Il Fatto Quotidiano (30 Ottob 2009)

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1,20 – Arretrati: 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Venerdì 30 ottobre 2009 – Anno 1 – n° 33 Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 www.ilfattoquotidiano.it Perché queste foto di Vitantonio Lopez dc ”L a camera di sicurezza di una caserma dei carabinieri certo non è il posto più confortevo- le” dove passare la notte. Così il comandante della compagnia dei ca- rabinieri ci spiega perchè Stefano Cucchi è arrivato con gli occhi pesti in tribunale. Dove, comunque, assicura, “nessuno ha avuto niente da dire”. Dopo quella notte in caserma, il passaggio in tribunale e quello in carcere, è finito in un letto d’ospedale, ha agonizzato per cinque giorni ed è morto con i genitori tenuti fuori della porta, senza poterlo vedere, senza sapere delle sue condizioni. Non fosse stato per la battaglia lunga anni del- la madre, poco o nulla si sarebbe saputo pure sulla morte di Federico Aldrovandi, ammazzato di botte a 19 anni per strada da quattro poliziotti. E Aldo Branzino, falegname di 44 anni, arrestato per un po’ di marijuana e trovato cadavere nella cella trentasei ore dopo. Quando chiedi, per Federico, per Aldo, per Stefano, ti senti sempre rispondere che nell’arre- sto, in carcere, le regole sono state ri- spettate, che le procedure sono queste. E’ per questo, per rompere questo muro di cinica indifferenza che i genitori e la sorella di Stefano hanno dovuto darci quelle foto. Ci hanno messo sotto gli oc- chi quel viso, quel corpo massacrati e noi li mostriamo a voi perchè non c’è legge, regola o procedura che possano giusti- ficarlo. Perchè non si può vivere, e mo- rire, così. STEFANO, 31 ANNI CHI L’HA RIDOTTO COSÌ? Arrestato per droga, restituito cadavere Emergenza Vespa di Marco Travaglio N on bastassero i terremoti, le alluvioni, le frane e l'influenza suina, un'altra catastrofe naturale si abbatte sul Paese: le anticipazioni del nuovo libro di Vespa. Evento prevedibile, visto che si verifica ogni anno intorno al giorno dei defunti. Dunque Bertolaso, una volta tanto, non potrà parlare di tragica fatalità. Ma i danni restano incalcolabili. Anche perchè il libro, di cui agenzie e giornali anticipano servilmente gli scoop più succulenti in uno stillicidio quotidiano, ancora non esiste. E' in fase di scrittura. Altrimenti l'altroieri l'insetto non avrebbe potuto anticipare il racconto dell'amato Silvio sulla telefonata a Marrazzo, previa visione del videotape con gli amici. Funziona così: oggi succede la qualsiasi, Bruno chiama Silvio che straparla per tre ore; lo sproloquio è riversato ipso facto alle agenzie che lo sparano come fosse la terza guerra mondiale; dopodichè Silvio, complici la prostata e la scarlattina, si scorda di aver promesso l'esclusiva mondiale e spiattella tutto a Ballarò. Ma c'è un'altra complicazione. L'insetto intervista politici per tutta l'estate-autunno. Lui mette in freezer e poi, con l'approssimarsi di Halloween, anticipa. Ma intanto i voltagabbana han già cambiato idea, o partito. E negano recisamente di aver mai detto quelle cose. Il pover'uomo, che mai si permetterebbe di tradire i suoi editori di riferimento, balbetta mogio che quelle cose gliele han dette. E quelli: “Sì, ma un mese fa”. Che per loro equivale a due ère geologiche. Il mese scorso, il pie' veloce Rutelli confida a Vespa: “Vado con Casini ma non ora e non da solo”. L'insetto lo anticipa nel giorno delle primarie. Troppo presto, il portavoce di Er Cicoria smentisce piccato: “Le dichiarazioni diffuse da Vespa non sono state rilasciate ieri, ma alcune settimane fa. La loro divulgazione oggi potrebbe trarre in inganno. Rutelli si esprimerà sulle primarie e sui propri orientamenti in occasione della presentazione del suo libro domani a Milano”. Ecco, l'anticipazione del libro di Vespa ha bruciato l'anticipazione del best-seller di Rutelli, “La svolta” (anzi la giravolta). Poi però l'anticipazione smentita si autoavvera: Rutelli se ne va con Casini, ma solo in coincidenza con l'uscita del suo libro, altrimenti non se ne accorge nessuno (del fatto che se ne va, ma anche del libro). Vespa però si scusa tanto: “La conversazione è immediatamente successiva al congresso Pd. Mi dispiace che l'anticipazione abbia preceduto la presentazione del libro di Rutelli che risulterà, spero, più attesa e interessante”. Infatti, quel giorno, han dovuto transennare la sala per arginare le masse. Seguono altre fondamentali scoop con Veltroni (la “vocazione maggioritaria” e l'”autosufficienza” del Pd, che infatti sta al 26%) e con Bersani (“da segretario riprenderò la Canzone popolare di Fossati. Volevo riprenderla già da candidato, ma poi ho deciso di fermarmi a Vasco Rossi”). Roba forte. Ora qualcuno si domanderà che diavolo c'entrino queste menate con un libro che, salvo complicazioni, s'intitolerà “Donne di cuori - Duemila anni di amore e potere da Cleopatra a Carla Bruni, da Giulio Cesare a Berlusconi” (ma anche dalla Pompadour a Gasparri). Beata ingenuità: lì si cantano gli amori di Messer Brunetto per tutti i politici. Ancora un po' di pazienza e qualche migliaio di anticipazioni, poi il 6 novembre il capolavoro sarà finalmente in libreria e sapremo tutto. Dopodichè, altra calamità: il consueto pellegrinaggio dell'insetto da un programma tv all'altro per le immancabili presentazioni, compresi Linea Verde, Protestantesimo, le previsioni del tempo e il segnale orario. Già allertata la Protezione civile. In Francia la censura cancella dalla tv di stato il pupazzo che prende in giro il figlio di Sarkozy. Berlusconi fa scuola. Cucchi è stato fermato la notte del 15 ottobre. È morto in ospedale sei giorni dopo. Solo. Ora la famiglia ha diffuso le foto. I carabinieri: “Le camere di sicurezza non sono alberghi”. Perniconi, D’Onghia pag. 2 e 3 z MONTECITORIO x L’ex leader di An rimprovera il ministro Vito Camera espropriata, Fini non ci sta U di Marco Lillo GA SPARRI: I TRANS? GUAI A COINVOLGERMI C ontinua la caccia al vip che va con i trans. Calciatori e politici tirati in ballo a spropo- sito. Gasparri spiega e minac- cia: “Sì, nel ‘96 sono stato fer- mato vicino all’Acqua Acetosa, ma ero lì per caso. Chi mi coin- volge la pagherà”. pag. 7 z U di Enrico Fierro NA P O L I IL SANGUE E IL SILENZIO U n omicidio avvenuto a maggio. Un’ammazzatina normale nella Napoli-Ba- ghdad di sei mesi fa. Sei mesi di silenzio. Ora di quella scena c’è un video diffuso dalla pro- cura, perchè nessuno parla, nessuno sa nulla. pag. 5 z di Luca Telese U n messaggino di testo qua- si beffardo che arriva sui telefonini dei deputati: “La set- timana prossima tutte le sedu- te calendarizzate non avranno luogo”. Basterebbe questo per raccontare la portata dello scontro fra il presidente della Camera e il governo. Fini ha bacchettato il ministro Vito: “Le leggi di iniziativa parla- mentare sono bloccate”. pag. 4 z n L’intervista Battiato canta i “rincoglioniti” al governo Travaglio pag. 14z CATTIVERIE Corona : “Con me chi ha fatto il filmino a Marrazzo avrebbe guadagnato 50mila euro”. Ma i lavori forzati no? Un’immagine di Stefano Cucchi diffusa dalla famiglia Maurizio Gasparri (FOTO ANSA) Scappo via! Come organizzare la propria fuga e vivere ai tropici con meno di 1000 euro al mese IN LIBRERIA edizioni INTRA MOENIA y(7HC0D7*KSTKKQ( +}!#!"!%!z

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Il Fatto Quotidiano (30 Ottob 2009)

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€ 1,20 – Arretrati: € 2,00Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Ve n e rd ì 30 ottobre 2009 – Anno 1 – n° 33Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Romatel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

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Perché queste fotodi Vitantonio Lopez

dc

”La camera di sicurezza di unacaserma dei carabinieri certonon è il posto più confortevo-le” dove passare la notte. Così

il comandante della compagnia dei ca-rabinieri ci spiega perchè Stefano Cucchiè arrivato con gli occhi pesti in tribunale.Dove, comunque, assicura, “nessuno haavuto niente da dire”. Dopo quella nottein caserma, il passaggio in tribunale equello in carcere, è finito in un lettod’ospedale, ha agonizzato per cinquegiorni ed è morto con i genitori tenutifuori della porta, senza poterlo vedere,senza sapere delle sue condizioni. Nonfosse stato per la battaglia lunga anni del-la madre, poco o nulla si sarebbe saputopure sulla morte di Federico Aldrovandi,ammazzato di botte a 19 anni per stradada quattro poliziotti. E Aldo Branzino,falegname di 44 anni, arrestato per unpo’ di marijuana e trovato cadavere nellacella trentasei ore dopo. Quando chiedi,per Federico, per Aldo, per Stefano, tisenti sempre rispondere che nell’ar re-sto, in carcere, le regole sono state ri-spettate, che le procedure sono queste.E’ per questo, per rompere questo murodi cinica indifferenza che i genitori e lasorella di Stefano hanno dovuto darciquelle foto. Ci hanno messo sotto gli oc-chi quel viso, quel corpo massacrati e noili mostriamo a voi perchè non c’è legge,regola o procedura che possano giusti-ficarlo. Perchè non si può vivere, e mo-rire, così.

STEFANO, 31 ANNICHI L’HA RIDOTTO COSÌ?

Arrestato per droga, restituito cadavere

Emergenza Vespadi Marco Travaglio

Non bastassero i terremoti, le alluvioni, lefrane e l'influenza suina, un'altra catastrofenaturale si abbatte sul Paese: le anticipazionidel nuovo libro di Vespa. Evento prevedibile,

visto che si verifica ogni anno intorno al giorno deidefunti. Dunque Bertolaso, una volta tanto, nonpotrà parlare di tragica fatalità. Ma i danni restanoincalcolabili. Anche perchè il libro, di cui agenzie egiornali anticipano servilmente gli scoop piùsucculenti in uno stillicidio quotidiano, ancora nonesiste. E' in fase di scrittura. Altrimenti l'altroieril'insetto non avrebbe potuto anticipare il raccontodell'amato Silvio sulla telefonata a Marrazzo, previavisione del videotape con gli amici. Funziona così:oggi succede la qualsiasi, Bruno chiama Silvio chestraparla per tre ore; lo sproloquio è riversato ipsofacto alle agenzie che lo sparano come fosse la terzaguerra mondiale; dopodichè Silvio, complici laprostata e la scarlattina, si scorda di aver promessol'esclusiva mondiale e spiattella tutto a Ballarò. Mac'è un'altra complicazione. L'insetto intervistapolitici per tutta l'estate-autunno. Lui mette infreezer e poi, con l'approssimarsi di Halloween,anticipa. Ma intanto i voltagabbana han giàcambiato idea, o partito. E negano recisamente diaver mai detto quelle cose. Il pover'uomo, che maisi permetterebbe di tradire i suoi editori diriferimento, balbetta mogio che quelle cose glielehan dette. E quelli: “Sì, ma un mese fa”. Che per loroequivale a due ère geologiche. Il mese scorso, il pie'veloce Rutelli confida a Vespa: “Vado con Casini manon ora e non da solo”. L'insetto lo anticipa nelgiorno delle primarie. Troppo presto, il portavocedi Er Cicoria smentisce piccato: “Le dichiarazionidiffuse da Vespa non sono state rilasciate ieri, maalcune settimane fa. La loro divulgazione oggipotrebbe trarre in inganno. Rutelli si esprimerà sulleprimarie e sui propri orientamenti in occasionedella presentazione del suo libro domani a Milano”.Ecco, l'anticipazione del libro di Vespa ha bruciatol'anticipazione del best-seller di Rutelli, “La svolta”(anzi la giravolta). Poi però l'anticipazione smentitasi autoavvera: Rutelli se ne va con Casini, ma solo incoincidenza con l'uscita del suo libro, altrimentinon se ne accorge nessuno (del fatto che se ne va,ma anche del libro). Vespa però si scusa tanto: “Laconversazione è immediatamente successiva alcongresso Pd. Mi dispiace che l'anticipazione abbiapreceduto la presentazione del libro di Rutelli cherisulterà, spero, più attesa e interessante”. Infatti,quel giorno, han dovuto transennare la sala perarginare le masse.Seguono altre fondamentali scoop con Veltroni(la “vocazione maggioritaria” el'”autosuf ficienza” del Pd, che infatti sta al 26%)e con Bersani (“da segretario riprenderò laCanzone popolare di Fossati. Volevo riprenderlagià da candidato, ma poi ho deciso di fermarmi aVasco Rossi”). Roba forte. Ora qualcuno sidomanderà che diavolo c'entrino queste menatecon un libro che, salvo complicazioni,s'intitolerà “Donne di cuori - Duemila anni diamore e potere da Cleopatra a Carla Bruni, daGiulio Cesare a Berlusconi” (ma anche dallaPompadour a Gasparri). Beata ingenuità: lì sicantano gli amori di Messer Brunetto per tutti ipolitici. Ancora un po' di pazienza e qualchemigliaio di anticipazioni, poi il 6 novembre ilcapolavoro sarà finalmente in libreria e sapremotutto. Dopodichè, altra calamità: il consuetopellegrinaggio dell'insetto da un programma tvall'altro per le immancabili presentazioni,compresi Linea Verde, Protestantesimo, leprevisioni del tempo e il segnale orario. Giàallertata la Protezione civile.

In Francia la censuracancella dalla tv di stato il pupazzo cheprende in giro il figlio di Sarkozy.Berlusconi fa scuola.

Cucchi è statofermato la nottedel 15 ottobre.È morto inospedale sei giornidopo. Solo.Ora la famigliaha diffuso le foto.I carabinieri:“Le camere disicurezza nonsono alberghi”.Perniconi, D’Onghia pag. 2 e 3z

MONTECITORIOx L’ex leader di An rimprovera il ministro Vito

Camera espropriata, Fini non ci sta

Udi Marco Lillo

GA SPARRI:I TRANS? GUAIA COINVOLGERMI

C ontinua la caccia al vip cheva con i trans. Calciatori e

politici tirati in ballo a spropo-sito. Gasparri spiega e minac-cia: “Sì, nel ‘96 sono stato fer-mato vicino all’Acqua Acetosa,ma ero lì per caso. Chi mi coin-volge la pagherà”. pag. 7 z

Udi Enrico Fierro

NA P O L IIL SANGUE EIL SILENZIO

U n omicidio avvenuto amaggio. Un’ammazzatina

normale nella Napoli-Ba-ghdad di sei mesi fa. Sei mesidi silenzio. Ora di quella scenac’è un video diffuso dalla pro-cura, perchè nessuno parla,nessuno sa nulla. pag. 5 z

di Luca Telese

U n messaggino di testo qua-si beffardo che arriva sui

telefonini dei deputati: “La set-timana prossima tutte le sedu-te calendarizzate non avrannol u o go ”. Basterebbe questoper raccontare la portata delloscontro fra il presidente dellaCamera e il governo. Fini habacchettato il ministro Vito:“Le leggi di iniziativa parla-mentare sono bloccate”.

pag. 4 z

nL’inter vista

Battiato cantai “rincoglioniti”al governo

Travaglio pag. 14z

C AT T I V E R I ECorona : “Con me chi ha fattoil filmino a Marrazzo avrebbeguadagnato 50mila euro”.Ma i lavori forzati no?

Un’immagine di Stefano Cucchi diffusa dalla famiglia

Maurizio Gasparri (FOTO ANSA)

Scappo via!Come organizzare

la propria fugae vivere ai tropici

con meno di 1000 euro al mese

IN LIBRERIA

edizioni INTRA MOENIA

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Page 2: Il Fatto Quotidiano (30 Ottob 2009)

pagina 2 Venerdì 30 ottobre 2009

Dalla denuncia

di Antigone

alle immagini

L a notizia della morte di StefanoCucchi viene battuta dalle agenzielunedì scorso. A richiamare

l’attenzione dei media sono le dichiarazioni diPatrizio Gonnella, presidente di “A n t i go n e ”,l’associazione che si batte per i diritti nellecarceri, e Luigi Manconi, presidente di “A BuonDiritto”. Entrambi parlano di una morte su cui

occorre fare chiarezza e giustizia”. Viene fuoriche il ragazzo, arrestato la notte tra il 15 e il 16ottobre in un parco romano, è morto sei giornidopo nel reparto detentivo dell’ospedale SandroPertini. I famigliari parlano immediatamente ditumefazioni e lesioni e denunciano il fatto di nonaver potuto vedere Stefano fino al momentodella morte. Il caso arriva nelle aule parlamentari,

con le interrogazioni, martedì e mercoledìscorsi, della deputata radicale Bernardini e delsenatore Pd Carofiglio. Mercoledì il ministrodella Giustizia, Angelino Alfano, rispondendo alquestion time alla Camera, ha annunciato chesulla vicenda verrà fatta chiarezza, “con unapprofondimento adeguato”. Ieri la scelta dellafamiglia di mostrare le immagini del ragazzo.

Così è morto Stefano CucchiLA FAMIGLIA DIFFONDE LE FOTO: ORA LA VERITÀ

di Caterina Perniconi

La famiglia ha deciso di farsapere com’è adesso lorofiglio. Ieri, durante unaconferenza stampa al Sena-

to, i genitori e la sorella di Ste-fano Cucchi hanno consegnatoai giornalisti le fotografie del cor-po del giovane di 31 anni, ferma-to il 15 ottobre scorso per drogaal Parco degli Acquedotti di Ro-ma, e morto all'ospedale SandroPertini il 22 dopo essere passatoper gli ambulatori del Tribunale,del carcere di Regina Coeli edell’ospedale Fatebenefratellisenza avere mai la possibilità diessere visitato dai parenti.Fotografie e disperazioneLa famiglia è sconvolta, di un do-lore silenzioso ma riconoscibilenegli occhi sempre pieni di lacri-me. Ripercorrono il trauma nel-lo sguardo di chi sfoglia le foto-grafie del corpo scattatedall’agenzia funebre dopo l’au -topsia. Immagini “drammatica -mente eloquenti”, come le hadefinite Luigi Manconi, presi-dente dell’associazione “A buondir itto” e promotore dell'inizia-tiva: “Da sole dicono quanti trau-mi abbia patito quel corpo e dan-no una rappresentanza tragica-mente efficace del calvario diStefano. La famiglia ha riflettutomolto se distribuirle, perché ol-tre ad essere scioccanti fannoparte della sfera intima”. Le fotomostrano il corpo estremamen-te esile (dai 43 chili del fermo èpassato a 37), con il volto deva-stato, l'occhio destro rientratonell'orbita, l'arcata sopracciglia-re sinistra gonfia e la mascella de-stra con un solco verticale, se-gno di una frattura. Raccontanoche Stefano aveva avuto proble-mi di droga, era stato in comu-nità e quando ne era uscito stavameglio. Di sicuro non si merita-va di morire perché tossicodi-pendente, anzi, avrebbero do-

vuto aiutarlo.I fattiI legali ricostruiscono l’accadu -to in una memoria: giovedì 15 ot-tobre Stefano Cucchi viene fer-mato alle 23.30 dai carabinierinel Parco degli Acquedotti di Ro-ma. All’1.30 di notte del 16 ot-tobre si presentano, insieme alragazzo, in via Ciro Urbino, doverisiede con la famiglia. Due uo-mini in borghese e due in divisaperquisiscono la stanza di Stefa-no. Il ragazzo rassicura la madre,dicendole che non troverannonulla. In effetti escono senzaniente dicendo alla signora Cuc-chi che il figlio era stato fermato“con poca roba addosso” (20grammi di marijuana, poca co-caina e due pasticche che le for-ze dell’ordine hanno definito “diecstasy”, secondo il padre “di Ri-votr il”, farmaco salvavita control’epilessia prescrittogli dal me-dico). Nella memoria si leggeche i carabinieri lo portano via ecomunicano alla famiglia che al-le 9 si sarebbe svolto il processoper direttissima nel tribunale dipiazzale Clodio.Alle 12 Stefano arriva in aula colvolto gonfio e lividi vistosi intor-no agli occhi. Alle 14 viene visi-tato presso l’ambulatorio di pa-lazzo di Giustizia dove riscontra-no “lesioni ecchimodiche in re-gione palpebrale inferiore, bila-t e ra l m e n t e ” e dove il ragazzo di-chiara “lesioni alla regione sacra-le e agli arti inferiori”. Viene tra-sferito al carcere di Regina Coeli- si legge ancora nella ricostru-zione - e affidato alla polizia pe-nitenziaria. La visita medica incarcere rileva “ecchimosi sacra-le coccigea, tumefazione del vol-to bilaterale orbitaria, algia delladeambulazione”. Viene quindiportato all’ospedale Fatebene-fratelli per accertamenti. Dia-gnosticano “la frattura corpovertebrale L3 dell’emisoma sini-stra e la frattura della vertebra

c o c c i ge a ”. Sabato 17 ottobreviene riportato al Fatebenefra-telli e poi trasferito al reparto pe-nitenziario dell’ospedale San-dro Pertini intorno alle 13.15. Lafamiglia viene avvisata del rico-vero alle ore 21, si reca subitonella struttura ma vengono avvi-sati di non poter entrare “p e rch équesto è un carcere, non sonoammesse visite”. All’ingresso liinvitano a ripresentarsi lunedìsuccessivo per parlare con i me-dici. Due giorni dopo, però,quando la famiglia ritorna vieneallontanata “perché non è anco-ra arrivata l’autorizzazione delc a rc e re ”. Martedì si presentanodi nuovo per parlare con i me-dici e scoprono che per un col-loquio occorre “il permesso delgiudice del tribunale di sorve-glianza”. Il giorno successivo ilpadre riesce ad ottenere il per-messo ma manca ancora il visto.Giovedì 22 ottobre Stefano muo-re alle 6.20 di mattina. La certi-ficazione medica parla di “pre -sunta morte naturale”. La madreviene informata mentre il padreè a Regina Coeli a chiedere il vi-sto per una visita. Quando riu-

sciranno a vederlo ciò che gli sipresenterà è raccontato dalle fo-to.L’inchiestaAl momento è stata aperta un'in-chiesta d’ufficio. Il legale dellafamiglia, Fabio Anselmo, (già av-vocato del caso Aldovrandi)spiega che “l’atto di morte è sta-to acquisito dal Pm, per cui nonabbiamo in mano nulla se nonqueste foto e un appunto del no-stro medico legale”. L’av vo c a t o ,poi, precisa molte volte che “noinon accusiamo nessuno. Non

In alto e a destra,le immagini di Stefano Cucchi

diffuse dalla famigliaIn basso, Federico Aldrovandi

I poliziotti di “Aldro” sono ancora in servizioPARLA LA MADRE DEL RAGAZZO DI FERRARA UCCISO DALLE PERCOSSE

c’è nessuna denuncia. Chiedia-mo di non leggere le notizie suigiornali ma di essere informaticome parte offesa e di risparmia-re alla famiglia un processo suquello che è stato Stefano, inve-ce di indagare solo sull’ultimasettimana della sua vita”. Il pros-simo passo sarà la costituzionedi un pool di medici esperti ingrado di “vagliare criticamente ilpoco materiale che abbiamo”.ReazioniAnche il Parlamento si è mobi-litato. All’iniziativa di ieri hannoaderito politici di tutti gli schie-ramenti: I radicali Rita Bernardi-ni, Emma Bonino e Marco Perdu-ca, Gianrico Carofiglio, Felice

Casson e Livia Turco del Pd Fla-via Perina, Renato Farina, Gaeta-no Pecorella del Pdl e molti altri.“Cose di questo genere -ha dettoPerina- succedono nel far west enon in uno Stato di diritto”. Se-condo Bonino, “è in gioco la cre-dibilità delle istituzioni. Lo Statodeve rispondere all’opinionepubblica". Farina, che ha visitatoil nosocomio, ha riferito infinedi "una struttura peggio del car-cere". E ha ricordato ai familiaridi chi vivesse storie simili di pro-vare sempre a contattare i par-lamentari perché sono gli uniciche possono entrare in carcere eottenere informazioni senza bi-sogno di protocolli.

Il ragazzo,31 anni,è decedutonel repartodetentivodell’ospedalePertinidi Romasei giorni dopoil suo arresto

MISTERI

di Federico Mello

D opo la morte di Stefano Cucchi, la me-moria va inesorabilmente alla vicenda di

Federico Aldrovandi. A parlare oggi è la ma-dre di Aldro, Patrizia Moretti: “È gravissimo -ci dice - che alla famiglia di Stefano sia statoimpedito di vedere il proprio figlio in ospe-dale. Anche per il caso di Federico fu così:sperano che la famiglia non reagisca, si di-speri e alla fine si rassegni”. Ma è stato pro-prio l’esempio di Patrizia a non far scivolarenella rassegnazione i familiari di StefanoCucchi: hanno scelto lo stesso avvocato cheha difeso la memoria di Federico e si sonosentiti con Patrizia. “Sono loro vicina – cidice lei – e se loro sono riusciti ad otteneresubito attenzione forse è anche grazie allenostre denunce sul caso di Federico”. Il ca-so di Aldro è ancora una ferita aperta. “Io stoancora aspettando che mi chiedano scusa”denuncia Patrizia. Federico, diciotto anni,fu ucciso a Ferrara da quattro poliziotti, il 25settembre 2005. I quattro agenti lo scorso

luglio sono stati condannati in primo gradoma sono ancora al loro posto: “Sono in ser-vizio – ci spiega Patrizia – perché il regola-mento di polizia prevede che non venganosospesi dal lavoro fino al terzo grado di giu-dizio. Ma come si fa a dire una cosa del ge-nere? Se il regolamento è questo, vuol direche è sbagliato. È come una licenza di uc-c i d e re ”. Federico fu fermato di notte, nellasua Ferrara, nel parchetto di casa, un “l u o gofa m i l i a re ” dove i genitori lo portavano dapiccolo. Dopo la sua morte per tre mesi sce-se un silenzio tombale sulla vicenda, “unmuro di gomma della stampa locale che silimitava a riportare i bollettini di polizia”.Aldro aveva assunto delle droghe ma, si èdimostrato in tribunale, in quantità tali chein nessun modo avrebbero potuto uccider-lo. Ad ucciderlo furono invece le percossesubite durante il fermo (agli atti ci sono ad-dirittura due manganelli rotti) e il ritardocon il quale fu chiamata l'ambulanza. “Dopola morte su mio figlio hanno cercato di direle cose peggiori - dice la madre - scrissero

che era morto un drogato, da solo su unapanchina. Ma Federico era splendido, soloun ragazzo diciotto anni, forse in assolutoniente di particolare, ma era il mio tesoro.Noi - racconta ancora la madre - siamo ri-masti zitti fidandoci del questore e aspettan-do indagini. Ma intanto all'interno della que-stura stavano lavorando in senso opposto”(anche sul depistaggio ora è stata apertaun’altra inchiesta). Dopo tre mesi una brec-cia “nel muro di gomma” si apre solo quan-do Patrizia apre un blog. Il primo post, del 2gennaio 2006, s’intitola semplicemente“Feder ico”. Si racconta la vera dinamica del-la morte di Aldro, quella che poi verrà con-fermata in tribunale. Dal blog la vicenda di-venta pubblica. “Senza Internet non avrem-mo mai potuto far venir fuori le responsa-bilità. Quello che abbiamo fatto ci è costatoveramente tanto. Ma in questi casi o si trovail coraggio di parlare o ci si arrende”. Patrizianon si è arresa. E anche i familiari ora chie-dono quanto andrebbe garantito a tutti i cit-tadini in un paese civile: verità e giustizia.

