Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

17

Click here to load reader

Transcript of Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

Page 1: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

G i ove d ì 2 settembre 2010 – Anno 2 – n° 232Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Romatel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

w w w. i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

AGENDA DEL GIORNALISTA 2010

www.agendadelgiornalista.itTUTTI I CONTATTI CHE CONTANO

AGENDA DEL GIORNALISTA 2010

www.agendadelgiornalista.itTUTTI I CONTATTI CHE CONTANO

I finianiaccusano la Brambilla: recluta squadracce percontestare Fini a Mirabello. Lei querela. Pdl sempre più coeso

SCHIFANI E LO STRANO CLIENTEPASSERA, LA BANCA E L’HOTELUn accusato di riciclaggio imbarazza il presidente del Senato

Il conflitto di interessi del numero uno di Banca Intesa

Boffonchiando

di Marco Travaglio

Gentile Dino Boffo, un anno fa Lei eracostretto a dimettersi da direttore di Av v e n i rein seguito a una nota campagna del Giornaledella famiglia Berlusconi. Campagna basata

su una notizia vera e una falsa. Quella vera era la Suacondanna nel 2004 (decreto penale del Gip diTerni, da Lei non impugnato e dunque definitivo)per molestie su una donna. Quella falsa era unapresunta (cito da Il Giornale) “nota informativa cheaccompagna e spiega il rinvio a giudizio emesso dalGip del Tribunale di Terni il 9 agosto 2004: ‘Il Boffo– si legge – è stato a suo tempo querelato da unasignora di Terni destinataria di telefonate sconce eoffensive e di pedinamenti volti a intimidirla, ondelasciasse libero il marito con il quale il Boffo, notoomosessuale già attenzionato dalla Polizia di Statoper questo genere di frequentazioni, aveva unare l a z i o n e ’. . .”. Che non esistesse alcuna notainformativa della Polizia, né agli atti del processo néaltrove, apparve evidente a tutti, essendoimpensabile che le forze dell’ordine di un Paesedemocratico “attenzionino” gli omosessuali inquanto tali. Il Corr iere pubblicò la “nota”, che nonera affatto un documento giudiziario o poliziesco,ma una lettera anonima giunta a diversi vescovi e adalcuni quotidiani. Dunque Il Giornale – comeconfermarono i magistrati ternani – aveva spacciatoun pezzo di carta straccia per un atto giudiziario,conferendogli i crismi dell’ufficialità. Dal giornodelle Sue dimissioni Lei ha lodevolmente scelto lastrada del silenzio e di Lei si è tornati a parlare soloquando è stato nominato dal governo Berlusconi(ministero dello Sviluppo economico) tra i membridella Consulta Filatelica Nazionale, prestigiosoorganismo consultivo “per definire gli indirizzi dipolitica filatelica e il programma annuale diemissione” dei francobolli. L’altra sera peròabbiamo appreso da Feltri, ospite di La7, che Leinon ha mai denunciato Il Giornale per ottenere ilrisarcimento dei gravissimi danni subiti. Feltri haaggiunto di trovare curioso che, se davvero ivescovi italiani La ritengono vittima di un sopruso,abbiano accettato le Sue dimissioni su due piedi enon Le abbiano offerto una tribuna da cuiriprendere l'attività di giornalista. Le affermazioni diFeltri non sono state smentite. La questione ormaiesce dal Suo privato e diventa pubblica. Ancheperché il “trattamento Boffo” inaugurato dal Giornalecon Lei ha conciato per le feste una lunga sfilza dipolitici, giornalisti e magistrati che avevano osatomettersi di traverso sulla strada del premierpadrone (pardòn, fratello del padrone), giù giù sinoa Fini (come ha denunciato il Suo successore,Marco Tarquinio). Feltri l’aveva minacciosamentepreannunciato nel primo editoriale a Lei dedicato:“La Repubblica scava nel privato del premier el’Avvenire ha messo mano al piccone perrecuperare materiale adatto a creare unapiattaforma su cui costruire una campagnamoralistica contro Berlusconi... Se il livello dellapolemica è basso, prima o poi anche chi eraabituato a volare alto, o almeno si sforzava di nonperdere quota, è destinato a planare per rispondereagli avversari. Cominciamo da Dino Boffo...”. Forseè venuto il momento di rompere il riserbo e faredefinitivamente chiarezza sul Suo caso. Anzituttorendendo pubblici gli atti del Suo processo, che icronisti non hanno potuto visionare perché mancail consenso del condannato (Lei). E poi spiegandoperché Lei non ha ritenuto di denunciare Il Giornale,anzi è stato visto a pranzo proprio con Feltri nelfebbraio scorso. C’è qualcosa che ancora nonsappiamo? Forse la famiglia del premier ha preferitochiudere la querelle con un risarcimentopreventivo per evitare una causa pubblica? Può farcigentilmente sapere? Attendiamo Sue notizie.

SCUOLAx Si allarga la rivolta di docenti e tecnici contro la Gelmini

PRECARI DA MORIRE

di Peter Gomez

I l 18 giugno del 2007 quan-do, su richiesta della dife-

sa, l’avevano sentito in aulacome testimone, RenatoSchifani aveva dimostrato diricordare molto poco. Saràstato per l’imbarazzo di do-ver rispondere a domandesulla sua attività professionale in favore di GiovanniCosta, un vecchio cliente di Villabate, accusato diriciclaggio di capitali mafiosi, o sarà stato il tempotrascorso, ma il futuro presidente del Senato erarimasto sul vago. pag. 3 z

Se ci fosse il Pddi Paolo Flores d’A rc a i s

dc

Per un politico di professione che si col-lochi all’opposizione, mai periodo fupiù promettente e facile. Si prendal’ultima occasione, l’indecente show

di abiezione morale (e servilismo affaristico)nei confronti di quel Gheddafi che i liberalioccidentali hanno per decenni trattato daterrorista. A una opposizione democraticaviene servita su un piatto d’argento la pos-sibilità di scompaginare la maggioranza,moltiplicarne le contraddizioni, far precipi-tare i consensi tra i cittadini che pure la vo-tarono: cattolici, atei, leghisti e chiunque ser-bi nell’animo un residuo di decenza. Scate-nare in tutte queste direzioni la propria azio-ne garantirebbe all’opposizione un successoimmediato e travolgente. Se non fosse chel’amicizia indefettibile con Gheddafi fu fattavotare da D’Alema, con un vergognoso di-scorso a cui dissero “signor no!” solo tre par-lamentari del Pd.Oppure prendiamo i tre operai Fiom di Po-migliano, che vogliono solo lavorare, con ladignità garantita dalla Costituzione. Anche lapiù tiepida delle opposizioni avrebbe buongioco a evidenziare come legalità e diritti so-ciali siano due facce della stessa medaglia, e alanciare un’offensiva che contrapponga chilavora per mille euro al mese e chi ne gua-dagna 400 volte di più (quattrocento) per fa-re strame della Costituzione e riportare lefabbriche italiane al livello della Cina comu-nista-liberista. Se non fosse che il Pd ha elettoin Parlamento proprio tanti piccolissimi Mar-chionne (che del resto aveva santificato), an-ziché dei riformisti “giustizia e libertà”.Per non parlare dell’of fensivapopolarissima che l’opposi -zione potrebbe condurre sul-la sicurezza dei cittadini con-tro il “processo breve”, vistoche regala a ogni tipo di de-linquenza vagonate di impu-nità, e contro la legge bava-glio-intercettazioni (idem),se non fosse per i due anni diindulto e il progetto Mastella,munifici doni del centrosini-stra alla criminalità.Ma l’opposizione ha cose piùimportanti, su cui oltretuttolitigare: se sia meglio impara-re il francese o il tedesco.

Udi Roberto Faenza

D OV ’È FINITOIL SOGNOAME RICANO?

N elle pause di lavoro del filmche sto girando a New York

visito una serie di istituti e osser-vatori di politica internazionalepresso alcune prestigiose uni-versità americane. Incontro do-centi e studenti a Yale, Prince-ton, Columbia. pag. 18 z

ngran bretagna

Miliardi e veleni,il boomerang dellememorie di Blair

Biscotto pag. 10z

C AT T I V E R I EUn giornale iraniano dice cheCarla Bruni merita la morte.Nella pagina delle recensioni

musicali ( w w w. s p i n o z a . i t )

Giacomo Russo, in sciopero dellafame da 15 giorni (FOTO LAPRESSE)

CLASSE DIRIGENTE

di Vittorio Malagutti

S ostiene il banchiereCorrado Passera che

quei sette milioni di europarcheggiati nel paradisoesentasse di Madeira sonoun gruzzolo di famiglia de-nunciato al Fisco e accan-tonato all’estero in attesadi una buona occasione per spenderlo. Tuttoregolare, quindi, assicura il gran capo di Ban-ca Intesa in una lettera di risposta a un re-cente articolo del Corriere della Sera. E che diredelle sue proprietà alberghiere? pag. 2 z

Processo breve e governo

Napolitano gela B.Letta, fischi a Venezia

Pe r n i c o n i pag. 7 z pag. 4 e 5 z

y(7HC0D7*KSTKKQ( +z!"!;!"!?

Page 2: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

pagina 2 Giovedì 2 settembre 2010

Eterno ragazzo prodigio

da De Benedetti a Prodi

fino a Berlusconi

M entre l’eterno rivale, AlessandroProfumo di Unicredit, si occupa dellapossibile ascesa di Gheddafi come

azionista numero uno della sua banca, Corrado Passeravive gli scampoli della sua estate da protagonista.L’amministratore delegato della Banca Intesa Sanpaolo,ex pupillo di Carlo De Benedetti, poi pupillo diRomano Prodi (che gli affidò il risanamento delle

Poste), da otto anni è al timone della prima bancaitaliana, protagonista di un rapporto a correntealternata con il carismatico presidente Giovanni Bazoli,che lo volle al vertice.Mentre Bazoli è rimasto sempre legato alle suestoriche simpatie uliviste, Passera ha condotto dopole elezioni del 2008 un attento riavvicinamento aSilvio Berlusconi e, soprattutto, al ministro

dell’Economia Giulio Tremonti. Da tempo si parla diqualche ambizione politica del banchiere di Como.Nei giorni scorsi ha fatto scalpore che proprio ilCorriere della Sera, di cui Intesa Sanpaolo è grandeazionista, abbia rivelato notizie imbarazzantisull’esportazione di capitali della famiglia Passera. Ilbanchiere ha replicato con una piccata lettera diprecisazione .

PASSERA, BANCA INTESAE GLI AFFARI DI FAMIGLIA

Senza dire che era azionista dell’Hotel Villa d’Este,votò il prestito a Fontana che lo doveva acquistare

di Vittorio Malagutti

Sostiene il banchiere Cor-rado Passera che quei set-te milioni di euro par-cheggiati nel paradiso

esentasse di Madeira sono ungruzzolo di famiglia denuncia-to al Fisco e accantonatoall’estero in attesa di una buo-na occasione per spenderlo.Tutto regolare, quindi, assicu-ra il gran capo di Banca Intesain una lettera di risposta a unrecente articolo del Corr ieredella Sera. E che dire delle sueproprietà alberghiere? Cosevecchie, ereditate dai genito-ri. Insomma, niente di rilevan-te, nulla che possa interferirecon il suo ruolo di amministra-tore delegato della più impor-tante banca d’Italia.Ma la versione minimalista of-ferta da Passera ai lettori delCorsera non spiega tutto. Nonspiega fino in fondo gli intrec-ci azionari, i prestiti per cen-tinaia di milioni di euro, lecompravendite di titoli chetre anni fa sono serviti a ripor-tare in Italia dal Lussemburgoil pacchetto di controllodell’hotel Villa d’Este di Cer-nobbio, un cinque stelle tra ipiù lussuosi al mondo, metaabituale di superVip e presun-ti tali.

LA MICCIA che innescaquesta girandola di affari è unprestito di 157 milioni conces-so da Intesa alla famiglia Fon-tana, industriali brianzoli cheusano quei soldi per comprareil pacchetto di maggioranza diVilla d’Este. L’hotel, un tempotrattato in Borsa, può contaresu decine di azionisti di mino-ranza. E tra questi c’è anchePassera, insieme a sua madre,al fratello, alla sorella. La loroquota è poca cosa: meno dell’1per cento della società di ge-stione dell’albergo. Quanto ba-sta, però, per esporre il ban-chiere a un potenziale conflit-to d’interesse. Infatti Intesa, labanca guidata da Passera, fi-nanzia la compravendita diuna società di cui lo stesso Pas-sera è azionista. E i Fontana, se-condo quanto dichiaranoall’epoca, sono pronti ad ac-quistare, oltre alla quota dicontrollo parcheggiata in unafinanziaria lussemburghese,anche le azioni dei piccoli socidell’Hotel. Quindi, in teoria,anche quelle dei Passera.Per togliersi dall’imbarazzo ilbanchiere avrebbe potuto ren-dere nota la sua posizione aglialtri consiglieri di amministra-zione di Intesa chiamati ad ap-provare il prestito. Ma Passeratace. Nel verbale del consigliodi amministrazione del 14 no-vembre 2007, che dà il via li-bera al fido di 157 milioni perfinanziare l’acquisto di Villad’Este, non si fa cenno a inter-venti del numero uno. E il pre-stito viene approvato all’una-nimità, con il voto favorevole,quindi, anche di Passera.

PARTICOLARE impor tan-te: nel consiglio di Intesa siedeanche Giuseppe Fontana, pro-prio l’imprenditore che deveavere il prestito. In pratica labanca ha finanziato per decinedi milioni un suo consigliere.Fontana però, come prescrivela legge, non partecipa alla vo-tazione sul prestito. Qualchemese dopo circa 50 milioni diquesto finanziamento vengo-no trasferiti alla Banca Popola-re di Sondrio. Coincidenza del-le coincidenze: Fontana eraamministratore anche di que-sta banca.Ma torniamo a Passera per se-

gnalare un altro fatto rimastofin qui inedito. Il 16 ottobre2007, quindi meno di un meseprima della concessione delprestito, una società dei Passe-ra, l’Immobiliare Venezia, ven-de circa 15 mila azioni di Villad‘Este incassando 117 mila eu-ro. Chi compra? Il bilancio del-la società non indica il nomedell’acquirente. Certo è che itempi di questa operazione,che precede di poche settima-ne l’ingresso in campo di Inte-sa, finiscono per sollevare nuo-vi dubbi e sospetti. Di più: Pas-sera e famiglia vendono le loroazioni a circa 7 euro ciascuna.

CLASSE DIRIGENTE

FRATELLI D’ITALIA di V. Mal.

L’ALTRO PASSERA, VOLONTARIO IN CONSIGLIOC erto non capita tutti i giorni che

una grande banca indichi ilfratello del manager numero uno comeamministratore di una societàpartecipata. Banca Intesa lo ha fatto.Antonello Passera, fratello di Corrado,siede nel consiglio della NH Italia,filiale del gruppo spagnolo che qualcheanno fa ha assorbito la catenaalberghiera Jolly. Nel 2007, quando glispagnoli sbarcarono in forze in Italiacon il determinante appoggiofinanziario della banca guidata daPassera, molti analisti di Borsasollevarono dubbi e perplessità sulfatto che il fratello del banchiereottenesse una poltrona da consiglierein un gruppo così strettamente legato aIntesa. Ma non si sorpresero solo gli

analisti. Anche tra i consiglieri di Intesaci fu chi si interrogò sull’oppor tunitàdella scelta.Antonello Passera è un esperto digestione alberghiera, come haricordato qualche giorno fa lo stessoCorrado Passera nella sua lettera alCorriere della Sera. Ma un conto sono ipiccoli hotel comaschi della famigliaPassera, con poche decine di camere.Altra cosa è NH hoteles, un colossointernazionale. Alla fine, per sventarepossibili contestazioni, si arrivò a unasoluzione salomonica. AntonelloPassera sarebbe stato nominato nelconsiglio di NH Italia, ma senzacompenso. Un compenso che, per leabitudini di famiglia, sarebbe stato solosimbolico: 10 mila euro l’anno.

La Jp Morgan obbedisce a ObamaNON FARÀ PIÙ GUADAGNI IN BORSA, COMPRAVENDITA DI TITOLI SOLO PER CONTO DEI CLIENTI

di Giorgio Meletti

I l colosso bancario americano JpMorgan Chase chiuderà a breve

tutte le attività di investimento spe-culativo in proprio, in gergo trading, econtinuerà il servizio solo per la pro-pria clientela. In prima battuta ferme-rà le attività speculative sulle materieprime, poi quelle su azioni e obbliga-zioni.La notizia, circolata sui media ameri-cani e accolta dalla Jp Morgan con ilsolito no comment, significa che i si-gnori di Wall Street hanno deciso diabbassare la testa di fronte al diktatdel presidente Barack Obama. Gli os-servatori della finanza americana at-tendono a breve mosse simili ancheda parte di altri colossi, come Gol-dman Sachs e Morgan Stanley, grandibanche che fino a oggi hanno condot-

to su tavoli paralleli gli investimentiper conto dei clienti e per conto pro-prio. Da una parte c’è il pericolo chela banca si avventuri in operazioni lu-crose ma assai rischiose, come si è vi-sto nella grande crisi finanziaria del2008, dall’altra c’è il problema di unpesante conflitto di interessi: la ban-ca, per esempio, deve contempora-neamente consigliare le azioni dacomprare ai suoi clienti (o acquistar-le direttamente attraverso i fondi co-muni) e trovare qualcuno a cui ven-dere i titoli di cui vuole liberarsi.Il 21 luglio scorso Obama ha promul-gato la legge Dodd-Frank, che ha co-

stituito un severo giro di vite per legrandi banche. Ci sono voluti sei me-si di dura battaglia parlamentare pervarare le nuove regole. Il divieto diinvestire in proprio sui mercati finan-ziari è stato inserito in corsa dalla Ca-sa Bianca su consiglio di un grandevecchio come Paul Volcker, ex pre-sidente della Federal Reserve, la Ban-ca centrale americana.Nonostante Obama sia criticato findall’inizio del suo mandato per unagestione della crisi finanziaria troppocompiacente con le grandi banche,in questo caso il braccio di ferro è sta-to, almeno all’apparenza, così duro

che il presidente,con uno strappoalle consuetudi-ni, si è rifiutato diinvitare i verticidi Jp Morgan eGoldman Sachsalla cerimoniadella firma dellalegge alla CasaBianca. Un segnoevidente di irrita-zione per la durabattaglia lob-

bystica con cui le potenze finanziarieamericane hanno ostacolato il cam-mino delle riforme sponsorizzate dalpresidente, riuscendo in parte a de-potenziarle.Il risultato finale è però che Jp Mor-gan smetterà di trafficare con la com-pravendita di materie prime e titoli,chiuderà i relativi uffici, licenzierà gliaddetti.In Italia l’idea di vietare alle banche dispeculare sugli stessi titoli che poivendono ai propri clienti è evocata ditanto in tanto da qualche studioso,ma non è mai entrata nell’agenda po-litica. Si consideri che quasi tutti i fon-di comuni d’investimento, ai quali gliitaliani affidano decine di miliardi dieuro di risparmi, sono controllati dal-le banche.Per fare un esempio, Intesa Sanpaolo,la prima banca italiana di cui parlia-mo in questa stessa pagina per altrimotivi, nel 2009 ha messo in bilancio10 miliardi di ricavi dagli interessi suiprestiti, 5 miliardi di commissioni suoperazioni finanziarie dei clienti ol-tre un miliardo di guadagni dalle spe-culazioni finanziarie condotte in pro-pr io.

Primi effetti concreti delleregole sulla trasparenza dicui in Italia nemmeno si parla

Un mese dopo Fontana finan-ziato da Intesa compra il 62 percento del capitale di Villad’Este a circa 67 euro per azio-ne. I conti non tornano.

E CERTO non aiuta a farechiarezza il fatto che la venditadell’hotel di Cernobbio transi-ti da una società del Lussem-burgo, tradizionale approdo aprova di fisco per affari di ognitipo. In pratica il prestito di In-tesa è finito nel Granducatonelle casse della FinanziariaRegina, che ha ceduto la quotadi controllo di Villa d’Este.L’azionista principale della so-

cietà lussemburghese eraClaudio Luti, proprietario tral’altro della società di arreda-mento Kartell. Ma gli stessiFontana possedevano unaquota del 30 per cento circa.

E QUI ARRIVA un altro gio-co di prestigio. Con una com-plessa operazione di ingegne-ria finanziaria la famiglia brian-zola si libera della partecipa-zione nella società lussembur-ghese e in cambio ottiene 70milioni, che approdano suiconti bancari della loro hol-ding, la Loris Fontana & c. Rias-sumendo: i soldi di Intesa fini-scono in Lussemburgo e da quirimbalzano in una società tar-

gata Fontana. Tempo qualchemese e parte di quel denarotroverà una pronta occasioned’impiego. Siamo nell’estatedel 2008. C’è l’Alitalia da sal-vare. Silvio Berlusconi chiamaa raccolta i nuovi capitani co-raggiosi disposti a investire perrilanciare la compagnia di ban-diera dopo averne scaricato idebiti sui contribuenti. Fonta-na, da poco padrone di Villad’Este, stacca un assegno da 10milioni per la nuova Alitalia. Aorganizzare la cordata è pro-prio la Banca Intesa di Passera,all’epoca ben allineato e co-perto sulle posizioni del gover-no. Passera chiama. Fontana ri-sponde. Intesa paga il conto.

L’Hotel Villa d’Este a Cernobbio (Co)A destra, Corrado Passera (FOTO ANSA)

E il compratore dell’a l b e rg osubito dopo entrò nella cordataAlitalia organizzata dal banchiere

Il presidentedegli Stati UnitiBarack Obama

(FOTO ANSA)

Page 3: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

Giovedì 2 settembre 2010 pagina 3

Dallo studio legale

alle dichiarazioni

di Spatuzza

R enato Schifani è diventato presidentedel Senato il 29 aprile del 2008. Dopouna carriera come avvocato, inizia la

sua nuova vita da esponente politico tra Forza Italia ePdl. Legale nello studio di Giuseppe La Loggia, padredi Enrico ed esponente di spicco della Dc siciliana, ilgiovane Schifani fonda la Sicula Broker, una società diassicurazioni che contava tra i suoi soci personaggi

poi incriminati per associazione mafiosa o concorsoe s t e r n o.Tra questi anche Nino Mandalà, capocosca diVillabate, comune nel quale venne successivamenteeletto sindaco suo nipote, Giuseppe Navetta. FuNavetta, nipote di boss, a conferire una consulenzasul piano regolatore al giovane Schifani. Incaricoarrivato per il tramite di La Loggia, a sentire le

parole del pentito Francesco Campanella oun’intercettazione del boss Mandalà nel’ 98. Sonoinvece degli ultimi mesi le dichiarazioni di un altropentito, Gaspare Spatuzza, un tempo fedelissimodei Graviano di Brancaccio, che raccontano unoSchifani tramite tra i suoi capiclan e MarcelloDell’Utri. Il presidente del Senato si è dettodisponibile a chiarire davanti ai giudici.

di Peter Gomez

Il 18 giugno 2007 quando, surichiesta della difesa, l’ave -vano sentito in aula come te-stimone, Renato Schifani

aveva dimostrato di ricordaremolto poco. Sarà stato per l’im -barazzo di dover rispondere adomande sulla sua attività pro-fessionale in favore di GiovanniCosta, un vecchio cliente di Vil-labate, accusato di riciclaggio dicapitali mafiosi, o sarà stato iltempo trascorso, ma il futuropresidente del Senato era rima-sto sul vago. Aveva spiegato cheper l’imputato si era occupato di“acquisizioni e compromessi”,di “permute immobiliari” e di“contrattazioni affaristiche” inquel di Portorosa, un ridente vil-laggio turistico messinese consi-derato dagli inquirenti un luogodove anche la mafia ha reinvesti-to il suo denaro. Poi quando gliavevano chiesto che cosa sapes-se della Alpi Assicurazioni, unadelle società al centro del pro-cesso, aveva sostenuto di esserestato nominato “a propria insa-puta” membro del consiglio diamministrazione della società. Eaveva aggiunto di non aver accet-tato la carica perché come avvo-cato non aveva “mai frapposto ilruolo professionale con altri ruo-li che nascessero da interessiclientelar i”. La deposizione, in-somma, era stata poco più cheuna formalità e il futuro presi-dente del Senato aveva così pen-sato di aver chiuso per semprequella partita. Ma adesso, dopole dichiarazioni del pentito Ga-spare Spatuzza che lo dipinge co-me uno dei tramite fra i fratelliGraviano, i potenti e ricchissimiboss di Brancaccio, e MarcelloDell’Utri, l’avvocato Schifani ri-schia di dover tornare a fare iconti con il passato. Il suo pas-sato.Giovanni Costa, un simpatico

ex commerciante di piastrelledi Villabate, diventato improv-visamente multi-miliardario neiprimi anni ‘90 e ora condannato(è in corso l’appello) a dieci an-ni di reclusione per riciclaggio,è infatti incluso nell’elenco del-le persone che la Procura di Pa-lermo vuole interrogare per ri-costruire, ed eventualmente ri-scontrare le accuse lanciatecontro Schifani da Spatuzza e daun altro collaboratore di giusti-zia: l’ex segretario nazionale deigiovani dell’Udeur FrancescoCampanella.

