Notiziario Meeting agosto 2012

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RIVISTA DELLA FONDAZIONE MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI ANNO XXXII AGOSTO 2012 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00 NOTIZIARIO 3 eeting m

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La rivista trimestrale della Fondazione Meeting

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R I V I S T A D E L L A F O N D A Z I O N E M E E T I N G P E R L ’ A M I C I Z I A F R A I P O P O L I

ANNO XXXIIAGOSTO

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Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00

NOTIZIARIO

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È un’immagine rubata a Benedetto XVI che l’11 luglio in occasione del ConcertoOfferto Dalla West-Eastern Divan Orchestra ha detto: “la musica è armonia delledifferenze, come avviene ogni volta che si inizia un concerto, con il ‘rito’ dell’ac-cordatura. Dalla molteplicità dei timbri dei diversi strumenti, può uscire una sin-fonia. Ma questo non accade magicamente, né automaticamente!”.Anche il Meeting è una grande orchestra: c’è chi ci lavora tutto l’anno, ci sono i vo-lontari, c’è chi con noi ha realizzato mostre, spettacoli, convegni, ci sono gli ospitiinvitati a parlare e non, ci sono tutte quelle migliaia di persone che affolleranno lafiera.

Tutto questo in un tempo oltretutto difficile. E’ ormai qualcheanno che agosto si è trasformato dal mese di tranquillità e cessa-zione delle attività, al mese in cui si cerca di capire che cosa suc-cederà, quale sarà il destino del nostro paese; tempi burrascosi incui il problema non è che tutto sta crollando, ma che non si capi-sce da dove si possa ripartire.In questi tempi l’uomo non può smettere di essere uomo, non puòrinunciare alla sua vera identità. Tante ‘differenze’ gireranno peril Meeting: tante persone ognuna con la propria storia, con le pro-prie gioie e i propri dolori, tutti alla ricerca di qualcosa per cuivale la pena vivere.

E anche il Meeting è qualcosa che non accade automaticamente: accade attraversol’esperienza e il contributo di tutte queste ‘differenze’.Ma chi è il direttore d’orchestra? Il direttore di orchestra è quella proposta, il titolo,che abbiamo fatto a tutti anche quest’anno e che con il passare dei mesi è diven-tata almeno per noi e per chi ci ha incontrato sempre più decisiva: anche in mezzoa questa crisi, perché o ognuna di queste ‘differenze’ trova un senso, un orizzontecomune, un punto sul quale appoggiarsi, qualcosa di irriducibile a qualsiasi potereo circostanza oppure solo note stonate, solo assoli disaccordi, saranno la colonna so-nora non solo del Meeting, ma di tutto il paese.E allora buon Meeting a tutti perché sia la possibilità per ognuno di essere cerca-tori di infinito, di essere uomini veri in qualsiasi circostanza, che sia questo perognuno di noi: differenti sì, ma con lo stesso cuore e desiderio dell’infinitamentegrande.

Armoniadelle differenze

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EDITORIALE

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IN QUESTI TEMPIL’UOMO NON PUO SMETTEREDI ESSERE UOMO,NON PUO RINUNCIAREALLA SUA VERA IDENTITA.

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Messaggio Pubblicitario con finalità promozionale. La Polizza Business Gemma è un prodotto assicurativo emesso da Intesa Sanpaolo Assicura S.p.A. e riservato alla clientela delle Filiali delle Banche del Gruppo Intesa Sanpaolo. Prima della sottoscrizione del contratto leggere attentamente il Fascicolo Informativo disponibile presso le Banche del Gruppo Intesa Sanpaolo e sui siti internet della compagnia www.intesasanpaoloassicura.com

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Anno XXXII - N. 3, Agosto 2012Questo numero è stato chiuso il 30/07/2012

Proprietario/Editore:Fondazione Meeting per l’amiciziafra i popoliAutorizzazione del Tribunale di Riminin. 2008 del 2/11/82

DIRETTORE RESPONSABILE: Alver MetalliCOORDINAMENTO REDAZIONALE: Matteo LessiREDAZIONE: Erika Elleri, Vanni Casadei, PiergiorgioGattei, Walter Gatti, Giulia Genestreti, Rosanna MenghiHa collaborato Valerio LessiFOTO: Roberto Masi, Angelo TosiPROGETTO GRAFICO: Davide Cestari, Lucia CrimiVIDEOIMPAGINAZIONE: IMMpAGINA - RiminiSTAMPA: Pazzini - Villa Verucchio - RiminiREDAZIONE E AMMINISTRAZIONE:Via Flaminia, 18-20 - C.P. 1106 - 47923 RiminiTel 0541/78.31.00Telefax 0541/78.64.22.email - [email protected]

PUBBLICITÀ: Evidentia Communication (società a dire-zione e coordinamento di Fondazione Meeting):Tel 0541/18.32.501Fax 0541/78.64.22

NOTIZIARIO

In copertina:La hall del Meetingfoto di Giuseppe Maffei

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3“L’AMORE NON TI TRADIRÀ, NON TI TOGLIERÀ LA SPERANZA E NON TI RIDURRÀ IN SCHIAVITÙ, TI LIBERERÀ. SIIDI PIÙ L’UOMO CHE SEI STATO FATTO PER ESSERE. C’È UN DISEGNO, UN ALLINEAMENTO, UN GRIDO DEL MIOCUORE, LA BELLEZZA DELL’AMORE, COSÌ COME ERA STATO CREATO” (MUMFORD AND SONS, “SIGH NO MORE”)

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SOMMARIOw w w . m e e t i n g r i m i n i . o r g

SPECIALE PRESENTAZIONI - ROMAL’infinito nella storia degli uomini 10

EDITORIALEArmonia delle differenze 5di Matteo Lessi

SPECIALE PRESENTAZIONI - EGITTOMeeting Cairo: non c’è libertàsenza educazione 8di Francesca Glanzer

SOCIALIl Meeting nell’era dei social network 31

IN-MOSTRA 2012La Terra vista dalle stelle 37

IN-MOSTRA 2012Bellini e i suoi Angeli della Pietà 34

SPRESENTAZIONI MEETING - SAN MARINOIl Meeting: una festa per tutti 20

IN-MOSTRA 2012Il mistero nel Buddhismo 39

SPETTACOLI 2012Casa dolce casa: acrobati in scena 41

SPETTACOLI 2012Tra musica e danza 49

GUIDE SPIRTO GENTILQuando le note aprono all’infinito 53

DOCUMENTARIStorie dal mondo, storie nostre 55

SPETTACOLI 2012Ettore dei poveri 45

VILLAGGIO RAGAZZIMamme, papà portate i vostri figli al Meeting 59

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SPECIALE PRESENTAZIONI

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Non vogliamo teorie, ma espe-rienze». Lo ha scandito beneWael Farouq, vicepresidente del

MeetingCairo, durante il suo discor-so presso ilMuseo dedicato adAhmedShawky, il principe dei poeti egizia-ni. È il 7 luglio e al Cairo viene pre-sentata la seconda edizione delMee-ting Cairo dopo la prima svoltasi nel2010.Il titolo sarà “Educare alla libertà”perché come ha detto Wael Farouq“Non c’è libertà senza educazione.Vogliamo capire come trovare unsenso alla vita, dargli valore, perchésenza il senso della propria vita l’uo-mo non può essere libero. La liber-tà non è il caos e l’educazione è fon-damentale per vivere una primave-ra continua”.Alla presentazione era-no presenti Tahani Al Gebaly, pre-sidente del Meeting Cairo e vice-presidente della Corte Costituzio-nale Egiziana, Osama Al Abd, ret-tore di Al Azhar, che ha invitato tut-ti “a educare i propri figli secondovalori comuni” e il vescovo Armiah,della Chiesa Copto Ortodossa, cheha ricordato la sua visita al Meetingdi Rimini 2011, dove ha visto “chela cultura è il mezzo per diffonderevalori alti e realizzare la pace”.

È la seconda edizione per questoevento, che ha incuriosito la socie-tà egiziana,mostrando come la diver-

sità sia il punto di partenza per ildialogo e coinvolgendo ben 150volontari, cristiani emusulmani.Tut-to è nato grazie all'amicizia con ilMeeting di Rimini e dallo stuporediWael Farouq e altri nell'incontrocon la manifestazione riminese, par-tecipando ad alcune edizioni.“Il Meeting Cairo è ormai una esi-genza”, ha dichiarato Tahani AlGebaly . E l’educazione sarà il filrouge di questa edizione, guardan-do l’esperienza degli altri e con unosguardo al futuro.

La serata inaugurale si svolgeràall’Opera House il 2 novembre conla giudiceTahani Al-Gebaly e il pre-sidente del Meeting per l’amiciziafra i popoli Emilia Guarnieri. Nelcorso della serata ci sarà un omag-gio a Papa Shenouda III, il capo del-la Chiesa Copto Orotodossa scom-parso qualche mese fa - con la pre-senza dell’Imam di Al Azhar Ahmedel-Tayeb; la serata si concluderà conil concerto “Canzoni per la libertà”,con l’orchestra Nazionale di Musi-ca Araba diretta dal maestro SelimSahab.Nei due giorni successivi convegnicon a tema l’educazione nelle isti-tuzioni religiose con un confrontotraMons. Jean-Louis Bruguès,Segre-tario della Congregazione per l’Edu-cazione Cattolica, Osama Al Abd,

rettore di Al Azhar e il vescovo orto-dosso Armiah.Dal Sud Africa arriverà il giudiceAlbie Sachs, già giudice della cortecostituzionale del Sud Africa, pro-tagonista nella lotta al razzismo, chesi confronterà con il giudice Taha-ni, sul tema del cambiamento, del-la riconciliazione e della costruzio-ne del futuro.Inoltre verrà presentata l’edizionearaba de “Il Rischio Educativo” didon Luigi Giussani, già presentataal Meeting di Rimini nel 2011, conAbdel Fattah Assan, professore di

Wael Farouq

Meeting Cairo:non c’è libertà senza educazione

«

A novembre la seconda edizione dell’appuntamento egiziano nato dall’amicizia con Riminie dallo stupore di Wael Farouq che spiega “La libertà non è il caos e l’educazione è fondamentale per vivereuna primavera continua”.

di Matteo Lessi

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EGITTO

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letteratura italiana al Cairo e donAmbrogio Pisoni dell’UniversitàCat-tolica diMilano. Il tema dell’educa-zione verrà affrontato anche attra-verso l’esperienza di insegnanti comeCrish Bachic dagli Usa e EmiliaGuarnieri e studenti delle scuole euniversitari che porteranno la lorotestimonianza.Si guarderà anche all’Europa percapire che cosa il popolo egizianopuò trarre di positivo dall’esperien-

za di integrazione europea con il costi-tuzionalista americano della NewYork University il professore JosephWeiler e il giudice della corte costi-tuzionale italiana Marta Cartabia.Infine, un convegno sul tema delleistituzioni islamiche in Europa eAsia con: Mustafa Ceric, Mutfi diBosnia ed esponenti del governo del-la Malesia.Il programma sarà anche arricchitoda due mostre, dalla proiezione del

film iraniano “A Separation”, vinci-tore del premio Oscar comemigliorfilm straniero e da un concerto fina-le di musica Jazz.Ma prima del Meeting Cairo, l’av-ventura e l’amicizia continua contante presenze egiziane durante lasettimana del Meeting di Rimini el’incontro finale proprio dedicato aquesta esperienza che continua a fio-rire sulle rive del Nilo e a compiereil suo cammino di libertà.

Nella foto, al tavolo da sinistra: Tahani Al Gebaly, presidente del Meeting Cairo e vicepresi-dente della Corte Costituzionale Egiziana; Osama Al Abd, rettore di Al Azhar; il vescovo Ar-miah, della Chiesa Copto Ortodossa; Wael Farouq, vicepresidente del Meeting Cairo.

Tahani Al Gebaly

Mi colpisce che il titolo del prossimo Meeting Cairo sia: “Educazionealla libertà”.È proprio vero che la libertà, prima che essere qualcosa da conqui-stare, l’esito di una lotta, che pure va combattuta, come voi in tuttiquesti mesi ci avete testimoniato, è una esperienza personale, unadimensione del proprio cuore.Ma è altrettanto vero che questo nostro cuore ha bisogno di essereeducato, percosso e risvegliato, per sentire vibrare in sé tutta la po-tenza del desiderio, tutta l’ansia di libertà di cui può essere capace.

Da quando ci siamo conosciuti siamo stati gli uni per gli altri un fat-tore di richiamo alla verità del cuore. Ognuno di noi in questi anni hacamminato, ha fatto un suo percorso e la nostra amicizia è stata pertutti fattore di educazione.Direi che la testimonianza reciproca, l’esserci gli uni per gli altri, èstata la conferma continua che è possibile vivere all’altezza dei de-

sideri del cuore.

La seconda cosa che mi colpisce è che l’amicizia iniziale si è allargataed è diventata fattore di rapporto, di dialogo e di unità anche conaltre persone e altre realtà.Questi rapporti costruiti sono un ‘bene’ certo, un pezzo di strada fattoda cui non si torna indietro. (…)

Sono molto grata a voi di Meeting Cairo e a tutti gli amici che ab-biamo conosciuto in Egitto.Il vostro stupore di fronte ad un gesto come quello del Meeting ci co-stringe a domandarci il perché e ci spinge ad essere sempre più vericon quello che abbiamo incontrato.

Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’ami-cizia fra i popoli

"IL VOSTRO STUPORE CI COSTRINGE A DOMANDARCI IL PERCHÉ"Un estratto del messaggio di saluto di Emilia Guarnieri per la presentazione Meeting Cairo 2012, 7 luglio 2012

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SPECIALE PRESENTAZIONI

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Card. Leonardo SandriPrefetto della Congregazione per

le Chiese orientaliCome sempre fin dal

titolo il Meeting sa cat-turarequella interiore curio-sità che è radicata nellospirito umano e che atte-sta il nucleo religioso costi-tutivo del nostro essere.Ecco il titolo: “La naturadell’uomo è rapporto conl’infinito”. Esso è trattodal primo capitolo de “Ilsenso religioso”di donLui-gi Giussani, fondatore di Comunio-ne e Liberazione.E’ un’affermazionechiara e convinta, non un dubbio,maproprio per questo apre uno squarciodi pensiero che di per sé è quasi scan-daloso rispetto al famigliare relativi-smo tipico dei nostri giorni.L’uomo è rapporto con l’infinito,

questa è la sua più intima identità edè la sua missione nella storia, comepure il traguardo che lo attende al dilà del tempo e dello spazio. Il tempoe lo spazio sono connaturali all’uomoma sua più vera natura è l’infinito chelo apre all’eterno.L’eternopoiha assun-to un volto nella rivelazione cristia-na, si è fatto evento, persona inscin-dibilmente divina e umana.Dunque la natura dell’uomo è rap-

porto con l’infinito.Un dilemma tut-

tavia accompagna questa professionedi fede nell’uomo poiché la scienza si

dibatte al riguardo tra cer-tezze, che non sono maidel tutto appaganti, e traincertezze cheonestamentenon possonomai ritener-si né provate né assolute.Le incertezze infatti sonomesse sempre a dura pro-va da quella nostalgia diDio e dall’agostinianainquietudocordis che inter-pellano senza sosta l’uo-mo in ogni luogo e in ogni

tempo.Anche l’esperienza dell’ango-scia umana ci parla di infinito ed espri-me la percezione del nostro esserecreature rispetto alCreatore.Una per-cezione che si fa più nitida allorchésiamo toccati dalla fede cristiana perla quale sappiamo e crediamo di esse-re figli nel Figlio. L’angoscia è ali-mentata dalla precarietà della vita epuò divenire addiritturamalattiamor-tale, ossia disperazione. E’ il fecondoemite pensatore cristiano SørenKier-kegaard nella sua opera “Il concettodell’angoscia” a metterci in guardiadalla sua valenzamortale e a propor-ci piuttosto di leggere in essa l’appel-lo all’infinito. L’esperienza di finitu-dine e di smarrimento può far rina-scere in noi una incrollabile speran-za. C’è del resto un’intima grandez-

za in ogni uomo che è superiore adogni insuccesso, ad ogni fallimento,come ad ogni tragedia e sconvolgi-mento. Proprio nello scoramento lanostra natura umana non si rassegna,bensì anela all’infinito e ciò l’aiuta avivere non genericamente ma bensìcon dignità impedendo che le con-trarietà degenerinonellamalattiamor-

L’infinitonella storiadegli uominiIl 6 giugno scorso si è svolta all’ambasciata italiana pressola Santa Sede la presentazione del Meeting 2012.Ecco la sintesi degli interventi.

Card. Leonardo Sandri

Un momento della presentazione di Roma

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ROMA

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tale della disperazione. Il mio pen-siero torna volentieri alla visita di SuaSantità Benedetto XVI a Milano, almirabile discorso pronunciato in queltempio della cultura mondiale che èla Scala, riferendosi alle popolazionicolpite in Emilia-Romagna e altro-ve, disse: “Vi è l’ombra del sisma cheha portato grande sofferenza su tan-ti abitanti del nostro paese. Le paro-le riprese dall’Inno alla gioia di Schil-ler suonano come vuote per noi, anzi

sembrano non vere.Non siamo ebbridi fuoco ma piuttosto paralizzati daldolore per così tanta e incomprensi-bile distruzione che è costata vite uma-ne, che ha tolto casa e dimora a tan-ti. Anche l’ipotesi che sopra il cielostellato debba abitare unPadre ci parediscutibile.Noi cerchiamounDio chenon troneggia a distanza ma entranella nostra vita e nella nostra soffe-renza.” Il Papa dopo aver interpreta-to così a fondo lo smarrimento uma-

no aggiunge: “In quest’ora le paroledi Beethoven, amici, non questi toni,intoniamone altri più attraenti e gio-iosi, le vorremmo riferire a quel Schil-ler. Non questi toni, non abbiamobisogno di un discorso irreale di unDio lontano e di una fratellanza nonimpegnativa, siamo in cerca di unDiovicino,cerchiamouna fraternità – con-clude il Papa – che inmezzo alle sof-ferenze sostiene l’altro, e così aiuta adandare avanti.” >

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Cari amici, mi pare questa l’intui-zione dell’indimenticabile don Gius-sani, percepita come un rischio chebisognava correre, specie in una respon-sabilità educativa nei confronti dei gio-vani.Mi pare questa l’aspirazione intra-vista scorrendo l’itinerario compostodai 32 anni del Meeting di Rimini,quella cioè di un Dio vicino che libe-ra l’uomo apartire dalla storia.La pros-sima edizione delMeeting potrà rice-vere al riguardo un tassello di singo-lare importanza,non un discorso irrea-le su Dio, e nemmeno una fratellanzagenerica non impegnativa, piuttostol’annuncio delDio vicino e la compa-gnia con Lui dal quale scaturisce unalibertà autentica che si fa condivisio-ne non vagamente promessa bensì real-mente offerta. Così potrà continuarela riflessione già svolta nel messaggiodell’anno 2006 quando il Papa avevasottolineato che Dio, l’infinito, si ècalato nella nostra finitudine per pote-re essere percepito dai nostri sensi, ecosì l’infinito ha raggiunto la ricercarazionale dell’uomo che a Lui tende,si fa incontro alla creatura che a Luisospira. In questa impresa percepiamodi abitare già l’infinito il quale ci impe-gna costantemente e appassionata-mente con realismo e fiducia nella sto-ria che è ad esso finalizzata.

Renato BalduzziMinistro della SaluteIl titolo delMeeting è un titolo che

fa pensare, è un titolo che entra nellaconcretezza dell’esperien-za della vita a partire pro-prio dalla forza di quell’“è”che non soltanto indivi-dua una congiunzione trai due aspetti ma una loroidentità: la natura del-l’uomo è rapporto con l’in-finito. E dunque eviden-temente un titolo di que-sto genere fa ben sperareper uno svolgimento ade-guato a partire dalla con-siderazione dei rapporti non facili trafinito e infinito oggi, forse meno faci-

li da un certo punto di vista rispettoad altre epoche, ad altre temperie. Ildisincanto del mondo accanto a ine-vitabili profili positivi ha certamenteanche dei profili di dubbio, di incer-tezza, dove la forza di quell’“è” aiuta eillumina in qualche modo la strada.Oggi siamo abituarti a pensare all’in-finito non tanto comeincompiutezza, incom-piutezza e senso del limi-te, quanto piuttosto comea possibilità assolutamen-te senza confini. Indub-biamente tecnica, scienzae tecnica ma soprattuttotecnica, vanno in questadirezione, e porre il pro-blema di questa identitàforte tra natura dell’uomoe tensione, rapporto con l’infinito pro-babilmente aiuta a superare anche ilimiti di questo rapporto non com-piuto tra finito e infinito.Permettete-mi una digressione che viene inevita-bilmente dall’esperienza pro-tempo-re che mi è stata affidata: nel rappor-to tra paziente emedico oggi noi spe-rimentiamo questa difficoltà della ten-sione dove appunto il medico non èspesso visto come colui che ti aiuta aguarire ma come colui che ti dovreb-be liberare da un limite dove la ten-sione tra finito e infinito è posta subasi profondamente diverse. D’altraparte, e qui non è tanto l’esperienzapro-tempore ma è la deformazionedella professione mia, in questa ricer-

ca di infinito probabil-mente si incontrano, esarà interessante vederecomenell’esperienza con-creta delMeeting questosi porrà, s’incontrano tra-dizioni diverse, si incon-trano pulsioni e propo-ste diverse a partire daquella grande acquisizio-ne del nostro tempo, cheperò poggia le radici suun substrato che oppor-

tunamente veniva richiamato nel pre-cedente intervento, della intangibilità

della dignità umana, intangibilità chealtro vuol dire se non una tensione ver-so qualche cosa che non ha la possi-bilità di essere compreso entro limitifiniti, quindi di un infinito.

Staffan De MisturaSottosegretario agli Esteri

Il saluto è basato sul-l’esperienza personale.Qualcuno molto tempofa ha detto che lamanie-ra migliore per identifi-care, delineare un con-cetto, un’istituzione, unainiziativa importante cheè profonda e complessa,e che possa essere defini-ta dauna sola parola,ebbe-ne io credo che in Italia,

e francamente inmolte parti delmon-do, quando si diceMeeting è solo que-sta, è il Meeting di Rimini. Io stessoho partecipato varie volte e, come for-se sapete, prima di fare questo lavoropro-tempore, ero con l’ONU in 18zone di guerra. Ebbene, sulle 18 cal-colavo: 16 erano state in qualchemanie-ra coperte da un dialogo a Rimini,durante, o prima o dopo quelmomen-to di conflitto. Per questo il ministrodegli Esteri tiene molto a questa tra-dizione di avere un incontro propriodi presentazione qui, ed è per questoche noi sappiamo che quest’anno anco-ra di più ci sarà questa visione globa-le con un dibattito sulla fame nelmon-do, sulla povertà.E vogliamo dire gra-zie. Io ho avuto la fortuna di sentire,forse per l’ultima volta in una occa-sione a Rimini, don Giussani, e capi-sco l’entusiasmo di tanti giovani cheè veramente magico.

Emilia GuarnieriPresidente della Fondazione Mee-

tingIlMeeting di quest’anno non si limi-

ta a dire che si può ripartire dall’uo-mo, ma lancia una sfida sulla naturadell’uomo, affermando appunto, comerecita il titolo, che “La natura del-l’uomo è rapporto con l’infinito”.

ROMA

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Renato Balduzzi

Staffan De Mistura

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IL TOUR ENEL 5.0ARRIVA A RIMINI. 50 ANNI DI STORIA, UN VIAGGIO NELLA DIREZIONE DELL’ENERGIA.

50 ANNI DI ENERGIA, MILIONI DI ATTIMI INSIEME. NON PERDERTI IL PROSSIMO.Un viaggio attraverso il nostro passato e verso il nostro futuro, un’esperienza per raccontarvi tutti quei momenti in cui la nostra energia si è sommata alla vostra.Il tour Enel 5.0 sarà anche a: Firenze, Milano, Genova, Catania e Roma.

enelcinquepuntozero.it

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L’uomo vale perché ciòche lo costituisce è qual-cosa che precede i suoiantecedenti fisici e biolo-gici, così come precede lecircostanze etniche, sto-riche ed economiche chepur lo determinano. Masono vaste le conseguen-ze di questa consapevo-lezza, di questa natura del-l’uomo come rapporto con l’infinito.Solo il rapporto con l’infinito fon-

da il diritto dell’uomo alla libertàaprendo l’orizzonte di una parados-sale evidenza, tanto evidente quantoparadossale: che l’uomo è libero inquanto afferma un’unica dipenden-za, quella dal Mistero da cui tutte lecose si originano.Infatti non è un caso che dall’an-

tichità fino ai tempi moderni chiun-que abbia voluto esercitare un pote-re sull’uomo ne ha odiato e perse-guitato la vera religiosità.Dagli anti-chi ai moderni.Ma il rapporto con l’infinito è anche

ciò che fonda la possibilità di amici-zia e di dialogo tra uomini di fedi eculture diverse, proprio in quantoriconosce in ogni uomo quel fattoreirriducibile che è il cuore, luogo diquei desideri,di felicità, di verità, digiustizia, irriducibili e inestirpabilicui solo l’ infinito è in grado di rispon-dere.Il Meeting, lo annunciamo uffi-

cialmente, sarà aperto nella giornatadel 19 agosto dal Presidente del Con-siglioMarioMonti, sul tema “I gio-vani per la crescita”, che è il titolo diuna dellemostre delMeeting di que-st’anno realizzate dalla Fondazioneper la sussidiarietà. Sarà l’incontroinaugurale, quindi la prima grandeoccasione che il Meeting proporràper guardare in faccia il percorso socia-le e personale che un giovane affron-ta, dalla scuola al lavoro. La respon-sabilità storica che avvertiamo neiconfronti dei giovani e di tutti gliuomini ci hanno fatto desiderare anchequest’anno la presenza di una delle

massime autorità delloStato.Proseguendo, vi accen-

no alcuni altri grandi temie alcuni protagonisti delMeeting di quest’anno.Uno dei momenti cen-trali sarà il convegno daltitolo “Homo religiosus”.IlMeeting ospiterà il neo-cardinale antropologo

Julien Ries, grande amico da tempodella nostramanifestazione, che anco-ra una volta porterà la ricchezza delsuo contributo, la ricchezza della suaantropologia religiosa nella qualedocumenta come l’uomo fin dallosbocciare della sua umanità è sensi-bile al sacro e possiede una dimen-sione spirituale. Con lui a parlarne,di questo tema, sarà il monaco bud-dhista Shodo Habukawa abate deltempio Muryoko-in Giappone.Il titolo del Meeting. “La natura

dell’uomo è rapporto conl’infinito”, sarà al centrodella relazione del Ret-tore dell’Università SanDamaso diMadrid JavierPrades Lopez. L’astro-nautaPaoloNespoli, intro-dotto dal fisico MarcoBersanelli, racconterà lasua esperienza umana eprofessionale nello spa-zio, mentre i grandi temidi libertà,desiderio e poli-tica saranno l’oggetto su cui si con-fronteranno grandi personaggi: la giàambasciatrice presso la Santa Sede ePresidente della Pontificia Accade-mia delle Scienze Sociali Mary AnnGlendon; Il professore egiziano fon-datore delMeetingCairoWaelFarouq;il Presidente dell’Assemblea Gene-rale dell’ONUNassir Abdulaziz Al-Nasser; il cardinale Jean Louis Tau-ran e il ministro degli Esteri italianoGiulio Terzi di Sant’Agata.Sempre sul tema della libertà e del-

la democrazia, della convivenza trauomini e popoli diversi, nel contestodell’Europa e delmondo intero, ascol-

teremo tra gli altri anche il Presidentedel Parlamento Europeo MartinSchulz; ascolteremo la grande amicaegizianaTahani Al-Jibaly,Vice Pre-sidente della Corte CostituzionaleSuprema d’Egitto e Presidente diCairo Meeting; S. E. Mons. Tom-masi, osservatore permanente dellaSanta Sede presso le Nazioni Unitea Ginevra

Ivan CaracallaCaracalla Dance TheatreNel 2010 ho ricevuto una prima

presentazione del Meeting, ma sin-ceramente non compresi la grandez-za di questo evento fino all’anno suc-cessivo quando per caso o per desti-no ho fatto lamia prima visita aRimi-ni. In questa occasione ho scopertoun posto straordinario, non solo per-ché richiama migliaia di giovani maancor più perché rappresenta un pun-to di incontro di persone di differenti

di fedi, razza e cultura, chedesiderano costruire qual-cosa insieme. La diversi-tà non è qualcosa da teme-re, è un ideale che dovrem-mo abbracciare, non rap-presenta un ostacolo maal contrario è un vantag-gio, un’opportunità diimparare dagli altri,un’op-portunità di far cadere lebarriere religiose, di raz-za, di colore. Siamomol-

to orgogliosi di questa collaborazio-ne tra ilMeeting di Rimini e il “Cara-calla DanceTheatre” di Beirut e sia-mo onorati di presentare “Villager’sOpera”, lo spettacolo inaugurale del-la XXXIII edizione del Meeting perl’amicizia fra i popoli.La performancetratta un tema che ha una particola-re rilevanza sia per ilMeeting che perla situazione del Medio Oriente eglobale in generale, la possibile uni-tà e convivenza tra persone diverse.Durante la guerra del Libano,men-tre il Libano era diviso in religioni esettori, lo stesso Libano trovava uni-tà nella compagnia di Caracalla.