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Venerdì 30 ottobre 2009 pagina 3

L a procura di Teramo ha aperto unfascicolo sul caso del presuntopestaggio di un detenuto rinchiuso

nel carcere di Castrogno, da parte di alcuniagenti della polizia penitenziaria. Il sostitutoprocuratore David Mancini ha dispostol’acquisizione dei supporti magnetici su cuisarebbe stato registrato il colloquio tra alcuni

agenti che raccontavano l’episodio, che sisarebbe verificato in presenza di altri detenuti.Nella conversazione, registrata con un telefonocellulare, si sente il dialogo concitato tra duedipendenti del penitenziario, che parlanodell’errore commesso nel “farlo in sezione” enon lontano dalle celle. L’audio è statorecapitato in una busta, per posta, con una

lettera di accompagnamento a firma di unanonimo detenuto, “stanco delle vessazioniall’interno del carcere”. Considerando il divietodi detenere cellulari, si ipotizza che laconversazione sia stata registrata da un’altraguardia. In una nota, il sindacato di poliziapenitenziaria, Sappe, ha preso le distanza daquanto accaduto difendendo i colleghi coinvolti.

MORTE DI UN TENENTE

QUANDO LO STATOFA TARDI CON LA GIUSTIZIAC erto, i più cattivi direbbero che da queste

parti sono abituati a certe “l a t i t a n ze ”. Eperò certe notizie non aiutano. Pagani, provinciadi Salerno: qui nel giugno del 2008 un tenentedei carabinieri è stato ammazzato durante unarapina con sparatoria all'ufficio delle poste. Sichiamava Marco Pittoni e aveva 33 anni.In quei giorni il cordoglio d’ordinanza arrivò afiumi, l'Arma, la politica, la caccia l'uomo... La“risposta delle istituzioni”, come la si chiama incerte circostanze.Un anno e mezzo dopo però la scena è un'altra.Al processo contro i banditi che si sta celebrandoin questi giorni lo Stato - semplicemente - nonc’è. Non ha fatto in tempo. La richiesta dicostituzione di parte civile avanzatadall'Avvocatura di Stato infatti è stata respintaperchè presentata in ritardo.

di Silvia D’Onghia

Noi rispondiamo di quelloche abbiamo fatto, abbia-mo un referto medico chedice che il ragazzo ha rifiu-

tato le cure sul posto e l’accom -pagnamento in ospedale. Seavesse voluto sfuggire ad even-tuali percosse sarebbe andatocon l’ambulanza, non crede?”. Adifendere l’Arma dei carabinieriè il maggiore Paolo Unali, coman-dante della Compagnia Roma Ca-silina, i cui uomini, nella notte trail 15 e il 16 ottobre, hanno arre-stato Stefano Cucchi.Unali fa sapere che un’istr uttoriainterna è già stata avviata, ma chenon c’è nulla di cui aver paura. “Idubbi ci devono comunque veni-re, e per questo abbiamo verifi-cato la posizione degli uomini.Ma sul comportamento dei mili-tari, a livello disciplinare, non so-

no emerse responsabilità. Anchese il vaglio interno è sempre in at-to. A livello penale, aspettiamo illavoro della magistratura. Noinon ci possiamo sostituire ai giu-dici”.Il maggiore ricostruisce quantoaccaduto quella notte, “quellepoche ore in cui abbiamo avutoin consegna il soggetto. Lo abbia-mo fermato a tarda notte e, dopouna perquisizione domiciliare,l’abbiamo trattenuto. Intorno al-le 3 di notte, il ragazzo ha avutoun malore e abbiamo immediata-mente chiamato l’ambulanza”.Poi, una precisazione per lui fon-damentale: “Cucchi ha rifiutatole cure sul posto e l’accompa gna-mento in ospedale. Anzi, ha chie-sto di lasciarlo dormire. E’ tuttoscritto nel referto medico: le con-vulsioni, il tremore e, se non ri-cordo male, un malore diffuso.Nessun segno, nessun ematoma,

niente di anomalo. Se avesse vo-luto sfuggire a presunte percos-se, si sarebbe fatto portare inospedale”. Il referto medico,consegnato alla Procura, è delle5.Poche ore dopo, Stefano è statosvegliato e accompagnato in Tri-bunale per il processo per diret-

“Le nostre camere di sicurezzanon sono alberghi a 5 stelle”

LA DIFESA DEI CARABINIERI: ERA DEBILITATO

tissima. In aula, ha raccontato lafamiglia del ragazzo, aveva perògli occhi tumefatti. “Io non sonoun medico, non so cosa possa es-sere successo - spiega ancoraUnali - ma il ragazzo aveva dormi-to solo poche ore. E comunque lenostre camere di sicurezza, chesono quelle regolamentari, nonsono certo un albergo a cinquestelle. Poi stiamo parlando di unragazzo debilitato, di uno cheaveva avuto problemi di tossico-dipendenza e che, a 30 anni, pe-sava 40 chili. E comunque è ar-rivato in tribunale con le suegambe e ha partecipato all’udien -za. Era lucido. Del resto, se avesseavuto qualcosa da dire, lo avreb-be detto”.Eppure il padre lo ha sentito chie-dere in aula perchè gli fosse statoassegnato l’avvocato d’ufficio enon il suo legale di fiducia. “Nonne so nulla, non ero lì - prosegue ilmaggiore - so soltanto che lui nonha lamentato accuse nei nostriconfronti. Del resto ci sono i ver-bali di udienza”.Cosa può dunque essere accadu-to a Stefano Cucchi, morto doposei giorni nel reparto detentivodell’ospedale Pertini, con la suafamiglia completamenteall’oscuro di tutto fino al momen-to dell’autopsia?“Non lo so -conclude Unali- noi loabbiamo “t ra t t a t o ” solo per po-che ore. Poi lo abbiamo conse-gnato alla polizia penitenziaria”.Ma neanche la polizia penitenzia-ria sembra saperne nulla. “I col-leghi si sono limitati al servizio dicontrollo e vigilanza che spettavaloro per legge - risponde DonatoCapece, segretario generale delSappe (il sindacato della peniten-ziaria) - anche perchè era in unospedale, sotto il controllo deimedici. Questo esclude qualsiasitipo di intervento. In ogni caso ciauguriamo che la magistraturafaccia piena luce su questa vicen-da. Se c’è qualcuno che ha sba-gliato, è giusto che paghi. Ma noncredo che la polizia penitenziariaabbia agito contro la legge”.

MISTERI

P E RU G I A

DUE PROCESSIPER IL DECESSODI ALDO BIANZINO

N essuno ha il diritto di farti pagare gli errori commes-si. Aspetto verità perché queste vergogne non de-

vono più succedere”. Forte, determinata, caparbia.Gioia è l’ex moglie di Aldo Bianzino, il falegname 44en-ne trovato misteriosamente morto nel carcere Capannea Perugia il 14 ottobre 2007. Era stato arrestato due gior-ni prima, nella sua casa di campagna vicino Città di Ca-stello, per coltivazione e detenzione di marijuana. Vie-ne subito portato nel penitenziario, dove 48 ore dopomuore. Apparentemente per cause naturali. Caso chiu-so. Non per la famiglia e gli amici di Bianzino che chie-dono subito un’autopsia che, eseguita dal medico legaleLalli, rileva “lesioni viscerali di indubbia natura trauma-tica (lacerazione del fega-to) e una vasta soffusioneemorragica subpiale, rite-nuta di origine parimentit ra u m a t i c i ”. Le percosseavrebbero poi generatoun aneurisma. “Hannoprovato subito ad insab-biare il caso, per fortunanon ci sono riusciti - ricor-da Gioia - Aldo è morto perle violenze subite”. E unsuo interrogatorio al co-mando non risulterebbenel registro degli sposta-menti. Inizia così l’iter giu-diziario. Due processi. Ilprimo vede imputato peromissione di soccorso la guardia carceraria che la nottedel 13 ottobre non sarebbe intervenuta quando Bian-zino, in preda ai dolori, chiedeva disperatamente aiuto.Mercoledì scorso il pm e il gup hanno rigettato il ritoabbreviato chiesto dal legale dell’agente. Il secondoprocedimento è per “omicidio volontario da parte diignoti”. Prima udienza fissata l’11 dicembre. “E’ un casodi depistaggio”, attacca il “comitato verità per Aldo”,che il 10 novembre 2007 ha organizzato una manife-stazione a Perugia, cui hanno partecipato migliaia dipersone, e un blog. Per rompere il muro del silenzio. SuFacebook esiste il profilo “Giustizia per Bianzino” conpiù di mille iscritti. Anche Dario Fo, Franca Rame e Bep-pe Grillo si sono occupati della vicenda, contro “qual-siasi insabbiamento”. Ma il caso Bianzino non è isolato.A Livorno nel 2003 muore Marcello Lonzi, ventinoveanni. La prima autopsia parla di cause naturali, la secon-da invece, richiesta dai familiari, riconosce la presenzadi abusi evidenti, quali numerose vergate sul corpo delragazzo. Così si è esposto il magistrato: “Le indagini con-tinuano senza sosta (...), su questa triste vicenda voglia-mo andare fino in fondo”. Al momento sotto processosono due agenti di polizia penitenziaria e un detenutodel carcere livornese, imputati di omicidio. Altra morte“sospetta” avviene nella casa circondariale di Genova il20 luglio 2008. Intanto un dossier dell’associazione An-tigone rileva che “tante sono le denunce di detenuticontro gli agenti di polizia penitenziaria”. A Parma, To-rino, Milano, Lecce sono in corso processi, con gli im-putati accusati di violenza privata e lesioni aggravate.

Il falegname fut ro v a t osenza vitanel carcereCapanneil 14 ottobre2007

“Lo abbiamotrattenutopoche orepoi lo abbiamoconsegnatoallapenitenziaria”

A Teramo la Procura

indaga per un presunto

pestaggio

Page 4: Il Fatto Quotidiano (30 Ottob 2009)

pagina 4 Venerdì 30 ottobre 2009

viterbese e rivale dalemiano Ugo Sposetti igalloni di “ erede di Franco Marini” - contattagli ex popolari uno per uno, tagliando l’erbaattorno all’ex sindaco di Roma. E di ora in orala schiera dei disponibili a seguire Rutelli siassottiglia. L’ultimo distinguo arriva da EnzoCarra, ex-dc dato per pronto a fare il salto ver-so il nuovo centro: “ Non ho niente a che ve-dere con episodi frettolosi come quelli di Ru-telli”- ci tiene a chiarire. Perché la questione èproprio l’accelerazione che Rutelli ha volutoimprimere. Una mossa tanto repentina da farpensare che pronta a lasciare il Pd con lui cifosse già una squadra in grado di formaregruppi parlamentari autonomi. Così non èstato. Non lo seguono neppure quelli dei tem-pi del Campidoglio come Gentiloni, Giachet-ti, e Zanda o gli ex Legambiente Realacci eDella Seta. E ogni giorno Europa –giornale untempo vicinissimo a Rutelli prende le distan-ze dalla “ scelta discutibile”. Pronti a seguirel’ex leader della Margherita oggi sarebberosolo Leddi e Gustavino al Senato (Lusi, il te-soriere della Margherita, alla fine avrebbe det-to ‘no’), Binetti, Mosella e Sarubbi alla Came-ra. Forse Rutelli ha sbagliato i conti, o forse laspiegazione è un’a l t ra .“Non deve stupire – commenta Francesco Sa-verio Garofani, deputato e consigliere di Fran-ceschini - lui è unoche ha sempre gio-cato da solo, ha ca-pito che nonl’avrebbero seguitoe forse nemmeno gliinteressa. Ha sceltodi uscire adesso chei riflettori del con-gresso sono ancoraaccesi”. Più che unesodo verso il “nuo -vo centro” insommasembra sempre piùuna traversata in so-litar ia.

Così è stato

espropriato

il Parlamento

I n una settimana di Aula quattro orenette di lavoro. Con questaconstatazione il Fatto, il 15 ottobre,

apriva la sua campagna contro il congelamentodel Parlamento. Lo svuotamento delle funzionidi Palazzo Madama e di Montecitorio, però, nonera il frutto di un destino cinico e baro, o di unacalamità naturale. Ma il prodotto di un disegno

scientifico. Concentrare tutti i poteri nelle manidell’esecutivo, spostare il baricentro del poteredal Parlamento a quello di Palazzo Chigi. I dati ei numeri erano eloquenti: i deputati lavorano inmedia 27 ore al giorno, su 102 leggi approvatefino ad ora dall’inizio della legislatura, ben 87sono di iniziativa governativa. Il che vuol dire cheil 90 per cento delle leggi vengono dal governo.

Infine, l’ultimo dato, il più eloquente: quelle 15sparute leggi approvate dal parlamento, sono ilprodotto di 4.200 testi presentati dai deputati.Anche a Palazzo Madama i numeri non sonomolto diversi: un senatore lavora in media 9 orea settimana. Un parlamento così, purtroppo nonserve a nessuno: viene trasformato in unafabbrica di carta.

IL GOVERNO CONGELA MONTECITORIOFINI ACCUSA IL GOVERNO

Il presidente della Camera: “Le leggi di iniziativaparlamentare bloccate in Commissione senza copertura”

di Luca Telese

“La settimana prossimatutte le sedute calen-darizzate non avran-no luogo”. Sembra

uno scherzo, o un messaggiosurreale. E', invece, l'sms che ideputati hanno ricevuto ierisui loro telefonini. L'ennesimodi una serie, l'ultimo atto di unabrutta storia. La notizia in fon-do è tutta qui: Montecitorionon lavora, perché le scelte delgoverno gli impediscono di ap-provare e discutere le propo-ste di legge di iniziativa parla-mentare. E' una sintesi esplosi-va, per una paese che vanta diavere una democrazia parla-mentare. Ed è dirompente sea farla – più o meno in questitermini - non è un esponentedell'opposizione, ma il pre-sidente della Camera Gian-franco Fini, che si rivolge

direttamente ad un esponente

PARTITO DEMOCRATICO

RUTELLI, I CALCOLISBALLATI SULL’ADDIO

Gianfranco Fini(FOTO GUARDARCHIVIO)

In basso la primapagina del nostro

giornale del 14ottobre in cui

“Il Fatto”d e nu n c i ava

la settimanadi 4 ore di lavoro

della Camera

LA CRISI DELLA POLITICA

di Stefano Ferrante

A ll’ultima chiamata Rutelli non risponde. Ilfaccia a faccia con D’Alema non fa cambia-

re idea al leader della Margherita. D’altra par-te la vera missione dell’ex ministro degli este-ri non era quella, impossibile, di fermare l’ad -dio dell’ex leader della Margherita, ma quelladi gestire la separazione, senza strappi imme-diati e traumatici. Chiudere con un “ar rive-d e rc i ”, senza scontri e scambi di accuse fuoricontrollo, perché nel Pd neoulivista della “vo -cazione alla coalizione” è scritto che chi oggise ne va domani sarà alleato. E così le rassi-curazioni di D’Alema a Rutelli sulla linea delPd (“ che non intende tornare alla vecchia so-cialdemocrazia, perché anche in Europa lecose sono cambiate”) suonano piuttosto co-me un impegno per strade future da percor-rere insieme, strade più agevoli se ci sarà ma-gari una nuova legge elettorale sul modellotedesco, che potrebbe tornare sul tavolo se siriaprisse il capitolo delle riforme.Certo per Bersani insediarsi con l’addio diuno dei soci fondatori del Pd non è esatta-mente uno spot. E l’appello a restare del se-gretario è qualcosa di più che un atto dovuto:“ Mi auguro che la sua non sia un’uscita. An-diamo avanti non per fare un partito vecchio,ma per farne uno nuovo. Spero che Rutelli siimpegni in questo” – dice Bersani. Il neolea-der del Pd è preoccupato più che dalla scis-sione di Rutelli dagli attacchi degli oppositoriinterni, pronti a sventolare l’addio dell’ex lea-der della Margherita come il sintomo lampan-te del rischio di un ritorno al passato. Ma tuttosommato quelli di Area democratica, la cor-rente di minoranza, non si stracciano le vestiper l’addio di Rutelli, che - se restasse – di -venterebbe un concorrente nella rappresen-tanza dell’area moderata del partito. Ancheperché oggi con Rutelli andrebbero davveroin pochi.Mentre D’Alema parla con Rutelli, infatti Fio-roni – uno che si è meritato dal conterraneo

D a ieri ai già numerosi misteri di mafiache, a partire dalla trattativa, caratte-

rizzano la storia recente del nostro Paese, se neè aggiunto un altro: la scomparsa de “Il Fatto”.Per ignoti motivi, l’articolo di prima pagina sulpresunto ricatto al premier Berlusconi lancia-to dalle carceri dai fratelli Graviano, i due bosscondannati per le stragi del ‘93, non è stato ri-preso dalle rassegne stampa di Camera e Sena-to (c’era invece in quella del Viminale). Il gior-

nale è però stato esaminato per bene dagliocchiuti addetti alla selezione dei pezzi.Tanto che nella rassegna di Montecitorio vene erano ben 24 ritagliati dal nostro quo-tidiano. Ma in fondo è giusto così. Certe co-se deputati e senatori e meglio che non lesappiano. In fondo, nelle prossime setti-mane, devono solo riformare la giustizia.Mica le rassegne stampa.

STAMPA IN PARLAMENTO

Mafia, la scomparsade “Il Fatto”

IL FATTO POLITICOdc

I veri problemidel Pdl

di Stefano Feltri

I n questi giorni sonoquattro le questioni che

hanno causato problemi allamaggioranza e al governo: ilruolo del ministrodell’Economia GiulioTremonti; le voci checircolano sulle possibilifrequentazioni di uomini delcentrodestra contransessuali; le candidaturealle regionali 2010, inparticolare nel Veneto; lacondanna in appello di DavidMills. Sullo sfondo resta peròun nodo più strutturale equasi impossibile dasciogliere, per come haimpostato l’azione questogoverno: il rapporto traesecutivo e parlamento.

“U na delle ragioni per lequali non è possibile

calendarizzare in Aulaprogetti di legge di iniziativaparlamentare deriva dal fattoche questi non possonoessere licenziati dalleCommissioni per mancanzadi copertura finanziaria”, hadetto ieri il presidente dellaCamera Gianfranco Fini,commentando uno stopdelle attività parlamentari didieci giorni (si ricomincia il 9novembre). Parole che,venendo dal presidente diuno dei due rami delparlamento, possonosembrare di rito. Ma non èsolo questo. C’è unmessaggio chiaro al governo:i progetti di legge nonsuperano la barriera dellecommissioni e l’unica stradapercorribile diventa quellodei decreti legge, daconvertire subito prima dellascadenza infarciti diemendamenti che sono vereoperazioni di politicaeconomica sottratte a ognicontrollo del parlamento,magari con la fiducia.L’ultimo caso rilevante èquello del decreto anticrisiche, al momento dellaconversione, è statoarricchito dello scudofiscale. Lo scontro con ilQuirinale sull’argomento èstato sfiorato almeno duevo l t e .

Q uesto approccio complical’approvazione della

Finanziaria. Una parte dellamaggioranza vuole ridurrel’Irap alle imprese, ma nellacommissione Bilancio delSenato la proposta è statabocciata perché non c’era lacopertura finanziaria. Ilrisultato è che così ladiscussione si sposta nellesegrete stanze dove,aspettando il gettito delloscudo fiscale, si cerca unaformulazione alternativa dariproporre in Aula almomento opportuno,inserita nella Finanziaria sucui è quasi inevitabile cheverrà posta la fiducia. Aquesto pensava Fini, nellasua accusa. Anche perché, ache è servito ridimensionareil ruolo di Tremonti se tuttoresta comunque deciso solodal governo?

Ieri D’Alemaha tentatodi gestirela separazioneFinora solopochissimiseguono l’ex Dl

della maggioranza per denun-ciare il problema.Il riassunto delle puntate pre-cedenti spiega meglio che cosastia accadendo in queste ore. Espiega anche le denunce de IlFa t t o , e l’editoriale preoccupa-to di Furio Colombo su questogiornale il mese scorso, il dibat-tito che l'Aula aveva dedicato altema. Nulla lasciva presagireche si sarebbe arrivati a tanto.Ve lo ricordate come era inizia-ta la legislatura? Con la batta-glia di Gianfranco Fini per di-fendere il parla-mento all'insegnadello slogan: “La -vorare meglio eprodurre di più”.Ovvero: costruireun calendario dicinque giorni in-vece di tre, conl'introduzione del-le cosiddette “set -timane bianche”per permettere aideputati di tornare nei collegi ecoltivare il rapporto con glielettori e intensificare i lavoroin Aula. E invece? Invece ieri, ilpresidente della Camera è sta-to costretto a dichiarare la suasconfitta e ad attaccare il gover-no: “Una delle ragioni per lequali non è possibile calenda-rizzare in Aula progetti di leggedi iniziativa parlamentare – hadetto Fini - deriva dal fatto chequesti non possono essere li-cenziati dalle commissioni permancanza di copertura finan-ziar ia”. Parole indirizzate al mi-nistro Elio Vito, e rimaste, a det-ta dei testimoni, senza nessunarisposta. Il teatro di questoconflitto è l'organo di autogo-verno del parlamento, la con-ferenza dei Capigruppo.Tradotte dal linguaggio tecni-co parlamentare quelle parolesignificano concretamentequesto: per dieci giorni l’attivi -

tà dell’Assemblea sarà ferma, ela prossima settimana sarà“bianca”. Deflagra, insomma,il problema dello stallo parla-mentare. Dopo la riforma dellalegge finanziaria (già approva-ta dal Senato e licenziata pro-prio ieri dalla commissione Bi-lancio) dal 9 novembre l’As -semblea di Montecitorio discu-terà la mozione Realacci sullanave dei veleni al largo della Ca-labria, il disegno di legge sull'i-stituzione del ministero dellaSalute, mentre il provvedimen-

to sulla cittadinanza agli immi-grati è stato rinviato a dicem-bre. Il nodo è tutto qui: vistoche le leggi restano bloccatenelle commissioni, Montecito-rio si concentra sulle mozioni esui trattati.Eppure, spiega Antonio Bor-ghesi dell'Italia dei Valori, dicarne al fuoco per la prossimasettimana ce n'era: "La com-missione Bilancio - ha ricorda-to - ha lavorato fino a tarda not-te per licenziare in tempo il te-sto sulla riforma della Finanzia-ria". Un ex presidente della Ca-mera che conosce bene i mec-canismi del Parlamento, Pier-ferdinando Casini, ha fatto ri-corso ad una raffinata battutadi scarcasmo: “In calendario cisono anche delle ratifiche ditrattati internazionali, tra cuiquella sulla disciplina degli ani-mali da compagnia”. Forse cisono altre emergenze.

Ieri sms ai deputati:“La settimanaprossima le sedutein calendario nonavranno luogo”

Page 5: Il Fatto Quotidiano (30 Ottob 2009)

Venerdì 30 ottobre 2009 pagina 5

Spartacus, il processo

ai Casalesi

arriva in Cassazione

A l via il processo in Cassazione per icapi storici del clan dei Casalesi. Laprima sezione penale della Corte di

Cassazione ha fissato per il 15 dicembre ladiscussione dei ricorsi promossi dai difensoridegli oltre 30 imputati contro la sentenza diappello Spartacus I, il processo ai Casalesi cheha confermato in pieno le condanne emesse in

primo grado dalla Corte D'Assise delTribunale S. Maria Capua Vetere, presiedutadal presidente Catello Marano - a latereRaffaello Magi - il 15 settembre del 2005. Èpossibile che ci sia più di una udienza per lediscussioni degli avvocati difensori. Il 19 giugnodel 2008 - dopo un primo smembramento delmaxi processo discusso in primo grado - era

stata emessa la sentenza d'appello che avevaaccolto le 16 richieste di ergastolo formulatedal Pm ribadendo la condanna al carcere a vitaper il capo del clan Francesco Schiavone"Sandokan" e Francesco Bidognetti. Lo stessoverdetto era stato dato per i super latitantiAntonio Iovine e Michele Zagaria, introvabilida oltre 14 anni.

Napoli, la legge della camorra:sangue e silenzio

IL VIDEO CHOC: L’ESECUZIONE, L’INDIFFERENZA

di Enrico Fierro

Un omicidio avvenuto amaggio. Un'ammazzati-na “nor male” nella Na-poli-Baghdad di sei me-

si fa. Sei mesi di silenzio. Han-no ucciso di giorno, davanti aun bar affollato, con tantegente che passava. Decine diocchi hanno guardato. Manon hanno visto il killer a vol-to scoperto sparare e andarvia. Le bocche sono mute. Orala procura antimafia della cit-ttà spera che diffondendo il vi-deo dell'omicidio numero 32,qualcuno si faccia avanti. Of-fra un indizio. Merce rarissimasotto il Vesuvio dell'omertà.Basta vedere le immagini.Siamo alla Sanità. Era il quar-tiere di Totò, ma ora tra questivicoli, con i banchi delle siga-rette di contrabbando chevengono dalla Polonia, le ban-carelle cinesi di “Dolce & Gab-bana” finte, nessuno ride più.Le voci non sono più le stesse(una volta i vicoli avevano unaloro musica). Le facce sono

cattive. E i bar non si chiama-no più così, ma tutti “anticacaf fetteria” anche quando so-no lerci e il caffé fa schifo. Neiretrobottega si consuma la vi-ta con le slot machine, fuori sispendono chiacchiere.L'11 maggio, e sono da pocopassate le quattro del pome-riggio, Mariano Bacioterrac-ciano passa la sua “c o n t ro ra ”fumando davanti alla “caf fet-ter ia”, ovviamente antica, del-la Sanità. È appoggiato ad unacassa di acque minerali a ve-dere la gente che passa. Unuomo dal volto scoperto si ap-poggia al muro poco distante.Camicia bianca, occhiali. Di-cono che sia il “palo”. Il suo“l avo ro ” è quello di indicarel'obiettivo al killer. La camorraa Napoli ha una rigida divisio-ne dei compiti. La tecnica del“palo” è semplice, quandopassa il killer deve lanciargliuno sguardo. Mariano conti-nua a fumare e non vede en-trare quell'uomo col cappel-lino nero in testa e il bomberabbottonato fino al collo.