IL MAGO DEI SOLDICosta, è bene dirlo subito, non èun pentito. È un imprenditoreche continua proclamarsi inno-cente. Vive nel nord, dove perqualche anno è stato il dominus didecine di società dai fatturati mi-liardari. Ma ha alle spalle una sto-ria fatta di soldi, sangue e paura.Suo suocero, il padre della primamoglie, è scomparso per luparabianca. A Villabate ha dovuto con-frontarsi con boss di ogni ordine egrado. Ha conosciuto i Montalto, iMandalà (tra cui Nino, l’ex sociodi Schifani), i Quartararo, i Biscon-ti di Belmonte Mezzagno, i Piciur-ro, Pitarresi e tanti altri. Ma sem-pre, sostiene, perché l’ambientedi Palermo era quello che era, elavorare lì senza fare i conti con lamafia era impossibile.Fatto sta – racconta la sua sen-tenza di condanna –che la vita diCosta cambia all’i m p rov v i s oquando a Villabate compare ilMago dei Soldi. Ovvero Giovan-ni Sucato, un ragazzo rosso di ca-pelli e corpulento che diventeràpersino protagonista di un rac-conto di Camilleri. Sucato apreun ufficetto in paese dove sta se-duto dietro una scrivania conuna montagna di banconote dauna parte e un mucchio di rice-vute dall’altra. “Datemi il vostrodenaro, io fra un mese ve lo re-

stituisco raddoppiato”, dice atutti. Il gioco funziona: nei primimesi del 1990 Sucato raccogliedecine e decine di miliardi di li-re. Ma la sua è una catena diSant’Antonio. Non per niente inun bel giorno di settembre il Ma-go sparisce. Non lo trova nessu-no. Sulla porta del suo ufficio èpossibile leggere solo un foglio,attaccato con una puntina rossa:“L’avvocato Sucato, dottor Gio-vanni, è stato convocato da Ber-lusconi. Tornerà tra una settima-

na”. Insomma il denaro è finito.Un sacco di gente è stata truffa-ta.E tra chi ci ha rimesso miliardi cisono pure gli uomini d’o n o re .Perché, anche se Sucato lavo-rava con protezione della co-sca villabatese dei Montaltoe usava come “raccoglitor idi puntate” pure alcuniboss di Brancaccio, nellamafia erano in tanti quelliche avevano investito sudi lui. Inizia una catenaimpressionante di omici-di. Molti “raccoglitor i” sidanno alla macchia e pu-re Sucato muore in circo-stanze misteriose. Dopol’ennesimo omicidio, il 5marzo 1991, la polizia con-voca Costa in questura. In-formazioni confidenziali loindicano come l’uomo cheteneva in mano il tesoro del Ma-go: lui però per telefono avvisa

che non vuole uscire di casa.Oggi Costa è stato condannatoin primo grado per aver riciclatoquel denaro di proprietà dellamafia. Lui sostiene con forza chenon è vero. E di fronte ai tantipentiti che lo accusano, spiegadi essersi limitato a scommette-re e a vincere.

SCHIFANI CONSULENTEMa che cosa c’entra Schifanicon tutto questo? Molto. Per-ché a partire dal 1989-90 e al-

CLASSE DIRIGENTE

meno fino al 1993, Schifani la-vora per il neo-miliardario Co-sta. Lo fa come legale e lo fa concontinuità. La scorsa settima-na, nel comunicato in cui si di-ceva disponibile a farsi sentiredalla magistratura per chiarirele accuse di Spatuzza, il presi-dente del Senato ha tenuto “aprecisare che la sua pregressaattività di avvocato è stata sem-pre improntata al pieno e totalerispetto di tutte le leggi e di tut-te le regole deontologiche pro-

prie dell'attività foren-se”. È probabilmente

vero. Come è veroche un avvocatod’affari non è te-nuto a farsi trop-pe domande sulleorigini delle im-

provvise fortune della suaclientela. Oggi però, leggendole carte dei processi contro Co-sta, fa un certo effetto scoprireche le operazioni immobiliariconcluse in quel periododall’imprenditore di Villabatenel villaggio turistico di Porto-rosa sono state seguite diretta-mente da Schifani. E che, se-condo i rapporti della Guardiadi Finanza del settembre 1993,le “modalità di vendita così ar-ticolate” che le hanno caratte-rizzate “si prestano ad eventua-li operazioni di riciclaggio diproventi illeciti”. Una tesi che èstata fatta propria anche dallemotivazioni della condanna diCosta, in cui i giudici includonotra le “forme di reimpiego deiflussi di denaro illecitamenteconseguito da parte degli impu-tati... le acquisizioni di numero-si immobili della Portorosa Vil-lage (...) attraverso le forme me-diate del potere di rappresen-tanza”. Infatti il 7 ottobre 1990tra Costa e Carmelo Caliri, unimprenditore di BarcellonaPozzo di Gotto, viene stipulatoun preliminare di vendita peracquistare 30 appartamenti, 6posti auto e un posto barca.L’atto prevede il pagamento didue miliardi di lire in contantiin diverse tranche più l’accollodi un mutuo per 900 milioni giàacceso da Caliri. Il primo mag-gio 1991 (mentre a Villabate giàsi spara) gli immobili vengonoconsegnati.Lo stesso giorno tra Costa e Ca-liri viene sottoscritta una nuovaconvenzione. Costa, grazie auna procura, può vendere le ca-se a terzi. Ma nei documenti uf-ficiali il suo nome non compa-rirà e a effettuare il rogito saran-no le società di Caliri. Un modo,sottolinea la Guardia di Finan-

za, per preservare l’anonimato.Nell’accordo viene poi scrittoche “l’ammontare complessivodei corrispettivi che la Portoro-sa Village (di Caliri) avrebbe in-dicato nelle fatture di vendita re-lative agli appartamenti del Co-sta non avrebbe comunque su-perato i 2 miliardi e 900 milioni(il prezzo pagato da Costa a Ca-liri, ndr)”. Inoltre i compratoridegli immobili avrebbero dovu-to emettere sempre fatture al disotto dei 19 milioni di lire in mo-do, sottolineano gli investigato-ri, di evitare le segnalazioni an-tiriciclaggio. Caliri di quello stra-no affare con Costa ha parlato il13 febbraio del 2002 in un inter-rogatorio a Catania. E ha confer-mato che la trattativa con il pre-sunto riciclatore di Villabate fuseguita anche dal futuro presi-dente del Senato. “Noi”, ha det-to, “non è che interloquivamocon Costa. Ma con il suo avvo-cato, oggi senatore di Forza Ita-lia, il senatore Schifani”. Risulta-to: visto che non ci sono rogitidiretti e tutto o quasi avviene percontanti, solo per caso la Guar-dia di Finanza si accorge dellapresenza di Costa nell’af fare.Ma questa è un’altra storia. Laracconteremo domani.

Un villaggio turistico e unascia di sangue a Villabatedietro il denaro che avrebbereinvestito l’assistito delfuturo presidente

I clienti scomodi e le domande di BorsellinoIL RACCONTO DEL PALAZZO DI PALERMO NEL QUALE ABITÒ ANCHE GIOVANNI BRUSCA

N el novembre scorso fu MarcoLillo dalle colonne de Il Fatto

Quotidiano, ad occuparsi della ri-costruzione delle vicenda di Re-nato Schifani, ex legale di PietroLo Sicco, che successivamentevenne condannato per mafia. LoSicco, tra l’altro, costruì un palaz-zo abusivo a Palermo in piazzaLeoni. Stabile nel quale, succes-sivamente, abitò Giovanni Bru-sca, l’uomo che azionò l’o rd i g n odella strage di Capaci.

DOPO LA PUBBLICAZIONEdi quella inchiesta Renato Schifa-ni, il 4 dicembre, rispose al nostrogiornale con la lettera scritta daisuoi legali.Ci informavano di un’azione civileintrapresa dal presidente del Sena-to contro Il Fatto Quotidiano e la ri-chiesta di 720 mila euro per dif-fa m a z i o n e .

Il palazzo di Palermo, che sorge neipressi dello stadio della Favorita, èintriso di vincoli di sangue o di co-sca con i padrini più blasonati dellacittà: Madonia, Bontate, Pullarà,Guastella, Lo Piccolo. Il capo deilavori di costruzione, Salvatore Sa-voca, è stato strangolato perchénon voleva dividere il boccone dicemento con un clan più forte delsuo: i Madonia. L’assessore che hadato la licenza è stato condannatoper le mazzette ricevute in cambiodella concessione. Il costruttorePietro Lo Sicco condannato permafia e corruzione è in galera. Ilpalazzo oggi è stato confiscato e ledue vittime, Rosa e Savina Pilliu,hanno ricevuto in affitto dallo Sta-to l’appartamento nel quale dor-miva, per l’appunto, Giovanni Bru-sca.Il Fatto ha descritto come questopalazzo incroci i destini di Schifani

e Paolo Borsellino. Come? Partia-mo con il dire che quell’immobileche trasuda di mafia è ancora inpiedi grazie anche ai consigli lega-li, ai ricorsi e alle richieste di sa-natoria dello studio legale Shifa-ni-Pinelli, del quale il presidentedel Senato è stato partner negli an-ni chiave di questa vicenda, primadi lasciare il posto al figlio Rober-to.Insomma, mentre Schifani com-batteva in Tribunale per Lo Sicco,il giudice Paolo Borsellino trascor-reva le ore più preziose della suavita ad ascoltare le signorine Pil-liu, di origine sarda e proprietariedi due piccole case in una zona diex fabbriche riadattate ad abita-zione. Tutto tranquillo fino al mo-mento in cui la mafia decise dioccuparsi di quelle case e di quelter reno.Ma il destino tra il palazzo, le due

sorelle, Schifani e Borsellino tornaad incrociarsi.

PROPRIO da piazza Leoni sareb-be infatti partita all’alba del 19 lugliodel 1992 la Fiat 126 imbottita con 90chilogrammi di tritolo che ha uccisoPaolo Borsellino. Le signorine Pilliu,ignare che coloro che si nasconde-vano dietro il costruttore e che leminacciavano e offendevano peravere le loro proprietà, stavano or-ganizzando le stragi del 1993 a Ro-ma, Firenze e Milano. Chissà se PaoloBorsellino aveva intuito qualcosa distrano dietro quel palazzo. Una cosaè certa, se sei giorni prima di morire,50 giorni dopo la morte di GiovanniFalcone, un uomo come lui perdevatempo a parlare con queste signo-rine, una ragione doveva esserci.Forse non solo legata alla questionei m m o b i l i a re .

(e. reg.)

CONSULENZA NOSTRAGli affari immobiliari seguiti da Schifani per conto

di un imprenditore condannato per riciclaggio

R e n at oSchifani vistoda Emanuele

F u c e c ch i

Page 4: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

pagina 4

Nichi Vendola premia

la Guzzanti

per “Draquila”

N ichi Vendola che premia Sabina Guzzantiper un film “c o n t ro ” B. proprio nel paesedel ministro di B? Non sia mai! Eppure è

successo ieri sera a Otranto, nel Salento, dove l’autricedi “Draquila” ha ricevuto dal presidente della RegionePuglia il riconoscimento speciale “Cultura e territori”durante la prima giornata dell’Otranto Film FundFestival, organizzato dall’Apulia Film Commission. Il

tutto con buona pace del centrodestra locale, che neigiorni precedenti ha sferrato una campagnapolitico-mediatica senza precedenti per screditarel’iniziativa, bollata come sperpero di denaro pubblico(la Regione è socio fondatore dell’Apf) in favore dellapropaganda elettorale di Vendola (“Draquila” spara azero contro l’azione di B. a L’Aquila). Il presidente dellaProvincia di Lecce, Antonio Gabellone (Pdl), ha

addirittura ritirato il patrocinio alla manifestazione daparte dell’ente da lui diretto e organizzato uncontro-evento per informare la gente sull’azione delgoverno nell’emergenza post-terremoto in Abruzzo, latragedia al centro del documentario della Guzzanti.Insomma, propaganda reale contro – come ha dettoGabellone – “una produzione antiberlusconianainfarcita di bugie e calunnie”. (P. G. C.)

di Malcom Paganie Federico Pontiggia

Ve n e z i a

“Ver gogna”, “Pa gliac-cio”, “Vattene a casa”.In fondo non c’è idea acui non si finisca per fa-

re l’abitudine e Gianni Letta, aifischi, si sta affezionando. Dopoquelli de L’Aquila, ecco i gemelliveneziani all’ora del tramonto.Tra Verdone e Banfi, Letta nonsorride. Non è il ’68 né il ’77. Icontestatori sono pochi e le gri-da si confondono con quelle deifotografi. Per Letta non fa diffe-renza. Con imperturbabilità si-mile a quando recitava con Sor-di, divide con Renata Polverini ilproscenio, con Buttiglione gliimproperi e si presta alla sfidarallentando ad arte la passerella.Dopo gli scatti di rito guadagnala sala dove Napolitano, primopresidente dai tempi di Ciampi amanifestarsi, incontra un salutoc o nv i n t o .

UN’ORA PRIMA , a 20 poli-ziotti del Coisp applauditi da 500persone sul red carpet, era anda-

ta decisamente meglio. Ex berlu-sconiani: “Certo, lo votavamoquasi tutti”, ora nella terra di mez-zo in cui la delusione lascia spazioalla rabbia. Sfilano trascinando sa-gome di agenti pugnalati. Spiega-no senza ellissi né fraintendimen-ti: “Il centrodestra ci ha traditi.Vogliamo le dimissioni di Maronie anche quelle del premier. Il suogoverno, in materia di sicurezzaha fatto peggio di qualunque al-tro negli ultimi 20 anni”. Intorno,il caos del nuovo palazzo del ci-nema. Ventiquattro mesi di ritar-do. Una voragine di terra larga 50

metri, sulle cui recinzioni, nasco-no le piante. Semi trascinati dalvento capaci di germogliare dalnulla tra ruggine e amianto, per-fetta metafora della gramigna ci-nematografica in salsa leghista.

TRA UNA DISATTENZIONEdell’esecutivo e una polemica delministro Bondi, ancora una voltaassente da se stesso e dal Festivalcome già accadde a Cannes, Zaiaha trionfato. Il governatore del Ve-neto, indefinibile impasto di intra-prendenza, vitalismo e spregiudi-cata apparenza, lo stesso che conla medesima risolutezza dei dogi,ha bandito la Coca-Cola dal buffetdella Mostra: “Solo Pepsi, mi spia-ce, ordini superiori” è l’uomo chesi è inserito nel cuneo. Riempien-do un vuoto di potere. Ribaltandoil senso della massima stampatasulla maglietta di uno dei tantioperai che tra una bestemmia el’altra si sono affannati per rende-re il caos della vigilia un ambito al-meno percorribile: “Con le buonemaniere, non si ottiene un cazzo”.Zaia, in un solo anno, ha imparatola lezione. Nel 2009, dopo aver au-spicato una maggior presenza di

dialetto nelle fiction, si era acca-pigliato con Tornatore che aprivala Mostra con Baarìa. Ma il bigliettoda visita al cinema, l’allora Mini-stro dell’Agricoltura l’aveva co-munque consegnato. Poi, il deci-mo governatore del Veneto checostrinse McDonald’s a metterenel panino il Dop italiano, ha ve-rificato velocità e carrozzeria del-la macchina lagunare trovandosi asuo agio. Appena insediato avevagià concesso il palazzo della Re-gione a Johnny Depp e AngelinaJolie, che facevano The Tourist inLaguna, potenziato festival, rasse-gne locali e film commission, de-fenestrato Franco Miracco, l’uo -mo dell’odiato Galan dal Cda dellaBiennale prendendone il posto estretto alleanza, trovando auto-strade sul G a z ze t t i n o , con il sinda-co veneziano del Pd Franco Orso-ni. Fino all’attacco alla Roma la-drona di celluloide: "Non posso-no pensare di prendere tutto, de-vono darci i soldi. il cuore del ci-nema è qui dal 1932".

LA VETRINA PERSONALErende superbi e in attesa di dar se-guito alla promessa di presenziare

al Cda della stessa Biennale (nonancora esaudita), Zaia prepara perla prossima edizione l’inser imen-to di una serie di cortometraggiprodotti dalla Veneto MovieSchool, creatura che sta facendodi tutto per far decollare. SandroBondi, dicono, non arriverà che il9 settembre. Per sostenere (o af-fondare) il lavoro targato Medusadi Saverio Costanzo. Si affacceran-no al Lido anche Meloni e Carfa-gna, ma nel complesso le due set-timane avranno una sola impron-ta, quella di Zaia. Lo nominanoovunque. Nei bar, e negli anfratti

dove si cerca di fare cassa senzascrupoli: “Vuole una bicicletta? Laaffittiamo solo per l’intero perio-do della Mostra”. “Fanno tutti co-sì? “Tu t t i ”. Basta spostarsi di pochimetri e il dato di fatto diventamenzogna. Al Festival è normale.Ieri sera, all’affollato party dellafactory cinematografica del Pre-mier, si respirava un’aria trasver-sale. Il momento è troppo delica-to per fare distinguo e, dopo averdelegato l’intera gestione del mer-cato a Toronto, bisogna monetiz-zare anche gli spifferi. Gli abitantidel Lido temono e denunciano laprossima cementificazione, cherenderebbe quest’angolo libertytra mare e laguna, il regno dei neospeculatori a caccia di appalti. Intutto lo zelo di Zaia, al di là dellerassicurazioni di prammatica,dell’argomento si trovano pallidetracce. Anche l’albergo più bello,l’epocale Des Bains, è transenna-to. Delle stanze di un tempo nonrimarrà memoria. In vista una se-rie di miniappartamenti a carissi-mo prezzo. Lì, 40 anni fa, Viscontiambientò Morte a Venezia. Per il re-make definitivo è solo questionedi giorni.

CAOS IN PASSERELLAVenezia fischia Letta, i poliziotti manifestano contro

il premier e il palazzo del cinema è un cantiere

SCIVOLONI

Ora Berlusconi vuole il processo lungoLA RUSSA: VOTEREMO IL TESTO DEL SENATO. SECCO NO DEI FINIANI

di Antonella Mascali

A nnullare l’autonomia dei giudici, imponendo-gli le scelte delle difese. È questa un’altra delle

strade che i fedelissimi di Berlusconi voglionopercorrere per salvarlo da una probabile condan-na ai processi Mills e Mediaset. Una via necessaria,vista la brutta aria che tira sul processo breve. An-che se Ignazio La Russa proclama: “Su questo te-sto abbiamo già votato al Senato, pensiamo di vo-tarlo alla Camera allo stesso modo”.

LO STESSO ministro, però, consapevole delmuro di sbarramento del Quirinale e dei finiani,aggiunge: ”Poi la Camera o il Guardasigilli possonovalutare anche diversamente. Senza trattative im-poste”. I finiani non ci stanno e Fabio Granata av-verte: “Non sono possibili compromessi sulla nor-ma transitoria”. Ma è proprio quella che salva Ber-lusconi. E se il premier non convince almeno unaparte dei centristi, il ddl non uscirà più dalla Ca-mera. Quindi gli uomini del Cavaliere stanno pen-sando a progetti accantonati quando fu escogitatala legge ammazza processi. Torna in auge l’o bbl i go

per i giudici di accogliere sempre e comunque larichiesta di testimoni da parte delle difese. Quindi,in teoria, qualsiasi difensore – soprattutto di col-letti bianchi – può trovarsi centinaia di testi e il Tri-bunale competente deve accoglierli. Allungando itempi dei processi che però ora Berlusconi, perfarsi approvare l’ennesima legge ad personam, di-ce di voler accorciare.

PERCHÉ questa trovata “s ch i z o f re n i c a ”? È utileper garantire al premier la prescrizione. Soprattut-to per il caso Mills. Il dibattimento è stato sospesol’ultima volta il 16 aprile a causa del legittimo im-pedimento, la norma finita davanti alla Consulta sudecisione dei giudici milanesi. Anche quelli di Me-diaset e Mediatrade. Se la Corte il 14 dicembre do-vesse bocciare anche questo scudo, i processi aBerlusconi riprenderebbero all’inizio del 2011.Senza altre leggi speciali, la prescrizione per il casoMills scatterebbe intorno a gennaio 2012. Ci sareb-be quindi un anno di tempo per emettere la sen-tenza. Un periodo sufficiente, non solo perché ilcavaliere è l’unico imputato, ma anche perché unaparte degli atti del processo principale, quello in

cui prima del lodo Alfano era coimputato dell’av -vocato inglese, sono già stati ritenuti efficaci. A di-spetto dei suoi legali che hanno provato a far ri-cominciare il dibattimento da zero chiedendo diascoltare testimoni esclusi nel vecchio processo.

ED È QUELLO che vorrebbero fare con la leggesulle liste della difesa obbligatorie. Una trovata perarrivare al verdetto quando i giudici sarebbero co-stretti a dichiarare prescritto il reato anche in pri-mo grado. Per gli altri gradi invece ci pensa già la exCirielli. Oltre a questa norma che provocherebbeun’altra rivolta dei magistrati, resta in piedi l’ipo -tesi di rendere inutilizzabili le sentenze della Cas-sazione nei processi con imputati di reato connes-so. Esattamente come nel caso Berlusconi-Mills.Vietare ai giudici di poter acquisire la sentenza cheha riconosciuto l’avvocato come un corrotto“nell’i n t e re s s e ” del premier, anche se il reato è sta-to prescritto, favorirebbe B. Che potrebbe cavar-sela magari con la vecchia insufficienza di prove.Intanto Frattini avverte: “Pronta la lettera che il go-verno invierà ai ministri degli Esteri dell'Ue perspiegare le motivazioni del processo breve”.

Nel vuoto Zaiariescead imporrealla Mostrai suoi metodie la suao n n i p re s e n z a

Assente Bondiche arriverà soloil 9 settembreper lap re s e n t a z i o n edel film diCostanzo

2 OTTOBRE In piazzaTabucchi e Mannoia

T ra un mese esatto, sabato 2 ottobre, Roma ospiteràla manifestazione promossa da Andrea Camilleri,

Margherita Hack, Paolo Flores d’Arcais e don AndreaGallo. Una grande occasione di democrazia, per di-fendere la Costituzione e ribellarsi al regime dellecricche. E continuano a crescere le firme di ade-sione. Ultime due in ordine di tempo, quelle di An-tonio Tabucchi e di Fiorella Mannoia. Tutti in piazza,scrive Tabucchi, per liberarci “di questo puzzo or-re n d o ”: quello del “piduista Silvio Berlusconi, cir-condato da piduisti, corruttori di giudici e condan-nati per mafia”, ma anche il puzzo dei “pr incipalipartiti che non governano e stanno attaccati alle loropoltrone da una vita, le stesse facce bolse che, invecedi opporsi alla devastazione di un intero Paese, usanoda anni le stesse bolse parole di consenso al mar-ciume politico, economico antropologico, mediati-co e spionistico che ci circonda”. Anche la Mannoiasente che è arrivata l’ora “che la società civile facciasentire la propria voce”. Perché “non possiamo sem-pre delegare altri. Dobbiamo agire: la storia siamonoi”.

Giovedì 2 settembre 2010

delle Camere.A chi gli chiede del processo bre-ve, taglia: “Su queste cose ho giàdetto tante volte mentre si discu-teva della legge sulle intercetta-zioni. Siete informati su quale fi-ne abbia fatto il ddl intercettazio-ni?”. E a chi abbozza un “finito suun binario morto”, sottolinea:“Ecco”. Sulle intercettazioni, siricorderà, il Colle non si è pro-nunciato, se non per confermareche avrebbe aspettato un testodefinitivo. Testo che, ad oggi, an-cora non è uscito dal Parlamen-to, arenatosi nella disputa inter-na al Pdl.

Nessun ministrodopo Scajola

IL TEMA VERO da affrontare,dunque, è quello economico.Ma come?Il 23 luglio scorso il Capo delloStato, durante la consueta ceri-monia del Ventaglio che tradizio-nalmente chiude la stagione del-le Camera, aveva battuto propriosull’economia e mostrato unaqualche preoccupazione per lasituazione economica interna-zionale. “Il governo - aveva tra

l’altro detto - non può sottrarsi adecisioni dovute come quelladella nonima di un titolare delministero dello Sviluppo econo-mico o come quella di un impor-tante organo di garanzia quale laConsob”. Da allora è passato ol-tre un mese. L’interim allo Svi-luppo Economico è rimasto incapo al Presidente del ConsiglioSilvio Berlusconi (le dimissionidi Claudio Scajola datano al 4maggio), e del nuovo presidentedella Consob non c’è traccia.Così suonano abbastanza vuotele parole del ministro leghistaRoberto Calderoli quando affer-ma: “Condivido pienamente leparole del presidente della Re-pubblica, Giorgio Napolitano,ed il suo invito a concentrarsisull’economia”, perchè è ormaida oltre tre mesi, con “un milionedi persone in cassa di integrazio-ne e decine di migliaia di piccoleimprese che sono saltate” comericorda il leader del Pd Pier LuigiBersani, che questo governomanca di un ministero a questopreposto. L’autunno della politi-ca si preannuncia ancora caldo.

estate di veleni. Non parliamodelle avventate dichiarazioni diMaurizio Bianconi, vice presi-dente del gruppo Pdl alla Came-ra, che nel giorno di Ferragostoaccusava il Capo dello Stato ditradire la Costituzione (circo-stanza che ottenne la dura rispo-sta di Napolitano: “Se tradisco laCostituzione, mi mettano in sta-to di accusa”). Non si discute del-le dimissioni del ministro “a nonsi sa cosa” Aldo Brancher che vo-leva adoperare il legittimo impe-dimento ancor prima di cono-scere di quali deleghe dispones-se (e fu stoppato dalla Presidenzadella Repubblica appena tentòdi farlo), nè del tema giustizia,sempre caldo nel Paese in cui ilpremier vuole scappare dai pro-cessi che ha pendenti.Il tema più importante della ri-presa autunnale, ieri il Presiden-te della Repubblica l’ha dettochiaro a Venezia: “La politica do-vrà per forza di cose concentrar-si sull’economia”. Una ripresa in-certa attende il ritorno al lavoro

Accuse alla Brambilla

“Gli squadristi? Vengano pure, siamo dell’M s i . . .”

SCIVOLONI

di Eduardo Di Blasi

Il ministro degli EsteriFranco Frattini, af-ferma al Tg1 dellasera: “Mi sono scu-

sato personalmentecon il capo dello Statoper questo disguidoa m m i n i s t ra t i vo ”. Il“disguido” consiste vanel non aver avvisatoil Quirinale della visitadi Muammar Ghedda-fi. Visita difficile, effet-tivamente, da tenernascosta con il suo co-rollario di feste eque-stri, hostess a paga-mento e conversio-

ni lampo. Dal Quirinale spiega-vano d’altronde nel pomeriggiodi ieri (dopo che la notizia dellamancata comunicazione era ap-parsa sul Corriere della Sera) cheil governo non era tenuto ad av-visare il Colle, perchè non sitrattava di una visita ufficiale, equindi non c’era nulla “da con-c o rd a re ” con il Capo dello Sta-to. E, in effetti, a quale tipologiadi “visita” corrispondesse quel-la del leader libico, arrivato ingran pompa in Italia, per la ra-tifica di un “trattato di amicizia”fra i nostri due Paesi, non è statodel tutto chiaro. Come non èchiaro, a questo punto, di cosasi scusi il titolare degli Esteri.

Un’estateall’infer no

POCO MALE, nei rapporti tragoverno, maggioranza e Quiri-

nale c’è ben altro da farsi per-donare in questa ter-

r ibile

“Il processob re v e ?Non parloGuardate chefine ha fattoil ddli n t e rc e t t a z i o n i ”

N ella sua unica intervista dall’aper turadella crisi interna al Pdl, rilasciata al’Unità, il presidente della Repubblica

Giorgio Napolitano aveva risposto così ai continuiriferimenti alle urne da parte della Lega e deifedelissimi di Berlusconi: “Sarebbe bene cheesponenti politici di qualsiasi parte non desseroindicazioni in proposito senza averne titolo e in

modo sbrigativo e strumentale”. Lui, dal canto suo,spiegava che sarebbe intervenuto “solo quandorisultasse in Parlamento che la maggioranza si èdissolta”. Apriti cielo. Due giorni dopo, su Il Giornaleil vicecapogruppo del Pdl alla Camera MaurizioBianconi lo aveva accusato di stare “tradendo laCostituzione” per il suo “no al voto anticipato e sìalla ricerca di un governo tecnico”. Durissima la

replica del Colle, che in una nota ricordava aBianconi che il tradimento della Costituzione è“materia regolata dalla stessa Carta” e dunque “seegli fosse convinto delle sue ragioni avrebbe ildovere di assumere iniziative ai sensi dell'articolo 90e relative norme di attuazione”. Si chiamaimpeachment: se tradisco la Costituzione – attaccòNapolitano – mettetemi in stato d’accusa.

