

di Marina Boscaino

Afine luglio l’Ocse ha pub-blicato gli esiti del Pro-gramma di valutazione deisistemi educativi. La me-

dia dei bocciati nei Paesi Ocse èil 15% (7% primaria, 6% medie,2% superiore). La Francia è oltreil 30%, la Finlandia vicina allo0%. L’Italia è al 18%, con una ten-denza a ripetere in crescita allesuperiori. Siamo abituati a ve-der interpretare questi dati conorgoglio da parte dell’immer ite-vole Gelmini, portavoce di un’i-dea asfittica e banale della scuo-la. Per l’Ocse nei “Paesi in cui unmaggior numero di studenti ri-pete gli anni scolastici la perfor-mance globale tende ad essereinferiore, e il background socia-le ha un impatto maggiore sui ri-sultati di apprendimento”,quindi gli “studenti originari dicontesti avvantaggiati finiscono

in scuole con risultati migliorimentre quelli di origini svantag-giate finiscono in scuole peg-gior i”. Il tasso di ripetenza gravasull’economia nazionale, ci am-moniscono. Il Land di Amburgoha abolito le bocciature e altreregioni tedesche starebbero perseguirlo.

DATI su cui riflettere: per valu-tarli su base didattico-pedagogi-ca, ricordando inoltre che ripe-tenza e ritardo sono prodromi didispersione scolastica. D’a l t rocanto, il rilascio di titoli di studiocon valore legale (diplomi di IIImedia e V superiore), ossia lacertificazione amministrativa dicompetenze, conoscenze e abi-lità, configura identikit profes-sionali e/o profili culturali, convalenze e implicazioni giuridi-che. E lo Stato non può né deveaffermare il falso. Un panoramacomplesso, dunque, in cui que-

sti e altri punti di vista trovereb-bero risposte convincenti in ra-dicali cambiamenti di politicascolastica. Tremonti la scorsasettimana ha detto che la mano-

vra aggiuntiva non toccheràscuola, sanità e cultura: forse sia-mo davvero al fondo del barile.Ma – anche se nella manovra lavoce “scuola”è assente –potreb -bero pioverci addosso i tagli aglienti locali, aggravando lo stato diagonia. La razzia ha colpito so-prattutto la fascia più bassa deglistudenti, coloro che nella scuolapubblica trovano l’unico stru-mento di emancipazione. Chenon hanno altri luoghi – fami -glia, spazi sociali – per sanare ilgap e fronteggiare l’attualeemergenza. Sono loro, soprat-tutto e non a caso, in ritardo sco-lastico. Mettere mano alla scuolaseriamente, oggi, potrebbe si-gnificare dare davvero a tutti pa-ri opportunità: il contrario di ciòche si fa, ampliando – propr iomediante la scuola, “a s c e n s o resociale” costituzionale – i divaritra nati bene e svantaggiati. Tut-to il resto sono parole.

Giorgio Israel ha sostenuto giu-stamente sul M e s s a g ge ro che “l’i-struzione moderna è un investi-mento e non un lusso” e ha con-siderato perciò “inconsistenti”le motivazioni economiche del-l’Ocse. Confutando gli argomen-ti pedagogici dell’indagine, co-me il fatto che la bocciatura pro-duca sfiducia, ingresso ritardatonel lavoro e i Paesi che non la usa-no – Inghilterra e Finlandia –avrebbero risultati migliori,Israel conferma che i criteri di se-lezione e somministrazione deitest – ad esempio Ocse Pisa – so -no opinabili e i successi discuti-bili.

SFUGGE invece la domanda sucui Israel impernia il ragiona-mento (“ Se aboliamo la boccia-tura, come saranno premiati imer itevoli?”) venandola di acce-si e accenti da vulgata antisessan-tottina. Non voglio difendere unmodello di scuola consideratolassista. Ma partire dal problemaposto dall’Ocse per ragionaresulle condizioni del nostro siste-ma d’istruzione che né incentivail merito né tutela lo svantaggio.D’altra parte sarebbe impossibi-le, considerata la falcidie subitadalla scuola, motivata esclusiva-