AGOSTO2012 meetingNOTIZIARIO

ROMA

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Emilia Guarnieri

Ivan Caracalla

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Mentre le persone combattevanousando la religione come loro stru-mento di distruzione la nostra com-pagnia comprendeva ballerini e arti-sti di tutte le religioni presenti inLiba-no uniti in armonia e fratellanza sot-to il nome e la bandiera culturale di“CaracallaDanceTheatre”.La nostraunità e la nostra cultura erano la nostraforza e tutt’ora lo sono. Oggi nelnostro teatro a Beirut la nostra scuo-la di 1500 studenti, sotto la direzio-ne di mia sorella Alissar Caracalla,mette insieme studenti di tutte le reli-gioni, ementre i bambini fanno lezio-ne i genitori sono fuori ad aspettaree piano piano, incontro dopo incon-tro, giorno dopo giorno loro inizia-no a conversare dei loro figli, dellasocietà, della cultura, e senza notar-lo si crea un legame solido condivi-so, e alla fine della stagione di danzaloro stessi scoprono che non sono dif-ferenti. E la comprensione dell’altroè un fatto di unità. Dunque la stra-da verso l’unità deve essere la stradadella comprensione, il percorso dicoesistenza e quindi di saggezza e dichiarezza dopotutto se ci pungi nonsanguiniamo tutti, queste parole diShakespeare rimarranno nella nostramente. Viviamo oggi in un mondoin rapido sviluppo dove siamo dive-

nuti servi delle modernetecnologie e dove la schiet-tezza dei rapporti umaniè stata erosa dallo svilup-po delle virtuali e dellecomunicazioni senza vita.Ma il Meeting di Rimi-ni sta svolgendo un ruo-lo cruciale per preservareil valore dell’esistenza uma-na. Il Meeting è divenu-to il dialogo di civilizza-zione che assicura una continuità disperanza nel viaggio di tutti i tempi,e scoprire che alla fine siamo tuttiestremamente simili nella nostradimensione universale di esseri uma-ni.

Bernhard ScholzPresidente della Compagnia delle

OpereMipermetto di accennare solo alcu-

ni brevi temi che mi sembrano par-ticolarmente di aiuto per un tale arric-chimento di ognuno che partecipa.Non possiamo assumerci la respon-sabilità vera che ci compete senza par-lare di educazione. Infatti parleremodi educazione, che certamente nonconsiste nella comunicazione o nel-l’imposizione di regole o comporta-menti ma nell’accompagnamento ad

aiutare i giovani a sco-prire sé stessi, la bellezzae la grandezza della pro-pria vita, perché solo cosìpossono diventare verisoggetti e protagonistidella vita e della vita delpopolo al quale appar-tengono. Parleremo congli insegnanti per quan-to riguarda il sistema sco-lastico e abbiamo anche

invitato il ministro Profumo. Il temadei giovani è ancheun tema che affron-teremo dal punto di vista della cre-scita professionale e dell’introduzio-ne nel mercato del lavoro: partecipe-rà anche il ministro Passera per direcome il governo prepara le varie rifor-me o pensa di affrontare anche que-sti problemi che sono di una gravitàestrema.Per quanto riguarda l’economia

penso che è palese per tutti, in que-sto momento, che proprio lì si ponecon urgenza la domanda sul punto dipartenza: se siamo persone capaci diaffrontare costruttivamente le gran-di difficoltà che ci aspettano o se cedia-mo alla rassegnazione e ci tiriamoindietro lasciando poi l’evoluzionedelle cose agli automatismi o alle dina-miche di un mercato che non si

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I relatori alla presentazione di Roma

Bernhard Scholz

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capisce dove ci porterà.Non bisognaimprovvisare,non bisogna rassegnarsi,bisogna crescere in professionalità, inimprenditorialità, e questo riguardale imprese, riguarda le cooperazioni,riguarda anche tutte le imprese nonprofit. Parleremo quindi del rappor-to del sistema economico italianodentro il contesto europeo, parlere-mo dell’innovazione, parleremo del-l’internazionalizzazione delle impre-se, parleremo anche soprattutto del-la valorizzazione dei talenti, dei gio-vani dentro le imprese, perché tantiimprenditori sono oggi veramenteeducatori dei giovani a loro affidati.Le condizioni sociali e politiche piùin generale saranno sicuramente untema trasversale.Un momento particolare sarà cer-

tamente con il Segretario Generaledella CISL Bonanni e con il nuovoPresidente dellaConfindustria Squin-zi. Per quanto riguarda il mercato dellavoro,uno dei temi più urgenti e dif-ficili nel contempo, abbiamo invita-to il ministro Fornero.Altra temati-ca che non possiamo eludere è il futu-ro del welfare. Che il pubblico nonsia più in grado di sostenerlo da soloè un dato evidente. Dobbiamo tro-vare nuove formule, faremo un incon-tro su questo tema proprio in visio-

ne europea,portando esperienze anchedi altri paesi.La cooperazione internazionale è

un tema sempre presente alMeeting.La cooperazione fra l’Europa, l’Ame-rica e i paesi in via di sviluppo verràaffrontato anche quest’anno e avre-mo fra di noi Jeffrey Sachs, uno degliesperti mondiali di questo tema, del-la ColumbiaUniversity.Un tema chesembra particolare ma che riguardaognuno di noi è il tema delle neuro-scienze. Al Meeting ci saranno unamostra e un dibattito su questo tema,perché la domanda è: siamo definitidal nostro sistema neurologico o esi-ste un punto di vera libertà che vie-ne prima e che ci porta oltre di quel-lo che è la nostra biologia, che il nostrosistema neurologico ci dà?In un modo analogo verrà discus-

sa anche l’evoluzione biologica, per-ché anche lì si pone la domanda senoi siamo semplicemente un pro-dotto di una evoluzione biologica ose dentro di noi esiste quel rapportocon l’infinito che ci dà una dignitàche ci fa essere infinitamente di piùdi un prodotto semplicemente di unpercorso biologico naturale.Vorrei accennare velocemente solo

a tre mostre, non perché sono di piùdelle altre ma perché evidenziano in

modo particolare il tema del Mee-ting. Una riguarda Dostoevskij, ilgrande autore russo che ha saputo,attraverso una letteratura affascinan-te e appassionante, esprimere la capa-cità dell’uomodi ritrovare quella digni-tà infinita dentro di sé, non accantoe non eludendo il dramma della vitastessa, ma proprio dentro la dram-maticità e attraverso la drammatici-tà della vita. Una mostra riguardal’Albania, che ci farà incontrare imar-tiri di quel paese che hanno saputo,attraverso il loro sacrificio, rivitaliz-zare il senso di un popolo libero equindi ridare ad ognuno la possibi-lità di vivere ed esprimere quella digni-tà di cui il titolo del Meeting parla.Una mostra riguarderà la costruzio-ne del duomo diMilano che in qual-che modo potrebbe essere un sim-bolo di quello che noi vorremmo chefosse una società: dove c’è una fortecoesione, ognuno contribuisce, dà ilsuo lavoro, dà il suo denaro, dà la suaeredità per costruire insieme un idea-le, un segno di un ideale che dà unsenso alla vita di ognuno e al con-tempo alla vita sociale di tutti.

(sintesi degli interventi non rivistadagli autori)

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PRESENTAZIONI MEETING

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Il 30 giugno scorso al Teatro Titano di San Marino si è svolta lapresentazione del programma dell’edizione 2012.Tra le anteprima, un mandala della mostra sul Monte Koya eun assaggio del concerto rock finale.

Il Meeting:una festaper tutti

Emilia GuarnieriPresidente Fondazione Meeting

Siamo qui per festeggiare la prossimaedizione del Meeting, la XXXIII,per-ché è una festa. È una festa anche seil Meeting è un lavoro, anche se que-st’anno ci sono tanti problemi, perchéil Meeting non è fuori dal mondo,nonè fuori dalla realtà, quindi i problemidi tutti sono anche i problemi nostri.E perché è una festa essere qui insie-me? Perché sappiamo che l’avvicinar-si di una nuova edizione del Meetingè un’occasione positiva per tutti, èun’occasione umanamente interes-sante per tutti. E la cosa che vera-mente non smette di stupirci sono pro-prio questi incontri continui che ilMeeting favorisce. Uomini diversi,nelle situazioni più varie, insieme aiquali è possibile continuare a speri-mentare che in tutti esiste un deside-rio da cui ripartire sempre; esiste uncuore che non si arrende di fronte alleavversità, un’esigenza di positività edi senso.

L’immagine di quell’uomo che ilmanifesto del Meeting di quest’annopropone in qualche modo ci interro-ga, perché siamo costretti a chieder-ci: ma quell’uomo con quel grandecuore ci corrisponde o no? Quell’uo-mo fatto delle cose di cui tutti siamofatti, i ritagli dei giornali in qualchemodo dicono questa mentalità comu-ne della quale tutti siamo fatti, ma conquel grande cuore che svetta in mez-zo, è un’immagine che ci corrispondeo no? Siamo noi oppure quel cuore èsolo una fantasia sentimentale? Que-sta è la sfida e la proposta contenutanel titolo di questa XXXIII edizione,“La natura dell’uomo è rapporto conl’infinito”. È una sfida, una sfida lan-ciata al razionalismo ultimamentenichilista di chi vede solo l’apparenzae tratta l’uomo come se l’uomo fossesolo il prodotto dei suoi antecedentifisici o biologici, o fosse solo il pro-dotto delle circostanze storiche eco-nomiche che pure lo determinano.Mala natura dell’uomo è ben altro, l’uo-

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mo è desiderio infinito di felicità,desi-derio infinito di giustizia, di amore,bisogno di compimento e di realizza-zione. Perché diciamo con certezza que-sto? Perché è sufficiente guardare noistessi in azione per accorgerci che nel-le crisi, nelle contraddizioni, non riu-sciamo ad accettare fino in fondo chela disperazione possa essere l’ultimaparola,ma, al contrario, anche quandoabbiamo realizzato i nostri obiettivi,quando le cose sono andate nella dire-zione che volevamo, ecco a quel pun-to ci accorgiamo che la meta raggiun-ta non basta mai, che la vita è una ten-sione continua, appunto che la nostranatura è rapporto con l’infinito.È quel-lo che vediamo,per esempio,nei nostriamici egiziani, ed è la stessa grandez-za umana dei nostri amici emiliani, laloro fierezza, capaci di tremare con laterra che ha tremato per tanti giorni,per tante notti, eppure capaci di ripar-tire con speranza un istante dopo.In tempi duri quali quelli che siamo

chiamati a vivere è indispensabile sape-re in che cosa questa speranza è ripo-sta, in che cosa è riposta la consisten-za della nostra persona e dei nostri ten-tativi umani,perché o è riposta in qual-cosa che c’è o altrimenti è una fanta-sia. La storia dell’umanità è un esem-pio solare del fatto che solo una rico-nosciuta edultimadipendenzadalmiste-ro che fa tutte le cose fonda la libertàdegli uomini e dei popoli.

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ci sono due fattori che in questi pro-cessi anche di fronte al grandedramma della ricerca della democra-zia, pensiamo a quello che ancora staaccadendo in Medio Oriente, nonpossono essere dimenticati. Il primoè il rapporto e la considerazione chela politica ha dell’uomo, se veramenteè al suo servizio o meno, al serviziodel suo desiderio. E di questo ab-biamo invitato a parlare la già amba-sciatrice americana presso la SantaSede, ed ora Presidente della Ponti-ficia Accademia delle Scienze sociali,Mary Ann Glendon insieme al pro-fessore egiziano e fondatore delMee-ting Cairo, Wael Farouq. La que-stione della democrazia e della libertàdei popoli sarà comunque uno deitemi centrali del Meeting, anche allaluce della primavera araba e deldramma che sta vivendo. Tornerà alMeeting Tahani Al-Jibaly, la vice-presidente della Corte Costituzio-nale e Presidente del Meeting Cairo;Jason Kenney,Ministro Federale Ca-nadese dell’Immigrazione e Multi-culturalismo, e l’Osservatore perma-nente presso la Santa Sede presso leNazioni Unite a Ginevra Mons.Tommasi. Il secondo fattore è la li-bertà religiosa. Dove c’è la libertà re-ligiosa c’è libertà per tutti, e tutte le li-bertà sono garantite. A parlare diquesto verrà il Presidente dell’As-sembleaGenerale dell’ONUAl-Nas-ser, la seconda carica più importantedi questo organizzazione; il Cardi-nale Tauran, il Ministro degli EsteriItalianoGiulioTerzi con il SegretarioMularoni.Di questo si parlerà anchein un altro incontro con un perso-naggio di eccezione che per la se-conda volta torna al Meeting, che èElabd, Presidente dell’Università diAl Azhar, la più importante universitàmussulmana; Franco Frattini; il Pa-triarca Ortodosso della Chiesa di Ci-pro Chrysostomos e il direttore diuno dei più importanti centri di studidi politica mediorientale in Qatar,Salman Shaikh. Un altro dibattitourgente che faremo al Meeting, che

riguarda tutto il mondo, è quello delrapporto tra Islam e occidente oggi, edi questo ne parlerannoWael Farouqe Abdel- FattahHassan, professore diletteratura italiana al Cairo, già fa-cente parte dei Fratelli Mussulmani,e Robert Reilly, un politologo catto-lico americano.La politica e l’economia. I tempi

sono difficili, non sappiamo nem-meno quello che può accadere inquesto mese e mezzo che ci precedeal Meeting, ma sicuramente uno deipiù grandi valori del Meeting è sem-pre stato quello di guardare lontanoe di concepire l’azione dell’uomonella storia non legata appena allecircostanze che lo circondano. Perquesto uno dei temi centrali delMeeting sarà quello della crescita. AlMeeting vogliamo capire come èpossibile questa crescita, da che cosabisogna partire perché questo accada,e l’ipotesi che daremo è quello del-l’investimento sulla persona, sull’io,una scommessa sull’uomo capace digenerare novità, cambiamenti positivinell’economia e nel sociale. E a di-scutere del cambiamento chiesto alsistema Italia ci sarannoMauroMo-retti, delle Ferrovie dello Stato,Cor-rado Passera,Ministro dello SviluppoEconomico, e Giorgio Vittadini. Unaltro degli appuntamenti importantisarà quello sul lavoro, perché avremoilMinistro Elsa Fornero. Si parlerà diambiente con il Ministro Clini e Jef-frey Sachs, uno dei più importantiesperti in questo tema, e Paolo Sca-roni, di ENI. E saranno presenticome sempre tantissimi imprendi-tori con i quali ragioneremo su cosavuol dire fare impresa oggi in questitempi così difficili.