L'uomo fa un giro rapido nelretrobottega e non guardaneppure quelli che giocano apoker alle macchinette. Fuo-ri, una donna tenta la sortecon una gratta e vinci. Il killeresce, la donna è andata via, ilvenditore di sigarette no. Siapposta alle spalle della suavittima, spara un colpo, poi al-tri tre. Velocemente. L'ultimoalla nuca. Con la destra. Con lasinistra fa le corna. L'ultimosfregio al morto. Poi va via.Ora il cadavere è sul marcia-piede, un pezzo di Napoli do-ve la vita scorre come prima.Indifferente al morto e ai col-pi sparati. Il venditore racco-

glie le sue siga-rette e se ne va.Un papà passave l o c e m e n t econ la figlia inbraccio. Unadonna si avvici-na al “muor t'ac-cise”, gli tira su ilvolto prenden-dolo per la cami-cia, forse per ac-

certarsi che la vittima non siacosa sua, non gli appartenga.Non lo conosce. Si tranquilliz-za e lascia ricadere la testa del-l'uomo sul marciapiede. Dalbar la gente esce di fretta.Neppure uno sguardo.Napoli ha perso la pietà. Ilresto è cronaca dell'indiffe-renza. Nessuno ha visto, nes-suno ha segnalato. MarianoBacioterraccino, uomo delclan di Peppe Misso, “'o lio-ne”, è stato ucciso per unavendetta, forse per una donnache non doveva toccare. Nonè questo che conta. Conta Na-poli, città senza speranza.Groviglio di un popolo dolen-

te (duemila abitanti per kmquadrato, la più alta densitàabitativa d'Italia, tra le più alted'Europa) che non riesce piùa coniugare il suo futuro. Co-manda la camorra. Nei quar-tieri-stato della città, nelle en-clave di Casal di Principe e delNolano. Detta legge, con laviolenza esercita il controllodel territorio, impone tasse efa politica, sceglie candidati ese li elegge. È facile immagi-nare come reagirà a questo vi-deo il mondo politico napo-letano. Tutti si indigneranno,tutti invocheranno il civismodegli abitanti di partenope.Gli stessi che a Castellammarenon hanno visto che il loropartito, il Pd, tesserava camor-risti e malacarne, gli stessi chefanno finta di non sapere checinque pentiti di camorra in-dicano come referente deiclan Luigi Cosentino, l'uomoche il Pdl si appresta a far eleg-gere governatore della Cam-pania. Gli stessi che hanno po-sato gli occhi su Gomorra. Manon hanno visto.

La sequenza del video diffuso dalla procura di Napoli: la vittima di fronte al bar, il killer che arriva e fa fuoco

Omicidio dello scorsomaggio: il killer fale corna, la passantealza la testadel morto e se ne va

ITALIA CRIMINALE

Influenza A, le vittime ora salgono a 12QUATTRO DECESSI IN DUE GIORNI A NAPOLI. ALTRI A FERRARA, MILANO E RIMINI

L e indagini di Mani Pulite? Sono state co-me gli antibiotici. Hanno sterminato i

batteri, ma hanno creato dei ceppi resistenti.Per capire quanto sia vero il paragone bastaguardare la Lombardia. Ora che Rosanna Ga-riboldi, la moglie del potente deputato del PdlGiancarlo Abelli, è in carcere, accusata di averriciclato a Montecarlo i soldi del re delle boni-fiche Giuseppe Grossi, si scopre che la signoraaveva in ballo altri affari milionari. Come scri-

ve “L’Espr esso” era socia di due assessoriregionali cari a Silvio Berlusconi: MassimoBuscemi (Reti e Servizi) e Massimo Ponzoni(Ambiente, cioè il settore che interessa aGrossi). I tre, assieme a un vice-coordina-tore Pdl di Como, stanno costruendo palaz-zi in tutta la regione. Senza tangenti, siachiaro. Perché oggi per far soldi la corru-zione non serve più. Basta la politica.

SCANDALO BONIFICHE

Scrivi Milanoleggi ‘o sistema

N uove vittime dell’influenza A.Quattro persone sono morte a

Napoli, tutte ricoverate all'ospedaleCotugno, due donne sono decedutea Milano e Rimini, un nigeriano aFerrara. E così il numero comples-sivo dei decessi in Italia sale a dodici.Nel capoluogo partenopeo a distan-za di due giorni dal medico ClaudioPetrè, sono morti Francesco Espo-sito (64 anni), il cinquantenne Mar-cello Calì e un secondo medico, Eu-genio Campanile di 73 anni. Eranotutti ricoverati al Cotugno.A Roma è deceduta una donna di 74

anni, a Rimini una 43enne, a Ferraraun nigeriano di 26. Ma i medici in-sistono: il virus H1N1 è solo unaconcausa perché tutti i decedutiavevano un quadro clinico già com-promesso. Intanto il vice ministroalla Salute Fazio indica che l'Italia,con la Spagna, è il Paese più colpitodal virus in Europa. Nel capoluogopartenopeo, le condizioni di Espo-sito erano già gravissime al momen-to del ricovero e il decesso è avve-nuto dopo un'ora. Aveva una pol-monite diffusa e un referto di bron-coaspirato per miceti. Nella notte

invece non ce l’ha fatta Marcello Ca-lì, siciliano, arrivato dal carcere diPoggioreale dove era detenuto dal'90 dopo la condanna per violenzasessuale su una bambina di 6 anni eomicidio. Era stato ricoverato mar-tedì sera. Calì era gravemente obe-so, diabetico e affetto da broncop-neuomatia cronica ostruttiva e car-diopatia post ischemica. L'ultimavittima, Eugenio Campanile, era di-rettore sanitario di una casa di curaprivata a Portici. Anche lui soffrivadi broncopneumopatia cronicaostruttiva, una patologia molto pe-

ricolosa, soprattutto per le personeanziane.C'è anche la prima vittima in Lom-bardia: una donna di 74 anni, ospitea Cernusco sul Naviglio (Milano).Primo caso letale anche nel Rimine:mercoledì è deceduta per grave in-sufficienza respiratoria una pazien-te di 43 anni che presentava fattoridi rischio preesistenti ed era rico-verata da alcuni giorni nel reparto dirianimazione. Infine a Ferrara è mor-to un ventiseienne nigeriano, era inItalia da tre anni in Italia e viveva inVe n e t o .

A ncora Ciancimino. Ieriha consegnato l’or igina-

le del “papello” sulla tratta-tiva stato-mafia ai pm Anto-nio Ingroia, Nino Di Matteoe Paolo Guido. Agli atti sonofiniti circa 40 documenti,tra lettere di don Vito e altrecarte. Ieri il figlio di don Vi-to ha anche fatto nuove ri-velazioni. Durante l’udien -za a porte chiuse nel pro-cesso per cui è accusato diriciclaggio - il figlio di donVito ha lanciato nuovi mes-saggi. Il primo: consegneràai magistrati una lettera delpadre da lui rinvenuta, econtenente valutazioni suun presunto tradimento dicui sarebbero rimasti vitti-ma Borsellino ed egli stes-so, arrestato a Roma nel1992, pochi giorni primadella cattura di Riina. Cian-cimino jr. si è poi dedicato avalutazioni sulla sua vicen-da personale. “Ci sono mol-ti fatti strani: atti che nonvengono trasmessi alla cor-te d’appello, intercettazio-ni divenute irrilevanti e nontrascritte. Voglio esserecondannato per quello cheho fatto e non per quelloche non ho fatto". "Il pro-cesso di primo grado - ha ag-giunto - è basato su una po-sizione pregiudiziale di col-pevolezza nei miei confron-ti. Perché hanno processa-to soltanto me e invece nonhanno mai chiesto niente aimiei fratelli?".

Premio Borsellino

MASTELLAMR. GIUSTIZIA,

ANZI NO

S t a t o - M a fi a

CIANCIMINO JRCONSEGNA ILPAPELLO VERO

M a ve lo immaginate Cle-mente Mastella che

parla e filosofeggia di lega-lità e giustizia nell'ambitodel XIV° Premio NazionalePaolo Borsellino, che sisvolge ogni anno in Abruz-zo? Beh, potete non farlo. Ilceppalonico europarla-mentare, dopo l'inchiestache ha mandato in esilio lasua Signora, ha creduto fos-se meglio annullare la pre-sentazione della sua operamaxima, "Non sarò Cle-mente", prevista per sta-mattina (per redattore ve-nerdì 30) a Teramo. Un pre-mio che negli anni passatiaveva ospitato, tra le gran-di personalità del mondodella lotta alla mafia, anchePiero Marrazzo, oggi deci-samente indisponibile."Dopo la bufera giudiziarial'onorevole Mastella hapreferito rinunciare" han-no fatto sapere gli organiz-zatori, che non vedono do-ve sia lo scandalo: "Avreb-be detto la sua e sarebbestato interessante sentir-lo". Già. Pare che il sottoti-tolo del premio, "diecigiorni per la legalità", nelfrattempo si fosse autoso-speso in via cautelare.

b .cal.

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pagina 6 Venerdì 30 ottobre 2009

di Monica Raucci

M artedì sera a Ballarò Ignazio La Russa era una furia: “Io nonci sto a dire che siamo tutti uguali. Invito tutti i parla-

mentari a fare il test antidroga”. “Metterò in rete la lista di chinon lo farà!”. E ancora: “Io domani lo farò. Io domani lo fa-rò!”Urca Ignazio, bravo. E poi, come se non bastasse: “Sfido avenire a fare l’esame del capello per vedere se negli ultimi 6mesi hai assunto droga o meno”, si accese in una vibrazionepilifera. “E non il test del tampone che vede se uno non si èdrogato solo negli ultimi tre giorni” (n.d.r.: il test del tamponeera quello che era stato fatto dal programma le “Iene” sui par-

lamentari. Il programma,che aveva scoperto che unonorevole su tre aveva fattouso di stupefacenti, ha do-vuto pagare una multa di15mila euro per aver lesol’onorabilità del Parlamen-to).“E non dopodomani, doma-ni!”, ha ribadito con la chia-rezza di chi spacca il capelloin due.Bravo La Russa, così si fa. An-diamo a fare il test, subito. Tiaccompagniamo noi de “IlFatto Quotidiano”.

E così il giorno dopo, ossia mercoledì, alle ore 12.00, chia-miamo il Ministro della Difesa sul cellulare personale. Ma ri-sponde il suo ufficio stampa. Gli spieghiamo che ci offriamodi accompagnare il Ministro a fare il test. “Eh ma non so sepuò, oggi. È molto, molto impegnato”. Sì ok, ma ci vuole unminuto, andiamo e torniamo. Ci promettono di farci sapere ilprima possibile.Ore 13.33, non ci telefona nessuno. Richiamiamo noi. Ci ri-sponde la sua assistente personale. “Il Fatto chi?”. Il Fatto,

suvvia che ci conoscete. Vogliamo parlare con il Ministro.“Ora è in riunione non può. E dopo ha da fare. La vedo difficilefare il test oggi”. No guardi, l’ha detto lui che voleva farlo oggi,mica ce lo siamo inventato noi. Insistiamo per parlarci. “Ve -diamo se riusciamo a trovare un buco. Vi telefoniamo appenasappiamo qualcosa”. Ore 15:00, niente. Richiamiamo noi.“Sì?” Questa volta è lui a rispondere, La Russa, con quel suoaccento inconfondibile. “Siamo de Il Fatto”. “Non posso inquesto momento”. Un attimo solo, Ministro… Clic.Ore 16.30 e ore 18.00, richiamiamo ma il telefono squilla avuoto. Alle 19.00 ci risponde di nuovo una voce femminile. Èun po’ contrariata. “Il Ministro anche oggi ha rilasciato unadichiarazione in cui ribadi-sce che farà il test e lo faràfare agli altri politici”. E sì,ma quando? Aveva detto cheandava fatto subito. “Va be’,subito si fa per dire. Ci vo-gliono i tempi tecnici. Biso-gna contattare i politici eprendere accordi con il la-boratorio. Vi richiamiamonoi”.E in effetti ci richiamano,un’ora dopo. È l’uf ficiostampa. Ci ricorda che qual-che anno fa La Russa fece iltest, e ci sconsiglia di chia-mare sul cellulare personaledel Ministro: “Che poi si stra-nisce”. Comunque per il testci faranno sapere loro. Passaanche il giorno dopo, ossiatutto ieri, ma niente.Peccato, Ministro. Era cosìpiaciuta, la sua sortita trico-logica con il timer. Aspettia-mo fiduciosi il test.

E Palermo trasmette

una video-intervista

di Paolo Borsellino

U n video con un'intervista di PaoloBorsellino, rilasciata nel 1991, haaperto l'assemblea dell'Associazione

nazionale magistrati del distretto di Palermo.“Borsellino già 18 anni fa - ha detto ilvicepresidente nazionale dell'Anm, GioacchinoNatoli - indicava dei problemi che sono rimastiincancreniti e mai risolti. La straordinaria attualità

del suo messaggio è tale che possiamo dire chel'intervista sembra fatta ieri. Con pacatezza eriflessione, propri di Paolo, non possiamocomunque rinunciare alla fermezza”. All’assembleaè intervenuto anche Nino Di Matteo, Pm del "casoCiancimino”: “È in corso un attacco ai principicostituzionali e non possiamo farlo passare senzaavere speso ogni energia”. Ma assemblee sono

state orgaqnizzata in tutta Italia. Al palazzo digiustizia di Cagliari, hanno approvato amaggioranza un documento con cui chiedono allagiunta nazionale del sindacato delle toghe di fissareuno sciopero della categoria; a Napoli: “Le toghesono rosse, oltre che per il sangue versato - rilanciail segretario Tullio Morello - per la passione civile,mai per la vergogna che restituiamo al mittente”.

I magistrati rispondono a B.“I tribunali non sono sezioni di partito”

ASSEMBLEE IN TUTTA ITALIA PER GLI ATTACCHI DEL PREMIER

di Antonella Mascali

Poteva restare a Roma, oandare in un altro dei 26distretti giudiziari doveci sono state ieri assem-

blee straordinarie dei magi-strati, ma Luca Palamara, pre-sidente nazionale dell’Anm,ha scelto Milano. La sua pre-senza nell’aula magna del pa-lazzo di giustizia, è stata la rap-presentazione della stanchez-za delle toghe di essere accu-sate di fare lotta politica ogniqual volta le inchieste o le sen-tenze toccano il Premier e isuoi amici. “La mia presenza aMilano - ha detto Palamara -vuole esprimere la vicinanzadi tutta la magistratura ai col-leghi di questo distretto chia-mati ad occuparsi di delicateinda gini” e attaccati. Riferen-dosi all’ultima uscita di Berlu-sconi, sui magistrati di Milanocomunisti, ha aggiunto: “I pmnon possono essere distinti trarossi e neri”, invece negli ulti-mi giorni “sui giornali e sulletele visioni” si arriva ad affer-mare che “i tribunali sono se-zioni di partito”.Poi Palamara, che ha respin-to “ogni tentativo di intimida-zione”, ha voluto dedicare “unpensiero speciale al giudice

Raimondo Mesiano,oggetto di un’intr usio-ne nella sua vita priva-ta inaccettabile”. Af-frontate anche le rifor-me del governo Berlu-sconi “i magistrati di-cono no a riforme dicarattere punitivo, chelimitano l’autonomiadella magistratura, co-me la separazione del-le carriere e un Pm di-pendente dall’esecuti-vo ”. Quanto all’ipotesidell’av vo c a t o - p a r l a -mentare, Niccolò Ghe-dini, di far trasferire aRoma i processi per laalte cariche dello Sta-to, il presidentedell’Anm non ha dub-bi: “È una riforma che non ser-ve ai cittadini, contraria alprincipio costituzionale delgiudice naturale”.In platea tanti magistrati,assenti però quelli attaccatifrontalmente da Berlusconi.Non c’era Nicoletta Gandus,presidente del collegio Mills,definita dal Premier, “nemicopolitico”, non c’era Fabio DePasquale, il Pm dei processiMills e Mediaset, definito “unmagistrato che agisce per finipolitici”, non c’era il giudice

Mesiano. “Per opportunità”, cihanno detto un paio di colle-ghi. Le assemblee sono statedecise il 17 ottobre scorsosull’onda del linciaggio media-tico contro il giudice che hacondannato la Fininvest. In as-semblea ha parlato invece, Ed-mondo Bruti Liberati, definitoda Berlusconi il magistrato piùpericoloso d’Italia, quando eraalla guida dell’Anm. Non hafatto mancare il suo proverbia-le sarcasmo: “Mi è giunta no-tizia che tra le schede prepa-

ratorie della prossima edizio-ne del dizionario Devoto-Olive n’è una di questo tenore:Toga rossa (neologismo) magi-strato, giudice o Pm, indipen-dente ed imparziale”. Un altromagistrato milanese, FabioRoia, consigliere del Csm, haparlato di degrado: “Non può ilpresidente del Consiglio, dele-gittimare la magistratura delsuo Paese, è incompatibilecon la cultura di un uomo diStato. Con Mesiano siamo arri-vati al dossieraggio, segno ul-

Il ministro La Russa e l’at t e s afiduciosa del suo test anti-droga

“Il quarto stato”di Giuseppe Pellizza da Volpedo, di Roberto Corradi. A destra, Luca Palamara (FOTO ANSA)

GIUSTIZIA

teriore del degrado della vitapolitica”. E sulle riforme: “Lasofferenza della giustizia”è de-stinata a continuare “se gli in-terventi legislativi sono mossida interesse personale”.Non a caso, Roia, ha ricorda-to una norma contenuta nellariforma del processo penale,bocciata dal Csm: l’i nu t i l i z z a -bilità di una sentenza definiti-va in altri processi, eccetto perquelli di mafia. Un “codicillo”utile per l’imputato Silvio Ber-lusconi. Se David Mills saràcondannato anche in Cassa-zione, quella eventuale sen-tenza, attualmente sarebbeutilizzabile e peserebbe sulsuo processo. Dopo l’assem-blea il procuratore aggiunto,Alfredo Robledo, “ or gogliosodi appartenere al Tribunale diMilano”, si è schierato controun eventuale sciopero, “ per-ché sarebbe come cadere inun tranello della comunicazio-ne“, e ha espresso la linea chela magistratura dovrebbe tene-re di fronte all’attacco ossessi-vo di Berlusconi:”noi magi-strati siamo più temuti che ri-spettati perché la giustizia nonfunziona. Allora dobbiamo ri-petere, anche all’infinito, cheil problema è rappresentatodal Parlamento, presente epassato, che non ha mai fatto

una riforma per rendere fun-zionale il processo”. Il presi-dente Palamara ha lasciato Mi-lano senza però escludere los c i o p e ro : ” deciderà la giuntadell’Anm – ci ha detto - nellaseconda o terza settimana dinovembre. Sono molto soddi-sfatto di questa assemblea per-ché ha ribadito che la magistra-tura non si fa intimidire”. Sicu-ramente la maggior parte deimagistrati milanesi si fa ancheuna risata, sia pure amara, difronte agli attacchi di Berlu-sconi e continua a lavorare co-me sempre, ma non è così pertutti. Da quando il Premier neha promesse delle belle e i suoigiornalisti hanno indagato sul-la vita privata di Mesiano, di-verse toghe lavorano in unostato d’ansia. Si spiega così ilsospiro di sollievo di qualchegiudice a cui non è toccato ilseguito della causa civile Mon-dadori. E forse non è un caso iltrasferimento che hanno chie-sto altri giudici, dalla 10ª sezio-ne penale del Tribunale, quel-la che dovrà giudicare Berlu-sconi, per la presunta corru-zione di Mills.

CONCORSO A PREMI di m. trav.

LE OLIMPIADI DEL GLUTEOC onoscevamo “Boccoli d'oro”, cioè

Shirley Temple. Sapevamo delle“carceri d'oro” e “lenzuola d'oro”, duescandali che anticiparonoTangentopoli. Ci eravamo persinooccupati di “Mèches d'oro”, unsimilgiornalista noto ai meno. Ma sulle“chiappe d'oro” confessiamo la nostraimpreparazione. Eppure “L i b e ro ”,organo del Partito nazionalemonarchico, informa che “è partita unacaccia frenetica ai cosiddetti 'chiapped ' o ro ' ”. Così tale Gianguarino Cafasso,autorevole fonte del quotidiano diBelpietro e Mèches d’oro, un “pusher

salernitano” p re m a t u ra m e n t escomparso, definiva qualche mese fa ipolitici clienti suoi e dei trans di viaGradoli 96. Ora che il Cafasso non puòessere più preciso, si apre un concorsofra i lettori di “L i b e ro ” sui titolari degliaurei glutei. Unico indizio: sarebberotre, uno del centrodestra, uno delcentrosinistra e un celebre mezzobustoda tg. Trattandosi di un terzetto, sipotrebbe anche stilare una graduatoriadi tipo olimpico, con tanto di podio epremiazione: chiappe d'oro, chiapped'argento e chiappe di bronzo. Per lefacce di bronzo, concorso a parte.

Dopoil caso delgiudiceMesianoalcune toghelavorano instato d’ansia

Martedì seraa Ballaròl’esponentedel Pdl avevalanciatola proposta.Ancora inevasa

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Venerdì 30 ottobre 2009 pagina 7

Primi di luglio del 2009:

due carabinieri

bussano alla porta

I l calvario di Marrazzo inizia in un pomeriggiodi luglio (tra l’uno e il 4) nel seminterrato deltrans brasiliano Natalie, in via Gradoli 96, a

Roma. Entrano due carabinieri in servizio allacompagnia Trionfale. Viene girato un video che ritraeMarrazzo seminudo, sul tavolo c’è della polvere biancaaccanto al tesserino del presidente della RegioneLazio. A metà luglio il video viene proposto da Antonio

Tamburrino, un collega degli altri due, al fotografo MaxScarfone, lo stesso del caso Sircana. Il primo settembreil video è trattato da “Oggi”. A metà settembre da“L i b e ro ”. Il 5 ottobre Tamburrino consegna il videoall’agenzia Photo Masi, che lo propone a “Chi”.Per caso il Ros intercetta le telefonate in cui si parladel video e il 14 ottobre invia un’informativa inProcura. Il 19 ottobre Berlusconi, informato dalla

figlia Marina, editrice di “Chi” avverte Marrazzo. Ilpresidente della regione chiama Photo Masi percomprare il video, l’appuntamento è per mercoledì21. All’alba scattano le perquisizioni, nel pomeriggioviene sentito Marrazzo che accusa i carabinieri diavergli preso 5 mila euro e tre assegni per altri 25mila euro. All’una di notte scattano le manette per icarabinieri.

È CACCIA AL CLIENTE VIP DEI TRANSGASPARRI: CHI MI COINVOLGE DOVRÀ PAGARE

Dopo lo scandalo, la Capitale è avvolta da voci su ministri, attorie calciatori. Tra questi anche l’ex esponente di Alleanza nazionaledi Marco Lillo

Nel grande ventilatore delfango innescato dal casoMarrazzo si trova di tutto. Itravestiti di via Gradoli

continuano a spifferare nomi dipolitici, nelle redazioni dei gior-nali si presentano strani perso-naggi che millantano l’esistenzadi un video su due leader che fan-no sesso insieme. Transessuali acaccia di notorietà raccontanorelazioni con ministri e direttoridi rete. I giornalisti spesso ab-boccano. Pressati dai colleghipiù disinvolti, aggiungono ognivolta un particolare in più, il ven-ticello si gonfia e le responsabi-lità sfumano in un coro indistin-to di risatine e gomitate da bar.Gli “i m m o ra l i s t i ”, quelli che vo-gliono dimostrare che alla fine“sono tutti uguali”, gongolano.Il fango schizza su tutti e impe-disce le distinzioni. L’ultima vit-tima è Maurizio Gasparri. Il ca-pogruppo del Pdl sarebbe statofermato in una sera dell’apr iledel 1996 in una zona dove circo-lano molti transessuali a Roma.La notizia, senza il nome del po-litico, è apparsa in una lettera sulsempre informato sito internet“Da gospia”. L’autore si firmavacon lo pseudonimo “Protosar -do” e raccontava: “Caro Dago,come al solito ci hai preso. Al tuoriferimento ai politici di un notoex grande partito di centrode-stra che farebbero meglio a starezitti sul caso Marrazzo, aggiungouna data: 29 aprile 1996. È inquel giorno (anzi, quella sera)

M'ILLUMINO D'INCENSO di b e l f ago r

NIENTE FLORIS MA OPERE DI BENEL a performance del ragionier Ugo

Fantozzi-Floris, sdraiato atappetino mentre Berlusconi lostrapazza al telefono, è molto piaciutaad Aldo Grasso. Che elogia sul Corriere“la cortesia”, “il confronto”, “l ' i ro n i a ”(sic!) e il “senso di responsabilità” concui lo zerbino ha preso le botte senzareagire, subappaltando al premiermezz'ora del suo programma (suo delpremier): “le telefonate di Berlusconifanno fare picchi di ascolti... quindi,anche a scapito di qualche insulto, benve n ga n o ”. Dunque lo scopo delservizio pubblico sarebbe quello di fare

ascolti a qualunque costo. Mai“reagire alla Santoro, in tono di sfida”.Forse Grasso ricorda male. Quando ilCav. chiamò Santoro nel 2001, unanno prima di epurarlo, urlò “sicontenga, lei è un dipendente delservizio pubblico!”, e Santoro nonreagì in tono di sfida, ma di dignità:“Appunto, non sono un suodipendente”. E invitò il logorroicoCavaliere a non farla tanto lunga, vistoche aveva rifiutato l'invito in studio.Esattamente quel che avrebbe dovutodire Floris, se non avesse temuto di farla fine di Santoro.

Piero Marrazzo (FOTO ANSA)

SESSO E IL POTERE

P ensavano si trattasse di Silvio Berlusco-ni. Quando gli investigatori ai primi di

ottobre, mentre facevano un’indagine di-versa su un traffico di cocaina, hannoascoltato le prime telefonate intercettatenelle quali si parlava di un video e di un“p re s i d e n t e ” ritratto in pose imbarazzanti,non hanno pensato subito a Marrazzo. IlCavaliere non se ne abbia a male. Stavoltanon c’entrano i pm comunisti. Mettetevinei panni di chi ascoltava quelle trattativefrenetiche sul video del trans con il pre-sidente. Erano i primi di ottobre. Dopoun’estate rovente accompagnata dalle re-gistrazioni e dalle immagini rubate a Pa-lazzo Grazioli, c’era stata la prima puntatadi “Anno zero” su Patrizia D’Addario. Settemilioni di italiani erano rimasti incollati

allo schermo per seguirele prodezze del premiersul lettone di Putin e lepolemiche sull’uso distor-to del suo potere e sullasua ricattabilità. Non biso-gna stupirsi se gli inqui-renti sulle prime hannopensato che il video ca-liente riguardasse proprioil Cavaliere. Anche perquesta ragione, l’inda gineaffidata agli investigatori

del Ros che solitamente si occupano dicose ben più serie, è stata seguita findall’inizio con la massima attenzione dalprocuratore capo di Roma, Giovanni Fer-rara, e dal procuratore aggiunto GiancarloCapaldo. Solo ascoltando le telefonatesuccessive in Procura si è capito che ilpresidente in questione era “solo” il go-vernatore del Lazio.Quando ai primi di ottobre è partita l’in-dagine, in realtà la trattativa per piazzare ilvideo era giunta alle ultime battute. L’epi-logo è noto: il 19 ottobre Marrazzo, av-vertito da Berlusconi, chiama l’a genziaPhoto Masi che aveva messo in vendita ilfilmino. Meno noto è l’inizio delle trat-tative: a differenza di quello che si è pen-sato finora, non sono state avviate da Max

Scarfone, il fotografo delcaso Sircana, amico diuno dei carabinieri arre-stati. In realtà, il primo aproporlo a ”L i b e ro ”, co-me rivelato ieri ad “Annoz e ro ”, è stato Rino Cafas-so, il pusher di Nataliemorto a settembre di in-farto. La trattativa con Li-bero è una freccia nell’ar-co della difesa. I carabi-nieri hanno sempre soste-nuto che il video era statogirato da Cafasso e che,solo dopo la sua morte,avevano pensato di ven-derlo loro. Quando il vi-deo è stato offerto a Libe-ro, il direttore era VittorioFeltri, che lascerà la dire-zione due settimane do-po. La proprietà inveceera della famiglia Angeluc-ci, titolare di un imperosanitario che dipende dal-la regione Lazio per cen-tinaia di milioni di euro dirimborsi ogni anno. m.l.