mente dalla necessità di attinge-re soldi da un capitolo miope-mente considerato “improdutti -vo ”. In un progetto di istruzionecome emancipazione, curare ipiù deboli non coincide per for-za con il disinteressarsi dei me-ritevoli. Progettare richiede stu-dio, investimento, professionali-tà: non è il momento storico giu-sto. Ma disorienta la conclusionedi Israel: “Il massimo astio deifautori della scuola del successoformativo garantito è riservatoalla categoria degli insegnanti,accusata di «resistere» e di arroc-carsi su un’idea «vecchia» e «su-perata» di scuola, cui si vuolecontrapporre la scuola-aziendavolta alla soddisfazione dell’u-tente”. Siamo al ribaltamento deicriteri neoliberisti che hanno in-quinato e violato la scuola dellaCostituzione. Al professor Israelricordo che “gli sfigati” dif ficil-mente sono interlocutori perorientare alcunché, come dimo-strano i dati su percorsi ed esitidegli istituti professionali, dovela bocciatura è spesso confermadella situazione sociale di par-tenza. Certo non lo sono stati peril modello di “scuola-azienda”che molti (anche vicini a Israel)hanno sognato e sognano.

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Domenica 21 agosto 2011 pagina 15

Furio Colombo A DOMANDA RISPONDO7

MAIL B OXArticolo 18:zero tituliL’ultima manovra finanziariasvela un dosaggio di macelleriasociale davvero scioccante.Difficile poi stabilire se il Paesesoffrirà più per i tagli agli entilocali, per l’introduzione nellasanità dei nuovi ticket oppureper le adozioni delle aberrantinorme contenute nei capitolidel pacchetto lavoro. Certo è:quell’articolo 8 del pacchettolavoro sul superamento del-l’articolo 18 dirotta l’Italia inun terreno minato dove – perdirla con lo scrittore e socio-logo tedesco Ulrich Beck –non si potrà più concepire illavoro salariato (e le sue tu-tele) in una cruna dell’ago at-traverso la quale tutti doveva-no (o dovranno) passare perpoter essere presenti nella so-cietà come cittadini a pieno ti-tolo. Bene ha fatto la Cgil abocciare la manovra e lanciareun primo taccuino di appun-tamenti che dovrebbe costel-lare un autunno caldo e cul-minare con lo sciopero gene-rale. Intanto, non si può cheprovare ribrezzo al cospettodi un provvedimento che va asegnare una rottura senzaequivoci tra la cultura del la-voro dell’attuale governo e lacultura del lavoro che portò astendere lo Statuto dei Lavo-ratori. Il governo con la scusadella crisi economica mondia-le sta approfittando per ride-finire tutti i rapporti di forza einfliggere un altro colpo mor-tale alle regole della democra-zia nei posti di lavori.Mimmo Mastrangelo

Evasione fiscalequotidianaQualche anno fa sono andatoa trovare mia figlia a Edinbur-go dove lavorava come ricer-catrice all’università. In casaha avuto un grave problemaidraulico. Ha chiamato unidraulico per risolvere il pro-blema. Fatto il lavoro mia fi-glia gli ha chiesto quanto do-veva e ha pagato il conto.Quello che mi ha meraviglia-to è che l’idraulico ha fatto lafattura per l’intero importodovuto. Ho chiesto a mia fi-glia: “Ma qui fanno la fatturatutti senza marciarci e na-scondere qualche entrata?”.La risposta di mia figlia è sta-ta: “Sono obbligati a farla, senon fanno la fanno, basta cheio faccia una telefonata chequello non lavora più perchéqui sono gli stessi contri-buenti che controllano chetutti paghino le tasse”. Michiedo perché il mio mecca-nico accetta solo contanti,come l’elettricista, il murato-re, lo stesso fa il dentista etutti i professionisti e perchéin Italia non è possibile fare lostesso? Sono proprio questecategorie che evadono di piùe gli uffici interessati noncontrollano mai. Sono anniche il mio meccanico esponeun cartello ben visibile nellasua officina con scritto agrosse lettere “non si accet-tano assegni, solo contanti” e