Attacchi sotto l’ombrellone

“Se tradisco la Carta

chiedete l’impeachment”

di Alessandro FerrucciMirabello (Ferrara)

“L a Brambilla sta organizzando i pullmanper contestare Fini? Bene, non c’è pro-

blema, questi non hanno capito che siamo mis-sini”, spiega l’onorevole Luca Bellotti. Tradotto:se c’è da fare a schiaffi, se ne vedranno dellebelle, qui a Mirabello. Lui lo dice, altri lo con-fermano. Con il sorriso. Ma in attesa delloscontro fisico, la querelle passa per comunicati,scoop, smentite e carte bollate. E nasce da unarivelazione di “Generazione Italia”: il ministrodel Turismo vuole portare gli squadristi dellalibertà alla Festa Tricolore per contestare il pre-sidente della Camera durante il comizio di do-menica. A denunciarlo è Vitale Mattera, che a“il Secolo d’Italia” racconta: “Questa mattinaho ricevuto una telefonata da parte di Fran-cesca Pascale (consigliera provinciale del Pdl diNapoli, ndr). Mi chiedeva di organizzare unpullman di cinquanta ragazzi per andare a Mi-rabello, domenica...”. “Le ho chiesto a cosa ser-visse: lei mi ha risposto che serviva esattamen-

te per fischiare e contestare Fini”. E “en pas-sant, mi ha fatto il nome della Brambilla”.La protagonista smentisce, parla di clima av-velenato, di volontà di creare un precedente,dà mandato ai legali e rilascia dichiarazioni sudichiarazioni. Eppure, a Mirabello, nessuno sistupisce, come se fosse già tutto previsto: “E ranell’aria – interviene Enzo Raisi, parlamentarebolognese –: le pressioni di queste ultime set-timane erano indirizzate a questo, a non darcispazio o a rubarlo attraverso azioni ancora dadecifrare. E poi Berlusconi dice di voler abbas-sare i toni. E comunque qui, nell’ultima gior-nata, aspettiamo migliaia di persone”.Gli organizzatori parlano di duecento pullmanprenotati in arrivo solo dal Nord, più la realtàlocale, sommata alle richieste che giungonodal Centro-Sud. In cifre siamo almeno a quotaquattromila persone stipate in un piccolo piaz-zale, circondato da muretti e grate e con duevie d’uscita strette. Il servizio d’ordine internonon esiste, per adesso tutto è affidato a un paiodi macchine delle forze dell’ordine e una dellaProtezione civile “anche se per domenica il

Prefetto rafforzerà i controlli”, spieganodall’organizzazione. Nessun’altra precauzio-ne. Non serve, dicono. “Ma no, siamo anchepronti ad accogliere il rappresentante di Bel-pietro che vuole consegnare le firme. Per noinon c’è problema”, continua Raisi. Sono le fir-me raccolte da “L i b e ro ” per chiedere le dimis-sioni di Fini, un “gioc hetto”, identico a quellomesso in piedi da “il Giornale”, che ha con-sentito al quotidiano degli Angelucci di recu-perare copie, dopo un periodo di continua fles-sione. “Noi siamo democratici, lasciamo par-lare tutti, mica come altri”, interviene un ma-nifestante. Quindi occhi puntati su domenica.È il chiodo unico di tutti coloro che passano aMirabello. Aspettano. Si telefonano e cercanodi capire anche le sfumature di quello che diràFini.Nuovo partito? Corrente? Per il senatore Giu-seppe Menardi potrebbe bastare anche il ri-conoscimento di minoranza all’interno del Pdl“anche se la vedo complicata. Con tutto quelloche è successo e sta accadendo. I margini nonci sono più – spiega –. Inoltre i militanti, sono

loro a chiederci di tornare a fare politica”. Vero.Tra i presenti in Emilia è un continuo spronarea non mollare e proseguire sulla strada dell’“in -dipendenza” dal Caimano. E non importa suquali temi: tutti parlano solo di no al processobreve (“è un’amnistia mascherata”) e di sicu-rezza. È il collante. Sotto il quale nascono iprimi problemi, i nodi: dalla questione immi-grazione, al testamento biologico fino alle cop-pie di fatto. Molti si fidano di Fini, a prescin-dere. Molti altri del loro passato missino, dovecerti argomenti avevano ben altra risposta.

MA QUALE GIUSTIZIA,PENSATE ALLA CRISI

U n’altra presa di posizione di NapolitanoDifficilmente lo ascolteranno

In questa pagina,il presidente

Giorgio Napolitanovisto da Emanuele Fucecchi.

A sinistra, Napolitanoall’i n a u g u ra z i o n e

della Mostra del Cinemadi Venezia e la protesta

dei poliziotti

Page 5: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

pagina 6 Giovedì 2 settembre 2010

M ichele Santoro scrive al direttore ge-nerale Rai Mauro Masi che giudica

“singolar e” la sua richiesta di avere una sinossidella trasmissione “Annozer o”, singolare “per ilsemplice motivo” che la trasmissione “sarà unariedizione di quanto abbiamo visto nella scorsastagione per 32 settimane. Le registrazioni sonogià a sua disposizione per qualunque valutazio-ne Lei voglia fare”. Santoro sottolinea che gli uf-fici competenti della Rai, dopo essersi riunitinella mattinata di ieri con Liofredi, “hanno giu-

dicato unanimemente impossibile apporta-re modifiche all’impostazione dello scorsoanno se si vuole rispettare l’appuntamentocon il pubblico”. Santoro avverte sui cam-biamenti: “Se venissero fatti adesso sarebbeper me la dimostrazione che essi non sonofigli di meccanismi interni alla Rai ma diquelle pressioni politiche già venute alla lu-ce con l’inchiesta di Trani”.

ANNOZERO

Santoro, Masie l’incubo Trani

Da Palazzo Giustiniani

alla P2, l’ascesa

dei confratelli

I l Grande Oriente d’Italia, massoneria diPalazzo Giustiniani, data la sua nascita al1805, epoca napoleonica. Fu al suo

interno, che, tra la fine del 1960 e l’inizio deglianni ‘70, venne fuori la figura di Licio Gelli, GranMaestro della loggia Propaganda 2 (più nota comeP2). Loggia coperta che, fondando sul vincolodella segretezza, aveva l’obiettivo di sovvertire

l’ordine democratico nel nostro Paese. Tra gliaffiliati figuravano esponenti di primo piano delleforze armate, delle istituzioni, degli organilegislativi, del mondo dell’informazione edell’impresa. Le conclusioni alle quali giunse lacommissione d’inchiesta presieduta da TinaAnselmi negli anni ‘80 ritenne “taleorganizzazione, per le connivenze stabilite in ogni

direzione e. ad ogni livello e per le attività postein essere (...) motivo di pericolo per la compiutarealizzazione del sistema democratico”. Sulla listarinvenuta a Castiglion Fibocchi (Arezzo), in unafabbrica di proprietà di Licio Gelli, dai magistratiche indagavano sul rapimento del banchiereMichele Sindona, si è spesso detto che fosseautentica ma con ogni probabilità completa.

GUERRE DI MASSONERIALE LOGGE SI CONTENDONO SIENALo scandalo P3 ha animato le fazioni in lotta

di Daniele Martini

Ècome 30 anni fa, forse an-che peggio. Allora, prima-vera 1981, la bufera arrivòimprovvisa e si abbatté sul-

le logge con la pubblicazionesui giornali degli elenchi P2. Og-gi il nuovo uragano è nell’ar ia,annunciato da una sequela diprodromi, mille segnali di un di-luvio che si preannuncia altret-tanto sconvolgente per la mas-soneria: il bubbone della P3, lecricche, il coordinatore Pdl De-nis Verdini e i fidi facili della ban-ca, l’immarcescibile faccendie-re di mille affari sporchi FlavioCarboni, le tangenti, lo stillici-dio di intercettazioni, gli appaltipilotati. Trent’anni fa i fratellimassoni, quelli che con la P2c’entravano poco o niente, difronte all’impre vedibilitàdell’evento non poterono far al-tro che aprire l’ombrello per ri-pararsi alla meglio, sperando

che la buriana passasse, consa-pevoli che niente sarebbe statopiù come prima. Oggi, invece,per non restare travolti provanoa prevenire il disastro, tentandodi salvare dalle prevedibili ma-cerie quella che si ostinano aconsiderare l’idea pulita di mas-soner ia.

Grande Oriente22 mila iscritti

NON È UN’IMPRESA fa c i l ené indolore, anzi. A causa dellaP3 è scoppiata la più aspra guerramassonica d’Italia. Un conflittodi cui all’esterno non trapela nul-la di ufficiale, ovviamente, mache è in pieno svolgimento. Uncorpo a corpo in cui i 22 milamassoni del Grande Oriented’Italia si scannano come fratellicoltelli, e il cui esito, come si dicein questi casi, appare tutt’a l t roche scontato. La guerra si com-

batte soprattutto in Toscana, lapatria della massoneria italiana,in particolare a Siena, culla dellelogge, e nelle campagne circo-stanti. In città si guerreggia intor-no a piazza Salimbeni e alla sededel Monte dei Paschi, in vista del-le elezioni per il sindaco in calen-dario nella primavera dell’annoprossimo. Nelle campagne, inve-ce, il teatro dello scontro è Am-pugnano, frazione del comunedi Sovicille, dove un pezzo dellaSiena che conta, dal Monte al co-mune, vorrebbe trasformare unaeroporto in miniatura in unagrande struttura internazionale,come Pisa e Firenze. Un progettomolto contestato a livello loca-le.Lo scontro coinvolge in pieno ilGran Maestro, Gustavo Raffi, e ipartiti, il Pd e il Pdl. Raffi è legatoa Siena da mille fili, a cominciaredalle consulenze e dagli incarichiprofessionali ottenuti con il suostudio legale di Ravenna dal Mon-

te dei Paschi fin dai tempi in cuidirettore generale era VincenzoDe Bustis, ex banchiere di riferi-mento di Massimo D’Alema, in-dicato come uno degli esponentipiù alti in grado della massoneria,gruppo degli Illuminati. Ad ap-pena un anno di distanza dallasua incerta rielezione, Raffi è og-getto di attacchi feroci e, cosaquasi inaudita in quell’ambiente,perfino pubblici.Gli antagonisti chiedono senzaperifrasi le sue dimissioni dando

voce allo scontento perfino sullapiù democratica delle piazze, In-ternet, per esempio sul sito gran-deor iente-democratico.com,coordinato da Gioele Magaldi,giornalista del confindustrialeSole 24 Ore. Gli contestano di tut-to a Raffi: un rapporto persona-listico con le istituzioni e il pote-re, a cominciare da quello banca-rio del Monte, poi le strizzated’occhio a una parte del Pd no-nostante meno di un quarto deifratelli sia orientato a sinistra, masoprattutto non gli perdonano lavischiosa contiguità con la criccaP3 e la deficitaria gestione finan-ziaria del Grande Oriente causatain particolare da una serie di ope-razioni immobiliari per l’acqui -sto di sedi lussuose e di prestigioattraverso la società Urbs.È uno snodo importante dellamassoneria italiana questa Urbs.Responsabile è il fiorentino EnzoViani, una sorta di tesoriere delGrande Oriente, ex dipendentedel Monte dei Paschi in pensio-ne, un conservatore di ferro, madisinvolto, tanto da essere fandell’ex comunista Graziano Cio-ni contro il cattolico Matteo Ren-zi alle primarie Pd per il sindacodi Firenze. Viani a suo tempo funominato presidente dell’aero -porto di Ampugnano dallo stessoPd senese e dal Monte dei Paschiguidato da Giuseppe Mussari, unavvocato che da qualche mese èanche presidente dei banchieriitaliani (Abi). Entrambi, Viani eMussari, sono stati raggiunti daun avviso di garanzia con altre 14persone proprio per la faccendadei progetti di ampliamentodell’aeroporto di Ampugnano.Il Pd e il Pdl, avversari senza quar-tiere sulla carta, in Toscana grazieproprio al collante massonico indiversi casi appaiono più viciniche lontani, dando quasi l’im -pressione di recitare un giocodelle parti. Il Pd, in particolare, siavvicina al tema delle logge conapprocci assai diversi. Qualchesettimana fa, in un’intervista aSette del Corriere della Sera, il pre-sidente Pd della Regione, EnricoRossi, rispondendo a una do-

manda sulla doppia affiliazionePd-massoneria è stato lapidario:“Appartengo alla nobile razza dichi considera l’iscrizione allamassoneria prima di tutto volga-re ”. Ma Luigi Berlinguer, ex ret-tore dell’Università di Siena, exministro della Scuola con il cen-trosinistra, presidente della com-missione dei garanti Pd, da sem-pre considerato all’interno delsuo partito molto attento verso lamassoneria, anche se lui querelachi osa parlare di affiliazione,non si è dichiarato contrario alladoppia iscrizione in due intervi-ste, ad Affari Italiani e all’Unità, ar-rivando in un caso ad equipararela massoneria all’Opus Dei. Il fi-glio di Berlinguer, Aldo, era con-sigliere d’a m m i n i s t ra z i o n edell’aeroporto senese quandopresidente era Viani.

Ampugnanocentro del mondo

MOLTI dei personaggi dellaguerra massonica, di Siena e Am-pugnano compaiono da prota-gonisti in tutte e tre le vicende.Per esempio il candidato sindacodel Pd, il deputato Franco Cec-cuzzi, quando era segretario pro-vinciale del partito volle proprioil massone Viani come presiden-te dello scalo senese. E ora la mas-soneria si appresta a restituirgli ilfavore nella corsa per il comunenella quale dovrà vedersela conPierluigi Piccini, ex sindaco, exDs ed ora coordinatore toscanodell’Api di Francesco Rutelli.Ceccuzzi può contare sull’ap -poggio del giornale locale, Il Cor-riere di Siena, guidato da StefanoBisi, che è anche il presidente delCollegio regionale toscano deimassoni del Grande Oriente. Ildirettore editoriale del Corr iere èRocco Girlanda, deputato Pdlumbro, grande amico di DenisVerdini, come risulta da molte in-tercettazioni. Entrambi, manco adirlo, sono estimatori convintidel Gran Maestro Raffi. Di più:come si sussurra in Toscana, so-no stati i suoi grandi elettori.

POTERI OPACHI

Affari, creditoed enti localiÈ in Toscanail conflittopiù asprotra glia ff i l i a t i

NMESSINA

Nas: gravi carenzenell’ospedale

S carse condizioniigieniche, farmaci

scaduti e anche lacarcassa di unpipistrello: è quello cheè stato trovato nelreparto di terapiaintensiva del Policlinicodi Messina, nel primogiorno dell'ispezionedei Nas disposta dalministro della SaluteFerruccio Fazio

TERMINI IMERESE

Minacce di morteal sindaco

U na busta conproiettile è stata

inviata al sindaco diTermini Imerese, TotòBurrafato: “Farai la stessafine di tuo padre”.Burrafato, a capo di unagiunta dove siedono Pd,Mpa e Pdl Sicilia, è figliodel vice brigadiereAntonino ucciso dallamafia nel ‘82 per essersirifiutato di garantire untrattamento di favore neiconfronti di alcuni bossdetenuti tra cui LeolucaBagar ella.

LIVORNO

Vendetta controdue romeni

S i sono radunati in 200sotto le finestre della

casa di due romeni,accusati di aver picchiatodue italiani. Secondo laricostruzione, i dueitaliani avrebberoprotestato dopo aver vistoi due stranieriabbandonare unalavatrice per strada. Loro,armati di bastoni, liavrebbero fatti finire inospedale. Il tentativo divendetta è presidiato daagenti delle forzedell'or dine.

UDINE

Protesta No Tavbloccati i lavori

I “No Tav” del FriuliVenezia Giulia ha

bloccato le operazioni dicarotaggio avviate daitecnici di Italferr aBagnaria Arsa: ilproprietario del terrenonon aveva rilasciatoalcuna autorizzazione ailavori, denuncia il Prc.

CordoglioLa redazione del Fatto Quotidianoè vicina ai colleghi dell'Unità per

la scomparsa di Toni Fontana,e abbraccia la moglie Barbara

e la figlia Beatrice.

Piazza del Campo a Siena. Nel riquadro il coordinatore del Pdl Denis Verdini

Page 6: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

Giovedì 2 settembre 2010 pagina 7

special modo quelli che si ritrovanoattorno alla Casa della carità di donVirginio Colmegna). Anche il Pd eraalla ricerca di un candidato forte. E ilsegretario metropolitano del partito,Roberto Cornelli, ha da tempo un ot-timo rapporto con Boeri. Nei giorniscorsi, quando il segretario nazionalePier Luigi Bersani ha chiesto d’incon -trare otto personaggi della società ci-vile milanese in previsione delle ele-zioni cittadine, Boeri è stato inseritoin questa rosa.In verità, a sfidare Letizia Moratti vorrebbe essereFilippo Penati, ex presidente della Provincia di Mi-lano e attuale coordinatore della segreteria poli-tica di Bersani, sostenuto da quella parte del par-tito che mal sopporta le primarie. L’autocandida -tura di Pisapia – che raccoglie i consensi della si-nistra milanese, ma può attirare voti d’opinioneanche fuori dai confini di partito – ha però spa-rigliato le carte e consigliato al Pd di sostenere uncandidato altrettanto forte e non interno all’appa -rato. Ecco dunque il sì alla candidatura Boeri. Chisi dichiara insoddisfatto di entrambi i nomi è Ba-silio Rizzo, storico leader dell’opposizione a pa-lazzo Marino, oggi consigliere della Lista Fo, checritica anche il metodo delle primarie. “Non pos-so partecipare alle primarie, sapendo che vince-rebbe comunque il candidato sostenuto dal Pd,che poi dovrei appoggiare anch’io: e io non me lasento di sostenere chi ha progettato per SalvatoreLigresti. Il sindaco viene eletto con il doppio tur-no: all’opposizione non convengono le primarie,ma conviene invece andare al primo turno con di-versi candidati, da quelli già ora in campo fino a

La disperazione

da Pordenone

a Benevento

I n principio fu Pietro Di Grusa,collaboratore scolastico precario da 25anni, senza lavoro da un anno e mezzo,

a cominciare lo sciopero della fame (e deimedicinali) il 14 agosto. Costretto dai medici asospendere la protesta dopo l’ennesimoricovero in ospedale è ora rappresentato daisuoi colleghi Giacomo Russo e Salvo Altadonna

che da venerdì scorso scioperano a Roma inpiazza Montecitorio. Il 25 agosto è la volta diDaniela Basile e Monica Sateriale, precarie diBenevento. La figlia della Basile, Gaia Russo, hascritto una lettera molto dura alle istituzioniper denunciare le condizioni della madrecostretta a non mangiare dopo 20 anni diprecariato che non le sono ancora valsi un

l avo ro.Da ieri anche Maria Carmela Salvo, maestraprecaria di 55 anni dorme in macchina e nontocca cibo a Maniago, in provincia diPordenone, cittadina nella quale ha insegnatonegli ultimi anni. La maestra ha assicurato chenon si muoverà fino a quando non avrà unacattedra.

AFFAMATI DI LAVOROSENZA CIBO I PRECARI DELLA SCUOLADa 15 giorni in sciopero della fame davanti a Montecitorio

di Caterina Perniconi

La cosa peggiore non è lafame, ma la notte”. Dor-mono in tre in una piccolatenda davanti a Monteci-

torio. Forse domani arriverà uncamper dove potranno riposa-re meglio. I precari della scuoladi Palermo che hanno dato ilvia a una forma di protestaestrema, che sta contagiando iloro colleghi in tutt’Italia, sonoal 15esimo giorno di scioperodella fame.

Giacomo Russo, dopo il ricove-ro di ieri, è di nuovo in piazza.Ha il volto scavato, ma non de-morde: “La mia residenza èquesta per ora. Voglio averedelle risposte, sapere secondoloro come dovremmo camparetutti noi che abbiamo investitopiù di dieci anni nella scuola.Stiamo cercando di formare uncoordinamento stabile di pre-cari. Perché se precario signi-fica ‘prima di’, il dopo non puònon arrivare mai. Mi vergognodi essere contento di non avere

A Milano il Pd riparte da BoeriL’ARCHITETTO SI CANDIDERÀ ALLE PRIMARIE. MA PENATI CI SPERA ANCORA

Salvo Altadonna, Caterina Altamore e Giacomo Russo

POLITICA

ancora una famiglia da campa-re ”.Cinque giorni fa a GiacomoRusso e Salvo Altadonna, si èaggiunta Caterina Altamore.Lei una famiglia ce l’ha ecco-me. Trentasette anni, precariada 14, tre figli, viso da bambinaincorniciato da lunghi capelliricci. Lo scorso anno ha dovutolasciare la famiglia in Sicilia, do-ve non avrebbe avuto un inca-rico annuale, per andare ad in-

segnare in una scuola primariadi Brescia. Lì, dove è stata inse-rita al fondo della graduatoria,ha preso comunque una catte-dra sulle sponde del lagod’Iseo. Ha vissuto per un annonella stanza di un residence, a450 euro al mese, perché gli ap-partamenti in quella zona sonotroppo cari per lei. “Ho decisoin viaggio, venendo a Roma, difare lo sciopero della fame. Houna patologia che me lo impe-direbbe. Ma secondo il mediconon dovrei nemmeno affaticar-

L O M BA R D I A

LA GELMINI“CI UCCIDE”

G rande dimostrazioneieri a Milano contro i

tagli alla scuola fatti dalMinistro dell’IstruzioneMariastella Gelmini e dalministro dell’EconomiaGiulio Tremonti con la legge 133.I precari si sono sdraiati per strada “tagliati”simbolicamente a pezzi dalle forbici delgoverno. Intanto quattro insegnanti precarimilanesi hanno ufficialmente iniziato losciopero della fame, sulla scia dei colleghidi piazza Montecitorio. “La scuola pubblicaè alla frutta e i precari della scuola allafame” hanno scritto sul cartello appesodavanti a una tavola apparecchiata mapriva di qualsiasi cibo. Cristina Virardi(insegnante di lettere alle medie, 29 anni, dicui tre da precaria), Alessandro Risi(professore di latino e greco di 37 anni, ottoda precario), Davide Bondesan (insegnantedi latino e greco di 28 anni, precario da tre)e Miriam Petruzzelli (insegnate di sostegnodi 34 anni, da sei precaria) dormirannonelle tende e nella roulotte davanti alprovveditorato. Anche loro “affamati dicultura e di dignità”. (c .pe.)

di Gianni Barbacetto

C omincia a prendere forma lo scontro pereleggere, nella primavera del 2011, il sindaco

di Milano. Si è candidato l’architetto StefanoBoeri, che potrebbe diventare lo sfidante di Le-tizia Moratti, attuale primo cittadino, decisa aricandidarsi nonostante le insoddisfazioni sot-terranee che circolano negli stessi partiti che lasostengono, Pdl e Lega. Un paio di mesi fa avevagià proposto la propria candidatura, a sinistra,anche l’avvocato Giuliano Pisapia, ex parlamen-tare indipendente nelle liste di Rifondazione co-munista. Ci si avvia così verso le primarie di coa-lizione: per ora con due candidati che si propon-gono di sfidare Moratti, ma che potrebbero au-mentare nei prossimi giorni.Boeri, 53 anni, direttore di A b i t a re e archistaritaliana, è stato costretto ad accelerare i tempidella sua decisione. Avrebbe voluto aspettarealmeno il 7 settembre, giorno in cui il “Gr uppodei 91” (di cui fanno parte, tra gli altri, GuidoRossi e Francesco Saverio Borrelli, UmbertoEco e Riccardo Sarfatti) ha promesso di comu-

nicare il nome del suo candidato per rinnovareMilano. Ma le pressioni mediatiche gliel’hannoimpedito. La settimana scorsa il quotidianol’Unità aveva già annunciato la sua intenzione acorrere come sindaco della città, e Boeri avevarisposto con una smentita. L’altro ieri, Corr ieredella Sera e Repubblica lo hanno cercato a Bo-ston, negli Stati Uniti, dove tiene seminari pe-riodici all’Università di Harvard, e gli hanno co-municato che avrebbero dato la notizia dellasua candidatura. A questo punto, Boeri ha con-fer mato.

Alla ricercadell’uomo giusto

DA BOSTON , Boeri racconta al Fatto quotidianoche la sua decisione nasce da sollecitazioni chegli sono giunte nei mesi scorsi da diversi perso-naggi e ambienti della società civile milanese.Dall’università, dagli intellettuali (Guido Rossi,Umberto Eco), dal mondo dell’architettura e deldesign (Enzo Mari), dagli ambienti cattolici (in

quello del movimento di Beppe Grillo, in modo darichiamare alle urne tutti i diversi popoli dell’op -posizione e costringere Letizia Moratti al secondoturno. Se si va al secondo turno, si può vincere:allora potremo tutti concentrarci sul candidato al-ternativo a Moratti”.

I progettidell’Expo

STEFANO BOERI sa che i prossimi mesi sa-ranno per lui molto impegnativi. Rivendica le co-se che ha fatto: il progetto “l e g ge ro ” dell’Expo,poco cemento e tanti orti e serre; il progetto delCerba, il centro europeo per la ricerca biome-dica avanzata, ideato dal professor Umberto Ve-ronesi, che sorgerà sui terreni di Ligresti; il “bo -sco verticale”, due torri ricoperte di alberi chesaranno edificate sulle aree della Hines di Man-fredi Catella; il progetto del G8 alla Maddalena,commissionato da Renato Soru, anche se poi èstato monopolizzato dagli affaristi della “cr icca”.La campagna elettorale a Milano è cominciata.

mi e stressarmi. E siccome è unanno che non faccio altro, allo-ra tanto vale che la mia salutesia al servizio della scuola pub-blica italiana”.Trascorrono la giornata in piaz-za Montecitorio. La polizia pas-sa continuamente, li osserva, licapisce. Transitano anche gliuomini della questura: “Siamoinsegnanti, non siamo perico-losi” dicono i precari. “For sesiete pericolosi proprio per-

ché siete insegnan-ti” rispondono lo-ro. Hanno ragione.“Un popolo istruitoe in grado di faredelle scelte spaven-ta –dicono i precari– noi siamo qui peravere delle rispo-ste, non vogliamoaggredire nessuno,neanche il mini-stro, vogliamo solodialogare. La Gel-

mini dice di aver fatto una buo-na riforma, ecco venisse a spie-garci dove lo è, siamo dispostiad ascoltarla”.