CASO MARRAZZO

“C’È UN POLITICO DI MEZZO”E GLI INVESTIGATORI

PENSANO A BERLUSCONI

che un notissimo esponente diquel partito finì in una retata diclienti di travestiti a Roma e riu-scì a salvarsi grazie al ‘lei non sachi sono io’ e all'indulgenza ditroppi giornalisti della capitaleche da allora sanno tutto ma so-no rimasti muti”.Effettivamente l’ex ministro èstato fermato in una serata nel1996 e non ha alcun problema

ad ammetterlo a “Il Fatto Quoti-diano”. Come non ha alcun pro-blema ad ammettere un’altra cir-costanza accostata maliziosa-mente alla vicenda da un quoti-diano: Gasparri abitava in viaGradoli a pochi metri dal condo-minio dei trans. “Certo, tutti san-no che ho risieduto lì per dodicianni, prima in affitto e poi comeproprietario. Era un apparta-mento che ho acquistato e poirivenduto. Ora vivo in affitto inuna zona più centrale”, spiegaGasparri, “perché, a differenzadi tanti politici di sinistra, non ho

avuto la casa da un ente e ho sem-pre pagato il prezzo di mercato”.Il capogruppo del Pdl spera dicomprare presto una casa grazieal caso Marrazzo: “Con i soldi delrisarcimento che chiederò aigiornalisti che accosteranno ilmio nome a questa vicenda”.Sperando di non contribuire allanuova magione, “Il Fatto Quoti-diano” gli ha chiesto lumi sullastoria di quella paletta rossa chefermò la sua automobile mentresi trovava di sera nella zonadell’Acqua Acetosa. Anche suquesto racconta la sua versionesenza problemi: “Stavo andandoa cena in un circolo che si trova lìvicino. Come sanno tutti a Romain quella zona ci sono il circolodei Carabinieri, quello del Polo etanti altri. Non vedo cosa ci sia dimale. Non è colpa mia se, primadelle nostre leggi, le strade era-no piene di persone che si pro-stituivano. Se un giornalista co-me lei o un politico come me vaper esempio ospite di Sky, cheha gli studi sulla Salaria, incrocie-rà sulla sua strada decine di pro-stitute ma non è colpa sua. An-che nel mio caso non vedo pro-prio dove sia la notizia”. Gaspar-ri non vuole entrare nel detta-glio perché non ritiene la circo-stanza di interesse pubblico.Una cosa però tiene a dirla: “Cisono decine di persone che pos-sono confermare quello che di-co. Mentre non esiste nulla maproprio nulla che colleghi quel-lo che è successo a me quella se-ra a una retata di qualsiasi tipo.Mi creda non c’è notizia”.

A N N O Z E RO

APPUNTAMENTO A VIA GRADOLI (ROMA)di Carlo Tecce

L uce avvolta dal buio, spazzatura, tariffari,corpi. “A n n o z e ro ” mostra le facce e le voci

nelle strade oscure di Roma nord, il triangolodella trasgressione frequentato da Piero Mar-razzo e dalla città che di giorno va di fretta e dinotte paga per osare. La memoria all’improv -viso è lucida, quasi didascalica. I transessualisul marciapiede ricordano con nostalgia,adesso che il clamore mediatico disturba illavoro: “Lui non si accontentava, voleva i fe-stini e non solo per pippare. Aveva bisogno dicoccole”. “A me ha dato 1.500, 2.000 euro”.Le telecamere entrano nelle case, nelle cuci-ne vuote accanto all’alcova. Dove si nascon-dono i segreti: “Alcune di noi avvisano i ca-rabinieri. Loro portavano la cocaina e chie-devano i soldi. Contanti o garanzie, si partivada 40 mila euro. Ognuno ha il suo prezzo”. Imilitari arrestati controllavano la zona: noncombattevano spaccio e prostituzione, maproteggevano lo smercio della cocaina - che itrans fornivano ai clienti - in cambio di soffiatepreziose. Un piano eversivo applicato conviolenza: “Nicola (il maresciallo Testini, ndr)aveva un forte legame con il trans Joice, forsesarà lei la spia. Veniva qui e ci filmava durantei nostri rapporti sessuali, ci picchiava pure.Non era solo, veniva con Carlo (Tagliente,ndr). Se gli davamo delle informazioni non cimaltrattava. Sapeva di poter guadagnare qual-cosa con Marrazzo”. China è il compagno diBrenda, l’altro trans che incontrava Marraz-

zo. La comunità intorno a via Gradoli è fitta eomogenea, e adesso piena di sospetti: “Se vie-ni pagato bene, perché deve spifferare? Quivengono tanti personaggi famosi. Anche unadonna dello spettacolo. Noi diamo affetto,sesso e fantasia”. Bambola ha lasciato la Romatravolta dalla droga: “Dai piatti di coca al po-sto della cena”. Forse girano altri video, forseci sono altri politici. Due ex ministri. Bambo-la non fa nomi perché non c’era, ma i vizi dellacapitale erano già profondi: “Da me venivanotanti politici. C’era di mezzo An. Soddisfano ildesiderio fanciullesco di essere posseduti. Sicade e si cerca una culla”. Annozero mette inscena due versioni dell’irruzione in via Gra-doli, nell’appartamento di Natalie: nella pri-ma, i due carabinieri in borghese bussano dimattina presto e trovano Marrazzo in mutan-de; nella seconda, i due entrano con la pistolae ordinano al governatore di spogliarsi. Ma cisono nuovi elementi e nuove date in favore diMarrazzo: aveva bloccato gli assegni e il 15luglio due giornaliste di “L i b e ro ” avevano vi-sto il video. Tre mesi prima di Giangavino Su-las di “Ogg i”: “C’è Marrazzo appoggiato a unostipite in una stanza. Come se fosse reduce daun ko. È coperto da un camicione, bofonchiaqualcosa. Sembra ci sia una discussione, per-ché chiede ‘giù ci sono i giornalisti?’. Poi sistacca. L’inquadratura si concentra su di unpiatto con tre strisce di coca pronte. Vicino cisono un tesserino dell’Enac di Marrazzo e unamazzetta di denaro”. Natalie è ostinata: “Solobug ie”. Troppo tardi.

“Sì è vero, eroall’AcquaAcetosa nel1996. Andavoa una cena.E i travestitinon c’entrano”

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co di buone prassi economico-finanzia-re da inserire in un trattato che, lo haripetuto ieri, diventi per il dopo-crisiquello che la conferenza di BrettonWoods fu per il secondo dopoguerra: labase di un nuovo ordine mondiale.“Della Banca del Mezzogiorno non viparlerò qui”, Tremonti si è svincolatodal rischio di dover dettagliare la crea-zione per legge (scavalcando la Bancad’Italia) di un istituto di credito checompeterà a condizioni di favore, per-ché sostenuto dallo Stato, con le altrebanche. Alcuni dei banchieri in sala,esclusi i pochissimi davvero amici (Mas-simo Ponzellini della Bpm), hanno giàmanifestato la loro contrarietà. Poi il mi-nistro ha rassicurato la Banca d’Italiache il rimpatrio dei capitali con lo scudofiscale non sarà una mera regolarizza-zione di denari illeciti già presenti nelPaese (in violazione delle norme antiri-ciclaggio), e ha promesso che “e n t rodue o tre settimane” presenterà uno“schema per assistere le imprese sui ter-r itor i” in cui sarà coinvolta la Cassa de-positi e prestiti. In omaggio a UmbertoBossi, che gli ha garantito la permanen-za al ministero, non poteva mancare unpassaggio sul federalismo, “la madre ditutte le riforme che non è il progetto diuna sola parte politica”.

(Ste. Fel)

L’ ordine degli interventi potevapreoccupare il ministro Tremonti, a

cui spettava la chiusura della giornata.C’era il rischio che il governatore dellaBanca d’Italia Mario Draghi sollevassecritiche sulla politica economica delgoverno a cui poi si sarebbe dovuto ri-spondere. Non è quasi successo, a par-te un accenno all’innalzamentodell’età pensionabile (“Quello italianoè il sistema pensionistico più stabiled’E u ro p a ”, ha replicato Tremonti ri-mandando a un comma di un decreto diluglio che avrebbe assicurato la “sta bi-lizzazione” della previdenza).Invece il governatore si concentra so-prattutto sullo stato di salute dell’eco-nomia per dare due messaggi: la reces-sione è finita - il Pil ha ricominciato acrescere - ma l’Italia non tornerà ai li-velli del 2007 per molto tempo, la pro-duzione industriale è tornata “ai livellidi vent’anni fa” e il Pil “a quello di die-ci”. Secondo punto: nel settore della fi-nanza non tutto è andato posto, anchese molte cose sono migliorate. A co-minciare dalla solidità delle banche:“Dati relativi allo scorso giugno indica-no un miglioramento della situazionepatrimoniale rispetto alla fine del2008”, anche se i profitti sono in calo enel medio periodo gli istituti di creditodevono rassegnarsi ad “accrescere ilcapitale”, cioè a prestare meno denarotenendone una percentuale maggioreimmobilizzata per le emergenze. Vistoche sono uscite “sostanzialmente in-denni dalla crisi” adesso trasforminoquesta loro posizione di forza “in un be-neficio nei confronti dei clienti”: ridu-cano, cioè, i costi dei servizi bancari

DUELLO SULLA CRISIDraghi dice che siamo tornati indietro di vent’anni

Ma Tremonti invita all’o tt i m i s m o

BANCHE E POLITICA

G iuseppe Guzzetti non è un banchiere, nè unpolitico delegato dal popolo e questo è qua-

si un complimento. Avvocato in Como ed a lungopresidente Dc della Lombardia, non risulta neppureche la Fondazione Cariplo che da anni dirige per ef-fetto di giochi di potere non chiarissimi si occupi digestione del risparmio. Eppure da anni presiede l'as-sociazione delle casse di risparmio, Acri, che di fattonon sono più banche da anni; e non risulta che sianopiù brave o competenti di altre nel gestire il rispar-mio. Eppure, come ogni anno, Guzzetti ha aperto e

gestito la Giornata del Risparmio con piglio daministro e attitudine alla predica degna di un Ve-scovo. Solo che i ministri si sa a chi rispondono edi risparmio ed economia si occupano per legge.I Vescovi pure predicano per mestiere. Ecco, unachiarezza nei ruoli sarebbe la vera svolta: a ognu-no il suo mestiere. Chi risponde a chi? Chi è com-petente di cosa? Chi tutela chi?

MISTERI ITALIANI di B a n ko m a t

Guzzetti,a che titolo?

Per orane s suntagliodell’Ir ap:sconf ittoBaldas sar r i

N iente di fatto per quan-to riguarda il taglio

dell’Irap, l’imposta regio-nale pagata dalle impreseche il governo ha promes-so di ridurre. Neppure ilmini-taglio di cui si discu-teva mercoledì.Ieri sera la commissioneBilancio del Senato ha fi-nito di votare gli emenda-menti alla Finanziaria2010 che, dopo la chiusu-ra della vicenda Tremonti(con il ministro dell’Eco-nomia inserito in una ca-bina di regia per l’Econo-mia) sembrava destinata afinire vittima dell’assaltoalla diligenza di tipo primaRepubblica. Risultato,provvisorio: il tagliodell’Irap non ha la coper-tura finanziaria e quindiviene tutto rimandato. Sene riparlerà in Aula, primaal Senato poi alla Camera,

dove i sostenitoridella riduzione delletasse cercheranno ditrovare una formulaper farlo passare.“Cercheranno un

compromesso, ma la co-pertura finanziaria degliemendamenti di Baldas-sarri resta vaga, le nostreproposte erano più con-c re t e ”, dice Vidmer Mer-catali, senatore del Pd, re-latore di minoranza alla Fi-nanziaria. “Accetto la boc-ciatura tecnica in commis-sione dell'emendamentosul taglio dell'Irap per rin-viare in Aula la discussio-ne. Ma in aula chiediamoche sia discusso tutto ilpacchetto degli emenda-menti”, ha detto Baldassar-r i.L’associazione degli arti-giani di Mestre ha stimatoche l’ipotesi minimalistadi riduzione dell’Irap (co-sto di circa 4 miliardi), si-gnificherebbe un rispar-mio medio per le impresedi circa 1000 euro. Ma perora i soldi non ci sono,quindi si resta in attesa: c’ètempo fino a dicembre perapprovare la Finanziaria etutto sembra dipendere daquanto gettito arriverà dal-lo scudo fiscale. Se si trat-terà dei cinque miliardi dieuro stimati, allora ci sa-ranno le risorse per ridur-re - almeno per un anno -l’imposta. Il problema, co-me ha sottolineato ieri an-che la capogruppo del Pdal Senato Anna Finocchia-ro, è che i soldi dello scu-do sono una tantum, men-tre un taglio dell’Irap ri-schia di essere strutturale.L’economista del Pd Stefa-no Fassina, però, proponeun’altra soluzione an-ch ’essa strutturale: “Litiga-no sull’Irap quando invecedovrebbero ridurre l’Irpefsui redditi da lavoro e dapensione. Così, il governocontinuerà a mancare gliobiettivi di finanza pubbli-ca senza dare alcun aiutoall’economia reale”. Il di-battito, però, sembra de-stinato a restare concen-trato sull’Irap. Il vicemini-stro dell’Economia Giu-seppe Vegas ha dato pare-re sfavorevole per man-canza di copertura, “ma am a l i n c u o re ”.

di Stefano Feltri

All’ottantacinquesimaGiornata del Risparmio,ieri a Roma, c’era il deside-rio di archiviare la crisi. Il

convegno, organizzato dallefondazioni e dalle casse di ri-sparmio (cioè gli azionisti dellebanche), aveva per tema “Ri -sparmio ed economia reale: la fi-

ducia riparte dai territori”. Unanno fa i banchieri erano ancorasotto shock per il fallimento diLehman Brothers e le sue con-seguenze, ieri si preoccupava-no di “azioni di sintesi” e di “co -me integrare territorio e siste-m a - Pa e s e ”, per citare le dueespressioni più usate dall’avvo -cato Giuseppe Guzzetti, presi-dente dell’Acri (Associazione

Casse di risparmio), che officia-va la giornata. In altre parole,ora la priorità è definire nuoviequilibri in questa fase di finecrisi. Corrado Faissola, presi-dente dell’Associazione dellebanche italiane, ha detto cheadesso c’è un rischio maggioreper il settore finanziario italianoperché la crisi colpisce le impre-se (che pagano alle banche

commissioni senza le quali è dif-ficile sopravvivere) e non più ilsettore finanziario. Ma oltre aibilanci contano le poltrone. Inprima fila c’è Gianni Letta, me-diatore anche nel nuovo equili-brio tra Giulio Tremonti, la Legae Berlusconi. É quasi equidistan-te tra Enrico Salza, presidentedel Consiglio di sorveglianza diIntesa San Paolo, e Cesare Ge-

ronzi, presidente di Medioban-ca. Corrado Passera, sulla cui so-pravvivenza da capo operativodi Intesa c’è qualche dubbio, èuna fila più indietro. MassimoPonzellini, potente banchieredella Popolare di Milano apprez-zato da Tremonti e dalla Lega, èaddirittura a metà sala. Ma nelsuo caso sembra trattarsi solo diunder statement.

GIULIO TREMONTI

IL MINISTRO TORNAALLE ORIGINIMA ACCUSA IL COLPO

MARIO DRAGHI

IL GOVERNATOREPRUDENTE CHE BOCCIALA SPESA PUBBLICA

Q uando Giulio Tremonti è arrivato allasala del convegno, per caso o per ac-

corto calcolo dei tempi, ha evitato di en-trare insieme al governatore Mario Dra-ghi. L’attenzione era tutta per lui: il su-perministro dell’Economia che ora, do-po aver sfiorato le dimissioni, è stato ri-dimensionato e inserito in una cabina diregia (il comitato di politica economicadel Pdl), reduce da diverse telefonateaccese con Silvio Berlusconi e ormairassegnato a veder smontata la sua Fi-nanziaria del rigore in parlamento.“In Europa si discute di leva fiscale, cisono esperienze positive e negative, cisono Paesi che hanno abbassato le tassee in contemporanea le hanno alzate”, di-ce il ministro concludendo con un enig-matico “l’Italia ha solo un’idea di re-sponsabile consenso europeo”. Al ter-mine dell’equilibrismo retorico con cuiè riuscito a evitare di nominare l’I ra p(che Berlusconi e mezzo governo vor-rebbero ridurre) e a negare, senza esse-re troppo esplicito, la necessità di ridur-re le tasse per favorire la ripresa, Tre-monti ha bisogno di riprendere fiato. Siferma e la platea teme che stia per crol-lare, visibilmente provato dalle tensionidelle ultime settimane e forse anchedall’elogio, breve ma impossibile danon notare, al lavoro fatto dal FinancialStability Board, l’organismo di coordi-namento presieduto da Draghi che unavolta il ministro aveva definito compo-sto da “topi a guardia del formaggio”.Per il resto è il solito Tremonti, che re-cupera uno dopo l’altro i suoi temi pre-feriti, le metafore che ogni volta diven-tano titoli di giornali (c’è perfino un fu-gace accenno al “videogame” della cri-si), un vocabolario così vasto che qual-cuno tra il pubblico aggrotta la fronte,come quando il ministro elogia la “re -silienza” dell’Italia. L’esordio è in latino,un “heri dicebamus” che nelle intenzio-ni dovrebbe bissare il successo del “si -lete economisti”. Segue una riflessionesul “tempo non lineare”della crisi finan-ziaria e “l’arbitraggio che hanno fatto igoverni sul tempo” emettendo debitopubblico da ripagare in futuro per risol-vere problemi contingenti. Dopo un ri-ferimento obbligato alle capacità di te-nuta dell’Italia, “in linea con altri Paesicome Francia e Germania”, si passa allaparte operativa. Tremonti rivela chel’Italia sta lavo-rando in via ri-servata con i te-deschi per una“Tabula mun-di”, nuova incar-nazione del Glo-bal Legal Stan-dard tremontia-no che non èmai riuscito dav-vero a imporsinell’a gendaG8-G20. Il mini-stro continua asognare un elen-

che restano tra i più costosi d’E u ro p a(114 euro in media per un conto cor-re n t e ) .Il discorso di Draghi, però, è stato an-che politico, soprattutto in due passag-gi. Il primo è un avvertimento: “La ca-duta in cui le nostre economie si sta-vano avvitando, tra la fine del 2008 el’inizio di quest’anno, si è fermata. Sia-mo meno sicuri che si stia effettiva-mente avviando una ripresa duratura,che non poggi solo sul sostegno straor-dinario delle politiche economiche”.C’è il rischio che la fine della caduta,insomma, sia solo un’illusione. E quan-do finiranno incentivi alla rottamazio-ne, ammortizzatori in deroga e il costodel denaro salirà, ce ne accorgeremo.Parole che arrivano nel giorno in cui fi-nisce ufficialmente la recessione ame-ricana, con una crescita del 3,5 per cen-to nell’ultimo trimestre dopo un annodi riduzione della ricchezza.L’altro punto politico è sulle cose da fa-re con le poche risorse disponibili: “Unanno fa sottolineavo come di fronte alrepentino aggravarsi della crisi fossenecessario attivare politiche di soste-gno della domanda, dei redditi delle fa-sce sociali più colpite, pur nella con-sapevolezza dell’alto debito pubblico”.Oggi, invece, le priorità sono cambia-te: “L’urgenza è riprendere il cammino

delle riforme, perriportare il Paese,negli anni a veni-re, su ritmi soste-nuti di crescitaeconomica chesono anche il pre-sidio della stabili-tà finanziaria”.Anche se espres-so nel linguaggiosobrio e pruden-te da banchierecentrale, il con-cetto è chiaro: iltempo degli in-terventi a soste-gno della doman-

da è passato, ridurre le tasse e aumen-tare la spesa poteva servire un anno fa,non oggi che l’economia sta riparten-do e l’espansione del debito pubblico èmalvista dai mercati. Un passaggio cheriesce a essere, allo stesso tempo, unassist e una critica a Tremonti: una cri-tica per non aver preso misure adegua-te un anno fa, un assist perché rafforzala sua attuale posizione rigorista e san-cisce in via preventiva l’inutilità del ri-corso alla spesa pubblica sognata daBerlusconi e da alcuni ministri.

(Ste. Fel.)

Non parla deltema dell’Irape con un po’di latinorecupera isuoi temiclassici

La ripresap o t re b b eessere dovutaalla spesapubblica edesaurirsi inf re t t a

Page 9: Il Fatto Quotidiano (30 Ottob 2009)

Venerdì 30 ottobre 2009 pagina 9

“ADESSO USO LO SCUDOPOI RICOMINCERÒ A EVADERE”

Un impresario di pompe funebri e un banchiereraccontano come si nascondono i soldi oltre frontieradi Gigi Furini

Milano

“Andavo in Svizzera unpaio di volte al mese, ilsabato sera, con miamoglie e mio figlio.

Quasi sempre in macchina,qualche volta in treno. Avevo isoldi in contanti in tasca. Face-vo il versamento alla cassa con-tinua, andavo a mangiare la piz-za. E poi, via, a casa”. É il rac-conto di un titolare di impresadi pompe funebri. Lo incontria-mo in un bar di piazza Cordusio,a Milano, a due passi da PiazzaAffari. Con lui c’è un funziona-rio della filiale italiana di unabanca svizzera, che ha sede acento metri dal bar. Lì si è rivol-to per far rientrare i soldi. Vuoleusare lo scudo fiscale: “Ma hopaura di essere beccato. Ho let-to, e mi hanno detto, che se laSvizzera aderisce in pieno allenuove norme contro i paradisifiscali, la possibilità che scopra-no i miei soldi è del 100 per cen-to. Mi beccano di sicuro. E poi,le dico la verità, in Svizzera cisono commissioni bancarie al-tissime. Sanno che sono soldi innero e un po’ ne approfittano”.Quanto ha in Svizzera? “Un mi-lione di euro. Mi hanno dettoche che se mi trovano i soldi sulconto, sono io a dover dimo-strare che sono soldi regolari.Insomma, ho io l'onere dellaprova. Adesso se me li trovanome li sequestrano tutti”. Inter-viene il funzionario di banca:“Lei, invece li porta da noi. Pagail 5 per cento, cioé 50 mila euroe il resto glielo investiamo conun rendimento sicuro, il 4 percento. In poco più di un annorecupera l'imposta pagata perlo scudo”. Continua il funziona-rio: “Dicono che nelle banchesvizzere girano uomini dellaGuardia di Finanza in borghese.Pare facciano anche le foto.Avrebbero messo delle webcam sui balconi per riprenderel'ingresso delle banche”. Inter-viene il titolare delle pompe fu-nebri: “Io ho deciso. Il mio mi-lione lo porto qua”.Poi spiega come l’ha accumula-to oltre frontiera: “Ho un'im-

presa di pompe funebri a Mila-no. Facciamo, in media, quasidue funerali al giorno. Ognunovale circa 1.000 euro di nero.Una parte va in Svizzera, un po’serve qui, per pagare gli addet-ti, perchè non li ho tutti in re-gola, e per dare qualche man-cia. Ho comprato un casa al ma-re e centomila li ho dati in ne-ro ”. I soldi attraversano il con-fine in contanti: “Me li mettevoaddosso. Erano dieci, quindicimila euro per volta. Si partiva ilsabato sera, io, mia moglie emio figlio. Qualche volta in tre-no perchè magari c'era bruttotempo. Il treno parte da PortaGaribaldi alle 19,38 e arriva aChiasso prima delle 20,30”.Perché sempre con la famiglia?“Davo meno nell'occhio. Per idoganieri potevamo essere la

rio - non hanno intenzione dirimpatriare i soldi, nonostantele condizioni vantaggiose delloscudo fiscale (che consente dimettersi in regola pagando il 5per cento della somma da ripor-tare in Italia e garantisce anoni-mato e copertura da alcuni rea-ti). Il perché lo spiega sempre ilbancario: “Io li conosco, ho an-che preso contatti con molti diloro. Ma non si fidano di questomomento politico. Sono preoc-cupati che le cose possano cam-biare all’improvviso e che arriviun nuovo governo”. Le doman-de che sollevano questi poten-ziali clienti, a cui le banche sonomolto interessati perché assairedditizi, sono sempre le stesse:“E se c’è un altro ribaltone? Seentro un anno cambia tutto enoi abbiamo portato i soldi diqui? E che fine fanno i nostri sol-di? E se il governo, per far frontealla crescita del debito pubbli-co e al peggioramento del de-ficit introduce una tassa patri-moniale?”. Non è che hanno po-ca fiducia in Silvio Berlusconi enel suo ministro del’Economia,Giulio Tremonti: “Dicono- spie-ga il bancario - che c'è troppaconfusione, non si fidano diquesto governo come non si fi-davano della Dc quando volevafare il compromesso storico”.Gli evasori non ne fanno unaquestione politica, ma di merointeresse personale: “Pe n s a n osolo ai loro affari e a come tu-telare al meglio i loro patrimoninascosti. No sono interessati al-la politica in quanto tale, ma laseguono con grande attenzioneper capire quali rischi ci sonoper i loro denari. E in questomomento, il governo Berlusco-ni può anche presentarsi comeun rischio, nonostante lo scudofi s c a l e ”.Al bar milanese i caffé li offrel’impresario di pompe funebri,che domani tornerà oltre con-fine a prendere un altro milioneda rimpatriare. E ha tutta l’in -tenzione di continuare con unoschema che gli sta dando parec-chie soddisfazioni, funerali innero, soldi depositati all’e s t e ro ,condoni periodici: “E perchèdovrei smettere?”

E VA S O R I

Cresce la tensione con la SvizzeraIL MINISTRO FRATTINI CERCA DI MEDIARE, MA LA LEGA TEME LE RITORSIONI DI BERNA

di Beatrice Borromeo

L'Italia non ha “assolutamenteniente contro la Svizzera”, con laquale anzi ci sono “eccellenti re-lazioni”. A parlare così è il mini-

stro degli esteri Franco Frattini, a Bru-xelles per un summit Ppe, dopo chedue giorni fa l'ambasciatore italiano aBerna è stato convocato dal Diparti-mento federale degli affari esteri in se-guito a una raffica di controlli, nelle fi-liali italiane delle banche elvetiche, daparte della Guardia di Finanza. La Sviz-zera è preoccupata dal ritiro di capitalidovuto allo scudo fiscale. L’Italia, oltrealla carota (basta pagare il 5 per centodella somma rimpatriata per mettersiin regola) usa il bastone andando allaricerca degli evasori fiscali che nonhanno ancora svuotato i conti nellebanche svizzere. Come a dire “vi con-viene tornare a casa”.Frattini ora cerca di salvare le relazionidiplomatiche, ma la situazione resta te-sa: anche se il ministro giustifica i con-trolli del fisco italiano alle banche del

Ticino come “questione interna di in-ve s t i g a z i o n i ”, la Svizzera promette ri-torsioni. Il municipio di Chiasso ha co-municato che sta cercando gli agentiin borghese del fisco italiano, accusan-doli di essere in Svizzera senza autoriz-zazione e si appella alla cittadinanzaper scovarli. Un alto dirigente italianodi una delle principali banche svizzeresi confida con “Il Fatto Quotidiano”.Racconta: “L'offensiva italiana, e lachiamo così perchè hanno perquisitosolo gli istituti svizzeri, è stata una di-scriminazione evidente. Anzi, una pro-vo c a z i o n e ”. La nostra fonte spiega cosìquesto gesto: “Gli italiani hanno volu-to dimostrare che conta più la pubbli-cità negativa che non la sostanza, per-chè di fatto quei controlli non portanoa nulla. Queste operazioni hanno l'u-nico obiettivo di convincere chi detie-ne ingenti patrimoni in Svizzera a usu-fruire dello scudo. Ma le autorità elve-tiche sbagliano a ostacolare le inizia-tive di uno Stato sovrano confinante”.Questi i motivi del nervosismo di Ber-na, secondo il banchiere: “Il serviziostudi della mia banca ha calcolato che

quest'anno ci sarà il due per cento inpiù di disoccupazione nel settore dellafinanza, uno dei più importanti perl’economia del Paese”. In questi giorniin Svizzera comincia a diffondersi il ti-more che anche Francia e Germania in-troducano uno scudo fiscale e questopotrebbe rivelarsi un serio problema,visti i fastidi che stanno derivando dal-lo scudo italiano. “Con queste inizia-tive - continua il banchiere - a Luganostanno perdendo tanti clienti, nono-stante l’Ocse abbia tolto Berna dalla li-sta grigia dei paradisi fiscali”. Sono al-meno 150 miliardi di euro i capitali ita-liani in Svizzera che potrebbero torna-

re nelle nostre banche. Da qui le mi-nacce elvetiche: si parla di sospenderela libera circolazione delle persone,trattenere in Svizzera le imposte pre-levate ai frontalieri, chiudere filiali ita-liane di banche svizzere. “La Svizzeraabbaia. Può solo abbaiare - confessa al‘Fa t t o ’ il banchiere - può fare solo pic-cole ritorsioni, come togliere i privile-gi fiscali ai cittadini italiani che vivonoin Italia e lavorano in Svizzera”. Nonsottovaluta questo pericolo la LegaNord: “Migliaia di cittadini italiani chehanno trascorso la loro vita lavorativain Svizzera ora rischiano di dover pa-gare multe salatissime, fino al 200%, suquanto versato a fini previdenziali pereffetto dello scudo fiscale”. La Lega sipreoccupa per il futuro dei 50milafrontalieri, perchè “l'escalation dieventi degli ultimi giorni ha aggravatola situazione. Il comportamentodell’Agenzia delle entrate negli ultimimesi - spiega il leghista lombardo John-ny Crosio - supera gli accordi che re-golano i rapporti tra Italia e Svizzera emina le buone relazioni fra i due Sta-ti”.