classe politica che si ponga agaranzia delle istituzioni e cheinfonda al cittadino fiducia neiconfronti della politica stessa.Questo è possibile solo azze-rando gli attuali partiti depo-sitari del malcostume, costi-tuendone altri composti dapersone più serie e meno in-teressate. Per ottenere que-sto risultato prima della dram-matica e prossima tornataelettorale è necessaria unamobilitazione di energie e per-sone nuove che dovranno ag-gregarsi intorno a due puntifondamentali: decurtare dra-sticamente gli stipendi dei par-lamentari a livelli di gran lungainferiori alla media europea,ridurre a due i mandati par-lamentari permettendo cosìun ricambio continuo dei po-litici. Senza entrare in merito atecnicismi sarebbe importan-te avere un obiettivo semplice,largamente condivisibile e in-controvertibile. Idee chiareper un’azione chiara. Una vol-ta stilato questo manifesto sa-rà necessario sottoscriverlo:donne e uomini che sposanoquesta linea con entusiasmo esincerità. Il vostro giornalepuò giocare un ruolo chiave inquesto processo. Nel campodell’editoria si è guadagnato lafiducia di lettori di ogni ten-denza politica, mostrando, co-me ripeto, imparzialità e te-merarietà nel citare fatti con-troversi e persone influenti e

potenti. È un appello dispera-to: non mandateci a votare isoliti partiti.Marco Zini

Il tramontodella CostituzioneLo spostamento delle tre festecivili alla domenica è un segnaleche dà il via alla riforma dellaCostituzione. Il primo articolodella nostra Costituzione so-stiene che: “L’Italia è una Re-pubblica Democratica fondatasul lavoro”. Il governo attuale èandato a colpire il cuore dellanostra Costituzione andando aspostare, meglio dire soppri-mere, il 2 giugno, giornata dellanascita della Repubblica, il 1°maggio, festa internazionaledel lavoro dal 1886, e il 25 apri-le, data in cui l’Italia si è liberatadal nazi-fascismo per avviarsiverso la strada della democra-zia. Una decisione grottesca fi-glia del non sentirsi italiani daparte di alcuni ministri che sicontraddistinguono più per illinguaggio da “osteria” che persane decisioni politiche volte amigliorare la qualità della vitadel loro popolo. In manieramolto furbesca il governo Ber-lusconi è riuscito, comunque, aottenere ciò che da tempo vo-leva e a cancellare pagine distoria. Non so cosa sarebbesuccesso se in Francia avesserodeciso di spostare il 14 luglio onegli Usa il 4 luglio. Non credoche ci sarebbe stato un tacitoconsenso. Da noi, ormai, tuttosi può, anzi, più l’idea che sipresenta è scriteriata e irre-sponsabile più ha la possibilitàdi essere accolta.Franco Fabris,

Libera informazioneper libere notizieEro a Fermo il 31 luglio al di-battito “Primarie sì primariequando?” della due giorni delvostro giornale. Un momentodi confronto importante sutemi chiave affrontati concompetenza e senza sconti.Ho apprezzato lo sforzo or-ganizzativo, la qualità dellepresenze anche se, confesso,avrei desiderato da cittadinaattiva una maggiore articola-zione del dibattito sulle prima-rie aprendo ai movimenti. Miha molto colpito la novità dellaposizione di de Magistris che siè posto nella nuova veste dileader “orizzontale” e che perle prossime elezioni nazionalisi impegnerà, partendo dall’e-sperienza napoletana, per da-re possibilità di esprimersi inmodo nuovo alla voglia di po-litica che c’è in Italia fuori daipartiti. Mi chiedo se in questafase di crisi anche politica e dibisogno di reale cambiamento,lo sforzo dell’i n fo r m a z i o n enon debba essere ora ancoradi più quello di rappresentareai lettori la realtà autentica –anche se complessa e fuori da-gli schemi consolidati – diquello che sta avvenendo nonsolo nei partiti ma anche nellasocietà.A. Mary Pazzi“Luoghi Comuni” associazione dellarete Democrazia km Zero

C aro Colombo,si parla ormai apertamente di

tagli alle pensioni dei disabili. Lascusa è di stanare i falsi invalidi. Maè la strada infida e pericolosa perinfierire sui più deboli dei deboli eprendere decisioni tragiche permolti. Ci sarà una barriera di difesain Parlamento?

Nicola e decine di firme

NON SONO SICURO, mabisognerà tentare in tutti i modi, fin daquando, nei primi giorni di settembre, moltidisabili verranno davanti a Montecitorio perparlare della follia che si sta per compiere.Infatti bisogna dire l’indicibile: la voce corree sappiamo tutti che, nello strano labirintodell’inspiegata e in parte ignota “fo r mu l aTre m o n t i ”, è perfettamente possibile chel’indicibile accada. Ricordiamo come stannole cose adesso. I disabili in Italia (parlo didisabilità grave) ricevono pensioni cosìpiccole (poco sopra i 200 euro) che non sicapisce come siano state pensate o tolleratefino a ora. Alla piccolissima pensione, che èpoco più (anzi, poco meno) di una finzione,si aggiunge “l’accompagnamento”, se c’è. Intal caso l’assegno per un accompagnatoreva appena sopra la cifra indicata, una vitacon disperazione per chi non disponga dialtre risorse. Come possa venire l’idea che sipossa tranquillamente tagliare in quellaparte minima della spesa del Paese èdifficile da immaginare. Però bisogna esserepronti a fare fronte a questa ignobile partedel “progetto per salvare l’Italia”. Dal punto