INTANTO OGNI giorno apiazza Montecitorio arrivanonuovi precari che portano la lo-ro solidarietà, ma anche studen-ti e professori. Lasciano messag-gi su un quaderno verde, il co-lore della speranza. E poi arriva-no i politici. Tutta l’opposizio -ne ha firmato un documento asostegno dei precari dove s’im -

pegna ad atti concreti per ridur-re i tagli fatti con la 133. In calcei nomi di Antonio Di Pietro, Vin-cenzo Vita, Mario Barbi, MarcoRizzo, Cesare Salvi, Alba Sasso,Stefano Pedica e molti altri. “Lovedete? C’è tutto il centrosini-stra. É per questo che vorrem-mo vederli uniti a lottare per lanostra causa”.

NEL FRATTEMPO le proce-dure di assegnazione delle cat-tedre sono in ritardo, e 35 milapersone quest’anno non avran-no un incarico, tra docenti epersonale tecnico-amministra-tivo. “A una manciata di giornidall’apertura delle scuole, mi-gliaia di cattedre sono vuote edecine di migliaia di precari so-no senza contratto – spiegaFrancesca Puglisi, responsabileScuola del Partito democratico

–mentre il governo pensa solo aleggi ‘ad personam’ e agli inte-ressi del premier. Se la scuolapubblica è, come hanno imma-ginato i nostri padri costituenti,strumento di uguaglianza e li-bertà del nostro Paese, le forzedemocratiche che siedono inParlamento, alla riapertura del-le aule, concentrino la loro azio-ne politica per salvarla dal mas-sacro del governo”.Lo stesso che chiedono i precariin piazza, disperati. Consapevo-li però di aver aperto un proces-so a catena che sta coinvolgen-do i loro colleghi in tutt’Italia.Da Pordenone a Benevento so-no ormai decine i lavoratori del-la scuola che hanno deciso di ri-nunciare al cibo e alla salute innome di un diritto, sotto lo slo-gan: “Affamati di cultura e di di-gnità”.

Pier Luigi Bersanilo ha già incontratoL’altro candidatosarà l’ex RifondazioneGiuliano Pisapia

Il ministrodeve venirea spiegarcicosa c’è di positivoin questa riforma

Stefano Boeri (FOTO EMBLEMA)

Page 7: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010
Page 8: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

Giovedì 2 settembre 2010 pagina 9

fatti, all’epoca era ormai diventa-ta maggiorenne. Difficilmente,però, i rapporti potevano esserequelli che lo stesso Previti avevaraccontato alla Palombelli: “Ci la-sciammo con simpatia recipro-ca. Il nostro è stato un ottimo rap-por to”. Certo, come no. Agli atti,anche se senza alcuna rilevanzaprocessuale, restavano le coseammesse dallo stesso avvocato:e cioè che probabilmente c’e rastata una evasione fiscale (“Cre -de che tutti dichiarino il valoreeffettivo della proprietà?”), e chegli scambi di azioni erano a dirpoco impropri (“Si tratta dei nor-mali sistemi escogitati dai com-mercialisti per evitare di pagaretroppe tasse”). Nulla di tuttoquesto sarebbe mai emerso sen-za i libri della Kaos, e senza la te-stardaggine dei due autori. Mas-simo Fini e L’Indipendente di Da-niele Vimercati (assolti con for-mula piena) furono l’unico gior-nale a raccontare la storia (se sieccettua un pezzullo di poche ri-

ghe de Il Corriere della Sera, chenon nominava Berlusconi nei ti-toli): “Lo stile polemico e pun-gente adottato nell’articolo daMassimo Fini – si legge nella sen-tenza del 1998 – non può essereconsiderato denigratorio e lesi-vo della reputazione di CesarePre viti”.Di più: “L’articolo poneva unachiara domanda di sicuro inte-resse pubblico, all’allora parla-mentare Previti: e cioè se i fattigravi a lui attribuiti dal Ruggeri edall’E s p re s s o , fossero veritieri ono, imponendosi in questo casouna risposta giudiziaria che perònon era arrivata”. Questa do-

manda, gli stessi giornali che duequattordici anni dopo avrebberosubissato di domande Gianfran-co Fini per la casa di Montecarlo,nel 1994 non se la posero. E nem-meno negli anni successivi.

IL PUNTO interrogativo restatale, ancora oggi, visto che – an -cora oggi – da Silvio Berlusconinon ne sono mai arrivate. Forse,come ha cercato di far crederePreviti, l’avvocato sudò sette ca-micie per convincerlo ad accet-tare l’affare. Sta di fatto che il pre-mier non ha mai confermatoquesta tesi. Arcore è diventatoun toponimo della politica grava-to da un sospetto.

Dodicesimo Capitolo

ROMA, 30 AGOSTO 1970.La cosa curiosa, adesso che tutti icapitoli si sono chiusi, ora cheogni tessera è tornata al suo posto,la cosa curiosa, di quella dramma-tica sera d'estate –con i domesticiche non vogliono aprire le portedella stanza, e gli amici di Anna eMassimo che sentono impotentigli spari che arrivano dall'apparta-mento in strada –la cosa veramen-te stupefacente è che ognuno deiprotagonisti avesse preso una de-cisione, e predisposto una uscitadi sicurezza che poi all'ultimo mo-mento decise di non utilizzare.Camillino ha deciso di lasciare lasua Anna al proprio destino, ma ilMarchese, proprio all'ultimomomento, sceglierà di giustiziar-la. Anna ha messo nero su biancoil suo desiderio di lasciare Massi-mo ma poi, presa nella spirale de-gli eventi si ritrova assieme a lui,complice suo malgrado, fino allamorte. Massimo ha la possibilitàdi non accompagnare Anna al-l'appuntamento con il marito fu-rente, ma fino alla fine, molto piùromanticamente di come avevavissuto, segue il destino delladonna. Entrambi avevano predi-sposto una via di uscita minima-le, che la fiamma della gelosiacarbonizza nella vampata diquell'incontro furibondo, e nellaviolenza nitida di quelle sei rab-biose fucilate.Dopo la morte dei marchesi Ca-sati Stampa schiere di sessuologie di moralisti improvvisati si af-

di Luca Telese

Dodicesimo capitolo

Eadesso entrare dentro la

sede di una casa editrice,La Kaos edizioni, di Mila-no. Per lungo tempo, è

l’unica che continua a pubbli-care libri su Silvio Berlusconi. Ilmotivo è facilmente intuibile.Durante un’inchiesta di Tizia-na Parenti (non ancora traslo-cata in Forza Italia) la pm sco-pre che nel 1987 persino la ca-sa editrice del Pci, gli EditoriRiuniti, ha ricevuto un’incredi -bile offerta: la disponibilitàall’acquisto di tutta la società,se non pubblicheranno un li-bro che è ancora in fase di edi-tazione su Silvio Berlusconi: In -chiesta sul signor Tv. Gli autori so-no due giornalisti che abbiamogià incontrato: Giovanni Rug-geri e Mario Guarino. I due si ri-veleranno due bestie nere peril Cavaliere. Quando nel 1993Berlusconi scende in campo, idue si rivolgono proprio allaKaos. Il marchio di fabbrica èinconfondibile: stile d’attacco,copertine ruvide, inchiestestrappapelle. La specialità so-no le biografie contro: Ve s p a i o(contro Bruno Vespa), Ciccio -bello del potere (contro France-sco Rutelli) Geometra Cito(sulsindaco neofascista di Taran-to), i libri di Pannella, i libri sulVaticano, tanto per fare degliesempi. Dopo il libro del 1993,arrivano le prime querele che idue autori riescono a vincere.E poi altri libri che sono i primia trattare la vicenda CasatiStampa. Li firma entrambi Rug-geri. Il primo, Gli affari del presi-dente, contiene tutto un capito-lo dedicato alla vicenda. Lostrano paradosso è che non ri-ceve nessuna querela.Ma Ruggeri, invece, dopo l’in -tervista di Cesare Previti a Bar-bara Palombelli, deve affrontareun lungo procedimento giudi-ziario, non per quello che hascritto nel suo libro, ma per al-cuni stralci che L’E s p re s s o ha ti-tolato, in modo molto forzato(che in alcuni casi sono la veracausa del procedimento). Nonsolo la Kaos non molla, ma arri-va a pubblicare un altro libro(oggi fuori commercio e quasiintrovabile) sull’eredità CasatiStampa. Si tratta de La grande truf-fa (1998), un volume a più manicurato da dieci autori, che ri-pubblica il terzo capitolo degliaffari del presidente, e lo integracon una miriade di documentipreziosi: le citazioni del mini-stro della Difesa, e la campagnadi stampa condotta da MassimoFini sull’Indipendente, all’insegnadel celebre articolo: “Cari Berlu-sconi e Previti, siete querelanti odelinquenti?”. Un titolo genialeche verrà anche questo conte-stato da Previti, e per cui Fini sa-rà assolto, dieci anni dopo il fal-limento del quotidiano.

Il colpo di scena però, arrivanel 1999, quando ai due giorna-listi viene recapitata una bozza diaccordo di parte previtiana-ber-lusconiana. L’offerta è questa: serinunceranno alla pubblicazio-ne dei loro libri e se si impegne-ranno a querelare chiunque citile edizioni già arrivate in libreria,cesseranno tutte le ostilità. Nonsi tratta di una partita di pococonto. Se non altro perché i tem-pi dei tribunali sono lunghissimi,e i diversi gradi di appello rega-

lano giudizi alterni. In primo gra-do L’E s p re s s o e Ruggeri hannovinto, ma come andrà l’appello?Guarino definisce la proposta ir-ricevibile: “Per me era una pro-posta cilena, negatrice di qual-siasi dignità”. Ruggeri, che avevaaffrontato il grosso delle cause,proprio sul tema della CasatiStampa è preoccupatissimo. De-cide di congelare la ripubblica-zione presso la Kaos dei volumicontesi. È una misura di pruden-za. Ma forse questi due diversistati d’animo incrinano il legamedi solidarietà tra i due autori. Larisposta di Guarino è un rilancio:“Mi misi a scrivere, e pubblicai,di lì a poco, sempre con la KaosFratello P2 1816, il libro su un altrocapitolo oscuro della storia diBerlusconi, la sua affiliazione allaloggia P2”.Ancora la testimonianza dell’av -vocato Katia Malavenda: “Sì, èvero: Ruggeri era preoccupato,cercava di muoversi con pruden-za, sapeva di rischiare – nonavendo patrimonio – cose seris-sime come il pignoramento delsuo stipendio. Alla fine, ne sonosicura, non firmò nessun accor-do”.

SÌ, LE CAUSE possono davve-ro essere un poderoso strumen-to di deterrenza. E infatti quellache riguardava Massimo Fini sichiuse (con tempi biblici, vistoche era iniziata nel 1995) nel2008. Fini, che aveva deciso diandare fino in fondo, dopo ungiudizio sfavorevole in primogrado, ricorse in appello. La sen-tenza della Corte d’appello di Ro-ma arrivò l’otto settembre del2008. Nel dispositivo si poteva-no leggere frasi che mettevano laparola fine anche al contenzioso

aperto dalle inchieste di Ruggeri:“Il tribunale – si legge nella sen-tenza –offrendo una valutazioneneutra, incapace di coglierel’ispirazione e la portata denigra-toria dell’articolo, si è limitato adaffermare che ‘non risulta falsa larappresentazione della vicendadell’acquisto della villa di SanMartino e della tenuta stessa’”.Insomma, sulla vicenda di Arco-re, Ruggeri non si è inventatonulla. Certo, i magistrati raccon-tano anche che la Casati Stampa,sentita con una rogatoria inter-nazionale in Brasile, non ha vo-luto confermare nè smentire:“La deposizione resa dalla stessa,

il 27 giugno 2007, presso l’amba -sciata italiana di Brasilia, caratte-rizzata da una serie di ‘Non so’ e‘Non ricordo’, non ha confortatoe confermato in alcun modo laprospettazione accusatoria con-tenente nell’ar ticolo”.

ANCHE alla linea difensiva diPreviti sono riconosciuti deipunti a favore: non è dimostrabi-le che tutti i quadri contenuti nel-la villa siano stati liquidati insie-me alla vendita, e diversi titolettidell’articolo pubblicato daL’E s p re s s o , (che però erano ovvia-mente redazioni e non certo diRuggeri) venivano consideratiforzati rispetto al contenuto e aifatti esposti. Un altro punto de-cisivo dell’inchiesta di Ruggeri, ilfatto che la contropartita finaledella villa di Arcore fu rappresen-

tata da alcune azioni deprezzatedi una società satellite di Berlu-sconi, veniva confermato. Però -aggiungevano i magistrati - difet-ta qualsiasi prova di intervento opressione dell’avvocato Previtiper indurre la sua assistita ad ac-cettare ‘azioni senza mercato’ incambio della cessione dei terre-ni”. Ovvero: la corte riconoscevache la transazione ci fosse stata (eanche implicitamente che fossesfavorevole all’ereditiera), manulla poteva provare che Previtiavesse fatto pressioni per l’accet -tazione, oltre il suo ruolo di me-diazione.La marchesina Casati Stampa, in-

ROMANZO D’ESTATE / 8

fanneranno ad ipotizzare spiega-zioni: il sadico è lui, perché usa icorpi dei suoi amanti per ferirelei; la sadica è lei, perché resta fi-no all'ultimo istante di vita la verapadrona del gioco, l'esibizioni-sta al centro della scena, sia pri-ma che dopo la morte; no, dico-no altri, il vero opportunista èMassimo, perché approfitta del-l'ingenuità di una donna che te-me di invecchiare, e di un vec-chio pervertito che non sa dire dino. Invece, se la rileggi spassio-natamente, questa trama di scel-te personali drammatiche, ti vie-ne in mente che non sia nulla ditutto questo: i tre protagonisti,alla fine della storia, vagano nellatempesta come navi a vela privedi alberatura, vanno alla deriva inbalìa degli eventi.

L'INCREDIBILE faccia a fac-cia a tre in via Puccini, sigillatoper sempre da sei colpi di fucileda caccia, è come il giro di unamano di poker in cui i tre amantigiocano tutti con una carta co-perta sotto il tavolo, ma finisco-no la partita rilanciando, senzamettere sul piatto il loro punto esenza andare a vedere quello de-gli altri. Se ci sono dei bluff, inquella stanza, solo la morte haavuto il privilegio di vedere. Seicolpi di carabina, un corpo didonna destinato a fissarsi nell'im-maginario di una generazione,millecinquecento scatti, un dia-rio con la copertina verde. A que-sta storia, puoi provare ad ag-giungere o a sottrarre quello chevuoi, puoi sottrarre le attenuantidella morale o le tare del sensocomune del pudore, puoi rimuo-vere i dettagli scabrosi e le colo-riture melò. A questa storia puoiaggiungere o sottrarre quelloche vuoi, ma la somma finale, e lacifra finale del dramma non cam-biano: era e resta una grande sto-ria d'amore. Un poligono di sen-timenti imperfetti, un triangoloerotico con un lato che non tie-ne.Quando la geometria angolaredei sentimenti prova ad incasto-narsi nella nube oscura delle pas-sioni, il cortocircuito manda inpezzi ogni equilibrio, l'unica co-sa che resta sono tre cadaveri sulpavimento di via Puccini. E un fu-cile fumante a terra.

(Fine)

Nel 2008il Tribunaleha confermatoche lac o n t ro p a r t i t afurono azionid e p re z z a t e

L’EPILOGOLe domandesenza risposta

B. non ha mai chiaritole tappe dell’acquistodella villa di Arcore

Resta il giallodi una grandestoria d’a m o re ,1500 scatti,sei colpidi carabinae tre cadaveri

Accanto, Berlusconie Previti

In basso, Anna e ilMarchese. Poi la figlia

Anna Maria subitodopo il riconoscimento

dei corpi

Q u a ra n t ’anni fa il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino si sparò dopoaver ucciso la moglie Anna Fallarino e l’ultimo amante di lei, il giovaneMassimo Minorenti, complice dei triangoli erotici della coppia. L’avvocatodell’erede, Cesare Previti, fiuta l’affare. Presto Silvio Berlusconi avrà Arcore.

Page 9: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

pagina 10 Giovedì 2 settembre 2010

TONY BLAIR SPANelle sue memorie la vendetta postuma contro Brown

ma è bufera sui contratti milionari dell’ex premier

di Carlo Antonio Biscotto

Con il titolo A Journey so-no uscite le attesissimememorie di Tony Blair.Il libro, che secondo al-

cuni critici sembra più che al-tro un lungo promemoria alsuo staff, rappresenta, tra l’al-tro, la vendetta postumadell’ex premier nei confrontidell’odiato compagno di par-tito e suo successore al 10 diDowning Street, Gordon Bro-wn. Come già rivelato dal li-bro di Peter Mandelson, spre-giudicato spin doctor di Blair, irapporti tra i due furono ca-ratterizzati non solo da opi-nioni politiche divergentipraticamente su tutti i temisul tappeto, ma anche da unaforte inimicizia personale.

“Un uomo difficileed esasperante”

VOLARONO parole grosse emolti furono i momenti di gran-de tensione. “Era un uomo dif-ficile, a volte esasperante?”, sichiede Blair. “Sì, ma era anche

forte, capace e brillante”, con-cede magnanimo.Nel 2007, non potendo più re-sistere alle pressioni del suo mi-nistro delle Finanze, Blair rasse-gnò le dimissioni pur sapendo –come scrive nelle memorie –che “Brown sarebbe stato un di-s a s t ro ”. Perché allora non cercòdi impedire in tutti i modi la re-sistibile ascesa del suo delfino?L’ex primo ministro si difendeda questa accusa affermandoche uno scontro avrebbe potu-to destabilizzare il governo e ilpartito. “Con Brown alla guidadel partito era inevitabile cheperdessimo le elezioni”, ag-

DOPO LE ACCUSE A SARKOZY

VATICANO, PENSIONE FORZATA PER IL DIFENSORE DEI MIGRANTI

giunge. Secondo Blair, Brownaveva difficoltà patologiche neirapporti sociali. “Le elezioni pe-rò non le perse per questa ra-gione, ma per aver abbandona-to la linea del New Labour tentan -do di spostare il partito a sini-stra. Un errore che non dobbia-mo più commettere”.Quanto alla vexata quaestio dellaguerra in Iraq, pur ribadendoche la guerra fu nel 2003 la de-cisione giusta, confessa la “suaa n go s c i a ” e ammette di nonaver saputo prevedere “l’incu -bo che sarebbe seguito”al rove-sciamento di Saddam. La que-stione delle menzogne con lequali giustificò all’opinionepubblica l’intervento militarein Iraq la aggira con eleganza,ma anche con un certo imba-razzo: “Talvolta i politici sonoobbligati a nascondere partedella verità specialmente se so-no in ballo interessi strategicipiù importanti. Lo facciamotutti”.Comunque sia per il libro di me-morie Blair ha ricevuto, a titolodi anticipo, la bella somma di 5milioni di sterline che ha devo-luto all’associazione veteranidella guerra in Iraq. Per lavarsila coscienza, dicono i maligni.Numerosi sono comunque icontratti milionari per gli inca-richi più disparati.

Inviato di pacein Medio Oriente

QUANDO LASCIÒ Do -wning Street aveva l’aria del“g iovane” pensionato cui biso-gnava trovare una sinecura benremunerata e prestigiosa pernon costringerlo a passare iltempo a guardare le paperellenei laghetti dei giardini pubbli-ci. Gli fu conferito dal Quartet-to l’incarico di inviato di paceMedio Oriente. E fioccarono lecritiche, non solo da parte deipalestinesi che non riuscivanoa vedere in Blair, principale re-sponsabile con Bush della guer-ra in Iraq, un mediatore equili-

DAL MONDO

brato ed equidistante, ma an-che da parte di giornalisti percui il ruolo di Blair “era funzio-nale agli interessi di Israele eBlair rappresentava l’alibi per-fetto per Netanyahu”.Ma da quella nomina molta ac-qua è passata sotto i ponti. OggiTony Blair è una multinazionaleche attraverso un complicatointreccio di società muove mi-lioni e milioni di euro che fini-scono in gran parte nelle sue ta-sche. Come ricorda il Daily Tele-g ra p h , ha un contratto da 2 mi-lioni di sterline con la JP Mor-gan Chase e da mezzo milionedi sterline con la Zurich Finan-cial. Non si contano le consu-lenze con banche d’investi -mento in tutto il mondo. Inoltreè presidente della Tony Blair Afri-ca Governance Initiative e della To -ny Blair Faith Foundation. Recente-mente ha firmato un accordocon il magnate californiano Vi-nod Khosla per occuparsi diconsulenza nel campo dei cam-biamenti climatici. E da quando–s’è chiesto qualcuno –Blair sa-rebbe un esperto di climatolo-gia? Poco importa: la Tony Blair

Associates, società di consulen-za economica e finanziaria, for-nirà consigli strategici alla Kho -sla Ventures, società che investenel campo della tecnologia ver-de.

Un patrimonio”bizantino e opaco”

IN SOSTANZA da quandoha rassegnato le dimissioniBlair, secondo la stampa britan-nica, avrebbe guadagnato laconsiderevole somma di circa20 milioni di sterline, sommadestinata ad aumentare di mol-to dopo la creazione di quellache è stata subito battezzata“banca per ricchi” e che ha ilnome provvisorio di “F i re r u s hVenture N° 3”, con sede a Myfair,quartiere tra i più prestigiosi diLondra, ed è controllata dallaTony Blair Associates (Tba). Dellabanca fanno parte tutti gli uo-mini dell’entourage di Blair e lefinalità sono chiarissime: consi-gliare ai super-ricchi dove e co-me investire e indicare quali so-

no i paradisi fiscali più vantag-giosi. Niente male per l’ex lea-der del partito dei lavoratoridella Gran Bretagna.Già il 1° dicembre 2009, il Guar -dian aveva lanciato una speciedi caccia al tesoro tra i suoi let-tori chiedendo se c’era qualcu-no in grado di fare luce sulle fi-nanze di Blair che il giornale de-scriveva “bizantine” e “opa -ch e ”. E qualche giorno dopoproclamava il vincitore: Ri-chard Murphy, laureato in eco-nomia e commercio e noto fi-scalista. Ne emergeva una strut-tura a scatole cinesi talmentecomplicata, ancorché legale,da essere risultata fino a quelmomento impenetrabile. Il de-naro che arriva alla WindrushVentures N° 3 Limited partnershipprende due direzioni: da un latoconfluisce nelle casse dellaWindrush Ventures N° 2, seguitadalla Windrush Ventures N° 1e in-fine dalla Windrush Ventures Ltde,dall’altro, viene assorbito dallaBdbco N° 822 Ltd e poi dallaBdbco N° 819. Entrambi i flussiportano negli uffici di Blair aGrosvenor Square.

Del suos u c c e s s o re ,assicura chesapeva “findall’inizio chesarebbe statoun disastro”

Blair e Brown ai tempi del governo del New Labour (FOTO ANSA)

Polemiche d’estate

Il David di Firenze si battecontro lo “Stato Golia”

DI CHI È IL DAVID di Michelangelo? Se lochiede, sul giornale e sulla home page delsuo sito, il New York Times, intrigato, maanche un po’ sconcertato, dalla battagliasulla proprietà del capolavoro scoppiataquesta estate tra lo Stato, cioè l’Italia, e ilComune, cioè Firenze. La risposta giustala dà, senza pensarci troppo, unamaestrina irlandese, che si gode la statuae commenta: “Chi se n’importa di chi è,fin quando tutti possiamo vederla”. Ma ilNew York Times, che al tema aveva giàdedicato titolo e foto a Ferragosto, spiegache la disputa non nasce per amore dicultura, ma per desiderio d’affari.Elisabetta Povoledo, a Firenze per farci unreportage, constata che da mezzo

millennio il David è “un simbolodell’indipendenza e della virtù” della cittàtoscana. E gli animi dei fiorentini, peraltrofacilmente eccitabili, si sono surriscaldatiquando esperti al soldo del governohanno affermato che la statua è delloStato e non del Comune. “Il David non èun ombrello da appendere qua o là – è ilcommento caustico del sindaco MatteoRenzi –. È un monumento che appartienea Firenze”. Però, oggi, i sei milioni di euroannui che il David vale in biglietti deivisitatori vanno allo Stato; e la città nereclama, e non da ora, una fetta. Il David,così, si ritrova ad affrontare Golia; e laBibbia ci dice di puntare su di lui.

Giampiero Gramaglia

di Marco Politi

M onsignor Marchetto è costretto agettare la spugna e lascia il posto di

segretario del ministero vaticano per iMigranti. Il Vaticano lo ha isolato e do-po le dure accuse lanciate dal prelatocontro la politica delle espulsioni diSarkozy papa Ratzinger ha – come sidice in queste occasioni – “accettatole sue dimissioni”. Il 28 agosto.Ora si fa sapere Oltretevere che la Francianon c’entra, ma che in quanto ex amba-sciatore vaticano (nunzio) Marchetto po-teva usufruire di una norma speciale perchiedere di ritirarsi dal servizio già a set-tant’anni. Lo stesso prelato, elegante-mente, conferma: “Credo sia stato ragio-nevole chiedere di andare in pensione eringrazio perché mi è stato concesso”. La

richiesta, anzi, sarebbe stata presentataaddirittura un anno fa.Certamente la sollecitudine papale nelprepensionare Marchetto appare sospet-ta. E poiché il prelato era altrettanto duronei confronti dei respingimenti del mini-stro Maroni, risulta evidente che alla finein Segreteria di Stato si preferisce non so-stenere fino in fondo chi crea grane con ilgoverno Berlusconi e altri leader all’este -ro. Brutto modo per commemorare il pri-mo anniversario dell’acquiescenza alladecapitazione di Boffo. Perché senza unatteggiamento rigoroso su questi temiche riguardano i di-ritti umani, anche gliappelli alla solidarie-tà di Benedetto XVIall’Angelus rischia-no di rimanere appe-si in un empireo lon-tano.Sullo sfondo si in-travvede il rafforzar-si in Vaticano di undoppio livello. Presedi posizioni dure su“principi non nego-zia bili”, intesi sola-mente come tutela

del matrimonio, rifiuto della ricerca conle cellule staminali embrionali, veto alleunioni omosessuali, finanziamenti allescuole cattoliche. E ammonimenti piùgenerici, meno incalzanti, in tema di di-ritti sociali.Proprio oggi il segretario del Consigliopontificio per i Migranti doveva essere aBogotà, in Colombia, per partecipare aun Forum internazionale sui problemidei flussi migratori e della pace. Era tal-mente scontato che Marchetto sarebbestato a Bogotà che era stata già trasmessaai giornalisti giorni fa la sua relazione. Re-

lazione, com’era nelsuo stile, molto preci-sa nelle denunce. Ilprelato intendeva sot-tolineare che un nu-mero crescente di Pae-si fa ricorso alla politi-ca della mano duranormativa per ridurrela presenza degli immi-grati “ir regolari”, trala-sciando invece le poli-tiche preventive e tra-scurando di contrasta-re gli abusi nei con-fronti dei migranti.