“Con il dannod’immagine ci saràpiù disoccupazionenella finanzaelvetica”

classica famigliola che va a cenain Svizzera. Qualche volta sia-mo andati anche sul lago Mag-giore, a Locarno, ma è più sco-modo perchè l'autostrada nonarriva fino al confine. Una voltasono andato con il mio dentista.Ma mia moglie vuole sempre ac-compagnarmi. I bar della Sviz-zera, vicino al confine, sonopieni di quelle che adesso chia-mano escort”. Interviene il fun-zionario di banca: “Se mi pre-senta il suo dentista, poi la trat-to bene”. Risponde l’impresa -rio di funerali: “Ma le posso pre-sentare anche il macellaio, unimbianchino, un muratore. Edei professionisti che, si sa, po-tevano non fare fattura. O farefatture più basse”. Anche loro,racconta, dopo i versamentivanno a Chiasso o Locarno do-po i versamenti, ma a volte“vengono direttamente i fun-zionari di banca svizzeri a Mila-no, servizio a domicilio. Rila-sciano una ricevuta su un nor-male foglio di carta, non certosulla carta intestata della banca.E si portano i soldi al di là dellafrontiera. In cambio si prendo-no il 2 e mezzo, anche il 3 percento di commissione. In tantianni non è mai successo niente.Molti di quelli che conosco nonportavano i contanti inS v i z z e ra ,

ma si affidavano a questi funzio-nari. Che a loro volta, per abbas-sare il rischio, dividevano lesomme fra più persone. Insom-ma, erano gli “spalloni”, cheuna volta portavano su e giù lesigarette. E negli ultimi anniportavano di là i soldi”. Un fun-zionario di una banca svizzera,però, non è tipo da passare ilconfine con 500 mila euro sottoil maglione: “É troppo rischio-so. Di solito assoldano 10 spal-loni, 50 mila euro a testa. Perquesto, poi, ci sono da pagarecommissioni tanto salate”.Resta il dubbio: i bancari, gira-no per Milano a cercare macel-lai, dentisti, ingegneri, medici,pompe funebri e tutti i sospettievasori? “Non sono l'unico - di-ce il nostro bancario - che vienea Milano con questo compito”.Il bancario racconta che tra isuoi clienti ci sono anche ma-nager che hanno lavorato all'e-stero e si facevano pagare inSvizzera. Poi riportavano in Ita-lia lo stretto necessario e lascia-vano di là il grosso dei compen-si. Poi ci sono alcuni italiani dav-vero ricchi che dagli anni Set-tanta hanno iniziato a mettere alsicuro capitali in Svizzera per ti-more di una presa del potere daparte dei comunisti. E quelli -

giura ilban -

ca -

ScandaloEutelia:Ome gapr ote staper la sedeo c c u p at a

L a società Omega, nota al-le cronache per aver

mandato la lettera di mobi-lità a 1200 persone assuntepochi mesi fa, finalmenteparla, con un comunicatostampa. Non per risponde-re alle domande più ovvie,ad esempio: Cosa ci guada-gna Omega a rilevare un ra-mo d’azienda da Euteliacomposto da 2mila perso-ne se poi non lo fa lavorare?É vero che si sta fondendocon la società inglese Li-beccio per licenziaregl’impiegati senza pagareloro la liquidazione? Perquale motivo da mesi si im-pegna per perdere com-messe e appalti così da ren-dere verosimile l’ipotesidel fallimento (e così da di-sfarsi di conseguenza deilavoratori acquisiti da Eu-telia senza che nessuno pa-ghi loro 54 milioni di eurodi tfr)?Non si occupa di questi in-terrogativi. Omega si limi-ta a commentare l’occupa-zione della sede romana daparte dei dipendenti,preoccupati per le letteredi licenziamento e gli sti-pendi non pagati da tre me-si. Il gruppo Omega impie-ga in totale circa 8 mila per-sone. Che si sentono tutti arischio. Sulla manifestazio-ne, Omega risponde che ilsindacato Fiom sta facen-do “l’ennesimo atto intimi-datorio che da mesi impe-disce di affrontare in modoserio e costruttivo la ri-strutturazione dell’ex ra-mo di azienda Eutelia con-fluito in Agile Servizi,azienda rilevata da Omegacon l’obiettivo di creare,insieme a Phonemedia, unpolo italiano dell’IT (Infor-mation Technology)”. In-fatti, non protestano solo ilavoratori di Agile, ma an-che quelli di Phonemedia(azienda di call center) iquali, nei giorni scorsi,hanno denunciato al ‘Fa t -to’ che non vengono paga-ti e non ricevono alcuna ri-sposta dai vertici aziendali.Il gruppo Omega, che fa ca-po a Claudio Marcello Mas-sa e a Sebastiano Liori (chein passato sono stati coin-volti in altri fallimenti), di-ce che si sta impegnandoper evitare che gli 8mila di-pendenti perdano il lavoroe che si parla molto dei po-sti a rischio ma non di quel-li salvati. “Allora spieghinoperchè - replicano gli occu-panti della sede romana diOmega - ci hanno assunti,se non riescono a mante-nerci e se continuano a li-cenziare persone. Non c’èalcuna logica, se non quel-la di fare il lavoro sporcoper Eutelia”. Omega sugge-risce che, per arrivare a unlieto fine, le parti in causaassumano un atteggiamen-to “responsa bile”, a co-minciare dalla Pubblicaamministrazione che sa-rebbe debitrice nei loroconfronti di 36 milioni dieuro (per prestazioni pas-sate). Ma ammette però diavere, proprio nei con-fronti della Pubblica ammi-nistrazione, “oneri per cir-ca 70 milioni di euro”.

(Bea. Bor.)

“Faccio 1000euro di neroogni funerale,poi li porto inSvizzera con lamia famiglia”

Page 10: Il Fatto Quotidiano (30 Ottob 2009)

pagina 10 Venerdì 30 ottobre 2009

BARUFFE D’E U R O PAAl vertice Ue si discute di clima e immigrazione

ma mancano soldi e intese strategichedi Alessandro Cisilin

ALussemburgo fa fred-

do e il cielo è grigio, enon è una novità. Né èuna novità che il Con-

siglio europeo discuta di lot-ta ai paradisi fiscali proprio aLussemburgo. La novità èche sono giunti in ventisei enon in ventisette. Alla duegiorni che si chiude oggimanca solo Berlusconi, so-stituito dal ministro degliEsteri Frattini, per un’i n d i-sposizione che chiama incausa i suoi nipotini. Mai as-senza fu comunque più per-tinente.Il premier si è risparmiatol’ennesima sberla, giuntaproprio da Lussemburgo,ovvero l’ennesima condan-na della Corte di Giustiziaper aver “mancato di adem-piere alle norme europee”,stavolta sull’utilizzo delle re-ti a strascico per la pesca,vietate da ben sette anni,provocando “seri dannial’ecosistema marino”.Ma al di là di quel che sen-tenziano le toghe comuniste

Obama riceve le salme dei militari americani uccisiin Afghansitan nella base di Dover (FOTO ANSA)

Il salutodi Obamae il nuovoo rgog l i oa m e r i c an o

DAL MONDO

di Lussemburgo, è la politicaeuropea ad andare altrove ri-spetto agli intendimenti delp re m i e r.Il vertice, nelle speranze dimolti, avrebbe dovuto brin-dare al Trattato di Lisbona eprodurre i nomi per le nuo-ve cariche di presidente delConsiglio (di lunga durata) edi un unico ministro degliEsteri. Il brindisi invece nonc’è per colpa di Vaclav Klause degli altri uomini del cen-trodestra ceco che hannopresentato ricorso alla Cor-te costituzionale di Pragacontro il Trattato stesso. Lasentenza era prevista per igiorni scorsi e invece biso-gnerà attendere martedìprossimo. Nessuno pensache i giudici daranno ragio-ne al presidente ceco, e tuttisono persuasi che apporràinfine la ventisettesima fir-ma rabbonito da nuove con-cessioni, compresa l’e s e n-zione già concessa a Londrae a Varsavia dalla pur blandaCarta europea dei Diritti fon-damentali.Ma circa i prossimi leader

europei ci si deve fermareper ora ai chiacchiericci, otutt’al più alle bocciature,come quella di Tony Blair,sostenuto oramai solo daBerlusconi, ambedue snob-bati dall’asse franco-tede-sco.Ufficialmente, si parla d’a l-tro. Di nuove regole finan-ziarie e della dilagante disoc-cupazione, con la necessitàdi politiche coordinate a so-stegno del lavoro e, al con-tempo, di un’exit strategy d a l-le misure anticrisi per con-tenere i bilanci e i possibilicontraccolpi inflazionistici.Si tratta cioè proprio dei te-mi al cuore dello scontro traBerlusconi e Tremonti, colpremier, secondo indiscre-zioni, pronto a rotture cla-morose rispetto alle regolemonetarie europee per am-bizioni di spesa. E si parla diambiente, solitamente fioreall’occhiello della politicaeuropea nel mondo. Ma an-che su questo i ventisettesembrano arenarsi, e sem-pre sui denari. Ne servonotanti, decine di miliardi

all’anno solo per convincerea colpi di aiuti i paesi in via disviluppo a siglare un accor-do globale in dicembre alsummit mondiale di Cope-nha gen.E anche su questo l’Italia,con i paesi dell’Est, storce ilnaso. Tra i tanti dissidi, il mi-nistro Frattini si appresta co-munque a strappare un sì, al-meno nei propositi del pre-sidente di turno, il premiersvedese di centrodestraReinfeldt: quello sui rapporticon la Libia per fermare l’i m-migrazione clandestina.

Iniziate leschermaglie inL u s s e m b u rg oper la sceltadel primop re s i d e n t edell’Unione

A bbiamo un impegno con la Spagnache desideriamo mantenere”. Così il

ministro degli Esteri Frattini sul caso diploma-tico-militare che sta facendo salire la tensionetra due sponde del Mediterraneo. Il fatto è chel’Italia dovrebbe lasciare il comando della mis-sione di pace nel Sud Libano (l’Unifil) ai cuginispagnoli. Solo che il premier israeliano Netan-jahu preferisce che a guidare il contingenteche monitora l’area dei guerriglieri Hezbollah

lungo il confine con Israele siano gli italia-ni; e ne ha parlato giorni fa a Berlusconi inun incontro riservato, che riservato è rima-sto per poco: i giornali, prima israeliani epoi spagnoli, hanno sollevato il caso cheora rischia d’inquinare i già non idilliacirapporti con Madrid, oltretutto con il capodello Stato Napolitano appena rientratodalla visita ufficiale al governo e al re.

POCO DIPLOMATICO

S c i a ra d al i b an e s e

di Stefano Citati

Il capo delle forze armate america-ne fa il saluto militare allo sfilare del-le bare avvolte nella bandiera a stel-le e strisce. Obama cancella così la

dottrina Bush sul silenzio totale e osti-nato per le vittime delle guerre combat-tute dai soldati statunitensi nel mondo.Una prima volta la cerimonia che si èsvolta nella base aerea di Dover, nel De-laware, per onorare gli ultimi morti inAfghanistan e che offre al nuovo pre-sidente, a pochi giorni dal primo anni-versario della vittoria elettorale, l'op-

portunità di rafforzare la sua immaginesul fronte interno, quello più pericolo-so e delicato. Il Premio Nobel per la Pa-ce rivela con un atto ufficiale la volontàdi far dimenticare i modi del predeces-sore che aveva proibito ogni coperturamediatica al rientro delle salme.Ma il saluto militare di Dover non vuolecerto smobilitare le truppe in Afghani-stan, o in Iraq (dove la data del ritiro ègià stata decisa negli ultimi giorni dellapresidenza Bush); l'amministrazioneObama vuol far capire agli americani eal mondo che un altro modo è possibilenel gestire e portare avanti uno dei ba-

luardi della politica statunitense. Il go-verno, onorando i suoi morti, vuol di-mostrare che le guerre per le qualimuoiono sono giuste e che quegli uo-mini vanno rispettati e considerati perquesto. Non ci sarà smobilitazione, fu-ga, nonostante i “nostri ragazzi” conti -nuino a morire e anzi – in Afghanistan –muoiano sempre più. Il tributo ai mi-litari caduti sul campo, riservato conogni onore in tutti gli altri paesi impe-gnati nelle operazioni internazionaliscattate dopo l'11 settembre 2001, riav-vicina gli Usa alle abitudini e ai costumidegli alleati occidentali, ma non colma

la differenza fondamentale che separal'impegno dei contingenti anglosasso-ni da quello degli altri Paesi. Gli ame-ricani che espongono Star s&str ipes fuo -ri dalle case, più numerose nell'Ameri-ca profonda, negli Stati agricoli, chenelle grandi città, continueranno a con-siderare giusta le battaglie intrapresedalle proprie forze armate. Non saràpiù l'idea trasformata in ideologia e cro-ciata dell'esportazione della democra-zia, care a W. Bush, ma resterà profondoconvincimento dell'America di dovere,e potere, intervenire all'estero in situa-zioni che minacciano la pace e la sta-

bilità di un'area (e, in qualche modo, diriflesso, dell'America). La lezione delVietnam, con il fronte interno che con-dizionò fino alla sconfitta l'interventonel sSudest asiatico, ha costretto i mi-litari a una maggiore sensibilità, inse-gnato a gestire i reduci e incrinato e of-fuscato l'orgoglio bellico, ma non hacancellato la capacità del Paese di ac-cettare perdite, di trovare motivazioniprofonde d'eroismo e orgoglio – a untasso tale che solo i britannici hannoqui in Europa - per le vittime morte lag-giù, dall'altra parte del mondo per aiu-tare altri popoli.

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Venerdì 30 ottobre 2009 pagina 11

non lavoro.Non ho avu-to mai nean-che una mul-ta da quandosono in Ita-lia”, avevara c c o n t a t oprima di es-sere rinchiu-so nella celladel Cie diGradisca. ManonostantequestoElham aveva detto di non voler scap-pare dal Centro di identificazione edespulsione. “Poi dovrò per forza fareil delinquente. Perderò il lavoro, lacasa, la macchina e forse la mia don-na che mi aspetta a Firenze. Io vogliosolo quel maledetto pezzo di carta”.Da due mesi questo uomo non sentei suoi due bambini che sono in Ma-rocco con la ex moglie. Oggi Elhamnon risponde più neppure al suo cel-lulare. Chi è riuscito a sentire Elhamieri è Roberto Antonaz consigliereregionale della Sinistra Arcobaleno.“La telefonata in realtà è durata 30secondi. Bastati per capire quantosia provata questa persona. Ma losciopero della fame di Elham conconseguenze che potrebbero diven-tare drammatiche, è un episodio chesi inserisce in un quadro di grandetensione al Cie di Gradisca. Nei gior-ni scorsi - commenta Antonaz - mi èstato negato dal ministero degli In-

terni l'accesso al Cie. Richiesta cheavevo inoltrato in qualità di consi-gliere regionale ed ex assessore re-gionale all'immigrazione. Un rifiutoall'accesso assegnato senza nessunamotivazione ufficiale”.La tensione nel Cie di Gradisca è dav-vero alta. Ne sono testimonianza an-che le notizie e le fotografie relativead aggressioni avvenute lunedì 21settembre e circolate su Yo u t u b e . So-no stati gli stessi migranti a darne no-tizia attraverso delle telefonate.Allarme rosso anche per le condizio-ni igienico-sanitarie precarie e il ci-bo pessimo. C'è molta tensione cau-sata soprattutto dalla modifica nor-mativa dei tempi di permanenza nelCie che il nuovo pacchetto sicurezzaha reso possibili nella misura di 180giorni. Un termine così lungo nonfavorisce il ricambio degli immigratitrattenuti, costretti a vivere di fattoin una condizione di reclusione.

Kashgarcancellatadai cinesi

COSÌ MUOREUNA CITTÀ-SIMBOLO

di Raffaela Scaglietta

Nel 2002 Chasa Road erala strada dei ciabattiniche attraversava Ka-shgar. Il bazaar utopico

degli artigiani della Via dellaseta. C'erano venditori di spe-zie, di specchi, gioielli, tappe-ti , cappelli, bagels, fettuccinee kebab fumanti. Velocissimigiocatori di scacchi, donne in-daffarate, bimbi curiosi e car-retti dipinti a mano.Kashgar è stata da sempre laculla dei commercianti e ilcrocevia di passaggio di tantespie, uomini d'affari, diploma-tici, e strateghi che arrivavanocoraggiosi nel misterioso Im-pero di Mezzo. Un'oasi sullavia del commercio più impor-tante nel mondo.Una porta d'ingresso per en-trare nella Provincia Proibita:lo Xinjiang, che era, ed è, abi-tata dall'etnia musulmana diorigini turche, gli Uiguri e datutte le altre etnie nomadid’origine russa, uzbeki, kir-ghisi e targiki.Nel 2009 Kashgar ha persotutta la sua magia. Basta scor-rere per pochi minuti le imma-gini arrivate da Pechino e ve-dere nuovi palazzi bianchi orossi, le telecamere di sorve-

glianza appostate agli angoli,quelle strade sterrate dei cia-battini ormai vuote, la metàdelle case già demolite. Nean-che più l’ombra di quel bazaarmultietnico di gente che simuoveva libero, rumoroso esor ridente.La Provincia Proibita, come ladescriveva nei suoi reportagestorici degli anni Trenta, PeterFleming (il fratello dell’a u t o reche inventò le avventure di Ja-mes Bond) è forse diventatauna Provincia Sorvegliata, co-me ipotizzava Orwell? Certodalle immagini degli ultimi vi-deo che arrivano dalla capitalecinese, la nuova città di Ka-shgar assomiglia a un brutto esilenzioso quartiere di perife-ria, costruito in fretta per chiha bisogno di una casa. Tra cin-que anni non resterà più nien-te - dicono le autorità cinesi. Ilcentro di Kashgar sarà demo-lito e questo perché ci sono al-ti rischi e scosse di terremotoin arrivo.In pratica in Cina si butta giùprima della scossa. E si costrui-scono le nuove città di acco-glienza prima delle tragedie.“Io ringrazio il Partito comuni-sta per avermi dato una casa”,spiega una signora uigura nelvideo. “Non ho dovuto pagare

nulla e adesso ho una casa nuo-va ”, continua la signora velata.Mentre Abdul, racconta cheservono 10mila euro per ri-strutturare la casa nel centro.Diecimila euro a Kashgar sonouna fortuna. E dal tono dellesue parole si capisce che luiquei soldi non ce l’ha, ne mai liav r à .E allora che si fa? Chi difenderàla città, chi proteggerà la co-munità degli uiguri in Cina?Da anni ci prova Rebiya Ka-deer. Una donna di Urumqui,il capoluogo di provincia,uscita di prigione nel 2005, eche vive ora in esilio forzato aWashington. Rebiya era stataarrestata nel 1999 con l'accu-sa di aver rivelato i segreti distato cinesi al mondo.Ma la signora Kadeer non si dàpace. Pochi giorni fa è arrivataa Tokyo per condannare le vio-lenze e le esecuzioni segretedella polizia cinese sugli uigu-ri e la detenzione illegale deiprigionieri. “Spero che questiomicidi finiscano”, ha detto lasignora Kadeer alle agenzie distampa internazionali, scate-nando le proteste di Pechino.Per le autorità cinesi lei è unaterrorista ed è la mente che hafomentato l'ultima “rivolta de-gli Uiguri” di luglio che provo-

cò 1.600 feriti e 197 morti. Gliuiguri sono considerati da Pe-chino dei separatisti pericolo-si e già nell'era di George Bushquando iniziò la guerra al ter-rorismo, furono sospettati diaver dei contatti con OsamaBin Laden, che si trovava forsenascosto in qualche grotta sul-la Karakorum road che da Ka-shgar porta con qualche curvadi montagna al Pakistan.Ma la “mamma degli uiguri”come la chiamano ormai i suoiamici americani non ci ha maicreduto alla teoria della grot-ta, tanto più che nel suo ufficio

Chasa Road, strada centrale di Kashgar (FOTO DI RA F FA E L A SC A G L I E T TA )

di Washington ha esposto lefoto di Laura Bush. Ma l'ex im-prenditrice di successo, a 62anni , vuole proteggere la suacomunità. Tra poco usciràun'autobiografia in cui rac-conta come sia sopravvissutaalla povertà, ai soprusi del re-gime maoista e come sia riu-scita a cavarsela attraverso lavendita al mercato in nero divestiti, e biancheria intima inun bazaar per donne. A buonintenditore di commercio nonsi comanda. Tanto meno sullavia storica del commercio cheuniva Venezia a Pechino.

Bazaar della Via della seta, cuoredella minoranza islamica Uiguri:adesso è in via di demolizione

DAL MONDO

I ran

DIPLOMAZIA PAPALESUL NUCLEARE

Il lungo scioperodella fame di Elham

di Elisabetta Reguitti

N on mangia da 54 giorni, è terri-bilmente debole ma nonostante

tutto continua la sua lotta per la li-bertà. Ora ha iniziato anche lo scio-pero della sete e si limita a beve caf-fè. Non dorme da giorni. Questo èquanto sta accadendo al Cie (Centrodi identificazione ed espulsione) diGradisca d'Isonzo in provincia diGorizia a due passi dal confine slo-veno. Un inferno a cielo aperto nelquale sono trattenuti, nello stessocontesto, immigrati che hanno com-messo reati già espiati e che, moltospesso, versano in condizioni preca-rie di salute, immigrati entrati irre-golarmente ma anche immigrati cheavendo perso il lavoro non hannopiù il permesso di soggiorno (i co-siddetti over stayer s). A Gradisca ven-gono trattenuti pure gli immigratiche hanno dichiarato la volontà dirimpatrio nel loro paese d'origine eche, anche se in possesso della do-cumentazione necessaria, devonoattendere molto tempo prima di po-terlo effettuare. Tutti indistintamen-te in attesa dell'espulsione e costret-ti ad un trattenimento che ingiusta-mente li equipara. Sovraffollando lastruttura che a fine settembre regi-strava 194 immigrati trattenuti.Elham, che ha 41 anni, ha deciso ri-schiare la sua stessa vita per fare inmodo che qualcuno di occupi diquesta pesantissima situazione. Dalsito www.andreaonor i.com riusciamo a

ricostruire il percorso di questo uo-mo il cui peso oggi è di 49 chili ri-spetto agli iniziali 67. Un deperi-mento fisico tale da indurre per bentre volte il ricovero dell'uomo inospedale. Ma lui prosegue la sua pro-testa. Elham è partito dal Maroccocon un contratto di lavoro in manodopo aver effettuato un viaggio inpullman pagato 8mila euro. “Ho ca-pito subito di aver preso la prima fre-g a t u ra ”, aveva detto. Entrato rego-larmente in Italia nel 2001 ha inizia-to a lavorare come aiuto cuoco e ca-meriere nei ristoranti. Nei primi me-si del 2005 riceve il primo mandatodi espulsione a causa di un ritardodel rinnovo del permesso di soggior-no. Proprio per questo motivo hafatto ricorso al Tar di Trieste e l'u-dienza è prevista per oggi. Intantoaspetta in cella e dimagrisce ognigiorno di più. Questo uomo ha per-so la sua libertà senza aver commes-so alcun reato. Da quando è arrivatonel nostro paese Elham, infatti, hacambiato mestieri cercando di ade-guarsi alle richieste. Seguendo uncorso che gli ha permesso di otte-nere un patentino per fare il "pon-tista" (montaggio e smontaggio pon-ti). Nel frattempo, però, di sera, la-vorava come cameriere nei bar. Poila crisi economica e le difficoltà atrovare lavoro. “Io pago regolarmen-te 850 euro di affitto e la rata dellamacchina. Ora, è tutto sospeso. Dacasa mi vogliono cacciare perché so-no 2 mesi che non pago, visto che

NBERLINO

Apre il più grandearchivio sul sesso

È stata aperta a Berlinola più grande

biblioteca mondiale disessuologia, creata dalprofessor Haeberle incollaborazione con laUniversità Humboldt.L’accesso all’archivio èlibero, anche via internet.Il sito, già attivo da unmese, è stato cliccato daoltre 8 milioni divisitatori.

VENEZUELA

Chavez limital’uso di elettricità

A Caracas, Venezuela,in questi giorni la

popolazione resterà peralcune ore senza luce.Sarà anche uno degli statipiù ricchi di petrolio, mala crisi energetica staattanagliando il paese diChavez. I ‘tagli’ sonoiniziati martedì. Ma ilpresidente Chavez stapensando a un progettodi razionamento elettricoche limiterà l’usodell’aria condizionata eordinerà, di spegneregran parte delle luci nelpalazzo presidenziale.L’obiettivo è quello ditagliare il consumoenergetico del 20%.Consumo che dal 2004 èsalito del 25%. L’esecutivosta pensando inoltre dimultare i proprietari dicase e i negozi checonsumano troppo.

USA E DIRITTI

Obama firmacontro l’omofobia

I eri mattina, BarackObama ha firmato il

Matthew Shepard Act, lalegge che equipara i reatidi omofobia a quelli dirazzismo. Il nuovo testoamplia la definizionedegli “hate crime”, i reatidettati dall'odio, finoraprevista solo per casi didiscriminazione su baseetnica, razziale ereligiosa. D'ora in poi,con questa legge federale,rientreranno anchequelli compiuti per ildiverso orientamentosessuale o una disabilita'delle vittime.

LA R I V I S TA

“Il ribelle” e la lottabirmana

È inedicola

il nuovonumero dellarivista “Ilribelle”,diretta daMassimo Finie Valerio Lo

Monaco. Oltre a unreportage sulla resistenzabirmana, cui èdedicata la copertina,nel mensile si parladelle promessedi Obamae dell’asseChavez-Ahmadinejad.