Mi preme questa sottolineatura per-ché il tema del desiderio, il tema delrapporto con l’infinito è un tema dauomini, non è un tema da favola, nonè un tema da sentimenti, è un tema chegenera una modalità di movimentonella storia, una modalità di costru-zione di tutt’altro genere rispetto aduna antropologia di tipo razionalista oeconomicista.Come il PresidenteNapo-litano sottolineava l’anno scorso, desi-deriamo essere una risorsa per il pae-se, sentiamo fino in fondo la respon-sabilità di questo compito.Questa è laragione per cui siamo estremamentecontenti e onorati di poter aprire ilMeeting di quest’anno con la presen-za del PresidenteMonti che interver-rà sul tema “I giovani e la crescita”,inaugurando tra l’altro la mostra cheilMeeting insieme alla Fondazione perla Sussidiarietà ha realizzato.

Matteo LessiPortavoce Fondazione MeetingSono momenti difficili, e proprio

don Giussani, qualche tempo fa,disse che proprio di fronte a questimomenti difficili giunge il momentodella persona. Il Meeting sarà ungrande contributo per capire questo,a partire dall’incontro sul titolo con ilrettore dell’Università San DamasodiMadrid, Prades.Un altro degli ap-puntamenti centrali del Meeting,uno dei più affascinanti, sarà il dia-logo tra il monaco buddista Habu-kawa e il cardinale Ries, antropologoche con i suoi studi ha dimostratoche l’uomo fin dallo sbocciare dellasua umanità è sensibile al sacro e pos-siede una dimensione spirituale.Il mondo cambia, i dittatori prima

o poi cadono, le società mutano, ma >

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questo tema attraverso un nostroamico, un columnist di “Irish Times”di Dublino, e l’ultima sera, quella chedi solito dedichiamo alla festa per tuttii duemila e passa volontari, faremoun concerto rock, faremo un concertoattraverso delle musiche selezionatecon il titolo “All is holy?”. E’ tuttapreghiera? Anche il rock, il grido delrock, il grido dell’artista che scrive lacanzone rock possiamo considerarlopreghiera? Possiamo considerare que-sta musica il grido del cuore in rap-porto con l’infinito?L’ultimo appuntamento che cito è

quello con la compagnia di Fratel Et-tore.Molti di voi sapranno che l’operadi Fratel Ettore è un’esperienza diMilano nata per andare a soccorrere ibarboni alla stazione e rimetterli invita. Ecco, da questa esperienza checontinua nonostante non ci sia piùFratel Ettore, è nata l’idea di uno spet-tacolo, di uno spettacolo di mario-nette sulla vita di Fratel Ettore realiz-zato con l’aiuto dei fratelli Colla.

Alessandra VitezResponsabile Mostre MeetingLemostre spaziano dalla Russia al-

l’America latina, dall’Irlanda allaFrancia, dall’Albania fino al Giap-pone. Niente è stato deciso a tavolino,tutto è frutto di rapporti e incontriche si sono approfonditi, alcuni sisono rinnovati, altri sono diventatitalmente famigliari che la lontananzaè semplicemente un particolare.DallaRussia una mostra dedicata a Dosto-evskij. La professoressa Tatiana Ka-saktina, direttore del Dipartimentodi Teoria della Letteratura pressol’Accademia Russa delle Scienze, in-sieme ad un numeroso gruppo di stu-

denti universitari ortodossi diMoscae studenti dell’Università Cattolicadi Milano, metterà a confronto im-magini dell’arte occidentale e iconerusse, poste una davanti all’altra.L’icona e il quadro visti attraverso ilprisma del metodo creativo di Do-stoevskij, si rivelano a noi non comequalcosa che si esclude a vicenda macome qualcosa di complementare. Inoccasione delle celebrazioni del bi-centenario dell’indipendenza ispano-americana, gli amici dell’America La-tina ci racconteranno quel tormentatomomento storico a partire dal tenta-tivo dei protagonisti che mossi daldesiderio del cuore cercarono con an-sia una novità capace di cambiare ilmondo. Da Parigi la Fondazione Je-rome Lejeune con un gruppo di ge-netisti affronterà il complesso temadella genetica moderna. Lejeune nel1958 scopre che la Sindrome diDown è una malattia genetica e tuttoil resto della vita la trascorre nella ri-cerca di una cura. Era consapevoleche la sua scoperta poteva essere usatacontro la cura, e da qui la grande al-ternativa: quando si considera l’uma-nità nel suo insieme genericamente lagenetica viene usata per selezionare,quando si guarda l’uomo, al singolo,viene usata per curare, ricercare, finoalla domanda: “Che cos’è l’uomo per-ché te ne ricordi?”E poi l’Albania. Quest’anno si fe-

steggia il centenario dell’indipen-denza dall’impero ottomano.Lamo-stra parte da una riflessione sullapersonale esperienza dei curatori, tuttidi origine albanese, che guardando ilproprio popolo, uno dei più antichid’Europa, hanno preso coscienza

Otello CenciResponsabile Spettacoli MeetingSiamo in controtendenza con la si-

tuazione generale: gli spettacoli diquest’anno saranno di una ricchezzaincredibile. E riusciamo a fare questoperché la ricchezza è in termini dirapporti, nella trama di rapporti che ilMeeting in questi anni ha maturato.Lo spettacolo inaugurale sarà presen-tato da una compagnia di Beirut, co-nosciuta due fa ad Abu Dhabi. Poisono venuti al Meeting, hanno vistoche cos’è, mi hanno invitato a Beiruta vedere la loro realtà. Il 19 agosto siesibirà questa compagnia che ha 1500alunni studenti di ogni religione erazza, e che unisce le famiglie, uniscele persone.Il secondo appuntamento viene da

Madrid.Verrà la compagnia di LouisOrtega, una delle più importanti diMadrid, che ha accettato una sfidanotevole. A loro, che eseguono il fla-menco da anni, è stato proposto dimettere in scena uno spettacolo cherappresenti il Vangelo. Inizialmentesono rimasti ovviamente stupefatti,poi hanno accettato questa sfida. Daquesta sfida è nato uno spettacolostraordinario che avremo al Meetingdi Rimini.Avremo da S. Pietroburgo il Coro

Sacerdotale Metropolitano. E poiavremo uno spettacolo per la famigliacon un gruppo di acrobati che vienedall’est. Rappresentano qualche cosache è emblematico per la situazione dioggi. La storia di alcuni clochard cheattraverso un incontro trovano un’oc-casione di cambiamento.Quest’annoavremo per la prima volta nel Mee-ting, mai successo prima, uno spaziodedicato al cinema, con una sala al-l’interno della Fiera. Attraverso degliamici che ne hanno fatto una profes-sione, vorremmo provare a giudicare ilcinema, proponendo dei film che cihanno colpito particolarmente. Passoad un altro appuntamento che èquello dedicato al rock. Il rock: all’in-terno del Meeting di quest’anno cisarà unamostra, unamostra che tratta

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tipo consumistico, progressista, ma-terialista, dove la persona non è asso-lutamente al centro, e tutta la realtàdiventa inesorabilmente un oggetto dimanipolazione. Io credo che il Mee-ting abbia anche ormai straordinariaopportunità di essere un punto di in-segnamento di questa cultura popo-lare. Il Meeting lo fa assumendosi inprima persona il confronto con lamentalità dominante.E’ un confrontoattivo, è un confronto positivo, è forseuno dei punti più chiari nella societàoccidentale che chi ha una culturaautentica di popolo non è subordi-nato, non è succub3, non è pieno dicomplessi di inferiorità. E’ un mo-mento, quello del Meeting, in cui laforza della cultura di popolo si ri-prende il suo posto, prende la sua re-sponsabilità di andare in profondità,in profondità nella interpretazioneautentica dell’esperienza umana, e diandare in estensionemostrando comesu questi principi fondamentali dellacultura di popolo è possibile un con-fronto, un’intesa, una collaborazione,un reciproco arricchimento. Non sipuò fare una testimonianza cristiananel mondo oggi, a SanMarino comein tutto il mondo, non si può farlasenza rendersi conto che si deve ac-cendere nel mondo questo bisognodi cultura di popolo alla quale sol-tanto il cristianesimo dà una rispostaesauriente.

Massimo PasquinelliPresidente Fondazione CarimNon posso evitare di annotare come

l’affermazione “La natura dell’uomo èrapporto con l’infinito” rappresentiun punto di novità e di confronto checolpisce, ancor di più oggi, dove le

difficoltà economiche e sociali, in cuitutti più o meno siamo immersi, cicostringono a porre, innanzitutto anoi stessi, la domanda su quale sia lanostra consistenza e su dove poggi lanostra speranza, ossia se siamo allamercè di tutto ciò che accade, oppurese abbiamo per noi stessi e quindi perla società un punto di riferimento di-verso, saldo, non soggetto alla fragilitàe alla volatilità che caratterizza dram-maticamente tanti aspetti della quo-tidianità in cui viviamo. Oggi molticommentatori si compiacciono diparlare di società liquida in cui tuttoè uguale a tutto, e niente quindi èvero.Riporre al centro la questione diquale sia la vera natura dell’uomo,quanto abbiamo ascoltato fin ad orain presentazione, ritengo sia un con-tributo essenziale per la ripresa di unaconsapevolezza anzitutto personale,ma che, di conseguenza, si riverberacome capacità di giudizio e costru-zione dell’intera società. Raccolgoperciò volentieri la provocazione deltitolo di quest’anno con la curiosità dipoterlo approfondire attraverso i con-tenuti che verranno proposti. Il se-condo motivo per cui mi è evidentequanto l’appuntamento odierno nonsia catalogabile nella categoria del-l’abitudinarietà risiede nello stessocontesto generale in cui si colloca.Non dico nulla di nuovo se osservocome gli ultimi due anni abbiano se-gnato uno spartiacque.E’ un’evidenzache balza agli occhi di tutti noi. Ilmondo è cambiato e sta cambiandoancora a tutti i livelli, a San Marino,in Italia, in Europa, nel mondo.Meno scontato è invece che ci si in-terroghi sulla portata del cambia-

di come la libertà si identifica semprecon la dipendenza da Dio. Da quiuna considerazione sulla totale cen-sura della religiosità compiuta in Eu-ropa dal comunismo albanese, fino aun giudizio sull’oggi. Infine la mostradedicata al Monte Koya dal titolo:“Il Koyasan, la montagna del buddi-smo ShingonMikkyo che donGius-sani ha tanto amato.”Nel 1987 infattinasce l’amicizia tra don Giussani, invisita in Giappone, e Shodo Habu-kawa, allora abate dei monaci. Que-sto incontro inatteso dove i due uo-mini si incontrarono con tutta la lorotensione per il mistero e l’infinito,con tutta la loro passione per gli uo-mini e la loro educazione, ha portato,a fine ottobre, il Meeting in Giap-pone, prima a Tokio poi al MonteKoya per una presentazione tramitel’ambasciatore italiano in Giappone.Ed ora ilMonte Koya torna a Riminicon unamostra.Oltre a questa opera,unmandala, che vedete qui esposta, cisaranno 15 oggetti di arte sacra bud-dista, con datazione che varia dal XVal XX secolo.

Mons. Luigi NegriVescovo San Marino-MontefeltroL’umanità e la società in tutto il

mondo sono in crisi per l’assenza diuna cultura di popolo, di quello che ilPapa Benedetto XVI, nel grandeConvegno delle Chiese italiane a Ve-rona, nel 2006, definì la cultura delpopolo. Quei riferimenti fondamen-tali teorici che si sintetizzano nell’usoautentico della ragione nella ricercadella verità, quindi nel rapporto conl’infinito, quei fondamenti che na-scono in maniera assolutamente im-prevedibile e concretissima nel mi-stero della rivelazione di Cristo checompie la grande attesa dell’umanità.Tutta questa cultura popolare che intutto il mondo si alimenta sia dellasana laicità sia della rivelazione dellatradizione cristiana, sia delle più au-tentiche forme di religiosità, è siste-maticamente abbattuta dalla menta-lità dominante, che è unamentalità di

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mento, e soprattutto sulla domanda dicambiamento che si para davanti aciascuno di noi, responsabilità quoti-diane culturali o politiche che siano.Il Meeting con il tema di quest’annoci ricorda quale sia l’origine di questapossibilità di cambiamento.

Antonella MularoniSegretario di Stato Repubblica di

San Marino“La natura dell’uomo è rapporto

con l’infinito”, titolo ispirato dalla ce-lebre frase di DonGiussani, apre allesollecitazioni più profonde sul sensoe sul valore dell’esistenza umana epromuove, una volta in più, quei pen-sieri e quelle riflessioni che la ker-messe riminese riesce inmaniera stra-ordinaria a coniugare e adapprofondire, attraverso il consuetopercorso multidisciplinare tra incon-tri, dibattiti,mostre e spettacoli. Sonocerta, abbiamo avuto l’anteprima equindi veramente è diventato una cer-tezza, che, anche quest’anno, il Mee-ting ci regalerà ottime occasioni diconoscenze e di esperienze, muo-vendo le corde di ciascuno di noi inrelazione al proprio rapporto con l’in-finito.La Repubblica di SanMarino è fe-

lice di essere parte di questo circuitovirtuoso, che non dimentica mai l’es-senza della natura umana nella qualele specificità assumono il valore dientità autonome da conoscere e daapprezzare. Al Meeting siamo pre-senti, e vogliamo continuare ad es-serlo, forti della nostra identità epronti ad accogliere le suggestioni e ledinamiche proprie di unmicrocosmointorno al quale la ricerca scientifica,

la politica, il dialogo fra le religioni el’incontro tra i popoli creano ed ali-mentano la forza della cultura; quellacultura che affonda le radici nella co-noscenza vera e che non può e nondeve rassegnarsi mai, poiché rappre-senta lo strumento più potente perriconoscersi e per rispettarsi.