di vista di chi sta alla Camera o al Senato,una risposta è possibile: insieme al rifiutopiù rigoroso (e, speriamo, più trasversale)della norma taglia-disabili, serve unap ro p o s t a .Perché non affermare che deputati esenatori destinino per i disabili tutta la partedi compensi a cui, a qualsiasi titolo, si saràdeciso di rinunciare? Perché non fare appelloa tutta l’alta burocrazia italiana affinché,oltre le imposizioni di legge che stannoarrivando, si unisca per offrire un ulteriorecontributo di solidarietà con la specificadestinazione dei disabili? Una voltaaccettato il principio che occorre affrontareingiustizia e disordine con contributipersonali, diventerà più facile disegnare ilcome e precisare il quanto. Ma il quanto,che pure sarà un simbolo, non potrà esseresimbolico. Dovrà essere in rapporto con larealtà. Il problema è che è ancora moltodiffusa, anche fra gli esperti di ogni tipo(politici, giornalisti, commentatori, docenti),la persuasione che “intanto paga l’a l t ro ”,che “speriamo che io me la cavo”, e “c hecomunque passa presto”. Sono tre pensieripoco adatti al momento perché insistono nelfar finta di non vedere la realtà. È brutta eriguarda tutti. Infatti, subito dopo avere fattotutto il meglio (il meno peggio) per tutti, conquello che c’è bisognerà spostare tutta lapressione, sociale e politica, sui super-ricchiche continuano a stare alla larga.

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LA VIGNETTA

SECONDO TEMPO

IL FATTO di ieri 21 agosto 1947Quando morì, il 21 agosto 1947, la figlia disse che se n’eraandato “un signore del Rinascimento sopravvissutoall’era industriale”. E davvero Ettore Bugatti, il padredelle vetture “purosangue”, artefice del mito della“voiture blue” era un po’ un signore d’altri tempi. Vissutoin una eccentrica famiglia di artisti della Milano fine ‘80 0frequentata da ospiti eccellenti come Segantini, Puccinie Leoncavallo, Ettore, trasferitosi in Alsazia, nell’off icinadel barone Eugene de Dietrich, darà il via, nel 1909, allesue automobili d’autore, belle, leggere, vincenti,simbolo, col cinema muto e il charleston, dell’epopeadella Belle Epoque. Modelli destinati a far sognareprincipi e star di Hollywood, a gareggiare con le Rolls, aispirare i futuristi e a trionfare nei grandi circuitid’epoca, Le Mans, Mille Miglia, Targa Florio. Esemplariperfetti come la Tipo 13, la prima auto col classicoradiatore a ferro di cavallo e il marchio Bugatti impressonel celebre “oval rouge” o la Tipo 41 Royale, berlinaregale del ‘27, 12.000 centimetri cubici di cilindrata, 200chilometri l’ora. Vere e proprie car-dream, firmate EttoreBugatti, aristocratico genio creativo, entrato coneleganza nella leggenda dell’automobile.

Giovanna Gabrielli

nessuno è venuto a control-lare e sanzionarlo.Arnoldo Bruckmann

Non mandatecia votare i soliti partitiDopo la pubblicazione del li-bro-inchiesta di Stella e Rizzosi è diffusa l’idea che molti po-litici in realtà fossero curatorialtolocati di interessi più o me-no legittimi. Opinione che si èfatta sempre più concreta as-sumendo la dignità di questio-

ne nazionale. Da allora moltoè stato detto sui privilegi dellapolitica considerata come uni-verso scollegato da quello rea-le. Il Fatto Quotidiano conmetodo, intelligenza, impar-zialità ha sistematicamentedenunciato all’opinione pub-blica tutte quelle vicende grot-tesche e paradossali che ve-dono protagonisti i politici, iloro affari collaterali e i lorolegittimi, ma ingiusti privilegi.Ora sembra più che mai ur-gente individuare una nuova

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