Papa Ratzinger ha ricevuto il nuovo ambasciatore iranianopresso la Santa Sede, nel giorno in cui a Vienna i mediatori di

Teheran consegnavano all’Agenzia internazionale per l’age n z i aatomica la bozza di accordo sul programma nucleare iraniano

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pagina 12 Venerdì 30 ottobre 2009

di Caterina Perniconi

U n’altra università è possibile. Lo pensano gli studentiuniversitari che stanno manifestando in tutt’Italia con-

tro il disegno di legge di riforma del Ministro Gelmini. Unritorno dell’Onda, il movimento nato l’anno scorso nelleuniversità è quello che le associazioni studentesche vo-gliono mettere in piedi. “Questa volta sarà più difficilespiegare a tutti quello che succederà con questa riforma -spiega Claudio Riccio del coordinamento universitarioLink - perché è stata pubblicizzata come la migliore so-luzione del mondo, senza approfondimenti. I giornali diieri sono tutti concentrati su ciò che si potrebbe fare e nonsi rendono conto che senza soldi non si farà nulla, anzi,saremo costretti a cedere autonomia ai privati”.Già, i soldi: ieri gli studenti dell’Udu avevano diffuso suYoutube un video provocatorio dai contenuti piuttostoforti: il rapimento di Mariastella Gelmini. Ore 20 - cosìcomincia il video - il Ministro torna a casa, poi spunta unamacchina e si consuma il ‘ra t t o ’. “Abbiamo 'rapito' Ma-riastella - si legge poi in un testo rosso su sfondo nero -chiediamo come riscatto due miliardi di euro da conse-gnare all’Università italiana, il ritiro del disegno di legge e

BUONE NOTIZIE a cura della redazione di Cacao

LA LAMPADINA ULTRA-ECOLOGICA E LA “G I O C O N D O N A”

la delega sul diritto allo studio”. Un’iniziativa forte perlanciare la manifestazione del 6 novembre, durante la qua-le gli universitari chiederanno il simbolico riscatto. Ma èsolo la prima tappa di una protesta che sta prendendopiede negli atenei. Assemblee informative, sit-in e volan-tinaggi si svolgono da mercoledì in tutt’Italia, in attesa delprossimo 17 novembre quando la mobilitazione diventerànazionale con lo sciopero studentesco.Ma questa volta non c’è solo la protesta. Lo scorso 10ottobre, infatti, è nato il forum Wikisaperi, dove i ragazzidiscutono una proposta complessiva di trasformazionedella scuola e dell’università. “Vorremmo una strutturasociale in cui il potere politico ed amministrativo sia il piùdiluito possibile - si legge su Wikisaperi - in cui nessuno sisenta in diritto di sopraffare l’altro solo perché ha la pos-sibilità di mettere un timbro su un pezzo di carta. Vogliamoun’università che sia specchio di una società ideale, nonpiramidale ma circolare, e solo così realmente democra-tica”. Con una precisa riforma della governance e dellarappresentanza. C’è anche un lungo capitolo dedicato aldiritto allo studio con “l’imprescindibile copertura totaledelle richieste di borsa di studio”. Ad oggi, infatti, moltiidonei a fine anno non percepiscono le borse per man-canza di fondi, ma le tabelle di riferimento sono ferme al1991.No all'aziendalizzazione del sapere anche dagli studentidella Destra Universitaria, l'associazione nazionale studen-tesca di Forza Nuova. “Si capisce benissimo - dice l’or-ganizzazione - che l'ingresso di privati nelle università si-gnifica l'ingresso di affari economici che trascendono ilriguardo per la didattica e la ricerca: permettere alle azien-de di avere voce in capitolo nel mondo dell'università -aggiungono - significa trasformare quello che dovrebbeessere il fulcro del sapere in una succursale di interessi noncerto accademici”. Ma se il sistema rischia di collassarequella dei privati potrebbe essere l’unica via d’uscita. IlMinistro, però, non ammette l’aziendalizzazione e spiegache se le università non bandiranno concorsi "non sarà perdivieti imposti dal ministero ma perché non hanno i fon-di”. Ma se mancano i fondi, di chi è la colpa?

Le domande in sospeso

sul disegno

di legge del Governo

I l Consiglio dei Ministri ha dato il via libera allariforma universitaria di Mariastella Gelmini. IlDdl prevede che i Cda degli atenei siano

composti al 40% da membri esterni e introduce lafigura del manager al posto del direttoreamministrativo. Ribadendo i tagli previsti e voluti dalministro Tremonti (meno mille milioni di euro in 5anni), la Gelmini riduce poi il numero delle facoltà

all’interno degli atenei: non potranno essere più di 12.L’altra grande rivoluzione riguarda la soppressionedegli assegni post-dottorali e ll’introduzione di unconcorso nazionale per diventare professori, associatie ordinari. Altra novità è che i ricercatori saranno tuttia tempo determinato: con contratto triennalerinnovabile per altri tre anni. Non è ancora chiaro,però, come il dottorando potrà proseguire la propria

carriera e diventare ricercatore. Il quale, al termine dei6 anni di contratto a termine, potrà accedere alconcorsone. Quando termina la borsa di dottorato,quali sono i criteri per scegliere chi deve diventarericercatore? Inoltre, se i soldi calano drasticamente,quante persone potranno realmente accedere allacarriera? Infine, i privati che entrano negli atenei,metteranno dei soldi? Ma in cambio di cosa?

“SENZA SOLDI ÈSOLO UNA FINTA”

ODIFREDDI PARLADELLA RIFORMA

di Paola Zanca

“Più che una riforma misembra un proclama:non ci sono i quattri-ni e si fa il gioco delle

tre carte”. Piergiorgio Odifred-di, professore di Matematica alPolitecnico di Torino e una lun-ga esperienza negli atenei dimezzo mondo, commenta cosìla linee guida annunciate dalministro Gelmini.Professore, cosa non la con-vince?Il velleitarismo di questo Go-verno, che pensa di cambiare lecose senza investire nessuna ri-sorsa. Da anni dico che c'è bi-sogno di cambiare radicalmen-te il nostro sistema universita-rio, per questo non dico che siatutto da buttare.Cosa salverebbe?Penso alla verifica della produ-zione scientifica e didattica deiprofessori: negli Usa lo fannoda sempre. Alla fine del corso,gli studenti compilano un que-stionario: anche alcune univer-sità italiane lo hanno introdot-to, ma un conto è farlo tanto perfare, un conto è che la valuta-zione abbia delle ricadute sugliavanzamenti di carriera. È unanovità interessante, che puòaiutare a contrastare il lassismodi molti docenti, ma è una pic-cola cosa: prima va affrontata laquestione dei concorsi.Che ha fatto il ministro inquesto senso?Si è ritornati indietro ai mieitempi: c'è di nuovo la lista unicanazionale.E la tanto sbandierata auto-nomia?L'assurdo è proprio questo:non so quanto questa riformasia stata meditata. Mi pare ci siamolta confusione di fondo. Daun lato il ritorno al “centrali -smo” dei concorsi e i punti in-terrogativi sulla scelta dei com-missari. Dall'altro la privatizza-zione: ma se l'Università è au-tonoma finanziariamente allo-

ra dovrebbe essere libera di as-sumere chi vuole, no?Il paradosso dei managerimbrigliati nella burocrazia.La semi-privatizzazione è per-fettamente in sintonia con la fe-de nel liberismo di questo Go-verno, la totale fiducia nel ruo-lo taumaturgico del privato.Che conseguenze può averesulla didattica?A investire nelle università sa-ranno le industrie, non i privaticittadini. E a parte qualche rarofilantropo, è facile immaginareche gli altri si lanceranno in fi-loni redditizi. Si investirà in ri-cerche applicate in settori chedanno un riscontro immediato.Va benissimo, per carità, ma ilrischio è di restringere il campodi interessi accademici: non sicapisce chi dovrebbe finanzia-rie la filosofia, la storia, perfinola matematica.Quanto ai ricercatori, che ne

pensa del tempo determina-to rinnovabile al massimoper 6 anni?Da un certo punto di vista è unanovità positiva: i ricercatorinon saranno più sospesi per untempo indefinito, come succe-de oggi. Mi auguro però che laprima verifica dopo i tre anninon si trasformi nell'ennesimoaggravio di burocrazia, tutto adiscapito dell'efficienza.Quale potrebbe essere unbuon metodo per il recluta-mento dei docenti?

LA PROTESTA

L’AUTUNNO DEGLI STUDENTI E IL RITORNO DELL’ONDA

Negli Usa funziona così: i can-didati si presentano agli ateneicon una lettera di raccomanda-zione. Roba che da noi fa accap-ponare la pelle. Poi c'è il pro-blema delle mele marce.Si spieghi meglio.Parlo della massa di professorientrata di ruolo per clienteli-smi, favori e nepotismi. Chefacciamo, ce li teniamo? Pre-tendere di fare una riforma sen-za toccare l'esistente è un po'da politica dello struzzo: d'orain poi faremo così, dicono. Un

ragionamento da sanatoria. Sipotrebbe fare come hanno fat-to i giornali: con la scusa dellacrisi, una bella infornata di pre-pensionamenti, magari di tuttiquelli che non pubblicanoniente da vent'anni. Sarebbeuna scelta coraggiosa.Come andrà a finire?Bisognerà vedere come usciràla proposta dall'Aula. Non di-mentichiamo che molti parla-mentari sono professori uni-versitari. Ovvio, difendono lacategor ia.

A fianco, unacorteo di

universitari inprotesta contro

la riforma diMariastella

Gelmini

NVIOLENZE

Barbone dato allefiamme a Napoli

È ricoverato inprognosi riservata al

Cardarelli di Napoli, ilsessantenne senza fissadimora a cui, ieri mattinaall’alba, un gruppo disconosciuti ha dato fuoco.Soccorso dalla polizia, ilbarbone in stato di shockha ripetuto varie volte laparola “vecchi” senzafornire altri elementi peridentificare gli aggressori.

CASO CHIUSO

Quella non è lanave dei veleni

I l relitto affondato alargo di Cetraro, in

Calabria, non è la navedei veleni ma il piroscafo'Catania'. Lo ha reso notoil ministro dell'AmbientePrestigiacomo in unaconferenza stampacongiunta con ilprocuratore nazionaleantimafia Piero Grasso. Ilcaso è quindi chiuso. La'Catania' è una navepasseggeri e non ci sonoelementi di radioattivitànè di inquinamento nelraggio di tre chilometriintorno alla nave.

CROTONE

Otto indagati per imorti d’amianto

S econdo la Procura diCronte, otto persone

ai vertici del vecchiostabilimento Montedisonsono responsabili diomicidio colposoplurimo. Le indaginiriguardano le mortiprovocate dall’amiantoall’interno dell’azienda.I decessi sarebberoquelli di 5 lavoratori edelle mogli di altri 2operai venute incontatto con le polveriattraverso gli indumentidei mariti. Secondo gliinquirenti, le ottopersone, pur essendo aconoscenza dei rischi,non avrebberoinformato i lorodipendenti.

IL RICORSO

Se la Giunta èsenza donne

D opo il predecente diTaranto, anche a

Verona è stato presentatoun ricorso al Tar per latotale assenza di donnenella giunta provinciale.Lo rende notol'associazione "Forumpolitico delle donne diVerona" che annuncia diaver depositato il ricorsomartedì scorso.

UNIVERSITÀ

E su Youtube va in scena il‘ratto’ della Gelmini: comeriscatto, più fondi agli atenei

Storie di ladriAthens, contea di Clarke, Stato della Georgia(Usa): era sola in casa quando ha sentitoqualcuno armeggiare alla porta. Haguardato dallo spioncino, ha visto il ladro eha avuto un vero e proprio colpo di genio:accovacciarsi per terra e imitare il verso diun grosso cane imbestialito. Nel frattempoha chiamato il 911, ma quando sono arrivatigli agenti il ladro se l'era già data a gambe.Tornerà con delle crocchette?Record artistici. Katy Webster daWrexham, Galles, ha scritto il suo nome nellibro dei Guinness disegnando la più grandeMonna Lisa del mondo, battezzata la“Giocondona”. Il dipinto occupa un'area di240 metri quadri. La fronte e l'enigmatico

sorriso sono edificabili.Ekò, la lampadina perfetta.Presentata alla Fiera di RiminiEcomondo dalla Wiva Group, aziendafiorentina, è la prima lampadina arisparmio energetico realizzata conmateriali riciclati, soprattuttolampadine a fine ciclo di vita. Ekòutilizza la metà del mercurio contenutonelle “nor mali” lampadine fluorescenti(2,5 mg, la soglia consentita per legge èdi 5 mg), ha una durata di circa 10.000ore e per una precisa scelta aziendale ilsuo brevetto non è stato e non verràdepositato. Il Fai, Fondo AmbienteItaliano, installerà Ekò in tutti gli edificidi sua proprietà in Italia.

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Venerdì 30 ottobre 2009 pagina 13

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pagina 14 Venerdì 30 ottobre 2009

“Quando vedoBerlusconie quell’altrobassotto vorrei

dimettermidal genereumano”

SECONDOTEMPOS P E T TA C O L I , S P O RT, IDEE

D’UrsoLa miat e l ev i s i o n enonè affattos p a z z a t u ra

MinaTorna con12 nuovec a n zo n i :“Fe l i c e ”,in uscita oggi

MaradonaNataliaRosas Muniz:“Notted’amore conDieguito”

BaroniTorna sullapanchina delSiena dopol’esonero diGiampaolo

di Marco Travaglio

Franco Battiato è molto diverso dacome lo immagini. Allegro, scher-zoso, spiritoso, talora persino unpo’ cazzone. Forse perché, con lasua cultura sterminata e la sua paceinteriore, se lo può permettere.Un uomo, però, armato di un’in -transigenza assoluta, di un’insof fe-renza antropologica per le coseche non gli piacciono. E’ appenatornato da due concerti trionfali aLos Angeles e New York e ancoracombatte il jet-lag nella sua casa diMilo (Catania). Parliamo del suo ul-timo pezzo-invettiva “Inneres Au-ge ”, già anticipato sulla rete: unodei due singoli inediti che impre-ziosiscono l’album antologico inuscita il 13 novembre (“I n n e re sAuge - Il tutto è più della somma

delle sue parti”). Una splendida in-vettiva che si avventa sugli scanda-li berlusconiani e sulla metà d’Ita -lia che vi assiste indifferente e im-belle, con parole definitive: “Unodice: che male c’è a organizzare fe-ste private con delle belle ragazzeper allietare Primari e Servitori del-lo Stato? Non ci siamo capiti: e per-ché mai dovremmo pagare anchegli extra a dei rincoglioniti…”.Che significa “Inneres Auge”?“Occhio interiore. Ma lo preferi-sco in tedesco. In italiano si dice“terzo occhio”, ma non mi piace,fa pensare a una specie di Polife-mo. I tibetani hanno scritto cosemagnifiche sull’occhio interiore,che ti consente di vedere l’aura de-gli uomini: qualcuno ce l’ha nera,come certi politici senza scrupoli,mossi da bassa cupidigia; altri cel’hanno rossa, come la loro rab-bia”.Lei, quando ha scritto “I n n e re sA u ge ”, aveva l’aura rossa.“Vede, sto bene con me stesso. Vi-vo in questo posto meravigliososulle pendici del Mongibello. Dallaveranda del mio giardino osservo ilcielo, il mare, i fumi dell’Etna, lenuvole, gli uccelli, le rose, i gelso-mini, due grandi palme, un pozzoantico. Un’oasi. Poi purtropporientro nello studio e accendo la tvper il telegiornale: ogni volta è un

trauma. Ho un chip elettronico in-teriore che va in tilt per le ingiu-stizie e le menzogne. Alla vista dicerti personaggi, mi vien voglia diimpugnare la croce e l’aglio peresorcizzarli. C’è un mutamento an-tropologico, sembrano uomini,ma non appartengono al genereumano, almeno come lo intendia-mo noi: corpo, ragione e anima”.I “lupi che scendono dagli alti-piani ululando”.“Quello è un verso di Manlio Sga-lambro che applico a questi indi-vidui ben infiocchettati in giacca ecravatta che dicono cose orrende,programmi spaventosi, ragiona-menti folli e hanno ormai infettatola società civile. Quando li osservomuoversi circondati da guardie delcorpo, li trovo ripugnanti e mi vienvoglia di cambiare razza, di abdi-care dal genere umano. C’è unagran quantità di personaggi di que-sta maggioranza che sento estra-nei a me ed è mio diritto di citta-

dino dirlo: non li stimo, non li ri-spetto per quel che dicono e sono.Non appartengono all’umanità acui appartengo io. E, siccome fac-cio il cantante, ogni tanto uso ilmio strumento per dire ciò chesento”.L’aveva fatto già nel 1991 con“Povera Patria”, anticipandoTangentopoli e le stragi. L’ha ri-fatto nel 2004 con “Ermeneuti -ca”, sulla “mostruosa creatu-ra” del fanatismo politico-reli-gioso e della guerra al terrori-smo ingaggiata dai servi di Bu-sh, “quella scimmia di presi-dente”: “s'invade si abbatte siinsegue si ammazza il cattivo es’inventano democrazie”.“Sì, lo faccio di rado perché mi ren-do conto di usare il mio mezzoscorrettamente. La musica do-vrebbe essere super partes e nonoccuparsi di materia sociale. Masono anch’io un peccatore e la car-ne è debole…”Lei non crede nel cantautorei m p e g n a t o.“Per il tipo che dovrei essere, no.Ma non sopporto i soprusi e ognitanto coercizzo il mio strumento.Il pretesto di “Inneres Auge”, cheha origini più antiche, è arrivatoquest’estate con lo scandalo di Ba-ri, delle prostitute a casa del pre-mier. E con la disinformazione digiornali e tiggì che le han gabellateper faccende private. Ora, a menon frega niente di quel che fannoi politici in camera da letto. Mi in-teressa se quel che fanno influenzala vita pubblica, con abusi di po-tere, ricatti, promesse di candida-ture, appalti, licenze edilizie incambio di sesso e di silenzi prez-zolati. Questa è corruzione, a ope-ra di chi dovrebbe essere immaco-lato per il ruolo che ricopre”.“Non ci siamo capiti”, dice nel-la canzone.“Non dev’essere molto in gambaun signore che si fa portare le don-ne a domicilio da un tizio che poi lepaga, dice lui, a sua insaputa perdargli l’illusione di piacere tanto,di conquistarle col suo fascino ir-resistibile. Quanto infantilismo pa-tologico in quest’uomo attempa-to! Ma non c’è solo il premier”.Chi altri non le piace?“Tutta la banda. I cloni, i servi, i kil-

ler alla Borgia col veleno nell’anel -lo. Li ho sempre detestati questi ti-pi umani. Per esempio il bassottoche dirige un ministero e fa il Sa-vonarola predicando e tuonandosolo in casa d’altri, senza mai ap-plicare le stesse denunce ai suoicompagni partito e di governo.Meritocrazia: ma stiamo scherzan-do? Badi che, quando dico bassot-to, non mi riferisco alla statura fi-sica, ma a quella intellettuale e mo-rale: un occhio chiuso dalla suaparte e uno aperto da quell’a l t ra ”.“La Giustizia non è altro cheuna pubblica merce”, dice an-cora.“Penso al degrado della giustizia:ma i magistrati dovrebbero ribel-larsi tutti insieme e appellarsi almondo contro le condizioni in cuisono costretti a lavorare. Non pos-sono accettare, nell’èra dell’infor -matica, di scrivere ancora senten-ze e verbali col pennino e il cala-maio, mentre la prescrizione simangia orrendi delitti e, in defini-tiva, la Giustizia”.Quando Umberto Scapagninidivenne sindaco di Catania, leiminacciò addirittura di espa-triare. Come andò?“Avevo previsto un decimo di quelche poi è accaduto. Un inferno. Ca-tania era uno splendore: in pochianni, come Palermo, è stata deva-stata da questa cosiddetta destra.Ma nessuno ne parla”.Lei è di sinistra?“E chi lo sa cos’è la sinistra. Bastaparlare di destra e di sinistra, ancheperchè a sinistra c’è un sacco digente che ha sempre fatto il dop-pio gioco al servizio della destra,spudoratamente. Per evitare tra-nelli, uso un sistema tutto mio: os-servo i singoli individui, poi traggole mie conclusioni”.Ha votato alle primarie del Pd?“Sì, per Bersani. Non che sia il miopolitico ideale, ma mi sembra untipo in gamba. Forse l’ho fatto per-ché almeno, in queste primarie, ilvoto non era inquinato. Non è po-co, dalle mie parti, dove alle ele-zioni politiche e alle amministrati-ve i seggi sono spesso presidiati dacapibastone e capimafia che ti mi-nacciano sotto gli occhi della po-lizia”.Quella cosa dell’espatrio nonera esagerata?

“La ripeterei oggi. Io sono sem-pre pronto: se in Italia le cose

dovessero peggiorare,me ne andrei. Ubi

maior, minor ces-sat. Mica puoi

fare la guerraai mulini avento. Perfortuna è

difficile che si ripeta il fascismo,anche perché sono convinto chemolti italiani la pensano come mee sarebbero pronti a impedirlo.Comunque, “pi nan sapiri leggirinè sciviri”, comprerò una casa al-l ' e s t e ro ”.Lei è molto antiberlusconiano.“Sono un Travaglio un po’ più ba-stardo. Penso che la tecnica mi-gliore sia l’aplomb misto all’ir risio-ne, senza urli né insulti”.Ma Berlusconi non è finito, altramonto?“Dipende da quanto dura, il tra-monto. Ma non credo sia finito: lacordata è ancora robusta. Però misento più tranquillo di qualche me-se fa: sta commettendo troppi er-ror i”.I partiti hanno mai provato ada rr u o l a r l a ?“Mai. A parte Pannella, tanti annifa. Qualche mese fa mi ha chiama-to un ministro di questo governoper dirmi che mi segue da sempree concorda in pieno con una miaintervista. Forse non aveva capitoo avevo sbagliato qualcosa io. Maora, dopo il mio ultimo singolo,magari fa marcia indietro”.“Inneres Auge” già impazzasulla rete. Teme reazioni politi-che?“Mi aspetto la contraerea. Ma sia-mo pronti”.Non teme, con una canzone co-sì “schierata”, di perdere il pub-blico berlusconiano?“Mi farebbe un gran piacere. Se in-vece uno che non mi piace viene adirmi di essere un mio fan, since-ramente mi dispiace”.Ai tempi del “La voce del pa-d ro n e ”, a chi la interpellava sulsignificato dei suoi testi erme-tici, lei rispondeva “sono soloc a n zo n e t t e ”. Lo sono ancora?“Quello era un gioco, ma non sonomai stato d’accordo con questamassima di Edoardo Bennato. “Lavoce del padrone” era un’opera -zione programmata come un di-vertimento frivolo e commerciale,e riuscì abbastanza bene, mi pare.Ma in realtà avevo inserito segnaliesoterici che sono stati ben perce-piti e seguiti da molti ascoltatori.Ogni tanto mi dicono che qualcu-no, ascoltando i miei pezzi, ha let-to Gurdjieff e altri grandi mistici. Equesto mi rende un po’ fe l i c e ”.“Inneres Auge”: serve a qual-cosa, una canzone?“Lei parla di corda in casa dell’im -piccato: ho sempre avuto dubbi suquesto nella mia vita. Ma, dopotanti anni, posso affermare che unbrano molto riuscito può scatena-re influenze esponenziali. Unacanzone può migliorarti e farticambiare idea e direzione. Un gior-no domandarono a un grande pia-nista dell’Europa dell’Est, ora a ri-poso: lei pensa di emozionare ilsuo pubblico? E lui: “Quando sonoriuscito a emozionare anche un so-lo spettatore nella sala gremita diun mio concerto, ho raggiunto ilmio scopo”.

in & out

C ONVERSAZIONE

B AT T I AT ORequiem

per la politicall cantautore siciliano

e i “rincoglioniti” al governo

INNERES AUGE(di Franco Battiato e Manlio Sgalambro)Come un branco di lupi che scende dagli altipiani ululandoo uno sciame di api accanite divoratrici di petali odorantiprecipitano roteando come massi da altissimi monti in rovina.Uno dice che male c'è a organizzare feste privatecon delle belle ragazze per allietare Primari e Servitori dello Stato?Non ci siamo capitie perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?Che cosa possono le Leggi dove regna soltanto il denaro?La Giustizia non è altro che una pubblica merce...di cosa vivrebbero ciarlatani e truffatorise non avessero moneta sonante da gettare come ami fra la gente.La linea orizzontale ci spinge verso la materia,quella verticale verso lo spirito.Con le palpebre chiuse s'intravede un chiaroreche con il tempo e ci vuole pazienza,si apre allo sguardo interiore: Inneres Auge, Das Innere AugeLa linea orizzontale ci spinge verso la materia,quella verticale verso lo spirito.Ma quando ritorno in me, sulla mia via,a leggere e studiare, ascoltando i grandi del passato...mi basta una sonata di Corelli, perchè mi meravigli del Creato! Franco Battiato

(FOTO ANSA)

Page 15: Il Fatto Quotidiano (30 Ottob 2009)

Venerdì 30 ottobre 2009 pagina 15

THIS IS IT Jacko superanche post-mortem

M ichael Jackson si aggiudica il terzo posto nella nonaclassifica stilata di della rivista «Forbes», che vede

invece sul podio il leggendario stilista di moda franceseYves Saint Laurent morto nel 2008 a 71 anni e che haguadagnato 350 milioni di dollari grazie a un'asta po-stuma organizzata da Christie’s con i pezzi di antiqua-riato che il designer aveva comprato insieme al com-pagno Pierre Bergè. Seconda posizione per i compo-sitori di musical Richard Rodgers e Oscar Hammersteincon 235 milioni mentre la medaglia di bronzo va aMichael Jackson ha conquistato con 90 milioni di dol-lari grazie ai ricavi sui diritti d'autore oltre agli incassidel film «This Is It», in uscita ieri in contemporaneanelle sale di tutto il mondo. Quarto gradino del podioper il re del rock'n'roll Elvis Presley: nell'ultimo anno,chi ha i diritti delle sue canzoni, dei suoi film e della suaimmagine ha guadagnato 55 milioni di dollari. A sor-presa scompaiono invece dalla graduatoria Marilyn Mo-nroe e James Dean.Intanto “This Is It”, sulle ultime prove di Michael Jac-kson prima dei concerti previsti alla 02 Arena di Lon-dra, ha incassato venti milioni di dollari al box officeinternazionale nel primo giorno di apertura. Nei soliStati Uniti sono stati venduti biglietti per 7,4 milioni didollari, mentre in Gran Bretagna gli incassi sono stati di2 milioni di dollari.