Marchetto intendeva inoltre denunciarela tolleranza di fatto concessa alla “t ra t t adi esseri umani” e l’inefficacia a fronte diuna vera e propria “industria legata all'in-troduzione irregolare di migranti, la cuiconsistenza appare crescente pur in pre-senza di articolate legislazioni e strategiedi contrasto”.

PERNO del pensiero di Marchetto eraed è che la Chiesa non può estraniarsidall’affrontare concretamente e pastoral-mente queste problematiche. Anzi, comeha scritto nella relazione di Bogotà che ilsiluramento gli ha impedito di pronuncia-re, le religioni sono chiamate a contrasta-re le “immagini che presentano i migrantisolo come causa di conflitto quando adessere messi in discussione sono i valoricardine della convivenza”.Bastano queste parole per capire come lalinea di Marchetto, coerentemente ispira-ta alla dottrina sociale della Chiesa, entras-se in rotta di collisione con gli atteggia-menti della Lega e del governo Berlusco-ni. Dietro le quinte, in Vaticano, erano ini-ziate da tempo pressioni sotterranee neisuoi confronti. Manovre che ogni tantovenivano alla superficie. Marchetto a feb-braio critica le ronde volute spasmodica-

mente dalla Lega e invece dal Vaticano si fasapere che si tratta di una sua “posizioneper sonale”. (Soddisfattissimo all’epoca,per la precisazione, il ministro La Russa).Marchetto il 21 aprile giudica negativa-mente il “pacchetto sicurezza” del gover-no Berlusconi e dalla sala stampa vaticanaarriva la rettifica che il Vaticano sul decretonon si è espresso. Il portavoce papale Lom-bardi specifica: “Ha parlato monsignorMarchetto, ma non mi consta che il Vati-cano in quanto tale abbia preso posizione”.Un’esautorazione in piena regola.Poi, però, resta il fatto che il Papa è real-mente preoccupato delle vampate di xe-nofobia e di violenza razzista che esplodo-no in Europa, e allora si spiegano le oscil-lazioni nelle dichiarazioni della Santa Sedee lo spazio lasciato recentemente alle de-nuncie di Marchetto.Ora questa libertà di azione non sembraesserci più, il Papa non ha insistito perchéil prelato resti al suo posto e allora l’ex se-gretario del Consiglio per i Migranti neprende atto. “Continuerò i miei studi sullastoria del concilio Vaticano II – annuncia –è un argomento che amo e che è così im-portante per la Chiesa”.Se il presente scotta, meglio rifugiarsinel passato.

MonsignorM a rc h e t t oaveva criticatola politicaa n t i - ro mdella Francia(e di Maroni)

Monsignor Agostino Marchetto (FOTO ANSA)

Page 10: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

Giovedì 2 settembre 2010 pagina 11

Medio OrienteObama ci provatra mille ostacoli

RIPARTONO LE TRATTATIVE DI PACEdel 1967, mentre Israele non cipensa proprio ad abbandonaretutti i territori occupati; e ci sonoi problemi delle colonie ebrai-che, la cui moratoria sta per sca-dere, dello statuto di Gerusalem-me Est (a maggioranza araba),del “diritto al ritorno” dei pale-stinesi che dovettero abbando-nare case, beni, terreni.

SENZA RECIPROCHE con -cessioni, la trattativa non avanze-rà. E, oggi, questo è un handicap,nessuno dei protagonisti è cosìforte da poterne fare: non Neta-nyahu, premier ostaggio delladestra religiosa; non Abu Mazen,presidente senza l'appoggio delsuo popolo; e neppure Obama,giù nei sondaggi e accusato dicercare di mascherare gli insuc-cessi interni con un po’ di ma-quillage internazionale.

NEL CUORE DELLE VIOLENZE

HEBRON E LA GUERRA SPORCA TRA “F R AT E L L I ”

che, contrariamente all'Egitto ealla Giordania non hanno ancorafatto la pace con Israele. Quantoad Hamas, nessuno l'aspetta al ta-volo della trattativa, ma gli ame-ricani la accetterebbero, “nel ri-spetto dei principi di democra-zia e non violenza”.

LA STRAGE di Hebron ha raf-freddato il clima, già tiepido, manon ha fatto saltare il program-ma. Martedì sera, quattro israe-liani, due uomini e due donne,una incinta, sono stati bloccati ecrivellati di colpi da un comman-do del braccio armato di Hamas,le brigate Ezzedin al-Qassam,che, rivendicando l'attentato, ilpiù grave da due anni, hannopreannunciato altri attacchi.Abu Mazen ha subito condanna-to l'azione. Netanyahu ha avver-tito che i confini di Israele “nonsaranno decisi con il terrore”.Shimon Peres, una storica “co -lomba”, ha detto che “il terrori-smo non vincerà”, invitando “atrattare con chi vuole la pace”.Per la Casa Bianca, “è cruciale an-dare avanti”.Resta da vedere se Obama ha in

mano un asso, o meglio, un jollyda calare al momento opportu-no, al di là della volontà politicaspesa per fare ripartire i negozia-ti diretti, nonostante lo scettici-smo generale, la reciproca sfidu-cia fra i due attori principali (Ne-tanyahu e Abu Mazen) e gli osta-coli e le provocazioni che di con-tinuo sovrastano i gesti (rari) dibuona volontà.Alla cerimonia collegiale, oggi,ci sarà pure l'inviato del Quartet-to (Onu, Usa, Russia e Ue), TonyBlair, le cui ultime dichiarazioni(“Giusto attaccare l'Iraq”) nonsono piaciute né a Washingtonné fra gli arabi.I temi in agenda sono quelli noti,spinosi, aggrovigliati, d'un con-flitto che attraversa mezzo seco-lo. C’è la questione dei confinidella Palestina, che l'Anp di AbuMazen vuole riportare alle linee

di Giampiero Gramaglia

La nuova speranza di pacein Medio Oriente s'accen-de alla Casa Bianca, in unoStudio Ovale rinfrescato e

rinnovato. Il premier israelianoBenjamin Netanyahu e il presi-dente palestinese Abu Mazensono i primi leader internazio-nali a essere ricevuti dal presi-dente statunitense Barack Oba-ma nel suo “nu ovo ” ufficio. Acalcare con loro il tappeto isto-riato con massime di presidentidel passato, da Lincoln a Kenne-dy, passando per i Roosevelt, edi Martin Luther King, ci sono ilpresidente egiziano Hosni Mu-barak e il re di Giordania Abdal-lah II.

I NEGOZIATI diretti tra israe-liani e palestinesi ripartono a Wa-shington, dopo una pausa di ol-tre un anno e mezzo: ieri, bila-terali e preliminari; oggi, la ripre-sa delle trattative vera e propria.La strage martedì di quattro co-loni israeliani a opera di palesti-nesi offusca l'ottimismo di pram-matica dell'occasione. Ma tutti i

leader presenti a Washingtonsanno bene che i nemici della pa-ce saranno sempre in agguato,fin quando andranno avanti i ne-go z i a t i .Per il presidente Obama, sonogiorni frenetici: chiude la missio-ne di guerra in Iraq senza trion-falismi; avverte che quella in Af-ghanistan potrebbe diventareancora più dura; prova a definireun cammino di pace in MedioOriente; e riconosce che il com-pito più urgente è rilanciare l'e-conomia.L'idea è che la trattativa tra Israe-le e gli arabi vada in porto in unanno. Gli Usa, dice George Mit-chell, l'esperto mediatore che haservito vari presidenti, giudical'obiettivo “re a l i s t i c o ” e ritieneche ci sia “una finestra di lancio”per la soluzione “a due Stati”,Israele e la Palestina, che vivanoin pace l'uno accanto all'altro,ciascuno sicuro dentro i propriconfini. Washington intendeavere “una presenza attiva e so-s t e nu t a ” nel processo, cui Oba-ma dà “grande priorità”.L'ambizione è quella di coinvol-gere nei negoziati Siria e Libano,

DAL MONDO

NBRASILE

Estradare Battisti?Lula direbbe no

I l presidente brasilianoLula da Silva avrebbe

deciso di non concederel'estradizione dell’exterrorista rosso CesareBattisti e avrebbe giàottenuto il consenso delpremier Silvio Berlusconiin occasione dell’incontr ofra i due a San Paolo nelgiugno scorso. Lo scriveoggi il quotidiano Estadode São Paulo senza peròcitare alcuna fonte.

UNIONE EUROPEA

Sotto accusaper i rifugiati

L e norme Ue cheregolano le

competenze territorialisull'esame delle domanded’asilo sono state messesotto accusa davanti allaGrande Camera dellaCorte europea dei dirittidell’uomo. Lalegislazione dell’Unioneeuropea che prende ilnome di “Regolamento diDublino” deter minaquale Stato membrodebba prendere in esamele richieste d’asilo dicittadini di Paesi terzi èinfatti finita al centro delricorso presentato allaCorte di Strasburgo da uncittadino afgano controBelgio e Grecia.

LIBIA

Bruxelles: 5miliardi son troppi

P er gestire in accordocon la Libia i flussi

migratori dall'Africaall'Europa sonosufficienti somme “digran lunga inferioririspetto a quelle evocateda Gheddafi”, anche sel'Ue “prende atto” dellarichiesta del leader libico.

FRANCIA-ITA L I A

“Tutta la veritàsu Franceschi”

T utto quello chepotremo fare per

andare incontro alleautorità italiane e per farluce su questa vicenda dalpunto di vista umano escientifico sarà fatto”: loha detto il ministro degliEsteri francese, BernardK o u c h n e r,commentandol’esortazione del ministroFranco Frattini a “cercar ela verità” sulla vicendadel detenuto italianoDaniele Franceschi,morto in un carcerefrancese.

Netanyahu a colloquio con Obama alla Casa Bianca (FOTO ANSA)

di Roberta Zunini

S ono già in molti a sostenereche la notte fatale di Hebron

sarà anche la notte dei negozia-ti. L’agguato mortale ai coloniebrei da parte di sostenitori diHamas, in una zona perifericadella città palestinese, è avve-nuto mentre stava arrivando lanotte e le strade si stavano svuo-tando. Da mesi, di sera, nella“seconda città santa” per le trereligioni monoteiste ( qui si tro-va proprio la tomba dei Patriar-

chi, a partire da Abramo) le stra-de sono poco frequentate perla paura di finire in qualche re-tata della polizia dell’Anp. “Lacaccia ai militanti di Hamas daparte dell’Anp è spietata e hagià prodotto assassinii e decinedi detenzioni illegali”, scriveHamira Hass, giornalista delquotidiano H a a re t z .La paura serpeggia, anche trachi non si occupa di politica,una paura si trasforma in terro-re quando entra nelle case attra-verso gli scarponi e i fucili dei

soldati dell’Autorità nazionalepalestinese. A Hebron - rocca-forte di Hamas in Cisgiordania -da mesi si consuma una vera epropria guerriglia fratricida trasostenitori del movimento isla-mico palestinese e le forze di si-curezza dell’Anp, costituite dasoldati e poliziotti arruolati trale fila dei militanti di Fatah.Questa lotta, che l’altra notte haportato all’arresto di 150 pre-sunti simpatizzanti di Hamas, èdovuta allo scontro di potere inatto nei Territori palestinesi oc-cupati, dal 2006. Anno in cuiHamas vinse le elezioni e il go-verno uscente targato Al Fatah,non riconobbe il risultato.Lo scontro tra fratelli coltellinon poteva che consumarsi nelteatro desolante della terza cit-tà cisgiordana. La zona vecchiadi Hebron, il cosiddetto settoreH2, è infatti il luogo della WestBank dove l’occupazione israe-liana è più tenace e spietata. Esono sempre più numerosi gliabitanti che considerano re-sponsabili di questa loro “pr i-g ionia” non solo gli israelianima anche la nomenclatura di AlFatah - il partito fondato da Ara-fat - che ha nel presidente AbuMazen, il suo esponente più im-portante. Durante i negoziati diOslo, Hebron fu suddivisa indue settori: H1 e H2. Quest’ul -timo corrisponde alla città vec-chia, custodia della tomba deiPatriarchi, della Moschea e del-la Sinagoga nonchè cuoredell’attività commerciale deipalestinesi. Ma la tradizione ar-tgianale araba è ormai solo unricordo frustrante, perchè laformula H2 ha significato la

chiusura di tutti i negozi e l’ar -rivo di nuovi coloni ebrei che sisono piazzati anche nei piani al-tri delle vecchie case arabe. He-bron 2 significa zona sotto ilcompleto controllo israeliano:significa che la strada di Suha-da, l’arteria centrale della zonaè oggi una teoria di porte sbar-rate e case simili a prigioni.

H2, il cuoredella paura

Nel settore H2 vivono 400 colo-ni, che hanno sequestrato unascuola palestinese per trasfor-marla in una yeshiva, sequestra-to interi isolati per trasformarli ininsediamenti e costretto centi-naia di giovani soldati israeliani apassare anni a difenderli. “Quan -do ero in servizio militare - mi dis-se Lior, un trentenne ebreo da-vanti alla tomba dei patriarchi -ho passato due anni a difendere icoloni qui a Hebron e più passa-va il tempo più mi rendevo con-to che era assurdo. Sono sionistama trovo illogico e sbagliato per-dere la vita per difendere 400 fa-natici che non permettono allagente di uscire di casa”. Chi ave-va l’ingresso della propria casasu Suhada street è stato costrettoad aprire una porta sul retro. Al-cune anziane signore, le cui casenon hanno sbocchi devono sali-re sui tetti a terrazza e scenderele scalette a pioli offerte dai vici-ni, per riuscire a uscire dalla pro-pria casa murata. Ai palestinesi èvietato attraversare Suhadastreet perchè è divenuta parte diuna delle micro colonie ebrai-che sorte in Hebron2. Cammina-

re per le strade di Hebron2 puòessere pericoloso, non solo perl’incontro ravvicinato con i mi-tragliatori dei coloni: spesso daipiani altri delle case confiscate aipalestinesi, i bambini, allevatinell’odio per i palestinesi, getta-no acido feci e spazzatura nei vi-coli. Perciò tra un vicolo e l’a l t rosono state stese delle reti da cui ilsole filtra a malapena.Paola Giglio, un’operatrice uma-nitaria italiana che vive da anni aHebron aiutando i ragazzi pale-stinesi a imparare l’inglese: “Lasituazione è molto difficile qui aHebron , non solo in H2. Tra imiei studenti ci sono molti sim-patizzanti di Hamas ma da qual-che tempo nessuno ha più il co-raggio di sostenerlo apertamen-te perchè rischiano di finire incarcere e di rimanerci a lungo,pur non avendo fatto nulla. Dacirca un anno le cose sono peg-giorate e alcuni dei miei studentisono preoccupati perchè qui cisono stati anche omicidi miratidi membri di Hamas da parte del-la polizia dell’Anp. Questi ragaz-zi sostengono Hamas perchè ri-tengono l’Anp corrotta. Questiragazzi non sostengono Hamasper il suo integralismo religiosoma perchè ha dato scuole e sus-sidi. Ora sono arrabbiati perchèl’Anp continua a posticipare leelezioni; sostengono che sia unulteriore esempio della naturacorrotta dell’Anp”.

L a magistratura svedese ci haripensato: un’inchiesta per

stupro è stata formalmenteaperta nei confronti di JulianAssange, il fondatore del sitoWikileaks. La procura ha cosìribaltato una decisione presa inprecedenza quando avevastabilito di non procedere contro Assange per ilreato di violenza sessuale. “Vi sono ragioni perpensare che è stato commesso un reato. In basealle informazioni attualmente disponibili, il mioavviso è che la classificazione del crimine è“s t u p ro ”, ha spiegato la responsabile dellaprocura, Marianne Ny.“Siamo veramente sorpresi dalla decisione, èi n c re d i b i l e ”, è stata la reazione sdegnata di LeifSilbersky, legale di Assange. “Pensavamo chequesto circo fosse finito, ora ricomincia dinu ovo ”, ha detto l’a v vo c a t o .

Il presidentedell’Autorità palestinese

Abu Mazen (FOTO ANSA)

RIACCUSATO DI STUPRO

OMBRE SU MR WIKILEAKS

Page 11: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

pagina 12 Giovedì 2 settembre 2010

di Vincenzo Iurillo

Stabilimento Fiat-Sata, piaz-zale B. E’ l’ingresso delletute blu e come sempre, daquando il giudice ha dispo-

sto il loro reintegro provvisorioal posto di lavoro (in attesa dellasentenza di merito), e nono-stante il rifiuto dell’azienda alreintegro immediato, i tre ope-rai licenziati si sono comunquepresentati ai cancelli.Ieri hanno fatto volantinaggiodurante i cambi di turno per in-formare i lavoratori sul perchéda otto mesi a Melfi non si fac-ciano assemblee di fabbrica, enel frattempo hanno scrittouna lettera di ringraziamento aMonsignor Bagnasco che si èschierato al loro fianco.

Iniziano le manovredi settembre

IL POPOLO OPERAIO dellostabilimento lucano (5.500 di-pendenti), già infiammato dauna vertenza finita sulla scriva-nia del Capo dello Stato GiorgioNapolitano, inizia a interrogarsisulle manovre sindacali che si af-facciano sullo scenario settem-br ino.Da un lato c’è il sindacato, che sipresenta spaccato all’appunta -mento di stamane della riunionedelle Rsu: la Fim e Uilm sono in-fatti sempre più distanti dalle po-sizioni della Fiom, fino al puntodi disertare lo sciopero indettodalla sigla dei metalmeccanicidella Cgil, nella quale militanodue dei tre dipendenti licenziati(e proprio ieri gli esponenti loca-li della Fiom si sono visti per de-cidere il da farsi).Dall’altro lato c’è invece il pres-sing della Fiat su Federmeccani-ca per ottenere deroghe al con-tratto nazionale nel compartoauto, in nome della flessibilità in-vocata dall’ad Sergio Marchion-ne. “Sarebbe un imbarbarimen-to sociale” si infuria il segretarionazionale della Fiom MaurizioLandini. Le aperture del presi-dente di Federmeccanica PierLuigi Ceccardi, che vorrebbe“introdurre la più completa de-rogabilità al contratto significhe-rebbe - ha proseguito Landini –cancellare il contratto nazionalee trovo che questa sia una cosa diuna gravità assoluta, non solo undanno ai lavoratori ma anche unimbarbarimento sociale e una re-gressione nel nostro Paese".Landini, che ha rilanciato la mo-bilitazione per la manifestazionenazionale Fiom del 16 ottobre,ha ribadito che per il suo sinda-cato il contratto in vigore è quel-lo del 2008 "approvato e votato

con referendum, contratto chescade a fine 2011 e non prevedenessuna deroga". Poi rivolgendo-si a Fim e Uilm Landini ha chie-sto: "Chi gli ha dato il mandatoper cancellare il contratto nazio-nale. Verifichiamo se i metal-meccanici vogliono cancellarloquesto contratto. Fermatevi efacciamo il referendum, verifi-chiamo se c’è il mandato dei la-voratori oppure solo il ricattodella Fiat". Per la Fiom è indubbioche è in atto "un’offensiva percancellare il contratto naziona-le".Il segretario della Fiom ha inoltreannunciato che nel caso in cui il7 settembre Federmeccanicadovesse presentare una disdettadel contratto del 2008, quello

cioè cui fa ancora riferimento laFiom, il suo sindacato ha inten-zione di presentare comunqueuna piattaforma per il rinnovo al-la scadenza, che sarà nel dicem-bre 2011.

E la Fiom puntasull’ultr attività

SECONDO LA FIOM, con lapresentazione di una piattafor-ma sindacale scatterebbe l’ul -trattività del contratto, vale a direla vigenza dello stesso fino a nuo-vo contratto. Landini auspica daparte dell'azienda un "atto di sag-gezza e responsabilità con il ri-spetto e l'applicazione delle leg-gi". La Fiom infatti si e' detta "di-

Finanziaria: bocciati gli aumenti in autostradaIL CONSIGLIO DI STATO BLOCCA L’OBOLO VOLUTO DA TREMONTI. PER ORA NESSUN RIMBORSO AGLI AUTOMOBILISTI

ECONOMIA

Giorni di forte tensionenello stabilimento Fiat-Sata di Melfi (FOTO ANSA)

Manifestazione nazionale Fiomil 16 ottobre. Nel frattempo si tentadi ricucire le relazioni sindacali

sponibile a sviluppare una veratrattativa con la Fiat ma semprenell'applicazione del contratto enel rispetto delle leggi. Noi pen-siamo che i piu' interessati a pro-durre auto siano i lavoratori, maquesto si puo' fare rispettando ilcontratto: questo e' un atto dimodernità vero e cioè l'impor-tanza che le leggi nel nostro Pae-se vengano rispettate”.Ma la divisione tra i sindacati per-siste e al momento non si intra-vedono schiarite. Carmine Vac-caro, operaio, segretario lucanodella Uil, è uno che le cose non lemanda a dire: “Stamane final-mente su nostra richiesta si svol-ge una riunione delle Rsu per de-cidere cosa significa la democra-zia in fabbrica, perché negli ulti-mi due anni a Melfi non si sonosvolte assemblee o confronti maguerriglie, alimentate da chi co-me la Fiom organizza plotoni.Ora bisogna ripristinare le rego-

le della democrazia sindacale, 20rappresentanze sindacali unita-rie su 64 non possono da sole al-zarsi e decidere per tutti”.Secondo Vaccaro “una delleprincipali colpe del sindacato,dell’intero sindacato, è quella diaver alimentato un eccesso diprotagonismo, dimenticando lasostanza del dibattito: rispettaretutte le opinioni e risolvere i pro-blemi dei lavoratori. E in questedivisioni si è inserita l’azienda”.“La vicenda di Melfi – p ro s e g u eVaccaro – si incastra in una piùampia vicenda nazionale checontrappone chi asserisce che iprogetti di Marchionne vannocolti come un’opportunità e chiinvece dissente a prescindere.Ed è qui che il sindacato dovreb-be rilanciare la sua sfida, recupe-rando la sua unità, e difendendogli interessi dei lavoratori nonpiù con i vecchi arnesi del pas-sato. Lo sciopero – p re c i s a

l’esponente della Uil –è uno stru-mento sacrosanto, ma non puòessere abusato e non può essereutilizzato per scopi diversi dallatutela dei lavoratori. La divisionedi Melfi è anche frutto dell’assen -za di una legge chiara sulla rap-presentanza sindacale, che stabi-lisca come e quando gli accordivalgano. E nella divisione c’èqualcuno che ci sguazza”.

Il tema caldodelle deroghe

E SULLE DEROGHE al con-tratto dei metalmeccanici chie-ste dalla Fiat, Vaccaro sostieneche “è il modo in cui l’azienda ap-profitta delle divisioni del sinda-cato, cercando di aggirare l’osta -colo. Ma la Fiat sbaglia, perchécosì rinuncia a far ritornare alcentro delle sue politiche di pro-duzione il lavoratore”.

di Chiara Paolin

L’ unico arrabbiato è il viceministrodei Trasporti, Roberto Castelli:

“Prendiamo atto che Tar e Consigliodi Stato si mettono a legiferare. Orga-nismi che dovrebbero semplicemen-te verificare l’osservanza delle leggi sipermettono di stravolgere impune-mente gli atti del governo”.Castelli è arrabbiato perché il gradosupremo della giustizia amministrati-va, il Consiglio di Stato, ha conferma-to ieri quanto già stabilito dal Tar delLazio, ovvero l’illegittimità dell’intro -duzione di un ticket su alcuni trattistradali in provincia di Roma, Rieti ePe s c a ra .

LA MAGGIORAZIONE tarif fariascattata il primo luglio era stata decisacon la Finanziaria di Giulio Tremonti afavore dell’Anas per tagliare la spesadel ministero dell’Economia. Il 29 lu-glio scorso il Tar del Lazio – a cui ave-vano fatto ricorso la Provincia di Ro-ma, quella di Rieti e quella di Pescara,alcuni Comuni del territorio romano eil Codacons –aveva sospeso il decreto,e il 3 agosto il Consiglio di Stato aveva

confermato la decisione con un decre-to cautelare.Gli aumenti erano da uno a due euro (aseconda della classe di pedaggio) ederano stati pagati ai 26 caselli della reteautostradale che si interconnettonocon le superstrade e i raccordi in ge-stione diretta Anas, fra cui il Granderaccordo anulare di Roma.La decisione presa in Lazio acquisteràprevedibilmente valore in tutta Italia.S’è subito prenotato il presidente dellaProvincia di Torino, Antonio Saitta:“Lo stop deve valere anche per il Pie-monte. È impossibile che il governopossa impugnare quanto deciso dalTar Piemonte a seguito del ricorso pre-sentato dalla Provincia di Torino”. Eaggiunge: “La necessaria conseguen-za della decisione è il rimborso diquanto indebitamente pagato”.Ma qui cominciano i guai. Secondo ilCodacons, l’Anas deve immediata-mente restituire 80 milioni di euro agliautomobilisti che dal primo luglio al 4agosto hanno sborsato quanto non do-vuto. “Abbiamo ottemperato alla deci-sione di sospendere l’esazione già dal4 agosto 2010”, ha sottolineato il pre-sidente dell’Anas, Pietro Ciucci, che

rimanda ogni decisione sui rimborsi aquando la giustizia amministrativa sipronuncerà in via definitiva.

RIBATTE L’ADICONSUM: alme -no i possessori di Telepass, i cui spo-stamenti sarebbe facile ricostruire,potrebbero vedersi subito rimborsatosul proprio conto corrente quanto in-giustamente pagato. Federconsuma-tori si attiene alla ragionevolezza: “Pe ri singoli cittadini si tratta di cifre dav-vero modeste – dice il presidente Ro-sario Trefiletti –. Abbiamo calcolatoche ogni famiglia risparmierà 60 euro

l’anno grazie a questo stop, ma certo ipendolari che hanno usato ogni gior-no il raccordo anulare per quel meset-to possono averci rimesso più o menocento euro. Ci vorrebbe talmente tan-to tempo (e denaro) per partecipare aun’eventuale class action che nonconviene nemmeno provarci. Lungida me demotivare i consumatori, ma lasituazione è questa: l’importante ora èbloccare gli aumenti su tutto il terri-torio nazionale, mi auguro il governavoglia annullare la norma senza co-stringere tutti i Tar regionali a emet-tere sentenze fotocopia”.