Stefano VitaliPresidente Provincia RiminiMi è capitato in questo tempo di ri-

flettere di come da questa piccola pro-vincia siano nate poi segni impor-tanti, non solo per il nostro territorioma per l’intero territorio nazionale eoltre, e questo lo ricordavo a me per-ché in realtà noi tendiamo a dare perscontato qualcosa che dovremmoprendere in mano più spesso e chie-derci il perché da qua nascono segnicosì importanti. Oggi c’è una gran-dissima sete di infinito, l’uomo inquesto momento ha bisogno diamore, di giustizia e di verità. Il pro-blema non è tanto che non ci sianotesti su cui cercare questo infinito, ilproblema è chemancano persone cheti trasmettono l’infinito.E allora per-ché non far partire anche dalMeetingdi quest’anno una sfida nuova, che aldi là delle tematiche che affrontiamo,al di là delle problematiche che af-frontiamo tutti i giorni, al di là diquello che ognuno di noi vive, dellareligione a cui appartiene, perché nonpretendere che ci siano persone chetrasmettano verità, giustizia e amore.Abbiamo bisogno di persone vere chece lo trasmettano, e non è un pro-blema solo della politica, perché inquesto momento la sfiducia dellagente non è solamente dato dal fatto

di una crisi economica evidente, è an-che dal fatto che non incontra piùpersone vere.

Nadia RossiAssessore Comune di RiminiLa città di Rimini, città nella quale

confluiscono i legami di una lungastoria, di relazioni che si sono intes-sute tra le genti, le culture e camminiindividuali e collettivi, è orgogliosadi ospitare le giornate di questoevento. Quale occasione di cono-scenza di persone e di esperienze chead ogni edizione con le sue sfide cipropone.Oggi forse, ancor più che inaltri giorni, l’occasione che ilMeetingci offre si incrocia con un momentostorico più difficile che in Italia e inEuropa abbiano mai attraversata dalsecondo dopoguerra. La comunitànella quale viviamo ha avuto nel la-voro, nella solidarietà, nella condivi-sione delle responsabilità e nella ca-pacità di dialogo alcuni dei suoiprincipi imprescindibili. Temi cheoggi sembrano aver perso la loro pre-ponderanza. L’economia tende a pre-valere sulla politica, l’individualismotende a spostare l’orizzonte della no-stra comunità fuori della nostra vi-suale e ne mina fortemente le fonda-menta. È però stato con immensoorgoglio che nei terribili giorni delterremoto che ha colpito questa re-gione abbiamo sentito rimarcare datutte le autorità come la fortissimacoesione sociale che è emersa comebase della nostra comunità è e sarà ilprincipale elemento su cui si baseràuna ricostruzione. È un antidoto aquell’aridità che ci condanna a nonavere più sogni e fame di futuro.

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Page 31: Notiziario Meeting agosto 2012

SOCIAL

31NOTIZIARIO

eetingAGOSTO2012 m

Li respiriamo e ormai neancheci pensiamo più. Dalle notiziesegnalate dagli amici sui social

network quando arriviamo in ufficio,alla tv commentata sul secondo scher-

mo dello smartphone o del tablet daldivano, passando per una foto o unpensiero condiviso cogliendo l’attimofuggente, quasi in ogni momento del-la giornata siamo immersi nella nuo-

va era del web sociale. Condivisionedi idee, segnalazione di link, pubbli-cazione di foto e video durante unevento sono all’ordine del giorno permilioni di persone e il Meeting di

Il Meeting nell’eradei social networkUn social media team racconterà al popolo della Rete in tempo realetutto ciò che accade in Fiera a Rimini dal 19 al 25 agosto.

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Page 33: Notiziario Meeting agosto 2012

SOCIAL

33NOTIZIARIO

eetingAGOSTO2012 m

Rimini non poteva ignorarequesta opportunità per comu-nicare online l’insieme dellerelazioni e dei contenuti intor-no alle persone, quale è il Mee-ting.Dall’edizione 2012, grazie adun social media team costi-tuito da ragazzi e ragazze moti-vati, competenti e attrezzaticon le ultime tecnologie del-la comunicazione, il Meetingdi Rimini apre un ponte ver-so l’universo internet, raccon-tando le decine di eventi, con-vegni, spettacoli, mostre chesi succedono a Rimini Fieranell’arco di una settimana, rac-cogliendo e rilanciando i pun-ti di vista, i contenuti, le ideee le opinioni di chi al meetingpartecipa come volontario ocome semplice visitatore.La presenza del Meeting di Rimininel mondo del Web 2.0, internet del-le persone, si svilupperà sulla PaginaFacebook, sul profilo Twitter, sullepiattaforme multimediali di YouTu-be, Flickr e Instagram, su Foursquaree su altri social media, con un unicoobiettivo: raccontare il meeting valo-rizzando i contributi dei volontari,mostrando il dietro le quinte deglieventi, senza tralasciare la diretta daimomenti di più forte contenuto della

settimana.Chi non potrà essere a Rimini per tut-ta la settimana potrà comunque respi-rare l’atmosfera del meeting dal com-puter dell’ufficio durante la giornata,dallo smartphone in mobilità o navi-gando dal tablet dal divano la sera, gra-zie ad applicazioni dedicate e a moltieventi trasmessi in diretta streamingsu YouTube.13 milioni di Italiani, su circa 14 milio-ni di navigatori nel giorno medio, si

collegano a Facebook e milio-ni di altri usano Twitter permandare brevi messaggi einformarsi sull’attualità o sicollegano a YouTube per guar-dare la tv online, anche fuo-ri dall’Italia. Il Meeting par-lerà e twitterà anche in ingle-se, per offrire un servizio ancheal pubblico internazionaleattento alla settimana rimi-nese.Il social media team avrà unospazio dedicato al centro delmeeting dove incontrare ilpubblico dei navigatori, inter-vistare in diretta alcuni deipersonaggi più popolari inarrivo a Rimini, lavorando etrasmettendo contenuti onli-ne da ogni angolo di RiminiFiera, grazie ad un coordi-namento continuo che con-

sentirà di seguire i convegni del gior-no, i volontari all’opera, gli eventi cul-turali e le mostre come non le avetemai viste online.Una occasione da non perdere per vive-re il Meeting con noi, anche per chial Meeting partecipa di persona, invian-do feedback, fotografando punti divista e raccontando ognuno il proprioMeeting, da condividere con il pub-blico attivo della rete. Vieni e parte-cipa.

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Il quadro intorno al quale si ar-ticola la mostra intitolata “GliAngeli della Pietà”, allestita

presso il Museo della Città di Ri-mini, è uno dei sommi capolavoridella pittura italiana del Quattro-cento, oltre a essere l’opera più im-portante di tale museo. Si tratta delCristo morto con quattro angeli diGiovanni Bellini, il grande pittorecol quale inizia il Rinascimento del-l’arte a Venezia verso il 1450.

Il dipinto riminese vanta una illu-stre provenienza: dall’oratorio diSant’Antonio che sorgeva nei pressidella chiesa di San Francesco poitrasformata nel Tempio Malate-stiano.

Il tema di Cristo morto con gliangeli è molto caro all’arte vene-ziana e in particolare a GiovanniBellini, un pittore che riesce, comenessun altro a Venezia fra Quattro eCinquecento, a interpretare “convivo senso” i soggetti religiosi: dalle

Madonne col Bambino, alle paled’altare, alle diverse rappresentazionidella Passione ( vedi quella famosis-sima di Cristo nella Pietà con laVergine Maria e San GiovanniEvangelista conservata a Brera ), edel Cristo uomo dei dolori ( comequalche critico ritiene sia da consi-derarsi anche la versione di Rimini ).

Il tema del Cristo morto con an-geli aveva iniziato a diffondersi apartire dal prototipo scultoreo diDonatello dell’altare del Santo a Pa-dova ( 1449), incontrando grandefortuna a Venezia e nelle Marche,per ragioni che, nonostante gli studi,lasciano ulteriori margini di ricerca.Uno dei filoni d’indagine di questamostra riminese è proprio d’ordineiconografico e si sviluppa grazie alconfronto con altre bellissime operedel Quattrocento: il Cristo e angelidi Marco Zoppo, cui si aggiungedello stesso pittore il San Giovannidecollato, entrambi nel Museo Ci-

vico di Pesaro; il rilievo in cartapestadel Museo di Faenza; la tavola delbolognese Francesco Francia dellaPinacoteca Nazionale di Bologna;la splendida medaglia di bronzo diMatteo de’ Pasti.

Pochi dipinti che si riferiscono allaPassione di Gesù riescono a esseretoccanti e coinvolgenti quantoquello presente a Rimini, il quale –a differenza di tutti gli altri - pre-senta eccezioni e peculiarità sue pro-prie, che però non sempre sono statemesse in luce della critica. Per esem-pio Cristo non è visto in piedi entroil sepolcro, bensì è seduto su unpiano che potrebbe essere identifi-cato con un altare.

I quattro angeli che lo attorniano,pur nella loro malinconica mestizia,non piangono a dirotto, a differenzadi altri esempi coevi, ma sono rap-presentati in un atteggiamento tralo stupore, la meditazione e la con-templazione. Simile atteggiamento èsottolineato dall’angelo a destra, chesorregge il braccio e osserva la piagadella mano. Quello a sinistra inveceè ritratto nell’atteggiamento di chiassiste ( e forse soprintende ) a unascena nella quale i suoi compagnisono variamente impegnati: un an-gelo, di cui non vediamo il volto, sor-regge o meglio solleva il corpo vigo-roso di Gesù, un altro, alle sue spalle,tiene in mano un chiodo della croce,palese richiamo alla Crocifissione.

Bellini e i suoiAngeli della PietàAl Museo della Città una mostra, organizzata da Meeting eComune, che propone un tema iconografico molto diffusonel Quattrocento. Sarà aperta fino al 4 novembre.

meetingAGOSTO2012NOTIZIARIO

IN-MOSTRA 2012

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Mostra promossa dal Comune di Rimini - Musei Co-munali - Fondazione Meeting per l’amicizia fra ipopoli.

A cura di Marco Bona Castellotti e Massimo Pulini.

Museo della Città di Rimini119 agosto-4 novembre 2012

Orari di apertura19 - 25 agosto ore 9-23

Finnoo aal 331 aaggossto da martedì a sabato 14 - 23 domenica e festivi 17 - 23 martedì e giovedì anche 10 - 12.30 lunedì non festivi chiusodal 1 setttteembrreeda martedì a sabato 8.30 - 13.00 16.00 - 19.00domenica e festivi 10.00 - 12.30 15.00 - 19.00lunedì non festivi chiusoInccoonttrro ddii pprreeseennttaaziioonneeDomenica 19 agosto ore 15 Sala C1 Siemens (Fiera)

GLI ANGELI DELLA PIETÀ. INTORNO A GIOVANNI BELLINI

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È proprio la diversa posizione diquesti angeli ad avere sollecitato al-cune letture che discostano il quadroriminese dal tradizionale Cristouomo dei dolori, accompagnato omeno dagli angeli piangenti. Laprima, molto interessante, si fondasull’ipotesi che si tratti di una Pietàconnessa al mistero e al sacrificiodell’Eucarestia: gli Angeli sollevanoil corpo del Signore sull’altare.Un’altra, altrettanto avvincente, èche stiano preparando Cristo per larisurrezione.

A ben pensare, questa scena non èmai citata nei testi sacri, che si limi-tano a descrive la Crocifissione, laDeposizione dalla croce e la Messanel sepolcro. E’ la sequenza del Ve-nerdì santo, cui – non solo sul pianoiconografico ma anche su quello te-stuale – consegue il racconto dellaRisurrezione. Ma tra il Venerdì e laDomenica di Risurrezione è inse-rito il grande mistero del Sabato conla discesa di Cristo agli inferi.

Anche il quadro di Giovanni Bel-lini ( come quelli di tutti gli artistiche si sono cimentati nell’intensis-simo tema di Cristo morto ) nontrova precisa corrispondenza nei te-sti, ma qualcosa forse si può trovarenella liturgia, e specialmente inquella orientale antica; tuttavia le ri-cerche non hanno portato a sicureconclusioni. Inoltre l’interpretazionebelliniana è diversa da ogni altra edè quasi un “unicum” nell’ambitodella pittura occidentale.

Tutte queste considerazioni cipermettono di ammirare lo straor-dinario capolavoro con un’atten-zione molto maggiore di quantonon sia il modo di osservarlo da unpunto puramente estetico, pur evi-denziandosi agli occhi di tutti lastruggente bellezza della figura delSignore che balza fuori dal fondonero – come un rilievo classico – edè circondata da angeli-bambini in-daffarati nel loro devoto compito disoccorrerlo.

AGOSTO2012 meeting NOTIZIARIO

IN-MOSTRA 2012

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La presenza nella tavola di Giovanni Bellini deiquattro angeli così compunti nella loro triste cu-riosità riesce a mantenere viva la memoria, ormailontana e sbiadita, di un «Uomo dei dolori» non-ché Re della gloria Basileus tes doxes, che qui as-sume uno spessore religioso proporzionale allaloro infantile e trepidante umanità. Lo stesso im-pegno d’intensità profuso con evidenza da Belliniin questo quadro mi spinge a reputarlo autonomoe destinato certamente all’altare della cappellache il giureconsulto Migliorati era intenzionato acostruire in Sant’Antonio Abate, poi intitolata allaCroce; che il Migliorati fosse il «primo proprieta-rio» di questo dipinto per ora non si può affer-mare33.Senza indulgere a riflessioni dolciastre torniamo aosservare le espressioni degli angeli che Belliniteneva ad approfondire nella loro diversità. Stannoguardando Cristo morto come un Dio-uomo umi-liato, nei modi che sono propri di un’opera italianadel secondo Quattrocento e concepita in pienoumanesimo cristiano, non certo nei termini appli-cabili a un archetipo bizantino come lo si sarebbepotuto trovare raffigurato in relazione agli inni li-turgici del venerdì e del sabato santo34, nei qualicomparivano grandi angeli alati agli estremi delcorpo giacente di Gesù. È molto plausibile che nel«Cristo morto con quattro angeli» il pittore abbiavoluto - per quali vie e in forza di quali suggeri-menti non si sa - «tornare al tema dello stuporeangelico di fronte alla sofferenza del Logos divino.È in fondo il tema dello stupore di fronte all’eventoinaspettato e incomprensibile della morte di Cri-sto, dell’abbassamento del Re della Gloria» (Pro-speri) e della sua umiliazione. Certo qui lo stupore

degli angeli è come filtrato attraverso una disci-plina che governa ogni eccesso doloroso o pate-tico, disciplina che si fonde nella contemplazionee che distingue questa «Pietà» di Rimini dallealtre. D’altronde in Occidente il sentimento fortedello «stupore si traduce in curiosità». Nella teo-logia orientale «l’oggetto dello stupore non è tantola risurrezione, quanto la croce e l’amara umilia-zione del Verbo: ?come? Tu che sei la vita, giacisenza vita? come? Tu che non sei circoscrivibilesei rinchiuso in una tomba? come? Tu che reggil’universo sprofondi nell’ade?”». Forse «il signifi-cato di questi angeli» - da quello che guarda lapiaga della mano di Cristo, a quello con gli occhiimperlati che tiene il chiodo, a quello che con-templa il Salvatore in un trepidante silenzio - «di-vieneuna quasi infantile curiosità, fra il timoroso e l’at-tratto, la curiosità aristotelica di colui che chiedeil senso di ciò che vede per la prima volta, del-l’aprosdoketon, l’imprevisto senza precedenti eanalogie» (Prosperi).Tutto ciò non significa che Bellini - o un suo ignototeologo ispiratore - intendesse riprendere il con-cetto del Basileus tes doxes, il Re della gloria, cosìcome lo troviamo espresso nelle scritture e più in-sistentemente che altrove nel Salmo 23, che di persé non può considerarsi una fonte di ispirazione fi-gurativa35, pur tuttavia è legittimo ipotizzare cheil tema degli angeli che osservano stupiti le pia-ghe fosse ancora vivo, nel Quattrocento, anche inOccidente, data fra l’altro la sua diffusione nellaletteratura dei Padri.(Tratto da Marco Bona Castellotti, Il Re della Glo-ria in Gli angeli della Pietà, Umberto Allemandi &C.)