IL LIBRO

ECCO CHI È“MICHELE CHI”

“Comunque la pensiate”:la biografia di Santoro

È in libreria “Comunque lapensiate”, biografia di MicheleSantoro di Giandomenico Crapis.Qui di seguito il capitolo suglianni salernitani (Aliberti editore.256 pagg; 16 euro)di Giandomenico Crapis

Michele Santoro nasce aSalerno nel 1951, il 2 lu-glio, in una casa del cen-tro storico poco distan-

te dal mare. Così come vicina almare è la scuola elementare dal-la quale basta poco per andare atuffarsi. Con il mare vicino, peri ragazzi come lui i bagni comin-ciano già a giugno. La spiaggia eil mare diventano il surrogatodella strada per giochi e diver-timenti, per rubare le cozze aipescatori, catturare i polipi,spiare le donne nelle cabine at-traverso i buchi fatti di nasco-sto. Il desiderio di novità e quelpizzico di fisiologica rabbia ge-nerazionale minano l’adatta -mento dei giovani alla routinequotidiana: «Non ne potevamopiù dell’insopportabile ordinedei licei, di preti e insegnantipedanti e ignoranti…di passeg-giare sul lungomare diviso incorsie, i giovani da una parte ivecchi dall’altra». Santoro al li-ceo è studente intelligentissi-mo, dice chi l’ha avuto come al-lievo, ma terribile sul piano di-sciplinare. Già leader della sua

classe, una volta intavola unatrattativa con l’insegnante perpotere alternare a un’ora di le-zione un’ora di assemblea. E na-turalmente la spunta. Spiritoanarchico, non è il solo enfantterrible della sua classe: non siseppe mai se fu proprio lui, o isuoi compagni, a pensare di fartrovare il crocifisso nel cestinoalla cattolicissima insegnante.Frequenta il liceo Tasso. Nellascuola, a metà degli anni Ses-santa, tra gli studenti circola«Nuova generazione», il giorna-le dei giovani comunisti, cheperò il preside decide di seque-strare. Al giovane Santoro, chenon ha alcun rapporto con lapolitica organizzata dei giovanicomunisti, la cosa non piaceper niente. Allora scrive un rac-contino, lo batte a macchina elo affigge in istituto. Nello scrit-to usa l’ironia, prendendospunto dal nome della scuola, ilRegio liceo Torquato Tasso: sulfrontale dell’edificio la parola“Reg io” era stata cancellata manon del tutto, tanto che essa an-cora s’intravede sotto la manodi pittura bianca. Lo studenteSantoro costruisce il suo rac-contino satirico proprio su que-sto fatto: quel “Reg io” cancella -

to che però s’intravede, a dimo-strazione che, per quanti sforzifaccia la scuola repubblicana, lasua cifra educativa e formativarimane quella di una volta, com-plici anche presidi troppo chiu-si e una scuola vecchio stampo.Siamo nel 1966, ai tempi della«Zanzara», il giornale studente-sco del liceo Parini di Milanoche dà scandalo nel Paese per itemi inediti che tocca in unascuola bigotta e autoritaria.Santoro, che al Tasso frequentala prima liceo, insieme ad altricompagni dà vita a un giorna-lino, chiamato «Blow out», ma ilsolito preside ne impedisce lapubblicazione. Nel foglio scola-stico – sulle cui pagine il futurogiornalista scrive un articolosul “Che” – che è ispirato daun’idea antiautoritaria e conte-sta il nozionismo del sapere, co-vano i germi della ribellione dicostume nell’ironia divertenteche prende in giro, per esem-pio, l’abitudine che costringe leragazze a portare ancora ilgrembiule in classe. Siamo nellafase embrionale di quella chedue anni dopo diventerà la cri-tica sessantottina alla scuola ealla società. Al Tasso Santoronon rimane fino alla fine deglistudi, lo bocciano per motivi di-sciplinari. Da quel liceo, piùchic e famoso, passa al De San-ctis, dopo essere stato accusato

di avere rigatola macchina diuna professo-ressa. Ma luinega: «Ero ilpiù turbolen-to» dice «e miattr ibuivanoqualsiasi ma-lefatta». In se-guito a questoepisodio per-

de un anno scolastico che poiperò recupera, presentandosi esuperando gli esami di Stato daprivatista: al suo colloquio – ègià un leaderino–assiste una ve-ra folla tra amici scolastici ecompagni d lotte. Vive dunquel’adolescenza in un momentostorico difficile e intenso per ilPaese. Dopo le bombe di piazzaFontana lui, poco più che di-ciottenne, si vede persinopiombare in casa la polizia cherovista dappertutto e gli seque-stra un libro di teatro: di Bre-ch t .

I l teatro, l’altro amore di quel-la stagione cui si dedica con

particolare entusiasmo insie-me a un gruppo di amici. Neglianni del liceo si scambia i primitesti con l’amico CiccioD’Acunto: è lui che gli prestaBeckett. Si dedica all’attivitàteatrale allestendo le prime rap-presentazioni presso un circo-

lo di gesuiti che iragazzi utilizza-no come luogod’incontro, perpoi spostarsinella sededell’Univer sitàp o p o l a re ,un’istituzioneimportante dellacittà. Provano emettono in scena Pirandello,poi arrivano Sartre, Brecht, Pa-vese, Ferlinghetti. Il teatro per ilgiovane Michele è una cosa se-ria, tanto che, lasciatosi allespalle le prime esperienze natesui banchi scolastici, s’impe -gna in una compagnia impor-tante, il Teatrogruppo di Saler-no, con cui allestisce Marat Sa-de di Weiss. Vorrebbe portarloin giro per l’Italia. Per un mo-mento pensa che sia la sua stra-da, ma dopo qualche titubanzadecide che prima del teatro vie-ne la politica. Per Santoro, co-me succede a tanti tra gli anniSessanta e i Settanta, l’attivitàteatrale è “politica” in sé e rias-sume spesso l’impegno politi-co tout court. Però, proprio co-me succede a tanti in quell’epo -ca, alla fine l’iniziativa politicamilitante prende il sopravventosu quella artistica politicamen-te impegnata. Così tra il 1968 e1969 si getta anima e corpo nel-la politica. Il Sessantotto, in par-ticolare, lo vede assolutamenteprotagonista prima al liceo, poifuori. È uno dei leader del mo-vimento studentesco salernita-no. Quando Jan Palach si dà fuo-co immolandosi a Praga, e i fa-scisti che a Salerno sono fortiscendono in piazza, lui non per-de tempo e organizza una con-tromanifestazione a difesa delmartire della libertà. Praga con-tribuirà a spostarlo su posizionilibertarie e critiche verso il so-cialismo reale. A differenza dialtri sessantottini pentiti, diquel movimento conserveràsempre un ricordo positivo,quasi struggente… Esaurita lafase del movimento degli stu-denti, decide di entrare in unpartito vero. Molti militantiscelgono la strada extraparla-mentare e nella sua Salernomolti aderiscono al «Manifesto»

(una di questi è Lucia Annunzia-ta). Lui sceglie l’Unione marxi-sta-leninista, che ha come orga-no di stampa il giornale «Servireil popolo ». L’esperienza – co -mune negli anni tra il ’69 e il ’72anche ad altri volti famosi e notidel giornalismo nazionale (Po-lito, Mannheimer, Vicinanza so-lo per citarne alcuni) – a lui, piùche ad altri, verrà rinfacciatanelle cronache come una sortadi peccato originale. In ogni ca-so intorno a lui il gruppo crescee si insedia nella città campana.Santoro presto ne diviene unodei dirigenti nazionali. La mili-tanza, dunque, si affaccia sottole insegne della sinistra cosid-detta extraparlamentare, termi-ne sinonimo, più che di un’as -senza in Parlamento, di radica-lità di posizioni, di velleità rivo-luzionarie più o meno masche-rate, più o meno reali, e di unacontrapposizione forte con ilpartito comunista, oramai inte-grato dentro il “sistema”. Diquesti gruppi a sinistra del Pcil’Unione marxista-leninista di“Servire il popolo” è quella cheesprime forse più di altre una vi-sione di tipo integralista e totaledella militanza. Santoro divoraletture della beat generation,ma con i marxisti-leninistil’esperienza per la verità è ab-bastanza breve. Partecipanell’estate del 1971 a una scuo-la di partito per i membri del co-mitato centrale a San PellegrinoTerme: «Lavoro politico e sanodivertimento», come recita lalettera d’invito al giovane diri-gente salernitano. Il compagnoSantoro s’accorge, a sue spese,del clima politico che si respirail quel seminario. Si discute sepresentarsi alle elezioni politi-

che l’anno dopo, anche se ci so-no poche speranze di ottenereil quorum e quindi è altissimo ilrischio di disperdere voti. Mi-chele non è per niente d’accor -do e critica una scelta che giu-dica sbagliata. Lo isolano e lo ac-cusano di essere di destra. Il ri-tuale è quello collettivo delle di-scussioni in pubblico: lo ostra-cizzano, lo bollano come “ne -mico interno”, lo “condanna -no” a un periodo di rieducazio-ne. L’esperienza a San Pellegri-no è per lui traumatica. Stanco eabbastanza nauseato, decide diiscriversi al Pci: «Forse mio pa-dre ha ragione» si dice. Appro-fitta di questa fase di passaggioper portare a termine gli studiuniversitari. È iscritto a filosofiae, a differenza delle superiori,all’università va come un trenoconseguendo ottimi risultati.Segue le lezioni di Biagio DeGiovanni, con il quale si laureail 5 dicembre del 1972 con unatesi sui Quaderni dal carcere diGramsci. Con grande crucciopaterno rinuncia a fare il profes-sore, rifiutando la nomina cheun giorno gli arriva. Tra l’a l t ro ,nel Pci presto si trova a ricopri-re ruoli di primo piano. Diventaprima segretario della sezioneTorre, quella del centro storico,poi viceresponsabile del comi-tato cittadino. Qualcuno dei mi-litanti storici del partito rimanesorpreso dalla sua rapida asce-sa, del resto con i “gr uppettari”i comunisti ortodossi un po’ cel’hanno, ma pesa sicuramentela sua storia di leader cittadino,di capo indiscusso. Diventafunzionario di partito, lo man-dano nel Cilento a fare il respon-sabile di zona, e proprio qui sidedica e dà forza, tra le altre co-se, a una pubblicazione chiama-ta «L’Espresso del Cilento».

Copyright Aliberti Editore

SECONDO TEMPO

CA LCIO

R o makaputtmu n d i

S iamo tornati al dimi-nutivo, la Rometta, la

Lazietta, anche abbastan-za in fretta e non vuol es-sere una rima/rimetta.Nemmeno dieci anni, edallo scudetto del tem-porale e del Giubileo eda quello di Capello su-perstar eccole riprecipi-tate in una condizioneche non è la loro, o nonsarebbe la loro, soprat-tutto perché riguardanola città di Roma. La Laziopaga ancora la grandeurda tribunale di Cragnot-ti, e adesso il latino di Lo-tito che predica bene(austerity) e razzola malecon le consulenze farao-niche a bilancio e il per-sonale deprezzato inmobbing - Pandev, Lede-sma.

L a Roma è ostaggio daun pezzo delle banche

e delle cordate (per ca-rità anche la Lazio e lamaggior parte del calcioitaliano…) e la morte delpatron Sensi ha significa-to la necessità di un cam-biamento. Che però nonc’è stato. La Roma è sem-pre Totti e non più Spal-letti, è sempre RosellaSensi e invece Ranieri hagli uomini in campo o liavrebbe, a sgranare il ro-sario in tutti i reparti (maanche la Lazio ha un or-ganico più che accetta-bile se al completo), main società ha sbracato. Inpanchina ci vorrebbeGeronzi, al centrodell’attacco D’Alema…La Lazio è quella stranacosa della minoranza incittà che diventa maggio-ranza quando le cosevanno bene, e tinge il cli-ma a volte violento delsuo colore. Cielo e san-gue, le maglie contrap-poste per due squadreche attualmente striscia-no ma che per forza perripartire debbono ripar-tire da una salute econo-mica che nessuno sem-bra volere davvero. Tan-to è Roma…Per non par-lare della crisi vera, cheuccide il calcio sul nasce-re, quella dei vivai cheormai sfornano campio-ni come eclissi di luna(De Rossi). Pensare cheper tutti questi anni lanorma per la Roma è sta-ta figurare ai primi posti,a colpi di piazzamenti edi Champions, con il mi-glior allenatore italiano,almeno a parer mio.E per la Lazio recitare dabellicoso outsider, levan-dosi soddisfazioni e limi-tando le perdite grazie aLotito nottetempo arri-vato in via politica al ti-mone laziale in extremis.E oggi invece la realtà to-glie la maschera, anchese forse nessuno ci fa ca-so davvero se non per“d a n n a re ” l’ambiente e ilparco-buoi in ritiro daimicrofoni delle radio pri-vate in agitazione perma-nente effettiva. Tanto laTribuna Autoritàdell’Olimpico per ora al-meno continua a fare daBagaglino politico-calci-stico per la tv, e la serietàlatita. Ma dove latita? AllaRoma, alla Lazio o sem-plicemente a Roma?

O .B.

È uno studenteintelligentissimo, dicechi l’ha avuto comeallievo, ma terribilesul piano disciplinare

Passioni, amici enemici dell’anchormandi Annozero: la sua vitadagli anni salernitanialle cronache di oggi

Michele Santoro (FOTO ANSA)

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pagina 16 Venerdì 30 ottobre 2009

TELE+COMANDOTG PAPI

Il badanteGasparr i

di Paolo Ojetti

T g1Al “centro del dibattito

politico” c’è un via vai paz-zesco. Dopo che si son vistipassare i terremotatid’Abruzzo e le casette ber-lusconiane linde e pinte, Na-politano assalito, magistratisparsi, Bersani e le primarie,la scarlattina inferocita diBerlusconi, superministri,escort e trans, ecco che IdaPeritore lo ha occupato ierialle 13.30 con l’Irap. Standoalle sue cronache, pareva co-sa fatta: per l’a bolizionedell’imposta sarebbero statitutti d’accordo, maggioran-za, opposizione, unione eu-ropea, Amnesty Internatio-nal, onlus e organizzazioninon governative. Che Tre-monti sia contrario, pare undettaglio facilmente supera-bile e che “gli introiti delloscudo fiscale” siano già pra-ticamente incassati, un dog-ma. Ovviamente, tutto que-

sto esiste solo nella quietasuperficie dell’infor mazionedel Tg1 che si appoggia, co-me fosse una badante, allesagge parole conclusive diMaurizio Gasparri che si ap-plaude da solo: “La destra letasse le taglia. Era la sinistrache le aumentava”. I magi-strati in rivolta? Al sesto po-sto e via, andare.

T g2Immagini choc. Così il

Tg2 presenta la sequenza fil-mata a Napoli quattro mesifa da una telecamera stradalee diffusa solo oggi dalla Pro-cura che cerca inutilmentedi individuare un killer, im-mortalato mentre uccide unuomo a sangue freddo: quat-tro colpi alla schiena, quello“di grazia” alla nuca, in pie-no centro, nell’ora di punta.Si è subito, anche qui, “a p e r-to il dibattito”: giusto far ve-dere la sequenza mortale?Lasciamo ad altri la conclu-sione, solo ci chiediamo co-

me mai a dare il proprio pa-rere sia stata scomodata laministra Carfagna (oddio,anche i pareri di Veltroni eVincenzo Vita c’e n t rava n opoco e niente) che si occupa– sappiamo – delle pari op-portunità. Qui opportunitànon ce n’erano, la parità eraassolutamente esclusa.

T g3Molto “politico” il tele-

giornale di ieri sera. Il fattac-cio sembra “tecnico”, matecnico non è e lo spiegaPierluca Terzulli. Allora, par-lamentari del Pdl e della Le-ga piazzano un emendamen-to kamikaze nella Finanzia-ria di Tremonti che chiedeun taglio dell’Irap di almeno4 miliardi di euro. Tremontiè folgorato e interviene:neanche per idea. Ma losgambetto è solo rimandatoe se ne riparlerà. Ora, è evi-dente che qui i ghirigori le-gislativi sono sostanza poli-tica: il braccio di ferro fraTremonti il rigoroso e i ber-luscones (aiutati dai leghisti:sono pur sempre il partitodelle partite Iva nordiste)spendaccioni continua. DalTg3 si apprende anche cheTremonti ha un avversario inpiù: anche Fini ha bloccato ilsuo vice premierato perchéle scelte economiche, alla fi-ne, “le decide il Parlamen-to”.

di Luigi Galella

I l ministro Calderoli ha le guance pienee sanguigne, talvolta paonazze, le so-

pracciglia folte e scure che sfidano gli an-ni, la fronte ampia e un sorriso apparen-temente schietto ma sospettoso, che vi-gila chi lo fronteggia. E’ un volto notodella tv, familiare, che abbiamo imparato aconoscere, soprattutto per la qualità dialcuni elementi formali. Perché in tele-visione accade questo: si è convincenti seè il profilo dell’immagine a imporsi. Se si èsufficientemente pieni di sé, compiaciutiquanto basta, fermi e autorevoli nellosguardo, orientato su chi parla o distrattoe ironico nell’accompagnare i passaggichiave di un discorso non gradito. Se sidomina la scena visivamente, privi di esi-tazione. E all’occorrenza si usa l’e s p re s-sione come un manganello: il sopracci-glio che si inarca burbero, la fronte spa-ziosa che si contrae, il sorriso che d’i m-provviso si rabbuia.Abbiamo visto l’esponente leghista da Lil-li Gruber (“8 e mezzo”, La 7, 20.30) con-

testare che il prelie-vo fiscale non sia ef-fettivamente cala-to, prima e più de-gli altri paesi euro-pei. La povera con-duttrice di fronte auna simile enormi-tà ha sollevato il suodi ciglio e ha fissatobasita Stefano Folli,editorialista del“Sole 24 ore”, chele era a fianco: “Letasse sono calate?”,mentre il ministro

argomentava a suo modo perché e comelo fossero, e nessuno dei due giornalisti siopponeva. Oppure quando ci ha infor-mati che negli ultimi vent’anni “siamo sta-ti la pecora nera d’E u ro p a ”, ma non perpronunciare un mea culpa, consideratoche dal 1994 è il centrodestra che ha go-vernato di più. No. Perché l’ineffabile pa-dano voleva vantarsi dell’ultimo anno emezzo, nel quale “abbiamo intrapresouna nuova linea di governo e siamo con-siderati dall’Europa - ma lui lo argomen-tava in positivo – un paese mediamente ar ischio”. Neanche in questo caso l’a t t o-nita conduttrice e il suo collaboratorehanno trovato obiezioni. E lo abbiamo vi-sto infine dare del “ver gognoso” – “ha ra-gione Berlusconi” – allo stesso program-ma che lo ospitava, per un servizio di Pao-lo Pagliaro, educatissimo, che lo accusavadi tatticismo, perfino elogiativo per unpolitico, nel momento in cui gli si rico-nosceva la capacità di sintetizzare “la mae-stria della Lega di adattarsi alle circostan-ze”.Il ministro per la Semplificazione norma-tiva (delega vagamente orwelliana) pos-siede un efficace profilo televisivo. Bucalo schermo, così un tempo si sarebbe det-to, perché è un animale. Chiariamo: unanimale televisivo. Rassicurante in quan-to sicuro di sé. Capace di far valere glielementi visivi, extratestuali, che accom-pagnano le parole. Non la loro veridicità.Non la logica. Non la relazione causa-ef-fetto. Ma la sfrontatezza con cui è in gradodi imporre ciò che dice, vero o falso cheesso sia. Sempre che, ovviamente, la mi-tezza intimidita dei suoi interlocutori glie-lo consenta.

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

P ro f i l ominister iale

Roberto Calderoliospite di Lilli Gruber

a 8 e mezzo

SECONDO TEMPO

Page 17: Il Fatto Quotidiano (30 Ottob 2009)

Venerdì 30 ottobre 2009 pagina 17

èUNA RUBRICA PER CORONA?L’IDEA DI BRACHINO NEL 2008Il giornalista del Tg5 Claudio Brachino, direttore diVideoNews, si è fatto conoscere per il famososervizio di Mattino5 sul giudice Mesiano. Nel servizioil magistrato veniva definito “S t r av a g a n t e ” anche per isuo ormai famosi “Calzini turchesi”. Vagando negliarchivi del web si scopre un’altra strepitosa idea deldirettore, poi non andata in porto. Come riportato datvblog.it in un vecchio post, nel maggio 2008 Brachinodifende il suo Lucigliono con Repubblica. Non è trash,dice, eppure : “Volevo fare una rubrica con FabrizioCorona: mi sarebbe piaciuto fargli smascherare ognisettimana un finto gossip, un tarocco, ma quest’annonon lo faremo, in futuro chissà”. Intanto il pm Frank diMaio ha chiesto per Corona 7 anni e 2 mesi di carcereper estorsione e tentata estorsione. Proprio lapersona giusta per svelare i “t a ro c c h i ”...

l’a n t e fat t o$èFEEDBACKCommenti al post:“Morire di camorra nellaNapoli dell'indifferenza”

A volte non so se è piùindifferenza o paura stampatanel volto di chi è uninvolontario spettatore. Lasignora, di questo video,sembra andare via con tuttatranquillità come altreandavano via in quell'altroattentato della metropolitanadove purtroppo ci ha lasciatola vita quel musicista. Il killer losa che intorno a lui esistequesta indifferenza tant'è chel'omicidio è commesso inpieno giorno e l'ha eseguitocome se niente fosse. Il fatto èche ormai vige la regola, pernoi cittadini, mi faccio i cavolimie .( S i ro )

É incredibile. vedere questocortometraggio muto....veramente dire "bestie" è direpoco... anche gli animali hannopiù pietas per un loro"consimile" ucciso. Chebruttura disumana!(francis70)

Questo video è un pugnonello stomaco, ma io mi sonodomandata: se anche io vivessilì, se anche io avessi assistito dipersona all'omicidio, e se percaso avessi visto in faccial'assassino, cosa avrei fatto?Avrei messo a rischio la miavita denunciando l'assassino?O avrei preferitosalvaguardare la mia vita,tacendo come fanno tutti? Lavera tragedia è che io, alle miedomande, non so dare unarisposta. Mi piacerebberispondere che sì, certo, misarei comportata come tutti icittadini onesti dovrebberofare, ma in realtà non ne sonocosì sicura... Perché quando sivive in posti così, è semprel'istinto della sopravvivenzache prevale. Chi sono io,allora? Un'indifferente, unaconnivente, una complice...Chi sono io? Qualcuno puòrispondermi, per favore?(moniflor)

Se non sbaglio il fatto èavvenuto nel rione Sanità,dove cioè lo stato non esiste.E' vero l'indifferenza èriprovevole, ma qualcuno divoi ha mai avuto l'avventura diessere testimone in unprocesso? E' un guaio forsepeggiore di essere indagato.Nessuna protezione, nessunadiscrezione nè riguardo, ilproprio nome e indirizzocitato su una serie di attipubblici a disposizione di tutti,riconoscimenti dei sospettatida fare davanti agli avvocati,rischi di incriminazione perreticenza di fronte adeventuali titubanze...Perchè meravigliarsi se moltipreferiscono farsi "i fattip ro p r i " ?(mariok)

Situazione degradata,c o m p ro m e s s airrimediabilmente, senzauscita. Il problema è sempre lostesso di Ieri, l'altro Ieri e diecianni fa. Classe politica collusae facente parte del contesto,eletta grazie a quel contesto.Non può “assolutamente”affrontare una situazione didegrado che “essa stessa” hacreato. Però la stampa fa benea mettere in evidenza lasituazione, bisognapartecipare alla"sceneggiata"!!!i rre c u p e r a b i l e( re by j a c o )

Si ma non solo napoli, è l'italiaintera che vive in cattività.(Alessio)

MONDO WEB L’èra dei natividig itali

èGOOGLE WAVE IN ITALIAIL TRE NOVEMBRE PRESENTAZIONE A MILANOPer ora Google Wave è l’oggetto del desiderio deinavigatori: si può accedere solo su invito e i fortunati chestanno testando il servizio scontano il paradosso di Bell (achi fare la prima telefonata?). Google Wave è una sorta di“super chat”: social network, messaggeria, documenti, foto,

video, mappe e molto altro, in un unicoluogo. Tra l’altro, si potranno condividerevideo e immagini in chat, apriresotto-discussioni, e “r i ve d e re ” gli scambi giàavvenuti quando ci si inserisce in unadiscussione in corso. Aspettando che siaaccessibile a tutti, verrà presentata il 3novembre a Milano, allo Iab Forum 09.

GRILLO DOCETIL LODO GHEDINIincredibili, irresistibili,straordinarie dichiarazioni diMavalà Ghedini, deputato eavvocato di Silvio Berlusconi,detto anche Lurch (famigliaAddams). Ghedini non dormepiù la notte per evitare lagalera al suo cliente. Bocciatoil Lodo Alfano, la Fininvestcondannata a risarcire 750milioni per la Mondadori, lasentenza per corruzione diMills confermata in appello.Un trionfo per Mavalà.L'avvocato che ti fa finire

dentro senza passare dal Via! Lurch ha fretta. Haproposto nel giro di poche ore la prescrizionebreve per evitare condanne allo psiconano neiprocessi in corso. Una misura peggio dell'indultodel mastellone. Poi, dopo aver capito cherischiava il linciaggio, si è inventato un'altraghedinata: il Lodo Ghedini, chechiede per i reati commessi dallealte cariche il tribunalecompetente sia quello diRoma. Perchè Roma e nonPalermo oppure Torino oPadova, patria del gallinopadovano che fa il lodo digiornata? Mavalà, mavalà.

Il libro di Palfreysui “N at iv i

D i gi t a l i ”,i Griffin,

il blog Malitalia,il logo tvblog.it

è I NUMERI DEI “N AT I V I - D I G I TA L I ”UN’INDAGINE DEMOS-COOP“Nativi digitali” come li definisce JohnPalfrey, o forse meglio, “I n fo n a u t i ”.Questo il profilo dei ragazzi italiani cheemerge da un’indagine Demos-Coopsull’utilizzo dei mezzi di comunicazione. Siinformano tutti i giorni su Internet il 74%di quelli con un’età compresa tra i 15 e i24 anni e il 63% di quelli che hanno tra i25 e i 34 anni. Crollano queste percentualinelle altre fasce di età: solo il 7 per centodegli ultra 65enni si informa online.Interessante anche il diverso approccio aimezzi d’informazione per fascia di età.Mentre i navigatori più avanti con gli annihanno un atteggiamento maggiormente“p a s s i vo ”, i più giovani sono dei fruitoriattivi che valorizzano in chiave personalel’accesso ai media. Non c’è storia anchequando si indaga sulle opinioni riguardo lalibertà dei media. Solo il 18 per cento tra ipiù giovani ritiene la televisione il “canalepiù libero e indipendente” (per gli over 64il dato rimane comunque basso: il 34%).Discorso opposto per Internet: per il 59%dei più giovani è lo strumentod’informazione più democratico (tra i piùanziani il dato crolla al 6%). Si può stilareanche una classifica dei mezzid’informazione più utili alla democrazia.Tra tutti i cittadini Internet è al 35%seguito dalla tv (20%) e dai quotidiani. Perfinire, il 90 guarda la televisione. Laguarda, evidentemente, fidandosipochissimo di quello che dice.

èM A L I TA L I ADAL DOCUMENTARIO AL BLOGUn documentario che diventablog. Dal lavoro di Laura Aprati edEnrico Fierro, “Malitalia”, libro edvd edito da Rubbettino, cheracconta le mafie italianeattraverso le storie di boss, killer edi chi gli dà la caccia, nasce un blogcon lo stesso titolo. Malitalia, unapiazza virtuale dove sarannoraccontate storie del “Paese ing u e rr a ”, l'Italia. L'idea di fondo cheha ispirato libro e documentario èproprio questa: in Sicilia, Calabriae Campania, si combatte ognigiorno una guerra. Ci sono i killer,le vittime, gli onesti e gliindifferenti, i malacarne e gli eroi.Sito e blog, realizzati da AntonioSciarappa, sono all’indirizzow w w. m a l i t a l i a . i t

èSOLDI REGALATI IN PIAZZAMA È LA PUBBLICITÀ DI UN SITO WEBRegalare denaro sonante: questal’irresistibile pubblicità scelta dal sitomailorama.fr per farsi conoscere. Unasimile cuccagna si è già svolta New Yorklo scorso febbraio. Ora tocca a Parigi: il14 novembre, in tre luoghi ancorasconosciuti, tre le 14 e le 17, delleragazze a bordo di un pullman lancerannoai passanti 5000 borsellini rossi conall’interno delle cifre che vanno daicinque a cinquecento euro.

La Prefettura diParigi stavalutando i rischilegati all’o rd i n ep u b b l i c o.