GLI 83 MILIONI di euro che l’Anasaveva stimato di incassare nella secon-da metà di quest’anno (che sarebberodovuti diventare 200 nel 2011) saran-no recuperati con un taglio lineare allerisorse previste per i ministeri, secon-do quanto stabilito dal Consiglio deiministri. Anche se Anas potrà contaresull’altra previsione della finanziariache non è stata nemmeno sfiorata diricorsi, ovvero gli aumenti di canoneche la società applicherà ai concessio-nari delle tratte autostradali. Così do-vrebbero essere incassati 45 milioni dieuro nel 2010 e altri 300 milioni nel2011.Costi che finiranno per pesare sugliautomobilisti: in questo caso non sipotrà invocare un’assenza di serviziofornito dal gestore come motivo perbocciare l’aumento. E a chi si mette inautostrada non resterà che pagare.

L’Anas perderà cosìun previsto introitodi 283 milioni di euro

Sentenza:diventa più

leggera la sostaal casello

a u t o s t ra d a l e

AG O S T O Brusco calonelle vendite: -26%

I l mercato dell’auto in Italia va male, e per Fiat purepeggio. In agosto il calo di immatricolazioni rispetto

all’anno scorso è stato del 19,27 per cento: registrate(68.718 nuove autovetture rispetto alle 85.123 di ago-sto 2009), il risultato peggiore degli ultimi 17 anni.Fiat fa segnare un risultato peggiore del dato nazionale:meno 26,39 per cento con 21 mila pezzi venduti e unaquota di mercato che, sempre rispetto allo stesso mesedel 2009, scende al 30,7 per cento.Nel confrontare i dati va ricordato che nel 2009 Fiataveva beneficiato degli ecoincentivi per le vetture a bas-so impatto ambientale e il Lingotto riguadagna terrenorispetto a luglio 2010 con un incremento della quotadell’1,5%.Sono state 426 mila le vetture vendute dal gruppo Fiatnei primi otto mesi del 2010 per una quota del 30,7 percento del mercato, in calo rispetto al 33,4 per cento diun anno fa ma stabile rispetto ai primi sette mesi del2010.Con la crisi è tornato di moda soprattutto l’usato: inagosto 229.022 trasferimenti di proprietà, con una va-riazione di +8,71 per cento rispetto ad un anno fa. Ilvolume globale delle vendite ha dunque interessato peril 23,08 per cento auto nuove e per il 76,92 auto usate.

MELFI FATTI FURBALe divisioni tra Fiom e Cisl-Uil rinforzano FiatLandini: “Pericolo di imbarbarimento sociale”

Page 12: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

Giovedì 2 settembre 2010 pagina 13

ABBIAMO VISTO

CINEMA DA LEONIAl via la mostracon il film di Aronofsky

VENEZIATAGLIO DEL NASTRO IN NERO

SECONDOTEMPOS P E T TA C O L I , S P O RT, IDEE

GabanelliA leiil premioTra b u c c h iper lapassione civile

GaborZsa Zsa dinuovo inospedale main condizionistabili

LigabueSabatoripar teil tour,molte dategià sold out

MalesaniSostituisceColombasullapanchina delB o l og n a

di Mattia Carzanigae Anna Maria Pasetti

Nero come il cigno che ha aperto(letteralmente) le danze. Nerocome la pecora di Ascanio Cele-stini, in cartellone oggi. Nero co-me la Ve n e re di Kechiche, che sivedrà a fine festival. Più che redcarpet, quest’anno a Venezia èpiù opportuno parlare di to-tal-black. Nero soprattutto comel’eccentrica mise di Marina Ri-pa di Meana sulla passerellainaugurale, omaggio al film Blac kSwan di Darren Aronofsky che haaperto il concorso della Mostra.Se lei, con uno dei suoi imman-cabili copricapi (stavolta con ov-via piuma), è il cigno nero, la par-te del cigno bianco l’ha vestitainvece l’immarcescibile CarlaFr a c c i , che fa incetta di autogra-fi; d’altra parte, in questa occa-sione non poteva mancare l’ico -na indiscussa del balletto italia-no. La dicotomia del film è bentradotta dalla madrina IsabellaR ago n e s e , che nell’indecisionesceglie un principesco abitobianco e nero. Mentre la bellis-sima protagonista del film Nata -lie Portman opta per il rosso, ein passerella accanto a lei posa-no il fascinoso Vincent Cassel(sullo schermo interpreta un co-reografo seduttivo e manipolato-re) e il regista Aronofsky, chepunta al bis dopo il Leone d’o rovinto due anni fa con The Wre-s t l e r.

Sf ilatadi vip

DAVANTI a una transenna per laverità non troppo presa d’assalto–e condizionata anche dal cantie-re sempre più ingombrante delnuovo Palazzo del Cinema in pro-getto da tempo – sfilano la splen-dida artista iraniana Shirin Ne-shat, presidente della giuria diOrizzonti (e anche lei in nero), e

poi Jasmine Trinca, Carlo Ver-done e Lino Banfi paladini dellaretrospettiva sulla commediaall’italiana, Margareth Madèeroina di Baarìa di Tornatore cheaprì la Mostra l’anno scorso, Tin -to Brass, Violante Placido,A fe f, Manuela Arcuri, JoChampa, Valerio Mastandrea,Simona Ventura, che avrà uncammeo nell’atteso film di SofiaCoppola S o m ew h e re , che vedre-

Natalie Portman, ieri al Lido:è la protagonista di

“The Black Swan”, primo filmin concorso (FOTO ANSA)

mo tra due giorni in concomitan-za con l’uscita italiana. Ma una no-ta di rosso, oltre al vestito che fa-sciava la Portman, questa edizio-ne numero 67 della kermesse nonla perde: quella del sangue chegronda dai titoli visti nel “d ayone”. Il presidente di giuria Ta -rantino, acclamatissimo in smo-king sul red carpet ma in camiciascozzese alla sua prima apparizio-ne ufficiale in conferenza stampa,

in & out

GIURANDOdi Luca Guadagnino

Nessuno che, sui nostri organi di informazionemainstream, abbia speso un minuto persottolineare 1) che il fascismo in Libia fu davverodisumano, efferato e razzista 2) che fare patti perbloccare nel deserto gli "immigrati" con la scusadegli affari nazionali (e privati, Quintacommunications dice nulla?) è disumano, efferatoe razzista. Cosa c'entra con la gloriosa Mostra delcinema di Venezia che oggi comincia? Bè mi èvenuto in mente vedendo tutte queste tendemoresche sulla spiaggia dell’hotel Excelsior.

PSICODRAMMASULLE PUNTE

siamo sicuri che ne gioirà. O ne“patirà”, come sostiene il collegaGabriele Salvatores: “Dobbia -mo farci travolgere dalla passio-ne. Ad esempio, mi piacerebbeche vincesse uno dei quattro filmitaliani in gara”. Puzza di maniava n t i … D’altro canto, ancheQuentin si lascia decisamente an-dare: “Se mi piacerà un film rea-lizzato da un amico, lo sosterrò fi-no in fondo”.

Pub blicoe privato

FORSE per questo Machete del fe-dele sodale Robert Rodriguez è ri-masto Fuori concorso. Il regista ela sexy poliziotta Jessica Alba, no-nostante le mise Dolce&Gabbanasfoggiate davanti ai fotografi, sonostati offuscati dal carisma brutodel protagonista Danny Trejo,alias Machete, latino di mezz’etàtutto muscoli, tatuaggi e coltelli.Capita di incontrarli tutti e tre, anotte fonda, mentre contrattano la

tariffa del motoscafo che li riportaall’Excelsior dopo un party nellaSerenissima. Forse il tassista igno-rava i rischi che correva di fronteall’eroe messicano armato fino aidenti. Se i coltellacci “s t ra c u l t ” re -galano sangue a fiotti, non menoaffilate sono le armi di cui si serveuna ballerina accecata dal perfe-zionismo e dall’ambizione. Nata-lie Portman, fierissima del filmBlack Swan, è stata anche nella vitauna danzatrice in erba (fino ai tre-dici anni) ed è laureata in psicolo-gia a Harvard, dunque è la perfettainterprete di questo psicodrammasulle punte. “A n ch ’io tendo ad es-sere una perfezionista e ho rischia-to di vivere il mio lavoro comeun’ossessione. Ma il mondo delballetto è un’altra cosa, ora lo guar-do in modo del tutto diverso”. For-se anche perché sul set ha trovatol’amore: il bel Benjamin Mille-pied dell’American Ballet, che hastudiato le coreografie del film eche l’accompagna nelle scene didanza sullo schermo, oggi la scor-ta al Lido, anche se lei preferisce i“no comment” sulla sua vita priva-ta. Lui non è stato trascuratodall’assalto degli annunciatori ita-

liani sul red carpet. Ma il pubblico,contenta la Portman, l’ha per oraignorato. Vincent Cassel, che è ar-rivato a Venezia senza Monicà alseguito, racconta in perfetto italia-no quanto non si senta una prima-donna, a dispetto dei ruoli che gliassegnano nelle sue pellicole. “Ionon sono affatto un perfezionista,piuttosto un estremista. Ma, per fa-vore, non perdiamo mai il diverti-mento di questo mestiere”. Tra ilbianco e il nero, lui è l’elementozen che mancava. E che forse il di-rettore-sinologo Marco Muellergradirà moltissimo.

Salvatores aTa r a n t i n o :“Lasciamospazio allapassione,vorrei vincesseun italiano”

èèThriller / UsaBlack Swandi Darren Aronofsky. ConNathalie Portman, VincentCasselBallerina a NY, Nina (NataliePortman) ha il ruolo della vita:Regina nel Lago dei cigni, sisdoppia tra il casto Cigno Bian-co e il sensuale Nero, lottandocon una madre soffocante, uncrudele direttore (VincentCassel) e una rivale senza scru-poli. Leone d’Oro 2008 conThe Wrestler, Darren Aronof-sky torna in Concorso con unEva contro Eva sulle punte,confermando bravura, moodestetizzante e sadismo doc ver-so gli attori. Se la Portman è daCoppa Volpi, il film è fredda,prevedibile arte-vita.

( Fe d . P o . )

èèPulp/UsaMacheteDi Robert Rodriguez DannyTrejo, Robert De Niro, JessicaAlbaScorrettissimo e violento fu-mettone di un pupillo di Taran-tino. Sullo sfondo, il tema del-l'immigrazione tra Messico eUsa, in primo piano intestini,sparatorie, doppi giochi e rit-mo. Machete è un ex agente fe-derale messicano, tradito dal-l'organizzazione che lo ha assol-dato per uccidere un senatoreamericano, in cerca di vendetta.Tra la parodia di "Non è un pae-se per vecchi" e un omaggio alle"Iene", Rodriguez, sostenutoanche da una sceneggiatura cheasseconda i peggiori istinti dellanarrazione si fa apprezzare. Siride. Senza pretese. ( M a . Pa )

Page 13: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

pagina 14

S M A RT ¡TIMEa cura di Eugenia Romanelli smar [email protected]

ARTE PUBBLICA

LA DANZA URBANAINVADE BOLOGNA

Dieci giorni di performance per la XIVedizione del festival internazionale

Se non avete mai sentitoparlare di arte pubblica,questa è l’occasione buo-na: ha inaugurato ieri e

prosegue fino all'11 la XIV edi-zione di Danza Urbana, primoFestival Internazionale di Dan-za nei Paesaggi Urbani in Italia.Bologna invasa dai ballerini?“Più o meno - racconta MassimoCarosi, direttore artistico dellamanifestazione. Di sicuro lecompagnie che abbiamo sceltoballeranno ovunque, dalla Pina-coteca Nazionale a ex mercati”.E' questo la danza urbana, bal-lare ovunque? “C'è un pubblicopotenziale maggiore di quelloche va a teatro ma i luoghi de-putati alla danza non rappresen-tano né quel pubblico né que-sto tipo di arte, per sua stessanatura mobile, libera, sempre inrapporto allo spazio”. Per que-sto ballate per le strade? “Nondeve per forza essere un luogoall'aperto. L'importante è che lacoreografia integri l'ambiente eil pubblico nello spettacolo. Ladanza è “urbana” se immersanella città”. Per esempio? “Unavolta, a Potenza, abbiamo usatoun cavalcavia. Una compagniadi danza aerea cifece una creazio-ne site specific:usavano funi e

sfruttavano la dimensione ver-ticale. Nella settimana di provela gente si fermava a guardare.La sera della performance arri-varono 1400 persone. Da alloraquel ponte, che è sui libri di ar-chitettura, è diventato un luogointegrato nell'immaginario ur-bano di Potenza”. Quindi la dan-za anche come forma di rivalu-tazione del territorio? “Certo. I

è VISIONI24 - Stagione Finale + ilsemiclandestino “R ev a n c h e ”

L’o t t avo giorno è arrivato,dannazione. Jack Bauer, l’agentefederale del Ctu, l’unitàanti-terrorismo americana, vain pensione. Per chi ama “24”,una delle serie thriller che hasquassato e ribaltato ilracconto televisivotradizionale, è l’ultimaoccasione per abbandonarsialla dipendenza. Perché, cometutte le grandi storie disuspense, “24” è eroina per gliocchi. Nella sua avventurafinale, dal 3 settembre ognivenerdi (h.21) su FX, Bauer sarà in servizio aNew York e dovrà proteggere il presidente delKaministan, uno stato islamico immaginario, daun attentato terroristico. Il dvd della settimana,invece, è un film austriaco semiclandestino, unavera sorpresa. Si tratta di “R ev a n c h e ” di GötzSpielmann, un noir tosto e crudele che sitrasforma gradualmente in uno studioappassionato sul senso di colpa, la redenzione eil perdono. Lo rendono ancor più convincenteuna regia ruvida e dei dialoghi che sanno diremolto con poche parole.

Revanche di G. Spielmann, CGHVRoberto Pisoni p i s o n i @ b a z a r we b. i n fo

PERCORSI

P i cco l iUN NUOVO PARCO AVVENTURA CON SPECIALI MAPPE DEL TESORO

Tabiano Bagni. Inaugurato da qualche settimana,“Parmaland” è il primo Parco Avventura d'Italia che oltre afarvi volteggiare da un albero all'altro, iniziarvi alla “sella”con i docili cavalli, regalarvi il divertimento di una spiaggiaper il beach volley, il frisbee e i racchettoni in mezzo allecolline del pre-appennino parmense, vi conduce sulsentiero della sperimentazione, mettendo alla prova leabilità di grandi e piccoli grazie alle Mappe del Tesoro.Cinque mappe - inventive, relazionali, connettive,emozionali, esplorative - per scoprire le proprie capacità e

il “t e s o ro ”, attraverso i suggestivipercorsi che si snodano lungo i 40mila mq del parco. Non mancanoanche mostre interattive con isimpatici GiBì e DoppiaW cheproporranno un viaggio in 5 tappetra suoni, strisce di fumetto, luci,giochi ed animazioni e i tour con iDune Buggy a motore, la piscina,l'area benessere, e l'osteria tipica.

V. Castello 2, 0524 567610(parmaland.it). Da lunedì a venerdì,ore 10-19; sabato e domenica, ore10-20. Fino al 12 settembre.Chiara Organtinio r g a n t i n i @ b a z a r we b. i n fo

SceneVIVA IL RISORGIMENTO ITALIANO

Caser tavecchia. Va in scena sabato(h.21) per il festival“S e t t e m b re a l b o r go ”, alla sua 40°edizione, le “Interviste Impossibili live”:protagonisti nientepopodimeno che

Giuseppe Mazzini, AnitaGaribaldi e la Principessadi Belgioioso. Il format èradiofonico e risale aglianni '70, ma rivive di

nuova passione attraversol'interpretazione di Anna Bonaiuto,Remo Girone e Lisa Ginsburg, ovverodi artisti che hanno fatto del lavoro suun nuovo e più profondo intendere larecitazione il proprio cavallo dibattaglia. E che qui hanno scelto diriproporre la Storia - ricordiamo chestiamo in periodo di commemorazionedel centocinquantenario della tantobistrattata Unità d'Italia - con uno sguardo umano. E conleggerezza, tema di questo festival, una delle primemanifestazioni di spettacoli alternativi organizzati al Sud Italia.

Teatro della Torre, infoline 0823.550027( s e t t e m b re a l b o r go . i t )Lorenza Somogyi somog [email protected]

Sopra, Stian Danielsen. Sotto,la locandina della mostra “The

arab body”

luoghi riorganizzano la coreo-grafia almeno quanto l'inverso.I linguaggi artistici contempo-ranei non vivono senza la gente,gli spazi della quotidianità, larealtà della vita. Chiudere l'artein luoghi specifici è ormai un at-teggiamento culturale vecchio:l'arte è fatta di chi la fa e di chi lafr uisce”. Ogni coreografia quin-di è evento unico: “E gli spetta-

coli trasformanoper sempre i luo-ghi e la loro per-cezione”. Ci sonomolti giovani?

PossibilitàMUSICA IN CORTO

C a s t e l b u o n o. {Retrosys} 2010 èuna rassegna di cortometraggimusicali giunta alla sesta edizione conl'obiettivo di promuoverel'accostamento tra linguaggi, luoghi,suoni e narrazione. Il tema delconcorso, promosso dall'associazione culturale GlennGould di Castelbuono (PA), è la musica visualizzata nellospazio temporale di un cortometraggio e il modo in cui sisposa con immagini e sceneggiatura (colonna sonora,riferimenti musicali, corrispondenza fra scene e suoni)diventando strumento cardine per lo sviluppo della storia.La partecipazione è gratuita entro il 10 settembre conopere in formato dvd girate con qualsiasi mezzo di ripresa edi durata massima di 15 minuti. All'autore del cortovincitore selezionato in base all'aderenza al tema,all'originalità e alla qualità visiva e musicale, verrà assegnatoun buono spendibile in prodotti culturali (dvd, cd, libri ecc.).

retrospettivasys .blogspot.comRiccarda Patelli Linarip a t e l l i l i n a r i @ b a z a r we b. i n fo

“Sono loro che più si lancianonel contemporaneo e oltre. Lanostra mission è inserire artistiemergenti nelle reti internazio-nali”. L'8, per esempio? “AlMAMbo si esibiscono Alessan-dro Sciarroni e ZDDNTR, sonocompagnie giovanissime delprogetto “Anticorpi explo”,che a sua volta appartiene allarete nazionale “Anticorpi XL”, lagiovane danza d'autore nonc o nve n z i o n a l e ”. Nella stessagiornata presentate la pubblica-zione di “Altre velocità”: “E' ungruppo di giovani critici, sare-

mo allo spazio Salara, sede del-l'Arci Gay, antico deposito delsale”. Molto lavoro anche congli artisti del territorio: “Doma -ni e sabato la compagnia Le Sup-plici presenta una prima nazio-nale nella Pinacoteca e il 6 e 7Simona Bertozzi porterà 12

èPERIFERIETekArt al centro sociale

Cremona. Per voi che lanciate lo sguardo e tendetel'orecchio al di là del mainstream, sabato 18settembre il Centro Sociale Dordoni apre le portealla quarta edizione di TekArt. Un happening dicontrocultura che si propone come spazio aperto diespressione per l'arte in tutte le sue forme. TekArtnasce, infatti, per dare libero sfogo alle varie realtàche scorrono nelle vene dell'underground culturale:una galassia viva e vitale, che spesso incontra difficoltàad affrancarsi dall'anonimato per offrirsi al pubblico esedurlo. Si comincia alle 16, con una ricca line-upmusicale che proseguirà fino a tarda notte, spaziandodall’hardtek all'hip-hop. E mentre si avvicenderannoritmi e sonorità diverse, sarà possibile assistere askate contest, painting sessions, esibizioni digiocoleria, passeggiando tra videoinstallazioni,esposizioni di quadri e fotografie. La partecipazionealle attività di TekArt è aperta, le adesionichiuderanno una settimana prima dell’eve n t o.

[email protected] (csadordoni.org)Valentina Ascione a s c i o n e @ b a z a r we b. i n fo

danzatori nei 5800 mq dellapensilina dell'ex mercato orto-frutticolo ora in disuso”. Il 9 unprogetto fatto da ragazzi: “Can Iè un gruppo di lavoro nato l'al-tranno su commissione del Fe-stival, con Cristina Rizzo. Lune-dì e martedì faranno 7 perfor-

èAVA N G U A R D I EOltre il tabù: Jasad, the arab body

Ancona. Il Festival Adriatico Mediterraneo, dalle sue 4 edizioni attentoall’approfondimento di importanti questioni del mondo contemporaneo (rapportotra culture diverse, inclusione sociale, diritti civili, globalizzazione, etc), porta per laprima volta in Italia una mostra dedicata a uno dei principali argomenti tabù delmondo arabo: il corpo femminile. Al centro, la rivista culturale Jasad (“corpo”, inarabo), ideata dalla poeta e giornalista libanese Joumana Haddad, considerata cosìscandalosa da essere venduta in edicola solo a Beirut e in busta chiusa: tra le suepagine sono periodicamente ospitati artisti contemporanei, scrittori e filosofi che,con i loro contributi, rimettono in discussione l’immaginario sul corpo e le sueimplicazioni sociali. La mostra - curata da MAC manifestazioni artistichecontemporanee - propone anche le opere di due donne arabe già famose nelpanorama artistico contemporaneo, Ninar Esber - Libano - e Sama Alshaibi - Iraq:attraverso il corpo (con grande coraggio), parlano di trasgressione, sessualità, libertà,amore e femminilità alla parte conservatrice e fondamentalista del mondo ar a b o.

Mole Vanvitelliana, fino al 26 settembre: da martedì a domenica 17-20,ingresso gratuito (adriaticomediterraneo.eu, maconline.it, jasadmag.com)Amanda Freiburg f re i b u r g @ b a z a r we b. i n fo

Giovedì 2 settembre 2010

FumettiLOGICA A STRISCE

Po s s i b i l e raccontare a fumetti l'avventura umana e filosofico-scientifica del grande logicoBertrand Russell? Secondo gli autori, nel libro attori comprimari, sì. Perché: “I nostri eroisono individui affascinanti, personalità complesse e tormentate. Insomma veri e propris u p e re ro i ! ” E fin qui, noi apologeti del dio fumetto, non avevamo nessun dubbio. Ma unconto è ingabbiare un'esistenza, per quanto articolata, in una graphic novel e un altro èriuscire a divulgare una materia ostica per i non iniziati come la Logica. Il risultato, raggiuntoattraverso 300 pagine zeppe di parole e un discorsivo glossario finale, è straordinario: tantoche anche a noi, che non siamo certo nipoti di Wittgenstein, si sono aperti nuovi orizzontidi interpretazione della realtà.Così, parafrasando il paradosso delmentitore risalente all'AnticaGrecia, ci viene da dire: “CariLettori, stiamo mentendo”. Ma sestiamo mentendo, allora diciamo laverità; e se diciamo la verità, allorastiamo mentendo.