QUEGLI SGUARDI CURIOSI

L’opera di Bellini al centro della mostra

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Nella pasticceria artigianale i reclusi del carcere impastano e sfornano panettoni, colombe e altre prelibatezze per palati fini, formati e accompagnati al lavoro dai nostri maestri pasticceri.

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La pasticceria è una delle attività che il Consorzio Rebus sviluppa per l’inserimento lavorativo dei detenuti. Accanto ad essa, all’interno della Casa di Reclusione di Padova, vi sono anche gli assemblaggi per la valigeria Roncato, il laboratorio di montaggio biciclette per il Gruppo Esperia, il call center che svolge attività di customer satisfaction per DSE di Bologna, uno dei più attivi provider del mercato italiano dell'energia, e il servizio di prenotazione delle visite mediche per conto delle ASL, mentre per conto di Infocert vengono realizzate le business key per la firma digitale e l’archiviazione documentale.

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IN-MOSTRA 2012

37NOTIZIARIO

eeting AGOSTO2012 m

La Terravista dalle stelle Al Meeting l’astronauta italiano Paolo Nespoli e una Space Gallery dovepoter rivivere le sue esperienze. «Lo spazio ci stimola a continuarenel percorso di conoscenza della realtà che ci circonda».

Al Meeting 2012 ci sarà PaoloNespoli, il primo astronautaitaliano ad aver effettuato una

missione spaziale di lunga durata a bor-do della Stazione Spaziale Interna-zionale, e ci sarà anche la possibilità dirivivere la straordinaria esperienza del-la Terra vista dal cielo. Nespoli sarà alMeeting mercoledì 22 agosto quando,introdotto da Marco Bersanelli, sarà ilprotagonista dell’incontro “Guardan-do la terra… dalle stelle. Un astronautasi racconta”.Per l’intera settimana sarà allestita laSpace Gallery dove si sarà portati inorbita e vedere il nostri pianeta così

come lo osservano gli astronauti dal-l’alto di una stazione spaziale. PaoloNespoli nel libro Dall’alto tutti i pro-blemi sembrano più piccoli (Monda-dori, 2012) racconta che si tratta diun’esperienza che ti riporta allo stupo-re del bambino: «Lo spazio è un ambien-te totalmente nuovo dove tutto è dascoprire e dove si deve imparare da capoogni cosa, dalle più semplici a quellepiù complicate, un po’ come è capita-to a me: io mi sono sentito un bambi-no alla scoperta di me stesso e del mon-do che mi stava attorno».Ma come si presenta la Terra dall’altodi una stazione spaziale? «Da lì – rac-

conta sempre Nespoli - puoi ammira-re il pianeta che continuamente scorresotto di te, come un film cinemascopeche non finisce mai, giorno e notte.Uno spettacolo davvero affascinante.Guardando questo pianeta blu stagliarsicontro il nero del cielo spaziale, a me èsembrato di vedere un vascello brillan-te in navigazione in un oceano buio.Una nave gigante, unica, viva, comenon ce ne sono altre a perdita d’occhionel cielo. Una nave bellissima e ricca,ma anche fragile e delicata. Da lassùvedi come la Terra sia grande, ma anchepiccola. Sfrecciando a 28.000 chilo-metri all’ora – quasi 8 chilometri alsecondo –, nel giro di una manciata diminuti passi sopra a tutta l’Europa e,in men che non si dica, sei in Africaper poi ritrovarti qualche minuto dopoin Cina e subito dopo in Australia. Ecosì via, senza fine».L’esplorazione dello spazio, gli esperi-menti scientifici che l’accompagnano,altro non solo che una tappa del lungocammino dell’uomo verso una più tota-le conoscenza della realtà. Nespoli osser-va: «Esplorare fa parte del nostro esse-re e non possiamo farne a meno. Que-sto ci stimola a continuare nel percor-so di conoscenza della realtà che ci cir-conda. La storia ci ha insegnato che leciviltà che si sono espanse e si sonoguardate attorno hanno poi acquisitoconoscenze e competenze tali da tra-sformarle in esperienze evolutive disuccesso. Le altre sono morte, come idinosauri».Paolo Nespoli - foto ESA-NASA

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eeting AGOSTO2012 m

IN-MOSTRA 2012

La mostra nasce dall’incontro edall’inaspettata amicizia sorta 25anni fa, nel 1987, fra don Gius-

sani, in visita in Giappone, e ShōdōHabukawa, monaco buddhista delMonte Koya. Da allora molte sono statele partecipazioni al Meeting di Habu-kawa e di altri monaci. Dopo la visita delMeeting al Monte Koya nell’ottobre2011, i monaci di questo centro di spiri-tualità buddhista tornano a Rimini conuna mostra che intende documentare −con la vita, la religiosità e l’arte − l’espe-rienza dell’io nel rapporto col Mistero

che fa tutte le cose, come è vissuta daimonaci buddhisti del Monte Koya, inGiappone.

Il centro monastico del Monte Koya èstato fondato dodici secoli fa dal sacer-dote Kukai (successivamente conosciutocome Kobo Daishi) per meditare e pra-ticare il Buddhismo Mikkyo, di im-pronta esoterica. È il quartier generaledella scuola Koyasan di BuddhismoShinghon, una delle religioni più seguitein Giappone. Il fondatore Kobo DaishiKukai (774 – 835) insegnava che attra-

verso la profonda osservazione di tutti ifenomeni dell’universo, si arriva a di-scernere il mistero di ogni singola vitasulla terra e si arriva a capire che tutte lecose dell’universo sono i punti di espres-sione di sè, di quella vita primordiale chechiamiamo “universo”.

Koyasan è anche un centro di raccoltadell’arte ispirata al Buddhismo ShingonMikkyo: Habukawa sostiene che gli uo-mini possono avvertire la presenza delMistero attraverso l’arte. Nella mostrasaranno esposte quindici opere di arte sa-cra buddhista – statue, mandala, oggettirituali - con datazione che varia dal XVal XX secolo. Fra questi un mandala doveè rappresentata figura di Kannon dallemille braccia. Una statua che aveva col-pito molto don Giussani perché Kannonattraverso le mille braccia si dedica allasalvezza di tutti gli esseri umani. DonGiussani rivelò ad Habukawa di avermeglio capito cosa è la misericordia diDio per i cristiani.Secondo i buddhisti il Mandala (parolache significa insieme essenza e possedere,contenere), rappresenta il processo me-diante il quale il cosmo si è formato dalsuo centro. Il buddhismo Shingon èchiamato anche “Scuola di Mandala”,perchè la presenza del mandala è essen-ziale nella preghiera. Tra le opere esposte anche il disegno diun insetto autunnale dipinto da unasuora di nome Jyunkyo-Ohishi. Quandoquesta donna aveva 17 anni, per unevento drammatico perse tutte e due lebraccia. Dopo questa tragedia, un giorno,vedendo una madre canarino che stavanutrendo un uccellino usando il becco,capì il suo scopo: iniziò a dipingereusando il pennello con la bocca.Completano la mostra l’esposizione delleopere Shin-on (i suoni dell’universo) diun artista giapponese di Milano, ShuheiMatsuyama, e le testimonianze (foto, di-segni) dell’amicizia fra cattolici italiani ebuddhisti giapponesi in occasione delterremoto del marzo 2011.

Il misteronel BuddhismoAl Meeting 2012 la mostra su Koyasan, la montagna sacra delBuddhismo Shingon Mikkyo che don Giussani ha tanto amato.

L’immagine simbolo della mostra

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SPETTACOLI 2012

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eeting AGOSTO2012 m

Da un’esperienza decennale disuccesso nel circo teatro ènata la nuova compagnia

Karakasa Circus che si presenta alMeeting con lo spettacolo Casa dolcecasa in programma giovedì 23 agostoall’Arena D3. Sul palco troviamoequilibristi e comici per un freschis-simo spettacolo di teatro acrobaticoche racconta le vicissitudini di ungruppo di clochard rinchiusi in unluogo senza forma, disseminato dioggetti senza senso e impegnati neltentativo di sopravvivere alle condi-zioni più ostili. Otto attori, clown, acrobati, equili-bristi, giocolieri provenienti dall’Ita-lia e dall’Europa dell’Est: Polonia,

Romania, Russia e Ungheria e daesperienze teatrali, di arte di strada,di circo sociale e di acrobatica aimassimi livelli.

Casa Dolce Casa è uno spettacolopoetico e sgangherato ispirato ai Bal-cani, alla condizione di barboni eclochard, al mancato rapporto con lanatura che costringe l’umanità allarelazione con il rifiuto, inteso comeimmondizia, ma anche come nega-zione della realtà. Tra le fonti di ispi-razione ci sono testi come Se questo èun uomo di Primo Levi, Una gior-nata di Ivan Denisovic di AlexanderSolzenicyn, alcuni testi di Beckett,come Aspettando Godot, e soprattutto

la Genesi.Lo spazio scenico evoca un luogopoco ordinato che potrebbe essereun lager, un campo profughi o unadiscarica di rifiuti, luogo dove, per-sone che vivono in uno condizione diemergenza, si incontrano e tentanodi ricostruire la propria vita e di ri-dare un senso al mondo lavorando auna nuova genesi. La fame, il freddo,il lavoro forzato, la stanchezza, l’os-sessione del luogo chiuso, il dovervivere in condizioni di estremo de-grado, la competizione con gli altricomponenti del gruppo. In questoangolo poco “ordinato” del mondo,circondati dai frastuoni della metro-poli, sopravvivono equilibristi e co-mici senzacasa che si “accontentano”di avere come tetto il cielo.

L'irrompere di uno 'straniero' risve-glia il naturale desiderio di vita e bel-lezza, provocando una trasforma-zione delle cose e dei gesti consueti. Un lampo, un tuono, una pioggia dilacrime. Una folata di vento intonamelodie e gli abbandonati del mondoricostruiscono la dolce casa nelmondo. Gli oggetti dimenticati ri-tornano a parlare. I corpi stanchi sielevano in salti acrobatici. Scale dicorpi sulla musica potente. Nell’eu-foria danzante la gioia di vivere sale.Un esempio di teatro sinfonico, dovele discipline dell’acrobazia si mesco-lano a quelle del teatro di figura

Casa dolce casa:acrobati in scenaEquilibristi e comici per uno spettacolo di teatro acrobaticoche racconta le vicissitudini di un gruppo di clochard. All’ArenaD3 nella serata di giovedì 23 agosto

Nelle foto, due momenti dello spettacolo

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SPETTACOLI 2012

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eeting AGOSTO2012 m

con l’utilizzo di scenografie che, rea-lizzate con materiale “sgangherato”di recupero, si materializzano permagia davanti agli occhi degli spet-tatori, con una buona dose di comi-cità surreale e trasognata.Autori dello spettacolo sono Mar-cello Chiarenza, che firma anche laregia, e Alessandro Serena. Il primo,nato in Sicilia nel 1955, laureato inarchitettura presso il Politecnico diMilano, da decenni opera nel campo

della figurazione simbolica e delladrammaturgia della festa, nei diversiruoli di scultore, pittore, scenografo,conduttore di laboratori, autore e re-gista teatrale. Si è occupato di istalla-zioni, percorsi figurativi all’aperto e alchiuso, allestimenti teatrali e dipiazza. Ha lavorato in molte città ita-liane e all’estero, nei parchi naturali, inriva ai fiumi e ai laghi, in riva al maree in montagna, nei centri storici, nellepiazze, nei castelli, nelle chiese.