èMICROSOFT CANCELLA I GRIFFINTROPPO OSÈ PER IL “BRAND” WINDOWS“Olocausto, incesto, igiene femminile”questi i temi troppo scabrosi di uno showdei Griffin: la Microsoft, che intendevasponsorizzare l’evento per il lancio delnuovo Windows 7, ha deciso di annullaretutto. “Dopo aver visionato una versionepreliminare dello show, è stato chiaro chei suoi contenuti non erano compatibili conil nostro brand” ha dichiarato unportavoce della società fondata da BillGates. Eppure lo speciale dei Griffin,prevedeva battuta in linea con il lo stiledel cartoon conosciuto in tutto il mondoper la sua carica dissacrante e irriverente.

di Federico Mello

SECONDO TEMPO

sarx88

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pagina 18 Venerdì 30 ottobre 2009

g i u s ta m e n t e Édi Bruno Tinti

LE RIFORMEABORTITEO ggi. Berlusconi: I pm sono tutti comunisti, i giudici sono

comunisti (al momento solo quelli di Milano), urge unariforma della giustizia. I processi di Berlusconi si faranno tutti aRoma. Ieri. Alfano: i processi penali sono lunghi, urge unariforma della giustizia. Si devono separare le carriere dei pm edei giudici. Poi bisogna levare al pm la Polizia Giudiziaria.L’altro ieri. Gerardo D’Ambrosio: i processi penali sonotroppo lunghi, urge una riforma. Ecco a voi 9 disegni di leggeper accorciarli e renderli efficienti. Tra queste tre prospettateriforme vi è una grande differenza: le prime due si farannopresto e bene (beh, si fa per dire); la terza non si è propriomai fatta. Vi racconto come e perché.Per le elezioni del 2006 il Pds pensa di arruolare GerardoD’Ambrosio. È ll’ex Procuratore di Milano, da qualche tempoin pensione per limiti di età. Persona onesta e capace se maice n’è stata una, ovviamente esperta di diritto. D’A m b ro s i oaccetta e si scatena il casino. “Fuori i magistrati dalPa r l a m e n t o ! ” Che, detto da partiti che sono il rifugio dicondannati e inquisiti per reati di mafia, corruzione,concussione, peculato, dovrebbe far ridere; o almenopiangere. Invece no, si discute a lungo e seriamente se ègiusto che D’Ambrosio vada a fare il senatore. Alla fine vieneeletto e, almeno lui, cerca di guadagnarsi lo stipendio:presenta 9 disegni di legge per far funzionare la giustizia. Pervia dello spazio a disposizione vi parlo dei 4 più importanti.N. 1373 del 7/3/07: chi è arrestato in flagranza di reato (vuoldire preso con il coltello in mano e la vittima sanguinante interra) deve essere processato subito. Così si saltano leindagini del pm e l’udienza preliminare; sarà il giudice araccogliere le prove. Si risparmiano una media di 2 anni ap ro c e s s o .N. 1374 del 7/3/07: l’indagato deve ricevere la prima notifica(per esempio l’avviso che si sta procedendo nei suoiconfronti) a mani proprie; dobbiamo essere sicuri che è statoavvertito. Nell’atto c’è scritto chi è il suo difensore (di fiduciao di ufficio) e che tutte le successive notifiche saranno fatte aquesto avvocato che dovrà avvertirlo di tutto quello chesuccederà nel processo; quindi è bene che si tenga in contattocon lui. Gli uffici giudiziari faranno le notifiche solo agliavvocati (magari via e-mail) e risparmieranno soldi e tempo(tantissimo ma è difficile quantificarlo).N. 1823 del 3/10/07: quando si fa un ricorso per Cassazione sideve depositare una piccola cauzione (250 euro); se la Cortedarà ragione al ricorrente, gli sarà restituito; altrimenti ci sipagherà almeno una parte delle spese processuali. I ricorsiinammissibili sono la norma perché si ritarda il momento incui la sentenza diventa definitiva. Se si paga, qualche ricorsoce lo risparmiamo; e risparmiamo anche tempo e lavoro.N. 1850 del 11/10/07: gli imputati di reati di mafia,riciclaggio, droga, prostituzione non possono accedere algratuito patrocinio. Questa gente ha sicuramente un sacco disoldi, perché deve essere lo Stato a pagare? Perché gliimputati per reati fiscali non possono beneficiare del gratuitopatrocinio e questi altri si? Come si vede sono riforme che noncostano un euro, in molti casi ne fanno guadagnare orisparmiare. I processi si accorciano e lo Stato spende dimeno. Cosa fece il governo “di sinistra” Prodi? Non le misenemmeno a calendario; questo vuol dire che nemmeno leesaminò; la Commissione Giustizia si occupò del divieto dellatortura e delle coppie di fatto. Delle riforme di D’Ambrosio sene fregarono tutti. Poi Prodi fece la fine che sappiamo e leriforme sono rimaste in archivio. Io non mi sento di dire“Signore perdonali perché non sanno quello che fanno”: senon lo sanno, e non lo sanno, si ritirino a vita privata.

PIAZZA GRANDEArticolo 6: la lingua delle minoranze

di Lorenza Carlassare

L’articolo 6 recita: “La Re-pubblica tutela con ap-posite norme le minoran-za linguistiche”, oltre che

per le implicazioni specifiche,è importante perché riaffermaun fondamentale principio, ilpluralismo, che contrassegnala nostra democrazia. In questosenso la norma si lega all’ar tico-lo 5 relativo alle autonomie ter-ritoriali oltre che al principiogenerale dell’articolo 2 che tu-tela i diritti delle (e nelle) for-mazioni sociali, comunità in-termedie fra i singoli e la Re-pubblica. Il principio pluralistaè espresso in varie disposizioniinserite nei principi fondamen-tali oltre che in vari punti dellaprima parte della Costituzione: dalle minoranze linguistichealle confessioni religiose, dai aisindacati ai partiti e alle associa-zioni di varia natura. Il plurali-smo pervade tutto il sistema: èpolitico, territoriale, religioso,linguistico, culturale, sindaca-le. E le “dif ferenze” non sonosoltanto da difendere contro of-fese e discriminazioni, ma sonoanche da tutelare e valorizza-re .

D iverso è il contenuto e diver-sa la portata dell’articolo 6

rispetto all’articolo 3 comma 1che vieta discriminazioni in ba-se alla lingua (così come in basealla religione, alla razza, al ses-so, alle opinioni politiche, allecondizioni personali e sociali)garantendo a tutti in modo parila libertà di lingua. L’articolo 6,viceversa, consente l’emana -zione di “apposite norme” perle singole minoranze linguisti-che alle quali viene offerta unatutela positiva, in particolarenei rapporti fra i componentidelle minoranze stesse e i pub-blici uffici (giurisdizionali e am-ministrativi), in determinatezone mistilingui. La Corte co-stituzionale, a propositodell’art.6, ha precisato che la le-gislazione che su di esso si fon-da determina un “t ra t t a m e n t ospecificamente differenziato”,cioè una disciplina di eccezio-ne. Il collegamento, dunque, èpiuttosto con il secondo com-ma dell’art.3 ( che impone allaRepubblica di rimuovere gliostacoli che, limitando di fattola libertà e l’eguaglianza dei cit-tadini, impediscono la pienapartecipazione) che giustifica“ipotesi legislative, apparente-mente discriminatrici” che pe-rò “ nella sostanza ristabilisco-no l’eguaglianza delle condi-zioni”. Così nello Statuto spe-ciale per il Trentino-Alto Adigela lingua tedesca è parificata al-la lingua italiana, e i cittadini dilingua tedesca della Provinciadi Bolzano hanno la facoltà diusarla nei rapporti con gli ufficigiudiziari e della pubblica am-ministrazione situati nella Pro-vincia. Se è vero che l’uso dellapropria lingua del processo at-tiene al diritto di difesa, non neva trascurata anche la valenzaidentitaria: l’uso di una deter-minata lingua esprime l’appar -tenenza di una persona a unadeterminata cultura. Perciò ilmedesimo Statuto – a p p rova t ocon legge costituzionale cometutti gli Statuti delle Regioni adautonomia differenziata(art.116 Cost.) - prevede chel’insegnamento venga imparti-to nella lingua materna. In essotrova tutela anche la minoranzadi lingua ladina per la quale pu-

re, nelle leggi elettorali, è pre-visto un meccanismo che leconsenta una rappresentanzapolitica propria. Le minoranzetutelate da altri Statuti speciali -francese e walser in Valle d’Ao -sta, slovena in Friuli-VeneziaGiulia – hanno un livello di tu-tela minore: manca un modellounivoco di tutela delle mino-ranze, di certo assai diverse fraloro per dimensione e radica-mento. L’unico punto in comu-ne è il modello “ter ritoriale” enon personale della tutela: i di-ritti linguistici della minoranzapossono essere invocati solonel territorio di insediamentoche è riconosciuto come taledalle autorità pubbliche. Ben-ché con la legge quadro n.482del 1999 si abbia finalmenteuna legislazione generale di at-tuazione dell’art. 6, restanoprofonde differenze nel tratta-mento; è comunque importan-te che la Corte costituzionaleabbia riconosciuto che l’attua -zione del principio non spettasolo allo Stato, ma anche alleRegioni; non poche norme ditutela sono state emanate daglienti locali anche per far frontealle difficoltà in cui si trovano leminoranze nuove , prive diogni riconoscimento.

L a presenza in una medesimaporzione di territorio di po-

polazioni di lingua diversa è sta-ta uno dei motivi che hanno de-terminato la creazione di Re-gioni ad autonomia differenzia-ta; e la tutela forte della mino-

ranza linguistica tedesca trovala sua radice nell’accordo ita-lo-austriaco De Gasperi-Gru-ber concluso a Parigi il 5 set-tembre 1946 che prefiguraun’autonomia territoriale coin-cidente con l’area abitata daquella minoranza. Tuttavia l’ar -ticolo 6 come riconoscimentodel “diritto alla differenza” delgruppo minoritario, collocatotra i principi fondamentali, haun valore generale in armoniacol pluralismo che connota il si-stema intero. Torna anche quil’ispirazione costituzionale difondo: la nostra non è una de-mocrazia maggioritaria dovesolo la maggiorana ha voce, mauna democrazia pluralista chenon vuole assimilare le diffe-renze. E’ un quadro complessi-vo nel quale tutto si lega: nellostato “democratico di diritto”che fa propri i principi del co-stituzionalismo liberale , demo-crazia non significa dominiodella maggioranza: i diritti deglialtri esigono riconoscimento etutela. La realtà del nostro tem-po pone interrogativi nuovi epressanti, non prevedibili in fa-se costituente: quale tutela perle situazioni derivanti dal feno-meno dell’immigrazione, qua-le tutela per le “nuove minoran-ze”? La loro diffusione nel ter-ritorio italiano le rende certa-mente diverse dalle minoranzestoriche, concentrate in unaporzione del territorio (cui è le-

Le virtù di un capo

SECONDO TEMPO

La realtà di oggipone interrogativinuovi e pressanti,non prevedibiliin fase costituente:quale tutela per lesituazioni derivantidal fenomenodell’immigrazione ,per le “nu ovem i n o r a n ze ”?

di Giovanni Ghiselli

Nel secondo stasimo dell’Edipo re il Coro doman-da: “Se infatti tali azioni sono onorate, perchédevo eseguire la danza sacra?” (vv. 895-896). E’lo stesso Sofocle che si chiede se abbia ancora

senso rappresentare le tragedie in una città dove “tra -montano gli dèi” (v.910). Molti cittadini italiani si pon-gono la stessa domanda riguardo al pessimo agire ditanti uomini politici, e al comportamento da tenerenei confronti della res publica. In tanti si chiederanno:“Se costoro compiono azioni siffatte restando quasi

sempre impuniti, per-ché io devo spenderele mie energie in favo-re di una nazione cosìmalamente condot-ta?” Allora faccio unauspicio per la collo-cazione dell’etica aivertici dello Stato. Nederiverebbe un im-pulso alla moralità ge-nerale. Come deve es-sere un capo per dareil buon esempio? Sullagenerosità del coman-dante e la sua disponi-bilità al sacrificio Pla-

tone nellaRepubblica fa dire a Socrate che un capo veroe genuino deve cercare l’ utile dei governati, non ilproprio. Isocrate nell’A re o p a g i t i c o ricorda che ai tempidi Solone e di Clistene i cittadini consideravano la curadegli affari di Stato non un una fonte di lucro ma unservizio pubblico. Seneca indirizzò il De clementia aNerone per convincerlo a gestire il potere in favoredei sudditi. Nell'ultimo capitolo del trattato il filosofochiarisce che la tanto celebrata felicità del principeconsiste nel dare salvezza a molti “Felicitas illa multissalutem dare”. Nelle Lettere a Lucilio il maestro, già ri-pudiato dal discepolo imperiale, ricorda che nell'etàdell'oro governare era un dovere, non un potere as-soluto: “Officium erat imperare, non regnum”. Cosìaveva insegnato un altro maestro stoico ad AntigonoGonata, re di Macedonia, cui il regnare apparve un“onorevole servizio”. Luogo simile nel romanzo diManzoni a proposito del cardinal Federigo Borromeo:“Ma egli, persuaso in cuore di ciò che nessuno il qualeprofessi cristianesimo può negar con la bocca, non ciesser giusta superiorità d'uomo sopra gli uomini, senon in loro servizio, temeva le dignità, e cercava discansarle”. Se veniamo al Novecento un concetto ana-logo si trova in Psicanalisi della società contemporanea diFromm: “Il capo non è soltanto la persona tecnica-mente più qualificata, come deve essere un dirigente,ma è anche l'uomo che è un esempio, che educa glialtri, che li ama, che è altruista, che li serve”. La vita delcapo può essere un modello positivo o negativo per i

sudditi. La protagonista dell'A n t i go n e di Brecht si pro-pone come paradigma in antitesi a Creonte il quale ledomanda: “Dimmi perché sei così ostinata”. E la ra-gazza risponde: “Solo per dare un esempio”. Il poteredel resto, secondo la figliola di Edipo, è una specie didroga che asseta di sé: “Perché chi beve il potere/beveacqua salsa, non può smettere, e seguita/per forza ab e re ”. Morin ne L’identità umana scrive:“Sono rari i so-vrani che apprendono la saggezza nella sovranità. Alcontrario, l’occupazione del potere suscita un deliriodi potenza, e la sete di potere suscita il più delle volteambizioni smisurate. Intorno al potere si moltiplicanocolpi di stato, assassini, fratricidi, patricidi, così bendescritti da Eschilo, Sofocle, Euripide, Shakespeare”.Il potere è morale solo se si pone al servizio della vita.Torniamo all’ Edipo di Sofocle: egli ha commesso in-cesto e parricidio, senza saperlo, comunque degli or-rori; tuttavia manifesta la sua parte buona quando dice"Ma se ho salvato questa città, non mi importa" (Edipore, v. 443). Edipo ha risolto l’enigma della Sfinge e ha diconseguenza occupato la posizione di re dei Tebaniche all’inizio della tragedia lo venerano quasi come undio. Ma non è questa la sua grandezza. Infatti egli pre-cipiterà dal vertice “nella necessità scoscesa, senzaavvalersi di valido piede” (vv. 877- 878). La sua gran-dezza sta nella volontà di indagare la causa del male diTebe, e, dopo avere scoperto di esserne il responsa-bile, nella decisione di pagarne le conseguenze perliberare la città dai flagelli della peste e della sterilità.

Fromm dice: “Ilcapo non è solo lapersonatecnicamente piùqualificata, comedeve essere undirigente, ma èanche l'uomo cheeduca gli altri”

gato il riconoscimento delle au-torità). L’articolo 6 potrà esten-dersi a questi nuovi soggetti?Forse l’estensione potrà avve-nire più facilmente se si guar-derà non solo al diritto della mi-noranza come collettività, maal diritto dei singoli individuiche ne fanno parte.

Gerardo D’Ambrosio (FOTO ANSA)

lIL FATTO di ENZONei tempi che furonocircolava una storiella. Unotelefonava all' onorevoleFarinacci, detto anche «ilras di Cremona», e quandonon c' era, la segreteriarispondeva: «È andato dalbarbiere a farsi fare latesta». Bellissimo. SilvioBerlusconi, afflitto daglievidenti segni del tempo,ha fatto ricorso al lifting,quella specie di restaurochirurgico a cui, di solito,ricorrono le signore. Certo,pure in politica l'aspettoconta, anche se nonimmagino Giolitti che sifacesse dare, prima dicomparire inpubblico unapassatina dicipr ia.Corriere della Sera25 gennaio 2004

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Venerdì 30 ottobre 2009 pagina 19

L’abb o n at odel giorno

DAVIDE ARIALI

Davide studia a Palermo.Dopo aver partecipato atante iniziative contro lamafia, ci parla di SalvatoreBorsellino, il fratello diPaolo, che ha incontrato:“mi ha fatto sentire comese finallmente avessirestituito qualcosa, dopotutto ciò che tanti, ancheal costo della vita, miavev a n odonato”.La suavignettaèispirataa Vauro.

Raccontatie manda una foto a:a bb o n a t o d e l g i o r n o @

i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

Furio Colombo A DOMANDA RISPONDO7

MAIL B OXIn fila alle primarienonostante MarrazzoFaccio parte di quei tre milionidi italiani che domenica scorsasono andati a votare il nuovosegretario Pd. Purtroppo la vi-cenda che ha coinvolto l’exgovernatore Marrazzo non haaiutato molto. Anzi, è stata du-ra. Ma con orgoglio e dignita'siamo andati a far la fila. La pri-ma impressione è stata quelladi una comune partecipazioneemotiva, una voglia di cambia-mento, di rinnovo. Spero cheBersani abbia il coraggio di fa-re opposizione vera, che abbiaprogrammi concreti e che nonsprechi questa grande oppor-tunità, e soprattutto che siscelga alleati onesti e non vol-tagabbana..grazie a voi tuttidel Fatto!Ivana Camilletti

5mila euro a prestazione,io ne prendo mille al mesePerchè non fate una bella in-dagine sui patrimoni dei po-litici ? Mi spiego meglio: se l’exgovernatore del Lazio si po-teva permettere 5000 europer una prestazione sessuale,dico una, capiamo di quantisoldi si parla qui? Non si facevaproprio mancare nulla, PieroMarrazzo. In barba a quelli cheguadagnano 1000 euro al me-se. Veniamo sempre più spre-muti per far navigare nell'oro

cabile ed emblematico delleabitudini di chi vive quei luo-ghi.Massimiliano Santoni

Il berlusconismoattecchisce in FranciaHa fatto molto discutere, inqueste ultime settimane, lapossibile candidatura di JeanSarkozy alla candidatura allapresidenza de ‘la Defense’. Hocome l'impressione che laFrancia si stia pericolosamen-te avvicinando al nostro mo-dello di democrazia autorita-ria: leggo su L'Espresso cheSarkozy ha saldamente nellemani il proprio partito, che ilgoverno è guidato da un suoprestanome, che il parlamen-to è succube, che i media (co-me dimostra anche l'indaginedi Rsf che colloca la Francia al44° posto in graduatoria) so-no controllati direttamentedalla politica o da amici fidati.In ultimo assistiamo alla totalecondivisione con l'Italia dellavalutazione del "problema"immigrati, attraverso richiestecomuni all'Europa per unamaggiore durezza. Insomma,la questione di Jean, anche seormai archiviata, pare esseresintomo di un processo di per-sonalizzazione e accentra-mento del potere molto simileal nostro. Un deputato fran-cese ha detto: “Se andiamoavanti così, non avremo piùnulla da dire sull’Italia”. Che ilfenomeno del berlusconismoabbia possibilità di attecchire

anche in altre realtà europee?G e n n a ro

Berlusconichiama BallaròL’altra sera su Rai tre ha te-lefonato Dio. Una telefonatadi cinque minuti in cui attra-verso i microfoni e le teleca-mere di Ballarò ha tenuto unvero e proprio discorso allanazione e agli italiani "di buonsenso". Alla luce di questoevento miracoloso, vorreichiedere: non bastavano ilguardasigilli e il ministro delladifesa a difendere il capo? Per-chè, nonostante fosse malato,Berlusconi si è scomodato atelefonare per ribadire che isondaggi lo danno stabile sul

ponte di comando, che le to-ghe milanesi lo perseguitanoda anni e che Ballarò fa un usocriminoso della tv publica?Vorrei far notare anche che B.,a inizio intervento, ha parlatodi mancanza di contradditto-rio nelle trasmissioni faziose.Ma non mi pare invece che do-po la telefonata qualcuno siaandato contro a Berlusconi.Alla fine della fiera, è semprelui l’unico che non viene maicontraddetto, e nel caso ilmalcapitato viene massacra-t o.Filippo Buniotto

Stanno rovinandole università pubblicheOrmai le uniche universitàcompetitive sono private,quelle pubbliche le stannomassacrando. É recentementeuscita la classifica degli ateneipiù influenti del mondo, e nonriesco nemmeno a ricordarein che posizione si sono piaz-zati quelli italiani. Sicuramen-te, non tra i primi (e neanchein una zona dignitosa).Per fortuna che almeno lescuole superiori pubbliche, inItalia, sono assolutamente mi-gliori di quelle private. Checostano, e non poco. Spero dipoter mandare mia figlia a unabuona università pubblica,quando sarà ora, cioè tra po-chi anni.Spero che esisterà ancoral’università pubblica, che nonci avranno privati anche dei di-ritti più elementari, comesembra che stiano facendoora. Altrimenti, mia figlia, chefuturo può avere?Mariaclarissa

C aro Colombo, la presente perdenunciare che nei giorni scorsi

è stata autorizzata dal direttoregenerale della azienda ospedaliera(nome omesso ndr) la mobilità di(nome omesso ndr). Si ritienel’autorizzazione impropria perchéavvenuta nonostante esista unadelibera regionale che vieta mobilitàin strutture appartenti alla sanitàpubblica; ed esiste uno specificoparere negativo nei mesi scorsi.Chiediamo di bloccare questo attoillecito e lesivo dei diritti di chipartecipa a concorse pubblici nonpotendo ricorrere a favoritismi enepotismi.

Colleghi oltraggiati

HO SCELTO di rispondere aquesta lettera benché sia anonima (lelettere anonime non vanno mai pubblicate).E ho scelto di non identificare il nome dellapersona difesa dai colleghi, e della aziendasanitaria citata nella lettera, per non creareproblemi in più. Ma ciò che ha attratto lamia attenzione è che si faccia circolare e sifaccia arrivare anche al nostro giornale unalettera che è di legittima difesa sindacale eche è la denuncia della violazione dilegittimi diritti. Ma è anonima. Le lettereanonime sono, tipicamente, odiose e vili.L’anonimato è, insieme, minaccia e

vergogna. Questo è il primo caso in cui miimbatto di lettera anonima ispirata dabuone intenzioni. Inevitabili un paio diipotesi. La prima è che i “colleghio l t ra g g i a t i ” hanno paura di un direttoregenerale arbitrario e vendicativo e, purvolendo sostenere una collega colpita daingiustizia, non vogliono uscire alla scoperto. La seconda è che uscire allo scoperto ècomunque causa di grane, riunioni,discussioni, predite di tempo. Se cominci aoccuparti a volto scoperto di una causa, perquanto piccola, non puoi lasciar perdereanche se diventa ingombrante. La primaipotesi è triste. Ci fa immaginare unmormorio sindacale debole che preferiscerestare clandestino. La seconda è peggiore:dire ma non dire, sostenere la vittima di unaingiustizia ma agire senza faccia e senzanome per non lasciarsi coinvolgere. E’ unantico costume italiano restare anonimi edestranei, salvo esigere che tocchi ad altriimpegnarsi, e giudicarli male se non lofanno. Ecco perché, per una volta, hopubblicato e, in un certo senso, risposto auna lettera anonima. Per dire: Non si fa mai,neppure per buone ragioni. Anzi, la letteraanonima “buona” rende ancora peggiore la“fi r m a ” anonima.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Orazio n. 10l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

L’A N O N I M AT OÈ SEMPRE VILE

IL FATTO QUOTIDIANOvia Orazio n. 10 - 00193 Romal e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

LA VIGNETTA

SECONDO TEMPO

IL FATTO di ieri30 Ottobre 1758Scrive Calvino a proposito del Candide di Voltaire “…NelCandide oggi non è il “ racconto filosofico” che più ciinc anta… non è il prender forma d’una morale… è il ritmo.Con velocità e leggerezza, un susseguirsi di disgraziesupplizi massacri corre sulla pagina, rimbalza di capitolo incapitolo, si ramifica e moltiplica senza provocare nellettore altro effetto che d’una vitalità esilarante epr imordiale…” “Conte philosophique”immortale, scritto daVoltaire alla fine del 1758, nell’esilio fiorito della sua villa diFerney, Candide, caricatura perfida di un certo Settecentodei Lumi, vive ancor oggi di una sua irresistibile attualità.Cento pagine, miracolosamente scampate all’usura deltempo, in cui, tra paradossi, metafore, nonsense, tutta lapossibile arte retorica è sfoderata al fine di mostrare ilrapporto tra violenza cieca della natura e fragilitàdell’essere umano. Simbolo di una disillusione universale,Candide, in una grande pantomima buffonesca, smonta edisarticola principi cardine come ordine, necessità,giustizia, smaschera e mette alla berlina inganni, rapacità,ipocrisie, ingiustizie e pregiudizi. Aureo libretto, con unavena di saggezza crudele, da rivisitare e rileggere.

Giovanna Gabrielli

lino e company, dopo mi faròdi nuovo la tessera del partitoc i a o.Soana

Quando ti scopronovai in conventoÈ bello, bellissimo questo mo-mento della storia italiana(perché stiamo scrivendo laStoria che verrà studiata dalleprossime generazioni) in cui lagente va in convento, in "ritirospirituale" non perché, e so-prattutto quando, ha peccato,ma solo quando lo vengono asapere gli altri...Sic transeat.Gene Froio

Passi il trans,ma la cocaina noPrendo atto che viviamo untempo in cui il senso dell'eticaè aberrante. Quindi, in un mo-mento di massimo delirio, ar-rivo perfino a tollerare le abi-tudini sessuali dei politici edanche i vizi privati e le pub-bliche virtù. Però c'è un aspet-to che trovo, francamente, in-tollerabile: l'uso di stupefacen-ti. Ritengo che questo aspettosia effettivamente invasivodella capacità di scelta dellapersona che ne fa uso, e quindiassolutamente lesivo del rap-porto di fiducia concesso alpolitico. Allora mi domandoperché non inviare i Nas adanalizzare la qualità degli sca-richi delle Camere così comefu fatto per le fogne di Firenze.Il risultato sarebbe inequivo-

tutta questa brava gente.Mariella Michelis

Ho votato Bersani,mi aspetto cambiamentiSono una ex iscritta a quelloche era il Pc di Enrico Berlin-guer, ho cercato in tutti questianni di capire la nostra politicae di seguire (per quanto im-possibile) i vari cambiamenti:Prodi, Veltroni, Franceschini ecosì via. Ma dove sono i vericomunisti? Li vede solo Ber-lusconi! Ma non parliamo delpassato, andiamo avanti. Ab-biamo visto il successo di Ber-sani, che tra tutti mi è sem-

brato quello che aveva più ache fare con la sinistra vera. Iosono andata a votare per lui,però adesso mi aspetto unareazione a questa agonia dellanostra politica. Chiedo innan-zitutto: perchè avete fatto pas-sare tante leggi odiose? Parload esempio dello scudo fisca-le. Dov'era l'opposizione?Esi-ste ancora l'opposizione? Pernon parlare di utte le leggi cheBerlusconi si è fatto su misura.Caro Bersani, da te mi aspettomolto. Non deludere il popo-lo che ti ha votato, altrimentila nostra speranza finirà nellaspazzatura. Un'altra cosa: perfavore, mandate a casa Basso-

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pagina 20 Venerdì 30 ottobre 2009

UN FILM DI

MICHAEL HANEKE

IL NASTRO BIANCO

DA OGGI AL CINEMA