“L og i c o m i c s ”, Apostolos Doxiadis -Christos Papadimitriou. GuandaGraphic, 23 euroCiro Bertiniber [email protected]

Da non perdereCC

èSEGNISegni TeatraliFino a domenica prosegue laprima edizione di“Contemporanea, SegniTe a t r a l i ”, sulla drammaturgiad’avanguardia: stasera h. 21“Controllo remoto” dellacompagnia Orthographe( h t t p : / / c o n t e m p o r a n e a t e a t ro.wo rd p re s s . c o m )

èVITTORIO VENETOCultura liquidaAlla sua 4^ edizione (da domania domenica), il festivalComodaMente naviga traparole, immagini, suoni e saporicon scrittori, scienziati,giornalisti, docenti universitari,artisti, imprenditori e politicisui temi della contemporaneitàmettendo in discussione lacomodità delle convenzioni(comodamente .it)

èMARINE DIMELENDUGNOLo sguardo di OmeroDa oggi a domenica il festivalpropone narrazioni filmichededicate ai luoghi, alle culture ealle identità della granderegione euro-mediterranea( l o s g u a rd o d i o m e ro fe s t i v a l . o r g )

èROMAM a n i F E S TA t iFino a domenica Mani Teseorganizza la prima edizione diManiFESTAti, 5 giorni travolontariato, cooperazione esostenibilità alla Città dell’AltraEconomia, ex MattatoioTestaccio (manitese.it)

èVENEZIAPolvere di stelleSabato (21.30) cocktail partytra moda e music live curatodalla hair designer GiusyGiambertone per celebrare ilmondo del cinema(giamber tone .it)

è INZAGOMartesana in piazzaIl Festival Internazionale diArtisti di Strada, alla sua 7°edizione, parte oggi da Inzagoper diramarsi nei paesicircostanti fino al 26 settembre(polomar tesana.com)

èROMALa Grande OlimpiadePer celebrare i 50 anni deiGiochi della XVII Olimpiade, ilfilm, nomination all’Oscar nel1961, sarà proiettato in loop alMAXXI con 10 foto d’epoca su“Roma 60” provenienti dagliarchivi dell’Istituto Luce e delGetty Images. Fino al 25settembre (fondazionemaxxi.it)

èCOMISOROMADemo’s Lady awardsDa domani a domenica via perla seconda edizione del contestdedicato al talento femminilelanciato dalla trasmissioneDemo Radio 1 Rai all’internodella manifestazione“Settembre Kasmeneo”.Ruggeri, Ron e Bersani tra gliospiti (settembrekasmeneo.it)

èC A PA L B I OArte a Il FrantoioFino al 19 resta esposta “KM607 Milano-Roma”, primamostra postuma di EttoreSguera alla Galleria d’arte diun’enoteca che è punto diincontro tra i più effervescentidella Maremma(mc [email protected])

èROMASocialstreetart B BoyEventIl Festival itinerante di ArtiUrbane, sabato al CasaleA.L.B.A. 3 (Parco di Aguzzano)dalle 15 alle 00:30, proponebreakdance, graffiti e videoproiezioni per affrontare temisociali e diritti umani(socialstreetar t.org)

PERCORSI

C ari lettori, nel ringraziarviper le innumerevoli mail

con itinerari “smar t” pervacanze e viaggi alternativi aipercorsi di massa, eccociall’ultima tappa (se avetefinito le ferie, ritagliate per ilprossimo espatrio): Parigi eCopenaghen. E poi,naturalmente, qualche dritta tra quelle cheavete pubblicato sulla bacheca del gruppoSmartime-Facebook, per chi cerca eventiinsieme divertenti e critici. Nella Ville Lumièrenon mancate: una passeggiata lungo il Canal St.Martin con pausa caffè allo charmant Hotel DuNord; un po’ di shopping a rue Rousseau; laspesa al Marché Bastille; una limonata all'ArduDes Artistes di rue Denoyz, per vedere i writersall’opera; la favolosa Promenade Plantée, ungiardino sopraelevato che attraversa la città;una cena nel Marais, magari al ristorantesiamese Baan Lek, o a La Gare, una stazioneferroviaria ristrutturata (si cena tra i binari) a LaMuette, vicino alla torre Eiffel. Evitate ibattutissimi quartiere latino e Rive Gauche epuntate al multietnico Belville (romantico ilParc de Belville). Il sabato mattina andate aBoulevard Richard Lenoir, per comprarestampe di giovani artisti, o al rigoglioso Parc deBercy (delizioso il caffè della CinématèqueFrançais). A Copenaghen, invece, girate la zonadi Vesterbro, tranquilla ma viva (mangiatefrikadeller al Verdens Caféen Mandela, vecchia

fabbrica, ristrutturata abistrot), ascoltate jazzall'Huset e, se non siete dasoli, vivetevi le notti delquartiere Norrebro,multietnico e molto allegro(visitate il parco del cimitero).Un caffè al Dansk DesignCenter o una Akvavit a Israel

Plads vi farà sentire quell’hygge danese, mix traaccoglienza calorosa e design elegante. Seavete tempo vale la pena una serata all’O p e raHouse ma, se dovete scegliere, assolutamentesu tutto vince il quartiere hippy di Christiania,ancora abitato da una curiosa comunità diartisti, praticamente autogestita. E ora a noi,anzi a voi: # Giovanna Mazzarella ci ricorda, dadomai a domenica, Avati, Pasotti, Rubini,Starnone, etc, al nuovo cantiere di spettacolo eriflessione a Chianciano Terme per la Iedizione di “Attor studio”; # Max Casaccius ciinvita al Wi-Fi Art Preview/Festa del Cinema,domenica al Circolo Degli Artisti di Roma, e,domani, a The Morlocks play Chess; #Valentina Ascione segnala, sempre a Roma, dastasera a domenica, “Frammenti 10: ritorno alf u t u ro ”, tra dj set, live, giardini letterari eaperitivi; # Riccarda Patelli pubblica ilConcerto della Radiorchestra a VillaCastelmartini, vicino Pistoia, domani alle 21; #Carolina Lami chiama a raccolta a Firenze, damartedi al 12 per il 9° Incontro Nazionale diEmergency. Pronti? Via!

pensieri di cuoreY

Smartime/Vacanze 3

Pa r i g i + C o p e n a g h e nMAI VISTI

SerendipityIl nuovo Bobadilla, 2 dj daurlo e l’evento ambientaleNight Geo Session

D a l m i n e + M i l a n o. Nella bellaprovincia lombarda si puòscegliere tra due locali agliantipodi: mentre la nuovastagione del “Bobadilla”

(inaugurazione il 12) , fashion club con ristorante, prima di ballareeasy house promette un menù alla carta degno d'uno stellato euna scelta di vini tra 200 etichette, il 17 e il 18, al “Bolgia”, arrivanodue dei dj più importanti degli ultimi anni in ambito elettronico(entrambi nordamericani: il canadese Deadmau5, mascherato, e ilcaliforniano Steve Aoki, uno che spesso fa stage diving, come irocker). A Milano, il 25, arrivano invece Coccoluto ed Alex Bragacon la loro Night Geo Session al “Termovalorizzatore Silla2”:elettronica, attenzione per l'ambiente e video sperimentali(proiezioni del National Geographic) in una location da urlo(“SillOut” è un evento ecosostenibile in collaborazione conAMSA, Azienda Milanese Servizi Ambientali per la gestione dellaraccolta e dello smaltimento dei rifiuti urban).

bobadilla.it; bolgia.itLorenzo Tiezzi t i e z z i @ b a z a r we b. i n fo

SuoniJOE MORRIS: LIBERTÀ E RIGORE

Il ritmo incalzante e potente di questo lavoro arriva subitocon le prime note di “S ke l e t o n ”. Un free jazz vigoroso cheemana energia in modo immediatamente contagioso. Lacapacità di Morris di esplorare fin nelle viscere più profondela tradizione autentica del free jazz e dishakerarla con un forte spirito innovativoè espressa qui ai massimi livelli. Nessunlimite: si scivola da momenti di intensalibertà espressiva ad altri in cui lastruttura è rigorosa e severa, ma l'abilità è proprio qua, nelsaper interpretare con grande autonomia anche le formepiù strutturate e con grande rigore i passaggi più liberi. Lasensazione che si prova ad ascoltare questo lavoro è di unagrande avventura, non solo vissuta da chi ascolta, ma anchee soprattutto dai quattro musicisti che si sono inerpicati conagilità sorprendente sulle fantasie musicali di Morris. Eppurenon c'è alcun arido estremismo sperimentale. Certo chi siaspettava un Morris chitarrista, come nel suo stile, restasorpreso nell'ascoltarlo stavolta al contrabbasso: ma anchequi riesce in un modo del tutto distintivo.

Joe Morris Bass Quartet, High Definition - hatOLOGY(hathut.com)Vera Risi r i s i @ b a z a r we b. i n fo

èDUE PUNTO ZEROMostra on line work in progress

Fa c e b o o k è sinonimo di comunicazione, aggregazionevirtuale, è spazio-tempo regolato da avverbi quali qui e ora.Alessandro Bulgini, classe 1962, artista di professione connumerose mostre alle spalle, lo ha scelto come piattaformaper realizzare un’operazione artistica on line, apertaall’intervento di tutti. Iniziata nel 2008, la performancevirtuale di Bulgini consiste nella pubblicazione giornaliera diun’unica parola, “V I VO ”, accompagnata da un’immagine chemensilmente cambia. Mentre Bulgini testimonia unicamentela sua esistenza, amici e sconosciuti pubblicano commenti,parlano con lui o di lui senza avere risposta in cambio,eccezion fatta per quel “V I VO ”. Un anno dopo, il diario èdiventato una mostra ed è tutt’ora un work in progress che

riflette su questo socialnetwork come contenitorevirtuale di memoria collettiva(strumento di dispersionedella storia individuale?Luogo di comunicazionedistorta e a-sentimentale?).

Trovatelo su face bookdigitando il nome dell’ar tista.Gabriella Serusis e r u s i @ b a z a r we b. i n fo

O cc h i o !Le belve di Isabella Santacroce in scena

Roma. Domani (h. 19) al Teatro India va in scena “Zoo”,dall'omonimo romanzo di Isabella Santacroce(adattamento teatrale di Giovanni Franci, regia di AlessiaInnocenti e Corrado Russo). I temi? Non certo lievi,visto che si naviga tra perversione, incesto, sesso eorrore, belve appunto di uno zoo. Tratto da una storiavera, il romanzo fa fuoco sul lato oscuro dei migliorisentimenti, anche quelli che si articolano in famiglia, unacattività da cui spesso germina, insieme a quellodell’amore, il seme della violenza. Lo spettacolo apre lamanifestazione “Short Theatre”, uno dei progettiArea06: dal 2001 infatti questa piattaforma di artistiorganizza festival e rassegne e dal 2006 ha ilfinanziamento della Regione Lazio come OfficinaCulturale per sperimentare, accompagnare e produrreprogetti, artisti, idee.

shor ttheatre.orgEve Stallen s t a l l e n @ b a z a r we b. i n fo

Accanto, il cd di JoeMorris. Sotto, un’opera di

Vanessa Beecroft

èQUEERIl corpo è nudo e unico

Carrara. Gli elementi per unevento unico ci sono tutti. Una cittàtoscana famosa da millenni per il suocandido marmo, diventato simbolodella perfezione statuaria. Unappuntamento artistico prestigioso,ovvero la XIV BiennaleInternazionale di Scultura. E VanessaBeecroft, tra gli artisti italianicontemporanei più celebratiall'estero, autrice di performanceche vedono protagonisti i corpi didonne nude, schierate per ore in unastessa posizione, come muta criticaai modelli tradizionali di bellezza ealla loro mercificazione. Nell'ambitodella mostra Postmonument, curatada Fabio Cavallucci, l'artista diorigine genovese presenta sabato laperformance “V B m a r m i . c a rr a r a(progetto speciale)”. Mescolando icanoni estetici inarrivabili del fashionsystem a quelli del senso comune, iltableaux vivant di Beecroft mostrache la bellezza non risiede nellaperfezione, ma nelle particolaritàche rendono ogni corpo unico.

Studi Nicoli, piazza XVII aprile 8/E.Info: 0585.641548( l a b i e n n a l e d i c a r ra ra . i t )Francesco Paolo Del Red e l re @ b a z a r we b. i n fo

mance sparse per Bologna pertutto il giorno”. Molto interes-sante anche il lavoro di Enzo Co-simi, l'11: “”La stanza del prin-cipe” è una prima assoluta. Haun taglio sociopolitico, identifi-ca Siegfried de Il Lago dei Cignicon un senza fissa dimora. Ci so-no molte riprese degli home-less, verranno proiettate alNeon Campobase, un'ex offici-

na”. E adesso, dopo aver fonda-to il network internazionale deifestival promotori della danzanei luoghi pubblici della quoti-dianità, “Città che ballano” (36festival in 21 paesi del mondo),anche un premio? “Il PremioGDA, Giovani Danz'Autori, chefa parte della rete Anticorpi XLserve a dare futuro ai giovani ar-tisti”.

Page 14: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

pagina 16 Giovedì 2 settembre 2010

TELE+COMANDOTG PAPI

B ut t i g l i o n esuper star

di Chiara Paolin

T g1Giorgio Napolitano t o-

glie lo stetoscopio dalleorecchie ed emette a bassavoce la sua sentenza: “L’e vo-luzione può essere benigna”.Sospiro di sollievo naziona-le, la maggioranza dovrebbetenere anche se le Squadredella Libertà muovono mi-nacciosamente verso M i r a-bello.Scansati i guai più banali, sipassa alla ciccia: “Prozia infreezer per un anno” titolanoi favolosi grafici di testata.Mica male anche la classicaintervista al vicino di casa:“Non lo potevo mai immagi-nare. Chiedevo al nipote: mala signora dov’è? Sono choc-cato”. Tu vatti a fidare del di-r impettaio.E dello studentello che vuoleaddirittura fare i test di am-missione all’università: peri-colosissimo. Per questo ci siè attrezzati con metal detec-

tor e perquisizioni, ma i furbinel nostro Paese la vinconosempre, e uno si fa pure in-tervistare: “Ho aiutato un ra-gazzo a superare l’esame daodontoiatra e un altro da fi-sioterapista. Basta avere ilcognome con la stessa lette-ra, così ci si siede vicino e poisi passa il foglio”. Anvedi.Dulcis in fundo, il favolosotappeto rosso di Venezia. Echi ti ci trovi a sfilare tra starinternazionali e signore datacco dodici? Rocco Butti-glione. Cose che solo Vin-cenzo Mollica può regalarci,l’arte per l’arte in prima se-ra t a .

T g2Fermi tutti: ma se Berlu-

sconi non è a Venezia con unbicchiere di champagne edue stangone al fianco, dovesarà mai? A palazzo Graziolicon il governatore piemon-tese Roberto Cota. Ormaida diversi giorni il poverettodeve mediare tra premier, Le-

ga e Fini. L’Oscar bisogne-rebbe dargli, altro chè.

T g3Effetto amnistia è la pa-

rola d’ordine per i finiani chenon mollano il colpo. Anzi,aggiungono pure che il pro-cesso breve è un nodo po-litico grosso così. Bocchinotiene le mani dietro la schie-na e come un bravo scola-retto spara sereno: “I m p o s-sibile far saltare migliaia disentenze”. E La Russa r i-sponde con identico sorriso:“La legge votata al Senatonon può cambiare alla Came-ra. E sul procedimento disci-plinare ampio spazio ai pro-bivir i”. Tra i due replicanti ilterzo non gode: Di Pietroripete che Fini è solo un ‘q u a-ra q u a q u a ’ se stavolta non fadavvero saltare il banco. Co-me dire, la guerra continua.Anche la Gheddafi-novelanon è finita: Frattini ieri è vo-lato a Tripoli a trattare un po’sui dettagli (quei cinque mi-liardi di euro l’anno chiestidal Colonnello per bloccaregli immigrati tra le dune deldeserto sono un po’ tanti dafar scucire all’Unione Euro-pea). Emma Bonino, pre-sente in studio, va giù pesan-te: pagare per torture e vio-lenze non è proprio il mas-simo, e le donnette conver-tite sono una volgarità asso-luta nella storia italiana.

di Nanni Delbecchi

C he la rivoluzione non fosse un pranzo di galalo sapevamo; adesso però, dopo il debutto

della nuova edizione della “Domenica sporti-va ”, abbiamo qualche certezza in più; sembrache la rivoluzione sia un salottino televisivo af-fidato alla conduzione della subcomandantePaola Ferrari con la collaborazione degli opi-nionisti-zapatisti Ivan Z a z z a ro n i , Marco Ci -vo l i e Beppe Dossena. Senza naturalmente di-menticare il Mao Zedong della situazione, ov-vero il presidente dell’Associazione Arbitri Ita-liani Marcello Nicchi, intervenuto in studioper festeggiare quella che ha definito “una verae propria rivoluzione culturale”: l’a bolizionedalla “Domenica” stessa della moviola, ordi-gno paragonato nientemeno che al nucleareper la sua devastante capacità di generare di-scussioni sul nulla. La Ferrari e i suoi annui-vano seri e compunti, tutti uniti in questa “ve rae propria scelta di campo”, dopodiché il de-signatore arbitrale Nicchi ha potuto ritirarsinella sua tenda beduina incassando una con-versione che Gheddafi gli fa un baffo.Dunque, a morte la moviola e hasta la vittoria

sempre. Peccato che,prima e dopo questogrido di battaglia, alla“Domenica sportiva”non si sia fatto altroche disquisire di golfantasma, di fuorigio-co sì-fuorigioco no, digrandi in crisi e di pro-vinciali sorprendenti.Magari bastasse ri-muovere la moviolaper fare piazza pulitadal vaniloquio del do-polavoro calcistico.Non basta sostituire

Teo Teocoli, uno dei pochi che dimostra co-me vero vero tifo e vero humour possano con-vivere, per far spazio all’ennesima edicola diGianni Ippoliti. E non basta sostituire la mo-viola con il “Magma System”, un marchinge-gno che mira a stabilire il rendimento dei gio-catori in maniera scientifica. Un certo AdrianoBaconi, forte di una certa somiglianza fisicacon Archimede Pitagorico, ha tenuto una le-zioncina sul “Magma Index”, l’algoritmo cheincrocia tutte le azioni della partita con oltremille diversi parametri di valutazione. Perso-nalmente non ci ho capito nulla; ma a giudi-care dall’unico parametro in mio possesso, il“Magma Sbadiglio”, si tratta esattamente del-la stessa aria fritta che si friggeva in moviola;ma mentre la moviola friggeva l’aria nella clas-sica friggitrice qui siamo alla nouvelle cuisine,alla cottura molecolare.Quella stessa sera, per le strane coincidenzeche a volte produce lo zapping, era appena an-dato in onda un bello speciale di Raistoria de-dicato a Enzo Tortora, ed è stato inevitabile ri-cordare come la sua “Domenica sportiva” siarimasta un modello insuperato. Per la bravuradi Tortora, ma anche per la capacità di sdram-matizzare il calcio e di viverlo come epica po-polare, non come quella scienza esatta che èdiventato oggi, dove nientologi da bar sport sela tirano da accademici della Crusca. In quellospeciale su Tor tora si diceva che Paola Ferrariera stata centralinista di “Por tobello”. Però,quella centralinista ne ha fatta di strada, ci sia-mo detti, chissà che nella sua “Domenica spor-t i va ” non importi qualche eredità del maestro.Invece è arrivato il Magma System con annessa“rivoluzione culturale”. C’è di buono che le ri-voluzioni richiedono anni, se non secoli, peressere valutate; nel frattempo, si può tranquil-lamente cambiare canale.

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

Dalla moviolaal “magma”

Paola Ferrariconduce

“La domenica sportiva”

SECONDO TEMPO

Giovedì 2 settembre 2010 pagina 17

èLA PADANIA E IL TAROCCOFOTOMONTAGGIO IN PRIMA PAGINAPossono due bandiere andare indirezione opposta nella stessa foto?Questa la domanda che si è posta ilblog L’89 (l89.radio30metri.com)dopo aver visto la prima pagina de“La Padania”, il giornale della Lega Nord in edicola ieri.“Cgil in piazza con i Rom” titolava l’organo ufficiale. Seguegrande foto di un non meglio precisato campo rom sulquale sventolano varie bandiere della Cgil. Troppe cosenon quadrano però. Per il blogger non c’è dubbio, è unfotomontaggio: “Si vedono tre bandiere - scrive - malgradole due aste. Una, la prima, troppo simile a quella giàanalizzata (notare le pieghe nell’angolo) e probabilmentecopiata e incollata per l’altro verso”. L’89 ha anchecorredato il suo post con una foto fitta di osservazioni chenon sembra lasciare spazio a dubbi sul tentativo di tarocco.

f e e d b ac k$Commenti al post “La‘p o rc a t a ’ di D’Alema”dal blog di GiuliaInnocenzi suilFattoQuotidiano.it

è DIMOSTRAZIONEpiù lampante del fatto chesia d’accordo con Mr. B.non c’è!!! Ora che si trattadi dare le spallate finali chefa baffetto???? Creascompiglio nelcentrosinistra, già che c’èperchè non propone unanuova bicamerale semprecon Mr.B???

L’ev i d e n z a

èMA FATELO tacere aquesto D’Alema!!! Non neha combinate abbastanzafin’ora????!!!! E vai!dividiamoci di nuovo anchesu qualcosa dove tuttisiamo d’a c c o rd o ! ! !

M a r g ra n t

è GIULIA, È facileaddossare a D’Alema lecolpe dei disastri dellasinistra, ma forse anche voi,‘giovani democratici’,dovreste prendervi levostre responsabilità. Chesono quelle di essere deipiagnucolosi arroganti (‘igrandi cattivi non mi dannoil potere’).

Mad Hartign

è HO SEMPRE vo t a t oPD, da quando è nato, hopartecipato a tutte leprimarie. Ora basta!!!!!D’Alema è davvero ilmiglior alleato di B. Si èinventato il pentapartito delterzo millennio, così ildebito pubblico lo facciamoarrivare sulla luna. Mai piùPd!!!!!!!!!!!!

Gianni

è NON COMPRENDOcome possa ancora parlareBaffetto, ma penso che miria diventare il prossimopresidente della Repubblica.Io, da pugliese, mi vergognodi avere avuto unpersonaggio del genere allaguida del paese e che haben contribuito adaffossare .

Antonio

è NON LO sopporto più...Quoto tutte le altrepersone che suggerivano insenso lato un felicepensionamento di D’Alema,magari un giro del mondo inbarca con annessostrepitoso naufragio inP ap u a s i a .

Spitauz

è D’ALEMA…? Maquando toglierà ildisturbo….?

L i b e ro s e m p re

è ALLA GENTILEestenditrice dell’ar ticolonon piace il modellotedesco e nemmenoD’Alema, a me invece ilmodello tedesco piace aprescindere da D’Alema. Ècertamente piùdemocraticodell’uninominale dei variSegni e Veltroni e inGermania funzionab e n i s s i m o.

Forzabar i

è I CORAGGIOSIredattori della leggeuninominale? Non diciamostupidità, l’appello è unafumisteria se non sispecifica che tipo di sistemaelettorale si vuole. Comespesso qui, ci si accaniscesulle persone ma non siguarda alla sostanzadell’a r go m e n t o.

Mar tino

MONDO WEBFINISCE SOTTO MARANO?

Che fine faràR a i N et ?

Nel carrozzone Rai i na-vigatori sanno beneche c’è un’eccezione.Si tratta di RaiNet, la

controllata di Viale Mazzini(ne detiene il 99,9 per cento)alla quale è demandata tuttal’offerta Internet della televi-sione pubblica: realizzazio-ne dei siti web per i vari pro-grammi, gestione dei conte-nuti su Internet, “politica”editoriale dei contenuti onli-ne. I numeri di RaiNet par-lano da soli: nell’e s e rc i z i o2009 ha registrato un utile di1,6 miloni di euro. Ma anchein termini numerici sono sta-ti centrati vari successi: con iMondiali in Sudafrica si è toc-cato il record storico di 8,2milioni di utenti unici in unmese, mentre a giugno la Raisu Internet ha contato 118,2milioni di pagine viste. Ades-so, però, per l’azienda c’è ilrischio “spezzatino”. Il blogradiolawendel.blogspot.com si èandato a spulciare con la len-te di ingrandimento i comu-nicati stampa di viale Mazzi-

di Federico Mello

D AG O S P I AIL PRESIDENTEE IL FINIANO

1) Giorgio Napolitano hamesso un finiano al Cnel. Nessuno sen’è accorto, ma il presidente dellaRepubblica ha piazzato tra i “suoi”consiglieri (il Quirinale ne sceglie otto)dell’inutile Cnel Giuseppe Pennisi, unprofessore che scrive (e molto) sulle pagineweb di FareFuturo dirette da Filippo Rossi.2) All’inizio dell'anno Alitaglia ha abolito le copieomaggio per i passeggeri. Entravi a bordo, chiedeviun giornale, ti rispondevano picche (salvo che suiRoma-Milano). Il risparmio di qualche centesimo (glieditori davano le copie con lo sconto) valeva benel’incazzatura della gente. Ma giusto così, si vede che

in azienda il concetto di “customersatisfaction” è un’inutile americanata (aproposito, Sabelli e Colaninno viaggiano suivoli di linea o volano privato? Hanno avutomodo di ascoltare, agli imbarchi, i commentisu questa nuova politica commerciale?).Seconda puntata: Alitaglia da qualche settimanaoffre a bordo i giornali che hanno accettato dinon ricevere compenso. Economicamentetorna, per la compagnia zero spese. Risultato:hanno aderito solo tre giornali, ossia LiberoGiornale e Riformista. Niente contro di loro, maSabelli e Colaninno hanno provato a fare la codasui finger esentire cosa nepensa il

passeggero? Eppuresolo qualche mesefa Sabelli diceva“Alitalia avrà unaforte attenzione alleesigenze delcliente ...”.

èPRESENTATE LE NOVITÀ APPLEIPOD QUADRATI, APPLETV2 E UN SOCIAL NETWORKLe anticipazioni della vigilia non sono state smentite. IeriSteve Jobs ha presentato (anche in un’insolita direttastreaming “chiusa” e fruibile solo dagli utenti Apple) lenovità della mela morsicata. Le sorprese non sonomancate. Jobs ha svelato la nuova versione dell’i Po d(finora in sofferenza con la diffusione dell’iPhone): i nuovimodelli sono quadrati e “touch”. Aggiornato anche

iTunes, che arriva alla release numero 10.Dimensioni ridottissime (sta nel un palmo diuna mano), poi, per la nuova AppleTV2,nuova generazione di AppleTV, il decodergrazie al quale è possibile vedere sultelevisore di casa programmi Tv e film con lostreaming via Internet. La novità di cui non siera avuto notizia, invece, è tutta 2.0: Applelancia un suo social network musicale, Ping,che permetterà di condividere, commentare,ed acquistare la musica preferita.

èCHIUDE LA RIVISTA DI HAN HAN?FONDATA DAL PIÙ NOTO BLOGGER CINESEHan Han è il più popolare blogger cinese: ilsuo sito viaggia su numeri stratosferisci(conta 200 milioni di contatti totali). Con ilsuo stile irridente, il blogger 28enne noncontesta apertamente il regime, maraccontando storie di vita quotidianaprendendo di mira la rigidità delle regoleimposte dal governo. Eppure, Duchangtuan(Assolo), la rivista che ha lanciato, pur fortedi un milione di copie vendute, potrebbepresto chiudere i battenti. L’editore ha infattideciso di sospendere la collaborazione con ilgiovane blogger e Han sta faticando a trovareun sostituto per stampare il secondonumero che sarebbe dovuto uscire il 30agosto. Il primo numero è stato pubblicatonella forma di un libro scritto a più mani dagliautori dei diversi articoli, perchè nè l’a u t o renè l’editore hanno l’autorizzazionenecessaria in Cina per pubblicare una rivista.“Il mio principale problema ora è quello direndere legale la rivista - ha affermato HanHan - temo che se continuerò a pubblicare informa di libro non avrà vita lunga”.

SECONDO TEMPO

Il blogger Han Han;l'immagine de La Padania

con le osservazione del blog L’89;il logo di RaiNet

è +10 PER CENTO SU INTERNETGLI ITALIANI ONLINE: I NUOVI DATI AUDIWEBSono 23,83 milioni gli italiani che hannonavigato sul web a luglio, il 9,9 per centoin più rispetto allo stesso mese del 2009.Lo rivela l’ultima indagine di Audiweb,secondo cui il 43,6 per cento dellapopolazione italiana con più di 2 anniaccede a Internet almeno una volta almese. Nel giorno medio, si legge nellostudio, gli utenti attivi sono10,8 milioni, e naviganomediamente per 1 ora e 28minuti al giornoconsultando 166 pagine.

ni e ne ha trovato uno scar-nissimo e senza data (ma chedovrebbe risalire al 27 o al 28luglio). “Il cda – recita il co-municato – ha approvato alarghissima maggioranza leimportanti proposte di inter-nalizzazione di RaiNet nellacapogruppo RAI Spa”. Cosavuol dire?Che la controllata RaiNet oraverrà riassorbita nella panciadel caravanserraglio Rai e,come trapela da viale Mazzi-ni, probabilmente non avràpiù una sua unicità peculiare(tecnica e dei contenuti) maverrà posta sotto il controllodel vicedirettore Marano (inquota Lega) che già adesso èresponsabile di tutta l’of fertaeditoriale. In cosa si tradurràquesta “inter nalizzazione”?Potrebbe consistere in un ri-lancio dell’offerta online,con competenze specificheche entrano a pieno reginenella macchina guidata daMasi; ma potrebbe anche tra-dursi in un depotenziamen-to dell’offerta Intenet, con i

vari settori smembrati tra imille corridoi di Viale Maz-zini e senza una una gestioneo m o ge n e a .Finora RaiNet ha puntato al-lo streaming di tutti i canalisul web, ai social network, auna gestione aperta versoYouTube (con incassi otte-nuti dalla pubblicità ma la-sciando molti video sul por-tale). Mediaset, invece, ha in-tentato al Tubo una causa di500 milioni di euro per “i l-lecita diffusione dei filmati”.Non sarà che “inter naliz-zando” si spo-serà l’a p-proccio diPier silvioalla Rete?