Alessandro Serena è professore distoria dello spettacolo circense e distrada all’Università degli studi diMilano. È autore, regista e produt-tore di spettacoli, critico, storico, cu-ratore di rassegne multidisciplinari.Ha collaborato per un triennio conGiorgio Barberio Corsetti a LaBiennale di Venezia dando vita aconvegni, laboratori e realizzando laproduzione Ombra di Luna. Ha poiideato Creature, uno spettacolo diteatro acrobatico africano, con centi-naia di repliche in tutta Europa. Enel 2006, per il Carnevale dei Teatridi Maurizio Scaparro, Cineserie, conartisti cinesi. I suoi spettacoli sonostati presentati in decine di teatri ita-liani e stranieri e in prestigiosi Festi-val come quello di Anversa o di Au-rilliac. Crea e realizza grandispettacoli figurativi e acrobatici pergli spazi aperti presentati nelle piùbelle piazze italiane (Venezia, Im-peria, Ravenna, darsena di Catto-lica, Venaria Reale) e per capodannoin Piazza Maggiore a Bologna.Le musiche dello spettacolo sono fir-mate da Carlo Cialdo Capelli, unautore per il quale il teatro sembraessere quindi il naturale punto di ri-ferimento, e al teatro, infatti, dedicale sue energie scrivendo musiche discena e realizzando spettacoli comesolista. Dal 1985 ha già commen-tato un’ottantina di spettacoli tea-trali collaborando tra gli altri conArturo Brachetti, Carmelo Bene,Marcello Chiarenza, Toni Comello,Eros Drusiani, Tino Schirinzi, Gior-gio Gaber. Dopo aver vinto, nella se-zione teatro musicale, l'edizione1991 del concorso di composizioneper ragazzi della provincia di Comocon la sua prima opera L'anello ma-gico, si è specializzato nella compo-sizione e messa in scena di opere coni ragazzi e per i ragazzi. Dal 2000 èl’anima musicale della compagniaArcipelago Circo Teatro.Teatro acrobatico al Meeting 2012

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eeting AGOSTO2012 m

SPETTACOLI 2012

Provate a mettere insieme un“pazzo di Dio” come FratelEttore, un gruppo di ex clo-

chard, aggiungete la professionalitàdi chi dà una vita fa divertire con lemarionette. Il risultato non può cheessere esplosivo e lo si potrà vederedal vivo al Meeting nella serata del23 agosto all’Arena D3 del Meeting. Non appena si è avuto conferma chegli ex senzatetto dell’Opera di FratelEttore sarebebro stati al Meeting,sul loro blog (http://lemarionettedel-lamisericordia.blogspot.it) sono ap-

parse le loro aspettative. Ovviamentefelicissimi di venire al Meeting. Sa-pete perché? Innanzitutto per scroc-care sigarette. È il pensiero fisso del90 per cento degli ospiti dell'OperaFratel Ettore. Hai voglia a dirgli chese non fumano da due mesi possonoconsiderarsi ex-fumatori. Si offen-dono. Al secondo posto, ci manche-rebbe altro, andare al mare. Scrive ilblogger «Abbiamo ancora qualchemese per introdurci nei loro sogniproibiti e spiegargli che siamo lì perlavorare». Al terzo posto, essere ap-

plauditi. A questo punto possiamoassicurarli che la platea è quellaenorme dell’Arena D3. La citazione dal blog ci ha aiutato aentrare nel mondo da cui nasce Et-tore dei poveri. Lo spettacolo mettein scena una giornata insieme a Fra-tel Ettore, raccontata da un gruppodi ex clochard attraverso le mario-nette della compagnia Carlo Colla efigli di Milano. La vita avventurosa ed estrema diFratel Ettore è stata raccontata conservizi televisivi, libri biografici, arti-coli di giornale, ma mai in teatro. Acolmare il vuoto ci stanno pensandogli stessi ospiti dell’Opera, ovvero gliex-disperati che hanno conosciuto eamato il “frate degli ultimi”. Conl’aiuto di Emanuele Fant (regista edrammaturgo) e con la consulenzadella compagnia Carlo Colla e figli(antica dinastia di marionettisti), daquasi due anni è iniziato l’allesti-mento di un vero e proprio teatrodelle marionette all’interno dellacasa-madre dell’Opera, la Casa Be-tania delle Beatitudini di Seveso(MB). Il debutto sarà proprio alMeeting.

Lo spettacolo propone ventiquattroore insieme a Fratel Ettore, tentandodi inseguirlo attraverso i “blitz” neicunicoli sotterranei della StazioneCentrale, in cerca di tossici, prosti-tute, alcolisti che abbiano ancora unpo’ di voglia di sopravvivere al gelo;attraverso il Rifugio del Cuore Im-macolato di Maria, due immensevolte sotto ai binari trasformate inchiesa – dormitorio; attraverso iviaggi sui pullmini scassati, istoriatidi immagini sacre e scritte edifi-

Ettoredei poveriDebutta al Meeting lo spettacolo di marionette allestito da ungruppo di ex senzatetto per raccontare la storia avventurosadi colui che ha salvato le loro vite.

Le marionette dello spettacolo

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SPETTACOLI 2012

canti; attraverso il cantiere di CasaBetania, la grande residenza dei po-veri, in perenne costruzione; attra-verso la Provvidenza in azione, maanche l’eterno rivale; e gli ammira-tori, i curiosi, gli aiutanti, i detrat-tori…

Uno spettacolo non compreso tuttonel rettangolo del boccascena. Il “ca-stelletto” (così si chiama la strutturadi un teatro di marionette) è lasciatoben visibile, con le corde e i mecca-nismi non nascosti. In questo modosi svelano in parte, nella penombra,anche gli speciali manovratori: i po-veri stessi. Questa scelta non ha loscopo di provocare compassione, oindulgenza verso eventuali errori:serve a esplicitare la continuità traFratel Ettore e la sua Opera cosìcome è oggi, ad allargare il palcosce-nico fino a comprendere lo spettaco-lare quotidiano che si vive nelle suecomunità. L’allestimento dichiaraquesta volontà anche nell’uso deimateriali: il teatrino è schermato dapannelli di plexiglass che sono statiuna tettoia del Rifugio, le ruote delpiccolo pullman in compensato sono

state smontate da vecchie sedie a ro-telle in uso agli ospiti, i fondali nonsono altro che vecchie foto prese dalcassetto del frate e ingrandite, e cosìvia, in un continuo gioco di rimandi. Il tratto di continuità più evidente trapassato e presente, Opera e carisma,teatro e vita vera, è sorella TeresaMartino, scelta da Fratel Ettore perguidare la sua Opera. Sorella Teresa

non sarà solo presente, ma avrà unruolo attivo, di guida, nel corso dellaserata”.L’Opera Fratel Ettore da 30 anni dàuna casa ai poveri nelle sue cinquecomunità in Italia e in Colombia. Ilfondatore, Fratel Ettore Boschini, èmorto nel 2004. Fratel Ettore era un frate camillianoche ha letteralmente scandalizzatoMilano con la forza dell’esempio,ricordando alla capitale economicale sue responsabilità verso una classedi disperati confinati nei cunicolisotterranei della Stazione Centrale:poveri, emigrati, tossici, prostitute,malati mentali, alcoolisti. Fratel Et-tore ha aperto la strada a un modonuovo di intendere la carità: non piùassistenza episodica, niente offertedi cibo o vestiti, ma un vero a pro-prio percorso di vita insieme, nellastessa casa, con l’obiettivo comunedella santità. La sua fantasia nel-l’apostolato, i suoi modi risoluti, lasua smodata passione per il rosario,ne hanno fatto un personaggio indi-menticabile, amato dai poveri e daipotenti (Carlo Maria Martini, Ro-berto Formigoni, Oscar Luigi Scal-faro, Mike Bongiorno, Phil Collinssono solo alcuni dei suoi autorevoli“fans”).

Ex clochard al lavoro

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SPETTACOLI 2012

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Nell’area delle piscine ovest,tradizionale punto di in-contro musicale nelle se-

rate del Meeting, quest’anno si im-para a ballare. Due appuntamenti(lunedì e mercoledì, sempre alle 22)sono infatti riservati a stage didanza. Lunedì sera, insieme a Ca-racalla Dance Theatre, il popolodel Meeting potrà imparare a bal-lare nel perfetto stile Caracalla, unostile unico che unisce la tradizionee il folklore libanese al linguaggiocorporale di Martha Graham, cre-ando così una danza originale, unmisterioso incrocio tra la tecnicaoccidentale e quella orientale.Mercoledì sera, invece, si impareràil flamenco. Lo stage sarà infatticondotto dai ballerini dello spetta-colo En Ti (in programma nellaserata di martedì), diretti dal co-reografo e danzatore spagnolo LuisOrtega che in un dialogo conl’amico Emilio Perez introdurrà aquesta appassionante tradizione.Nella serate di martedì e giovedì laregina sarà la musica. Martedì sera,grazie alla Shamrock band (but re-ally folk), le note dell’Irlanda ri-suoneranno al Meeting, con quelletonalità inconfondibili che sem-brano uscire, come ha scritto ilgiornalista irlandese John Waters,“dall’anima in un vortice continuo,come se cercasse qualche formulaperfetta per spiegare qualcosa di al-trimenti incomprensibile”.

La band di scena al Meeting pro-pone musica tradizionale irlandesesia nella forma canzone che stru-mentale, in versione rigorosamentefolk.Ogni componente della band haun legame profondo con l’Irlandache va al di là del puro piacere mu-sicale, a causa di viaggi, incontri eracconti che hanno avvicinato ilcuore dei musicisti ad un paese conuna storia straordinaria, fatta digloria, povertà, lotta per la libertà eprofonda religiosità. Shamrock si-gnifica "trifoglio", che è uno deisimboli più importanti dell'isola: fuusato da San Patrizio per raccon-tare il mistero della Trinità.

“Spesso la gente – raccontano - cichiede perché facciamo musica tra-dizionale irlandese. Non è strano

abbracciare una tradizione appa-rentemente così lontana? Suonare rappresenta per noi l’unicavera risposta a queste domande. Sipuò provare a spiegare la bellezza dicerte canzoni, il fascino di quei pae-saggi, la dirompente umanità di unpopolo fiero e dalla storia trava-gliata. Ma ascoltare direttamentequelle storie in musica è tutta un’al-tra cosa: dalla tristezza più cupa diuna sconfitta alla gioia più sfrenatadi una festa popolare, dalla nostal-gia di un addio al divertimento diuna storiaccia da pub… Nessunaspetto dell’umano viene trascuratonella musica folk irlandese.Siamo stati travolti dalla bellezza diun mondo distante, è vero, mamolto vicino al nostro cuore. Cia-scuno di noi della band ha serbatocon cura questa passione fino a

Nell’area delle piscine ovest due serate sono dedicate a imparareflamenco e danza libanese; aria di Irlanda con la Shamrock band egran finale con il Paolo jannacci String Quartet

Caracalla Dance Theatre Shamrock band

Tra musicae danza

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SPETTACOLI 2012

quando, l’uno dopo l’altro, ci siamoincontrati per condividerla”-

Dal 2009 al 2012 la band si è esi-bita in più di 70 concerti, evocandolo spirito d'Irlanda in piazze, fiere,chiese e teatri e coinvolgendo nelballo e nella musica gli spettatoripiù disparati.

È di recente pubblicazione il primocd della band The Welcome Glassuna raccolta di canzoni e musicheche ripropone lo stile coinvolgentee appassionato delle esibizioni liveShamRock Band, firmata da di-verse collaborazioni: il giornalistaJohn Waters, la giovane cantantedi Dublino Sara Sorensen e infinei musicisti Daniele Bogni e ErmensAngelon.

Torna al Meeting Paolo Jannacci,dopo aver accompagnato il padreEnzo nel 2009. E ci torna insiemeal batterista Stefano Bagnoli, albassista Marco Ricci e al chirarristaLuca Meneghello per una serataall’insegna del jazz. “La mia sfida è un jazz per tutti”,ama ripetere il musicista, nato nel1972 a Milano, musicista profes-sionista dal 1987, compositore dicolonne sonore e docente di musica

d’insieme al Cpm di Milano.

Ha all’attivo una nutrita serie dicollaborazioni che lo hanno por-tato al fianco di artisti, cantanti emusicisti quali Dario Fo, GiorgioGaber, Paolo, Rossi, Chico Buar-que, Massimo Ranieri, RobertoVecchioni, Ornella Vanoni, MauroPagani, Cochi & Renato. E al pa-dre Enzo, ovviamente, per il qualeha curato gli arrangiamenti di nu-merosi dischi, accompagnandolo alpiano in tournée. Ha tenuto concerti in Italia e al-l’estero, dove “mi trovo meglio: nonguardano l’orologio e ti stanno adascoltare rilassati», come ha affer-mato lui stesso.

Le sue composizioni, quasi tutteoriginali, vedono il pianoforte granprotagonista da cui traspare sial’amore per il lirismo e il retaggioromantico, sia la predilezione peratmosfere più mosse e latine. De-bitore della lezione di maestri comeOscar Peterson, Bill Evans, HerbieHancock, ma anche di compositoriclassici quali Debussy e Chopin,viene messo in mostra un pianismodelicato, riflessivo, dalla squisitasensibilità timbrica. I suoi lavori: “Notes” (1999), “Tape

1” (2004), “My Tangos” (2005) e“Trio” (2008), inciso insieme alcontrabbassista Marco Ricci e albatterista Stefano Bagnoli, partnercon i quali il pianista milanese haraggiunto un’intesa umana ed arti-stica più che decennale.

Ci sono quattro brani per solo pia-noforte, uno di questi è una Ma-zurka di Chopin: «l’ho voluta inse-rire perché a mio parere tutto derivada lì, dai grandi compositori classicie romantici. Non ci siamo inventatigranché di nuovo. Sì, è un’esecu-zione con tutti i crismi. A chi hopensato? Beh, Arturo BenedettiMichelangeli è stato il più grandepianista di sempre: peccato nonaverlo potuto ascoltare dal vivo, maquando metto su un suo disco mibutto per terra dall’emozione…».

«Ogni mia composizione – rac-conta - nasce dal profondo e vuoledialogare con il pubblico, farsi sen-tire e farsi capire. Spesso, grazie so-prattutto all’amicizia, ci riusciamo.Suonare in un quartetto costringe avalori forti che la vita non proponepiù: bandisce l’egoismo, fa selezio-nare le idee, funziona solo se haistudiato molto e sai rispettare gli al-tri. Parto da queste basi anche nellemie lezioni di musica d’insiemenelle scuole».Paolo Jannacci String Quartet

A passo di Flamenco

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Progetti solidi, opere so

Social Value ha interamente finadi un Centro Nutrizionale di circacalpestabili e un Punto d’Acqua lo stoccaggio, la clorazione e la diIl centro, costruito a Cité Soleil, ununa popolazione infantile di oltre 2

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GUIDE SPIRTO GENTIL

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Al Meeting 2012 tre appunta-menti del ciclo denominatoSpirto Gentil Guida all’ascol-

to.Il primo appuntamento è mercoledì22 agosto in sala Neri con i Vespri diRachmaninov introdotti dal maestroPippo Molino. Il titolo originale del-l’opera, eseguita per la prima volta aMosca il 10 marzo 1915, è vsenocˇnoebdenie che, tradotto letteralmente, signi-fica vigilia di tutta la notte. Nei mona-steri russi, infatti, i Vespri racchiudo-no anche l’ufficio del Mattutino e diOra Prima. Un universo sonoro ori-ginale, dove ogni attimo di musicaaddensa secoli di tradizione, che vie-ne continuamente riplasmata nell’in-cessante ricerca di dare corpo e voceall’amore di Dio e all’uomo che a Luitende. «In questi vespri di Rachmani-nov, in cui la terra si unisce al cantodel cielo, - ha scritto don Giussani -vi è una gioia piena, certa e insiemetrattenuta, non totalmente esplosa,come se aspettasse la sua completamanifestazione».

Il giorno dopo, giovedì 23 agosto, stes-sa ora e stessa sala, il maestro Rober-to Andreoni introdurrà all’ascolto del-la IV sinfonia di J.Brahms. Secondo donGiussani «Questa sinfonia è come loslancio della ragione che si protendeverso la realtà, che si spalanca ammi-rata alla totalità del mondo nella suaricchezza di particolari organici. Que-sto suggerimento di un respiro cosmi-co, questa eco e questo riverbero del-la totalità hanno già però dentro, in

alcuni punti, la percezione di qualco-sa d’altro. Brahms è come costretto adammettere l’esistenza di un altro chesi impone all’evidenza». Il primo a esse-re “intimorito” dalla magnificenza del-la sinfonia fu addirittura lo stesso Brahmsche, scrivendo a un amico nel 1885,espresse questo giudizio sull’opera: «Iomi domando se sarà capace di farsi unsuo pubblico. Ho paura che risenta delclima che fa qui. Qui le ciliegie sono

ancora acerbe: e io so che tu non lemangerai».

Il terzo appuntamento (venerdì 24 ago-sto), dal titolo Note di nostalgia: Cho-pin e Pascoli propone musica dal vivo.Al pianoforte il maestro Giulio Giu-rato, mentre l’introduzione all’ascoltosarà di Pier Paolo Bellini. Ha scritto Chopin: «La tristezza miha preso – perché? Neppure la musi-ca oggi mi consola – è già notte tarda,e non ho voglia di dormire; non so cosami manca – e ho già più di vent’anni.»Questa breve frase del suo diario rias-sume in sé l’intera esperienza umanae, di riflesso, la traiettoria artistica delgrande compositore polacco. È il sen-timento di una mancanza non ancoraben definita, di qualcosa che non c’è eche forse un tempo c’era, la cui assen-za nel presente, comunque, genera tri-stezza: e la musica di Chopin è costan-temente tesa a far spazio a questo ogget-to desiderato e assente.

Quando le note aprono all’infinitoRitornano le guide all’ascolto di Spirto Gentil: tre appuntamenti con lamusica di Rachmaninov, Brahms e Chopin

Le copertine dei CD di cui sarà proposto l’ascolto

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Vieni a trovarci al Padiglione C5-30

È L’ORA DELLA MERENDA!

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DOCUMENTARI

Storie dal mondo,storie nostre

Un grande poetico affresco inau-gura quest'anno la serie deidocumentari "storie dal Mon-

do". Per un giorno, lo stesso giorno,migliaia di abitanti della Terra han-no raccontato un pezzo della loro vita.Lo aveva immaginato il grande repor-ter polacco Ryszard Kapuscinski, viag-giatore instancabile, il video-racconto di una giornatanella vita del mondo. E oraè stato realizzato. Da mil-le latitudini e lingue e colo-ri, uomini e donne, giova-ni e anziani, poveri e ric-chi, hanno racchiuso nel-le telecamerine e nei cel-lulari quel segreto che por-ta ogni giorno ciascuno adaprire gli occhi e aprendogli occhi andare incontroalla realtà. La realtà chesono gli altri, il lavoro, lacittà, il cibo, i sogni, i desi-deri, il mare, il cielo. Lifein a day è l'impossibiletentativo di fotografare lasmisurata possibilità del-la vita. All'appello dei pro-duttori, tra i quali il genia-le Ridley Scott, hannorisposto in migliaia e dopoun gigantesco lavoro diselezione e montaggio ènata una affascinante ele-gia che allude all'infinitoche è tra noi, in ogni nostragiornata.

Nel secondo e terzo appuntamentodella serie andiamo in Medio Orien-te. Monica Maggioni, inviata del Tg1,porta al Meeting il suo Out of Tehran,presentato alla Mostra del Cinema diVenezia. Quattro esuli dalla terra degliayatollah raccontano di esistenze infuga, di torture e di inenarrabili pau-

re, di ricordi e di struggenti nostal-gie. Il secondo reportage è il diario diun ritorno. Un anno fa Gian Mica-lessin aveva raccolto le voci dei gio-vani protagonisti delle rivolte arabe.Era il tempo dell'entusiasmo, del pro-getto, del sorriso. E ora che tempo è?Cosa è accaduto a quei giovani egi-

ziani, libici, tunisini? Le rivo-luzioni sono finite e sonoiniziati nuovi processi, nuo-ve fasi. Il mondo nuovo ècome se lo aspettavano?Eggsploitation, quarto appun-tamento del ciclo, indaga suun fenomeno poco cono-sciuto eppure dilagante. E'una delle ultime trovate ame-ricane in fatto di mercato: lavendita di ovuli destinati aconsentire la procreazionedi coppie sterili. Occorronole donatrici, naturalmente,da reclutare tra giovani stu-dentesse universitarie in buo-na salute fisica (in qualchecaso la rischiano) e in catti-ve condizioni economiche.Ma non c'è alcuna "dona-zione": gli ovuli si compra-no a caro prezzo, anche cin-quantamila dollari, e attor-no al bisogno malsano di unfiglio a qualunque costo si èsviluppato un fiorente com-mercio governato da agen-zie specializzate e clinichecompiacenti. E' tutto lega-

Torna al Meeting la rassegna di film documentari curata da Roberto Fontolan e Gian Micalessin: ci sarà Life is in a day, impossibile tentativo di riprendere tutte le possibilità della vita;ed inoltre due reportage di Monica Maggioni; un film sul mercato di ovuli negli USA;la storia di Mario Melazzini e il mistero della Sindone.

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eeting AGOSTO2012 mLa locandina del documentario su Mario Melazzini

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DOCUMENTARI

le (negli Usa), ma la legalità non coin-cide con la giustizia. Questo ormai loabbiamo imparato. Gli ultimi due documentari propon-gono al pubblico del Meeting storieforse più note: altre volte Mario Melaz-zini, il celebre medico affetto da unagrave malattia, ha partecipato all'even-to riminese come relatore e ora saràpresente come protagonista del lavo-ro di Emmanuel Exitu, già vincitoredi premi e incoronato da un passapa-rola che ha portato migliaia di per-sone ad acquistarlo in libreria nellaversione dvd. Un inno alla vita, chemerita sempre il nostro sacrificio. Einfine l'accurata ricostruzione di unmistero internazionale che ha avutopesantissime ripercussioni per l'ama-tissima Sindone. Ricorderete che l'esa-me del Carbonio 14 escluse che il len-zuolo appartenesse al tempo di Gesù.Ma appena resi noti i risultati scop-piarono le polemiche: l'esame vennemesso in discussione. Troppe stra-nezze e procedure equivoche, scien-ziati di parte, laboratori non traspa-renti, giri di denaro e di documentiforse contraffatti. Una straordinariaconcatenazione di superficialità, inge-nuità e ambizioni malriposte o un abi-le strategia "uccidere" la Sindone?

Roberto Fontolan

Monica Maggioni Il documentario di Monica Maggioni sull'Iran

Fra i documentari del ciclo un reportage sulla primavera araba un anno dopo

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VILLAGGIO RAGAZZI

Alla XXXIII edizione non pote-va mancare il luogo preferitodi tutti i bambini che vengo-

no al Meeting: il padiglione C3 saràinteramente allestito e dedicato ai babyvisitatori e alle loro famiglie. Que-st’anno ritorna lo spazio teatro, un veroe proprio teatro da circa 450 posti, conil palco, le quinte e la tribuna che ospi-terà i numerosi appuntamenti pensa-ti appositamente per i più piccoli. Abbiamo chiesto a Raffaella, respon-sabile del Villaggio Ragazzi, di sve-larci le novità di quest’anno e di tuttele proposte in programma. “Enel Vil-

laggio Ragazzi - racconta - è un luo-go utile ma soprattutto bello! Ognianno i volontari dell’Accademia di Bel-le Arti di Brera realizzano una sceno-grafia curata in ogni piccolo partico-lare, come il dipinto a murales, cherende l’intero spazio un luogo esteti-camente affascinante”.

Tutti i giorni, a partire dalle ore 18.00,i bambini possono incontrare grandiamici del Villaggio, che insegneran-no, racconteranno e intratterranno lorocon tante novità. Professori di storiadell’arte, spiegando opere, dipinti e

fotografie e illustrando anche le tec-niche che vengono usate per realiz-zarle, faranno comprendere ai bambi-ni la bellezza che si cela dietro ai capo-lavori artistici. Presenti anche scien-ziati, scrittori e sportivi. Attesissimol’appuntamento con Nando Sanvito,giornalista sportivo che racconterà,attraverso dei filmati, storie di sport estorie di uomini sportivi che, attra-verso la propria esperienza, mettonoin luce le due facce della medaglia spor-tiva. Un modo per insegnare ai bam-bini come nello sport sia fondamen-tale dare il massimo e impegnarsi contutte le proprie forze, ma anche permostrare che, quando non si ottengo-no i risultati sperati, quelle che sem-brano sconfitte possono trasformarsiin esperienze positive. Inoltre, venerdì 24 saranno ospiti delVillaggio Ragazzi il campione dellaNazionale italiana di pallanuoto AlexGiorgetti, che racconterà la sua avven-tura alle Olimpiadi. Numerosi saranno quest’anno i labo-ratori e le attività che verranno pro-poste ai bambini: ad esempio i labo-ratori musicali di Padre Marco, perimparare le tecniche sonore e la musi-calità insieme. Oppure la nuova area“giochiamo insieme al Capobanda”,uno spazio dove giocare, ma soprat-tutto dove imparare. I disegnatori pro-fessionisti Arcadio Lobato, FrancoVignazia, Claudia Bordin e Anna For-maggio insegneranno ai bambini le

Mamme, papàportate i vostri figli al MeetingAnche i più piccoli hanno uno spazio interamente dedicato a loro! Tanteattività, laboratori, canti e balli, perché il Meeting non si dimentica deipiù piccini.

di Giulia Genestreti

>Momenti di gioco al Villaggio ragazzi

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Più di quello che vediPiù di quello che vedi

TV 2000Più di quello che vedivedi

TV2000 è la tv possibile,è l’altra tv, che saintrattenere e fa riflettere.È la tv che ti ascoltae ti tiene compagnia.La tv dei pensierie delle emozioni,dei volti e delle storie,di chi ha trovatoe di chi cerca.TV2000 è più tua.E lo vedi.

Streaming videoStreaming videowww.tv2000.itwww.tv2000.it

Digitaleterrestrecanale 28

Ti aspettiamo al padiglione C5Ti aspettiamo al padiglione C5

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VILLAGGIO RAGAZZI

tecniche per disegnare, colorare e inven-tare, tutto ciò seguendo passo per pas-so un maestro. Da non perdere l’ap-puntamento di giovedì alle ore 16.00,insieme alla Proloco e all’ambasciato-re del Pane di Maiolo, tutti i bambinipotranno imparare “l’arte della pani-ficazione”. I maestri panettieri inse-gneranno a preparare delle deliziosepagnotte, raccontando a tutti la storiadel pane e spiegando i processi cheavvengono nella sua realizzazione. Edopo aver cotto il pane sarà il momen-to della merenda! Attraverso il gustodi marmellate e prodotti artigianalidella zona, sarà possibile riscoprire ilgusto delle merende di una volta.Dalle ore 21.00 i bambini potrannoassistere a spettacoli e animazioni, cheintratterranno il pubblico e magarichissà che gli spettatori non diventi-no i veri protagonisti dello spettaco-lo?!

All’interno del villaggio ragazzi saràanche allestita una mostra dal titolo“Ma io chi sono??!”, in cui verrà pro-posto un viaggio alla scoperta di sè;dal corpo alla cellula e le sue compo-nenti, con lo scopo di trovare “dove”sono scritte tutte le informazioni suuna persona, il DNA. Attraverso que-sto percorso i bambini potranno coglie-re l’ultimo passo fondamentale: non

tutto è scritto nel DNA, non tutto èriducibile alla materialità del corpo ealla somma dei suoi elementi, in fon-do siamo fatti di Altro. Per permette-re questo percorso la mostra utilizzafilmati, giochi, scenografie oltre a scrit-ti e una grafica molto ricca.

Si sa che la lettura è importante per ibambini, per questo il Meeting nonpropone solo giochi e canti, ma anchetanti libri da leggere, da sfogliare emolto di più! Ogni giorno insegnan-ti delle scuole leggeranno e racconte-ranno per loro storie animate.

La mascotte del villaggio si chiama IlCapobanda, ormai diventato un pun-to di riferimento per i piccoli affezio-nati del Meeting, che per tutto il gior-no tiene compagnia ai bambini, scan-dendo gli appuntamenti, partecipan-do con loro alle attività proposte e con-cludendo ogni giornata con l’appun-tamento serale de “La fiaba della Buo-nanotte”. Alle ore 22.00 la mascottesaluterà tutti i bambini aspettandoli ilgiorno successivo con gli appuntamentiin programma.

E i per bambini più piccini? È statapensata l’area Pim Pam, uno spazio incui, accompagnati da educatori e volon-tari, i bambini dai 3 ai 6 anni, potran-

no giocare attraverso la riproduzionedei luoghi della canzone Pim Pam,andando a scoprire l’origine e il signi-ficato della canzone divertendosi insie-me. Mentre per i bambini ancora piùpiccoli, da 1 a 3 anni, sarà disponibi-le un Area Kids in cui i genitori pos-sono accompagnare i propri piccoli e,senza allontanarsi, guardarli giocare ecompiere attività appositamente pen-sate per loro.Mentre per i genitori più impegnatisarà a disposizione un servizio a paga-mento in cui i bambini da 4 a 8 annipossono trascorrere qualche ora con ilpersonale qualificato del baby club del-la Service Web.

E a coronare gli appuntamenti di tut-ta la settimana, la festa finale del Vil-laggio Ragazzi. Venerdì 24 alle ore20.30 nell’area delle Piscine Ovest sisvolgerà un momento di festa, canti eballi guidati dal maestro Villa e da tut-ti gli amici del villaggio, che darannoil saluto a tutti i baby visitatori delMeeting, concludendo alla grande unasettimana già ricca di appuntamentiimportanti.

Nell’area di Enel Villaggio Ragazzi siè pensato proprio a tutto, anche a unazona ristorazione, così se ai bambinivenisse fame, i genitori possono sce-gliere di fermarsi all’interno del vil-laggio. “Il villaggio ragazzi non è una strut-tura a parte, ma un servizio del Mee-ting dentro il Meeting – conclude Raf-faella - un luogo pensato come unospazio strettamente collegato con quel-lo che al Meeting viene proposto, nonun parcheggio dove i genitori possa-no scaricare i propri figli per andaread un incontro o per guardare unamostra, ma un luogo dove anche i piùpiccoli possano incontrare una bellez-za. Per questo ci sono tanti appunta-menti, che hanno la stessa portata diquelli proposti ai loro genitori, cosìche anche i più piccoli, divertendosi eimparando tante cose nuove, possanovivere pienamente il Meeting”.

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Il Gioco del Lotto per lo Sport

19-25 agosto 2012 Meeting di Rimini padiglione A7-C7 ingresso ovest

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