Page 15: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

pagina 18 Giovedì 2 settembre 2010

PIAZZA GRANDEQuel che resta del sogno americanodi Roberto Faenza

Nelle pause di lavorodel film che sto giran-do a New York visitouna serie di istituti e

osservatori di politica inter-nazionale presso alcune pre-stigiose università america-ne. Incontro docenti, stu-denti e neolaureati a Yale,

Princeton, Columbia, NYU.Mi fido soprattutto delle opi-nioni dei più giovani, checerco di sintetizzare in que-sto articolo. Lo stato di in-sicurezza che regna sovranonon dipende tanto dal ricor-do e dalle conseguenze deltragico 11 settembre, bensìdalla devastante precarietàgenerata dalla crisi economi-ca. A Manhattan visito gli uf-fici impolverati e deserti daiquali dettava legge alle ban-che lo spericolato Madoff,l’ex bagnino di Long Islanddivenuto guru della finanzaprima di essere arrestato peruna truffa da 50 miliardi didollari. Fa impressione vede-re centinaia di postazionivuote e pensare a migliaia dipersone sul lastrico.

Ristor antie negozi chiusi

È SUFFICIENTE fare un gi-ro per la città per rendersiconto della crisi: negozi e ri-storanti chiusi, interi edificivuoti che nessuno affitta, co-sto delle case ai minimi stori-ci. L’americano medio nonconosce la povertà dai tempidi Eisenhower, ma con Bush econ le guerre che hanno divo-rato il reddito medio tutto èprecipitato. Ormai qui nep-pure i falchi più reazionaricredono che le guerre in Iraqe in Afghanistan possano ave-re un bilancio positivo. Sonoguerre perse, come è stato inVietnam. Obama è costrettoad annunciare il ritiro delletruppe a breve, ma non saràdavvero tale perché sia in Iraqche in Afghanistan i governilocali non reggerebbero una

settimana senza decine di mi-gliaia di “consulenti” militar i,“advisor” e mercenari prontia difenderli da possibili insur-rezioni. Senza contare lo spet-tro dell’atomica dell’Iran el’impazienza preoccupataper non dire assillante di Israe-le. Un laureato a pieni voti diYale mi spiega che l’Amer icaimperialista che abbiamo co-nosciuto negli ultimi decenniè giunta al capolinea. Termi-nato quel percorso, sarà ob-bligata a ripiegarsi su se stes-sa. Le accadrà, concorda unlaureando di Princeton, lastessa sorte dell’impero bri-tannico, che nel Novecentoha perso una dopo l’altra lesue colonie e i suoi protetto-rati. L’America che Bush ha la-sciato in eredità a Obama è unpaese impoverito, che ha spe-so tutte le sue ricchezze inguerre sgangherate e ora sitrova a fare i conti con un’eco -nomia a pezzi e un debito mo-struoso in gran parte in manoai cinesi. Non solo quest’Ame -rica ha perduto ogni guerradai tempi del Vietnam, ma ha

smarrito anche i suoi protet-torati nei paesi dell’Amer icalatina, dal Brasile al Venezue-la. Laggiù, la Cia in combuttacon i regimi più corrotti hasperperato miliardi di dollariper mantenerli sotto il giogodei petrolieri e dei latifondisti.Li ritrova oggi alleati dell’odia -ta Cuba, della Russia e della Ci-na. Uno studente della Nyusostiene che l’America diObama, e per il mondo interodovrebbe essere un bene, sa-rà costretta a imboccare nuo-vi percorsi, a sperimentarenuove alleanze, ad abbando-nare le spese folli dei signoridelle armi. Dovrà pensare alproprio territorio come unicarisorsa da coltivare, preserva-re e arricchire, progettandoenergie alternative e pianifi-cando forme inedite di mi-croeconomia oltre a nuovetecnologie. Non a caso il sim-bolo della New York odiernanon è più la Statua della liber-tà, ma gli Apple store dove siradunano ogni giorno mi-

gliaia di famiglie per ammira-re le ultime trovate dei ragazzidi Steve Jobs. Un trentenneche insegna alla Columbia (mivengono in mente i nostri pro-fessori che in assenza di con-corsi diventano tali a cin-quant’anni) sottolinea cheObama, per non fare la finedei fratelli Kennedy, dovrà pa-rare inevitabili colpi di coda.Questi possono arrivare dallefrange estreme, presenti so-prattutto negli Stati del Sud,ma anche alimentati da unacospicua rappresentanza dicolletti bianchi, che con la cri-si economica hanno cono-sciuto di colpo l’indigenza. Imedia conservatori ora accu-sano Obama di esserne re-sponsabile, dimentichi che lotsunami di Wall Street è inve-ce nato dalla politica di Bush edel suo mentore guerrafon-daio Dick Cheney. Qualsiasievento negativo accada ora,come la mostruosa falla petro-lifera della British Petroleum,viene imputato a Obama.

Sottoattacco

PROPRIO perché nero nongli viene riconosciuto il ri-spetto di cui ha sempre godu-to il presidente degli Stati Uni-ti, anche da parte degli oppo-sitori. Basta sentire come si ri-volgono pubblicamente a luicerti congressman e senatorirepubblicani, con epiteti in-giuriosi o violenti sarcasmi,sempre alludendo al coloredella sua pelle. Del resto diche stupirsi in una federazio-ne di Stati dove ancora circo-lano indisturbati gli esponen-ti del Ku Klux Klan, i quali orapiù che mai lanciano anatemie condanne a morte verso uo-mini e donne solo perché ne-ri. Il pericolo viene dal poteredel denaro, vedi Rupert Mur-doch. In Italia veste i panni deldemocratico (osteggiandoBerlusconi per proteggere lasua Sky), mentre qui finanziala lingua della destra, conce-

SECONDO TEMPO

dendo i canali della Fox ai rea-zionari più spericolati. Osten-ta un comportamento platea-le il conduttore ultrà di Fox tv,Glenn Beck, inneggiando ai“comitati spontanei” af feren-ti ai Tea Party, trionfatori nelleprimarie repubblicane. An-nunciano di voler cacciaredalla Casa Bianca “a suon dipedate” il “c o mu n i s t a ” Oba -ma. Pronti a imbracciare qual-siasi arma, costoro cercano distrappare consensi ancheall’interno delle comunità ne-re, dove Obama ha ovviamen-te raccolto il pieno di voti.Chiamano in causa l’ira del Si-gnore, “che non vuole un so-cialcomunista al governo” efanno proseliti nelle chiese e

nei ghetti. È il caso dei reve-rendi antiabortisti, tra i qualispicca un nipote di Martin Lu-ther King, Alveda King, pron-to a giurare che lo zio Martinoggi sarebbe al suo fiancocontro quell’Obama, “usur -patore della fede nera”. Comese non bastasse, questi cam-pioni della democrazia spin-gono avanti l’amazzone incal-lita Sarah Palin, che nonostan-te la sconfitta elettorale del2008 non perde occasioneper sputare veleno e lanciarefuoco contro il presidente dal-la pelle nera. La folle che amafarsi fotografare mentre im-braccia fucili a lunga gittata èfelice di veder circolare unmanifesto in cui sta comoda-

mente seduta sulla poltronadel lustrascarpe e natural-mente il lustrascarpe è il neroObama. Sono segnali incen-diari pericolosissimi, perchéquesto è un paese dove tuttipossono avere un fucile e do-ve c’è persino chi custodiscemissili portati a casa dai teatridi guerra degli ultimi anni. An-che parecchi ex militari rien-trati in patria si sono unitiall’orda “a n t i c o mu n i s t a ”,convinti che alla Casa Biancasieda un epigono di Stalin enon un democratico, impe-gnato a ricondurre il paeseverso gli ideali fondanti delleorigini e al rispetto del dettatodi una Costituzione illumina-ta.

Morti per la bandiera Una folla di settlers è accorsa a rendereomaggio alle salme - avvolte nella bandiera israeliana -dei quattrocoloni ebrei uccisi da due sostenitori del movimento islamicoHamas, nei pressi di Kiryat Arba, un insediamento vicino allacittà palestinese di Hebron. Tra i quattro, che sono stati uccisi acolpi d’arma da fuoco, mentre si spostavano a bordo della loroauto verso un altro insediamento ebraico in Cisgiordania, c’e rauna donna incinta. L’agguato è avvenuto alla vigilia della ripresadei negoziati diretti tra israeliani e palestinesi

(FOTO ANSA / OLIVER WEIKEN)

Lo stato diinsicurezza cheregna sovrano nondipende tantodalle conseguenzedell’ 11 settembre,bensìdalla devastantep re c a r i e t àgenerata dalla crisieconomica

È in atto unaviolenta campagnacontro ObamaDal nipote di MartinLuther Kingche lo attaccaai manifesti in cuiSarah Palinsi fa lustrare lescarpe da un nero:il presidente

Beha allontanato dal Tg3come gli operai di Melfi

Sulla vicenda Oliviero Beha-Tg3 e più ingenerale sui problemi della libertàd’informazione abbiamo chiesto il pareredell’avvocato D’Amati

di Domenico d’Amati

La sorte subita da Oliviero Beha dimo-stra ancora una volta che spesso le vi-cende lavorative del giornalista assu-mono un interesse di portata generale

perché si riflettono sulla libertà di informa-zione, che ha la sua prima e fondamentalegaranzia nel corretto funzionamento delloStato di diritto.

I m p rov v i s adecisione

BEHA è stato destinato al Tg3 come edito-rialista con un ordine di servizio del direttoregenerale della Rai in seguito a una sentenzadel Tribunale di Roma che ha condannatol’azienda a fargli svolgere le sue mansioni, del-le quali era stato illegittimamente privato sen-za motivi di natura organizzativa, dopo alcu-

ne iniziative da lui assunte per contrastare fe-nomeni diffusi nel mondo. L’improvvisa de-cisione aziendale di non dare più esecuzioneal provvedimento del direttore generale hacomportato anche l’inottemperanza all’ordi -ne del giudice. Qualcosa di simile a quantoverificatosi a Melfi, con l’aggravante che la Raiè un’azienda pubblica i cui responsabili sonodoppiamente tenuti al rispetto della legge edel costume democratico. Si è giustamentedetto che mantenendo i sindacalisti Fiat lon-tani dalle catene di montaggio Marchionneha leso la loro dignità di lavoratori, che è tu-telata dall’art. 41 della Costituzione. Non pernulla questa fondamentale disposizione rien-tra fra gli obiettivi di “rifor ma” enunciati daBerlusconi. La dignità del giornalista coincidecon l’esercizio del suo diritto-dovere di infor-mare il pubblico nel rispetto della legge pro-fessionale. Nei poteri del direttore di testatanon è compreso quello di bandire dal lavoroun suo collega. Il bando equivale a una sortadi censura ad personam. Se un giornalista vie-ne meno ai suoi doveri lavorativi – e questonon è il caso – l’azienda può tutelarsi conte-standogli specifici addebiti e provando la lorofondatezza. La messa al bando non è prevista

né dallo Statuto dei Lavoratori né dal contrat-to nazionale di lavoro giornalistico. Anzi, co-me è stato affermato dalla Corte costituzio-nale, “il direttore di testata ha il fondamentaledovere di garantire che l’attività affidata allasua direzione e responsabilità si svolga in quelclima di libertà di informazione e di criticache la legge vuole assicurare come necessa-rio fondamento di una libera stampa”.

La Cortes u p re m a

NEGARE a un giornalista la tutela per luiprevista dalla legge significa spingerlo a cer-care altrove impropri meccanismi protettivi.In tal modo alle regole dello Stato di diritto sisostituiscono quelle fondate sull’apparte -nenza. Tale modo di procedere – ha afferma-to la Cassazione –è lesivo della personalità deilavoratori, “perché colpisce il loro diritto a es-sere valutati per le loro qualità professionali epersonali, ledendo la libertà di non vincolarela propria attività all’appartenenza a questo oa quel gruppo politico e di non collocarsi inquesta o in quell’area di influenza.”

Page 16: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010

Giovedì 2 settembre 2010 pagina 19

Furio Colombo A DOMANDA RISPONDO7

MAIL B OXVeltroni, fatti da partedavveroHo letto un paio di volte la sualettera al Corriere con molta at-tenzione e sinceramente miaspettavo di meglio. Sia nei toni,sia nel contenuto. Non riesco acapire come quell'opposizionedi cui lei fa parte manchi di op-portunismo, di dignità. Un po' dicoraggio a mettere la faccia. Fa-re ciò che da un partito di op-posizione ci si aspetta: vigilare lamaggioranza, garantire la demo-crazia, fare delle contropropo-ste, promuovere una cultura di-versa, fare attività e attivismopolitico. Invece ciò che avete fi-nora fatto è stato girarvi dall'al-tra parte, fare finta di niente.Oggi la destra guarda al futuro evoi sinistra italiana siete anco-rati al passato. Quant'è stranoquesto paese e mi avevano av-vertito. Ci tengo a precisare cheper me comunismo e fascismonon sono sinonimi di sinistra edestra. Finché in Italia ci sarà an-cora questo parallelismo non siriuscirà mai a instaurare una de-mocrazia. Perché noi oggi nonviviamo in un paese democra-tico. Viviamo una oligarchia. Leparole sono importanti. Sonoarrivato nel 97 in Italia e da 13anni vedo sempre le stesse fac-ce. Vi ho visto invecchiare e sie-te diventati anziani ma senzasaggezza. Siete la più chiara ma-nifestazione della paura degliitaliani: invecchiare, quindi vi ri-ciclate. Questo timore è l'armache Berlusconi ha saputo moltoben usare. Non ho diritti politici

noi contribuenti facciamo a chifinanzia il cinema italiano. I no-stri politici devono rappresen-tarci e impegnarsi. Basta passe-relle e ospitate nei soliti salottitelevisivi. Non sono attori, maservitori della gente. Cordialisaluti,Pa o l o

La visita di Olga D’Antonaall’ospedale psichiatricoLa recente visita nell’OspedalePsichiatrico Giudiziario di Bar-cellona Pozzo di Gotto dell’On.Olga D’Antona, nell’ambito del-le iniziative legate al “Fe rr a go s t oin carcere” volute dai due ramidel Parlamento, ha costituitooccasione importante ai fini del-la ripresa di un ragionamentopacato intorno al futuro di que-ste istituzioni, gli Opg, improv-visamente e ineditamente, pro-poste all’attenzione della pub-blica opinione di seguito alla vi-sita della Commissione Senato-riale di inchiesta sull’efficienzadel Servizio Sanitario Naziona-le. Si è infatti potuto conside-rare insieme che proprio sullapretesa capacità di produrre au-tentica salute mentale all’inter-no di dette realtà ausilari si siaconclamato, un sesquipedaleequivoco il quale rinvia, una vol-ta di più, all’insanabile, quantoineludibile, contraddizione difondo che da sempre corrompeil “tratto genetico” di questi isti-tuti: sono, a tutti gli effetti, strut-ture penitenziarie che si vorreb-be, invece, ospedali ad accen-tuata vocazione terapeutica e

psicoriabilitativa. Distinti saluti,Dr. Nunziante Rosania (direttore OPGBarcellona PG)

L’onorevole Lupi e l’Italiavista da MiamiGentile on. Maurizio Lupi,Le scrivo dagli Stati Uniti, Miami,dove vivo assieme a mia moglie.Entrambi, con le nostre profes-sioni e la nostra cultura contri-buiamo, mi creda, ad offrire del-l'Italia un'immagine altissima.Quando parliamo io di architet-tura e mia moglie, compositri-ce, di musica cogliamo, quasicommossi, nello sguardo di chici ascolta, la meraviglia e la gioiaper l'originalità di un pensiero

che può ammantarsi della bel-lezza di antiche verità, di cui ilnostro Paese, capolavoro di Dioe degli uomini, è straordinaria-mente depositario. Le immaginie le notizie della inqualificabileaccoglienza riservata al dittato-re libico irrompono qui con unimbarazzo e una vergogna chenon le so descrivere. Dentro dinoi, è come se improvvisamentel’Italia non esistesse più.Alessandra e Vincenzo

La politica senza limitie i fischi a Dell’UtriL'impudicizia del potere ha rag-giunto livelli intollerabili. In tuttii giornali si parla delle diversestrategie che il presidente delConsiglio sta mettendo in attoper sfuggire ai processi e nonessere giudicato, e nei commen-ti della maggior parte dei gior-nali non c'è un briciolo d'indi-gnazione, non ci si domanda co-me possa azzardarsi anche soloa pensarle, un presidente delConsiglio, le invereconde pre-tese di Berlusconi. Basterebbeche i democratici giornalisti chescioperano per la libertà distampa dicessero in coro che al-la presidenza del Consiglio nonpuò restare una persona inqui-sita. Martellare questo semplicee sacrosanto concetto fino a ob-bligare Berlusconi a dimettersi,come hanno fatto i cittadini diComo con Dell'Utri che non so-no stati zitti finché il parlamen-tare inquisito non è sceso daquel palco.Teresa Mele

C aro Colombo,mi chiedo cosa spinga una

giovane ragazza carina adaccettare in una domenica diagosto di partecipare al gruppodelle 500 hostess che hanno accoltoil leader Gheddafi all’accademialibica a Roma. Non credo (e nonvoglio credere) che il motivorisiede solo nei 70 euro dicompenso. E allora dove sta ilm o t i vo ?

Claudio

IL FATTO ha parlato molto dellastrana e vergognosa visita di Gheddafi. Emolte e-mail ci hanno offerto giudizi e postodomande. Perciò uso la lettera di Claudioper tornare sull’argomento. In apparenza laspiegazione del caso Gheddafi – Italia èsemplice. Continuando a dire che Berlusconinon è il problema, e che occorre un progetto(o una alleanza o il sistema elettorale allatedesca, alla spagnola) per avere una vitapubblica un po’ più decente, avremo piùBerlusconi e più Gheddafi. Entrambi sonovolgari, pericolosi, inamovibili. Per una voltaperò concentriamoci su Gheddafi. Il legameche lo porta quattro volte in un anno adandare e venire con l’Italia non è unastranezza o un diritto divino o qualcosa cheun brutto passato ci butta addosso. No.Gheddafi viene a celebrare il secondoanniversario del trattato Italia-Libia. Vuol

dire che l’Italia paga somme immense, con ilpretesto di risarcire danni arrecati a quelpaese cent’anni fa. In cambio la Libia siimpegna a far sparire nelle sue prigionisotterranee uomini, donne, bambini(compresi coloro che chiederebbero asilopolitico, se potessero parlare) che tentano dipassare il deserto e il mare per venire inItalia. È una pagina nera e recente dellastoria italiana. Coloro che si sono opposti,nel Parlamento italiano, e hanno votato noalla pena di morte in mare, nel deserto enelle prigioni libiche, sono meno dei dodiciprofessori che rifiutarono di giurare fedeltàal fascismo. Sono i deputati Radicali elettinelle liste del Pd, e tre deputati democratici.Per il resto il voto è stato unanime. Tutta lamaggioranza e tutta l’opposizione. Sì, aveteletto bene. Tutta l’opposizione, credenti epost-credenti. Poi tutti si sono dimenticati(salvo i Radicali che sul delitto libico nonmollano). Ma quando scioglieranno leCamere Gheddafi boia di immigrati moltofesteggiato e ben retribuito, continuerà avenire. A quanto pare restano sempredettagli d’affari da discutere. Quanto alleragazze, sarà per ottanta euro o sarà di più.Ma il loro ruolo e la loro responsabilità èimmensamente minore di quello della quasitotalità dei parlamentari italiani.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Orazio n. 10l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

IL CIRCO DI GHEDDAFIE LE HOSTESS

IL FATTO QUOTIDIANOvia Orazio n. 10 - 00193 Romal e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

LA VIGNETTA

SECONDO TEMPO

L’abb o n at odel giorno

GRETA CAPOZZI

Vi leggo dal primo giorno esono emozionata all’ideache il 23 settembrefesteggeremo il primoanno di vita. Dicofesteggeremo perchécome gli altri lettori,credo, mi sento parte di ungiornale libero che fainformazione senza faresconti an e s s u n o.Complimentia MarioNatangeloperTe l e b av a g l i o.

Raccontati e manda una foto a:a bb o n a t o d e l g i o r n o @

i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

IL FATTO di ieri2 Settembre 1894“Tutti i concerti in piazza cominciavano con la Marcia diRadetzky. Gli arcigni tamburi rullavano, i dolci flautizufolavano… Sui visi di tutti spuntava un sorrisotrasognato, mentre nelle loro gambe il sangue frizzava.Erano fermi e credevano di marciare”. C’è tutta la nostalgiadel mito unificante dell’Impero austroungarico in questopasso della Radetzkymarsch, capolavoro di Joseph Roth, ilcantore sognante e disperato della “finis Austriae”,dell’agonia e dissoluzione di un mondo multiculturaleraccolto attorno alla Vienna imperiale, ma alimentato dal“tragico amore” per la Corona delle grandi periferie. Comequella orientale, dove lui stesso era nato il 2 settembre1894, imbevuto di cultura yiddish, innamorato persodell’immagine romantica, monarchica dell’Austria felix,volutamente insolente, nei suoi scritti, contro la modernitàincalzante. Iconoclasta, affascinante come pochi altriscrittori del suo tempo, Roth, dolente testimone dellosfacelo di un impero centenario, che pareva non avere fine,vivrà la sua fine in un tragico parallelismo con laconsunzione della sua patria. Alcolizzato “per incaricodi vino”, morirà, come l’Andreas del Santo Bevitore, inun’ultima crisi di delirium tremens.

Giovanna Gabrielli

vita senza lavoro, non è vita. Per-sonalmente trovo intollerabileche oltre al danno morale, pro-fessionale ed economico che staprocurando alla nostra catego-ria, questo governo si avvalgaanche dei mezzi d'informazioneper ricoprirci di fango e farci ap-parire agli occhi dell'opinionepubblica italiana come dei fan-nulloni incompetenti e arrogan-ti che, in un momento di crisieconomica, osano lamentarsiper la perdita del proprio postodi lavoro: questo è infatti l'iden-tikit che della nostra categoriaha voluto dare oggi il Tg1 in uneditoriale trasmesso all'internodella rubrica Tg1 Economia. Ilgiornalista di turno con le sueparole ha voluto falsare per l'en-nesima volta la reale condizionedella scuola italiana e dei suoiproblemi, dicendo che ogni an-no scolastico è contrassegnatodai "piagnistei" dei docenti pre-cari che si lamentano per lamancanza di posti di lavoro eper la mancata trasformazionedel contratto da annuale a tem-po indeterminato. Cari saluti atutti voi,Prof.ssa Vita Cristella

Il ministro Bondi rinchiusonei palazziGentile Direttore, ma il mini-stro della Cultura Sandro Bondi,sempre fiero vicino al capo, per-ché non partecipa mai alle ras-segne cinematografiche. Andràal Festival di Venezia? Questocredo non sia soltanto una miacuriosità, ma la domanda che

e quindi non la potrei votare, macomunque non lo farei. Distintisaluti,Juan Camilo Zuluaga T.

Una cattedra da precari e lafalsa informazioneGentile Direttore,sono un'insegnante precaria checome tanti rischia per l'avvio diquesto nuovo anno scolastico dinon ritrovare il suo posto di la-voro e soprattutto gli alunni concui ha lavorato fino a giugno; mail problema per cui le scrivo nonè tanto questo, quanto piutto-

sto l'ennesimo attacco, il cosid-detto killeraggio mediatico, acui ormai siamo abituati in que-sto paese, quando si tenta disvelare la vera identità di chi cigoverna e dei suoi provvedi-menti legislativi. In questi giornimolti lavoratori della scuola, daidocenti al personale Ata stannomanifestando contro i tagli in-discriminati alla scuola e lo stan-no facendo anche a costo dellapropria vita, ricorrendo allosciopero della fame pur di at-tirare l'attenzione di chi ci go-verna, perché come qualcuno diloro giustamente ha detto, una

Direttore responsabileAntonio Padellaro

Caporedattore Nuccio Ciconte e Vitantonio LopezProgetto grafico Paolo Residori

Redazione00193 Roma , Via Orazio n°10

tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230e-mail: [email protected]

sito: www.ilfattoquotidiano.itEditoriale il Fatto S.p.A.

Sede legale: 00193 Roma , Via Orazio n°10Presidente e Amministratore delegato

Giorgio PoidomaniConsiglio di Amministrazione

Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio PadellaroCentri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;Società Tipografica Siciliana S. p. A., 95030 Catania, strada 5ª n°35Concessionaria per la pubblicità per l’Italia e per l'estero:Poster Pubblicità & Pubbliche Relazioni S.r.l.,Sede legale e Direzione commerciale: Via Angelo Bargoni n°8, 00153 Romatel. + 39 06 68896911, fax. + 39 06 58179764, email: [email protected] Italia:m-dis Distribuzione Media S.p.A.,Sede: Via Cazzaniga n°1, 20132 Milanotel. + 39 02 25821, fax. + 39 02 25825203, email: [email protected] del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003): Antonio PadellaroChiusura in redazione ore 20.00Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 18599

Ab bonamenti

Queste sono le forme di abbonamentopreviste per il Fatto Quotidiano.Il giornale sarà in edicola 6 numerialla settimana (da martedì alla domenica).

• Abbonamento postale base (Italia)Prezzo 290,00 € - annualeE' possibile pagare l'abbonamento annualepostale ordinario anche con soluzionerateale: 1ª rata alla sottoscrizione, 2ª rataentro il quinto mese.

• Abbonamento postale semestrale (Italia)Prezzo170,00 €

• Modalità Coupon *Prezzo 320,00 € - annualePrezzo 180,00 € - semestrale

• Abbonamento PDF annualePrezzo130,00 €

Per sottoscrivere il tuo abbonamento,compila il modulo sul sitow w w. i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

Modalità di pagamento

• Bonifico bancario intestato a:Editoriale Il Fatto S.p.A.,BCC Banca di Credito CooperativoAg. 105 Via Sardegna RomaIban IT 94J0832703239000000001739• Versamento su conto corrente postale:97092209 intestato a Editoriale Il FattoS.p.A. - Via Orazio n° 10, 00193 RomaDopo aver fatto il versamento inviare unfax al numero 02.66.505.712, con ricevuta

di pagamento, nome cognome, indirizzo,telefono e tipo di abbonamento scelto.• Pagamento direttamente onlinecon carta di credito e PayPal.Per qualsiasi altra informazione in meritopuò rivolgersi all'ufficio abbonati ai numeri+39 02 66506795 - +39 02 66505026o all'indirizzo maila bb o n a m e n t i @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

* attenzione accertarsi prima chela zona sia raggiunta dalla distribuzione deIl Fatto Quotidiano

Page 17: Il Fatto Quotidiano Del 2 Settembre 2010